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94 IL VENERDI DI REPUBBLICA dolcevita RI-ARRIVANO I NOSTRI A rrivano i Tex Speciali. Dopo la lunghissima col- lana che ha riproposto tutto il Tex regolare, arri- vano in edicola (sempre con Repubblica o l’Espres- so) gli albi Speciali, comunemente detti Texoni, a colori per la prima volta. Ma com’è nata l’idea di questa collana an- nuale, che vede il ranger creato nel 1948 da Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini interpretato da disegnatori particolari e straordinari, che spesso con il West non hanno nulla a che ve- dere? Bisogna ritornare indietro nel tempo, agli anni Ottanta, quando il mondo del fumetto era diviso in due: quello popolare e quello d’autore. Il primo era Tex, appunto, e con lui Za- gor, Mister No e gli altri personaggi targati Bonelli, e poi Diabolik, Alan Ford e i personaggi Disney, con le loro pubblicazioni e i loro autori, soprattut- to italiani. Dall’altro, i personaggi e gli autori delle riviste: Hugo Pratt con Corto Maltese e i suoi perso- naggi, Andrea Pazien- za, Vittorio Giardino, Guido Crepax (tanto per fare solo qualche nome), e poi i francesi, con Moebius in testa. Tra questi c’era anche Guido Buzzelli, in Francia stranoto come Bussellì. A lui si deve l’idea che ora, soprattutto, sta cambiando il volto del fumetto. A metà degli anni Sessanta Buzzelli girava per editori insieme a sua moglie Grazia (suo agente) portando nella car- tella un progetto strano, nuovo, assur- do: un romanzo a fumetti. Si intitolava (e si intitola ancora adesso) La rivolta dei racchi. Raccontava il misero risulta- to di una rivoluzione: i racchi (brutti, poveri e volgari) si ribellavano agli ari- stocratici (ricchi, stupidi e volgari), prendevano il loro potere e alla fine le cose andavano ancora peggio di prima. Nulla poteva essere meno opportu- no di un fumetto del genere: corale (dunque senza il nome di un protagoni- sta da mettere in copertina), intellet- tuale, ironico e assolutamente contro- corrente in un periodo in cui alla Rivo- luzione in molti ci credevano davvero. Evidentemente in Francia ci credevano un po’ meno, oppure erano più abituati a prendere in giro i propri miti. Fatto sta che lì la Révolte fu pubblicato per la prima volta, raccogliendo riconosci- menti e applausi a scena aperta. Bussellì diventò un mito italiano in Francia, e la sua fama prese quota negli anni Settanta con gli altri due titoli che, con la Rivolta, compongono una trilo- gia: Zil Zelub, storia di un uomo (somi- gliante all’autore) che perde i pezzi (le braccia e le gambe vanno per conto lo- ro, come nella successiva canzone di Gaber) e I labirinti, romanzo a fumetti TRA L’IRONIA E IL WEST «REPUBBLICA» SCEGLIE I TEXONI FINITO «TEX A COLORI», DA GIOVEDÌ, CON IL QUOTIDIANO O L’ESPRESSO, SARANNO IN EDICOLA GLI «SPECIALI». OGNUNO DI UN GRANDE DISEGNATORE. SI PARTE CON GUIDO BUZZELLI, FAMOSO PER LE SUE STORIE DISSACRANTI di LUCA RAFFAELLI Negli anni 80 il mondo del fumetto era diviso in due: quello popolare e quello d’autore

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Page 1: RI-ARRIVANO I NOSTRI - la Repubblicaed.espresso.repubblica.it/speciali_web/texoni/tex.pdf26 AGOSTO 2011 95 onirico sulla perdita delle certezze. Tutto questo Buzzelli raccontava con

94 I L V E N E R D I D I R E P U B B L I C A

dolcevitaRI-ARRIVANO I NOSTRI

Arrivano i Tex Speciali.Dopo la lunghissima col-lana che ha ripropostotutto il Tex regolare, arri-vano in edicola (semprecon Repubblica o l’Espres-

so) gli albi Speciali, comunemente dettiTexoni, a colori per la prima volta. Macom’è nata l’idea di questa collana an-nuale, che vede il ranger creato nel1948 da Gianluigi Bonelli e AurelioGalleppini interpretato da disegnatoriparticolari e straordinari, che spessocon il West non hanno nulla a che ve-dere? Bisogna ritornare indietro neltempo, agli anni Ottanta, quando ilmondo del fumetto era diviso in due:quello popolare e quello d’autore. Ilprimo era Tex, appunto, e con lui Za-gor, Mister No e gli altri personaggitargati Bonelli, e poi Diabolik, AlanFord e i personaggi Disney, con le loropubblicazioni e i loro autori, soprattut-to italiani. Dall’altro, i personaggi e gli

autori delle riviste:Hugo Pratt con CortoMaltese e i suoi perso-naggi, Andrea Pazien-za, Vittorio Giardino,Guido Crepax (tantoper fare solo qualchenome), e poi i francesi,con Moebius in testa.Tra questi c’era ancheGuido Buzzelli , in

Francia stranoto come Bussellì. A lui sideve l’idea che ora, soprattutto, stacambiando il volto del fumetto.

A metà degli anni Sessanta Buzzelligirava per editori insieme a sua moglieGrazia (suo agente) portando nella car-tella un progetto strano, nuovo, assur-do: un romanzo a fumetti. Si intitolava(e si intitola ancora adesso) La rivoltadei racchi. Raccontava il misero risulta-to di una rivoluzione: i racchi (brutti,poveri e volgari) si ribellavano agli ari-stocratici (ricchi, stupidi e volgari),prendevano il loro potere e alla fine lecose andavano ancora peggio di prima.

