relazione tecnica di progetto rete idrica antincendio · 3.3 dimensionamento delle tubazioni ......

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Azienda USL 3 di Pistoia – Via Sandro Pertini, 708 – 51100 Pistoia 1 – di – 20

Opere per adeguamento normativo ai fini della

prevenzione incendi del fabbricato uso uffici e

ambulatori dell’Azienda Usl. 3 di Pistoia ubicato in

viale Matteotti nc. 19 Pistoia

Relazione Tecnica di Progetto rete idrica antincendio

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SOMMARIO

CAPITOLO 1 Oggetto e scopo ....................................................................................................... 3 CAPITOLO 2 Riferimenti legislativi .............................................................................................. 4

2.1 Osservanza di Leggi, Regolamenti e Normative. ................................................................. 4 CAPITOLO 3 Descrizione dell’intervento...................................................................................... 7

3.1 Analisi dei locali interessati.................................................................................................. 7 3.2 Elementi di progetto ............................................................................................................. 7 3.3 Dimensionamento delle tubazioni ........................................................................................ 7 3.4 Perdite di carico distribuite................................................................................................... 8 3.5 Perdite di carico localizzate.................................................................................................. 8 3.6 Calcolo idraulico................................................................................................................... 9

CAPITOLO 4 Installazione delle tubazioni .................................................................................. 11 4.1 Installazione delle tubazioni ............................................................................................... 11 4.2 Sostegno delle tubazioni ..................................................................................................... 12 4.3 Valvole di intercettazione................................................................................................... 13 4.4 Raccordi, accessori e attacchi unificati............................................................................... 13 4.5 Naspi ................................................................................................................................... 13 4.6 Segnalazioni........................................................................................................................ 13 4.7 Attacchi di mandata per autopompa ................................................................................... 13 4.8 Gruppo di surpressione....................................................................................................... 15 4.9 Documentazione finale ....................................................................................................... 18 4.10 Collaudo degli impianti ...................................................................................................... 18 4.11 Collaudo delle alimentazioni .............................................................................................. 18

CAPITOLO 5 Esercizio e Verifica dell’impianto......................................................................... 19 5.1 Generalità............................................................................................................................ 19 5.2 Manutenzione delle attrezzature......................................................................................... 19 5.3 Manutenzione delle alimentazioni...................................................................................... 19 5.4 Verifica periodica dell’impianto......................................................................................... 19

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CAPITOLO 1 OGGETTO E SCOPO

L’esigenza di proteggere le strutture sanitarie con dispositivi di prevenzione incendi emerge chiaramente dalla legislazione vigente e, in particolare, dal D.M. del 18 settembre 2002 (pubblicato su G.U. n. 227 del 27/09/2002); nello specifico, per la struttura interessata, il campo di applicazione è quello riportato all’art. 1 (punto c) del suddetto D.M. ossia per quelle “strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica in regime ambulatoriale, ivi comprese quelle riabilitative, di diagnostica strumentale e di laboratorio”. Tale necessità si applica anche a strutture esistenti “nel caso siano oggetto di interventi comportanti la loro completa ristrutturazione e/o il cambio di destinazione d’uso” (art. 4 del D.M. del 18/09/2002); È questo il caso del fabbricato destinato ad ambulatori e uffici sito in Viale Matteotti al n. 19, in Pistoia, interessato dagli interventi in oggetto. Ai fini della prevenzione incendi, allo scopo di raggiungere gli obiettivi di sicurezza delle persone e la tutela dei beni, le strutture sanitarie sono gestite in modo da (estratto dal D.M. del 18/09/2002): a) minimizzare le cause di incendio; b) garantire la stabilità delle strutture portanti al fine di assicurare il soccorso agli occupanti; c) limitare la produzione e la propagazione di un incendio all'interno dei locali; d) limitare la propagazione di un incendio ad edifici e/o locali contigui; e) assicurare la possibilità che gli occupanti lascino il locale indenni o che gli stessi siano soccorsi in altro modo; f) garantire la possibilità per le squadre di soccorso di operare in condizioni di sicurezza. La presente relazione, pertanto, ha per scopo l’illustrazione dell’impianto fisso di estinzione incendi a naspi ed in particolare la relazione si rivolge al dimensionamento della rete idrica di distribuzione.

