relazione tecnica di prevenzione incendi

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RELAZIONE TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI Art. 3 del D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151 VALUTAZIONE DI CONFORMITA’ANTINCENDIO NUOVA COSTRUZIONE IN AMPLIAMENTO DELL’INSEDIAMENTO PRODUTTIVO ESISTENTE VALPIZZA SRL Via Sbiffia, 97 Castello di Serravalle- Valsamoggia (BO) Data 22/12/2018 Riferimento pratica VVF Bologna n.74577 Pratica N° MRCMSM64L24C574L-201812281351-514471 Timbro e Firma Tecnico Ing. Massimiliano Marchesini Ordine degli Ingegneri di Bologna n. 5812 Elenco M.I. n. 5812 I 0587 (firma digitale)

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Page 1: RELAZIONE TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI

RELAZIONE TECNICA DI

PREVENZIONE INCENDI

Art. 3 del D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151

VALUTAZIONE DI CONFORMITA’ANTINCENDIO NUOVA COSTRUZIONE IN AMPLIAMENTO

DELL’INSEDIAMENTO PRODUTTIVO ESISTENTE

VALPIZZA SRL

Via Sbiffia, 97 Castello di Serravalle- Valsamoggia (BO)

Data 22/12/2018

Riferimento pratica VVF Bologna n.74577

Pratica N° MRCMSM64L24C574L-201812281351-514471

Timbro e Firma Tecnico

Ing. Massimiliano Marchesini Ordine degli Ingegneri di Bologna n. 5812 Elenco M.I. n. 5812 I 0587 (firma digitale)

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RIFERIMENTO NORMATIVO

Decreto del Presidente della Repubblica n. 151 del 1° agosto 2011.

Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi, a

norma dell’articolo 49, comma 4-quater, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni,

dalla legge 30 luglio 2010, n. 122.

Lettera Circolare del Ministero dell’Interno n. 13061 del 06/10/2011.

Nuovo regolamento di prevenzione incendi – D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151: “Regolamento recante disciplina dei

procedimenti relativi alla prevenzione incendi, a norma dell’articolo 49 comma 4-quater, decreto-legge 31 maggio

2010, n. 78, convertito con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122.” Primi indirizzi applicativi.

Decreto del Ministero dell’Interno del 20 dicembre 2012.

Regola tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva contro l’incendio installati nelle attività

soggette ai controlli di prevenzione incendi

Decreto del Ministero dell’Interno del 7 agosto 2012.

Disposizioni relative alle modalità di presentazione delle istanze concernenti i procedimenti di prevenzione incendi e

alla documentazione da allegare, ai sensi dell’articolo 2, comma 7, del decreto del Presidente della Repubblica 1°

agosto 2011, n. 151.

DCPST/DD n. 252 dell’11 aprile 2014.

Decreto di modifica della modulistica di presentazione delle istanze, delle segnalazioni e delle dichiarazioni, prevista

nel decreto del Ministro dell'interno 7 agosto 2012.

D.M. 10 MARZO 1998

Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro.

DECRETO LEGISLATIVO 9 aprile 2008, n. 81

Attuazione dell’art. 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di

lavoro.

CIRCOLARE DEL M.I. N° 24 MI.SA. DEL 26/1/1993

Impianti di protezione attiva antincendio.

Decreto del Ministero dell’Interno del 16/02/2007.

Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione.

Decreto del Ministero dell’Interno del 9/03/2007.

Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo nazionale dei vigili del

fuoco.

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D.M. 30/11/1983.

Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi.

Decreto n. 37 del 22/1/2008.

Regolamento concernente l'attuazione dell'art. 11 quartedecies, comma 13, let. a) della legge n. 248 del 2 dicembre

2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti degli edifici.

Decreto del Ministero dell’Interno del 7 gennaio 2005.

Norme tecniche e procedurali per la classificazione ed omologazione di estintori portatili di incendio.

Decreto del Ministero dell’Interno del 3 novembre 2004.

Disposizioni relative all'installazione ed alla manutenzione dei dispositivi per l'apertura delle porte installate lungo le

vie di esodo, relativamente alla sicurezza in caso d'incendio.

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PREMESSA

La presente relazione ha per oggetto la progettazione dell’ampliamento dell’attività di produzione prodotti alimentari

precotti e surgelati della VALPIZZA SRL con la realizzazione di un nuovo stabilimento industriale a sé stante insito nella

stessa area industriale.

Tale progetto è inserito in una valutazione globale a cura della conferenza di servizi del comune di Valsamoggia e della

Città Metropolitana di Bologna per cui potranno esserci modifiche di variante che eventualmente saranno oggetto di

nuova valutazione progetto in caso di modifiche sostanziali inerenti alla sicurezza antincendio.

Il nuovo stabilimento è in pratica una replica in termini di tipologia e capacità produttiva, deposito merci dell’attuale

stabilimento VALPIZZA ed in sintesi la produzione di prodotto alimentare, pizza, che viene precotto ed

immediatamente surgelato e conservato in cella frigorifera prima della spedizione sui circuiti internazionali della

grande distribuzione.

La realizzazione del nuovo stabilimento prevede la presenza delle seguenti attività antincendio della tabella allegata al

D.P.R. 1 agosto 2011 n. 151:

Attività < 70.2.C > Locali adibiti a depositi di superficie lorda oltre 3.000 mq con quantitativi di merci e materiali combustibili superiori complessivamente a 5.000 kg. Attività < 34.1.B > Depositi di carta, cartoni e prodotti cartotecnici, archivi di materiale cartaceo, biblioteche, depositi per la cernita della carta usata, di stracci di cascami e di fibre tessili per l'industria della carta, con quantitativi in massa superiori a 5.000 kg e fino a 50.000 kg. Attività < 74.3.C > Impianti per la produzione di calore alimentati a combustibile solido, liquido o gassoso con potenzialità oltre 700 kW. Attività < 74.1.A > Impianti per la produzione di calore alimentati a combustibile solido, liquido o gassoso con potenzialità oltre 116 kW fino a 350 kW. Attività < 12.1.A > Deposito di liquidi con punto di infiammabilità sopra i 65°C con capacità da 1 a 9 mc; Attività < 49.1.A > Gruppi per la produzione di energia elettrica sussidiaria con motori endotermici ed impianti di cogenerazione di potenza complessiva da 25 a 350 kW; Le attività di categoria A, essendo soggette a sola SCIA ANTINCENDIO saranno descritte nel dettaglio nel relativo procedimento.

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RELAZIONE TECNICA

Essendo l’attività NON regolata da specifiche disposizioni antincendio, la presente documentazione tecnica è stata

redatta in conformità al punto A dell’ALLEGATO 1 al Decreto del Ministero dell’Interno del 7 agosto 2012;

nell’osservanza dei Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro di cui

al D.M. 10/3/1998.

La presente relazione ha per oggetto la verifica dei criteri di sicurezza antincendio, allo scopo di tutelare l’incolumità

delle persone e salvaguardare i beni contro il rischio di incendio.

TERMINI E DEFINIZIONI

I termini le definizioni e le tolleranze adottate sono quelli di cui al D.M. 30/11/1983.

