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RELAZIONI E BILANCIO al 31 Dicembre 2010 104° esercizio

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RELAZIONI E BILANCIOal 31 Dicembre 2010

104° esercizio

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Barbara, imprenditrice

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Cantù – Corso Unità d’Italia 11 / Via G. Carcano 14/aTel. 031.719.111 Fax 031.711.550 - 031.7377.800

Banca Telefonica - dall’esterowww.cracantu.ite-mail: [email protected]

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CASSA RURALE ED ARTIGIANA DI CANTU’BANCA DI CREDITO COOPERATIVO Soc. Coop.

Fondata nel 1907

Aderente al Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativoed al Fondo di Garanzia degli Obbligazionisti del Credito Cooperativo

Registro Imprese di Como n. 00196950133Repertorio Economico Amministrativo di Como n. 43395Albo delle Banche n. 719Albo delle Società Cooperative n. A165516Registro Unico degli Intermediari Assicurativie Riassicurativi (ISVAP) n. D000027067 - sezione DCodice A.B.I. n. 8430-1Codice Fiscale e Partita IVA 0019695 013 3Capitale sociale € 1.162.073,28 Riserve € 253.051.329,71

Sondrio – Via Mazzini 37Tel. 0342.210.122 Fax 031.7377.822

SEDE DISTACCATA

Cantù loc. Vighizzolo – Via S. Giuseppe 22Tel. 031.719.200 Fax 031.7377.875/876/879

CENTRO SERVIZI

SEDE E DIREZIONE GENERALE

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VILLA GUARDIAVia Tevere 10Tel. 031.563.737Fax 031.7377.831

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CABIATEVia Don Mario Mauri 9Tel. 031.756.555Fax 031.7377.815

LOMAZZOMANERAPia zza Trento 13Tel. 02.9674.9068Fax 031.7377.821

CANTÙ Corso Unità d’Italia 11Tel. 031.719.300Fax 031.7377.804

CADORAGOCASLINO AL PIANOVia Diaz 46Tel. 031.885.077Fax 031.7377.818

CARUGOVia Enrico Toti 1Tel. 031.758.188Fax 031.7377.811

LURATE CACCIVIOVia Garibaldi 46Tel. 031.390.055Fax 031.7377.829

CANTÙCASCINA AMATAVia Tonale 3/aTel. 031.734.082Fax 031.7377.813

CERMENATEASNAGOVia Risorgimento 30Tel. 031.722.515Fax 031.7377.823

MARIANO COMENSEViale Lombardia 59Tel. 031.744.175Fax 031.7377.803

CANTÙMIRABELLOVia Lombardia 10Tel. 031.734.044Fax 031.7377.807

CERMENATECENTROVia Scalabrini 22Tel. 031.771.978Fax 031.7377.828

NOVEDRATEVia Cesare Cantù 28Tel. 031.792.213Fax 031.7377.816

CERNOBBIOVia Plinio 2Tel. 031.3347.916Fax 031.7377.820

MARIANO COMENSEPERTICATOVia S. Alessandro 24/dTel. 031.3551.629Fax 031.7377.825

OLGIATE COMASCOViale Trieste 54Tel. 031.944.599Fax 031.7377.830

COMOPiazza Grimoldi 8Tel. 031.308.336Fax 031.7377.826

CANTÙPIANELLAVia Ettore Brambilla 16Tel. 031.7073.518Fax 031.7377.812

COMOALBATEVia Canturina 190Tel. 031.524.611Fax 031.7377.809

SOLBIATEPiazza Roma 6Tel. 031.942.001Fax 031.7377.832

CANTÙVIGHIZZOLOVia S.Giuseppe 22Tel. 031.719.200Fax 031.7377.801

CUCCIAGOVia Spinada 7Tel. 031.787.282Fax 031.7377.806

SONDRIOVia Mazzini 37Tel. 0342.210.122Fax 031.7377.822

VERTEMATECON MINOPRIOViale Raimondi 2Tel. 031.901.346Fax 031.7377.808

CAPIAGO INTIMIANOINTIMIANOC.so A. da Intimiano 7Tel. 031.560.370Fax 031.7377.814

FIGINO SERENZAVia San Materno 5Tel. 031.726.123Fax 031.7377.810

CAPIAGO INTIMIANOOLMEDAVia Canturina 2/bTel. 031.460.500Fax 031.7377.805

FINO MORNASCOVia Garibaldi 41Tel. 031.881.320Fax 031.7377.824

CARIMATEPiazza Castello 4Tel. 031.790.225Fax 031.7377.802

BRENNAVia Trieste 7Tel. 031.797.652Fax 031.7377.819

BULGAROGRASSOVia R. Guffanti 2/sTel. 031.891.859Fax 031.7377.827

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LE NOSTREF I L I A L I

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Presidente Porro rag. AngeloVice Presidente Volpe rag. GaetanoConsiglieri Baietti dott. Gerardo

Cappelletti ing. AlbertoCattaneo CarloGiudici geom. AmbrogioMarelli dott. MarioPallavicini Franco EzioTagliabue DanieleZampese dott. CarloZanfrini Ernesto

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

Presidente Cairoli rag. EnricoSindaci effettivi Marelli rag. Serafino

Monti rag. Annalisa

COLLEGIO SINDACALE

Direttore Generale Lanzi rag. GianbattistaVice Direttore Generale Meroni rag. Bruna

DIREZIONE GENERALE

1 - 1 - 2010 Soci 6.904Soci entrati 336Soci usciti 91

31 - 12 - 2010 Soci 7.149

COMPAGINE SOCIALE

PricewaterhouseCoopers SpA

SOCIETA’ DI REVISIONE

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Signori Soci,

sentimenti e fatti contrastanti affollano i nostri pensieri e si affacciano ai nostri occhi, sia che gettia-mo lo sguardo al trascorso 2010, sia che lo rivolgiamo all’inizio di questo 2011.

Non possiamo iniziare questa relazione senza ricordare la tragedia del Giappone e della sua popola-zione, alla quale va tutta la nostra fraterna solidarietà. Nemmeno vogliamo nascondere la preoccu-pazione per le guerre, più o meno dichiarate, che interessano l’area del Mediterraneo. D’altro can-to, è doveroso ricordare che quest’anno ricorrono i 150 anni dell’Italia unita sotto una sola bandie-ra. Avvenimenti dolorosi e preoccupanti da un lato, orgoglio e sincero entusiasmo dall’altro per la ri-correnza storica che ricorda la nascita della nostra Patria.

Sentimenti opposti, che si ripropongono nell’osservazione delle vicende che più da vicino hanno in-teressato l’andamento del trascorso esercizio sociale.

Vogliamo brevemente ripercorrere il 2010 prendendo spunto da uno dei capitoli finali della relazio-ne al bilancio di un anno fa, quello relativo alla “prevedibile evoluzione della gestione”, scorrendo-lo paragrafo per paragrafo e confrontandolo con i dati a consuntivo.

Scrivevamo: “Il 2010 non si prospetta meno impegnativo del 2009, sia per una ripresa economica ilcui inizio viene spostato sempre più in avanti (ma intanto i segnali positivi, seppur deboli, si intensi-ficano), sia per il persistere di tassi d’interesse estremamente bassi che continuano a pregiudicarel’andamento degli spread”.

La crisi iniziata nel settembre del 2008, e con la quale tutto il mondo ha dovuto confrontarsi, ha vi-sto alternarsi nel corso del 2010 momenti di ripresa seguiti da fasi di rallentamento, segnali positivinon sempre confermati, fiducia altalenante.

In tale articolato e a volte confuso contesto, la nostra Banca – rinnovata nel Consiglio di Amministra-zione, con il neo presidente Angelo Porro e con il nuovo direttore generale Gianbattista Lanzi – hasaputo navigare con prudenza, seguendo la rotta tracciata ad inizio anno ma con le opportune cor-rezioni in corso d’opera.

Per quanto riguarda i tassi di interesse, rileviamo che sono rimasti ai minimi storici fino a maggio eche solo verso fine anno si è sviluppata una moderata tendenza all’aumento. Ciò ha influito sul mar-gine d’interesse – cioè la voce più importante del nostro conto economico – che, nonostante la cre-scita dei volumi intermediati, è diminuito da 39,99 a 39,47 milioni.

Proseguivamo: “La qualità del credito risentirà ancora in modo significativo della difficile congiuntu-ra economica perché l’esperienza insegna che le criticità emergono con ritardo rispetto alla fase re-cessiva e proseguono anche oltre l’avvio della ripresa”.

La consapevolezza dei rischi legati all’attività creditizia, e quindi una maggiore attenzione nell’eroga-zione e nella gestione dei finanziamenti, unita alla sostanziale tenuta del sistema imprenditoriale lo-cale, hanno portato a un buon risultato. Il confronto 2009-2010 segnala infatti che la qualità del cre-dito della nostra Banca è rimasta sostanzialmente invariata: le sofferenze lorde sono leggermente au-mentate in valore assoluto (da 20,8 a 21,7 milioni) ma diminuite in percentuale sugli impieghi, pas-sando dall’1,41 all’1,34 per cento. Il dato è significativamente migliore della media del sistema ban-cario e del sistema BCC.

Per concludere: “La combinazione di questi fattori renderà probabilmente difficile mantenere un ri-sultato economico in linea con quello del trascorso anno”.

Relazione del Consiglio di Amministrazione sulla gestione relativaall’esercizio chiuso al 31 dicembre 2010

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La previsione di allora trova conferma nell’utile netto che diminuisce del 10 %, passando da 8,25 a7,41 milioni. Nello specifico capitolo della relazione vengono dettagliatamente illustrate le compo-nenti reddituali che lo hanno generato. In questa premessa intendiamo solo evidenziare che sonostati adottati, come al solito, i più prudenti criteri di valutazione dei crediti, che sono stati mantenu-ti i finanziamenti a condizioni speciali, che associazioni ed enti attivi nel campo sociale, sportivo eculturale hanno ricevuto il consueto importante sostegno. L’utile netto è pertanto il risultato dei co-sti e dei ricavi prodotti dal quotidiano lavoro del “fare banca” che dal 1907 distingue la nostra Cas-sa Rurale.

Scrivevamo inoltre: “Grazie alla solidità patrimoniale della nostra banca potremo continuare a met-tere in atto le iniziative necessarie a sostenere concretamente il sistema produttivo e le famiglie”.

Abbiamo continuato ad erogare credito alla clientela meritevole del nostro territorio. I numeri del bi-lancio 2010 ci dicono che gli impieghi lordi (cioè i prestiti alla clientela) sono passati da 1.492 a 1.632milioni, con un aumento di 140 milioni, pari ad un incremento del 9,4% per cento.

I cosiddetti ratios patrimoniali, ai quali gli istituti bancari di grandi dimensioni guardano con appren-sione soprattutto nell’ottica delle nuove regole prudenziali Basilea 3, restano su livelli molto buoni,attestandosi al 18,24% per quanto riguarda il tier 1 capital ratio e al 18,58% per il total capital ra-tio, più del doppio rispetto all’8% minimo previsto.

Il patrimonio, l’abbiamo detto più volte e lo ripetiamo, è la solida base sulla quale costruire lo svilup-po. Il nostro patrimonio è patrimonio della Comunità, costruito anno dopo anno con costanza, te-nacia, prudenza, senso del dovere. È un patrimonio di tutti, che tutti dobbiamo difendere e contri-buire ad accrescere.

E ancora: “Sul piano dei volumi intermediati attendiamo una ulteriore crescita della raccolta e degliimpieghi, in particolare dalle nuove zone di espansione territoriale e dalle filiali di più recente aper-tura”.

La raccolta complessiva ha toccato un nuovo massimo, raggiungendo i 2.485 milioni, in crescita di84 milioni rispetto al 2009. Gli impieghi, come già detto, si sono avvicinati ai 1.632 milioni, portan-do in tal modo il prodotto bancario lordo a 4.117 milioni, corrispondente ad una crescita comples-siva del 5,75 per cento.

Le nuove filiali di Villa Guardia e di Solbiate sono state avviate rispettivamente il 4 maggio e il 20 di-cembre dello scorso anno. Siamo particolarmente orgogliosi delle scelte compiute, per almeno tremotivi: aver portato il credito cooperativo in località dove era assente; aver dotato il comune di Sol-biate di uno sportello bancario, finora mancante; aver raccolto positivi riscontri dai territori interes-sati dalla recente espansione, testimoniati dalla crescita delle filiali aperte di recente, che affiancanoin modo significativo la costante progressione degli sportelli “storici”.

E infine: “Contiamo nel corso dell’anno di trasferire nella nuova sede di proprietà la filiale di Cerme-nate centro, ubicata in locali divenuti insufficienti ad accogliere una clientela in costante aumento”.

La filiale di Cermenate dall’11 ottobre 2010 opera nei nuovi locali al 22 di via Scalabrini, finalmenteadeguati alle esigenze dei sempre più numerosi clienti. Ma il 2010 ha riservato altresì la piacevolesorpresa di un altro trasferimento, non preventivato ma per il quale si è colta una favorevole oppor-tunità in Cernobbio. Dal 27 settembre la filiale è collocata nel cuore del paese, al n. 2 di via Plinio.

Signori Soci,

il 2010 ha rappresentato il terzo anno della crisi economica più grave del dopoguerra, alla quale inostri imprenditori hanno reagito rimboccandosi le maniche e mettendo in campo energia, intelli-genza, intuito, fantasia e caparbietà.

La nostra Cassa Rurale ha continuato a svolgere il proprio ruolo di banca cooperativa mutualistica diterritorio, sostenendo l’economia reale sulla base del rapporto fiduciario con la clientela e del radi-camento nelle comunità locali.

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In tal senso sono proseguite le iniziative a sostegno degli investimenti produttivi, del risparmio ener-getico mediante l’utilizzo di energie rinnovabili, della partecipazione a fiere e mostre nazionali ed in-ternazionali, dell’operatività con i Consorzi di Garanzia Fidi. La nostra banca è in prima fila nell’at-tuazione del “Protocollo d’intesa per il sostegno ai lavoratori ed alle imprese nelle situazioni di cri-si”, sottoscritto nel marzo 2009, e ha concretamente messo in atto le attività relative alla sospensio-ne delle rate mutuo ai privati e alla moratoria sui mutui alle imprese.

Come premessa all’elencazione dei dati di bilancio, vogliamo sottolineare che anche il 2010 è statoper la nostra Banca un anno “differente” e speciale, nel quale spicca in particolare l’entrata in fun-zione del nuovo mammografo digitale presso l’Ospedale Sant’Antonio Abate di Cantù, la cui dona-zione è stata annunciata all’Assemblea dello scorso anno. A questa iniziativa e a molte altre abbia-mo dedicato pagine speciali sul nostro trimestrale Concordia, che Vi invitiamo caldamente a ritirarepresso le filiali. L’elenco completo degli Enti e delle Associazioni che hanno goduto del sostegno del-la Banca è riportato nel fascicolo del Bilancio Sociale.

Prima di iniziare la specifica trattazione dei singoli argomenti della relazione, diamo il benvenuto ai336 nuovi Soci entrati nel 2010 e rinnoviamo il nostro sentito cordoglio ai familiari dei Soci che nelcorso dell’anno ci hanno lasciato.

In particolare vogliamo rivolgere un commosso e grato ricordo al rag. Riccardo Di Bona, scomparsolo scorso mese di febbraio, che ha svolto con dedizione l’incarico di Sindaco della Cassa e, dal 2004al 2010, di Presidente del nostro Collegio Sindacale.

Un ultimo, doveroso, riconoscente e affettuoso pensiero vogliamo dedicarlo al socio signor Aldo Al-lievi, che ci ha lasciati il 23 marzo scorso. Aldo Allievi è stato Consigliere di amministrazione della no-stra Banca ma, soprattutto, ha dedicato la sua esistenza all’impegno sociale, alla promozione dellosport come scuola di vita e all’affermazione del basket canturino in ambito nazionale e internazio-nale, aggiungendo notorietà incancellabile al nome della città di Cantù.

1. CENNI SULLO SCENARIO MACROECONOMICO, SUL SISTEMA CREDITIZIOITALIANO, SULL’ANDAMENTO DEL SISTEMA BCC E SULL’ECONOMIA DELLEAREE TERRITORIALI IN CUI OPERA LA BCC

Nota metodologica: se non diversamente indicato, nel prosieguo della relazione gli impor-ti sono espressi in euro, i dati sono riferiti al 31.12.2010 e le percentuali di incremento o di-minuzione sono rapportate ai valori di fine 2009.

Economia internazionale

In chiusura di 2010, le prospettive di crescita dell’economia mondiale sono migliorate rispetto al 2009.Si è confermata la solida espansione delle economie emergenti e della Germania, mentre quella ame-ricana ha lanciato segnali rassicuranti, pur rimanendo su livelli di produzione e occupazione significa-tivamente al di sotto di quelli antecedenti la crisi. Nel corso del 2010, gli squilibri delle bilance dei pa-gamenti sono tornati ad ampliarsi, anche se negli Stati Uniti il disavanzo di parte corrente si è ridottonel secondo semestre. A ciò si aggiunge il fatto che permangono elevati livelli di instabilità.

Negli ultimi mesi del 2010, i rendimenti dei titoli pubblici a lungo termine delle maggiori economie so-no aumentati. Si sono inasprite le tensioni sui mercati del debito sovrano di alcuni paesi dell’area del-l’euro, a causa di gravi difficoltà del sistema bancario irlandese. I differenziali di rendimento dei titolidi Stato decennali di Grecia, Irlanda, Spagna e Portogallo, rispetto a quelli tedeschi, hanno registratoun deciso aumento; un rialzo più contenuto si è avuto in Italia e in Belgio. Contestualmente, sono au-mentati gli acquisti di titoli pubblici da parte dell’Eurosistema nell’ambito del Securities Markets Pro-gramme, mentre i ministri dell’Eurogruppo hanno definito le principali caratteristiche di un meccani-smo permanente di salvaguardia della stabilità finanziaria dell’area (European Stability Mechanism).

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L’economia americana, nel 2010, ha proseguito nel percorso di crescita già delineato a partire dal se-condo semestre del 2009. Ciononostante, il dato di dicembre sul Pil è stato al di sotto delle previsio-ni (+2,8% contro le attese del 3,3%).

L’indice di produzione industriale è tornato a salire, dopo essere diminuito per tutto il 2009. A dicem-bre la variazione su base annua è stata pari al +5,2% contro +6,3% di dicembre 2009. I consumi so-no migliorati significativamente, segnando nel quarto trimestre una variazione positiva del 4,1 per cen-to. A questo si aggiunge la crescita persistente dell’indice di fiducia dei consumatori (63,4 in dicem-bre, dopo il 57,8 di novembre e il 53,6 di dicembre 2009).

L’inflazione si è attestata all’1,5% in chiusura d’anno, principalmente per via dell’aumento dei prezzipetroliferi e degli alimentari. L’inflazione “core” (cioè al netto di queste due componenti) si è infattifermata allo 0,8 per cento. I prezzi alla produzione sono invece saliti del 3,8 per cento. Restano inva-riati i timori per ciò che concerne il mercato del lavoro. Il tasso di disoccupazione, pur se in diminuzio-ne, a dicembre rimane al 9,4 per cento.

Nell’area Euro, l’economia è tornata a crescere dopo la recessione del 2009. Nel quarto trimestre del2010, si è confermata la positiva dinamica di fondo dell’attività economica: il Pil è salito del 2% su ba-se annua. In prospettiva, le esportazioni dell’eurozona dovrebbero beneficiare della ripresa in atto del-l’economia mondiale, a meno che questa non venga frenata dal rialzo dei prezzi delle materie prime.

L’indice di fiducia delle imprese è salito nel corso del 2010 (+9,7% a dicembre, dopo essere sceso inin-terrottamente per tutto il 2009 e parte del 2010). Continua a recuperare anche l’indice di fiducia deiconsumatori, dopo aver toccato il picco negativo nel febbraio del 2009. La produzione industriale èmigliorata significativamente nel 2010 (+10% il tasso di variazione di dicembre). L’inflazione al consu-mo è salita in modo rilevante su base annua (+2,3% di dicembre contro lo 0,9% di dicembre 2009).Ciò lascia prevedere il rialzo dei tassi di interesse ufficiali nel corso del 2011, anche alla luce delle re-centi dichiarazioni del Presidente della BCE, Trichet.

In Cina prosegue la corsa dell’economia a ritmi sostenuti. Il Pil cinese è salito a dicembre del 2010 del10,3% su base annua, rispetto al 9,2% del 2009. Anche la produzione industriale (+13,5%) e le ven-dite al dettaglio (+18,4%) sono aumentate in modo significativo.

Restano invece elevati i rischi di un’accelerazione inflazionistica: a gennaio l’indice dei prezzi al consu-mo ha ripreso a salire portandosi a 4,6% su base annua (rispetto all’1,9% di dicembre). Per questomotivo, la Banca Popolare Cinese ha effettuato diversi interventi restrittivi sui tassi ufficiali e sul coef-ficiente di riserva obbligatoria, ma é ragionevole attendersi ulteriori rialzi dei tassi di interesse nel cor-so del 2011.

Con riguardo, infine, alla politica monetaria della BCE e all’andamento del sistema bancario dell’areaEuro, nel corso del 2010 il Consiglio direttivo della BCE ha lasciato invariati i tassi di interesse ufficia-li, i cui valori di fine anno sono rispettivamente dell’1, dell’1,75 e dello 0,25 per cento. Il tasso di cre-scita annuo dell’aggregato monetario ampio (M3) è stato dell’1,9 per cento.

Economia Italiana

L’economia italiana nel 2010 è tornata a crescere. Secondo gli ultimi dati Istat il Pil è salito dell’1,3%,ancora al di sotto della media europea ma al di sopra delle attese. Il contributo dei consumi delle fa-miglie residenti ha registrato un incremento dello 0,6%. L’andamento economico del Paese resta dun-que trainato dalle esportazioni. Dal punto di vista congiunturale, l’indice della produzione industrialeè tornato a salire, segnalando un miglioramento del 5,4% in chiusura d’anno. La fiducia dei consu-matori e delle imprese si sono attestate entrambe su valori superiori alla soglia critica di 100, anchese con una dinamica opposta: in ripresa quella delle imprese (102,9 contro 92 di dicembre 2009), indiminuzione quella dei consumatori (109,1 contro 111,6 di dicembre dell’anno precedente).

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Il rapporto deficit-Pil è migliorato, collocandosi al 4,6%, rispetto al 5,4% dell’anno precedente, men-tre il debito è arrivato al 119 per cento del Pil, contro il 116,1 del 2009.

L’inflazione al consumo in gennaio è aumentata del 2,4% su base annua. Hanno pesato principal-mente i prezzi dei carburanti (+14,6%). I prezzi alla produzione sono aumentati in modo consisten-te (4,8%), mentre in misura più moderata i prezzi al consumo (1,9% rispetto all’1% del 2009). Il tas-so di disoccupazione si è attestato all’8,6% per il terzo mese consecutivo. La disoccupazione giova-nile è al 29,4 per cento, il massimo da quando esiste la relativa serie storica.

Economia locale

La situazione in Lombardia

Della ripresa dell’economia mondiale, che prosegue pur tra molte incertezze, stanno beneficiandomolte economie, tra cui quella lombarda.

Stante la situazione nazionale, i dati congiunturali lombardi relativi al IV trimestre del 2010 presen-tano una positiva inversione di tendenza rispetto al trimestre precedente (+2% il dato destagionaliz-zato). Questi miglioramenti, se da un lato riflettono il precedente trimestre caratterizzato da forti ele-menti di stagionalità correlati alla sospensione delle attività nel periodo estivo, dall’altro beneficianodella ripresa del PIL mondiale.

A trainare le produzioni lombarde ha sicuramente contribuito in modo determinante la componen-te estera, favorita in particolare da una domanda tedesca fortemente ancorata alla ripresa mondia-le e da una domanda interna che conferma, in ogni caso, segnali positivi. I dati sui livelli produttividell’industria manifatturiera lombarda mostrano infatti, nel quarto trimestre 2010, un’accelerazionedella crescita tendenziale. Tale accelerazione è confermata altresì dall’andamento del tasso di utiliz-zo degli impianti (73,4%) e dal portafoglio ordini che arriva a sfiorare le 57 giornate di produzioneassicurata, con ordini interni ed esteri ancora in crescita. Anche il fatturato, in sintonia con i livelliproduttivi, cresce nell’ultimo quarto dell’anno segnando un +8,5%. Relativamente alle scorte di ma-gazzino e di prodotti finiti di materiali per la produzione, prevalgono invece giudizi di scarsità.

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I trim. 2009 II trim. 2009 III trim. 2009 IV trim. 2009 I trim. 2010 II trim. 2010 III trim. 2010 IV trim. 2010 Media 2010

Produzione -10,70 -11,00 -10,50 -5,70 2,50 6,10 4,80 6,00 4,85

Tasso di utilizzodegli impianti 1 64,60 64,20 65,00 66,60 70,50 72,30 72,70 73,40 72,23

Ordini interni * -16,20 -13,90 -8,50 -0,60 7,90 9,10 4,70 2,90 6,15

Ordini esterni * -11,60 -8,30 -4,40 2,60 8,10 7,90 4,80 4,10 6,23

Fatturato totale -16,80 -18,20 -16,70 -8,40 2,80 8,00 7,50 8,50 6,70

Fonte: UnionCamere Lombardia1 Indicatore congiunturale (calcolato rispetto al trimestre precedente) destagionalizzato.* Dati a prezzi costanti.° Variazioni corrette per i giorni lavorativi (sullo stesso trimestre dell’anno precedente). Dati destagionalizzati.

INDUSTRIA MANIFATTURIERA LOMBARDA - Variazioni tendenziali°

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Indagando tra i diversi settori, solo l’abbigliamento registra, nel IV trimestre, una produzione tenden-ziale negativa; per tutti gli altri si osservano incrementi dei livelli produttivi compresi tra il +12,3%della siderurgia ed il +1,2% dei minerali non metalliferi. Il tasso di utilizzo degli impianti non rag-giunge il 70% per il comparto dei minerali non metalliferi, le pelli-calzature e l’abbigliamento, men-tre si attesta su livelli consistenti per la carta-editoria, la gomma-plastica e gli alimentari.

Fonte: UnionCamere Lombardia* Dati deflazionati.NB: per il Tasso di utilizzo degli impianti, si consideri l’asse secondario.

Fonte: UnionCamere Lombardia* Dati tendenziali (rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente) corretti per i giorni lavorativi

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Sul versante del fatturato il quadro risulta molto positivo per i comparti della siderurgia e della mec-canica; significativa si conferma la quota del fatturato estero per i settori dei mezzi di trasporto, del-l’abbigliamento, della meccanica e delle industrie varie.

Le osservazioni ripartite secondo la destinazione finale dei beni, rivelano un quadro positivo diffuso.L’incremento di produzione resta più intenso per i beni intermedi (+7,3%) e i beni d’investimento(+5,8%), mentre si attesta al +3,9% per i beni di consumo finale che soffrono i livelli di fatturatomeno performanti; segnali positivi si osservano sul versante degli ordinativi interni ed esteri.

La ripresa della crescita economica in Lombardia risulta confermata anche dal confronto con i daticongiunturali: i livelli produttivi registrano, rispetto al trimestre precedente, un incremento (+2%) elo stesso dicasi per gli ordinativi interni ed esteri. La quota del fatturato estero sul totale sale al 37%,favorendo così il trasferimento delle dinamiche positive internazionali sull’industria lombarda.

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IV trim. 2008 IV trim. 2009 IV trim. 2010

Produzione Tasso utilizzo Produzione Tasso utilizzo Produzione Tasso utilizzoimpianti impianti impianti

Siderurgia -7,80 69,00 -5,50 60,90 12,30 71,70

Min. non metall. -7,10 73,40 -8,60 58,90 1,20 65,40

Chimica -5,10 66,80 0,50 72,40 4,70 3,21

Meccanica -5,50 70,50 -7,50 62,50 6,80 72,30

Mezzi trasporto -7,60 67,30 -3,20 60,40 7,70 72,40

Alimentari 0,80 76,30 1,00 77,00 3,20 76,20

Tessile -8,60 65,80 -7,10 66,10 7,50 74,30

Pelli e calzature -3,90 63,90 -7,10 62,00 4,10 66,90

Abbigliamento -7,70 67,30 -7,60 62,00 -1,20 69,60

Legno e mobilio -8,10 74,00 -7,10 69,30 3,10 73,00

Carta-Editoria -4,90 75,50 -5,70 70,40 2,50 78,50

Gomma-plastica -8,40 67,30 -4,00 67,30 6,50 74,30

Industrie varie -6,80 68,60 -8,10 72,50 3,80 74,60

Fonte: UnionCamere LombardiaLe variazioni sono tendenziali, ossia rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente (dati corretti per i giorni lavorativi).

LOMBARDIA - PRODUZIONE E TASSO DI UTILIZZO DEGLI IMPIANTI PER BRANCA INDUSTRIALE

Produzione Tasso di utilizzo Fatturato Ordini Ordini Quota fatturatodegli impianti * totale interni esterni estero sul totale *

Totale 6,00 73,40 8,50 2,90 4,10 37,00

Beni di consumo 3,90 75,70 5,70 2,90 4,60 33,50

Beni intermedi 7,30 73,10 10,00 2,80 0,60 31,20

Beni di investimento 5,80 70,80 9,00 3,40 10,00 48,60

Fonte: UnionCamere LombardiaLe variazioni sono tendenziali, ossia rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente (corrette per i giorni lavorativi).* Calcolato nel trimestre in analisi. Dati deflazionati.

DESTINAZIONE ECONOMICA DEI BENI PRODOTTI - IV trim. 2010

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17R E L A Z I O N I

I dati occupazionali di flusso, invece, dopo il saldo nullo di metà anno, registrano una nuova contra-zione pari allo 0,9%, che si riflette in un maggior ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni, con il23,7% delle aziende che ha dichiarato di aver utilizzato ore di CIG nel quarto trimestre.

Si attesta al 55% la quota di imprese che nel corso del 2010 ha realizzato investimenti, mentre scen-de al 46,9% la quota di quelle che prevede di fare investimenti nel prossimo anno. La propensioneall’investimento si è rivelata direttamente proporzionale alla dimensione d’azienda e lo stesso dicasiper le prospettive per il 2011, con il 33% delle piccole imprese che prevede di fare investimenti, il64% delle medie e il 77% delle grandi. La principale tipologia di investimento è stata la chimica.

Il settore artigiano, registrando livelli produttivi in crescita (+2,4% tendenziale) ed un incremento deltasso di utilizzo degli impianti, si pone nella stessa linea positiva del più generale andamento dellasituazione lombarda. Nonostante la crescita media annua della produzione del 2010 rimanga nega-tiva (-0,1%), gli esperti sono concordi nell’indicare che si inizia ad intravvedere il punto di svolta.

I trim. 2009 II trim. 2009 III trim. 2009 IV trim. 2009 I trim. 2010 II trim. 2010 III trim. 2010 IV trim. 2010 Media 2010

Produzione -11,50 -11,80 -10,70 -9,80 -3,80 0,00 1,00 2,40 -0,10

Tasso di utilizzodegli impianti 1 59,50 56,10 58,90 60,80 64,90 67,00 67,50 69,10 67,13

Ordini interni * -18,80 -16,00 -11,40 -9,30 -0,20 3,40 3,30 2,60 2,28

Ordini esterni * -3,10 3,10 4,90 5,60 5,20 3,40 1,60 0,30 2,63

Fatturato totale -18,20 -19,80 -17,90 -15,00 -4,90 0,60 2,10 3,50 0,33

Fonte: UnionCamere Lombardia1 Indicatore congiunturale (calcolato rispetto al trimestre precedente) destagionalizzato.* Dati a prezzi costanti.° Variazioni corrette per i giorni lavorativi (sullo stesso trimestre dell’anno precedente). Dati destagionalizzati.

ARTIGIANATO LOMBARDO - Variazioni tendenziali°

Fonte: UnionCamere Lombardia* Dati deflazionati.NB: per il Tasso di utilizzo degli impianti, si consideri l’asse secondario.

Page 19: RELAZIONI E BILANCIO al 31 Dicembre 2010sentimenti e fatti contrastanti affollano i nostri pensieri e si affacciano ai nostri occhi, sia che gettia-mo lo sguardo al trascorso 2010,

Il confronto con il trimestre precedente (variazione congiunturale) conferma l’accelerazione dei livel-li produttivi, ma evidenzia una debolezza relativamente a ordini e fatturato. La produzione cresce nelquarto trimestre dell’1%, raddoppiando il risultato già positivo dello scorso trimestre; all’opposto, gliordini ed il fatturato confermano la svolta negativa del periodo estivo.

I livelli occupazionali si mantengono in contrazione (-0,6% il saldo) e sale la percentuale delle azien-de che nel trimestre è ricorsa alla Cassa Integrazione Guadagni.

La ripresa dei livelli produttivi nasconde però andamenti differenti per le diverse classi dimensionalid’azienda. Le micro imprese soffrono ancora, registrando una variazione negativa della produzione;per le imprese appartenenti alla classe media (da 6 a 9 addetti) crescono sia i livelli produttivi, che ilfatturato e gli ordini; ma sono le imprese di maggiori dimensioni quelle che conseguono i risultatimigliori.

Entrando nel dettaglio dei settori di attività, solo i minerali non metalliferi e gli alimentari mostranouna contrazione dei livelli produttivi. All’opposto si registra l’incremento più consistente per il com-parto della gomma-plastica, seguito dalla siderurgia, dalla meccanica e dalle manifatturiere varie.

Al pari del comparto industriale, anche per le imprese artigiane la propensione all’investimento, nelcorso del 2010, ha rispecchiato la dimensione aziendale. Le micro imprese hanno effettuato investi-menti solo nel 24% dei casi, le medie nel 31% e le maggiori per circa il 40% dei casi; la stessa pro-pensione può essere traslata sulle prospettive di investimento per il 2011.

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Fonte: UnionCamere Lombardia* Dati tendenziali (rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente) corretti per i giorni lavorativi

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Indagando i settori, sono le imprese alimentari quelle che hanno effettuato e pensano di effettuarei maggiori investimenti. In generale nel 2010 il valore degli investimenti realizzati rispetto all’annoprecedente è cresciuto del 40,6%, ma occorre considerare che il dato risente del confronto con il2009, in piena crisi economica. Le prospettive per il 2011 sono positive, ma in leggero rallentamen-to, con un incremento previsto del 36 per cento. La principale tipologia di investimento rimane l’ac-quisto di macchinari, seguita dagli investimenti in informatica, dagli altri investimenti e dagli investi-menti in fabbricati.

È indubbio quindi che il rallentamento subito dall’economia internazionale fra il II ed il III trimestredel 2010 abbia avuto un impatto pesantemente negativo sia sull’economia italiana, in generale, siasu quella lombarda in particolare. Tuttavia, la ripresa dell’economia internazionale, da più parti an-nunciata nelle stime ufficiali, si è venuta materializzando in Lombardia dove la produzione (congiun-turale, tendenziale e annuale) mostra un risvolto decisamente positivo. Analoghi segnali sono emer-si sia per gli ordini che per il fatturato, naturalmente con la componente estera in una posizione dipreminenza.

Le positive previsioni per l’economia lombarda indicano infatti che nel corso del 2011 la ripresa saràtrainata dall’estero e dagli investimenti delle imprese. In particolare, la Lombardia si conferma la pri-ma regione in Italia per quanto riguarda la crescita attesa del PIL (+1,8% rispetto al dato italiano fer-mo al +1,3%).

Decisamente bene anche le previsioni per l’export (+7% rispetto al +5,2% italiano e al +4,2% del2010) e gli investimenti fissi lordi (+2,8% rispetto al +2,5% italiano e al +2,6% del 2010), segno diaspettative da parte del tessuto produttivo decisamente volte ad una maggiore fiducia nel futuro. Piùcontenuta invece la crescita delle spese per consumi da parte delle famiglie lombarde, stimata in li-nea con il dato italiano in +0,7%.

Questo comunque non significa che i problemi siano improvvisamente scomparsi. Rimane infatti dacapire la robustezza della ripresa, unitamente alla sua persistenza e resistenza rispetto ad eventualishock di natura finanziaria. Così come permane il problema del mercato del lavoro che ancora nonmostra i segni di una netta inversione di tendenza.

La Provincia di Como

Dall’analisi campionaria svolta dalla Camera di Commercio di Como per il IV trimestre 2010 emergeuna conferma della ripresa economica della provincia: i livelli produttivi sono risultati ancora inespansione con una variazione positiva del 4,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedenteche segnava invece un calo del 9%.

Tutte le rilevazioni del 2010 hanno segno positivo ma non sono di entità tale da recuperare le fles-sioni accumulate nel 2009.

Settore Manifatturiero Industriale

Nel settore manifatturiero industriale il consuntivo annuo indica una crescita dei volumi produttivi del4,9% a fronte di un calo dell’11,5% del 2009. Tale incremento è tra i più consistenti di tutte le pro-vince lombarde e colloca Como nelle prime posizioni dopo Lecco e Brescia.

L’indice della produzione industriale destagionalizzato con base 2005=100 risulta infatti risalito a po-co più di 91 (il valore più alto è stato raggiunto nel terzo trimestre con 93,5) contro un valore mini-mo del 2009 di 86,7.

Oltre la metà delle aziende del campione ha segnalato incrementi produttivi superiori al 5% e l’11%presenta incrementi compresi tra l’1 e il 5 per cento. In flessione risultano il 7% delle imprese concali moderati, mentre per il 18% si tratta di cali ancora sostenuti, oltre il 5 per cento.

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L’incremento produttivo ha interessato tutte le dimensioni di imprese con un leggero vantaggioper quelle di grandi dimensioni (oltre 200 addetti) per le quali l’incremento ha raggiunto il 5,2 percento.

Secondo la destinazione economica dei beni un andamento marcatamente espansivo è stato conse-guito dalle aziende produttrici di beni di investimento (+11,2%) confermando il trend del trimestreprecedente; la produzione di beni intermedi è cresciuta del 6,5%, mentre quella di beni finali di con-sumo, con il +4% si è attestata al di sotto del dato medio.

Il grado di utilizzo degli impianti è risultato del 61,5% in netta risalita rispetto ai valori di un annoprima.

Nella rilevazione di fine anno non tutti i settori economici si sono collocati nell’area della positivitàcome invece era avvenuto nel trimestre precedente. Hanno accusato flessioni dei volumi produttivil’abbigliamento (-3,4%), la carta-editoria (-2%) ed il legno-mobile (-1,9%).

Al contrario, il tessile, con un incremento del 9%, ha confermato le buone performances dei trime-stri precedenti; risultati al di sopra del dato medio sono raggiunti dal settore gomma-plastica, chimi-ca e minerali non metalliferi, sotto la media invece si sono collocate meccanica e siderurgia.

Ben intonati sono risultati tutti gli altri indicatori congiunturali: in espansione il fatturato sia sul mer-cato interno che su quello estero; positiva evoluzione anche per quanto riguarda gli ordinativi, so-prattutto quelli del mercato estero. A fine trimestre gli ordini ancora in portafoglio assicuravano alleimprese una produzione di 29 giorni.

L’andamento dell’occupazione nelle aziende del campione ha registrato, nel corso del quarto trime-stre, un tasso di ingresso dell’1,5% ed un tasso d’uscita dell’1,9%. Il ricorso alla Cassa IntegrazioneGuadagni è stato effettuato dal 29% delle aziende aderenti al sondaggio.

Le prospettive formulate a fine anno dagli imprenditori nei confronti dei livelli produttivi sono sostan-zialmente positive: il saldo fra indicazioni di crescita e di flessione è risultato del +13 per cento.

Anche la domanda è attesa in espansione, soprattutto quella proveniente dai mercati esteri (+26%il saldo fra indicazioni di crescita e di flessione).

Ancora qualche pessimismo si riscontra, invece, nei confronti dell’occupazione.

Nel corso del 2010, il 62,8% delle imprese industriali comasche ha realizzato investimenti ed il54,3% prevede di realizzarne nel corso del 2011.

Il valore degli investimenti del 2010 ha registrato una crescita dell’8,2% rispetto al 2009, dovuta al-le piccole e medie imprese. Le previsioni per il 2011 indicano un incremento del 15% del valore de-gli investimenti rispetto al 2010.

In sensibile discesa sono risultate le ore autorizzate dalla Cassa Integrazione Guadagni per la gestio-ne ordinaria. Il monte ore, nel quarto trimestre, è risultato di 1.449.000 ore, un consuntivo ben al disotto di quello dell’analogo periodo dell’anno precedente (4,6 milioni di ore) ed in calo del 46% ri-spetto al trimestre precedente.

Tutti i settori di attività hanno visto una riduzione delle ore di cassa integrazione e, come di consue-to, è il settore tessile che assorbe, con 130.000 ore, la quota più rilevante di autorizzazioni.

La gestione straordinaria ha totalizzato nel corso del quarto trimestre 3,2 milioni di ore, leggermen-te superiore a quello del trimestre precedente, ma assai più ampio rispetto all’analogo periodo del-l’anno precedente (2,2 milioni di ore).

In aumento rispetto al trimestre precedente sono state le autorizzazioni a carico del settore legno,abbigliamento e chimico.

In ogni caso la metà delle autorizzazioni sono state a carico del settore tessile (1,6 milioni di ore).

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Settore Manifatturiero Artigiano

Con alcuni trimestri di ritardo sembra che anche il comparto manifatturiero artigiano abbia aggan-ciato la ripresa che sta interessando il comparto industriale dall’inizio del 2010.

I risultati dell’indagine congiunturale indicano per il quarto trimestre una crescita dei volumi pro-duttivi delle aziende artigiane del 5% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. La ripre-sa ha interessato le imprese di maggiori dimensioni, mentre per le micro imprese la situazione ri-sulta ancora stagnante.

Nonostante il positivo risultato degli ultimi mesi dell’anno il consuntivo dell’intero 2010 indica unaflessione dei volumi produttivi dell’1,2% rispetto all’anno precedente. Sono tre anni che il setto-re chiude con un bilancio produttivo in flessione.

Secondo la distribuzione delle risposte circa la metà delle aziende intervistate è nell’area della cre-scita, con il 40% di aziende che segnala incrementi produttivi oltre il 5%; nell’area della negativi-tà si collocano ancora il 27%, un quinto delle quali con cali produttivi superiori al 5%.

Secondo la destinazione economica dei beni, un andamento marcatamente espansivo è stato con-seguito dalle aziende produttrici di beni di investimento (+10,5%); la produzione di beni interme-di è cresciuta del 2,6%, mentre quella di beni finali di consumo, con il +2,2%, si è attestata al disotto del dato medio.

Il grado di utilizzo degli impianti è risultato in risalita e si attesta al 74,6% della potenzialità instal-lata.

Anche gli altri indicatori confermano un quadro congiunturale di ripresa: positivo è risultato l’an-damento del fatturato soprattutto da mercato interno con un ampliamento dell’8%, più contenu-to è stato l’incremento delle vendite estere, +3,9%. In netto miglioramento l’andamento degli or-dinativi incrementatisi del 10,7% sul mercato interno e del 7,3% su quelli esteri.

A fine trimestre gli ordini ancora in portafoglio assicuravano alle imprese un periodo di produzio-ne di 28,9 giorni.

Le previsioni formulate dagli artigiani a fine trimestre sono comunque pessimistiche sia nei con-fronti dell’andamento produttivo che della domanda interna e dell’occupazione; solo la domandaestera è attesa in crescita.

Nel corso del 2010 il 31% delle imprese aderenti al sondaggio ha effettuato investimenti per unvalore superiore del 22% rispetto al 2009 ed il 16% delle aziende prevede di effettuare investi-menti nel corso del 2011.

Interscambio Commerciale

Nel corso dei primi nove mesi del 2010 (ultimi dati ISTAT disponibili) le esportazioni della provin-cia di Como sono risultate di 3,3 miliardi di euro, in crescita del 12% rispetto all’analogo perio-do del 2009. Il valore delle importazioni è risultato di 1,9 miliardi di euro con una crescita del16%. Il saldo commerciale è pertanto risultato attivo per 1,4 miliardi di euro. Per confronto, inLombardia l’export è cresciuto del 12% e l’import del 21%; in Italia la crescita è stata rispettiva-mente del 14,3% e del 21 per cento.

Il 18% circa del totale delle esportazioni comasche è costituito dal settore tessile, per un valorepari a 593 milioni di euro, aumentato dell’11,2% rispetto all’analogo periodo del 2009. Le im-portazioni tessili sono ammontate a 194 milioni di euro, il 25% in più dell’anno precedente.

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Come risulta dal grafico sottostante l’andamento positivo del 2010 non ha consentito di recupe-rare il calo del 2009.

Settore Commercio

Il settore commerciale non ha beneficiato della ripresa che sta interessando il comparto manifattu-riero. La rilevazione del quarto trimestre mette in evidenza un peggioramento della congiuntura delsettore: il volume d’affari ha misurato una flessione dell’1,6% rispetto all’analogo periodo dell’annoprecedente, peggiorando il risultato del terzo trimestre. A livello regionale il calo è stato dell’1,1 percento.

Ad eccezione di Lodi e di Mantova che si sono collocate, anche se per pochi decimi di punto, nel-l’area della positività, tutte le altre province hanno registrato una flessione del volume d’affari.

Nonostante l’andamento cedente, a fine trimestre gli esercenti hanno formulato delle previsioni lar-gamente positive sia nei confronti dell’andamento delle vendite che del volume d’affari e degli ordi-ni ai fornitori; unica nota negativa è legata all’occupazione per la quale i giudizi di flessione supera-no quelli di aumento dell’1,5%.

Servizi

Il settore dei servizi nel suo complesso ha registrato una moderata crescita del volume d’affari, pariallo 0,52% (+0,2% il valore medio regionale).

All’interno del settore i comparti che si sono collocati nell’area della negatività sono stati alberghi eristoranti, con una variazione del volume d’affari di -2,1%, e i servizi alle persone, -1 per cento.

Variazioni positive del fatturato hanno interessato le costruzioni, l’informatica, il commercio all’in-grosso ed i servizi avanzati.

Turismo

Un primo bilancio dell’anno evidenzia una sostenuta crescita del movimento turistico provinciale, conincrementi del 6% negli arrivi e di oltre il 9% nelle presenze. La crescita più sostenuta ha riguarda-to il flusso straniero.

Considerando la sola città di Como, l’anno registra una crescita degli arrivi di turisti del 5,7% e del-le giornate di presenza dell’8,9%. L’incremento degli arrivi è dovuto esclusivamente alla componen-

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te straniera (+9,4%), mentre i turisti italiani hanno registrato una flessione del 2,6%, anche se han-no incrementato le giornate di presenza.

Lavoro e Occupazione

Nel 2010, secondo i dati forniti dall’Osservatorio Provinciale del Lavoro della Provincia di Como, ilflusso delle persone che si è rivolto ai Centri degli Impieghi della provincia per la ricerca di un postodi lavoro è risultato di 17.465 unità, il 5,8% in meno rispetto all’anno precedente.

Secondo la provenienza dei disoccupati, il 79% risulta essere italiano, il 20% extracomunitario ed ilrestante 1% comunitario. Rispetto agli anni passati la composizione non è sostanzialmente variata.Gli avviamenti disposti in aziende locali sono risultati 72.972 (13% in più rispetto all’anno preceden-te), di cui 38.560 hanno riguardato i maschi e 34.412 le femmine. Gli “avviamenti” non coincidonocon il numero di lavoratori avviati, in quanto una persona può essere avviata al lavoro più volte du-rante l’anno. Infatti il numero dei lavoratori avviati è risultato di 46.209 unità, in crescita del 3,5%rispetto al 2009. Secondo la tipologia di contratto la forma più diffusa (56% del totale) è quella atempo determinato; le assunzioni con contratto a tempo indeterminato rappresentano il 31% deltotale.

Il sistema bancario

Nel corso del 2010 la dinamica del credito bancario si è rafforzata rispetto all’andamento dell’annoprecedente, attestandosi a fine anno a +7,9 per cento. Al netto delle poste connesse ad operazionidi cartolarizzazione il tasso di incremento annuo degli impieghi risulta pari al 4,3 per cento.

Prosegue la flessione del credito da parte dei primi cinque grandi gruppi bancari italiani, sebbene ilritmo di contrazione sui dodici mesi, al netto delle sofferenze e dei pronti contro termine, sia diminui-to a -0,1% a novembre dal -1,1% di agosto.

Nel terzo trimestre del 2010 il flusso di nuove sofferenze rettificate in rapporto ai prestiti è stato pa-ri, al netto dei fattori stagionali e in ragione d’anno, al 2 per cento, valore sostanzialmente analogoa quello registrato nel complesso del 2009.

Nel corso del 2010, la raccolta complessiva da residenti delle banche italiane, al netto delle poste con-nesse ad operazioni di cartolarizzazione, è cresciuta del 3 per cento. Le obbligazioni emesse a dicem-bre 2010 hanno registrato una diminuzione su base annua pari all’1,7 per cento.

Con riguardo all’andamento reddituale, i conti consolidati dei cinque maggiori gruppi bancari eviden-ziano a settembre 2010 un risultato di gestione in calo del 13 per cento: alla flessione del margine diinteresse (-9%), indotta dalla riduzione dei tassi di interesse e, per alcuni intermediari, dalla contra-zione dei prestiti, si è accompagnata una sostanziale stabilità degli altri ricavi e dei costi operativi. Lerettifiche di valore e le svalutazioni sui crediti sono diminuite rispetto ai primi nove mesi del 2009 (-16%) ma hanno continuato ad assorbire oltre la metà del risultato di gestione. Nel complesso, gli uti-li degli intermediari si sono ridotti dell’8 per cento.

Il rendimento del capitale e delle riserve, espresso su base annua, è sceso al 3,7% dal 4,3 dell’annoprecedente.

Alla fine del terzo trimestre 2010 i coefficienti patrimoniali dei primi cinque gruppi risultavano in in-cremento rispetto alla fine del precedente esercizio: in settembre quello relativo al patrimonio di mi-gliore qualità (core tier 1 ratio) aveva raggiunto, in media, il 7,8% (era 7,2 alla fine del 2009); quellirelativi al patrimonio di base (tier 1 ratio) e al complesso delle risorse patrimoniali (total capital ratio)si collocavano, rispettivamente, al 9 e al 12,5%, in miglioramento rispetto all’8,3 e all’11,8% del2009.

In termini generali, lo shock finanziario originato con l’illiquidità del mercato degli ABS e con il falli-mento Lehman, e poi proseguito con la crisi delle economie reali e del debito pubblico, prosegue orain una nuova fase di patologia. Si avvertono, in particolare, primi forti segnali di illiquidità di alcunitratti della curva dei tassi di interesse sulle emissioni bancarie. In Europa, in particolare nei paesi a

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maggior disequilibrio macroeconomico e fiscale, le banche faticano a classare obbligazioni su investi-tori istituzionali. Si nota anche una forte riduzione della attività dei fondi sovrani, conseguenza dellacrisi dei paesi arabi. In questa situazione, le condizioni di scarsa liquidità spingono le maggiori banchead aggredire la raccolta retail, tradizionalmente favorevole a banche piccole e locali, nonché alla retepostale. Ne emerge un rischio di forte rialzo dei costi della raccolta per il 2011 e di una compressio-ne della duration media delle emissioni bancarie. In prospettiva, inoltre, i requisiti di Basilea 3 posso-no provocare un effetto spiazzamento della raccolta bancaria obbligazionaria a favore dei titoli di sta-to, che verranno computati molto più favorevolmente nei sistemi di controllo previsti da Basilea 3. Neemerge un nuovo rischio per le banche: quello di un aumento della competizione sulla liquidità e diun ripensamento degli obiettivi generali di budget che veda lo sforzo di crescita nella raccolta sosti-tuirsi allo sforzo di crescita degli impieghi. Le imprese e le famiglie, a seguire, potrebbero risultare pe-nalizzate da questo scenario, con un più difficile accesso al credito e con un generale riprezzamentoal rialzo degli spread sui finanziamenti.

Il mercato finanziario

Nel 2010 l’indice Ftse-Mib della Borsa Italiana ha avuto una contrazione del 13,23 per cento. L’an-damento del mercato borsistico italiano è stato il peggiore del vecchio continente, ad eccezione diquello madrileno. A fine anno erano quotate solo 332 società.

Le Casse Rurali ed Artigiane - Banche di Credito Cooperativo (BCC)

L’andamento delle BCC nel contesto del sistema bancario

Nel corso del 2010 le BCC hanno continuato a sostenere l’economia reale con significativi flussi difinanziamento e favorevoli condizioni di accesso al credito.

Gli assetti strutturali

A dicembre 2010 si registrano 415 BCC, pari al 54,4% del totale delle banche operanti in Italia, con4.375 sportelli (il 13% del sistema bancario), cresciuti di 130 unità negli ultimi dodici mesi (+3,1%),a fronte della riduzione dell’1,1% registrata nel sistema.

A novembre 2010 le BCC rappresentavano ancora l’unica presenza bancaria in 558 comuni italiani,mentre in altri 479 comuni avevano un solo concorrente.

Il numero complessivo dei clienti delle BCC era pari a dicembre 2010 a oltre 5,7 milioni e quello deisoci a 1.069.913 unità, con un incremento sui dodici mesi del 5,8 per cento.

I dipendenti erano circa 32.000, ai quali vanno aggiunti gli oltre 4.400 dipendenti di Federazioni Lo-cali, società del Gruppo Bancario Iccrea, Casse Centrali e Organismi consortili.

Lo sviluppo dell’intermediazione

Con riguardo all’attività di intermediazione, nel corso del 2010 è proseguito il significativo sviluppodell’attività di impiego delle BCC, mentre sul fronte del funding sono emerse anche per la Catego-ria le criticità comuni a tutto il sistema bancario.

La quota delle BCC nel mercato degli impieghi e in quello della raccolta diretta si attestava, a fineanno, al 7 per cento.

Gli impieghi lordi a clientela ammontavano a fine anno a 135,3 miliardi, con un tasso di crescita neidodici mesi del 7,7%, in linea con la dinamica rilevata per il sistema bancario complessivo. Al nettodelle poste connesse ad operazioni di cartolarizzazione il tasso di incremento annuo degli impieghiè risultato per le BCC del 5,8% contro il 4,3% del sistema bancario. Agli impieghi diretti delle BCCsi aggiungono i circa 10 miliardi di finanziamenti a clientela erogati dalle banche di secondo livello

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del sistema del Credito Cooperativo. La componente “mutui” ha superato gli 87 miliardi, con unacrescita del 12,4 per cento.

Particolarmente vigorosa è risultata l’attività di erogazione del credito verso famiglie e imprese.

I finanziamenti erogati alle famiglie consumatrici sono cresciuti del 14 per cento e costituiscono adoggi il 30,5% del totale dei finanziamenti erogati dal Credito Cooperativo. A fine 2010, la quota dimercato delle BCC nel comparto si attestava all’8,5 per cento.

I finanziamenti alle famiglie produttrici sono cresciuti del 9,9 per cento su base d’anno. La quota dimercato delle BCC nei finanziamenti al settore superava a fine 2010 il 17 per cento.

I finanziamenti alla clientela imprese, pari a dicembre 2010 a 90,8 miliardi, presentano una crescitaannua del 6%, a fronte dello 0,6% registrato nel sistema bancario complessivo.

In termini di composizione degli impieghi al settore produttivo, emerge una concentrazione nel com-parto “costruzioni e attività immobiliari" superiore per le BCC rispetto al sistema bancario (rispetti-vamente 35,8% e 29,9%). Si rileva, inoltre, il permanere di una significativa incidenza dei finanzia-menti all’agricoltura (8,5% per le BCC contro il 4,3% del sistema bancario complessivo).

