resistenza & antifascismo oggi - febbraio 2010

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Resistenza & Antifascismo Oggi Periodico edito dall’ANPI provinciale di Modena - Anno XXI N. 1 - febbraio 2010 - € 0,50 Più ampia adesione all'Anpi, per difendere democrazia e Costituzione Per non spegnere la memoria Autorizzazione del Tribunale di Modena n.960 - Spedizione in a.p. tariffa associazioni senza fini di lucro: D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n°46) art.1, commi 2 e 5 DCB Modena - Autorizzazione della FILIALEdi MODENA - TASSA RISCOSSA - TAXE PERCUE Come si può notare, leggendo le pa- gineseguentidelgiornale,sonomolte le attività e le iniziative che in provin- cia di Modena si sono realizzate per celebrare il 27 gennaio “giorno della memoria” e il 10 febbraio, “giornata del ricordo”. Ma ora progettiamo cosa proporre per celebrare degnamente e anche, se possibile, in modo nuovo, il 65° della liberazione che cade il 25 aprile prossimo. Lo dobbiamo fare consolidando l’impegno verso le nuo- ve generazioni, con scolari e studenti, e suggerendo che la Costituzione sia oggetto di attenzione nelle scuole di ogni ordine e grado. Chiediamo an- cora una volta il generoso impegno di insegnanti e docenti perché ciò si realizzi. Conoscere la storia ci mette al riparo rispetto ai pericoli che ancora incom- bono su di noi. C’è sempre nel mondo un qualche“dittatore”che minaccia di utilizzare la micidiale“arma nucleare”. Sono molte le sciagure che colpisco- no il mondo moderno e l’uomo non può permettersi distrazione alcuna e concentrarsi, con opera risoluta, a mantenere la pace e usare ogni mez- zo per scongiurare catastrofi, vicever- sa combattere la fame e la sete che colpiscono ancora miliardi di esseri umani. Abbiamo detto che la storia deve insegnare, ebbene, sia anche per la storia del nostro Paese. La democrazia, quella indicata dalla Costituzione, va difesa con assolu- ta fermezza, non intendiamo agitare spettrimacomedimostranoattipoliti- ci, proposte di legge, leggi tentate poi ritirate o bocciate dagli organi di ga- ranzia. Al centro – destra che governa l’Italia, la democrazia costituzionale sta stretta e non manca provvedimen- to che la mortifichi se addirittura non la cambi. Così come non è un segreto per nes- suno la mortificazione del Parlamento, l’attacco a chi è chiamato a svolgere una funzione di garante costituziona- le; la ostilità con la quale si guarda alla magistratura; i provvedimenti specifici che non mirano ad un migliore funzio- namento della giustizia ma a salvare dai guai qualche alto personaggio. Il modo stesso di affrontare la crisi economica, negandola prima ed elu- dendola poi, determina una condizio- neeconomicagravissimapermilionidi lavoratori e ciò non giova certo al con- fronto pacato e a soluzioni meditate, ma viceversa esaspera singole perso- ne e le stesse forme di lotta esaspe- rate non aiutano il dialettico impegno per risolvere i problemi. E cosa dire della situazione nella quale si fa pre- cipitare la scuola, la formazionedeifutu- ri quadri dirigenti in ognisettoredellavita nazionale? Infatti siamo con- vinti che la demo- craziacostituzionale non può funzionare senza un pacato con- fronto delle idee, senza mantenere vivo il senso dello Stato e di chi lo governa, senza garantire istituzioni efficienti, senza apprezzareilvaloredellalegalità,della responsabilità e il rispetto degli altri. Noi antifascisti di ieri e di oggi, di tutto ciò siamo convinti e la nostra Associazione deve essere più forte, più estesa, per continuare la propria azione al servizio del Paese. Lo diciamo con forza ora e ci rivol- giamo alle persone che si candidano per presiedere la Regione o per esse- re eletti a consigliere regionale. Ci ri- volgiamo ai Partiti che si riconoscono nel centro – sinistra per chiedere loro un impegno preciso. La nostra Regione ha alle spalle un ricco e importante passato storico. Le idealità della lotta di liberazione han- no ispirato le sue politiche di sviluppo economico sociale e culturale. Sono risultati da consolidare, da estende- re e ammodernare. Se chi governerà la Regione manterrà questo impegno avrà l’appoggio dell’ANPI. AUDE PACCHIONI

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Periodico edito dall’ANPI provinciale di Modena - Anno XXI N. 1 - febbraio 2010

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Page 1: Resistenza & Antifascismo Oggi - febbraio 2010

Resistenza & Antifascismo Oggi

Periodico edito dall’ANPI provinciale di Modena - Anno XXI N. 1 - febbraio 2010 - € 0,50

Più ampia adesione all'Anpi, per difendere democrazia e Costituzione

Per non spegnere la memoria

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Come si può notare, leggendo le pa-gine seguenti del giornale, sono molte le attività e le iniziative che in provin-cia di Modena si sono realizzate per celebrare il 27 gennaio “giorno della memoria” e il 10 febbraio, “giornata del ricordo”. Ma ora progettiamo cosa proporre per celebrare degnamente e anche, se possibile, in modo nuovo, il 65° della liberazione che cade il 25 aprile prossimo. Lo dobbiamo fare consolidando l’impegno verso le nuo-ve generazioni, con scolari e studenti, e suggerendo che la Costituzione sia oggetto di attenzione nelle scuole di ogni ordine e grado. Chiediamo an-cora una volta il generoso impegno di insegnanti e docenti perché ciò si realizzi.

Conoscere la storia ci mette al riparo rispetto ai pericoli che ancora incom-bono su di noi. C’è sempre nel mondo un qualche “dittatore” che minaccia di utilizzare la micidiale “arma nucleare”. Sono molte le sciagure che colpisco-no il mondo moderno e l’uomo non può permettersi distrazione alcuna e concentrarsi, con opera risoluta, a mantenere la pace e usare ogni mez-zo per scongiurare catastrofi, vicever-sa combattere la fame e la sete che colpiscono ancora miliardi di esseri umani.

Abbiamo detto che la storia deve insegnare, ebbene, sia anche per la storia del nostro Paese.

La democrazia, quella indicata dalla Costituzione, va difesa con assolu-ta fermezza, non intendiamo agitare spettri ma come dimostrano atti politi-

ci, proposte di legge, leggi tentate poi ritirate o bocciate dagli organi di ga-ranzia. Al centro – destra che governa l’Italia, la democrazia costituzionale sta stretta e non manca provvedimen-to che la mortifichi se addirittura non la cambi.

Così come non è un segreto per nes-suno la mortificazione del Parlamento, l’attacco a chi è chiamato a svolgere una funzione di garante costituziona-le; la ostilità con la quale si guarda alla magistratura; i provvedimenti specifici che non mirano ad un migliore funzio-namento della giustizia ma a salvare dai guai qualche alto personaggio.

Il modo stesso di affrontare la crisi economica, negandola prima ed elu-dendola poi, determina una condizio-ne economica gravissima per milioni di lavoratori e ciò non giova certo al con-fronto pacato e a soluzioni meditate, ma viceversa esaspera singole perso-ne e le stesse forme di lotta esaspe-rate non aiutano il dialettico impegno per risolvere i problemi.

E cosa dire della situazione nella quale si fa pre-cipitare la scuola, la formazione dei futu-ri quadri dirigenti in ogni settore della vita nazionale?

Infatti siamo con-vinti che la demo-crazia costituzionale non può funzionare senza un pacato con-fronto delle idee, senza mantenere vivo il senso

dello Stato e di chi lo governa, senza garantire istituzioni efficienti, senza apprezzare il valore della legalità, della responsabilità e il rispetto degli altri.

Noi antifascisti di ieri e di oggi, di tutto ciò siamo convinti e la nostra Associazione deve essere più forte, più estesa, per continuare la propria azione al servizio del Paese.

Lo diciamo con forza ora e ci rivol-giamo alle persone che si candidano per presiedere la Regione o per esse-re eletti a consigliere regionale. Ci ri-volgiamo ai Partiti che si riconoscono nel centro – sinistra per chiedere loro un impegno preciso.

La nostra Regione ha alle spalle un ricco e importante passato storico. Le idealità della lotta di liberazione han-no ispirato le sue politiche di sviluppo economico sociale e culturale. Sono risultati da consolidare, da estende-re e ammodernare. Se chi governerà la Regione manterrà questo impegno avrà l’appoggio dell’ANPI.

Aude PAcchioni

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Febbraio 2010 Resistenza & Antifascismo Oggi2

La politica scolastica del governo Berlusconi: due anni vissuti pericolosamentela SCUOla: Un aSCenSOre fermO nei SOtterraneiNei primi due anni di governo,

l’esecutivo Berlusconi ha avviato un duro attacco nei confronti della scuola pubblica, accompagnato da una propagandistica campagna de-nigratoria approdata sui media con grande risonanza. Immediatamente dopo l’insediamento, il Governo ha deciso di tagliare oltre 8 miliardi dal-la spesa scolastica, corrispondenti a più di 132.000 posti di insegnanti e di personale ausiliario, tecnico e amministrativo, da cancellare nel triennio 2009-2011. Un compito im-posto da Tremonti (che così aiuta gli effetti devastanti della crisi economica e della disoccupazione!), che il mini-stro Gelmini sta svolgendo con soler-te perizia, come una brava scolaretta. In che modo? Ad esempio imponen-do – e mi limito a citare le misure più eclatanti – l’incremento del rappor-to docenti-studenti, la riduzione del tempo scuola (alle elementari sono ricomparse le 24 ore, come negli anni ’60, mentre il tempo prolungato alle medie è stato drasticamente ridotto), la soppressione delle compresenze e l’introduzione del maestro “unico” (fi-gura didatticamente superata ormai da decenni), il blocco del turn over e la mancata assunzione dei precari. Misure diverse che compromettono gravemente l’offerta formativa e che svuotano il sistema di istruzione dei contenuti e dei valori innervati nella nostra Carta costituzionale. Questa scuola impoverita come potrà assol-vere alla sua funzione istituzionale di educare, formare cittadini consape-voli e rimuovere gli ostacoli sociali ed economici che “impediscono il pieno sviluppo della persona umana”?

Ma l’attacco della Gelmini contro la scuola prevede anche la manca-ta restituzione dei crediti che gli istituti scolastici vantano nei con-fronti dello Stato (la cifra supera il miliardo di euro!) e la progressiva riduzione delle risorse per il loro fun-zionamento ordinario. La situazione

finanziaria è tale per cui le scuole non sono in grado di pagare gli stipendi ai supplenti, il salario accessorio e il do-vuto per gli esami di Stato ai docenti. Non mancano poi problemi sul piano dell’igiene e della sicurezza, poiché è stato imposto alle scuole di ridurre del 25% i costi degli appalti in corso per le pulizie e per la sorveglianza!

A peggiorare la situazione è inter-venuta la “controriforma” della scuola superiore, che entrerà in vigore dal prossimo settembre nonostante i gravi ritardi della sua approvazione: per migliorarne i contenuti, per evi-tare la situazione caotica che si sta profilando e per dare qualche certez-ze in più alle famiglie sui futuri indi-rizzi di studio dei propri figli, sarebbe stato opportuno rinviarne l’avvio di un anno. Ma questo Governo è sordo ad ogni saggezza. E ha sacrificato l’esi-genza vera di riformare l’istruzione superiore sull’altare di Tremonti: in-vece di realizzare una scuola in grado di far acquisire ai ragazzi conoscenze e competenze adeguate alle sfide del futuro, il Governo ha preferito ridur-re l’offerta formativa, con un ap-proccio che prevede meno ore, meno insegnamenti, meno attività di labo-ratorio, zero euro per l’innovazione didattica e la formazione dei docenti. In due parole, meno futuro.

Si tratta di un progetto regressi-vo, peraltro coerente con la recente decisione del Governo di consentire l’assolvimento dell’obbligo di istruzio-ne (innalzato a 16 anni dal Governo

Prodi) all’interno dell’apprendistato, cioè con un contratto di lavoro. Una scelta grave, che ostacola le pari op-portunità e che mortifica gli sforzi per far acquisire a tutti i ragazzi entro i 16 anni quel patrimonio di saperi e com-petenze necessari per affrontare con consapevolezza e adeguati strumenti l’età adulta.

Questi, in sintesi, i due anni di politi-ca scolastica del Governo Berlusconi. Due anni “vissuti pericolosamente” per la scuola italiana, il principa-le ascensore sociale, che viene bloccato al piano terra…anzi, rin-viato nei sotterranei, per un salto all’indietro che pagheranno i no-stri giovani e il futuro del Paese.

on. MAnuelA Ghizzoni cAPoGruPPo Pd in coMMissione

istruzione AllA cAMerA dei dePutAti

RESISTENZA OGGI: Direttore Responsabile: Rolando Balugani - Proprietario pro tempore: Aude Pacchioni, Presidente ANPI ProvincialeResponsabile di Redazione: Garagnani FabioComitato di Redazione: Galantini Cesare, Garagnani William, Bompani Ezio, Croce Anna Maria, Amendola Marco, Solieri Laura, Trebbi Alessandro.Redazione e Amministrazione: via Rainusso, 124 - 41100 Modena - tel. 059/826993 - fax 059/828568E-mail: [email protected] ; [email protected]. Sito internet: www.emilia-romagna.anpi.it/modenaFotocomposizione e Stampa: Nuovagrafica, Carpi

L’Associazione Mutilati ed Inva-lidi di Guerra e Fondazione di Mo-dena partecipa al progetto di MOXA (Modena per Altri) teso a documen-tare l’occupazione italiana dell’Etio-pia dal 1935 al 1941. I ricercatori dell’Università di Modena e Reggio Emilia e di Addis Abeba chiedono fotografie, documenti, stampe, te-stimonianze di quel periodo utile per elaborare le pubblicazioni previste (li-bro, DVD, CD, ecc)

Chiunque possegga fotografie e documenti è pregato di farli per-venire all’A.N.M.I.G. di Modena (Viale L. A. Muratori, 201) 41124 Modena tel. 059-235292.

Il progetto tende ad illustrare una pagina di storia poco conosciuta. I materiali inviati saranno restituiti ai legittimi proprietari.

Grazie della collaborazione

L’Associazione Nazionale Mutilati In-validi di Guerra – Sezione di Modena

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Febbraio 2010Resistenza & Antifascismo Oggi 3

L 'otto febbraio scorso presso il G.U.P. del Tribunale Militare di Verona si è tenuta l’udienza preliminare relativa alla seconda trance del processo ai cri-minali nazisti responsabili di varie stragi tra cui quella di Monchio, Susano e Co-strignano, perpetrata il 18 marzo 1944 in cui, secondo l’ultimo conteggio, sa-rebbero state trucidate 138 persone. Il Giudice, che ha accolto le richieste della Pubblica Accusa e del difensore di parte civile, Andrea Speranzoni, ha rinviato a giudizio Erich Koeppe, 90 anni, tenente dello Stato maggiore del III° reparto esplorante della Goering, che si aggiunge ai sei per i quali il processo è già iniziato. Ma si prospetta il rinvio a giudizio anche per i due caporali ottan-taquattrenni Horst Günther Gabriel e Alfred Lühmann, per i quali il giudice si è riservato di decidere nella prossima udienza fissata per il 24 marzo prossi-mo.

Un altro ufficiale per il quale prima di Natale era stato richiesto il rinvio a giu-dizio per gli stessi fatti, il sottotenente Hilmar Lotz, nel frattempo è morto all’età di 87 anni. I due ufficiali della

divisione “Herman Goering”, Koeppe e Lotz, avevano collaborato al coordina-mento dell’operazione militare con par-ticolare riguardo alle Batterie dell’arti-glieria (la 10ª del II° Reparto comandata dall’imputato Helmut Odenwald e la 17ª del III° Reparto), insieme agli uomini del Reparto esplorante.

Questi ultimi imputati vanno ad ag-giungersi ai seguenti criminali nazisti, tutti ex appartenenti alla divisone coraz-zata, “Hermann Goering”, già rinviati a giudizio:

Gustav Brandt, 94 anni, sottotenen-te; Hans Georg Winkler, di anni 86, sottotenente; Fritz Olberg, 88 anni, sottotenente; Wilhelm Karl Stark, di anni 89; Ferdinand Osterhaus, di anni 92, sottotenente; Helmut Ode-rwald, di anni 90, capitano; Gunter Heiroth, di anni 84, soldato. Tutti gli imputati sono accusati dei seguenti cri-mini contro l’umanità:

“Concorso in violenza con omicidio contro privati nemici pluriaggravata e continuata (...)contribuendo alla ma-teriale realizzazione dei crimini (…) e sempre agendo al programma crimi-nale, senza necessità e senza giustifi-

cato motivo (…) e con finalità di ampie operazioni punitive contro i partigiani e la popolazione civile (…) contribuendo a cagionare la morte di numerosi privati cittadini italiani, fra cui donne, anziani e bambini inermi, agendo con crudeltà e premeditazione…”.

