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Attivazione di processi di Agenda 21 locale nelle Comunità Montane di Scalve, Valle Brembana, Valle Imagna e Valle Seriana Superiore RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE DELLA COMUNITÀ MONTANA DI SCALVE Aprile 2005

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Attivazione di processi di Agenda 21 locale nelle Comunità Montane di

Scalve, Valle Brembana, Valle Imagna e Valle Seriana Superiore

RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE

DELLA COMUNITÀ MONTANA DI SCALVE

Aprile 2005

2

INDICE

Premessa

1. Il contesto di riferimento

1.1 Aspetti ambientali e territoriali (Il territorio, Il clima, Il reticolo idrografico, L’ambiente

naturale, I rischi naturali)

1.2 Aspetti socioeconomici (Popolazione e modelli insediativi, Economia e lavoro, Industria,

Trasporti, Commercio e servizi, Agricoltura e zootecnia, Turismo)

2. Aria

3. Acqua

4. Suolo e sottosuolo

5. Rifiuti

6. Energia

7. Natura e biodiversità

8. Agenti fisici

9. Conclusioni

Bibliografia

Glossario

3

PREMESSA

Il progetto “Attivazione di processi di Agenda 21 locale nelle quattro comunità montane con

Comuni compresi in Obiettivo 2 o a sostegno transitorio” si inserisce in un più ampio contesto di

iniziative realizzate negli ultimi cinque anni nell’ambito del processo di Agenda 21 locale della

Provincia di Bergamo. Con questo progetto, la Provincia di Bergamo si pone l’obiettivo di avviare

processi di Agenda 21 locale nei territori delle Comunità Montane di Scalve, Valle Brembana, Valle

Imagna e Valle Seriana Superiore che includono Comuni ricadenti in aree Obiettivo 2 e a Sostegno

Transitorio. Il progetto è promosso dal Settore Ambiente della Provincia di Bergamo, si avvale del

supporto finanziario della Commissione Europea e della Regione Lombardia ed è realizzato in

collaborazione con le quattro Comunità Montane coinvolte.

L’insieme delle attività svolte nell’ambito del progetto sono finalizzate all’individuazione delle

priorità e alla definizione degli obiettivi per la realizzazione di un modello di sviluppo sostenibile

nell’ambito delle Comunità interessate. In particolare, nell’ambito del progetto si prevede la

redazione di una Relazione sullo Stato dell’Ambiente per ciascuna delle quattro Comunità e

l’attivazione dei Forum locali delle quattro Comunità e di un Forum intercomunitario. Sono inoltre

previste attività di sensibilizzazione, informazione e formazione rivolte agli attori locali e più in

generale ai cittadini dei Comuni coinvolti.

La presente Relazione sullo Stato dell’Ambiente (RSA) della Valle di Scalve è stata redatta sulla

base della documentazione esistente presso la Comunità Montana, dei dati e delle informazioni

raccolti presso enti e organizzazioni attivi sul territorio e delle successive elaborazioni compiute dal

gruppo di ricerca.1 L’obiettivo della RSA è quello di descrivere lo stato dei diversi sottosistemi

ambientali in relazione alle attività esercitate sul territorio e alle sue caratteristiche strutturali, di

identificare e valutare le principali criticità rilevabili e di costituire la base informativa sulla quale

predisporre le azioni future finalizzate ad aumentare la conoscenza delle problematiche, a mitigare i

fenomeni di degrado in corso e a valorizzare le risorse ambientali e territoriali esistenti.

In analogia con quanto realizzato nell’ambito della RSA della Provincia di Bergamo, il modello

utilizzato nell’elaborazione degli indicatori è il modello denominato DPSIR, in quanto suddivide gli

indicatori elaborati a partire dai dati disponibili in cinque categorie: drivers, pressione, stato,

impatto e risposta. Per ciascuna delle tematiche rilevanti sono stati pertanto elaborati un certo

1 Il gruppo di ricerca è composto da Vittorio Biondi (coordinatore), Daniele Ferrero, Davide Fortini e Sara Lodrini.

4

numero di indicatori che nell’insieme permettono di ottenere una valutazione dei diversi aspetti

rilevanti. In alcuni casi, laddove il set di informazioni disponibili non è stato giudicato sufficiente

per formulare una valutazione, questa carenza è stata segnalata e potrà essere colmata nel corso

delle attività successive alla redazione della RSA.

Il presente documento costituisce la versione finale della RSA: la prima versione è stata presentata e

discussa in occasione della costituzione del Forum intercomunitario dello scorso 3 dicembre, la

seconda è stata consegnata nel mese di gennaio. L’attuale versione è il risultato delle modifiche e

integrazioni richieste dagli uffici della Provincia e dai Forum locali attivati presso le quattro

Comunità Montana, nel corso del mese di febbraio 2005.

Bergamo, aprile 2005

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1. IL CONTESTO DI RIFERIMENTO

1.1 ASPETTI AMBIENTALI E TERRITORIALI

Il territorio

La Comunità Montana di Scalve è un ente

locale territoriale istituito nel 1973 e

costituito da 4 amministrazioni comunali:

Azzone, Colere, Schilpario e Vilminore di

Scalve.

Rispetto alla Provincia di Bergamo si

colloca verso est nella fascia altimetrica

montana più elevata; confina con la

Provincia di Sondrio (Valtellina), Brescia

(Valcamonica), e con la Comunità Montana

Valle Seriana Superiore (figura 1).

Il territorio della Comunità Montana di Scalve, si estende per una superficie territoriale complessiva

di 140,41 km2 (5,16% del territorio provinciale, 8,12% della fascia di montagna), registrando al suo

interno consistenti variazioni altimetriche.

Tabella 1 – Superficie territoriale della Comunità di Scalve e dei suoi Comuni

Comune Superficie (km2) Comune Superficie (km2) Azzone 16,84 Vilminore di Scalve 40,93 Colere 18,77 CM di Scalve 140,41

Schilpario 63,87 Fonte: ISTAT

Gli estremi nord – sud sono rappresentati dalle Alpi Orobie (ove sono presenti il Pizzo Tornello,

posto a 2.687 metri s.l.m. e il Massiccio della Presolana che raggiunge i 2.521 metri s.l.m.) e dai

Comuni di Colere (1.000 metri s.l.m.) e di Azzone (970 metri s.l.m.). I passaggi alle valli vicine si

compiono infatti per mezzo di passi elevati. Di seguito vengono indicati i passaggi con le valli

confinanti, distinti in strade provinciali, strade sterrate e sentieri:

Strade provinciali

• SP 59 in direzione Borno (Valle Camonica)

• SP ex 294 in direzione Darfo Boario Terme (Valle Camonica)

in direzione Forni d’Allione (Valle Camonica) aperta solo nel periodo estivo

attraverso il Passo del Vivione (1.828 metri)

Figura 1 – La Comunità Montana di Scalve

Fonte: Regione Lombardia, nostra elaborazione

6

• SP ex 671 in direzione Clusone (Valle Seriana) attraverso il Giogo della Presolana (1.297 metri)

Strade sterrate

• Azzone - Passo del Giovetto (metri 1.275) – Borno (Valle Camonica)

• Schilpario – Passo dei Campelli (metri 1890) – Ono S. Pietro (Valle Camonica)

Sentieri

• Passo di Belviso (2.518 metri) – Venano (2.328 metri) – Venerocolo (2.317 metri) – verso

Aprica (Valtellina)

• Passo della Manina (1.799 metri) – Passo Scagnello (2.076 metri) verso la Valle Seriana

Dal punto di vista geologico, la Valle di Scalve, è suddivisa in due parti: il fianco settentrionale

(destra orografica) è caratterizzato dalla presenza di formazioni quali Verrucano Lombardo e

Servino, il fianco meridionale (sinistra orografica) è modellato dalle rocce carbonatiche triassiche.

Tale composizione del suolo e sottosuolo ha determinato versanti ripidi e impervi a destra del

Dezzo e versanti più articolati, con pareti intervallate da pendii più dolci alla sua sinistra.

Rispetto alla suddivisione in pedopaesaggi effettuata dalla Regione Lombardia per l’intero territorio

regionale (figura 2), la Comunità Montana di Scalve appartiene alla categoria classificata con la

lettera P “Rilievi montuosi della Alpi e Prealpi lombarde, caratterizzati da substrato roccioso e,

sovente, da affioramenti litoidi”.

Figura 2 – Pedopaesaggi della regione Lombardia

Fonte: Regione Lombardia

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Il clima

Gli elementi che determinano le caratteristiche del clima in una data area della superficie terrestre,

sono rappresentati da: radiazione solare, temperatura dell'aria, pressione atmosferica, umidità

dell'aria e precipitazioni. Tutti questi elementi devono essere correlati ai fattori topografici e alla

quota.

Per quanto riguarda lo studio dei climi nei territori di montagna le difficoltà sono maggiori perché i

fattori topografici (come l'esposizione, l'inclinazione e l'effetto cresta ecc.) condizionano fortemente

l'andamento dell'assolazione e delle escursioni termiche.

Temperatura

La temperatura dell'aria dipende direttamente dall'energia solare (radiazioni) e la variazione può

essere regolata dai fattori geografici.

Una delle variazioni importanti da considerare è quella in funzione dell' altitudine: la temperatura

nelle regioni montuose diminuisce secondo un gradiente termico verticale di 1°C ogni 180 m di

dislivello. Questo valore deve tener conto delle variazioni locali e stagionali: presenta infatti delle

differenze tra autunno-inverno (1°C ogni 200 m.) e primavera-estate (1°C ogni 140 m.) ed è meno

elevato nelle zone interne dei grandi sistemi montuosi (effetto dell'elevazione di massa) con il

conseguente innalzamento dei limiti superiori della vegetazione.

I dati di seguito riportati, relativi alla temperatura media annua2 sul territorio della Valle di Scalve,

sono riferiti alla stazione di Dezzo di Scalve (752 m.s.l.m.) per il periodo 1955-1984:

Tabella 2 - Valori medi mensili ed annuo delle temperature (°C)

Mesi g f m a m g l a s o n d Media annua Staz. Dezzo di Scalve -0.9 0.7 3.8 7.2 10.9 13.9 16.2 15.3 11.9 7.6 3.4 -0.3 7.5

Fonte: Ufficio Idrografico del Po: 1955-1984

Il clima della Valle di Scalve è tipicamente alpino, con temperatura media annua attorno ai 6°C,

inverni rigidi, primavera ed autunno freschi, estate molto temperata. I mesi più caldi risultano luglio

e agosto mentre i mesi più freddi sono dicembre, gennaio e febbraio. D'inverno la temperatura

minima giornaliera si mantiene costantemente sotto i 0°C, con media dei minimi attorno ai -15°C;

di conseguenza le precipitazioni invernali sono quasi esclusivamente nevose. Nei mesi più caldi le

temperature oscillano tra i 14°C e i 20°C.

2 La temperatura media giornaliera rappresenta il valore medio fra la temperatura minima e la massima assoluta del giorno. Allo stesso modo è possibile ottenere i valori medi mensili (temperatura media mensile) e annuali (temperatura media annuale).

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Precipitazioni

Per quel che riguarda le precipitazioni si fa riferimento ai dati forniti dalle stazioni pluviometriche

di Borno (676 m s.l.m.), Dezzo (752 m s.l.m.), Vilminore (1018 m s.l.m.) e Schilpario (1124 m

s.l.m.).

I dati di seguito riportati si riferiscono alle precipitazioni medie mensili e annue rilevate nel periodo

1950-1984:

Tabella 3 - Precipitazioni medie mensili ed annue

Stazioni Quota g f m a m g l a s o n d AnnuoBorno 676 54,8 69,4 82,1 131,4 168,4 139,2 157 174 125,2 134,5 108,7 78,8 1.417,1Schilpario 1124 59,5 60 89,9 106,8 171,6 165,3 158,7 171,4 157,9 165,4 153 73,9 1.527,6Vilminore di Scalve 1018 65 70,6 78,2 147,4 137,6 164,1 154,1 168,5 142,3 162,9 197,9 94,4 1.569,4Dezzo di Scalve 752 77,6 70,1 128,2 118,7 171,8 161,1 147,6 166,4 149,1 144 198,2 70,9 1.579,4Fonte: Ufficio Idrografico del Po: 1955-1984

Nella Valle di Scalve si possono distinguere 2 tipi principali di regime pluviometrico:

• regime sub-litoraneo padano I: con il massimo principale in autunno (ottobre o novembre) e con

il minimo assoluto in inverno (gennaio o febbraio). I massimi secondari sono presenti in

primavera e in estate, i minimi secondari sono presenti in estate e in autunno.

• regime sub-litoraneo padano II: con il massimo assoluto in primavera (maggio) e con il minimo

principale in inverno (gennaio). I due massimi secondari sono presenti nelle stagioni intermedie

(in estate e in autunno), così pure i due minimi secondari. Questo regime si ritrova in tutta la

fascia prealpina.

Dalle quattro stazioni esaminate risultano presenti le due varianti del regime sub-litoraneo padano:

Vilminore e Dezzo appartengono al primo tipo con massimo autunnale, mentre Breno e Schilpario

al secondo tipo con massimo primaverile. I mesi più piovosi sono novembre e maggio, quelli più

asciutti dicembre, gennaio e febbraio.

Non si registrano mesi senza pioggia e le precipitazioni sono in genere ben distribuite con

sostanziale equilibrio tra primavera ed autunno; anche in estate la piovosità risulta abbondante,

mentre i minimi sono registrati nel periodo invernali.

Le piogge autunnali e in parte quelle primaverili, sono di tipo ciclonico; al contrario le

precipitazioni estive sono per la maggior parte determinate da moti convettivi dell'aria scatenati da

infiltrazioni fredde che originano temporali.

La permanenza annua del manto nevoso (linea delle isodiamene) è compresa tra i 10 giorni/anno

della bassa Valle e i 90 giorni delle zone alte; questi dati tuttavia sono alquanto teorici in quanto il

regime annuo del manto nevoso (massimo, minimo e medio) è influenzato dall’esposizione.

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I venti dominanti sono assenti, predominano i venti di origine termica (brezze); talora l’area è

interessata da venti provenienti da nord in concomitanza della “Bora” in Adriatico. Le raffiche

raggiungono intensità elevate (60/90 km/h corrispondenti a 17/25 m/s).

Il reticolo idrografico

Geograficamente la Valle di Scalve costituisce un'entità omogenea perché il suo territorio coincide

quasi perfettamente con l'alto bacino imbrifero del fiume Dezzo, che la percorre in tutta la sua

lunghezza. Il Fiume Dezzo ha una lunghezza di 36 km e presenta spiccate caratteristiche torrentizie

e portate alquanto elevate. Nasce in “località Mainalt”, nel Comune di Schilpario.

Dopo circa tre quarti del suo percorso entra in Provincia di Brescia, diventando affluente del Fiume

Oglio nei pressi di Darfo Boario Terme. Tra i suoi affluenti i più importanti sono il Torrente Povo,

il Torrente Tino e il Torrente Vò.

Planimetricamente il bacino del Dezzo ha una forma paragonabile a quella di un albero tozzo

costituito dalla "chioma", Valle di Scalve e dal "tronco", Val d'Angolo. Una lunga strozzatura, la

Via Mala, divide il "tronco" classificabile come zona prealpina con altezza media di 1600 metri,

dalla "chioma" ascrivibile alla zona alpina con altezza media di 2200 metri.

La larghezza del corso idrico è compresa tra 5-25 m e la profondità media, escluse le buche, è di

0.50 m; lo scorrimento dell'acqua è di tipo rapido.

Il fiume scorre in un alveo naturale il cui substrato è caratterizzato da alluvioni post-glaciali recenti,

prevalentemente ghiaiose, e da morene fresche miste a detriti di falda, fino alla località Dezzo di

Scalve. Qui si incunea in una valle, tra rapidissime rive a strapiombo tipo canyon, costituite da

Dolomia grigio-biancastra.

A monte della località Dezzo di Scalve, le rive sono costituite da fustaie miste tipo abete e larice,

con sottobosco di faggio, nocciolo, betulla e fasce di prati pascoli.

A valle della suddetta località non esiste pressoché vegetazione in quanto, incanalandosi nel

canyon, oltre a sporadici tratti, predomina la nuda roccia.

La Valle di Scalve, inoltre, è caratterizzata dalla presenza di minuscoli laghi di origine glaciale,

pregevoli sotto l'aspetto paesaggistico: laghetto di Polzone, Cornata, Varro, Tornello, Venerocolo,

San Carlo, delle Valli, della Valle Asinina, Valbona, Campelli.

La valle non ospita sbarramenti ad uso elettrico, rimangono i resti dell'unico grande bacino costruito

a tale scopo: la diga di Gleno, crollata nel 1923 causando numerose vittime.

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L’ambiente naturale

La comunità Montana di Scalve presenta un territorio con consistenti aree naturali (il 60% circa

delle quali boscate), anche di pregio e sottoposte a particolare tutela.

Per quanto riguarda le specie floristiche, il Piano Territoriale di Coordinamento del Parco delle

Orobie bergamasche (cui parte del territorio della Comunità Montana di Scalve appartiene), rivela

la presenza di 120 specie floristiche protette secondo la normativa regionale o provinciale.

In merito alla fauna, a causa dei rilievi piuttosto alti e delle poche depressioni, la valle di Scalve non

risulta essere massicciamente interessata dalla linea di migrazione Italo Ispanica di uccelli; il

territorio è comunque area di erratismo per numerose specie di avifauna minore appartenente alle

famiglie dei muscicapidi, fringillidi, paridi, picidi. Il Piano di Sviluppo Socio Economico registra

l’esistenza, anche se in un forte calo, della fauna tipica di monte (gallo forcello, coturnice,

francolino, pernice bianca); presenti anche i rapaci diurni e notturni, i camosci, i caprioli e, secondo

sporadici avvistamenti, i cervi. Tale documento, sottolinea inoltre, per tutti quattro i Comuni della

Valle, l’esistenza di suggestivi sentieri panoramici immersi in aree particolarmente ricche dal punto

di vista naturalistico e paesaggistico.

I rischi naturali

Per quanto riguarda il rischio

sismico, la recente ordinanza del

Presidente del Consiglio dei

Ministri (Ordinanza n. 3274 del 20

marzo 2003) ha portato a una

nuova classificazione del territorio

nazionale, basata su una scala di

valori che va dalla classe 1 –

rischio maggiore alla classe 4 –

rischio minore. Dalla figura è

possibile notare come la Valle di

Scalve sia completamente

compresa nella classe di rischio 4.

Il territorio della Comunità Montana di Scalve risulta essere maggiormente interessato da altre

tipologie di rischi naturali, in particolare dal rischio idrogeologico (alluvionale e da frana) e dal

rischio valanghivo.

Figura 3 - Classi di sismicità (Ordinanza PCM 2003)

Fonte: Regione Lombardia, nostra elaborazione

11

La figura 4, riporta la classificazione del livello di rischio idrogeologico totale presente in ogni

Comune della Comunità Montana di Scalve effettuata dall’Autorità di Bacino del fiume Po in

occasione della redazione del Progetto di Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico3. Tale

classificazione prevede quattro classi: 1 - rischio moderato, 2 - rischio medio, 3 - rischio elevato, 4 -

rischio molto elevato.

Secondo tale studio la Comunità Montana di Scalve

presenta un rischio molto elevato in tutti i Comuni ad

eccezione di Azzone che manifesta comunque un rischio

elevato. Il Progetto di Piano Stralcio per l’Assetto

Idrogeologico del fiume Po riporta inoltre, per ogni

Comune le principali tipologie di dissesto componenti il

rischio (conoide, esondazione, fluvio torrentizie, frana

valanga, non specificata); tali informazioni, sono riportate

nella tabella seguente.

Tabella 4 – Principali tipologie di dissesto componenti il rischio Comune Rischio Conoide Esondazione Fluvio t. Frana Valanga n. s. Azzone 3 Colere 4 Schilpario 4 Vilminore di Scalve 4 Fonte: Autorità di Bacino del fiume Po

Dalla tabella è possibile notare come vi sia una prevalenza di tipologie di dissesto quali fluvio

torrentizie, frane e valanghe (interessanti tutti i Comuni della Valle di Scalve); il Comune di

Schilpario registra anche la presenza di conoidi.

Infine, vi è un’ulteriore tipologia di rischio da considerare, che nella maggior parte dei casi non

rientra nella classificazione dei rischi naturali in quanto provocato dall’uomo: il rischio di incendio

boschivo. La consistente presenza di aree boscate nella Valle di Scalve (più del 90% delle aree

naturali è costituito da bosco) rendono questo rischio particolarmente presente.

Per maggiori approfondimenti sui rischi naturali e non presenti nel territorio della Comunità

Montana di Scalve si rimanda al capitolo 4 “Suolo e sottosuolo”.

3 In tale progetto, nella dicitura “rischio idrogeologico”, rientra anche il rischio valanghivo, solitamente trattato separatamente rispetto al rischio alluvionale e da frana.

Figura 4 - Classi di rischio idrogeologico

Fonte: Autorità di Bacino del fiume Po, nostra elaborazione

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1.2 ASPETTI SOCIOECONOMICI

Popolazione e modelli insediativi

I dati riferiti all’anno 2001 registrano, per la Comunità Montana di Scalve, una popolazione

residente di poco meno di 4.500 abitanti (0,5% della popolazione provinciale), dei quali il 11%

circa residente nel Comune di Azzone, il 25% a Colere, il 29% a Schilpario e il restante 35% nel

Comune di Vilminore di Scalve. La tabella seguente mostra tali informazioni con un livello di

dettaglio comunale per gli anni 1981, 1991 e 2001.