A fronte del maggior volume di facilitazioni creditizie, le BCC hanno consapevolmente gestito unamaggior pressione del credito in sofferenza.

A dicembre 2010, il rapporto sofferenze/impieghi era pari per le BCC al 4,3%, in crescita di 0,7 pun-ti percentuali rispetto al 2009. Nel sistema bancario complessivo si rileva una crescita analoga delrapporto sofferenze/impieghi, che risultava a fine anno pari al 4 per cento.

La crescita dei crediti in sofferenza delle BCC è stata pari al 29,7%, inferiore al 31,6% registrato dalsistema bancario complessivo.

Con specifico riguardo alla clientela imprese, il rapporto sofferenze/impieghi è cresciuto nel corsodell’anno di un punto percentuale, dal 4,1 al 5,1 per cento. Per il sistema bancario il rapporto soffe-renze/impieghi alle imprese era pari a fine 2010 al 5,8 per cento.

A dicembre 2010 le partite incagliate delle BCC risultavano in crescita del 20,5 per cento. Il rappor-to incagli/impieghi era pari al 4,3%, a fronte del 3,8% di fine 2009.

La raccolta bancaria complessiva delle BCC ammontava a dicembre a 151 miliardi, con una crescitaannua del 2,5 per cento. Al netto delle poste connesse con operazioni di cartolarizzazione, il tassodi incremento annuo della raccolta è pari a dicembre all’1,7% per le BCC e al 3% per il sistema ban-cario complessivo.

Le obbligazioni emesse dalle BCC ammontavano a 58 miliardi di euro, con una diminuzione annuapari all’1,7%, in linea con la media di sistema. La quota di prestiti obbligazionari sulla raccolta diret-ta (38,4% a dicembre) risultava superiore a quella registrata in media dal sistema bancario (36,4%).

La raccolta indiretta, calcolata al valore nominale, totalizzava 23 miliardi, con una crescita del 12,4per cento. Il rapporto fra raccolta indiretta e raccolta diretta si attestava a fine anno al 15,3 per cen-to. La quota di mercato delle BCC nel settore permane modesta, intorno all’1,3 per cento.

Per quanto concerne la dotazione patrimoniale, a dicembre l’aggregato “capitale e riserve” ammon-tava per le BCC a 19,2 miliardi, con un incremento del 3,6% su base d’anno.

Il tier 1 ratio e il total capital ratio delle BCC erano pari a settembre 2010, ultima data disponibile,rispettivamente al 14% ed al 14,9%, stazionari rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il confronto con il sistema bancario evidenzia il permanere di un significativo divario a favore dellebanche della categoria: nel terzo trimestre del 2010 i coefficienti patrimoniali dei primi cinque grup-pi relativi al patrimonio di base (tier 1 ratio) e al complesso delle risorse patrimoniali (total capital ra-tio) si collocavano, rispettivamente, al 9 e al 12,5 per cento.

Con riguardo, infine, agli aspetti reddituali, le informazioni preliminari desumibili dall’analisi dell’an-

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damento di conto economico a dicembre 2010 segnalano una contrazione del margine di interme-diazione del 2,3 per cento.

La crescita significativa delle commissioni nette (+11,3%) e la sostanziale stabilità delle spese ammi-nistrative non controbilanciano la performance negativa della “gestione denaro”: la variazione delrisultato di gestione risulta in calo del 9,2 per cento. L’utile d’esercizio 2010 dovrebbe attestarsi a cir-ca 370 milioni con una contrazione di oltre il 40 per cento rispetto alla fine del 2009.

L’andamento delle Casse Rurali ed Artigiane - Banche di Credito Cooperativodella Lombardia

I dati raccolti a dicembre 2010 mostrano, per il Credito Cooperativo lombardo, dinamiche di interme-diazione positive, con volumi in crescita sia per la raccolta che per gli impieghi.

Gli impieghi, attestatisi a quota 26,8 miliardi, sono aumentati del 5,7% (+1,4 miliardi), percentuale dicrescita inferiore al 6,4% dell’esercizio precedente. La crescita totale è stata sostenuta dal compartomutui (+9,1%) mentre sono in calo i conti correnti attivi (-3,2%).

La raccolta diretta ha registrato una crescita dello 0,8% raggiungendo i 29,4 miliardi. L’aumento si èregistrato soprattutto grazie ai conti correnti passivi che sono aumentati del 2,6%, raggiungendo i13,5 miliardi.

Il patrimonio contabile delle BCC lombarde supera alla fine del 2010 i 4 miliardi.

Le sofferenze hanno registrato un forte aumento, con un tasso di crescita annuo pari al 29,3% perun totale di 1.017 milioni al 31/12/2010. Considerato anche il parallelo incremento dei crediti a clien-tela, l’indicatore sofferenze/impieghi passa dal 3,1% di fine 2009 al 3,8% di dicembre 2010.

Dall’analisi dei dati di Conto Economico, le BCC lombarde hanno mostrato delle performance reddi-tuali in netto calo rispetto all’esercizio 2009, soprattutto a causa della politica monetaria sostenutadalla BCE che contiene il livello dei tassi ai minimi storici.

Nonostante la crescita dei volumi intermediati, il margine di interesse evidenzia una diminuzione del6,9% rispetto al 2009 (pari a 51 milioni). Tale diminuzione deriva da una riduzione degli interessi at-tivi (-185 milioni) maggiore rispetto a quella degli interessi passivi (-133 milioni).

Anche il Margine di Intermediazione è diminuito (-5,4%), ma in misura più contenuta beneficiandodel positivo apporto delle Commissioni Nette (+7,9%).

I Costi Operativi dal canto loro sono ancora aumentati, seppure ad un tasso relativamente contenuto(+3,2%), attestandosi a 687 milioni. Nel dettaglio si osserva la crescita delle spese per il personale(+2,5%) e delle altre spese amministrative (+2,3%) con gli ammortamenti in aumento del 5,5 per cen-to. Gli altri proventi/oneri hanno registrato una contrazione del 4,5 per cento.

Il Risultato Lordo di Gestione si è fissato quindi a quasi 270 milioni (contro i 345 milioni del 2009),scontando una diminuzione del 22 per cento.

Dati strutturali di sintesi

BCC LOMBARDIA

Descrizione Dicembre 2010 Dicembre 2009 Δ%

Dipendenti 5.907 5.853 0,92 Soci 162.113 154.293 5,07 Sportelli 800 767 4,30 Banche 45 46 -2,17 Raccolta diretta * 29.387.209 29.142.813 0,84 Impieghi * 26.821.598 25.372.516 5,71

Fonte: Matrice dei Conti; * dati in migliaia di euro

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Gli obiettivi e le frontiere del Credito Cooperativo

Il Credito Cooperativo si è dato nel triennio 2010 – 2012 sei obiettivi prioritari:

• la definizione e la condivisione di una strategia complessiva che consenta alle BCC di presentarsisempre più come sistema unito e coerente: un obiettivo che passa essenzialmente attraverso lastruttura del nuovo Fondo di Garanzia Istituzionale, e in particolare nella scelta di regole comuniper una crescita sostenibile e un governo efficace della liquidità;

• il rafforzamento della cultura e dei presidi della mutualità, anche sul piano organizzativo. La revi-sione cooperativa è un rilevante strumento, cui vanno affiancati lo sviluppo di iniziative volte a fa-vorire il coinvolgimento e la partecipazione dei soci, soprattutto giovani, e l’integrazione semprepiù stretta ed incisiva di logiche e meccanismi mutualistici nella elaborazione dei piani strategicidelle BCC;

• l’elaborazione di nuove strategie di sviluppo territoriale che privilegino l’espansione “in verticale”ed in profondità sul territorio, rispetto a quella “in orizzontale”;

• l’individuazione di nuovi strumenti di governance della rete, accelerando la costituzione del Fon-do di Garanzia Istituzionale per potenziare la capacità di prevenzione dei rischi ed il rafforzamen-to della rete di protezione di sistema;

• la definizione di processi di rafforzamento patrimoniale, valorizzando in particolare gli strumentidi natura pubblica che favoriscono la riduzione degli assorbimenti patrimoniali;

• l’elaborazione e l’applicazione di una strategia immediata per gestire il deterioramento della qua-lità dei crediti, valorizzando in particolare l’attività svolta da società specializzate del sistema.

Le regole che verranno

La portata globale della crisi finanziaria e i suoi effetti sulle economie di moltissimi Paesi hanno ri-chiesto alle Autorità una risposta coordinata a livello internazionale che ha condotto alla revisionedella regolamentazione prudenziale delle banche.

Tale evoluzione imporrà anche alle BCC un rafforzamento della qualità e quantità del capitale e lanecessità di disporre di adeguate riserve di liquidità.

Il disegno di Basilea 3, nel tentativo di ridurre futuri rischi di instabilità, ha tracciato regole che affron-tano in primo luogo l’aspetto dell’adeguatezza patrimoniale degli intermediari, il quale ha impattosoprattutto sulla banca che finanzia l’economia reale rispetto alla “banca di investimento”. Il disegnoha rinviato la considerazione di due aspetti che sono stati rilevanti nel generare la crisi: l’indebitamen-to eccessivo e la non corretta trasformazione delle scadenze attuati da alcuni intermediari, per i qua-li sarebbe stato opportuno agire sul grado di leva finanziaria e sul controllo della liquidità.

Va ribadito che il perseguimento del corretto obiettivo del rafforzamento della stabilità deve essereassicurato prestando particolare attenzione alle caratteristiche giuridiche e operative delle diverse ca-tegorie di intermediari bancari, oltre che alle peculiarità nazionali. Nel caso contrario le nuove misu-re regolamentari potrebbero risultare ingiustificatamente penalizzanti per alcune categorie di banchee, quindi, in paradossale contrasto con l’obiettivo dichiarato di un contesto regolamentare neutrale(level playing field).

Come accade negli altri settori economici, anche nel caso del settore bancario operano imprese mol-to diverse tra di loro. In particolare, persino nell’ambito della macro-categoria delle banche commer-ciali – che rappresenta il modello operativo che ha avuto meno responsabilità nell’origine della crisi– coesistono realtà molto diverse che si distinguono per natura giuridica, valori e obiettivi aziendali,vincoli regolamentari, dimensione e livello di complessità operativa. Le BCC, nell’ambito di tale cate-goria di intermediari, sono sicuramente una realtà del tutto peculiare. E per tale ragione Federcasseha svolto e sta svolgendo anche in questi mesi una intensa attività di rappresentanza di interessi conle Autorità politiche e tecniche, soprattutto a livello europeo (Commissione Europea, Parlamento,Consiglio).

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L’innovazione normativa riguarda, però, molti altri terreni.

Nel quadro della regolamentazione finanziaria, i regolatori europei puntano principalmente all’innal-zamento del livello di tutela degli investitori. La revisione della Direttiva MiFID, che si dovrebbe com-pletare nei primi mesi del 2012, riguarderà le regole di condotta nei confronti della clientela e la tra-sparenza dei mercati, con specifico focus sugli strumenti finanziari non azionari. Il rischio è che tute-la formale e tutela sostanziale degli investitori possano non coincidere. Se le norme si tradurranno inmoltiplicazione e complicazione dei prospetti, il rischio sarà una certezza.

Parallelamente al riesame della Direttiva sui sistemi di garanzia dei depositi (DGS) – oggetto anchequesto dossier di intensa, organica e unitaria azione di rappresentanza di interessi di Federcasse in-sieme all’Associazione europea delle banche cooperative e all’Ab – avanza la proposta di modificadella Direttiva sui sistemi di indennizzo degli investitori (ICSD - Investor Compensation Scheme Di-rective), molte delle cui misure entreranno in vigore già nel 2012. Queste nuove discipline potrebbe-ro determinare un impatto significativo sui conti economici delle BCC, oggettivamente spropositato.

Rispetto a questo processo di iperproduzione di regole, che ha condotto negli ultimi tre anni al varodi oltre 300 nuove norme e che non pare destinato ad arrestarsi, ribadiamo come esigenza di equi-tà, ma anche di efficienza, che le regole siano opportune (in termini di costi di adeguamento allanorma e benefici reali per il mercato e la clientela), graduali (nella loro introduzione), proporzionali(nella loro concezione e declinazione).

La sfida dell’auto-regolamentazione

Nonostante il soffocante carico normativo il Credito Cooperativo non rinuncia a far leva su un pro-prio, tradizionale punto di forza: la capacità di auto-regolamentarsi.

Due sono gli strumenti essenziali di questa strategia: il Fondo di Garanzia Istituzionale e la riformadelle regole di governance che hanno condotto alla formulazione del nuovo statuto-tipo che l’Assem-blea straordinaria di oggi è chiamata ad approvare.

Il Fondo di Garanzia Istituzionale poggerà su tre “pilastri”.

Il primo pilastro (relativo ai dati, al metodo di valutazione e di rating) mira a creare un sistema di in-formazioni ed indicatori semplice, condiviso e orientato alla prevenzione, capace di segnalare in an-ticipo l’emergere di potenziali momenti di crisi aziendale. Ciò al fine di consentire la predisposizionedi azioni di recupero con il minor costo possibile.

Il secondo pilastro punta al rafforzamento della liquidità. Si stanno definendo i necessari accordi ope-rativi al riguardo fra Iccrea Holding, Cassa Centrale Banca e Cassa Centrale Raiffeisen, mentre si la-vorerà in modo innovativo anche sulla crescita culturale e professionale degli addetti alla tesoreria del-le singole BCC.

Il terzo pilastro è quello relativo al monitoraggio dei sistemi di governo societario, volto a rafforzar-ne la qualità, per la tutela dell’autonomia della BCC.

Il nuovo Statuto

Un cruciale aspetto della sfida dell’auto-regolamentazione riguarda la qualità della governance, pro-filo sempre più determinante per la stabilità e lo sviluppo delle aziende.

Le ragioni alla base delle modifiche dello statuto tipo delle BCC originano da istanze diverse, matu-rate principalmente all’interno del Credito Cooperativo ma anche in sedi normative diverse, che tro-vano nello statuto medesimo il punto di convergenza.

In primo luogo, le proposte conseguono ad un ampio e fruttuoso dibattito svoltosi all’interno delCredito Cooperativo, le cui diverse componenti hanno piena consapevolezza della necessità di un

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governo della BCC sempre adeguato ai tempi e in grado di prevenire crisi i cui effetti, anche reputa-zionali, possono estendersi anche ad altri soggetti della categoria. Vi è infatti consapevolezza che unefficace sistema di governo delle banche costituisca l’indispensabile strumento per prevenire, o ridur-re le conseguenze, di crisi bancarie.

Inoltre, la riforma dello statuto tipo si colloca nel più ampio contesto di iniziative che completano ilcomplessivo quadro degli interventi diretti a innalzare la qualità complessiva del governo della BCC,con particolare riferimento alle valutazioni in corso nel quadro dello statuto e regolamento del Fon-do di Garanzia Istituzionale.

In terzo luogo, si è tenuto conto del più generale dibattito in corso sul governo societario: i cosid-detti “conflitti di agenzia”, le operazioni con parti correlate, l’azzardo morale.

In sede comunitaria e sovranazionale, nel contesto della crisi globale che ha interessato il sistema fi-nanziario internazionale, sono infatti tuttora in corso approfondite riflessioni in ordine al governodelle istituzioni creditizie ed alla normativa volta a prevenire le criticità.

Il nuovo Statuto-tipo delle Banche di Credito Cooperativo è stato approvato formalmente dalla Ban-ca d’Italia lo scorso 21 febbraio. Esso innova 21 articoli sui 51 della precedente versione e ne aggiun-ge un cinquantaduesimo.

Lo Statuto-tipo delle BCC 2011, in sintesi, persegue i seguenti obiettivi:

• garantire la continuità insieme ad un graduale rinnovamento nel governo della BCC;

• favorire ulteriormente la partecipazione dei soci alla vita della cooperativa bancaria;

• ridurre il rischio di conflitti di interesse, anche attraverso l’incompatibilità del ruolo di amministra-tore con lo svolgimento di incarichi politici e amministrativi pubblici;

• porre vincoli precisi alla possibilità di affidare appalti a parti correlate di amministratori e diri-genti;

• prevedere l’ineleggibilità per quanti, in precedenza, abbiano contribuito a causare crisi aziendali;

• rafforzare il monitoraggio sull’autonomia e indipendenza dei componenti l’organo di controllo.

Costruire il futuro

Nel 2010, secondo l’Istat, nel nostro Paese il tasso di natalità è stato superato dal tasso di mortalitàe l’incremento demografico è stato garantito solo dal flusso migratorio.

La popolazione che ha meno di 14 anni rappresenta il 14% del totale; quella che ha più di 65 anniil 20,3 per cento.

Questi dati evidenziano che il nostro non è un Paese di giovani. E forse – oggi – neppure un Paeseper giovani.

Secondo un recente studio sono quasi un milione i giovani che non studiano, non lavorano e nonsono neppure alla ricerca di una occupazione.

Diminuisce il numero dei giovani imprenditori: gli under 35 erano il 22% nel 1997, dieci anni doposono scesi al 15%.

La questione non è solo l’invecchiamento del nostro Paese o la necessità del suo svecchiamento. Laquestione è che non c’è ripartenza senza fiducia. Non c’è scatto in avanti senza positive discontinui-tà. Non c’è sviluppo duraturo e sostenibile, senza valorizzazione del merito.

Il Credito Cooperativo, accanto alla mutualità interna (tra soci), a quella esterna (di territorio) e di re-te (sussidiarietà applicata) crede necessaria una quarta mutualità, quella intergenerazionale.

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Il nostro Paese ha forse bisogno di ripartire proprio da qui: dalla costruzione di un nuovo spirito del-la “Comunità Italia”, a 150 anni dalla sua nascita.

C’è bisogno di più società e più socialità. Di un maggiore dialogo tra pubblico e privato, per fornirequelle risposte che il tradizionale welfare non riesce più a garantire. Più partecipazione, più coraggioe più apertura. Più progettualità e più politica, intesa come cura del bene comune.

La nostra Banca vuole continuare ad essere attore nella costruzione del bene comune, mantenendoe migliorando le iniziative da tempo intraprese, disponibile a fornire coerenti risposte alle domandeche il mercato esprime e attenta ai bisogni della società civile.

Conclusioni

Nel corso del suo intervento all’ultima Assemblea dell’Associazione Bancaria, il Governatore dellaBanca d’Italia aveva affermato: “Le banche hanno un posto speciale nel sostegno alla crescita. Seforti, saranno, sono, il suo pilastro. Ma vogliamo anche banche che tornino a essere vicine al siste-ma produttivo come prima della crisi; non c’è che un modo: saper discernere l’impresa meritevoleanche quando i dati non sono a suo favore”.

È quello che, non senza fatica né senza rischi, non senza costi né senza difficoltà di rappresentazio-ne, la nostra Banca ha provato e prova quotidianamente a fare, valorizzando soprattutto il patrimo-nio informativo derivante dal radicamento nel territorio.

Un patrimonio che le nuove regole europee rischiano di dimenticare.

Siamo convinti che la “biodiversità bancaria” non è soltanto un principio da affermare genericamen-te, ma un fattore che favorisce la concorrenza ed il miglioramento della qualità del servizio alla clien-tela, l’efficienza ed il buon funzionamento del mercato. La presenza di banche mutualistiche consen-te allo stesso mercato di essere maggiormente efficiente.

Perciò continueremo ad impegnarci affinché la presenza della nostra Banca su questo territorio si tra-duca sempre più incisivamente nel miglioramento morale, culturale, sociale ed economico che ci po-niamo come obiettivo nel nostro Statuto.

2. ANDAMENTO DELLA GESTIONE E DINAMICHE DEI PRINCIPALI AGGREGATIDI STATO PATRIMONIALE E DI CONTO ECONOMICO

GLI AGGREGATI PATRIMONIALI

Operazioni di raccolta con clientela ordinaria

La raccolta totale aziendale è di 2.485 milioni di euro, con una crescita di circa 84 milioni rispetto alprecedente esercizio, pari al 3,50 per cento.

Dati in migliaia di euro

2010 2009 Δ Δ%

Raccolta diretta 1.613.061 1.611.410 1.651 0,10 Raccolta indiretta 871.950 789.630 82.320 10,43 Raccolta complessiva 2.485.011 2.401.040 83.971 3,50

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Raccolta diretta

La raccolta diretta complessiva è iscritta in Bilancio nelle voci 20 - Debiti verso clientela (comprenden-te come sottovoci: conti correnti, depositi a risparmio, pronti contro termine, debiti per mutui carto-larizzati, alcuni creditori diversi), e 30 - Titoli in circolazione (comprendente come sottovoci: obbliga-zioni, certificati di deposito, assegni propri, alcuni creditori diversi). Nel seguito la raccolta viene esa-minata seguendo lo schema già adottato nei precedenti esercizi.

La raccolta diretta (voce 20 + voce 30) ammonta a 1.613 milioni con un incremento dello 0,10% ri-spetto al 2009. L’analisi delle forme tecniche di raccolta evidenzia, in termini assoluti, un maggior in-cremento della raccolta a vista rispetto a quella a termine.

Per quanto concerne il grado di concentrazione della raccolta, il 43,47% della clientela detiene il3,58% delle giacenze (sino a 5 mila euro) mentre lo 0,61% della clientela, avente somme in giacen-za superiori ai 250 mila euro, detiene il 17,46% della raccolta totale.

La seguente tabella evidenzia la raccolta diretta per classi di importo.

2010 2009% % % %

su posizioni su giacenze su posizioni su giacenze

Fino a 5 mila € 43,47 3,58 41,60 2,99Da 5 a 25 mila € 37,05 24,01 38,40 23,61Da 25 a 50 mila € 11,25 20,12 11,37 19,56Da 50 a 150 mila € 6,78 26,85 7,02 27,41Da 150 a 250 mila € 0,84 7,98 0,93 8,74Oltre 250 mila € 0,61 17,46 0,68 17,69

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Dati in migliaia di euro

2010 2009 Δ Δ%

Conti correnti 927.415 900.050 27.365 3,04 Depositi a risparmio 42.338 45.440 -3.102 -6,83 Certificati di deposito 32.763 56.582 -23.819 -42,10 Obbligazioni 582.096 552.530 29.566 5,35 Pronti contro termine 14.718 41.571 -26.853 -64,60 Debiti per mutui cartolarizzati 12.491 14.997 -2.506 -16,71 Altro 1.240 240 1.000 416,67 Totale raccolta diretta 1.613.061 1.611.410 1.651 0,10

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R E L A Z I O N I32

Raccolta indiretta

Il forte calo registrato alla fine del 2008, per le note vicende finanziarie a livello mondiale, è statoquasi totalmente riassorbito alla fine del 2010. Tutti i comparti, ad eccezione delle gestioni patrimo-niali, hanno chiuso l’anno con un segno positivo, particolarmente marcato nei portafogli amministra-ti, cresciuti del 14,04 per cento. Nel complesso la raccolta indiretta è aumentata del 10,43% sfioran-do gli 872 milioni.

Operazioni di impiego con clientela ordinaria

Ai sensi della vigente normativa i crediti verso clientela sono iscritti in bilancio al costo ammortizza-to e inseriti alla voce 70. Tale valore, al netto delle svalutazioni, ammonta a 1.610 milioni di euro ecomprende anche il valore dei mutui cartolarizzati nel 2006. I crediti al lordo delle svalutazioni sonopari a 1.632 milioni di euro con un incremento nell’anno del 9,37 per cento.

La componente a medio-lungo termine risulta essere il principale fattore di crescita degli impieghi aclientela. Il comparto mutui, con un aumento di circa 115 milioni, evidenzia un incremento percen-tuale dell’11,16 per cento.

Dati in migliaia di euro

2010 2009 Δ Δ%

Amministrato 659.530 578.330 81.200 14,04Gestioni Patrimoniali 103.628 110.519 -6.891 -6,24Fondi 108.792 100.781 8.011 7,95Totale 871.950 789.630 82.320 10,43

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33R E L A Z I O N I

Agricoltura 0,60Estraz. minerale cave miniere 0,04Attività manifatturiere 20,98Fornitura energia elettrica, gas, vapore -Fornitura acqua gestione rifiuti 0,44Costruzioni 18,35Commercio ingrosso e dett. riparaz. auto 8,49Trasporto e magazzinaggio 1,32Servizi alloggio e ristorazione 2,11Informazione e comunicazione 0,34Attività finanz. e assicurative 0,56Attività immobiliari 13,95Att profess. scientif. tecniche 1,64Noleggio agenzie viaggi 1,00Amministraz. pubblica e difesa -Istruzione 0,04Sanità e assistenza soc. 0,34Sport intrattenimento arte 0,22Altri servizi 0,65Attività di famiglie e convivenze -Organismi extraterritoriali -Dati non ripartibili 28,94Totale 100,00

La suddivisione per settore di attività economica (codice ATECO) degli impieghi a clientela ordinariaè illustrata nella seguente tabella.

Branche di attività economica ATECO Settore/totaleimpieghi %

Dati in migliaia di euro

2010 2009 Δ Δ%

Conti correnti 329.781 312.603 17.178 5,50Finanziamenti per anticipi sbf 78.684 70.679 8.005 11,33Mutui ipotecari 983.941 890.581 93.360 10,48Mutui chirografari 160.493 138.924 21.569 15,53Altre sovvenzioni 26.728 29.122 -2.394 -8,22Finanziamenti in valuta 12.891 10.457 2.434 23,28Portafoglio commerciale e finanziario 3.970 2.563 1.407 54,90Crediti in sofferenza 21.727 20.888 839 4,02Altri impieghi 400 456 -56 -12,28Mutui cartolarizzati 13.069 15.585 -2.516 -16,14Totale crediti lordi 1.631.684 1.491.858 139.826 9,37Fondo svalutazione analitico 16.190 16.687 -497 -2,98Fondo svalutazione per attualizzazione 1.839 2.209 -370 -16,75Fondo svalutazione collettivo 3.718 3.186 532 16,70Totale crediti netti 1.609.937 1.469.776 140.161 9,54

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R E L A Z I O N I34

La destinazione dei finanziamenti a medio-lungo termine erogati nell’anno è in percentuale laseguente:

Si conferma anche per l’esercizio 2010 il frazionamento dimensionale che caratterizza gli affidamen-ti: il 63,21% della clientela rientra nella fascia di utilizzo fino a 50 mila euro (cui fanno capo il10,27% degli impieghi totali). Solo l’1,08% della clientela presenta utilizzi superiori ad un milione,e assorbe il 25,52% dei finanziamenti, dei quali oltre due terzi sono assistiti da garanzie reali.

L’incidenza degli impieghi lordi a clientela ordinaria in rapporto alla raccolta diretta risulta pari al101,15%, in aumento rispetto al 92,58% dell’anno precedente.

2010 2009Classe di importo %posizioni %importi %posizioni %importi

Fino a 50 mila € 63,21 10,27 65,03 11,13 da 50 mila a 125 mila € 21,14 19,86 20,43 20,87 da 125 mila a 250 mila € 9,65 18,72 9,10 19,13 da 250 mila a 500 mila € 3,40 13,53 3,08 13,29 da 500 mila a 1 milione € 1,51 12,10 1,40 12,08 oltre 1 milione € 1,08 25,52 0,96 23,50

Amministrazioni pubbliche 0,49%Società non finanziarie 50,99%Famiglie consumatrici 27,89%PMI 19,77%

di cui artigiani 10,18%Istituzioni senza scopo di lucro 0,71%Società finanziarie 0,15%

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Crediti deteriorati

I principi contabili IAS dispongono che i crediti, in base al loro grado di deterioramento (impair-ment), vengano così ripartiti:• crediti in bonis (performing)• crediti deteriorati (non performing).

Questi ultimi vengono ulteriormente distinti in crediti a sofferenza, ad incaglio, ristrutturati, scadu-ti e/o sconfinanti da oltre 90/180 giorni (past due).

A dicembre 2010 il comparto crediti deteriorati al netto delle svalutazioni risulta pari a 99,3 milioni.

Le sofferenze nette ammontano a 13,1 milioni, gli incagli a 66,2 milioni, i ristrutturati a 11,1 milio-ni e i past due a 8,9 milioni di euro.

Nella Nota Integrativa, sezione E, è riportato il dettaglio dei crediti deteriorati e i criteri di valutazione.

Attività finanziarie

I titoli del portafoglio di proprietà della Banca, che ammontano a complessivi 219,2 milioni, vengo-no classificati come segue:

• strumenti finanziari detenuti per la negoziazione “Held for trading” dove sono classificati i titolidi debito e i titoli di capitale, detenuti per esigenze di tesoreria e per essere successivamente ri-venduti nel breve termine allo scopo di ricavarne un profitto. L’iscrizione iniziale e le misurazionisuccessive vengono effettuate al fair value. Il valore complessivo della categoria è di 5 milioni dieuro;

• strumenti finanziari valutati al fair value con impatto a conto economico in cui vengono ricompre-si i titoli che, al momento dell’acquisto, la Banca ha deciso di designare come titoli valutati al “va-lore equo” con contropartita al conto economico, pur non essendo stati acquistati per essere ven-duti nel breve periodo o per far parte di portafogli di trading. A fine 2010 la Cassa non detenevatitoli di questa categoria;

• strumenti finanziari disponibili per la vendita “Available for sale”, rappresentati dai titoli che laCassa non intende movimentare nel breve periodo e che, in considerazione della natura e dellecaratteristiche soggettive degli stessi, non possono essere classificati nelle altre categorie. Nella ca-tegoria, inoltre, vengono iscritte tutte le partecipazioni detenute dalla Banca che non possano es-sere definite di controllo oppure di collegamento. Gli strumenti finanziari disponibili per la vendi-ta in sede di rilevazione iniziale sono iscritti in bilancio al “valore equo”. Le rilevazioni successivesono effettuate applicando il fair value con impatto a patrimonio netto. Il comparto ammonta a213,3 milioni di euro;

• attività finanziarie detenute sino a scadenza “Held to maturity” rappresentati dai titoli dotati dipagamenti fissi o determinabili, di scadenza definita, acquistati senza intento speculativo, per iquali vi sia l’intento e la capacità di mantenerli fino a scadenza. Nel 2010 la Cassa non aveva inportafoglio titoli di questa categoria;

• finanziamenti e crediti commerciali “Loans and Receivables”, dove vengono classificati i titoli nonquotati in mercati attivi e per i quali manca l’intento predeterminato di successiva vendita. La va-lutazione viene effettuata utilizzando il metodo del costo ammortizzato. Nel 2010 la Cassa dete-neva in portafoglio titoli di questa categoria per un valore di un milione di euro.

Il dettaglio della composizione dei singoli portafogli è ampiamente illustrato nelle sezioni 2, 3, 4 e 6della Nota Integrativa, parte B - attivo.

La duration, che rappresenta la durata media di un titolo obbligazionario ponderando ogni rimbor-so in base al momento in cui verrà effettuato, indica quanto la variazione dei tassi di interesse potràinfluenzare i prezzi del portafoglio titoli. Tale valore a fine anno è pari a 0,31, di poco superiorerispetto al 2009 e mette in evidenza il carattere prudenziale della politica di gestione del compartotitoli.

35R E L A Z I O N I

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R E L A Z I O N I36

Operazioni di impiego e raccolta con banche

La disponibilità presso ICCREA Banca Spa e i crediti verso le Banche ammontano a 109,4 milioni,compresa la Riserva Obbligatoria. La raccolta bancaria a fine dicembre 2010 è pari a 89,4 milioni.

Partecipazioni

Nell’attivo dello Stato Patrimoniale risultano iscritte solo le partecipazioni in imprese controllate. Talipartecipazioni sono iscritte al costo ed ammontano a 100.928 euro relative alla Società “Autosilo delCorso S.r.l. – Società a Socio Unico”.

I derivati di copertura

La nostra banca non ha posto in essere operazioni in strumenti derivati di copertura.

Immobilizzazioni materiali e immateriali

Le attività materiali e immateriali risultano iscritte in bilancio al costo.

Le attività materiali ammontano a 27,3 milioni di euro con un aumento di 100.000 euro rispetto al-lo scorso esercizio.

Le attività immateriali ammontano a 276 mila euro rispetto ai 196 mila del 2009.

Il patrimonio netto e di Vigilanza

Per la nostra banca il patrimonio rappresenta una risorsa indispensabile e fondamentale non solo co-me fattore competitivo ma anche per prescrizione normativa, in quanto costituisce il principale sup-porto per la formulazione dei parametri di operatività dettati dall’Organo di Vigilanza.

Il Patrimonio di Vigilanza, calcolato con le metodologie previste dalle disposizioni della Banca d’Ita-lia per la determinazione di tale grandezza, ammonta a 260.232.131,07 euro, in crescita del 2,54%rispetto a fine 2009.

La consistenza delle poste patrimoniali consente il pieno rispetto delle regole di vigilanza relative al-l’operatività della Cassa nei vari settori e comparti.

Quanto ai requisiti prudenziali di vigilanza, il coefficiente di capitale complessivo (total capital ratio)si attesta al 18,58%, mentre il rapporto tra patrimonio di vigilanza di base e totale delle attività dirischio ponderate (tier 1 capital ratio) risulta pari al 18,24% ampiamente superiore a quanto richie-sto dalla normativa.

Le dinamiche del patrimonio, nonché la complessiva esposizione ai rischi di credito e di mercato, so-no più diffusamente trattate nelle parti E ed F della nota integrativa.

Dati in migliaia di euro

2010 2009 Δ Δ%

Attività finanziariedetenute per la negoziazione 4.850 5.005 -155 -3,1Attività finanziarie valutate al fair value 0 0 0 0 Attività finanziariedisponibili per la vendita 213.315 300.664 -87.349 -29,1Attività finanziariedetenute sino alla scadenza - 0 - - Finanziamenti e crediti commerciali 1.002 1.001 1 0,1Totale 219.167 306.670 -87.503 -28,5

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37R E L A Z I O N I

Le disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche disciplinano gli aspetti cui la banca deve atte-nersi; in particolare:

• il primo pilastro definisce un nuovo sistema di requisiti patrimoniali minimi per i rischi dicredito/controparte, per i rischi di mercato e per i rischi operativi;

• il secondo pilastro prevede un processo di supervisione da parte delle Autorità di Vigilanza, fina-lizzato ad assicurare che le banche si dotino di adeguati sistemi di monitoraggio e misurazione deirischi e che sviluppino altresì strategie e procedure di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale;

• il terzo pilastro concerne l’informazione al pubblico e la disciplina per la diffusione di informazio-ni trasparenti e standardizzate al mercato sull’adeguatezza patrimoniale e sui rischi.

Per quanto riguarda gli adempimenti previsti dalla disciplina del terzo pilastro, il documento di infor-mativa al pubblico è pubblicato sul sito Internet della banca all’indirizzo www.cracantu.it.

I RISULTATI ECONOMICI DEL PERIODO

L’esercizio 2010 si è chiuso con un utile netto di 7.413.731,64 euro, in diminuzione di 842.756,33euro, pari al 10,21 per cento.

È il risultato di un anno che, per effetto dei bassi livelli dell’Euribor, al quale sono parametrati granparte dei tassi di interesse applicati dalla nostra Banca, ha visto costantemente compresso lo spreadtra tassi attivi e passivi. È anche il risultato di prudenziali accantonamenti, dettati da una valutazio-ne dei crediti coerente con l’andamento dell’economia.

Margine di interesse

Il margine di interesse, pari a 39,470 milioni, ha mostrato una diminuzione di 0,519 milioni, pariall’1,30% in meno, per effetto del calo dei tassi di interesse pur in presenza di crescita dei volumi diintermediazione.

Gli interessi attivi complessivi sulle attività fruttifere sono pari a 53,255 milioni, in diminuzione di11,585 milioni, con una variazione negativa del 17,87 per cento.

Il costo complessivo per interessi sulle passività onerose è di 13,785 milioni, in diminuzione del44,53% rispetto allo scorso esercizio.

Margine di intermediazione

L’attuale disciplina considera le commissioni attive, i dividendi e i proventi delle attività/passività fi-nanziarie come elementi del margine di intermediazione oltre al margine di interesse.

Le commissioni nette ammontano a circa 14,5 milioni di euro (+8,28%).

L’attività di negoziazione del portafoglio titoli di proprietà ha apportato un risultato negativo di 50mila euro, come illustrato nella parte C sezione 4 della nota integrativa.

L’attività in titoli si manifesta in ulteriori voci di conto economico, nella fattispecie la voce 100, rela-tiva agli utili derivanti da cessione o riacquisto di attività e passività finanziarie disponibili per la ven-dita. Il risultato negativo complessivo di tali componenti è pari a 3.774 euro.

Il margine di intermediazione è di 54,2 milioni, in diminuzione di circa 300 mila euro (-0,55%).

31/12/2010 31/12/2009 Δ Δ%

Interessi attivi e proventi assimilati 53.255.496 64.840.909 -11.585.413 -17,87Interessi passivi e oneri assimilati -13.785.071 -24.851.902 11.066.831 -44,53Margine di Interesse 39.470.425 39.989.007 -518.582 -1,30

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R E L A Z I O N I38

Il risultato netto della gestione finanziaria

Le rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento dei crediti, in presenza di un ragguardevoleincremento degli stessi verso clientela e di una prudenziale valutazione delle posizioni affidate, tan-to più opportuna nell’attuale periodo di congiuntura economica sfavorevole, presentano un saldonegativo di 3,68 milioni, in diminuzione rispetto al 2009 di 2,8 milioni. Le rettifiche su crediti iscrit-te nel 2010 ammontano a 10,4 milioni, mentre le riprese risultano pari a 6,7 milioni.

I costi operativi

Il costo del personale, che comprende anche i compensi agli Amministratori e Sindaci, si è attestatoa 22,70 milioni (+4,2%), con un aumento di 911 mila euro.

Per una completa disamina delle singole componenti si rinvia alla parte C - sezione 9 della Nota In-tegrativa.

Le altre spese amministrative ammontano a 17,12 milioni e risultano in aumento di 1,32 milioni(+8,34%) rispetto a quanto registrato lo scorso esercizio, significativamente influenzate da maggio-ri costi generali riferiti alle nuove filiali e ai relativi immobili, oltre che da altri costi straordinari (es.chiavette OTP per Relax Banking).

Le imposte indirette e le tasse, inserite tra le spese amministrative, ammontano a 3,6 milioni, in au-mento rispetto all’anno precedente di circa 27.000 euro.

Gli accantonamenti per rischi e oneri sono pari a 1,90 milioni, in aumento di 348.787 euro.

Gli ammortamenti operativi ammontano a 1,721 milioni (+264 mila euro), di cui 1,641 milioni perimmobilizzazioni materiali e 80.000 euro per immobilizzazioni immateriali.

Gli altri oneri e proventi di gestione assommano a 3,4 milioni, in diminuzione dell’8,08 per cento.

L’utile di periodo

L’utile dell’operatività corrente, al lordo delle imposte, risulta pertanto pari a 10,335 milioni di euro,con una diminuzione di 0,61 milioni rispetto allo scorso esercizio (-5,54%).

Il risultato netto di fine esercizio è di 7.413.731,64 euro, con una diminuzione assoluta di842.756,33 pari al 10,21% rispetto al 2009. Le imposte sul reddito ammontano a 2,922 milioni.

La redditività complessiva, individuata dal ROE, risulta pari al 2,85%, a fronte del 3,34% del 2009.La redditività operativa calcolata attraverso il rapporto “utile dell’operatività corrente/attivo di bilan-cio” (ROA) passa dallo 0,57 allo 0,37 per cento.

Di seguito vengono riassunti gli indicatori più significativi riferiti al conto economico.

2010 2009 Δ

ROE 2,85% 3,34% -0,49Utile della Operatività Corrente/Patrimonio 4,13% 4,43% -0,30Margine d’Interesse/ Margine d’Intermediazione 72,87% 73,42% -0,55Cost income ratio* 72,19% 65,08% 7,11Utile dell’Operatività Corrente /Attivo di Bilancio (ROA) 0,37% 0,57% -0,20

* calcolato come rapporto tra le spese amministrative, al netto delle imposte indirette, aumentato delle rettifiche/riprese divalore su attività materiali ed immateriali e il margine di intermediazione più gli altri oneri/proventi di gestione.

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3. STRUTTURA OPERATIVA

LA RETE TERRITORIALE

Nel corso del 2010 la Cassa ha ulteriormente ampliato la zona di competenza territoriale con l’aper-tura delle filiali di Villa Guardia e Solbiate. Inoltre le filiali di Cernobbio e di Cermenate Centro sonostate trasferite in nuovi locali in grado di rispondere meglio alle esigenze della clientela.

La nostra banca conta ad oggi 31 filiali distribuite su 23 comuni. Dispone inoltre di un servizio di ban-ca telefonica (“Cassa in Linea”), a disposizione della clientela per fini informativi (saldi, movimenti,ecc.) e per operazioni dispositive (bonifici, acquisti e vendita titoli, ecc.).

È proseguito il miglioramento della banca elettronica che conta 14.702 utenti, con l’introduzione deldispositivo “OTP - One Time Password” che permette di massimizzare la sicurezza delle operazionimediante un codice di sicurezza di 6 cifre da utilizzare quale ulteriore password. Il codice generatodal dispositivo OTP cambia ogni 30 secondi e deve essere inserito in aggiunta alla propria password.Questa modalità di utilizzo consente di effettuare l’autenticazione certa del cliente e di operare conla massima sicurezza. Nel mese di novembre è stata introdotta una nuova piattaforma di Banca Elet-tronica (Relax Banking) più integrata, facilmente utilizzabile e con ancora più elevati standard di si-curezza.

Le funzionalità disponibili tramite Relax Banking (interrogazioni saldi, movimenti e condizioni dei rap-porti in tempo reale; disposizioni di bonifico; inserimento Riba, solo per citarne alcune), Portale Do-cumentale (accesso a documenti, estratti conto e quietanze relative ai conti associati al Relax; maildi notifica degli accessi effettuati e di nuovi documenti pubblicati nel portale), Fast Bank (ricarica te-lefono cellulare e pagamento canone TV), sono apprezzate da un numero sempre maggiore di clien-ti, sia aziende che privati.

La nostra banca dispone di un proprio sito www.cracantu.it su cui vengono pubblicati, oltre ai pro-dotti e servizi disponibili, anche tutte le informative previste dalla legge (MiFID, Depositi dormienti,Trasparenza, PSD, ecc.).

Nel 2010 è continuata la gestione dei servizi di tesoreria per i comuni di Brenna, Cabiate, Cadorago,Cantù, Carimate, Cermenate, Cucciago, Figino Serenza, Lomazzo, Novedrate, Vertemate con Mino-prio, oltre che per il Consorzio Impegno Sociale.

Come noto, da gennaio 2010 alcuni uffici direzionali sono nella nuova sede di via Carcano.

LE RISORSE UMANE

Alla fine del 2010 la nostra banca contava 345 collaboratori, di cui 5 dirigenti, 90 quadri direttivi e250 impiegati appartenenti alle altre aree professionali.

I contratti a tempo parziale in essere erano 24 (7,0% del totale) e 9 quelli a tempo determinato.

Nel corso del 2010 sono stati assunti 13 nuovi collaboratori a fronte di 8 dimissioni.

Nella consapevolezza che la valorizzazione delle persone e la crescita professionale dei collaboratoridebbano essere le linee guida per la gestione delle Risorse Umane, anche nel 2010 la nostra bancaha investito in attività di formazione con lo scopo di aumentare lo sviluppo delle competenze, dellacapacità di operare in gruppo, della responsabilità e della professionalità.

Oltre ai corsi di formazione, sia di base che specialistici, sono stati messi a disposizione dei collabo-ratori una serie di corsi di autoformazione sulle normative di particolare rilievo (Privacy, Trasparenza,Sicurezza del Lavoro, IAS, Formazione assicurativa, Risparmio energetico, Centrale Allarmi Interban-caria, Continuità operativa). Un nostro collaboratore ha concluso il Master di secondo livello deno-minato MIBAMS (Banca, Mutualità e Sviluppo) promosso dalla Facoltà di Scienze Bancarie, Finanzia-rie e Assicurative dell’Università Cattolica di Milano in collaborazione con la Federazione Lombardadelle BCC ed una collaboratrice partecipa alla nuova edizione. Inoltre una nostra collaboratrice è ri-sultata vincitrice del concorso Lia Zaccardi e ha frequentato un impegnativo percorso formativo di ta-glio manageriale denominato “Ateneo” presso SEF Consulting (Sviluppo e Formazione del CreditoCooperativo).

39R E L A Z I O N I

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R E L A Z I O N I40

L’attività di formazione dell’anno 2010 può essere così riassunta:

Particolare attenzione viene riservata alla comunicazione e alla diffusione delle informazioni all’inter-no del nostro istituto. La rete intranet viene utilizzata per trasmettere a tutti i collaboratori in modoveloce e puntuale le notizie relative al Sistema del Credito Cooperativo (notiziario “Flash” di Feder-casse) e quelle interne comprendenti Comunicazioni e Ordini di Servizio.

Tutti i collaboratori ricevono la rivista trimestrale “vicini di banca” della Federazione Lombarda delleBCC e il mensile “Credito Cooperativo” pubblicato da Federcasse, oltre alla nuova rivista trimestraledella Cassa “Concordia”, destinata anche a tutti i soci e ai clienti interessati.

Sono previsti inoltre specifici momenti di incontro sia con tutti i collaboratori che con i responsabili difiliale e di unità organizzative centrali.

In ottemperanza a quanto previsto dal D.Lgs. 81/2008 sono state predisposte tutte le misure atte amigliorare le condizioni di sicurezza del lavoro. In particolare, per la sede e per ognuna delle filiali, so-no stati individuati i lavoratori incaricati di far parte delle squadre di prevenzione e lotta agli incendie gli addetti al primo soccorso. Tutti gli addetti hanno partecipato ad appositi corsi di formazione.

Ulteriori informazioni sulle Risorse Umane sono disponibili nell’apposita sezione del “Bilancio Sociale”.

4. ATTIVITÀ ORGANIZZATIVE

Profili Organizzativi

La Cassa ha impostato la modifica dell’organigramma dall’inizio del 2011 su 5 direzioni (DirezioneControlli e Supporti Direzionali, Direzione Crediti, Direzione Finanza, Direzione Commerciale e Dire-zione Amministrazione e Servizi) con in staff alla Direzione Generale l’istituita Funzione di Conformi-tà, l’Ispettorato interno, il Personale e la Segreteria Generale.

Nell’ambito della Direzione Commerciale si è concluso il piano di suddivisione territoriale delle filialiin tre zone commerciali, affidate a “capi zona”, finalizzato alla migliore gestione dei rapporti con laclientela.

La nostra banca è stata sottoposta alla Revisione Cooperativa, conclusasi il 22 febbraio 2010 con laconsegna dell’attestato di piena conformità alle norme in materia.

A partire dal 1° marzo è entrata in vigore la normativa PSD (Payment Services Directive – Direttiva suiServizi di Pagamento) che la nostra banca ha adottato, come la maggior parte del sistema bancario,in modo graduale attuando tempo per tempo l’introduzione delle maggiori novità. Per meglio ri-spondere alle esigenze della nuova normativa è stato introdotto su una nuova piattaforma informa-tica l’intero processo dei bonifici.

Nel corso dell’anno sono state prontamente recepite tutte le normative e le disposizioni emanate,adeguando le procedure in base ai nuovi regolamenti.

È terminata la distribuzione e la sostituzione delle Carte Bancomat con tecnologia microchip che con-sentono una maggior sicurezza nelle transazioni e una migliore operatività (possibilità di interroga-zione della movimentazione del conto).

Persone Ore effettive

E-Learning 259 2.102Formazione 325 10.260Incontri 241 2.810Affiancamento 238 1.425Totale 1.063 16.597

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La Cassa è uscita dal Sistema di Garanzia delle carte Maestro aderendo ad un sistema di garanzia au-tonomo all’interno del Credito Cooperativo che permetterà di mantenere lo stesso criterio di riparti-zione delle frodi.

Tutte le nostre postazioni Bancomat sono state dotate dell’apparecchio anticlonazione che impedi-sce l’applicazione, nella zona di introduzione-espulsione carte dell’ATM, di dispositivi atti all’appro-priazione di dati o alla duplicazione (“clonazione”) delle carte.

L’introduzione della possibilità di collocare OICR (Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio)e SICAV (Società di Investimento a CApitale Variabile) tramite piattaforma FINWEB permette allaclientela di scegliere il miglior investimento tra una vasta gamma di prodotti.

È continuato lo sforzo organizzativo per l’aggiornamento dell’operatività in strumenti finanziari se-condo quanto previsto dalla normativa “MiFID” entrata in vigore nel 2007 e la diffusione della piat-taforma informatica CRIS per rispondere in modo più efficiente alle esigenze dei clienti e all’evolu-zione della normativa, che richiede una valutazione complessiva e personalizzata dei portafogli ti-toli.

Con la Banca d’Italia è stata sottoscritta tutta la modulistica necessaria per poter effettuare le “ope-razioni di mercato aperto”. La nuova autorizzazione permette di aumentare le possibilità nella rac-colta/impiego di fondi sul mercato interbancario, interagendo direttamente con la Banca CentraleEuropea, senza intermediari ed a condizioni economiche migliori.

Il 22 novembre è entrato in vigore il nuovo “servizio trasferimento degli strumenti finanziari” ove laCassa partecipa in qualità di Banca originaria (passiva).

Nel corso del 2010 si è provveduto ad aggiornare il piano di continuità operativa da adottare in ca-so di calamità e/o sospensione del servizio di elaborazione dati al fine di ridurre al minimo i rischi e idisagi di tali eventi. Il piano rientra nel più ampio programma di business continuity per il quale laCassa ha predisposto gli interventi in ottemperanza a quanto stabilito dalla normativa della Bancad’Italia e ha effettuato prove di simulazione.

Continua l’affinamento dei regolamenti interni in vigore e la formulazione di quelli necessari alcompletamento del processo ICAAP. In tema di Vigilanza Prudenziale la Banca d’Italia ha aggiorna-to a fine anno la circolare 263 del 27 dicembre 2006 i cui effetti saranno recepiti dal resoconto ICA-AP del 2010. La Banca ha reso disponibile sul proprio sito Internet il documento di “Informativa alPubblico”.

È stato realizzato il progetto ”Trasparenza bancaria allo sportello” che permette ad ogni cliente diaccedere attraverso un computer touch screen o un totem multimediale a tutte le informazioni rela-tive ai prodotti e servizi offerti dalla Cassa in base alle disposizioni della Banca d’Italia. Ciò consentedi avere tutti i fogli informativi aggiornati in tutti gli sportelli della Cassa in tempo reale e con mino-ri costi. La Banca ha approvato all’interno della materia disciplinata dalla trasparenza bancaria il re-golamento del ciclo di vita dei prodotti.

Nell’ambito della normativa antiriciclaggio è stato redatto un regolamento per l’adeguata verifica el’indicazione del titolare effettivo.

A settembre è iniziata l’attività di sostituzione del programma di gestione documentale con un nuo-vo applicativo più fruibile ed integrato con il protocollo.

La Cassa ha aderito all’Avviso Comune per la sospensione dei debiti delle piccole e medie impreseverso il sistema creditizio con l'obiettivo di dare respiro finanziario alle imprese aventi adeguate pro-spettive economiche e in grado di provare la continuità aziendale e al “Fondo Centrale di Garanziaper le Piccole e Medie Imprese Italiane” gestito da Mediocredito centrale che concede una garanziapubblica a fronte di finanziamenti concessi.

L’accordo commerciale con CrediperCasa proposto da Iccrea Holding permette di offrire un’ampiagamma di finanziamenti per l’acquisto dell’abitazione.

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I settori operativi

I settori operativi della nostra banca hanno dedicato la consueta cura alle esigenze dei Soci e deiclienti ed hanno adempiuto a tutti gli obblighi amministrativi e statutari.

La tabella che segue riassume i dati più significativi dell’operatività svolta.

I numeri mettono in evidenza rilevanti volumi di lavoro ed esprimono l’impegno messo in campo ognigiorno dai collaboratori, sia in filiale che negli uffici centrali. Gli stessi numeri danno anche la misu-ra della fiducia accordataci dalla clientela e soprattutto dai Soci, che sono il vero “motore” della no-stra banca.

2010 2009 Δ Δ% 2010 2009 Δ Δ%

UFFICIO FIDIMutui 324.871 356.771 -31.900 -8,94 2.454 2.959 -505 -17,07Fideiussioni rilasciate 31.992 39.525 -7.533 -19,06 503 487 16 3,29Pratiche leasing 15.745 24.254 -8.509 -35,08 141 179 -38 -21,23

UFFICIO ESTEROPratiche trattate 40.818 38.215 2.603 6,81

UFFICIO PORTAFOGLIOTitoli trattati 1.374.800 1.343.170 31.630 2,35Assegni da corrispondenti 535.555 561.502 -25.947 -4,62 295.965 302.296 -6.331 -2,09Assegni a corrispondenti 844.800 895.509 -50.709 -5,66 327.636 337.090 -9.454 -2,80

UFFICIO INCASSI E PAGAMENTIContributi e tributi 398.547 398.657 -110 -0,03 183.746 182.869 877 0,48Utenze, RID e MAV 379.074 347.866 31.208 8,97 742.068 724.408 17.660 2,44Rate pensione accreditate 147.760 140.250 7.510 5,35 143.151 140.189 2.962 2,11Bonifici rete interbancaria 3.062.996 2.948.676 114.320 3,88 792.205 732.999 59.206 8,08

Carte di credito 20.104 19.861 243 1,22Utilizzi 98.487 98.011 476 0,49

Carte Bancomat 28.077 28.619 -542 -1,89Operazioni P.O.S. 81.197 72.845 8.352 11,47 1.005.005 868.479 136.526 15,72

DATI VARIOperazioni su conti correnti 7.180.526 6.852.515 328.011 4,79P.O.S. installati 954 956 -2 -0,21Utenti Internet Banking 14.702 13.754 948 6,89

Importi (migliaia di euro) Numeri

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5. ATTIVITÀ DI RICERCA E SVILUPPO

È continuato nel corso del 2010 il processo di affinamento della piattaforma informatica CRIS(Customer Relationship Information System), ideata, progettata e realizzata nel 2008 dall’Area Finan-za della nostra banca in collaborazione con la società Infincon AG, al fine di applicare in modo ade-guato la “consulenza specialistica” prevista dalla normativa MiFID.

Il software CRIS permette di valutare il portafoglio del cliente nel suo complesso, incluse le attivitàeventualmente detenute presso altri intermediari, in modo da poter vagliare le migliori opportunitàdi mercato e monitorare eventuali scostamenti dal profilo di rischio determinato.

6. SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI E GESTIONE DEI RISCHI

Il sistema dei controlli interni

Nel corso dell’anno la Banca ha proseguito nello sviluppo e nell’implementazione del Sistema deiControlli Interni sulla base dei tre livelli identificati dalle normative di vigilanza, assicurando la sepa-razione delle funzioni di controllo da quelle produttive.

I livello - controlli di linea, effettuati dalle stesse unità organizzative che hanno posto in essere le ope-razioni o incorporati nelle procedure e diretti ad assicurare il corretto svolgimento delle operazioni.

II livello - controlli sulla gestione dei rischi e di conformità normativa. In questo ambito la Banca hada tempo istituito l’Ufficio Ispettorato Interno che ha lo scopo di “identificare e valutare le eventua-li aree di rischio e le debolezze procedurali in qualsiasi fase o settore di attività dell’azienda, sia nel-l’organizzazione centrale che periferica, effettuando altresì controlli sulla corretta applicazione delleleggi e dei regolamenti relativi ai servizi di investimento in strumenti finanziari, all’antiriciclaggio e al-la trasparenza”. L’Ufficio si occupa altresì dei “controlli a distanza”, svolti mediante l’utilizzo di ap-positi strumenti informatici.