Nulla poteva essere meno opportu-no di un fumetto del genere: corale(dunque senza il nome di un protagoni-sta da mettere in copertina), intellet-tuale, ironico e assolutamente contro-corrente in un periodo in cui alla Rivo-luzione in molti ci credevano davvero.Evidentemente in Francia ci credevanoun po’ meno, oppure erano più abituatia prendere in giro i propri miti. Fattosta che lì la Révolte fu pubblicato per la

prima volta, raccogliendo riconosci-menti e applausi a scena aperta.

Bussellì diventò un mito italiano inFrancia, e la sua fama prese quota neglianni Settanta con gli altri due titoli che,con la Rivolta, compongono una trilo-gia: Zil Zelub, storia di un uomo (somi-gliante all’autore) che perde i pezzi (lebraccia e le gambe vanno per conto lo-ro, come nella successiva canzone diGaber) e I labirinti, romanzo a fumetti

TRA L’IRONIA E IL WEST«REPUBBLICA» SCEGLIEITEXONI

FINITO «TEX A COLORI», DA GIOVEDÌ, CON IL QUOTIDIANO O L’ESPRESSO,SARANNO IN EDICOLA GLI «SPECIALI». OGNUNO DI UN GRANDE DISEGNATORE.SI PARTE CON GUIDO BUZZELLI, FAMOSO PER LE SUE STORIE DISSACRANTIdi LUCA RAFFAELLI

Negli anni 80 il mondo del fumettoera diviso in due: quellopopolare equello d’autore

Page 2: RI-ARRIVANO I NOSTRI - la Repubblicaed.espresso.repubblica.it/speciali_web/texoni/tex.pdf26 AGOSTO 2011 95 onirico sulla perdita delle certezze. Tutto questo Buzzelli raccontava con

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onirico sulla perdita delle certezze.Tutto questo Buzzelli raccontava conun segno realistico che riusciva a farconvivere lo spettacolo michelangiole-sco con un’ironia tanto pungente da po-ter risultare irritante.

D’altra parte per Buzzelli il compitodell’artista doveva essere quello: atti-rare per poi respingere. Mai risponde-re ai desideri del lettore, mai ingraziar-selo, gratificarlo. Piuttosto Buzzelliprovocava, indignava, satireggiava (co-me peraltro ha fatto per anni con lesue vignette anche sul supplementoSatyricon di Repubblica).

Sergio Bonelli, edito-re di Tex e creatore diZagor e Mister No, co-nosceva Guido Buzzellie amava il suo segno, lasua modernità e i suoicavalli. Così, all’iniziodegli anni Ottanta, glichiese di interpretareTex, consegnandogl i

una sceneggiatura di Claudio Nizzi, loscrittore che si prese la briga di con-tinuare i l lavoro che era stato diGianluigi Bonelli. Buzzelli prima ten-tennò, poi gli disse di sì.

Difficile però pensare a due mondi

più lontani: da una parte quello del ran-ger, fatto di certezze, di buoni e di catti-vi, e di finali felici e rassicuranti. Dall’al-tra l’artista romano (cioè, come dire,tutto il contrario). In lunghi mesi di la-voro le duecentoventiquattro tavolevennero realizzate (e il volto di Tex piùvolte ritoccato). Alla fine, Bonelli si ri-trovò un Tex troppo particolare, troppobuzzelliano per poter essere pubblicatonella serie regolare. E allora ebbeun’idea: pubblicarlo come un Tex Spe-ciale per festeggiare, nel 1988, il quaran-tesimo compleanno del personaggio. Fuuna scelta vincente. Il Tex interpretatoda Buzzelli (ironico e divertente, ma an-che con momenti di assoluta bellezza edisegnato con tante tecniche diverseanche in una stessa tavola) andava be-nissimo proprio perché evento unico.Bonelli capì che questi eventi potevanoripetersi ogni anno e ogni anno con ungrande disegnatore diverso. Buzzelli,l’ironico michelangiolesco, sarebbe sta-to il primo di una lunga serie.

DAL 1° SETTEMBRE OGNI GIOVEDÌ:UN MITO IN 25 INTERPRETAZIONICon il Tex Speciale di Buzzelli ha inizio una collana che ognigiovedì proporrà a colori – con Repubblica o l’Espresso, a 6,90euro oltre al prezzo del giornale – 25 straordinarie interpretazionidel personaggio di Bonelli. La seconda uscita ha la firma di Alberto Giolitti, anche lui romano di nascita ma «americano»per realismo espressivo, potente e dinamico. A Giolitti segue una sorpresa: la presenza nei Texoni del creatore grafico di Tex,

quell’Aurelio Galleppini che per anni ha realizzato le tavoledel ranger a ritmi ossessivi e che qui si è potuto dedicare al personaggio con un po’ di tranquillità in più. Poi è una listadi firme eccellenti: da SergioZaniboni, disegnatore di Diabolik, a Joe Kubert, maestro del fumettostatunitense. E c’è il Tex di Roberto Raviola detto Magnus(divenuto celebre con Alan Ford):sette anni di lavoro per pagine

in cui ogni particolare è curato,cesellato, perfetto:

l’ultimo lavoro di un grande del fumetto.

A DESTRA,GUIDO

BUZZELLI(1927-1992),

ROMANO,AUTORE

DI FUMETTI,ILLUSTRATORE

E PITTORE.SOTTO,

UNA SUA TAVOLA

A DESTRA, LA COPERTINADEL PRIMO DEI TEX SPECIALI,IN EDICOLA CON REPUBBLICAO L’ESPRESSOOGNI GIOVEDÌ A PARTIRE DAL 1°SETTEMBRE.A SINISTRA, UNA TAVOLA

PER

GENT

ILEC

ONCE

SSIO

NEDI

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