Tabella 5 – Dinamica della popolazione residente, anni 1981, 1991 e 2001

Popolazione residente Variazione % Comune 1981 1991 2001 1981/1991 1991/2001

Azzone 618 530 483 -14,24 -8,87 Colere 1.106 1.110 1.145 0,36 3,15 Schilpario 1.441 1.343 1.302 -6,80 -3,05 Vilminore di Scalve 1.554 1.510 1.550 -2,83 2,65 Totale CM 4.719 4.493 4.480 -4,79 -0,29 Totale Provincia Bergamo 874.035 909.692 968.723 4,08 6,49

Fonte: Istat

L’analisi dell’andamento demografico per Comune evidenzia un generale spopolamento nel

decennio 1981/1991 ad eccezione del Comune di Colere che mostra una tendenza stabile. Gli anni

che vanno dal 1991 al 2001 registrano situazioni differenziate: Azzone e Schilpario continuano a

perdere popolazione, anche se in misura minore rispetto agli anni precedenti, mentre Colere e

Vilminore di Scalve registrano un incremento che si aggira attorno al 2,5 – 3%. La situazione

generale della Comunità Montana di Scalve al 2001 vede una sostanziale stabilità della popolazione

a fronte di un incremento del 6% circa registrato nell’intera Provincia di Bergamo.

Tabella 6 – Saldo naturale e migratorio, anni 1991 e 2001

Saldo naturale Saldo migratorio 1991 2001 1991 2001 Comune

Nati Morti Saldo Nati Morti Saldo Immigr Emigr Saldo Immigr Emigr Saldo Azzone 7 4 3 1 6 -5 6 9 -3 7 9 -2 Colere 12 10 2 12 7 5 14 10 4 10 12 -2 Schilpario 11 14 -3 13 17 -4 22 33 -11 19 28 -9 Vilminore di S. 21 17 4 17 15 2 25 22 3 25 13 12 Totale CM 51 45 6 43 45 -2 67 74 -7 61 62 -1

Fonte: Istat

13

Il saldo naturale calcolato per gli anni 1991 e 2001, evidenzia segni negativi per il Comune di

Schilpario, segni positivi per Colere e Vilminore di Scalve ed un passaggio da segno positivo a

negativo per il Comune di Azzone. Il saldo migratorio registra segni negativi per i Comuni di

Azzone e Schilpario, segno positivo per Vilminore di Scalve e un passaggio da segno positivo a

negativo per il Comune di Colere.

La tabella e il grafico seguenti riportano la composizione della popolazione per classi d’età in

valore assoluto e percentuale; si nota la prevalenza di popolazione adulta, con un picco nella classe

d’età che va dai 35 ai 44 anni.

Tabella 7– Classi d’età della popolazione, anno 2001 – valore assoluto Comune 0 - 4 5 - 9 10 - 14 15 - 24 25 - 34 35 - 44 45 - 54 55 - 64 65 - 74 oltre 75 Totale

Azzone 13 22 25 48 60 83 61 63 60 48 483 Colere 59 62 83 137 157 206 169 125 83 64 1.145 Schilpario 57 58 70 114 180 192 166 157 140 168 1.302 Vilminore di Scalve 80 76 95 169 210 248 227 168 136 141 1.550 Totale CM 209 218 273 468 607 729 623 513 419 421 4.480

Fonte: Istat

Tale distribuzione è confermata anche dall’indice di vecchiaia (tabella 8) che registra un consistente

aumento in tutti i Comuni della Comunità Montana di Scalve.

Figura 5 – Classi d’età della popolazione, anno 2001 – valori percentuali

0,002,004,006,008,00

10,0012,0014,0016,0018,0020,00

meno di 5 da 5 a 9 da 10 a 14 da 15 a 24 da 25 a 34 da 35 a 44 da 45 a 54 da 55 a 64 da 65 a 74 oltre 75

Classi d'età

Perc

entu

ale

popo

lazi

one

Azzone Colere Schilpario Vilminore di Scalve Totale CM

Fonte: Istat

14

Tabella 8 – Indice di vecchiaia, anni 1991 e 2001 Indice vecchiaia Comune

1991 2001 Azzone 1,14 1,72 Colere 0,53 0,75

Schilpario 1,35 1,72 Vilminore di Scalve 0,92 1,16

Totale CM 0,93 1,20 Fonte: Istat

L’indice di ricambio valuta la relazione fra la popolazione che sta per uscire dall’età lavorativa (55-

64 anni) e quella che vi sta per entrare (15-24 anni).

Tabella 9– Indice di ricambio, anni 1991 e 2001

Indice di ricambio Comune 1991 2001

Azzone 1,03 0,76 Colere 1,48 1,10

Schilpario 1,32 0,73 Vilminore di Scalve 1,29 1,01

Totale CM 1,30 0,91 Fonte: Istat

Dal 1991 al 2001 si evidenzia un consistente abbassamento dell’indice di ricambio in tutti i Comuni

considerati; in due Comuni (Colere e Vilminore di Scalve) tale indice si mantiene comunque

superiore al valore 1.

La tabella 10 infine, riporta la densità abitativa dei quattro Comuni della Comunità Montana di

Scalve, sia in relazione alla superficie territoriale che alla sola superficie urbanizzata.

Tabella 10 – Densità abitativa, anno 2001

Superficie Densità abitativa

Comune Superficie (km2)

Superficie urbanizzata

(km2)

Densità abitativa (ab/km2)

Popolazione /sup. urbanizzata (ab/km2)

Azzone 16,84 0,15 28,68 3.286,18 Colere 18,77 0,34 61,00 3.328,58

Schilpario 63,87 0,67 20,39 1.953,75 Vilminore di Scalve 40,93 0,57 37,87 2.732,92

Totale CM 140,41 1,72 31,91 2.597,80 Fascia Montagna 1.729,90 138,39 121,23 1.515,40

Totale Provincia Bergamo 2.722,90 350,82 355,76 2.761,31 Fonte: Istat

15

Per quanto riguarda la densità abitativa, la Comunità Montana di Scalve evidenzia valori molto

contenuti, anche in riferimento alla situazione della fascia di montagna cui appartiene e nei

confronti dell’intera Provincia di Bergamo. La situazione cambia radicalmente se si considera la

popolazione rispetto alla sola superficie urbanizzata: i valori che ne derivano sono in media con la

situazione provinciale e al di sopra della fascia montana. Ne consegue che l’urbanizzazione risulta

essere poco diffusa sul territorio (Azzone 0,87%, Colere 1,83%, Schilpario 1,04%, Vilminore di

Scalve 1,39%).

Economia e lavoro

Ai fini di un inquadramento socio-economico funzionale alla valutazione dello stato dell’ambiente,

è opportuno focalizzare alcuni parametri essenziali relativi alla struttura delle attività economiche.

Tuttavia, il livello di aggregazione sub-provinciale dell’analisi in oggetto non consente di reperire

alcune tipologie di dati, tra le quali anche alcune di natura economica (prodotto interno lordo,

reddito disponibile, consumi).

Nelle seguenti tabelle sono riportati il numero delle unità locali per settore di attività economica,

così come rilevati dall’Istat: poiché il dato è desunto dal Censimento Industria e Servizi dell’anno

2001, è opportuno tenere presente che non sono comprese le aziende agricole.

Tabella 11 - Unità locali delle imprese per comune e tipologia - Anno 2001

Comune Agric. e pesca

Estraz. minerali

Ind. manif.

Energia, gas, acqua

Costruz. Commercio, ripar.

Alberghi, ristoranti

Trasporti, comunic.

Altri servizi

Totale

Azzone 0 0 9 0 11 4 2 4 0 30 Colere 0 0 24 0 20 29 20 7 21 121 Schilpario 0 0 15 0 29 30 20 4 28 126 Vilminore di S. 2 0 34 1 15 18 16 5 31 122 Tot. Comunità M. 2 0 82 1 75 81 58 20 80 399 Fonte: Istat, Censimento Industria e servizi

16

Nel seguente grafico è possibile osservare la ripartizione delle unità locali per settore di attività

economica.

Ripartizione delle unità locali per settore

Costruz.18,8%Alberghi e ristoranti

14,5%

Trasporti e comunic.

5,0%

Altri servizi20,1%

Commercio e ripar.20,3%

Agricoltura e pesca0,5%

Estraz. minerali0,0%

Industria manifatt.20,6%

Energia, gas, acqua0,3%

Si può osservare una distribuzione delle attività sostanzialmente in linea con il dato provinciale.

Infatti, nello stesso anno 2001, nella Provincia di Bergamo sono presenti 78.141 unità produttive

locali (per un totale di 400.652 addetti), di cui il 20% circa attivo nelle costruzioni, un altro 20% nel

comparto manifatturiero (in particolare, lavorazione di metalli, industria meccanica, tessile,

elettrica) e il restante 60% principalmente nel settore del commercio e servizi.

Analizzando con maggiore dettaglio la distribuzione delle unità locali nei diversi comuni, si

possono osservare le vocazioni specifiche di alcune località: l’industria manifatturiera risulta

insediata principalmente a Vilminore di Scalve e, in misura minore, a Colere. Risultano assenti le

attività estrattive e ripartite in modo abbastanza omogeneo (tenendo conto delle dimensioni

comunali) le imprese di costruzioni. La maggior parte delle attività di servizio risultano distribuite

infine nei tre comuni maggiori: Colere, Schilpario e Vilminore di Scalve.

Tenendo presente che lo scopo del presente inquadramento socio-economico è quello di fornire un

quadro di riferimento per la successiva elaborazione di indicatori di sostenibilità, nelle pagine

seguenti sono riportati alcuni dati di natura descrittiva, relativi ai diversi settori di attività

economica, con un livello di approfondimento differenziato per tenere conto della peculiarità del

territorio considerato.

17

In particolare, sono fornite solo alcuni elementi specifici sull’industria e sul commercio, al fine di

evidenziare e localizzare sul territorio le possibili criticità, mentre saranno analizzate con un

maggiore grado di approfondimento in paragrafi successivi le tematiche dell’agricoltura e zootecnia

e del turismo.

Industria

Come anticipato in termini generali, nel territorio della Comunità Montana la presenza di attività

industriali in senso stretto (escludendo quindi le costruzioni), pur in linea con quelle provinciali i

termini percentuali, è sensibilmente inferiore a quella media della Provincia in termini assoluti.

Per la Val di Scalve, a differenza di quanto riscontrabile nel territorio di altre Comunità Montane

Bergamasche, non si registrano situazioni di concentrazione industriale significativa.

Per valutare la presenza industriale sul territorio, al fine di mettere in luce eventuali situazioni

critiche, è possibile utilizzare un “indice di concentrazione industriale”, analogamente a quanto

riportato nella Relazione sullo Stato dell’Ambiente della Provincia.

Tale indice è in grado di individuare le concentrazioni di attività omogenee in ambiti territoriali

specifici, mettendo in luce le aree che dovrebbero essere oggetto di particolare attenzione ai fini

della sostenibilità ambientale.

Nessun comune appartenente alla Comunità Montana presenta un valore di tale indice superiore al

2%, evidenziando quindi l’assenza di concentrazioni industriali di particolare rilievo. Nessun

comune della Comunità Montana appartiene infine a Distretti Industriali istituiti dalla Regione

Lombardia.

Trasporti

La Comunità Montana di Scalve, presenta una bassa dotazione di infrastrutture stradali. Si accede al

territorio della Valle grazie principalmente a due strade carrozzabili: quella che scende dal Passo

della Presolana e la via Mala che sale da Boario Terme; vi sono poi numerosi sentieri e percorsi

anche di notevole pregio dal punto di vista panoramico.

Gli studi sulla mobilità redatti per il PTCP rilevano per la fascia montana della Provincia di

Bergamo, le seguenti criticità: intensità del traffico veicolare, inadeguatezza dei servizi di trasporto

pubblico, pericolosità di alcuni tratti stradali, inadeguatezza delle strade agro-silvo-pastorali.

18

La tabella seguente, mostra l’indice di motorizzazione dei Comuni della Val di Scalve; tali dati

confermano quanto rilevato dal PTCP in merito all’intensità del traffico veicolare; l’indice di

motorizzazione della Comunità Montana è pari a 0,65 veic/ab, di poco inferiore alla media

provinciale (0,73 veic/ab).

Tabella 12 - Indice di motorizzazione, anno 2001

Comune Veicoli circolanti Indice di motorizzazione Azzone 415 0,86 Colere 725 0,63

Schilpario 829 0,64 Vilminore di Scalve 956 0,62

Totale CM 2.925 0,65 Totale Provincia di Bergamo 707.597 0,73

Fonte: ACI; Istat

In merito agli spostamenti pendolati per motivi di lavoro e di studio, non sono ancora disponibili i

dettagli comunali dell’ultimo censimento Istat; i dati contenuti nel PTCP registrano però un elevato

pendolarismo. La figura seguente può aiutare a comprendere la situazione della Comunità Montana

di Scalve.

Il pendolarismo interno alla Provincia registra spostamenti gravitanti sui grandi agglomerati urbani

posti a sud della Val di Scalve (ad esempio la relazione fra Colere e Clusone). In merito al

pendolarismo extra – provinciale fortemente presente la relazione con le Province vicine: Brescia e

Sondrio.

Figura 6 - Pendolarismo interno alla Provincia

Fonte: Provincia di Bergamo, Settore Politiche del Territorio

19

Gli studi redatti per il Programma Triennale dei Servizi di Trasporto Pubblico della Provincia di

Bergamo nel 2000, confermano quanto esposto finora. La tabella 13 riassume le relazioni

Origine/Destinazione, caratterizzate da maggiore domanda potenziale di mezzi pubblici di trasporto

dovuta al numero elevato di spostamenti, per i Comuni della Valle di Scalve.

Tabella 13 – Principali relazioni della matrice O/D, anno 2000

Tipologia Origine Destinazione Spostamenti Vilminore di Scalve Provincia di Brescia 45 In uscita Schilpario Provincia di Brescia 31

Interni Schilpario Vilminore di Scalve 44 Fonte: Provincia di Bergamo, 2000

Commercio e servizi

Per quanto riguarda le attività commerciali, appare interessante infine fornire alcune indicazioni

sulla presenza della grande distribuzione nel territorio in oggetto. Nel caso della Val di Scalve, non

risultano presenti esercizi commerciali di dimensioni tali da essere classificate come grande

distribuzione ai fini ISTAT (vedere glossario).

Agricoltura e zootecnia

In base al Censimento dell’Agricoltura, elaborato dall’Istat per l’anno 2000, nella Comunità

Montana di Scalve risulta una superficie agricola utilizzata (SAU) pari a 3.600,2 ha, che costituisce

il 25,6% dell'intero territorio. Nelle seguenti tabelle sono riportati i dati relativi alle ripartizioni

delle colture desunti dal citato Censimento.

Tabella 14 - Ripartizione in ha delle colture. Anno 2000

Superficie Agricola Utilizzata

Seminativi Coltivazioni

legnose agrarie

Prati permanenti

e pascoli Totale

Colture boschive

Altra superficie

Superficie Agricola Totale

Superficie territoriale

0,0 2,3 3.598 3.600 45,1 7,8 3.653 14.041

Prati permanenti e pascoli incidono per il 99,9% sulla SAU complessiva; rispetto al 1990 è

diminuita la relativa superficie (-5,7%), anche se questa diminuzione appare più contenuta di quella

evidenziata a livello provinciale (-12,7%).

20

Tabella 15 - Ripartizione delle colture per Regione Agraria. Variazione percentuale 2000-1990

Superficie Agricola Utilizzata

Seminativi

Coltivazioni legnose agrarie

Prati permanenti

e pascoli Totale

Colture boschive

Altra superficie

Superficie Agricola Totale

Val di Scalve -99,0% - -5,7% -5,7% -98,8% -99,6% -61,3% Prov. di Bergamo -8,9% -28,2% -12,7% -11,4% -42,4% -36,7% -24,4%

Particolarmente bassa è la superficie destinata alle coltivazioni legnose agrarie (2,3 ha), benché

fossero del tutto assenti nel decennio precedente.

Scompare invece la coltivazione dei seminativi, che comunque rappresentava una percentuale

irrilevante del totale SAU nel decennio precedente.

Le colture boschive, in base al Censimento Istat, passano da 3.774, 9 ha a un valore di 45,1ha. È

importante sottolineare che i dati in possesso della Comunità Montana evidenziano una superficie

destinata a colture boschive significativamente diversa e pari a 5185 ha. La consistente diminuzione

che emerge dai dati Istat potrebbe essere giustificata con l’uscita dal campo di osservazione del

Censimento di numerose aziende forestali, che non svolgono più alcuna attività di sfruttamento del

patrimonio boschivo e non sono pertanto più rilevate come aziende silvicole. Ciò non significa che

il territorio della Comunità non sia in gran parte ricoperto di boschi (la quota di superficie

territoriale non urbanizzata occupata da boschi è pari al 42% - vedere scheda indicatore 4.3), ma

semplicemente che tali superfici non risultano conteggiate dall’Istat ai fini del Censimento, in

quanto non utilizzate da imprese agricole.

Anche la Superficie Agricola totale, in base ai dati della Comunità Montana di Scalve, risulta

notevolmente più elevata e pari a 10.661 ha.

Un fattore di pressione rilevante del settore agricolo è costituito dalle attività zootecniche, poiché i

reflui prodotti dai capi di bestiame contribuiscono all’apporto di sostanza organica biodegradabile e

di nutrienti nei corpi idrici.

I valori di seguito riportati consentono una prima caratterizzazione del sistema agricolo locale che si

configura orientato verso l’allevamento bovino, anche se si registra nel decennio 1990-2000 una

diminuzione contenuta per tale tipologia di capi, passati da 990 a 861; più marcata è stata la

diminuzione per i capi suini (-78%), dato in controtendenza rispetto ai valori provinciali e regionali,

che testimoniano un incremento per questa tipologia di capi.

Per quanto riguarda l’allevamento ovino e caprino, si evidenzia un aumento del numero di capi dal

1990 al 2000 pari al 19,3 %; tale tendenza, specifica della provincia di Bergamo, non è confermata

21

a livello regionale e ciò vale anche per i capi equini dove si è assistito a un moderato aumento del

numero di capi.

Tabella 16 - Aziende con allevamenti - Confronto provinciale - Anno 2000

Aziende

totali Aziende bovini e bufalini

Aziende suini

Aziende ovini e caprini

Aziende equini

Aziende avicoli

Tot. Comunità M. 54 45 12 38 14 8 Prov. di Bergamo 5.929 3.304 1.341 1.346 1.283 3.855 Tabella 17 - Capi di bestiame per categoria - Confronto provinciale e regionale - Anni 1990 e 2000

Capi bovini e bufalini Capi suini Capi ovini e

caprini Capi equini Capi avicoli

2000 1990 2000 1990 2000 1990 2000 1990 2000 1990Tot. Comunità M. 861 990 39 180 3.151 2.641 37 30 626 nd Prov. di Bergamo 156.819 176.932 260.125 191.244 36.158 30.518 4.971 4.513 4.199.718 nd Reg. Lombardia 1.609.013 1.960.562 3.809.192 2.879.745 141.850 146.454 20.400 23.717 27.285.623 nd

Analizzando i dati relativi al carico zootecnico dell’intera Comunità, si nota come questo sia

nettamente inferiore al valore provinciale e regionale per quel che riguarda i capi bovini (6,1

capi/km2), suini (0,3 capi/km2) e avicoli (4,5 capi/km2), equini (0,3 capi/km2). Il carico zootecnico

relativo agli ovini e ai caprini (22,4 capi/km2) è invece nettamente superiore sia al valore

provinciale (13,3 capi/km2), sia al valore regionale (5,9 capi/km2).

Si fa presente tuttavia che, pur risultando elevato il numero di ovini censiti e il conseguente carico,

essi risultano concentrati in un numero limitato di aziende che effettuano la transumanza: il carico

effettivamente presente sul territorio deve essere pertanto ridimensionato. Tabella 18 - Carico zootecnico per categorie di bestiame – Confr. prov. e reg. Anni 1990 e 2000. Capi per km2

Capi bovini e

bufalini Capi suini Capi ovini e

caprini Capi equini Capi avicoli

2000 1990 2000 1990 2000 1990 2000 1990 2000 1990 Tot. Comunità M. 6,1 7,1 0,3 1,3 22,4 18,8 0,3 0,2 4,5 nd Prov. di Bergamo 57,6 65,0 95,5 70,2 13,3 11,2 1,8 1,7 1.542,4 nd Reg. Lombardia 67,4 82,2 159,6 120,7 5,9 6,1 0,9 1,0 1.143,5 nd

La zootecnia, nonostante il ruolo rilevante degli ovini e dei caprini, non sembra costituire un fattore

di pressione ambientale particolarmente rilevante, poiché il carico zootecnico risulta comunque

contenuto.

Elemento di sicuro interesse è lo sfruttamento degli alpeggi che ha subito nel corso degli ultimi anni

un mutamento nella direzione di una miglior attenzione ai problemi del territorio e dei suoi

residenti. Ciò ha comportato una razionalizzazione delle risorse pubbliche finalizzata al

miglioramento degli edifici, delle vie d’accesso, della situazione dei terreni,

22

dell’approvvigionamento idrico ad uso animale ed infine la cooperazione per la valorizzazione dei

prodotti locali.