In particolare la documentazione tecnica è composta da:

A) Relazione tecnica dimostrante l'osservanza i criteri generali di sicurezza antincendio, per le attività di cui alla

Scheda Informativa Generale, con l'individuazione dei pericoli di incendio la valutazione dei rischi connessi e la

descrizione delle misure di prevenzione e protezione antincendio da attuare per ridurre i rischi, in particolare la

relazione tecnica contiene:

- 2.1 Individuazione dei pericoli di incendio;

- 2.2 Descrizione delle condizioni ambientali;

- 2.3 Valutazione qualitativa del rischio;

- 2.4 Compensazione del rischio incendio (strategia antincendio);

- 2.5 Gestione dell'emergenza;

B) Elaborati grafici riportanti:

a) Planimetria generale in scala non superiore a 1/200 e non inferiore a 1/2000 dalla quale risultano:

- l'ubicazione dell'attività;

- le condizioni di accessibilità all'area e di viabilità al contorno, gli accessi pedonali e carrabili;

- le distanze di sicurezza esterne;

- le risorse idriche presenti in zona;

- gli impianti tecnologici esterni (cabine elettriche, elettrodotti, rete gas, impianti di distribuzione gas

tecnici;

- l'ubicazione degli organi di manovra degli impianti di protezione antincendio;

- l'ubicazione dei blocchi di emergenza degli impianti tecnologici;

- pianta dell'attività in scala non inferiore a 1/200 e non superiore a 1/50, recante l'indicazione degli

elementi caratterizzanti il rischio d'incendio e le misure di sicurezza indicate nella relazione tecnica;

Nelle planimetrie sono indicate inoltre:

- le uscite di sicurezza;

- il verso di apertura delle porte;

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- i corridoi di esodo;

- i vani scala;

- gli eventuali ascensori;

- le attrezzature mobili di estinzione;

- schemi a blocchi degli impianti antincendio;

- la disposizione degli elementi dell'illuminazione di sicurezza;

b) Sezioni dell'edificio in scala adeguata

Le innovazioni portate dal D.Lgs. n. 81/2008 tendono ad istituire nell'azienda un sistema di gestione

permanente ed organico diretto alla individuazione, valutazione, riduzione e controllo costante dei fattori di

rischio per la salute e sicurezza dei lavoratori, mediante:

- la programmazione delle attività di prevenzione in coerenza a principi e misure predeterminati;

- la informazione, formazione e consultazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti;

- l'organizzazione di un servizio di prevenzione e protezione;

La presente relazione tecnica è stata redatta considerando i precedenti punti per la valutazione del rischio incendio e

mettendo in atto le procedure che la specifica normativa o la tecnica ANTINCENDIO richiedono; con particolare

riferimento alle indicazioni fornite dal Ministero dell'Interno con il Decreto del 10/3/1998.

Totale lavoratori presenti all’interno dell’attività = 50

Individuazione dei pericoli di incendio

La valutazione del rischio di incendio costituisce strumento fondamentale per il conseguimento delle finalità di cui al

D.Lgs. 81/2008, unitamente al piano organizzativo-gestionale.

Al fine di determinare le caratteristiche costruttive che l'edificio industriale deve possedere e gli impianti antincendio

da adottare nella specifica realtà in esame si è proceduto all’identificazione dei pericoli nell'ambiente di lavoro preso

in esame.

Sono stati identificati tutti quei fattori che presentano il potenziale di causare un danno in caso di incendio, in

particolare sono stati considerati:

- destinazione d'uso;

- sostanze pericolose e loro modalità di stoccaggio;

- carico di incendio nei vari compartimenti;

- impianti di processo;

- lavorazioni;

- macchine apparecchiature e attrezzi;

- movimentazioni interne;

- impianti tecnologici di servizio;

- aree a rischio specifico;

Carico di incendio nei vari compartimenti

I materiali combustibili presenti e il carico di incendio per tutti i compartimenti sono descritti nell’allegato alla

presente relazione tecnica relativo al calcolo del Carico d’Incendio.

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Descrizione delle condizioni ambientali

L’analisi delle condizioni aziendali ha riguardato principalmente le condizioni di accessibilità e viabilità, il lay-out

aziendale con particolare riferimento alle distanze, separazioni ed isolamento verso altre attività, la caratteristica degli

edifici.

Relativamente alle condizioni necessarie per garantire l’esodo delle persone l’analisi ha riguardato la superficie di

aerazione, l’affollamento degli ambienti e le relative vie di esodo.

Nelle planimetrie allegate alla presente è riportato il lay-out interno dei locali in cui ha luogo l'attività, sono riportati i

macchinari, gli impianti in genere, i passaggi, i percorsi di esodo, il posizionamento dei presidi antincendio ecc. Sono

state esaminate le strutture portanti e portate dell'attività industriale, è stato effettuato il calcolo del carico di

incendio, è stata effettuata la verifica delle strutture, seguendo le indicazioni della vigente normativa. Le strutture

portanti e di compartimentazione dell'edificio industriale sono del tipo descritto nell'allegato relativo al calcolo del

carico di incendio e della verifica delle strutture.

Tipo intervento: Nuovo insediamento stabilimento industriale.

Descrizione aree attività

L’attività in oggetto, ad un solo piano coincidente con il piano terra

Nel dettaglio l’attività presenta:

n.1 Area Produzione/confezionamento soggetta al sistema HACCP (sistema di monitoraggio di tutta la filiera di

produzione degli alimenti) dedicata alla produzione alimentare, climatizzata e dotata dei servizi necessari; vengono

effettuate le principali operazioni del ciclo produttivo: produzione pasta, preparazione farcitura, porzionatura

prodotto, lievitazione, cottura; sono inoltre presenti n.2 forni alimentati a gas metano per la cottura delle pizze , da

900kW e 700 kW su filiera produttiva unica automatica.

n.1 Area Spedizione/Magazzino e Carico-Scarico in cui vengono stoccati i materiali da imballaggio e in cui avviene il

carico del prodotto finito, l’inscatolamento e la pallettizzazione del prodotto già confezionato. n.1 Area Celle

Frigorifere. Tale area è costituita da:

n.1 cella merce BT (-18°C) per il prodotto finito surgelato e le materie prime surgelate;

n.1 cella materie prime +4°C per materie prime

n.1 cella merce BT (-18°C) per materie prime

Tutte le celle saranno dotate di porte con apertura automatica che, in caso di assenza di corrente, potranno essere

aperte anche manualmente.

Il liquido refrigerante utilizzato all’interno di dette celle frigorifere sarà del tipo non infiammabile.

n.1 Area Deposito materie prime. Tale area è adiacente all’area celle frigorifere ed è destinata allo stoccaggio di

materie prime non deperibili e ai semi-lavorati non deperibili.

n.1 Area Sili Farine, dove sono immagazzinate le farine;

n. 1 depositi olii alimentari

n.1 gruppo elettrogeno

n.1 centrale termica per la produzione di calore per la climatizzazione degli ambienti

Le attività di cui al D.P.R. 151/11 presenti all’interno dell’attività in oggetto, così come evidenziato nella planimetria

allegata, risultano:

La norma di riferimento utilizzata è il D.M. 10 marzo 1998.

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L’attività rientra, per i quantitativi di materiali, tra quelle a medio rischio per le quali, secondo quanto stabilito dal

D.P.R. 151/2011, le procedure di prevenzione incendi si svolgono mediante procedimento fondato sulla SCIA -

Segnalazione Certificata di Inizio Attività.

Il presente elaborato costituisce un’analisi della sicurezza antincendio dell’attività al fine di adeguare la stessa alle

suddette disposizioni normative.

Nel presente paragrafo, non esistendo per l’attività industriale di produzione di panini in oggetto una specifica regola

tecnica verticale, verrà analizzato il luogo di lavoro conformemente a quanto indicato al D.M. 10/03/1998 “Criteri

generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro”.

Classificazione e Ubicazione

L’attività in oggetto (attività n.34 - Cat. B, n. 70 – Cat. C, n.74 – Cat.C) si classifica come di tipo misto in quanto sono

insediate nello stesso fabbricato industriale

Caratteristiche degli edifici

L’attività è ubicata in edificio isolato con distanza da altri fabbricati :

26 metri sul lato frontale verso l’attuale stabilimento VALPIZZA

14 metri sul lato laterale destro verso altro edificio.

