relazione taratura trasduttore di pressione

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1 Università degli studi di Cagliari Dipartimento di Meccanica, Chimica e Materiali Corso di: Sperimentazione sulle macchine Docente Ing. Mandas Natalino & Ing. Cambuli ESERCITAZIONE 1 TARATURA STATICA DI UN TRASDUTTORE DI PRESSIONE Anno accademico 2014/2015 Studente: Stefano Manca, Matr.: 47131

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Page 1: Relazione Taratura trasduttore di pressione

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Università degli studi di Cagliari

Dipartimento di Meccanica, Chimica e Materiali

Corso di: Sperimentazione sulle macchine Docente Ing. Mandas Natalino & Ing. Cambuli

ESERCITAZIONE 1

TARATURA STATICA DI UN TRASDUTTORE DI

PRESSIONE

Anno accademico 2014/2015

Studente:

Stefano Manca, Matr.: 47131

Page 2: Relazione Taratura trasduttore di pressione

2

Indice

TARATURA STATICA DI UN TRASDUTTORE DI PRESSIONE .......................................................... 1

Abstract ..................................................................................................................................... 3

Simbologia ................................................................................................................................ 3

1. INTRODUZIONE ........................................................................................................... 4

2. PARTE TEORICA .......................................................................................................... 4

2.1 Cosa è un trasduttore ................................................................................................. 4

2.2 Trasduttore utilizzato ................................................................................................. 4

2.3 Taratura statica di un trasduttore di pressione ........................................................... 4

3. Parte I. TARATURA STATICA DI UN TRASDUTTORE EFFETTUATA

MEDIANTE LETTURA SU MULTIMETRO (Parte Descrittiva) .................................... 5

3.2 Descrizione generale della catena di misura ............................................................ 5

3.3 Descrizione del tipo di trasduttore e dello strumento primario adottato per la

generazione delle pressioni ................................................................................................... 6

3.4 Caratteristiche degli altri strumenti utilizzati ........................................................... 8

3.5 Procedura e risultati ................................................................................................. 9

4. Parte II. TARATURA STATICA DI UN TRASDUTTORE EFFETTUATA

MEDIANTE ACQUISIZIONE AUTOMATICA ............................................................... 14

4.1 Descrizione generale della catena di misura .......................................................... 14

4.2 Descrizione del micromanometro di Betz e degli strumenti per l’acquisizione

automatica ........................................................................................................................... 14

4.3 Procedura e risultati ............................................................................................... 15

5. CONCLUSIONI ............................................................................................................ 18

Page 3: Relazione Taratura trasduttore di pressione

3

Abstract In questa relazione viene effettuata la taratura statica di un trasduttore di pressione.

L’esercitazione è stata suddivisa in due fasi: in un primo momento l’acquisizione dei

dati viene effettuata manualmente, mediante un multimetro; mentre nella seconda

fase l’acquisizione è automatica, tramite l’utilizzo di una scheda di acquisizione e

del calcolatore, per mezzo di un software di controllo della scheda.

Simbologia

V tensione [V]

p pressione [mmH20], [bar], [mmHg]

I corrente [A]

f frequenza [Hz]

Page 4: Relazione Taratura trasduttore di pressione

4

1. INTRODUZIONE

Si è partiti da un problema relativamente semplice, considerando delle grandezze non

variabili nel tempo. Ciò permette di effettuare una taratura statica, utile affinché si trovi

il legame tra il valore letto sullo strumento e il valore della grandezza fisica misurata.

Questo legame lo si studierà nella sua forma più semplice, quella lineare, e si ottiene in

questo modo la caratteristica dello strumento. Inoltre, i dati ottenuti saranno utili per

poter confrontare l’accuratezza che il costruttore dichiara per il suo strumento, con

quella determinata in laboratorio.

Nell’elaborato, dopo una presentazione teorica generale della problematica, vengono

proposte le catene di misura utilizzate, con la descrizione dei singoli componenti che le

caratterizzano. Infine, dopo aver presentato i dati acquisiti ed elaborati, si offre una

conclusione soggettiva della sperimentazione.

2. PARTE TEORICA

2.1 Cosa è un trasduttore

Un trasduttore (o sensore) è un dispositivo in grado di rilevare una grandezza fisica di

qualsiasi tipo (termico, luminoso, magnetico, meccanico, ecc.) e di trasformarla in una

grandezza di altro tipo, generalmente elettrica (tensione o corrente).

