resoconto icaap - cap iii resoconto icaap€¦ · la banca d‟italia, con circolare 263/2006...
TRANSCRIPT
Basilea 2 Terzo Pilastro
Informativa al pubblico situazione al 31/12/2012
Gruppo Bancario
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 2
Indice Introduzione .............................................................................................................................. 3
Tavola 1. Requisito informativo generale ....................................................................................... 4
Informativa Qualitativa ........................................................................................................... 4 Struttura e organizzazione della funzione di gestione dei rischi...................................................... 4 Sistema dei controlli interni ..................................................................................................... 5
Obiettivi e politiche di gestione dei rischi ................................................................................... 8 Rischio di credito .................................................................................................................... 8 Rischio di mercato ................................................................................................................ 11 Rischio operativo .................................................................................................................. 14
Rischio tasso d‟interesse sul banking book ............................................................................... 16 Rischio liquiditá .................................................................................................................... 18 Altri rischi ........................................................................................................................... 21
Tavola 2. Ambito di applicazione ................................................................................................ 22 Informativa qualitativa .......................................................................................................... 22 Denominazione della Banca cui si applicano gli obblighi dell‟informativa. ...................................... 22
Illustrazione dell‟area di consolidamento rilevante per i fini prudenziali e di bilancio. ...................... 22 Informativa quantitativa ........................................................................................................ 24
Tavola 3. Composizione del patrimonio di vigilanza ....................................................................... 25 Informativa qualitativa .......................................................................................................... 25
Informazione quantitativa ...................................................................................................... 27 Tavola 4. Adeguatezza patrimoniale ........................................................................................... 29
Informativa qualitativa .......................................................................................................... 29
Tavola 5. Rischio di credito:informazioni generali riguardanti tutte le banche ................................. 33 Informazione qualitativa ........................................................................................................ 33 Definizioni di crediti “scaduti” e “deteriorati” utilizzate ai fini contabili .......................................... 33
Descrizione delle metodologie adottate per determinare le rettifiche di valore ............................... 34 Tavola 6. Rischio di credito: Informativa sui portafogli assoggettati al metodo standardizzato e alle
esposizioni creditizie specializzate e in strumenti di capitale nell‟ambito dei metodi IRB ....... 47 Informativa qualitativa .......................................................................................................... 47
Informativa quantitativa ........................................................................................................ 49 Tavola 7. Rischio di credito: informativa sui portafogli cui si applicano gli approcci IRB ...................... 52 Tavola 8. Tecniche di Attenuazione del Rischio ............................................................................. 53
Informativa qualitativa .......................................................................................................... 53 Informativa quantitativa ........................................................................................................ 55
Tavola 9. Rischio di controparte ................................................................................................. 56
Informativa qualitativa .......................................................................................................... 56 Informativa quantitativa ........................................................................................................ 58
Tavola 10. Operazioni di cartolarizzazione ..................................................................................... 59 Informativa qualitativa .......................................................................................................... 59
Informativa quantitativa ........................................................................................................ 68 Tavola 11. Rischi di mercato: informazioni per le banche che utilizzano il metodo dei modelli interni
per il rischio di posizione, per il rischio di cambio e per il rischio di posizione in merci (IMA) . 72
Tavola 12. Rischio operativo ....................................................................................................... 73 Informativa qualitativa .......................................................................................................... 73
Tavola 13. Esposizioni in strumenti di capitale: informazioni sulle posizioni incluse
nel portafoglio bancario .............................................................................................. 75 Informativa qualitativa e quantitativa ...................................................................................... 75
Tavola 14. Rischio di tasso di interesse sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario ......................... 87 Informativa qualitativa .......................................................................................................... 87
Informativa quantitativa ........................................................................................................ 89 Tavola 15. Sistemi e prassi di remunerazione e incentivazione ......................................................... 90
Informativa qualitativa .......................................................................................................... 90
Informativa quantitativa ........................................................................................................ 96 Dichiarazione del Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari .......................... 98
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 3
Introduzione
La Banca d‟Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza
prudenziale per le Banche”,ha introdotto la normativa di Basilea 2 nell‟ambito
del sistema bancario italiano.
La suddetta normativa prevede che le istituzioni finanziarie pubblichino i
dati relativi al capitale e al risk management secondo le regole definite dalla menzionata circolare (cosiddetto Terzo pilastro). Le informazioni pubblicate nel
presente documento, nel rispetto di tale disposto normativo, hanno carattere
sia qualitativo che quantitativo, sono rese su base consolidata e sono classificate in tavole,così come previsto nell‟Allegato A del Titolo IV Capitolo 1
Sezione II della circolare n. 263 della Banca d‟Italia.
Per completezza si specifica che le informazioni relative al patrimonio di
vigilanza ed agli assorbimenti patrimoniali sono pubblicate nella parte F della nota integrativa del bilancio consolidato; ulteriori informazioni relative ai vari
tipi di rischi a cui il Gruppo è esposto sono riportate nella parte E della nota
integrativa del bilancio consolidato.
Tutti gli importi, se non diversamente indicato, sono espressi in migliaia di euro.
La normativa di riferimento prevede altresì che gli enti creditizi adottino presidi organizzativi idonei a garantire la conformità degli adempimenti
informativi; le soluzioni adottate sono inquadrate nell‟ambito del sistema dei
controlli interni. In tale contesto il Gruppo Banca delle Marche prevede che il documento di informativa al pubblico, redatto dalle competenti funzioni aziendali, sia valutato e validato dal Comitato Presidio Rischi, con riferimento
alla qualità delle informazioni ed al rispetto dei requisiti minimi di informativa, e sia sottoposto alla verifica del Collegio Sindacale della Capogruppo per
quanto riguarda l‟adeguatezza delle procedure adottate. Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo valuta l‟adeguatezza qualitativa delle
informazioni riassunte per la rappresentazione ai terzi del presidio
patrimoniale, dell‟esposizione ai rischi e delle caratteristiche generali dei sistemi preposti all‟identificazione, alla misurazione e alla gestione dei rischi
stessi ed è organo deputato all‟approvazione del documento “informativa al
pubblico”.
Il documento è inoltre soggetto ai controlli e alla dichiarazione del Dirigente Preposto alla Redazione dei Documenti Contabili Societari ai sensi del
comma 2 dell‟art. 154 bis del TUF.
Il Gruppo Banca delle Marche pubblica questa informativa al pubblico (Pillar 3), e i successivi aggiornamenti, sul proprio sito internet
www.bancamarche.it, nella sezione dedicata al Bilancio e Informativa al
Pubblico.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 4
Tavola 1. Requisito informativo generale
Informativa Qualitativa La disciplina prudenziale, contenuta nella circolare Banca d‟Italia n.
263/2006, impone agli intermediari l‟adozione di nuove metodologie di
gestione e controllo dei rischi, e li incentiva a dotarsi di una strategia e di un
processo di controllo strutturato della propria adeguatezza patrimoniale.
Agli investimenti in tecnologia e risorse per il miglioramento delle prassi gestionali fanno riscontro benefici connessi a tecniche più accurate di
misurazione dei rischi e nella gestione attiva ed integrata dei medesimi.
Tali aspetti si traducono in vantaggi potenziali, in termini di maggiore efficienza e di stimolo alla competitività, anche a favore degli altri soggetti
esterni (clientela, investitori, risparmiatori ecc.).
I rischi a cui il Gruppo Banca delle Marche è potenzialmente esposto
hanno richiesto la predisposizione ed attivazione di metodologie e strumenti orientati a gestirli e necessari a misurare il capitale appropriato per fronteggiarli, avvalendosi di idonei strumenti e tecniche di mitigazione e
traslazione. Viene, pertanto, attribuita forte enfasi alla gestione e al controllo dei
rischi, presupposto indispensabile per garantire un‟adeguata creazione di
valore, mantenendo la solidità finanziaria del Gruppo medesimo. A tal proposito il Consiglio di amministrazione, con il parere favorevole del Collegio
Sindacale, nel corso del 2012 ha avviato un progetto di “revisione del sistema
dei controlli interni” prevedendo la collocazione della Funzione di Revisione interna alle dipendenze del Comitato Controllo e Rischi, diretta emanazione del Consiglio stesso.
In tal senso, assumono rilievo i presidi organizzativi e di controllo a fronte delle singole tipologie di rischio che, inserendosi nel sistema organizzativo e dei controlli interni, ne assicurano una gestione efficace,
efficiente e corretta. Il complesso delle regole interne, procedure operative e
strutture di controllo opera in maniera integrata a diversi livelli, allo scopo di assicurare l‟efficienza dei processi operativi, tutelare il patrimonio aziendale,
minimizzare le perdite inattese, garantire l‟affidabilità del Gruppo e il corretto
svolgimento dell‟attività, nel rispetto della normativa interna ed esterna.
Struttura e organizzazione della funzione di gestione dei rischi La Capogruppo, nel gennaio 2008, ha istituito la Funzione di Gestione del
Rischio ridefinita nel corso dell‟anno 2012 in Funzione di Controllo dei Rischi.
Essa esercita tale funzione ai sensi del regolamento congiunto Banca d‟Italia /
Consob in materia di organizzazione degli intermediari e delle disposizioni prudenziali di Vigilanza della Banca d‟Italia.
Per l‟efficace governance di Gruppo della Funzione di Controllo dei Rischi
è stata definita l‟adozione di un modello accentrato con l‟individuazione di
specifici Referenti per la gestione del rischio nelle Società controllate, con compiti di supporto al Responsabile della Funzione di Controllo dei Rischi di
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 5
Gruppo, in particolare nell‟applicazione, alla specifica realtà aziendale, delle
politiche di gestione dei rischi delineate a livello di Gruppo.
Alla Funzione sono attribuite le seguenti responsabilità:
collaborare con gli Organi aziendali nella definizione del complessivo
sistema di gestione del rischio di impresa; assicurare adeguati processi di risk management attraverso l‟introduzione
ed il mantenimento di adeguati sistemi di gestione del rischio per
individuare, misurare, controllare o attenuare tutti i rischi rilevanti; assicurare la valutazione del capitale assorbito e della relativa
adeguatezza attraverso la definizione di processi e procedure per
fronteggiare ogni tipologia di rischio attuale e prospettico, che tenga conto
delle strategie e dell‟evoluzione del contesto; presiedere al funzionamento del processo di gestione del rischio e
verificarne il rispetto;
verificare l‟adeguatezza e l‟efficacia delle misure prese per rimediare alle carenze riscontrate nel sistema di gestione del rischio;
assicurare i processi di convalida sui sistemi interni di gestione dei rischi di
I pilastro utilizzati per il calcolo dei requisiti patrimoniali e i processi di validazione interna relativamente ai rischi di II pilastro per i quali siano
stati sviluppati modelli quantitativi e per i rischi di I pilastro nei casi in cui i modelli siano utilizzati ai soli fini gestionali;
presentare agli Organi aziendali relazioni periodiche sull‟attività svolta e
fornire loro consulenza in materia di gestione del rischio.
La Funzione dipende gerarchicamente dal Comitato Controllo e Rischi costituito in seno al Consiglio di Amministrazione.
La definizione e l‟attuazione delle politiche di risk management sono finalizzate alla gestione e contenimento del rischio assunto dal Gruppo, per il
raggiungimento delle finalità strategiche.
Sistema dei controlli interni Il sistema dei controlli interni, costituito dalle regole, procedure e
strutture organizzative, è finalizzato, tramite la misurazione, gestione e
monitoraggio dei rischi, ad una conduzione dell‟impresa sana, corretta e
coerente con gli obiettivi strategici prefissati.
Il sistema dei controlli interni, tipicamente articolato su tre livelli, è la struttura su cui si basa l‟attività che un efficace sistema di governo societario
attribuisce all‟organo di controllo.
Controllo e governo societario concorrono al buon funzionamento dell‟impresa, nel rispetto degli obiettivi di sana e prudente gestione, onde
perseguire una duratura creazione di valore, aumentare la fiducia degli
investitori e assicurare la stabilità e la redditività di lungo periodo.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 6
Il governo societario di Banca Marche e delle società del Gruppo è
fondato sul modello di amministrazione e controllo tradizionale, con la corretta
individuazione e separazione degli Organi:
con funzione di supervisione strategica, identificato nel Consiglio di
Amministrazione, che determina indirizzi e obiettivi aziendali strategici e verifica la loro attuazione; nell‟ambito del Consiglio di Amministrazione è
stato istituito il Comitato Controllo e Rischi il quale ha i seguenti e
principali obiettivi: assistere, con un‟adeguata attività istruttoria, il Consiglio di
Amministrazione nelle valutazioni e decisioni relative al complessivo
sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi;
verificare la coerenza dei rischi assunti a livello di Gruppo rispetto alla tolleranza al rischio definita, assicurando il presidio integrato dei rischi;
promuovere, nell‟ambito dei meccanismi operativi di coordinamento
volti ad assicurare una visione integrata della “risk & control governance”, gli opportuni collegamenti funzionali tra gli Organi e le funzioni aziendali per garantire il corretto governo dei rischi aziendali.
con funzione di gestione, identificato nel Consiglio di Amministrazione, il quale, tuttavia, può conferire poteri gestionali al Comitato Esecutivo, al
Direttore Generale e ad altri soggetti subordinati a quest‟ultimo. A tale Organo spettano, o sono delegati, compiti di gestione corrente, intesa
come attuazione degli indirizzi deliberati nell‟esercizio della funzione di
supervisione strategica;
con funzione di controllo, identificato nel Collegio Sindacale. Tale Organo vigila sull‟osservanza delle norme di legge, regolamentari e statutarie,
sulla corretta amministrazione, sull‟adeguatezza degli assetti organizzativi e contabili della banca.
Il sistema dei controlli coinvolge, con diversi ruoli, oltre agli Organi
societari, anche l‟organizzazione aziendale e di Gruppo. Le attività di gestione dei rischi vengono riportate e discusse nelle
periodiche riunioni del Comitato Presidio Rischi, organo collegiale avente
compiti consultivi, d‟indirizzo, di coordinamento e di sorveglianza, costituito allo scopo di assicurare il presidio e la gestione integrata dei rischi e la
salvaguardia del valore aziendale.
Il Comitato Presidio Rischi ha la funzione di attuare le linee guida derivanti dalle decisioni assunte dal Consiglio di Amministrazione in tema di
gestione e controllo dei rischi, assicurando l‟indirizzo e il coordinamento delle
principali azioni, nel rispetto delle indicazioni delle Autorità di Vigilanza.
In tale ambito verifica la coerenza dei requisiti patrimoniali e dell‟impatto del rischio con le politiche di gestione del patrimonio, accertando che
l„esposizione complessiva ai rischi rientri nei limiti regolamentari e altresì che
l‟evoluzione del profilo rischio/rendimento sia coerente con le linee strategiche definite dal Consiglio di Amministrazione. Inoltre esamina le valutazioni
sull‟adeguatezza attuale e prospettica del capitale economico e regolamentare
del Gruppo (Internal Capital Adequacy Assessment Process, ICAAP).
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 7
Il Comitato Presidio Rischi, per tutti i rischi aziendali, valuta e approva le
metodologie, le procedure e il reporting verso l‟Alta Direzione; inoltre, valida le
policy per l‟approvazione del Consiglio di Amministrazione.
Il Gruppo, nella gestione dei rischi, utilizza “modelli di funzionamento”
definiti in specifiche policy approvate dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo e ratificati dalle Società controllate, articolati in strutture e
processi operativi, sistemi gestionali, metodi di lavoro, flussi informativi e
reportistica periodica, volti a misurare i fattori di rischio secondo un processo continuativo.
Tale approccio è conforme alla Circolare della Banca d‟Italia n. 263/2006,
che ha imposto ad ogni intermediario di introdurre sistemi di gestione del
rischio e di sviluppare il processo ICAAP. Tale sistema è volto a sistematizzare tutti gli elementi ed i fattori importanti per il buon governo dei rischi aziendali,
ai fini della sana e prudente gestione, nel rispetto del principio di
proporzionalità, legato alla dimensione e alla complessità delle banche. Le attività svolte nel continuo a presidio della gestione del rischio del
Gruppo trovano la loro sintesi nel processo ICAAP di valutazione
dell‟adeguatezza patrimoniale tra il patrimonio assorbito dai rischi (capitale interno) e i mezzi patrimoniali (capitale) individuati per la sua copertura.
Attraverso l‟ICAAP il Gruppo compie l‟autonoma valutazione della propria adeguatezza patrimoniale, tenendo conto del livello dei rischi, della struttura di
governo e di controllo, del sistema di gestione dei rischi, degli obiettivi
strategici e delle variabili di contesto.
Di seguito vengono elencate le principali responsabilità delle altre funzioni di controllo.
La Funzione di Revisione Interna ha il compito di assicurare il controllo e la revisione interna della Banca e del Gruppo. Essa è finalizzata, da un lato, a
controllare, anche con verifiche in loco, la regolarità dell‟operatività e
l‟andamento dei rischi, dall‟altro a valutare la funzionalità del complessivo sistema dei controlli interni, sottoponendo all‟attenzione del Collegio Sindacale,
del Consiglio di Amministrazione e della Direzione Generale i possibili
miglioramenti alle politiche di gestione dei rischi, agli strumenti e alle procedure. Inoltre, la Funzione effettua un‟attività di revisione sull‟adeguatezza
e sulla rispondenza del processo di determinazione dell‟ICAAP rispetto ai
requisiti stabiliti dalla normativa, individuando le aree di miglioramento e verificandone, nel tempo, l‟attivazione e l‟impatto degli interventi attuati.
Con riferimento ai controlli di secondo livello, la funzione di Compliance,
istituita in seno alla Capogruppo, ha il compito di presidiare e gestire il Rischio
Compliance e di promuovere, all‟interno della Banca e del Gruppo, il rispetto delle leggi, dei regolamenti, delle norme, dei codici e di qualunque altra
disposizione a carattere vincolante al fine di minimizzare il rischio di non
conformità contribuendo inoltre al contenimento dei rischi, alla diffusione della cultura della conformità e alla tutela dei risparmiatori. La funzione ha il
compito di definire e diffondere i principi, gli orientamenti e le linee guida per
la corretta applicazione delle norme di riferimento nello sviluppo e nell‟eventuale aggiornamento dei processi e delle procedure operative della
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 8
Capogruppo e delle Società del Gruppo. Inoltre, ha la responsabilità di fornire
consulenza e assistenza, nonché di relazionare agli Organi aziendali
sull‟adeguatezza della gestione del rischio di non conformità attuata dalla
Banca e dal Gruppo.
Al fine di perseguire un forte ed unitario presidio del rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo la Capogruppo ha istituito la Funzione
Antiriciclaggio individuata come funzione accentrata di Gruppo. La Funzione ha
il compito di verificare l‟idoneità del sistema dei controlli interni e delle procedure adottate in materia di Antiriciclaggio.
La responsabilità del processo di convalida dei modelli interni di
misurazione e gestione dei rischi è attribuita al Servizio Convalida Modelli
Interni della Capogruppo. Infine si rappresenta che Banca Marche, a seguito dell‟Italia quale “Stato
membro di origine”, ha istituito la funzione di “Dirigente Preposto alla
redazione dei documenti contabili societari”. Il Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari ha il
compito di attestare la corrispondenza degli atti e comunicazioni della Banca e
del Gruppo inerenti l‟informativa contabile, alle risultanze documentali, ai libri e alle scritture contabili; è responsabile della predisposizione di adeguate
procedure amministrative e contabili per la formazione del bilancio d‟esercizio, del bilancio consolidato e di ogni comunicazione di carattere finanziario;
attesta, tra l‟altro, con apposita relazione sul bilancio d‟esercizio e sul bilancio
consolidato la conformità dei principi contabili internazionali vigenti, l‟idoneità
dei documenti fornire una rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale, economica e finanziaria della banca e del Gruppo.
Obiettivi e politiche di gestione dei rischi
RISCHIO DI CREDITO Il rischio di credito si definisce come il rischio che nell'ambito di
un'operazione creditizia, il debitore non assolva, anche solo in parte, agli
obblighi di rimborso del capitale e di pagamento degli interessi. I nuovi indirizzi di politica creditizia del Gruppo Banca Marche, declinati
dal Piano Industriale approvato dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo, prevede il perseguimento specifici obiettivi strategici in ambito
creditizio sintetizzati in un documento interno di indirizzo delle linee guida di
politica creditizia del Gruppo (c.d. Credit Risk) mirati al contenimento del rischio al fine di permettere una più consapevole ed efficiente allocazione del
capitale economico e regolamentare a disposizione del Gruppo Bancario.
Le politiche creditizie indirizzano gli obiettivi relativi alla qualità del portafoglio creditizio, mediante l‟individuazione di una strategia evolutiva che
garantisca un adeguato trade-off tra profilo di rischio assunto e livelli di
rendimento conseguito. La Credit Risk policy, pur agendo anche in ambito di contenimento del rischio di concentrazione, viene affiancata da uno specifico
regolamento, per la verifica delle situazioni di concentrazione sulla propria
clientela, sui settori di attività economica nonché sui possibili rischi di concentrazione in ambiti geografici.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 9
La qualità del portafoglio impieghi viene gestita con l‟adozione di
procedure informatiche finalizzate all‟integrazione dei sistemi di valutazione del
merito di credito basati su modelli di rating interno (cfr. Nuove disposizioni di
vigilanza prudenziale per le banche – Basilea2 - circolare Banca d‟Italia n. 263
del 27/12/2006) e con il rafforzamento degli strumenti di mitigazione del rischio nell‟ambito dei processi di erogazione e monitoraggio del credito.
Il sistema di rating interno utilizzato dal Gruppo Banca delle Marche, i cui
modelli sono stati recentemente aggiornati, ha già una copertura complessiva della clientela imprese e delle famiglie (limitatamente alla Capogruppo e alla
controllata CARILO) riguardo ai modelli di assegnazione dei rating di
controparte (PD).
La modellistica in uso riguarda la valutazione delle operazioni poste in essere sin dalla prima accettazione (il modulo per le imprese è in fase di
rilascio mentre quello sulla clientela privata è in fase di aggiornamento)
nell‟ambito della procedura di concessione affidamenti (PEF) della capogruppo. I modelli di rating uniscono alla componente statistica del modello, alla
valutazione dei gruppi economici-finanziari di appartenenza del cliente e di un
modulo di valutazione qualitativa per la clientela Large Corporate, anche il possibile giudizio di esperti del settore del credito attivabile mediante un
processo strutturato di“override” disponibile a livello di Gruppo Bancario. Il modello di stima della perdita in caso di insolvenza (LGD – LossGiven
Default), si basa su una dettagliata e profonda base informativa riguardante i
crediti a sofferenza estinti fino al 2007; sono già in corso le attività di revisione
del modello per aggiornare le informazioni riguardante i recuperi intervenuti nei periodi più recenti. Il modello tiene in debito conto tutti i costi, diretti e
indiretti, collegati al recupero del credito e l‟effetto di attualizzazione dei flussi. Riguardo all‟esposizione in caso di insolvenza (EAD – Exposure At
Default), la capogruppo ha completato un modello gestionale per la stima di
tale indicatore e sta avviando lo sviluppo del modulo regolamentare conforme alle specifiche fornite dalla Vigilanza.
I processi di convalida dell‟intero impianto del sistema interno di rating
(intesi come insieme formalizzato di attività, strumenti e procedure per stabilire l‟accuratezza delle stime delle componenti di rischio) sono svolti da
una specifica funzione aziendale costituita presso la Capogruppo.
Il livello di rating delle controparti “rated” è presente, da tempo, nelle principali procedure operative delle Banche del Gruppo e, dall‟inizio del 2010, è
divenuto un elemento fondamentale per la complessiva valutazione dell‟organo
delegato alla concessione degli affidamenti presso la Capogruppo; tale
modalità è in fase evolutiva al fine di considerare, al posto della sola probabilità di insolvenza, l‟intera “perdita attesa” generata dal complessivo
finanziamento concesso al cliente.
La gestione aggregata a livello di Gruppo Bancario della complessiva esposizione e relativa composizione nei confronti delle singole controparti e dei
gruppi economici dei clienti comuni è garantita da due appositi applicativi,
”Anagrafe di gruppo”e “Mappa dei gruppi economici e finanziari di gruppo”, con i quali è possibile visionare e governare tutte le informazioni della clientela,
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 10
presupposto indispensabile per le attività di costruzione del sistema interno di
rating e per le nuove segnalazioni di vigilanza.
Nell‟ambito delle attività di monitoraggio andamentale, unitamente alle
indicazioni fornite dal Sistema Interno di Rating, la Capogruppo dispone di uno
strumento di early-warning, completamente rivisitato nel corso del 2012, a supporto delle valutazioni sui comportamenti della clientela.
La gestione del monitoraggio operativo viene svolta mediante la
procedura “S.G.R. - Sistema gestione del rischio”, anch‟esso in fase di profonda revisione affinché si adatti ai processi operativi attuati su ogni
specifico segmento di clientela, che mette a disposizione degli organi
decisionali una “scrivania elettronica” tramite la quale intervenire in tempi
rapidi nei casi di insorgenza di anomalie. Integrata con SGR, il Gruppo dispone della procedura “SGS - Sistema
gestione sofferenze”, che consente la gestione e la contabilizzazione dei
rapporti trasferiti a sofferenza e contiene le informazioni necessarie alla stima della perdita in caso di insolvenza (LGD).
Le attività di controllo andamentale delle posizioni affidate includono la
rilevazione automatica delle posizioni che presentano pagamenti in ritardo o scaduti (past-due), iscrizioni pregiudizievoli (ipoteche giudiziali e legali), quella
di protesti e fallimenti e dei flussi di ritorno ricevuti dalla Centrale dei Rischi, la rappresentazione della clientela interessata da “sofferenza allargata”.
Le fasi di istruttoria e di concessione sono supportate dalla procedura PEF
(Pratica di Fido Elettronica) che consente la gestione di tutta la fase di
istruttoria che incorpora la componente di valutazione qualitativa necessaria a completare il processo di attribuzione del rating di controparte.
La PEF automatizza alcune fasi gestionali di fondamentale importanza nel processo di concessione del credito quali la determinazione dello scoring di
prima accettazione, razionalizzando ed omogeneizzando quello già in uso da
tempo per il segmento Retail (privati/famiglie). L‟Area Crediti della Capogruppo effettua la propria attività deliberativa e
di presidio del rischio di credito, nonché di indirizzo, dando disposizioni
operative a livello di Gruppo Bancario. Rilevante è l‟attività di verifica del trend congiunturale svolto
periodicamente mediante uno studio monografico sull‟andamento dei settori
merceologici di maggiore importanza tra quelli presenti sul territorio in cui opera il Gruppo Bancario.
Inoltre, in attuazione alle disposizioni contenute nel Regolamento di
Gruppo, l‟Area Crediti della Capogruppo formula pareri preventivi di coerenza
alle politiche imprenditoriali di Gruppo, relativamente alla concessione, da parte delle altre Aziende appartenenti al Gruppo Banca Marche, di
finanziamenti di importo rilevante.
Sono svolte attività di verifica sulle posizioni in comune con le controllate affinché il censimento/classificazione sia il più possibile omogeneo e al fine di
tutelare al meglio le ragioni di credito del Gruppo Bancario.
La mitigazione del rischio di credito è un tema fondamentale nella definizione delle politiche creditizie del Gruppo Bancario che, prescindendo
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 11
dalle metodologie adottate per la determinazione del merito creditizio, continua
a essere indirizzata verso l‟accrescimento delle capacità professionali delle
risorse impiegate nel processo di concessione ed erogazione del credito, con
investimenti effettuati e programmati in formazione. Permane, comunque,
fondamentale l‟importanza riguardo all‟analisi e all‟individuazione della capacità del richiedente di generare autonome risorse finanziarie.
Con il Nuovo Accordo di Basilea, inoltre, si è avuto un ampliamento delle
tecniche di attenuazione del rischio di credito (Credit Risk Mitigation) riconosciute ai fini del calcolo dell‟assorbimento patrimoniale purché assistito
da precisi requisiti organizzativi, economici e legali.
Allo scopo la Capogruppo dispone di un apposito applicativo di Gestione
Amministrativa delle Garanzie (GAG) per assicurare la conformità della garanzia alle indicazioni normative (verifica della “certezza giuridica”, della
validità, efficacia e opponibilità ai terzi). Essa gestisce le caratteristiche
peculiari di ogni tipo di garanzia, in particolare raccoglie in forma strutturata le informazioni riguardanti gli immobili in garanzia e utilizzabili ai fini della rivalutazione periodica prevista dalla normativa. Evidenzia, inoltre, il valore di
mercato dei pegni su titoli. A livello di strategie operative, per le controparti del segmento delle
imprese, al fine di frazionare il rischio “settore/cliente”, il Gruppo Bancario ha fornito alla propria rete commerciale indirizzi di sostegno finanziario per
iniziative specifiche frazionate e, per quanto riguarda il settore edile, con unità
immobiliari commercialmente appetibili.
Le iniziative di finanziamento, normalmente, devono essere sostenute anche dagli imprenditori con il giusto apporto di capitale di rischio.
Particolarmente importanti sono le operazioni assistite da garanzie personali dell‟imprenditore e, per le piccole e medie imprese, anche quelle
rilasciate dai consorzi di garanzia (Confidi) a favore dei propri associati.
Gli affidamenti concessi alla clientela privata (retail) sono costituiti prevalentemente da mutui residenziali destinati all‟acquisto dell‟abitazione e
sono sempre assistiti da garanzia ipotecaria conforme a quanto previsto dalla
normativa sul credito fondiario (Loan to Value pari o inferiore all‟80%).
RISCHIO DI MERCATO Il rischio di mercato è il rischio generato dall‟operatività sui mercati
riguardanti gli strumenti finanziari, le valute e le merci e rileva soprattutto sul
portafoglio di negoziazione.
Il processo di gestione dei rischi di mercato nel Gruppo Banca delle Marche è volto a valutare e gestire tutte le posizioni esposte ai fattori di rischio
rilevanti per gli investimenti finanziari:
rischio di posizione sul portafoglio di negoziazione a fini di Vigilanza, che si
compone di:
a. rischio generico su titoli di debito, di capitale e relativi derivati, legato
alla volatilità dei fattori di rischio tipici dei mercati in cui ogni portafoglio opera ed alla sensitivity degli strumenti in portafoglio rispetto ai fattori
stessi;
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 12
b. rischio specifico su titoli di debito e di capitale e relativi derivati, legato
alla natura dell‟emittente dei titoli di debito e di capitale che
compongono i portafogli: per le obbligazioni è legato al rischio di default
dell‟emittente, per le azioni è il rischio legato ai singoli titoli di capitale e
non è eliminabile attraverso la diversificazione, cioè attraverso l‟investimento in più attività finanziarie al fine di sfruttarne le diverse
correlazioni;
c. rischio di posizione su quote di O.I.C.R.; rischio di regolamento: il rischio connesso con la mancata consegna alla
scadenza del contratto dei titoli o degli importi di denaro dovuti dalla
controparte per operazioni relative al portafoglio di negoziazione di
vigilanza; rischio di cambio, riferito all‟intero bilancio, rappresentativo del rischio di
subire perdite per effetto di avverse variazioni dei corsi delle divise estere.
Le società del Gruppo che effettuano operazioni rientranti nell‟ambito del portafoglio di negoziazione sono Banca Marche e Carilo. Di conseguenza, il rischio di mercato è in capo a tali società del Gruppo.
Al fine di ottenere una maggiore completezza conoscitiva dei rischi di mercato di tutto il portafoglio finanziario, la Banca ha deciso di estendere il
controllo gestionale dei predetti rischi anche al portafoglio titoli del Banking Book delle Banche del Gruppo.
Il portafoglio finanziario è stato articolato in una struttura ad albero,
costituita da Portafogli Elementari e Portafogli Aggregati. La finalità di tale
articolazione è quella di delineare centri di profitto specifici, atti a trattare classi di strumenti finanziari omogenei per tipologia di rischi da essi rivenienti,
per mercati di riferimento o per finalità operativa. La definizione dell‟operatività caratteristica di ogni portafoglio,
corrispondente all‟individuazione dello specifico ruolo strategico assegnato ad
ognuno di essi, consente, inoltre, di riferire agli stessi la misurazione e la valutazione del profilo di rischio-rendimento nell‟ambito della policy definita.
