riassunti nocentini l_europa linguistica

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NOCENTINI - “L’EUROPA LINGUISTICA” Capitolo 1 – Fonologia e lessico 1.1 Ciò che una lingua deve possedere per essere ritenuta tale: - SISTEMA FONOLOGICO: insieme chiuso di suoni combinati secondo regole e rapporti precisi - LESSICO: insieme aperto di significati - SISTEMA MORFOLOGICO: insieme di categorie obbligatorie - SINTASSI: relazioni fra i significati che formano le frasi Le unità che formano i sistemi fonologico e morfologico vengono rispettivamente chiamate fonemi e morfemi. Il suffisso –ema sta infatti a indicare l’unità fondamentale definita secondo le sue proprietà invarianti. Il sistema fonologico è ovviamente rappresentato da un rispettivo alfabeto Internazionale chiamato IPA. 1.2 L’inadeguatezza del sistema fonologico Nazionale è dato da caratteri prettamente storici: - l’ereditarietà del latino; - la continuità della tradizione scritta. La causa principale di questa inadeguatezza sta nel fatto che la tradizione scritta di lingue come il francese o l’inglese, ha un inizio precoce e fissa la sua convenzione nel Basso Medioevo, senza subire poi mutamenti sostanziali. 1.3 L’arbitrarietà del sistema fonologico La differenza tra i sistemi fonologici delle lingue è data in primo luogo dall’inventario dei fonemi. Il secondo fattore di differenziazione è dato dalle combinazioni minime dei fonemi in sillabe. Tutte le lingue infatti sono provviste della classica e più semplice combinazione C(consonante)- V(vocale). Se si considera invece la combinazione di tre fonemi i risultati sono già diversi. Sistemi fonologici quali l’italiano ammettono infatti combinazioni che nel sistema inglese al contrario non sono previste. L’italiano ammette per esempio combinazioni quali: tra, atr, tar L’inglese realizza tar, art, rat, ma esclude atr e rta ed inoltre non realizza la potenziale tra (proprio all’opposto dell’italiano).

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NOCENTINI - LEUROPA LINGUISTICA

Capitolo 1 Fonologia e lessico1.1 Ci che una lingua deve possedere per essere ritenuta tale: SISTEMA FONOLOGICO: insieme chiuso di suoni combinati secondo regole e rapporti precisi LESSICO: insieme aperto di significati SISTEMA MORFOLOGICO: insieme di categorie obbligatorie SINTASSI: relazioni fra i significati che formano le frasiLe unit che formano i sistemi fonologico e morfologico vengono rispettivamente chiamate fonemi e morfemi. Il suffisso ema sta infatti a indicare lunit fondamentale definita secondo le sue propriet invarianti.Il sistema fonologico ovviamente rappresentato da un rispettivo alfabeto Internazionale chiamato IPA.1.2 Linadeguatezza del sistema fonologico Nazionale dato da caratteri prettamente storici: - lereditariet del latino; - la continuit della tradizione scritta. La causa principale di questa inadeguatezza sta nel fatto che la tradizione scritta di lingue come il francese o linglese, ha un inizio precoce e fissa la sua convenzione nel Basso Medioevo, senza subire poi mutamenti sostanziali.1.3 Larbitrariet del sistema fonologico La differenza tra i sistemi fonologici delle lingue data in primo luogo dallinventario dei fonemi. Il secondo fattore di differenziazione dato dalle combinazioni minime dei fonemi in sillabe. Tutte le lingue infatti sono provviste della classica e pi semplice combinazione C(consonante)- V(vocale). Se si considera invece la combinazione di tre fonemi i risultati sono gi diversi. Sistemi fonologici quali litaliano ammettono infatti combinazioni che nel sistema inglese al contrario non sono previste.Litaliano ammette per esempio combinazioni quali: tra, atr, tar Linglese realizza tar, art, rat, ma esclude atr e rta ed inoltre non realizza la potenziale tra (proprio allopposto dellitaliano).Man mano che cresce il numero dei fonemi da combinare, il numero delle sillabe possibili decresce fino allo zero.Il divario che si crea tra la potenzialit del sistema fonologico e le sue realizzazioni concrete motivato dalla necessit di mantenere i margini di distintivit. Se infatti il lessico di una lingua realizzasse tutte le parole che il proprio sistema fonologico in grado di generare, si avrebbe un altissimo numero di parole distinte da un solo fonema con un margine toppo basso di distintivit. Inoltre parole molto simili fra loro avrebbero alta probabilit di ricorrere nello stesso contesto provocando dei veri e propri scioglilingua. Selezionando solo una parte delle parole possibili, si ha un vantaggio sul piano della distintivit e quindi della comprensibilit del messaggio. La propriet dellarbitrariet del sistema fonologico garantisce ad ogni sistema la propria ed irripetibile individualit.

