renzi alberto mondadori

21
Emilio Renzi “Il grande amico. Alberto Mondadori, Remo Cantoni e l'editoria culturale milanese tra gli anni Trenta e il 1976” (da: AA. VV., Remo Cantoni, a cura di Massimiliano Cappuccio e Alessandro Sardi, CUEM, Milano, pp. 149-166. ISBN 978-88-6001- 138-1) 1. Più che una vicenda. "Remo Cantoni, l'unico che avrebbe potuto riceverla e capirla…". Così di una propria lettera scrive Alberto Mondadori, il figlio primogenito del maggior editore italiano, Arnoldo Mondadori. La data è 10 febbraio 1943. È una lettera a quanto sembra non spedita, vergata da un animo turbato, fitta di interrogativi e priva di destinatario preciso (forse è uno scritto eis heautón, a se stesso?). 1 L'"unico": Remo Cantoni e Alberto Mondadori erano nati ambedue nel 1914 ed erano stati compagni di scuola, negli anni del Liceo, nei giorni febbrili, complicati e felici della formazione giovanile. Alberto non era bravo a scuola e non avrebbe nemmeno lontanamente completato l'Università; Remo era brillante tra i banchi, alle feste. Sarebbe diventato docente universitario, opinionista in giornali importanti. Remo porta Alberto nel giro dei suoi amici – che sono quelli che frequentano all'Università Statale le lezioni di Antonio Banfi, del germanista Vincenzo Errante. Negli anni Trenta Banfi tenne memorabili corsi su Spinoza, su Nietzsche; Errante parlava di Rilke. 2 L'atmosfera alle lezioni di Banfi in quegli anni sarà rievocata da Vittorio Sereni: "Banfi si vedeva di fronte un gruppo abbastanza eterogeneo, formato da alcune menti precocemente problematiche e da 1 Alberto Mondadori, Lettere di una vita 1922-1975, a cura e con un saggio introduttivo di Gian Carlo Ferretti, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1996, pag. 54. Questa raccolta e il saggio di Gian Carlo Ferretti sono di primaria importanza. 2 Su Remo Cantoni il libro di riferimento è: Carlo Montaleone, Cultura a Milano nel dopoguerra. Filosofia e engagement in Remo Cantoni, Bollati Boringhieri, Torino 1996. Si veda anche Remo Cantoni. Filosofia a misura della vita, a cura di Carlo Sini e Carlo Montaleone, Guerini Studio, Milano 1993.

Upload: debramorgan123

Post on 10-Aug-2015

49 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: Renzi Alberto Mondadori

Emilio Renzi

“Il grande amico. Alberto Mondadori, Remo Cantoni e l'editoriaculturale milanese tra gli anni Trenta e il 1976”

(da: AA. VV., Remo Cantoni, a cura di Massimiliano Cappuccio eAlessandro Sardi, CUEM, Milano, pp. 149-166. ISBN 978-88-6001-138-1)

1. Più che una vicenda.

"Remo Cantoni, l'unico che avrebbe potuto riceverla ecapirla…". Così di una propria lettera scrive Alberto Mondadori, ilfiglio primogenito del maggior editore italiano, Arnoldo Mondadori.La data è 10 febbraio 1943. È una lettera a quanto sembra non spedita,vergata da un animo turbato, fitta di interrogativi e priva didestinatario preciso (forse è uno scritto eis heautón, a se stesso?).1

L'"unico": Remo Cantoni e Alberto Mondadori erano natiambedue nel 1914 ed erano stati compagni di scuola, negli anni delLiceo, nei giorni febbrili, complicati e felici della formazionegiovanile. Alberto non era bravo a scuola e non avrebbe nemmenolontanamente completato l'Università; Remo era brillante tra i banchi,alle feste. Sarebbe diventato docente universitario, opinionista ingiornali importanti.

Remo porta Alberto nel giro dei suoi amici – che sono quelliche frequentano all'Università Statale le lezioni di Antonio Banfi, delgermanista Vincenzo Errante. Negli anni Trenta Banfi tennememorabili corsi su Spinoza, su Nietzsche; Errante parlava di Rilke.2

L'atmosfera alle lezioni di Banfi in quegli anni sarà rievocatada Vittorio Sereni: "Banfi si vedeva di fronte un gruppo abbastanzaeterogeneo, formato da alcune menti precocemente problematiche e da

1 Alberto Mondadori, Lettere di una vita 1922-1975, a cura e con un saggiointroduttivo di Gian Carlo Ferretti, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori,Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1996, pag. 54. Questa raccolta e il saggio diGian Carlo Ferretti sono di primaria importanza. 2 Su Remo Cantoni il libro di riferimento è: Carlo Montaleone, Cultura a Milanonel dopoguerra. Filosofia e engagement in Remo Cantoni, Bollati Boringhieri,Torino 1996. Si veda anche Remo Cantoni. Filosofia a misura della vita, a cura diCarlo Sini e Carlo Montaleone, Guerini Studio, Milano 1993.

Page 2: Renzi Alberto Mondadori

alcune anime sensitive, più alcuni sbandati 'irregolari'; fossero questiultimi il giovane pittore Aligi Sassu o il giovane musicologo LuigiRognoni, oppure Alberto Mondadori col suo allora inseparabile MarioMonicelli".3

Alberto porta Remo nel giro dei suoi amici – che sono quelliche vogliono scrivere di letteratura e di cinema e costruire il mondonuovo che il fascismo degli anni Trenta chiede alla nuova generazionecome compito proprio. È l'Italia degli anni Trenta; è la Milano che èspazio e matrice della genesi della "scuola di Milano".4

Questo scritto non esamina gli stretti e diretti rapporti tra RemoCantoni e Alberto Mondadori e non solo perché le lettere, le cartepersonali, non sono state tutte pubblicate.

Intento di questo scritto è invece fornire ai lettori di un libro suRemo Cantoni il profilo di un uomo – Alberto Mondadori editore dilibri e fondatore di giornali, poeta e musicofilo, uomo che sempre fuinquieto – le cui umane e culturali vicende furono a tal puntointrecciate con quelle degli allievi di Banfi (Enzo Paci, Remo Cantoni,Vittorio Sereni, molti altri ancora), da dover essere riconsiderato eapprezzato come figura essenziale di quella corale stagione di vocisingole tra il 1930 e la metà degli anni Settanta.

Un arco di storia delle idee e dell'editoria di idee che ha alcentro Milano e come praticabili di drammaturgia Friburgo e Weimare Pietroburgo e Davos e Lubecca e Roma e Berlino e Parigi e Praga eBudapest.

2 "Camminare".

Alberto Mondadori nasce a Ostiglia (Mantova) l'8 dicembre1914, figlio primogenito di Arnoldo che a Ostiglia ha cominciato dalnulla come tipografo.5

3 Vittorio Sereni, Il buon maestro della crisi, "Il Giorno", 11 maggio 1977. 4 Si vedano di Fulvio Papi: Vita e filosofia. La scuola di Milano: Banfi, Cantoni,Paci, Preti, Guerini e Associati, Milano 1990; Gli amati dintorni. Filosofia, arte,politica negli specchi della memoria, Ghibli, Milano 2001; La memoria ostinata,viennepierre edizioni, Milano 2005. Si veda ora Gabriele Scaramuzza, L'estetica e learti. La scuola di Milano, CUEM, Milano 2007. Si vedano le annate della rivista"Materiali di estetica", edita dalla CUEM, Milano. - Cfr. Le città filosofiche, a curadi Pietro Rossi e Carlo Augusto Viano, il Mulino, Bologna 2004, in particolareMassimo Ferrari, La filosofia all'Università Statale e la cultura milanese, pp. 59-103. 5 Su Alberto Mondadori, oltre alla citata raccolta delle Lettere, si vedano: lapubblicazione fuori commercio per il primo anniversario della morte, edita dalSaggiatore, Milano 1977, testimonianze di Vittorio Sereni, Fedele D'Amico,

2

Page 3: Renzi Alberto Mondadori

Le bocciature scolastiche di Alberto e al tempo stesso le lettureappassionate ed estese sono parti o epifenomeni di un personaleribellismo giovanile contro i vincoli, la disciplina e l'autorità delpadre, che rapidamente è diventato grande editore a Milano, congrandi officine grafiche a Verona. Costanza di lavoro, attenzione a benmiscelare capacità industriali, astuzia di mondo e colpi d'alaimprenditoriale (e con più di un endorsement da parte del fascismodiventato regime a tappe e provvidenze forzate), l'hanno fattodiventare il maggior editore italiano, battendo in campo aperto igrandi vecchi che venivano dall'editoria dell'Ottocento: i Sonzogno iTreves i Vallardi.6

"Il complesso di Don Carlos", scriverà Giovanni Arpino:7 ilribellismo in Alberto è talmente incavestrato su se stesso, da nondissolversi mai più vita natural durante, a onta della dichiarataammirazione per quel "grande padre", del desiderio di lavorare conlui, per lui, come lui, dell'aspirazione infine a calcarne le orme e asuperarlo seguendone il cammino.

