religione e bioetica

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Religione e Bioetica I rapporti tra religione ed etica sono per loro natura molto delicati: se rientra nell'ambito delle religioni dettare regole di comportamento etico e sociale, è ai singoli governi che compete il potere legislativo e giudiziario. È pur vero che una posizione forte da parte delle maggiori autorità religiose può avere un peso determinante sia nel formare l'opinione pubblica sia nel fare pressione sui singoli governi. Ed è anche vero che esistono paesi dove il rapporto tra religione e stato è molto stretto, fino ad arrivare a un'identificazione quasi totale. Nel corso della storia questo ha determinato un po' ovunque attriti, guerre di religione e discriminazione delle minoranze, tutti problemi che non sono ancora scomparsi dal mondo odierno. Le esigenze e i conflitti determinati dalla convivenza multietnica e quindi multireligiosa in paesi che non vi erano storicamente abituati rischia anzi di alimentare l'intolleranza. Quello che qui ci interessa è un particolare aspetto del rapporto tra religioni e società nel senso più ampio del termine, e precisamente l'atteggiamento assunto nei confronti di nuovi problemi, sorti in seguito all'evoluzione tecnica e scientifica, che hanno aperto un dibattito cui partecipano sia laici sia religiosi di ogni provenienza. Trattandosi di problemi che toccano le basi della filosofia e coinvolgono l'essenza stessa della vita umana, ci sembra quello della bioetica un terreno che più di altri potrebbe mostrarsi fertile per far nascere una reciproca comprensione e una visione generale che tenga conto di diversi punti di vista. Ma se l'educazione scientifica - qualora ne sia garantito l'accesso - è universale, quella religiosa è più spesso educazione a una sola religione. Per aprire il confronto è invece necessario conoscere anche il punto di vista delle altre. È quindi senza intervenire in questo dibattito che siamo andati a cercare nella rete alcuni di questi punti di vista, ma anche esperienze concrete che lavorino in favore di questa comprensione. Dall'immagine qui sotto parte il percorso iconografico, che è raggiungibile anche dalle immagini che accompagnano il testo SOMMARIO Principi generali Un po' di storia La Tavola Valdese e i problemi etici posti dalla scienza Fondamenti di una bioetica ebraica Principi medici islamici Ingegneria genetica Un convegno interconfessional e La morale ebraica consente la clonazione? Trapianto d'organi La Chiesa cattolica di fronte ai trapianti AIDO - Le religioni e i trapianti d'organi Fecondazione assistita, contraccezione, aborto Cattolici e aborto: i vescovi e il Papa Buddismo e aborto Continenza e contraccezione: la morale cattolica La pillola del giorno dopo - Il comunicato dell'Accademia Pontificia per la vita Etica medica ebraica Dal Canada, indicazioni etiche per i medici Determinazione della morte, eutanasia, suicidio

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Page 1: Religione E Bioetica

Religione e Bioetica

I rapporti tra religione ed etica sono per loro natura molto delicati: se rientra nell'ambito delle religioni dettare regole di comportamento etico e sociale, è ai singoli governi che compete il potere legislativo e giudiziario. È pur vero che una posizione forte da parte delle maggiori autorità religiose può avere un peso determinante sia nel formare l'opinione pubblica sia nel fare pressione sui singoli governi. Ed è anche vero che esistono paesi dove il rapporto tra religione e stato è molto stretto, fino ad arrivare a un'identificazione quasi totale. Nel corso della storia questo ha determinato un po' ovunque attriti, guerre di religione e discriminazione delle minoranze, tutti problemi che non sono ancora scomparsi dal mondo odierno. Le esigenze e i conflitti determinati dalla convivenza multietnica e quindi multireligiosa in paesi che non vi erano storicamente abituati rischia anzi di alimentare l'intolleranza.

Quello che qui ci interessa è un particolare aspetto del rapporto tra religioni e società nel senso più ampio del termine, e precisamente l'atteggiamento assunto nei confronti di nuovi problemi, sorti in seguito all'evoluzione tecnica e scientifica, che hanno aperto un dibattito cui partecipano sia laici sia religiosi di ogni provenienza. Trattandosi di problemi che toccano le basi della filosofia e coinvolgono l'essenza stessa della vita umana, ci sembra quello della bioetica un terreno che più di altri potrebbe mostrarsi fertile per far nascere una reciproca comprensione e una visione generale che tenga conto di diversi punti di vista. Ma se l'educazione scientifica - qualora ne sia garantito l'accesso - è universale, quella religiosa è più spesso educazione a una sola religione. Per aprire il confronto è invece necessario conoscere anche il punto di vista delle altre.

È quindi senza intervenire in questo dibattito che siamo andati a cercare nella rete alcuni di questi punti di vista, ma anche esperienze concrete che lavorino in favore di questa comprensione.

Dall'immagine qui sotto parte il percorso iconografico, che è raggiungibile anche dalle immagini che accompagnano il testo

SOMMARIO

Principi generali

● Un po' di storia● La Tavola Valdese e i

problemi etici posti dalla scienza

● Fondamenti di una bioetica ebraica

● Principi medici islamici

Ingegneria genetica

Un convegno interconfessionale

La morale ebraica consente la clonazione?

Trapianto d'organi

● La Chiesa cattolica di

fronte ai trapianti ●

AIDO - Le religioni e i trapianti d'organi

Fecondazione assistita, contraccezione, aborto

● Cattolici e aborto: i vescovi e il Papa

● Buddismo e aborto● Continenza e

contraccezione: la morale cattolica

● La pillola del giorno dopo - Il comunicato dell'Accademia Pontificia per la vita

● Etica medica ebraica● Dal Canada, indicazioni

etiche per i medici

Determinazione della morte, eutanasia, suicidio

Page 2: Religione E Bioetica

Il suicidio secondo il Catechismo cattolico

Buddismo e suicidio

Il Papa e l'eutanasia

Eutanasia e cattolicesimo in pillole

Il buddismo e l'eutanasia● Diritto a morire? Il punto

di vista musulmano

Page 3: Religione E Bioetica

Religione e Bioeticaa cura di Leo Giacometti e Lorenza Sanna

Documenti, interviste, materiali dalla rete

Accanto al percorso in rete, vi proponiamo un viaggio fotografico tra pratiche religiose e mediche di civiltà di tutto il

mondo. Quando non espressamente dichiarato, le foto sono tratte da una raccolta di volumi degli anni Trenta, della Casa editrice Atlantis-Verlag, Berlino-Zurigo, di cui alcuni editi in

Italia da Sperling & Kupfer. Anche le didascalie che le accompagnano sono originali.

Un tema per molti media, N.1: Il Mondo di Tutti: Fede, Religione e Tolleranza

Il dibattito continua su...

Page 4: Religione E Bioetica

Un po' di storia

Da RELIGIOLOGIQUESRivista canadese di studio delle religioni a carattere monografico.

Il termine bioetica viene coniato nel 1970. Negli anni Sessanta, quando inizia a prendere forma un approccio di natura sistematica ai problemi legati allo sviluppo della biomedicina, (...) non si cercava di creare una nuova disciplina quanto piuttosto di trovare un posto per l'etica all'interno della biomedicina stessa. L'Hastngs Center non venne chiamato Centro per la Bioetica, ma Istituto per la Società, l'Etica e le Scienze della vita. E così il Kennedy Institute of Ethics.

I teologi protestanti furono al centro di quella che sarebbe diventata la bioetica. Tra i primi nomi che vengono alla mente non si possono dimenticare Joseph Fletcher, Paul Ramsay, James Childress e James Gustafson. Il libro di Fletcher Morale e medicina ebbe una forte risonanza, come anche Il paziente come persona di Ramsay. I pensatori protestanti eserciteranno un'influenza determinante per stabilire l'ordine del giorno della bioetica. Il tema dell'autonomia, che diventerà centrale in bioetica, non sarebbe stato pensabile in una cultura dominata dal cattolicesimo.