Oltre all’ufficio Ispettorato svolgono attività di controllo di II livello: l’ufficio Controllo del Credito perquanto riguarda l’esposizione della Banca al rischio di credito; l’ufficio Controllo di Gestione perquanto riguarda il rischio di tasso ed il rischio di mercato.

La Funzione di conformità normativa (Compliance), che ha il compito specifico di promuovere il ri-spetto delle leggi, delle norme e dei codici interni di comportamento, è stata attivata all’inizio del2011 attraverso la creazione di una nuova struttura organizzativa e l’adozione di un apposito rego-lamento.

III livello - attività di revisione interna (Internal Auditing), volta a valutare l’adeguatezza e la funzio-nalità del complessivo Sistema dei Controlli Interni e ad individuare andamenti anomali delle proce-dure e della regolamentazione. Questa funzione è stata esternalizzata alla Federazione Lombardadelle BCC, che svolge l’attività di controllo sulla base delle metodologie sviluppate nell’ambito delProgetto di Categoria sul Sistema dei Controlli Interni.

Gli interventi di Audit sono incentrati sull’analisi dei principali processi operativi (credito, finanza, ri-sparmio, incassi e pagamenti, estero, risorse umane) oltre che sul Sistema Informativo (InformationSystem Auditing). L’attività prevede anche momenti di follow-up al fine di verificare l’implementazio-ne e l’efficacia degli interventi proposti.

I vertici della Banca hanno preso visione dei report prodotti per ogni verifica di processo e del rap-porto consuntivo che sintetizza la valutazione dell’Internal Audit sul complessivo sistema dei control-li della Banca.

Si evidenzia che i controlli sulla gestione dei rischi rappresentano una materia in costante evoluzio-ne ed affinamento, sulla base dell’esperienza maturata all’interno della banca e delle indicazioni for-nite dalla Federazione Lombarda delle BCC.

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La gestione dei rischi

Le principali categorie di rischi alle quali la Banca si trova ad essere esposta sono riconducibili al ri-schio di credito, al rischio di mercato, al rischio di tasso, al rischio di liquidità e al rischio operativo.Al riguardo, specifiche informazioni di carattere qualitativo e quantitativo sono fornite nell’ambitodella “Parte E” della Nota Integrativa, dedicata alle “informazioni sui rischi e sulle relative politichedi copertura” alla quale si rimanda.

La nostra Banca ha applicato la disciplina sul Processo interno di determinazione dell’adeguatezzapatrimoniale (ICAAP). Tale processo persegue la finalità di determinare, sia in ottica attuale che pro-spettica, il capitale complessivo necessario a fronteggiare tutti i rischi rilevanti. La Banca, inoltre, incaso di rischi difficilmente quantificabili, ne valuta l’esposizione e predispone sistemi di controllo edi attenuazione adeguati.

Ai fini della determinazione del capitale interno a fronte dei rischi quantificabili, la nostra Banca, se-condo le indicazioni contenute nella circolare di Banca d’Italia n. 263/06 (titolo III), utilizza le meto-dologie di calcolo dei requisiti patrimoniali regolamentari per i rischi compresi nel I Pilastro (di credi-to, di controparte, di mercato e operativo) e gli algoritmi semplificati indicati dall’accennata norma-tiva per i rischi quantificabili rilevanti diversi dai precedenti (concentrazione e tasso di interesse sulportafoglio bancario). Più in dettaglio, vengono utilizzati:

• il metodo standardizzato per il rischio di credito e di controparte;

• il metodo standardizzato per il rischio di mercato;

• il metodo base per il rischio operativo;

• l’algoritmo del Granularity Adjustment per il rischio di concentrazione;

• la metodologia Abi-PWC per il rischio di concentrazione Geo-settoriale;

• l’algoritmo semplificato “regolamentare” per il rischio di tasso di interesse.

Per quanto riguarda i rischi non quantificabili, coerentemente con le indicazioni fornite dalla Bancad’Italia nella citata normativa, la Banca ha predisposto adeguati presidi interni di controllo e atte-nuazione. Nell’ambito delle attività di misurazione, sono altresì definite ed eseguite prove di stressin termini di analisi semplificate di sensibilità riguardo ai principali rischi assunti. La Banca effettuaanalisi semplificate di sensibilità relativamente al rischio di credito, al rischio di concentrazione sulportafoglio crediti ed al rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario, sulla base delle indica-zioni fornite nella stessa normativa e mediante l’utilizzo delle suddette metodologie semplificate dimisurazione. I risultati, opportunamente analizzati, conducono ad una miglior valutazione dell’espo-sizione ai rischi stessi e del grado di vulnerabilità dell’azienda al verificarsi di eventi eccezionali maplausibili. Nel caso in cui l’analisi dei risultati degli stress test evidenzi l’inadeguatezza dei presidi in-terni posti in essere, viene valutata l’opportunità di adottare appropriati interventi migliorativi.

Adeguata attenzione è stata inoltre riservata al VaR (Value at Risk) e all’ALM (Asset & LiabilityManagement).

Sono stati rispettati i parametri richiesti dalla vigente normativa in merito all’adeguatezza patrimo-niale, alla normativa grandi fidi, all’operatività con i soci e ai rischi fuori zona.

7. INFORMAZIONI SUGLI ASPETTI AMBIENTALI

L’attività bancaria, che consiste in prestazioni di servizi “dematerializzati”, non produce impatti am-bientali degni di rilievo. Tuttavia, consapevole della responsabilità sociale che hanno le imprese, lanostra Cassa persegue una politica di attenzione ai risvolti ambientali dell’attività svolta. Si avvalepertanto del servizio di imprese specializzate per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi, costituiti esclu-sivamente da toner di stampanti e fotocopiatrici, e provvede al riciclo della carta usata tramite socie-tà di recupero.

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In collaborazione con Aureo Gestioni viene proposto il Fondo “Aureo Finanza Etica” che investe inimprese che si distinguono per la responsabilità sociale ed ambientale e per lo sviluppo sostenibile.Inoltre la nostra Banca ha da tempo attivato due linee di credito agevolato per l’installazione di im-pianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.

Ulteriori informazioni sugli aspetti ambientali sono riportate nel “Bilancio Sociale”.

8. ALTRE INFORMAZIONI

Criteri seguiti nella gestione per il conseguimento dello scopo mutualistico della societàcooperativa ai sensi dell’art. 2 L. 59/92 e dell’art. 2545 C.C.

Collegamento con la base sociale e con i membri delle comunità locali

La compagine sociale ha visto l’ingresso di 336 nuovi soci e l’uscita di 91, raggiungendo a fine an-no il numero di 7.149, con un incremento netto di 245 soci. Abbiamo informato i Soci sull’anda-mento e lo sviluppo dell’attività nel corso dell’annuale assemblea di bilancio, con la pubblicazionedel Bilancio Sociale e con l’inserimento nel sito Internet di tutti i documenti relativi al bilancio. Inol-tre la stampa locale ha dato più volte risalto alle iniziative in campo sociale e culturale e in occasio-ne di quelle promosse a sostegno dell’economia.

Nel 2010 è continuata la distribuzione della rivista trimestrale “Concordia parvae res crescunt”, de-stinata in particolare ai nostri Soci, non finalizzata alla pura comunicazione bancaria ma con la vo-lontà di mettere in luce le “cose belle” che ancora ci circondano e le tante iniziative, sia della Bancache delle associazioni locali, che promuovono la solidarietà e la coesione sociale, la cultura, il benecomune.

La Consulta dei Soci ha svolto la proficua funzione di collegamento tra la base sociale e le comuni-tà locali, consentendoci di raccogliere, nel corso delle periodiche riunioni, le esigenze delle comuni-tà e dei territori in cui opera la Banca.

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A favore dei Soci sono state mantenute le agevolazioni nell’attività di raccolta del risparmio e diespletamento dei servizi bancari mediante il “Conto Socio” e, nei servizi di pagamento, con la Car-ta di Credito Cooperativo Socio.

Sono state rinnovate le convenzioni con il Teatro Sociale di Como, con il Teatro Fumagalli di Vighiz-zolo e con la Struttura di Fisioterapia e Idrokinesiterapia de “Il Gabbiano - Cooperativa socialeOnlus” di Cantù.

Collegamento con l’economia locale e impegno per il suo sviluppo

Tenuto conto dell’attuale contesto economico-sociale, la nostra Banca (insieme alle altre BCC dellaprovincia di Como e a due altri istituti di credito), l’Amministrazione Provinciale, la Camera di Com-mercio di Como e i rappresentanti delle associazioni di categoria hanno rinnovato il "Protocollo diintesa per il sostegno ai lavoratori e alle imprese nelle situazioni di crisi" sottoscritto inizialmente nel2009.

Le forme previste di sostegno per i lavoratori coinvolti in interventi di CIG straordinaria e "in dero-ga" sono:

• 1) anticipazione della Cassa Integrazione Straordinaria e “in deroga”: i lavoratori coinvolti posso-no richiedere alle banche l’anticipazione dell’ammortizzatore sociale, a tasso zero e senza costi ag-giuntivi;

• 2) sospensione delle rate per i mutui "prima casa": i lavoratori cassa-integrati possono chiedere lasospensione del pagamento delle rate per i mutui "prima casa", per massimo un anno, senza com-missioni ed oneri aggiuntivi.

1) Anticipazione Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria e “In deroga”

Dall’inizio della convenzione (maggio 2009), la Cassa ha concesso anticipi a 804 dipendenti di 179aziende diverse, erogando complessivamente 3.736.676,55 euro. Al 31 dicembre 2010 erano in es-sere 334 anticipi (163 CIG in deroga e 171 CIG straordinaria) per un totale di 724.000 euro.

L’esame dei dati evidenzia che la nostra Banca, da sola, ha effettuato il 64,43% degli anticipi con-cessi in provincia di Como. Il Credito Cooperativo nel suo complesso ha erogato oltre l’80% deglianticipi.

2) Sospensione rate mutuo

Un lavoratore in Cassa Integrazione Guadagni straordinaria o "in deroga", con un mutuo "prima ca-sa" in essere presso la Cassa e che presenti oggettive difficoltà nel pagamento di capitale e interes-si, può chiedere la sospensione del pagamento delle rate.

La sospensione implica lo slittamento dei pagamenti, senza costi ed oneri aggiuntivi a carico del mu-tuatario, per una durata commisurata a quella della CIG straordinaria o "in deroga", fino ad un mas-simo di 12 mesi.

Complessivamente la Cassa, sia in adesione all’Accordo di cui sopra sia autonomamente, ha accor-dato le “sospensioni” dei mutui a 339 clienti di cui 172 hanno riguardato sospensioni a famiglie.L’importo totale delle sospensioni concesse nel 2010 è stato di 56 milioni.

Hanno inoltre trovato piena attuazione nel corso dell’anno i finanziamenti agevolati per sostenere,in un momento di forte rallentamento dell’economia, tutti i settori economici:

• incentivazione degli investimenti produttivi;

• mutui per immobili residenziali con caratteristiche di risparmio energetico;

• sospensione rate mutuo (oltre 100 milioni di euro).

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È stato mantenuto il tasso fisso dell’1% sui finanziamenti di 30.000 euro per le aziende che parte-cipano al Salone Internazionale del Mobile di Milano; sono stati confermati i finanziamenti per tut-te le tipologie di manifestazioni fieristiche al tasso di interesse del 3%, con la possibilità di ulterioreriduzione al 2% per le “aggregazioni di aziende”. È disponibile un finanziamento agevolato per laricapitalizzazione delle imprese.

Oltre a questi interventi straordinari, il sostegno all’economia locale è promosso in diverse forme.

La nostra Banca, insieme alle BCC della provincia di Como e Iccrea Holding, è socia di “SVILUPPOCOMO”, agenzia di sviluppo per il territorio promossa dalla CCIAA di Como allo scopo di:

• promuovere e sostenere la nascita di nuova imprenditorialità, incoraggiare settori strategici (nuo-vi o tradizionali) in grado di sviluppare una rinnovata e duratura crescita attraverso un approccioinnovativo e tecnologicamente avanzato;

• promuovere e sostenere lo sviluppo di progettualità orientate ad attrarre nel territorio imprese conelevato contenuto tecnologico e soggetti di elevata professionalità.

La prima iniziativa avviata da Sviluppo Como, attraverso la creazione della società Como NExT (acro-nimo di Nuove Energie per il Territorio), è stata l’acquisizione di una parte dell’ex Cotonificio Somai-ni a Lomazzo e l’avvio dei lavori per la creazione del “Parco Scientifico e Tecnologico”. È stata inol-tre costituita “Como venture”, società di venture capital partecipata da Sviluppo Como, allo scopodi finanziare nuove attività imprenditoriali che usufruiranno delle strutture del “Parco Scientifico eTecnologico” di Lomazzo, inaugurato il 28 maggio 2010.

La Cassa ha mantenuto la residua partecipazione nel CLAC, sostenendo, fin quando possibile, le ini-ziative proposte e collaborando per la migliore soluzione dei problemi emersi a seguito del mutatoscenario regolamentare e congiunturale.

Allo scopo di promuovere lo sviluppo sostenibile del territorio anche dal punto di vista ambientale,incentiviamo l’uso delle fonti di energia rinnovabili mediante due linee di finanziamento a tasso age-volato, usufruibili dai privati, dalle aziende e dagli enti pubblici, destinati agli studi di fattibilità e al-la realizzazione di impianti solari, fotovoltaici, mini-eolici e a biomasse. È inoltre possibile finanziarela rimozione delle vecchie coperture con presenza di amianto e il conseguente rifacimento del tetto.

È stata riproposta l’iniziativa “io clikko”, destinata in particolare agli studenti, per l’acquisto di per-sonal computer con finanziamenti a tasso zero.

A sostegno dei giovani che devono affrontare le spese di istruzione post-universitaria è stato confer-mato il finanziamento agevolato “Master” con durata flessibile in funzione dei corsi di specializza-zione post-laurea. La nostra Banca, su proposta di Federcasse, ha inoltre aderito al progetto Gover-no-ABI “Diamogli credito”.

Nell’ambito di un’iniziativa proposta dalla Federazione Lombarda delle BCC, è stato mantenuto ilmutuo agevolato “ad8”, destinato alle famiglie che intraprendono il difficile cammino dell’adozioneinternazionale.

Per le spese derivanti dalle cure specifiche di ortodonzia dei ragazzi è stato riproposto il finanziamen-to a tasso agevolato “Io sorrido”.

Le iniziative e i finanziamenti a tasso speciale elencati nei precedenti paragrafi rappresentano un con-tributo indiretto al sostegno e allo sviluppo dell’economia locale, in particolare delle aziende mani-fatturiere che rappresentano tuttora un “valore” imprescindibile del nostro tessuto economico.

Tale “contributo” non è indicato in nessuna voce di bilancio ma è quantificabile per l’anno 2010 in357.000 euro, distribuito su 830 finanziamenti di cui 445 erogati nel 2010 e 13.000 euro per le an-ticipazioni della Cassa Integrazione a tasso zero ed esenti da spese. La “gestione” delle operazionidi anticipo della CIG comporta inoltre un consistente impegno di personale, quantificabile in un co-sto aziendale non inferiore a 60.000 euro.

È continuata l’erogazione di finanziamenti a tasso speciale tramite i Consorzi di Garanzia Fidi. Gli ac-cordi in corso sono stati ulteriormente migliorati ed ampliati, destinando specifiche linee di creditoagli investimenti produttivi e per le iniziative imprenditoriali dei giovani.

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È stata sottoscritta e avviata una nuova convenzione con A.N.C.E. e Confindustria della provincia diComo, finalizzata al sostegno e allo sviluppo delle imprese associate. È, ancora una volta, un segna-le concreto di fiducia nell’economia del territorio.

Abbiamo rinnovato la sponsorizzazione del progetto di promozione delle professioni nel settore le-gno arredo per l’anno 2010 realizzato dall’Associazione asPROlegno. Sono stati inoltre erogati con-tributi ad associazioni di categoria ed enti di promozione, a sostegno delle iniziative di aggiornamen-to normativo e tecnologico.

Nostri Amministratori fanno parte del Consiglio Direttivo di UniverComo e della Società SviluppoComo.

Sviluppo dell’idea cooperativa e collegamento con le altre componenti delMovimento

La Cassa, su iniziativa della Federazione Lombarda, ha aderito ad un accordo quadro con la Confcoo-perative regionale finalizzato a migliorare i rapporti tra le BCC e il mondo cooperativo.

È proseguito il rapporto di collaborazione con la Confartigianato Imprese di Como che, al di là dellogo del Credito Cooperativo sulla comunicazione istituzionale e sul sito della Confartigianato, rap-presenta un tangibile segno di vicinanza alle imprese artigiane associate.

Collaboriamo costantemente con le società del Sistema del Credito Cooperativo, sia per gli aspettifinanziari-operativi (ICCREA Banca, Banca Agrileasing, Aureo Gestioni, BCC Vita, Consorzio Agecas-se, ISIDE, UPF, SOAR e Coopersystem) che per quelli associativi e di formazione (Federcasse, Feder-lombarda, SEF Consulting).

I nostri esponenti aziendali sono presenti a vari livelli nelle istituzioni regionali e nazionali. Il presiden-te Angelo Porro è membro dei Consigli di amministrazione della Federazione Lombarda delle BCC,di ICCREA Holding e della società ISIDE, che gestisce il servizio informatico per oltre 170 Banche diCredito Cooperativo.

Numerosi nostri esperti collaboratori partecipano inoltre ai gruppi di lavoro presso l’ABI, l’ICCREA, laFederazione Lombarda delle BCC e ISIDE per l’analisi di specifiche tematiche.

Gli amministratori e i sindaci hanno preso parte durante l’anno ad incontri di formazione e aggior-namento, tra cui il Convegno di studi della Federazione Lombarda a Praga.

Sviluppo dell’impresa cooperativa e principi mutualistici

La Cassa svolge la propria attività avendo presente i principi cooperativi della mutualità senza fini dispeculazione privata, perseguendo il miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economichedelle comunità locali nonché la coesione sociale e la crescita responsabile e sostenibile del territorioin cui opera.

In tale ambito nel corso dell’anno sono stati realizzati, in tutta la zona operativa della Banca, inter-venti ed iniziative dei quali riportiamo quelli più significativi suddivisi per settori d’intervento:

• cultura e conservazione del patrimonio storico e artistico:

> le borse di studio “Giovanni Zampese” consegnate a 199 studenti meritevoli per un importocomplessivo di 100.900 euro;

> il contributo per la promozione dell’attività della Scuola di Floro Orto Frutticoltura di Minoprio;

> il rinnovo dell’adesione a Univercomo;

> il sostegno alla rivista trimestrale “Canturium” curata dall’Associazione Paolo Borghi;

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> il sostegno alla Stagione Teatrale del Teatro Fumagalli;

> il sostegno alla Nuova Scuola di Musica per il “20° Concorso internazionale per pianoforte eorchestra”;

• salute, assistenza, sport e tempo libero:

> acquisto mammografo digitale per Ospedale S. Antonio Abate Cantù;

> realizzazione di un bando comune con la Fondazione Provinciale della Comunità Comasca fi-nalizzato ad interventi in campo socio-sanitario, del disagio giovanile e dell’assistenza anziani;

> Fondazione Paola Giancola per l’acquisto di attrezzature sanitarie per il reparto di riabilitazionecardio-respiratoria dell’Ospedale Felice Villa di Mariano Comense;

> i contributi per l’acquisto di ambulanze a numerose associazioni di volontariato;

> Auser Canturium per l’acquisto di un mezzo di trasporto per anziani e disabili;

> la partecipazione alle iniziative di enti pubblici e associazioni che hanno chiesto di dotarsi dimezzi di trasporto in comodato d’uso per persone svantaggiate;

> il sostegno alla “Fondazione Tertio Millennio” promossa da Federcasse e da Mons. FrancescoRosso con finalità ad elevato contenuto sociale, con particolare attenzione all’inserimento deigiovani nel mondo del lavoro;

> il sostegno a numerose società sportive delle più diverse discipline che coinvolgono migliaia diragazzi nella pratica dello sport preferito;

> il contributo a soci e clienti ultrasettantenni per il soggiorno marino;

> i contributi a numerose scuole dell’infanzia, spesso in difficoltà per l’adeguamento alle strin-genti normative sulla sicurezza;

> i contributi a numerose parrocchie, tra cui spiccano i contributi per il “raddoppio” delle offer-te dei parrocchiani finalizzate a specifici interventi di natura straordinaria.

La nostra Banca ha ospitato “Telefisco 2010”, organizzato in teleconferenza con Il Sole 24 Ore sul te-ma “La Finanziaria 2010 e le altre novità per imprese e professionisti” che ha visto la partecipazionedi circa 500 professionisti divisi nelle due sedi che sono state attivate: presso l’ormai consueta salaZampese nella sede di Cantù e nella città di Como presso la prestigiosa sala conferenze SpazioComo.

La sala convegni Giovanni Zampese ha accolto 40 eventi ed incontri di Enti ed Associazioni, tra cui:Confartigianato Imprese Como, A.S.L. provinciale, Avis Cantù, Istituti scolastici ed altre associazioninon profit e sportive che hanno presentato le loro attività.

Le elargizioni e i contributi erogati nel 2010 ammontano a 2.457.422 euro. Una testimonianza con-creta e tangibile del ruolo che la nostra Banca riveste anche in un anno oggettivamente difficile perle tante motivazioni già espresse.

Il dettaglio degli interventi e delle iniziative che hanno goduto del sostegno della Cassa è disponibi-le all’interno del “Bilancio Sociale”.

Informazioni sulle ragioni delle determinazioni assunte con riguardo all’ammissione deinuovi soci ai sensi dell’art. 2528 del Codice Civile

Il Consiglio di Amministrazione, in ossequio alle previsioni recate dall’articolo 2528 c.c., recepito dal-l’art. 8, comma quarto, dello Statuto Sociale, è chiamato ad illustrare nella relazione al bilancio le ra-gioni delle determinazioni assunte con riguardo all’ammissione di nuovi soci.

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R E L A Z I O N I50

In particolare il Consiglio, premesso che:

• il principio della “porta aperta” rappresenta uno dei cardini della cooperazione, come riconosciu-to anche dalla recente riforma societaria;

• l’art. 35 del Testo Unico Bancario stabilisce che le BCC esercitano il credito prevalentemente a fa-vore dei soci;

• le Istruzioni di Vigilanza della Banca d’Italia stabiliscono che le Banche di Credito Cooperativo“possono prevedere nel proprio statuto limitazioni o riserve a favore di particolari categorie di sog-getti tra i quali esse intendono acquisire i propri soci. In ogni caso le banche adottano politicheaziendali tali da favorire l’ampliamento della compagine sociale; di ciò tengono conto nella deter-minazione della somma che il socio deve versare oltre all’importo dell’azione”;

• gli articoli 6 e 7 dello Statuto Sociale, sulla base delle disposizioni dettate dal Testo Unico Banca-rio e dalle Istruzioni di Vigilanza della Banca d’Italia, determinano i requisiti di ammissibilità a so-cio e le limitazioni all’acquisto della qualità di socio;

• il Consiglio di Amministrazione ha definito, nel piano strategico triennale, la politica di ammissio-ne dei nuovi soci con l’obiettivo di accrescere il radicamento territoriale della banca nella propriazona di competenza ed in particolare nei comuni di presidio diretto nonché di privilegiare l’acqui-sizione di soci appartenenti a determinate categorie;

comunica che:

a) alla data del 31 dicembre 2010 la compagine sociale era composta da 7.149 soci, con un capita-le sociale di 1.162.073,28 euro;

b) rispetto alla stessa data dell’anno precedente la compagine sociale è aumentata di 245 unità, pa-ri ad una variazione percentuale del 3,55 per cento;

c) la misura del sovrapprezzo attualmente richiesto ai nuovi soci è di 7 euro per ogni azione sotto-scritta;

d) nel corso dell’esercizio 2010 sono state accolte 336 nuove domande di ammissione a socio;

e) nessuna domanda di ammissione è stata rigettata;

f) in coerenza con gli obiettivi enunciati nel piano strategico ed in relazione al doveroso rispetto delprincipio di prevalenza di cui all’art. 35 del Testo Unico Bancario, i soci ammessi nel corso dell’eser-cizio 2010 risultano così ripartiti per provenienza geografica: 103 di Cantù, 37 di Como, 29 di Ma-riano Comense, 14 di Capiago Intimiano, 11 di Figino Serenza, 9 di Cermenate, 8 di Giussano; irimanenti 125 da altri 61 comuni.

Informazioni sulla avvenuta compilazione o aggiornamento del documento programmati-co sulla sicurezza ai sensi del D.Lgs. n. 196 del 30/6/2003, all. b, punto 19

La Banca, in ossequio a quanto previsto dal D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196, Codice per la protezio-ne dei dati personali, ha provveduto, nel corso dell'esercizio 2010, all’aggiornamento del documen-to programmatico sulla sicurezza entro i termini di legge. Tale documento, in ossequio alla regola 19dell’allegato B del citato decreto legislativo n. 196/2003 contiene:

• l’elenco dei trattamenti di dati personali;

• la distribuzione dei compiti e delle responsabilità nell’ambito delle strutture preposte al trattamen-to dei dati;

• la nomina degli amministratori di sistema;

• l’analisi dei rischi che incombono sui dati;

• le misure da adottare per garantire l’integrità e la disponibilità dei dati, nonché la protezione del-le aree e dei locali, rilevanti ai fini della loro custodia ed accessibilità;

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51R E L A Z I O N I

• la descrizione dei criteri e delle modalità per il ripristino delle disponibilità dei dati in seguito a di-struzione o danneggiamento dei medesimi o degli strumenti elettronici;

• la previsione di interventi formativi degli incaricati del trattamento per renderli edotti dei rischi cheincombono sui dati, delle misure disponibili per prevenire eventi dannosi, dei profili della discipli-na sulla protezione dei dati personali più rilevanti in rapporto alle relative attività, delle responsa-bilità che ne derivano e delle modalità per aggiornarsi sulle misure minime adottate dal titolare;

• la descrizione dei criteri da adottare per garantire l’adozione delle misure minime di sicurezza incaso di trattamenti di dati personali affidati, in conformità al codice, all’esterno della struttura deltitolare.

Inoltre, per quanto riguarda l’esercizio in corso, la Banca ha provveduto in data 8 marzo 2011 all’ag-giornamento del predetto documento nei termini previsti dal menzionato Codice.

9. FATTI DI RILIEVO INTERVENUTI DOPO LA CHIUSURA DELL'ESERCIZIO

Il 12 marzo 2011 un terremoto di entità straordinaria ha colpito il Giappone. Dalle prime stime il si-sma, oltre ad aver causato la perdita di migliaia di vite umane, avrà un impatto negativo sulla terzaeconomia mondiale che potrebbe essere pari al 4% circa del Pil.

Le crisi che dal Medio Oriente hanno raggiunto i Paesi dell’Africa, dando vita a sanguinose rivolte ealla caduta di regimi politici al potere da decenni, potrebbero portare conseguenze per l’economiaitaliana. La Tunisia, l’Algeria, l’Egitto e la Libia, sono realtà importanti per l’economia del nostro Pae-se e la loro situazione di instabilità politica potrebbe avere conseguenze molto pesanti sulle impreseitaliane.

Nel mese di marzo abbiamo emesso un prestito obbligazionario riservato ai Soci, a condizioni parti-colarmente vantaggiose, che rappresenta un ulteriore segno di attenzione e vicinanza ai nostri Soci.Il successo della sottoscrizione ci conforta nella scelta operata.

La Banca d’Italia nel dicembre 2010 ha aggiornato la circolare 263 “Nuove disposizioni di vigilanzaprudenziale per le Banche” che avranno effetto per la determinazione dell’ICAAP riferito al31/12/2010, introducendo significative modifiche alla normativa dei grandi rischi e dei gruppi diclienti connessi.

Dal 1° gennaio 2011 l’euro è stato introdotto in Estonia, ampliando a 17 il numero di Paesi che adot-tano la moneta unica.

10. PREVEDIBILE EVOLUZIONE DELLA GESTIONE

Il 2011 non si prospetta meno impegnativo del 2010. È una specie di ritornello che ripetiamo da al-meno tre anni, ma la realtà e le prospettive non lasciano spazio a ipotesi di più ampio respiro.

Siamo una banca locale, anzi – a confronto dei colossi del credito – una minuscola banca locale. Nonabbiamo interessi in giro per il mondo, partecipazioni in istituzioni estere o attività di bilancio che pos-sano risentire “direttamente” delle crisi politiche internazionali. Però ciò che accade nel mondo, vici-no o lontano che sia, si riflette inevitabilmente sulla gestione della nostra Banca.

Siamo una banca “tradizionale”, che svolge la primaria attività di raccogliere risparmio e impiegarloa sostegno dell’economia reale. Viviamo e operiamo in una zona ad alta intensità produttiva. Per que-sto l’andamento dei tassi di interesse e la crescita o il rallentamento dell’economia, interna e interna-zionale, hanno un’influenza diretta e immediata sui nostri bilanci.

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I prossimi mesi dovrebbero essere caratterizzati da una tendenziale crescita dei tassi di interesse, e ciòpotrebbe in minima parte favorire, o quanto meno mantenere sui livelli attuali, gli spread che sono al-la base del nostro conto economico.

Ma la ripresa che, seppure a fasi alterne, ha accompagnato il 2010, potrebbe affievolirsi a seguito del-le vicende che stanno interessando i paesi del nord Africa e qualche stato arabo. E ciò non potrà cheincidere sulle aziende del nostro territorio.

In uno scenario così incerto, l’orientamento della nostra Banca per il 2011 sarà all’insegna del raffor-zamento e del consolidamento, prestando comunque sempre più attenzione alle necessità dei Soci,delle famiglie e delle imprese, in ciò favoriti anche dalla solidità patrimoniale di cui abbiamo dato con-to in più punti della relazione.

Ci attendiamo quindi una moderata crescita della raccolta e degli impieghi, margini economici con-tenuti e un rischio di credito ancora elevato.

Le regole di Basilea 3 chiederanno inoltre alla nostra Banca di limitare i rischi di instabilità e tale obiet-tivo sarà perseguito non solo attraverso il rispetto dei nuovi limiti prudenziali e l’accurata gestione del-la liquidità, ma anche attraverso l’adozione di ulteriori presidi organizzativi riferiti alla valutazione delmerito creditizio.

11. PROPOSTA DI DESTINAZIONE DELL’UTILE

Signori Soci,

questo bilancio è assoggettato a revisione legale dalla società PricewaterhouseCoopers S.p.A. cheeffettua anche il controllo contabile, segno di chiarezza e trasparenza nei Vostri confronti, versol’Organo di Vigilanza e verso le molteplici controparti con le quali intratteniamo rapporti d’affari.

Sulla base delle norme vigenti e dello Statuto, il Consiglio di Amministrazione Vi invita ad approva-re il Bilancio dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2010, come esposto nella documentazione di Sta-to Patrimoniale e di Conto Economico, nonché nella Nota Integrativa e propone la seguente desti-nazione dell’utile netto dell’esercizio:

Secondo quanto previsto dall’articolo 50 dello Statuto, la misura del dividendo non può esseresuperiore all’interesse massimo dei buoni postali fruttiferi aumentato di due punti e mezzo. Tenutoconto del rendimento medio di tali titoli si è determinata una percentuale di remunerazione delcapitale pari al 5,50 per cento.

Dopo l’approvazione del presente progetto, l’importo di 6.628.277,94 euro, destinato alla riservalegale, incrementerà le riserve patrimoniali indivisibili. Il patrimonio della Cassa ammonterà pertanto a257.044.167,41 euro, con un aumento rispetto all’anno precedente dello 0,92% e sarà così composto:

R E L A Z I O N I52

- Capitale sociale € 1.162.073,28- Riserva legale e statutaria € 253.051.329,71- Sovrapprezzi di emissione € 1.861.340,07- Altre riserve consentite dalla legge € 969.424,35

- alla riserva legale indivisibile ai sensi della Legge 904/77 € 6.628.277,94 - ai fondi mutualistici di cui all’ art. 11, Legge 59/92 € 222.411,95 - ai soci quale dividendo € 63.041,75 - ai fini di beneficenza o mutualità € 500.000,00 Totale € 7.413.731,64

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53R E L A Z I O N I

12. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

In chiusura della relazione ringraziamo il Direttore della Banca d’Italia di Milano avv. Salvatore Mes-sina e i suoi Collaboratori, in particolare il dott. Luca Bianchi, e la Direttrice della Banca d’Italia di Co-mo dott.ssa Daniela Palumbo.

Ringraziamo le Società del Gruppo Bancario Iccrea, gli organismi Federali nazionali e regionali, il Pre-sidente nazionale avv. Alessandro Azzi, il Direttore della Federazione Lombarda Filippo Spina e il suosuccessore Piero Galbiati, al quale auguriamo buon lavoro nell’impegnativo incarico.

Ai signori Sindaci, ai Componenti della Consulta dei Soci, al Direttore Generale, alla Vicedirettrice, aiDirigenti, ai Responsabili delle filiali e degli uffici interni e a tutti i Collaboratori, vada il più cordialeapprezzamento per l’intelligente e fattivo contributo all’attività svolta. Il loro impegno e la loro dedi-zione garantiscono la qualità del servizio e la soddisfazione del cliente e valorizzano il nostro mododi essere “differenti per scelta”: non solo “banca” ma anche – e soprattutto – “banca cooperativae banca locale”.

A Maria Adelaide “Mariuccia” Beretta e Giulio Speroni, colleghi della Cassa che hanno raggiunto afine 2010 l’età pensionabile, gli auguri di lunga vita in salute e serenità.

Ai nuovi Soci rivolgiamo un cordiale benvenuto, con la certezza che contribuiranno a mantenere vi-vo il valore della cooperazione.

Signori Soci,

questo è stato il primo anno di lavoro del Consiglio nominato dall’Assemblea del 2010. I tre nuoviamministratori eletti hanno affiancato e integrato l’esperienza dei consiglieri confermati nella carica.Tutti insieme abbiamo posto il massimo impegno per fare della nostra Banca una cooperativa di cre-dito sempre più solida e sempre più responsabilmente partecipe dello sviluppo economico, cultura-le e sociale del nostro territorio.

Da tempo ormai si parla solo di crisi, in una sorta di attesa indefinita: quanto durerà, quando finirà,come ne usciremo. Sono le domande che impegnano economisti, politici, studiosi e opinionisti in ac-cesi dibattiti e mutevoli previsioni.

Noi non abbiamo la soluzione. Però vediamo tante persone serie e capaci che reagiscono, che nonstanno in attesa che qualcun altro intervenga. Sono imprenditori e artigiani, commercianti e profes-sionisti, operai e impiegati, consapevoli che ciascuno può contribuire, per la parte che gli compete,al progresso economico e civile della società.

Forse non è più tempo di aspettare che la crisi finisca. Forse la crisi è già passata, lasciando un mon-do diverso da quello di prima. È in questo “mondo nuovo” che dobbiamo imparare a muoverci. Glistrumenti li abbiamo: sono quelli che hanno sostenuto la nostra Banca e le nostre Comunità in altrimomenti difficili. Sono scritti nel nostro DNA, oltre che nello Statuto Sociale: si chiamano coopera-zione, mutualità, solidarietà, costruzione del bene comune.

Con la certezza che insieme continueremo a dare valore al futuro, Vi ringraziamo per la fiducia ac-cordataci, con l’esortazione ad essere sempre fedeli e orgogliosi sostenitori della Vostra Banca, a pro-muoverne la crescita, ad accompagnarla nelle nuove sfide.

Cantù, 29 marzo 2011

IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

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Signori Soci della Cassa Rurale ed Artigiana di Cantù BCC,

il Consiglio di Amministrazione ha messo a nostra disposizione il bilancio dell’esercizio chiuso al 31dicembre 2010 unitamente alla “Relazione sulla gestione”, approvato nella riunione del 29 marzo2011, nel rigoroso rispetto dei termini fissati dalla legge.

Vi segnaliamo, innanzitutto, che, in adesione al disposto del D.Lgs. 28 febbraio 2005 n. 38, il bilan-cio dell’esercizio è stato redatto in applicazione dei principi contabili internazionali IAS/IFRS, emana-ti dallo IASB, applicati nel rispetto dei principi di interpretazione emanati dal SIC/IFRIC, omologati dal-la Commissione Europea ai sensi dei regolamenti comunitari attualmente in vigore.

Nella predisposizione del bilancio di esercizio sono stati osservati gli schemi e le regole di compila-zione contenuti nella circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre 2005 e nei successivi ag-giornamenti ed integrazioni.

Tutti i riferimenti normativi ed i criteri di valutazione adottati sono stati dettagliatamente riportati nel-la parte introduttiva della “Nota Integrativa”.

In conformità alla normativa vigente il progetto di bilancio è composto da sei distinti documenti:

- Stato patrimoniale; - Conto economico; - Prospetto delle variazioni di patrimonio netto; - Prospetto della redditività complessiva; - Rendiconto finanziario;- Nota integrativa;

ed è stato sottoposto alla revisione contabile da parte della società PricewaterhouseCoopers S.p.A.,e può essere riassunto nelle seguenti risultanze:

L’esercizio in esame evidenzia un discreto incremento nei volumi operativi, anche se con percentua-li inferiori a quelle registrate nel recente passato.

All’aumento dei volumi ha assicurato un concreto apporto l’ampliamento della rete commerciale,con il consolidarsi dell’attività delle nuove dipendenze.

Nonostante la riduzione dei tassi, che ha provocato un ridimensionamento del margine di interesse,il risultato netto della gestione finanziaria è migliorato per effetto dei minori importi degli accanto-namenti per rischi su crediti imputati all’esercizio. Gli stessi sono iscritti in conto economico per un

Relazione del Collegio Sindacale sul bilancio al 31 dicembre 2010ai sensi dell’articolo 2429 Codice Civile

STATO PATRIMONIALE

CONTO ECONOMICO

Attivo € 1.989.080.663

Passivo € 1.731.251.042

Patrimonio Netto € 250.415.889

Utile d’esercizio € 7.413.732

Utile dell’operatività corrente al lordo delle imposte € 10.335.484

Imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente € 2.921.752

Utile d’esercizio € 7.413.732

R E L A Z I O N I54

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minore ammontare rispetto al 2009, nonostante gli accantonamenti siano stati conteggiati con ilconsueto carattere di estrema prudenza, per effetto di significativi recuperi per riprese su crediti non-ché per il beneficio derivante dall’attualizzazione dei crediti medesimi.

Il risultato netto (ante e post imposte) risulta inferiore a quello del 2009 per effetto di un significati-vo incremento dei costi operativi. Sono da evidenziare i maggiori costi del personale dipendente e,fra quelli di carattere generale, i costi connessi alle nuove agenzie (nuove aperture o trasferimenti)e, dall’inizio del 2010, all’utilizzo della nuova sede di via Carcano.

I criteri seguiti nell’attività sociale per il conseguimento dello scopo mutualistico, così come prescrit-to dalle disposizioni di legge e dal nostro Statuto, emergono dai diversi aspetti dell’operatività dellaCassa e sono attestati dalla continua crescita della compagine sociale che, alla data di chiusura del-l’esercizio, era composta da n. 7.149 soci, con un incremento netto di n. 245 unità rispetto al 31 Di-cembre 2009.

La crescita della compagine sociale rappresenta la migliore attestazione della validità dei rapporti in-trattenuti con il socio-cliente, principale beneficiario dei servizi offerti dalla Cassa, finalizzati al soste-gno delle necessità delle famiglie e degli operatori economici locali.

La nota integrativa contiene, nel pieno rispetto delle vigenti disposizioni di legge, oltre all’indicazio-ne dei riferimenti normativi relativi ai criteri di valutazione adottati, informazioni dettagliate sulle vo-ci dello stato patrimoniale e del conto economico, nonché le altre informazioni richieste, al fine diesporre in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale, economica e finanziaria della Banca.

La responsabilità della redazione della “Relazione sulla Gestione”, in conformità a quanto previstodalle norme di legge, compete agli amministratori della Vostra Cassa Rurale ed Artigiana di CantùBCC Soc. Coop. È di nostra competenza l’espressione del giudizio sulla coerenza della relazione sul-la gestione con il bilancio, come richiesto dall’art. 2409 ter, comma 2, lettera e) del Codice Civile, in-novato dall’art. 14 del D.Lgs. n. 39/2010.

A tale fine abbiamo svolto le procedure indicate dal principio di revisione n. PR 001 emanato dalC.N.D.C.E.C. - Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili - e raccoman-dato dalla Consob.

A nostro giudizio la “Relazione sulla Gestione” è coerente con il bilancio d’esercizio della Cassa Ru-rale ed Artigiana di Cantù BCC Soc. Coop. al 31 dicembre 2010.

I dati del bilancio 2010 sono confrontati con quelli patrimoniali e di conto economico al 31 dicem-bre 2009, che sono stati determinati applicando i medesimi criteri di valutazione, ispirati ai principicontabili internazionali.

Sul bilancio nel suo complesso, situazione patrimoniale e conto economico, è stato emesso un giu-dizio senza rilievi e senza riserve da parte della società di revisione PricewaterhouseCoopers S.p.A.,che ha rilasciato, ai sensi dell’art. 14 del D.Lgs. n. 39/2010, che ha innovato le disposizioni già con-tenute nell’art. 2409 ter del Codice Civile, la propria relazione in data 11 aprile 2011, relativa allafunzione di revisione legale dei conti dalla stessa esercitata.

A tale riguardo, nel corso dell’esercizio, il Collegio Sindacale ha incontrato i responsabili della socie-tà di revisione con i quali ha avuto scambi di informazioni relativamente alla tenuta della contabilitàsociale ed alla formazione del bilancio d’esercizio, nonché sulle altre verifiche dalla stessa effettuate,senza ricevere segnalazioni di anomalie di alcun genere.

Nel corso dell’esercizio il Collegio Sindacale ha partecipato a tutte le riunioni del Consiglio di Ammi-nistrazione e del Comitato Esecutivo.

In tali interventi il Collegio ha potuto verificare come l’attività dei suddetti organi sia stata impronta-ta al rispetto della corretta amministrazione ed alla tutela del patrimonio della Banca.

Nel corso dell’anno 2010 il Collegio Sindacale si è riunito per n. 36 verifiche collegiali.

Nei riscontri e nelle verifiche effettuate il Collegio Sindacale si é avvalso, ove necessario, della colla-borazione della struttura dei controlli interni, dell’ufficio ragioneria, dell’ufficio controllo del creditoe del servizio legale della Banca.

Dall’attività di controllo e verifica esercitata dal Collegio Sindacale non sono emersi fatti significativi,tali da richiedere la necessità di segnalazione alla Banca d’Italia.

55R E L A Z I O N I

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In ossequio al disposto dell’art. 2403 del Codice Civile il Collegio Sindacale ha:

• ottenuto dagli Amministratori le informazioni sul generale andamento della gestione e sulla suaprevedibile evoluzione nonché sulle operazioni di maggior rilievo economico, finanziario e patri-moniale;

• in base alle informazioni ottenute il Collegio ha potuto verificare che le azioni deliberate e postein essere sono risultate conformi alle Leggi ed allo Statuto sociale e che le stesse non appaionomanifestamente imprudenti, azzardate, in potenziale conflitto di interessi o in contrasto con le de-liberazioni assunte dall’Assemblea o tali da compromettere l’integrità del patrimonio;

• vigilato sull’osservanza della Legge e dello Statuto, nonché sul rispetto dei principi di corretta am-ministrazione;

• acquisito conoscenza e vigilato, per quanto di propria competenza, sull’adeguatezza dell’assettoorganizzativo della Banca anche tramite la raccolta di informazioni dai responsabili delle diversefunzioni ed a tale riguardo non ha osservazioni particolari da riferire all’Assemblea;

• rilevato l’adeguatezza sostanziale del sistema dei controlli interni della Banca anche attraverso in-formazioni acquisite dalla funzione di internal auditing che è stata esternalizzata alla FederazioneLombarda delle BCC;

• valutato e vigilato sull’adeguatezza del sistema amministrativo e contabile nonché sull’affidabilitàin concreto di quest’ultimo a rappresentare correttamente i fatti, gli atti e le operazioni di gestio-ne, anche a seguito delle specifiche informazioni ricevute dai responsabili delle rispettive funzioni.

Vi evidenziamo infine che non sono pervenute denunce ex art. 2408 del Codice Civile o esposti dialtra natura.

Il Collegio Sindacale, in ottemperanza alle disposizioni di cui all’art. 2 Legge n. 59/1992 e dell’art.2545 Codice Civile, attesta di condividere i criteri seguiti dal Consiglio di Amministrazione nella ge-stione sociale per il conseguimento degli scopi mutualistici in conformità col carattere cooperativodella Cassa e dettagliati nella “relazione sulla gestione” presentata dagli stessi Amministratori.

A nostro giudizio, il Bilancio d’esercizio della Cassa Rurale ed Artigiana di Cantù BCC al 31 dicem-bre 2010 è conforme agli International Financial Reporting Standards adottati dall’Unione Europea;esso, pertanto, nel suo complesso risulta redatto con chiarezza e rappresenta in modo veritiero e cor-retto la situazione patrimoniale e finanziaria, il risultato economico, le variazioni del patrimonio net-to ed i flussi di cassa per l’esercizio chiuso a tale data.

In considerazione di tutto quanto sopra esposto, il Collegio Sindacale esprime il proprio parere favo-revole all’approvazione del bilancio dell’esercizio 2010 così come presentatoVi, nonché alla propostadi destinazione del risultato di esercizio formulata dal Consiglio di Amministrazione.

Sarete chiamati, in assemblea straordinaria, a deliberare sulla proposta di modifica delle norme del-lo statuto sociale per l’adeguamento a disposizioni, anche di carattere comunitario, che hanno rac-colto ampio consenso all’interno del credito cooperativo essendo finalizzate a garantire uno stabilegoverno nonché un ordinato sviluppo delle aziende.

Il testo che viene presentato in assemblea è stato formalmente approvato dalla Banca d’Italia, che neha verificato e concordato i contenuti, in diretta collaborazione con Federcasse.

Il Collegio Sindacale desidera manifestare il proprio commosso ricordo del rag. Riccardo di Bona, re-centemente scomparso, che ha ricoperto la carica di Presidente del Collegio Sindacale sino all’assem-blea dell’esercizio 2009, del quale ha apprezzato le particolari doti umane e professionali.

In conclusione del proprio rapporto il Collegio Sindacale ritiene doveroso ringraziare il personale, iPreposti alle filiali e tutto lo staff della Direzione Generale per la preziosa e fattiva collaborazione chegli è sempre stata assicurata, consentendogli di adempiere ai compiti del proprio ufficio con la mas-sima puntualità e precisione.

Ringraziamo per la fiducia che ci è stata accordata.

Cantù, 11 Aprile 2011 IL COLLEGIO SINDACALE

R E L A Z I O N I56

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B I L A N C I O

STATO PATRIMONIALECONTO ECONOMICOPROSPETTO DELLA REDDITIVITA' COMPLESSIVAPROSPETTO DELLE VARIAZIONI DEL PATRIMONIO NETTORENDICONTO FINANZIARIONOTA INTEGRATIVA

57B I L A N C I O

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Stato Patrimoniale al 31 Dicembre 2010

B I L A N C I O58

(in unità di euro)

Voci dell'attivo 2010 2009

10. Cassa e disponibilità liquide 5.345.215 5.912.862

20. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 4.876.388 5.017.989

40. Attività finanziarie disponibili per la vendita 213.314.586 300.663.938

60. Crediti verso banche 109.415.432 92.714.450

70. Crediti verso clientela 1.609.937.040 1.469.775.752

100. Partecipazioni 100.928 100.928

110. Attività materiali 27.255.667 27.160.244

120. Attività immateriali 276.182 196.252

130. Attività fiscali 4.643.415 4.543.660a) correnti 838.764 2.056.642b) anticipate 3.804.651 2.487.018

150. Altre attività 13.915.810 8.957.082

TOTALE DELL'ATTIVO 1.989.080.663 1.915.043.157

(in unità di euro)

Voci del passivo e del patrimonio netto 2010 2009

10. Debiti verso banche 89.364.180 24.634.637

20. Debiti verso clientela 998.197.758 1.002.297.620

30. Titoli in circolazione 614.862.934 609.111.991

40. Passività finanziarie di negoziazione 26.413 12.822

80. Passività fiscali 474.847 1.182.534b) differite 474.847 1.182.534

100. Altre passività 17.567.149 11.010.484

110. Trattamento di fine rapporto del personale 8.247.290 8.848.510

120. Fondi per rischi e oneri 2.510.471 2.449.524b) altri fondi 2.510.471 2.449.524

130. Riserve da valutazione 969.424 5.360.856

160. Riserve 246.423.052 238.970.805

170. Sovrapprezzi di emissione 1.861.340 1.769.429

180. Capitale 1.162.073 1.137.457

200. Utile d'esercizio (+/-) 7.413.732 8.256.488

TOTALE DEL PASSIVOE DEL PATRIMONIO NETTO 1.989.080.663 1.915.043.157

IL PRESIDENTE IL COLLEGIO SINDACALEDEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Enrico Cairoli

Angelo Porro Serafino MarelliAnnalisa Monti

IL DIRETTORE GENERALEGianbattista Lanzi

Page 60: RELAZIONI E BILANCIO al 31 Dicembre 2010sentimenti e fatti contrastanti affollano i nostri pensieri e si affacciano ai nostri occhi, sia che gettia-mo lo sguardo al trascorso 2010,

59B I L A N C I O

Conto Economico al 31 Dicembre 2010(in unità di euro)

Voci 2010 2009

10. Interessi attivi e proventi assimilati 53.255.496 64.840.90920. Interessi passivi e oneri assimilati (13.785.071) (24.851.902)30. Margine di interesse 39.470.425 39.989.00740. Commissioni attive 16.243.591 15.095.14350. Commissioni passive (1.772.170) (1.730.364)60. Commissioni nette 14.471.421 13.364.77970. Dividendi e proventi simili 279.875 399.54180. Risultato netto dell'attività

di negoziazione (50.068) 464.380100. Utili (perdite) da cessione

o riacquisto di: (3.774) 249.139b) attività finanziarie disponibili

per la vendita (34.235) 281.466d) passività finanziarie 30.461 (32.327)

110. Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value 13

120. Margine di intermediazione 54.167.879 54.466.859130. Rettifiche/riprese di valore nette

per deterioramento di: (3.764.576) (6.596.761)a) crediti (3.681.066) (6.507.428)b) attività finanziarie disponibili

per la vendita (80.165) (158.050)d) altre operazioni finanziarie (3.345) 68.717

140. Risultato netto della gestione finanziaria 50.403.303 47.870.098

150. Spese amministrative: (39.823.080) (37.593.692)a) spese per il personale (22.701.112) (21.790.012)b) altre spese amministrative (17.121.968) (15.803.680)

160. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (1.902.787) (1.554.000)

170. Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali (1.640.626) (1.366.983)

180. Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali (80.294) (89.815)

190. Altri oneri/proventi di gestione 3.378.968 3.676.133200. Costi operativi (40.067.819) (36.928.357)250. Utile della operatività

corrente al lordo delle imposte 10.335.484 10.941.741260. Imposte sul reddito dell'esercizio

dell'operatività corrente (2.921.752) (2.685.253)270. Utile della operatività

corrente al netto delle imposte 7.413.732 8.256.488

290. UTILE D'ESERCIZIO 7.413.732 8.256.488

IL PRESIDENTE IL COLLEGIO SINDACALEDEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Enrico Cairoli

Angelo Porro Serafino MarelliAnnalisa Monti

IL DIRETTORE GENERALEGianbattista Lanzi

Page 61: RELAZIONI E BILANCIO al 31 Dicembre 2010sentimenti e fatti contrastanti affollano i nostri pensieri e si affacciano ai nostri occhi, sia che gettia-mo lo sguardo al trascorso 2010,

B I L A N C I O60

Prospetto della Redditività Complessiva al 31 Dicembre 2010(in unità di euro)

Voci 2010 2009

10. Utile (Perdita) d’esercizio 7.413.732 8.256.488Altre componenti reddituali al netto delle imposte

20. Attività finanziarie disponibili per la vendita -4.391.432 1.953.096110. Totale altre componenti reddituali al netto delle imposte -4.391.432 1.953.096

120. REDDITIVITA' COMPLESSIVA (VOCE 10+110) 3.022.300 10.209.584

Page 62: RELAZIONI E BILANCIO al 31 Dicembre 2010sentimenti e fatti contrastanti affollano i nostri pensieri e si affacciano ai nostri occhi, sia che gettia-mo lo sguardo al trascorso 2010,

61B I L A N C I O

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2009

Page 63: RELAZIONI E BILANCIO al 31 Dicembre 2010sentimenti e fatti contrastanti affollano i nostri pensieri e si affacciano ai nostri occhi, sia che gettia-mo lo sguardo al trascorso 2010,

Rendiconto Finanziario (metodo indiretto) al 31 Dicembre 2010

B I L A N C I O62

(in unità di euro)

2010 2009

A. ATTIVITA' OPERATIVA

1. Gestione 19.183.731 20.903.693- risultato d'esercizio (+/-) 7.413.732 8.256.488- plus/minusvalenze su attività finanziarie detenute per la negoziazione

e su attività/passività finanziarie valutate al fair value (-/+) 155.000 3.084- plus/minusvalenze su attività di copertura (-/+) - -- rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento (+/-) 9.192.010 7.845.086- rettifiche/riprese di valore nette su immobilizzazioni materiali e immateriali (+/-) 1.714.000 1.456.799- accantonamenti netti a fondi rischi ed oneri ed altri costi/ricavi (+/-) 2.174.000 1.798.061- imposte e tasse non liquidate (+) - -- rettifiche/riprese di valore nette dei gruppi di attività in via di dismissione

al netto dell'effetto fiscale (+/-) - -- altri aggiustamenti (+/-) -1.465.011 1.544.175

2. Liquidità generata/assorbita dalle attività finanziarie -84.946.811 -127.458.773- attività finanziarie detenute per la negoziazione -92.000 97.707.131- attività finanziarie valutate al fair value - 966- attività finanziarie disponibili per la vendita 81.972.000 -161.971.472- crediti verso banche: a vista -18.992.303 29.224.824- crediti verso banche: altri crediti 2.011.321 32.089.855- crediti verso clientela -146.265.643 -120.899.656- altre attività -3.580.186 -3.610.421

3. Liquidità generata/assorbita dalle passività finanziarie 68.258.732 108.374.082- debiti verso banche: a vista 64.729.543 12.539.737- debiti verso banche: altri debiti - -21.992.549- debiti verso clientela -4.099.862 109.292.222- titoli in circolazione 3.227.899 21.022.830- passività finanziarie di negoziazione - -- passività finanziarie valutate al fair value - -- altre passività 4.401.152 -12.488.158

Liquidità netta generata/assorbita dall'attività operativa 2.495.652 1.819.002

Page 64: RELAZIONI E BILANCIO al 31 Dicembre 2010sentimenti e fatti contrastanti affollano i nostri pensieri e si affacciano ai nostri occhi, sia che gettia-mo lo sguardo al trascorso 2010,

Rendiconto Finanziario (metodo indiretto) al 31 Dicembre 2010

Riconciliazione

63B I L A N C I O

(in unità di euro)

2010 2009

B. ATTIVITA' DI INVESTIMENTO

1. Liquidità generata da 282.000 329.851- vendite di partecipazioni - -- dividendi incassati su partecipazioni 280.000 329.851- vendite di attività finanziarie detenute sino alla scadenza - -- vendite di attività materiali 2.000 -- vendite di attività immateriali - -- vendite di rami d'azienda - -

2. Liquidità assorbita da -2.657.000 -1.716.724- acquisti di partecipazioni - -- acquisti di attività finanziarie detenute sino alla scadenza - -- acquisti di attività materiali -2.497.000 -1.628.097- acquisti di attività immateriali -160.000 -88.627- acquisti di rami d'azienda - -

Liquidità netta generata/assorbita dall'attività d'investimento -2.375.000 -1.386.873

C. ATTIVITA' DI PROVVISTA- emissioni/acquisti di azioni proprie 116.527 111.220- emissioni/acquisti di strumenti di capitale - -- distribuzione dividendi e altre finalità -804.826 -591.135

Liquidità netta generata/assorbita dall'attività di provvista -688.299 -479.915

LIQUIDITA' NETTA GENERATA/ASSORBITA NELL'ESERCIZIO -567.647 -47.786

Legenda:(+) generata (-) assorbita

(in unità di euro)

Voci di bilancio 2010 2009

Cassa e disponibilità liquide all'inizio dell'esercizio 5.912.862 5.960.648

Liquidità totale netta generata/assorbita nell'esercizio -567.647 -47.786

Cassa e disponibilità liquide: effetto della variazione dei cambi - -

Cassa e disponibilità liquide alla chiusura dell'esercizio 5.345.215 5.912.862

Page 65: RELAZIONI E BILANCIO al 31 Dicembre 2010sentimenti e fatti contrastanti affollano i nostri pensieri e si affacciano ai nostri occhi, sia che gettia-mo lo sguardo al trascorso 2010,

La nostra banca. Solidale.

don Lino

La nostra banca. Ancora una volta.Luglio 2010: alla Croce Rossa di Cantù entra in servizio una nuova ambulanza con il logo della Cassa Rurale.