Ora "Camminare" è appunto il titolo della rivista che AlbertoMondadori fonda nel 1932. È la radunata degli amici di letture comunie di una condivisa e giovanilmente impaziente volontà dirinnovamento culturale e politico.

Gianandrea Gavazzeni e Giulio Einaudi; AA.VV., Gli anni '60: intellettuali eeditoria, Atti del Convegno, Milano 7 e 8 maggio 1984, a cura di Franco Brioschi,"Prefazione" di Cesare Segre, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Milano1987, soprattutto Ricordo di Alberto Mondadori, Enzo Paci, Giacomo Debenedetti,di Giulio Carlo Argan, pp. 25-34; Alberto Mondadori 1976-2006, a cura di VittoreArmanni, in www.fondazionemondadori.it/qb. 6 Su Arnoldo Mondadori il testo di riferimento è Enrico Decleva, ArnoldoMondadori, UTET, Torino 1988 (ora Garzanti, Milano 1998). Si vedano anche lememorie delle figlie: Mimma Mondadori, Una tipografia in paradiso, Mondadori,Milano 1985, e Cristina Mondadori, Le mie famiglie, a cura di Laura Lepri,Bompiani overlook, Milano 2004. – Sull'editoria milanese e italiana: Guido Bezzola,"La Milano letteraria e artistica negli anni '20-'40", in Editoria e cultura a Milanotra le due guerre (1920-1940), Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Milano1983; AA.VV., Milano com'è. La cultura nelle sue strutture dal 1945 a oggi,Feltrinelli, Milano 1962; Enrico Decleva, Un panorama in evoluzione, in Storiadell'editoria nell'Italia contemporanea, a cura di G. Turi e Maria Iolanda Palazzolo,Giunti, Firenze 1997; Enrico Decleva, L'attività editoriale, in AA.VV., Storia diMilano, vol. XVIII, Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, Roma 1996;Alberto Cadioli, Letterati editori. L'industria editoriale come progetto, il Saggiatore,Milano 2003; Alberto Cadioli e Giuliano Vigini, Storia dell'editoria italianadall'unità a oggi: un profilo introduttivo, Editrice bibliografica, Milano 2004; GianCarlo Ferretti, Storia dell'editoria letteraria in Italia 1945-2003, Einaudi, Torino2004. 7 " La Stampa", 18 febbraio 1976.

3

Page 4: Renzi Alberto Mondadori

Nei primi mesi la redazione è ospitata in casa di RemoCantoni, in via Visconti Venosta; in seguito nell'abitazione di Albertoossia dei suoi genitori, in via Livorno. Remo è il primo deicollaboratori e per un certo periodo figurerà come capo dellaredazione. Gli altri della brigata sono Alberto Lattuada, LucianoAnceschi, Roberto Ducci futuro ambasciatore, Enzo Paci, LuigiRognoni, Tullio Cimadori, cugino acquisito, Mario Monicelli, primocugino per parte di madre.

L'approccio alla politica è di matrice culturale e secondo igiovani di "Camminare" alla cultura la politica deve riapprodare echinarsi. La rivista si ingaggia in una polemica contro il Futurismogiudicato non rappresentativo del fascismo per astrattezza di obiettivi.Arnoldo Mondadori che è pur sempre l'editore di Filippo TommasoMartinetti, nel frattempo intronato Accademico d'Italia, si vedeobbligato a invitare costui a una cena di riparazione. Un'altra polemicaè accesa contro una mostra di arte "ufficiale" tedesca a Firenze,giacché "l'iscrizione a un partito, il seguirne le teorie con fede non puòdare un'arte con un'impronta nuova". Si muovono critiche alcapitalismo di Stato e al capitalismo tout court.

"Nuovismo" o "novismo" - "nuovo a tutti i costi"8 - può esserdefinita la proposta di "Camminare" e di altre riviste giovanilidell'epoca, sovente accomunate dalla critica posteriore sotto leetichette di "fascismo di sinistra" o "fronda" o "bottaismo", dal nomedel ministro dell'Educazione nazionale Giuseppe Bottai, che attua unasua personale politica di arruolamento della giovane intellettualità inuna visione prospettica del fascismo come la forza nuova delpanorama europeo contro le "vecchie" ideologie liberali e socialistichee contro il comunismo trionfato in Russia con Lenin e giudicatomaterialismo negatore della civiltà latina.9 La trama è quindi quelladel conflitto generazionale programmaticamente portato alla luce, percosì dire "istituzionalizzato".

Le riviste di quel genere intrecciano rapporti, registranocollaborazioni multiple. "Il Cantiere" (1934-'35) ospita Paci e Albertoe Remo Cantoni, con brevi contributi; "Orpheus" (1932-34) è fondato

8 Carlo Montaleone, Cultura a Milano nel dopoguerra, cit., p. 21. 9 Sulla tematica e sul periodo: Luisa Mangoni, Interventismo della cultura.Intellettuali e riviste del fascismo, Laterza, Roma-Bari 1974; Le riviste giovanili delperiodo fascista, a cura di Alberto Folin e Mario Quaranta, Canova, Treviso 1977 (incui peraltro "Camminare" è a malapena ricordato); Luisa Mangoni, Primato 1940-1943. Antologia a cura di Luisa Mangoni, De Donato, Bari 1977. - Il libro diRuggero Zangrandi, il primo per il vero a sollevare il velo, è pubblicato da Feltrinellinel 1962 e sarà più volte ristampato (Il lungo viaggio attraverso il fascismo.Contributo alla storia di una generazione).

4

Page 5: Renzi Alberto Mondadori

da Luciano Anceschi, vi scrive Paci; "Corrente di vita giovanile"(1938-'40) da Ernesto Treccani, e Cantoni vi pubblica saggiimportanti.

Tra le riviste si intrecciano anche polemiche, talora letterariepiù spesso politiche. "Soviet di formiche", cos ì nel fiorentino"L'Universale" Berto Ricci definisce "Camminare".

Nelle pagine di "Camminare" più che l'apologia delle"magnifiche sorti e progressive" del fascismo che sta celebrando ildecennale della marcia su Roma risuona la parola "crisi": "crisidell'uomo contemporaneo". Che sappiamo essere parola, visione, diAntonio Banfi e precisamente dell'insegnamento e della ricerca diBanfi in quegli anni. Rivelatrice questa proposizione che è proprio diCantoni: una rivista "deve non tanto risolvere quanto porre deiproblemi".10

"Camminare" è soppressa dall'autorità tutoria – il Ministerodella Cultura popolare più noto come Minculpop – nell'autunno del1935: l'Italia di Mussolini è alla vigilia della sfida che lanceràall'Impero britannico, alla Francia repubblicana e all'ONU dell'epoca –la Società delle Nazioni – andando in Etiopia. Le altre riviste sarannosoppresse allora o quando scoppierà la guerra mondiale, nel '39.Occorreva serrare i ranghi – e Bottai nel 1940 fonderà "Primato". Nonsi va alla guerra contro le grandi potenze sulla scorta di categoriecome "problematicismo", "crisi", o di un Pirandello che tanto piacevaad Alberto. E di attacchi all'unico e grande alleato: la Germania diHitler.