L’attività agricola, confermando le proprie tradizioni, vede una ripresa del settore caratterizzata dal

coinvolgimento nello stesso di forze giovanili. E’ di fondamentale importanza per la valle in

generale che le attività legate all’agricoltura continuino, anche per l’insostituibile funzione di

salvaguardia di tutela dell’ambiente e di protezione del paesaggio.

In Val di Scalve si contano 24 alpeggi; la seguente tabella riporta in dettaglio la presenza di capi in

ciascuno di essi, sulla base del Censimento Alpeggi effettuato dalla Comunità Montana nell’anno

2000.

Tabella 19 - Carico Alpeggi. Anno 2000

Bovini Ovini Caprini Suini Equini Comune di Azzone

Negrino 87 3 5 6 4 Costone - 650 30 - -

Comune di Schilpario Venà - 840 29 4 11

Vivione 73 - 42 6 - Gaffione-Busma 13 587 15 7 4

Campelli 172 29 - 7 - Campo-Rena 98 - - 2 -

Cimalbosco-Stable - 909 10 - 4 Ezendola - 1395 11 - 8

Venerocolo - 1395 11 - 8 Vò-Moia 20 6 42 - 2

Epolo-Voia 64 222 - 4 2 Giovetto 41 - - - -

Comune di Colere Polzone 68 605 - 10 -

Comune di Vilminore di Scalve Manina 165 - - - 6 Gleno 17 1400 - - 4

Bella Valle 165 - - - 6 Barbarossa 132 - - - 2

Manina (usi civici) 28 - 14 - - Saline 76 - - 6 3

23

Turismo

Le strutture ricettive

Il maggiore richiamo per il turismo nella Valle di Scalve è rappresentato dalle località montane di

Schilpario e da Colere, che attraggono numerosi turisti soprattutto per gli impianti sciistici di cui

sono dotate.

Inoltre per quanto concerne il territorio comunitario, questo presenta ricchezze naturalistiche di

notevole interesse: le Prealpi Orobie, infatti, possiedono la più elevata diversità botanica e

zoologica dell’intero arco alpino. Nel territorio della Comunità ricade il Parco delle Orobie

Bergamasche, che comprende i quattro Comuni della Valle per una copertura del territorio del

82,1% circa.

Le infrastrutture destinate alla ricettività turistica in Valle di Scalve sono così suddivise: Esercizi alberghieri (2001)

Alberghi da 1 a 4 stelle 10

Alloggi extra-alberghieri (2001)

Campeggi e villaggi turistici 1

Rifugi 5

Alloggi iscritti al REC 0

Alloggi agrituristici 0

Altre strutture ricettive 1

Esercizi complementari 2

Alloggi non iscritti al REC 0

Gli alberghi e le altre strutture ricettive sono così ripartiti sul territorio: Tabella 20 – Strutture ricettive Esercizi alberghieri Campeggi e villaggi turist. Altre strutt. ric. Eserc. complem.

Num. Posti-letto Num. Posti-

letto Sup. (mq)

Num. Posti-letto

Num. Posti-letto

Azzone 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Colere 3 126 0 0 0 0 0 0 0 Schilpario 5 171 1 48 855 1 54 2 102 Vilminore di Scalve 2 56 0 0 0 0 0 0 0 Tot. Comunità M. 10 353 1 48 855 1 54 2 102 Prov. di Bergamo 282 11.255 13 5.738 - 9 616 40 6.628 Fonte: Istat e Regione Lombardia

Da quest’ultima tabella emerge un buon livello di ricettività, che offre circa 350 posti letto

alberghieri e circa 200 extra-alberghieri.

24

Spiccano per numero di strutture alberghiere Colere e Schilpario; in quest’ultimo Comune, ove è

presente anche un piccolo campeggio, è concentrata la metà degli alberghi dell’intera Valle, con

170 posti-letto circa, in risposta alla forte attrattiva che tale luogo rappresenta per il turismo. L’altra

località montana, costituita da Vilminore di Scalve offre altri 50 posti-letto circa.

Di seguito viene riportato il numero di strutture alberghiere (relativo al triennio 2001-2003) presenti

nelle quattro Comunità Montane della Valle Brembana, della Valle Imagna, della Valle di Scalve e

della Valle Seriana Superiore.

0

50

100

150

200

250

300

350

CM ValleBrembana

CM Valle Imagna CM Valle diScalve

CM Valle SerianaSup.

Prov. diBergamo

Anno 2001 Anno 2002 Anno 2003

Dalla figura si può notare come in queste quattro valli sia concentrato nel complesso più del 49,3%

degli alberghi dell’intera Provincia di Bergamo. Tra le valli, spiccano la Valle Brembana con 64

alberghi e la Valle Seriana Superiore, che ha visto crescere il numero di alberghi da 47 a 49 nel

triennio 2001-2003. Tali zone sono quelle dove più numerosi sono anche gli impianti sciistici.

Tuttavia si fa presente che, nel 2003, il numero medio di alberghi per comune nella Valle di Scalve

è di 2,25, superiore a quello della Valle Brembana (1,68), Imagna (1,24), e di poco inferiore a

quello della Valle Seriana Superiore (2,45).

Infine, per quel che concerne i rifugi in Valle di Scalve, dei 5 censiti e di seguito elencati, 3 sono

privati, gli altri sono gestiti dal Club Alpino Italiano:

Tabella 21 – Rifugi alpini

Comune Nome rifugio Tipo Rifugio Altezza m. s.l.m.

Posti letto Apertura

Colere Albani L. Rifugio privato 1939 60 Annuale Colere Cima Bianca Rifugio privato 2080 36 1 dicembre –30 settembreSchilpario Cimon della Bagozza Rifugio privato 1600 40 Annuale Schilpario Passo del Vivione Rifugio CAI 1850 20 Estiva Schilpario Tagliaferri N. Rifugio CAI 2328 40 Estiva

25

Dalla tabella emerge una ricettività totale di circa 200 posti che va ad aggiungersi alle strutture

tradizionali elencate in precedenza. Analizzando la tabella si può osservare che quattro rifugi sono

situati ad un’altitudine superiore ai 1.800 m, mentre uno è situato a quota più bassa: ciò permette

una diversificazione nell’offerta che riesce a soddisfare le necessità di diverse categorie di persone

(dallo sciatore all'escursionista, all'alpinista, ai gruppi sportivi o culturali). È importante

sottolineare, tuttavia, che solo i rifugi gestiti dal CAI permettono un’effettiva ricettività, poiché

quelli privati hanno talvolta limitazioni di uso legate alla disponibilità dei proprietari o dei gruppi di

gestione.

La domanda

Per analizzare lo stato e le tendenze della domanda sono utilizzati gli arrivi e le presenze, così come

rilevate dalle consuete statistiche inerenti il turismo. È necessario tenere presente fin da subito che il

dato non include due importanti categorie di soggetti:

• coloro che pernottano in seconde case di proprietà o affittate da privati;

• gli escursionisti che si recano in Valle in giornata.

Questo porta a un'inevitabile sottostima del dato di reale presenza e di conseguente pressione sul

territorio, che può essere particolarmente accentuata per le località montane facilmente raggiungibili

dai grandi centri urbani.

Nel 2003 in Valle di Scalve sono stati registrati 4.912 arrivi, di cui 3.725 in strutture alberghiere

(75,8 %) e 1.187 in esercizi complementari (24,2%).

Tabella 22 - Arrivi e presenze dei turisti totali (italiani e stranieri) negli esercizi ricett., per Comunità. Anno 2003 Esercizi alberghieri Esercizi complementari Tot. Ricettività (escl. non REC)

Arrivi Totali Presenze Totali Arrivi Totali Presenze Totali Arrivi Totali Presenze Totali

CM Valle Brembana 23.689 108.670 13.543 68.560 37.232 177.230 CM Valle Imagna 7.325 32.619 18 46 7.343 32.665 CM di Scalve 3.725 15.760 1.187 5.521 4.912 21.281 CM Valle Seriana Sup. 30.930 129.102 18.151 83.853 49.081 212.955 Prov. di Bergamo 457.957 1.050.295 59.012 307.322 516.969 1.357.617 Fonte: Istat e Regione Lombardia

La Valle di Scalve conta il 3,5% degli alberghi totali provinciali, ma il numero di arrivi rappresenta

solo lo 0,8 % degli arrivi totali. Questo è, almeno in parte, spiegabile se si considera che gran parte

del turismo nella Provincia di Bergamo è rappresentato da turismo “di lavoro”, e che comunque la

città capoluogo rappresenta una grandissima attrattiva e da sola viene visitata da circa 140.000

turisti all’anno.

26

Di seguito viene riportata la tabella relativa agli arrivi e alle presenze dei turisti italiani e stranieri

(nel 2003) nel complesso degli esercizi ricettivi, per le quattro comunità e la Provincia di Bergamo.

Tabella 23 – Arrivi e presenze per provenienza, per Comunità. Anno 2003 Italiani Stranieri Totale

Arrivi Presenze % di arrivi sul totale

Arrivi Presenze % di arrivi sul totale

Arrivi Presenze

CM Valle Brembana 31.361 155.834 84,2% 5.871 21.396 15,8% 37.232 177.230 CM Valle Imagna 5.559 27.302 75,7% 1.784 5.363 24,3% 7.343 32.665 CM di Scalve 4.559 20.181 92,8% 353 1.100 7,2% 4.912 21.281 CM Valle Seriana Sup. 44.246 193.424 90,1% 4.835 19.531 9,9% 49.081 212.955 Prov. di Bergamo 334.385 981.961 64,7% 182.584 375.656 35,3% 516.969 1.357.617Fonte: Istat e Regione Lombardia

Degli arrivi totali registrati nella Comunità Montana della Valle di Scalve 4.559 sono italiani

(92,8%) e 353 sono stranieri (7,2%). Come si evince dalla tabella, la Valle di Scalve segue la Valle

Brembana, la Valle Imagna e la Valle Seriana Superiore, sia come arrivi complessivi in un anno, sia

come presenze complessive. Anche per quel riguarda gli arrivi degli stranieri in rapporto agli arrivi

totali, la Valle di Scalve, presenta percentuali inferiori rispetto alle altre comunità e ai valori

provinciali.

Analizzando il dato a livello comunale si nota che il maggior numero di arrivi si registra nel

Comune di Schilpario, mentre la percentuale di stranieri più alta si registra a Colere (13,6% di arrivi

sul totale).

Tabella 24 - Arrivi e presenze per provenienza, per Comune. Anno 2003 Italiani Stranieri Totale

Arrivi Presenze % di arrivi

sul totale Arrivi Presenze % di arrivi

sul totale Arrivi Presenze

Azzone 0 0 - 0 0 - 0 0Colere 1.389 4.637 86,4% 218 633 13,6% 1.607 5.270Schilpario 2.936 14.769 96,4% 111 186 3,6% 3.047 14.955Vilminore di Scalve 234 775 90,7% 24 281 9,3% 258 1.056Totale Comunità M. 4.559 20.181 92,8% 353 1.100 7,2% 4.912 21.281Fonte: Istat e Regione Lombardia

Gli arrivi in Val di Scalve, nel 2003, sono stati, 1,1 per abitante e 35 per km2. Tali indicatori

risultano piuttosto significativi dal punto di vista ambientale in quanto rappresentano la pressione

esercitata dal turismo sul territorio in esame. Dall’analisi delle tabelle emerge come la Valle di

Scalve subisca una pressione inferiore alla media provinciale in termini sia di arrivi sia di presenze

per chilometro quadrato, ma nettamente superiore in termini di arrivi e presenze per abitante.

27

Tabella 25 - Arrivi per ab e per km2. Anno 2003 Arrivi Arrivi/ab Arrivi/km2

CM Valle Brembana 37.232 0,9 57,8 CM Valle Imagna 7.343 0,2 71,9 CM di Scalve 4.912 1,1 35,0 CM Valle Seriana Sup. 49.081 1,3 106,7 Prov. di Bergamo 516.969 0,5 189,9

Tabella 26 - Presenze per ab e per km2. Anno 2003 Presenze Presenze/ab Presenze/km2

CM Brembana 177.230,0 4,1 275,3 CM Valle Imagna 32.665 1,1 319,9 CM di Scalve 21.281 4,8 151,6 CM Valle Seriana Sup. 212.955 5,6 463,2 Prov. di Bergamo 1.357.617,0 1,4 498,6

Di seguito viene riportata la tabella relativa agli arrivi e alle presenze in ogni comune della Valle: Tabella 27 – Arrivi e presenze per km2, per abitante e per Comune. Anno 2003

Comune Arrivi Arrivi/ab Arrivi/km2 Presenze Pres./ab Pres./km2

Azzone 0 0,0 0,0 0 0,0 0,0 Colere 1.607 1,4 85,6 5.270 4,6 280,8 Schilpario 3.047 2,4 47,7 14.955 11,6 234,1 Vilminore di Scalve 258 0,2 6,3 1.056 0,7 25,8 Totale Comunità M. 4.912 1,1 35,0 21.281 4,8 151,6 Fonte: Istat e Regione Lombardia

In Valle di Scalve tra il 2001 e il 2003 gli arrivi nel complesso degli esercizi ricettivi sono

aumentati, in totale, del 14,9%; in particolare si nota una crescita degli arrivi sia nelle strutture

alberghiere, sia negli altri esercizi. Da questo punto di vista, l’andamento del turismo nella

Comunità è allineato a quello registrato in Provincia e in Lombardia, dove si è avuta una crescita

degli arrivi sia negli alberghi, sia nelle altre strutture ricettive.

Gli impianti di risalita

Il complesso turistico-sportivo di Colere sorge sul versante nord della Presolana e l'innevamento è

ottimo da dicembre a maggio. Il comprensorio sciistico, con i suoi 25 km di piste, è ottimamente

Evoluzione degli arrivi 2001-2003

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

2001

2002

2003

CM Valle Brembana CM Valle Imagna

CM Valle di Scalve CM Valle Seriana Sup.

28

servito: le piste sono in tutto 8 (1 facile, 5 medie e 2 difficili). Gli impianti di risalita comprendono:

2 seggiovie biposto, 1 seggiovia triposto, 2 skilift, 1 campo scuola. La Sirpa, la Società che gestisce

gli impianti di risalita, ha inaugurato la scorsa stagione la nuova seggiovia triposto Corne Gemelle

Ferrantino.

Di seguito si riportano i dati tecnici relativi agli impianti di risalita di Colere:

Tabella 28 – Impianti di risalita (Colere) Tipologia impianto Partenza

(m) Arrivo

(m) Lunghezza

(m) Portata/h Note

Seggiovia Carbonera-Polzone 1050 1550 1500 950 Biposto Seggiovia Polzone- Cima Bianca 1550 2100 1450 1100 Biposto Seggiovia Corne Gemelle-Ferrantino 1820 2250 1200 1650 Triposto Sciovia Capanno 1435 1595 540 800 Singolo Sciovia Plan del Sole 1520 1585 210 800 Singolo

Lo sci alpino era inoltre praticabile a Vilminore di Scalve. In questa località minore, l’impianto di

risalita, temporaneamente chiuso, serviva solo una pista di 1 km di lunghezza.

In tabella sono riportate le caratteristiche dell’impianto:

Tabella 29 – Impianti di risalita (Vilminore di Scalve) Tipologia impianto Partenza

(m) Arrivo

(m) Lunghezza

(m) Portata/h Note

Sciovia Teveno 1160 1310 700 800 Attualmente chiuso

In Valle di Scalve è possibile effettuare anche lo sci nordico. Particolarmente attrezzato è il Centro

di Schilpario. Le piste degli Abeti a 1.140 m presentano anelli di 3,5, 8 e 10 km. Il tracciato, molto

tecnico, è valido sia per atleti che per escursionisti per i quali è previsto un percorso alternativo. La

pista, sempre battuta sia per tecnica classica sia per tecnica libera, possiede un impianto di neve

programmata a bassa pressione.

Di seguito sono riportati i dati tecnici relativi alle piste di fondo di Schilpario:

Tabella 30 – Piste per sci nordico Anelli Schilpario (km) Dislivello max salita (m) Dislivello totale (m)

Anello 3 km 22 91 Anello 5 km 24 151 Anello 8 km 54 255 Anello 10 km 58 339

A Schilpario è inoltre possibile praticare anche lo sci alpino, limitatamente a un unico impianto di

risalita che serve una pista di lunghezza di circa 1 km.

29

2. ARIA

30

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Aria Codice indicatore 2.1 DPSIR P

Descrizione Emissioni in atmosfera totali Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

L’indicatore misura l’emissione complessiva per ciascuno degli inquinanti censiti nel database Inemar e permette di valutare il carico inquinante complessivo sull’ambiente atmosferico, a prescindere dalla sua distribuzione spaziale. È possibile inoltre valutare il contributo percentuale delle principali sorgenti per gli inquinanti considerati. La classificazione delle sorgenti emissive in 11 macrosettori, utilizzata per l’inventario, è quella definita a livello comunitario nell’ambito del progetto CORINAIR.

Metodologia di calcolo

Il dato è acquisito dal database Inemar della Regione Lombardia a livello comunale e aggregato per i diversi Comuni della Comunità Montana.

Fonte dei dati ARPA LOMBARDIA - REGIONE LOMBARDIA (2003), INEMAR, Inventario Emissioni in Atmosfera: emissioni in regione Lombardia nell'anno 2001. Dati per revisione pubblica

Unità di misura kt (CO2) t (altri)

Ambito territoriale Comunale, aggregazione per Comunità Montana

Periodo di calcolo 2001

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Non disponibile Confronto spaziale

Tra i comuni, tra le Comunità Montane, rispetto alla Provincia

Valori di riferimento Non significativi per la tipologia di indicatore

RISULTATI

Valore dell’indicatore

Seriana Sup. Scalve Brembana Imagna Provincia SO2 43 8 55 28 4.400 NOx 617 67 628 305 29.152 COV 1.987 471 2.785 1.129 33.380 CH4 1.023 218 1.159 460 40.261 CO 4.467 1.857 8.365 3.947 73.833 CO2 209 17 412 89 7.373 N2O 87 17 72 25 1.507 NH3 240 45 213 77 8.520 PM10 122 48 218 104 2.718 Nei grafici riportati nella pagina seguente è riportata la ripartizione delle emissioni negli 11 macrosettori Corinair per i pincipali inquinanti.

31

Elementi di valutazione I dati di emissione per la Val di Scalve mettono in luce valori del tutto trascurabili rispetto al dato provinciale per quasi

tutti gli inquinanti, con l’eccezione del monossido di carbonio, per il quale il contributo della Comunità, pur molto marginale, assume comunque una certa significatività. Per quanto riguarda la ripartizione delle diverse sorgenti, emerge un contributo secondario ma non del tutto trascurabile dei processi di combustione in ambito industriale (il 20% delle emissioni di Nox e il 31% delle emissioni di CO2). Il ruolo del traffico veicolare appare notevole per gli Nox (42%) ma molto più contenuto per gli altri inquinanti e, in particolare per il CO (5%), che altrove deriva per un’ampia percentuale da tale fonte. È opportuno mettere in luce, infine, il contributo rilevante della combustione non industriale nell’emissione di CO, nell’ambito della quale emerge un ruolo preminente della combustione domestica della legna in apparecchiature quali stufe, caminetti, cucine. È importante sottolineare, d’altra parte, che la combustione della legna presenta tuttavia un importante vantaggio sul piano delle emissioni di gas serra: la CO2 emessa, infatti, si può considerare compensata da quella assorbita dalle piante per la loro crescita, con un valore di emissione netta quindi nullo o molto ridotto.

Valle di ScalveEmissioni di Nox per macrosettore

Combustione non industriale

38%

Combustione nell'industria

20%

Trasporto su strada42%

Valle di ScalveEmissioni di COV per macrosettore

Combustione non industriale

30%

Processi produttivi

2%

Uso di solventi16%Trasporto su

strada5%

Altre sorgenti e assorbimenti

47%

Valle di ScalveEmissioni di CO per macrosettore

Combustione non industriale

94%

Trasporto su strada

5% Combustione nell'industria

1%

Valle di ScalveEmissioni di CO2 per macrosettore

Combustione non industriale

44%

Combustione nell'industria

31%

Processi produttivi

1%

Trasporto su strada24%

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

☺ NA

Emissioni poco rilevanti nel contesto provinciale.

32

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Aria Codice indicatore 2.2 DPSIR P

Descrizione Emissioni in atmosfera unitarie Tipologia Efficienza

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

L’indicatore misura l’emissione per unità di territorio per ciascuno degli inquinanti censiti nel database Inemar e permette di valutare il carico inquinante sull’ambiente atmosferico, rapportato alla superficie territoriale. L’indicatore pertanto esprime l’effettiva pressione ambientale sul territorio relativamente al settore aria.

Metodologia di calcolo

Il dato è acquisito dal database Inemar della Regione Lombardia a livello comunale, aggregato per i diversi Comuni della Comunità Montana e diviso per la superficie territoriale.