Enia, volontaria

La mia banca. Per ogni cosa.

Andrea, operaio

Luigi RadiceLuigi, artigiano

La mia banca. Da sempre.

B I L A N C I O64

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Nota Integrativa al 31 Dicembre 2010

PARTE A – POLITICHE CONTABILI

A.1 - PARTE GENERALE Sezione 1 - Dichiarazione di conformità ai principi contabili internazionali Sezione 2 - Principi generali di redazione Sezione 3 - Eventi successivi alla data di riferimento del bilancio Sezione 4 - Altri aspetti

A.2 – PARTE RELATIVA ALLE PRINCIPALI VOCI DI BILANCIO 1 - Attività finanziarie detenute per la negoziazione 2 - Attività finanziarie disponibili per la vendita 3 - Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 4 - Crediti 5 - Attività finanziarie valutate al fair value 6 - Operazioni di copertura 7 - Partecipazioni 8 - Attività materiali 9 - Attività immateriali 10 - Attività non correnti in via di dismissione 11 - Fiscalità corrente e differita 12 - Fondi per rischi e oneri 13 - Debiti e titoli in circolazione 14 - Passività finanziarie di negoziazione 15 - Passività finanziarie valutate al fair value 16 - Operazioni in valuta 17 - Altre informazioni

A.3 – INFORMATIVA SUL FAIR VALUE A.3.1 Trasferimenti tra portafogli A.3.2 Gerarchia del fair value A.3.3 Informativa sul cd. "day one profit/loss"

PARTE B – INFORMAZIONI SULLO STATO PATRIMONIALE

ATTIVO Sezione 1 - Cassa e disponibilità liquide Sezione 2 - Attività finanziarie detenute per la negoziazione Sezione 3 - Attività finanziarie valutate al fair value Sezione 4 - Attività finanziarie disponibili per la vendita Sezione 5 - Attività finanziarie detenute sino alla scadenza Sezione 6 - Crediti verso banche Sezione 7 - Crediti verso clientela Sezione 8 - Derivati di copertura Sezione 9 - Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica Sezione 10 - Le partecipazioni Sezione 11 - Attività materiali Sezione 12 - Attività immateriali Sezione 13 - Le attività fiscali e le passività fiscali Sezione 14 - Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione e passività associate Sezione 15 - Altre attività

PASSIVO Sezione 1 - Debiti verso banche Sezione 2 - Debiti verso clientela Sezione 3 - Titoli in circolazione Sezione 4 - Passività finanziarie di negoziazione Sezione 5 - Passività finanziarie valutate al fair value Sezione 6 - Derivati di copertura Sezione 7 - Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica Sezione 8 - Passività fiscali Sezione 9 - Passività associate ad attività in via di dismissione Sezione 10 - Altre passività Sezione 11 - Trattamento di fine rapporto del personale Sezione 12 - Fondi per rischi e oneri Sezione 13 - Azioni rimborsabili Sezione 14 - Patrimonio dell’impresa

ALTRE INFORMAZIONI 1 - Garanzie rilasciate e impegni 2 - Attività costituite a garanzie di proprie passività e impegni

65

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3 - Informazioni sul leasing operativo 4 - Gestione e intermediazione per conto terzi 5 - Incasso di crediti per conto terzi: rettifiche dare e avere

PARTE C – INFORMAZIONI SUL CONTO ECONOMICO Sezione 1 - Gli interessi Sezione 2 - Le commissioni Sezione 3 - Dividendi e proventi simili Sezione 4 - Risultato netto dell'attività di negoziazione Sezione 5 - Risultato netto dell'attività di copertura Sezione 6 - Utili (perdite) da cessione/riacquisto Sezione 7 - Risultato netto delle attività e delle passività finanziarie valutate al fair value Sezione 8 - Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento Sezione 9 - Le spese amministrative Sezione 10 - Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri Sezione 11 - Rettifiche di valore nette su attività materiali Sezione 12 - Rettifiche di valore nette su attività immateriali Sezione 13 - Gli altri oneri e proventi di gestione Sezione 14 - Utili (perdite) delle partecipazioni Sezione 15 - Risultato netto della valutazione al fair value delle attività materiali ed immateriali Sezione 16 - Rettifiche di valore dell’avviamento Sezione 17 - Utili (perdite) da cessione di investimenti Sezione 18 - Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente Sezione 19 - Utile (perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte Sezione 20 - Altre informazioni Sezione 21 - Utile per azione

PARTE D – REDDITIVITA' COMPLESSIVA

PARTE E – INFORMAZIONI SUI RISCHI E SULLE RELATIVE POLITICHE DI COPERTURA

SEZIONE 1 - RISCHIO DI CREDITO Informazioni di natura qualitativa 1. Aspetti generali 2. Politiche di gestione del rischio di credito Informazioni di natura quantitativa A. Qualità del credito B. Distribuzione e concentrazione delle esposizioni creditizie C. Operazioni di cartolarizzazione e di cessione delle attività D. Modelli per la misurazione del rischio di credito

SEZIONE 2 – RISCHI DI MERCATO 2.1 Rischio di tasso di interesse e rischio di prezzo – Portafoglio di negoziazione di vigilanza 2.2 Rischio di tasso di interesse e rischio di prezzo – Portafoglio bancario 2.3 Rischio di cambio 2.4 Gli strumenti derivati

SEZIONE 3 – RISCHIO DI LIQUIDITÀ

SEZIONE 4 – RISCHI OPERATIVI

PARTE F – INFORMAZIONI SUL PATRIMONIO Sezione 1 - Il patrimonio dell’impresa Sezione 2 - Il patrimonio e i coefficienti di vigilanza 2.1 Patrimonio di vigilanza 2.2 Adeguatezza patrimoniale

PARTE G – OPERAZIONI DI AGGREGAZIONE RIGUARDANTI IMPRESE O RAMI D’AZIENDA Sezione 1 - Operazioni realizzate durante l’esercizio Sezione 2 - Operazioni realizzate dopo la chiusura dell’esercizio Sezione 3 - Rettifiche retrospettive

PARTE H – OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE 1. Informazioni sui compensi dei dirigenti con responsabilità strategiche 2. Informazioni sulle transazioni con parti correlate

PARTE I – ACCORDI DI PAGAMENTO BASATI SU PROPRI STRUMENTI PATRIMONIALI

PARTE L – INFORMATIVA DI SETTORE

66

Page 68: RELAZIONI E BILANCIO al 31 Dicembre 2010sentimenti e fatti contrastanti affollano i nostri pensieri e si affacciano ai nostri occhi, sia che gettia-mo lo sguardo al trascorso 2010,

PARTE A - POLITICHE CONTABILI A.1 - PARTE GENERALE

Sezione 1 - Dichiarazione di conformità ai principi contabili internazionali

Il Bilancio dell’esercizio 2010 è redatto in applicazione dei principi contabili internazionali - International Accounting Standards (IAS) e International Financial Reporting Standards (IFRS) - emanati dall’International Accounting Standards Board (IASB) e delle relative interpretazioni dell’International Financial Reporting Interpretations Committee (IFRIC), omologati dalla Commissione Europea e in vigore alla data di riferimento del bilancio.

L’applicazione degli IFRS è stata effettuata facendo anche riferimento al “quadro sistematico per la preparazione e presentazione del bilancio” (c.d. framework), con particolare riguardo al principio fondamentale della prevalenza della sostanza sulla forma, nonché al concetto della rilevanza e significatività dell’informazione.

Oltre alle istruzioni contenute nella Circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre 2005 “Il bilancio bancario: schemi e regole di compilazione” 1° aggiornamento d el 18 novembre 2009, si è tenuto conto, sul piano interpretativo, dei documenti sull’applicazione degli IFRS in Italia predisposti dall’Organismo Italiano di Contabilità (O.I.C.).

Sezione 2 - Principi generali di redazione

Il bilancio è costituito dallo stato patrimoniale, dal conto economico, dal prospetto della redditività complessiva, dal prospetto delle variazioni di patrimonio netto, dal rendiconto finanziario e dalla presente nota integrativa ed è corredato dalla relazione degli amministratori sull’andamento della gestione e sulla situazione della Cassa. I conti in bilancio trovano corrispondenza nella contabilità aziendale.

Il bilancio di esercizio è redatto nella prospettiva della continuità aziendale e facendo riferimento ai principi generali di redazione di seguito elencati: - competenza economica; - continuità aziendale; - comprensibilità dell’informazione; - significatività dell’informazione (rilevanza); - attendibilità dell’informazione (fedeltà della rappresentazione; prevalenza della sostanza economica sulla

forma giuridica; neutralità dell’informazione; completezza dell’informazione; prudenza nelle stime per non sovrastimare ricavi/attività o sottostimare costi/passività);

- comparabilità nel tempo.

Nella predisposizione del bilancio di esercizio sono stati osservati gli schemi e le regole di compilazione di cui alla circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22/12/2005, 1° aggiornamento del 18 novembre 2009.

Inoltre sono state fornite le informazioni complementari ritenute opportune a integrare la rappresentazione dei dati di bilancio, ancorché non specificatamente prescritte dalla normativa.

Gli schemi di stato patrimoniale e conto economico, il rendiconto finanziario, il prospetto della redditività complessiva e il prospetto delle variazioni del patrimonio netto sono redatti in unità di euro, mentre la presente nota integrativa, quando non diversamente indicato, è espressa in migliaia di euro. A fini comparativi gli schemi di bilancio e, ove richiesto, le tabelle della nota integrativa riportano anche i dati relativi all’esercizio precedente.

Con l’emanazione della citata Circolare 262/2005 sono stati introdotti obblighi informativi ai fini della redazione del bilancio del corrente esercizio.

Nel più ampio contesto degli interventi di razionalizzazione e di semplificazione, rilevano quelli che introducono nella nota integrativa nuove tabelle e/o modifiche a quelle esistenti per assolvere gli obblighi informativi inerenti la cd. gerarchia del fair value e i trasferimenti degli strumenti finanziari tra i diversi portafogli contabili, con indicazione dei relativi effetti economici e patrimoniali.

E’ stato inoltre introdotto, ai sensi della revisione dello IAS 1, il prospetto della redditività complessiva nel quale vanno presentate, oltre all’utile d’esercizio, tutte le componenti che contribuiscono alla performance aziendale (sostanzialmente attinenti le variazioni di valore delle attività imputate direttamente alle riserve di patrimonio netto).

I criteri adottati per la predisposizione del bilancio di esercizio sono rimasti invariati rispetto a quelli utilizzati per il bilancio dell'esercizio precedente.

A seguito di consultazioni a livello internazionale tra Regulators, Governi e Organismi preposti alla predisposizione ed all’interpretazione delle regole contabili, nel corso del mese di marzo 2009 lo IASB ha approvato un emendamento all’IFRS 7 al fine di migliorare l’informativa in materia di fair value measurement e rinforzare i precedenti requisiti di informativa in materia di rischio di liquidità associato agli strumenti finanziari.

Tale emendamento ha trovato applicazione a partire dal bilancio d’esercizio 2009 (IFRS 7 44G).

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In estrema sintesi, con riferimento: - ai criteri di determinazione del fair value degli strumenti finanziari, le modifiche introducono obblighi di

informativa, sulla base di quanto già previsto nello SFAS 157, in termini di gerarchia dei fair value su tre livelli determinati in base alla significatività degli input alle valutazioni;

- al rischio di liquidità, è introdotta una nuova definizione dello stesso (come “rischio che un’entità abbia difficoltà ad adempiere alle obbligazioni associate a passività finanziarie che sono regolate attraverso la consegna di contante o di altre attività finanziarie”) nonché prevista una maggiore informativa anche di tipo quantitativo sulla modalità di gestione della liquidità di strumenti derivati.

La principale innovazione di cui all’emendamento all’IFRS 7 è l’introduzione del concetto di gerarchia dei fair value (Fair Value Hierarchy, nel seguito anche “FVH”) articolata su tre differenti livelli (Livello 1, Livello 2 e Livello 3) in ordine decrescente di osservabilità degli input utilizzati per la stima del fair value.

La FVH prevede che vengano assegnati alternativamente i seguenti livelli: - Livello 1: quotazioni (senza aggiustamenti) rilevate su un mercato attivo – secondo la definizione data dallo

IAS 39 - per le attività e le passività finanziarie oggetto di valutazione; - Livello 2: input diversi dai prezzi quotati di cui al punto precedente, che sono osservabili direttamente (prezzi)

o indirettamente (derivati dai prezzi) sul mercato; - Livello 3: input che non sono basati su dati di mercato osservabili.

I principi adottati, esposti di seguito nel presente documento, sono stati concordati con il Collegio Sindacale ove previsto dalla normativa.

Informazioni sulla continuità aziendale

Per quanto concerne la prospettiva della continuità aziendale si segnala che, nel rispetto delle indicazioni fornite nell’ambito del Documento n. 4 del 3 marzo 2010 emanato congiuntamente da Banca d’Italia, Consob e Isvap, avente per oggetto "Informazioni da fornire nelle relazioni finanziarie sulle verifiche per la riduzione di valore delle attività (impairment test) sulle clausole contrattuali dei debiti finanziari, sulle ristrutturazioni dei debiti e sulla gerarchia del fair value" che richiama il corrispondente documento n. 2 emanato sempre congiuntamente dalle tre Autorità in data 6 febbraio 2009, la Cassa ha la ragionevole aspettativa di continuare con la sua esistenza operativa in un futuro prevedibile ed ha, pertanto, redatto il bilancio nel presupposto della continuità aziendale. Le incertezze conseguenti all’attuale contesto economico, ancorché abbiano generato significativi impatti sul bilancio 2010, non generano dubbi sul citato presupposto della continuità aziendale.

Un’informativa più dettagliata in merito alle principali problematiche e variabili esistenti sul mercato è pubblicata nell’ambito della Relazione sulla Gestione degli Amministratori

Sezione 3 - Eventi successivi alla data di riferimento del bilancio

Nel periodo di tempo intercorrente tra la data di riferimento del presente bilancio e la sua approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione avvenuta il 29/03/2011 non sono intervenuti fatti che comportino una modifica dei dati approvati in tale sede né si sono verificati fatti di rilevanza tale da richiedere una integrazione all’informativa fornita.

Sezione 4 - Altri aspetti

Il bilancio è sottoposto alla revisione contabile della società PriceWaterhouseCoopers Spa alla quale è stato conferito l’incarico per il triennio 2009/2010/2011 dall’assemblea dei soci dell'8/05/2009.

Alla stessa è stato affidato anche il controllo contabile ai sensi dell’art. 2409-ter del Codice Civile, lettera a) (controlli periodici).

La redazione del bilancio d’esercizio richiede anche il ricorso a stime e ad assunzioni che possono determinare significativi effetti sui valori iscritti nello stato patrimoniale e nel conto economico, nonché sull’informativa relativa alle attività e passività potenziali riportate in bilancio.

L’elaborazione di tali stime implica l’utilizzo delle informazioni disponibili e l’adozione di valutazioni soggettive, fondate anche sull’esperienza storica, utilizzata ai fini della formulazione di assunzioni ragionevoli per la rilevazione dei fatti di gestione.

Per loro natura le stime e le assunzioni utilizzate possono variare di periodo in periodo; non può quindi escludersi che negli esercizi successivi gli attuali valori iscritti in bilancio potranno differire anche in maniera significativa a seguito del mutamento delle valutazioni soggettive utilizzate.

Le principali fattispecie per le quali è maggiormente richiesto l’impiego di valutazioni soggettive da parte del Consiglio di Amministrazione sono: - la quantificazione delle perdite per riduzione di valore dei crediti e, in genere, delle altre attività finanziarie - la determinazione del fair value degli strumenti finanziari da utilizzare ai fini dell’informativa di bilancio - l’utilizzo di modelli valutativi per la rilevazione del fair value degli strumenti finanziari non quotati in mercati

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- la valutazione della congruità del valore degli avviamenti e delle altre attività immateriali - la quantificazione dei fondi del personale e dei fondi per rischi e oneri - le stime e le assunzioni sulla recuperabilità della fiscalità differita attiva.

La descrizione delle politiche contabili applicate sui principali aggregati di bilancio fornisce i dettagli informativi necessari all’individuazione delle principali assunzioni e valutazioni soggettive utilizzate nella redazione del bilancio d’esercizio.

Per le ulteriori informazioni di dettaglio inerenti la composizione e i relativi valori di iscrizione delle poste interessate dalle stime in argomento si fa, invece, rinvio alle specifiche sezioni di nota integrativa.

La Cassa inoltre non ha redatto il bilancio consolidato. Tale scelta non inficia la rappresentazione veritiera e corretta del bilancio della Cassa in quanto la partecipazione nella società “Autosilo del Corso srl Società a socio unico” non influenza in alcun modo gli aggregati di stato patrimoniale e di conto economico della Cassa stessa, e risulta del tutto irrilevante tenuto conto della sua dimensione patrimoniale ed economica, poco significativa ai fini del miglioramento dell’informativa.

A.2 – PARTE RELATIVA ALLE PRINCIPALI VOCI DI BILANCIO

Le modifiche della normativa contabile

Con la pubblicazione, sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea n. 275 del 16 ottobre 2008, del Regolamento CE n. 1004/2008, sono entrate in vigore le modifiche allo IAS 39 “Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione“.

Tali previsioni sono sostanzialmente volte a concedere alcune limitate possibilità di riclassifica, in determinate condizioni, di strumenti finanziari classificati tra le “Attività finanziarie detenute per la negoziazione” (ovvero attività valutate al fair value con impatto delle variazioni a conto economico) in altre categorie IAS, al fine di non applicare la valutazione al fair value.

Più in dettaglio, l’amendment allo IAS 39 consente: a) in rare circostanze, di riclassificare una qualsiasi attività finanziaria – diversa dagli strumenti derivati – dalle

“Attività finanziarie detenute per la negoziazione” (voce 20 dell’attivo patrimoniale) ad altre categorie di strumenti finanziari;

b) di riclassificare attività finanziarie, che hanno le caratteristiche oggettive per essere classificate nella categoria “Finanziamenti e crediti” (Loans e receivebles) e per le quali si ha l’intenzione di detenerle per un prevedibile futuro ovvero sino alla scadenza, dalla categoria “Attività finanziarie detenute per la negoziazione” e dalle “Attività finanziarie disponibili per la vendita” verso la categoria dei “Finanziamenti e crediti” (leggasi “Crediti verso banche” o “Crediti verso clientela” – rispettivamente voce 60 e 70 dell’attivo patrimoniale).

Sono rimaste inalterate le previsioni dello IAS 39 che consentivano riclassifiche dalla categoria delle “Attività finanziarie detenute sino a scadenza” alla categoria delle “Attività finanziarie disponibili per la vendita” e viceversa.

La Cassa, in sede di redazione del bilancio di esercizio, non ha tuttavia proceduto ad alcuna riclassificazione degli strumenti finanziari posseduti.

In calce alle Politiche Contabili è riportato l'elenco dei regolamenti di attuazione dei principi contabili internazionali in vigore, adottati per la predisposizione del bilancio di esercizio. L’esposizione dei principi adottati è effettuata con riferimento alle fasi di iscrizione, classificazione, valutazione, cancellazione delle poste dell’attivo e del passivo, così come per le modalità di riconoscimento dei ricavi e dei costi.

1 - Attività finanziarie detenute per la negoziazione

Criteri di iscrizione

L’iscrizione iniziale delle attività finanziarie avviene alla data di regolamento (settlement date) per i titoli di debito, di capitale e le quote di OICR.

All’atto della rilevazione iniziale le attività finanziarie detenute per la negoziazione vengono rilevate al fair value; esso è rappresentato, generalmente, dal corrispettivo pagato per l’esecuzione della transazione, senza considerare i costi o proventi ad essa riferiti ed attribuibili allo strumento stesso, che vengono rilevati direttamente nel conto economico.

Criteri di classificazione

Si classificano tra le attività finanziarie detenute per la negoziazione gli strumenti finanziari che sono detenuti con l’intento di generare profitti nel breve termine derivanti dalle variazioni dei prezzi degli stessi.

La Cassa ha iscritto tra le “attività finanziarie detenute per la negoziazione”, laddove presenti, titoli obbligazionari quotati, titoli di capitale quotati, quote di O.I.C.R. (fondi comuni di investimento o SICAV).

Rientrano nella presente categoria anche i contratti derivati connessi con la fair value option (definita dal principio contabile IAS n. 39 § 9) gestionalmente collegati con attività e passività valutate al fair value, che presentano alla

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data di riferimento del bilancio un fair value positivo, ad eccezione dei contratti derivati designati come efficaci strumenti di copertura il cui impatto confluisce nella voce 80 dell’attivo: se il fair value di un contratto derivato diventa successivamente negativo, lo stesso è contabilizzato tra le passività finanziarie di negoziazione.

La Cassa non detiene strumenti finanziari derivati sottoscritti con finalità di negoziazione.

Criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività finanziarie detenute per la negoziazione sono valorizzate al fair value con rilevazione delle variazioni in contropartita a conto economico. Se il fair value di un’attività finanziaria diventa negativo, tale posta è contabilizzata come una passività finanziaria di negoziazione.

Criteri di cancellazione

Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e i benefici ad essa connessi.

I titoli consegnati nell’ambito di un’operazione che contrattualmente ne prevede il riacquisto non vengono stornati dal bilancio.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Le componenti positive di reddito rappresentate dagli interessi attivi sui titoli e relativi proventi assimilati, nonché dai differenziali e dai margini maturati sino alla data di riferimento del bilancio relativi ai contratti derivati classificati come attività finanziarie detenute per la negoziazione, ma gestionalmente collegati ad attività o passività finanziarie valutate al fair value (cosiddetta fair value option), sono iscritte per competenza nelle voci di conto economico relative agli interessi.

Gli utili e le perdite realizzati dalla cessione o dal rimborso e gli utili e le perdite non realizzati derivanti dalle variazioni del fair value del portafoglio di negoziazione sono classificati nel “Risultato netto dell’attività di negoziazione”, ad eccezione dei profitti e delle perdite relativi ai contratti derivati gestionalmente collegati con attività o passività valutate al fair value, rilevati nel “Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value”.

2 - Attività finanziarie disponibili per la vendita

Criteri di iscrizione

L’iscrizione iniziale delle attività finanziarie disponibili per la vendita avviene alla data di regolamento (settlement date).

All’atto della rilevazione iniziale le attività finanziarie disponibili per la vendita vengono rilevate al fair value; esso è rappresentato, generalmente, dal corrispettivo pagato per l’esecuzione della transazione, comprensivo dei costi o proventi di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso. Se l’iscrizione avviene a seguito di riclassificazione di “Attività finanziarie detenute sino a scadenza”, il valore di iscrizione è rappresentato dal fair value dell’attività al momento del trasferimento.

Criteri di classificazione

Sono classificate nella presente voce le attività finanziarie non derivate che non sono classificate tra le “attività detenute per la negoziazione” o “valutate al fair value”, tra le attività finanziarie “detenute fino a scadenza” o tra i “crediti e finanziamenti”. Si tratta, pertanto, di una categoria di attività finanziarie che si intende mantenere per un periodo di tempo indefinito e che possono essere vendute per esigenze di liquidità, variazioni nei tassi d’interesse, nei tassi di cambio e nei prezzi di mercato. Essa accoglie: - i titoli di debito quotati e non quotati; - i titoli azionari quotati e non quotati; - le quote di O.I.C.R. (fondi comuni di investimento e SICAV); - le partecipazioni azionarie non qualificabili di controllo, di collegamento o di controllo congiunto (c.d.

partecipazioni di minoranza).

Criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività disponibili per la vendita continuano ad essere valutate al fair value.

Gli investimenti in strumenti di capitale non quotati in mercati attivi ed il cui fair value non può essere determinato in modo attendibile sono mantenuti al costo e svalutati, con imputazione a conto economico, nell’eventualità in cui siano riscontrate perdite di valore durevoli.

Per i criteri di determinazione del fair value si fa riferimento a quanto indicato nelle specifiche note in merito di cui al successivo punto 17 “Altre informazioni”.

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Le quote di partecipazione nel capitale di altre imprese, diverse da quelle di controllo e di collegamento, sono state valutate al costo e non al fair value, poiché per esse si ritiene possano ricorrere le condizioni previste dal par. AG80 dell’Appendice A allo IAS39.

In sede di chiusura di bilancio le attività vengono sottoposte a verifica dell'esistenza di obiettive evidenze di riduzione di valore non temporanea (impairment test).

Se una attività finanziaria disponibile per la vendita subisce una diminuzione durevole di valore, la perdita cumulata non realizzata e precedentemente iscritta nel patrimonio netto è stornata dal patrimonio netto e contabilizzata nella voce di conto economico ”rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento delle attività finanziarie disponibili per la vendita”.

Qualora i motivi della perdita durevole vengano meno a seguito di un evento verificatosi successivamente alla sua rilevazione, vengono iscritte riprese di valore imputate al conto economico se si tratta di titoli di debito o al patrimonio netto se si tratta di titoli di capitale. L’ammontare della ripresa non può in ogni caso superare il costo ammortizzato che lo strumento finanziario avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche.

La verifica dell’esistenza di obiettive evidenze di riduzione durevole di valore viene effettuata a ogni chiusura di bilancio.

Criteri di cancellazione

Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e i benefici ad essa connessi.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Per le attività finanziarie disponibili per la vendita vengono rilevati: - a conto economico gli interessi calcolati con il metodo del tasso di interesse effettivo, che tiene conto sia

dell’ammortamento dei costi di transazione sia del differenziale tra il costo e il valore di rimborso; - a patrimonio netto in una specifica riserva, al netto dell’imposizione fiscale, i proventi e gli oneri derivanti dalla

variazione del relativo fair value, sino a che l’attività finanziaria non viene cancellata o non viene rilevata una perdita durevole di valore.

Al momento della dismissione gli effetti derivanti dall’utile o dalla perdita cumulati nella riserva relativa alle attività finanziarie disponibili per la vendita vengono riversati a conto economico nella voce “utili (perdite) da cessione o riacquisto di: b) attività finanziarie disponibili per la vendita”.

3 - Attività finanziarie detenute sino alla scadenza

Gli investimenti posseduti sino alla scadenza sono attività non derivate con pagamenti fissi o determinabili e scadenza fissa, quotati su un mercato attivo (Livello 1), che la Cassa ha oggettiva intenzione e capacità di possedere sino alla scadenza.

Alla data del bilancio la Cassa non detiene “Attività finanziarie detenute sino alla scadenza”.

4 - Crediti

Criteri di iscrizione

La prima iscrizione di un credito avviene alla data di sottoscrizione del contratto, che normalmente coincide con la data di erogazione, sulla base del fair value dello strumento finanziario. Esso è pari all’ammontare erogato, comprensivo dei proventi e degli oneri direttamente riconducibili al singolo credito e determinabili sin dall’origine dell’operazione, ancorché liquidati in un momento successivo. Sono esclusi i costi che, pur avendo le caratteristiche suddette, sono oggetto di rimborso da parte della controparte debitrice o sono inquadrabili tra i normali costi interni di carattere amministrativo.

Nel caso di titoli di debito l’iscrizione iniziale avviene alla data di regolamento.

Per le operazioni creditizie eventualmente concluse a condizioni non di mercato, la rilevazione iniziale è effettuata per un importo pari ai futuri flussi di cassa scontati ad un tasso di mercato. L’eventuale differenza tra la rilevazione iniziale e l’ammontare erogato è rilevata nel conto economico al momento dell’iscrizione iniziale.

Criteri di classificazione

I crediti rientrano nella più ampia categoria delle attività finanziarie non derivate e non quotate in un mercato attivo che prevedono pagamenti fissi o comunque determinabili. Essi includono gli impieghi con clientela e con banche, erogati direttamente e che non sono stati classificati all’origine tra le "Attività finanziarie valutate al fair value".

Nella voce crediti rientrano i crediti commerciali, le operazioni di pronti contro termine ed i titoli di debito acquistati in sottoscrizione o collocamento privato, con pagamenti determinati o determinabili, non quotati in mercati attivi.

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Criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale, i crediti sono rilevati al costo ammortizzato, pari al valore di prima iscrizione diminuito/aumentato dei rimborsi di capitale, delle rettifiche/riprese di valore e dell’ammortamento calcolato col metodo del tasso di interesse effettivo e della differenza tra l’ammontare erogato e quello rimborsabile a scadenza, riconducibile tipicamente ai costi/proventi imputati direttamente al singolo credito.

Il tasso di interesse effettivo è il tasso che eguaglia il valore attuale dei flussi futuri del credito, per capitale ed interessi all’ammontare erogato comprensivo dei costi/proventi ricondotti al credito. L’effetto economico dei costi e dei proventi viene così distribuito lungo la vita residua attesa del credito.

Nella determinazione del tasso di rendimento effettivo si procede alla stima dei flussi di cassa considerando tutti i termini contrattuali dello strumento finanziario che possono influire sugli importi e sulle scadenze, ma non le future perdite su crediti.

Il calcolo include tutti i pagamenti effettuati tra le parti e che costituiscono una parte integrante degli interessi, anche se denominati diversamente (commissioni, spese, ecc.), i costi dell’operazione e tutti gli altri premi o sconti.

Il metodo del costo ammortizzato non è utilizzato per i crediti la cui breve durata fa ritenere trascurabile l’effetto dell’applicazione della logica di attualizzazione. Detti crediti vengono valorizzati al valore nominale erogato. I proventi e gli oneri agli stessi riferibili sono attribuiti direttamente a conto economico.

Il metodo del costo ammortizzato non è utilizzato per i crediti senza una scadenza definita o a revoca.

Ad ogni data di bilancio i crediti sono sottoposti ad una ricognizione volta ad individuare quelli che, a seguito del verificarsi di eventi occorsi dopo la loro iscrizione, mostrino oggettive evidenze di una possibile perdita di valore. Tale circostanza ricorre quando è prevedibile che l’azienda non sia in grado di riscuotere l’ammontare dovuto, sulla base delle condizioni contrattuali originarie ossia, ad esempio, in presenza: - di significative difficoltà finanziarie dell’emittente o debitore; - di una violazione del contratto, quale un inadempimento o un mancato pagamento degli interessi o del capitale; - del fatto che il finanziatore per ragioni economiche o legali relative alla difficoltà finanziaria del beneficiario,

estenda al beneficiario una concessione che il finanziatore non avrebbe altrimenti preso in considerazione; - della probabilità che il beneficiario dichiari procedure di ristrutturazione finanziaria; - della scomparsa di un mercato attivo di quell’attività finanziaria dovuta a difficoltà finanziarie; - di dati rilevabili che indichino l’esistenza di una diminuzione sensibile nei futuri flussi finanziari stimati per un

gruppo di attività finanziarie similari sin dal momento della rilevazione iniziale di quelle attività, sebbene la diminuzione non possa essere ancora identificata con le singole attività finanziarie nel gruppo.

Dapprima si valuta la necessità di rettificare individualmente le esposizioni deteriorate (crediti non performing), classificate nelle diverse categorie di rischio in base alla normativa emanata dalla Banca d’Italia meglio riportata nel punto 17 – Altre Informazioni ed alle disposizioni interne che fissano le regole per il passaggio dei crediti nell’ambito delle seguenti categorie di rischio: - sofferenze; - esposizioni incagliate; - esposizioni ristrutturate; - esposizioni scadute.

Detti crediti deteriorati (non performing) sono oggetto di un processo di valutazione analitica e l’ammontare della rettifica di valore di ciascun credito è pari alla differenza tra il valore di bilancio dello stesso al momento della valutazione (costo ammortizzato) ed il valore attuale dei previsti flussi di cassa futuri, calcolato applicando il tasso di interesse effettivo originario.

I flussi di cassa previsti tengono conto dei tempi di recupero attesi, del presumibile valore di realizzo delle eventuali garanzie nonché dei costi che si ritiene verranno sostenuti per il recupero dell’esposizione creditizia.

Il tasso effettivo originario di ciascun credito rimane invariato nel tempo ancorché sia intervenuta una ristrutturazione del rapporto, che abbia comportato la variazione del tasso contrattuale ed anche qualora il rapporto divenga, nella pratica, infruttifero di interessi contrattuali.

Qualora il credito abbia un tasso d’interesse variabile, il tasso di sconto al fine di determinare la perdita è pari al tasso di rendimento effettivo corrente determinato in accordo con il contratto.

I flussi di cassa relativi a crediti il cui recupero è previsto entro breve termine non vengono attualizzati.

La rettifica di valore è iscritta a conto economico. La componente della rettifica riconducibile all’attualizzazione dei flussi finanziari viene rilasciata per competenza secondo il meccanismo del tasso di interesse effettivo ed imputata tra le “rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di crediti”.

Il valore originario dei crediti viene ripristinato negli esercizi successivi nella misura in cui vengano meno i motivi che ne hanno determinato la rettifica purché tale valutazione sia oggettivamente collegabile ad un evento verificatosi successivamente alla rettifica stessa. La ripresa di valore è iscritta nel conto economico e non può in ogni caso superare il costo ammortizzato che il credito avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche.

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I crediti non performing che sono stati valutati individualmente e per i quali non sono state riscontrate evidenze oggettive di perdite di valore sono inseriti in gruppi di attività finanziarie con caratteristiche analoghe procedendo a una svalutazione analitica determinata in base alla stima dei flussi nominali futuri corretti per le perdite attese utilizzando i parametri di “probabilità di insolvenza” (PD probabilità di default) e di “perdita in caso di insolvenza “ (LGD – loss given default).

I crediti per i quali non sono state individuate singolarmente evidenze oggettive di perdita e cioè, di norma, i crediti in bonis, sono sottoposti alla valutazione di una perdita di valore collettiva. Tale valutazione avviene per categorie di crediti omogenee in termini di rischio di credito e le relative percentuali di perdita sono stimate tenendo conto di serie storiche, fondate su elementi osservabili alla data della valutazione, che consentano di stimare il valore della perdita latente in ciascuna categoria di crediti.

La determinazione delle svalutazioni collettive sui crediti è effettuata identificando anche alcune parziali sinergie (per quanto consentito dalle diverse normative) con l’approccio previsto ai fini di vigilanza dalle disposizioni del “Nuovo accordo sul capitale” denominato Basilea II. In particolare, i parametri del modello di calcolo utilizzati ai fini delle valutazioni di bilancio sono rappresentati dalla PD (Probability of Default - la probabilità che, su un determinato orizzonte temporale, il debitore vada in default) e dalla LGD (Loss Given Default - rappresenta il tasso di perdita stimato in caso di default del debitore).

I citati parametri riconducono il modello valutativo alla nozione di incurred loss, cioè di un deterioramento dei crediti che si ha ragione di ritenere sia effettivamente intervenuto alla data di riferimento, ma del quale non è ancora nota l’entità al momento della valutazione, così come previsto dai principi contabili internazionali.

Le rettifiche di valore determinate collettivamente sono imputate nel conto economico.

Alla data di riferimento del bilancio le eventuali rettifiche aggiuntive o riprese di valore vengono determinate in modo differenziale.

Criteri di cancellazione

I crediti vengono cancellati dalle attività in bilancio allorché il diritto a ricevere i flussi di cassa è estinto, quando la cessione ha comportato il trasferimento in maniera sostanziale di tutti i rischi e benefici connessi ai crediti stessi o nel caso in cui il credito è considerato definitivamente irrecuperabile dopo che tutte le necessarie procedure di recupero sono state completate.

Qualora invece siano stati mantenuti i rischi e i benefici relativi ai crediti ceduti, questi continuano ad essere iscritti tra le attività del bilancio, ancorché giuridicamente la titolarità del credito sia stata effettivamente trasferita, registrando una passività a fronte del corrispettivo ricevuto dall’acquirente.

Con riferimento alle operazioni di cartolarizzazione ex Legge n. 130/1999, poste in essere prima della data del 01 gennaio 2004, l’IFRS 1 ha previsto una specifica deroga all’applicazione delle regole sulla cancellazione delle attività finanziarie.

In relazione a tali operazioni, la Cassa ha deciso di continuare ad applicare le previgenti regole contabili.

Le operazioni di cartolarizzazione ex Legge n. 130/1999, poste in essere dopo la data del 01 gennaio 2004, non danno luogo alla cancellazione dei crediti oggetto del trasferimento.

Per esse, anche in presenza del formale trasferimento della titolarità giuridica dei crediti, la Cassa mantiene il controllo sui flussi finanziari derivanti dai medesimi e non trasferisce sostanzialmente i rischi e benefici.

Pertanto, i crediti ceduti sono iscritti nell’Attivo dello Stato Patrimoniale, con evidenza di un debito nei confronti della società veicolo al Passivo, al netto dei titoli emessi dalla società stessa e riacquistati dalla Cassa cedente. Il Conto Economico riflette gli stessi criteri di contabilizzazione.

Le operazioni hanno per oggetto crediti performing costituiti da mutui ipotecari concessi a clientela.

La Cassa si è avvalsa di una Società veicolo appositamente costituita e omologata come previsto dalla Legge citata, denominata Credico Finance 6 Srl, nella quale non detiene interessenze.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Gli interessi derivanti da “Crediti verso banche e clientela” sono iscritti tra gli “Interessi attivi e proventi assimilati” del conto economico in base al principio della competenza temporale sulla base del tasso di interesse effettivo.

Le perdite di valore riscontrate sono iscritte a conto economico nella voce 130 “rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di a) crediti” così come i recuperi di parte o tutti gli importi oggetto di precedenti svalutazioni. Le riprese di valore sono iscritte sia a fronte di una migliorata qualità del credito tale da far insorgere la ragionevole certezza del recupero tempestivo del capitale, secondo i termini contrattuali originari del credito, sia a fronte del progressivo venir meno dell’attualizzazione calcolata al momento dell’iscrizione della rettifica di valore. Nel caso di valutazione collettiva le eventuali rettifiche aggiuntive o riprese di valore vengono ricalcolate in modo differenziale con riferimento all’intero portafoglio dei crediti.

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Gli utili e le perdite risultanti dalla cessione di crediti sono iscritti alla voce 100 a) del conto economico “Utile (perdite) da cessione o riacquisto di crediti”.

5 - Attività finanziarie valutate al fair value

Alla data del bilancio la Cassa non detiene “Attività finanziarie valutate al fair value”.

6 - Operazioni di copertura

La Cassa a fine esercizio non ha in corso operazioni con derivati classificabili fra i derivati di copertura.

7 - Partecipazioni

Criteri di iscrizione

Le partecipazioni sono iscritte inizialmente al costo, comprensivo degli oneri accessori direttamente attribuibili.

Criteri di classificazione

Con il termine partecipazioni si intendono gli investimenti nel capitale di altre imprese, generalmente rappresentati da azioni o da quote e classificati in partecipazioni di controllo, partecipazioni di collegamento (influenza notevole) e a controllo congiunto.

In particolare si definiscono: a) Impresa controllata: impresa sulla quale la controllante esercita il “controllo dominante”, cioè il potere di

determinare le scelte amministrative e gestionali e di ottenere i benefici relativi; b) Impresa collegata: impresa nella quale la partecipante ha influenza notevole e che non è né una controllata né

una impresa a controllo congiunto per la partecipante. Costituisce influenza notevole il possesso, diretto o indiretto tramite società controllate, del 20% o quota maggiore dei voti esercitabili nell’assemblea della partecipata;

c) Impresa a controllo congiunto: impresa nella quale la partecipante in base a un accordo contrattuale divide con altri il controllo congiunto di un’attività economica.

La nozione di controllo secondo i principi contabili internazionali deve essere esaminata tenendo conto del generale postulato della prevalenza della sostanza economica sulla qualificazione giuridica delle operazioni.

Criteri di valutazione

Le partecipazioni in imprese controllate sono esposte nel bilancio utilizzando come criterio di valutazione il metodo del costo, al netto delle perdite di valore.

Le partecipazioni in società collegate sono valutate con il metodo del patrimonio netto.

Se esistono evidenze che il valore di una partecipazione possa aver subito una riduzione, si procede alla stima del valore recuperabile della partecipazione stessa, tenendo conto del valore attuale dei flussi finanziari futuri che la medesima potrà generare, incluso il valore di dismissione finale dell’investimento.

Criteri di cancellazione

Le partecipazioni sono cancellate quando il diritto a ricevere i flussi di cassa dall’attività è scaduto, o laddove la partecipazione viene ceduta trasferendo in maniera sostanziale tutti i rischi ed i benefici ad essa connessi.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

I dividendi delle partecipate, escluse quelle di collegamento, sono contabilizzati nell’esercizio in cui sono deliberati nella voce “Dividendi e proventi simili”.

Eventuali rettifiche/riprese di valore connesse con il deterioramento delle partecipazioni nonché utili o perdite derivanti dalla cessione di partecipazioni sono imputate alla voce “utili/perdite delle partecipazioni”.

8 - Attività materiali

Criteri d’iscrizione

Le attività materiali sono inizialmente iscritte al costo di acquisto o di costruzione, comprensivo di tutti gli eventuali oneri accessori direttamente imputabili all’acquisto e alla messa in funzione del bene.

Le spese di manutenzione straordinaria ed i costi aventi natura incrementativa, che comportano un incremento dei benefici futuri generati dal bene, sono attribuiti ai cespiti cui si riferiscono ed ammortizzati in relazione alle residue possibilità di utilizzo degli stessi.

Le spese per riparazioni, manutenzioni o altri interventi per garantire l’ordinario funzionamento dei beni sono invece imputate al conto economico dell’esercizio in cui sono sostenute.

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Criteri di classificazione

La voce include principalmente i terreni, gli immobili ad uso funzionale e quelli detenuti a scopo di investimento, gli impianti, i veicoli, i mobili, gli arredi e le attrezzature di qualsiasi tipo.

Si definiscono “immobili ad uso funzionale” quelli posseduti per essere impiegati nella fornitura di servizi oppure per scopi amministrativi. Rientrano invece tra gli immobili da investimento le proprietà possedute al fine di percepire canoni di locazione e/o per l’apprezzamento del capitale investito.

Sono compresi tra le attività materiali i beni utilizzati nell’ambito di contratti di leasing finanziario, ancorché la titolarità giuridica dei medesimi permanga in capo alla società locatrice.

Tra le attività materiali sono inclusi anche i costi per migliorie su beni di terzi, purché relative ad attività materiali identificabili e separabili (es. ATM). Qualora i suddetti costi non presentano autonoma funzionalità ed utilizzabilità, ma dagli stessi si attendono benefici futuri, sono iscritti tra le “altre attività” e vengono ammortizzati nel più breve periodo tra quello di prevedibile utilizzabilità delle migliorie stesse e quello di durata residua della locazione.

Al valore delle immobilizzazioni materiali concorrono anche gli acconti versati per l’acquisizione e la ristrutturazione di beni non ancora entrati nel processo produttivo, e quindi non ancora oggetto di ammortamento.

Se una proprietà include una parte ad uso funzionale e una a scopo di investimento, la classificazione si basa sulla possibilità o meno di alienare tali parti separatamente.

Se possono essere vendute separatamente, esse sono contabilizzate, ciascuna al proprio valore, come proprietà ad uso funzionale e proprietà d’investimento.

In caso contrario, l’intera proprietà è classificata ad uso funzionale, salvo che la parte utilizzata sia minoritaria.

Criteri di valutazione

Dopo la rilevazione iniziale, le attività materiali, inclusi gli immobili non strumentali, salvo quanto di seguito precisato, sono iscritte in bilancio al costo al netto degli ammortamenti cumulati e di eventuali perdite di valore accumulate.

Le attività materiali sono sistematicamente ammortizzate in ogni esercizio sulla base della loro vita utile, adottando come criterio di ammortamento il metodo a quote costanti.

Non sono soggetti ad ammortamento: - i terreni, siano essi stati acquisiti singolarmente o incorporati nel valore dei fabbricati, in quanto considerati a

vita utile indefinita. Nel caso in cui il loro valore sia incorporato nel valore del fabbricato, sono considerati beni separabili dall’edificio, la suddivisione tra il valore del terreno e il valore del fabbricato avviene sulla base di perizia di periti indipendenti per i soli immobili detenuti “cielo-terra”;

- i beni di interesse storico e culturale, la cui vita utile non può essere stimata essendo il relativo valore normalmente destinato ad aumentare nel tempo;

- gli investimenti immobiliari che sono valutati al fair value in conformità al principio contabile IAS 40.

Il processo di ammortamento inizia quando il bene è disponibile per l’uso.

Le attività soggette ad ammortamento sono rettificate per possibili perdite di valore ogniqualvolta eventi o cambiamenti di situazioni indicano che il valore contabile potrebbe non essere recuperabile.

Una svalutazione per perdita di valore è rilevata per un ammontare corrispondente all’eccedenza del valore contabile rispetto al valore recuperabile. Il valore recuperabile di un’attività è pari al maggiore tra il fair value, al netto degli eventuali costi di vendita, ed il relativo valore d’uso del bene, inteso come il valore attuale dei flussi futuri originati dal cespite. Le eventuali rettifiche sono imputate a conto economico alla voce "rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali”.

Qualora vengano meno i motivi che hanno portato alla rilevazione della perdita, viene rilevata una ripresa di valore, che non può superare il valore che l’attività avrebbe avuto, al netto degli ammortamenti calcolati in assenza di precedenti perdite di valore.

Criteri di cancellazione

Le attività materiali sono eliminate dallo Stato Patrimoniale al momento della dismissione o quando sono ritirate permanentemente dall’uso e, di conseguenza, non sono attesi benefici economici futuri che derivino dalla loro cessione o dal loro utilizzo.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

L’ammortamento sistematico è contabilizzato al conto economico alla voce “Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali”.

Nel primo esercizio l’ammortamento è rilevato proporzionalmente al periodo di effettivo utilizzo del bene. Per i beni ceduti e/o dismessi nel corso dell’esercizio l’ammortamento è conteggiato su base giornaliera fino alla data di cessione o dismissione.

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Le plusvalenze e le minusvalenze derivanti dallo smobilizzo o dalla dismissione delle attività materiali sono determinate come differenza tra il corrispettivo netto di cessione e il valore contabile del bene; esse sono rilevate nel conto economico alla stessa data in cui sono eliminate dalla contabilità.

Nella voce di conto economico “Utili (Perdite) da cessione di investimenti” sono oggetto di rilevazione il saldo, positivo o negativo, tra gli utili e le perdite da realizzo di investimenti materiali.

9 - Attività immateriali

Criteri di iscrizione

Le attività immateriali sono iscritte al costo, rettificato per eventuali oneri accessori, sostenuti per predisporre l’utilizzo dell’attività, solo se è probabile che i benefici economici futuri attribuibili all’attività si realizzino e se il costo dell’attività stessa può essere determinato attendibilmente.

In caso contrario il costo dell’attività immateriale è rilevato a conto economico nell’esercizio in cui è stato sostenuto.

Criteri di classificazione

La voce accoglie quelle attività non monetarie, prive di consistenza fisica, possedute per essere utilizzate in un periodo pluriennale o indefinito che soddisfano le seguenti caratteristiche: - identificabilità; - l’azienda ne detiene il controllo; - è probabile che i benefici economici futuri attesi attribuibili all’attività affluiranno all’azienda; - il costo dell’attività può essere valutato attendibilmente.

In assenza di una delle suddette caratteristiche, la spesa per acquisire o generare la stessa internamente è rilevata come costo nell’esercizio in cui è stata sostenuta.

Le attività immateriali includono, in particolare, il software applicativo ad utilizzazione pluriennale.

Criteri di valutazione

Dopo la rilevazione iniziale, le attività immateriali a vita “definita” sono iscritte al costo, al netto dell’ammontare complessivo degli ammortamenti e delle perdite di valore accumulate.

Il processo di ammortamento inizia quando il bene è disponibile per l’uso, ovvero quando si trova nel luogo e nelle condizioni adatte per poter operare nel modo stabilito e cessa nel momento in cui l’attività è eliminata contabilmente.

L’ammortamento è effettuato a quote costanti, di modo da riflettere l’utilizzo pluriennale dei beni in base alla vita utile stimata.

Nel primo esercizio l’ammortamento è rilevato proporzionalmente al periodo di effettivo utilizzo del bene.

Ad ogni chiusura di bilancio, alla presenza di evidenze di perdite di valore, si procede alla stima del valore di recupero dell’attività.

L’ammontare della perdita, rilevato a conto economico, è pari alla differenza tra il valore contabile dell’attività ed il suo valore recuperabile.

Criteri di cancellazione

Le attività immateriali sono eliminate dallo stato patrimoniale dal momento della dismissione o qualora non siano attesi benefici economici futuri.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Sia gli ammortamenti che eventuali rettifiche/riprese di valore per deterioramento di attività immateriali diversi dagli avviamenti, vengono rilevati a conto economico nella voce “Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali”.

Le plusvalenze e le minusvalenze derivanti dallo smobilizzo o dalla dismissione di un’attività immateriale sono determinate come differenza tra il corrispettivo netto di cessione e il valore contabile del bene ed iscritte al conto economico.

Nella voce “Utili (Perdite) da cessione di investimenti”, formano oggetto di rilevazione il saldo, positivo o negativo, tra gli utili e le perdite da realizzo di investimenti .

10 - Attività non correnti in via di dismissione

In tale voce sono classificate le attività non correnti destinate alla vendita ed i gruppi di attività e le passività associate in via di dismissione, secondo quanto previsto dall'IFRS 5.

La Cassa, alla data di redazione del bilancio, non presenta attività che rientrano in tale categoria.

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11 - Fiscalità corrente e differita

Criteri di iscrizione e classificazione

Le relative voci di Stato Patrimoniale includono rispettivamente le attività/passività fiscali correnti e quelle anticipate/differite.

Le attività e passività fiscali per le imposte correnti dell’esercizio sono rilevate applicando le aliquote e la normativa fiscale vigenti, e corrispondono al risultato stimato della dichiarazione.

Le attività fiscali correnti accolgono i crediti d’imposta recuperabili (compresi gli acconti versati), le passività fiscali correnti le imposte correnti non ancora pagate alla data del bilancio.

Le imposte anticipate e quelle differite sono determinate sulla base del criterio del balance sheet liability method, tenendo conto delle differenze temporanee (deducibili o imponibili) tra il valore contabile di una attività o di una passività e il suo valore riconosciuto ai fini fiscali.

L’iscrizione di “attività per imposte anticipate” è effettuata quando il loro recupero è ritenuto probabile. Le “passività per imposte differite” vengono rilevate in tutti i casi in cui è probabile che insorga il relativo debito.

Le “attività per imposte anticipate” indicano una futura riduzione dell’imponibile fiscale, a fronte di un’anticipazione della tassazione rispetto alla competenza economico-civilistica, mentre le “passività per imposte differite” indicano un futuro incremento dell’imponibile fiscale, determinando un differimento della tassazione rispetto alla competenza economico-civilistica.

Le imposte sul reddito dell’esercizio sono costituite dal saldo della fiscalità corrente e di quella differita.

L’accantonamento per imposte sul reddito è determinato in base ad una prudenziale previsione dell’onere fiscale corrente, di quello anticipato e di quello differito.

Criteri di valutazione

Sono rilevati gli effetti relativi alle imposte correnti e differite calcolate nel rispetto della legislazione fiscale in base al criterio della competenza economica, coerentemente con le modalità di rilevazione in bilancio dei costi e ricavi che le hanno generate, applicando le aliquote di imposta vigenti.

Le attività per imposte anticipate e le passività per imposte differite sono calcolate utilizzando le aliquote fiscali applicabili, in ragione della legge vigente, nell’esercizio in cui l’attività fiscale anticipata sarà realizzata o la passività fiscale differita sarà estinta. Tali poste sono sistematicamente valutate per tener conto di eventuali modifiche intervenute nelle norme o nelle aliquote.

Le imposte anticipate e quelle differite sono contabilizzate a livello patrimoniale a saldi aperti e senza compensazioni, nella voce “Attività fiscali b) anticipate” e nella voce “Passività fiscali b) differite” e non vengono attualizzate.

Criteri di rilevazione delle componenti economiche

Qualora le attività e le passività fiscali differite si riferiscano a componenti che hanno interessato il conto economico, la contropartita è rappresenta dalle imposte sul reddito.

Nei casi in cui le imposte anticipate o differite riguardano transazioni che hanno interessato direttamente il patrimonio netto senza influenzare il conto economico, quali ad esempio le valutazioni degli strumenti finanziari disponibili per la vendita, le stesse vengono iscritte in contropartita al patrimonio netto, interessando la specifica riserva.

12 - Fondi per rischi ed oneri

Criteri di iscrizione

Nella sottovoce “altri fondi” del Passivo dello Stato Patrimoniale figurano i fondi per rischi e oneri costituiti in ossequio a quanto previsto dai principi contabili internazionali, ad eccezione delle svalutazioni dovute al deterioramento delle garanzie rilasciate, da ricondurre alle "altre passività".

Criteri di classificazione

I fondi per rischi ed oneri accolgono gli accantonamenti relativi ad obbligazioni attuali originate da un evento passato, per le quali sia probabile l’esborso di risorse economiche per l’adempimento dell’obbligazione stessa, sempreché possa essere effettuata una stima attendibile del relativo ammontare.

Criteri di valutazione

L’importo rilevato come accantonamento rappresenta la migliore stima della spesa richiesta per adempiere all’obbligazione esistente alla data di riferimento del bilancio.

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Laddove l’elemento temporale sia significativo, gli accantonamenti vengono attualizzati utilizzando i tassi correnti di mercato.

I fondi accantonati sono periodicamente riesaminati ed eventualmente rettificati per riflettere la miglior stima corrente. Quando, a seguito del riesame, il sostenimento dell’onere diviene improbabile, l’accantonamento viene stornato. Per quanto attiene i fondi relativi ai benefici ai dipendenti si rimanda al successivo punto 17.

Criteri di cancellazione

Se non è più probabile che sarà necessario l’impiego di risorse atte a produrre benefici economici per adempiere all’obbligazione, l’accantonamento deve essere stornato. Un accantonamento deve essere usato solo per quelle spese per le quali esso è stato iscritto.

Criteri di rilevazione delle componenti economiche

L’accantonamento è rilevato a conto economico alla voce “Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri”. Nella voce figura il saldo, positivo o negativo, tra gli accantonamenti e le eventuali riattribuzioni a conto economico di fondi ritenuti esuberanti.

Gli accantonamenti netti includono anche i decrementi dei fondi per l’effetto attualizzazione nonché i corrispondenti incrementi dovuti al trascorrere del tempo (maturazione degli interessi impliciti nell'attualizzazione).