Posteriormente la proprietà è addossata alla collina

Sul lato sinistro a distanza di 15 metri è presente una strada pubblica

Elenco edifici definiti in attività

Edifico di superficie di 5600 mq

Prevalentemente su un piano terra unico con alcune aree interne con presenza di soppalchi

L’altezza dello stabilimento è variabile a seconda delle aree di destinazione, altezze nette interne:

cella frigorifera 9,40 mt

area magazzino- confezionamento 7,60 mt

area produzione 4,80 mt

superficie di areazione superiore ad 1/40 della superficie dell’intero stabilimento

Separazioni/Comunicazioni

L’attività non comunicherà con attività di qualunque genere ad essa non pertinente.

MISURE PER L’EVACUAZIONE IN CASO DI EMERGENZA

L’attività è provvista di un sistema organizzato di vie di uscita per il deflusso rapido e ordinato degli occupanti verso

l’esterno.

La misurazione delle uscite è eseguita nel punto più stretto delle vie di esodo.

Le porte che si aprono verso corridoi interni utilizzati come vie di deflusso sono realizzate in modo da non ridurre la

larghezza utile dei corridoi stessi.

Tutte le uscite di sicurezza sono munite di infissi, apribili verso l’esterno e dotate di maniglioni antipanico.

Il sistema di apertura delle porte è realizzato con maniglioni antipanico, che consentiranno l’apertura delle porte con

semplice spinta esercitata dal pubblico.

I maniglioni antipanico sono installati in conformità con quanto stabilito dal D.M. 3 novembre 2004 (G.U. n. 271 del

18/11/2004), in particolare:

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- i dispositivi per l’apertura delle porte installate lungo le vie di esodo sono installati in conformità alla EN 1125

relativa a "Dispositivi antipanico per uscite di sicurezza azionati mediante una barra orizzontale";

Sulle porte di uscita sono installati cartelli con la scritta USCITA DI SICUREZZA - APERTURA A SPINTA - ad un’altezza

non inferiore a due metri dal suolo.

Le uscite di sicurezza sono segnalate anche in caso di spegnimento dell’impianto di illuminazione e mantenute sempre

sgombre da materiali o da altri impedimenti che possono ostacolarne l’utilizzazione.

I locali sono dotati di un numero di uscite di sicurezza, tali da permettere la rapida evacuazione di tutti gli occupanti

l’edificio in caso di emergenza.

CALCOLO DELL’AFFOLLAMENTO E VERIFICA DELLE VIE DI ESODO

Il tipo, il numero, l’ubicazione e la larghezza delle uscite sono determinate in base al massimo affollamento, calcolato

secondo la tabella:

Densità di affollamento

- numero lavoratori;

L’attività avrà, un massimo affollamento pari a:

Piano - Edificio N. lavoratori TOTALE (persone)

Stabilimento 50 50

Capacità di deflusso

- c.d. = 50 per i locali non in presenza di rischio elevato;

- c.d. = 5 per i locali in presenza di rischio elevato;

Si ha la seguente necessità di moduli, derivante dal calcolo effettuato con la formula:

- moduli necessari = (max affollamento del piano) / (capacità di deflusso del piano);

Numero moduli necessari:

Piano - Edificio Moduli necessari Max affollamento Capacità deflusso

Stabilimento 1 50 50,00

Misure in termini di moduli e di massimo affollamento consentito:

(N.B.: Per ADDUZIONE si intende lo sbocco della via di esodo, mentre per LUNGHEZZA si intende la lunghezza del

percorso di esodo fino a luogo sicuro).

Elenco uscite:

Descrizione Ubicazione N. Uscite Larghezza

[m]

Lunghezza

[m] Adduzione N. moduli

Uscita stabilimento 10 1,20 30,00 Luogo sicuro n. 1 20

Persone evacuabili e max affollamento ipotizzabile

Piano – Edificio N. Totale Moduli Persone Evacuabili Max Affoll. Ipotizzabile

Stabilimento 20 1000 50

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VALUTAZIONE QUALITATIVA DEL RISCHIO

Carico di incendio – Livello di prestazione – D.M. 09/03/2007

Per l’attività in oggetto è stato stabilito il livello di prestazione in funzione della tipologia della costruzione, delle

condizioni, degli obiettivi per la sicurezza e del carico di incendio con riferimento al D.M. 09/03/2007.

In funzione degli obiettivi di sicurezza è stato stabilito il Livello III di Prestazione: mantenimento dei requisiti di

resistenza al fuoco per un periodo congruo alla gestione dell'emergenza. La classe di resistenza al fuoco necessaria per

garantire il suddetto livello di prestazione verrà di seguito definita in funzione del calcolo del carico di incendio

specifico di progetto facendo riferimento alla tab.4 riportata al p.to 3.3 del DM 09/03/2007.

Come da relazione allegata:

In sintesi

Materiale Quantità Pot. Calorifico m Psi Totale

Farina 30000 16,93 MJ/Kg 1 1 508 193,70 MJ

Pomodoro 3000 17 MJ/Kg 1 1 51 000,00 MJ

Strutto 250 37,86 MJ/Kg 1 1 9 466,35 MJ

Zucchero di Barbabietola 150 16,93 MJ/Kg 1 1 2 540,97 MJ

lievito 200 17MJ/Kg 1 1 3 400,00 MJ

Formaggi 3000 9,00 MJ/Kg 1 1 27 004,86 MJ

Legno 40000 18,42 MJ/Kg 1 1 736 876,80 MJ

Polipropilene 2500 46,00 MJ/Kg 1 1 115 000,00 MJ

Olio Vegetale 5000 41,85 MJ/l 1 1 209 256,25 MJ

Cartone 50000 20,93 MJ/Kg 1 1 1 046 700,00 MJ

determina il carico di incendio nominale riferito al m2 qf = 483,83 MJ/m2 il carico di incendio specifico di progetto è qf,d= 532,99, MJ/m2 da cui ne discende che la classe del compartimento è REI 45

Il fabbricato industriale sarà realizzato con strutture portanti e separanti R/EI 120

Sorgenti di innesco

Relativamente all’attività in oggetto si individuano le seguenti possibili sorgenti di innesco o fonti di calore che

costituiscono cause potenziali di incendio o che possono favorire la propagazione dell’incendio stesso; tali fonti

possono essere di immediata identificazione o possono viceversa essere conseguenza di difetti meccanici o elettrici.

Si individuano le seguenti possibili sorgenti di innesco:

presenza di carrelli elevatori e transpallet elettrici;

presenza di attrezzature elettriche non installate e non utilizzate secondo le norme di buona tecnica;

presenza di apparecchi alimentati a gas metano (forni e piano cottura);

scariche atmosferiche;

innesco per incendio doloso;

presenza di scintille e di sorgenti di calore da attrito dovute ai processi produttivi;

presenza di celle frigorifere;

presenza di sili contenenti le farine.

COMPENSAZIONE DEL RISCHIO INCENDIO

Valutato il rischio di incendio residuo non eliminabile con le misure già descritte (compartimentazione, resistenza al

fuoco delle strutture, ventilazione naturale, vie di esodo e Uscite di Sicurezza) per compensare lo stesso sono

Page 11: RELAZIONE TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI

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realizzate opere di protezione antincendio mediante la realizzazione dei seguenti impianti tecnici antincendio, in

osservanza alle norme tecniche di prodotto, così come previsto dal punto A.1.4 del D.M. 07/08/2012.

IMPIANTI ELETTRICI

Generalità

Gli impianti elettrici sono realizzati in conformità ai disposti della normativa vigente.

In particolare, gli impianti elettrici sono realizzati nel rispetto delle norme CEI.

Inoltre, l'attività industriale è munita di interruttore generale, posto in posizione segnalata, che permette di togliere

tensione all'impianto elettrico dell'attività; tale interruttore è munito di comando di sgancio a distanza, posto nelle

vicinanze dell'ingresso o in posizione presidiata.

La rispondenza alle vigenti norme di sicurezza è attestata con la procedura di cui al Decreto n. 37 del 22/1/2008.

Impianto elettrico di sicurezza

L'attività industriale è dotata di un impianto di sicurezza alimentato da apposita sorgente, distinta da quella ordinaria.