La trasformazione viene effettuata per far in modo che il segnale di uscita (una tensione

o una corrente) sia facilmente manipolabile mediante dei circuiti elettronici per poterlo

amplificare, linearizzare e filtrare da eventuali disturbi. Un segnale analogico potrà

inoltre essere facilmente convertito in digitale (mediante un convertitore A/D) ed

acquisito da un sistema di elaborazioni dati e/o trasportato a distanza da un sistema di

comunicazione dati.

2.2 Trasduttore utilizzato

In questa esperienza è stato utilizzato un trasduttore di pressione. In particolare è stato

adoperato un trasduttore statico di pressione chiamato Rosemount, di tipo attivo.

Quest’ultimo è molto utilizzato nel campo industriale grazie alle sue grandi qualità, che

possono essere tradotte in:

- Grande robustezza;

- Versatilità (riesce ad adattarsi bene nei campi di pressione dove si vuole lavorare);

- Elevata accuratezza nelle misure.

2.3 Taratura statica di un trasduttore di pressione

Lo scopo è trovare la relazione analitica che rappresenti al meglio come al variare della

pressione (p) vari la tensione (V). Quindi la taratura è un processo che permette di

risalire alla relazione 2.1:

(2.1)

Dove :

V = tensione ai capi all’uscita del trasduttore [Volt];

p = è la pressione [Pa] o [mmH2O];

Page 5: Relazione Taratura trasduttore di pressione

5

M e Q = costanti caratteristiche del trasduttore; la prima è il coef. angolare e

l’altra l’intercetta della retta con l’asse verticale.

Quindi viene inviata una certa pressione p all’ingresso del sensore, uscirà una certa

tensione V e si dovrà trovare la relazione tra V e p.

La relazione scritta in precedenza rappresenta l’equazione di una retta chiamata “curva

di taratura”, riportabile sul diagramma (V-p), dove p (pressione) è la variabile

indipendente, mentre V (tensione) è la variabile dipendente.

Per determinare questa curva caratteristica bisogna rilevare almeno due punti della retta

stessa. Perciò dovranno essere realizzate due pressioni (segnali di ingresso del

trasduttore), che in fase di taratura devono essere note con una incertezza minima, molto

inferiore all’incertezza del sensore stesso (quindi si dovrà avere un errore < all’errore

del sensore rispetto al valore “vero”). Perciò bisogna avere uno strumento che permetta

di generare queste pressioni “vere” e deve essere nota la sua incertezza.

Il processo di taratura ha lo scopo di annullare l’errore sistematico di uno strumento di

misura, ciò che rimane è allora un errore random che dipende da diversi fattori. Si avrà

un errore dovuto alla linearità totale del sistema, che comprende l’errore di ripetibilità,

quello di isteresi e la linearità del sensore stesso. Quindi rappresenta la somma della

linearità effettiva, ripetibilità e isteresi.

Tutto ciò che viene fatto con questa procedura serve per arrivare alla curva di utilizzo,

espressa come (2.2):

(2.2)

In cui dalla tensione letta, si vuole risalire alla pressione corrispondente. Per risalire alla

pressione, bisogna considerare l’errore di misura dato dal trasduttore, chiamato

(scarto tipo); perciò il valore di pressione determinato dovrà essere corredato

dall’errore:

Si avrà quindi un intervallo nell’intorno del valore vero di pressione, che varierà in

funzione della probabilità con cui quel valore vero ricade nello stesso intervallo. Nella

pratica si considerano 3 intervalli fiduciari: , , . Inoltre nella

sperimentazione non si otterrà mai un valore effettivo dello scarto tipo, non potendo

effettuare infinite misure, ma si avrà una stima (sp).

3. Parte I. TARATURA STATICA DI UN TRASDUTTORE

EFFETTUATA MEDIANTE LETTURA SU MULTIMETRO

(Parte Descrittiva)

3.1 Descrizione generale della catena di misura

Come catena di misura (Figura 3.1) si intende l’insieme di strumenti con le loro

condizioni logiche e funzionali.

In questa sperimentazione è stato utilizzato un generatore di pressione e un misuratore

di pressione. La pressione vera viene inviata dal generatore di pressione al trasduttore;

essendo il trasduttore di tipo attivo, nella catena rientra anche un alimentatore, e dato

che in uscita presenterà un segnale di corrente, convertito poi in un segnale di tensione,

questo segnale elettrico viene inviato ad un multimetro per poter leggere il valore

corrispettivo al segnale di pressione. In questo modo si è costruito un primo schema

logico funzionale della catena di misura.