Immagine di quella stagione è la fotografia scattata a Pasturo,nella casa di montagna di Antonia Pozzi e spesso riprodotta. È l'estatedel 1935 dunque poco prima dell'avvio alla catastrofe europea. Mostradisposti alla destra del professor Antonio Banfi una prima fila distudentesse e amiche di Antonia: Clelia Abate, Elisa Buzzoni, OttaviaAbate. Antonia Pozzi è dietro e i suoi occhi si vedono appena; è traVittorio Sereni, all'estrema sinistra di noi che guardiamo, e RemoCantoni. Alberto Mondadori è tra Remo Cantoni ed Enzo Paci, che èalla destra di Banfi.

Alberto è più alto degli altri, forti i tratti del volto, con uninizio di rughe di carattere, gli occhi neri dallo sguardo caldo, capelliche resteranno scuri sin quasi ai sessant'anni. Il volto di Paci ha10 Remo Cantoni, Quota 1933, in "Camminare", 5 dicembre 1935, da Gian CarloFerretti, Lettere di una vita 1922-1975, cit.., p. XVIII. Sul tema della "crisi" in Banfirestano imprescindibile Guido D. Neri, Crisi e costruzione della storia. Sviluppi delpensiero di Antonio Banfi, Bibliopolis, Napoli 1988, e Gabriele Scaramuzza, Crisicome rinnovamento. Scritti sull'estetica della scuola di Milano, Unicopli, Milano2000.

5

Page 6: Renzi Alberto Mondadori

colorito scuro, sembra denunciare origini orientali; Cantoni ha unsorriso etrusco affascinante; Sereni, lo sguardo attento, riservato.Anche Banfi sorride: contento, e ironico, di essere tra i "suoi"giovani.11

Antonia Pozzi, lei, la padrona di casa, se ne sta seminascosta:"la Pozzi, che si suicidò il 2 dicembre del 1938 a tre anni dall'altrosconvolgente suicidio, quello di Gianluigi Manzi, due duri eindimenticabili profili delle Parche comparsi in mezzo a noi".12

Sono parole di Maria Corti, la studiosa di stilistica letterariache si laureò anche in Filosofia con Banfi dopo aver studiato Storiadella lingua italiana con Benvenuto Terracini alla Statale di Milano.La seconda laurea non fu solo per avere uno scadenziario alla proprialibido sciendi, fu per un diverso orizzonte culturale: "Ricordo ancoraoggi un corso di Estetica su Così parlò Zarathustra di Nietzsche e unaltro su Umano, troppo umano. Allora Nietzsche era pochissimo notoin Italia e il suo pensiero agiva su noi studenti come una piccolabomba a orologeria. Era insieme trasgressivo e originalissimo. Mentrenelle università italiane dominava la linea Croce-Gentile e ilmodernismo, Banfi ci apriva le porte del mondo d'oltralpe, Husserl, lafenomenologia, Simmel, l'antidogmatismo, il senso problematico deivalori".13

Quanto ad Alberto Mondadori, in quei giorni sta muovendoverso una nuova passione intellettuale, sta cercando e trovandoun'altra forma di impegno personale e culturale: il cinema.

3. Cinema arte nuova

Negli anni Trenta il cinema in America, in Europa e in Italia èuscito dallo stadio di minorità rappresentato dal "muto" e stadiventando industria e spettacolo insieme, cultura e attrazione per le

11 In una poesia giovanile intitolata Remo e scritta nel marzo del '35 Vittorio Serenidescrive lo studente Cantoni che ride e guarda nel più caldo e simpatetico dei modi(ora nell'Apparato critico di Frontiera, in Vittorio Sereni, Poesie, Edizione critica acura di Dante Isella, "Prefazione" di Giosue Bonfanti, i Meridiani Mondadori,Milano 1995 e 2004, pp. 398-399. 12 Maria Corti, Dialogo in pubblico. Intervista di Cristina Nesi, Bompiani, Milano1995, pag. 31. – Montaleone, nell'opera citata, pag. 223, ricorda un passo dei Diaridi Antonia Pozzi: "Mercoledì notte – a casa di Alberto – c'erano due T.K.: Vittorio edio", dove T. K. sta per Tonio Kröger, l'eroe thomasmanniano così importante nellaformazione di quei giovani. – Si veda Antonia Pozzi – Vittorio Sereni, La giovinezzache non trova scampo. Poesie e lettere degli anni Trenta, con un saggio diAlessandra Cenni, "Le ragioni della memoria", Libri Scheiweiller, Milano 1995. 13 Maria Corti, Dialogo in pubblico, cit., pag. 29.

6

Page 7: Renzi Alberto Mondadori

masse, divismo e – per i regimi politici – "l'arma più potente". Sonoparole di Mussolini, che fa varare le leggi e i provvedimenti chedaranno vita alla Mostra di Venezia e a Cinecittà, alle scuole dedicatee all'obbligo del doppiaggio della colonna sonora.

Milano diverrà quindi periferica rispetto a Roma e a Veneziama questo non impedirà che si sviluppino forme di produzione localee soprattutto una grande attenzione a questa nuova forma espressiva,che si affaccia come una straordinaria mescola di creazione artistica,forza comunicativa e vaste masse di spettatori.14

Con Alberto Mondadori sono nuovamente Alberto Lattuada eMino Monicelli, essi sì destinati come si sa a grandi successi nellaregia cinematografica. Chi del gruppo si occupa del cinema con unadedizione destinata a durare è Luigi Rognoni: ama il cinema muto esarà tra i fondatori della Cineteca italiana, la cui sede per qualchetempo sarà presso la sua abitazione, in corso Plebisciti.

Cantoni compie nel '35 un viaggio importante: soggiorna aBerlino, vede il nazismo allo stato nascente. Inizia a lavorare alla tesidi laurea sul pensiero dei primitivi.

La scelta per il cinema di Alberto Mondadori èalternativamente contrastata e aiutata dal padre. In una letteradell'estate del '34 Remo manifesta solidarietà all'amico.

Il passo di debutto dei nostri tre cineasti è un film a passoridotto: Il cuore rivelatore, tratto da un racconto di Poe. Con giovanilebaldanza scavalcano molti ostacoli pratici. Seguitano con una provasuperiore anche se anch'essa a passo ridotto: I ragazzi di via Pal, dalcelebre romanzo di Ferenc Molnár. Il film vince il primo premiointernazionale nella sua categoria alla III Mostra d'artecinematografica di Venezia. La critica se ne accorge e Alberto ritienedi poter allungare il passo.

Va a Roma, a Tirrenia. Si mette al fianco di registi provati.Passano così i mesi del 1936, del '37: ma senza costrutto. Se nontormentate lettere di allentamenti e rincorse tra il figlio, il padre e lamadre, la signora Andreina Mondadori, donna forte che vorrebbe ilfiglio trionfatore: però sul modello del marito. Lattuada dirà cheAlberto possedeva "fantasia, cultura non ortodossa", ma gli mancavadurezza nel dirigere gli altri.15

14 Si vedano gli articolati saggi contenuti nel "Quaderno" n. 3 (gennaio 2006) di"Materiali di estetica" dedicato a Estetica e cinema a Milano. Atti del convegno –Università degli studi di Milano, 15 dicembre 2004, a cura di Elena Dagrada,Raffaele De Berti e Gabriele Scaramuzza. 15 Gian Carlo Ferretti, Alla sinistra del padre, cit., pag. XXIV.

7

Page 8: Renzi Alberto Mondadori

4. Un settimanale nuovo

Alberto rientrando a Milano rientra anche nella Mondadori. LaCasa editrice decide l'ingresso nella stampa periodica: viene varato nel1939 il settimanale "Tempo". Alberto ne è il fondatore e direttore; saràaffiancato da Arturo Tofanelli, direttore editoriale Cesare Zavattini.