Il modello di governance definito a presidio del processo di controllo del
rischio di mercato del Gruppo si fonda sui seguenti principi: separazione tra i processi di assunzione ed i processi di controllo del
rischio di mercato;
sviluppo dei processi di controllo e gestione del rischio di mercato, coerentemente con la struttura gerarchica del Gruppo e mediante un
processo di deleghe;
chiarezza delle responsabilità degli organi e delle funzioni aziendali e
adeguatezza dei flussi informativi; conformità dei processi di gestione e monitoraggio del rischio con le
indicazioni della vigilanza prudenziale.
Il processo di gestione del rischio si articola in quattro sotto-processi: a) Definizione / revisione modello.
La metodologia relativa al rischio di mercato, sia in fase di prima
applicazione sia in fase di eventuali aggiornamenti, viene validata dal Comitato Presidio Rischi ed approvata dal Consiglio di Amministrazione. Il
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 13
modello definito ed approvato è comunicato alle funzioni competenti
responsabili della relativa implementazione.
b) Limiti e soglie di sorveglianza. Il sistema dei controlli interni prevede che per ogni tipologia di portafoglio
siano fissati limiti e soglie di sorveglianza in termini di:
posizione nominale; rischio;
loss warning level.
Il livello di capitale assorbito assegnato dal Consiglio di Amministrazione
(limite di rischio) indica quanta parte del patrimonio viene allocata al portafoglio complessivo per lo svolgimento dell‟operatività sui mercati
finanziari e costituisce un indicatore della massima perdita potenziale del
valore del portafoglio, entro un certo intervallo di confidenza e in un
determinato orizzonte temporale, a fronte di variazioni avverse di una serie di fattori di mercato (tassi di interesse, tassi di cambio, corsi dei titoli
azionari, volatilità, ...) c) Monitoraggio rischi e reporting.
Lungo la catena dei poteri delegati o sub-delegati, nel caso in cui risulti dalle posizioni rilevate giornalmente il superamento dei limiti operativi
prefissati, la posizione deve essere sottoposta alla valutazione del
soggetto gerarchicamente superiore, il quale lo approva per iscritto,
tenuto conto della stabilità degli obiettivi aziendali. Sia in caso di approvazione sia in caso contrario, lo stesso darà indicazioni per la
gestione dello sconfinamento e le eventuali azioni correttive. Il processo è curato dal Servizio Controllo Rischi Finanziari e Operativi, che
è responsabile del reporting giornaliero e della conservazione di tutta la documentazione.
Inoltre, mensilmente, il Servizio Controllo Rischi Finanziari e Operativi predispone la reportistica periodica da indirizzare al Comitato Presidio
Rischi contenente l‟andamento dei rischi e della correlata performance.
L‟insieme del set informativo fornito al Comitato Presidio Rischi permette di individuare eventuali azioni di mitigazione dei rischi attraverso la
ridefinizione degli indirizzi o di appropriate politiche di copertura.
d) Analisi impatti nuove tipologie di strumenti finanziari. Tale sottoprocesso è attivato in caso di acquisizione di nuove tipologie di
strumenti finanziari, per le quali è previsto che il Servizio Controllo Rischi
Finanziari e Operativi effettui una valutazione di impatto sul profilo di
rischio di mercato ed un‟analisi sull‟eventuale necessità di implementazione di modellistica aggiuntiva. I risultati di tale analisi sono
riferiti al Comitato Presidio Rischi per l‟approvazione dell‟operazione.
Per il calcolo delle configurazioni di rischio e per la valutazione dei limiti il Gruppo ha introdotto dal mese di luglio 2009 un modello di Value at Risk
(VaR) basato su un orizzonte temporale di 10 giorni lavorativi, un intervallo di
confidenza del 99% ed una profondità delle serie storiche per le volatilità e le correlazioni pari a 150 giorni lavorativi.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 14
Al modello di tipo parametrico, con approccio delta-normal, utilizzato
dal 2009 per il calcolo del rischio cambio, rischio generico su titoli azionari e
obbligazionari e rischio specifico su titoli azionari, si è affiancato un modello di
simulazione storica full evaluation finalizzato a superare le ipotesi sulle
distribuzioni dei rendimenti poste alla base del precedente modello e di aumentare l‟accuratezza della stima del rischio per gli strumenti non lineari.
Il VaR a simulazione storica è calcolato per il Trading Book
giornalmente. Fino a tutto il 2012 tale calcolo è stato svolto in parallelo al Var parametrico, per poi passare ad inizio 2013 all‟utilizzo a regime della nuova
metodologia nel sistema di controllo dei limiti. Sono utilizzati gli stessi
parametri che venivano usati per il VaR parametrico (orizzonte temporale di 10
giorni lavorativi, un intervallo di confidenza del 99%) mentre le serie storiche dei dati sono più ampie, comprendendo 250 giorni lavorativi.
Per gli altri rischi di mercato a cui il Gruppo è esposto (rischio di
regolamento, di controparte e concentrazione sul portafoglio di negoziazione) viene replicata giornalmente la modellistica standard di Vigilanza, i cui algoritmi sono stati riprodotti con strumenti informatici.
La Market Risk Policy è stata introdotta sin da ottobre 2008, con successivi aggiornamenti finalizzati a rafforzare il presidio di controllo del
rischio in termini di valutazione di nuovi strumenti finanziari, mediante una stringente definizione del processo di operatività in nuove tipologie di
strumenti finanziari e con la progressiva evoluzione dei modelli di calcolo dei
rischi di mercato, con approcci sempre più sofisticati.
Inoltre, la Capogruppo ha adottato un approccio di rischio incrementale per effettuare prove di stress, basandosi sull‟ipotesi di effetti distorsivi causati
da possibili crisi nei mercati finanziari. In particolare, si ricalcola l‟esposizione al rischio nell‟ipotesi di un aumento significativo della volatilità dei singoli
fattori di rischio e di una contemporanea diminuzione delle loro correlazioni
(simulando, quindi, che il portafoglio non possa beneficiare appieno degli effetti di mitigazione del rischio derivanti, in situazione di normalità, dalla
diversificazione delle attività).
La policy è stata oggetto di aggiornamento nel secondo semestre 2012, per una revisione delle deleghe sulla base della mutata struttura organizzativa.
Nel periodo non sono avvenuti ulteriori aggiornamenti della policy che abbiano
comportato modifiche all‟assetto del governo dei rischi.
RISCHIO OPERATIVO Il rischio operativo è il rischio di subire perdite derivanti
dall‟inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi
interni, oppure da eventi esogeni. Nel rischio operativo è compreso il rischio
legale, mentre non sono inclusi quelli strategici e di reputazione. Tale rischio va
riferito all‟intera attività bancaria e finanziaria delle società del Gruppo.
Il Gruppo Banca delle Marche ha definito il quadro complessivo per la
gestione dei rischi operativi assegnando specifici ruoli e responsabilità, emanando apposita normativa interna e definendo processi organizzativi per la
valutazione e misurazione, gestione, controllo e mitigazione.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 15
Al Consiglio di Amministrazione della Capogruppo sono attribuite
funzioni relative alle scelte strategiche e di indirizzo sul governo dei rischi
operativi, mentre al Collegio Sindacale è assegnato il compito di vigilare
sull‟adeguatezza e sulla rispondenza del sistema di gestione e controllo.
Il Comitato Presidio Rischi è il principale referente per le attività di analisi, misurazione, monitoraggio e mitigazione dei rischi operativi. Tale
organo ha il compito di attuare le linee guida derivanti dalle decisioni assunte
dal Consiglio di Amministrazione in tema di gestione e controllo di tali rischi, assicurando il coordinamento e l‟indirizzo delle principali azioni.
La responsabilità delle attività relative al sistema di gestione dei rischi
operativi è assegnata alla funzione responsabile della gestione dei Rischi a
livello accentrato per tutte le società del Gruppo. La funzione di ORM (Operational Risk Management – nucleo specialistico della funzione di controllo
dei rischi) è responsabile della definizione, implementazione e manutenzione
del modello di misurazione e controllo nonché dell‟attuazione del framework metodologico ed organizzativo complessivo; inoltre è responsabile della misurazione del profilo di rischio, del reporting verso gli organi di vertice e
della verifica dell‟efficacia degli interventi di mitigazione. Il modello adottato prevede responsabilità decentrate presso tutte le strutture delle società del
Gruppo al fine della raccolta e censimento degli eventi di perdita operativa e della valutazione prospettica dell‟analisi di scenario. La responsabilità del
riscontro, nella contabilità aziendale, dei dati di perdita raccolti, è assegnata
alle funzioni di Contabilità Generale delle singole società del Gruppo; i presidi
ed i controlli di secondo livello, anche ai fini della validazione dei dati raccolti vengono effettuati dall‟unità accentrata di ORM presso la funzione di Risk
Management. La Capogruppo e le società del Gruppo si sono dotate, ai fini del metodo
adottato per il calcolo dei requisiti patrimoniali (TSA), di adeguati controlli
interni e di un efficace sistema di gestione dei rischi operativi, oltre ai meccanismi di governo societario previsti dalle Disposizioni di Vigilanza.
In conformità alle prescrizioni regolamentari, il sistema di gestione
prevede responsabilità chiaramente assegnate e contempla gli elementi caratterizzanti previsti dalla Vigilanza:
la classificazione delle attività per linee di business;
il sistema di raccolta e conservazione dei dati di perdita (LDC); la valutazione dell‟esposizione ai rischi operativi (RSA);
il sistema di reporting.
Il sistema di gestione, i cui requisiti di idoneità sono attestati dagli organi
societari, viene certificato dal processo di autovalutazione annuale, eseguito da tutte le società del Gruppo che rientrano nel perimetro TSA, e sottoposto alla
verifica periodica da parte della funzione di revisione interna.
Il monitoraggio dei rischi operativi è realizzato mediante specifici reporting periodici riguardanti dati interni di perdita, confronto con i dati
esterni consortili (ABI-DIPO – Database delle Perdite Operative) e
posizionamento a livello di sistema, valutazione prospettica dell‟analisi di
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 16
scenario per i principali ambiti mappati. Sulla base delle informazioni censite
vengono attivati gli eventuali interventi ai fini della mitigazione.
Il sistema di gestione dei rischi operativi è stato implementato nel
biennio 2009-2010, in termini di modello organizzativo, metodologie adottate e
processi definiti, al fine della futura adozione dei Metodi Avanzati (AMA) in ottica regolamentare. Coerentemente a tale percorso, nel 2011 ha preso avvio
la funzione di Convalida dei Modelli Interni, parallelamente attivata anche sul
cantiere del rischio credito (modelli IRB). Nel 2012 tale funzione ha completato la prima sessione di convalida della
metodologia adottata, i cui esiti sono confluiti nella “Relazione di Convalida sul
Sistema Interno per la Gestione e la Misurazione dei Rischi Operativi (AMA)”.
Le analisi effettuate nell‟ambito delle diverse aree d‟indagine hanno condotto ad una valutazione positiva del sistema interno di gestione dei rischi operativi
che, pur evidenziando alcuni ambiti di miglioramento, è risultato rispondente
alle prescrizioni normative e alle esigenze aziendali. Anche a seguito dell‟individuazione di tali ambiti di miglioramento, tra la fine del 2012 e l‟inizio del 2013 sono stati apportati ulteriori affinamenti al modello di calcolo.
Il Gruppo Banca delle Marche attua una politica tradizionale di trasferimento del rischio operativo mediante opportune coperture assicurative
volte alla mitigazione degli impatti derivanti da eventuali perdite inattese. Inoltre, il Gruppo si è dotato di un piano di continuità operativa che definisce e
norma processi, responsabilità e presidi per la gestione di tutte le iniziative
finalizzate al contenimento, entro livelli accettabili, dei danni conseguenti ad
eventi estremi quali incidenti o catastrofi.
RISCHIO TASSO D’INTERESSE SUL BANKING BOOK Il Gruppo Banca Marche, allo scopo di misurare e monitorare il rischio di
tasso di interesse, si è dotato di un sistema di Asset & Liability Management (ALM), con il principale obiettivo di favorire una macrogestione integrata e
strategica delle poste di bilancio attive e passive e degli strumenti fuori
bilancio. Tale gestione è finalizzata, nel breve periodo, al controllo e all‟ottimizzazione del risultato economico dell‟esercizio e, nel lungo periodo,
alla salvaguardia del valore patrimoniale del Gruppo.
Il Gruppo si avvale di una politica di gestione del rischio tasso (Interest
Rate Risk Policy), comprendente un sistema di limiti/soglie di sorveglianza coerente con la natura e la complessità dell‟attività svolta, anche in relazione al
rischio insito nei nuovi prodotti e tipi di attività.
La gestione del rischio di tasso è accentrata presso la Capogruppo, che definisce le linee guida per la gestione integrata dei rischi a livello di Gruppo ed
è responsabile della redazione della relativa Policy. I soggetti principalmente
coinvolti nel modello di gestione del rischio tasso di interesse sono i seguenti:
la funzione di Risk Management, che assicura il controllo del rischio tasso,
definendo il modello di gestione del rischio, sottoponendolo a prove di
stress e monitorando il rispetto dei limiti/soglie di sorveglianza; il Comitato Presidio Rischi, con ruolo di elaborazione delle politiche di
gestione e di controllo del rischio tasso, in coerenza con gli obiettivi di
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 17
rischio-rendimento definiti dal Consiglio di Amministrazione della
Capogruppo;
l‟Area Finanza della Capogruppo e le funzioni di concessione del credito,
che operano sugli strumenti finanziari e sui prodotti del banking book,
ciascuna per le proprie competenze, in coerenza con le linee guida definite nella Policy per la gestione del rischio di tasso e nel rispetto dei
limiti/soglie di sorveglianza definiti dal Consiglio di Amministrazione della
Capogruppo. Le fonti di generazione del rischio di tasso per la Banca sono state
individuate nei processi del credito, della raccolta e della finanza per finalità
diverse da quelle di negoziazione.
L‟indicatore di riferimento per il calcolo dell‟indicatore di rischio, del livello dei limiti e delle soglie di sorveglianza è misurato in termini di sensitivity
di valore economico delle attività e passività in bilancio rispetto a uno shift
parallelo della curva dei tassi di ±200 bps, in rapporto al patrimonio di vigilanza. In particolare, è considerata la variazione di valore economico generata dal solo scenario avverso: quindi si utilizza lo scenario di shift verso
l‟alto oppure quello verso il basso, scegliendo quello che dei due genera una riduzione di valore.
Viene inoltre determinato, tramite il modello di reddito, l‟impatto sul margine di interesse a seguito di shift verso l‟alto e verso il basso della curva
dei tassi, in questo caso di ±100 bps.
La reportistica relativa alla misurazione del rischio di tasso di interesse
viene sottoposta con frequenza mensile al Comitato Presidio Rischi. Sia per la Capogruppo che per le singole Legal Entities (Carilo e Medioleasing) vengono
prodotti gli indicatori di variazione del margine di interesse sul margine complessivo e di variazione del valore economico sul patrimonio di vigilanza in
caso di shock paralleli della curva.
Il Comitato Presidio Rischi, nel valutare i risultati delle analisi sul rischio tasso di interesse, approva eventuali azioni correttive mirate all‟attenuazione
del rischio in oggetto individuando le politiche di copertura ritenute più idonee;
ciò nell‟ottica di immunizzare il portafoglio bancario dalle variazioni di fair value della raccolta e degli impieghi causate dai movimenti della curva dei tassi di
interesse.
In particolare per le coperture di fair value, le operazioni in essere sono coperture specifiche con cui la Banca riduce il rischio tasso di interesse su
strumenti finanziari del passivo (prestiti obbligazionari emessi) o dell‟attivo
(titoli o crediti), negoziando contratti di Interest Rate Swap (IRS) o di Interest
Rate Option (cap/floor) con controparti istituzionali. Per la Controllata Carilo le coperture sono stipulate con la Capogruppo,
che provvede a replicare specularmente tali coperture sul mercato.
Si elencano di seguito le diverse tipologie di copertura in essere a fine 2012, descrivendo gli strumenti finanziari oggetto delle stesse e la natura dei
rischi coperti:
copertura di prestiti obbligazionari a tasso fisso, con l‟obiettivo di immunizzare le variazioni di fair value della raccolta obbligazionaria a
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 18
tasso fisso delle Banche del Gruppo, causate dai movimenti della curva dei
tassi di interesse. Tali tipologie di copertura riguardano tassi fissi plain
vanilla, zero coupon o step up callable;
copertura di prestiti obbligazionari a tasso variabile con opzione da non
scorporare, con l'obiettivo di immunizzare le variazioni di fair value della raccolta obbligazionaria a tasso variabile, causate dall'effetto dei
movimenti della curva dei tassi di interesse sulla componente di derivati
strettamente connessi agli strumenti ospite. Si tratta di prestiti a tasso variabile con opzione implicita strettamente correlata allo strumento
ospite (prevalentemente della tipologia Cap), che pertanto non deve
essere scorporata per la contabilizzazione al fair value. Gli strumenti di
copertura sono basis swap con opzioni su tassi (Cap); copertura di titoli a tasso fisso diversi da quelli di negoziazione, con
l‟obiettivo di immunizzare da ipotetici aumenti del livello dei tassi di
interesse le variazioni di fair value su titoli a tasso fisso; copertura di titoli a tasso variabile, diversi da quelli di negoziazione, con
l‟obiettivo di immunizzare da ipotetiche riduzioni del livello dei tassi di
interesse, i flussi finanziari attesi dei titoli stessi. La copertura è risultata efficace in quanto in grado di generare un flusso finanziario coerente con
quello dell‟elemento coperto. Pertanto nel corso dell‟anno non si sono verificati né discontinuing della relazione di copertura né unwinding del
derivato di copertura.
copertura del rischio tasso legato alla presenza di tasso massimo su parte
del portafoglio di mutui a tasso variabile, con l‟obiettivo di immunizzare dai movimenti della curva dei tassi le variazioni di fair value della
componente opzionale di tali mutui; queste coperture sono gestite in ottica di portafoglio (cd. macrohedge) e sono stipulate individuando
sottoportafogli di mutui con caratteristiche di indicizzazione e di strike
omogenee.
RISCHIO LIQUIDITÁ Il rischio di liquidità si manifesta tipicamente come difficoltà (o
impossibilità) a reperire i fondi per far fronte ai propri impegni di pagamento.
In questo contesto si distingue tra:
mismatchliquidity risk, ovvero il rischio di liquidità implicito nella struttura stessa delle attività e passività del Gruppo per via della trasformazione
delle scadenze operata dagli intermediari finanziari, tale per cui il profilo
dei flussi di cassa in uscita non risulta perfettamente compensato dal profilo dei flussi di cassa in entrata (con riferimento sia alle scadenze
contrattuali che comportamentali);
contingency liquidity risk, ovvero il rischio che eventi futuri possano
richiedere un ammontare di liquidità significativamente superiore a quanto
precedentemente pianificato dal Gruppo; in altri termini, è il rischio di non
riuscire a far fronte ad impegni di pagamento improvvisi ed inattesi a breve e brevissimo termine.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 19
La normativa attualmente in vigore sulla gestione del rischio di liquidità
non prevede metodologie di misurazione standardizzate, né predispone una
modellizzazione semplificata per le banche che non adottano metodologie di
misurazione dei rischi evolute, mentre nel framework internazionale emanato
dal Comitato di Basilea a dicembre 20101(e successivi aggiornamenti)sono stati definiti gli indicatori per la misurazione della posizione di liquidità, che saranno
introdotti come minimi regolamentari a inizio 2015 (LCR) e a inizio 2018
(NSFR). La Banca d‟Italia, nella Circolare 263/06 e successivi aggiornamenti,
detta le linee guida in tema di individuazione dei flussi finanziari (inflows e
outflows) e di misurazione dei conseguenti sbilanci ed eccedenze, oltre che di
strumenti di attenuazione del rischio di liquidità (tra cui la detenzione di un adeguato ammontare di riserve e la definizione di limiti operativi coerenti alla
soglia di tolleranza al rischio).
All‟interno di tale normativa, le linee guida cui il Gruppo Banca delle Marche fa riferimento per il governo del rischio liquidità si basano sui seguenti principi:
separazione tra i processi di gestione della liquidità (Liquidity Management) ed i processi di controllo del rischio di liquidità (Liquidity
Risk Controlling); condivisione delle decisioni e chiarezza delle responsabilità tra organi
direttivi, di controllo ed operativi;
conformità dei processi di gestione e monitoraggio del rischio di liquidità
con le indicazioni della vigilanza prudenziale; sviluppo dei processi di gestione e di controllo del rischio di liquidità
coerentemente con la struttura gerarchica del Gruppo e mediante un processo di deleghe.
Il modello complessivo per la gestione ed il monitoraggio del rischio di
liquidità si articola su due ambiti: 1. la gestione della liquidità di breve termine (o liquidità operativa), ovvero
la gestione degli eventi che impattano sulla posizione di liquidità del
Gruppo nell‟orizzonte temporale da 1 giorno fino a 6 mesi, con l‟obiettivo primario del mantenimento della capacità del Gruppo di far fronte agli
impegni di pagamento ordinari e straordinari, minimizzandone i costi; in
tale ambito vengono monitorati gli sbilanci tra fonti in entrata e in uscita, nonché i limiti ed i livelli di sorveglianza;
2. la gestione della liquidità di medio/lungo termine (liquidità strutturale),
ovvero la gestione degli eventi che impattano sulla posizione di liquidità
del Gruppo nell‟orizzonte temporale oltre i 6 mesi, con l‟obiettivo primario del mantenimento di un adeguato rapporto dinamico tra passività ed
attività a medio/lungo termine.
1Basel III: International Framework for liquidity risk measurement, standards and monitoring
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 20
La Funzione di Risk Management ha la responsabilità del monitoraggio
della liquidità nel suo complesso, con riferimento sia alla liquidità di breve
termine che strutturale. A tal fine svolge le seguenti attività:
definisce i criteri di rappresentazione dei singoli report;
verifica che i livelli di liquidità siano conformi ai limiti e alle soglie di sorveglianza definite nella Policy aziendale e che le soglie di tolleranza
definite dal Consiglio di Amministrazione siano rispettate, anche in
condizioni di stress; produce la reportistica complessiva per gli organi competenti e per il
Comitato Presidio Rischi.
In ottica di salvaguardare al meglio il patrimonio del Gruppo nelle fasi
iniziali di una crisi di liquidità e garantire il normale corso degli affari anche in condizioni di stress e/o crisi di liquidità prolungate, il Gruppo Banca delle
Marche ha predisposto un Liquidity Contingency Plan orientato ad identificare i
segnali di pre-allarme sia di tipo endogeno (crisi specifica) che esogeno (crisi sistemica). Gli indicatori di contingency sono rilevati costantemente dalla funzione di Risk Management.
In caso di stress/crisi di liquidità, in considerazione del livello di gravità della stessa, evidenziato dagli indicatori di cui sopra, vengono attivate
procedure di monitoraggio e/o comunicazione propedeutiche all‟attivazione delle funzioni aziendali responsabili della gestione e del monitoraggio della
liquidità.
In ogni caso il Comitato Presidio Rischi, nel valutare i risultati delle analisi sul
rischio liquidità (operativa e strutturale), anche in presenza di un normale corso degli affari, definisce eventuali azioni correttive mirate all‟attenuazione
del rischio in oggetto.
Al fine di adeguare tutti gli aspetti delle attività di controllo del rischio di
liquidità al framework normativo di Basilea 3, la Capogruppo ha prontamente
avviato le necessarie iniziative progettuali al fine di individuare le aree di adeguamento. Si sono avviate le attività di analisi e di implementazione degli
strumenti necessari per il calcolo degli indicatori Liquidity Coverage Ratio (LCR)
e Net Stable Funding Ratio (NSFR),completate nel corso del 2012. Tale implementazione ha consentito alla Banca di attivare il monitoraggio dei due
indicatori in considerevole anticipo rispetto alla loro entrata in vigore come
requisiti regolamentari. Nell‟ambito dello stesso progetto, a inizio 2012 sono stati aggiornati i
documenti di Policy (Liquidity Policy Handbook e Liquidity Contingency Plan), in
coerenza al IV aggiornamento della circolare 263/06 della Vigilanza ed
introducendo elementi propedeutici al progressivo recepimento delle indicazioni del framework regolamentare di Basilea 3.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 21
ALTRI RISCHI Il Gruppo ha individuato e presidia inoltre altri rischi, rappresentati da:
concentrazione, rischio che singole posizioni o gruppi di esposizioni connesse si caratterizzino per una sovraesposizione rispetto ad una
situazione di equidistribuzione e frazionamento del rischio;
residuo, rischio che le tecniche riconosciute per l‟attenuazione del rischio
di credito risultino meno efficaci del previsto; controparte, rischio che la controparte di una transazione, avente ad
oggetto determinati strumenti finanziari, risulti inadempiente prima del
regolamento della transazione stessa; strategico, rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale
derivante da cambiamenti del contesto operativo o da decisioni aziendali
errate, attuazione inadeguata di decisioni, scarsa reattività a variazioni del
contesto competitivo; reputazionale, rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del
capitale derivante da una percezione negativa dell‟immagine del Gruppo
da parte di clienti, controparti, azionisti, investitori o autorità di vigilanza; cartolarizzazione, rischio che la sostanza economica dell‟operazione di
cartolarizzazione non sia pienamente rispecchiata nelle decisioni di valutazione del rischio. Anche tali rischi sono gestiti e presidiati con procedure e strumenti
formalizzati in specifiche policy approvate dal Consiglio di Amministrazione
della Capogruppo e recepite dalle società controllate.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 22
Tavola 2. Ambito di applicazione
Informativa qualitativa
Denominazione della Banca cui si applicano gli obblighi dell’informativa.
Banca delle Marche S.p.A., Capogruppo del Gruppo Bancario Banca delle
Marche iscritto all‟albo dei Gruppi Bancari.
Illustrazione dell’area di consolidamento rilevante per i fini prudenziali e di bilancio.
Il bilancio consolidato, redatto sulla base dei principi contabili
internazionali, comprende: con il metodo del consolidamento integrale, il bilancio di Banca Marche e
delle aziende sulle quali la Banca esercita il controllo, indicate di seguito:
1. Carilo - Cassa di Risparmio di Loreto S.p.A.; 2. Focus Gestioni Società di Gestione del Risparmio S.p.A.; 3. Marche Covered Bond S.p.A.;
4. Medioleasing S.p.A.; Non sussistono società, alla data, sottoposte ad influenza notevole da
consolidare con il metodo del patrimonio netto. Dall‟area di consolidamento è stata esclusa la Montefeltro Leader
soc.cons.a.r.l., in quanto trattasi di una partecipazione in un‟entità ad esclusivo carattere territoriale locale e il cui consolidamento patrimoniale
ed economico risulta irrilevante rispetto al bilancio consolidato del Gruppo. Nell‟area di consolidamento integrale sono comprese, tra l‟altro, anche:
le società veicolo Marche Mutui 2, Marche Mutui 4 e Marche M5 verso le quali, pur in assenza di legame partecipativo, esiste nella sostanza una
relazione di controllo a fronte delle operazioni di cartolarizzazione di mutui
poste in essere dalla Capogruppo, perfezionate, nell‟ordine, nel mese di ottobre 2006, nel mese di giugno 2009 e nel mese di febbraio 2012;
la società veicolo Medioleasing Finance Srl verso la quale esiste nella
sostanza una relazione di controllo a fronte della cartolarizzazione posta in essere dalla società controllata Medioleasing S.p.A. nel mese di maggio
2008;
il fondo “Focus Impresa” gestito dalla controllata Focus Gestioni SGR, del quale la Banca detiene oltre l‟80% delle quote emesse.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 23
Il consolidamento integrale consiste nell‟acquisizione “linea per linea”
degli aggregati di stato patrimoniale e di conto economico delle società
controllate. Dopo l‟attribuzione ai terzi in voce propria, delle quote di loro
pertinenza del patrimonio e del risultato economico, il valore della
partecipazione viene annullato in contropartita al valore residuo del patrimonio della controllata.
Le differenze risultanti da questa operazione, se positive, sono rilevate –
dopo l‟eventuale imputazione ad elementi dell‟attivo o del passivo della controllata – come avviamento nella voce attività immateriali. Le differenze
negative sono imputate al conto economico.
Le attività, passività, proventi ed oneri tra imprese consolidate vengono
integralmente eliminati. I bilanci della Capogruppo e delle altre società utilizzati per predisporre il
bilancio consolidato fanno riferimento alla stessa data.
Le società del Gruppo applicano per i requisiti patrimoniali individuali a fronte dei rischi di credito, controparte, mercato ed operativo una riduzione del 25%, in quanto, a livello consolidato, il patrimonio di vigilanza è superiore ai
requisiti minimi obbligatori.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 24
Informativa quantitativa Tavola 2.1 - Area di Consolidamento 31.12.2012
Denominazione Sede Settore Percentuale di
Partecipazione
Tipo di
Rapporto
Trattamento
ai Fini del
Bilancio
Trattamento
ai Fini della
Vigilanza
Tipologia di
Attività
A.1 Consolidate
Integralmente
Banca Marche Ancona Attività Bancaria X X Integrale Integrale Bancaria
Carilo S.p.A. - Cassa di
Risparmio di Loreto Loreto (AN) Attività Bancaria 78,81 1 Integrale Integrale Bancaria
Focus Gestioni SGR S.p.A. Jesi (AN) Gestione Collettiva del Risparmio 100,00 1 Integrale Integrale Finanziaria
Medioleasing S.p.A. Ancona Erogazione Leasing Finanziario ed Operativo 100,00 1 Integrale Integrale Finanziaria
Marche Mutui 2 Roma Veicolo Cartolarizzazione Crediti - 3 Integrale Integrale Finanziaria
Marche Mutui 4 Conegliano (TV) Veicolo Cartolarizzazione Crediti - 3 Integrale Integrale Finanziaria
Marche M5 Conegliano (TV) Veicolo Cartolarizzazione Crediti - 3 Integrale Integrale Finanziaria
Marche Covered Bond Conegliano (TV) Veicolo Cartolarizzazione Crediti 60,00 1 Integrale Integrale Finanziaria
Medioleasing Finance Conegliano (TV) Veicolo Cartolarizzazione Crediti - 3 Integrale Integrale Finanziaria
Fondo Focus Impresa Ancona Fondo Comune di investimento Mobiliare Chiuso 80,77 3 Integrale Integrale Finanziaria Tipo di rapporto: 1 maggioranza dei diritti di voto nell'assemblea ordinaria 2 influenza dominante nell'assemblea ordinaria 3 altra forma di controllo
La società Montefeltro Leader Scrl, società promotrice di Programmi Comunitari, di cui il Gruppo bancario detiene il 26,37% del capitale sociale, è esclusa dal Perimentro di consolidamento sia ai fini del Bilancio Consolidato redatto secondo i Principi Internazionali IAS/IFRS, sia ai fini della nozione di Gruppo così come
definito dalla Normativa di Vigilanza, in quanto si tratta di una partecipazione in un'entità a carattere
esclusivamente territoriale.
L'area di consolidamento è variata, rispetto al precedente esercizio, a seguito delle seguenti modifiche:
la società Marche M5 è entrata nel Perimetro di consolidamento a seguito della quinta cartolarizzazione, avvenuta in data 24 Febbraio 2012, che ha comportato la cessione pro soluto alla SPV di un portafoglio di crediti in bonis derivanti da mutui ipotecari commerciali e prestiti chirografari a SME‟s.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 25
Tavola 3. Composizione del patrimonio di vigilanza
Informativa qualitativa
Il patrimonio di vigilanza è stato calcolato sulla base delle disposizioni
emanate dalla Banca d‟Italia (Circolare 263/2006 e Circolare 155/1991 e
successivi aggiornamenti) a seguito della nuova disciplina prudenziale per le banche e i gruppi bancari introdotta dal Nuovo Accordo di Basilea sul Capitale
(Basilea 2).
Il Gruppo Bancario è soggetto, su base consolidata, alle regole in materia
di patrimonio di vigilanza, requisito patrimoniale complessivo, valutazione dell‟adeguatezza del capitale interno e concentrazione dei rischi.