L'impianto elettrico di sicurezza alimenta le seguenti utilizzazioni, strettamente connesse con la sicurezza delle

persone:

- illuminazione di sicurezza, compresa quella indicante i passaggi, le uscite ed i percorsi delle vie di esodo che

garantiscono un livello di illuminazione non inferiore a 5 lux a 1 metro di altezza del piano di calpestio delle

vie di esodo;

- impianto di diffusione sonora e/o impianto di allarme;

L'impianto elettrico di sicurezza ha inoltre le seguenti caratteristiche:

- il tempo di intervento della illuminazione di sicurezza è inferiore a 0.5 secondi;

- nessuna apparecchiatura elettrica è collegata all'impianto elettrico di sicurezza;

- l'alimentazione dell'impianto di sicurezza può inserirsi anche con comando a mano posto in posizione

conosciuta dal personale;

- l'autonomia della sorgente di sicurezza non è inferiore ai 30 minuti;

- il dispositivo di ricarica degli accumulatori è di tipo automatico e consente la ricarica degli stessi in tempi

inferiori a 12 ore;

Sono installate lampade singole del tipo autoalimentato con tempo di ricarica inferiore a 12 ore.

Impianti di riscaldamento, di condizionamento e ventilazione

A servizio dell’attività è presente n.1 centrale termica di potenzialità inferiore ai 350 kW , sul lato sud, di

posizionata in locale dedicato con strutture indipendenti R/EI 120 ed accesso dall’esterno

Aree a rischio specifico

Relativamente all’attività in oggetto si individuano le seguenti aree a rischio specifico:

area sili farina cadauno, n.3 esterna soggetta a valutazione ATEX

area postazioni di ricarica batterie in locale dedicato soggetta a valutazione ATEX

area Forni industriali soggetta a valutazione ATEX

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MEZZI ED IMPIANTI DI ESTINZIONE DEGLI INCENDI

Generalità

Le apparecchiature e gli impianti di estinzione degli incendi sono realizzati a regola d'arte.

Dotazione antincendio fissa – Rete idranti

In relazione alla valutazione dei rischi, secondo la quale si classifica il rischio incendio come medio, occorre prevedere

una rete idrica in conformità alla normativa vigente UNI 10779:2014 “Rete idranti - Progettazione, installazione ed

esercizio”, di cui si riporta il Prospetto B.1:

Livello di pericolosità Apparecchi considerati contemporaneamente operativi

Protezione interna Protezione esterna Durata

1

2 idranti1) con 120l/min

cadauno e pressione residua

non minore di 0.2 MPa.

Oppure

4 naspi1) con 35 l/min cadauno

e pressione residua non

minore di 0.2 MPa.

Generalmente non prevista > 30min

2

3 idranti1) con 120l/min

cadauno e pressione residua

non minore di 0.2 MPa.

Oppure

4 naspi1) con 60 l/min cadauno

e pressione residua non

minore di 0.3 MPa.

4 attacchi1) DN 70 con 300 l/min

cadauno e pressione residua non

minore di 0.3 Mpa

> 60min

3

4 idranti1) con 120 l/min

cadauno e pressione residua

non minore di 0.2 MPa.

Oppure

6 naspi1) con 60 l/min cadauno

e pressione residua non

minore di 0.3 MPa.

6 attacchi1)2) DN 70 con 300 l/min

cadauno e pressione residua non

minore di 0.4 Mpa

> 120min

L'area di livello 2, definita dalla norma UNI 10779:2014 come quell'area nella quale c’è una presenza non trascurabile

di materiali combustibili e che presenta un moderato pericolo di incendio come probabilità di innesco, velocità di

propagazione di un incendio e possibilità di controllo dell’incendio stesso da parte delle squadre di emergenza, ha

consentito di poter ritenere cautelativamente l'attività compatibile con il Livello 2 di Pericolosità.

Al fine di assicurare un opportuno livello di protezione per l'attività in oggetto sarà pertanto prevista una dotazione

antincendio fissa ad idranti di tipo interna UNI 45 ed esterna UNI 70.

Page 13: RELAZIONE TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI

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Attacco Vvf

• n.1 attacco motopompa per i Vigili del Fuoco di tipo UNI 70,

Impianto di rivelazione incendi ed allarme manuale

In relazione alla valutazione dei rischi effettuata, secondo la quale l’attività si classifica a rischio incendio medio, e in

considerazione della tipologia e dei quantitativi di materiali stoccati e della presenza di personale all’interno delle

aree, viene prevista l’installazione dell’impianto di rilevazione incendi per l’azionamento delle procedure di emergenza

in caso di incendio.

L’impianto sarà costituito da rivelatori puntiformi e lineari di fumo (in conformità alla norma UNI 9795:2013)

Comprenderà inoltre dei pulsanti di segnalazione manuale conformi alla UNI EN 54-11. Tali presidi saranno installati

come riportato nell'elaborato grafico progettuale Tav.F1 – Planimetria Generale Antincendio, posti in posizione

chiaramente visibile e facilmente accessibile con un percorso massimo per raggiungerli di 30 m e collocati ad

un’altezza compresa tra 1 m e 1,60 m dalla quota di pavimento.

La centrale di controllo e segnalazione sarà ubicata all’interno di luogo presidiato.

La centrale verrà installata in modo tale che tutte le apparecchiature siano facilmente accessibili per le operazioni di

manutenzione comprese le sostituzioni e conforme alla UNI EN 54-2.

Il sistema di rivelazione sarà dotato di un'apparecchiatura di alimentazione che sarà costituita da due sorgenti di

alimentazione in conformità alla UNI 54-4.

L'alimentazione primaria sarà derivata da una rete di distribuzione pubblica; l'alimentazione di riserva sarà assicurata

da una rete elettrica di sicurezza indipendente da quella primaria (o mediante una batteria elettrica di accumulatori

elettrici) come riportato dalla norma UNI 9795:2013.

È prevista l’installazione di un dispositivo di allarme acustico e luminoso, costituito da targhe ottiche-acustiche

conformi alla UNI EN 54-3. La segnalazione ottica/acustica del dispositivo di allarme di incendio dovrà essere

chiaramente riconoscibile come tale e non confusa con altre.

Estintori

L'attività è dotata di un adeguato numero di estintori portatili.

Gli Estintori sono di tipo omologato dal Ministero dell'Interno ai sensi del D.M. del 7/01/2005 (Gazzetta Ufficiale n. 28

del 4.02.2005) e successive modificazioni.

Sono distribuiti in modo uniforme nell'area da proteggere, e si trovano:

- in prossimità degli accessi;

- in vicinanza di aree di maggior pericolo;

Sono ubicati in posizione facilmente accessibile e visibile.

Appositi cartelli segnalatori ne facilitano l'individuazione, anche a distanza.

Caratteristiche tecniche

Elenco estintori

Dotazione minima per la copertura di un estintore / 200 mq

Piano N. Tipo Classe 1 Classe 2

stabilimento 50 Polvere chimica 21A 113B

Page 14: RELAZIONE TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI

14

Segnaletica di sicurezza E' installata cartellonistica di emergenza conforme al D.Lgs. n. 81/2008, avente il seguente scopo:

- avvertire di un rischio o di un pericolo le persone esposte;

- vietare comportamenti che potrebbero causare pericolo;

- prescrivere determinati comportamenti necessari ai fini della sicurezza;

- fornire indicazioni relative alle uscite di sicurezza, o ai mezzi di soccorso o salvataggio;

- fornire altre indicazioni in materia di sicurezza;

E' segnalato l'interruttore di emergenza atto a porre fuori tensione l'impianto elettrico dell'attività.