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CAPITOLO 2 RIFERIMENTI LEGISLATIVI

2.1 Osservanza di Leggi, Regolamenti e Normative.

Tutti i lavori saranno eseguiti a regola d’arte ed al termine dei lavori dorrà essere rilasciata, dall’installatore, regolare dichiarazione di conformità così come previsto dal DM 37/2008. I componenti dovranno essere sempre di elevata qualità, costruiti secondo le specifiche norme di prodotto e provvisti, ove necessario, delle apposite certificazioni e/o approvazioni dei Ministeri preposti. L’esecuzione degli impianti è soggetta all’osservanza delle norme qui di seguito riportate:

• Legge 1 Marzo 1968 n. 186 Costruzione e realizzazione di materiali ed impianti elettrici a regola d’arte

• DM 22 Gennaio 2008 n. 37 Regolamento concernente l’attuazione dell’articolo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici

• D. M. 08/03/85 Direttive sulle misure più urgenti ed essenziali per la prevenzione degli incendi ai fini del rilascio di NOP di cui alla legge n. 818 del 07/12/84

• D. M. 18/09/02 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed l’esercizio delle strutture sanitarie.

• D.Lgs 9 Aprile 2008 n. 81 e smi Attuazione dell’art. 1 della legge 3 Agosto 2007, n. 123 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro

• Norme e disposizioni emanate dalla USL (Servizio di Igiene Pubblica e Territorio) • Prescrizioni delle Autorità Comunali e/o Regionali

In seguito si indicano i principali riferimenti normativi secondo quanto emanato dall’Ente Nazionale Italiano di Unificazione (UNI):

•) UNI 802 (Apparecchiature per estinzione incendi – Prospetto tipi unificati); •) UNI 804 (Apparecchiature per estinzione incendi – Raccordi per tubazioni flessibili); •) UNI 805 (Apparecchiature per estinzione incendi – Canotti filettati per raccordi tubazioni flessibili); •) UNI 807 (Apparecchiature per estinzione incendi – Canotti non filettati per raccordi tubazioni flessibili); •) UNI 808 (Apparecchiature per estinzione incendi – Girelli per raccordi tubazioni flessibili);

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•) UNI 810 (Apparecchiature per estinzione incendi – Attacchi a vite); •) UNI 811 (Apparecchiature per estinzione incendi – Attacchi a madrevite); •) UNI 813 (Apparecchiature per estinzione incendi – Guarnizioni per raccordi e attacchi per tubazioni flessibili); •) UNI 813 (Apparecchiature per estinzione incendi – Guarnizioni per raccordi e attacchi per tubazioni flessibili); •) UNI 814 (Apparecchiature per estinzione incendi – Chiavi per la manovra dei raccordi, attacchi e tappi per tubazioni flessibili); •) UNI 8478 (Apparecchiature per estinzione incendi – Lance a getto pieno, dimensioni, requisiti e prove); •) UNI 9487 (Apparecchiature per estinzione incendi – Tubazioni flessibili antincendio di DN 45 e 70 per pressioni di esercizio fino a 1,2 MPa);

•) UNI 9488 (Apparecchiature per estinzione incendi – Tubazioni semirigide di DN 20 e 25 per naspi antincendio);

•) UNI EN 12845 (Installazioni fisse antincendio – Sistemi automatici a sprinkler – Progettazione, installazione e manutenzione).

•) UNI EN 671-1 (Sistemi fissi di estinzione incendi – Sistemi equipaggiati con tubazioni – Naspi antincendio con tubazioni semirigide);

•) UNI EN 671-2 (Sistemi fissi di estinzione incendi – Sistemi equipaggiati con tubazioni – Idranti a muro con tubazioni flessibili);

•) UNI EN 671-3 (Sistemi fissi di estinzione incendi – Sistemi equipaggiati con tubazioni – Manutenzione dei naspi antincendio con tubazioni semirigide ed idranti a muro con tubazioni flessibili);

•) UNI 10779 (Impianti di estinzione incendi – Reti di idranti – Progettazione, installazione ed esercizio);

•) UNI 11292 (Locali destinati ad ospitare gruppi di pompaggio per impianti antincendio – Caratteristiche costruttive e funzionali);

•) UNI 6363 (Tubi di acciaio, senza saldatura e saldati, per condotte d’acqua);

•) UNI 7125 (Saracinesche frangiate per condotti di acqua. Condizioni tecniche di fornitura);

•) UNI 7421 (Apparecchiature per estinzione incendi - Tappi per valvole e raccordi per tubazioni flessibili);

•) UNI 7422 (Apparecchiature per estinzione incendi – Requisiti delle legature per tubazioni flessibili);

•) UNI 7421 (Apparecchiature per estinzione incendi - Tappi per valvole e raccordi per tubazioni flessibili);

•) UNI 8863 (Tubi senza saldatura e saldati, di acciaio non legato, filettabili secondo UNI ISO 7-1);

•) UNI 5336 (Tubi, raccordi e pezzi speciali per condotte in pressione di ghisa grigia – Qualità, prescrizioni e prove);

•) UNI EN 545 (Tubi, raccordi e accessori di ghisa sferoidale e loro assemblaggi per condotte d’acqua - Prescrizioni e metodi di prova);

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•) UNI 10910 (Sistemi di tubazioni in materia plastica per la distribuzione dell’acqua – Polietilene(PE));

I materiali impiegati saranno di primaria marca.

