resoconto integrale seduta n. 84 martedì 13 novembre 2007 · 2018-11-13 · atti consiliari...

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Atti consiliari Consiglio Regionale Marche VIII LEGISLATURA - SEDUTA N. 84 DEL 13 NOVEMBRE 2007 1 RESOCONTO INTEGRALE Seduta n. 84 Martedì 13 novembre 2007 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RAFFAELE BUCCIARELLI INDICE Comunicazioni del Presidente ............. p. 3 Approvazione processo verbale Proposte di legge (annuncio) Proposte di atto amministrativo (annuncio) Mozioni (annuncio) Regolamento (promulgazione) Congedo (annuncio) Sull'ordine dei lavori............................ p. 4 Interrogazione n. 403 del Consigliere Castelli “Spese per il cofinanziamento regio- nale del Programma Aree urbane” Decadenza .............................................. p. 5 Interrogazione n. 672 del Consigliere Viventi “Innovazione sistema autotrasporto merci. Potenziamento Intermodalità" Svolgimento ............................................. p. 5 Interrogazione n. 815 del Consigliere Procaccini “Crisi ditta di Osimo” Rinvio ....................................................... p. 7 Interrogazione n. 730 dei Consiglieri Santori, Capponi “Stato di attuazione delle politiche re- gionali della sicurezza dei cittadini e della integrazione dei soggetti ROM ed extracomunitari” Rinvio ....................................................... p. 7 Interrogazione n. 404 del Consigliere Castelli “Adeguamento e ristrutturazione R.S.A. di Filottrano” Interrogazione n. 405 del Consigliere Castelli “Ristrutturazione e adeguamento R.S.A. in Comune di Corinaldo” Interrogazione n. 406 del Consigliere Castelli “Realizzazione R.S.A. n. 20 posti letto in comune di Fossombrone”

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Page 1: RESOCONTO INTEGRALE Seduta n. 84 Martedì 13 novembre 2007 · 2018-11-13 · Atti consiliari Consiglio Regionale Marche VIII LEGISLATURA - SEDUTA N. 84 DEL 13 NOVEMBRE 2007 — 3

Atti consiliari Consiglio Regionale Marche

VIII LEGISLATURA - SEDUTA N. 84 DEL 13 NOVEMBRE 2007

— 1 —

RESOCONTO INTEGRALE

Seduta n. 84Martedì 13 novembre 2007

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RAFFAELE BUCCIARELLI

INDICE

Comunicazioni del Presidente ............. p. 3Approvazione processo verbaleProposte di legge(annuncio)Proposte di atto amministrativo(annuncio)Mozioni(annuncio)Regolamento(promulgazione)Congedo(annuncio)

Sull'ordine dei lavori............................ p. 4

Interrogazione n. 403del Consigliere Castelli“Spese per il cofinanziamento regio-nale del Programma Aree urbane”Decadenza .............................................. p. 5

Interrogazione n. 672del Consigliere Viventi“Innovazione sistema autotrasportomerci. Potenziamento Intermodalità"Svolgimento ............................................. p. 5

Interrogazione n. 815del Consigliere Procaccini“Crisi ditta di Osimo”Rinvio ....................................................... p. 7

Interrogazione n. 730dei Consiglieri Santori, Capponi“Stato di attuazione delle politiche re-gionali della sicurezza dei cittadini edella integrazione dei soggetti ROMed extracomunitari”Rinvio ....................................................... p. 7

Interrogazione n. 404del Consigliere Castelli“Adeguamento e ristrutturazioneR.S.A. di Filottrano”

Interrogazione n. 405del Consigliere Castelli“Ristrutturazione e adeguamentoR.S.A. in Comune di Corinaldo”

Interrogazione n. 406del Consigliere Castelli“Realizzazione R.S.A. n. 20 posti lettoin comune di Fossombrone”

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Interrogazione n. 407del Consigliere Castelli“R.S.A. per disabili presso l’OspedaleMuzio Gallo di Osimo”

(abbinate)Svolgimento ............................................. p. 7

Interrogazione n. 878dei Consiglieri Procaccini, Brandoni, Binci“Chiusura di una cartiera di AscoliPiceno”

Interrogazione n. 890del Consigliere Rocchi“Grave situazione occupazionalenell’ascolano determinatasi a seguitodi prograssivi processi di deindustria-lizzazione in atto”

Interrogazione n. 889del Consigliere Castelli“Crisi Ahlstrom ed inesorabile proces-so di deindustrializzazione della pro-vincia di Ascoli Piceno”

(abbinate)Svolgimento ............................................. p. 12

Mozione n. 218dei Consiglieri Massi, Capponi, Benatti, Rocchi,Lippi, Mammoli, Pistarelli, Brandoni, Giannotti“Autonomia Banca Marche”Discussione e votazione risoluzione ........ p. 17

Comunicazioni della Giunta Regiona-le in ordine ai recenti fatti di Appigna-no del Tronto e più in generale sulletematiche della sicurezzaRinvio ....................................................... p. 32

Proposta di legge n. 186della Giunta regionale“Disciplina dell’attività di acconciato-re e di estetista”Discussione e votazione .......................... p. 32

Proposta di atto amministrativo n. 63della Giunta regionale“Criteri di ripartizione dei ProgettiSpeciali di competenza regionale –Fondo Sanitario Regionale dell’anno2007 – Spesa di parte corrente”Discussione ............................................. p. 35

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La seduta inizia alle ore 10,10

Presidenza del PresidenteRaffaele Bucciarelli

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Innanzitutto do il benve-nuto alle ragazze e ai ragazzi della scuolasecondaria di primo grado Galileo Ferraris diFalconara che sono venuti a far visita alnostro Consiglio regionale.

Do per letto il processo verbale dellaseduta n. 83 del 6 novembre 2007 il quale,ove non vi siano obiezioni, si intende appro-vato ai sensi dell’articolo 29 del Regolamen-to interno.

Sono state presentate le seguenti pro-poste di legge regionale:- n. 195, in data 5 novembre 2007, ad inizia-

tiva dei Consiglieri Giannotti, Tiberi, con-cernente: “Modifiche alla legge regionale16 gennaio 1995, n. 12 ̀ Ordinamento del-le Comunità Montane come modificatadalla legge regionale 28 dicembre 1995,n. 66 e dalla legge regionale 20 giugno1997, n. 35”, assegnata alla I Commissio-

ne in sede referente e al Consiglio delleAutonomie locali ai sensi del comma 4dell’articolo 11 della legge regionale 10aprile 2007, n. 4;

- n. 196, in data 6 novembre 2007, ad inizia-tiva dei Consiglieri Massi, Lippi, Viventi,concernente: “Modifiche ed integrazionialla legge regionale 6 luglio 1998, n. 21“Interventi finanziari per il commercio”,assegnata alla III Commissione in sedereferente;

- n. 197, in data 6 novembre 2007, ad inizia-tiva dei Consiglieri Brandoni, Altomeni,Binci, Procaccini, Benatti, Ortenzi, Mam-moli, Mollaroli, concernente: “Modifichealla legge regionale 27 luglio 1998, n. 22“Diritti della partoriente, del nuovo o nato edel bambino spedalizzato”, assegnataalla V Commissione in sede referente;

- n. 198, in data 7 novembre 2007, ad inizia-tiva del Consigliere Castelli, concernente:“Modifiche alla legge regionale 25 gennaio2005, n. 2 concernente “Norme regionaliper l’occupazione, la tutela e la qualità dellavoro”, assegnata alla III Commissione insede referente.Sono state presentate, inalata 7 novem-

bre 2007, le seguenti proposte di atto am-ministrativo:- n. 70, ad iniziativa della Giunta regionale

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concernente: “Approvazione variante alpiano stralcio di bacino per l’assetto idro-geologico del bacino interregionale dei fiu-mi Marecchia e Conca (PAI) - Integrazio-ne aree in dissesto a rischio elevato emolto elevato: località Mercato in Comunedi Casteldelci (PU), località Ugrigno in Co-mune di Sant’Agata Feltria (PU), localitàBoscara in Comune di Maiolo (PU)”, as-segnata alla IV Commissione in sede re-ferente;

- n. 71, ad iniziativa della Giunta regionaleconcernente: Approvazione della integra-zione al piano stralcio di bacino per l’as-setto idrogeologico del bacino interregio-nale Marecchia - Conca (PAI) relativa allefasce del territorio di pertinenza dei corsid’acqua ad alta vulnerabilità idrogeologi-ca”, assegnata alla IV Commissione insede referente;

- n. 72, ad iniziativa della Giunta regionale,concernente: “Approvazione del pianostralcio di bacino per l’assetto idrogeologi-co del bacino per l’assetto idrogeologicodel fiume Tronto (PAI)”, assegnata alla IVCommissione in sede referente;

- n. 73, ad iniziativa della Giunta regionale,concernente. “Criteri e modalità per l’ero-gazione di contributi a sostegno della ge-stione associata intercomunale di funzio-ni e servizi per il 2007", assegnata alla ICommissione in sede referente e alla IICommissione per il parere obbligatorio.Sono state presentate le seguenti mo-

zioni:- n. 220, della Consigliere Mammoli:

“Esclusione del “Coro lirico marchigianoVincenzo Bellini” dalla Lucia diLammermoor del Teatro Pergolesi di Jesidel novembre 2007;

- n. 221, della Consigliere Mammoli: “So-stegno economico al progetto sperimen-tale `L’autismo all’università’ - progettodell’Università di Camerino per l’inseri-mento di un ragazzo artistico”;

- n. 222, del Consigliere Viventi: “Rincarodel prezzo della benzina”;

- n. 223, del Consigliere D’Anna: “Ventilata

chiusura del distaccamento di PoliziaStradale di Fano”;

- n. 224 del Consigliere Castelli: “Crisi diuna cartiera di Ascoli Piceno ed inesorabi-le processo di deindustrializzazione dellaprovincia di Ascoli Piceno”;

- n. 225 dei Consiglieri Capponi, Bugaro,Cesaroni, Ciriaci, D’Anna, Tiberi, Giannot-ti, Lippi, Massi, Viventi, Silvetti, Castelli:“Programma di sviluppo rurale 2007 -2013 (Reg. CE 1698/2005). Gestione del-le controdeduzioni alle osservazioni UEnell’ambito del negoziato in atto con Com-missione Europea”.Il Presidente della Giunta regionale ha

promulgato in data 30 ottobre 2007 il se-guente regolamento:- n. 3 “Attuazione della legge regionale 24

novembre 2004, n. 24 ‘Ordinamento delsistema fieristico regionale”.Ha chiesto congedo il Consigliere Brini.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereMassi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI.Come è stato già accennato alla Conferen-za dei Presidenti dei gruppi, come firmatarichiediamo l’anticipazione, subito dopo laparte riguardante le risposte alle interroga-zioni, della mozione n. 218 sull’autonomia diBanca Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consiglie-re Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Due questioni che hogià anticipato durante la Conferenza deiPresidenti dei gruppi.

La prima, che anche il collega Massi harichiesto, è l’impegno che già vi era stato lascorsa settimana di discutere la mozione n.218 sulla Banca delle Marche. Il sistemacreditizio marchigiano è un argomento didiscussione e di attenzione di queste ore, di

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questi giorni, di queste settimane da partedell’opinione pubblica e dei soggetti interes-sati, tra questi quindi devono esserci anchele Istituzioni.

La seconda questione che ho sollevatoalla Conferenza dei Presidenti dei gruppi, eche vorrei venisse ufficializzata la posizionee l’impegno che l’Assessore Marcolini nellastessa riunione ha espresso, riguarda l’Ersudi Macerata, proprio ieri c’è stata una deci-sione, a mio avviso grave, di commissaria-mento dell’Ente. Mi permetto di riferire chel’Assessore Marcolini, o direttamente l’As-sessore Ascoli o il Presidente della Giunta,si è impegnato per la prossima seduta ariferire in Aula e quindi poter discutere delpunto.

Io ho già oggi gli elementi per discuternee anche se capisco che la Giunta chiede dipoter fare un’istruttoria vorrei comunque chel’impegno venga ufficializzato in questa se-duta odierna.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereCapponi.

Franco CAPPONI. Soltanto per dire chesostengo l’anticipazione della mozione n.218 subito dopo le interrogazioni.

PRESIDENTE. La richiesta di anticipa-zione del Consigliere Massi deve essere vo-tata dal Consiglio. Per quanto riguarda, inve-ce, la richiesta del Consigliere Pistarelli,così come accettato da tutti in sede di Con-ferenza dei Presidenti dei gruppi consiliari,la prossima seduta del Consiglio, dopo gliatti ispettivi, si aprirà una comunicazionesull’argomento come già richiesto alla Giun-ta.

Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Voglio soltanto an-nunciare che sulla mozione n. 218 presen-terò una proposta di risoluzione.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazionedella richiesta del Consigliere Massi di di-

scutere dopo la mezz’ora degli atti ispettivila mozione n. 218 “Autonomia Banca delleMarche”.

(Il Consiglio approva)

Interrogazione n. 403del Consigliere Castelli“Spese per il cofinanziamento regionaledel Programma Aree urbane”Decadenza

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 403del Consigliere Castelli decade per assenzadell’interrogante.

Interrogazione n. 672del Consigliere Viventi“Innovazione sistema autotrasportomerci. Potenziamento Intermodalità”Svolgimento

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recal’interrogazione n. 672 del Consigliere Viven-ti. Per la Giunta risponde l’Assessore Mar-colini.

Pietro MARCOLINI. Il Consigliere Viventiha presentato una interrogazione a rispostaorale nella quale, dopo alcune premesserelative al traffico merci ed alle recenti deci-sioni del Governo in merito ad alcune agevo-lazioni, interroga la Giunta regionale per co-noscere quali azioni, oltre a quelle già attiva-te, intende mettere in atto affinché il Governonazionale dia attuazione in manieraesaustiva alle disposizioni della legge n.265/02, inserendo tra gli interventi da finan-ziare anche quelli rivolti alla creazione dicatene logistiche ed allo sviluppo dellaintermodalità ed in special modo quella tre-no-gomma.

Preso atto che l’obiettivo della Giunta re-gionale è quello di favorire in ogni modol’intermodalità del trasporto merci limitando,per quanto possibile, il ricorso al trasporto

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su gomma a favore dei vettori ferrovie enave, allo stato attuale l’Interporto non es-sendo ancora in grado di svolgere ancora lesue funzioni in quanto non completo degliallacci ferroviari e stradali, si ritiene possibileper adesso intervenire soltanto sul trafficoper ridurre la quantità di trasporto su gommada e per il porto cercando di operare per farsi che quota parte dei trailers e deicontainers scaricati e caricati per i porti gre-ci e per il resto del Mediterraneo siaimmessa sulla rete nazionale via ferroviaper essere poi inviata negli interporti o neiporti di destinazione.

PRESIDENTE. Consiglieri, per cortesia,non vorrei interrompere la vostra riunione,ma dobbiamo decidere, o continuate la riu-nione voi o continuiamo la seduta del Consi-glio!

Prego Assessore.

Pietro MARCOLINI. Per ottenere tale ri-sultato è necessario organizzare un’apposi-ta area di carico e scarico nei pressi delporto, servita da binari ferroviari e gestita daun operatore che abbia a disposizione loco-motori e pianali ribassati atti a comporretreni bloccati da inviare a destinazione.

Vorrei segnalare come insieme al Comu-ne siamo riusciti a evitare le radicazioni deibinari dalla zona portuale, cosa che era inprocinto di essere drammaticamente realiz-zata.

Abbiamo mantenuto attivo il collegamen-to con la stazione marittima, altro elementoche era in discussione soltanto fino a pochimesi fa.

Poiché sono state individuate dall’Autori-tà portuale di Ancona sostanzialmente duedirettrici forti utilizzate dai trasportatori sugomma, l’una in direzione Francia e Spagnadel Sud, l’altra in direzione del Centro Euro-pa – in particolare Germania e Olanda, rio-rientatori del grande traffico soprattutto sumerci – è possibile per tali direttrici ipotizza-re la formazione di treni blocco che permet-

tano il recapito dei carichi a destinazione alposto dell’utilizzo del solo vettore su gom-ma.

In tale direzione si sta orientando la Re-gione Marche cioè per promuovere la forma-zione di treni bloccati lungo le direttrici indi-cate, da comporre nell’area dello ScaloMarotti attualmente sotto utilizzato.

A questo scopo si stanno contattando leRegioni vicine, soprattutto l’Umbria ma an-che l’Emilia Romagna e l’Abruzzo. Vogliorilevare che nel rinnovo degli organismi del-l’Interporto l’amministratore di Sviluppo-Umbria è stato nominato vicepresidente del-l’Interporto, che segnala una intesa cheguarda in prospettiva e non si ferma all’oggi.Quindi, dicevo, rapporti rapporto con le Re-gioni vicine e gli operatori legati agli armatoriche operano nell’Adriatico e nel Tirreno per-ché insieme ad alcuni gestori ferroviari sipossa verificare la fattibilità di un collega-mento via terra tra la sponda Adriatica ed ilporto di Civitavecchia, che era la vecchiaidea che riguardava anche materiale ener-getico, quindi collegare l’Adriatico e il Tirre-no. Questo ci consentirebbe di guardarecon maggiori possibilità ai collegamenti conle piattaforme logistiche del Centro Nord Eu-ropa.

Voglio ricordare, infine, che con la collegaPistelli si sta predisponendo un progetto nel-l’ambito del Programma Marco Polo 2 perottenere un apposito finanziamento europeoche consenta di assistere economicamentegli operatori della gomma che faranno que-sta scelta.