I cattolici si impegneranno in questo movimento a partire dal 1968. Nel 1969 Daniel Callahan, filosofo all'epoca molto legato alla Chiesa cattolica, fonda l'Hastings Center e nel 1971 André Hellegers, ginecologo cattolico e membro della Commissione pontificia sul controllo delle nascite, diviene direttore-fondatore del Kennedy Institute of Ethics che, nel cuore dell'università gesuita di Georgetown, voleva essere un centro ecumenico. Richard A. McCormick, teologo gesuita, divenne rapidamente un personaggio influente in ambito bioetico.

(...) Le tradizioni religiose, attraverso i miti d'origine, la liturgia, le affermazioni dogmatiche e la cura delle anime, cercano di cogliere il centro profondo dell'esistenza umana. Hanno quindi un modo del tutto particolare di porre la questione della vita umana. In ambito americano sembrerebbero essere state le uniche a occuparsene.

SOMMARIO

Principi generaliUn po' di storia

La Tavola Valdese e i problemi etici posti dalla scienza

Fondamenti di bioetica ebraica

Principi medici islamici

Ingegneria geneticaUn convegno

interconfessionale

La morale ebraica

consente la clonazione?

Trapianto d'organi

La Chiesa cattolica di fronte ai trapianti

AIDO - Le religioni e i

trapianti d'organi

Fecondazione assistita, contraccezione, aborto

Cattolici e aborto: i vescovi e il Papa

Buddismo e aborto

Continenza e contraccezione: la morale cattolica

La pillola del giorno dopo - Il comunicato dell'Accademia Pontificia per

la vita Etica medica ebraica

Dal Canada, indicazioni etiche per i medici

Page 5: Religione E Bioetica

Eutanasia, suicidio Il suicidio secondo il

Catechismo cattolico

Buddismo e suicidio

Il Papa e l'eutanasia

Eutanasia e cattolicesimo

in pillole Il buddismo e l'eutanasia

Diritto a morire? Il punto di vista musulmano

Page 6: Religione E Bioetica

La Tavola Valdese e i problemi etici posti dalla scienzahttp://www.chiesavaldese.org/index.htm

La Tavola Valdese ha nominato un "Gruppo di lavoro sui problemi etici posti dalla scienza", composto da membri delle Chiese Evangeliche attivi nell'ambito della ricerca, dell'università e della chiesa. Ecco qualche estratto dal documento programmatico, intitolato I problemi etici posti dalla scienza, e approvato dal Sinodo 2000 sulla Bioetica.

"L'etica non disconosce il concetto di autonomia della scienza. Le strutture conoscitive sono potenzialmente illimitate, senza limiti aprioristici. Non esiste la possibilità di definire un limite assoluto della scienza o un ambito che le possa essere sottratto. Si prospetta tuttavia un'intima relazione tra conoscenza e responsabilità. Il limite cui la scienza è sottoposta è imposto dalla natura

della materia vivente, nonché dalla struttura storica e temporale della cultura umana. Ogni scoperta apre nuove vie, ma va elaborata e valutata anche in base al grado di evoluzione dell'umanità che vi è coinvolta. Ad ogni nuova soglia di conoscenza inerisce una nuova considerazione della responsabilità globale che essa ha contribuito a far sorgere."

[…]L'etica riconosce e impiega il concetto di rispetto, che si applica a ogni forma di vita e all'ambiente nella sua globalità, e contribuisce alla ricerca di soluzioni nei casi in cui gli interessi della comunità umana confliggano con quelli delle altre forme di vita.

[…]Insieme e in relazione con tale nozione di rispetto, l'etica riconosce e usa la nozione di diritto, autonomia e difesa della persona. La libertà della persona non può essere limitata per asserire particolari visioni appartenenti a tradizioni filosofiche o religiose. Dal diritto nasce però anche l'obbligo. Si afferma quindi il dovere della legge di porre limiti e obblighi, dove la libertà, lasciata a se stessa, metterebbe fuori causa le acquisizioni di giustizia e uguaglianza faticosamente elaborate e parzialmente realizzate dall'umanità.

[…]L'intreccio dei problemi delineati ci porta infine a far menzione del loro aspetto economico. A questo livello troviamo altri importanti nessi di natura morale e giuridica legati alle nozioni già incontrate di limite e di diritto.

Nel sito ufficiale italiano, andando alla sezione Documenti dal frame a sinistra, si trovano altri articoli prodotti a partire dal

SOMMARIO

Principi generaliUn po' di storia

La Tavola Valdese e i problemi etici posti dalla scienza

Fondamenti di bioetica ebraica

Principi medici islamici

Ingegneria geneticaUn convegno

interconfessionale

La morale ebraica

consente la clonazione?

Trapianto d'organi La Chiesa cattolica di

fronte ai trapianti

AIDO - Le religioni e i trapianti d'organi

Fecondazione assistita, contraccezione, aborto

Cattolici e aborto: i vescovi e il Papa

Buddismo e aborto

Continenza e contraccezione: la morale cattolica

La pillola del giorno dopo - Il comunicato dell'Accademia Pontificia per

la vita Etica medica ebraica

Dal Canada, indicazioni etiche per i medici

Page 7: Religione E Bioetica

1995, ta cui:

Eutanasia e suicidio assistito●

Bioetica - Ricerca e orientamenti●

Interruzione volontaria della gravidanza●

Procreazione medicalmente assistita

Eutanasia, suicidio Il suicidio secondo il

Catechismo cattolico

Buddismo e suicidio

Il Papa e l'eutanasia

Eutanasia e cattolicesimo

in pillole Il buddismo e l'eutanasia

Diritto a morire? Il punto di vista musulmano

Page 8: Religione E Bioetica

Fondamenti di bioetica ebraica

Nel sito The Body, che raccoglie informazioni sull'Aids, potete leggere questo brano intitolato Risk: Principles of Judgment in Health Care Decisions. Si tratta di un capitolo del libro Duty and Healing: Foundations of a Jewish Bioethic, del Dottor Benjamin Freedman, pubblicato nel 1999 da Routledge Press.Benjamin Freedman scomparso nel 1997, è stato cofondatore e direttore del Clinical Trials Research Group (CTRG) della McGill University's Biomedical Ethics Unit. Potete leggere qualche notizia su di lui e una presentazione del libro in queste pagine del sito della McGill.

"Duty and Healing" tratta dei problemi etici che si incontrano più frequentemente nelle situazioni cliniche: il consenso informato del paziente, il ricorso a cure e interventi che prolunghino la vita anche quando non ci siano più speranze di guarigione ecc. Alla base dell'analisi, il concetto ebraico di "dovere morale" e un raffronto con le fonti tradizionali. Quello che segue è un brano tradotto dal capitolo citato.

L'atteggiamento ebraico nei confronti del dolore

Sarebbe impossibile affrontare la questione legale della durata e della qualità della vita nell'ebraismo senza prendere in considerazione l'atteggiamento degli ebrei nei confronti del dolore e della sofferenza. E' innegabile che l'ebraismo, similmente a molte altre religioni e tradizioni filosofiche, assegni un certo valore alla sofferenza e ai suoi effetti positivi: "purificare" l'anima e indurre al pentimento. In linea di principio, quindi, il Talmud afferma che è un privilegio soffrire sette anni anziché morire all'istante. Nell'insieme, però, si ritiene che gli aspetti negativi del dolore sopravanzino quelli positivi, così, quando a un rabbino sofferente venne chiesto: "Ti sono cari i tuoi tormenti?", egli rispose: "Né loro né la loro ricompensa".Tradizioni più ascetiche vedono il dolore come una specie di benedizione. Sarebbe più esatto dire che per l'ebraismo il dolore è piuttosto una specie di maledizione: nonostante gli aspetti positivi, è preferibile evitarlo. Un buon esempio è dato da un episodio che viene spesso citato, occorso quando il Rabbino stava morendo per una malattia gastrointestinale (Rabbi Yehuda il Principe, che preparò il Mishna nella sua stesura finale, era conosciuto semplicemente come "il Rabbino" per la sua influenza).