Ai fini del calcolo del patrimonio di vigilanza consolidato, vengono prese
in esame le società che rientrano nel perimetro di consolidamento del Gruppo
Banca Marche, in vigenza delle regole sopra citate. Il Patrimonio di Vigilanza consolidato, costituito dalla somma del
patrimonio di base e supplementare, al netto delle deduzioni, al 31 dicembre 2012 si attesta a 1.322,188 milioni di euro, di cui 873,034 milioni di euro è
riconducibile al patrimonio di base, 440,919 milioni di euro a quello supplementare.
Il patrimonio di vigilanza registra una flessione di 432,889 milioni
rispetto alla fine del precedente anno.
Il patrimonio di base è costituito da capitale sociale e riserve ed è comprensivo della quota di risultato dell‟esercizio capitalizzata; nel calcolo del
patrimonio di base concorrono i filtri prudenziali negativi per un importo complessivo pari a 34,563 milioni di euro.
La riduzione del patrimonio di base complessivamente registrato nel 2012 è pari a 352,368 milioni, a cui concorre principalmente l‟assorbimento
della perdita d‟esercizio per circa 527,710 milioni di euro, non compensata dall‟aumento del capitale perfezionato nel corso del 2012, per l‟importo di circa
180 milioni. La riduzione comprende inoltre la dinamica dei filtri prudenziali IAS
con un effetto complessivamente positivo per 1,302 milioni di euro. Le azioni proprie in portafoglio, computate tra gli elementi negativi del patrimonio di
base e complessivamente pari a 39,622 milioni, aumentano di 6,561 milioni
rispetto a fine 2011. Tale importo comprende le azioni proprie ottenute in pagamento nel corso del 2010 da Aviva Italia Holding come corrispettivo della
cessione delle partecipazioni azionarie in Aviva Life e Aviva Assicurazioni.
Vengono inoltre dedotte, come prescritto dalla Normativa di Vigilanza, le
immobilizzazioni immateriali, che si attestano a 40,795 milioni di euro, con un incremento di 2,139 milioni di euro rispetto alla fine dell‟anno 2011.
Tra gli elementi negativi del patrimonio di base, si registra l‟integrale
cancellazione del valore dell‟avviamento, iscritto in occasione dell‟acquisizione della partecipazione in Carilo quale eccedenza tra il corrispettivo pagato e la
corrispondente frazione di patrimonio netto della controllata. Poiché tale
avviamento è sostanzialmente un‟attività che rappresenta i futuri benefici economici risultanti dall‟acquisizione, in occasione di ogni periodo di
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 26
rendicontazione viene condotta una verifica finalizzata a valutare se l‟attività
abbia subito una riduzione di valore. Tale verifica viene condotta sulla base
della valutazione della partecipazione effettuata al fine dell‟impairment test sul
bilancio individuale della Capogruppo.
Al 31 dicembre 2012 tale test ha determinato sul bilancio separato della capogruppo una rettifica di valore pari a euro 10,7 milioni di euro,
conseguentemente sul bilancio consolidato si è proceduto all‟integrale rettifica
del valore dell‟avviamento, pari a 2,7 milioni di euro. Il patrimonio supplementare si attesta a 440,919 milioni di euro, con una
diminuzione di 88,756 milioni di euro rispetto a fine 2011, riconducibile
prevalentemente alla riduzione dei prestiti subordinati ammessi al computo,
che ammontano a 436,852 milioni di euro al netto di temporanei riacquisti. Tale riduzione dipende sia dall‟ammortamento prudenziale dei prestiti
subordinati che dalla minore ammissibilità al computo del patrimonio
supplementare entro il limite del 50% del patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre.
Le passività subordinate non computabili nel patrimonio supplementare
ammontano a 40,491 milioni e si riducono a 32,256 milioni, dopo avere attribuito la quota prevista dalla normativa al patrimonio di terzo livello.
I prestiti subordinati sono complessivamente 9, con un ammontare emesso di 545 milioni di euro. Nel 2012 sono state effettuate 2 emissioni per
21,999 milioni di euro in termini di valore nominale.
I prestiti subordinati emessi da Medioleasing, per un ammontare di 100
milioni di euro, sono stati sottoscritti dalla Capogruppo e pertanto non rientrano nel computo in quanto elisi in sede di consolidamento.
Nel patrimonio supplementare vengono computati filtri negativi per 1,122 milioni di euro.
Il patrimonio di terzo livello è pari a 8,235 milioni di euro, pari al 71,4%
dei requisiti patrimoniali sui rischi di mercato, nei termini indicati dalla Normativa di Vigilanza.
In base alla Normativa di Vigilanza Prudenziale (Circ. n. 155 del 18
dicembre 1991) vengono dedotte al 50% dal patrimonio di base e al 50% dal patrimonio supplementare le interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari
superiori al 10% del capitale dell‟ente partecipato per un importo pari a 0,671
milioni di euro ciascuno, rimaste sui livelli dell‟anno precedente. Si ricorda, inoltre, che la Banca d‟Italia, con un Provvedimento emesso il
18 maggio 2010, ha emanato disposizioni di vigilanza sul trattamento
prudenziale delle riserve relative ai titoli di debito emessi da Amministrazioni
centrali di Paesi dell‟Unione Europea classificati tra le “ Attività disponibili per la vendita”. In particolare, con riferimento ai suddetti titoli, il Provvedimento, in
alternativa all‟approccio asimmetrico ( integrale deduzione della minusvalenza
netta dal Patrimonio di base e parziale inclusione della plusvalenza netta nel Patrimonio supplementare) già previsto, riconosce la possibilità di neutralizzare
completamente le plusvalenze e le minusvalenze rilevate nelle citate riserve a
partire dal 1° gennaio 2010. Il Gruppo Banca delle Marche ha esercitato tale
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 27
opzione e pertanto il Patrimonio di vigilanza ed i Coefficienti di solvibilità al 31
dicembre 2012 tengono conto di tale disposizione.
Al 31/12/2012 non sono presenti strumenti “innovativi” e “non
innovativi” di capitale.
Informazione quantitativa
Tavola 3.1 - Composizione del Patrimonio di Vigilanza 31.12.2012 31.12.2011
Elementi positivi del Patrimonio di Base
- Capitale 668.388 559.024
- Sovraprezzi di emissione 190.344 120.863
- Riserve 657.663 563.341
- Utile del periodo - 93.203
Filtri prudenziali: incrementi del Patrimonio di base: - -
- Fair value option: variazioni del proprio merito creditizio - -
Totale elementi positivi del Patrimonio di Base 1.516.395 1.336.431
Elementi negativi del Patrimonio di Base
- azioni o quote proprie 39.622 33.061
- avviamento - 2.776
- altre immobilizzazioni immateriali 40.795 38.656
- perdita d'esercizio 527.710
Filtri prudenziali IAS/IFTS negativi (-): decrementi del Patrimonio di base 34.563 35.865
- Fair value option: variazioni del proprio merito creditizio 19.095 5.861
- riserve su Attività finanziarie disponibili per la vendita: titoli di capitale e quote di
O.I.C.R. - 172
- riserve su Attività finanziarie disponibili per la vendita: titoli di debito 5.481 19.845
- altri filtri negativi (cessione di immobili) 9.987 9.987
Totale elementi negativi del Patrimonio di Base 642.690 110.358
Patrimonio di Base al lordo degli elementi da dedurre 873.705 1.226.073
Deduzione del Patrimonio di base
Interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari superiori al 10% e inferiori al 20% del
capitale dell'ente partecipato 671 671
TOTALE PATRIMONIO DI BASE (TIER1) 873.034 1.225.402 Elementi positivi del Patrimonio Supplementare:
- riserve da valutazione (Leggi speciali di rivalutazione) 3.616 3.616
- riserve su Attività finanziarie disponibili per la vendita: titoli di capitale e quote di
O.I.C.R. 2.244 -
- passività subordinate di 2° livello 436.852 526.730
Totale elementi positivi del Patrimonio Supplementare 442.712 530.346
Elementi negativi del Patrimonio Supplementare:
- riserve su Attività finanziarie disponibili per la vendita: titoli di capitale e quote di
O.I.C.R. (quota non computabile) 1.122 -
Totale elementi negativi del Patrimonio Supplementare 1.122 -
Patrimonio Supplementare al lordo degli elementi da dedurre 441.590 530.346
Patrimonio Supplementare (Valore positivo ammesso) 441.590 530.346
Interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari pari o superiori al 20% del capitale
dell'ente partecipato 671 671
Totale degli elementi da dedurre 671 671
TOTALE PATRIMONIO SUPPLEMENTARE (TIER2) 440.919 529.675 Elementi da dedurre dal totale del patrimonio di base e supplementare: - -
- partecipazioni in Società di Assicurazione - -
TOTALE PATRIMONIO DI VIGILANZA 1.313.953 1.755.077 Elementi positivi del Patrimonio Di Terzo livello (TIER3): 40.491 -
- passività subordinate di 2° livello non computabili nel patrimonio supplementare 40.491 -
Elementi negativi del Patrimonio Di Terzo livello (TIER3): - -
- Valore positivo 40.491 -
- Eccedenza rispetto all'ammontare computabile 32.256 -
- Valore positivo ammesso 8.235 -
TOTALE PATRIMONIO Patrimonio Di Terzo livello (TIER3) 8.235 -
TOTALE PATRIMONIO DI VIGILANZA E DI TERZO LIVELLO 1.322.188 1.755.077
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 28
Tavola 3.2 Caratteristiche degli strumenti subordinati computati nel Patrimonio Supplementare
31.12.2012 31.12.2011
Tipologia
d'emissione Denominazione
Tasso di
interesse
Step
Up
Data di
emissione
Data di
scadenza Valuta
Capitale
emesso
Capitale
al
31.12.2012
Valore di
bilancio
Apporto al
Patrimonio di
Vigilanza
Valore di
bilancio
Apporto al
Patrimonio di
Vigilanza
Prestito Obbligaz.
Subordinato BDM DC15 TV SUB CALL EURIBOR 3M +1,10 Sì 22/12/2005 22/12/2015 EUR 65.000 62.116 61.664 39.000 60.393 52.000
Prestito Obbligaz.
Subordinato BDM 24ST15 TV -SUB. EURIBOR (6M+0,7)/2 No 24/09/2008 24/09/2015 EUR 108.000 108.000 107.929 108.000 144.344 143.705
Prestito Obbligaz.
Subordinato BDM EUR 15/06/2016 EURIBOR 3M+115BP Sì 15/06/2006 15/06/2016 EUR 120.000 115.814 115.468 96.000 116.648 116.559
Prestito Obbligaz.
Subordinato BDM EUR TV% 17 S/U C EURIBOR 3M+0,35 Sì 01/06/2007 01/06/2017 EUR 180.000 162.700 161.536 162.644 161.650 162.627
Prestito Obbligaz.
Subordinato BDM 30GN18 7,2% SUB 7,20% No 30/06/2011 30/06/2018 EUR 10.000 10.000 11.121 10.000 10.554 10.000
Prestito Obbligaz.
Subordinato BDM 30GN18 8% SUB 8,00% No 30/06/2011 30/06/2018 EUR 20.000 20.000 22.248 20.000 21.162 20.000
Prestito Obbligaz.
Subordinato
BDM 30GN18 7,75%
SUB 7,75% No 30/06/2011 30/06/2018 EUR 20.000 20.000 22.269 20.000 21.138 20.000
Prestito Obbligaz.
Subordinato
BDM SUBORDINATO 6%
EUR F 6,00% No 08/11/2012 08/05/2018 EUR 20.700 20.600 20.678 20.400 - -
Prestito Obbligaz.
Subordinato
BDM SUBORDINATO 6%
EUR F 6,00% No 12/12/2012 12/06/2018 EUR 1.299 1.299 1.303 1.299 - -
Prestito Obbligaz.
Subordinato
CRL SUB TV 05/012 Eur
V
(EURIBOR
6M+0,65)/2 No 14/10/2005 10/10/2012 EUR 10.000 - - - 1.839 1.839
Parte non computabile nel patrimonio di secondo e di terzo livello
-32.256
554.999 520.529 524.216 445.087 537.728 526.730
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 29
Tavola 4. Adeguatezza patrimoniale
Informativa qualitativa Il Gruppo Banca delle Marche valuta la propria adeguatezza patrimoniale
e prospettica, attraverso specifici processi coordinati dalla funzione di gestione
del rischio.
Per quanto riguarda il Primo Pilastro, viene svolta un‟attività di
monitoraggio e gestione dei coefficienti patrimoniali regolamentari, verificandone il loro andamento rispetto alle attese di Budget e di Piano
strategico.
A livello consolidato e individuale viene effettuato, per le componenti del Gruppo, il monitoraggio e la previsione del coefficiente di solvibilità
regolamentare, evidenziando sia l'evoluzione prospettica del coefficiente
(Patrimonio di vigilanza / Attività ponderate per il rischio), sia la verifica della
crescita prevista rispetto ai "plafond" operativi assegnati alle banche del Gruppo per i mesi residui dal budget. Il calcolo del coefficiente di solvibilità viene prodotto trimestralmente per finalità regolamentari e, nelle cadenze
intermedie, viene monitorato con i dati andamentali aggiornati. Nel 2012 i ratios patrimoniali evidenziano una flessione. Il Tier 1 Capital
Ratio, dato dal rapporto fra patrimonio di base e attività ponderate per il
rischio, si attesta a 5,62% contro 7,23% % al 31 dicembre 2011, con una riduzione che incorpora la perdita d‟esercizio pari a 527,7 milioni di euro.
Il Total Capital Ratio, che pone in rapporto il patrimonio di vigilanza alle
attività ponderate per il rischio, è pari a 8,52% contro 10,35% al 31 dicembre 2011, per effetto sia delle considerazioni di cui al precedente punto sia della minore computabilità dei prestiti subordinati nel patrimonio supplementare.
I risultati dei suddetti coefficienti considerano anche la dinamica delle attività ponderate per il rischio, che passano da 16.949,350 milioni di euro a 15.527,721 milioni di euro, in merito alle quali i fenomeni maggiormente
rilevanti possono essere così sintetizzati:
a) da gennaio 2012, per effetto della modifica della normativa Banca d‟Italia (Circ. n. 263/2006, in base alla quale viene ridotto il limite da 180 giorni a
90 giorni per la rilevazione della condizione di “scaduto”), si è determinato
un incremento delle esposizioni scadute con un aggravio di ponderazione;
b) il deterioramento dei crediti verso clientela ha generato una ricomposizione delle esposizioni verso la classe “Esposizioni scadute”, alla quale viene
associata una ponderazione maggiore e quindi un aggravio di attività
ponderate per il rischio. Tale incremento è comunque mitigato dal rafforzamento delle politiche di accantonamento che, oltre alla diminuzione
dell‟esposizione da ponderare determinata dalle rettifiche di valore,consente
la riduzione del fattore di ponderazione per le esposizioni con maggiori livelli
di copertura;
c) si è verificata nel corso dell‟anno una ricomposizione dei volumi verso
controparti alle quali, in base al metodo standardizzato, è associato un minor
grado di rischio e per le quali è prevista l‟applicazione di un coefficiente di ponderazione più basso;
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 30
d) l‟operazione di cessione delle sofferenze, avvenuta nel 2012, non ha
prodotto significativi impatti in termini di attività ponderate per il rischio,
trattandosi di posizioni per la gran parte svalutate in precedenti esercizi.
Per quanto concerne il Secondo Pilastro, nel processo di valutazione
dell‟adeguatezza patrimoniale (processo ICAAP) vengono considerati, oltre ai rischi di primo pilastro (credito, controparte, mercato, operativo), anche gli
altri rischi definiti rilevanti per il Gruppo:
rischio di concentrazione; rischio di tasso di interesse derivante da attività diverse dalla
negoziazione;
rischio di liquidità;
rischio residuo; rischio derivante da cartolarizzazione;
rischio strategico;
rischio di reputazione.
Il calcolo dei fabbisogni di capitale derivante dall‟esposizione ai suddetti
rischi (c.d. capitale interno) viene effettuato per i rischi del Primo Pilastro sulla base delle norme regolamentari, su quelli di Secondo Pilastro in funzione della
loro misurabilità mediante modelli interni, e riguarda i seguenti rischi: 1. Rischio di credito;
2. Rischio di controparte;
3. Rischio di mercato;
4. Rischio operativo; 5. Rischio di concentrazione;
6. Rischio tasso nel banking book. Le altre tipologie di rischio, come il rischio di liquidità, il rischio residuo, il
rischio strategico ed il rischio reputazionale, non sono state considerate ai fini del calcolo del capitale interno, ma valutate in funzione dell‟adeguatezza del
loro presidio.
Informativa quantitativa La disciplina di vigilanza prudenziale (Circ. 263/06 e successive
modifiche) prevede prove di stress per una migliore valutazione
dell‟esposizione ai rischi, dei relativi sistemi di attenuazione e controllo e, ove ritenuto necessario, dell‟adeguatezza del capitale interno. Per prove di stress si
intendono tecniche quantitative e qualitative idonee a valutare la vulnerabilità a eventi eccezionali ma plausibili, stimando gli effetti sui rischi del Gruppo di
eventi specifici (analisi di sensibilità) o di movimenti congiunti di un insieme di
variabili economico-finanziarie in ipotesi di scenari avversi (analisi di scenario).
I risultati delle prove di stress costituiscono oggetto del processo di controllo
prudenziale.
Il Gruppo, nell‟ambito del resoconto ICAAP ha svolto prove di stress test
attuali e prospettiche pesantemente influenzate dalla perdita contabilizzata nel presente esercizio. Il patrimonio di Vigilanza risulta, comunque, sufficiente a
coprire gli impatti derivanti dagli stress test a seguito dell‟individuazione di
specifiche iniziative per la mitigazione del rischio di tasso.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 31
4.a Adeguatezza Patrimoniale
2012 2011
Attività Rischio di Credito e Rischio di Controparte-
Requisiti Patrimoniali Importi
ponderati Requisiti
patrimoniali Importi
ponderati Requisiti
patrimoniali
Esposizioni verso amministrazioni e banche centrali - - - -
Esposizioni verso enti territoriali 17.654 1.412 18.216 1.457
Esposizioni verso enti senza scopo di lucro ed enti del settore
pubblico 132.767 10.621 123.136 9.851
Esposizioni verso banche multilaterali di sviluppo - - 65 5
Esposizioni verso organizzazioni internazionali - - - -
Esposizioni verso intermediari vigilati 362.509 29.001 400.940 32.075
Esposizioni verso imprese ed altri soggetti 5.213.616 417.089 7.277.352 582.188
Esposizioni al dettaglio 1.784.369 142.750 2.149.227 171.938
Esposizioni garantite da immobili 2.196.082 175.687 2.330.265 186.421
Esposizioni scadute 4.172.280 333.782 3.019.817 241.585
Esposizioni appartenenti a categorie ad alto rischio per fini
regolamentari 463 37 - -
Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite 2.746 220 2.387 191
Esposizioni a breve termine verso imprese
- - -
Esposizioni verso organismi di investimento collettivo del
risparmio (OICR) 67.869 5.430 73.275 5.862
Altre esposizioni 166.329 13.306 141.107 11.288
Esposizioni verso cartolarizzazioni e ricartolarizzazioni 175.562 9.810 141.760 7.395
TOTALE RISCHIO DI CREDITO E CONTROPARTE 14.292.246 1.139.145 15.677.547 1.250.258
ATTIVITA' RISCHIO DI MERCATO
Metodologia Standardizzata
Rischio generico su titoli di debito
2.697 3.171
Rischio generico su titoli di capitale
173 3.913
Rischio specifico su titoli di debito
577 1.087
Rischio specifico su titoli di capitale
173 3.989
Rischio di posizione dei certificati di partecipazione a O.I.C.R.
4.525 4.407
Opzioni Fattore Gamma
3.343 2.086
Opzioni Fattore Vega
27 82
Rischio di concentrazione
- -
Rischio di regolamento
- -
Rischio di cambio
- -
Rischio di posizione in merci
18 -
TOTALE RISCHI DI MERCATO
11.533 18.735
ATTIVITA' RISCHIO OPERATIVO
Rischi operativi
Metodo base
365 334
Metodo standardizzato
91.175 86.621
Metodi avanzati
TOTALE RISCHI OPERATIVI
91.540 86.955
REQUISITO PATRIMONIALE COMPLESSIVO
1.242.218 1.355.948
Attività di rischio ponderate
15.527.721 16.949.350
Patrimonio di Base
873.034 1.225.402
Coefficiente patrimoniale di base (TIER 1 Capital ratio)
5,62% 7,23%
Patrimonio di Vigilanza
1.322.188 1.755.077
Coefficiente patrimoniale totale (Total Capital Ratio)
8,52% 10,35%
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 32
4.b Requisito patrimoniale per il Rischio di Controparte
2012 2011
Attività di Rischio- Contratti Derivati Valore
Ponderato Requisito
Patrimoniale Valore
Ponderato Requisito
Patrimoniale
Esposizioni verso enti territoriali 264 21 313 25
Esposizioni verso enti senza scopo di lucro ed enti del
settore pubblico 14 1 3.681 294
Esposizioni verso intermediari vigilati 17.627 1.410 17.488 1.399
Esposizioni verso imprese ed altri soggetti 22.487 1.799 143.610 11.489
Esposizioni scadute 3.287 263 4.086 327
TOTALE RISCHIO CONTROPARTE- Contratti
Derivati 43.679 3.494 169.178 13.534
Attività di Rischio- Operazioni SFT e operazioni
con regolamento a lungo termine Valore
Ponderato Requisito
Patrimoniale Valore
Ponderato Requisito
Patrimoniale
Esposizioni verso enti senza scopo di lucro ed enti del
settore pubblico - - - -
Esposizioni verso intermediari vigilati 192 15 92.856 7.428
Esposizioni verso imprese ed altri soggetti 1.556 124 2.062 165
Esposizioni al dettaglio 4 - 23 2
Altre esposizioni 4.533 363 2.355 188
TOTALE RISCHIO CONTROPARTE- Operazioni SFT
e operazioni con regolamento a lungo termine 6.285 502 97.296 7.783
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 33
Tavola 5. Rischio di credito:informazioni generali riguardanti tutte le banche
Informazione qualitativa
Definizioni di crediti “scaduti” e “deteriorati” utilizzate ai fini contabili
Per il Gruppo Banca delle Marche, le definizioni delle diverse categorie di
crediti deteriorati coincidono con le definizioni di Vigilanza.
Più in dettaglio, le esposizioni deteriorate sono suddivise nelle seguenti categorie:
Sofferenze
Esposizioni nei confronti di soggetti debitori che si trovano in stato d‟insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni
sostanzialmente equiparabili.
Incagli Esposizioni nei confronti di soggetti in temporanea situazione di obiettiva
difficoltà, che sia prevedibile possa essere rimossa in un congruo periodo di tempo. In tale categoria di esposizioni, per tutti gli ambiti regolamentari e di
bilancio, vengono inclusi i c.d. Incagli Oggettivi, ovvero tutte le esposizioni scadute e/o sconfinate da oltre 270 giorni.
Esposizioni ristrutturate
Esposizioni per le quali le società del Gruppo, a causa del deterioramento delle condizioni economico-finanziare del debitore, acconsentono a modifiche delle originarie condizioni contrattuali che diano luogo ad una perdita.
Le rinegoziazioni dei mutui eseguite secondo quanto disposto dal D.L. 93 del 27/5/2008 “Disposizioni a difesa del potere di acquisto delle famiglie” (c.d.
legge “Tremonti”), se appartenenti a controparti attribuite in precedenza a una
delle categorie di crediti deteriorati, sono state esposte tra le esposizioni
ristrutturate sulla base delle indicazioni ricevute dall‟Organo di Vigilanza.
Esposizioni scadute e/o sconfinanti
Esposizioni diverse da quelle classificate a sofferenza, incaglio o fra le
esposizioni ristrutturate che, alla data di riferimento della segnalazione, risultano scadute e/o sconfinanti da oltre 90 giorni2 con carattere continuativo;
da rilevare che, al superamento dei 270 giorni e a prescindere dalla modalità
operativa di gestione del cliente, sulla base delle disposizioni normative l‟esposizione viene considerata ad incaglio (incaglio oggettivo).
Le esposizioni scadute e/o sconfinanti possono essere determinate
facendo riferimento, alternativamente, al singolo debitore o alla singola
transazione, ad esclusione di quelle ricadenti nel portafoglio “esposizioni
2Il 31/12/2011 è scaduta la deroga temporanea prevista dalla direttiva di recepimento di Basilea 2; pertanto, dal 1° gennaio 2012 le
Banche sono tenute a segnalare le esposizioni scadute e/o sconfinanti (c.d. Past Due) dopo il 90° giorno di sconfinamento invece dei precedenti 180.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 34
garantite da immobili” che sono sempre determinate con il metodo della
singola transazione.
Descrizione delle metodologie adottate per determinare le
rettifiche di valore Il valore di bilancio dei crediti viene costantemente sottoposto alla
verifica della sussistenza di eventuali perdite di valore, che potrebbero
determinare una riduzione del loro presumibile valore di realizzo.
I crediti che presentano una riduzione di valore per un‟obiettiva evidenza
di perdita, sono sottoposti a valutazione analitica. Rientrano in tale ambito i
crediti ai quali è stato attribuito lo status di sofferenza, incaglio, incaglio
oggettivo, ristrutturato o in situazione di scaduto/sconfinato come definito
dall‟attuale normativa. Per le sofferenze e gli incagli che presentano evidenze oggettive di
perdite, nonché per le esposizioni ristrutturate, l‟ammontare della rettifica di
valore di ciascun credito è pari alla differenza tra il valore di bilancio dello stesso al momento della valutazione ed il valore futuro dei previsti flussi di cassa attualizzati applicando il tasso di interesse effettivo originario (per le
esposizioni ristrutturate applicando il tasso preesistente all‟accordo di ristrutturazione); tali flussi di cassa previsti, infatti, tengono conto sia dei
tempi di recupero attesi sia del presumibile valore di realizzo (anche per effetto delle eventuali garanzie a supporto).
Per gli incagli che non rilevano evidenze individuali di perdita e per le esposizioni scadute e/o sconfinanti (compresi gli incagli oggettivi), la
valutazione viene effettuata sulla base delle stime di perdite medie rilevate sulle specifiche tipologie di portafoglio crediti. La perdita per riduzione di valore
è iscritta a conto economico nella voce 130 a) “Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di crediti”. La componente della rettifica riconducibile
all‟attualizzazione dei flussi finanziari viene rilasciata per competenza secondo
il meccanismo del tasso di interesse effettivo ed imputata tra le riprese di valore.
Se vengono meno i motivi che sono alla base della riduzione di valore
dell‟attività, vengono effettuate a conto economico delle riprese di valore che, comunque, non possono determinare un valore contabile superiore al costo
ammortizzato del credito in assenza delle precedenti rettifiche.
I crediti per i quali non sono state individuate singolarmente evidenze oggettive di perdita e cioè, di norma, i crediti in bonis sono sottoposti a
valutazione collettiva.
Tale valutazione avviene per categorie omogenee di crediti e le relative
percentuali di perdita sono stimate tenendo conto delle garanzie reali e delle serie storiche, fondate su elementi osservabili alla data della valutazione, che
consentano di stimare il valore della perdita latente in ciascuna categoria di
crediti. Nella stima delle perdite, determinate da fattori o eventi osservabili e
quantificabili al momento della valutazione e non ancora contabilmente rilevate
(incurred loss), si è tenuto conto di un orizzonte temporale di un anno come
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 35
quantificazione del tempo necessario perché tali eventi producano conseguenze
economiche.
Le rettifiche di valore determinate collettivamente sono imputate nel
conto economico, alla voce 130 a) “Rettifiche/riprese di valore nette per
deterioramento di crediti”.
Informativa quantitativa Si precisa che i dati riportati nelle Tavole seguenti possono differire da
analoghe informazioni riportate nella Parte E della nota integrativa del Bilancio
Consolidato essendo costruiti sulla base dei criteri previsti dalla circolare 263 del 2006 ai fini del calcolo del rischio di credito sulle esposizioni.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 36
Tavola 5.1 Distribuzione delle attività finanziarie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia
Portafogli/ Qualità Esposizioni Deteriorate Altre Esposizioni
Sofferenze Incagli
Esposizioni Ristrutturate
Esposizioni Scadute
Altre Attività Totale Valori medi 31.12.2012
Valori medi 31.12.2011
Attività Finanziarie di Negoziazione - 1.661 - 497 51.827 53.985 182.159 214.203
Attività Finanziarie Disponibili per la Vendita - - - - 3.173.944 3.173.944 1.522.555 1.109.708
Attività Finanziarie detenute sino alla scadenza - - - - - - - -
Crediti verso Banche - - - - 681.313 681.313 523.237 483.718
Crediti verso Clientela 966.863 1.772.517 28.239 643.915 13.889.109 17.300.643 17.773.268 17.891.424
Attività Finanziarie Valutate al Fair value - - - - 17.728 17.728 18.311 18.456
Attività Finanziarie in corso di dismissione - - - - 1.623 1.623 7.435 8.889
Derivati di copertura - - - - 34.562 34.562 34.655 34.679
Totale 31.12.2012 966.863 1.774.178 28.239 644.412 17.850.106 21.263.798 20.061.620 19.761.077
Totale 31.12.2011 893.631 694.473 44.491 725.594 19.093.786 21.451.975
Valori Medi 31.12.2012 675.116 756.440 26.633 471.953 18.131.478 20.061.620
Valori Medi 31.12.2011 602.179 502.005 26.232 428.839 18.201.822
19.761.077
Ai fini della presente informativa, per esposizione creditizia si fa riferimento alle attività per cassa (ad esempio, finanziamenti, azioni, obbligazioni, prestiti subordinati) e fuori bilancio (ad esempio, garanzie rilasciate e derivati). Sono escluse dalle esposizioni le attività che costituiscono il portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza assoggettate
ai requisiti patrimoniali sui rischi di mercato.
La tabella evidenzia le attività finanziarie per portafoglio contabile di appartenenza e per qualità creditizia. I
valori riportati sono quelli utilizzati nell‟informativa di bilancio e si riferiscono sia a posizioni del portafoglio bancario
sia a posizioni del portafoglio di negoziazione di vigilanza, limitatamente ai soli derivati. Si precisa, che la Tabella soprastante, non coincide con quanto esposto nella corrispondente Tabella del Bilancio
Consolidato in quanto il concetto di esposizione creditizia riveniente dalla normativa sui Bilanci Bancari (Circolare 262
del 22 Dicembre 2005- 1° aggiornamento del 18 Novembre 2009) non corrisponde al concetto usato con riferimento alla Circolare 263 2006- e successivi aggiornamenti. Per le stesse motivazioni, tutte le seguenti Tabelle di tale
Informativa, potrebbero non coincidere con le analoghe pubblicate nel Bilancio Consolidato. In particolare si evidenzia che nelle tabelle del presente documento sono inclusi, a differenza di quelle del bilancio, gli OICR ed i titoli di capitale,
qualunque sia il portafoglio contabile di allocazione. Viceversa sono esclusi dalla presente tabella tutti i rapporti del
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 37
trading book, in quanto soggetti al rischio di mercato. Infine si dà atto che i derivati sono considerati ai fini del Pillar
III in quanto generano una particolare tipologia di rischio di credito. L'Esposizione Media, distinta per portafoglio di appartenenza e per qualità creditizia dell'esposizione, è stata
costruita sulla base di una media aritmetica semplice dei valori contenuti nelle informative di bilancio riferite agli
ultimi anni di rendicontazione.
