riccardo ginevra edizioni unistrasi

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edizioni Odino Alf ǫ ðr e il nome dei dvergar Riccardo Ginevra Due studi di poetica e mitologia nordica in ottica linguistica e comparativa Studi e ricerche 2020 Edizioni Unistrasi

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Page 1: Riccardo Ginevra Edizioni Unistrasi

edizioni

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Riccardo Ginevra

Due studi di poetica e mitologia nordicain ottica linguistica e comparativa

Studi e ricerche

2020

Ed

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Un

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Riccardo Ginevra

Due studi di poetica e mitologia nordicain ottica linguistica e comparativa

Studi e ricerche

2020

edizioniedizioni

Comitato scientifico Marina Benedetti Antonella Benucci Paola Carlucci Pietro Cataldi Paola Dardano Beatrice Garzelli Sabrina Machetti Giuseppe Marrani Tomaso Montanari Massimo Palermo Carolina Scaglioso Lucinda Spera Massimiliano Tabusi Massimo Vedovelli

Comitato di redazione Valentino Baldi Anna Baldini Matteo La Grassa Eugenio Salvatore Ornella Tajani

Collana finanziata dal Dipartimento drsquoEccellenza DADR (Dipartimento di Ateneo per la Didattica e la Ricerca)

Volume sottoposto a Peer Review

ISBN 978-88-32244-05-2

Questrsquoopera egrave distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 40 Internazionale

Tutti i diritti sono riservatiQualsiasi riproduzione anche parziale e sotto qualsiasi forma egrave vietata senza lrsquoautorizzazione dellrsquoAteneo

Copyright copy 2020 Ateneo Internazionale - Universitagrave per Stranieri di Siena

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PREMESSA

Questo lavoro prende spunto da una tesi del corso di Dottorato di Ricerca in Lin-guistica Storica Linguistica Educativa e Italianistica LItaliano le altre Lingue e Culture (XXX ciclo) dellrsquoUniversitagrave per Stranieri di Siena svolta in cotutela con il Dipartimento di Linguistica storica e comparativa dellrsquoUniversitagrave di Colonia Attra-verso gli strumenti della linguistica storica si indaga su alcuni aspetti della poesia e della mitologia germaniche attestate nei componimenti in antico islandese della cosiddetta tradizione eddica in particolare nella Vǫluspaacute lsquoProfezia della Veggentersquo

Le ricerche condotte nel corso del Novecento da eminenti studiosi quali Ruumldiger Schmitt Marcello Durante Enrico Campanile e soprattutto Calvert Watkins hanno mostrato i risultati ai quali puograve pervenire lrsquoanalisi della lingua poetica indoeuropea In questo quadro i testi della tradizione germanica sono stati spesso trascurati per il fatto di essere relativamente recenti (se confrontati con i testi greci e vedici) Nono-stante che i piugrave antichi testi poetici in antico islandese siano datati allrsquoAlto Medioevo ― circostanza che potrebbe giustificare la scarsa attenzione da parte degli studiosi ― i componimenti della tradizione eddica sono particolarmente interessanti per il fatto di aver conservato un tasso notevole di fraseologia arcaica non piugrave produttiva e in alcuni casi ormai del tutto opaca giagrave al momento della loro redazione

Nella prima parte dellrsquoopera ldquoLingua religione e societagrave i nomi di Odino in degfǫdrrdquo (capitoli 2-5) sono analizzati i composti onomastici epiclesi del dio supremo Odino i quali presentano come secondo membro degfǫethr chiaramente da connettere allrsquoantico nordico faethir lsquopadrersquo La seconda parte ldquoArtigiani creatori e poeti nome e nomi dei dvergarrdquo (capitoli 6-9) egrave invece dedicata alla possibile origine in seno alla tradizione indoeuropea di vocaboli nomi propri formule tradizionali e narrazioni mitologiche associati ai cosiddetti dvergar nordici La ricerca risponde allrsquoesigenza di coniugare lrsquoesame formale del materiale onomastico eddico dal punto di vista della morfologia derivazionale e composizionale con lrsquoanalisi delle narrazioni mi-tologiche in cui queste formazioni sono attestate Alla luce della comparazione indo-europea lo studio dellrsquoonomastica e della fraseologia dei miti eddici permette da un lato di confermare interpretazioni giagrave ben fondate nella prospettiva scandinavistica dallrsquoaltro consente di avanzare nuove ipotesi interpretative relative ad altri ambiti del dominio indoeuropeo (greco latino vedico e anatolico)

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Paola Dardano

Questa breve premessa non pretende di mettere in luce la laboriosa e articolata ricerca condotta dallrsquoAutore il quale giovandosi del confronto tra il materiale mi-tologico e le forme dellrsquoespressione linguistica ha compiuto unrsquoattenta analisi del materiale onomastico prescelto inserendolo nel suo contesto storico ideologico e religioso Guidato da un sicuro possesso dei metodi di analisi e consapevole al con-tempo dei limiti offerti dal materiale disponibile lrsquoAutore propone la ricostruzione di forme e locuzioni attribuibili alla protolingua solo quando egrave possibile un confron-to con altre tradizioni linguistiche rinunciando a speculazioni prive di basi sicure nei casi in cui non sono disponibili dati mitologici e materiale lessicale nelle lingue germaniche o altrove

Valgano queste mie poche parole piugrave che per il loro contenuto come testimo-nianza dellrsquointeresse che i testi della tradizione germanica possono avere negli studi dedicati alla lingua poetica indoeuropea Sono particolarmente lieta che la pubblica-zione di questo volume avvenga grazie al sostegno umano e scientifico del Rettore Pietro Cataldi del Direttore della Scuola Superiore di Dottorato e di Specializza-zione Marina Benedetti e del Coordinatore del Dottorato Giovanna Frosini Infi-ne desidero rivolgere un sentito ringraziamento a Massimo Palermo Direttore del Dipartimento per la Didattica e per la Ricerca per la generosa accoglienza di questo lavoro nella collana finanziata dal Dipartimento di Eccellenza ldquoStudi e ricercherdquo

Siena aprile 2020 Paola Dardano

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ABBREVIAZIONI

1 Lingue

aat = antico alto tedesco aav = antico avestico acorn = antico cornico afr = antico frisoneaing = antico inglese airl = antico irlandeseaisl = antico islandese norrenoanorv = antico norvegeseapers = antico persiano arm = armeno aruss = antico russo as = antico sassone asl = antico slavo asved = antico svedeseatt = greco attico av = avesticoav rec = avestico recente bret = bretonebulg = bulgarocelt = celticoceltib = celtiberico dial = dialettale dor = greco doricoeol = greco eolico fr = francese frig = frigiogall = gallese cimricogerm occ = germanico occidentale

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Riccardo Ginevra

got = gotico gr = greco antico ing = inglese modernoisl = islandese modernoit = italiano itt = ittitolat = latinolat-germ = germanico latinizzatolett = lettone lit = lituano mat = medio alto tedesco mbt = medio basso tedesco mgall = medio gallesemic = greco miceneo mirl = medio irlandesendl = nederlandesenorv = norvegese modernoom = greco omerico epicopcelt = protocelticopgerm = protogermanicopgr = protogrecopie = protoindoeuropeopiir = protoindoiranico pnord = protonordicosbcr = serbocroatoscr = sanscrito classicosp = spagnolo modernoted = tedesco modernoumbr = umbroved = sanscrito vedico

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

2 Fonti

Per le fonti in latino greco vedico avestico e ittito vengono generalmente impiegate le abbreviazioni standard Le altre abbreviazioni sono basate (con qualche modifica) su quelle impiegate in Neckel-Kuhn 1962 per la poesia eddica su quelle impiegate nella serie Skaldic Poetry of the Scandinavian Middle Ages per la poesia scaldica su quelle dellrsquoOrdbog over det norroslashne prosasprog per i testi norreni in prosa e su quelle del Dictionary of Old English per i testi anticoinglesi in prosa Quando neces-sario lrsquoedizione o il manoscritto di riferimento sono indicati fra parentesi

AEligGl = Glossario di AEliglfricAgniPur = AgnipurāṇaAacuteH = Aacutesa heiti I (Gurevich 2017)Akv = Atlakvietha (Neckel-Kuhn 1962)Alv = Alviacutessmaacutel (Neckel-Kuhn 1962)Am = Atlamaacutel in graelignlenzku (Neckel-Kuhn 1962)AntGl = Glosse anticoinglesi (Plantin-Moretus MS 32 e British Museum

Additional MS 32246)Arn THORNorfdr = Arnoacuterr jarlaskaacuteld THORNoacuteretharson THORNorfinnsdraacutepa (Whaley 2009)AVŚ = Atharvaveda‑Śaunakīya (Orlandi 1991)Barl = Barlaams saga ok JoacutesafatsBdr = Baldrs draumar (Neckel-Kuhn 1962)Beo = Beowulf (Klaeber et al 2008)Bersi Lv = Bersi Skaacuteld-Torfuson LausaviacutesaBragi Troll = Bragi inn gamli Boddason Scambio di versi con la donna-troll

(Clunies 2017a)Bragi THORNoacuterr = Bragi inn gamli Boddason Pesca di THORNoacuterr (Clunies 2017b)CollGl 11 = Glosse anticoinglesi (MS British Library Cotton Otho E i)Conf 4 = (Pseudo-)Wulfstan Manuale per un confessoreCristo = Christ (Krapp-Dobbie 1931-53)DH = Dverga heiti (Gurevich 2017)Discesa allrsquoinferno = Descent into hell (Krapp-Dobbie 1931-53)Ebr = Eddu brot (Neckel-Kuhn 1962)Egill Arkv = Egill Skallagriacutemsson ArinbjarnarkviethaEirm = Eiriacuteksmaacutel (Fulk 2012)Eskaacutel Vell = Einarr skaacutelaglamm Helgason Vellekla Eyv Lv = Eyvindr skaacuteldaspillir Finnsson LausaviacutesurGH = Galtar heiti (Gurevich 2017)Gamlkan Joacutendr = Gamli kanoacuteki Joacutensdraacutepa (La Farge 2007)Gethr I = Guethruacutenarkvietha (Neckel-Kuhn 1962)Gethr III = Guethruacutenarkvietha in thornriethja (Neckel-Kuhn 1962)

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Riccardo Ginevra

Gestumbl Heiethr = Gestumblindi Heiethreks gaacuteturGrm = Griacutemnismaacutel (Neckel-Kuhn 1962)Gunn Leif Merl I = Gunnlaugr Leifsson Merliacutenusspaacute IGylf = Snorri Sturluson Gylfaginning (Faulkes 1982)HaacutekFris = Haacutekonar saga Haacutekonarsonar (Codex Frisianus)HaukrV Iacutesldr = Haukr Valdiacutesarson IacuteslendingadraacutepaHaH = Hauks heiti (Gurevich 2017)Hav = Haacutevamaacutel (Neckel-Kuhn 1962)Hbl = Haacuterbarethsljoacuteeth (Neckel-Kuhn 1962)Hdl = Hyndluljoacuteeth (Neckel-Kuhn 1962)HeH = Hesta heiti (Gurevich 2017)HeiethrH = Heiethreks saga (codice AM 544 4to)Hfr Erf Oacutel = Hallfreethr vandraeligethaskaacuteld Oacutettarsson Erfidraacutepa Oacutelaacutefs Tryggvaso-

narHH = Helgakvietha Hundingsbana in fyrri (Neckel-Kuhn 1962)HjH = Hjartar heiti (Gurevich 2017)HoacutemIacutesl15 = Omelie anticoislandesi (codice Holm Perg 15 4to)Hrbl = Haacuterbarethsljoacuteeth (Neckel-Kuhn 1962)Hrv = HervararkviethaHSt Rst = Hallar-Steinn RekstefjaHsv = HugsvinnsmaacutelHyGl 2 = Glosse anticoinglesi (Innario di Durham)Hym = Hymiskvietha (Neckel-Kuhn 1962)JH = Jarethar heiti (Gurevich 2017)Kgs = Konungs skuggsjaacute (Holm-Olsen 1945)Kolgr Oacutel = Kolgriacutemr litli Poema su Oacutelaacutefr helgiKormǪ Lv = Kormaacutekr Ǫgmundarson LausaviacutesurLs = Lokasenna (Neckel-Kuhn 1962)Mar B = Mariacuteu saga (codice AM 232 fol)MBh = Mahābhārata (Sukthankar 1937-64)MPur = MatsyapurāṇaOdd = Oddruacutenargraacutetr (Neckel-Kuhn 1962)OrH = Orrostu heiti (Gurevich 2017)Oacutelhv Hryn = Oacutelaacutefr hviacutetaskaacuteld THORNoacuteretharson HrynhendaOacuteN = Oacuteethins nǫfn (Gurevich 2017)Ordine del mondo = The Order of the World (Krapp-Dobbie 1931-53)Peacutetr2Ax = Peacutetrs saga postula (codice AM 630 4degˣ)Rm = Reginsmaacutel (Neckel-Kuhn 1962)RV = Rigveda (Nooten-Holland 1994)Rthorn = Riacutegsthornula (Neckel-Kuhn 1962)Sigv Austv = Sigvatr THORNoacuteretharson Austrfararviacutesur

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Skaacuteld = Snorri Sturluson Skaacuteldskaparmaacutel (Faulkes 1998)SkH = Skipa heiti (Gurevich 2017)Skm = Skiacuternismaacutel (Neckel-Kuhn 1962)Stj1 = Stjoacutern (codice AM 226 fol)SvH = Sveretha heiti (Gurevich 2017)Vm = Vafthornruacuteethnismaacutel (Neckel-Kuhn 1962)VS = Vājasaneyi‑Saṃhitā (Weber 1849)Vsp = Vǫluspaacute (Neckel-Kuhn 1962)THORNjoacuteeth Yt = THORNjoacuteethoacutelfr oacuter Hvini Ynglingatal

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Riccardo Ginevra

NOTA SULLE TRADUZIONI

Le traduzioni dei passi citati si basano su quelle di Brunetti 2003 (Beowulf) van Buitenen 1973-75 (Mahābhārata) Buumlhler 1886 (Manusmrti) Cassanmagnago 2009 (Esiodo) Cerri 1996 (Iliade) Chiesa Isnardi 2016 (Edda in prosa) Clunies-Ross 2017a (Bragi inn gamli Boddason Scambio di versi con la donna-troll) Clunies Ross 2017b (Bragi inn gamli Boddason Pesca di THORNoacuterr) Della Corte-Fasce 1986 (Ovidio) Elton 1894 (Sassone il Grammatico) Finlay-Faulkes 2011-15 (Ynglinga saga) Fulk 2012 (Eiriacuteksmaacutel) Jamison-Brereton 2014 (Rigveda) Scardigli-Meli 1982 (Edda poetica) Whaley 2009 (Arnoacuterr THORNoacuteretharson) Whitney 1905 (Atharvave-da‑Śaunakīya) Le traduzioni dei testi ittiti si rifanno eccetto quando espressamente indicato altrimenti a quelle pubblicate on-line in Hethitologie Portal Mainz (wwwhethportuni-wuerzburgde)

Le virgolette doppie (ldquo rdquo) sono impiegate per le traduzioni di testi Le virgolette semplici (lsquo rsquo) sono impiegate per le glosse di singoli vocaboli

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

RINGRAZIAMENTI

La presente monografia egrave una rielaborazione e per certi versi un ampliamento di una parte della mia tesi di dottorato ldquoFraseologia e onomastica nella Vǫluspaacute a con-fronto con le lingue indoeuropee di piugrave antica attestazione Phraseologie und Ono-mastik in der Vǫluspaacute im Vergleich mit den altindogermanischen Sprachenrdquo discus-sa a Siena il 14 Febbraio 2018 e redatta in cotutela tra lrsquoUniversitagrave per Stranieri di Siena e lrsquoUniversitagrave di Colonia sotto la supervisione di Paola Dardano (Siena) e Joseacute Luis Garciacutea Ramoacuten (Colonia) ai quali desidero esprimere profonda gratitudine per lrsquoattenzione la disponibilitagrave e la pazienza con cui hanno dapprima guidato la mia ricerca durante il dottorato e successivamente seguito la stesura di questo lavoro Desidero inoltre esprimere un vivo ringraziamento a Marina Benedetti per avermi incoraggiato a intraprendere questa pubblicazione a Eugenio Salvatore per il suo prezioso lavoro di redazione noncheacute a tutte le persone che hanno contribuito a que-sta opera con il loro aiuto i loro suggerimenti e le loro critiche e in special modo a Erica Biagetti Andrea Covini Daniel Koumllligan e Patrick Stiles Il ringraziamento piugrave grande va infine alla mia famiglia e in particolare ai miei genitori Claudio Ginevra e Maria Lombardo il cui costante supporto ha reso tutto questo possibile

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1 INTRODUZIONE CORPUS METODOLOGIA E STRUTTURA

DEL LAVORO

Il presente lavoro si pone lrsquoobiettivo di indagare attraverso gli strumenti della lin-guistica storica e comparativa alcuni aspetti della poetica e della mitologia attestate in antico islandese una particolare varietagrave della cosiddetta lingua norrena o antico nordico (essendo in questa sede raramente discusse le altre varietagrave i termini saran-no impiegati come sinonimi) La ricerca nasce dalla convinzione che le tradizioni poetiche germaniche antiche soprattutto quella in antico islandese e quella in antico inglese (particolarmente ricche di documentazione sia per quantitagrave che per qualitagrave) possano offrire un importante contributo allo studio comparativo del linguaggio po-etico diventato nel corso del secolo scorso uno dei filoni di ricerca piugrave interessanti in ambito indoeuropeistico In questo studio si cercheragrave quindi di evidenziare i pa-ralleli tra da una parte il linguaggio poetico e la mitologia attestate nei testi norreni e dallrsquoaltra quelle che ricorrono in testi redatti nelle altre lingue germaniche come lrsquoantico inglese e il medio alto tedesco e nelle altre lingue indoeuropee di antica attestazione in particolare lrsquoittito il sanscrito (vedico e classico) il greco antico il latino e lrsquoantico irlandese

11 Corpus e metodologia

Il principale corpus di riferimento del presente studio egrave costituito dai testi norreni della cosiddetta Edda poetica una collezione di carmi anonimi di argomento mi-tologico ed eroico tramandata principalmente (dopo un lungo periodo di trasmis-sione orale) da un manoscritto compilato intorno al XIII secolo il Codex Regius (GKS 2365 4to anche noto come Konungsboacutek) e dellrsquoEdda in prosa un manuale di poetica e mitologia scandinave redatto dallrsquoerudito islandese Snorri Sturluson (1179-1241) sulla base sia di poemi attestati nel Codex Regius che di testi altri-menti non pervenutici per i cui contenuti lrsquoEdda di Snorri egrave quindi la nostra fonte principale (e talvolta lrsquounica) Un componimento di argomento mitologico tra i piugrave noti dellrsquoEdda poetica e di fondamentale importanza ai fini del presente studio egrave la cosiddetta Vǫluspaacute lsquoProfezia della veggentersquo una summa della mitologia scandinava

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Riccardo Ginevra

dallrsquoorigine dellrsquouniverso fino alla sua distruzione Le sezioni dellrsquoEdda in prosa di Snorri piugrave rilevanti per questa ricerca sono invece quelle intitolate Gylfaginning lsquoIn-ganno di Gylfirsquo e Skaacuteldskaparmaacutel lsquoDiscorso sullrsquoarte poeticarsquo In questrsquoultima sono anche attestati diversi cataloghi tradizionali di nomi mitologici e termini poetici le cosiddette thornulur e si trovano descritti anche alcuni principi compositivi della cosiddetta poesia scaldica una tradizione poetica in lingua norrena simile a quella eddica sotto certi aspetti come lrsquoimpiego di kenningar (per cui cfr infra) ma molto differente sotto altri come la sintassi talvolta estremamente complessa e lrsquoassenza di anonimato sebbene in misura inferiore thornulur e poemi scaldici saranno parimenti tra le fonti citate in questo lavoro

Lrsquoaspetto piugrave innovativo del presente studio egrave lrsquoapplicazione sistematica a questo corpus degli strumenti della linguistica storica e comparativa e soprattutto della metodologia della poetica indoeuropea comparata sviluppata nel corso del secolo scorso da linguisti come Ruumldiger Schmitt (1967 1968) Marcello Durante (1976) Enrico Campanile (1977) e in particolare Calvert Watkins Questrsquoultimo nel suo capolavoro How to Kill a Dragon Aspects of Indo‑European Poetics (1995) ha da un lato dimostrato felicemente e in maniera definitiva come la fraseologia poetica associata a narrazioni mitologiche sia molto conservativa nel preservare precise ra-dici o formazioni indoeuropee eg nel caso della cosiddetta ldquoformula di baserdquo (ing basic formula) del mito dellrsquouccisione del serpente ricostruita da Watkins (1995 365) come ldquoHERO SLAY (guhen-) SERPENT (oguhi-)rdquo sulla base di numerosi testi mitologici in lingue indoeuropee in cui un riflesso della radice verbale ricostruita guhen- lsquocolpire ucciderersquo (eg gr θείνω e ved haacuten-ti) ha come oggetto diretto un ri-flesso del sostantivo ricostruito oguhi- lsquoserpentersquo (eg gr ὄφις e ved aacutehi‑) dallrsquoaltro lato (e allo stesso tempo) lo studioso ha argomentato in maniera convincente come la struttura semantica che soggiace a ogni collocazione formulare eg nel caso della formula appena citata ldquoHERO SLAY SERPENTrdquo (Watkins 1995 301) ne sia in realtagrave la componente piugrave stabile e persistente dato che gli elementi superficiali possono invece andare incontro a variazione per le cause piugrave diverse (mutamento linguistico sinonimia metrica) Nel presente lavoro per ragioni espositive si faragrave uso del sistema di notazione sviluppato in numerosi studi da Joseacute Luis Garciacutea Ramoacuten (eg 2009 2010) per lrsquoanalisi e ricostruzione di collocazioni fraseologiche sistema che differisce da quello di Watkins in quanto gli elementi semantici (espressi nella lingua della pubblicazione in questo caso lrsquoitaliano) sono marcati in maiuscoletto separati lrsquoun lrsquoaltro da una lineetta e racchiusi tra parentesi quadre (eg [eroe ndash uc-cidere (guhen-) ndash serpente (oguhi-)])

12 Lingua poetica norrena e dizione poetica indoeuropea

Nonostante i testi in lingue germaniche preservino talvolta elementi molto arcaici di dizione poetica indoeuropea (cfr eg Watkins 1995 414ss sul mito dellrsquouccisione

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

del serpente) essi sono stati spesso trascurati negli studi di poetica comparata pro-babilmente a causa della loro attestazione relativamente tarda (dal primo Medioevo in poi) se confrontata con tradizioni come quella greca omerica (prima metagrave del primo millennio aC) Come vedremo al contrario la tradizione germanica che ha preservato maggiori elementi della poetica e della mitologia precristiana ovvero quella nordica e in particolare i componimenti del corpus eddico conservativi sia in termini di dizione che di contenuti presentano numerosi paralleli in testi compo-sti nelle lingue indoeuropee di piugrave antica attestazione A tal proposito si coglie qui lrsquooccasione per introdurre alla luce dei loro paralleli indoeuropei le due figure del linguaggio poetico norreno e germanico di maggiore rilievo ai fini di questo studio ovvero (1) la kenning e (2) il merismo

(1) La kenningLa perifrasi poetica o kenning (letteralmente lsquoriconoscimentorsquo plurale kenningar) egrave la piugrave nota figura della lingua poetica norrena sia eddica che scaldica e germanica in generale1 Non crsquoegrave accordo sulla definizione di kenning in ambito scandinavistico o germanistico in questo lavoro viene accolta la definizione di Meissner (1921 2) per cui la kenning nordica consiste in un sintagma nominale o un composto bimem-bre che sostituisce un sostantivo di uso comune2 si tratta della definizione che ha riscosso maggiore consensi tra gli studiosi probabilmente a causa del suo carattere generale3 In una kenning la testa del sintagma nominale o del composto si chia-ma ldquobaserdquo (ted Grundwort) e lrsquoelemento subordinato ldquodeterminanterdquo (ted Bestim-mung) eg nella kenning aisl vaacuteg‑marr lsquocavallo del marersquo per [nave] la testa degmarr lsquocavallorsquo egrave la base mentre vaacutegdeg lsquomarersquo egrave il determinante

Egrave stato ben presto notato come figure poetiche analoghe alla kenning germanica siano attestate nelle tradizioni poetiche di diverse lingue indoeuropee eg in celtico greco e indo-ario (cfr Krause 1930 578ss Waeligrn 1951 Campanile 1977 108ss) Anche in ambito indoeuropeistico la definizione di kenning egrave oggetto di disaccor-do in questo lavoro egrave impiegata la definizione di Watkins (1995 44ss) per cui la kenning indoeuropea consiste in un sintagma nominale costituito da due elementi in rapporto di subordinazione o in un composto determinativo bimembre che fanno riferimento ad una nozione terza4 definizione che si sovrappone perfettamente a

1 Le principali trattazioni delle kenningar rispettivamente per quanto riguarda il nor-reno e lrsquoantico inglese sono Meissner 1921 e Marquardt 1938

2 Nellrsquooriginale ldquozweigliedriger Ersatz fuumlr ein Substantivum der gewoumlhnlichen Rederdquo3 Per altre definizioni della kenning nella poesia nordica e germanica cfr passim Heu-

sler 1922 Krause 1930 Marquardt 19384 Nellrsquooriginale ldquoa bipartite figure of two nouns in a non-copulative typically geniti-

val grammatical relation (A of B) or in composition (B-A) which together make reference to signify a third notion Crdquo

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Riccardo Ginevra

quella data da Meissner per quel che riguarda lrsquoantico nordico Negli studi di ambito scandinavistico si incontra talvolta lrsquoopinione secondo cui

la kenning nordica si sarebbe diffusa a partire dalla poesia scaldica (poesia di corte) in cui essa egrave attestata con forme molto elaborate nella tradizione eddica (poesia epi-ca) in cui essa ricorre in forme ben piugrave basiche Al contrario lrsquoantichitagrave indoeuropea della kenning egrave supportata proprio da semplici collocazioni bimembri che ricorrono indipendentemente in diverse tradizioni poetiche indoeuropee come [pastore ndash del popolo] per [re] attestata eg da aing folces hyrde gr ποιμένα λαῶν e ved goacutepā jaacutenasya o [discendente ndash delle acque] per [fuoco] attestata eg da aisl saeligvar niethr e ved apāṃ naacutepāt‑ Numerose collocazioni trattate nei capitoli successivi sono analizzabili come kenningar eg [bevanda ndash dei dvergar] per [poesia] (cap 6)

(2) Il merismoIl merismo egrave una figura poetica che consiste in un sintagma nominale bimembre di sintassi coordinativa che fa riferimento a una nozione terza tassonomicamente supe-riore (Watkins 1995 45)5 collocazioni meristiche di piugrave di due membri sono invece chiamate cataloghi indessicali (ing indexical list) come nel caso di liste ampie che presentano minore fissitagrave formulare come quella delle parti del corpo da [midollo] fino a [pellecapelli] attestata inter alia in ambito germanico celtico ed indo-ira-nico (Jamison 1986 Watkins 1995 525ss Sadovski 2012 175ss)

Che il merismo fosse una figura tipica del linguaggio poetico indoeuropeo egrave di-mostrato da collocazioni etimologicamente identiche come [uomini (uiH-roacute-) ndash e bestiame (peḱ‑u‑)] per [beni mobili] attestata da av pasuvīra umb uiro pequo e lat pecudesque virosque (Watkins 1995 15 con letteratura cfr anche itt NAMRA GU4 UDU ldquoprigionieri bovini e ovinirdquo)6

Esemplificativo dellrsquoantichitagrave indoeuropea di alcune figure meristiche norrene egrave invece il sintagma aisl allra goethanna ok manna ldquodi tutti gli degravei e gli uominirdquo che riflette una collocazione fraseologica [degravei ndash e uomini] un merismo per [tutti gli animati intelligenti] attestato anche in greco e latino (cfr cap 3)

13 Struttura del lavoro

Il presente lavoro egrave strutturato in due parti dedicate a due studi distinti sul piano te-matico il cui denominatore comune egrave lrsquoimpiego della stessa metodologia linguistica e comparativa in prospettiva sia germanica che indoeuropea

Nella prima parte ldquoLingua religione e societagrave i nomi di Odino in degfǫethrrdquo (capi-

5 Nellrsquooriginale ldquoa bipartite noun phrase consisting of two nouns in a copulative rela-tion (A and B) two nouns which share most of their semantic features and together serve to designate globally a higher concept C ie to index the whole of a higher taxon Crdquo

6 Watkins 1979 sui merismi nella lingua delle preghiere ittite cfr Dardano 2019

mdash 5 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

toli 2-5) sono analizzate e ricostruite comparativamente le formazioni collocazioni fraseologiche e concezioni sociopolitiche e cosmologiche alla base delle epiclesi del dio supremo scandinavo Odino che presentano un secondo elemento degfǫethr (di significato incerto) e delle loro varianti (recenziori) in degfaethir lsquopadrersquo Nel capitolo 2 egrave discussa una possibile etimologia per lrsquoelemento degfǫethr in connessione con la famiglia di faethir noncheacute le sue possibili interpretazioni in senso letterale e traslato e i relativi paralleli germanici e indoeuropei Nei capitoli successivi le epiclesi di Odino con secondo elemento degfǫethr sono analizzate e interpretate sulla base di questi risultati raggruppate in capitoli a seconda del concetto espresso dal primo elemento Nel capitolo 3 sono trattate le epiclesi Alfǫethr e Alfaethir e la loro interpretazione alla luce della concezione (ben attestata in tradizioni indoeuropee e non) del dio supremo come ldquopatriarca cosmicordquo Il capitolo 4 egrave invece dedicato allrsquoanalisi delle epiclesi Aldafǫethr Herfǫethr e Herjafǫethr come riflessi della concezione del dio supremo come patriarca dellrsquoumanitagrave noncheacute a una possibile interpretazione della formazione di incerta attestazione Herjansfǫethr come unica occorrenza del significato letterale di degfǫethr Infine nel capitolo 5 le epiclesi Sigfǫethr (con variante Sigfaethir) e Valfǫethr sono analizzate e interpretate in riferimento a due aspetti opposti ma complementari di Odino nella sua funzione di dio che sopraintende lrsquoesito di ogni battaglia

La seconda parte ldquoArtigiani creatori e poeti nome e nomi dei dvergarrdquo (capito-li 6-9) egrave invece dedicata alla possibile origine in seno alla tradizione indoeuropea di vocaboli nomi propri formule tradizionali e narrazioni mitologiche associati ai cosiddetti dvergar nordici (comunemente tradotto in italiano come lsquonanirsquo) e ai loro possibili paralleli in altre tradizioni germaniche e indoeuropee Nel capitolo 6 viene presentata una nuova proposta etimologica per il nome dvergar come uno dei riflessi in ambito germanico di una radice verbale attestata in diverse lingue indoeuropee ad esempio inter alia dal nome del dio artigiano vedico Tvaṣṭar Il capitolo 7 tratta quindi una serie di corrispondenze tra la fraseologia poetica e la mitologia attestate in norreno in associazione ai dvergar e quelle associate in vedico a Tvaṣṭar Nel ca-pitolo 8 sono discussi possibili paralleli sul piano dellrsquoonomastica della fraseologia e della mitologia tra questi personaggi nordici e indiani e altre due figure mitiche che ricorrono nelle tradizioni classiche il dio romano Pico e il titano greco Crono Infi-ne il capitolo 9 egrave dedicato allrsquoanalisi formale e quando possibile allrsquointerpretazione sul piano semantico dei nomi dei singoli dvergar

Nel capitolo conclusivo saranno quindi presentati sinteticamente i risultati della ricerca che sembrano confermare come nei testi norreni sia possibile identificare unrsquoimportante quantitagrave di elementi poetici e mitologici che riflettono materiale ere-ditato dalle tradizioni germanica e indoeuropea e come la linguistica storica e la poetica comparata possano essere strumenti efficaci (e talvolta indispensabili) per interpretare sia gli aspetti formali della lingua poetica norrena che le concezioni ideologiche e cosmologiche che vi soggiacciono

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PARTE ILINGUA RELIGIONE E SOCIETAgrave

I NOMI DI ODINO IN degFǪETHR

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2 PADRI AVI PATRIARCHI E DEgraveI ANTICOISLANDESE degFǪETHR E

PROTOINDOEUROPEO PƏ2TROU- lsquoAVO PATERNOrsquo

Diverse epiclesi del dio supremo Odino attestate nella poesia eddica sono composti bimembri con un secondo elemento aisl degfǫethr il cui significato letterale egrave oscuro In alcuni casi egrave attestato anche un composto con identico primo elemento ma con secondo elemento degfaethir lsquopadrersquo Al‑fǫethr vs Al‑faethir e Sig‑fǫethr vs Sig‑faethir

Le formazioni in questione si possono classificare sulla base del concetto espres-so dal primo elemento

bull aldeg o allr lsquotuttorsquo (formazioni trattate nel cap 3) Al‑fǫethr e Al‑faethir Grm 483 HH 384bull forme riconducibili a aldir lsquogentirsquo e herr lsquopopolo in armi esercitorsquo (cap 4) Alda‑fǫethr Vm 44-6 531-3Her‑fǫethr Vsp 291Herja‑fǫethr Vsp 434 Vm 22 Grm 193 252 262[Herjans‑fǫethr Hdl 21 (problematico cfr cap 4)]bull sigr lsquovittoria battagliarsquo e val(r) lsquomassa dei caduti in battagliarsquo (cap 5)Sig‑fǫethr e Sig‑faethir Vsp 552 Grm 482 Ls 586Val‑fǫethr Vsp 15 277 2813 Grm 483In aggiunta alle occorrenze allrsquointerno di citazioni eddiche (eg quella di Vsp

2813 in Gylf 15) lrsquoEdda in prosa dellrsquoerudito islandese Snorri Sturluson attesta sia Alfǫethr (Gylf + Skaacuteld 2) che Valfǫethr (Gylf 20) in vari passaggi alcuni dei quali saranno oggetto di analisi piugrave dettagliata infra Tutti i composti tranne Herfǫethr sono attestati nei cataloghi tradizionali (le thornulur) di preciso tra i nomi di Odino (OacuteN 14 23 44 52 57) Nella poesia scaldica sono attestati soltanto Alfaethir (Bragi THORNoacuterr 1) e Aldafǫethr (Arn THORNorfdr 1) in due passaggi che sono citati per intero nei capitoli dedicati (rispettivamente capp 3 e 4) Dal confronto tra le formazioni in degfǫethr le quali presentano almeno 6 diversi primi elementi e i composti in degfaethir che presentano soltanto Aldeg e Sigdeg come primi elementi risulta chiaro come questi ultimi

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Riccardo Ginevra

siano nati come banalizzazioni dei composti piugrave arcaici Al-fǫethr e Sig-fǫethr7

Si tratta evidentemente di un processo di sostituzione di un termine dal significato ormai opaco con una lectio facilior la quale egrave ritenuta essere funzionalmente equivalente da ciograve risulta chiaro come aisl degfǫethr fosse associato quantomeno sincronicamente a faethir lsquopadrersquo dai parlanti norreni un dato attestato direttamente dalla glossa (discussa in dettaglio al cap 3) che Snorri dagrave di Al‑fǫethr in Gylf 9 faethir allra [hellip] ldquopadre di tutti gli [degravei etc]rdquo Non egrave quindi un caso che solo degfaethir ricorra nella letteratura cristiana (meno conservativa) in cui sono attestati epiteti del Dio cristiano come aisl dyacuterethar‑faethir lsquopadre della gloriarsquo (Peacutetr2Ax 19113) i quali sembre-rebbero essere nati come calchi da fonti latine cfr eg Efesini 117 ut Deus Domi-ni nostri Iesu Christi Pater gloriae det vobis spiritum sapientiae et revelationis in agnitione eius8

Tutti gli studiosi che si sono occupati dellrsquoorigine e interpretazione di degfǫethr sembrano presupporre che lrsquoassociazione sincronica di questo vocabolo con faethir lsquopadrersquo esito di pgerm fader- (alla base di eg got fadar aing faeligder as fadar aat fatar) e pie ph2teacuter- (alla base di eg lat pater gr πατήρ ved pitaacuter‑) rifletta unrsquoef-fettiva connessione etimologica Secondo le due ipotesi principali degfǫethr potrebbe essere analizzato (a) come una formazione imparentata con il secondo elemento di composto gr degπάτωρ oppure (b) come un derivato con un suffisso composizionale -u-

(a) Hollifield (1984 40) ritiene che aisl degfǫethr rifletta un secondo elemento invariabile pnord degfadur in cui sarebbero confluiti gli esiti di pgerm degfadariz (genitivo singolare) degfadari (dativo singolare) degfadarun (accusativo singolare) in seguito a innalzamento vocalico di a quando seguita da i e u nella sillaba successiva Queste forme pgerm rifletterebbero pie degph2tor- sostantivo anficinetico derivato internamente dallrsquoisterocinetico ph2teacuter- quando usato come secondo elemento in composti possessivi attestato in ambito indoeuropeo da gr degπάτωρ e ved degpitār‑

(b) Tremblay (2003 58) propone invece una derivazione da pgerm degfadru- o con tematizzazione degfadrwa- un derivato con lo stesso suffisso composizionale -u- attestato dal nome di una festivitagrave ionico-attica gr Ἀπατούρια (che Tremblay riconduce a pgr degpator‑u-ia) il quale sarebbe in ultima analisi da ricondurre a una

7 Nel presente studio non si prenderagrave in considerazione la forma Hlaeligfǫethr di insicura attestazione e lettura essa ricorre tra i nomi di Odino (OacuteN 41) in un unico codice (AM 748 I b 4to) in un passo in cui un altro manoscritto presenta la forma altrettanto oscura Hleifruethr (AM 757 4to)

8 Lat pater gloriae traduce qui gr ὁ πατὴρ τῆς δόξης un sintagma che egrave a sua vol-ta problematico dato che non ha corrispondenze esatte in altri testi biblici esso ha probabil-mente avuto origine come un calco semantico da un sintagma ebraico (non attestato ma di un tipo assai frequente) by-kbwd ldquo(padre della gloria =) padre gloriosordquo (Rowland-Morray-Jo-nes 2009 593 n 74 cfr Rowland-Morray-Jones 2009 592-593 per una disamina delle possibi-li interpretazioni di questo passo) Sono grato ad Antonella Bellantuono per lrsquoutile discussio-ne a riguardo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

forma gr daggerἀπάτωρEntrambe queste analisi presentano tuttavia serie difficoltagrave (a) Per quanto riguarda lrsquoetimologia da degph2tor- la forma attesa regolarmente

per il nominativo singolare pie degph2tōr sarebbe aisl daggerdegfǫethur o quantomeno sicuramente non degfǫethr (Tremblay 2003 58) Lrsquoipotesi di Hollifield presuppone inoltre lrsquoinnalzamento di a quando seguita da i e u nella sillaba successiva (per cui cfr la letteratura in Hollifield 1984 40) un mutamento su cui sono stati avanzati seri dubbi (Syrett 1994 216ss)

(b) Per quanto riguarda lrsquoipotesi di Tremblay non vi sono indizi dellrsquoesistenza di un suffisso composizionale -u- lo stesso gr Ἀπατούρια bencheacute attestato in area ionico-attica sembrerebbe essere formato su un aggettivo ἀπάτουρος secondo Rau (2011 11) un prestito da un dialetto psilotico e non ionico-attico (cfr anche Tremblay 2003 126 n 44) che rifletterebbe un composto sm‑ph2tru-o- lsquoche ha gli stessi avi paternirsquo in questo caso la -u- sarebbe parte della base derivazionale ph2tru-acute (per cui cfr infra) e non un suffisso composizionale

Sia lrsquoanalisi di Hollifield che quella di Tremblay sorvolano quasi del tutto sulla semantica dei composti in degfǫethr Su questa si egrave soffermato unicamente Strand-berg (2009) il quale tuttavia accetta lrsquoanalisi di Hollifield per cui degfǫethr sarebbe il corrispondente esatto di gr degπάτωρ e ved degpitār‑ (fonologicamente poco probabile come abbiamo visto) Essendo questi ultimi attestati esclusivamente in composti possessivi bahuvrihi- con il significato lsquoquello che ha il padre (X)rsquo Strandberg tenta quindi di interpretare i composti in degfǫethr di conseguenza riuscendo a formulare unrsquointerpretazione (quantomeno potenzialmente) sensata unicamente nel caso di Al-fǫethr che egli traduce come lsquoquello che ha il padre grandersquo al costo di unrsquoevidente forzatura ovvero interpretare aisl aldeg in Al‑fǫethr con un significato lsquograndersquo che non egrave mai attestato altrove9

Come vedremo in questo capitolo egrave piuttosto possibile analizzare aisl degfǫethr come un riflesso di pie pə2tr-ou-ph2tr-u-acute lsquoavo paternorsquo un antico derivato in -u- di ph2teacuter- lsquopadrersquo10 Questrsquointerpretazione trova corrispondenze in altre lingue germaniche e indoeuropee non solo per quanto riguarda lrsquooriginario significato lette-rale ma soprattutto per quanto riguarda lrsquoevidente significato non letterale che esso assume negli epiteti in cui egrave attestato

9 Per una disamina delle principali ipotesi sullrsquoorigine di degfǫethr cfr la letteratura citata in Strandberg 2009 93-95 a cui vanno aggiunti tuttavia quantomeno Noreen 1923 286 Stur-tevant 1954 Meid 1967 22 Sono grato a Patrick V Stiles per lrsquoutile discussione a riguardo

10 In questo lavoro si segue la convenzione talvolta impiegata in ambito indoeuropeisti-co di notare con il segno ə2 una laringale h2 quando essa egrave nucleo di una sillaba accentata

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Riccardo Ginevra

21 Aisl degfǫethr (pgerm fathorndru-) e pie pə2tr-ou-ph2tr-u-acute lsquoavo paternorsquoIn accordo con lrsquoanalisi di Tremblay aisl degfǫethr va ricondotto a pgerm fathornru‑ o fadru- (in nordico lrsquoopposizione tra i riflessi di pgerm thorn e d egrave neutralizzata in interno di parola) un termine che appartiene chiaramente alla famiglia lessicale di pgerm fader- lsquopadrersquo Il fatto che lrsquounica forma attestata di genitivo singola-re degfǫethrs presenti la desinenza tematica -s al posto della regolare terminazione dei temi in -u- ovvero -ar (pgerm ‑au‑z) indica che il sostantivo egrave stato oggetto di tematizzazione in nordico (Tremblay 2003 58) uno sviluppo non sorprendente che presenta uno stretto parallelo eg nel trattamento subito da pgerm wethornr‑u‑ lsquoagnellorsquo in germanico nordoccidentale cfr got withornrus lsquoidrsquo vs aisl veethr aing weether as wethar e aat widar lsquomontonersquo (con tematizzazione e semantica innovativa)11

In protogermanico i temi in -u- erano una classe ricca ma non piugrave produtti-va (cfr Casaretto 2004 191) pgerm fathorndr-u- puograve quindi difficilmente riflet-tere una formazione innovativa interna al germanico a meno che non si ipotizzi un passaggio del sostantivo fader- lsquopadrersquo alla flessione dei temi in -u- questo sviluppo avrebbe in effetti un parallelo nel nominativo plurale got brothornrjus lsquofratellirsquo (riflesso di brōthornr‑iwiz con la terminazione dei temi in -u-) da ricondurre secon-do Seebold (1967 93-94) ad una rianalisi dellrsquoaccusativo singolare pgerm brōthornr‑un (pie bhreacuteh2tr-m lat fratrem) come accusativo singolare brōthornru‑n di un tema in -u-12 Unrsquoipotesi del genere egrave stata per lrsquoappunto avanzata da Heusler (1932 75) il quale notava che qualora aisl fǫethr fosse sorto dalla rianalisi come accusativo sin-golare fadru-n (tema in -u-) di un originario accusativo singolare pgerm fadr-un questrsquoultimo corrisponderebbe esattamente a lat patr‑em ed entrambi rifletterebbero pie ph2tr-m questrsquoipotesi tuttavia egrave problematica sul piano formale dato che lrsquoesito atteso dellrsquoaccusativo singolare pie ph2teacuter-m (correntemente ricostruito sulla base di gr πατέρα ved pitaacuteram) in protogermanico egrave faderun (cfr eg Ringe 2017 308)13 Si puograve inoltre notare come da un lato in antico nordico i temi in -r- non subiscano i passaggi ad altre classi attestati nelle altre lingue germaniche (Thoumlny 2013 85-86) e dallrsquoaltro sarebbe insolito che una variante cosigrave innovativa fosse attestata unicamente tra i teonimi un ambito solitamente conservativo

Aisl degfǫethr e pgerm fathorndru- possono piuttosto riflettere

11 Cfr Neri 2003 301ss Casaretto 2004 415 Aisl veethr lsquomontonersquo presenta infatti un genitivo singolare veethrs con desinenza tematica che egrave attestato giagrave dal XIII secolo (Kgs 6220) mentre la forma di genitivo singolare con desinenza da tema in ‑u‑ veethrar (pgerm wethornr‑au‑z) egrave attestata solo successivamente dal XIV secolo in poi (Stj1 23524) Per la storia derivazionale di pgerm wethornru‑ cfr Rau 2007

12 Sono grato ad Antje Casaretto per lrsquoutile discussione su questo tema13 Per la ricostruzione dei casi forti nel singolare di questa classe cf Stiles 1984 1988

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

pie pə2tr-ou‑ph2tr-u-acute il tema in -u- anficinetico14 che comrsquoegrave noto va ricostru-ito alla base della famiglia di gr πάτρως lsquononno ziorsquo e di vari altri termini in altre lingue indoeuropee la cui origine e storia derivazionale egrave stata trattata in dettaglio da Jeremy Rau (2011) Lrsquoesito fonologicamente atteso di pie pə2tr-ou‑ph2tr-u-acute in protogermanico saragrave stato in realtagrave fathornr‑au‑fadur-w- lrsquoallomorfia saragrave quindi stata regolarmente eliminata in favore del tema forte fathornr‑au‑ con successivo adegua-mento del grado apofonico del suffisso alla flessione standard dei sostantivo in -u- cioegrave fathornr‑u‑15 La fonologia del nordico non permette tuttavia di escludere che aisl degfǫethr rifletta pgerm fadr-u- il quale avrebbe potuto parimenti svilupparsi sebbene attraverso una trafila meno scontata16

Come proposto da Rau (2011 23) pie pə2tr-ou‑ph2tr-u-acute potrebbe essere stato derivato a sua volta da pie ph2teacuter-ph2tr-acute lsquopadrersquo per analogia con un altro sostan-tivo in -u- anficinetico ovvero pie deacutem-ou-dm-u-acute lsquocolui che egrave responsabile della casarsquo (gr δμώς lsquoschiavorsquo) Questo sostantivo originariamente formato per derivazio-ne interna a partire dal sostantivo acrostatico17 doacutem-u-deacutem-u- lsquocasarsquo sarebbe stato in seguito rianalizzato come derivato del nome radicale doacutem-deacutem- lsquocasarsquo dando luogo alla seguente proporzione analogica

pie deacutem-ou-dm-u-acute doacutem-deacutem- x ph2teacuter-ph2tr-acute da cui x = pə2tr-ou-ph2tr-u-acute

Il significato originario di pie pə2tr-ou‑ph2tr-u-acute sarebbe stato quindi lsquocolui che egrave responsabile del (e quindi che ha autoritagrave sul) padrersquo (Rau ldquoone in charge of the fatherrdquo) sviluppatosi poi nel significato lsquoavo paternorsquo (Rau ldquoascendant kinsman on the fatherrsquos siderdquo) ciograve trova riscontro in quanto attestato da diverse lingue indoeuropee Tre diversi significati sono infatti attestati per gr πάτρως (Rau 2011 14) di cui i primi due sembrano essere sicuramente arcaici lsquoziorsquo (Hom Hes Pi Hdt) lsquoavo paternorsquo (Stesich Pi) lsquoparente maschile dal lato paternorsquo (nelle Leggi di Gortina) Lrsquoultimo egrave evidentemente il piugrave innovativo mentre un significato origina-rio di pie pə2tr-ou- come lsquozio paternorsquo egrave escluso da Rau (2011 18-19) sulla base del confronto con ved pitrvya- e av rec tūriia‑ riflessi di piir pHtruiacuteia- lsquozio paternorsquo e aing faeligdera afr federia e aat fatureo esiti di germ occ fadurjan- lsquoidrsquo i quali

14 Ovvero con accento sulla radice nei casi forti e sulla desinenza nei casi deboli15 Lrsquoadeguamento saragrave stato probabilmente post-protogermanico poicheacute come dimo-

strato da Sergio Neri (2003 175 178 passim) la declinazione dei sostantivi maschili in -u- in protogermanico tollerava ancora allomorfi da vari tipi f lessivi cfr eg la terminazione di nominativo singolare got -aus lt pgerm ‑auz che continua la terminazione anficinetica pie acute-ou -s

16 Eg un tema con generalizzazione della sonora fadr-au-fadr-w- potrebbe essersi sviluppato (quando la sonante non era ancora stata vocalizzata) a partire dallrsquoesito atteso fathornr‑au‑fadr-w-

17 Ovvero con accento fisso sulla radice e apofonia qualitativa della vocale

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Riccardo Ginevra

continuano tutti una stessa formazione pie ph2tru-iio- lsquozio paternorsquo un derivato in -iio- di un termine per lsquozio paternorsquo avrebbe piuttosto il significato lsquo(figlio) dello zio paternorsquo cioegrave lsquocugino paternorsquo ed egrave quindi piugrave probabile che il significato ori-ginario di questo derivato fosse lsquo(figlio) dellrsquoavo paternorsquo cioegrave lsquoziorsquo o lsquoproziorsquo Lo stesso vale per lat patruus lsquozio (da parte di padre)rsquo il quale probabilmente riflette un derivato con vrddhi suffissale ph2tr-eu-oacute- lsquo(figlio) dellrsquoavo paternorsquo (Rau 2011 22 ldquodescended from the ascendant kinsman on the fatherrsquos siderdquo)

In questa sezione egrave stata quindi individuata una possibile analisi formale di aisl degfǫethr che ne spieghi lrsquoorigine le due sezioni seguenti sono dedicate al problema del significato di questo termine Da un lato qualora gli epiteti di Odino riflettessero il significato letterale lsquoavo paternorsquo ricostruito per pie pə2tr-ou‑ph2tr-u-acute diversi paralleli sarebbero disponibili sia in testi norreni che di altre tradizioni indoeuropee (sect22) Dallrsquoaltro se si tiene in considerazione il significato probabilmente traslato di questo termine le corrispondenze si rivelano essere ben piugrave decisive e convincenti (sect23)

22 Il significato letterale lsquoavo paternorsquo

Unrsquointerpretazione di degfǫethr come lsquoavo paternorsquo trova supporto in paralleli sia (1) interni al nordico che (2) in ambito indoeuropeo

(1) Per quanto riguarda lrsquoantico nordico qualora degfǫethr significasse lsquoavo paternorsquo lrsquoalternanza con degfaethir lsquopadrersquo attestata da alcune epiclesi di Odino (eg Al‑fǫethr e Al-faethir) presenterebbe una forte corrispondenza nellrsquouso di aacutei lsquoavorsquo al posto di faethir che sembra essere attestato nellrsquoEdda poetica allrsquointerno del brano di prosa Fraacute dauetha Sinfjǫtla ldquoSulla morte di Sinfjǫtlirdquo in cui questrsquoultimo figlio dellrsquoeroe Sigmundr chiama il padre aacutei lsquoavorsquo

Sigmundr Vǫlsungs sonr var konungr aacute Fraclandi Sinfiotli var elztr hans sona [hellip] oc maeliglti til Sigmundar ldquoGioroacutettr er dryccrinn aacuteirdquo [hellip] Hann sagethi ldquoLaacutettu grǫn siacutea thornaacute sonrrdquoldquoRe nella terra dei Franchi era Sigmundr figlio di Volsungr Sinfjǫtli dei suoi figli era il maggiore [] e [Sinfjǫtli] rivolto a Sigmundr disse laquoTorbida egrave questa bevanda avoraquo [] Questrsquoultimo [Sigmundr] disse laquoFiltrala con i tuoi baffi figlioraquordquo

Essendo Sigmundr il padre di Sinfjǫtli e non un suo generico lsquoavorsquo si egrave cercato di interpretare aisl aacutei alla fine della battuta di Sinfjǫtli come una interiezione lsquoahirsquo (cfr von See 2006 ad loc) questa analisi egrave da escludere alla luce del parallelismo con la risposta di Sigmundr che nella stessa posizione attesta proprio il sostanti-vo sonr lsquofigliorsquo Sinfjǫtli sembra quindi a tutti gli effetti chiamare il proprio padre Sigmundr aacutei lsquoavorsquo Sulla base di questo passo sembra quindi possibile supporre che quantomeno nellrsquouso poetico il termine aacutei lsquoavorsquo potesse essere usato al posto di faethir lsquopadrersquo ciograve supporta unrsquointerpretazione di degfǫethr il quale era evidentemente percepito come un equivalente funzionale di degfaethir come riflesso di pie pə2tr-ou-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

lsquoavo paternorsquo18

Sempre internamente al norreno egrave possibile anche menzionare il parallelo con il nome di un dvergr altrimenti sconosciuto aisl Aacutei lsquoAvorsquo (Vsp 11 15 cfr anche Gylf 14 DH 3)19 riflesso di pgerm awa(n)- (cfr got awo lsquononnarsquo Casaretto 2004 225) e pie h2euh2-o- (cfr lat avus lsquononnorsquo Kloekhorst 2008 352-353) Egrave impossibile sapere se questo personaggio avesse una connessione di qualche tipo con Odino ma il suo nome dimostra quantomeno la plausibilitagrave di un nome o epite-to dal significato lsquoavorsquo allrsquointerno della mitologia nordica (sullrsquoanalisi dei nomi di dvergar cfr cap 9)

(2) In ambito indoeuropeo lrsquoanalisi di degfǫethr come riflesso di pie pə2tr-ou- lsquoavo paternorsquo trova paralleli semantici in vari teonimi o epiteti divini attestati (a) in ittito (b) in greco e soprattutto (c) in vedico

(a) Nei testi ittiti sono attestati un teonimo femminile Ḫanna‑ḫanna‑ lsquoNonna-nonnarsquo e uno maschile Ḫuḫḫa‑ lsquoNonnorsquo Itt Ḫanna‑ḫanna‑ egrave palesemente una reduplicazione di itt ḫanna- lsquononnarsquo (cfr lat anus lsquovecchiarsquo HED sv) ed egrave il nome di una divinitagrave femminile dalla forte autoritagrave sul resto degli degravei come si evince dai miti del Dio Scomparso in cui la dea viene chiamata in aiuto dagli altri degravei (KUB 1710 i 35-39 KUB 335 ii 4-9) Secondo alcune tradizioni locali Ḫannaḫanna sarebbe inoltre la madre del Dio della Tempesta mentre il nome del padre del Dio della Tempesta sarebbe itt Ḫuḫḫa‑ lsquoNonnorsquo (Haas 1994 323-324 433) Il sostantivo itt ḫuḫḫa‑ egrave un riflesso di pie h2uh2-o- lsquoavorsquo (Kloekhorst 2008 sv) il teonimo itt Ḫuḫḫa‑ lsquoNonnorsquo ha quindi uno stretto parallelo etimologico nel nome del dvergr analizzato supra aisl Aacutei lsquoavorsquo riflesso di pie h2euh2-o- lsquoidrsquo20

Si puograve notare (cfr tab 1) come questa genealogia mitologica ittita presenti corri-spondenze nella genealogia dellrsquoomologo scandinavo del Dio della Tempesta ittita il dio del tuono Thor figlio di Odino (eg Vsp 563) a cui si riferiscono le epiclesi con secondo elemento degfǫethr (pə2tr-ou- lsquoavo paternorsquo)

18 Cfr Beo 2426ss in cui si dice che Beowulf sia cresciuto in fosterage (affidamento) presso Hrēethel suo nonno materno lrsquoeald‑faeligder lsquononnorsquo di Beowulf era quindi contemporaneamente anche il suo foster‑faeligder lsquopadre affidatariorsquo

19 Cfr anche il poema eddico Rthorn in cui sono attestati i nomi Aacutei lsquoAvorsquo (2) e Afi lsquoNonnorsquo (16) nellrsquoambito di una narrazione in cui il dio Riacuteg visita coppie di personaggi che si chiama-no rispettivamente lsquoPadrersquo e lsquoMadrersquo lsquoNonnorsquo e lsquoNonnarsquo e cosigrave via

20 Per spiegare lrsquooscillazione tra il grado pieno della radice (pie h2eu h2-o- lat avus) e quello ridotto (pie h2uh2-o- itt ḫuḫḫa‑) Kloekhorst (2008 sv) ricostruisce un nome radi-cale apofonico h2eacuteu h2-h2uh2-acute

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Riccardo Ginevra

Dio della Tempesta ittita figlio di Ḫuḫḫa- pie h2uh2-oacute-lsquoavorsquo

Thor (dio del tuono nordico)

figlio di (Odino) degfǫethr pie pə2tr-ou-lsquoid (paterno)rsquo

Tab 1 Corrispondenze tra Dio della Tempesta ittita e Thor

Gli appellativi itt ḫuḫḫa‑ lsquononnorsquo e ḫanna- lsquononnarsquo sono attestati inoltre in riferi-mento a divinitagrave nelle preghiere e in narrazioni mitologiche (nel secondo passaggio il lsquoNonno del Dio della Tempestarsquo minaccia il lsquoPadre del Dio della Tempestarsquo)

KUB 2127 iv 9-10[hellip] A-NA lceildIMrceil tu‑el ḫu‑uḫ‑ḫi [Ugrave] lceilArceil-NA dUTU URUPUacute-na tu‑el ḫa‑an-lceilnirceil [hellip]ldquoal Dio della Tempesta tuo nonno e alla Dea del Sole di Arinna tua nonnardquo

KBo 26124 i 34-36[hellip] ḫu‑uḫ‑ḫa‑aš‑ši‑ša | te‑e‑et ki‑i ut‑tar u‑ur‑ki‑ya‑mi nu‑ut‑taacutek‑kaacuten ku‑e‑mi | [nu] i-it d10‑an ša‑an‑ḫaldquoSein Groszligvater aber sprach Dieser Angelegenheit werde ich nachgehen und ich werde dich toumlten Nun geh (und) suche den Wettergottrdquo

(b) Per quanto riguarda il greco un epiteto di Zeus Παππῶος lsquoAncestralersquo ( gr πάππος lsquononnorsquo cfr Kretschmer 1896 241ss e West 2007 170 con bibliografia) egrave attestato in Bitinia mentre Zeus Πατρῷος lsquoidrsquo (derivato in -iio- di πάτρως lsquozio nonnorsquo) egrave menzionato eg in un frammento della Niobe di Eschilo (155 Dindorff) nelle Nuvole (1468) e nella Repubblica di Platone (3391E) Dato che comrsquoegrave noto Zeus era un dio associato (inter alia) al tuono e al fulmine egrave possibile notare una corrispondenza (cfr tab 2) con quanto osservato supra

Dio della Tempesta ittita figlio di Ḫuḫḫa- pie h2uh2-oacute- lsquoavorsquo

Thor (dio del tuono nordico) figlio di (Odino) degfǫethr pie pə2tr-ou- lsquoid (paterno)rsquo

Zeus (dio del tuono greco) epiteto Πατρῷοςlsquoancestralersquo

Tab 2 Corrispondenze tra Dio della Tempesta ittita Thor e Zeus

(c) Infine in ambito indiano un importante parallelo si ha in unrsquoepiclesi del dio supremo Brahma che egrave frequente nella letteratura classica scr (deg)pitāmaha‑ lsquoavo nonno paternorsquo (MBh Rm BhP Mn et al)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

MBh 165sāntvayāmāsa bhagavān vadhūṃ brahmā pitāmahaḥ ldquoAnd the venerable grandfather Brahma comforted the wiferdquo

Questo passaggio richiede tuttavia una precisazione pur essendo il piugrave antico e venerabile degli degravei indiani Brahma non egrave letteralmente il pitāmaha- di tutte le creature lrsquoepiteto lsquoavo nonno paternorsquo egrave quindi da intendere in senso traslato soprattutto quando questa epiclesi egrave attestata in composizione con vari primi elementi (come nel caso di aisl degfǫethr)

23 Il significato traslato lsquopatriarcarsquo lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo

Ciograve permette di introdurre un nuovo gruppo di paralleli per gli epiteti composti in aisl degfǫethr ovvero i casi in cui termini indoeuropei per lsquoavorsquo o lsquopadrersquo presentano un significato lsquopatriarcarsquo e quindi in senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo Egrave infatti molto probabile quantomeno a giudicare dalle piugrave antiche tradizioni indoeuropee che pie pə2tr-ou‑ph2tr-u-acute lsquoavo paternorsquo dovesse indicare non solo una relazione di parentela bensigrave anche una carica o una funzione di rilievo allrsquointerno di quellrsquoistituzione sia sociale che politica che era il clan indoeuropeo come notato giagrave da Rau (2011 23 ldquoa designation linked to the broader social and political structure of the IE extended familyrdquo) Si puograve ipotizzare che lrsquolsquoavo paternorsquo per eccellenza allrsquointerno di un clan fosse anche il suo lsquopatriarcarsquo il capofamiglia questa era ad esempio la situazione nellrsquoantica Roma dove il pater familias lrsquoautoritagrave piugrave alta di una famiglia allargata non doveva necessariamente essere il padre naturale dei filii familias bensigrave poteva essere il nonno paterno o un qualsiasi avo piugrave anziano ancora in vita 21

Digesto 5016201Iusta interpretatione recipiendum est ut appellatione ldquofiliirdquo sicuti filiam familias contineri saepe respondebimus ita et nepos videatur comprehendi et ldquopatrisrdquo nomine avus quoque demonstrari intellegatur

Proprio come il pater familias romano il quale aveva potere di vita e di morte sui propri familiari si puograve ipotizzare che il pə2tr-ou- indoeuropeo godesse di grande autoritagrave allrsquointerno di societagrave come quelle indoeuropee piugrave arcaiche in cui la fami-glia allargata era il nucleo sociopolitico fondamentale giustificando uno slittamento semantico da lsquoavo paterno (di qualcuno)rsquo a lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su qual-cuno)rsquo

In questrsquoultimo senso ad esempio bisogna in realtagrave interpretare lrsquoepiclesi di

21 Cfr Berger 1953 svv pater familias e filius familias Sono grato ad Andrea Faraci per lrsquoutile discussione in merito

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Riccardo Ginevra

Brahma scr (deg)pitāmaha‑ lsquononno paternorsquo la quale egrave infatti spesso attestata in com-posizione con un primo elemento che designa il cosmo intero eg nel composto sarvaloka‑pitāmaha‑ lsquononno di tutti i mondirsquo da intendere come vedremo infra (cap 3) come lsquopatriarca di tutti i mondirsquo e quindi in senso traslato come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tutti i mondirsquo Come vedremo nei capitoli successivi anche aisl degfǫethr riflesso di pie pə2tr-ou- lsquoavo paternorsquo sembra avere unrsquoaccezione ana-loga in composti come eg aisl Al‑fǫethr il quale egrave chiaramente da intendere come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su ogni cosarsquo e non come lsquoavo paterno biologico di ogni cosarsquo come vedremo infra (cap 3)

24 Il lsquopadrersquo come lsquopatriarcarsquo nella poetica indoeuropea

Quanto detto finora egrave naturalmente valido anche per le varianti che presentano il secondo elemento di composto innovativo degfaethir lsquopadrersquo eg lrsquoepiteto di Odino Al-faethir lsquopadre di ogni cosarsquo il quale come vedremo infra (cap 3) non era ovviamente da intendere come lsquopadre biologico di ogni cosarsquo bensigrave come lsquopatriarca di ogni cosarsquo e quindi in senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllo su ogni cosarsquo22 unrsquoin-terpretazione che trova riscontro nella caratterizzazione di Odino attestata nei testi nordici

Questa equivalenza funzionale tra termini per lsquoavo paternorsquo e per lsquopadrersquo allrsquoin-terno del linguaggio poetico puograve anchrsquoessa riflettere una caratteristica della struttura delle societagrave indoeuropee arcaiche egrave probabile che come il pater familias romano anche il patriarca indoeuropeo potesse in certe situazioni venire a coincidere con la figura del ph2teacuter- lsquopadrersquo eg nel momento in cui il pə2tr-ou- lsquoavo paternorsquo moriva o diventava impossibilitato a svolgere le funzioni di capofamiglia Secondo Meillet (1913 28) questo era addirittura il significato principale del termine ph2teacuter- (ldquoun role social [hellip] le chef drsquoune maisonrdquo)23 In questo senso sono da intendere alcune collocazioni fraseologiche ben attestate in area indoeuropea

bull Comrsquoegrave stato notato da tempo in varie denominazioni formulari del dio del cielo ricostruibili giagrave per una fase protoindoeuropea eg la formula apposizionale (solitamente al vocativo) [cielo (dieacuteu-) ndash padre (ph2teacuter-)] (analizzata nel cap 4) oppure la kenning [padre (ph2teacuter-) ndash degli degravei e degli esseri umani] (trattata nel cap 3) ph2teacuter- lsquopadrersquo non egrave ovviamente da intendersi come il lsquopadre biologicorsquo bensigrave come il maschio adulto che sta a capo della famiglia (Watkins 1995 8 ldquothe

22 Questa puograve sembrare unrsquoaffermazione banale ma il fatto che unrsquointerpretazione lsquopa-dre (biologico) di tuttorsquo per aisl Al‑fǫethr e Al‑faethir sia (giustamente) ldquoinconsistent with other passages in Snorra Edda as regards genetic relationships among the godsrdquo egrave uno dei motivi principali per cui Strandberg (2009 103) esclude che i composti in degfǫethr siano endocentrici (con un significato lsquopadre di Xrsquo) preferendo una (forzata) interpretazione di questi come composti esocentrici (lsquoche ha il padre Xrsquo)

23 Per unrsquointerpretazione analoga di aisl faethir cfr de Vries 1962 sv con letteratura

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

adult male who is head of the householdrdquo) ovvero il lsquopatriarcarsquo nella sua funzione sociopolitica di autoritagrave suprema del clan allargato e quindi in senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo24 Parimenti in questo senso vanno interpretati anche i casi in cui lrsquoapposizione [madre] egrave applicata ad una divinitagrave femminile eg la [terra]25

bull Anche altre formule ricostruite per la lingua poetica indoeuropea richiedono unrsquointerpretazione analoga eg [padre (ph2teacuter-) ndash della preghiera] collocazione studiata da Campanile (1976) e Garciacutea Ramon (2010 94ss) con riflessi nel tito-lo sacerdotale gallico (latinizzato) gutu-ater lsquopadre della preghierarsquo e nei sintagmi vedici pitā matīnām ldquopadre dei pensieri delle preghiererdquo (epiteto di Soma in RV 9764d) e janitārā matīnām ldquogenitori dei pensieri delle preghiererdquo (Indra e Visnu in RV 6692a) Questi sintagmi sono chiaramente non letterali e vanno quindi pro-babilmente interpretati in senso traslato come ldquocolui che ha autoritagrave controllo sulle preghiere sui pensierirdquo

Egrave possibile qui notare lrsquoulteriore corrispondenza con una kenning di Odino galdrs faethir ldquopadre dellrsquoincantamentordquo (Bdr 33) nel mito comrsquoegrave noto il dio non genera mai personificazioni dellrsquoincantesimo o del canto bensigrave ottiene il controllo della magia e della poesia per mezzo di atti rituali (eg Hav 138ss) eo stratagemmi (eg Skaacuteld g58)

25 Lrsquouso metaforico di termini per lsquopadrersquo nel senso di lsquocreatorersquo

Una possibile obiezione a quanto argomentato finora egrave che allrsquointerno di espres-sioni formulari come [padre (ph2teacuter-) ndash degli degravei e degli esseri umani] o [padre (ph2teacuter-) ndash della preghiera] il termine ph2teacuter- lsquopadrersquo potrebbe anche essere inteso sempre in senso traslato con un significato metaforico lsquocreatorersquo in maniera analoga a quando oggi ci riferiamo ad Albert Einstein come al ldquopadre della teoria della relativitagraverdquo Questa possibilitagrave va in effetti tenuta in considerazione per quanto riguarda la seconda collocazione il cui riflesso janitārā matīnām ldquogenitori dei pensieri delle preghiererdquo sembrerebbe per lrsquoappunto riferirsi letteralmente alla procreazione e quindi figurativamente alla creazione di (presumibilmente singoli specifici) pensieri e preghiere da parte di Indra e Visnu

24 Nella sua monografia sui sintagmi apposizionali indoeuropei Bauer (2017 111) chia-ma questa connotazione ldquonot genetic but rather ldquocollectiverdquordquo ma per il resto la sua interpre-tazione coincide perfettamente con quanto sostenuto da Watkins e in questo lavoro ldquoreferen-ce is made to the father who takes care of those who depend on him the lsquofatherrsquo as the lsquomaster ofrsquordquo Non condivido invece lrsquoopinione di Bauer (2017 225 230-231) per cui le tradizioni indo-europee supporterebbero la cronologia che Jacobsen (1976) elabora nel suo studio sulle reli-gioni mesopotamiche secondo cui il dio come [sovrano] rappresenterebbe uno stadio prece-dente al dio come [genitore] la formula ricostruita [cielo (di eacuteu -) ndash padre (ph2teacuter-)] a cui non corrisponde una formula analoga [cielo (di eacuteu -) ndash re] sembrerebbe semmai suggerire il contrario quantomeno in ambito indoeuropeo

25 Cfr lrsquoanalisi con rassegna delle attestazioni in Bauer 2017 92 101 103 112 231

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Riccardo Ginevra

Dato che varianti in cui lrsquoelemento [padre] egrave espresso per mezzo di un riflesso di pie ǵeacutenh1tor- lsquogenitore padre biologicorsquo sono attestate anche per epiteti di degravei del cielo eo divinitagrave supreme indoeuropei (Schmitt 1967 152ss) egrave necessario tuttavia notare come unrsquointerpretazione in questi termini sia inammissibile nel caso di epiteti come [padre (ph2teacuter-) ndash degli degravei e degli esseri umani]

(1) Dal punto di vista della mitologia nelle tradizioni indoeuropee degravei del cielo eo divinitagrave supreme non sono mai creatori sia delle divinitagrave che degli esseri umani per la veritagrave essi non sono quasi mai creatori neanche di una di queste categorie (cfr capp 3 e 4)

(2) Dal punto di vista del linguaggio figurato mentre lrsquouso metaforico di termini per lsquopadrersquo nel senso di lsquocreatorersquo egrave ben attestato (e ancora produttivo nella cultura occidentale) un uso metaforico di termini per lsquononnorsquo o lsquoavorsquo in questo senso non sembra essere attestato (nessuno si riferirebbe mai ad Einstein come al ldquononnordquo o ldquoavo della teoria della relativitagraverdquo) probabilmente percheacute darebbe luogo ad ambiguitagrave evidenti (sembrerebbe segnalare lrsquoesistenza di un personaggio ulteriore un interme-dio ldquopadre della teoria della relativitagraverdquo non identificabile con Einstein) Unrsquointer-pretazione lsquocreatore di tutti i mondile creaturersquo egrave quindi incompatibile con epiteti di divinitagrave supreme del tipo di scr sarva-lokabhūta‑pitāmaha‑ lsquononno di tutti i mondidi tutte le creaturersquo Dato che termini per lsquopadrersquo e lsquononno avorsquo possono essere funzionalmente equivalenti soltanto quando essi si riferiscono ad un ruolo sociale (quello di patriarca) e non ad una relazione di parentela ne risulta che in queste col-locazioni anche quando sono attestati termini per lsquopadrersquo non ci si riferisce di solito allrsquoatto di creazione di unrsquoentitagrave da parte di unrsquoaltra (metaforicamente assimilabile alla relazione di parentela espressa da lsquopadrersquo ma non lsquoavo paternorsquo) bensigrave ad un rapporto di autoritagrave di unrsquoentitagrave sullrsquoaltra (assimilabile allrsquointerno di una societagrave patriarcale alla relazione sociopolitica espressa sia da lsquopadrersquo che lsquoavo paternorsquo)

Quanto detto ovviamente non esclude che nelle tradizioni indoeuropee sia talvol-ta possibile interpretare lsquopadrersquo nel senso di lsquocreatorersquo in certi casi un certo grado di ambiguitagrave egrave inevitabile ad esempio nelle kenningar anticoinglesi discusse nella prossima sezione (eg faeligder engla ldquopadre degli angelirdquo che si potrebbe teoricamen-te intendere anche come ldquocreatore degli angelirdquo trattandosi del Dio cristiano ma cfr infra)

26 Una conferma interna al germanico i composti anticoinglesi in degfaeligder lsquopadrersquo

Come vedremo nei capitoli successivi se si tiene conto dellrsquoequivalenza funzionale dei termini per lsquoavo paternorsquo (pie pə2tr-ou-) e per lsquopadrersquo (pie ph2teacuter-) quando essi sono impiegati per riferirsi al lsquopatriarcarsquo di un clan e quindi in senso traslato a lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo su qualcosa sia le epiclesi di Odino con aisl degfǫethr che le varianti innovative in degfaethir sembrano avere evidenti corrispondenze nella fraseologia e nella mitologia di diverse altre tradizioni germaniche e indoeuropee

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Nel concludere la trattazione di questo capitolo egrave possibile intanto menzionare al-cuni importanti paralleli nella tradizione anticoinglese in cui sono attestate diverse kenningar per il Dio cristiano che sono composti e sintagmi nominali con (deg)faeligder lsquopadrersquo (pgerm fader-) i quali da un lato costituiscono i piugrave stretti paralleli se-mantici interni al germanico per i composti in aisl degfǫethr (cfr eg i capp 4 e 5) e dallrsquoaltro supportano unrsquointerpretazione di questi ultimi nel senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su qualcosa)rsquo

Un composto di questo genere aing wuldor‑faeligder lsquopadre della gloriarsquo egrave attestato giagrave nellrsquoInno alla Creazione di Caeligdmon il primo poeta inglese di cui conosciamo lrsquoidentitagrave

Caeligdmon Inno alla Creazione (versione in sassone occidentale) 1-4Nu sculon herigean | heofonrices weard meotodes meahte | and his modgethornanc weorc wuldor-faeligder | swa he wundra gehwaeligs ece drihten | or onstealdeldquoOra dobbiamo lodare | il guardiano del regno dei cieli la potenza del Signore | e il suo consiglio lrsquoopera del padre della gloria | come egli di ogni meraviglia eterno signore | lrsquoorigine istituigraverdquo

Aing wuldor‑faeligder (uuldur-fadur nella versione in northumbrico) egrave glossato da Beda come patris gloriae nella sua traduzione di questo inno allrsquointerno della Hi-storia ecclesiastica gentis anglorum (425) Lrsquoepiteto sembra essere tradizionale in quanto attestato anche nel Menologio (147) e nel Cristo (217) In tutti questi testi composti in un contesto cristiano egrave evidente come la parola faeligder faccia riferimento alla figura trinitaria di Dio Padre e alla corrispondente fraseologia cfr il giagrave citato lat pater gloriae nelle epistole paoline (Efesini 1 17) e il corrispondente calco aisl dyacuterethar‑faethir lsquopadre della gloriarsquo (Peacutetr2Ax 19113)

Nonostante questa premessa queste kenningar per [dio cristiano] sembrano ri-flettere un sistema formulare tradizionale in antico inglese allrsquointerno di cui faeligder lsquopadrersquo occupa regolarmente la stessa posizione espressa in altre kenningar per [dio cristiano] (alcune delle quali saranno discusse nei capitoli successivi) da termini per lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su X)rsquo eg cyning lsquorersquo drihten lsquosignorersquo frēa lsquoidrsquo fruma lsquoprincipersquo

bull wuldor‑faeligder lsquopadre della gloriarsquo vs wuldor-cyning lsquore della gloriarsquo (Cristo 1022)

bull faeligder engla ldquopadre degli angelirdquo (11x) vs engla cyning ldquore degli angelirdquo (12x) ed engla drihten ldquosignore degli angelirdquo (4x)

bull faeligder mancynnes ldquopadre del genere umanordquo (9x) vs moncynnes fruma ldquoprin-cipe del genere umanordquo (2x) e moncynnes frēa ldquosignore del genere umanordquo (4x)

bull faeligder folca gehwaeligs ldquopadre di ogni popolordquo (Andreas 330) vs fruma folca ldquosignore di popolirdquo (2x)26

26 Cfr a riguardo Marquardt 1938 280 286-288 A questo gruppo si potrebbe in linea di massima accostare anche il composto aing heah‑faeligder lsquoalto padrersquo usato come epiteto del

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Riccardo Ginevra

Sebbene in contesti cristiani epiteti come faeligder engla ldquopadre degli angelirdquo e faeligder mancynnes ldquopadre del genere umanordquo potrebbero riferirsi a Dio come al lsquocrea-torersquo (lsquopadrersquo metaforico) di angeli e esseri umani i paralleli citati dimostrano che il termine faeligder lsquopadrersquo nelle kenningar anticoinglesi per [dio cristiano] era funzio-nalmente equivalente a eg cyning lsquorersquo e drihten lsquosignorersquo e quindi impiegato con la stessa accezione lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su X)rsquo discussa supra con tutta probabilitagrave unrsquoereditagrave del linguaggio poetico indoeuropeo

Il fatto che aisl degfǫethr e faethir e aing faeligder lsquopadrersquo siano impiegati con lo stes-so significato traslato sia nelle kenningar norrene per il [dio supremo] Odino che in quelle anglosassoni per il [dio cristiano] egrave difficilmente da ricondurre allrsquoin-fluenza di una tradizione germanica sullrsquoaltra neacute tantomeno si puograve addebitare al comune influsso da parte della tradizione cristiana Al contrario una comune origine nellrsquoambito del paganesimo germanico egrave supportata dal fatto che le kenningar anti-coinglesi per [dio cristiano] con base (deg)faeligder ricorrano raramente nella poesia an-glosassone e siano sicuramente molto meno frequenti eg di quelle con base [capo re] (Marquardt 1938 267) Analoga egrave la situazione del norreno in cui le kenningar per [dio cristiano] come allra faethir ldquopadre di tuttordquo sono attestate molto di rado possibilmente questo tipo di fraseologia veniva evitata dagli autori cristiani proprio a causa delle sue associazioni pagane (Meissner 1921 371) Lungi dallrsquoacquisire vi-talitagrave e produttivitagrave dal contatto con la cultura cristiana questo genere di kenningar ha quindi tutta lrsquoaria di essere un arcaismo di origine precristiana sia in norreno che in antico inglese

Dio cristiano in Conf 4 17 il quale sembrerebbe essere equivalente a kenningar per [dio cri-stiano] come eg hēah hordes weard ldquoalto custode del tesoro (= [re])rdquo (Ordine del mondo 39 a maggior ragione se si considera che in questo passo [heah] hordes weard si trova in variazio-ne con faeligder [aeliglmihtig] cfr Marquardt 1938 261) si noti tuttavia che aing heah‑faeligder nelle glosse anglosassoni traduce lat patriarcha (cfr AEligGl 2996 HyGl 2 984 AntGl 4 920) ed egrave attestato eg come epiteto di Abramo Giacobbe e Aronne Qualora si traducesse quindi il pas-so di Conf 4 17 [hellip] Ic gelife on Drihten heahfaeligder ealra thorninga wealdend and on thornone sunu and on thornone halgan gast [hellip] come ldquoio credo nel Signore patriarca che governa ogni cosa e nel Figlio e nello Spirito Santordquo questo passo attesterebbe la stessa collocazione [dio supre-mo ndash patriarca] riscontrata in diverse lingue indoeuropee Non si puograve tuttavia escludere che si tratti qui di un calco dallrsquoepiteto del Dio cristiano lat summus Pater attestato eg nei Dialo-ghi di Gregorio Magno (332) o semplicemente di una formazione estemporanea (aing heahdeg lsquoaltorsquo egrave molto produttivo come primo elemento in antico inglese)

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3 IL PATRIARCA COSMICO AL-FǪETHR E AL-FAETHIR

Iniziamo quindi lrsquoanalisi delle epiclesi di Odino in degfǫethr trattando Al‑fǫethr e Al‑faethir due formazioni il cui primo elemento egrave immediatamente identificabile con lrsquoaggetti-vo aisl allr lsquotuttorsquo Esse sono attestate inter alia in due passi dellrsquoEdda poetica in vari passaggi dellrsquoEdda in prosa di Snorri (quasi esclusivamente nel Gylf) e in un componimento dello scaldo islandese Arnoacuterr THORNoacuteretharson jarlaskaacuteld lsquopoeta dei nobilirsquo Ecco una selezione di passi

Grm 483-4

Alfǫethr Valfǫethr Atriacuteethr oc Farmatyacuterldquo(Nomi di Odino ) Alfǫethr Valfǫethr Atriacuteethr e Farmatyacuterrdquo

HH 381-4

THORNuacute vart in scoetha scass valkyria ǫtul aacutemaacutetlig at AlfǫethurldquoEri tu la nefasta strega valchiria terribile violenta presso Alfaethirrdquo

Gylf 3Gangleri hoacutef svaacute maacutel sitt lsquoHverr er œztr eetha elztr allra goetharsquo Haacuter segir lsquoSaacute heitir Alfǫethr at vaacuteru maacutelirsquoldquoGangleri cominciograve cosigrave il suo discorso laquoChi egrave il piugrave eminente o il piugrave anziano di tutti gli degraveiraquo Haacuter disse laquoQuesti si chiama Alfǫethr nella nostra linguaraquordquo

Arn THORNorfdr 1Nuacute hykk sliacuteethrhugaeths segja ndash siacuteeth leacutettir meacuter striacuteetha ndash (thornyacutetr Alfǫethur) yacutetum jarls kostu (brim hrosta)ldquoNow I mean to tell men of the excellence of the tough-minded jarl not soon [lit late] will my an-guish lighten the surf of malt [ale] of Alfaethir lt= Oacuteethinngt [poetry] roarsrdquo

Egrave interessante notare come questrsquoultimo passaggio in cui ricorre la variante re-cenziore con secondo elemento degfaethir (genitivo singolare degfǫethur) sia invece riporta-to da Snorri come occorrenza di Al‑fǫethr

Skaacuteld 2svaacute sem segir Arnoacuterr jarlaskaacuteld at hann heiti Alfǫethr ldquocome quando Arnor il poeta dei nobili dice che egli (Odino) si chiama Alfǫethr [segue la strofa

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Riccardo Ginevra

supra]rdquo

Questo passo attesta in maniera evidente la confusione giagrave osservata supra (cap 2) tra aisl degfǫethr (pie pə2trou- lsquoavo paternorsquo) e faethir (ph2teacuter- lsquopadrersquo)

31 Aisl Al-fǫethr lsquopatriarca di tuttorsquo quindi lsquocolui che ha autoritagrave su tuttorsquo

Aisl Al‑fǫethr egrave un composto endocentrico determinativo (scr tatpuruṣa‑) dello stesso tipo di got Ala-reiks lsquosovrano di tuttorsquo (latinizzato Ala-ricus) e aisl Al-rekr lsquocapo di tuttorsquo27 Va notato che in realtagrave nel lessico nordico il primo elemento aldeg ricorre piugrave spesso in composti endocentrici attributivi (scr karmadhāraya‑) con il significato intensivo di lsquocompletamente (X)rsquo cfr eg lrsquoeddico al-gullinn lsquotutto completamente doratorsquo (Hym 86 Skm 192) i composti di questo tipo tuttavia non presentano di solito come secondo elemento sostantivi come degfǫethr bensigrave soltanto aggettivi o ag-gettivi sostantivati Per quanto riguarda aisl Al‑faethir esso egrave chiaramente come anti-cipato supra un rimodellamento con sostituzione del secondo elemento degfǫethr ormai opaco con il trasparente degfaethir

Tra le varie proposte etimologiche che sono state avanzate per il primo elemento Aldeg (cfr la disamina in Strandberg 2009 102-107) la piugrave plausibile rimane lrsquointerpretazione tradizionale che lo identifica con il frequente prefisso aisl aldeg lsquotutto ciascunorsquo riflesso di pgerm aladeg lsquoidrsquo (got aladeg aing aeligldeg aat as aladeg) un prefissoide che si puograve considerare quantomeno sul piano sincronico una variante in composizione dellrsquoaggettivo pgerm alla- lsquotutto ciascunorsquo (got alls aisl allr aing eal[l] aat as al[l]) bencheacute il rapporto tra le due varianti sul piano etimologico non sia ben chiaro si tratta con tutta probabilitagrave di due formazioni di origine diversa rispettivamente pie h2eol-o- e h2eol-no- due derivati nominali della radice h2el- lsquonutrire far crescerersquo (LIV2 262) attestata inter alia da lat alere lsquonutrire allevarersquo airl degail lsquonutre allevarsquo got alan lsquocrescerersquo (con significato dal medio) e aisl ala lsquoallevare partorirersquo egrave stata tuttavia proposta anche unrsquounica origine della variante prefissata a partire da pgerm alla- con semplificazione della geminata in composizione (EWA sv al con bibliografia)

In quanto composto endocentrico determinativo con un secondo elemento che riflette pie pə2tr-ou- lsquoavo paternorsquo il significato atteso per aisl Al‑fǫethr sulla base dellrsquoetimologia sarebbe lsquoavo paterno di tuttorsquo il rimodellamento Al‑faethir lsquopadre di tuttorsquo attesta tuttavia che quantomeno sincronicamente lrsquoelemento degfǫethr era inteso come funzionalmente equivalente al termine faethir lsquopadrersquo Lrsquoassociazione egrave

27 Aisl Al-rekr egrave talvolta analizzato come prestito (cfr eg de Vries 1962 sv Alrekr) ma questa analisi egrave superflua il secondo elemento degrekr lsquocaporsquo qualunque sia la sua origine (cfr de Vries 1962 sv rekr) era molto produttivo nellrsquoantroponimia e ricorre in diverse for-mazioni onomastiche con vari primi elementi

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

testimoniata anche dalla glossa che Snorri dagrave dellrsquoepiteto

Gylf 9Ok fyrir thornviacute maacute hann heita Alfǫethr at hann er faethir allra goethanna ok manna ok alls thorness er af honum ok hans krapti var fullgertldquoE perciograve egli puograve ben chiamarsi Alfǫethr poicheacute egli egrave padre di tutti gli degravei e gli esseri umani e di tutto quello che da lui e dalla sua potenza fu portato a compimentordquo

Snorri sembra interpretare Alfǫethr come lsquopadre di tuttorsquo il che potrebbe attestare uno slittamento semantico per degfǫethr da lsquoavo paternorsquo a lsquopadrersquo passando per la co-mune accezione sociopolitica lsquopatriarcarsquo che entrambi i termini potevano assumere lrsquoipotesi piugrave probabile tuttavia egrave che il significato originario di questo termine non fosse piugrave chiaro allrsquoerudito (il quale lo conosceva unicamente dalla lingua poetica) proprio come non lo egrave per noi anzi a giudicare dal passo di Skaacuteld 2 citato supra (in cui egli scambia la forma degfǫethur genitivo singolare di faethir per una forma di fǫethr) sembra addirittura che a Snorri non fosse neanche ben chiaro il paradigma Egrave in ogni caso irrilevante ai fini della nostra analisi se il significato letterale del termine fǫethr fosse lsquoavo paternorsquo o lsquopadrersquo dato che come visto supra in composti di questo genere tali vocaboli non vanno intesi letteralmente ma con un significato traslato lsquoquello che ha autoritagrave controllo (su X)rsquo sviluppatosi a partire dalla funzione sociopolitica di lsquopatriarcarsquo Lrsquoepiteto Al‑fǫethr non si riferisce quindi a Odino in quanto lsquoavo paterno biologico di tuttorsquo (denominazione che non avrebbe infatti paralleli nella mitologia scandinava come notato eg in Strandberg 2009 103) bensigrave come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tuttorsquo un vero e proprio lsquopatriarcarsquo o pater familias cosmico

Ciograve corrisponde da vicino al modo in cui Snorri e i testi mitologici scandinavi ritraggono il dio supremo Odino egrave considerato il padre di molti degravei (secondo AacuteH 1 di ben 17)28 ma non di tutti eg non dei Vanir la stirpe divina che si oppone agli AEligsir (la stirpe di Odino) nella prima guerra cosmica narrata in Vsp 21ss Egli parte-cipa insieme ai suoi fratelli alla creazione del cosmo la quale egrave tuttavia presentata in Vsp 3ss come unrsquoopera quasi artigianale di costruzione e non come la generazione biologica di diverse divinitagrave (come invece nella mitologia greca cfr infra) basti pensare che non egrave una nascita bensigrave lrsquouccisione del gigante Ymir ad opera di Odino e dei suoi fratelli a dare inizio al cosmo che conosciamo come narrato da Snorri in Gylf 729 Sebbene Odino non sia in alcun modo caratterizzato come il padre biolo-gico o lrsquounico creatore del cosmo egli egrave colui che ha la suprema autoritagrave su di esso ed egrave a questo ruolo di patriarca cosmico che devono riferirsi le epiclesi che abbiamo

28 Precisamente di Baldr Meili Viacuteetharr Nepr Vaacuteli Aacuteli THORNoacuterr Hildolfr Hermoacuteethr Sigi Skjǫldr Ingvifreyr Iacutetreksjoacuteeth Heimdallr Saeligmingr Hǫethr e Bragi

29 Cfr Lincoln 1975 per possibili paralleli indoeuropei per questo mito

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Riccardo Ginevra

visto30

32 Paralleli germanici kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano

In ambito germanico lrsquoepiteto di Odino aisl Al‑fǫethr lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo su tuttorsquo non ha paralleli etimologici esatti Sul piano semantico esso si puograve tuttavia confrontare da vicino con aing al-walda lsquocolui che regge tuttorsquo una kenning per il Dio cristiano frequente nella poesia anglosassone (cfr Marquardt 1938 275) cfr eg Beo 955-956 Alwalda thorneċ gōde forġylde swā hē nū ġȳt dyde ldquolrsquoonnipossente ti compensi di beni come ha appena fattordquo Si tratta di un composto di aldeg lsquotuttorsquo ( aisl aldeg) e degwalda lsquoche ha il controllorsquo (pgerm degwald-an- aisl degvald-i as degwald-o aat degwalt-o) questrsquoultimo egrave quantomeno sincronicamente da interpretare come un derivato agentivo del verbo forte aing wealda lsquoreggere controllare governarersquo (pgerm wald-a- got waldan aisl valda aat waltan Seebold 1970 536-537) In realtagrave da un punto di vista diacronico degwalda potrebbe rappresentare anche un derivato del sostantivo neutro weald lsquopotere governorsquo (pgerm wald-a- aisl vald as gi-wald aat gi-walt) con la flessione debole del secondo elemento tipica dei composti possessivi (cfr eg aisl Gullin-tann-i lsquocolui che ha denti doratirsquo)31 in questo caso al-walda sarebbe lsquocolui che ha potere su tuttorsquo oppure lsquocolui che ha tutto il poterersquo Essendo tuttavia degwalda attestato principalmente come secondo elemento allrsquointerno di formazioni interpretabili come composti verbal government (eg Breoten-walda- lsquocolui che regge la Britanniarsquo o burh-walda- lsquocolui che regge la cittagraversquo) egrave probabile che esso vada inteso almeno sincronicamente come un agentivo

A questo epiteto corrispondono da vicino diverse kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano con base (deg)w(e)aldend lsquoreggitorersquo eg ealles wealdend ldquoreggitore di tuttordquo (3x) ealles waldend middangeardes and maeliggenthornrymmes ldquoreggitore di tutto della terra di mezzo e del cielordquo (Cristo 556) ealra ān‑waldend eorthornan ond heo-

30 Qualora la glossa che Snorri dagrave di Alfǫethr come ldquopadre di tutti gli degravei e gli esseri uma-ni e di tutto quello che da lui e dalla sua potenza fu portato a compimentordquo facesse riferimen-to ad un qualche ruolo di creatore per il dio Odino essa non rispecchierebbe quindi materiale tradizionale scandinavo ma sarebbe piuttosto da ricondurre allrsquoinfluenza della cultura cristia-na del mitografo

31 Aisl Gullintanni epiteto del dio Heimdallr (Gylf 27) egrave un composto possessivo il cui secondo elemento degtann-i (tanthorn‑an-) corrisponde al sost aisl tǫnn lsquodentersquo (pgerm tanthorn‑tand‑tunthorn‑ lsquodentersquo cfr got tunthornus aing tōthorntond Casaretto 2004 444) Il significato di Gul-lin-tanni egrave quindi lsquoquello che ha i denti doratirsquo ed egrave cosigrave inteso da Snorri (Gylf 27 tennr hans vaacuteru af gulli) Dato che aisl tǫnn lsquodentersquo rif lette pie h1d-ont--n t- lsquoidrsquo (lat dens gr ὀδούς ved dat-) e che la famiglia germanica di aisl gullinn (pgerm gulthorn‑īna‑) egrave imparentata con ved hiacuteraṇya‑ lsquometallo prezioso ororsquo (essendo entrambi da ricondurre in ultima analisi a una radice ǵhel[h3]- EWAia sv hiacuteraṇya‑) la collocazione [dente (pie h1d-ont--n t-) ndash dorato] che soggiace a Gullin-tanni ha uno stretto parallelo in ved hiacuteraṇya‑dat- lsquoquello con ili dentei drsquoororsquo epiteto di Agni nel RV (523a) che si riferisce allo splendore delle fiamme del dio del fuoco

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

fones ldquounico reggitore di tutto terra e cielordquo (Incantesimo IV 4) e varie altre (cfr Marquardt 1938 275ss)32 Queste formazioni cosigrave come le formazioni germaniche analoghe got all-waldands aisl alls-valdandi as alo-waldand e aat ala-walten-ti possono essere interpretate come calchi semantici del sintagma lat omnipotens Deus con poco valore dal punto di vista ricostruttivo (cfr Casaretto 2004 441 con letteratura) Questa conclusione per quanto verosimile va tuttavia ridiscussa alla luce di due considerazioni

(1) Una collocazione [capo re ndash di tutto] soggiace a numerose kenningar an-ticoinglesi per il Dio cristiano33 allrsquointerno sia di queste che di altre kenningar per Dio aing w(e)aldend egrave funzionalmente equivalente a vocaboli per [capo re] come dryhten e frēa

bull frēa ealra gesceafta ldquosignore di tutte le creaturerdquo (Cristo 924s) vs dryhten ond waldend ealra gesceafta ldquosignore e reggitore di tutte le creaturerdquo (Daniel 760-761) e onwealda ealra gesceafta ldquounico reggitore di tutte le creaturerdquo (Guthlac 638)

bull sigora drythen ldquosignore delle vittorierdquo (3x) e sigora frēa ldquosignore delle vit-torierdquo (6x Marquardt 1938 288-289) vs sigora waldend ldquoreggitore delle vittorierdquo (18x)

Aing w(e)aldend egrave funzionamente equivalente a questi termini anche nelle ken-ningar per [capo re] il che dimostra come questa corrispondenza non sia da adde-bitare allrsquoinfluenza cristiana

bull gumena dryhten ldquosignore di esseri umanirdquo (Beo 1824) e frēa lēoda ldquoidrdquo (Genesi 2098) vs waldend werthornēoda ldquoreggitore di esseri umanirdquo (Cristo 714) e haeligleetha waldend ldquoidrdquo (Genesi 2139)

Sembra quindi ragionevole affermare che sebbene aing al-walda lsquoreggitore di tuttorsquo possa indubbiamente riflettere un calco da lat omni‑potens esso egrave indistingu-ibile da ciograve che sarebbe stato generato genuinamente ed indipendentemente dallrsquoin-flusso latinocristiano allrsquointerno del sistema sincronico delle kenningar anticoin-glesi Il composto riflette infatti una collocazione ben attestata [capo re (dryhten frēa waldend etc) ndash di tutto] che egrave produttiva in antico inglese in riferimento al [dio cristiano] e che potrebbe essere il risultato del reimpiego cristiano di una kenning analoga per il [dio supremo] pagano