1.4 Larbitrariet del lessicoTale propriet non solamente limitata al sistema fonologico, bens riguarda tutte le parti costitutive della lingua e il lessico in modo particolare. convinzione comune che fra le parole e le cose ci sia una corrispondenza immediata di uno a uno.La prima obiezione che nella lingua esistono unit che indicano rapporti fra parole (congiunzioni, preposizioni..) non riducibili direttamente al mondo delle cose.Inoltre siamo costretti a riconoscere che la corrispondenza fra parole e cose piuttosto approssimativa e il riconoscimento emerge al confronto tra i lessici di due diverse lingue.

Ne un esempio rilevante il confronto tra il verbo it. andare (usato per esprimere ogni genere di moto) ed i verbi ted. gehen (moto generico) e fahren (andare utilizzando un mezzo di locomozione).

Capitolo 2 Morfologia

2.1 Il sistema morfologico e le categorie obbligatorieLa morfologia definita come il sistema delle categorie obbligatorie. Per categoria si intende il significato che accomuna tutte le parole appartenenti alla medesima classe.Una categoria obbligatoria implica una selezione del lessico tale che tutte le parole che non presentano un significato, presentano necessariamente il significato opposto.

Necessario dunque fare un esempio: casa, mani, piedi, fratelli, sorelle hanno tutte in comune il significato plurale. Esse infatti si oppongono a casa, mano, piede, fratello, sorella le quali hanno in comune il significato singolare.Questi due significati singolare e plurale sono delle CATEGORIE, in quanto sono comuni alle parole considerate e sono anche obbligatorie in quanto si escludono a vicenda. Plurale equivale a non singolare e viceversa.

2.2 Le categorie nominali: il numeroIl numero risulta la categoria pi universale e anche pi semplice perch costituito dalla coppia singolare-plurale.Secondo infatti una campionatura delle lingue nel mondo, le categorie nominali sono distribuite secondo varie combinazioni. Si noti come il numero sia presente in tutte a differenza di altre categorie spesso mancanti in alcune lingue.

Unanalisi pi dettagliata fra le lingue europee del presente e del passato rivela come alcune di esse abbiano alcune particolarit.In alcuni casi, oggetti che siano capelli, alberi, formiche e simili, si presentano come un insieme allinterno del quale si isola ununit. La coppia di categorie viene quindi definita collettivo- singolativo.Nelle lingue indoeuropee antiche come il greco classico, fra singolare e plurale si inseriva una terza categoria: il duale, impiegato per lo pi con nomi di oggetti che si presentano normalmente in coppia, come le parti del corpo.

2.3 Le categorie nominali: il genereSi va da lingue che non marcano alcun genere nominale (inglese, finlandese, basco, turco) a lingue che presentano lintersezione animato-inanimato e maschile-femminile (tedesco, greci, russo). Una situazione intermedia quella dellitaliano che presenta solo la coppia maschile-femminile o quella delle lingue scandinave che presentano solo la coppia animati-inanimato (danese, svedese).

Ma allora lassenza del genere significa che tutti i nomi sono classificati in una categoria unica? Perch alcuni nomi in tedesco come das Madchen e das Kind sono rappresentati dallarticolo neutro ma si riferiscono ad esseri animati? necessario introdurre allora, la distinzione fra genere naturale e genere grammaticale.Lassenza di marche grammaticali di genere non implica lassenza del genere come categoria semantica. Spesso infatti lestensione della categoria morfologica (il genere in questo caso) non coincide con il significato lessicale. Ecco quindi lesempio del tedesco dove il genere parte della grammatica ma spesso non della natura.