Indubbiamente la vicenda ex Cemim hacostituito un’ipoteca per il pieno sviluppo del-l’Interporto. Fortunatamente quella vicendaè alle spalle, anche da un punto di vista dellagestione fallimentare sono state trovate del-le soluzioni che sbloccano questa reciprocaneutralizzazione sul versante giudiziario e cifanno sperare che il piano programma adot-tato dall’Interporto in collegamento con ilporto e l’aeroporto possano dare corpo final-mente all’unica piattaforma logistica regio-nale che collega, appunto, le modalità ferro,

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gomma e aria con una valenza di caratterenazionale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichia-rarsi soddisfatto o meno, il Consigliere Vi-venti.

Luigi VIVENTI. Ringrazio l’AssessoreMarcolini per le informazioni che ha fornito inmerito a questa interrogazione. L’unicacosa che non ho capito e che chiedevo nel-l’interrogazione è se per i finanziamenti pre-visti dal decreto del 2006, attuativo della leg-ge del 2002, destinati verso le cosiddetteautostrade del mare quindi verso le rotteesistenti, quelle cioè verso il Tirreno, laGiunta regionale è riuscita far sì che venis-sero dirottati verso l’Adriatico e non solo peril Tirreno.

Pietro MARCOLINI. Abbiamo avuto con-tatti sia con il Ministro Bianchi che con il suostaff, ci è stata dichiarata un’attenzione an-che dal sottosegretario De Piccoli, stiamocercando di dirottare – come lei dice – lerisorse verso l’Adriatico.

Luigi VIVENTI. Questa è la sostanza del-l’interrogazione. Grazie.

Interrogazione n. 815del Consigliere Procaccini“Crisi ditta di Osimo”Rinvio

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 815del Consigliere Procaccini è rinviata per as-senza dell’Assessore competente.

Interrogazione n. 730dei Consiglieri Santori, Capponi“Stato di attuazione delle politiche re-gionali della sicurezza dei cittadini e del-la integrazione dei soggetti Rom ed ex-tracomunitari”Rinvio

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 730dei Consiglieri Santori, Capponi è rinviataper assenza dell’Assessore competente.

Interrogazione n. 404del Consigliere Castelli“Adeguamento e ristrutturazione Rsa diFilottrano”

Interrogazione n. 405del Consigliere Castelli“Ristrutturazione e adeguamento Rsa inComune di Corinaldo”

Interrogazione n. 406del Consigliere Castelli“Realizzazione R.S.A. n. 20 posti letto incomune di Fossombrone”

Interrogazione n. 407del Consigliere Castelli“R.S.A. per disabili presso l’OspedaleMuzio Gallo di Osimo”

(abbinate)Svolgimento

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recale interrogazioni n. 404, 405, 406, 407 delConsigliere Castelli, abbinate. Per la Giuntarisponde l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Per risponderealle richieste del Consigliere Castelli si riepi-logano di seguito gli elementi più salienti,che riguardano lo sviluppo dell’intervento perla ristrutturazione dell’Rsa di Filottrano, ac-quisiti in collaborazione con la p.f. “Demanioidrico, porti, lavori pubblici, edilizia sanitariaed ospedaliera “ che condivide con il Servi-zio salute la competenza in materia.

L’opera era ed è prevista nell’ambito della2 della fase del Programma straordinario diinvestimenti in campo sanitario finanziato aisensi dell’articolo 20 della legge n. 67/88.

Il progetto esecutivo è stato approvato daldirigente del Servizio lavori pubblici e urbani-

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stica il 10 febbraio 2004 per un importo com-plessivo di € 619.748,27 di cui € 588.760,87a carico dello Stato, ammesso a finanzia-mento dal Ministero della salute con decretodel 9.03.2004.

I lavori sono stati aggiudicati e sono pro-seguiti fino al IV stato di avanzamento a tuttoil 31 ottobre 2006; con decreto n. 420 delServizio lavori pubblici del 21 dicembre 2006è stata approvata una perizia di variante.

L’ultimo pagamento utile per liquidare lespese tecniche risulta essere stata effettua-to ad aprile 2007. Successivamente il con-tratto è stato rescisso dalla stazione appal-tante per gravi inadempimenti contrattuali enel mese di luglio 2007 è stata valutata laconsistenza dei lavori eseguiti prima dell’ab-bandono del cantiere da parte dell’impresaaggiudicataria cui ha fatto seguito, nel mesedi agosto, la comunicazione di fallimentodella medesima da parte del curatore falli-mentare.

Attualmente è in via di completamento lapredisposizione di una perizia tecnica chedovrà essere sottoposta all’approvazionedel competente organo regionale per con-sentire il riappalto dei lavori che potrebbeavvenire entro la fine del corrente anno.

Per quanto riguarda i lavori strutturazioneed adeguamento della Rsa di Corinaldo, l’in-tervento era anch’esso previsto nell’ambitodella seconda fase del Programma straordi-nario di investimenti in campo sanitario fi-nanziato ai sensi dell’articolo 20 della leggen. 67/88.

Il progetto esecutivo è stato approvato daldirigente del Servizio lavori pubblici e urbani-stica il 24 ottobre 2003 per un importo com-plessivo di € 1.549.370,70 di cui €1.471.902,16 a carico dello Stato, ammessoa finanziamento dal Ministero della Salutecon decreto del 11 novembre 2003.

I lavori sono stati aggiudicati in data 28gennaio 2004 e regolarmente consegnati al-l’impresa aggiudicataria in data 28 aprile2004, quindi nel pieno rispetto dei tempi pre-visti dalla normativa vigente (che prevedel’aggiudicazione dell’appalto entro 270 giorni

dalla data di ammissione a finanziamentodel contratto entro 60 giorni dalla data diammissione a finanziamento, la firma delcontratto entro 60 giorni dalla data di aggiu-dicazione dell’appalto e la consegna dei la-vori entro 45 giorni dalla data di stipula delcontratto).

PRESIDENTE Mi scusi Assessore. Con-siglieri rinnovo l’invito, non so più in qualelingua devo dirlo, ma se continuate a parlarel’interrogante non riesce a sentire la rispostadell’Assessore.

Almerino MEZZOLANI. Il 5 ottobre 2005 laZona territoriale n. 4 dell’Asur ha presentatoper la necessaria approvazione un progettodi completamento, finanziato con il ribassod’asta ottenuto sull’appalto principale, per ilrifacimento parziale della copertura; in cor-so d’istruttoria si rilevava l’esistenza di unavariante progettuale mai approvata dagli or-gani competenti che, pertanto, è stata esa-minata e regolarmente approvata dal Servi-zio lavori pubblici il 29 dicembre 2005.

Nel mese di maggio, perché poi c’è unaggiornamento, la realizzazione dell’operarisultava procedere regolarmente; la data diultimazione dei lavori prevista originaria-mente per il 19 ottobre 2005 è slittata pereffetto dei giorni di sospensione, dovuti ingran parte alla redazione della variante e deigiorni di proroga previsti per l’esecuzionedella variante medesima.

Per quanto riguarda l’utilizzo del finanzia-mento assegnato a marzo risultava emessoil IV stato di avanzamento lavori per un totaledi € 494.732,89 pari al 47,56% dell’importo dicontratto.

Ad integrazione di questa documentazio-ne si comunica che allo stato attuale i lavorirelativi alla Rsa di Corinaldo risultano ese-guiti per circa il 92% con l’emissione del VIIstato di avanzamento lavori al settembreu.s..

Per quanto riguarda l’Rsa nel Comune diFossombrone, l’intervento previsto nell’am-bito della seconda fase del Programma

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straordinario di investimenti in campo sani-tario finanziato ai sensi dell’articolo 20 dellalegge n. 67/88, è stato ammesso a finanzia-mento dal Ministero della salute il 10 ottobre2003. La realizzazione dell’opera non haavuto seguito in quanto il direttore generaledell’Azienda sanitaria unica regionale, connota prot. n. 2849 del 4 agosto 2004, hacomunicato di non considerare più utile larealizzazione della struttura proponendonela sostituzione con intervento analogo in al-tra sede; la carenza di elementi certi di riferi-mento non ha successivamente consentitodi procedere alla modifica dell’accordo diprogramma.

Il finanziamento assegnato per la realiz-zazione dell’opera è stato successivamenterevocato dal Ministero della salute in appli-cazione del comma 310 dell’articolo 1 dellalegge 23 dicembre 2005, n. 266 (Legge Fi-nanziaria per il 2006) e allo stato delle cosequesto finanziamento verrà rimodulato den-tro il nuovo accordo di programma in rela-zione con le esigenze che nel momento sisono determinate.

Pertanto alla luce di questo non si ravve-de, come dichiarato dal Consigliere Castelli,l’ipotesi di danno erariale in quanto il finan-ziamento revocato permane nella piena di-sponibilità della Regione che nell’ambito del-la prosecuzione del Programma di investi-menti ha la piena possibilità di ripropornel’utilizzo anche alla luce del quadro di riferi-mento complessivo venutosi a determinarecon la recente approvazione del nuovo Pia-no sanitario regionale; sono attualmente incorso presso il Servizio salute, in collabora-zione con le direzioni aziendali, le opportunevalutazioni degli elementi istruttori necessariper la definizione di un nuovo Programma diinvestimenti aggiornato in tal senso. Quindi ilfinanziamento verrà riutilizzato in altromodo.

Per quanto riguarda l’Rsa disabili pressol’Ospedale Muzio Gallo di Osimo l’interventoera previsto anche questo nell’ambito dellaseconda fase del Programma straordinariodi investimenti in campo sanitario finanziato

ai sensi dell’articolo 20 della legge n. 67/88.Il progetto esecutivo è stato approvato dal

dirigente del servizio lavori pubblici e urbani-stica il 19 maggio 2003 per un importo com-plessivo di € 10.426.235,85 di cui €7.248.111,06 a carico dello Stato, ammessoa finanziamento dal Ministero della salutecon decreto del 9.07.2003.

I lavori sono stati aggiudicati in data 22dicembre 2003 e la firma del contratto èavvenuta in data 18 febbraio 2004, quindi nelpieno rispetto dei tempi previsti dalla norma-tiva vigente che prevede l’aggiudicazionedell’appalto entro 270 giorni dalla data diammissione a finanziamento, la firma delcontratto entro 60 giorni dalla data di aggiu-dicazione dell’appalto e la consegna dei la-vori entro 45 giorni dalla data di stipula delcontratto.

La realizzazione dell’opera ha procedutoregolarmente fino all’emissione del 1° statodi avanzamento lavori, eseguiti a tutto il 26ottobre 2004, per un importo di € 422.336,40pari al 7,16 % dell’importo di contratto.

In data 11 aprile 2005 con determina n.87 il direttore della Zona n. 7 dell’Asur sidecideva di risolvere in danno, per graveinadempimento contrattuale, il contratto diappalto che, tra l’altro, disciplinava non solo ilavori di realizzazione del 2° lotto – oggettodella presente interrogazione –, ma anchequelli di completamento del 1° lotto dellastruttura; con il medesimo provvedimento ildirettore dava anche atto che si provvedevacon successivo e separato atto all’approva-zione di una perizia dei lavori da realizzare alfine di completare l’opera e che, successi-vamente, si procederà a norma di leggeall’indizione di una nuova gara di appalto.

Ad integrazione della suddetta comuni-cazione ci sono anche altri passaggi.

Con determina n. 996 del 15 dicembre2006 il direttore generale dell’Asur ha appro-vato l’aggiornamento del progetto di comple-tamento del primo lotto e di realizzazione delsecondo lotto, il cui quadro economico com-plessivo risulta variato a seguito della modi-fica ed integrazione dell’atto di concessione

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d’uso della struttura alla Lega del Filo d’orocome segue: € 12.811.763,94 di cui €6.684.804,85 a carico dello Stato, €351.858,69 a carico del Bilancio regionale, €1.344.008,17 quale autofinanziamentoaziendale e € 4.500.000,00 quale apportodella Lega del Filo d’oro.

In base al nuovo atto di concessione,pertanto, la Lega del Filo d’oro modifica da €1.462.609,91 a € 4.500.000,00 il proprio ap-porto finanziario che sarà interamente recu-perato dal medesimo Ente nell’arco divigenza della convenzione stipulata conl’Asur.

Il progetto esecutivo di completamento èstato approvato dal competente Servizio re-gionale il 26 giugno 2007 ed attualmente è incorso la procedura per la gara di appalto chea termini di legge deve essere indetta a livel-lo europeo in quanto l’importo dei lavori su-pera i 5 milioni di euro.

Nel frattempo, e precisamente in data 29gennaio 2007, l’apposita Commissione hacompletato il collaudo tecnico-amministrati-vo della consistenza dei lavori eseguiti pri-ma dell’abbandono del cantiere da parte del-l’impresa aggiudicataria e con la conse-guente valutazione dei danni subìti dalla sta-zione appaltante.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichia-rarsi soddisfatto o meno, il Consigliere Ca-stelli che per la replica ha dieci minuti. Presi-dente Capponi, rinnovo l’invito al gruppo diForza Italia, che oggi mi sembra abbastan-za agitato, a prestare attenzione ai lavori delConsiglio.

Guido CASTELLI. Mi auguro che il gruppodi Forza Italia, a cui va tutta la mia simpatia,possa organizzare tutta la sua vitalità in ma-niera tale che io possa parlare delle Rsa.

In questi periodi è noto come da partedella cosiddetta società civile si alzino delleperplessità nei confronti del sistema politicoe istituzionale in genere. Fra le tante ragioniche determinano il distacco tra la società ele istituzioni vi è la tematica degli sprechi, la

tematica dei costi, ma anche la tematicadelle lungaggini, dei ritardi, che è unatematica che spesso non viene conosciuta,ma che pure rappresenta uno degli snodifondamentali per capire le ragioni che hannoindotto ad una certa divisione tra quello che ilcomune sentire della gente comune e quelloche è, invece, il sistema della classe diri-gente politica italiana.

Ho portato all’attenzione di questo Consi-glio regionale quattro casi che credo possa-no essere affrontati e letti proprio alla luce diquesta mia considerazione iniziale.

Quale è stato l’elemento che mi ha indot-to ad interrogare l’Assessore alla sanità sul-le vicende inerenti le Rsa di Filottrano,Corinaldo, Fossombrone e Osimo? E’ il fat-to che io mi sono accorto che dopo annidallo stanziamento, quindi dalla effettiva pre-sa in carico delle possibilità economiche utilia realizzare queste Rsa, poco o nulla risultaconcretamente realizzato di quelle infra-strutture destinate al ricovero degli anziani.Ecco perché ho ritenuto particolarmente ne-cessario chiedere conto delle ragioni chehanno indotto questi ritardi, tali – lo ha appe-na detto l’Assessore Mezzolani – da deter-minare addirittura la revoca del finanziamen-to.

Questo corto circuito che spesso riguar-da le pubbliche amministrazioni e spessis-simo la Regione Marche, porta probabilmen-te tanta parte della nostra società marchi-giana a non capire come si possa, ad esem-pio, pretendere l’aumento della stessa ben-zina – è il caso di qualche giorno fa – quandopoi le risorse che vengono attinte dalle ta-sche del consumatore, in questo caso dal-l’automobilista, non trovano una rapida con-cretizzazione.

Ecco dunque che per parlare dell’edificiocitato in riferimento anche alla Lega del Filod’oro ci è sembrato obiettivamente stranoche di quei 14 miliardi di vecchie lire alla datadi maggio 2006 non erano stati utilizzati il90% di quei fondi.

Credo che questo sia un aspetto che perquanto riguarda la sanità marchigiana meritiun’attenzione particolare.

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Sappiamo anche che la Regione fu puni-ta dalla Finanziaria del 2005 che arrivò addi-rittura a revocare 160 milioni di euro, quindi340 miliardi non utilizzati, peraltro nello stes-so momento in cui vengono lanciati gli allar-mi circa l’insufficienza delle risorse, la ca-renza dei denari per alimentare il nostro Ser-vizio sanitario regionale. Quindi un vero eproprio paradosso che porta i soldi effettiva-mente giacenti a non essere utilizzati e isoldi necessari per fare altri interventi equindi poter finanziarie altre attività nel mon-do sanitario a non essere presenti.

Credo che da questo punto di vista siaassolutamente necessario che l’efficienza el’efficacia del Servizio sanitario regionale epiù in generale della Regione Marche costi-tuiscano il primo punto di una riflessionecerta, sicura e determinata perché, secon-do me, è scandaloso che non vengano uti-lizzati soldi che lo Stato ci assegna peravanzare in quei progetti che comunque af-feriscono anche alla problematica della nonautosufficienza.

Vedo passare davanti a me il Presidentedella V Commissione che da sempre pren-de in considerazione questa problematicacon il piglio e la convinzione che gli derivaanche dal suo passato di sindacalista, sabene anche lui che la vicenda della mancatautilizzazione delle risorse sanitarie rappre-senta una delle pagine che maggiormentedetermina l’opportunità di un rossore nellegote dei nostri membri della Giunta regiona-le.

Tra l’altro qualche mese fa l’AssessoreMezzolani con la giusta enfasi annunciò ilfatto di aver recuperato quei famosi 160 mi-lioni di vecchie lire che nel frattempo ci era-no stati tolti per l’inefficienza del sistema. Dalì questo annuncio e una serie di proceduree di riunioni che vennero convocate dal diret-tore dell’Asur e dallo stesso dirigente delServizio che dovevano stabilire il nuovo pia-no di utilizzo di questo denaro. Nelle nostrezone territoriali giacciono – è il caso di usarenuovamente questo verbo – tanti progettirispetto ai quali gli stessi direttori non sanno

benissimo che tipo di destino pensare o ipo-tizzare.

Il 10 maggio 2007, Presidente Luchetti, idirettori di Zona vennero convocati proprioperché dovevano prendere in esame l’elen-co di tutti i progetti giacenti rispetto ai quali sitrattava di valutare con esattezza, precisio-ne e realismo quali fossero da aggiornareper poi essere portati a finanziamento.