Tavola 5.2 Esposizioni creditizie lorde totali e medie verso Banche
Tipologia di Esposizione/ Portafoglio Contabile
Attività Finanziarie
di Negoziazione
Attività Finanziarie Valutate al Fair value
Attività Finanziarie Disponibili per la
Vendita
Crediti verso Banche
Derivati di Copertura Fair value
Positivi
Esposizioni Fuori Bilancio
Totale 31.12.2012
Totale 31.12.2011
Esp
Lorda
Esp
Media
Esp
Lorda
Esp
Media
Esp
Lorda
Esp
Media
Esp
Lorda
Esp
Media
Esp
Lorda
Esp
Media
Esp
Lorda
Esp
Media Esp Lorda
Esp
Media
Esp
Lorda
Esp
Media
A. Esposizioni per cassa: a) Sofferenze - - - - - - - - - - - - - - - -
b) Incagli - - - - - - - - - - - - - - - - c) Esposizioni ristrutturate
- - - - - - - - - - - - - - - -
d) Esposizioni scadute
- - - - - - - - - - - - - - - -
e) Altre attività - - - - 281.572 169.811 681.313 523.789 - - - - 962.885 693.600 894.464 626.280
Totale A - - - - 281.572 169.811 681.313 523.789 - - - - 962.885 693.600 894.464 626.280
B. Esposizioni fuori bilancio: a) Deteriorate - - - - - - - - - - - - - - - -
b) Altre 29.230 41.573 - - - - - - 34.562 17.808 30.663 49.443 94.455 108.824 88.553 112.417
Totale B 29.230 41.573 - - - - - - 34.562 17.808 30.663 49.443 94.455 108.824 88.553 112.417
Totale A+B 31.12.2012
29.230 41.573 - - 281.572 169.811 681.313 523.789 34.562 17.808 30.663 49.443 1.057.340 802.424 983.017 738.697
Totale A+B 31.12.2011
31.023 44.659 - - 328.426 141.871 566.038 484.409 25.942 13.620 31.588 54.138
983.017 738.697
La tabella mostra la distribuzione per portafogli contabili delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso banche. I valori riportati sono quelli utilizzati ai fini dell'informativa di bilancio e si riferiscono sia a posizioni
classificate nel Portafoglio di Negoziazione di Vigilanza che nel Portafoglio Bancario. La determinazione dell'Esposizione Media, è stata determinata come una media aritmetica semplice sulla base
dei dati pubblicati nelle ultime Rendicontazioni Annuali.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 38
Tavola 5.3 Esposizioni creditizie lorde totali e medie verso Clientela
Tipologia di
Esposizione/
Portafoglio
Contabile
Attività
Finanziarie
di Negoziazione
Attività
Finanziarie
Valutate al Fair
value
Attività Finanziarie
Disponibili per la
Vendita
Crediti verso Clientela
Derivati di
Copertura
Fair value
Positivi
Attività
Finanziarie in
corso di
dismissione
Esposizioni Fuori
Bilancio: Garanzie
rilasciate ed impegni
Totale
31.12.2012
Totale
31.12.2011
Esp
Lorda
Esp
Media
Esp
Lorda
Esp
Media Esp Lorda Esp Media Esp Lorda Esp Media
Esp
Lorda
Esp
Media
Esp
Lorda
Esp
Media Esp Lorda Esp Media Esp Lorda Esp Media Esp Lorda Esp Media
A.
Esposizioni
per cassa:
a) Sofferenze - - - - - - 1.655.338 1.068.970 - - - - - - 1.655.338 1.068.970 1.320.290 922.378
b) Incagli - - - - - - 2.391.277 919.985 - - - - - - 2.391.277 919.985 759.192 552.162
c) Esposizioni
ristrutturate - - - - - - 30.636 27.284 - - - - - - 30.636 27.284 44.587 26.446
d) Esposizioni
scadute - - - - - - 674.896 479.825 - - - - - - 674.896 479.825 727.841 431.057
e) Altre
attività - - 17.728 18.311 2.892.372 1.353.812 13.990.832 15.920.408 - - 1.623 7.435 - - 16.902.555 17.299.966 18.070.106 17.399.319
Totale A - - 17.728 18.311 2.892.372 1.353.812 18.742.979 18.416.471 - - 1.623 7.435 - - 21.654.702 19.796.029 20.922.016 19.331.361
B.
Esposizioni
fuori
bilancio:
a)
Deteriorate 2.158 2.617 -
-
-
- 20 - - 107.665 65.183 109.823 67.821 52.929 57.320
b) Altre 22.597 137.969 -
-
-
- 16.827 - - 1.140.569 2.012.814 1.163.166 2.167.609 1.988.548 2.418.720
Totale B 24.755 140.586 - - - - - - - 16.847 - - 1.248.234 2.077.997 39.830.246 39.331.426 2.041.477 2.476.041
Totale A+B
31.12.2012 24.755 140.586 17.728 18.311 2.892.372 1.353.812 18.742.979 18.416.471 - 16.847 1.623 7.435 1.248.234 2.077.997
Totale A+B
31.12.2011 141.221 169.544 16.302 18.456 1.889.716 969.172 19.014.375 18.334.844 - 21.059 1.623 8.889 1.900.256 2.285.438
22.963.493 21.807.402
La tabella mostra la distribuzione per portafogli contabili delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso
clientela. I valori riportati sono quelli utilizzati ai fini dell'informativa di bilancio e si riferiscono sia a posizioni classificate nel Portafoglio di Negoziazione di Vigilanza che nel Portafoglio Bancario.
La determinazione dell'Esposizione Media, è stata determinata come una media aritmetica semplice sulla base
dei dati pubblicati nelle ultime Rendicontazioni Annuali.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 39
Tavola 5.4 Distribuzione settoriale delle esposizioni per cassa e "fuori bilancio" verso clientela
Esposizioni/ Controparte
Governi e Banche Centrali Altri Enti Pubblici Società Finanziarie Imprese di Assicurazione
Esp
osiz
ion
e L
ord
a
Rett
ific
he d
i valo
re s
pecif
ich
e
Rett
ific
he d
i valo
re d
i p
orta
fog
lio
Esp
osiz
ion
e N
ett
a
Esp
osiz
ion
e L
ord
a
Rett
ific
he d
i valo
re s
pecif
ich
e
Rett
ific
he d
i valo
re d
i p
orta
fog
lio
Esp
osiz
ion
e N
ett
a
Esp
osiz
ion
e L
ord
a
Rett
ific
he d
i valo
re s
pecif
ich
e
Rett
ific
he d
i valo
re d
i p
orta
fog
lio
Esp
osiz
ion
e N
ett
a
Esp
osiz
ion
e L
ord
a
Rett
ific
he d
i valo
re s
pecif
ich
e
Rett
ific
he d
i valo
re d
i p
orta
fog
lio
Esp
osiz
ion
e N
ett
a
A. Esposizioni per cassa:
A.1 Sofferenze - - - - - - - - 7.107 6.316 - 791 - - - -
A.2 Incagli - - - - - - - - 15.736 4.164 - 11.572 - - - -
A.3 Esposizioni ristrutturate - - - - - - - - - - - - - - - -
A.4 Esposizioni scadute - - - - 1.765 4 - 1.761 162 5 - 157 - - - -
A.5 Altre esposizioni 2.899.372 - - 2.899.372 192.371 - - 192.371 703.093 - 825 702.268 419 - 1 418
Totale A 2.899.372 - - 2.899.372 194.136 4 - 194.132 726.098 10.485 825 714.788 419 - 1 418
B. Esposizioni fuori bilancio:
B.1 Sofferenze - - - - - - - - - - - - - - - -
B.2 Incagli - - - - - - - - 2.831 - - 2.831 - - - -
B.3 Altre attività deteriorate - - - - - - - - - - - - - - - -
B.4 Altre esposizioni 19.964 - - 19.964 20.952 - - 20.952 344 - - 344 73 - - 73
Totale B 19.964 - - 19.964 20.952 - - 20.952 3.175 - - 3.175 73 - - 73
Totale A+B 31.12.2012 2.919.336 - - 2.919.336 215.088 4 - 215.084 729.273 10.485 825 717.963 492 - 1 491
Totale A+B 31.12.2011 1.944.522 - 1.462 1.943.060 221.356 - 11 221.345 518.278 461 536 517.281 917 - 1 916
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 40
Tavola 5.4 - prosegue
Esposizioni/ Controparte
Imprese non Finanziarie Altri Soggetti Totale 31.12.2012 Totale 31.12.2011
Esp
osiz
ion
e L
ord
a
Rett
ific
he d
i valo
re s
pecif
ich
e
Rett
ific
he d
i valo
re d
i p
orta
fog
lio
Esp
osiz
ion
e N
ett
a
Esp
osiz
ion
e L
ord
a
Rett
ific
he d
i valo
re s
pecif
ich
e
Rett
ific
he d
i valo
re d
i p
orta
fog
lio
Esp
osiz
ion
e N
ett
a
Esp
osiz
ion
e L
ord
a
Rett
ific
he d
i valo
re s
pecif
ich
e
Rett
ific
he d
i valo
re d
i p
orta
fog
lio
Esp
osiz
ion
e N
ett
a
Esp
osiz
ion
e L
ord
a
Rett
ific
he d
i valo
re s
pecif
ich
e
Rett
ific
he d
i valo
re d
i p
orta
fog
lio
Esp
osiz
ion
e N
ett
a
A. Esposizioni per cassa:
A.1 Sofferenze 1.423.985 608.767 - 815.218 224.246 73.392 - 150.854 1.655.338 688.475 - 966.863 1.320.290 426.658 - 893.632
A.2 Incagli 2.191.129 587.429 - 1.603.700 184.412 27.167 - 157.245 2.391.277 618.760 - 1.772.517 759.192 66.201 - 692.991
A.3 Esposizioni ristrutturate 26.575 2.351 - 24.224 4.061 46 - 4.015 30.636 2.397 - 28.239 44.587 96 - 44.491
A.4 Esposizioni scadute 588.747 27.925 - 560.822 84.222 3.047 - 81.175 674.896 30.981 - 643.915 727.841 3.405 - 724.436
A.5 Altre esposizioni 8.658.729 - 90.314 8.568.415 4.448.571 - 10.583 4.437.988 16.902.555 - 101.723 16.800.832 18.070.106 - 66.331 18.003.775
Totale A 12.889.165 1.226.472 90.314 11.572.379 4.945.512 103.652 10.583 4.831.277 21.654.702 1.340.613 101.723 20.212.366 20.922.016 496.360 66.331 20.359.325
B. Esposizioni fuori bilancio:
B.1 Sofferenze 5.298 13 - 5.285 157 - - 157 5.455 13 - 5.442 4.498 - - 4.498
B.2 Incagli 87.690 - - 87.690 991 - - 991 91.512 - - 91.512 25.776 59 - 25.717
B.3 Altre attività deteriorate 12.435 - - 12.435 421 - - 421 12.856 - - 12.856 22.655 - - 22.655
B.4 Altre esposizioni 1.036.048 - 8 1.036.040 85.785 - - 85.785 1.163.166 - 8 1.163.158 1.988.548 - 251 1.988.297
Totale B 1.141.471 13 8 1.141.450 87.354 - - 87.354 1.272.989 13 8 1.272.968 2.041.477 59 251 2.041.167
Totale A+B 31.12.2012 14.030.636 1.226.485 90.322 12.713.829 5.032.866 103.652 10.583 4.918.631 22.927.691 1.340.626 101.731 21.485.334 22.963.493 496.419 66.582 22.400.492
Totale A+B 31.12.2011 15.203.081 431.515 61.360 14.710.206 5.075.339 64.443 3.212 5.007.684
22.963.493 496.419 66.582 22.400.492
La tabella mostra la distribuzione settoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela. I valori riportati sono quelli utilizzati ai fini dell'informativa di bilancio e si riferiscono sia a posizioni classificate nel Portafoglio di Negoziazione di Vigilanza che nel Portafoglio Bancario.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 41
Tavola 5.5 Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e "fuori bilancio" verso banche - distribuzione mondiale
Esposizioni/
Aree Geografiche
Italia Altri Paesi Europei America Asia
Esp
Lorda Rettifiche di Valore Esp Netta
Esp
Lorda Rettifiche di Valore Esp Netta
Esp
Lorda Rettifiche di Valore Esp Netta
Esp
Lorda
Rettifiche di
Valore Esp Netta
A. Esposizioni per cassa:
A.1 Sofferenze - - - - - - - - - - - - A.2 Incagli - - - - - - - - - - - -
A.3 Esposizioni ristrutturate - - - - - - - - - - - - A.4 Esposizioni scadute - - - - - - - - - - - -
A.5 Altre esposizioni 478.495 - 478.495 415.406 - 415.406 62.873 - 62.873 867 - 867
Totale A 478.495 - 478.495 415.406 - 415.406 62.873 - 62.873 867 - 867
B. Esposizioni fuori bilancio:
B.1 Sofferenze - - - - - - - - - - - - B.2 Incagli - - - - - - - - - - - -
B.3 Altre attività deteriorate - - - - - - - - - - - - B.4 Altre esposizioni 32.156 - 32.156 59.267 - 59.267 448 - 448 2.065 - 2.065
Totale B 32.156 - 32.156 59.267 - 59.267 448 - 448 2.065 - 2.065
Totale A+B 31.12.2012 510.651 - 510.651 474.673 - 474.673 63.321 - 63.321 2.932 - 2.932
Totale A+B 31.12.2011 770.930 - 770.930 161.736 - 161.736 43.658 - 43.658 1.479 - 1.479
Tavola 5.5 - prosegue
Esposizioni/ Aree Geografiche
Resto del mondo Totale 31.12.2012 Totale 31.12.2011
Esp Lorda
Rettifiche di Valore Esp Netta Esp
Lorda Rettifiche di Valore Esp Netta
Esp Lorda
Rettifiche di Valore Esp Netta
A. Esposizioni per cassa:
A.1 Sofferenze - - - - - - - - -
A.2 Incagli - - - - - - - - - A.3 Esposizioni ristrutturate - - - - - - - - -
A.4 Esposizioni scadute - - - - - - - - - A.5 Altre esposizioni 5.244 - 5.244 962.885 - 962.885 894.464 - 894.464
Totale A 5.244 - 5.244 962.885 - 962.885 894.464 - 894.464
B. Esposizioni fuori bilancio:
B.1 Sofferenze - - - - - - - - -
B.2 Incagli - - - - - - - - - B.3 Altre attività deteriorate - - - - - - - - -
B.4 Altre esposizioni 519 - 519 94.455 - 94.455 88.553 - 88.553
Totale B 519 - 519 94.455 - 94.455 88.553 - 88.553
Totale A+B 31.12.2012 5.763 - 5.763 1.057.340 - 1.057.340 983.017 - 983.017
Totale A+B 31.12.2011 5.214 - 5.214
983.017 - 983.017
La tabella mostra la distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso banche. I valori riportati sono quelli utilizzati ai fini dell'informativa di bilancio e si riferiscono sia a posizioni classificate nel Portafoglio
di Negoziazione di Vigilanza che nel Portafoglio Bancario.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 42
Tavola 5.5.a Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e "fuori bilancio" verso banche - distribuzione nazionale
Esposizioni/ Aree Geografiche
Italia Nord Ovest Italia Nord Est Italia Centro Italia Sud ed Isole Totale 31.12.2012 Totale 31.12.2011
Esp Lorda
Rett di valore
Esp Netta
Esp Lorda
Rett di valore
Esp Netta
Esp Lorda
Rett di valore
Esp Netta
Esp Lorda
Rett di valore
Esp Netta
Esp Lorda
Rett di valore
Esp Netta
Esp Lorda
Rett di valore
Esp Netta
A.Esposizionipercassa:
A.1Sofferenze - - - - - - - - - - - - - - - - - -
A.2Incagli - - - - - - - - - - - - - - - - - - A.3Esposizioniristrutturate - - - - - - - - - - - - - - - - - -
A.4Esposizioniscadute - - - - - - - - - - - - - - - - - - A.5Altreesposizioni 145.989 - 145.989 115.939 - 115.939 216.290 - 216.290 277 - 277 478.495 - 478.495 736.143 - 736.143
TotaleA 145.989 - 145.989 115.939 - 115.939 216.290 - 216.290 277 - 277 478.495 - 478.495 736.143 - 736.143
B.Esposizionifuoribilancio:
B.1Sofferenze - - - - - - - - - - - - - - - - - - B.2Incagli - - - - - - - - - - - - - - - - - -
B.3Altreattivitàdeteriorate - - - - - - - - - - - - - - - - - -
B.4Altreesposizioni: 3.936 - 3.936 4 - 4 28.216 - 28.216 - - - 32.156 - 32.156 34.787 - 34.787
TotaleB 3.936 - 3.936 4 - 4 28.216 - 28.216 - - - 32.156 - 32.156 34.787 - 34.787
TotaleA+B31.12.2012 149.925 - 149.925 115.943 - 115.943 244.506 - 244.506 277 - 277 510.651 - 510.651 770.930 - 770.930
TotaleA+B31.12.2011 13.505 - 13.505 47.775 - 47.775 709.302 - 709.302 348 - 348
770.930 - 770.930
La tabella mostra la distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso banche. I valori
riportati sono quelli utilizzati ai fini dell'informativa di bilancio e si riferiscono sia a posizioni classificate nel Portafoglio di Negoziazione di Vigilanza che nel Portafoglio Bancario.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 43
Tavola 5.6 Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e "fuori bilancio" verso clientela - distribuzione mondiale
Esposizioni/
Aree Geografiche
Italia Altri Paesi Europei America Asia Resto del mondo
Esp Lorda Rett di
valore EspNetta
Esp
Lorda
Rett di
valore EspNetta
Esp
Lorda
Rett di
valore EspNetta
Esp
Lorda
Rett di
valore EspNetta
Esp
Lorda
Rett di
valore EspNetta
A. Esposizioni per cassa:
A.1 Sofferenze 1.652.465 686.447 966.018 2.837 2.005 832 36 23 13 - - - - - -
A.2 Incagli 2.390.994 618.725 1.772.269 283 35 248 - - - - - - - - -
A.3 Esposizioni ristrutturate 30.636 2.397 28.239 - - - - - - - - - - - -
A.4 Esposizioni scadute 674.895 30.981 643.914 1 - 1 - - - - - - - - -
A.5 Altre esposizioni 16.858.209 101.695 16.756.514 38.534 28 38.506 5.366 - 5.366 - - - 446 - 446
Totale A 21.607.199 1.440.245 20.166.954 41.655 2.068 39.587 5.402 23 5.379 - - - 446 - 446
B. Esposizioni fuori bilancio:
B.1 Sofferenze 5.455 13 5.442 - - - - - - - - - - - -
B.2 Incagli 91.512 - 91.512 - - - - - - - - - - - -
B.3 Altre attività deteriorate 12.856 - 12.856 - - - - - - - - - - - -
B.4 Altre esposizioni: 1.162.038 8 1.162.030 992 - 992 134 - 134 2 - 2 - - -
Totale B 1.271.861 21 1.271.840 992 - 992 134 - 134 2 - 2 - - -
Totale A+B 31.12.2012 22.879.060 1.440.266 21.438.794 42.647 2.068 40.579 5.536 23 5.513 2 - 2 446 - 446
Totale A+B 31.12.2011 22.904.750 558.620 22.346.130 52.483 4.355 48.128 5.643 25 5.618 4 1 3 613 - 613
Tavola 5.6 - prosegue
Esposizioni/ Aree Geografiche
Totale 31.12.2012 Totale 31.12.2011
Esp Lorda Rett di valore EspNetta Esp Lorda Rett di valore EspNetta
A. Esposizioni per cassa:
A.1 Sofferenze 1.655.338 688.475 966.863 1.320.290 426.658 893.632
A.2 Incagli 2.391.277 618.760 1.772.517 759.192 66.201 692.991
A.3 Esposizioni ristrutturate 30.636 2.397 28.239 44.587 96 44.491 A.4 Esposizioni scadute 674.896 30.981 643.915 727.841 3.405 724.436
A.5 Altre esposizioni 16.902.555 101.723 16.800.832 18.070.106 66.331 18.003.775
Totale A 21.654.702 1.442.336 20.212.366 20.922.016 562.691 20.359.325
B. Esposizioni fuori bilancio:
B.1 Sofferenze 5.455 13 5.442 4.498 - 4.498
B.2 Incagli 91.512 - 91.512 25.776 59 25.717 B.3 Altre attività deteriorate 12.856 - 12.856 22.655 - 22.655
B.4 Altre esposizioni: 1.163.166 8 1.163.158 1.988.548 251 1.988.297
Totale B 1.272.989 21 1.272.968 2.041.477 310 2.041.167
Totale A+B 31.12.2012 22.927.691 1.442.357 21.485.334 22.963.493 563.001 22.400.492
Totale A+B 31.12.2011 22.927.691 1.442.357 21.485.334 22.963.493 563.001 22.400.492
La tabella mostra la distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela. I valori riportati sono quelli utilizzati ai fini dell'informativa di bilancio e si riferiscono sia a posizioni classificate nel Portafoglio
di Negoziazione di Vigilanza che nel Portafoglio Bancario.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 44
Tavola 5.6.a Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e "fuori bilancio" verso clientela - distribuzione nazionale
Esposizioni/ Aree Geografiche
Italia Nord Ovest Italia Nord Est Italia Centro Italia Sud ed Isole Totale 31.12.2012 Totale 31.12.2011
Esp Lorda
Rett di valore
Esp Netta
Esp Lorda
Rett di valore
Esp Netta Esp
Lorda Rett di valore
Esp Netta Esp
Lorda Rett di valore
Esp Netta Esp
Lorda Rett di valore
Esp Netta Esp
Lorda Rett di valore
Esp Netta
A.Esposizionipercassa:
A.1Sofferenze 24.206 12.662 11.544 217.621 87.194 130.427 1.226.700 497.531 729.169 183.938 89.060 94.878 1.652.465 686.447 966.018 1.316.748 423.779 892.969
A.2Incagli 94.395 51.693 42.702 289.126 63.968 225.158 1.780.448 447.069 1.333.379 227.025 55.995 171.030 2.390.994 618.725 1.772.269 759.011 66.185 692.826 A.3Esposizioniristrutturate - - - 3.968 317 3.651 26.062 2.075 23.987 606 5 601 30.636 2.397 28.239 44.587 96 44.491
A.4Esposizioniscadute 1.385 436 949 63.176 2.357 60.819 541.874 26.389 515.485 68.460 1.799 66.661 674.895 30.981 643.914 727.592 3.404 724.188 A.5Altreesposizioni 208.274 4.830 203.444 1.400.856 5.216 1.395.640 14.412.835 84.710 14.328.125 836.244 6.939 829.305 16.858.209 101.695 16.756.514 18.018.030 64.846 17.953.184
TotaleA 328.260 69.621 258.639 1.974.747 159.052 1.815.695 17.987.919 1.057.774 16.930.145 1.316.273 153.798 1.162.475 21.607.199 1.440.245 20.166.954 20.865.968 558.310 20.307.658
B.Esposizionifuoribilancio:
B.1Sofferenze - - - 262 - 262 4.546 13 4.533 647 - 647 5.455 13 5.442 4.498 - 4.498 B.2Incagli 463 - 463 14.521 - 14.521 63.482 - 63.482 13.046 - 13.046 91.512 - 91.512 25.776 59 25.717
B.3Altreattivitàdeteriorate 28 - 28 2.590 - 2.590 9.809 - 9.809 429 - 429 12.856 - 12.856 22.650 - 22.650
B.4Altreesposizioni: 9.112 - 9.112 118.219 - 118.219 957.297 8 957.289 77.410 - 77.410 1.162.038 8 1.162.030 1.985.858 251 1.985.607
TotaleB 9.603 - 9.603 135.592 - 135.592 1.035.134 21 1.035.113 91.532 - 91.532 1.271.861 21 1.271.840 2.038.782 310 2.038.472
TotaleA+B31.12.2012 337.863 69.621 268.242 2.110.339 159.052 1.951.287 19.023.053 1.057.795 17.965.258 1.407.805 153.798 1.254.007 22.879.060 1.440.266 21.438.794 22.904.750 558.620 22.346.130
TotaleA+B31.12.2011 379.045 14.487 364.558 1.987.146 70.357 1.916.789 19.051.669 411.150 18.640.519 1.486.890 62.626 1.424.264 22.879.060 1.440.266 21.438.794 22.904.750 558.620 22.346.130
La tabella mostra la distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso banche. I valori
riportati sono quelli utilizzati ai fini dell'informativa di bilancio e si riferiscono sia a posizioni classificate nel Portafoglio di Negoziazione di Vigilanza che nel Portafoglio Bancario.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 45
Tavola 5.7 Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie
a vista da oltre 1 giorno a 7
giorni
da oltre 7 giorni a 15
giorni
da oltre 15 giorni a 1
mese
da oltre 1 mese fino a 3
mesi
da oltre 3 mesi
fino a 6 mesi
da oltre 6 mesi fino a 1
anno
da oltre 1 anno fino a 5
anni
Oltre 5 anni Durata
indeterminata Totale
Attività per cassa 31.12.2011 4.575.036 44.502 33.034 174.474 471.127 790.103 1.383.832 5.996.823 7.938.261 143.231 21.550.423
Attività per cassa 31.12.2012 3.786.729 38.960 123.417 262.660 1.164.090 847.513 1.459.314 6.014.569 8.369.859 97.889 22.165.000 A.1 Titoli di Stato 880 2 68.317 573 212.835 35.169 78.479 992.992 1.458.028 - 2.847.275
A.2 Titoli di debito quotati 1.001 16 3.013 555 85.226 17.903 39.461 226.639 63.238 3.100 440.152 A.3 Quote O.I.C.R. 54.506 - - - - - - - - - 54.506
A.5 Finanziamenti 3.730.342 38.942 52.087 261.532 866.029 794.441 1.341.374 4.794.938 6.848.593 94.789 18.823.067 - banche 179.695 - - - 350.000 37 38 163 - 94.789 624.722
- clientela 3.550.647 38.942 52.087 261.532 516.029 794.404 1.341.336 4.794.775 6.848.593 - 18.198.345
-
Passività per cassa
31.12.2011 6.846.026 615.162 282.674 270.243 2.408.712 1.133.185 1.468.911 6.219.883 517.823 647 19.763.266
Passività per cassa 31.12.2012
6.191.707 373.313 392.602 317.367 1.275.531 1.550.531 2.052.159 8.361.650 458.992 512 20.974.364
B.1 Depositi 5.877.694 44.371 50.958 140.023 379.167 352.839 433.805 30.500 - - 7.309.357
- banche 5.253 - - - 45.734 5.000 - - - - 55.987 - clientela 5.872.441 44.371 50.958 140.023 333.433 347.839 433.805 30.500 - - 7.253.370
B.2 Titoli di debito 12.055 61.010 84.586 177.264 855.389 1.182.563 1.582.242 3.258.426 177.024 - 7.390.559 B.3 Altre passività 301.958 267.932 257.058 80 40.975 15.129 36.112 5.072.724 281.968 512 6.274.448
Operazioni "fuori bilancio" 31.12.2011
-29.244 -41.577 3.524 6.607 8.786 100.471 844 61.327 -9.024 - 101.714
Operazioni "fuori bilancio"
31.12.2012 -4.012 -7.974 2.352 3.287 18.019 21.173 1.940 8.141 -38.829 - 4.097
C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale
- posizioni lunghe - 59.068 17.100 9.672 63.447 37.213 13.422 402 3 - 200.327 - posizioni corte - 67.349 17.258 9.018 64.774 29.756 12.804 692 122 - 201.773
C.2 Derivati creditizi con scambio di capitale
- posizioni lunghe - - - - - - - - - - - - posizioni corte - - - - - - - - - - -
C.3 Derivati finanziari senza scambio di capitale
- posizioni lunghe 39.644 919 3.414 5.466 22.661 22.200 10.302 11.501 - - 116.107 - posizioni corte 43.797 612 904 2.833 3.315 8.484 8.980 3.070 38.710 - 110.705
C.4 Derivati creditizi senza scambio di capitale
- posizioni lunghe - - - - - - - - - - -
- posizioni corte - - - - - - - - - - - C.5 Depositi e finanziamenti da
ricevere - posizioni lunghe - - - - - - - - - - -
- posizioni corte - - - - - - - - - - - C.6 Impegni irrevocabili a
erogare fondi - posizioni lunghe - - - - - - - - - - -
- posizioni corte - - - - - - - - - - - C.7 Garanzie finanziarie
rilasciate 141 - - - - - - - - - 141
C.8 Garanzie finanziarie
rilasciate - - - - - - - - - - -
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 46
Tavola 5.8 Esposizioni per cassa verso clientela: dinamica delle rettifiche di valore specifiche
Causali/
Categorie Sofferenze Incagli
Esposizioni
ristrutturate
Esposizioni
scadute
A. Rettifiche complessive iniziali 426.658 66.201 96 3.405
- di cui: esposizioni cedute non cancellate 4.170 922 5 63
B. Variazioni in aumento 618.437 829.123 2.346 344.840
B.1 rettifiche di valore 538.739 656.548 2.331 201.527
B.1 bis perdite da cessione 1.153 - - -
B.2 trasferimenti da altre categorie di
esposizioni deteriorate 76.216 151.261 15 137.271
B.3 altre variazioni in aumento 2.329 21.314 - 6.042
C. Variazioni in diminuzione 356.620 276.564 45 317.264
C.1 riprese di valore da valutazione 172.222 52.139 - 159.164
C. 2 iprese di valore da incasso 6.205 9.847 - 176
C.2 bis utili da cessione 915 - - -
C.3 cancellazioni 67.980 - - -
C.4 trasferimenti ad altre categorie di
esposizioni deteriorate - 208.076 33 156.654
C.5 altre variazioni in diminuzione 109.298 6.502 12 1.270
D. Rettifiche complessive finali 688.475 618.760 2.397 30.981
- di cui: esposizioni cedute non cancellate 7.947 3.994 3 266 L'ammontare complessivo delle cancellazioni imputate direttamente a Conto Economico ammonta a 25.271 migliaia di euro.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 47
Tavola 6. Rischio di credito: Informativa sui portafogli assoggettati al metodo standardizzato e alle esposizioni creditizie specializzate e in strumenti di capitale
nell’ambito dei metodi IRB
Informativa qualitativa La Capogruppo e le altre società del Gruppo utilizzano la metodologia
standardizzata, prevista per la determinazione dei requisiti di vigilanza a fronte
del rischio di credito (Circ. 263/06 Titolo II – Capitolo 1, Parte Prima).
Detta metodologia standardizzata prevede la suddivisione delle esposizioni in diversi portafogli, secondo la natura della controparte oppure
delle caratteristiche tecniche del rapporto, e l‟applicazione di coefficienti di
ponderazione distinti su ciascuno di essi. Per il calcolo del requisito patrimoniale nell‟ambito del metodo
standardizzato,la normativa prevede anche la possibilità di determinare i coefficienti di ponderazione sulla base delle valutazioni del merito creditizio rilasciate da agenzie esterne riconosciute da Banca d‟Italia. Il Gruppo Banca
delle Marche, sul portafoglio “Amministrazioni Centrali e Banche Centrali”, si avvale delle valutazioni esterne del merito creditizio rilasciate dalla società di
rating FITCH3e utilizza le indicazioni di SACE quale ECA per i coefficienti della
controllata Medioleasing. Inoltre la Banca si avvale della società Standard & Poor‟s al fine di
valutare le posizioni verso le cartolarizzazioni aventi un rating a breve termine
e verso le cartolarizzazioni diverse da quelle aventi un rating a breve termine. Per le altre esposizioni si fa invece riferimento ai diversi fattori di
ponderazione previsti dalla normativa per la metodologia standardizzata, come segue:
1. le esposizioni verso le amministrazioni centrali e le banche centrali di Stati membri dell‟Unione Europea, denominate nella valuta locale, sono
ponderate a zero se la corrispondente provvista è denominata nella medesima valuta (fino al 31 dicembre 2015);
2. le esposizioni nei confronti di intermediari vigilati, aventi durata originaria
pari o inferiore a tre mesi, sono ponderate al 20 per cento;
3. alle esposizioni classificate nel portafoglio al dettaglio si applica un fattore
di ponderazione pari al 75 per cento; 4. alle esposizioni garantite da ipoteca su immobili residenziali e a quelle
derivanti da operazioni di leasing aventi ad oggetto tali tipologie di
immobili si applica una ponderazione del 35 per cento su una quota non eccedente l‟80 per cento del valore dell‟immobile, a condizione che si tratti
3 A partire dal 31 marzo 2013 il Gruppo, con riferimento ai portafogli “Amministrazioni Centrali e Banche Centrali”, ha stabilito di
avvalersi delle valutazioni rilasciate dall‟agenzia “DBRS Rating Limited”.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 48
di immobili residenziali utilizzati, destinati ad essere utilizzati, dati in
locazione o destinati ad essere dati in locazione dal proprietario, e che la
capacità di rimborso del debitore non dipenda in misura rilevante dai flussi
finanziari generati dall‟immobile che funge da garanzia (il rispetto di tali
requisiti esclude le società immobiliari, le società di costruzione e di fondi immobiliari, per le quali la vendita e la locazione a terzi costituiscono la
principale attività;
5. alle esposizioni garantite da ipoteca su beni immobili non residenziali (immobili destinati a uffici, al commercio o ad altre attività produttive) e a
quelle derivanti da operazioni di leasing aventi ad oggetto tali tipologie di
immobili si applica una ponderazione del 50 per cento su una quota non
eccedente il 50 per cento del valore dell‟immobile; anche in questo caso sono escluse da tale ponderazione le società immobiliari, di costruzione e
di fondi immobiliari.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 49
Informativa quantitativa
Nel prospetto che segue vengono indicate le esposizioni per il rischio di credito e di controparte associate a ciascuna classe di ponderazione. Le esposizioni sono quelle determinate secondo le regole di Vigilanza prudenziale e
tengono già conto degli effetti delle tecniche di mitigazione del rischio (compensazioni, garanzie, ecc.).