Le categorie morfologiche, in quanto obbligatorie e generali, assumono un valore astratto, che pu ridursi a un semplice segno di appartenenza ad una classe nominale.(Linglese conserva la sua motivazione naturale ed il genere una propriet del suo lessico, in tedesco invece il genere una propriet della grammatica che pu perdere la sua motivazione naturale.

2.4 Le categorie nominali: il casoI casi rispondono alla necessit di segnalare le funzioni svolte dai diversi costituenti allinterno della frase.Sul piano formale appartengono alla morfologia, ma sul piano funzionale fanno parte della sintassi. Sebbene costituiscano un sistema chiuso, il loro numero varia sensibilmente andando dalla coppia diretto-indiretto del rumeno, ai 27 casi enumerati dalla grammatica ungherese, ai 71 annoverati dal dido. Nonostante il divario fra le grammatiche, i casi fondamentali che segnalano le funzioni dei costituenti principali della frase si possono ridurre a quattro: Nominativo, Accusativo, Genitivo, Dativo. Gli altri casi sono usati per esprimere tutti i complementi che nella nostra lingua sono introdotti da preposizioni semplici e complesse.

Il Nom. ricorre come soggetto nelle frasi con predicato nominale o verbale, mentre ovviamente lAcc. ricorre come oggetto solo nelle frasi con verbo transitivo.

La corrispondenza fra i piani funzionale e formale dei casi viene per compromessa da due fattori rilevanti: 1) quando vi lesistenza di pi classi morfologiche (il caso interferisce col genere e col numero, e quindi esso viene rappresentato da pi marche diverse)2) quando vi coincidenza formale di pi casi diversi (=sincretismo, la stessa marca rappresenta diversi casi) Sincretismo infatti in linguistica, il confluire di pi funzioni in una sola forma: sincretismo dei casi si ha nelle lingue germaniche antiche dove le funzioni di ablativo, locativo e spesso anche di strumentale sono confluite nel caso dativo.

2.5 Le categorie nominali: la determinatezzaLa determinatezza esclusivamente una categoria nominale. La sua funzione quella di accrescere la capacit di individuazione. (Il significato di un nome come libro si riferisce allintera classe di libri, mentre lindividuazione di un libro specifico affidata allaggiunta di dimostrativi, possessivi, qualificativi..)Lelemento pi semplice di tutti larticolo determinativo che ha due funzioni fondamentali:1) Riguarda i nomi propri e consiste nel marcare il nome riferito ad un individuo specifico. Spesso infatti utilizzato per marcare nomi di personaggi importanti che hanno fatto parte della storia come il Manzoni; oppure viene utilizzato come legante tra un nome proprio e un attributo. Carlo il Grosso, Lorenzo il Magnifico, Juana la Loca, William the Conqueror.

2) Riguarda i nomi comuni che vengono marcati con larticolo quando si presuppone che si riferiscano ad un oggetto noto allinterlocutore. In, Gianni teneva il libro con le mani, larticolo che marca il primo nome presuppone che si sia gi parlato del libro in questione e solo grazie a questa condizione lidentificazione possibile. Questa condizione per ristretta ad un numero limitato di nomi, mentre la prima riguarda lintera classe dei nomi comuni.