Fonte dei dati ARPA LOMBARDIA - REGIONE LOMBARDIA (2003), INEMAR, Inventario Emissioni in Atmosfera: emissioni in regione Lombardia nell'anno 2001. Dati per revisione pubblica

Unità di misura kt/km (CO2) t/km (altri)

Ambito territoriale Comunale, aggregazione per Comunità Montana

Periodo di calcolo 2001

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Non disponibile Confronto spaziale

Tra i comuni, tra le Comunità Montane, rispetto alla Provincia

Valori di riferimento Valore regionale lombardo

RISULTATI

Valore dell’indicatore

Seriana Sup. Scalve Brembana Imagna Provincia

SO2 0,094 0,054 0,085 0,275 1,616 NOx 1,342 0,478 0,976 2,991 10,706 COV 4,322 3,351 4,327 11,054 12,259 CH4 2,224 1,550 1,800 4,501 14,786 CO 9,715 13,224 12,996 38,660 27,116 CO2 0,454 0,119 0,640 0,873 2,708 N2O 0,189 0,121 0,112 0,243 0,553 NH3 0,521 0,322 0,332 0,752 3,129 PM10 0,266 0,341 0,339 1,018 0,998

33

Elementi di valutazione Le emissioni per unità di superficie in Val di Scalve per gli inquinanti Inemar appaiono poco consistenti con

riferimento al dato medio provinciale (sempre pari ad almeno il triplo e, per alcuni inquinanti, superiore di un ordine di grandezza), e risultano inferiori in molti casi anche rispetto alle altre Comunità Montane considerate. Gli unici inquinanti che, pur con valori inferiori, mantengono una certa rilevanza sono i composti organici volatili (COV), il monossido di carbonio (CO) e il particolato fine (PM10), tutti pari a circa un terzo del valore medio provinciale (quasi la metà per il CO).. Questo dato potrebbe essere interpretato in prima battuta nel senso di una prevalenza netta del traffico autoveicolare rispetto alle altre sorgenti emissive. Tale interpretazione appare tuttavia dubbia per due motivi:

il valore di emissione unitaria per i NOx è comunque inferiore di un ordine di grandezza rispetto al dato provinciale;

il dato relativo alla ripartizione delle sorgenti (vedere scheda “Emissioni totali”) non mostra contributi significativi per CO e COV in val Brembana.

La relativa presenza di precursori degli inquinanti fotochimici deve essere attentamente valutata alla luce dei livelli di ozono rilevati nelle campagne di monitoraggio. Deve essere infine tenuto presente il carattere per sua natura incerto delle stime di emissioni riportate, che devono essere interpretati più come valori indicativi che come numeri sui quali trarre conclusioni certe.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

☺ NA Emissioni poco rilevanti nel contesto

provinciale.

34

3. ACQUA

35

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Acqua Codice indicatore 3.1 DPSIR P

Descrizione Consumi idrici totali Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

L’indicatore permette di conoscere i volumi assoluti erogati dalla rete per ciascun Comune. Essendo di natura descrittiva, non consente confronti tra i diversi Comuni o valutazioni dell’efficienza nell’utilizzo della risorsa idrica.

Metodologia di calcolo

Dati rilevati dalla ricognizione effettata dal’ATO sulle infrastrutture acquedottistiche sul territorio provinciale, in attuazione della L. 36/1994.

Fonte dei dati ATO Bergamo Unità di misura m3 / anno

Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2002/03

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Nessuno Confronto spaziale

Nessuno

Valori di riferimento Nessuno

RISULTATI

Valore dell’indicatore

Comune Consumi

Comune Consumi

AZZONE 384.759 SCHILPARIO 311.869 COLERE 80.145 VILMINORE DI SCALVE 130.488

NOTA: per Azzone il consumo indicato è una stima volume immesso in rete

Elementi di valutazione Pur costituendo un importante passo avanti nella conoscenza delle infrastrutture per l’erogazione dell’acqua potabile

sul territorio, i dati di partenza presentano alcuni valori scarsamente attendibili e difficoltà interpretative, specie nel caso di acquedotti consortili. La base conoscitiva disponibile prima della ricognizione ATO era quella rilevata alla fine degli anni ’80 per l’elaborazione del PRRA e presentava lacune notevolmente maggiori. Trattandosi di un dato assoluto, non è possibile trarre elementi di carattere valutativo: non sono disponibili infatti elementi per valutare la sostenibilità degli approvvigionamenti rispetto agli apporti naturali.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

NA NA -

36

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Acqua Codice indicatore 3.2 DPSIR P

Descrizione Consumi idrici procapite Tipologia Efficienza

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

L’indicatore permette di valutare il consumo idrico rapportato alla popolazione presente nei diversi Comuni, evidenziando le aree più critiche ai fini dell’approvvigionamento. Poiché il dato si riferisce ai volumi erogati dagli acquedotti, occorre tenere presente due aspetti fondamentali:

la possibile presenza di approvvigionamenti autonomi, specie ad uso industriale; la presenza di popolazione non residente, specie nelle aree a vocazione turistica.

Metodologia di calcolo

L’indicatore è calcolabile dividendo il consumo idrico totale per il valore della popolazione totale, comprensivo di quella residente e quella cosiddetta fluttuante. Quest’ultima tiene conto delle presenze non residenti (turistiche, per motivi di lavoro, etc.) ed è stata ponderata nella somma con la popolazione residente su 90 giorni di permanenza.

Fonte dei dati ATO Bergamo Unità di misura l / ab giorno

Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2002/03

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Nessuno Confronto spaziale

Tra i diversi Comuni

Valori di riferimento Alcune città italiane (es. Milano: 466 ) e valore medio nazionale (300)

RISULTATI

Valore dell’indicatore

Comune Consumi procapite

Comune

Consumi procapite

AZZONE 2.137 SCHILPARIO 353 COLERE 136 VILMINORE DI SCALVE 213

Elementi di valutazione I valori di consumo procapite di Colere e Vilminore risultano tendenzialmente bassi, se paragonati con i riferimenti

proposti. Il dato di Azzone è da ritenersi non attendibile mentre il valore elevato di Schilpario potrebbe essere dovuto a una possibile sottostima dei fluttuanti (difficilmente censibili quando occupano seconde case) o a consumi particolarmente elevati connessi con le attività turistiche.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

☺ NA Consumi tendenzialmente contenuti.

37

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Acqua Codice indicatore 3.3 DPSIR S

Descrizione Abitanti serviti da acquedotto Tipologia Prestazione

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

L’indicatore permette di conoscere la percentuale di abitanti servita da acquedotto, misurando l’efficacia del sistema di distribuzione dell’acqua potabile.

Metodologia di calcolo

Rapporto tra il numero di abitanti serviti da acquedotto e il numero di abitanti complessivi: i dati sono rilevati dalla ricognizione effettata dal’ATO sulle infrastrutture acquedottistiche sul territorio provinciale, in attuazione della L. 36/1994.

Fonte dei dati ATO Bergamo Unità di misura Percentuale

Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2002/03

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Nessuno Confronto spaziale

Tra i diversi Comuni

Valori di riferimento Valore medio provinciale: prossimo al 100%

RISULTATI

Valore dell’indicatore

Comune % residenti serviti

% ab. tot. serviti

Comune % residenti serviti

% ab. tot. serviti

AZZONE 100,0% 100,0% SCHILPARIO 100,0% 100,0% COLERE 95,9% 93,0% VILMINORE DI SCALVE 99,0% 98,7%

Elementi di valutazione

La tabella evidenzia un buon livello di copertura della popolazione, sia residente, sia fluttuante, da parte della rete acquedottistica. Le eccezioni coinvolgono prevalentemente i fluttuanti e in modo limitato la popolazione residente.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

☺ NA Buon livello di copertura della popolazione.

38

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Acqua Codice indicatore 3.4 DPSIR S

Descrizione Abitanti serviti da fognatura Tipologia Prestazione

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

L’indicatore permette di conoscere la percentuale di abitanti servita dalla rete fognaria, misurando l’efficacia del sistema di collettamento delle acque reflue, presupposto indispensabile per garantire un livello elevato di qualità delle acque superficiali e sotterranee.

Metodologia di calcolo

Rapporto tra il numero di abitanti serviti da rete fognaria e il numero di abitanti complessivi: i dati sono rilevati dalla ricognizione effettata dal’ATO sulle infrastrutture acquedottistiche sul territorio provinciale, in attuazione della L. 36/1994.

Fonte dei dati ATO Bergamo Unità di misura Percentuale

Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2002/03

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Nessuno Confronto spaziale

Tra i diversi Comuni

Valori di riferimento Valore medio provinciale - 87% dei Comuni con copertura superiore all’80% - 30% dei Comuni con copertura del 100%.

RISULTATI

Valore dell’indicatore

Comune % Abitanti Totali Serviti

% Abitanti Residenti

Serviti

% Abitanti Fluttuanti

Serviti

Comune % Abitanti Totali Serviti

% Abitanti Residenti

Serviti

% Abitanti Fluttuanti

Serviti

Azzone 100% 100% 100% Schilpario 100% 100% 100% Colere 93,1% 91,4% 93,9% Vilminore di Scalve 100% 100% 100%

Elementi di valutazione

Si osserva che la percentuale di abitanti serviti da fognatura risulta nella maggior parte dei casi elevata e non lontana dal 100%. Emergono solo alcune criticità localizzate in alcuni comuni, interpretabili con una prevalenza di nuclei abitativi isolati o di case sparse, dove si verificano più facilmente situazioni di scarico diretto nel suolo (pozzi perdenti, subirrigazione, etc.).

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

☺ NA Elevata percentuale di abitanti serviti.

39

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Acqua Codice indicatore 3.5 DPSIR S

Descrizione Abitanti serviti da depurazione Tipologia Prestazione

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

L’indicatore permette di conoscere la percentuale di abitanti servita da impianti di depurazione, misurando l’efficacia del sistema depurativo delle acque reflue e il suo grado di diffusione sul territorio, presupposto indispensabile per garantire un livello elevato di qualità delle acque superficiali e sotterranee.

Metodologia di calcolo

Rapporto tra il numero di abitanti serviti da depuratore e il numero di abitanti complessivi: i dati sono rilevati dalla ricognizione effettata dal’ATO sulle infrastrutture acquedottistiche sul territorio provinciale, in attuazione della L. 36/1994. Sono riportate anche le percentuali di abitanti le cui acque reflue sono recapitate in corpo idrico, sul suolo o in recettore non identificato.

Fonte dei dati ATO Bergamo Unità di misura Percentuale

Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2002/03

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Nessuno Confronto spaziale

Tra i diversi Comuni

Valori di riferimento Valore medio provinciale

RISULTATI

Valore dell’indicatore

Comuni Depuratore Corpo idrico Spandimento Altro/non id.

AZZONE 0% 100% 0% 0% COLERE 0% 86% 7% 0% SCHILPARIO 0% 100% 0% 0% VILMINORE DI SCALVE 0% 78% 22% 0%

Elementi di valutazione

Nessun Comune recapita i propri reflui in impianti di depurazione: la maggior parte di essi è recapitato in corpo idrico superficiale.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

NA Nessun impianto di depurazione.

40

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Acqua Codice indicatore 3.6 DPSIR S

Descrizione Qualità acque superficiali: stato ecologico e ambientale Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

L’indicatore permette di valutare lo stato ambientale di un corso d’acqua, rapportando i dati relativi allo stato ecologico con i dati relativi alla presenza di determinati inquinanti chimici stabiliti dal D.Lgs. n. 258/2000, tra cui i metalli pesanti e i composti organici clorurati.

Metodologia di calcolo

Stato ecologico: combinazione dell’I.B.E. e della classificazione basata sui macrodescrittori, secondo la seguente metodologia:

CLASSE 1 CLASSE 2 CLASSE 3 CLASSE 4 CLASSE 5I.B.E. > 10 8 – 9 6 – 7 4 – 5 1, 2, 3 Livello di inquinamento dei macrodescrittori

480 – 560 240 – 475 120 – 235 60 – 115 < 60

Stato ambientale: combinazione tra lo stato di qualità ecologico con i dati relativi alla presenza degli inquinanti chimici di cui alla tabella 1 del D.Lgs. n. 258/2000, secondo lo schema seguente:

Stato Ecologico CLASSE 1 CLASSE 2 CLASSE 3 CLASSE 4 CLASSE 5 Concentrazione <=valore soglia/ ELEVATO BUONO SUFFIC. SCADENTE PESSIMO

Concentrazione > valore soglia SCADENTE SCADENTE SCADENTE SCADENTE PESSIMO

Fonte dei dati Provincia di Bergamo - Settore Ambiente -

Servizio Acque Unità di misura Classi di qualità

D.Lgs. n. 258/2000

Ambito territoriale Stazione di controllo Periodo di calcolo 1998-1999, 2002

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Tra le due campagne di misura Confronto spaziale

Tra le stazioni di controllo delle Comunità Montane

Valori di riferimento Obiettivi del D.Lgs. n. 152/1999

RISULTATI

Valore dell’indicatore Non sono presenti stazioni di controllo sul territorio della Comunità né ad essa riferibile. Il contributo del Torrente

Dezzo alla qualità del Fiume Oglio rilevata nella stazione di Costa Volpino non è infatti significativo.

Elementi di valutazione Non applicabile

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

NA NA NA Dato non disponibile.

41

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Acqua Codice indicatore 3.7 DPSIR P

Descrizione Derivazioni da corpi idrici superficiali Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

L’indicatore permette di conoscere la portata media derivata dai diversi corpi idrici superficiali, a scopo irriguo, civile, industriale ed energetico. Essendo di natura descrittiva, non consente confronti tra i diversi corsi d’acqua, né valutazioni del grado di sfruttamento del corpo idrico stesso.

Metodologia di calcolo

Numero di derivazioni suddivise per tipologia.

Fonte dei dati Provincia di Bergamo – Settore Risorse Naturali Unità di misura l / s

Ambito territoriale Singolo corpo idrico Periodo di calcolo 2004

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Nessuno Confronto spaziale

Nessuno

Valori di riferimento Nessuno

RISULTATI

Valore dell’indicatore

Utilizzo Numero derivazioni Industriale 1 Produzione Energia 5

Elementi di valutazione In Valle di Scalve esistono 6 derivazioni da acque superficiali, di cui 1 a scopo industriale e 5 a uso idroelettrico. Le

derivazioni interessano principalmente il Torrente Dezzo e il suo affluente il Torrente Vò.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

NA NA

42

4. SUOLO E SOTTOSUOLO

43

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Suolo e sottosuolo Codice indicatore 4.1 DPSIR P

Descrizione Tasso di urbanizzazione Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

Rileva il rapporto fra superficie urbanizzata e superficie territoriale totale

Metodologia di calcolo

Percentuale del rapporto fra superficie urbanizzata e superficie territoriale totale

Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione territoriale e trasporti

Unità di misura %

Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2004

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Nessuno Confronto spaziale

Nessuno

Valori di riferimento -

RISULTATI

Valore dell’indicatore

Nella Valle di Scalve la percentuale di superficie comunale occupata da aree urbanizzate non supera il 2% (Azzone 0,87%, Colere 1,83%, Schilpario 1,04%, Vilminore di Scalve 1,39%).

Elementi di valutazione La Comunità Montana di Scalve, mostra un tasso di urbanizzazione decisamente contenuto, sia rispetto alla

media provinciale (12%) che nei confronti della media provinciale della fascia montana (8%).

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

☺ NA Basso tasso di urbanizzazione.

44

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Suolo e sottosuolo Codice indicatore 4.2 DPSIR P

Descrizione Superficie occupata da siti industriali Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

Rileva il rapporto fra superficie occupata da siti industriali e superficie territoriale totale

Metodologia di calcolo

Percentuale del rapporto fra superficie occupata da siti industriali e superficie territoriale totale

Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione territoriale e trasporti

Unità di misura %

Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2004

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Nessuno Confronto spaziale

Nessuno

Valori di riferimento -

RISULTATI

Valore dell’indicatore

La figura mostra la percentuale di superficie comunale occupata da siti industriali. Nella Valle di Scalve, tale valore, è sempre presente e inferiore al 2,5%; in particolare si registrano i seguenti valori: Azzone 0,35%, Colere 0,24%, Schilpario 0,06%, Vilminore di Scalve 0,06%.

Elementi di valutazione La Comunità Montana di Scalve, mostra una esigua quota di superficie territoriale dedicata ai siti industriali

(la media della Comunità Montana è 0,12%); tale valore è inferiore sia al valore della situazione provinciale (1,68 %), che in rapporto alla situazione della fascia di montagna (0,44%).

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

☺ NA Esigua quota di superficie territoriale dedicata ai siti industriali.

45

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Suolo e sottosuolo Codice indicatore 4.3 DPSIR S

Descrizione Uso del suolo non urbanizzato Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

Rileva il rapporto fra superficie territoriale non urbanizzata suddivisa per tipologia d’uso e superficie territoriale non urbanizzata totale

Metodologia di calcolo

Percentuale del rapporto fra superficie territoriale non urbanizzata suddivisa per tipologia d’uso e superficie territoriale non urbanizzata totale

Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione territoriale e trasporti

Unità di misura %

Ambito territoriale Comunità Montana Periodo di calcolo 2004

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale Nessuno Confronto spaziale Nessuno

Valori di riferimento -

RISULTATI

Valore dell’indicatore Il grafico mostra la percentuale di superficie territoriale della Comunità Montana di Scalve non urbanizzata

suddivisa secondo le diverse tipologie d’uso.

42%

25%

18%

15%

Boschi Vegetaz. Naturale Prati Aree sterili

Elementi di valutazione La Comunità Montana di Scalve, mostra una quota di superficie territoriale non urbanizzata elevata (il 99%

circa); la maggior parte di questa superficie è occupata da boschi (42%). Gli altri uso del suolo rilevanti sono vegetazione naturale (25%), prati (18%) e aree sterili (15%). Vi è inoltre una piccola percentuale (inferiore all’1%) di aree idriche.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

☺ NA Consistente quota di superficie territoriale non urbanizzata, prevalentemente occupata da boschi.

46

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE

SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Suolo e sottosuolo Codice indicatore 4.4 DPSIR S

Descrizione Superficie esposta a rischio idrogeologico da frana Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

Rileva il rapporto fra superficie esposta a rischio idrogeologico da frana e superficie territoriale totale

Metodologia di calcolo

Percentuale del rapporto fra superficie esposta a rischio idrogeologico da frana e superficie territoriale totale

Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Viabilità e Protezione Civile

Unità di misura %

Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2003

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Nessuno Confronto spaziale

Nessuno

Valori di riferimento -

RISULTATI

Valore dell’indicatore

La Comunità Montana di Scalve presenta il 17% circa di superficie territoriale esposta a fenomeno franosi. Il grafico riportato sotto mostra la quota di superficie territoriale in dissesto suddivisa secondo la tipologia di frana; su tutti emergono i crolli (56%).

0,00

10,00

20,00

30,00

40,00

50,00

60,00

Aree afranositàdiffusa

Colate Conoidi Crollo Deformazionigravitativeprofonde

Rockavalanche

Scivolamenti

Tipologia di frana

% su

p in

dis

sest

o pe

r tip

olog

ia

47

Elementi di valutazione La Comunità Montana di Scalve, mostra una consistente presenza di superficie territoriale soggetta a

fenomeni franosi come dimostrano i dati esposti. Vi è da precisare che tali valori si riferiscono esclusivamente alla percentuale di territorio sottoposta a dissesti e dunque alla pericolosità senza operare un confronto con gli elementi esposti a tale rischio. Le analisi effettuate per la redazione del Piano di Emergenza Provinciale settoriale per il Rischio Idrogeologico da frana, evidenziano (senza quantificarne la superficie) la possibilità di coinvolgimento di centri abitati e di strade di collegamento. Tra i centri abitati segnalati vi sono Schilpario, Dezzo, Colere, Vilminore, Azzone e le frazioni di Teveno e Bueggio.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

NA Consistente presenza di superficie territoriale soggetta a fenomeni franosi con coinvolgimento di aree urbanizzate.

48

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Suolo e sottosuolo Codice indicatore 4.5 DPSIR S

Descrizione Superficie esposta a rischio idrogeologico alluvionale Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

Rileva il rapporto fra superficie esposta a rischio idrogeologico alluvionale e superficie territoriale totale

Metodologia di calcolo

Percentuale del rapporto fra superficie esposta a rischio idrogeologico alluvionale e superficie territoriale totale

Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Viabilità e Protezione Civile

Unità di misura %

Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2003

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Nessuno Confronto spaziale

Nessuno

Valori di riferimento -

RISULTATI

Valore dell’indicatore

La pericolosità alluvionale della Comunità Montana di Scalve è connessa con il reticolo idrografico contenuto nel bacino del torrente Dezzo. Al momento non si dispone dei dati necessari a calcolare la superficie territoriale esposta a rischio idrogeologico di tipo alluvionale; la tabella riporta le valutazioni contenute nel Programma Provinciale di Previsione e Prevenzione della Protezione Civile della Provincia di Bergamo.

Rischio Territorio

Medio • S.S. 294 a nord di Schilpario • Aree esondabili della Val di Vo • Strade secondarie in corrispondenza dei corsi d’acqua

Basso • Rete viaria che costeggia il Dezzo • Centri abitati posti in posizione rilevata rispetto al Dezzo e ed esterna rispetto ai

torrenti minori

Elementi di valutazione Secondo le valutazioni effettuate nel Programma Provinciale di Previsione e Prevenzione della Protezione

Civile della Provincia di Bergamo, la Comunità Montana di Scalve è soggetta ad un rischio idrogeologico alluvionale medio – basso. Tale valutazione è data dall’incrocio di una pericolosità elevata lungo il fondovalle del torrente della Val di Vo compensata da una fragilità generalmente bassa dei centri abitati e media per la rete viaria.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

NA Discreta presenza di rischio idrogeologico alluvionale.