Tavola 6.1 Portafogli regolamentari assoggettati al Metodo Standardizzato (Valori delle esposizioni comprensive dell'attenuazione del rischio di credito)
Portafogli/ % Ponderazione
% DI PONDERAZIONE
0% 20% 35% 50% 75% 100% 150% 200% 225%
Esposizioni verso o garantite da amministrazioni
centrali e Banche Centrali 4.052.696 - - - - - - - -
Esposizioni verso o garantite da enti territoriali - 88.271 - - - - - - -
Esposizioni verso o garantite da enti senza scopo
di lucro ed enti del settore pubblico - 94 - 131.214 - 67.142 - - -
Esposizioni verso o garantite da banche multilaterali
di sviluppo 5.852 - - - - - - - -
Esposizioni verso o garantite da organizzazioni
internazionali - - - - - - - - -
Esposizioni verso o garantite da intermediari vigilati 522.568 845.145 - 374.909 - 6.025 - - -
Esposizioni verso o garantite da imprese - - - - - 5.213.616 - - -
Esposizioni al dettaglio - - - - 2.379.158 - - - -
Esposizioni garantite da immobili - - 4.436.216 1.286.814 - - - - -
Esposizioni scadute - - - 70.712 - 1.505.294 1.754.420 - -
Esposizioni ad alto rischio - - - - - - - 231 -
Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie
garantite - 13.729 - - - - - - -
Esposizioni a breve termine verso imprese - - - - - - - - -
Esposizioni verso organismi di investimento collettivo
del risparmio (OICR) - - - - - 67.869 - - -
Altre esposizioni 130.059 30.358 - - - 160.257 - - -
Cartolarizzazioni - 6.143 - 9.948 - 3.240 - - -
Ricartolarizzazioni - - - - - - - - -
Totale 31.12.2012 4.711.175 983.740 4.436.216 1.873.597 2.379.158 7.023.443 1.754.420 231 -
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 50
Tavola 6.1 – prosegue
Portafogli/ % Ponderazione
% DI PONDERAZIONE
350%
1250%
con
rating
1250%
privo di
rating
Totale
31.12.2012
Deduzioni dal
Patrimonio di
Vigilanza
Esposizioni verso o garantite da amministrazioni
centrali e Banche Centrali - - - 4.052.696 -
Esposizioni verso o garantite da enti territoriali - - - 88.271 -
Esposizioni verso o garantite da enti senza scopo
di lucro ed enti del settore pubblico - - - 198.450 -
Esposizioni verso o garantite da banche multilaterali
di sviluppo - - - 5.852 -
Esposizioni verso o garantite da organizzazioni
internazionali - - - - -
Esposizioni verso o garantite da intermediari vigilati - - - 1.748.647 -
Esposizioni verso o garantite da imprese - - - 5.213.616 -
Esposizioni al dettaglio - - - 2.379.158 -
Esposizioni garantite da immobili - - - 5.723.030 -
Esposizioni scadute - - - 3.330.426 -
Esposizioni ad alto rischio - - - 231 -
Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie
garantite - - - 13.729 -
Esposizioni a breve termine verso imprese - - - - -
Esposizioni verso organismi di investimento collettivo
del risparmio (OICR) - - - 67.869 -
Altre esposizioni - - - 320.674 1.342
Cartolarizzazioni 1.154 2.140 9.580 32.205 -
Ricartolarizzazioni - 1.246 - 1.246 -
Totale 31.12.2012 1.154 3.386 9.580 23.176.100 1.342
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 51
Tavola 6.2 Portafogli regolamentari assoggettati al Metodo Standardizzato
(Valori delle esposizioni senza attenuazione del rischio di credito)
Portafogli/ % Ponderazione
% DI PONDERAZIONE
0% 20% 50% 75% 100% 150% 200% 350%
1250% -
con
rating
1250% -
privo di
rating
Totale
31.12.2012
Esposizioni verso o garantite da amministrazioni
centrali e Banche Centrali 4.011.470 - - - - - - - - - 4.011.470
Esposizioni verso o garantite da enti territoriali - 68.858 - - - - - - - - 68.858
Esposizioni verso o garantite da enti senza scopo
di lucro ed enti del settore pubblico - 94 131.203 - 67.142 - - - - - 198.439
Esposizioni verso o garantite da banche multilaterali
di sviluppo 5.212 - - - - - - - - - 5.212
Esposizioni verso o garantite da organizzazioni
internazionali - - - - - - - - - - -
Esposizioni verso o garantite da intermediari vigilati 147 835.455 198.441 - 5.933 - - - - - 1.039.976
Esposizioni verso o garantite da imprese - - - - 4.644.920 - - - - - 4.644.920
Esposizioni al dettaglio - - - 2.323.824 - - - - - - 2.323.824
Esposizioni garantite da immobili - - - - - - - - - - -
Esposizioni scadute - - - - 524.822 1.414.841 - - - - 1.939.663
Esposizioni ad alto rischio - - - - - - 231 - - - 231
Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie
garantite - 13.729 - - - - - - - - 13.729
Esposizioni a breve termine verso imprese - - - - - - - - - - -
Esposizioni verso organismi di investimento collettivo
del risparmio (OICR) - - - - 67.343 - - - - - 67.343
Altre esposizioni 82.465 7.693 - - 160.234 - - - - - 250.392
Cartolarizzazioni - 6.143 9.948 - 3.240 - - 1.154 2.140 9.580 32.205
Ricartolarizzazioni - - - - - - - - 1.246 - 1.246
Totale 31.12.2012 4.099.294 931.972 339.592 2.323.824 5.473.634 1.414.841 231 1.154 3.386 9.580 14.597.508
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 52
Tavola 7. Rischio di credito: informativa sui portafogli cui si applicano gli approcci IRB
Il Gruppo non utilizza sistemi interni per il calcolo del requisito
patrimoniale regolamentare a fronte dei rischi di credito.
Ai fini del computo del Capitale Interno, la Capogruppo e le altre società del Gruppo utilizzano la metodologia standardizzata, prevista per la
determinazione dei requisiti di vigilanza (Circ. 263/06 Titolo II – Capitolo 1,
Parte Prima).
La misurazione del Capitale Interno a fronte del rischio di credito viene effettuata gestionalmente, con periodicità mensile, con le medesime modalità
stabilite dalla normativa del Primo Pilastro.
Peraltro, mette conto evidenziare che il C.d.A. della Capogruppo, con delibera del 5/12/2007, ha introdotto il Sistema Interno di Rating in Banca
Marche disciplinando le disposizioni operative con l‟emanazione di un fascicolo
normativo interno (Fascicolo interno n°183). Parallelamente all‟utilizzo del metodo standardizzato per il calcolo dei requisiti patrimoniali, la Capogruppo
Banca Marche ha in uso sin dal 2008, per finalità gestionale, i parametri stimati internamente per la valutazione del rischio di credito, oltre alla predisposizione
dei requisiti organizzativi previsti dalla Normativa. Nell‟ambito di tale progettualità è prevista l‟estensione dei metodi avanzati alle società controllate
Carilo e Medioleasing secondo un percorso che sarà comunicato alla Vigilanza (c.d. piano “roll-out”).
Il sistema di rating, elaborato dalla Capogruppo Banca Marche ed esteso
alla controllata CARILO, è differenziato per portafogli di clientela omogenea
sotto il profilo del rischio per i quali sono stati sviluppati specifici modelli (andamentali/prima accettazione).
Nel 2012 è proseguito il percorso progettuale di completamento del sistema interno di rating per l‟autorizzazione al suo utilizzo ai fini
regolamentari, infatti dopo i primi contatti con Banca d‟Italia, a luglio 2011, nel corso del 2012 è stato inviato alla stessa un primo ste di documentazione per i
metodi IRB.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 53
Tavola 8. Tecniche di Attenuazione del Rischio
Informativa qualitativa Le norme di Vigilanza consentono l‟utilizzo ai fini prudenziali di strumenti
di attenuazione del rischio di credito e indicano puntuali requisiti di
ammissibilità, giuridici, economici ed organizzativi e le modalità di calcolo della
riduzione del predetto rischio.
Nell‟ambito della gestione del rischio di credito, il Gruppo si avvale di tecniche di attenuazione del rischio previste dalla normativa di Vigilanza
Prudenziale individuate nel documento di Loan Policy.
Il Gruppo ha predisposto processi e procedure diretti ad assicurare la certezza giuridica e l‟effettività delle proprie garanzie.
Il carattere vincolante dell‟impegno giuridico e il reale valore della
garanzia, in questo modo, sono certificati da un preciso iter
informatico/procedurale che consente di beneficiare delle attenuazioni del rischio derivanti dalle garanzie nel rispetto delle disposizioni normative.
Il Gruppo Banca delle Marche non utilizza tecniche di compensazione
contabili in bilancio e ai fini di vigilanza per posizioni reciproche tra l‟Istituto e la controparte. Tuttavia, operativamente, per le operazioni in derivati finanziari e creditizi negoziati fuori borsa, il Gruppo sottoscrive contratti contenenti
clausole di netting (ISDA Master Agreement, per le operazioni in derivati, e ISMA Repurchase Agreement, per le operazioni di pronti contro termine). Ad
ulteriore garanzia su tale rischio, a partire dal 2009 sono stati attivati numerosi
contratti di Credit SupportAnnex (CSA), con la quasi totalità delle Istituzioni Finanziarie con le quali la Capogruppo opera in derivati OTC, oltre ad accordi di collateralizzazione di tipo Global Master Repurchase Agreement (GMRA) sulle
principali operazioni di pronti contro termine. Particolare rilevanza riveste il riconoscimento delle esposizioni assistite
da garanzia ipotecaria su immobili residenziali e non residenziali, le quali
possono essere inserite nel portafoglio “Esposizioni garantite da immobili” a
condizione che il valore dell‟immobile non dipenda in misura rilevante dal merito di credito del debitore, che l‟immobile sia stimato da un perito
indipendente ad un valore non superiore al valore di mercato e che la garanzia
sia opponibile in tutte le giurisdizioni pertinenti e possa essere escussa in tempi
ragionevoli. Il Gruppo, inoltre, secondo quanto indicato dalle normative di Vigilanza,
utilizza anche metodi statistici per sorvegliare il valore degli immobili e
individuare quelli che necessitano di una nuova verifica periziale. Il Gruppo Banca delle Marche si avvale anche di strumenti di mitigazione
di tipo personale, ma valutabili ai fini di Vigilanza solo in presenza di garanzia
concessa da intermediario vigilato o pubblica amministrazione, e di tipo
finanziario,solo nel caso di pegno su titoli emessi dallo Stato o da intermediari
vigilati.
Attualmente l‟utilizzo delle garanzie è volto essenzialmente alla copertura
del rischio di credito.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 54
Il rischio residuo, pertanto, viene presidiato sulle garanzie ricevute a
fronte dei soli impieghi creditizi.
Il credito erogato dal Gruppo è assistito, in prevalenza, da garanzie di
natura reale ed, in minor misura, da garanzie personali.
Le garanzie reali sono essenzialmente rappresentate da ipoteche su beni immobili, a fronte di esposizioni per l‟acquisto di edifici prevalentemente di tipo
residenziale e, in minore misura, non residenziali.
Non sono presenti operazioni su derivati creditizi. La principale concentrazione di garanzie è relativa al credito e si riferisce
a garanzie reali legate ai finanziamenti per mutui alla clientela Retail che, di
fatto, non comporta un‟effettiva concentrazione del rischio in virtù dell‟elevato
frazionamento del rischio, implicito per la tipologia di clientela. Peraltro, sono in vigore disposizioni specifiche sui finanziamenti per mutui ipotecari con
importo superiore ai 3 milioni di euro, soglia oltre la quale il valore della
garanzia viene aggiornato con perizie periodiche del bene. Per le operazioni sotto la soglia di rilevanza è attivato un costante
aggiornamento del valore degli immobili attraverso la rilevazione dei valori
medi del mercato mobiliare. Le informazioni sulle valutazioni sono fornite, con cadenza annuale, da operatori specializzati del settore.
Le garanzie personali utilizzabili ai fini di vigilanza, come evidenziato nell‟informativa quantitativa, coprono una quota molto contenuta
dell‟esposizione creditizia complessiva. I garanti sono rappresentati
prevalentemente da Intermediari vigilati ed enti territoriali quali enti pubblici
ed associazioni di categoria. La tavola seguente riguarda le esposizioni soggette a rischio di credito,
coperte da garanzia.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 55
Informativa quantitativa
Tavola 8.1- Esposizioni coperte da garanzie
Garanzie
reali
finanziarie
Altre
garanzie
reali
ammesse
Garanzie
personali
Totale
31.12.2012
Totale
31.12.2011
Esposizioni verso o garantite da amministrazioni
centrali e Banche Centrali - 6.041 35.185 41.226 30.768
Esposizioni verso o garantite da enti territoriali - 5.335 14.078 19.413 18.542
Esposizioni verso o garantite da enti senza scopo
di lucro ed enti del settore pubblico - - 11 11 2.801
Esposizioni verso o garantite da banche
multilaterali di sviluppo - 640 - 640 474
Esposizioni verso o garantite da organizzazioni
internazionali - - - - -
Esposizioni verso o garantite da intermediari
vigilati 522.421 2.273 183.977 708.671 526.633
Esposizioni verso o garantite da imprese - 568.696 - 568.696 663.421
Esposizioni al dettaglio - 55.334 - 55.334 50.743
Esposizioni garantite da immobili - 5.723.030 - 5.723.030 5.988.328
Esposizioni scadute - 1.390.763 - 1.390.763 1.204.356
Esposizioni ad alto rischio - - - - -
Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie
garantite - - - - -
Esposizioni a breve termine verso imprese - - - - -
Esposizioni verso organismi di investimento
collettivo del risparmio (OICR) - 526 - 526 375
Altre esposizioni 70.259 23 - 70.282 303.227
Cartolarizzazioni - - - - -
Ricartolarizzazioni - - - - -
Totale 31.12.2012 592.680 7.752.661 233.251 8.578.592 8.789.668
Totale 31.12.2011 679.231 7.914.104 196.333 8.789.668
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 56
Tavola 9. Rischio di controparte
Informativa qualitativa Il rischio di controparte è il rischio che la controparte di una transazione
avente a oggetto determinati strumenti finanziari risulti inadempiente prima
del regolamento della transazione stessa.
Si tratta di una particolare fattispecie del rischio di credito, che genera
una perdita se le transazioni poste in essere con una determinata controparte hanno un valore positivo al momento dell‟insolvenza. A differenza del rischio di
credito generato da un finanziamento, dove la probabilità di perdita è
unilaterale in capo alla sola Società erogante, il rischio di controparte crea un rischio di perdita di tipo bilaterale.
Il Gruppo Banca delle Marche misura l‟esposizione al rischio di
controparte, come dettato dalla normativa, per tutte le posizioni in strumenti
finanziari del portafoglio bancario e del portafoglio di negoziazione appartenenti alle seguenti tipologie di strumenti:
Derivati finanziari e creditizi negoziati fuori borsa (OTC)
Security Financing Transaction (SFT o Pronti contro Termine) Operazioni con regolamento a lungo termine (LST)
Il requisito patrimoniale è ottenuto applicando il modello basato
sull‟approccio standard, che prevede il metodo del “valore corrente”, per i derivati OTC e le operazioni a lungo termine, e il metodo di CRM (Credit Risk
Mitigation) semplificato sul valore a pronti delle operazioni di pronti contro
termine del portafoglio bancario. Con il metodo del “ valore corrente “, al fair value dell‟esposizione (costo
di sostituzione), viene applicata la formula prevista dalla normativa di vigilanza
prudenziale per determinare, mediante l‟aggiunta di add-on regolamentari, l‟”equivalente creditizio” al quale si applicano i coefficienti di ponderazione differenziati in base alla natura della controparte.
Nel Gruppo Banca delle Marche il rischio di controparte viene generato
dall‟attività di negoziazione in derivati OTC e LST con la clientela, a complemento dell‟attività creditizia e commerciale, e dall‟attività in strumenti
finanziari in conto proprietà.
Le operazioni con la clientela sono relative a soluzioni finanziarie poste in
essere dall‟Area Finanza mediante la conclusione di contratti derivati a copertura del rischio presente nei bilanci del cliente, contro l'eventuale
andamento sfavorevole dei mercati finanziari. Sono comprese anche le
operazioni con l‟estero richieste da operatori in funzione di una futura disponibilità di divisa estera o di un futuro impegno di pagamento, compreso
anche l‟impegno a rimborsare un finanziamento in divisa.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 57
Per tali operazioni l‟Area Finanza, ricevuta la proposta contrattuale da
parte del proponente l‟operazione deve, propedeuticamente alla
predisposizione dell‟operazione, verificare la presenza della copertura creditizia
(fido) sulla singola controparte (cliente).
Tale attività viene svolta mediante la verifica della capienza (c.d. esposizione originaria) sui fidi in essere ovvero a seguito della proposta di un
nuovo affidamento da parte della funzione commerciale proponente.
Le operazioni effettuate con la clientela sono poi specificatamente “pareggiate” con controparti istituzionali.
Analogamente alle transazioni per conto della clientela, anche per
l‟operatività in conto proprio e per quella di negoziazione pareggiata con le
istituzioni finanziarie (compresa l‟operatività in pronti contro termine attivi e passivi), l‟Area finanza deve verificare la capienza della copertura creditizia
ovvero predisporre un‟apposita richiesta di istruttoria dell‟affidamento al
Servizio Concessione Crediti. Nelle consuete attività di monitoraggio andamentale sulla clientela, l‟Area
Crediti verifica le posizioni sconfinanti con operatività in derivati OTC
intervenendo in presenza di anomalie sulla base dei regolamenti interni dei crediti.
Il Gruppo Banca delle Marche non utilizza tecniche di compensazione contabili in bilancio per posizioni reciproche tra l‟Istituto e la controparte.
Tuttavia, operativamente le operazioni in derivati OTC sono stipulate con
controparti con le quali è stato sottoscritto un contratto ISDA Master
Agreement e ISMA Repurchase Agreement per le operazioni di pronti contro termine, contenenti clausole di netting. Come ulteriore forma di attenuazione
del rischio la Capogruppo ha sottoscritto con la quasi totalità di tali istituzioni finanziarie, accordi di cash collateral nell‟ambito della stipula di Credit Support
Annex, per gli OTC, e di Global Master Repurchase Agreement (GMRA), per i
Pronti contro Termine. La policy del rischio di controparte adottata dal Gruppo Banca delle
Marche prevede, a rafforzamento dei processi operativi di istruttoria e controllo
delle singole posizioni, la fissazione di soglie di sorveglianza complessive di rischio assegnate alle operazioni con la clientela ordinaria e alle attività in
conto proprio e di limiti complessivi di rischio assegnati alle operazioni con
istituzioni finanziarie. In tale ambito sono valutate le singole controparti che esprimono una
forte correlazione tra l‟andamento positivo del mark to market e il grado di
rischio della controparte (wrong-way risk).
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 58
Informativa quantitativa La tabella successiva rappresenta l‟esposizione del gruppo bancario al rischio di controparte per gli strumenti
derivati OTC, LST e per operazioni di pronti contro termine, classificate sia nel Portafoglio di Negoziazione che nel Portafoglio Bancario.
Ai fini della tabella sono considerati tutti i derivati finanziari e creditizi negoziati fuori borsa (OTC) con qualunque controparte (istituzionale, corporate, retail, ecc.), le operazioni con regolamento e lungo termine (LST) e i Pronti
Contro Termine sia attivi che passivi. Nell‟ambito di questi ultimi sono comprese operazioni di rifinanziamento verso Amministrazioni e Banche
Centrali. La tabella espone anche il rischio di controparte, calcolato secondo il Metodo del valore corrente, sui derivati di
tipo Domestic Currency Swap, ai fini delle Segnalazioni di Vigilanza Prudenziale. Ai fini gestionali, su tali derivati non
sussiste alcun rischio di controparte, in quanto sono perfettamente coperti dalla raccolta in certificati di deposito
denominata nella stessa valuta.
Tavola 9.1 Rischio di controparte: derivati e pronti contro termine
Tipologia di strumento
31.12.2012 31.12.2011
Fair value lordo
positivo
Compensa_ zioni
Fair value netto
compensato
Effetto accordi di garanzia
Metodo del Valor
Corrente
Fair value lordo
positivo
Compensa_ zioni
Fair value netto
compensato
Effetto accordi di garanzia
Metodo del Valor Corrente
Derivati Finanziari Over The Counter: 87.511 - 87.511 - 102.468 196.859 - 196.859 - 230.442
- su tassi di interesse e titoli di debito 87.511 - 87.511 - 101.434 85.766 - 85.766 - 106.147 - su titoli di capitale ed indici azionari - - - - - - - - - - - su tassi di cambio ed oro ed altri valori - - - - 1.034 111.093 - 111.093 - 124.295 Operazioni SFT e operazioni con regolamento lungo termine
826 - - - 102.115 - - - - 481.186
Verso banche: - - - - 77.567 - - - - 481.186
Verso clientela: - - - - 22.881 - - - - - Impegni in valuta ed operazioni su tassi di cambio od altri valori
818 - - - 1.659 - - - - -
Titoli da ricevere/ consegnare per operazioni da regolare su Titoli di debito
8 - - - 8 - - - - -
Pronti contro termine attivi - - - -
192.186 - 192.186 -
Crediti verso banche: - - -
189.627 - 189.627
Crediti verso clientela: - - -
2.559 - 2.559
Pronti contro termine passivi 583.842 - 583.842 -
290.227 - 290.227 -
Debiti verso banche: 36.090 - 36.090 -
23.575 - 23.575 -
- Banche Centrali - - -
- - -
- Banche 36.090 - 36.090
23.575 - 23.575
Debiti verso clientela: 547.752
547.752
266.652
266.652
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 59
Tavola 10. Operazioni di cartolarizzazione
Informativa qualitativa Nell‟ambito delle iniziative volte ad assicurare il soddisfacimento del
fabbisogno finanziario del Gruppo, lo strumento della cartolarizzazione assume
un‟elevata importanza in quanto consente di ampliare il bacino di raccolta di
fondi rispetto a quello offerto dalle tradizionali emissioni obbligazionarie, sia domestiche che internazionali.
Al 31 dicembre 2012 risultano attive cinque operazioni di
cartolarizzazione strutturate dal Gruppo, di cui due di tipo Residential Mortgages Backed Securities – RMBS, un Lease Backed Securities – LBS, una
di tipo “misto”, avente ad oggetto mutui residenziali e commerciali ed una,
l‟ultima della serie, di tipo commerciale, avente ad oggetto mutui commerciali
e prestiti chirografari a SME‟s. Nell‟ambito delle operazioni di cartolarizzazione “ proprie” del Gruppo
Banca delle Marche è importante distinguere tra:
cartolarizzazioni strutturate con l‟obiettivo di conseguire vantaggi economici riguardanti l‟ottimizzazione del portafoglio crediti e la
diversificazione delle fonti di finanziamento ( “cartolarizzazioni in senso stretto”.);
cartolarizzazioni che attraverso la trasformazione dei crediti ceduti in titoli
rifinanziabili si inquadrano nella politica di rafforzamento della posizione di
liquidità del Gruppo ( “auto cartolarizzazioni”). Pur non qualificandosi come operazioni di cartolarizzazione in senso
stretto, la descrizione delle operazioni di “ auto cartolarizzazione “ è riportata per completezza nella “ Informativa qualitativa”. Le stesse informazioni, invece, non contribuiscono ai dati numerici inseriti nelle tabelle.
Cartolarizzazioni in senso stretto
Operazione Marche Mutui
Nel mese di marzo 2003 la Capogruppo Banca Marche (Originator) ha
perfezionato il suo primo RMBS, cedendo pro soluto alla Società Veicolo Marche Mutui S.r.l. (Issuer) un portafoglio di crediti in bonis derivanti da mutui fondiari
assistiti da garanzia ipotecaria di primo grado, per un ammontare pari ad euro 344 milioni circa.
Il Prezzo di Cessione dei Crediti, pari al valore di carico degli stessi, è stato finanziato attraverso l‟emissione, in data 31 marzo 2003, di titoli per un
importo complessivo pari ad euro 353,010 milioni, che ha consentito anche la
costituzione di una Riserva di Cassa di euro 8,61 milioni (Cash Reserve) volta
ad evitare eventuali tensioni di liquidità alla SPV.
Ai titoli è stato attribuito il rating dalle due principali agenzie, Moody‟s
Investors Service e Standard & Poor‟s, alle quali è stato altresì assegnato il
compito di monitorare periodicamente, con cadenza trimestrale, l‟operazione. Ai fini dell‟assegnazione del rating i titoli sono stati suddivisi in cinque
tranches, di cui due, le classi A1 e A2 (rispettivamente di euro 35 e euro 281,8
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 60
milioni), senior, due, le classi B e C (rispettivamente di euro 16,2 e euro 11,4
milioni), mezzanine ed una, la classe D (di euro 8,61 milioni), junior, ordinate
sulla base del grado di priorità con cui devono essere rimborsate dalla Società
Veicolo.
Le classi senior e mezzanine sono state quotate presso il Luxembourg Stock Exchange e collocate presso investitori istituzionali, nazionali ed esteri;
la tranche junior, priva di rating, è stata invece interamente sottoscritta
inizialmente dall‟Originator. In base al Contratto di Servicing, Banca Marche ha assunto il ruolo di
“servicer” dell‟operazione; in virtù di tale impegno contrattuale, essa mantiene
i rapporti con i clienti, continuando a gestire i mutui appartenenti al portafoglio
ceduto, ed elabora con cadenza trimestrale il Servicer Report, all‟interno del quale sono riportate in modo dettagliato le informazioni sull‟andamento del
portafoglio cartolarizzato, in termini sia di grandezze stock sia di valori flusso.
Operazione Marche Mutui 2
Nel mese di ottobre 2006 la Capogruppo Banca Marche (Originator) ha
perfezionato il suo secondo RMBS, cedendo pro soluto alla Società Veicolo Marche Mutui 2 S.c.a.r.l. (Issuer) un portafoglio di crediti in bonis derivanti da
mutui fondiari assistiti da garanzia ipotecaria di primo grado, per un ammontare pari ad euro 631 milioni circa.
Il Prezzo di Cessione dei Crediti, dato dal valore di carico degli stessi, è
stato finanziato attraverso l‟emissione, in data 20 ottobre 2006, di titoli per un
pari importo. Ai titoli è stato attribuito il rating dalle due principali agenzie, Moody‟s
Investors Service e Standard & Poor‟s, alle quali è stato altresì assegnato il compito di monitorare periodicamente, con cadenza trimestrale, l‟operazione.
Ai fini dell‟assegnazione del rating i titoli sono stati suddivisi in cinque tranches, di cui due, le classi A1 e A2 (rispettivamente di euro 88,4 e euro
511,45 milioni), senior, due, le classi B e C (rispettivamente di euro 12 e euro
15,8 milioni), mezzanine ed una, la classe D (di euro 3,785), junior, ordinate sulla base del grado di priorità con cui devono essere rimborsate dalla Società
Veicolo. Le classi senior e mezzanine sono state quotate presso l‟Irish Stock
Exchange e collocate presso investitori istituzionali, nazionali ed esteri; la
tranche junior, priva di rating, è stata invece interamente sottoscritta inizialmente dall‟Originator.
In base al Contratto di Servicing, Banca Marche ha assunto il ruolo di
“servicer” dell‟operazione; in virtù di tale impegno contrattuale, essa mantiene i rapporti con i clienti, continuando a gestire i mutui appartenenti al portafoglio
ceduto, ed elabora con cadenza trimestrale il Servicer Report, all‟interno del
quale sono riportate in modo dettagliato le informazioni sull‟andamento del
portafoglio cartolarizzato, in termini sia di grandezze stock sia di valori flusso.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 61
Operazione Medioleasing Finance
Nel mese di maggio 2008 Medioleasing S.p.A. (Originator), società
controllata al 100% dalla Capogruppo Banca Marche, ha perfezionato il suo
primo LBS (Leasing Backed Securities), cedendo pro soluto a Medioleasing
Finance, società a responsabilità limitata (Issuer) costituita ai sensi della legge 130/99, un portafoglio di crediti nascenti da contratti di locazione finanziaria
per un ammontare di circa 400 milioni di euro.
Medioleasing Finance ha finanziato il pagamento del prezzo di acquisto del portafoglio mediante l‟emissione di titoli, collocati per 300 milioni di euro
presso la Banca Europea per gli Investimenti (BEI).
La partecipazione della BEI all‟operazione, in qualità di sottoscrittore dei
titoli di classe A, è finalizzata alla promozione di progetti di investimento realizzati da imprese di piccole e medie dimensioni operanti all‟interno del
territorio della Repubblica Italiana; in tale ottica, i fondi ricevuti da
Medioleasing sono stati utilizzati per il finanziamento di iniziative aventi caratteristiche predefinite.
Dal punto di vista di Medioleasing S.p.A. e del Gruppo Banca delle
Marche, l‟intervento della BEI ha permesso di allungare la durata media della provvista, così garantendo maggiore stabilità alla struttura finanziaria, e al
tempo stesso di ottenere risorse finanziarie a condizioni estremamente competitive in termini di spread. Tali vantaggi sono tanto più apprezzabili in
una fase, come quella attuale, caratterizzata da una forte instabilità dei
mercati finanziari.
Il prezzo di cessione dei Crediti è stato finanziato da Medioleasing Finance attraverso l‟emissione, in data 23 maggio 2008, di titoli per un importo
complessivo pari ad euro 411.500.000. La differenza tra l‟ammontare dei titoli emessi ed il prezzo di cessione del Portafoglio, pari ad euro 6.101.084,
corrisponde alla linea di liquidità disponibile alla Società Veicolo.
Ai titoli è stato attribuito il rating dall‟Agenzia Moody‟s Investors Service, che ha richiesto la suddivisione dei titoli in tre tranches:
Classe Senior di euro 300.000.000 - rating Aaa – sottoscritta da Banca
Europea per gli Investimenti; Classe Mezzanine di euro 105.400.000 - rating A2– sottoscritta da
Medioleasing S.p.A.;
Classe Junior di euro 6.100.000 - priva di rating – sottoscritta da Medioleasing S.p.A.
Con particolare riferimento alla Classe Mezzanine, in caso di eventuale
miglioramento dei mercati finanziari, Medioleasing potrà valutare la possibilità
di collocare le note sul mercato. I titoli emessi da Medioleasing Finance hanno un profilo di
ammortamento “bullet”, con rimborso integrale del capitale atteso al termine
del nono anno dall‟emissione. Data tale struttura dei titoli, è previsto un meccanismo di revolving
periodico del portafoglio; in pratica, al fine di consentire al veicolo di
mantenere un volume di attivi pari al valore dei titoli emessi, Medioleasing
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 62
S.p.A. cederà trimestralmente a Medioleasing Finance portafogli successivi,
selezionati in modo da garantire caratteristiche di omogeneità rispetto al
portafoglio iniziale.
A garanzia del buon funzionamento dell‟operazione, la Capogruppo Banca
Marche è intervenuta nella transazione in qualità di Garante della Liquidità, garantendo l'adempimento delle obbligazioni in capo a Medioleasing Finance
relativamente al pagamento degli interessi ed al rimborso del capitale sui titoli.
Alla scadenza del nono anno dall‟emissione, Medioleasing avrà un‟opzione per il riacquisto da Medioleasing Finance del portafoglio di leasing allora in
essere; il prezzo di vendita del portafoglio sarà utilizzato dalla Società Veicolo
per il rimborso integrale dei titoli emessi.