Il giorno in cui l'anima del Rabbino trovò il riposo, i rabbini avevano

SOMMARIO

Principi generaliUn po' di storia

La Tavola Valdese e i problemi etici posti dalla scienza

Fondamenti di bioetica ebraica

Principi medici islamici

Ingegneria geneticaUn convegno interconfessionale

La morale ebraica consente la

clonazione?

Trapianto d'organi

La Chiesa cattolica di fronte ai trapianti

AIDO - Le religioni e i trapianti

d'organi

Fecondazione assistita, contraccezione, aborto

Cattolici e aborto: i vescovi e il Papa

Buddismo e aborto

Continenza e contraccezione: la morale cattolica

La pillola del giorno dopo - Il comunicato dell'Accademia Pontificia

per la vita

Page 9: Religione E Bioetica

decretato una veglia e pregavano per chiedere misericordia. Inoltre decretarono: "Chiunque dica 'Che l'anima del Rabbino riposi", venga trapassato a fil di spada". La cameriera del Rabbino salì sul tetto e disse "Chi sta in Alto vuole il Rabbino e chi sta in basso vuole il Rabbino; possa la Tua volontà essere che quelli che stanno in basso abbiano la meglio su quelli che stanno in Alto." Quando vide le innumerevoli volte che il Rabbino si recava in bagno, togliendosi i suoi filatteri e deponendoli con gran pena, disse: "Possa la Tua volontà essere che quelli che stanno in Alto abbiano la meglio su quelli che stanno in basso". Intanto i rabbini chiedevano ancora misericordia per lui senza interruzione. Lei prese una giara e la lasciò cadere dal tetto, interrompendo così le loro preghiere; e l'anima del Rabbino trovò riposo (TB K'tubot:104a).

Etica medica ebraica

Dal Canada, indicazioni etiche per i medici

Eutanasia, suicidio Il suicidio secondo il Catechismo

cattolico

Buddismo e suicidio

Il Papa e l'eutanasia

Eutanasia e cattolicesimo in pillole Il buddismo e l'eutanasia

Diritto a morire? Il punto di vista musulmano

Page 10: Religione E Bioetica

Principi medici islamici

"Issues in Islamic Medical Ethics", di Abdulaziz Sachedina dell'Università della Virginia, fornisce una sintesi delle posizioni accettate dalle cinque scuole legali che fanno capo alla religione islamica: Maliki, Hanafi, Shafi'i, Hanbali e Ja'fari. Caso per caso, vengono anche citate le divergenze esistenti.

Gli argomenti affrontati sono La cura del corpo, ivi compresi rituali della nascita, alimentazione, aborto, determinazione della morte ecc, e La clonazione umana, indagata sotto le sue implicazioni teologiche, etiche e morali.Sachedina è anche tra i coordinatori di un gruppo che si occupa di Islam e Bioetica. Nello stesso sito si trovano sette articoli da lui scritti su diversi argomenti.

Aborto e controllo delle nascite

L'aborto è consentito qualora la salute della madre sia in grave pericolo. Inoltre, prima che il feto sviluppi una personalità - cioè per i primi 120 giorni - l'aborto è ammissibile nel caso la madre dovesse smettere di allattare un altro figlio. Lo stupro è un'altra valida ragione per abortire se esistono timori di danni e problemi psicologici che possono indurre sintomi fisici. Anche il controllo delle nascite è ammissibile purché i metodi prescritti non abbiano effetti nocivi alla salute di uno dei due coniugi e non conducano a una sterilità permanente.

Clonazione - Le dimensioni etiche del problema

Inoltandoci nella comprensione delle questioni etiche implicate alla clonazione, al centro del dibattito nel mondo islamico c'è la questione dei modi in cui la clonazione potrebbe interferire nelle relazioni umane. […] L'Islam, infatti, considera le relazioni interpersonali come fondamenti della vita religiosa. Si riferisce che il Profeta abbia detto che nove decimi della religione sono costituiti dalle relazioni fra gli uomini, e solo un decimo da quelle fra Dio e l'uomo. Dopo i successi raggiunti nel 1993 dal Dipartimento di Medicina della George Washington University nel duplicare embrioni umani geneticamente difettosi tramite la separazione dei blastomeri, il mondo musulmano ha iniziato a porsi una serie di domande sulla manipolazione degli embrioni umani

SOMMARIO

Principi generaliUn po' di storia

La Tavola Valdese e i problemi etici posti dalla scienza

Fondamenti di bioetica ebraica

Principi medici islamici

Ingegneria geneticaUn convegno interconfessionale

La morale ebraica consente la

clonazione?

Trapianto d'organi

La Chiesa cattolica di fronte ai trapianti

AIDO - Le religioni e i trapianti

d'organi

Fecondazione assistita, contraccezione, aborto

Cattolici e aborto: i vescovi e il Papa

Buddismo e aborto

Continenza e contraccezione: la morale cattolica

La pillola del giorno dopo - Il comunicato dell'Accademia Pontificia

per la vita Etica medica ebraica

Dal Canada, indicazioni etiche per i medici

Eutanasia, suicidio Il suicidio secondo il Catechismo

Page 11: Religione E Bioetica

che vada oltre la fecondazione in vitro (IVF), in termini di un possibile impatto sulle relazioni fondamentali tra uomo e donna e le relazioni coniugali in rapporto alla procreazione, che culminano nell'amore parentale e nella cura della prole. Il Corano afferma la parità dei sessi come legge universale in tutte le cose (51:49). Il dibattito musulmano sulla replicazione genetica verte principalmente sulle questioni morali collegate alla possibilità di creare tramite la tecnologia relazioni incidentali che non coinvolgano un legame spirituale e morale tra uomo e donna in tali manipolazioni genetiche.

[…] Dato che l'impiego terapeutico della clonazione in IVF si presenta come un aiuto alla fertilità solo all'interno dei legami matrimoniali, sia monogami che poligami, i musulmani non hanno problemi ad approvare tale tecnologia. Il parere degli studiosi Sunni e Shi`i esaminati da questa relazione è che esista un'unanimità pressoché generale nelle leggi islamiche sugli usi terapeutici della clonazione, purché la discendenza genetica del bambino rimanga religiosamente pura.

cattolico

Buddismo e suicidio

Il Papa e l'eutanasia

Eutanasia e cattolicesimo in pillole Il buddismo e l'eutanasia

Diritto a morire? Il punto di vista musulmano

Page 12: Religione E Bioetica

Un convegno interconfessionale

Sui problemi sollevati dall'ingegneria genetica, esponenti delle diverse religiose hanno espresso posizioni unitarie, come quella emersa nel 1995 in seguito a un convegno interconfessionale svoltosi negli Stati Uniti e così riportata da un articolo apparso sull'Unità nel 1995:

"Centinaia di leader religiosi statunitensi hanno firmato un appello, a conclusione di un convegno interconfessionale, che dà il via ad una campagna per l'abolizione del sistema dei brevetti sui geni umani e sugli animali prodotti con le tecniche dell'ingegneria genetica. È una crociata che vede uniti i rappresentanti di quasi tutte le religioni d'America: dai vescovi cattolici ai rappresentanti musulmani, ebrei, battisti e perfino induisti e buddisti. "

Va precisato che "Molti leader religiosi hanno detto che non si oppongono alle biotecnologie in quanto tali su una base religiosa, ma al criterio della "privatizzazione" di geni umani od organismi.

La morale ebraica consente la clonazione?

Brani tratti da un'ntervista di Claudio Morpurgo al rabbino e medico Riccardo Di Segni sulla bioetica, pubblicata su Shalom n.6

Quali sono le fonti per individuare una posizione in ordine a problemi nuovi, come quelli proposti dalla bioetica?

DI SEGNI: L'ebraismo si è continuamente confrontato con i problemi posti dallo sviluppo tecnologico e scientifico, discutendone e regolandone l'impatto sociale sulla base della propria tradizione etica e giuridica, cui viene riconosciuta un'origine sacra e un'autorità indiscussa di riferimento essenziale.