Il rispetto delle Norme sopra indicate è inteso nel senso più restrittivo, cioè non solo la realizzazione dell’impianto dovrà essere rispondente alle Norme ma altresì ogni singolo componente dell’impianto stesso.

Responsabilità dell’Appaltatore.

La verifica dei calcoli eseguiti per il dimensionamento degli impianti in oggetto è sotto la responsabilità dell’Appaltatore.

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CAPITOLO 3 DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO

3.1 Analisi dei locali interessati

L’edificio sito in Viale Matteotti 19 si presenta come un edificio dislocato su tre piani fuori terra oltre alla copertura e un piano seminterrato. I locali presenti al suo interno per la maggior parte sono adibiti ad uso ufficio. In conseguenza di ciò il fabbricato è inquadrabile come struttura con livello di pericolosità 1 ossia aree nelle quali la quantità e/o la combustibilità dei materiali presenti sono basse e che presentano comunque basso pericolo d’incendio in termini di probabilità d’innesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo dell’incendio da parte delle squadre di emergenza. La protezione da realizzare si divide in protezione interna e protezione esterna (nel caso specifico non prevista la protezione esterna). La protezione interna sarà realizzata mediante l’installazione di naspi a muro in modo da consentire un primo intervento sull’incendio da distanza ravvicinata, e soprattutto tali da essere utilizzabili dalle persone che operano all’interno della struttura. In particolare all’interno dell’edificio è stata prevista l’installazione di 16 naspi DN 25 con tubazione da 25 metri.

3.2 Elementi di progetto

Le reti di naspi comprendono: • Alimentazione idrica; • Rete di tubazioni fisse, preferibilmente chiuse ad anello (come nel caso specifico) permanentemente in pressione ad suo esclusivo antincendio;

• Attacco/attacchi di mandata per autopompa; • Valvole di intercettazione; • Naspi.

Essendo, questo impianto, installato in un’area di rischio classificabile di livello 1 l’alimentazione idrica deve garantire il funzionamento contemporaneo di almeno 4 naspi con portata ciascuno di 35 l/min e pressione residua non minore di 0,02 MPa, nella posizione idraulicamente più sfavorevole, per almeno 30 minuti. Pertanto l’impianto sarà dimensionato per tali caratteristiche. La pressione nominale dei componenti del sistema è superiore alla pressione massima che il sistema può raggiungere in ogni circostanza e comunque non minore a 1,2 MPa.

3.3 Dimensionamento delle tubazioni

Il calcolo idraulico della rete di tubazioni consente di dimensionare ogni tratto di tubazione in base alle perdite di carico distribuite e localizzate che si hanno in quel tratto. Il calcolo della rete idrica antincendio è stato eseguito sulla base dei dati geometrici (lunghezze dei tratti della rete, dislivelli geodetici, diametri nominali delle tubazioni). La procedura di calcolo impiegata ha portato alla determinazione di tutte le caratteristiche idrauliche dei tratti (portata, perdite distribuite e perdite concentrate). In base alle risultanze si è potuto quindi ricavare il valore minimo di pressione e di portata all’origine dell’impianto. E’ stata, inoltre, verificato che la velocità massima raggiunta dall’acqua in tutti i punti della rete non sia mai superiore al valore massimo imposto dalla norma pari a 10 m/sec.

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Fissando una velocità massima all’interno delle tubazioni pari a 3 m/sec, che appare un giusto compromesso tra costo del tubo e rumorosità il diametro teorico risultante avrà un valore espresso dalla formula:

mmV

QDteor 46,31

60

104 3

=∗∗∗∗=

π dove Q è la portata in litri al minuto ed è pari a 140 l/min

V è la velocità in m/sec ed è pari a 3 m/sec Pertanto il diametro della tubazione da adottare sarà la sezione commerciale immediatamente superiore che corrisponde alla DN32, che corrisponde anche alla sezione minima utilizzabile imposta dalla norma. Verrà pertanto impiegata una sola tipologia e sezione di tubazione corrispondente alla DN32 in acciaio non legato UNI 8863 serie media.