(2) In supporto di questrsquoultima ipotesi si puograve menzionare la corrispondenza perfetta tra lrsquoepiteto aing al-walda e il nome di un personaggio mitologico maschile scandinavo (e quindi decisamente non di origine cristiana) aisl Ǫl‑valdi o All-valdi lsquocolui che regge tuttorsquo nome di un lsquogigantersquo (jǫtunn) menzionato esclusivamente

32 Per unrsquoanalisi in ottica comparativa e cognitiva del merismo [cielo e terra] usato per riferirsi al cosmo nella sua totalitagrave e della sua variante [cielo e terra e mare] cfr Gine-vra in stampa

33 Marquardt (1938 288) nota invece come le kenningar che si riferiscono al Dio cristiano come al [creatore ndash di tutto] siano piugrave rare

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Riccardo Ginevra

come padre del gigante THORNjazi e dei suoi due fratelli Mentre in All-valdi (Hbl 194) il primo elemento egrave stato rimodellato sullrsquoaggettivo aisl allr la variante Ǫl‑valdi (Skaacuteld g56) presenta un riflesso del prefisso pgerm aladeg che ha subito giagrave anticamente w-Umlaut questa variante piugrave arcaica e aing al-walda possono quindi essere ricondotti a uno stesso composto pgerm ala-waldan- Il fatto che le fonti nordiche non dicano molto sul personaggio di nome Ǫl-All-valdi impedisce di connetterlo a Odino o di identificarlo come un [dio supremo] ciononostante lrsquoantichitagrave di Ǫl-valdi e la sua perfetta corrispondenza sul piano formale con aing al-walda supporta unrsquoorigine precristiana per questrsquoultima formazione Ad una conclusione simile ma sulla base di considerazioni diverse arriva Carr (1939 57) il quale nota come aisl all-valdr e aat al-walto vengano anche impiegati in riferimento a sovrani mortali (rispettivamente nella poesia nordica sia eddica che scaldica e nellrsquoanticoaltotedesco Taziano) e come aing al-walda sia attestato unicamente in testi poetici mentre al contrario aisl alls-valdendi e aat alawaltenti sono usati unicamente nelle fonti cristiane per riferirsi a Dio e aing eal-wealdend egrave attestato sia nella poesia che nella prosa sulla base di questi dati Carr ipotizza quindi che i composti del tipo di aing al-walda e aisl all-valdr riflettano un composto pgerm al(l)a-walda(n)- di origine precristiana mentre formazioni participiali come aisl alls-valdandi e aing eal-wealdend sarebbero sorte per influenza del participio lat omni‑potens Questa analisi egrave plausibile ma come notato supra il participio aing waldend egrave attestato anche come base di kenningar per [capo re] le quali sono difficilmente da connettere al composto latino egrave quindi impossibile escludere che anche le formazioni del tipo di aing eal-wealdend abbiano avuto origine prima dellrsquoavvento della fede cristiana

Come si egrave visto nel capitolo precedente nelle kenningar che si riferiscono al Dio cristiano aing faeligder lsquopadrersquo egrave impiegato nella stessa posizione di termini per [capo re] tra cui anche waldend

bull waldend frymetha ldquoreggitore delle originirdquo vs faeligder frymetha gehwaeligs ldquopadre di ogni originerdquo

bull frēa frumsceafta ldquosignore delle creazionirdquo vs faeligder frumsceafta ldquopadre delle creazionirdquo

Sulla base del sistema produttivo delle kenningar anglosassoni sarebbe quindi piugrave che ragionevole attendersi accanto alla frequente collocazione [capo re (dryhten frēa waldend etc) ndash di tutto] per [dio cristiano] almeno unrsquoattestazione di un composto al‑faeligder lsquopadre di tuttorsquo o di una collocazione ealles faeligder ldquoidrdquo per Dio etimologicamente e semanticamente corrispondenti ad aisl Al‑faethir e Al‑fǫethr ciograve tuttavia non accade mai La mancata attestazione di questa collocazione in antico inglese potrebbe essere da addebitare alle associazioni pagane che questa formula avrebbe potuto richiamare qualora essa fosse stata reimpiegata in ambito cristiano

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

33 Paralleli indoeuropei il patriarca cosmico in celtico greco la-tino e indoario

Al di fuori dellrsquoambito germanico egrave possibile individuare diversi paralleli per aisl Al‑fǫethr e Al‑faethir in celtico greco latino e indoario alcuni dei quali consentono di ricostruire una collocazione indoeuropea [patriarca (pie ph2teacuter- pə2trou-) ndash di tuttotutti gli animati intelligenti]

(1) Airl Oll-athair lsquogrande padrersquoIn ambito celtico aisl Al‑faethir e Al‑fǫethr sono stati spesso accostati ad airl Oll-athair lsquogrande padrersquo34 un epiteto del dio supremo Dagda (o Eochaid) il cui secondo elemento continua pcelt fatīr lsquopadrersquo riflesso di pie ph2teacuter- lsquoidrsquo Anche in questo composto celtico la parola per lsquopadrersquo non va intesa letteralmente come lsquogenitore biologicorsquo bensigrave con un significato lsquopatriarcarsquo e quindi in senso traslato lsquoquello che ha autoritagrave controllorsquo come attestato eg dal testo seguente

Tochmarc Eacutetaiacutene 1Bai ri amra for Eirinn do Thuathaib De a chenel Eochaid Ollathar a ainm Ainm n-aill do dano an Dagda ar ba heacute dognith na firta amp conmidhedh na sina amp na toirthe doib Ba head asbeirdis combo deacute asberthe Dagda frisldquoThere was a famous king of Ireland from the race of the god-peoples named Eochaid Great-Fa-ther He was also called the Dagda [the lsquoGood Godrsquo] for it was he who used to work wonders for them and control the weather and the crops As a result of which men said he was called the Dagdardquo (Williams 2016 87)

Egrave possibile dividere questo passaggio in due parti che introducono rispettivamente i nomi Eochaid Ollathair e Dagda i quali si riferiscono ovviamente allo stesso per-sonaggio Mentre nella seconda parte lrsquoautore sente di dover motivare il nome Dag-da lsquoBuon diorsquo come conseguenza dei miracoli che questa figura compiva e che assi-curavano buon tempo atmosferico e buoni raccolti ai suoi sudditi nella prima parte il ruolo di ri amra for Eirinn ldquosovrano famoso su (tutta) lrsquoIrlandardquo sembra essere sufficiente a far si che lrsquoepiteto Oll-athair lsquogrande padrersquo non necessiti di alcuna spiegazione suggerendo unrsquoequivalenza funzionale tra airl riacute lsquore sovranorsquo e degathair lsquopadrersquo in questo contesto e supportando unrsquointerpretazione di Oll-athair lsquogrande padrersquo in termini non biologici bensigrave sociopolitici Ciograve presenta naturalmente una forte corrispondenza con quanto vista supra eg per quanto riguarda lrsquoequivalenza funzionale tra aing (deg)fœder lsquopadrersquo e (deg)walda lsquocolui che regge reggitorersquo nelle kenningar per il [dio cristiano]

Nonostante questo stretto parallelo egrave necessario puntualizzare che contrariamente

34 Cfr eg de Vries 1956-57 II845 Watkins 1995 8 rif lessi di una comune influenza da parte del mondo latinocristiano secondo Williams 2016 87 n 49

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Riccardo Ginevra

a quanto talvolta suggerito nella letteratura secondaria (cfr eg de Vries 1962 svv Al‑fǫethr allr) il primo elemento airl olldeg lsquograndersquo non corrisponde etimologicamente o semanticamente ad aisl aldeg lsquotuttorsquo bensigrave riflette pcelt fol-no- lsquograndersquo e pie pol(h1)-no- (con scomparsa della laringale per Effetto di Saussure) un derivato della radice pelh1- lsquoriempirersquo (pleh1- in LIV2 482-483) attestata eg da gr πολύς lsquomoltorsquo e pgerm felu- lsquoidrsquo (cfr Matasović 2009 136-137 Zair 2012 245-246) Dato che airl olldeg lsquograndersquo non egrave neacute imparentato neacute un sinonimo di aisl aldeg lsquotuttorsquo airl Oll-athair non riflette la stessa collocazione [patriarca (pə2trou- ph2teacuter-) ndash di tutto] di aisl Al‑fǫethr e Al-faethir (pace eg Olmsted 1994 39) Ciononostante egrave possibile notare come anche nelle iscrizioni di etagrave romana ai teonimi con primo elemento celtico Ollodeg sembrerebbero corrispondere teonimi in germanico Aladeg cfr i nomi delle Matronae celtiche Ollogabiae vs le germaniche Alagabiae (Scheungra-ber in stampa svv)

Si noti infine che come notato da Watkins (1995 8) essendo airl degda lsquodiorsquo in Dag-da un riflesso di pie deiu-oacute- lsquoceleste diorsquo (lat deus lsquodiorsquo ved devaacute‑ lsquoidrsquo aisl tiacutevar lsquoid [plurale]rsquo) derivato vrddhi di dieacuteu- lsquocielorsquo i secondi elementi di airl Dag-da Oll-athair (degda e degathair) possono essere analizzati come riflessi della collocazione indoeuropea [cielo (dieacuteu-) ndash padre (ph2teacuter-)] (trattata supra cap 2 e infra cap 4) lrsquoantico irlandese si aggiungerebbe in questo caso alle tradizioni indoeuropee che supportano unrsquointerpretazione di ph2teacuter- lsquopadrersquo come lsquopatriarcarsquo allrsquointerno di questa formula ricostruita35

(2) Om πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε e lat pater deum hominumqueIn area mediterranea aisl Alfǫethr ha una forte corrispondenza con la formula om πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo e con lrsquoespressione lat pater deum hominumque ldquopadre di degravei ed esseri umanirdquo Il parallelo risulta evidente alla luce di unrsquoanalisi comparativa della glossa che Snorri dagrave di Alfǫethr [hellip] faethir allra goethanna ok manna ok alls thorness er af honum ok hans krapti var fullgert [hellip] ldquopadre di tutti degravei e esseri umani e di tutto quello che da lui e dalla sua potenza fu portato a compimentordquo

In questa glossa lrsquoespressione allra goethanna ok manna ldquodi tutti gli degravei e gli esseri umanirdquo riflette una collocazione fraseologica [degravei e esseri umani] che egrave un merismo ereditato riferito a [tutti gli animati intelligenti]

35 Si noti che airl Dag-da lsquobuon diorsquo come nome di una divinitagrave che controlla il tempo atmosferico presenta un chiaro parallelo semantico e (parzialmente) etimologico in gr εὐδία lsquobel temporsquo e asl dьždь lsquopioggia tempestarsquo (Daniel Koumllligan c p) due vocaboli che vanno ricondotti in ultima analisi a composti pie h1su-diu - lsquo(che ha) buon cielorsquo (ved su-diacutev- lsquoche porta un bel giornorsquo cfr Beekes 2010 sv εὐδία) e dus-diu - lsquo(che ha) cattivo cielorsquo (cfr Der-ksen 2008 sv)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Ls 555-6

thorneim er raeliggir heacuter goeth oumlll ok gumaldquoa quello che qui tormenta degravei tutti e esseri umanirdquo

Gylf 21hann er sterkastr allra guethanna ok manna ldquoegli egrave il piugrave forte di tutti gli degravei e gli esseri umanirdquo

Al contrario presso Snorri alls thorness er af honum ok hans krapti var fullgert ldquotutto quello che da lui e dalla sua potenza fu portato a compimentordquo sta evidentemente a indicare [tutti i non animati intelligenti] cioegrave tutti gli animali (concettualizzati come esseri viventi non dotati di intelligenza) e gli oggetti inanimati [tutti gli animati intelligenti e tutti i non animati intelligenti] egrave a sua volta un cosid-detto sintagma quantificatore del tipo [A + non A] funzionalmente equivalente al quantificatore [tutto] (Watkins 1995 43 cfr lat morbos visos invisosque ldquomalattie viste e non visterdquo cioegrave ldquotutte le malattierdquo)36 Alla definizione che Snorri dagrave di Alfǫethr soggiace quindi una collocazione [padre (aisl faethir pie ph2teacuter-) ndash di [tutti gli animati intelligenti e tutti i non animati intelligenti]] la quale riflette in ul-tima analisi la stessa collocazione [patriarca (pə2trou- ph2teacuter-) ndash di tutto] che soggiace ad aisl Al‑fǫethr e Al-faethir

In greco il merismo norreno [degravei ndash e esseri umani] ha un parallelo esatto eg nella espressione formulare omerica ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquodi uomini e degraveirdquo (25x nellrsquoepica arcaica senza contare le varianti con diversa configurazione sintattica e metrica) un altro merismo per [tutti gli animati intelligenti] che ricorre quasi esclusivamente allrsquointerno della formula πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo (23x) epiteto esclusivo del dio supremo Zeus

HAp 336-337Τιτῆνές [hellip] [hellip] τῶν ἐξ ἄνδρες τε θεοί τεldquoTitani da cui (provengono) uomini e degraveirdquo

Hes Th 220αἵ τrsquo ἀνδρῶν τε θεῶν τε παραιβασίας ἐφέπουσινldquo(le Furie) che perseguitano le trasgressioni di uomini e degraveirdquo

Hes Th 642δὴ τότε τοῖς μετέειπε πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τεldquoallora il padre di uomini e degravei parlograve in mezzo a lorordquo

Infine lo stesso merismo [degravei ndash e esseri umani] per [tutti gli animati

36 Come mi fa notare uno dei revisori si tratta di una figura comune anche nelle lingue semitiche (cf Mayer 1989) e possibilmente universale

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Riccardo Ginevra

intelligenti] egrave attestato anche in latino non solo allrsquointerno dellrsquoesclamazione tradizionale pro deum atque hominum fidem ldquoper la fede di degravei e esseri umanirdquo (Plaut Ter Cic)37 bensigrave anche allrsquointerno di epiteti tradizionali del dio supremo Giove come lat patrem divumque hominumque (Enn Ann F124 apud Cic Nat D 2314)38 patrem deum hominumque (Liv 86) e pater deum hominumque (Liv 112)

Verg Aen 1229-230o qui res hominumque deumque aeternis regis imperiis et fulmine terresldquoO tu che le cose degli esseri umani e degli degravei con eterno impero reggi e che spaventi col fulminerdquo

Liv 112at tu pater deum hominumque hinc saltem arce hostes deme terrorem Romanis fugamque foedam sisteldquoMa tu padre di degravei e esseri umani trattieni i nemici da questo passo libera i Romani dal terrore e arresta la loro fuga vergognosardquo

Come ripetuto piugrave volte supra gr πατήρ e lat pater (pie ph2teacuter-) in questi pas-saggi sono chiaramente da intendere nel senso di lsquopatriarcarsquo non lsquopadre biologicorsquo Sia lrsquoepiteto omerico di Zeus πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo che lrsquoepiteto latino di Giove pater deum hominumque ldquopadre di degravei ed esseri uma-nirdquo riflettono quindi una stessa collocazione [patriarca (pie ph2teacuter-) ndash di tutti gli animati intelligenti] la quale si sovrappone quantomeno parzialmente con la glossa che Snorri dagrave di aisl Alfǫethr ovvero [padre (aisl faethir pie ph2teacuter-) ndash di [tutti gli animati intelligenti e tutti i non animati intelligenti]] e quindi con la collocazione [patriarca (pə2trou- ph2teacuter-) ndash di tutto] che soggiace ad aisl Al‑fǫethr e Al-faethir

Egrave ipotizzabile che tutte queste espressioni riflettano un unico motivo fraseologico [patriarca (pie ph2teacuter- pə2trou-) ndash di tuttotutti gli animati intelligenti] dato che egrave evidente come sia nel mito nordico che nella letteratura classica il dio supremo sia concettualizzato come il patriarca di un [tutto] cosmico lrsquounica dif-ferenza sta nel limitarsi ad esprimere questo [tutto] facendo riferimento soltanto a tutti gli esseri animati dotati di intelligenza (espressi dal merismo [degravei e esseri umani]) o nellrsquoincludere anche bestie e oggetti inanimati

Naturalmente la corrispondenza tra lrsquoepiteto di Odino Al‑faethir lsquopadre di tuttorsquo e lrsquoepiclesi di Zeus πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo egrave stata notata da tempo cosigrave come il parallelo con la collocazione [cielo (dieacuteu-) ndash padre (ph2teacuter-)]

37 Per ulteriori paralleli per questa collocazione in vedico e avestico cfr West 2007 100

38 Glossato dallo stesso Cicerone come dominatorem rerum et omnia motu regentem cfr anche Enn Ann 175 580 Verg Aen 165 2648

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(cfr la rassegna in West 2007 170-171) Egrave quindi importante notare come proprio come il nordico Odino nella mitologia greca il dio Zeus non sia solitamente uno dei creatori del cosmo ruolo che nella Teogonia esiodea egrave peraltro reso superfluo dal fat-to che le stirpi divine sono generate tramite riproduzione (sessuata o meno cfr eg la Terra che produce autonomamente il Cielo in Hes Th 125ss)39 Come il dio supre-mo scandinavo Zeus non egrave neanche il padre della maggior parte degli degravei anzi non egrave nemmeno tra gli degravei piugrave anziani essendo al contrario il piugrave giovane figlio del titano Crono a sua volta il piugrave giovane figlio della Terra e dello sposo (e figlio) di questa il Cielo Zeus assume il ruolo di divinitagrave suprema del cosmo solo una volta sconfitto il padre Crono e cioegrave molto dopo che il cosmo e gli altri degravei sono venuti ad essere (cfr Nesselrath 2014 37) Ciograve supporta quanto sostenuto finora riguardo questo tipo di collocazioni esse non si riferiscono al dio supremo come al lsquopadre biologicorsquo o al lsquocreatorersquo del cosmo bensigrave come al lsquopatriarcarsquo o lsquocapofamigliarsquo dellrsquouniverso lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo su tutte le creature (animate intelligenti e non)

(3) Scr sarvaloka-pitāmaha- e sarvabhūta-pitāmaha-In ambito indoario infine un parallelo esatto per aisl Al‑fǫethr si ha eg nel giagrave citato epiteto sanscrito del dio supremo Brahma sarvaloka‑pitāmaha‑ lsquononno paterno di tutti i mondirsquo

Manusmrti 19tad aṇḍam abhavad dhaimaṃ sahasrāṃśusamaprabham tasmintilde jajntildee svayaṃ brahmā sarvaloka-pitāmahaḥldquoThat (seed) became a golden egg in brilliancy equal to the sun in that (egg) he himself was born as Brahman the grandfather of all worldsrdquo

Un altro primo elemento attestato da questo genere di epiteti del dio Brahma egrave sarvabhūtadeg lsquodi tutte le creaturersquo (eg MBh 15837) sarvabhūta‑pitāmaha‑ lsquononno di tutte le creaturersquo egrave inoltre impiegato anche come epiteto di Visnu quando questa divinitagrave egrave identificata con il dio supremo Narayana (eg MBh 15787)

Essendo scr sarva‑lokabhūtadegpitāmaha‑ lsquononno paterno di tutti i mondile crea-turersquo da intendere nellrsquoaccezione sociopolitica lsquopatriarca di tutti i mondile creaturersquo e quindi in senso traslato come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tutti i mondile creaturersquo questi epiteti presentano evidenti corrispondenze con diverse formazioni analizzate in questo capitolo

bull Da un lato sia a scr sarva‑lokabhūtadegpitāmaha‑ che ad aisl Al‑fǫethr lsquo(pa-triarca =) colui che ha autoritagrave controllo su tuttorsquo soggiace una stessa collocazione [patriarca (pie pə2trou- ph2teacuter-) ndash di tutto] la quale egrave una variante del motivo fraseologico [patriarca (pie ph2teacuter- pə2trou-) ndash di tuttotutti gli animati

39 West (2007 354) nota come la creazione come atto di un artigiano cosmico sia rite-nuta essere estranea al pensiero mitologico greco

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Riccardo Ginevra

intelligenti] che si egrave visto essere attestato anche dai testi greci e latinibull Dallrsquoaltro il senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tutti i mondi

le creaturersquo permette di comparare queste epiclesi sanscrite con diverse kenningar anticoinglesi per [dio cristiano] eg le giagrave citate frēa ealra gesceafta ldquosignore di tutte le creaturerdquo dryhten ond waldend ealra gesceafta ldquosignore e reggitore di tutte le creaturerdquo e onwealda ealra gesceafta ldquounico reggitore di tutte le creaturerdquo

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4 IL SIGNORE DEGLI ESSERI UMANI LrsquoANTENATO DEI RE

ALDA-FǪETHR HER(JA)-FǪETHR E HERJANS-FǪETHR(FAETHIR)

Passiamo adesso allrsquoanalisi di una serie di epiclesi di Odino in degfǫethr i cui primi elementi sono riconducibili a vocaboli che designano collettivitagrave di esseri umani Alda‑fǫethr (aisl ǫld lsquoetagraversquo al plurale lsquoesseri umanirsquo) Her‑fǫethr e Herja‑fǫethr (herr lsquopo-polo in armi esercitorsquo genitivo plurale herja) Questi composti ricorrono inter alia in vari componimenti dellrsquoEdda poetica e in un poema scaldico la Pesca di Thor di Bragi Boddason il vecchio Di seguito si riporta una selezione di passi

Vm 44-6

oethi thorneacuter dugi hvars thornuacute scalt Aldafǫethr orethom maeligla iotunldquoIntelletto trsquoassista ovunque Aldafǫethr rivolgerai la parola al giganterdquo

Bragi THORNoacuterr 11-4

THORNat erum syacutent at snimma sonr Aldafǫethrs vildi afls vieth uacuteri thornœfethan jarethar reist of freistaldquoIt is conveyed to me that the son [Thor] of Aldafǫethr [Odin] was determined soon to test his strength against the water-soaked earth-band [Midgard serpent]rdquo Vsp 291-4

Valethi henni Herfǫethr hringa oc men fecc spiǫll spaclig oc spaacutegandaldquoPer lei Herfǫethr scelse anelli e collane Da lui ebbe sagge parole e la verga della profeziardquo

Vsp 431-4 Goacutel um aacutesom Gullinkambi saacute vecr hǫletha at HeriafǫethrsldquoCantograve accanto agli asi Gullinkambi gli uomini desta per Herjafǫethrrdquo

Una volta trattate queste formazioni piugrave regolari verragrave discussa una possibile interpretazione per lrsquoepiclesi Herjans‑fǫethr(o degfaethir cfr infra) di significato piugrave in-certo

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Riccardo Ginevra

Hdl 21-2

Biethiom Herians fǫethur iacute hugom sitialdquoPreghiamo Herjansfǫethr(faethir) di essere benevolordquo40

Questa forma egrave spesso emendata dagli editori moderni di Hdl in Herja‑fǫethr (eg Neckel-Kuhn 1962) oppure ritenuta essere semplicemente una sua variante secon-daria (eg Strandberg 2009 109) al contrario alla fine del presente capitolo (sect45) si cercheragrave di dimostrare come la lectio attestata dai manoscritti trovi supporto in concezioni tradizionali che ricorrono in testi in norreno e in altre lingue indoeuropee

41 Alda-fǫethr lsquopatriarca degli esseri umanirsquo quindi lsquocolui che ha autoritagrave sugli esseri umanirsquo

Come gli altri composti in degfǫethr analizzati finora aisl Alda‑fǫethr egrave un composto endocentrico determinativo piugrave precisamente essendo il primo elemento aldadeg una forma di genitivo plurale la formazione egrave in realtagrave classificabile come composto casuale (ing case compound) ie come univerbazione di un sintagma nominale unrsquoanalisi supportata dal fatto che la grafia non univerbata alda fǫethr egrave attestata piugrave volte nei manoscritti (Strandberg 2009 107) Falk (1924 4) compara questo com-posto con un altro epiteto di Odino che presenta lo stesso tipo di formazione e una semantica del primo elemento analoga (cfr infra) aisl Vera-tyacuter lsquoTyr (oppure lsquodiorsquo) degli uominirsquo un composto casuale il cui primo elemento egrave il genitivo plurale di verr lsquouomorsquo

Il primo elemento aisl aldadeg egrave infatti il genitivo plurale di aisl ǫld lsquoetagrave tempo generazionersquo un riflesso di pgerm al-di- lsquoidrsquo (got alds lsquoidrsquo aing ield lsquoidrsquo cfr Casaretto 2004 496 Seebold 1970 sv al-a-) attestato anche nellrsquoaccezione lsquopo-polo esseri umanirsquo in particolare al plurale (cfr aing ilde lsquoesseri umanirsquo) eg in formule come alda synir ldquofigli degli esseri umanirdquo (Alv + cfr aing ylda bearn ldquoidrdquo in Beo 605 et al) espressioni che sembrano supportare ulteriormente unrsquoorigine del composto come univerbazione Aisl aldadeg occorre anche come primo elemento di unrsquoaltra epiclesi di Odino Alda-gautr (Bdr 22) la quale potrebbe tuttavia essere da emendare in aldinn gautr ldquovecchio gautrrdquo41 attestato come epiteto di Odino alla fine dello stesso poema (134 Dronke 1997 ad loc) Infine Alda‑fǫethr assomiglia superficialmente a un altro composto casuale aisl aldar‑faethir lsquopatriarca (biblico)rsquo il quale tuttavia egrave chiaramente una formazione indipendente42

Trattandosi di unrsquouniverbazione la sintassi interna genitivale del composto Al-

40 Questo egrave il significato non letterale sulle possibili interpretazioni di questo verso cfr von See et al 2000 ad loc

41 Sulla controversa etimologia e semantica di gautr cfr eg de Vries 1962 sv42 Cfr eg HoacutemIacutesl15 19v22 Helgom aldarfethornrom viacutegiom veacuter mustere ldquoconsacriamo un

monastero ai santi patriarchirdquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

da‑fǫethr egrave espressa in maniera esplicita Che il primo elemento aldadeg sia da interpre-tare con il significato traslato lsquodegli esseri umanirsquo e non lsquodelle etagrave dei tempirsquo risulta evidente dal confronto con formule come alda synir e con il giagrave citato epiteto di Odino Vera-tyacuter lsquoTyr (o lsquodiorsquo) degli esseri umanirsquo Il significato che possiamo dedurre dallrsquoetimologia egrave quindi lsquoavo paterno degli esseri umanirsquo tuttavia in accordo con quanto sostenuto finora riguardo ai composti in degfǫethr questa epiclesi va in realtagrave interpretata con un significato traslato lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esseri umanirsquo anche in questo caso infatti un significato letterale lsquoavo paterno degli esseri umanirsquo non avrebbe paralleli nella mitologia eddica secondo la quale Odino non genera lrsquoumanitagrave personalmente neacute tantomeno da solo egli insieme agli degravei Loacuteethurr e Hœnir crea i primi esseri umani Askr e Embla donando la vita a due pezzi di legno (precedentemente inanimati cfr Vsp 17 Gylf 9)

Al contrario che Odino venisse concepito come lsquoquello che ha autoritagrave controllo sugli esseri umanirsquo egrave unrsquoipotesi pienamente supportata non soltanto dal suo ruolo di divinitagrave suprema (cap 3) il quale doveva necessariamente includere una posizione di somma autoritagrave nei confronti dellrsquointero genere umano (cfr la glossa che Snorri dagrave dellrsquoepiteto Alfǫethr in Gylf 9 faethir allra goethanna ok manna ok alls ldquopadre di tutti gli degravei ed esseri umani e di tuttohelliprdquo) bensigrave anche dal fatto che come vedremo al dio venisse attribuito il potere di assegnare la vittoria o la sconfitta agli esseri umani in battaglia (cfr cap 5)

42 Her-fǫethr e Herja-fǫethr lsquopatriarca del popolo (in armi)rsquo quindi lsquocolui che ha autoritagrave sul popolo (in armi)rsquo

Anche aisl Her‑fǫethr e Herja‑fǫethr sono composti endocentrici determinativi ta-tpuruṣa‑ I primi elementi herdeg e herjadeg sono rispettivamente il tema puro e il geniti-vo plurale dello stesso sostantivo aisl herr lsquopopolo (in armi) esercitorsquo un riflesso di pgerm harja- lsquoidrsquo (got harjis aing afr here as aat heri lsquoidrsquo) il quale continua a sua volta un sostantivo pie kor-io- lsquoesercito guerrarsquo (lit katilderias lsquoesercito guerra battagliarsquo airl cuire lsquoesercitorsquo) che egrave verosimilmente un derivato di pie koacuter-o- lsquoesercito guerrarsquo (apers kāra‑ lsquoidrsquo lit katilderas lsquoidrsquo ma anche Hsch κόροςmiddot πλῆθος ἀνθρώπων)43 Proprio come Alda‑fǫethr Herja‑fǫethr egrave quindi da analizzare come un composto causale ie lrsquouniverbazione di un sintagma nominale (cfr la grafia non univerbata attestata piugrave volte nei manoscritti Strandberg 2009 109)44

Dal momento che Herja‑fǫethr egrave unrsquouniverbazione la sua sintassi interna genitiva-le egrave marcata in modo esplicito Her‑fǫethr egrave verosimilmente da analizzare allo stesso

43 Sulla ricostruzione di questa famiglia lessicale cfr NIL 440ss Casaretto 2004 115 ALEW sv katilderas Kaczyńska 2007

44 Strandberg (2009 108-109) propone invece unrsquoipotesi secondo cui lo hapax Her‑fǫethr (attestato solo in Vsp 29) sarebbe stato creato per analogia con gli epiteti di Odino Her-teitr e Her-tyacuter e Herja‑fǫethr sarebbe una variante condizionata metricamente di Her‑fǫethr

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Riccardo Ginevra

modo Il significato letterale che possiamo dedurre su basi etimologiche per questi composti egrave quindi lsquoavo paterno degli esercitirsquo ma per le stesse motivazioni citate supra per Alda‑fǫethr egrave evidente che essi siano in realtagrave da interpretare in senso trasla-to ovvero come lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esercitirsquo

Queste epiclesi presentano forti corrispondenze con la serie di kenningar norrene per [capo re] che riflettono una collocazione [reggitore ndash del popolo (in armi)esercito (aisl herr)] queste locuzioni ricorrono sia in forma di sintagmi nominali come herja stillir ldquoreggitore di esercitirdquo (Gethr III 42) e herja deilir ldquoidrdquo (Gunn Leif Merl I 336) che in forma di composti come her-stillir lsquoidrsquo (Kolgr Oacutel 11 Bersi Lv 13) o her-stefnir lsquoidrsquo (Oacutelhv Hryn 113 et al) Allrsquointerno di tali espressioni aisl herr egrave sempre funzionalmente equivalente a vocaboli dal significato lsquopopolo (in armi)rsquo o lsquoesercitorsquo eg folk lsquopopolo (in armi)rsquo lieth lsquopopolo schierarsquo e sǫgn lsquoschierarsquo (Meis-sner 1921 358-359) Trattandosi sempre di sostantivi collettivi che designano una pluralitagrave di [esseri umani] aisl Her‑fǫethr e Herja‑fǫethr lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esercitirsquo sono analizzabili come riflessi della stessa colloca-zione [patriarca (aisl fǫethr) ndash degli esseri umani] che soggiace ad Alda‑fǫethr unrsquoan-tica kenning per Odino in quanto [dio supremo] della religione scandinava precri-stiana Proprio lrsquointento di evitare associazioni a divinitagrave pagane potrebbe spiegare il fatto che questo genere di kenningar sia impiegato solo raramente per riferirsi al Dio cristiano (Meissner 1921 371 cfr eg Gamlkan Joacutendr 42 droacutettar faethir ldquopadre della schierardquo)

43 Paralleli in ambito germanico le kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano

Per quanto riguardo lrsquoambito germanico lrsquoantico inglese offre forti corrispondenze per le epiclesi di Odino analizzate finora Lrsquounico parallelo quasi esatto dal punto di vista etimologico per aisl Alda‑fǫethr egrave aing eald(e)‑faeligder lsquoavo paternorsquo (eg Beo 373) si tratta tuttavia di una Scheingleichung dato che eald(e)‑faeligder egrave piuttosto da interpretare come un composto attributivo (karmadhāraya‑) con primo elemento eald lsquovecchiorsquo (pgerm ald-a-) il cui significato era originariamente lsquovecchio pa-drersquo cfr aing eald-gesegen lsquovecchia leggendarsquo (eg Beo 869) o eald-sweord lsquovec-chia spadarsquo (eg Beo 1558) Aing eald(e)‑faeligder lsquoavo paternorsquo sembrerebbe quindi attestare uno sviluppo semantico analogo a quelli di fr grand‑pegravere lsquononnorsquo lette-ralmente lsquogrande-padrersquo e del giagrave citato vocabolo ved pitā‑mahaacute- lsquononno paternorsquo letteralmente lsquopadre-grandersquo (EWAia sv)

Se invece si tiene conto del significato traslato lsquo(patriarca =) quello che ha autori-tagrave controllo sugli esseri umanirsquo egrave possibile individuare forti corrispondenze per aisl Alda‑fǫethr in diverse kenningar anticoinglesi per [dio cristiano] eg ylda waldend ldquoreggitore degli esseri umanirdquo (Beo 1661) e aeliglda scyppend ldquocreatore degli esseri umanirdquo (Wanderer 85) in cui ylda o aeliglda egrave una forma di genitivo plurale di aing ield lsquoetagraversquo al plurale ylde lsquoesseri umanirsquo che corrisponde esattamente ad aisl ǫld sul

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

piano etimologico Inoltre proprio come aisl Alda‑fǫethr lsquo(patriarca =) che ha autori-tagrave controllo sugli esseri umanirsquo corrisponde parzialmente ad aisl Al‑fǫethr lsquo(patriarca =) che ha autoritagrave controllo su tuttorsquo (compresi gli esseri umani) cosigrave anche le for-mule anticoinglesi ylda waldend ldquoreggitore degli esseri umanirdquo ed aeliglda scyppend ldquocreatore degli esseri umanirdquo presentano delle controparti cosmiche ealles waldend ldquoreggitore di tuttordquo (giagrave trattata supra cap 3) ed ealra scyppend ldquocreatore di tuttordquo Uno stretto parallelo sul piano semantico si ha anche nella kenning frequente per [dio cristiano] faeligder mancynnes ldquopadre del genere umanordquo (9x) una cui interpre-tazione come ldquocreatore del genere umanordquo egrave improbabile alla luce delle kenningar isofunzionali moncynnes fruma ldquoprincipe del genere umanordquo (2x) e moncynnes frēa ldquosignore del genere umanordquo (4x)

Sul piano della semantica va notata infine la possibile corrispondenza sebbene con un cambiamento di genere tra aisl Alda‑fǫethr e il nome delle Matronae Ala-ferhui- germaniche divinitagrave femminili alle quali sono dedicate numerose iscrizioni latine provenienti dalla zona del Reno datate tra il II e il III secolo dC qualora come proposto da Gutenbrunner (1936 157ss) il primo e il secondo elemento di que-sto composto riflettessero rispettivamente pgerm ala- lsquotuttorsquo e ferhw-ija- lsquoperso-na essere umanorsquo il sintagma Matronis Alaferhuiabus si potrebbe interpretare come ldquoalle dee madri di tutti gli esseri umanirdquo con evidenti paralleli nelle Matres omnium gentium e le Matres Ollotōtae celtiche (Scheungraber in stampa sv Alaferhui-) altre analisi del teonimo sono tuttavia parimenti possibili45

Per quanto riguarda aisl Her‑fǫethr e Herja‑fǫethr essi si possono invece anzittutto comparare con quella che egrave comunemente considerata come una delle piugrave antiche attestazioni di un nome proprio germanico lrsquoiscrizione sullrsquoelmo di Negau harigasti teiva interpretata da Neckel (1933) come una dedica a un lsquodiorsquo (teiva riflesso di pgerm teiwa- e pie deiuoacute- aisl tiacutevar lsquodegraveirsquo) di nome Hari-gasti- lsquoospite del popo-lo (in armi)rsquo da identificare secondo lo studioso proprio con una variante locale del dio Odino in ragione (inter alia) della corrispondenza con i vari epiteti di Odino con primo elemento herdeg quali Her‑fǫethr (ldquoein Her-gest wuumlrde sich dieser Reihe zwan-glos einfuumlgenrdquo) noncheacute del fatto che il dio compare come lsquoospitersquo (pgerm gasti-) in vari testi norreni Lrsquoipotesi egrave affascinante ma non priva di difficoltagrave (inter alia lrsquoinattesa scomparsa della vocale tematica di harj-a- e la mancata monottongazione di -ei- in teiwa-) e altre analisi dellrsquoiscrizione sono parimenti possibili (cfr Must 1957)

Per quanto riguarda il parallelo con lrsquoantico inglese Her‑fǫethr e Herja‑fǫethr lsquo(pa-triarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esercitirsquo sono invece direttamente comparabili con due kenningar per il [dio cristiano] (1) aing herġa fruma e (2)

45 Per una rassegna delle attestazioni e degli studi a riguardo cfr Scheungraber in stampa sv Alaferhui-

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Riccardo Ginevra

faeligder folca gehwaeligs (1) Aing herġa fruma ldquoprincipe dei popoli (in armi) degli esercitirdquo (Elena 210

Cristo 844) presenta un determinante herġa lsquodegli esercitirsquo che egrave etimologicamente identico ad aisl herja trattandosi rispettivamente dei genitivi plurali di aing here lsquoesercitorsquo e aisl herr lsquoidrsquo Per quanto riguarda fruma si egrave piugrave volte visto supra come nelle kenningar anticoinglesi termini per [capo re] vengano impiegati nelle stesse posizioni occupate da faeligder lsquopadrersquo herġa fruma ldquoprincipe dei popoli (in armi)rdquo si puograve quindi analizzare come funzionalmente equivalente ad una locuzione herġa faeligder ldquopadre dei popoli (in armi)rdquo

(2) Una tale kenning non egrave attestata mentre al contrario egrave attestata lrsquoespressione semanticamente identica faeligder folca gehwaeligs ldquopadre di ogni popolo (in armi)rdquo (An-dreas 330) in cui aing faeligder lsquopadrersquo egrave ovviamente da intendere in senso traslato lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo (su X)rsquo ed egrave infatti impiegato nella stessa posizione in cui ricorre fruma lsquoprincipersquo in kenningar per [dio cristiano] come ealra folca fruma ldquoprincipe di tutti i popolirdquo (Cristo 516) ed ealles folces fruma ldquoidrdquo (Discesa allrsquoinferno 29 41) queste kenningar sono a loro volta seman-ticamente identiche alla sopracitata herġa fruma ldquoprincipe dei popoli (in armi) degli esercitirdquo

Da un lato aisl Herdeg ed Herja‑fǫethr lsquoavo paterno del popolo (in armi)rsquo presentano quindi corrispondenze molto forti con kenningar anticoinglesi per [dio cristiano] effettivamente attestate ie herġa fruma lsquoprincipe dei popoli (in armi) esercitirsquo e faeligder folca gehwaeligs ldquopadre di ogni popolordquo Dallrsquoaltro egrave evidente (cfr tab 3) come sebbene una kenning aing herġa faeligder ldquopadre dei popoli (in armi)rdquo per [dio supre-mo] analoga alle epiclesi di Odino non sia direttamente attestata essa sarebbe stata una formazione possibile sulla base della grammatica poetica anglosassone

aing ealra folca fruma fruma lsquoprincipersquo ealra folca lsquodi tutti i popolirsquoealles folces fruma fruma lsquoprincipersquo ealles folces lsquodi ogni popolorsquoherġa fruma fruma lsquoprincipersquo herġa lsquodei popoli (in armi) esercitirsquofaeligder folca gehwaeligs faeligder lsquopadrersquo folca gehwaeligs lsquodi ogni popolorsquoherġa faeligder faeligder lsquopadrersquo herġa lsquodei popoli (in armi)rsquoaisl Herja‑fǫethr degfǫethr lsquoavo paternorsquo Herjadeg lsquodei popoli (in armi) esercitirsquoHer‑fǫethr degfǫethr lsquoavo paternorsquo Herdeg lsquodei popoli (in armi) esercitirsquo

Tab 3 Kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano ed epiclesi di Odino in Her(ja)deg

Queste corrispondenze permettono di ipotizzare che agli epiteti di Odino e a diver-se kenningar anticoinglesi trattate in questo capitolo soggiaccia una collocazione fraseologica germanica comune (e quindi necessariamente precristiana) [patriarca (pgerm fader- fathornru-) ndash degli esseri umani] il riflesso di una designazione indo-europea [patriarca (pie ph2teacuter- pə2trou-) ndash degli esseri umani] per [dio supre-mo] che come vedremo nella sezione seguente trova riscontro in una delle piugrave note

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

formule ricostruite della poetica indoeuropea

44 Paralleli in ambito indoeuropeo la formula al vocativo pie dieacuteu pə2ter

In ambito indoeuropeo essendo [esseri umani] uno degli elementi che fanno parte del merismo [degravei ed esseri umani] (= [tutti gli animati intelligenti]) i compo-sti Alda‑fǫethr lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esseri umanirsquo e Her‑fǫethr e Herja‑fǫethr lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esercitirsquo presentano una corrispondenza parziale con i giagrave menzionati epiteti di Zeus πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo e di Giove pater deum hominumque ldquopadre di degravei ed esseri umanirdquo i quali come si egrave visto supra (cap 3) riflettono una stessa collocazione [patriarca (pie ph2teacuter-) ndash di tutti gli animati intelligenti (degravei ed esseri umani)] Quanto giagrave affermato per il dio Odino nel mito nordico vale anche per il mondo classico il dio Zeus non genera lrsquoumanitagrave riproducendosi biolo-gicamente nelle narrazioni mitologiche greche neacute tantomeno ne egrave il creatore anzi nella versione piugrave nota del mito antropogonico egrave il titano Prometeo cui Zeus egrave ostile a creare lrsquoumanitagrave (Apollod 145) ciononostante il dio ha potere di vita e di morte sugli esseri umani in particolare sui guerrieri sul campo di battaglia decretandone la vittoria o la sconfitta (cfr cap 5) Si puograve presumere lo stesso per il dio romano Giove la cui mitologia egrave tuttavia assai meno conosciuta

Un parallelo ben piugrave significativo per le nostre epiclesi di Odino egrave perograve costituito dalla ben nota formula apposizionale [cielo (dieacuteu-) ndash padre (ph2teacuter-)] ricostrui-bile principalmente (ma non unicamente) sulla base della formula vocativa om Ζεῦ πάτερ ldquoo Zeus padrerdquo dellrsquoinvocazione ved diacuteyauṣ piacutetaḥ ldquoo Cielo padrerdquo e del teo-nimo lat Iūpiter attestato unicamente al nominativo e vocativo46 Infatti come nota-to da Nesselrath (2014 42) delle 24 attestazioni della formula al vocativo Ζεῦ πάτερ nellrsquoIliade essa egrave pronunciata soltanto 2x da personaggi che sono effettivamente figli biologici del dio e ben 22x da altre figure 4x dalle divinitagrave Teti Poseidone ed Era che si rivolgono a Zeus chiamandolo lsquopadrersquo nonostante nel caso degli ultimi due egli sia in realtagrave loro fratello e nel caso di Era anche marito nella stragrande maggioranza delle occorrenze (18x) lrsquoinvocazione egrave tuttavia pronunciata da esseri umani che rivolgono al dio preghiere o lamentele Ciograve corrisponde da vicino a quan-to egrave possibile ipotizzare per quel che riguarda lrsquoorigine della forma di nominativo e vocativo lat Iū-piter (genitivo Iovis dativo Iovi accusativo Iovem) esso sarebbe sorto a partire da un sintagma apposizionale al vocativo identico a umb Iu-pater lsquoo Giove-padrersquo (Tavole Iguvine IIb24 non ancora fossilizzato come in latino cfr il dativo Iuve[-]patre lsquoa Giove[-]padrersquo in IIb7 III22) impiegato in preghiere rivolte

46 Per una rassegna e analisi delle attestazioni dellrsquoapposizione formulare [cielo (di eacuteu -) ndash padre (ph2teacuter-)] nelle varie tradizioni indoeuropee cfr Bauer 2017 100-101 e n 5 (con rassegna bibliografica di studiosi che se ne sono occupati) 111-112 146 224-225

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Riccardo Ginevra

al dio in quanto ldquofather figure in his relation with mankindrdquo (Bauer 2017 224) Ai fini della nostra argomentazione vale infine la pena di rimarcare come lrsquoinvoca-zione apposizionale ved diacuteyauṣ piacutetaḥ ldquoo Cielo padrerdquo venisse ovviamente impie-gata allrsquointerno di preghiere eg RV 6515ab diacuteyauṣ piacutetaḥ pŕthivi mātar aacutedhrug aacutegne bhrātar vasavo mrḷaacutetā+ naḥ ldquoO Father Heaven Mother Earth lacking the lie Brother Agni good ones ndash have mercy on usrdquo Questi dati permettono quindi non soltanto la ricostruzione di una formula al vocativo pie dieacuteu pə2ter ldquoo Cielo padrerdquo (nellrsquoordine piugrave frequente per questo genere di sintagmi apposizionali cfr Bauer 2017 169-170) ma anche in termini pragmatici la ricostruzione del suo contesto originario preghiere e invocazioni rivolte al dio da parte di esseri umani

Ora un termine di parentela egrave sempre per definizione relazionale 47 esso fa ri-ferimento a un individuo il referente (eg it padre nella frase mio padre egrave malato) sulla base di una sua relazione di parentela con un altro individuo la cosiddetta lsquoan-corarsquo (ing anchor) la quale puograve essere esplicita (eg it mio nellrsquoesempio preceden-te) oppure implicita (eg nella frase papagrave egrave malato) Lrsquoancora egrave solitamente implicita in usi egocentrici (quando essa include il parlante eo i partecipanti alla conversa-zione) e interni alla famiglia (quando lrsquoancora e i partecipanti alla conversazione appartengono alla stessa famiglia) percheacute in questi contesti lrsquoidentitagrave dellrsquoancora egrave cosigrave altamente prevedibile che esprimerla in maniera esplicita sarebbe ridondante ai fini della comunicazione In generale i termini di parentela sono ancorati pragmati-camente (ldquopragmatically anchoredrdquo Dahl-Koptjevskaja-Tamm 2001 209) quando un termine di parentela egrave impiegato al vocativo il referente egrave ovviamente la seconda persona mentre lrsquoancora egrave solitamente la prima persona (Dahl-Koptjevskaja-Tamm 2001 203) Se analizziamo la formula al vocativo pie dieacuteu pə2ter ldquoo Cielo padrerdquo sulla base di tutte queste considerazioni risulta evidente come il referente sia il termine di parentela al vocativo pə2ter lsquoo padrersquo e come lrsquoancora implicita sia altamente prevedibile essa egrave da identificare con gli [esseri umani] che si rivolgono al dio alla prima persona in maniera egocentrica e interna alla famiglia allargata cosmica (tutti fattori che renderebbero ridondante lrsquoespressione esplicita dellrsquoanco-ra) La formula al vocativo pie dieacuteu pə2ter ldquoo Cielo padrerdquo non egrave quindi altro che una variante sorta in uno specifico contesto pragmatico della stessa collocazione [patriarca (pie ph2teacuter- pə2trou-) ndash degli esseri umani] che soggiace alle epiclesi e kenningar per [dio supremo] indoeuropee analizzate in questo capitolo eg aisl Alda‑fǫethr lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esseri umanirsquo

45 Aisl Herjans-fǫethr(faethir) e la stirpe divina dei prigravencipi

In questa ultima sezione ci si concentreragrave brevemente su unrsquoipotesi di analisi dellrsquou-nico composto con secondo elemento degfǫethr lsquoavo paternorsquo per il quale unrsquointerpreta-

47 Terminologia ed esempi sono adattati da Dahl-Koptjevskaja-Tamm 2001

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

zione letterale potrebbe effettivamente essere la piugrave adeguata Aisl Herjans‑fǫethr attestato tra i nomi di Odino (AM 757 4to) egrave un altro compo-

sto endocentrico determinativo la variante ltherians faudurgt herjans fǫethur atte-stata unicamente in Hdl 21 nel codice Flateyjarboacutek e spesso emendata in Herja‑fǫethr (Neckel-Kuhn 1962 ad loc Falk 1924 17) potrebbe essere interpretata come lrsquoac-cusativo singolare di una variante innovativa Herjans‑ƒaethir (analoga eg ad Al‑faethir per Al‑fǫethr) qualora essa non fosse un errore o una grafia irregolare per Herjans-ƒǫethr in questo lavoro il composto saragrave quindi citato come Herjans‑fǫethr(faethir) Dato che il primo elemento Herjansdeg egrave una forma di genitivo singolare e che il com-posto viene notato come sintagma sciolto nel Flateyjarboacutek aisl Herjans‑fǫethr(faethir) egrave categorizzabile tra i composti causali (ing case compound) i cui singoli elementi si trovano spesso disgiunti nella grafia dei manoscritti

Il primo elemento Herjansdeg egrave identico al genitivo singolare del nome di Odino Herjann (Vsp 3010 Grm 46 GethkI 19) un riflesso di pgerm harj-ana- lsquoquel-lo dellrsquoesercitorsquo sincronicamente interpretabile come un derivato denominale di pgerm harj-a- lsquoesercitorsquo (aisl herr aing here) Lrsquoesatta corrispondenza formale con om κοίρανος lsquocomandantersquo (attestato anche come nome proprio in Il 5677 17611-614) e frig kuryan-eyon lsquocapo rersquo (cfr anche lrsquoetnonimo celt Coriono-to-tae) ha fatto tuttavia ipotizzare unrsquoorigine giagrave indoeuropea per questa formazione (de Vries 1962 sv Orel 2003 sv xarjanaz) Le diverse proposte etimologiche avanzate per la protoforma comune ad aisl Herjann e om κοίρανος non riescono tuttavia a dar conto del vocalismo in -α- del suffisso greco da un derivato con suf-fisso -no- di pie koacuterio- lsquoesercitorsquo (aisl herr mirl cuire) ci si attenderebbe infatti una forma gr daggerκοιρoνος mentre anche una derivazione da un collettivofemminile kor-ieacuteh2- (lit kārė kariagrave lsquoguerrarsquo mgall cordd lsquotruppa bandarsquo) o kor-ih2- (gr Kοῖραdeg nellrsquoantroponimia) risulterebbe nei non attestati daggerκοιρηνος e daggerκορīνος (Peters 1980 170-181 NIL 440-443) Lrsquoipotesi che si tratti di formazioni sorte indipen-dentemente per mezzo del suffisso produttivo -no- allrsquointerno delle singole lingue rimane quindi la piugrave plausibile in ogni caso il parallelo etimologico manterrebbe il suo valore anche qualora esso si limitasse allrsquoanaloga designazione del lsquore coman-dantersquo nelle diverse lingue come lsquoquello del koacuterio-korieacuteh2-rsquo una circostanza che dimostra come questo vocabolo per lsquoesercito guerrarsquo dovesse evidentemente essere un importante termine tecnico giagrave nella protolingua

Qualora il suo primo elemento fosse effettivamente da identificare con lrsquoepiclesi di Odino Herjann al composto Herjans‑fǫethr(faethir) corrisponderebbe un significato lsquoavo paterno(padre) di Herjannrsquo che non avrebbe ovviamente alcun senso dal punto di vista della mitologia non potendo Odino essere avo paterno o padre di Herjann cioeacute di seacute stesso (cosigrave Standberg 2009 109) Lrsquounica alternativa egrave interpretare il primo elemento con il significato lsquore capo dellrsquoesercitorsquo attestato dai termini stret-tamente imparentati gr κοίρανος e frig kuryan-eyon In questo caso Herjans‑fǫethr(faethir) designerebbe Odino come lsquoavo paterno(padre) del re del capo dellrsquoesercitorsquo

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Riccardo Ginevra

un epiteto che avrebbe chiari paralleli nei testi scandinavi diverse genealogie di dinastie scandinave iniziano infatti proprio con il nome di Odino eg le genealogie degli Ynglingar reputata come la piugrave antica dinastia scandinava e degli Skjǫldung-ar famiglia reale danese (cfr la disamina a riguardo in Faulkes 1978-79) Potrebbe quindi non essere un caso che proprio nello Hdl lrsquounico poema eddico in cui ricorre aisl Herjans‑fǫethr(faethir) la gigantessa Hyndla prima di elencare gli antenati del re Oacutettarr faccia riferimento al fatto che le stirpi dei principi siano di origine divina 48

Hdl 8Sennom vieth ǫr sǫethlom sitia vieth scolom oc um iofra aeligttir doma gumna thorneira er fraacute goethom qvoacutemoldquoParliamo dalla sella Dobbiamo sedere e discutere delle stirpi dei principi di quegli uomini che vennero dagli degraveirdquo

Hdl egrave un poema genealogico il cui tema principale egrave il pedigree di re Oacutettarr po-trebbe quindi non essere un caso il fatto che in questo testo Odino venga non soltanto menzionato allrsquoinizio nella posizione in cui si troverebbe in qualsiasi genealogia scandinava degna di questo nome ma per giunta chiamato Herjans‑fǫethr(faethir) lsquoavo paterno(padre) del re del capo dellrsquoesercitorsquo

Quanto detto presenta evidenti corrispondenze in ambito germanico Lrsquousanza di fare iniziare le genealogie reali con il nome di un dio egrave infatti attestata giagrave per i Goti i quali secondo Iordanes riconducevano la loro stirpe ad alcuni ldquosemi-degraveirdquo chiamati Ansis (pgerm ansu- cfr aisl aacutess lsquodiorsquo)

Iordanes De origine actibusque Getarum 13-14non puros homines sed semideos id est Ansis vocaverunt [hellip] Horum ergo heroum ut ipsi suis in fabulis referunt primus fuit Gapt qui genuit Hulmul Hulmul vero genuit Augis at Augis genuit eum qui dictus est Amal a quo et origo Amalorum decurrit

In questo passaggio il nome del capostipite Gapt egrave stato analizzato come una variante dellrsquoepiteto di Odino Gautr (Faulkes 1978-79 2) il parallelo con il goti-co costituirebbe un forte indizio a supporto dellrsquoipotesi che lrsquousanza scandinava di tracciare la propria stirpe fino al dio supremo Odino sia da ricondurre ad etagrave proto-germanica

Le genealogie anglosassoni assicurano che lrsquoorigine di questa tradizione fosse quantomeno comune in ambito germanico nordoccidentale cfr eg la genealogia di Hengest e Horsa i conquistatori anglosassoni della Britannia presso Beda il Venerabile 49

48 Cfr a riguardo eg anche Akv 277-8 aacuteskunna [hellip] Nif lunga lsquodei Nibelunghi discendenti degli degraveirsquo

49 Per unrsquointerpretazione in prospettiva indoeuropeistica di questo passaggio cfr Jose-ph 1983

mdash 45 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Beda Historia ecclesiastica gentis anglorum 115Duces fuisse perhibentur eorum primi duo fratres Hengist et Horsa e quibus Horsa postea occisus in bello a Brettonibus hactenus in orientalibus Cantiae partibus monumentum habet suo nomine insigne Erant autem filii Uictgilsi cuius pater Uitta cuius pater Uecta cuius pater Uoden de cuius stirpe multarum prouinciarum regium genus originem duxit

Beda menziona aing Woden il cui nome egrave la controparte inglese di aisl Oacuteethinn (pgerm WōdVna‑) come progenitore della stirpe di Hengest e Horsa aggiungendo che molte dinastie riconducevano le proprie origini a questo personaggio La corri-spondenza con il norreno trova ulteriore conferma in quanto effettivamente attestato dalle genealogie dei sovrani anglosassoni la maggior parte delle quali elenca come capostipite proprio Woden (Chaney 1970 7ss)

In ambito indoeuropeo (e non) i casi di dinastie che dichiaravano antenati im-mortali sono notoriamente numerosi e talvolta anche relativamente tardi basti pen-sare alla discendenza da Zeus vantata da Alessandro Magno o alle origini della gens Iulia da Venere (cfr eg West 2007 377 per ulteriori paralleli) Formazioni (prin-cipalmente onomastiche) che corrispondono ad una collocazione [natodonato ndash dagli degravei] sono parimenti attestate in tutte le lingue indeuropee e riflettono con tutta probabilitagrave unrsquoereditagrave dalla protolingua (cfr Schramm 1957 71-72 Schmitt 1967 127ss) cfr eg ved Deva‑jā- gr Θεο-γένης celt Divo-genus tutti interpretabili come lsquodiscendente degli degraveirsquo gr Θεό-δωρος scr Deva-datta- lit Bagi-dote bulg Bogo-dan dal significato lsquodonato dagli degraveirsquo (cfr anche il nome cristiano lat Adeo-datus)50

Infine la stessa credenza che soggiace allrsquoepiclesi di Odino aisl Herjans‑fǫethr(faethir) lsquoavo paterno(padre) del re del capo dellrsquoesercitorsquo secondo cui i sovrani di-scenderebbero in ultima analisi dalla divinitagrave suprema presenta chiari riflessi nellrsquoe-pica omerica nella quale in primo luogo om διο-γενής lsquodiscendente di Zeusrsquo e διο-τρεφής lsquocresciuto da Zeusrsquo ricorrono frequentemente come epiteti generici di diversi eroi (Ulisse Achille Aiace Menelao inter alia)51 e in secondo luogo egrave at-testata una espressione formulare διο-τρεφής βασιλεύς ldquore cresciuto da Zeusrdquo (15x variamente declinata)

Il 7249-250Αἴας διογενὴς προΐει δολιχόσκιον ἔγχος καὶ βάλε Πριαμίδαο κατ᾿ ἀσπίδα πάντοσ᾿ ἐίσηνldquoFu Aiace il discendente di Zeus a scagliare la sua lunga lancia e colpigrave il figlio di Priamo sullo scudo ben bilanciatordquo

50 Ringrazio Andrea Lorenzo Covini e Daniel Koumllligan per lrsquoutile discussione a riguar-do

51 Cfr anche διό-γνητος epiteto di Iolao nello Scudo (340)

mdash 46 mdash

Riccardo Ginevra

Il 17652-653σκέπτεο νῦν Μενέλαε διοτρεφές αἴ κεν ἴδηαι ζωὸν ἔτ᾿ Ἀντίλοχον μεγαθύμου Νέστορος υἱόν ldquoMenelao cresciuto da Zeus guarda adesso se vedi ancora vivo Antiloco il figlio di Nestore ma-gnanimordquo

Il 2445οἱ δ᾿ ἀμφ᾿ Ἀτρεΐωνα διοτρεφέες βασιλῆες θῦνον κρίνοντες μετὰ δὲ γλαυκῶπις Ἀθήνη ldquoEd i re cresciuti da Zeus intorno allrsquoAtride srsquoaffannavano ad ordinarli e crsquoera Atena dagli occhi azzurrirdquo

Lrsquoampio numero di corrispondenze che lrsquoanalisi di aisl Herjans‑fǫethr(faethir) pro-posta in questa sezione presenta sia in ambito germanico che nelle altre tradizioni indoeuropee ne supporta quindi lrsquointerpretazione lsquoavo paterno(padre) del re del capo dellrsquoesercitorsquo Egrave importante notare come qualora questo fosse effettivamente il significato del composto si tratterebbe dellrsquounica occorrenza di aisl degfǫethr in senso non traslato unrsquooccorrenza che sarebbe tuttavia sufficiente ad attestare la sopravvi-venza del significato letterale di pie pə2trou- lsquoavo paternorsquo in norreno quantomeno fino alla data della creazione di questo epiteto

mdash 47 mdash

5 IL DISPENSATORE DI VITTORIE E DI MASSACRI SIG-FǪETHR SIG-FAETHIR E VALFǪETHR

Lrsquoultimo gruppo di epiclesi di Odino trattate in questo lavoro egrave costituito da alcune formazioni che fanno riferimento al suo ruolo di dio che governa lrsquoesito di ogni bat-taglia I composti sono aisl Sig-fǫethr Sig‑faethir ( aisl sigr lsquovittoria) e Val‑fǫethr ( aisl val[r] lsquomassa dei caduti in battagliarsquo) e ricorrono in vari passaggi dellrsquoEdda poetica di cui segue una selezione

Grm 482

Siacuteethhǫttr Siacuteethsceggr Sigfǫethr Hnicuethr Alfǫethr Valfǫethr Atriacuteethr oc Farmatyacuterldquo(Nomi di Odino ) Siacuteethhǫttr Siacuteethskeggr Sigfǫethr Hnikuethr Alfǫethr Valfǫethr Atriacuteethr e Farmatyacuterrdquo

Vsp 551-4

THORNaacute koslashmr inn micli mǫgr Sigfǫethur Viacuteetharr vega at valdyacuterildquoEcco viene quel grande figlio di Sigfaethir Vietharr e combatte contro la bestia malvagiardquo

Vsp 15-8

vildo at ec Valfǫethr vel fyrtelia forn spiǫll fira thornau er fremst um manldquoTu vuoi che io o Valfǫethr narri compiutamente le antiche storie delle creature le cose che prime ricordordquo

Oltre che in testi poetici aisl Valfǫethr ricorre anche in un passaggio in prosa dellrsquoEdda di Snorri che saragrave analizzato in dettaglio infra per la sua rilevanza ai fini dellrsquointerpretazione del composto

51 Sig-fǫethr lsquopatriarca della vittoriarsquo quindi lsquocolui che ha autoritagrave sulla vittoriarsquo

Dal punto di vista formale le epiclesi trattate in questa sezione riflettono tipi che sono giagrave stati discussi supra (in particolare cap 3) come Al‑fǫethr e tutti gli altri epiteti in degfǫethr trattati finora anche aisl Sig‑fǫethr egrave un composto endocentrico deter-minativo (tatpuruṣa‑) mentre aisl Sig‑faethir analogamente a quanto giagrave visto per Al-faethir riflette un rimodellamento di Sig‑fǫethr con sostituzione del secondo elemento opaco degfǫethr per mezzo del piugrave trasparente degfaethir

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Riccardo Ginevra

Il primo elemento Sigdeg egrave senza dubbio da identificare con una ben nota variante del sostantivo aisl sigr lsquovittoria battagliarsquo la quale ricorre quasi esclusivamen-te come primo elemento di composti determinativi attestati nella lingua poetica (kenningar come sig‑maacuteni lsquoluna della vittoriarsquo per [scudo] Meissner 1921 168) e nellrsquoonomastica (eg Sig‑urethr lsquoguardiano della vittoriarsquo) questa variante ha unrsquouni-ca occorrenza come simplex in norreno (OrH 18)52 ma in islandese moderno esiste un sostantivo sig lsquofrettarsquo che potrebbe esserne un riflesso53 Come got sigis lsquovitto-riarsquo aisl sigr lsquoidrsquo egrave un riflesso con tematizzazione (regolare in gotico e nordico per questo genere di formazioni) di pgerm segiz- lsquoidrsquo un sostantivo neutro tra i cui riflessi diretti sono annoverati anche aat sigu (rimodellato a partire da sigi) e le due varianti aing siġe e sigor54 Pgerm segiz- egrave a sua volta riconducibile a pie seacuteǵh-es- lsquovittoriarsquo ( ved saacutehas‑ lsquoforza vittoriarsquo) un neutro in -s- della radice pie seǵh- lsquosopraffare conquistarersquo (LIV2 515-516) attestata inter alia da ved saacuteh‑a-te lsquovincere sconfiggerersquo e gr ἔχω lsquopossederersquo55

Il significato che si puograve dedurre per aisl Sig‑fǫethr a partire dallrsquoetimologia egrave quindi lsquoavo paterno della vittoriarsquo come per Al‑fǫethr e Al‑faethir il rimodellamento Sig-faethir lsquopadre della vittoriarsquo suggerisce che il secondo elemento degfǫethr fosse ritenuto essere funzionalmente equivalente a faethir lsquopadrersquo Anche in questo caso i termini di parentela non sono quindi da intendere letteralmente Odino non genera infatti nessuna personificazione divina della Vittoria nel mito nordico neacute tantomeno ne egrave lrsquoavo paterno Al contrario se si prende in considerazione il significato traslato lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo (su X)rsquo che sia degfǫethr lsquoavo paternorsquo che faethir lsquopadrersquo potevano assumere egrave possibile interpretare aisl Sig‑fǫethr con un significato lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo che presenta numerosi paralleli nelle fonti in antico nordico

Ls 22THORNegi thornuacute Oacuteethinn thornuacute kunnir aldregi deila viacuteg meeth verom opt thornuacute gaft thorneim er thornuacute gefa scyldira inom slaeligvorom sigrldquoStarsquo zitto Odino Tu non hai mai saputo decidere fra uomini battaglie spesso hai concesso a chi non dovevi concederla a uomini vili la vittoriardquo

52 Si tratta di un catalogo di sinonimi poetici per [battaglia] in cui il vocabolo egrave stato con tutta probabilitagrave inserito per influenza delle formazioni composte

53 Cfr de Vries 1962 sv anche se lo sviluppo semantico non egrave da dare per scontato54 Aat sigu e aing siġe sono entrambi esiti di germ occ sig-i- germ occ -i egrave lrsquoesi-

to regolare di pgerm ‑iz in formazioni non monosillabiche cfr Ringe-Taylor 2014 43-44 Per lrsquoanalisi di aing sigor come rif lesso di pgerm sigiz‑ cfr Nussbaum 1998 531-532 Sug-li sviluppi divergenti dei temi in -s- indoeuropei nei vari rami della famiglia germanica cfr Casaretto 2004 553-559

55 Come mi ricorda Andrea Lorenzo Covini lrsquoaccezione piugrave antica egrave ancora attestata dal nome proprio mic e-ka-no (h)Ekh-ānōr lsquoche vince gli uominirsquo rimpiazzato nel primo millen-nio dalla variante con rinnovamento lessicale Nικ-άνωρ

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Ynglinga saga 9Opt thornoacutetti Sviacuteum hann vitrast seacuter aacuteethr stoacuterar orrostur yrethi gaf hann thornaacute sumum sigrldquoThe Sviacutear often thought he (Oacuteethinn) appeared to them before great battles were to take place Then he gave victory to some of themrdquo

Eirm 71-2

Hviacute namt thornuacute hann sigri thornaacute es thorneacuter thornoacutetti hann snjallr vesaldquoWhy did you (Oacuteethinn) deprive him of victory then when he seemed to you to be valiantrdquo

Nella strofa di Ls e nel brano della Ynglinga saga Odino egrave il soggetto di una collocazione [dio supremo (aisl Oacuteethinn pgerm WōdVna‑) ndash dare (gefa geb-a-) ndash vittoria (sigr segiz‑) ndash ad essere umano] che come vedremo infra presenta diverse corrispondenze in altre tradizioni germaniche e indoeuropee Ma Odino non egrave soltanto colui che puograve gefa sigr ldquodare (a qualcuno) la vittoriardquo come attestato da Eirm 7 egli puograve anche decidere di nema sigri ldquoprivare (qualcuno) della vittoriardquo Questi passi attestano la credenza che il dio supremo scandinavo avesse la facoltagrave di disporre del sigr lsquovittoriarsquo a proprio piacimento supportando quindi lrsquointerpretazio-ne dellrsquoepiteto di Odino Sig‑fǫethr come lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo

52 Val-fǫethr lsquopatriarca del massacrorsquo quindi lsquocolui che ha autoritagrave sul massacrorsquo

Come Sig‑fǫethr e Sigfaethir noncheacute come diversi composti in valdeg attestati tra le ken-ningar (eg val‑dǫgg lsquorugiada del massacrorsquo per [sangue]) e i nomi propri (eg Val‑hǫll lsquosala dei cadutirsquo) anche aisl Val‑fǫethr egrave un composto endocentrico determi-nativo tatpuruṣa‑ Il primo elemento va identificato con il sostantivo maschile aisl valr lsquomassa dei caduti in battaglia strage campo di battagliarsquo oppure con il quasi identico neutro val lsquoidrsquo lrsquoantichitagrave di queste formazioni egrave assicurata da vari termini strettamente imparentati eg aing waeligl lsquoidrsquo e aat wal lsquocampo di battagliarsquo (de Vries 1962 svv valr e val Orel 2003 sv walaz) i quali permettono di ricostruire una formazione pgerm wal-a- Questa a sua volta viene correntemente ricondotta a pie uol(h3)-o- lsquocolpo morte stragersquo (cfr Strandberg 2009 112) un derivato tematico della radice uelh3- lsquocolpire ucciderersquo (LIV2 679) tra i cui riflessi si annoverano gr ἁλίσκομαι lsquovenire catturatorsquo itt walḫ‑zi lsquocolpirersquo56 e toc A waumlllaumlṣtaumlr lsquomorirersquo Secondo Bjorvand e Lindeman (2000 sv val1) lrsquooscillazione tra maschile e neu-tro sarebbe da imputare alla retroformazione del neutro a partire da un collettivo pgerm wal‑ō‑ lsquomassa dei caduti in battagliarsquo In questo caso il genere originario del sostantivo saragrave stato maschile il che concorda con quanto ci si attenderebbe da

56 Sulla controversa questione degli esiti di h3 allrsquointerno di parola in ittito cfr Mel-chert 1987 2011

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Riccardo Ginevra

un nomen actionis del cosiddetto tipo τόμος ovvero pie uoacutel(h3)-o-57 conseguente-mente il significato originario di pgerm wal-a- saragrave stato lsquocolpo uccisione mor-tersquo con uno slittamento semantico successivo verso il piugrave concreto senso lsquomassa dei caduti in battagliarsquo che presenterebbe uno stretto parallelo in gr φόνος lsquouccisione massacro spargimento di sangue cadaverersquo un riflesso di pie guhoacuten-o- lsquocolpo uccisionersquo derivato del tipo τόμος di pie guhen- lsquocolpire ucciderersquo (LIV2 218-219)

Sul piano della semantica egrave possibile ipotizzare due diversi significati per aisl Val‑fǫethr i quali trovano supporto diverso nella fraseologia

(a) lsquoPatriarca degli uomini caduti in battagliarsquoQuesta interpretazione egrave supportata dalla glossa che Snorri dagrave del composto

Gylf 20Oacuteethinn heitir Alfǫethr thornviacuteat hann er faethir allra goetha Hann heitir ok Valfǫethr thornviacuteat hans oacuteskasynir eru allir thorneir er iacute val fallaldquoOdino si chiama Alfǫethr poicheacute egli egrave il padre di tutti gli degravei Egli si chiama anche Valfǫethr poicheacute suoi figli adottivi sono tutti quelli che muoiono fra i cadutirdquo

Il modo in cui Snorri interpreta Val‑fǫethr egrave sintetizzabile come lsquopadre degli uomini caduti in battagliarsquo sulla base dellrsquoanalisi di degfǫethr proposta in questo lavoro la traduzione piugrave esatta sarebbe in realtagrave lsquoavo paterno degli uomini caduti in battagliarsquo In ogni caso non essendo i caduti in battaglia (solitamente) figli biologici di Odino Val‑fǫethr sarebbe da intendere come lsquopatriarca degli uomini caduti in battagliarsquo Questa interpretazione presenta numerosi paralleli nella mitologia nordica secondo cui comrsquoegrave noto i guerrieri morti valorosamente in battaglia sarebbero stati accolti nella dimora di Odino chiamata non a caso Val‑hǫll lsquosala dei cadutirsquo dove avrebbero atteso che il dio li guidasse in battaglia contro i nemici cosmici durante la fine del mondo (Gylf 51)

Qualora Val‑fǫethr significasse lsquopatriarca degli uomini caduti in battagliarsquo esso sarebbe una variante della collocazione [patriarca ndash degli uomini] per [dio supre-mo] discussa supra (cap 4) ciograve potrebbe giustificare una circostanza degna di nota nel brano riportato supra (Gylf 20) Snorri offre una glossa di Alfǫethr come faethir allra goetha ldquopadre di tutti gli degraveirdquo mentre in un passaggio analizzato supra (Gylf 9) lo stesso composto egrave glossato come faethir allra goethanna ok mannahellip ldquopadre di tutti gli degravei e gli uominihelliprdquo Egrave possibile ipotizzare (cfr tab 4) che nella glossa di Alfǫethr di Gylf 20 Snorri elimini invece il riferimento agli lsquouominirsquo (presente in Gylf 9) proprio percheacute egrave invece espresso dal composto trattato subito dopo Valfǫethr

57 Cfr Koumllligan 2017 sulla possibile attestazione di un rif lesso di pie u oacutel(h3)-o- nel nome proprio mic wo‑ro‑qo‑ta uolo-ku hontā-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Gylf 9 Al‑fǫethr Glossa di Snorri [padre ndash di degravei e uomini]

Gylf 20 Al‑fǫethr [padre ndash degli degravei]

Val‑fǫethr [padre ndash degli uomini (caduti in battaglia)]

Tab 4 Schema di una possibile interpretazione di Gylf 9 e 20

(b) lsquo(Patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla morte in combatti-mentorsquoAlternativamente egrave possibile interpretare valdeg nel suo significato primario di lsquostrage morte in combattimentorsquo e degfǫethr lsquoavo paternorsquo nel senso traslato che esso chiaramente assume eg in Sig‑fǫethr ovvero come lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo (su X)rsquo Secondo questa analisi aisl Val‑fǫethr significherebbe lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla strage sulla morte in combattimentorsquo e sarebbe quindi il corrispettivo antonimico di Sig‑fǫethr lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo Una tale interpretazione troverebbe supporto nelle fonti norrene in cui come abbiamo visto supra egrave senza dubbio Odino a decidere da un lato a chi tocchi la vittoria ma dallrsquoaltro anche e necessariamente a chi tocchi la sconfitta e quindi la morte (la fuga non sembra essere contemplata)

Ynglinga saga 9Opt thornoacutetti Sviacuteum hann vitrast seacuter aacuteethr stoacuterar orrostur yrethi gaf hann thornaacute sumum sigr en sumum baueth hann til siacuten thornoacutetti hvaacuterrtveggi kostr goacuteethrldquoThe Sviacutear often thought he [Oacuteethinn] appeared to them before great battles were to take place Then he gave victory to some of them and others he summoned to himself Both outcomes were consid-ered goodrdquo

Eirm 7lsquoHviacute namt thornuacute hann sigri thornaacute es thorneacuter thornoacutetti hann snjallr vesarsquo lsquoTHORNviacute at oacuteviacutest es at vita naeligr ulfr inn hǫsvi sœkir aacute sjǫt goetharsquoldquolsquoWhy did you deprive him of victory then when he seemed to you to be valiantrsquo lsquoBecause it cannot be known for certain when the grey wolf will attack the home of the godsrsquordquo

Nella Ynglinga saga lrsquoatto di Odino di bjoacuteetha til siacuten ldquochiamare a segraverdquo gli uomini egrave ovviamente un eufemismo per lsquofare morirersquo58 dato che ad essere destinati a vivere nel Valhǫll insieme a Odino sono proprio i guerrieri valorosi caduti in battaglia Parimenti in Eiriacuteksmaacutel il fatto che Odino abbia deciso di nema sigri ldquoprivare della vittoriardquo il re Eiriacutekr egrave giustificato con la necessitagrave di creare un esercito di guerrieri morti a difesa del Valhǫll prima che arrivi la fine del mondo Questi e numerosi altri passi suggeriscono quindi che aisl val(r) lsquomorte in battagliarsquo venisse impiegato in

58 Cfr lrsquoepiteto del dio dei morti greco Ade presso Eschilo (fr 406 Radt) ἀγησί-λαος lsquoche guida il popolorsquo (Daniel Koumllligan c p)

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Riccardo Ginevra

questi contesti come un antonimo di aisl sigr lsquovittoriarsquoEntrambe le interpretazioni di Val‑fǫethr proposte in questa sezione trovano in

qualche modo supporto nelle fonti norrene Sebbene lrsquoanalisi di Val‑fǫethr come (a) lsquopatriarca dei caduti in battagliarsquo sia piugrave aderente alla glossa di Snorri nei carmi eddici aisl val(r) sembra solitamente avere un significato lsquomassa dei caduti morte in battaglia stragersquo ovvero un referente inanimato piugrave adatto al significato (b) lsquo(pa-triarca =) colui che ha il controllo sulla morte in battagliarsquo il quale egrave quindi da prefe-rirsi alla prima opzione Come vedremo nelle sezioni seguenti sia lrsquointerpretazione di Sig‑fǫethr come lsquo(patriarca =) colui che ha il controllo sulla vittoria in battagliarsquo che quella di Val‑fǫethr come corrispettivo antonimico di Sig‑fǫethr (b) sono supportate da paralleli in altre tradizioni germaniche e indoeuropee

53 Paralleli in ambito germanico il dio longobardo Godan e il Dio cristiano anglosassone

Comrsquoegrave noto (cfr eg Martin 2000) in ambito germanico il ruolo del dio nordico Odino (il cui nome egrave un riflesso di pgerm WōdVna‑) come dispensatore di vitto-ria ha una perfetta corrispondenza in quanto attestato riguardo al suo corrispettivo longobardo un dio di nome Godan (un altro riflesso di WōdVna‑) allrsquointerno di una narrazione mitologica sullrsquoorigine del nome dei Longobardi (precedentemente chiamati Winili) che ricorre in forma diversa nella Cronaca di Fredegario (365) nellrsquoOrigo gentis langobardorum (1 entrambe composte durante il VII sec dC) e presso Paolo Diacono (VIII sec)

Paolo Diacono Historia langobardorum 18Refert hoc loco antiquitas ridiculam fabulam quod accedentes Wandali ad Godan victoriam de Winilis postulaverint illeque responderit se illis victoriam daturum quos primum oriente sole conspexisset [hellip] Sicque Winilis Godan victoriam concessisse

Sia questa versione di Paolo Diacono che quella dellrsquoOrigo differiscono note-volmente da quella di Fredegario mentre le prime due pur avendo diversi punti di contatto tra loro presentano anche notevoli differenze le quali permettono di ipotiz-zare che lrsquoOrigo fosse soltanto una delle fonti di Paolo e che la somiglianza tra tutti questi testi non sia dovuta (o almeno non unicamente) allrsquoinfluenza di uno di questi autori sullrsquoaltro (Heath 2017 139-148 con disamina delle letteratura a riguardo cfr anche Martin 2000) Si puograve quindi concludere che con tutta probabilitagrave presso i Longobardi questa leggenda fosse tramandata oralmente e per mezzo di fraseologia tradizionale germanica non egrave quindi implausibile supporre che eg in Paolo Diaco-no le espressioni lat se (Godan) illis victoriam daturum e Winilis Godan victoriam concessisse (di cui sono attestate varianti anche nellrsquoOrigo e presso Fredegario) tra-ducano in realtagrave due riflessi longobardi della collocazione fraseologica germanica [dio supremo (pgerm WōdVna‑) ndash dare (geba-) ndash vittoria (segiz‑) ndash ad essere

mdash 53 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

umano] che come visto supra soggiace anche a eg Ynglinga saga 9 gaf hann thornaacute sumum sigr ldquoegli (Odino) diede la vittoria ad alcunirdquo

Tracce di questa collocazione si potrebbero ancora riconoscere in ambito ormai cristianizzato nella letteratura anglosassone dove egrave attestata unrsquoanaloga collocazione [dio cristiano ndash dare (aing gifan pgerm geba-) ndash vittoria (sigor segiz‑) ndash ad essere umano]

Judith 88-89Forgif me swegles ealdor sigorldquoConcedimi principe del cielo la vittoriardquo

Proprio come in norreno egrave possibile mettere in stretta correlazione lrsquoepiteto di Odi-no Sig‑fǫethr lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo con i riflessi della collocazione [dio supremo (pgerm WōdVna‑) ndash dare (pgerm geba-) ndash vit-toria (pgerm segiz‑) ndash ad umano] anche in antico inglese questa collocazione si puograve collegare ad alcune frequenti kenningar per il [dio cristiano] come inter alia aing sigora waldend ldquosignore delle vittorierdquo (18x) sigora frēa ldquoidrdquo (6x) e sigora sōethcyning ldquovero re delle vittorierdquo (5x Marquardt 1938 289) Come abbiamo visto supra nelle kenningar anticoinglesi per [dio cristiano] aing faeligder lsquopadrersquo occupa spesso lo stesso slot espresso da aing degcyning lsquorersquo o frēa lsquoidrsquo ed egrave quindi intendere in unrsquoaccezione lsquocolui che ha autoritagrave controllo su Xrsquo

bull wuldor-cyning lsquore della gloriarsquo vs wuldor‑faeligder lsquopadre della gloriarsquobull moncynnes frēa ldquosignore del genere umanordquo vs faeligder mancynnes ldquopadre del

genere umanordquoSulla base di queste considerazioni se si confrontano le kenningar aing sigora

sōeth‑cyning ldquovero re delle vittorierdquo e sigora frēa ldquosignore delle vittorierdquo con eg lrsquoepiteto del Dio cristiano sōeth‑faeligder lsquovero padrersquo (Cristo 103) si puograve osservare (cfr tab 5) come una formula sigora (sōeth‑)faeligder lsquo(vero) padre delle vittoriersquo si sarebbe potuta facilmente creare sulla base della grammatica poetica anglosassone

aing wuldor-cyning degcyning lsquorersquo wuldordeg lsquodella gloriarsquo

wuldor‑faeligder degfaeligder lsquopadrersquo wuldordeg lsquodella gloriarsquo

sigora frēa frēa lsquosignorersquo sigora lsquodelle vittoriersquo

sigora sōeth‑cyning (sōeth‑)cyning lsquo(vero) rersquo sigora lsquodelle vittoriersquo

sōeth‑faeligder (sōeth‑)faeligder lsquo(vero) padrersquo

sigora (sōeth‑)faeligder (sōeth‑)faeligder lsquo(vero) padrersquo sigora lsquodelle vittoriersquo

aisl Sig‑fǫethr degfǫethr lsquoavo paternorsquo Sigdeg lsquodella vittoriarsquo

Sig‑faethir degfaethir lsquopadrersquo Sigdeg lsquodella vittoriarsquo

Tab 5 Kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano ed epiclesi di Odino in Sigdeg

mdash 54 mdash

Riccardo Ginevra

In linea teorica sulla base del sistema formulare anticoinglese si sarebbe quindi potuto creare senza difficoltagrave un epiteto del [dio cristiano] sigora (sōeth)faeligder ldquo(vero) padre delle vittorierdquo equivalente funzionalmente allrsquoepiteto di Dio aing sigora frēa ldquoprincipe delle vittorierdquo e imparentato etimologicamente con gli epiteti di Odino aisl Sig‑fǫethr e Sig‑faethir lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo Eppure una tale ipotetica ma altamente plausibile kenning non egrave mai attestata nei testi anglosassoni anche qui egrave possibile ipotizzare che questo genere di fraseologia venisse evitato dagli autori cristiani a causa delle sue associazioni pagane

54 Paralleli indoeuropei il Dio cristiano irlandese e il dio Zeus nellrsquoepica greca arcaica

I temi mitologici e i motivi fraseologici trattati nelle sezioni precedenti presentano diverse corrispondenze in ambito indoeuropeo Anzitutto egrave possibile individuare vari paralleli per la collocazione [dio ndash dare ndash vittoria ndash ad essere umano] eg in italico (latino) e celtico (medio irlandese)

Liv 3030 Hannibalem cui tot de Romanis ducibus victoriam di dedissent ldquoAnnibale a cui gli degravei hanno dato la vittoria su cosigrave tanti generali romanirdquo

Annali frammentari drsquoIrlanda sub anno 868Na h-iomraidhidh teicheadh acht tairisnighidh isin Choimdhidh o f-fuil cosgar dona Criostaidhibh ldquoNon pensate alla fuga ma confidate nel Signore che dagrave la vittoria ai Cristianirdquo

Mentre presso Livio sono degravei generici a dare la vittoria al mortale Annibale negli Annali medioirlandesi ricorre la stessa collocazione [dio cristiano ndash dare ndash vitto-ria ndash ad essere umano] riscontrata supra in antico inglese

Egrave la tradizione greca tuttavia a offrire le corrispondenze piugrave interessanti In pri-mo luogo anche nellrsquoIliade ricorre la collocazione [dio ndash dare ndash vittoria ndash a essere umano] attestata inter alia presso Livio

Il 7291-292 (asymp 7377-378)ὕστερον αὖτε μαχησόμεθ᾿ εἰς ὅ κε δαίμων ἄμμε διακρίνῃ δώῃ δ᾿ ἑτέροισί γε νίκηνldquopoi combatteremo di nuovo fino a quando un dio non abbia deciso fra noi agli uni o agli altri dando vittoriardquo

Comrsquoegrave noto tuttavia nellrsquoIliade non egrave di solito un dio generico ad assegnare la vittoria egrave il dio supremo Zeus a essere regolarmente il soggetto della collocazione [dio supremo ndash dare ndash vittoria ndash ad umano] che abbiamo visto supra ricorrere an-che in antico nordico (Ynglinga saga 9 gaf hann thornaacute sumum sigr ldquoegli [Odino] diede la vittoria ad alcunirdquo) e in varie altre tradizioni indoeuropee

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Il 7202-203ldquoΖεῦ πάτερ Ἴδηθεν μεδέων κύδιστε μέγιστε δὸς νίκην Αἴαντι καὶ ἀγλαὸν εὖχος ἀρέσθαιldquoZeus padre signore dellrsquoIda gloriosissimo sommo dagrave la vittoria ad Aiace e che abbia un succes-so gloriosordquo59

Il 17627Ζεύς ὅτε δὴ Τρώεσσι δίδου ἑτεραλκέα νίκηνldquoche Zeus dava ai Troiani lrsquoalterna vittoriardquo

Il 8175-176γιγνώσκω δ᾿ ὅτι μοι πρόφρων κατένευσε Κρονίων νίκην καὶ μέγα κῦδος ἀτὰρ Δαναοῖσί γε πῆμαldquoCapisco che a me di buon grado ha accordato il figlio di Crono grande gloria e vittoria sciagura invece ai Danairdquo

Nellrsquoultimo passaggio citato Zeus egrave esplicitamente detto dispensare vittoria e gloria a una delle due parti in battaglia Ettore e i Troiani e al contrario πῆμα lsquorovi-na sofferenzarsquo alla parte avversa gli Achei questrsquoultimo esito consiste a sua volta con tutta probabilitagrave in un massacro come si puograve dedurre eg da Il 22288 in cui Achille che sta facendo strage di Troiani egrave chiamato πῆμα μέγιστον ldquomassima rovi-nardquo da questi Si tratta quindi di un parallelo interessante per il passo citato supra di Ynglinga saga 9 in cui Odino egrave detto esplicitamente dispensare vittoria a uno degli eserciti (gaf hann thornaacute sumum sigr ldquoallora diede ad alcuni la vittoriardquo) e di conseguen-za morte allrsquoaltro (sumum baueth hann til siacuten ldquochiamograve altri presso di seacuterdquo)

Un altro passo rilevante egrave quello in cui Zeus egrave detto privare i guerrieri della vit-toria

Il 16686-693εἰ δὲ ἔπος Πηληιάδαο φύλαξεν ἦ τ᾿ ἂν ὑπέκφυγε κῆρα κακὴν μέλανος θανάτοιο ἀλλ᾿ αἰεί τε Διὸς κρείσσων νόος ἠέ περ ἀνδρῶν ὅς τε καὶ ἄλκιμον ἄνδρα φοβεῖ καὶ ἀφείλετο νίκην ῥηιδίως ὅτε δ᾿ αὐτὸς ἐποτρύνῃσι μάχεσθαι ὅς οἱ καὶ τότε θυμὸν ἐνὶ στήθεσσιν ἀνῆκεν Ἔνθα τίνα πρῶτον τίνα δ᾿ ὕστατον ἐξενάριξας Πατρόκλεις ὅτε δή σε θεοὶ θάνατόνδε κάλεσσανldquoSe avesse invece ascoltato il consiglio del figlio di Peleo avrebbe evitato il destino maligno della morte nera Ma la mente di Zeus egrave sempre piugrave forte di quella degli uomini incute paura anche in un prode e senza fatica gli strappa la vittoria altra volta lui stesso lo spinge a combattere Cosigrave quella volta gli accese lrsquoanimo in petto A chi allora per primo a chi per ultimo togliesti lrsquoarmatura Patro-colo quando gli degravei ti chiamarono a morterdquo

Om ἀφείλετο νίκην ldquoprivograve della vittoriardquo (che ricorre anche in Il 17177) costi-tuisce uno stretto parallelo fraseologico per lrsquoespressione aisl namt sigri ldquoprivasti della vittoriardquo nel testo di Eirm 7 citato supra Nel passo scaldico tuttavia questa

59 Egrave degno di nota come in questo passaggio la preghiera per ricevere la vittoria inizi con un rif lesso della formula apposizionale al vocativo pie di eacuteu pə2ter lsquoo Cielo padrersquo sup-portando la connessione tra la concettualizzazione del dio supremo come signore degli esseri umani e come dispensatore della vittoria proposta supra (cap 4)

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Riccardo Ginevra

locuzione sembra riferirsi metonimicamente alla morte del guerriero (Odino ldquopriva della vittoriardquo re Eiriacutekr facendolo morire) mentre nel testo omerico ἀφείλετο νίκην si riferisce piugrave che altro alla facoltagrave di Zeus di mettere in fuga persino i guerrieri piugrave coraggiosi e non di farli morire (ciograve egrave ancora piugrave chiaro nellrsquounica altra occorrenza del sintagma in Il 17) Egrave possibile tuttavia notare come anche nellrsquoIliade la locu-zione venga incorniciata da riferimenti alla morte di Patroclo suggerendo che vi sia effettivamente una qualche associazione di contiguitagrave tra privazione della vittoria e morte anche nel testo omerico

Infine il parallelo tra Odino Sig‑fǫethr e Val‑fǫethr patrono della vittoria da un lato e della morte in battaglia dallrsquoaltro e Zeus nellrsquoIliade dispensatore di vittoria per uno schieramento e quindi necessariamente di sconfitta e morte per lrsquoaltro egrave esemplificato magistralmente dalle scene in cui il dio greco adopera la sua famosa bilancia60

Il 19221-224αἶψά τε φυλόπιδος πέλεται κόρος ἀνθρώποισιν ἧς τε πλείστην μὲν καλάμην χθονὶ χαλκὸς ἔχευεν ἄμητος δ᾽ ὀλίγιστος ἐπὴν κλίνῃσι τάλαντα Ζεύς ὅς τ᾽ ἀνθρώπων ταμίης πολέμοιο τέτυκταιldquoPresto agli uomini viene la nausea di una battaglia in cui molta paglia a terra il bronzo riversi ma il raccolto sia poco quando i due piatti bilancia Zeus che della guerra fra gli uomini egrave il tesoriererdquo

Quando Zeus inclina la sua bilancia ldquomolta pagliardquo (πλείστην μὲν καλάμην) vie-ne riversata a terra una metafora per i caduti in battaglia (Edwards 1991 ad loc) Come Odino Zeus egrave quindi sia σωτήρ lsquosalvatorersquo che distruttore61 Lrsquoimmagine po-etica della bilancia del dio rappresenta metaforicamente la necessitagrave che a qualsi-asi vittoria assegnata da Zeus ad una schiera corrispondano sconfitta e morte per la schiera opposta e corrisponde quindi perfettamente sul piano concettuale alla relazione tra le epiclesi di Odino Sig‑fǫethr (sigr lsquovittoriarsquo) e Val‑fǫethr (val[r] lsquomorte in battagliarsquo) vittoria e sconfitta sono due facce di una stessa medaglia due brac-cia di una stessa bilancia e lo stesso dio che governa la vittoria non puograve esimersi dal dispensare contemporaneamente sconfitta e morte62 Questa concettualizzazione polare della guerra attestata sia in norreno che in greco omerico supporta quindi lrsquointerpretazione (b) lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla morte in battagliarsquo per aisl Valfǫethr al contrario il significato alternativo (a) lsquopatriarca degli uomini caduti in battagliarsquo non sembra avere corrispondenze strette in ambito indo-europeo nonostante il motivo secondo cui gli eroi morti in battaglia dimorerebbero

60 Sul motivo del giudizio di Zeus con la bilancia cfr Dietrich 196461 Per lrsquoepiteto σωτήρ di Zeus cfr eg Pi O 517 Aristoph Thes 1009 Per Zeus come

dispensatore di morte e distruzione cfr Dietrich 1964 106 n 4262 Cfr anche ved vijeṣa‑kŕ t- lsquoche crea vittoriarsquo che egrave un epiteto del dio Indra in RV

10845a vijeṣakŕd iacutendra ivānavabravoacute ldquocreating victory like Indra without talking us downrdquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

in un ldquoparadiso separatordquo ricorra presso varie tradizioni indoeuropee63

Per concludere uno stretto parallelo per aisl Sig‑fǫethr lsquopatriarca della vittoriarsquo si puograve individuare nel per la veritagrave assai tardo (cfr Allen et al 1936 ad loc) Inno omerico ad Ares (4) in cui il dio (in realtagrave identificato con il pianeta Marte in questo testo) egrave invocato come Νίκης εὐπολέμοιο πάτερ ldquoo padre della vittoria della buona guerrardquo Epiteti di Zeus dal significato lsquopadrersquo lsquoavo paternorsquo o lsquopatriarca della vitto-riarsquo non sono attestati invece se non nel poema epico anchrsquoesso tardo Dionysiaca di Nonno di Panopoli (2205ss) in cui il dio egrave detto essere il τοκεύς lsquogenitorersquo della dea Νίκη lsquoVittoriarsquo Egrave tuttavia interessante notare come nella Teogonia di Esiodo la dea Vittoria sia detta risiedere presso la casa di Zeus

Hes Th 383-389Στὺξ δrsquo ἔτεκrsquo Ὠκεανοῦ θυγάτηρ Πάλλαντι μιγεῖσα Ζῆλον καὶ Νίκην καλλίσφυρον ἐν μεγάροισι καὶ Κράτος ἠδὲ Βίην ἀριδείκετα γείνατο τέκνα τῶν οὐκ ἔστrsquo ἀπάνευθε Διὸς δόμος οὐδέ τις ἕδρη οὐδrsquo ὁδός ὅππῃ μὴ κείνοις θεὸς ἡγεμονεύει ἀλλrsquo αἰεὶ πὰρ Ζηνὶ βαρυκτύπῳ ἑδριόωνται ὣς γὰρ ἐβούλευσε Στὺξ ἄφθιτος ὨκεανίνηldquoStige figlia di Oceano unitasi a Pallante generograve Zelos e Nike dalle belle caviglie nel suo palaz-zo e generograve Cratos e Bie illustri figli non crsquoegrave per loro dimora neacute soggiorno lontano da Zeus neacute strada per la quale il dio non li preceda sempre presso Zeus dal cupo fragore hanno la loro sede Cosigrave infatti meditograve Stige Oceanina immortalerdquo

In questo brano la dea infera Stige affida a Zeus i propri figli64 Ζῆλος lsquoRivalitagraversquo Νίκη lsquoVittoriarsquo Κράτος lsquoForzarsquo e Βίη lsquoViolenzarsquo Zeus egrave lrsquounico a decidere dove di-rigerli e a chi dispensarli ed essi sono destinati a vivere per sempre in casa del dio il quale sembra quindi comportarsi come un lsquopadre affidatariorsquo (ing foster-father) nei loro confronti65 Esiodo sembrerebbe quindi rendere in chiave mitologica la stes-sa concettualizzazione che sta alla base degli epiteti di Odino Sig‑fǫethr lsquoavo paterno della vittoriarsquo e Sig‑faethir lsquopadre della vittoriarsquo proprio come Zeus Odino egrave lrsquounico a poter assegnare la lsquovittoriarsquo (sigr) ed egrave per questo descritto come il suo lsquopatriarcarsquo (degfǫethr lsquoavo paternorsquo o degfaethir lsquopadrersquo)

63 Cfr West 2007 349-350 per lo stesso concetto nel MBh cfr Feller 2004 286ss64 Sulle ragioni per cui Stige in Esiodo egrave la madre di Rivalitagrave Vittoria Forza e Violen-

za cfr West 1966 ad loc65 Sullrsquoadozione e lrsquoaffidamento (ing fosterage) nellrsquoAntica Grecia e nel Mediterra-

neo in generale cfr Huebner 2013 West (1966 ad 384) nota inoltre la corrispondenza con lrsquoiconografia della statua di Zeus a Olimpia opera di Fidia che ritraeva il dio con una piccola Nike nella mano destra

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PARTE IIARTIGIANI CREATORI E POETI

NOME E NOMI DEI DVERGAR

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6 I NANI CHE FOGGIANO LA POESIA ANTICO ISLANDESE DVERGR PROTOGERMANICO