49

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Suolo e sottosuolo Codice indicatore 4.6 DPSIR S

Descrizione Numero di eventi di frana Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

Registra, nel tempo, il numero di eventi di frana occorsi

Metodologia di calcolo

-

Fonte dei dati CNR – Gruppo Nazionale Difesa Catastrofi IdrogeologicheProvincia di Bergamo, Settore Viabilità e Protezione Civile

Unità di misura

-

Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 1927 - 2002

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Nessuno Confronto spaziale

Nessuno

Valori di riferimento -

RISULTATI

Valore dell’indicatore

La figura accanto, mostra il numero di eventi di frana accaduti nel territorio della Comunità Montana di Scalve dal 1927 circa ai primi mesi del 2002. Il numero di eventi di frana spazia fra 2 di Vilminore di Scalve e 5 di Azzone.

Elementi di valutazione

La Comunità Montana di Scalve mostra nel tempo una discreta presenza di eventi franosi. Gli anni nei quali si sono verificate le frane registrate sono 1927, 1976, 1991 e 1993 in particolare nei mesi di giugno, luglio, settembre, ottobre e novembre.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

NA Discreta presenza di eventi franosi.

50

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Suolo e sottosuolo Codice indicatore 4.7 DPSIR S

Descrizione Numero di eventi di piena Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

Registra, nel tempo, il numero di eventi di piena occorsi

Metodologia di calcolo

-

Fonte dei dati CNR – Gruppo Nazionale Difesa Catastrofi Idrogeologiche

Unità di misura -

Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 1927 - 2001

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Nessuno Confronto spaziale

Nessuno

Valori di riferimento -

RISULTATI

Valore dell’indicatore

La figura accanto, mostra il numero di eventi di piena accaduti nel territorio della Comunità Montana di Scalve dal 1927 circa ai primi mesi del 2001. In numero di eventi di piena spazia fra 0 (Schilpario e Azzone e 2 (Colere).

Elementi di valutazione La Comunità Montana di Scalve, mostra nel tempo una scarsa presenza di eventi di piena. Gli anni nei quali

si sono verificate le piene registrate sono il 1927 e il 1991 esclusivamente nei mesi di giugno e novembre. Questo indicatore deve essere letto in rapporto all’indicatore che registra i danni alle persone, beni ed attività provocati da queste piene per avere maggiori informazioni sulla gravità dell’evento.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

☺ NA Scarsa presenza di eventi di piena.

51

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Suolo e sottosuolo Codice indicatore 4.8 DPSIR S

Descrizione Persone, beni ed attività danneggiate da eventi di piena Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

Registra, nel tempo, il numero di persone beni ed attività danneggiate da eventi di piena

Metodologia di calcolo

-

Fonte dei dati CNR – Gruppo Nazionale Difesa Catastrofi Idrogeologiche

Unità di misura -

Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 1927 - 2001

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Nessuno Confronto spaziale

Nessuno

Valori di riferimento -

RISULTATI

Valore dell’indicatore

Il sistema informativo sulla catastrofi idrogeologiche del CNR registra per la Comunità Montana di Scalve un evento in particolare (piena del 1/12/1923) che ha provocato nel complesso circa 500 vittime. In realtà, tale episodio è riconducibile al crollo della diga del Gleno e dunque non direttamente ad un evento di piena vero e proprio. Sono sempre presenti anche danni a beni ed attività, in particolare edifici civili ed industriali, infrastrutture di servizio e di comunicazione.

Elementi di valutazione Nonostante la Comunità Montana di Scalve non presenti numerosi eventi di piena, questi possono avere

una alta magnitudo, come dimostrano le cifre sopra esposte. Nel crollo della diga del Gleno del 1927, i dati raccolti registrano con certezza 356 vittime di cui 209 a Dezzo.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

NA Consistenti danni a persone, beni ed attività in seguito ad eventi di piena ed all’episodio di crollo del diga del Gleno.

52

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Suolo e sottosuolo Codice indicatore 4.9 DPSIR S

Descrizione Numero di incendi boschivi Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato Numero di incendi boschivi occorsi per anno Metodologia di calcolo Numero di incendi boschivi occorsi suddivisi per anno Fonte dei dati Regione Lombardia, Direzione Generale

Agricoltura Unità di misura

-

Ambito territoriale Comunità Montana Periodo di calcolo 1990 - 2003

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale 1990 - 2003 Confronto spaziale Nessuno

Valori di riferimento -

RISULTATI

Valore dell’indicatore Il grafico mostra il numero di incendi boschivi occorsi nella Comunità Montana di Scalve dal 1990 al 2003.

0

1

2

3

4

5

6

7

1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003

Anni

Num

ero

di in

cend

i

L’andamento è altalenante con una punta massima nel 1998 (6 incendi boschivi) e parecchie annate senza episodi.

Elementi di valutazione La Comunità Montana di Scalve, ha subito negli anni dal 1990 al 2003, 20 episodi di incendio boschivo. I

mesi maggiormente colpiti sono stati i primi dell’anno, da gennaio ad aprile. Tra i quattro Comuni della Comunità Montana è Vilminore di Scalve ad essere maggiormente interessato da incendi boschivi, il 50% degli episodi si è infatti verificato sul suo territorio. L’indicatore deve essere letto in relazione a quello inerente la superficie percorsa dagli incendi boschivi.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

Discreta presenza di incendi boschivi con tendenza al miglioramento.

53

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE

SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Suolo e sottosuolo Codice indicatore 4.10 DPSIR S

Descrizione Superficie percorsa da incendi boschivi Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

Valuta la quota di superficie territoriale percorsa da incendi boschivi negli anni considerati

Metodologia di calcolo

Percentuale del rapporto fra superficie percorsa da incendi boschivi e superficie territoriale totale

Fonte dei dati Regione Lombardia, Direzione Generale Agricoltura

Unità di misura %

Ambito territoriale Comuni Periodo di calcolo 1990 - 2003

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Nessuno Confronto spaziale

Nessuno

Valori di riferimento -

RISULTATI

Valore dell’indicatore

Il grafico mostra la quota di superficie territoriale percorsa da incendi boschivi negli anni dal 1990 al 2003 per ogni Comune della Comunità Montana di Scalve. I valori non superano mai l’1,50%, registrato nel Comune di Vilminore di Scalve.

0,000,200,400,600,801,001,201,401,60

Azzone Colere Vilminore diScalve

Schilpario

Comuni

% su

p te

rr p

erco

rsa

da in

cend

i

54

Elementi di valutazione La Comunità Montana di Scalve presenta una esigua quota di superficie territoriale percorsa da incendi

boschivi. Il grafico seguente mostra dell’intera superficie territoriale percorsa da incendi boschivi la quota composta da bosco vero e proprio e non da pascolo o incolto.

0,0020,0040,0060,0080,00

100,00120,00

Azzone Colere Vilminore diScalve

Schilpario

Comuni

% su

p pe

rcor

sa d

a in

cend

i co

mpo

sta

da b

osco

Tra i Comuni maggiormente colpiti vi sono Colere e Azzone. L’indicatore deve essere letto in relazione al numero di incendi boschivi occorsi per anno.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

NA Discreta estensione degli incendi con alcuni casi di consistente coinvolgimento di superfici boscate.

55

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Suolo e sottosuolo Codice indicatore 4.11 DPSIR S

Descrizione Superficie esposta a rischio valanghe Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

Rileva il rapporto fra superficie esposta a rischio valanghe e superficie territoriale totale

Metodologia di calcolo

Percentuale del rapporto fra superficie esposta a rischio valanghe e superficie territoriale totale

Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Viabilità e Protezione Civile

Unità di misura %

Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2003

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Nessuno Confronto spaziale

Nessuno

Valori di riferimento -

RISULTATI

Valore dell’indicatore

Il grafico mostra la percentuale di superficie territoriale a rischio di valanghe per tutti i Comuni della Comunità Montana di Scalve. Il valore medio è del 37% circa, con estremi che vanno da Azzone (17%) a Schilpario (42% circa).

Elementi di valutazione La Comunità Montana di Scalve, mostra una consistente presenza di rischio da valanghe come dimostrano i

dati esposti che derivano dall’unione delle informazioni sulla valanghe rilevate direttamente o fotointerpretate. Le analisi effettuate per la redazione del Piano di Emergenza Provinciale settoriale per il Rischio Valanghe ha inoltre registrato la localizzazione (accertata o fotointerpretata) delle valanghe. Per l’intera area oggetto di studio sono state localizzati 847 poligoni, di cui 241 nel Comune di Schilpario e 141 nel Comune di Vilminore di Scalve.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

NA Consistente presenza di rischio da valanghe.

0,005,00

10,0015,0020,0025,0030,0035,0040,0045,00

AZZONE COLERE SCHILPARIO VILMINOREDI SCALVE

Comuni

% su

p. te

rrito

rial

e a

risc

hio

vala

nghe

56

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Suolo e sottosuolo Codice indicatore 4.12 DPSIR S

Descrizione Numero di valanghe Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

Registra, nel tempo, il numero di valanghe occorse

Metodologia di calcolo

-

Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Viabilità e Protezione Civile

Unità di misura -

Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 1980 - 2003

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Nessuno Confronto spaziale

Nessuno

Valori di riferimento -

RISULTATI

Valore dell’indicatore

La figura accanto, mostra il numero di valanghe accadute nel territorio della Comunità Montana di Scalve dal 1980 circa al 2003. I Comuni coinvolti da valanghe sono stati Colere (21), Schilpario (14) e Vilminore di Scalve (13).

Elementi di valutazione La Comunità Montana di Scalve presenta un discreto numero di eventi valanghivi dal 1980 al 2003.

Il Piano di Emergenza Provinciale settoriale per il Rischio Valanghe non segnala il coinvolgimento particolare di centri abitati se non per alcune porzioni dei Comuni di Colere, Schilpario e Vilminore di Scalve.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

NA Discreta presenza di eventi valanghivi.

57

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Suolo e sottosuolo Codice indicatore 4.13 DPSIR R

Descrizione Comuni dotati di studio geologico Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

Registra i Comuni dotati di uno studio geologico ai sensi della L.R. 41/97

Metodologia di calcolo

Rapporto fra numero dei Comuni dotati di studio geologico e numero dei Comuni totali

Fonte dei dati Regione Lombardia, Direzione Generale Territorio e urbanistica

Unità di misura %

Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2004

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Nessuno Confronto spaziale

Nessuno

Valori di riferimento -

RISULTATI

Valore dell’indicatore

Per quanto riguarda lo studio geologico ai sensi della L.R. 41/97, il 75% dei Comuni della Comunità Montana di Scalve ha redatto tale documento.

Elementi di valutazione La Comunità Montana di Scalve, mostra una buona

quota di studi geologici redatti fra i propri Comuni. Un’ulteriore informazione in merito al rischio idrogeologico viene dalla figura accanto che mostra i Comuni della Comunità Montana di Scalve che hanno già adeguato i propri strumenti urbanistici alle prescrizioni del Piano di Assetto Idrogeologico (art. 18 NTA PAI) e sono dunque esonerati unitamente a quei Comuni che hanno concluso l’iter di adeguamento ma sono ancora in attesa di parere positivo dalla Regione Lombardia.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

☺ NA Buona dotazione di studi geologici.

58

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Suolo e sottosuolo Codice indicatore 4.14 DPSIR R

Descrizione Interventi per rischio idrogeologico Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

Registra i Comuni beneficiari di finanziamenti per la redazione dello studio geologico e per la messa in opera di interventi finalizzati alla riduzione del rischio idrogeologico

Metodologia di calcolo

-

Fonte dei dati Regione Lombardia, Direzione Generale Territorio e urbanistica

Unità di misura -

Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2004

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Nessuno Confronto spaziale

Nessuno

Valori di riferimento -

RISULTATI

Valore dell’indicatore

La Comunità Valle di Scalve ha ottenuto, dalla Regione Lombardia, il finanziamento di 2 Comuni per la redazione dello Studio geologico (50% dei Comuni totali).

Elementi di valutazione

Dai dati esposti emerge un buon supporto da parte della Regione Lombardia ai Comuni della Comunità Valle di Scalve per la redazione dello studio geologico (ai sensi dell’art. 7 della L.R. 41/97); non sono stato erogati finanziamenti per la realizzazione interventi di riduzione e mitigazione del rischio idrogeologico (ai sensi della L. 267/1998).

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

☺ NA Buona presenza di interventi a supporto della redazione di studi geologici.

59

5. RIFIUTI

60

COMUNITÀ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Rifiuti Codice indicatore 5.1 DPSIR P

Descrizione Produzione totale rifiuti urbani Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

La conoscenza di questo indicatore è fondamentale per una prima valutazione in termini assoluti della pressione sull’ambiente provocata dai rifiuti urbani. L’indicatore è di natura descrittiva e non permette di effettuare confronti in termini di efficienza ambientale o di prestazione rispetto a riferimenti specifici.

Metodologia di calcolo

Il dato è acquisito dall’Osservatorio Rifiuti della Provincia di Bergamo a livello comunale e aggregato per i diversi Comuni della Comunità Montana.

Fonte dei dati Provincia di Bergamo – Osservatorio Rifiuti Unità di misura Tonnellate / anno

Ambito territoriale Comunale, aggregato per Comunità Montana Periodo di calcolo 2002-2003

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Tra i due anni 2002 e 2003 Confronto spaziale

Tra le Comunità Montane, rispetto alla Provincia

Valori di riferimento Non significativi per la tipologia di indicatore

RISULTATI

Valore dell’indicatore

Seriana Sup. Scalve Brembana Imagna Provincia 2002 11.366 1.074 8.689 4.467 170.012 RSU 2003 11.734 1.129 9.096 4.591 171.687 2002 184 0 435 219 17.850 Spazz. strade 2003 439 0 190 130 17.369 2002 1.201 263 1.152 1.246 40.413 Ingombranti 2003 1.213 214 1.360 1.254 39.468 2002 6.353 415 7.594 4.360 213.499 Racc. Diff. 2003 6.668 449 7.875 4.384 211.055 2002 19.103 1.751 17.872 10.291 441.773 Totale 2003 20.054 1.792 18.521 10.358 439.580

Variazione 2002-03 4,98% 2,33% 3,63% 0,65% -0,50%

Elementi di valutazione La produzione totale di rifiuti urbani è pari a circa 1.800 tonnellate/anno, con un incremento rispetto all’anno

precedente di circa il 2%. La quota di rifiuto raccolto in forma differenziata è di circa 450 t/a, anch’essa in lieve crescita rispetto al 2002. Sono raccolte circa 200 tonnellate di ingombranti e non risultano raccolti rifiuti da spazzamento stradale. Il confronto tra le Comunità Montane e con il valore provinciale permette di completare il quadro conoscitivo ma non è sufficiente, data la natura puramente descrittiva dell’indicatore, per trarre un giudizio di valutazione.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

NA NA NA

61

COMUNITÀ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Rifiuti Codice indicatore 5.2 DPSIR P

Descrizione Produzione procapite di rifiuti urbani Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

Tale indicatore permette di evidenziare il carico generato dal singolo cittadino in termini di produzione di rifiuti urbani. In generale è possibile ritenere che la produzione pro capite aumenti con l’aumentare dello standard di vita e dipenda dai modelli di produzione e consumo dei beni. Benché si tratti di un indicatore descrittivo, è possibile e interessante il confronto con altre realtà territoriali, all’interno e all’esterno della Provincia.

Metodologia di calcolo

Il dato è acquisito dall’Osservatorio Rifiuti della Provincia di Bergamo a livello comunale, aggregato per i diversi Comuni della Comunità Montana e diviso per la popolazione residente.

Fonte dei dati Provincia di Bergamo – Osservatorio Rifiuti Unità di misura Kg/abitante giorno

Ambito territoriale Comunale, aggregato per Comunità Montana Periodo di calcolo 2002-2003

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Tra i due anni 2002 e 2003 Confronto spaziale

Tra le Comunità Montane, rispetto alla Provincia

Valori di riferimento Valore medio Regione Lombardia: 1,39 Valore medio nazionale: 1,43

RISULTATI

Valore dell’indicatore

Seriana Sup. Scalve Brembana Imagna Provincia 2002 19.103 1.751 17.872 10.291 441.773 Totale RU 2003 20.054 1.792 18.521 10.358 439.580 2002 37.932 4.454 43.584 29.195 990.600 Abitanti 2003 38.615 4.469 43.723 29.745 1.004.612 2002 1,38 1,08 1,12 0,97 1,22 RU procapite 2003 1,42 1,10 1,16 0,95 1,20

Variazione 2002-03 3,12% 1,99% 3,30% -1,21% -1,88%

Elementi di valutazione Il dato di produzione procapite di rifiuti urbani della Comunità di Scalve, pari a 1,1 Kg/abitante giorno, è il più

contenuto tra le Comunità Montane prese in considerazione e sensibilmente inferiore sia al valore provinciale, sia, a maggior ragione, al dato medio nazionale (1, 43) e regionale (1, 39). La tendenza individuabile nei due anni presi in considerazione porta a un contenuto incremento, peraltro in controtendenza rispetto all’andamento provinciale nello stesso periodo. Un elemento da tenere presente nella valutazione è l’incidenza della presenza turistica, non conteggiata nel valore della popolazione residente utilizzata per elaborare l’indicatore: il numero di abitanti fluttuanti, qui probabilmente più rilevante che altrove, può contribuire a elevare il valore dell’indicatore, in alcune località anche in misura significativa.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

Valore inferiore al dato provinciale, regionale e nazionale, tendenza alla crescita.

62

COMUNITÀ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Rifiuti Codice indicatore 5.3 DPSIR R

Descrizione Raccolta differenziata dei rifiuti urbani Tipologia Prestazione

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

La conoscenza di tale indicatore permette sia di valutare in modo semplice la porzione di rifiuti teoricamente destinata al riciclo, rispetto al flusso del rifiuto indifferenziato, destinato alla discarica o alla termodistruzione. Si tratta di un indicatore di prestazione in quanto il valore che assume è riferibile a un target definito a livello nazionale dal D.Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22 (Decreto Ronchi).

Metodologia di calcolo

L’indicatore è calcolato rapportando la quantità di rifiuto urbano raccolta in forma differenziata alla quantità di rifiuto urbano raccolta complessivamente.

Fonte dei dati Provincia di Bergamo – Osservatorio Rifiuti Unità di misura Percentuale

Ambito territoriale Comunale, aggregato per Comunità Montana Periodo di calcolo 2002 - 2003

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Tra i due anni 2002 e 2003 Confronto spaziale

Tra le Comunità Montane, rispetto alla Provincia

Valori di riferimento Obiettivo stabilito dal D.Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22: 35% entro l’anno 2003 Valore medio Regione Lombardia: 36,4% (anno 2002) Valore medio nazionale: 19,2% (dato provvisorio anno 2002)

RISULTATI

Valore dell’indicatore

Seriana Sup. Scalve Brembana Imagna Provincia 2002 6.353 415 7.594 4.360 213.499 Racc. Diff. 2003 6.668 449 7.875 4.384 211.055 2002 19.103 1.751 17.872 10.291 441.773 Totale RU 2003 20.054 1.792 18.521 10.358 439.580 2002 33,25% 23,69% 42,49% 42,37% 48,33% Percentuale RD 2003 33,25% 25,06% 42,52% 42,32% 48,01%

Elementi di valutazione La percentuale di raccolta differenziata della Valle di Scalve (23,69%), risulta ampiamente inferiore a quello delle altre

Comunità Montane prese in considerazione e al dato provinciale (48,33%). Il valore registrato, inoltre, relativo all’anno 2003 evidenzia un incremento rispetto al 2003 ma risulta ancora piuttosto distante dall’obiettivo stabilito dal Decreto Ronchi per lo stesso anno. Va comunque sottolineato che la situazione è comunque migliore rispetto alla media nazionale e che la raccolta differenziata può incontrare particolari difficoltà nel territorio della Comunità. La maggiore dispersione degli insediamenti rispetto alla pianura condiziona infatti il vantaggio ambientale complessivo, a causa, per esempio, delle emissioni dei mezzi utilizzati per la raccolta e il trasporto delle diverse frazioni.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

Valore ampiamente inferiore alla media provinciale, allineato con la situazione nazionale e giustificato dalla peculiarità del territorio.

63

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Rifiuti Codice indicatore 5.4 DPSIR P

Descrizione Produzione totale rifiuti speciali Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

La conoscenza di questo indicatore è fondamentale per una prima valutazione in termini assoluti della pressione sull’ambiente provocata dai rifiuti speciali. L’indicatore è di natura descrittiva e non permette di effettuare confronti in termini di efficienza ambientale o di prestazione rispetto a riferimenti specifici.

Metodologia di calcolo

Il dato, basato sulle dichiarazioni MUD, è acquisito dall’Ufficio Catasto Rifiuti della Provincia di Bergamo e aggregato per Comune e per categoria CER (prima coppia di cifre).