Vi sono altri principi cui si attiene lo studioso nel ricercare una posizione ebraica in relazione ai temi della bioetica?

DI SEGNI: I principi sono numerosi, anche se tra questi ve n'è uno che presenta una natura prevalente. Mi riferisco alla tutela della vita. Sul punto, tra l'altro, è differente l'impostazione ebraica rispetto a quella cattolica. Noi riteniamo, infatti, che la piena capacità giuridica dell'essere vivente si acquisisca effettivamente con la nascita. Il feto, quindi, beneficia in concreto di un diritto di rango minore rispetto a quello dell'essere umano già nato. Questo vuol dire, tra l'altro, che il diritto alla vita della madre tendenzialmente prevale rispetto a quello del bambino non ancora nato, con tutte le conseguenze che se ne possono trarre. L'importanza nel pensiero ebraico del diritto alla vita è così centrale da permettere, inoltre, di ritenere lecite ed ammissibili tecniche che, analizzate isolatamente e senza valutarne le finalità, potrebbero apparire coperte da un divieto. Se vi è una precisa finalità di cura e tutela della vita, i possibili divieti possono essere aggirati.

SOMMARIO

Principi generali

Un po' di storia

La Tavola Valdese e i problemi etici posti dalla scienza

Fondamenti di bioetica ebraica

Principi medici

islamici

Ingegneria genetica

Un convegno interconfessionale

La morale ebraica consente la clonazione?

Trapianto d'organi

Page 13: Religione E Bioetica

La Chiesa cattolica di fronte ai trapianti

AIDO - Le religioni

e i trapianti d'organi

Fecondazione assistita, contraccezione, aborto

Cattolici e aborto: i vescovi e il Papa

Buddismo e aborto

Continenza e contraccezione: la morale cattolica

La pillola del giorno dopo - Il comunicato dell'Accademia Pontificia per la vita

Etica medica ebraica

Dal Canada, indicazioni etiche per i medici

Eutanasia, suicidio

Il suicidio secondo il Catechismo cattolico

Buddismo e suicidio

Il Papa e l'eutanasia

Eutanasia e cattolicesimo in

pillole Il buddismo e

l'eutanasia

Diritto a morire? Il punto di vista musulmano

Page 14: Religione E Bioetica

La chiesa cattolica di fronte ai trapianti

Discorso di Giovanni Paolo II al Congresso internazionale sui trapianti, Roma, 29 agosto 2000, e la dichiarazione della Pontificia accademia per la vita

[...] "Ciò che è tecnicamente possibile, non è per ciò stesso moralmente ammissibile" (Congregazione per la Dottrina della Fede, Donum vitae, 4).[...] Un primo accento è da porre sul fatto che ogni intervento di trapianto d'organo [...] ha generalmente all'origine una decisione di grande valore etico: "la decisione di offrire, senza ricompensa, una parte del proprio corpo, per la salute ed il benessere di un'altra persona". [...] Di conseguenza, ogni prassi tendente a commercializzare gli organi umani o a considerarli come unità di scambio o di vendita, risulta moralmente inaccettabile [...]Questo primo punto ha un'immediata conseguenza di notevole rilevanza etica: la necessità di un consenso informato. La verità umana di un gesto tanto impegnativo richiede infatti che la persona sia adeguatamente informata sui processi in esso implicati, così da esprimere in modo cosciente e libero il suo consenso o diniego.[...] Il riconoscimento della dignità singolare della persona umana ha un'ulteriore conseguenza di fondo: gli organi vitali singoli non possono essere prelevati che ex cadavere, cioè dal corpo di un individuo certamente morto. [...] Nasce da qui una delle questioni che più ricorrono nei dibattiti bioetici attuali e, spesso, anche nei dubbi della gente comune. Si tratta del problema dell'accertamento della morte.[...] Di fronte agli odierni parametri di accertamento della morte, - sia che ci si riferisca ai segni "encefalici", sia che si faccia ricorso ai più tradizionali segni cardio-respiratori -, la Chiesa non fa opzioni scientifiche, ma si limita ad esercitare la responsabilità evangelica di confrontare i dati offerti dalla scienza medica con una concezione unitaria della persona secondo la prospettiva cristiana.[...] Un altro aspetto di grande rilievo etico riguarda il problema dell'allocazione degli organi donati, mediante la formazione delle liste di attesa o "triages". [...] Dal punto di vista morale, un ben inteso principio di giustizia esige che tali criteri di assegnazione degli organi donati non

SOMMARIO

Principi generaliUn po' di storia

La Tavola Valdese e i problemi etici posti dalla scienza

Fondamenti di bioetica ebraica

Principi medici islamici

Ingegneria geneticaUn convegno interconfessionale

La morale ebraica consente la

clonazione?

Trapianto d'organi

La Chiesa cattolica di fronte ai trapianti

AIDO - Le religioni e i trapianti

d'organi

Fecondazione assistita, contraccezione, aborto

Cattolici e aborto: i vescovi e il Papa

Buddismo e aborto

Continenza e contraccezione: la morale cattolica

La pillola del giorno dopo - Il comunicato dell'Accademia Pontificia per

la vita Etica medica ebraica

Dal Canada, indicazioni etiche per i medici

Eutanasia, suicidio Il suicidio secondo il Catechismo

cattolico

Buddismo e suicidio

Il Papa e l'eutanasia

Page 15: Religione E Bioetica

derivino in alcun modo da logiche di tipo "discriminatorio" (età, sesso, razza, religione, condizione sociale, ecc.) oppure di stampo "utilitaristico" (capacità lavorative, utilità sociale, ecc.). Nella determinazione delle priorità di accesso ai trapianti ci si dovrà, piuttosto, attenere a valutazioni immunologiche e cliniche.[...] Un'ultima questione riguarda una possibilità ancora del tutto sperimentale di risolvere il problema del reperimento di organi da trapiantare nell'uomo: si tratta dei cosiddetti xenotrapianti, cioè del trapianto di organi provenienti da specie animali diverse da quella umana.[...] Occorrerà comunque evitare sempre quei sentieri che non rispettano la dignità ed il valore della persona; penso in particolare ad eventuali progetti o tentativi di clonazione umana, allo scopo di ottenere organi da trapiantare: tali procedure, in quanto implicano la manipolazione e distruzione di embrioni umani, non sono moralmente accettabili, neanche se finalizzate ad uno scopo in sé buono.

Eutanasia e cattolicesimo in pillole Il buddismo e l'eutanasia

Diritto a morire? Il punto di vista musulmano

Page 16: Religione E Bioetica

Le religioni e i trapianti d'organi

Una pagina sintetica dell'AIDO (Associazione Italiana per la Donazione di Organi e Tessuti).

Se molte religioni, fra cui Buddismo e Induismo, preferiscono non pronunciarsi sull'argomento, ritenendo che "la donazione degli organi per i trapianti è una questione personale", in generale

ne emerge che "le principali religioni del mondo di fatto AMMETTONO, PERMETTONO e INCORAGGIANO il trapianto e la donazione degli organi."

Tornando alla Home page dell'Associazione, trovate anche la versione completa di alcuni documenti del Comitato Nazionale per la Bioetica, la legislazione italiana riguardo i trapianti e un confronto con quella di altri Paesi europei.

SOMMARIO

Principi generali

Un po' di storia

La Tavola Valdese e i problemi etici posti dalla scienza

Fondamenti di bioetica ebraica

Principi medici

islamici

Ingegneria genetica

Un convegno interconfessionale

La morale ebraica consente la

clonazione?