Nella seconda stesura del Piano sanita-rio nella parte finale – come è noto ne haavute quattro – venne enucleata una propo-sta – non so se ve la ricordate – dove siipotizzavano addirittura investimenti per 330milioni di euro di cui 210 di pertinenza Asur,quindi Azienda territoriale sanitaria, e 120delle Aziende ospedaliere. Si vide bene difare una grande raccolta di tutto il passato,dalla Piramide di Cheope al Circo Massimo,per arrivare poi al Muzio Gallo di Osimo, incui si volle descrivere lo stato dell’arte. Quin-di tanti direttori di Zona si avvicinarono positi-vamente rispetto a quell’elenco e vennero,dopo che l’elenco venne espunto dalla quar-ta versione del Piano sanitario, convocatiall’ultima riunione del 31 luglio di cui recanotraccia e mappe interne all’Asur. Ovvero en-tro il 31 luglio si doveva procedere con undeciso passo in avanti per stabilire quali in-frastrutture realizzare sulla base delle risor-se effettivamente disponibili, cioè quali ope-re tornare a credere necessarie per il nostroservizio.

Da quel 31 luglio non si è saputo piùniente, la nebbia è più fitta che mai, una veracoltre fumogena ha di nuovo avvolto le stan-ze dell’Asur che ci hanno recentemente an-che resi edotti di altre problematiche riguar-danti questa ormai eterna diffida che stacostellando il Sistema sanitario regionale trail direttore dell’Asur Maluccelli, i direttori diZona e tutta questa grande confusione chesta dominando il nostro Servizio sanitarioregionale.

Morale, caro Assessore Mezzolani, è chei ritardi non sono ascrivibili alla sua gestione,lei probabilmente dovrebbe essere conside-rato il vero e proprio cireneo della Regione

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Marche, ma questo giudizio benevolo, che ingenere io le riconosco, verrà meno perchéormai da un po’ di tempo galoppa la nuovastagione.

La stagione dei Ruta e dei Maluccelli èiniziata l’anno scorso ed io la diffido ormai adinvocare il passato per giustificare certi ritar-di, ormai dopo un anno lei perde il bonus discusanti e di giustificazioni che derivano dalfatto che lei è l’Assessore sopraggiunto.Dunque ormai lei è l’Assessore pienamenteresponsabile della gestione Maluccelli eRuta che anche da questo punto di vistasembra fare acqua da tutte le parti.

Il 30 novembre è vicino, termine entro ilquale la Giunta regionale dovrà depositare laproposta organica di riforma del sistema; laattendiamo, caro Assessore, e dal 1° di-cembre Alleanza Nazionale scenderà inpiazza per rendere informati tutti i cittadinimarchigiani di quali stasi ed inerzie la vedo-no responsabile in quello che non esitiamo adefinire il tracollo del Servizio sanitario regio-nale.

Interrogazione n. 878dei Consiglieri Procaccini, Brandoni, Binci“Chiusura di una cartiera di AscoliPiceno”

Interrogazione n. 889del Consigliere Castelli“Crisi Ahlstrom ed inesorabile processodi deindustrializzazione della provinciadi Ascoli Piceno”

Interrogazione n. 890del Consigliere Rocchi“Grave situazione occupazionalenell’ascolano determinatasi a seguito diprogressivi processi di deindustrializza-zione in atto”

(abbinate)Svolgimento

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recal’interrogazione n. 878 dei Consiglieri Pro-

caccini, Brandoni, Binci, alla quale vengonoabbinate anche le interrogazioni n. 890 delConsigliere Rocchi e n. 889 del ConsigliereCastelli che sono state presentate dopo l’in-vio dell’ordine del giorno. Invece, la mozionen. 224, sempre di argomento identico, verràiscritta all’ordine del giorno così come previ-sto dal regolamento.

Per la Giunta risponde l’AssessoreAscoli.

Ugo ASCOLI. Nelle interrogazioni ci sonodue problematiche diverse da affrontare,una è la situazione della azienda Ahlstrom el’altra che è sì correlata a questa, ma che haanche altre motivazioni riguardante l’econo-mia del territorio piceno, intendendosi conquesto soprattutto la parte meridionale dellaprovincia attuale di Ascoli Piceno.

La Ahlstrom è una società internazionaleleader nella produzione di materiali ad alteprestazioni a base di fibre e serve mercati intutto il mondo. Le soluzioni sono utilizzate inuna ampia gamma di prodotti di uso quoti-diano per l’ambiente, la sanità, i trasporti, gliimballaggi, la casa e l’ufficio. Con sede adHelsinki, quotata in Borsa nella capitalefinlandese, è divisa in cinque business areae ha circa 6.500 dipendenti.

Compete in un mercato globale di dimen-sioni mondiali attraversato da una crisi delsettore cartario determinata dagli elevati co-sti energetici e delle materie prime.

In particolare, il comparto delle carte spe-ciali ha risentito, oltre che ai fenomeni sopraindicati, di numerose criticità quali un siste-ma di estrema competizione sui prezzi divendita, l’aumento del costo delle materieprime (cellulosa e prodotti chimici) e del-l’energia.

Per fronteggiare ciò il gruppo Ahlstrom hamaturato la decisione di focalizzare gli inve-stimenti e le acquisizioni su business chegarantiscono maggiore sostenibilità a lungotermine.

La produzione di Ahlstrom Turin Spa,quella che opera in Italia, si articola in trecomparti:

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- Release & Label Papers in Mathi (TO)produce carte base da siliconare;

- Filtration in Mathi (TO) produce media fil-tranti destinati principalmente al compartoautomobilistico;

- Coated One Side in Ascoli Piceno produ-ce carte grafiche per l’imballaggio flessibi-le.Nello stabilimento di Mathi (TO), al fine di

salvaguardare la propria posizione sul mer-cato, la Società ha implementato una seriedi azioni volte alla riduzione di costi fissi e almassimo utilizzo degli impianti, attraversol’adeguamento della struttura aziendale edei modelli gestionali. In data 30 ottobre2007 con lettera raccomandata agli Enti ealle Strutture previste per legge la Ahlstromavviava le procedura di mobilità ex articoli 4e 24 legge n. 223/91 per n. 195 lavoratori dicui n. 43 impiegati e n. 148 operai, n. 1quadro e n. 3 dirigenti dello stabilimento diAscoli Piceno, con conseguente chiusuradello stabilimento stesso.

Oltre a quanto sopra specificato, vengo-no indicate anche le motivazioni che seguo-no.

Lo stabilimento di Ascoli Piceno ha regi-strato nell’ultimo triennio risultati negativi dibilancio:- 2006: fatturato € 69.437.000,00, con de-

cremento del 2,0 % sull’anno precedentecon risultato operativo negativo per €781.000,00;

- 2005: fatturato € 70.837.000,00 con incre-mento del 14,0 % sull’anno precedentedovuto in parte ad un provento straordina-rio cioè il ripristino del valore delle immobi-lizzazioni per € 3.983.000,00;

- 2004: fatturato € 62.094.000,00 con incre-mento del 3,0 % sull’anno precedente;Tali risultati hanno pesato in maniera rile-vante sul bilancio complessivo dell’azien-da considerando che:

- nel 2005 le tonnellate vendute sono statepari a 81.886, nel 2006 pari a 75.576 e ilvenduto nell’anno corrente (fino al 30 set-tembre) è stato di 57.367 tonnellate;

- il gross margin nel 2005 è stato di €

20.325.000,00, nel 2006 di €17.433.000,00 e nell’anno in corso (fino al30 settembre) di € 12.608.000,00;

- l’Ebit, ante imposte, nel 2005 è stato di €6.244.000,00, comprensivo del valore del-le immobilizzazioni di cui al punto prece-dente, nel 2006 è stato negativo per1.493.000,00 e nell’anno in corso (fino al30 settembre) negativo per € 689.000,00;Nel corso degli ultimi anni la Società ha

operato numerosi investimenti nello stabili-mento di Ascoli Piceno allo scopo di ottimiz-zare il processo produttivo, rendere gli im-pianti più efficienti e diversificare e aumenta-re le tipologie di carta prodotte. Nonostanteciò e a fronte della criticità determinata dal-l’impossibilità di comprimere ulteriormente icosti fissi e dell’aggravarsi della crisi delmercato le situazioni non sono migliorate.

La quotazione dei prezzi è eccessiva-mente elevata rispetto alle aspettative deiclienti, l’impossibilità di proporsi con offertecompetitive sul mercato non consentono diprevedere per lo stabilimento di AscoliPiceno alcuna possibilità di ripresa. I motivitecnici, organizzativi e produttivi per i quali siritiene di non poter fare ricorso a strumentialternativi per evitare la mobilità e di conse-guenza la cessazione della produzionesono i seguenti:- la crisi in cui versa lo stabilimento di

Ascoli Piceno ha natura strutturale e noncongiunturale;

- la progressiva perdita di commesse;- la mancanza di sufficienti nuove com-

messe acquisibili e idonee per tipologia evolumi per consentire un conveniente uti-lizzo dello stabilimento di Ascoli Piceno;

- la mancanza di una concreta possibilità diriportare, stanti i costi di produzione, lostabilimento di Ascoli Piceno a livello diredditività.Fin qui l’analisi dell’azienda, ora concludo

con la procedura di mobilità.E’ disciplinata dalla legge n. 223/91, av-

viata dall’azienda in data 30 ottobre 2007consiste in una prima fase dove le OO.SS.hanno facoltà di avviare, entro 7 giorni dalla

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data di ricevimento della comunicazione,l’esame congiunto per esaminare le causedell’eccedenza e la possibilità di utilizzazio-ne diversa del personale al fine di attenuaresul piano sociale le conseguenze dell’ecce-denza. In tal modo si instaura la procedurasindacale che deve esaurirsi entro com-plessivi 45 giorni.

La Regione sta aspettando che si con-cluda questa fase che ha la durata di 30giorni, convocherà le parti per tentare la con-ciliazione della controversia anche formu-lando proposte per la realizzazione di unaccordo che preveda l’uso di altri strumentidi ammortizzatori sociali.

La Regione farà ogni possibile sforzo perutilizzare nel modo più efficace tutto il perio-do accordato dalla legge, esplorando qua-lunque possibilità di raggiungere un accordotra le parti sociali finché esista una pur mini-ma prospettiva di esito positivo della media-zione.

Tuttavia, e qui vengo alla seconda parte,questa situazione della Ahlstrom è un’ulte-riore questione che si aggiunge ad altre chehanno già interessato questo tessuto socia-le-economico della provincia di AscoliPiceno, in questa area c’è una perdita diproduttività complessiva, c’è una crisi stri-sciante nel settore agro-alimentare e deigrandi gruppi multinazionali che si sono col-locati in questa area nei decenni passati.

Quindi siamo consapevoli, e come Giun-ta ne abbiamo già discusso, che ci sia unaspecificità economica da prendere in consi-derazione per questa parte della nostra pro-vincia e stiamo valutando azioni e misureche possano, nell’ambito della programma-zione complessiva della Regione, realizzareconcreti programmi per migliorare l’attivitàoccupazionale di questa provincia.

Contemporaneamente partecipiamo giàal tavolo che ha insediato la Provincia diAscoli Piceno sull’economia e sulla produ-zione della stessa provincia e stiamo valu-tando insieme quelle misure che sul frontedelle politiche attive del lavoro possano mi-gliorare la situazione.

Ricordo, a dimostrazione che la crisi èseria e strutturale, che è l’unica provincianella nostra regione che vede aumentareanche il tasso Istat ufficiale di disoccupazio-ne femminile, nelle altre tre province, invece,il tasso è diminuito.

Questo è l’indicatore delle ulteriori diffi-coltà che ci sono, così come c’è, notoria-mente, una maggiore proporzione di perso-ne disoccupate con diploma e con laurea.

Ci troviamo di fronte ad un problema gra-ve che la Giunta non intende sottovalutare.Affronteremo la questione con una serie distrumenti che vanno dalle politiche infra-strutturali, alle politiche dell’industria, dell’in-novazione e del lavoro, e valuteremo anchese c’è la possibilità, come si chiede nell’in-terrogazione presentata dal ConsigliereRocchi, di estendere a questa parte dellanostra regione alcune misure, come quellepensate per le regioni meridionali, al fine diconsentire un’ulteriore boccata di ossigenoper questa provincia.

Quindi l’impegno della Regione è massi-mo, gli strumenti sono molti, però non pos-siamo pensare nel brevissimo termine diinvertire la situazione in quanto si tratta dicrisi strutturale dovuta al fatto che questaprovincia è l’unica zona delle Marche che haavuto una sua atipicità nello sviluppo econo-mico basato sul fatto che c’era, come noto,la Cassa del Mezzogiorno e questo avevafavorito l’insediamento di grandi gruppi indu-striali e di multinazionali e che, ahimé, sistanno progressivamente ritirando per effet-to dei processi di globalizzazione.

C’è in atto un confronto anche con leforze sociali, informeremo il Consiglio deipassi che stiamo facendo e dei progressi,che speriamo di fare insieme alle altre istitu-zioni locali, per migliorare la situazione dellaprovincia.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichia-rarsi soddisfatto o meno, il Consigliere Pro-caccini.

Cesare PROCACCINI. Ringrazio l’As-

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sessore Ascoli, ma in realtà siamo di frontenel sud delle Marche ad una crisi strutturaleche ha bisogno di un intervento complessi-vo.

Non sarebbe male che il Consiglio regio-nale dedicasse una sessione specifica sullepossibilità dello sviluppo della nostra regioneed in particolare della provinciali di Ascoliche ha bisogno di una modificazione so-stanziale del proprio modello di sviluppo.

Le competenze regionali sono scarse intermini di risorse, tuttavia l’indirizzo politicopuò essere all’altezza della situazione neidiversi settori, da quello manifatturiero, aquello del turismo, del mare e della cultura.

Nella provincia di Ascoli in generale oc-corre recuperare una unitarietà regionale al-l’interno di una visione nazionale ed europeadella regione Marche.

Discutiamo della vertenza della chiusurao della possibile vendita della cartiera multi-nazionale Ahlstrom che nel suo gruppo uni-tario ha quasi 7 mila lavoratori, e parliamodella cartiera di Ascoli Piceno di licenzia-menti di 200 persone.

Intanto vogliamo esprimere la solidarietàai lavoratori in lotta per il proprio posto dilavoro e anche il sostegno alle Organizza-zioni sindacali che sono al lavoro per cerca-re di recuperare una situazione che in largaparte è compromessa.

Questa situazione avviene in un contestodove in meno di un triennio la provincia diAscoli Piceno ha perso 10 mila posti di lavo-ro in tutti i settori, dal calzaturiero, all’agricol-tura e all’alimentare. Negli ultimi mesi si an-nunciano altre chiusure, oltre ad Ahlstromcon 200 posti di lavoro, la Slg Carbon, altramultinazionale, con 150 posti di lavoro.

Il problema delle politiche attive regionalivanno nella necessità di essere riconvertite,in primo luogo con un sostegno alle impreseche dia garanzia di contratti a lungo terminee poi, soprattutto, di vedere – di prenderneatto, come diceva l’Assessore Ascoli – sel’impegno istituzionale della Regione Mar-che può servire ad orientare un diverso mo-dello di sviluppo, a creare ed allargare un

ammortizzatore sociale di tipo generalizza-to, sia regionale che nazionale.

La Regione Marche deve soprattutto ve-dere se può intervenire, attraverso le proprieleggi di settore, per aiutare chi è rimastoindietro nello sviluppo economico.

Mentre discutiamo del bilancio regionale– sappiamo che è difficile farlo quadrare invirtù delle sempre maggiori difficoltà e dellaforbice che si allarga tra la necessaria esi-genza e la possibilità reale – dobbiamoorientarlo, anche all’interno di questa con-traddizione, con una selezione per aiutare laprovincia di Ascoli Piceno e il suo settoreproduttivo affinché ci sia un’evidenza dellaRegione Marche di fronte all’impegno perquesto obiettivo.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereRocchi.

Lidio ROCCHI. Pochissime considera-zioni perché già il collega Procaccini ha det-to di questo problema impellente che c’ènella provincia di Ascoli Piceno.

Questa crisi sta mortificando molte fami-glie dell’ascolano; ricordo che 40-50 anni facon il provvedimento nazionale della Cassadel Mezzogiorno si poteva riuscire a supera-re, anche se parzialmente, i problemi chec’erano allora.

Qui ci troviamo in una situazione vergo-gnosa, non è possibile che nel 2007 ci pos-sano essere mille o duemila lavoratori chenon hanno più il posto di lavoro. L’AssessoreAgostini lo sa bene.

Credo che la Regione debba essere pre-sente, magari con un tavolo di concertazio-ne, in modo da poter raggiungere almenoqualche risultato.

Non è possibile che il sud di questa regio-ne deve sempre essere messo nelle condi-zioni di non poter reagire a quello che stasuccedendo.

Quindi chiedo alla Giunta che occorreavere più attenzione e possibilità – lo dicevagiustamente l’Assessore Ascoli – di poterdare, anche con lo scarso bilancio che ab-

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biamo, a questi operai la possibilità di averefiducia nel futuro.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereCastelli.

Guido CASTELLI. Ringrazio anche gli al-tri Consiglieri che si sono dedicati a questoproblema. Ha detto bene l’Assessore Ascolisul fatto che ormai è necessario che la Re-gione prenda atto che esistono due Marche.

Vi prego di credermi se vi dico che lacosa non viene formulata dal sottoscrittoperché abita ad Ascoli Piceno, ma tutti imarchigiani devono prendere atto di questodato di cui sicuramente né io, né l’Assesso-re Agostini, né gli altri siamo soddisfatti.

Noi non veniamo qui a parlare della crisiAhlstrom con il cappello in mano, invocandoleghismi inutili e sciocchi o localismi peragitare le acque, perché quello delle duevelocità delle Marche è un dato oggettivo edè un dato oggettivo il fatto che ci sia un’asso-luta necessità che la Regione debba assu-mere un atteggiamento culturale specificoverso una realtà che è diversa perché, adesempio, non ha mai fatto parte dal punto divista economico del modello marchigiano.