"Tempo" ha una sua casella nella storia del giornalismoitaliano. Il fatto nuovo è l'impaginazione, inedita per l'Italia (ma nonper gli Stati Uniti, dove si stavano affermando le grandi pagineillustrate da foto di "Life"). "Tempo" dà spazio e rilievo ai servizifotografici: vi si fa un nome il fotoreporter Federico Patellani. Foto etesto devono integrarsi: la grafica è anch'essa moderna, si devenientemeno che a Bruno Munari. La stampa è a colori. Anche laformula editoriale punta in alto tramite quella che in gergo si chiama"politica delle grandi firme": Curzio Malaparte, MassimoBontempelli. A capo della redazione Indro Montanelli, poco dopoCarlo Bernari; tra i collaboratori esterni figura larga parte dei nomidegli "autori della Casa", che è ormai sicuramente la prima Casaeditrice italiana (anche se Angelo Rizzoli, milanese, anch'eglitipografo venuto dal nulla, sta crescendo assai bene e tallona da vicinoil coetaneo Arnoldo).16

Alberto riesce anche a dedicarsi alla letteratura: realizza duenumeri del periodico letterario "Tesoretto". Fonda nel 1940, conTofanelli, la collana di poesia "Lo Specchio", destinata come si sa adurare meritoriamente come la maggior collana italiana di poesia.

Giugno 1940, è la guerra anche per l'Italia. Remo Cantonipartirà per il fronte orientale, da cui riuscirà a tornare; Enzo Paci per laGrecia, riuscirà a tornare dagli stalag di Beniaminowo e Sandbostel;Vittorio Sereni sarà catturato in Sicilia e tornerà dal campo diconcentramento dei francesi in Algeria. Frontiera di Vittorio Sereni èforse la sommessa e forte epitome di quella dispersione e raccolta;Diario d'Algeria la completerà.17

16 Cfr. Paolo Murialdi, La stampa italiana del dopoguerra, Laterza, Bari-Roma1973, pp. 205-206.17 Giosue Bonfanti testimonia che nello stalag di Sandbostel "nel '44 tra i libri chegiravano" c'era l'antologia di Anceschi (Lirici nuovi), nella quale "qualcuno, amatita, su una pagina bianca aveva trascritto Terrazza" di Vittorio Sereni (in PerVittorio Sereni. Convegno di poeti, Luino 25-26 maggio 1991, a cura di Dante Isella,All'insegna del pesce d'oro di Vanni Scheiwiller, Milano 1992, pag. 180. – Si vedanodi Stefano Raimondi: La "Frontiera" di Vittorio Sereni. Una vicenda poetica (1935-1941), Unicopli, Milano 2000, e Il male del reticolato. Lo sguardo estremo nellapoesia di Vittorio Sereni e René Char, CUEM, Milano 2007.

8

Page 9: Renzi Alberto Mondadori

Antonio Banfi continua l'insegnamento dalla cattedra. Primadel 25 luglio e dopo l'8 settembre prende contatto con i comunisti, conil socialista Eugenio Curiel; dopo l'armistizio Luigi Rognoni, DinoFormaggio, Luigi Preti sono nella clandestinità. Anche Remo Cantoni.

Alberto Mondadori fa il direttore e il corrispondente di guerradi un settimanale che fa la sua parte nello sforzo bellico nazionale."Tempo" raggiunge tirature da primato; pubblica edizioni nelle linguedei paesi occupati dall'Asse. L'Italia, scrive Alberto Mondadorinell'editoriale all'indomani del 10 giugno 1940, entra in una guerra"più che mai rivoluzionaria, dei popoli poveri e giovani contro classidirigenti che hanno scatenato la tormenta per i loro avidi interessiegoistici", guerra "per la nascita della nuova Europa, che ilcapitalismo internazionale ha sempre, ferocemente, cercato disoffocare col ricatto e l'oro".18

Alberto manda corrispondenze da vari fronti, da imbarchi sunaviglio militare.19 Si è sposato con Virginia Barella, nascono i figli:Fabrizio, Marco, Nicoletta.

Le sconfitte militari di El Alamein e di Stalingrado, ibombardamenti alleati su Roma, Milano, le città del Nord, induconoArnoldo Mondadori a un realismo assoluto. Gli uffici della Casaeditrice sono sfollati a Meina, sul lago Maggiore; il passaggio inSvizzera di tutta la famiglia, dopo l'8 settembre, è la naturaleconseguenza.

La lettera del 10 febbraio 1943 che abbiamo citato all'inizio -forse indirizzata a Remo Cantoni, forse memoria a se stesso per fissareidee che corrono ansiose, convulse – è per quel che se ne sa l'iniziodella resipiscenza di Alberto. Alberto descrive Palermo in fiamme:Monte Pellegrino vomitava fuoco, il porto era fuoco. Lungo viaggioverso il Nord, disseminato di rovine, donne immobili sui mucchi dimacerie".

I pensieri cercano di oggettivarsi nelle movenze dellapalinodia: "Ho scritto al mio ignoto corrispondente la storia dei mieitrentanni, pochi e troppi"; ma nel seguito si affida al patetismo diimmagini di dissolvenza di sé nel fanciullo che era stato. "Gli hoparlato di quando ero bambino, delle sere d'estate a Verona, che siestenuavano verso il fiume, in rossi e azzurri ineffabili… gli ho dettodella nebbia di Milano, ragazzo appena, di quel colore e di quei caldocosì buoni che ha la nebbia a Milano…". Alberto chiosa se stesso: "lamia memoria involontaria sembrerà nutrirsi di queste radici profonde

18 Citato in Enrico Decleva, Arnoldo Mondadori, cit., pag. 246. 19 Tracce nella raccolta poetica Il conto della vita, cfr. infra.

9

Page 10: Renzi Alberto Mondadori

che si abbarbicano al mistero dell'uomo".20 Sono accenti cheritroveremo quando Alberto compirà il passo dalla prosa poetizzanterivolta a se stesso (o a pochi sceltissimi amici) alla poesia a stampa,rivolta quindi al giudizio del pubblico più vasto.

In Svizzera Alberto collabora col padre e col fratello nelcercare di tenere i rapporti con gli autori stranieri e col fratello diArnoldo, Bruno, al cui spirito pratico è stato affidato quel che èrimasto in Italia della Casa editrice (che sarà comunque socializzatadal nuovo potere della Repubblica di Salò). Di suo, prende contattocon i fuorusciti antifascisti, soprattutto con i socialisti Lucio Luzzatto,Rodolfo Morandi e Fernando Santi. Chiede l'iscrizione al Partitosocialista (allora Psiup), che gli verrà concessa dopo molto tempo eprevie laboriose verifiche. Avrà del resto breve seguito effettivo:Alberto dimissionerà per la posizione "frontista" tenuta dallamaggioranza del Partito a proposito del colpo di stato comunista diPraga (25 febbraio 1948).

Prepara piani per la ripresa postbellica, si impegna in progettidi collane, periodici. Cerca di ridisegnare ruolo, funzioni eresponsabilità della Casa editrice, tornata peraltro quasi subito nelpieno possesso di Arnoldo.

Piani per una Casa editrice meno industriale e meno irrigiditasu una lotta politica da Guerra fredda ossia condotta sucontrapposizioni elettoralistiche; una Enciclopedia della cultura insenso antistoricista e illuminista; diffusione della cultura contro ivecchi schemi e l'accademia, per la quale appoggiarsi a Banfi e ai"banfiani". Nei memorandum e nelle lettere sono continuamenterichiamati Paci e Cantoni, Preti e la Lavinia Mazzucchetti, Anceschied Ervino Pocar grande traduttore dal tedesco, Giorgio Monicelli.

5. Due collane di idee: "Orientamenti" e "Pensiero critico"

I progetti di Alberto presentano una duplice caratteristica. Sonotutti interni alla Casa editrice: Alberto si sforza ora di stare al suoposto. Puntano a sviluppare una editoria di saggistica orientata a unaconcezione della cultura come "nuova cultura" emersa nel, e richiestadal, dopoguerra. Una cultura come militanza "progressista", nellessico dell'epoca: nell'ambito e negli obiettivi della sinistra, anchecomunista. La Casa editrice non ne è entusiasta; tuttavia alcunecollane saranno varate.