Trapianto d'organi

La Chiesa cattolica di fronte ai trapianti

AIDO - Le religioni e i trapianti d'organi

Fecondazione assistita, contraccezione, aborto

Cattolici e aborto: i vescovi e il Papa

Buddismo e aborto

Continenza e contraccezione: la morale cattolica

La pillola del giorno dopo - Il

Page 17: Religione E Bioetica

comunicato dell'Accademia

Pontificia per la vita Etica medica

ebraica

Dal Canada, indicazioni etiche per i medici

Eutanasia, suicidio

Il suicidio secondo il Catechismo cattolico

Buddismo e suicidio

Il Papa e l'eutanasia

Eutanasia e cattolicesimo in

pillole Il buddismo e

l'eutanasia

Diritto a morire? Il punto di vista musulmano

Page 18: Religione E Bioetica

Cattolici e aborto: i vescovi e il Papa

All'inizio del 1990 i vescovi italiani hanno ribadito il proprio giudizio sulla legge 194: "legge immorale, gravemente ingiusta, contraria ai diritti più elementari della persona e ai doveri fondamentali della società" (Conferenza Episcopale Italiana, Documento pastorale Evangelizzazione e cultura della vita, 8/12/1989, n. 23.).

Nel richiamare, nella lettera enciclica Evangelium vitae, l'attenzione sulle radici comuni della contraccezione e dell'aborto - "come frutti di una medesima pianta" - Giovanni Paolo II sottolinea come questa "connessione" non sussista solo a livello culturale, ma anche tecnico: "(...) la stretta connessione che, a livello di mentalità, intercorre tra la pratica della contraccezione e quella dell'aborto emerge sempre di più e lo dimostra in modo allarmante anche la messa a punto di preparati chimici, di dispositivi intrauterini e di vaccini che, distribuiti con la stessa facilità dei contraccettivi, agiscono in realtà come abortivi nei primissimi stadi di sviluppo della vita del nuovo essere umano". Nell'aborto "chi viene soppresso - scrive Giovanni Paolo II nella Evangelium vitae - è un essere umano che si affaccia alla vita, ossia quanto di più innocente in assoluto si possa immaginare: mai potrebbe essere considerato un aggressore, meno che mai un ingiusto aggressore! È debole, inerme, al punto di essere privo anche di quella minima forma di difesa che è costituita dalla forza implorante dei gemiti e del pianto del neonato. È totalmente affidato alla protezione e alle cure di colei che lo porta in grembo". (da Giovanni Paolo II, Enciclica Evangelium vitae sul valore e l'inviolabilità della vita umana, del 25/3/1995, n. 13.)

Buddismo e aborto

Da JOURNAL OF BUDDHIST ETHICS (rivista di etica buddista con testi integrali online. Si occupa in particolare degli aspetti morali ed etici del buddismo e della loro applicazione alla vita contemporanea)

Damien Keown in Buddismo e bioetica sostiene che la tradizione buddista sia in grandissima parte antiabortista. A sostegno di questa affermazione sviluppa due linee argomentative. La prima si basa sul pressoché uniforme rifiuto dell'aborto, soprattutto negli antichi testi Theravaada che Keown considera il nucleo centrale della tradizione. (...) La seconda linea argomentativa riguarda la sua interpretazione di queste fonti e il collegamento alle credenze fondamentali del buddismo circa la natura dell'identità personale, il karma, la rinascita, la vita e la morte.

SOMMARIO

Principi generaliUn po' di storia

La Tavola Valdese e i problemi etici posti dalla scienza

Fondamenti di bioetica ebraica

Principi medici islamici

Ingegneria geneticaUn convegno

interconfessionale

La morale ebraica

consente la clonazione?

Trapianto d'organi

La Chiesa cattolica di fronte ai trapianti

AIDO - Le religioni e i

trapianti d'organi

Fecondazione assistita, contraccezione, aborto

Cattolici e aborto: i vescovi e il Papa

Buddismo e aborto

Continenza e contraccezione: la morale cattolica

La pillola del giorno dopo - Il comunicato dell'Accademia Pontificia per

la vita Etica medica ebraica

Dal Canada, indicazioni etiche per i medici

Eutanasia, suicidio Il suicidio secondo il

Catechismo cattolico

Buddismo e suicidio

Page 19: Religione E Bioetica

Il Papa e l'eutanasia

Eutanasia e cattolicesimo

in pillole Il buddismo e l'eutanasia

Diritto a morire? Il punto di vista musulmano

Page 20: Religione E Bioetica

Continenza e contraccezione: la morale cattolicaDa TotusTuus Network - portale cattolico

Le differenze morali tra continenza periodica e contraccezione secondo la Chiesa cattolica:

La continenza periodica

La contraccezione

1. Mantiene sempre nella sua piena verità l'atto coniugale come espressione autentica dell'amore coniugale.

1. Falsifica l'espressione più propria dell'amore coniugale cancellandone i caratteri essenziali di totalità del dono di sé e di tensione verso la fecondità.

2. Esige una buona conoscenza della sessualità e della dinamica dell'atto sessuale, elemento indispensabile per un comportamento sessuale responsabile.

2. Non richiede né sollecita alcuna conoscenza della sessualità, e sotto questo aspetto è deresponsabilizzante.

3. Esige una solida padronanza di sé e la sviluppa ulteriormente estendendola a uno dei settori più difficilmente padroneggiabili.

3. Non esige alcuna padronanza di sé, favorisce anzi il predominio delle forze istintive nella persona e nella coppia.

4. Di conseguenza rende autentico il dono di sé, quindi anche l'amore coniugale che lo detta, e ciò anche nelle sue espressioni sessuali.

4. Conseguentemente rende molto dubbia l'autenticità del dono di sé e facilita il capovolgimento in egoismo dell'amore, e il corrompersi delle sue espressioni sessuali in un egoismo a due, dove l'uno è per l'altro soltanto, o principalmente, mezzo per il proprio egoistico piacere.

SOMMARIO

Principi generaliUn po' di storia

La Tavola Valdese e i problemi etici posti dalla scienza

Fondamenti di bioetica ebraica

Principi medici islamici

Ingegneria geneticaUn convegno interconfessionale

La morale ebraica consente la clonazione?

Trapianto d'organi La Chiesa cattolica di fronte ai trapianti

AIDO - Le religioni e i trapianti d'organi

Fecondazione assistita, contraccezione, aborto

Cattolici e aborto: i vescovi e il Papa

Buddismo e aborto

Continenza e contraccezione: la morale cattolica

La pillola del giorno dopo - Il comunicato dell'Accademia Pontificia per la vita

Etica medica ebraica

Dal Canada, indicazioni etiche per i medici

Eutanasia, suicidio Il suicidio secondo il Catechismo cattolico

Buddismo e suicidio

Il Papa e l'eutanasia

Eutanasia e cattolicesimo in pillole Il buddismo e l'eutanasia

Diritto a morire? Il punto di vista musulmano

Page 21: Religione E Bioetica

5. Esige e sviluppa uno stile di corresponsabilità e di impegno condiviso dai due coniugi anche nella sfera più intima della loro vita a due.

5. Addossa ogni impegno su uno solo dei due, preferibilmente sulla donna, con conseguenti rischi e danni, disimpegnando completamente il partner.

6. Perciò rende più profonda l'unità dei due, in una vera condivisione della rinuncia e della gioia.

6. Perciò costituisce un fattore di disunione tra i due.

7. È conseguente a un'antropologia e a un mondo di valori degno dell'uomo.

7. È congeniale a un'antropologia e a un mondo di pseudovalori lesivi della vera dignità dell'uomo.

8. Implica il riconoscimento di Dio come autore primo di ogni vita umana e del proprio ruolo di suoi collaboratori nella procreazione.

8. Implica il rifiuto di riconoscersi collaboratori di Dio, e la pretesa di farsi arbitri e padroni assoluti del sorgere di una nuova vita umana.