3.4 Perdite di carico distribuite

Le perdite di carico per attrito (perdite distribuite) sono state valutate secondo la seguente formula di Hazen-Wiliams:

3.5 Perdite di carico localizzate

Le perdite di carico localizzate sono dovute ai raccordi , curve, pezzi a T e raccordi a croce, attraverso i quali la direzione del flusso subisce una variazione di 45° o maggiore e alle valvole di intercettazione e di non ritorno. Le perdite localizzate sono quindi state trasformate in “lunghezza di tubazione equivalente” come specificato nella norma UNI 10779, ed aggiunte alla lunghezza reale della tubazione di uguale diametro e natura. Nella determinazione delle perdite di carico localizzate si è tenuto conto che:

• Quando il flusso attraversa un pezzo a T o un raccordo a croce senza cambio di direzione, le relative perdite di carico possono essere trascurate;

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• Quando il flusso attraversa un pezzo a T o un raccordo a croce in cui, senza cambio di direzione, si ha una riduzione della sezione di passaggio, deve essere presa in considerazione la “lunghezza equivalente” relativa alla sezione minima di uscita (la minore) del raccordo medesimo;

• Quando il flusso subisce un cambio di direzione (curva, pezzo a T o raccordo a croce), deve essere presa in conto la “lunghezza equivalente” relativa alla sezione di uscita.

I parametri utilizzati per il calcolo delle perdite localizzate sono riportate nella tabella sottostante:

3.6 Calcolo idraulico

Sulla base di quanto esposto ai precedenti paragrafi 3.4 e3.5 il modello nodale della rete analizzata è il seguente:

A

B

C D

E

F

GHI

dove A è il punto di origine della rete e I è il naspo posto in posizione geometricamente più sfavorevole. Pertanto le perdite complessive sono le seguenti:

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TrattoDescrizione pezzi

specialiPortata Q

[l/min]Diametro DN [mm]

Lunghezza tratta [m]

Lunghezza equivalente pezzi

speciali [m]Lugnhezza

complessiva [m] C acciaioPerdite distribuite unitarie

[mm c.a./m]Perdite Totali [mm

c.a.]

Perdite per potenziale [mm

c.a.]Perdite Totali

[mm c.a.]AB 2 curve a 90 gradi 140 32 10 1.8 11.8 120 376 4440 4440BC 140 32 3.2 0 3.2 120 376 1204 3200 4404CD 1 curva a 90 gradi 140 32 10.8 0.9 11.7 120 376 4403 4403

DE1 pezzo a T e 1 a

croce 140 32 3.2 3.6 6.8 120 376 2559 3200 5759EF 1 pezzo a croce 140 32 3.2 1.8 5 120 376 1881 3200 5081FG 1 pezzo a T 140 32 3.2 1.8 5 120 376 1881 3200 5081GH 70 32 22.2 3.6 25.8 120 104 2693 2693

HI 1 pezzo a T e naspo 35 32 7.3 4.8 12.1 120 29 350 35032212

La pressione minima in ingresso sarà pari alla somma della pressione minima al naspo, pari a 0,02 Mpa (20 m c.a.), più le perdite di carico: Pmin= 20 + 32,21 = 52,21 m c.a. → 5,22 bar. La riserva idrica minima ammonterà a: 4*35 l/min *30 min = 4200 l Si realizzerà, quindi. Per maggior sicurezza una vasca con una capacità di 6000 litri a cui sarà allacciato un gruppo di pressurizzazione con una portata di almeno 140 l/min e una pressione minima di 5,5 bar.

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CAPITOLO 4 INSTALLAZIONE DELLE TUBAZIONI

4.1 Installazione delle tubazioni

Le tubazioni devono essere installate tenendo conto dell’affidabilità che il sistema deve offrire; la chiusura ad anello dei collettori principali e l’installazione di valvole di intercettazione in posizione opportune costituiscono uno dei criteri per il raggiungimento del livello di affidabilità richiesto dal sistema.

Dal punto di allacciamento della sorgente idrica le tubazioni fuoriterra devono essere in acciao del tipo UNI 8863 serie media filettata, purchè con giunzioni che non richiedono asportazione di materiale ed andranno ancorate alle strutture dei fabbricati a mezzo di adeguati sostegni.

I raccordi, le giunzioni , ed i pezzi speciali relativi devono essere di acciaio o ghisa conformi alla specifica normativa di riferimento ed aventi pressione nominale almeno pari a quella della tubazione utilizzata.

Inoltre:

� Le tubazioni devono essere installate in modo da non risultare esposte a danneggiamenti per urti meccanici.

� Nei luoghi con pericolo di gelo, le tubazioni devono essere sempre installate in ambienti riscaldati o comunque tali che la temperatura non scenda mai al di sotto di 4°C. Qualora i tratti di tubazione dovessero necessariamente attraversare zone a rischio di gelo, devono essere previste e adottate le necessarie protezioni, tenendo conto delle particolari condizioni climatiche.