La Provincia di Modena, rappresenta-ta a Verona dal presidente del Consiglio Demos Malavasi e assistita dall’avvo-cato Andrea Speranzoni, si è costituita parte civile insieme a 83 familiari delle vittime, al Comune di Palagano, alla Regione Emilia Romagna e all’Anpi pro-vinciale di Modena. «La sentenza di oggi - ha commentato Demos Malavasi - è un passo ulteriore verso il dibattimento che ci porterà ad accertare la verità sul-la strage».

Anche per quest’udienza l’Anpi ha or-ganizzato un pullman (organizzato dal segretario Renzo Montorsi), che ha accompagnato a Verona i rappresentanti delle istituzioni e una trentina di familiari delle vittime che, con la loro presenza, hanno testimoniato quanto sia sentita l’esigenza di avere giustizia.

rolAndo BAluGAni

9 gennaiO 2010: il 60° anniverSariO dell'eCCidiO delle fOnderie di mOdenaIl 9 gennaio 1950 furono uccisi dalla

polizia 6 operai (Angelo Appiani, Ren-zo Bersani, Arturo Chiappelli, Ennio Garagnani, Arturo Malagoli, Roberto Rovatti) e feriti 200 durante la mani-festazione contro la serrata delle Fon-derie di Modena: la drammaticità di questo evento rappresenta l’apice del rapporto conflittuale nei luoghi di lavo-ro in provincia di Modena e in generale in tutto il Paese nel primo decennio del dopoguerra. Questo eccidio testimo-nia brutalmente la sproporzione tra la tremenda repressione della polizia so-stenuta da diversi industriali modenesi e le rivendicazioni del sindacato e dei lavoratori per il diritto alla libertà sinda-cale, la difesa delle Commissioni inter-ne e del cottimo collettivo, il controllo del collocamento per ridurre la forte disoccupazione degli anni postbellici. Il primo decennio del dopoguerra fu caratterizzato dalla ripresa dell’offensi-va padronale per cercare di eliminare o quantomeno limitare il più possibi-le i diritti e le conquiste dei lavoratori dell’Italia del dopo Liberazione: oltre a feriti, arrestati e condannati, sono ben

75 gli operai che sono stati uccisi nel Paese. Il sacrificio di quelle vite umane e quella dura stagione di lotte per i di-ritti dei lavoratori e delle lavoratrici, av-viò il cammino della costruzione della democrazia industriale e del civile con-vivere democratico della nostra provin-cia e non solo: per questo il 9 gennaio 2010 si è tenuta la commemorazione di CGIL CISL UIL del 60° anniversario dell’eccidio, presso il cippo ai caduti delle ex Fonderie in zona Crocetta. I segretari di CGIL CISL UIL di Modena, insieme alle autorità cittadine, hanno deposto corone di alloro in memoria dei 6 operai uccisi durante lo sciopero generale proclamato dal-la Camera confederale del lavoro per chiedere la riapertura della fabbrica, contro appunto la serrata e i licenziamenti massic-ci decisi dalla direzione delle Fonderie. Oltre la commemorazione, si è tenuto un incontro pro-mosso dall’assessorato

all’Istruzione del Comune di Modena e dall’Associazione Amici delle Fon-derie, in collaborazione con l’Istituto storico di Modena e l’associazione Amici del Corni, con gli insegnanti e gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado di Modena durante il quale sono state premiate le classi che hanno realizzato il miglior prodotto con l’utilizzo della narrazione testuale, audiovisiva nonché produzione di ma-nufatti nel raccontare le Fonderie ses-sant’anni dopo.

lAurA solieri

Armadio della vergognaPrOCeSSO di verOna: verSO l'UnifiCaziOne

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Febbraio 2010 Resistenza & Antifascismo Oggi4

A Rosarno scontri tra immigrati e italiani. l'anPi CHiede diritti, aCCOglienza e integraziOneI fatti di Rosarno, seguiti a breve da-

gli avvenimenti di via Padova a Mila-no, gettano un'ombra inquietante sul rapporto con l'immigrazione che sta vivendo il nostro paese. Di seguito la presa di posizione dell'Anpi nazionale su quanto accaduto a Rosarno, tra-smessa a tutti i sindaci della Provin-cia:

"I recenti fatti di Rosarno disegnano un quadro sociale fortemente allar-mante. Un quadro di brutale sfrutta-mento dell’uomo e annullamento dei diritti di fronte al quale chi avrebbe dovuto sapere e intervenire già da tempo, ha dato una sola, intollerabi-le risposta: criminalizzare le vittime. Il

“negro”. Ancor oggi assistiamo ad uno sce-

nario grottesco di vicendevole trasferi-mento di colpe tra Istituzioni locali, for-ze politiche e Governo nazionale che lascia sconcertati e indignati oltre che amaramente consapevoli dell’assenza di responsabilità, umanità e trasparen-za, qualità distintive dell’impegno poli-tico e di governo.

L’Anpi - come è già avvenuto nel corso della grande e appassionata manifestazione che ha promosso il 12 dicembre scorso a Mirano (VE) contro il razzismo - nel denunciare con forza la deriva xenofoba in corso lancia un forte appello al Governo nazionale, ai Comuni, alle Province e alla Regione

a f f i n c h é venga av-viato su-b i t o u n p e r c o r s o serio e re-sponsabile di legalità, diritti, ac-coglienza e integrazio-ne, come dettano i principi e i valori della nostra Car-ta Costitu-zionale".

A Carpi una fiaccolata ha confer-mato che i cittadini sono uniti

in questo proposito

La sera del 19 gennaio a Carpi si è te-nuta una fiaccolata in difesa della Co-stituzione, con partenza dalle sedi sin-dacali fino a piazza Martiri. «Di fronte all’intensificarsi di attacchi contro i po-teri di garanzia dello Stato (presidente della Repubblica e Corte Costituzionale) e contro la magistratura – ha spiegato l’Anpi di Carpi, organizzatrice di questa fiaccolata - di fronte alla manifestata volontà del premier di promuovere, in modo unilaterale e a maggioranza, la modifica della Costituzione, si è costi-tuito un comitato di difesa e sensibi-

lizzazione che organizza la fiaccolata». «Si vuole impedire che la Costituzio-ne, patrimonio di tutti, venga stravolta e piegata alle idee di una sola parte. Occorre contrastare questi tentativi per ritrovare lo spirito e la coscienza di un dovere civile da compiere», ha ag-giunto poi Cesare Galantini, presidente Anpi Carpi. Alla manifestazione hanno aderito Arci, Circolo Kalinka, Libertà e Giustizia, Pd, Rifondazione Comunista Circolo Lenin, Sinistra Ecologia e Li-bertà circolo Terre d’Argine, Universi-tà Ginzburg, Africa Libera, Comunisti Italiani Federazione di Modena, Ask (Autonomia Studentesca Karpigiana), Circolo Mattatoyo, Scuola Futura, Italia dei Valori, Lista Civica Carpi a 5 stelle, Partito Socialista e ci sono state ben oltre 300 adesioni individuali di cittadini carpigiani. "L’Anpi di Carpi ha fatto da

coordinamento per tutte le forze che hanno aderito: questo conferma sicu-ramente il prestigio di cui gode la no-stra associazione - ha aggiunto Cesare Galantini - Nonostante le temperature polari, oltre 200 cittadini (in particolar modo giovani) hanno partecipato a questa manifestazione e ciò conferma quanto la difesa della nostra carta fon-damentale sia sentita come una priori-tà da tutti".

lAurA solieri

la nOStra COStitUziOne va difeSa!

Filo sPinAtodi Giorgio Gandolfi

Se leggenda fosse :tante croci non vi sarebbero

oggi qui a ricordaredietro le mura,

i caduti di ogni guerra.La città risorta

Si estende al di là,ed un silenzio di paurasi inchina rispettoso

a quelle croci.Una vita nuova

e dimentica del passatoÈ questa

e sol quandolento ogni sera,

il campanile rintocca nell’ aria,il ricordo dei suoi caduti,

la gente tace,perché un fremito li percuote.

Un’ erba senza nomeRicopre le dimenticate fosse,

e con esse anche chiin quel giorno

col terrore negli occhi, morì.Come edera, ora l’ arida erba

Avvinta si è al vecchio filo spinatoEd in quel misero recinto,

la natura ponel’ aureola innocente

del suo creato.

Page 5: Resistenza & Antifascismo Oggi - febbraio 2010

Febbraio 2010Resistenza & Antifascismo Oggi 5

L a nostra città è profondamente legata ai temi della memoria, soprat-tutto nei confronti di giovani, e per questo abbiamo accolto con favore la possibilità di promuovere iniziative mirate in occasione di ricorrenze dal particolare valore evocativo e sim-bolico della storia recente. Alla cele-brazione del 27 gennaio, giorno del-la memoria della Shoah, si affianca, da alcuni anni quella del giorno del ricordo in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata.

Due memorie tragiche, perché ac-comunate dall’orrore di stragi in cui hanno perso la vita tanti innocenti, a cui è giusto e doveroso guarda-re con lo stesso sdegno e la stessa pietà per le vittime, con una dovero-sa analisi dei rispettivi contesti, con il primario obiettivo di comprendere

i fatti nella loro oggettività e di trarne insegnamento. Parliamo quindi di trage-die che hanno segnato la storia del ‘900, l’immane carneficina della Shoah, che ha sconvolto il mon-do per la mostruosità della teoria nazista della totale eliminazione dei diversi, e di una tragedia assai meno conosciuta e fin qui poco studiata, certo di diversa proporzione e di circoscrit-ta delimitazione territoria-le, quella delle foibe, tuttavia non meno atroce per la logica che l’ha generata e per i crimini che l’hanno segnata.

Crimini contro l’umanità, come sempre quando è l’odio etnico, razziale, religioso a guidare le azio-ni degli uomini in contesti in cui è

inevitabile che la cieca violenza pre-valga. La guerra è poi terreno tragi-camente fertile per ogni degenera-zione e barbarie, travolgendo tutto, civiltà, relazioni tra le persone e tra i popoli, rispetto umano. Un groviglio terribile che il nazifascismo innescò e portò alle estreme conseguenze, assumendosi la tremenda respon-sabilità di coinvolgere il mondo in una spirale di violenza.

Il tragico capitolo delle foibe con-sumato nelle terre al confine ita-lo-jugoslavo alla fine del conflitto mondiale, ma anche quello del suc-cessivo, dolorosissimo esodo de-gli italiani da quelle terre, si iscrive dunque in un quadro storico domi-nato dall’odio, dal rancore e dalla contrapposizione cieca, al punto di perseguire un lucido disegno di annientamento fisico non so-lo del nemico, ma del “diverso” anche inerme. La triste pagina di storia degli esuli giuliano-dalmati viene oggi giustamente riportata in piena luce, con iniziative che ricor-dano come anche la nostra provin-cia e le sue città accolsero gli esuli e diedero a tanti connazionali nuova cittadinanza, in un momento stori-co di tensione e sofferenza. Men-tre rendiamo omaggio alla memoria delle vittime di quella violenza, cre-diamo che ancora una volta il modo migliore per ricordare e onorare chi ha subito le atrocità della storia, sia quello di studiare, conoscere quello che è accaduto, conservare la me-moria per i giovani, elaborarla in in-segnamenti utili per il presente.

GiorGio PiGhisindAco di ModenA

Giorgio Pighi, sindaco di Modena, sulla tregedia delle Foibe, ricordata il 10 febbraiofOibe: Un lUCidO diSegnO di annientamentO

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Febbraio 2010 Resistenza & Antifascismo Oggi6

Carpi, 65°anniversario dell’eccidio di Curva Cattania Celebrazione del 65° anniversario della battaglia di Limidi

A fine 2009 è uscito il romanzo del pavullese Antonio Bandini, dal titolo “La Figlia….del Prete?!” L’autore, nato nel 1935, è figlio di una staffetta partigiana scomparsa da anni; e ricorda avvenimenti, clima, abi-tudini, costumi, tradizioni della monta-gna modenese del periodo dell’ultima guerra mondiale e dell’immediato do-poguerra. Le vicende del romanzo si svolgono in quel periodo ed in quei luoghi. Il suc-cedersi e l’intrecciarsi dei fatti, la per-sonalità dei protagonisti scaturiscono dalla fantasia fervida ed intrigante di chi scrive; ma nascono anche e sono stimolati, resi palpitanti da esperienze e ricordi vissuti dallo scrittore, rimasti

indelebili e determinanti nel forgiarne animo, sentimenti, ideali.Il libro per tali contenuti e per la testi-monianza che offre, propone conce-zioni ed impegni della vita che riporta-no e si innestano su problematiche ed esigenze più che mai attuali. La narrazione scorre fluida, piace-vole, coinvolgente; non ostenta pre-tese didattiche; ma le sofferenze, le angosce, le sventure dei protagonisti e del’umanità che li circonda fanno emergere l’esigenza di valori impre-scindibili per un futuro un po’ più a misura d’uomo. Il romanzo, oltre che nelle edicole e librerie del Frignano, è reperibile pres-so l’ANPI di Modena.

LA FIGLIA ...DEL PRETE?! IL LIBRO DI ANTONIO BALDINI

I l i b r i

È un romanzo storico, costruito sul filo della memoria, dove fatti e per-sonaggi sono assolutamente reali.

Il protagonista è il diciottenne Ar-naldo, che per sfuggire al recluta-mento della Repubblica di Salò, sce-glie la via della Resistenza e ne paga un prezzo altissimo: una ferita alla gamba destra che lo costringerà alla mutilazione. Al ritorno, dopo essere riuscito, con umilianti peripezie, a trovare un lavoro stabile e a formar-si una famiglia, dovrà affrontare una seconda e più devastante tragedia: il suicidio del figlio di soli diciotto anni.

Nella maturità, l’impegno profuso nella costruzione e direzione di un parco cittadino non sono per Arnal-do un rimedio sufficiente ai sensi di colpa. Né alla delusione di dover

assistere, ribelle ma impotente, alle trasformazioni di una società da cui si sente sempre più escluso. Ma pur nella foschia del tramonto, resta an-corato alle proprie utopie.

È una storia avvincente e poetica, che ci dà il realismo dell’avventura umana e popolare della Resistenza, con le sue tragedie, passioni, do-mande e contraddizioni. Lo spec-chio di una generazione che ha speso il meglio di sé per un mon-do solo in parte realizzato, e che non rinuncia a elaborare il proprio so-gno anche quando si vede sottrarre, attraverso l’offuscamento dei valori fondativi della Costituzione e il revi-sionismo storico, le ragioni profonde delle proprie scelte.

ROSSO DI SERA: UNA STORIA DI RESISTENZA

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Febbraio 2010Resistenza & Antifascismo Oggi 7

Il ministro della Difesa Ignazio La Rus-sa non rinuncia al tributo al più famigera-to reparto di assassini e torturatori della repubblica sociale che durante la guerra legò il suo nome al Terzo Reich.

L’omaggio lo affida ad un aggettivo - «non dimenticata» - che rimanda diret-tamente alla memoria e a tutte le ferite che le sono state inferte. Ma veniamo ai fatti: La Russa è a Livorno, nella caserma Vannucci della Folgore, per incontrare le forze armate e pronunciare il suo discorso di auguri di Natale e di fine anno. «C’è l’or-goglio di sapere che le nostre forze armate sono una vera eccellenza, un esempio per le nuove generazioni», scandisce davanti ai reparti schierati della Folgore, ma anche dell’aeronautica, della marina e dei cara-binieri. «La stragrande maggioranza degli italiani - ha aggiunto La Russa - guarda a voi con affetto e si sente rappresentata da questi uomini e donne che hanno scelto di servire la patria in armi. Purtroppo abbiamo anche quest’anno avuto dei lutti e pianto la scomparsa di uomini valorosi che si sono

spinti fino all’estremo sacrificio nella meri-toria opera di consolidamento della pace». Discorso con tutti i crismi dell’ufficialità, quindi. Nel quale il ministro della Difesa ha voluto inserire il tributo al passato che non passa: «Tra i reparti schierati in questo piazzale - si compiace - c’è l’elite delle no-stre forze armate, come il Comsubin del-la marina, erede della non dimenticata Decima Mas».

Credo fermamente che il ministro an-drebbe denunciato per apologia di fasci-smo, anche perché non è nuovo esaltare i reparti dei repubblichini che combattero-no contro l’Italia libera.

Ma la Decima Mas non solo aveva un comandante che si prodigò servile e fe-roce nello stare coi tedeschi contro gli italiani, ma che si impegnò nel dopoguer-ra contro la Repubblica e la democrazia come golpista nelle “trame nere”.

La Decima si lascia dietro un elenco di martiri antifascisti e di poveri civili.

Se, il ministro La Russa, saluta ed elo-gia la “Folgore” non può salutare ed elo-giare la “Decima”. La “Folgore” fece

parte dei gruppi di combattimento del nuovo esercito italiano contro i nazifascisti. La “Decima” si fregiava di essere nazifascista contro gli italiani: le due cose non stanno insieme, o l’una o l’altra.