DTHORNWERG-A- E PROTOINDOEUROPEO TUERḰ- lsquoTAGLIARE FOGGIARErsquo

Aisl dvergr (plurale dvergar) che si egrave soliti tradurre in italiano come lsquonanorsquo egrave il nome di una categoria di esseri fantastici della mitologia scandinava Il sostantivo dvergr egrave molto ben attestato nellrsquoEdda poetica ad esempio ben 6 volte nella sola Vǫluspaacute (per le attestazioni in 9-10 cfr infra cap 7)

Vsp 125-8

Naacuter oc Nyacuteraacuteethr ndash nuacute hefi ec dverga ndash Reginn oc Raacuteethsviethr ndash reacutett um talethaldquoNar e Nyraethr ordunque i nani ndash Reginn e Raethsviethr ndash come si doveva ho enumeratordquo

Vsp 141-4

Maacutel er dverga iacute Dvalins liethi lioacutena kindom til Lofars telialdquoEgrave tempo di enumerare fino a Lofarr i nani della schiera di Dvalinn ai figli degli uominirdquo

Vsp 485-8

stynia dvergar fyr steindurom veggbergs viacutesir ndash vitoeth eacuter enn eetha hvatldquoGemono i nani davanti alle porte di pietra esperti di pareti rocciose E voi riuscite a seguirerdquo

Aisl dvergr egrave attestato altresigrave anche nei carmi eddici Hav (143) Alv (+) Rthorn (16 ma con il significato lsquospillarsquo) Hrv (8 19) Hdl (7 per le attestazioni in Alv e Hdl cfr infra cap 7)

Hav 1431-3

Oacuteethinn meeth aacutesom enn fyr aacutelfom Daacuteinn Dvalinn dvergom fyrirldquoOdino con gli asi e Dain per gli elfi innanzi ai nani (sono chiamato) Dvalinnrdquo

NellrsquoEdda in prosa il sostantivo dvergr ricorre diverse volte sia in Gylf (da 8 in poi) che in Skaacuteld (da g57 in poi diversi passaggi significativi sono analizzati infra cap 7) Nel corpus poetico scaldico dvergr egrave attestato spesso in una collocazione [liquidobevanda ndash dei dvergar] che egrave una kenning per [poesia] (Meissner 1921 428) cfr eg Eskaacutel Vell 44 e HSt Rst 313

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Riccardo Ginevra

HSt Rst 311-4

Ǫrrjoacuteethr allra daacuteetha jartegnir vann bjartar mdash dvergregn dyacuterethar megnum dimmt mdash iacute sinn it fimta ldquoThe arrow-reddener [warrior = Oacutelaacutefr] performed bright proofs of all [his] deeds for the fifth time we [I] strengthen the dark dwarf-rain [poetry] of gloryrdquo

Non sono conosciute antiche raffigurazioni di dvergar su pietre runiche o altri supporti analoghi ma Sassone il Grammatico nelle Gesta Danorum (325) si riferi-sce con il termine lat satyrus a un personaggio di nome Mimingus il quale sembre-rebbe riflettere un dvergr (cfr infra cap 7) ciograve potrebbe riflettere un aspetto ibrido umano-animale dei dvergar essendo i satiri della mitologia classica notoriamente creature dallrsquoaspetto ibrido umano-caprino

Lrsquoetimologia di aisl dvergr egrave tuttora oggetto di discussione Esso egrave da ricondurre a una formazione pgerm (o meglio germanico nordoccidentale dal momento che il termine non egrave attestato in gotico) dwerga- la quale va sicuramente ricostruita anche per aing dweorgh as gi-dwerg aat (gi-)twergc riflessi di germ occ dwerg al cui significato principale lsquoumano o umanoide di bassa staturarsquo si rifagrave la traduzione italiana corrente di aisl dvergr come lsquonanorsquo Tuttavia lrsquoimmagine dei dvergar come esseri di bassa statura poco supportata dai testi nordici egrave da ritenersi uno sviluppo successivo tipico del folktale (Motz 1973 111 Liberman 2016 304-305) I dvergar eddici sono al contrario personaggi mitologici messi sullo stesso piano di aeligsir lsquodegraveirsquo alfar lsquoelfirsquo e jǫtnar lsquogigantirsquo (anche questrsquoultimo in realtagrave egrave un termine che origina-riamente non implicava una statura specifica cfr Jackson 2014) eg nel passo di Hav 1431-3 citato supra o nei cataloghi dello Alv (passim)

Lrsquoipotesi che questa situazione sia da ricondurre allrsquounitagrave germanica egrave corrobo-rata dal fatto che aing dweorgh oltre a glossare lat nanus pigmeus e pumilius lsquonanorsquo (AntGl 6 781 CollGl 11 78 AEligGl 3023) indica nei manuali di medicina di etagrave cristiana un essere maligno che causa una malattia specifica (secondo Cameron 1993 152 da identificare con una febbre accompagnata da deliri e convulsioni) Ciograve ha uno stretto parallelo nellrsquoincantesimo Wieth faeligrstice lsquoContro un dolore pungente improvvisoviolentorsquo (23) in cui la possibile causa di un malanno egrave attribuita a un ēsa gescot ldquocolpo degli degraveirdquo o a un ylfa gescot ldquocolpo degli elfirdquo66 La demonizza-zione di esseri divini pagani egrave un fenomeno ben attestato presso i popoli di recente cristianizzazione lrsquoidentificazione di esseri divini come causa delle malattie non egrave tuttavia necessariamente indice di demonizzazione cfr eg la pestilenza causata da Apollo con le sue frecce nel primo libro dellrsquoIliade e il corrispondente vedico di Rudra che con le sue frecce causa morte e malattia in uomini e animali (cfr West 2007 148 con letteratura)67 Come degravei e jǫtnar anche i dvergar potevano essere ve-

66 Cfr anche ted Hexen-schuss (letteralmente lsquocolpo della stregarsquo) e Alb-schoss (lsquocolpo dellrsquoelforsquo) termini per lsquolombalgia mal di schienarsquo (Patrick V Stiles c p)

67 Per paralleli tra questo aspetto di Apollo ed il dio anatolico Iyarri che causa le pesti-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

rosimilmente sia forze benigne che maligne cfr eg il ruolo del dvergr Alviacutess come nemico di Thor in Alviacutessmaacutel o il racconto di Snorri in Heimskringla (12) secondo cui il re Sveigethir sarebbe morto dopo esser stato adescato con lrsquoinganno dentro una caverna da un dvergr68

Numerose proposte etimologiche sono state avanzate per aisl dvergr e pgerm dwerga- di cui saranno menzionate in questa sede soltanto alcune per una rassegna esaustiva cfr Liberman 2008 (sv dwarf) De Vries (1962 sv dvergr) suggerisce una connessione con pgerm thornwerha‑ lsquotrasversale incrociatorsquo (aisl thornwerr aing thornweorh ted quer) con oscillazione pgerm dw- thornw‑ (su cui cfr infra 61) la quale sebbene attraente sul piano formale egrave difficoltosa sul piano della semantica Kroonen (2013 svv dwerga- e dwergan-) sostiene una corrispondenza tra pgerm dwerg-a- trasposto come pie dhuergh-o- e il verbo mat zwergen lsquoschiacciare pizzicarersquo da lui ricondotto a un verbo pgerm dwerg-a- lsquoidrsquo motivando questa derivazione con lrsquoidea cosmologica secondo cui quattro dvergar sorreggerebbero il cielo Liberman propone unrsquoetimologia da pgerm dwez‑ga‑ lsquoessere soprannatura-lersquo un derivato di pgerm dwes- radice attestata eg da aing (ge)dwǣs lsquostupido folle impostorersquo e mat getwacircs lsquospettro fantasmarsquo a cui sarebbe da connettere a suo avviso anche gr θεός lsquodiorsquo Questa ipotesi presenta diverse difficoltagrave sia sul piano morfologico (la formazione con un suffisso pgerm -ga- applicato direttamente alla radice non egrave scontata) che etimologico (gr θεός e arm diklsquo lsquodegravei [plurale]rsquo sono correntemente ricondotti a pie dhh1s-o- cfr Beekes 2010 sv) e semantico (pre-suppone che i dwerga- protogermanici fossero principalmente esseri demoniaci e trascura completamente lrsquoaccezione lsquopersona di bassa staturarsquo) ed egrave pertanto da ri-tenersi poco plausibile69

In questo capitolo vedremo come sia piuttosto possibile ricondurre aisl dvergr e pgerm dwerga- a un derivato della radice pie tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo attesta-ta inter alia dal nome dellrsquoartigiano divino ved Tvaacuteṣṭar‑ Nel capitolo successivo vedremo come questa interpretazione sia corroborata da numerose corrispondenze tra la caratterizzazione dei dvergar scandinavi e quella del dio vedico Tvaṣṭar nelle rispettive tradizioni mitologiche Ulteriori corrispondenze in ambito indoeuropeo di preciso nelle tradizioni classiche verranno poi trattate nel cap 8 mentre il cap 9 egrave dedicato allrsquoanalisi di nomi di singoli dvergar

lenze con i suoi dardi cfr Archi 197868 In questo passo Snorri sta tuttavia parafrasando dei versi scaldici (THORNjoacuteeth Yt 2) lrsquoaned-

doto potrebbe quindi derivare da unrsquointerpretazione errata di questi ultimi69 Da un punto di vista fonologico non egrave neanche sicuro che il rif lesso di pgerm dwez-

ga- sarebbe stato aisl dvergr cfr eg got azgo e aisl aska lsquocenerersquo

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Riccardo Ginevra

61 Aisl dvergr e norv dial tverg come riflessi di pgerm dthornwerg-a-

In accordo con lrsquoetimologia corrente il punto di partenza della nostra analisi egrave ricon-durre aisl dvergr e i riflessi di germ occ dwerg (aing dweorgh as gi-dwerg aat [gi-]twergc) a un sostantivo tematico pgerm dwerg-a- Il femminile aisl dyrgja che egrave stato ricondotto a un derivato con grado ridotto della radice durg‑jō(n)- (eg Kroonen 2013 sv dwerga-) egrave piugrave probabilmente da analizzare come riflesso di dvirg-ja70 un semplice derivato mozionale di dvergr di etagrave relativamente recente

In quanto segue si prenderagrave in considerazione la possibilitagrave che pgerm dwerg-a- sia una variante secondaria di unrsquooriginaria formazione pgerm thornwerg‑a‑ Una tale alternanza egrave effettivamente attestata in norvegese in cui accanto allrsquoatteso dverg ricorre una variante dialettale tverg (attestata a Innherred e Hallingdal secondo Grunnmanuskriptet) che riflette precisamente una formazione pgerm thornwerg‑a‑71 oltretutto anche aat (gi-)twergc puograve continuare regolarmente sia pgerm dwerg-a- che thornwerg‑a- (cfr infra)

Questa variazione presenta diversi paralleli come egrave stato notato da tempo (cfr eg de Vries 1962 sv dvergr) diverse formazioni germaniche presentano infatti unrsquooscillazione a inizio di parola tra pgerm dw- e thornw‑ le cui cause non sono chiare ma la cui esistenza non egrave da mettere in discussione Paradebeispiel egrave il caso di aisl dvenadvinadviacutena lsquoscemare consumarsirsquo (verbo debole) e aing dwīnan lsquoidrsquo (verbo forte) riflessi di pgerm dw(ī)n-a- vs asved thvīna lsquoidrsquo e aing thornwīnan lsquoidrsquo riflessi di pgerm thornwīn‑a‑72 Per capirne lrsquoorigine da un lato si puograve notare come lrsquoalternanza tra pgerm d e thorn sia molto ben attestata allrsquointerno e in fine di parola dove essa egrave dovuta allrsquoeffetto della Legge di Verner su riflessi di pie t dallrsquoaltro va osservato che nelle lingue germaniche i gruppi consonantici costituiti da una dentale seguita da un riflesso di pgerm w sono spesso instabili in posizione iniziale (e non solo)73 si vedano eg i seguenti casi

70 Per aisl -y- lt -vi- in un contesto analogo (CvirCj- lt CwerCj-) cfr eg il verbo debo-le aisl kyrkia lsquostrangolarersquo dal piugrave antico (e parimenti attestato) kvirkja un denominativo di kverk lsquogolarsquolt pgerm kwerkō‑ lsquoidrsquo (cfr de Vries 1962 sv)

71 Grunnmanuskriptet (1935 https wwwdokprouiononynorskgmanusgmanusso-ek_fsidehtml ultimo accesso 14022020) egrave una delle fonti del Norsk Ordbok pubblicate onli-ne da Dokumentasjonsprosjektet (https wwwdokprouiono ultimo accesso 14022020) Sono grato ad Adam Hyllested per avermi fornito i dati sulla variante dialettale tverg e i rela-tivi riferimenti

72 Lrsquoetimologia corrente di questi verbi da pie dhgu hei - lsquoscomparire perire (per il calo-re)rsquo (cfr gr φθίνω lsquoscomparirersquo ved kṣiṇ‑ā‑ti lsquofar perirersquo LIV2 150-152) ha fatto pensare (cfr eg Kroonen 2013 svv) che questa oscillazione rif letta esiti diversi per uno stesso thorn clu-ster pie dhgu h- il cui condizionamente non sarebbe tuttavia chiaro (pie dhgu h- egrave continuato da φθ- in greco e da kṣ‑ in vedico senza oscillazioni di questo tipo)

73 Per lrsquoinstabilitagrave di questi gruppi consonantici in posizione interna cfr eg germ occ

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull se si esclude la possibilitagrave che si tratti di prestiti o formazioni onomatopei-che egrave possibile eg ricostruire unrsquooscillazione pgerm thornw‑ vs tw- alla base di aat thwingandwingan lsquocostringere affliggerersquo (pgerm thornweng‑a‑) vs aing twengan e ing twinge lsquopizzicarersquo (pgerm twang-ija-) entrambi riflessi di pie tuenk- lsquopre-merersquo (LIV2 655 OED sv) lo stesso egrave possibile per aat dwiril (ted Quirl lsquofrul-latorersquo) e aing thornwirel lsquostick for whipping milkrsquo (entrambi da pgerm thornw‑) vs ing twirl lsquovolteggiorsquo (che sembra riflettere pgerm tw-) riflessi di pie tuer- lsquomescola-re agitarersquo (LIV2 655)

bull in antico alto tedesco dw- (pgerm thornw‑) e tw- (dw-) si confondono giagrave alla fine del periodo tardoaltotedesco per poi confluire senza eccezioni in mat tw- cfr eg mat twingen riflesso di aat thwingandwingan lsquocostringere affliggerersquo (cfr Braune-Reiffenstein 2004 166 n 8)

bull il gruppo consonantico mat tw- ha a sua volta due diversi esiti in tedesco moderno zw‑ (eg ted zwaumlngen) e qw‑ (eg qwaumlngeln) che hanno avuto origine probabilmente come varianti diatopiche (cfr Paul 2007 166-167)

Fenomeni analoghi sono attestati in germanico anche per altri gruppi compo-sti da una consonante dentale seguita da una sonante cfr eg lrsquooscillazione aisl thornr‑ dr- in posizione iniziale attestata da aisl drima lsquobattagliarsquo vs thornrima lsquorumore battagliarsquo (cfr de Vries 1962 svv)74 Anche presso altre lingue indoeuropee i gruppi di consonante dentale seguita da un riflesso di pie u mostrano oscillazioni poco chiare cfr eg in latino i riflessi di du- in posizione iniziale (bellum vs duellum entrambi da duello- cfr Weiss 2009 161 e n 12)

Qualora essa non riflettesse un processo di natura fonologica lrsquoattestazione di pgerm dw- al posto dellrsquoatteso thornw‑ si puograve spiegare in due modi Essa potrebbe anzitutto essere da ricondurre a una sostituzione analogica dellrsquoinizio di parola75 la quale come vedremo infra avrebbe potuto (se non addirittura dovuto) aver luogo ai fini dellrsquoallitterazione allrsquointerno di una formula frequente con un secondo elemento che iniziava con pgerm d- (pie dh-) Meno probabilmente potrebbe trattarsi qui di una modificazione irregolare dellrsquoinizio di parola di ordine tabuistico del tipo di pgerm wurmi- lsquoserpente vermersquo e lat vermis riflessi di urmi- interpretabile come una forma nata tabuisticamente da pie kurmi- (Watkins 1995 416) Lrsquoipotesi piugrave plausibile egrave che abbia avuto luogo una combinazione dei primi due fattori sul-la base di unrsquoalternanza fonologica pre-esistente tra una variante in thornw‑ e una in

fe(w)war lsquoquattrorsquo (aing feower) vs pgerm fedwar (got fidwor) (cfr Stiles 1985-86 per unrsquoanalisi di questrsquoalternanza come rif lesso di processi regolari) aing seld lsquosalarsquo (selidwō‑) vs pgerm salithornwō‑ (cfr Ringe 2014 236 ldquo[hellip] d is unexpected lexical analogy [hellip]rdquo)

74 Cfr anche lo sviluppo pgerm -thornl‑ aat -f l- in posizione interna attestato eg da aing thornerscold e aisl thornreskoldr vs aat driskufli (cfr Braune-Reiffenstein 2004 163 n 2)

75 Ringrazio Andrea Lorenzo Covini per avermi suggerito di prendere in considerazio-ne tale possibilitagrave

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Riccardo Ginevra

dw- la seconda potrebbe essere stata selezionata ai danni della prima in virtugrave delle sue proprietagrave metriche

62 Pgerm thornwerg-a- come riflesso di pie tuerḱ- lsquotagliare foggia-rersquo

Pgerm dwerg-a- puograve quindi rappresentare una variante di pgerm thornwerg‑a‑ (di-rettamente attestato nei dialetti norvegesi) il quale egrave a sua volta il regolare riflesso di pie tuerḱ-oacute- un derivato del tipo tem-oacute- (Nussbaum 2017 cfr anche Malzahn 2013) ben attestato in germanico Pie tuerḱ-oacute- sarebbe quindi una formazione primaria da ricondurre alla radice pie tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo attestata inter alia da ved Tvaacuteṣṭar‑ lsquoartigiano (divino)rsquo aav ϑβōrəštar- lsquoartigiano intagliatore carpen-tierersquo gr att σάρξ ed eol e dor σύρξ lsquocarnersquo

Il tipo derivazionale tem-oacute- (proprio come il piugrave noto tipo tom-oacute-) poteva avere sia semantica agentiva che passiva (esempi da Nussbaum 2017 249-250)

(a) per il significato agentivo cfr gall hy lsquocoraggiosorsquo (e probabilmente anche lo hapax ved sahaacute‑ lsquovittoriosorsquo Weiss 2017 386) riflesso di seǵh-oacute- lsquoche con-quistarsquo (pie seǵh- lsquosopraffare conquistarersquo cfr gr ἔχω lsquopossederersquo e ved saacuteh‑a-te lsquovincere sconfiggerersquo seǵh-oe-)

(b) per il significato passivo cfr lat fīd‑us lsquofidatorsquo riflesso di bheidh-oacute- lsquoche egrave fidato in cui si confidarsquo (pie bheidh- lsquofidarsi di confidare inrsquo cfr gr πείθομαι lsquoid credere essere persuasorsquo bheacuteidh-oe-)

Il derivato pie tuerḱ-oacute- puograve quindi avere avuto sia (a) un significato agentivo lsquoquello che taglia foggiarsquo che (b) un significato passivo lsquoquello che egrave tagliato fog-giatorsquo entrambi trovano riscontro nei riflessi di pgerm dwerg-a-

(a) Un significato lsquoquello che taglia foggiarsquo ha paralleli esatti nella fraseologia che nei testi letterari nordici ricorre in relazione ai dvergar come vedremo nel cap 7 infatti questi personaggi sono continuamente (e quasi esclusivamente) menziona-ti nel loro ruolo di artigiani mitici (lsquoquelli che foggianorsquo) soprattutto come soggetto allrsquointerno di collocazioni del tipo [dvergr ndash foggiare ndash oggetto] I numerosi pa-ralleli con i testi vedici sullrsquoartigiano divino Tvaṣṭar permettono inoltre di ricostruire collocazioni indoeuropee del tipo [artigiano mitico (pie tuerḱ‑ aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar‑) ndash foggiare ndash oggetto] Un significato lsquoquello che taglia pungersquo potrebbe infine anche soggiacere al significato lsquospillarsquo di aisl dvergr in Rthorn 16

(b) Un significato lsquoquello che egrave tagliatorsquo non trova al contrario riscontro nel-la mitologia dei dvergar nordici (neacute del vedico Tvaṣṭar) ma corrisponde da vici-no allrsquoaccezione lsquopersona di statura molto bassa nanorsquo attestata per vari riflessi di pgerm dwerg-a- (cfr eg aing dweorgh che glossa lat nanus) lo sviluppo seman-tico da lsquotagliato (via)rsquo a lsquocorto bassorsquo ha infatti diversi paralleli nelle lingue indoeu-

mdash 67 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ropee76 cfr eg lat curtus lsquocorto bassorsquo (pie [s]kr-toacute- lsquotagliatorsquo o kur-toacute- lsquoidrsquo) o ing short lsquocorto bassorsquo (pgerm skurta- lsquotagliato viarsquo)77

La caratterizzazione anatomica della figura mitica nordica del dvergr originariamente lsquoquello che taglia foggiarsquo (cioegrave lrsquolsquoartigianorsquo) come lsquopersona di sta-tura molto bassa nanorsquo egrave come osservato supra tarda e con tutta probabilitagrave da ricondurre a una confluenza tra questi due significati Un ruolo non indifferente avragrave giocato anche la tendenza a trasformare figure mitologiche pagane in spiritelli di piccole dimensioni cfr eg i nobili alfar lsquoelfirsquo nordici (cosigrave autorevoli da essere nominati nellrsquoEdda quasi esclusivamente in coppia con gli aeligsir lsquodegraveirsquo) vs i piccoli elfi del folklore inglese e tedesco (cfr eg William Shakespeare Sogno di una notte di mezzrsquoestate atto 2 scena 2 vv 4-5 Some war with rere-mice for their leathern wings To make my small elves coats cfr anche atto 2 scena 1 vv 30-31 in cui gli elfi sono detti nascondersi nelle ghiande) Che lo stesso derivato attesti sia seman-tica agentiva che passiva allrsquointerno di unrsquounica lingua indoeuropea non egrave sorpren-dente (Nussbaum 2017 242) cfr eg gr om σκοπός che significa sia lsquoguardianorsquo (lsquoquello che osservarsquo eg Il 23359) che lsquobersagliorsquo (lsquociograve che egrave osservatorsquo eg Od 226)

63 Paralleli in ambito germanico mat zwergen e aing ġethornūren

Sebbene sul piano sincronico aisl dvergr e gli altri termini germanici sembrino es-sere isolati egrave possibile individuare diversi paralleli nelle lingue germaniche antiche Come notato supra Kroonen (2013 svv dwerga- e dwergan-) propone infatti una corrispondenza tra pgerm dwerga- (da lui trasposto come pie dhuergh-o-) e il verbo mat zwergen lsquoschiacciare pizzicarersquo (che egli riconduce meccanicamente a pgerm dwerg-a- e pie dhuergh-oe-)

Reinfried von Braunschweig 9226mich grimmet unde zwirget daʒ jacircmer ldquola disperazione mi graffia e mi pizzicardquo

A questi paralleli si puograve aggiungere il verbo debole mat twergen lsquoidrsquo

Minnesinger 3189b

vor dem walde begund ich sie mit kluogen twikken twergen ldquodi fronte alla foresta cominciai a pizzicarli con piccoli ramirdquo

76 Cfr Buck 1949 883 ldquowords for lsquoshortrsquo (opposite of both lsquolongrsquo and lsquotallrsquo) are mostly from the notion of lsquocut offrsquo or lsquobroken offrsquordquo

77 Per lrsquoanalisi etimologica di queste formazioni cfr eg de Vaan 2008 sv curtus e Heidermanns 1993 sv skurta- cfr inoltre Ginevra 2019 per ulteriori paralleli allrsquointerno di unrsquoanalisi della famiglia romanza di it picc‑olo e sp pequ‑entildeo come rif lessi di pie peiḱ‑oacute‑ lsquoche egrave tagliatorsquo

mdash 68 mdash

Riccardo Ginevra

Sia mat zwergen che twergen possono continuare regolarmente (via aat dtwer-gen) una radice pgerm thornwerg‑ variante di Verner (quindi in posizione pretonica) di pie tuerḱ‑ Il significato lsquoschiacciare pizzicarersquo di mat zwergen egrave infatti compa-tibile con la semantica della radice tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo un parallelo esatto si ha nella famiglia di pgerm knība‑ lsquocoltellorsquo (ing knife) knīpan- lsquopizzicarersquo (ndl knijpen ted dial kneipen) e knippan‑ lsquotagliare strappare castrarersquo (mbt cnippen ndl knippen ted palatino knippen cfr Kroonen 2013 svv)

A questo dossier si puograve aggiungere il participio preterito aing ġethornūren lsquoforgiatorsquo impiegato in riferimento a una spada nel Beowulf

Beo 1285-1287thornonne heoru bunden hamere ġethornūren sweord swāte fāh swīn ofer helme ecgum dyhttiġ andweard scireethldquoQuando spada adorna da martello forgiata lama cruenta di taglio possente fende avverso cin-ghiale sullrsquoelmordquo

La lectio attestata dal manoscritto ltgethornurengt egrave correntemente interpretata come ġethornŭren una variante irregolare (la forma attestata nella prosa egrave ġethornworen) del participio preterito di aing degthornweran lsquomescolare rimestare centrifugare (per fare il burro)rsquo verbo imparentato con aat dweran lsquoidrsquo e riflesso di pgerm thornwer‑a‑ (Se-ebold 1970 sv) unrsquoanalisi poco attraente sul piano della semantica che non trova paralleli nelle altre attestazioni di questi verbi o in alternativa emendata in ġethornrūen participio preterito di un verbo thornrūan lsquopressarersquo che non egrave attestato altrove (per una disamina delle ipotesi cfr eg Klaeber et al 2008 ad loc) Aing ltgethornurengt lsquoforgiatorsquo (attestato con questo significato anche nellrsquoIndovinello 91) puograve invece riflettere ġethornūren esito di (ga-)thorn(w)urh-Vna-78 il participio preterito di un verbo forte di terza classe pgerm (ga-)thornwerh‑a‑ lsquofoggiarersquo Tenendo conto del fatto che lrsquooscillazione tra h e g in Inlaut egrave da addebitare al cosiddetto grammatischer Wechsel (ldquoalternanza grammaticalerdquo) dovuto alla Legge di Verner egrave possibile ricostruire il seguente paradigma (cfr tab 6) per pgerm thornwerh‑a‑ lsquotagliare foggiarersquo

pgerm pieinfinito thornwerh‑a‑ (tueacuterḱ‑)preterito singolare thornwarh (tuoacuterḱ‑)preterito plurale thorn(w)urg-un (turḱ‑acute)participio preterito thorn(w)urg-Vna- (turḱ‑acute)

Tab 6 Ricostruzione del paradigma di pgerm thornwerh-a-

In epoca post-protogermanica il grammatischer Wechsel saragrave quindi stato risolto per mezzo della generalizzazione di h in inglese (aing ġethornūren lsquofoggiatorsquo riflette

78 Per la scomparsa di h con allungamento di compenso della vocale in antico inglese nel contesto -Vrh- cfr Ringe-Taylor 2014 305

mdash 69 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

degthornurh‑Vna‑ non lrsquoatteso degthornurg‑Vna‑) e di g in alto tedesco (mat zwergen lsquopizzicarersquo riflette thornwerg‑a‑ invece del regolare thornwerh‑a‑) Un ulteriore grado ridotto della stessa radice potrebbe essere attestato da aing thornȳrel lsquofororsquo aat durhil lsquoidrsquo riflessi di un derivato pgerm thorn(w)urh-ila- semanticamente compatibili con il significato lsquotagliarersquo di pie tuerḱ‑79

Egrave molto probabile che a livello sincronico pgerm dwerg-a- nel suo significato lsquoquello che taglia foggiarsquo venisse ancora associato al verbo thornwerh‑a‑ lsquotagliare fog-giarersquo (pie tuerḱ‑) unrsquoipotesi supportata dalla fraseologia eg sia aisl dvergr che aing ġethornuren lsquoforgiatorsquo si trovano impiegati in collocazione con [spada]

Skaacuteld 50Daacuteinsleif er dvergarnir gerethuldquo(la spada) Daacuteinsleif che fecero i dvergarrdquo (dwerg-a- lsquoquello che foggiarsquo)

Beo 1285 thornonne heoru bunden hamere ġethornūrenldquoquando spada adorna da martello foggiatardquo (thornwerh‑a‑ lsquofoggiarersquo)

Il fatto che lrsquounica attestazione di aing ġethornūren lsquofoggiatorsquo sia da individuare in un testo epico come il Beowulf permette di ipotizzare che il termine sia impiegato pro-prio in quanto arcaizzante e poeticamente marcato e quindi adatto a descrivere lrsquoatto di lsquofoggiarersquo oggetti mitici quali le spade dei Hrinġ‑Dene di re Hrōethgār In antico nordico egrave invece impiegato il verbo non marcato gera lsquofarersquo il cui soggetto egrave tuttavia un sostantivo agentivo derivato dalla stessa radice di aing ġethornūren ie aisl dvergr originariamente un appellativo dal significato lsquoquello che foggiarsquo successivamente specializzatosi come il nome stesso dellrsquointera categoria degli artigiani di oggetti mitici Alla luce di queste corrispondenze si puograve supporre che i derivati di pie tuerḱ‑ venissero percepiti come poeticamente marcati in etagrave protogermanica se non giagrave protoindoeuropea

64 Paralleli in ambito indoeuropeo ved Tvaacuteṣṭar- om σάρκες av rec ϑβərəsai-ti

Ciograve sembra trovare conferma nel parallelo con il nome dellrsquoartigiano cosmico della mitologia vedica Tvaacuteṣṭar‑ correntemente analizzato come un derivato con suffis-so agentivo -ter- di pie tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo (EWAia sv) con una corri-spondenza esatta in aav ϑβōrəštar- av rec ϑβarəštar‑ lsquointagliatore carpentierersquo Questrsquoultimo nellrsquoAvesta egrave un epiteto del dio supremo Ahura Mazdā ma secondo Leumann (1954) era originariamente il nome di una divinitagrave indoiranica indipen-dente e analoga allrsquoindiano Tvaṣṭar Essendo tutte queste forme secondo Lubotsky

79 Correntemente analizzati come rif lessi di pgerm thornurh‑ila‑ derivato di pgerm thornurh lsquoattraversorsquo (ing through ted durch) cfr eg Ringe-Taylor 2014 224

mdash 70 mdash

Riccardo Ginevra

(1994) da ricondurre a piir tuŕć‑tar‑ (ved Tvaacuteṣṭar‑ sarebbe lrsquoesito per dissimilazio-ne di tvŕṣṭar‑ cfr ved durhaacuteṇā- da durhrṇā- Narten 1982 140)80 si puograve supporre che il teonimo in questione sia stato generato per mezzo della baritonesi tipica dei nomi propri a partire da un sostantivo isterodinamico pie turḱ‑teacuter‑-tr-acute lsquoquello che taglia foggiarsquo con semantica agentiva pressocheacute identica a quella del derivato pie tuerḱ‑oacute‑ a cui egrave stato ricondotto aisl dvergr

Le caratterizzazioni degli dvergar e di Tvaṣṭar nei testi mitici rispettivamente nordici e indiani presentano numerosi paralleli fraseologici che verranno analizzati per esteso nel capitolo successivo in questa sezione possiamo tuttavia anticipare la collocazione condivisa dalle due tradizioni (b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaṣṭar‑) ndash foggiare ndash essere umano]

Vsp 105-7

thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquoessi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

RV 101841abviacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoChe Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

Alla luce dellrsquoanalisi qui proposta i soggetti della collocazione [foggiare ndash es-sere umano] rispettivamente nel passaggio eddico e in quello vedico ovvero aisl dvergr (pie tuerḱ‑oacute‑) e ved Tvaacuteṣṭar‑ (pie turḱ‑teacuter‑) riflettono uno stesso con-cetto [artigiano mitico] espresso da un derivato dalla stessa radice pie tuerḱ‑ e presentano quindi una corrispondenza non solo semantica ma anche etimologica

Il fatto che pie tuerḱ‑ sia attestato in indoario esclusivamente nel teonimo Tvaacuteṣṭar‑ sembra supportare lrsquoipotesi che derivati di questa radice fossero poeticamente marcati giagrave in etagrave indoeuropea un ulteriore indizio di questa connotazione egrave forse da individuare in quello che Risch (1961) ha per primo analizzato come lrsquo unico riflesso di questa radice in greco il plurale tantum om σάρκες lsquocarnirsquo (in etagrave po-stomerica attestato anche al singolare σάρξ) che continua un nome radicale pie turḱ‑ dal significato lsquotagliato formatorsquo (Schindler 1972 97 Jackson 2002 12)81 Risch (1961 93-94) osserva come σάρκες denoti in Omero unicamente le lsquocarni umanersquo (e solo successivamente anche quelle macellate degli animali) e Jackson (2002 ibid) compara questo dato con lrsquoappena citato RV 101841b in cui Tvaṣṭar egrave detto lsquotagliare foggiarersquo le lsquoformersquo degli esseri umani (tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu) Alla

80 Lrsquoanalisi di Lubotsky (1994) pare essere piugrave convincente della communis opinio (cfr EWAia sv tvaacuteṣṭar‑) secondo cui ved Tvaacuteṣṭar‑ rif letterebbe (possibilmente per incrocio con la radice TAKṢ lsquofoggiarersquo) una formazione piir tu aacuterć‑tar‑ e pie tu eacuterḱ‑ter‑ (con grado me-dio della radice inatteso)

81 Risch (1961 95) pensa invece a un significato lsquocarne che dagrave forma al corpo umanorsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

luce della corrispondenza notata supra tra il vedico Tvaṣṭar e i dvergar nordici i quali sono anchrsquoessi detti ldquofoggiare figure di uominirdquo in Vsp 105-7 (thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar) egrave possibile ipotizzare una connessione tra il significato originario specifico lsquocarni umanersquo di om σάρκες la sua etimologia da pie turḱ‑ lsquotagliato foggiatorsquo e il fatto che derivati di pie tuerḱ‑ siano impiegati in contesti marcati come lrsquoatto di lsquotagliare foggiarersquo oggetti mitici comprese le lsquocarni umanersquo in un contesto mitologico

Si egrave notato supra (61) come tra le possibili motivazioni dellrsquoattestazione di pgerm dwerga- (aisl dvergr) al posto di thornwerga‑ esito atteso di pie tuerḱ‑oacute‑ potrebbe esserci una modificazione analogica dellrsquoinizio di parola da dw- a thornw‑ ai fini dellrsquoallitterazione allrsquointerno di una collocazione con un secondo elemento che iniziava con pgerm d- riflesso di pie dh- Ciograve trova supporto nel parallelo con i testi vedici in cui il teonimo Tvaacuteṣṭar‑ ricorre proprio come soggetto di DHĀ lsquoporre fare crearersquo riflesso di pie dheh1- lsquoidrsquo

RV 73420btvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrānldquoLet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo

AVŚ 14153abtvaacuteṣṭā vāso vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā kavīnāmldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo

Essendo Tvaṣṭar lrsquolsquoArtigianorsquo che foggia il cosmo non sorprende che egli sia det-to DHĀ lsquodisporrersquo oggetti Da questa stessa radice verbale egrave stato derivato anche il nome di unrsquoaltra divinitagrave indiana ved Dhā‑taacuter‑ lsquoquello che disponersquo un altro nome formato con il suffisso agentivo -tar- la cui accentazione tradisce tuttavia unrsquoorigi-ne ben piugrave recente82 corroborata dal fatto che esso sia prevalentemente attestato nel decimo libro del RV (il piugrave tardo) Questo teonimo ricorre spesso in prossimitagrave di ved Tvaacuteṣṭar- cfr RV 7353a (Dhātaacuter‑) e 6d (Tvaacuteṣṭar‑) 10185d (D) e 6c (T) e in particolare il giagrave citato 101841

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātar place the embryo in yourdquo

Questa situazione prefigura quanto attestato successivamente nella letteratu-ra epica e puranica (cfr tab 7) in cui lrsquoaccostamento dei teonimi scr Tvaṣṭar‑ e

82 Mentre Tvaacuteṣṭar‑ egrave un arcaismo attestato anche in iranico le formazioni come Dhā‑taacuter‑ (con accento sul suffisso) diventano produttive solo verso la fine del periodo rigvedico (Tichy 1995 287)

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Riccardo Ginevra

Dhātar‑ egrave chiaramente formulare

MBh 4814 tvaṣṭur dhātuḥMBh 5557 tvaṣṭā dhātrāMBh 611638 dhātus tvaṣṭuścaMBh 131531 dhātā tvaṣṭāAgniPur 192 tvaṣṭā dhātāGarPur 1640 dhātā tvaṣṭāMPur 47158 tvaṣṭre dhātreViPur 115130 dhātā ca tvaṣṭā

Tab 7 Formularitagrave della collocazione di scr Tvaṣṭar- e Dhātar-

Sulla base del confronto con le collocazioni indoarie di Tvaacuteṣṭar‑ lsquoquello che fog-giarsquo con DHĀ lsquodisporrersquo e Dhātaacuter‑ lsquoquello che disponersquo si puograve ipotizzare che la selezione della variante pgerm dwerga- a discapito dellrsquoesito atteso thornwerga‑ di pie tuerḱ‑oacute‑ lsquoquello che foggiarsquo sia avvenuta allrsquointerno di unrsquoanaloga colloca-zione formulare con un derivato di pgerm dō‑ lsquofarersquo riflesso germanico di pie dheh1- lsquodisporre farersquo (LIV2 136-138) e quindi imparentato con la radice ved DHĀ lsquodisporrersquo da una collocazione come thornwergōzdwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo (avente come oggetto eg le lsquofigure umanersquo come nel giagrave citato Vsp 105-7) si sarebbe ottenuta una formula allitterante dwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo sviluppatasi poi con rinnovamento lessicale (essendo pgerm dō‑ scomparso in nordico cfr Seebold 1970 sv) nella collocazione aisl [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash oggetto] che come vedremo infra (cap 7) egrave molto ben attestata nei testi mitologici nordici Essendo il verso lungo della poesia orale germanica governato dallrsquoallitterazione una sostituzione del genere sarebbe stata motivata da vere e proprie esigenze compositive Per sviluppi di questo tipo in altre lingue indo-europee cfr eg il nome dellrsquoeroe mgall Lludd modificato a partire da Nudd (pcelt noudont- lsquonuvolosorsquo Matasović 2009 sv snowdo-) ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Llefelys83 oppure per garantire lrsquoallitterazione allrsquointerno della formula di nome ed epiteto Lludd Llaw-ereint ldquoLludd dalla mano drsquoargentordquo la cui forma originaria Nudd Llaw-ereint egrave ricostruibile sulla base del confronto con il te-onimo airl Nuacuteadhu Airgett‑lamh ldquoNuacuteadu dalla mano drsquoargentordquo (cfr Olmsted 1994 401 con letteratura)84 Una possibile obiezione a questa analisi sarebbe che in base a quanto attestato dalle lingue germaniche il verbo dō‑ doveva avere un significato lsquofarersquo (ing do) piuttosto che lsquocrearersquo (ing make) come rimarcato da Mees (2013

83 Cfr eg il titolo del racconto mabinogico Cyfranc Lludd a Llefelys lsquoStoria di Llud e Llefelysrsquo

84 Cfr anche il nome lat Remus probabilmente rif lesso di Iem-o- lsquoGemellorsquo (ved yamaacute‑) con modificazione della consonante iniziale ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Romulus (Puhvel 1975)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

334-335) si noti tuttavia che ancora nel 600 dC lrsquoiscrizione runica della capsu-la bronzea di Schretzheim ltalaguthorn leuba dedungt lsquoAlagu(n)thorn (e) Leuba fecero (la capsula)rsquo attesta il preterito plurale dedun nellrsquoaccezione lsquofoggiarersquo85

Lrsquounica altra lingua indoeuropea al di fuori di quelle germaniche in cui ricorre un verbo che riflette pie tuerḱ‑ egrave lrsquoavestico (LIV2 656) in cui sono attestati un pre-sente av rec ϑβərəsai‑ti lsquotagliare foggiarersquo e una forma di aoristo aav ϑβarōždūm lsquotagliaste foggiastersquo

Y 2911-2 xšmaibiiā gəuš uruuā gərəždā kahmāi mā ϑβarōždūm kə mā tašatldquoLrsquoanima della vacca si lamenta con voi lsquoPer chi mi avete formato Chi mi ha foggiatorsquordquo

In questo passo una mucca mitica si rivolge al dio supremo Ahura Mazdā chie-dendo per chi essa sia stata lsquofoggiatarsquo anche qui pie tuerḱ‑ egrave impiegato nel suo senso marcato di lsquofoggiare miticamentersquo un essere vivente quindi in un contesto analogo a quello dei passi analizzati supra in cui le carni degli uomini sono fog-giate dai dvergar e da Tvaṣṭar Sebbene in avestico ϑβərəs‑ sia attestato con una certa frequenza in contesti abbastanza vari e non necessariamente ldquocosmogonicirdquo egrave interessante notare come questa radice verbale non sembri ricorrere in nessunrsquoaltra lingua iranica (Cheung 2007 sv ϑuars-) Si potrebbe quindi trattare di un arcaismo che egrave sopravvissuto unicamente nellrsquoavestico in quanto lingua liturgica dello zo-roastrismo in virtugrave del suo corpus prettamente cultuale redatto a scopi rituali e di conseguenza linguisticamente arcaizzante

65 La kenning [bevanda ndash dei dvergar] per [poesia] e due figure indoeuropee

Sul piano della fraseologia lrsquointerpretazione di dvergr come riflesso di pie tuerḱ‑oacute‑ permette di individuare diversi paralleli per le kenningar nordiche per [poesia] come dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo Queste possono infatti riflettere una collocazione [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ‑oacute‑)] per [poesia] che ha non soltanto paralleli nella mitologia vedica (cfr il cap 7) ma anche corrispondenze fraseologiche sia (a) in collocazioni che designano la [poesia] e la [voce] in gene-rale come qualcosa da [versare] e da [bere] che (b) in collocazioni indoeuropee in cui pie tetḱ‑ lsquointagliare foggiarersquo e peiḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo due radici che Peter Jackson (2002 8-13) ha mostrato essere sinonimiche rispetto a tuerḱ‑ hanno come oggetto [poesia] e [voce]

(a) Lrsquouso metaforico di [bevanda] per [poesia] egrave molto ben attestata nella lin-gua poetica scandinava (Meissner 1921 69) cfr eg HaukrV Iacutesldr 14-8 biethk at [hellip]

85 Cfr Krause 1966 299 Nedoma 2004 172 Findell 2012 161 pace Mees 2013 335 Per la quantitagrave della e in pgerm dedun cfr Stiles 2010

mdash 74 mdash

Riccardo Ginevra

hlustar munnum [hellip] mjǫeth drekki ldquoprego che (i presenti) vogliano bere lrsquoidromele (degli degravei) (= la [poesia]) con le bocche dellrsquoorecchiordquo86 Questa figura poetica risa-le con tutta probabilitagrave a etagrave indoeuropea poicheacute corrisponde concettualmente alla collocazione [versare (ǵheu-) ndash le preghiere] studiata da Kurke (1989) in greco vedico e latino (a cui Watkins 1995 16 aggiunge un parallelo in antico irlandese) e alla concezione della [voce] come [liquido] studiata da Garciacutea Ramoacuten (2010) in sanscrito antico irlandese e ittito (per questrsquoultimo cfr anche Dardano 2018)

(b) Una collocazione [foggiare (tetḱ‑) ndash le parole (ueku-)] metafora per [fare poesia cantare] soggiace inter alia al composto av vacas‑tašti‑ lsquoinno strofarsquo (lsquofoggiatura di parolersquo) ai sintagmi ved vaacutecāṃsy [hellip] takṣam ldquoho foggiato parolerdquo (RV 6321d) e al sintagma gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di parolerdquo (Pi P 3113) una kenning per [poeti] (Schmitt 1967 296ss) che queste espressioni riflet-tano una comune ereditagrave indoeuropea egrave stato riconosciuto giagrave da James Darmesteter (1878) sebbene in termini leggermente diversi da quelli odierni87 Il concetto [fog-giare] nella metafora ereditata [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso anche da peiḱ‑ come dimostrato da Jackson (2002) sulla base dellrsquoanaloga corrisponden-za tra collocazioni rigvediche quali vācam pipiśur ldquohanno modulato (pie peiḱ‑) la voce (ueku-)rdquo (71036) e sintagmi pindarici come ποικίλος ὗμνος ldquoinno elaborato (pie peiḱ‑)rdquo (Pi O 687 N 542) Questrsquoassociazione potrebbe infine essere atte-stata anche nella tradizione latina Ovidio (Met 14320-434) eg ci riferisce come la moglie del dio Pīcus lsquocolui che foggiarsquo (pie peiḱ‑oacute‑ analizzato nel cap 8) avesse nome Canens lsquocantantersquo (lat canō lsquocantarersquo)

La kenning aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo per [poesia] sembra quindi riflettere una combinazione di queste due figure poetiche ovvero (a) la metafora della [poesia] come [bevanda] e (b) la metafora [foggiare ndash le parole] per [fare poesia] Egrave possibile ipotizzare che questa confluenza abbia avuto luogo nel modo seguente

(1) Dato che lrsquoelemento [foggiare] nella metafora ereditata (b) [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso sia da pie tetḱ‑ che da peiḱ‑ si puograve ipotizzare che esso venisse espresso anche dalla radice pie tuerḱ‑ la quale condivide significati e collocazioni con entrambe Si puograve quindi postulare una collocazione [foggiare (pie

86 Sullrsquo[orecchio] come [bocca] per la [poesia] liquida cfr Meissner 1921 130 cfr inoltre Egill Arkv 65-8 svaacutet Yggs full yacuteranda kom at hvers manns hlustamunnum ldquocosic-cheacute la coppa di Ygg [poesia] giunse schiumando alle bocche delle orecchie di ogni uomordquo Una figura poetica del genere potrebbe essere allrsquoorigine della differenza di significato tra itt ištaman(a)- lsquoorecchiorsquo e gr στόμα lsquoboccarsquo la cui parentela egrave stata proposta giagrave da Sturtevant (1928 123) sono grato a Paola Dardano per avermi fatto notare questo parallelo tra germani-co e anatolico

87 Piugrave precisamente Darmesteter (1878 28-29) includeva nel parallelo anche sintag-mi latini con il verbo texere lsquotessere fabbricarersquo che egli riteneva essere imparentato con av degtašti‑ ved TAKṢ‑ e gr τέκτων riconducendo tutti questi vocaboli ad una stessa radice ldquotaksrdquo unrsquoanalisi che non egrave piugrave comunemente accettata al giorno drsquooggi (cfr LIV2 619-620 638-639)

mdash 75 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

tuerḱ‑) ndash le parole](2) Cosigrave come la kenning pindarica per [poeta] gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di

parolerdquo egrave un sintagma nominale che riflette la collocazione [foggiare (pie tetḱ) ndash le parole] si puograve supporre che la collocazione [foggiare (pie tuerḱ‑) ndash le pa-role] potesse essere espressa da un sintagma nominale in cui un nome agentivo pie tuerḱ‑oacute‑ lsquofoggiatore artigianorsquo (aisl dvergr) reggeva un termine per [parole] o [poesia] ovvero una collocazione [artigiano (pie tuerḱ‑oacute‑) ndash delle parole della poesia] Ciograve trova paralleli in molte kenningar norrene per [poeta] del tipo aisl hagsmiethr bragar ldquoabile fabbro della poesiardquo (Bragi Troll 17 Meissner 1921 363-364)

(3) Essendo [poesia] [parola] e in generale [voce] metaforicamente sostituibili con [liquido] o [bevanda] in virtugrave della figura indoeuropea e scandinava (a) di cui supra una collocazione [artigiano (pie tuerḱ‑oacute‑) ndash delle parole] era quindi equi-valente a [artigiano (pie tuerḱ‑oacute‑) ndash della bevanda poetica] Anche questo pas-saggio trova un parallelo nella kenning per [poeta] aisl faeliggir Fjǫlnis veigar ldquofog-giatore della bevanda di Fjǫlnir (Odino [bevanda ndash di Odino] = [poesia])rdquo (KormǪ Lv 533) in cui faeliggir egrave peraltro da ricondurre alla radice pie peiḱ‑ lsquotagliare foggia-rersquo88

(4) Dalla kenning [artigiano (pie tuerḱ‑oacute‑) ndash della bevanda (poetica)] per [poeta] potragrave quindi essersi sviluppata la kenning [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ‑oacute‑)] per [poesia] di cui aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo egrave un riflesso esatto

88 Aisl faeliggir sembra essere un derivato agentivo in -ir (pgerm -ija-) di un rif lesso di pgerm faig‑ijō‑ lsquorendere coloratorsquo ( aing fāgian lsquoidrsquo) un verbo denominativo connesso allrsquoaggettivo faih-a- lsquomulticolorersquo Questo verbo e lrsquoaggettivo corrispondente sono da ricon-durre a pie pei ḱ‑ (cfr Heidermanns 1993 183-184)

mdash 76 mdash

mdash 77 mdash

7 ARTIGIANI MITICI INDOEUROPEI I DVERGAR NORDICI E IL DIO VEDICO TVAacuteṢṬAR-

Lrsquoanalisi di aisl dvergr come riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo egrave supportata dalla caratterizzazione di questi personaggi allrsquointerno dei testi eddici ma trova anche strette corrispondenze in quanto attestato in riferimento a figure mitolo-giche analoghe in ambito indoeuropeo In questo capitolo vedremo anzitutto come i dvergar nordici condividano diverse tra le loro piugrave importanti caratteristiche con il dio vedico di nome Tvaacuteṣṭar‑ teonimo che come si egrave visto riflette pie turḱ‑teacuter‑ lsquoquello che taglia foggiarsquo un altro derivato della radice tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo

71 I dvergar eddici come lsquoartigianirsquo cosmici

I dvergar sono menzionati innumerevoli volte nella letteratura scandinava in par-ticolare allrsquointerno del corpus eddico per una rassegna aggiornata della letteratura scientifica sui dvergar cfr Liberman 2016 303-316 Gli elementi principali della loro caratterizzazione che interessano questa trattazione sono sintetizzabili nei se-guenti punti

(a) I dvergar sono quasi esclusivamente menzionati come soggetto di una collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash ogget-to]Questa collocazione egrave ad esempio attestata in Hdl in cui la dea Freyja sostiene che il suo cinghiale Hildisviacuteni sia stato creato dai dvergar il cinghiale di Freyja egrave comrsquoegrave noto da connettere al cinghiale Gullinbursti (de Vries 1956-57 II178) che appartiene al suo quasi-omonimo fratello Freyr a questi versi si puograve quindi accostare un passo del Grm in cui alcuni personaggi denominati come lsquofigli di Iacutevaldirsquo sono detti aver prodotto la nave Skiacuteethblaethnir proprio per il dio Freyr

Hdl 77-10

Hildisviacuteni er meacuter hagir goslashretho dvergar tveir Daacuteinn oc NabbildquoHildisviacutenir che per me fecero abili due dvergar Daacuteinn e Nabbirdquo

Grm 43Iacutevalda synir gengo iacute aacuterdaga Sciacuteethblaethni at scapa scipa bezt sciacuterom Frey nyacutetom Niarethar bur

mdash 78 mdash

Riccardo Ginevra

ldquoI figli di Ivaldi al principio dei tempi si mossero a foggiare Skidhbladhnir nave ottima per Freyr splendente propizio figlio di Njordhrrdquo

Nel Grm i costruttori della nave di Freyr sono menzionati solo per mezzo del patronimico ma nella parafrasi che Snorri fa di questo passo gli stessi vengono chiamati dvergar cfr Gylf 43 Dvergar nokkvorir synir Iacutevalda gerethu Skiacuteethblaethni ok gaacutefu Frey skipit ldquoAlcuni dvergar figli di Iacutevaldi fecero Skiacuteethblaethnir e diedero la nave a Freyrrdquo Come il sopracitato cinghiale Hildisviacuteni di Freyja anche il cinghiale di Freyr egrave stato foggiato da due dvergar i fratelli Sindri e Brokkr come narrato in Skaacuteld 35 dove questi due fratelli dvergar cercano di [foggiare] doni piugrave belli di quelli giagrave foggiati dai dvergar figli di Iacutevaldi 89

Skaacuteld 35Eptir thornat foacuter Loki til thorneira dverga er heita Iacutevalda synir ok gerethu thorneir haddinn ok Skiacuteethblaethni ok geirinn er Oacuteethinn aacutetti er Gungnir heitir THORNaacute veethjaethi Loki hǫfethi siacutenu vieth thornann dverg er Brokkr heitir hvaacutert broacuteethir hans Sindri mundi gera jafngoacuteetha gripi thornrjaacute sem thornessir vaacuteru En er thorneir koacutemu til smiethju thornaacuteldquoDopo di ciograve Loki andograve dai dvergar che si chiamano figli di Iacutevaldi e loro foggiarono la chioma (per Sif) Skiacuteethblaethnir (per Freyr) e la lancia di Odino che si chiama Gungnir Allora Loki scommise la propria testa con quel dvergr che si chiama Brokkr che il fratello di quello Sindri non avrebbe prodotto tre doni altrettanto buoni come quelli E quando loro (Sindri e Brokkr) giunsero alla forgia allora [cominciarono a forgiare]rdquo

Per ulteriori passi della Snorra Edda che attestano questa stessa collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera) ndash oggetto] cfr eg Skaacuteld 50 thornviacuteat nuacute hefi ek dregit Daacuteinsleif er dvergarnir gerethu ldquopoicheacute io ho ormai tratto [la spada] Daacuteinsleif che fecero i nanirdquo (giagrave citato nel cap precedente) Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

I dvergar sono menzionati in contesti del genere in numerosi altri passaggi del-la letteratura norrena Allrsquoinizio del Sǫrla THORNattr sembra quasi essere attestata una glossa del termine dvergr come lsquoartigianorsquo

Sǫrla THORNattr 1Menn thorneir vaacuteru iacute Asiacutea er einn heacutet Aacutelfrigg annarr Dvalinn thornriethi Berlingr fjoacuterethi Greacuterr THORNeir aacutettu heima skammt fraacute hǫll konungs THORNeir vaacuteru menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd THORNess haacutettar menn sem thorneir vaacuteru kǫlluethu menn dverga THORNeir byggethu einn stein THORNeir blǫnduethust thornaacute meir vieth mannfoacutelk en nuacuteldquoCrsquoerano degli uomini in Asia di cui uno si chiamava Aacutelfrigg un altro Dvalinn un terzo Berlingr e un quarto Greacuterr Essi avevano dimora non lontano dalla sala del re Questi erano uomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tutto Uomini di questo genere come loro erano gli uomini li chiamavano dvergar Vivevano in una roccia Si mischiavano allora di piugrave con lrsquoumanitagrave rispetto a

89 Cfr Ginevra 2018 per unrsquoanalisi del mito e dei suoi possibili paralleli indoeuropei

mdash 79 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

orardquo

In questo passo si dice che il termine dvergar egrave usato per riferirsi a ldquouomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tuttordquo (menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd) una perifrasi per dire che essi erano capaci di foggiare qualsiasi cosa come si evince dal fatto che

bull i quattro personaggi in questione siano fabbri cfr lrsquoinizio di un paragrafo successivo dvergarnir vaacuteru at smiacuteetha ldquoi dvergar (Aacutelfrigg Dvalinn Berlingr e Greacuterr) stavano forgiandordquo

bull la stessa locuzione sia impiegata in riferimento a un personaggio di nome Smiethr lsquoFabbrorsquo in Boacutesa saga ok Herraueths 2 lagethi aacute allt gerva hǫnd ldquometteva una mano perfetta in tuttordquo90

(b) I dvergar Moacutetsognir e Durinn sono detti [foggiare ndash esseri umani]

Vsp 95-8-10hverr scyldi dverga droacutettir91 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom THORNar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho sem Durinn sagethildquo[Gli degravei discussero su] chi dei dvergar dovesse schiere creare dal sangue di Brimir e dalle mem-bra di Blaacuteinn Lagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondo essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terra come disse Durinnrdquo

Queste due strofe sono state oggetto di interpretazioni contrastanti Il genitivo plurale dverga lsquodei dvergarrsquo in Vsp 95 egrave stato inteso da Dronke come un comple-mento di droacutettir lsquoschierersquo Dronke segue inoltre lrsquoemendazione di Joacutensson (1926 ad loc) del tragravedito hverr lsquochirsquo con hvaacutert lsquoutrum whetherrsquo traducendo di conseguenza i vv 95-6 come ldquowhether they should create companies of dwarvesrdquo (con gli aeligsir lsquodegraveirsquo come soggetto) Questa emendazione e lrsquointerpretazione che ne consegue sembrano tuttavia non necessarie sulla base di tre osservazioni

bull In primo luogo hverr skyldi dverga ldquochi dovesse tra i nanirdquo in Vsp 95 riflette la stessa struttura sintattica con ordine dei costituenti [hverr ndash verbo modale ndash geniti-vo plurale retto da hverr] attestata eg in Hym 382-4 hverr kann um thornat goethmaacutelugra goslashrr at scilia ldquoe chi puograve questo fra chi conosce i miti piugrave compiutamente raccon-

90 Possibili paralleli per questo passaggio si possono individuare in greco (Daniel Koumlll-igan c p) dove il dio artigiano Efesto egrave invocato come καρτερό-χειρ lsquoo (dio) dalla forte manorsquo (Hymn Orph 663) e in vedico (Patrick V Stiles c p) dove Tvaṣṭar egrave chiamato su‑pāṇiacute‑ lsquodal-le buone manirsquo (eg RV 73420b citato infra 72 [b]) queste corrispondenze potrebbero ri-f lettere unrsquoassociazione tradizionale tra la formula [mano ndash buonaforteperfetta] e i gli degravei lsquoartigianirsquo (pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo) nel mito indoeuropeo

91 Con Dronke (1997 ad loc) preferisco la variante ltdroacutettirgt attestata nello Hauksboacutek alla lezione ltdroacutettingt del Konungsboacutek (scelta da Neckel-Kuhn 1962 ad loc)

mdash 80 mdash

Riccardo Ginevra

tarerdquobull In secondo luogo le due strofe Vsp 9-10 hanno chiaramente una struttura

responsiva (cfr tab 8) (1) allrsquointerrogativa di Vsp 95 hverr [hellip] dverga ldquochi tra i dvergarrdquo cor-

risponde in Vsp 101-4 una risposta thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) allrsquointerrogativa di Vsp 91-2 hverr scyldi dverga droacutettir scepia ldquochi tra i dvergar dovesse creare schiererdquo corrisponde in Vsp 105-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi (Moacutetsognir e Durinn) molte umane figure fecero i dvergarrdquo essendo droacutettir lsquoschierersquo un sinonimo poetico di [uomini]92

(3) alla specificazione di Vsp 92-4 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom ldquocreare dal sangue di Brimir e dalle membra di Blaacuteinn (ie le lsquoroccersquo)rdquo93 corrisponde in Vsp 106-7 goretho dvergar oacuter ioretho ldquofecero i nani dalla terrardquo

Vsp 9 Vsp 10

(1) [chi ndash dei dvergar] = Moacutetsognir e Durinn

1 hverr scyldi dverga ldquochi tra i dvergar dovesserdquo

1-4 thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) [foggiare ndash umani] 2 droacutettir scepialdquocreare schiere = uominirdquo

5-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi molte umane figure fecero i dvergarrdquo

(3) [da terraroccia] 4 oacuter Blaacuteins leggiom ldquodalle membra di Blaacuteinn = roccerdquo

7 oacuter ioretho ldquodalla terrardquo

Tab 8 Struttura responsiva di Vsp 9 e 10

bull Infine la responsione tra Vsp 91 hverr [hellip] dverga ldquochi dei dvergarrdquo e 101-2

thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn ldquolagrave Moacutetsognir era diventato il piugrave granderdquo ha un parallelo esatto nella responsione tra Vm 284 hverr aacutesa elztr ldquochi degli AEligsir il piugrave anticordquo e 293 thornaacute var Bergelmir borinn ldquoallora Bergelmir era natordquo

92 Cfr eg Hsv 851-2 Draumum siacutenum skulu eigi droacutettir truacutea ldquoMen should not believe their dreamsrdquo

93 Per le membra di Blaacuteinn come [montagne rocce] cfr Dronke 1997 122

mdash 81 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Vm 284-291-2

ldquohverr aacutesa elztr eetha Ymis niethia yrethi iacute aacuterdagardquo Vafethruacuteethnir qvaeth ldquoOslashroacutefi vetra aacuteethr vaeligri ioreth scǫpueth thornaacute var Bergelmir borinnrdquoldquo[disse Odino] laquoChi era il piugrave vecchio fra gli asi e della stirpe di Ymir allrsquoinizio dei tempiraquo dis-se Vafthornruethnir laquoIn un tempo lontano prima che fosse creata la terra venne Bergelmir alla luceraquordquo

Una stessa struttura compositiva tradizionale (cfr tab 9) soggiace con tutta pro-babilitagrave a entrambi i passi

Vsp Vm(a)hverr + X-a (genitivo plurale)

91 hverr [hellip] dvergaldquochi tra i dvergarrdquo

284 hverr aacutesaldquochi tra gli degraveirdquo

(b)thornarthornaacute var Y-ir (nome proprio) W-inn (participio preterito)

101-2 thornar var Moacutetsognir [hellip] um orethinnldquolagrave Moacutetsognir era diventatordquo

293 thornaacute var Bergelmir borinnldquoallora Bergelmir eranatordquo

(c)Z-ztr (superlativo) + X-a (genitivo plurale)

102-3 maeligztr [hellip] dverga allraldquoil piugrave grande dei dvergar tuttirdquo

284 [hellip] aacutesa elztrldquoil piugrave vecchio degli degraveirdquo

Tab 9 Elementi comuni a Vsp 9-10 e Vm 28-29

Alla luce di questi dati non sembra quindi necessario intepretare le strofe della Vsp citate supra alla maniera di Dronke e si puograve quindi affermare che esse attestino una collocazione [dvergr ndash foggiare ndash essere umano]

(c) I dvergar Brokkr e Sindri forgiano lrsquo[arma ndash del dio del tuono] Thor

Skaacuteld 35THORNaacute lagethi hann jaacutern iacute aflinn ok baeth hann blaacutesa ok sagethi at oacutenyacutett mundi veretha ef blaacutestrinn felli [hellip] Ok thornaacute kom thornar smiethrinn at sagethi at nuacute lagethi naeligr at alt mundi oacutenyacutetask er iacute aflinum var THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn [hellip] THORNat var doacutemr thorneira at hamarrinn var beztr af ǫllum gripum ok mest vǫrn iacute fyrir hriacutemthornursum ok dœmethu thorneir at dvergrinn aeligtti veethfeacuteitldquoPoi egli (Sindri) mise nella fucina del ferro e chiese (a Brokkr) di far vento e disse che sarebbe stato [tutto] rovinato se il soffiare fosse cessato [hellip] E allora venne il fabbro (Sindri) e disse che ci man-cava poco che tutto quello che crsquoera nella fucina fosse rovinato Poi tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (Brokkr) diede il martello a Thor [hellip] Il loro giudizio (ie degli degravei) fu che il martello era il migliore fra tutti gli oggetti preziosi e la maggior difesa contro i giganti della brina ed essi senten-ziarono che il dvergr aveva [vinto] la scommessardquo

Il martello del dio del tuono Thor non egrave semplicemente uno dei sei oggetti miti-ci che vengono foggiati nellrsquoambito dellrsquoagone artigianale tra Loki (o meglio tra i dvergar figli di Iacutevaldi che lavorano per Loki) e i dvergar Brokkr e Sindri il martello egrave il migliore tra tutti questi oggetti la ldquomaggior difesa contro i giganti di brinardquo e garantisce a Brokkr e a suo fratello la vittoria nellrsquoagone contro Loki

mdash 82 mdash

Riccardo Ginevra

(d) I dvergar Austri Vestri Norethri Suethri hanno la funzione di [sorregge-re ndash il cielo]

Gylf 8lsquoToacuteku thorneir ok haus hans ok gerethu thornar af himin ok settu hann upp yfir jǫrethina meeth fjoacuterum skautum ok undir hvert horn settu thorneir dverg THORNeir heita svaacute Austri Vestri Norethri SuethrildquoEssi presero il suo cranio e ne fecero il cielo e lo posero su sopra la terra con quattro canti e sotto ogni angolo posero un dvergr Essi si chiamano cosigrave Austri Vestri Norethri Suethrirdquo

Gli stessi nomi si incontrano in ordine diverso allrsquoinizio del catalogo dei dvergar della Vsp nella strofa successiva a quelle analizzata supra 112-3 Norethri oc Suethri Austri oc Vestri Trattandosi di un catalogo non si trova qui menzionata la funzione di sorreggere il cielo la quale non egrave per la veritagrave letteralmente enunciata nemmeno in Gylf 8 undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo Ci si puograve tuttavia arrivare in maniera combinatoria

bull aisl setja undir lsquoporre sottorsquo si dice normalmente di aisl stoacutell lsquoseggiorsquo cfr eg HeiethrH 5630 var siacuteethan stoacutell settr undir Gestumblinda ldquofu quindi posto un seggio sotto Gestumblindirdquo HaacutekFris 48211 var thornar stoll settr vndir konvnginn ldquofu lagrave posto un seggio sotto il rerdquo

bull aisl stoacutell lsquoseggiorsquo egrave a sua volta impiegato nel linguaggio poetico con il significato [sostegno] come un sinonimo poetico di stǫeth lsquopalorsquo cfr eg kenningar dalla struttura [sostegno ndash del falco] per [mano braccio] come hauka-stoacutell lsquoseg-gio dei falchirsquo e val‑stǫeth lsquopalo deli falcohirsquo (Meissner 1921 141-142)

bull Aisl undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo egrave quindi semanticamente equivalente a una collocazione [dvergr ndash soste-nere ndash cielo]

Una collocazione [dvergr ndash sostenere (pgerm ber-) ndash cielo] si puograve peraltro ricostruire anche sulla base della kenning per [cielo] aisl byrethr dverganna ldquofardello dei nanirdquo in cui byrethr (pgerm bur-di[‑jō]-)94 va per lrsquoappunto ricondotto alla radi-ce pgerm ber- lsquoportarersquo (pie bher-) 95

Skaacuteld 23Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dverganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

94 Sulla non univoca analisi formale di aisl byrethr cfr Schaffner 2001 374ss e 455 Ca-saretto 2004 296 e 497-498

95 Per la kenning [fardello ndash dei dvergar] per [cielo] cfr anche Hfr Erf Oacutel 26a3 (und niethbyrethi Norethra ldquosotto il fardello della stirpe di Norethrirsquo = [fardello ndash dei dvergar]) e Arn THORNorfdr 243 (brestr erfiethi Austra ldquosi spacca la fatica di Austrirdquo)

mdash 83 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(e) Il dvergr Alviacutess egrave detto [conoscere (aisl viacuteta) ndash tutto] nel ritornello dellrsquoAlviacutessmaacutel

Alv 91-3 (+ 12x)Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitirldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu nano conoscirdquo

Il nome stesso del dvergr Al-viacutess egrave un composto con un primo elemento aldeg lsquotut-to completamentersquo (per cui cfr supra cap 3) e un secondo elemento aggettivale viacutess lsquosaggiorsquo dal significato lsquocompletamente saggiorsquo (se composto descrittivo) o lsquosaggio su tuttorsquo (se determinativo) Aisl viacuteta e viacutess sono da connettere alla stessa radice pgerm weit- lsquosaperersquo (de Vries 1962 sv viacutess)

(f) Lrsquoidromele della poesia egrave foggiato da alcuni dvergar in due recipienti e ciograve spiega percheacute la [poesia] sia chiamata [bevanda ndash dei dvergar]

Skaacuteld g57ok thornaacute er hann kom at heimboethi til dverga nokkvorra Fjalars ok Galars thornaacute kǫlluethu thorneir hann meeth seacuter aacute einmaeligli ok draacutepu hann leacutetu renna bloacuteeth hans iacute tvau ker ok einn ketil ok heitir saacute Oacuteethreyrir en kerin heita Soacuten ok Boethn THORNeir blendu hunangi vieth bloacuteethit ok vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku eetha fylli eetha nakkvars konar lǫg Oacuteethreris eetha Boethnar eetha Soacutenar eetharsquoldquoe su invito (Kvasir) giunse da certi dvergar Fialarr e Galarr essi lo convocarono per un collo-quio privato e lo uccisero Fecero scorrere il suo sangue in due recipienti e in un calderone questo si chiamava Oacuteethroslashrir e i recipienti Soacuten e Boethn Al sangue essi mescolarono del miele e ne derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergar o loro sazietagrave o liquido di qualsiasi tipo di Oacuteethroslashrir di Boethn o di Soacuten o [seguono altre kenningar]rdquo

Da questo passo egrave chiaro come lrsquoidromele della poesia del mito rappresenti la [poesia] il che corrisponde al ben attestato impiego metonimico di [bevanda] per [poesia] trattato alla fine del capitolo precedente (cap 6)

(g) Alcuni dvergar vengono catturati e incatenati per la loro sapienzaIn virtugrave della loro sapienza e abilitagrave di artigiani in diversi passi della letteratura nor-dica i dvergar vengono catturati e incatenati da personaggi che vogliono ottenere og-getti mitici forgiati da loro i dvergar sono quindi pronti a concedere quanto richiesto pur di aver salva la vita A tal proposito si possono comparare i seguenti passaggi dalla Saga Heiethreks konungs ins vitra in antico islandese e dalle Gesta Danorum di Sassone il Grammatico in latino

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2saacute hann einn stein mikinn vieth soacutelsetr ok thornar hjaacute dverga tvaacute konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxi thorneir beiddu fjoumlrlausnar Konuacutengr maeliglti Hvat heiti thorneacuter Annar nefndist Dvalinn en annar Dulinn Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem

mdash 84 mdash

Riccardo Ginevra

bezt kunni thorniethldquoEgli (Svafrlami) vide una pietra alta nel tramonto e accanto a essa due nani Il re li incantograve fuori dalla pietra con il coltello Quelli implorarono riscatto Il re disse ldquoCome vi chiamaterdquo Uno si chiamava Dvalinn lrsquoaltro Dulinn Il re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Saxo Gesta Danorum 326Cumque forte pernox attonita curis mente languesceret obumbrantem tabernaculo suo Satyrum ha-sta petivit obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepit Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcit Nec segniter Satyrus salutis redemp-tionem quae ab ipso petebatur exhibuit Adeo cunctis re prior est vita cum nihil apud mortales spiritu carius exsistere soleatldquoOnce as he watched all night his spirit was drooping and dazed with anxiety when the Satyr cast a shadow on his tent Aiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escape Then in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and bracelets The Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was asked So surely do all prize life beyond wealth for nothing is ever cherished more among mortals than the breath of their own liferdquo

Il trattamento riservato ai dvergar Dvalinn e Dulinn nella saga nordica e quello riservato al satyrus Mimingus nelle Gesta Danorum riflettono chiaramente la stessa struttura narrativa (cfr tab 10)

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar do-vrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquo

Saxo Gesta Danorum 326Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcitldquoThen in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and braceletsrdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere costretto con la forza a colla-borare

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Saxo Gesta Danorum 326Nec segniter Satyrus salutis redemptionem quae ab ipso petebatur exhibuitldquoThe Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was askedrdquo

mdash 85 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Saxo Gesta Danorum 326obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepitldquoAiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escaperdquo

Tab 10 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 e Gesta Danorum 326

Ricapitolando la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico permette di iden-tificare come loro caratteristica fondamentale la funzione di [artigiani mitici] che foggiano inter alia esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra asso-ciata alla poesia Ciograve supporta lrsquoetimologia di aisl dvergr e pgerm dthornwerga‑ come riflessi di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo Come vedremo nella prossima sezione quasi tutti gli elementi elencati presentano forti corrispondenze nei testi vedici che trattano del dio indiano Tvaṣṭar soltanto lrsquoultimo punto (g) non sembra avere corrispondenze nella tradizione sanscrita bensigrave in quella latina un parallelo che egrave discusso per esteso nel cap 8

72 Il dio vedico Tvaacuteṣṭar- lsquoArtigianorsquo cosmico

Il dio indiano Tvaṣṭar egrave nel mito vedico lrsquoartigiano cosmico per eccellenza96 La sua caratterizzazione nelle fonti vediche presenta molte corrispondenze con quella dei dvergar nelle fonti nordiche sintetizzabili nei punti presentati di seguito

(a) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare] diversi [oggetti] miticiIl dio egrave detto foggiare una coppa per il soacutema- (la bevanda rituale indiana) portare le coppe degli degravei affilare lrsquoascia di Brahmaṇaspati disporre vesti e adornare cinghie Egli produce forme e adorna di ogni forma tutte le creature compresi il cielo la ter-ra i cavalli e tutto il creato egrave stato generato da lui

RV 1206utaacute tyaacuteṃ camasaacuteṃ naacutevaṃ tvaacuteṣṭur devaacutesya niacuteṣkrtam aacutekarta catuacuteraḥ puacutenaḥldquoAnd this beaker of the god Tvaṣṭar new produced you made again into fourrdquo

RV 10539tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most

96 Sul dio Tvaṣṭar in generale cfr eg Oldenberg 1894 233-236 Macdonell 1897 116-118 Hopkins 1915 81 Hillebrandt 1927-29 372ss Oberlies 2012 149-150

mdash 86 mdash

Riccardo Ginevra

beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-)steedrdquo Brahmaṇaspati will hewrdquo

Il dio egrave menzionato in contesti analoghi in vari altri passi del RV97 noncheacute nelle fonti successive98

(b) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash essere umani]In una preghiera per la fertilitagrave che abbiamo giagrave citato nel capitolo precedente RV 101841 si chiede a diversi degravei di dare una mano nel concepimento a Tvaṣṭar in quanto dio preposto alla creazione di tutte le forme (RV 81028b) vagrave il compito di ldquointagliare le formerdquo del concepito

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātār place the embryo in yourdquo99

Nellrsquoinno del RV in cui la donna Yamī cerca di congiungersi al fratello Yama vie-ne menzionato questo stesso ruolo di Tvaṣṭar come lsquointagliatorersquo giagrave allrsquointerno del ventre materno lo stesso concetto si trova in una preghiera dellrsquoAtharvaveda per la

97 Cfr eg RV 11889 tvaacuteṣṭā rūpāṇi hiacute prabhuacuteḥ paśū n viacuteśvān samānajeacute teacuteṣāṃ na sphātiacutem ā yaja ldquoBecause preeminent Tvaṣṭar anointed all the beasts (with) their forms by sa-crifice win their fat for usrdquo 35519 devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥ pupoacuteṣa prajāḥ purudhā jajāna imā ca viacuteśvā bhuacutevanāni asya mahaacuted devā nām asuratvaacutem eacutekam ldquoGod Tvaṣṭar the im-peller providing all forms f lourishes he has begotten offspring in great quantity and all the-se creatures here are his ndash Great is the one and only lordshiprdquo 101109 yaacute imeacute dyā vāpr thivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvā n ldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer per-form sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

98 Cfr eg AVŚ 12333cd tvaacuteṣṭreva rūpaacuteṃ suacutekr taṃ svaacutedhityainā ehāḥ paacuteri pā tre dadrśrām ldquolike a form well made by Tvashtar with a knife so let the eager ones be seen round about in the vesselrdquo 14153ab tvaacuteṣṭā vā so vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā ka-vīnā m ldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo 60 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pā dān bhaacutegas tatakṣa catvā ry uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhy-atoacute nu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fashioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur aacutervā jāyata āśuacuter aacuteśvaḥ tvaacuteṣṭedaacuteṃ viacuteśvaṃ bʰuacutevanaṃ jajāna bahoacuteḥ kartā ram ihaacute yakṣi hotaḥ ldquoThe God-devoted man Tvashtar produces from Tvashtar springs to life your f leet-foot Courser Tvashtar gave being to this All about us Priest worship here the mighty works achieverrdquo

99 Cfr anche VS 1030 savitrā prasavitrā saacuterasvatyā vācā tvaacuteṣṭrā rūpaacuteiḥ pūṣṇā paśuacutebʰir iacutendreṇāsmeacute bŕhaspaacutetinā braacutehmaṇā vaacuteruṇenaacuteujasāgniacutenā teacutejasā soacutemena rājntildeā viacuteṣṇunā daśamyā devaacutetayā praacutesūtaḥ praacute sarpāmi ldquoI creep forth urged onward by Savitar the Impeller by Sarasvaticirc Speech by Tvashtar created forms by Pucircshan cattle by this Indra by Briha-spati Devotion by Varuna Power by Agni Brilliance by Soma the King by Vishnu the ten-th Deityrdquo

mdash 87 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

felicitagrave coniugale100

RV 10105abgaacuterbhe nuacute nau janitā daacutempatī kar devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥldquo[Yamī] (Even) in the womb the Begetter made us two a married couple god Tvaṣṭar the impeller who provides all formsrdquoAVŚ 6783tvaacuteṣṭā jāyām ajanayat tvaacuteṣṭāsyai tvāṃ paacutetim tvaacuteṣṭā sahaacutesram āyuṃṣi dīrghaacutem āyuḥ krṇotu vāmldquoTvashtar generated the wife Tvashtar [generated] thee as husband for her let Tvashtar make for you two a thousand life-times a long life-timerdquo

Nel RV e nella VS a Tvaṣṭar egrave assegnato il compito di foggiare uomini eroici (ved vīraacute‑) cfr i passi giagrave citati RV 73420b tvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrān ldquolet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur ldquoThe God-devoted man Tvashtar producesrdquo

(c) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash lrsquoarma del dio del tuono] IndraLa collocazione Tvaṣṭar‑ ndash TAKṢ lsquofoggiarersquo ndash vaacutejra‑ lsquomazza (di Indra)rsquo ricorre diver-se volte nel RV come notato giagrave da Macdonell (1897 117)

RV 1527cdtvaacuteṣṭā cit te yuacutejiyaṃ vāvrdhe śaacutevas tataacutekṣa vaacutejram abhiacutebhūtiojasamldquoTvaṣṭar also strengthened his own power to be employed by you he fashioned the mace of overwhelming mightrdquo

RV 1616abasmā iacuted u tvaacuteṣṭā takṣad vaacutejraṃ suaacutepastamaṃ svariacuteyaṃ raacuteṇāyaldquoJust for this one Tvaṣṭar fashioned the mace of best workmanship the reverberating one for battle [for joy]rdquo

Cfr anche RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (In-dra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo 5314ab aacutenavas te raacutetham aacuteśvāya takṣan tvaacuteṣṭā vaacutejram puruhūta dyumaacutentam ldquoThe Anu people fashioned a chariot for your horse Tvaṣṭar (fashioned) the brilliant mace o much invoked onerdquo

In due inni del RV egrave attestata una collocazione piugrave espressiva Tvaṣṭar‑ ndash VART lsquovoltare (sul tornio)rsquo ndash vaacutejra‑ lsquomazza (di Indra)rsquo ndash sahaacutesrabhrṣṭi‑ lsquodalle mille pun-tersquo cfr RV 1859ab tvaacuteṣṭā yaacuted vaacutejraṃ suacutekrtaṃ hiraṇyaacuteyaṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ suaacutepā aacutevartayat ldquoWhen Tvaṣṭar the good craftsman had turned the well-made gol-den mace with its thousand spikesrdquo 61710ab aacutedha tvaacuteṣṭā te mahaacute ugra vaacutejraṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ vavrtac chatāśrim ldquoThen Tvaṣṭar turned the mace with its thousand

100 Cfr anche RV 239 e 349 (= 729) in cui si chiede a Tvaṣṭar di propiziare progenie eroica

mdash 88 mdash

Riccardo Ginevra

spikes and hundred edges for you who are great o powerful onerdquo

(d+e) Tvaṣṭar egrave detto [conoscere (ved VED) ndash tutto] e [sostenere ndash il cielo e la terra] in due versi consecutivi (allrsquointerno di un paragone con Varuna)

RV 4423ahaacutem iacutendro vaacuteruṇas teacute mahitvā urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoI Varuṇa am Indra By my greatness these two realms wide and deep have strong support Like Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Tvaṣṭar egrave detto aggiustare insieme (ved saacutem airayaṃ) e sostenere (dhāraacuteyaṃ) le due metagrave del mondo (roacutedasī il cielo e la terra) Ciograve egrave una naturale conseguenza del fatto che in altri inni egli sia detto aver creato aggiustato insieme e adornato il cielo e la terra

RV 4563saacute iacutet suaacutepā bhuacutevaneṣu āsa yaacute imeacute dyāvāprthivī jajāna urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke avaṃśeacute dhīraḥ śaacuteciyā saacutem airatldquoHe certainly was the good artisan among the creatures who begot these two Heaven and Earth the two wide deep well-fixed realms did the wise one fit together in propless (space) with his skillrdquo

RV 101109yaacute imeacute dyāvāprthivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvānldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer perform sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

(f) Il soacutema- la bevanda rituale indiana egrave servito da Tvaṣṭar in due coppe ed egrave chiamato la [bevanda ndash di Tvaṣṭar-]

RV 111722ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vāmldquoFor Dadhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Che Tvaṣṭar sia il custode del soacutema- si evince anche dal fatto che in un inno Indra sia detto bere il soacutema- da due coppe nella casa di Tvaṣṭar mentre in un altro inno In-dra egrave detto rubare il soacutema- a Tvaṣṭar e berlo nelle coppe (cfr Macdonell 1897 117)

RV 4183cdtvaacuteṣṭur grheacute apibat soacutemam iacutendraḥ śatadhaniacuteyaṃ camuacutevoḥ sutaacutesya

mdash 89 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ldquoIn the house of Tvaṣṭar Indra drank soma a hundredrsquos worth of the pressed (drink) in the two cupsrdquo

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Le coppe con il soacutema- sono menzionate anche in una strofa in cui Tvaṣṭar prima porta i recipienti con il soacutema- per gli degravei e poi affila lrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSi-gnore della formularsquo questi versi sono immediatamente seguiti da una strofa in cui i poeti sono esortati a usare gli stessi strumenti per creare [poesia]101

RV 10539-10tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥ satoacute nūnaacuteṃ kavayaḥ saacuteṃ śiśīta vāśībhir yābhir amŕtāya taacutekṣatha vidvāṃsaḥ padā guacutehiyāni kartana yeacutena devāso amrtatvaacutem ānaśuacuteḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-) steedrdquo Brahmaṇaspati will hew Now poets sharpen up (the hatchets) that are (here) the axes with which you carve for the immortal As knowing ones create hidden tracks (like the track) by which the gods achieved immortalityrdquo

Non sarebbe strano se insieme allrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSignore della formu-la sacrarsquo anche il soacutema- fosse qui impiegato come una metafora per [poesia] come il soacutema- anche Brhaspati lsquoSignore della formula sacrarsquo egrave stato creato da Tvaṣṭar (RV 22317ab)

(h) Tvaṣṭar egrave contemporaneamente padre e nemico del [dio ndash del tuono] IndraIl padre di Indra egrave detto [foggiare] il suo vaacutejra‑ e per questo egrave stato identificato con Tvaṣṭar (cfr eg Macdonell 1897 116 Jamison Brereton 2014 I51)

RV 2176sāsmā aacuteram bāhuacutebhyāṃ yaacutem pitākrṇod viacuteśvasmād ā januacuteṣo veacutedasas paacuteri yeacutenā prthivyāṃ niacute kriacutev-iṃ śayaacutedhyai vaacutejreṇa hatvī aacutevrṇak tuviṣvaacuteṇiḥldquoThat was fit for him for his two arms ndash what his father made from every race and out of his know-ledge ndash that mace by which he with mighty roar smashed the worm and twisted it down to lie upon the earthrdquo

Ciograve sembra essere confermato dal fatto che in un inno il creatore e generatore di Indra sia chiamato svaacutepastama‑ lsquoil miglior artigianorsquo epiteto di Tvaṣṭar (cfr supra

101 Come notato da Jamison e Brereton (2014 ad loc)

mdash 90 mdash

Riccardo Ginevra

RV 1859 e 4563)102 cfr RV 4174b-d iacutendrasya kartā suapastamo bhūt yaacute īṃ jajāna svariacuteyaṃ suvaacutejram aacutenapacyutaṃ saacutedaso naacute bhūma ldquoThe best craftsman was the creator of Indra who begot him booming and bearing the good mace not to be moved any more than the Earth from its seatrdquo

Il rapporto tra Indra e il suo presunto padre Tvaṣṭar sembrerebbe essere proble-matico dato che questrsquoultimo egrave detto tremare davanti a Indra (RV 18014) il quale egrave a sua volta detto sconfiggere Tvaṣṭar alla nascita nel passo di RV 3484 citato supra (tvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya ldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indrardquo) Il quadro del rapporto padre-figlio diventa ancora piugrave tetro se si tiene conto del fatto che Indra egrave detto aver reso la madre una vedova e aver distrutto il padre evidentemente da identificare con Tvaṣṭar

RV 41812kaacutes te mātaacuteraṃ vidhaacutevām acakrac chayuacuteṃ kaacutes tvām ajighāṃsac caacuterantam kaacutes te devoacute aacutedhi mārḍīkaacute āsīd yaacutet prākṣiṇāḥ pitaacuteram pādagŕhyaldquoWho made your mother a widow Who tried to smash you as you lay as you wandered What god was merciful toward you when you destroyed your father having grasped him by the footrdquo

Abbiamo visto quindi come gli elementi centrali della caratterizzazione di Tvaṣṭar siano gli stessi attestati per quella dei dvergar ovvero atti di creazione di oggetti co-smici come figure umane e armi divine Soltanto il punto (h) non ha corrispondenze nella tradizione nordica bensigrave in quella greca come vedremo nel cap 8 A questo punto si puograve quindi procedere a una comparazione diretta tra la tradizione nordica e quella indiana

73 Artigiani cosmici indoeuropei confronto e ricostruzione

I miti nordici relativi ai dvergar e quelli indiani sul dio Tvaṣṭar condividono nume-rose caratteristiche gli elementi principali attestati in entrambe le tradizioni sono sintetizzabili nei seguenti punti

(a) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash ogget-to]I dvergar eddici sono quasi sempre soggetto di questa collocazione nel mito cfr eg Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

Tvaṣṭar egrave quasi esclusivamente menzionato come foggiatore di oggetti nel mito vedico cfr AVŚ 14160 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pādān bhaacutegas tatakṣa catvāry

102 Da notare come nello stesso inno sia menzionato anche il Cielo come padre di Indra (suvīras te janitā manyata dyauacuter)

mdash 91 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhyatoacute lsquonu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fash-ioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo

(b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash essere umano]Ai dvergar egrave assegnato il compito di creare esseri umani in Vsp 95-6 e 105-7 hverr scyldi dverga droacutettir scepia [hellip] thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquochi dei dvergar dovesse schiere (= lsquouominirsquo) creare [hellip] essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

Tvaṣṭar egrave il dio che foggia gli embrioni umani cfr RV 101841ab viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoche Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

(c) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash arma del dio del tuono]I dvergar Sindri e Brokkr sono gli autori del martello Mjǫllnir di Thor in Skaacuteld 35 THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn ldquoPoi (il dvergr Sindri) tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (il dvergr Brokkr) diede il martello a Thorrdquo

Tvaṣṭar foggia la mazza di Indra in RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (Indra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo

(d) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash sostenere ndash cielo]Il cielo egrave sorretto dai quattro nani Vestri Austri Suethri e Norethri nel mito nordico cfr Skaacuteld 23 Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dver-ganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

Tvaṣṭar sorregge le due metagrave del mondo (cielo e terra) nel mito vedico cfr RV 4423 tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ ca ldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

(e) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash conoscere ndash tutto]Il dvergr Alviss conosce ogni cosa in Alv 91-3 (13x) Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitir ldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu dvergr conoscirdquo

Tvaṣṭar conosce ogni essere vivente cfr RV 4423a tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān ldquolike Tvaṣṭar knowing all living beingsrdquo

mdash 92 mdash

Riccardo Ginevra

(f) [bevanda ndash dellrsquoartigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-)]Lrsquolsquoidromelersquo (mjǫethr pie medhu-) della poesia egrave chiamato ldquobevanda dei dvergarrdquo (che lrsquohanno prodotto) cfr Skaacuteld g57 vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku ldquone derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergarrdquo

Il soma la bevanda rituale indiana egrave il maacutedhu‑ lsquomielersquo (pie medhu-) di Tvaṣṭar cfr RV 111722 ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vām ldquoFor Da-dhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Ricapitolando i paralleli tra la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico e quella di Tvaṣṭar in quello indiano sono numerosi e si basano su una caratteristica fondamentale di questi personaggi la loro funzione come [artigiani] mitici che fog-giano oggetti cosmici come gli esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra associata alla poesia Ciograve permette di ipotizzare che essi continuino unrsquoorigi-naria figura mitica indoeuropea quella dellrsquo[artigiano] divino a cui erano associati i derivati della radice verbale che designava per eccellenza il [foggiare] mitico pie tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo riflessa in germanico da aisl dvergr (tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) e in indoiranico da ved Tvaacuteṣṭar‑ (turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo)103

103 Uno sviluppo da una personalitagrave divina singola (come Tvaṣṭar) ad una classe plurale di esseri mitici (come i dvergar) presenterebbe vari paralleli nelle tradizioni indoeuropee cfr eg i romani Sēmōnes classe plurale di divinitagrave sviluppatasi a partire dal dio singolo Sēmō le cui corrispondenze in italico e celtico permettono di ricostruire unrsquooriginaria divinitagrave singola-re protoitaloceltica di nome Segomō lsquoFortersquo (Weiss 2017)

mdash 93 mdash

8 ALCUNI PARALLELI NELLA MITOLOGIA CLASSICA IL DIO ROMANO PICO (PĪCUS) E IL

TITANO GRECO CRONO (ΚΡΌΝΌΣ)

Comrsquoegrave noto oltre che in nordico e indiano figure mitiche di artigiani divinisopran-naturali ricorrono in diverse tradizioni indoeuropee (cfr eg West 2007 154-157) Le fonti classiche attestano numerose figure di questo genere basti pensare alla for-giatura delle armi di Achille da parte di Efesto nellrsquoIliade al dono delle saette che i Ciclopi fanno a Zeus nella Teogonia o ai fabbri Dattili Idei delle fonti piugrave tarde Non egrave quindi strano che come vedremo nel presente capitolo paralleli importanti per quanto visto finora riguardo aisl dvergr e ved Tvaacuteṣṭar‑ siano attestati da due figure della letteratura classica il romano Pico (sect81) e il greco Crono (sect82) infatti da un lato le caratterizzazioni di questi personaggi presentano interessanti corrispondenze con i testi analizzati finora precisamente con gli elementi (g) e (h) rispettivamente del mito nordico e del mito indiano dallrsquoaltro i nomi di questi personaggi possono essere ricondotti rispettivamente a pie peiḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo radice che condi-vide significati e collocazioni con pie tuerḱ‑ (Jackson 2002 8-13) e alla radice quasi sinonimica pie (s)ker- lsquotagliarersquo

81 Il nome del dio Pīcus come riflesso di pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo

Il dio Pico (lat Pīcus) egrave uno dei primi re mitici del Lazio figlio di Saturno padre di Fauno e nonno di Latino104 la cui trasformazione in picchio (lat pīcus) ad opera dellrsquoamante rifiutata Circe egrave il soggetto di un famoso brano delle Metamorfosi di Ovidio (14320-434) Sebbene in quanto rex degli Aborigines Pico sia anche ogget-to di designazioni eroiche come equum domitor (Verg Aen 7189) egli egrave descritto nelle fonti latine e greche piugrave come un trickster e un culture hero

Il nome lat Pīcus puograve riflettere pie peiḱ‑oacute‑ lsquoquello che taglia foggiarsquo un

104 Cfr Verg Aen 748-49 [] Fauno Picus pater isque parentem te Saturne refert tu sanguinis ultimus auctor Serv ad Aen 1076 Stercutii Picus Pici Faunus Fauni Latinus est filius

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Riccardo Ginevra

derivato agentivo del tipo tem-oacute- di pie peiḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo radice sinoni-mica rispetto a pie tuerḱ‑ A questo stesso derivato agentivo possono essere ricon-dotti anche

bull lat pīcus lsquopicchiorsquo che puograve riflettere pie peiḱ‑oacute‑ lsquoquello che (in)taglia scavarsquo (alberi con il becco)105 una denominazione che si riferisce al comportamento piugrave tipico di questo uccello di cui ricorrono descrizioni sia in greco (eg Arist Hist an 593a3-14) che in latino (eg Plaut Asin 262)106

bull gr πεικός lsquoacuto pungente asprorsquo attestato esclusivamente dalla glossa es-ichiana πεικόν middot πικρόν πευκεδανόν (il sinonimo πικρός egrave drsquoaltronde anchrsquoesso un riflesso con diversa morfologia di PIE peiḱ‑ cfr eg Beekes 2010 sv)

In questo caso lat Pīcus corrisponderebbe quindi non solo dal punto di vista se-mantico ma anche morfologico ad aisl dvergr essendo questrsquoultimo un riflesso di pie tuerḱ‑oacute‑ lsquoquello che taglia foggiarsquo parimenti un tipo tem-oacute- derivato da una radice dal significato lsquotagliare foggiarersquo107

Unrsquointerpretazione di lat Pīcus come lsquoquello che foggiarsquo trova per lrsquoappunto sup-porto nella caratterizzazione di questo personaggio attestata in un passo di Plutarco

Plut Numa 153-5μυθολογοῦσι γάρ εἰς τὸν Ἀβεντῖνον λόφον οὔπω μέρος ὄντα τῆς πόλεως οὐδὲ συνοικούμενον ἀλλ᾽ ἔχοντα πηγάς τε δαψιλεῖς ἐν αὑτῷ καὶ νάπας σκιεράς φοιτᾶν δύο δαίμονάς Πῖκον καὶ Φαῦνον οὓς τὰ μὲν ἄλλα Σατύρων ἄν τις ἢ Πανῶν γένει προσεικάσειε δυνάμει δὲ φαρμάκων καὶ δεινότητι τῆς περὶ τὰ θεῖα γοητείας λέγονται ταὐτὰ τοῖς ὑφ᾽ Ἑλλήνων προσαγορευθεῖσιν Ἰδαίοις Δακτύλοις σοφιζόμενοι περιϊέναι τὴν ἸταλίανldquoRaccontano infatti che quando il colle Aventino non era ancora parte della cittagrave neacute era abitato ma aveva in seacute abbondanti sorgenti e valli ombrose vi vagavano due numi Pico e Fauno i quali in altri aspetti rassomigliavano i Satiri o i Pani ma sono detti con il potere delle pozioni e lrsquoastuzia della magia divina aver viaggiato per lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i greci chiamano Dattili Ideirdquo

105 Diversamente interpretato da WH (sv) che nota come due termini possibilmente im-parentati con questo vocabolo ved pikaacute‑ lsquoCuculus micropterusrsquo e antico prussiano picle lsquoTur-dus pilarisrsquo non possano rif lettere pie ḱ questi paralleli sono tuttavia probabilmente Sche-ingleichungen dato che entrambi questi uccelli non hanno molto in comune con il picchio Probabilmente imparentato egrave anche pgerm spihta- lsquopicchiorsquo (WH ibid de Vaan 2008 sv pī-cus)

Un termine sicuramente imparentato con pīcus egrave piuttosto umb peico (accusativo singo-lare) peiqu (ablativo singolare) lsquoidrsquo esito di protoitalico pĭk‑o‑ (Meiser 1986 47) che puograve ri-f lettere pie piḱ-oacute- (un derivato del funzionalmente analogo tipo CC-oacute- cfr Nussbaum 2017 250ss) Lat pīca lsquoghiandaia gazzarsquo egrave probabilmente un derivato femminile di pīcus Diver-samente Meiser 1986 47-48 seguito da de Vaan 2008 sv pīcus (secondo cui lat pīca sareb-be un derivato femminile vrddhi di pĭk‑o‑ con successiva diffusione analogica della ī lunga al maschile)