Fonte dei dati Provincia di Bergamo – Ufficio Catasto Rifiuti Unità di misura Tonnellate / anno

Ambito territoriale Comunale, aggregato per Comunità Montana Periodo di calcolo 2002

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Non disponibile Confronto spaziale

Tra i comuni, tra le Comunità Montane, rispetto alla Provincia

Valori di riferimento Produzione di rifiuti speciali della provincia di Bergamo: 1.959.591 tonnellate (anno 2000)

RISULTATI

Valore dell’indicatore

Analisi per Comune Comune t/a

AZZONE 1.276 COLERE 50 SCHILPARIO 195 VILMINORE DI SCALVE 809 Totale Comunità M. 2.330 Analisi per categoria

Cat. t/a

03 - Rifiuti della lavorazione del legno e della produzione di carta, polpa, cartone, pannelli e mobili 1.363 20 - Rifiuti urbani ed assimilabili da commercio, industria ed istituzioni inclusi i rifiuti della raccolta diff. 634 12 - Rifiuti dalla lavorazione e dal trattamento superficiale di metalli e plastiche 177 Altri rifiuti 155

Elementi di valutazione La produzione totale di rifiuti speciali è pari a circa 2.300 tonnellate/anno, valore decisamente modesto, specie se

confrontato con quello provinciale. I Comuni che producono le maggiori quantità risultano Azzone e Vilminore di Scalve, mentre risulta trascurabile la produzione di Schilpario e Colere. Analizzando la distribuzione per categoria, si osserva la netta prevalenza dei rifiuti della lavorazione del legno, mentre risulta marginale la produzione per le altre tipologie.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

NA NA Produzione limitata di rifiuti speciali.

64

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Rifiuti Codice indicatore 5.5 DPSIR R

Descrizione Recupero e smaltimento dei rifiuti speciali Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

L’indicatore consente di individuare i flussi di smaltimento e recupero di rifiuti speciali sul territorio, evidenziando, da un lato, la capacità di gestione dei rifiuti prodotti, dall’altro le potenziali criticità ambientali connesse.

Metodologia di calcolo

Il dato, basato sulle dichiarazioni MUD, è acquisito dall’Ufficio Catasto Rifiuti della Provincia di Bergamo e aggregato per Comune e per categoria CER (prima coppia di cifre). E’ stata assunta come quantità smaltita o recuperata la quantità dichiarata come “ricevuta da terzi”, senza una contestuale “cessione a terzi”, che configurerebbe un’attività di solo trasporto.

Fonte dei dati Provincia di Bergamo – Osservatorio Rifiuti Unità di misura Tonnellate / anno

Ambito territoriale Singolo impianto, aggregato per Comunità M. Periodo di calcolo 2002

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Non disponibile Confronto spaziale

Tra le Comunità Montane, rispetto alla Provincia

Valori di riferimento Quantità di rifiuti speciali prodotta sul territorio della Comunità Montana: 2.330 t/a

RISULTATI

Valore dell’indicatore Risultano conferite a un soggetto nel comune di Schilpario circa 31 tonnellate di rifiuti da costruzione e demolizione.

Elementi di valutazione La presenza di impianti di recupero/smaltimento è esigua limitata al solo comune di Schilpario, con quantità trattate

limitate rispetto alla produzione. E’ opportuno sottolineare che Schilpario non è comunque il Comune che presenta la maggiore produzione. La sola categoria presente è quella dei rifiuti da costruzione e demolizione, la cui produzione è comunque modesta.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

NA NA

Limitate quantità di rifiuti destinate a recupero/smaltimento.

65

6. ENERGIA

66

COMUNITÀ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Energia Codice indicatore 6.1 DPSIR P

Descrizione Consumi elettrici totali Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

L’indicatore permette di conoscere consumata da ciascun Comune. Essendo di natura descrittiva, non consente confronti tra i diversi Comuni o valutazioni dell’efficienza nell’utilizzo energetico.

Metodologia di calcolo

L’indicatore è ottenuto aggregando i dati di consumo per Comunità Montana.

Fonte dei dati Annuario statistico regionale Unità di misura Migliaia di kWh

Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 1999

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Nessuno Confronto spaziale

Nessuno

Valori di riferimento Nessuno

RISULTATI

Valore dell’indicatore

CM Val

Brembana CM di Scalve

CM Valle Imagna

CM Valle Seriana Sup.

Provincia di Bergamo

Agricoltura 706 142 178 238 56.029 Industria 130.460 3.229 40.111 124.837 4.403.310 Servizi 30.995 3.219 15.550 31.213 832.764 Residenziale 48.335 4.806 26.804 41.535 964.197 Totale 210.496 11.396 82.644 197.823 6.256.302

Elementi di valutazione Nonostante la vocazione industriale non particolarmente marcata, emerge una netta prevalenza del consumo

industriale rispetto agli altri settori. Il contributo della Comunità al consumo provinciale appare comunque modesto (circa 1/30). Non disponibili i dati disaggregati a livello comunale per i consumi di metano e carburanti: di conseguenza non è possibile elaborare il dato per il territorio della Comunità Montana.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

NA NA Modesto contributo ai consumi elettrici.

67

COMUNITÀ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Energia Codice indicatore 6.2 DPSIR P

Descrizione Consumi elettrici procapite Tipologia Efficienza

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

L’indicatore permette di valutare il consumo elettrico rapportato a specifici parametri unitari in funzione del settore di utilizzo: la popolazione residente per i consumi residenziale, gli addetti per i consumi industriali. E’ possibile in questo modo evidenziare le aree più critiche e quelle dove emergono le maggiori efficienze nell’uso energetico.

Metodologia di calcolo

L’indicatore è calcolabile dividendo: il consumo elettrico residenziale per il valore della popolazione residente; il consumo industriale per il numero degli addetti industriali (includendo, oltre all’industria in

senso stretto, energia, gas acqua e costruzioni).

Fonte dei dati Annuario statistico Regionale Unità di misura KWh / ab anno KWh / add. anno

Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 1999

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Nessuno Confronto spaziale

Tra i diversi Comuni

Valori di riferimento Valore provinciale (riportato in tabella)

RISULTATI

Valore dell’indicatore

CM Val

Brembana CM di Scalve CM Valle

Imagna CM Valle Seriana

Sup. Prov. Bergamo

Procapite residenziale 1.109 1.080 918 1.091 961 Procapite industriale 16.188 4.183 9.268 17.511 22.159

Elementi di valutazione I dati riportati evidenziano un consumo procapite residenziale del tutto analogo a quello delle altre Comunità Montane

esaminate e lievemente superiore a quello medio provinciale. Per quanto riguarda invece il consumo procapite industriale, si osserva un valore non solo ampiamente inferiore al dato provinciale, ma significativamente più basso anche di tutte le altre Comunità Montane in esame.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

☺ NA Residenziale allineato ai valori di riferimento, industriale decisamente inferiore.

68

COMUNITÀ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Energia Codice indicatore 6.3 DPSIR R

Descrizione Cogenerazione e fonti rinnovabili Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

L’indicatore permette di valutare la presenza di impianti che utilizzano fonti rinnovabili o sistemi di cogenerazione che, pur utilizzando fonti fossili, raggiungono una migliore efficienza energetica, rendendo fruibile l’energia termica che andrebbe dispersa con i sistemi convenzionali.

Metodologia di calcolo

L’indicatore è calcolato come la somma del numero di impianti e della potenza installata per ciascuna Comunità Montana. È importante sottolineare che si tratta degli impianti e delle potenze installate che risultano autorizzate dalla Provincia e non necessariamente corrispondono a impianti funzionanti sul territorio.

Fonte dei dati Provincia di Bergamo – Settore Ambiente, Settore Tutela Risorse Naturale

Unità di misura n. kW

Ambito territoriale Comunità Montana Periodo di calcolo 2001

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale Nessuno Confronto spaziale Tra le Comunità Montane

Valori di riferimento A livello provinciale risultano censiti (Servitec - UTF, 2004) 102 impianti idroelettrici, 13 a fonti rinnovabili e assimilate (inclusa la termovalorizzazione dei rifiuti) e 50 a cogenerazione. La produzione elettrica annua è stimabile in 1.230 GWh/a per l’idroelettrico, 104 GWh/a per le rinnovabili e assimilate e 223 GWh/a per la cogenerazione.

RISULTATI

Valore dell’indicatore

CM Valle Brembana

CM di Scalve

CM Valle Imagna

CM Valle Seriana Sup.

Idroelettrico: n. impianti 23 4 0 19 Idroelettrico: producibilità media (GWh/a) 139,428 17,546 0 89,539 Altre rinnovabili: n. impianti (*) 1 0 1 0 Altre rinnovabili: prod. elettrica med. (GWh/a) 12,960 0 0,024 0 Altre rinnovabili: prod. termica med. (GWh/a) 69,120 0 0 0 Cogenerazione: n. impianti 1 0 0 0 Cogenerazione: prod. elettrica med. (GWh/a) 19,800 0 0 0 Cogenerazione: prod. termica med. (GWh/a) 51,120 0 0 0 (*) Il dato è riferito a un impianto autorizzato ma non ancora realizzato.

Elementi di valutazione I dati sopra riportati evidenziano che nel territorio delle Comunità Montana di Scalve risultano presenti 4 impianti

idroelettrici, con una producibilità media indicativa di circa 18 GWh/anno. Tre dei quattro impianti sono di piccola dimensione (tra i 7 e i 40 kW). Del tutto assenti risultano invece gli altri impianti a fonti rinnovabili (solare termico, fotovoltaico, eolico, biomasse, etc) e di cogenerazione.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

NA Discreta presenza di impianti idroelettrici, assenti le altre fonti.

69

7. NATURA E BIODIVERSITÀ

70

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Natura e Biodiversità Codice indicatore 7.1 DPSIR P

Descrizione Tasso di urbanizzazione Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

Rileva il rapporto fra superficie urbanizzata e superficie territoriale totale

Metodologia di calcolo

Percentuale del rapporto fra superficie urbanizzata e superficie territoriale totale

Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione territoriale e trasporti

Unità di misura %

Ambito territoriale Comunità Montana Periodo di calcolo 2003

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Nessuno Confronto spaziale

Nessuno

Valori di riferimento 8% - Tasso di urbanizzazione della fascia di montagna della Provincia di Bergamo al 2000

RISULTATI

Valore dell’indicatore

Tasso di urbanizzazione pari al 1,23%.

Elementi di valutazione

Il tasso di urbanizzazione della Valle di Scalve è pari al 1,23% della superficie totale; rispetto al valore del territorio montano della Provincia di Bergamo nel suo complesso, registrato nel 2000 è ampiamente al di sotto della media.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

☺ NA Basso tasso di urbanizzazione.

71

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Natura e Biodiversità Codice indicatore 7.2 DPSIR P

Descrizione Pressione dell’attività venatoria Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

Rileva la presenza di cacciatori nei diversi ambiti territoriali di caccia e per Comune di residenza, le giornate di caccia e i capi abbattuti nei diversi ambiti territoriali di caccia

Metodologia di calcolo

-

Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Agricoltura caccia e pesca

Unità di misura -

Ambito territoriale Ambito territoriale di Caccia - Comunale Periodo di calcolo 1997 - 2003

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

1997 - 2003 Confronto spaziale

Nessuno

Valori di riferimento -

RISULTATI

Valore dell’indicatore

Figura 1 - Ambiti territoriali di caccia

0

5000

10000

15000

20000

25000

30000

35000

Valle diScalve

ValleBorlezza

ValleBrembana

ValleSeriana

Ambiti di caccia

Gio

rnat

e di

cac

cia

2000/20012001/20022002/2003

Grafico 1 - Giornate di caccia per stagione venatoria

Anno Ambito di caccia 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003

A.T.C. Pianura bergamasca 3.189 4.314 4.043 4.411 4.763 4.666 - A.T.C. Prealpino 5.682 5.579 5.804 5.736 6.515 6.204 -

C.A. Valle di Scalve 48 108 130 130 135 138 136 C.A. Valle Borlezza 648 699 738 723 712 697 692

C.A. Valle Brembana 862 1.004 1.017 1.067 1.028 1.040 1.033C.A. Valle Seriana 360 357 365 382 278 389 401

Totale 10.789 12.061 12.097 12.449 13.531 13.134 - Tabella 1 - Cacciatori per ambito per stagione di caccia

72

Elementi di valutazione La figura 1 mostra gli ambiti di caccia nei quali è suddivisa la Provincia di Bergamo; la Valle di Scalve è

interamente compresa nel Comprensorio Alpino (C.A.) Valle di Scalve. In merito alla presenza di cacciatori, la tabella 1 mostra nel tempo un andamento crescente fino all’anno 1999 per poi rallentare ed oscillare negli anni successivi intorno a poco più di 130 cacciatori. Anche la figura 2 mostra variazioni generalmente contenute per quanto riguarda il numero di cacciatori per Comune di residenza. In merito alle giornate di caccia (grafico 1) si nota un consistente incremento dalla stagione 2000/2001 alla successiva e un lieve calo nella stagione 2002/2003; analogo andamento viene registrato se si considerano le giornate di caccia medie per ogni cacciatore. Le giornate di caccia medie per cacciatore soprattutto negli ultimi anni, mostrano una notevole attività venatoria nel C.A. Val di Scalve nonostante l’estensione contenuta, soprattutto in confronto agli altri comprensori alpini. Infine, in merito ai capi abbattuti (grafico 2 e 3), vi è da fare una suddivisione fra la Zona delle Alpi e gli appostamenti fissi, prevalentemente collocati nella bassa e media montagna; per quanto riguarda gli appostamenti fissi il C.A. Valle di Scalve mostra una crescita costante dei capi abbattuti nelle ultime tre stagioni venatorie: circa 2.000 capi nella stagione 2002/2003; la zona delle Alpi registra invece un consistente decremento nell’ultima stagione (poco meno del 50%).

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

Pressione venatoria consistente ma generalmente stazionaria nel tempo e sotto controllo.

0100002000030000400005000060000

C.A. ValleBorlezza

C.A. ValleBrembana

C.A. Valledi Scalve

C.A. ValleSeriana

Ambiti di caccia

Cap

i abb

attu

t

2000/20012001/20022002/2003

Grafico 2 - Capi abbattuti Appostamento Fisso

010002000300040005000600070008000

C.A. ValleBorlezza

C.A. ValleBrembana

C.A. Valle diScalve

C.A. ValleSeriana

Ambiti di caccia

Cap

i abb

attu

t

2000/20012001/20022002/2003

Grafico 3 - Capi abbattuti Zona Alpi

Figura 2 - Cacciatori per Comune di residenza

73

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE

SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Natura e biodiversità Codice indicatore 7.3 DPSIR S

Descrizione Superficie delle aree naturali Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

Misura la superficie occupata dalle aree naturali (aree boscate, aree vegetazione naturale, aree idriche) rispetto alla superficie totale

Metodologia di calcolo

Percentuale del rapporto fra superficie aree naturali e superficie territoriale totale

Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione territoriale e trasporti

Unità di misura %

Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2004

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Nessuno Confronto spaziale

Nessuno

Valori di riferimento -

RISULTATI

Valore dell’indicatore

Per quanto riguarda le aree boscate e le aree a vegetazione naturale (vedi figura a lato), la Comunità Montana di Scalve mostra percentuali di superficie territoriale che spaziano dal 60% del Comune di Vilminore di Scalve all’80% di Azzone. Per quanto riguarda le aree idriche la superficie comunale loro dedicata è sempre sotto l’1% (Comune di Colere).

Elementi di valutazione La Comunità Montana di Scalve registra una buona dotazione di aree naturali, sia rispetto all’intera

Provincia che nei confronti delle Comunità Montane simili. In particolare per quanto riguarda le aree boscate (che rappresentano più del 63% delle aree naturali), si tratta prevalentemente di boschi di conifere (80%). La vegetazione naturale è prevalentemente costituita da arbusti, cespuglieti e vegetazione rupestre.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

☺ NA Buona presenza di aree naturali, in particolare di aree boscate.

74

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Natura e biodiversità Codice indicatore 7.4 DPSIR P

Descrizione Grado di frammentazione delle aree naturali Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

Misura la continuità areale delle superfici naturali; essa è legata alla funzionalità e vitalità degli ecosistemi presenti

Metodologia di calcolo Rapporto fra perimetro aree naturali e area aree naturali Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore

Pianificazione territoriale e trasporti Unità di misura Km/Km2

Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2004

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale Nessuno Confronto spaziale Comunità Montane Provincia di Bergamo

Valori di riferimento -

RISULTATI

Valore dell’indicatore Per quanto riguarda il grado di frammentazione delle aree naturali presenti nella Valle di Scalve, la tabella

seguente mostra la situazione di tutte le Comunità Montane bergamasche per quanto concerne le fasce boscate e la vegetazione naturale.

Comunità Montana Grado di

frammentazione boschi (Km/Km2)

Grado di frammentazione vegetazione naturale

(Km/Km2) Basso Sebino 11,17 45,36 Alto Sebino 12,28 25,14

Valle Cavallina 11,18 39,20 Valle Seriana Superiore 8,91 11,68

Val di Scalve 7,23 12,54 Valle Seriana 12,42 21,92

Valle Brembana 8,85 17,90 Valle Imagna 14,94 34,68

Val San Martino (Solo comuni in provincia di BG) 14,45 56,44

Il grado di frammentazione delle fasce boscate è pari a 7,23 km/km2, mentre il grado di frammentazione della vegetazione naturale è di 12,54 km/km2.

Elementi di valutazione Il grado di frammentazione rileva la continuità di un’area; maggiore è il grado di frammentazione maggiore è

la divisione al suo interno. La Comunità Montana di Scalve registra una buona continuità areale delle superfici boscate, anche in rapporto alle altre Comunità Montane presenti in Provincia di Bergamo. Maggiormente frammentata risulta essere la vegetazione naturale.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

☺ NA Basso grado di frammentazione delle aree naturali, in particolare dei boschi.

75

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE

SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Natura e Biodiversità Codice indicatore 7.5 DPSIR S

Descrizione Indice di Shannon Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

Misura il grado di diversità del paesaggio analizzato (eterogeneità dell’ecotessuto).

Metodologia di calcolo

Sigma pi x sigma log2 pi Sigma: sommatoria di tutti gli elementi che compongono il sistema pi: frequenza relativa di ogni singola specie

Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione territoriale e trasporti

Unità di misura -

Ambito territoriale UTO (Unità Territoriale Ottimale) Periodo di calcolo 2002

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Nessuno Confronto spaziale

Nessuno

Valori di riferimento Valore medio fascia montana provinciale – 1,59 Valore massimo fascia montana provinciale – 2,33

RISULTATI

Valore dell’indicatore

La figura seguente mostra i valori dell’Indice di Shannon per la Comunità Montana di Scalve; tali valori spaziano dai 1,17 dell’alto versante sinistro ai 1,97 del fondovalle.

Elementi di valutazione L’indice di Shannon valuta il grado di diversità del paesaggio; maggiore è il valore dell’indice, maggiore è il

grado di diversità del paesaggio. Rispetto ai valori medio e massimo della fascia montana provinciale, la Comunità Montana (1,59 e 2,33) mostra un mediocre livello di diversità del paesaggio.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

NA Mediocre diversità del paesaggio.

76

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE

SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Natura e Biodiversità Codice indicatore 7.6 DPSIR S

Descrizione Indice di Patton Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

Misura l’effetto margine, ovvero il grado di contatto che ciascun sistema ambientale presenta al proprio interno

Metodologia di calcolo

Rapporto fra perimetro del sistema ambientale e area del sistema ambientale

Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione territoriale e trasporti

Unità di misura Km/Km2

Ambito territoriale UTO (Unità Territoriale Ottimale) Periodo di calcolo 2002

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Nessuno Confronto spaziale

Nessuno

Valori di riferimento Valore medio fascia montana provinciale – 2,73 Valore massimo fascia montana provinciale – 8,42

RISULTATI

Valore dell’indicatore La figura riporta per la Comunità Montana di Scalve i

diversi valori dell’indice di Patton. Tale indice, nella Valle di Scalve oscilla fra lo 0,98 dell’alto versante sinistro e il 2,86 del fondovalle.

Elementi di valutazione

L’indice di Patton misura il grado di contatto che ciascun sistema ambientale presenta al proprio interno; maggiore è il valore dell’indice, maggiore è il grado di contatto. Rispetto alla situazione generale della fascia montana della Provincia di Bergamo (Valore medio – 2,73; Valore massimo – 8,42) tali valori si collocano generalmente al di sotto della media.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

NA Basso grado di contatto dei sistemi ambientali al loro interno.

77

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE

SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Natura e Biodiversità Codice indicatore 7.7 DPSIR S

Descrizione Specie faunistiche e floristiche soggette ad interesse conservazionistico

Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

Rileva le specie faunistiche e floristiche soggette ad interesse conservazionistico presenti nel territorio della Comunità Montana

Metodologia di calcolo

-

Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Tutela risorse naturali

Unità di misura -

Ambito territoriale Comunità Montana Periodo di calcolo 1995 - 2000

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Nessuno Confronto spaziale

Nessuno

Valori di riferimento -

RISULTATI

Valore dell’indicatore

Dai dati presenti nel Piano Territoriale di Coordinamento del Parco delle Orobie bergamasche, in tale area risultano essere presenti circa 120 specie floristiche protette secondo la normativa regionale o provinciale; il piano ha inoltre individuato le porzioni di territorio in cui è stata segnalata una particolare concentrazione di emergenze floristiche puntiformi che vanno a costituire le aree di interesse botanico (tabella 1).

Specie soggetta a tutela Comunità Montana

Sanguisorba dodecandra Valle Brembana Saxsifraga vandelii, Rhodothahnus chamaecistus, Campanula raineri,

Campanula elantoides, Galium tendae, Sanguisorba dodecandra Valle Brembana

Viola comollia Valle Brembana Saxsifraga vandelii, Rhodothahnus chamaecistus, Campanula raineri, Galium

tendae Valle Brembana e Valle Seriana Sup.