Mi verrebbe spontanea una domanda: Ministro, Lei da che parte sta?

cesAre GAlAntiniPresidente AnPi cArPi

Il ministro della Difesa Ignazio La Russa la considera "non dimenticata" la deCima maS al SOldO dei naziSti

A proposito della decisione di non celebrare la figura di Sandro Cabassi, assunta da Roberto Ricco, presiden-te della Circoscrizione Modena 1, regi-striamo la presa di posizione dell gruppo consiliare della Lega nord, di cui pubbli-chiamo il comunicato ufficiale:

“Temo che, vista anche la stagione, il presidente della circoscrizione Mode-na 1 Roberto Ricco sia stato colpito da un’allergia. Gli fa male il termine fede-ralista. Noi leghisti rispettiamo i legami sul territorio, la storia locale, le tradizio-ni. E non buttiamo fango sulla memo-ria di nessuno. Veda di ricordarselo”. Così Stefano Bellei, esponente e se-guace del Carroccio, presidente della commissione Sicurezza e verde pubbli-co della circoscrizione centro storico, replica all’esponente del Popolo del-la Libertà, dopo le recenti polemiche per la commemorazione del partigia-no Sandro Cabassi fucilato nel 1944 in piazza Grande da un repubblichino. “Ovvio – prosegue Bellei – che Ricco ricordi che la mia è una presa di po-sizione a livello personale. Come cre-deva che la prendessi tale posizione,

comprendendo il movimento da Varese fino a Roma? Mi ero già espresso in modo critico per l’assenza di Ricco alla commemorazione di quest’anno e, co-me conseguente atto politico, ho sot-toscritto l’interrogazione avanzata dal Partito Democratico. Qui – termina il federalista – non si fa sponda a nes-suna componente dell’opposizione. Si giudicano i provvedimenti uno per uno, nel merito, e non si fanno sconti. La mia presenza in Consiglio è frutto di un consenso raccolto, che mi porta a votare in base ai principi che caratte-rizzano un movimento federalista, ri-cordando la storia e i valori del tessuto sociale che Modena, come ogni altra realtà italiana, incarna”.

Roberto Ricco aveva lasciato solo l'Anpi a commemorare la figura di San-dro Cabassi. La stessa Anpi modenese aveva poi indirizzato una lettera aperta a RIcco nella quale denunciava una de-cisione che "offende la memoria di un giovane intellettuale che ha dato la vita per liberare il nostro Paese dall’occu-pazione nazista, e per sconfiggere il fascismo e aprire la strada alla demo-crazia".

Celebrazioni di Sandro Cabassi: la Lega nord prende posizione SandrO CabaSSi nella StOria di mOdena

La locandina del film di Stanley Kubrik "Il dottor Stranamore, ovvero: come imparai a non preoc-cuparmi e ad amare la bomba". Il protagonista è un ex nazista che collabora con gli americani ma ogni tanto...gli sfugge il saluto nazista.

SEDI NUOVE PER UN ANPI PIU’ FORTE

Nel corso dei prossimi mesi si apri-ranno nuove sedi per le sezioni ANPI della provincia.

Si è iniziato con l’inaugurazione della sede del Comitato Comunale ANPI di Carpi; una bella sede, ampia e moder-na ubicata nella “Casa del Volontariato” in via Peruzzi . Una inaugurazione alla grande, con la partecipazione di oltre cento persone ed un folto gruppo di giovani antifascisti; quel che più conta, però, sono gli impegni di lavoro per il futuro.

L’obiettivo che ci si è proposti è di mettere l’ANPI al centro dell’attenzio-ne per contrastare ogni azione tesa a mortificare la democrazia ed ogni ten-tativo di “aggirare” ed indebolire i va-lori contenuti nella Costituzione. Sedi nuove a Castelfranco E., Mirandola, Pavullo e Montefiorino; non uffici tradi-zionali ma luoghi d’incontro per un più incisivo lavoro delle Sezioni ANPI della Provincia di Modena, per farle diventa-re luoghi di discussione e di impegno politico attivo.

E tutti noi sappiamo quanto sia im-portante oggi promuovere un azione popolare volta a contrastare le politiche e le azioni di questo Centrodestra che governa il Paese.

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Febbraio 2010 Resistenza & Antifascismo Oggi8

Il giorno della Memoria 2010 è caduto nel suo decimo anniversario: è infatti nel 2000 che il Parlamento italiano, aderendo ad una proposta europea ed internazionale, con leg-ge n. 211 del 20 luglio 2000 istituì la ricorrenza del 27 gennaio come data per commemorare le vittime del nazismo e dell’Olocausto, in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni degli ebrei e dei deportati militari e politici italiani nei lager nazisti. Il rife-rimento scelto è quello del 27 gen-naio 1945, giorno in cui i cancelli di Auschwitz furono abbattuti. In tale luogo si calcola che siano state ster-minate circa un milione di persone, in particolare ebrei e zingari. Come sempre la provincia di Modena ha ri-sposto con una miriade di iniziative, che hanno coinvolto le amministra-zioni locali e i soggetti, come Isti-tuto storico, Fondazione ex-campo Fossoli, Fondazione Villa Emma, lo stesso Anpi, che si occupano dei te-mi della memoria. Per il sesto anno consecutivo il Consiglio provinciale si è riunito mercoledì 27 gennaio in seduta straordinaria. Dopo l’aper-tura dei lavori a cura del Presidente del Consiglio Demos Malavasi, so-no intervenuti Elena Malaguti, as-sessore provinciale Istruzione, San-dra Heckert, presidente Comunità Ebraica di Modena e Reggio Emilia e Lorenzo Bertucelli, docente di Storia dell’Europa Università Mode-

na e Reggio Emilia, presidente Fon-dazione ex Campo Fossoli. Alcune delle iniziative svolte in provincia: presso la Polivalente di San Dama-so l’incontro tra i ragazzi delle scuole medie della Circoscrizione 3 di Mo-dena e Mario Avagliano, studioso di Storia contemporanea e coautore del libro “Gli internati militari italiani”. Lo stesso autore, introdotto da Me-tella Montanari dell’Istituto Storico di Modena ha presentato il suo libro presso la Biblioteca della Rotonda. Presso la Sala di Rappresentanza del Palazzo Municipale di Modena in Piazza Grande si è tenuta poi la pre-sentazione del volume di Claudio Silingardi “Alle spalle della linea go-tica. Storie luoghi musei di guerra e Resistenza in Emilia Romagna”. Ha presieduto l’iniziativa Giuliano Al-barani, Presidente Istituto Storico di Modena. Presenti il Sindaco di Mo-dena Giorgio Pighi e l’Assessore all’Istruzione della Provincia di Mo-dena Elena Malaguti. Hanno com-mentato e discusso il libro Stépha-nie Boissard, della “Maison d’Izieu”, Mémorial des enfants juifs exter-minés, e Paolo Pezzino, Docente di storia contemporanea dell’Università di Pisa. L’Istituto Storico - in collabo-razione con la facoltà di lettere del-l’Università di Modena e Reggio Emi-lia - ha promosso un’ iniziativa aperta alla cittadinanza e rivolta ai docenti e agli studenti universitari e delle ulti-me classi delle secondarie superio-

ri proiettando il Film “Concorrenza sleale” di Ettore Scola. Presenti il Sindaco di Modena Giorgio Pighi, il Rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia Aldo Tomasi, la Presidente della Comunità Ebraica di Modena e Reggio Emilia Sandra Heckert ed il Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia Claudio Ba-raldi, - ha fatto seguito la relazione del prof. Alfonso Botti. Sempre in occasione della giornata della me-moria ha inaugurato il 26 gennaio a Torino - presso le Sezioni Riunite dell’Archivio di Stato in via Piave 21 - la mostra “A noi fu dato in sorte questo tempo 1938-1947”. Questa mostra si inserisce nel quadro delle iniziative del Museo della Resisten-za, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà e intende raccontare ai giovani, attraverso un approccio multimediale, le vicen-de di un gruppo di ragazzi ebrei, tra cui Primo Levi, che hanno scelto la Resistenza. La mostra sarà allestita in seguito anche a Fossoli. Nutrito anche il programma che ha coinvolto tutta la bassa modenese. Dalla te-stimonianza di Vittore Bocchetta a San Possidonio (con la partecipa-zione del regista Stefano Paiusco, alle letture musicate (violino di Pao-lo Buconi e Filarmonica G. Diazzi) a cura del gruppo teatrale La Zattera a Concordia, alla presentazione del libro “Io sono stato un numero” (con la presenza dell’autore Roberto Riccardi) a Camposanto, alla te-stimonianza di Daniel Vogelmann, editore della casa editrice Giuntina, a San Felice, alla testimonianza di Pietro Terracina a Cavezzo, e a quella di Gilberto Salmoni a Miran-dola. A Zocca un calendario di ini-ziative, tra cinema mostre e incontri, dal titolo Gocce di Memoria. A Carpi si è tenuto uno spettacolo tratto dalle poesie di Primo Levi. ‘Turba dei nudi spaventati‘ di Marco Marchi (voce recitante Francesco Manetti, sulle musiche di Olivier Messiaen). Un testo scenico che intende offrire alla riflessione una testimonianza di ciò che è stato, rigorosa ed eticamente sostenuta quanto aperta all’amplia-mento di un unico messaggio sem-pre valido: la difesa dei valori negati più naturali e alti dell’umanità.

Il giorno della memoria 2010 in tutta la ProvinciaUna giOrnata Per nOn SPegnere la memOria

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Febbraio 2010Resistenza & Antifascismo Oggi 9

Il 6 marzo, dopo 65 anni, per la prima volta verrà commemorato l’ec-cidio di Villa Martuzzi, in cui vennero massacrate 17 persone, tra le quali due donne. La cerimonia, alla qua-le parteciperanno i sindaci di Vigno-la, Daria Denti, di Guiglia, Monica Amici e di Castello di Serravalle, Mi-lena Zanna, inizierà alle 14,30 con una marcia partigiana dalla sede del comune di Vignola e si concluderà sul luogo del martirio. La presenza dei tre sindaci è determinata dal fat-to che l’eccidio avvenne nel territorio del comune di Vignola, ma le vittime, tranne quattro residenti nel comune di Castello di Serravalle, tutti appar-tenenti alla famiglia Amici (il padre e tre figli), provenivano dal comune di Guiglia, dove erano state rastrellate il 23 dicembre 1944.

Dopo le recenti ricostruzioni sto-riche, i tre Comuni hanno deciso di ricordare un terribile eccidio di cui, sino a poco tempo fa, si conosceva molto poco. Sin dal dopoguerra, cor-reva voce che nella famigerata villa Martuzzi di Campiglio di Vignola ope-rò un reparto tedesco, che si rese re-sponsabile di inaudite atrocità. Si era sempre solo parlato dell’uccisone di 17 partigiani, trucidati alla vigilia del Natale del 1944 i cui resti venero

alla luce in seguito ad un bombar-damento alleato il 9 marzo dell’anno successivo.

Dall’istruttoria relativa alla strage di Marzabotto, che ha portato all’iden-tificazione ed alla condanna all’er-gastolo di nove componenti del 16° battaglione SS, comandato dal mag-giore Walter Reder, della 16° divi-sione Granadier Reichsfurer SS, co-mandata dal generale Max Simon, ha permesso di accertare che un al-tro battaglione della stessa divisone, quello comandato dal maggiore Max Paustian, dal 14 novembre 1944 al 14 gennaio 1945, operò in provin-cia di Modena e stabilì il comando fra Vignola e Marano all'interno di Villa Martuzzi. Fu il commissario prefetti-zio di Vignola ad in formare il prefetto di Modena che in seguito alle bombe lanciate da aerei alleati erano affio-rati dal terreno i cadaveri di 17 per-sone che erano sepolte in due fosse comuni.

I cadaveri, che erano orribilmente seviziati, presentavano ferite e le-sioni e fratture alla testa, erano stati rastrellati dal battaglione di Paustian nella zona di Montorsello di Guiglia, al confine con il territorio di Montom-braro di Zocca e quello di Castello di Serravalle il 23 dicembre 1944, in segno di rappresaglia per un attenta-

to a un reparto tedesco avvenuto due giorni prima. Furono sterminate inte-re famiglie sospettate di collaborare con i partigiani (quattro della famiglia Amici e tre della famiglia Uccellari).

Dalla ricostruzione storica è emer-so che vi siano diverse analogie fra gli eccidi di Vignola e di Castelfran-co Emilia, compiuti a sei giorni di distanza 17 e 23 dicembre 1944) In entrambi i casi le povere vittime vennero orribilmente torturate, ucci-se e sepolte in modo che nessuno le potesse ritrovare. Sono molto si-mili le orribili violenze subite da Ga-briella Degli Esposti e dalle sorelle Marsilia e Tilde Amici. In entrambi i casi i cadaveri vennero recuperati solo dopo che i tedeschi se ne era-no andati. Infine, va anche detto che nelle rappresaglie i morti venivano lasciati sul posto 48 ore per terro-rizzare la popolazione. In questi due casi i morti vennero nascosti. Erano forse state violate persino le terribili leggi di guerra naziste? Per crudel-tà, sembrano invece appendici della strage di Marzabotto. A questo pun-to è auspicabile che la Procura della Repubblica Militare di Verona faccia piena luce anche su quest’ultimo terribile eccidio.

rolAndo BAluGAni

Le atrocità delle SSil riCOrdO dell'eCCidiO di villa martUzzi

In occasione del Giorno della Me-moria, sabato 23 Gennaio 2010, presso la sala polivalente della Poli-sportiva di San Damaso, lo scrittore Mario Avagliano ha presentato ai ragazzi della Scuola Media “G. Sola” ed alla comunità di San Damaso il suo libro “Gli Internati militari Italia-ni”. La giornata è stata sponsoriz-zata dall’Istituto Storico di Modena con la collaborazione della scuola, dell’ANPI e della Polivalente di San Damaso. Ha coordinato la Dott.ssa Giulia Ricci.

La giornata è stata aperta dal Pre-sidente della Circoscrizione, il quale ha salutato la comunità presente e ha ricordato la “Shoah” ed il sacri-ficio degli Italiani internati nei campi

di concentramento nazisti. Gli alun-ni hanno letto alcune lettere e diari degli internati militari, tratti dal libro, precedentemente selezionati e rite-nuti particolarmente significativi per il contenuto e per la forte emotività espressa. Le letture si sono alter-nate a proiezioni di immagini che documentavano quanto lo scrittore riferiva con testimonianze e ricerche storiche. I ragazzi hanno avuto modo di fare domande su come l’autore del libro ha condotto il lavoro di ri-cerca storica, di raccolta delle testi-monianze dirette ed indirette; quale emozione ha provato leggendo le pagine più struggenti del libro e quali sono stati i criteri adottati per sele-zionare le lettere, i diari e le fotogra-fie. L’autore Mario Avagliano, pur

non risparmiandosi nelle risposte, è riuscito a comunicare con un pubbli-co così giovane nei modi più chiari e semplici possibili e a trasmettere il messaggio che quel tempo di depor-tazione, di prigionia e di morte vio-lenta non può essere dimenticato o giustificato.

L’incontro è terminato con l’inter-vento della Prof.ssa Anna Palom-bo che ringraziando gli insegnanti che avevano preparato gli studenti all’incontro, ha precisato che l’even-to è stato un occasione di ricordo di quanti hanno subito la “deportazio-ne” ed è servita a riaffermare come attraverso la loro “scelta” consape-vole di prigionia hanno dato un alta testimonianza del significato di Di-gnità, Libertà e Democrazia.

Alla Polisportiva San Damaso, Mario Avagliano ha presentato agli studenti il suo libroil SaCrifiCiO degli internati

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Febbraio 2010 Resistenza & Antifascismo Oggi10

Tre Ordini del giorno votati dal Consiglio nazionale dell'AnpiUn 25 aPrile in tUtti i COmUni e in tUtte le SCUOleIl recente Consiglio nazionale

dell'Anpi, riunitosi a Cervia il 19,20 e 21 febbraio,ha votato i seguenti Or-dini del giorno:

• L’Anpi chiede al Governo di ema-nare al più presto una direttiva nazio-nale affinché il 25 aprile sia celebrato in tutti i Comuni d’Italia, nelle scuole, nelle università, nei luoghi di lavoro, col concorso delle forze armate, dei giovani, delle istituzioni tutte. Una festa di tutti gli italiani, un momento speciale di incontro e aggregazione

intorno alle radici stesse della nostra convivenza civile: la Liberazione dalla dittatura fascista e dall’occupazione nazista. La Costituzione. L’avvento della democrazia. Presidenza e Segreteria Nazionale ANPI.

• L’Anpi indice il prossimo Congres-so Nazionale per il marzo del 2011 e per la sua preparazione impegna tutte le sue strutture a convocare i Comitati Provinciali alla presenza di rappresentanti degli organi dirigenti nazionali.

Presidenza e Segreteria Nazionale ANPI.