Il modello marchigiano fatto di piccola emedia impresa connotata da una grandecapacità di inventiva e di ricerca non ha, senon in maniera molto marginale, riguardatola provincia di Ascoli Piceno che ha unastoria diversa che è quella della grande indu-stria. E’ ancora la zona delle Marche in cui iltasso di occupazione nella grande industriaha caratteri addirittura superiori alla medianazionale fintanto che questo dato sarà con-fortato dall’esistente, ma l’esistente purtrop-po è pregiudicato nella maniera che hannodescritto prima l’Assessore Ascoli e i colle-ghi Consiglieri.

Quando parlo di atteggiamento culturaleparlo della necessità, secondo me, di farecose utili e concrete che abbiano comunquenella programmazione regionale un riferi-mento specifico alla situazione ascolana.

Ad esempio, il caso dell’intervento comu-

nitario. Noi abbiamo qualche mese fa previ-sto le forme di utilizzo dei fondi comunitariper quanto riguarda il Fers e altro, lo abbia-mo fatto memori di una nuova impostazioneche l’Unione europea ha dato alla program-mazione comunitaria, si è superato il con-cetto di zonizzazione, che in qualche misu-ra privilegiava le aree in declino industrialeche venivano classificate forse in manieratroppo formale e rigida, ma che sicuramenterisultavano beneficiarie delle provvidenze fi-nalizzate al riequilibrio dei territori.

E’ evidente che l’aver concepito una pro-grammazione comunitaria, che da questopunto di vista supera, perché lo doveva fareforzosamente, il concetto di zonizzazione,ma che rischia di non evidenziare con ladovuta specificità le esigenze della partesud delle Marche, è un problema.

Quindi bisogna fare in modo che i fondicomunitari vengano erogati nel rispetto dellafinalità che la stessa Unione europea asse-gna a quei fondi, che sono fondi per il riequi-librio dei territori.

Secondo punto. Nella politica fiscale noncredo di dire un eresia se invito la Giuntaregionale a valutare la possibilità di un tratta-mento non omogeneo perché ci sono zonericche e ci sono zone povere.

Io non so quali potrebbero essere mate-rialmente i sistemi per declinare questo prin-cipio, ma è comunque un’esigenza. Dicoun’eresia se arrivo a proporre che per lezone in declino industriale ci possa essereuna rimodulazione dell’Irap, cioè della misu-ra che riguarda le imprese?! Non parlo deiconsumi o del reddito delle persone fisiche,ma l’Irap possiamo cominciare a ripensarlaper le aree non solo ascolane, perché ildeclino industriale non è solo ad Ascoli, maanche per alcune zone dell’entroterra mace-ratese e il fermano?!

E’ arrivato o no il momento di evitarequell’atteggiamento un po’ lezioso che haispirato il Presidente Spacca quando, pre-sentando il rapporto Censis sul nostro siste-ma industriale, ha forse indugiato un po’troppo sugli aspetti positivi che sicuramente

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ci sono e che ci rendono orgogliosi di averein alcune zone di questa regione dei veri epropri esempi di produttività, di redditività edi creatività?

Il senso di questa nostra discussione èquesto: dico sì alla proposta di chi mi hapreceduto riferita ad una sessione specificasu questo problema, dico soprattutto sì al-l’adozione in maniera sistematica di una for-ma mentis, quella di chi deve, se ha a cuorecerti problemi sociali ed economici, capire epensare definitivamente che le Marche sonoa due velocità. Di questo problema dobbia-mo farci carico da Gabicce ad Arquata delTronto.

Mozione n. 218dei Consiglieri Massi, Capponi, Benatti,Rocchi, Lippi, Mammoli, Pistarelli, Brando-ni, Giannotti“Autonomia Banca Marche”Discussione e votazione risoluzione

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recala mozione n. 218 dei Consiglieri Massi,Capponi, Benatti, Rocchi, Lippi, Mammoli,Pistarelli, Brandoni, Giannotti.

Comunico che il Consigliere Santori ritirala sua adesione a tale mozione, quindi lasottoscrizione alla stessa.

Ha la parola il Consigliere Massi per l’illu-strazione.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI.Sarò breve anche perché penso che ci sa-ranno tanti interventi dei firmatari della mo-zione e anche di quelli che non hanno firma-to.

E’ una mozione che approda in Aula perfar pronunciare questo Consiglio su un temaparticolarmente sentito in questo momento.Avete visto quale sia l’eco che c’è in tutti imedia di questa regione e sui giornali spe-cializzati del nostro Paese.

La prima valutazione è: c’è una legittima-zione ed un’opportunità per il Consiglio re-gionale di occuparsi di questa vicenda?

Come ha dimostrato il punto precedenteriguardante un’azienda dell’ascolano in fortedifficoltà occupazionali, ma come ha dimo-strato anche un po’ tutta la storia del nostroConsiglio regionale dove si sono affrontatiproblemi sia internazionali che locali, credoche ci sia una forte legittimazione, oltre aduna chiara opportunità, che il Consiglio re-gionale si pronunci anche su questa vicen-da.

La vicenda è strettamente privata? Credoche per l’esperienza che hanno tutti i Consi-glieri che siedono qui la risposta è estrema-mente semplice: non può essere considera-to un fatto privato innanzitutto per la naturastessa delle casse di risparmio da cui deri-vano le fondazioni e la Banca Marche oggi.

Il carattere economico-sociale ed econo-mico-solidaristico delle casse di risparmio èstoria delle casse stesse, non dobbiamorisottolinearlo noi.

La caratteristica di Banca Marche è lega-ta anche all’esperienza ormai consolidata ditre fondazioni che hanno segnato una svoltanella storia del nostro territorio a livello eco-nomico, sociale, culturale e solidaristico.

Il pronunciamento del Consiglio regionaleoggi, che certamente è un invito, è un auspi-cio, non ha alcun valore cogente, è fattonella consapevolezza che la Regione Mar-che e il Consiglio regionale seguono questavicenda con preoccupazione, con un’ansiaparticolare, affinché l’autonomia e l’indipen-denza di Banca Marche in questo momentosia la garanzia per il tessuto economico lo-cale di avere ancora un interlocutore autore-vole, come è stato nella storia più o menorecente. Un interlocutore autorevole soprat-tutto per la piccola e media impresa di ognigenere e anche per la quasi totalità degli entilocali di questa regione. Sottolineo che l’85%delle tesorerie dei nostri enti locali ce l’haBanca Marche.

Sapete delle sponsorizzazioni – a partequel giro colossale di finanziamenti chesono arrivati dalle fondazioni, ne sanno qual-cosa i nostri Assessori alla cultura, ai servizisociali, alla sanità – che sono arrivate e

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continuano ad arrivare alla nostra realtàeconomico- sociale da parte della Spa Ban-ca Marche.

Altre esperienze insegnano che se lasede e il cervello pensante delle banchedopo le fusioni sono altrove, quindi non piùnelle Marche, ci saranno più difficoltà, que-sto è chiaro, è sotto gli occhi di tutti.

Quando si parla dell’internazionalizzazio-ne, della globalizzazione e della capacità diuna banca di stare sul mercato e di esserecompetitiva, è troppo facile dire che si deveperdere l’autonomia che c’è perché solo neigrandi gruppi è possibile raccogliere questasfida.

Voglio citare alcuni passaggi che sono inuna recente relazione di un personaggio,che molti colleghi qui conoscono, parlo delPresidente dell’Associazione delle Casse dirisparmio d’Italia Guzzetti, dove di fronte aPadoa Schioppa e Mario Draghi ha pronun-ciato queste frasi: “I dati proposti anche que-st’anno dalla relazione di Banca d’Italia forni-scono un’evidenza che parla largamente afavore delle banche locali. Negli ultimi diecianni le banche di minor dimensione hannovisto la loro quota di mercato crescere dinove punti percentuali, tanto nel caso deifinanziamenti alle imprese quanto nel casodel prestito alle famiglie. Nel campo dellaraccolta si è rafforzata la loro capacità diattrazione della clientela già tradizionalmen-te forte. Nelle realtà urbane più ridotte vivo-no e lavorano tre italiani su cinque e in que-ste aree le banche di minore dimensionelocalizzano l’80% dei loro sportelli. I prestitifino a 2 milioni e mezzo di euro costituisconooltre i due terzi dei finanziamenti da loroerogati alle imprese. Tutto questo non pernegare che le banche d’Italia maggiori pos-sano trovare significativa opportunità di cre-scita nella nuova realtà europea, ma persottolineare che soprattutto nel caso dellefamiglie e delle piccole imprese il mercatocontinua a proporsi nella forma di un artico-lato mosaico e non come un’entità indiffe-renziata. Le banche minori rimangono lestrutture più sensibili per cogliere le diversità

dei territori in un contesto di più intenso con-fronto competitivo e sapere individuare unmercato di riferimento adatto alle proprie ca-pacità umane. Ieri come oggi rimane la veracondizione di sviluppo tanto per la bancapiccola quanto per la banca grande.”.

Questo lo dice un tecnico di spessorenazionale e internazionale come Guzzettiche voi conoscete. Sembra la fotografia del-la realtà dei rapporti tra le nostre banche, inostri poteri locali, le nostre imprese e lenostre famiglie.

A questo si aggiunge anche la preoccu-pazione dei lavoratori di Banca Marche. Pur-troppo l’esperienza delle fusioni ci dice chele chiusure degli sportelli, laddove non cisono movimenti economici di castellettosufficienti, ci sono state. Questo tante volteanche alla faccia delle realtà più disagiate,quelle montane o più lontane dove magarinon c’è tanta economia, ma dove c’è piùsociale e quindi più bisogno di solidarietà.

Tutto questo, cari colleghi, ci ha portato –questa è una mia grande soddisfazionecome consigliere di questo Consiglio – aritrovarci con le firme di colleghi di diversischieramenti e partiti, a testimonianza delfatto che abbiamo pensato insieme, uguale,nello stesso momento e sulle stesse cose.

Mi auguro che ci sia su questo ulterioreconvergenza anche di quei Consiglieri chenon hanno firmato e quindi che siano fugatele perplessità dei Consiglieri che oggi hannoqualche titubanza su questo argomento.

Nei prossimi giorni ci saranno delle deci-sioni importanti, quindi a cominciare da do-mani che ci sia una riaffermazione del ruolodi questo istituto, con la sua autonomia, conla sua indipendenza e con la sua forza, inquanto tutti i dati dell’ultima gestionesemestrale depongono a favore della capa-cità di questo istituto di stare sul mercatoanche internazionale.

Fugata al questione dell’indipendenza edell’autonomia non è detto che in futuro nonci potrà essere spazio per altre operazioni diparternariato con istituti autorevoli. Questosicuramente sarà forse auspicabile e possi-

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bile, ma oggi credo che questo Consiglio,come tutta la nostra comunità, debba averel’interesse a rafforzare sul territorio l’autono-mia e il prestigio dell’istituto Banca Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsiglierePistarelli.

Fabio PISTARELLI. Sono firmatario dellamozione che è in discussione insieme atanti altri colleghi e sono stato in più di un’oc-casione l’autore anche di interventi pubblici.In tempi non recentissimi sollevai la questio-ne all’opinione pubblica di quanto stava av-venendo già nel mese di giugno, e non direiin Banca Marche, ma nel sistema creditiziomarchigiano.

Penso sia necessario fare oggi una sin-tetica cronistoria della realtà del sistemacreditizio marchigiano e in particolare dellarealtà di Banca Marche.

Banca Marche è stata una felicissimaintuizione a cavallo tra gli anni ‘80 e ’90 di unmodello marchigiano di efficienza, diradicamento, di espressione globale e veradel territorio sul versante del credito.

Dico questo perché dalla storia di BancaMarche si evince fortemente questo ele-mento, la Cassa di risparmio della provinciadi Macerata che unisce le proprie forze conJesi e con Pesaro per rilanciare quella che èstata un’esperienza molto positiva nata inprovincia di Macerata, appunto quella diCarima (Cassa di risparmio della provinciadi Macerata), rilanciarla e rafforzandolacome modello marchigiano è stata un’intui-zione veramente positiva che ha avuto effettimolto molto importanti nel nostro tessutosociale ed economico.

Questo modello, ne parlano i numeri, hafunzionato sia per le ricadute sociali ed eco-nomiche, sia per quanto concerne i bilanci ela solidità del gruppo che si è formato, masoprattutto per la governance, cioè il fatto diaver scelto di essere marchigiani dalla testaai piedi.

Le fondazioni che detengono la maggio-ranza del capitale sociale sono l’espressio-

ne vera e diretta di coloro che hanno costru-ito questo sistema.

Oggi la discussione deve vertere su que-sto. Vogliamo cambiare questo modello?Vogliamo fare sì che prevalgano ragioni tutteeconomiche e tutte di convenienza internaall’assetto societario alla proprietà dellaBanca Marche o vogliamo fare in modo chequeste caratteristiche, che io ho richiamatobrevemente, ma che si evincono dalla storiadi questa banca, rimangano fortementecome modello positivo? Un modello positivoche ha funzionato, che certamente potràavere ulteriori sviluppi e impulsi attraversoincontri, interrelazioni, innesti di ulterioricomponenti sociale, ma che non devonoassolutamente perdere di vista la caratteri-stica attuale di questa azienda di credito,cioè il fatto che la proprietà sia in mano allefondazioni. Fondazioni che sono espressio-ne della storia del credito marchigiano attra-verso Carima, Cassa di risparmio di Jesi eCassa di risparmio di Pesaro. Le fondazionisono l’espressione delle categorie, dei tantisoci, di coloro che hanno nel tempo fattocrescere la Banca delle Marche.

Ecco perché oggi non è una indebita “in-gerenza” il dibattito che stiamo facendo,oggi anche l’Istituzione regionale, come letante Istituzioni locali che tra l’altro hanno giàfatto le loro prese di posizione, deve parlare,deve dire la sua. Perché? Perché proprio lalettura dell’attuale governance, dell’attualeproprietà, degli attuali assetti, cioè quelli chepassano attraverso le tre fondazioni (Cassadi Risparmio di Macerata, di Jesi e di Pesa-ro) ci dice che è il radicamento territoriale,che è il fatto di essere stati gli artefici cometerritorio, come categorie, come imprese,come piccole e medie realtà economichedelle Marche, della costruzione di questomodello. Quindi non dobbiamo perdere que-sta caratteristica e questa natura.

Ecco perché le Istituzioni devono dire laloro, perché la Banca delle Marche devecontinuare ad essere espressione della suastoria e della sua evoluzione fino ai giorninostri.

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L’operazione che sta un po’ preoccupan-do o comunque interessando l’opinione pub-blica e i vari soggetti, siano essi istituzionaliche economici, fa prevalere, a nostro avvi-so, gli elementi di snaturamento del modellodella Banca Marche, perché è un’operazio-ne tutta economico-finanziaria che sposteràassolutamente il baricentro, ma soprattutto,ripeto, le caratteristiche e la natura dellaBanca delle Marche.

Il grande gruppo Intesa San Paolo dapoco fusosi, offre – almeno così dicono leschede di dettaglio che hanno illustrato igiornali economici che abbiamo letto –un’operazione economico-finanziaria che èdi fatto un’acquisizione dell’Istituto BancaMarche.

Questo aspetto economico-finanziariosicuramente ha i suoi lati positivi sotto ilprofilo della convenienza economica perchéè un’offerta molto forte, a detta di molti van-taggiosissima proprio sotto il profilo delprezzo ad azione. Ma quale ricaduta ha sot-to un profilo di governance, cioè di modello?Quella di vedere azzerata la storia e ilradicamento territoriale di questo istituto inquanto il grande gruppo Intesa San Paolo èun gruppo che sicuramente fa queste ope-razioni per logiche macro, certamente moltomeno legate al territorio, molto meno legatealla storia, molto meno legate ai soggetti chehanno fatto la Banca delle Marche o sonoper nulla legate.

Questo perché varranno i grandi numeri,varranno le logiche complessive, varrannole economie di scala, non varrà più il rappor-to diretto territorio-azienda di credito. Que-sto è un rapporto che ha avuto non soloricadute positive nei numeri e nei bilanci del-l’istituto stesso – si guardino le semestraliultime, si guardi l’andamento complessivodella banca –, ma ha avuto soprattutto rica-dute positive sul tessuto economico e so-ciale di questa regione.

Quando si ha un interlocutore diretto, im-mediato – lo ha ricordato anche prima ilcollega Massi citando una relazione che direcente è stata fatta dal Presidente Guzzetti

– la maggior parte delle relazioni e dei rap-porti li si ha con istituti vicini al territorio ingrado di interpretare sensibilità, bisogni, esi-genze e caratteristiche del territorio stesso.

Questi sono i numeri complessivi del si-stema. Qui è valso soprattutto questo tipo dirapporto, è valso proprio per salvaguardaree dare prospettive a tante aziende piccole emedie, artigiane, commerciali e industriali.Questo rapporto ha potuto garantire neltempo anche una capacità di relazione cheè andata oltre il freddo calcolo economico-finanziario e questa è una caratteristica chenon dobbiamo assolutamente perdere, è unvalore e un patrimonio che non dobbiamoassolutamente cancellare.

Oggi viviamo un momento di estremadelicatezza, possiamo senz’altro dire auto-revolmente la nostra opinione proprio per-ché oggi possiamo dire che la Banca delleMarche è dei marchigiani, è profondamentelegata al territorio attraverso le fondazioniche nella stagione delle riforme del sistemabancario e creditizio avevano assunto diret-tamente la proprietà e la governance del-l’azienda di credito, pur in una logica di ag-gregazione, in una logica territoriale e regio-nale, ma anche sovraregionale, perché sap-piamo del valore e dell’importanza di spor-telli e di impieghi che vi sono anche al disopra e al di fuori del territorio marchigiano.