La pillola del giorno dopoIl comunicato dell'Accademia Pontificia per la Vita

(...) Se può essere utile, per motivi di descrizione scientifica, distinguere con termini convenzionali (ovulo fecondato, embrione, feto, etc.) differenti momenti di un unico processo di crescita, non può mai essere lecito decidere arbitrariamente che l'individuo umano abbia maggiore o minor valore (con conseguente fluttuazione del dovere alla sua tutela) a seconda dello stadio di sviluppo in cui si trova. Pertanto, risulta chiaramente che l'acclarata azione "antinidatoria" della pillola del giorno dopo, in realtà, nient'altro è se non un aborto realizzato con mezzi chimici. (...) Del resto, appare abbastanza chiaro che l'intenzione di chi chiede o propone l'uso di detta pillola è finalizzata direttamente all'interruzione di una eventuale gravidanza in atto, esattamente come nel caso dell'aborto. La gravidanza, infatti, comincia dalla

Page 22: Religione E Bioetica

fecondazione e non già dall'impianto della blastocisti nella parete uterina, come invece si tenta di suggerire implicitamente.Ne consegue che, da un punto di vista etico, la stessa illiceità assoluta di procedere a pratiche abortive sussiste anche per la diffusione, la prescrizione e l'assunzione della pillola del giorno dopo. Ne sono moralmente responsabili anche tutti coloro che, condividendone l'intenzione o meno, cooperassero direttamente con una tale procedura.

Page 23: Religione E Bioetica

Etica medica ebraica

The Institut for Jewish Medical Ethics della Hebrew Academy of San Francisco contiene numerosi articoli e relazioni sui temi dell'aborto, dell'inseminazione artificiale, della clonazione, dell'eutanasia medicalmente assistita.

Aborto e Halachadr. Daniel Eisenberg

Il punto di vista della tradizione ebraica nei confronti dell'aborto non si identifica con alcune delle posizioni espresse dal dibattito in corso in America. Noi non escludiamo completamente l'aborto, né lo consentiamo indiscriminatamente su richiesta. Per comprendere quando l'aborto sia ammesso, o addirittura consigliato, e quando sia proibito, bisogna aver chiare alcune sfumature della Halacha (la legge ebraica) che governa lo status del feto. […]. Nella maggior parte dei casi il feto viene trattato come ogni altra "persona". In genere non si può recare deliberatamente un danno a un feto e sono previste sanzioni per la donna che si procura volontariamente un aborto. Tuttavia, quando la vita del feto entra in diretto conflitto con quella di una persona già nata, quest'ultima prende la precedenza. Ne consegue che come regola generale, l'aborto è permesso solo se esiste una diretta minaccia alla vita della madre sia nel portare a termine la gravidanza sia nel momento del parto. In tale circostanza, il figlio è considerato alla stregua di rodef, che attenta alla vita della madre. Tuttavia, come spiegato nella Mishna (Oholos 7:6), qualora sia possibile salvare la madre anche a costo di mutilare il bambino, per esempio amputandogli un arto, l'aborto sarebbe proibito.

Sull'inseminazione artificialeEsistono due metodi principali di inseminazione artificiale, a seconda che si utilizzi lo sperma del marito (AIH) o quello di un donatore (AID). Quando si discute di inseminazione artificiale, sorgono spontaneamente due questioni di carattere generale, che si presentano come controverse solo nel caso dell'AID. Primo: l'inseminazione artificale è ammessa dalla legge ebraica? Secondo: quali sono le ripercussioni per la madre e per il figlio nella legge ebraica se la procedura viene applicata con il consenso della religione o meno?Riguardo la prima questione, è importante capire che, secondo la legge ebraica, viene considerato figlio illegittimo (mamzer) solo quello nato da un adulterio o da un incesto. Non esiste uno stato inferiore per altri bambini nati al di fuori del matrimonio. Basandosi sulle interpretazioni del Talmud e del Midrash, la maggior parte dei rabbini ritengono che mentre l'AID è moralmente riprovevole, il bambino così generato è del tutto legittimo, non avendo il marchio di mamzer. Questa conclusione deriva dalla convinzione condivisa dalla maggioranza degli esperti rabbinici che l'AID

SOMMARIO

Principi generaliUn po' di storia

La Tavola Valdese e i problemi etici posti dalla scienza

Fondamenti di bioetica ebraica

Principi medici islamici

Ingegneria geneticaUn convegno

interconfessionale

La morale ebraica

consente la clonazione?

Trapianto d'organi

La Chiesa cattolica di fronte ai trapianti

AIDO - Le religioni e i

trapianti d'organi

Fecondazione assistita, contraccezione, aborto

Cattolici e aborto: i vescovi e il Papa

Buddismo e aborto

Continenza e contraccezione: la morale cattolica

La pillola del giorno dopo - Il comunicato dell'Accademia Pontificia per

la vita Etica medica ebraica

Dal Canada, indicazioni etiche per i medici

Eutanasia, suicidio Il suicidio secondo il

Catechismo cattolico

Buddismo e suicidio

Page 24: Religione E Bioetica

non infrange il divieto di adulterio, dato che non avviene atto fisico tra il donatore e la donna.

Il Papa e l'eutanasia

Eutanasia e cattolicesimo

in pillole Il buddismo e l'eutanasia

Diritto a morire? Il punto di vista musulmano

Page 25: Religione E Bioetica

Dal Canada, indicazioni etiche per i medici

Interessante questa pubblicazione del Canadian Medical Association Journal, intitolata Bioethic for Clinicians. Essendo il Canada un paese multietnico e multireligioso, dove sono rappresentate tutte le principali religioni, si pongono non pochi problemi nella pratica clinica, quando si tratta di affrontare questioni come l'interruzione di gravidanza, la fecondazione medicalmente assistita, la determinazione della morte, l'eutanasia. Conoscere e valorizzare i principi etici di una comunità religiosa può essere determinante nell'approccio con il paziente e nel convincerlo ad accettare un intervento o una terapia da cui può dipendere la sua vita.Gli articoli, introdotti da un abstract, presentano una sintesi teorica e quindi dei casi clinici tratti dall'esperienza. Ecco un esempio.

Principali requisiti di un approccio comunicativo e terapeutico nei confronti di pazienti Hindu e Sikh

Riconoscere il principio di Karma e reincarnazione. I concetti di karma e di reincarnazione sono importanti se si considerano problemi etici riguardanti la nascita e la morte. Il feto non si sviluppa in una persona, ma, piuttosto, è già una persona fin dal momento del concepimento. L'aborto è quindi inammissibile, tranne che per salvare la vita della madre. Ogni sforzo per salvare un bambino prematuro sarà probabilmente auspicabile da parte dei genitori.

Coinvolgere la famiglia. Per tutto quanto riguarda diagnosi, cure e consenso, la famiglia estesa, con il membro più anziano in funzione di interlocutore, si aspetta di essere coinvolta. Il soggetto etico nella tradizione Hindu e Sikh è considerata la collettività familiare più che il singolo individuo. Tuttavia esiste anche un senso di individualità che va rispettato. Coinvolgere quindi la famiglia, ma assicurarsi anche che i desideri del paziente vengano rispettati.

Rispettare i concetti di pudore e di purezza. Dato il profondo senso di pudore, le donne Hindu e Sikh potrebbero sentirsi a disagio con medici e interpreti di sesso maschile, specie in caso di indagini urologiche e

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Principi generaliUn po' di storia

La Tavola Valdese e i problemi etici posti dalla scienza

Fondamenti di bioetica ebraica

Principi medici islamici

Ingegneria geneticaUn convegno interconfessionale

La morale ebraica consente la

clonazione?

Trapianto d'organi La Chiesa cattolica di fronte ai trapianti

AIDO - Le religioni e i trapianti

d'organi

Fecondazione assistita, contraccezione, aborto

Cattolici e aborto: i vescovi e il Papa

Buddismo e aborto

Continenza e contraccezione: la morale cattolica

La pillola del giorno dopo - Il comunicato dell'Accademia Pontificia per la vita

Etica medica ebraica

Dal Canada, indicazioni etiche per i medici

Eutanasia, suicidio

Page 26: Religione E Bioetica

ginecologiche. In particolare i nuovi immigrati e le persone anziane sono riluttanti a scoprire il proprio corpo, specie davanti a un individuo di sesso opposto. Le donne distolgono lo sguardo in segno di rispetto o di imbarazzo. Nella concezione tradizionale, ogni secrezione è vista come impura.