Il giudizio su questa e su tutte le vicende di Alberto Mondadori

20 In Gian Carlo Ferretti, Alla destra del padre, cit., p. 55.

10

Page 11: Renzi Alberto Mondadori

nella AME (Arnoldo Mondadori Editore) e nell'editoria deve passareattraverso la comprensione del fatto che la tradizione, ormai più chedecennale e dai risultati straordinariamente efficaci, della Mondadoridi Arnoldo e dei principali tra i suoi collaboratori volgeva assai di piùalla letteratura, allo svago e alla "varia" (per tacere della gloriosascoperta dei "gialli Mondadori"); insomma, come si diceprofessionalmente, assai più fiction che non-fiction. E in ogni caso laMondadori era anche editrice di stampa periodica, libri per ragazzi,cartiere, industria grafica anche per conto terzi e su scala europea. Alladirezione di queste rilevanti e impegnative attività provvede in misuracrescente Giorgio, di tre anni più giovane del fratello Alberto. I suoisuccessi ne trasmettono l'immagine come del figlio più prossimo alcôté di imprenditore industriale del padre.

Alberto è tra i consiglieri della Casa della Cultura di Milano,fondata il 16 marzo 1946 da Ferruccio Parri e Antonio Banfi, che inquesto modo prosegue il lavoro politico del "Fronte della Cultura" edà inizio alla militanza nel Partito comunista italiano, per il qualediventerà senatore nel 1948.21

Iniziano trattative tra Alberto Mondadori ed Elio Vittoriniperché la Mondadori assuma la pubblicazione de "Il Politecnico" dopola scomunica comminata da Palmiro Togliatti.22 Sono redatti piani diriviste mensili che vedrebbero alla guida Antonio Banfi, Tofanelli eGiorgio Monicelli, e tutti o quasi i"banfiani". Tra i nomi esteri, Orwelle Sartre. In altro progetto Alberto rispondendo a G. B. Angioletti cheaveva proposto una rivista "modello Nouvelle Revue Française"precisa: "con l'aggiunta di un critico per la parte filosofica che io tisuggerirei in un giovane di grande talento, di sicuro gusto, di fortecultura: Remo Cantoni, che conosco dagli anni della comuneUniversità e che preferirei – nel caso specifico – a un grande nome –Banfi, Baratono…".23

Il nome nuovo è Giacomo Debenedetti, che per la suaconformazione minuta sarà chiamato da tutti Giacomino. Piemontesetrapiantato a Roma, è critico letterario finissimo per metodo di analisiche ricorre alle scienze, alla filosofia e alla psicoanalisi; rivelatore diProust ai critici italiani, studioso delle letterature europeedell'Ottocento e Novecento. La sua collaborazione e il suo scambio

21 Cfr. Milano com'è, cit., pag. 703. 22 Cfr. E. Vittorini, Politica e cultura. Lettera a Togliatti, in "Il Politecnico", 35(genn.-marzo 1947), pp. 2-5 e 105-6 (ristampa parziale in ID., Diario in pubblico.Autobiografia di un militante della cultura, Bompiani Milano 1957 e 1976, pp. 294-305. - Cfr. Il Politecnico. Antologia critica a cura di Marco Forti e Sergio Pautasso,Lerici, Milano 1960.23 In Lettere di una vita 1922-1975, cit., pag. 156 (7 gennaio 1946).

11

Page 12: Renzi Alberto Mondadori

con Alberto saranno destinati a crescere negli anni sino a far diventareGiacomino Debenedetti la figura forse più importante per Albertonelle sue attività di editore e nelle sue pubblicazioni di poeta.24

Sono conoscenze e in più di un caso amicizie cheaccompagnano da tempo il faticato itinerario di Alberto e chesoprattutto ne costituiranno il nucleo con cui dieci e dodici anni doposarà forgiata la Casa editrice infine sua – Il Saggiatore.

Dei progetti uno sarà realizzato molto più tardi, tra il 1959 e il'63: i l Dizionario universale della letteratura contemporanea, in 5volumi. Alberto direttore, Cantoni e Debenedetti nel Comitato diconsulenza, Paci tra i collaboratori.

Dalle molte lettere e memorandum del periodo scaturisceinvece quasi subito – nell'ottobre del 1945 - la collana di saggisticapolitica "Orientamenti", dedicata significativamente "ai caduti per lalibertà". Alcuni titoli sono di valore e di interesse non momentaneo:Golia, romanzo sulla nascita del fascismo, di Giuseppe AntonioBorghese, Moniti all'Europa di Thomas Mann, Disegno preliminare diCostituzione mondiale di Piero Calamandrei. Alberto stesso presentaDal diario di un borghese di Ranuccio Bianchi Bandinelli. In anticiposui tempi: La rivoluzione dei tecnici di James Burnham, LaRepubblica presidenziale americana di Harold Laski. Di presaduratura: Omaggio alla Catalogna di George Orwell, Quelli diBarcellona di H. E. Kaminski.

La "Biblioteca storica" è affidata ad Adolfo Omodeo e si aprecon il suo volume postumo (ché Omodeo scompare nel 1946) Culturafrancese nell'età della Restaurazione.

"Arianna - Diari e memorie", per le cure di Alberto stesso e diGiansiro Ferrata, pubblica un capolavoro sulla "battaglia d'Inghilterra"- L'ultimo avversario di Richard Hillary – e altre testimonianze sullaguerra recente; ma sarà presto riassorbita.

"Orientamenti" e "Biblioteca storica" illanguidiscono, la primatermina nel 1951. È che nel frattempo "Orientamenti" è superata dauna collana in cui una concezione più immediata della politica abbiaminor peso rispetto a una concezione più ampia culturalmente. Menoa ridosso degli eventi della Seconda guerra mondiale appena conclusa,

24 Bibliografia vasta. Cfr. AA.VV. Il Novecento di Debenedetti. Atti del convegno,Roma, 1-2-3 dicembre 1988, a cura di Rosita Tordi, Milano, Fondazione Alberto eArnoldo Mondadori, 1991, e le testimonianze raccolte nel numero de"L'immaginazione" (Manni editore) per i quarant'anni della scomparsa. – Cfr. ilcapitolo "L'esercizio critico di un 'direttore editoriale': Giacomo Debenedetti", inAlberto Cadioli, Letterati editori, cit., pp. 133- 163, che corregge le lacune del citatoIl Novecento di Debenedetti. – È noto che Debenedetti fu bocciato in due (altre fonti:tre) distinti concorsi a cattedra.

12

Page 13: Renzi Alberto Mondadori

maggiormente problematica sul presente e più aperta sul futuro. A essaAlberto pone mano assieme a Remo Cantoni.

I rapporti tra i due amici erano ripresi dopo che Alberto avevascritto a Remo una lunga lettera, datata 15 novembre 1945. È unasorta di bilancio, come le circostanze imponevano: "… non saprei se ilbilancio è attivo o meno. Per te forse sì… per me, non so, è ancorapresto: di una cosa sono certo, di avere molto imparato e di averedefinitivamente compreso come 'ogni posizione morale sia unasuccessiva conquista'. Tu me lo scrivesti tanti anni fa".25

Il progetto iniziale della collana dice "Saggi e critiche", sichiamerà invece "Il pensiero critico".

La collana nasce nel febbraio del 1947; in carteggi successiviCantoni sarà chiamato direttore di collana. Che vuole essere di"cultura moderna… argomenti vivi e attuali, testi problematici", per"rompere il quadro dell'umanesimo tradizionale"26. È evidentel'influsso di Cantoni, che a quell'epoca sta lavorando su Kierkegaard(La coscienza inquieta, 1949) e su Dostoevskij (Crisi dell'uomo. Ilpensiero di Dostoevskij, 1948).

Due titoli della collana sono presentati da Cantoni stesso: DaBergson a Tommaso d'Aquino di Jacques Maritain, il Baudelaire diSartre. È in questa collana che appaiono Ingens sylva edEsistenzialismo e storicismo di Enzo Paci, L'uomo copernicano diBanfi, Problemi di tutti di John Dewey a cura di Giulio Preti, la primaserie dei Saggi critici di Giacomino Debenedetti.