Qualora tale opzione non venga esercitata, Banca Marche sarà chiamata, in qualità di Garante della Liquidità, a fornire a Medioleasing Finance la liquidità
necessaria al rimborso dei titoli.
Medioleasing interviene nell‟operazione, oltre che come Originator, anche in qualità di Servicer della Società Veicolo, mantenendo la gestione dei crediti ceduti e l‟abituale relazione con la clientela interessata dalla cartolarizzazione.
Nel maggio del 2012, in relazione al peggioramento dei rating dello Stato
italiano ed in linea con gli interventi adottati a carico del sistema bancario italiano, l‟Agenzia Moody‟s ha operato una revisione del rating dei titoli della
classe Mezzanine (o “B”), attribuendo il livello Ba1 dal precedente Baa1. Il
downgrade configura un evento in forza del quale la BEI ha la facoltà di
esercitare una ”put” sull‟operazione determinandone l‟anticipata estinzione. Tale facoltà non è stata esercitata, stante l‟evidente imputabilità a fenomeni
congiunturali, diffusi a livello europeo. La Società e la Capogruppo hanno operato, in accordo con le parti
del‟operazione, azioni volte ad assicurare la tenuta del profilo di rischio, tra le
quali: il rafforzamento della riserva di cassa, elevata all‟importo di Euro 60
milioni, destinandovi il valore capitale dei crediti ceduti a partire da
ottobre 2011: il supporto a garanzia (o “credit enhancement”) ne ha avuto un significativo beneficio;
l‟ammortamento anticipato del titolo senior (classe A), destinando al
rimborso una quota pari al 50% delle quote capitali disponibili trimestralmente a partire dal primo revolving di aprile 2012 (riferito ai
rientri in linea capitale dal 1° gennaio 2012), superando quindi la prevista
costituzione di una riserva capitale dopo il 4° anno (quindi dal 2013)
inserita nella struttura originaria dell‟operazione. Tuttavia, secondo le clausole contrattuali, è stato individuato un possibile
sostituto del servicer (“back-up servicer”) qualora ricorrano le condizioni che
determinano la revoca a Medioleasing della specifica funzione. Il persistente ciclo congiunturale negativo ha prodotto nel mese di agosto
del 2012 la revisione del rating dei titoli di classe A emessi dal veicolo,
dall‟originario livello AAA a quello Aa2.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 63
Nel mese di gennaio del 2013 il rating di Banca Marche ha avuto un
ulteriore downgrade, fino al livello di B3 (long terms). Non sono stati richiesti
dalle parti, né autonomamente assunti, provvedimenti sull‟operazione.
Operazioni di “ auto cartolarizzazione”
Operazione Marche Mutui 4
In data 30 giugno 2009 la Capogruppo Banca Marche (Originator) ha stipulato un contratto di cessione con la Società veicolo Marche Mutui 4 società
a responsabilità limitata (Issuer) appositamente costituita ai sensi della legge
130/99, ai fini del perfezionamento, avvenuto poi nel mese di luglio 2009, della quarta cartolarizzazione di crediti nascenti da contratti di mutuo. Nell‟ambito
della suddetta operazione, Banca Marche ha ceduto pro soluto a Marche Mutui
4 un portafoglio di crediti in bonis derivanti da mutui ipotecari, residenziali e
commerciali, per un ammontare al 31 maggio 2009 (Valuation Date) pari ad euro 1,881 miliardi circa.
Il Prezzo di Cessione dei Crediti, pari al valore di carico degli stessi, è
stato finanziato attraverso l‟emissione, in data 24 luglio 2009, di titoli per un importo complessivo pari ad euro 1,960 miliardi. Ciò ha consentito la
costituzione di una Riserva di Cassa di euro 65 milioni (Cash Riserve), volta ad evitare eventuali tensioni di liquidità alla SPV.
Ai titoli è stato attribuito il rating dall‟Agenzia Moody‟s Investors Service,
a cui è stato altresì assegnato il compito di monitorare con cadenza semestrale
l‟operazione. Ai fini dell‟assegnazione del rating i titoli sono stati suddivisi in due tranches, di cui una senior, la classe A (di euro 1,505 miliardi), ed una
junior, la classe J (di euro 454,450 milioni). La classe A, dotata di rating, è stata quotata presso il Luxembourg Stock
Exchange e riacquistata da Banca Marche per essere utilizzata in operazioni di
rifinanziamento (REPO) sul mercato monetario con la Banca Centrale Europea.
Per questo motivo, i titoli senior sono stati strutturati in modo da possedere
tutti i requisiti richiesti dalla normativa in materia (quotazione in un mercato
regolamentato, rating fornito da almeno una delle Agenzie di Rating, emissione in forma dematerializzata,…).
Da marzo 2011 l‟utilizzo della classe senior in BCE è stato interrotto per
un breve periodo fino a quando, nel mese di maggio, l‟Agenzia di Rating Fitch ha attribuito il secondo rating, pari ad A, a tale classe di titoli facendo sì che
quest‟ultima fosse nuovamente eligible in BCE
Anche la classe J, priva di rating, è stata sottoscritta da Banca Marche.
In base al Contratto di Servicing, Banca Marche ha assunto il ruolo di
“servicer” dell‟operazione; in virtù di tale impegno contrattuale, essa è tenuta a mantenere i rapporti con i clienti, continuando a gestire i mutui appartenenti al
portafoglio ceduto, e ad elaborare con cadenza semestrale il Servicer Report,
all‟interno del quale sono riportate in modo dettagliato le informazioni
sull‟andamento del portafoglio cartolarizzato, in termini sia di grandezze stock
sia di valori flusso.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 64
Operazioni di Covered Bond
Con l‟obiettivo di migliorare la qualità del funding, nel mese di luglio
2010 Banca Marche (Originator) ha strutturato un programma di obbligazioni
bancarie garantite (“Programma di Covered Bond”).
Le obbligazioni bancarie garantite sono titoli di debito emessi direttamente da istituti bancari – in questo caso da Banca Marche (di cui
rappresentano passività dirette e non subordinate) – e garantiti da un cover
pool specificamente segregato a favore degli obbligazionisti. Tramite la cessione pro soluto ed in blocco a Marche Covered Bond
(Guarantor) di un portafoglio di crediti idonei (Cover Pool) per un valore pari
ad euro 1.020.330.752,24 (per 11.177 rapporti), la Banca ha perfezionato la
prima emissione di Covered Bond sotto programma. Il Covered Bond emesso in data 23 luglio 2010, per un importo di Euro 725 milioni, di durata 5 anni, è
stato quotato presso il Luxemburg Stock Exchange ed interamente sottoscritto
dalla Banca per essere utilizzato come collateral per operazioni di rifinanziamento principale “MRO” con la BCE o di pronti contro termine con altre controparti istituzionali.
Nel mese di Ottobre 2011 la Banca ha ceduto pro soluto ed in blocco a Marche Covered Bond un nuovo portafoglio di attivi idonei costituiti da crediti
derivanti da mutui residenziali per un valore pari ad euro 831.117.235,06 (per 6.924 rapporti), finalizzato all‟emissione di una nuova serie di Covered Bond.
La seconda serie di Covered Bond è stata emessa in data 18 ottobre 2011, per
un importo di Euro 600 milioni e di durata 5 anni. Anche questa emissione è
stata quotata presso il Luxemburg Stock Exchange ed interamente sottoscritta dalla Banca per essere utilizzata come collateral per operazioni di
rifinanziamento principale “MRO” con la BCE o di pronti contro termine con altre controparti istituzionali.
La Banca ha inoltre perfezionato due cessioni integrative del Cover Pool
(integrazione dei crediti rimborsati all‟interno del Cover Pool), cedendo al Garante in entrambi i casi, pro-soluto ed in blocco un portafoglio crediti in
bonis derivanti da mutui ipotecari residenziali. La prima cessione integrativa è
avvenuta nel mese di maggio 2011 per un corrispettivo di euro 108.345.470,06, mentre la seconda è avvenuta ne mese di novembre 2012
per un corrispettivo di euro 183.169.897,73.
Il veicolo Marche Covered Bond s.r.l. è iscritto all‟elenco generale art. 106 del Testo Unico Bancario e fa parte del Gruppo Banca Marche, in quanto la
Banca ha sottoscritto una quota di partecipazione pari al 60% del capitale
sociale della società.
Per quanto riguarda la gestione del Cover Pool, in base al Contratto di Servicing, Banca Marche ha assunto il ruolo di “servicer” dell‟operazione. In
virtù di tale impegno contrattuale, essa è tenuta a mantenere i rapporti con i
clienti, continuando a gestire i mutui appartenenti al Cover Pool ed assicurando il corretto trasferimento degli incassi generati dal portafoglio sul Conto Incassi
(Collection Account) aperto a nome di Marche Covered Bond presso Banca
Marche.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 65
In qualità di servicer, la Banca è tenuta altresì ad elaborare con cadenza
trimestrale (marzo, giugno, settembre e dicembre) il Servicer Report -
all‟interno del quale sono riportate in modo dettagliato le informazioni
sull‟andamento del Cover Pool, in termini sia di grandezze stock sia di valori
flusso. In qualità di Test Calculation Agent, Banca Marche è tenuta a calcolare i Test periodici previsti dalla normativa e dai contratti dell‟operazione.
Tenendo conto delle nuove cessioni, al 31 dicembre 2012 il debito
residuo del portafoglio mutui risulta pari ad euro 1.826.841.061,90.
Metodi per il calcolo degli importi delle esposizioni
Il Rischio derivante da cartolarizzazioni è il rischio che la sostanza
economica dell‟operazione di cartolarizzazione non sia pienamente rispecchiata nelle decisioni di valutazione e di gestione del rischio. Dalla Circolare 263/2006
e dalle linee guida fornite dal Comitato di Basilea, scaturiscono le seguenti
considerazioni: le autorità di Vigilanza pongono particolare attenzione sull‟effettivo
trasferimento del rischio derivante dalle operazioni di cartolarizzazione,
richiedendo, già in sede di Pillar 1, requisiti stringenti per il riconoscimento di vantaggi patrimoniali;
tali vantaggi si concretizzano in seguito alla verifica del sostanziale trasferimento del rischio interno all‟operazione. L‟errata valutazione della
sostanza economica comporterebbe una patrimonializzazione inadeguata e
la sostanziale inadeguatezza delle procedure di misurazione e controllo
degli altri rischi (primo su tutti il rischio di credito). Attualmente, le cartolarizzazioni poste in essere dal Gruppo, due relative
a mutui residenziali, una di tipo “misto” (mutui residenziali e commerciali) ed una relativa a crediti in leasing, presentano assorbimenti patrimoniali pari
all‟assorbimento delle attività cedute, in quanto quest‟ultimo risulta inferiore al teorico assorbimento delle posizioni detenute dal Gruppo verso tali
cartolarizzazioni.
Comunque, la Capogruppo analizza, attraverso il Servizio Controllo Rischi Finanziari e Operativi, funzione deputata al controllo del rischio di
cartolarizzazione, gli effetti derivanti dal mancato trasferimento del rischio insito nelle cartolarizzazioni con il costante controllo del mantenimento dei
requisiti di validità dell‟operazione nel tempo.
Operazioni di cartolarizzazione:politiche Contabili
Le regole per la rilevazione contabile delle operazioni di cartolarizzazione
dei crediti, regolate dai principi contabili internazionali (IAS – International
Accounting Standards) nel documento IAS 39 (paragrafi relativi alla derecognition degli attivi oggetto di cessione), sono suddivise come segue:
1) In caso di derecognition degli attivi ceduti
Qualora siano stati trasferiti effettivamente tutti i rischi e i benefici in
capo agli attivi ceduti, il cedente (Originator) provvede all‟eliminazione
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 66
contabile degli stessi dal proprio bilancio, rilevando in contropartita il
corrispettivo ricevuto e l‟eventuale utile o perdita da cessione.
Le attività cedute sono quindi cancellate dallo Stato Patrimoniale del
cedente e l‟utile o la perdita da cessione, nonché l‟eventuale credito relativo al
corrispettivo della vendita, sono registrati in bilancio alla data di perfezionamento della cessione.
2) In caso di mancata derecognition degli attivi ceduti Qualora l‟operazione di cartolarizzazione non soddisfi i requisiti richiesti
dallo Ias 39 per la derecognition degli attivi ceduti, il cedente deve provvedere
al mantenimento degli stessi nel proprio bilancio, provvedendo all‟iscrizione del
finanziamento come contropartita del corrispettivo ricevuto. Il portafoglio di crediti oggetto di cessione continua quindi ad essere
classificato nella categoria di crediti di cui faceva originariamente parte e
continua ad essere misurato al costo ammortizzato e valutato (analiticamente o in forma collettiva) come se la transazione non avesse mai avuto luogo.
Ciò accade ad esempio nel caso in cui il cedente sottoscriva
integralmente la classe di titoli junior oppure metta a disposizione dell‟operazione una garanzia collaterale.
Per le cessioni perfezionate prima del 1° gennaio 2004 (Marche Mutui), il Gruppo si è avvalso dell‟esenzione dai requisiti di conformità ai principi IAS
consentita in sede di prima applicazione degli stessi, lasciando così
tendenzialmente invariate, dal punto di vista contabile, le modalità di
registrazione dell‟operazione rispetto alle precedenti situazioni economico-patrimoniali del Gruppo.
Per le cessioni realizzate successivamente a tale data (Marche Mutui 2, Marche Mutui 4, Medioleasing Finance e Marche M5), hanno trovato puntuale
applicazione le norme previste dallo IAS 39 in materia di derecognition delle attività cedute sopra sintetizzate; di conseguenza, avendo mantenuto nella
“sostanza” tutti i rischi ed i benefici collegati agli attivi ceduti, il Gruppo ha
dovuto trattenere questi ultimi in bilancio.
Natura dei rischi, tra cui il rischio di liquidità, inerenti alle attività
cartolarizzate
Per una disamina dei rischi inerenti alle attività cartolarizzate, occorre fare una distinzione fra cartolarizzazioni proprie e cartolarizzazioni di terzi.
I rischi associati alle cartolarizzazioni proprie sono circoscritti
all‟eventualità di un downgrading del merito creditizio della Banca o di
insolvenza. Tali eventi potrebbero determinare la perdita dei requisiti per la
stanziabilità presso le banche centrali, fatta salva la possibilità di incrementare la collateralizzazione delle operazioni per recuperare i requisiti stessi, o la
perdita delle attività di incasso e gestione (c.d. “servicing”) dei portafogli
ceduti.
Le cartolarizzazioni di terzi, rappresentate in bilancio fra i “Loans and
Receivables”, espongono la Banca unicamente al rischio di credito proprio degli attivi sottostanti; detto rischio di credito è quantificato e monitorato in
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 67
conformità alla normativa applicabile per il calcolo degli assorbimenti
patrimoniali a fronte degli altri crediti della Banca.
Nel portafoglio di cartolarizzazioni di terzi è presente un solo titolo della
tipologia “ri-cartolarizzazioni”, per un importo molto contenuto. La nota in
oggetto è la classe “B” di una transazione suddivisa in 7 tranches (dalla “A” alla “G”) più un‟ottava (la “X”) emessa a copertura delle spese e delle fees. La
classe “B” in portafoglio è protetta dalla subordinazione di tutte le classi
inferiori (dalla C alla G). Considerato che le cartolarizzazioni di terzi e le ri-cartolarizzazioni sono
rappresentate in bilancio fra i “Loans and Receivables” e che esse espongono la
Banca unicamente al rischio di credito proprio degli attivi sottostanti, per
monitorare le variazioni dei rischi delle suddette cartolarizzazioni sono messe in atto le stesse procedure utilizzate per gli altri attivi creditizi della Banca, alla
cui illustrazione si rimanda.
Le variazioni dei rischi di tali esposizioni, che sono comunque gestite nell‟ambito del portafoglio titoli della Capogruppo, sono inoltre monitorate dal Servizio Controllo Rischi Finanziari e Operativi nel processo di controllo dei
rischi finanziari, utilizzando le medesime procedure previste per gli atri titoli (analisi degli andamenti di prezzo, di spread, dei mercati di riferimento, analisi
della reportistica prodotta periodicamente nell‟ambito delle cartolarizzazioni). Per quanto riguarda le cartolarizzazioni di terzi, considerato l‟importo
molto limitato, non si è ritenuto necessario porre in essere particolari politiche
di copertura.
Analoghe considerazioni valgono per le cartolarizzazioni proprie, considerata la natura del rischio (rischio di downgrading della Banca).
A fronte dei downgrade subiti dalla Banca nel 2012 e 2013, sono state operate delle modifiche alla struttura di parte delle cartolarizzazioni in essere,
tali da aumentarne il livello di collateralizzazione. Non ci sono stati impatti in
termini di perdita dell‟attività di incasso (servicing).
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 68
Informativa quantitativa
Tavola 10.1 Esposizioni sottostanti alle attività cartolarizzate
Cartolarizzazioni tradizionali 31.12.2012 31.12.2011
A. Attività sottostanti proprie 657.394 707.133
A.1 Oggetto di integrale cancellazione dal bilancio 70.462 84.640
- Mutui fondiari assistiti da garanzia ipotecaria 70.462 84.640
1. Sofferenze 5.464 5.465
2. Incagli - -
3. Esposizioni ristrutturate - -
4. Esposizioni scadute - -
5. Altre attività 64.998 79.175
A.2 Oggetto di parziale cancellazione dal bilancio 412.959 423.846
- Locazione finanziaria 412.959 423.846
1. Sofferenze 17.471 12.953
2. Incagli 30.967 20.346
3. Esposizioni ristrutturate 1.167 2.465
4. Esposizioni scadute 13.203 24.187
5. Altre attività 350.151 363.895
A.3 Non cancellate 173.973 198.647
- Mutui fondiari ed ipotecari 173.973 198.647
1. Sofferenze 7.674 7.305
2. Incagli 2.972 2.105
3. Esposizioni ristrutturate - -
4. Esposizioni scadute 1.973 2.280
5. Altre attività 161.354 186.957
Si precisa, a seguito del 2° aggiornamento della Circolare 262 del 22
Dicembre 2005 (Il Bilancio Bancario), che a partire dal 31 Dicembre 2009, non
formano oggetto di rilevazione nella presente Tavola le operazioni di cartolarizzazione nelle quali le società originator del Gruppo sottoscrivano
all‟atto dell‟emissione il complesso delle passività emesse dalla società veicolo. Nello specifico, la società bancaria Banca Marche ha riacquistato interamente i
titoli sottostanti a varie cartolarizzazioni (Marche Mutui 4, Marche Covered Bond e Marche M5).
La tabella evidenzia le esposizioni sottostanti alle attività cartolarizzate,
suddivise per tipologia di esposizione, e per qualità creditizia dell'esposizione. Si precisa, inoltre, che il Gruppo Bancario ha posto in essere operazioni di
cartolarizzazioni tradizionali, per cui la Tavola 10.1 si riferisce unicamente a tale tipologia di operazioni.
Il Punto A.1 Oggetto di integrale cancellazione dal bilancio riguarda le
esposizioni sottostanti alla prima cartolarizzazione effettuata dalla Capogruppo,
Banca Marche, nel Marzo 2003, per le quali la Società Capogruppo si è avvalsa
dell'esenzione offerta dai principi IAS/IFRS in sede di prima applicazione di
quest'ultimi. Di conseguenza è rimasta invariata la prassi contabile di
registrazione dell'operazione, rispetto alla precedente normativa. I punti A.2 “Oggetto di parziale cancellazione dal bilancio” ed A.3 “Non
Cancellate”, fanno riferimento alle ultime operazioni di cartolarizzazione poste
in essere dal Gruppo, per le quali è stata applicata la pratica prevista dallo IAS
39 (derecognition delle attività cedute). Il Gruppo, avendo di fatto mantenuto
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 69
tutti i rischi ed i benefici collegati alle attività cedute, ha continuato a registrare
nel proprio attivo tali crediti.
Si precisa che la cartolarizzazione avente ad oggetto beni concessi in
locazione finanziaria ha comportato la cessione completa delle esposizione
creditizia ad esclusione della quota riscatto (operazioni di cui al punto A.2).
Tavola 10.2 Posizioni verso le cartolarizzioni e ri-cartolarizzazioni
31.12.2012
Valore di
bilancio
Fasce di
ponderazione
Valore
ponderato
Requisiti
patrimoniali
Cartolarizzazioni proprie 11.448
84.005 2.487
MARCHE MUTUI CLASSE "D"SCAD.2032 6.523 1.250 81.543 2.290 MARCHE MUTUI SRL CL"C" SCAD.2032 4.925 50 2.462 197
Valore di
bilancio
Fasce di
ponderazione
Valore
ponderato
Requisiti
patrimoniali
Cartolarizzazioni di terzi 20.757
75.984 6.077
ACCESS GROUP INC-CL A2-USD TV 14.03.07-25.08.26 *CALL-SINK* - - - - ALBURN REAL ESTATE CAPITAL LTD TV-GBP-22.02.07-15.10.16-SINK 890 1.250 11.125 890 APULIA FINANCE 5-CL.A-TV-EUR- 05.02.07-31.10.20 FRN(SINK-CAL - - - - AUBURN SECURITIES 4 TV-GBP-11.10.04-01.10.41 FRN SUB-CALL 1.446 20 289 23 AUBURN SECURITIES 5 TV-GBP-23.09.05-01.12.41 FRN SUB-CALL 1.457 20 291 23 BRUNEL RESIDENT MORTGAGES EUR TV 13.03.07-13.01.39 180 20 36 3 CORNERSTONE TITAN EUR TV 08.03.07-23.01.17 SINK-CALL 1.155 350 4.041 323 CPUK MORTGAGE FIN. CL A2-GBP TV 19.06.07-10.10.18 CALL SINK - - - - DECO 12 UK 4 TV -GBP- 13.03.07-27.01.20 FRN CALLABLE 857 100 857 69 DECO 14 PAN EUROPE-CL A3- EUR TV 29.03.07-27.10.20 CALL SINK 1.728 100 1.728 138 DECO 2005 PAN EUROPE1 TV-EUR-25.08.05-27.07.14 SINK-CALL - - - - DUCATO CONSUMER-CL.A-TV-EUR-19.10.06-10.11.19 FRN(SINK-CALL) - - - - EUROHOME UK MORTGAG.-CL A-GBP TV 21.03.07-15.06.44*CALL-SINK 956 50 478 38 EUROPEAN LOAN CONDUIT 19 TV-GBP-17.08.04-01.11.29 SINK 4 50 2 - EUROSAIL UK 2007 INC PLC TV-EUR-28.02.07-13.03.45 FRN (CALL) 686 50 343 27
EUROSAIL UK 2007 INC PLC TV-EUR-28.02.07-13.03.45 FRN (CALL) 655 100 655 52 FIRST FLEXIBLE NO.7-CL A-GBP TV 25.01.07-15.09.33 CALL-SINK 354 20 71 6 GREAT HALL MORTGAGES PLC TV-EUR-14.03.07-18.03.39-SK(PF)CALL - - - - HIPOCAT 11 FTA-MBS CL A2-EUR TV 15.03.07-15.01.50 CALL SINK 737 1.250 9.213 737 HOLLAND MBS S.ERMES XIII-EUR TV 29.03.07-18.08.39 CALL-SINK - - - - IMMEO RESIDENTID.FINANCE TV-EUR-06.06.07-15.12.16-SINK CALL - - - - INTERSTAR MILLENNIUM C.A2 EUR TV 05.02.04-07.05.36-SINK CALL 116 20 23 2 ITALEASE FINANCE CL.A2 TV-EUR-23.03.05-14.09.20-SINK(PF)CALL 80 20 16 1 ITALFINANCE SECURITISATION VEHICLE2 TV-EUR-01.03.07-14.01.26 264 1.250 3.297 264 JUMP SRL CL-A TV -EUR- 27.10.06-27.04.26FRN SINKABLE-CALL - - - - KMS PLC TV -EUR- 28.03.07-14.06.40 FRN - SUB CALLABLE 528 50 264 21 KMS PLC TV -EUR- 28.03.07-14.06.40 FRN - SUBORDINATED 97 50 49 4 LANSDOWNE MORTGAGE SECS 2-EUR-TV 06.12.06-16.09.48 SINK-CALL 513 1.250 6.418 513 LEASIMPRESA FINANCE "A"TV-EUR-16.10.06-22.12.25-SINK(PF)CALL 261 20 52 4 LEEK FINANCE HOLDINGS "A2A"TV-GBP-26.10.06-21.09.38-SINK-CAL 828 1.250 10.348 828 LONDON & REGIONAL DEBT SECUR. GBP TV 28.07.06-15.10.15 1.353 1.250 16.913 1.353 NEWGATE FUNDING PLC C.MB EUR TV 15.03.07-01.12.50 SUB-CALL 745 50 372 30 NEWGATE FUNDING PLC GBP TV 15.03.07-01.12.50 - - - - PARAGON MORTGAGES (N.9) PLC TV-EUR-19.07.05-15.05.41 FRN-CAL 956 50 478 38 PARAGON MORTGAGES (N.9) PLC TV-GBP-19.07.05-15.05.41 SK-CALL 181 50 91 7 PARAGON MORTGAGES EUR TV 26.05.04-15.05.34 - SINK-CALL 447 50 223 18 PARAGON MORTGAGES(N.14)PLC TV-EUR-22.03.07-15.09.39 FRN-CALL 1.038 20 208 17 PERPETUAL TRUSTEES VICTORIA TV-GBP-25.01.07-07.04.38 FRN-CAL 330 20 66 5 SANDWELL COMM.FIN N.2"E"TV-GBP-23.09.05-30.09.37 SUB-SK-CALL 424 50 212 17 THE NATIONAL COLLEGIATE STUD USD TV 08.03.07-25.11.28 - - - - TITULIZACION DE EUR TV 13.03.07-26.02.49 879 20 176 14 TRITON CONTAINER TV-USD- 22.03.07-26.02.19 SINK-CALL - - - - VALENCIA HIPOTECARIO2 TV-EUR-12.12.05-24.01.43- SINK(PF)-CAL 612 1.250 7.649 612
Valore di
bilancio
Fasce di
ponderazione
Valore
ponderato
Requisiti
patrimoniali
Ricartolarizzazioni di terzi 1.246
15.573 1.246
EPIC (DRUMMOND) LTD TV-EUR-21.06.07-25.01.22 FRN - SINK 1.246 1.250 15.573 1.246
Totale 33.451
175.562 9.810
Tavola 10.2 - prosegue
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 70
31.12.2011
Valore di
bilancio
Fasce di
ponderazione
Valore
ponderato
Requisiti
patrimoniali
Cartolarizzazioni proprie 11.599
85.734 2.913
MARCHE MUTUI CLASSE "D"SCAD.2032 6.661 1.250 83.265 2.715 MARCHE MUTUI SRL CL"C" SCAD.2032 4.938 50 2.469 198
Valore di
bilancio
Fasce di
ponderazione
Valore
ponderato
Requisiti
patrimoniali
Cartolarizzazioni di terzi 26.805
53.244 4.260
ACCESS GROUP INC-CL A2-USD TV 14.03.07-25.08.26 *CALL-SINK* - - -
ALBURN REAL ESTATE CAPITAL LTD TV-GBP-22.02.07-15.10.16-SINK 876 100 876 70 APULIA FINANCE 5-CL.A-TV-EUR- 05.02.07-31.10.20 FRN(SINK-CAL 106 1.250 1.319 105 AUBURN SECURITIES 4 TV-GBP-11.10.04-01.10.41 FRN SUB-CALL 1.409 20 282 23 AUBURN SECURITIES 5 TV-GBP-23.09.05-01.12.41 FRN SUB-CALL 1.420 20 284 23 BRUNEL RESIDENT MORTGAGES EUR TV 13.03.07-13.01.39 200 20 40 3 CORNERSTONE TITAN EUR TV 08.03.07-23.01.17 SINK-CALL 1.142 50 571 46 CPUK MORTGAGE FIN. CL A2-GBP TV 19.06.07-10.10.18 CALL SINK 727 20 145 12 DECO 12 UK 4 TV -GBP- 13.03.07-27.01.20 FRN CALLABLE 818 50 409 33 DECO 14 PAN EUROPE-CL A3- EUR TV 29.03.07-27.10.20 CALL SINK 1.711 50 855 68 DECO 2005 PAN EUROPE1 TV-EUR-25.08.05-27.07.14 SINK-CALL 1.237 50 619 49 DUCATO CONSUMER-CL.A-TV-EUR-19.10.06-10.11.19 FRN(SINK-CALL) 66 1.250 823 66 EUROHOME UK MORTGAG.-CL A-GBP TV 21.03.07-15.06.44*CALL-SINK 982 50 491 39 EUROPEAN LOAN CONDUIT 19 TV-GBP-17.08.04-01.11.29 SINK 18 50 9 1 EUROSAIL UK 2007 INC PLC TV-EUR-28.02.07-13.03.45 FRN (CALL) 758 20 152 12 EUROSAIL UK 2007 INC PLC TV-EUR-28.02.07-13.03.45 FRN (CALL) 648 100 648 52 FIRST FLEXIBLE NO.7-CL A-GBP TV 25.01.07-15.09.33 CALL-SINK 450 20 90 7 GREAT HALL MORTGAGES PLC TV-EUR-14.03.07-18.03.39-SK(PF)CALL 1.062 50 531 42 HIPOCAT 11 FTA-MBS CL A2-EUR TV 15.03.07-15.01.50 CALL SINK 807 100 807 65 HOLLAND MBS S.ERMES XIII-EUR TV 29.03.07-18.08.39 CALL-SINK - - - - IMMEO RESIDENTID.FINANCE TV-EUR-06.06.07-15.12.16-SINK CALL 153 50 77 6 INTERSTAR MILLENNIUM C.A2 EUR TV 05.02.04-07.05.36-SINK CALL 148 20 30 2 ITALEASE FINANCE CL.A2 TV-EUR-23.03.05-14.09.20-SINK(PF)CALL 173 20 35 3 ITALFINANCE SECURITISATION VEHICLE2 TV-EUR-01.03.07-14.01.26 371 1.250 4.635 371 JUMP SRL CL-A TV -EUR- 27.10.06-27.04.26FRN SINKABLE-CALL 816 20 163 13 KMS PLC TV -EUR- 28.03.07-14.06.40 FRN - SUB CALLABLE 621 20 124 10 KMS PLC TV -EUR- 28.03.07-14.06.40 FRN - SUBORDINATED 95 20 19 2
LANSDOWNE MORTGAGE SECS 2-EUR-TV 06.12.06-16.09.48 SINK-CALL 536 350 1.876 150 LEASIMPRESA FINANCE "A"TV-EUR-16.10.06-22.12.25-SINK(PF)CALL 393 20 79 6 LEEK FINANCE HOLDINGS "A2A"TV-GBP-26.10.06-21.09.38-SINK-CAL 853 1.250 10.657 853 LONDON & REGIONAL DEBT SECUR. GBP TV 28.07.06-15.10.15 1.286 1.250 16.077 1.286 NEWGATE FUNDING PLC C.MB EUR TV 15.03.07-01.12.50 SUB-CALL 743 50 372 30 NEWGATE FUNDING PLC GBP TV 15.03.07-01.12.50 546 50 273 22 PARAGON MORTGAGES (N.9) PLC TV-EUR-19.07.05-15.05.41 FRN-CAL 981 20 196 16 PARAGON MORTGAGES (N.9) PLC TV-GBP-19.07.05-15.05.41 SK-CALL 182 20 36 3 PARAGON MORTGAGES EUR TV 26.05.04-15.05.34 - SINK-CALL 459 20 92 7 PARAGON MORTGAGES(N.14)PLC TV-EUR-22.03.07-15.09.39 FRN-CALL 1.032 20 206 17 PERPETUAL TRUSTEES VICTORIA TV-GBP-25.01.07-07.04.38 FRN-CAL 464 20 93 7 SANDWELL COMM.FIN N.2"E"TV-GBP-23.09.05-30.09.37 SUB-SK-CALL 500 20 100 8 THE NATIONAL COLLEGIATE STUD USD TV 08.03.07-25.11.28 - - - - TITULIZACION DE EUR TV 13.03.07-26.02.49 984 20 197 16 TRITON CONTAINER TV-USD- 22.03.07-26.02.19 SINK-CALL 343 100 343 27 VALENCIA HIPOTECARIO2 TV-EUR-12.12.05-24.01.43- SINK(PF)-CAL 689 1.250 8.613 689
Valoredi
Bilancio
Fascedi
ponderazione
Valore
ponderato
Requisiti
patrimoniali
Ricartolarizzazioni di terzi 1.237
2.782 223
EPIC (DRUMMOND) LTD TV-EUR-21.06.07-25.01.22 FRN - SINK 1.237 225 2.782 223
Totale 39.641
141.760 7.396
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 71
Operazioni di cartolarizzazione effettuate nel periodo
Marche M5
In data 24 febbraio 2012 Banca Marche (Originator) ha stipulato un contratto di cessione con Marche M5 S.r.L. (Issuer) appositamente costituita ai
sensi della legge 130/99, ai fini del perfezionamento, avvenuto nel mese di
giugno 2012, della quinta cartolarizzazione di crediti nascenti da contratti di
mutuo commerciali e prestiti chirografari. Nell‟ambito della suddetta operazione, Banca Marche ha ceduto pro soluto a Marche M5 un portafoglio di
crediti in bonis derivanti da mutui ipotecari commerciali e prestiti chirografari a
SME‟s, per un ammontare al 31 gennaio 2012 (Valuation Date) pari ad euro
1.909.656.391,86. Il Prezzo di Cessione dei Crediti, pari al valore di carico degli stessi, è
stato finanziato attraverso l‟emissione, in data 27 giugno 2012, di titoli per un
importo complessivo pari ad euro 1.945.900.000. Ciò ha consentito la costituzione di una Riserva di Cassa di euro 35.850.000 (Cash Riserve), volta
ad evitare eventuali tensioni di liquidità alla SPV.