Usare un interprete. Se ci sono barriere linguistiche, servitevi di un interprete esperto e imparziale, che abbia familiarità con le tradizioni religiose e culturali. Per le pazienti è meglio che sia una donna; se necessario, una parente o il marito può fare da interprete, benché questo non sia consigliabile data l'importanza di preservare il rapporto confidenziale tra medico e paziente.

Accettare la medicina Ayurvedica. Molti asiatici del sud, specie Hindu, potrebbero voler usare i rimedi della medicina tradizionale indiana insieme a quelli della medicina occidentale. I farnaci ayurvedici sono per lo più a base di erbe e vengono usati insieme a cambiamenti di dieta, di abitudini e di pensieri, per ristabilire l'equilibrio tra i tre umori corporali: vata (vento), pitta (bile) e kapha (muco).

Caso 1

Mrs. S. è una donna hindu sposata di 35 anni, in attesa del quarto figlio. Ha 3 figlie e ha più volte espresso il desiderio di un figlio maschio. Data l'età, le è stata consigliata l'amniocentesi per escludere anomalie genetiche. Dall'esame risulta un feto femminile sano, dopo di che Mrs. S. chiede l'interruzione della gravidanza, giunta alla 20° settimana. Mr e Mrs S. vengono rinviati a una consulenza.Contrariamente alle aspettative dei medici, Mr e Mrs S. non aspettano l'appuntamento, ma si recano negli Stati Uniti per l'interruzione di gravidanza.

Per gli Hindu e i Sikh la principale considerazione etica riguardo l'inizio della vita è la loro fede nel karma: il feto non si sviluppa in una persona, ma, piuttosto, è già una persona fin dal momento del concepimento. L'aborto è quindi considerato un omicidio a qualsiasi stadio dello sviluppo fetale, tuttavia viene ammesso se essenziale per salvare la vita della madre. Inoltre la proibizione religiosa

Il suicidio secondo il Catechismo cattolico

Buddismo e suicidio

Il Papa e l'eutanasia

Eutanasia e cattolicesimo in pillole Il buddismo e l'eutanasia

Diritto a morire? Il punto di vista musulmano

Page 27: Religione E Bioetica

dell'aborto è in un certo senso in contrasto con la preferenza culturale per i figli maschi. Per Mr e Mrs S., il desiderio di un figlio maschio ha un peso maggiore della posizione della loro religione contro l'aborto.

Page 28: Religione E Bioetica

Il suicidio secondo il Catechismo cattolico

Il Catechismo della Chiesa Cattolica del 1992, ai nn. 2280-2282, (…) riprende le principali argomentazioni etiche contro il suicidio: "Ciascuno è responsabile della propria vita davanti a Dio che gliel'ha donata. È lui che ne rimane il sovrano Padrone. Noi siamo tenuti a riceverla con riconoscenza e a preservarla per il suo onore e per la salvezza delle nostre anime. Siamo gli amministratori, non i proprietari della vita che Dio ci ha affidato. Non ne disponiamo. Il suicidio contraddice la naturale inclinazione dell'essere umano a conservare e a perpetuare la propria vita. Esso è gravemente contrario al giusto amore di sé. Al tempo stesso è un'offesa all'amore del prossimo, perché spezza ingiustamente i legami di solidarietà con la società familiare, nazionale e umana, nei confronti delle quali abbiamo degli obblighi. Il suicidio è contrario all'amore del Dio vivente. Se è commesso con l'intenzione che serva da esempio, soprattutto per i giovani, il suicidio si carica anche della gravità dello scandalo. La cooperazione volontaria al suicidio è contraria alla legge morale. Gravi disturbi psichici, l'angoscia o il timore grave della prova, della sofferenza o della tortura possono attenuare la responsabilità del suicida".

Buddismo e suicidio

Da JOURNAL OF BUDDHIST ETHICS (rivista di etica buddista con testi integrali online. Si occupa in particolare degli aspetti morali ed etici del buddismo e della loro applicazione alla vita contemporanea)

Il suicidio è ripetutamente condannato nelle fonti canoniche e non canoniche ed è assolutamente contrario agli insegnamenti morali del buddismo. Nelle fonti si trova una varietà di ragioni per cui il suicidio è ritenuto sbagliato, ma non viene elaborata alcuna argomentazione in proposito. (...) Il buddismo non dà importanza alla morte, ma alla vita. Il buddismo vede la morte come un'imperfezione, un difetto della condizione umana, qualcosa da sconfiggere piuttosto che da affermare. La morte è menzionata nella Prima Nobile Verità come uno degli aspetti fondamentali della sofferenza (dukkha-dukkha). Chi scelga la morte ritenendola una soluzione alla sofferenza non ha compreso il fondamento della Prima Nobile Verità. La Prima Nobile Verità insegna che la morte è il problema, non la soluzione. Il fatto che chi

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Principi generaliUn po' di storia

La Tavola Valdese e i problemi etici posti dalla scienza

Fondamenti di bioetica ebraica

Principi medici islamici

Ingegneria geneticaUn convegno

interconfessionale

La morale ebraica

consente la clonazione?

Trapianto d'organi

La Chiesa cattolica di fronte ai trapianti

AIDO - Le religioni e i

trapianti d'organi

Fecondazione assistita, contraccezione, aborto

Cattolici e aborto: i vescovi e il Papa

Buddismo e aborto

Continenza e contraccezione: la morale cattolica

La pillola del giorno dopo - Il comunicato dell'Accademia Pontificia per

la vita Etica medica ebraica

Dal Canada, indicazioni etiche per i medici

Eutanasia, suicidio

Page 29: Religione E Bioetica

commette suicidio rinascerà e vivrà ancora non è importante. Ciò che importa è che tramite l'affermazione della morte ha abbracciato Maara. Da un punto di vista buddista, si tratta di una cosa evidentemente irrazionale.

Il suicidio secondo il Catechismo cattolico

Buddismo e suicidio

Il Papa e l'eutanasia

Eutanasia e cattolicesimo

in pillole Il buddismo e l'eutanasia

Diritto a morire? Il punto di vista musulmano

Page 30: Religione E Bioetica

Il Papa e l'eutanasia

La Chiesa cattolica è da tempo intervenuta in tema di eutanasia. Si possono ripercorrere i temi principali di tale insegnamento leggendo un brano dell'enciclica Evangelium vitae sul valore e l'inviolabilità della vita umana di Papa Giovanni Paolo II, del 25 marzo 1995, al n. 66: "Anche se non motivata dal rifiuto egoistico di farsi carico dell'esistenza di chi soffre, l'eutanasia deve dirsi una falsa pietà, anzi una preoccupante "perversione" di essa: la vera "compassione", infatti, rende solidale col dolore altrui, non sopprime colui del quale non si può sopportare la sofferenza. [...]"La scelta dell'eutanasia diventa più grave quando si configura come un omicidio che gli altri praticano su una persona che non l'ha richiesta in nessun modo e che non ha mai dato ad essa alcun consenso. Si raggiunge poi il colmo dell'arbitrio e dell'ingiustizia quando alcuni, medici o legislatori, si arrogano il potere di decidere chi debba vivere e chi debba morire. [...]"Così la vita del più debole è messa nelle mani del più forte; nella società si perde il senso della giustizia ed è minata alla radice la fiducia reciproca, fondamento di ogni autentico rapporto tra le persone".

Eutanasia e cattolicesimo in pillole

La condanna morale dell'eutanasia è netta, severa e senza eccezione alcuna, in linea con tutta la tradizione cristiana, solennemente riconfermata nel Concilio Vaticano II (...): "Nessuno può autorizzare l'uccisione di un essere umano innocente ( ... ). Nessuno può richiedere questo gesto omicida per se stesso o per un altro ( ... ), né può acconsentirvi. Nessuna autorità può legittimamente imporlo né permetterlo".(...)Quanto all'uso di analgesici aventi come effetti collaterali la perdita di coscienza del paziente, e anche un accorciamento di durata della vita, la più completa formulazione della dottrina della Chiesa rimane tuttora quella espressa da Pio XII, nel suo discorso del 24 febbraio 1957, e di cui la Dichiarazione richiama solo l'essenziale. (...) Può considerarsi quasi principio basilare di partenza l'affermazione generale di un vero e proprio "obbligo morale di non privarsi della coscienza di sé senza vera necessità". E ciò perché nell'essere cosciente e libero sta la qualità propriamente umana del nostro agire. Ne segue che, trattandosi di morenti afflitti da sofferenze atroci e prolungate, in assenza di ogni altra terapia antalgica efficace, "la narcosi che importa una diminuzione o una soppressione della coscienza è permessa dalla morale naturale ed è compatibile con lo spirito del Vangelo" (...). Ma "l'anestesia usata (...) al

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Principi generaliUn po' di storia

La Tavola Valdese e i problemi etici posti dalla scienza

Fondamenti di bioetica ebraica

Principi medici islamici

Ingegneria geneticaUn convegno interconfessionale

La morale ebraica consente la

clonazione?