Page 6: Relazione Taratura trasduttore di pressione

6

Figura 3.1 – Catena di misura parte I.

Nei paragrafi successivi verranno inquadrate le caratteristiche tecniche di tutti i

componenti che costituiscono la catena di misura, molto importante per verificare che la

catena sia ben equilibrata per quanto riguarda le incertezze (ovvero gli errori). In modo

particolare verranno analizzate le specifiche di prestazione di ognuno, nel seguente

ordine:

- Trasduttore di pressione;

- Generatore di pressione (centralina di calibrazione);

- Multimetro;

- Alimentatore.

3.2 Descrizione del tipo di trasduttore e dello strumento primario adottato per la

generazione delle pressioni

Trasduttore di pressione

Il trasduttore utilizzato è un Rosemount 1151 DP (“Differential Pressure” = pressione

differenziale); possiede questo acronimo per il fatto che in uscita offre in termini di

corrente la corrispettiva differenza di pressione. Infatti esso possiede, oltre che un cavo

di alimentazione (di colore rosso e nero) che viene connesso all’alimentatore e un cavo

schermato in cui viene inviato il segnale elettrico al multimetro, anche due ingressi di

pressione: l’aria in pressione viene trasferita mediante dei tubicini dalla centralina fino

agli ingressi del trasduttore. Un ingresso viene chiamato “porta H” (High), mentre

l’altro ingresso “porta L” (Low). Collegando il tubo al solo ingresso High (con porta L

aperta), per un incremento di pressione p si ottiene un incremento della tensione di

uscita V; mentre collegando il tubo con aria in pressione nel solo ingresso Low (con H

lasciato libero in atmosfera), un incremento di pressione determina una tensione in

uscita V decrescente. Nel caso si colleghino due tubi in entrambi gli ingressi, si ottiene

Page 7: Relazione Taratura trasduttore di pressione

7

in termini di tensione la differenza di pressione entrante nelle porte del trasduttore ed è

per questo motivo che viene nominato trasduttore di pressione “differenziale”.

Il trasduttore in esame è inoltre di tipo capacitivo e possiede le seguenti caratteristiche

interne: nella sezione superiore (corpo cilindrico) è situata la parte elettronica, mentre

nella sezione inferiore (a forma di parallelepipedo) è presente il sistema pneumatico.

Quest’ultimo è costituito da una cella a delta costituita da 3 lamine collegate

elettricamente con dei terminali: due di queste sono fisse (di forma curva) mentre quella

centrale si può deformare in un verso o nell’altro, a seconda che la pressione aumenti in

uno dei due fori di ingresso del fluido considerato. In tutta la zona tra le armature del

condensatore e l’esterno è presente un fluido di lavoro; perciò a far muovere le lamine è

la deformazione della membrana movimentata da un liquido (un olio ad esempio)

situato all’interno. Queste membrane (le fisse e la mobile) costituiscono le armature di

un condensatore, per cui il sistema per funzionare deve essere alimentato con una

corrente alternata. La frequenza di alimentazione è di 32 kHz, con una tensione di circa

30 V (ai capi delle lamine). Il condensatore si carica e si scarica alternativamente in

funzione della corrente con cui viene alimentato. Perciò dalle letture delle perdite di

carico delle tensioni di alimentazione o di quelle circolanti, si riesce a risalire alle

capacitanze C1 e C2 delle lamine di sinistra con quella centrale, poi quella centrale con

quella di destra (le 3 lamine si possono osservare come 2 condensatori). Dai valori di

queste due capacità C1 e C2 si ottiene la relazione con la corrente che circola nel sistema

(3.1):

(3.1)

Dove:

k = costante tipica del trasduttore;

Δp = differenza di pressione che viene inviata.

Noti i valori della pressione inviata p e dei coefficienti M e Q, è possibile determinare la

corrente I con la relazione 3.2:

(3.2)

Ottenere una corrente variabile non presenta una soluzione tra le più adatte in

laboratorio, ma ha il vantaggio di essere indipendente, e quindi non modificabile, dalla

lunghezza della linea elettrica tra trasduttore e l’apparecchio di misura (lettore della

corrente), non presentando perdite. Nel caso invece ci fosse una tensione in uscita, si

avrebbe un’inaffidabilità della misura, dovendo in quel caso tarare, oltre il trasduttore,

anche la linea elettrica che si dovrebbe utilizzare. Allora, dal punto di vista industriale e

in laboratorio, quando ci sono in gioco grandi lunghezze, è consigliabile utilizzare le

uscite di corrente. Nonostante in laboratorio le correnti in uscita non sono ben accette,

dato che le schede di acquisizione funzionano con le tensioni, è possibile modificare il

sistema inserendo una resistenza di valore noto con una notevole accuratezza e non

variante nel tempo, per trasformare quella corrente in una caduta di tensione che viene

poi misurata dal voltmetro. Il valore della resistenza utilizzata è pari a (3.3):