Vi è anche Eupalinos. L'anima e la danza, di Paul Valéry:traduzione di Vittorio Sereni e prefazione di Enzo Paci che su Valéryaveva scritto un saggio che figura in Esistenza ed Immagine (1947) –significativamente dedicato "agli amici delle 'sere' di Beniaminowo"perché erano le lezioni che aveva tenuto nello stalag.27

Altro titolo che colpisce perché riguarda la sociologia èDiagnosi del nostro tempo di Karl Mannheim: allora di sociologia sioccupava solo la Casa editrice Comunità fondata da Adriano Olivetti.28

Sono titoli e autori che in parte ritroveremo nella più grandecollana "la Cultura" del Saggiatore. In ogni caso configurano una dellemaggiori aperture saggistiche di quegli anni: filosofia, criticaletteraria, antropologia si incontrano e si fecondano.

"Il pensiero critico" è lo stesso nome che Cantoni dà alla

25 In Lettere di una vita 1922-1975, cit., pp. 136-139.26 Cfr. Enrico Decleva, Arnoldo Mondadori, cit., pp. 374-375.27 Cfr. Emilio Renzi, Caro Ricoeur, mon cher Paci, CUEM, Milano 2006. 28 Cfr. Emilio Renzi, Olivetti editore, in "Abitare" n. 406 (maggio 2001), pp. 208-209.

13

Page 14: Renzi Alberto Mondadori

propria rivista, che fonda nel 1950.29 Banfi aveva infatti chiuso la propria rivista "Studi filosofici"

nel 1949; Cantoni ne era il redattore capo. L'anno prima il Comitatocentrale del Partito comunista italiano aveva attaccato Cantoni peraver pubblicato su "Studi filosofici" una recensione negativa di unlibello del comunista francese Jean Kanapa contro l'esistenzialismo.Cantoni era uscito dal Partito.30

I "banfiani" fanno sempre più fatica a seguire il maestro esenatore. Paci nel 1951 fonda "aut aut", "Il Verri" di Luciano Anceschivedrà la luce nel 1956.31

Alberto fonda entro la Mondadori il settimanale "Epoca" nel1950, nuovamente con Zavattini e Munari e Mino Monicelli e il"sodale" Cantoni.32 Lo dirige per un anno; ne verrà esautorato per avertentato di fare un settimanale che guardava a sinistra; dopo la suaestromissione Epoca virerà sul centrodestra.

In "Epoca" Cantoni tiene la rubrica "Ragguagli dell'epoca",sino al 1956: dagli articoli scaturirà La vita quotidiana.

Alberto esce dall'Associazione Italia-Urss in seguitoall'intervento dei carri armati sovietici a Budapest, nel novembre del1956. Quelli che per molto tempo saranno pudicamente chiamati "ifatti d'Ungheria" provocano com'è noto il più acceso dibattito in senoalle sinistre nel mondo. In Italia il dibattito ha toni forti e conseguenzeimportanti sia nelle dinamiche politiche – Pietro Nenni ne trarràspunto per avviare l'"apertura a sinistra" che porterà alla nascita delcentro-sinistra "organico e riformatore" - sia nel ceto intellettuale(questo anche in Francia).33

Banfi in Senato segue la linea di arroccamento di Togliatti;Cantoni si discosta nettamente da Banfi34. Alberto traduce in versi i

29 Cfr. Carlo Montaleone, Cultura a Milano nel dopoguerra, cit., pp. 119, 118-125. 30 Si veda la lettera a Banfi riprodotta in Appendice a Carlo Montaleone, Cultura aMilano nel dopoguerra, cit., pp. 163-168, datata 4 settembre 1949. 31 Cfr. a cura di Piero De Giovanni, La cultura filosofica italiana attraverso leriviste 1945-2000, FrancoAngeli editore, Milano 2006. 32 "Sodale": Gian Carlo Ferretti, Alla destra del padre, cit. pag. LXXXIII. 33 Densa la bibliografia, di allora e rievocativa. Si vedano Il revisionismo socialista.Antologia di testi 1955-1962, a cura di Giampiero Muggini, "Prefazione" diFederico Coen, Quaderni di "Mondoperaio", 1975; Gli intellettuali di sinistra e lacrisi del 1956, Un'antologia di scritti del "Contemporaneo", a cura di GiuseppeVacca, Rinascita-Editori Riuniti, Roma 1978; Nello Ajello, Intellettuali e P.C.I. !944-1958, Laterza, Roma-Bari 1979; L'indimenticabile '56, numero speciale di"MicroMega", 9/2006. – Vicende e persone a Milano: Rossana Rossanda, Laragazza del secolo scorso, Einaudi, Torino 2005, pag. 174 sgg..34 Si vedano tuttavia per quanto riguarda Banfi i chiaroscuri colti e ricordati daFulvio Papi in "Banfi, gennaio 1957 e le tre immagini", ne La memoria ostinata, cit.,

14

Page 15: Renzi Alberto Mondadori

suoi sentimenti: compone una raccolta di poesie che intitola Cantod'ira e d'amore per l'Ungheria. Apparirà semiprivatamente nel 1959.

Alle elezioni politiche del 25-26 maggio 1958 – in cui la postain gioco erano propriamente le precondizioni di nascita del centro-sinistra – Alberto si candida nelle liste del Movimento di Comunità diAdriano Olivetti.35 La quête di Alberto anche in questo quadrante èsenza quiete e sia pure con rotta costante a sinistra (del resto così erastato durante il fascismo): a metà degli anni Sessanta si accosterà alPartito repubblicano di Ugo La Malfa, a metà dei Settanta al Partitocomunista egemonizzato dal carisma di Enrico Berlinguer. Nel 1962, aBarcellona, Alberto presenta al Congresso internazionale degli editoriuna risoluzione contro la censura del regime franchista;36 l'anno di poiscrive la Prefazione a un dossier sulla persecuzione degli intellettualinel Portogallo salazarista.37

Importante per Alberto la versificazione: "la mia – scriveAlberto al padre – è una 'vocazione' e non un hobby'".38 In questeinvero un po' supplichevoli parole sta uno dei nodi del groviglio.Alberto parlò sempre, e operò spesso, in termini di sua "necessità discrivere"; ebbe un laudatore certo eccessivo – Giacomino Debenedetti– e persino il riconoscimento del Premio Viareggio 1957 per la poesia(ex aequo con Pier Paolo Pasolini e Sandro Penna); ma è con un sensodi sollievo per l'equità che si rilegge il giudizio editoriale interno (proveritate) di Sergio Antonielli: "al generoso dei suoi sentimenti"politici, corrispondono "eccessi di letteratura".39

Quasi una vicenda, del 1957, è appunto l'opera prefata daDebenedetti e premiata; seguono Canto d'ira e d'amore perl'Ungheria, nel 1963 Figure nel tempo; nel 1965 Il conto della vita.L'insieme si presenta a un tempo come una tetralogia e un'opera unicascandita in quattro tempi. Le lunghe note ne Il conto della vita sono inparte spiegazioni delle cause scatenanti, delle cornici e dei rimandidelle poesie, in parte una sorta di "diario in pubblico".

Non meno importante per Alberto il sentimento dell'amicizia:una poesia - "Ho conosciuto il tacere" (1957-1964)- è dedicata a Remo

pp. 43-59. Banfi morirà nel successivo luglio. 35 Alberto Mondadori scrive una lettera a vari intellettuali per chiedere il voto.Quella a Remo Cantoni in Lettere di una vita 1922-1975, cit., pp. 612-614. 36 Cfr. E.R., Il sedicesimo congresso dell'Unione Internazionale degli editori e lacensura in Spagna, in "aut aut" n. 69 (maggio 1962), pp. 272-273. 37 Dossier sul Portogallo, a cura di Dante Bellamio, Prefazione di AlbertoMondadori, edizioni Avanti!, Milano 1963. 38 Lettera datata 25 agosto 1965, cfr. Gian Carlo Ferretti, Alla destra del padre, cit.,pag. CXXX.39 Ibid.

15

Page 16: Renzi Alberto Mondadori

Cantoni; a Enzo Paci "Due nuovi commiati provvisori ma più brevi", esono "Tèlos" (1963) e "Entropatia" (1963), che si conclude conun'immagine che a sua volta viene da una citazione che sappiamoesser stata cara a Husserl:

"Andiamoe con la voce ferma dei fiumi al mare,parliamo che ridente si avvoltola sulle ormee a ricalcarle verrà il cavallo che Dürer spronaverso la fonte dove la nostra origine si smaga: là il pontepercuoteremo con le piante dell'io posso."