C inoltre una terza possibilit che per non rientra nella categoria della determinatezza e dipende dal fatto che larticolo, come tutte le categorie morfologiche, pu assumere un carattere astratto.Il cane pi fedele del gatto, cane e gatto si riferiscono allintera classe ed assumono quindi un significato generico. Linglese a differenza dellitaliano, per indicare tale genericit non utilizza larticolo bens il plurale senza articolo o il singolare con lIndet. Dogs are more faithful than cats/ a dog is more faithful than a cat.2.6 Le categorie verbali: la persona Nel verbo, a differenza di quello che accade al nome, le categorie sono tutte presenti. La funzione predicativa del verbo, ne fa infatti di esso il costituente principale della frase. Esso infatti tende a concentrare su di s le funzioni che sono proprie della frase nel suo insieme. Quando questo non avviene, il verbo viene considerato difettivo e tale direttivit viene compensata da elementi nella frase come avverbi o altro.La categoria della persona va messa in relazione con il pronome personale in quanto espressione della concordanza del verbo col soggetto a cui si riferisce.Le forme della coniugazione oggettiva si usano in presenza di un Ogg. definito; quelle della coniugazione soggettiva in presenza di un Ogg. indefinito o in assenza dell Ogg.2.7 Le categorie verbali: tempo e aspetto La categoria naturale del tempo si sdoppia nelle due categorie linguistiche del tempo e dellaspetto.Il tempo corrisponde alla dimensione esterna. Lazione espressa dal verbo collocata nello stesso momento della comunicazione o in un momento distante (di qui i termini presente e passato).Laspetto corrisponde alla dimensione interna. Lazione espressa dal verbo si presenta come totalmente o parzialmente realizzata ( di qui i termini perfettivo e imperfettivo). La dimensione interna di unazione inoltre maggiormente suscettibile di una molteplice analisi: incompiuta, compiuta, ripetuta, momentanea, durativa ecc.2.8 Le categorie verbali: il modoIl modo rappresenta la categoria della soggettivit. Allindicativo (modo della certezza e della realt) si oppongono i modi marcati che rappresentano lincerto e lirreale. I verbi che esprimono speranza, intenzione, ipotesi, dubbio usano il congiuntivo. Al futuro tempo e modo coincidono in quanto ci che non ancora accaduto incerto e irreale.Il condizionale indica invece il futuro nel passato ed esprime per eccellenza il modo irreale. Pu avere anche funzione narrativa: levaso avrebbe corrotto il carceriere, che gli avrebbe permesso la fuga.

2.9 Le categorie verbali: la ditesiLa ditesi del verbo distinta in attiva e passiva, dipende dalla categoria semantica della transitivit.Tra i verbi intransitivi possibile distinguere pi classi di verbi che hanno comportamenti diversi: i verbi intransitivi stare, camminare e parlare prendono per esempio ausiliari differenti, alcuni di loro escludono lOgg. mentre parlare ammette la possibilit limitata di un Ogg. Anche tra i verbi transitivi possibile distinguere pi classi che corrispondono a gradi diversi di transitivit. I verbi ricevere, prendere e lavare si comportano diversamente nella forma riflessiva: riceversi non possibile, prendersi parzialmente e lavarsi totalmente riflessivo.

La ditesi passiva rappresentata solo da una forma verbale costituita da un Participio passivo e un ausiliare intransitivo come essere venire diventare.Nelle lingue occidentali la ditesi passiva comunque molto rara rispetto alla quantit di verbi attivi.

2.10 I pronomi personaliPronomi e nomi hanno tratti morfologici comuni, ma differiscono nel modo di significare. Tutti i nomi sono necessariamente dotati di significato, ma non di referenza, in quanto possibile utilizzarli anche in senso generico non referenziale.Nella frase: Il libro sul tavolo lho preso io per te, sia il libro che il tavolo sono dotati di significato e di referenza. Il significato li assegna ad una determinata classe di oggetti, la referenza ad un individuo determinato di quella classe.I pronomi io e te per esempio sono sempre riferiti ad individui e mai a classi di oggetti; essi individuano di volta in volta colui che parla e colui che ascolta che di volta in volta il referente del pronome.Nei pronomi quindi il significato coincide con la referenza e in base ad essa i pronomi si dividono in personali, dimostrativi, interrogativi e relativi.