Sono apposti cartelli indicanti:

- le uscite di sicurezza dei locali; - la posizione degli estintori a servizio dell'attività;

Sono installati cartelli di:

- divieto;

- avvertimento;

- prescrizione;

- salvataggio o di soccorso;

- informazione in tutti i posti interni o esterni all'attività, nei quali è ritenuta opportuna la loro installazione;

Sono installati in particolare i seguenti cartelli:

- divieto di usare fiamme libere; - divieto di depositare sostanze infiammabili o combustibili; - divieto di eseguire riparazioni o prove motori; - divieto di parcheggiare veicoli con perdite anormali di carburante o lubrificante; - divieto di fumare;

Servizio di prevenzione e protezione

Datore di lavoro : .

Rappresentante legale: .

Lavorazione: .

Nome ditta: .

Responsabile S.P.P.: .

Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza: .

Medico competente: .

Gestione dell'emergenza

Al fine di applicare i concetti di cui al D.Lgs. 81/2008 e successive integrazioni, e limitatamente al concetto della

sicurezza antincendio, a cura del servizio di prevenzione e protezione e a seguito della valutazione del rischio di

incendio si procede:

alla designazione degli addetti alla prevenzione incendi, alla lotta antincendio e alla gestione delle

emergenze;

al programma per l'attuazione ed il controllo delle misure di sicurezza poste in atto, con particolare riguardo

a:

Page 15: RELAZIONE TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI

15

1) misure per prevenire il verificarsi di un incendio e la sua propagazione (divieti, precauzioni di esercizio,

controlli);

2) controllo e manutenzione dei presidi antincendio;

3) procedure da attuare in caso di incendio;

4) informazione e formazione del personale;

Misure di prevenzione

Il programma di prevenzione è attuato richiamando l'attenzione del personale sui pericoli di incendio più comuni ed

impartendo al riguardo precise disposizioni, con particolare riferimento a:

deposito e manipolazione di materiali infiammabili;

accumulo di rifiuti e scarti combustibili;

utilizzo di fiamme libere o di apparecchi generatori di calore (qualora previsti) ;

utilizzo di impianti ed apparecchiature elettriche;

divieto di fumare;

lavori di ristrutturazione e manutenzione;

aree non frequentate;

Sono inoltre attuati regolari controlli per garantire:

la sicura tenuta degli ambienti;

la fruibilità delle vie di esodo;

la funzionalità delle porte resistenti al fuoco;

la visibilità della segnaletica di sicurezza;

la sicurezza degli impianti elettrici;

I presidi antincendio, sono oggetto di regolari controlli e di interventi di manutenzione, in conformità a quanto

previsto dalla normativa tecnica e dalle istruzioni dei costruttori ed installatori.

Procedure da attuare in caso di incendio

A seguito della valutazione del rischio di incendio, è predisposto e tenuto aggiornato un piano di emergenza per il

luogo di lavoro, che contiene tra l'altro nei dettagli:

i doveri del personale di servizio incaricato a svolgere specifiche mansioni con riferimento alla sicurezza

antincendio (telefonisti, custodi, capi reparto, addetti alla manutenzione, personale di sorveglianza, etc.) ;

i doveri del personale cui sono affidate particolari responsabilità in caso di incendio;

i provvedimenti per assicurare che tutto il personale sia informato ed addestrato sulle procedure da attuare;

le specifiche misure da porre in atto nei confronti dei lavoratori esposti a rischi particolari;

specifiche misure per le aree ad elevato rischio di incendio;

procedura di chiamata dei vigili del fuoco e di informazione al loro arrivo e di assistenza durante l'intervento;

Inoltre il piano prevede delle planimetrie posti negli ambienti di lavoro con indicate:

le caratteristiche plano volumetriche del luogo di lavoro (distribuzione e destinazione dei vari ambienti, vie di

esodo) ;

attrezzature ed impianti di spegnimento (tipo, numero ed ubicazione) ;

ubicazione degli allarmi e della centrale di controllo;

ubicazione dell'interruttore generale;

Page 16: RELAZIONE TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI

16

valvole di intercettazione delle adduzioni idriche, di eventuali gas e fluidi combustibili;

Il piano di emergenza identifica un adeguato numero di persone incaricate di sovrintendere e controllare l'attuazione

delle procedure previste.

Per la predisposizione del piano viene tenuto conto dei seguenti fattori:

le caratteristiche dei luoghi, con particolare riferimento alle vie di esodo;

i sistemi di allarme;

il numero di persone presenti e la loro ubicazione;

lavoratori esposti a rischi particolari (disabili, appaltatori, etc.) ;

numero di incaricati al controllo dell'attuazione del piano e all'assistenza nell'evacuazione;

livello di addestramento fornito al personale;

Obblighi Informativi

Il datore di lavoro provvede affinché ogni lavoratore riceva una adeguata informazione su:

rischi di incendio legati all'attività svolta nell'impresa

rischi di incendio legati alle specifiche mansioni svolte

misure di prevenzione e protezione incendi adottate in azienda (osservanza delle misure di prevenzione

incendi e relativo corretto comportamento negli ambienti di lavoro)

importanza di tenere chiuse le porte resistenti al fuoco;

modalità di apertura delle porte delle uscite;

ubicazione delle vie di esodo ed uscite;

procedure da adottare in caso di incendio, ed in particolare:

1) azioni da attuare quando si scopre un incendio;

2) come azionare un allarme;

3) azioni da attuare quando si sente un allarme;

4) procedure di evacuazione fino al punto di raccolta;

5) modalità di chiamata dei vigili del fuoco;

i nominativi dei lavoratori incaricati di applicare le misure di prevenzione incendi, lotta antincendio,

evacuazione e pronto soccorso;

il nominativo del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dell'azienda;

Obblighi Formativi

Il datore di lavoro, i dirigenti ed i preposti, nell'ambito delle rispettive attribuzioni e competenze, assicurano che

ciascun dipendente riceva una formazione sufficiente ed adeguata in materia di sicurezza antincendio, con particolare

riferimento al proprio posto di lavoro ed alle proprie mansioni.

Il personale incaricato di svolgere incarichi di prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione delle emergenze ha

una specifica formazione antincendio i cui contenuti saranno non inferiori a quelli previsti nell'allegato IX al Decreto 10

marzo 1998.

Esercitazioni Antincendio

In aggiunta alla formazione, il personale è chiamato a partecipare periodicamente (almeno una volta l'anno) ad una

esercitazione antincendio per mettere in pratica le procedure di evacuazione.

L'esercitazione è condotta nella maniera più realistica possibile, senza mettere in pericolo i partecipanti.

Page 17: RELAZIONE TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI

17

L'esercitazione ha inizio dal momento in cui viene fatto scattare l'allarme e si conclude una volta raggiunto il punto di

raccolta e fatto l'appello dei partecipanti.

Le varie fasi dell'esercitazione sono le seguenti:

- percorrere le vie di esodo;

- identificare le zone resistenti al fuoco;

- identificare l'ubicazione dei dispositivi per dare l'allarme;

- identificare l'ubicazione delle attrezzature di spegnimento;

Page 18: RELAZIONE TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI

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DATI GENERALI DELL'ATTIVITA' SECONDARIA Attività: (74) Centrali termiche Individuata al punto < 74.3.C > della tabella allegata al D.P.R. 1 agosto 2011 n. 151 Attività definita nel modo seguente: Impianti per la produzione di calore alimentati a combustibile solido, liquido o gassoso con potenzialità oltre 700 kW.

RIFERIMENTO NORMATIVO

Decreto del Presidente della Repubblica n. 151 del 1° agosto 2011.

Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi, a

norma dell’articolo 49, comma 4-quater, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni,

dalla legge 30 luglio 2010, n. 122.

Lettera Circolare del Ministero dell’Interno n. 13061 del 06/10/2011.

Nuovo regolamento di prevenzione incendi – D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151: “Regolamento recante disciplina dei

procedimenti relativi alla prevenzione incendi, a norma dell’articolo 49 comma 4-quater, decreto-legge 31 maggio

2010, n. 78, convertito con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122.” Primi indirizzi applicativi.