Tutto questo oggi deve essere oggetto diuna nostra presa di posizione, mi auguroche sia una posizione ampia, partecipata, ingrado di coinvolgere tutte le forze politiche,tutti i gruppi rappresentati in questo Consi-glio regionale. Questo ne va dell’autonomianon della banca, ma del nostro territorio, delsuo assetto economico, produttivo e socia-le. Un’autonomia che ha significato modellomarchigiano, che ha significato per le impre-se garanzia di vita e di continuità ancheattraverso quelle difficoltà che sono stateaffrontate proprio perché vi era un’azienda dicredito in grado di dialogare direttamente, dicapire che l’idea poteva essere quella vin-cente, di leggere i bilanci con attenzione econ un occhio differente. Quindi tutto questodeve rimanere.

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Oggi questa Istituzione regionale puòautorevolmente e in maniera assolutamentecorretta dire la propria, proprio perchénell’interfaccia che c’è tra il territorio e il suotessuto economico, sociale e produttivo, laBanca delle Marche è un elemento essen-ziale e indispensabile. Si potrebbero perde-re tutte queste caratteristiche e potremmoperdere questo elemento perché abbiamovisto cosa hanno comportato le aggregazio-ni e le fusioni con i grandi gruppi, si guardi,ad esempio, la storia della Banca popolaredi Ancona.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereSolazzi.

Vittoriano SOLAZZI. Prendo la parola nonper entrare nel merito della mozione, ma perfare una proposta che va nel verso dellaratio che sta dietro la stessa mozione la cuivicenda suscita interesse. Proposta peròche vuole avere un approccio, se mi con-sentite, che tutela un po’ di più il risultatofinale che auspichiamo, cioè quello di fugaredubbi e preoccupazioni. Quindi mi sembranon opportuno affrontare questa questioneche è un tema assolutamente sensibile pergli interessi diffusi che ci sono in campo.

Voglio essere più chiaro, noi rischiamo diandare a ruota libera in una discussione,come quella che abbiamo aperto, su untema sensibile in cui di mezzo ci sono gliinteressi di migliaia di clienti e di azionisti,con tutto quello che questo comporta.

Se il vero problema è condivisibile, cioè lapreoccupazione di questo Consiglio rispettoad uno scenario che non deve lasciarci indif-ferenti come rappresentanti della comunitàmarchigiana, allora, perché questa mattinanon sospendiamo questo dibattito che “po-trebbe creare danni” e decidiamo di costitui-re una delegazione in cui ci sia una rappre-sentanza, se si vuole, della Giunta e unarappresentanza del Consiglio?

La prima cosa che questa delegazionedovrebbe fare, secondo me, è chiedere unincontro ai presidenti delle fondazioni per

valutare le cose che ci devono portare aconoscenza, cioè de visum et auditum di-rettamente dai presidenti delle fondazioni, inun confronto sereno dove si dovranno chie-dere informazioni precise. Fare questo peròin un luogo dove anche la discrezione dellecose che si dicono è importante rispetto adun tema che coinvolge interessi ampi nelquale credo che un po’ di tutela ci dovrebbeessere.

Lo dico nell’interesse dei risparmiatori enell’interesse degli azionisti, non si può an-dare a ruota libera su questa cosa. Salvo poiil fatto che dopo questo incontro con i presi-denti delle fondazioni la delegazione dovreb-be valutare quali iniziative intraprendere, inquanto è chiaro che la nostra autonomia,come rappresentanti della comunità mar-chigiana, è assolutamente piena.

Quindi farei un percorso un po’ diversoche, per carità, alla fine ci porta sempre allostesso risultato, cioè quello di prendere unaposizione e altro, ma dove comunque cideve essere uno spazio in cui si cerca diconoscere i dati e le cose e poi uno spazio incui questi dati e queste cose si elaboranoper prendere poi le posizioni.

A me sembra che così sia più correttoaltrimenti rischiamo di perdere tempo, didire cose che possono creare alcuni proble-mi e probabilmente senza raggiungere quel-l’obiettivo che invece è chiaro in tutti noi, cioèquello che su un argomento così importantee strategico non solo per l’economia, ma pertutta la società marchigiana, dobbiamo fare ipassi efficaci, ma anche fatti con quella pru-denza che la sensibilità del tema responsa-bilmente, secondo me, ci dovrebbe richie-dere.

PRESIDENTE. Quindi, Consigliere So-lazzi, se ho ben capito c’è una proposta dirinvio della discussione.

Vittorio SOLAZZI. Richiedo la sospensio-ne del Consiglio, la costituzione di una dele-gazione e naturalmente la sospensione deldibattito.

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PRESIDENTE. Il Consiglio è sospeso.

La seduta è sospesa alle ore 11.45

La seduta riprende alle ore 12.20

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereBugaro.

Giacomo BUGARO. Ero d’accordo sullasospensione della discussione di questamozione per dare l’incarico al Presidentedella Giunta regionale di rapportarsi con ivertici delle fondazioni e della Banca al finedi poter poi rappresentare la situazione al-l’intero Consiglio e qui giungere ad una solu-zione la più unitaria possibile.

Vedo che però questo non è possibile, neprendo atto, mi sembra anche che le posi-zioni siano trasversali – non voglio essereassolutamente polemico –, nel senso che cisono posizioni differenziate, quindi anche iovoglio esprimere la mia circa Banca Mar-che.

Il patto di sindacato che è alla base dellagovernance di Banca Marche sta per scade-re. La Banca in questi anni ha contribuito,grazie a scelte oculate, ad una sua crescita,si è trasformata da una realtà locale ad unarealtà interregionale in quanto la sua espan-sione si è aperta a diverse realtà regionali,oggi Banca Marche è sicuramente una pro-tagonista dell’economia locale.

Questa sua eccellente espansione, però,ha ingenerato nel management, cioè in colo-ro che guidano la banca, alcuni dubbi per ilfuturo. Sappiamo perfettamente che un set-tore così competitivo nell’economia comequello bancario, che tutti i giorni assiste anuove fusioni, a nuovi accorpamenti e allanascita di nuove realtà bancarie estrema-mente ragguardevoli nella loro dimensione,impone delle dovute riflessioni. Questi si-gnori che oggi governano la banca questeriflessioni se le sono poste tant’è che hannodato incarico ad un advisor di ricercare dellepossibili alleanze con altri soggetti bancari.

E’ per questo che dico che è sbagliatochiudersi a riccio rappresentando una posi-zione che è l’esatto contrario di quello chefino ad oggi tutti quanti abbiamo detto, cioèche “piccolo è bello”. Non è più così e questoarroccamento su posizione campanilisticaregionale mi sembra un po’ anacronistica.

Ma in ciò non sono, al contrario, – e lodico nella risoluzione che ho presentato in-sieme ad altri colleghi – disposto a cederesu tutto il fronte nella vendita di Banca Mar-che ovvero non sono d’accordo che la suamaggioranza venga venduta.

Per questo ho presentato una risoluzioneche tiene presente alcuni punti fondamenta-li: che i livelli occupazionali siano garantiti;che la centralità, quindi la governance, lasede centrale, la direzione generale, riman-ga lì dov’è; che venga soprattutto mantenutala sigla Banca Marche.

Tutto questo lo dico qualora i vertici diBanca Marche ravvisino nelle offerte chesono loro pervenute delle possibilità di aprir-si a nuovi partnership, però mantenendoben saldo il timone di comando della banca.

Quindi la mia posizione è leggermentepiù aperta rispetto alla totale chiusura cheho visto nella mozione presentata dal colle-ga Massi dove si dice che deve rimaneretutto così com’è. Io dico che non deve rima-nere tutto così com’è, dico che deve rimane-re la governance della banca fortemente ca-ratterizzata dalla marchigianità, ma che nondobbiamo chiudere aprioristicamente a pos-sibili partnership con altri soggetti che pos-sono dare know-how e capitali per continua-re ad assistere alla crescita della Banca cheimplicitamente porta con sé anche la cresci-ta del territorio.

Oggi la Banca delle Marche è in una di-mensione tale che non è né carne né pesce,se così possiamo dire, perché non è né ungrande istituto né un piccolo istituto, deveporsi il problema del suo futuro tanto è veroche all’unanimità il Consiglio di amministra-zione ha dato incarico ad un advisor di trova-re dei partner con i quali aprire un confronto.

Se così non fosse non si capisce perché

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Deutsche Bank ha iniziato a raccoglierequelle che potevano essere delle offerte dipartnership. Questo mandato a DeutscheBank non glielo ha dato il Consiglio regiona-le, ma all’unanimità il CdA della banca. Que-sto significa che tutti i componenti che rap-presentano le varie sensibilità, che rappre-sentano le tre fondazioni che fino a dicem-bre stanno alla base del patto di sindacatoche guida la banca, sentono la necessità diun confronto differente. Questo perché laBanca oggi è in una dimensione tale che nelmedio periodo, anche se è stato fatto dapoco un aumento di capitale che ha datoossigeno alla sua crescita per altri due-treanni, avrà la necessità di un partner finan-ziario più forte per assicurare quel servizio equella crescita che fino ad oggi ha avuto.

Quindi sostengo con forza che BancaMarche debba rimanere a prevalente guidamarchigiana, e vado anche oltre, perché se-condo me dovrebbe trovare un rapporto dicollaborazione alla pari, cioè con un altroistituto bancario non troppo più grande dellasua dimensione. Mi spiego meglio, BancaMarche ha la possibilità di fare delle alleanzecon altri istituti bancari simili che possonocaratterizzare in tutta l’area dell’Italia centra-le la presenza di una banca veloce, snella,aperta alle esigenze delle piccole e medieimprese e attenta ai bisogni delle famiglie.

Questo Banca Marche lo può fare e que-sto penso sia stato lo spirito degli ammini-stratori che hanno chiesto a Deutsche Bankdi fare questa esplorazione nel mercato.

Dunque non sono d’accordo che BancaMarche confluisca in un grande agglomera-to bancario e questo lo ribadisco nella miaproposta di risoluzione, non sono d’accordoche Banca Marche abdichi alla sua vocazio-ne territoriale e non sono d’accordo chescompaia in quella galassia di grandi agglo-merati bancari che oggi caratterizza il mer-cato.

Sono, invece, assolutamente propensoche Banca Marche si apra a nuove forme dicollaborazione, che riesca ad integrarsi conaltri istituti delle sue stesse dimensioni per-

ché facendo massa critica e mettendosi in-sieme con le garanzie corrette per il merca-to e per il territorio – e le formule ci sono, cisono esempi importanti nel panorama finan-ziario nazionale di questi accorpamenti –significa poter dare al nostro territorio, allenostre aziende e alle nostre famiglie, la cer-tezza di avere un partner finanziario di ec-cellenza che possa garantire tutti i servizialla a alla z. Cosa diversa, invece, è la totalechiusura che sembra un arroccamentoantistorico, anacronistico e quasi una difesadi posizioni di rendita personale; trovo que-sto assolutamente dannoso per la crescitanon solo della Banca delle Marche, ma ditutto il territorio.

Chiudo dicendo una cosa che forse avreidovuto dire all’inizio, cioè che avrei preferitoche questo dibattito si fosse sviluppato inmaniera differente o che non si fosse svilup-pato per nulla. E’ anche vero, però, che sia-mo la massima espressione democraticadella Regione, è vero che nei commi dell’ar-ticolo 117 della Costituzione è previsto che ilConsiglio regionale tratti argomenti riguar-danti le fondazioni, le casse di risparmio e gliistituti di credito di carattere regionale, per-tanto in questa discussione ho in un certomodo variato la mia posizione rispetto aduna rigidità in questo senso.

Quindi sono d’accordo che il Consiglioregionale esprima un suo auspicio, ma invi-to i Consiglieri a non farsi prendere quasidalla paura di aprirsi al futuro. Certamentequesta apertura deve essere fatta con ga-ranzie, ma rimanere fermi e arroccati suposizioni come quelle che qui molti hannorappresentato, significa, secondo me, nonfare il bene né delle Banca né della nostraregione.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consiglie-ra Giannini.

Sara GIANNINI. Il dibattito di oggi è sicura-mente importante perché discutiamo – na-turalmente con le dovute cautele perché ri-tengo necessaria un’attenzione alla delica-

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tezza della materia – sul destino e sullepreoccupazioni che emergono nel territorioregionale riguardo alle operazioni di venditadi Banca Marche.

Pochi mesi fa c’è stato un convegno or-ganizzato dal nostro gruppo per affrontare intermini non definitivi le opinioni che riguarda-no il destino di Banca Marche, le operazionidi vendita che stanno interessando in que-sto momento l’istituto di credito più impor-tante della nostra regione.

Sicuramente – come dice la mozione – inquesto momento stiamo discutendo di unistituto che ha segnato la storia e lo sviluppodella nostra regione, lo ha segnato attraver-so azioni di sostegno alla piccola e mediaimpresa e all’agricoltura ed ha costruito, in-sieme ai tanti attori sociali, economici e poli-tici delle Marche, il benessere di cui siamoportatori e fruitori.

Sono stata firmataria anche di un ordinedel giorno che esprimeva critiche sul com-portamento della Banca delle Marche suuna questione specifica che riguardava irapporti con la Società Quadrilatero e voglioesprimere qui una posizione che non puòessere sicuramente acritica rispetto a com-portamenti che, secondo me, dovrebberoessere in futuro più approfonditi e moderati,però è inevitabile che riconosciamo insiemeai comuni e alle altre strutture pubbliche eprivate che questo istituto bancario, che èdiffuso su tutto il territorio, possa essereconsiderato anche un presidio istituzionale.

Credo che la mozione presentata, conl’integrazione che poi proporrò, dia il sensoinnanzitutto della preoccupazione e dell’inte-resse che questo Consiglio ha nei confrontidi un’operazione economico-finanziaria dicosì grande portata, entra nei meccanismidel nostro modello produttivo economico esociale che nel futuro ne può condizionare losviluppo in un senso o nell’altro, cioènell’arretramento o anche, e in questo mo-mento non lo possiamo prevedere, nellapossibilità di una sua forte incentivazione.

Penso comunque che sia utile e giustoche oggi assumiamo, oltre alla votazione

sulla mozione, con la proposta di risoluzioneche proporrò al Consiglio e che tra l’altro èstata firmata da numerosi Consiglieri, anchel’impegno di attivare immediatamente attra-verso il Presidente della Giunta regionale,che ci rappresenta tutti, un immediato con-fronto con i presidenti delle fondazioni, colo-ro che in questo momento hanno in mano laquestione della vendita della Banca delleMarche. E dopo questo immediato confron-to il Presidente della Giunta nella prossimaseduta consiliare ci comunichi l’esito dell’in-contro con quelle informazioni che potrannoessere riferite pubblicamente.

Questo è, secondo me, un processo cherivela la nostra attenzione e preoccupazio-ne, ma che assume anche la preoccupazio-ne e l’attenzione non solo dei piccoli azioni-sti ma anche dei tanti dipendenti di BancaMarche che in questo momento sono preoc-cupati del loro futuro, preoccupati della co-noscenza delle informazioni, della formazio-ne, delle capacità direzionali e gestionali chein questi anni si sono accumulate e di comequeste verranno impiegate nel futuro anchein un nuovo eventuale assetto proprietario.

Credo che da questo punto di vista noiassumiamo questa sollecitazione, lo faccia-mo in un modo corretto rispetto anche al-l’autonomia di cui la Banca gode e che ilConsiglio regionale non può assolutamenteminare, su questo concordo con l’interventodel Consigliere Solazzi. Inoltre credo checon l’approvazione della mozione e con l’in-tegrazione che proponiamo lo facciamo inmodo autorevole dando un segnale di com-pattezza, per quanto è possibile rispetto alleopinioni personali di tutti i Consiglieri, dell’in-tera Assemblea legislativa delle Marche neiconfronti di un’operazione così rilevante perla nostra società marchigiana sia dal puntodi vista economico che dal punto di vistasociale.

La proposta di risoluzione avanzata dame e dal Consigliere Ricci, che poi è statafirmata anche da tanti altri Consiglieri di di-versi gruppi, è quella di aggiungere all’ultimocapoverso: “Impegna, il Presidente della

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Giunta ad attivarsi in tutte le sedi competentiaffinché siano messe in atto quelle iniziativevolte ad impedire la vendita di Banca Mar-che e in particolare ad attivare un incontrourgente con le fondazioni perché siano chia-riti i criteri della valutazione delle offerte chetengano conto doverosamente dei costi edei ricavi, ma anche dei costi e dei beneficisociali che l’eventuale perdita di controllo daparte loro della Banca delle Marche potràcomportare. Si impegna a valorizzare il ruo-lo e la funzione regionale della banca che haaccompagnato i processi di sviluppo dellanostra regione nei passaggi fondamentalidel suo sviluppo economico, mantenendo-ne ben salde le radici territoriali”.

Dovremmo chiedere a Banca delle Mar-che di affrontare proprio in questo momentoanche una rivisitazione dei suoi modelli or-ganizzativi e dei servizi che vengono offertiai risparmiatori e alle imprese, sia dal puntodi vista dell’innovazione che della maggiorecapacità di poter rispondere alle sfide che laglobalizzazione pone nei confronti dei nostrioperatori economici e della società delleMarche.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereCapponi.

Franco CAPPONI. Ho valutato attenta-mente la questione Banca delle Marche an-che perché in questo periodo è stata postain modo assolutamente errato perché sullastampa si è parlato per mesi di vendita diBanca delle Marche.

Tutti gli esperti di sistemi bancari, maanche le nostre associazioni di categoria,hanno invece ravvisato, in una strategia dimantenimento della governance della Ban-ca sul territorio, la sua potestà organizzativae gestionale come l’unica strategia per farcompiere alla stessa Banca Marche quelruolo che ha egregiamente svolto e che èandato oltre alla valorizzazione di un capita-le umano disponibile in questa regione, lo haaddirittura professionalizzato, ha legatosempre più le sorti del sistema territorio pro-prio con la stessa Banca.