• L’Anpi saluta con favore e con l’au-gurio di un largo successo lo sciopero del 12 marzo indetto dalla Cgil. Una iniziativa importante, urgente, tesa a richiamare il Governo a un dovere imprescindibile e drammaticamente disatteso: un fisco più giusto per la-voratori e pensionati, come detta la nostra Carta Costituzionale. Per una nuova stagioni di diritti. Presidenza e Segreteria Nazionale ANPI.

Prima di tutto una precisazione. Questa non vuole essere una rubrica di equiparazione tra la Resistenza ita-liana al nazi-fascismo ed altre resisten-ze o movimenti di liberazione. Questa è una rubrica che cerca di spiegare il perché nascano certi movimenti, a co-sa siano dovuti, perché ancora oggi, nel 2010, con le guerre mondiali e i totalitarismi alle spalle, si debba anco-ra vedere spargere del sangue per la libertà, l’indipendenza, i diritti dei po-poli. Detto questo siamo contenti che la rubrica possa suscitare dibattito e punti di vista anche diversi, sempre nel rispetto reciproco.

Questo mese una breve riflessione sulla realtà curda. Un altro popolo che non ha la sua ter-ra. O meglio, ce l’avrebbe, perché la

regione del Kurdistan esiste, solo che oggi giorno è compresa tra cinque sta-ti diversi, nei quali i curdi, da sempre, sono una minoranza spesso segregata o perseguitata. Solo al termine della prima guerra mondiale sembrava pos-sibile la formazione di uno stato curdo indipendente: ma il trattato di Losanna nel 1923 cancellò quello di Sèvres di tre anni precedenti, e così la popola-zione asiatica fu divisa tra quelli che oggi sono la Turchia, l’Iraq, l’Iran e la Siria. Proprio per questa divisione, la resistenza e la lotta per l’autonomia del popolo curdo, hanno preso strade e volti diversi, e non sono mai riuscite ad organizzarsi in un movimento unico e univoco. Analizzeremo brevemente la questione curda nei tre stati dove essa da sempre rappresenta un “pro-blema”. IRAQ. Con l’avvento al potere di Sad-

dam Hussein, la minoranza cur-da, organizzata nel Pdk fin dagli anni ’60, ha subito continue angherie e persecuzioni, an-che dai toni molto violenti. Con l’ultima guerra, nel 2005, sem-bra essersi creato il terreno per una maggiore autonomia della popolazione curda in Iraq, ma bisognerà che la situazione si normalizzi per capire quali spazi avranno realmente gli abitanti del nord Iraq. IRAN. Il Kurdistan iraniano è da anni in stato d’assedio, con un contingente militare di 150.000 unità che ne controlla

il territorio. La minoranza, organizza-tasi nel UPK (presente anche in Iraq) e nel PDKI (il partito curdo iraniano), non richiede l’indipendenza, ma un’au-tonomia formale mai concessa e che ha causato diverse guerre e lotte negli ultimi trenta anni. TURCHIA. La Turchia è il paese che raccoglie nei suoi confini la gran par-te del territorio del Kurdistan e della popolazione curda, e nel quale le lotte sono da sempre più aspre. Una storia travagliata, con leggi marziali, parzia-li concessioni e repressioni, la nega-zione di minoranze etniche da parte del governo di Ankara. È in questo orizzonte che si forma il PKK (il par-tito dei lavoratori curdo), leader della rivolta autonomista curda che voleva prima una rivoluzione e poi l’unifica-zione dell’intero Kurdistan in una de-mocrazia del proletariato. Il movimento del PKK però, nato dopo la proibizione della lingua curda e altre limitazioni nel 1982, creò non pochi malumori all’in-terno della stessa popolazione curda, che fu bollata internazionalmente co-me terrorista. Un conflitto tra governo e PKK che è continuato fino alla morte di Ocalan, leader storico del partito, e che però non si è ancora risolta: il go-verno turco continua infatti ancora con repressioni e arresti ingiustificati. Una questione ancora non risolta, quella dei curdi, un popolo ancora sen-za terra, senza identità riconosciuta. Senza pace.

AlessAndro treBBi

La seconda puntata delle Resistenze nel mondo: la questione CurdaUn POPOlO Senza Patria diviSO in QUattrO PaeSi

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Febbraio 2010Resistenza & Antifascismo Oggi 11

Nel numero di dicembre del perio-dico “Resistenza ed Antifascismo” vie-ne ricordato a pagina sette lo scontro a fuoco avvenuto l’undici agosto '44 tra i fiumi Leo e Scoltenna. L’episodio è rammentato da Rolando Baluga-ni (che io non conosco); ma di quel-l’avvenimento mi rimangono impressi particolari che mi turbarono profon-damente. Non avevo ancora nove anni; abita-vo in una casupola in frazione di Mon-tespecchio (Comune di Montese), de-nominata “Casa Lindino”. In quell’edi-ficio, smarrito in mezzo alla boscaglia, inadeguato anche per ospitare conigli e galline, vivevamo, in quel periodo: io, mia madre, mio padre e due so-relle più piccole di me. Miseria, talora acuita da fame autentica, ci teneva un’assidua compagnia. Mia madre, da qualche tempo, aveva intrapreso l’at-tività di staffetta partigiana, per scelta ideale: ma anche perché dalla sua at-tività riusciva a ricavare qualche soldo e qualche chilo di farina o zucchero per placare le pretese dello stomaco. Quell’undici agosto 44 io ero nel

bosco impegnato a sorvegliare tre o quattro pecore ed una capra inviate al pascolo. Ad un tratto, se ben ricor-do, verso le undici o mezzogiorno, mi giunsero dalla zona di Rocchetta San-dri (Sestola) una sequela sinistra di spari.Corsi a casa cercando protezione tra le mura domestiche e, soprattutto, tra i genitori. Dopo un paio d’ore, nel bosco circo-stante cominciarono a materializzarsi diversi uomini in modo sparso, confu-so; i quali convergevano, non so be-ne per quale arcano, verso la nostra miserrima dimora. Si creò un autenti-co assembramento – al riparo dai te-deschi perché il versante era coperto alla visuale di Rocchetta. Quegli uo-mini (tali sembravano a me bambino), molti erano forse ragazzi, poco armati, disorganizzati, taluni terrorizzati, non offrivano certo l’immagine di una forza militare efficiente. Dopo disparate e caotiche discus-sioni, due o tre partigiani – forse i co-mandanti o facenti funzione – avvici-narono mio padre e, dietro un discreto compenso, gli proposero di recarsi in

un caseggiato di Rocchetta per recu-perare cinque muli che essi avevano abbandonato carichi di viveri e muni-zioni. Io, presente alla trattativa, rimasi terrorizzato; temevo che i Partigiani potessero ricorrere alla violenza, alle minacce per convincere mio padre. Non ne ebbero bisogno: egli, con la più irrazionale incoscienza, accettò l’incombenza e partì per la missione. Io pensavo di non rivedere più mio padre; mi rifugiai terrorizzato in casa con mia madre e le mie sorelle. Non comprendo ancora per qua-le fortunato sortilegio, dopo un paio d’ore riapparve mio padre a cavallo del primo dei cinque muli recuperati e tranquillamente in fila. Solo in serata, quando già i Partigiani si erano dile-guati egli si rese conto di essersi gio-cato la vita e, guardando noi bambini e mia madre, commentò: “Solo ora mi rendo conto del pericolo corso; oggi la fortuna mi ha assistito, non la sfiderò più! Meglio patire la fame assieme che lasciarvi orfani ed indifesi in un mondo spietato come questo!”

Antonio BAndini

Una testimonianza diretta dell'avvenimento descritto nello scorso numero1944 tra i fiUmi leO e SCOltenna

InTeRvenTI DeI LeTTORI

ISTITUTO STORICO E FONDAZIONE FOSSOLI

DAL PRESIDENTE NAPOLITANO

Sono stati ricevuti al Quirinale dal Capo dello Stato Giorgio Napoli-tano il presidente dell’Istituto Sto-rico di Modena Giuliano Albara-ni e la direttrice della fondazione Fossoli Marzia Luppi. L’occasio-ne è stata la presentazione della mostra itinerante intitolata “A Noi fu dato in sorte questo tempo. 1938-1947”, patrocinata dalla Presidenza della Repubblica che il 20 gennaio ha accolto a Roma una delegazione dell’Insmli, l’Isti-tuto nazionale per la storia del mo-vimento di liberazione in Italia che ha promosso e curato la mostra. Tra i componenti della delegazio-ne, oltre ai modenesi Albarani e Luppi, l’ex presidente della Re-pubblica Oscar Luigi Scalfaro, presidente dell’Insmli. “L’udienza al Quirinale – ha commentato Al-

barani - e’ stato il riconoscimen-to della rilevanza culturale di un progetto di mostra itinerante che ha messo insieme una pluralità di soggetti, fra cui il nostro istituto e la Fondazione Fossoli. Durante la nostra visita – continua Albarani – abbiamo illustrato al Presidente Napolitano il catalogo della mo-stra e lo spirito dell’iniziativa, che si rivolge in modo prioritario alle generazioni idealmente coetanee rispetto al gruppo di Primo Levi”. A dimostrazione dell’interesse del-la mostra, il presidente Napolita-no ne ha proposto l’esposizione al Quirinale. “Abbiamo accolto con entusiasmo la proposta del Presi-dente della Repubblica”, ha con-cluso Albarani. La mostra, che è stata inaugurata il 26 gennaio a Torino, arriverà in aprile anche a Fossoli. Soddisfazione per questo è stata espressa anche dal Presi-dente della Fondazione Ex campo Fossoli Lorenzo Bertucelli, se-condo cui “la nostra presenza al

Quirinale è il riconoscimento di un lavoro su un tema difficile che ri-guarda la deportazione razziale. Ci fa molto piacere che l’iniziativa sia stata realizzata da un’insieme di soggetti anche diversi fra di loro. Per noi – conclude Bertucelli - è motivo di grande soddisfazione: questo riconoscimento sposta in-fatti l’attenzione sulle vicende di Fossoli dal livello locale a quello nazionale”.

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Febbraio 2010 Resistenza & Antifascismo Oggi12

InTeRvenTI DeI LeTTORI

La scelta di inaugurare la rubrica dedicata alle Resistenze nel mondo alla questione palestinese risulta di difficile comprensione. Il parallelo con il fenomeno della Resistenza europea al nazifascismo è infatti insostenibile, se non altro perché Israele non è un regime totalitario ma anzi è l’unica de-mocrazia compiuta della regione me-dio-orientale.

Se è senz’altro vero che la vicenda palestinese si è, nel tempo, complica-ta arrivando distribuire tra i contenden-ti torti e ragioni e se sono certamente criticabili molte scelte fatte dai Governi di Israele, non si può parlare di “resi-stenza palestinese e guerre israelia-ne” né presentare la genesi di Israele come un’invasione. In Palestina non esisteva da secoli uno stato. Dopo la caduta dell’Impero Ottomano la re-gione venne affidata ad un Mandato britannico. In quel momento essa era abitata da una maggioranza araba e da una minoranza ebrea, egualmente autoctone. Questa minoranza era de-stinata ad aumentare a seguito delle migrazioni verso la Palestina di ebrei iniziata alla fine dell’’800 e, compren-sibilmente, aumentata col crescere dell’antisemitismo in Europa. Que-

sti migranti si insediavano in Palestina acquistando spesso la terra su cui vivere. Quindi la presenza ebraica c’era storicamente ed era aumentata. Vi erano dunque due legittime pretese di au-todeterminazione dei popoli, una volta finita l’esperienza coloniale (turca prima, bri-tannica poi).

Al termine del mandato britannico nel 1947 le na-zioni unite votarono per la creazione, nella Palestina occidentale (quella orienta-le, la Giordania, era già de-stinata a divenire una nazio-ne totalmente araba) di due stati uno ebraico (Israele) e uno Arabo (la Palestina). Guarda un po’: 2 POPOLI 2 STATI, una formula non poi tanto nuova!

Gli Arabi si opposero al progetto non accettando la presenza ebraica e non ap-pena proclamata la nascita di Israele gli eserciti degli Stati arabi confinanti invasero il nuovo stato, con l’intento di distruggerlo. Dunque la pri-ma guerra fu mossa dagli arabi e i

resistenti furono gli israeliani. E i resistenti vinsero. Come tutti i vincitori consolidarono i propri confini a danno degli aggressori perdenti. Lo sta-to palestinese non nacque perché le zone non occupate da Israele vennero inglobate da altri stati arabi confinanti (la Giordania in particolare). L’obiettivo palestinese re-stò comunque quello della distruzione di Israele. E’ da questo esordio che nascono tutte le, intricatissime, vicen-de, successive. A comincia-re dalla guerra dei 6 giorni e da quella del Kippur fino a vicende più recenti.

Insomma....niente a che vedere con la Resistenza europea contro il Nazifasci-smo. Guerra alla quale, si-gnificativamente, partecipò una brigata ebraica, com-

battendo proprio per la liberazione della Romagna e dell’Emilia. Mentre elementi arabi formarono divisioni di Waffen SS.

La Storia ha strani disegni, e spes-so mette in crisi le ricostruzioni troppo affrettate. Nei giorni della resistenza israeliana contro gli invasori, nel ’48, il Mufti di Gerusalemme, già adepto na-zista, chiamò l’Islam alla guerra Santa per «l’annientamento degli ebrei».

Oggi, giorno della Memoria dell’anno 2010, mentre scriviamo queste righe, la guida spirituale di uno Stato sovra-no, l’Iran, ha lanciato lo stesso anate-ma. Chi è dunque che deve resiste-re? Attenzione a non rimproverare ad Israele il peccato originale di esistere, o quello – speculare – di essere an-cora, dopo tutto, «forte» quanto basta per garantire a se stesso la propria so-pravvivenza.

Noi combattemmo per il nostro dirit-to di esistere come Nazione. Perché dunque Israele non dovrebbe fare lo stesso?

sAlvAtore Aloisio Fulvio orlAndo

Nelle foto: Yasser Arafat e Yitschak Rabin

La questione palestinese e i suoi risvoltiPaleStineSi e iSraeliani: CHi SOnO i veri reSiStenti?

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Febbraio 2010Resistenza & Antifascismo Oggi 13

A un anno dalla scomparsa dell'ultimo rappresentante del primo Consiglio comunalein riCOrdO di OlivierO SaettiIl 14 gennaio 2010, il compianto

Oliviero Saetti è stato ricordato in Consiglio comunale a Carpi. Di se-guito un estratto dell’intervento di Giovanni Taurasi, Presidente del Consiglio:

"Il 19 dicembre 2009 è scompar-so a 95 anni Oliviero Saetti. Fece parte del primo Consiglio comunale nominato dal Comitato di Liberazio-ne Nazionale e poi venne eletto nei successivi 4 mandati, rimanendo nel civico consesso dal 1945 al 1964. Era l’ultimo rappresentante vivente del primo Consiglio democratico del dopoguerra. Saetti era una persona laboriosa, che amava il suo lavoro di commerciante e vi si dedicava con passione. Pur avendo molti impegni di lavoro e famigliari, non trascura-va mai i ‘riti civili’ legati alla storia della nostra città, rispettato ed au-torevole cultore della sua memoria e della sua identità. Non dell’identità di una sola parte, ma dell’identità culturale dell’intera comunità. Saet-ti era un premuroso custode delle

memorie locali, del dialetto e del-le tradizioni culturali cittadine. Era soprannominato ‘al drugher’, per il negozio di fronte al Municipio che gestiva insieme al fratello Giorgio. Li chiamavano i “fratelli Karamazov”, non per accostarli ai personaggi del romanzo di Dostoevskij, quanto per richiamare da un lato il loro legame con la storia comunista e la Russia, dall’altro per evocare uno stile otto-centesco e distinto che li caratteriz-zava. In realtà Saetti era un comu-nista atipico, vista la sua estrazione sociale borghese più che operaia e la sua attività che lo conduceva ad avere rapporti con tutta la comuni-tà. Quando penso a Saetti, penso a uno dei protagonisti della storia mi-gliore della nostra città, una perso-na che si è dedicata con passione civile all’attività politica e che poi è tornata completamente al suo lavo-ro di commerciante e ai suoi affetti famigliari. Così come i quattrocento consiglieri che si sono succeduti tra questi banchi nel lungo dopoguerra. Ecco perché ricordare l’ultimo rap-

presentante del primo Consiglio è come ricordarli tutti. Ed ecco perché, scomparso Saetti, non scomparirà il suo ricordo, che continuerà a ri-manere vivo tra i suoi famigliari e tra chi l’ha conosciuto. E non si can-cellerà la memoria di quella straor-dinaria generazione, verso cui siamo enormemente debitori".