13 - Debiti e titoli in circolazione

Criteri di iscrizione

La prima iscrizione di tali passività finanziarie avviene all’atto della ricezione delle somme raccolte o dell’emissione dei titoli di debito. Il valore a cui sono iscritte corrisponde al relativo fair value, normalmente pari all’ammontare incassato od al prezzo di emissione, aumentato degli eventuali costi/proventi aggiuntivi direttamente attribuibili alla singola operazione di provvista o di emissione e non rimborsati dalla controparte creditrice. Non sono inclusi nel valore di iscrizione iniziale tutti gli oneri che sono oggetto di rimborso da parte della controparte creditrice o che sono riconducibili a costi di carattere amministrativo.

Il fair value delle passività finanziarie, eventualmente emesse a condizioni diverse da quelle di mercato è oggetto di apposita stima e la differenza rispetto al corrispettivo incassato è imputata direttamente a conto economico.

Il ricollocamento di titoli propri riacquistati, oggetto di precedente annullamento contabile, è considerato come nuova emissione con iscrizione del nuovo prezzo di collocamento, senza effetti a conto economico.

Criteri di classificazione

I debiti rientrano nella più ampia categoria degli strumenti finanziari e sono costituiti da quei rapporti per i quali si ha l’obbligo di pagare a terzi determinati ammontari a determinate scadenze.

Le voci del Passivo dello stato Patrimoniale “10. Debiti verso banche”, “20. Debiti verso clientela” e “30. Titoli in circolazione” comprendono le varie forme di provvista interbancaria e con clientela e la raccolta effettuata attraverso certificati di deposito e titoli obbligazionari in circolazione, al netto dell’eventuale ammontare riacquistato non classificate tra le “passività finanziarie valutate al fair value”. Sono inclusi i titoli che alla data di riferimento del bilancio risultano scaduti ma non ancora rimborsati.

Nella voce “20: Debiti verso clientela” sono ricomprese le passività a fronte di attività cedute non cancellate dal bilancio, che rappresentano il debito connesso nell’ambito delle operazione di cartolarizzazione che non rispettano i requisiti posti dal principio IAS 39 per la loro integrale cancellazione dal bilancio.

Criteri di valutazione

Dopo la rilevazione iniziale le passività finanziarie sono valutate al costo ammortizzato utilizzando il metodo del tasso di interesse effettivo.

Fanno eccezione le passività a breve termine, ove il fattore temporale risulti trascurabile, che rimangono iscritte per il valore incassato, e i cui costi e proventi direttamente attribuibili all’operazione sono iscritti a conto economico nelle pertinenti voci.

Criteri di cancellazione

Le passività finanziarie sono cancellate dal bilancio quando estinte o scadute, ovvero quando la Cassa procede al riacquisto di titoli di propria emissione con conseguente ridefinizione del debito iscritto per titoli in circolazione.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Le componenti negative di reddito rappresentate dagli interessi passivi sono iscritte, per competenza, nelle voci di conto economico relative agli interessi.

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L’eventuale differenza tra il valore di riacquisto dei titoli di propria emissione ed il corrispondente valore contabile della passività viene iscritto a conto economico nella voce “Utili/perdite da cessione o riacquisto di: d) passività finanziarie”.

L’eventuale successivo ricollocamento dei titoli propri oggetto di precedente annullamento contabile costituisce contabilmente una nuova emissione con conseguente iscrizione al nuovo prezzo di collocamento senza alcun effetto a conto economico.

14 - Passività finanziarie di negoziazione

Alla data del bilancio la Cassa non ha operazioni in derivati rientranti nell’ambito di applicazione della fair value option con valore negativo.

Criteri di iscrizione

Gli strumenti finanziari sono iscritti alla data di sottoscrizione per i contratti derivati e sono valutati al fair value.

Criteri di classificazione

La voce include il valore negativo dei contratti derivati a copertura di attività o passività di bilancio, nel caso in cui si è optato per la fair value option a norma del principio contabile IAS 39 § 9 nella versione prevista dal Regolamento della Commissione Europea n. 1864/2005 del 15 novembre 2005.

Criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale, le passività finanziarie sono valorizzate al fair value. Per i criteri di determinazione del fair value, si fa riferimento a quanto indicato per le attività finanziarie detenute per la negoziazione e nelle specifiche note in merito di cui al successivo punto 17 “Altre informazioni”.

Criteri di cancellazione

Le passività finanziarie sono cancellate contabilmente dal bilancio quando risultano scadute o estinte.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Le componenti positive di reddito rappresentate dagli interessi attivi, nonché dai differenziali e dai margini maturati sino alla data di riferimento del bilancio relativi ai contratti derivati classificati come passività finanziarie detenute per la negoziazione, sono iscritte per competenza nelle voci di conto economico relative agli interessi.

15 - Passività finanziarie valutate al fair value

La Cassa alla data del bilancio non ha in essere passività classificate in questa voce.

16 - Operazioni in valuta

Criteri di iscrizione

Le operazioni in valuta estera sono registrate, al momento della rilevazione iniziale, in divisa di conto, applicando all’importo in valuta estera il tasso di cambio in vigore alla data dell’operazione.

Criteri di classificazione

Tra le attività e le passività in valuta figurano, oltre a quelle denominate esplicitamente in una valuta diversa dall’euro, anche quelle che prevedono clausole di indicizzazione finanziaria collegate al tasso di cambio dell’euro con una determinata valuta o con un determinato paniere di valute.

Ai fini delle modalità di conversione da utilizzare, le attività e passività in valuta sono suddivise tra poste monetarie (classificate tra le poste correnti) e non monetarie (classificate tra le poste non correnti).

Gli elementi monetari consistono nel denaro posseduto e nelle attività e passività da ricevere o pagare, in ammontari di denaro fisso o determinabili.

Gli elementi non monetari si caratterizzano per l’assenza di un diritto a ricevere o di un’obbligazione a consegnare un ammontare di denaro fisso o determinabile.

Criteri di valutazione

Ad ogni chiusura del bilancio, gli elementi originariamente denominati in valuta estera sono valorizzati come segue: - le poste monetarie sono convertite al tasso di cambio alla data di chiusura del periodo; - le poste non monetarie valutate al costo storico sono convertite al tasso di cambio in essere alla data della

operazione; - le poste non monetarie valutate al fair value sono convertite al tasso di cambio a pronti alla data di chiusura del

periodo.

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Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Le differenze di cambio che si generano tra la data dell’operazione e la data del relativo pagamento, su elementi di natura monetaria, sono contabilizzate nel conto economico dell’esercizio in cui sorgono, alla stregua di quelle che derivano dalla conversione di elementi monetari a tassi diversi da quelli di conversione iniziali, o di conversione alla data di chiusura del bilancio precedente.

Quando un utile o una perdita relativi ad un elemento non monetario sono rilevati a patrimonio netto, la differenza cambio relativa a tale elemento è rilevata anch’essa a patrimonio netto.

Quando un utile o una perdita sono rilevati a conto economico, è parimenti rilevata a conto economico anche la relativa differenza cambio.

17 - Altre informazioni

Dividendi

I dividendi distribuiti ai soci sono contabilizzati a riduzione del patrimonio netto nell’esercizio in cui l’assemblea ne ha deliberato la distribuzione. Stato patrimoniale

Costi per migliorie e spese incrementative su beni di terzi

I costi della specie sono stati allocati alla voce “Altre attività”, laddove non ricorrano i presupposti per essere iscritti tra le “attività materiali”, come previsto dalla normativa di Banca d’Italia (circ. n. 262/2005).

I relativi ammortamenti sono stati ricondotti alla voce “altri oneri/proventi di gestione”. Essi sono ammortizzati secondo il periodo più breve tra quello in cui le migliorie e le spese possono essere utilizzate e quello di durata residua della locazione.

Ratei e Risconti

I ratei e i risconti, che riguardano oneri e proventi di competenza dell’esercizio maturati su attività e passività, vengono ricondotti a rettifica delle attività e passività a cui si riferiscono. In assenza di rapporti cui ricondurli, saranno rappresentati tra le "Altre attività" o "Altre passività".

Contratti di vendita e riacquisto (pronti contro termine)

I titoli venduti e soggetti ad accordo di riacquisto sono classificati come strumenti finanziari impegnati, quando l’acquirente ha per contratto o convenzione il diritto a rivendere o a reimpegnare il sottostante; la passività della controparte è inclusa nelle passività verso banche, altri depositi o depositi della clientela.

I titoli acquistati in relazione ad un contratto di rivendita sono contabilizzati come finanziamenti o anticipi ad altre banche o a clientela.

La differenza tra il prezzo di vendita ed il prezzo d’acquisto è contabilizzata come interesse e registrata per competenza lungo la vita dell’operazione sulla base del tasso effettivo di rendimento.

Trattamento di fine rapporto del personale

Il T.F.R. è assimilabile ad un “beneficio successivo al rapporto di lavoro” (post employment benefit) del tipo “Prestazioni Definite” (defined benefit plan) per il quale è previsto, in base allo IAS 19, che il suo valore venga determinato mediante metodologie di tipo attuariale.

Conseguentemente, la valutazione di fine esercizio della posta in esame è effettuata in base al metodo dei benefici maturati utilizzando il criterio del credito unitario previsto (Projected Unit Credit Method).

Tale metodo prevede la proiezione degli esborsi futuri sulla base di analisi storiche, statistiche e probabilistiche, nonché in virtù dell’adozione di opportune basi tecniche demografiche.

Esso consente di calcolare il T.F.R. maturato ad una certa data in senso attuariale, distribuendo l’onere per tutti gli anni di stimata permanenza residua dei lavoratori in essere e non più come onere da liquidare nel caso in cui l’azienda cessi la propria attività alla data di bilancio.

La valutazione del T.F.R. del personale dipendente è stata effettuata da un attuario indipendente in conformità alla metodologia sopra indicata.

A seguito dell’entrata in vigore della riforma della previdenza complementare, di cui al D.Lgs. 252/2005, le quote di trattamento di fine rapporto maturate fino al 31.12.2006 rimangono in azienda, mentre le quote che maturano a partire dal 1° gennaio 2007 sono state, a scelta de l dipendente, destinate a forme di previdenza complementare ovvero al fondo di Tesoreria dell’INPS.

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Queste ultime sono quindi rilevate a conto economico sulla base dei contributi dovuti in ogni esercizio; la Cassa non ha proceduto all’attualizzazione finanziaria dell’obbligazione verso il fondo previdenziale o l’INPS, in ragione della scadenza inferiore a 12 mesi.

In base allo IAS 19 il T.F.R. versato al fondo di Tesoreria INPS si configura, al pari della quota versata al fondo di previdenza complementare, come un piano a contribuzione definita.

Le quote maturate e riversate ai fondi integrativi di previdenza complementare sono contabilizzate alla sottovoce di conto economico 150a), come specificato nella Sezione 9 della Parte C della Nota.

Tali quote si configurano come un piano a contribuzione definita poiché l’obbligazione dell’impresa nei confronti del dipendente cessa con il versamento delle quote maturate. Per tale fattispecie, pertanto, nel passivo della BCC potrà aversi iscritto solo la quota di debito (tra le “altre passività”) per i versamenti ancora da effettuare all’INPS ovvero ai fondi di previdenza complementare.

Premio di fedeltà

Fra gli altri ”benefici a lungo termine” descritti dallo IAS 19, rientrano nell’operatività della BCC anche i premi di fedeltà ai dipendenti.

Tali benefici devono essere valutati, in conformità allo IAS 19, con la stessa metodologia utilizzata per la determinazione del TFR, in quanto compatibile.

La passività per il premio di fedeltà viene rilevata tra i “fondi rischi e oneri” del Passivo.

L’accantonamento, come la riattribuzione a conto economico di eventuali eccedenze dello specifico fondo (dovute ad esempio a modifiche di ipotesi attuariali), sono imputati a conto economico fra gli “accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri”.

Le obbligazioni nei confronti dei dipendenti sono valutate da un attuario indipendente.

Valutazione garanzie rilasciate

Gli accantonamenti su base analitica e collettiva relativi alla stima dei possibili esborsi connessi all’assunzione del rischio di credito insito nelle garanzie rilasciate e negli impegni assunti sono determinati in applicazione dei medesimi criteri esposti con riferimento ai crediti.

Tali accantonamenti sono rilevati nella voce “Altre passività” in contropartita alla voce di conto economico “Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di: d) altre operazioni finanziarie”. Conto economico

I ricavi sono riconosciuti quando sono percepiti o comunque quando è probabile che saranno ricevuti i benefici futuri e tali benefici possono essere quantificabili in modo attendibile.

I costi sono iscritti contabilmente nel momento in cui sono sostenuti.

I costi ed i ricavi direttamente riconducibili agli strumenti finanziari valutati a costo ammortizzato e determinabili sin dall’origine, indipendentemente dal momento in cui vengono liquidati, affluiscono a conto economico mediante applicazione del tasso di interesse effettivo.

Gli interessi di mora, eventualmente previsti in via contrattuale, sono contabilizzati a conto economico solo al momento del loro effettivo incasso.

I dividendi sono rilevati a conto economico nel momento in cui ne viene deliberata la distribuzione.

Le commissioni sono generalmente contabilizzate per competenza sulla base dell’erogazione del servizio (al netto di sconti e abbuoni).

Le perdite di valore sono iscritte a conto economico nell’esercizio in cui sono rilevate.

Criteri di determinazione del fair value degli strumenti finanziari

Il fair value è definito dal principio IAS 39 come “il corrispettivo al quale un’attività potrebbe essere scambiata o una passività estinta in una libera transazione fra parti consapevoli e indipendenti”.

Il fair value degli investimenti quotati in mercati attivi è determinato con riferimento alle quotazioni di mercato (prezzi “bid” o, in assenza, prezzi medi) rilevate l’ultimo giorno di riferimento dell’esercizio.

Nel caso di strumenti finanziari quotati su mercati attivi, la determinazione del fair value è basata sulle quotazioni del mercato attivo di riferimento (ossia quello su cui si verifica il maggior volume delle contrattazioni) desumibili anche da provider internazionali e rilevate l’ultimo giorno di riferimento dell’esercizio. Un mercato è definito attivo qualora le quotazioni riflettano normali operazioni di mercato, siano prontamente e regolarmente disponibili ed esprimano il prezzo di effettive e regolari operazioni di mercato. Qualora il medesimo strumento finanziario risulti quotato su più mercati, la quotazione da considerare è quella presente nel mercato più vantaggioso a cui l’impresa ha accesso.

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Nel caso di strumenti finanziari non quotati il fair value è determinato applicando tecniche di valutazione finalizzate alla determinazione del prezzo che lo strumento avrebbe avuto sul mercato alla data di valutazione in un libero scambio motivato da normali considerazioni commerciali. La determinazione del fair value è ottenuta attraverso le seguenti tecniche: utilizzo di recenti transazioni di mercato; riferimento al prezzo di strumenti finanziari aventi le medesime caratteristiche di quello oggetto di valutazione; metodi quantitativi (modelli di pricing delle opzioni; tecniche di calcolo del valore attuale - discounted cash flow analysis; modelli di pricing generalmente accettati dal mercato). In particolare, per le obbligazioni non quotate si applicano modelli di attualizzazione dei flussi di cassa futuri attesi – utilizzando strutture di tassi di interesse che tengono opportunamente in considerazione il settore di attività di appartenenza dell’emittente e della classe di rating, ove disponibile.

In presenza di fondi comuni di investimento, non negoziati in mercati attivi, il fair value è determinato in ragione del Net Asset Value pubblicato, eventualmente corretto per tenere conto di possibili variazioni di valore intercorrenti fra la data di richiesta di rimborso e la data di rimborso effettiva.

I titoli di capitale non scambiati in un mercato attivo, per i quali il fair value non sia determinabile in misura attendibile - secondo le metodologie più diffuse (in primo luogo la discounted cash flow analysis), sono valutati al costo, rettificato per tener conto delle eventuali diminuzioni significative di valore.

Per gli impieghi e la raccolta a vista / a revoca si è assunta una scadenza immediata delle obbligazioni contrattuali e coincidente con la data di bilancio e pertanto il loro fair value è approssimato al valore contabile. Analogamente per gli impieghi a breve si è assunto il valore contabile.

Per gli impieghi a clientela a medio-lungo termine, il fair value è ottenuto attraverso tecniche di valutazione attualizzando i residui flussi contrattuali ai tassi di interesse correnti, opportunamente adeguati per tener conto del merito creditizio dei singoli prenditori (rappresentato dalla probabilità di default e dalla perdita stimata in caso di default).

Per le attività deteriorate il valore di bilancio è ritenuto un’approssimazione del fair value.

Per il debito a medio-lungo termine rappresentato da titoli valutati al costo ammortizzato ed oggetto di copertura per il rischio di tasso, il valore di bilancio è adeguato per effetto della copertura al fair value attribuibile al rischio coperto attualizzandone i relativi flussi.

Per i contratti derivati negoziati su mercati regolamentati si assume quale fair value il prezzo di mercato dell’ultimo giorno di quotazione dell’esercizio.

Per i contratti derivati over the counter si assume quale fair value il market value alla data di riferimento determinato secondo le seguenti modalità in relazione alla tipologia di contratto: - per i contratti su tassi di interesse il market value è rappresentato dal cosiddetto “costo di sostituzione”,

determinato mediante l’attualizzazione delle differenze, alle date di regolamento previste, fra flussi calcolati ai tassi di contratto e flussi attesi calcolati ai tassi di mercato, oggettivamente determinati, correnti a fine esercizio per pari scadenza residua;

- per i contratti di opzione su titoli e altri valori il market value è determinato facendo riferimento a modelli di pricing riconosciuti (p.es.: formula di Black & Scholes).

Il fair value utilizzato ai fini della valutazione degli strumenti finanziari, sulla base dei criteri sopra descritti, si articola sui seguenti livelli in funzione delle caratteristiche e della significatività degli input utilizzati nel processo di valutazione: - Livello 1: quotazioni (senza aggiustamenti) rilevate su un mercato attivo – secondo la definizione data dallo

IAS39 - per le attività e le passività finanziarie oggetto di valutazione; - Livello 2: input diversi dai prezzi quotati di cui al precedente alinea, che sono osservabili direttamente (prezzi)

o indirettamente (derivati dai prezzi) sul mercato; - Livello 3: input che non sono basati su dati osservabili sul mercato.

I suddetti approcci valutativi devono essere applicati in ordine gerarchico. Le tecniche valutative adottate devono massimizzare l’utilizzo di fattori osservabili sul mercato e, di conseguenza, affidarsi il meno possibile a parametri di tipo soggettivo.

Nel caso di strumenti finanziari non quotati in mercati attivi, la collocazione all’interno della FVH deve essere definita considerando tra gli input significativi utilizzati per la determinazione del fair value quello che assume il livello più basso nella gerarchia.

Si rileva altresì come la FVH sia stata introdotta nell’IFRS 7 esclusivamente ai fini di informativa e non anche per le valutazioni di bilancio. Queste ultime, quindi, risultano effettuate sulla base di quanto previsto dai contenuti dello IAS 39.

Esposizioni deteriorate

Si riportano di seguito le definizioni di esposizioni deteriorate per le attività finanziarie classificate nelle diverse categorie di rischio in base alla normativa emanata dalla Banca d’Italia:

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- sofferenze: esposizioni per cassa e fuori bilancio (finanziamenti, titoli, derivati, etc.) nei confronti di un soggetto in stato di insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili, indipendentemente dalle eventuali previsioni di perdita formulate dalla Cassa;

- incagliate: esposizioni per cassa e fuori bilancio (finanziamenti, titoli, derivati, etc.) nei confronti di soggetti in temporanea situazione di obiettiva difficoltà, che sia prevedibile possa essere rimossa in un congruo periodo di tempo;

- ristrutturate: esposizioni per cassa e fuori bilancio (finanziamenti, titoli, derivati, etc.) per le quali una banca (o un pool di banche), a causa del deterioramento delle condizioni economico-finanziarie del debitore, acconsente a modifiche delle originarie condizioni contrattuali (ad esempio, riscadenzamento dei termini, riduzione del debito e/o degli interessi) che diano luogo a una perdita;

- scadute e/o sconfinanti: esposizioni per cassa e fuori bilancio (finanziamenti, titoli, derivati, etc.), diverse da quelle classificate a sofferenza, incaglio o fra le esposizioni ristrutturate, che, alla data di chiusura del periodo, sono scadute o sconfinanti da oltre 90 giorni (per le esposizioni che ricadono nel portafoglio prudenziale "esposizioni garantite da immobili" alle quali si applica l'approccio per singola transazione) o 180 giorni (per le altre esposizioni che fanno riferimento al singolo debitore).

Modalità di determinazione del costo ammortizzato

Il costo ammortizzato di una attività o passività finanziaria è il valore a cui è stata misurata all'iscrizione iniziale, al netto dei rimborsi di capitale, accresciuto o diminuito dell’ammortamento complessivo, determinato in applicazione del metodo dell’interesse effettivo, delle differenze tra valore iniziale e quello a scadenza ed al netto di qualsiasi perdita di valore.

Il tasso di interesse effettivo è il tasso che eguaglia il valore attuale di una attività o passività finanziaria al flusso contrattuale dei pagamenti futuri o ricevuti sino alla scadenza o alla successiva data di rideterminazione del tasso.

Per gli strumenti a tasso fisso o a tasso fisso per periodi temporali, i flussi di cassa futuri vengono determinati in base al tasso di interesse noto durante la vita dello strumento.

Per le attività o passività finanziarie a tasso variabile, la determinazione dei flussi di cassa futuri è effettuata sulla base dell’ultimo tasso noto. Ad ogni data di revisione del prezzo si procede al ricalcolo del piano di ammortamento e del tasso di rendimento effettivo su tutta la vita utile dello strumento finanziario, vale a dire sino alla data di scadenza.

Il costo ammortizzato è applicato per i crediti, le attività finanziarie detenute sino a scadenza, quelle disponibili per la vendita, per i debiti ed i titoli in circolazione.

Le attività e passività finanziarie negoziate a condizioni di mercato sono inizialmente rilevate al loro fair value, che normalmente corrisponde all’ammontare pagato od erogato comprensivo dei costi di transazione e delle commissioni direttamente imputabili.

Sono considerati costi di transazione i costi ed i proventi marginali interni attribuibili al momento di rilevazione iniziale dello strumento e non recuperabili sulla clientela.

Tali componenti accessorie, che devono essere riconducibili alla singola attività o passività, incidono sul rendimento effettivo e rendono il tasso di interesse effettivo diverso dal tasso di interesse contrattuale.

Sono esclusi pertanto i costi ed i proventi riferibili indistintamente a più operazioni e le componenti correlate che possono essere oggetto di rilevazione durante la vita dello strumento finanziario.

Inoltre, non sono considerati nel calcolo del costo ammortizzato i costi che la Cassa dovrebbe sostenere indipendentemente dall'operazione, quali i costi amministrativi, di cancelleria, di comunicazione.

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Allegato

Reg. n. 1606/2002 del 19/02/2002, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 243 del 11.09.2002;

Reg. n. 707/2004 del 06/04/2004, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 111 del 17.04.2004;

Reg. n. 2086/2004 del 19/11/2004, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 363 del 09.12.2004;

Reg. n. 2236/2004 del 29/12/2004, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 392 del 31.12.2004;

Reg. n. 2237/2004 del 29/12/2004, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 393 del 31.12.2004;

Reg. n. 2238/2004 del 29/12/2004, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 394 del 31.12.2004;

Reg. n. 211/2005 del 04/02/2005, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 041 del 11.02.2005;

Reg. n. 1073/2005 del 07/07/2005, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 175 del 08.07.2005;

Reg. n. 1751/2005 del 25/10/2005, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 282 del 26.10.2005;

Reg. n. 1864/2005 del 15/11/2005, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 299 del 16.11.2005;

Reg. n. 1910/2005 del 08/11/2005, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 305 del 24.11.2005;

Reg. n. 2106/2005 del 21/12/2005, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 337 del 22.12.2005;

Reg. n. 108/2006 del 11/01/2006, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 024 del 27.01.2006;

Reg. n. 708/2006 del 08/05/2006, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 122 del 09.05.2006;

Reg. n. 1329/2006 del 08/09/2006, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 247 del 09.09.2006;

Reg. n. 610/2007 del 01/06/2007, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 141 del 02.06.2007;

Reg. n. 611/2007 del 01/06/2007, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 141 del 02.06.2007;

Reg. n. 1358/2007 del 21/11/2007, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 304 del 22.11.2007;

Reg. n. 1004/2008 del 15/10/2008, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 275 del 16.10.2008;

Reg. n. 1126/2008 del 03/11/2008, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 320 del 29.11.2008;

Reg. n. 1260/2008 del 10/12/2008, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 338 del 17.12.2008;

Reg. n. 1261/2008 del 16/12/2008, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 338 del 17.12.2008;

Reg. n. 1262/2008 del 16/12/2008, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 338 del 17.12.2008;

Reg. n. 1263/2008 del 16/12/2008, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 338 del 17.12.2008;

Reg. n. 1274/2008 del 17/12/2008, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 339 del 18.12.2008;

Reg. n. 53/2009 del 21/01/2009, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 017 del 22.01.2009;

Reg. n. 69/2009 del 23/01/2009, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 021 del 24.01.2009;

Reg. n. 70/2009 del 23/01/2009, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 021 del 24.01.2009;

Reg. n. 254/2009 del 25/03/2009, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 080 del 26.03.2009;

Reg. n. 460/2009 del 04/06/2009, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 139 del 05.06.2009;

Reg. n. 494/2009 del 03/06/2009, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 149 del 12.06.2009;

Reg. n. 495/2009 del 03/06/2009, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 149 del 12.06.2009;

Reg. n. 636/2009 del 22/07/2009, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 191 del 23.07.2009;

Reg. n. 824/2009 del 09/09/2009, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 239 del 10.09.2009;

Reg. n. 839/2009 del 15/09/2009, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 244 del 16.09.2009;

Reg. n. 1136/2009 del 25/11/2009, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 311 del 26.11.2009;

Reg. n. 1142/2009 del 26/11/2009, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 312 del 27.11.2009;

Reg. n. 1164/2009 del 27/11/2009, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 314 del 01.12.2009;

Reg. n. 1165/2009 del 27/11/2009, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 314 del 01.12.2009;

Reg. n. 1171/2009 del 30/11/2009, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 314 del 01.12.2009;

Reg. n. 1293/2009 del 23/12/2009, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 347 del 24.12.2009;

Reg. n. 243/2010 del 23/03/2010, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 077 del 24.03.2010;

Reg. n. 244/2010 del 23/03/2010, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 077 del 24.03.2010;

Reg. n. 550/2010 del 23/06/2010, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 157 del 24.06.2010;

Reg. n. 574/2010 del 30/06/2010, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 166 del 01.07.2010;

Reg. n. 632/2010 del 19/07/2010, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 186 del 20.07.2010;

Reg. n. 633/2010 del 19/07/2010, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 186 del 20.07.2010;

Reg. n. 662/2010 del 23/07/2010, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 193 del 24.07.2010,

Reg. n. 149/2011 del 18/02/2011, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 046 del 19.02.2011.

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A.3 – INFORMATIVA SUL FAIR VALUE

A.3.1 – Trasferimenti tra portafogli

La Cassa non ha operato nell'esercizio in corso e in quelli precedenti alcun trasferimento tra i portafogli degli strumenti finanziari. Si omette pertanto la compilazione delle Tabelle previste.

A.3.2 – Gerarchia del fair value

A.3.2.1 Portafogli contabili: ripartizione per livelli del fair value Attività/Passività finanziarie misurate al fair value

2010 2009 Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 4.876 5.018 2. Attività finanziarie valutate al fair value 3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 194.620 569 18.126 281.902 873 17.889 4. Derivati di copertura Totale 199.496 569 18.126 286.920 873 17.889 1. Passività finanziarie detenute per la negoziazione 26 13 2. Passività finanziarie valutate al fair value 3. Derivati di copertura Totale B 26 13

A.3.2.2 Variazioni annue delle attività finanziarie valutate al fair value (livello 3) ATTIVITA' FINANZIARIE

detenute per la negoziazione

valutate al fair value

disponibili per la vendita

derivati di copertura

1. Esistenze iniziali 17.889 2. Aumenti 4.690 2.1. Acquisti 4.690 2.2. Profitti imputati a: 2.2.1. Conto Economico - di cui plusvalenze 2.2.2. Patrimonio netto 2.3. Trasferimenti da altri livelli 2.4. Altre variazioni in aumento 3. Diminuzioni 4.453 3.1. Vendite 4.373 3.2. Rimborsi 3.3. Perdite imputate a: 80 3.3.1. Conto Economico 80 - di cui minusvalenze 80 3.3.2. Patrimonio netto 3.4. Trasferimenti ad altri livelli 3.5. Altre variazioni in diminuzione 4. Rimanenze finali 18.126

Le attività finanziarie disponibili per la vendita si riferiscono ai titoli di capitale "valutati al costo", classificati convenzionalmente nel livello 3, relativi ad interessenze azionarie in società promosse dal movimento del credito cooperativo o strumentali, per le quali il fair value non risulta determinabile in modo attendibile o verificabile.

A.3.3 – Informativa sul cd. "day one profit/loss"

La Cassa non ha in essere operatività tali da generare componenti di reddito significative inquadrabili nel cosiddetto "day one profit/loss".

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PARTE B - INFORMAZIONI SULLO STATO PATRIMONIALE

ATTIVO

Sezione 1 - Cassa e disponibilità liquide - voce 10

1.1 Cassa e disponibilità liquide: composizione 2010 2009

a) Cassa 5.345 5.913 b) Depositi liberi presso Banche Centrali Totale 5.345 5.913

Sezione 2 - Attività finanziarie detenute per la negoziazione - voce 20

2.1 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione merceologica

Voci/Valori 2010 2009 Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3

A. Attività per cassa 1. Titoli di debito 4.850 5.005 1.1 Titoli strutturati 1.2 Altri titoli di debito 4.850 5.005 2. Titoli di capitale 3. Quote di O.I.C.R. 4. Finanziamenti 4.1 Pronti contro termine 4.2 Altri Totale A 4.850 5.005 B. Strumenti derivati 1. Derivati finanziari 26 13 1.1 di negoziazione 26 13 1.2 connessi con la fair value option 1.3 altri 2. Derivati creditizi 2.1 di negoziazione 2.2 connessi con la fair value option 2.3 altri Totale B 26 13 Totale (A+B) 4.876 5.018

L’importo di cui alla lettera B punto 1.1 si riferisce al “differenziale prezzi” dei contratti relativi alle operazioni a termine in valuta.

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2.2 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione per debitori/emittenti Voci/Valori 2010 2009 A. ATTIVITA' PER CASSA 1. Titoli di debito 4.850 5.005 a) Governi e Banche Centrali 4.850 5.005 b) Altri enti pubblici c) Banche d) Altri emittenti 2. Titoli di capitale a) Banche b) Altri emittenti: - imprese di assicurazione - società finanziarie - imprese non finanziarie - altri 3. Quote di O.I.C.R. 4. Finanziamenti a) Governi e Banche Centrali b) Altri enti pubblici c) Banche d) Altri soggetti Totale A 4.850 5.005 B. STRUMENTI DERIVATI a) Banche 25 4 - fair value 25 4 - b) Clientela 1 9 - fair value 1 9 - Totale B 26 13 Totale (A+B) 4.876 5.018

2.3 Attività finanziarie per cassa detenute per la negoziazione: variazioni annue Titoli di

debito Titoli di capitale

Quote di O.I.C.R.

Finanzia menti Totale

A. Esistenze iniziali 5.005 5.005 B. Aumenti 10.707 10.707 B1. Acquisti 10.679 10.679 B2. Variazioni positive di fair value B3. Altre variazioni 28 28 C. Diminuzioni 10.862 10.862 C1. Vendite 10.692 10.692 C2. Rimborsi 10 10 C3. Variazioni negative di fair value 155 155 C4. Trasferimenti ad altri portafogli C5. Altre variazioni 5 5 D. Rimanenze finali 4.850 4.850

Sezione 3 - Attività finanziarie valutate al fair value - voce 30

La Cassa non detiene attività finanziarie classificate in questa categoria.

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Sezione 4 - Attività finanziarie disponibili per la vendita - voce 40

4.1 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione merceologica

Voci/Valori 2010 2009 Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3

1. Titoli di debito 192.954 569 279.783 873 1.1 Titoli strutturati 1.2 Altri titoli di debito 192.954 569 279.783 873 2. Titoli di capitale 18.126 17.889 2.1 Valutati al fair value 2.2 Valutati al costo 18.126 17.889 3. Quote di O.I.C.R. 1.666 2.119 4. Finanziamenti Totale 194.620 569 18.126 281.902 873 17.889

Il portafoglio delle attività finanziarie disponibili per la vendita accoglie: - la quota parte di portafoglio obbligazionario (banking book) non destinata a finalità di negoziazione; - le partecipazioni le cui quote di interessenza detenute non risultano riferibili a partecipazioni di controllo,

collegamento o controllo congiunto di cui agli IAS27 e IAS28.

Tra i titoli di capitale di cui al punto 2.2 sono pertanto comprese le partecipazioni detenute nel capitale di società promosse dal movimento del Credito Cooperativo e di società o enti comunque strumentali allo sviluppo dell'attività della Cassa.

4.2 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione per debitori/emittenti Voci/Valori 2010 2009 1. Titoli di debito 193.523 280.656 a) Governi e Banche Centrali 191.964 273.741 b) Altri enti pubblici c) Banche 990 6.345 d) Altri emittenti 569 570 2. Titoli di capitale 18.126 17.889 a) Banche 2.085 1.770 b) Altri emittenti: 16.041 16.119 - imprese di assicurazione - società finanziarie 15.543 15.642 - imprese non finanziarie 498 477 - altri 3. Quote di O.I.C.R. 1.666 2.119 4. Finanziamenti a) Governi e Banche Centrali b) Altri enti pubblici c) Banche d) Altri soggetti Totale 213.315 300.664

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4.4 Attività finanziarie disponibili per la vendita: variazioni annue

Titoli di debito

Titoli di capitale

Quote di O.I.C.R.

Finanzia menti Totale

A. Esistenze iniziali 280.656 17.889 2.119 300.664 B. Aumenti 19.290 4.690 14 23.994 B1. Acquisti 17.453 4.690 22.143 B2. Variazioni positive di FV 13 13 B3. Riprese di valore - imputate al conto economico X - imputate al patrimonio netto B4. Trasferimenti da altri portafogli B5. Altre variazioni 1.837 1 1.838 C. Diminuzioni 106.423 4.453 467 111.343 C1. Vendite 29.275 4.373 103 33.751 C2. Rimborsi 70.250 80 70.330 C3. Variazioni negative di FV 6.179 284 6.463 C4. Svalutazioni da deterioramento 80 80 - imputate al conto economico 80 80 - imputate al patrimonio netto C5. Trasferimenti ad altri portafogli C6. Altre variazioni 719 719 D. Rimanenze finali 193.523 18.126 1.666 213.315

Sezione 5 - Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - voce 50

La Cassa non detiene attività finanziarie classificate in questa categoria.

Sezione 6 - Crediti verso banche - voce 60

6.1 Crediti verso banche: composizione merceologica Tipologia operazioni / Valori 2010 2009 A. Crediti verso Banche Centrali 51.641 34.961 1. Depositi vincolati 2. Riserva obbligatoria 51.641 34.961 3. Pronti contro termine 4. Altri B. Crediti verso banche 57.774 57.753 1. Conti correnti e depositi liberi 54.861 53.515 2. Depositi vincolati 1.224 2.878 3. Altri finanziamenti: 687 358 3.1 Pronti contro termine attivi 3.2 Leasing finanziario 3.3 Altri 687 358 4. Titoli di debito 1.002 1.002 4.1 Titoli strutturati 4.2 Altri titoli di debito 1.002 1.002 Totale (valore di bilancio) 109.415 92.714 Totale (fair value) 109.415 92.714

I crediti verso banche non sono stati svalutati in quanto ritenuti interamente recuperabili.

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Sezione 7 - Crediti verso clientela - Voce 70

7.1 Crediti verso clientela: composizione merceologica

Tipologia operazioni / Valori 2010 2009

Bonis Deteriorate Bonis Deteriorate 1. Conti correnti 303.707 26.200 289.040 22.804 2. Pronti contro termine attivi 3. Mutui 1.097.876 60.252 988.299 58.175 4. Carte di credito, prestiti personali e cessioni del quinto 4.099 46 4.266 152 5. Leasing finanziario 6. Factoring 7. Altre operazioni 105.006 12.751 94.135 12.905 8. Titoli di debito 8.1 Titoli strutturati 8.2 Altri titoli di debito Totale (valore di bilancio) 1.510.688 99.249 1.375.740 94.036 Totale (fair value) 1.591.392 94.807 1.446.360 90.458

I crediti verso clientela sono esposti al netto delle rettifiche di valore per svalutazioni.

L’ammontare e la ripartizione delle rettifiche di valore sono esposti nella parte E della presente Nota Integrativa.

La colonna "deteriorate" comprende le sofferenze, gli incagli, i crediti ristrutturati e le esposizioni scadute, secondo le definizioni di Banca d'Italia. Il dettaglio di tali esposizioni viene evidenziato nella Parte E della Nota integrativa - qualità del credito.

I crediti "ceduti e non cancellati" deteriorati sono stati inseriti nelle colonne "deteriorate".

7.2 Crediti verso clientela: composizione per debitori/emittenti

Tipologia operazioni / Valori 2010 2009

Bonis Deteriorate Bonis Deteriorate 1. Titoli di debito: a) Governi b) Altri Enti pubblici c) Altri emittenti - imprese non finanziarie - imprese finanziarie - assicurazioni - altri 2. Finanziamenti verso: 1.510.688 99.249 1.375.740 94.036 a) Governi b) Altri Enti pubblici 6.977 6.572 c) Altri soggetti 1.503.711 99.249 1.369.168 94.036 - imprese non finanziarie 995.124 74.099 896.105 69.201 - imprese finanziarie 2.582 2.000 57 - assicurazioni 6 - altri 505.999 25.150 471.063 24.778 Totale 1.510.688 99.249 1.375.740 94.036

Sezione 8 - Derivati di copertura - voce 80

La Cassa non ha derivati di copertura.

Sezione 9 - Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica - voce 90

Alla data di riferimento del bilancio non vi sono attività oggetto di copertura generica.

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Sezione 10 - Le partecipazioni - voce 100

10.1 Partecipazioni in società controllate, controllate in modo congiunto o sottoposte ad influenza notevole: informazioni sui rapporti partecipativi

Denominazioni Sede Quota di

partecipazione % Disponibilità voti

% A. Imprese controllate in via esclusiva 1. Autosilo del Corso Srl Società a Socio Unico Cantù 100% B. Imprese controllate in modo congiunto C. Imprese sottoposte ad influenza notevole

10.2 Partecipazioni in società controllate, controllate in modo congiunto o sottoposte ad influenza notevole: informazioni contabili

Denominazioni Totale attivo

Ricavi totali

Utile (Perdita)

Patrimonio netto

Valore di bilancio

Fair value

A. Imprese controllate in via esclusiva 1. Autosilo del Corso Srl Società a Socio Unico 3.663 94 -82 18 101 X B. Imprese controllate in modo congiunto C. Imprese sottoposte ad influenza notevole Totale 3.663 94 -82 18 101

10.3 Partecipazioni: variazioni annue 2010 2009 A. Esistenze iniziali 101 101 B. Aumenti B.1 Acquisti B.2 Riprese di valore B.3 Rivalutazioni B.4 Altre variazioni C. Diminuzioni C.1 Vendite C.2 Rettifiche di valore C.3 Altre variazioni D. Rimanenze finali 101 101 E. Rivalutazioni totali F. Rettifiche totali

10.4 Impegni riferiti a partecipazioni in società controllate

Alla data di riferimento del bilancio non sono in essere impegni riferibili a partecipazioni in società controllate.

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Sezione 11 - Attività materiali - voce 110

Nella presente voce figurano le attivita materiali (immobili, impianti, macchinari e altre attività materiali ad uso funzionale) disciplinate dallo IAS 16 e gli investimenti immobiliari (terreni e fabbricati) disciplinati dallo IAS 40, non quelle oggetto di leasing finanziario.

11.1 Attività materiali: composizione delle attività valutate al costo Attività / Valori 2010 2009 A. Attività ad uso funzionale 1.1 di proprietà 27.070 26.968 a) terreni 4.541 4.541 b) fabbricati 18.180 18.472 c) mobili 2.662 2.508 d) impianti elettronici 599 489 e) altre 1.088 958 1.2 acquisite in leasing finanziario a) terreni b) fabbricati c) mobili d) impianti elettronici e) altre Totale A 27.070 26.968 B. Attività detenute a scopo di investimento 2.1 di proprietà 186 192 a) terreni 99 99 b) fabbricati 87 93 2.2 acquisite in leasing finanziario a) terreni b) fabbricati Totale B 186 192 Totale (A+B) 27.256 27.160

Le immobilizzazioni materiali sono valutate al costo. Non sono presenti attività materiali valutate al fair value o rivalutate; pertanto si omette la compilazione della relativa tabella.

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11.3 Attività materiali ad uso funzionale: variazioni annue

Terreni Fabbricati Mobili Impianti

elettronici Altre Totale A. Esistenze iniziali lorde 4.541 27.285 7.878 5.976 6.259 51.939 A.1 Riduzioni di valore totali nette 8.813 5.370 5.487 5.301 24.971 A.2 Esistenze iniziali nette 4.541 18.472 2.508 489 958 26.968 B. Aumenti: 1.283 525 307 394 2.509 B.1 Acquisti 1.262 525 307 382 2.476 B.2 Spese per migliorie capitalizzate 21 21 B.3 Riprese di valore B.4 Variazioni positive di fair value imputate a a) patrimonio netto b) conto economico B.5 Differenze positive di cambio B.6 Trasferimenti da immobili detenuti a scopo di investimento B.7 Altre variazioni 12 12 C. Diminuzioni: 1.575 371 197 264 2.407 C.1 Vendite 2 2 C.2 Ammortamenti 804 371 197 262 1.634 C.3 Rettifiche di valore da deterioramento imputate a a) patrimonio netto b) conto economico C.4 Variazioni negative di fair value imputate a a) patrimonio netto b) conto economico C.5 Differenze negative di cambio C.6 Trasferimenti a: a) attività materiali detenute a scopo di investimento b) attività in via di dismissione C.7 Altre variazioni 771 771 D. Rimanenze finali nette 4.541 18.180 2.662 599 1.088 27.070 D.1 Riduzioni di valore totali nette 9.617 5.742 5.453 5.560 26.372 D.2 Rimanenze finali lorde 4.541 27.797 8.404 6.052 6.648 53.442 E. Valutazione al costo

Ai righi A.1 e D.1 "Riduzione di valore totali nette" è riportato il totale del fondo ammortamento.

Le variazioni più significative intervenute nell'esercizio hanno riguardato il saldo per l'acquisto della nuova filiale di Cermenate Centro e l’acquisto di mobili e arredi per le filiali di Cernobbio, Cermenate Centro, Villa Guardia e Solbiate.

E' inoltre continuato il rinnovamento delle apparecchiature elettroniche centrali e periferiche.

La sottovoce C.2 "Ammortamenti" espone l'importo dell'ammortamento calcolato nell'anno; rispetto alle stime utilizzate per il bilancio 2009 si è deciso di approssimare la vita utile degli impianti elettronici facendo riferimento all'aliquota del 20% anziché a quella del 40%, sulla base dell'analisi del ciclo di utilizzo di tali beni nel nostro processo aziendale.

La sottovoce D "Rimanenze finali nette" comprende anche i beni di interesse storico e culturale per € 498 mila.

La sottovoce E "Valutazioni al costo" non è valorizzata in quanto la sua compilazione è prevista solo per le attività materiali valutate in bilancio al fair value, non in possesso della Cassa.

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In ottemperanza alle disposizioni contenute nell'art.10 della Legge del 19 marzo 1983 n. 72, di seguito vengono fornite le indicazioni per le attività materiali tuttora in patrimonio e per i quali sono state eseguite in passato rivalutazioni monetarie. Denominazione Importo Immobile in Cantù - Corso Unità d'Italia n. 11 Legge 02/12/75 n. 576 21 Legge 19/03/83 n. 72 1.431 Legge 30/12/91 n. 413 2.043 per complessive 3.495 Immobile in Cantù - Frazione Vighizzolo Legge 30/12/91 n. 413 891 Immobile in Carimate - Piazza Castello n. 4 Legge 19/03/83 n. 72 57 Legge 30/12/91 n. 413 172 per complessive 229 Mobili Legge 02/12/75 n. 576 3 Casseforti Legge 02/12/75 n. 576 1 Macchine per ufficio Legge 02/12/75 n. 576 1

11.4 Attività materiali detenute a scopo di investimento: variazioni annue Totale Terreni Fabbricati A. Esistenze iniziali lorde 99 188 A.1 Riduzioni di valore totali nette 95 A.2 Esistenze iniziali nette 99 93 B. Aumenti B.1 Acquisti B.2 Spese per migliorie capitalizzate B.3 Variazioni positive di fair value B.4 Riprese di valore B.5 Differenze di cambio positive B.6 Trasferimenti da immobili ad uso funzionale B.7 Altre variazioni C. Diminuzioni 6 C.1 Vendite C.2 Ammortamenti 6 C.3 Variazioni negative di fair value C.4 Rettifiche di valore da deterioramento C.5 Differenze di cambio negative C.6 Trasferimenti ad altri portafogli di attività a) immobili ad uso funzionale b) attività non correnti in via di dismissione C.7 Altre variazioni D. Rimanenze finali nette 99 87 D.1 Riduzioni di valore totali nette 101 D.2 Rimanenze finali lorde 99 188 E. Valutazione al fair value

Le attività materiali detenute a scopo di investimento sono valutate con il criterio del costo.

11.5 Impegni per acquisto di attività materiali

Non vi sono impegni contrattuali per l'acquisto di immobili, impianti e macchinari.

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Sezione 12 - Attività immateriali - Voce 120

12.1 Attività immateriali: composizione per tipologia di attività

Attività/Valori 2010 2009

Durata definita

Durata indefinita

Durata definita

Durata indefinita

A.1 Avviamento X X A.2 Altre attività immateriali 276 196 A.2.1 Attività valutate al costo: 276 196 a) Attività immateriali generate internamente b) Altre attività 276 196 A.2.2 Attività valutate al fair value: a) Attività immateriali generate internamente b) Altre attività Totale 276 196

Le altre attività immateriali a durata definita sono costituite dal software aziendale ammortizzato con il metodo delle quote costanti in ragione della vita utile, stimata in 3 anni, e dalla Concessione in uso del parcheggio di Cernobbio ammortizzata con il metodo delle quote costanti in ragione della vita utile, stimata in 17 anni.

Non sono iscritte attività immateriali generate internamente.

12.2 Attività immateriali: variazioni annue

Altre attività immateriali:

generate internamente

Altre attività immateriali: altre

Avvia

mento DEF INDEF DEF INDEF Totale A. Esistenze iniziali 413 413 A.1 Riduzioni di valore totali nette 217 217 A.2 Esistenze iniziali nette 196 196 B. Aumenti 160 160 B.1 Acquisti 160 160 B.2 Incrementi di attività immateriali interne X B.3 Riprese di valore X B.4 Variazioni positive di fair value - a patrimonio netto X - a conto economico X B.5 Differenze di cambio positive B.6 Altre variazioni C. Diminuzioni 80 80 C.1 Vendite C.2 Rettifiche di valore 80 80 - Ammortamenti X 80 80 - Svalutazioni + patrimonio netto X + conto economico C.3 Variazioni negative di fair value - a patrimonio netto X - a conto economico X C.4 Trasferimenti alle attività non correnti in via di dismissione C.5 Differenze di cambio negative C.6 Altre variazioni D. Rimanenze finali nette 276 276 D.1 Rettifiche di valore totali nette 195 195 E. Rimanenze finali lorde 471 471 F. Valutazione al costo

Legenda DEF: a durata definita INDEF: a durata indefinita

Le attività immateriali oggetto di descrizione sono state interamente acquistate all'esterno e sono valutate al costo.

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Sezione 13 - Le attività fiscali e le passività fiscali - Voce 130 dell'attivo e Voce 80 del passivo

Nella presente voce figurano le attività fiscali (correnti ed anticipate) e le passività fiscali (correnti e differite) rilevate, rispettivamente, nelle voci 130 dell'attivo e 80 del passivo.

13.1 Attività per imposte anticipate: composizione

Le tipologie di differenze temporanee che hanno portato all'iscrizione di "Attività per imposte anticipate" riguardano:

In contropartita del conto economico IRES IRAP TOTALE

2010 Accantonamenti netti ai fondi rischi e oneri 653 13 666 Rettifiche di valore su crediti 1.409 1.409 Spese di rappresentanza 12 2 14 Rettifiche di valore su immobili di proprietà 14 14 Ammortamenti indeducibili 152 5 157 Altre voci 37 12 49 Totale 2.277 32 2.309

In contropartita dello stato patrimoniale IRES IRAP TOTALE

2010 Minusvalenze su attività finanziarie disponibili per la vendita 1.273 223 1.496 Totale 1.273 223 1.496

13.2 Passività per imposte differite: composizione

Le tipologie di differenze temporanee che hanno portato all'iscrizione di "passività per imposte differite" riguardano:

In contropartita del conto economico IRES IRAP TOTALE

2010 Ammortamento terreni 362 63 425 Storno fondo ammortamento beni considerati opere d'arte 40 7 47 Totale 402 70 472

In contropartita dello stato patrimoniale IRES IRAP TOTALE

2010 Plusvalenze su attività finanziarie disponibili per la vendita 2 1 3 Totale 2 1 3

13.3 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del conto economico) 2010 2009 1. Importo iniziale 2.380 1.953 2. Aumenti 573 1.211 2.1 Imposte anticipate rilevate nell'esercizio 573 1.211 a) relative a precedenti esercizi b) dovute al mutamento di criteri contabili c) riprese di valore d) altre 573 1.211 2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali 2.3 Altri aumenti 3. Diminuzioni 644 784 3.1 Imposte anticipate annullate nell'esercizio 644 784 a) rigiri 644 784 b) svalutazioni per sopravvenuta irrecuperabilità c) mutamento di criteri contabili d) altre 3.2 Riduzioni di aliquote fiscali 3.3 Altre diminuzioni 4. Importo finale 2.309 2.380

Le imposte anticipate vengono rilevate sulla base della probabilità di sufficienti imponibili fiscali futuri. Tale rilevazione è stata effettuata in base alla legislazione fiscale vigente. Le aliquote utilizzate per la valorizzazione delle imposte anticipate ai fini IRES ed IRAP sono rispettivamente pari al 27,50% e al 4,82%.

Lo sbilancio delle imposte anticipate rilevate/annullate nell'esercizio è stato iscritto a carico del conto economico alla voce 260 "imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente" per € 71 mila.

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13.4 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del conto economico) 2010 2009 1. Importo iniziale 472 547 2. Aumenti 2.1 Imposte differite rilevate nell'esercizio a) relative a precedenti esercizi b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre 2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali 2.3 Altri aumenti 3. Diminuzioni 75 3.1 Imposte differite annullate nell'esercizio 75 a) rigiri 75 b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre 3.2 Riduzioni di aliquote fiscali 3.3 Altre diminuzioni 4. Importo finale 472 472

Le imposte differite sono rilevate a fronte delle differenze temporanee tra valore contabile di una attività o di una passività e il suo valore fiscale. Tale rilevazione è stata effettuata in base alla legislazione fiscale vigente, ivi incluse le disposizioni del D. Lgs. n. 38/2005. Le aliquote utilizzate per la rilevazione delle imposte differite ai fini IRES ed IRAP sono rispettivamente pari al 27,50% e al 4,82%.

Lo sbilancio delle imposte differite rilevate/annullate nell'esercizio è stato iscritto a conto economico alla voce 260 "imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente" per € 136.

13.5 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del patrimonio netto) 2010 2009 1. Importo iniziale 107 347 2. Aumenti 1.496 107 2.1 Imposte anticipate rilevate nell'esercizio 1.496 107 a) relative a precedenti esercizi b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre 1.496 107 2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali 2.3 Altri aumenti 3. Diminuzioni 107 347 3.1 Imposte anticipate annullate nell'esercizio 107 347 a) rigiri 107 347 b) svalutazioni per sopravvenuta irrecuperabilità c) dovute al mutamento di criteri contabili d) altre 3.2 Riduzioni di aliquote fiscali 3.3 Altre diminuzioni 4. Importo finale 1.496 107

L'importo si riferisce alla fiscalità connessa alle minusvalenze contabilizzate a patrimonio netto afferenti i titoli disponibili per la vendita.

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13.6 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del patrimonio netto) 2010 2009 1. Importo iniziale 711 18 2. Aumenti 3 711 2.1 Imposte differite rilevate nell'esercizio 3 711 a) relative a precedenti esercizi b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre 3 711 2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali 2.3 Altri aumenti 3. Diminuzioni 711 18 3.1 Imposte differite annullate nell'esercizio 711 18 a) rigiri 711 18 b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre 3.2 Riduzioni di aliquote fiscali 3.3 Altre diminuzioni 4. Importo finale 3 711

L'importo si riferisce alla fiscalità connessa alle plusvalenze contabilizzate a patrimonio netto afferenti i titoli disponibili per la vendita.

13.7 Altre informazioni Composizione della fiscalità corrente IRES IRAP ILOR TOTALE Passività fiscali correnti -1.334 -1.670 -3.004 Acconti versati 1.831 1.691 3.522 Ritenute d'acconto subite 50 50 Saldo a debito della voce 80 a) del passivo Saldo a credito 547 21 568 Crediti di imposta non compensabili: quota capitale 249 249 Crediti di imposta non compensabili: interessi 22 22 Saldo dei crediti di imposta non compensabili 271 271 Saldo a credito della voce 130 a) dell'attivo 818 21 839

Sezione 14 - Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione e passività associate - voce 140 dell'attivo e voce 90 del passivo

Non sono presenti attività non correnti o gruppi di attività in via di dismissione e relative passività associate.