Trapianto d'organi La Chiesa cattolica di fronte ai

trapianti

AIDO - Le religioni e i trapianti

d'organi

Fecondazione assistita, contraccezione, aborto

Cattolici e aborto: i vescovi e il Papa

Buddismo e aborto

Continenza e contraccezione: la morale cattolica

La pillola del giorno dopo - Il comunicato dell'Accademia

Pontificia per la vita Etica medica ebraica

Dal Canada, indicazioni etiche per i medici

Eutanasia, suicidio Il suicidio secondo il

Catechismo cattolico

Buddismo e suicidio

Il Papa e l'eutanasia

Eutanasia e cattolicesimo in pillole

Il buddismo e l'eutanasia

Diritto a morire? Il punto di vista musulmano

Page 31: Religione E Bioetica

solo scopo di evitare al malato una fine cosciente, sarebbe non già una notevole conquista della terapeutica moderna, ma una pratica veramente deplorevole".In rapporto a tutti gli effetti collaterali di certe terapie antalgiche, resta di viva attualità il monito che Pio XII pone verso la fine del suo discorso: "Bisogna porsi dapprima la domanda se lo stato attuale della scienza non permetta di ottenere lo stesso risultato con l'uso di altri mezzi". (...)

Nella valutazione etica del ricorso ad analgesici, la Dichiarazione della Congregazione per la Dottrina della Fede non contiene dunque elementi nuovi rispetto agli insegnamenti di Pio XII. Appartengono agli anni successivi alla morte di questo grande Pontefice (1958) gli sviluppi delle moderne tecniche rianimative e di terapia intensiva, allora appena agli inizi. (...) Di questi problemi nuovi si è occupata la Dichiarazione nel paragrafo IV. Valorizzando e affinando la dottrina tradizionale circa i mezzi terapeutici ordinari e straordinari, con i relativi principi etici di obbligatorietà dei primi e non dei secondi, si giunge coerentemente a stabilire alcuni criteri morali. Si possono vedere tutti contenuti, almeno implicitamente, in questo: "E' sempre lecito accontentarsi dei mezzi normali che la medicina può offrire". (...) Esplicitando telegraficamente la normativa conseguente a quel criterio morale, si delinea con chiarezza che a chi è ormai inevitabilmente prossimo a morire:- è sempre lecito rifiutare di sottoporsi a terapie, oppure chiedere di interromperle, quando superano il livello di "mezzi normali";- ma è altrettanto lecito il contrario;- mai invece è lecito rifiutare le cure normali, la loro omissione infatti causerebbe la morte.Altra formulazione, insieme sintetica e chiarificatrice, della posizione della Chiesa su questo problema, è quella contenuta nel documento del Pontificio Consiglio "cor unum": Questioni etiche relative ai malati gravi e ai morenti (27 giugno 1981) (...). "Non c'è obbligo morale di ricorrere a mezzi straordinari ( ... ). Rimane invece l'obbligo stretto di proseguire a ogni costo l'applicazione dei mezzi cosiddetti 'minimali', di quelli cioè che normalmente e nelle condizioni abituali sono destinati a mantenere la vita (alimentazione, trasfusioni di sangue, iniezioni ecc.). Interromperne la somministrazione significherebbe in pratica voler porre fine ai giorni del paziente" (n. 2. 4. 4).

Page 32: Religione E Bioetica

Il buddismo e l'eutanasia

Da JOURNAL OF BUDDHIST ETHICS (rivista di etica buddista con testi integrali online. Si occupa in particolare degli aspetti morali ed etici del buddismo e della loro applicazione alla vita contemporanea)

(...) Secondo il buddismo non sussite un obbligo morale a preservare la vita a tutti costi o a continuarne artificalmente una ormai spenta. Il riconoscimento dell'ineluttabilità della morte è notoriamente al centro dell'insegnamento buddista. (...) Tentare di prolungare la vita oltre il suo corso naturale ricorrendo alla tecnologia (...) significa negare la realtà della vita umana. (...) Sembrerebbe quindi giustificabile il rifiuto di trattamenti medici eccessivi che non possono far altro che posporre per qualche tempo l'inevitabile.

Diritto a morire? Il punto di vista musulmano

Un brano tratto da un articolo di Abdulaziz Sachedina dell'Università della Virginia, nel sito "Issues in Contemporary Islam". L'articolo fa parte di una raccolta che ne comprende altri sei, tutto dello stesso autore, di cui viene fornito un abstract.

(...) La distruzione di una vita altrui è però sempre considerata intrinsecamente immorale. Rispetto all'eutanasia, la condanna morale sta nel fatto che questa enfatizza gli aspetto positivi della morte e quelli negativi della vita (...). Viene insomma ritenuto immorale affermare che morte sia migliore della vita.La proibizione dell'eutanasia non implica però un'adesione al vitalismo, e in particolare all'idea che la vita debba essere prolungata a ogni costo. L'astensione dal cibo e il rifiuto degli interventi medici quando la fine è ormai certa e prossima non sono considerati immorali. dato che ciò significa semplicemente accettare la morte come parte inevitabile della vita.

L'argomento al centro di questa relazione, più precisamente il "diritto" del paziente a morire, non può essere discusso perché la vita è in primo luogo responsabilità divina e nessuna forma di intervento umano vi può porre termine; in secondo luogo, i suoi termini sono fissati dal giudizio inalterabile divino.

[…] La fede nel giudizio immutabile di Dio si ritrova anche nella legge musulmana, dove non solo non

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Principi generaliUn po' di storia

La Tavola Valdese e i problemi etici posti dalla scienza

Fondamenti di bioetica ebraica

Principi medici islamici

Ingegneria geneticaUn convegno interconfessionale

La morale ebraica consente la

clonazione?

Trapianto d'organi

La Chiesa cattolica di fronte ai trapianti

AIDO - Le religioni e i trapianti

d'organi

Fecondazione assistita, contraccezione, aborto

Cattolici e aborto: i vescovi e il Papa

Buddismo e aborto

Continenza e contraccezione: la morale cattolica

La pillola del giorno dopo - Il comunicato dell'Accademia Pontificia

per la vita Etica medica ebraica

Dal Canada, indicazioni etiche per i medici

Eutanasia, suicidio Il suicidio secondo il Catechismo

cattolico

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viene riconosciuto il diritto a morire, ma viene regolamentato anche il diritto ad essere aiutati a morire con metodi "passivi" o "attivi". E' importante precisare che, dato che la fine della vita è sottoposta a decreto divino, la legge rifiuta di riconoscere alcun diritto dell'individuo in materia. Riconosce però la possibilità di pervenire a una decsione collettiva da parte di coloro cui spetta l'assistenza, compresi medici curanti e famigliari. La forza giustificativa di tale regole si basa sul principio giuridico di nonmaleficenza che afferma "Nessun male deve essere inflitto o contraccambiato nell'Islam" (la darar wa la dirar fi'l-islam). Inoltre non esiste immunità per il medico che unilateralmente e attivamente decida di aiutare un paziente a morire.

Buddismo e suicidio

Il Papa e l'eutanasia

Eutanasia e cattolicesimo in pillole Il buddismo e l'eutanasia

Diritto a morire? Il punto di vista musulmano