� Nelle zone definite sismiche secondo la legislazione vigente in materia, la rete di tubazioni deve essere realizzata in modo da evitare rotture per effetto dei movimenti tellurici. Devono nessere prevenuti eccessivi spostamenti od oscillazioni dei tubi mediante appositi sostegni ed ancoraggi: i movimenti inevitabili devono tuttavia essere consentiti senza pregiudizio della integrità e funzionalità dell’impianto. Negli attraversamenti di fondazioni, pareti, solai, ecc. devono essere lasciati attorno al tubo giochi adeguati, che devono essere successivamente sigillati con lana minerale od altro materiale idoneo, opportunamente trattenuto.

� Le tubazioni fuori terra devono essere pitturate con colore rosso RAL 3000. � Le tubazioni fori terra devono essere installate a vista o in spazi nascosti, purchè accessibili per eventuali interventi di manutenzione, e on devono attraversare locali e/o aree che presentano un significativo rischio di incendio, non protette dalla rete di idranti; nel caso di attraversamento di detti locali la rete deve essere adeguatamente protetta. E’ consentita l’installazione incassata delle sole diramazioni destinate ad alimentare un numero limitato di apparecchi (fino ad un massimo di 2).

� Nell’attraversamento di strutture verticali ed orizzontali, quali pareti e solai, devono essere prese le necessarie precauzioni per evitare la deformazione delle tubazioni o il danneggiamento degli elementi costruttivi derivanti da dilatazioni o da cedimenti strutturali. Negli attraversamenti di compartimentazioni deve essere mantenuta la caratteristica di resistenza al fuoco del compartimento attraversato.

� Le tubazioni interrate devono essere installate in conformità alla specifica normativa di riferimento, ove disponibile. In ogni caso si deve seguire almeno le indicazioni seguenti: le tubazioni interrate devono essere installate tenendo conto della necessità di protezione dal gelo e da possibili danni meccanici; in generale la profondità di posa non deve essere mai minore di

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0,8 m dalla generatrice superiore della tubazione. Laddove ciò non fosse possibile, occorrerà adottare protezioni meccaniche e dal gelo appositamente studiate. In ogni caso deve essere prestata particolare attenzione nel caso di tubazioni in materiale non ferroso. Particolare cura deve essere posta nei riguardi della protezione delle tubazioni contro la corrosione anche di origine elettrochimica.

� E’ vietata l’installazione di tubazioni al di sotto di edifici o strutture che ne impediscano il raggiungimento in caso di guasto salvo adozione di specifici provvedimenti quali l’installazione in cunicolo ispezionabile o simile.

� Tutte le tubazioni devono essere svuotabili senza dover smontare componenti significativi dell’impianto. L’installazione di tappi di drenaggio nei punti più bassi è considerata sufficiente.

4.2 Sostegno delle tubazioni

Le tubazioni fuori terra devono essere ancorate a mezzo di adeguati sostegni conformi a quanto indicato dalla norma UNI 10779. Il tipo, il materiale ed il sistema di posa dei sostegni delle tubazioni devono essere tali da assicurare la stabilità dell’impianto nelle più severe condizioni di esercizio ragionevolmente prevedibili. In particolare: a) I sostegni devono essere in grado di assorbire gli sforzi assiali e trasversali in fase di erogazione; b) Il materiale utilizzato per qualunque componente del sostegno deve essere non combustibile; c) I collari devono essere chiusi attorno ai tubi; d) Non sono ammessi sostegni aperti (come ganci a uncino e simili); e) Non sono ammessi sostegni ancorati tramite graffe elastiche; f) I sostegni non devono essere saldati direttamente alle tubazioni ne avvitati ai relativi raccordi;

Ciascun tronco di tubazione deve essere supportato da un sostegno, ad eccezione dei tratti di lunghezza minore di 0,6 m, dei montanti e delle discese di lunghezza minore di 1 m per i quali non sono richiesti specifici sostegni. Il posizionamento dei supporti deve garantire la stabilità del sistema. In generale la distanza fra due sostegni non deve essere maggiore di 4 m, per tubazioni di dimensioni minori o uguali a DN 65, e di 6 m per quelle di diametro maggiore. La sezione trasversale netta di ciascun sostegno di acciaio, oppure il diametro minimo se costituito da barra filettata, non deve essere minore dei valori indicati nella tabella seguente: Dimensione minima dei sostegni

Se il sostegno è formato da più componenti, la sezione trasversale di ciascun componente non deve essere minore del 150% di quella minima sopra specificata. Nella valutazione della sezione trasversale netta di un sostegno non si tiene conto dei fori per bulloni, chiodi e simili.

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4.3 Valvole di intercettazione.