In centinaia al convegno di studio "ermanno Gorrieri: una vita per la Repubblica"ermannO gOrrieri: Un eSemPiO anCOra vivOE rmanno Gorrieri: comandante,

partigiano, sindacalista, cooperatore, dirigente della Dc, deputato, consi-gliere regionale, ministro, saggista e polemista, autore di ricerche e studi in campo economico e sociale che gli sono valse la laurea honoris cau-sa in sociologia, innovatore della sto-riografia della Resistenza ed infine protagonista nella diaspora del parti-to cattolico. In poche parole Gorrieri è stata sicuramente una delle figure più rappresentative del cattolicesimo democratico nell’Italia del Novecento; a ricordarcelo, il Convegno naziona-le di studio e di confronto “Ermanno Gorrieri. Una vita per la Repubblica” tenutosi a Modena a Palazzo Europa il 15 e 16 gennaio 2010, in occasione dell’uscita della biografia “Ermanno Gorrieri (1920-2004). Un cattolico sociale nelle trasformazioni del Nove-cento”, pubblicazione della Fondazione Gorrieri, Il Mulino, 2009. Il Convegno è stato seguitissimo: ad esso hanno

presenziato e sono intervenuti tra gli altri Giuliano Amato, Renato Moro, Chiara Saraceno, Paolo Pombeni, Romano Prodi. Il Presidente della Fondazione Gorrieri Luciano Guer-zoni e il Segretario Giordano Bol-drini hanno commentato entusiasti: "Il convegno è riuscito molto bene sia per la qualità che per la ricchez-za dei contributi dei tanti relatori oltre che per la straordinaria partecipazione di pubblico. Dovrebbe far riflettere il fatto che alcune centinaia di persone abbiano seguito per ore le cinque ses-sioni in cui il convegno si è articolato, quasi senza soste: dato indicativo del grande fascino che la figura di Gorrieri tuttora esercita". "Gorrieri pensava alla possibilità di due partiti cattolici ma è sempre stato comunque interessato ad accelerare la sperimentazione del-l’Ulivo per non lasciare un vuoto – ha detto Prodi durante il suo intervento conclusivo – Gorrieri parlava alla gen-te, altro che anonimato del parlamen-tare di oggi, l’attuale legge elettorale

non consente un rapporto quotidiano tra il rappresentante politico eletto e il suo ambiente di provenienza. Erman-no Gorrieri è stato un uomo che ha sempre obbedito alla propria coscien-za, un esempio per tutti".

lAurA solieri

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La disumana storia di centinaia di donne internate nei campi di concentramentoPrOStitUziOne fOrzata nei lager

Meglio prostituta in un bordello, che morire di fame, crepare per le botte op-pure finire nella famigerata infermeria e utilizzata come cavia dalle SS!

Quante donne rinchiuse nei campi di concentramento nazisti avranno pensa-to a questa formula di “salvezza” offren-dosi per quel turpe commercio che era fiorente persino in quei luoghi dove gli esseri nulla più avevano di umano, sia che indossassero la divisa da prigioniero o le impeccabili uniformi delle SS!

Non sapevano, quelle disperate, che sarebbero andate incontro alla doppia morte, non tanto quella fisica che era costantemente in agguato, ma quel-la interiore, che toglie il rispetto per te stessa, che ti degrada da donna a misero corpo su cui uomini macilenti o aguzzini ben pasciuti potevano sfogare le loro, comunque, tristi passioni.

Donne che hanno voluto farsi dimenti-care, per la vergogna, perché nessuno aveva per loro una lacrima di compas-sione e perché essere stata una bordel-lfrau è un marchio talmente infamante da non lasciare speranza alla pietà.

Un dramma, nel dramma quello delle prigioniere “indotte volontariamente” alla prostituzione.

Nel 1941, Il Reichfhurer delle SS, Himmler, dopo un’ispezione al campo di Mauthausen, ordinò la costruzione di bordelli sia in quel luogo che nel vicino campo esterno di Gusen e negli anni

successivi fu la volta di Auschwitz, Da-chau, Neuengamme, Sachsehausen e Mittelbau-Dora. Sua la firma sul decreto dell’ 11 giugno 1942 che autorizzava i comandanti dei lager “a fornire femmine nei bordelli ai detenuti più laboriosi”. Lo scopo era quello d’incentivare il lavoro dei prigionieri maschi ed arginare l’omo-sessualità.

Nel 1943, Himmler, istituì poi una se-rie di norme per l’ attribuzione di premi per i campi di concentramento. Premi che venivano concessi ai prigionieri con le migliori prestazioni lavorative e che potevano consistere in una mag-giore frequenza per la posta, l’acquisto allo spaccio di alimenti o sigarette e soprattutto la possibilità di accedere ai Sonderbauen, gli “Edifici speciali”, così venivano chiamate le baracche che ospitavano i “tristi piaceri”.

Furono almeno quattrocento le prigioniere sfruttate sessualmente in questi bordelli e la maggior parte di loro proveniva dal campo di concentra-mento di Ravensbruck, ma anche da Auschwitz-Birkenau. Le SS le recluta-vano promettendo loro la libertà dopo sei mesi di “servizio” e dal 1943 ne se-lezionarono un numero sempre più cre-scente. Le prigioniere ritenute idonee venivano “preparate” per il Kommando del bordello: una quarantena negli uffici dell’ infermeria dove le più denutrite ri-cevevano una migliore alimentazione e cure mediche.

La “merce” non poteva essere com-pletamente scadente: c’è un limite a tutto!

La maggior parte di queste infelici era di origine tedesca e registrata a Ravensbruck come “asociale”, altre pro-venivano dall’ Ucraina, dalla Russia Bianca e dai Pae-si Bassi ed erano per lo più inserite nella categoria delle prigioniere “politiche”. Finire a Ravensbruck con il trian-golo nero non era difficile: come racconta Frau Kiesel, protagonista de La baracca dei tristi piaceri di Helga Schnaider (Edizioni Salani) bastava essere stata fidanza-ta ad un ebreo.

La quotidianità nei bordel-li dei lager era severamente scandita: di giorno le donne svolgevano semplici lavori per le SS, ma dall’ appello

serale dovevano tenersi a disposizione dei prigionieri. La domenica e le feste comandate il lavoro iniziava già dal po-meriggio e solo nel caso che la radio trasmettesse un discorso del Fuhrer il Sonderbau restava chiuso.

I prigionieri che frequentavano il bor-dello del campo non erano tanti, si cal-cola meno dell’1% del totale degli in-ternati ed inizialmente solo i “tedeschi del Reich” ne avevano diritto poi, si ag-giunsero i polacchi, gli scandinavi e gli europei occidentali. Verboten, proibito, invece, per i prigio-

nieri di guerra sovietici e per gli uomini di origine ebraica.

Per accedere al Sonderbau i prigio-nieri maschi inoltravano domanda all’ apposito ufficio, la Schreibstube paga-vano il prezzo d’ ingresso di due Marchi del Reich, sceso poi ad un solo Mar-co a partire dal febbraio 1944, oppure consegnavano il bonus guadagnato se-condo il perverso meccanismo a premi ideato da Himmler per incrementare la produzione bellica.

Per consumare avevano a disposizio-ne venti minuti scesi poi a quindici e prima di accedere al bordello dovevano passare in infermeria per una visita me-dica e la doccia.

Tra le fissazioni dei nazisti c’erano si-curamente la burocrazia e l’ igiene.

Dopo ogni rapporto sessuale le donne dovevano lavarsi con un sapone che causava forti bruciori alle parti intime ed in caso di gravidanza sapevano che la sentenza delle SS era senza appello: abortire! Per alcune di loro quel figlio nato dal sopruso era comunque un motivo di vita, un filo a cui aggrapparsi per dare un senso ad un’ esistenza in cui, per non impazzire, si accettava la violenza come normalità. Un filo che veniva brutalmente reciso dai medici del lager senza nessuna pietà. Chi poi si ammalava veniva rispedita al lager di partenza o all’infermeria come cavia e la sua fine era segnata.

Poiché al peggio non c’è mai fine, le prostitute forzate dovevano assolvere anche ad un compito pietoso: congiun-gersi carnalmente con i prigionieri ma-schi omosessuali operati da Carl Vaer-net, il criminale medico danese che, spiando da un buco voleva accertarsi che su i suoi pazienti-cavie (quelli che sopravvivevano ai suoi esperimenti) la “cura” fosse riuscita.

La maggior parte delle donne prigio-niere, costrette a lavorare nei bordelli

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Resistenza & Antifascismo Oggi

dei campi di concentramento nazisti, non erano prostitute di mestiere e così, dopo la liberazione, pur avendo subito gravi conseguenze fisiche e morali dif-ficilmente parlarono di tale esperienza mentre gli uomini, soprattutto chi era stato prigioniero, le poche volte che ri-cordavano quelle schiave del sesso, lo fecero con grande disprezzo.

Donne che ogni giorno dovevano con-cedersi ad un’infinità di uomini e che alla fine della guerra si ritrovarono rotta-mi umani, distrutte, rovinate. Molte, per la vergogna, per la paura del giudizio sociale non fecero nemmeno richiesta per ottenere un risarcimento. Alcune, invece, le non tedesche, una volta tor-nate al loro Paese di origine, vennero riconosciute vittime del nazionalsociali-smo.

L’esistenza delle Fraulenhaus coat-te nei lager nazisti è stato per decenni un argomento scabroso, da evitare. E’ stato solo nel 1994 che venne realiz-zato, per la prima volta,su questo tema, il documentario Il Grande Silenzio a cui fecero seguito alcune copertine sulla stampa di lingua tedesca, nonché tra-smissioni radio-televisive.

Bisognerà attendere, invece, il 2005 perché il tema dello sfruttamento ses-suale coatto nei campi di sterminio di-

venti tema di una mostra realizzata da un gruppo di studio viennese Die Aus-steller e da un gruppo della Università di Berlino. La mostra che è stata ospi-tata per circa due anni presso il cam-po di Ravensbruck, a circa 80 Km. da Berlino, illustra la prostituzione subita da molte prigioniere del regime nazista, ebree, politiche, lesbiche facendo così conoscere un’ulteriore vergognoso capitolo del libro nero del delirio nazio-nal-socialista. La mostra, ora itinerante, è stata presentata a Roma da “Be Free Cooperativa Sociale contro tratta, vio-lenza e discriminazioni” ed è stata ospi-tata presso il Museo Storico della Libe-razione di Via Tasso dove si è conclusa recentemente.

La prostituzione forzata nei campi di concentramento, però, non è stata un’ esclusiva del nazismo. Anche in Cina e Corea centinaia di migliaia di donne e ragazzine , durante il secondo conflitto mondiale, furono deportate e costrette alla prostituzione e in tempi più recenti dobbiamo ricordare le violenze in Jugo-slavia e Ruanda e l’ elenco, purtroppo non finisce qui.

La violenza sessuale viene dichiarata “reato contro l’umanità” , per la pri-ma volta nella storia del diritto penale internazionale, il 1° Luglio 2002, data

in cui è entrato in vigore lo Statuto del Tribunale Internazionale, ratificato fino ad ora da 108 stati e che dichiara “ Lo stupro, la schiavitù sessuale, la prosti-tuzione coatta, le gravidanze obbligate, la sterilizzazione forzata e altre forme di violenza sessuale di comparabile gravi-tà” sanzionabili.

Una data importante, uno spartiacque, poiché prima di quel giorno le violenze sessuali contro le donne furono con-siderate come naturale conseguenza della guerra. Guerra che viene scatena-ta dagli uomini che – si dice – portano questo gene nel patrimonio cromosomi-co a ricordo di quando vestiti di pelli ed armati di clave e lance dovevano lottare per la sopravvivenza.

Chissà se un giorno i ricercatori, gli scienziati chiamati, tra l’ altro, a scoprire elisir di giovinezza, di lunga vita per questa società che si nutre di apparenza, non riescano, invece, ad individuare e isolare il gene della stupidità umana.

chiArA russo cArlini

Credit: foto della pagina precedente tratte dalla mostra “Sex-Zwangsarbeit in NS-Konzentrationslagern”.

Il 28 novembre scorso nel corso di una iniziativa nazionale l’ANPI ha lan-ciato una campagna nazionale: "Don-ne antifascismo e democrazia" per avere più donne nell’Associazione.

Non è assolutamente possibile la-

sciare cadere ciò che ha rappresen-tato il ‘900 per le donne. Dalla schia-vitù e sottostima in casa e fuori casa, fino alle conquiste contenute nella Costituzione del 1946 e quelle suc-cessive.

L’ANPI vuole essere presente, con iniziative politiche e culturali per ri-motivare l’impegno, dare speranza e fiducia al movimento di tutte le donne per salvaguardare le conqui-ste, aprire gli spazi per la piena ap-plicazione dei fondamenti costituzio-nali, per combattere le nuove azioni di offesa materiale e morale che ogni giorno, in casa e nella società colpi-scono la dignità delle donne.

Questo si realizzerà ricordando Nil-de Iotti. Una donna che al di là dello straordinario percorso politico e del-le altissime responsabilità raggiunte (prima donna Presidente della Ca-mera dei Deputati) ha saputo essere, in una società ancora in ritardo, una donna “nuova”.

Ha avuto il coraggio di scegliere: si è assunta la responsabilità delle sue idee e dei suoi sentimenti. Ha saputo raggiungere i livelli più alti del “suc-cesso” politico e personale. Ha con-diviso sempre con le donne il faticoso cammino di emancipazione e libera-zione.

Una campagna nazionale dell'Anpi nel nome di nilde IottidOnne, antifaSCiSmO e demOCrazia

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Febbraio 2010 Resistenza & Antifascismo Oggi16

L'Associazione culturale l'Incon-tro organizza una serie di incon-tri sui temi della memoria e dell'attualità. All'interno del ciclo Siamo tutti clandesti-ni, tre momenti per guardar-ci intorno e dentro, a cura di Ivan Andreoli, si terranno le proiezioni dei film Jalla Jal-la (3 marzo) di Josef Fares, In questo mondo libero (10 marzo) di Ken Loach, Cover Boy (17 marzo) di Carmine Amoroso. Sul tema dei Di-ritti: vogliamo saperne di più, si terranno gli incontri con l'Avvocatessa Maria Grazia Scacchetti su "Testamento biologico: medicina, diritto,

etica" (24 marzo), con il Prof. Giu-seppe Campana su Diritti e di-

gnitaà della persona nella Chiesa cattolica di oggi". All'interno degli

itinerari culturali si terrà il 20 marzo una visita guidata alle sale storiche del Palazzo comunale di Modena.

Tante altre sono le iniziative dell'Associazione, dai corsi di inglese ai laboratori di Pittu-ra e disegno, fino ai gruppi di teatro dialettale.

Informazioni e iscrizioni presso la Segreteria del-l’Associazione in via Cana-letto, 100 – tel. 059 315694 – lunedì , mercoledì e ve-nerdì dalle ore 15 alle 18.

Un gruppo di partigiani di Nonantola Circolo ARCI “Sandro Cabassi”, pranzo di autofinanziamento or-ganizzato dai circoli anpi “Forghieri” e “Seeten”, gennaio 2010

Le iniziative di marzo dell'Associazione culturale l'IncontroinSieme Per vivere megliO il nOStrO temPO

Assemblea a Camposanto sabato 6 febbraio per rilanciare l’ANPI con un nuovo gruppo dirigente

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Marzo 1944: a Bologna viene costituita la 7^ Brigata Gap. I gappisti modenesi formano un distaccamento. La pianura e la pedemontana vengono suddivisi in 7 zone.1 marzo 1944: Grande sciopero politico nell’Italia occupata.Nella nostra provincia, scioperano gli operai della Fiat grandi motori di Modena e della fonderia Focherini di Mirandola. L’agitazione non si estende per il danneggiamento di diverse officine, causato dal bombardamento sulla zona industriale avvenuto il 14 febbraio.I partigiani fanno saltare alcuni tratti delle linee ferroviarie provinciali e della linea Bologna – Milano. Solo sulle linee ferroviarie provinciali della Sefta verranno compiuti 21 attentati da parte dei partigiani e 54 tra bombardamenti e mitragliamenti aerei alleati. Molto numerosi gli attentati alle ferrovie Bologna – Milano, Bologna – Verona, Modena – Mantova.3 marzo 1944: accordo per l’abolizione della terzeria nei contratti agricoli, che può essere praticata solo in alcuni comuni della bassa.3 marzo 1945: nel corso di un vasto rastrellamento a Cavezzo vengono massacrati quattro giovani partigiani: Giovanni Benatti (M.B.v.m.), Ernesto Galli, Renzo Iemma, Vittorio Micheli (M.B.v.m.).3 marzo 1945: a Sozzigalli, Soliera, subito dopo uno scontro uccisi 3 partigiani: Ivano Martinelli (M.A.v.m.), Ettore Pioppi, Francesco Pioppi, Amarsoch Setti (M.A.v.m.).Tre partigiani, in casa di uno di essi chiamata “piccolo vulcano” a Cantone di Gargallo, dove venivamo messi a punto piani e stampata la stampa clandestina, traditi da una delazione vengono arrestati, condotti a Correggio, nonostante le più barbare torture per avere da loro notizie, non parlarono e perciò venero fucilati: Curzio Arletti (M.A.v.m.), Irmo Fontana (M.A.v.m.), Leonello Vellani (M.A.v.m.).4 marzo 1944: i partigiani assaltano la caserma Gnr e il posto di avvistamento della Dicat di Prignano s. Secchia.7 marzo 1944: nativo di Modena, ma a Roma per gli studi, veniva fucilato al Forte Bravetta di Roma, con altri 4 partigiani del luogo, Giorgio Labò, eroica figura della Resistenza, insignito di M.d’Oro V.M.8 marzo 1944: a Palagano durante un feroce rastrellamento vengono uccisi Aurelio Aravecchia e il militare che si era unito ai partigiani della Brigata Barbolini, Dante Schiavoni. Il giorno seguente, nel tentativo di liberare i prigionieri, moriva Giuseppe Rioli.Ingenti forze fasciste attaccano le formazioni partigiane reggiano – modenesi a Monterotondo.8 marzo 1945: a Paganine, frazione di Modena, circa 3.000 donne si recano presso il salumificio Frigeri. (Tra queste ci sono numerose operaie della Manifattura tabacchi). L’obiettivo era di evitare che i prodotti cadessero nelle mani dei tedeschi e di aiutare i partigiani della montagna nonché la popolazione.9 marzo 1944: Mario Goberti e Fernando Lugli di Finale Emilia della Divisione toscana “Livorno” perdono la vita. Il primo in combattimento a Livorno, ed il secondo fucilato all’Isola d’Elba.