106 Cfr sul tema Mynott 2018 230 259-260 278 Sui picchi nel folklore di varie parti del mondo cfr Armstrong 1958 94-112

107 Cfr Ginevra 2019 per unrsquoanalisi dei termini della famiglia romanza di it piccolo come ulteriori rif lessi di pie peiḱ‑oacute‑ sebbene in unrsquoaccezione passiva lsquoquello che egrave tagliatorsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Pico e suo figlio Fauno ldquosono detti aver girato lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i Greci chiamano Dattili Ideirdquo dovevano evidentemente esistere delle narrazioni tradizionali secondo cui Pico era un artigiano che aveva tramandato agli Italici lrsquoarte propria dei Dattili Idei la quale era comrsquoegrave noto la metallurgia

Plin Nat 780ferrum Hesiodus in Creta eos qui vocati sunt Dactyli IdaeildquoEsiodo (ritiene) che a Creta quelli che si chiamano Dattili Idei (abbiano lavorato per la prima volta) il ferrordquo

Come ci si poteva attendere il fatto che il teonimo Pīcus fosse un omofono di lat pīcus lsquopicchiorsquo diede luogo a paraetimologie come quelle registrate da Servio

Serv ad Aen 7190Picum amavit Pomona pomorum dea et eius volentis est sortita coniugium postea Circe cum eum amaret et sperneretur irata eum in avem picum Martium convertit nam altera est pica hoc autem ideo fingitur quia augur fuit et domi habuit picum per quem futura noscebat

Il fatto che si tentasse di analizzare Pīcus per mezzo di episodi eziologici i quali hanno poco o niente a che fare con i ruoli e le funzioni che a questo dio sono specificamente assegnate108 va visto come un sintomo del fatto che il teonimo fosse ormai del tutto opaco etimologicamente giagrave per i romani Con questo non si vuole affermare che Pico non potesse essere associato al picchio tuttrsquoaltro punto di partenza per lrsquoassociazione di un dio con un animale erano solitamente degli elementi comuni nella caratterizzazione dei due (cfr eg la relazione tra il re degli degravei Zeus e il ldquore degli uccellirdquo lrsquoaquila) ed egrave quindi piugrave che normale che il dio Pīcus lsquoquello che taglia foggiarsquo finisse per essere associato allrsquouccello pīcus lsquoquello che taglia (la corteccia)rsquo

La narrazione di Plutarco citata supra continua quindi con un episodio della vita di Numa che egrave trattato anche da Ovidio nel terzo libro dei Fasti109 il re romano si rivolge alla ninfa Egeria per conoscere il rito di espiazione del fulmine questa sug-gerisce al re di costringere con la forza le divinitagrave indigene romane Fauno e Pico a rivelargli il segreto del rito

Ov Fasti 3289sscui dea lsquone nimium terrere piabile fulmen estrsquo ait lsquoet saevi flectitur ira Iovis sed poterunt ritum Picus Faunusque piandi tradere Romani numen utrumque soli nec sine vi tradent adhibe tu

108 Ovvero la storia dellrsquoamore non corrisposto di Circe peraltro una figura importata dal mondo greco e il dettaglio del tutto non marcato (basti pensare al mito di Romolo e Remo) sullrsquoimpiego di un uccello per la divinazione

109 Noncheacute secondo Arnobio dallrsquoannalista Valerio Antias (fr 6 Peter 8 Chassignet apud Arnob 51)

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Riccardo Ginevra

vincula captisrsquoldquoA lui (a Numa) la dea (Egeria) disse laquoNon avere eccessivo timore il fulmine si puograve espiare e lrsquoira del furioso Giove si puograve allontanare Ma Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazione Ma non lo tramanderanno senza costrizione legali con ceppi dopo averli catturatiraquordquo

Numa compie quanto suggeritogli dalla ninfa e ottiene quanto desiderato (alla fine egrave Giove stesso a rivelargli il rito) Ovidio segue qui naturalmente un topos della letteratura classica quello dellrsquoessere divino catturato dal mortale (cfr Pasco-Pran-ger 2002 298) che ha una sua prima e rinomata attestazione nellrsquoOdissea (4395ss) nella narrazione della cattura di Proteo ad opera di Menelao noncheacute successivamen-te presso Virgilio che fa catturare Proteo da Aristeo nelle Georgiche (4) e Sileno a dei pastori nelle Ecloghe (6) Il passo ovidiano ha tuttavia delle strette corrisponden-ze (cfr tab 11) anche con i testi scandinavi visti nel precedente capitolo (sect71 [g]) in cui i dvergar vengono catturati e trattenuti per la loro sapienza

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 (cfr Saxo Gesta Dano-rum 326)Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Ov Fasti 3289sssed poterunt ritum Picus Faunusque pianditradere Romani numen utrumque solildquoMa Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazionerdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere co-stretto con la forza a collaborare

Saga thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Ov Fasti 3293nec sine vi tradentldquoMa non lo tramanderanno senza costrizionerdquo

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Ov Fasti 3293adhibe tu vincula captisldquolegali con ceppi dopo averli catturatirdquo

Tab 11 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 Gesta Danorum 326 e Ov Fasti 3289ss

Comrsquoegrave noto talvolta egrave possibile addebitare corrispondenze tra Sassone il Gram-matico e autori romani alla cultura latina di Sassone il quale leggeva con tutta pro-babilitagrave sia Ovidio che Virgilio a supporto di unrsquoipotesi di questo genere si noti il

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

termine lat satyrus con cui Sassone si riferisce allrsquoessere fantastico di nome Mimin-gus Ciononostante in ambito scandinavo la cattura di un dvergr allo scopo di otte-nere un oggetto mitico non sembra essere un motivo importato dal mondo classico essendo attestato eg anche nella narrazione eddica della cattura del dvergr Andvari ad opera del dio Loki (Skaacuteld 39) Anche qualora queste corrispondenze tra i dver-gar nordici e il culture hero latino Pico non fossero indizio di una comune origine ma frutto di contatto tra mondo germanico settentrionale e mondo classico esse sarebbero comunque indice del fatto che gli artigiani mitici scandinavi venissero as-similati a questo personaggio mitico romano in ragione di quella che doveva essere percepita come una stretta somiglianza

82 Il nome del titano Κρόνος come riflesso di pie (s)ker- lsquotaglia-rersquo

Il padre di Pico a prestar fede a Virgilio era Saturno accostato dagli autori lati-ni via intepretatio romana al titano Crono padre di Zeus e sovrano celeste prima di lui Il nome Κρόνος egrave stato analizzato da Janda (2010 50-51) come il riflesso di kr-oacuteno- lsquoquello che tagliarsquo un derivato con grado ridotto della radice (s)ker- lsquotagliarersquo (gr κείρω lsquoidrsquo aisl skera lsquoidrsquo) e suffisso deverbativo pie -oacuteno- Janda cita come paralleli per questa formazione gr κλ-όνος lsquosubbugliorsquo ( κέλομαι lsquometto in movimentorsquo) θρ-όνος lsquoseggiorsquo (pie dher- lsquofissarersquo) e aav dəm‑āna‑ lsquocasarsquo (pie dem(h2)- lsquocostruirersquo) Questa analisi di gr κλόνος e θρόνος e lrsquoesistenza stessa di un tipo derivazionale CC-ono- sono state tuttavia oggetto di critica (Beekes 2010 svv) Alla luce dellrsquoattestazione di mic to-no thornos e del fatto che la radice in questione sia piuttosto da ricostruire come dherh2- per il greco (mic ta-ra-nu thrānus gr θρῆνυς lsquopancarsquo dhrh2-nu-) gr θρόνος egrave stato analizzato da de Lamberterie (2004 241ss) come lrsquoesito per metatesi di pgr thoacuter-no- e pie dhoacuter(h2)-no- lsquosostegnorsquo (con scomparsa della laringale per lrsquoEffetto di Saussure) In questo caso si potrebbe supporre unrsquoanaloga metatesi per gr Κρόνος il quale sarebbe quindi il riflesso di pie (s)koacuter-no- forma che potrebbe in effetti essere riflessa dalle glosse esichiane κόρνοςmiddot κεντρομυρσίνη Σικελοί lsquopungitopo per i Siculirsquo e σκόρνοςmiddot κόρνος μυρσί-νη τὸ φυτόν lsquopungitopo mirto lrsquoarbustorsquo (in cui μυρσίνη lsquomirtorsquo sta verosimilmente per μυρσίνη ἀγρία lsquomirto selvaticorsquo un altro nome del pungitopo)

In entrambi i casi lrsquointerpretazione di Κρόνος come un riflesso di pie (s)ker- lsquotagliarersquo (kr-oacuteno- oppure koacuter-no-) dal significato lsquoquello che tagliarsquo trova supporto nellrsquoatto mitico di castrare il cielo attribuito a questo personaggio (cfr infra) e permette di analizzare questo teonimo sul piano della semantica come un quasi-equivalente di ved Tvaṣṭar‑ (lsquoquello che taglia foggiarsquo) noncheacute di aisl dvergr (pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo)110 Questa ipotesi trova supporto in

110 In realtagrave il significato lsquofoggiarersquo egrave attestato anche per derivati di questa radice anche

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Riccardo Ginevra

due interessanti paralleli tra la mitologia di Crono quella del dio vedico Tvaṣṭar e parzialmente quella dei dvergar nordici

(1) Nel mito esiodeo della creazione la Terra egrave coperta dal Cielo e in continua unione sessuale con questo fino a quando Crono non li separa evirando il padre Cielo con una falce su incitazione della madre Terra

Hes Th 159-62 174-81ἣ δ᾽ ἐντὸς στοναχίζετο Γαῖα πελώρη στεινομένηmiddot δολίην δὲ κακήν τ᾽ ἐφράσσατο τέχνην αἶψα δὲ ποιήσασα γένος πολιοῦ ἀδάμαντος τεῦξε μέγα δρέπανον καὶ ἐπέφραδε παισὶ φίλοισινmiddot [hellip] εἷσε δέ μιν κρύψασα λόχῳmiddot ἐνέθηκε δὲ χερσὶν ἅρπην καρχαρόδονταmiddot δόλον δ᾽ ὑπεθήκατο πάντα ἦλθε δὲ νύκτ᾽ ἐπάγων μέγας Όὐρανός ἀμφὶ δὲ Γαίῃ ἱμείρων φιλότητος ἐπέσχετο καί ῥ᾽ ἐτανύσθη πάντηmiddot ὃ δ᾽ ἐκ λοχεοῖο πάις ὠρέξατο χειρὶ σκαιῇ δεξιτερῇ δὲ πελώριον ἔλλαβεν ἅρπην μακρὴν καρχαρόδοντα φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωldquoLa Terra invece gemeva allrsquointerno nella sua smisurata grandezza pigiata ma un espediente srsquoin-ventograve astuto e cattivo In breve fatto un tipo di metallo il bianco acciaio ne fabbricograve una grande falce e rivolgendosi ai suoi figli [hellip] Nascostolo (la Terra) lo (Crono) predispose allrsquoinsidia gli pose tra le mani la falce dai denti aguzzi e gli suggerigrave tutto lrsquoinganno E venne il grande Urano portando la notte e la Terra avviluppava desideroso drsquoamore e srsquoespandeva per ogni dove allora il figlio dal luogo dellrsquoinsidia protese la mano sinistra con la destra prese la smisurata falce lun-ga dai denti aguzzi e i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

Questo mito esiodeo della castrazione del Cielo egrave la variante greca dellrsquouniversale mitologico che dagrave il titolo ad una monografia di Staudacher (1942) Die Trennung von Himmel und Erde ldquola separazione del Cielo e della Terrardquo in miti cosmogonici attestati presso varie tradizioni del mondo (anche indoeuropee cfr Weiss 2016) il cielo e la terra erano originariamente uniti cosigrave strettamente da impedire il funziona-mento dellrsquouniverso e dovettero essere separati prima che si potesse giungere alla forma del cosmo come lo conosciamo oggi La separazione puograve avvenire principal-mente in due modi come notato da West (1966 212) ldquosometimes the sky is simply raised by pushing [hellip] Sometimes there is a physical link which must be severed [hellip] In the Hesiodic myth [hellip] it is an act of castration that severs the bond betwe-en them once and for allrdquo West nota anche come la peculiare forma di separazione attuata da Crono (castrazione) abbia chiaramente avuto origine nellrsquoincrocio tra un mito greco indigeno della separazione del cielo e della terra e il ldquomito orientale della successione nel cielordquo attestato dal hurrico Canto di Kumarbi (prevenutoci unica-mente in traduzione ittita un testo che presenta numerosi paralleli con la Teogonia di Esiodo cfr West 1997 279ss) in cui si racconta inter alia di come il dio Kumarbi castrograve con un morso il dio Anu lsquoCielorsquo prendendone il posto come sovrano degli

se non sembra sicuramente ricostruibile giagrave per la protolingua cfr eg aisl skera in Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima tagliare e segare intagliare e foggiarerdquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

degravei111 Lrsquoatto di Crono di porre fine allrsquounione originaria tra Terra e Cielo castrando questrsquoultimo egrave quindi funzionalmente equivalente a quanto compiuto da Tvaṣṭar nel suo ruolo di figura mitica che fissa e sorregge il cielo e la terra con paralleli anche nella mitologia dei dvergar nordici (sectsect71 2 e 3 elemento [d])

(2) Crono diventa poi il sovrano dellrsquouniverso spodestando il padre Cielo dando inizia alla trafila del cosiddetto ldquomito orientale della successione nel cielordquo egli stesso saragrave infatti spodestato da suo figlio Zeus in una guerra che si puograve definire il tema principale della Teogonia esiodea

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Nel suo ruolo mitologico di padre e contemporaneamente nemico del dio associa-to al tuono e successivamente re degli degravei Zeus Crono egrave qui direttamente compara-bile con il vedico Tvaṣṭar contemporaneamente padre e nemico del dio del tuono e re degli degravei Indra come visto nel capitolo precedente (sect72 [h])112

La caratterizzazione di Crono nella Teogonia di Esiodo sembra quindi avere delle corrispondenze precise (cfr tab 12) con quella di Tvaṣṭar nel RV

(1)Tvaṣṭar e Crono sono entrambi detti separare il cielo e la terra

RV 4423cdtvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Hes Th 180-182φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωmiddotldquoe i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

111 Come mi fa notare uno dei revisori anonimi anche Kumarbi egrave definito lceilDINGIRMEŠrceil-aš ad‑da‑aš ldquopadre degli deirdquo (KUB 177 ii 13 cfr van Gessel 1998-2001 I259-260) pur non essendone il padre biologico (cf supra cap 2)

112 Questo elemento presenta unrsquointeressante corrispondenza anche nel mito hurrico in cui Kumarbi ingravidato da Anu dopo averne inghiottito i genitali genera il dio della tempe-sta Tešub che a sua volta lo spodesteragrave

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Riccardo Ginevra

(2)Tvaṣṭar e Crono sono contem-poraneamente padri e nemici degli [degravei del tuono] Indra e Zeus

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Tab 12 Corrispondenze tra Tvaṣṭar e Crono

Notare questi paralleli indoeuropei non significa ovviamente negare le corrispondenze con il mito orientale in vari passaggi della Teogonia di Esiodo egrave possibile riconoscere una forte contaminazione tra tradizioni mitiche indigene (e quindi possibilmente ereditagrave indoeuropee) ed altre di origine vicinorientale (cfr eg West 1966 212)

In questo capitolo si egrave visto quindi come sia possibile ricondurre sia lat Pīcus (pie peiḱ‑oacute‑ lsquoquello che taglia foggiarsquo) che gr Κρόνος (kr-oacuteno- oppure koacuter-no- lsquoquello che tagliarsquo) rispettivamente a pie peiḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo e (s)ker- lsquotagliarersquo due radici piugrave o meno sinonimiche rispetto a pie tuerḱ‑ Queste formazioni onomastiche avevano quantomeno originariamente una semantica analoga a quella che abbiamo ricostruito per aisl dvergr (tuerḱ‑oacute‑ lsquoquello che taglia foggiarsquo) e ved Tvaacuteṣṭar- (turḱ‑teacuter‑-tr- lsquoquello che taglia foggiarsquo) da un punto di vista morfolog-ico aisl dvergr e lat Pīcus riflettono addirittura lo stesso tipo di formazione (es-sendo entrambi derivati del tipo tem-oacute-) Il parallelo linguistico tra queste figure egrave rafforzato dal fatto che sia le narrazioni latine sul dio Pico che la tradizione esiodea sul titano Crono presentino alcuni elementi che abbiamo individuato supra (cap 7) nella mitologia nordica relativa ai dvergar e in quella indiana relativa a Tvaṣṭar113

113 Ulteriori possibili corrispondenze nella mitologia greca sono quelle con i fratelli tita-ni Prometeo e Atlante rispettivamente il creatore degli esseri umani ed il titano che sorregge la volta celeste i quali potrebbero quindi rif lettere lo sdoppiamento di unrsquounica figura mitica originaria analoga a quelle trattate in questo capitolo Sono grato a Daniel Koumllligan per aver-mi fatto notare questo parallelo

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9 I NOMI DEI DVERGARIL CATALOGO DI VǪLUSPAacute 10-16

Nel presente capitolo ci concentreremo sui nomi di dvergar elencati nel poema ed-dico Vǫluspaacute in particolare allrsquointerno delle strofe 10-16 che introducono e svi-luppano il cosiddetto Dvergatal lsquocatalogo dei dvergarrsquo questi nomi una sessanti-na costituiscono da soli quasi metagrave di tutto il materiale onomastico attestato nella Vǫluspaacute allrsquointerno di cui tuttavia il catalogo potrebbe essere unrsquointerpolazione (cfr eg Dronke 1997 67) Numerosi lavori sono stati dedicati alle etimologie dei nomi di dvergar i piugrave conosciuti tra i quali sono gli studi di Gould (1929) e Motz (1973) si tratta di analisi che hanno avuto il grande valore di evidenziare alcuni tipi di formazione frequenti tra questi nomi tuttavia dato che la maggior parte di questi dvergar sono menzionati unicamente nel catalogo e che la mitologia che li riguarda egrave di solito a noi del tutto ignota si tratta per la massima parte di etimologie impossibili da dimostrare in quanto prive di qualsiasi riscontro nelle fonti

In questo lavoro al contrario si riterranno effettivamente analizzabili soltanto quelle formazioni onomastiche per cui lrsquoanalisi formale si puograve combinare con unrsquoin-terpretazione semantica eo unrsquoidentificazione del referente che trova riscontro nei dati della mitologia o della fraseologia che ricorrono nei testi in norreno o in lingue imparentate Ciograve esclude eg simplicia il cui referente egrave del tutto sconosciuto (eg THORNekkr o THORNroacuter) o composti di referente sconosciuto i cui elementi non sono facilmente identificabili o la cui sintassi interna egrave di difficile interpretazione (eg Gand-alfr o Hleacute-vangr)

Nella sezione che segue (sect91) si abbozzeragrave uno schema dei processi di forma-zione delle parole attestati tra i nomi di dvergar della Vǫluspaacute In quella successiva (sect92) tutte le formazioni saranno presentate in ordine alfabetico e trattate (quan-do possibile) sul piano dellrsquoanalisi formale e dellrsquointerpretazione semantica Infine nella sezione finale (sect93) saranno tratte una serie di considerazioni metodologiche sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar (e non)

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Riccardo Ginevra

91 Processi di derivazione e composizione nellrsquoonomastica dei dvergar

Si procederagrave anzitutto presentando i suffissi derivazionali attestati dalle diverse for-mazioni onomastiche (1) per passare poi alla tipologia dei composti (2) La clas-sificazione egrave motivata da esigenze pratiche di descrizione della lingua e non vuole entrare nel merito di questioni che sono a tal scopo non rilevanti e tuttora dibattute (eg se i composti a reggenza verbale siano originariamente da raggruppare insieme ai composti determinativi o ai possessivi)

(1) Derivazione suffissi derivazionali comuni e onomasticiUnrsquoanalisi formale dellrsquoonomastica dei dvergar dal punto di vista della derivazione permette di distinguere sia tipi flessivi molto comuni attestati anche nel lessico appellativo che formazioni con suffissi derivazionali piugrave rari che ricorrono princi-palmente o esclusivamente in ambito onomastico Di seguito una classificazione dei suffissi (sulla base del corrispondente protogermanico)

bull Pgerm -a- questa classe comprende sostantivi maschili tematici (con co-siddetta ldquoflessione forterdquo) che continuano i temi indoeuropei in -o- e sono tra le formazioni piugrave comuni allrsquointerno del lessico appellativo germanico

In questa categoria sono probabilmente da includere molti nomi di dvergar altrimenti ignoti che sembrerebbero a prima vista essere simplicia tematici eg Fraacuter e THORNroacuter noncheacute i secondi elementi di composti come Al‑thornjoacutefr e Nyacute‑raacuteethr

bull Pgerm -an- questa classe comprende sostantivi maschili uscenti in aisl -i (con cosiddetta ldquoflessione debolerdquo) che continuano i temi in -n- indoeuropei (talvolta anche sul piano etimologico cfr eg aisl ux-i lsquobuersquo pgerm uks-ēn riflesso di pie h2uks-eacuten- ved ukṣaacuten‑) Molti temi germanici in -an- hanno avuto origine come ricaratterizzazioni di originari temi in pgerm -a- (pie -o-) il suffisso -an- era inoltre frequentemente impiegato nella formazione del secondo elemento di compo-sti a reggenza verbale e nel creare derivati denominali da sostantivi neutri

Per esempi del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr Aacutei da aacutei lsquoavorsquo (pgerm awa[n]-) che corrispon-de al sostantivo tematico lat avus lsquononnorsquo (h2eṷh2-o-)Per il secondo tipo cfr degbori nel nome Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquoPer il terzo tipo molto comune tra i nomi di dvergar (Gould 1929 957) cfr eg Sindr-i sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo Frost‑i frost lsquogelorsquo Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

bull Pgerm -u- una classe di formazioni nominali di grande antichitagrave la cui estrema raritagrave tra i nomi di dvergar non sorprende trattandosi di un tipo di formazio-ne non piugrave produttivo giagrave in etagrave protogermanica (cfr Casaretto 2004 191)

Questa classe egrave attestata da unrsquounica formazione onomastica Litr lsquocolorersquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Pgerm -(i)ja(n)- questo suffisso in protogermanico formava principalmen-te derivati pertinentivi denominali un tipo poco rappresentato nellrsquoonomastica dei dvergar Il suffisso aisl -ir appare invece essere molto produttivo nella formazione di nomina agentis da verbi deboli (soprattutto nella poesia scaldica)114 un tipo raro nelle altre lingue germaniche e di chiara origine recente (lrsquoimpiego del suffisso aisl -ir dopo sillabe leggere -VC- non rispetta la Legge di Sievers e non puograve quindi risa-lire oltre il protonordico)

Per questo tipo di formazione tra i nomi di dvergar cfr eg degthornras‑ir in Doacutelg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo (cfr thornras‑a lsquominacciarersquo)

bull Pgerm -Vna- e -Vra- questi suffissi di struttura -VCa- (la vocale connet-tiva subiva spesso modificazioni non attese fonologicamente)115 sono ben attestati sia nellrsquoonomastica che nel lessico appellativo

In germanico i suffissi del tipo pgerm -Vnaō‑ erano relativamente produttivi per la formazione di derivati sia deverbali che denominali (Meid 1967 103ss)116 tuttavia nellrsquoonomastica dei dvergar (e nordica in generale) egrave unicamente il suffisso -inn a godere di produttivitagrave117

114 Cfr Meissner 1921 283ss Meid 1967 70 Ebenbauer 1973 192ss Casaretto 2004 112

115 Fondamentale nellrsquoanalisi di questi derivati egrave il processo del Suffixtausch lsquoscambio del suffissorsquo La vocale connettiva dei derivati con suffissi -VCaō- era infatti originariamen-te coincidente con la vocale in cui usciva la base del derivato eg wōd‑u‑ lsquoispirazionersquo gt wōdu‑na‑ lsquoquello dellrsquoispirazionersquo Una volta che la connessione etimologica tra basi e deri-vati andograve persa i parlanti si trovarono di fronte una varietagrave di suffissi ldquoapofonicirdquo con diversa vocale connettiva (-a- -i- -u-) i quali essendo di forma quasi identica e di funzione analo-ga apparivano liberamente scambiabili tra di loro Ciograve ha dato origine a formazioni seconda-rie in cui il suffisso con vocale connettiva etimologica egrave stato sostituito da suffissi con voca-le connettiva non etimologica eg Wōd‑una‑ (anorv Oacuteethonn) ⟶ Wōd‑ana‑ (aing Wōden) Wōd‑ina‑ (aing Wēden) Questo processo (per cui cfr Meid 1967 50ss Schaffner 1996 151) egrave molto diffuso in germanico settentrionale e occidentale ed egrave di grande importanza per lrsquoana-lisi di derivati con tali suffissi

116 A differenza della variante senza vocale connettiva -na- (pie -noacute-) la quale a cau-sa di processi di assimilazione era spesso non piugrave trasparente (got fulls lt plh1-noacute- lat plē‑nus ved pūr‑ṇaacute‑) Le tre varianti ldquoapofonicherdquo del suffisso -ana- -ina- e -una- in cui la vocale connettiva era originariamente identica alla vocale finale del tema della base (Casaret-to 2004 321) andavano incontro a Suffixtausch giagrave in etagrave molto antica cfr eg i rif lessi del termine per lsquomattinorsquo got maurg-ins e aisl myrg-inn (pgerm murg-ina-) vs aisl morg-inn (morg-ann) aing morg-en e aat morg-an (pgerm murg-ana-)

117 In norreno i rif lessi regolari -an--(i)n- e -un- (pgerm -ana- -ina- -una-) sono sta-ti sostituiti in maniera sistematica da aisl -in- il quale rif lette in realtagrave il formante di aggetti-vi di materiale pgerm -īna- (guld‑īna- lsquodoratorsquo guld-a- lsquoororsquo) Sebbene la sostituzione sia stata cosigrave pervasiva da aver influito persino sulla morfologia verbale (in cui aisl -inn egrave il rego-lare formante di participi preteriti mentre pgerm -īna- formava esclusivamente derivati de-nominali) si egrave trattato di un processo analogico e non di un mutamento fonetico (Syrett 1994 187-204) come dimostrato dal fatto che le varianti originarie del suffisso sono ancora identi-ficabili in vocaboli arcaici come thornjoacuteethann lsquorersquo (pgerm thorneud‑ana- cfr got thorniud‑ans) noncheacute

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Riccardo Ginevra

Con lrsquoeccezione del nome del personaggio della saga volsungica Reginn riflessi di pgerm -Vna- sono attestati da molti nomi di dvergar per lo piugrave ignoti e scarsamente analizzabili eg Dvalinn Fundinn e THORNorinn

In norreno e nelle altre lingue germaniche le formazioni che attestano esiti dei suffissi pgerm -a-ra- e -u-ra- non riflettono solitamente ereditagrave indoeuropee118 e sono analizzabili quantomeno sincronicamente come derivati denominali (eg pgerm stab-ara- lsquopalo in una palizzatarsquo stab-a--i- lsquopalorsquo) Quantomeno a giudi-care dal numero di nomi di dvergar che attestano questo tipo di formazione i riflessi nordici di struttura aisl -Vrr dovevano aver acquisito un alto grado di produttivitagrave (verosimilmente come formanti onomastici neutri sul piano del significato)

Suffissi che riflettono pgerm -Vra- ricorrono in numerosi nomi di dvergar altrimenti sco-nosciuti eg Aacutenarr Bǫmburr e Lofarr

bull Pgerm -(V)n-ija- si tratta di un suffisso complesso che ha avuto origine in derivati con suffisso -ija- di sostantivi in -(V)naō‑ lrsquoesito aisl -nir estratto dalle formazioni originarie egrave poi diventato produttivo nella lingua poetica e nellrsquoonoma-stica norrena per la formazione di inter alia composti possessivi e agentivi

Per formazioni del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr degvitn-ir lsquolupo spada creaturarsquo riflesso di witn-ija- (da pgerm witn[a]- imparentato con itt ḫwitar‑ḫwitn- lsquoanimali bestie lupirsquo) allrsquointer-no del nome di dvergr Mjǫeth‑vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquoPer composti possessivi e agentivi cfr rispettivamente Moacutet‑sǫg‑nir lsquoquello che ha la sega per figurersquo (aisl sǫg lsquosegarsquo) e Draup-nir lsquoquello che gocciolarsquo (pgerm draup‑a‑ lsquogocciolarersquo)

Naturalmente per quanto riguarda i composti la presente classificazione riguarda unicamente il secondo elemento il primo elemento andava incontro a modificazioni di vario tipo acquisendo morfologia specifica della composizione119

nellrsquoonomastica e in termini della lingua poetica118 Unrsquoeccezione egrave costituita dal suffisso -ara- che formava derivati di semantica delo-

cativale a partire da avverbi di luogo e pronomi (ūt‑ara‑ lsquoesternorsquo ūt lsquofuorirsquo Meid 1967 81) il quale egrave in ultima analisi da ricondurre a pie -eroacute- (con diverso grado apofonico o pgerm -ar- lt -er- in sillaba non radicale) tematizzazione del suffisso locativo pie -eacuter-(i) per cui cfr eg avverbi di luogo come aat obero av upara‑ lat superus rif lessi di pie (s)uper‑oacute‑ ((s)up‑eacuter‑(i) got ufar ved upaacuteri lat super)

Di contro il suffisso semplice (senza vocale connettiva) pgerm -ra- (pie -roacute-) non era produttivo in protogermanico ed egrave attestato principalmente in formazioni ereditate (Meid 1967 78 Casaretto 2004 416)

119 Eg seg-isdeg e seg-ideg per seg‑iz‑ nellrsquoonomastica cfr i nomi propri lat-germ (Fla-vius) Sigis-vultus vs aisl Sigdegurethr (segi-ward-u- lsquoguardiano della vittoriarsquo) fenomeni analo-ghi erano giagrave presenti in indoeuropeo cfr eg il primo elemento in -ideg allrsquointerno del sistema di Caland del tipo ved Rjiacute‑śvan‑ lsquoche ha cani velocirsquo rj‑raacute‑ lsquoveloce brillantersquo (su cui cfr eg Rau 2009 135)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(2) Composizione tipi di composti onomasticiIl secondo importante aspetto della Wortbildung nellrsquoonomastica dei dvergar egrave la composizione I tipi di composti attestati sono classificabili allrsquointerno di quattro categorie

bull Composti determinativi (scr tatpuruṣa‑)120 il cui primo elemento egrave in una relazione sintattica subordinativa implicita nei confronti del secondo elemento (a differenza che nei cosiddetti composti casuali in cui la relazione sintattica egrave espli-cita ovvero il primo elemento attesta una marca di caso) il quale egrave un sostantivo e corrisponde alla testa del composto (che egrave quindi endocentrico) eg aisl arm-baugr lsquoanello da bracciorsquo Composti determinativi di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 26 cfr Carr 1939 49-56)

A questo tipo potrebbe appartenere eg il nome di dvergr aisl Mjǫeth‑vitnir lsquolupo del mielersquo

bull Composti descrittivi (karmadhāraya)121 il cui primo elemento egrave un aggettivo in funzione di attributo del secondo elemento il quale egrave invece un sostantivo ed egrave la testa del composto (che egrave quindi endocentrico) cfr eg aisl forn‑maethr lsquouomo anti-corsquo aat junc-herro lsquogiovane signorersquo (ted Junker) Il tipo egrave sicuramente ricostruibi-le per il protogermanico (Meid 1967 27 cfr Carr 1939 56ss)122

Tra i nomi di dvergar questo tipo potrebbe essere attestato eg dal (poco chiaro) composto Skaacute‑fiethr qualora esso significasse lsquobuon finlandese lapponersquo

bull Composti a reggenza verbale (upapadasamāsa‑)123 il cui secondo elemento egrave un derivato deverbale con significato agentivo i nomi di dvergar attestano due sottotipi di questa categoria di origine cronologicamente distinta

Il tipo con i suffissi maschilefemminile aisl -ia (pgerm -aōn-) e aisl -ija (-jaōn- cfr Val-kyrja) era la strategia piugrave produttiva per la formazione di composti a reggenza verbale in protogermanico (Meid 1967 26)124 Lrsquoorigine di questo tipo

120 Cfr AiGr II1241ss sullrsquoorigine delle denominazioni dei composti in sanscrito cfr Sadovski 2002

121 In realtagrave nella classificazione indiana i descrittivi sono solo un sottotipo dei compo-sti apposizionali-attributivi karmadhāraya-

122 Cfr eg got midjun-gards aing middan-geard aat mittin-gard lsquoterra medianarsquo123 I composti descrittivi e a reggenza verbale sono spesso considerati sottogruppi dei

determinativi ma sono qui trattati separatamente ai fini dellrsquoesposizione per Schindler (1997 537) peraltro i composti a reggenza verbale con secondo elemento verbale (come quelli qui analizzati) sono in realtagrave nati come possessivi (ldquolsquoschnelle Schritte habendrsquo gt lsquoschnell schrei-tendrsquordquo)

124 Cfr eg i rif lessi della designazione germanica dellrsquolsquoeredersquo come lsquoquello che prendeusufruisce dellrsquoereditagraversquo (arbijadeg) aat erpi‑nom‑o e aing yrfe-num-a (entrambi da degnum-an- agentivo di nem-a- lsquoprenderersquo) got arbi-num-ja e aisl erfi-nyti (rispettivamente num-jan-

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Riccardo Ginevra

sembra essere da individuare nella ricaratterizzazione per mezzo del suffisso -aōn- o -jaōn- di antichi composti radicali indoeuropei (cfr Schindler 1972 Benedetti 1988 Scarlata 1999125 Data la produttivitagrave in germanico lrsquoattestazione di questo tipo tra le formazioni onomastiche del catalogo dei dvergar egrave prevedibile

Nomi di dvergar che riflettono questo tipo di formazione includono eg Haug‑spori lsquoquello che calcia le collinersquo e Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

I composti a reggenza verbale i cui secondi elementi attestano il suffisso -ir sono invece chiaramente piugrave recenti (Ebenbauer 1973 178) dato che come notato supra non subiscono gli esiti della Legge di Sievers neacute dello i-Umlaut (per cui al posto di eg aisl degthornras‑ir ci si aspetterebbe daggerdegthornresr) Questo suffisso era produttivo per la formazione di agentivi deverbali allrsquointerno di kenningar (Meissner 1921 283ss) ed egrave molto ben attestato nella poesia eddica e scaldica (Ebenbauer 1973 192ss)126

Tra i nomi di dvergar questo tipo egrave attestato da aisl Doacutelg‑thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo

bull Composti possessivi (bahuvrīhi)127 in cui a prescindere dalla relazione im-plicita tra primo elemento e secondo elemento la testa semantica non egrave uno dei due membri del composto (che egrave quindi esocentrico) del tipo di aisl gengil-beina lsquo(don-na) che ha le gambe tortersquo Molti composti di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 33ss cfr Carr 1939 63ss) il secondo elemento egrave normalmente suffissato (Carr 1939 64) il che giustificherebbe la classificazione di queste formazioni tra i composti derivazionali (ted Ableitungskomposita)

Tra i suffissi attestati nellrsquoonomastica eddica pgerm -an- e -ja- erano sicura-mente impiegati per la formazione di bahuvrīhi in etagrave protogermanica (Meid 1967

e nut-jan- agentivi di nem-a- e neut-a- lsquousufruirersquo) che la forma nordica sia un arcaismo egrave assicurato dal fatto che il simplex aisl erfi significa lsquofuneralersquo e non piugrave lsquoereditagraversquo (su questa famiglia lessicale cfr Groslashnvik 1982)

125 Cfr eg pgerm degtug-an- lsquocomandantersquo (eg in aat heri‑zogo gt ted Herzog) e lat dux entrambi rif lessi di pie degduk- (de Vaan 2008 sv dūcō)

126 Sebbene non sia attestato tra i nomi dei dvergar va sicuramente menzionato anche il tipo con derivato tematico agentivo come secondo elemento che occorre raramente nelle al-tre lingue germaniche (Casaretto 2004 49118) ma egrave relativamente frequente in nordico (Meid 1967 59) e deve essere stato produttivo in etagrave preistorica ciograve egrave evidente in primo luogo in ra-gione della sua corrispondenza con il tipo degtom-o- attestato nelle altre lingue indoeuropee cfr gr κουρο-τρόφ-ος lsquoche cresce i giovanirsquo e ved puṣṭim‑bhar‑aacute‑ lsquoche porta abbondanzarsquo in secondo luogo formazioni di questo tipo dallrsquoaspetto arcaico sono attestate in germanico orientale e occidentale e sono ricostruibili per il protogermanico cfr got daura-wards aing duru-weard aat turi-wart rif lesso di pgerm dur(a)-ward-a- lsquoquello che custodisce la portarsquo con secondo elemento dal verbo ward‑ē- lsquocustodirersquo cfr aing wardian aat wartēn (Casaret-to 2004 67)

127 Cfr AiGr II1273ss

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

34)128

Per questo tipo di possessivi cfr il nome di dvergr aisl Eikin-skjald-i lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

Non ha invece paralleli in altre lingue germaniche il tipo con suffisso aisl -nir (-Vn-ija- cfr Ebenbauer 1973 211) attestato eg dal nome di un cavallo in Grm 304 aisl Faacutel‑hoacutef‑nir lsquoquello che ha lo zoccolo cavorsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo)

Per esempi di questo tipo nellrsquoonomastica dei dvergar cfr Moacutet‑sǫg‑nir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo

92 Dizionario etimologico dei nomi di dvergar nella VǫluspaacuteIn questa sezione sono elencate in ordine alfabetico e quando possibile analizzate e interpretate tutte le formazioni onomastiche attestate in riferimento alla categoria dei dvergar nel poema eddico Vǫluspaacute

bull Aacutei (Vsp 11 15) apparentemente identico allrsquoappellativo aisl aacutei lsquoavorsquo rifles-so di pgerm aw-a(n)- (cfr got awo lsquononnarsquo pgerm aw‑ō[n]-) e pie h2eṷh2-o- (lat avus lsquononnorsquo) egrave trattato insieme a possibili paralleli norreni e indoeuropei su-pra (cap 2)

bull Alfr nome di un dvergr (Vsp 161) e secondo elemento nei nomi di dvergar Gand-alfr (Vsp 121) e Vind-alfr (Vsp 122) noncheacute nome di unrsquointera categoria di essere mitici gli alfar continuamente associati agli degravei (Gunnell 2012 121) e vene-rati dagli esseri umani (Gunnell 2012 passim) puograve riflettere pie h1albh-oacute- lsquobiancorsquo (lat albus Hsch ἀλφούςmiddot λευκούς) un derivato della radice h1albh- lsquoessere biancorsquo (itt alpa‑ lsquonuvolarsquo gr ἄλφι lsquoorzorsquo) Un significato originario lsquobiancorsquo per alfr puograve trovare supporto nellrsquoassociazione di questi esseri con gli degravei i lsquocelestirsquo (cfr ved devaacute‑ lat deus da pie deiuoacute- lsquocelestersquo) Aisl alfar potrebbe in alternativa riferirsi a spiriti associati ai corsi drsquoacqua dato che la radice h1albh- era chiaramente asso-ciata ai fiumi (cfr aisl elfr lsquofiumersquo e gli idronimi aat Elba gr Ἀλφειός lat Albula)

bull Al‑thornjoacutefr (Vsp 114) lsquoladro di tuttorsquo () (apparentemente composto di aldeg lsquotut-torsquo e degthornjoacutefr lsquoladrorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Aacuten (Vsp 117) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoantroponimo Aacuten attestato anche come Aacutenn e Oacutenn per una possibile analisi cfr de Vries 1962 sv Aacuten)

bull Aacutenarr (Vsp 117) non analizzabile (possibilmente derivato o ricaratterizzato

128 Cfr eg rispettivamente got man-leik-a aisl man-liacutek-i aing man‑līc‑a aat ma-na‑līhh‑o lsquoritrattorsquo (man(a)‑līk‑an‑ lsquoche ha lrsquoapparenza di un uomorsquo) ed aisl ein-eyg-r aat ein-oug-i lsquoche ha un occhio solorsquo (aina-aug-ja-)

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Riccardo Ginevra

a partire da Aacuten cfr de Vries 1962 sv)bull Aur-vangr (Vsp 137) lsquoquello che ha un campo di fangorsquo () (apparentemente

composto di aurdeg lsquofangorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Austri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave

interpretabile come lsquoquello dellrsquoOrientersquo essendo un derivato in -i di aisl austr lsquoOrientersquo esito di pgerm austra- (aing eāster aat ōstara [plurale] lsquoPasquarsquo cfr pgerm austa- aing eāst mat ost lsquoOrientersquo) un riflesso della radice pie h2ues- lsquodiventare chiarorsquo (cfr ved ucchaacute‑ti lsquoidrsquo av rec usaṇt‑ lsquoche diventa chiarorsquo) In un passaggio dellrsquoEdda di Snorri analizzato supra (cap 7) i nani Norethri Suethri Austri e Vestri sono detti sorreggere i quattro angoli del cielo egrave quindi scontato analizzare con Gould (1929 957) i nomi di tutti questi dvergar come derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali cfr infra anche Norethr‑i lsquoquello del Settentrio-nersquo (norethr) Suethr‑i lsquoquello del Meridionersquo (suethr) e Vestr-i lsquoquello dellrsquoOccidentersquo (vestr)

bull Baacutefurr (Vsp 115) notato nel Regius come ltBavavrrgt e nello Hauksboacutek come ltBaacutefurrgt egrave stato letto da Kerkhof (2015 83) come Bǫfur e analizzato come un termine imparentato con lat faber lsquofabbrorsquo che Kerkhof riconduce a pie guhobh-r Questrsquoanalisi sembra poco probabile in ragione del fatto che -urr in Baacutef‑urr riflette un suffisso aisl -urr (pgerm -Vra-) attestato anche dai nomi vicini Biacutefurr e Bǫmb-urr mentre comrsquoegrave noto (cfr eg la disamina in de Vaan 2008 sv) lat faber non riflette un tema in -r- bensigrave un sostantivo tematico con suffisso -ro- Si puograve semmai ipotizzare che una forma pgerm bab-ra- il riflesso di pie guhobh-ro- (lat faber) sia stata rimodellata in bab-Vra- e quindi in bab-ura- (aisl Bǫfurr) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull Biacutefurr (Vsp 115) non analizzabile (possibilmente derivato dal verbo debole aisl bifa lsquotremarersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull degbori secondo elemento nel nome di dvergr Horn-bori (Vsp 135) riflette un derivato agentivo di bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo) dal significato lsquoquello che portarsquo Cfr Hornbori

bull Bǫmburr (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-glia di isl bambur lsquorecipiente grandersquo e bambi lsquopancia grandersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Doacutelg‑thornrasir (Vsp 152) egrave un composto a reggenza verbale i cui elementi sono facilmente identificabili rispettivamente come aisl dolgr lsquonemicorsquo e THORNrasir una formazione attestata come simplex in DH 4 ma piugrave spesso come secondo ele-mento (eg Liacutef‑thornrasir in Gylf 53) e correntemente ritenuta essere un derivato re-cente in -ir del verbo thornrasa lsquominacciarersquo (Ebenbauer 1973 211) il significato di Doacutelg-thornrasir egrave quindi lsquoquello che minaccia i nemicirsquo Aisl thornrasa (pgerm thornrasō‑ cfr aat drāsen lsquoruggirersquo e as thrāsian lsquominacciarersquo da thornrēsija‑ Orel 2003 sv)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

un verbo obsoleto usato unicamente nella lingua poetica129 egrave etimologicamente da connettere alla radice verbale ved TRAS lsquotremare temerersquo ed entrambe sono a loro volta da ricondurre alla radice pie tres- lsquotremare (dalla paura)rsquo (LIV2 650-651 che ricostruisce anche un causativo tros-eacuteieo- lsquofare tremare (dalla paura)rsquo sulla base di ved trāsaacuteya‑ lsquoidrsquo lat terreo lsquospaventare terrorizzarersquo cfr de Vries 1962 620 EWAia sv TRES) Ciograve permette di riconoscere in aisl Dolg‑thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo la stessa collocazione [(fare) tremare (pie tres-) ndash il nemico] individuata da Dumeacutezil (1961 256 n 2) in lingue italiche e indoiraniche attestata eg nel RV (6144cd yaacutesya traacutesanti śaacutevasaḥ saṃcaacutekṣi śaacutetravo bhiyā ldquowhose rivals tremble at the full sight of his vast power in fearrdquo) e nellrsquoAVŚ (5218c taacuteir amiacutetrās trasantu no lsquomī yeacute yaacutenty anīkaśaacuteḥ ldquoby those let our enemies be alarmed who go yonder in troopsrdquo) Il nome del piugrave glorioso re menzionato nel RV (+) ved Trasaacute‑dasyu- lsquoquello che fa tremare i daacutesyu‑ (nemici)rsquo sembra quindi costituire un paral-lelo esatto per aisl Dolg‑thornrasir sul piano della semantica e parziale (aisl degthornrasir vs ved Trasaacutedeg) per quanto riguarda lrsquoetimologia130

bull Draupnir (Vsp 151) egrave identico al nome dellrsquoanello di Odino che si moltipli-ca per otto volte ogni nove giorni (Gylf 49) analizzato da Luumlhr (2000 319) come derivato con suffisso agentivo -nir di un non attestato verbo aisl draupa riflesso di pgerm draupō(ja)- lsquogocciolarersquo (aing drēapian) della stessa famiglia di pgerm dreup‑a‑ lsquoidrsquo (aisl drjuacutepa aing dreopan aat triofan) lett drupt drupu lsquocadere a pezzi andare in rovinarsquo e airl drucht lsquogocciarsquo (pie dhreub-) Il significato di aisl Draupnir sarebbe quindi lsquogocciolantersquo

bull Durinn (Vsp 104 108) nome di uno dei due dvergar coinvolti nella creazione di figure umane (cfr cap 7) sembrerebbe essere da connettere alla famiglia di aisl dyrr lsquoporte (plurale)rsquo (cfr de Vries 1962 sv) riflesso di pgerm dur- lsquoportarsquo (cfr Casaretto 2004 63) unrsquoanalisi che tuttavia non trova alcun riscontro nei testi

bull Dvalinn (Vsp 114 142) non analizzabile (possibilmente derivato di aisl dva-la lsquoritardarersquo della famiglia lessicale di got dwals lsquoscioccorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Eikin-skjaldi (Vsp 138 162) egrave un composto possessivo di sintassi interna attributiva131 Il primo elemento eikindeg riflette aisl eik-inn lsquofatto di querciarsquo (pgerm

129 Forse addirittura uno hapax dato che lrsquounica attestazione che sembra possibile indi-viduare in norreno egrave Ls 583 In islandese moderno il verbo sembra invece aver riacquisito vi-talitagrave

130 Come notato da Andrea Lorenzo Covini (c p) questrsquointerpretazione egrave supportata dalla circostanza per cui Trasaacute-dasyu- egrave da analizzare come arcaismo in vedico dove i compo-sti a reggenza verbale del tipo di gr φερέ-οικος lsquochiocciolarsquo (letteralmente lsquoporta-casarsquo) hanno normalmente il participio come primo elemento (del tipo di ved bharaacuted‑vāja- lsquoche porta velo-citagraveforzarsquo per unrsquoanalisi alternativa cfr Pinault 2018) in indoiranico il tipo originario si con-serva bene solo in antico persiano eg Dhāraya‑vau‑ lsquoche supporta il benersquo

131 Modello dellrsquoepiteto ing Oaken-shield (trad it Scudodiquercia) dato da J R R Tolkien ne Lo Hobbit (1937) al re dei nani Thorin il Re sotto la Montagna

mdash 110 mdash

Riccardo Ginevra

aik‑īna‑ cfr aing ǣācen afr ē(t)zen aat eihhīn Orel 2003 sv) derivato con suffisso di materiale -inn (-īna‑) di eik lsquoquerciarsquo (aik- cfr aing āc as ēk aat eih) Il secondo elemento degskjald-i (skeld-an-) mostra il suffisso dei composti pos-sessivi -i (pgerm -an-) e riflette aisl skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeld-u- cfr got skildus aing scield as skeild aat scilt)132 Il significato di Eikin-skjaldi egrave quindi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo ma essendo il personaggio a noi ignoto non possiamo sapere se ciograve trovasse riscontro nella sua mitologia un possibile parallelo nellrsquoonomastica eddica si ha tuttavia in Eikin-tjasna lsquoquella che ha la molletta di querciarsquo (LP sv) nome della figlia di THORNraeligll lsquoServorsquo e THORNyacuter lsquoServarsquo in Rthorn (136) che sembrerebbe essere stato coniato con intento ironico proprio come parodia dellrsquoalti-sonante Eikin-skjaldi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

bull Fiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente riflesso di finhlj-an- deri-vato da pgerm finh‑lō- lsquolimarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Finnr (Vsp 164) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl finnr lsquofinlandese lapponersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Fjalarr nome di un dvergr (Vsp 163 cfr Skaacuteld g57) e di un gallo che canta nellrsquooltretomba (Vsp 428) noncheacute di uno jǫtunn lsquogigantersquo (Hrbl 26) riflette un de-rivato in -Vra- di pgerm felh-a- lsquooccultamentorsquo (got ga-filh lsquosepolturarsquo) termine della stessa famiglia di aisl fela lsquooccultarersquo (pgerm felh-a- cfr got filhan aing fēolan aat felahan) Un significato lsquoquello dellrsquooccultamentorsquo trova riscontro nella mitologia del gallo Fjalarr il quale egrave detto cantare nel palazzo della dea dei morti Hel lsquooccultamentorsquo133 in Vsp 435-8 enn annarr gelr fyr ioreth neethan soacutetrauethr hani at sǫlom Heliar ldquoma un altro anche canta in basso sottoterra gallo rosso-fuliggine alle corti di Helrdquo134

bull Fraeliggr (Vsp 136) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraeliggr lsquofamosorsquo)

bull Fraacuter (Vsp 135) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraacuter lsquovelocersquo)

132 Aliter Salus-Beekman Taylor 1969 76-77 che analizza (non correttamente) Eikin-skjaldi come dativo singolare di unrsquoipotetica forma daggerEikin‑skjǫldr lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo i composti con secondo elemento degskjǫldr sono sempre endocentrici cfr eg baug-skjǫldr lsquoscudo ad anellorsquo e her‑skjǫldr lsquoscudo di guerrarsquo

133 Aisl Hel (eg Vsp 438) nome del mondo dei morti e della dea che lo presiede (Gylf 34) rif lette pgerm haljō‑ lsquomondo inferorsquo (got halja aing hell as hellia aat hella) un deri-vato della famiglia del vb hel-a- lsquonasconderersquo (Casaretto 2004 151 EWA sv hella) compa-rabile con airl cuile lsquocantinarsquo (ḱoli -o-) e altri rif lessi di pie ḱel‑ lsquonasconderersquo Il significa-to lsquomondo inferorsquo per pgerm haljō‑ il cui significato etimologico egrave lsquooccultamento coperturarsquo rif lette il ben noto uso metonimico di [occultamento] e [oscuritagrave] per [morte] (Durante 1976 118-119) cfr eg Il 4461 τὸν δὲ σκότος ὄσσε κάλυψεν ldquoe la tenebra gli coprigrave gli occhi (= morigrave)rdquo

134 Per altre proposte etimologiche cfr de Vries 1962 sv IacuteO sv Salus-Beekman Taylor 1969 77-78

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Frosti (Vsp 163) non analizzabile (apparentemente derivato in -i di frost lsquogelorsquo)

bull Fundinn (Vsp 132) non analizzabile (apparentemente identico al participio preterito del verbo finna lsquotrovarersquo)

bull Gand-alfr (Vsp 121) lsquoelfo del danneggiamentorsquo () (apparentemente compo-sto di ganddeg lsquodanneggiamentorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Ginnarr nome di un dvergr (Vsp 154) e nome di Odino (OacuteN 18) noncheacute termine poetico per [falco] (HaH 15) egrave un derivato in aisl -Vrr (pgerm-Vra-) del sostantivo ginn lsquotradimento menzognarsquo o meno probabilmente del verbo ginna lsquoingannare incantarersquo entrambi di origine poco chiara (tentativi poco felici in de Vries 1962 sv ginn) Un significato lsquoquello dellrsquoinganno dellrsquoincantamentorsquo trova un certo riscontro nei testi nordici in cui Odino viene associato alla magia runica (eg Hav 138ss) e in cui ricorre eg una kenning per Odino galdrs faethir ldquopadre dellrsquoincantamentordquo (Bdr 33 cfr cap 2) il significato lsquoquello del tradimento della menzognarsquo puograve parimenti essere supportato da narrazioni mitiche in cui il dio inganna altri personaggi (eg Skaacuteld g58)

bull Gloacutei (Vsp 154) non analizzabile (apparentemente un derivato in -i del verbo aisl gloacutea lsquosplenderersquo cfr de Vries 1962 sv gloacutea)

bull Haacute(a)rr nome di un dvergr (Vsp 153) e nome di Odino (Vsp 215) egrave cor-rentemente analizzato come riflesso di haira- lsquogrigiorsquo oppure di un composto haiha-harja- lsquocombattente monocolorsquo (Haretharson 2004 553 con letteratura) con un primo elemento haiha- che non egrave altrimenti mai attestato in nordico (solo got haihs lsquomonocolorsquo) e un secondo elemento degharja- assai raro tra i teonimi135 In alternativa aisl Haacute(a)rr puograve essere lrsquoesito regolare di pgerm hanh-ara- un deri-vato in -Vra- di hanh-a- lsquoatto di penderersquo (got faur‑hāh lsquotendarsquo aat bruoh‑hāh lsquocinturarsquo cfr Casaretto 2004 76) una formazione del tipo τόμος da ricondurre al verbo forte pgerm hanh-a- e alla radice pie ḱenk- lsquopenderersquo (per cui cfr Schaff-ner 2001 202) cfr lat cunctor lsquoesitarersquo ved śaacuteṅka-te lsquotemerersquo Derivati di pgerm hanh-a- e pie ḱenk- lsquopenderersquo sono infatti attestati sia come simplex che come pri-mo elemento di alcuni epiteti di Odino cfr Hangi lsquolrsquoAppesorsquo (hangan-) Hanga-tyacuter e deggoeth lsquodio degli appesirsquo (hangadeg genitivo plurale di hangi hangan-) questi epite-ti trovano un riscontro esatto nel mito nordico in cui Odino egrave appeso a un albero per lungo tempo al fine di ottenere la saggezza runica cfr Hav 1381-6 veit ec at ec hecc vindgameiethi aacute naeligtr allar niacuteo geiri undaethr oc gefinn Oacuteethni siaacutelfr siaacutelfom meacuter ldquolo so che sono stato appeso al tronco scosso dal vento nove intere notti da una lancia

135 Lrsquounica eccezione sarebbe Viacuteetharr (eg Vsp 553) nome del dio che vendica lrsquouccisione di suo padre Odino da parte del lupo Fenrir (Gylf 51) correntemente ricondotto ad un compo-sto pnord Wīda-harja- lsquoquello che porta guerra per ampio raggiorsquo (la lunghezza di aisl -iacute- egrave assicurata metricamente Haretharson 2004 557) unrsquoanalisi che tuttavia non trova particolare supporto nella caratterizzazione del dio

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Riccardo Ginevra

ferito e sacrificato a Odino io a me stessordquo Cfr per un analogo sistema di corri-spondenze i nomi di Thor aisl Veacute-urr (pgerm winh-Vra-) e Ving‑thornoacuterr (wing-ideg cfr wi(n)gi‑thornonar nellrsquoiscrizione della Fibula di Nordendorf) e la fraseologia attestata in Gylf 49 toacutek hamarinn Mjǫllni ok braacute upp ok viacutegethi hafrstǫkurnar ldquo(Thor) prese il martello Mjoumlllnir lo agitograve e incantograve136 le pelli di caprardquo Un significato lsquoQuello dellrsquoatto di penderersquo per aisl Haacute(a)rr (pgerm hanh-ara-) egrave supportato quindi da paralleli nellrsquoonomastica relativa a Odino e nella fraseologia eddica relativa alla sua mitologia

bull Haacutenarr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl hannarr lsquoabile espertorsquo cfr Gould 1929 948)

bull Haug‑spori (Vsp 154) egrave un composto a reggenza verbale il cui primo ele-mento egrave da identificare con il sostantivo haugr lsquocollina tumulo (funerario)rsquo men-tre il secondo elemento degspori egrave un agentivo in -i (pgerm -an-) del tipo pgerm degtug-an- lsquoquello che conducersquo un derivato del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo a sua volta imparentato e sinonimo del verbo forte aisl sporna (essendo entrambi riflessi della radice pgerm spur‑) Questrsquoultimo verbo egrave attestato nellrsquoEd-da unicamente in due passi che come notato da Dronke (1997 42-43) riflettono una stessa collocazione [calpestare (aisl sporna) ndash la terra] Vsp 245-8 brotinn var borethveggr borgar aacutesa knaacutetto vanir viacutegspaacute vǫllo sporna ldquoInfranto fu il riparo di legno della cittagrave degli asi i vani poterono ndash grazie a un incanto di guerra ndash calpestare il campordquo Odd 81-4 Knaacutetti maeligr oc mǫgr moldveg sporna born thornau in bliacuteetho vieth bana Hǫgna ldquoPoterono una bimba e un bimbo la via di terra calpestare i due teneri figli dellrsquouccisore di Hǫgnirdquo I versi di Vsp 247-8 e Odd 81-2 sono chiaramente costru-iti secondo la stessa struttura metrico-sintattica [knaacutettui lsquopoteronorsquo ndash soggetto ani-mato (allitterante) la terra (allitterante) ndash sporna lsquocalpestarersquo] Nel passo di Odd egrave descritta la nascita dei due figli di Vilmundr e Borgnyacute in cui [calpestare ndash la terra] egrave quindi una perifrasi per [vivere] o [nascere] Dronke ritiene che la stessa metafora sia identificabile anche nel brano della Vsp Da un punto di vista indoeuropeistico [calpestare ndash la terra] egrave accostabile a [camminare ndash sulla terra] perifrasi per [vivere] attestata in greco nordico e lituano (West 2007 125)137 I termini norreni impiegati in questa collocazione mold(-vegr) lsquoterrarsquo e vǫllr lsquocamporsquo sono heiti per [terra] (cfr JH 2) proprio come haugr lsquocollina tumulorsquo egrave impiegato come heiti per [terra] eg in kenningar del tipo [terra ndash della chioma] per [testa]138 o del tipo

136 Aisl viacutegja (preterito viacutegethi) puograve essere lrsquoesito di pgerm winh-ja- -g- in viacutegja potreb-be infatti rif lettere un glide formatosi tra iacute e j ancora assente nelle attestazioni runiche del ver-bo (cfr eg lrsquoiscrizione sul manico di ascia di Nydam alu wihju)

137 La perifrasi [calpestare ndash la terra] per [vivere] puograve essere interpretata come lrsquoop-posto dellrsquoespressione [mordere ndash la terra] per [morire] attestata in greco ittita e sanscrito (Dardano 2013 138-144 West 2007 490)

138 Cfr eg skarar hauga ldquocolline tumuli della chiomardquo in Eyv Lv 56 cfr Meissner

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

[popolo ndash della terra] per [troll]139 Inoltre come menzionato supra aisl sporna (pgerm spurn‑a- lt pie sphr-n-H- cfr LIV2 585 e 5867) e aisl spora lsquocalciare calpestarersquo (pgerm spurō‑ possibilmente un derivato di spura‑ lsquocalcio calpestiorsquo lt pie sphrH-oacute- Orel 2003 sv spurōjanan) sono entrambi da ricondurre a una stessa radice pgerm spur‑ lsquocalciare calpestarersquo (pie sphrH-)140 Egrave quindi possibile analizzare il nome proprio Haug‑spori lsquoquello che calpesta le colline i tumulirsquo come un riflesso della collocazione [calpestare (pgerm spur‑) ndash la terra] Essendo questa come visto supra unrsquoespressione perifrastica per [vivere] Haugspori potrebbe essere da interpretare come una kenning per [(essere umano) vivente]

bull Hepti (Vsp 133) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl hepti lsquomanicorsquo)

bull Hleacute-vangr (Vsp 154) lsquoquello che ha un campo di rifugiorsquo () (apparentemen-te composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Horn-bori (Vsp 135 lectio attestata dal Codex Regius mentre nello Hau-ksboacutek ricorre Fornbogi) egrave un composto a reggenza verbale di aisl horndeg lsquocornorsquo e degbori un derivato agentivo di bora lsquoforarersquo o bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo cfr aing here-toga aat heri‑zohgo lsquoche conduce lrsquoesercito co-mandantersquo Schaffner 2001 569ss) interpretato quindi come lsquoquello che fora cornirsquo da Gould e come lsquoquello che porta il corno trombettierersquo da Motz Tra le due la seconda analisi egrave quella che trova maggiore supporto nella fraseologia la quale evi-denzia perograve come il lsquocornorsquo in questione sia quello potorio cfr Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che (le valchirie) Hrist e Mist mi portino il cor-nordquo glossato alla fine della strofa (369) con thornaeligr bera einheriom ǫl ldquoqueste portano la birra agli sceltirdquo e in Gylf 36 con bera drykkju ldquo(le valchirie) portano da bererdquo cfr anche eg Egils saga Skalla-Griacutemssonar 55 toacutek vieth dyacutershorni er honum var borieth og drakk af ldquoprese il corno di cervo che gli fu portato e bevverdquo Sulla base dei dati della fraseologia egrave quindi possibile interpretare il nome Horn-bori come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

bull Jari (Vsp 137) non analizzabile (possibilmente derivato maschile del fem-minile aisl jar-a lsquobattagliarsquo cfr de Vries 1962 sv)

1921 128 Il fatto che hauga in Eyv Lv 56 sia metricamente condizionato da eacuteldraugr lsquoalbero della tempestarsquo a inizio verso non cambia il dato che haugr potesse essere impiegato come sinonimo poetico per [terra]

139 Cfr hauga herr ldquopopolo esercito delle colline dei tumulirdquo in Sigv Austv 25-6 cfr Meissner 1921 258 Cfr anche molddeg in moldbuacutei lsquoabitante della terrarsquo kenning per [troll] in Gestumbl Heiethr 252

140 Negli ultimi Addenda und Corrigenda zu LIVsup2 pubblicati online (https wwwori-indufauni-jenadeiskvomediaindogermanistikKC3BCmmel_liv2_add-p-246pdf sv ldquospʰerH- rarr (t)sperH- (mit dem Fuszlig) stoszligen tretenrdquo ultimo accesso 27022020) Kuumlmmel accetta invece la ricostruzione tsperH- proposta da Lubotsky (2006) che a me sembra tutta-via piugrave problematica di quella tradizionale

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Riccardo Ginevra

bull Kiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente derivato da kiacutell lsquobaia strettarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Litr (Vsp 124) nome di un dvergr bruciato sulla pira di Baldr (Gylf 49) egrave identico allrsquoappellativo litr lsquoaspetto colorersquo (wlit-u-)141 imparentato con got wlits lsquoviso vista formarsquo aing wlite lsquoviso aspettorsquo as wliti lsquoluce aspetto formarsquo ri-flessi di pgerm wlit-i- interpretabile come nomen actionis dellrsquoetimologicamente poco chiaro verbo wleit-a- lsquoguardarersquo (Casaretto 2004 178) Questrsquoultimo egrave sta-to a sua volta comparato in ambito indoeuropeo con lat vultus lsquoaspettorsquo airl degfil lsquocrsquoegraversquo (lsquoeccorsquo lsquoguardarsquo) file lsquopoetarsquo (lsquoveggentersquo) e mgall gwelet lsquovederersquo (de Vries 1962 sv liacuteta Seebold 1970 sv wleit-a- Matasović 2009 sv wel-o-) Non egrave chiaro se il significato lsquocolorersquo sia supportato dalla mitologia di Litr

bull Lofarr (Vsp 144 168) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl lof lsquolodersquo e lofa lsquolodarersquo cfr Gould 1929 950)

bull Loacuteni (Vsp 136) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl loacuten lsquoparte del mare dove lrsquoacqua egrave calmarsquo e isl loacuten lsquoatto di fermarsirsquo cfr Gould 1929 951)

bull Mjǫeth‑vitnir (Vsp 118) egrave un composto determinativo il cui primo elemento riflette aisl mjǫethr lsquoidromelersquo (pgerm med-u- cfr aing meodu medu aat metu) e il cui secondo elemento corrisponde a vitnir lsquolupo spada creaturarsquo (cfr infra) Il significato lsquolupo dellrsquoidromelersquo potrebbe riferirsi allrsquolsquoubriaconersquo(Gould 1929 951) qualora mjǫethdeg fosse qui impiegato con lrsquoaccezione etimologica lsquomielersquo (ricostruibile per pie meacutedhu- cfr ved maacutedhu‑ lit medugraves lsquoidrsquo) il composto Mjǫeth‑vitnir lsquolupo del mielersquo avrebbe un possibile parallelo in aing Bēo‑wulf che egrave stato interpretato come una kenning per [orso] lsquolupo delle apirsquo (Sweet 1884 202)

bull Moacutet‑sǫgnir (Vsp 101 il passo egrave analizzato supra cap 7) nome di uno dei due dvergar (lrsquoaltro egrave Durinn cfr supra) che ldquofoggiarono figure umanerdquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave attestato nei codici in diverse varianti ltMoacutetsognirgt nel Codex Re-gius ltMoethsognirgt nello Hauksboacutek e nella Snorra Edda e ltMotsǫgnigt nelle thornulur del codice AM 748 I 4to Solitamente analizzato come Moacuteeth‑sognir un composto di aisl moacuteethr lsquoira animorsquo e degsognir un derivato di suacutega lsquosucchiarersquo esso egrave stato inter-pretato come lsquoquello che succhia rabbiarsquo (Motz 1973 115) o lsquoquello che succhia la forza (dai corpi)rsquo (de Vries 1962 sv) tutte interpretazioni che non trovano tuttavia alcun supporto nellrsquounico e breve contesto in cui questo personaggio egrave menziona-to142 La lectio del Codex Regius e quella delle thornulur rispettivamente ltMoacutetsognirgt e ltMotsǫgnigt suggeriscono piuttosto una lettura Moacutetsǫgnir analizzabile come un composto di aisl moacutetdeg lsquosegno figurarsquo e di degsǫg‑nir sincronicamente interpretabile

141 Rimodellamento interno al nordico (privo perograve di paralleli) secondo Seebold (1970 sv wleita-)

142 Cfr anche lrsquoimprobabile interpretazione di Gould (1929 951) lsquoquello che ruggisce con rabbiarsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

come un derivato per mezzo del suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo Il suf-fisso -nir era impiegato inter alia nella composizione per la formazione di secondi elementi di composti possessivi come deghoacutefnir lsquoche ha gli zoccoli Xrsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo) secondo elemento del nome di un cavallo in Grm 30 Ebr 9 e HeH 2 (Ebenbauer 1973 211) Aisl degsǫg‑nir sembrerebbe quindi significare lsquoquello che ha una sega Xrsquo Dato che aisl moacutet lsquosegno figurarsquo egrave impiegato in particolare per le forme uma-ne (cfr eg la relativamente frequente collocazione manns moacutet lsquoaspetto da [vero] uomorsquo) il nome Moacutet‑sǫgnir puograve significare lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo riflettendo quindi una formazione e una sintassi interna analoga a eg aisl Sess‑ruacutemnir lsquoquella che ha lo spazio (ruacutem) per (contenere) seggi (sess)rsquo heiti per [nave] in SkH 14 e nome di una sala appartenente a Freyja in Gylf 24143 Moacutet‑sǫgnir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo sarebbe in questo caso un nome molto adatto per il dvergr che in Vsp 10 ha il compito di ldquocreare figure umanerdquo (manliacutekun gera) e degsǫgnir sarebbe quindi impiegato quasi come un agentivo del verbo aisl saga lsquosegarersquo il quale egrave per lrsquoappunto attestato in contesti di intaglio di figure umane144

bull Naacuteli (Vsp 132) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di aisl naacutel lsquoagorsquo cfr Gould 1929 951)

bull Naacuter (Vsp 125) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl naacuter lsquoca-daverersquo)

bull Niethi (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di nieth lsquoluna nuovarsquo cfr Gould 1929 952)

bull Norethri (Vsp 112) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave interpretabile come lsquoquello del Settentrionersquo essendo un derivato in -i di aisl norethr lsquoSettentrionersquo esito di pgerm nurthornra- (cfr pgerm nurthorna- aing noreth aat nord lsquoidrsquo) un riflesso di pie h1ner- lsquosottorsquo (cfr gr ἐνέρτερος lsquoinferiorersquo umb nertru lsquosinistrarsquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Noacuteri (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di noacuter lsquobaia strettarsquo)

bull Nyacutei (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di nyacuter lsquonuovorsquo)

bull Nyacute‑raacuteethr (Vsp 125) lsquonuovo consigliorsquo () (apparentemente composto di nyacutedeg lsquonuovorsquo e degraacuteethr lsquoconsigliorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Raacuteeth‑sviethr (Vsp 127) lsquosaggio nei consiglirsquo () (apparentemente composto di

143 Aliter Meissner (1921 11) ed Ebenbauer (1973 210) che lo analizzano come un deri-vato dellrsquoaggettivo ruacutemr lsquospaziosorsquo (il che comunque non cambierebbe la sintassi interna del composto)

144 Cfr eg Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima (essere) tagliato e segato intagliato e foggiatordquo Cfr anche Mar B 11512 sagaethi liacutekneski thornetta fraacute vegginum ldquotagliare via quella effigie (divina) dal murordquo

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Riccardo Ginevra

raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Reginn (Vsp 127) nome di un dvergr che egrave tra i personaggi principali del-

la saga di Sigurethr (cfr eg il titolo del poema Rm) egrave apparentemente un derivato maschile del plurale tantum neutro aisl regin lsquodegravei numirsquo riflesso di pgerm ragina- lsquoconsiglio decisione numersquo (got ragin lsquoconsiglio decisionersquo as regan[o]deg in regan[o]-giskapu lsquodestino divinorsquo Casaretto 2004 323) tuttavia nessuno di questi significati trova particolare supporto nei testi

bull Sindri (Vsp 374) nome di un dvergr che insieme al fratello di nome Brokkr entra in competizione con il dio del fuoco Loki (Skaacuteld 35) riflette un derivato in -i del sostantivo neutro aisl sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo (cfr aing sinder lsquoidrsquo ing cinder lsquocenerersquo as sinder lsquoscoriarsquo aat sintar lsquoidrsquo) dal significato lsquoquello delle scintille delle scorie incandescentirsquo Come proposto in Ginevra 2018 questa interpretazione presenta forti corrispondenze con la semantica che nella tra-dizione indiana veniva attribuita quantomento a livello di etimologia popolare al nome del veggente ved Aacuteṅgiras- lsquoquello dei carboni incandescentirsquo (ved aacuteṅgāra‑ lsquocarbone incandescentersquo) il parallelo egrave ulteriormente supportato dalla comune ori-gine dei nomi del fratello di Sindri nel mito nordico aisl Brokkr riflesso di pie bhr(h2)g-noacute- lsquocrepitante rombantersquo e di quello che in certi testi indiani compare come fratello di Aṅgiras ved Bhŕgu- e scr Bhrgu il riflesso (con generalizzazione del tema debole) di un sost anficinetico pie bhŕ(h2)g‑oṷ‑bhrg(h2)‑ṷ‑acute derivato in-ternamente da un aggettivo proterocinetico145 in -u- con un tema debole bhr(h2)g‑eacuteṷ‑ ed un significato lsquocrepitante rombantersquo la corrispondenza formale e semantica tra queste formazioni onomastiche egrave confermata dagli evidenti paralleli tra le narrazioni mitiche associate a questi personaggi in norreno e in antico indiano

bull Skaacute‑fiethr (Vsp 156) lsquobuon finlandese lapponersquo () (apparentemente composto di skaacutedeg lsquobuonorsquo e degfinnr degfiethr lsquofinlandese lapponersquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Skirfpir (Vsp 155) potrebbe riflettere una formazione in pnord -ija- da un non attestato verbo skerfba- lsquodecorarersquo ricostruibile alla base di norv skjerva lsquofare pannelli a spina di pescersquo con un significato lsquodecoratorersquo (Gould 1929 953 de Vries 1962 sv Motz 1973 115 IacuteO sv) pnord skerfba- puograve a sua volta essere un riflesso della famiglia di verbi skerfb‑a‑skerp‑a‑skrep‑a‑ lsquograffiare tagliare viarsquo (Seebold 1970 svv Kroonen 2013 sv) cfr aing sceorfan mat schreffen lsquoidrsquo In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull degskjaldi secondo elemento nel nome di dvergr Eikinskjaldi (Vsp 138 162) riflette il sostantivo skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeldu-) con il suffisso -i di secondo elemento di un composto derivazionale possessivo dal significato lsquoquello che ha lo scudo Xrsquo cfr il composto Eikinskjaldi

145 Ovvero con accento sulla radice nei casi forti e sul suffisso nei casi deboli

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull degsǫgnir attestato come secondo elemento Moacutet‑sǫgnir (Vsp 10) nome di uno dei due dvergar che lsquofoggiarono figure umanersquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave un derivato con suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo dal significato lsquoquello che ha la sega Xrsquo Cfr Moacutetsǫgnir

bull degspori secondo elemento nel nome di dvergr Haugspori (Vsp 153) riflette un derivato agentivo (del tipo pgerm degtug-an- lsquoduxrsquo) del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo dal significato lsquoquello che calpestarsquo Cfr Haugspori

bull Suethri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello del Meridionersquo in quanto derivato in -i di aisl suethr lsquoMe-ridionersquo esito di pgerm sunthornra (as sūthar aat sundar) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Sviacuteurr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl sv(iacute)na lsquoperirersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Veigr (Vsp 121) non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro ma egrave possibilmente da connettere a degveig secondo elemento di Gullveig (Vsp 213) nome di una figura possibilmente da identificare con Freyja (Dronke 1997 41-42) il qua-le egrave identico a veig lsquoforza bevanda fortersquo riflesso di pgerm waig‑ō- (cfr anche aing wāg wēg lsquomurorsquo lt pgerm waig-a- Orel 2003 sv) e pie uoik-eacuteh2- lsquoforzarsquo (Kroonen 2013 sv) derivato in -eacuteh2- di pie uoik-o- lsquoidrsquo (lit viẽkas lsquoforza fisica etagrave vitarsquo asl věkъ lsquoetagrave vitarsquo Derksen 2015 sv)

bull Vestri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello dellrsquoOccidentersquo in quanto derivato in -i di aisl vestr lsquoOc-cidentersquo esito di pgerm westra- (as aat westar lsquoidrsquo cfr pgerm westa- aing west lsquoidrsquo) probabilmente imparentato con pie ueacutestu- (ved vaacutestu‑ lsquopernottamentorsquo mgall gwest lsquoluogo per riposarersquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull V(iacute)li nome di un dvergr (Vsp 133) e di un fratello di Odino (Ls 26 Gylf 6) egrave formalmente oscuro forse identico a vili lsquovolontarsquo pgerm wel-jan- (de Vries 1962 sv IacuteO sv)

bull Vind-alfr (Vsp 122) lsquoelfo del ventorsquo () (apparentemente composto di vinddeg lsquoventorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Virfpir (Vsp 155 Gylf 14) egrave analizzabile come riflesso di una formazione in pnord -ija- da un verbo wirfbija- lsquogirare attorcigliarersquo (IacuteO sv) dal signifi-cato lsquoquello che gira attorcigliarsquo (lsquolrsquoAbilersquo per IacuteO sv) pnord wirfbija- sarebbe da da ricondurre a una radice uerp‑ lsquogirarersquo (OacuteI sv Virfill de Vries 1962 sv orf) attestata possibilmente in itt warp‑zi lsquolavare lavarsirsquo lit verpti lsquofar girarersquo aruss vьrpsti lsquostrappare rubarersquo (Kloekhorst 2008 sv)146 In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

146 Lrsquoipotesi di Gould (1929 964) per cui si tratterebbe di un prestito da afr verver egrave poco probabile in virtugrave della resa lt f gt di afr v in antico nordico (IacuteO sv Virfir)

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Riccardo Ginevra

bull degvitnir attestato come secondo elemento di Mjǫeth‑vitnir (Vsp 118) egrave iden-tico ad aisl vitnir termine poetico per lsquoluporsquo lsquospadarsquo e in generale lsquocreaturarsquo che Puhvel connette a itt ḫwitar‑ḫwitn- lsquoanimali bestiersquo (cfr HED sv) riflesso di h2ueid-r-h2uid-n- (Kloekhorst 2008 sv) Aisl vitnir sarebbe in questo caso il ri-flesso di pgerm witn-ija- derivato in -ija- di una formazione witndeg- (tematizza-zione witna-) che continua il tema debole dellrsquoeteroclito147 Cfr Mjǫethvitnir

bull Vitr (Vsp 124) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo aisl vitr lsquosaggiorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Yngvi nome di un dvergr (Vsp 161) e di un dio (Rm 144) figlio di Odino nel Prologo (11) dellrsquoEdda di Snorri usato anche come appellativo yngvi lsquoprincipersquo e da connettere alle epiclesi del dio Freyr Yngvi-Freyr e Ingunar‑Freyr (LP svv) riflette ingwa-n- derivato di pgerm ingwa- per cui cfr got Enguz lsquonome della lettera ngrsquo e aing as Ing lsquonome della runa ngrsquo cfr inoltre il nome proprio lat-germ Inguiomerus (de Vries 1962 sv) Pgerm ingwa- puograve riflettere enḱu-oacute- una for-mazione vrddhi (con falso grado e della radice come in deiu-oacute- da dieacuteu-diu-) di nḱu‑ lsquomortersquo (airl eacutec lsquoidrsquo cfr il derivato toc eṅkwe lsquouomorsquo lt nḱu-oacute- lsquoche ha la mortersquo) con un significato originario lsquomortalersquo comparabile con ved maacuterta‑ lsquomor-tale umanorsquo formazione vrddhi di mrtoacute- per questa analisi cfr Bammesberger 1999 il quale tuttavia non spiega il passaggio del termine dal significato lsquouomo mortalersquo a lsquoprincipersquo in norreno o lrsquoimpiego come teonimo148

bull THORNekkr nome di un dvergr (Vsp 123) e nome di Odino (OacuteN 73) egrave apparente-mente identico allrsquoaggettivo thornekkr lsquopiacevole gradevolersquo (de Vries 1962 sv) unrsquoa-nalisi che tuttavia non trova particolare supporto nelle fonti

bull THORNorinn (Vsp 123) egrave un possibile riflesso con Suffixtausch (avvenuto evidentemente dopo lrsquoa-Umlaut) di pgerm thornur‑ana‑ interpretabile come lrsquoesito di pie trh2-Vno- una variante metatetica di tnh2-Vro- lsquo(dio del) tuonorsquo (tra i cui riflessi egrave il nome del dio del tuono aisl THORNoacuterr esito di pgerm thornun‑ara‑ lsquoidrsquo) a cui sono stati ricondotti anche il teonimo gallico Taranis lsquodio del tuonorsquo e il sostan-tivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo (cfr Watkins 1995 3431 Haretharson 2001 105)149 cfr anche airl torann riflesso di pcelt tor-ano- il quale sembra continuare una forma con metatesi da pie tonh2-Vro- (Matasović 2009 sv Zair 2012 248 Haretharson [2001 105] ricostruisce invece un grado o secondario) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro

bull THORNraacuteinn (Vsp 122) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-

147 Aliter de Vries 1962 sv vitnir OacuteI sv148 Altre proposte etimologiche presso de Vries 1962 sv e IacuteO sv Ringrazio Andrea

Lorenzo Covini per lrsquoutile discussione a riguardo149 Watkins (1995 3431) inserisce tra i rif lessi di questa variante metatetica anche itt

Tarḫunna‑ il quale egrave tuttavia da interpretare probabilmente come una formazione interna allrsquoanatolico (cfr HEG sv tarḫ‑)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

glia di thornraacute lsquodesiderio sfidarsquo cfr de Vries 1962 sv)bull degthornrasir nome di un dvergr (DH 4) e secondo elemento del nome di dvergr

Doacutelg‑thornrasir (Vsp 152) egrave una formazione deverbale in -ir dal verbo thornras‑a lsquominac-ciarersquo (pgerm thornras‑ō‑ pie tres- lsquotremarersquo) dal significato lsquoquello che minacciarsquo Cfr Dolg‑thornrasir

bull THORNroacuter nome di un dvergr (Vsp 124) e di Odino (OacuteN 84) noncheacute termine poe-tico per [spada] (SvH 35) e [cinghiale] (GH 17) e secondo elemento di un termine poetico per [cervo] (dura‑thornroacuter in HjH 11) egrave stato interpretato come un derivato del verbo aisl thornroacuteast lsquoaumentare crescerersquo (cfr de Vries 1962 sv) unrsquoanalisi che non trova tuttavia particolare supporto nelle fonti nordiche

93 Considerazioni sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar

Egrave possibile trarre alcune considerazioni metodologiche a partire dai risultati della se-zione precedente Lrsquoanalisi formale e lrsquointerpretazione semantica di un nome hanno un maggiore grado di fondatezza quando trovano riscontro nella mitologia relativa ai rispettivi personaggi attestata nei componimenti dellrsquoEdda poetica o nellrsquoEdda in prosa di Snorri Sturluson Analisi etimologiche ben supportate dalle fonti mitologi-che sono ad esempio

bull quella per la veritagrave banale dei nomi dei nani Austri lsquoquello dellrsquoOrientersquo Norethri lsquoquello del Settentrionersquo Suethri lsquoquello del Meridionersquo e Vestri lsquoquello dellrsquoOccidentersquo derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali

bull lrsquointerpretazione di Moacutet‑sǫgnir come lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo in quanto composto possessivo in -nir di aisl moacutet lsquosegno figurarsquo e di sǫg lsquosegarsquo che trova riscontro nel ruolo di Moacutetsǫgnir come colui che foggia figure umane in Vsp 10

Quando la mitologia che concerne un dvergr ci egrave sconosciuta ma il nome corri-spondente egrave formalmente analizzabile come composto esso puograve essere interpretato con un certo grado di probabilitagrave sulla base di collocazioni fraseologiche attestate in norreno o in lingue imparentate

bull un esempio di interpretazione supportata dalla fraseologia interna al norreno egrave quella di Horn-bori composto a reggenza verbale interpretabile come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo sulla base dellrsquoesatta corrispondenza con passaggi come Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che Hrist e Mist mi portino il corno (potorio)rdquo

bull un caso in cui lrsquoanalisi etimologica trova invece supporto nello studio com-parato della fraseologia indoeuropea egrave invece quello di Dolg‑thornrasir composto a reggenza verbale la cui interpretazione sincronica come lsquoquello che minaccia i ne-micirsquo egrave supportata dal parallelo semantico e parzialmente etimologico con una collocazione attestata in lingue italiche e indoiraniche eg nel nome del re ved Trasaacute‑dasyu‑ lsquoquello che fa tremare i daacutesyu‑ (nemici)rsquo (in cui ved TRAS riflette la

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Riccardo Ginevra

stessa radice pie tres- che soggiace anche ad aisl thornrasa)Quando tuttavia la mitologia relativa ai singoli dvergar menzionati nel cata-

logo della Vsp egrave a noi del tutto ignota oppure i loro nomi anche se analizzabili come composti non sembrano riflettere collocazioni fraseologiche a noi note lrsquou-nica strada percorribile sembrerebbe essere lrsquoindividuazione di paralleli nel lessico norreno in particolari quando le formazioni onomastiche in questione presentano una somiglianza formale piugrave o meno marcata con vocaboli del lessico appellativo ad esempio

bull alcuni nomi di dvergar sono in apparenza identici a simplicia attestati in nor-reno eg Naacuter naacuter lsquocadaverersquo e Nyacuter nyacuter lsquonuovorsquo

bull altri sembrano essere derivati in -i di simplicia che ricorrono in nordico eg Nieth‑i nieth lsquoluna nuovarsquo e Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

Forti ambiguitagrave possono sorgere anche quando i nomi sono facilmente analizza-bili come formazioni composte

bull talvolta essi sono opachi dal punto di vista della sintassi interna eg Hleacute-vangr (composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo) e Raacuteeth‑sviethr (composto di raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo)

bull talvolta anche se la sintassi interna egrave ipotizzabile il referente del composto non egrave chiaro eg Al‑thornjofr lsquoladro di tuttorsquo e Mjǫeth‑vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquo

Quando i nomi sono privi di corrispondenze immediate in norreno o germanico egrave talvolta possibile individuare somiglianze formali in formazioni attestate presso altre tradizioni indoeuropee come nel caso di

bull Baacutefurr qualora esso fosse da leggere Bǫfurr e da ricondurre in ultima analisi a pgerm bab-ra- e pie guhobh-ro- (lat faber)

bull THORNorinn che potrebbe riflettere pgerm thornur‑ana‑ e quindi essere imparentato con il teonimo gallico Taranis e il sostantivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo

In ogni caso trattandosi di nomi di personaggi a noi del tutto ignoti queste inter-pretazioni qualunque sia il loro livello di plausibilitagrave su un piano formale rimango-no sempre prive di riscontro

I nomi di dvergar attestati nella Vǫluspaacute permettono quindi di testare le pos-sibilitagrave e i limiti che lrsquoanalisi etimologica del materiale onomastico attestato nei testi mitologici scandinavi puograve avere le interpretazioni che trovano riscontro nella mitologia dei personaggi sono le piugrave credibili seguite da quelle che si basano quan-tomeno su collocazioni fraseologiche effettivamente attestate in nordico o in altre lingue indoeuropee al contrario le etimologie che non hanno alcun riscontro nei testi e nella fraseologia e che si fondano unicamente sulla somiglianza formale con vocaboli attestati in norreno o in altre lingue indoeuropee sono per lo piugrave impossibili sia da dimostrare che da confutare Si tratta in questrsquoultimo caso di un puro esercizio di etimologia fine a seacute stessa che non ci aiuta a comprendere meglio neacute i nomi in questione neacute tantomeno i personaggi a cui questi nomi si riferiscono A differenza di quanto egrave talvolta possibile nellrsquoanalisi di formazioni attestate in lingue piugrave tra-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

sparenti sul piano della morfologia derivazionale nominale come il greco antico e il vedico le formazioni norrene sono spesso troppo opache da questo punto di vista per permettere unrsquointerpretazione fondata unicamente su aspetti formali150

150 Sulla trasparenza o opacitagrave della morfologia derivazionale e f lessiva che caratterizza le lingue in maniera diversa cfr i lavori di Walter Belardi sulla differenza tra lingue a segno modulare (eg greco antico e vedico) e lingue a segno fisso (eg norreno) eg Belardi 1990 158ss

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10 CONCLUSIONE RIFLESSI NORDICI DI PATRIARCHI COSMICI E

ARTIGIANI MITICI INDOEUROPEI

Giunti al capitolo finale si procederagrave a tirare le somme della ricerca svolta nel pre-sente lavoro in cui si egrave tentato di applicare gli strumenti della linguistica storica comparativa allo studio di aspetti ancora oscuri della poetica e della mitologia atte-state dai testi norreni saggiando allo stesso tempo fino a che punto questi possano servire da fonti per lo studio comparato della fraseologia e dellrsquoonomastica in ambito germanico e indoeuropeo In quanto segue si rispetteragrave quindi lrsquoordine della tratta-zione e pertanto si dedicheragrave la prima sezione del capitolo allrsquointerpretazione delle epiclesi di Odino in degfǫethr e la seconda alle origini indoeuropee dei mitici dvergar scandinavi

101 I nomi norreni di Odino in degfǫethr come riflessi di strutture sociali indoeuropee

I risultati della ricerca condotta nella prima parte di questo libro si possono sintetiz-zare nei seguenti punti

(1) Aisl degfǫethr come riflesso di pie pə2tr-oṷ- lsquoavo paternorsquoAisl degfǫethr attestato come secondo elemento di composto in diverse epiclesi del dio supremo scandinavo Odino egrave il riflesso di pgerm fathornru‑ (o fadru-) e pie pə2tr‑oṷ‑ph2tr‑ṷ‑acute lsquoavo paternorsquo formazione che si puograve ricostruire sulla base di in primo luogo gr πάτρως lsquoavo paterno ziorsquo e in maniera indiretta di vari termini indoeuropei per lsquozio paternorsquo che riflettono derivati di questo vocabolo eg ved pitrvya- e lat patruus rispettivamente riflessi di pie ph2tru-iio- lsquo(figlio) dellrsquoavo paternorsquo e ph2tr-eu-oacute- lsquoidrsquo

La variazione attestata dai secondi elementi di alcune di queste epiclesi di Odino eg Al‑fǫethr Al-faethir e Sig‑fǫethr Sig-faethir riflette un processo di sostituzione del termine ormai arcaico (e probabilmente semanticamente opaco) degfǫethr con la lectio facilior innovativa degfaethir lsquopadrersquo riflesso di pgerm fader- e pie ph2teacuter- lsquoidrsquo Ciograve sembra avvalorare unrsquoequivalenza funzionale tra questi due termini in questo con-

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Riccardo Ginevra

testo che trova una corrispondenza nel brano di prosa eddica Fraacute dauetha Sinfjǫtla ldquoSulla morte di Sinfjǫtlirdquo in cui questrsquoultimo apostrofa il faethir lsquopadrersquo Sigmundr con il termine aacutei lsquoavorsquo

Il significato letterale lsquoavo paternorsquo ricostruito per lrsquoepiclesi del dio nordico Odino degfǫethr trova paralleli in teonimi ed epiteti divini attestati in diverse tradizioni indoeuropee Nei testi ittiti ricorrono infatti due teonimi Ḫanna‑ḫanna‑ lsquoNonna-nonnarsquo (imparentato con lat anus lsquovecchiarsquo) e Ḫuḫḫa‑ lsquoNonnorsquo (riflesso di pie h2uh2-o- lsquoavorsquo come lat avus lsquoavorsquo) mentre nella tradizione greca sono attesta-ti gli epiteti di Zeus Παππῶος lsquoAncestralersquo e soprattutto Πατρῷος lsquoidrsquo derivati rispettivamente da πάππος lsquononnorsquo e dal giagrave citato πάτρως lsquononno ziorsquo riflesso di pie ph2tr‑oṷ‑ Odino e questi personaggi sembrano condividere unrsquoulteriore associazione con il concetto [tuono] in quanto padri del dio corrispondente (nel caso di Odino padre del dio nordico Thor e di Ḫuḫḫa padre del Dio della Tempesta ittita) o in quanto loro stessi divinitagrave che vi sopraintendono (nel caso di Zeus)

(2) Il senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo il pə2tr-oṷ- indo-europeo come lsquopatriarcarsquo e il parallelo con Brahma (deg)pitāmaha- lsquononno paternorsquoNonostante aisl degfǫethr sia un riflesso esatto di pie pə2tr‑oṷ‑ lsquoavo paternorsquo il confronto con i testi della mitologia nordica evidenzia come non sia possibile intendere unrsquoepiclesi composta di Odino del tipo di Al‑fǫethr (con aldeg lsquotuttorsquo) in senso letterale ovvero come lsquoavo paterno biologico di tuttorsquo bensigrave come essa sia da in-terpretare piuttosto in senso traslato come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tuttorsquo significato che egrave anche alla base delle varianti innovative del tipo di Al‑faethir (che non significa quindi lsquopadre biologico di tuttorsquo)

Questa semantica traslata puograve essere ricondotta ad una caratteristica della strut-tura delle societagrave indoeuropee arcaiche in cui egrave probabile che un termine come pə2tr-oṷ- non dovesse indicare soltanto la relazione di parentela di lsquoavo paternorsquo bensigrave anche il ruolo sociopolitico di lsquopatriarcarsquo la piugrave alta autoritagrave allrsquointerno della famiglia allargata patriarcale Come per il pater familias nellrsquoantica Roma questo ruolo non doveva necessariamente coincidere con la figura del padre biologico bensigrave poteva essere assunto dal maschio adulto piugrave anziano in grado di svolgere questo compito eg il nonno Al significato sociopolitico lsquopatriarcarsquo che poteva essere assunto quindi sia da pə2tr-oṷ- lsquoavo paternorsquo che da ph2teacuter- lsquopadrersquo nella societagrave indoeuropea sono quindi da ricondurre da un lato lo slittamento semantico da lsquoavo paterno (di qualcuno)rsquo a lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su qualcuno)rsquo e dallrsquoaltro la possibilitagrave di unrsquoequivalenza funzionale tra termini per lsquoavo paternorsquo e per lsquopadrersquo allrsquointerno del linguaggio poetico

In questrsquoottica il parallelo piugrave esatto per aisl degfǫethr in ambito indoeuropeo egrave offerto da unrsquoepiclesi del dio supremo Brahma nella letteratura sanscrita classica scr (deg)pitāmaha‑ la quale non soltanto ha lo stesso significato letterale lsquoavo nonno

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

paternorsquo di pie pə2tr-oṷ‑ ma ne condivide anche il significato traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su qualcuno)rsquo in composti come sarva‑loka‑pitāmaha‑ da intendere come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tutti i mondirsquo non essendo Brah-ma il lsquononno paterno biologico di tutti i mondirsquo

(3) Pie ph2teacuter- lsquopadrersquo come lsquopatriarcarsquo e le kenningar anglosassoni per [dio]Parimenti ph2teacuter- lsquopadrersquo non egrave da intendersi come lsquopadre biologicorsquo in varie formule correntemente ricostruite per la lingua poetica indoeuropea eg la kenning [padre (ph2teacuter-) ndash degli degravei e degli esseri umani] per [dio supremo] oppure la collocazione [padre (ph2teacuter-) ndash della preghiera] che soggiace eg al titolo sacerdotale gall-lat gutu-ater lsquopadre della preghierarsquo Mentre in questrsquoultima collocazione il termine ph2teacuter- lsquopadrersquo potrebbe anche essere inteso con il significato metaforico lsquocreatorersquo (in metafore del tipo ldquoil padre della teoria della relativitagraverdquo) unrsquointerpretazione secondo il senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo egrave lrsquounica ammissibile per gli epiteti di divinitagrave supreme indoeuropee del tipo di [padre (ph2teacuter-) ndash degli degravei e degli esseri umani] da un lato nelle mitologie indoeuropee questi personaggi non sono mai creatori sia delle divinitagrave che degli uomini (e spesso di nessuno dei due) e dallrsquoaltro un tale significato egrave escluso dalle varianti del tipo di scr sarvaloka-pitāmaha‑ lsquononno di tutti i mondirsquo non essendo il significato metaforico lsquocreatorersquo attestato con termini per lsquononnorsquo o lsquoavorsquo Parimenti in senso traslato sono ovviamente da intendersi i casi in cui egrave lrsquoapposizione [madre] a essere applicata a una divinitagrave femminile eg la [terra]

Riconoscere lrsquoequivalenza funzionale di pie pə2tr-oṷ‑ lsquoavo paternorsquo e ph2teacuter- lsquopadrersquo quando essi sono impiegati per riferirsi al lsquopatriarcarsquo e quindi in senso traslato a lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo su qualcosa permette di analizzare diver-se kenningar anglosassoni per il Dio cristiano con (deg)faeligder lsquopadrersquo come i piugrave stretti paralleli interni al germanico per i composti in aisl degfǫethr In queste kenningar aing faeligder lsquopadrersquo occupa regolarmente la stessa posizione occupata in altre kenningar analoghe da termini per lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su qualcosa)rsquo come cyning lsquorersquo drihten lsquosignorersquo frēa lsquoidrsquo e fruma lsquoprincipersquo dimostrando come in questo contesto in antico inglese il termine faeligder venisse parimenti interpretato in senso traslato come lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su qualcosa)rsquo

(4) Aisl Al-fǫethr Al-faethir e i patriarchi cosmici indoeuropeiIn accordo con questa analisi lrsquoepiclesi di Odino aisl Al‑fǫethr e la variante innovati-va Al‑faethir composti endocentrici determinativi del tipo di got Ala-reiks lsquosovrano di tuttorsquo (latinizzato Ala-ricus) non si riferiscono al dio letteralmente come lsquoavo paterno biologico di tuttorsquo o lsquopadre biologico di tuttorsquo (significati privi di riscontro nella mitologia) bensigrave come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tuttorsquo un significato che corrisponde esattamente al ruolo di patriarca cosmico che egrave attribuito a Odino