Le valvole di intercettazione devono essere di tipo indicante la posizione di apertura/chiusura; sono ammesse valvole a stelo uscente di tipo a saracinesca o a globo, valvole a farfalla, valvole a sfera o altre valvole unificate, purchè aventi la caratteristica sopra detta di indicazione della posizione di apertura/chiusura. Le valvole di intercettazione devono essere conformi alla UNI 1074 ove applicabile. La distribuzione delle valvole di intercettazione nell’imèianto è stata accuratamente studiata in modo da consentire l’eslusione di parti d’impianto per manutenzione o modifica, senza dover ogni volta mettere fuori servizio l’intero impianto. Le valvole di intercettazione saranno bloccate mediante apposito sigillo di posizione di normale funzionamento, oppure sorvegliate mediante dispositivo di controllo a distanza.

4.4 Raccordi, accessori e attacchi unificati

I raccordi, gli attacchi unificati e gli accessori delle tubazioni devono essere conformi alle norme UNI 804, UNI 810, UNI 811, UNI 7421, con chiavi di manovra secondo UNI 814, UNI EN 14384 e UNI EN 14339. Le legature devono essere conformi alla UNI 7422. Altri tipi di apparecchiature possono essere previste per uniformarsi a prescrizioni delle autorità locali aventi giurisdizione in materia antincendio.

4.5 Naspi

I naspi dovranno essere conformi alla UNI EN 671-1.

I naspi saranno posizionati in modo che ogni parte dell’attività dia raggiungibile con il getto dell’acqua di almeno un naspo (considerando il getto dell’acqua lungo 5 metri) e saranno installati in posizione ben visibile e facilmente raggiungibile, in ogni caso senza ostacolare l’eventuale esodo dai locali.

I naspi saranno ubicati all’interno del fabbricato nel rispetto del criterio generale di cui sopra ed in modo che:

� Ogni apparecchio protegga non più di 1000 m2; � Ogni punto dell’area protetta disti al massimo 30 m. Essendo il fabbricato a più piani su ogni piano saranno installati i naspi.

4.6 Segnalazioni

I componenti della rete saranno segnalati conformemente alle disposizioni legislative vigenti. Tutte le valvole di intercettazione riporteranno chiaramente indicata la funzione e l’area controllata dalla valvola stessa.

4.7 Attacchi di mandata per autopompa

L’attacco di mandata per autopompa è un dispositivo, collegato alla rete di idranti, per mezzo del quale può essere immessa acqua nelle rete idrica antincendio in condizioni di emergenza.

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Il dispositivo costituente l’attacco di mandata per autopompa deve comprendere almeno: � Uno o più attacchi di immissione conformi alla specifica normativa di riferimento, con diametro non minore di DN 70, dotati di attacchi con girello UNI 804 protetti contro l’ingresso di corpi estranei nel sistema a mezzo di tappo maschio, filettato secondo UNI 810, e sagomato in modo da poter essere rimosso con chiave unificata UNI 814; nel caso di più, è necessario prevedere una valvola di sezionamento per ogni attacco;

� Valvola di sicurezza tarata a 1,2 MPa, per sfogare l’eventuale eccesso di pressione dell’autopompa; � Valvola di non ritorno o altro dispositivo atto ad evitare fuoriuscita di acqua dall’impianto in pressione;

� Valvola di intercettazione, normalmente aperta, che consenta l’intervento di manutenzione sui componenti senza vuotare l’impianto;

� Nel caso di possibilità di gelo, eventuale dispositivo di drenaggio. I gruppi di attacco per autopompa devono essere installati in modo da garantire le seguenti caratteristiche:

• Bocca di immissione accessibile alle autopompe in modo agevole e sicuro anche durante l’incendio; se sono sottosuolo, il pozzetto deve essere apribile senza difficoltà ed il collegamento agevole;

• Protezione da urti o altri danni meccanici e dal gelo; • Ancoraggio stabile al suolo o ai fabbricati.

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Gli attacchi devono essere contrassegnati in modo da permettere l’immediata individuazione dell’impianto che alimentano (la specificazione del tipo di impianto e dell’area servita è richiesta nel caso di più attacchi per autopompa nell’ambito dell’attività protetta), essi devono essere segnalati mediante cartelli o iscrizioni recanti la dicitura