Decreto del Ministero dell’Interno del 20 dicembre 2012.

Regola tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva contro l’incendio installati nelle attività

soggette ai controlli di prevenzione incendi

Decreto del Ministero dell’Interno del 7 agosto 2012.

Disposizioni relative alle modalità di presentazione delle istanze concernenti i procedimenti di prevenzione incendi e

alla documentazione da allegare, ai sensi dell’articolo 2, comma 7, del decreto del Presidente della Repubblica 1°

agosto 2011, n. 151.

DCPST/DD n. 252 dell’11 aprile 2014.

Decreto di modifica della modulistica di presentazione delle istanze, delle segnalazioni e delle dichiarazioni, prevista

nel decreto del Ministro dell'interno 7 agosto 2012.

Decreto del Ministero dell’Interno 12 aprile 1996

Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’adeguamento degli

impianti termici alimentati da combustibili gassosi.

Decreto del Ministero dell’Interno 23 luglio 2001

Modifiche ed integrazioni al Decreto del Ministro dell’interno 12 aprile 1996, relativamente ai nastri radianti ed ai

moduli a tubi radianti alimentati da combustibili gassosi.

Decreto del Ministero dell’Interno del 16/02/2007.

Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione.

Page 19: RELAZIONE TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI

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Decreto del Ministero dell’Interno del 9/03/2007.

Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo nazionale dei vigili del

fuoco.

D.M. 30/11/1983.

Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi.

Decreto n. 37 del 22/1/2008.

Regolamento concernente l'attuazione dell'art. 11 quartedecies, comma 13, let. a) della legge n. 248 del 2 dicembre

2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti degli edifici.

Decreto del Ministero dell’Interno del 7 gennaio 2005.

Norme tecniche e procedurali per la classificazione ed omologazione di estintori portatili di incendio.

Page 20: RELAZIONE TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI

20

RELAZIONE TECNICA

La presente relazione è redatta in conformità a: D.M. del 12/04/1996 La presente relazione ha per oggetto la verifica dei criteri di sicurezza antincendio, allo scopo di tutelare l’incolumità delle persone e salvaguardare i beni contro il rischio di incendio.

Con la seguente relazione tecnica si evidenzia : I due forni di cottura delle pizze inseriti in ciclo industriale automatizzato rientrano nell’esclusione del campo di applicazione del DM 12/04/96 art. 1 in quanto inseriti in un processo industriale. I due forni e la relativa rete di adduzione gas metano saranno oggetto di valutazione ATEX

TERMINI E DEFINIZIONI I termini le definizioni e le tolleranze adottate sono quelli di cui al D.M. 30/11/1983. Tipo impianto L’impianto alimentato a gas di rete / metano (alimentazione a gas), a servizio di forni per processo industriale La relazione si riferisce ad un impianto di nuova progettazione. Elenco apparecchiature presenti

Numero Potenza [kW] Potenza [kcal/h] Descrizione

1 900,00 773860,71 forno industriale

2 700,00 601891,66 forno industriale

L’impianto, ha una potenzialità termica totale al focolare pari a: Potenza in kW = 1600 Potenza in kcal/h = 1375752,37 Luoghi di installazione degli apparecchi Gli apparecchi sono installati nella volumetria del fabbricato servito, e tale da non essere esposti ad urti o manomissioni. Disposizione degli apparecchi all'interno dei locali Le distanze tra un qualsiasi punto esterno degli apparecchi e le pareti verticali e orizzontali del locale, nonché le distanze fra gli apparecchi installati nello stesso locale permettono l'accessibilità agli organi di regolazione, sicurezza e controllo nonché la manutenzione ordinaria, secondo quanto prescritto dal costruttore dell'apparecchio. Le strutture portanti dello stabilimento avranno requisiti di resistenza al fuoco non inferiore a R 120, quelle di separazione da altri ambienti non inferiore a REI 120.

5 IMPIANTO INTERNO DI ADDUZIONE DEL GAS

5.1 GENERALITA' Il dimensionamento delle tubazioni e degli eventuali riduttori di pressione è tale da garantire il corretto funzionamento degli apparecchi di utilizzazione. L'impianto interno ed i materiali impiegati sono conformi alla legislazione tecnica vigente. Materiali delle tubazioni Sono utilizzati solo tubi idonei, cioè quelli rispondenti alle caratteristiche di seguito indicate.

Page 21: RELAZIONE TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI

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Tipo tubazioni interne: acciaio (con saldatura) Tipo tubazioni esterne: polietilene Tubi di acciaio I tubi di acciaio hanno caratteristiche qualitative e dimensionali non inferiori a quelle indicate dalla norma UNI EN 10255. I tubi in acciaio con piani interrati, hanno caratteristiche qualitative e dimensionali non inferiori a quelle indicate dalla norma UNI 8488. Tubi di poletilene I tubi di polietilene, hanno caratteristiche qualitative e dimensionali non minori di quelle indicate dalla norma UNI ISO 4437 serie S8, con spessore minimo di 3 mm. Giunzioni, raccordi e pezzi speciali, valvole Tubazioni in acciaio Caratteristiche:

- i giunti a tre pezzi vengono utilizzati esclusivamente per i collegamenti iniziale e finale dell'impianto interno; - le giunzioni dei tubi di acciaio sono realizzate mediante raccordi con filettature o a mezzo saldatura di testa

per fusione o a mezzo di raccordi flangiati; - nell'utilizzo di raccordi con filettatura vengono impiegati dei mezzi di tenuta, quali ad esempio canapa con

mastici adatti (tranne per il gas con densità maggiore di 0,80), nastro di tetrafluoroetilene, mastici idonei per lo specifico gas. Non vengono utilizzati biacca, minio o altri materiali simili;

- tutti i raccordi ed i pezzi speciali sono realizzati di acciaio oppure di ghisa malleabile; quelli di acciaio con estremità filettate o saldate, quelli di ghisa malleabile con estremità unicamente filettate;

- le valvole sono di facile manovrabilità e manutenzione e con possibilità di rilevare facilmente le posizioni di aperto e di chiuso. Esse sono di acciaio, di ottone o di ghisa sferoidale con sezione libera di passaggio non minore del 75% di quella del tubo sul quale vengono inserite;

Tubazioni in polietilene Caratteristiche:

- i raccordi ed i pezzi speciali sono realizzati in polietilene; le giunzioni sono realizzate mediante saldatura di testa per fusione a mezzo di elementi riscaldanti o mediante saldatura per elettrofusione o saldatura mediante appositi raccordi elettrosaldabili;

- le giunzioni miste, tubo di polietilene con tubo metallico, sono realizzate mediante raccordi speciali (giunti di transizione) polietilene metallo idonei per saldatura o raccordi metallici filettati o saldati;

- le valvole per tubi di polietilene sono di facile manovrabilità e manutenzione e con possibilità di rilevare facilmente le posizioni di aperto e di chiuso. Esse sono di acciaio, di ottone o di ghisa sferoidale con sezione libera di passaggio non minore del 75% di quella del tubo sul quale vengono inserite;

POSA IN OPERA Percorso delle tubazioni Il percorso tra punto di consegna ed apparecchi utilizzatori è il più breve possibile ed è:

- all'esterno dei fabbricati interrato; Nei locali di installazione degli apparecchi il percorso delle tubazioni è in vista. Generalità

- Le tubazioni sono protette contro la corrosione e collocate in modo tale da non subire danneggiamenti dovuti ad urti;

- Le tubazioni del gas non sono utilizzate come dispersori, conduttori di terra o conduttori di protezione di impianti e apparecchiature elettriche, telefono compreso;

- Le tubazioni non sono collocate nelle canne fumarie, nei vani e cunicoli destinati a contenere servizi elettrici, telefonici, ascensori o per lo scarico delle immondizie;