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Riccardo Ginevra

nei testi scandinaviIn quanto epiteto del dio supremo Odino Al‑fǫethr lsquocolui che ha autoritagrave controllo

su tuttorsquo si puograve quindi confrontare con kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano come al-walda lsquocolui che regge tuttorsquo e i corrispondenti sintagmi ealles wealdend ldquoreggitore di tuttordquo e ealra ān‑waldend ldquounico reggitore di tuttordquo a cui soggiace la collocazione ben attestata e produttiva [capo re (dryhten frēa waldend etc) ndash di tutto] per [dio cristiano] Questa potrebbe a sua volta riflettere il reimpiego cristiano di una kenning per il [dio supremo] pagano unrsquoipotesi che trova supporto nella corrispondenza esatta tra aing al-walda ed aisl Ǫl‑valdi (o All-valdi) lsquocolui che regge tuttorsquo nome di un personaggio della mitologia scandinava precristiana (la cui caratterizzazione ci egrave purtroppo ignota) e riflesso dello stesso composto pgerm ala-waldan- lsquoidrsquo che soggiace ad aing al-walda

Queste e altre considerazioni permettono di escludere che aing al-walda rifletta un calco semantico del sintagma lat omnipotens Deus come egrave stato invece proposto per formazioni germaniche semanticamente analoghe del tipo di got all-waldands aisl alls-valdandi as alo-waldand e aat ala-waltenti Al contrario essendo aing faeligder lsquopadrersquo funzionalmente equivalente a termini per [capo re] come waldend allrsquointerno del sistema delle kenningar che si riferiscono al Dio cristiano egrave semmai sorprendente come non sia nota neanche unrsquoattestazione di un composto aing al‑faeligder lsquopadre di tuttorsquo o di una collocazione sinonimica ealles faeligder per Dio funzionalmente equivalenti ad al-walda ed ealles wealdend unrsquoassenza cospicua che potrebbe essere dovuta alle associazioni pagane che una kenning anticoinglese corrispondente ad aisl Al‑fǫethr avrebbe avuto per i parlanti cristiani

Egrave possibile discutere vari paralleli per aisl Al‑fǫethr in diverse tradizioni indoeuropee Airl Oll-athair lsquogrande padrersquo epiteto composto del dio supremo irlandese Dagda (o Eochaid) che egrave spesso ritenuto corrispondere da vicino ad Al‑fǫethr ha in realtagrave un primo elemento olldeg lsquograndersquo che non corrisponde neacute etimologicamente neacute semanticamente ad aisl aldeg lsquotuttorsquo e non riflette quindi la stessa concettualizzazione che soggiace allrsquoepiteto di Odino

Lrsquoepiteto omerico di Zeus πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo (per cui il mito greco richiede unrsquointerpretazione ldquopatriarca di uomini e degraveirdquo) e lrsquoepiteto latino di Giove pater deum hominumque ldquopadre di degravei e esseri umanirdquo riflettono in-vece una collocazione [patriarca (pie ph2teacuter-) ndash di tutti gli animati intelligenti (degravei ndash e esseri umani)] che si sovrappone parzialmente alla glossa che Snorri dagrave di aisl Alfǫethr nel Gylfaginning la quale perograve include anche [tutti i non animati in-telligenti] in ogni caso egrave chiaro come lo stesso motivo [patriarca (pie ph2teacuter- pə2troṷ-) ndash di tuttotutti gli animati intelligenti] soggiaccia a tutte queste collocazioni e ad aisl Alfǫethr e come la variazione si limiti allrsquoescludere o meno animali e oggetti inanimati da questo [tutto] cosmico

Il parallelo piugrave preciso si ha tuttavia nel giagrave citato epiteto sanscrito del dio supremo Brahma sarvaloka‑pitāmaha‑ lsquononno paterno di tutti i mondirsquo noncheacute nella

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

sua variante con primo elemento sarvabhūtadeg lsquodi tutte le creaturersquo a cui soggiace la stessa collocazione [patriarca (pie pə2troṷ- ph2teacuter-) ndash di tutto] attestata da Al-fǫethr e Al‑faethir e il cui senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tutti i mondile creaturersquo ha paralleli stretti in kenningar anticoinglesi per [dio cristiano] come frēa ealra gesceafta ldquosignore di tutte le creaturerdquo e onwealda ealra gesceafta ldquounico reggitore di tutte le creaturerdquo

(5) Aisl Alda-fǫethr Her(ja)-fǫethr e il [cielo ndash padre] indoeuropeoSia al composto casuale Alda-fǫethr lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo su-gli esseri umanirsquo che alle due varianti Her-fǫethr (composto determinativo) e Herja-fǫethr (composto casuale) entrambe interpretabili come lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sui popoli (in armi) sugli esercitirsquo soggiace una stessa colloca-zione [patriarca (aisl fǫethr) ndash degli esseri umani] (aisl herr nelle kenningar egrave fun-zionalmente equivalente a sostantivi collettivi che designano una pluralitagrave di [esseri umani]) che attribuisce a Odino una posizione di somma autoritagrave nei confronti del genere umano un dato che a differenza del significato letterale lsquoavo paterno degli esseri umanirsquo (Odino non genera lrsquoumanitagrave personalmente neacute tantomeno la crea da solo) trova riscontro nelle fonti norrene il fatto che si evitasse di impiegare kennin-gar di questo tipo per riferirsi al Dio cristiano nella poesia norrena egrave probabilmente dovuto alle associazioni pagane di questa fraseologia

Unrsquoanalisi combinatoria delle kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano del tipo di herġa fruma lsquoprincipe dei popoli (in armi) degli esercitirsquo faeligder folca gehwaeligs ldquopadre di ogni popolordquo e ealles folces fruma ldquoprincipe di ogni popolordquo consente di ipotizzare che una kenning aing herġa faeligder ldquopadre dei popoli (in armi)rdquo si sarebbe potuta facilmente creare nella poesia anglosassone e che la sua mancata attestazione sia da addebitare al rischio di associazioni pagane Sulla base delle cor-rispondenze etimologiche e semantiche tra queste kenningar e le epiclesi di Odino egrave possibile ricostruire una designazione germanica del [dio supremo] precristiano come [patriarca (pgerm fader- fathornru-) ndash degli esseri umani] il riflesso di una collocazione indoeuropea [patriarca (pie ph2teacuter- pə2troṷ-) ndash degli esseri umani] per [dio supremo] che ha paralleli in diverse altre tradizioni indoeuropee

Una corrispondenza evidente ma parziale si ha anzitutto con gli epiteti di Zeus om πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo e di Giove lat pater deum hominumque ldquoidrdquo in quanto riflessi di una collocazione [patriarca (pie ph2teacuter-) ndash di tutti gli animati intelligenti (degravei e esseri umani)] Il parallelo piugrave stretto per quanto meno immediato egrave tuttavia quello con la formula apposizionale al vocativo [cielo (dieacuteṷ‑) ndash padre (ph2teacuter-)] attestata dalle invocazioni om Ζεῦ πάτερ ldquoo Zeus padrerdquo e ved diacuteyauṣ piacutetaḥ ldquoo Cielo padrerdquo e dal teonimo (che ricorre unica-mente al nominativo e vocativo) lat Iūpiter Dato che come effettivamente attestato in greco e in vedico e come ricostruibile anche per il latino sulla base del confronto con lrsquoumbro preghiere e invocazioni rivolte alla divinitagrave da parte di esseri umani

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Riccardo Ginevra

erano il principale contesto pragmatico in cui queste epiclesi erano pronunciate e dato che in un tale contesto la specificazione dellrsquoelemento [esseri umani] sareb-be stata comunicativamente ridondante egrave possibile analizzare la formula al voca-tivo pie dieacuteu pə2ter ldquoo Cielo padrerdquo come una variante adatta a uno specifico contesto pragmatico della stessa collocazione [patriarca (pie ph2teacuter- pə2troṷ-) ndash degli esseri umani] per [dio supremo] che soggiace anche ad aisl Alda‑fǫethr e Her(ja)-fǫethr

(6) Aisl Herjans-fǫethr come attestazione del significato letterale di degfǫethrIl composto casuale Herjans‑fǫethr (forse con variante innovativa degfaethir) egrave di incerta attestazione e viene spesso emendato in (o analizzato come variante di) Herja‑fǫethr ma egrave anche lrsquounica epiclesi di Odino in degfǫethr per cui unrsquointerpretazione letterale lsquoavo paternorsquo potrebbe effettivamente essere la piugrave adeguata Poicheacute unrsquoanalisi che si li-mita a quanto attestato in nordico conduce a un significato paradossale lsquoavo paterno di Herjannrsquo (cioegrave di Odino di cui Herjann egrave unrsquoepiclesi) lrsquounica alternativa egrave in-fatti interpretare aisl herjann con il significato etimologico lsquore capo dellrsquoesercitorsquo attestato eg dal termine imparentato gr κοίρανος

In questo caso Herjans‑fǫethr sarebbe da intendere con un significato letterale lsquoavo paterno del re del capo dellrsquoesercitorsquo con numerosi paralleli non soltano nei testi scandinavi (eg nelle genealogie degli Ynglingar e degli Skjǫldungar che iniziano proprio da Odino) bensigrave anche in altre tradizioni sia germaniche come quella an-ticoinglese (in cui eg le genealogie dei sovrani anglosassoni elencavano spesso come capostipite il corrispettivo inglese di Odino Woden) che indoeuropee come quella greca omerica (in cui eg ricorre frequentemente unrsquoespressione formulare διοτρεφής βασιλεύς ldquore cresciuto da Zeusrdquo)

(7) Aisl Sig-fǫethr e Val-fǫethr vittoria e massacro come facce di una stessa medagliaDiversamente da Herjans‑fǫethr le epiclesi di Odino Sig-fǫethr (con variante innovati-va in degfaethir) e Val-fǫethr composti endocentrici determinativi con primi elementi sigdeg lsquovittoria battagliarsquo e valdeg lsquomassa dei caduti in battaglia strage campo di battagliarsquo sono da interpretare in senso traslato come rispettivamente lsquocolui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo e lsquocolui che ha autoritagrave controllo sulla strage sulla morte in combattimentorsquo Le due formazioni costituiscono quindi una coppia antonimica i cui significati trovano riscontro nei testi della letteratura norrena in cui a Odino spetta decidere a quale tra le due schiere in una battaglia [dare (aisl gefa pgerm geba-) ndash vittoria (sigr segiz‑)] e quindi necessariamente a quale tocchino invece sconfitta e morte (concettualizzata eg come una chiamata a risiedere a Val-hǫll lsquosala del massacrorsquo)

Paralleli in ambito germanico includono in primo luogo il ruolo nel mito longobardo del corrispettivo di Odino Godan il quale in una narrazione tradizionale

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

attestata in latino egrave detto victoriam dare agli esseri umani in battaglia Ulteriori cor-rispondenze anche sul piano etimologico ma in un contesto ormai cristiano si pos-sono inoltre individuare nella tradizione anglosassone in cui si implora Dio di [dare (aing gifan pgerm geba-) ndash vittoria (sigor segiz‑)] a esseri umani Questa collocazione egrave a sua volta da mettere in correlazione con alcune frequenti kenningar anticoinglesi per il [dio cristiano] che sono funzionalmente equivalenti a Sig-fǫethr lsquocolui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo eg aing sigora sōeth‑cyning ldquovero re delle vittorierdquo e sigora frēa ldquosignore delle vittorierdquo lrsquoequivalenza funzionale tra faeligder e termini come cyning e frēa insieme al confronto con altri epiteti del Dio cristiano come sōeth‑faeligder lsquovero padrersquo permette di ipotizzare che una kenning aing sigora (sōeth)faeligder ldquo(vero) padre delle vittorierdquo per [dio cristiano] imparentata etimologicamente con aisl Sig‑fǫethr e Sig‑faethir si sarebbe potuta creare senza diffi-coltagrave nella poesia anglosassone e che la sua assenza nelle fonti cristiane sia piuttosto da imputare alle sue associazioni pagane

In ambito indoeuropeo i paralleli piugrave interessanti sono da individuare nella tra-dizione greca eg nellrsquoIliade in cui egrave il dio supremo Zeus a [dare ndash vittoria] a una delle parti in combattimento riservando allrsquoaltra lsquosciagurarsquo (πῆμα un termine associato talvolta al massacro) Questrsquoantitesi egrave rappresentata metaforicamente dalla bilancia con cui Zeus decide lrsquoesito di una battaglia in greco come in nordico la vittoria di una schiera e la sconfitta e il massacro dellrsquoaltra sono complementari come due braccia di una stessa bilancia ed egrave quindi naturale che la stessa divinitagrave abbia autoritagrave su entrambe Infine la stessa concettualizzazione che sta alla base delle epiclesi di Odino Sig‑fǫethr lsquoavo paterno della vittoriarsquo e Sig‑faethir lsquopadre della vittoriarsquo soggiace verosimilmente anche a un brano della Teogonia di Esiodo in cui la dea Vittoria viene affidata dalla madre Stige a Zeus nella cui dimora essa egrave desti-nata a vivere per sempre la prerogativa di Zeus come dio che assegna la vittoria in battaglia egrave qui resa in chiave mitologica descrivendo il dio come una sorta di padre affidatario della Vittoria

102 I dvergar nordici come riflessi germanici di artigiani mitici indoeuropei

Per quanto riguarda invece i risultati della ricerca discussa nella seconda parte essi si possono riassumere nei seguenti punti

(1) Aisl dvergr e pie tu erḱ- lsquotagliare foggiarersquoAisl dvergr nome di una categoria di artigiani mitici nella mitologia scandinava e gli altri esiti di pgerm dwerg-a- (aing dweorgh as gi-dwerg aat [gi-]twergc) riflettono una variante secondaria di una formazione originaria thornwerg‑a‑ una varia-zione che egrave effettivamente ricostruibile sulla base di norv dverg e della sua variante dialettale tverg Pgerm thornwerg‑a‑ egrave a sua volta il regolare esito di pie tuerḱ-oacute- un derivato del cosiddetto tipo tem-oacute- della radice tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo attestata

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Riccardo Ginevra

anche eg da ved Tvaacuteṣṭar‑ lsquoartigiano (divino)rsquo aav ϑβōrəštar- lsquoartigiano intaglia-tore carpentierersquo e gr σάρξ lsquocarnersquo

In base al tipo di formazione di pie tuerḱ-oacute- egrave possibile ricostruire sia un si-gnificato attivo lsquoquello che taglia foggiarsquo che un significato passivo lsquoquello che egrave tagliato foggiatorsquo il significato attivo trova particolare supporto nei testi letterari nordici in cui i dvergar sono quasi esclusivamente menzionati nel loro ruolo di ar-tigiani (lsquoquelli che foggianorsquo) soprattutto come soggetto di collocazioni del tipo [dvergr ndash foggiare ndash oggetto] il significato passivo lsquoquello che egrave tagliatorsquo puograve avere dato luogo invece allrsquoaccezione lsquopersona di statura molto bassa nanorsquo frequen-temente attestata per i riflessi di pgerm dwerg-a- (eg aing dweorgh che glossa lat nanus) uno sviluppo semantico che ha paralleli in eg lat curtus lsquocorto bassorsquo (riflesso di pie [s]kr-toacute- lsquotagliatorsquo o kur-toacute- lsquoidrsquo) La caratterizzazione anatomica dei mitici dvergar lsquoartigianirsquo nordici come personaggi di statura molto bassa egrave se-condaria e probabilmente da ricondurre a una confluenza tra questi due significati

Lrsquoattestazione a inizio di parola di pgerm dw- al posto dellrsquoesito atteso thornw‑ per pie tu- si puograve ricondurre alla combinazione di due fattori di carattere diverso sulla base di una preesistente alternanza fonologica tra una variante in thornw‑ e una in dw- (oscillazione ben attestata nelle lingue germaniche in cui i nessi consonantici di dentale seguita da -w- o dentale seguita da sonante erano soprattutto a inizio di parola generalmente instabili) la variante in dw- potrebbe essere stata selezionata ai danni della prima per consentire lrsquoallitterazione (principio costitutivo della poe-sia germanica) allrsquointerno di collocazioni ipotizzabili sulla base di fraseologia ger-manica e indoeuropea eg thornwergōzdwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo un tale processo ha un parallelo eg nella modificazione del nome mitologico mgall Nudd in Lludd ai fini dellrsquoallitterazione con lrsquoepiteto llaw-ereint lsquodalla mano drsquoargentorsquo o con il nome del fratello Llefelys

(2) Ulteriori riflessi germanici di pie tuerḱ- Lrsquoanalisi proposta in questa sede per aisl dvergr e pgerm dwerg-a- come rifles-si di pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo trova supporto nella possibilitagrave di ricostruire un verbo forte di terza classe imparentato ovvero pgerm thornwerh‑a‑ lsquoidrsquo (preterito singolare thornwarh plurale thorn[w]urg-un e participio thorn[w]urg-Vna-) sulla base di mat zwergen lsquoschiacciare pizzicarersquo e twergen lsquoidrsquo (il cui significato ha paralleli in pgerm knippan‑ lsquotagliare strappare castrarersquo e knīpan- lsquopizzicarersquo) riflessi di thornwerg‑a‑ (con generalizzazione analogica della -g- del preterito plurale e del par-ticipio) e dello aing ġe‑thornūren lsquoforgiatorsquo (detto di una spada nel Beowulf) esito di thorn(w)urh-Vna- (con generalizzazione nella direzione opposta)

Egrave altamente probabile che il sostantivo pgerm dwerg-a- nel significato lsquoquello che taglia foggiarsquo venisse ancora associato al verbo pgerm thornwerh‑a‑ lsquotagliare fog-giarersquo unrsquoipotesi che trova supporto eg nella comune associazione del sostantivo aisl dvergr e del participio aing ġethornūren lsquoforgiatorsquo con [spada] nelle fonti norrene

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

e anticoinglesi Il fatto che questi riflessi germanici di pie tuerḱ‑ ricorrano rispet-tivamente come nome di una categoria di artigiani mitici in norreno e in riferimento a una spada mitica nel poema epico anticoinglese Beowulf permette di ipotizzare che i derivati di questa radice fossero percepiti come arcaizzanti e poeticamente marcati giagrave in protogermanico

(3) I paralleli con ved Tvaacuteṣṭar- e gli altri riflessi indoeuropei di tuerḱ-A suggerire che questrsquoanalisi possa essere valida giagrave per il protoindoeuropeo sono alcune corrispondenze assai strette sia sul piano etimologico che semantico con gli altri riflessi indoeuropei di pie tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo soprattutto con il nome dellrsquoartigiano divino ved Tvaacuteṣṭar‑ e lrsquoepiteto del dio supremo Ahura Mazdā aav ϑβōrəštar- e av rec ϑβarəštar‑ lsquointagliatore carpentierersquo riflessi di un altro deriva-to agentivo pie turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo

Il parallelo trova supporto in collocazioni fraseologiche del tipo [artigiano miti-co (pie tuerḱ‑ aisl dvergr ved Tvaṣṭar‑) ndash foggiare ndash oggetto] che ricorrono sia in relazione ai dvergar norreni che per il dio vedico Tvaṣṭar eg [artigiano mitico (pie tuerḱ‑ aisl dvergr ved Tvaṣṭar‑) ndash foggiare ndash essere umano] a cui potrebbe essere da connettere anche il significato originario lsquocarni umanersquo di om σάρκες riflesso di un nome radicale pie turḱ‑ lsquotagliato foggiatorsquo in un con-testo simile (la creazione di una mucca) egrave inoltre attestata la forma di aoristo aav ϑβarōždūm lsquotagliaste foggiastersquo

La ricostruzione di una collocazione di questo tipo come contesto privilegiato per la selezione della variante in dw- ai danni di quella in thornw‑ ovvero pgerm thornwergōzdwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo in cui pgerm dwerg-a- (pie tuerḱ‑) ricorreva come soggetto del verbo dō‑ lsquofarersquo (pie dheh1- lsquodisporre farersquo) egrave supportata dalle attestazioni del teonimo Tvaacuteṣṭar‑ (pie tuerḱ‑) come soggetto di DHĀ lsquoporre fare crearersquo (pie dheh1- lsquoidrsquo) nella poesia vedica e dallrsquoevidente asso-ciazione formulare tra i teonimi scr Tvaṣṭar‑ e Dhātar‑ (un derivato in -tar- di DHĀ) nella letteratura epica e puranica

Infine le kenningar per [poesia] del tipo di aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo riflettono una costruzione che egrave ha avuto verosimilmente origine nella combinazione dellrsquouso metaforico di [bevanda] per [poesia] ben at-testato in norreno e con numerosi paralleli indoeuropei (eg la collocazione [versare (ǵheu-) ndash le preghiere] o la concezione della [voce] come [liquido]) con la metafora [foggiare ndash le parole] per [fare poesia] ben attestata con due radici sinonimiche rispetto a tuerḱ‑ ovvero pie tetḱ‑ lsquointagliare foggiarersquo e peiḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo) Ciograve ha probabilmente avuto luogo attraverso la seguente trafila [foggiare (pie tuerḱ‑) ndash le parole] per [fare poesia] ⟶ [artigiano (tuerḱ‑oacute‑) ndash delle parole della poesia] per [poeta] ⟶ [artigiano (tuerḱ‑oacute‑) ndash della bevanda poetica] per [poeta] ⟶ [bevanda ndash dellrsquoartigiano (tuerḱ‑oacute‑)] per [poesia] (di cui aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo egrave un riflesso esatto)

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Riccardo Ginevra

(4) Paralleli onomastici fraseologici e tematici tra i dvergar nordici il vedi-co Tvaṣṭar il romano Pico e il greco CronoLrsquointerpretazione di aisl dvergr come formazione imparentata con ved Tvaacuteṣṭar‑ e riflesso di pie tuerḱ‑ trova conferma nel fatto che le giagrave citate attestazioni di aisl dvergr e ved Tvaacuteṣṭar‑ come soggetti delle collocazioni [foggiare ndash oggetto] (inter alia cinghiali navi lance in nordico coppe asce cavalli in vedico) e [foggiare ndash essere umano] siano soltanto due tra i numerosi elementi che le caratterizzazioni di questi personaggi nelle rispettive tradizioni condividono ulteriori paralleli fraseo-logici e tematici includono eg la forgiatura da parte di questi personaggi nordici e vedici dellrsquo[arma del dio del tuono] (rispettivamente il martello di Thor e la mazza di Indra) atti cosmici come [sostenere ndash cielo] e [conoscere ndash tutto] noncheacute il possesso di una [bevanda] fortemente associata alla [poesia] (rispettivamente lrsquoi-dromele poetico norreno e il soacutema- vedico) Corrispondenze meno numerose ma altrettanto rilevanti sono quelle che si riscontrano nelle tradizioni classiche relative a Pico e Crono

Lat Pīcus nome di un dio che nel mito romano gira lrsquoItalia con il padre Fauno praticando la metallurgia egrave il riflesso di pie peiḱ‑oacute‑ lsquoquello che taglia foggiarsquo (alla base anche di lat pīcus lsquopicchiorsquo e gr πεικός lsquoacuto pungente asprorsquo) un derivato agentivo di pie peiḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo la cui forte corrispondenza sia sul piano semantico che morfologico (essendo entrambi derivati del tipo tem-oacute-) con aisl dvergr (riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) trova supporto nei paralleli tematici tra vari testi scandinavi in cui i dvergar vengono catturati da un personaggio umano che vuole ottenere qualcosa da loro e un passo di Ovidio in cui si narra di come il re Numa abbia catturato Pico e il padre Fauno per costringerli a rivelargli un rituale segreto

Gr Κρόνος nome del padre di Zeus che evira il Cielo con una falce egrave un riflesso (con metatesi del tipo di θρόνος lsquoseggiorsquo pie dhoacuter[h2]-no- lsquosostegnorsquo) di pie (s)koacuter-no- lsquoquello che tagliarsquo (possibilmente anche alla base delle glosse esichiane κόρνος lsquopungitopo per i Siculirsquo e σκόρνος lsquopungitopo mirtorsquo) un derivato della radice (s)ker- lsquotagliarersquo quasi sinonimico rispetto ad aisl dvergr e ved Tvaṣṭar‑ Questo parallelo onomastico trova supporto nelle corrispondenze tra il ruolo di Cro-no nel mito greco come separatore del Cielo e della Terra e nemico del figlio Zeus quello di Tvaṣṭar nel RV come sostegno di Cielo e Terra e nemico del figlio Indra e parzialmente quello di alcuni dvergar (Austri Norethri Suethri e Vestri) nel mito nordico come supporti del Cielo

(5) Lrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergarLe analisi etimologiche di nomi di dvergar piugrave credibili sono quelle che trovano supporto nel mito eg quella relativamente scontata dei nomi dei nani che sorreg-gono il cielo ai suoi angoli ovvero Austri lsquoquello dellrsquoOrientersquo Norethri lsquoquello del Settentrionersquo Suethri lsquoquello del Meridionersquo e Vestri lsquoquello dellrsquoOccidentersquo come

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali Meno banale ma parimenti supportata dalle fonti mitiche egrave lrsquointerpretazione di Moacutet‑sǫgnir nome di un dvergr che foggia figure umane nella Vsp come un composto possessivo di moacutet lsquosegno figurarsquo e sǫg lsquosegarsquo con un significato lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo

Anche quando lrsquointerpretazione di un nome composto non trova riscontro nel mito essa puograve essere supportata dalla fraseologia eg Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo ha un parallelo esatto in eg Grm 361-2 (horn beri ldquoportino il cor-no [potorio]rdquo) Un altro esempio egrave Dolg‑thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo che corrisponde da vicino sia sul piano della semantica che parzialmente etimologico a eg ved Trasaacute‑dasyu‑ lsquoquello che fa tremare i daacutesyu‑ (nemici)rsquo

Quando tuttavia non egrave possibile trovare nella mitologia neacute nella fraseologia sup-porto per lrsquointerpretazione di un nome di dvergr questa rimane impossibile da dimo-strare o da confutare qualunque sia il suo livello di plausibilitagrave sul piano formale Ciograve egrave soprattutto vero per nomi privi di paralleli nel lessico norreno e di difficile analisi come Baacutefurr e THORNorinn per i quali egrave allo stato attuale impossibile confermare se essi siano davvero imparentati rispettivamente con lat faber lsquofabbrorsquo e con gallico Taranus e mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo Lo stesso ostacolo tuttavia rende diffi-cilmente dimostrabile anche le analisi di nomi non composti apparentemente identici a vocaboli norreni come Naacuter (naacuter lsquocadaverersquo) o facilmente analizzabili come deriva-ti in -i del tipo di Nieth‑i (nieth lsquoluna nuovarsquo) o di nomi composti di cui non siano chiari la sintassi interna eg Hleacute-vangr (hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo) o il referente eg Mjǫeth‑vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquo (forse una kenning per [orso]) Come drsquoaltron-de egrave ovvio la possibilitagrave di trovare riscontri di qualche tipo nei testi in norreno o in altre lingue germaniche o indoeuropee egrave lrsquounica condizione che possa garantire un qualche grado di oggettivitagrave alle analisi etimologiche di nomi di dvergar

Con questo studio si spera di essere riusciti a evidenziare i numerosi paralleli tra la lingua poetica e la mitologia che ricorrono nei testi norreni e quelle attestate in fonti redatte nelle lingue germaniche e indoeuropee di piugrave antica attestazione come lrsquoantico inglese il latino il greco e il sanscrito Da un lato gli strumenti della lin-guistica storica permettono di riconoscere nei testi scandinavi motivi ereditati che sono ben noti agli studiosi di poetica e mitologia indoeuropea dallrsquoaltro i risultati di unrsquoanalisi delle fonti norrene in ottica linguistica e comparativa possono talvolta essere di grande aiuto per gettare nuova luce su aspetti problematici dei testi delle altre tradizioni germaniche e indoeuropee Lrsquoapplicazione sistematica di questo me-todo di ricerca ai testi della tradizione scandinava potragrave forse contribuire in maniera sostanziale in futuro non solo allo studio delle caratteristiche linguistiche di questi testi tradizionali ma anche alla ricostruzione delle concezioni ideologiche e cosmo-logiche che ne influenzavano i contenuti

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22 3633 19 111134 36

Bersi Lv 13 38Boacutesa saga ok Herraueths 2 79Bragi Troll 17 75Bragi THORNoacuterr 1 9 35DH

3 154 119

Ebr 9 115Egill Arkv 65-8 74Egils saga 55 113Eirm 7 49 51 55Eskaacutel Vell 44 61Eyv Lv 56 112-113Fraacute dauetha Sinfjǫtla 14 124Gamlkan Joacutendr 42 38GethkI 19 43Gethr III 42 38Gestumbl Heiethr 252 113GH 17 119Grm

193 9252 9262 9304 107 115361-2 113 119

13343 77 7846 4348 9 23 47

Gunn Leif Merl I 336 38HaacutekFris 48211 82HaH 15 111HaukrV Iacutesldr 14-8 73-74

Hav 138ss 19 111143 61-62

Hbl 194 28Hdl

2 9 36 437 61 778 44

HeH 2 115HeiethrH 5630 82Heimskringla 12 63Hfr Erf Oacutel 26a3 82HH 38 9 23HjH 11 119HoacutemIacutesl15 19v22 36Hrbl 26 110Hrv 8 19 61HSt Rst 311-4 61-62Hsv 851-2 80Hym

86 24382-4 79

JH 2 112Kgs 6220 12Kolgr Oacutel 11 38KormǪ Lv 533 75Ls

22 4826 117555-6 31583 109586 9

Mar B 11512 115Odd 81-2 112Oacutelhv Hryn 113 38OacuteN

14 918 11123 941 1044 952 957 973 11884 119

OrH 18 48

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Peacutetr2Ax 19113 10 21Rm 144 118Rthorn

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Saga Heiethreks konungs 2 83-85 96Sigv Austv 25-6 113Snorri Prologo 11 118Snorri Gylf

3 236 1177 258 61 829 10 25 37

5014 15 11715 920 9 50-5121 3124 11527 2634 78 90 11036 11343 7849 109 112

11451 50-51 11153 108

Snorri Skaacuteld g56 28g57 61 83 92

110g58 19 1112 9 23 2523 82 9135 78 81 91

11639 9750 69

SkH 14 115Skm 192 24Sǫrla THORNattr 1 78Stj1 23524 12SvH 35 119Vm

22 944-6 9 35284 80-81291-2 80-81531-3 9

Vsp

1 9 373ss 259 79-81 9110 70-72 79-

81 91 109 114-115 117 119

11 15 82 1 0 7 - 1 0 9 114-118

12 61 107 111 114-119

13 108-11714 61 109

11415 15 107-

109 111-113 116-117 119

16 107 109-111 114 116 118

17 3721 111 11721ss 25245-8 112277 92813 929 9 35 373010 43374 116428 11043 9 35 110485-8 6155 9 47 111563 15

Ynglinga saga 9 49 51 53-55

THORNjoacuteeth Yt 2 63

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21 Inglese

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3023 622996 22

Beda Historia ecclesiastica115 45425 21

Beo373 38605 36869 38955-956 261285-1287 68-691558 381661 381824 272426ss 15

CollGl 11 78 62Conf 4 17 22Cristo

103 53217 21516 40556 26714 27844 40924 271022 21

Daniel 760-761 27Discesa allrsquoinferno 29 41 40Elena 210 40Genesi

2098 272139 27

Guthlac 638 27HyGl 2 984 22Incantesimo IV 4 27Inno di Caeligdmon 21Judith 88-89 53Menologio 147 21 Ordine del mondo 39 22Wanderer 85 38Wieth faeligrstice 23 62

22 Tedesco

Minnesinger 3189b 67Reinfried 9226 67

23 Iscrizioni runiche

Capsula di Schretzheim 73Fibula di Nordendorf 112

mdash 148 mdash

Riccardo Ginevra

3 Fonti in altre lingue indoeuropee

31 Greco

AeschNiobe fr 155 16

Apollod 145 41Arist Hist an 593a3-14 94AristophThes 1009 56Efesini 1 17 10 21HAp 336-337 31Hes Th

71-73 99-100125ss 33159-62 98174-81 98180-182 99220 31383-389 57642 31

Hsch 37 94 97 107

Hymn Orph 663 79Il

2445 464461 1105677 437202-203 557249-250 457291-292 547377-378 548175-176 5516686-693 5517177 5517611-614 4317627 5517652-653 4619221-224 5622288 5523359 67

Inno omerico ad Ares 4 57Nonno Dion 2205ss 57Od

4395ss 96226 67

Pi N 542 74O 517 56O 687 74P 3113 74

Pl Repubblica 3391E 16Plut Vita di Numa 153-5 94

Scudo di Eracle 340 45

32 Vedico e sanscrito classico

AgniPur 192 72AVŚ

5218c 1096783 8712333cd 8614153ab 7114160 90-91

GarPur 1640 72Manusmrti 19 33MBh

165 1615787 33 15837 334814 725557 72611638 72131531 72

MPur 47158 72RV

1206 851527cd 871616ab 8718014 901859 87 90111722 88 9211889 86239 872176 8922317ab 89349 873484 89-90 10035519 864174b-d 904183cd 88-8941812 904423 88 91 994563 88 90523a 265314ab 876144cd 10961710ab 876321d 746515ab 426692a 19729 8773420b 71 79 877353a 717356d 71

mdash 149 mdash

Index locorum

71036 7481028b 869764d 1910105ab 8710185d 7110186c 7110483a 87 9110539 85 89105310 8910845a 56101109 86 88101841 70-71 86

91ViPur 115130 72VS

1030 86299 86-87

33 Avestico

Y 2911-2 73

34 Latino

Arnob 51 95Cic Nat D 2314 32Digesto 5016201 17Efesini 1 17 10Enn Ann

124 32175 32580 32

Fredegario Cronaca 365 52Gregorio Dialoghi 332 22Liv

112 3286 323030 54

Origo gentis langob 1 52Ov Met 14320-434 74 93Ov Fasti 3289ss 95-96Paolo Diacono Historia 18 52Plaut Asin 262 94Plin Nat 780 95Saxo Gesta Danorum

325-6 62 84-85 96

Serv ad Aen 7190 951076 93

Valerio Antias fr 68 95

Verg Aen165 321229-230 322648 32748-49 937189 93

Verg Ecl 6 96Verg G 4 96

35 Umbro

Tavole Iguvine IIb7 41IIb24 41III22 41

36 Irlandese

Annali frammentari 868 54Tochmarc Eacutetaiacutene 1 29

37 Ittito

Canto di Kumarbi 98-99KBo 26124 i 34-36 16KUB 177 ii 13 99KUB 1710 i 35-39 15KUB 2127 iv 9-10 16KUB 335 ii 4-9 15

mdash 150 mdash

mdash 151 mdash

INDEX VERBORUM

Di seguito sono elencate le formazioni e le collocazioni trattate nelle forme in cui ricorrono nel testo (non sono elencate quelle giagrave citate nei titoli dei capitoli)

1 Lingue scandinave (antico islandese se non specificato altrimenti)

Afiaacutei Aacuteiala alfr Alfr degalfr

Gand-alfr Vind-alfr

allr aldegal-gullinnAl-rekrAl-viacutessAl‑thornjoacutefr all-valdr allra faethirallra goethanna ok mannaalls-valdandialls-valdendiǪl‑valdi All‑valdi

Aacuten Aacutenn OacutennAacutenarrarm-baugraskaaacutess (singolare) aeligsir (plurale)aurdeg

Aur-vangraustrAustri Baacutefurr isl bambiisl bamburbaug‑skjǫldrberabifaBiacutefurr bjoacuteetha til siacutenboradegbori

Hornbori Horn-bori Brokkrbyrethr

byrethr dverganna

Bǫmburr dolgr

Doacutelg‑thornrasirdraupaDraupnir drimadrjuacutepaDurinn dvalaDvalinndvena dvina dviacutenanorv dverg dialettale tverg dyacuterethar‑faethirdyrgjadyrreikeikinn eik-inn

Eikinskjaldi Eikin-skjaldi Eikin-skjald-iEikin-tjasna

eineygr ein-eyg-reacuteldraugrelfrerfi

erfi‑nytifaethir

aldar‑faethirallra faethirdyacuterethar‑faethirfaethir allra goethafaethir allra goethanna ok mannagaldrs faethir

Faacutelhoacutefnir Faacutel‑hoacutef‑nir felaFiacutelifinnafinnr Finnr degfinnr degfiethr

Skaacute‑fiethrFjalarrfolkFornbogifornmaethr forn‑maethrfraacuter Fraacuter frost

mdash 152 mdash

Riccardo Ginevra

Frosti Frost‑ifraeliggr FraeliggrFundinnfaeliggir

faeliggir Fjǫlnis veigargaldrs faethirganddeg

Gand-alfr gautr Gautr

aldinn gautrgefa sigrgengil-beinageraginnginnaGinnarr gloacuteaGloacutei gullinn

Gullintanni Gullin-tann-iGullveig Haacute(a)rrHaacutenarrhangi Hangi genitivo plurale hanga

Hanga‑tyacuter Hanga‑goethhannarrhaugr genitivo plurale hauga

hauga herr Haugspori Haug‑spori skarar hauga

hauka-stoacutellHelhepti Hepti Herjann herr genitivo plurale herja

her‑skjǫldrher-stefnir her-stillir herja deilir herja stillir

hleacutedeg Hleacute-vangr

HleifruethrHlaeligfǫethrhoacutefr

Faacutelhoacutefnir Faacutel‑hoacutef‑nir horn

Horn-bori jara jar-aJari jǫtunn (singolare) jǫtnar (plurale)kenning (singolare) kenningar (plurale)

Kiacuteli kiacutellkverkkyrkia kvirkjalieth Liacutef‑thornrasir litr Litr loflofaLofarrisl loacutenLoacuteni man-liacutek-imjǫethr

Mjǫeth‑vitnir moacuteethrmold(-vegr) molddeg

moldbuacuteimorg-innmoacutet

Moacutetsǫgnir Moacutet‑sǫgnir Moacutet‑sǫg‑nirnaacutelNaacuteli naacuter Naacuter nema sigriniethNiethi noacuternorethrNorethri Noacuteri Noacuter-i Nyacutei nyacuter nyacutedeg

Nyacute‑raacuteethr Oacuteethinn anorv Oacuteethonndegraacuteethr

Nyacute‑raacuteethr Raacuteeth‑sviethr

reginReginn degrekrruacutemrSess‑ruacutemnirsetja undirnorv sigsigr

gefa sigrnema sigri = bjoacuteetha til siacutensig‑maacuteniSigurethr Sig‑urethr Sigdegurethr

sindrSindri Sindr-i

mdash 153 mdash

Index verborum

skaacutedegSkaacute‑fiethr

skepjaskeraSkirfpir norv skjervaskjǫldr baug‑skjǫldrsmiethasmiethr Smiethr

hagsmiethr bragarsonrsporadegspori

Haugspori Haug‑spori spornaspurastoacutell

hauka-stoacutellstǫeth

val‑stǫethsuethrSuethri suacutegasv(iacute)naSviacuteurr saeligvar niethr sǫg

Moacutetsǫgnir Moacutet‑sǫgnir Moacutet‑sǫg‑nir degsǫgnir

sǫgnTyacuter degtyacuter plurale tiacutevar

Vera-tyacutertǫnnuxi ux-ivaacuteg‑marr val(r) valdeg

bjoacuteetha til siacutenval‑dǫgg Val‑hǫllVal-kyrja

val‑stǫethvald

all-valdr valda

alls-valdandialls-valdendi

degvaldi degvald-iǪl‑valdi All‑valdi

degvangrAur-vangrHleacute-vangr

veethrveig degveig GullveigVeigr verr genitivo plurale vera

Vera-tyacutervestrVestri Veacuteurr Veacute-urrViacuteetharr viacutegjavili V(iacute)livinddeg

Vind-alfrVing‑thornoacuterrVirfpir viacutessviacutetadegvitn-ir

Mjǫeth‑vitnir vitr Vitr vǫllryngvi Yngvi

Yngvi‑Freyr Ingunar‑Freyr THORNekkr thornjoacuteethanndegthornjoacutefrTHORNorinn THORNoacuterr

Veacuteurr Veacute-urrVing‑thornoacuterr

thornraacuteTHORNraacuteinnthornrasaTHORNrasir degthornrasir

Doacutelg‑thornrasirLiacutef‑thornrasir

thornreskoldrthornrimathornroacuteastTHORNroacuterTHORNraeligllthornwerrasved thvīna THORNyacuterǪl‑valdi All‑valdiǫld (nominativo singolare) alda (genitivo plurale)

alda synirAlda-gautraldar‑faethir

mdash 154 mdash

Riccardo Ginevra

2 Altre lingue germaniche

21 Gotico

alanaldsalls aladeg Alareiks Alaricus (latinizzato)Ansisarbinumja arbi-num-ja awoazgobrothornrjusdaurawards daura-wardsdwalsEnguzfadarfaur‑hāhfidworfilhanfullsgafilh ga‑filhGapthaihshaljaharjismanleika man-leik-amaurgins maurg-insmidjungards midjun-gardsraginsigisskildusufarwaldanwaldandswithornruswlitsthorniudans thorniud‑ans

22 Inglese (antico se non specificato diversamente)

ǣācen Bēo‑wulfing cindercyning degcyning

engla cyningsigora sōeth‑cyningwuldor-cyning

drēapian dreopan

drihten dryhtendryhten ond waldend ealra gesceaftaengla drihtengumena dryhtensigora drythen

(ge)dwǣsdweorgh dwīnaneal(l) aeligldeg aldeg ealdeg

al‑faeligderdryhten ond waldend ealra gesceaftaeal-wealdend ealles faeligderealles folces fruma ealles waldendealra ān‑waldend ealra folca frumaealra scyppend frēa ealra gesceafta

ealdeald‑faeligder eald(e)‑faeligdereald-gesegeneald-sweord

eāsteāster ēsa gescotfaeligder (deg)fœder

al‑faeligderealles faeligderfaeligder aeliglmihtigfaeligder englafaeligder folca gehwaeligsfaeligder frumsceaftafaeligder frymetha gehwaeligsfaeligder mancynnesherġa faeligdersigora (sōeth‑)faeligdersōeth‑faeligder wuldor‑faeligder uuldur-fadur

faeligderafāgianfēolanfeowerfolces hyrdefoster‑faeligdering foster-fatherfrēa

frēa ealra gesceaftafrēa frumsceaftafrēa lēodamoncynnes frēa sigora frēa

mdash 155 mdash

Index verborum

frumaealles folces fruma ealra folca frumafruma folcamoncynnes fruma

gethornuren ġethornūrenhēah

hēah hordes weardheah‑faeligder

hell here genitivo plurale herġa

herġa faeligderherġa fruma

here-togaield plurale ylde ilde

aeliglda scyppend ylda bearnylda waldend

Inging knifemanlīca man‑līc‑ameodu medu middan-geardmorgen morg-ennorething Oaken-shieldsceorfanscieldscyppend

aeliglda scyppend ealra scyppend

selding shortsiġe sigor

sigora (sōeth‑)faeligdersigora drythensigora frēasigora sōeth‑cyningsigora waldend

sindering throughtwenganing twingeing twirl wāg wēg(deg)walda wealda

al-waldaBreoten-waldaburh-waldaonwealda ealra gesceafta

(deg)w(e)aldend

dryhten ond waldend ealra gesceaftaeal-wealdend ealles waldendealra ān‑waldend haeligleetha waldendsigora waldendwaldend frymethawaldend werthornēoda

wardian waeliglweald weetherwestwliteWōden Woden (Beda) Wēden (Suffixtausch)yrfenuma yrfe-num-a thornerscoldthornweorhdegthornweranthornwīnanthornwirel thornȳrelylfa gescot

23 Alto tedesco (antico alto tedesco se non specificato diversamente)

al(l) aladegal-walto ala-waltenti alawaltenti

bruoh‑hāhdrāsendriskuflited durchdurhildwerandwingan thwingan dwiril eihhīneinougi ein-oug-iElbaerpinomo erpi‑nom‑o fatarfatureofelahanmat getwacircsgiwalt gi-waltlongobardo Godanhellaheri heri‑zohgo heri‑zogo

mdash 156 mdash

Riccardo Ginevra

ted Herzogjunc-herroted Junkerted kneipen (dialettale)ted knippen (palatino)manalīhho mana‑līhh‑o metumittin-gardmorgan morg-annordoberomat ostōstara ted qwaumlngelnted querted Quirlmat schreffensciltsigusintarsundartriofan turi-wart(gi-)twergc mat twergenmat twingenwalwaltandegwalt-o

al-walto wartēn westar widarted zwaumlngenmat zwergen

24 Basso tedesco (antico sassone se non specificato diversamente) nederlandese frisone

al(l) alaalo-waldand

mbt cnippenafr ē(t)zen fadar afr federiagi-dwerggi-waldhelliaafr here heriIng

ndl knijpenndl knippenregan(o)deg

regan(o)-giskapusinderskeildsūthar thrāsianafr verver degwald-owestarwetharwliti

25 Germanico preletterario

AladegAlaferhui- Matronis AlaferhuiabusAlagabiae

harigasti teivaInguiomerus Sigis-vultus wi(n)gi‑thornonar

mdash 157 mdash

Index verborum

3 Altre lingue indoeuropee

31 Greco

ἀγησί-λαοςἁλίσκομαιἈλφειόςἄλφιHsch ἀλφούς om ἀνδρῶν τε θεῶν τεἈπατούρια Βίηom διο-γενής om διό-γνητοςom διο-τρεφής

om διοτρεφής βασιλεύςδμώςἐνέρτεροςεὐδίαἔχω

mic e-ka-noΖεύς

om διο-γενής om διό-γνητοςom διο-τρεφήςom διοτρεφής βασιλεύςεὐδίαom Ζεῦ πάτερ

Ζῆλοςθείνωθεός

om ἀνδρῶν τε θεῶν τεΘεο-γένηςΘεό-δωρος

θρῆνυς mic ta-ra-nuθρόνος θρ-όνος mic to-noκαρτερό-χειρ κείρωκέλομαι κλόνος κλ-όνος Κοῖραdegκοίρανος Hsch κόροςκουρο-τρόφ-ος Κράτοςμυρσίνη

μυρσίνη ἀγρίαΝικ-άνωρΝίκη

om ἀφείλετο νίκην Νίκης εὐπολέμοιο πάτερ

ὀδούς

ὄφιςπάπποςΠαππῶος πατήρ

om Ζεῦ πάτερὁ πατὴρ τῆς δόξηςom πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε

Πατρῷοςπάτρως degπάτωρ πείθομαιHsch πεικόςπῆμα

om πῆμα μέγιστονπικρός ποικίλος ὗμνος om ποιμένα λαῶν πολύς om σάρκες (plurale) att σάρξ eol dor σύρξ

(singolare)om σκοπόςστόμασωτήρ τέκτων

ἐπέων τέκτονες τοκεύς φερέ-οικος φθίνωφόνοςmic wo‑ro‑qo‑ta

32 Vedico e sanscrito classico

aacutehi‑aacuteṅgāra‑Aacuteṅgiras- apāṃ naacutepāt‑bharaacuted‑vāja-Bhŕgu- Bhrgudat-

hiacuteraṇya‑dat-devaacute‑

Deva-datta-Deva‑jā-

DHĀDhātaacuter‑ Dhā‑taacuter‑

diacuteyauṣ piacutetaḥdurhaacuteṇā-goacutepā jaacutenasyahan-ti

hiacuteraṇya‑hiacuteraṇya‑dat-

mdash 158 mdash

Riccardo Ginevra

janitārā matīnām kṣiṇ‑ā‑ti

maacutedhu‑maacuterta‑pikaacute‑pitā‑mahaacute- (deg)pitāmaha‑

sarvabhūta‑pitāmaha‑sarvaloka‑pitāmaha‑

pitaacuter‑ diacuteyauṣ piacutetaḥ

pitā matīnāmdegpitār‑pitrvya-pūrṇaacute‑ pūr‑ṇaacute‑puṣṭim‑bhar‑aacute‑Rjiacute‑śvan‑rjraacute‑ rj‑raacute‑saacuteh‑a-te

saacutehas‑sarvabhūta‑pitāmaha‑sarvaloka‑pitāmaha‑soacutema-su-diacutev-su‑pāṇiacute‑svaacutepastama‑śaacuteṅka-te

TAKṢvaacutecāṃsy [hellip] takṣam

TRASTrasaacute-dasyu- trāsaacuteya‑

ucchaacute‑ti

ukṣaacuten‑upaacuterivācam pipiśurvaacutecāṃsy [hellip] takṣam vaacutestu‑vijeṣa‑kŕt-yamaacute‑

33 Lingue iraniche (avestico se non specificato diversamente)

dəmāna‑ dəm‑āna‑apers Dhāraya‑vau‑apers kāra‑pasuvīradegtašti‑

vacas‑tašti‑tūriia‑ upara‑usaṇt‑

vacas‑tašti‑ϑβarōždūmϑβərəsai‑ti

ϑβōrəštar- ϑβarəštar‑

34 Lingue italiche e romanze (latino se non specificato diversamente)

AdeodatusAlbulaalbus alereanusavusbellum duellumCanenscanōcunctorcurtusdens deus

omnipotens Deuspro deum atque hominum fidem

dux faberfīdus fīd‑usfrater fratrem (accusativo singolare)fr grand‑pegravereumb Iu‑pater (vocativo) Iuve(-)patre (dativo)Iūpiter Iū-piter (nominativo e vocativo)

Iovis (genitivo) Iovi (dativo) Iovem (accusativo)

morbos visos invisosquenanusumb nertruomnipotens Deusit padre pater

Iūpiter Iū-piter pater deum hominumque patrem deum hominumque patrem divumque hominumquepater gloriaesummus Pater

patriarcha patruuspecudesque virosqueumb peico (accusativo singolare) peiqu

(ablativo singolare)sp pequentildeopīca

mdash 159 mdash

Index verborum

it piccolo pīcuspigmeus plēnus plē‑nuspumiliusRemusRomulus satyrus supersuperusterreotexereumb uiro pequovermisvictoria

se illis victoriam daturum Winilis Godan victoriam concessisse

vultus

35 Lingue celtiche (antico irlandese se non specificato diversamente)

degaildegathair gallico degater

Oll-athair gallico gutu-ater

mgall corddcelt Coriono-totaecuilecuire mirl cuiredegda

Dag-dacelt Divo-genusdruchteacutecEochaiddegfilgallico gutu-ater gall gweledmgall gwestgall hymgall Llefelysmgall Lludd (arcaico Nudd) Llaw-ereintNuacuteadhu Airgett‑lamh olldeg celt ollodeg

Oll-athair celt Matres Ollotōtae

celt Matronae Ollogabiae riacutegallico Taranismgall acorn bret taran

torann

36 Ittito

alpa‑lceilDINGIRMEŠrceil-aš ad‑da‑aš ḫanna-

Ḫanna‑ḫanna‑Ḫuḫḫa‑ḫwitar‑ḫwitn-ištaman(a)-NAMRA GU4 UDUTarḫunna‑walḫ‑zi

warp‑zi

37 Lingue baltiche (lituano se non specificato diversamente)

Bagi-dotelett drupt drupukatilderaskārė kariagravekatilderiasmedugravesantico prussiano picle verptiviẽkas

38 Lingue slave armeno frigio tocario

bulg Bogo-dan arm diklsquo (plurale)asl dьždьtoc B eṅkwefrig kuryan-eyon asl věkъ aruss vьrpstitoc A waumlllaumlṣtaumlr

mdash 160 mdash

INDICE

Premessa (di Paola Dardano) Pag IIIAbbreviazioni Pag IVNota sulle traduzioni Pag XRingraziamenti Pag XI

1 Introduzione Pag 1

Parte I Lingua religione e societagrave i nomi di Odino in degfǫethr Pag 7 2 Padri avi patriarchi e degravei anticoislandese degfǫethr e protoindoeuropeo

pə2trou- lsquoavo paternorsquo raquo 9 3 Il patriarca cosmico Al‑fǫethr e Al-faethir raquo 23 4 Il signore degli esseri umani lrsquoantenato dei re Alda-fǫethr Her(ja)-fǫethr e

Herjans-fǫethr(faethir) raquo 35 5 Il dispensatore di vittorie e di massacri Sig-fǫethr Sig-faethir e Val‑fǫethr

raquo 47

Parte II Artigiani creatori e poeti nome e nomi dei dvergar Pag 59 6 I nani che foggiano la poesia antico islandese dvergr protogermanico

dthornwerg-a- e protoindoeuropeo tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo raquo 61 7 Artigiani mitici indoeuropei i dvergar nordici e il dio vedico Tvaacuteṣṭar-

raquo 77 8 Alcuni paralleli nella mitologia classica il dio romano Pico (Pīcus) e il

titano greco Crono (Κρόνος) raquo 93 9 I nomi dei dvergar il catalogo di Vǫluspaacute 10-16 raquo 101

10 Conclusione riflessi nordici di patriarchi cosmici e artigiani mitici indo-europei Pag 123

11 Bibliografia Pag 13512 Index locorum raquo 14513 Index Verborum raquo 151

Page 2: Riccardo Ginevra Edizioni Unistrasi

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Riccardo Ginevra

Due studi di poetica e mitologia nordicain ottica linguistica e comparativa

Studi e ricerche

2020

edizioniedizioni

Comitato scientifico Marina Benedetti Antonella Benucci Paola Carlucci Pietro Cataldi Paola Dardano Beatrice Garzelli Sabrina Machetti Giuseppe Marrani Tomaso Montanari Massimo Palermo Carolina Scaglioso Lucinda Spera Massimiliano Tabusi Massimo Vedovelli

Comitato di redazione Valentino Baldi Anna Baldini Matteo La Grassa Eugenio Salvatore Ornella Tajani

Collana finanziata dal Dipartimento drsquoEccellenza DADR (Dipartimento di Ateneo per la Didattica e la Ricerca)

Volume sottoposto a Peer Review

ISBN 978-88-32244-05-2

Questrsquoopera egrave distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 40 Internazionale

Tutti i diritti sono riservatiQualsiasi riproduzione anche parziale e sotto qualsiasi forma egrave vietata senza lrsquoautorizzazione dellrsquoAteneo

Copyright copy 2020 Ateneo Internazionale - Universitagrave per Stranieri di Siena

mdash III mdash

PREMESSA

Questo lavoro prende spunto da una tesi del corso di Dottorato di Ricerca in Lin-guistica Storica Linguistica Educativa e Italianistica LItaliano le altre Lingue e Culture (XXX ciclo) dellrsquoUniversitagrave per Stranieri di Siena svolta in cotutela con il Dipartimento di Linguistica storica e comparativa dellrsquoUniversitagrave di Colonia Attra-verso gli strumenti della linguistica storica si indaga su alcuni aspetti della poesia e della mitologia germaniche attestate nei componimenti in antico islandese della cosiddetta tradizione eddica in particolare nella Vǫluspaacute lsquoProfezia della Veggentersquo

Le ricerche condotte nel corso del Novecento da eminenti studiosi quali Ruumldiger Schmitt Marcello Durante Enrico Campanile e soprattutto Calvert Watkins hanno mostrato i risultati ai quali puograve pervenire lrsquoanalisi della lingua poetica indoeuropea In questo quadro i testi della tradizione germanica sono stati spesso trascurati per il fatto di essere relativamente recenti (se confrontati con i testi greci e vedici) Nono-stante che i piugrave antichi testi poetici in antico islandese siano datati allrsquoAlto Medioevo ― circostanza che potrebbe giustificare la scarsa attenzione da parte degli studiosi ― i componimenti della tradizione eddica sono particolarmente interessanti per il fatto di aver conservato un tasso notevole di fraseologia arcaica non piugrave produttiva e in alcuni casi ormai del tutto opaca giagrave al momento della loro redazione

Nella prima parte dellrsquoopera ldquoLingua religione e societagrave i nomi di Odino in degfǫdrrdquo (capitoli 2-5) sono analizzati i composti onomastici epiclesi del dio supremo Odino i quali presentano come secondo membro degfǫethr chiaramente da connettere allrsquoantico nordico faethir lsquopadrersquo La seconda parte ldquoArtigiani creatori e poeti nome e nomi dei dvergarrdquo (capitoli 6-9) egrave invece dedicata alla possibile origine in seno alla tradizione indoeuropea di vocaboli nomi propri formule tradizionali e narrazioni mitologiche associati ai cosiddetti dvergar nordici La ricerca risponde allrsquoesigenza di coniugare lrsquoesame formale del materiale onomastico eddico dal punto di vista della morfologia derivazionale e composizionale con lrsquoanalisi delle narrazioni mi-tologiche in cui queste formazioni sono attestate Alla luce della comparazione indo-europea lo studio dellrsquoonomastica e della fraseologia dei miti eddici permette da un lato di confermare interpretazioni giagrave ben fondate nella prospettiva scandinavistica dallrsquoaltro consente di avanzare nuove ipotesi interpretative relative ad altri ambiti del dominio indoeuropeo (greco latino vedico e anatolico)

mdash IV mdash

Paola Dardano

Questa breve premessa non pretende di mettere in luce la laboriosa e articolata ricerca condotta dallrsquoAutore il quale giovandosi del confronto tra il materiale mi-tologico e le forme dellrsquoespressione linguistica ha compiuto unrsquoattenta analisi del materiale onomastico prescelto inserendolo nel suo contesto storico ideologico e religioso Guidato da un sicuro possesso dei metodi di analisi e consapevole al con-tempo dei limiti offerti dal materiale disponibile lrsquoAutore propone la ricostruzione di forme e locuzioni attribuibili alla protolingua solo quando egrave possibile un confron-to con altre tradizioni linguistiche rinunciando a speculazioni prive di basi sicure nei casi in cui non sono disponibili dati mitologici e materiale lessicale nelle lingue germaniche o altrove

Valgano queste mie poche parole piugrave che per il loro contenuto come testimo-nianza dellrsquointeresse che i testi della tradizione germanica possono avere negli studi dedicati alla lingua poetica indoeuropea Sono particolarmente lieta che la pubblica-zione di questo volume avvenga grazie al sostegno umano e scientifico del Rettore Pietro Cataldi del Direttore della Scuola Superiore di Dottorato e di Specializza-zione Marina Benedetti e del Coordinatore del Dottorato Giovanna Frosini Infi-ne desidero rivolgere un sentito ringraziamento a Massimo Palermo Direttore del Dipartimento per la Didattica e per la Ricerca per la generosa accoglienza di questo lavoro nella collana finanziata dal Dipartimento di Eccellenza ldquoStudi e ricercherdquo

Siena aprile 2020 Paola Dardano

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ABBREVIAZIONI

1 Lingue

aat = antico alto tedesco aav = antico avestico acorn = antico cornico afr = antico frisoneaing = antico inglese airl = antico irlandeseaisl = antico islandese norrenoanorv = antico norvegeseapers = antico persiano arm = armeno aruss = antico russo as = antico sassone asl = antico slavo asved = antico svedeseatt = greco attico av = avesticoav rec = avestico recente bret = bretonebulg = bulgarocelt = celticoceltib = celtiberico dial = dialettale dor = greco doricoeol = greco eolico fr = francese frig = frigiogall = gallese cimricogerm occ = germanico occidentale

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Riccardo Ginevra

got = gotico gr = greco antico ing = inglese modernoisl = islandese modernoit = italiano itt = ittitolat = latinolat-germ = germanico latinizzatolett = lettone lit = lituano mat = medio alto tedesco mbt = medio basso tedesco mgall = medio gallesemic = greco miceneo mirl = medio irlandesendl = nederlandesenorv = norvegese modernoom = greco omerico epicopcelt = protocelticopgerm = protogermanicopgr = protogrecopie = protoindoeuropeopiir = protoindoiranico pnord = protonordicosbcr = serbocroatoscr = sanscrito classicosp = spagnolo modernoted = tedesco modernoumbr = umbroved = sanscrito vedico

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

2 Fonti

Per le fonti in latino greco vedico avestico e ittito vengono generalmente impiegate le abbreviazioni standard Le altre abbreviazioni sono basate (con qualche modifica) su quelle impiegate in Neckel-Kuhn 1962 per la poesia eddica su quelle impiegate nella serie Skaldic Poetry of the Scandinavian Middle Ages per la poesia scaldica su quelle dellrsquoOrdbog over det norroslashne prosasprog per i testi norreni in prosa e su quelle del Dictionary of Old English per i testi anticoinglesi in prosa Quando neces-sario lrsquoedizione o il manoscritto di riferimento sono indicati fra parentesi

AEligGl = Glossario di AEliglfricAgniPur = AgnipurāṇaAacuteH = Aacutesa heiti I (Gurevich 2017)Akv = Atlakvietha (Neckel-Kuhn 1962)Alv = Alviacutessmaacutel (Neckel-Kuhn 1962)Am = Atlamaacutel in graelignlenzku (Neckel-Kuhn 1962)AntGl = Glosse anticoinglesi (Plantin-Moretus MS 32 e British Museum

Additional MS 32246)Arn THORNorfdr = Arnoacuterr jarlaskaacuteld THORNoacuteretharson THORNorfinnsdraacutepa (Whaley 2009)AVŚ = Atharvaveda‑Śaunakīya (Orlandi 1991)Barl = Barlaams saga ok JoacutesafatsBdr = Baldrs draumar (Neckel-Kuhn 1962)Beo = Beowulf (Klaeber et al 2008)Bersi Lv = Bersi Skaacuteld-Torfuson LausaviacutesaBragi Troll = Bragi inn gamli Boddason Scambio di versi con la donna-troll

(Clunies 2017a)Bragi THORNoacuterr = Bragi inn gamli Boddason Pesca di THORNoacuterr (Clunies 2017b)CollGl 11 = Glosse anticoinglesi (MS British Library Cotton Otho E i)Conf 4 = (Pseudo-)Wulfstan Manuale per un confessoreCristo = Christ (Krapp-Dobbie 1931-53)DH = Dverga heiti (Gurevich 2017)Discesa allrsquoinferno = Descent into hell (Krapp-Dobbie 1931-53)Ebr = Eddu brot (Neckel-Kuhn 1962)Egill Arkv = Egill Skallagriacutemsson ArinbjarnarkviethaEirm = Eiriacuteksmaacutel (Fulk 2012)Eskaacutel Vell = Einarr skaacutelaglamm Helgason Vellekla Eyv Lv = Eyvindr skaacuteldaspillir Finnsson LausaviacutesurGH = Galtar heiti (Gurevich 2017)Gamlkan Joacutendr = Gamli kanoacuteki Joacutensdraacutepa (La Farge 2007)Gethr I = Guethruacutenarkvietha (Neckel-Kuhn 1962)Gethr III = Guethruacutenarkvietha in thornriethja (Neckel-Kuhn 1962)

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Riccardo Ginevra

Gestumbl Heiethr = Gestumblindi Heiethreks gaacuteturGrm = Griacutemnismaacutel (Neckel-Kuhn 1962)Gunn Leif Merl I = Gunnlaugr Leifsson Merliacutenusspaacute IGylf = Snorri Sturluson Gylfaginning (Faulkes 1982)HaacutekFris = Haacutekonar saga Haacutekonarsonar (Codex Frisianus)HaukrV Iacutesldr = Haukr Valdiacutesarson IacuteslendingadraacutepaHaH = Hauks heiti (Gurevich 2017)Hav = Haacutevamaacutel (Neckel-Kuhn 1962)Hbl = Haacuterbarethsljoacuteeth (Neckel-Kuhn 1962)Hdl = Hyndluljoacuteeth (Neckel-Kuhn 1962)HeH = Hesta heiti (Gurevich 2017)HeiethrH = Heiethreks saga (codice AM 544 4to)Hfr Erf Oacutel = Hallfreethr vandraeligethaskaacuteld Oacutettarsson Erfidraacutepa Oacutelaacutefs Tryggvaso-

narHH = Helgakvietha Hundingsbana in fyrri (Neckel-Kuhn 1962)HjH = Hjartar heiti (Gurevich 2017)HoacutemIacutesl15 = Omelie anticoislandesi (codice Holm Perg 15 4to)Hrbl = Haacuterbarethsljoacuteeth (Neckel-Kuhn 1962)Hrv = HervararkviethaHSt Rst = Hallar-Steinn RekstefjaHsv = HugsvinnsmaacutelHyGl 2 = Glosse anticoinglesi (Innario di Durham)Hym = Hymiskvietha (Neckel-Kuhn 1962)JH = Jarethar heiti (Gurevich 2017)Kgs = Konungs skuggsjaacute (Holm-Olsen 1945)Kolgr Oacutel = Kolgriacutemr litli Poema su Oacutelaacutefr helgiKormǪ Lv = Kormaacutekr Ǫgmundarson LausaviacutesurLs = Lokasenna (Neckel-Kuhn 1962)Mar B = Mariacuteu saga (codice AM 232 fol)MBh = Mahābhārata (Sukthankar 1937-64)MPur = MatsyapurāṇaOdd = Oddruacutenargraacutetr (Neckel-Kuhn 1962)OrH = Orrostu heiti (Gurevich 2017)Oacutelhv Hryn = Oacutelaacutefr hviacutetaskaacuteld THORNoacuteretharson HrynhendaOacuteN = Oacuteethins nǫfn (Gurevich 2017)Ordine del mondo = The Order of the World (Krapp-Dobbie 1931-53)Peacutetr2Ax = Peacutetrs saga postula (codice AM 630 4degˣ)Rm = Reginsmaacutel (Neckel-Kuhn 1962)RV = Rigveda (Nooten-Holland 1994)Rthorn = Riacutegsthornula (Neckel-Kuhn 1962)Sigv Austv = Sigvatr THORNoacuteretharson Austrfararviacutesur

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Skaacuteld = Snorri Sturluson Skaacuteldskaparmaacutel (Faulkes 1998)SkH = Skipa heiti (Gurevich 2017)Skm = Skiacuternismaacutel (Neckel-Kuhn 1962)Stj1 = Stjoacutern (codice AM 226 fol)SvH = Sveretha heiti (Gurevich 2017)Vm = Vafthornruacuteethnismaacutel (Neckel-Kuhn 1962)VS = Vājasaneyi‑Saṃhitā (Weber 1849)Vsp = Vǫluspaacute (Neckel-Kuhn 1962)THORNjoacuteeth Yt = THORNjoacuteethoacutelfr oacuter Hvini Ynglingatal

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Riccardo Ginevra

NOTA SULLE TRADUZIONI

Le traduzioni dei passi citati si basano su quelle di Brunetti 2003 (Beowulf) van Buitenen 1973-75 (Mahābhārata) Buumlhler 1886 (Manusmrti) Cassanmagnago 2009 (Esiodo) Cerri 1996 (Iliade) Chiesa Isnardi 2016 (Edda in prosa) Clunies-Ross 2017a (Bragi inn gamli Boddason Scambio di versi con la donna-troll) Clunies Ross 2017b (Bragi inn gamli Boddason Pesca di THORNoacuterr) Della Corte-Fasce 1986 (Ovidio) Elton 1894 (Sassone il Grammatico) Finlay-Faulkes 2011-15 (Ynglinga saga) Fulk 2012 (Eiriacuteksmaacutel) Jamison-Brereton 2014 (Rigveda) Scardigli-Meli 1982 (Edda poetica) Whaley 2009 (Arnoacuterr THORNoacuteretharson) Whitney 1905 (Atharvave-da‑Śaunakīya) Le traduzioni dei testi ittiti si rifanno eccetto quando espressamente indicato altrimenti a quelle pubblicate on-line in Hethitologie Portal Mainz (wwwhethportuni-wuerzburgde)

Le virgolette doppie (ldquo rdquo) sono impiegate per le traduzioni di testi Le virgolette semplici (lsquo rsquo) sono impiegate per le glosse di singoli vocaboli

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

RINGRAZIAMENTI

La presente monografia egrave una rielaborazione e per certi versi un ampliamento di una parte della mia tesi di dottorato ldquoFraseologia e onomastica nella Vǫluspaacute a con-fronto con le lingue indoeuropee di piugrave antica attestazione Phraseologie und Ono-mastik in der Vǫluspaacute im Vergleich mit den altindogermanischen Sprachenrdquo discus-sa a Siena il 14 Febbraio 2018 e redatta in cotutela tra lrsquoUniversitagrave per Stranieri di Siena e lrsquoUniversitagrave di Colonia sotto la supervisione di Paola Dardano (Siena) e Joseacute Luis Garciacutea Ramoacuten (Colonia) ai quali desidero esprimere profonda gratitudine per lrsquoattenzione la disponibilitagrave e la pazienza con cui hanno dapprima guidato la mia ricerca durante il dottorato e successivamente seguito la stesura di questo lavoro Desidero inoltre esprimere un vivo ringraziamento a Marina Benedetti per avermi incoraggiato a intraprendere questa pubblicazione a Eugenio Salvatore per il suo prezioso lavoro di redazione noncheacute a tutte le persone che hanno contribuito a que-sta opera con il loro aiuto i loro suggerimenti e le loro critiche e in special modo a Erica Biagetti Andrea Covini Daniel Koumllligan e Patrick Stiles Il ringraziamento piugrave grande va infine alla mia famiglia e in particolare ai miei genitori Claudio Ginevra e Maria Lombardo il cui costante supporto ha reso tutto questo possibile

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1 INTRODUZIONE CORPUS METODOLOGIA E STRUTTURA

DEL LAVORO

Il presente lavoro si pone lrsquoobiettivo di indagare attraverso gli strumenti della lin-guistica storica e comparativa alcuni aspetti della poetica e della mitologia attestate in antico islandese una particolare varietagrave della cosiddetta lingua norrena o antico nordico (essendo in questa sede raramente discusse le altre varietagrave i termini saran-no impiegati come sinonimi) La ricerca nasce dalla convinzione che le tradizioni poetiche germaniche antiche soprattutto quella in antico islandese e quella in antico inglese (particolarmente ricche di documentazione sia per quantitagrave che per qualitagrave) possano offrire un importante contributo allo studio comparativo del linguaggio po-etico diventato nel corso del secolo scorso uno dei filoni di ricerca piugrave interessanti in ambito indoeuropeistico In questo studio si cercheragrave quindi di evidenziare i pa-ralleli tra da una parte il linguaggio poetico e la mitologia attestate nei testi norreni e dallrsquoaltra quelle che ricorrono in testi redatti nelle altre lingue germaniche come lrsquoantico inglese e il medio alto tedesco e nelle altre lingue indoeuropee di antica attestazione in particolare lrsquoittito il sanscrito (vedico e classico) il greco antico il latino e lrsquoantico irlandese

11 Corpus e metodologia

Il principale corpus di riferimento del presente studio egrave costituito dai testi norreni della cosiddetta Edda poetica una collezione di carmi anonimi di argomento mi-tologico ed eroico tramandata principalmente (dopo un lungo periodo di trasmis-sione orale) da un manoscritto compilato intorno al XIII secolo il Codex Regius (GKS 2365 4to anche noto come Konungsboacutek) e dellrsquoEdda in prosa un manuale di poetica e mitologia scandinave redatto dallrsquoerudito islandese Snorri Sturluson (1179-1241) sulla base sia di poemi attestati nel Codex Regius che di testi altri-menti non pervenutici per i cui contenuti lrsquoEdda di Snorri egrave quindi la nostra fonte principale (e talvolta lrsquounica) Un componimento di argomento mitologico tra i piugrave noti dellrsquoEdda poetica e di fondamentale importanza ai fini del presente studio egrave la cosiddetta Vǫluspaacute lsquoProfezia della veggentersquo una summa della mitologia scandinava

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Riccardo Ginevra

dallrsquoorigine dellrsquouniverso fino alla sua distruzione Le sezioni dellrsquoEdda in prosa di Snorri piugrave rilevanti per questa ricerca sono invece quelle intitolate Gylfaginning lsquoIn-ganno di Gylfirsquo e Skaacuteldskaparmaacutel lsquoDiscorso sullrsquoarte poeticarsquo In questrsquoultima sono anche attestati diversi cataloghi tradizionali di nomi mitologici e termini poetici le cosiddette thornulur e si trovano descritti anche alcuni principi compositivi della cosiddetta poesia scaldica una tradizione poetica in lingua norrena simile a quella eddica sotto certi aspetti come lrsquoimpiego di kenningar (per cui cfr infra) ma molto differente sotto altri come la sintassi talvolta estremamente complessa e lrsquoassenza di anonimato sebbene in misura inferiore thornulur e poemi scaldici saranno parimenti tra le fonti citate in questo lavoro

Lrsquoaspetto piugrave innovativo del presente studio egrave lrsquoapplicazione sistematica a questo corpus degli strumenti della linguistica storica e comparativa e soprattutto della metodologia della poetica indoeuropea comparata sviluppata nel corso del secolo scorso da linguisti come Ruumldiger Schmitt (1967 1968) Marcello Durante (1976) Enrico Campanile (1977) e in particolare Calvert Watkins Questrsquoultimo nel suo capolavoro How to Kill a Dragon Aspects of Indo‑European Poetics (1995) ha da un lato dimostrato felicemente e in maniera definitiva come la fraseologia poetica associata a narrazioni mitologiche sia molto conservativa nel preservare precise ra-dici o formazioni indoeuropee eg nel caso della cosiddetta ldquoformula di baserdquo (ing basic formula) del mito dellrsquouccisione del serpente ricostruita da Watkins (1995 365) come ldquoHERO SLAY (guhen-) SERPENT (oguhi-)rdquo sulla base di numerosi testi mitologici in lingue indoeuropee in cui un riflesso della radice verbale ricostruita guhen- lsquocolpire ucciderersquo (eg gr θείνω e ved haacuten-ti) ha come oggetto diretto un ri-flesso del sostantivo ricostruito oguhi- lsquoserpentersquo (eg gr ὄφις e ved aacutehi‑) dallrsquoaltro lato (e allo stesso tempo) lo studioso ha argomentato in maniera convincente come la struttura semantica che soggiace a ogni collocazione formulare eg nel caso della formula appena citata ldquoHERO SLAY SERPENTrdquo (Watkins 1995 301) ne sia in realtagrave la componente piugrave stabile e persistente dato che gli elementi superficiali possono invece andare incontro a variazione per le cause piugrave diverse (mutamento linguistico sinonimia metrica) Nel presente lavoro per ragioni espositive si faragrave uso del sistema di notazione sviluppato in numerosi studi da Joseacute Luis Garciacutea Ramoacuten (eg 2009 2010) per lrsquoanalisi e ricostruzione di collocazioni fraseologiche sistema che differisce da quello di Watkins in quanto gli elementi semantici (espressi nella lingua della pubblicazione in questo caso lrsquoitaliano) sono marcati in maiuscoletto separati lrsquoun lrsquoaltro da una lineetta e racchiusi tra parentesi quadre (eg [eroe ndash uc-cidere (guhen-) ndash serpente (oguhi-)])

12 Lingua poetica norrena e dizione poetica indoeuropea

Nonostante i testi in lingue germaniche preservino talvolta elementi molto arcaici di dizione poetica indoeuropea (cfr eg Watkins 1995 414ss sul mito dellrsquouccisione

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

del serpente) essi sono stati spesso trascurati negli studi di poetica comparata pro-babilmente a causa della loro attestazione relativamente tarda (dal primo Medioevo in poi) se confrontata con tradizioni come quella greca omerica (prima metagrave del primo millennio aC) Come vedremo al contrario la tradizione germanica che ha preservato maggiori elementi della poetica e della mitologia precristiana ovvero quella nordica e in particolare i componimenti del corpus eddico conservativi sia in termini di dizione che di contenuti presentano numerosi paralleli in testi compo-sti nelle lingue indoeuropee di piugrave antica attestazione A tal proposito si coglie qui lrsquooccasione per introdurre alla luce dei loro paralleli indoeuropei le due figure del linguaggio poetico norreno e germanico di maggiore rilievo ai fini di questo studio ovvero (1) la kenning e (2) il merismo

(1) La kenningLa perifrasi poetica o kenning (letteralmente lsquoriconoscimentorsquo plurale kenningar) egrave la piugrave nota figura della lingua poetica norrena sia eddica che scaldica e germanica in generale1 Non crsquoegrave accordo sulla definizione di kenning in ambito scandinavistico o germanistico in questo lavoro viene accolta la definizione di Meissner (1921 2) per cui la kenning nordica consiste in un sintagma nominale o un composto bimem-bre che sostituisce un sostantivo di uso comune2 si tratta della definizione che ha riscosso maggiore consensi tra gli studiosi probabilmente a causa del suo carattere generale3 In una kenning la testa del sintagma nominale o del composto si chia-ma ldquobaserdquo (ted Grundwort) e lrsquoelemento subordinato ldquodeterminanterdquo (ted Bestim-mung) eg nella kenning aisl vaacuteg‑marr lsquocavallo del marersquo per [nave] la testa degmarr lsquocavallorsquo egrave la base mentre vaacutegdeg lsquomarersquo egrave il determinante

Egrave stato ben presto notato come figure poetiche analoghe alla kenning germanica siano attestate nelle tradizioni poetiche di diverse lingue indoeuropee eg in celtico greco e indo-ario (cfr Krause 1930 578ss Waeligrn 1951 Campanile 1977 108ss) Anche in ambito indoeuropeistico la definizione di kenning egrave oggetto di disaccor-do in questo lavoro egrave impiegata la definizione di Watkins (1995 44ss) per cui la kenning indoeuropea consiste in un sintagma nominale costituito da due elementi in rapporto di subordinazione o in un composto determinativo bimembre che fanno riferimento ad una nozione terza4 definizione che si sovrappone perfettamente a

1 Le principali trattazioni delle kenningar rispettivamente per quanto riguarda il nor-reno e lrsquoantico inglese sono Meissner 1921 e Marquardt 1938

2 Nellrsquooriginale ldquozweigliedriger Ersatz fuumlr ein Substantivum der gewoumlhnlichen Rederdquo3 Per altre definizioni della kenning nella poesia nordica e germanica cfr passim Heu-

sler 1922 Krause 1930 Marquardt 19384 Nellrsquooriginale ldquoa bipartite figure of two nouns in a non-copulative typically geniti-

val grammatical relation (A of B) or in composition (B-A) which together make reference to signify a third notion Crdquo

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Riccardo Ginevra

quella data da Meissner per quel che riguarda lrsquoantico nordico Negli studi di ambito scandinavistico si incontra talvolta lrsquoopinione secondo cui

la kenning nordica si sarebbe diffusa a partire dalla poesia scaldica (poesia di corte) in cui essa egrave attestata con forme molto elaborate nella tradizione eddica (poesia epi-ca) in cui essa ricorre in forme ben piugrave basiche Al contrario lrsquoantichitagrave indoeuropea della kenning egrave supportata proprio da semplici collocazioni bimembri che ricorrono indipendentemente in diverse tradizioni poetiche indoeuropee come [pastore ndash del popolo] per [re] attestata eg da aing folces hyrde gr ποιμένα λαῶν e ved goacutepā jaacutenasya o [discendente ndash delle acque] per [fuoco] attestata eg da aisl saeligvar niethr e ved apāṃ naacutepāt‑ Numerose collocazioni trattate nei capitoli successivi sono analizzabili come kenningar eg [bevanda ndash dei dvergar] per [poesia] (cap 6)

(2) Il merismoIl merismo egrave una figura poetica che consiste in un sintagma nominale bimembre di sintassi coordinativa che fa riferimento a una nozione terza tassonomicamente supe-riore (Watkins 1995 45)5 collocazioni meristiche di piugrave di due membri sono invece chiamate cataloghi indessicali (ing indexical list) come nel caso di liste ampie che presentano minore fissitagrave formulare come quella delle parti del corpo da [midollo] fino a [pellecapelli] attestata inter alia in ambito germanico celtico ed indo-ira-nico (Jamison 1986 Watkins 1995 525ss Sadovski 2012 175ss)

Che il merismo fosse una figura tipica del linguaggio poetico indoeuropeo egrave di-mostrato da collocazioni etimologicamente identiche come [uomini (uiH-roacute-) ndash e bestiame (peḱ‑u‑)] per [beni mobili] attestata da av pasuvīra umb uiro pequo e lat pecudesque virosque (Watkins 1995 15 con letteratura cfr anche itt NAMRA GU4 UDU ldquoprigionieri bovini e ovinirdquo)6

Esemplificativo dellrsquoantichitagrave indoeuropea di alcune figure meristiche norrene egrave invece il sintagma aisl allra goethanna ok manna ldquodi tutti gli degravei e gli uominirdquo che riflette una collocazione fraseologica [degravei ndash e uomini] un merismo per [tutti gli animati intelligenti] attestato anche in greco e latino (cfr cap 3)

13 Struttura del lavoro

Il presente lavoro egrave strutturato in due parti dedicate a due studi distinti sul piano te-matico il cui denominatore comune egrave lrsquoimpiego della stessa metodologia linguistica e comparativa in prospettiva sia germanica che indoeuropea

Nella prima parte ldquoLingua religione e societagrave i nomi di Odino in degfǫethrrdquo (capi-

5 Nellrsquooriginale ldquoa bipartite noun phrase consisting of two nouns in a copulative rela-tion (A and B) two nouns which share most of their semantic features and together serve to designate globally a higher concept C ie to index the whole of a higher taxon Crdquo

6 Watkins 1979 sui merismi nella lingua delle preghiere ittite cfr Dardano 2019

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

toli 2-5) sono analizzate e ricostruite comparativamente le formazioni collocazioni fraseologiche e concezioni sociopolitiche e cosmologiche alla base delle epiclesi del dio supremo scandinavo Odino che presentano un secondo elemento degfǫethr (di significato incerto) e delle loro varianti (recenziori) in degfaethir lsquopadrersquo Nel capitolo 2 egrave discussa una possibile etimologia per lrsquoelemento degfǫethr in connessione con la famiglia di faethir noncheacute le sue possibili interpretazioni in senso letterale e traslato e i relativi paralleli germanici e indoeuropei Nei capitoli successivi le epiclesi di Odino con secondo elemento degfǫethr sono analizzate e interpretate sulla base di questi risultati raggruppate in capitoli a seconda del concetto espresso dal primo elemento Nel capitolo 3 sono trattate le epiclesi Alfǫethr e Alfaethir e la loro interpretazione alla luce della concezione (ben attestata in tradizioni indoeuropee e non) del dio supremo come ldquopatriarca cosmicordquo Il capitolo 4 egrave invece dedicato allrsquoanalisi delle epiclesi Aldafǫethr Herfǫethr e Herjafǫethr come riflessi della concezione del dio supremo come patriarca dellrsquoumanitagrave noncheacute a una possibile interpretazione della formazione di incerta attestazione Herjansfǫethr come unica occorrenza del significato letterale di degfǫethr Infine nel capitolo 5 le epiclesi Sigfǫethr (con variante Sigfaethir) e Valfǫethr sono analizzate e interpretate in riferimento a due aspetti opposti ma complementari di Odino nella sua funzione di dio che sopraintende lrsquoesito di ogni battaglia

La seconda parte ldquoArtigiani creatori e poeti nome e nomi dei dvergarrdquo (capito-li 6-9) egrave invece dedicata alla possibile origine in seno alla tradizione indoeuropea di vocaboli nomi propri formule tradizionali e narrazioni mitologiche associati ai cosiddetti dvergar nordici (comunemente tradotto in italiano come lsquonanirsquo) e ai loro possibili paralleli in altre tradizioni germaniche e indoeuropee Nel capitolo 6 viene presentata una nuova proposta etimologica per il nome dvergar come uno dei riflessi in ambito germanico di una radice verbale attestata in diverse lingue indoeuropee ad esempio inter alia dal nome del dio artigiano vedico Tvaṣṭar Il capitolo 7 tratta quindi una serie di corrispondenze tra la fraseologia poetica e la mitologia attestate in norreno in associazione ai dvergar e quelle associate in vedico a Tvaṣṭar Nel ca-pitolo 8 sono discussi possibili paralleli sul piano dellrsquoonomastica della fraseologia e della mitologia tra questi personaggi nordici e indiani e altre due figure mitiche che ricorrono nelle tradizioni classiche il dio romano Pico e il titano greco Crono Infi-ne il capitolo 9 egrave dedicato allrsquoanalisi formale e quando possibile allrsquointerpretazione sul piano semantico dei nomi dei singoli dvergar

Nel capitolo conclusivo saranno quindi presentati sinteticamente i risultati della ricerca che sembrano confermare come nei testi norreni sia possibile identificare unrsquoimportante quantitagrave di elementi poetici e mitologici che riflettono materiale ere-ditato dalle tradizioni germanica e indoeuropea e come la linguistica storica e la poetica comparata possano essere strumenti efficaci (e talvolta indispensabili) per interpretare sia gli aspetti formali della lingua poetica norrena che le concezioni ideologiche e cosmologiche che vi soggiacciono

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PARTE ILINGUA RELIGIONE E SOCIETAgrave

I NOMI DI ODINO IN degFǪETHR

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2 PADRI AVI PATRIARCHI E DEgraveI ANTICOISLANDESE degFǪETHR E

PROTOINDOEUROPEO PƏ2TROU- lsquoAVO PATERNOrsquo

Diverse epiclesi del dio supremo Odino attestate nella poesia eddica sono composti bimembri con un secondo elemento aisl degfǫethr il cui significato letterale egrave oscuro In alcuni casi egrave attestato anche un composto con identico primo elemento ma con secondo elemento degfaethir lsquopadrersquo Al‑fǫethr vs Al‑faethir e Sig‑fǫethr vs Sig‑faethir

Le formazioni in questione si possono classificare sulla base del concetto espres-so dal primo elemento

bull aldeg o allr lsquotuttorsquo (formazioni trattate nel cap 3) Al‑fǫethr e Al‑faethir Grm 483 HH 384bull forme riconducibili a aldir lsquogentirsquo e herr lsquopopolo in armi esercitorsquo (cap 4) Alda‑fǫethr Vm 44-6 531-3Her‑fǫethr Vsp 291Herja‑fǫethr Vsp 434 Vm 22 Grm 193 252 262[Herjans‑fǫethr Hdl 21 (problematico cfr cap 4)]bull sigr lsquovittoria battagliarsquo e val(r) lsquomassa dei caduti in battagliarsquo (cap 5)Sig‑fǫethr e Sig‑faethir Vsp 552 Grm 482 Ls 586Val‑fǫethr Vsp 15 277 2813 Grm 483In aggiunta alle occorrenze allrsquointerno di citazioni eddiche (eg quella di Vsp

2813 in Gylf 15) lrsquoEdda in prosa dellrsquoerudito islandese Snorri Sturluson attesta sia Alfǫethr (Gylf + Skaacuteld 2) che Valfǫethr (Gylf 20) in vari passaggi alcuni dei quali saranno oggetto di analisi piugrave dettagliata infra Tutti i composti tranne Herfǫethr sono attestati nei cataloghi tradizionali (le thornulur) di preciso tra i nomi di Odino (OacuteN 14 23 44 52 57) Nella poesia scaldica sono attestati soltanto Alfaethir (Bragi THORNoacuterr 1) e Aldafǫethr (Arn THORNorfdr 1) in due passaggi che sono citati per intero nei capitoli dedicati (rispettivamente capp 3 e 4) Dal confronto tra le formazioni in degfǫethr le quali presentano almeno 6 diversi primi elementi e i composti in degfaethir che presentano soltanto Aldeg e Sigdeg come primi elementi risulta chiaro come questi ultimi

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Riccardo Ginevra

siano nati come banalizzazioni dei composti piugrave arcaici Al-fǫethr e Sig-fǫethr7

Si tratta evidentemente di un processo di sostituzione di un termine dal significato ormai opaco con una lectio facilior la quale egrave ritenuta essere funzionalmente equivalente da ciograve risulta chiaro come aisl degfǫethr fosse associato quantomeno sincronicamente a faethir lsquopadrersquo dai parlanti norreni un dato attestato direttamente dalla glossa (discussa in dettaglio al cap 3) che Snorri dagrave di Al‑fǫethr in Gylf 9 faethir allra [hellip] ldquopadre di tutti gli [degravei etc]rdquo Non egrave quindi un caso che solo degfaethir ricorra nella letteratura cristiana (meno conservativa) in cui sono attestati epiteti del Dio cristiano come aisl dyacuterethar‑faethir lsquopadre della gloriarsquo (Peacutetr2Ax 19113) i quali sembre-rebbero essere nati come calchi da fonti latine cfr eg Efesini 117 ut Deus Domi-ni nostri Iesu Christi Pater gloriae det vobis spiritum sapientiae et revelationis in agnitione eius8

Tutti gli studiosi che si sono occupati dellrsquoorigine e interpretazione di degfǫethr sembrano presupporre che lrsquoassociazione sincronica di questo vocabolo con faethir lsquopadrersquo esito di pgerm fader- (alla base di eg got fadar aing faeligder as fadar aat fatar) e pie ph2teacuter- (alla base di eg lat pater gr πατήρ ved pitaacuter‑) rifletta unrsquoef-fettiva connessione etimologica Secondo le due ipotesi principali degfǫethr potrebbe essere analizzato (a) come una formazione imparentata con il secondo elemento di composto gr degπάτωρ oppure (b) come un derivato con un suffisso composizionale -u-

(a) Hollifield (1984 40) ritiene che aisl degfǫethr rifletta un secondo elemento invariabile pnord degfadur in cui sarebbero confluiti gli esiti di pgerm degfadariz (genitivo singolare) degfadari (dativo singolare) degfadarun (accusativo singolare) in seguito a innalzamento vocalico di a quando seguita da i e u nella sillaba successiva Queste forme pgerm rifletterebbero pie degph2tor- sostantivo anficinetico derivato internamente dallrsquoisterocinetico ph2teacuter- quando usato come secondo elemento in composti possessivi attestato in ambito indoeuropeo da gr degπάτωρ e ved degpitār‑

(b) Tremblay (2003 58) propone invece una derivazione da pgerm degfadru- o con tematizzazione degfadrwa- un derivato con lo stesso suffisso composizionale -u- attestato dal nome di una festivitagrave ionico-attica gr Ἀπατούρια (che Tremblay riconduce a pgr degpator‑u-ia) il quale sarebbe in ultima analisi da ricondurre a una

7 Nel presente studio non si prenderagrave in considerazione la forma Hlaeligfǫethr di insicura attestazione e lettura essa ricorre tra i nomi di Odino (OacuteN 41) in un unico codice (AM 748 I b 4to) in un passo in cui un altro manoscritto presenta la forma altrettanto oscura Hleifruethr (AM 757 4to)

8 Lat pater gloriae traduce qui gr ὁ πατὴρ τῆς δόξης un sintagma che egrave a sua vol-ta problematico dato che non ha corrispondenze esatte in altri testi biblici esso ha probabil-mente avuto origine come un calco semantico da un sintagma ebraico (non attestato ma di un tipo assai frequente) by-kbwd ldquo(padre della gloria =) padre gloriosordquo (Rowland-Morray-Jo-nes 2009 593 n 74 cfr Rowland-Morray-Jones 2009 592-593 per una disamina delle possibi-li interpretazioni di questo passo) Sono grato ad Antonella Bellantuono per lrsquoutile discussio-ne a riguardo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

forma gr daggerἀπάτωρEntrambe queste analisi presentano tuttavia serie difficoltagrave (a) Per quanto riguarda lrsquoetimologia da degph2tor- la forma attesa regolarmente

per il nominativo singolare pie degph2tōr sarebbe aisl daggerdegfǫethur o quantomeno sicuramente non degfǫethr (Tremblay 2003 58) Lrsquoipotesi di Hollifield presuppone inoltre lrsquoinnalzamento di a quando seguita da i e u nella sillaba successiva (per cui cfr la letteratura in Hollifield 1984 40) un mutamento su cui sono stati avanzati seri dubbi (Syrett 1994 216ss)

(b) Per quanto riguarda lrsquoipotesi di Tremblay non vi sono indizi dellrsquoesistenza di un suffisso composizionale -u- lo stesso gr Ἀπατούρια bencheacute attestato in area ionico-attica sembrerebbe essere formato su un aggettivo ἀπάτουρος secondo Rau (2011 11) un prestito da un dialetto psilotico e non ionico-attico (cfr anche Tremblay 2003 126 n 44) che rifletterebbe un composto sm‑ph2tru-o- lsquoche ha gli stessi avi paternirsquo in questo caso la -u- sarebbe parte della base derivazionale ph2tru-acute (per cui cfr infra) e non un suffisso composizionale

Sia lrsquoanalisi di Hollifield che quella di Tremblay sorvolano quasi del tutto sulla semantica dei composti in degfǫethr Su questa si egrave soffermato unicamente Strand-berg (2009) il quale tuttavia accetta lrsquoanalisi di Hollifield per cui degfǫethr sarebbe il corrispondente esatto di gr degπάτωρ e ved degpitār‑ (fonologicamente poco probabile come abbiamo visto) Essendo questi ultimi attestati esclusivamente in composti possessivi bahuvrihi- con il significato lsquoquello che ha il padre (X)rsquo Strandberg tenta quindi di interpretare i composti in degfǫethr di conseguenza riuscendo a formulare unrsquointerpretazione (quantomeno potenzialmente) sensata unicamente nel caso di Al-fǫethr che egli traduce come lsquoquello che ha il padre grandersquo al costo di unrsquoevidente forzatura ovvero interpretare aisl aldeg in Al‑fǫethr con un significato lsquograndersquo che non egrave mai attestato altrove9

Come vedremo in questo capitolo egrave piuttosto possibile analizzare aisl degfǫethr come un riflesso di pie pə2tr-ou-ph2tr-u-acute lsquoavo paternorsquo un antico derivato in -u- di ph2teacuter- lsquopadrersquo10 Questrsquointerpretazione trova corrispondenze in altre lingue germaniche e indoeuropee non solo per quanto riguarda lrsquooriginario significato lette-rale ma soprattutto per quanto riguarda lrsquoevidente significato non letterale che esso assume negli epiteti in cui egrave attestato

9 Per una disamina delle principali ipotesi sullrsquoorigine di degfǫethr cfr la letteratura citata in Strandberg 2009 93-95 a cui vanno aggiunti tuttavia quantomeno Noreen 1923 286 Stur-tevant 1954 Meid 1967 22 Sono grato a Patrick V Stiles per lrsquoutile discussione a riguardo

10 In questo lavoro si segue la convenzione talvolta impiegata in ambito indoeuropeisti-co di notare con il segno ə2 una laringale h2 quando essa egrave nucleo di una sillaba accentata

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Riccardo Ginevra

21 Aisl degfǫethr (pgerm fathorndru-) e pie pə2tr-ou-ph2tr-u-acute lsquoavo paternorsquoIn accordo con lrsquoanalisi di Tremblay aisl degfǫethr va ricondotto a pgerm fathornru‑ o fadru- (in nordico lrsquoopposizione tra i riflessi di pgerm thorn e d egrave neutralizzata in interno di parola) un termine che appartiene chiaramente alla famiglia lessicale di pgerm fader- lsquopadrersquo Il fatto che lrsquounica forma attestata di genitivo singola-re degfǫethrs presenti la desinenza tematica -s al posto della regolare terminazione dei temi in -u- ovvero -ar (pgerm ‑au‑z) indica che il sostantivo egrave stato oggetto di tematizzazione in nordico (Tremblay 2003 58) uno sviluppo non sorprendente che presenta uno stretto parallelo eg nel trattamento subito da pgerm wethornr‑u‑ lsquoagnellorsquo in germanico nordoccidentale cfr got withornrus lsquoidrsquo vs aisl veethr aing weether as wethar e aat widar lsquomontonersquo (con tematizzazione e semantica innovativa)11

In protogermanico i temi in -u- erano una classe ricca ma non piugrave produtti-va (cfr Casaretto 2004 191) pgerm fathorndr-u- puograve quindi difficilmente riflet-tere una formazione innovativa interna al germanico a meno che non si ipotizzi un passaggio del sostantivo fader- lsquopadrersquo alla flessione dei temi in -u- questo sviluppo avrebbe in effetti un parallelo nel nominativo plurale got brothornrjus lsquofratellirsquo (riflesso di brōthornr‑iwiz con la terminazione dei temi in -u-) da ricondurre secon-do Seebold (1967 93-94) ad una rianalisi dellrsquoaccusativo singolare pgerm brōthornr‑un (pie bhreacuteh2tr-m lat fratrem) come accusativo singolare brōthornru‑n di un tema in -u-12 Unrsquoipotesi del genere egrave stata per lrsquoappunto avanzata da Heusler (1932 75) il quale notava che qualora aisl fǫethr fosse sorto dalla rianalisi come accusativo sin-golare fadru-n (tema in -u-) di un originario accusativo singolare pgerm fadr-un questrsquoultimo corrisponderebbe esattamente a lat patr‑em ed entrambi rifletterebbero pie ph2tr-m questrsquoipotesi tuttavia egrave problematica sul piano formale dato che lrsquoesito atteso dellrsquoaccusativo singolare pie ph2teacuter-m (correntemente ricostruito sulla base di gr πατέρα ved pitaacuteram) in protogermanico egrave faderun (cfr eg Ringe 2017 308)13 Si puograve inoltre notare come da un lato in antico nordico i temi in -r- non subiscano i passaggi ad altre classi attestati nelle altre lingue germaniche (Thoumlny 2013 85-86) e dallrsquoaltro sarebbe insolito che una variante cosigrave innovativa fosse attestata unicamente tra i teonimi un ambito solitamente conservativo