4.8 Gruppo di surpressione

Vista l’indisponibilità di locali all’interno della struttura adatti a contenere le pompe di surpressione la scelta progettuale è ricaduta sull’impiego di un box prefabbricato eseguito e certificato in accordo a quanto previsto dalla norma UNI EN 12485, con pennellatura sandwich ad alto potere isolante, adatto a contenere tutte le apparecchiature previste e necessarie al per realizzare una centrale antincendio con pompe sommerse ne pieno rispetto della normativa vigente. La struttura risulta pertanto coibentata e con resistenza al fuoco pari a REI 120. Le ante apribili avranno dimensioni tali da garantire l’accessibilità a tutte le apparecchiature per consentire una corretta ed agevole manutenzione. Poiché la norma prevede che all’interno del locale pompe la temperatura non debba essere mai inferiore ai 4 °C è stata prevista l’installazione di una resistenza elettrica del tipo corazzato, comandata da un regolatore di temperatura atta a far si che la temperatura all’interno della struttura non scenda mai al di sotto del limite citato. Il sistema idraulico sarà composto dal collettore con colonnette dimensionate per mantenere la velocità di attraversamento entro i limiti previsti dalla 12845 (6 m/sec) completo di attacco di mandata all’impianto idrico antincendio, circuito di prova, valvole di ritegno del tipo ispezionabile e di intercettazione, misuratore di portata, gruppo di comando oltre ai quadri elettrici necessari al funzionamento dei sistemi di controllo e di alimentazione delle pompe sommerse. Sul quadro della pompa jockey dovranno essere previste almeno le seguenti spie:

• segnalazione luminosa corretta alimentazione sulle tre fasi; • segnalazione luminosa pompa in marcia; • segnalazione luminosa pompa ferma; • segnalazione luminosa di anomalia; • segnalazione luminosa di prolungato funzionamento della pompa; • selettore di comando della pompa auto-0-manuale; • pulsante prova lampade.

Sul quadro della pompa antincendio dovranno essere previste almeno le seguenti spie e controlli: • Voltmetro di lettura della tensione di alimentazione; • Amperometro di lettura della corrente assorbita da ogni fase della pompa; • Controllo presenza e frequenza fasi; • segnalazione luminosa di alimentazione non disponibile; • segnalazione di richiesta avviamento;

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• segnalazione luminosa pompa in funzione; • segnalazione di mancato avviamento; • segnalazione luminosa di anomalia; • pulsante prova lampade. Le pompe sommerse saranno pompe centrifughe multistadio con giranti in ghisa o acciao ed alberi in acciaio inox AISI 431. La pompa sommersa antincendio avrà le seguenti caratteristiche: portata 8,4 m3/h prevalenza m.c.a. 55 m potenza elettrica 2,2 kW e tensione di alimentazione 400 V e frequenza 50 Hz La pompa sommersa ausiliaria avrà le seguenti caratteristiche: portata 3,2 m3/h prevalenza m.c.a. 85 m potenza elettrica 1,1 kW e tensione di alimentazione 400 V e frequenza 50 Hz Seguono lo schema idraulico di principio delle pompe sommerse e un tipico del box da realizzarsi.

e un tipico del realizzato

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LEGENDA 1 Quadro elettropompa ausiliaria 13 Illuminazione principale 2 Quadro elettropompa antincendio 1 14 Illuminazione di emergenza 3 Quadro elettropompa antincendio 2 (non richiesto) 15 Quadro dei servizi ausiliari 4 Quadro sezionatore linea elettrica antincendio 16 Telaio portante 5 Gruppo di comando pompa ausiliaria 17 Pressostato di pompa in marcia 6 Gruppo di comando elettropompa antincendio 1 D1 Collegamento alla pompa ausiliaria 7 Gruppo di comando elettropompa antincendio 2 (non richiesto) D2 Collegamento alla pompa antincendio 1 8 Manometro D3 Collegamento alla pompa antincendio 2 (non richiesto) 9 Serbatoio di pressurizzazione a membrana D4 Collegamento all’impianto idrico antincendio 10 Collettore idraulico D5 Ritorno in cisterna 11 Resistenza corazzata VI Valvola di intercettazione 12 Misuratore di portata (flussometro) VR Valvola di ritegno

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La vasca antincendio sarà invece costituito da un tank a sezione circolare con diametro esterno di 2500 mm e lunghezza di 1500 mm per una capacità utile di 6000 litri. Sarà realizzato in lamiera di acciaio dello spessore di 6 mm e sarà protetto esternamente da uno strato di vernice bituminosa e internamente da verniciatura a smalto sintetico.

4.9 Documentazione finale

La ditta installatrice deve rilasciare al committente apposita documentazione, redatta secondo le vigenti disposizioni in materia, comprovante la corretta realizzazione ed installazione dell’impianto e dei suoi componenti in accordo al progetto. Insieme alla precitata documentazione la ditta installatrice deve consegnare al committente copia del progetto utilizzato per l’installazione, completo di tutti gli elaborati grafici e descrittivi relativi all’impianto come realizzato, ed il manuale d’uso e manutenzione dello stesso.