(3.3)

Le tensioni, misurate con un voltmetro posto in parallelo nella linea del carico, misurerà

valori che si aggirano ai 2 10 V (l’equivalente dei 4 20 mA, valori tipici dei

trasduttori); se vengono superati i 10 V, la curva caratteristica del trasduttore non sarà

più lineare essendo al di fuori del suo campo di misura lineare.

Il valore minimo misurabile risulta essere, in termini di corrente, 4 mA: in questo modo,

nel caso venga visualizzato un valore nullo di corrente (o tensione in questo caso) si può

dedurre il mal funzionamento del sensore.

Page 8: Relazione Taratura trasduttore di pressione

8

Per quanto riguarda la specifica di prestazione del trasduttore in esame, questo presenta

un’accuratezza dello ±0,2 % del fondo scala (f.s.).

Il valore massimo raggiungibile dallo strumento è pari a 21 Bar (è lineare fino a quel

valore), mentre il massimo strutturale è pari a 140 Bar (è il valore limite di sicurezza

dalla condizione di rottura). Questo tipo di trasduttore si può tarare anche in un campo

bidimensionale: invece che avere a 2 V la tensione quando p = 0 mmH2O, si ha a 6 V,

mentre i 2 V si avranno per una pressione negativa (–pm), simmetrica alla pressione

massima raggiungibile a 10 V (+pm). In questo caso, inviando le pressioni all’ingresso L

(Low).

Generatore di pressione

Il generatore di pressione utilizzato è una centralina di calibrazione SCANDURA

(mod.CC-1) che ha un sistema per la generazione della pressione e un visualizzatore

della stessa; questo visualizzatore è un manometro con tubo di Bourdon multigiri

(manometro Thommen), nel senso che effettua tanti giri per arrivare al fondo scala

(sopperisce alle dimensioni). Riesce ad effettuare 15 giri per arrivare ad un fondo scala

pari a 15000 mmH2O, quindi circa 1.5 Bar (1,4709 Bar). Ogni giro rappresenta 1000

mmH2O.

La centralina invia l’aria in pressione al trasduttore mediante dei tubi in vipla; in

particolare il tubo viene connesso all’ingresso High del sensore, con l’ingresso Low

aperto in atmosfera. L’intensità di pressione è possibile regolarla mediante due

manopoline: una in maniera più grossolana e l’altra in maniera più fine. La minima

differenza di pressione visibile con le tacchete del manometro, ovvero la risoluzione, è

pari a 10 mmH2O. Mentre l’accuratezza della centralina SCANDURA che monta il

manometro Thommen risulta essere di ±0,1% del f.s., perciò possiede una precisione

maggiore rispetto al trasduttore di pressione. La pressione inviata risulta abbastanza

stabile. Le specifiche della centralina sono riportate in Tabella 3.1.

Tabella 3.1 – Specifiche della Centralina Pneumatica SCANDURA CC-1.

Range 0 15000 mmH2O

Accuratezza 0,1 % f.s.

Risoluzione 10 mmH2O

3.3 Caratteristiche degli altri strumenti utilizzati

Alimentatore

L’alimentatore utilizzato è della Hewlett Packard (HP), di tipo analogico, e permette di

alimentare il trasduttore con una tensione pari a 30 V, inviando una corrente continua

(c.c.) e stabilizzata. L’alimentazione inviata attraversa, prima di arrivare al sensore, una

scatola di connessione per fornire allo strumento da alimentare una tensione riferita alla

terra del circuito elettrico, riducendo le fluttuazioni generate dai disturbi ambiente

(come disturbi di altri motori, fenomeni elettromagnetici, altro).

Questo strumento può variare con continuità la tensione da 0 a 50 V, ed è dotato di due

canali di alimentazione.