Aisl degfǫethr e pgerm fathorndru- possono piuttosto riflettere

11 Cfr Neri 2003 301ss Casaretto 2004 415 Aisl veethr lsquomontonersquo presenta infatti un genitivo singolare veethrs con desinenza tematica che egrave attestato giagrave dal XIII secolo (Kgs 6220) mentre la forma di genitivo singolare con desinenza da tema in ‑u‑ veethrar (pgerm wethornr‑au‑z) egrave attestata solo successivamente dal XIV secolo in poi (Stj1 23524) Per la storia derivazionale di pgerm wethornru‑ cfr Rau 2007

12 Sono grato ad Antje Casaretto per lrsquoutile discussione su questo tema13 Per la ricostruzione dei casi forti nel singolare di questa classe cf Stiles 1984 1988

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

pie pə2tr-ou‑ph2tr-u-acute il tema in -u- anficinetico14 che comrsquoegrave noto va ricostru-ito alla base della famiglia di gr πάτρως lsquononno ziorsquo e di vari altri termini in altre lingue indoeuropee la cui origine e storia derivazionale egrave stata trattata in dettaglio da Jeremy Rau (2011) Lrsquoesito fonologicamente atteso di pie pə2tr-ou‑ph2tr-u-acute in protogermanico saragrave stato in realtagrave fathornr‑au‑fadur-w- lrsquoallomorfia saragrave quindi stata regolarmente eliminata in favore del tema forte fathornr‑au‑ con successivo adegua-mento del grado apofonico del suffisso alla flessione standard dei sostantivo in -u- cioegrave fathornr‑u‑15 La fonologia del nordico non permette tuttavia di escludere che aisl degfǫethr rifletta pgerm fadr-u- il quale avrebbe potuto parimenti svilupparsi sebbene attraverso una trafila meno scontata16

Come proposto da Rau (2011 23) pie pə2tr-ou‑ph2tr-u-acute potrebbe essere stato derivato a sua volta da pie ph2teacuter-ph2tr-acute lsquopadrersquo per analogia con un altro sostan-tivo in -u- anficinetico ovvero pie deacutem-ou-dm-u-acute lsquocolui che egrave responsabile della casarsquo (gr δμώς lsquoschiavorsquo) Questo sostantivo originariamente formato per derivazio-ne interna a partire dal sostantivo acrostatico17 doacutem-u-deacutem-u- lsquocasarsquo sarebbe stato in seguito rianalizzato come derivato del nome radicale doacutem-deacutem- lsquocasarsquo dando luogo alla seguente proporzione analogica

pie deacutem-ou-dm-u-acute doacutem-deacutem- x ph2teacuter-ph2tr-acute da cui x = pə2tr-ou-ph2tr-u-acute

Il significato originario di pie pə2tr-ou‑ph2tr-u-acute sarebbe stato quindi lsquocolui che egrave responsabile del (e quindi che ha autoritagrave sul) padrersquo (Rau ldquoone in charge of the fatherrdquo) sviluppatosi poi nel significato lsquoavo paternorsquo (Rau ldquoascendant kinsman on the fatherrsquos siderdquo) ciograve trova riscontro in quanto attestato da diverse lingue indoeuropee Tre diversi significati sono infatti attestati per gr πάτρως (Rau 2011 14) di cui i primi due sembrano essere sicuramente arcaici lsquoziorsquo (Hom Hes Pi Hdt) lsquoavo paternorsquo (Stesich Pi) lsquoparente maschile dal lato paternorsquo (nelle Leggi di Gortina) Lrsquoultimo egrave evidentemente il piugrave innovativo mentre un significato origina-rio di pie pə2tr-ou- come lsquozio paternorsquo egrave escluso da Rau (2011 18-19) sulla base del confronto con ved pitrvya- e av rec tūriia‑ riflessi di piir pHtruiacuteia- lsquozio paternorsquo e aing faeligdera afr federia e aat fatureo esiti di germ occ fadurjan- lsquoidrsquo i quali

14 Ovvero con accento sulla radice nei casi forti e sulla desinenza nei casi deboli15 Lrsquoadeguamento saragrave stato probabilmente post-protogermanico poicheacute come dimo-

strato da Sergio Neri (2003 175 178 passim) la declinazione dei sostantivi maschili in -u- in protogermanico tollerava ancora allomorfi da vari tipi f lessivi cfr eg la terminazione di nominativo singolare got -aus lt pgerm ‑auz che continua la terminazione anficinetica pie acute-ou -s

16 Eg un tema con generalizzazione della sonora fadr-au-fadr-w- potrebbe essersi sviluppato (quando la sonante non era ancora stata vocalizzata) a partire dallrsquoesito atteso fathornr‑au‑fadr-w-

17 Ovvero con accento fisso sulla radice e apofonia qualitativa della vocale

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Riccardo Ginevra

continuano tutti una stessa formazione pie ph2tru-iio- lsquozio paternorsquo un derivato in -iio- di un termine per lsquozio paternorsquo avrebbe piuttosto il significato lsquo(figlio) dello zio paternorsquo cioegrave lsquocugino paternorsquo ed egrave quindi piugrave probabile che il significato ori-ginario di questo derivato fosse lsquo(figlio) dellrsquoavo paternorsquo cioegrave lsquoziorsquo o lsquoproziorsquo Lo stesso vale per lat patruus lsquozio (da parte di padre)rsquo il quale probabilmente riflette un derivato con vrddhi suffissale ph2tr-eu-oacute- lsquo(figlio) dellrsquoavo paternorsquo (Rau 2011 22 ldquodescended from the ascendant kinsman on the fatherrsquos siderdquo)

In questa sezione egrave stata quindi individuata una possibile analisi formale di aisl degfǫethr che ne spieghi lrsquoorigine le due sezioni seguenti sono dedicate al problema del significato di questo termine Da un lato qualora gli epiteti di Odino riflettessero il significato letterale lsquoavo paternorsquo ricostruito per pie pə2tr-ou‑ph2tr-u-acute diversi paralleli sarebbero disponibili sia in testi norreni che di altre tradizioni indoeuropee (sect22) Dallrsquoaltro se si tiene in considerazione il significato probabilmente traslato di questo termine le corrispondenze si rivelano essere ben piugrave decisive e convincenti (sect23)

22 Il significato letterale lsquoavo paternorsquo

Unrsquointerpretazione di degfǫethr come lsquoavo paternorsquo trova supporto in paralleli sia (1) interni al nordico che (2) in ambito indoeuropeo

(1) Per quanto riguarda lrsquoantico nordico qualora degfǫethr significasse lsquoavo paternorsquo lrsquoalternanza con degfaethir lsquopadrersquo attestata da alcune epiclesi di Odino (eg Al‑fǫethr e Al-faethir) presenterebbe una forte corrispondenza nellrsquouso di aacutei lsquoavorsquo al posto di faethir che sembra essere attestato nellrsquoEdda poetica allrsquointerno del brano di prosa Fraacute dauetha Sinfjǫtla ldquoSulla morte di Sinfjǫtlirdquo in cui questrsquoultimo figlio dellrsquoeroe Sigmundr chiama il padre aacutei lsquoavorsquo

Sigmundr Vǫlsungs sonr var konungr aacute Fraclandi Sinfiotli var elztr hans sona [hellip] oc maeliglti til Sigmundar ldquoGioroacutettr er dryccrinn aacuteirdquo [hellip] Hann sagethi ldquoLaacutettu grǫn siacutea thornaacute sonrrdquoldquoRe nella terra dei Franchi era Sigmundr figlio di Volsungr Sinfjǫtli dei suoi figli era il maggiore [] e [Sinfjǫtli] rivolto a Sigmundr disse laquoTorbida egrave questa bevanda avoraquo [] Questrsquoultimo [Sigmundr] disse laquoFiltrala con i tuoi baffi figlioraquordquo

Essendo Sigmundr il padre di Sinfjǫtli e non un suo generico lsquoavorsquo si egrave cercato di interpretare aisl aacutei alla fine della battuta di Sinfjǫtli come una interiezione lsquoahirsquo (cfr von See 2006 ad loc) questa analisi egrave da escludere alla luce del parallelismo con la risposta di Sigmundr che nella stessa posizione attesta proprio il sostanti-vo sonr lsquofigliorsquo Sinfjǫtli sembra quindi a tutti gli effetti chiamare il proprio padre Sigmundr aacutei lsquoavorsquo Sulla base di questo passo sembra quindi possibile supporre che quantomeno nellrsquouso poetico il termine aacutei lsquoavorsquo potesse essere usato al posto di faethir lsquopadrersquo ciograve supporta unrsquointerpretazione di degfǫethr il quale era evidentemente percepito come un equivalente funzionale di degfaethir come riflesso di pie pə2tr-ou-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

lsquoavo paternorsquo18

Sempre internamente al norreno egrave possibile anche menzionare il parallelo con il nome di un dvergr altrimenti sconosciuto aisl Aacutei lsquoAvorsquo (Vsp 11 15 cfr anche Gylf 14 DH 3)19 riflesso di pgerm awa(n)- (cfr got awo lsquononnarsquo Casaretto 2004 225) e pie h2euh2-o- (cfr lat avus lsquononnorsquo Kloekhorst 2008 352-353) Egrave impossibile sapere se questo personaggio avesse una connessione di qualche tipo con Odino ma il suo nome dimostra quantomeno la plausibilitagrave di un nome o epite-to dal significato lsquoavorsquo allrsquointerno della mitologia nordica (sullrsquoanalisi dei nomi di dvergar cfr cap 9)

(2) In ambito indoeuropeo lrsquoanalisi di degfǫethr come riflesso di pie pə2tr-ou- lsquoavo paternorsquo trova paralleli semantici in vari teonimi o epiteti divini attestati (a) in ittito (b) in greco e soprattutto (c) in vedico

(a) Nei testi ittiti sono attestati un teonimo femminile Ḫanna‑ḫanna‑ lsquoNonna-nonnarsquo e uno maschile Ḫuḫḫa‑ lsquoNonnorsquo Itt Ḫanna‑ḫanna‑ egrave palesemente una reduplicazione di itt ḫanna- lsquononnarsquo (cfr lat anus lsquovecchiarsquo HED sv) ed egrave il nome di una divinitagrave femminile dalla forte autoritagrave sul resto degli degravei come si evince dai miti del Dio Scomparso in cui la dea viene chiamata in aiuto dagli altri degravei (KUB 1710 i 35-39 KUB 335 ii 4-9) Secondo alcune tradizioni locali Ḫannaḫanna sarebbe inoltre la madre del Dio della Tempesta mentre il nome del padre del Dio della Tempesta sarebbe itt Ḫuḫḫa‑ lsquoNonnorsquo (Haas 1994 323-324 433) Il sostantivo itt ḫuḫḫa‑ egrave un riflesso di pie h2uh2-o- lsquoavorsquo (Kloekhorst 2008 sv) il teonimo itt Ḫuḫḫa‑ lsquoNonnorsquo ha quindi uno stretto parallelo etimologico nel nome del dvergr analizzato supra aisl Aacutei lsquoavorsquo riflesso di pie h2euh2-o- lsquoidrsquo20

Si puograve notare (cfr tab 1) come questa genealogia mitologica ittita presenti corri-spondenze nella genealogia dellrsquoomologo scandinavo del Dio della Tempesta ittita il dio del tuono Thor figlio di Odino (eg Vsp 563) a cui si riferiscono le epiclesi con secondo elemento degfǫethr (pə2tr-ou- lsquoavo paternorsquo)

18 Cfr Beo 2426ss in cui si dice che Beowulf sia cresciuto in fosterage (affidamento) presso Hrēethel suo nonno materno lrsquoeald‑faeligder lsquononnorsquo di Beowulf era quindi contemporaneamente anche il suo foster‑faeligder lsquopadre affidatariorsquo

19 Cfr anche il poema eddico Rthorn in cui sono attestati i nomi Aacutei lsquoAvorsquo (2) e Afi lsquoNonnorsquo (16) nellrsquoambito di una narrazione in cui il dio Riacuteg visita coppie di personaggi che si chiama-no rispettivamente lsquoPadrersquo e lsquoMadrersquo lsquoNonnorsquo e lsquoNonnarsquo e cosigrave via

20 Per spiegare lrsquooscillazione tra il grado pieno della radice (pie h2eu h2-o- lat avus) e quello ridotto (pie h2uh2-o- itt ḫuḫḫa‑) Kloekhorst (2008 sv) ricostruisce un nome radi-cale apofonico h2eacuteu h2-h2uh2-acute

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Riccardo Ginevra

Dio della Tempesta ittita figlio di Ḫuḫḫa- pie h2uh2-oacute-lsquoavorsquo

Thor (dio del tuono nordico)

figlio di (Odino) degfǫethr pie pə2tr-ou-lsquoid (paterno)rsquo

Tab 1 Corrispondenze tra Dio della Tempesta ittita e Thor

Gli appellativi itt ḫuḫḫa‑ lsquononnorsquo e ḫanna- lsquononnarsquo sono attestati inoltre in riferi-mento a divinitagrave nelle preghiere e in narrazioni mitologiche (nel secondo passaggio il lsquoNonno del Dio della Tempestarsquo minaccia il lsquoPadre del Dio della Tempestarsquo)

KUB 2127 iv 9-10[hellip] A-NA lceildIMrceil tu‑el ḫu‑uḫ‑ḫi [Ugrave] lceilArceil-NA dUTU URUPUacute-na tu‑el ḫa‑an-lceilnirceil [hellip]ldquoal Dio della Tempesta tuo nonno e alla Dea del Sole di Arinna tua nonnardquo

KBo 26124 i 34-36[hellip] ḫu‑uḫ‑ḫa‑aš‑ši‑ša | te‑e‑et ki‑i ut‑tar u‑ur‑ki‑ya‑mi nu‑ut‑taacutek‑kaacuten ku‑e‑mi | [nu] i-it d10‑an ša‑an‑ḫaldquoSein Groszligvater aber sprach Dieser Angelegenheit werde ich nachgehen und ich werde dich toumlten Nun geh (und) suche den Wettergottrdquo

(b) Per quanto riguarda il greco un epiteto di Zeus Παππῶος lsquoAncestralersquo ( gr πάππος lsquononnorsquo cfr Kretschmer 1896 241ss e West 2007 170 con bibliografia) egrave attestato in Bitinia mentre Zeus Πατρῷος lsquoidrsquo (derivato in -iio- di πάτρως lsquozio nonnorsquo) egrave menzionato eg in un frammento della Niobe di Eschilo (155 Dindorff) nelle Nuvole (1468) e nella Repubblica di Platone (3391E) Dato che comrsquoegrave noto Zeus era un dio associato (inter alia) al tuono e al fulmine egrave possibile notare una corrispondenza (cfr tab 2) con quanto osservato supra

Dio della Tempesta ittita figlio di Ḫuḫḫa- pie h2uh2-oacute- lsquoavorsquo

Thor (dio del tuono nordico) figlio di (Odino) degfǫethr pie pə2tr-ou- lsquoid (paterno)rsquo

Zeus (dio del tuono greco) epiteto Πατρῷοςlsquoancestralersquo

Tab 2 Corrispondenze tra Dio della Tempesta ittita Thor e Zeus

(c) Infine in ambito indiano un importante parallelo si ha in unrsquoepiclesi del dio supremo Brahma che egrave frequente nella letteratura classica scr (deg)pitāmaha‑ lsquoavo nonno paternorsquo (MBh Rm BhP Mn et al)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

MBh 165sāntvayāmāsa bhagavān vadhūṃ brahmā pitāmahaḥ ldquoAnd the venerable grandfather Brahma comforted the wiferdquo

Questo passaggio richiede tuttavia una precisazione pur essendo il piugrave antico e venerabile degli degravei indiani Brahma non egrave letteralmente il pitāmaha- di tutte le creature lrsquoepiteto lsquoavo nonno paternorsquo egrave quindi da intendere in senso traslato soprattutto quando questa epiclesi egrave attestata in composizione con vari primi elementi (come nel caso di aisl degfǫethr)

23 Il significato traslato lsquopatriarcarsquo lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo

Ciograve permette di introdurre un nuovo gruppo di paralleli per gli epiteti composti in aisl degfǫethr ovvero i casi in cui termini indoeuropei per lsquoavorsquo o lsquopadrersquo presentano un significato lsquopatriarcarsquo e quindi in senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo Egrave infatti molto probabile quantomeno a giudicare dalle piugrave antiche tradizioni indoeuropee che pie pə2tr-ou‑ph2tr-u-acute lsquoavo paternorsquo dovesse indicare non solo una relazione di parentela bensigrave anche una carica o una funzione di rilievo allrsquointerno di quellrsquoistituzione sia sociale che politica che era il clan indoeuropeo come notato giagrave da Rau (2011 23 ldquoa designation linked to the broader social and political structure of the IE extended familyrdquo) Si puograve ipotizzare che lrsquolsquoavo paternorsquo per eccellenza allrsquointerno di un clan fosse anche il suo lsquopatriarcarsquo il capofamiglia questa era ad esempio la situazione nellrsquoantica Roma dove il pater familias lrsquoautoritagrave piugrave alta di una famiglia allargata non doveva necessariamente essere il padre naturale dei filii familias bensigrave poteva essere il nonno paterno o un qualsiasi avo piugrave anziano ancora in vita 21

Digesto 5016201Iusta interpretatione recipiendum est ut appellatione ldquofiliirdquo sicuti filiam familias contineri saepe respondebimus ita et nepos videatur comprehendi et ldquopatrisrdquo nomine avus quoque demonstrari intellegatur

Proprio come il pater familias romano il quale aveva potere di vita e di morte sui propri familiari si puograve ipotizzare che il pə2tr-ou- indoeuropeo godesse di grande autoritagrave allrsquointerno di societagrave come quelle indoeuropee piugrave arcaiche in cui la fami-glia allargata era il nucleo sociopolitico fondamentale giustificando uno slittamento semantico da lsquoavo paterno (di qualcuno)rsquo a lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su qual-cuno)rsquo

In questrsquoultimo senso ad esempio bisogna in realtagrave interpretare lrsquoepiclesi di

21 Cfr Berger 1953 svv pater familias e filius familias Sono grato ad Andrea Faraci per lrsquoutile discussione in merito

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Riccardo Ginevra

Brahma scr (deg)pitāmaha‑ lsquononno paternorsquo la quale egrave infatti spesso attestata in com-posizione con un primo elemento che designa il cosmo intero eg nel composto sarvaloka‑pitāmaha‑ lsquononno di tutti i mondirsquo da intendere come vedremo infra (cap 3) come lsquopatriarca di tutti i mondirsquo e quindi in senso traslato come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tutti i mondirsquo Come vedremo nei capitoli successivi anche aisl degfǫethr riflesso di pie pə2tr-ou- lsquoavo paternorsquo sembra avere unrsquoaccezione ana-loga in composti come eg aisl Al‑fǫethr il quale egrave chiaramente da intendere come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su ogni cosarsquo e non come lsquoavo paterno biologico di ogni cosarsquo come vedremo infra (cap 3)

24 Il lsquopadrersquo come lsquopatriarcarsquo nella poetica indoeuropea

Quanto detto finora egrave naturalmente valido anche per le varianti che presentano il secondo elemento di composto innovativo degfaethir lsquopadrersquo eg lrsquoepiteto di Odino Al-faethir lsquopadre di ogni cosarsquo il quale come vedremo infra (cap 3) non era ovviamente da intendere come lsquopadre biologico di ogni cosarsquo bensigrave come lsquopatriarca di ogni cosarsquo e quindi in senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllo su ogni cosarsquo22 unrsquoin-terpretazione che trova riscontro nella caratterizzazione di Odino attestata nei testi nordici

Questa equivalenza funzionale tra termini per lsquoavo paternorsquo e per lsquopadrersquo allrsquoin-terno del linguaggio poetico puograve anchrsquoessa riflettere una caratteristica della struttura delle societagrave indoeuropee arcaiche egrave probabile che come il pater familias romano anche il patriarca indoeuropeo potesse in certe situazioni venire a coincidere con la figura del ph2teacuter- lsquopadrersquo eg nel momento in cui il pə2tr-ou- lsquoavo paternorsquo moriva o diventava impossibilitato a svolgere le funzioni di capofamiglia Secondo Meillet (1913 28) questo era addirittura il significato principale del termine ph2teacuter- (ldquoun role social [hellip] le chef drsquoune maisonrdquo)23 In questo senso sono da intendere alcune collocazioni fraseologiche ben attestate in area indoeuropea

bull Comrsquoegrave stato notato da tempo in varie denominazioni formulari del dio del cielo ricostruibili giagrave per una fase protoindoeuropea eg la formula apposizionale (solitamente al vocativo) [cielo (dieacuteu-) ndash padre (ph2teacuter-)] (analizzata nel cap 4) oppure la kenning [padre (ph2teacuter-) ndash degli degravei e degli esseri umani] (trattata nel cap 3) ph2teacuter- lsquopadrersquo non egrave ovviamente da intendersi come il lsquopadre biologicorsquo bensigrave come il maschio adulto che sta a capo della famiglia (Watkins 1995 8 ldquothe

22 Questa puograve sembrare unrsquoaffermazione banale ma il fatto che unrsquointerpretazione lsquopa-dre (biologico) di tuttorsquo per aisl Al‑fǫethr e Al‑faethir sia (giustamente) ldquoinconsistent with other passages in Snorra Edda as regards genetic relationships among the godsrdquo egrave uno dei motivi principali per cui Strandberg (2009 103) esclude che i composti in degfǫethr siano endocentrici (con un significato lsquopadre di Xrsquo) preferendo una (forzata) interpretazione di questi come composti esocentrici (lsquoche ha il padre Xrsquo)

23 Per unrsquointerpretazione analoga di aisl faethir cfr de Vries 1962 sv con letteratura

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

adult male who is head of the householdrdquo) ovvero il lsquopatriarcarsquo nella sua funzione sociopolitica di autoritagrave suprema del clan allargato e quindi in senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo24 Parimenti in questo senso vanno interpretati anche i casi in cui lrsquoapposizione [madre] egrave applicata ad una divinitagrave femminile eg la [terra]25

bull Anche altre formule ricostruite per la lingua poetica indoeuropea richiedono unrsquointerpretazione analoga eg [padre (ph2teacuter-) ndash della preghiera] collocazione studiata da Campanile (1976) e Garciacutea Ramon (2010 94ss) con riflessi nel tito-lo sacerdotale gallico (latinizzato) gutu-ater lsquopadre della preghierarsquo e nei sintagmi vedici pitā matīnām ldquopadre dei pensieri delle preghiererdquo (epiteto di Soma in RV 9764d) e janitārā matīnām ldquogenitori dei pensieri delle preghiererdquo (Indra e Visnu in RV 6692a) Questi sintagmi sono chiaramente non letterali e vanno quindi pro-babilmente interpretati in senso traslato come ldquocolui che ha autoritagrave controllo sulle preghiere sui pensierirdquo

Egrave possibile qui notare lrsquoulteriore corrispondenza con una kenning di Odino galdrs faethir ldquopadre dellrsquoincantamentordquo (Bdr 33) nel mito comrsquoegrave noto il dio non genera mai personificazioni dellrsquoincantesimo o del canto bensigrave ottiene il controllo della magia e della poesia per mezzo di atti rituali (eg Hav 138ss) eo stratagemmi (eg Skaacuteld g58)

25 Lrsquouso metaforico di termini per lsquopadrersquo nel senso di lsquocreatorersquo

Una possibile obiezione a quanto argomentato finora egrave che allrsquointerno di espres-sioni formulari come [padre (ph2teacuter-) ndash degli degravei e degli esseri umani] o [padre (ph2teacuter-) ndash della preghiera] il termine ph2teacuter- lsquopadrersquo potrebbe anche essere inteso sempre in senso traslato con un significato metaforico lsquocreatorersquo in maniera analoga a quando oggi ci riferiamo ad Albert Einstein come al ldquopadre della teoria della relativitagraverdquo Questa possibilitagrave va in effetti tenuta in considerazione per quanto riguarda la seconda collocazione il cui riflesso janitārā matīnām ldquogenitori dei pensieri delle preghiererdquo sembrerebbe per lrsquoappunto riferirsi letteralmente alla procreazione e quindi figurativamente alla creazione di (presumibilmente singoli specifici) pensieri e preghiere da parte di Indra e Visnu

24 Nella sua monografia sui sintagmi apposizionali indoeuropei Bauer (2017 111) chia-ma questa connotazione ldquonot genetic but rather ldquocollectiverdquordquo ma per il resto la sua interpre-tazione coincide perfettamente con quanto sostenuto da Watkins e in questo lavoro ldquoreferen-ce is made to the father who takes care of those who depend on him the lsquofatherrsquo as the lsquomaster ofrsquordquo Non condivido invece lrsquoopinione di Bauer (2017 225 230-231) per cui le tradizioni indo-europee supporterebbero la cronologia che Jacobsen (1976) elabora nel suo studio sulle reli-gioni mesopotamiche secondo cui il dio come [sovrano] rappresenterebbe uno stadio prece-dente al dio come [genitore] la formula ricostruita [cielo (di eacuteu -) ndash padre (ph2teacuter-)] a cui non corrisponde una formula analoga [cielo (di eacuteu -) ndash re] sembrerebbe semmai suggerire il contrario quantomeno in ambito indoeuropeo

25 Cfr lrsquoanalisi con rassegna delle attestazioni in Bauer 2017 92 101 103 112 231

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Riccardo Ginevra

Dato che varianti in cui lrsquoelemento [padre] egrave espresso per mezzo di un riflesso di pie ǵeacutenh1tor- lsquogenitore padre biologicorsquo sono attestate anche per epiteti di degravei del cielo eo divinitagrave supreme indoeuropei (Schmitt 1967 152ss) egrave necessario tuttavia notare come unrsquointerpretazione in questi termini sia inammissibile nel caso di epiteti come [padre (ph2teacuter-) ndash degli degravei e degli esseri umani]

(1) Dal punto di vista della mitologia nelle tradizioni indoeuropee degravei del cielo eo divinitagrave supreme non sono mai creatori sia delle divinitagrave che degli esseri umani per la veritagrave essi non sono quasi mai creatori neanche di una di queste categorie (cfr capp 3 e 4)

(2) Dal punto di vista del linguaggio figurato mentre lrsquouso metaforico di termini per lsquopadrersquo nel senso di lsquocreatorersquo egrave ben attestato (e ancora produttivo nella cultura occidentale) un uso metaforico di termini per lsquononnorsquo o lsquoavorsquo in questo senso non sembra essere attestato (nessuno si riferirebbe mai ad Einstein come al ldquononnordquo o ldquoavo della teoria della relativitagraverdquo) probabilmente percheacute darebbe luogo ad ambiguitagrave evidenti (sembrerebbe segnalare lrsquoesistenza di un personaggio ulteriore un interme-dio ldquopadre della teoria della relativitagraverdquo non identificabile con Einstein) Unrsquointer-pretazione lsquocreatore di tutti i mondile creaturersquo egrave quindi incompatibile con epiteti di divinitagrave supreme del tipo di scr sarva-lokabhūta‑pitāmaha‑ lsquononno di tutti i mondidi tutte le creaturersquo Dato che termini per lsquopadrersquo e lsquononno avorsquo possono essere funzionalmente equivalenti soltanto quando essi si riferiscono ad un ruolo sociale (quello di patriarca) e non ad una relazione di parentela ne risulta che in queste col-locazioni anche quando sono attestati termini per lsquopadrersquo non ci si riferisce di solito allrsquoatto di creazione di unrsquoentitagrave da parte di unrsquoaltra (metaforicamente assimilabile alla relazione di parentela espressa da lsquopadrersquo ma non lsquoavo paternorsquo) bensigrave ad un rapporto di autoritagrave di unrsquoentitagrave sullrsquoaltra (assimilabile allrsquointerno di una societagrave patriarcale alla relazione sociopolitica espressa sia da lsquopadrersquo che lsquoavo paternorsquo)

Quanto detto ovviamente non esclude che nelle tradizioni indoeuropee sia talvol-ta possibile interpretare lsquopadrersquo nel senso di lsquocreatorersquo in certi casi un certo grado di ambiguitagrave egrave inevitabile ad esempio nelle kenningar anticoinglesi discusse nella prossima sezione (eg faeligder engla ldquopadre degli angelirdquo che si potrebbe teoricamen-te intendere anche come ldquocreatore degli angelirdquo trattandosi del Dio cristiano ma cfr infra)

26 Una conferma interna al germanico i composti anticoinglesi in degfaeligder lsquopadrersquo

Come vedremo nei capitoli successivi se si tiene conto dellrsquoequivalenza funzionale dei termini per lsquoavo paternorsquo (pie pə2tr-ou-) e per lsquopadrersquo (pie ph2teacuter-) quando essi sono impiegati per riferirsi al lsquopatriarcarsquo di un clan e quindi in senso traslato a lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo su qualcosa sia le epiclesi di Odino con aisl degfǫethr che le varianti innovative in degfaethir sembrano avere evidenti corrispondenze nella fraseologia e nella mitologia di diverse altre tradizioni germaniche e indoeuropee

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Nel concludere la trattazione di questo capitolo egrave possibile intanto menzionare al-cuni importanti paralleli nella tradizione anticoinglese in cui sono attestate diverse kenningar per il Dio cristiano che sono composti e sintagmi nominali con (deg)faeligder lsquopadrersquo (pgerm fader-) i quali da un lato costituiscono i piugrave stretti paralleli se-mantici interni al germanico per i composti in aisl degfǫethr (cfr eg i capp 4 e 5) e dallrsquoaltro supportano unrsquointerpretazione di questi ultimi nel senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su qualcosa)rsquo

Un composto di questo genere aing wuldor‑faeligder lsquopadre della gloriarsquo egrave attestato giagrave nellrsquoInno alla Creazione di Caeligdmon il primo poeta inglese di cui conosciamo lrsquoidentitagrave

Caeligdmon Inno alla Creazione (versione in sassone occidentale) 1-4Nu sculon herigean | heofonrices weard meotodes meahte | and his modgethornanc weorc wuldor-faeligder | swa he wundra gehwaeligs ece drihten | or onstealdeldquoOra dobbiamo lodare | il guardiano del regno dei cieli la potenza del Signore | e il suo consiglio lrsquoopera del padre della gloria | come egli di ogni meraviglia eterno signore | lrsquoorigine istituigraverdquo

Aing wuldor‑faeligder (uuldur-fadur nella versione in northumbrico) egrave glossato da Beda come patris gloriae nella sua traduzione di questo inno allrsquointerno della Hi-storia ecclesiastica gentis anglorum (425) Lrsquoepiteto sembra essere tradizionale in quanto attestato anche nel Menologio (147) e nel Cristo (217) In tutti questi testi composti in un contesto cristiano egrave evidente come la parola faeligder faccia riferimento alla figura trinitaria di Dio Padre e alla corrispondente fraseologia cfr il giagrave citato lat pater gloriae nelle epistole paoline (Efesini 1 17) e il corrispondente calco aisl dyacuterethar‑faethir lsquopadre della gloriarsquo (Peacutetr2Ax 19113)

Nonostante questa premessa queste kenningar per [dio cristiano] sembrano ri-flettere un sistema formulare tradizionale in antico inglese allrsquointerno di cui faeligder lsquopadrersquo occupa regolarmente la stessa posizione espressa in altre kenningar per [dio cristiano] (alcune delle quali saranno discusse nei capitoli successivi) da termini per lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su X)rsquo eg cyning lsquorersquo drihten lsquosignorersquo frēa lsquoidrsquo fruma lsquoprincipersquo

bull wuldor‑faeligder lsquopadre della gloriarsquo vs wuldor-cyning lsquore della gloriarsquo (Cristo 1022)

bull faeligder engla ldquopadre degli angelirdquo (11x) vs engla cyning ldquore degli angelirdquo (12x) ed engla drihten ldquosignore degli angelirdquo (4x)

bull faeligder mancynnes ldquopadre del genere umanordquo (9x) vs moncynnes fruma ldquoprin-cipe del genere umanordquo (2x) e moncynnes frēa ldquosignore del genere umanordquo (4x)

bull faeligder folca gehwaeligs ldquopadre di ogni popolordquo (Andreas 330) vs fruma folca ldquosignore di popolirdquo (2x)26

26 Cfr a riguardo Marquardt 1938 280 286-288 A questo gruppo si potrebbe in linea di massima accostare anche il composto aing heah‑faeligder lsquoalto padrersquo usato come epiteto del

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Riccardo Ginevra

Sebbene in contesti cristiani epiteti come faeligder engla ldquopadre degli angelirdquo e faeligder mancynnes ldquopadre del genere umanordquo potrebbero riferirsi a Dio come al lsquocrea-torersquo (lsquopadrersquo metaforico) di angeli e esseri umani i paralleli citati dimostrano che il termine faeligder lsquopadrersquo nelle kenningar anticoinglesi per [dio cristiano] era funzio-nalmente equivalente a eg cyning lsquorersquo e drihten lsquosignorersquo e quindi impiegato con la stessa accezione lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su X)rsquo discussa supra con tutta probabilitagrave unrsquoereditagrave del linguaggio poetico indoeuropeo

Il fatto che aisl degfǫethr e faethir e aing faeligder lsquopadrersquo siano impiegati con lo stes-so significato traslato sia nelle kenningar norrene per il [dio supremo] Odino che in quelle anglosassoni per il [dio cristiano] egrave difficilmente da ricondurre allrsquoin-fluenza di una tradizione germanica sullrsquoaltra neacute tantomeno si puograve addebitare al comune influsso da parte della tradizione cristiana Al contrario una comune origine nellrsquoambito del paganesimo germanico egrave supportata dal fatto che le kenningar anti-coinglesi per [dio cristiano] con base (deg)faeligder ricorrano raramente nella poesia an-glosassone e siano sicuramente molto meno frequenti eg di quelle con base [capo re] (Marquardt 1938 267) Analoga egrave la situazione del norreno in cui le kenningar per [dio cristiano] come allra faethir ldquopadre di tuttordquo sono attestate molto di rado possibilmente questo tipo di fraseologia veniva evitata dagli autori cristiani proprio a causa delle sue associazioni pagane (Meissner 1921 371) Lungi dallrsquoacquisire vi-talitagrave e produttivitagrave dal contatto con la cultura cristiana questo genere di kenningar ha quindi tutta lrsquoaria di essere un arcaismo di origine precristiana sia in norreno che in antico inglese

Dio cristiano in Conf 4 17 il quale sembrerebbe essere equivalente a kenningar per [dio cri-stiano] come eg hēah hordes weard ldquoalto custode del tesoro (= [re])rdquo (Ordine del mondo 39 a maggior ragione se si considera che in questo passo [heah] hordes weard si trova in variazio-ne con faeligder [aeliglmihtig] cfr Marquardt 1938 261) si noti tuttavia che aing heah‑faeligder nelle glosse anglosassoni traduce lat patriarcha (cfr AEligGl 2996 HyGl 2 984 AntGl 4 920) ed egrave attestato eg come epiteto di Abramo Giacobbe e Aronne Qualora si traducesse quindi il pas-so di Conf 4 17 [hellip] Ic gelife on Drihten heahfaeligder ealra thorninga wealdend and on thornone sunu and on thornone halgan gast [hellip] come ldquoio credo nel Signore patriarca che governa ogni cosa e nel Figlio e nello Spirito Santordquo questo passo attesterebbe la stessa collocazione [dio supre-mo ndash patriarca] riscontrata in diverse lingue indoeuropee Non si puograve tuttavia escludere che si tratti qui di un calco dallrsquoepiteto del Dio cristiano lat summus Pater attestato eg nei Dialo-ghi di Gregorio Magno (332) o semplicemente di una formazione estemporanea (aing heahdeg lsquoaltorsquo egrave molto produttivo come primo elemento in antico inglese)

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3 IL PATRIARCA COSMICO AL-FǪETHR E AL-FAETHIR

Iniziamo quindi lrsquoanalisi delle epiclesi di Odino in degfǫethr trattando Al‑fǫethr e Al‑faethir due formazioni il cui primo elemento egrave immediatamente identificabile con lrsquoaggetti-vo aisl allr lsquotuttorsquo Esse sono attestate inter alia in due passi dellrsquoEdda poetica in vari passaggi dellrsquoEdda in prosa di Snorri (quasi esclusivamente nel Gylf) e in un componimento dello scaldo islandese Arnoacuterr THORNoacuteretharson jarlaskaacuteld lsquopoeta dei nobilirsquo Ecco una selezione di passi

Grm 483-4

Alfǫethr Valfǫethr Atriacuteethr oc Farmatyacuterldquo(Nomi di Odino ) Alfǫethr Valfǫethr Atriacuteethr e Farmatyacuterrdquo

HH 381-4

THORNuacute vart in scoetha scass valkyria ǫtul aacutemaacutetlig at AlfǫethurldquoEri tu la nefasta strega valchiria terribile violenta presso Alfaethirrdquo

Gylf 3Gangleri hoacutef svaacute maacutel sitt lsquoHverr er œztr eetha elztr allra goetharsquo Haacuter segir lsquoSaacute heitir Alfǫethr at vaacuteru maacutelirsquoldquoGangleri cominciograve cosigrave il suo discorso laquoChi egrave il piugrave eminente o il piugrave anziano di tutti gli degraveiraquo Haacuter disse laquoQuesti si chiama Alfǫethr nella nostra linguaraquordquo

Arn THORNorfdr 1Nuacute hykk sliacuteethrhugaeths segja ndash siacuteeth leacutettir meacuter striacuteetha ndash (thornyacutetr Alfǫethur) yacutetum jarls kostu (brim hrosta)ldquoNow I mean to tell men of the excellence of the tough-minded jarl not soon [lit late] will my an-guish lighten the surf of malt [ale] of Alfaethir lt= Oacuteethinngt [poetry] roarsrdquo

Egrave interessante notare come questrsquoultimo passaggio in cui ricorre la variante re-cenziore con secondo elemento degfaethir (genitivo singolare degfǫethur) sia invece riporta-to da Snorri come occorrenza di Al‑fǫethr

Skaacuteld 2svaacute sem segir Arnoacuterr jarlaskaacuteld at hann heiti Alfǫethr ldquocome quando Arnor il poeta dei nobili dice che egli (Odino) si chiama Alfǫethr [segue la strofa

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Riccardo Ginevra

supra]rdquo

Questo passo attesta in maniera evidente la confusione giagrave osservata supra (cap 2) tra aisl degfǫethr (pie pə2trou- lsquoavo paternorsquo) e faethir (ph2teacuter- lsquopadrersquo)

31 Aisl Al-fǫethr lsquopatriarca di tuttorsquo quindi lsquocolui che ha autoritagrave su tuttorsquo

Aisl Al‑fǫethr egrave un composto endocentrico determinativo (scr tatpuruṣa‑) dello stesso tipo di got Ala-reiks lsquosovrano di tuttorsquo (latinizzato Ala-ricus) e aisl Al-rekr lsquocapo di tuttorsquo27 Va notato che in realtagrave nel lessico nordico il primo elemento aldeg ricorre piugrave spesso in composti endocentrici attributivi (scr karmadhāraya‑) con il significato intensivo di lsquocompletamente (X)rsquo cfr eg lrsquoeddico al-gullinn lsquotutto completamente doratorsquo (Hym 86 Skm 192) i composti di questo tipo tuttavia non presentano di solito come secondo elemento sostantivi come degfǫethr bensigrave soltanto aggettivi o ag-gettivi sostantivati Per quanto riguarda aisl Al‑faethir esso egrave chiaramente come anti-cipato supra un rimodellamento con sostituzione del secondo elemento degfǫethr ormai opaco con il trasparente degfaethir

Tra le varie proposte etimologiche che sono state avanzate per il primo elemento Aldeg (cfr la disamina in Strandberg 2009 102-107) la piugrave plausibile rimane lrsquointerpretazione tradizionale che lo identifica con il frequente prefisso aisl aldeg lsquotutto ciascunorsquo riflesso di pgerm aladeg lsquoidrsquo (got aladeg aing aeligldeg aat as aladeg) un prefissoide che si puograve considerare quantomeno sul piano sincronico una variante in composizione dellrsquoaggettivo pgerm alla- lsquotutto ciascunorsquo (got alls aisl allr aing eal[l] aat as al[l]) bencheacute il rapporto tra le due varianti sul piano etimologico non sia ben chiaro si tratta con tutta probabilitagrave di due formazioni di origine diversa rispettivamente pie h2eol-o- e h2eol-no- due derivati nominali della radice h2el- lsquonutrire far crescerersquo (LIV2 262) attestata inter alia da lat alere lsquonutrire allevarersquo airl degail lsquonutre allevarsquo got alan lsquocrescerersquo (con significato dal medio) e aisl ala lsquoallevare partorirersquo egrave stata tuttavia proposta anche unrsquounica origine della variante prefissata a partire da pgerm alla- con semplificazione della geminata in composizione (EWA sv al con bibliografia)

In quanto composto endocentrico determinativo con un secondo elemento che riflette pie pə2tr-ou- lsquoavo paternorsquo il significato atteso per aisl Al‑fǫethr sulla base dellrsquoetimologia sarebbe lsquoavo paterno di tuttorsquo il rimodellamento Al‑faethir lsquopadre di tuttorsquo attesta tuttavia che quantomeno sincronicamente lrsquoelemento degfǫethr era inteso come funzionalmente equivalente al termine faethir lsquopadrersquo Lrsquoassociazione egrave

27 Aisl Al-rekr egrave talvolta analizzato come prestito (cfr eg de Vries 1962 sv Alrekr) ma questa analisi egrave superflua il secondo elemento degrekr lsquocaporsquo qualunque sia la sua origine (cfr de Vries 1962 sv rekr) era molto produttivo nellrsquoantroponimia e ricorre in diverse for-mazioni onomastiche con vari primi elementi

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

testimoniata anche dalla glossa che Snorri dagrave dellrsquoepiteto

Gylf 9Ok fyrir thornviacute maacute hann heita Alfǫethr at hann er faethir allra goethanna ok manna ok alls thorness er af honum ok hans krapti var fullgertldquoE perciograve egli puograve ben chiamarsi Alfǫethr poicheacute egli egrave padre di tutti gli degravei e gli esseri umani e di tutto quello che da lui e dalla sua potenza fu portato a compimentordquo

Snorri sembra interpretare Alfǫethr come lsquopadre di tuttorsquo il che potrebbe attestare uno slittamento semantico per degfǫethr da lsquoavo paternorsquo a lsquopadrersquo passando per la co-mune accezione sociopolitica lsquopatriarcarsquo che entrambi i termini potevano assumere lrsquoipotesi piugrave probabile tuttavia egrave che il significato originario di questo termine non fosse piugrave chiaro allrsquoerudito (il quale lo conosceva unicamente dalla lingua poetica) proprio come non lo egrave per noi anzi a giudicare dal passo di Skaacuteld 2 citato supra (in cui egli scambia la forma degfǫethur genitivo singolare di faethir per una forma di fǫethr) sembra addirittura che a Snorri non fosse neanche ben chiaro il paradigma Egrave in ogni caso irrilevante ai fini della nostra analisi se il significato letterale del termine fǫethr fosse lsquoavo paternorsquo o lsquopadrersquo dato che come visto supra in composti di questo genere tali vocaboli non vanno intesi letteralmente ma con un significato traslato lsquoquello che ha autoritagrave controllo (su X)rsquo sviluppatosi a partire dalla funzione sociopolitica di lsquopatriarcarsquo Lrsquoepiteto Al‑fǫethr non si riferisce quindi a Odino in quanto lsquoavo paterno biologico di tuttorsquo (denominazione che non avrebbe infatti paralleli nella mitologia scandinava come notato eg in Strandberg 2009 103) bensigrave come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tuttorsquo un vero e proprio lsquopatriarcarsquo o pater familias cosmico

Ciograve corrisponde da vicino al modo in cui Snorri e i testi mitologici scandinavi ritraggono il dio supremo Odino egrave considerato il padre di molti degravei (secondo AacuteH 1 di ben 17)28 ma non di tutti eg non dei Vanir la stirpe divina che si oppone agli AEligsir (la stirpe di Odino) nella prima guerra cosmica narrata in Vsp 21ss Egli parte-cipa insieme ai suoi fratelli alla creazione del cosmo la quale egrave tuttavia presentata in Vsp 3ss come unrsquoopera quasi artigianale di costruzione e non come la generazione biologica di diverse divinitagrave (come invece nella mitologia greca cfr infra) basti pensare che non egrave una nascita bensigrave lrsquouccisione del gigante Ymir ad opera di Odino e dei suoi fratelli a dare inizio al cosmo che conosciamo come narrato da Snorri in Gylf 729 Sebbene Odino non sia in alcun modo caratterizzato come il padre biolo-gico o lrsquounico creatore del cosmo egli egrave colui che ha la suprema autoritagrave su di esso ed egrave a questo ruolo di patriarca cosmico che devono riferirsi le epiclesi che abbiamo

28 Precisamente di Baldr Meili Viacuteetharr Nepr Vaacuteli Aacuteli THORNoacuterr Hildolfr Hermoacuteethr Sigi Skjǫldr Ingvifreyr Iacutetreksjoacuteeth Heimdallr Saeligmingr Hǫethr e Bragi

29 Cfr Lincoln 1975 per possibili paralleli indoeuropei per questo mito

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Riccardo Ginevra

visto30

32 Paralleli germanici kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano

In ambito germanico lrsquoepiteto di Odino aisl Al‑fǫethr lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo su tuttorsquo non ha paralleli etimologici esatti Sul piano semantico esso si puograve tuttavia confrontare da vicino con aing al-walda lsquocolui che regge tuttorsquo una kenning per il Dio cristiano frequente nella poesia anglosassone (cfr Marquardt 1938 275) cfr eg Beo 955-956 Alwalda thorneċ gōde forġylde swā hē nū ġȳt dyde ldquolrsquoonnipossente ti compensi di beni come ha appena fattordquo Si tratta di un composto di aldeg lsquotuttorsquo ( aisl aldeg) e degwalda lsquoche ha il controllorsquo (pgerm degwald-an- aisl degvald-i as degwald-o aat degwalt-o) questrsquoultimo egrave quantomeno sincronicamente da interpretare come un derivato agentivo del verbo forte aing wealda lsquoreggere controllare governarersquo (pgerm wald-a- got waldan aisl valda aat waltan Seebold 1970 536-537) In realtagrave da un punto di vista diacronico degwalda potrebbe rappresentare anche un derivato del sostantivo neutro weald lsquopotere governorsquo (pgerm wald-a- aisl vald as gi-wald aat gi-walt) con la flessione debole del secondo elemento tipica dei composti possessivi (cfr eg aisl Gullin-tann-i lsquocolui che ha denti doratirsquo)31 in questo caso al-walda sarebbe lsquocolui che ha potere su tuttorsquo oppure lsquocolui che ha tutto il poterersquo Essendo tuttavia degwalda attestato principalmente come secondo elemento allrsquointerno di formazioni interpretabili come composti verbal government (eg Breoten-walda- lsquocolui che regge la Britanniarsquo o burh-walda- lsquocolui che regge la cittagraversquo) egrave probabile che esso vada inteso almeno sincronicamente come un agentivo

A questo epiteto corrispondono da vicino diverse kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano con base (deg)w(e)aldend lsquoreggitorersquo eg ealles wealdend ldquoreggitore di tuttordquo (3x) ealles waldend middangeardes and maeliggenthornrymmes ldquoreggitore di tutto della terra di mezzo e del cielordquo (Cristo 556) ealra ān‑waldend eorthornan ond heo-

30 Qualora la glossa che Snorri dagrave di Alfǫethr come ldquopadre di tutti gli degravei e gli esseri uma-ni e di tutto quello che da lui e dalla sua potenza fu portato a compimentordquo facesse riferimen-to ad un qualche ruolo di creatore per il dio Odino essa non rispecchierebbe quindi materiale tradizionale scandinavo ma sarebbe piuttosto da ricondurre allrsquoinfluenza della cultura cristia-na del mitografo

31 Aisl Gullintanni epiteto del dio Heimdallr (Gylf 27) egrave un composto possessivo il cui secondo elemento degtann-i (tanthorn‑an-) corrisponde al sost aisl tǫnn lsquodentersquo (pgerm tanthorn‑tand‑tunthorn‑ lsquodentersquo cfr got tunthornus aing tōthorntond Casaretto 2004 444) Il significato di Gul-lin-tanni egrave quindi lsquoquello che ha i denti doratirsquo ed egrave cosigrave inteso da Snorri (Gylf 27 tennr hans vaacuteru af gulli) Dato che aisl tǫnn lsquodentersquo rif lette pie h1d-ont--n t- lsquoidrsquo (lat dens gr ὀδούς ved dat-) e che la famiglia germanica di aisl gullinn (pgerm gulthorn‑īna‑) egrave imparentata con ved hiacuteraṇya‑ lsquometallo prezioso ororsquo (essendo entrambi da ricondurre in ultima analisi a una radice ǵhel[h3]- EWAia sv hiacuteraṇya‑) la collocazione [dente (pie h1d-ont--n t-) ndash dorato] che soggiace a Gullin-tanni ha uno stretto parallelo in ved hiacuteraṇya‑dat- lsquoquello con ili dentei drsquoororsquo epiteto di Agni nel RV (523a) che si riferisce allo splendore delle fiamme del dio del fuoco

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

fones ldquounico reggitore di tutto terra e cielordquo (Incantesimo IV 4) e varie altre (cfr Marquardt 1938 275ss)32 Queste formazioni cosigrave come le formazioni germaniche analoghe got all-waldands aisl alls-valdandi as alo-waldand e aat ala-walten-ti possono essere interpretate come calchi semantici del sintagma lat omnipotens Deus con poco valore dal punto di vista ricostruttivo (cfr Casaretto 2004 441 con letteratura) Questa conclusione per quanto verosimile va tuttavia ridiscussa alla luce di due considerazioni

(1) Una collocazione [capo re ndash di tutto] soggiace a numerose kenningar an-ticoinglesi per il Dio cristiano33 allrsquointerno sia di queste che di altre kenningar per Dio aing w(e)aldend egrave funzionalmente equivalente a vocaboli per [capo re] come dryhten e frēa

bull frēa ealra gesceafta ldquosignore di tutte le creaturerdquo (Cristo 924s) vs dryhten ond waldend ealra gesceafta ldquosignore e reggitore di tutte le creaturerdquo (Daniel 760-761) e onwealda ealra gesceafta ldquounico reggitore di tutte le creaturerdquo (Guthlac 638)

bull sigora drythen ldquosignore delle vittorierdquo (3x) e sigora frēa ldquosignore delle vit-torierdquo (6x Marquardt 1938 288-289) vs sigora waldend ldquoreggitore delle vittorierdquo (18x)

Aing w(e)aldend egrave funzionamente equivalente a questi termini anche nelle ken-ningar per [capo re] il che dimostra come questa corrispondenza non sia da adde-bitare allrsquoinfluenza cristiana

bull gumena dryhten ldquosignore di esseri umanirdquo (Beo 1824) e frēa lēoda ldquoidrdquo (Genesi 2098) vs waldend werthornēoda ldquoreggitore di esseri umanirdquo (Cristo 714) e haeligleetha waldend ldquoidrdquo (Genesi 2139)

Sembra quindi ragionevole affermare che sebbene aing al-walda lsquoreggitore di tuttorsquo possa indubbiamente riflettere un calco da lat omni‑potens esso egrave indistingu-ibile da ciograve che sarebbe stato generato genuinamente ed indipendentemente dallrsquoin-flusso latinocristiano allrsquointerno del sistema sincronico delle kenningar anticoin-glesi Il composto riflette infatti una collocazione ben attestata [capo re (dryhten frēa waldend etc) ndash di tutto] che egrave produttiva in antico inglese in riferimento al [dio cristiano] e che potrebbe essere il risultato del reimpiego cristiano di una kenning analoga per il [dio supremo] pagano

(2) In supporto di questrsquoultima ipotesi si puograve menzionare la corrispondenza perfetta tra lrsquoepiteto aing al-walda e il nome di un personaggio mitologico maschile scandinavo (e quindi decisamente non di origine cristiana) aisl Ǫl‑valdi o All-valdi lsquocolui che regge tuttorsquo nome di un lsquogigantersquo (jǫtunn) menzionato esclusivamente

32 Per unrsquoanalisi in ottica comparativa e cognitiva del merismo [cielo e terra] usato per riferirsi al cosmo nella sua totalitagrave e della sua variante [cielo e terra e mare] cfr Gine-vra in stampa

33 Marquardt (1938 288) nota invece come le kenningar che si riferiscono al Dio cristiano come al [creatore ndash di tutto] siano piugrave rare

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Riccardo Ginevra

come padre del gigante THORNjazi e dei suoi due fratelli Mentre in All-valdi (Hbl 194) il primo elemento egrave stato rimodellato sullrsquoaggettivo aisl allr la variante Ǫl‑valdi (Skaacuteld g56) presenta un riflesso del prefisso pgerm aladeg che ha subito giagrave anticamente w-Umlaut questa variante piugrave arcaica e aing al-walda possono quindi essere ricondotti a uno stesso composto pgerm ala-waldan- Il fatto che le fonti nordiche non dicano molto sul personaggio di nome Ǫl-All-valdi impedisce di connetterlo a Odino o di identificarlo come un [dio supremo] ciononostante lrsquoantichitagrave di Ǫl-valdi e la sua perfetta corrispondenza sul piano formale con aing al-walda supporta unrsquoorigine precristiana per questrsquoultima formazione Ad una conclusione simile ma sulla base di considerazioni diverse arriva Carr (1939 57) il quale nota come aisl all-valdr e aat al-walto vengano anche impiegati in riferimento a sovrani mortali (rispettivamente nella poesia nordica sia eddica che scaldica e nellrsquoanticoaltotedesco Taziano) e come aing al-walda sia attestato unicamente in testi poetici mentre al contrario aisl alls-valdendi e aat alawaltenti sono usati unicamente nelle fonti cristiane per riferirsi a Dio e aing eal-wealdend egrave attestato sia nella poesia che nella prosa sulla base di questi dati Carr ipotizza quindi che i composti del tipo di aing al-walda e aisl all-valdr riflettano un composto pgerm al(l)a-walda(n)- di origine precristiana mentre formazioni participiali come aisl alls-valdandi e aing eal-wealdend sarebbero sorte per influenza del participio lat omni‑potens Questa analisi egrave plausibile ma come notato supra il participio aing waldend egrave attestato anche come base di kenningar per [capo re] le quali sono difficilmente da connettere al composto latino egrave quindi impossibile escludere che anche le formazioni del tipo di aing eal-wealdend abbiano avuto origine prima dellrsquoavvento della fede cristiana

Come si egrave visto nel capitolo precedente nelle kenningar che si riferiscono al Dio cristiano aing faeligder lsquopadrersquo egrave impiegato nella stessa posizione di termini per [capo re] tra cui anche waldend

bull waldend frymetha ldquoreggitore delle originirdquo vs faeligder frymetha gehwaeligs ldquopadre di ogni originerdquo

bull frēa frumsceafta ldquosignore delle creazionirdquo vs faeligder frumsceafta ldquopadre delle creazionirdquo

Sulla base del sistema produttivo delle kenningar anglosassoni sarebbe quindi piugrave che ragionevole attendersi accanto alla frequente collocazione [capo re (dryhten frēa waldend etc) ndash di tutto] per [dio cristiano] almeno unrsquoattestazione di un composto al‑faeligder lsquopadre di tuttorsquo o di una collocazione ealles faeligder ldquoidrdquo per Dio etimologicamente e semanticamente corrispondenti ad aisl Al‑faethir e Al‑fǫethr ciograve tuttavia non accade mai La mancata attestazione di questa collocazione in antico inglese potrebbe essere da addebitare alle associazioni pagane che questa formula avrebbe potuto richiamare qualora essa fosse stata reimpiegata in ambito cristiano

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

33 Paralleli indoeuropei il patriarca cosmico in celtico greco la-tino e indoario

Al di fuori dellrsquoambito germanico egrave possibile individuare diversi paralleli per aisl Al‑fǫethr e Al‑faethir in celtico greco latino e indoario alcuni dei quali consentono di ricostruire una collocazione indoeuropea [patriarca (pie ph2teacuter- pə2trou-) ndash di tuttotutti gli animati intelligenti]

(1) Airl Oll-athair lsquogrande padrersquoIn ambito celtico aisl Al‑faethir e Al‑fǫethr sono stati spesso accostati ad airl Oll-athair lsquogrande padrersquo34 un epiteto del dio supremo Dagda (o Eochaid) il cui secondo elemento continua pcelt fatīr lsquopadrersquo riflesso di pie ph2teacuter- lsquoidrsquo Anche in questo composto celtico la parola per lsquopadrersquo non va intesa letteralmente come lsquogenitore biologicorsquo bensigrave con un significato lsquopatriarcarsquo e quindi in senso traslato lsquoquello che ha autoritagrave controllorsquo come attestato eg dal testo seguente

Tochmarc Eacutetaiacutene 1Bai ri amra for Eirinn do Thuathaib De a chenel Eochaid Ollathar a ainm Ainm n-aill do dano an Dagda ar ba heacute dognith na firta amp conmidhedh na sina amp na toirthe doib Ba head asbeirdis combo deacute asberthe Dagda frisldquoThere was a famous king of Ireland from the race of the god-peoples named Eochaid Great-Fa-ther He was also called the Dagda [the lsquoGood Godrsquo] for it was he who used to work wonders for them and control the weather and the crops As a result of which men said he was called the Dagdardquo (Williams 2016 87)

Egrave possibile dividere questo passaggio in due parti che introducono rispettivamente i nomi Eochaid Ollathair e Dagda i quali si riferiscono ovviamente allo stesso per-sonaggio Mentre nella seconda parte lrsquoautore sente di dover motivare il nome Dag-da lsquoBuon diorsquo come conseguenza dei miracoli che questa figura compiva e che assi-curavano buon tempo atmosferico e buoni raccolti ai suoi sudditi nella prima parte il ruolo di ri amra for Eirinn ldquosovrano famoso su (tutta) lrsquoIrlandardquo sembra essere sufficiente a far si che lrsquoepiteto Oll-athair lsquogrande padrersquo non necessiti di alcuna spiegazione suggerendo unrsquoequivalenza funzionale tra airl riacute lsquore sovranorsquo e degathair lsquopadrersquo in questo contesto e supportando unrsquointerpretazione di Oll-athair lsquogrande padrersquo in termini non biologici bensigrave sociopolitici Ciograve presenta naturalmente una forte corrispondenza con quanto vista supra eg per quanto riguarda lrsquoequivalenza funzionale tra aing (deg)fœder lsquopadrersquo e (deg)walda lsquocolui che regge reggitorersquo nelle kenningar per il [dio cristiano]

Nonostante questo stretto parallelo egrave necessario puntualizzare che contrariamente

34 Cfr eg de Vries 1956-57 II845 Watkins 1995 8 rif lessi di una comune influenza da parte del mondo latinocristiano secondo Williams 2016 87 n 49

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Riccardo Ginevra

a quanto talvolta suggerito nella letteratura secondaria (cfr eg de Vries 1962 svv Al‑fǫethr allr) il primo elemento airl olldeg lsquograndersquo non corrisponde etimologicamente o semanticamente ad aisl aldeg lsquotuttorsquo bensigrave riflette pcelt fol-no- lsquograndersquo e pie pol(h1)-no- (con scomparsa della laringale per Effetto di Saussure) un derivato della radice pelh1- lsquoriempirersquo (pleh1- in LIV2 482-483) attestata eg da gr πολύς lsquomoltorsquo e pgerm felu- lsquoidrsquo (cfr Matasović 2009 136-137 Zair 2012 245-246) Dato che airl olldeg lsquograndersquo non egrave neacute imparentato neacute un sinonimo di aisl aldeg lsquotuttorsquo airl Oll-athair non riflette la stessa collocazione [patriarca (pə2trou- ph2teacuter-) ndash di tutto] di aisl Al‑fǫethr e Al-faethir (pace eg Olmsted 1994 39) Ciononostante egrave possibile notare come anche nelle iscrizioni di etagrave romana ai teonimi con primo elemento celtico Ollodeg sembrerebbero corrispondere teonimi in germanico Aladeg cfr i nomi delle Matronae celtiche Ollogabiae vs le germaniche Alagabiae (Scheungra-ber in stampa svv)

Si noti infine che come notato da Watkins (1995 8) essendo airl degda lsquodiorsquo in Dag-da un riflesso di pie deiu-oacute- lsquoceleste diorsquo (lat deus lsquodiorsquo ved devaacute‑ lsquoidrsquo aisl tiacutevar lsquoid [plurale]rsquo) derivato vrddhi di dieacuteu- lsquocielorsquo i secondi elementi di airl Dag-da Oll-athair (degda e degathair) possono essere analizzati come riflessi della collocazione indoeuropea [cielo (dieacuteu-) ndash padre (ph2teacuter-)] (trattata supra cap 2 e infra cap 4) lrsquoantico irlandese si aggiungerebbe in questo caso alle tradizioni indoeuropee che supportano unrsquointerpretazione di ph2teacuter- lsquopadrersquo come lsquopatriarcarsquo allrsquointerno di questa formula ricostruita35

(2) Om πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε e lat pater deum hominumqueIn area mediterranea aisl Alfǫethr ha una forte corrispondenza con la formula om πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo e con lrsquoespressione lat pater deum hominumque ldquopadre di degravei ed esseri umanirdquo Il parallelo risulta evidente alla luce di unrsquoanalisi comparativa della glossa che Snorri dagrave di Alfǫethr [hellip] faethir allra goethanna ok manna ok alls thorness er af honum ok hans krapti var fullgert [hellip] ldquopadre di tutti degravei e esseri umani e di tutto quello che da lui e dalla sua potenza fu portato a compimentordquo

In questa glossa lrsquoespressione allra goethanna ok manna ldquodi tutti gli degravei e gli esseri umanirdquo riflette una collocazione fraseologica [degravei e esseri umani] che egrave un merismo ereditato riferito a [tutti gli animati intelligenti]

35 Si noti che airl Dag-da lsquobuon diorsquo come nome di una divinitagrave che controlla il tempo atmosferico presenta un chiaro parallelo semantico e (parzialmente) etimologico in gr εὐδία lsquobel temporsquo e asl dьždь lsquopioggia tempestarsquo (Daniel Koumllligan c p) due vocaboli che vanno ricondotti in ultima analisi a composti pie h1su-diu - lsquo(che ha) buon cielorsquo (ved su-diacutev- lsquoche porta un bel giornorsquo cfr Beekes 2010 sv εὐδία) e dus-diu - lsquo(che ha) cattivo cielorsquo (cfr Der-ksen 2008 sv)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Ls 555-6

thorneim er raeliggir heacuter goeth oumlll ok gumaldquoa quello che qui tormenta degravei tutti e esseri umanirdquo

Gylf 21hann er sterkastr allra guethanna ok manna ldquoegli egrave il piugrave forte di tutti gli degravei e gli esseri umanirdquo

Al contrario presso Snorri alls thorness er af honum ok hans krapti var fullgert ldquotutto quello che da lui e dalla sua potenza fu portato a compimentordquo sta evidentemente a indicare [tutti i non animati intelligenti] cioegrave tutti gli animali (concettualizzati come esseri viventi non dotati di intelligenza) e gli oggetti inanimati [tutti gli animati intelligenti e tutti i non animati intelligenti] egrave a sua volta un cosid-detto sintagma quantificatore del tipo [A + non A] funzionalmente equivalente al quantificatore [tutto] (Watkins 1995 43 cfr lat morbos visos invisosque ldquomalattie viste e non visterdquo cioegrave ldquotutte le malattierdquo)36 Alla definizione che Snorri dagrave di Alfǫethr soggiace quindi una collocazione [padre (aisl faethir pie ph2teacuter-) ndash di [tutti gli animati intelligenti e tutti i non animati intelligenti]] la quale riflette in ul-tima analisi la stessa collocazione [patriarca (pə2trou- ph2teacuter-) ndash di tutto] che soggiace ad aisl Al‑fǫethr e Al-faethir

In greco il merismo norreno [degravei ndash e esseri umani] ha un parallelo esatto eg nella espressione formulare omerica ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquodi uomini e degraveirdquo (25x nellrsquoepica arcaica senza contare le varianti con diversa configurazione sintattica e metrica) un altro merismo per [tutti gli animati intelligenti] che ricorre quasi esclusivamente allrsquointerno della formula πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo (23x) epiteto esclusivo del dio supremo Zeus

HAp 336-337Τιτῆνές [hellip] [hellip] τῶν ἐξ ἄνδρες τε θεοί τεldquoTitani da cui (provengono) uomini e degraveirdquo

Hes Th 220αἵ τrsquo ἀνδρῶν τε θεῶν τε παραιβασίας ἐφέπουσινldquo(le Furie) che perseguitano le trasgressioni di uomini e degraveirdquo

Hes Th 642δὴ τότε τοῖς μετέειπε πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τεldquoallora il padre di uomini e degravei parlograve in mezzo a lorordquo

Infine lo stesso merismo [degravei ndash e esseri umani] per [tutti gli animati

36 Come mi fa notare uno dei revisori si tratta di una figura comune anche nelle lingue semitiche (cf Mayer 1989) e possibilmente universale

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Riccardo Ginevra

intelligenti] egrave attestato anche in latino non solo allrsquointerno dellrsquoesclamazione tradizionale pro deum atque hominum fidem ldquoper la fede di degravei e esseri umanirdquo (Plaut Ter Cic)37 bensigrave anche allrsquointerno di epiteti tradizionali del dio supremo Giove come lat patrem divumque hominumque (Enn Ann F124 apud Cic Nat D 2314)38 patrem deum hominumque (Liv 86) e pater deum hominumque (Liv 112)

Verg Aen 1229-230o qui res hominumque deumque aeternis regis imperiis et fulmine terresldquoO tu che le cose degli esseri umani e degli degravei con eterno impero reggi e che spaventi col fulminerdquo

Liv 112at tu pater deum hominumque hinc saltem arce hostes deme terrorem Romanis fugamque foedam sisteldquoMa tu padre di degravei e esseri umani trattieni i nemici da questo passo libera i Romani dal terrore e arresta la loro fuga vergognosardquo

Come ripetuto piugrave volte supra gr πατήρ e lat pater (pie ph2teacuter-) in questi pas-saggi sono chiaramente da intendere nel senso di lsquopatriarcarsquo non lsquopadre biologicorsquo Sia lrsquoepiteto omerico di Zeus πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo che lrsquoepiteto latino di Giove pater deum hominumque ldquopadre di degravei ed esseri uma-nirdquo riflettono quindi una stessa collocazione [patriarca (pie ph2teacuter-) ndash di tutti gli animati intelligenti] la quale si sovrappone quantomeno parzialmente con la glossa che Snorri dagrave di aisl Alfǫethr ovvero [padre (aisl faethir pie ph2teacuter-) ndash di [tutti gli animati intelligenti e tutti i non animati intelligenti]] e quindi con la collocazione [patriarca (pə2trou- ph2teacuter-) ndash di tutto] che soggiace ad aisl Al‑fǫethr e Al-faethir

Egrave ipotizzabile che tutte queste espressioni riflettano un unico motivo fraseologico [patriarca (pie ph2teacuter- pə2trou-) ndash di tuttotutti gli animati intelligenti] dato che egrave evidente come sia nel mito nordico che nella letteratura classica il dio supremo sia concettualizzato come il patriarca di un [tutto] cosmico lrsquounica dif-ferenza sta nel limitarsi ad esprimere questo [tutto] facendo riferimento soltanto a tutti gli esseri animati dotati di intelligenza (espressi dal merismo [degravei e esseri umani]) o nellrsquoincludere anche bestie e oggetti inanimati

Naturalmente la corrispondenza tra lrsquoepiteto di Odino Al‑faethir lsquopadre di tuttorsquo e lrsquoepiclesi di Zeus πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo egrave stata notata da tempo cosigrave come il parallelo con la collocazione [cielo (dieacuteu-) ndash padre (ph2teacuter-)]

37 Per ulteriori paralleli per questa collocazione in vedico e avestico cfr West 2007 100

38 Glossato dallo stesso Cicerone come dominatorem rerum et omnia motu regentem cfr anche Enn Ann 175 580 Verg Aen 165 2648

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(cfr la rassegna in West 2007 170-171) Egrave quindi importante notare come proprio come il nordico Odino nella mitologia greca il dio Zeus non sia solitamente uno dei creatori del cosmo ruolo che nella Teogonia esiodea egrave peraltro reso superfluo dal fat-to che le stirpi divine sono generate tramite riproduzione (sessuata o meno cfr eg la Terra che produce autonomamente il Cielo in Hes Th 125ss)39 Come il dio supre-mo scandinavo Zeus non egrave neanche il padre della maggior parte degli degravei anzi non egrave nemmeno tra gli degravei piugrave anziani essendo al contrario il piugrave giovane figlio del titano Crono a sua volta il piugrave giovane figlio della Terra e dello sposo (e figlio) di questa il Cielo Zeus assume il ruolo di divinitagrave suprema del cosmo solo una volta sconfitto il padre Crono e cioegrave molto dopo che il cosmo e gli altri degravei sono venuti ad essere (cfr Nesselrath 2014 37) Ciograve supporta quanto sostenuto finora riguardo questo tipo di collocazioni esse non si riferiscono al dio supremo come al lsquopadre biologicorsquo o al lsquocreatorersquo del cosmo bensigrave come al lsquopatriarcarsquo o lsquocapofamigliarsquo dellrsquouniverso lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo su tutte le creature (animate intelligenti e non)

(3) Scr sarvaloka-pitāmaha- e sarvabhūta-pitāmaha-In ambito indoario infine un parallelo esatto per aisl Al‑fǫethr si ha eg nel giagrave citato epiteto sanscrito del dio supremo Brahma sarvaloka‑pitāmaha‑ lsquononno paterno di tutti i mondirsquo

Manusmrti 19tad aṇḍam abhavad dhaimaṃ sahasrāṃśusamaprabham tasmintilde jajntildee svayaṃ brahmā sarvaloka-pitāmahaḥldquoThat (seed) became a golden egg in brilliancy equal to the sun in that (egg) he himself was born as Brahman the grandfather of all worldsrdquo

Un altro primo elemento attestato da questo genere di epiteti del dio Brahma egrave sarvabhūtadeg lsquodi tutte le creaturersquo (eg MBh 15837) sarvabhūta‑pitāmaha‑ lsquononno di tutte le creaturersquo egrave inoltre impiegato anche come epiteto di Visnu quando questa divinitagrave egrave identificata con il dio supremo Narayana (eg MBh 15787)

Essendo scr sarva‑lokabhūtadegpitāmaha‑ lsquononno paterno di tutti i mondile crea-turersquo da intendere nellrsquoaccezione sociopolitica lsquopatriarca di tutti i mondile creaturersquo e quindi in senso traslato come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tutti i mondile creaturersquo questi epiteti presentano evidenti corrispondenze con diverse formazioni analizzate in questo capitolo

bull Da un lato sia a scr sarva‑lokabhūtadegpitāmaha‑ che ad aisl Al‑fǫethr lsquo(pa-triarca =) colui che ha autoritagrave controllo su tuttorsquo soggiace una stessa collocazione [patriarca (pie pə2trou- ph2teacuter-) ndash di tutto] la quale egrave una variante del motivo fraseologico [patriarca (pie ph2teacuter- pə2trou-) ndash di tuttotutti gli animati

39 West (2007 354) nota come la creazione come atto di un artigiano cosmico sia rite-nuta essere estranea al pensiero mitologico greco

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Riccardo Ginevra

intelligenti] che si egrave visto essere attestato anche dai testi greci e latinibull Dallrsquoaltro il senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tutti i mondi

le creaturersquo permette di comparare queste epiclesi sanscrite con diverse kenningar anticoinglesi per [dio cristiano] eg le giagrave citate frēa ealra gesceafta ldquosignore di tutte le creaturerdquo dryhten ond waldend ealra gesceafta ldquosignore e reggitore di tutte le creaturerdquo e onwealda ealra gesceafta ldquounico reggitore di tutte le creaturerdquo

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4 IL SIGNORE DEGLI ESSERI UMANI LrsquoANTENATO DEI RE

ALDA-FǪETHR HER(JA)-FǪETHR E HERJANS-FǪETHR(FAETHIR)

Passiamo adesso allrsquoanalisi di una serie di epiclesi di Odino in degfǫethr i cui primi elementi sono riconducibili a vocaboli che designano collettivitagrave di esseri umani Alda‑fǫethr (aisl ǫld lsquoetagraversquo al plurale lsquoesseri umanirsquo) Her‑fǫethr e Herja‑fǫethr (herr lsquopo-polo in armi esercitorsquo genitivo plurale herja) Questi composti ricorrono inter alia in vari componimenti dellrsquoEdda poetica e in un poema scaldico la Pesca di Thor di Bragi Boddason il vecchio Di seguito si riporta una selezione di passi

Vm 44-6

oethi thorneacuter dugi hvars thornuacute scalt Aldafǫethr orethom maeligla iotunldquoIntelletto trsquoassista ovunque Aldafǫethr rivolgerai la parola al giganterdquo

Bragi THORNoacuterr 11-4

THORNat erum syacutent at snimma sonr Aldafǫethrs vildi afls vieth uacuteri thornœfethan jarethar reist of freistaldquoIt is conveyed to me that the son [Thor] of Aldafǫethr [Odin] was determined soon to test his strength against the water-soaked earth-band [Midgard serpent]rdquo Vsp 291-4

Valethi henni Herfǫethr hringa oc men fecc spiǫll spaclig oc spaacutegandaldquoPer lei Herfǫethr scelse anelli e collane Da lui ebbe sagge parole e la verga della profeziardquo

Vsp 431-4 Goacutel um aacutesom Gullinkambi saacute vecr hǫletha at HeriafǫethrsldquoCantograve accanto agli asi Gullinkambi gli uomini desta per Herjafǫethrrdquo

Una volta trattate queste formazioni piugrave regolari verragrave discussa una possibile interpretazione per lrsquoepiclesi Herjans‑fǫethr(o degfaethir cfr infra) di significato piugrave in-certo

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Riccardo Ginevra

Hdl 21-2

Biethiom Herians fǫethur iacute hugom sitialdquoPreghiamo Herjansfǫethr(faethir) di essere benevolordquo40

Questa forma egrave spesso emendata dagli editori moderni di Hdl in Herja‑fǫethr (eg Neckel-Kuhn 1962) oppure ritenuta essere semplicemente una sua variante secon-daria (eg Strandberg 2009 109) al contrario alla fine del presente capitolo (sect45) si cercheragrave di dimostrare come la lectio attestata dai manoscritti trovi supporto in concezioni tradizionali che ricorrono in testi in norreno e in altre lingue indoeuropee

41 Alda-fǫethr lsquopatriarca degli esseri umanirsquo quindi lsquocolui che ha autoritagrave sugli esseri umanirsquo

Come gli altri composti in degfǫethr analizzati finora aisl Alda‑fǫethr egrave un composto endocentrico determinativo piugrave precisamente essendo il primo elemento aldadeg una forma di genitivo plurale la formazione egrave in realtagrave classificabile come composto casuale (ing case compound) ie come univerbazione di un sintagma nominale unrsquoanalisi supportata dal fatto che la grafia non univerbata alda fǫethr egrave attestata piugrave volte nei manoscritti (Strandberg 2009 107) Falk (1924 4) compara questo com-posto con un altro epiteto di Odino che presenta lo stesso tipo di formazione e una semantica del primo elemento analoga (cfr infra) aisl Vera-tyacuter lsquoTyr (oppure lsquodiorsquo) degli uominirsquo un composto casuale il cui primo elemento egrave il genitivo plurale di verr lsquouomorsquo

Il primo elemento aisl aldadeg egrave infatti il genitivo plurale di aisl ǫld lsquoetagrave tempo generazionersquo un riflesso di pgerm al-di- lsquoidrsquo (got alds lsquoidrsquo aing ield lsquoidrsquo cfr Casaretto 2004 496 Seebold 1970 sv al-a-) attestato anche nellrsquoaccezione lsquopo-polo esseri umanirsquo in particolare al plurale (cfr aing ilde lsquoesseri umanirsquo) eg in formule come alda synir ldquofigli degli esseri umanirdquo (Alv + cfr aing ylda bearn ldquoidrdquo in Beo 605 et al) espressioni che sembrano supportare ulteriormente unrsquoorigine del composto come univerbazione Aisl aldadeg occorre anche come primo elemento di unrsquoaltra epiclesi di Odino Alda-gautr (Bdr 22) la quale potrebbe tuttavia essere da emendare in aldinn gautr ldquovecchio gautrrdquo41 attestato come epiteto di Odino alla fine dello stesso poema (134 Dronke 1997 ad loc) Infine Alda‑fǫethr assomiglia superficialmente a un altro composto casuale aisl aldar‑faethir lsquopatriarca (biblico)rsquo il quale tuttavia egrave chiaramente una formazione indipendente42

Trattandosi di unrsquouniverbazione la sintassi interna genitivale del composto Al-

40 Questo egrave il significato non letterale sulle possibili interpretazioni di questo verso cfr von See et al 2000 ad loc

41 Sulla controversa etimologia e semantica di gautr cfr eg de Vries 1962 sv42 Cfr eg HoacutemIacutesl15 19v22 Helgom aldarfethornrom viacutegiom veacuter mustere ldquoconsacriamo un

monastero ai santi patriarchirdquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

da‑fǫethr egrave espressa in maniera esplicita Che il primo elemento aldadeg sia da interpre-tare con il significato traslato lsquodegli esseri umanirsquo e non lsquodelle etagrave dei tempirsquo risulta evidente dal confronto con formule come alda synir e con il giagrave citato epiteto di Odino Vera-tyacuter lsquoTyr (o lsquodiorsquo) degli esseri umanirsquo Il significato che possiamo dedurre dallrsquoetimologia egrave quindi lsquoavo paterno degli esseri umanirsquo tuttavia in accordo con quanto sostenuto finora riguardo ai composti in degfǫethr questa epiclesi va in realtagrave interpretata con un significato traslato lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esseri umanirsquo anche in questo caso infatti un significato letterale lsquoavo paterno degli esseri umanirsquo non avrebbe paralleli nella mitologia eddica secondo la quale Odino non genera lrsquoumanitagrave personalmente neacute tantomeno da solo egli insieme agli degravei Loacuteethurr e Hœnir crea i primi esseri umani Askr e Embla donando la vita a due pezzi di legno (precedentemente inanimati cfr Vsp 17 Gylf 9)

Al contrario che Odino venisse concepito come lsquoquello che ha autoritagrave controllo sugli esseri umanirsquo egrave unrsquoipotesi pienamente supportata non soltanto dal suo ruolo di divinitagrave suprema (cap 3) il quale doveva necessariamente includere una posizione di somma autoritagrave nei confronti dellrsquointero genere umano (cfr la glossa che Snorri dagrave dellrsquoepiteto Alfǫethr in Gylf 9 faethir allra goethanna ok manna ok alls ldquopadre di tutti gli degravei ed esseri umani e di tuttohelliprdquo) bensigrave anche dal fatto che come vedremo al dio venisse attribuito il potere di assegnare la vittoria o la sconfitta agli esseri umani in battaglia (cfr cap 5)

42 Her-fǫethr e Herja-fǫethr lsquopatriarca del popolo (in armi)rsquo quindi lsquocolui che ha autoritagrave sul popolo (in armi)rsquo

Anche aisl Her‑fǫethr e Herja‑fǫethr sono composti endocentrici determinativi ta-tpuruṣa‑ I primi elementi herdeg e herjadeg sono rispettivamente il tema puro e il geniti-vo plurale dello stesso sostantivo aisl herr lsquopopolo (in armi) esercitorsquo un riflesso di pgerm harja- lsquoidrsquo (got harjis aing afr here as aat heri lsquoidrsquo) il quale continua a sua volta un sostantivo pie kor-io- lsquoesercito guerrarsquo (lit katilderias lsquoesercito guerra battagliarsquo airl cuire lsquoesercitorsquo) che egrave verosimilmente un derivato di pie koacuter-o- lsquoesercito guerrarsquo (apers kāra‑ lsquoidrsquo lit katilderas lsquoidrsquo ma anche Hsch κόροςmiddot πλῆθος ἀνθρώπων)43 Proprio come Alda‑fǫethr Herja‑fǫethr egrave quindi da analizzare come un composto causale ie lrsquouniverbazione di un sintagma nominale (cfr la grafia non univerbata attestata piugrave volte nei manoscritti Strandberg 2009 109)44

Dal momento che Herja‑fǫethr egrave unrsquouniverbazione la sua sintassi interna genitiva-le egrave marcata in modo esplicito Her‑fǫethr egrave verosimilmente da analizzare allo stesso

43 Sulla ricostruzione di questa famiglia lessicale cfr NIL 440ss Casaretto 2004 115 ALEW sv katilderas Kaczyńska 2007

44 Strandberg (2009 108-109) propone invece unrsquoipotesi secondo cui lo hapax Her‑fǫethr (attestato solo in Vsp 29) sarebbe stato creato per analogia con gli epiteti di Odino Her-teitr e Her-tyacuter e Herja‑fǫethr sarebbe una variante condizionata metricamente di Her‑fǫethr

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Riccardo Ginevra

modo Il significato letterale che possiamo dedurre su basi etimologiche per questi composti egrave quindi lsquoavo paterno degli esercitirsquo ma per le stesse motivazioni citate supra per Alda‑fǫethr egrave evidente che essi siano in realtagrave da interpretare in senso trasla-to ovvero come lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esercitirsquo

Queste epiclesi presentano forti corrispondenze con la serie di kenningar norrene per [capo re] che riflettono una collocazione [reggitore ndash del popolo (in armi)esercito (aisl herr)] queste locuzioni ricorrono sia in forma di sintagmi nominali come herja stillir ldquoreggitore di esercitirdquo (Gethr III 42) e herja deilir ldquoidrdquo (Gunn Leif Merl I 336) che in forma di composti come her-stillir lsquoidrsquo (Kolgr Oacutel 11 Bersi Lv 13) o her-stefnir lsquoidrsquo (Oacutelhv Hryn 113 et al) Allrsquointerno di tali espressioni aisl herr egrave sempre funzionalmente equivalente a vocaboli dal significato lsquopopolo (in armi)rsquo o lsquoesercitorsquo eg folk lsquopopolo (in armi)rsquo lieth lsquopopolo schierarsquo e sǫgn lsquoschierarsquo (Meis-sner 1921 358-359) Trattandosi sempre di sostantivi collettivi che designano una pluralitagrave di [esseri umani] aisl Her‑fǫethr e Herja‑fǫethr lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esercitirsquo sono analizzabili come riflessi della stessa colloca-zione [patriarca (aisl fǫethr) ndash degli esseri umani] che soggiace ad Alda‑fǫethr unrsquoan-tica kenning per Odino in quanto [dio supremo] della religione scandinava precri-stiana Proprio lrsquointento di evitare associazioni a divinitagrave pagane potrebbe spiegare il fatto che questo genere di kenningar sia impiegato solo raramente per riferirsi al Dio cristiano (Meissner 1921 371 cfr eg Gamlkan Joacutendr 42 droacutettar faethir ldquopadre della schierardquo)

43 Paralleli in ambito germanico le kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano

Per quanto riguardo lrsquoambito germanico lrsquoantico inglese offre forti corrispondenze per le epiclesi di Odino analizzate finora Lrsquounico parallelo quasi esatto dal punto di vista etimologico per aisl Alda‑fǫethr egrave aing eald(e)‑faeligder lsquoavo paternorsquo (eg Beo 373) si tratta tuttavia di una Scheingleichung dato che eald(e)‑faeligder egrave piuttosto da interpretare come un composto attributivo (karmadhāraya‑) con primo elemento eald lsquovecchiorsquo (pgerm ald-a-) il cui significato era originariamente lsquovecchio pa-drersquo cfr aing eald-gesegen lsquovecchia leggendarsquo (eg Beo 869) o eald-sweord lsquovec-chia spadarsquo (eg Beo 1558) Aing eald(e)‑faeligder lsquoavo paternorsquo sembrerebbe quindi attestare uno sviluppo semantico analogo a quelli di fr grand‑pegravere lsquononnorsquo lette-ralmente lsquogrande-padrersquo e del giagrave citato vocabolo ved pitā‑mahaacute- lsquononno paternorsquo letteralmente lsquopadre-grandersquo (EWAia sv)

Se invece si tiene conto del significato traslato lsquo(patriarca =) quello che ha autori-tagrave controllo sugli esseri umanirsquo egrave possibile individuare forti corrispondenze per aisl Alda‑fǫethr in diverse kenningar anticoinglesi per [dio cristiano] eg ylda waldend ldquoreggitore degli esseri umanirdquo (Beo 1661) e aeliglda scyppend ldquocreatore degli esseri umanirdquo (Wanderer 85) in cui ylda o aeliglda egrave una forma di genitivo plurale di aing ield lsquoetagraversquo al plurale ylde lsquoesseri umanirsquo che corrisponde esattamente ad aisl ǫld sul

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

piano etimologico Inoltre proprio come aisl Alda‑fǫethr lsquo(patriarca =) che ha autori-tagrave controllo sugli esseri umanirsquo corrisponde parzialmente ad aisl Al‑fǫethr lsquo(patriarca =) che ha autoritagrave controllo su tuttorsquo (compresi gli esseri umani) cosigrave anche le for-mule anticoinglesi ylda waldend ldquoreggitore degli esseri umanirdquo ed aeliglda scyppend ldquocreatore degli esseri umanirdquo presentano delle controparti cosmiche ealles waldend ldquoreggitore di tuttordquo (giagrave trattata supra cap 3) ed ealra scyppend ldquocreatore di tuttordquo Uno stretto parallelo sul piano semantico si ha anche nella kenning frequente per [dio cristiano] faeligder mancynnes ldquopadre del genere umanordquo (9x) una cui interpre-tazione come ldquocreatore del genere umanordquo egrave improbabile alla luce delle kenningar isofunzionali moncynnes fruma ldquoprincipe del genere umanordquo (2x) e moncynnes frēa ldquosignore del genere umanordquo (4x)

Sul piano della semantica va notata infine la possibile corrispondenza sebbene con un cambiamento di genere tra aisl Alda‑fǫethr e il nome delle Matronae Ala-ferhui- germaniche divinitagrave femminili alle quali sono dedicate numerose iscrizioni latine provenienti dalla zona del Reno datate tra il II e il III secolo dC qualora come proposto da Gutenbrunner (1936 157ss) il primo e il secondo elemento di que-sto composto riflettessero rispettivamente pgerm ala- lsquotuttorsquo e ferhw-ija- lsquoperso-na essere umanorsquo il sintagma Matronis Alaferhuiabus si potrebbe interpretare come ldquoalle dee madri di tutti gli esseri umanirdquo con evidenti paralleli nelle Matres omnium gentium e le Matres Ollotōtae celtiche (Scheungraber in stampa sv Alaferhui-) altre analisi del teonimo sono tuttavia parimenti possibili45

Per quanto riguarda aisl Her‑fǫethr e Herja‑fǫethr essi si possono invece anzittutto comparare con quella che egrave comunemente considerata come una delle piugrave antiche attestazioni di un nome proprio germanico lrsquoiscrizione sullrsquoelmo di Negau harigasti teiva interpretata da Neckel (1933) come una dedica a un lsquodiorsquo (teiva riflesso di pgerm teiwa- e pie deiuoacute- aisl tiacutevar lsquodegraveirsquo) di nome Hari-gasti- lsquoospite del popo-lo (in armi)rsquo da identificare secondo lo studioso proprio con una variante locale del dio Odino in ragione (inter alia) della corrispondenza con i vari epiteti di Odino con primo elemento herdeg quali Her‑fǫethr (ldquoein Her-gest wuumlrde sich dieser Reihe zwan-glos einfuumlgenrdquo) noncheacute del fatto che il dio compare come lsquoospitersquo (pgerm gasti-) in vari testi norreni Lrsquoipotesi egrave affascinante ma non priva di difficoltagrave (inter alia lrsquoinattesa scomparsa della vocale tematica di harj-a- e la mancata monottongazione di -ei- in teiwa-) e altre analisi dellrsquoiscrizione sono parimenti possibili (cfr Must 1957)

Per quanto riguarda il parallelo con lrsquoantico inglese Her‑fǫethr e Herja‑fǫethr lsquo(pa-triarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esercitirsquo sono invece direttamente comparabili con due kenningar per il [dio cristiano] (1) aing herġa fruma e (2)

45 Per una rassegna delle attestazioni e degli studi a riguardo cfr Scheungraber in stampa sv Alaferhui-

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Riccardo Ginevra

faeligder folca gehwaeligs (1) Aing herġa fruma ldquoprincipe dei popoli (in armi) degli esercitirdquo (Elena 210

Cristo 844) presenta un determinante herġa lsquodegli esercitirsquo che egrave etimologicamente identico ad aisl herja trattandosi rispettivamente dei genitivi plurali di aing here lsquoesercitorsquo e aisl herr lsquoidrsquo Per quanto riguarda fruma si egrave piugrave volte visto supra come nelle kenningar anticoinglesi termini per [capo re] vengano impiegati nelle stesse posizioni occupate da faeligder lsquopadrersquo herġa fruma ldquoprincipe dei popoli (in armi)rdquo si puograve quindi analizzare come funzionalmente equivalente ad una locuzione herġa faeligder ldquopadre dei popoli (in armi)rdquo

(2) Una tale kenning non egrave attestata mentre al contrario egrave attestata lrsquoespressione semanticamente identica faeligder folca gehwaeligs ldquopadre di ogni popolo (in armi)rdquo (An-dreas 330) in cui aing faeligder lsquopadrersquo egrave ovviamente da intendere in senso traslato lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo (su X)rsquo ed egrave infatti impiegato nella stessa posizione in cui ricorre fruma lsquoprincipersquo in kenningar per [dio cristiano] come ealra folca fruma ldquoprincipe di tutti i popolirdquo (Cristo 516) ed ealles folces fruma ldquoidrdquo (Discesa allrsquoinferno 29 41) queste kenningar sono a loro volta seman-ticamente identiche alla sopracitata herġa fruma ldquoprincipe dei popoli (in armi) degli esercitirdquo

Da un lato aisl Herdeg ed Herja‑fǫethr lsquoavo paterno del popolo (in armi)rsquo presentano quindi corrispondenze molto forti con kenningar anticoinglesi per [dio cristiano] effettivamente attestate ie herġa fruma lsquoprincipe dei popoli (in armi) esercitirsquo e faeligder folca gehwaeligs ldquopadre di ogni popolordquo Dallrsquoaltro egrave evidente (cfr tab 3) come sebbene una kenning aing herġa faeligder ldquopadre dei popoli (in armi)rdquo per [dio supre-mo] analoga alle epiclesi di Odino non sia direttamente attestata essa sarebbe stata una formazione possibile sulla base della grammatica poetica anglosassone

aing ealra folca fruma fruma lsquoprincipersquo ealra folca lsquodi tutti i popolirsquoealles folces fruma fruma lsquoprincipersquo ealles folces lsquodi ogni popolorsquoherġa fruma fruma lsquoprincipersquo herġa lsquodei popoli (in armi) esercitirsquofaeligder folca gehwaeligs faeligder lsquopadrersquo folca gehwaeligs lsquodi ogni popolorsquoherġa faeligder faeligder lsquopadrersquo herġa lsquodei popoli (in armi)rsquoaisl Herja‑fǫethr degfǫethr lsquoavo paternorsquo Herjadeg lsquodei popoli (in armi) esercitirsquoHer‑fǫethr degfǫethr lsquoavo paternorsquo Herdeg lsquodei popoli (in armi) esercitirsquo

Tab 3 Kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano ed epiclesi di Odino in Her(ja)deg

Queste corrispondenze permettono di ipotizzare che agli epiteti di Odino e a diver-se kenningar anticoinglesi trattate in questo capitolo soggiaccia una collocazione fraseologica germanica comune (e quindi necessariamente precristiana) [patriarca (pgerm fader- fathornru-) ndash degli esseri umani] il riflesso di una designazione indo-europea [patriarca (pie ph2teacuter- pə2trou-) ndash degli esseri umani] per [dio supre-mo] che come vedremo nella sezione seguente trova riscontro in una delle piugrave note

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

formule ricostruite della poetica indoeuropea

44 Paralleli in ambito indoeuropeo la formula al vocativo pie dieacuteu pə2ter

In ambito indoeuropeo essendo [esseri umani] uno degli elementi che fanno parte del merismo [degravei ed esseri umani] (= [tutti gli animati intelligenti]) i compo-sti Alda‑fǫethr lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esseri umanirsquo e Her‑fǫethr e Herja‑fǫethr lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esercitirsquo presentano una corrispondenza parziale con i giagrave menzionati epiteti di Zeus πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo e di Giove pater deum hominumque ldquopadre di degravei ed esseri umanirdquo i quali come si egrave visto supra (cap 3) riflettono una stessa collocazione [patriarca (pie ph2teacuter-) ndash di tutti gli animati intelligenti (degravei ed esseri umani)] Quanto giagrave affermato per il dio Odino nel mito nordico vale anche per il mondo classico il dio Zeus non genera lrsquoumanitagrave riproducendosi biolo-gicamente nelle narrazioni mitologiche greche neacute tantomeno ne egrave il creatore anzi nella versione piugrave nota del mito antropogonico egrave il titano Prometeo cui Zeus egrave ostile a creare lrsquoumanitagrave (Apollod 145) ciononostante il dio ha potere di vita e di morte sugli esseri umani in particolare sui guerrieri sul campo di battaglia decretandone la vittoria o la sconfitta (cfr cap 5) Si puograve presumere lo stesso per il dio romano Giove la cui mitologia egrave tuttavia assai meno conosciuta

Un parallelo ben piugrave significativo per le nostre epiclesi di Odino egrave perograve costituito dalla ben nota formula apposizionale [cielo (dieacuteu-) ndash padre (ph2teacuter-)] ricostrui-bile principalmente (ma non unicamente) sulla base della formula vocativa om Ζεῦ πάτερ ldquoo Zeus padrerdquo dellrsquoinvocazione ved diacuteyauṣ piacutetaḥ ldquoo Cielo padrerdquo e del teo-nimo lat Iūpiter attestato unicamente al nominativo e vocativo46 Infatti come nota-to da Nesselrath (2014 42) delle 24 attestazioni della formula al vocativo Ζεῦ πάτερ nellrsquoIliade essa egrave pronunciata soltanto 2x da personaggi che sono effettivamente figli biologici del dio e ben 22x da altre figure 4x dalle divinitagrave Teti Poseidone ed Era che si rivolgono a Zeus chiamandolo lsquopadrersquo nonostante nel caso degli ultimi due egli sia in realtagrave loro fratello e nel caso di Era anche marito nella stragrande maggioranza delle occorrenze (18x) lrsquoinvocazione egrave tuttavia pronunciata da esseri umani che rivolgono al dio preghiere o lamentele Ciograve corrisponde da vicino a quan-to egrave possibile ipotizzare per quel che riguarda lrsquoorigine della forma di nominativo e vocativo lat Iū-piter (genitivo Iovis dativo Iovi accusativo Iovem) esso sarebbe sorto a partire da un sintagma apposizionale al vocativo identico a umb Iu-pater lsquoo Giove-padrersquo (Tavole Iguvine IIb24 non ancora fossilizzato come in latino cfr il dativo Iuve[-]patre lsquoa Giove[-]padrersquo in IIb7 III22) impiegato in preghiere rivolte

46 Per una rassegna e analisi delle attestazioni dellrsquoapposizione formulare [cielo (di eacuteu -) ndash padre (ph2teacuter-)] nelle varie tradizioni indoeuropee cfr Bauer 2017 100-101 e n 5 (con rassegna bibliografica di studiosi che se ne sono occupati) 111-112 146 224-225