9 marzo 1945: eccidio nazista al ponte di Navicello. 11 le vittime fra le quali Angelo Zambelli (M.A.v.m.) capo famiglia, e con lui ben sette familiari: Quinto Bozzali, Agostino Ferriani, Ivaldo Garuti, Pietro Gasparini, Valentino Gasparini, Renzo Grenzi, Huber Panza, Fabio Pellacani, Eugenio Tavoni, Ivaldo Vaccari (M.B.v.m.).10 marzo 1945: eccidio al Mulino di Mezzo di Concordia. Otto le vittime della feroce esecuzione: Enea Besutti, Reis Cavazza, Renè Cavazza, Giuseppe Gamberini, Ascanio Gelati, Renato Grotti, Novella Longhi, Veleo Mambrini. A Fossoli di Carpi, i tedeschi uccidono, in una imboscata, 2 staffette e un partigiano: Matteo Alcorini, Vittoria Cavazzoli, Delia Gasparini. 12 marzo 1944: In un duro combattimento a Pieve di Trebbio contro preponderanti forze nemiche perirono eroicamente 8 partigiani di varie Brigate: Bruno Belloi (M.A.v.m.), Alcide Corsari, Enrico Brandoli, Ottavio Ferrero, Carlo Fiandri (M.A. v.m.), Dino Lugli, Bruno Parmeggiani e Sovente Sabbatini (M.A. v.m.), ed alcuni civili.A Morsiano (Villa Minozzo di Reggio E.) i partigiani prelevano 11 quintali di grano dall’ammasso.12 marzo 1945: rastrellamento a Fossoli, Budrione e Migliarina (Carpi) di cittadini deportati a Correggio di Reggio E. e liberati a seguito di grandi e prolungate manifestazioni dei loro familiari e di donne, mentre Ettore Giovanardi e Ferruccio Tusberti vengono fucilati in località Ponte Nuovo di Santa Croce il 16 marzo.12 marzo 1945: si procede alla riorganizzazione delle forze partigiane della pianura, in vista della liberazione, unificando le Gap e le Sap. Viene quindi costituita la Divisione “Modena – Pianura”, formata da sette Brigate e un battaglione. Nel carpigiano viene formato il raggruppamento Brigate “Aristide”, composto a sua volta da sette Brigate.14 marzo 1944: i partigiani costringono alla resa il presidio Gnr di Polinago e occupano il paese.15 marzo 1944: a Cerè Sologno formazioni partigiane modenesi e reggiane fermano e respingono un attacco di reparti della Wehrmacht e della milizia fascista. Nel corso del combattimento caddero 7 partigiani della Brigata “Barbolini”: Gerardo Albicini, Gaetano Bedeschi, Tullio Bertoni (M.A. v.m.), Luigi Bosco, Nicola Franchini, Azeglio Rinfranti e Walter Zetti (M.A.v.m.).A Succisa di Pontremoli (MS) cade in combattimento il partigiano modenese Fermo Ognibene, M.O.v.m.14 – 18 marzo 1945: azione di rastrellamento tedesca nella zona S.Martino – S.Giulia, durante il quale, nel tentativo di arginare il rastrellamento, caddero: Giuseppe Benassi, Pietro Benassi e Umberto Benassi (erano fratelli). 18 marzo 1944: a Monchio, Susano e Costrignano, nel Comune di Palagano in provincia di Modena, ingenti forze nazifasciste misero a ferro e fuoco tutta la zona, incendiano le case, facendo una strage e massacrando 136 cittadini inermi tra cui donne, bambini e vecchi.18 Marzo 1945: feroce battaglia a Rovereto di Novi. Caddero 5 partigiani tra cui una giovane donna: Savino Forti (M.B.v.m.), Albano Modena (M.A.v.m.), Remo Nasi, Nevio Scanavini (M.B.v.m.), Eva Frattini.20 marzo 1944: rastrellamento nel reggiano, a Cervarolo

Avvenimenti significativi della Resistenza modenese nei periodimarzo 1944-15 aprile1944 e marzo1945-15 aprile1945

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Resistenza & Antifascismo Oggi

vengono uccisi 24 civili, tra cui il parroco.19 – 29 marzo 1945: fucilazione a più riprese in Piazza d’Armi a Modena, di 9 partigiani e cittadini antifascisti: Sergio Bergonzini, Antichiano Martini, Osvaldo Morselli, Angiolino Boccapoli, Galliano Bulgarelli, Dal Viso Carrara, Sesto Furia, Onelio Meschiari, Floriano Zambelli. 19 marzo 1945: A Modena, in vie diverse, i fascisti uccidono sei partigiani prelevati da S. Eufemia: Alberto Brancolini, Bruno Bulgarelli, Arturo Monzani, Adalgisa Nascimbeni, Alberto Pirondini, Francesco Spaggiari. 20 marzo 1945: a Villa Masone, Reggio Emilia, fucilati 4 partigiani catturati durante uno scontro a Sassuolo: Ermanno Colombini, Benedetto Franchini, Antonelli Mondaini, Paolo Monzani (M.A.v.m.).A Ranocchio di Montese viene fucilato Rinaldo Santi della Divisione “Modena Montagna”22 marzo 1944: prelevato dalla sua abitazione, dopo il combattimento di Pieve di Trebbio, Imer Meschiari che viene fucilato a Parma.23 marzo 1944: attentato dei GAP di Modena contro il colonnello Rossi, comandante militare provinciale dell’esercito fascista. In tale azione rimane ferito gravemente Walter Tabacchi (M.O.v.m.), che morirà il 28 marzo successivo.23 marzo 1945: partigiani modenesi collaborano coi reggiani all’occupazione del paese di S. Martino in Rio.A Ranocchio di Montese viene fucilato Rinaldo Santi della Divisione “Modena Montagna”24 marzo 1944: attentato di Via Rasella a Roma: per rappresaglia i tedeschi uccidono 335 detenuti politici, comuni e civili nelle Fosse Ardeatine. Tra questi anche tre modenesi: Armando Bussi (M.O.v.m.), Luigi Gavioli, Augusto Zironi.25 marzo 1945: durissimo rastrellamento a Limidi di Soliera. 9 i caduti, parte in combattimento, parte fucilati dopo la cattura: Lino Barbi, Gino Bertani, Bruno Bonetti, Romolo Dugoni, Adelmo Fantuzzi, Ornello Pederzoli (M.O.v.m.), Umberto Pivetti, Sindo Vellani, Eros Veronesi.25 – 29 marzo 1945: azione di rastrellamento nella pianura da parte di ingenti forze tedesche, che vengono ostacolate dalle formazioni partigiane. Viene operato dalla 1^ zona (carpigiano) uno sganciamento tattico di 1.800 partigiani verso la montagna.27 marzo 1944: a Frassinoro, durante un rastrellamento, viene ucciso il partigiano Ennio Ugolini. Lo stesso giorno a Pavullo un giovane medico amico dei partigiani, Antonio Romani, costretto a seguire i fascisti del luogo, è stato ucciso a Sasso Guidano. 29 marzo 1944: a Castelfranco E. dietro al “Forte Urbano” vengono uccisi 10 giovani partigiani di Renno di Pavullo e tre di Parma, attirati con l’inganno attraverso la cattura dei famigliari e la promessa di concessione di amnistia: Sante Adani, Bruno Badiali, Renato Camatti, Ubaldo Gherardini, Gervasio Maletti, Teodorino Manfredini, Walter Martelli, Egidio Montecchi, Massimo Pattarozzi e Romano Randelli di Pavullo,e Mambrini Giovanni (M.A. v.m.), Porta Oscar e Ralli Luigi di Parma.29 marzo 1945: assalita la caserma della brigata nera di Nonantola.29 marzo 1945: a Bomporto, Modena, trucidate 2 donne davanti alla propria abitazione. Erano familiari di partigiani.30 marzo 1945: a Concordia, Modena, fucilati 3 partigiani

durante un rastrellamento: Umberto Ferretti, Angelo Sala, Antonio Galli.1 aprile 1944: a Montespecchio di Montese, in uno scontro armato, cade Armando Ferroni. Lo stesso giorno al Ramazzini di Modena, moriva il partigiano Marco Bimbi.1 aprile 1945: rastrellamento tedesco nel reggiano e nel settore di S. Giulia. Dopo una giornata di combattimenti l’attacco viene respinto dai partigiani. 1 aprile 1944: a Montespecchio di Montese, in uno scontro armato, cade Armando Ferroni. Lo stesso giorno al Ramazzini di Modena, moriva il partigiano Marco Bimbi.2 aprile 1944: A Frassinoro viene fucilato Egidio Balducchi, della Brigata “Barbolini”, eroica figura di resistente, condotto in giro sfigurato prima di essere assassinato.3 aprile 1945: a Torremaina (Maranello) durante un combattimento cade la M.O.v.m. Chiaffredo Cassiani della Brigata “Speranza” .3 aprile 1945: uccisione in varie località del Comune di Concordia dei partigiani: Dino Bruni, Gastone Dondi, Franco Ferrari, Corrado Malagoli, Aldo Mari, Giuseppe Martinelli, Guglielmo Paltrinieri, Sergio Pellacani e Uber Rovatti.5 aprile 1944: a Prignano cade in uno scontro armato, Giuseppe Garzoni, della Brigata “M. Allegretti”.5 – 6 – 7 aprile 1944: sciopero generale nelle fabbriche modenesi, contro il tentativo di deportare alcuni lavoratori della FIAT in Germania. E’ il momento più alto dello scontro tra nazifascismo e classe operaia modenese. Scioperi si avranno in estate alla Maserati, alla Magneti Marelli, alle fonderie Corni, alla Fiat Grandi Motori e alla Manifattura Tabacchi, ma con la smobilitazione degli stabilimenti, la paura dei bombardamenti e l’afflusso degli operai più attivi nelle formazioni partigiane, i lavoratori passeranno dalla lotta aperta al lavoro di sabotaggio e di occultamento degli impianti.5 aprile 1945: inizia l’offensiva alleata nell’area tirrenica, dal 9 parte anche dal litorale adriatico.7 aprile 1944: attaccato dai partigiani il campo di aviazione di Pavullo.10 aprile 1944: i partigiani assaltano il presidio della Gnr di Fanano. A Modena viene fucilato dai tedeschi il partigiano Francesco Ioppolo.10 aprile 1945: azione simultanea delle brigate partigiane della montagna contro i presidi nemici sulla via Giardini. Non viene però effettuata la promessa offensiva alleata sul crinale dell’Abetone, per cui i tedeschi possono destinare numerose truppe contro i partigiani, che non riescono ad ottenere i risultati sperati.11 aprile 1945: Cadono in combattimento a Rivalta di Saltino, Prignano, Mario Allegretti Medaglia d’Oro al V.M., Domenico Torri e Walter Gualdi.11 aprile 1945: a Modena manifestazione di donne per rivendicare la distribuzione di generi alimentari e di abbigliamento e per protestare contro la guerra. Scioperano anche le operaie dei due stabilimenti della Manifattura tabacchi (Modena e Carpi).14 aprile 1944: durante un rastrellamento nella zona di Baggiovara, moriva il partigiano Sergio Roncaglia, capo squadra della Brigata “Mario”.15 aprile 1944: durante uno scontro con forze nemiche morivano i partigiani Adeonino Libertini e Renzo Stancari della Brigata “Mario”.

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Febbraio 2010 Resistenza & Antifascismo Oggi20

foto dov’è nome Cos'e'i PerCOrSi della memOria

Viene considerato il luogo simbolo della memoria. Posto ai piedi della Torre Ghirlandina di Modena, raccoglie le foto dei 1.174 caduti partigiani per la libertà.

Castelfranco E. (Mo), via Forte Urbano Tel. 059/927277.Fax 059/927277.

FONDAZIONE VILLA EMMAVia S. Rocco, 19/a - Nonantola (MO)Tel. e Fax 059/547195www.fondazionevillaem-ma.orgsegreteria@fondazionevil-laemma.org

Montefiorino (Mo), via Rocca 1.Tel. 0536/965139Fax 0536/965535

Frutto di un progetto realizzato in occasione del cinquante-simo anniversario della guerra di liberazione, il Museo rap-presenta una tappa obbligata per affrontare lo studio della Resistenza e della seconda guerra mondiale. Il percorso si snoda tra oggetti, testi narrativi, immagini e filmati d’epoca nella suggestiva ambientazione della Rocca medievale.

Gestione Fondazione ex CampoFossoli

Il percorso museale si sviluppa attraverso tredici sale caratteriz-zate da un’ambientazione di grande impatto emotivo. La conti-nuità delle sale è scandita dall’incisione alle pareti di frasi scelte tra le “Lettere dei condannati a morte della Resistenza europea”. Nella “Sala dei nomi” sono invece incisi i nomi di oltre quattordi-cimila deportati italiani nei campi di concentramento nazisti.

Monchio di Palagano (Mo), a pochi Km. da Montefiorino.Gestione Centro Servizi “VALLI DEL CIMONE”Tel. 0536/325586 Fax 0536/[email protected]

Teatro di una delle prime stragi tedesche (marzo 1944). Nel Parco quattordici artisti hanno realizzato altrettante sculture poste in cerchio ai piedi della salita che porta alla chiesetta di Santa Giulia che comunicano artisticamente l’universalità dei valori di dignità, libertà e giustizia che animarono la lotta di liberazione.

Memorial Santa Giulia

Museo al Deportato di Carpi

Carpi (Mo), Via G. Rovighi 57.Tel. 059/688272Fax 059/[email protected]

Gli obiettivi della Fondazione sono il recupero e la valoriz-zazione della memoria storica dell’ex Campo di concentra-mento di Fossoli (che dal 1942 fu destinato all’internamen-to di prigionieri di guerra) ma anche la promozione di attività rivolte all’educazione alla pace e ai diritti umani.

Museo della Repubblica Partigiana di Montefiorino

Tra il luglio ‘42 e il settembre ‘43 vi soggiornarono due grup-pi di ragazzi ebrei, che furono nascosti e sottratti così alle deportazioni tedesche. Attualmente si può usufruire di un itinerario didattico che si snoda in tre momenti: conoscenza delle fonti, visita ai luoghi, conversazioni con i testimoni.

Centro per la pace e l’intercultura “Villa Emma”

Costruito da Papa Urbano VIII nel 1634 come baluardo di difesa dai modenesi. Fu poi adibito a lazzaretto, poi a prigio-ne per reati comuni. Nel ventennio fascista vi furono incar-cerati 1.200 antifascisti tra cui Umberto Terracini, Giuseppe Di Vittorio, Vittorio Foa. Nel marzo 1944 vi furono trucidati per rappresaglia 13 partigiani.

Forte Urbano Castelfranco Emilia

Sacrario dei caduti partigiani della Provincia di Modena

a cura di Stefano Magagnoli

Modena, viale C.SigonioTel. 059/237135 059/222859.Fax 059/927277.

“Mostriamo la Guerra per stimolare la Lotta per la Pace” è il filo conduttore del museo. 900 oggetti fra i quali 56 gavet-te, documenti cartacei originali ed un archivio fotografico di oltre 6000 foto.

Museo del combattente

Fondazione ex Campo Fossoli

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Febbraio 2010Resistenza & Antifascismo Oggi 21

Concluso un 2009 ricco di respon-sabilità e di lavoro proficuo, è inizia-to per ASPPI Modena (Associazione sindacale piccoli proprietari immobi-liari) un 2010 che si preannuncia al-trettanto impegnativo.