Ai titoli è stato attribuito il rating da due agenzie, Moody‟s Investors Service e DBRS Ratings Limited, alle quali è stato altresì assegnato il compito
di monitorare con cadenza trimestrale l‟operazione. Ai fini dell‟assegnazione del rating, i titoli sono stati suddivisi in due tranches, di cui una senior (la classe
A) ed una junior (la classe J), in base al grado di priorità con cui la Società
Veicolo procederà ad effettuare i rimborsi.
La classe A è stata quotata presso il Luxembourg Stock Exchange e riacquistata da Banca Marche per essere utilizzata in operazioni di
rifinanziamento principale con la Banca Centrale Europea e/o operazioni di pronti contro termine con controparti istituzionali. Per questo motivo, la stessa
è stata strutturata in modo da possedere tutti i requisiti richiesti dalla normativa in materia.
Anche la classe J, priva di rating, è stata sottoscritta da Banca Marche.
In base al Contratto di Servicing, Banca Marche ha assunto il ruolo di “servicer” dell‟operazione; in virtù di tale impegno contrattuale, essa è tenuta a
mantenere i rapporti con i clienti e ad elaborare con cadenza trimestrale il Servicer Report, all‟interno del quale sono riportate in modo dettagliato le
informazioni sull‟andamento del portafoglio cartolarizzato.
Tavola 10.3 Operazioni di cartolarizzazione effettuate nel periodo di riferimento
Marche M5-
mutui commerciali e prestiti chirografari
31.12.2012
Attività cedute:
1. Sofferenze -
2. Incagli -
3. Esposizioni ristrutturate -
4. Esposizioni scadute -
5. Altre attività 1.909.656
Totale 1.909.656
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 72
Tavola 11. Rischi di mercato: informazioni per le banche che utilizzano il metodo dei modelli interni per il rischio di posizione, per il rischio di cambio e per il rischio di
posizione in merci (IMA)
La tavola non viene compilata poiché il Gruppo non utilizza sistemi interni
per il calcolo del requisito patrimoniale a fronte dei rischi di mercato.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 73
Tavola 12. Rischio operativo
Informativa qualitativa Il requisito patrimoniale a livello di Gruppo è calcolato utilizzando il
metodo Standardizzato (TSA - Traditional Standardised Approach). Tale
approccio prevede che la Capogruppo adotti il metodo TSA in combinazione
con il metodo adottato dalle controllate: TSA per tutte le società del gruppo ad
eccezione della società Marche Covered Bond srl. Ulteriori dettagli sono forniti nella Tavola 1 – Requisito informativo
generale – Rischio operativo.
Per l‟utilizzo del metodo Standardizzato, la banca si è dotata di un efficace sistema di gestione dei rischi operativi sottoposto ad un processo di
auto-valutazione volto a valutare la qualità del sistema, la sua rispondenza alle
prescrizioni normative ed alle esigenze operative e di mercato; tale
autovalutazione è soggetta alla verifica della funzione di revisione interna e sottoposta annualmente all‟organo con funzione di supervisione strategica per l‟attestazione del rispetto dei requisiti d‟idoneità previsti dalla normativa.
Nel metodo Standardizzato, il requisito patrimoniale a fronte dei rischi operativi si determina applicando al margine di intermediazione, distinto nelle 8 linee di business regolamentari secondo le quali è suddivisa l‟attività
aziendale, coefficienti specifici che variano da un minimo del 12% ad un massimo del 18%.
Le linee di business regolamentari sono:
servizi finanziari per l‟impresa; negoziazione e vendita; servizi bancari al dettaglio;
servizi bancari a carattere commerciale; servizi di pagamento e regolamento; gestioni fiduciarie;
gestioni patrimoniali;
intermediazione al dettaglio. Il Gruppo Banca Marche ha sviluppato un modello interno, in linea con i
requisiti normativi previsti dalle Disposizioni di Vigilanza, che utilizza i metodi
avanzati AMA per giungere ad una stima del capitale a rischio.
Allo stato attuale, il modello viene utilizzato ai soli fini gestionali interni e si basa sull‟utilizzo delle quattro componenti previste dalla regolamentazione
(dati interni di perdita operativa, dati esterni, analisi di scenario, valutazione
dei fattori del contesto operativo e del sistema dei controlli interni). Per quanto riguarda i dati empirici, la metodologia adottata si basa
sull‟analisi dei dati storici interni di perdita operativa (rilevati e censiti dai vari
responsabili decentrati, quindi controllati e validati dalla funzione centrale di
ORM) opportunamente integrati con i dati esterni consortili ottenuti grazie alla
partecipazione al DIPO (Database Italiano Perdite Operative) gestito in sede
ABI (Associazione Bancaria Italiana).
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 74
Nel modello vengono applicate tecniche attuariali di tipo LDA (Loss
Distribution Approach) che prevedono lo studio e la modellizzazione separata
delle distribuzioni di frequenza e di impatto dei dati storici e quindi il calcolo
della perdita aggregata attraverso tecniche analitiche o di simulazione. Il
capitale a rischio viene stimato su un orizzonte temporale di un anno con un intervallo di confidenza al 99,9% come previsto dalla regolamentazione.
A ciò si aggiunge poi la componente di Analisi di Scenario, che valuta
l‟esposizione ai rischi operativi in ottica forward-looking, integrando una misura di stima prospettica a quella di ordine storico costruita sui dati empirici.
Vengono raccolte valutazioni analitiche dagli esperti del business (sia in termini
quantitativi di frequenza ed impatto del caso tipico/pessimo che in termini
qualitativi circa fattori critici ed interventi di mitigazione attuabili) per tutti quegli scenari che sono stati classificati come rischiosi in sede di analisi dei
fattori del contesto operativo e di valutazione del sistema dei controlli interni.
Le informazioni qualitative raccolte sono elaborate dal motore statistico dell‟applicativo specifico al fine di ottenere misure di perdita attesa ed inattesa; queste vengono poi combinate e ponderate con le misure di rischio derivanti
dai dati empirici al fine di pervenire ad una stima di rischio complessiva. Circa l‟impostazione progettuale del sistema si gestione dei rischi
operativi, và rilevato che la Banca ha voluto definire il sistema stesso nell‟ottica di un‟adozione, a tendere, del metodo avanzato (AMA) per il calcolo del
requisito patrimoniale.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 75
Esposizioni in strumenti di capitale:
informazioni sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario
Informativa qualitativa e quantitativa
Esposizioni in strumenti di capitale incluse nel portafoglio bancario:
differenziazione delle esposizioni in funzione degli obiettivi perseguiti.
Gli investimenti in strumenti di capitale presenti nel Gruppo Bancario
hanno le seguenti caratteristiche: partecipazioni in società sottoposte ad influenza notevole, classificate
nella Voce 100 – Partecipazioni:
Tavola 13.1 Composizione della Voce 100 - Partecipazioni Valore di Bilancio
31.12.2012
Valore di Bilancio
31.12.2011
Montefeltro Leader scarl 20 20
Totale 20 20
strumentali all’attività operativa delle Banche appartenenti al Gruppo e
istituzionali, partecipazioni in associazioni di categoria, società consortili,
società, enti ed istituzioni legate al territorio classificate nella Voce 40 – Attività
finanziarie disponibili per la vendita:
Tavola 13.2 Composizione della Voce 40 - Attività finanziarie disponibili per la vendita
Valore di Bilancio
31.12.2012
Valore di Bilancio
31.12.2011
Livello 1: 518 498
Partecipazione Conafi Prestitò S.p.A. 518 498
Livello 3: 16.592 14.414
Valutati al Fair value 897 915
Partecipazione Aerdorica S.p.A. 897 915
Valutati al Costo 15.695 13.499
Partecipazione Ass.rass.int.musica sacra virg 1 1
Partecipazione Banca d'italia 6.827 6.827
Partecipazione Centro agroalimentare di Macerata S.r.l. 7 7
Partecipazione Centro Factoring S.p.A. 86 86
Partecipazione Cirio Holding S.p.A. - -
Partecipazione Confidicoop Marche Soc.Cooperativa 2.483 2.483
Partecipazione Confidicoop MutualCredito S.c.p.a. 250 250
Partecipazione Cons.agrario prov.Ancona - -
Partecipazione Fermano leader soc.cons.r 1 1
Partecipazione FidiImpresa Soc.Coop. 600 600
Partecipazione Finanziaria Regionale Abruzzese S.p.A. 77 77
Partecipazione Interporto Marche S.p.A. 1.196 1.196
Partecipazione Live srl 1 -
Partecipazione Meccano società consortile per azioni 71 71
Partecipazione Nuova Via Trento S.p.A. 231 231
Partecipazione P.b. s.r.l. 3 3
Partecipazione Pesaro Parcheggi S.p.A. 240 240
Partecipazione Pierucci SCPA 350 350
Partecipazione Smia S.p.A. 2.477 -
Partecipazione S.s.b. S.p.A. 13 12
Partecipazione Sgr società di Gestione per il Realizzo S.p.A. - 276
Partecipazione Siteba S.p.A. - 7
Partecipazione Soc.reg.di gar.Marche S.c.p.a. 465 465
Partecipazione Soc.reg.di gar.Marche S.c.p.a. (Strumenti partecipativi) 250 250
Partecipazione Soggetto Intermediario Locale App.Centr. S.c.a.r.l. 2 2
Partecipazione Swift Bruxelles 26 26
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 76
Tavola 13.2 Composizione della Voce 40 - Attività finanziarie disponibili per la vendita
Valore di Bilancio
31.12.2012
Valore di Bilancio
31.12.2011
Partecipazione Tecnomarche 38 38
Nel corso del 2012, in sede di liquidazione della Società di Gestione per il
Realizzo S.p.A., partecipata con un‟interessenza del 6,39% e con un valore di bilancio pari a 276 mila euro al 31 Dicembre 2011, alla Capogruppo sono state
assegnate azioni della società SMIA S.p.A., in precedenza detenuta dalla
società liquidata, per un fair value iniziale di carico di 2.476 migliaia di euro e
per un‟interessenza pari a quella detenuta nella società cessata. La liquidazione della Società di Gestione per il realizzo S.p.A. ha determinato l‟incasso di
dividendi per 3.051 migliaia di euro e un utile per 697 migliaia di euro.
Il Gruppo detiene due distinte partecipazioni nella Società Regionale di
Garanzia. Quest‟ultima è una società cooperativa per azioni che, con provvedimento emanato in data 21 maggio 2010, ha acquisito la qualifica di
intermediario finanziario iscritto nell‟elenco speciale di cui all‟art.107 del TUB,
vigilato dalla Banca d‟Italia. La struttura patrimoniale della Società è articolata nelle seguenti voci:
capitale (diviso nel capitale sottoscritto dai soci cooperatori e dai soci
sovventori) e strumenti di capitale (diviso tra enti sovventori e strumenti partecipativi).
Rispetto alla situazione di cui sopra la posizione del Gruppo risulta essere così articolata:
ha sottoscritto, in qualità di socio sovventore, n. 18.001 azioni del valore unitario di euro 25,82 cadauna e di conseguenza detiene un capitale
sociale pari a euro 464.785,82 su un totale di euro 3.420.572, pari ad una interessenza del 13,59%;
ha sottoscritto uno strumento finanziario di partecipazione, per nominali euro 250.000, rispetto ad un totale di strumenti della specie emessi dalla
Società pari a euro 2.360.000. Gli stessi sono forniti di diritti patrimoniali
e anche amministrativi ma privi del generale diritto di voto in assemblea. Lo Statuto della Società prevede che ai sottoscrittori di tale ultima
tipologia di strumenti finanziari non sia attribuibile la qualità di socio, anche se
in capo agli stessi viene previsto il diritto di intervento in assemblea. Di conseguenza la partecipazione al capitale della società in questione
deriva dalla somma tra i due strumenti di capitale, come detto di natura tra di
loro diversa, rapportata peraltro al solo capitale sociale della SRGM (3,42 milioni di euro).
Pertanto, lo strumento partecipativo non può concorrere a determinare
(data la particolare natura dello stesso) la percentuale di partecipazione al
capitale, per cui, al fine di fornire una rappresentazione maggiormente
coerente con la reale natura della partecipazione, si è deciso di rappresentarla
in maniera distinta:
la prima riferita alle azioni con esplicita indicazione della tipologia di strumento e con indicazione della reale entità della interessenza (13,59%)
e il correlato valore nominale;
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 77
la seconda riferita allo strumento partecipativo, senza indicazione della
quota di partecipazione al capitale dell‟intermediario e con il relativo
valore nominale.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 78
di investimento finanziario, partecipazioni in private equity detenute dal
Fondo Focus Impresa, classificate nella Voce “30 – Attività finanziarie valutate
al fair value” e partecipazioni in corso di dismissione incluse nella Voce “150 –
attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione:
Tavola 13.3 Composizione della Voce 30 - Attività finanziarie valutate al fair value
Valore di Bilancio
31.12.2012
Valore di Bilancio
31.12.2011
Maritime Holding S.p.A. 4.155 4.155
Erydel S.p.A. 1.954 1.954
Silicon Biosystems S.p.A. 1.378 750
Totale 7.487 6.859
In data 15 novembre 2011 sono state poste a servizio della Società
Silicon Biosystems S.p.A. ulteriori risorse del Fondo “Focus Impresa” per euro 331.547 a titolo di finanziamento soci convertibile. Tale finanziamento (di
complessivi euro 2,5 milioni e durata fino al 30 giugno 2014) ha garantito a
Silicon Biosystems S.p.A le risorse necessarie per la prosecuzione del proprio piano di sviluppo che aveva come obiettivo la quotazione in un mercato regolamentato entro i primi mesi del 2012. Le particolari condizioni di mercato
non hanno consentito di perfezionare l‟operazione di IPO; pertanto, il 27 febbraio 2012 la società ha deliberato un nuovo aumento di capitale di
complessivi 6 milioni di Euro, sottoscritto dal Fondo “Focus Impresa” per un importo di Euro 287.569. A seguito del perfezionamento del suddetto aumento di capitale, la società ha dato luogo alla conversione del finanziamento soci e
degli interessi maturati (pari all‟8% annuo); l‟importo convertito di competenza
del Fondo “Focus Impresa” ammonta pertanto ad Euro 340.340. Conseguentemente, la partecipazione detenuta dal Fondo “Focus Impresa” in
Silicon Biosystems S.p.A. è attualmente pari al 4,76% del capitale sociale per
un importo complessivamente investito pari a Euro 1.377.900.
In data 19 dicembre 2012, la società ha deliberato un ulteriore aumento
di capitale dell‟importo di c.ca 1 milione di Euro, inscindibile per il 50%. Questo ulteriore aumento di capitale garantirà alla soci le risorse necessarie per
affrontare adeguatamente il processo commerciale del 2013 e proseguire in
alcuni progetti di sviluppo fondamentali per il consolidamento e l‟affermazione della tecnologia.
Si evidenzia, infine, che le 3 partecipazioni in portafoglio al 31 dicembre
2012 sono iscritte, nel rispetto dei criteri di valutazione di cui alla vigente normativa di Vigilanza, al costo di acquisto. La SGR intende procedere alla
dismissione di tutte le interessenze entro i prossimi due anni. Allo scopo sono
già stati avviati i primi contatti con controparti interessate. L‟attuale contesto
economico nazionale ed internazionale non agevola il raggiungimento
dell‟obiettivo prefissato ma la Società è comunque confidente, in considerazione della validità ed innovatività dei business delle aziende in
portafoglio, di poter perfezionare le operazioni di dismissione.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 79
Tavola 13.4 Composizione della Voce 150 - Attività non
correnti e gruppi di attività in via di dismissione:
Valore di
Bilancio
31.12.2012
Valore di
Bilancio
31.12.2011
SE.DA. S.p.A. 1.623 1.623
Totale 1.623 1.623
La Voce è rappresenta dal valore della partecipazione nella società
S.E.DA. S.p.A. – Gruppo KGS.
Contabilizzazione e valutazione degli strumenti di capitale inclusi nel
portafoglio bancario.
Le esposizioni in strumenti di capitale incluse nel portafoglio bancario sono classificate nelle voci di bilancio “Attività finanziarie disponibili per la
vendita”, “Attività finanziarie valutate al fair value”, “Partecipazioni” e “ Attività
non correnti e gruppi di attività in via di dismissione”.
Vengono, quindi, di seguito riportati: a) i criteri contabili relativi ai portafogli di classificazione degli strumenti di
capitale inclusi nel portafoglio bancario;
b) le modalità di determinazione del fair value degli strumenti finanziari adottati dal Gruppo;
c) le modalità di determinazione delle perdite di valore.
a) Criteri contabili relativi ai portafogli di classificazione degli
strumenti di capitale inclusi nel portafoglio bancario
Attività finanziarie disponibili per la vendita
Criteri di iscrizione L‟iscrizione iniziale dell‟attività finanziaria avviene alla data di
regolamento. La rilevazione iniziale delle attività avviene al fair value,
comprensivo dei costi o proventi di transazione direttamente attribuibili allo
strumento stesso. Se l‟iscrizione avviene a seguito di una riclassifica dal portafoglio delle attività detenute fino a scadenza o, in rare circostanze, dal
portafoglio delle attività detenute per la negoziazione, il valore di iscrizione è
rappresentato dal fair value al momento del trasferimento.
Criteri di classificazione
Sono incluse nella presente categoria le attività finanziarie, diverse dai
derivati, non classificate come “Attività detenute per la negoziazione”. Vengono incluse in questa voce anche le interessenze azionarie non
gestite con finalità di negoziazione e non qualificabili di controllo o di
collegamento.
Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali
Successivamente alla rilevazione iniziale, le Attività disponibili per la
vendita continuano ad essere valutate al fair value. La determinazione del fair value è basata su prezzi ufficiali rilevati alla data di bilancio, se gli strumenti
sono quotati in mercati attivi; per gli strumenti finanziari non quotati in mercati
attivi il fair value è determinato facendo ricorso a tecniche di valutazione. I
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 80
titoli di capitale, per i quali non sia possibile determinare il fair value in
maniera attendibile, sono mantenuti al costo. Informazioni ulteriori sulla
determinazione del fair value sono contenute nel paragrafo b) “Modalità di
determinazione del fair value degli strumenti finanziari adottati dal Gruppo”.
Gli utili e le perdite derivanti da variazioni di fair value sono rilevati in una specifica riserva di patrimonio netto, voce 140 “Riserve da valutazione”.
Le Attività finanziarie disponibili per la vendita sono sottoposte ad una
verifica volta ad individuare l‟esistenza di obiettive evidenze di riduzione di valore; eventuali perdite per riduzione di valore vanno a conto economico alla
voce 130 b) “Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di attività
finanziarie disponibili per la vendita”. Informazioni ulteriori sull‟impairment
delle attività sono contenute nel paragrafo c) “Modalità di determinazione delle perdite di valore Attività finanziarie”.
Oltre che per la rilevazione di una perdita per riduzione di valore, gli utili
o le perdite cumulati nella riserva di patrimonio netto vengono registrati a conto economico al momento della dismissione dell‟attività alla voce 100 b) “Utili (Perdite) da cessione o riacquisto di attività finanziarie disponibili per la
vendita”. Qualora i motivi della perdita di valore siano rimossi a seguito di un
evento verificatosi successivamente alla rilevazione della riduzione di valore, vengono effettuate riprese di valore con imputazione a patrimonio netto nel
caso di titoli di capitale.
I dividendi sono registrati nella voce di conto economico 70 “Dividendi e
proventi simili”.
Criteri di cancellazione Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti
contrattuali sui flussi finanziari derivati dalle attività stesse o quando l‟attività finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e benefici
connessi alla proprietà dell‟attività.
Il valore dell‟attività trasferita è rappresentato dal fair value al momento del trasferimento.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 81
Attività finanziarie valutate al fair value
Criteri di iscrizione
L‟iscrizione iniziale dell‟attività finanziaria avviene alla data di regolamento. All‟atto della rilevazione iniziale le attività finanziarie valutate al
fair value vengono rilevate al fair value del corrispettivo dato che normalmente
è determinabile facendo riferimento al costo della transazione.
Criteri di classificazione
Sono classificate in questa categoria le attività finanziarie che si intende
valutare al fair value con impatto a conto economico (ad eccezione degli strumenti di capitale che non hanno un fair value attendibile) quando la
designazione del fair value consente di eliminare o di ridurre le significative
distorsioni nella rappresentazione contabile del risultato economico e
patrimoniale degli strumenti finanziari
Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali
Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività sono valutate al loro
fair value. Per la determinazione del fair value degli strumenti finanziari quotati in
un mercato attivo, vengono utilizzate le quotazioni di mercato. In assenza di un mercato attivo viene utilizzato il corrispettivo pagato (valore di rilevazione
iniziale) aumentato della quota interessi consolidata a fine periodo.
Gli utili e le perdite derivanti dalla variazione di fair value delle attività finanziarie sono rilevati nella voce 110 “Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value” di conto economico.
Criteri di cancellazione
Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivati dalle attività stesse o quando l‟attività
finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi/benefici ad essa connessi.
Partecipazioni
Criteri di iscrizione Le partecipazioni sono iscritte al costo.
Criteri di classificazione
La voce include le interessenze detenute in società collegate. Si
considerano “collegate” le società in cui si detiene il 20% o una quota superiore dei diritti di voto e le società che per particolari legami giuridici
debbono considerarsi sottoposte ad influenza notevole, ossia il potere di
partecipare alla determinazione delle politiche finanziarie e gestionali della
partecipata senza averne il controllo o controllo congiunto.
Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 82
Ad ogni periodo di rendicontazione viene accertata l‟eventuale obiettiva
evidenza che il valore di una partecipazione possa aver subito una riduzione.
Se esistono evidenze che il valore di una partecipazione possa aver subito una
riduzione, si procede alla stima del valore recuperabile della partecipazione
stessa, tenendo conto del valore attuale dei flussi finanziari futuri che la partecipazione potrà generare, incluso il valore di dismissione finale
dell‟investimento. Informazioni ulteriori sull‟impairment sono contenute nel
paragrafo c) “Modalità di determinazione delle perdite di valore Attività finanziarie”.
Qualora il valore di recupero risulti inferiore al valore contabile, la
relativa differenza è rilevata a conto economico, nella voce 240 “Utili (Perdite)
delle partecipazioni”. Qualora i motivi della perdita di valore siano rimossi a seguito di un
evento verificatosi successivamente alla rilevazione della riduzione di valore,
vengono effettuate riprese di valore con imputazione a conto economico, nella stessa voce 240.
Criteri di cancellazione Le partecipazioni vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali
sui flussi finanziari derivanti dalle attività stesse o quando la partecipazione viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e benefici ad essa
connessi.
Il risultato della cessione è imputato a conto economico alla voce 240
“Utili (Perdite) delle partecipazioni”.
Attività in via di dismissione
Vengono classificate nella voce 150 dell‟attivo “Attività non correnti e
gruppi di attività in via di dismissione” e alla voce 90 del passivo “Passività associate ad attività in via di dismissione” attività non correnti o gruppi di
attività/passività per le quali è stato avviato un processo di dismissione e la
loro vendita è ritenuta altamente probabile. Tali attività/passività sono valutate al minore tra il valore di carico ed il loro fair value al netto dei costi di cessione.
I proventi ed oneri (al netto dell‟effetto fiscale), riconducibili a gruppi di
attività in via di dismissione o rilevati come tali nel corso dell‟esercizio, sono
esposti nel conto economico in voce separata.
b) Modalità di determinazione del fair value degli strumenti finanziari adottati dal Gruppo
Titoli quotati e non quotati
Nel caso di titoli quotati su mercati attivi, la determinazione del fair value
è basata sulle quotazioni del mercato di riferimento desumibili da providers
internazionali e rilevate l‟ultimo giorno di riferimento dell‟esercizio o del periodo di riferimento. Un mercato è definito attivo qualora le quotazioni, che
riflettono normali operazioni di mercato, siano prontamente e regolarmente
disponibili ed esprimano il prezzo di effettive e regolari operazioni di mercato.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 83
Nel caso di titoli non quotati su mercati attivi il fair value è determinato
applicando tecniche di valutazione finalizzate alla determinazione del prezzo
che lo strumento avrebbe avuto alla data di valutazione. La determinazione del
fair value è ottenuta attraverso l‟applicazione di metodologie diffuse a livello di
mercati e modelli valutativi interni. Per i titoli di capitale vengono utilizzati i prezzi desumibili da transazioni comparabili, i multipli di mercato di società
direttamente confrontabili, nonché modelli di valutazione di tipo patrimoniale,
reddituale e misto. In particolare nell‟ambito dei portafogli “negoziazione” e “disponibile per
la vendita”, viene utilizzato il prezzo „denaro‟ per i titoli con rimanenze finali
positive e il prezzo „lettera‟ per i titoli con rimanenze finali negative. Per le
passività finanziarie al fair value, viene utilizzato il prezzo lettera. Per quanto riguarda i titoli azionari quotati su mercati regolamentati
italiani ed esteri, vengono utilizzati i prezzi denaro/lettera distribuiti
giornalmente dalle borse di quotazione.
c) Modalità di determinazione delle perdite di valore
Attività finanziarie
Ad ogni data di rendicontazione le attività finanziarie non iscritte al fair value con variazioni a conto economico sono sottoposte ad un test di impairment (perdita di valore) al fine di verificare se esistono obiettive
evidenze che possano far ritenere non interamente recuperabile il valore di
carico delle attività stesse. Nel caso di attività finanziarie disponibili per la vendita, tale verifica è
svolta nel rispetto di quanto previsto dal principio IAS 39 § 59: si ha evidenza di riduzione di valore quando sussistono uno o più eventi (ad esempio eventi di default) che generano aspettative di mancato recupero dei flussi attesi.
Per gli strumenti di capitale quotati in mercati attivi l‟evidenza è data dal
prezzo di mercato che comporti una riduzione di valore al di sotto del costo
superiore al 50% o nel caso in cui esso permanga al di sotto del valore di
carico per oltre 18 mesi; in questi casi la perdita di valore è normalmente ritenuta durevole.
Per gli strumenti di capitale non quotati in mercati attivi la valutazione
dell‟evidenza di impairment viene effettuata considerando sia indicatori interni inerenti la società oggetto di valutazione sia esterni, che permettano di
ottenere un FV della società. Per quanto riguarda i fattori interni sono ritenuti
rilevanti ai fini dell‟impairment il conseguimento di risultati economici negativi,
un significativo scostamento degli obbiettivi di budget comunicati al mercato,
l‟annuncio/l‟avvio di piani di ristrutturazione, il downgrading da parte di una società specializzata di almeno due classi, il deterioramento della qualità
creditizia dell‟emittente; viene inoltre condotta un‟analisi specifica relativa alla
rilevanza strategica dell‟investimento. Per quanto riguarda i fattori esterni la
valutazione della evidenza di riduzione di valore (IAS 39 § 61) include
informazioni circa cambiamenti con effetto avverso che si sono verificati nell‟ambiente tecnologico, di mercato, economico o legale in cui l‟emittente
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 84
opera, e indica che il costo dell‟investimento in uno strumento rappresentativo
di capitale può non essere recuperato. La presenza di un indicatore di
impairment interno e di un fair value derivante dall‟analisi dei multipli di
mercato inferiore rispetto al valore di carico di oltre il 50% o inferiore al valore
di carico per un periodo superiore a 18 mesi comporta la rilevazione dell‟impairment.
Qualora la variazione negativa di fair value sia considerata impairment,
la perdita di valore rilevata nell‟esercizio e l‟eventuale riserva di patrimonio netto sono imputate a conto economico.
Partecipazioni
Ad ogni data di bilancio le partecipazioni di influenza notevole sono sottoposte un test di impairment al fine di verificare se esistono obiettive
evidenze che possano far ritenere non interamente recuperabile il valore di
iscrizione delle attività stesse. La presenza di indicatori di impairment comporta la determinazione del valore recuperabile (recoverable amount); se
tale valore è inferiore al valore di carico delle partecipazioni, è necessario
effettuare una svalutazione (impairment loss). Il valore recuperabile viene definito come il valore più alto tra il fair value
al netto dei costi di vendita e il valore d‟uso dell‟attività. Il fair value al netto dei costi di vendita, a sua volta, è definibile come l‟ammontare ottenibile dalla
vendita della partecipazione in una libera transazione fra parti consapevoli e
disponibili, mentre il valore d‟uso coincide con il valore attuale dei flussi
finanziari futuri attesi che si suppone deriveranno dalla detenzione della partecipazione.
Non è sempre necessario determinare sia il fair value al netto dei costi di vendita che il suo valore d‟uso: se uno dei due dati è superiore al valore
contabile, infatti, non occorre stimare l‟altro. Inoltre, qualora non vi sia ragione di credere che le due stime divergano sensibilmente, possono essere utilizzate
indistintamente come proxy del valore realizzabile.
Per il Gruppo, poiché le partecipazioni sono in società non quotate, è assunto come fair value, al netto dei costi di vendita di riferimento, il valore di
società simili operanti nello stesso settore quotate presso mercati regolamentati.
A tal fine è stato calcolato il valore del capitale giornaliero di un panel di
aziende quotate comparabili; tale valore (Equity Value) è ottenuto moltiplicando i prezzi di mercato di ciascuna società per il numero di azioni in
circolazione. All‟Equity Value viene poi sommata algebricamente la Posizione
Finanziaria Netta per ottenere l‟Enterprise Value (EV). Vengono poi calcolati diversi EV medi in base a differenti orizzonti
temporali presi come riferimento per il calcolo delle capitalizzazioni e si
procede poi alla definizione dei rapporti (multipli) con grandezze economico-
patrimoniali delle società quotate.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 85
Tali multipli vengono poi applicati alle stesse grandezze economico-
patrimoniali della società oggetto di valutazione e, sottraendo algebricamente
la PFN della società valutata e eliminando i valori estremi, si ottiene l‟Equity
Value teorico della stessa.
Al fine di mitigare eventuali oscillazioni intervenute tra il valore così ottenuto e quello relativo all‟ultima valutazione effettuata, viene effettuata una
media tra i due.
Nel caso in cui non sia possibile determinare il fair value al netto dei costi di vendita, si procede alla stima del valore d‟uso.
Avviamento
Il valore dell‟avviamento è stato iscritto in occasione dell‟acquisizione della partecipazione in Carilo quale eccedenza tra il corrispettivo pagato e la
corrispondente frazione di patrimonio netto della controllata.