Saxsifraga vandelii, Rhodothahnus chamaecistus, Campanula raineri, Campanula elantoides Valle Seriana Sup.

Sanguisorba dodecandra Valle Seriana Sup. Saxsifraga vandelii, Rhodothahnus chamaecistus, Campanula raineri,

Campanula elantoides, Galium tendae Valle di Scalve.

Sanguisorba dodecandra Valle di Scalve Saxsifraga vandelii, Rhodothahnus chamaecistus, Campanula raineri, Galium

tendae Valle di Scalve

Tabella 1 – Aree di interesse botanico

78

Per quanto riguarda invece la fauna, il Piano individua quelle porzioni di territorio ove sono presenti specie di particolare interesse e dunque meritevoli di una particolare tutela, classificandole come Aree di interesse faunistico (tabella 2).

Area Specie soggetta a tutela Estensione Comunità Montana

Tre Signori, Salmurano San Marco Pernice Bianca 566 ha Valle Brembana

Torcola, Badile, Valle di Mezzoldo Gallo cedrone 3.829 ha Valle Brembana

Venturosa, Cancervo Coturnice, Avifauna termofila 980 ha Valle Brembana

Grem Bombina 734 ha Valle Seriana Sup.Diavolo di Tenda, Redorta Pernice Bianca, Stambecco 1.216 ha Valle Seriana Sup.

Vigna Soliva Gallo cedrone 363 ha Valle Seriana Sup.

Valzurio, Avert, Val Sedornia Francolino di m., Coturnice, Avifauna Alpina 2.962 ha Valle Seriana Sup.

Arera, Fop Tetraonidi, Coturnice, Avifauna alpina 1.616 ha Valle Seriana Sup.

Valle del Vò, Valle del Gleno Pernice Bianca, Coturnice 3.111 ha Valle di Scalve Giovetto di Palline, Camino,

Giovo Avifauna alpina, Gallo

cedrone 2.788 ha Valle di Scalve

Tabella 2 – Aree di interesse faunistico

Elementi di valutazione

Il Piano Territoriale di Coordinamento del Parco delle Orobie bergamasche e gli studi ad esso preliminari, hanno evidenziato la presenza di numerose e rilevanti specie floristiche e faunistiche soggette ad interesse conservazionistico. In particolare, per quanto riguarda la Comunità Montana di Scalve sono stati individuati due areali ospitanti una consistente concentrazione di emergenze floristiche puntiformi e due zone estese con alcune specie faunistiche rilevanti (Pernice bianca, Gallo Cedrone, Coturnice, Avifauna alpina).

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

☺ NA Consistente presenza di specie faunistiche e floristiche soggette ad interesse conservazionistico.

79

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Natura e Biodiversità Codice indicatore 7.8 DPSIR S

Descrizione Specie di Comunità vegetali indicatrici di qualità ambientale Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato Rileva il numero di specie censite di orchidee spontanee, indicatori ambientali della biodiversità floristica

Metodologia di calcolo Numero di specie censite Fonte dei dati Provincia di Bergamo, FAB Unità di misura -

Ambito territoriale Comune Periodo di calcolo 2001

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale Nessuno Confronto spaziale Nessuno

Valori di riferimento -

RISULTATI

Valore dell’indicatore Le seguenti figure mostrano il numero di orchidee spontanee censite per la Provincia di Bergamo e nel

dettaglio della Comunità Montana della Valle di Scalve. La maggiore diffusione di orchidee spontanee nella Provincia di Bergamo, si registra nella fascia collinare e montana mentre la bassa pianura più urbanizzata registra scarse presenze. In merito alla Comunità Montana di Scalve la situazione si presenta diversificata da Comune a Comune ma con valori sempre al di sopra delle 15 specie.

Elementi di valutazione Le orchidee spontanee sono spesso utilizzate quali indicatori ambientali della biodiversità floristica di un

luogo, in quanto abbastanza rare e tipiche di un habitat con un buon grado di naturalità. La Val di Scalve registra una buona presenza di orchidee spontanee con valori che spaziano dalle 17 specie censite di Colere alle 25 di Schilpario.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

☺ NA Buona presenza di orchidee spontanee, indicatrici di biodiversità floristica.

Figura 1 – Numero orchidee spontanee censite Provincia di Bergamo

Figura 2 – Numero orchidee spontanee censite Comunità Montana di Scalve

80

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE

SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Natura e biodiversità Codice indicatore 7.9 DPSIR R

Descrizione Superficie occupata dalle aree protette Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

Misura la superficie occupata dalle aree protette rispetto alla superficie totale

Metodologia di calcolo

Percentuale del rapporto fra superficie aree protette e superficie territoriale totale

Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione territoriale e trasporti

Unità di misura %

Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2004

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Nessuno Confronto spaziale

Nessuno

Valori di riferimento -

RISULTATI

Valore dell’indicatore La figura mostra la

percentuale di superficie comunale occupata da aree protette. Nella Valle di Scalve tale valore oscilla fra il 90% di Schilpario e il 64% di Azzone.

Elementi di valutazione Le aree protette (intese come parchi regionali, parchi locali di interesse sovracomunale e riserve naturali)

della Valle di Scalve sono costituite dal Parco delle Orobie Bergamasche, riconosciuto con legge regionale nel 1989 ma ancora sprovvisto di un Ente Gestore e da una riserva naturale (Boschi del Giovetto di Palline) compresa nel Comune di Azzone e interna al Parco regionale. La riserva naturale Boschi del Giovetto di Palline, è caratterizzata dalla presenza di boschi naturali o seminaturali, foreste montane e pascoli alpini.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

☺ NA Elevata presenza di aree protette con una riserva naturale.

81

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Natura e biodiversità Codice indicatore 7.10 DPSIR R

Descrizione Superficie occupata da SIC e da ZPS Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

Valuta la superficie occupata da Siti di Importanza Comunitaria e da Zone di Protezione Speciale rispetto al totale

Metodologia di calcolo

-

Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione territoriale e trasporti

Unità di misura -

Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2004

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Nessuno Confronto spaziale

Nessuno

Valori di riferimento -

RISULTATI

Valore dell’indicatore La figura mostra la percentuale di

superficie comunale occupata da Siti di Interesse Comunitario (SIC). I valori spaziano da 27% circa di Vilminore di Scalve a più del 95% di Schilpario. E’ presente una Zona a Protezione Speciale.

Elementi di valutazione

I SIC (Siti di Interesse Comunitario), sono tra i principali strumenti per la difesa e la tutela di habitat e di specie animali e vegetali di particolare interesse comunitario, ai sensi della Direttiva Habitat 92/43/CE che tutela la biodiversità floristica e faunistica. Nella Val di Scalve, sono presenti tre SIC, Alta Val di Scalve, Boschi del Giovetto di Palline (interno all’omonima riserva naturale) e, in condivisione con la Valle Seriana Superiore, il SIC Val Sedornia – Val Zurio – Pizzo della Presolana. E’ presente inoltre una Zona a Protezione Speciale denominata Boschi del Giovetto di Palline.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

☺ NA Consistente presenza di Siti di Importanza Comunitaria e di una Zona a Protezione Speciale.

82

8. AGENTI FISICI

83

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Agenti fisici Codice indicatore 8.1 DPSIR S

Descrizione Livelli di rumore stradale Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

Valuta i superamenti dei livelli di attenzione per il rumore stradale per eventi di durata inferiore all’ora e superiore all’ora

Metodologia di calcolo

Rilevazione con strumentazione

Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione territoriale e trasporti

Unità di misura dB(A)

Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2001

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Nessuno Confronto spaziale

Nessuno

Valori di riferimento Livello di attenzione per eventi inferiori all’ora – 75dB(A) Livello di attenzione per eventi superiori all’ora – 65dB(A)

RISULTATI

Valore dell’indicatore La Comunità Montana di Scalve non è stata oggetto di rilevazioni specifiche interne al proprio territorio in

merito alla presenza di strade generatrici di rumore al di sopra dei livelli consenti dalla legislazione vigente.

Elementi di valutazione

Benché la Comunità Montana di Scalve non sia stata oggetto di rilevazioni specifiche per quanto riguarda il rumore generato da traffico stradale, riguardo alla situazione delle Comunità Montane vicine e rispetto alla poca presenza di strade di penetrazione nella Valle è possibile ipotizzare una scarsità di rumore, comunque non superiore ai livelli di attenzione sanciti dalla legislazione vigente.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

☺ NA Presumibile scarsità di rumore generato dal traffico stradale.

84

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Agenti fisici Codice indicatore 8.2 DPSIR I

Descrizione Esposizione all’inquinamento acustico Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

Individua i Comuni aventi i centri urbani esposti a rumore da traffico stradale

Metodologia di calcolo

-

Fonte dei dati Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione territoriale e trasporti

Unità di misura -

Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2001

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Nessuno Confronto spaziale

Nessuno

Valori di riferimento -

RISULTATI

Valore dell’indicatore

Presumibilmente, la Comunità Montana Val di Scalve, non ha al proprio interno centri urbani esposti a rumore da traffico stradale.

Elementi di valutazione

Presumibilmente, la Comunità Montana di Scalve, non ha al proprio interno centri urbani interessati da strade ad elevato traffico.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

☺ NA Probabile essenza di centri urbani interessati dall’attraversamento di strade ad elevato traffico.

85

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Agenti fisici Codice indicatore 8.3 DPSIR R

Descrizione Comuni dotati di zonizzazione acustica Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

Individua i Comuni dotati di classificazione acustica del territorio

Metodologia di calcolo

-

Fonte dei dati Regione Lombardia, D.G. Qualità dell’ambiente

Unità di misura -

Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2004

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Nessuno Confronto spaziale

Nessuno

Valori di riferimento -

RISULTATI

Valore dell’indicatore

Nessun Comune ha provveduto alla classificazione acustica del proprio territorio.

Elementi di valutazione

Nella Comunità Montana di Scalve nessuno dei quattro Comuni ha realizzato una classificazione acustica del proprio territorio a fronte di una situazione provinciale che vede l’adempimento del 36% dei Comuni.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

NA Nessun Comune ha realizzato la classificazione acustica del territorio.

86

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Agenti fisici Codice indicatore 8.4 DPSIR S

Descrizione Lunghezze dei tratti di linee elettriche in aree urbanizzate Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

L’indicatore permette di valutare, in termini potenziali, la lunghezza complessiva delle linee per il trasporto di energia elettrica che attraversano aree urbanizzate e che, quindi, possono in alcuni casi, trovarsi in prossimità di ambienti abitativi.

Metodologia di calcolo

L’indicatore è calcolato sommando le tratte di elettrodotti che interessano le aree urbanizzate, così come censite nella documentazione cartografica del Sistema Informativo Territoriale della Provincia.

Fonte dei dati Provincia di Bergamo – Settore Territorio Unità di misura Metri

Ambito territoriale Comunale Periodo di calcolo 2002

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Nessuno Confronto spaziale

Nessuno

Valori di riferimento Distribuzione di frequenza per i comuni della Provincia - Fino a 1 km: 107 - Tra 1 e 2 km: 35 - Tra 2 e 3 km: 15 - Tra 3 e 4 km: 6 - Tra 4 e 5 km: 1 - Oltre 5 km: 2

RISULTATI

Valore dell’indicatore La tabella seguente riporta per ogni Comune della Comunità Montana di Scalve coinvolto la lunghezza degli

elettrodotti urbani, la percentuale rispetto al totale della Comunità Montana e la percentuale rispetto all’intera Provincia.

Comune Lunghezza elettrodotti % CM % Prov Comune Lunghezza

elettrodotti % CM % Prov.

Azzone 0 0 0 Schilpario 12 1,12 0,01 Colere 111 10,40 0,07 Vilminore di Scalve 944 88,47 0,62

CM Scalve 1.067 100,00 0,70

Elementi di valutazione Si evidenzia un tratto di elettrodotto di quasi 1 km nell’area urbana di Vilminore di Scalve: la situazione non è

tuttavia particolarmente critica nell’ambito provinciale.

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

☺ NA Situazione in generale buona, lieve e

localizzata criticità.

87

COMUNITA’ MONTANA DI SCALVE SCHEDA DESCRITTIVA DELL’INDICATORE

GENERALITÀ

Settore Agenti fisici Codice indicatore 8.5 DPSIR S

Descrizione Livelli di campo elettromagnetico Tipologia Descrittivo

CARATTERISTICHE

Obiettivi e significato

L’indicatore fornisce una valutazione di carattere generale sui livelli di campo elettromagnetico prodotte in alcune postazioni di misura specifici per le tre tipologie di sorgenti: linee elettriche, stazioni radiobase, antenne radiotelevisive.

Metodologia di calcolo

L’indicatore è costituito dalla distribuzione di frequenza delle misure di campo magnetico ed elettromagnetico effettuate dall’ARPA sul territorio provinciale su richiesta o segnalazione da parte di cittadini e istituzioni. L’insieme delle misure analizzate e sulle quali sono state calcolate tali frequenze non costituisce un campione casuale ma deve essere interpretato come un insieme di dati raccolti in situazioni dove esisteva già il sospetto di un fenomeno di inquinamento elettromagnetico.

Fonte dei dati Arpa Lombardia – Sez. Provinciale di Bergamo Unità di misura -

Ambito territoriale Singoli punti di misura Periodo di calcolo 2001-2002

CRITERI DI VALUTAZIONE

Confronto temporale

Nessuno Confronto spaziale

Nessuno

Valori di riferimento Limiti stabiliti dal DPCM 8/7/2003 per il campo magnetico a 50 Hz:

limite di esposizione: 100 µT valore di attenzione: 10 µT obiettivo di qualità: 3 µT

Limiti stabiliti dal DPCM 8/7/2003 per il campo elettromagnetico (stazioni radiobase):

limite di esposizione: 20 V/m valore di attenzione: 6 V/m obiettivo di qualità: 6 V/m

RISULTATI

Valore dell’indicatore Nessuna misura disponibile

Elementi di valutazione -

VALUTAZIONE SINTETICA

Situazione Qualità dato Evoluzione Commento

NA NA NA Dati non disponibili.

88

9. CONCLUSIONI

Premessa

In questo capitolo conclusivo sono sintetizzati i principali elementi emersi dall’interpretazione degli

indicatori elaborati sulla base dei dati e delle informazioni raccolti nel corso della stesura della

presente Relazione sullo Stato dell’Ambiente.

I contenuti qui esposti sono suddivisi per aspetti ambientali (aria, acqua, suolo e sottosuolo, rifiuti,

energia, natura e biodiversità e agenti fisici) secondo la struttura utilizzata nei capitoli precedenti e,

per quanto riguarda le caratteristiche di ciascun indicatore, i criteri di valutazione, i risultati

dell’elaborazione e la loro valutazione, rimandano alle schede descrittive degli indicatori presentate

nelle pagine precedenti.

Nei casi in cui la qualità o la quantità dei dati e delle informazioni disponibili non hanno permesso

di formulare una valutazione adeguata, si è sottolineata l’opportunità di condurre ulteriori e più

approfondite analisi con l’obiettivo di mettere a disposizione delle Comunità un insieme di

informazioni significative, complete e aggiornate.

Per una migliore comprensione dei contenuti esposti in questo capitolo, è consigliabile tenere in

considerazione gli elementi descrittivi e di contesto esposti nel primo capitolo e riguardanti

rispettivamente gli aspetti ambientali e territoriali e quelli socioeconomici che caratterizzano la

Comunità Montana della Val di Scalve.

Aria

L’analisi delle emissioni in atmosfera sul territorio della Comunità Montana si basa sulla

metodologia Corinair che, pur consolidata e utilizzata come standard a livello europeo, presenta

significativi margini di incertezza, specie per gli inquinanti di “nuova generazione” quali ad

esempio il particolato fine.

La scarsa rilevanza delle emissioni annue per unità di superficie registrate (0,5 t/km2 contro 10,7

t/km2 per NOX), specie se confrontate con il dato provinciale, va letta dunque tenendo conto che si

tratta di un’indicazione di massima, finalizzata a un inquadramento generale del fenomeno piuttosto

che a un’analisi puntuale e dettagliata.

Emergono alcuni elementi che mettono in luce la specificità del territorio montano rispetto alle

convenzionali distribuzioni delle emissioni nelle aree critiche di pianura: il contributo del traffico

veicolare è abbastanza contenuto per il monossido di carbonio e trascurabile per i composti organici

volatili, evidenziando una situazione di netta controtendenza, compensata da un ruolo piuttosto

89

rilevante per il CO della combustione non industriale riferibile in buona parte alla presenza di

impianti termici domestici (stufe a legna, etc.).

Per quanto riguarda la qualità dell’aria, gli scarsi livelli di emissione prefigurano una situazione

generalmente buona, pur essendo possibili in linea di principio fenomeni di accumulo locale, specie

nelle aree urbane attraversate dalle principali strade in periodi particolari (rientro dal week-end,

etc.). Non sono tuttavia disponibili dati che possano confermare queste ipotesi: non è presente

nessuna centralina fissa della rete provinciale di rilevamento e non risultano effettuate campagne di

rilevamento con mezzi mobili da parte dell’ARPA provinciale.

Appare dunque opportuno approfondire ulteriormente la conoscenza dell’inquinamento atmosferico

nelle aree montane, evidenziando le criticità specifiche di tale territorio, sia in termini di

concentrazioni di fondo (es. accumulo di ozono), sia attraverso l’analisi di fenomeni di punta

localizzati. Sono pertanto auspicabili campagne di misura basate su stazioni mobili o sull’utilizzo di

bioindicatori.

Acqua

La base conoscitiva sulle infrastrutture di acquedotto, fognatura e depurazione, pur con alcune

criticità residue, ha subito una recente significativa evoluzione attraverso la ricognizione effettuata

dall’Autorità d’Ambito, mentre, per quanto riguarda le derivazioni da acque superficiali, il catasto

recentemente acquisito dalla Provincia consente di avere un quadro dettagliato della situazione.

I consumi idrici procapite nel territorio della Comunità Montana, tenendo conto anche degli abitanti

fluttuanti che, in talune località, sono ampiamente prevalenti rispetto ai residenti, risultano

tendenzialmente contenuti con una pressoché totale copertura del servizio di acquedotto.

L’approvvigionamento idrico avviene in larga parte da sorgenti, prive, in linea di massima, di

inquinanti di origine industriale o agricola (es. solventi, nitrati), ma con possibili contaminazioni

accidentali di natura organica a causa di una maggiore esposizione rispetto alla falda acquifera di

pianura.

A fronte di una copertura della rete fognaria elevata, che si avvicina al 100% in quasi tutti i

Comuni, la situazione del trattamento dei reflui evidenzia la totale assenza di impianti di

depurazione con uno scarico della rete fognaria ovunque non depurato. È opportuno tuttavia

sottolineare che la configurazione del territorio, le basse temperature e, in molti casi, l’elevata

variabilità delle portate dovuta alla fluttuazione delle presenze, complica notevolmente la

realizzazione e la gestione dei sistemi convenzionali di depurazione. La situazione deve essere

90

pertanto valutata alla luce, da un lato, della modesta entità dei carichi inquinanti sversati, dall’altro

della scarsa capacità di diluizione dei corpi idrici recettori.

Sul territorio della comunità sono presenti 6 derivazioni da acque superficiali, di cui 1 a scopo

industriale e 5 a uso idroelettrico, in grado queste ultime di produrre quantità di energia elettrica

rinnovabile significative rispetto al territorio interessato, sottraendo tuttavia portate a volte anche

importanti ai corsi d’acqua, con notevoli conseguenze sia sugli ecosistemi acquatici, sia sulla

qualità delle acque superficiali, negativamente influenzata, come anticipato, dalla scarsa diluizione.

Non sono disponibili dati relativi alla qualità delle acque superficiali per il Torrente Dezzo e non

risulta possibile valutare la conseguenza degli scarichi non depurati in funzione delle portate idriche

disponibili.

Suolo e sottosuolo

Dal punto di vista delle pressioni esercitate sul suolo e sottosuolo della Comunità Montana di

Scalve, si registra un basso tasso di urbanizzazione (Azzone 0,87%, Colere 1,83%, Schilpario

1,04%, Vilminore di Scalve 1,39%). Contenuta è anche la quota di superficie territoriale dedicata ai

siti industriali mentre risultano essere assenti cave attive, discariche e siti contaminati.

L’uso del suolo non urbanizzato è in prevalenza occupato da boschi (42%), seguiti dalla

vegetazione naturale (25%), dai prati (18%) e dalle aree sterili (15%); una piccola percentuale

(inferiore all’1%) è occupata dalle aree idriche.

La consistente presenza di aree boscate, prati e pascoli (sistema ambientale montano), di per sé

positiva dal punto di vista ambientale, crea però alcuni problemi di gestione e manutenzione

ordinaria di tali aree, in quanto la situazione dei proprietari risulta essere molto frammentata e il

Figura 1 – Uso del suolo non urbanizzato

42%

25%

18%

15%

Boschi Vegetaz. Naturale Prati Aree sterili

Fonte: Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione territoriale e trasporti

91

loro interesse per i terreni boscati generalmente scarso (per un approfondimento di questo tema, si

veda il progetto della Comunità Montana di Scalve individuato all’interno del Forum locale).