Importanti sforzi si sono con-cretizzati nell’azione di difesa della proprietà e dell’abitare: ricordiamo, tra l’altro, la pro-roga dei benefici fiscali sulle ristrutturazioni edilizie, la de-trazione fiscale del 55% sugli interventi di risparmio energetico, l’abolizione dell’Ici sulla prima casa, l’attivazione delle Agenzie comunali per la casa, la stipula degli accordi territoriali per il Comune di Modena, e, non per ultimo, la qualificazio-ne dei nostri servizi associativi. La “Carta dei Servizi”, scaricabile an-che dal sito www.modena.asppi.it, da l’idea dell’offerta associativa: un’assistenza totale, per la risolu-zione di problematiche inerenti la casa, l’area fiscale, e l’assistenza per qualsiasi esigenza dei proprie-

tari immobiliari.

Tanto resta da fare nel 2010. Per quanto riguarda la pressione fi-

scale, chiediamo alle istituzioni di al-leggerire l’imposizione sugli immobi-li: oggi infatti oltre il 50% del canone

d’affitto viene assorbito dal fisco. Un impegno immediato servirebbe per la “cedolare secca” sui redditi da lo-cazione che, nonostante le richieste unitarie avanzate dalle organizzazio-ni di rappresentanza, è stata rinvia-ta dalla legge finanziaria dell’attuale Governo.

Una delle questioni più attuali e preoccupanti riguarda il mercato del-le locazioni. Un problema aggravato dalla pesante crisi economica e dalla

condizione stanziale di molti lavoratori

e cittadini. E’ necessario che que-ste problematiche siano affrontate con adeguati interventi pubblici, per evitare che i mancati pagamenti si trasformino in mancato reddito per chi affitta. Un fatto che costringe in particolare piccoli e medi proprietari,

allo sfratto degli inquilini, misura contraria all’interesse proprio e degli inquilini stessi.

Il “Fondo per l’Affitto”, oggi insufficiente per risorse, deve essere accompagnato dalla cer-tezza della destinazione dei fondi

stanziati. Determinante il ruolo del-le Amministrazioni locali e regionali perché, insieme all’impegno delle organizzazioni, si arrivi a misure ca-paci di rispondere a questi problemi e garantire un’abitazione per tutti. Questo è un punto fondamentale, favorendo così l’immissione sul mer-cato degli alloggi sfitti e/o invenduti e dare risposta al bisogno di case. Se manca questa certezza, il “Fondo per l’Affitto” perde di efficacia e per-fino di significato.

Reddito sicuro per chi affitta, minore pressione fiscale, servizi a 360° per i socigarantire l'affittO COntrO il diSagiO abitativO

I colpevoli:• L’ideologia e il centralismo imperan-te• L’incapacità di valorizzare e soste-nere la cittadinanza attiva, al di fuori di schemi obsoleti

Mentre si parla tanto di federalismo e di dare più poteri all’autogoverno loca-le, quasi tutto si muove però in senso contrario.

Gli esempi potrebbero essere tanti, ma ne bastano due:• Il fantasma evanescente del fe-deralismo: tutti ne parlano, ma nes-suno ha ancora capito cosa sia e cosa sarà;• Ma è sul secondo che ci interessa richiamare l’attenzione.l’applicazione del Decreto Leg.vo n. 152/2005, poi via via aggiorna-to, modificato, ecc., con successivi interventi legislativi e ministeriali fino

all’ultimo del 13 maggio 2009, tutti riguardanti la gestione e il governo di una parte del ciclo dei rifiuti: interven-ti e misure che sono un capolavoro di furore ideologico centralistico, dove si mette tutto e tutti sullo stesso pia-no, da Bolzano a Palermo; dal cen-tro dir accolta dei rifiuti a dimensioni regionali o interregionali, alle aree ecologiche dei piccoli comuni per la raccolta differenziata.

Un assurdo!Nella nostra Regione, compresa la provincia di Modena, l’AUSER parten-do dal valore della cittadinanza attiva e delle partecipazione dei cittadini al-la gestione di momenti della vita della comunità, gestiva da anni decine di aree ecologiche che con l’annesso mercatino della solidarietà, per il riuti-lizzo di oggetti e cose avevano creato un ciclo virtuoso di impegno civico, di partecipazione e di raccolta di fondi

per progetti speciali.

Bene tutto questo è stato fatto morire dal furore centralistico e ideologico di chi governa il Paese.Mentre si fa questo ogni giorno pe-rò si creano, guarda caso, nuovi enti (carrozzoni per il sottogoverno?) quali: SPA Difesa, SPA Protezione, Agenzia per la gestione dei beni sequestrati al-la malavita, ecc.)

Noi non ci stiamo!Per questo, per quanto ci sarà pos-sibile, assieme alle Amministrazioni comunali che ci credono, lavoreremo per salvare, estendere anche in real-tà nuove e qualificate l’esperienza dei mercatini del riciclo e della soli-darietà, per continuare un impegno e una presenza virtuosa dei volontari AUSER.

Auser ModenA

Aree ecologichela mOrte di Una eSPerienza virtUOSa

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Febbraio 2010 Resistenza & Antifascismo Oggi22

Una terapia d’urto per fronteggiare la crisi economica e i suoi pesanti effetti sull’occupazione. Una rifor-ma fiscale che attraverso interventi immediati alleggerisca il carico su lavoratori dipendenti e pensionati. Un urgente cambio di marcia nelle politiche sull’immigrazione.

Sono queste le rivendicazioni al centro della mobilitazione promossa dalla Cgil che culminerà con lo scio-pero generale di venerdì 12 mar-zo con manifestazioni nelle principali piazze d’Italia e anche a Modena.

Uno sciopero generale naziona-le di 4 ore di tutti i settori, privati e pubblici, perché il Governo nega la crisi e promette che “nessuno verrà lasciato indietro”, ma intanto cre-sce la disoccupazione, si licenziano i precari della scuola e del pubblico, si moltiplicano le vertenze sull’occu-pazione e le risposte continuano a mancare.

Fermare i licenziamenti è la pri-ma richiesta a Governo, Confindu-stria e a tutte le imprese. Come? La Cgil chiede di raddoppiare la dura-ta della cassa integrazione da 52 a 104 settimane e di aumentarne i massimali (non si può vivere a lungo con 7-800 euro al mese!), garantire la prosecuzione della Cig in deroga, estendere gli ammortizzatori sociali anche ai precari e a chi ne è escluso (lavoratori in mobilità senza indenni-tà, co.co.pro., disoccupati di lungo corso senza nessuna copertura),

allungare il periodo di disoccupa-zione (da 8 a 16 mesi), estendere i contratti di solidarietà e prevedere formazione durante la Cig (per af-frontare la riorganizzazione), incen-tivi all’assunzione di disoccupati o in mobilità.

La Cgil rivendica una politica in-dustriale da parte del Governo che impedisca la chiusura delle aziende e ne sostenga gli investimenti in ri-cerca e innovazione, consentendo alle imprese di riorganizzarsi per agganciare la ripresa. Serve un pia-no per la ricerca e un piano per il Mezzogiorno dove in intere aree sta diventando molto concreto il rischio di desertificazione industriale.

Lo sciopero del 12 marzo è anche per sollecitare la riforma del fisco e immediati sgravi a favore di la-voratori dipendenti e pensionati. Occorre un segnale tangibile subito: la restituzione in busta paga e sul-le pensioni di 500 euro netti a te-sta, entro aprile, attraverso una de-trazione aggiuntiva. Per la Cgil ciò rappresenta una prima restituzione di quanto già lavoratori e pensiona-ti hanno pagato in più a causa del drenaggio fiscale.

Poi si rende neces-saria una riforma di si-stema che riequilibri il carico fiscale. La Cgil chiede di rilanciare la lotta all’evasione e al-l’elusione fiscale, tas-

sare i grandi patrimoni e le rendite finanziarie come nel resto d’Europa (con un’aliquota unificata al 20%), abbassare al 20% la prima aliquota Irpef che ora è al 23%, e di esten-dere le detrazioni anche ai redditi “incapienti”.

Terzo importante obiettivo dello sciopero, le politiche sull’immigra-zione. Dopo i gravi fatti di Rosarno (preoccupante segnale della profon-da esasperazione di quei lavoratori sfruttati), la Cgil chiede di correggere gli aspetti più gravi delle leggi di que-sto governo sugli immigrati.

Occorrono politiche di accoglienza e lotta alle nuove schiavitù, bisogna regolarizzare i migranti che lavorano, sospendere la Bossi-Fini per chi è in cerca di rioccupazione, abolire il reato di clandestinità, riconoscere la cittadinanza ai bimbi che nascono in Italia. Infine, combattere il capo-ralato equiparandolo al reato sulla tratta di esseri umani (estensione dell’art.18 del Testo Unico sull’im-migrazione).

donAto PivAntiseGretArio cGil ModenA

12 marzo 2010: sciopero generale CgillavOrO, fiSCO, Cittadinanza. Cambiare Si PUO'

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Febbraio 2010Resistenza & Antifascismo Oggi 23

melotti agostino "Sergio"di anni 90Si è spento all’età di novanta anni il Partigiano e dirigente dell’ANPI Provinciale di Modena. Con il nome di battaglia “SERGIO” ha militato nella Brigata W. Tabacchi fino al 22 febbraio 1945, succes-sivamente, con il grado di Tenente nella Brigata Zambelli con la quale ha partecipato alla libe-razione di Modena il 22 Aprile 1945. Dopo la Liberazione è stato attivista e dirigente nella Federazione del P.C.I. di Modena. Nel periodo tra il ’75 e l’85 è stato responsabile della Sezione ANPI di Modena Città. Antifascista generoso e fedele ai propri ideali, mo-desto e sensibile, è stato un attento e profondo conoscitore della lotta di liberazione nella provincia di Modena; è stato componente del Comitato Direttivo Provinciale dell’ ANPI fino alla fine. In occasione dell’ultima seduta del C.D. del 2009 è stato festeggiato ricordando il suo novantesimo° complean-no. Ai famigliari un abbraccio solidale, alla moglie Luciana l’affettuosa vicinanza di Aude Pacchioni e di tutta l’ANPI Provinciale. Famigliari hanno sottoscritto euro 350,00 a sostegno del giornale.

bortolucci bruno "africano"di anni 89Partigiano combattente nella Brigata “Adelchi Corsini”; ha partecipato a diverse azioni: Montefiorino, Sassoguidano, la campagna invernale del Monte Spigolino,etc. A Liberazione avvenuta è entrato nel Movimento Democratico per lo sviluppo della Montagna la pace ed i diritti. Ai famigliari giungano le sentite condoglianze dell’ ANPI di

Pavullo unitamente a quelle della Redazione.

LUtti DELLa RESiStEnza

Non li dimenticheremo!

Marcello Costadi anni 85Di famiglia antifascista ha se-guito le orme dei genitori nono-stante venga costretto a fare per lunghi mesi il servizio militare da soldato. Al ritorno ha ripre-so il suo lavoro di artigiano ed è entrato nel movimento demo-cratico per la difesa della Pace e della Giustizia. Ai famigliari giungano le sentite condoglian-ze dell’ ANPI di Spilamberto e della Redazione.

zagni franco "Papafum"di anni 85Partigiano combattente nella Briga-ta “Costrignano”; ha partecipato a diverse azioni, tra le quali: Melo, Pianosinatico, campagna inverna-le del Monte Spigolino, Cima Tauf-fi etc. A Liberazione avvenuta ha contribuito nel Movimento Demo-cratico diventando Dirigente per il Lavoro, per la Pace e per la De-mocrazia. Ai famigliari giungano le sentite condoglianze dell’ ANPI e della Redazione.

bignardi ermes

Partigiano combattente nella Brigata “Remo”, del battaglione “Damasco-Cavezzo”, coman-dante del terzo distaccamento Gappista, a quattro anni dalla scomparsa la moglie Dorina, le figlie ed i famigliari tutti, lo ri-cordano con immutato affetto. Al ricordo si uniscono le famiglie dell’AUSER, del Bar e della Coop Giardino. Per l’occasione hanno sottoscritto euro 30.00 a soste-gno del giornale. Si uniscono nel

ricordo Luigi Pellicani, Valentino Andreotti, l’ ANPI di Cavezzo e della Redazione.

bellelli giovannidi anni 90Di famiglia antifascista, ha sem-pre partecipato a tutte le iniziati-ve per il lavoro e la Pace e contro ogni dittatura e per la difesa della Democrazia. All’ANPI e a tutto il movimento democratico di Carpi è venuto a mancare un punto di riferimento per le loro iniziative. Ai famigliari giungano le sentite condoglianze dell’ ANPI di Carpi e della Redazione.

muscaritolo antonio di anni 88Dopo l’8 settembre, al rifiuto di aderire alla Repubblica di Salò fu imprigionato e condotto ai lavori forzati; con i compagni di prigio-nia tentò la fuga, una volta sco-perti furono trasferiti in un campo di concentramento in Germania e furono oggetto di tremende pri-vazioni. Al ritorno si dedicò alla famiglia e partecipò al movimento per consolidare nel nostro paese una moderna Democrazia, la Pace,e la Giustizia . Ai famigliari giungano le sentite condo-glianze dell’ ANPI di Carpi e della Redazione.

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Febbraio 2010 Resistenza & Antifascismo Oggi24

zanni romolo "William"Partigiano combattente nelle Brigate “Giustizia e libertà” e “Mario Allegretti”; ha parteci-pato a diverse azioni contro le “SS” , contro la “Guardia Naz. Repubblicana” e ai combatti-menti per la Liberazione di Mo-dena. A Liberazione avvenuta è stato dirigente sindacale in fab-brica, prima alle Fonderie di Modena, poi alla Ferrari. I fa-migliari nel primo anniversario della scomparsa lo ricordano con immutato affetto e sottoscri-vono euro 100.00 a sostegno di “Resistenza e Antifascismo”. Si associano nel ricordo l’ANPI di Modena e la Redazione.

Saetti Olivierodi anni 95Antifascista da sempre ha lottato contro la dittatura e per la tutela del movimento Partigiano. A Liberazione avvenuta è stato eletto nel primo Consiglio Comunale di Carpi, rimanendo in carica per più legislature. E’ stato collaboratore del Sindaco della Liberazione Bruno LOSI. E’ stato dirigente dell’ANPI sia di Carpi che Provinciale. Ai famigliari giungano le sentite con-

doglianze dell’ ANPI e della Redazione.

LUtti DELLa RESiStEnza

Non li dimenticheremo!Succi elidedi anni 83Di famiglia antifascista ha sempre operato per difendere i partigiani e la loro lotta. Dopo la Liberazio-ne si è unita in matrimonio con IL Partigiano Cappelli Dante, diri-gente ANPI a Castelnuovo R., ha accudito la famiglia e si è sempre adoperata nel movimento per l’emancipazione della donna. Ai

famigliari giungano le sentite condoglianze dell’ ANPI di Castel-nuovo R., dell’ANPI Provinciale e della Redazione.

bosi guerrino "macario"di anni 84Partigiano combattente nella Brigata “Costrignano” con la quale ha parte-cipato a diversi combattimenti: Mon-tefiorino, Palaveggia, Monte Penna, Campagna invernale sul Monte Spigolino, etc. Grazie alla preceden-te esperienza avuta nei Carabinieri, viene promosso a grado di Tenente e passato il fronte, ha partecipato a fianco delle truppe alleate ai combattimenti per lo sfondamento della linea Gotica. A Liberazione avvenuta è entrato nel movimento democratico della Montagna Modenese per la difesa della Pace,della Giustizia e della Democrazia. Ai famigliari giungano le sentite condoglian-ze dell’ ANPI di Lama Mocogno, di Pavullo e della Redazione.

generali nunzio

Nel primo anniversario della scomparsa la moglie e i fami-gliari tutti, ricordandolo con immutato affetto si rammentano gli insegnamenti di rettitudine e coerenza verso la famiglia; si associano nel ricordo gli amici che lo anno conosciuto e sti-mato, l’ ANPI di Carpi e della Redazione.

zeni luigiNel secondo anniversario della scomparsa le figlie Marisa, Meri e Miria e i famigliari tutti, lo ricordano con immutato affetto, si associano nel ricordo gli amici, l’ ANPI Provinciale e della Redazione. Le figlie sottoscrivono euro 60.00 a sostegno di “Resistenza e Antifascismo”.

leonelli rubesdi anni 79Antifascista ha sempre operato in giovane età ad aiutare il movimento Partigiano nelle montagne di Mon-teombraro. A Liberazione avvenuta non ha rinunciato a difendere la verità e a scovare i responsabili di terribili misfatti fatti dai fascisti della zona. Ai famigliari giungano le sen-tite condoglianze dell’ ANPI e della Redazione.

franchini francescadi anni 82Di famiglia antifascista e pur in gio-vane età, ha aiutato come meglio poteva il movimento partigiano di liberazione del Paese dagli invasori nazisti e dalla dittatura fascista. A Liberazione avvenuta, assieme al proprio compagno, il partigiano Ivo Casalgrandi, è entrata nel mo-vimento democratico per la difesa della Pace, della giustizia sociale e della Libertà. Ai famigliari giungano le sentite condoglianze dell’ ANPI di Formigine e della Redazione. Per l’occasione, l’ANPI di For-migine e Provinciale nel settimo anniversario dalla morte,vogliono ricordare il marito di Francesca, il partigiano comandante di Bat-taglione IVO CASALGRANDI “Fregna”,già presidente dell’ANPI di Formigine e vogliono rinnovare gratitudine per quanto ha fatto per la nostra associazione.