Per una regione come la nostra, piccolae con pochi centri strategici decisionali, èstrategico avere un management, un’orga-nizzazione e una direzione che si puòconfigurare come quella di una grande so-cietà. E’ importante che questo resti ancora-to al nostro territorio per mantenere quel mixdi responsabilità e di legame tra tradizione esviluppo, tra localismo ed internazionalizza-zione che ha fatto la fortuna del modello disviluppo marchigiano.

Bisogna considerare anche la rete di ser-vizi che Banca Marche ha creato sul territo-rio, cosa che non è di poco conto. Certa-mente nessun grande gruppo avrebbe pen-sato di aprire uno sportello bancario o effet-tuare dei servizi nei più piccoli comuni del-l’entroterra di questa regione. Questo, inve-ce, proprio per questa sua conformazione eobiettivo strategico, Banca Marche lo ha fat-to.

Proprio ieri sul quotidiano “La Repubbli-ca”, a seguito dell’operazione mpsantonveneta, si confermava sempre piùl’idea che va avanti nel nostro Paese e cioèche oltre al processo di acquisizioni e fusio-ni che hanno creato i grandi poli internazio-nali, le banche stanno cercando sempre piùdi creare poli territoriali molto coesi con go-vernance che garantiscono la conoscenzadel microcosmo locale produttivo e sociale.

A dire questo è stato Stefano Gatti, diret-tore del corso di economia e finanza allaBocconi, uno dei massimi esperti di banche,che non ha mostrato dubbi nell’affermareche la tendenza del mercato è pensare in-ternazionale ma anche agire locale deline-ando un futuro sempre più forte per gli Istitutidi credito radicati sul territorio. Gatti ha fattoespresso riferimento alla Banca delle Mar-che ritenendo che per la stessa è premiantela scelta dell’autonomia anche in uno scena-rio di sviluppo dove questo aspetto acquistasempre più peso e diventa sempre più stra-tegico.

Sarà necessario forse, ma non è dettonell’immediato, creare alleati e acquisireknow how di rilievo internazionale. Ma que-

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sta non è la scelta che oggi è all’ordine delgiorno perché oggi c’è la dismissione diBanca Marche.

Sulla correttezza dell’espressione delConsiglio regionale abbiamo già detto, masulla natura propria delle fondazioni, cioèquella del radicamento sul territorio e sullarappresentanza di interessi diffusi, rafforzoancora il fatto che il Consiglio regionale deb-ba avere piena potestà di esprimere unapropria posizione e dare un proprio precisoindirizzo.

Io sono un piccolo azionista di Bancadelle Marche e come me ce ne sono altriventimila che hanno scelto di acquisire pic-coli pacchetti azionari e non per fare specu-lazione sulle azioni, ma per rafforzare lapresenza di Banca Marche sul territorio eper renderla strategica per lo sviluppo.

Noi pensiamo ad una Banca delle Mar-che con una forte autonomia, con una pre-senza radicata e non invischiata in altre logi-che. Su questo condivido la posizione del-l’amico e collega di partito Bugaro il qualesostanzialmente ha espresso il concetto diuna terza via possibile alla quale anche ionon mi sottraggo, cioè quello che se BancaMarche deve rafforzarsi che lo faccia man-tenendo però una precisa governance loca-le. Su questo siamo d’accordo e penso cheanche le enunciazioni presenti nella propo-sta di risoluzione vadano in questa direzio-ne.

Ho riletto in questi giorni quello cheGuzzetti, come ha detto il Consigliere Mas-si, aveva riportato alla 83a Giornata mondia-le sul risparmio, praticamente affidava allebanche territoriali un duplice ruolo, quelloeconomico e quello sociale.

Non possiamo, a mio avviso, per unasemplificazione di genere o per la ricerca diuna effimera maggiore disponibilità tempo-ranea di risorse da spargere a pioggia sulterritorio, sottrarci alla storia locale. Le cas-se di risparmio sono nate per fusione ditante micro banche quindi portano con séuna tradizione che va rispettata e pure stu-diata, portano l’esperienza a perseguire il

bene comune attraverso lo sviluppo dell’im-presa che, secondo noi, è l’unica capace digarantire l’occupazione, lo sviluppo e il rag-giungimento di altri obiettivi. Inoltre Bancadelle Marche ha soprattutto contribuito a va-lorizzare un capitale umano che si è inter-connesso con il network di sviluppo regiona-le.

In poche parole sarebbe come favorire, inuna logica di dismissione delle fondazionialla partecipazione in Banca Marche senzanessuna strategia, una funzione di mero as-sistenzialismo senza tenere per noi l’altroaspetto, quello di pensare allo sviluppo delleimprese, di pensare alle nuove generazioni,di pensare all’efficienza e non di meno all’in-ternazionalizzazione che è anche contenutanell’emendamento alla proposta di risoluzio-ne del collega Bugaro.

Ritengo che la posizione che abbiamoespresso, anche con questa modifica al di-spositivo della proposta di risoluzione, aprealla valutazione delle offerte che sono perve-nute, ma anche ad una valutazione condi-zionata dal fatto, come prima si diceva, chequalora fosse necessario aprirsi ad altrigruppi lo si faccia tenendo conto delle pre-giudiziali che sono state prima indicate eche nel documento sono riportate nella pre-messa.

Quindi la difesa di un’autonomia per valo-rizzare il territorio, la difesa occupazionale,la difesa del mantenimento di una governan-ce che ha prodotto sicuramente positivitàper il nostro territorio e, soprattutto, mana-gement qualificato che non possiamo rinve-nire nel resto del tessuto regionale o, me-glio, se lo possiamo rinvenire, non potrebbeessere a disposizione della intera comunitàdelle Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereBrandoni.

Giuliano BRANDONI. A me pare che que-sto dibattito debba avere anche una consi-derazione di carattere più generale.

Questa mozione, importantissima, regi-stra un qualche ritardo. Da tempo si è aperta

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la discussione sulle vicende di Banca Mar-che, però da troppo tempo questo Consiglio,e forse la politica, hanno avuto un atteggia-mento distratto su questa vicenda.

Oggi colmiamo un deficit, ma non solo,facciamo un’operazione politica ulteriore, inqualche modo stabiliamo una funzione e unruolo delle istituzioni.

Un istituto di credito in un territorio èun’istituzione importante, ha molte funzioni,alcune non solo di carattere economico, esoprattutto rappresenta e presume un’ipote-si di sviluppo.

Quindi questo dibattito ci induce ad un’ul-teriore riflessione, cioè se e come la struttu-ra pubblica può non solo intervenire su que-ste vicende, ma anche costruire le condizio-ni per influenzarle e governarle. Qualsiasiprogrammazione e qualsiasi ipotesi di svi-luppo su un territorio ha bisogno del confortoe del controllo del credito. Questo è un ele-mento significativo, decisivo, quindi oggifacciamo intanto questa operazione direcupero.

Ho ascoltato qualcuno che invitava i Con-siglieri a non avere paura e a riflettere sullemagnifiche sorti progressive che le vicendedella globalizzazione producono anche negliistituti di credito, quindi a non avere paurache la Banca delle Marche possa navigarein campo aperto.

Io penso che non sia questo il punto e lapreoccupazione. Il punto e la preoccupazio-ne del dibattito che stiamo facendo sullamozione e sulle proposte di risoluzioni, chemi auguro diventino risoluzioni unitarie di tut-to il Consiglio, è quello di ridare e di interveni-re su un indirizzo di carattere politico, pro-grammatico, quindi di carattere economico,e rispetto a questo di pensare agli strumentidi cui il territorio si dota e che ci sono, comevanno valorizzati e come vanno sinergica-mente inseriti in un’idea di comunità e disocietà.

Queste sono le considerazioni che vorreiaggiungere a questo dibattito che altrimentirischierebbe di essere una reiterazione dicondizioni e di considerazioni.

Inoltre, la Banca Marche è anche un’im-presa che sta in questo territorio, che hanumerosi lavoratori e lavoratrici che sono digrande capacità e che in questo territorioproducono due volte – se posso dire così –,producono sia dal punto di vista del farequotidiano, che in quello di indirizzare inmolti casi non solo i soggetti del risparmio,ma anche le imprese che ad essi si rivolgo-no, quindi una funzione straordinaria chenon possiamo e non dobbiamo perdere.

Credo che questa mozione ha anche unulteriore importante elemento. La fase ditrattativa di vendita di questo istituto, chenon compete solo a questo Consiglio che hasì il dovere di esprimere il proprio indirizzo,di confrontarsi con i soggetti di Banca Mar-che, ma che non interviene direttamente, èun segnale, un’indicazione, un monito e uninvito a chi eventualmente intenderà com-prare o intervenire su questo istituto, che aquel punto saprà che le istituzioni marchi-giane staranno attente alle azioni e alle attivi-tà che su questo territorio si faranno, staran-no attente e pronte a tutelare i lavoratori chevi operano, staranno attente a garantire cheil territorio abbia la possibilità di continuaread avere un istituto di credito di riferimento.

Quindi il dibattito che oggi facciamo haqueste caratteristiche e la soluzione a cui sista arrivando mi sembra di grande saggez-za che speriamo potrà produrre e contribui-re a saggezze altrui che ci auguriamo dipoter aiutare con questa nostra azione.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereViventi.

Luigi VIVENTI. La cosa che abbiamo det-to nella riunione dei Presidenti dei gruppi eraquella di non scendere nei particolari pernon procurare ad un’impresa che è sul mer-cato danni con dichiarazioni che potrebberoessere anche improprie.

Per questo motivo avevo fatto la propo-sta, che il collega Solazzi ha anticipato, diprovare a fare una delegazione che possaparlare con i presidenti delle fondazioni che

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sono, fino a prova contraria, i soci di riferi-mento dell’istituto, quindi di verificare lo statodelle cose per poi portarlo alla conoscenzadei Consiglieri regionali. La discussione èpoi più o meno evoluta in questa direzione.

Ritengo necessari alcuni punti, primo, èevidente che quando si tratta di iniziativeprivate noi abbiamo una capacità di inter-vento molto scarso, anche se in questocaso, essendo una Banca regionale, pensosia legittimo che il Consiglio regionale espri-ma una sua opinione al riguardo, ma se lacosa è legittima ho la sensazione che siainutile. Siccome sono sempre abituato adire quello che penso lo voglio fare con chia-rezza anche in questa occasione.

In questo caso forse la pubblica ammini-strazione può avere una minima voce incapitolo come cliente. Un collega diceva cheprobabilmente l’85% dei servizi di tesoreriadel territorio sono gestiti dalla Banca Mar-che, pertanto una certa presenza comeclientela da parte della pubblica amministra-zione c’è e comunque sia è giusto che perun evento di questa rilevanza il Consiglioregionale esprima un’opinione.

E’ altrettanto evidente, però, che la nostradebolezza è chiara, è chiara anche quandoleggiamo il testo della risoluzione, che ciapprestiamo ad approvare, quando dice chedobbiamo mettere in essere tutte le azionivolte ad impedire la cessione dell’istituto. Sevi chiedessi quali sono queste azioni voltead impedire la cessione dell’istituto credoche nessuno mi saprebbe rispondere inmaniera concreta, questo perché pratica-mente non ne abbiamo alcuna. Quindi è daqui che probabilmente c’è anche una certainutilità di queste nostre votazioni.

Certo in quest’Aula potremmo anche direche una politica del credito non è stata maifatta. La Giunta regionale ha mai portato inquest’Aula una discussione sul credito? Al-meno da quando ci sono io non è mai acca-duto.

Quindi anche sotto questo profilo siamosostanzialmente spuntati, primo perché nonsiamo azionisti di riferimento – questo è il

problema più grande –, secondo è perchénon abbiamo mai svolto un’azione di solleci-tazione in questa direzione.

Pertanto facciamo pure quello che è co-munque lecito fare, però ben sapendo che ledecisioni vengono prese o forse sono stategià prese in altra sede.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereProcaccini.

Cesare PROCACCINI. Pochissime con-siderazioni poiché purtroppo le competenzeistituzionali ed in particolare delle Regionisono minime rispetto all’acquisto o alla ven-dita di soggetti privati. Dico purtroppo per-ché il mondo bancario rappresenta, invece,un volano per lo sviluppo, perché, per esem-pio, un punto in più o in meno dei tassi diinteresse potrebbe comportare svilupporegresso per una comunità.

Nella regione Marche che è fortementemanifatturiera il sistema bancario va presocon molta attenzione. Quando diciamo chela finanza ha ormai surclassato la politica ela programmazione oggi è uno di questi casidove emerge un’impotenza rispetto ad unsettore che, al contrario, è decisivo per losviluppo della sua comunità.

Si diceva “piccolo è bello” o “grande èbello”, ma non so se queste due considera-zioni venivano fatte a seconda delle conve-nienze.

Noi dovremmo guardare all’obiettivo checi vogliamo prefiggere, cioè quello di garanti-re una presenza diffusa dei sistemi del cre-dito alle imprese e ai piccoli risparmiatori invirtù di una crescita complessiva del servi-zio reso, reso soprattutto a costi accessibiliin una situazione economica che in genera-le è molto grave.

In questo contesto dovremmo ancheanalizzare il perché nel nostro Paese ormaiva di moda la vendita delle banche. Questofenomeno ha costituito nell’ultimo periodoanche una questione morale e giudiziaria.Addirittura alcune grandi aziende capitalisti-che del nostro Paese, prima di tutte la Fiat,

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hanno dismesso branche consistenti dell’at-tività produttiva per rimettersi nel sistemacreditizio diventando in larga parte società dicapitali.

Quindi l’eventuale vendita, ed in questocaso la vendita o la smobilitazione di BancaMarche, si inserisce in un contesto di piùgenerale ridimensionamento del sistema delcredito regionale e non per un fatto affettivo ocampanilistico, neanche noi abbiamo una vi-sione ristretta, anzi, siamo internazionalisti inuna visione dello sviluppo e della solidarietà edei diritti. Tuttavia dobbiamo evitare che ilsistema regione Marche diventi ancora piùresiduale nei confronti della cosiddetta com-petitività che anche il centro-destra qualchevolta decanta.

La smobilitazione dei gruppi medio-picco-li, cannibalizzati da multinazionali prima te-desche e poi olandesi, ha portato allaregressione nelle Marche, in primo luogo intermini di servizi resi e di uniformità sul terri-torio, in secondo luogo con una perdita diaddetti e quindi della garanzia dei posti dilavoro ed in terzo luogo non ha dato beneficioal credito perché i cartelli realizzati a livelli piùalti hanno stabilizzato i tassi di interesse alivelli medio-alti e non medio-bassi. L’ultimocaso è quello dell’Antonveneta che prima eranazionale, poi è diventata olandese e domanidiventerà spagnola.

Tutto questo passaggio di proprietà qualebeneficio ha prodotto per gli interessi genera-li della società delle Marche? Nessuno, anzi,ha causato un danno.

La vendita della Banca Marche non solonon darà nessun beneficio dal punto di vistadi un affetto al marchio o per la sua sussi-stenza nel territorio delle Marche, questo nonci interessa, ma il caso specifico si inseriràin un ulteriore declino del sistema delle Mar-che.

E’ per questo che dobbiamo dare un’indi-cazione contro la vendita della Banca Mar-che ed è per questo che abbiamo sottoscrit-to una delle proposte di risoluzione che saràposta al voto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consiglie-re Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Sono un po’ in im-barazzo ad intervenire su questa materiaperò lo faccio con senso di responsabilitàanche perché già gli amici autorevoli delgruppo al quale appartengo hanno espres-so in maniera abbastanza precisa una po-sizione con diverse sfaccettature. Credoche non si possa dire che non è prevalsanegli interventi dei Consiglieri di Forza Italiala consapevolezza che stiamo discutendodi una cosa seria.

Intanto una cosa va fatta rilevare, cioèche questa discussione avviene non periniziativa dell’Esecutivo ma per iniziativaconsiliare. Credo che questa già sia unalinea di demarcazione precisa, cioè nellesue articolazioni è più sensibile il Consiglioregionale a un problema grande quale quel-lo di cui stiamo trattando che l’Esecutivoregionale che dovrebbe essere invece ilmotore.

Questa mattina abbiamo chiesto formal-mente alla Giunta regionale su un altro ver-sante, che per esempio si faccia carico diesprimere la propria posizione rispetto alproblema della Valle del Marecchia. Anchequi è il Consiglio nelle sue espressioni chesollecita, questa è una dimostrazione dellascarsa capacità dell’Esecutivo di porsicome punto di riferimento di questa regio-ne.

L’altro concetto importante, che è statoespresso in maniera particolare dal Consi-gliere Viventi, è che stiamo parlando di unainiziativa privata, quindi interveniamo nel-l’autonomia di una struttura che opera nelsettore del credito. E questa è la prima voltache avviene perché non c’è stata analogaattenzione rispetto a fenomeni associativiche hanno riguardato altri istituti di credito ocomunque non c’è stata una discussionecosì accesa rispetto ad altre operazioni chehanno coinvolto le Marche – mi riferisco aistituti di credito di altre dimensioni ma al-trettanto importanti –.

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Certo, c’è anche la valenza oggettiva,che questa Banca ha un radicamento piùdiffuso, ha una base associativa vastissima,credo che si parli addirittura di 33 mila sociin tutta la regione, quindi una buona fetta deimarchigiani è partecipe di questa avventura.

Ho detto queste cose perché mi sembrache entrambe le posizioni che sono statemesse in campo hanno una ragion d’esse-re. Banalizzo, da una parte si dice che labanca è in difficoltà, l’associarsi a un grandeistituto di credito garantirebbe una capacitàdi presenza sul mercato maggiore, garanti-rebbe un’ulteriore qualificazione dei servizi,garantirebbe una liquidità in capo alle fonda-zioni ben diversa da quelle di oggi; a questosi contrappone un’altra posizione che diceche questi vantaggi sono oggettivi, ma il ri-schio è che a lungo andare il carattere dimarchigianità dell’istituto venga a decresce-re, quindi il futuro non si prospetta roseo.