Nelle lingue sprovviste di flessione, il pronome diventa obbligatorio e va ad assolvere quindi la funzione di referenza personale e di morfema verbale.In italiano il pronome sogg. non obbligatorio, mentre il pronome ogg. proclitico e formalmente differenziato dal pron. sogg. (proclitico = parola che non avendo accento autonomo, si appoggia prosodicamente alla parola seguente)

2.11 I pronomi dimostrativiLa differenza funzionale pi rilevante dei pronomi dimostrativi quella fra referenza esterna e interna. Nel primo caso il dimostrativo riferito ad un oggetto concreto, identificabile dalla situazione e si definisce DEITTICO: vuoi questo o quello?Nel secondo caso il dimostrativo riferito ad un elemento interno al discorso ricordati quello che ti ho detto ed definito ANAFORICO.

2.12 Pronomi interrogativi e relativiI pronomi interrogativi rispecchiano in tutte le lingue considerate, il genere naturale e sono sempre DEITTICI. Tali pronomi vengono utilizzati per differenziare gli esseri animati dalle cose inanimate.Al contrario di essi, i pronomi relativi sono sempre ANAFORICI, perch si riferiscono ad un nome o ad un pronome gi presenti nel discorso.

Capitolo 3 Sintassi

3.1 La sintassi e la lingua come testoOgni atto di comunicazione costituisce un testo, e di conseguenza la sintassi considera la lingua in quanto testo.La frase dunque considerata come un testo minimo completo; ununit pi piccola di una frase non un testo ma solo un gruppo di parole. SINTASSI = schema delle relazioni obbligatorie fra i significati che formano le frasi

3.2 Gruppo nominale e verbaleDati due gruppi di parole i bambini piccoli del vicino e giocano spesso a palla, essi formano una frase di senso compiuto se collegati fra di loro. Ciascuno dei due gruppi ha una dimensione lineare, in quanto i suoi costituenti sono disposti in sequenza, ma anche una dimensione strutturale, in quanto regolato da gruppi gerarchici interni.Questi rapporti non sempre sono evidenti e si individuano attraverso alcuni test:a) LAUTONOMIA: il costituente pi autonomo del gruppo quello che non pu essere eliminato senza compromettere lesistenza del gruppo stesso.b) La RAPPRESENTATIVITA: si considera il costituente rappresentativo del gruppo quello che si modifica in rapporto alle variazioni del contesto. (i bambini del vicino, i bambini pu essere modificato da una preposizione; ai bambini, coi bambini, senza che del vicino subisca alcuna modificazione)c) La CONCORDANZA: consiste nel fatto che le categorie di un costituente sono determinate dalle categorie di un altro. (nel gruppo i bambini piccoli, il genere maschile e il numero plurale dellagg. piccoli sono determinati dal genere e dal numero di bambini) Queste propriet individuano la testa, cio il costituente pi alto nella gerarchia interna del gruppo, da cui gli altri costituenti dipendono e si definiscono perci dipendenti.3.3 Frase verbale e frase nominaleNella frase nominale il verbo ridotto ai minimi termini, di solito verbo essere o copula, che in qualche lingua pu mancare del tutto. Le frasi nominali sono classificabili in base al rapporto che si istituisce fra i costituenti principali e i rapporti pi ricorrenti sono riducibili a quattro:-identit: si assegna un oggetto ad una determinata classe;-attributo: si assegna una qualit ad un oggetto;-localizzazione: si colloca un oggetto in un determinato luogo;-possesso: si attribuisce un oggetto ad un altro oggetto.

Lesistenza di frasi verbali cosiddette senza partecipanti avviene quando il verbo esprime unazione appunto senza partecipanti e quindi al di fuori del nostro controllo, come nel caso degli eventi atmosferici.

3.4 Larbitrariet dei ruoli semanticiLa semantica non solamente fatta di relazioni astratte fra i costituenti, ma anche di relazioni concrete fra i significati, come quelle che riguardano la categoria della transitivit. I diversi gradi di transitivit del verbo implicano un diverso coinvolgimento dei partecipanti nellazione, che svolgono ruoli semantici diversi.I ruoli semantici di agente e paziente: in alcune frasi il soggetto ha il completo controllo sulla situazione e svolge un ruolo attivo di agente sul passivo paziente. In altri casi, quando il soggetto non ha il pieno controllo della situazione, il verbo intransitivo inattivo (come stare) implica un ruolo semantico neutrale che non richiede controllo dellazione.