6. Il Saggiatore. Una Casa editrice nuova

Lettera di Alberto Mondadori a M. Jean-Paul Sartre, 26 marzo1958: "Desidero mettervi a parte di una mia iniziativa: col prossimomese di aprile nascerà una nuova Casa editrice, una casa cui ho dato ilmio nome, e che avrà come suo principale impegno quello didiffondere libri di grande importanza nella storia della cultura, dellearti, delle dottrine e del costume".40

" I l mio nome…": la formula per chi abbia seguito le filadistinte e intrecciate insieme della storia umana e culturale di AlbertoMondadori ha una forza non inferiore a quella impiegata per definirele linee programmatiche del nascente Saggiatore. A quarantaquattroanni Alberto traccia la linea più volte tentata, spesso sfiorata, più d'unavolta mancata. I "sodali" sono con lui - con qualche arruolamento inpiù.

Il Saggiatore non è per il vero il primo nome scelto, sostituiscedopo qualche mese il primo battesimo: Il Sagittario. "Saggiatore"ossia l'appello a Galileo Galilei sarà stato ancora una volta il fruttodell'incrocio tra le prensilità di letture di Alberto e l'ambiente delneoilluminismo banfiano.41

Il quadro dei consulenti si consolida presto e sarà ridistribuitoin organigrammi per responsabilità di competenze: Remo Cantoni perl'antropologia, Enzo Paci per la filosofia, Ernesto de Martino perl'etnologia, Ranuccio Bianchi Bandinelli per l'antichità classica, GiulioCarlo Argan per l'arte moderna, Bruno Maffi studioso della sinistra

40 In Alberto Cadioli, Sono un esploratore, mi piace navigare nel tempo. Brevestoria del Saggiatore dal 1958 a oggi, il Saggiatore, Milano 1993, pag. 11. Operaimprescindibile per il tema. 41 Ferretti, Alla sinistra, pp. CII-CIV

16

Page 17: Renzi Alberto Mondadori

estrema per la storia, Guido Aristarco per il cinema, Fedele D'Amicoper la musica.

Le personalità di maggior influsso sono Enzo Paci eGiacomino Debenedetti, il quale per essere formalmente il direttoreletterario è a tutti gli effetti il primo dei collaboratori di Alberto. Nonentrerà invece a lavorare nel Saggiatore Vittorio Sereni, all'epocadirettore letterario della Mondadori, pur dopo un iniziale assenso.42 Laprima sede è in via Locatelli, subito dopo sarà via Crivelli.

Anche per una singolare iniziativa la nuova Casa editricespicca subito tra le altre di cultura – Bompiani e Garzanti a Milano, lefiorentine La Nuova Italia e Sansoni, la bolognese il Mulino, latorinese Einaudi, la vicentina Neri Pozza, la più antica barese-romanaLaterza – ed è la particolare formula con cui essa presenta il proprioCatalogo.

I cataloghi del Saggiatore non sono il semplice ancorchéindispensabile "listino titoli e prezzi" che il lettore trova in libreria (eil libraio di una volta consultava nell'ignara attesa che qualcunoinventasse il terminale elettronico), ausilii insomma del lavoro e delloscambio commerciale. Sono veri e propri volumetti in cui i titolipubblicati sono corredati di schede sul libro e sull'autore, le collanesono presentate in testi di alta tenuta letteraria. Non sono paragonabiligiornali volanti come "Tempi nuovi" di Einaudi perché riproduzioniex post di lunghe recensioni; né "Pesci rossi" di Bompiani, piccoli edeleganti pieghevolini di matrice zavattiniana ossia extravaganti. Queicataloghi restano il miglior plot del Saggiatore. E del gusto sicuro diGiacomino Debenedetti, che se non li scriveva da capo a fondo ne eracerto il maggior fabbro.

È nel Catalogo n. 3 (autunno-inverno 1959-60) che si trovauno scritto di Paci spesso citato: "Nulla di nuovo tutto di nuovo".Illustra la Collana principe, "la Cultura". La parola cultura "non è piùsoltanto scienza o storia o filosofia: è tutto questo ma è anche qualcosadi più della pura e semplice somma delle varie discipline. È la vitaorganica di una civiltà che da un lato si apre ad orizzonti sempre piùvasti e dall'altro si specializza in campi sempre più particolari. Per laCollana de Il Saggiatore la parola cultura indica, nello stesso tempo, larelazione dei vari campi e la specializzazione… la cultura è ripresadella vita del passato e rinnovamento del presente per il futuro". Pacicoglie e sviscera i nessi tra i Saggi critici di Debenedetti e La bombaatomica e il destino dell'umanità di Jaspers, La grande festa diLanternari e L'enigma dei manoscritti del Mar Morto di Del Medico,

42 Cfr. Gian Carlo Ferretti, Poeta e di poeti funzionario, il Saggiatore – FondazioneMondadori, Milano 1999.

17

Page 18: Renzi Alberto Mondadori

l a Storia della letteratura tedesca di Martini e la Crisi delle scienzeeuropee e la fenomenologia trascendentale di Husserl, preannunciato.

Tra il secondo e il quarto Catalogo appare una rubricacrediamo sempre precedenti né susseguenti: le "Lettere all'editore".

Nel catalogo n. 5 (primavera 1961 – primavera 1962) Ernestode Martino inserisce il proprio La terra del rimorso in uno scrittocomplessivo intitolato "Attualità dell'etnologia". Paci collega ilGalilei di Banfi con Parole e cose di Gellner e con le traduzioni,realizzate e in corso, di Merleau-Ponty.

Il catalogo generale 1958-1962 sistematizza i libri stampatientro le collane, che figurano essere La Cultura, la Biblioteca delleSilerchie, Uomo e mito, Il Marcopolo, Il Portolano, Specchio delmondo e Libri d'arte. La Biblioteca delle Silerchie merita unallargamento del discorso, a cominciare dal nome.

Silerchie, dal latino silercula, ossia "rametto di vetrice con cuisi facevano bastoncelli magici per cacciare le malattie e gli spiritimaligni".43 Piccoli volumi cartonati di sobria eleganza, in cuiGiacomino Debenedetti mise il meglio di sé nella scelta e nella stesuradei "risvolti" editoriali di presentazione dell'autore e dell'opera, quasitutti di sua mano – talché sono stati raccolti e ripubblicati.44 Non vierano distinzioni di genere e i classici si alternavano con i moderni,l'arte con la letteratura, il Diario fenomenologica di Paci con Letterasul matrimonio di Thomas Mann, Esuli di James Joyce con lostraordinario resoconto del rastrellamento dei nazisti al Portico diOttavia a Roma steso con rigore di stile dallo stesso Debenedetti: 16ottobre 1943.

Il Catalogo generale 1958-1965 è preceduto da una "Inchiesta"su Strutturalismo e critica, a cura di Cesare Segre; tra i contributori diquello che è un autentico libro di 70 pagine vi sono Roland Barthes,Maria Corti, Claude Lévi-Strauss, Enzo Paci e Jean Starobinski.

Quasi quattrocento pagine costituiscono il Catalogo generale1958-1965 (con aggiornamenti al giugno 1968). La collana principale– La Cultura – si è internamente articolata per specializzazioni; altrecollane sono nate, le più significative sono la "economica" I Gabbianie la raffinata "Scritture", affidata a Cesare Garbali e inaugurata daDivisone cancro di Solgenitsin, allora sconosciuto. Altri consulenti sisono aggiunti: lo storico Giuseppe Galasso, Felice Ippolito con il

43 Cfr. Gian Carlo Ferretti, Alla sinistra del padre, cit., pag. CV (da Catalogo n. 2-primavera-estate 1959). – Di questa vegetazione erano ricche le ripe della strada perla villa di Alberto a Camaiore, in Versilia.44 Michele Gulinucci, Preludi. Le note editoriali alla Biblioteca delle Silerchie,Introduzione di Edoardo Sanguineti, Teoria, Roma 1991.