Page 9: Relazione Taratura trasduttore di pressione

9

Multimetro

Il multimetro utilizzato è il FLUKE 8840A, nella configurazione di voltmetro. Il segnale

elettrico di uscita dal trasduttore (convertito da corrente in tensione) viene inviato al

multimetro mediante due cavi schermati (uno rosso = positivo, e l’altro nero =

negativo). Esso è caratterizzato da una risoluzione pari a 5 ½ digit: ½ perché il primo

digit (partendo da sinistra) può variare da 0 a 1, mentre gli altri 5 possono variare da 0 a

9. La virgola si può spostare in funzione del range di misura scelto: da 0 a 200 mV,

oppure da 0 a 2/20/200/1000 V; se ad esempio seleziono il campo 0÷2 V, la virgola si

sposterà subito dopo il 1° digit, ottenendo così un fondo scala pari a 1,99999 V (valore

massimo ottenibile). In questo caso la risoluzione risulterà pari a 10-5

V. In laboratorio è

stato scelto un campo di 0÷20 V, perciò la risoluzione che si ha è pari a 10-4

V (con

valore massimo leggibile pari a 19,9999 V, ovvero il f.s.). Quindi si può affermare come

la risoluzione cambi al variare del range scelto.

Per quanto riguarda l’accuratezza, essa risulta pari a ± 0,002 % del f.s. (con strumento

appena calibrato e tarato); mentre aumenta con l’aumentare del tempo (perciò aumenta

l’errore).

3.4 Procedura e risultati

Come prima operazione, all’inizio della prova sono state misurate la pressione e la

temperatura vigenti nel laboratorio. Le condizioni rilevate sono: p = 758 mmHg e T =

24°C. Data la breve durata di tale prova, si può ritenere che tali condizioni si

mantengano costanti lungo tutta la prova stessa, senza che ciò possa generare

un’apprezzabile distorsione dei risultati ottenuti. Prima di effettuare l’acquisizione dei

dati, inoltre, è stato portato il range di misura del trasduttore a 0÷10000 mmH2O

(essendo quello il campo di interesse), con le correlative tensioni di 2÷10 V nel

trasduttore di pressione:

V = 2,16 V

V = 9,99 V

Non si è arrivati alla tensione di 10 V precisi, per poter garantire la linearità del sistema

di trasduzione, e quindi senza il rischio di superare il valore limite.

Teoricamente era possibile utilizzare anche un range di misura maggiore rispetto a

quello di interesse, come quello settato inizialmente di 0÷25000 mmH2O; ma in questo

modo l’accuratezza si sarebbe ridotta, dato che il fondo scala sarebbe aumentato: lo 0,2

% si sarebbe riferito ai 25000 mmH2O, perciò l’errore che si avrebbe è di 50mmH2O,

invece che ai 10000 mmH2O, con un errore pari a 20 mmH2O.

Il cambiamento del range (o span) è stato fatto mediante la regolazione di una vite

chiamata “R” situata al lato dello strumento, affiancata ad un’altra vite (“Z”) che serve

per la regolazione dello zero. Queste due regolazioni permettono di variare

l’inclinazione della curva caratteristica del trasduttore, affinché si ottengano alle

estremità e con andamento lineare i valori di corrispondenza tra pressione/tensione

precedentemente presentati. Questo tipo di regolazione con le due viti è stato di tipo

iterativo: in una prima fase è stato regolato lo span andando a leggere la tensione

determinata inviando la pressione di 10000 mmH2O, dopodiché lo zero (tensione

corrispettiva per p = 0), e così via, ripetendo questa operazione più volte, finché si è

raggiunto il risultato voluto.

Page 10: Relazione Taratura trasduttore di pressione

10

Acquisizione dati

Dalla centralina di pressione sono state inviate al trasduttore 10 valori di pressione,

partendo da un valore nullo (alla pressione ambiente) fino ad un massimo di 10000

mmH2O, con step di 2500 mmH2O. Dopo averlo effettuato con p crescenti, una volta

superato il valore massimo di qualche centinaia di mmH2O, si è ripetuta la misurazione

con le p decrescenti, seguendo lo stesso step di andata, fino al conseguimento della

pressione nulla (azzerando con il tasto “vent” dello strumento). I valori di pressione

inviati al trasduttore sono stati restituiti in termini di tensione e letti mediante il

multimetro. I dati acquisiti sono riportati in Tabella 3.2:

Tabella 3.2 – Dati acquisiti.