4.10 Collaudo degli impianti

Il collaudo deve includere le seguenti operazioni: � L’accertamento della rispondenza della installazione al progetto esecutivo presentato; � La verifica della conformità dei componenti utilizzati alle disposizioni normative richiamate dalla presente norma;

� La verifica della posa in opera “a regola d’arte”; Il collaudo deve essere preceduto da un accurato lavaggio delle tubazioni, con velocità dell’acqua non minore di 2 m/s. Durante l’esecuzione del collaudo devono essere eseguite le seguenti operazioni minime: � Esame generale dell’intero impianto comprese le alimentazioni, avente come particolare oggetto la capacità e tipologia delle alimentazioni, le caratteristiche delle pompe (se previste), i diametri delle tubazioni, la spaziatura dei naspi, i sostegni delle tubazioni;

� Prova idrostatica delle tubazioni ad una pressione di almeno 1,5 volte la pressione di esercizio dell’impianto con un minimo di 1,4 MPa per 2 h;

� Collaudo delle alimentazioni; � Verifica del regolare flusso nei collettori di alimentazione, aprendo completamente un naspo terminale per ogni ramo principale della rete a servizio di due o più naspi;

� Verifica delle prestazioni di progetto con riferimento alle portate e pressioni minime da garantire, alla contemporaneità delle erogazioni e alla durata delle alimentazioni.

Per l’esecuzione dei suddetti accertamenti nel progetto devono essere individuati i punti di misurazione che devono essere opportunamente predisposti ed indicati. Tali punti devono essere dotati almeno di attacco per manometro.

4.11 Collaudo delle alimentazioni

Il collaudo delle alimentazioni deve essere eseguito in conformità a quanto al riguardo specificato dalla UNI EN 12845.

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CAPITOLO 5 ESERCIZIO E VERIFICA DELL’IMPIANTO

5.1 Generalità

L’utente è responsabile del mantenimento delle condizioni di efficienza dell’impianto, che rimangono sotto la sua responsabilità anche esistendo il servizio di ispezione periodica da parte della ditta installatrice o di altro organismo autorizzato. Spetta al manutentore di rendere edotto l’utente sulla condizione dell’impianto con apposita comunicazione scritta, affinché l’utente, consapevolmente, possa attendere alla messa in efficienza dell’impianto. Pertanto l’utente dovrà provvedere affinché venga effettuata: � La sorveglianza dell’impianto; � La manutenzione periodica dell’impianto; � La verifica periodica dell’impianto. La sorveglianza dell’impianto consiste nella verifica delle apparecchiature quanto ad integrità, completezza dell’equipaggiamento e possibilità di accesso, nei periodi che intercorrono tra due manutenzioni periodiche.

5.2 Manutenzione delle attrezzature

La manutenzione della rete di naspi deve essere eseguita da personale competente e qualificato. La manutenzione dei naspi deve essere svolta con la frequenza prevista dalle disposizioni normative e comunque almeno due volte all’anno, in conformità alla UNI EN 671-3 ed alle istruzioni contenute nel manuale d’uso che deve essere predisposto dal fornitore dell’impianto. Tutte le tubazioni flessibili e semirigide devono essere verificate annualmente sottoponendole alla pressione di rete per verificarne l’integrità. Le tubazioni non perfettamente integre devono essere sostituite o almeno collaudate alla pressione di 1,2 MPa. In ogni caso ogni 5 anni deve essere eseguita la prova idraulica delle tubazioni flessibili semirigide come previsto dalla UNI EN 671-3. La manutenzione degli attacchi autopompa deve prevedere, con cadenza semestrale almeno la verifica della manovrabilità delle valvole, con completa apertura e chiusura delle stesse ed accertamento della tenuta della valvola di ritegno. Al termine delle operazioni assicurarsi che la valvola principale di intercettazione sia in posizione aperta.

5.3 Manutenzione delle alimentazioni

La manutenzione delle alimentazioni deve essere eseguita in conformità alla UNI EN 12845 per la parte applicabile.

5.4 Verifica periodica dell’impianto

L’utente deve provvedere a far eseguire, a tecnico avente le necessarie competenze, una verifica dell’impianto atta ad accertarne la funzionalità e la conformità alla presente norma. La frequenza di tale verifica deve essere in conformità alle disposizioni legislative e comunque ogniqualvolta modifiche all’attività o eventi straordinari la rendono necessaria. La verifica dell’impianto deve comprendere almeno le operazioni di cui al paragrafo 4.10 con la possibilità di omettere la prova idrostatica, qualora non siano state eseguite modifiche e/o ampliamenti.

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L’utente dovrà tenere un apposito registro, firmato dai responsabili, costantemente aggiornato su cui annotare : � I lavori svolti sull’impianto e le modifiche apportate alle aree protette (ristrutturazioni, variazioni di attività, modifiche strutturali, ecc.) qualora questi possano influire sulla efficacia delle protezione;

� Le prove eseguite; � I guasti e, se possibile, le relative cause; � L’esito delle verifiche periodiche dell’impianto.