Sezione 15 - Altre attività - voce 150

15.1 Altre attività: composizione 2010 2009 - acconti ritenute erariali su interessi e imposte indirette varie 3.151 4.724 - credito d'imposta 45 125 - partite varie 1.477 1.255 - effetti, assegni e altri documenti insoluti e al protesto 345 144 - rettifiche di valore per effetti al s.b.f./al d.i. e per rischio di portafoglio 6.006 41 - spese adattamento uffici non di proprietà 857 665 - ratei e risconti attivi 2.035 2.003 Totale 13.916 8.957

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PASSIVO

Sezione 1 - Debiti verso banche - voce 10

1.1 Debiti verso banche: composizione merceologica Tipologia operazioni/Valori 2010 2009 1. Debiti verso banche centrali 2. Debiti verso banche 89.364 24.635 2.1 Conti correnti e depositi liberi 10.723 13.700 2.2 Depositi vincolati 17.831 10.144 2.3 Finanziamenti 58.536 2.3.1 Pronti contro termine passivi 58.536 2.3.2 Altri 2.4 Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali 2.5 Altri debiti 2.274 791 Totale 89.364 24.635 Fair value 89.364 24.635

Sezione 2 - Debiti verso clientela - voce 20

2.1 Debiti verso clientela: composizione merceologica Tipologia operazioni/Valori 2010 2009 1. Conti correnti e depositi liberi 969.106 943.101 2. Depositi vincolati 647 2.389 3. Finanziamenti 14.718 41.571 3.1 Pronti contro termine passivi 14.718 41.571 3.2 Altri 4. Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali 5. Altri debiti 13.727 15.237 Totale 998.198 1.002.298 Fair value 998.198 1.002.298

Sezione 3 - Titoli in circolazione - voce 30

3.1 Titoli in circolazione: composizione merceologica 2010 2009 Valore

bilancio Fair value Valore

bilancio Fair value

Tipologia titoli/Valori Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3 A. Titoli 614.863 584.895 32.788 609.112 555.973 56.676 1. Obbligazioni 582.097 584.895 552.530 555.973 1.1 strutturate 1.2 altre 582.097 584.895 552.530 555.973 2. Altri titoli 32.766 32.788 56.582 56.676 2.1 strutturati 2.2 altri 32.766 32.788 56.582 56.676 Totale 614.863 584.895 32.788 609.112 555.973 56.676

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Sezione 4 - Passività finanziarie di negoziazione - voce 40

4.1 Passività finanziarie di negoziazione: composizione merceologica 2010 2009 FV FV Tipologia operazioni/Valori VN L1 L2 L3 FV* VN L1 L2 L3 FV* A. Passività per cassa 1. Debiti verso banche 2. Debiti verso clientela 3. Titoli di debito 3.1 Obbligazioni 3.1.1 Strutturate X X 3.1.2 Altre obbligazioni X X 3.2 Altri titoli 3.2.1 Strutturati X X 3.2.2 Altri X X Totale A B. Strumenti derivati 1. Derivati finanziari 26 13 1.1 Di negoziazione X 26 X X 13 X 1.2 Connessi con la fair value option X X X X 1.3 Altri X X X X 2. Derivati creditizi 2.1 Di negoziazione X X X X 2.2 Connessi con la fair value option X X X X 2.3 Altri X X X X Totale B X 26 X X 13 X Totale (A+B) X 26 X X 13 X

Legenda FV = fair value FV* = fair value calcolato escludendo le variazioni di valore dovute al cambiamento del merito creditizio dell'emittente rispetto alla data di emissione VN = valore nominale o nozionale L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3

L’importo di cui alla lettera B punto 1.1 si riferisce al "differenziale prezzi" dei contratti relativi alle operazioni a termine in valuta.

Sezione 5 - Passività finanziarie valutate al fair value - voce 50

La Cassa non detiene passività finanziarie classificate in questa categoria.

Sezione 6 - Derivati di copertura - voce 60

La Cassa non ha derivati di copertura.

Sezione 7 - Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica - voce 70

La Cassa non ha posto in essere passività oggetto di copertura generica (macrohedging) dal rischio di tasso di interesse.

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Sezione 8 - Passività fiscali - voce 80

Per quanto riguarda le informazioni relative alle passività fiscali, si rinvia a quanto esposto nella Sezione 13 dell'Attivo.

Sezione 9 - Passività associate ad attività in via di dismissione - voce 90

Non sono presenti passività classificate in questa categoria.

Sezione 10 - Altre passività - voce 100

10.1 Altre passività: composizione 2010 2009 - somme da erogare a fornitori 2.670 2.053 - ritenute erariali 2.351 971 - somme da erogare a dipendenti, Irpef e contributi previdenziali dipendenti 1.977 2.433 - azioni da rimborsare e dividendi da pagare ai soci 4 84 - imposte da versare al fisco 116 288 - bonifici in attesa di pagamento 39 755 - svalutazione analitica crediti di firma 41 37 - partite diverse 9.709 3.788 - ratei e risconti passivi 660 601 Totale 17.567 11.010

Sezione 11 - Trattamento di fine rapporto del personale - voce 110

11.1 Trattamento di fine rapporto del personale: variazioni annue 2010 2009 A. Esistenze iniziali 8.849 9.357 B. Aumenti 286 228 B.1 Accantonamento dell'esercizio 286 228 B.2 Altre variazioni C. Diminuzioni 888 736 C.1 Liquidazioni effettuate 618 421 C.2 Altre variazioni 270 315 D. Rimanenze finali 8.247 8.849

Alla data di bilancio, la Cassa si è avvalsa della facoltà di rilevare a Conto Economico gli Utili o le Perdite Attuariali che si sono manifestati nell'esercizio, pertanto la Voce D. "Rimanenze finali" del fondo inscritto coincide con il suo Valore Attuariale (Defined Benefit Obligation - DBO).

11.2 Altre informazioni

Il Fondo trattamento di fine rapporto, calcolato ai sensi dell'art. 2120 del Codice Civile, copre l'ammontare dei diritti maturati, alla data di riferimento del bilancio, del personale dipendente, in conformità alla legislazione vigente e ai contratti collettivi di lavoro e integrativi.

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Sezione 12 - Fondi per rischi e oneri - voce 120

12.1 Fondi per rischi e oneri: composizione Voci/Valori 2010 2009 1. Fondi di quiescenza aziendali 2. Altri fondi per rischi ed oneri 2.510 2.450 2.1 controversie legali 321 130 2.2 oneri per il personale 1.646 1.794 2.3 altri 543 526 Totale 2.510 2.450

12.2 Fondi per rischi e oneri: variazioni annue Fondi di

quiescenza Altri fondi Totale

A. Esistenze iniziali 2.450 2.450 B. Aumenti 2.481 2.481 B.1 Accantonamento dell'esercizio 1.909 1.909 B.2 Variazioni dovute al passare del tempo 18 18 B.3 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto 54 54 B.4 Altre variazioni 500 500 C. Diminuzioni 2.421 2.421 C.1 Utilizzo nell'esercizio 1.828 1.828 C.2 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto C.3 Altre variazioni 593 593 D. Rimanenze finali 2.510 2.510

La sottovoce B.1 “Accantonamento dell'esercizio” accoglie l'incremento del debito futuro stimato, relativo sia a fondi già esistenti che costituiti nell'esercizio.

La sottovoce B.2 “Variazioni dovute al passare del tempo” accoglie i ripristini di valore connessi con il trascorrere del tempo corrispondenti ai ratei maturati, calcolati sulla base dei tassi di sconto utilizzati nell'esercizio precedente per l'attualizzazione dei fondi.

La sottovoce B.3 “Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto” accoglie gli incrementi di valore dei fondi determinati dall’applicazione di tassi di sconto inferiori rispetto a quelli utilizzati nell’esercizio precedente.

La sottovoce B.4 “Altre variazioni in aumento” accoglie la quota parte dell’utile del precedente esercizio destinata ad accantonamento al fondo per beneficenza e mutualità.

La sottovoce C.1 “Utilizzo nell'esercizio” si riferisce ai pagamenti effettuati.

La sottovoce C.3 “Altre variazioni in diminuzione” accoglie sia il decremento dovuto ad una minore stima del debito futuro relativo a fondi già esistenti che i decrementi del fondo per beneficenza e mutualità a seguito dell’utilizzo a fronte delle specifiche destinazioni.

12.4 Fondi per rischi e oneri - altri fondi

La voce "Altri fondi per rischi e oneri" è costituita da: Voci/Valori 2010 2009 Fondo rischi e oneri 2.015 2.006 - controversie legali e revocatorie 321 130 - oneri per il personale 1.150 1.350 - perdite presunte 112 178 - altri: a) stime costi amministrativi 410 312 b) fondo di beneficenza e mutualità 22 36 Fondo per premio fedeltà dipendenti 495 444 Totale 2.510 2.450

Il Fondo per premio fedeltà dipendenti evidenzia l'onere finanziario che si dovrà sostenere, negli anni futuri, a favore del personale dipendente in relazione all'anzianità di servizio.

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Sezione 13 - Azioni rimborsabili - voce 140

La Cassa non ha emesso azioni rimborsabili.

Sezione 14 - Patrimonio dell'impresa - voci 130, 150, 160, 170, 180, 190 e 200

14.1 "Capitale" e "Azioni proprie": composizione

Il capitale è interamente sottoscritto e versato ed è costituito da n. 450.416 azioni ordinarie di nominali € 2,58 cadauna per complessivi € 1,162 milioni.

Alla data di chiusura dell'esercizio la Cassa non aveva in portafoglio azioni di propria emissione.

14.2 Capitale - Numero azioni: variazioni annue Voci/Tipologie Ordinarie Altre A. Azioni esistenti all'inizio dell'esercizio 440.875 - interamente liberate 440.875 - non interamente liberate A.1 Azioni proprie (-) A.2 Azioni in circolazione: esistenze iniziali 440.875 B. Aumenti 15.390 B.1 Nuove emissioni 15.390 - a pagamento: 15.390 - operazioni di aggregazioni di imprese - conversione di obbligazioni - esercizio di warrant - altre 15.390 - a titolo gratuito: - a favore dei dipendenti - a favore degli amministratori - altre B.2 Vendita di azioni proprie B.3 Altre variazioni C. Diminuzioni 5.849 C.1 Annullamento C.2 Acquisto di azioni proprie C.3 Operazioni di cessione di imprese C.4 Altre variazioni 5.849 D. Azioni in circolazione: rimanenze finali 450.416 D.1 Azioni proprie (+) D.2 Azioni esistenti alla fine dell'esercizio 450.416 - interamente liberate 450.416 - non interamente liberate

14.3 Capitale: altre informazioni Composizione e variazione della voce 180 "capitale" n. soci n. azioni controvalore consistenza 01/01 6.904 440.875 1.138 aumenti 336 15.390 39 diminuzioni 91 5.849 15 consistenza 31/12 7.149 450.416 1.162

14.4 Riserve di utili: altre informazioni Composizione Totale riserva legale indivisibile L. 904/77 246.197 riserva statutaria art. 50 lettera D 181 riserva FTA 2004 481 riserva NTA 2005 -436 Totale 246.423

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Prospetto delle informazioni delle voci del patrimonio netto al 31/12/2010 di cui al n. 7-bis dell'art. 2427 del codice civile

Descrizione

Utilizzazioni effettuate nel 2010 e nei tre periodi precedenti (**)

Possibilità di utilizzazione (*)

per copertura perdite

per altre ragioni

Importo Importo Capitale sociale 1.162 A - B 118 Riserve di capitale: 1.861 39 Riserva da sovrapprezzo azioni 1.861 A - C 39 Altre riserve: 247.393 9.021 Riserva legale 246.197 A E Riserva di rivalutazione monetaria 4.097 A E Altre riserve 181 A E Riserva FTA/utili a nuovo 2005 45 A non ammessa Riserva AFS -3.127 D non ammessa 9.021 Totale 250.416 9.178

* possibilità di utilizzazione: A - per copertura perdite B - per rimborso del valore nominale delle azioni ai soci C - per rimborso sovrapprezzo ai soci (importo riferito soltanto ai sovrapprezzi azioni versati dopo le modifiche statutarie intervenute a seguito degli adeguamenti introdotti dall'art. 9 L. 59/92) D - per quanto previsto dallo IAS 39 ** importo riferito ai rimborsi effettuati negli esercizi 2010, 2009, 2008 e 2007 E - non ammessa in quanto indivisibile

14.5 Strumenti di capitale: composizione e variazioni annue

Non sussistono strumenti rappresentativi di patrimonio netto diversi dal capitale e dalle riserve.

14.6 Altre informazioni

Non sussistono altre informazioni su strumenti rappresentativi di patrimonio netto diversi dal capitale e dalle riserve.

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Altre informazioni

1. Garanzie rilasciate e impegni Operazioni 2010 2009 1) Garanzie rilasciate di natura finanziaria 11.174 11.642 a) Banche 10.949 11.417 b) Clientela 225 225 2) Garanzie rilasciate di natura commerciale 87.797 84.273 a) Banche 46 b) Clientela 87.751 84.273 3) Impegni irrevocabili a erogare fondi 230.253 215.905 a) Banche 1.075 1.552 i) a utilizzo certo 1.075 1.552 ii) a utilizzo incerto b) Clientela 229.178 214.353 i) a utilizzo certo 1.477 5.939 ii) a utilizzo incerto 227.701 208.414 4) Impegni sottostanti ai derivati su crediti: vendite di protezione 5) Attività costituite in garanzia di obbligazioni di terzi 1.095 1.095 6) Altri impegni Totale 330.319 312.915

Tra le garanzie rilasciate di natura commerciale sono compresi i crediti di firma per garanzie personali che assistono specifiche transazioni commerciali o la buona esecuzione di contratti.

Tra quelle di natura finanziaria sono comprese le garanzie personali che assistono il regolare assolvimento del servizio del debito da parte del soggetto ordinante.

Il punto 1 a) "Garanzie rilasciate di natura finanziaria – Banche" comprende: - impegni verso il Fondo di garanzia dei depositanti del credito cooperativo per € 8,074 milioni; - impegni verso il Fondo di garanzia degli obbligazionisti del credito cooperativo per € 2,875 milioni;

Il punto 3 "Impegni irrevocabili a erogare fondi" comprende: a) banche - a utilizzo certo: - acquisti/vendite a pronti di valute non ancora regolati, per € 472 mila; - acquisti/vendite a termine di valute non ancora regolati, per € 603 mila;

b) clientela - a utilizzo certo: - depositi e finanziamenti da erogare a una data futura predeterminata, per € 772 mila; - acquisti/vendite a pronti di valute non ancora regolati, per € 75 mila; - acquisti/vendite a termine di valute non ancora regolati, per € 630 mila;

b) clientela - a utilizzo incerto: margini utilizzabili su linee di credito irrevocabili concesse per € 227,701 milioni.

2. Attività costituite a garanzia di proprie passività e impegni Portafogli 2010 2009 1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 2. Attività finanziarie valutate al fair value 3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 91.512 61.207 4. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 5. Crediti verso banche 6. Crediti verso clientela 7. Attività materiali

di cui titoli di stato a fronte di operazioni di pronti contro termine passive con clientela ordinaria per € 14,612 milioni e con banche per € 57,968 milioni.

3. Informazioni sul leasing operativo

La Cassa non ha in corso contratti di leasing.

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4. Gestione e intermediazione per conto terzi Tipologia servizi Importo 1. Esecuzione di ordini per conto della clientela a) acquisti 1. regolati 2. non regolati b) vendite 1. regolate 2. non regolate 2. Gestioni di portafogli a) individuali 103.628 b) collettive 3. Custodia e amministrazione di titoli a) titoli di terzi in deposito: connessi con lo svolgimento di banca depositaria (escluse le gestioni di portafogli) 1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio 2. altri titoli b) titoli di terzi in deposito (escluse gestioni di portafogli): altri 1.229.628 1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio 579.191 2. altri titoli 650.437 c) titoli di terzi depositati presso terzi 1.216.059 d) titoli di proprietà depositati presso terzi 246.758 4. Altre operazioni a) Attività di collocamento e di offerta di servizi di terzi 114.770 1. prodotti assicurativi a contenuto finanziario 5.977 2. quote di organismi di investimento collettivo del risparmio 108.793 b) Attività di ricezione e trasmissione di ordini 1. acquisti 427.908 2. vendite 220.887

Gli importi delle gestioni patrimoniali (2.) si riferiscono al valore di mercato della sola componente costituita dai titoli (strumenti finanziari) e non a quella riferita alla liquidità.

Gli importi della custodia e amministrazione titoli (3.) si riferiscono al valore nominale; le sottovoci b) e c) comprendono anche i titoli in deposito a garanzia.

5. Incasso di crediti per conto di terzi: rettifiche dare e avere 2010 2009 a) rettifiche “dare” 401.786 374.134 1. conti correnti 69.543 63.877 2. portafoglio centrale 331.349 309.075 3. cassa 565 631 4. altri conti 329 551 b) rettifiche “avere” 395.780 374.093 1. conti correnti 74.067 68.510 2. cedenti effetti e documenti 317.552 302.883 3. altri conti 4.161 2.700

La differenza di € 6,006 milioni tra le rettifiche “dare” e le rettifiche “avere” trova evidenza tra le altre attività iscritte alla voce 150 dell'attivo.

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PARTE C - INFORMAZIONI SUL CONTO ECONOMICO

Sezione 1 - Gli interessi - voci 10 e 20

1.1 Interessi attivi e proventi assimilati: composizione

Voci/Forme tecniche Titoli di

debito Finanzia

menti Altre

operazioni 2010 2009 1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 45 45 384 2. Attività finanziarie disponibili per la vendita 3.153 3.153 4.463 3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 4. Crediti verso banche 12 574 586 1.458 5. Crediti verso clientela 49.409 49.409 58.519 6. Attività finanziarie valutate al fair value 7. Derivati di copertura 8. Altre attività 62 62 17 Totale 3.210 49.983 62 53.255 64.841

Nella colonna "finanziamenti" in corrispondenza della sottovoce 5 "Crediti verso clientela" sono stati ricondotti gli interessi attivi e proventi assimilati maturati nell'esercizio riferiti alle esposizioni deteriorate alla data di riferimento del bilancio per € 3,935 milioni.

1.3 Interessi attivi e proventi assimilati: altre informazioni

1.3.1 Interessi attivi su attività finanziarie in valuta 2010 2009 Interessi attivi su attività finanziarie in valuta 201 248

1.4 Interessi passivi e oneri assimilati: composizione

Voci/Forme tecniche Debiti Titoli Altre

operazioni 2010 2009 1. Debiti verso banche centrali X 2. Debiti verso banche (142) X (142) (316) 3. Debiti verso clientela (5.574) X (5.574) (9.449) 4. Titoli in circolazione X (8.067) (8.067) (15.079) 5. Passività finanziarie di negoziazione 6. Passività finanziarie valutate al fair value 7. Altre passività e fondi X X (2) (2) (8) 8. Derivati di copertura X X Totale (5.716) (8.067) (2) (13.785) (24.852)

1.6 Interessi passivi e oneri assimilati: altre informazioni

1.6.1 Interessi passivi su passività in valuta 2010 2009 Interessi passivi su passività in valuta (74) (120)

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Sezione 2 - Le commissioni - voci 40 e 50

2.1 Commissioni attive: composizione Tipologia servizi/Valori 2010 2009 a) garanzie rilasciate 786 658 b) derivati su crediti c) servizi di gestione, intermediazione e consulenza: 3.874 3.850 1. negoziazione di strumenti finanziari 1 4 2. negoziazione di valute 177 166 3. gestioni di portafogli 425 398 3.1. individuali 425 398 3.2. collettive 4. custodia e amministrazione di titoli 175 189 5. banca depositaria 6. collocamento di titoli 849 780 7. attività di ricezione e trasmissione di ordini 1.376 1.430 8. attività di consulenza 8.1. in materia di investimenti 8.2. in materia di struttura finanziaria 9. distribuzione di servizi di terzi 871 883 9.1. gestioni di portafogli 9.1.1. individuali 9.1.2. collettive 9.2. prodotti assicurativi 127 80 9.3. altri prodotti 744 803 d) servizi di incasso e pagamento 5.034 4.568 e) servizi di servicing per operazioni di cartolarizzazione 60 77 f) servizi per operazioni di factoring g) esercizio di esattorie e ricevitorie h) attività di gestione di sistemi multilaterali di negoziazione i) tenuta e gestione dei conti correnti 4.597 4.290 j) altri servizi 1.893 1.652 Totale 16.244 15.095

2.2 Commissioni attive: canali distributivi dei prodotti e servizi Canali/Valori 2010 2009 a) presso propri sportelli: 2.145 2.061 1. gestioni di portafogli 425 398 2. collocamento di titoli 849 780 3. servizi e prodotti di terzi 871 883 b) offerta fuori sede: 1. gestioni di portafogli 2. collocamento di titoli 3. servizi e prodotti di terzi c) altri canali distributivi: 1. gestioni di portafogli 2. collocamento di titoli 3. servizi e prodotti di terzi

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2.3 Commissioni passive: composizione Servizi/Valori 2010 2009 a) garanzie ricevute b) derivati su crediti c) servizi di gestione e intermediazione: (93) (97) 1. negoziazione di strumenti finanziari (6) (13) 2. negoziazione di valute (5) (6) 3. gestioni di portafogli: 3.1 proprie 3.2 delegate da terzi 4. custodia e amministrazione di titoli (82) (78) 5. collocamento di strumenti finanziari 6. offerta fuori sede di strumenti finanziari, prodotti e servizi d) servizi di incasso e pagamento (1.491) (1.446) e) altri servizi (188) (187) Totale (1.772) (1.730)

Sezione 3 - Dividendi e proventi simili - voce 70

3.1 Dividendi e proventi simili: composizione

Voci/Proventi

2010 2009

Dividendi

Proventi da quote di O.I.C.R. Dividendi

Proventi da quote di O.I.C.R.

A. Attività finanziarie detenute per la negoziazione B. Attività finanziarie disponibili per la vendita 271 9 330 70 C. Attività finanziarie valutate al fair value D. Partecipazioni X X Totale 271 9 330 70

Sezione 4 - Il risultato netto dell'attività di negoziazione - voce 80

4.1 Risultato netto dell'attività di negoziazione: composizione

Operazioni/Componenti reddituali

Plus valenze

(A)

Utili da nego- ziazione

(B)

Minus valenze

(C)

Perdite da nego-

ziazione (D)

Risultato netto [(A+B) - (C+D)]

1. Attività finanziarie di negoziazione 104 (155) (51) 1.1 Titoli di debito 22 (155) (133) 1.2 Titoli di capitale 1.3 Quote di O.I.C.R. 1.4 Finanziamenti 1.5 Altre 82 82 2. Passività finanziarie di negoziazione 2.1 Titoli di debito 2.2 Debiti 2.3 Altre 3. Altre attività e passivi tà finanziarie: differenze di cambio X X X X 1 4. Strumenti derivati 4.1 Derivati finanziari: - Su titoli di debito e tassi di interesse - Su titoli di capitale e indici azionari - Su valute e oro X X X X - Altri 4.2 Derivati su crediti Totale 104 (155) (50)

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Sezione 5 - Il risultato netto dell'attività di copertura - voce 90

Sezione non di competenza della Cassa.

Sezione 6 - Utili (Perdite) da cessione/riacquisto - voce 100

6.1 Utili (Perdite) da cessione/riacquisto: composizione 2010 2009

Voci/Componenti reddituali Utili Perdite Risultato

netto Utili Perdite Risultato

netto Attività finanziarie 1. Crediti verso banche 2. Crediti verso clientela 3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 77 (111) (34) 352 (71) 281 3.1 Titoli di debito 74 (111) (37) 352 (71) 281 3.2 Titoli di capitale 3.3 Quote di O.I.C.R. 3 3 3.4 Finanziamenti 4. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza Totale attività 77 (111) (34) 352 (71) 281 Passività finanziarie 1. Debiti verso banche 2. Debiti verso clientela 3. Titoli in circolazione 167 (137) 30 105 (137) (32) Totale passività 167 (137) 30 105 (137) (32)

Sezione 7 - Il risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value - voce 110

Sezione non di competenza della Cassa.

Sezione 8 - Le rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento - voce 130

8.1 Rettifiche di valore nette per deterioramento di crediti: composizione Rettifiche di valore (1) Riprese di valore (2) Specifiche Specifiche Di portafoglio

Operazioni/ Componenti reddituali

Cancel lazioni Altre

Di porta foglio A B A B

(1)–(2) 2010 2009

A. Crediti verso banche - Finanziamenti - Titoli di debito B. Crediti verso clientela (1.609) (7.395) (1.353) 1.056 4.799 351 470 (3.681) (6.508) - Finanziamenti (1.609) (7.395) (1.353) 1.056 4.799 351 470 (3.681) (6.508) - Titoli di debito C. Totale (1.609) (7.395) (1.353) 1.056 4.799 351 470 (3.681) (6.508)

Legenda A= Da interessi B= Altre riprese

Le rettifiche di valore, in corrispondenza della colonna "Specifiche – Cancellazioni", derivano da eventi estintivi, mentre quelle riportate nella colonna "Specifiche – Altre" si riferiscono alle svalutazioni analitiche dei crediti.

Le rettifiche di valore, in corrispondenza della colonna "Di portafoglio", corrispondono alle svalutazioni collettive.

Le riprese di valore, in corrispondenza della colonna "Specifiche – A", si riferiscono ai ripristini di valore sulle posizioni deteriorate corrispondenti al rilascio degli interessi maturati nell'esercizio sulla base dell'originario tasso di interesse effettivo precedentemente utilizzato per calcolare le rettifiche di valore.

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8.2 Rettifiche di valore nette per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione

Rettifiche di valore (1) Riprese di valore (2) Specifiche Specifiche Operazioni/ Componenti reddituali

Cancel lazioni Altre A B

(1)–(2) 2010 2009

A. Titoli di debito B. Titoli di capitale (80) X X (80) (158) C. Quote OICR X D. FInanziamenti a banche E. Finanziamenti a clientela F. Totale (80) (80) (158)

Legenda A= Da interessi B= Altre riprese

Le rettifiche di valore evidenziate si riferiscono alla partecipata "CLAC Centro Legno Arredo Cantù Srl".

8.4 Rettifiche di valore nette per deterioramento di altre operazioni finanziarie: composizione Rettifiche di valore (1) Riprese di valore (2) Specifiche Specifiche Di portafoglio Operazioni/ Componenti reddituali

Cancel lazioni Altre

Di porta foglio A B A B

(1)–(2) 2010 2009

A. Garanzie rilasciate (24) (21) (3) 69 B. Derivati su crediti C. Impegni ad erogare fondi D. Altre operazioni C. Totale (24) (21) (3) 69

Legenda A= Da interessi B= Altre riprese

Sezione 9 - Le spese amministrative - voce 150

9.1 Spese per il personale: composizione Tipologia di spese/Valori 2010 2009 1) Personale dipendente (22.155) (21.377) a) salari e stipendi (15.356) (14.861) b) oneri sociali (3.828) (3.770) c) indennità di fine rapporto (1.137) (1.103) d) spese previdenziali e) accantonamento al trattamento di fine rapporto del personale (48) 62 f) accantonamento al fondo trattamento di quiescenza e obblighi simili: - a contribuzione definita - a benefici definiti g) versamenti ai fondi di previdenza complementare esterni: (736) (673) - a contribuzione definita (736) (673) - a benefici definiti h) costi derivanti da accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali i) altri benefici a favore dei dipendenti (1.050) (1.032) 2) Altro personale in attività (1) 3) Amministratori e sindaci (455) (413) 4) Personale collocato a riposo (100) 5) Recuperi di spese per dipendenti distaccati presso altre aziende 10 6) Rimborsi di spese per dipendenti di terzi distaccati presso la società Totale (22.701) (21.790)

Nel rispetto dei chiarimenti forniti da Banca d’Italia in materia di bilanci bancari e finanziari sono state apportate delle modifiche nella classificazione delle voci relative alle spese del personale sia per l'anno 2010 che 2009.

In particolare: - la sottovoce c) “Indennità di fine rapporto” comprende anche:

o le quote relative al trattamento di fine rapporto maturato nell'esercizio e destinate al Fondo Pensione di categoria per € 542 mila;

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o le quote del fondo di trattamento di fine rapporto versate direttamente alla Tesoreria dell'Inps per € 511 mila in ottemperanza delle disposizioni introdotte dalla Riforma Previdenziale di cui al D.Lgs 252/2005 e alla Legge 296/2006;

- la sottovoce e) "accantonamento al trattamento di fine rapporto del personale" è influenzata positivamente dall'andamento degli utili attuariali rilevati nell'esercizio per € 238 mila.

Alle Spese di Personale dipendente, pari a € 22,155 milioni, va aggiunta la componente incerta nell'importo che è stata appostata, come previsto dalle disposizioni normative vigenti, alla voce 160 "Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri" per € 1,150 milioni.

9.2 Numero medio dei dipendenti per categoria Personale dipendente 329 a) dirigenti 5 b) quadri direttivi 87 c) restante personale dipendente 237 Altro personale

9.4 Altri benefici a favore dei dipendenti Tipologia Spesa 2010 Spese di formazione (164) Cassa Mutua Nazionale (266) Buoni pasto (485) Altri (135) Totale (1.050)

9.5 Altre spese amministrative: composizione Tipologia di spese/Valori 2010 2009 Spese amministrative (13.493) (12.201) Compensi a Professionisti Esterni (625) (564) Assicurazioni (600) (285) Pubblicità e Sponsorizzazioni (1.470) (1.421) Oneri di utilità sociali, Spese Promozionali e Rappresentanza (1.418) (1.388) Locazioni macchine e canoni telematici (767) (643) Affitti per immobili (640) (612) Manut., Riparaz., Trasform. beni mobili e immobili (608) (496) Energia Elettrica, Riscald., Pulizia Locali, Acqua e Gas (1.251) (1.072) Telefoniche e Postali (1.137) (1.079) Costi per Elaborazione Dati (2.259) (2.104) Stampati e Cancelleria (202) (213) Viaggi e Trasporti Vari (234) (198) Contributi associativi (565) (531) Servizio di Vigilanza (1.020) (906) Visure ed Informazioni (215) (222) Giornali, Riviste, Pubblicazioni e Banche Dati (285) (292) Altri (197) (175) Imposte indirette e tasse (3.629) (3.602) Imposta di bollo (2.511) (2.471) Imposta comunale sugli immobili (131) (137) Imposta sostitutiva DPR 601/73 (808) (856) Altre imposte (179) (138) Totale (17.122) (15.803)

Sezione 10 - Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri - voce 160

10.1 Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri: composizione

Accantonamenti Riattribuzione di

eccedenze Totali Controversie legali e revocatorie (210) (210) Perdite presunte (112) 75 (37) Oneri del personale (1.150) (1.150) Stime costi amministrativi (410) 4 (406) Premio fedeltà dipendenti (100) (100) Totale (1.982) 79 (1.903)

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Sezione 11 - Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali - voce 170

11.1 Rettifiche di valore nette su attività materiali: composizione

Attività/Componente reddituale

Ammorta mento

(a)

Rettifiche di valore per deterioramento

(b)

Riprese di valore

(c) Risultato netto

(a + b - c) A. Attività materiali A.1 Di proprietà (1.641) (1.641) - Ad uso funzionale (1.635) (1.635) - Per investimento (6) (6) A.2 Acquisite in leasing finanziario - Ad uso funzionale - Per investimento Totale (1.641) (1.641)

Sezione 12 - Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali - voce 180

12.1 Rettifiche di valore nette su attività immateriali: composizione

Attività/Componente reddituale

Ammorta mento

(a)

Rettifiche di valore per deterioramento

(b)

Riprese di valore

(c) Risultato netto

(a + b - c) A. Attività immateriali A.1 Di proprietà (80) (80) - Generate internamente dall'azienda - Altre (80) (80) A.2 Acquisite in leasing finanziario Totale (80) (80)

Sezione 13 - Gli altri oneri e proventi di gestione - voce 190

13.1 Altri oneri di gestione: composizione 2010 2009 Ammortamenti per ristrutturazione beni di terzi (217) (212) Refusioni interessi (12) (72) Intervento a favore del Sistema di Garanzia Bancomat e Pagobancomat (79) Intervento a favore Fondo Garanzia dei Depositanti (198) (34) Sopravvenienze passive ed insussistenze dell'attivo (11) (23) Totale (517) (341)

13.2 Altri proventi di gestione: composizione 2010 2009 Recuperi imposte 3.236 3.226 Recuperi spese su depositi, conti correnti passivi e certificati di deposito 88 100 Rivalutazione anticipo sul TFR 1 3 Sopravvenienze attive e insussistenze del passivo 6 25 Altri 565 663 Totale 3.896 4.017

La voce contiene i recuperi che rappresentano effettivamente dei meri recuperi di spesa.

Sezione 14 - Utili (Perdite) delle partecipazioni - voce 210

Sezione 15 - Risultato netto della valutazione al fair value delle attività materiali e immateriali - voce 220

Sezione 16 - Rettifiche di valore dell'avviamento - voce 230

Sezione 17 - Utili (Perdite) da cessione di investimenti - voce 240

Queste sezioni non sono di competenza della Cassa.

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Sezione 18 - Le imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente – voce 260

18.1 Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente: composizione Componenti reddituali/Valori 2010 2009 1. Imposte correnti (-) (3.004) (3.753) 2. Variazioni delle imposte correnti dei precedenti esercizi (+/-) 154 566 3. Riduzione delle imposte correnti dell'esercizio (+) 4. Variazione delle imposte anticipate (+/-) (72) 427 5. Variazione delle imposte differite (+/-) 75 6. Imposte di competenza dell'esercizio (-) (-1+/-2+3+/-4+/-5) (2.922) (2.685)

Le imposte correnti sono state rilevate in base alla legislazione fiscale vigente.

Ai fini IRES le imposte correnti sono determinate tenendo conto delle disposizioni previste per le società cooperative a mutualità prevalente, introdotte dalla L. 311/2004.

18.2 Riconciliazione tra onere fiscale teorico e onere fiscale effettivo di bilancio

Le imposte sono calcolate nella misura del 27,50% per l'IRES e del 4,82% per l'IRAP.

Il totale del carico fiscale dell'anno può essere riconciliato all'utile d'esercizio come segue: IRES Utile dell'operatività corrente al lordo delle imposte (voce 250 del conto economico) 10.335 Imposta calcolata in base all'aliquota nazionale 2.842 Effetto fiscale di costi/ricavi non deducibili/ non imponibili (1.530) Imposte sul reddito d'esercizio 1.312 Aliquota effettiva 12,69%

Ai fini IRAP l'imponibile ammonta a € 34,642 milioni pertanto l'imposta è pari a € 1,670 milioni.

Sezione 19 - Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte - voce 280

Nel corso dell'esercizio la Cassa non ha proceduto a cessioni di gruppi di attività.

Sezione 20 - Altre informazioni

Mutualità prevalente

Per quanto previsto dall'art. 5, comma 2 del DM 23 giugno 2004, si attesta che sussistono e permangono le condizioni di mutualità prevalente. A tal fine, ai sensi del disposto dell'art. 2512 Codice Civile e dell'art. 35 del D.Lgs. 385/93 e delle correlate Istruzioni di Vigilanza, nel corso dell'esercizio la Cassa ha rispettato i requisiti previsti in tema di operatività prevalente con i Soci e di operatività nella zona di competenza territoriale. In particolare, per quanto richiesto dall'art. 35 citato, e così come risultante dalle segnalazioni periodiche inviate all'Organo di Vigilanza, si documenta che le attività di rischio destinate ai Soci o ad attività a ponderazione zero sono state superiori al 50% del totale delle stesse nel corso dell'anno; alla data del 31.12.2010, a fronte di attività di rischio complessive per 2.189 milioni di euro, 1.178 milioni di euro, pari al 53,81% del totale, erano destinate a Soci o ad attività a ponderazione zero.

Sezione 21 - Utile per azione

La Cassa è una società cooperativa a mutualità prevalente. Si ritengono di conseguenza non significative dette informazioni, tenuto conto della natura della Società.

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PARTE D – REDDITIVITA' COMPLESSIVA

PROSPETTO ANALITICO DELLA REDDITIVITA' COMPLESSIVA Voci Importo

Lordo Imposta sul

reddito Importo

Netto 10. Utile (Perdita) d’esercizio X X 7.414 Altre componenti reddituali 20. Attività finanziarie disponibili per la vendita: (6.489) 2.097 (4.392) a) variazioni di fair value (6.451) 2.085 (4.366) b) rigiro a conto economico (38) 12 (26) - rettifiche da deterioramento - utili/perdite da realizzo (38) 12 (26) c) altre variazioni 30. Attività materiali 40. Attività immateriali 50. Copertura di investimenti esteri: a) variazioni di fair value b) rigiro a conto economico c) altre variazioni 60. Copertura dei flussi finanziari: a) variazioni di fair value b) rigiro a conto economico c) altre variazioni 70. Differenze di cambio: a) variazioni di valore b) rigiro a conto economico c) altre variazioni 80. Attività non correnti in via di dismissione: a) variazioni di fair value b) rigiro a conto economico c) altre variazioni 90. Utili (Perdite) attuariali su piani a benefici definiti 100. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto: a) variazioni di fair value b) rigiro a conto economico - rettifiche da deterioramento - utili/perdite da realizzo c) altre variazioni 110. Totale altre componenti reddituali (6.489) 2.097 (4.392) 120. Redditività complessiva (voce 10+110) X X 3.022

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PARTE E – INFORMAZIONI SUI RISCHI E SULLE RELATIVE POLITICHE DI COPERTURA

SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI

Il sistema dei controlli interni si contraddistingue per la suddivisione tra controlli di linea (primo livello), diretti ad assicurare il corretto svolgimento delle operazioni, effettuati dalle stesse strutture produttive; controlli sulla gestione dei rischi (secondo livello), assegnati a strutture diverse da quelle produttive, attività di revisione interna (terzo livello - Internal Auditing), volta a individuare andamenti anomali delle procedure e della regolamentazione nonché a valutare la funzionalità del complessivo sistema dei controlli interni.

I controlli cosiddetti di secondo livello hanno interessato i rischi aziendali nel loro complesso.

La funzione preposta allo sviluppo dei controlli di secondo livello – controllo sulla gestione dei rischi – è interna alla struttura aziendale e contraddistinta da una netta separatezza dalle funzioni operative.

La funzione di Internal Audit, che presidia il terzo livello di controllo, svolge la “verifica degli altri sistemi di controllo”, attivando periodiche sessioni finalizzate al monitoraggio delle variabili di rischio.

Per quanto concerne quest’ultimo livello di controlli, la normativa secondaria prevede che tale attività debba essere svolta da una struttura indipendente da quelle produttive con caratteristiche qualitative e quantitative adeguate alla complessità aziendale e che tale funzione possa essere affidata a soggetti terzi, come ad esempio le Federazioni Regionali.

Su tali premesse la Federazione Lombarda delle BCC ha predisposto uno specifico progetto per lo svolgimento dell’attività di Internal audit sulla base di un più articolato ed ampio progetto nazionale di categoria alla cui definizione hanno partecipato strutture centrali e Federazioni locali.

Tale progetto è stato esaminato dal Consiglio di Amministrazione della Cassa con delibera del 28 gennaio 2004; lo stesso ha ufficializzato l’esternalizzazione alla Federazione Lombarda delle Bcc della funzione di Internal Audit ed in data 22/4/2004 ha interessato l’Organo di Vigilanza.

L’analisi dei processi è stata guidata dalle metodologie e dagli strumenti operativi elaborati nell’ambito del progetto di categoria “Sistema dei controlli interni del credito cooperativo”.

Le fasi che hanno caratterizzato l’analisi dei processi sono state: - l’individuazione dei “Rischi potenziali” all’interno delle singole fasi del processo; - “la valutazione dei Rischi potenziali”, il cosiddetto indice di rischiosità potenziale; - l’individuazione e la valutazione delle ”Tecniche di controllo” riscontrate in banca; - “la valutazione dei Rischi residui” come differenziale tra i rischi potenziali e le tecniche di controllo riscontrate

(scoring); - “la redazione di una proposta di master plan degli interventi” di miglioramento delle tecniche di controllo

esistenti, al fine di consentire alla banca di riportare i rischi residui entro un livello accettabile.

Nell’esercizio in esame il Servizio Internal Audit ha sviluppato il piano dei controlli tenendo conto di quanto previsto dal progetto nazionale sul sistema dei controlli interni del Credito Cooperativo e sulla base del piano di Audit deliberato dal Consiglio di Amministrazione.

Gli interventi di Audit si sono incentrati sull’analisi dei principali processi di lavoro (credito, finanza, estero, filiale e risorse umane) per rafforzare i controlli di linea (controlli di primo livello).

I vertici della Cassa hanno preso visione dei report di processo e del master plan degli interventi di miglioramento delle tecniche di controllo con l’intento di consentire all’azienda di riportare i rischi residui entro un livello accettabile.

SEZIONE 1 – RISCHIO DI CREDITO

INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA

1. Aspetti generali

Il rischio di credito rappresenta la componente di rischio più rilevante per la Cassa.

Gli obiettivi e le strategie dell’attività creditizia della Cassa riflettono in primis le specificità normative che l’ordinamento bancario riserva alle Banche di Credito Cooperativo – Casse Rurali (“mutualità” e “localismo”) e sono indirizzati: - ad un’efficiente selezione delle singole controparti, attraverso una completa ed accurata analisi della capacità

delle stesse di onorare gli impegni contrattualmente assunti, finalizzata a contenere il rischio di credito; - alla diversificazione del rischio stesso, individuando nei crediti di importo limitato (l’84% della clientela ha

un’esposizione inferiore a 125 mila euro) il naturale bacino operativo della Cassa, e circoscrivendo la

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concentrazione delle esposizioni su gruppi di clienti connessi/gruppi di imprese o su singoli rami di attività economica;

- al controllo andamentale delle singole posizioni effettuato sia con procedura informatica, sia con un’attività di monitoraggio sistematica sui rapporti che presentano delle irregolarità.

La politica commerciale che contraddistingue l’attività creditizia della Cassa è quindi orientata al sostegno finanziario della propria economia locale e si caratterizza per un’elevata propensione ad intrattenere rapporti di natura fiduciaria e personale con tutte le componenti (famiglie, micro e piccole imprese, artigiani) del proprio territorio di riferimento, e per una particolare vocazione operativa a favore dei clienti-soci anche mediante scambi non prevalentemente di natura patrimoniale. Peraltro, non meno rilevante è la funzione etica svolta dalla Cassa a favore di determinate categorie di operatori economici (ad esempio giovani e pensionati), anche tramite l’applicazione di condizioni economiche più vantaggiose.

In tale contesto, i settori delle famiglie, delle micro e piccole imprese e degli artigiani rappresentano i segmenti di clientela tradizionalmente di elevato interesse per la Cassa.

L’importante quota degli impieghi rappresentata dai mutui per l’acquisto di abitazioni, offerti secondo diverse tipologie di prodotti, testimonia l’attenzione particolare della Cassa nei confronti del comparto delle famiglie.

Nell’ambito del segmento delle micro e piccole imprese e degli artigiani, le strategie della Cassa sono volte a instaurare relazioni creditizie e di servizio di medio-lungo periodo attraverso l’offerta di prodotti e servizi mirati a rapporti personali e collaborativi con la stessa clientela. In questa ottica si collocano anche le convenzioni ovvero gli accordi di partnership raggiunti con diversi confidi e varie associazioni di categoria.

Sotto il profilo merceologico, la concessione del credito è prevalentemente indirizzata verso i rami di attività economica rappresentati dall’edilizia, dal legno-mobili, dai servizi e dal commercio.

La Cassa è altresì uno dei partner finanziari di riferimento di enti territoriali, nonché di altri enti locali e di strutture alle stesse riconducibili. L’attività creditizia verso tali enti si sostanzia nell’offerta di forme particolari di finanziamento finalizzate alla realizzazione di specifici progetti o al soddisfacimento di fabbisogni finanziari temporanei anche attraverso l’anticipazione di tesoreria.

Oltre all’attività creditizia tradizionale, la Cassa è esposta ai rischi di posizione e di controparte con riferimento all’operatività in titoli che comporta una limitata esposizione della Cassa al rischio di posizione in quanto gli investimenti in strumenti finanziari sono orientati verso emittenti (governi centrali, intermediari finanziari e imprese non finanziarie) di elevato standing creditizio.

L’esposizione al rischio di controparte dell’operatività in derivati OTC è assente.

2. Politiche di gestione del rischio di credito

2.1 Aspetti organizzativi

Nello svolgimento della sua attività la Cassa é esposta al rischio che i crediti, a qualsiasi titolo vantati, non siano onorati dai terzi debitori alla scadenza e, pertanto, debbano essere registrate delle perdite dalla loro cancellazione, in tutto o in parte, in bilancio. Tale rischio è riscontrabile eminentemente nell’attività tradizionale di erogazione di crediti, garantiti o non garantiti, iscritti a bilancio, nonché in attività analoghe non iscritte in bilancio (ad esempio crediti di firma).

Le potenziali cause di inadempienza risiedono in larga parte nella mancanza di disponibilità economica della controparte (mancanza di liquidità, insolvenza, etc.) e in misura marginale o minore in ragioni indipendenti dalla condizione finanziaria della controparte, quali il rischio Paese o i rischi operativi.

Le attività diverse da quella tradizionale di prestito espongono ulteriormente la Cassa al rischio di credito. In questo caso il rischio di credito può, per esempio, derivare da: - compravendite di titoli; - sottoscrizione di contratti derivati OTC non speculativi.

Le controparti di tali transazioni potrebbero risultare inadempienti a causa di insolvenza, mancanza di liquidità, deficienza operativa, eventi politici ed economici o per altre ragioni.

Alla luce delle disposizioni previste nel Titolo IV, capitolo 11 delle Istruzioni di Vigilanza della Banca d’Italia in materia di controlli interni, e del rilievo attribuito all’efficienza ed efficacia del processo del credito e del relativo sistema dei controlli, la Cassa si è dotata di una struttura organizzativa funzionale al raggiungimento degli obiettivi di gestione e controllo dei rischi creditizi indicati dalla citata normativa prudenziale.

Il processo organizzativo di gestione del rischio di credito è ispirato al principio di separatezza tra le attività proprie del processo istruttorio rispetto a quelle di sviluppo e gestione dei crediti. Tale principio è stato attuato attraverso la costituzione di strutture organizzative separate.

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In aggiunta ai controlli di linea, quali attività di primo livello, le funzioni di controllo di secondo livello si occupano del monitoraggio dell’andamento delle posizioni creditizie e della correttezza/adeguatezza dei processi amministrativi svolti dalle strutture deputate alla gestione dei crediti.

I soggetti principalmente coinvolti nel processo del credito sono: - il Consiglio di Amministrazione. Sovraintende e sorveglia la corretta allocazione delle risorse finanziarie ed in

particolare provvede a: o definire gli orientamenti strategici e le politiche creditizie; o fissare i criteri per la rilevazione, gestione e valutazione del rischio; o approvare la struttura delle deleghe deliberative e controllare che le stesse siano esercitate correttamente; o definire, in coerenza con i rischi assunti, un assetto organizzativo che stabilisca in modo chiaro e appropriato

compiti e responsabilità; o deliberare gli affidamenti nell’ambito della propria autonomia;

- la Direzione Generale. Attua le strategie e le politiche stabilite dal Consiglio di Amministrazione ed in particolare provvede a: o predisporre regole, attività, procedure atte ad assicurare l’adozione ed il mantenimento di un efficiente

processo del credito e di un solido sistema di controllo dei rischi insiti nello stesso; o verificare l’adeguatezza e le funzionalità delle diverse componenti del processo; o assumere gli interventi necessari ad eliminare le carenze e le disfunzioni eventualmente rilevate; o comunicare alle funzioni organizzative gli obiettivi e le politiche che la Cassa intende perseguire; o deliberare gli affidamenti nell’ambito della propria autonomia;

- i Capi Zona Commerciale. Affiancano la Direzione Generale al fine di coordinare le attività delle filiali e in particolare provvedono a: o coordinare le filiali della propria zona commerciale nella gestione della clientela, delle condizioni economiche

e delle azioni di sviluppo; o collaborare con il responsabile dell’Area Commerciale, con i Preposti alle Filiali e con l’ufficio Marketing per

una migliore valutazione delle necessità della clientela; o svolgere compiti specifici, assegnati dalla Direzione Generale anche senza appositi ordini di servizio; o collaborare con il Responsabile dell’Area Commerciale e con l’ufficio Controllo di Gestione per la

predisposizione dei budget e dei piani operativi annuali; o deliberare gli affidamenti nell’ambito della propria autonomia;

- le Filiali. Hanno il compito di sviluppare le relazioni di lavoro e in particolare provvedono a: o gestire la relazione con il cliente acquisendo tutta la documentazione necessaria per la valutazione del

merito creditizio; o operare una preventiva selezione delle richieste; o predisporre la relativa domanda di affidamento; o deliberare gli affidamenti nell’ambito della propria autonomia; o concorrere al monitoraggio delle posizioni affidate al fine di individuare con tempestività quelle che

presentano eventuali segnali di degrado; o provvedere, con scadenze prefissate, alla revisione/rinnovo degli affidamenti; o predisporre, in caso di anomalia ed in concerto con le strutture centrali, gli opportuni interventi nei confronti

delle controparti; o deliberare gli affidamenti nell’ambito della propria autonomia;

- l’Ufficio Fidi . Ha i seguenti compiti: o supportare gli organi deliberanti centrali, attraverso la ricezione dalle filiali delle pratiche di affidamento, la

verifica della loro correttezza e completezza formale ed il perfezionamento dell’istruttoria; o provvedere alla gestione amministrativa delle pratiche, inserendo nell’archivio elettronico gli affidamenti e le

relative garanzie, previa verifica di conformità di quest’ultime alla delibera di concessione; o curare il perfezionamento delle operazioni di mutuo, leasing, factoring, credito artigiano e agrario, prestiti

convenzionati e personali; o deliberare gli affidamenti nell’ambito della propria autonomia;

- l’Ufficio Controllo del Credito . E’ posizionato all’interno dell’Area Staff, al fine di garantire la separatezza tra le funzioni di gestione e quelle di controllo. Effettua il monitoraggio delle posizioni affidate, individua quelle che presentano segnali di anomalie e, in funzione della gravità degli stessi, le pone in osservazione oppure ne propone la ristrutturazione o l’assegnazione tra gli incagli o le sofferenze. Fornisce supporto alle filiali per la gestione delle partite incagliate e ristrutturate;

- l’Ufficio Legale . Garantisce la tutela della Cassa in sede di contenzioso. Per le posizioni a sofferenza svolge le

azioni necessarie al recupero dei crediti stessi;

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- l’Ufficio Ispettorato. Verifica, con riferimento a tutte le fasi del processo, il rispetto della normativa interna ed esterna.

L’intero processo di gestione e controllo del credito è disciplinato da uno specifico Regolamento interno che in particolare: - individua le deleghe ed i poteri di firma in materia di erogazione del credito; - definisce i criteri per la valutazione del merito creditizio; - definisce le metodologie per il rinnovo degli affidamenti; - definisce le metodologie di controllo andamentale e di misurazione del rischio di credito, nonché le tipologie di

interventi da adottare in caso di rilevazione di anomalie.

2.2 Sistemi di gestione, misurazione e controllo

A supporto delle attività di governo del processo del credito, la Cassa ha attivato procedure specifiche per le fasi di istruttoria/delibera, di rinnovo delle linee di credito e di monitoraggio del rischio di credito. In tutte le citate fasi la Cassa utilizza metodologie quali-quantitative di valutazione del merito creditizio della controparte, basate o supportate da procedure informatiche sottoposte a periodica verifica e manutenzione.

I momenti di istruttoria/delibera e di revisione delle linee di credito sono regolamentati da un iter deliberativo in cui intervengono i diversi organi competenti, appartenenti sia alle strutture centrali che alla rete, in ossequio ai livelli di deleghe previsti. Tali fasi sono supportate, anche al fine di utilizzare i dati rivenienti da banche dati esterne, dalle procedure Profilo Cliente e Sarweb che consentono la verifica (da parte di tutte le funzioni preposte alla gestione del credito) della situazione di ogni posizione già affidata o in fase di affidamento.

In sede di istruttoria, per le richieste di affidamenti di rilevante entità, la valutazione, anche prospettica, si struttura su più livelli e si basa prevalentemente su dati tecnici, oltre che - come abitualmente avviene - sulla conoscenza personale e sull’approfondimento della specifica situazione economico-patrimoniale della controparte e dei suoi garanti. Analogamente, per dare snellezza alle procedure, sono stati previsti due livelli di revisione: uno, di tipo semplificato e con formalità ridotte all’essenziale, riservato al rinnovo dei fidi di importo limitato riferiti a soggetti che hanno un andamento regolare; l’altro, di tipo ordinario, per la restante tipologia di pratiche.

La definizione delle metodologie per il controllo andamentale del rischio di credito ha come obiettivo l’attivazione di una sistematica attività di controllo delle posizioni affidate da parte dell’Ufficio Controllo del Credito e dei referenti di rete (responsabili dei controlli di primo livello), in stretta collaborazione con la struttura commerciale (Filiali, Area Commerciale, Capo Zona, Direzione Generale).

In particolare, gli addetti delegati alla fase di controllo andamentale hanno a disposizione una molteplicità di elementi informativi che permettono di verificare le movimentazioni dalle quali emergono situazioni di tensione o di immobilizzo dei conti affidati.

La procedura informatica Sarweb, adottata dalla Cassa, consente di estrapolare periodicamente tutti i rapporti che possono presentare sintomi di anomalia andamentale sia interni che esterni (Centrali Rischi). Il costante monitoraggio delle segnalazioni fornite dalla procedura consente, quindi, di intervenire tempestivamente all’insorgere di posizioni anomale e di prendere gli opportuni provvedimenti nei casi di crediti problematici.

Tutte le posizioni fiduciarie sono inoltre oggetto di riesame periodico, svolto per ogni singola controparte/gruppo economico di appartenenza dalle strutture competenti per limite di fido.

La normativa interna sul processo di gestione e controllo del credito è oggetto di aggiornamento costante.

Negli ultimi anni, la revisione della regolamentazione prudenziale internazionale (cd. Basilea 2) che, come noto, impone alle banche di dotarsi di una efficiente struttura di risk management in grado di misurare e monitorare tutte le fattispecie di rischio e di produrre delle autovalutazioni periodiche sull’adeguatezza del capitale interno rispetto alla propria posizione di rischio, attuale e prospettica, nonché l’evoluzione nell’operatività della Cassa hanno determinato la necessità di sviluppare metodi e sistemi di controllo del rischio di credito. In tale ottica, nell’ambito di un progetto di Categoria, un forte impegno è stato dedicato allo sviluppo di uno strumento per il presidio del rischio di credito che ha portato alla realizzazione di un sistema gestionale di classificazione “ordinale” del merito creditizio delle imprese (Sistema CRC).

Coerentemente con le specificità operative e di governance del processo del credito della Cassa, il Sistema CRC è stato disegnato nell’ottica di realizzare un’adeguata integrazione tra le informazioni quantitative (Bilancio; Centrale dei Rischi; Andamento Rapporto e Settore merceologico) e quelle qualitative accumulate in virtù del peculiare rapporto di clientela e del radicamento sul territorio. Tale sistema, quindi, consente di attribuire una classe di merito all’impresa cliente, tra le dieci previste dalla scala di valutazione, mediante il calcolo di un punteggio sintetico (scoring) sulla base di informazioni (quantitative e qualitative) e valutazioni (oggettive e soggettive) di natura diversa. Pertanto, risponde all’esigenza di conferire maggiore efficacia ed efficienza al processo di gestione del credito, soprattutto attraverso una più oggettiva selezione della clientela e un più strutturato processo di monitoraggio delle posizioni.

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Per il calcolo dello scoring dell’impresa, come già detto, oltre ai dati quantitativi, il Sistema CRC prevede l’utilizzo da parte dell’analista di un questionario qualitativo standardizzato, strutturato in quattro profili di analisi dell’impresa (governance, rischi, posizionamento strategico e gestionale). Il processo di sintesi delle informazioni qualitative elementari è essenzialmente di tipo judgmental. Peraltro, in relazione ad alcuni profili di valutazione non incorporabili nella determinazione del rating di controparte in quanto a maggiore contenuto di soggettività, il sistema CRC attribuisce all’analista, entro un margine predeterminato corrispondente ad un livello di notch, la possibilità di modificare il rating di controparte prodotto dal sistema stesso. A fronte di tale significativo spazio concesso alla soggettività dell’analista, è prevista la rilevazione e l’archiviazione delle valutazioni svolte dagli stessi analisti del credito.

L’utilizzo del CRC come strumento di valutazione e controllo dei clienti affidati e da affidare ha notevoli implicazioni di tipo organizzativo che devono essere attentamente esaminate e affrontate, nel quadro di un complessivo riesame del sistema dei controlli interni della banca e dei relativi assetti organizzativi e regolamentari. A tale riguardo, quindi, proseguirà l’impegno a favore di un corretto inserimento del CRC nel processo del credito e nelle attività di controllo, così come assumerà carattere permanente l’attività di sensibilizzazione, di formazione e di addestramento sia per il personale che per la Direzione della Cassa.