- Eventuali riduttori di pressione o prese libere dell'impianto interno sono collocati all'esterno degli edifici o, nel caso delle prese libere, anche all'interno dei locali, se destinati esclusivamente all'installazione degli apparecchi. Queste sono chiuse o con tappi filettati o con sistemi equivalenti;

- Non sono utilizzati tubi, rubinetti, accessori, ecc., rimossi da altro impianto già funzionante;

Page 22: RELAZIONE TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI

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- All'esterno dei locali di installazione degli apparecchi è installata, sulla tubazione di adduzione del gas, in posizione visibile e facilmente raggiungibile una valvola di intercettazione manuale con manovra a chiusura rapida per rotazione di 90° ed arresti di fine corsa nelle posizioni di tutto aperto e di tutto chiuso;

- Per il collegamento dell'impianto interno finale, e iniziale (se alimentato tramite contatore), sono utilizzati tubi metallici flessibili continui;

- Nell'attraversamento di muri la tubazione non presenta giunzioni o saldature ed è protetta da guaina murata con malta di cemento. Nell'attraversamento di muri perimetrali esterni, l'intercapedine fra guaina e tubazione gas è sigillata con materiali adatti in corrispondenza della parte interna del locale, assicurando comunque il deflusso del gas proveniente da eventuali fughe mediante almeno uno sfiato verso l'esterno;

- Non sono attraversati giunti sismici - Le condotte, comunque installate, distano almeno 2 cm dal rivestimento della parete o dal filo esterno del

solaio; - Fra le condotte ed i cavi o tubi di altri servizi è adottata una distanza, minima di 10 cm; nel caso di incrocio,

quando tale distanza minima non può essere rispettata, è comunque evitato il contatto diretto interponendo opportuni setti separatori con adeguate caratteristiche di rigidità dielettrica e di resistenza meccanica; qualora, nell'incrocio, il tubo del gas è sottostante a quello dell'acqua, esso è protetto con opportuna guaina impermeabile in materiale incombustibile o non propagante la fiamma;

Modalità di posa in opera all'esterno dei fabbricati Posa in opera interrata

- Tutti i tratti interrati delle tubazioni metalliche sono provvisti di un adeguato rivestimento protettivo contro la corrosione ed isolati, mediante giunti dielettrici, da collocarsi fuori terra, nelle immediate prossimità delle risalite della tubazione;

- Le tubazioni sono posate su un letto di sabbia lavata, di spessore minimo 100 mm, e ricoperte per altri 100 mm di sabbia dello stesso tipo;

- Per le tubazioni in polietilene è inoltre previsto a circa 300 mm sopra la tubazione, la sistemazione di nastri di segnalazione;

- L'interramento della tubazione, misurato tra la generatrice superiore del tubo ed il livello del terreno, è almeno pari a 600 mm. Nei casi in cui tale profondità non può essere rispettato è prevista una protezione della tubazione con tubi di acciaio, piastre di calcestruzzo o con uno strato di mattoni pieni;

- Le tubazioni interrate in polietilene sono collegate alle tubazioni metalliche prima della fuoriuscita dal terreno e prima del loro ingresso nel fabbricato;

Modalità di posa in opera all'interno dei locali dell'impianto Modalità posa in opera: in vista Gruppo di misurazione Il contatore del gas è installato: in un contenitore È installata una valvola di intercettazione di tipo: a chiusura manuale ed elettrica Prova di tenuta dell'impianto interno La prova di tenuta è eseguita prima di mettere in servizio l'impianto interno e di collegarlo al punto di consegna degli apparecchi. Se qualche parte dell'impianto non è in vista, la prova di tenuta precede la copertura della tubazione. La prova dei tronchi in guaina contenenti giunzioni saldate è eseguita prima del collegamento alle condotte di impianto. La prova è effettuata adottando gli accorgimenti necessari per l'esecuzione in condizioni di sicurezza e con le seguenti modalità:

a) si tappano provvisoriamente tutti i raccordi di collegamento agli apparecchi e al contatore; b) si immette nell'impianto aria od altro gas inerte, fino a che sia raggiunta una pressione pari a:

- impianti di 6° specie 1 bar; - impianti di 7° specie: 0,10 bar (tubazioni non interrate), 1 bar (tubazioni interrate);

c) dopo il tempo di attesa necessario per stabilizzare la pressione (comunque non minore di 15 min), si effettua una prima lettura della pressione, mediante un manometro ad acqua od apparecchio equivalente, di idonea sensibilità minima;

d) la prova ha la durata di: - 24 ore per tubazioni interrate di 6° specie;

Page 23: RELAZIONE TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI

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- 4 ore per tubazioni non interrate di 6° specie; - 30 min per tubazioni di 7° specie; Al termine della prova non devono verificarsi cadute di pressione rispetto alla lettura iniziale;

e) Se si verificassero delle perdite, queste sono ricercate con l'ausilio di soluzione saponosa o prodotto equivalente ed eliminate; le parti difettose sono sostituite e le guarnizioni rifatte. Non si effettuano riparazioni di dette parti con mastici, ovvero cianfrinarle. Eliminate le perdite, si esegue di nuovo la prova di tenuta dell'impianto;

f) La prova è considerata favorevole quando non si verificano cadute di pressione. Per ogni prova a pressione è redatto relativo verbale di collaudo;

Apparecchi e bruciatori Il bruciatori sono muniti del dispositivo automatico di sicurezza totale che interrompe il flusso del gas qualora, per qualsiasi motivo, venga a spegnersi la fiamma. In caso di spegnimento della fiamma l'alimentazione del gas è completamente arrestata entro due secondi così come previsto dalla normativa vigente. L'alimentazione del gas è arrestata anche in mancanza di ogni fonte di energia. Tale dispositivo di sicurezza è di tipo approvato dal Ministero dell'Interno. Nel locale è imposto il divieto di escludere o modificare il funzionamento dei dispositivi di sicurezza.

Page 24: RELAZIONE TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI

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RELAZIONE CALCOLO CARICO INCENDIO

VERIFICA TABELLARE RESISTENZA AL FUOCO **** ****

D.M. Interno 09 Marzo 2007 D.M. 16 Febbraio 2007

L.C. 15/02/2008 L.C. 28/03/2008

GENERALITA' COMPARTIMENTI La presente relazione di calcolo del carico di incendio è relativa a n° 1 compartimenti dei quali si dà un sintetico elenco:

Nome Compartimento Area [mq]

Valpizza 2 5600

RIFERIMENTO NORMATIVO Per il calcolo del carico di incendio si applicano le presenti norme tecniche di prevenzione incendi:

• Decreto del Ministero dell’Interno del 09 Marzo 2007 “Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco”.

• Decreto del Ministro dell’interno 16 Febbraio 2007 “Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere di costruzione”;

• Lettera Circolare del Ministero dell’Interno prot. 1968 del 15 febbraio 2008 “Pareti di muratura portanti resistenti al fuoco”;

• Lettera Circolare del Ministero dell’Interno prot. 414/4122 sott.55 recante il titolo “DM 9 marzo 2007 – Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del CNVVF. Chiarimenti ed indirizzi applicativi”.