N° Prova

Pressione inviata Tensione letta

[mmH2O] [V]

1 0 2,1632

2 2500 4,1212

3 5000 6,0856

4 7500 8,0425

5 10000 9,9931

6 9950 9,9565

7 7500 8,0464

8 5000 6,0891

9 2500 4,1253

10 0 2,1654

Elaborazione dati

I dati tabellati sono serviti per determinare la curva di taratura del trasduttore, mediante

un foglio di calcolo, con la formula 3.4:

(3.4)

Dove p (le pressioni “vere” inviate) si conoscono dalla lettura della centralina, mentre i

termini M (coef. angolare) e Q (termine noto) sono stati determinati con le seguenti

equazioni 3.5 e 3.6:

(3.5)

(3.6)

Dove:

N = numero di prove effettuate (=10);

pi = pressione i-esima;

vi = tensione letta i-esima;

Page 11: Relazione Taratura trasduttore di pressione

11

Dopodiché sono state determinate la Stima della Deviazione Standard della tensione (sv)

e le Stime della Deviazione Standard dei due termini M e Q (sM e sQ), mediante le

equazioni 3.7, 3.8 e 3.9:

(3.7)

∑ ∑

(3.8)

√∑

∑ ∑

(3.9)

Una volta calcolati questi, è stato calcolato il massimo scostamento del segnale di

tensione dalla retta di linearità (MSV) (3.10):

( ) (3.10)

Poi, rilevato il fondo scala del segnale FSV (3.11), si è potuto calcolare l’errore di

linearità del segnale di tensione EV% (3.12):

(3.11)

(3.12)

Nel grafico della Figura 3.2, sono stati riportati tutti punti determinati sperimentalmente.

Figura 3.2 – Curva caratteristica di taratura del trasduttore.

A questo punto è stato possibile determinare il coefficiente di correlazione R con la

3.13:

(3.13)

Dove gli scarti e sono espressi nelle equazioni 3.14 e 3.15:

0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

0 2000 4000 6000 8000 10000

Ten

sio

ne

[V

]

Pressione [mmH2O]

Page 12: Relazione Taratura trasduttore di pressione

12

( ∑

)

(3.14)

( ∑

)

(3.15)

Per quanto riguarda la curva di utilizzo, essa viene espressa come (3.16):

(3.16)

Dove i termini Mm e Qq rappresentano rispettivamente il coefficiente angolare e il

termine noto della curva. Questi due termini si possono determinare in due modi

differenti: un modo sarebbe utilizzando inversamente la formula di taratura (valido solo

nel caso i punti seguissero fedelmente la retta senza alcuno scarto, quindi R = 1, oppure

utilizzando le formule di M e Q scritte precedentemente, invertendo, le pressioni con le

tensioni. Con quest’ultimo caso si ha (3.17 e 3.18):

(3.17)

(3.18)

Allo stesso modo è stato fatto per il calcolo delle stime, questa volta riferite al segnale

di pressione (equazioni 3.19, 3.20 e 3.21):

(3.19)

∑ ∑

(3.20)

∑ ∑

(3.21)

Infine si è calcolato l’errore di linearità del segnale di pressione EP% (3.24):

( ( )) (3.22)

(3.23)

(3.24)

Page 13: Relazione Taratura trasduttore di pressione

13

Essendo R determinato prossimo a 1 (i primi 6 valori decimali sono = 9), è possibile

determinarlo anche nel primo modo descritto in precedenza (equazioni 3.25, 3.26 e

3.27):

(3.25)

(3.26)

(3.27)

Confrontando questi risultati con i precedenti, è possibile notare come si riesce ad

ottenere un’ottima approssimazione. Graficamente la curva di utilizzo è (Figura 3.3):

Figura 3.3 – Curva caratteristica di utilizzo del trasduttore.

Considerando il secondo intervallo di fiducia, si ha la 3.28:

(3.28)

Quindi per ogni pressione misurata dal trasduttore in esame si ha una possibilità del

95,4% che cada nell’intervallo p ± 11 mmH2O rispetto al valore “vero” inviato.

-2000

0

2000

4000

6000

8000

10000

12000

2 4 6 8 10

Pre

ssio

ne

[m

mH

2O]

Tensione [V]

Page 14: Relazione Taratura trasduttore di pressione

14

4. Parte II. TARATURA STATICA DI UN TRASDUTTORE

EFFETTUATA MEDIANTE ACQUISIZIONE AUTOMATICA

4.1 Descrizione generale della catena di misura

Nella seconda parte dell’esercitazione sono stati aggiunti nella catena di misura ulteriori

strumenti utili per l’acquisizione automatica dei dati (Figura 4.1): il multimetro è stato

sostituito con una scheda di acquisizione, compresa di una morsettiera separata,

connessa a sua volta ad un calcolatore (PC); mentre la centralina di calibrazione viene

sostituita da un micromanometro di Betz. Questi componenti aggiuntivi verranno poi

descritti in seguito. La catena può essere schematizzata quanto segue:

Figura 4.1 – Catena di misura parte II.