Nel contempo, sempre a livello di Categoria, sono proseguite le opportune attività di analisi finalizzate a specializzare il Sistema CRC per la valutazione di particolari tipologie di imprese clienti (ad es. Imprese agricole, Ditte individuali, Imprese pubbliche, Cooperative sociali/Onlus e Gruppi di imprese) attualmente non ricomprese. Inoltre, è opportuno sottolineare che nell’ultimo anno è stato sviluppato il modello metodologico per la valutazione della clientela privata. Nella sua prima release anche il modello CRC Privati si basa su un approccio di tipo judgemental. Una volta implementato il modello sarà quindi possibile raccogliere i dati necessari al fine di validare le ipotesi effettuate in modalità judgemental e di eventualmente ritarare il modello stesso al fine di aumentarne il potenziale “predittivo” e la significatività statistica. Un’ulteriore evoluzione del Sistema CRC è stato l’introduzione di un modulo opzionale per la valutazione delle eventuali garanzie prestate al fine di valutare l'operazione nel suo complesso.

A seguito dell’entrata in vigore della nuova disciplina prudenziale, nonché degli approfondimenti e delle considerazioni sviluppate nell’ambito delle iniziative promosse dalla Categoria (a livello sia nazionale da parte di Federcasse con il Progetto “Basilea 2”, sia regionale da parte della Federazione Lombarda) a cui la banca ha partecipato (acquisendo la documentazione via via prodotta in relazione all'evoluzione dei lavori), il Consiglio di Amministrazione della Cassa ha adottato le relative scelte metodologiche e operative aventi rilevanza strategica.

In particolare, il Consiglio di Amministrazione della Cassa ha - tra l’altro - deliberato di: - adottare la metodologia standardizzata per il calcolo dei requisiti patrimoniali per il rischio di credito (I Pilastro); - utilizzare, con riferimento al calcolo di cui al precedente alinea, le valutazioni del merito creditizio fornite

dall’ECAI denominata Moody’s Investors Service per la determinazione dei fattori di ponderazione delle esposizioni ricomprese nei portafogli: o “Amministrazioni centrali e banche centrali” nonché – indirettamente – di quelle ricomprese nei portafogli

“Intermediari vigilati”, “Enti del settore pubblico” ed “Enti territoriali” o Banche multilaterali di sviluppo o Imprese ed altri soggetti o O.I.C.R. o Esposizioni a breve termine verso imprese o Cartolarizzazioni.

Inoltre, con riferimento al processo interno di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP) previsto dal II Pilastro della nuova regolamentazione prudenziale, il Consiglio di Amministrazione della Cassa ha adottato il regolamento che definisce i principi guida, i ruoli e le responsabilità delle funzioni organizzative coinvolte nell’ICAAP, allo scopo di assicurare la regolare ed efficace esecuzione delle attività di valutazione del capitale complessivo relativamente alla sua adeguatezza, attuale e prospettica, in relazione ai rischi assunti e alle strategie aziendali. Il Consiglio di Amministrazione della Cassa ha dato incarico alla Direzione generale di attuare il processo, curando che lo stesso sia rispondente agli indirizzi strategici e alle politiche in materia di gestione dei rischi definiti dal Consiglio di Amministrazione stesso.

In particolare il Consiglio di Amministrazione della Cassa ha deliberato di utilizzare l’algoritmo semplificato cd. Granularity Adjustment (Cfr. allegato B, Titolo III, Capitolo 1 Circ. 263/06) per la quantificazione del capitale interno a fronte del rischio di concentrazione per singole controparti o gruppi di clienti connessi.

Inoltre, per quanto concerne le prove di stress, ha individuato le relative metodologie di conduzione - e dato incarico alla Direzione Generale della loro esecuzione: - sul rischio di credito attraverso la determinazione del capitale interno necessario a fronte del nuovo livello di

rischiosità individuato ridefinendo il portafoglio bancario sulla base del valore del rapporto tra l’ammontare delle esposizioni deteriorate e gli impieghi aziendali verificatosi nella peggiore congiuntura creditizia sperimentata dalla Cassa nel corso degli ultimi 10 anni;

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- sul rischio di concentrazione per singole controparti o gruppi di clienti connessi maggiorando i valori del coefficiente di Herfindahl ed ipotizzando il peggior tasso degli ultimi 10 anni di ingresso a sofferenza rettificata caratteristico della Cassa.

Con riferimento all’operatività sui mercati mobiliari, sono attive presso la Direzione Finanza della Cassa momenti di valutazione e controllo sia in fase di acquisto degli strumenti finanziari, sia in momenti successivi nei quali periodicamente viene analizzata la composizione del comparto per asset class/portafoglio Ias/Ifrs, identificato e determinato il livello di rischio specifico oppure di controparte, nonchè verificato il rispetto dei limiti e delle deleghe assegnate.

2.3 Tecniche di mitigazione del rischio di credito

Conformemente agli obiettivi ed alle politiche creditizie definite dal Consiglio d’Amministrazione, la tecnica di mitigazione del rischio di credito maggiormente utilizzata dalla Cassa è l’acquisizione di garanzie di natura reale su immobili e strumenti finanziari e di natura personale.

Tali forme di garanzia sono, ovviamente, richieste in funzione dei risultati della valutazione del merito di credito della clientela e della tipologia di affidamento domandata dalla stessa.

La quasi totalità delle esposizioni a medio e lungo termine della Cassa è assistita da garanzia ipotecaria (normalmente di primo grado).

Una parte significativa delle esposizioni è assistita da garanzie personali, normalmente fideiussioni, principalmente rilasciate, a seconda dei casi, dai soci delle società o dai congiunti degli affidandi.

A dicembre 2010 le esposizioni assistite da garanzie, reali e personali, rappresentano l'83,90% del totale dei crediti verso la clientela, di cui l'1,53% è coperto da garanzie reali e l'80,35% è coperto da garanzia ipotecaria.

Con riferimento all’attività sui mercati mobiliari, considerato che la composizione del portafoglio é orientata verso primari emittenti con elevato merito creditizio, non sono richieste al momento particolari forme di mitigazione del rischio di credito.

La principale concentrazione di garanzie reali (principalmente ipotecarie) è legata a finanziamenti a clientela retail/corporate (a medio e lungo termine). Tuttavia, allo stato attuale, la Cassa non valuta e gestisce il rischio di concentrazione con riferimento alle garanzie.

Anche nel 2010 è stato dato un decisivo impulso, coerentemente agli approfondimenti condotti nell’ambito del Progetto di Categoria “Basilea 2”, alla realizzazione di configurazioni strutturali e di processo idonee ad assicurare la piena conformità ai requisiti organizzativi, economici, legali e informativi richiesti dalla nuova regolamentazione prudenziale in materia di tecniche di attenuazione del rischio di credito (CRM).

Garanzie reali

Per quanto concerne le forme di garanzia reale, la Cassa accetta diversi strumenti a protezione del credito costituiti dalle seguenti categorie:

Garanzie ipotecarie - ipoteca su beni immobili residenziali; - ipoteca su immobili commerciali; - ipoteca su immobili artigianali/industriali.

Garanzie finanziarie - pegno di titoli di debito di propria emissione o emessi da soggetti sovrani; - pegno di denaro depositato presso la Banca; - pegno su altri strumenti finanziari quotati.

La Cassa non ricorre a forme di protezione del rischio di credito e di controparte costituite da accordi di compensazione.

Le casistiche sopradescritte soddisfano tutti i requisiti richiesti dalla citata nuova regolamentazione prudenziale per il riconoscimento delle tecniche di attenuazione dei rischi di credito.

Tutte le tipologie di garanzia acquisibili dalla Cassa sono inserite nel processo strutturato di gestione delle garanzie reali condividendone quindi tutte le fasi in cui è composto.

Con riferimento all’acquisizione, valutazione e gestione delle principali forme di garanzia reale, la Cassa ha definito specifiche politiche e procedure, anche al fine di assicurare il soddisfacimento dei requisiti previsti dalla normativa per il loro riconoscimento ai fini prudenziali al momento della costituzione della protezione e per tutta la durata della stessa.

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In particolare: - sono state predisposte politiche e procedure documentate con riferimento alle tipologie di strumenti di CRM

utilizzati a fini prudenziali, al loro importo, all’interazione con la gestione del profilo di rischio complessivo; - sono state adottate tecniche e procedure volte al realizzo tempestivo delle attività poste a protezione del

credito; - sono stati sviluppati e posti in uso standard della contrattualistica utilizzata; - le diverse tipologie di garanzie accettate e le connesse politiche creditizie sono state chiaramente documentate

e divulgate.

E’ stata inoltre assicurata la presenza di un sistema informativo a supporto delle fasi del ciclo di vita della garanzia (acquisizione, valutazione, gestione, rivalutazione, realizzo).

Le misure di controllo cui è soggetta la concessione del credito con acquisizione di garanzie reali sono differenziate per tipologia di garanzia.

Relativamente alle garanzie ipotecarie su immobili, le politiche e le procedure aziendali assicurano che siano sempre acquisite e gestite con modalità atte a garantirne l’opponibilità in tutte le giurisdizioni pertinenti e l’escutibilità in tempi ragionevoli.

In tale ambito, la Cassa ha definito specifiche politiche e procedure interne con riguardo: - alla non dipendenza del valore dell’immobile in misura rilevante dal merito di credito del debitore; - alla indipendenza del soggetto incaricato dell’esecuzione della stima dell’immobile ad un valore non superiore al

valore di mercato; - alla presenza di un’assicurazione contro il rischio danni sul bene oggetto di garanzia; - alla messa in opera di un’adeguata sorveglianza sul valore dell’immobile, al fine di verificare la sussistenza nel

tempo dei requisiti che permettono di beneficiare di un minor assorbimento patrimoniale sulle esposizioni garantite;

- al rispetto del rapporto massimo tra fido richiesto e valore della garanzia (loan-to-value): 70-80% per gli immobili residenziali. Qualora venga superato tale limite deve essere valutata l’opportunità di richiedere un’idonea garanzia integrativa;

- alla destinazione d’uso dell’immobile e alla capacità di rimborso del debitore.

Il processo di sorveglianza sul valore dell’immobile oggetto di garanzia è svolto attraverso l’utilizzo di metodi statistici. Al riguardo, l’attività di valutazione è effettuata: - almeno ogni 3 anni per gli immobili residenziali; - annualmente per gli immobili di natura non residenziale.

Per le esposizioni rilevanti (ossia di importo superiore a 3 milioni di euro o al 5 per cento del patrimonio di vigilanza della Cassa) la valutazione è in ogni caso rivista da un perito indipendente almeno ogni 3 anni.

Con riguardo alle garanzie reali finanziarie la Cassa, sulla base delle politiche e processi per la gestione del rischio di credito e dei limiti e deleghe operative definite, indirizza l’acquisizione delle stesse esclusivamente a quelle aventi ad oggetto attività finanziarie delle quali l’azienda è in grado di calcolare il fair value con cadenza almeno semestrale (ovvero ogni qualvolta esistano elementi che presuppongano che si sia verificata una diminuzione significativa del fair value stesso).

La Cassa ha, inoltre, posto in essere specifici presidi e procedure atte a garantire i seguenti aspetti rilevanti per l’ammissibilità a fini prudenziali delle garanzie in argomento: - assenza di una rilevante correlazione positiva tra il valore della garanzia finanziaria e il merito creditizio del

debitore; - specifici presidi a garanzia della separatezza esterna (tra patrimonio del depositario e bene oggetto di garanzia)

e della separatezza interna (tra i beni appartenenti a soggetti diversi e depositati presso i terzi); qualora l’attività oggetto di garanzia sia detenuta presso terzi;

- durata residua della garanzia non inferiore a quella dell’esposizione.

Nei casi in cui il valore del bene in garanzia sia soggetto a rischi di mercato o di cambio, la Cassa utilizza il concetto di scarto di garanzia, misura espressa in percentuale sul valore della garanzia offerta, determinata in funzione della volatilità del valore del titolo. In fase di delibera viene considerata come garantita la sola parte del finanziamento coperta dal valore del bene al netto dello scarto.

La sorveglianza delle garanzie reali finanziarie, nel caso di pegno su titoli, avviene attraverso il monitoraggio del rating dell’emittente e la valutazione del fair value dello strumento finanziario a garanzia. Viene richiesto l’adeguamento delle garanzie per le quali il valore di mercato risulta inferiore al valore di delibera al netto dello scarto.

Garanzie personali

Con riferimento alle garanzie personali, le principali tipologie di garanti sono rappresentate da imprenditori e partner societari correlati al debitore nonché, nel caso di finanziamenti concessi a favore di imprese individuali e/o

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persone fisiche (consumatori e non), anche da congiunti del debitore stesso. Meno frequentemente il rischio di insolvenza è coperto da garanzie personali fornite da altre società (generalmente società appartenenti allo stesso gruppo economico del debitore), oppure prestate da istituzioni finanziarie e compagnie assicurative.

Nel caso di finanziamenti a soggetti appartenenti a determinate categorie economiche (artigiani, commercianti, etc.) la Cassa acquisisce specifiche garanzie prestate da parte dei consorzi fidi di appartenenza.

Le suddette forme di garanzia, nella generalità dei casi, non consentono un’attenuazione del rischio di credito in quanto prestate da soggetti “non ammessi” ai fini della nuova normativa prudenziale.

Nel caso in cui una proposta di finanziamento preveda garanzie personali di terzi l’istruttoria si estende anche a questi ultimi. In particolare, in relazione alla tipologia di fido garantito ed all’importo, si sottopone a verifica e analisi: - la situazione patrimoniale e reddituale del garante, anche tramite la consultazione delle apposite banche dati; - l’esposizione verso il sistema bancario; - le informazioni presenti nel sistema informativo della banca; - l’eventuale appartenenza ad un gruppo e la relativa esposizione complessiva.

Eventualmente l’indagine è estesa alle centrali rischi.

Se il garante è rappresentato da una società, e comunque quando ritenuto necessario in considerazione del rischio e dell’importo del finanziamento, oltre al riscontro delle informazioni prodotte dalla rete nell’apposito modulo riservato al garante, si procede allo sviluppo del merito creditizio del soggetto garante, con le stesse modalità previste per il richiedente.

La Cassa non ha posto in essere operazioni su derivati creditizi.

2.4 Attività finanziarie deteriorate

La Cassa è organizzata con strutture e procedure normativo/informatiche per la gestione, la classificazione e il controllo dei crediti.

Coerentemente con quanto dettato dalla normativa IAS/IFRS, ad ogni data di bilancio viene verificata la presenza di elementi oggettivi di perdita di valore (impairment) su ogni strumento o gruppo di strumenti finanziari.

Le posizioni che presentano andamento anomalo sono classificate in differenti categorie di rischio: - Sofferenze: le esposizioni nei confronti di soggetti in stato di insolvenza o in situazioni sostanzialmente

equiparabili; - Partite incagliate: le posizioni in una situazione di temporanea difficoltà che si prevede possa essere rimossa in

un congruo periodo di tempo; - Crediti ristrutturati: le posizioni per le quali la Cassa acconsente, a causa del deterioramento delle condizioni

economico-finanziarie del debitore, ad una modifica delle condizioni contrattuali originarie.

In seguito alla modifica delle disposizioni di vigilanza prudenziale sono state incluse tra le esposizioni deteriorate anche le posizioni scadute e/o sconfinanti da oltre 90/180 giorni. Questa modifica ha comportato l’introduzione di una nuova categoria contabile nella quale vengono classificate le posizioni con tali caratteristiche e l’inclusione dello sconfinamento continuativo tra gli elementi da considerare ai fini del monitoraggio e della rilevazione dei crediti problematici per favorire la sistemazione dell’anomalia anteriormente al raggiungimento dei giorni di sconfinamento previsti per la classificazione del nuovo stato.

La responsabilità e la gestione complessiva dei crediti deteriorati, non classificati a “sofferenza”, è affidata alle Filiali con il supporto dell’Ufficio Controllo del Credito. Detta attività si estrinseca principalmente: - nel monitoraggio delle citate posizioni; - nella definizione degli interventi volti a ripristinare la regolarità andamentale o il rientro delle esposizioni oppure

piani di ristrutturazione; - nel proporre agli organi superiori competenti il passaggio a “sofferenza” di quelle posizioni che a causa di

sopraggiunte difficoltà non lasciano prevedere alcuna possibilità di normalizzazione.

La metodologia di valutazione delle posizioni segue un approccio analitico commisurato all’intensità degli approfondimenti ed alle risultanze che emergono dal continuo processo di monitoraggio.

La attività di recupero relative alle posizioni classificate a sofferenza sono gestite esclusivamente dall’Ufficio Legale (posizionato all’interno della Direzione Amministrativa).

Anche in questo caso la metodologia di valutazione delle posizioni segue un approccio analitico. Dati in migliaia di euro 2010 2009 ∆% Sofferenze 13.105 12.041 8,84% Incagli 66.189 67.100 -1,36% Esposizioni ristrutturate 11.062 9.030 22,50% Esposizioni scadute/sconfinanti 8.893 5.865 51,63% Attività deteriorate nette 99.249 94.036 5,54%

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INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA

A. QUALITA' DEL CREDITO

A.1 ESPOSIZIONI CREDITIZIE DETERIORATE E IN BONIS: CONSISTENZE, RETTIFICHE DI VALORE, DINAMICA, DISTRIBUZIONE ECONOMICA E TERRITORIALE

A.1.1 Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori di bilancio)

Portafogli/qualità Sof

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1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 4.876 4.876 2. Attività finanziarie disponibili per la vendita 193.523 193.523 3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 4. Crediti verso banche 109.415 109.415 5. Crediti verso clientela 13.105 66.189 11.062 8.893 1.510.688 1.609.937 6. Attività finanziarie valutate al fair value 7. Attività finanziarie in corso di dismissione 8. Derivati di copertura Totale 2010 13.105 66.189 11.062 8.893 1.818.502 1.917.751 Totale 2009 12.041 67.100 9.030 5.865 1.754.128 1.848.164

Il termine "esposizioni creditizie" comprende le attività finanziarie ad esclusione dei titoli di capitale e delle quote di OICR.

A.1.2 Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori lordi e netti) Attività deteriorate In bonis

Portafogli/qualità Esp

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)

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione X X 4.876 4.876 2. Attività finanziarie disponibili per la vendita 193.523 193.523 193.523 3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 4. Crediti verso banche 109.415 109.415 109.415 5. Crediti verso clientela 117.279 18.030 99.249 1.514.406 3.718 1.510.688 1.609.937 6. Attività finanziarie valutate al fair value X X 7. Attività finanziarie in corso di dismissione 8. Derivati di copertura X X Totale 2010 117.279 18.030 99.249 1.817.344 3.718 1.818.502 1.917.751 Totale 2009 112.933 18.897 94.036 1.752.296 3.186 1.754.128 1.848.164

I portafogli "Attività finanziarie detenute per la negoziazione", "Attività finanziarie disponibili per la vendita" e "Crediti verso banche" non sono stati oggetto di rinegoziazione e non presentano esposizione scadute.

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A.1.2.1 Dettaglio delle esposizioni in bonis del portafoglio crediti verso la clientela

A. Esposizioni in bonis oggetto di rinegoziazione

nell'ambito di accordi collettivi (1) B. Altre esposizioni in

bonis Totale crediti verso la

clientela in bonis

Non

scadute

Scadute alla data di rinegoziazione da: Non

scadute

Scadute fino a 90/180

giorni (2) fino a

3 mesi da oltre 3 mesi

a 6 mesi da oltre 6 mesi

a 1 anno Esposizioni lorde 7.354 1.483 1.370 29 1.501.918 2.252 1.514.406 Rettifiche di portafoglio 17 3 4 3.688 6 3.718 Esposizioni nette 7.337 1.480 1.366 29 1.498.230 2.246 1.510.688 (1) solo accordi collettivi o previsioni legislative che prevedono la sospensione delle rate (quota capitale e/o quota interessi).

(2) nelle "Altre esposizioni in bonis non oggetto di rinegoziazione" - esposizioni scadute fino a 90/180 giorni - sono ricompresi i crediti il cui scaduto rientra nei 90 giorni, salvo alcune eccezioni che godono della deroga prevista nella circolare n. 263 della Banca d'Italia, valida fino al 31 dicembre 2011, che amplia tale termine sino a 180 giorni.

Le rinegoziazioni dei crediti esposti nella colonna A sono state effettuate sulla base dell'avviso comune per la sospensione dei debiti delle piccole e medie imprese, firmato il 3 agosto 2009 dal Ministro dell'economia e delle finanze, dal Presidente dell'Abi e dai rappresentanti delle imprese.

A.1.3 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche: valori lordi e netti

Tipologie esposizioni/valori Esposizione

lorda

Rettifiche di valore

specifiche

Rettifiche di valore di portafoglio

Esposizione netta

A. ESPOSIZIONI PER CASSA a) Sofferenze X b) Incagli X c) Esposizioni ristrutturate X d) Esposizioni scadute X e) Altre attività 110.405 X 110.405 TOTALE A 110.405 110.405 B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO a) Deteriorate X b) Altre 12.069 X 12.069 TOTALE B 12.069 12.069 TOTALE A + B 122.474 122.474

Le esposizioni per cassa comprendono le attività finanziarie per cassa, qualunque sia il portafoglio di allocazione contabile: di negoziazione, disponibile per la vendita, detenuto sino a scadenza, crediti, attività valutate al fair value, attività in via di dismissione diverse dai titoli di capitale e dalle quote di OICR.

Le esposizioni “fuori bilancio” includono tutte le operazioni finanziarie diverse da quelle per cassa (garanzie rilasciate, impegni, derivati ecc.) che comportano l’assunzione di un rischio creditizio, qualunque sia la finalità di tali operazioni (negoziazione, copertura, ecc.).

A.1.6 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela: valori lordi e netti

Tipologie esposizioni/valori Esposizione

lorda

Rettifiche di valore

specifiche

Rettifiche di valore di portafoglio

Esposizione netta

A. ESPOSIZIONI PER CASSA a) Sofferenze 21.728 8.623 X 13.105 b) Incagli 74.206 8.017 X 66.189 c) Esposizioni ristrutturate 11.951 889 X 11.062 d) Esposizioni scadute 9.394 501 X 8.893 e) Altre attività 1.711.789 X 3.718 1.708.071 TOTALE A 1.829.068 18.030 3.718 1.807.320 B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO a) Deteriorate 5.554 41 X 5.513 b) Altre 312.736 X 312.736 TOTALE B 318.290 41 318.249 TOTALE A + B 2.147.358 18.071 3.718 2.125.569

Le esposizioni per cassa comprendono le attività finanziarie per cassa, qualunque sia il portafoglio di allocazione contabile: di negoziazione, disponibile per la vendita, detenuto sino a scadenza, crediti, attività valutate al fair value, attività in via di dismissione diverse dai titoli di capitale e dalle quote di OICR.

Le esposizioni “fuori bilancio” includono tutte le operazioni finanziarie diverse da quelle per cassa (garanzie rilasciate, impegni, derivati ecc.) che comportano l’assunzione di un rischio creditizio, qualunque sia la finalità di tali operazioni (negoziazione, copertura, ecc.).

125

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A.1.7 Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde

Causali/Categorie Sofferenze Incagli Esposizioni ristrutturate

Esposizioni scadute

A. Esposizione lorda iniziale 20.888 76.216 9.690 6.139 - di cui: esposizioni cedute non cancellate 95 B. Variazioni in aumento 10.173 38.864 6.972 14.222 B.1 ingressi da esposizioni creditizie in bonis 1.182 21.241 768 11.919 B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate 8.212 5.573 4.335 B.3 altre variazioni in aumento 779 12.050 1.869 2.303 C. Variazioni in diminuzione 9.333 40.874 4.711 10.967 C.1 uscite verso esposizioni creditizie in bonis 9 12.144 434 5.670 C.2 cancellazioni 4.425 C.3 incassi 3.660 7.438 3.479 1.166 C.4 realizzi per cessioni C.5 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate 1.239 12.151 664 4.066 C.6 altre variazioni in diminuzione 9.141 134 65 D. Esposizione lorda finale 21.728 74.206 11.951 9.394 - di cui: esposizioni cedute non cancellate 113 745

Le "altre variazioni" (righi B.3 e C.6) sono dovute alle modifiche di utilizzo delle linee di credito rispetto alla posizione dell'anno precedente.

A.1.8 Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle rettifiche di valore complessive

Causali/Categorie Sofferenze Incagli Esposizioni ristrutturate

Esposizioni scadute

A. Rettifiche complessive iniziali 8.847 9.116 660 274 - di cui: esposizioni cedute non cancellate 6 B. Variazioni in aumento 6.026 3.348 372 449 B.1 rettifiche di valore 5.121 3.348 372 449 B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate 905 B.3 altre variazioni in aumento C. Variazioni in diminuzione 6.250 4.447 143 222 C.1 riprese di valore da valutazione 1.058 1.533 77 1 C.2 riprese di valore da incasso 778 182 C.3 cancellazioni 4.414 C.4 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate 905 C.5 altre variazioni in diminuzione 1.827 66 221 D. Rettifiche complessive finali 8.623 8.017 889 501 - di cui: esposizioni cedute non cancellate 8 55

A.2 CLASSIFICAZIONE DELLE ESPOSIZIONI IN BASE AI RATING ESTERNI E INTERNI

Le esposizioni per cassa e "fuori bilancio" non sono state classificate in base ai rating.

126

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A.3

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a

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Valore esposizione netta

Immobili

Titoli

Altre garanzie reali

C

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Governi e banche centrali

Altri enti pubblici

Banche

Altri soggetti

Governi e banche centrali

Altri enti pubblici

Banche

Altri soggetti

Totale (1)+(2)

1. E

spos

izio

ni c

redi

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per

cas

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aran

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0.77

1 1.

085.

331

4.40

1 16

.300

1.

044

1.09

9 21

4.74

9 1.

322.

924

1

.1 to

talm

ente

gar

antit

e

1.27

6.24

5 1.

070.

783

3.23

8 14

.126

91

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8 18

6.33

1 1.

276.

245

-

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69.2

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316

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9

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97

86.9

01

1

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arzi

alm

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gar

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e

74.5

26

14.5

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3 2.

174

125

251

28.4

18

46.6

79

-

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5.90

8 1.

291

17

2.

930

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8 2.

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11

1.97

9 17

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2.

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27

73.7

42

2

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talm

ente

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55.0

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16.0

50

1.16

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839

150

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i cui

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2.

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314

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arzi

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e

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8

16

.247

18

.660

- d

i cui

det

erio

rate

60

47

47

127

Page 129: RELAZIONI E BILANCIO al 31 Dicembre 2010sentimenti e fatti contrastanti affollano i nostri pensieri e si affacciano ai nostri occhi, sia che gettia-mo lo sguardo al trascorso 2010,

B. D

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Rett. val. spec.

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X

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X

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X

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X

4.66

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A

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196.

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995.

124

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0 X

1.

010

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A

196.

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0

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1

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683

531.

150

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2 1.

010

B. E

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B.4

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445

X

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28

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18.1

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B)

2010

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18

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1.3

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86

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447

1.01

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) 20

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45.9

28

13.8

07

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7 50

9.04

1 5.

123

906

128

Page 130: RELAZIONI E BILANCIO al 31 Dicembre 2010sentimenti e fatti contrastanti affollano i nostri pensieri e si affacciano ai nostri occhi, sia che gettia-mo lo sguardo al trascorso 2010,

B.2 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso clientela (valore di bilancio)

Italia Altri Paesi

europei America Asia Resto del

mondo

Esposizioni/Aree geografiche Esposizione

netta

Rettifiche di valore

complessive Esp. netta

Rett. val.

compl. Esp. netta

Rett. val.

compl. Esp. netta

Rett. val.

compl. Esp. netta

Rett. val.

compl. A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze 13.105 8.623 A.2 Incagli 66.189 8.017 A.3 Esposizioni ristrutturate 11.062 889 A.4 Esposizioni scadute 8.893 501 A.5 Altre esposizioni 1.707.512 3.717 559 1 Totale 1.806.761 21.747 559 1 B. Esposizioni "fuori bilancio" B.1 Sofferenze 9 1 B.2 Incagli 4.959 38 B.3 Altre attività deteriorate 545 2 B.4 Altre esposizioni 312.736 Totale 318.249 41 Totale 2010 2.125.010 21.788 559 1 Totale 2009 2.048.887 22.120 150

Italia Nord Ovest Italia Nord Est Italia Centro Italia Sud e Isole

Esposizioni/Aree geografiche Esposizione

netta

Rettifiche di valore

complessive Esp. netta Rett. val.

compl. Esp. netta Rett. val.

compl. Esp. netta Rett. val.

compl. A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze 13.008 8.570 97 53 A.2 Incagli 66.189 8.017 A.3 Esposizioni ristrutturate 11.062 889 A.4 Esposizioni scadute 8.879 500 14 1 A.5 Altre esposizioni 1.506.551 3.708 1.704 4 198.470 3 787 2 Totale 1.605.689 21.684 1.704 4 198.470 3 898 56 B. Esposizioni "fuori bilancio" B.1 Sofferenze 9 1 B.2 Incagli 4.959 38 B.3 Altre attività deteriorate 545 2 B.4 Altre esposizioni 310.401 9 2.112 214 Totale 315.914 41 9 2.112 214 Totale 2010 1.921.603 21.725 1.713 4 200.582 3 1.112 56 Totale 2009 1.764.030 22.043 1.363 3 282.809 29 685 45

129

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B.3 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso banche (valore di bilancio)

Italia Altri Paesi

europei America Asia Resto del

mondo

Esposizioni/Aree geografiche Esposizione

netta

Rettifiche di valore

complessive Esp. netta

Rett. val.

compl. Esp. netta

Rett. val.

compl. Esp. netta

Rett. val.

compl. Esp. netta

Rett. val.

compl. A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze A.2 Incagli A.3 Esposizioni ristrutturate A.4 Esposizioni scadute A.5 Altre esposizioni 109.614 500 285 6 Totale 109.614 500 285 6 B. Esposizioni "fuori bilancio" B.1 Sofferenze B.2 Incagli B.3 Altre attività deteriorate B.4 Altre esposizioni 12.069 Totale 12.069 Totale 2010 121.683 500 285 6 Totale 2009 111.621 295 108 4

Italia Nord Ovest Italia Nord Est Italia Centro Italia Sud e Isole

Esposizioni/Aree geografiche Esposizione

netta

Rettifiche di valore

complessive Esp. netta Rett. val.

compl. Esp. netta Rett. val.

compl. Esp. netta Rett. val.

compl. A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze A.2 Incagli A.3 Esposizioni ristrutturate A.4 Esposizioni scadute A.5 Altre esposizioni 1.797 107.817 Totale 1.797 107.817 B. Esposizioni "fuori bilancio" B.1 Sofferenze B.2 Incagli B.3 Altre attività deteriorate B.4 Altre esposizioni 46 12.023 Totale 46 12.023 Totale 2010 1.843 119.840 Totale 2009 1.717 395 109.509

B.4 Grandi rischi numero 3 valore di bilancio 377.700 valore ponderato 115.081

Il valore di bilancio comprende anche € 196,814 milioni di titoli dello stato italiano a ponderazione 0%. Nel gruppo Iccrea Holding Spa sono segnalate anche le esposizioni nei confronti di Iccrea Banca Spa e Banca Agrileasing Spa per un valore di bilancio di € 123,606 milioni e per un valore ponderato di € 69,617 milioni.

130

Page 132: RELAZIONI E BILANCIO al 31 Dicembre 2010sentimenti e fatti contrastanti affollano i nostri pensieri e si affacciano ai nostri occhi, sia che gettia-mo lo sguardo al trascorso 2010,

C. OPERAZIONI DI CARTOLARIZZAZIONE E DI CESSIONE DELLE ATTIVITA'

C.1 Operazioni di cartolarizzazione

INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA

Nella presente Sezione è riportata l’informativa riguardante le caratteristiche delle operazioni di cartolarizzazione poste in essere dalla Cassa ai sensi della L. 130/1999. La normativa richiamata regola la cessione “in blocco” di crediti da parte di una società (originator) ad un’altra società appositamente costituita (Special Purpose Vehicle – SPV), la quale a sua volta emette titoli collocabili sul mercato (Asset Backed Securities - ABS) al fine di finanziare l’acquisto dei crediti stessi.

Di seguito sono specificate le caratteristiche delle operazioni della specie, ivi inclusa quella ancora in essere effettuata negli esercizi passati ed ampiamente illustrata nella nota integrativa dei precedenti bilanci.

A – CARTOLARIZZAZIONE CREDITI IN SOFFERENZA PERFEZIONATA NELL’ESERCIZIO 2002

Nell'anno 2002 la Cassa, unitamente ad altre ventitre Bcc, ha partecipato ad una prima operazione di cartolarizzazione di propri crediti a sofferenza, ipotecari e chirografari, ai sensi della Legge n. 130 del 30 aprile 1999.

Struttura finanziaria dell’operazione

In data 19 luglio 2002 la Cassa (originator) ha stipulato con BCC Securis Srl (società veicolo) un contratto di cessione in virtù del quale la Cassa stessa ha ceduto pro soluto, senza l'effettiva piena traslazione del rischio, ai sensi e per gli effetti degli articoli 1 e 4 della Legge sulla Cartolarizzazione e con effetto tra le parti a far tempo dal 31 maggio 2002, un portafoglio di crediti pecuniari individuabili in blocco rivenienti da contratti di mutui ipotecari e chirografari, conti correnti e portafoglio finanziario, qualificabili quali crediti "in sofferenza" (non performing) ai sensi delle Istruzioni di Vigilanza.

L'operazione è stata strutturata congiuntamente da Iccrea Holding Spa (advisor) e da Société Générale (arranger) con il coinvolgimento, per le necessarie valutazioni di rating, di Standard and Poor's.

La società veicolo, costituita ai sensi dell'articolo 3 della Legge 130/99, è interamente controllata da Iccrea Holding Spa tramite Iccrea Banca Spa. La Cassa non detiene quindi alcuna interessenza nella stessa.

Tipologia degli strumenti finanziari emessi e detenuti

La società veicolo ha finanziato l'acquisto dei crediti mediante l'emissione di titoli obbligazionari "asset backed" per un valore nominale complessivo pari al prezzo di acquisto dei portafogli delle ventiquattro Bcc cedenti. Come consueto per questo tipo di operazioni, tali titoli sono stati ripartiti come segue: - € 80 milioni di titoli classe A dotati di rating AA, scaduti nel 2009, collocati da Société Générale sul mercato

internazionale il 12 dicembre 2002, quotati alla Borsa del Lussemburgo e destinati al mercato dei capitali (titoli senior con priorità nel rimborso);

- € 68,076 milioni di titoli classe C, con scadenza 2013, subordinati nel rimborso rispetto ai titoli senior, suddivisi in 24 tranche determinate singolarmente e sottoscritte ciascuna da ognuna delle banche cedenti, non dotate di rating, né quotate su alcun mercato regolamentato (titoli junior).

E' altresì prevista la facoltà di rimborso anticipato, a favore di BCC Securis Srl, nel caso in cui il valore in linea capitale dei titoli "asset backed" risulti pari o inferiore al 10% del loro importo iniziale.

La Cassa, in particolare, ha sottoscritto "alla pari" la sua quota di titoli junior del valore nominale corrispondente al 24% circa dell'ammontare del proprio portafoglio netto ceduto e quindi pari a € 1,064 milioni; nel corso del 2010 BCC Securis Srl ha provveduto al rimborso parziale dei titoli per € mille; la restante quota, pari a € 696 mila di valore nominale, risulta iscritta in bilancio alla voce 40 dell'attivo patrimoniale, tra le attività finanziarie disponibili per la vendita, per € 568 mila.

Rischi residui

Il rischio residuo gravante sulla Cassa a fronte di un'eventuale insolvenza totale dei crediti cartolarizzati è rappresentato dall’ammontare dei titoli di classe C per un totale di € 568 mila.

I titoli di classe C hanno un rendimento pari allo 0,10% e il loro recupero integrale potrà avvenire solo nella misura in cui le attività oggetto della cessione riescano a produrre nel tempo incassi superiori al prezzo di cessione, tali da consentire, oltre alla copertura dei costi dell'operazione, l'integrale rimborso dei titoli emessi e dei relativi interessi; in caso contrario si produrranno perdite di valore nei titoli junior che verranno quindi aggiornati di anno in anno.

Alla data del 31 dicembre 2010 i titoli junior sottoscritti dalla Cassa non sono stati oggetto di rettifiche di valore in quanto, sulla base delle informazioni attualmente disponibili e dei recuperi attesi, non sussistono elementi tali da

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poter presumere il mancato rimborso del valore nominale dei titoli stessi e degli interessi maturati alla data di chiusura dell’esercizio.

Attività di "servicer"

Ai sensi di un contratto di servicing concluso tra BCC Securis Srl e la Cassa in qualità di "servicer" in data 19 luglio 2002, poi modificato in data 6 dicembre 2002, la Cassa si è impegnata a svolgere le attività di amministrazione, gestione, incasso ed eventuale recupero dei crediti ceduti.

Alla data di chiusura dell’esercizio la Cassa ha incassato, per conto della società veicolo, crediti in linea capitale per € 4,139 milioni. Nessun credito in linea interessi è stato invece incassato al 31/12/2010. La Cassa provvede sistematicamente ad accreditare i relativi incassi sul conto della società veicolo, esistente presso Iccrea Banca Spa.

Attività cartolarizzate sottostanti i titoli "junior"

A fine anno le attività nette sottostanti, rappresentate da crediti ipotecari e chirografari a sofferenza, ammontano a € 740 mila.

Distribuzione per tipologia di attività al 31/12/2010

Tipologia di attività credito netto

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2009 - conti correnti 353 354 - mutui chirografari 82 82 - mutui ipotecari 305 375 Totale 740 811

Per quanto riguarda le performance del portafoglio ceduto, i crediti ritenuti con andamento anomalo sono in linea con le previsioni effettuate in sede di analisi del portafoglio stesso e sono costantemente monitorati con particolare attenzione.

B – CARTOLARIZZAZIONE CREDITI PERFORMING PERFEZIONATA NELL'ESERCIZIO 2006

Finalità

Operazione di cartolarizzazione di crediti performing

La cartolarizzazione dei crediti permette l’approvvigionamento di rilevanti masse finanziarie in alternativa all’indebitamento diretto, con possibilità di riduzione delle attività di rischio ai fini del coefficiente di solvibilità, senza estromettere l’originator dalla gestione del rapporto con il cliente.

L’ operazione, pertanto, si connota come il ricorso ad uno strumento innovativo di raccolta sui mercati internazionali per finanziare l’economia locale e si inquadra nell’ambito delle aspettative di una ulteriore espansione dei volumi inerenti al comparto dei crediti o più in generale degli impieghi coerentemente con le linee strategiche aziendali, che hanno tra i propri obiettivi il finanziamento a tassi competitivi e per importi significativi dello sviluppo di portafoglio di prestiti vivi a medio lungo termine.

L’operazione è stata effettuata oltre che nell’ottica di diversificazione delle fonti di finanziamento, anche per permettere una maggiore correlazione delle scadenze tra raccolta ed impieghi e il miglioramento dei coefficienti prudenziali di vigilanza.

In tale ambito, i principali vantaggi conseguiti sono sintetizzabili in: - miglioramento del matching delle scadenze patrimoniali - diversificazione delle fonti di finanziamento - liberazione di capitale regolamentare ai sensi del quadro normativo attuale - allargamento della base degli investitori e conseguente ottimizzazione del costo della raccolta - miglioramento dei “ratios” di Vigilanza.

Informazioni generali

Nel corso del 2006 la Cassa ha partecipato ad un’operazione di cartolarizzazione di crediti ai sensi della L. 130/99, avente per oggetto crediti performing costituiti da mutui ipotecari concessi a clientela residente in Italia. Il progetto, realizzato con l’assistenza di Iccrea Banca Spa, ha visto la cessione pro-soluto di portafogli di crediti nascenti da mutui ipotecari “in bonis” assistiti da ipoteca economicamente di 1° grado, erogati dalla banca e da a ltre 24 consorelle a clienti residenti nel territorio nazionale, per un valore nominale complessivo lordo di € 599,87 milioni di cui € 24,234 milioni relativi alla Cassa.

Soggetto organizzatore (arranger) sono stati Société Generale Corporate & Investment Banking e Iccrea Banca Spa con il coinvolgimento, per le necessarie valutazioni di rating, delle Agenzie Moody's Investors Service e

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Standard & Poor's. Per l’operazione ci si è avvalsi di una Società veicolo appositamente costituita e omologata come previsto dalla L.130/99 denominata Credico Finance 6 Srl nella quale la Cassa non detiene interessenze né suoi dipendenti rivestono ruoli societari.

L’operazione si è concretizzata per mezzo di più contratti tra loro collegati, il cui schema è di seguito rappresentato: - cessione pro-soluto, da parte degli originator, di un portafoglio di crediti individuati in “blocco”; - acquisizione pro-soluto dei crediti, da parte del cessionario/emittente, società veicolo, ed emissione da parte di

quest’ultimo di “notes” caratterizzate da un diverso grado di rimborsabilità al fine di reperire mezzi finanziari; - sottoscrizione delle “notes” Senior e Mezzanine, da parte di intermediari collocatori; - sottoscrizione da parte dei singoli originator delle notes Serie C – Junior.

I mutui ceduti sono stati selezionati ed identificati dal cedente sulla base dei seguenti criteri oggettivi: - sono garantiti da almeno un'ipoteca su un immobile a destinazione residenziale o commerciale; - sono denominati in euro al momento dell'erogazione; - la relativa rata viene addebitata direttamente in conto corrente; - sono in regolare ammortamento riportando in alcuni casi un ritardo massimo di 15 giorni alla data di efficacia; - sono interamente liquidati; - non sono stati erogati nella forma tecnica di "mutui agevolati"; - non sono stati erogati "in pool" con altri istituti di credito.

I debitori ceduti sono tutti operanti nel territorio nazionale.

Ripartizione per settore di attività economica dei debitori ceduti, al valore netto di bilancio Settore di attività economica Numero mutui Importo Distribuzione % 430 - Imprese produttive 8 829 6,39% 431 - Holding private 1 167 1,28% 482 - Soc. artigiane con meno di 20 addetti 1 203 1,56% 492 - Soc. altre con meno di 20 addetti 2 311 2,40% 600 - Famiglie consumatrici 95 11.362 87,51% 615 - Famiglie produttrici: altre 1 111 0,86% Totale 108 12.983 100,00%

La differenza fra il valore netto di bilancio di € 12,983 milioni e il debito verso la società veicolo di € 12,491 milioni evidenziato alla tabella C.2.2 è pari ad € 492 mila che trova evidenza nelle tabelle C.1.1 e C.1.2.

Il prezzo di acquisto del portafoglio dei crediti ceduti dalla Cassa è stato definito in € 24,234 milioni e corrisponde al valore contabile dei crediti alla data del 2/05/2006, maggiorato di interessi maturati ma non ancora esigibili alla data dell’operazione. Non c’è overcollateralisation: l’outstanding value dei crediti é uguale all’ammontare dell’emissione, l’operazione di cessione non ha comportato conseguentemente la rilevazione né di utili né di perdite.

Come cennato, la Società veicolo ha finanziato l’acquisto di crediti mediante emissione di titoli obbligazionari suddivisi in tre classi.

Le caratteristiche delle tre tipologie di titoli emessi sono le seguenti: - Titoli di classe A (titoli senior): obbligazioni a tasso variabile (Euribor 3 mesi ACT/360) maggiorato di 16 punti

base per un valore complessivo di € 563,985 milioni a cui è stato attribuito rating AAA. - Titoli di classe B (titoli mezzanine): obbligazioni a tasso variabile (Euribor 3 mesi ACT/360) maggiorato di 46

punti base per un valore complessivo € 24 milioni a cui è stato attribuito rating A. - Titoli di classe C (titoli junior): obbligazioni a tasso variabile per un valore complessivo di € 11,885 milioni.

I titoli di classe A e B, quotati presso la Borsa Valori di Lussemburgo, sono stati interamente collocati presso primari investitori istituzionali. I titoli di classe C sono stati suddivisi in 25 serie ciascuna di importo proporzionale all’ammontare dei crediti rispettivamente ceduti dalle singole banche. Le banche cedenti hanno sottoscritto interamente i titoli di classe C. Ognuna di queste ha sottoscritto esclusivamente la serie di titoli subordinati di pertinenza, con pagamento del relativo prezzo alla “pari”.

Le “notes” senior e mezzanine godono di una valutazione o rating attribuito da Agenzie specializzate e sono così riassunte: Serie Notes Rating Importo Scadenza 1 A Senior AAA 563.985.000 10/03/2038 1 B Mezzanine A 24.000.000 10/03/2038 1 C Junior NO 11.884.837 10/03/2038

Alle diverse tipologie di titoli è stato attribuito un diverso grado di subordinazione nella definizione delle priorità nei pagamenti sia per il capitale che per gli interessi.

Il rimborso dei titoli avverrà decorsi almeno diciotto mesi dalla data di emissione e le somme ricevute dagli attivi, dopo il pagamento delle spese e delle cedole sui titoli di classe A e B, vengono integralmente destinate al rimborso

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dei titoli prioritari. In particolare i titoli di classe A hanno priorità nel pagamento rispetto ai titoli di classe B. La terza tranche di titoli (cosiddetta emissione Junior o tranche C) è subordinata nel rimborso alle precedenti. Questa tipologia di titoli non ha una cedola predeterminata ed è remunerata solo in presenza di fondi residuali, dopo aver coperto tutte le spese di periodo (Senior cost, Interessi Classe A, Interessi Classe B, etc.).

Il rimborso del capitale dei titoli di classe C è ultimo nella gerarchia dei pagamenti sia in caso di rimborso anticipato che in caso di estinzione naturale dei titoli.

Descrizione delle politiche di copertura adottate per mitigare i rischi connessi

A copertura del rischio di interesse, il Veicolo ha sottoscritto con una controparte appositi contratti Swap a copertura del portafoglio a tasso indicizzato.

Ciascun Cedente ha fornito al Veicolo una linea di liquidità proporzionale all’ammontare ceduto, da attivarsi nel caso in cui ad una data di pagamento i fondi disponibili rivenienti dagli incassi non siano sufficienti per remunerare i portafogli dei titoli secondo l’ordine di priorità della cascata dei pagamenti. Per la Cassa tale linea ammonta a € 995 mila.

I Cedenti inoltre hanno assunto il ruolo di Limited Recourse Loan providers: ciascun Cedente ha messo a disposizione del Veicolo titoli di stato con la funzione di fornire una forma di supporto di liquidità, sostitutiva al supporto già fornito con la Linea di Liquidità (quindi escutibile solo nell’impossibilità di utilizzare la linea di liquidità medesima ed attivabile solo fino al completo utilizzo della linea di liquidità stessa), per consentire alla Società Veicolo di far fronte tempestivamente al pagamento delle somme dovute ai Portatori dei Titoli Senior a titolo di interessi e capitale ai sensi del Regolamento delle Notes, nonché di far fronte ai costi dell’Operazione di Cartolarizzazione.

Stante la struttura finanziaria dell’operazione, il rischio che rimane in capo alla Cassa è determinato dalla somma tra l’ammontare dei titoli C sottoscritti pari ad € 504.809 ed il valore della linea di credito concessa alla società veicolo di € 995.000. Per quanto concerne le procedure per il monitoraggio dei relativi rischi la Cassa continua ad utilizzare gli strumenti di controllo già esistenti per i crediti in portafoglio.

Informativa sui risultati economici connessi con le posizioni in bilancio e fuori bilancio

L’economicità complessiva dell’operazione dipende sia dai differenziali economici strettamente connessi alle operazioni medesime (costo della provvista, rendimento della nuova liquidità ottenuta, costi operativi) sia dai mutamenti indotti nel profilo tecnico della Banca (miglioramento dei “ratios” di Vigilanza, riequilibrio del portafoglio impieghi, allineamento delle scadenze delle poste dello stato patrimoniale, ecc.) che incidono sul suo standing.

In particolare, dall’operazione di cartolarizzazione la Cassa ha ottenuto (contestualmente alla cessione) il regolamento del prezzo dei mutui ceduti in misura pari alla somma algebrica tra il corrispettivo per i mutui cartolarizzati e la sottoscrizione della tranche del titolo C di propria competenza. Beneficerà inoltre delle commissioni percepite per l’attività di servicing svolta per conto dell’emittente, del rendimento sotto forma di excess spread del titolo junior sottoscritto (funzione della performance dei crediti ceduti) nonché di un risultato connesso con il reimpiego della liquidità generata dall’operazione.

Descrizione dei sistemi interni di misurazione e controllo dei rischi connessi con l’operatività in cartolarizzazioni.

Il processo di gestione delle cartolarizzazioni è assistito da specifica procedura interna che assegna compiti e responsabilità alle strutture organizzative coinvolte nelle diverse fasi del processo stesso.

Ciascuna delle banche cedenti esercita le attività di servicing in relazione allo specifico portafoglio dalla stessa ceduto, curando la gestione, l'amministrazione e l'incasso dei crediti nonché la gestione dei procedimenti, in conformità ai criteri individuati nel contratto di servicing. Per tale attività, disciplinata da una procedura che permette il coordinamento di tutte le attività inerenti avvalendosi delle competenti strutture aziendali, la Cassa riceve una commissione pari allo 0,40% annuo sull’outstanding e al 6% annuo sugli incassi relativi a posizioni in default.

In adempimento a quanto disposto dalle Istruzioni di Vigilanza emanate dalla Banca d’Italia in materia, la Cassa verifica inoltre che l’operazione nel suo complesso sia gestita in conformità alla legge e al prospetto informativo (Offering Circular). Il portafoglio di ciascuna cartolarizzazione è sottoposto a monitoraggio continuo sulla base del quale sono predisposti report mensili e trimestrali verso la società veicolo e le controparti dell’operazione, così come previsti dalla documentazione contrattuale, con evidenze dello status dei crediti e dell’andamento degli incassi. Tale informativa costituisce anche la rendicontazione periodica sull’andamento dell’operazione effettuata all’Alta direzione e al Consiglio di Amministrazione.

L’attività del servicer è soggetta a certificazione annuale da parte di società di revisione esterna.

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C.1.4 Esposizioni derivanti da operazioni di cartolarizzazione ripartite per portafoglio e per tipologia

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1. Esposizioni per cassa 568 568 569 - senior - mezzanine - junior 568 568 569 2. Esposizioni fuori bilancio 22 22 22 - senior - mezzanine - junior 22 22 22

C.1.5 Ammontare complessivo delle attività cartolarizzate sottostanti ai titoli junior o ad altre forme di sostegno creditizio

Attività/Valori Cartol arizzazioni

tradizionali Cartolarizzazioni

sintetiche A. Attività sottostanti proprie: 13.723 A.1 Oggetto di integrale cancellazione 740 1. Sofferenze 740 X 2. Incagli X 3. Esposizioni ristrutturate X 4. Esposizioni scadute X 5. Altre attività X A.2 Oggetto di parziale cancellazione 1. Sofferenze X 2. Incagli X 3. Esposizioni ristrutturate X 4. Esposizioni scadute X 5. Altre attività X A.3 Non cancellate 12.983 1. Sofferenze 2. Incagli 104 3. Esposizioni ristrutturate 4. Esposizioni scadute 690 5. Altre attività 12.189 B. Attività sottostanti di terzi: B.1 Sofferenze B.2 Incagli B.3 Esposizioni ristrutturate B.4 Esposizioni scadute B.5 Altre attività

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C.2.2 Passività finanziarie a fronte di attività finanziarie cedute non cancellate

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1. Debiti verso clientela 14.718 12.491 27.209 a) a fronte di attività rilevate per intero 14.718 12.491 27.209 b) a fronte di attività rilevate parzialmente 2. Debiti verso banche 58.536 58.536 a) a fronte di attività rilevate per intero 58.536 58.536 b) a fronte di attività rilevate parzialmente Totale 2010 73.254 12.491 85.745 Totale 2009 41.571 14.997 56.568

D. MODELLI PER LA MISURAZIONE DEL RISCHIO DI CREDITO

La Cassa non ha utilizzato modelli interni di portafoglio per la misurazione dell'esposizione al rischio di credito.

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SEZIONE 2 – RISCHI DI MERCATO

Ai fini della compilazione della presente Sezione, le informazioni quali-quantitative sono riportate con riferimento al “portafoglio di negoziazione” e al “portafoglio bancario” come definiti nella disciplina relativa alle segnalazioni di vigilanza. In particolare, il portafoglio di negoziazione è dato dall’insieme degli strumenti finanziari soggetto ai requisiti patrimoniali per i rischi di mercato.

Da esso sono quindi esclusi gli strumenti finanziari allocati in bilancio nel portafoglio di negoziazione (ad esempio, crediti o derivati scorporati da attività o passività valutate al costo ammortizzato, titoli emessi), non rientranti nell’anzidetta definizione di vigilanza. Queste operazioni sono comprese nell’informativa relativa al portafoglio bancario, che pertanto, in modo residuale, viene definito come il complesso delle posizioni diverse da quelle comprese nel portafoglio di negoziazione.

La dimensione del portafoglio di proprietà è strettamente legata alla posizione di liquidità e di tesoreria.

2.1 – RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE E RISCHIO DI PREZZO – PORTAFOGLIO DI NEGOZIAZIONE DI VIGILANZA

INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA

A. Aspetti generali

La Cassa svolge, in modo primario, attività di negoziazione in proprio di strumenti finanziari esposti al rischio di tasso di interesse ed al rischio prezzo.

La strategia sottostante alla negoziazione in proprio risponde sia ad una esigenza di tesoreria che all’obiettivo di massimizzare il profilo di rischio/rendimento degli investimenti di portafoglio in termini di rischio di tasso, rischio di credito della controparte e rischio di prezzo.

In particolare, gli strumenti finanziari detenuti ai fini del “trading” sono quelli che la banca ha intenzionalmente destinato ad una successiva cessione sul mercato a breve termine al fine di beneficiare delle differenze tra i prezzi di acquisto e i prezzi di vendita, anche attraverso una diversificazione degli investimenti.

La Cassa non assume posizioni speculative in strumenti derivati come previsto dalla Istruzioni di Vigilanza della Banca d’Italia e dallo statuto della Cassa stessa.

B. Processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo

Rischio di tasso di interesse – Portafoglio di negoziazione di viglianza

La gestione del rischio di tasso del portafoglio di negoziazione è effettuata dall’Area Finanza in base a limiti e deleghe definiti direttamente dal Consiglio d’Amministrazione, mentre le attività di misurazione, controllo e verifica del rischio di tasso sono demandate all’Ufficio Controllo di Gestione.

La gestione e la misurazione del rischio di tasso di interesse del portafoglio di negoziazione viene supportata dal modello interno di Asset & Liability Management (ALM), strategico, che viene meglio illustrato nel paragrafo relativo al portafoglio bancario e dal modello interno per il calcolo giornaliero del Valore a Rischio (VaR) che consente di determinare, con frequenza giornaliera, gli impatti prodotti dalle variazioni della struttura dei tassi di interesse sul valore del portafoglio di negoziazione.

In particolare, il limite di Massima Perdita Accettabile (MPA) è ottenuto considerando la somma del dato di Value at Risk (metodo varianza/covarianza, intervallo di confidenza 99%, holding period 10 giorni lavorativi), dell’ammontare delle minusvalenze e del valore delle perdite realizzate. Da evidenziare che il VaR considerato per la determinazione dei limiti è calcolato non in base al solo rischio di tasso ma in relazione a tutti i fattori di rischio considerati, e quindi anche equity e cambio, nonché dell’effetto diversificazione.

Tale modello genera in output reports consultabili da ogni utente coinvolto nel processo di gestione e misurazione del rischio di tasso.

I risultati di tali analisi sono periodicamente riportati al Consiglio d’Amministrazione.