Poiché tale avviamento è sostanzialmente un‟attività che rappresenta i futuri benefici economici risultanti dalla acquisizione, in occasione di ogni
periodo di rendicontazione viene condotta una verifica finalizzata a valutare se
l‟attività abbia subito una riduzione di valore. Tale verifica viene condotta sulla base della valutazione della partecipazione effettuata al fine dell‟impairment
test sul bilancio individuale della Capogruppo. Al 31 dicembre 2012 tale test ha determinato sul bilancio separato della
Capogruppo una rettifica di valore pari a euro 10,7 milioni di euro,
conseguentemente sul bilancio consolidato si è proceduto all‟integrale rettifica
del valore dell‟avviamento, pari a 2,7 milioni di euro.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 86
Informativa quantitativa Tavola 13.5 Esposizioni in strumenti di "Capitale" - Portafoglio Bancario
Portafoglio Contabile Valore di Bilancio Fair value
Utili/ Perdite
realizzate nel periodo
Plusvalenze/ Minusvalenze
a Patrimonio Netto
Plusvalenze/
Minusvalenze
a Patrimonio Netto
computate nel Patriomio di
Base/ Supplementare
31.12.2012 Voce 30 - Attività finanziarie valutate al Fair value: 7.487 7.487 - - -
- Livello 1 - - - - - - Livello 2 - - - - -
- Livello 3 7.487 7.487 - - -
Voce 40 - Attività finanziarie disponibili per la vendita: 17.110 17.110 718 3 -85
- Livello 1 518 518 - 19 -77
- Livello 2 - - -
- - Livello 3 16.592 16.592 718 -16 -8
Voce 100 - Partecipazioni: 20 - - - -
- quotate
- - - - non quotate 20 x - - -
Vece 150 - Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione: 1.623 - - - -
Partecipazioni:
- -
- quotate - - - - - - non quotate 1.623 x - - -
31.12.2011
Voce 30 - Attività finanziarie valutate al Fair value: 6.859 6.859 4.500 - -
- Livello 1 - - - - - - Livello 2 - - - - -
- Livello 3 6.859 6.859 4.500 - - Voce 40 - Attività finanziarie disponibili per la vendita: 14.912 14.912 2.272 -172 -172
- Livello 1 498 498 147 -172 -172
- Livello 2 - - 2.125 - - - Livello 3 14.414 14.414 - - -
Voce 100 - Partecipazioni: 20 - -1.046 - -
- quotate
- - - - non quotate 20 x -1.046 - -
Vece 150 - Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione: 1.623 - - - -
Partecipazioni:
- -
- quotate - - - - - - non quotate 1.623 x - - -
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 87
Tavola 13. Rischio di tasso di interesse sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario
Informativa qualitativa Il rischio di tasso di interesse è il rischio, ovvero la probabilità, che
variazioni del tasso di interesse producano effetti negativi sulla situazione
economico-patrimoniale del Gruppo.
Il rischio di tasso nasce tradizionalmente dalle differenze in termini di “mapping” temporale delle scadenze e dalle differenti metodologie di
determinazione del tasso tra le poste attive e passive del bilancio.
Attraverso l‟adozione di tecniche di ALM, la Capogruppo gestisce le
principali fonti che originano il rischio di tasso di interesse: 1. rischio di revisione del tasso: derivante dagli sfasamenti temporali nella
data di revisione del tasso delle attività, delle passività e delle poste fuori
bilancio, che possono esporre il reddito e il valore economico a fluttuazioni impreviste al variare dei tassi d'interesse;
2. rischio di curva dei rendimenti: le asimmetrie nelle scadenze e nei tempi di revisione del tasso possono esporre il Gruppo anche a mutamenti nell'inclinazione e conformazione della curva dei rendimenti;
3. rischio di base: risultante da un'imperfetta correlazione nell'aggiustamento dei tassi attivi e passivi su strumenti con caratteristiche di revisione del
prezzo analoghe.
Il Gruppo Banca delle Marche utilizza le tecniche ALM per il controllo e la gestione dei rischi finanziari con due approcci tra loro complementari: prospettiva degli utili correnti (o Maturity Gap) e prospettiva dei valori di
mercato (Duration Gap, Sensitivity Analysis). Il modello di reddito secondo l„approccio degli utili correnti riguarda
un‟analisi di breve periodo ed ha l‟obiettivo di stimare l‟impatto sul margine di interesse derivante da un‟eventuale variazione dei tassi di mercato.
L‟indicazione dell‟esposizione al rischio di interesse è data dal confronto tra l‟ammontare delle attività e delle passività sensibili alle fluttuazioni nei tassi di
interesse, in quanto soggette rispettivamente a reinvestimento o rifinanziamento o a revisione del tasso. Il gapping period cui si riferisce la
misurazione del rischio è definito in un anno. Il gapping period è poi
ulteriormente suddiviso in un numero variabile di sotto-periodi (maturity
buckets). Il gap è definito dalla differenza tra valore delle Attività sensibili e
Passività sensibili, dove con poste sensibili (“rate sensitive”) si intendono quelle poste che scadono o subiscono una revisione di tasso entro la fine del
maturity bucket.
Il secondo modello adottato dal Gruppo per la gestione del rischio di tasso è il Modello di valore economico, è finalizzato ad effettuare un‟analisi di
più lungo periodo, volta a stimare il rischio di una riduzione del valore economico del patrimonio netto del Gruppo (e quindi del rendimento per gli
azionisti) derivante da una variazione inattesa nei tassi. Il modello si basa
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 88
sull‟esame della diversa reattività ai tassi del valore economico delle attività e
delle passività. Il parametro di sensitività usato è la duration (o durata media
finanziaria). Questa è utilizzata come misura di sensibilità del prezzo di
un‟operazione finanziaria al variare del tasso di interesse (Modified Duration):
la duration esprime, infatti, la perdita percentuale di prezzo subita in seguito ad un aumento dell‟1% del tasso di interesse. Pertanto, un valore di duration
elevato indica una maggiore esposizione al rischio per il Gruppo dovuto a
quella specifica operazione finanziaria. Le poste a vista con clientela (conti correnti attivi e passivi e depositi a
risparmio) vengono, all‟interno dell‟analisi, modellizzate secondo una logica
comportamentale. Sulla base di un‟analisi degli andamenti storici e con
l‟applicazione di strumenti statistici, viene distinta una componente stabile (core deposit) ed una fortemente volatile (quest‟ultima ottenuta come
differenza tra il volume actual e il core deposit). Per la componente stabile
viene identificato un profilo di persistenza, l‟altra componente viene identificata come una posta a tasso fisso a giorno. Tale analisi è prevista allo stato attuale solo per la Capogruppo Banca Marche, mentre per la controllata Carilo viene
predeterminata la duration di tali poste (sempre nell‟ipotesi di una certa anelasticità delle poste a vista).
I finanziamenti con opzione di rimborso anticipato a favore del cliente (PO con put a favore del sottoscrittore) vengono prudenzialmente considerati,
ai fini del monitoraggio del rischio tasso, come strumenti di raccolta con durata
finanziaria calcolata in funzione della prima data utile di esercizio della put.
Qualora l‟opzione di rimborso anticipato fosse a favore della Banca (PO con call a favore dell‟emittente), nel momento in cui viene determinata la volontà di
avvalersi della facoltà di rimborso prima della scadenza, il finanziamento viene riposizionato sulla nuova data di rimborso, altrimenti viene trattato senza
accorgimenti particolari.
Nel modello di calcolo del rischio tasso le poste in sofferenza vengono posizionate sulla data di presunto realizzo (conformemente all‟aggiornamento
di dicembre 2010 alla circolare Banca d‟Italia n.263).
La determinazione ed il monitoraggio della posizione di rischio del Gruppo Banca delle Marche è effettuato con cadenza mensile.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 89
Informativa quantitativa La posizione aperta al rischio tasso del Gruppo è prevalentemente in
Euro (posizione lunga euro 26 miliardi, corta euro 24,8 miliardi). L‟esposizione in altre valute assume un valore marginale (posizione lunga euro 0,058
miliardi, corta euro 0,095 miliardi, al netto delle componenti pareggiate dei
Certificati di Deposito in Yen e delle loro coperture con DCS), le valute diverse
dall‟Euro vengono perciò raggruppate (voce “non Euro”). L‟indicatore delta margine d‟interesse per uno shock positivo parallelo
della curva di 100 bps, espresso in termini percentuali rispetto al margine
d‟interesse atteso, si attesta, al 31 dicembre 2012, a circa 9,76% (di cui 9,88% euro e -0,11% non euro), in leggero aumento rispetto all‟anno
precedente (8,60%). In caso di shock negativo della curva lo stesso indicatore
si attesta a -14,15% (di cui -14,26% euro e 0,11% non euro). Il livello
dell‟indicatore indica che il margine d‟interesse del Gruppo è impattato favorevolmente da ipotetiche variazioni dei tassi verso l‟alto. L‟effetto
asimmetrico è spiegato dal maggiore impatto che lo scenario di discesa
ipotizzato avrebbe sugli impieghi rispetto alla raccolta, dato l‟attuale livello dei tassi d‟interesse sulla parte breve della curva, che in ogni caso rende tale
scenario difficilmente realizzabile. L‟indicatore di sensitivity del valore economico del Gruppo, espresso
rapportando al patrimonio di vigilanza la variazione di tale valore rispetto a uno
shift parallelo della curva dei tassi, è pari a -22,64% in caso di aumento dei
tassi di 200 bps su tutte le scadenze (di cui -22,80% euro e 0,16% non euro). L‟indicatore passa a 13,54% (di cui 13,57% euro e -0,13% non euro) nel caso
di uno shift di pari entità, ma inverso. L‟incremento rispetto all‟indicatore rilevato a fine 2011 (-13,63%) è
riconducibile principalmente alla riduzione del patrimonio di vigilanza del
Gruppo (conseguente al risultato economico dell‟esercizio 2012), usato come
fattore di scala al denominatore dell‟indice. Inoltre, nell‟ambito del percorso di
incremento del buffer di liquidità, intrapreso negli anni precedenti a maggior
presidio del rischio e in ottica di progressivo adeguamento al framework normativo di Basilea 3, il Gruppo ha acquisito titoli, in parte a tasso fisso, che
hanno anch‟essi determinato un incremento dell‟indicatore di rischio tasso.
La sensitivity del valore economico del Gruppo fa riferimento, oltre che alla componente a tasso fisso del buffer di liquidità, anche allo stock di mutui a
tasso fisso, ampliatosi principalmente nel corso del biennio 2007-2008. I
crescenti livelli dei tassi di interesse del periodo hanno generato, infatti, un
incremento della domanda di mutui a tasso fisso da parte della clientela. La
successiva fase di repentina e persistente riduzione dei tassi ha determinato una riduzione del fenomeno dai primi mesi del 2009 ed un‟inversione di tale
propensione.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 90
Tavola 14. Sistemi e prassi di remunerazione e incentivazione
Informativa qualitativa
Ragioni, finalità della politica retributiva
Gli obiettivi generali e le linee guida perseguite attraverso la politica retributiva, tenuto conto dei ruoli ricoperti e delle responsabilità attribuite ai
singoli, rispondono a criteri di:
merito, al fine di realizzare il maggior collegamento possibile con la
prestazione fornita ed il potenziale evidenziato; coinvolgimento, motivazione e fidelizzazione;
equità;
sostenibilità, contenendo gli oneri derivanti entro valori compatibili con gli obiettivi previsti dai piani aziendali, anche a salvaguardia della capacità
della Banca di mantenere un livello di patrimonializzazione adeguato ai
rischi assunti. L‟offerta retributiva è composta da un pacchetto di elementi fissi e di
elementi variabili al fine di assicurare la coerenza della struttura remunerativa con i piani aziendali, nel pieno rispetto della normativa in materia di lavoro, dei
contratti collettivi nazionali ed aziendali e tenendo in adeguata considerazione
le risultanze del mercato interno ed esterno del lavoro.
Al fine di perseguire l‟allineamento dei comportamenti a risultati sostenibili nel tempo e di contenere la propensione al rischio dell‟Azienda, le
componenti di retribuzione fissa e variabile vengono adeguatamente bilanciate. Particolare attenzione viene riservata alla parte fissa della remunerazione
il cui livello deve consentire alla parte variabile di contrarsi sensibilmente e, in casi estremi, anche azzerarsi in relazione ai risultati, corretti per i rischi,
effettivamente conseguiti.
L‟incidenza massima della retribuzione variabile sul totale della retribuzione è stata individuata per tutto il personale pari al 25%.
I parametri predefiniti dal Consiglio d‟Amministrazione per la determinazione della parte variabile della retribuzione fanno riferimento alla
creazione di valore, liquidità, redditività, alla solidità patrimoniale in funzione
del profilo di rischio aziendale, all‟efficienza, alla capacità manageriale in un‟ottica di mantenimento nel tempo dei risultati e di uno sviluppo orientato
alla sana e prudente gestione della Banca.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 91
Processo decisionale seguito per la definizione delle politiche di
remunerazione
Le linee guida di politica retributiva per l‟anno 2012 e i relativi meccanismi operativi sono state oggetto di definizione ed autorizzazione dei
competenti organi aziendali.
Nella seduta dell‟11 aprile 2012 il Consiglio di Amministrazione ha
approvato il documento contenente le politiche di remunerazione ed incentivazione redatto in conformità alle normative Banca d‟Italia ed il sistema
incentivante relativo all‟anno 2012 per il personale appartenente alla categoria
dirigenti. In data 27 aprile 2012 le politiche di remunerazione sono state
sottoposte all‟approvazione dell‟Assemblea dei Soci. Prima dell‟approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione della
politica retributiva e del sistema incentivante, il documento “Politiche di
remunerazione ed incentivazione per gli amministratori, il management ed il restante personale” è stato sottoposto all‟attenzione della Funzione Compliance
che ha rilevato la rispondenza della politica remunerativa alle disposizioni
regolamentari vigenti. Sulla base di quanto stabilito da Banca d‟Italia e tenuto conto dell‟assetto
organizzativo il Consiglio di Amministrazione ha individuato il “personale più rilevante”, oltre agli amministratori con incarichi esecutivi:
Categoria Individuazione Banca Marche N.
posizioni
ii)Direttore generale e responsabili
delle principali linee di business, funzioni aziendali o aree geografiche, nonché coloro i quali riportano
direttamente agli organi con funzione di supervisione strategica, gestione e controllo
Direttore Generale
8
Vice Direttore Generale (n. 3 posizioni)
Direttore Centrale (n. 2 posizioni)
Direttore Generale Medioleasing
Direttore Generale Carilo
iii)Responsabili e personale di livello più elevato delle funzioni di controllo interno
Capo Area Audit di Gruppo
7
Capo Area Legale e Antiriciclaggio *
Capo Area Controllo Rischi
Capo Area Risorse Umane
Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili
e societari
Responsabile Servizio Antiriciclaggio
Responsabile Servizio Compliance
iv) Altri soggetti che, individualmente o collettivamente (es. comitati per la concessione di crediti, tavoli operativi per la gestione di portafogli),
assumono rischi in modo significativo (“altri risk takers")
Vice Direttore Generale Carilo
2 Vice Direttore Generale Medioleasing
* Con decorrenza 1° novembre 2012 a seguito delle modifiche dell’assetto
organizzativo della Banca, la figura del Capo Area Legale e Antiriciclaggio
non è più presente nell’organigramma aziendale.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 92
Modalità attraverso cui è assicurato il collegamento tra la
remunerazione e i risultati
In linea con quanto definito dalla normativa Bankit, la retribuzione variabile è stata parametrata a indicatori di performance che tengono conto dei
rischi assunti, del livello di risorse patrimoniali e della liquidità necessari a
fronteggiare le attività intraprese.
In particolare, gli obiettivi per i dirigenti apicali sono stati individuati nell‟EVA ed in un indicatore di liquidità il funding gap, dato dalla differenza tra
gli impieghi a clientela ordinaria e la raccolta da clientela retail.
Il parametro “EVA” rappresenta un indicatore di performance in grado di
segnalare la capacità di creare valore, considerando il reddito prodotto al netto dei costi operativi, del costo del rischio e del costo del capitale assorbito.
Per i Dirigenti Apicali di Banca Marche gli obiettivi sono stati individuati a
livello di Gruppo, mentre per altri dirigenti in termini di bilancio individuale così come per i Direttori Generali delle società controllate.
Per i dirigenti che esercitano funzioni di controllo sono stati individuati
obiettivi coerenti con i compiti assegnati, evitando il collegamento con i risultati economici.
Per i Dirigenti Senior e per il restante personale appartenente alla categoria dirigenti (non compresi tra il personale più rilevante) la retribuzione
variabile è legata al raggiungimento degli obiettivi relativi alla creazione di
valore, ai livelli di liquidità, nonché obiettivi specifici in relazione al ruolo
ricoperto ed in ordine all‟efficacia operativa, all‟efficienza gestionale con particolare riferimento al perseguimento ed alla realizzazione delle linee guida
e iniziative indicate dal Piano Industriale. Quanto al restante personale, ed in particolare per quello della rete
commerciale, il sistema incentivante, definito nel rispetto di quanto previsto dai vigenti contratti collettivi di lavoro, affianca gli obiettivi commerciali con
indicatori “qualitativi” (customer satisfaction, valutazione delle visite ispettive)
ispirati a criteri di correttezza, fidelizzazione della clientela e rispetto della normativa.
Caratteristiche di maggior rilievo del sistema di remunerazione-
indicatori di performance presi come riferimento per la remunerazione variabile inclusi i piani basati su azioni, opzioni e altri strumenti
finanziari
Con riferimento al “personale più rilevante” una parte della remunerazione variabile viene differita nel tempo e parzialmente erogata in
azioni al fine di legare gli incentivi alla creazione di valore nel lungo termine.
In particolare, in applicazione del criterio di proporzionalità, la quota di
retribuzione variabile liquidata a pronti (up-front) è pari al 70% del premio
totale, mentre la restante quota del 30% sarà erogata dopo un periodo di
differimento di tre anni; sia la parte up-front che quella differita viene erogata per l‟80% in forma monetaria, mentre il restante 20% in azioni soggette ad
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 93
un‟adeguata politica di mantenimento (retention) con un divieto di vendita di
due anni per quelle a pronti e di un anno per quelle differite.
L‟erogazione del premio differito è, inoltre, subordinata ad una clausola di
malus per il triennio successivo che coinvolge tutto il “personale più rilevante”,
inclusi i responsabili ed il personale di livello più elevato delle funzioni di controllo.
Detta clausola di malus potrà incidere sino all‟azzeramento della quota di
retribuzione variabile differita (30% della retribuzione variabile totale) ed è agganciata al valore dell‟EVA rilevato nel triennio.
Il valore soglia al di sotto del quale opererà il meccanismo triennale di
“malus” viene identificato in maniera strettamente connessa con il limite
massimo del premio. Infatti viene definito come “valore opposto della somma degli incrementi
di EVA annuali individuati come limite per l‟erogazione del livello massimo del
premio annuale”. Ovvero indicando con MALUSt3 il valore soglia per il malus triennale e con
MaxEVAti le soglie massime annuali si ottiene:
MALUSt3 = - (MaxEVAt1 + MaxEVAt2 + MaxEVAt3) Pertanto la penalizzazione scatterebbe quando la somma di EVA
consuntivato nel triennio risulti apprezzabilmente inferiore alla somma degli obiettivi fissati nello stesso periodo.
Per il restante personale appartenente alla categoria dirigenti la
retribuzione variabile viene erogata in forma monetaria senza differimento.
In linea con la comunicazione della Banca d‟Italia del 2 marzo 2012 che prevedeva l‟adozione di particolari cautele nella determinazione del bonus pool,
relativamente all‟esercizio 2012 è stato introdotto un “gate”, ossia una condizione di accesso al sistema incentivante.
In particolare l‟erogazione dei premi relativi al sistema incentivante per il
personale dirigente è subordinata al raggiungimento dell‟utile netto di budget del Gruppo. L‟utile costituirà il “gate” per individuare la misura della
liquidazione dei premi al 60% del loro valore. Ogni ulteriore incremento del
risultato economico, rispetto all‟obiettivo, confluirà al 50% nel sistema incentivante fino al raggiungimento del livello pieno; lo stesso meccanismo
opererà specularmene a fronte di un utile inferiore a quello di budget.
Per il personale non dirigente l‟utile netto di budget 2012 dell‟Azienda costituirà il “gate” per l‟erogazione dei premi al 60%, con modalità di
correlazione analoghe a quelle previste per il personale dirigente.
Remunerazione degli amministratori
Banca Marche, fin dalla sua costituzione nel novembre del 1994, ha
adottato un sistema di assegnazione dei compensi legata, per tutti gli
Amministratori, a un importo annuo fisso, cui si sommano i gettoni di
presenza.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 94
In proposito, l‟art. 25 comma 1° dello Statuto sociale prevede che “Agli
amministratori spettano un compenso annuale e le medaglie di presenza per le
sedute del Consiglio di amministrazione e del Comitato Esecutivo, nella misura
stabilita dall'assemblea al momento della loro nomina, per l‟intero periodo di
durata della carica, oltre al rimborso anche in forma forfettaria, delle eventuali spese sostenute per l'esercizio delle loro funzioni”.
Tale impostazione è riconducibile alle motivazioni e finalità di seguito
indicate: a) almeno fino all‟esercizio 2011 incluso, la Banca ha conseguito e altresì
consolidato risultati economico-patrimoniali positivi, con un trend che
ha dimostrato come i risultati stessi fossero sostenibili nel tempo senza
essere influenzati dall‟assunzione di anomali profili di rischio tali da procurare conseguenze negative sul fronte economico e patrimoniale;
b) quanto sopra consente ragionevolmente di sostenere che la struttura
dei compensi agli Amministratori su base annuale fissa possa aver favorito l‟andamento economico registrato sino al 2011;
c) il vigente sistema dei compensi agli Amministratori è stato ritenuto
adeguato alle dimensioni e alla complessità dell‟Azienda, nonché coerente con il conseguimento di “risultati effettivi e duraturi”, con una
“prudente gestione del rischio” e con le “strategie di lungo periodo” (cfr. in proposito le Disposizioni della Banca d‟Italia del 30/3/2011 e la
delibera dell‟Assemblea degli Azionisti del 27/4/2012 che ha confermato
detto sistema di compensi anche per il triennio 2012-2014);
d) le “Disposizioni in materia di politiche e prassi di remunerazione e incentivazione nelle banche e nei gruppi bancari” della Banca d‟Italia,
entrate in vigore l‟8 aprile 2011 in attuazione della direttiva 2010/76/UE, prevedono che “per i consiglieri non esecutivi devono
essere di norma vietati meccanismi di incentivazione”;
e) sebbene ai Consiglieri esecutivi sia teoricamente applicabile il punto 5.1 delle citate “Disposizioni in materia di politiche e prassi di
remunerazione”, secondo cui la remunerazione viene “divisa tra la
quota fissa e quella variabile”, mantenendo “tra queste due componenti…una rigorosa distinzione”, Banca Marche ha esercitato la
facoltà di non applicare neppure agli “esecutivi” siffatto trattamento
retributivo poiché essa ha ritenuto di avvalersi, nella specifica fattispecie, del c.d. “criterio di proporzionalità” (cfr. paragrafo 3.3 delle
citate “Disposizioni”) posto che il totale attivo consolidato del Gruppo
Banca Marche era, al 31/12/2010, di poco superiore a 21 miliardi,
mentre al 31/12/2011 assommava a euro 22,1 miliardi e al 31/12/2012 a euro 22,7 miliardi;
f) infine, la struttura dei compensi su base fissa e annuale, piuttosto che
su base variabile, trova in Banca Marche ulteriore motivazione nella circostanza che non sono stati fino ad ora delegati specifici poteri
gestori a singoli Amministratori, ma sono state invece conferite deleghe
di natura collegiale al Comitato Esecutivo;
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 95
g) quanto precede è in linea con quanto previsto al Paragrafo 7.2
(Remunerazione degli amministratori) del Codice di Autodisciplina della
Borsa italiana S.p.A. nel testo approvato nel marzo 2010, che prevede
che soltanto “per gli amministratori che sono destinatari di deleghe
gestionali o che svolgono, anche solo di fatto, funzioni attinenti alla gestione dell‟impresa…una parte significativa della remunerazione <sia>
legata al raggiungimento di specifici obiettivi di performance, anche di
natura non economica, preventivamente indicati…”.
Sul tema specifico dei compensi agli Amministratori:
1) l‟art. 25 co. 1° dello Statuto sociale prevede, come detto, che “Agli
amministratori spettano un compenso annuale e le medaglie di presenza per le sedute del Consiglio di amministrazione e del Comitato
Esecutivo, nella misura stabilita dall'assemblea al momento della loro
nomina, per l‟intero periodo di durata della carica, oltre al rimborso anche in forma forfettaria, delle eventuali spese sostenute per
l'esercizio delle loro funzioni”;
2) l‟Assemblea dei soci del 27 aprile 2012: - ha fissato la misura dei compensi agli Amministratori da applicare per
il triennio 2012-2014, in misura differenziata a seconda dell‟incarico ricoperto, ossia: Presidente del C.d.A. euro 200.000 lordi, Vice
Presidenti euro 100.000 lordi ciascuno, componenti il Comitato
Esecutivo (esclusi Presidente e Vice Presidenti) euro 70.000 lordi
ciascuno, Consiglieri di amministrazione (esclusi Presidente, Vice Presidenti e componenti il Comitato Esecutivo) euro 50.000 lordi
ciascuno, medaglia di presenza di euro 250 lordi per tutti gli Amministratori che partecipano alle riunioni del C.d.A. e del C.E. (nel
caso in cui entrambe le riunioni - C.d.A. e C.E. - abbiano luogo nella medesima giornata, spetta una sola medaglia); conferma delle
modalità di rimborso agli Amministratori - previste dalla deliberazione
del C.d.A. del 2.11.94 - delle eventuali spese sostenute per l‟esercizio delle loro funzioni;
- ha altresì disposto lo stanziamento di un plafond di euro 100.000 annui per ciascuna delle annualità del triennio 2012/2014, di cui il
Consiglio medesimo può disporre in via indelegabile ex articolo 23
comma 3° lettera g) del vigente Statuto, volto a remunerare in via aggiuntiva gli Amministratori che dovessero fare parte di comitati
specialistici interni al Consiglio, ove costituiti;
- ha infine autorizzato il rinnovo, con riferimento alle annualità 2013 e 2014, delle polizze “Responsabilità civile Amministratori”,
“Amministratori infortuni professionali ed extra professionali” e
“Dipendenti e Amministratori Kasko”, ovvero la stipula di nuove
polizze della specie, ove maggiormente convenienti, con oneri a
carico dell‟Azienda, fino a concorrenza dell‟importo massimo
complessivo di euro 250.000,00.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 96
Informativa quantitativa
Di seguito vengono indicati per le Società del Gruppo gli importi relativi
ai “salari e stipendi” dell‟esercizio 2012; la retribuzione variabile è
rappresentata esclusivamente dal premio aziendale.
Banca Marche Carilo Medioleasing
Salari e stipendi 145.936.392 6.611.595 1.695.881
Di cui Retribuzione variabile
(Premio Aziendale) 5.459.240 265.017 85.557
In considerazione di quanto stabilito nell‟ambito della politica retributiva,
ovvero che l‟erogazione dei premi relativi al sistema incentivante per l‟anno
2012 era subordinata al livello di raggiungimento dell‟utile netto di budget,
tenuto conto del risultato negativo di bilancio (perdita d‟esercizio), non sono stati effettuati accantonamenti per il sistema incentivante, pertanto con
riferimento a tutto il personale, non si procederà all‟erogazione dei connessi premi per l‟anno 2012.
Ciò peraltro risulta in linea con quanto definito da Banca d‟Italia con la comunicazione del 13 marzo 2013 in merito a “Bilanci 2012: valutazione dei
crediti deteriorati, remunerazioni e distribuzione dei dividendi” dalla quale
emergono chiare indicazioni rivolte a tutto il sistema bancario ad adottare una
significativa riduzione della remunerazione variabile, coerentemente con i criteri stabiliti dalle Disposizioni Bankit del 30 marzo 2011 e con le indicazioni
fornite dalla sopra richiamata comunicazione del 2 marzo 2012:
“In particolare per le banche che hanno adottato piani di incentivazione
basati su un periodo annuale di valutazione della performance e che chiudono l‟esercizio 2012 in perdita oppure con un risultato di gestione – rettificato per
tenere conto dei rischi – negativo, una corretta applicazione delle Disposizioni: a) non consente di riconoscere o pagare bonus a valere sui risultati
dell’esercizio 2012 ai componenti degli organi con funzioni di supervisione
strategica e di gestione, al direttore generale, nonché ad altro “personale più rilevante” la cui remunerazione variabile sia esclusivamente o
prevalentemente collegata ad obiettivi riferiti all’intera azienda;
b) deve comportare anche per il restante personale, almeno una significativa riduzione del bonus anche nel caso in cui siano stati raggiunti gli obiettivi
di “performance individuali” e della business unit di appartenenza”.
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 97
La seguente tabella riporta le informazioni quantitative aggregate sulle
remunerazione dei dirigenti per l‟anno 2012, con il dettaglio del personale più
rilevante:
1) Il Consiglio di Amministrazione nella delibera n. D/e/1 del 27 luglio 2011 ha individuato i Dirigenti apicali e senior. In particolare, i Dirigenti apicali sono rappresentati da: Direttore Generale, Vice Direttori Generali, Direttori Centrali, Direttori Generali Carilo e Medioleasing. I Dirigenti senior sono costituiti dai Vice Direttori Generali Carilo e Medioleasing e dai Capi Area. 2) La retribuzione fissa include eventuali benefit attribuiti al personale dirigente ed i compensi corrisposti per incarichi ricoperti presso le Società del Gruppo 3) Il premio aziendale non verrà erogato ai Direttori e ai Vice Direttori generali del Gruppo Banca Marche.
Relativamente all‟anno 2012 non sono stati erogati premi di inizio rapporto.
Gli importi relativi ai pagamenti per trattamento di fine rapporto riconosciuti durante l‟esercizio 2012 ammontano ad euro 2.939.855,00 a
favore di 2 beneficiari. L‟importo più elevato è pari ad euro 2.300.000.
In merito all‟attuazione delle disposizioni in materia di politiche e prassi
di remunerazione, il resoconto relativo all‟anno 2012, per le n. 32 sedute di C.d.A. e le n. 44 sedute di Comitato Esecutivo, agli Amministratori sono state
complessivamente corrisposti euro 936.250 di cui euro 835.000 a titolo di compenso annuo fisso ed euro 101.250 per medaglie di presenza, come
analiticamente esposto di seguito, oltre a rimborsi spese ammontanti
complessivamente a euro 90.751:
Compensi Medaglie Totale Rimborsi spese
Presidente 200.000 11.750 211.750 1.658
Vice Presidenti 200.000 22.000 222.000 22.316 Amministratori esecutivi 140.000 22.750 162.750 16.799
Amministratori non esecutivi 295.000 44.750 339.750 49.978
Totale 835.000 101.250 936.250 90.751
Sistema
incentivante
(Premio aziendale - Accordo
sindacale 17/12/2012)
9 3.251.592,46 0 9.585,94 2,56%
9 3.251.592,46 0 9.585,94 2,56%
16 2.274.652,56 0 58.713,88 3,52%
3 461.130,35 0 14.378,91 3,32%
2 444.351,38 0 0,00 0,00%
33 3.673.390,27 0 154.450,30 5,16%
3 436.199,29 0 14.378,91 3,50%
58 9.199.635,29 0 222.750,12
Incidenza retribuzione variabile su
retribuzione complessiva (valore
massimo individuale rilevato)
- di cui Personale più rilevante in
quanto Responsabili delle funzioni di
controllo
- di cui Personale più rilevante in
quanto Altri risk takers
Altri Dirigenti
Categoria N. percettori
Dirigenti Apicali
Retribuzione variabile
Dirigenti Senior
TOTALE
Retribuzione
fissa
- di cui Personale più rilevante in
quanto Responsabili delle funzioni di
controllo
- di cui Personale più rilevante
1)
1)
2)
3)
Informativa al pubblico al 31 dicembre 2012 98
Dichiarazione del Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari
Il Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari,
Roberto Paolini, dichiara, ai sensi del comma 2 dell‟art. 154-bis del Testo Unico della Finanza, che l‟informativa contabile contenuta nel presente documento
“Terzo Pilastro di Basilea 2 al 31 dicembre 2012” corrisponde alle risultanze
documentali, ai libri e alle scritture contabili.
Jesi, 30 maggio 2013