Credo che entrambe queste posizioniabbiano un senso, quindi auspicavo che sa-remmo riusciti a trovare un riferimento co-mune che salvaguardasse questa doppiaesigenza. Questo non è stato e il rischio èche il Consiglio regionale si pronunci magariassumendosi la responsabilità, con il votoche esprimerà, di intervenire in senso nega-tivo o positivo sul valore delle azioni dellaBanca – 250 euro oggi potrebbero essere212 domani oppure 262 –. C’è il rischio og-gettivo di una interferenza o comunque diuna posizione che non aiuti una scelta chesia la più congeniale agli interessi dei mar-chigiani, sia in termini di difesa di un patri-monio che in termini di mantenimento diun’altissima qualità del servizio.

Per questo motivo, pur avendo sottoscrit-to la mozione, annuncio che mi asterrò suidocumenti presentati, proprio perché noncapisco la difficoltà a trovare un punto diconvergenza che tenga conto del positivoche c’è nella posizione di tutti.

Debbo comunque rilevare con soddisfa-zione che il dibattito, al di là di tutto, hamesso in piedi una capacità culturale epropositiva di questo Consiglio regionaleche è indiscutibile.

PRESIDENTE. Ha la parola l’AssessoreMarcolini.

Pietro MARCOLINI. Innanzitutto vorreidire al Consigliere Giannotti di sgombrare unpo’ il campo dalle polemiche che esistonotra la maggioranza e l’opposizione e da que-sto punto di vista nemmeno tra esecutivo elegislativo.

Vorrei segnalare che le iniziative sonostate piuttosto numerose sia sulla stampache sulla televisione e negli incontri che ilPresidente ha avuto con i presidenti dellefondazioni negli ultimi mesi. Quindi dire chel’Esecutivo si sia disinteressato di uno deipiù grandi sommovimenti bancari mi sem-bra ingeneroso. Dopodichè uno può giudica-re insufficiente o discutibile quello che unofa, ma dire che si è ignorata l’iniziativa que-sto mi sembra veramente ingrato.

Voglio segnalare, peraltro, che della que-stione di Banca Marche si è occupato il Con-siglio anche sulla scorta di sollecitazioni chesono venute sia dalla maggioranza che dal-l’opposizione. Sul versante della maggioran-za il documento presentato dall’allora capo-gruppo Giannini pone un problema che amio avviso rimane tuttora attuale, quello del-la governance della Banca Marche, che ri-guarda un sistema di governo e diradicamento nel territorio che non è perfettoma è migliorabile, che non è intoccabile per-ché va assolutamente adeguato ai tempi.

Lo dico per questo sistema complesso eprivatistico, ma che risponde a criteri di rife-rimento alla comunità che sono le fondazio-ni.

Faccio riferimento in particolare ai comi-tati elettorali delle fondazioni che sono anco-rati a un piccolo mondo antico che non c’èpiù e che stride con le esigenze moderne.Non parlo, anche se del tutto legittimamen-te, della impermeabilità della presenza delleistituzioni in Banca Marche – non voglio ac-cennare a questo problema in questo mo-mento – parlo invece dell’adeguatezza deicomitati elettorali dovuti agli statuti dell’iniziodel ‘900, che danno ancora un potere ad

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alcune categorie economiche prevalenticome un dato antistorico.

Penso al peso dell’agricoltura rispetto al-l’industria e all’artigianato. Siamo ormai a uncontributo del 4% dell’agricoltura rispetto alPil regionale e ancora una prevalenzacategoriale, o alla discriminazione che av-viene tuttora in base agli statuti per la liberaassociazione delle categorie. Tenete pre-sente che nella Fondazione della Cassa dirisparmio di Macerata tuttora viene indicatoche gli artigiani che aderiscono alla Cgiapossono avere voti elettorali attivi e quelliche non sono iscritti alla Cgia no.

Voglio cogliere questa occasione per direche siamo convinti che Banca Marche abbiaaccompagnato utilmente lo sviluppo econo-mico, ma l’occasione di sostenere questoprocesso e di guidare unitariamente gli im-pulsi per la riorganizzazione dell’offerta deiservizi bancari della regione non ci fa essereciechi di fronte alla necessità di un adegua-mento della sua governance, che abbiamaggiore rispetto per la modernità dellecomponenti economiche per la componenteche richiamava poco fa il Consigliere Viventirispetto al dato istituzionale. Perché le istitu-zioni sono cellula democratica delle orga-nizzazione della vita pubblica, ma sono an-che il primo cliente della Banca delle Marchecon più di un terzo dell’intero fatturato

Questo per dire che la discussione chefacciamo su Banca Marche non può esseresemplicemente conservatrice di uno statusquo che è quello attuale.

In questo voglio cogliere le sollecitazioniche sono venute dal consigliere Bugaro, dalConsigliere Solazzi, che nel mantenere bensalde le radici territoriali, vogliono sottolinea-re la necessità di un ampliamento dell’offer-ta dei servizi della Banca per accompagna-re i processi di internazionalizzazione, diraffinazione dei servizi legati al mondo dellaproduzione, capace quindi di accompagna-re i processi in atto nella ricerca scientifica,nell’innovazione tecnologica e nell’interna-zionalizzazione.

Pensiamo che Banca Marche sia non

soltanto per motivi storici la più grande ban-ca delle Marche, ma che abbia, in modoparticolare negli anni più vicino a noi, allarga-to la propria influenza, allargato il proprionumero di sportelli, aumentato l’occupazio-ne, aumentati i profitti e che quindi sia incondizione più serena per giudicare le pro-poste di partecipazione di acquisto parzialeo totale.

Siamo convinti che ci sia la possibilità perun dialogo paritario della Banca delle Mar-che per integrare necessariamente i propriservizi, che non debba rassegnarsi ad unasorta di grande fattura di liquidazione dellasua autonomia per scialare nei prossimi po-chi anni, rendendo pingue, anzi, suntuoso ilcapitale a disposizione degli attuali ammini-stratori, e che non guardi alla prospettiva delmedio e lungo periodo.

La preoccupazione prevalente che mi èparso di cogliere negli interventi è quella dimantenere le radici territoriali ben salde qui,valorizzando tutti i percorsi innovativi e orga-nizzativi, penso ai centri di informatica, allecentrali delle riscossioni delle entrate, allariqualificazione degli investimenti per la pic-cola media impresa, alla qualificazione delrapporto con gli enti locali.

Dobbiamo lanciare un messaggio ai pro-prietari delle fondazioni che vada nella dire-zione di una apertura controllata, in direzio-ne dell’allargamento dei servizi, che man-tenga la testa, il cuore e i piedi ben piantatiqui nelle Marche.

In tal senso mi pare che la risoluzionepresentata dal Consigliere Ricci ed altrivada nella direzione di rendere unchiaroscuro più interessante, più adeguatoal momento la posizione della istituzione re-gionale Marche.

L’invito fatto al Presidente di incontrarenei prossimi giorni i tre presidenti portandoquesto segnale, questa visione dell’istituzio-ne regionale, che ovviamente non può costi-tuire impedimento né giuridico né economi-co, ma una sponda attiva da parte dellamaggiore istituzione regionale, possa esse-re di conforto a coloro che lavorano per solu-

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zioni che rispettino le condizioni che dicevoprima.

Mi pare che questo impegno, che vedelargamente convergente l’Assemblea regio-nale, possa essere anche un viatico perfavorire l’emergere delle soluzioni che qui cisiamo auspicate. La possibilità di essereutili risiede nel tempo stretto e nella unità diintenti della nostra azione.

Quindi il mandato dato al Presidente diincontrare le fondazioni e il ritorno in Aula peraggiornare, dopo la ricognizione, le posizionidelle fondazioni che possono risultaresensibilizzate alle posizioni delle istituzioni,sarà l’occasione per un ulteriore pronuncia-mento di soddisfazione oppure di condizio-namento ulteriore per una puntata, quelladella settimana prossima, che non sarà ri-solutiva.

PRESIDENTE. Passiamo ora alla vota-zione delle due proposte di risoluzioni pre-sentate alla mozione n. 218.

Risoluzione dei Consiglieri Bugaro, Sil-vetti e Tiberi, alla quale è stato presentatoanche un emendamento a firma del Consi-gliere Bugaro che così recita: “nel dispositi-vo, alla settima riga togliere dalla parola “e”fino alla parola “Marche” e inserire al loroposto “alle fondazioni”, poi eliminare il punto4)”.

La discussione è aperta. Ha la parola ilConsigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Quando si dice“esprime a tutto il consiglio di amministra-zione e alla direzione generale di BancaMarche” ho tolto “alla direzione generale” eho inserito “alle fondazioni di Banca Mar-che”, inoltre in fondo ho tolto il punto “per laconferma dell’attuale management…” per-ché sembrava troppo forte. Questo è lo spi-rito dell’emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.Emendamento alla prima risoluzione. Lo

pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Risoluzione. La pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Risoluzione presentata dai ConsiglieriRicci, Giannini, Massi, Procaccini, Brando-ni, Lippi, Capponi, Pistarelli, Mammoli. Lapongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Comunicazioni della Giunta Regionalein ordine ai recenti fatti di Appignano delTronto e più in generale sulle tematichedella sicurezzaRinvio

PRESIDENTE. Il punto 2) all’ordine delgiorno, avendo raccolto anche varie indica-zioni da parte dei Presidenti dei Gruppi e delConsigliere Castelli, si rinvia alla prossimaseduta. Questo anche al fine di raccoglierele indicazioni emerse dai capigruppo di di-scutere prima di sospendere la seduta ilpunto 3) e il punto 4).

Proposta di legge n. 186della Giunta regionale“Disciplina dell’attività di acconciatore edi estetista”Discussione e votazione

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recala proposta di legge n. 186 ad iniziativa dellaGiunta regionale. Ha la parola il relatore dimaggioranza Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Questa proposta di leg-ge disciplina l’attività di estetista e diacconciatore in attuazione a quanto dispo-sto dal decreto legislativo n. 7 del 2007,convertito in legge n. 40, recante “Misureurgenti per la tutela dei consumatori, la pro-mozione della concorrenza, lo sviluppo diattività economiche e la nascita di nuoveimprese”, la cosiddetta Legge Bersani che

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liberalizza alcuni tipi di attività commercialied economiche.

In accoglimento delle direttive europeequesta normativa liberalizza l’attività di este-tista e di acconciatori togliendo il limite delledistanze e il limite numerico, previsti dalleprecedenti leggi, tra attività commerciali.Quindi non ci saranno più limiti di distanza edi quantità all’interno dei singoli Comuni.

La Giunta regionale entro tre mesi dal-l’approvazione di questa legge adotterà ledisposizioni per lo sviluppo dei settori e gliindirizzi ai Comuni al fine di migliorare laqualità dei servizi per il consumatore e assi-curare le migliori condizioni di accessibilitàai servizi medesimi. Inoltre la Giunta detteràla definizione dei contenuti dei programmirelativi alle iniziative di formazione profes-sionali nonché le modalità di svolgimentodegli esami.

Spetta alle Province l’autorizzazione del-le iniziative di formazione professionale, ilriconoscimento della qualifica professiona-le, il rilascio dell’abilitazione, l’adozione deiregolamenti di cui all’articolo 6, la vigilanza, ilcontrollo e l’irrogazione delle sanzioni am-ministrative.

L’esercizio delle attività di estetista edacconciatore in qualunque forma e a qualsi-asi titolo esercitato è subordinato al conse-guimento di qualifica e abilitazione profes-sionale. Quindi sono predisposti corsi pro-fessionali e il riconoscimento da parte dicomitati provinciali della qualifica conseguitaa seguito dell’esercizio di almeno tre anni diattività, che permette di conseguire autono-mamente la qualifica professionale senzadover accedere ai corsi professionali.

I Comuni, sentite le associazioni di cate-goria degli acconciatori e degli estetisti, re-golamenteranno i requisiti igienici, i requisitidimensionali dei locali, i requisiti per miglio-rare la qualità dei servizi, l’obbligo della mo-dalità di esposizione delle tariffe e dei turni dichiusura, le disposizioni per la sospensionee la cessazione dell’attività.

Il Comune accerta il possesso dell’abili-tazione professionale di acconciatore ed

esercita le funzioni di vigilanza e controllo inordine al rispetto dei requisiti per l’eserciziodelle attività, fatte salve le competenze del-l’Azienda sanitaria in materia di igiene, sani-tà e sicurezza.

Sono previste le sanzioni amministrativeper le violazioni. Ci sono poi delle normefinali e transitorie che regolamentano questoperiodo in attesa dell’attivazione dei corsiprofessionali.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore diminoranza Consigliera Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Come ha già illustratoil relatore di maggioranza, recepire questanuova legge ci permette di migliorare le atti-vità all’interno dei centri commerciali e leattività libere nei Comuni e la liberalizzazio-ne dell’apertura senza più un limite di distan-za.

Abbiamo già discusso di eventuali chiari-menti per quanto riguarda la formazione,abbiamo accolto informazioni da parte deiprofessionisti, quindi da chi svolge l’attivitàgià da tempo. Questa legge è stata accoltacon molto entusiasmo, tra l’altro aspettanol’istituzione di commissioni e di aggregazio-ni che possano essere condivise per la for-mazione. Si sente molto l’esigenza di dareprofessionalità, perché sia le attività privateche chi la svolge ha questa l’esigenza.

Una cosa molto importante che è stataevidenziata da chi svolge l’attività è quella dicreare una formazione oltre che a livelloregionale e nazionale anche a livello interna-zionale per migliorarsi e per dare una miglio-re qualificazione.

Dopo aver apportato alcune modificheabbiamo votato a favore di questa legge,quindi ne condividiamo sia l’apertura che laprogrammazione.

PRESIDENTE. La discussione è aperta.Ha la parola la Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Mi fa molto piacere cheoggi approviamo questa legge. Come qual-

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che tempo fa abbiamo portato in quest’Aulauna certa liberalizzazione di pubblici eserci-zi, oggi affrontiamo i problemi dei parruc-chieri, barbieri ed estetisti.

E’ vero che non esisteva un contingenta-mento precedente all’approvazione di que-sta legge sia a livello nazionale che a livelloregionale rispetto ai barbieri e parrucchieri,perché trattandosi di artigianato e di servizinon poteva esserci questo contingentamen-to. Ma in realtà un contingentamento esiste-va perché, tenendo conto di una legge fattanel periodo fascista, nel momento in cui co-loro che operavano in questo settore dove-vano disporre le distanze tra un esercizio el’altro tendevano a farle il più lontane possibi-le. Quindi oltre alle distanze tra un esercizioe l’altro di barbiere, parrucchiere o estetista,il fatto che non tutti i locali potevano essereutili per svolgere un certo servizio faceva sìche ci fosse, appunto, una specie di contin-gentamento.

Siccome i Comuni dovevano, prima diapprovare le distanze di questi esercizi, te-nere conto del parere della consulta fattadagli stessi operatori delle categorie profes-sionali e dalle associazioni di categoria, èevidente che c’era tutto l’interesse che fos-sero in pochi a svolgere lo stesso tipo dilavoro.

Se in passato aveva un senso il discorsodelle distanze, perché per quanto riguardasoprattutto il barbiere lo si riteneva un servi-zio che veniva svolto nella via di appartenen-za, oggi, con le abitudini della vita modernanon si ha più bisogno di considerare a quan-ta distanza c’è il servizio, è più necessarioche si scelga il proprio barbiere o parruc-chiere rispetto alla professionalità dellostesso artigiano. Quindi il discorso delle di-stanze non ha più senso.

Chi ha lavorato nei Comuni e chi comeme ha gestito anche questo servizio ha as-sistito a delle situazioni di una taleridicolaggine che dimostrava quanta atten-zione ci fosse su questo. Quando si trattavadi andare a misurare la distanza ci trovava-mo con misurazioni diverse a seconda di

chi voleva che si misurasse partendo dauna certa strada o da un’altra.

Quindi fino ad ora è stato estremamentedifficile gestire questo tipo di operazioneproprio perché c’erano interessi contrappo-sti che facevano sì che fosse più difficilepoter svolgere questo tipo di operazione.

Per fortuna qualche tempo fa c’è stata lamodifica che ha riguardato gli estetisti, i qua-li fino ad alcuni anni fa, al di là del discorsodelle distanze, potevano con una notevoletranquillità aprire i laboratori. Non parliamopoi dei solarium e dei centri di abbronzatura,si potevano aprire senza che ci fosse undiploma specifico per poter svolgere tale at-tività, si aprivano solo dopo aver imparatoper due o tre ore ad usare la macchina,sapendo poi cosa significa utilizzare unmacchinario per l’abbronzatura.

Con la legge di oggi si dà l’opportunità diaprire nuove attività lavorative e questo è unsettore che tira molto i giovani, soprattutto icentri di estetica, perché ringraziando Dioabbiamo più possibilità economiche, c’è unaprogettazione, una pubblicità continua ri-spetto all’aspetto fisico. Pertanto di questicentri ne sorgono in continuazione e tuttosommato è bene che ci siano.

Quindi è bene che chi vuole fare questotipo di lavoro lo possa fare tranquillamente,ma lo deve fare avendo quella professionali-tà che consenta di svolgere al meglio questotipo di lavoro. Soprattutto dal punto di vistasanitario, visto che vanno ad intervenirel’uno nella testa e l’altro nel corpo delle per-sone, che possano farlo dopo aver conse-guito un diploma che consenta con la mas-sima tranquillità di svolgere questa attività.

A me fa molto piacere che ci sia questalegge perché gli operatori dei Comuni sulterritorio non avranno più gli scontri tra chicerca di far nascere qualche esercizio in piùe tra chi continua a garantire solo quelli checi sono, che poi sono quelli che sono già inattività e che fanno parte delle varie associa-zioni di categoria.