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Riccardo Ginevra

al dio in quanto ldquofather figure in his relation with mankindrdquo (Bauer 2017 224) Ai fini della nostra argomentazione vale infine la pena di rimarcare come lrsquoinvoca-zione apposizionale ved diacuteyauṣ piacutetaḥ ldquoo Cielo padrerdquo venisse ovviamente impie-gata allrsquointerno di preghiere eg RV 6515ab diacuteyauṣ piacutetaḥ pŕthivi mātar aacutedhrug aacutegne bhrātar vasavo mrḷaacutetā+ naḥ ldquoO Father Heaven Mother Earth lacking the lie Brother Agni good ones ndash have mercy on usrdquo Questi dati permettono quindi non soltanto la ricostruzione di una formula al vocativo pie dieacuteu pə2ter ldquoo Cielo padrerdquo (nellrsquoordine piugrave frequente per questo genere di sintagmi apposizionali cfr Bauer 2017 169-170) ma anche in termini pragmatici la ricostruzione del suo contesto originario preghiere e invocazioni rivolte al dio da parte di esseri umani

Ora un termine di parentela egrave sempre per definizione relazionale 47 esso fa ri-ferimento a un individuo il referente (eg it padre nella frase mio padre egrave malato) sulla base di una sua relazione di parentela con un altro individuo la cosiddetta lsquoan-corarsquo (ing anchor) la quale puograve essere esplicita (eg it mio nellrsquoesempio preceden-te) oppure implicita (eg nella frase papagrave egrave malato) Lrsquoancora egrave solitamente implicita in usi egocentrici (quando essa include il parlante eo i partecipanti alla conversa-zione) e interni alla famiglia (quando lrsquoancora e i partecipanti alla conversazione appartengono alla stessa famiglia) percheacute in questi contesti lrsquoidentitagrave dellrsquoancora egrave cosigrave altamente prevedibile che esprimerla in maniera esplicita sarebbe ridondante ai fini della comunicazione In generale i termini di parentela sono ancorati pragmati-camente (ldquopragmatically anchoredrdquo Dahl-Koptjevskaja-Tamm 2001 209) quando un termine di parentela egrave impiegato al vocativo il referente egrave ovviamente la seconda persona mentre lrsquoancora egrave solitamente la prima persona (Dahl-Koptjevskaja-Tamm 2001 203) Se analizziamo la formula al vocativo pie dieacuteu pə2ter ldquoo Cielo padrerdquo sulla base di tutte queste considerazioni risulta evidente come il referente sia il termine di parentela al vocativo pə2ter lsquoo padrersquo e come lrsquoancora implicita sia altamente prevedibile essa egrave da identificare con gli [esseri umani] che si rivolgono al dio alla prima persona in maniera egocentrica e interna alla famiglia allargata cosmica (tutti fattori che renderebbero ridondante lrsquoespressione esplicita dellrsquoanco-ra) La formula al vocativo pie dieacuteu pə2ter ldquoo Cielo padrerdquo non egrave quindi altro che una variante sorta in uno specifico contesto pragmatico della stessa collocazione [patriarca (pie ph2teacuter- pə2trou-) ndash degli esseri umani] che soggiace alle epiclesi e kenningar per [dio supremo] indoeuropee analizzate in questo capitolo eg aisl Alda‑fǫethr lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esseri umanirsquo

45 Aisl Herjans-fǫethr(faethir) e la stirpe divina dei prigravencipi

In questa ultima sezione ci si concentreragrave brevemente su unrsquoipotesi di analisi dellrsquou-nico composto con secondo elemento degfǫethr lsquoavo paternorsquo per il quale unrsquointerpreta-

47 Terminologia ed esempi sono adattati da Dahl-Koptjevskaja-Tamm 2001

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

zione letterale potrebbe effettivamente essere la piugrave adeguata Aisl Herjans‑fǫethr attestato tra i nomi di Odino (AM 757 4to) egrave un altro compo-

sto endocentrico determinativo la variante ltherians faudurgt herjans fǫethur atte-stata unicamente in Hdl 21 nel codice Flateyjarboacutek e spesso emendata in Herja‑fǫethr (Neckel-Kuhn 1962 ad loc Falk 1924 17) potrebbe essere interpretata come lrsquoac-cusativo singolare di una variante innovativa Herjans‑ƒaethir (analoga eg ad Al‑faethir per Al‑fǫethr) qualora essa non fosse un errore o una grafia irregolare per Herjans-ƒǫethr in questo lavoro il composto saragrave quindi citato come Herjans‑fǫethr(faethir) Dato che il primo elemento Herjansdeg egrave una forma di genitivo singolare e che il com-posto viene notato come sintagma sciolto nel Flateyjarboacutek aisl Herjans‑fǫethr(faethir) egrave categorizzabile tra i composti causali (ing case compound) i cui singoli elementi si trovano spesso disgiunti nella grafia dei manoscritti

Il primo elemento Herjansdeg egrave identico al genitivo singolare del nome di Odino Herjann (Vsp 3010 Grm 46 GethkI 19) un riflesso di pgerm harj-ana- lsquoquel-lo dellrsquoesercitorsquo sincronicamente interpretabile come un derivato denominale di pgerm harj-a- lsquoesercitorsquo (aisl herr aing here) Lrsquoesatta corrispondenza formale con om κοίρανος lsquocomandantersquo (attestato anche come nome proprio in Il 5677 17611-614) e frig kuryan-eyon lsquocapo rersquo (cfr anche lrsquoetnonimo celt Coriono-to-tae) ha fatto tuttavia ipotizzare unrsquoorigine giagrave indoeuropea per questa formazione (de Vries 1962 sv Orel 2003 sv xarjanaz) Le diverse proposte etimologiche avanzate per la protoforma comune ad aisl Herjann e om κοίρανος non riescono tuttavia a dar conto del vocalismo in -α- del suffisso greco da un derivato con suf-fisso -no- di pie koacuterio- lsquoesercitorsquo (aisl herr mirl cuire) ci si attenderebbe infatti una forma gr daggerκοιρoνος mentre anche una derivazione da un collettivofemminile kor-ieacuteh2- (lit kārė kariagrave lsquoguerrarsquo mgall cordd lsquotruppa bandarsquo) o kor-ih2- (gr Kοῖραdeg nellrsquoantroponimia) risulterebbe nei non attestati daggerκοιρηνος e daggerκορīνος (Peters 1980 170-181 NIL 440-443) Lrsquoipotesi che si tratti di formazioni sorte indipen-dentemente per mezzo del suffisso produttivo -no- allrsquointerno delle singole lingue rimane quindi la piugrave plausibile in ogni caso il parallelo etimologico manterrebbe il suo valore anche qualora esso si limitasse allrsquoanaloga designazione del lsquore coman-dantersquo nelle diverse lingue come lsquoquello del koacuterio-korieacuteh2-rsquo una circostanza che dimostra come questo vocabolo per lsquoesercito guerrarsquo dovesse evidentemente essere un importante termine tecnico giagrave nella protolingua

Qualora il suo primo elemento fosse effettivamente da identificare con lrsquoepiclesi di Odino Herjann al composto Herjans‑fǫethr(faethir) corrisponderebbe un significato lsquoavo paterno(padre) di Herjannrsquo che non avrebbe ovviamente alcun senso dal punto di vista della mitologia non potendo Odino essere avo paterno o padre di Herjann cioeacute di seacute stesso (cosigrave Standberg 2009 109) Lrsquounica alternativa egrave interpretare il primo elemento con il significato lsquore capo dellrsquoesercitorsquo attestato dai termini stret-tamente imparentati gr κοίρανος e frig kuryan-eyon In questo caso Herjans‑fǫethr(faethir) designerebbe Odino come lsquoavo paterno(padre) del re del capo dellrsquoesercitorsquo

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Riccardo Ginevra

un epiteto che avrebbe chiari paralleli nei testi scandinavi diverse genealogie di dinastie scandinave iniziano infatti proprio con il nome di Odino eg le genealogie degli Ynglingar reputata come la piugrave antica dinastia scandinava e degli Skjǫldung-ar famiglia reale danese (cfr la disamina a riguardo in Faulkes 1978-79) Potrebbe quindi non essere un caso che proprio nello Hdl lrsquounico poema eddico in cui ricorre aisl Herjans‑fǫethr(faethir) la gigantessa Hyndla prima di elencare gli antenati del re Oacutettarr faccia riferimento al fatto che le stirpi dei principi siano di origine divina 48

Hdl 8Sennom vieth ǫr sǫethlom sitia vieth scolom oc um iofra aeligttir doma gumna thorneira er fraacute goethom qvoacutemoldquoParliamo dalla sella Dobbiamo sedere e discutere delle stirpi dei principi di quegli uomini che vennero dagli degraveirdquo

Hdl egrave un poema genealogico il cui tema principale egrave il pedigree di re Oacutettarr po-trebbe quindi non essere un caso il fatto che in questo testo Odino venga non soltanto menzionato allrsquoinizio nella posizione in cui si troverebbe in qualsiasi genealogia scandinava degna di questo nome ma per giunta chiamato Herjans‑fǫethr(faethir) lsquoavo paterno(padre) del re del capo dellrsquoesercitorsquo

Quanto detto presenta evidenti corrispondenze in ambito germanico Lrsquousanza di fare iniziare le genealogie reali con il nome di un dio egrave infatti attestata giagrave per i Goti i quali secondo Iordanes riconducevano la loro stirpe ad alcuni ldquosemi-degraveirdquo chiamati Ansis (pgerm ansu- cfr aisl aacutess lsquodiorsquo)

Iordanes De origine actibusque Getarum 13-14non puros homines sed semideos id est Ansis vocaverunt [hellip] Horum ergo heroum ut ipsi suis in fabulis referunt primus fuit Gapt qui genuit Hulmul Hulmul vero genuit Augis at Augis genuit eum qui dictus est Amal a quo et origo Amalorum decurrit

In questo passaggio il nome del capostipite Gapt egrave stato analizzato come una variante dellrsquoepiteto di Odino Gautr (Faulkes 1978-79 2) il parallelo con il goti-co costituirebbe un forte indizio a supporto dellrsquoipotesi che lrsquousanza scandinava di tracciare la propria stirpe fino al dio supremo Odino sia da ricondurre ad etagrave proto-germanica

Le genealogie anglosassoni assicurano che lrsquoorigine di questa tradizione fosse quantomeno comune in ambito germanico nordoccidentale cfr eg la genealogia di Hengest e Horsa i conquistatori anglosassoni della Britannia presso Beda il Venerabile 49

48 Cfr a riguardo eg anche Akv 277-8 aacuteskunna [hellip] Nif lunga lsquodei Nibelunghi discendenti degli degraveirsquo

49 Per unrsquointerpretazione in prospettiva indoeuropeistica di questo passaggio cfr Jose-ph 1983

mdash 45 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Beda Historia ecclesiastica gentis anglorum 115Duces fuisse perhibentur eorum primi duo fratres Hengist et Horsa e quibus Horsa postea occisus in bello a Brettonibus hactenus in orientalibus Cantiae partibus monumentum habet suo nomine insigne Erant autem filii Uictgilsi cuius pater Uitta cuius pater Uecta cuius pater Uoden de cuius stirpe multarum prouinciarum regium genus originem duxit

Beda menziona aing Woden il cui nome egrave la controparte inglese di aisl Oacuteethinn (pgerm WōdVna‑) come progenitore della stirpe di Hengest e Horsa aggiungendo che molte dinastie riconducevano le proprie origini a questo personaggio La corri-spondenza con il norreno trova ulteriore conferma in quanto effettivamente attestato dalle genealogie dei sovrani anglosassoni la maggior parte delle quali elenca come capostipite proprio Woden (Chaney 1970 7ss)

In ambito indoeuropeo (e non) i casi di dinastie che dichiaravano antenati im-mortali sono notoriamente numerosi e talvolta anche relativamente tardi basti pen-sare alla discendenza da Zeus vantata da Alessandro Magno o alle origini della gens Iulia da Venere (cfr eg West 2007 377 per ulteriori paralleli) Formazioni (prin-cipalmente onomastiche) che corrispondono ad una collocazione [natodonato ndash dagli degravei] sono parimenti attestate in tutte le lingue indeuropee e riflettono con tutta probabilitagrave unrsquoereditagrave dalla protolingua (cfr Schramm 1957 71-72 Schmitt 1967 127ss) cfr eg ved Deva‑jā- gr Θεο-γένης celt Divo-genus tutti interpretabili come lsquodiscendente degli degraveirsquo gr Θεό-δωρος scr Deva-datta- lit Bagi-dote bulg Bogo-dan dal significato lsquodonato dagli degraveirsquo (cfr anche il nome cristiano lat Adeo-datus)50

Infine la stessa credenza che soggiace allrsquoepiclesi di Odino aisl Herjans‑fǫethr(faethir) lsquoavo paterno(padre) del re del capo dellrsquoesercitorsquo secondo cui i sovrani di-scenderebbero in ultima analisi dalla divinitagrave suprema presenta chiari riflessi nellrsquoe-pica omerica nella quale in primo luogo om διο-γενής lsquodiscendente di Zeusrsquo e διο-τρεφής lsquocresciuto da Zeusrsquo ricorrono frequentemente come epiteti generici di diversi eroi (Ulisse Achille Aiace Menelao inter alia)51 e in secondo luogo egrave at-testata una espressione formulare διο-τρεφής βασιλεύς ldquore cresciuto da Zeusrdquo (15x variamente declinata)

Il 7249-250Αἴας διογενὴς προΐει δολιχόσκιον ἔγχος καὶ βάλε Πριαμίδαο κατ᾿ ἀσπίδα πάντοσ᾿ ἐίσηνldquoFu Aiace il discendente di Zeus a scagliare la sua lunga lancia e colpigrave il figlio di Priamo sullo scudo ben bilanciatordquo

50 Ringrazio Andrea Lorenzo Covini e Daniel Koumllligan per lrsquoutile discussione a riguar-do

51 Cfr anche διό-γνητος epiteto di Iolao nello Scudo (340)

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Riccardo Ginevra

Il 17652-653σκέπτεο νῦν Μενέλαε διοτρεφές αἴ κεν ἴδηαι ζωὸν ἔτ᾿ Ἀντίλοχον μεγαθύμου Νέστορος υἱόν ldquoMenelao cresciuto da Zeus guarda adesso se vedi ancora vivo Antiloco il figlio di Nestore ma-gnanimordquo

Il 2445οἱ δ᾿ ἀμφ᾿ Ἀτρεΐωνα διοτρεφέες βασιλῆες θῦνον κρίνοντες μετὰ δὲ γλαυκῶπις Ἀθήνη ldquoEd i re cresciuti da Zeus intorno allrsquoAtride srsquoaffannavano ad ordinarli e crsquoera Atena dagli occhi azzurrirdquo

Lrsquoampio numero di corrispondenze che lrsquoanalisi di aisl Herjans‑fǫethr(faethir) pro-posta in questa sezione presenta sia in ambito germanico che nelle altre tradizioni indoeuropee ne supporta quindi lrsquointerpretazione lsquoavo paterno(padre) del re del capo dellrsquoesercitorsquo Egrave importante notare come qualora questo fosse effettivamente il significato del composto si tratterebbe dellrsquounica occorrenza di aisl degfǫethr in senso non traslato unrsquooccorrenza che sarebbe tuttavia sufficiente ad attestare la sopravvi-venza del significato letterale di pie pə2trou- lsquoavo paternorsquo in norreno quantomeno fino alla data della creazione di questo epiteto

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5 IL DISPENSATORE DI VITTORIE E DI MASSACRI SIG-FǪETHR SIG-FAETHIR E VALFǪETHR

Lrsquoultimo gruppo di epiclesi di Odino trattate in questo lavoro egrave costituito da alcune formazioni che fanno riferimento al suo ruolo di dio che governa lrsquoesito di ogni bat-taglia I composti sono aisl Sig-fǫethr Sig‑faethir ( aisl sigr lsquovittoria) e Val‑fǫethr ( aisl val[r] lsquomassa dei caduti in battagliarsquo) e ricorrono in vari passaggi dellrsquoEdda poetica di cui segue una selezione

Grm 482

Siacuteethhǫttr Siacuteethsceggr Sigfǫethr Hnicuethr Alfǫethr Valfǫethr Atriacuteethr oc Farmatyacuterldquo(Nomi di Odino ) Siacuteethhǫttr Siacuteethskeggr Sigfǫethr Hnikuethr Alfǫethr Valfǫethr Atriacuteethr e Farmatyacuterrdquo

Vsp 551-4

THORNaacute koslashmr inn micli mǫgr Sigfǫethur Viacuteetharr vega at valdyacuterildquoEcco viene quel grande figlio di Sigfaethir Vietharr e combatte contro la bestia malvagiardquo

Vsp 15-8

vildo at ec Valfǫethr vel fyrtelia forn spiǫll fira thornau er fremst um manldquoTu vuoi che io o Valfǫethr narri compiutamente le antiche storie delle creature le cose che prime ricordordquo

Oltre che in testi poetici aisl Valfǫethr ricorre anche in un passaggio in prosa dellrsquoEdda di Snorri che saragrave analizzato in dettaglio infra per la sua rilevanza ai fini dellrsquointerpretazione del composto

51 Sig-fǫethr lsquopatriarca della vittoriarsquo quindi lsquocolui che ha autoritagrave sulla vittoriarsquo

Dal punto di vista formale le epiclesi trattate in questa sezione riflettono tipi che sono giagrave stati discussi supra (in particolare cap 3) come Al‑fǫethr e tutti gli altri epiteti in degfǫethr trattati finora anche aisl Sig‑fǫethr egrave un composto endocentrico deter-minativo (tatpuruṣa‑) mentre aisl Sig‑faethir analogamente a quanto giagrave visto per Al-faethir riflette un rimodellamento di Sig‑fǫethr con sostituzione del secondo elemento opaco degfǫethr per mezzo del piugrave trasparente degfaethir

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Riccardo Ginevra

Il primo elemento Sigdeg egrave senza dubbio da identificare con una ben nota variante del sostantivo aisl sigr lsquovittoria battagliarsquo la quale ricorre quasi esclusivamen-te come primo elemento di composti determinativi attestati nella lingua poetica (kenningar come sig‑maacuteni lsquoluna della vittoriarsquo per [scudo] Meissner 1921 168) e nellrsquoonomastica (eg Sig‑urethr lsquoguardiano della vittoriarsquo) questa variante ha unrsquouni-ca occorrenza come simplex in norreno (OrH 18)52 ma in islandese moderno esiste un sostantivo sig lsquofrettarsquo che potrebbe esserne un riflesso53 Come got sigis lsquovitto-riarsquo aisl sigr lsquoidrsquo egrave un riflesso con tematizzazione (regolare in gotico e nordico per questo genere di formazioni) di pgerm segiz- lsquoidrsquo un sostantivo neutro tra i cui riflessi diretti sono annoverati anche aat sigu (rimodellato a partire da sigi) e le due varianti aing siġe e sigor54 Pgerm segiz- egrave a sua volta riconducibile a pie seacuteǵh-es- lsquovittoriarsquo ( ved saacutehas‑ lsquoforza vittoriarsquo) un neutro in -s- della radice pie seǵh- lsquosopraffare conquistarersquo (LIV2 515-516) attestata inter alia da ved saacuteh‑a-te lsquovincere sconfiggerersquo e gr ἔχω lsquopossederersquo55

Il significato che si puograve dedurre per aisl Sig‑fǫethr a partire dallrsquoetimologia egrave quindi lsquoavo paterno della vittoriarsquo come per Al‑fǫethr e Al‑faethir il rimodellamento Sig-faethir lsquopadre della vittoriarsquo suggerisce che il secondo elemento degfǫethr fosse ritenuto essere funzionalmente equivalente a faethir lsquopadrersquo Anche in questo caso i termini di parentela non sono quindi da intendere letteralmente Odino non genera infatti nessuna personificazione divina della Vittoria nel mito nordico neacute tantomeno ne egrave lrsquoavo paterno Al contrario se si prende in considerazione il significato traslato lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo (su X)rsquo che sia degfǫethr lsquoavo paternorsquo che faethir lsquopadrersquo potevano assumere egrave possibile interpretare aisl Sig‑fǫethr con un significato lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo che presenta numerosi paralleli nelle fonti in antico nordico

Ls 22THORNegi thornuacute Oacuteethinn thornuacute kunnir aldregi deila viacuteg meeth verom opt thornuacute gaft thorneim er thornuacute gefa scyldira inom slaeligvorom sigrldquoStarsquo zitto Odino Tu non hai mai saputo decidere fra uomini battaglie spesso hai concesso a chi non dovevi concederla a uomini vili la vittoriardquo

52 Si tratta di un catalogo di sinonimi poetici per [battaglia] in cui il vocabolo egrave stato con tutta probabilitagrave inserito per influenza delle formazioni composte

53 Cfr de Vries 1962 sv anche se lo sviluppo semantico non egrave da dare per scontato54 Aat sigu e aing siġe sono entrambi esiti di germ occ sig-i- germ occ -i egrave lrsquoesi-

to regolare di pgerm ‑iz in formazioni non monosillabiche cfr Ringe-Taylor 2014 43-44 Per lrsquoanalisi di aing sigor come rif lesso di pgerm sigiz‑ cfr Nussbaum 1998 531-532 Sug-li sviluppi divergenti dei temi in -s- indoeuropei nei vari rami della famiglia germanica cfr Casaretto 2004 553-559

55 Come mi ricorda Andrea Lorenzo Covini lrsquoaccezione piugrave antica egrave ancora attestata dal nome proprio mic e-ka-no (h)Ekh-ānōr lsquoche vince gli uominirsquo rimpiazzato nel primo millen-nio dalla variante con rinnovamento lessicale Nικ-άνωρ

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Ynglinga saga 9Opt thornoacutetti Sviacuteum hann vitrast seacuter aacuteethr stoacuterar orrostur yrethi gaf hann thornaacute sumum sigrldquoThe Sviacutear often thought he (Oacuteethinn) appeared to them before great battles were to take place Then he gave victory to some of themrdquo

Eirm 71-2

Hviacute namt thornuacute hann sigri thornaacute es thorneacuter thornoacutetti hann snjallr vesaldquoWhy did you (Oacuteethinn) deprive him of victory then when he seemed to you to be valiantrdquo

Nella strofa di Ls e nel brano della Ynglinga saga Odino egrave il soggetto di una collocazione [dio supremo (aisl Oacuteethinn pgerm WōdVna‑) ndash dare (gefa geb-a-) ndash vittoria (sigr segiz‑) ndash ad essere umano] che come vedremo infra presenta diverse corrispondenze in altre tradizioni germaniche e indoeuropee Ma Odino non egrave soltanto colui che puograve gefa sigr ldquodare (a qualcuno) la vittoriardquo come attestato da Eirm 7 egli puograve anche decidere di nema sigri ldquoprivare (qualcuno) della vittoriardquo Questi passi attestano la credenza che il dio supremo scandinavo avesse la facoltagrave di disporre del sigr lsquovittoriarsquo a proprio piacimento supportando quindi lrsquointerpretazio-ne dellrsquoepiteto di Odino Sig‑fǫethr come lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo

52 Val-fǫethr lsquopatriarca del massacrorsquo quindi lsquocolui che ha autoritagrave sul massacrorsquo

Come Sig‑fǫethr e Sigfaethir noncheacute come diversi composti in valdeg attestati tra le ken-ningar (eg val‑dǫgg lsquorugiada del massacrorsquo per [sangue]) e i nomi propri (eg Val‑hǫll lsquosala dei cadutirsquo) anche aisl Val‑fǫethr egrave un composto endocentrico determi-nativo tatpuruṣa‑ Il primo elemento va identificato con il sostantivo maschile aisl valr lsquomassa dei caduti in battaglia strage campo di battagliarsquo oppure con il quasi identico neutro val lsquoidrsquo lrsquoantichitagrave di queste formazioni egrave assicurata da vari termini strettamente imparentati eg aing waeligl lsquoidrsquo e aat wal lsquocampo di battagliarsquo (de Vries 1962 svv valr e val Orel 2003 sv walaz) i quali permettono di ricostruire una formazione pgerm wal-a- Questa a sua volta viene correntemente ricondotta a pie uol(h3)-o- lsquocolpo morte stragersquo (cfr Strandberg 2009 112) un derivato tematico della radice uelh3- lsquocolpire ucciderersquo (LIV2 679) tra i cui riflessi si annoverano gr ἁλίσκομαι lsquovenire catturatorsquo itt walḫ‑zi lsquocolpirersquo56 e toc A waumlllaumlṣtaumlr lsquomorirersquo Secondo Bjorvand e Lindeman (2000 sv val1) lrsquooscillazione tra maschile e neu-tro sarebbe da imputare alla retroformazione del neutro a partire da un collettivo pgerm wal‑ō‑ lsquomassa dei caduti in battagliarsquo In questo caso il genere originario del sostantivo saragrave stato maschile il che concorda con quanto ci si attenderebbe da

56 Sulla controversa questione degli esiti di h3 allrsquointerno di parola in ittito cfr Mel-chert 1987 2011

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Riccardo Ginevra

un nomen actionis del cosiddetto tipo τόμος ovvero pie uoacutel(h3)-o-57 conseguente-mente il significato originario di pgerm wal-a- saragrave stato lsquocolpo uccisione mor-tersquo con uno slittamento semantico successivo verso il piugrave concreto senso lsquomassa dei caduti in battagliarsquo che presenterebbe uno stretto parallelo in gr φόνος lsquouccisione massacro spargimento di sangue cadaverersquo un riflesso di pie guhoacuten-o- lsquocolpo uccisionersquo derivato del tipo τόμος di pie guhen- lsquocolpire ucciderersquo (LIV2 218-219)

Sul piano della semantica egrave possibile ipotizzare due diversi significati per aisl Val‑fǫethr i quali trovano supporto diverso nella fraseologia

(a) lsquoPatriarca degli uomini caduti in battagliarsquoQuesta interpretazione egrave supportata dalla glossa che Snorri dagrave del composto

Gylf 20Oacuteethinn heitir Alfǫethr thornviacuteat hann er faethir allra goetha Hann heitir ok Valfǫethr thornviacuteat hans oacuteskasynir eru allir thorneir er iacute val fallaldquoOdino si chiama Alfǫethr poicheacute egli egrave il padre di tutti gli degravei Egli si chiama anche Valfǫethr poicheacute suoi figli adottivi sono tutti quelli che muoiono fra i cadutirdquo

Il modo in cui Snorri interpreta Val‑fǫethr egrave sintetizzabile come lsquopadre degli uomini caduti in battagliarsquo sulla base dellrsquoanalisi di degfǫethr proposta in questo lavoro la traduzione piugrave esatta sarebbe in realtagrave lsquoavo paterno degli uomini caduti in battagliarsquo In ogni caso non essendo i caduti in battaglia (solitamente) figli biologici di Odino Val‑fǫethr sarebbe da intendere come lsquopatriarca degli uomini caduti in battagliarsquo Questa interpretazione presenta numerosi paralleli nella mitologia nordica secondo cui comrsquoegrave noto i guerrieri morti valorosamente in battaglia sarebbero stati accolti nella dimora di Odino chiamata non a caso Val‑hǫll lsquosala dei cadutirsquo dove avrebbero atteso che il dio li guidasse in battaglia contro i nemici cosmici durante la fine del mondo (Gylf 51)

Qualora Val‑fǫethr significasse lsquopatriarca degli uomini caduti in battagliarsquo esso sarebbe una variante della collocazione [patriarca ndash degli uomini] per [dio supre-mo] discussa supra (cap 4) ciograve potrebbe giustificare una circostanza degna di nota nel brano riportato supra (Gylf 20) Snorri offre una glossa di Alfǫethr come faethir allra goetha ldquopadre di tutti gli degraveirdquo mentre in un passaggio analizzato supra (Gylf 9) lo stesso composto egrave glossato come faethir allra goethanna ok mannahellip ldquopadre di tutti gli degravei e gli uominihelliprdquo Egrave possibile ipotizzare (cfr tab 4) che nella glossa di Alfǫethr di Gylf 20 Snorri elimini invece il riferimento agli lsquouominirsquo (presente in Gylf 9) proprio percheacute egrave invece espresso dal composto trattato subito dopo Valfǫethr

57 Cfr Koumllligan 2017 sulla possibile attestazione di un rif lesso di pie u oacutel(h3)-o- nel nome proprio mic wo‑ro‑qo‑ta uolo-ku hontā-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Gylf 9 Al‑fǫethr Glossa di Snorri [padre ndash di degravei e uomini]

Gylf 20 Al‑fǫethr [padre ndash degli degravei]

Val‑fǫethr [padre ndash degli uomini (caduti in battaglia)]

Tab 4 Schema di una possibile interpretazione di Gylf 9 e 20

(b) lsquo(Patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla morte in combatti-mentorsquoAlternativamente egrave possibile interpretare valdeg nel suo significato primario di lsquostrage morte in combattimentorsquo e degfǫethr lsquoavo paternorsquo nel senso traslato che esso chiaramente assume eg in Sig‑fǫethr ovvero come lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo (su X)rsquo Secondo questa analisi aisl Val‑fǫethr significherebbe lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla strage sulla morte in combattimentorsquo e sarebbe quindi il corrispettivo antonimico di Sig‑fǫethr lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo Una tale interpretazione troverebbe supporto nelle fonti norrene in cui come abbiamo visto supra egrave senza dubbio Odino a decidere da un lato a chi tocchi la vittoria ma dallrsquoaltro anche e necessariamente a chi tocchi la sconfitta e quindi la morte (la fuga non sembra essere contemplata)

Ynglinga saga 9Opt thornoacutetti Sviacuteum hann vitrast seacuter aacuteethr stoacuterar orrostur yrethi gaf hann thornaacute sumum sigr en sumum baueth hann til siacuten thornoacutetti hvaacuterrtveggi kostr goacuteethrldquoThe Sviacutear often thought he [Oacuteethinn] appeared to them before great battles were to take place Then he gave victory to some of them and others he summoned to himself Both outcomes were consid-ered goodrdquo

Eirm 7lsquoHviacute namt thornuacute hann sigri thornaacute es thorneacuter thornoacutetti hann snjallr vesarsquo lsquoTHORNviacute at oacuteviacutest es at vita naeligr ulfr inn hǫsvi sœkir aacute sjǫt goetharsquoldquolsquoWhy did you deprive him of victory then when he seemed to you to be valiantrsquo lsquoBecause it cannot be known for certain when the grey wolf will attack the home of the godsrsquordquo

Nella Ynglinga saga lrsquoatto di Odino di bjoacuteetha til siacuten ldquochiamare a segraverdquo gli uomini egrave ovviamente un eufemismo per lsquofare morirersquo58 dato che ad essere destinati a vivere nel Valhǫll insieme a Odino sono proprio i guerrieri valorosi caduti in battaglia Parimenti in Eiriacuteksmaacutel il fatto che Odino abbia deciso di nema sigri ldquoprivare della vittoriardquo il re Eiriacutekr egrave giustificato con la necessitagrave di creare un esercito di guerrieri morti a difesa del Valhǫll prima che arrivi la fine del mondo Questi e numerosi altri passi suggeriscono quindi che aisl val(r) lsquomorte in battagliarsquo venisse impiegato in

58 Cfr lrsquoepiteto del dio dei morti greco Ade presso Eschilo (fr 406 Radt) ἀγησί-λαος lsquoche guida il popolorsquo (Daniel Koumllligan c p)

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Riccardo Ginevra

questi contesti come un antonimo di aisl sigr lsquovittoriarsquoEntrambe le interpretazioni di Val‑fǫethr proposte in questa sezione trovano in

qualche modo supporto nelle fonti norrene Sebbene lrsquoanalisi di Val‑fǫethr come (a) lsquopatriarca dei caduti in battagliarsquo sia piugrave aderente alla glossa di Snorri nei carmi eddici aisl val(r) sembra solitamente avere un significato lsquomassa dei caduti morte in battaglia stragersquo ovvero un referente inanimato piugrave adatto al significato (b) lsquo(pa-triarca =) colui che ha il controllo sulla morte in battagliarsquo il quale egrave quindi da prefe-rirsi alla prima opzione Come vedremo nelle sezioni seguenti sia lrsquointerpretazione di Sig‑fǫethr come lsquo(patriarca =) colui che ha il controllo sulla vittoria in battagliarsquo che quella di Val‑fǫethr come corrispettivo antonimico di Sig‑fǫethr (b) sono supportate da paralleli in altre tradizioni germaniche e indoeuropee

53 Paralleli in ambito germanico il dio longobardo Godan e il Dio cristiano anglosassone

Comrsquoegrave noto (cfr eg Martin 2000) in ambito germanico il ruolo del dio nordico Odino (il cui nome egrave un riflesso di pgerm WōdVna‑) come dispensatore di vitto-ria ha una perfetta corrispondenza in quanto attestato riguardo al suo corrispettivo longobardo un dio di nome Godan (un altro riflesso di WōdVna‑) allrsquointerno di una narrazione mitologica sullrsquoorigine del nome dei Longobardi (precedentemente chiamati Winili) che ricorre in forma diversa nella Cronaca di Fredegario (365) nellrsquoOrigo gentis langobardorum (1 entrambe composte durante il VII sec dC) e presso Paolo Diacono (VIII sec)

Paolo Diacono Historia langobardorum 18Refert hoc loco antiquitas ridiculam fabulam quod accedentes Wandali ad Godan victoriam de Winilis postulaverint illeque responderit se illis victoriam daturum quos primum oriente sole conspexisset [hellip] Sicque Winilis Godan victoriam concessisse

Sia questa versione di Paolo Diacono che quella dellrsquoOrigo differiscono note-volmente da quella di Fredegario mentre le prime due pur avendo diversi punti di contatto tra loro presentano anche notevoli differenze le quali permettono di ipotiz-zare che lrsquoOrigo fosse soltanto una delle fonti di Paolo e che la somiglianza tra tutti questi testi non sia dovuta (o almeno non unicamente) allrsquoinfluenza di uno di questi autori sullrsquoaltro (Heath 2017 139-148 con disamina delle letteratura a riguardo cfr anche Martin 2000) Si puograve quindi concludere che con tutta probabilitagrave presso i Longobardi questa leggenda fosse tramandata oralmente e per mezzo di fraseologia tradizionale germanica non egrave quindi implausibile supporre che eg in Paolo Diaco-no le espressioni lat se (Godan) illis victoriam daturum e Winilis Godan victoriam concessisse (di cui sono attestate varianti anche nellrsquoOrigo e presso Fredegario) tra-ducano in realtagrave due riflessi longobardi della collocazione fraseologica germanica [dio supremo (pgerm WōdVna‑) ndash dare (geba-) ndash vittoria (segiz‑) ndash ad essere

mdash 53 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

umano] che come visto supra soggiace anche a eg Ynglinga saga 9 gaf hann thornaacute sumum sigr ldquoegli (Odino) diede la vittoria ad alcunirdquo

Tracce di questa collocazione si potrebbero ancora riconoscere in ambito ormai cristianizzato nella letteratura anglosassone dove egrave attestata unrsquoanaloga collocazione [dio cristiano ndash dare (aing gifan pgerm geba-) ndash vittoria (sigor segiz‑) ndash ad essere umano]

Judith 88-89Forgif me swegles ealdor sigorldquoConcedimi principe del cielo la vittoriardquo

Proprio come in norreno egrave possibile mettere in stretta correlazione lrsquoepiteto di Odi-no Sig‑fǫethr lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo con i riflessi della collocazione [dio supremo (pgerm WōdVna‑) ndash dare (pgerm geba-) ndash vit-toria (pgerm segiz‑) ndash ad umano] anche in antico inglese questa collocazione si puograve collegare ad alcune frequenti kenningar per il [dio cristiano] come inter alia aing sigora waldend ldquosignore delle vittorierdquo (18x) sigora frēa ldquoidrdquo (6x) e sigora sōethcyning ldquovero re delle vittorierdquo (5x Marquardt 1938 289) Come abbiamo visto supra nelle kenningar anticoinglesi per [dio cristiano] aing faeligder lsquopadrersquo occupa spesso lo stesso slot espresso da aing degcyning lsquorersquo o frēa lsquoidrsquo ed egrave quindi intendere in unrsquoaccezione lsquocolui che ha autoritagrave controllo su Xrsquo

bull wuldor-cyning lsquore della gloriarsquo vs wuldor‑faeligder lsquopadre della gloriarsquobull moncynnes frēa ldquosignore del genere umanordquo vs faeligder mancynnes ldquopadre del

genere umanordquoSulla base di queste considerazioni se si confrontano le kenningar aing sigora

sōeth‑cyning ldquovero re delle vittorierdquo e sigora frēa ldquosignore delle vittorierdquo con eg lrsquoepiteto del Dio cristiano sōeth‑faeligder lsquovero padrersquo (Cristo 103) si puograve osservare (cfr tab 5) come una formula sigora (sōeth‑)faeligder lsquo(vero) padre delle vittoriersquo si sarebbe potuta facilmente creare sulla base della grammatica poetica anglosassone

aing wuldor-cyning degcyning lsquorersquo wuldordeg lsquodella gloriarsquo

wuldor‑faeligder degfaeligder lsquopadrersquo wuldordeg lsquodella gloriarsquo

sigora frēa frēa lsquosignorersquo sigora lsquodelle vittoriersquo

sigora sōeth‑cyning (sōeth‑)cyning lsquo(vero) rersquo sigora lsquodelle vittoriersquo

sōeth‑faeligder (sōeth‑)faeligder lsquo(vero) padrersquo

sigora (sōeth‑)faeligder (sōeth‑)faeligder lsquo(vero) padrersquo sigora lsquodelle vittoriersquo

aisl Sig‑fǫethr degfǫethr lsquoavo paternorsquo Sigdeg lsquodella vittoriarsquo

Sig‑faethir degfaethir lsquopadrersquo Sigdeg lsquodella vittoriarsquo

Tab 5 Kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano ed epiclesi di Odino in Sigdeg

mdash 54 mdash

Riccardo Ginevra

In linea teorica sulla base del sistema formulare anticoinglese si sarebbe quindi potuto creare senza difficoltagrave un epiteto del [dio cristiano] sigora (sōeth)faeligder ldquo(vero) padre delle vittorierdquo equivalente funzionalmente allrsquoepiteto di Dio aing sigora frēa ldquoprincipe delle vittorierdquo e imparentato etimologicamente con gli epiteti di Odino aisl Sig‑fǫethr e Sig‑faethir lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo Eppure una tale ipotetica ma altamente plausibile kenning non egrave mai attestata nei testi anglosassoni anche qui egrave possibile ipotizzare che questo genere di fraseologia venisse evitato dagli autori cristiani a causa delle sue associazioni pagane

54 Paralleli indoeuropei il Dio cristiano irlandese e il dio Zeus nellrsquoepica greca arcaica

I temi mitologici e i motivi fraseologici trattati nelle sezioni precedenti presentano diverse corrispondenze in ambito indoeuropeo Anzitutto egrave possibile individuare vari paralleli per la collocazione [dio ndash dare ndash vittoria ndash ad essere umano] eg in italico (latino) e celtico (medio irlandese)

Liv 3030 Hannibalem cui tot de Romanis ducibus victoriam di dedissent ldquoAnnibale a cui gli degravei hanno dato la vittoria su cosigrave tanti generali romanirdquo

Annali frammentari drsquoIrlanda sub anno 868Na h-iomraidhidh teicheadh acht tairisnighidh isin Choimdhidh o f-fuil cosgar dona Criostaidhibh ldquoNon pensate alla fuga ma confidate nel Signore che dagrave la vittoria ai Cristianirdquo

Mentre presso Livio sono degravei generici a dare la vittoria al mortale Annibale negli Annali medioirlandesi ricorre la stessa collocazione [dio cristiano ndash dare ndash vitto-ria ndash ad essere umano] riscontrata supra in antico inglese

Egrave la tradizione greca tuttavia a offrire le corrispondenze piugrave interessanti In pri-mo luogo anche nellrsquoIliade ricorre la collocazione [dio ndash dare ndash vittoria ndash a essere umano] attestata inter alia presso Livio

Il 7291-292 (asymp 7377-378)ὕστερον αὖτε μαχησόμεθ᾿ εἰς ὅ κε δαίμων ἄμμε διακρίνῃ δώῃ δ᾿ ἑτέροισί γε νίκηνldquopoi combatteremo di nuovo fino a quando un dio non abbia deciso fra noi agli uni o agli altri dando vittoriardquo

Comrsquoegrave noto tuttavia nellrsquoIliade non egrave di solito un dio generico ad assegnare la vittoria egrave il dio supremo Zeus a essere regolarmente il soggetto della collocazione [dio supremo ndash dare ndash vittoria ndash ad umano] che abbiamo visto supra ricorrere an-che in antico nordico (Ynglinga saga 9 gaf hann thornaacute sumum sigr ldquoegli [Odino] diede la vittoria ad alcunirdquo) e in varie altre tradizioni indoeuropee

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Il 7202-203ldquoΖεῦ πάτερ Ἴδηθεν μεδέων κύδιστε μέγιστε δὸς νίκην Αἴαντι καὶ ἀγλαὸν εὖχος ἀρέσθαιldquoZeus padre signore dellrsquoIda gloriosissimo sommo dagrave la vittoria ad Aiace e che abbia un succes-so gloriosordquo59

Il 17627Ζεύς ὅτε δὴ Τρώεσσι δίδου ἑτεραλκέα νίκηνldquoche Zeus dava ai Troiani lrsquoalterna vittoriardquo

Il 8175-176γιγνώσκω δ᾿ ὅτι μοι πρόφρων κατένευσε Κρονίων νίκην καὶ μέγα κῦδος ἀτὰρ Δαναοῖσί γε πῆμαldquoCapisco che a me di buon grado ha accordato il figlio di Crono grande gloria e vittoria sciagura invece ai Danairdquo

Nellrsquoultimo passaggio citato Zeus egrave esplicitamente detto dispensare vittoria e gloria a una delle due parti in battaglia Ettore e i Troiani e al contrario πῆμα lsquorovi-na sofferenzarsquo alla parte avversa gli Achei questrsquoultimo esito consiste a sua volta con tutta probabilitagrave in un massacro come si puograve dedurre eg da Il 22288 in cui Achille che sta facendo strage di Troiani egrave chiamato πῆμα μέγιστον ldquomassima rovi-nardquo da questi Si tratta quindi di un parallelo interessante per il passo citato supra di Ynglinga saga 9 in cui Odino egrave detto esplicitamente dispensare vittoria a uno degli eserciti (gaf hann thornaacute sumum sigr ldquoallora diede ad alcuni la vittoriardquo) e di conseguen-za morte allrsquoaltro (sumum baueth hann til siacuten ldquochiamograve altri presso di seacuterdquo)

Un altro passo rilevante egrave quello in cui Zeus egrave detto privare i guerrieri della vit-toria

Il 16686-693εἰ δὲ ἔπος Πηληιάδαο φύλαξεν ἦ τ᾿ ἂν ὑπέκφυγε κῆρα κακὴν μέλανος θανάτοιο ἀλλ᾿ αἰεί τε Διὸς κρείσσων νόος ἠέ περ ἀνδρῶν ὅς τε καὶ ἄλκιμον ἄνδρα φοβεῖ καὶ ἀφείλετο νίκην ῥηιδίως ὅτε δ᾿ αὐτὸς ἐποτρύνῃσι μάχεσθαι ὅς οἱ καὶ τότε θυμὸν ἐνὶ στήθεσσιν ἀνῆκεν Ἔνθα τίνα πρῶτον τίνα δ᾿ ὕστατον ἐξενάριξας Πατρόκλεις ὅτε δή σε θεοὶ θάνατόνδε κάλεσσανldquoSe avesse invece ascoltato il consiglio del figlio di Peleo avrebbe evitato il destino maligno della morte nera Ma la mente di Zeus egrave sempre piugrave forte di quella degli uomini incute paura anche in un prode e senza fatica gli strappa la vittoria altra volta lui stesso lo spinge a combattere Cosigrave quella volta gli accese lrsquoanimo in petto A chi allora per primo a chi per ultimo togliesti lrsquoarmatura Patro-colo quando gli degravei ti chiamarono a morterdquo

Om ἀφείλετο νίκην ldquoprivograve della vittoriardquo (che ricorre anche in Il 17177) costi-tuisce uno stretto parallelo fraseologico per lrsquoespressione aisl namt sigri ldquoprivasti della vittoriardquo nel testo di Eirm 7 citato supra Nel passo scaldico tuttavia questa

59 Egrave degno di nota come in questo passaggio la preghiera per ricevere la vittoria inizi con un rif lesso della formula apposizionale al vocativo pie di eacuteu pə2ter lsquoo Cielo padrersquo sup-portando la connessione tra la concettualizzazione del dio supremo come signore degli esseri umani e come dispensatore della vittoria proposta supra (cap 4)

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Riccardo Ginevra

locuzione sembra riferirsi metonimicamente alla morte del guerriero (Odino ldquopriva della vittoriardquo re Eiriacutekr facendolo morire) mentre nel testo omerico ἀφείλετο νίκην si riferisce piugrave che altro alla facoltagrave di Zeus di mettere in fuga persino i guerrieri piugrave coraggiosi e non di farli morire (ciograve egrave ancora piugrave chiaro nellrsquounica altra occorrenza del sintagma in Il 17) Egrave possibile tuttavia notare come anche nellrsquoIliade la locu-zione venga incorniciata da riferimenti alla morte di Patroclo suggerendo che vi sia effettivamente una qualche associazione di contiguitagrave tra privazione della vittoria e morte anche nel testo omerico

Infine il parallelo tra Odino Sig‑fǫethr e Val‑fǫethr patrono della vittoria da un lato e della morte in battaglia dallrsquoaltro e Zeus nellrsquoIliade dispensatore di vittoria per uno schieramento e quindi necessariamente di sconfitta e morte per lrsquoaltro egrave esemplificato magistralmente dalle scene in cui il dio greco adopera la sua famosa bilancia60

Il 19221-224αἶψά τε φυλόπιδος πέλεται κόρος ἀνθρώποισιν ἧς τε πλείστην μὲν καλάμην χθονὶ χαλκὸς ἔχευεν ἄμητος δ᾽ ὀλίγιστος ἐπὴν κλίνῃσι τάλαντα Ζεύς ὅς τ᾽ ἀνθρώπων ταμίης πολέμοιο τέτυκταιldquoPresto agli uomini viene la nausea di una battaglia in cui molta paglia a terra il bronzo riversi ma il raccolto sia poco quando i due piatti bilancia Zeus che della guerra fra gli uomini egrave il tesoriererdquo

Quando Zeus inclina la sua bilancia ldquomolta pagliardquo (πλείστην μὲν καλάμην) vie-ne riversata a terra una metafora per i caduti in battaglia (Edwards 1991 ad loc) Come Odino Zeus egrave quindi sia σωτήρ lsquosalvatorersquo che distruttore61 Lrsquoimmagine po-etica della bilancia del dio rappresenta metaforicamente la necessitagrave che a qualsi-asi vittoria assegnata da Zeus ad una schiera corrispondano sconfitta e morte per la schiera opposta e corrisponde quindi perfettamente sul piano concettuale alla relazione tra le epiclesi di Odino Sig‑fǫethr (sigr lsquovittoriarsquo) e Val‑fǫethr (val[r] lsquomorte in battagliarsquo) vittoria e sconfitta sono due facce di una stessa medaglia due brac-cia di una stessa bilancia e lo stesso dio che governa la vittoria non puograve esimersi dal dispensare contemporaneamente sconfitta e morte62 Questa concettualizzazione polare della guerra attestata sia in norreno che in greco omerico supporta quindi lrsquointerpretazione (b) lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla morte in battagliarsquo per aisl Valfǫethr al contrario il significato alternativo (a) lsquopatriarca degli uomini caduti in battagliarsquo non sembra avere corrispondenze strette in ambito indo-europeo nonostante il motivo secondo cui gli eroi morti in battaglia dimorerebbero

60 Sul motivo del giudizio di Zeus con la bilancia cfr Dietrich 196461 Per lrsquoepiteto σωτήρ di Zeus cfr eg Pi O 517 Aristoph Thes 1009 Per Zeus come

dispensatore di morte e distruzione cfr Dietrich 1964 106 n 4262 Cfr anche ved vijeṣa‑kŕ t- lsquoche crea vittoriarsquo che egrave un epiteto del dio Indra in RV

10845a vijeṣakŕd iacutendra ivānavabravoacute ldquocreating victory like Indra without talking us downrdquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

in un ldquoparadiso separatordquo ricorra presso varie tradizioni indoeuropee63

Per concludere uno stretto parallelo per aisl Sig‑fǫethr lsquopatriarca della vittoriarsquo si puograve individuare nel per la veritagrave assai tardo (cfr Allen et al 1936 ad loc) Inno omerico ad Ares (4) in cui il dio (in realtagrave identificato con il pianeta Marte in questo testo) egrave invocato come Νίκης εὐπολέμοιο πάτερ ldquoo padre della vittoria della buona guerrardquo Epiteti di Zeus dal significato lsquopadrersquo lsquoavo paternorsquo o lsquopatriarca della vitto-riarsquo non sono attestati invece se non nel poema epico anchrsquoesso tardo Dionysiaca di Nonno di Panopoli (2205ss) in cui il dio egrave detto essere il τοκεύς lsquogenitorersquo della dea Νίκη lsquoVittoriarsquo Egrave tuttavia interessante notare come nella Teogonia di Esiodo la dea Vittoria sia detta risiedere presso la casa di Zeus

Hes Th 383-389Στὺξ δrsquo ἔτεκrsquo Ὠκεανοῦ θυγάτηρ Πάλλαντι μιγεῖσα Ζῆλον καὶ Νίκην καλλίσφυρον ἐν μεγάροισι καὶ Κράτος ἠδὲ Βίην ἀριδείκετα γείνατο τέκνα τῶν οὐκ ἔστrsquo ἀπάνευθε Διὸς δόμος οὐδέ τις ἕδρη οὐδrsquo ὁδός ὅππῃ μὴ κείνοις θεὸς ἡγεμονεύει ἀλλrsquo αἰεὶ πὰρ Ζηνὶ βαρυκτύπῳ ἑδριόωνται ὣς γὰρ ἐβούλευσε Στὺξ ἄφθιτος ὨκεανίνηldquoStige figlia di Oceano unitasi a Pallante generograve Zelos e Nike dalle belle caviglie nel suo palaz-zo e generograve Cratos e Bie illustri figli non crsquoegrave per loro dimora neacute soggiorno lontano da Zeus neacute strada per la quale il dio non li preceda sempre presso Zeus dal cupo fragore hanno la loro sede Cosigrave infatti meditograve Stige Oceanina immortalerdquo

In questo brano la dea infera Stige affida a Zeus i propri figli64 Ζῆλος lsquoRivalitagraversquo Νίκη lsquoVittoriarsquo Κράτος lsquoForzarsquo e Βίη lsquoViolenzarsquo Zeus egrave lrsquounico a decidere dove di-rigerli e a chi dispensarli ed essi sono destinati a vivere per sempre in casa del dio il quale sembra quindi comportarsi come un lsquopadre affidatariorsquo (ing foster-father) nei loro confronti65 Esiodo sembrerebbe quindi rendere in chiave mitologica la stes-sa concettualizzazione che sta alla base degli epiteti di Odino Sig‑fǫethr lsquoavo paterno della vittoriarsquo e Sig‑faethir lsquopadre della vittoriarsquo proprio come Zeus Odino egrave lrsquounico a poter assegnare la lsquovittoriarsquo (sigr) ed egrave per questo descritto come il suo lsquopatriarcarsquo (degfǫethr lsquoavo paternorsquo o degfaethir lsquopadrersquo)

63 Cfr West 2007 349-350 per lo stesso concetto nel MBh cfr Feller 2004 286ss64 Sulle ragioni per cui Stige in Esiodo egrave la madre di Rivalitagrave Vittoria Forza e Violen-

za cfr West 1966 ad loc65 Sullrsquoadozione e lrsquoaffidamento (ing fosterage) nellrsquoAntica Grecia e nel Mediterra-

neo in generale cfr Huebner 2013 West (1966 ad 384) nota inoltre la corrispondenza con lrsquoiconografia della statua di Zeus a Olimpia opera di Fidia che ritraeva il dio con una piccola Nike nella mano destra

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PARTE IIARTIGIANI CREATORI E POETI

NOME E NOMI DEI DVERGAR

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6 I NANI CHE FOGGIANO LA POESIA ANTICO ISLANDESE DVERGR PROTOGERMANICO

DTHORNWERG-A- E PROTOINDOEUROPEO TUERḰ- lsquoTAGLIARE FOGGIARErsquo

Aisl dvergr (plurale dvergar) che si egrave soliti tradurre in italiano come lsquonanorsquo egrave il nome di una categoria di esseri fantastici della mitologia scandinava Il sostantivo dvergr egrave molto ben attestato nellrsquoEdda poetica ad esempio ben 6 volte nella sola Vǫluspaacute (per le attestazioni in 9-10 cfr infra cap 7)

Vsp 125-8

Naacuter oc Nyacuteraacuteethr ndash nuacute hefi ec dverga ndash Reginn oc Raacuteethsviethr ndash reacutett um talethaldquoNar e Nyraethr ordunque i nani ndash Reginn e Raethsviethr ndash come si doveva ho enumeratordquo

Vsp 141-4

Maacutel er dverga iacute Dvalins liethi lioacutena kindom til Lofars telialdquoEgrave tempo di enumerare fino a Lofarr i nani della schiera di Dvalinn ai figli degli uominirdquo

Vsp 485-8

stynia dvergar fyr steindurom veggbergs viacutesir ndash vitoeth eacuter enn eetha hvatldquoGemono i nani davanti alle porte di pietra esperti di pareti rocciose E voi riuscite a seguirerdquo

Aisl dvergr egrave attestato altresigrave anche nei carmi eddici Hav (143) Alv (+) Rthorn (16 ma con il significato lsquospillarsquo) Hrv (8 19) Hdl (7 per le attestazioni in Alv e Hdl cfr infra cap 7)

Hav 1431-3

Oacuteethinn meeth aacutesom enn fyr aacutelfom Daacuteinn Dvalinn dvergom fyrirldquoOdino con gli asi e Dain per gli elfi innanzi ai nani (sono chiamato) Dvalinnrdquo

NellrsquoEdda in prosa il sostantivo dvergr ricorre diverse volte sia in Gylf (da 8 in poi) che in Skaacuteld (da g57 in poi diversi passaggi significativi sono analizzati infra cap 7) Nel corpus poetico scaldico dvergr egrave attestato spesso in una collocazione [liquidobevanda ndash dei dvergar] che egrave una kenning per [poesia] (Meissner 1921 428) cfr eg Eskaacutel Vell 44 e HSt Rst 313

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Riccardo Ginevra

HSt Rst 311-4

Ǫrrjoacuteethr allra daacuteetha jartegnir vann bjartar mdash dvergregn dyacuterethar megnum dimmt mdash iacute sinn it fimta ldquoThe arrow-reddener [warrior = Oacutelaacutefr] performed bright proofs of all [his] deeds for the fifth time we [I] strengthen the dark dwarf-rain [poetry] of gloryrdquo

Non sono conosciute antiche raffigurazioni di dvergar su pietre runiche o altri supporti analoghi ma Sassone il Grammatico nelle Gesta Danorum (325) si riferi-sce con il termine lat satyrus a un personaggio di nome Mimingus il quale sembre-rebbe riflettere un dvergr (cfr infra cap 7) ciograve potrebbe riflettere un aspetto ibrido umano-animale dei dvergar essendo i satiri della mitologia classica notoriamente creature dallrsquoaspetto ibrido umano-caprino

Lrsquoetimologia di aisl dvergr egrave tuttora oggetto di discussione Esso egrave da ricondurre a una formazione pgerm (o meglio germanico nordoccidentale dal momento che il termine non egrave attestato in gotico) dwerga- la quale va sicuramente ricostruita anche per aing dweorgh as gi-dwerg aat (gi-)twergc riflessi di germ occ dwerg al cui significato principale lsquoumano o umanoide di bassa staturarsquo si rifagrave la traduzione italiana corrente di aisl dvergr come lsquonanorsquo Tuttavia lrsquoimmagine dei dvergar come esseri di bassa statura poco supportata dai testi nordici egrave da ritenersi uno sviluppo successivo tipico del folktale (Motz 1973 111 Liberman 2016 304-305) I dvergar eddici sono al contrario personaggi mitologici messi sullo stesso piano di aeligsir lsquodegraveirsquo alfar lsquoelfirsquo e jǫtnar lsquogigantirsquo (anche questrsquoultimo in realtagrave egrave un termine che origina-riamente non implicava una statura specifica cfr Jackson 2014) eg nel passo di Hav 1431-3 citato supra o nei cataloghi dello Alv (passim)

Lrsquoipotesi che questa situazione sia da ricondurre allrsquounitagrave germanica egrave corrobo-rata dal fatto che aing dweorgh oltre a glossare lat nanus pigmeus e pumilius lsquonanorsquo (AntGl 6 781 CollGl 11 78 AEligGl 3023) indica nei manuali di medicina di etagrave cristiana un essere maligno che causa una malattia specifica (secondo Cameron 1993 152 da identificare con una febbre accompagnata da deliri e convulsioni) Ciograve ha uno stretto parallelo nellrsquoincantesimo Wieth faeligrstice lsquoContro un dolore pungente improvvisoviolentorsquo (23) in cui la possibile causa di un malanno egrave attribuita a un ēsa gescot ldquocolpo degli degraveirdquo o a un ylfa gescot ldquocolpo degli elfirdquo66 La demonizza-zione di esseri divini pagani egrave un fenomeno ben attestato presso i popoli di recente cristianizzazione lrsquoidentificazione di esseri divini come causa delle malattie non egrave tuttavia necessariamente indice di demonizzazione cfr eg la pestilenza causata da Apollo con le sue frecce nel primo libro dellrsquoIliade e il corrispondente vedico di Rudra che con le sue frecce causa morte e malattia in uomini e animali (cfr West 2007 148 con letteratura)67 Come degravei e jǫtnar anche i dvergar potevano essere ve-

66 Cfr anche ted Hexen-schuss (letteralmente lsquocolpo della stregarsquo) e Alb-schoss (lsquocolpo dellrsquoelforsquo) termini per lsquolombalgia mal di schienarsquo (Patrick V Stiles c p)

67 Per paralleli tra questo aspetto di Apollo ed il dio anatolico Iyarri che causa le pesti-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

rosimilmente sia forze benigne che maligne cfr eg il ruolo del dvergr Alviacutess come nemico di Thor in Alviacutessmaacutel o il racconto di Snorri in Heimskringla (12) secondo cui il re Sveigethir sarebbe morto dopo esser stato adescato con lrsquoinganno dentro una caverna da un dvergr68

Numerose proposte etimologiche sono state avanzate per aisl dvergr e pgerm dwerga- di cui saranno menzionate in questa sede soltanto alcune per una rassegna esaustiva cfr Liberman 2008 (sv dwarf) De Vries (1962 sv dvergr) suggerisce una connessione con pgerm thornwerha‑ lsquotrasversale incrociatorsquo (aisl thornwerr aing thornweorh ted quer) con oscillazione pgerm dw- thornw‑ (su cui cfr infra 61) la quale sebbene attraente sul piano formale egrave difficoltosa sul piano della semantica Kroonen (2013 svv dwerga- e dwergan-) sostiene una corrispondenza tra pgerm dwerg-a- trasposto come pie dhuergh-o- e il verbo mat zwergen lsquoschiacciare pizzicarersquo da lui ricondotto a un verbo pgerm dwerg-a- lsquoidrsquo motivando questa derivazione con lrsquoidea cosmologica secondo cui quattro dvergar sorreggerebbero il cielo Liberman propone unrsquoetimologia da pgerm dwez‑ga‑ lsquoessere soprannatura-lersquo un derivato di pgerm dwes- radice attestata eg da aing (ge)dwǣs lsquostupido folle impostorersquo e mat getwacircs lsquospettro fantasmarsquo a cui sarebbe da connettere a suo avviso anche gr θεός lsquodiorsquo Questa ipotesi presenta diverse difficoltagrave sia sul piano morfologico (la formazione con un suffisso pgerm -ga- applicato direttamente alla radice non egrave scontata) che etimologico (gr θεός e arm diklsquo lsquodegravei [plurale]rsquo sono correntemente ricondotti a pie dhh1s-o- cfr Beekes 2010 sv) e semantico (pre-suppone che i dwerga- protogermanici fossero principalmente esseri demoniaci e trascura completamente lrsquoaccezione lsquopersona di bassa staturarsquo) ed egrave pertanto da ri-tenersi poco plausibile69

In questo capitolo vedremo come sia piuttosto possibile ricondurre aisl dvergr e pgerm dwerga- a un derivato della radice pie tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo attesta-ta inter alia dal nome dellrsquoartigiano divino ved Tvaacuteṣṭar‑ Nel capitolo successivo vedremo come questa interpretazione sia corroborata da numerose corrispondenze tra la caratterizzazione dei dvergar scandinavi e quella del dio vedico Tvaṣṭar nelle rispettive tradizioni mitologiche Ulteriori corrispondenze in ambito indoeuropeo di preciso nelle tradizioni classiche verranno poi trattate nel cap 8 mentre il cap 9 egrave dedicato allrsquoanalisi di nomi di singoli dvergar

lenze con i suoi dardi cfr Archi 197868 In questo passo Snorri sta tuttavia parafrasando dei versi scaldici (THORNjoacuteeth Yt 2) lrsquoaned-

doto potrebbe quindi derivare da unrsquointerpretazione errata di questi ultimi69 Da un punto di vista fonologico non egrave neanche sicuro che il rif lesso di pgerm dwez-

ga- sarebbe stato aisl dvergr cfr eg got azgo e aisl aska lsquocenerersquo

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Riccardo Ginevra

61 Aisl dvergr e norv dial tverg come riflessi di pgerm dthornwerg-a-

In accordo con lrsquoetimologia corrente il punto di partenza della nostra analisi egrave ricon-durre aisl dvergr e i riflessi di germ occ dwerg (aing dweorgh as gi-dwerg aat [gi-]twergc) a un sostantivo tematico pgerm dwerg-a- Il femminile aisl dyrgja che egrave stato ricondotto a un derivato con grado ridotto della radice durg‑jō(n)- (eg Kroonen 2013 sv dwerga-) egrave piugrave probabilmente da analizzare come riflesso di dvirg-ja70 un semplice derivato mozionale di dvergr di etagrave relativamente recente

In quanto segue si prenderagrave in considerazione la possibilitagrave che pgerm dwerg-a- sia una variante secondaria di unrsquooriginaria formazione pgerm thornwerg‑a‑ Una tale alternanza egrave effettivamente attestata in norvegese in cui accanto allrsquoatteso dverg ricorre una variante dialettale tverg (attestata a Innherred e Hallingdal secondo Grunnmanuskriptet) che riflette precisamente una formazione pgerm thornwerg‑a‑71 oltretutto anche aat (gi-)twergc puograve continuare regolarmente sia pgerm dwerg-a- che thornwerg‑a- (cfr infra)

Questa variazione presenta diversi paralleli come egrave stato notato da tempo (cfr eg de Vries 1962 sv dvergr) diverse formazioni germaniche presentano infatti unrsquooscillazione a inizio di parola tra pgerm dw- e thornw‑ le cui cause non sono chiare ma la cui esistenza non egrave da mettere in discussione Paradebeispiel egrave il caso di aisl dvenadvinadviacutena lsquoscemare consumarsirsquo (verbo debole) e aing dwīnan lsquoidrsquo (verbo forte) riflessi di pgerm dw(ī)n-a- vs asved thvīna lsquoidrsquo e aing thornwīnan lsquoidrsquo riflessi di pgerm thornwīn‑a‑72 Per capirne lrsquoorigine da un lato si puograve notare come lrsquoalternanza tra pgerm d e thorn sia molto ben attestata allrsquointerno e in fine di parola dove essa egrave dovuta allrsquoeffetto della Legge di Verner su riflessi di pie t dallrsquoaltro va osservato che nelle lingue germaniche i gruppi consonantici costituiti da una dentale seguita da un riflesso di pgerm w sono spesso instabili in posizione iniziale (e non solo)73 si vedano eg i seguenti casi

70 Per aisl -y- lt -vi- in un contesto analogo (CvirCj- lt CwerCj-) cfr eg il verbo debo-le aisl kyrkia lsquostrangolarersquo dal piugrave antico (e parimenti attestato) kvirkja un denominativo di kverk lsquogolarsquolt pgerm kwerkō‑ lsquoidrsquo (cfr de Vries 1962 sv)

71 Grunnmanuskriptet (1935 https wwwdokprouiononynorskgmanusgmanusso-ek_fsidehtml ultimo accesso 14022020) egrave una delle fonti del Norsk Ordbok pubblicate onli-ne da Dokumentasjonsprosjektet (https wwwdokprouiono ultimo accesso 14022020) Sono grato ad Adam Hyllested per avermi fornito i dati sulla variante dialettale tverg e i rela-tivi riferimenti

72 Lrsquoetimologia corrente di questi verbi da pie dhgu hei - lsquoscomparire perire (per il calo-re)rsquo (cfr gr φθίνω lsquoscomparirersquo ved kṣiṇ‑ā‑ti lsquofar perirersquo LIV2 150-152) ha fatto pensare (cfr eg Kroonen 2013 svv) che questa oscillazione rif letta esiti diversi per uno stesso thorn clu-ster pie dhgu h- il cui condizionamente non sarebbe tuttavia chiaro (pie dhgu h- egrave continuato da φθ- in greco e da kṣ‑ in vedico senza oscillazioni di questo tipo)

73 Per lrsquoinstabilitagrave di questi gruppi consonantici in posizione interna cfr eg germ occ

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull se si esclude la possibilitagrave che si tratti di prestiti o formazioni onomatopei-che egrave possibile eg ricostruire unrsquooscillazione pgerm thornw‑ vs tw- alla base di aat thwingandwingan lsquocostringere affliggerersquo (pgerm thornweng‑a‑) vs aing twengan e ing twinge lsquopizzicarersquo (pgerm twang-ija-) entrambi riflessi di pie tuenk- lsquopre-merersquo (LIV2 655 OED sv) lo stesso egrave possibile per aat dwiril (ted Quirl lsquofrul-latorersquo) e aing thornwirel lsquostick for whipping milkrsquo (entrambi da pgerm thornw‑) vs ing twirl lsquovolteggiorsquo (che sembra riflettere pgerm tw-) riflessi di pie tuer- lsquomescola-re agitarersquo (LIV2 655)

bull in antico alto tedesco dw- (pgerm thornw‑) e tw- (dw-) si confondono giagrave alla fine del periodo tardoaltotedesco per poi confluire senza eccezioni in mat tw- cfr eg mat twingen riflesso di aat thwingandwingan lsquocostringere affliggerersquo (cfr Braune-Reiffenstein 2004 166 n 8)

bull il gruppo consonantico mat tw- ha a sua volta due diversi esiti in tedesco moderno zw‑ (eg ted zwaumlngen) e qw‑ (eg qwaumlngeln) che hanno avuto origine probabilmente come varianti diatopiche (cfr Paul 2007 166-167)

Fenomeni analoghi sono attestati in germanico anche per altri gruppi compo-sti da una consonante dentale seguita da una sonante cfr eg lrsquooscillazione aisl thornr‑ dr- in posizione iniziale attestata da aisl drima lsquobattagliarsquo vs thornrima lsquorumore battagliarsquo (cfr de Vries 1962 svv)74 Anche presso altre lingue indoeuropee i gruppi di consonante dentale seguita da un riflesso di pie u mostrano oscillazioni poco chiare cfr eg in latino i riflessi di du- in posizione iniziale (bellum vs duellum entrambi da duello- cfr Weiss 2009 161 e n 12)

Qualora essa non riflettesse un processo di natura fonologica lrsquoattestazione di pgerm dw- al posto dellrsquoatteso thornw‑ si puograve spiegare in due modi Essa potrebbe anzitutto essere da ricondurre a una sostituzione analogica dellrsquoinizio di parola75 la quale come vedremo infra avrebbe potuto (se non addirittura dovuto) aver luogo ai fini dellrsquoallitterazione allrsquointerno di una formula frequente con un secondo elemento che iniziava con pgerm d- (pie dh-) Meno probabilmente potrebbe trattarsi qui di una modificazione irregolare dellrsquoinizio di parola di ordine tabuistico del tipo di pgerm wurmi- lsquoserpente vermersquo e lat vermis riflessi di urmi- interpretabile come una forma nata tabuisticamente da pie kurmi- (Watkins 1995 416) Lrsquoipotesi piugrave plausibile egrave che abbia avuto luogo una combinazione dei primi due fattori sul-la base di unrsquoalternanza fonologica pre-esistente tra una variante in thornw‑ e una in

fe(w)war lsquoquattrorsquo (aing feower) vs pgerm fedwar (got fidwor) (cfr Stiles 1985-86 per unrsquoanalisi di questrsquoalternanza come rif lesso di processi regolari) aing seld lsquosalarsquo (selidwō‑) vs pgerm salithornwō‑ (cfr Ringe 2014 236 ldquo[hellip] d is unexpected lexical analogy [hellip]rdquo)

74 Cfr anche lo sviluppo pgerm -thornl‑ aat -f l- in posizione interna attestato eg da aing thornerscold e aisl thornreskoldr vs aat driskufli (cfr Braune-Reiffenstein 2004 163 n 2)

75 Ringrazio Andrea Lorenzo Covini per avermi suggerito di prendere in considerazio-ne tale possibilitagrave

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Riccardo Ginevra

dw- la seconda potrebbe essere stata selezionata ai danni della prima in virtugrave delle sue proprietagrave metriche

62 Pgerm thornwerg-a- come riflesso di pie tuerḱ- lsquotagliare foggia-rersquo

Pgerm dwerg-a- puograve quindi rappresentare una variante di pgerm thornwerg‑a‑ (di-rettamente attestato nei dialetti norvegesi) il quale egrave a sua volta il regolare riflesso di pie tuerḱ-oacute- un derivato del tipo tem-oacute- (Nussbaum 2017 cfr anche Malzahn 2013) ben attestato in germanico Pie tuerḱ-oacute- sarebbe quindi una formazione primaria da ricondurre alla radice pie tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo attestata inter alia da ved Tvaacuteṣṭar‑ lsquoartigiano (divino)rsquo aav ϑβōrəštar- lsquoartigiano intagliatore carpen-tierersquo gr att σάρξ ed eol e dor σύρξ lsquocarnersquo

Il tipo derivazionale tem-oacute- (proprio come il piugrave noto tipo tom-oacute-) poteva avere sia semantica agentiva che passiva (esempi da Nussbaum 2017 249-250)

(a) per il significato agentivo cfr gall hy lsquocoraggiosorsquo (e probabilmente anche lo hapax ved sahaacute‑ lsquovittoriosorsquo Weiss 2017 386) riflesso di seǵh-oacute- lsquoche con-quistarsquo (pie seǵh- lsquosopraffare conquistarersquo cfr gr ἔχω lsquopossederersquo e ved saacuteh‑a-te lsquovincere sconfiggerersquo seǵh-oe-)

(b) per il significato passivo cfr lat fīd‑us lsquofidatorsquo riflesso di bheidh-oacute- lsquoche egrave fidato in cui si confidarsquo (pie bheidh- lsquofidarsi di confidare inrsquo cfr gr πείθομαι lsquoid credere essere persuasorsquo bheacuteidh-oe-)

Il derivato pie tuerḱ-oacute- puograve quindi avere avuto sia (a) un significato agentivo lsquoquello che taglia foggiarsquo che (b) un significato passivo lsquoquello che egrave tagliato fog-giatorsquo entrambi trovano riscontro nei riflessi di pgerm dwerg-a-

(a) Un significato lsquoquello che taglia foggiarsquo ha paralleli esatti nella fraseologia che nei testi letterari nordici ricorre in relazione ai dvergar come vedremo nel cap 7 infatti questi personaggi sono continuamente (e quasi esclusivamente) menziona-ti nel loro ruolo di artigiani mitici (lsquoquelli che foggianorsquo) soprattutto come soggetto allrsquointerno di collocazioni del tipo [dvergr ndash foggiare ndash oggetto] I numerosi pa-ralleli con i testi vedici sullrsquoartigiano divino Tvaṣṭar permettono inoltre di ricostruire collocazioni indoeuropee del tipo [artigiano mitico (pie tuerḱ‑ aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar‑) ndash foggiare ndash oggetto] Un significato lsquoquello che taglia pungersquo potrebbe infine anche soggiacere al significato lsquospillarsquo di aisl dvergr in Rthorn 16

(b) Un significato lsquoquello che egrave tagliatorsquo non trova al contrario riscontro nel-la mitologia dei dvergar nordici (neacute del vedico Tvaṣṭar) ma corrisponde da vici-no allrsquoaccezione lsquopersona di statura molto bassa nanorsquo attestata per vari riflessi di pgerm dwerg-a- (cfr eg aing dweorgh che glossa lat nanus) lo sviluppo seman-tico da lsquotagliato (via)rsquo a lsquocorto bassorsquo ha infatti diversi paralleli nelle lingue indoeu-

mdash 67 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ropee76 cfr eg lat curtus lsquocorto bassorsquo (pie [s]kr-toacute- lsquotagliatorsquo o kur-toacute- lsquoidrsquo) o ing short lsquocorto bassorsquo (pgerm skurta- lsquotagliato viarsquo)77

La caratterizzazione anatomica della figura mitica nordica del dvergr originariamente lsquoquello che taglia foggiarsquo (cioegrave lrsquolsquoartigianorsquo) come lsquopersona di sta-tura molto bassa nanorsquo egrave come osservato supra tarda e con tutta probabilitagrave da ricondurre a una confluenza tra questi due significati Un ruolo non indifferente avragrave giocato anche la tendenza a trasformare figure mitologiche pagane in spiritelli di piccole dimensioni cfr eg i nobili alfar lsquoelfirsquo nordici (cosigrave autorevoli da essere nominati nellrsquoEdda quasi esclusivamente in coppia con gli aeligsir lsquodegraveirsquo) vs i piccoli elfi del folklore inglese e tedesco (cfr eg William Shakespeare Sogno di una notte di mezzrsquoestate atto 2 scena 2 vv 4-5 Some war with rere-mice for their leathern wings To make my small elves coats cfr anche atto 2 scena 1 vv 30-31 in cui gli elfi sono detti nascondersi nelle ghiande) Che lo stesso derivato attesti sia seman-tica agentiva che passiva allrsquointerno di unrsquounica lingua indoeuropea non egrave sorpren-dente (Nussbaum 2017 242) cfr eg gr om σκοπός che significa sia lsquoguardianorsquo (lsquoquello che osservarsquo eg Il 23359) che lsquobersagliorsquo (lsquociograve che egrave osservatorsquo eg Od 226)

63 Paralleli in ambito germanico mat zwergen e aing ġethornūren

Sebbene sul piano sincronico aisl dvergr e gli altri termini germanici sembrino es-sere isolati egrave possibile individuare diversi paralleli nelle lingue germaniche antiche Come notato supra Kroonen (2013 svv dwerga- e dwergan-) propone infatti una corrispondenza tra pgerm dwerga- (da lui trasposto come pie dhuergh-o-) e il verbo mat zwergen lsquoschiacciare pizzicarersquo (che egli riconduce meccanicamente a pgerm dwerg-a- e pie dhuergh-oe-)

Reinfried von Braunschweig 9226mich grimmet unde zwirget daʒ jacircmer ldquola disperazione mi graffia e mi pizzicardquo

A questi paralleli si puograve aggiungere il verbo debole mat twergen lsquoidrsquo

Minnesinger 3189b

vor dem walde begund ich sie mit kluogen twikken twergen ldquodi fronte alla foresta cominciai a pizzicarli con piccoli ramirdquo

76 Cfr Buck 1949 883 ldquowords for lsquoshortrsquo (opposite of both lsquolongrsquo and lsquotallrsquo) are mostly from the notion of lsquocut offrsquo or lsquobroken offrsquordquo

77 Per lrsquoanalisi etimologica di queste formazioni cfr eg de Vaan 2008 sv curtus e Heidermanns 1993 sv skurta- cfr inoltre Ginevra 2019 per ulteriori paralleli allrsquointerno di unrsquoanalisi della famiglia romanza di it picc‑olo e sp pequ‑entildeo come rif lessi di pie peiḱ‑oacute‑ lsquoche egrave tagliatorsquo

mdash 68 mdash

Riccardo Ginevra

Sia mat zwergen che twergen possono continuare regolarmente (via aat dtwer-gen) una radice pgerm thornwerg‑ variante di Verner (quindi in posizione pretonica) di pie tuerḱ‑ Il significato lsquoschiacciare pizzicarersquo di mat zwergen egrave infatti compa-tibile con la semantica della radice tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo un parallelo esatto si ha nella famiglia di pgerm knība‑ lsquocoltellorsquo (ing knife) knīpan- lsquopizzicarersquo (ndl knijpen ted dial kneipen) e knippan‑ lsquotagliare strappare castrarersquo (mbt cnippen ndl knippen ted palatino knippen cfr Kroonen 2013 svv)

A questo dossier si puograve aggiungere il participio preterito aing ġethornūren lsquoforgiatorsquo impiegato in riferimento a una spada nel Beowulf

Beo 1285-1287thornonne heoru bunden hamere ġethornūren sweord swāte fāh swīn ofer helme ecgum dyhttiġ andweard scireethldquoQuando spada adorna da martello forgiata lama cruenta di taglio possente fende avverso cin-ghiale sullrsquoelmordquo

La lectio attestata dal manoscritto ltgethornurengt egrave correntemente interpretata come ġethornŭren una variante irregolare (la forma attestata nella prosa egrave ġethornworen) del participio preterito di aing degthornweran lsquomescolare rimestare centrifugare (per fare il burro)rsquo verbo imparentato con aat dweran lsquoidrsquo e riflesso di pgerm thornwer‑a‑ (Se-ebold 1970 sv) unrsquoanalisi poco attraente sul piano della semantica che non trova paralleli nelle altre attestazioni di questi verbi o in alternativa emendata in ġethornrūen participio preterito di un verbo thornrūan lsquopressarersquo che non egrave attestato altrove (per una disamina delle ipotesi cfr eg Klaeber et al 2008 ad loc) Aing ltgethornurengt lsquoforgiatorsquo (attestato con questo significato anche nellrsquoIndovinello 91) puograve invece riflettere ġethornūren esito di (ga-)thorn(w)urh-Vna-78 il participio preterito di un verbo forte di terza classe pgerm (ga-)thornwerh‑a‑ lsquofoggiarersquo Tenendo conto del fatto che lrsquooscillazione tra h e g in Inlaut egrave da addebitare al cosiddetto grammatischer Wechsel (ldquoalternanza grammaticalerdquo) dovuto alla Legge di Verner egrave possibile ricostruire il seguente paradigma (cfr tab 6) per pgerm thornwerh‑a‑ lsquotagliare foggiarersquo

pgerm pieinfinito thornwerh‑a‑ (tueacuterḱ‑)preterito singolare thornwarh (tuoacuterḱ‑)preterito plurale thorn(w)urg-un (turḱ‑acute)participio preterito thorn(w)urg-Vna- (turḱ‑acute)

Tab 6 Ricostruzione del paradigma di pgerm thornwerh-a-

In epoca post-protogermanica il grammatischer Wechsel saragrave quindi stato risolto per mezzo della generalizzazione di h in inglese (aing ġethornūren lsquofoggiatorsquo riflette

78 Per la scomparsa di h con allungamento di compenso della vocale in antico inglese nel contesto -Vrh- cfr Ringe-Taylor 2014 305

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

degthornurh‑Vna‑ non lrsquoatteso degthornurg‑Vna‑) e di g in alto tedesco (mat zwergen lsquopizzicarersquo riflette thornwerg‑a‑ invece del regolare thornwerh‑a‑) Un ulteriore grado ridotto della stessa radice potrebbe essere attestato da aing thornȳrel lsquofororsquo aat durhil lsquoidrsquo riflessi di un derivato pgerm thorn(w)urh-ila- semanticamente compatibili con il significato lsquotagliarersquo di pie tuerḱ‑79

Egrave molto probabile che a livello sincronico pgerm dwerg-a- nel suo significato lsquoquello che taglia foggiarsquo venisse ancora associato al verbo thornwerh‑a‑ lsquotagliare fog-giarersquo (pie tuerḱ‑) unrsquoipotesi supportata dalla fraseologia eg sia aisl dvergr che aing ġethornuren lsquoforgiatorsquo si trovano impiegati in collocazione con [spada]

Skaacuteld 50Daacuteinsleif er dvergarnir gerethuldquo(la spada) Daacuteinsleif che fecero i dvergarrdquo (dwerg-a- lsquoquello che foggiarsquo)

Beo 1285 thornonne heoru bunden hamere ġethornūrenldquoquando spada adorna da martello foggiatardquo (thornwerh‑a‑ lsquofoggiarersquo)

Il fatto che lrsquounica attestazione di aing ġethornūren lsquofoggiatorsquo sia da individuare in un testo epico come il Beowulf permette di ipotizzare che il termine sia impiegato pro-prio in quanto arcaizzante e poeticamente marcato e quindi adatto a descrivere lrsquoatto di lsquofoggiarersquo oggetti mitici quali le spade dei Hrinġ‑Dene di re Hrōethgār In antico nordico egrave invece impiegato il verbo non marcato gera lsquofarersquo il cui soggetto egrave tuttavia un sostantivo agentivo derivato dalla stessa radice di aing ġethornūren ie aisl dvergr originariamente un appellativo dal significato lsquoquello che foggiarsquo successivamente specializzatosi come il nome stesso dellrsquointera categoria degli artigiani di oggetti mitici Alla luce di queste corrispondenze si puograve supporre che i derivati di pie tuerḱ‑ venissero percepiti come poeticamente marcati in etagrave protogermanica se non giagrave protoindoeuropea

64 Paralleli in ambito indoeuropeo ved Tvaacuteṣṭar- om σάρκες av rec ϑβərəsai-ti

Ciograve sembra trovare conferma nel parallelo con il nome dellrsquoartigiano cosmico della mitologia vedica Tvaacuteṣṭar‑ correntemente analizzato come un derivato con suffis-so agentivo -ter- di pie tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo (EWAia sv) con una corri-spondenza esatta in aav ϑβōrəštar- av rec ϑβarəštar‑ lsquointagliatore carpentierersquo Questrsquoultimo nellrsquoAvesta egrave un epiteto del dio supremo Ahura Mazdā ma secondo Leumann (1954) era originariamente il nome di una divinitagrave indoiranica indipen-dente e analoga allrsquoindiano Tvaṣṭar Essendo tutte queste forme secondo Lubotsky

79 Correntemente analizzati come rif lessi di pgerm thornurh‑ila‑ derivato di pgerm thornurh lsquoattraversorsquo (ing through ted durch) cfr eg Ringe-Taylor 2014 224

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Riccardo Ginevra

(1994) da ricondurre a piir tuŕć‑tar‑ (ved Tvaacuteṣṭar‑ sarebbe lrsquoesito per dissimilazio-ne di tvŕṣṭar‑ cfr ved durhaacuteṇā- da durhrṇā- Narten 1982 140)80 si puograve supporre che il teonimo in questione sia stato generato per mezzo della baritonesi tipica dei nomi propri a partire da un sostantivo isterodinamico pie turḱ‑teacuter‑-tr-acute lsquoquello che taglia foggiarsquo con semantica agentiva pressocheacute identica a quella del derivato pie tuerḱ‑oacute‑ a cui egrave stato ricondotto aisl dvergr

Le caratterizzazioni degli dvergar e di Tvaṣṭar nei testi mitici rispettivamente nordici e indiani presentano numerosi paralleli fraseologici che verranno analizzati per esteso nel capitolo successivo in questa sezione possiamo tuttavia anticipare la collocazione condivisa dalle due tradizioni (b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaṣṭar‑) ndash foggiare ndash essere umano]

Vsp 105-7

thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquoessi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

RV 101841abviacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoChe Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

Alla luce dellrsquoanalisi qui proposta i soggetti della collocazione [foggiare ndash es-sere umano] rispettivamente nel passaggio eddico e in quello vedico ovvero aisl dvergr (pie tuerḱ‑oacute‑) e ved Tvaacuteṣṭar‑ (pie turḱ‑teacuter‑) riflettono uno stesso con-cetto [artigiano mitico] espresso da un derivato dalla stessa radice pie tuerḱ‑ e presentano quindi una corrispondenza non solo semantica ma anche etimologica

Il fatto che pie tuerḱ‑ sia attestato in indoario esclusivamente nel teonimo Tvaacuteṣṭar‑ sembra supportare lrsquoipotesi che derivati di questa radice fossero poeticamente marcati giagrave in etagrave indoeuropea un ulteriore indizio di questa connotazione egrave forse da individuare in quello che Risch (1961) ha per primo analizzato come lrsquo unico riflesso di questa radice in greco il plurale tantum om σάρκες lsquocarnirsquo (in etagrave po-stomerica attestato anche al singolare σάρξ) che continua un nome radicale pie turḱ‑ dal significato lsquotagliato formatorsquo (Schindler 1972 97 Jackson 2002 12)81 Risch (1961 93-94) osserva come σάρκες denoti in Omero unicamente le lsquocarni umanersquo (e solo successivamente anche quelle macellate degli animali) e Jackson (2002 ibid) compara questo dato con lrsquoappena citato RV 101841b in cui Tvaṣṭar egrave detto lsquotagliare foggiarersquo le lsquoformersquo degli esseri umani (tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu) Alla

80 Lrsquoanalisi di Lubotsky (1994) pare essere piugrave convincente della communis opinio (cfr EWAia sv tvaacuteṣṭar‑) secondo cui ved Tvaacuteṣṭar‑ rif letterebbe (possibilmente per incrocio con la radice TAKṢ lsquofoggiarersquo) una formazione piir tu aacuterć‑tar‑ e pie tu eacuterḱ‑ter‑ (con grado me-dio della radice inatteso)

81 Risch (1961 95) pensa invece a un significato lsquocarne che dagrave forma al corpo umanorsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

luce della corrispondenza notata supra tra il vedico Tvaṣṭar e i dvergar nordici i quali sono anchrsquoessi detti ldquofoggiare figure di uominirdquo in Vsp 105-7 (thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar) egrave possibile ipotizzare una connessione tra il significato originario specifico lsquocarni umanersquo di om σάρκες la sua etimologia da pie turḱ‑ lsquotagliato foggiatorsquo e il fatto che derivati di pie tuerḱ‑ siano impiegati in contesti marcati come lrsquoatto di lsquotagliare foggiarersquo oggetti mitici comprese le lsquocarni umanersquo in un contesto mitologico

Si egrave notato supra (61) come tra le possibili motivazioni dellrsquoattestazione di pgerm dwerga- (aisl dvergr) al posto di thornwerga‑ esito atteso di pie tuerḱ‑oacute‑ potrebbe esserci una modificazione analogica dellrsquoinizio di parola da dw- a thornw‑ ai fini dellrsquoallitterazione allrsquointerno di una collocazione con un secondo elemento che iniziava con pgerm d- riflesso di pie dh- Ciograve trova supporto nel parallelo con i testi vedici in cui il teonimo Tvaacuteṣṭar‑ ricorre proprio come soggetto di DHĀ lsquoporre fare crearersquo riflesso di pie dheh1- lsquoidrsquo

RV 73420btvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrānldquoLet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo

AVŚ 14153abtvaacuteṣṭā vāso vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā kavīnāmldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo

Essendo Tvaṣṭar lrsquolsquoArtigianorsquo che foggia il cosmo non sorprende che egli sia det-to DHĀ lsquodisporrersquo oggetti Da questa stessa radice verbale egrave stato derivato anche il nome di unrsquoaltra divinitagrave indiana ved Dhā‑taacuter‑ lsquoquello che disponersquo un altro nome formato con il suffisso agentivo -tar- la cui accentazione tradisce tuttavia unrsquoorigi-ne ben piugrave recente82 corroborata dal fatto che esso sia prevalentemente attestato nel decimo libro del RV (il piugrave tardo) Questo teonimo ricorre spesso in prossimitagrave di ved Tvaacuteṣṭar- cfr RV 7353a (Dhātaacuter‑) e 6d (Tvaacuteṣṭar‑) 10185d (D) e 6c (T) e in particolare il giagrave citato 101841

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātar place the embryo in yourdquo

Questa situazione prefigura quanto attestato successivamente nella letteratu-ra epica e puranica (cfr tab 7) in cui lrsquoaccostamento dei teonimi scr Tvaṣṭar‑ e

82 Mentre Tvaacuteṣṭar‑ egrave un arcaismo attestato anche in iranico le formazioni come Dhā‑taacuter‑ (con accento sul suffisso) diventano produttive solo verso la fine del periodo rigvedico (Tichy 1995 287)

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Riccardo Ginevra

Dhātar‑ egrave chiaramente formulare

MBh 4814 tvaṣṭur dhātuḥMBh 5557 tvaṣṭā dhātrāMBh 611638 dhātus tvaṣṭuścaMBh 131531 dhātā tvaṣṭāAgniPur 192 tvaṣṭā dhātāGarPur 1640 dhātā tvaṣṭāMPur 47158 tvaṣṭre dhātreViPur 115130 dhātā ca tvaṣṭā

Tab 7 Formularitagrave della collocazione di scr Tvaṣṭar- e Dhātar-

Sulla base del confronto con le collocazioni indoarie di Tvaacuteṣṭar‑ lsquoquello che fog-giarsquo con DHĀ lsquodisporrersquo e Dhātaacuter‑ lsquoquello che disponersquo si puograve ipotizzare che la selezione della variante pgerm dwerga- a discapito dellrsquoesito atteso thornwerga‑ di pie tuerḱ‑oacute‑ lsquoquello che foggiarsquo sia avvenuta allrsquointerno di unrsquoanaloga colloca-zione formulare con un derivato di pgerm dō‑ lsquofarersquo riflesso germanico di pie dheh1- lsquodisporre farersquo (LIV2 136-138) e quindi imparentato con la radice ved DHĀ lsquodisporrersquo da una collocazione come thornwergōzdwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo (avente come oggetto eg le lsquofigure umanersquo come nel giagrave citato Vsp 105-7) si sarebbe ottenuta una formula allitterante dwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo sviluppatasi poi con rinnovamento lessicale (essendo pgerm dō‑ scomparso in nordico cfr Seebold 1970 sv) nella collocazione aisl [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash oggetto] che come vedremo infra (cap 7) egrave molto ben attestata nei testi mitologici nordici Essendo il verso lungo della poesia orale germanica governato dallrsquoallitterazione una sostituzione del genere sarebbe stata motivata da vere e proprie esigenze compositive Per sviluppi di questo tipo in altre lingue indo-europee cfr eg il nome dellrsquoeroe mgall Lludd modificato a partire da Nudd (pcelt noudont- lsquonuvolosorsquo Matasović 2009 sv snowdo-) ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Llefelys83 oppure per garantire lrsquoallitterazione allrsquointerno della formula di nome ed epiteto Lludd Llaw-ereint ldquoLludd dalla mano drsquoargentordquo la cui forma originaria Nudd Llaw-ereint egrave ricostruibile sulla base del confronto con il te-onimo airl Nuacuteadhu Airgett‑lamh ldquoNuacuteadu dalla mano drsquoargentordquo (cfr Olmsted 1994 401 con letteratura)84 Una possibile obiezione a questa analisi sarebbe che in base a quanto attestato dalle lingue germaniche il verbo dō‑ doveva avere un significato lsquofarersquo (ing do) piuttosto che lsquocrearersquo (ing make) come rimarcato da Mees (2013

83 Cfr eg il titolo del racconto mabinogico Cyfranc Lludd a Llefelys lsquoStoria di Llud e Llefelysrsquo

84 Cfr anche il nome lat Remus probabilmente rif lesso di Iem-o- lsquoGemellorsquo (ved yamaacute‑) con modificazione della consonante iniziale ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Romulus (Puhvel 1975)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

334-335) si noti tuttavia che ancora nel 600 dC lrsquoiscrizione runica della capsu-la bronzea di Schretzheim ltalaguthorn leuba dedungt lsquoAlagu(n)thorn (e) Leuba fecero (la capsula)rsquo attesta il preterito plurale dedun nellrsquoaccezione lsquofoggiarersquo85

Lrsquounica altra lingua indoeuropea al di fuori di quelle germaniche in cui ricorre un verbo che riflette pie tuerḱ‑ egrave lrsquoavestico (LIV2 656) in cui sono attestati un pre-sente av rec ϑβərəsai‑ti lsquotagliare foggiarersquo e una forma di aoristo aav ϑβarōždūm lsquotagliaste foggiastersquo

Y 2911-2 xšmaibiiā gəuš uruuā gərəždā kahmāi mā ϑβarōždūm kə mā tašatldquoLrsquoanima della vacca si lamenta con voi lsquoPer chi mi avete formato Chi mi ha foggiatorsquordquo

In questo passo una mucca mitica si rivolge al dio supremo Ahura Mazdā chie-dendo per chi essa sia stata lsquofoggiatarsquo anche qui pie tuerḱ‑ egrave impiegato nel suo senso marcato di lsquofoggiare miticamentersquo un essere vivente quindi in un contesto analogo a quello dei passi analizzati supra in cui le carni degli uomini sono fog-giate dai dvergar e da Tvaṣṭar Sebbene in avestico ϑβərəs‑ sia attestato con una certa frequenza in contesti abbastanza vari e non necessariamente ldquocosmogonicirdquo egrave interessante notare come questa radice verbale non sembri ricorrere in nessunrsquoaltra lingua iranica (Cheung 2007 sv ϑuars-) Si potrebbe quindi trattare di un arcaismo che egrave sopravvissuto unicamente nellrsquoavestico in quanto lingua liturgica dello zo-roastrismo in virtugrave del suo corpus prettamente cultuale redatto a scopi rituali e di conseguenza linguisticamente arcaizzante

65 La kenning [bevanda ndash dei dvergar] per [poesia] e due figure indoeuropee

Sul piano della fraseologia lrsquointerpretazione di dvergr come riflesso di pie tuerḱ‑oacute‑ permette di individuare diversi paralleli per le kenningar nordiche per [poesia] come dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo Queste possono infatti riflettere una collocazione [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ‑oacute‑)] per [poesia] che ha non soltanto paralleli nella mitologia vedica (cfr il cap 7) ma anche corrispondenze fraseologiche sia (a) in collocazioni che designano la [poesia] e la [voce] in gene-rale come qualcosa da [versare] e da [bere] che (b) in collocazioni indoeuropee in cui pie tetḱ‑ lsquointagliare foggiarersquo e peiḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo due radici che Peter Jackson (2002 8-13) ha mostrato essere sinonimiche rispetto a tuerḱ‑ hanno come oggetto [poesia] e [voce]

(a) Lrsquouso metaforico di [bevanda] per [poesia] egrave molto ben attestata nella lin-gua poetica scandinava (Meissner 1921 69) cfr eg HaukrV Iacutesldr 14-8 biethk at [hellip]

85 Cfr Krause 1966 299 Nedoma 2004 172 Findell 2012 161 pace Mees 2013 335 Per la quantitagrave della e in pgerm dedun cfr Stiles 2010

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Riccardo Ginevra

hlustar munnum [hellip] mjǫeth drekki ldquoprego che (i presenti) vogliano bere lrsquoidromele (degli degravei) (= la [poesia]) con le bocche dellrsquoorecchiordquo86 Questa figura poetica risa-le con tutta probabilitagrave a etagrave indoeuropea poicheacute corrisponde concettualmente alla collocazione [versare (ǵheu-) ndash le preghiere] studiata da Kurke (1989) in greco vedico e latino (a cui Watkins 1995 16 aggiunge un parallelo in antico irlandese) e alla concezione della [voce] come [liquido] studiata da Garciacutea Ramoacuten (2010) in sanscrito antico irlandese e ittito (per questrsquoultimo cfr anche Dardano 2018)