4.2 Descrizione del micromanometro di Betz e degli strumenti per l’acquisizione

automatica

Micromanometro di Betz

Il primo elemento della catena di misura, in questa seconda parte, è il micromanometro

di Betz (Figura 4.2), in cui il segnale di pressione in ingresso è fornito da un operatore

che insuffla dell’aria nell’apposito tubicino in vipla. Il valore di pressione leggibile nel

micromanometro è espresso in mmH2O. Nello specifico, il micromanometro di Betz

possiede una risoluzione di 0,2 mmH2O. Il massimo valore di pressione leggibile è di

700 mmH2O: oltre questo valore si generano delle problematiche sullo strumento.

L’accuratezza è dello stesso ordine di grandezza della risoluzione, pari a circa 0,1

mmH2O (dipende dalla variazione del dislivello dell’acqua).

Page 15: Relazione Taratura trasduttore di pressione

15

Figura 4.2 – Schema del micromanometro di Betz.

Scheda di acquisizione

Il segnale elettrico di uscita dal trasduttore viene inviato ad una morsettiera, connessa a

sua volta ad una scheda di acquisizione (della National Instruments DAQ 6020 USB).

La connessione del segnale da acquisire alla morsettiera è stata fatta con gli ingressi 0

(polo positivo) e 8 (polo negativo), in modalità differenziale, inserendo ulteriormente

una resistenza in modo tale da avere il polo negativo riferito alla terra (ground) della

scheda ed avere un segnale elettrico meno disturbato. La scheda viene controllata

mediante il software Matlab, inviando dei comandi di acquisizione. Il valore massimo

della frequenza di acquisizione della scheda utilizzata è di 100 kHz. Il convertitore A/D

possiede 12 bit.

Calcolatore e software di acquisizione

In segnale passa dalla scheda di acquisizione al personal computer, per poter

visualizzare e elaborare il segnale ottenuto. Per fare ciò si è utilizzato un software

scientifico (Matlab), in cui mediante un algoritmo scritto in formato testuale (script), si

è potuta eseguire l’acquisizione automatica dei dati, implementando dei valori richiesti

durante il funzionamento del programma. Tutto ciò è stato possibile sfruttando il DAQ

Toolbox, presente su Matlab, che comanda le librerie “.dll” fornite dal costruttore della

scheda.

4.3 Procedura e risultati

Per eseguire l’operazione di taratura del trasduttore in esame, in ingresso è stato fornito

un segnale di pressione opportunamente modulato, generato da un operatore e

controllato attraverso il micromanometro di Betz. Questa portata d’aria inviata si divide

un due parti: una parte viene inviata al Betz, mentre l’altra direttamente al trasduttore

sotto esame (il Rosemount). Preventivamente il micromanometro è stato “messo in

bolla”, cioè con l’ausilio di un livello a bolla il Betz è stato messo perfettamente

orizzontale (livellato correttamente).

Page 16: Relazione Taratura trasduttore di pressione

16

Acquisizione dati

Come per l’acquisizione manuale, anche per quella automatica sono state inviate delle

pressioni crescenti al trasduttore in un primo momento, e decrescenti subito dopo, con

più o meno stesso valore di pressione. Sono state eseguite in tutto 9 acquisizioni, in cui

il software ha fornito come output la corrispettiva tensione data dal trasduttore e una

stima dello scarto tipo della tensione (dato che per ogni valore di pressione letto sono

stati acquisiti un certo numero di valori con una frequenza di acquisizione pari a 10000

Hz). Il range di pressione scelto è 0÷300 mmH2O, con step di 75 mmH2O, e range di

tensione di uscita del trasduttore pari a circa 2÷8 V.

I dati acquisiti mediante il software Matlab sono riportati in Tabella 4.1, mentre il

Figura 4.3 è riportata la curva di taratura.

Tabella 4.1 – Dati acquisiti con Matlab.

N° Punto P

[mmH2O]

Vm

[V]

sv

[V]

1 0 20,464 0,0003

2 75,5 34,446 0,0012

3 150,2 48,193 0,0012

4 227 62,334 0,0012

5 300,1 75,813 0,0012

6 226 65,717 0,0079

7 151 48,370 0,0011

8 75,6 34,451 0,001

9 0 20,480 0,0012

Figura 4.3 – Curva caratteristica di taratura del trasduttore con acquisizione automatica.