Quindi diamo l’opportunità ai giovani chevogliono fare questo tipo di professione, dia-

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mogli la professionalità e poi sarà il cliente,che in base alle professionalità maggiori ominori dell’uno o dell’altro, sceglierà l’eserci-zio nel quale andare, quindi lo sceglierà noncerto rispetto alla distanza tra un esercizio el’altro.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri inter-venti passiamo alla votazione.

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in vo-tazione.

(Il Consiglio approva)

Proposta di legge n. 186. La pongo invotazione.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione il proseguimento del-la seduta.

(Il Consiglio approva)

Proposta di atto amministrativo n. 63della Giunta regionale“Criteri di ripartizione dei Progetti Spe-ciali di competenza regionale – FondoSanitario Regionale dell’anno 2007 –Spesa di parte corrente”Discussione

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recala proposta di atto amministrativo n. 63 adiniziativa della Giunta regionale. Ha la parolail relatore di maggioranza Consigliere Lu-chetti.

Marco LUCHETTI. Ci troviamo di frontead un atto amministrativo molto importanteche riguarda i progetti speciali inerenti il ser-vizio sanitario.

Si tratta della ripartizione che facciamoogni anno di quote di risorse finalizzate aspecifiche attività sanitarie che vengono sot-to il nome di progetti speciali.

Come i colleghi ricorderanno su questaquestione abbiamo avuto in passato variediscussioni sia per la scarsa tempestività,che questo atto purtroppo ha sempre mani-festato, sia nel merito dei contenuti.

La tempestività non c’è stata neanchequesta volta in quanto dovevamo presentar-lo entro il 31 marzo, ma sapete che que-st’anno siamo stati in presenza di un’attivitàabbastanza frenetica nei primi mesi dell’an-

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no per l’approvazione del Piano sanitario equesta è una delle scusanti che debbonoessere tenute in considerazione rispetto airitardi con cui l’atto viene presentato.

Dobbiamo invece considerare importan-te che questo atto sta diventando semprepiù cogente rispetto al titolo stesso perchériguarda progetti speciali e specifici.

Per la verità ci siamo incamminati versouna ripulitura degli atti precedenti che aveva-no la caratteristica di annoverare nel proprioambito anche attività non propriamente ri-conducibili ad una progettualità speciale,una ripulitura che ha portato l’entità finanzia-ria da molto cospicua a piuttosto risicata, sista parlando di circa 2 milioni e 944 milaeuro, mentre prima avevamo 70 miliardi divecchie lire. Ora questa spesa è stataricondotta ad una entità molto più piccolaproprio perché la progettualità è stata finaliz-zata verso una specialità.

Tanto è vero che si possono annoverareprogetti molto importanti e specifici. Traquelli ripetuti negli anni precedenti ci sono,ad esempio, i progetti con l’Inail per gli inci-denti sul lavoro, i progetti sugli incidenti stra-dali, la progettualità per la tutela degli anzianidurante l’estate con il progetto Elios e il pro-getto per l’autismo. Ma a parte questa ripeti-zione ci sono altri progetti molto importanti esi è tenuto conto anche del Piano sanitario.

In questa direzione possiamo parlare siadi una progettualità speciale di una medicinad’avanguardia e innovativa come quella del-l’ozono e, soprattutto, parlando di Piano sa-nitario, ci riferiamo a quella progettualità cheabbiamo indicato per l’attività motoria conl’Università di Urbino che diventa un punto diriferimento, anche se iniziale, per quantoriguarda lo stanziamento. Una progettualitàche si innesta nelle linee di Piano che devo-no spostare verso la prevenzione parte dellafinalizzazione finanziaria ed economica del-la sanità.

Da questo punto di vista si sono fatti pas-si avanti. Come Commissione abbiamodato l’indicazione di procedere verso la dire-zione di porre nei budget ordinari del finan-

ziamento del servizio sanitario alcuni pro-getti che sono diventati consolidati e chericorrono abbastanza puntualmente tutti glianni e poi si individuano progetti sempre piùspecifici e di grosso rilievo per quanto ri-guarda la gran parte delle risorse a disposi-zione.

Questa è la filosofia che è stata coltaanche dall’Assessorato, ci ripromettiamopertanto che entro il 31 marzo ci ritroveremoa discutere di una progettualità ancora piùcalzante.

Quindi mi sembra di poter sottoporre po-sitivamente questo atto, come è stato accol-to anche dalla Commissione, affinché si dial’avvio a tutti gli altri progetti che vengono quiindicati. Sicuramente il Servizio sanitario po-trà giovarne sia in termini di novità che intermini della stessa applicazione del Pianosanitario regionale.

PRESIDENTE. E’ assente il relatore diminoranza quindi apro la discussione. Ha laparola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Noi siamo contrari aquesta proposta di atto amministrativo per-ché, come abbiamo avuto modo di dire inCommissione, l’atto è arrivato in manieratardiva sia all’esame della Commissione equindi dell’Aula. E’ un atto di cui in Commis-sione ne abbiamo solo preso atto, non si èriusciti ad entrare nel merito delle questioniperché ormai i tempi erano scaduti. Addirit-tura bisognerà – e per questo do il confortoal Presidente della Commissione sull’emen-damento – modificarlo per spostarne l’attua-zione al 30 giugno 2008.

Questa comunque è l’ennesima dimo-strazione di come l’Organo esecutivo si rap-porta con l’Organo legislativo.

Quante volte in quest’Aula siamo tornatisu questo argomento. Prima ci è stato fattocredere che l’approvazione del Piano sani-tario era prioritaria e bisognava per forzaapprovarlo – per i noti motivi su cui non torno– entro le ferie estive, poi ci arriva quest’attoche è una polverizzazione di un serie di

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progetti, dei quali alcuni sono condivisibilimentre altri mostrano dei seri dubbi in quan-to sono le solite prebende che la Giuntaelargisce – non voglio usare termini improprie soprattutto pesanti –, ma si capisce chesono delle dazioni in giro di accontentamen-to di gruppi e situazioni vicine al segno politi-co della Giunta, oltretutto non abbiamo nep-pure avuto il modo, ripeto, di poter entrarenel merito.

Il nostro voto è senz’altro negativo perchénon c’è stata, appunto, questa possibilità dipoterci esprimere nel merito delle questioni.

Riteniamo che anche se ci sono alcuniprogetti condivisibili, altri sono un puroesempio di spreco di denaro pubblico. Inquesto Paese non si fa altro che parlare diantipolitica e dei costi della politica, quandopoi i maggiori costi della politica vengononon tanto e non solo dai costi del manteni-mento delle strutture istituzionali, ma vengo-no soprattutto dall’uso improprio che vienefatto del denaro pubblico. E questo è unesempio classico di quanto sto sostenendo,cioè interventi a pioggia per gli amici degliamici che in realtà non portano nessun be-neficio alla crescita e allo sviluppo della co-munità regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereCastelli.

Guido CASTELLI. Questo atto ammini-strativo giunge tardivamente, come peraltroabbiamo ripetutamente sottolineato in Com-missione, non è la prima volta che il Consi-glio regionale invoca una tempestività diver-sa e adeguata in riferimento a questo prov-vedimento che di anno in anno viene pre-sentato sempre con la solita tardività. Mapurtroppo siamo anche nella condizione didichiararci impotenti, Presidente Luchetti,perché ogni anno chiediamo tempestività eogni anno questa viene disconosciuta.

Tuttavia in riferimento a quello che è ac-caduto per l’anno 2007 si impone una rifles-sione nuova e diversa e per certi versi piùgrave, perché siamo nella condizione di po-

ter dire che la tardività è tale agli occhi delConsiglio, ma in realtà dissimula un atteg-giamento che non esito a definire fraudolen-to da parte della Giunta regionale, che men-tre sottopone l’atto solo oggi al vaglio delConsiglio regionale opera già da tempocome se l’atto fosse adottato, sottraendosicosì al diritto-dovere di attendere l’opinionedel Consiglio regionale. Mi riferisco in parti-colare ad uno dei provvedimenti più discuti-bili contenuti nei progetti che oggi dovrem-mo approvare, un progetto che mi fa pensa-re proprio all’espressione “amici degli amici”usata prima dal Consigliere Bugaro.

Credo che una parte consistente di que-sti progetti non sia confezionata per gli amicidegli amici, però rimango attonito almenoper due di questi. Il primo è il progetto cheprevede l’assegnazione al Comune di Anco-na di 60 mila euro per il trasporto dei cittadinida Ancona a Torrette. Onestamente non rin-nego e non disconosco il diritto e dovere delComune di Ancona di assicurare il trasportoa Torrette dei cittadini di questo capoluogo,però contesto che sia questo il luogo doveattingere le risorse. Questo perché il trasfe-rimento dovrebbe essere deliberato dall’As-sessorato di Marcolini e assegnato per leordinarie attività di alimentazione del tra-sporto urbano. Cosa c’entrano, AssessoreMezzolani, i 60 mila euro a favore del Comu-ne di Ancona con i progetti speciali per lasanità! E questo è il primo rilievo.

In riferimento, Presidente Luchetti, a que-sta iniziativa, è ulteriormente sindacabile ecensurabile il fatto che mentre oggi, novem-bre 2007, stiamo approvando questo dato,in realtà quei 60 mila euro sono stati giàassegnati al Comune di Ancona il 29 otto-bre. Quindi non solo stiamo facendo unacosa illegittima dal punto di vista di merito,ma facciamo una cosa illegittima anche dalpunto di vista formale. C’è una determinacon la quale il dirigente competente, dott.Ruta, decreta di assegnare, impegnare eliquidare la somma di 60 mila euro al Comu-ne di Ancona per il finanziamento della spe-sa di trasporto. Questo è un chiaro debito

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fuori bilancio che oggi dovremmo sanare aposteriori sulla base di una prassi che lasciogiudicare alla vostra intelligenza e alla vostrasensibilità.

Questo è un atto illegittimo, la normativacontabile prevede in questi casi che il rap-porto finanziario lega chi ha deliberato laspesa in assenza di adeguata copertura el’accipiens, il Comune di Ancona che la do-vrebbe ricevere.

Io non ho nulla contro il dott. Ruta, manon è questo il sistema, anche perché evi-dentemente ci sono profili di svilimento dellafunzione consiliare che sono tanto evidentida non meritare ulteriori commenti.

Sotto altro profilo c’è un aspetto che nonesitiamo a definire nei termini usati dall’ami-co collega Bugaro “gli amici degli amici”, inparticolare mi riferisco ad un’altra perla con-fezionata dal Servizio in riferimento al pro-getto n. 17. Questo progetto prevede unostanziamento importante di 223 mila europer un capitolo che apparentemente sem-bra foriero di importanti effetti per quantoriguarda la comunità marchigiana, è il capi-tolo relativo alla realizzazione di campagnedi educazione sanitarie. Chi di noi vuole di-sconoscere l’importanza di una correttaeducazione nell’alimentazione o nelle prati-che motorie?

La cosa che non possiamo però accetta-re, Assessore Mezzolani, è che si usinoquesti soldi per finanziare la campagna dicomunicazione istituzionale fatta di pubblici-tà sui giornali e sui muri che hanno cospar-so la regione Marche nello scorso giugno infavore del Piano sanitario in itinere. Noi usia-mo i soldi dei diabetici, noi usiamo i soldi chedovrebbero servire a convincere gli obesi,per fare la pubblicità agli atti della Giunta! Attiche tra l’altro in quella fase non erano nean-che approvati dal Consiglio. “Nel cuore delsistema ci sei tu”, Consigliere Bugaro, turicorderai questa frase così foriera di spe-ranza che affollava i desideri e le aspettativeancor prima di presentare il Piano sanitario.

Ricordo a luglio una interrogazione delcollega Pistarelli che si sentì rispondere dal-

l’Assessore Mezzolani che in effetti il capito-lo da cui si era attinto per finanziare quellacampagna da 111 mila euro, una botta da200 milioni bruciati in venti giorni per fare lapubblicità ad un Piano che ancora non c’era,era il capitolo 10301 che è quello che con ilprogetto n. 17 andiamo ad alimentare. Sonosoldi già spesi! Sono soldi spesi male! Sonosoldi che oggi ci si chiede di validare nelleforme improprie e discutibili politicamente econtabilmente che li hanno riguardati nel lu-glio scorso.

Terzo rilievo che giustifica, secondo me,una critica di tipo di versa, ma non menoimportante, è che attraverso i progetti spe-ciali quindi dei denari che vengono ad esse-re utilizzati a latere di quella che è la pro-grammazione regionale, noi facciamo unacosa molto importante, ma che è assoluta-mente improprio fare in questa sede. Ovve-ro finanziamo la convenzione con l’Universi-tà di Ancona per le attività di formazione deicorsi di laurea delle professioni sanitarie nonmediche, gli ex diplomi per le infermiere.Sapete che in maniera sacrosanta questaGiunta, su nostra pressione ed è stata an-che una battaglia di Cgil, ha ridelegato alleperiferie le funzioni relative i corsi di laurea inparticolare in scienze infermieristiche. Ma visembra possibile che invece di un finanzia-mento dedicato, programmato, stabile, noialimentiamo questi corsi attraverso 387 milaeuro che in maniera, ripeto, anche qui con-tabilmente discutibile, arriviamo ad asse-gnare ora in rapporto ad una convenzioneche meriterebbe, invece, ben altra conside-razione normativa, ben altra collocazionesistemica nel nostro quadro di finanziamen-ti.

Quindi penso che un provvedimento diquesto genere non meriti attenzione, forseneanche il voto contrario sarebbe giustoperché non vorremmo apparire come coloroche dicono no ad altre cose importanti esignificative che la Commissione ha enco-miabilmente inserito ex novo in questo atto,mi riferisco in particolare al progetto n. 21quello della fisiologia clinica e dell’esercizio

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fisico – ascrivo il merito in particolare aiConsiglieri Luchetti e Procaccini che suquesta cosa si sono interessati molto – incollaborazione con l’Università di Urbino ece ne sono tante altre di cose serie.

A questo punto penso, quindi, penso chela cosa migliore sia non partecipare al voto,in quanto non è che sono contrario a questecose, dico però che rasenta lo sconcio lamodalità con cui questa Giunta regionale hautilizzato denari in assenza di autorizzazio-ne consiliare, in spregio addirittura dellenormative contabili.

Simili comportamenti, secondo me, me-ritano l’esecrazione totale del Consiglio,quindi credo di poter valutare insieme aglialtri Consiglieri addirittura di non partecipareal voto affinché non si dica che siamo con-trari al denaro per la ricerca sul cancro – cimancherebbe altro –, ma siamo assoluta-mente contrari a questo sistema fraudolentodi gestione delle risorse sanitarie.

PRESIDENTE. Ha la parola il ConsigliereBugaro.

Giacomo BUGARO. Vorrei fare una do-manda di carattere tecnico. Si può votarel’atto per parti separate, cioè punto per pun-to? Certo, alla fine con il voto finale sull’interoatto, ma visto che ci sono punti specifici sipotrebbero votare come se fossero articolidi legge.

Una legge si vota articolo per articolo epoi nella sua interezza, non vedo perchénon possa essere fatto anche qui, ancheuna mozione è un unico testo, ma si puòvotare anche per parti separate.

Quindi se sarà possibile chiederò la vota-zione per parti separate a nome mio e deiConsiglieri Castelli e Capponi.

PRESIDENTE. Non è possibile quindipassiamo alla votazione. Iniziamo dal-l’emendamento n. 1 della V Commissioneche posticipa il tempo di scadenza per l’as-sunzione di impegni dal 31 dicembre 2007 al30 giugno 2008.

Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Annunciamo, per lemotivazioni rese già dai colleghi Consiglieri,che abbandoniamo l’Aula.

(I Consiglieri dell’opposizioneabbandonano l’Aula)

Giacomo BUGARO. Chiedo la verificadel numero legale.

PRESIDENTE. Prego i Consiglieri segre-tari di procedere alla verifica del numerolegale.

Michele ALTOMENI. Procedo alla chia-ma:Luciano Agostini ............................ presenteMichele Altomeni ........................... presenteMarco Amagliani ............................. assenteFabio Badiali .................................. presenteStefania Benatti ............................. presenteMassimo Binci ............................... presenteGiuliano Brandoni .......................... presenteOttavio Brini ................................... assenteRaffaele Bucciarelli ....................... presenteGiacomo Bugaro ........................... presenteFranco Capponi ............................. assenteGuido Castelli ................................. assenteEnrico Cesaroni ............................. assenteGraziella Ciriaci .............................. assenteFrancesco Comi ........................... presenteGiancarlo D’Anna ........................... assenteSandro Donati ................................ assenteDavid Favia .................................... assenteSara Giannini ................................. presenteRoberto Giannotti ........................... assenteLeonardo Lippi ................................ assenteMarco Luchetti ............................... presenteKatia Mammoli .............................. presenteFrancesco Massi ........................... assenteAlmerino Mezzolani ....................... presenteLuigi Minardi .................................. presenteAdriana Mollaroli ............................ presenteRosalba Ortenzi ............................. assentePaolo Petrini .................................. presenteFabio Pistarelli ................................ assente

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Atti consiliari Consiglio Regionale Marche

VIII LEGISLATURA - SEDUTA N. 84 DEL 13 NOVEMBRE 2007

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Cesare Procaccini ........................ presenteMirco Ricci .................................... assenteLidio Rocchi ................................... assenteFranca Romagnoli ......................... assenteVittorio Santori ................................ assenteDaniele Silvetti ................................ assenteVittoriano Solazzi .......................... presenteGian Mario Spacca ......................... assenteOriano Tiberi .................................. assenteLuigi Viventi .................................... assente

PRESIDENTE. I Consiglieri presentisono 18, il numero legale non c’è quindi laseduta è tolta.

La seduta termina alle ore 14,05

IL SEGRETARIO DEL CONSIGLIO

(Dott.ssa Paola Santoncini)

ESTENSORI DEL RESOCONTO

(Fiorella Pietroni - Caroline Moresi )