Il territorio della valle di Scalve è inoltre caratterizzato dalla consistente presenza di rischi naturali,

in particolare fenomeni franosi (17% della superficie territoriale) e alluvionali (ad oggi la superficie

interessata non è quantificabile). Tali rischi, analizzati considerando anche gli eventi calamitosi

occorsi negli anni passati, vedono il possibile coinvolgimento di aree urbanizzate e di infrastrutture

tecnologiche e di comunicazione con il conseguente eventuale danno a persone, beni ed attività.

L’analisi dei dati inerenti gli incendi boschivi registra una discreta presenza di tali episodi (quasi

sempre di origine dolosa) con una tendenza al miglioramento negli ultimi anni.

Data la fascia montana di appartenenza della Comunità Montana di Scalve vi è infine da segnalare,

in merito ai rischi naturali, la consistente presenza del rischio da valanghe, valutato sia in termini di

superficie territoriale coinvolta (37% circa è il valore medio della valle), sia riguardo agli eventi

valanghivi occorsi negli anni passati.

Per completare la disamina dei rischi territoriali, riguardo alle risposte poste in atto dalle

amministrazioni per fronteggiare tali calamità, va sottolineata una buona presenza di interventi a

supporto della redazione di studi geologici; auspicabile risulta la promozione di azioni conoscitive

maggiormente approfondite sul rischio idrogeologico e la realizzazione di interventi di

mitigazione/gestione di tale rischio naturale.

Rifiuti

Anche i dati relativi alla gestione dei rifiuti sul territorio della Comunità devono essere valutati a

fronte delle peculiarità del territorio, che presenta notevoli ostacoli nell’attività di trasporto,

rendendo da un lato meno significativi i target comunemente utilizzati con riferimento alla

normativa in vigore e agli standard nazionali, dall’altro valorizzando l’opportunità di iniziative per

la prevenzione della produzione e la valorizzazione dei residui (dal compostaggio domestico al

recupero degli scarti industriali attraverso l’introduzione di tecnologie pulite).

Per quanto riguarda specificamente i rifiuti urbani, la produzione procapite (1,08 kg/ab giorno)

risulta inferiore sia al dato medio provinciale (1,22 kg/ab giorno) sia a quello regionale (1,39 kg/ab

giorno), tenendo inoltre presente che non sono inclusi nel calcolo le presenze turistiche,

responsabili, in alcune località e in alcuni periodi.

Anche la percentuale di raccolta differenziata nella Comunità (24%), pur ampiamente inferiore al

dato provinciale (48%), è comunque molto superiore a quello nazionale (19,2%). Del resto, il valore

provinciale della percentuale di raccolta differenziata è da considerare come caso di eccellenza e

92

risulta difficilmente replicabile in tutte le realtà locali, caratterizzati da una configurazione del

territorio profondamente diversa. Infatti, la dispersione degli insediamenti abitativi potrebbe rendere

un servizio di raccolta fortemente orientato alla raccolta differenziata scarsamente vantaggioso dal

punto di vista ambientale, a causa dell’elevato flusso di automezzi utilizzati per la raccolta. Appare

quindi opportuno individuare un punto di equilibrio che coniughi in modo equilibrato l’esigenza di

rispettare i target di legge con quella di erogare un servizio efficiente sia sul piano economico sia su

quello ambientale.

Per la natura delle attività economiche sul territorio la produzione di rifiuti speciali limitata ma

ampiamente superiore alle altre Comunità Montane (100.000 t/a). Per quanto riguarda infine i rifiuti

speciali le quantità prodotte sono piuttosto limitate e principalmente derivanti dalla lavorazione del

legno: pressoché assenti risultano gli impianti di recupero e smaltimento.

Energia

Il contributo del territorio della Comunità ai consumi elettrici provinciali risulta molto modesto

(circa 11 MWh sui circa 6.200 MWh provinciali), con un peso del consumo industriale inferiore a

quello residenziale, in netta controtendenza non solo con la situazione provinciale, ma anche con

quella registrata nelle altre Comunità Montane.

Il consumo procapite residenziale risulta lievemente superiore alla media provinciale (1.080

kWh/ab. rispetto a 961 kWh/ab.), mentre quello procapite industriale, in conseguenza del ridotto

peso dell’industria, risulta ampiamente inferiore (4.183 kWh/add. anno rispetto a 22.159).

Come anticipato nelle pagine precedenti, è presente un discreto numero di impianti per lo

sfruttamento idroelettrico dei corsi d’acqua, con una producibilità media annua di circa 18 GWh/a

rispetto ai 1.230 GWh/a provinciali.

L’energia idroelettrica, tuttavia, con le criticità già evidenziate in termini di garanzia del deflusso

minimo vitale sui corsi d’acqua, rappresenta oggi l’unica fonte rinnovabile utilizzata per la

produzione energetica: non risultano presenti sul territorio della Comunità impianti a biomasse o

per lo sfruttamento dell’energia solare termica, fotovoltaica o eolica.

Anche la potenza installata in impianti di cogenerazione che, pur alimentati da fonti fossili,

presentano un’efficienza energetica notevolmente superiore ai sistemi convenzionali, risulta

pressoché trascurabile.

Nella logica di un utilizzo sostenibile delle risorse energetiche risulta quindi auspicabile una

valorizzazione delle fonti rinnovabili, a partire da una valutazione dei possibili ambiti di

applicazione compatibili con i vincoli ambientali esistenti.

93

Natura e biodiversità

Nel territorio della Comunità Montana di Scalve vi è una forte presenza di aree naturali, con un

buon grado di continuità e una ridotta diversità del paesaggio al loro interno. L’analisi della flora e

della fauna rivela una consistente presenza di specie faunistiche (Pernice bianca, Coturnice,

Avifauna alpina, Gallo cedrone) e floristiche (Saxsifraga vandelii, Rhodothahnus chamaecistus,

Campanula raineri, Campanula elantoides, Galium tendae, Sanguisorba dodecandra) di pregio,

soggette ad interesse conservazionistico. Anche le orchidee spontanee, spesso utilizzate quali

indicatori ambientali della biodiversità floristica di un luogo, risultano essere presenti con una

buona diffusione in tutti quattro i Comuni della valle di Scalve.

Dal punto di vista della tutela del patrimonio naturale, la Comunità Montana di Scalve registra al

proprio interno un’elevata presenza di aree protette, di Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e di

Zone a Protezione Speciale (ZPS). La tabella seguente mostra uno specchietto riassuntivo delle aree

poste a tutela ambientale nella valle.

Tabella 1 – Aree protette

Tipologia di are protetta Nome dell’area protetta Parco regionale Parco delle Orobie bergamasche Riserva naturale Boschi del Giovetto di Palline Sito di Importanza Comunitaria Alta Val di Scalve Sito di Importanza Comunitaria Boschi del Giovetto di Palline Sito di Importanza Comunitaria Val Sedornia - Val Zurlo – Pizzo della Presolana Zona a Protezione Speciale Boschi del Giovetto di Palline Fonte: Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione territoriale e trasporti

Le figure seguenti mostrano, per i Comuni della valle di Scalve la percentuale di aree protette

rispetto alla superficie territoriale.

Figura 2 – Superficie parchi e riserve naturali

Fonte: Provincia di Bergamo

Figura 3 – Superficie SIC e ZPS

Fonte: Provincia di Bergamo

94

La consistente presenza di aree naturali e la loro forte tutela provoca a volte dei problemi di

gestione e amministrazione ordinaria del territorio della valle, in quanto fortemente vincolato

rispetto agli usi ammessi e agli interventi possibili.

Agenti fisici

I tratti di linee elettriche ad alta tensione che attraversano centri abitati, indicatore della presenza di

potenziali criticità legate ad esposizione a campi elettromagnetici a bassa frequenza, sono in

generale poco rilevanti. Esiste una sola eccezione nel Comune di Vilminore di Scalve dove circa 1

km di elettrodotto attraversa l’area urbana: in tale località potrebbe essere opportuno un

approfondimento per valutare la presenza di possibili criticità locali.

Sul piano delle misure di inquinamento elettromagnetico effettuate dall’ARPA provinciale,

risultano molto contenute le situazioni di esposizione a livelli minimamente significativi di campi

elettromagnetici, con valori comunque ampiamente inferiori ai limiti di legge.

Dal punto di vista dell’inquinamento acustico non esistono ad oggi campagne di misurazione del

rumore generato da attività insediate nel territorio o dal traffico stradale; si ipotizza comunque una

scarsa presenza di rumore. Tale ipotesi è indirettamente confermata anche dall’assenza di

zonizzazione acustica del territorio.

95

BIBLIOGRAFIA

Aspetti ambientali e territoriali

Autorità di Bacino del fiume Po, Progetto di Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del fiume

Po, 2001

Comunità Montana di Scalve, Piano di Sviluppo Socio Economico, 2001

Istat, 14° Censimento della popolazione e delle abitazioni, 2001

Provincia di Bergamo, Carta Geologica della Provincia di Bergamo e note illustrative, Bergamo,

2000

Regione Lombardia, Annali nivometeorologico delle montagne lombarde, 1993-2001

Aspetti socioeconomici

Aci, Autoritratto 2001, 2002

IRS, Rapporto sull’economia bergamasca, 2003

Istat, 14° Censimento della popolazione e delle abitazioni, 2001

Istat, 8° Censimento industria e servizi, 2001

Istat, 5° Censimento dell’agricoltura, 2000

Provincia di Bergamo, Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, Bergamo, 2004

Provincia di Bergamo, Programma Triennale dei Servizi Pubblici, Bergamo, 2000

Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia, Istat, Annuario statistico regionale,

www.ring.lombardia.it

Aria

Regione Lombardia, Arpa Lombardia, Fondazione Lombardia per l’Ambiente, Inventario Emissioni

Aria (INEMAR), www.ambiente.regione.lombardia.it/inemar/inemarhome.htm

Arpa Lombardia – Sez. Provinciale di Bergamo, Laboratorio Mobile - Campagna di Misura

Inquinamento Atmosferico – Comune di Taleggio, 10/08/2004 – 05/09/2004

Arpa Lombardia – Sez. Provinciale di Bergamo, Laboratorio Mobile - Campagna di Misura

Inquinamento Atmosferico – Comune di Parre, 30/7/2003 – 26/3/2003

Acqua

Consorzio di Bonifica della Media Pianura Bergamasca, Le acque nella Bergamasca, Bergamo,

2001

96

Provincia di Bergamo – Servizio Acque, Monitoraggio dei corsi d’acqua superficiali della

provincia di Bergamo, Anni 1998/1999 – 2002

Suolo e sottosuolo

Consiglio Nazionale delle Ricerche, Gruppo Nazionale Difesa Catastrofi Idrogeologiche, Sistema

Informativo sulle Catastrofi Idrogeologiche, 2002

Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione Territoriale e Trasporti, MISURC, 2004

Provincia di Bergamo, Settore Tutela Risorse Naturali, Dati Piano Cave, 2004

Provincia di Bergamo, Settore Ambiente, Dati Siti contaminati, 2004

Provincia di Bergamo, Settore Viabilità e Protezione Civile, Piano di Emergenza Provinciale

settoriale per il Rischio Idrogeologico da frana, 2003

Provincia di Bergamo, Settore Viabilità e Protezione Civile, Piano di Emergenza Provinciale

settoriale per il Rischio Valanghe, 2003

Provincia di Bergamo, Settore Viabilità e Protezione Civile, Analisi dei fenomeni franosi avvenuti

nell’anno 2002 – Aggiornamento del programma di previsione e prevenzione dei rischi, 2003

Provincia di Bergamo, Settore Viabilità e Protezione Civile, Programma Provinciale di Previsione

e Prevenzione della Protezione Civile della Provincia di Bergamo, 2003

Regione Lombardia, Direzione Generale Agricoltura, Dati sulla superficie percorsa da incendi

boschivi, 2003

Regione Lombardia, Direzione Generale Territorio e urbanistica, Dati sulla redazione di studi

geologici da parte dei Comuni, sull’adeguamento alle prescrizioni del PAI e sul finanziamento per

la redazione degli studi geologici e per la realizzazione di interventi di riduzione del rischio

idrogeologico, 2004

Regione Lombardia, Progetto DUSAF – Destinazione d’Uso dei Suoli Agricoli e Forestali, 2003

Rifiuti

Provincia di Bergamo, Settore Ambiente – Osservatorio Rifiuti, Rapporto sulla produzione di rifiuti

solidi urbani e sull’andamento delle raccolte differenziate, Anni 2002 e 2003

Energia

Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia, Istat, Annuario statistico regionale,

www.ring.lombardia.it

Servitec, Indagine energetica provinciale: domanda e produzione di energia elettrica sul territorio

bergamasco, 2004

97

Natura e biodiversità

Parco delle Orobie bergamasche, Provincia di Bergamo, Regione Lombardia, Piano Territoriale di

Coordinamento del Parco delle Orobie bergamasche, 2000

Provincia di Bergamo, Gruppo Flora alpina Bergamasca, Orchidee spontanee della Provincia di

Bergamo, Bergamo, 2001

Provincia di Bergamo, Settore Agricoltura caccia e pesca, Dati sull’attività venatoria, 2003

Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione Territoriale e Trasporti, Studi propedeutici al Piano

Territoriale di Coordinamento Provinciale, 2003

Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione Territoriale e Trasporti, Dati sulle aree protette, sui

Siti di Interesse Comunitario e sulle Zone a Protezione Speciale, 2004

Regione Lombardia, Progetto DUSAF – Destinazione d’Uso dei Suoli Agricoli e Forestali, 2003

Agenti fisici

Provincia di Bergamo, Settore Pianificazione territoriale e trasporti, Piano direttore di risanamento

acustico della rete stradale provinciale, 2002

Regione Lombardia, D.G. Qualità dell’ambiente, Dati relativi alla zonizzazione acustica comunale,

2004

98

GLOSSARIO

Acidificazione: processo chimico, causato dell’inquinamento idrico e atmosferico, attraverso il

quale sostanze gassose di prevalente origine antropica, una volta subita la trasformazione in acidi,

alterano le caratteristiche chimiche degli ecosistemi (acquatici e terrestri) compromettendone la

funzionalità.

Aree urbanizzate: residenziali, produttive, miste, parchi o giardini, impianti sportivi, spazi aperti,

servizi, aree in trasformazione, cascine, campeggi.

Biodiversità (diversità botanica, diversità zoologica): variabilità degli organismi viventi di ogni

origine, compresi, tra l'altro, gli ecosistemi terrestri, marini ed altri ecosistemi acquatici, ed i

complessi ecologici di cui fanno parte; ciò include la diversità nell'ambito delle specie, e tra le

specie degli ecosistemi (Convenzione sulla biodiversità, Rio de Janeiro, 5 giugno 1992).

BOD: il BOD è un indicatore della quantità di sostanza organica biodegradabile che si trova nelle

acque. In particolare si definisce BOD5 il consumo biochimico di ossigeno di un campione

contenente batteri, incubato per 5 giorni a 20 ° C al buio e a pH uguale a 7.

Compostaggio: biotecnologia per il trattamento di rifiuti organici di diversa provenienza e natura,

basata su un processo ossidativo, operato da consorzi di microrganismi aerobici.

CORINAIR: CORINAIR (COoRdination Information AIR) è l’inventario delle emissioni in

atmosfera dell’Agenzia Europea dell’Ambiente.

Effetto serra: fenomeno che consiste nell’intrappolamento nell’atmosfera di parte dell’energia

proveniente dalla superficie della Terra che altrimenti si disperderebbe nello spazio. Dipende dalla

presenza in atmosfera di alcuni gas (gas serra) e consente di mantenere sulla Terra una temperatura

adeguata. Le attività antropiche possono aumentare le presenza dei gas serra in atmosfera e, con

essa, l’effetto serra dando luogo a cambiamenti climatici.

Endemismo: presenza limitata in un territorio circoscritto di specie o varietà animali o vegetali, che

per questo si dicono endemiche.

99

Fertilizzante: per fertilizzante il Codice di Buona Pratica Agricola (DM 19 aprile 1999) intende

qualsiasi sostanza contenente uno o più elementi fertilizzanti, applicata al terreno per favorire la

crescita della vegetazione, compresi gli effluenti zootecnici, i residui degli allevamenti ittici e i

fanghi degli impianti di depurazione.

Dal punto di vista dell'inquinamento dell'ambiente, il rischio derivante dall'uso di queste sostanze è

relativo alla possibilità che gli elementi della fertilità, non assorbiti dalle colture, raggiungano corpi

idrici, sia con pregiudizio per la potabilità delle acque, sia con pericolo di causare eutrofizzazione

qualora questi elementi (in particolare fosforo e azoto) siano presenti a elevate concentrazioni.

Considerando la scarsa mobilità del fosforo nei processi di lisciviazione e scorrimento della

maggior parte dei suoli agricoli italiani, sono principalmente i fertilizzanti azotati che possono

causare danni ambientali. Ad essi infatti presta specifica attenzione il Codice di Buona Pratica

Agricola prima citato. Ci interessiamo qui dei fertilizzanti di sintesi, trascurando effluenti

zootecnici, residui di allevamenti ittici e fanghi di depurazione.

Gas serra: sostanze gassose che consentono il riscaldamento della parte più bassa dell’atmosfera e

della superficie terrestre, permettendo lo sviluppo delle specie animali e vegetali sulla Terra.

L’elenco dei gas serra è molto ampio, ma le sostanze che contribuiscono in maniera significativa

all’effetto serra sono: l’anidride carbonica, il metano, il protossido di azoto, i clorofluorocarburi e

l’ozono.

Grande distribuzione: l'impresa che possiede punti vendita operanti nella forma di supermercato,

ipermercato, hard discount, grande magazzino, altra impresa specializzata di grande superficie.

Indice di Patton: misura il grado di diversità del paesaggio analizzato.

Indice di Shannon: misura l’effetto margine ovvero il grado di contatto che ciascun sistema

ambientale presenta al proprio interno.

Indice di Vecchiaia: misura il grado di invecchiamento della popolazione; rapporto fra la

popolazione di età superiore ai 65 anni e la popolazione di età inferiore ai 14 anni.

Indice di Ricambio: misura le possibilità teoriche di lavoro che derivano dai posti resi disponibili

da coloro che lasciano l’età lavorativa per il raggiungimento dell’età pensionabile; rapporto fra la

100

popolazione di età compresa fra 60 anni e 65 anni e la popolazione di età compresa fra 15 anni e 19

anni.

Mappa pluviometrica: Rappresentazione grafica delle isoiete, curve che congiungono i punti sul

territorio caratterizzati dalla stessa quantità di precipitazioni.

Popolazione attiva: somma delle persone occupate, di quelle disoccupate alla ricerca di nuova

occupazione e delle persone in cerca di prima occupazione.

Popolazione fluttuante: la popolazione fluttuante è intesa come la massima popolazione

giornaliera non compresa tra i residenti.

Produttività: rapporto fra la produzione e il complesso dei fattori che sono stati impiegati per tale

produzione.

Rifiuti ingombranti: rifiuti di origine domestica di dimensioni e di ingombro tali da non poter

essere smaltiti nel circuito dei RSU, generalmente costituiti da materiali suscettibili di recupero.

Rifiuti urbani:

a) i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile

abitazione;

b) i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli di cui alla

lettera a), assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità, ai sensi dell`articolo 21, comma 2, lettera

g);

c) i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade;

d) i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade

ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive

dei corsi d`acqua;

e) i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali;

f) i rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni, nonché gli altri rifiuti provenienti da attività

cimiteriale diversi da quelli di cui alle lettere b), c) ed e).

(ai sensi del D. Lgs. 22/97)

101

Rifiuti speciali: quelli provenienti da attività agricole e agro-industriali; da attività di demolizione e

costruzione; da attività di scavo (se pericolosi); da lavorazioni industriali e artigianali; da attività

commerciali e di servizio; da attività di recupero e smaltimento di rifiuti; dal trattamento delle

acque; dall’abbattimento dei fiumi; da attività sanitarie; da macchinari e apparecchiature deteriorati

e obsoleti; da veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso e loro parti ecc. (ai sensi del D. Lgs.

22/97)

Rischio (idrogeologico, sismico, valanghe, incendi boschivi): probabilità di occorrenza e relativo

grado di severità, in un determinato intervallo di tempo, dell’insieme dei possibili effetti producibili

da eventi calamitosi quali inondazione e frana, terremoto, valanga, incendio boschivo.

Saldo migratorio: L'eccedenza o il deficit di iscrizioni per immigrazione dall'estero rispetto alle

cancellazioni per emigrazione per l'estero.

Saldo naturale: eccedenza o il deficit di nascite rispetto ai decessi.

Termodistruzione (o incenerimento di rifiuti): processo che consiste nell’essiccare e poi bruciare

in appositi impianti i rifiuti; i materiali vengono trasformati in sostanze inerti, come ceneri e scorie,

e in gas.

Unità locale: per unità locale si intende il luogo variamente denominato (stabilimento, laboratorio,

negozio, officina, ecc.) in cui si realizza la produzione di beni o nel quale si svolge o si organizza la

prestazione di servizi destinabili o non destinabili alla vendita (una impresa, registrata come tale

alla Camera di Commercio, può quindi funzionare attraverso più unità locali). Vengono conteggiati

come addetti sia i dipendenti delle imprese, sia le altre persone che a vario titolo prestano attività

continuativa per le imprese stesse (soci, collaboratori, consulenti, liberi professionisti).

Zona altimetrica: ripartizione del territorio nazionale in zone omogenee derivanti

dall'aggregazione di comuni contigui sulla base di valori soglia altimetrici (Glossario ISTAT).