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Febbraio 2010Resistenza & Antifascismo Oggi 25

Pederzoli adorno ePederzoli Ornello (medaglia d'oro)

Pederzoli Marco ed i famigliari tutti vogliono ricordare i loro congiun-ti Partigiani ADORNO ed il fratello ORNELLO insignito di MEDAGLIA D’ORO, che tanto hanno dato, compreso la vita, alla società per conquistare la Libertà di cui noi tutti ora godiamo e che a volte ne sottovalutiamo l’importanza e dimenticando quanti sacrifici è costata. La missione principale della nostra associazione è trasmettere la me-moria e i valori della Resistenza alle giovani generazioni e ai cittadini perché sappiano difendere la Libertà ed i diritti sanciti dalla Costitu-zione. Si associano nel ricordo l’ANPI Provinciale e la Redazione. I famigliari nell’occasione sottoscrivono euro 100.00 a sostegno di “Resistenza e Antifascismo”.

bertoni igino

Nel decimo anniversario della scomparsa la moglie Maria Bondi ed il figlio Romano ricordano con tanto affetto Iginio Bretoni, parti-giano della Brigata “Costrignano”. Si associano nel ricordo l’ANPI di Pavullo, i tanti combattenti per la Libertà che lo conobbero e la Re-dazione del giornale. I famigliari nell’occasione sottoscrivono eu-ro.40.00 a sostegno di “Resistenza e Antifascismo”.

LUtti DELLa RESiStEnza

Non li dimenticheremo!grandi arnaldodi anni 86Patriota della Brigata “Aldo Caselgrandi”, ha partecipato a varie azioni contro le forze nazi-fasciste per contribuire a liberare l’Italia dagli invasori e dai suoi sgherri. Successivamente alla Liberazione ha svolto un azione di sorveglianza e di insegna-mento alle giovani generazioni alle scuole medie “Muratori” a

Vignola. I famigliari nell’occasione sottoscrivono euro 20.00 a sostegno di “Resistenza e Antifascismo”. Ai famigliari giungano le sentite condoglianze dell’ ANPI e della Redazione.

Cavalieri erminioNel primo anniversario della scompar-sa la moglie Lucia ed il figlio James ed i famigliari tutti ricordano con tanto affetto il partigiano Erminio, perle sue doti morali e per quanto ha dato alla famiglia e alla Lotta di Liberazione. Si associano nel ricordo l’ANPI, i tanti che lo conobbero e la Redazione del giornale. I famigliari nell’occasione sottoscrivono euro 50.00 a sostegno di “Resistenza e Antifascismo”.

laduruni luigi "veleno"di anni 94Partigiano combattente nella Brigata “DRAGONE” con la quale ha partecipato a diversi combatti-menti:Montefiorino, Piandellagotti, Ospitaletto, Monte Molino, etc. A Liberazione avvenuta è entrato nel movimento democratico della Mon-tagna Modenese per la difesa della

Pace,della Giustizia e della Democrazia. Ai famigliari giungano le sentite condoglianze dell’ ANPI di Pavullo e della Redazione.

Cattini mario "Clarice"di anni 84Partigiano combattente nella Briga-ta “SCARPONE”; ha partecipato a diverse azioni di contrasto delle for-ze nemiche: alla Marelli, a colonne nemiche,recupero di armi,etc. Do-po la Liberazione ha ripreso il suo lavoro e ha partecipato alle lotte di categoria per lo sviluppo delle campagne, in difesa della Pace e della Libertà. E’ stato dirigente del Circolo del Gargallo-Cantone. Ai famigliari giungano le sentite condoglianze dell’ ANPI di Carpi e della Redazione.

vezzani egidio "riccardo"di anni 82Partigiano nella Brigata “Diavolo” ancora studente e pur in giova-nissima età ha svolto con abnegazione il servizio di portaordini e di collegamento tra le Brigate. A Liberazione avvenuta ha terminato gli studi ed è stato dirigente del P.C.I. di Novi e successivamente nella Federazione Modenese. Ha svolto incarichi pubblici come Consiglie-re prima e Vicepresidente poi della Amministrazione Provinciale di Modena. Ai famigliari giungano le sentite condoglianze dell’ ANPI e della Redazione del giornale.

neri gino "febo"

Nel centesimo anniversario della nascita, la figlia Neri Mara, vuole ricordare con grande amore il papà Gino, Partigiano della Brigata ”Bonacini”. Si associano nel ricordo di un combat-tente per la Libertà, l’ANPI e la Redazione del giornale. Mara, nell’occasione sottoscrive euro 30.00 a sostegno di “Resistenza e Antifascismo”.

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Febbraio 2010 Resistenza & Antifascismo Oggi26

bertacchi guido "Sesto"

Nel ventiquattresimo° anniversario del-la scomparsa del Partigiano Guido la moglie Enrica Galli lo ricorda con im-mutato affetto. Si associano nel ricor-do l’ANPI, i tanti che lo conobbero e la Redazione del giornale. La moglie, nell’occasione sottoscrive euro 50.00 a sostegno di “Resistenza e Antifasci-smo”.

LUtti DELLa RESiStEnza

Non li dimenticheremo!Casarini leoIn occasione del terzo° anniver-sario della scomparsa, la sorella Vielca ed i nipoti Aldino e Mau-rizio lo ricordano con immutato affetto. Si associano l’ANPI di Soliera e la redazione.

benzi enzo "Peo"di anni 81Nel 6° anniversario della scom-parsa la moglie lo ricorda così: “Per quel che te ste a vintan, tè Enzo detto Peo, un brev par-tigian, la to veta in segn ed la Resistenza, nueter tot at ricur-dam sovra al to giurnel con tanta riconoscenza,la to famìa”. La moglie ha sottoscritto euro 20.00 a sostegno del giornale.La reda-zione si unisce nel ricordo.

goldoni ernestodi anni 84Nel ventiduesimo anniversario della scomparsa, la nipote Onelia ed i famigliari lo ricordano con immenso affetto. Si associano nel ricordo l’ANPI, quanti lo conobbero e la Redazione del giornale. La nipote, nell’occasione sottoscrive €.30.00 a sostegno di “Resi-stenza e Antifascismo”.

vaccari Walter"franz"di anni 83Partigiano combattente nella Bri-gata “ZAMBELLI” con la quale ha partecipato, pur in giovane età, a diversi combattimenti contro le forze nemiche. A Liberazione avvenuta è entrato nel movimento democratico per la difesa del lavoro, della Pace,della Giustizia e della Democrazia. Ai famigliari giungano le sentite condoglianze dell’ ANPI e della Redazione.

Sighinolfi alberto

Nel primo anniversario della scomparsa la moglie, i figli, le nuore ed il nipote lo ricordano con affetto ed immenso dolore. Si associano nel ricordo l’ANPI di Albareto, quanti lo conobbero e la Redazione del giornale. La famiglia, nell’occasione sotto-scrive euro20.00 a sostegno di “Resistenza e Antifascismo”.

ferrari OttorinoIn occasione del diciannovesimo° anniversario della scomparsa, lo ricordano con tanto amore la moglie Canarini Vielca, i figli Aldino e Maurizio, i famigliari e gli amici. Si associano l’ANPI di Soliera e la re-dazione. Per l’occasione la famiglia ha sottoscritto euro 50.00 a sostegno del giornale.

livaldi augustodi anni 90Partigiano combattente nella Bri-gata “Italia” con la quale ha par-tecipato a diversi combattimenti contro le truppe naziste e le brigate nere. A Liberazione avvenuta è en-trato nel movimento democratico della Montagna Modenese per la difesa della Pace,della Giustizia e della Democrazia; fece parte del Direttivo dell’ANPI di Pavullo. Ai famigliari giungano le sentite con-doglianze dell’ ANPI di Pavullo e della Redazione.

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Febbraio 2010Resistenza & Antifascismo Oggi 27

Il giornale “RESISTENZA E ANTIFASCISMO OGGI”è una voce della Resistenza, della democrazia, in difesa della Costituzione

PER VIVERE HA BISOGNO DEL TUO AIUTOElenco sottoscrittori:• ZANNI SIMONETTA e fam. a ricordo papà Romolo € 100,00 • RIGHETTI MARIA Modena ricordo marito Baraldi e del figlio Ivan € 100,00 • GOLDONI ONELIA a ricordo zio Goldoni Ernesto € 30,00 • BARBIERI SILVIO Modena a sostegno giornale € 10,00• ASCARI LIDIA Modena a sostegno del giornale € 10,00 • SIMEOLI IMBER Formigine a sostegno giornale € 5,00• CORRADINI EMER Formigine a ricordo Ivo Casalgrandi € 20,00 • MEDICI VILES Formigine a sostegno giornale € 20,00• ARTIOLI GIOVANNA Modena a sostegno giornale € 10,00 • DONDI GIUSEPPE MO a sostegno giornale € 25,00• GRANATI NARIA TERESA Modena a sostegno giornale € 100,00 • PAVAROTTI MAFALDA Bagnacavallo x giornale € 20,00• ANPI VIGNOLA a sostegno giornale € 30,00 • PIGNATTI AZEGLIO MO a sostegno giornale € 20,00• MAGNONI OVIDIO Nonantola a sostegno giornale € 20,00 • PRADELLI GIANCARLO MO a sostegno giornale € 50,00• BISCA MASSIMO GENOVA a sostegno giornale € 20,00 • PARMIGINAI MAINO Carpi a ricordo di Mario € 20,00• GIOVANARDI LUCIO Carpi a sostegno giornale € 20,00 • GASPARINI GIUSEPPE S.Prospero per giornale € 10,00• KITAROVIC VINKA BOLOGNA a sostegno giornale € 20,00 • GABELLINI CATIA Mirandola a sostegno giornale € 20,00• LOSCHI RICCARDO Carpi a sostegno giornale € 10,00 • MOLINARI ERMANNO Carpi a sostegno giornale € 10,00• BERTONI GIANCARLO Pavullo a sostegno giornale € 30,00 • PELLACANI LEONELLO MO a sostegno giornale € 10,00• TESORI OTELLO GENOVA a sostegno giornale € 10,00 • CORRADI AUGUSTO Soliera a sostegno giornale € 10,00• SACCHETTI MAURO Modena a sostegno giornale € 35,00 • GHERADINI FRANCO Modena a sostegno giornale € 20,00• GALLI ENRICA Modena a ricordo Bertacca Guido € 50,00 • REMONDI CESARE Modena a sostegno giornale € 20,00• TRIVA LUCIANA Modenaa ricordo Rubes e giornale € 50,00 • BELLELLI TULLIO Carpi a sostegno giornale € 20,00• Sig.a GENERALI Carpi ricordo1° anniv. Nunzio Generali € 10,00 • BERGONZINI ARDUINA Modena per giornale € 50,00• SEZ. ANPI FIORANO a sostegno del giornale € 170,00 • NERI MARA Modena a ricordo papà Gino Neri € 30,00• CORTI DANTE Sassuolo a sostegno giornale € 50,00 • POLUZZI NERINA Modena a ricordo marito 4° ann. € 20,00• RIGHETTI BRUNO Carpi a sostegno giornale € 25,00 • PACCHIONI EMILIO Carpi a sostegno giornale € 50,00• CESTELLI LAURO Carpi a sostegno giornale € 50,00 • FARINA RENZO Modena a sostegno giornale € 25,00 • FERRARI ALDINO Soliera a ricordo papà Ottorino e • CAVALERI JAMES Castelfranco E. a ricordo lo zio Corradini Leo € 50,00 del papà Erminio € 50,00• FAM. SIGHINOLFI Albareto a ricordo di Alberto € 20,00 • PICCININI DISMA Nonantola a sostegno giornale € 25,00• STANZANI DIMA Nonantola a sostegno giornale € 30,00 • BALLOTTA ELPIDIO Nonantola sostegno giornale € 20,00• BAGNOLI Remo-SANCOVINO Andrea Carpi x giornale € 20,00 • TORICELLI IONE Campogalliano sostegno giornale € 10,00• SGARBI NINO Campogalliano a sostegno giornale € 30,00 • PEDERZOLI MARCO Palagano a sostegno giornale €100,00 • RUGGERI FAUSTINO Pavullo a sostegno giornale € 10,00 • FERRARESI BRUNO Novi a sostegno giornale € 15,00• MANFREDINI LUISA Piumazzo a sostegno giornale € 10,00 • ARTIOLI LEONZIO Concordia a sostegno giornale € 50,00• BORRI UMBERTO Lama Mocogno a sostegno giornale € 10,00 • ROVATTI ROMANO S.Felice a ricordo mamma nel• BENUZZI ALFREDO S.Cesario a sostegno giornale € 30,00 10° anniversario scomparsa € 65,00• GELMINI CLEMENTINA Modena a sostegno giornale € 30,00 • POZZETTI BENEDETTO Carpi a sostegno giornale € 50,00• CALANCA CARLO Soliera a sostegno giornale € 25,00 • CAVAZZA MAURO Concordia a sostegno giornale € 10,00• FRIGIERI ALDO Modena a sostegno giornale € 10,00 • MARRI CELESTINO Modena a sostegno giornale € 50,00• MALAGUTI RENATO Massa Fin. A sostegno giornale € 25,00 • TORRICELLI SUSANNA Campogalliano x giornale € 20,00• CORRADINI MARIO Fiorano a sostegno giornale € 10,00 • VENTURELLI FRANCESCO Vignola per giornale € 6,00• FERRARI RENZO Castelnuovo R. a sostegno giornale € 10,00 • VENTURELLI VALTER Pavullo per giornale € 10,00• BELLEI LUCIANO Carpi a sostegno giornale € 12,00 • AMARANTI COLOMBO Modena sostegno giornale € 10,00• ANDREOLI ALBERTO Modena a sostegno giornale € 60,00 • SOGARI REMO Carpi a sostegno giornale € 50,00• VINCENZI GIOVANNI Carpi a sostegno giornale € 25,00 • BORGATTI VALTER Zola Predosa BO x giornale € 20,00• PIRONDINI EUGENIO Formigine sostegno giornale € 20,00 • FERRARONI MAURIZIO Formigine per giornale € 10,00• ZUFFI LUCIANO Castelfranco E. a ricordo papà € 50,00 • VANDELLI LUCA Modena a sostegno giornale € 10,00• GUIZZARDI MALVINA Castelfranco E. per giornale € 10,00 • BIGI VELDE Novi a sostegno giornale € 100,00• SOLA DESIDERIO S.Marino Carpi sostegno giornale € 25,00 • ORI CORRADO Vignola a sostegno giornale € 20,00• BERGAMINI ALIDO S.Damaso MO sostegno giornale € 15,00 • VENTURELLI MARINO Pianoro BO per giornale € 10,00• FINI ADELMO Cavezzo sostegno giornale € 20,00 • SORBINI BRUNO Pesaro a sostegno giornale € 15,00• CAVANI CLAUDIO Modena a sostegno giornale € 10,00 • RINALDI MAURIZIO Concordia sostegno giornale € 50,00• CASSANELLI TERESA Montombraro Zocca x giornale € 25,00 • MASETTI GIUSEPPE S.Felice sostegno giornale € 20,00• FORLANI ERMANNO Soliera a sostegno giornale € 20,00 • VERZELLONI ROBERTA a sostegno giornale € 10,00• CENTRO SOCIALE ANZIANI RIGHI Carpi x giornale € 50,00 • CONTRASTI UMBERTO Modena sostegno giornale € 25,00• GUERZONI GILDO Castelfranco E. sostegno giornale € 20,00 • ACCORSI GIULIO Modena a sostegno giornale € 20,00• RANUZZI GIUSEPPE Maranello a sostegno giornale € 15,00 • TERENZIANI DANILO Limidi sostegno giornale € 15,00• TORRI GALLIANO Montefiorino sostegno giornale € 10,00 • MANICARDI CARMEN Modena sostegno giornale € 10,00• ANDREOLI IVAN Modena a sostegno giornale € 20,00 • BALLOTTA ARNALDO Castelfranco E. x giornale € 30,00• BIGI NADIA Pavullo a sostegno giornale € 10,00

Si può sottoscrivere presso:Banca Popolare dell'Emilia Romagna Sede Centrale –Via S. Carlo, 8/20 Modena

Bonifico Bancario sul Conto Corrente IBAN IT63E0538712900000000005318 intestato a“ANPI COMITATO PROVINCIALE DI MODENA” Via Rainusso, 124 - Modena

oppure Conto corrente postale n° 93071736 intestato a“ANPI COMITATO PROVINCIALE DI MODENA” Via Rainusso, 124 – Modena

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L’A.N.P.I.: UN’ASSOCIAZIONE

POLITICO – CULTURALE IN DIFESA DELLA COSTITUZIONE,

PER LA DEMOCRAZIA DEI DIRITTI

E DEI VALORI

CAMPAGNA TESSERAMENTO 2010