18

Page 19: Renzi Alberto Mondadori

quale nasce l'intrapresa dell'edizione italiana di "Scientific American",Giancarlo De Carlo per una fortunata collana di architettura. Folti icollaboratori interni: Glauco Arneri, Giampaolo Dossena, CesareSalmaggi, Edmondo Aroldi, Maria Laura Boselli, Mario Andreose,Settimio Paolo Cavalli, Aldo Devizzi. Tra i più giovani, Evaldo Violo,Franco Grassi, lo scrivente. Alcuni di loro ascenderanno ai verticidella Rizzoli, della Bompiani. Negli uffici grafici, Anita Klinz, BrunoBinosi, Daniele Baroni.

L'Avvertenza informa che il Saggiatore di Alberto Mondadorieditore è tornato autonomo dalla Casa madre cui si era riaccostato nel1960. La sede non è più quindi via Bianca di Savoia (con ingresso davia San Martino) bensì corso Europa. "Non in una fase di crisi citroviamo, bensì di lisi, di disciogliersi di un precedente ordinamentoesterno e interno, in una fase cioè di ristrutturazionedell'organizzazione, scelta dei programmi, ampliamenti".

Invece fu crisi non lisi. La quantità dei programmi iniziati,l'abbondanza dei progetti abbozzati e l'ipertrofia dei contratti firmati,l'onerosità degli anticipi e dei costi interni, tutto inclusa la morteimprovvisa nel 1967 di Giacomino Debenedetti, andò a incrociarsi coni rivolgimenti politici e le tensioni sindacali del 1968, innescando unadeflagrazione mortale. La Casa madre alla cui presidenza era ancoraArnoldo se ne stette sulle sue e il risultato finale fu la messa inliquidazione della Casa editrice.45 Quasi tutto il personale accolsevarie formule di buonuscita; lettere di risoluzione dell'accordo dicollaborazione ricevettero anche Enzo Paci e Remo Cantoni.46

È difficile esser completi nell'indicazione dei titoli di pregiodel Saggiatore di Alberto Mondadori quarant'anni dopo e forse non haneanche tanto senso: molti sono tuttora in catalogo. Importa di piùcogliere alcuni nodi del discorso culturale e accennare sviluppi einviluppi.

È stato notato che il Saggiatore nasce appena un po' primadella Casa editrice dai più brillanti esiti dell'ultimo quarto di secolodel Novecento - la Adelphi di Bobi Bazlen, Roberto Olivetti, LucianoFoà, Roberto Calasso. – ma non ne è affatto il fratello maggiore, al

45 Sulla vicenda del Saggiatore Gaetano Tumiati, Si chiude il Saggiatore, La Stampa2 e 19 luglio 1969; Gian Carlo Ferretti, "Il lavoratore separato (sulla crisi delSaggiatore)", in Pubblico 1979, a cura di Vittorio Spinazzola, il Saggiatore, Milano1980, pag. 271; Nicoletta Mondadori, in "Paragone", n. 468, 1989; Mario Andreose,in "Italia oggi", 10 agosto 1989. – Cfr. Claudia Patuzzi, Mondadori, Liguori, Napoli1978, cap. IV.46 In Lettere di una vita 1922-1975, cit., pp. 963-964 (a Remo Cantoni, 25 marzo1969), pp. 966-967 (18 aprile 1969), per Enzo Paci.

19

Page 20: Renzi Alberto Mondadori

contrario.47 Il Saggiatore persegue un "disegno neoilluministico dielaborazione e diffusione di una nuova cultura" e in questo senso haragione Ferretti quando sottolinea la valenza a fianco di AlbertoMondadori di Remo Cantoni e di Enzo Paci e la lunga gittata delmiglior Antonio Banfi.48 Adelphi non ha pedagogie da assolvere; hasaputo invece crearsi il proprio mercato al punto che si può affermareche esiste un lettore "adelphiano tipico". La letteratura, la scrittura,sono valori a sé: è la calma elevazione della vera Grande Destramoderna. Che Adelphi con la stampa di tutto il Nietzschefilologicamente ricostruito da Giorgio Colli e Mazzino Montinari erifiutato dalla Einaudi si sia costituita a perno del cambio diparadigma filosofico alla svolta degli anni Ottanta non le ha impeditotra le altre cose di varare la ristampa di tutto Benedetto Croce.

Il Saggiatore per alcuni anni ha dato disturbo a Einaudi e se siconsidera che la Casa editrice Einaudi è stata per quasi mezzo secolola salda e sabauda fortezza del pensiero di "sinistra" in Italia non èparticolare da poco.49. Forse l'impresa fu resa paradossalmentepossibile proprio dalla personalità inquieta di Alberto, dalle sue umanedebolezze e dalla sua nessuna superbia.

"Io guardo agli anni Ottanta", aveva detto in anticipo sullacrisi; e così riprese in solitario a fare l'editore, cosa che con fatica,coerenza e costanza di passione fece sino alla morte, il 14 febbraio del1976.

Nello stesso breve giro d'anni sia l'editoria milanese sia la"scuola di Milano" ebbero falcidiate le loro fila – fu un autenticocambio generazionale. Arnoldo era morto nel 1971, un anno dopoAngelo Rizzoli. Gian Giacomo Feltrinelli, tragicamente nel 1972, a 46anni. Paci scomparve in quello stesso 1976, Giulio Preti se ne eraandato nel 1972, nel 1978 sarebbe stata la volta di Remo Cantoni,"l'amico di sempre" l'avrebbe definito la vedova di Alberto.50

Alberto Mondadori mor ì da solo a Venezia, il 14 febbraio1976; ai funerali sventolava una bandiera rossa. I figli avevanoiniziato a lavorare nella redazione del Saggiatore. Fabrizio sarebbepartito per Stati Uniti, a studiare e insegnare filosofia; Marco aveva

47 Bruno Pischedda, "Editoria a Milano: 1945-1970. Gli anni dell'entusiasmo", inLa città dell'editoria. Dal libro tipografico all'opera digitale (1880-2000), catalogodella mostra tenuta al Castello Sforzesco di Milano, 2 febbraio – 16 aprile 2001, acura di Giorgio Montecchi, Skira, Milano 2001, pp. 125-140. 48 Gian Carlo Ferretti, Alla sinistra del padre, cit., pag. CII.49 Cfr. Gabriele Turi, Casa Einaudi. Libri uomini idee oltre il fascismo, il Mulino,Bologna 1990; Luisa Mangoni, Pensare i libri: la casa editrice Einaudi dagli anniTrenta agli anni Sessanta, Bollati Boringhieri Torino 1999. 50 In Gian Carlo Ferretti, Alla sinistra del padre, cit., pag. CIII.

20

Page 21: Renzi Alberto Mondadori

continuato il mestiere di famiglia, sodali Salvatore Veca e GiulioGiorello, era diventato studioso e docente di epistemologia e di logicaed è morto prematuramente; e fu a Nicoletta che nel dicembre del '75Alberto "legò" i suoi libri più cari.51

Naturalmente trasmutato e altrettanto naturalmente intriso dellaconsapevolezza che "profondo è il pozzo del passato",52 il Gruppoeditoriale Il Saggiatore – alla cui guida è ora Luca Formenton figlio diCristina, sorella di Alberto - fa "politica di catalogo" e fa nuovi titoli:filosofia, romanzi, storia, problemi contemporanei.53

51 Luca Formenton e Aurelio Pino, "Marco Mondadori intellettuale editore", inLogica e politica. Per Marco Mondadori, a cura di M. D'Agostino, G. Giorello, S.Veca, il Saggiatore, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Milano 2001, pp.513-518 52 È l'incipit di Giuseppe e i suoi fratelli di Thomas Mann. Parole riprese a epigrafedella collana "Uomo e mito", danno il titolo alla Silerchie che nel 1960 riproducequel Prologo e costituiscono lo spunto per uno scambio epistolare tra AlbertoMondadori ed Enzo Paci (devo questi dati di "rilevante significatività" a un passo diAlberto Cadioli, Sono un esploratore, cit., pp. 23-24). 53 Cfr. il Catalogo 1958-1998 che ha per titolo Scrittura e libertà, a cura di AlbertoCadioli, Giulio Giorello, Alessandro Nova, saggi (secondo la tradizione…) di RogerCharter, Stefan Germer, Klaus Herding, Gian Carlo Rota e Carlo Sini.

21