I modelli di misurazione del rischio di tasso, che rappresentano strumenti interni a supporto della gestione e del controllo interno del rischio, non sono utilizzati per la determinazione dei requisiti patrimoniali sui rischi di mercato. A tale fine si adotta la metodologia standard.

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Rischio di prezzo – Portafoglio di negoziazione di viglianza

Il rischio prezzo del portafoglio di negoziazione è monitorato sia tramite analisi delle esposizioni quotate e non quotate sia attraverso la determinazione dell’esposizione per singolo mercato, ovvero dell’esposizione complessiva per ciascun paese.

Inoltre, la Cassa monitora costantemente gli investimenti in strumenti di capitale onde prendere tempestivamente le decisioni più opportune in merito alla tempistica di realizzo.

Gli investimenti riguardano prevalentemente titoli obbligazionari quotati.

Il rischio di prezzo del portafoglio di negoziazione è gestito dall’Area Finanza sulla base di deleghe che ne circoscrivono l’esposizione in termini di nozionale, di mercati di quotazione, di paesi di residenza degli enti emittenti.

Come riportato anche nella sezione rischio di tasso, esiste anche un limite in termini di VaR, sebbene non specifico per tale fattore di rischio, ma riferito al portafoglio nel suo complesso. Il monitoraggio del rischio consente comunque la scomposizione del dato di rischio per singolo fattore. Tale monitoraggio viene effettuato in due momenti sia da parte dell’Area Finanza che dall'Ufficio Controllo di Gestione.

I modelli a supporto delle analisi di rischio generano in output report consultabili da ogni utente coinvolto nel processo di gestione e misurazione del rischio di tasso.

I risultati di tali analisi sono riportati periodicamente al Consiglio d'Amministrazione.

Il modello di misurazione del rischio di prezzo non è utilizzato per la determinazione dei requisiti patrimoniali ma rappresenta uno strumento a supporto della gestione e del controllo interno.

INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA

1. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione per durata residua (data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie per cassa e derivati finanziari

Valuta di denominazione euro

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Tipologia/Durata residua 1. Attività per cassa 4.829 1.1 Titoli di debito 4.829 - con opzione di rimborso anticipato - altri 4.829 1.2 Altre attività 2. Passività per cassa 2.1 P.C.T. passivi 2.2 Altre passività 3. Derivati finanziari 3.1 Con titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 3.2 Senza titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte

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Di seguito vengono riportati gli effetti di una variazione dei tassi d’interesse di +/- 100 punti su alcune grandezze: Shock -1% Shock +1% Margine d’interesse -0,106% 0,106% Margine d’intermediazione -0,077% 0,077% Risultato d’esercizio -0,564% 0,564% Valore patrimonio netto -0,016% 0,016%

L’analisi di scenario elaborata su tassi forward è sviluppata sul portafoglio di negoziazione e bancario nel suo complesso e viene riportata in calce alle tabelle sul portafoglio bancario.

2.2 – RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE E DI PREZZO – PORTAFOGLIO BANCARIO

INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA

A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo

Rischio di tasso di interesse – Portafoglio bancario

Le principali fonti di rischio di tasso di interesse sono costituite dalle poste a tasso fisso, per quanto riguarda il rischio da “fair value”, mentre sono da individuarsi nelle poste a tasso variabile relativamente al rischio da “flussi finanziari”.

Una considerazione a parte va dedicata alle poste a vista che risultano avere comportamenti asimmetrici a seconda che si considerino le voci del passivo o quelle dell’attivo: mentre le prime sono molto vischiose e quindi, di fatto, afferenti al rischio da “fair value”, le seconde si adeguano velocemente ai mutamenti del mercato, per cui possono essere ricondotte al rischio da “flussi finanziari”.

Il portafoglio bancario è costituito prevalentemente da crediti e dalle varie forme di raccolta dalla clientela.

Il rischio tasso di interesse insito nel portafoglio bancario è monitorato dalla Cassa su base mensile, mediante l’utilizzo del modello interno di Asset & Liability Management (ALM).

La misurazione del rischio di tasso di interesse, con riferimento al rischio da “flussi finanziari”, viene effettuata secondo il metodo di “Maturity Gap Analisys”.

Tale approccio analizza congiuntamente i tempi di riprezzamento delle attività e delle passività di bilancio sensibili ai tassi e determina la variazione del margine di interesse atteso a seguito di una oscillazione dei tassi di mercato.

Il modello viene gestito in modo accentrato e le risultanze delle elaborazioni vengono divulgate ai singoli utenti attraverso specifici report d’analisi. La versione in uso è di tipo statico, con gapping period pari a 12 mesi e copre tutte le poste dell’attivo e del passivo di bilancio. Il metodo prevede la stima personalizzata di un sistema di parametri che tengano conto della effettiva relazione tra tassi di mercato e tassi bancari delle poste a vista (correlazione, tempi medi di adeguamento, asimmetria). Gli scenari di stress considerati sono quelli classici di +/- 100 punti base e quello dei tassi forward.

La misurazione del rischio di tasso di interesse, con riferimento al rischio da “fair value”, viene effettuata secondo il metodo di “Duration Gap Analisys”.

Tale approccio analizza congiuntamente il present value delle attività e delle passività di bilancio e determina la variazione del valore del patrimonio netto a seguito di una oscillazione dei tassi di mercato.

Il modello viene gestito sempre centralmente, è anch’esso di tipo statico, ma con orizzonte temporale 30 anni e copre tutte le poste dell’attivo e del passivo. I parametri sono costituiti dalle duration e convessità delle varie voci di bilancio, comprese quelle delle poste a vista. Gli scenari sono sempre +/- 100 punti base e tassi forward.

Le analisi di ALM, prodotte mensilmente, vengono periodicamente portate all’esame del Consiglio d’Amministrazione.

Rischio di prezzo – Portafoglio bancario

Il portafoglio bancario accoglie investimenti in titoli di capitale aventi la finalità di perseguire determinati obiettivi strategici di medio/lungo periodo. Nel portafoglio bancario sono presenti partecipazioni che afferiscono a cointeressenze in società promosse dal movimento del Credito Cooperativo o in Società o Enti strumentali allo sviluppo dell’attività della Cassa.

Ad oggi, vista l’attuale operatività, non sono poste in essere operazioni di copertura del rischio di prezzo.

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B. Attività di copertura del fair value

La Cassa non pone in essere operazioni di copertura né contabile né gestionale da variazioni del fair value.

C. Attività di copertura dei flussi finanziari

La Cassa non pone in essere operazioni di copertura di cash flow.

D. Attività di copertura di investimenti esteri

La Cassa non svolge attività di copertura di investimenti esteri.

INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA

1a. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie

Valuta di denominazione euro

a vi

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a 3

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3 m

esi

fino

a 6

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6 m

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Tipologia/Durata residua 1. Attività per cassa 446.943 1.119.126 108.814 19.739 114.027 48.146 41.334 1.1 Titoli di debito 90.297 97.801 6.425 2 - con opzione di rimborso anticipato - altri 90.297 97.801 6.425 2 1.2 Finanziamenti a banche 54.807 51.641 1.3 Finanziamenti a clientela 392.136 977.188 11.013 19.739 107.602 48.146 41.332 - c/c 303.771 31 204 2.773 23.009 119 - altri finanziamenti 88.365 977.157 10.809 16.966 84.593 48.027 41.332 - con opz.di rimborso anticipato - altri 88.365 977.157 10.809 16.966 84.593 48.027 41.332 2. Passività per cassa 995.337 278.094 233.565 10.778 164.717 4.649 619 2.1 Debiti verso clientela 981.724 12.387 2.331 - c/c 926.339 - altri debiti 55.385 12.387 2.331 - con opz.di rimborso anticipato - altri 55.385 12.387 2.331 2.2 Debiti verso banche 12.913 34.387 29.157 - c/c 10.639 - altri debiti 2.274 34.387 29.157 2.3 Titoli di debito 700 231.320 202.077 10.778 164.717 4.649 619 - con opzione di rimborso anticipato - altri 700 231.320 202.077 10.778 164.717 4.649 619 2.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altre 3. Derivati finanziari 48.449 1.255 2.713 6.516 5.146 4.044 3.1 Con titolo sottostante 837 172 792 - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati 837 172 792 + posizioni lunghe 616 86 396 + posizioni corte 221 86 396 3.2 Senza titolo sottostante 47.612 1.083 1.921 6.516 5.146 4.044 - Opzioni 20.424 1.083 1.921 6.516 5.146 4.044 + posizioni lunghe 857 1.083 1.921 6.516 5.146 4.044 + posizioni corte 19.567 - Altri derivati 27.188 + posizioni lunghe 13.594 + posizioni corte 13.594

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1b. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie

Valuta di denominazione dollaro USA

a vi

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a 3

mes

i

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3 m

esi

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a 6

mes

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ltre

6 m

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5 an

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Tipologia/Durata residua 1. Attività per cassa 276 1.400 455 10 241 1.1 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 1.2 Finanziamenti a banche 276 805 430 10 73 1.3 Finanziamenti a clientela 595 25 168 - c/c - altri finanziamenti 595 25 168 - con opz.di rimborso anticipato - altri 595 25 168 2. Passività per cassa 1.099 543 477 2.1 Debiti verso clientela 1.015 201 301 - c/c 988 - altri debiti 27 201 301 - con opz.di rimborso anticipato - altri 27 201 301 2.2 Debiti verso banche 84 342 176 - c/c 84 - altri debiti 342 176 2.3 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altre 3. Derivati finanziari 1.091 174 748 3.1 Con titolo sottostante 1.091 174 748 - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati 1.091 174 748 + posizioni lunghe 360 87 374 + posizioni corte 731 87 374 3.2 Senza titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte

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1c. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie

Valuta di denominazione sterlina gran bretagna

a vi

sta

fino

a 3

mes

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3 m

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fino

a 6

mes

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5 an

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a

Tipologia/Durata residua 1. Attività per cassa 40 1.1 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 1.2 Finanziamenti a banche 40 1.3 Finanziamenti a clientela - c/c - altri finanziamenti - con opz.di rimborso anticipato - altri 2. Passività per cassa 70 2.1 Debiti verso clientela 41 - c/c - altri debiti 41 - con opz.di rimborso anticipato - altri 41 2.2 Debiti verso banche 29 - c/c - altri debiti 29 2.3 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altre 3. Derivati finanziari 4 3.1 Con titolo sottostante 4 - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati 4 + posizioni lunghe 3 + posizioni corte 1 3.2 Senza titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte

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1d. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie

Valuta di denominazione yen giappone

a vi

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Tipologia/Durata residua 1. Attività per cassa 6 3.356 356 1.1 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 1.2 Finanziamenti a banche 6 1.3 Finanziamenti a clientela 3.356 356 - c/c - altri finanziamenti 3.356 356 - con opz.di rimborso anticipato - altri 3.356 356 2. Passività per cassa 3.393 345 2.1 Debiti verso clientela - c/c - altri debiti - con opz.di rimborso anticipato - altri 2.2 Debiti verso banche 3.393 345 - c/c - altri debiti 3.393 345 2.3 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altre 3. Derivati finanziari 28 12 3.1 Con titolo sottostante 28 12 - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati 28 12 + posizioni lunghe 20 + posizioni corte 8 12 3.2 Senza titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte

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1e. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie

Valuta di denominazione dollaro canada

a vi

sta

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a 3

mes

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3 m

esi

fino

a 6

mes

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ltre

6 m

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1 an

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a 5

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Tipologia/Durata residua 1. Attività per cassa 3 1.1 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 1.2 Finanziamenti a banche 3 1.3 Finanziamenti a clientela - c/c - altri finanziamenti - con opz.di rimborso anticipato - altri 2. Passività per cassa 2.1 Debiti verso clientela - c/c - altri debiti - con opz.di rimborso anticipato - altri 2.2 Debiti verso banche - c/c - altri debiti 2.3 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altre 3. Derivati finanziari 3.1 Con titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 3.2 Senza titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte

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1f. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie

Valuta di denominazione franco svizzera

a vi

sta

fino

a 3

mes

i

da o

ltre

3 m

esi

fino

a 6

mes

i

da o

ltre

6 m

esi

fino

a 1

anno

da o

ltre

1 an

no

fino

a 5

anni

da o

ltre

5 an

ni

fino

a 1

0 an

ni

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Tipologia/Durata residua 1. Attività per cassa 145 7.528 108 645 1.1 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 1.2 Finanziamenti a banche 145 1.3 Finanziamenti a clientela 7.528 108 645 - c/c - altri finanziamenti 7.528 108 645 - con opz.di rimborso anticipato - altri 7.528 108 645 2. Passività per cassa 3 8.538 2.1 Debiti verso clientela 3 - c/c 3 - altri debiti - con opz.di rimborso anticipato - altri 2.2 Debiti verso banche 8.538 - c/c - altri debiti 8.538 2.3 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altre 3. Derivati finanziari 458 108 3.1 Con titolo sottostante 458 108 - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati 458 108 + posizioni lunghe 272 + posizioni corte 186 108 3.2 Senza titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte

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Page 149: RELAZIONI E BILANCIO al 31 Dicembre 2010sentimenti e fatti contrastanti affollano i nostri pensieri e si affacciano ai nostri occhi, sia che gettia-mo lo sguardo al trascorso 2010,

1g. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie

Valuta di denominazione altre valute

a vi

sta

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a 3

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ltre

3 m

esi

fino

a 6

mes

i

da o

ltre

6 m

esi

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ltre

1 an

no

fino

a 5

anni

da o

ltre

5 an

ni

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Tipologia/Durata residua 1. Attività per cassa 177 1.1 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 1.2 Finanziamenti a banche 177 1.3 Finanziamenti a clientela - c/c - altri finanziamenti - con opz.di rimborso anticipato - altri 2. Passività per cassa 163 2.1 Debiti verso clientela 163 - c/c 85 - altri debiti 78 - con opz.di rimborso anticipato - altri 78 2.2 Debiti verso banche - c/c - altri debiti 2.3 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altre 3. Derivati finanziari 3.1 Con titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 3.2 Senza titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte

Di seguito vengono riportati gli effetti di una variazione dei tassi d’interesse di +/- 100 punti su alcune grandezze: Shock -1% Shock +1% Margine d’interesse -21,967% 21,967% Margine d’intermediazione -16,006% 16,006% Risultato d’esercizio -116,950% 116,950% Valore patrimonio netto -3,332% 3,332%

L’analisi di scenario elaborata su tassi forward è sviluppata sul portafoglio di negoziazione e bancario nel suo complesso e viene riportata di seguito.

Scenario tassi forward Margine d’interesse 12,877% Margine d’intermediazione 9,383% Risultato d’esercizio 68,556% Valore patrimonio netto 1,953%

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2.3 – RISCHIO DI CAMBIO

Il rischio di cambio rappresenta il rischio di subire perdite sulle operazioni in valuta per effetto di avverse variazioni dei corsi delle divise estere.

Nell'esercizio dell'attività in cambi la Cassa non assume posizioni speculative.

INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA

A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di cambio

La Cassa, che ha un limite della posizione netta in cambi pari al 2% del patrimonio di vigilanza, è marginalmente esposta al rischio di cambio per effetto dell’attività di servizio alla clientela.

L’esposizione al rischio di cambio si fonda sul calcolo della “posizione netta in cambi”, in base a quanto previsto dalla normativa di Vigilanza in materia, cioè del saldo di tutte le attività e le passività (in bilancio e “fuori bilancio”) relative a ciascuna valuta, ivi incluse le operazioni in euro indicizzate all’andamento dei tassi di cambio di valute ed è determinata anche attraverso la metodologia Forex Value at Risk (Fx VaR).

La misurazione del rischio di cambio viene effettuata in termini di Forex Value at Risk (Fx VaR), secondo l’approccio parametrico varianza/covarianza, con holding period 1 giorno e livello di confidenza 99%. Tale metodo determina l’impatto che mutamenti avversi nelle condizioni di mercato possono avere sulle posizioni della Cassa e fornisce una misura probabilistica del valore massimo di perdita che si potrebbe realizzare nell’orizzonte temporale preso in esame.

Il modello viene gestito in modo accentrato e le risultanze delle elaborazioni giornaliere vengono divulgate ai singoli utenti.

Tale modello interno non viene utilizzato nel calcolo dei requisiti patrimoniali sui rischi di mercato. La struttura organizzativa vede la gestione del rischio di cambio demandata all’Ufficio Estero e la misurazione dell’esposizione attribuita all’Ufficio Controllo di Gestione.

B. Attività di copertura del rischio di cambio

L’attività di copertura del rischio cambio avviene attraverso un’attenta politica di sostanziale pareggiamento delle posizioni in valuta rilevate.

INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA

1. Distribuzione per valuta di denominazione delle attività, delle passività e dei derivati Valute

Voci Dollari

USA Sterline Yen Dollari

canadesi Franchi svizzeri

Altre valute

A. Attività finanziarie 2.382 40 3.719 3 8.426 177 A.1 Titoli di debito A.2 Titoli di capitale A.3 Finanziamenti a banche 1.595 40 6 3 145 177 A.4 Finanziamenti a clientela 787 3.713 8.281 A.5 Altre attività finanziarie B. Altre attività 92 26 6 5 69 4 C. Passività finanziarie 2.118 70 3.739 8.541 163 C.1 Debiti verso banche 602 29 3.739 8.538 C.2 Debiti verso clientela 1.516 41 3 163 C.3 Titoli di debito C.4 Altre passività finanziarie D. Altre passività E. Derivati finanziari 1.714 4 46 - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati 1.714 4 46 + posizioni lunghe 671 3 12 + posizioni corte 1.043 1 34 Totale attività 3.145 69 3.725 8 8.507 181 Totale passività 3.161 71 3.739 8.575 163 Sbilancio (+/-) -16 -2 -14 8 -68 18

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2.4 GLI STRUMENTI DERIVATI

A. DERIVATI FINANZIARI

A.2 Portafoglio bancario: valori nozionali di fine periodo e medi

A.2.1 Di copertura 2010 2009

Attività sottostanti/Tipologie derivati Over the counter

Controparti centrali

Over the counter

Controparti centrali

1. Titoli di debito e tassi d'interesse a) Opzioni b) Swap c) Forward d) Futures e) Altri 2. Titoli di capitale e indici azionari a) Opzioni b) Swap c) Forward d) Futures e) Altri 3. Valute e oro 1.217 1.494 a) Opzioni b) Swap c) Forward d) Futures e) Altri 1.217 1.494 4. Merci 5. Altri sottostanti Totale 1.217 1.494 Valori medi 1.776 1.159

Nella tabella sopra esposta sono riportati i valori nozionali delle compravendite a termine di valute.

A.3 Derivati finanziari: fair value lordo positivo – ripartizione per prodotti Fair value positivo 2010 2009

Portafogli/Tipologie derivati Over the counter

Controparti centrali

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Controparti centrali

A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza a) Opzioni b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equità swap e) Forward f) Futures g) Altri B. Portafoglio bancario – di copertura 27 13 a) Opzioni b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equità swap e) Forward f) Futures g) Altri 27 13 C. Portafoglio bancario – altri derivati a) Opzioni b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equità swap e) Forward f) Futures g) Altri Totale 27 13

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A.4 Derivati finanziari: fair value lordo negativo – ripartizione per prodotti Fair value negativo 2010 2009

Portafogli/Tipologie derivati Over the counter

Controparti centrali

Over the counter

Controparti centrali

A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza a) Opzioni b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equità swap e) Forward f) Futures g) Altri B. Portafoglio bancario – di copertura 26 13 a) Opzioni b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equità swap e) Forward f) Futures g) Altri 26 13 C. Portafoglio bancario – altri derivati a) Opzioni b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equità swap e) Forward f) Futures g) Altri Totale 26 13

A.7 Derivati finanziari OTC – portafoglio bancario: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti – contratti non rientranti in accordi di compensazione

Contratti non rientranti in accordi di compensazione G

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1) Titoli di debito e tassi d'interesse - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura 2) Titoli di capitale e indici azionari - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura 3) Valute e oro - valore nozionale 609 609 - fair value positivo 26 1 - fair value negativo 1 26 - esposizione futura 6 6 4) Altri valori - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura

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A.9 Vita residua dei derivati finanziari OTC: valori nozionali

Sottostanti/Vita residua Fino a 1 anno

Oltre 1 anno e

fino a 5 anni Oltre

5 anni Totale A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza A.1 Derivati finanziari su titoli di debito e tassi d'interesse A.2 Derivati finanziari su titoli di capitale e indici azionari A.3 Derivati finanziari su tassi di cambio e oro A.4 Derivati finanziari su altri valori B. Portafoglio bancario 1.217 1.217 B.1 Derivati finanziari su titoli di debito e tassi d'interesse B.2 Derivati finanziari su titoli di capitale e indici azionari B.3 Derivati finanziari su tassi di cambio e oro 1.217 1.217 B.4 Derivati finanziari su altri valori Totale 1.217 1.217 Totale 2009 1.494 1.494

B. DERIVATI CREDITIZI

La Cassa non ha in essere contratti derivati su crediti.

C. DERIVATI FINANZIARI E CREDITIZI

La Cassa non ha in essere contratti derivati finanziari rientranti in accordi di compensazione.

SEZIONE 3 – RISCHIO DI LIQUIDITÀ

INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA

A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di liquidità

Si definisce rischio di liquidità la possibilità che la Cassa non riesca a mantenere i propri impegni di pagamento a causa dell’incapacità di reperire nuovi fondi (funding liquidity risk), dell’incapacità di vendere attività sul mercato (asset liquidity risk) per far fronte allo sbilancio da finanziare ovvero del fatto di essere costretta a sostenere costi molto alti per far fronte ai propri impegni.

Le fonti del rischio di liquidità a cui è esposta la Cassa sono individuabili principalmente nei processi della Finanza/Tesoreria, della Raccolta e del Credito.

A partire dalla seconda metà del 2008 la Cassa misura, monitora e controlla la propria posizione di liquidità di breve periodo (fino a 12 mesi) sulla base del calcolo degli sbilanci (gap) periodali e cumulati della maturity ladder elaborata nell’ambito del già richiamato Progetto di Categoria “Basilea 2”.

Il controllo sul rischio di liquidità viene attualmente effettuato con cadenza trimestrale, assumendo a riferimento le ex-regole sulla trasformazione delle scadenze della Banca d’Italia.

La maturity ladder utilizzata dalla Cassa impiega la base informativa A2 della Matrice dei Conti quale principale fonte alimentante. In particolare, essa è stata costruita sulla base del cd. “metodo ibrido”, intermedio tra l’”approccio degli stock” e quello dei “flussi di cassa”; tale metodo, oltre ad allocare i flussi di cassa delle poste attive e passive sulla base della loro vita residua, prevede la categoria rappresentata dallo stock di attività finanziarie prontamente monetizzabili (APM), ossia le disponibilità di base monetaria e le attività rapidamente convertibili in base monetaria attraverso la liquidazione delle relative posizioni e/o l’ottenimento di linee di credito concedendole in garanzia. L’allocazione nelle varie fasce temporali dei flussi di cassa generati dalle diverse tipologie di poste attive (diverse da quelle ricomprese nelle APM) e passive è effettuata sulla base dei seguenti criteri: - collocazione in base alle rispettive date di regolamento e/o esigibilità dei flussi certi originati da poste

patrimoniali con scadenze contrattualmente determinate. Le poste attive relative ad operazioni creditizie nei confronti della clientela ordinaria sono considerate al netto di uno scarto determinato in funzione delle rettifiche di valore mediamente operate dalla Cassa e del roll-over degli impieghi in scadenza e delle linee di credito/aperture di credito in rinnovo;

- posizionamento nella fascia “a vista” dei flussi relativi alle poste patrimoniali ad utilizzo incerto (poste a vista, linee di credito, garanzie) per una quota parte determinata mediante l’applicazione di coefficienti di tiraggio delle poste stesse definiti sulla base di valutazioni judgement-based e/o di quanto previsto nel “modello di valutazione

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MID” e delle prassi in materia seguite dai principali gruppi bancari italiani e sulla base di una metodologia di stima che utilizza i dati storici della Cassa;

- posizionamento dei flussi stimati relativi ad operazioni future nelle presumibili date di scadenza/realizzazione degli eventi che li genera (imposte, dividendi, ecc.).

I flussi di cassa immediatamente realizzabili dall’utilizzo dei titoli rientranti tra le APM sono, invece, determinati tenendo conto delle diverse caratteristiche di negoziabilità e rifinanziamento degli stessi.

Tale ripartizione dei flussi di cassa delle poste attive e passive sulle fasce temporali della maturity ladder è volta a riflettere le aspettative della Cassa ed è, quindi, relativa ad un quadro di operatività ordinaria o moderatamente teso sotto il profilo della liquidità.

L’obiettivo di tale controllo è di garantire il mantenimento di riserve di liquidità sufficienti ad assicurare la solvibilità nel breve termine ed, al tempo stesso, il mantenimento di un sostanziale equilibrio fra le scadenze medie di impieghi e raccolta.

La gestione della liquidità è affidata, per specifiche competenze, alla Direzione Amministrativa, che si avvale delle previsioni di impegno e, in particolare, dei flussi di cassa in scadenza, rilevati tramite la procedura C.R.G. di Iccrea Banca (conto di regolamento giornaliero). Per il monitoraggio dei flussi finanziari un ulteriore strumento di supporto è la gestione dello scadenzario dei flussi in entrata e in uscita affidata alla Direzione Finanza.

Sono in corso da parte della Cassa degli approfondimenti per la definizione - e conseguente adozione - di una regolamentazione interna sulla gestione e controllo della liquidità sulla base dello standard di liquidity policy elaborato, alla luce delle linee guida in materia fornite dalla Circolare n. 263/06 della Banca d’Italia, nell’ambito del citato progetto di Categoria “Basilea 2”.

Lo scorso 13 dicembre la Banca d’Italia con il 4° a ggiornamento alla Circolare n. 263/2006 ha dato applicazione in Italia alle innovazioni in materia di governo e gestione del rischio di liquidità previste dalla cd. CRD 2, recependo anche le linee-guida emanate sul tema dal Comitato delle autorità europee di vigilanza bancaria (CEBS) e dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria.

La nuova disciplina, che si applica – secondo criteri di proporzionalità - a partire dal 31 dicembre 2010, prevede: (i) regole in materia di organizzazione e controlli interni, esplicitando il ruolo degli organi e delle funzioni aziendali e delineando l'articolazione fondamentale del processo di gestione del rischio; (ii) l’adozione di un sistema di prezzi di trasferimento interno dei fondi; e (iii) obblighi di informativa pubblica.

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SEZIONE 4 – RISCHI OPERATIVI

INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA

A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio operativo

Il rischio operativo, così come definito dalla nuova regolamentazione prudenziale, è “il rischio di subire perdite derivanti dalla inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni”. Tale definizione include il rischio legale, ma non considera quello reputazionale e strategico.

Il rischio operativo, in quanto tale, è un rischio puro, essendo ad esso connesse solo manifestazioni negative dell’evento. Tali manifestazioni sono direttamente riconducibili all’attività della Cassa e riguardano tutta la struttura della stessa (governo, business e supporto).

Con riferimento alla misurazione regolamentare del requisito prudenziale a fronte dei rischi operativi, la Cassa, non raggiungendo le specifiche soglie di accesso alle metodologie avanzate individuate dalla Vigilanza e in considerazione dei propri profili organizzativi, operativi e dimensionali, ha deliberato l’applicazione del metodo base (Basic Indicator Approach – BIA).

Sulla base di tale metodologia, il requisito patrimoniale a fronte dei rischi operativi viene misurato applicando il coefficiente regolamentare del 15% alla media delle ultime tre osservazioni su base annuale di un indicatore del volume di operatività aziendale, individuato nel margine di intermediazione.

Il requisito è calcolato utilizzando esclusivamente i valori dell’indicatore rilevante determinato in base ai principi contabili IAS e si basa sulle osservazioni disponibili aventi valore positivo.

Nel corso dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2010 anche il rischio operativo è risultato oggetto di specifiche e mirate verifiche. In particolare, sono stati oggetto di verifica i profili abilitativi al sistema informativo aziendale, nell’ottica di migliorare la segregazione funzionale.

Peraltro si evidenzia come la Cassa, nell’ambito di un progetto di Categoria, ha già definito il cd. “Piano di Continuità Operativa”, volto a cautelare la Cassa stessa a fronte di eventi di crisi che ne possano inficiare la piena operatività, formalizzando le procedure operative da adottare negli scenari di crisi considerati ed esplicitando ruoli e responsabilità dei diversi attori coinvolti.

Il rischio legale connesso ai procedimenti giudiziari pendenti nei confronti della Cassa rappresenta un usuale e fisiologico contenzioso che è stato debitamente analizzato al fine di effettuare, ove ritenuto opportuno, adeguati accantonamenti in bilancio conformemente ai nuovi principi contabili.

Con specifico riguardo al rischio legale (il rischio di subire perdite derivanti da violazioni di leggi o regolamenti, da responsabilità contrattuale o extra-contrattuale ovvero da altre controversie) si rende necessario, anche alla luce dell’importante evoluzione del quadro normativo e regolamentare di riferimento, continuare nell’impegno sinora profuso per mantenere una cultura aziendale improntata a principi di onestà, correttezza e rispetto delle norme interne ed esterne all’azienda, approntando specifici presidi organizzativi volti ad assicurare il rigoroso rispetto delle prescrizioni normative e di autoregolamentazione.

I requisiti organizzativi per la gestione del rischio di non conformità normativa fissati dalle Istruzioni di Vigilanza in materia (che prevedono la creazione all’interno della banca di una funzione ad hoc, la funzione di compliance, deputata al presidio e controllo del rispetto delle norme) assumono, in tal senso, un ruolo rilevante. Tale funzione, inserendosi nel complessivo ambito del sistema dei controlli interni, costituisce infatti un ulteriore contributo oltre che all’efficienza ed efficacia delle operazioni aziendali, all’affidabilità dell’informazione finanziaria e al rispetto della legge. Come noto, relativamente all’adeguamento alle disposizioni in materia di conformità normativa, è in corso un progetto di Categoria, coordinato da Federcasse e al quale partecipa anche la Federazione locale, nel cui ambito è stato già definito il quadro metodologico di riferimento. Le istruzioni di vigilanza definiscono i principi di carattere generale, volti ad individuare le finalità ed i principali compiti della funzione, riconoscendo nel contempo alle banche piena discrezionalità nella scelta delle soluzioni organizzative più idonee ed efficaci per realizzarli e rimettendo la responsabilità dell’attuazione e della supervisione complessiva del sistema di gestione del rischio agli organi di governo societario. Rileva a tal fine la definizione dei ruoli e delle responsabilità di processo in coerenza con le peculiarità dimensionali ed operative e l’assetto organizzativo e strategico della gestione dei rischi della Cassa. In proposito sono attualmente in corso le riflessioni, di concerto con la Federazione locale e tenendo debitamente conto delle specificità organizzative e operative della banca per l’individuazione del modello organizzativo di riferimento anche alla luce della possibilità, prevista dalle disposizioni normative, di esternalizzazione della funzione o di supporto, da parte delle strutture associative, nell’esecuzione delle attività di competenza. Nelle more dell’attivazione della Funzione, il Consiglio di Amministrazione ha provveduto a individuare il referente responsabile dell’esecuzione dei contenuti di controllo previsti dalla MiFID, (cfr. Regolamento congiunto Consob/Banca d’Italia del 30/10/2007). In via di continuità e coerentemente con quanto previsto dal regolamento congiunto, tale referente è stato identificato nel responsabile dell’Ufficio Ispettorato come

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Page 163: RELAZIONI E BILANCIO al 31 Dicembre 2010sentimenti e fatti contrastanti affollano i nostri pensieri e si affacciano ai nostri occhi, sia che gettia-mo lo sguardo al trascorso 2010,

disciplinato nel Regolamento Intermediari n. 11522, art. 57, il cui precedente mandato è stato esteso per richiamare le ulteriori responsabilità introdotte dalle nuove norme sulla gestione dei servizi di investimento.

INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA

Le principali fonti di manifestazione del rischio operativo sono rappresentate dalle frodi, rapine, clonazioni di carte di credito e contraffazione di assegni.

Concorrono pure al totale delle perdite operative i danni ai beni materiali, in prevalenza sinistri e guasti alle strutture, e gli errori nelle transazioni utilizzate nella gestione quotidiana dell'operatività, principalmente riconducibili alla gestione degli strumenti di pagamento; questi eventi comportano perdite singole di piccola entità.

Tali fenomeni, considerata l'elevata rischiosità, di norma sono mitigati dalla stipula di polizze assicurative o da convenzioni interbancarie.

La Cassa cerca comunque di contenere al minimo o di trasferire i danni della specie.

Con riferimento ai dati relativi al 31 dicembre 2010, si precisa che la sopra indicata misurazione, pari al 15% del margine di intermediazione medio degli ultimi tre esercizi, esprime un requisito patrimoniale pari ad euro 8.809.483.

Pubblicazione dell’informativa al pubblico

La Cassa ha avviato al proprio interno le necessarie attività per l’adeguamento ai requisiti normativi della “Informativa al Pubblico” introdotti dal c.d. “Pillar III” di Basilea 2; le previste tavole informative (risk report), ed i relativi aggiornamenti, sono pubblicate sul sito internet della Cassa "www.cracantu.it".

PARTE F – INFORMAZIONI SUL PATRIMONIO

SEZIONE 1 – IL PATRIMONIO DELL’IMPRESA

A. INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA

Una delle consolidate priorità strategiche della Cassa è rappresentata dalla consistenza e dalla dinamica dei mezzi patrimoniali. L'evoluzione del patrimonio aziendale non solo accompagna puntualmente la crescita dimensionale, ma rappresenta un elemento decisivo nelle fasi di sviluppo. Per assicurare una corretta dinamica patrimoniale in condizioni di ordinaria operatività, la Cassa ricorre soprattutto al rafforzamento delle riserve attraverso la destinazione degli utili netti.

La Cassa destina infatti alla riserva legale la quasi totalità degli utili netti di esercizio.

Il patrimonio netto della Cassa è determinato dalla somma del capitale sociale e delle riserve di capitale e di utili, così come indicato nella Parte B - Sezione 14 Passivo della presente Nota integrativa.

La nozione di patrimonio che la Cassa utilizza nelle sue valutazioni è sostanzialmente riconducibile al Patrimonio di Vigilanza, nelle due componenti “di base” (Tier 1) e “supplementare” (Tier 2). Il patrimonio così definito rappresenta infatti, a giudizio della Cassa, il miglior riferimento per una efficace gestione in chiave sia strategica che di corrente operatività. Esso costituisce il presidio di riferimento delle disposizioni di Vigilanza prudenziale, in quanto risorsa finanziaria in grado di assorbire le possibili perdite prodotte dall'esposizione della Cassa ai rischi tipici della propria attività, assumendo un ruolo di garanzia nei confronti di depositanti e creditori.

Le dinamiche patrimoniali sono costantemente monitorate dal management. Gli aspetti oggetto di verifica sono principalmente i ratios rispetto alla struttura finanziaria della banca (impieghi, crediti anomali, immobilizzazioni, totale attivo) e il grado di copertura dei rischi.

Per i requisiti patrimoniali minimi si fa riferimento ai parametri obbligatori stabiliti dalle Istruzioni di Vigilanza, in base alle quali il patrimonio della banca deve rappresentare almeno l'8% del totale delle attività ponderate (total capital ratio) in relazione al profilo di rischio creditizio, valutato in base alla categoria delle controparti debitrici, alla durata ed alle garanzie ricevute. Le banche sono inoltre tenute a rispettare i requisiti patrimoniali connessi all'attività di intermediazione, oltre a quelli a fronte del c.d. “rischio operativo”.

Le banche sono inoltre tenute a rispettare i requisiti patrimoniali connessi all'attività di intermediazione.

Per le banche di Credito Cooperativo sono inoltre previste differenti forme di limitazione all'operatività aziendale quali: - il vincolo dell'attività prevalente nei confronti dei soci, secondo il quale più del 50% delle attività di rischio deve

essere destinato a soci o ad attività prive di rischio;

162

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- il vincolo del localismo, secondo il quale non è possibile destinare più del 5% delle proprie attività al di fuori della zona di competenza territoriale, identificata generalmente nei comuni ove la banca ha le proprie succursali ed in quelli limitrofi.

L'attuale consistenza patrimoniale consente il rispetto delle regole di vigilanza prudenziale previste per tutte le banche, nonché quelle specifiche dettate per le banche di credito cooperativo.

Obiettivo della Cassa è comunque quello di mantenere un’adeguata copertura patrimoniale a fronte dei requisiti richiesti dalle norme di Vigilanza; la loro evoluzione viene pertanto stimata in sede di attività di pianificazione sulla base degli obiettivi stabiliti dal Consiglio di Amministrazione. Egualmente attenta è la fase di verifica ex-post.

B. INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA

Per quanto riguarda le informazioni di natura quantitativa e, in particolare, la composizione del patrimonio netto della Cassa, si fa rimando alla Parte B - Sezione 14 Passivo della presente Nota integrativa.

B.1 Patrimonio dell'impresa: composizione Voci/Valori 2010 2009 1. Capitale 1.162 1.137 2. Sovrapprezzi di emissione 1.861 1.769 3. Riserve 246.423 238.971 - di utili 246.423 238.971 a) legale 246.197 238.745 b) statutaria 181 181 c) azioni proprie d) altre 45 45 - altre 4. Strumenti di capitale 5. (Azioni proprie) 6. Riserve da valutazione: 970 5.361 - Attività finanziarie disponibili per la vendita -3.127 1.264 - Attività materiali - Attività immateriali - Copertura di investimenti esteri - Copertura dei flussi finanziari - Differenze di cambio - Attività non correnti in via di dismissione - Utili (perdite) attuariali relativi a piani previdenziali a benefici definiti - Quote delle riserve da valutazione relative alle partecipate valutate al patrimonio netto - Leggi speciali di rivalutazione 4.097 4.097 - rivalutazione ex L. 72/83 1.487 1.487 - rivalutazione ex L. 413/91 2.610 2.610 7. Utile (perdita) d'esercizio 7.414 8.257 Totale 257.830 255.495

B.2 Riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione

Attività/Valori

2010 2009 Riserva positiva

Riserva negativa

Riserva positiva

Riserva negativa

1. Titoli di debito 6 2.777 1.487 51 2. Titoli di capitale 3. Quote di O.I.C.R. 356 1 173 4. Finanziamenti Totale 6 3.133 1.488 224

163

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B.3 Riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita: variazioni annue

Titoli di debito

Titoli di capitale

Quote di O.I.C.R.

Finanzia menti

1. Esistenze iniziali 1.436 -172 2. Variazioni positive 2.054 183 2.1 Incrementi di fair value 13 2.2 Rigiro a conto economico di riserve negative 18 - da deterioramento - da realizzo 18 2.3 Altre variazioni 2.036 170 3. Variazioni negative 6.261 367 3.1 Riduzioni di fair value 6.179 284 3.2 Rettifiche da deterioramento 3.3 Rigiro a conto economico da riserve positive: da realizzo 55 1 3.4 Altre variazioni 27 82 4. Rimanenze finali -2.771 -356

Le sottovoci 2.3 e 3.4 “Altre variazioni” comprendono anche la movimentazione della fiscalità IRES e IRAP, anticipata e differita.

SEZIONE 2 – IL PATRIMONIO E I COEFFICIENTI DI VIGILANZA

2.1 – PATRIMONIO DI VIGILANZA

A. INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA

Il patrimonio di vigilanza ed i coefficienti patrimoniali sono stati calcolati sulla base dei valori patrimoniali e del risultato economico determinati con l'applicazione dei principi contabili internazionali IAS/IFRS e tenendo conto dei principi generali che informano la nuova disciplina del patrimonio di vigilanza e dei coefficienti prudenziali.

Il patrimonio di vigilanza viene calcolato come somma delle componenti positive e negative, in base alla loro qualità patrimoniale; le componenti positive devono essere nella piena disponibilità della Cassa, al fine di poterle utilizzare nel calcolo degli assorbimenti patrimoniali.

Esso, che costituisce il presidio di riferimento delle disposizioni di vigilanza prudenziale, è costituito dal patrimonio di base e dal patrimonio supplementare al netto di alcune deduzioni; in particolare:

1. Patrimonio di base (Tier 1)

Il capitale sociale, i sovrapprezzi di emissione, le riserve di utili e di capitale, costituiscono gli elementi patrimoniali di primaria qualità. Il totale dei suddetti elementi, previa deduzione delle azioni o quote proprie, delle attività immateriali, nonché delle eventuali perdite registrate negli esercizi precedenti ed in quello in corso costituisce il patrimonio di base.

2. Patrimonio supplementare (Tier 2)

Le riserve di valutazione, gli strumenti ibridi di patrimonializzazione e le passività subordinate costituiscono gli elementi positivi del patrimonio supplementare, ammesso nel calcolo del patrimonio di vigilanza entro un ammontare massimo pari al patrimonio di base; le passività subordinate non possono superare il 50% del Tier 1.

Da tali aggregati vanno dedotte le partecipazioni, gli strumenti innovativi di capitale, gli strumenti ibridi di patrimonializzazione e le attività subordinate detenuti in altre banche e società finanziarie.

3. Patrimonio di terzo livello

La Cassa non fa ricorso a strumenti computabili in tale tipologia di patrimonio.

164

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B.– INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA

2010 2009 A. Patrimonio di base prima dell'applicazione dei filtri prudenziali 255.799 249.133 B. Filtri prudenziali del patrimonio di base: -357 -172 B.1 Filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+) B.2 Filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-) -357 -172 C. Patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre (A + B) 255.442 248.961 D. Elementi da dedurre dal patrimonio di base E. Totale patrimonio di base (TIER 1) (C – D) 255.442 248.961 F. Patrimonio supplementare prima dell'applicazione dei filtri prudenziali 5.483 5.533 G. Filtri prudenziali del patrimonio supplementare: -693 -718 G.1 Filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+) G.2 Filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-) -693 -718 H. Patrimonio supplementare al lordo degli elementi da dedurre (F+G) 4.790 4.815 I. Elementi da dedurre dal patrimonio supplementare L. Totale patrimonio supplementare (TIER 2) (H – I) 4.790 4.815 M. Elementi da dedurre dal totale patrimonio di base e supplementare N. Patrimonio di vigilanza (E + L – M) 260.232 253.776 O. Patrimonio di terzo livello (TIER 3) P. Patrimonio di vigilanza incluso TIER 3 (N + O) 260.232 253.776

La Cassa, con delibera del 18/06/2010, ha esercitato l'opzione proposta da Banca d'Italia di neutralizzare completamente sia le plus che le minus relative ai titoli di debito emessi da amministrazioni centrali di paesi appartenenti all'Unione Europea inclusi nel portafoglio "attività finanziarie disponibili per la vendita AFS" per evitare un'ingiustificata volatilità del Patrimonio di Vigilanza.

2.2 – ADEGUATEZZA PATRIMONIALE

A. INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA

La Banca d’Italia con l’emanazione della Circolare n. 263 del 27 dicembre 2006 (“Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche”) e successivi aggiornamenti, ha ridisegnato la normativa prudenziale delle banche e dei gruppi bancari recependo le direttive comunitarie in materia di adeguatezza patrimoniale degli intermediari finanziari: Nuovo Accordo di Basilea sul Capitale (cd. ”Basilea 2”).

La nuova struttura della regolamentazione prudenziale si basa su tre Pilastri: - il Primo attribuisce rilevanza alla misurazione dei rischi e del patrimonio, prevedendo il rispetto di requisiti

patrimoniali per fronteggiare alcune principali tipologie di rischi dell’attività bancaria e finanziaria (di credito, di controparte, di mercato e operativi); a tal fine sono previste metodologie alternative di calcolo dei requisiti patrimoniali caratterizzate da diversi livelli di complessità nella misurazione dei rischi e nei requisiti organizzativi di controllo;

- il Secondo richiede agli intermediari finanziari di dotarsi di una strategia e di un processo di controllo dell’adeguatezza patrimoniale, attuale e prospettica, evidenziando l’importanza della governance quale elemento di fondamentale significatività anche nell’ottica dell’Organo di Vigilanza, a cui è rimessa la verifica dell’attendibilità e della correttezza di questa valutazione interna;

- il Terzo introduce specifici obblighi di informativa al pubblico riguardanti l’adeguatezza patrimoniale, l’esposizione ai rischi e le caratteristiche generali dei relativi sistemi di gestione e controllo.

I coefficienti prudenziali al 31 dicembre 2010 sono determinati secondo la metodologia prevista dall’Accordo sul Capitale – Basilea 2, adottando il metodo Standardizzato per il calcolo dei requisiti patrimoniali a fronte del rischio di credito e controparte e quello Base per il calcolo dei rischi operativi.

In base alle istruzioni di Vigilanza, le banche devono mantenere costantemente, quale requisito patrimoniale in relazione ai rischi di perdita per inadempimento dei debitori (rischio di credito), un ammontare del patrimonio di vigilanza pari ad almeno l’8 per cento delle esposizioni ponderate per il rischio (total capital ratio).

Le banche sono tenute inoltre a rispettare in via continuativa i requisiti patrimoniali per i rischi generati dalla operatività sui mercati riguardanti gli strumenti finanziari, le valute e le merci. Con riferimento ai rischi di mercato calcolati sull’intero portafoglio di negoziazione la normativa identifica e disciplina il trattamento dei diversi tipi di rischio: rischio di posizione su titoli di debito e di capitale, rischio di regolamento e rischio di concentrazione. Con riferimento all’intero bilancio occorre inoltre determinare il rischio di cambio.

Per la valutazione della solidità patrimoniale assume notevole rilevanza anche il c.d. Tier 1 capital ratio, rappresentato dal rapporto tra patrimonio di base e le complessive attività di rischio ponderate.

165

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Come già indicato nella Sezione 1, la Cassa ritiene che l’adeguatezza patrimoniale rappresenti uno dei principali obiettivi strategici. Conseguentemente, il mantenimento di un’adeguata eccedenza patrimoniale rispetto ai requisiti minimi costituisce oggetto di costanti analisi e verifiche, in termini sia consuntivi che prospettici. Le risultanze delle analisi consentono di individuare gli interventi più appropriati per salvaguardare i livelli di patrimonializzazione.

Al netto della quota assorbita dai rischi di credito, dai rischi di mercato e dai rischi operativi, l’eccedenza patrimoniale si attesta ad euro 148.178.783.

B. INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA

Importi non ponderati Importi ponderati

/requisiti Categorie/Valori 2010 2009 2010 2009 A. ATTIVITA' DI RISCHIO A.1 Rischio di credito e di controparte 2.840.068 2.843.749 1.296.823 1.292.565 1. Metodologia standardizzata 2.839.477 2.843.157 1.289.438 1.285.170 2. Metodologia basata sui rating interni 2.1 Base 2.2 Avanzata 3. Cartolarizzazioni 591 592 7.385 7.395 B. REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA B.1 Rischio di credito e di controparte 103.244 102.911 B.2 Rischi di mercato 1. Metodologia standard 2. Modelli interni 3. Rischio di concentrazione B.3 Rischio operativo 8.809 9.247 1. Metodo base 8.809 9.247 2. Metodo standardizzato 3. Metodo avanzato B.4 Altri requisiti prudenziali B.5 Altri elementi del calcolo B.6 Totale requisiti prudenziali 112.053 112.158 C. ATTIVITA' DI RISCHIO E COEFFICIENTI DI VIGILANZA C.1 Attività di rischio ponderate 1.400.663 1.401.975 C.2 Patrimonio di base/Attività di rischio ponderate (Tier 1 capital ratio) 18,24% 17,76% C.3 Patrimonio di vigilanza incluso TIER 3/Attività di rischio ponderate (Total capital ratio) 18,58% 18,10%

PARTE G – OPERAZIONI DI AGGREGAZIONE RIGUARDANTI IMPRESE O RAMI D'AZIENDA

SEZIONE 1 – OPERAZIONI REALIZZATE DURANTE L’ESERCIZIO

Nel corso dell’esercizio 2010 la Cassa non ha effettuato operazioni di aggregazione di imprese o rami d’azienda.

SEZIONE 2 – OPERAZIONI REALIZZATE DOPO LA CHIUSURA DELL’ESERCIZIO

Dopo la chiusura dell’esercizio e fino alla data di approvazione del progetto di bilancio da parte del Consiglio di Amministrazione la Cassa non ha perfezionato operazioni di aggregazione di imprese o rami d’azienda.

SEZIONE 3 – RETTIFICHE RETROSPETTIVE

La sezione risulta priva di valore in quanto la Cassa non ha effettuato operazioni di aggregazione nell'anno.

166

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PARTE H - OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE

1. Informazioni sui compensi dei dirigenti con responsabilità strategica

Compensi ai dirigenti con responsabilità strategiche

Si indicano di seguito i dati richiesti dallo IAS 24 par. 16 sui dirigenti con responsabilità strategiche, intendendosi come tali coloro che hanno il potere e la responsabilità della pianificazione, della direzione e controllo. Importi - Stipendi e altri benefici a breve termine 1.158 - Benefici successivi al rapporto di lavoro 100 Totale 1.258

Compensi agli amministratori Importi - Benefici a breve termine 265 - Benefits 2 Totale 267

Compensi ai sindaci Importi - Benefici a breve termine 187 - Benefits 1 Totale 188

I compensi agli amministratori ed ai sindaci sono stati determinati con delibera dell'Assemblea del 07/05/2010.

Tali compensi comprendono i gettoni di presenza e le indennità di carica loro spettanti.

2. Informazioni sulle transazioni con parti correlate

Rapporti con parti correlate Attivo Passivo Garanzie rilasciate Ricavi Costi

Controllate 2.097 18 Collegate Amministratori 6.527 9.247 4 208 74 Sindaci 346 3 Dirigenti 106 947 3 7 Altre parti correlate 1.013 462 32 4 Totale 9.743 11.002 4 261 88

Le altre parti correlate sono rappresentate da entità soggette al controllo o all'influenza notevole di Amministratori o Dirigenti, ovvero dai soggetti che possono avere influenza notevole sui medesimi.

I rapporti e le operazioni intercorse con parti correlate non presentano elementi di criticità, sono riconducibili all'ordinaria attività di credito e di servizio.

Durante l'esercizio non sono state poste in essere operazioni di natura atipica o inusuale con parti correlate che, per significatività o rilevanza di importo, possano aver dato luogo a dubbi in ordine alla salvaguardia del patrimonio aziendale.

L'iter istruttorio relativo alle richieste di affidamento avanzate dalle parti correlate segue il medesimo processo di concessione creditizia riservato ad altre controparti non correlate con analogo merito creditizio. Per quanto riguarda le operazioni con i soggetti che esercitano funzioni di amministrazione, direzione e controllo della Cassa trova applicazione l'art. 136 del D.Lgs. 385/1993 e l'art. 2391 del codice civile.

Le operazioni con parti correlate sono regolarmente poste in essere a condizioni di mercato e comunque sulla base di valutazioni di convenienza economica e sempre nel rispetto della normativa vigente.

In particolare: - ai dirigenti con responsabilità strategiche vengono applicate le condizioni riservate a tutto il personale o previste

dal contratto di lavoro; - agli amministratori e sindaci vengono praticate le medesime condizioni dei soci.

Nel bilancio non risultano accantonamenti o perdite per crediti dubbi verso parti correlate.

Sugli stessi viene pertanto applicata solo la svalutazione collettiva.

167

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PARTE I – ACCORDI DI PAGAMENTO BASATI SU PROPRI STRUMENTI PATRIMONIALI

Nel presente bilancio la parte "accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali" risulta priva di valore.

PARTE L – INFORMATIVA DI SETTORE La Cassa non è tenuta a compilare la parte in quanto intermediario non quotato.

Informativa sui compensi della società di revisione ai sensi dell'art. 2427 del Codice Civile

In ottemperanza a quanto disposto dall'art. 2427 del Codice Civile, comunichiamo che i corrispettivi pattuiti con la società PricewaterhouseCoopers Spa per l'incarico di revisione legale dei conti annuali, per la funzione di controllo contabile, per la verifica contabile limitata del risultato semestrale ai fini della determinazione del patrimonio di vigilanza e per la verifica degli aggregati di riferimento per la determinazione del contributo da versare al Fondo Nazionale di Garanzia ammontano a € 36 mila annui oltre a iva e spese vive e di segreteria. Tali compensi sono adeguati annualmente sulla base dell'indice ISTAT (base giugno 2009).

Cantù, 29 marzo 2011

IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

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RELAZIONE DELLA SOCIETÀ DI REVISIONE

DATI STATISTICI

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R E L A Z I O N E D E L L A S O C I E T À D I R E V I S I O N E170

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171R E L A Z I O N E D E L L A S O C I E T À D I R E V I S I O N E

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Soci - Andamento statistico

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010ANNO

4.34

7

4.65

2

4.98

2

5.20

2

5.53

8

5.93

5

6.32

1

6.66

3

6.90

4

7.14

9

D A T I S T A T I S T I C I172

ANNO NUMERO

1907 691917 1181927 1211937 521947 371957 411967 3741977 1.0221987 1.6491997 2.283

DAL 1907 AL 1997

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Patrimonio - Andamento statistico(importi in euro)

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010ANNO

169.

179.

953,

11

176.

045.

869,

69

183.

641.

752,

58

191.

305.

694,

39

200.

005.

968,

57

211.

810.

088,

97

228.

604.

047,

73

245.

173.

734,

23

254.

690.

209,

46

257.

044.

167,

41

ANNO EURO

1907 0,041917 0,061927 0,061937 19,651947 206,921957 5.008,391967 18.886,831977 1.324.727,971987 34.277.184,521997 133.739.287,82

DAL 1907 AL 1997

173D A T I S T A T I S T I C I

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Raccolta - Andamento statistico(importi in euro)

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010ANNO

683.

866.

385,

50

777.

200.

854,

42

862.

113.

967,

56

921.

501.

795,

80

1.01

0.33

4.83

0,56

1.11

7.67

9.90

0,88

1.24

1.34

9.35

3,43

1.47

8.76

5.48

9,07

1.61

1.40

9.61

0,30

1.61

3.06

0.69

2,05

ANNO EURO

1907 17,541917 21,531927 302,891937 464,531947 9.391,871957 62.312,611967 1.006.857,451977 26.687.610,641987 226.545.992,701997 527.729.125,84

DAL 1907 AL 1997

dal 1997 sono comprese anche le operazioni“pronti contro termine” non considerate neglianni precedenti.

D A T I S T A T I S T I C I174

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Crediti verso Clientela - Andamento statistico(importi in euro)

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010ANNO

543.

835.

484,

96

608.

575.

380,

50

707.

762.

689,

60

806.

848.

154,

39

920.

209.

682,

56

1.03

9.76

9.39

9,85

1.19

0.71

7.88

7,97

1.35

4.21

6.31

8,41

1.46

9.77

5.75

1,81

1.60

9.93

7.04

0,40

ANNO EURO

1907 9,231917 6,471927 214,281937 141,731947 74,631957 12.160,001967 766.044,941977 12.802.554,061987 87.752.130,951997 373.194.894,19

DAL 1907 AL 1997

175D A T I S T A T I S T I C I

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la g

rafic

ac

an

- s

tud

io g

rafic

o

ma

relli

rug

ger

o-c

ant

ù

Suddivisione crediti a medio/lungo termine verso Clientelaper settori di attività economica

SOCIETA' NON FINANZIARIE 50,99%FAMIGLIE CONSUMATRICI 27,89%PMI 19,77%di cui artigiani 10,18%ISTITUZIONI SENZA SCOPO DI LUCRO 0,71%AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE 0,49%SOCIETA' FINANZIARIE 0,15%

D A T I S T A T I S T I C I176