Page 25: RELAZIONE TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI

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CALCOLO DEL CARICO DI INCENDIO Con il termine Carico di Incendio si intende, ai sensi delle definizioni di cui al punto 1.c del D.M. 09 marzo 2007, il potenziale termico netto della totalità dei materiali combustibili contenuti all’interno di un compartimento. Tale valore è inoltre corretto in base ai parametri indicativi della partecipazione alla combustione dei singoli elementi. Il calcolo del carico di incendio, viene effettuato con il metodo previsto dal suddetto decreto. In alternativa alla formula espressa dal D.M. 9 marzo 2007, si è pervenuti alla determinazione di qf attraverso una valutazione statistica del carico di incendio per la specifica attività, facendo riferimento a valori con probabilità di superamento inferiori al 20%. In seguito a tale calcolo viene determinato il carico di incendio specifico di progetto, indicato più brevemente con qf,d,mediante l’ introduzione di fattori moltiplicativi e riduttivi riferiti a:

• Determinazione del rischio incendio in relazione alle dimensioni dei compartimenti;

• Determinazione del rischio incendio in relazione all’attività svolta nel compartimento;

• Misure di protezione attiva e passiva adottate. dai quali sarà possibile determinare la classe del compartimento. Determinazione del carico di incendio specifico di progetto Il valore del carico d’incendio specifico di progetto (qf,d) è determinato secondo la seguente relazione: [1] qf,d = δq1× δq2 ×δn ×qf [MJ/m2] dove: δq1 è il fattore che tiene conto del rischio di incendio in relazione alla dimensione del compartimento e i quali valori sono definiti in tabella 1

Tabella 1

Superficie A in pianta lorda del compartimento (m2)

δq1 Superficie A in pianta lorda del compartimento (m2)

δq1

A <500 1,00 2.500 ≤ A <5.000 1,60

500 ≤ A <1.000 1,20 5.000 ≤ A <10.000 1,80

1.000 ≤ A <2.500 1,40 A ≥ 10.000 2,00

δq2 è il fattore che tiene conto del rischio di incendio in relazione al tipo di attività svolta nel compartimento e i quali valori sono definiti in tabella 2

Tabella 2

Classi di rischio Descrizione δq2

I Aree che presentano un basso rischio di incendio in termini di probabilità di innesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo dell’incendio da parte delle squadre di emergenza

0,80

II Aree che presentano un moderato rischio di incendio come probabilità d’innesco, velocità di propagazione di un incendio e possibilità di controllo dell’incendio stesso da parte delle squadre di emergenza

1,00

III Aree che presentano un alto rischio di incendio in termini di probabilità d’innesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo dell’incendio da parte delle squadre di emergenza

1,20

è il fattore che tiene conto delle differenti misure di protezione e i quali valori sono definiti in

tabella 3

Page 26: RELAZIONE TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI

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Tabella 3

dni, Funzione delle misure di protezione

Sistemi automatici di estinzione

Sistemi di evacuazione automatica di fumo e calore

Sistemi automatici di rivelazione, segnalazione e allarme di incendio

Squadra aziendale dedicata alla lotta antincendio

Rete idrica antincendio

Percorsi protetti di accesso

Accessibilità ai mezzi di soccorso VVF

ad acqua

altro interna

Interna ed esterna

δn1 δn2 δn3 δn4 δn5 δn6 δn7 δn8 δn9

0,60 0,80 0,90 0,85 0,90 0,90 0,80 0,90 0,90

qf è il valore nominale della carico d’incendio specifico da determinarsi secondo la formula: [2] [MJ/m2] dove: gi massa dell’i-esimo materiale combustibile [kg] Hi potere calorifico inferiore dell’i-esimo materiale combustibile [MJ/kg] mi fattore di partecipazione alla combustione dell’i-esimo materiale combustibile pari a 0,80 per il legno e altri materiali di natura cellulosica e 1,00 per tutti gli altri materiali combustibili ψi fattore di limitazione della partecipazione alla combustione dell’i-esimo materiale combustibile pari a 0 per i materiali contenuti in contenitori appositamente progettati per resistere al fuoco; 0,85 per i materiali contenuti in contenitori non combustibili e non appositamente progettati per resistere al fuoco; 1 in tutti gli altri casi A superficie in pianta netta del compartimento [m2] Richieste di prestazione Il D.M. 9 Marzo 2007 al punto 3 prevede diverse richieste di prestazione alle costruzioni, in funzione degli obiettivi di sicurezza prefissati, così come individuate nei livelli del seguente schema:

Livello I Nessun requisito specifico di resistenza al fuoco dove le conseguenze della perdita dei requisiti stessi siano accettabili o dove il rischio di incendio sia trascurabile

Livello II Mantenimento dei requisiti di resistenza al fuoco per un periodo sufficiente all’evacuazione degli occupanti in luogo sicuro all’esterno della costruzione

Livello III Mantenimento dei requisiti di resistenza al fuoco per un periodo congruo con la gestione dell’emergenza

Livello IV Requisiti di resistenza al fuoco tali da garantire, dopo la fine dell’incendio, un limitato danneggiamento della costruzione

Livello V Requisiti di resistenza al fuoco tali da garantire, dopo la fine dell’incendio, il mantenimento della totale funzionalità della costruzione stessa

Page 27: RELAZIONE TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI

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RICHIESTA LIVELLO DI PRESTAZIONE Per questa struttura è stato richiesto un livello di prestazione III Determinazione della CLASSE Per garantire il livello III, il D.M. 9 marzo 2007, al punto 3.3.2, prevede le classi di resistenza al fuoco riportate nella tabella seguente, in funzione del carico d’incendio specifico di progetto (qf,d) così come prima definito.

Carichi d’incendio specifici di progetto (qf,d) Classe

Non superiore a 100 MJ/m2 0

Non superiore a 200 MJ/m2 15

Non superiore a 300 MJ/m2 20

Non superiore a 450 MJ/m2 30

Non superiore a 600 MJ/m2 45

Non superiore a 900 MJ/m2 60

Non superiore a 1200 MJ/m2 90

Non superiore a 1800 MJ/m2 120

Non superiore a 2400 MJ/m2 180

Superiore a 2400 MJ/m2 240

Page 28: RELAZIONE TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI

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ELENCO MATERIALI COMPARTIMENTO:

Materiale Quantità Pot. Calorifico m Psi Totale

Farina 30000 16,93 MJ/Kg 1 1 508 193,70 MJ

Pomodoro 3000 17 MJ/Kg 1 1 51 000,00 MJ

Strutto 250 37,86 MJ/Kg 1 1 9 466,35 MJ

Zucchero di Barbabietola 150 16,93 MJ/Kg 1 1 2 540,97 MJ

lievito 200 17MJ/Kg 1 1 3 400,00 MJ

Formaggi 3000 9,00 MJ/Kg 1 1 27 004,86 MJ

Legno 40000 18,42 MJ/Kg 1 1 736 876,80 MJ

Polipropilene 2500 46,00 MJ/Kg 1 1 115 000,00 MJ

Olio Vegetale 5000 41,85 MJ/l 1 1 209 256,25 MJ

Cartone 50000 20,93 MJ/Kg 1 1 1 046 700,00 MJ

La somma in MJ degli elementi inseriti nel compartimento è pari a 2 709 438,93 MJ. Ne discende che applicando la [2] dove A è l’estensione del compartimento, si determina il carico di incendio nominale riferito al m2 qf = 483,83 MJ/m2

CALCOLO DELLA CLASSE DEL COMPARTIMENTO:

Per quanto indicato al punto 2 del D.M. 09/03/2007 si ha che il carico di incendio specifico di progetto è determinato dalla [1] qf,d = δq1× δq2 ×δn ×qf [MJ/m2]. Si ha pertanto δq1= 1.8 essendo la superficie A pari a 5600 m2 (vedi tabella 1)

δq2= 1 essendo la classe di rischio uguale a II (vedi tabella 2) Per le misure di protezione si ha δn1= - (presenza di sistema automatico di estinzione ad acqua) δn2= - (presenza di altro sistema automatico di estinzione) δn3= - (presenza di sistema di evacuazione automatica di fumo e calore) δn4= 0.85 (presenza di sistema automatico di rivelazione, segnalazione ed allarme di incendio) δn5= - (presenza di squadra aziendale dedicata alla lotta antincendio) δn6= - (presenza di rete idrica antincendio interna) δn7= 0.80 (presenza di rete idrica antincendio interna ed esterna) δn8= - (presenza di percorsi interni protetti di accesso) δn9= 0.90 (presenza di accessibilità ai mezzi di soccorso VVF)

Eseguendo la [1] si ha che il carico di incendio specifico di progetto è qf,d= 532,99, MJ/m2

da cui ne discende che la classe del compartimento per la tabella 4 è REI 45