0,00

1,00

2,00

3,00

4,00

5,00

6,00

7,00

8,00

-50 50 150 250 350

Ten

sio

ne

[V

]

Pressione [mmH2O]

Page 17: Relazione Taratura trasduttore di pressione

17

Elaborazione dati

La procedura dell’elaborazione dei dati è la stessa svolta per l’acquisizione manuale,

vista nella parte I. Utilizzando perciò lo stesso formulario, sono stati ottenuti i valori

riportati in Tabella 4.2:

Tabella 4.2 – Dati elaborati con Excel.

Risultati con acquisizione automatica

Curva di taratura Curva di utilizzo

M [V/mmH2O] 0,01881

Mm [mmH2O/V] 52,9934

Q [V] 2,03926 Qq [mmH2O] -107,639

sv [V] 0,119 sp [mmH2O] 6,3

sM [V/mmH2O] 4,0 10-4

sMm [mmH2O/V] 1,1349

sQ [V] 6,706 10-2

sQq [mmH2O] 5,589

MSV [V] 0,281 MSP [mmH2O] 14,6

FSV [V] 7,581 FSP [mmH2O] 300,1

EV% 3,712 EP% 4,871

R = 0,9983987

È possibile notare che in questo caso si è ottenuto un coefficiente di correlazione R

inferiore al caso di acquisizione manuale, perciò l’acquisizione effettuata non è stata

ottimale. In Figura 4.4 si riporta la curva di utilizzo ricavata.

Figura 4.4 – Curva caratteristica di utilizzo del trasduttore con acquisizione automatica.

-50

0

50

100

150

200

250

300

350

2,00 3,00 4,00 5,00 6,00 7,00 8,00

Pre

ssio

ne

[mm

H2O

]

Tensione [V]

Page 18: Relazione Taratura trasduttore di pressione

18

5. CONCLUSIONI

L’accuratezza fornita dal costruttore è pari a ± 0,2% del fondo scala, che comprende

tutti gli errori descritti nella prima parte. In questa sperimentazione si è trascurato

l’errore di ripetibilità (che avrebbe un peso, secondo le caratteristiche dello strumento,

pari a ¼ di tutti gli errori), perciò si dovrebbe ottenere un valore più accurato.

L’accuratezza del costruttore di ± 0,2% del fondo scala (di 10000 H2O) risulta pari a 20

mmH2O in termini di pressioni; ciò che si è ottenuto con l’acquisizione manuale,

mediante la relazione 3.28, è circa 11 mmH2O (2 sp). Mentre il valore ottenuto con

l’acquisizione automatica, sempre in termini di pressioni, è pari a 12,7 mmH2O (pari a ±

4,228 % del f.s. di 300 mmH2O): in questo caso si ottiene un errore elevato, ben

superiore a quello dichiarato dal costruttore. I valori ottenuti sono riportati in Tabella

5.1.

Tabella 5.1: Valore di accuratezza del costruttore a confronto con le accuratezze determinate in fase

sperimentale.

Costruttore

Acquisizione

manuale

Acquisizione

automatica

f.s. = 10000 mmH2O f.s. = 300 mmH2O

Accuratezza [%] 0,2 0,11 4,2

Accuratezza in [mmH2O] 20 11 12,7

Come ipotizzato in precedenza, con l’acquisizione manuale si determina un’accuratezza

maggiore rispetto a quella data dal fornitore. Viceversa, nel caso dell’acquisizione

automatica, è stato rilevato un valore elevato per possibili errori effettuati da parte

dell’operatore in fase sperimentale.

Se in un secondo momento si vogliano effettuare ulteriori prove in laboratorio, dopo un

certo periodo di tempo (ad esempio dopo qualche giorno), utilizzando lo stesso

trasduttore, bisogna applicare una variazione al termine noto della sua curva di utilizzo.

Infatti, quest’ultimo è l’unico valore che effettivamente varia con il tempo nella

relazione tra tensione e pressione della curva di utilizzo (il coefficiente angolare rimane

pressoché lo stesso). Perciò il termine noto Qq è possibile determinarlo considerando

una pressione nulla (quindi con gli ingressi del trasduttore aperti in atmosfera) e

misurando la tensione di uscita del sensore, per applicare poi la relazione 5.1 e 5.2:

(5.1)

(5.2)

Si ottiene così: