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RELAZIONE TECNICA

La presente relazione tecnica ha per oggetto la revisione del progetto definitivo dei lavori di

manutenzione straordinaria e opere di difesa del Belvedere “Baden Powell” di Porto Potenza Picena,

elaborato nel Dicembre 2012 ed approvato dalla Giunta Comunale del Comune di Potenza Picena, con

atto n. 239 del 29/12/2012.

Tale progetto, finalizzato a ripristinare la funzionalità del Belvedere compromessa da recenti fenomeni di

erosione marina, prevedeva innanzitutto la realizzazione di un’opera di difesa costiera formata da una

scogliera radente che tuttavia, vista la limitatezza economica del finanziamento destinato a tale opera,

interessava solo una parte del Belvedere pari a circa il 65% del fronte mare.

Sulla base quindi di successive valutazioni, l’amministrazione comunale ha ritenuto opportuno

impegnare nuove risorse economiche al fine di realizzare l’intera opera di difesa costiera così come

proposta nella prima stesura del progetto definitivo, ma non coperta da finanziamento.

Sulla base di quanto sopra esposto viene quindi redatto un nuovo progetto definitivo, del tutto in linea con

quello già approvato, ma prevedendo di realizzare una scogliera radente per tutta l’estensione del fronte

del Belvedere, fino al limite nord dello stesso incrementando l’estensione dell’opera di circa 45 mt.

Premessa

Il progetto consiste nella manutenzione straordinaria dell’area urbana sita nella parte terminale,

zona Sud, del lungomare “Marinai d’Italia” a Porto Potenza Picena. L’area si caratterizza per la

presenza di una zona panoramica verso il mare Adriatico denominata Belvedere “Baden Powell”;

essa è situata tra la linea ferroviaria Ancona-Termoli e la spiaggia, ad una quota sopraelevata,

rispetto a quest’ultima, di circa 4,00 mt.

L’area è stata oggetto di un intervento di riqualificazione urbana con la realizzazione di un’ampia

pavimentazione, dell’illuminazione pubblica nonché della sistemazione a verde degli spazi

rimanenti.

Essa è accessibile da Nord per chi percorre la “passeggiata a mare” e da Sud attraversando il

sottopasso ferroviario raggiungibile da via Saffi o dalla spiaggia.

Recentemente, a causa di violente mareggiate, tra cui quella verificatasi nella notte tra il 31

Ottobre ed il 1 Novembre, la parte Est del rilevato che accoglie il Belvedere è stata oggetto di

rilevanti fenomeni erosivi che hanno causato lo smottamento della scarpata in terra naturale.

Ciò ha provocato il cedimento in più tratti della staccionata in legno che delimita verso Est l’area

accessibile, la messa a nudo di alcuni sottoservizi (pubblica illuminazione ed alimentazioni

elettriche), nonché il disfacimento per un tratto consistente del muro in blocchi ecologici

realizzato nella parte Sud-Est della scarpata, il tutto rendendo l’area non più accessibile (vedi

foto tav. 2).

Gli eventi atmosferici sopra indicati sono stati causa di importanti fenomeni erosivi anche nella

parte subito a Sud del Belvedere riducendo notevolmente la profondità della spiaggia e

causando non pochi danni alle due strutture balneari presenti.

Le opere in progetto sono quindi finalizzate al ripristino della funzionalità dell’area urbana

nonché ed alla realizzazione di un’opera di difesa dall’erosione marina del Belvedere.

Descrizione dello stato attuale

Il tratto di litorale in oggetto si trova immediatamente a Sud di una serie di scogliere emerse,

costruite tra gli anni ’50 e ’80, poste a difesa dell’abitato di Porto Potenza Picena ed interessate

nella primavera del 2012 da un intervento di allontanamento dalla riva ed allineamento con le

scogliere subito a nord.

Ad oggi l’intervento si è compiuto per il primo stralcio interessando una parte delle scogliere

emerse, lasciando inalterate quelle più prossime al Belvedere, per le quali è già previsto un

secondo stralcio del progetto che consentirà il completamento dell’opera.

Di fatto pertanto l’area in oggetto, trovandosi subito a sud dell’ultima scogliera, non è e non sarà

protetta dall’azione erosiva del mare da parte dei suddetti frangiflutti, con particolare riferimento

ai moti ondosi provenienti da Sud, Sud-Est, per i quali si troverebbe completamente scoperta.

L’unica protezione attualmente presente, rilevatasi tuttavia insufficiente durante gli ultimi eventi

calamitosi, è costituita da una scogliera radente situata in prossimità della scarpata del

Belvedere ad una distanza verso mare di circa 5/6,00 mt.

Tale scogliera, costituita sostanzialmente da massi posti in maniera disordinata, si sviluppa

parallelamente alla costa per circa 95 ml e si compone di una quantità stimata pari a circa 1350

tonn. di scogli.

La sua realizzazione risale intorno al 1917, probabilmente realizzate dalle Ferrovie dello Stato a

protezione di un vecchio casello ferroviario e dell’area circostante, che oggi, acquisita dal

Comune, è diventata un’area pubblica attrezzata denominata appunto Belvedere “Baden

Powell”.

Le foto seguenti mostrano lo stato dei luoghi allo stato attuale, mentre la successiva immagine

aerea di recente realizzazione, reperita presso gli uffici della Regione Marche, mostra la

perimetrazione della vecchia scogliera radente (riempimento giallo), in sovrapposizione

all’attuale linea di costa.

Ciò testimonia ulteriormente la presenza di una vecchia opera di difesa costiera che tuttavia,

vuoi l’affondamento dei massi dovuto all’azione marina, vuoi la loro asportazione avvenuta

probabilmente in tempi passati, oggi si presenta decisamente ridimensionata e quindi

insufficiente a proteggere le infrastrutture retrostanti.

Foto dello stato attuale

Foto aerea volo del 16/03/2012

In merito alla vecchia scogliera radente, essa risulta inoltre essere cartografata dal Piano di

Gestione Integrata delle Aree Costiere della Regione Marche come si evince dall’allegato

stralcio relativo all’Unità Fisiografica n. 17 nella quale ricade il paraggio in esame.

Dettagli area di intervento

Per avere la completa consistenza dello stato dei luoghi è stato eseguito un rilievo plano-

altimetrico strumentale riportato in dettaglio nella tavola n. 3.

SCOGLIERA ESISTENTE

Descrizione dell’intervento

Il progetto in esame è finalizzato al recupero funzionale dell’area del Belvedere ed alla

realizzazione di un’opera di difesa definitiva contro i fenomeni erosivi.

In via preliminare si è tenuto un confronto tecnico presso l’ufficio progettazione della Regione

Marche, P.F. Difesa della Costa, quindi un incontro con l’amministrazione Comunale nella

persona dell’Assessore ai LL.PP., geom. Ezio Manzi.

Stabilita la scelta progettuale di optare per un’opera di difesa del tipo radente quale

manutenzione straordinaria di quella esistente, come sopra cartografata, le valutazioni di

dettaglio hanno spostato l’attenzione sulla scelta tra due diverse tipologie di elementi che

avrebbero costituito l’opera: sacchi in geotessile riempiti di sabbia o scogli naturali.

Nel primo caso si avrebbe avuto un’opera meno valida dal punto di vista paesaggistico ma più

flessibile e quindi maggiormente capace di dissipare l’energia del moto ondoso, nel secondo

caso si avrebbe avuto un’opera meglio integrata paesaggisticamente con l’ambiente circostante,

ma più rigida e meno duttile dal punto di vista meccanico.

Le indicazioni dell’Amministrazione Comunale sono state quelle di optare per una scogliera

radente costituita da massi naturali che, oltre a svolgere la indubbia funzione di protezione, offre

vantaggi di tipo paesaggistico e, sicuramente, maggiori garanzie di durabilità.

Il progetto quindi prevede la realizzazione di una scogliera radente addossata alla scarpata in

terra che costituisce il rilevato del Belvedere.

I recenti fenomeni erosivi hanno interessato la scarpata per quasi tutta la sua estensione, pari a

circa ml 130,00, fino alla parte nord in prossimità dei manufatti esistenti.

Superate quindi le ristrettezze economiche per le questioni descritte in capo alla presente

relazione, l’intervento di protezione costiera interessa tutto il paraggio in esame, per uno

sviluppo longitudinale di circa 125,50 mt; il progetto si completa quindi con il completo ripristino

della funzionalità del Belvedere mediante la realizzazione di una serie di opere,

economicamente secondarie, ma indispensabili per la fruizione dello spazio pubblico.

Esse comprendono la riprofilatura del terreno subito a monte della scogliera con la ricostituzione

del piano accessibile sistemato a prato, la ricostruzione completa della balaustra in legno

interessata dallo smottamento che verrà ricostruita in maniera identica a quella esistente, sia per

geometria che materiale, in ultimo sarà ripristinato l’impianto elettrico di pubblica illuminazione,

anch’esso interessato dallo smottamento e quindi reso inefficiente.

La configurazione planimetrica dell’opera di difesa in progetto prevede pertanto un tratto

pressoché rettilineo e parallelo alla spiaggia che va dall’estremo nord del Belvedere, dove sono

presenti alcuni manufatti esistenti (cabine in concessione), fino alla parte sud dove ha inizio il

tratto curvo che quindi si unisce, in maniera uniforme, ala scarpata esistente a lato dell’accesso

alla spiaggia, attraverso il sottopasso ferroviario.

La scogliera verrà realizzata sia con il materiale salpato appartenete alla vecchia scogliera, che

con la fornitura integrativa di nuovo materiale lapideo costituito da scogli di 1° e 2° categoria; il

materiale più piccolo verrà posto nel nucleo e gli scogli più grossi, quindi più pesanti, andranno a

costituire la mantellata esterna.

Il nucleo verrà inoltre intasato con materiale lapideo di più piccola granulometria al fine di evitare

fenomeni di sifonamento della scarpata in terra situata subito dietro la scogliera; quale elemento

di separazione tra terra e materiale lapideo, sempre con funzione di protezione contro il

pericoloso fenomeno di sifonamento, verrà inoltre posto in opera un telo geotessile a pesante

grammatura.

La sezione tipo dell’opera presenta una berma superiore con larghezza pari a mt 2,50 posta ad

una quota di circa cm 50 sotto il livello del Belvedere che verrà raggiunto con la sistemazione

naturale del terreno.

L’altezza assoluta dell’opera è ovunque pari a circa mt 5,00 con un’altezza rispetto al livello

medio del mare di circa mt 4,50, ad eccezione della porzione verso nord, tra la sezione n. 6 e la

fine dell’opera dove, sia per un innalzamento della berma di fondazione pari a cm 50 che per un

abbassamento dell’estradosso, l’altezza complessiva dell’opera si riduce a mt 3,00.

La pendenza della scarpa verso mare sarà pari a 1:2.

La prima operazione che l’appaltatore dovrà eseguire, relativamente alla realizzazione della

scogliera, sarà la preparazione del piano di posa dell’opera con lo sbancamento e la riprofilatura

della scarpata esistente in terra.

Il materiale sabbioso proveniente dallo sbancamento sarà temporaneamente collocato in cumuli

sulla spiaggia libera, in prossimità del cantiere, per essere poi risistemato al piede della

scogliera, riprofilando la spiaggia secondo le livellette riferite allo stato attuale, una volta

realizzata l’opera di difesa.

Tutto il materiale non recuperabile (terreno vegetale e/o riporto) verrà smaltito in siti autorizzati o

in discarica.

Successivamente, previa posa in opera di tessuto geotessile, dovranno essere salpati gli scogli

esistenti e ricollocati in opera per la creazione della nuova struttura con integrazione di nuovo

materiale di 1° categoria, solo per il nucleo intasato con materiale a granulometria minore, e di

2° categoria per la mantellata, facendo sempre attenzione al collocamento dei massi più grandi

sul fronte mare.

I lavori si completeranno quindi con le opere di finitura necessarie al ripristino della funzionalità

del Belvedere ovvero al rifacimento del piano viabile sistemato a prato, il ripristino del tratto

centrale della balaustra in legno nonché al ripristino dei sottoservizi danneggiati.

Verifica di stabilità dell’opera

Per il dimensionamento dell’opera di difesa ci si è basati sulle “Istruzioni tecniche per la

progettazione delle dighe marittime – Ministero dei Lavori Pubblici – Consiglio Superiore –

Pubbl. CNR-GNDCI n. 1450/1996”, nonché sulle valutazioni progettuali dell’intervento di

riallineamento delle scogliere emerse situate proprio di fronte al paraggio in esame e quindi del

tutto pertinenti con l’intervento in oggetto.

Il paraggio litoraneo in oggetto è esposto a Est/Nord-Est, la normale alla costa è orientata a circa

70°N. Le mareggiate prevalenti sono quelle provenienti da I° quadrante come riportato nella

tabella 7.2h del Piano della Costa sotto riportata.

La tabella riporta i dati di altezza d’onda e direzione per i due diversi tipi di opere, “rigide” e

“flessibili”, alla profondità di 15 mt.

Tuttavia trattandosi di un’opera di difesa, di fatto collocata sulla linea di costa, quindi

sicuramente situata in zona “frangente”, l’altezza dell’onda di progetto coincide con l’altezza

dell’onda frangente alla profondità di imbasamento della testata della struttura. A tale altezza

d’onda sono infatti connesse le azioni idrodinamiche di maggiore intensità esercitate dal moto

ondoso sulle strutture.

Per considerare il limite indotto dal frangimento sull’altezza d’onda significativa e tenere conto

dell’irregolarità del moto ondoso, il calcolo dell’onda frangente dopo la surf-zone, viene utilizzata

la relazione di Kamphuis (verificata con numerose prove sperimentali) di seguito riportata:

Hf = 0,56 x e(3,5xm) x db

In cui:

Hf = altezza d’onda frangente

m = pendenza media del fondale antistante l’opera (2,50%)

d0 = profondità di imbasamento del piede dell’opera (1,50 mt) La profondità massima di imbasamento considerata è pari alla profondità di progetto (-0,50 m s.l.m.m.) sommata al sovralzo dovuto a storm surge, (+0,50 m) e, in favore della sicurezza, ad un ulteriore franco per tenere conto di scavi accidentali al piede dell’opera (circa 0,50 m)

si ottiene Hf = 0,92 mt

Il peso dei massi di mantellata di protezione esterna dell’opera è stato dimensionato mediante

l’espressione di Hudson:

in cui:

si ottiene P = 0,252 t

il peso del singolo masso è risultato pari a 0,252 tonn., comunque a vantaggio della stabilità

dell’opera di adottano, per la mantellata, massi di 2° categoria.

Modalità esecutive delle opere

La conformazione dei luoghi e del fondale marino, trattandosi di un’opera realizzata

sostanzialmente a terra, consentono l’esecuzione dei lavori esclusivamente con mezzi terrestri.

Il trasporto del materiale, da e per il cantiere, sarà eseguito unicamente via terra transitando con

i mezzi pesanti lungo la spiaggia.

Per l’accesso all’arenile dei suddetti mezzi sarà utilizzato il varco più vicino possibile all’area di

cantiere, ovvero avrà luogo in prossimità della foce del torrente Asola, distante circa 1 km,

attraverso la strada sterrata del sottopasso ferroviario, situato a sud del torrente stesso, mostrato

nelle foto sottostanti.

Data la ridotta altezza utile del passaggio sarà necessario, come già capitato in occasione dei

lavori del primo stralcio di riallineamento delle scogliere emerse di Porto Potenza Picena,

riprofilare localmente l’andamento del piano viabile sotto il ponte ferroviario, con un leggero

sbancamento al fine di raggiungere la necessaria altezza per il passaggio dei mezzi di trasporto.

Considerando inoltre la necessità di attraversare il torrente Asola in corrispondenza dello sbocco

a mare del torrente stesso, sarà opportuno eseguire i lavori in periodi di scarsa portata al fine di

limitare al minimo le interferenze tra il passaggio degli automezzi ed il deflusso dell’acqua,

nonché per evidenti motivi di sicurezza.

Il progettista

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