(b) Una collocazione [foggiare (tetḱ‑) ndash le parole (ueku-)] metafora per [fare poesia cantare] soggiace inter alia al composto av vacas‑tašti‑ lsquoinno strofarsquo (lsquofoggiatura di parolersquo) ai sintagmi ved vaacutecāṃsy [hellip] takṣam ldquoho foggiato parolerdquo (RV 6321d) e al sintagma gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di parolerdquo (Pi P 3113) una kenning per [poeti] (Schmitt 1967 296ss) che queste espressioni riflet-tano una comune ereditagrave indoeuropea egrave stato riconosciuto giagrave da James Darmesteter (1878) sebbene in termini leggermente diversi da quelli odierni87 Il concetto [fog-giare] nella metafora ereditata [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso anche da peiḱ‑ come dimostrato da Jackson (2002) sulla base dellrsquoanaloga corrisponden-za tra collocazioni rigvediche quali vācam pipiśur ldquohanno modulato (pie peiḱ‑) la voce (ueku-)rdquo (71036) e sintagmi pindarici come ποικίλος ὗμνος ldquoinno elaborato (pie peiḱ‑)rdquo (Pi O 687 N 542) Questrsquoassociazione potrebbe infine essere atte-stata anche nella tradizione latina Ovidio (Met 14320-434) eg ci riferisce come la moglie del dio Pīcus lsquocolui che foggiarsquo (pie peiḱ‑oacute‑ analizzato nel cap 8) avesse nome Canens lsquocantantersquo (lat canō lsquocantarersquo)

La kenning aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo per [poesia] sembra quindi riflettere una combinazione di queste due figure poetiche ovvero (a) la metafora della [poesia] come [bevanda] e (b) la metafora [foggiare ndash le parole] per [fare poesia] Egrave possibile ipotizzare che questa confluenza abbia avuto luogo nel modo seguente

(1) Dato che lrsquoelemento [foggiare] nella metafora ereditata (b) [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso sia da pie tetḱ‑ che da peiḱ‑ si puograve ipotizzare che esso venisse espresso anche dalla radice pie tuerḱ‑ la quale condivide significati e collocazioni con entrambe Si puograve quindi postulare una collocazione [foggiare (pie

86 Sullrsquo[orecchio] come [bocca] per la [poesia] liquida cfr Meissner 1921 130 cfr inoltre Egill Arkv 65-8 svaacutet Yggs full yacuteranda kom at hvers manns hlustamunnum ldquocosic-cheacute la coppa di Ygg [poesia] giunse schiumando alle bocche delle orecchie di ogni uomordquo Una figura poetica del genere potrebbe essere allrsquoorigine della differenza di significato tra itt ištaman(a)- lsquoorecchiorsquo e gr στόμα lsquoboccarsquo la cui parentela egrave stata proposta giagrave da Sturtevant (1928 123) sono grato a Paola Dardano per avermi fatto notare questo parallelo tra germani-co e anatolico

87 Piugrave precisamente Darmesteter (1878 28-29) includeva nel parallelo anche sintag-mi latini con il verbo texere lsquotessere fabbricarersquo che egli riteneva essere imparentato con av degtašti‑ ved TAKṢ‑ e gr τέκτων riconducendo tutti questi vocaboli ad una stessa radice ldquotaksrdquo unrsquoanalisi che non egrave piugrave comunemente accettata al giorno drsquooggi (cfr LIV2 619-620 638-639)

mdash 75 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

tuerḱ‑) ndash le parole](2) Cosigrave come la kenning pindarica per [poeta] gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di

parolerdquo egrave un sintagma nominale che riflette la collocazione [foggiare (pie tetḱ) ndash le parole] si puograve supporre che la collocazione [foggiare (pie tuerḱ‑) ndash le pa-role] potesse essere espressa da un sintagma nominale in cui un nome agentivo pie tuerḱ‑oacute‑ lsquofoggiatore artigianorsquo (aisl dvergr) reggeva un termine per [parole] o [poesia] ovvero una collocazione [artigiano (pie tuerḱ‑oacute‑) ndash delle parole della poesia] Ciograve trova paralleli in molte kenningar norrene per [poeta] del tipo aisl hagsmiethr bragar ldquoabile fabbro della poesiardquo (Bragi Troll 17 Meissner 1921 363-364)

(3) Essendo [poesia] [parola] e in generale [voce] metaforicamente sostituibili con [liquido] o [bevanda] in virtugrave della figura indoeuropea e scandinava (a) di cui supra una collocazione [artigiano (pie tuerḱ‑oacute‑) ndash delle parole] era quindi equi-valente a [artigiano (pie tuerḱ‑oacute‑) ndash della bevanda poetica] Anche questo pas-saggio trova un parallelo nella kenning per [poeta] aisl faeliggir Fjǫlnis veigar ldquofog-giatore della bevanda di Fjǫlnir (Odino [bevanda ndash di Odino] = [poesia])rdquo (KormǪ Lv 533) in cui faeliggir egrave peraltro da ricondurre alla radice pie peiḱ‑ lsquotagliare foggia-rersquo88

(4) Dalla kenning [artigiano (pie tuerḱ‑oacute‑) ndash della bevanda (poetica)] per [poeta] potragrave quindi essersi sviluppata la kenning [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ‑oacute‑)] per [poesia] di cui aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo egrave un riflesso esatto

88 Aisl faeliggir sembra essere un derivato agentivo in -ir (pgerm -ija-) di un rif lesso di pgerm faig‑ijō‑ lsquorendere coloratorsquo ( aing fāgian lsquoidrsquo) un verbo denominativo connesso allrsquoaggettivo faih-a- lsquomulticolorersquo Questo verbo e lrsquoaggettivo corrispondente sono da ricon-durre a pie pei ḱ‑ (cfr Heidermanns 1993 183-184)

mdash 76 mdash

mdash 77 mdash

7 ARTIGIANI MITICI INDOEUROPEI I DVERGAR NORDICI E IL DIO VEDICO TVAacuteṢṬAR-

Lrsquoanalisi di aisl dvergr come riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo egrave supportata dalla caratterizzazione di questi personaggi allrsquointerno dei testi eddici ma trova anche strette corrispondenze in quanto attestato in riferimento a figure mitolo-giche analoghe in ambito indoeuropeo In questo capitolo vedremo anzitutto come i dvergar nordici condividano diverse tra le loro piugrave importanti caratteristiche con il dio vedico di nome Tvaacuteṣṭar‑ teonimo che come si egrave visto riflette pie turḱ‑teacuter‑ lsquoquello che taglia foggiarsquo un altro derivato della radice tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo

71 I dvergar eddici come lsquoartigianirsquo cosmici

I dvergar sono menzionati innumerevoli volte nella letteratura scandinava in par-ticolare allrsquointerno del corpus eddico per una rassegna aggiornata della letteratura scientifica sui dvergar cfr Liberman 2016 303-316 Gli elementi principali della loro caratterizzazione che interessano questa trattazione sono sintetizzabili nei se-guenti punti

(a) I dvergar sono quasi esclusivamente menzionati come soggetto di una collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash ogget-to]Questa collocazione egrave ad esempio attestata in Hdl in cui la dea Freyja sostiene che il suo cinghiale Hildisviacuteni sia stato creato dai dvergar il cinghiale di Freyja egrave comrsquoegrave noto da connettere al cinghiale Gullinbursti (de Vries 1956-57 II178) che appartiene al suo quasi-omonimo fratello Freyr a questi versi si puograve quindi accostare un passo del Grm in cui alcuni personaggi denominati come lsquofigli di Iacutevaldirsquo sono detti aver prodotto la nave Skiacuteethblaethnir proprio per il dio Freyr

Hdl 77-10

Hildisviacuteni er meacuter hagir goslashretho dvergar tveir Daacuteinn oc NabbildquoHildisviacutenir che per me fecero abili due dvergar Daacuteinn e Nabbirdquo

Grm 43Iacutevalda synir gengo iacute aacuterdaga Sciacuteethblaethni at scapa scipa bezt sciacuterom Frey nyacutetom Niarethar bur

mdash 78 mdash

Riccardo Ginevra

ldquoI figli di Ivaldi al principio dei tempi si mossero a foggiare Skidhbladhnir nave ottima per Freyr splendente propizio figlio di Njordhrrdquo

Nel Grm i costruttori della nave di Freyr sono menzionati solo per mezzo del patronimico ma nella parafrasi che Snorri fa di questo passo gli stessi vengono chiamati dvergar cfr Gylf 43 Dvergar nokkvorir synir Iacutevalda gerethu Skiacuteethblaethni ok gaacutefu Frey skipit ldquoAlcuni dvergar figli di Iacutevaldi fecero Skiacuteethblaethnir e diedero la nave a Freyrrdquo Come il sopracitato cinghiale Hildisviacuteni di Freyja anche il cinghiale di Freyr egrave stato foggiato da due dvergar i fratelli Sindri e Brokkr come narrato in Skaacuteld 35 dove questi due fratelli dvergar cercano di [foggiare] doni piugrave belli di quelli giagrave foggiati dai dvergar figli di Iacutevaldi 89

Skaacuteld 35Eptir thornat foacuter Loki til thorneira dverga er heita Iacutevalda synir ok gerethu thorneir haddinn ok Skiacuteethblaethni ok geirinn er Oacuteethinn aacutetti er Gungnir heitir THORNaacute veethjaethi Loki hǫfethi siacutenu vieth thornann dverg er Brokkr heitir hvaacutert broacuteethir hans Sindri mundi gera jafngoacuteetha gripi thornrjaacute sem thornessir vaacuteru En er thorneir koacutemu til smiethju thornaacuteldquoDopo di ciograve Loki andograve dai dvergar che si chiamano figli di Iacutevaldi e loro foggiarono la chioma (per Sif) Skiacuteethblaethnir (per Freyr) e la lancia di Odino che si chiama Gungnir Allora Loki scommise la propria testa con quel dvergr che si chiama Brokkr che il fratello di quello Sindri non avrebbe prodotto tre doni altrettanto buoni come quelli E quando loro (Sindri e Brokkr) giunsero alla forgia allora [cominciarono a forgiare]rdquo

Per ulteriori passi della Snorra Edda che attestano questa stessa collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera) ndash oggetto] cfr eg Skaacuteld 50 thornviacuteat nuacute hefi ek dregit Daacuteinsleif er dvergarnir gerethu ldquopoicheacute io ho ormai tratto [la spada] Daacuteinsleif che fecero i nanirdquo (giagrave citato nel cap precedente) Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

I dvergar sono menzionati in contesti del genere in numerosi altri passaggi del-la letteratura norrena Allrsquoinizio del Sǫrla THORNattr sembra quasi essere attestata una glossa del termine dvergr come lsquoartigianorsquo

Sǫrla THORNattr 1Menn thorneir vaacuteru iacute Asiacutea er einn heacutet Aacutelfrigg annarr Dvalinn thornriethi Berlingr fjoacuterethi Greacuterr THORNeir aacutettu heima skammt fraacute hǫll konungs THORNeir vaacuteru menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd THORNess haacutettar menn sem thorneir vaacuteru kǫlluethu menn dverga THORNeir byggethu einn stein THORNeir blǫnduethust thornaacute meir vieth mannfoacutelk en nuacuteldquoCrsquoerano degli uomini in Asia di cui uno si chiamava Aacutelfrigg un altro Dvalinn un terzo Berlingr e un quarto Greacuterr Essi avevano dimora non lontano dalla sala del re Questi erano uomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tutto Uomini di questo genere come loro erano gli uomini li chiamavano dvergar Vivevano in una roccia Si mischiavano allora di piugrave con lrsquoumanitagrave rispetto a

89 Cfr Ginevra 2018 per unrsquoanalisi del mito e dei suoi possibili paralleli indoeuropei

mdash 79 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

orardquo

In questo passo si dice che il termine dvergar egrave usato per riferirsi a ldquouomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tuttordquo (menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd) una perifrasi per dire che essi erano capaci di foggiare qualsiasi cosa come si evince dal fatto che

bull i quattro personaggi in questione siano fabbri cfr lrsquoinizio di un paragrafo successivo dvergarnir vaacuteru at smiacuteetha ldquoi dvergar (Aacutelfrigg Dvalinn Berlingr e Greacuterr) stavano forgiandordquo

bull la stessa locuzione sia impiegata in riferimento a un personaggio di nome Smiethr lsquoFabbrorsquo in Boacutesa saga ok Herraueths 2 lagethi aacute allt gerva hǫnd ldquometteva una mano perfetta in tuttordquo90

(b) I dvergar Moacutetsognir e Durinn sono detti [foggiare ndash esseri umani]

Vsp 95-8-10hverr scyldi dverga droacutettir91 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom THORNar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho sem Durinn sagethildquo[Gli degravei discussero su] chi dei dvergar dovesse schiere creare dal sangue di Brimir e dalle mem-bra di Blaacuteinn Lagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondo essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terra come disse Durinnrdquo

Queste due strofe sono state oggetto di interpretazioni contrastanti Il genitivo plurale dverga lsquodei dvergarrsquo in Vsp 95 egrave stato inteso da Dronke come un comple-mento di droacutettir lsquoschierersquo Dronke segue inoltre lrsquoemendazione di Joacutensson (1926 ad loc) del tragravedito hverr lsquochirsquo con hvaacutert lsquoutrum whetherrsquo traducendo di conseguenza i vv 95-6 come ldquowhether they should create companies of dwarvesrdquo (con gli aeligsir lsquodegraveirsquo come soggetto) Questa emendazione e lrsquointerpretazione che ne consegue sembrano tuttavia non necessarie sulla base di tre osservazioni

bull In primo luogo hverr skyldi dverga ldquochi dovesse tra i nanirdquo in Vsp 95 riflette la stessa struttura sintattica con ordine dei costituenti [hverr ndash verbo modale ndash geniti-vo plurale retto da hverr] attestata eg in Hym 382-4 hverr kann um thornat goethmaacutelugra goslashrr at scilia ldquoe chi puograve questo fra chi conosce i miti piugrave compiutamente raccon-

90 Possibili paralleli per questo passaggio si possono individuare in greco (Daniel Koumlll-igan c p) dove il dio artigiano Efesto egrave invocato come καρτερό-χειρ lsquoo (dio) dalla forte manorsquo (Hymn Orph 663) e in vedico (Patrick V Stiles c p) dove Tvaṣṭar egrave chiamato su‑pāṇiacute‑ lsquodal-le buone manirsquo (eg RV 73420b citato infra 72 [b]) queste corrispondenze potrebbero ri-f lettere unrsquoassociazione tradizionale tra la formula [mano ndash buonaforteperfetta] e i gli degravei lsquoartigianirsquo (pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo) nel mito indoeuropeo

91 Con Dronke (1997 ad loc) preferisco la variante ltdroacutettirgt attestata nello Hauksboacutek alla lezione ltdroacutettingt del Konungsboacutek (scelta da Neckel-Kuhn 1962 ad loc)

mdash 80 mdash

Riccardo Ginevra

tarerdquobull In secondo luogo le due strofe Vsp 9-10 hanno chiaramente una struttura

responsiva (cfr tab 8) (1) allrsquointerrogativa di Vsp 95 hverr [hellip] dverga ldquochi tra i dvergarrdquo cor-

risponde in Vsp 101-4 una risposta thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) allrsquointerrogativa di Vsp 91-2 hverr scyldi dverga droacutettir scepia ldquochi tra i dvergar dovesse creare schiererdquo corrisponde in Vsp 105-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi (Moacutetsognir e Durinn) molte umane figure fecero i dvergarrdquo essendo droacutettir lsquoschierersquo un sinonimo poetico di [uomini]92

(3) alla specificazione di Vsp 92-4 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom ldquocreare dal sangue di Brimir e dalle membra di Blaacuteinn (ie le lsquoroccersquo)rdquo93 corrisponde in Vsp 106-7 goretho dvergar oacuter ioretho ldquofecero i nani dalla terrardquo

Vsp 9 Vsp 10

(1) [chi ndash dei dvergar] = Moacutetsognir e Durinn

1 hverr scyldi dverga ldquochi tra i dvergar dovesserdquo

1-4 thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) [foggiare ndash umani] 2 droacutettir scepialdquocreare schiere = uominirdquo

5-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi molte umane figure fecero i dvergarrdquo

(3) [da terraroccia] 4 oacuter Blaacuteins leggiom ldquodalle membra di Blaacuteinn = roccerdquo

7 oacuter ioretho ldquodalla terrardquo

Tab 8 Struttura responsiva di Vsp 9 e 10

bull Infine la responsione tra Vsp 91 hverr [hellip] dverga ldquochi dei dvergarrdquo e 101-2

thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn ldquolagrave Moacutetsognir era diventato il piugrave granderdquo ha un parallelo esatto nella responsione tra Vm 284 hverr aacutesa elztr ldquochi degli AEligsir il piugrave anticordquo e 293 thornaacute var Bergelmir borinn ldquoallora Bergelmir era natordquo

92 Cfr eg Hsv 851-2 Draumum siacutenum skulu eigi droacutettir truacutea ldquoMen should not believe their dreamsrdquo

93 Per le membra di Blaacuteinn come [montagne rocce] cfr Dronke 1997 122

mdash 81 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Vm 284-291-2

ldquohverr aacutesa elztr eetha Ymis niethia yrethi iacute aacuterdagardquo Vafethruacuteethnir qvaeth ldquoOslashroacutefi vetra aacuteethr vaeligri ioreth scǫpueth thornaacute var Bergelmir borinnrdquoldquo[disse Odino] laquoChi era il piugrave vecchio fra gli asi e della stirpe di Ymir allrsquoinizio dei tempiraquo dis-se Vafthornruethnir laquoIn un tempo lontano prima che fosse creata la terra venne Bergelmir alla luceraquordquo

Una stessa struttura compositiva tradizionale (cfr tab 9) soggiace con tutta pro-babilitagrave a entrambi i passi

Vsp Vm(a)hverr + X-a (genitivo plurale)

91 hverr [hellip] dvergaldquochi tra i dvergarrdquo

284 hverr aacutesaldquochi tra gli degraveirdquo

(b)thornarthornaacute var Y-ir (nome proprio) W-inn (participio preterito)

101-2 thornar var Moacutetsognir [hellip] um orethinnldquolagrave Moacutetsognir era diventatordquo

293 thornaacute var Bergelmir borinnldquoallora Bergelmir eranatordquo

(c)Z-ztr (superlativo) + X-a (genitivo plurale)

102-3 maeligztr [hellip] dverga allraldquoil piugrave grande dei dvergar tuttirdquo

284 [hellip] aacutesa elztrldquoil piugrave vecchio degli degraveirdquo

Tab 9 Elementi comuni a Vsp 9-10 e Vm 28-29

Alla luce di questi dati non sembra quindi necessario intepretare le strofe della Vsp citate supra alla maniera di Dronke e si puograve quindi affermare che esse attestino una collocazione [dvergr ndash foggiare ndash essere umano]

(c) I dvergar Brokkr e Sindri forgiano lrsquo[arma ndash del dio del tuono] Thor

Skaacuteld 35THORNaacute lagethi hann jaacutern iacute aflinn ok baeth hann blaacutesa ok sagethi at oacutenyacutett mundi veretha ef blaacutestrinn felli [hellip] Ok thornaacute kom thornar smiethrinn at sagethi at nuacute lagethi naeligr at alt mundi oacutenyacutetask er iacute aflinum var THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn [hellip] THORNat var doacutemr thorneira at hamarrinn var beztr af ǫllum gripum ok mest vǫrn iacute fyrir hriacutemthornursum ok dœmethu thorneir at dvergrinn aeligtti veethfeacuteitldquoPoi egli (Sindri) mise nella fucina del ferro e chiese (a Brokkr) di far vento e disse che sarebbe stato [tutto] rovinato se il soffiare fosse cessato [hellip] E allora venne il fabbro (Sindri) e disse che ci man-cava poco che tutto quello che crsquoera nella fucina fosse rovinato Poi tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (Brokkr) diede il martello a Thor [hellip] Il loro giudizio (ie degli degravei) fu che il martello era il migliore fra tutti gli oggetti preziosi e la maggior difesa contro i giganti della brina ed essi senten-ziarono che il dvergr aveva [vinto] la scommessardquo

Il martello del dio del tuono Thor non egrave semplicemente uno dei sei oggetti miti-ci che vengono foggiati nellrsquoambito dellrsquoagone artigianale tra Loki (o meglio tra i dvergar figli di Iacutevaldi che lavorano per Loki) e i dvergar Brokkr e Sindri il martello egrave il migliore tra tutti questi oggetti la ldquomaggior difesa contro i giganti di brinardquo e garantisce a Brokkr e a suo fratello la vittoria nellrsquoagone contro Loki

mdash 82 mdash

Riccardo Ginevra

(d) I dvergar Austri Vestri Norethri Suethri hanno la funzione di [sorregge-re ndash il cielo]

Gylf 8lsquoToacuteku thorneir ok haus hans ok gerethu thornar af himin ok settu hann upp yfir jǫrethina meeth fjoacuterum skautum ok undir hvert horn settu thorneir dverg THORNeir heita svaacute Austri Vestri Norethri SuethrildquoEssi presero il suo cranio e ne fecero il cielo e lo posero su sopra la terra con quattro canti e sotto ogni angolo posero un dvergr Essi si chiamano cosigrave Austri Vestri Norethri Suethrirdquo

Gli stessi nomi si incontrano in ordine diverso allrsquoinizio del catalogo dei dvergar della Vsp nella strofa successiva a quelle analizzata supra 112-3 Norethri oc Suethri Austri oc Vestri Trattandosi di un catalogo non si trova qui menzionata la funzione di sorreggere il cielo la quale non egrave per la veritagrave letteralmente enunciata nemmeno in Gylf 8 undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo Ci si puograve tuttavia arrivare in maniera combinatoria

bull aisl setja undir lsquoporre sottorsquo si dice normalmente di aisl stoacutell lsquoseggiorsquo cfr eg HeiethrH 5630 var siacuteethan stoacutell settr undir Gestumblinda ldquofu quindi posto un seggio sotto Gestumblindirdquo HaacutekFris 48211 var thornar stoll settr vndir konvnginn ldquofu lagrave posto un seggio sotto il rerdquo

bull aisl stoacutell lsquoseggiorsquo egrave a sua volta impiegato nel linguaggio poetico con il significato [sostegno] come un sinonimo poetico di stǫeth lsquopalorsquo cfr eg kenningar dalla struttura [sostegno ndash del falco] per [mano braccio] come hauka-stoacutell lsquoseg-gio dei falchirsquo e val‑stǫeth lsquopalo deli falcohirsquo (Meissner 1921 141-142)

bull Aisl undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo egrave quindi semanticamente equivalente a una collocazione [dvergr ndash soste-nere ndash cielo]

Una collocazione [dvergr ndash sostenere (pgerm ber-) ndash cielo] si puograve peraltro ricostruire anche sulla base della kenning per [cielo] aisl byrethr dverganna ldquofardello dei nanirdquo in cui byrethr (pgerm bur-di[‑jō]-)94 va per lrsquoappunto ricondotto alla radi-ce pgerm ber- lsquoportarersquo (pie bher-) 95

Skaacuteld 23Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dverganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

94 Sulla non univoca analisi formale di aisl byrethr cfr Schaffner 2001 374ss e 455 Ca-saretto 2004 296 e 497-498

95 Per la kenning [fardello ndash dei dvergar] per [cielo] cfr anche Hfr Erf Oacutel 26a3 (und niethbyrethi Norethra ldquosotto il fardello della stirpe di Norethrirsquo = [fardello ndash dei dvergar]) e Arn THORNorfdr 243 (brestr erfiethi Austra ldquosi spacca la fatica di Austrirdquo)

mdash 83 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(e) Il dvergr Alviacutess egrave detto [conoscere (aisl viacuteta) ndash tutto] nel ritornello dellrsquoAlviacutessmaacutel

Alv 91-3 (+ 12x)Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitirldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu nano conoscirdquo

Il nome stesso del dvergr Al-viacutess egrave un composto con un primo elemento aldeg lsquotut-to completamentersquo (per cui cfr supra cap 3) e un secondo elemento aggettivale viacutess lsquosaggiorsquo dal significato lsquocompletamente saggiorsquo (se composto descrittivo) o lsquosaggio su tuttorsquo (se determinativo) Aisl viacuteta e viacutess sono da connettere alla stessa radice pgerm weit- lsquosaperersquo (de Vries 1962 sv viacutess)

(f) Lrsquoidromele della poesia egrave foggiato da alcuni dvergar in due recipienti e ciograve spiega percheacute la [poesia] sia chiamata [bevanda ndash dei dvergar]

Skaacuteld g57ok thornaacute er hann kom at heimboethi til dverga nokkvorra Fjalars ok Galars thornaacute kǫlluethu thorneir hann meeth seacuter aacute einmaeligli ok draacutepu hann leacutetu renna bloacuteeth hans iacute tvau ker ok einn ketil ok heitir saacute Oacuteethreyrir en kerin heita Soacuten ok Boethn THORNeir blendu hunangi vieth bloacuteethit ok vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku eetha fylli eetha nakkvars konar lǫg Oacuteethreris eetha Boethnar eetha Soacutenar eetharsquoldquoe su invito (Kvasir) giunse da certi dvergar Fialarr e Galarr essi lo convocarono per un collo-quio privato e lo uccisero Fecero scorrere il suo sangue in due recipienti e in un calderone questo si chiamava Oacuteethroslashrir e i recipienti Soacuten e Boethn Al sangue essi mescolarono del miele e ne derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergar o loro sazietagrave o liquido di qualsiasi tipo di Oacuteethroslashrir di Boethn o di Soacuten o [seguono altre kenningar]rdquo

Da questo passo egrave chiaro come lrsquoidromele della poesia del mito rappresenti la [poesia] il che corrisponde al ben attestato impiego metonimico di [bevanda] per [poesia] trattato alla fine del capitolo precedente (cap 6)

(g) Alcuni dvergar vengono catturati e incatenati per la loro sapienzaIn virtugrave della loro sapienza e abilitagrave di artigiani in diversi passi della letteratura nor-dica i dvergar vengono catturati e incatenati da personaggi che vogliono ottenere og-getti mitici forgiati da loro i dvergar sono quindi pronti a concedere quanto richiesto pur di aver salva la vita A tal proposito si possono comparare i seguenti passaggi dalla Saga Heiethreks konungs ins vitra in antico islandese e dalle Gesta Danorum di Sassone il Grammatico in latino

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2saacute hann einn stein mikinn vieth soacutelsetr ok thornar hjaacute dverga tvaacute konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxi thorneir beiddu fjoumlrlausnar Konuacutengr maeliglti Hvat heiti thorneacuter Annar nefndist Dvalinn en annar Dulinn Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem

mdash 84 mdash

Riccardo Ginevra

bezt kunni thorniethldquoEgli (Svafrlami) vide una pietra alta nel tramonto e accanto a essa due nani Il re li incantograve fuori dalla pietra con il coltello Quelli implorarono riscatto Il re disse ldquoCome vi chiamaterdquo Uno si chiamava Dvalinn lrsquoaltro Dulinn Il re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Saxo Gesta Danorum 326Cumque forte pernox attonita curis mente languesceret obumbrantem tabernaculo suo Satyrum ha-sta petivit obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepit Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcit Nec segniter Satyrus salutis redemp-tionem quae ab ipso petebatur exhibuit Adeo cunctis re prior est vita cum nihil apud mortales spiritu carius exsistere soleatldquoOnce as he watched all night his spirit was drooping and dazed with anxiety when the Satyr cast a shadow on his tent Aiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escape Then in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and bracelets The Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was asked So surely do all prize life beyond wealth for nothing is ever cherished more among mortals than the breath of their own liferdquo

Il trattamento riservato ai dvergar Dvalinn e Dulinn nella saga nordica e quello riservato al satyrus Mimingus nelle Gesta Danorum riflettono chiaramente la stessa struttura narrativa (cfr tab 10)

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar do-vrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquo

Saxo Gesta Danorum 326Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcitldquoThen in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and braceletsrdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere costretto con la forza a colla-borare

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Saxo Gesta Danorum 326Nec segniter Satyrus salutis redemptionem quae ab ipso petebatur exhibuitldquoThe Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was askedrdquo

mdash 85 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Saxo Gesta Danorum 326obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepitldquoAiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escaperdquo

Tab 10 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 e Gesta Danorum 326

Ricapitolando la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico permette di iden-tificare come loro caratteristica fondamentale la funzione di [artigiani mitici] che foggiano inter alia esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra asso-ciata alla poesia Ciograve supporta lrsquoetimologia di aisl dvergr e pgerm dthornwerga‑ come riflessi di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo Come vedremo nella prossima sezione quasi tutti gli elementi elencati presentano forti corrispondenze nei testi vedici che trattano del dio indiano Tvaṣṭar soltanto lrsquoultimo punto (g) non sembra avere corrispondenze nella tradizione sanscrita bensigrave in quella latina un parallelo che egrave discusso per esteso nel cap 8

72 Il dio vedico Tvaacuteṣṭar- lsquoArtigianorsquo cosmico

Il dio indiano Tvaṣṭar egrave nel mito vedico lrsquoartigiano cosmico per eccellenza96 La sua caratterizzazione nelle fonti vediche presenta molte corrispondenze con quella dei dvergar nelle fonti nordiche sintetizzabili nei punti presentati di seguito

(a) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare] diversi [oggetti] miticiIl dio egrave detto foggiare una coppa per il soacutema- (la bevanda rituale indiana) portare le coppe degli degravei affilare lrsquoascia di Brahmaṇaspati disporre vesti e adornare cinghie Egli produce forme e adorna di ogni forma tutte le creature compresi il cielo la ter-ra i cavalli e tutto il creato egrave stato generato da lui

RV 1206utaacute tyaacuteṃ camasaacuteṃ naacutevaṃ tvaacuteṣṭur devaacutesya niacuteṣkrtam aacutekarta catuacuteraḥ puacutenaḥldquoAnd this beaker of the god Tvaṣṭar new produced you made again into fourrdquo

RV 10539tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most

96 Sul dio Tvaṣṭar in generale cfr eg Oldenberg 1894 233-236 Macdonell 1897 116-118 Hopkins 1915 81 Hillebrandt 1927-29 372ss Oberlies 2012 149-150

mdash 86 mdash

Riccardo Ginevra

beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-)steedrdquo Brahmaṇaspati will hewrdquo

Il dio egrave menzionato in contesti analoghi in vari altri passi del RV97 noncheacute nelle fonti successive98

(b) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash essere umani]In una preghiera per la fertilitagrave che abbiamo giagrave citato nel capitolo precedente RV 101841 si chiede a diversi degravei di dare una mano nel concepimento a Tvaṣṭar in quanto dio preposto alla creazione di tutte le forme (RV 81028b) vagrave il compito di ldquointagliare le formerdquo del concepito

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātār place the embryo in yourdquo99

Nellrsquoinno del RV in cui la donna Yamī cerca di congiungersi al fratello Yama vie-ne menzionato questo stesso ruolo di Tvaṣṭar come lsquointagliatorersquo giagrave allrsquointerno del ventre materno lo stesso concetto si trova in una preghiera dellrsquoAtharvaveda per la

97 Cfr eg RV 11889 tvaacuteṣṭā rūpāṇi hiacute prabhuacuteḥ paśū n viacuteśvān samānajeacute teacuteṣāṃ na sphātiacutem ā yaja ldquoBecause preeminent Tvaṣṭar anointed all the beasts (with) their forms by sa-crifice win their fat for usrdquo 35519 devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥ pupoacuteṣa prajāḥ purudhā jajāna imā ca viacuteśvā bhuacutevanāni asya mahaacuted devā nām asuratvaacutem eacutekam ldquoGod Tvaṣṭar the im-peller providing all forms f lourishes he has begotten offspring in great quantity and all the-se creatures here are his ndash Great is the one and only lordshiprdquo 101109 yaacute imeacute dyā vāpr thivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvā n ldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer per-form sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

98 Cfr eg AVŚ 12333cd tvaacuteṣṭreva rūpaacuteṃ suacutekr taṃ svaacutedhityainā ehāḥ paacuteri pā tre dadrśrām ldquolike a form well made by Tvashtar with a knife so let the eager ones be seen round about in the vesselrdquo 14153ab tvaacuteṣṭā vā so vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā ka-vīnā m ldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo 60 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pā dān bhaacutegas tatakṣa catvā ry uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhy-atoacute nu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fashioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur aacutervā jāyata āśuacuter aacuteśvaḥ tvaacuteṣṭedaacuteṃ viacuteśvaṃ bʰuacutevanaṃ jajāna bahoacuteḥ kartā ram ihaacute yakṣi hotaḥ ldquoThe God-devoted man Tvashtar produces from Tvashtar springs to life your f leet-foot Courser Tvashtar gave being to this All about us Priest worship here the mighty works achieverrdquo

99 Cfr anche VS 1030 savitrā prasavitrā saacuterasvatyā vācā tvaacuteṣṭrā rūpaacuteiḥ pūṣṇā paśuacutebʰir iacutendreṇāsmeacute bŕhaspaacutetinā braacutehmaṇā vaacuteruṇenaacuteujasāgniacutenā teacutejasā soacutemena rājntildeā viacuteṣṇunā daśamyā devaacutetayā praacutesūtaḥ praacute sarpāmi ldquoI creep forth urged onward by Savitar the Impeller by Sarasvaticirc Speech by Tvashtar created forms by Pucircshan cattle by this Indra by Briha-spati Devotion by Varuna Power by Agni Brilliance by Soma the King by Vishnu the ten-th Deityrdquo

mdash 87 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

felicitagrave coniugale100

RV 10105abgaacuterbhe nuacute nau janitā daacutempatī kar devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥldquo[Yamī] (Even) in the womb the Begetter made us two a married couple god Tvaṣṭar the impeller who provides all formsrdquoAVŚ 6783tvaacuteṣṭā jāyām ajanayat tvaacuteṣṭāsyai tvāṃ paacutetim tvaacuteṣṭā sahaacutesram āyuṃṣi dīrghaacutem āyuḥ krṇotu vāmldquoTvashtar generated the wife Tvashtar [generated] thee as husband for her let Tvashtar make for you two a thousand life-times a long life-timerdquo

Nel RV e nella VS a Tvaṣṭar egrave assegnato il compito di foggiare uomini eroici (ved vīraacute‑) cfr i passi giagrave citati RV 73420b tvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrān ldquolet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur ldquoThe God-devoted man Tvashtar producesrdquo

(c) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash lrsquoarma del dio del tuono] IndraLa collocazione Tvaṣṭar‑ ndash TAKṢ lsquofoggiarersquo ndash vaacutejra‑ lsquomazza (di Indra)rsquo ricorre diver-se volte nel RV come notato giagrave da Macdonell (1897 117)

RV 1527cdtvaacuteṣṭā cit te yuacutejiyaṃ vāvrdhe śaacutevas tataacutekṣa vaacutejram abhiacutebhūtiojasamldquoTvaṣṭar also strengthened his own power to be employed by you he fashioned the mace of overwhelming mightrdquo

RV 1616abasmā iacuted u tvaacuteṣṭā takṣad vaacutejraṃ suaacutepastamaṃ svariacuteyaṃ raacuteṇāyaldquoJust for this one Tvaṣṭar fashioned the mace of best workmanship the reverberating one for battle [for joy]rdquo

Cfr anche RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (In-dra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo 5314ab aacutenavas te raacutetham aacuteśvāya takṣan tvaacuteṣṭā vaacutejram puruhūta dyumaacutentam ldquoThe Anu people fashioned a chariot for your horse Tvaṣṭar (fashioned) the brilliant mace o much invoked onerdquo

In due inni del RV egrave attestata una collocazione piugrave espressiva Tvaṣṭar‑ ndash VART lsquovoltare (sul tornio)rsquo ndash vaacutejra‑ lsquomazza (di Indra)rsquo ndash sahaacutesrabhrṣṭi‑ lsquodalle mille pun-tersquo cfr RV 1859ab tvaacuteṣṭā yaacuted vaacutejraṃ suacutekrtaṃ hiraṇyaacuteyaṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ suaacutepā aacutevartayat ldquoWhen Tvaṣṭar the good craftsman had turned the well-made gol-den mace with its thousand spikesrdquo 61710ab aacutedha tvaacuteṣṭā te mahaacute ugra vaacutejraṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ vavrtac chatāśrim ldquoThen Tvaṣṭar turned the mace with its thousand

100 Cfr anche RV 239 e 349 (= 729) in cui si chiede a Tvaṣṭar di propiziare progenie eroica

mdash 88 mdash

Riccardo Ginevra

spikes and hundred edges for you who are great o powerful onerdquo

(d+e) Tvaṣṭar egrave detto [conoscere (ved VED) ndash tutto] e [sostenere ndash il cielo e la terra] in due versi consecutivi (allrsquointerno di un paragone con Varuna)

RV 4423ahaacutem iacutendro vaacuteruṇas teacute mahitvā urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoI Varuṇa am Indra By my greatness these two realms wide and deep have strong support Like Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Tvaṣṭar egrave detto aggiustare insieme (ved saacutem airayaṃ) e sostenere (dhāraacuteyaṃ) le due metagrave del mondo (roacutedasī il cielo e la terra) Ciograve egrave una naturale conseguenza del fatto che in altri inni egli sia detto aver creato aggiustato insieme e adornato il cielo e la terra

RV 4563saacute iacutet suaacutepā bhuacutevaneṣu āsa yaacute imeacute dyāvāprthivī jajāna urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke avaṃśeacute dhīraḥ śaacuteciyā saacutem airatldquoHe certainly was the good artisan among the creatures who begot these two Heaven and Earth the two wide deep well-fixed realms did the wise one fit together in propless (space) with his skillrdquo

RV 101109yaacute imeacute dyāvāprthivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvānldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer perform sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

(f) Il soacutema- la bevanda rituale indiana egrave servito da Tvaṣṭar in due coppe ed egrave chiamato la [bevanda ndash di Tvaṣṭar-]

RV 111722ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vāmldquoFor Dadhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Che Tvaṣṭar sia il custode del soacutema- si evince anche dal fatto che in un inno Indra sia detto bere il soacutema- da due coppe nella casa di Tvaṣṭar mentre in un altro inno In-dra egrave detto rubare il soacutema- a Tvaṣṭar e berlo nelle coppe (cfr Macdonell 1897 117)

RV 4183cdtvaacuteṣṭur grheacute apibat soacutemam iacutendraḥ śatadhaniacuteyaṃ camuacutevoḥ sutaacutesya

mdash 89 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ldquoIn the house of Tvaṣṭar Indra drank soma a hundredrsquos worth of the pressed (drink) in the two cupsrdquo

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Le coppe con il soacutema- sono menzionate anche in una strofa in cui Tvaṣṭar prima porta i recipienti con il soacutema- per gli degravei e poi affila lrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSi-gnore della formularsquo questi versi sono immediatamente seguiti da una strofa in cui i poeti sono esortati a usare gli stessi strumenti per creare [poesia]101

RV 10539-10tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥ satoacute nūnaacuteṃ kavayaḥ saacuteṃ śiśīta vāśībhir yābhir amŕtāya taacutekṣatha vidvāṃsaḥ padā guacutehiyāni kartana yeacutena devāso amrtatvaacutem ānaśuacuteḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-) steedrdquo Brahmaṇaspati will hew Now poets sharpen up (the hatchets) that are (here) the axes with which you carve for the immortal As knowing ones create hidden tracks (like the track) by which the gods achieved immortalityrdquo

Non sarebbe strano se insieme allrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSignore della formu-la sacrarsquo anche il soacutema- fosse qui impiegato come una metafora per [poesia] come il soacutema- anche Brhaspati lsquoSignore della formula sacrarsquo egrave stato creato da Tvaṣṭar (RV 22317ab)

(h) Tvaṣṭar egrave contemporaneamente padre e nemico del [dio ndash del tuono] IndraIl padre di Indra egrave detto [foggiare] il suo vaacutejra‑ e per questo egrave stato identificato con Tvaṣṭar (cfr eg Macdonell 1897 116 Jamison Brereton 2014 I51)

RV 2176sāsmā aacuteram bāhuacutebhyāṃ yaacutem pitākrṇod viacuteśvasmād ā januacuteṣo veacutedasas paacuteri yeacutenā prthivyāṃ niacute kriacutev-iṃ śayaacutedhyai vaacutejreṇa hatvī aacutevrṇak tuviṣvaacuteṇiḥldquoThat was fit for him for his two arms ndash what his father made from every race and out of his know-ledge ndash that mace by which he with mighty roar smashed the worm and twisted it down to lie upon the earthrdquo

Ciograve sembra essere confermato dal fatto che in un inno il creatore e generatore di Indra sia chiamato svaacutepastama‑ lsquoil miglior artigianorsquo epiteto di Tvaṣṭar (cfr supra

101 Come notato da Jamison e Brereton (2014 ad loc)

mdash 90 mdash

Riccardo Ginevra

RV 1859 e 4563)102 cfr RV 4174b-d iacutendrasya kartā suapastamo bhūt yaacute īṃ jajāna svariacuteyaṃ suvaacutejram aacutenapacyutaṃ saacutedaso naacute bhūma ldquoThe best craftsman was the creator of Indra who begot him booming and bearing the good mace not to be moved any more than the Earth from its seatrdquo

Il rapporto tra Indra e il suo presunto padre Tvaṣṭar sembrerebbe essere proble-matico dato che questrsquoultimo egrave detto tremare davanti a Indra (RV 18014) il quale egrave a sua volta detto sconfiggere Tvaṣṭar alla nascita nel passo di RV 3484 citato supra (tvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya ldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indrardquo) Il quadro del rapporto padre-figlio diventa ancora piugrave tetro se si tiene conto del fatto che Indra egrave detto aver reso la madre una vedova e aver distrutto il padre evidentemente da identificare con Tvaṣṭar

RV 41812kaacutes te mātaacuteraṃ vidhaacutevām acakrac chayuacuteṃ kaacutes tvām ajighāṃsac caacuterantam kaacutes te devoacute aacutedhi mārḍīkaacute āsīd yaacutet prākṣiṇāḥ pitaacuteram pādagŕhyaldquoWho made your mother a widow Who tried to smash you as you lay as you wandered What god was merciful toward you when you destroyed your father having grasped him by the footrdquo

Abbiamo visto quindi come gli elementi centrali della caratterizzazione di Tvaṣṭar siano gli stessi attestati per quella dei dvergar ovvero atti di creazione di oggetti co-smici come figure umane e armi divine Soltanto il punto (h) non ha corrispondenze nella tradizione nordica bensigrave in quella greca come vedremo nel cap 8 A questo punto si puograve quindi procedere a una comparazione diretta tra la tradizione nordica e quella indiana

73 Artigiani cosmici indoeuropei confronto e ricostruzione

I miti nordici relativi ai dvergar e quelli indiani sul dio Tvaṣṭar condividono nume-rose caratteristiche gli elementi principali attestati in entrambe le tradizioni sono sintetizzabili nei seguenti punti

(a) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash ogget-to]I dvergar eddici sono quasi sempre soggetto di questa collocazione nel mito cfr eg Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

Tvaṣṭar egrave quasi esclusivamente menzionato come foggiatore di oggetti nel mito vedico cfr AVŚ 14160 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pādān bhaacutegas tatakṣa catvāry

102 Da notare come nello stesso inno sia menzionato anche il Cielo come padre di Indra (suvīras te janitā manyata dyauacuter)

mdash 91 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhyatoacute lsquonu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fash-ioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo

(b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash essere umano]Ai dvergar egrave assegnato il compito di creare esseri umani in Vsp 95-6 e 105-7 hverr scyldi dverga droacutettir scepia [hellip] thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquochi dei dvergar dovesse schiere (= lsquouominirsquo) creare [hellip] essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

Tvaṣṭar egrave il dio che foggia gli embrioni umani cfr RV 101841ab viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoche Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

(c) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash arma del dio del tuono]I dvergar Sindri e Brokkr sono gli autori del martello Mjǫllnir di Thor in Skaacuteld 35 THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn ldquoPoi (il dvergr Sindri) tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (il dvergr Brokkr) diede il martello a Thorrdquo

Tvaṣṭar foggia la mazza di Indra in RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (Indra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo

(d) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash sostenere ndash cielo]Il cielo egrave sorretto dai quattro nani Vestri Austri Suethri e Norethri nel mito nordico cfr Skaacuteld 23 Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dver-ganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

Tvaṣṭar sorregge le due metagrave del mondo (cielo e terra) nel mito vedico cfr RV 4423 tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ ca ldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

(e) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash conoscere ndash tutto]Il dvergr Alviss conosce ogni cosa in Alv 91-3 (13x) Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitir ldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu dvergr conoscirdquo

Tvaṣṭar conosce ogni essere vivente cfr RV 4423a tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān ldquolike Tvaṣṭar knowing all living beingsrdquo

mdash 92 mdash

Riccardo Ginevra

(f) [bevanda ndash dellrsquoartigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-)]Lrsquolsquoidromelersquo (mjǫethr pie medhu-) della poesia egrave chiamato ldquobevanda dei dvergarrdquo (che lrsquohanno prodotto) cfr Skaacuteld g57 vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku ldquone derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergarrdquo

Il soma la bevanda rituale indiana egrave il maacutedhu‑ lsquomielersquo (pie medhu-) di Tvaṣṭar cfr RV 111722 ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vām ldquoFor Da-dhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Ricapitolando i paralleli tra la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico e quella di Tvaṣṭar in quello indiano sono numerosi e si basano su una caratteristica fondamentale di questi personaggi la loro funzione come [artigiani] mitici che fog-giano oggetti cosmici come gli esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra associata alla poesia Ciograve permette di ipotizzare che essi continuino unrsquoorigi-naria figura mitica indoeuropea quella dellrsquo[artigiano] divino a cui erano associati i derivati della radice verbale che designava per eccellenza il [foggiare] mitico pie tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo riflessa in germanico da aisl dvergr (tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) e in indoiranico da ved Tvaacuteṣṭar‑ (turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo)103

103 Uno sviluppo da una personalitagrave divina singola (come Tvaṣṭar) ad una classe plurale di esseri mitici (come i dvergar) presenterebbe vari paralleli nelle tradizioni indoeuropee cfr eg i romani Sēmōnes classe plurale di divinitagrave sviluppatasi a partire dal dio singolo Sēmō le cui corrispondenze in italico e celtico permettono di ricostruire unrsquooriginaria divinitagrave singola-re protoitaloceltica di nome Segomō lsquoFortersquo (Weiss 2017)

mdash 93 mdash

8 ALCUNI PARALLELI NELLA MITOLOGIA CLASSICA IL DIO ROMANO PICO (PĪCUS) E IL

TITANO GRECO CRONO (ΚΡΌΝΌΣ)

Comrsquoegrave noto oltre che in nordico e indiano figure mitiche di artigiani divinisopran-naturali ricorrono in diverse tradizioni indoeuropee (cfr eg West 2007 154-157) Le fonti classiche attestano numerose figure di questo genere basti pensare alla for-giatura delle armi di Achille da parte di Efesto nellrsquoIliade al dono delle saette che i Ciclopi fanno a Zeus nella Teogonia o ai fabbri Dattili Idei delle fonti piugrave tarde Non egrave quindi strano che come vedremo nel presente capitolo paralleli importanti per quanto visto finora riguardo aisl dvergr e ved Tvaacuteṣṭar‑ siano attestati da due figure della letteratura classica il romano Pico (sect81) e il greco Crono (sect82) infatti da un lato le caratterizzazioni di questi personaggi presentano interessanti corrispondenze con i testi analizzati finora precisamente con gli elementi (g) e (h) rispettivamente del mito nordico e del mito indiano dallrsquoaltro i nomi di questi personaggi possono essere ricondotti rispettivamente a pie peiḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo radice che condi-vide significati e collocazioni con pie tuerḱ‑ (Jackson 2002 8-13) e alla radice quasi sinonimica pie (s)ker- lsquotagliarersquo

81 Il nome del dio Pīcus come riflesso di pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo

Il dio Pico (lat Pīcus) egrave uno dei primi re mitici del Lazio figlio di Saturno padre di Fauno e nonno di Latino104 la cui trasformazione in picchio (lat pīcus) ad opera dellrsquoamante rifiutata Circe egrave il soggetto di un famoso brano delle Metamorfosi di Ovidio (14320-434) Sebbene in quanto rex degli Aborigines Pico sia anche ogget-to di designazioni eroiche come equum domitor (Verg Aen 7189) egli egrave descritto nelle fonti latine e greche piugrave come un trickster e un culture hero

Il nome lat Pīcus puograve riflettere pie peiḱ‑oacute‑ lsquoquello che taglia foggiarsquo un

104 Cfr Verg Aen 748-49 [] Fauno Picus pater isque parentem te Saturne refert tu sanguinis ultimus auctor Serv ad Aen 1076 Stercutii Picus Pici Faunus Fauni Latinus est filius

mdash 94 mdash

Riccardo Ginevra

derivato agentivo del tipo tem-oacute- di pie peiḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo radice sinoni-mica rispetto a pie tuerḱ‑ A questo stesso derivato agentivo possono essere ricon-dotti anche

bull lat pīcus lsquopicchiorsquo che puograve riflettere pie peiḱ‑oacute‑ lsquoquello che (in)taglia scavarsquo (alberi con il becco)105 una denominazione che si riferisce al comportamento piugrave tipico di questo uccello di cui ricorrono descrizioni sia in greco (eg Arist Hist an 593a3-14) che in latino (eg Plaut Asin 262)106

bull gr πεικός lsquoacuto pungente asprorsquo attestato esclusivamente dalla glossa es-ichiana πεικόν middot πικρόν πευκεδανόν (il sinonimo πικρός egrave drsquoaltronde anchrsquoesso un riflesso con diversa morfologia di PIE peiḱ‑ cfr eg Beekes 2010 sv)

In questo caso lat Pīcus corrisponderebbe quindi non solo dal punto di vista se-mantico ma anche morfologico ad aisl dvergr essendo questrsquoultimo un riflesso di pie tuerḱ‑oacute‑ lsquoquello che taglia foggiarsquo parimenti un tipo tem-oacute- derivato da una radice dal significato lsquotagliare foggiarersquo107

Unrsquointerpretazione di lat Pīcus come lsquoquello che foggiarsquo trova per lrsquoappunto sup-porto nella caratterizzazione di questo personaggio attestata in un passo di Plutarco

Plut Numa 153-5μυθολογοῦσι γάρ εἰς τὸν Ἀβεντῖνον λόφον οὔπω μέρος ὄντα τῆς πόλεως οὐδὲ συνοικούμενον ἀλλ᾽ ἔχοντα πηγάς τε δαψιλεῖς ἐν αὑτῷ καὶ νάπας σκιεράς φοιτᾶν δύο δαίμονάς Πῖκον καὶ Φαῦνον οὓς τὰ μὲν ἄλλα Σατύρων ἄν τις ἢ Πανῶν γένει προσεικάσειε δυνάμει δὲ φαρμάκων καὶ δεινότητι τῆς περὶ τὰ θεῖα γοητείας λέγονται ταὐτὰ τοῖς ὑφ᾽ Ἑλλήνων προσαγορευθεῖσιν Ἰδαίοις Δακτύλοις σοφιζόμενοι περιϊέναι τὴν ἸταλίανldquoRaccontano infatti che quando il colle Aventino non era ancora parte della cittagrave neacute era abitato ma aveva in seacute abbondanti sorgenti e valli ombrose vi vagavano due numi Pico e Fauno i quali in altri aspetti rassomigliavano i Satiri o i Pani ma sono detti con il potere delle pozioni e lrsquoastuzia della magia divina aver viaggiato per lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i greci chiamano Dattili Ideirdquo

105 Diversamente interpretato da WH (sv) che nota come due termini possibilmente im-parentati con questo vocabolo ved pikaacute‑ lsquoCuculus micropterusrsquo e antico prussiano picle lsquoTur-dus pilarisrsquo non possano rif lettere pie ḱ questi paralleli sono tuttavia probabilmente Sche-ingleichungen dato che entrambi questi uccelli non hanno molto in comune con il picchio Probabilmente imparentato egrave anche pgerm spihta- lsquopicchiorsquo (WH ibid de Vaan 2008 sv pī-cus)

Un termine sicuramente imparentato con pīcus egrave piuttosto umb peico (accusativo singo-lare) peiqu (ablativo singolare) lsquoidrsquo esito di protoitalico pĭk‑o‑ (Meiser 1986 47) che puograve ri-f lettere pie piḱ-oacute- (un derivato del funzionalmente analogo tipo CC-oacute- cfr Nussbaum 2017 250ss) Lat pīca lsquoghiandaia gazzarsquo egrave probabilmente un derivato femminile di pīcus Diver-samente Meiser 1986 47-48 seguito da de Vaan 2008 sv pīcus (secondo cui lat pīca sareb-be un derivato femminile vrddhi di pĭk‑o‑ con successiva diffusione analogica della ī lunga al maschile)

106 Cfr sul tema Mynott 2018 230 259-260 278 Sui picchi nel folklore di varie parti del mondo cfr Armstrong 1958 94-112

107 Cfr Ginevra 2019 per unrsquoanalisi dei termini della famiglia romanza di it piccolo come ulteriori rif lessi di pie peiḱ‑oacute‑ sebbene in unrsquoaccezione passiva lsquoquello che egrave tagliatorsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Pico e suo figlio Fauno ldquosono detti aver girato lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i Greci chiamano Dattili Ideirdquo dovevano evidentemente esistere delle narrazioni tradizionali secondo cui Pico era un artigiano che aveva tramandato agli Italici lrsquoarte propria dei Dattili Idei la quale era comrsquoegrave noto la metallurgia

Plin Nat 780ferrum Hesiodus in Creta eos qui vocati sunt Dactyli IdaeildquoEsiodo (ritiene) che a Creta quelli che si chiamano Dattili Idei (abbiano lavorato per la prima volta) il ferrordquo

Come ci si poteva attendere il fatto che il teonimo Pīcus fosse un omofono di lat pīcus lsquopicchiorsquo diede luogo a paraetimologie come quelle registrate da Servio

Serv ad Aen 7190Picum amavit Pomona pomorum dea et eius volentis est sortita coniugium postea Circe cum eum amaret et sperneretur irata eum in avem picum Martium convertit nam altera est pica hoc autem ideo fingitur quia augur fuit et domi habuit picum per quem futura noscebat

Il fatto che si tentasse di analizzare Pīcus per mezzo di episodi eziologici i quali hanno poco o niente a che fare con i ruoli e le funzioni che a questo dio sono specificamente assegnate108 va visto come un sintomo del fatto che il teonimo fosse ormai del tutto opaco etimologicamente giagrave per i romani Con questo non si vuole affermare che Pico non potesse essere associato al picchio tuttrsquoaltro punto di partenza per lrsquoassociazione di un dio con un animale erano solitamente degli elementi comuni nella caratterizzazione dei due (cfr eg la relazione tra il re degli degravei Zeus e il ldquore degli uccellirdquo lrsquoaquila) ed egrave quindi piugrave che normale che il dio Pīcus lsquoquello che taglia foggiarsquo finisse per essere associato allrsquouccello pīcus lsquoquello che taglia (la corteccia)rsquo

La narrazione di Plutarco citata supra continua quindi con un episodio della vita di Numa che egrave trattato anche da Ovidio nel terzo libro dei Fasti109 il re romano si rivolge alla ninfa Egeria per conoscere il rito di espiazione del fulmine questa sug-gerisce al re di costringere con la forza le divinitagrave indigene romane Fauno e Pico a rivelargli il segreto del rito

Ov Fasti 3289sscui dea lsquone nimium terrere piabile fulmen estrsquo ait lsquoet saevi flectitur ira Iovis sed poterunt ritum Picus Faunusque piandi tradere Romani numen utrumque soli nec sine vi tradent adhibe tu

108 Ovvero la storia dellrsquoamore non corrisposto di Circe peraltro una figura importata dal mondo greco e il dettaglio del tutto non marcato (basti pensare al mito di Romolo e Remo) sullrsquoimpiego di un uccello per la divinazione

109 Noncheacute secondo Arnobio dallrsquoannalista Valerio Antias (fr 6 Peter 8 Chassignet apud Arnob 51)

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Riccardo Ginevra

vincula captisrsquoldquoA lui (a Numa) la dea (Egeria) disse laquoNon avere eccessivo timore il fulmine si puograve espiare e lrsquoira del furioso Giove si puograve allontanare Ma Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazione Ma non lo tramanderanno senza costrizione legali con ceppi dopo averli catturatiraquordquo

Numa compie quanto suggeritogli dalla ninfa e ottiene quanto desiderato (alla fine egrave Giove stesso a rivelargli il rito) Ovidio segue qui naturalmente un topos della letteratura classica quello dellrsquoessere divino catturato dal mortale (cfr Pasco-Pran-ger 2002 298) che ha una sua prima e rinomata attestazione nellrsquoOdissea (4395ss) nella narrazione della cattura di Proteo ad opera di Menelao noncheacute successivamen-te presso Virgilio che fa catturare Proteo da Aristeo nelle Georgiche (4) e Sileno a dei pastori nelle Ecloghe (6) Il passo ovidiano ha tuttavia delle strette corrisponden-ze (cfr tab 11) anche con i testi scandinavi visti nel precedente capitolo (sect71 [g]) in cui i dvergar vengono catturati e trattenuti per la loro sapienza

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 (cfr Saxo Gesta Dano-rum 326)Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Ov Fasti 3289sssed poterunt ritum Picus Faunusque pianditradere Romani numen utrumque solildquoMa Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazionerdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere co-stretto con la forza a collaborare

Saga thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Ov Fasti 3293nec sine vi tradentldquoMa non lo tramanderanno senza costrizionerdquo

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Ov Fasti 3293adhibe tu vincula captisldquolegali con ceppi dopo averli catturatirdquo

Tab 11 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 Gesta Danorum 326 e Ov Fasti 3289ss

Comrsquoegrave noto talvolta egrave possibile addebitare corrispondenze tra Sassone il Gram-matico e autori romani alla cultura latina di Sassone il quale leggeva con tutta pro-babilitagrave sia Ovidio che Virgilio a supporto di unrsquoipotesi di questo genere si noti il

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

termine lat satyrus con cui Sassone si riferisce allrsquoessere fantastico di nome Mimin-gus Ciononostante in ambito scandinavo la cattura di un dvergr allo scopo di otte-nere un oggetto mitico non sembra essere un motivo importato dal mondo classico essendo attestato eg anche nella narrazione eddica della cattura del dvergr Andvari ad opera del dio Loki (Skaacuteld 39) Anche qualora queste corrispondenze tra i dver-gar nordici e il culture hero latino Pico non fossero indizio di una comune origine ma frutto di contatto tra mondo germanico settentrionale e mondo classico esse sarebbero comunque indice del fatto che gli artigiani mitici scandinavi venissero as-similati a questo personaggio mitico romano in ragione di quella che doveva essere percepita come una stretta somiglianza

82 Il nome del titano Κρόνος come riflesso di pie (s)ker- lsquotaglia-rersquo

Il padre di Pico a prestar fede a Virgilio era Saturno accostato dagli autori lati-ni via intepretatio romana al titano Crono padre di Zeus e sovrano celeste prima di lui Il nome Κρόνος egrave stato analizzato da Janda (2010 50-51) come il riflesso di kr-oacuteno- lsquoquello che tagliarsquo un derivato con grado ridotto della radice (s)ker- lsquotagliarersquo (gr κείρω lsquoidrsquo aisl skera lsquoidrsquo) e suffisso deverbativo pie -oacuteno- Janda cita come paralleli per questa formazione gr κλ-όνος lsquosubbugliorsquo ( κέλομαι lsquometto in movimentorsquo) θρ-όνος lsquoseggiorsquo (pie dher- lsquofissarersquo) e aav dəm‑āna‑ lsquocasarsquo (pie dem(h2)- lsquocostruirersquo) Questa analisi di gr κλόνος e θρόνος e lrsquoesistenza stessa di un tipo derivazionale CC-ono- sono state tuttavia oggetto di critica (Beekes 2010 svv) Alla luce dellrsquoattestazione di mic to-no thornos e del fatto che la radice in questione sia piuttosto da ricostruire come dherh2- per il greco (mic ta-ra-nu thrānus gr θρῆνυς lsquopancarsquo dhrh2-nu-) gr θρόνος egrave stato analizzato da de Lamberterie (2004 241ss) come lrsquoesito per metatesi di pgr thoacuter-no- e pie dhoacuter(h2)-no- lsquosostegnorsquo (con scomparsa della laringale per lrsquoEffetto di Saussure) In questo caso si potrebbe supporre unrsquoanaloga metatesi per gr Κρόνος il quale sarebbe quindi il riflesso di pie (s)koacuter-no- forma che potrebbe in effetti essere riflessa dalle glosse esichiane κόρνοςmiddot κεντρομυρσίνη Σικελοί lsquopungitopo per i Siculirsquo e σκόρνοςmiddot κόρνος μυρσί-νη τὸ φυτόν lsquopungitopo mirto lrsquoarbustorsquo (in cui μυρσίνη lsquomirtorsquo sta verosimilmente per μυρσίνη ἀγρία lsquomirto selvaticorsquo un altro nome del pungitopo)

In entrambi i casi lrsquointerpretazione di Κρόνος come un riflesso di pie (s)ker- lsquotagliarersquo (kr-oacuteno- oppure koacuter-no-) dal significato lsquoquello che tagliarsquo trova supporto nellrsquoatto mitico di castrare il cielo attribuito a questo personaggio (cfr infra) e permette di analizzare questo teonimo sul piano della semantica come un quasi-equivalente di ved Tvaṣṭar‑ (lsquoquello che taglia foggiarsquo) noncheacute di aisl dvergr (pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo)110 Questa ipotesi trova supporto in

110 In realtagrave il significato lsquofoggiarersquo egrave attestato anche per derivati di questa radice anche

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Riccardo Ginevra

due interessanti paralleli tra la mitologia di Crono quella del dio vedico Tvaṣṭar e parzialmente quella dei dvergar nordici

(1) Nel mito esiodeo della creazione la Terra egrave coperta dal Cielo e in continua unione sessuale con questo fino a quando Crono non li separa evirando il padre Cielo con una falce su incitazione della madre Terra

Hes Th 159-62 174-81ἣ δ᾽ ἐντὸς στοναχίζετο Γαῖα πελώρη στεινομένηmiddot δολίην δὲ κακήν τ᾽ ἐφράσσατο τέχνην αἶψα δὲ ποιήσασα γένος πολιοῦ ἀδάμαντος τεῦξε μέγα δρέπανον καὶ ἐπέφραδε παισὶ φίλοισινmiddot [hellip] εἷσε δέ μιν κρύψασα λόχῳmiddot ἐνέθηκε δὲ χερσὶν ἅρπην καρχαρόδονταmiddot δόλον δ᾽ ὑπεθήκατο πάντα ἦλθε δὲ νύκτ᾽ ἐπάγων μέγας Όὐρανός ἀμφὶ δὲ Γαίῃ ἱμείρων φιλότητος ἐπέσχετο καί ῥ᾽ ἐτανύσθη πάντηmiddot ὃ δ᾽ ἐκ λοχεοῖο πάις ὠρέξατο χειρὶ σκαιῇ δεξιτερῇ δὲ πελώριον ἔλλαβεν ἅρπην μακρὴν καρχαρόδοντα φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωldquoLa Terra invece gemeva allrsquointerno nella sua smisurata grandezza pigiata ma un espediente srsquoin-ventograve astuto e cattivo In breve fatto un tipo di metallo il bianco acciaio ne fabbricograve una grande falce e rivolgendosi ai suoi figli [hellip] Nascostolo (la Terra) lo (Crono) predispose allrsquoinsidia gli pose tra le mani la falce dai denti aguzzi e gli suggerigrave tutto lrsquoinganno E venne il grande Urano portando la notte e la Terra avviluppava desideroso drsquoamore e srsquoespandeva per ogni dove allora il figlio dal luogo dellrsquoinsidia protese la mano sinistra con la destra prese la smisurata falce lun-ga dai denti aguzzi e i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

Questo mito esiodeo della castrazione del Cielo egrave la variante greca dellrsquouniversale mitologico che dagrave il titolo ad una monografia di Staudacher (1942) Die Trennung von Himmel und Erde ldquola separazione del Cielo e della Terrardquo in miti cosmogonici attestati presso varie tradizioni del mondo (anche indoeuropee cfr Weiss 2016) il cielo e la terra erano originariamente uniti cosigrave strettamente da impedire il funziona-mento dellrsquouniverso e dovettero essere separati prima che si potesse giungere alla forma del cosmo come lo conosciamo oggi La separazione puograve avvenire principal-mente in due modi come notato da West (1966 212) ldquosometimes the sky is simply raised by pushing [hellip] Sometimes there is a physical link which must be severed [hellip] In the Hesiodic myth [hellip] it is an act of castration that severs the bond betwe-en them once and for allrdquo West nota anche come la peculiare forma di separazione attuata da Crono (castrazione) abbia chiaramente avuto origine nellrsquoincrocio tra un mito greco indigeno della separazione del cielo e della terra e il ldquomito orientale della successione nel cielordquo attestato dal hurrico Canto di Kumarbi (prevenutoci unica-mente in traduzione ittita un testo che presenta numerosi paralleli con la Teogonia di Esiodo cfr West 1997 279ss) in cui si racconta inter alia di come il dio Kumarbi castrograve con un morso il dio Anu lsquoCielorsquo prendendone il posto come sovrano degli

se non sembra sicuramente ricostruibile giagrave per la protolingua cfr eg aisl skera in Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima tagliare e segare intagliare e foggiarerdquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

degravei111 Lrsquoatto di Crono di porre fine allrsquounione originaria tra Terra e Cielo castrando questrsquoultimo egrave quindi funzionalmente equivalente a quanto compiuto da Tvaṣṭar nel suo ruolo di figura mitica che fissa e sorregge il cielo e la terra con paralleli anche nella mitologia dei dvergar nordici (sectsect71 2 e 3 elemento [d])

(2) Crono diventa poi il sovrano dellrsquouniverso spodestando il padre Cielo dando inizia alla trafila del cosiddetto ldquomito orientale della successione nel cielordquo egli stesso saragrave infatti spodestato da suo figlio Zeus in una guerra che si puograve definire il tema principale della Teogonia esiodea

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Nel suo ruolo mitologico di padre e contemporaneamente nemico del dio associa-to al tuono e successivamente re degli degravei Zeus Crono egrave qui direttamente compara-bile con il vedico Tvaṣṭar contemporaneamente padre e nemico del dio del tuono e re degli degravei Indra come visto nel capitolo precedente (sect72 [h])112

La caratterizzazione di Crono nella Teogonia di Esiodo sembra quindi avere delle corrispondenze precise (cfr tab 12) con quella di Tvaṣṭar nel RV

(1)Tvaṣṭar e Crono sono entrambi detti separare il cielo e la terra

RV 4423cdtvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Hes Th 180-182φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωmiddotldquoe i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

111 Come mi fa notare uno dei revisori anonimi anche Kumarbi egrave definito lceilDINGIRMEŠrceil-aš ad‑da‑aš ldquopadre degli deirdquo (KUB 177 ii 13 cfr van Gessel 1998-2001 I259-260) pur non essendone il padre biologico (cf supra cap 2)

112 Questo elemento presenta unrsquointeressante corrispondenza anche nel mito hurrico in cui Kumarbi ingravidato da Anu dopo averne inghiottito i genitali genera il dio della tempe-sta Tešub che a sua volta lo spodesteragrave

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Riccardo Ginevra

(2)Tvaṣṭar e Crono sono contem-poraneamente padri e nemici degli [degravei del tuono] Indra e Zeus

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Tab 12 Corrispondenze tra Tvaṣṭar e Crono

Notare questi paralleli indoeuropei non significa ovviamente negare le corrispondenze con il mito orientale in vari passaggi della Teogonia di Esiodo egrave possibile riconoscere una forte contaminazione tra tradizioni mitiche indigene (e quindi possibilmente ereditagrave indoeuropee) ed altre di origine vicinorientale (cfr eg West 1966 212)

In questo capitolo si egrave visto quindi come sia possibile ricondurre sia lat Pīcus (pie peiḱ‑oacute‑ lsquoquello che taglia foggiarsquo) che gr Κρόνος (kr-oacuteno- oppure koacuter-no- lsquoquello che tagliarsquo) rispettivamente a pie peiḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo e (s)ker- lsquotagliarersquo due radici piugrave o meno sinonimiche rispetto a pie tuerḱ‑ Queste formazioni onomastiche avevano quantomeno originariamente una semantica analoga a quella che abbiamo ricostruito per aisl dvergr (tuerḱ‑oacute‑ lsquoquello che taglia foggiarsquo) e ved Tvaacuteṣṭar- (turḱ‑teacuter‑-tr- lsquoquello che taglia foggiarsquo) da un punto di vista morfolog-ico aisl dvergr e lat Pīcus riflettono addirittura lo stesso tipo di formazione (es-sendo entrambi derivati del tipo tem-oacute-) Il parallelo linguistico tra queste figure egrave rafforzato dal fatto che sia le narrazioni latine sul dio Pico che la tradizione esiodea sul titano Crono presentino alcuni elementi che abbiamo individuato supra (cap 7) nella mitologia nordica relativa ai dvergar e in quella indiana relativa a Tvaṣṭar113

113 Ulteriori possibili corrispondenze nella mitologia greca sono quelle con i fratelli tita-ni Prometeo e Atlante rispettivamente il creatore degli esseri umani ed il titano che sorregge la volta celeste i quali potrebbero quindi rif lettere lo sdoppiamento di unrsquounica figura mitica originaria analoga a quelle trattate in questo capitolo Sono grato a Daniel Koumllligan per aver-mi fatto notare questo parallelo

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9 I NOMI DEI DVERGARIL CATALOGO DI VǪLUSPAacute 10-16

Nel presente capitolo ci concentreremo sui nomi di dvergar elencati nel poema ed-dico Vǫluspaacute in particolare allrsquointerno delle strofe 10-16 che introducono e svi-luppano il cosiddetto Dvergatal lsquocatalogo dei dvergarrsquo questi nomi una sessanti-na costituiscono da soli quasi metagrave di tutto il materiale onomastico attestato nella Vǫluspaacute allrsquointerno di cui tuttavia il catalogo potrebbe essere unrsquointerpolazione (cfr eg Dronke 1997 67) Numerosi lavori sono stati dedicati alle etimologie dei nomi di dvergar i piugrave conosciuti tra i quali sono gli studi di Gould (1929) e Motz (1973) si tratta di analisi che hanno avuto il grande valore di evidenziare alcuni tipi di formazione frequenti tra questi nomi tuttavia dato che la maggior parte di questi dvergar sono menzionati unicamente nel catalogo e che la mitologia che li riguarda egrave di solito a noi del tutto ignota si tratta per la massima parte di etimologie impossibili da dimostrare in quanto prive di qualsiasi riscontro nelle fonti

In questo lavoro al contrario si riterranno effettivamente analizzabili soltanto quelle formazioni onomastiche per cui lrsquoanalisi formale si puograve combinare con unrsquoin-terpretazione semantica eo unrsquoidentificazione del referente che trova riscontro nei dati della mitologia o della fraseologia che ricorrono nei testi in norreno o in lingue imparentate Ciograve esclude eg simplicia il cui referente egrave del tutto sconosciuto (eg THORNekkr o THORNroacuter) o composti di referente sconosciuto i cui elementi non sono facilmente identificabili o la cui sintassi interna egrave di difficile interpretazione (eg Gand-alfr o Hleacute-vangr)

Nella sezione che segue (sect91) si abbozzeragrave uno schema dei processi di forma-zione delle parole attestati tra i nomi di dvergar della Vǫluspaacute In quella successiva (sect92) tutte le formazioni saranno presentate in ordine alfabetico e trattate (quan-do possibile) sul piano dellrsquoanalisi formale e dellrsquointerpretazione semantica Infine nella sezione finale (sect93) saranno tratte una serie di considerazioni metodologiche sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar (e non)

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Riccardo Ginevra

91 Processi di derivazione e composizione nellrsquoonomastica dei dvergar

Si procederagrave anzitutto presentando i suffissi derivazionali attestati dalle diverse for-mazioni onomastiche (1) per passare poi alla tipologia dei composti (2) La clas-sificazione egrave motivata da esigenze pratiche di descrizione della lingua e non vuole entrare nel merito di questioni che sono a tal scopo non rilevanti e tuttora dibattute (eg se i composti a reggenza verbale siano originariamente da raggruppare insieme ai composti determinativi o ai possessivi)

(1) Derivazione suffissi derivazionali comuni e onomasticiUnrsquoanalisi formale dellrsquoonomastica dei dvergar dal punto di vista della derivazione permette di distinguere sia tipi flessivi molto comuni attestati anche nel lessico appellativo che formazioni con suffissi derivazionali piugrave rari che ricorrono princi-palmente o esclusivamente in ambito onomastico Di seguito una classificazione dei suffissi (sulla base del corrispondente protogermanico)

bull Pgerm -a- questa classe comprende sostantivi maschili tematici (con co-siddetta ldquoflessione forterdquo) che continuano i temi indoeuropei in -o- e sono tra le formazioni piugrave comuni allrsquointerno del lessico appellativo germanico

In questa categoria sono probabilmente da includere molti nomi di dvergar altrimenti ignoti che sembrerebbero a prima vista essere simplicia tematici eg Fraacuter e THORNroacuter noncheacute i secondi elementi di composti come Al‑thornjoacutefr e Nyacute‑raacuteethr

bull Pgerm -an- questa classe comprende sostantivi maschili uscenti in aisl -i (con cosiddetta ldquoflessione debolerdquo) che continuano i temi in -n- indoeuropei (talvolta anche sul piano etimologico cfr eg aisl ux-i lsquobuersquo pgerm uks-ēn riflesso di pie h2uks-eacuten- ved ukṣaacuten‑) Molti temi germanici in -an- hanno avuto origine come ricaratterizzazioni di originari temi in pgerm -a- (pie -o-) il suffisso -an- era inoltre frequentemente impiegato nella formazione del secondo elemento di compo-sti a reggenza verbale e nel creare derivati denominali da sostantivi neutri

Per esempi del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr Aacutei da aacutei lsquoavorsquo (pgerm awa[n]-) che corrispon-de al sostantivo tematico lat avus lsquononnorsquo (h2eṷh2-o-)Per il secondo tipo cfr degbori nel nome Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquoPer il terzo tipo molto comune tra i nomi di dvergar (Gould 1929 957) cfr eg Sindr-i sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo Frost‑i frost lsquogelorsquo Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

bull Pgerm -u- una classe di formazioni nominali di grande antichitagrave la cui estrema raritagrave tra i nomi di dvergar non sorprende trattandosi di un tipo di formazio-ne non piugrave produttivo giagrave in etagrave protogermanica (cfr Casaretto 2004 191)

Questa classe egrave attestata da unrsquounica formazione onomastica Litr lsquocolorersquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Pgerm -(i)ja(n)- questo suffisso in protogermanico formava principalmen-te derivati pertinentivi denominali un tipo poco rappresentato nellrsquoonomastica dei dvergar Il suffisso aisl -ir appare invece essere molto produttivo nella formazione di nomina agentis da verbi deboli (soprattutto nella poesia scaldica)114 un tipo raro nelle altre lingue germaniche e di chiara origine recente (lrsquoimpiego del suffisso aisl -ir dopo sillabe leggere -VC- non rispetta la Legge di Sievers e non puograve quindi risa-lire oltre il protonordico)

Per questo tipo di formazione tra i nomi di dvergar cfr eg degthornras‑ir in Doacutelg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo (cfr thornras‑a lsquominacciarersquo)

bull Pgerm -Vna- e -Vra- questi suffissi di struttura -VCa- (la vocale connet-tiva subiva spesso modificazioni non attese fonologicamente)115 sono ben attestati sia nellrsquoonomastica che nel lessico appellativo

In germanico i suffissi del tipo pgerm -Vnaō‑ erano relativamente produttivi per la formazione di derivati sia deverbali che denominali (Meid 1967 103ss)116 tuttavia nellrsquoonomastica dei dvergar (e nordica in generale) egrave unicamente il suffisso -inn a godere di produttivitagrave117

114 Cfr Meissner 1921 283ss Meid 1967 70 Ebenbauer 1973 192ss Casaretto 2004 112

115 Fondamentale nellrsquoanalisi di questi derivati egrave il processo del Suffixtausch lsquoscambio del suffissorsquo La vocale connettiva dei derivati con suffissi -VCaō- era infatti originariamen-te coincidente con la vocale in cui usciva la base del derivato eg wōd‑u‑ lsquoispirazionersquo gt wōdu‑na‑ lsquoquello dellrsquoispirazionersquo Una volta che la connessione etimologica tra basi e deri-vati andograve persa i parlanti si trovarono di fronte una varietagrave di suffissi ldquoapofonicirdquo con diversa vocale connettiva (-a- -i- -u-) i quali essendo di forma quasi identica e di funzione analo-ga apparivano liberamente scambiabili tra di loro Ciograve ha dato origine a formazioni seconda-rie in cui il suffisso con vocale connettiva etimologica egrave stato sostituito da suffissi con voca-le connettiva non etimologica eg Wōd‑una‑ (anorv Oacuteethonn) ⟶ Wōd‑ana‑ (aing Wōden) Wōd‑ina‑ (aing Wēden) Questo processo (per cui cfr Meid 1967 50ss Schaffner 1996 151) egrave molto diffuso in germanico settentrionale e occidentale ed egrave di grande importanza per lrsquoana-lisi di derivati con tali suffissi

116 A differenza della variante senza vocale connettiva -na- (pie -noacute-) la quale a cau-sa di processi di assimilazione era spesso non piugrave trasparente (got fulls lt plh1-noacute- lat plē‑nus ved pūr‑ṇaacute‑) Le tre varianti ldquoapofonicherdquo del suffisso -ana- -ina- e -una- in cui la vocale connettiva era originariamente identica alla vocale finale del tema della base (Casaret-to 2004 321) andavano incontro a Suffixtausch giagrave in etagrave molto antica cfr eg i rif lessi del termine per lsquomattinorsquo got maurg-ins e aisl myrg-inn (pgerm murg-ina-) vs aisl morg-inn (morg-ann) aing morg-en e aat morg-an (pgerm murg-ana-)

117 In norreno i rif lessi regolari -an--(i)n- e -un- (pgerm -ana- -ina- -una-) sono sta-ti sostituiti in maniera sistematica da aisl -in- il quale rif lette in realtagrave il formante di aggetti-vi di materiale pgerm -īna- (guld‑īna- lsquodoratorsquo guld-a- lsquoororsquo) Sebbene la sostituzione sia stata cosigrave pervasiva da aver influito persino sulla morfologia verbale (in cui aisl -inn egrave il rego-lare formante di participi preteriti mentre pgerm -īna- formava esclusivamente derivati de-nominali) si egrave trattato di un processo analogico e non di un mutamento fonetico (Syrett 1994 187-204) come dimostrato dal fatto che le varianti originarie del suffisso sono ancora identi-ficabili in vocaboli arcaici come thornjoacuteethann lsquorersquo (pgerm thorneud‑ana- cfr got thorniud‑ans) noncheacute

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Riccardo Ginevra

Con lrsquoeccezione del nome del personaggio della saga volsungica Reginn riflessi di pgerm -Vna- sono attestati da molti nomi di dvergar per lo piugrave ignoti e scarsamente analizzabili eg Dvalinn Fundinn e THORNorinn

In norreno e nelle altre lingue germaniche le formazioni che attestano esiti dei suffissi pgerm -a-ra- e -u-ra- non riflettono solitamente ereditagrave indoeuropee118 e sono analizzabili quantomeno sincronicamente come derivati denominali (eg pgerm stab-ara- lsquopalo in una palizzatarsquo stab-a--i- lsquopalorsquo) Quantomeno a giudi-care dal numero di nomi di dvergar che attestano questo tipo di formazione i riflessi nordici di struttura aisl -Vrr dovevano aver acquisito un alto grado di produttivitagrave (verosimilmente come formanti onomastici neutri sul piano del significato)

Suffissi che riflettono pgerm -Vra- ricorrono in numerosi nomi di dvergar altrimenti sco-nosciuti eg Aacutenarr Bǫmburr e Lofarr

bull Pgerm -(V)n-ija- si tratta di un suffisso complesso che ha avuto origine in derivati con suffisso -ija- di sostantivi in -(V)naō‑ lrsquoesito aisl -nir estratto dalle formazioni originarie egrave poi diventato produttivo nella lingua poetica e nellrsquoonoma-stica norrena per la formazione di inter alia composti possessivi e agentivi

Per formazioni del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr degvitn-ir lsquolupo spada creaturarsquo riflesso di witn-ija- (da pgerm witn[a]- imparentato con itt ḫwitar‑ḫwitn- lsquoanimali bestie lupirsquo) allrsquointer-no del nome di dvergr Mjǫeth‑vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquoPer composti possessivi e agentivi cfr rispettivamente Moacutet‑sǫg‑nir lsquoquello che ha la sega per figurersquo (aisl sǫg lsquosegarsquo) e Draup-nir lsquoquello che gocciolarsquo (pgerm draup‑a‑ lsquogocciolarersquo)

Naturalmente per quanto riguarda i composti la presente classificazione riguarda unicamente il secondo elemento il primo elemento andava incontro a modificazioni di vario tipo acquisendo morfologia specifica della composizione119

nellrsquoonomastica e in termini della lingua poetica118 Unrsquoeccezione egrave costituita dal suffisso -ara- che formava derivati di semantica delo-

cativale a partire da avverbi di luogo e pronomi (ūt‑ara‑ lsquoesternorsquo ūt lsquofuorirsquo Meid 1967 81) il quale egrave in ultima analisi da ricondurre a pie -eroacute- (con diverso grado apofonico o pgerm -ar- lt -er- in sillaba non radicale) tematizzazione del suffisso locativo pie -eacuter-(i) per cui cfr eg avverbi di luogo come aat obero av upara‑ lat superus rif lessi di pie (s)uper‑oacute‑ ((s)up‑eacuter‑(i) got ufar ved upaacuteri lat super)

Di contro il suffisso semplice (senza vocale connettiva) pgerm -ra- (pie -roacute-) non era produttivo in protogermanico ed egrave attestato principalmente in formazioni ereditate (Meid 1967 78 Casaretto 2004 416)

119 Eg seg-isdeg e seg-ideg per seg‑iz‑ nellrsquoonomastica cfr i nomi propri lat-germ (Fla-vius) Sigis-vultus vs aisl Sigdegurethr (segi-ward-u- lsquoguardiano della vittoriarsquo) fenomeni analo-ghi erano giagrave presenti in indoeuropeo cfr eg il primo elemento in -ideg allrsquointerno del sistema di Caland del tipo ved Rjiacute‑śvan‑ lsquoche ha cani velocirsquo rj‑raacute‑ lsquoveloce brillantersquo (su cui cfr eg Rau 2009 135)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(2) Composizione tipi di composti onomasticiIl secondo importante aspetto della Wortbildung nellrsquoonomastica dei dvergar egrave la composizione I tipi di composti attestati sono classificabili allrsquointerno di quattro categorie

bull Composti determinativi (scr tatpuruṣa‑)120 il cui primo elemento egrave in una relazione sintattica subordinativa implicita nei confronti del secondo elemento (a differenza che nei cosiddetti composti casuali in cui la relazione sintattica egrave espli-cita ovvero il primo elemento attesta una marca di caso) il quale egrave un sostantivo e corrisponde alla testa del composto (che egrave quindi endocentrico) eg aisl arm-baugr lsquoanello da bracciorsquo Composti determinativi di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 26 cfr Carr 1939 49-56)

A questo tipo potrebbe appartenere eg il nome di dvergr aisl Mjǫeth‑vitnir lsquolupo del mielersquo

bull Composti descrittivi (karmadhāraya)121 il cui primo elemento egrave un aggettivo in funzione di attributo del secondo elemento il quale egrave invece un sostantivo ed egrave la testa del composto (che egrave quindi endocentrico) cfr eg aisl forn‑maethr lsquouomo anti-corsquo aat junc-herro lsquogiovane signorersquo (ted Junker) Il tipo egrave sicuramente ricostruibi-le per il protogermanico (Meid 1967 27 cfr Carr 1939 56ss)122

Tra i nomi di dvergar questo tipo potrebbe essere attestato eg dal (poco chiaro) composto Skaacute‑fiethr qualora esso significasse lsquobuon finlandese lapponersquo

bull Composti a reggenza verbale (upapadasamāsa‑)123 il cui secondo elemento egrave un derivato deverbale con significato agentivo i nomi di dvergar attestano due sottotipi di questa categoria di origine cronologicamente distinta

Il tipo con i suffissi maschilefemminile aisl -ia (pgerm -aōn-) e aisl -ija (-jaōn- cfr Val-kyrja) era la strategia piugrave produttiva per la formazione di composti a reggenza verbale in protogermanico (Meid 1967 26)124 Lrsquoorigine di questo tipo

120 Cfr AiGr II1241ss sullrsquoorigine delle denominazioni dei composti in sanscrito cfr Sadovski 2002

121 In realtagrave nella classificazione indiana i descrittivi sono solo un sottotipo dei compo-sti apposizionali-attributivi karmadhāraya-

122 Cfr eg got midjun-gards aing middan-geard aat mittin-gard lsquoterra medianarsquo123 I composti descrittivi e a reggenza verbale sono spesso considerati sottogruppi dei

determinativi ma sono qui trattati separatamente ai fini dellrsquoesposizione per Schindler (1997 537) peraltro i composti a reggenza verbale con secondo elemento verbale (come quelli qui analizzati) sono in realtagrave nati come possessivi (ldquolsquoschnelle Schritte habendrsquo gt lsquoschnell schrei-tendrsquordquo)

124 Cfr eg i rif lessi della designazione germanica dellrsquolsquoeredersquo come lsquoquello che prendeusufruisce dellrsquoereditagraversquo (arbijadeg) aat erpi‑nom‑o e aing yrfe-num-a (entrambi da degnum-an- agentivo di nem-a- lsquoprenderersquo) got arbi-num-ja e aisl erfi-nyti (rispettivamente num-jan-

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Riccardo Ginevra

sembra essere da individuare nella ricaratterizzazione per mezzo del suffisso -aōn- o -jaōn- di antichi composti radicali indoeuropei (cfr Schindler 1972 Benedetti 1988 Scarlata 1999125 Data la produttivitagrave in germanico lrsquoattestazione di questo tipo tra le formazioni onomastiche del catalogo dei dvergar egrave prevedibile

Nomi di dvergar che riflettono questo tipo di formazione includono eg Haug‑spori lsquoquello che calcia le collinersquo e Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

I composti a reggenza verbale i cui secondi elementi attestano il suffisso -ir sono invece chiaramente piugrave recenti (Ebenbauer 1973 178) dato che come notato supra non subiscono gli esiti della Legge di Sievers neacute dello i-Umlaut (per cui al posto di eg aisl degthornras‑ir ci si aspetterebbe daggerdegthornresr) Questo suffisso era produttivo per la formazione di agentivi deverbali allrsquointerno di kenningar (Meissner 1921 283ss) ed egrave molto ben attestato nella poesia eddica e scaldica (Ebenbauer 1973 192ss)126

Tra i nomi di dvergar questo tipo egrave attestato da aisl Doacutelg‑thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo

bull Composti possessivi (bahuvrīhi)127 in cui a prescindere dalla relazione im-plicita tra primo elemento e secondo elemento la testa semantica non egrave uno dei due membri del composto (che egrave quindi esocentrico) del tipo di aisl gengil-beina lsquo(don-na) che ha le gambe tortersquo Molti composti di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 33ss cfr Carr 1939 63ss) il secondo elemento egrave normalmente suffissato (Carr 1939 64) il che giustificherebbe la classificazione di queste formazioni tra i composti derivazionali (ted Ableitungskomposita)

Tra i suffissi attestati nellrsquoonomastica eddica pgerm -an- e -ja- erano sicura-mente impiegati per la formazione di bahuvrīhi in etagrave protogermanica (Meid 1967

e nut-jan- agentivi di nem-a- e neut-a- lsquousufruirersquo) che la forma nordica sia un arcaismo egrave assicurato dal fatto che il simplex aisl erfi significa lsquofuneralersquo e non piugrave lsquoereditagraversquo (su questa famiglia lessicale cfr Groslashnvik 1982)

125 Cfr eg pgerm degtug-an- lsquocomandantersquo (eg in aat heri‑zogo gt ted Herzog) e lat dux entrambi rif lessi di pie degduk- (de Vaan 2008 sv dūcō)

126 Sebbene non sia attestato tra i nomi dei dvergar va sicuramente menzionato anche il tipo con derivato tematico agentivo come secondo elemento che occorre raramente nelle al-tre lingue germaniche (Casaretto 2004 49118) ma egrave relativamente frequente in nordico (Meid 1967 59) e deve essere stato produttivo in etagrave preistorica ciograve egrave evidente in primo luogo in ra-gione della sua corrispondenza con il tipo degtom-o- attestato nelle altre lingue indoeuropee cfr gr κουρο-τρόφ-ος lsquoche cresce i giovanirsquo e ved puṣṭim‑bhar‑aacute‑ lsquoche porta abbondanzarsquo in secondo luogo formazioni di questo tipo dallrsquoaspetto arcaico sono attestate in germanico orientale e occidentale e sono ricostruibili per il protogermanico cfr got daura-wards aing duru-weard aat turi-wart rif lesso di pgerm dur(a)-ward-a- lsquoquello che custodisce la portarsquo con secondo elemento dal verbo ward‑ē- lsquocustodirersquo cfr aing wardian aat wartēn (Casaret-to 2004 67)

127 Cfr AiGr II1273ss

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

34)128

Per questo tipo di possessivi cfr il nome di dvergr aisl Eikin-skjald-i lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

Non ha invece paralleli in altre lingue germaniche il tipo con suffisso aisl -nir (-Vn-ija- cfr Ebenbauer 1973 211) attestato eg dal nome di un cavallo in Grm 304 aisl Faacutel‑hoacutef‑nir lsquoquello che ha lo zoccolo cavorsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo)

Per esempi di questo tipo nellrsquoonomastica dei dvergar cfr Moacutet‑sǫg‑nir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo

92 Dizionario etimologico dei nomi di dvergar nella VǫluspaacuteIn questa sezione sono elencate in ordine alfabetico e quando possibile analizzate e interpretate tutte le formazioni onomastiche attestate in riferimento alla categoria dei dvergar nel poema eddico Vǫluspaacute

bull Aacutei (Vsp 11 15) apparentemente identico allrsquoappellativo aisl aacutei lsquoavorsquo rifles-so di pgerm aw-a(n)- (cfr got awo lsquononnarsquo pgerm aw‑ō[n]-) e pie h2eṷh2-o- (lat avus lsquononnorsquo) egrave trattato insieme a possibili paralleli norreni e indoeuropei su-pra (cap 2)

bull Alfr nome di un dvergr (Vsp 161) e secondo elemento nei nomi di dvergar Gand-alfr (Vsp 121) e Vind-alfr (Vsp 122) noncheacute nome di unrsquointera categoria di essere mitici gli alfar continuamente associati agli degravei (Gunnell 2012 121) e vene-rati dagli esseri umani (Gunnell 2012 passim) puograve riflettere pie h1albh-oacute- lsquobiancorsquo (lat albus Hsch ἀλφούςmiddot λευκούς) un derivato della radice h1albh- lsquoessere biancorsquo (itt alpa‑ lsquonuvolarsquo gr ἄλφι lsquoorzorsquo) Un significato originario lsquobiancorsquo per alfr puograve trovare supporto nellrsquoassociazione di questi esseri con gli degravei i lsquocelestirsquo (cfr ved devaacute‑ lat deus da pie deiuoacute- lsquocelestersquo) Aisl alfar potrebbe in alternativa riferirsi a spiriti associati ai corsi drsquoacqua dato che la radice h1albh- era chiaramente asso-ciata ai fiumi (cfr aisl elfr lsquofiumersquo e gli idronimi aat Elba gr Ἀλφειός lat Albula)

bull Al‑thornjoacutefr (Vsp 114) lsquoladro di tuttorsquo () (apparentemente composto di aldeg lsquotut-torsquo e degthornjoacutefr lsquoladrorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Aacuten (Vsp 117) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoantroponimo Aacuten attestato anche come Aacutenn e Oacutenn per una possibile analisi cfr de Vries 1962 sv Aacuten)

bull Aacutenarr (Vsp 117) non analizzabile (possibilmente derivato o ricaratterizzato

128 Cfr eg rispettivamente got man-leik-a aisl man-liacutek-i aing man‑līc‑a aat ma-na‑līhh‑o lsquoritrattorsquo (man(a)‑līk‑an‑ lsquoche ha lrsquoapparenza di un uomorsquo) ed aisl ein-eyg-r aat ein-oug-i lsquoche ha un occhio solorsquo (aina-aug-ja-)

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Riccardo Ginevra

a partire da Aacuten cfr de Vries 1962 sv)bull Aur-vangr (Vsp 137) lsquoquello che ha un campo di fangorsquo () (apparentemente

composto di aurdeg lsquofangorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Austri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave

interpretabile come lsquoquello dellrsquoOrientersquo essendo un derivato in -i di aisl austr lsquoOrientersquo esito di pgerm austra- (aing eāster aat ōstara [plurale] lsquoPasquarsquo cfr pgerm austa- aing eāst mat ost lsquoOrientersquo) un riflesso della radice pie h2ues- lsquodiventare chiarorsquo (cfr ved ucchaacute‑ti lsquoidrsquo av rec usaṇt‑ lsquoche diventa chiarorsquo) In un passaggio dellrsquoEdda di Snorri analizzato supra (cap 7) i nani Norethri Suethri Austri e Vestri sono detti sorreggere i quattro angoli del cielo egrave quindi scontato analizzare con Gould (1929 957) i nomi di tutti questi dvergar come derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali cfr infra anche Norethr‑i lsquoquello del Settentrio-nersquo (norethr) Suethr‑i lsquoquello del Meridionersquo (suethr) e Vestr-i lsquoquello dellrsquoOccidentersquo (vestr)

bull Baacutefurr (Vsp 115) notato nel Regius come ltBavavrrgt e nello Hauksboacutek come ltBaacutefurrgt egrave stato letto da Kerkhof (2015 83) come Bǫfur e analizzato come un termine imparentato con lat faber lsquofabbrorsquo che Kerkhof riconduce a pie guhobh-r Questrsquoanalisi sembra poco probabile in ragione del fatto che -urr in Baacutef‑urr riflette un suffisso aisl -urr (pgerm -Vra-) attestato anche dai nomi vicini Biacutefurr e Bǫmb-urr mentre comrsquoegrave noto (cfr eg la disamina in de Vaan 2008 sv) lat faber non riflette un tema in -r- bensigrave un sostantivo tematico con suffisso -ro- Si puograve semmai ipotizzare che una forma pgerm bab-ra- il riflesso di pie guhobh-ro- (lat faber) sia stata rimodellata in bab-Vra- e quindi in bab-ura- (aisl Bǫfurr) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull Biacutefurr (Vsp 115) non analizzabile (possibilmente derivato dal verbo debole aisl bifa lsquotremarersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull degbori secondo elemento nel nome di dvergr Horn-bori (Vsp 135) riflette un derivato agentivo di bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo) dal significato lsquoquello che portarsquo Cfr Hornbori

bull Bǫmburr (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-glia di isl bambur lsquorecipiente grandersquo e bambi lsquopancia grandersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Doacutelg‑thornrasir (Vsp 152) egrave un composto a reggenza verbale i cui elementi sono facilmente identificabili rispettivamente come aisl dolgr lsquonemicorsquo e THORNrasir una formazione attestata come simplex in DH 4 ma piugrave spesso come secondo ele-mento (eg Liacutef‑thornrasir in Gylf 53) e correntemente ritenuta essere un derivato re-cente in -ir del verbo thornrasa lsquominacciarersquo (Ebenbauer 1973 211) il significato di Doacutelg-thornrasir egrave quindi lsquoquello che minaccia i nemicirsquo Aisl thornrasa (pgerm thornrasō‑ cfr aat drāsen lsquoruggirersquo e as thrāsian lsquominacciarersquo da thornrēsija‑ Orel 2003 sv)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

un verbo obsoleto usato unicamente nella lingua poetica129 egrave etimologicamente da connettere alla radice verbale ved TRAS lsquotremare temerersquo ed entrambe sono a loro volta da ricondurre alla radice pie tres- lsquotremare (dalla paura)rsquo (LIV2 650-651 che ricostruisce anche un causativo tros-eacuteieo- lsquofare tremare (dalla paura)rsquo sulla base di ved trāsaacuteya‑ lsquoidrsquo lat terreo lsquospaventare terrorizzarersquo cfr de Vries 1962 620 EWAia sv TRES) Ciograve permette di riconoscere in aisl Dolg‑thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo la stessa collocazione [(fare) tremare (pie tres-) ndash il nemico] individuata da Dumeacutezil (1961 256 n 2) in lingue italiche e indoiraniche attestata eg nel RV (6144cd yaacutesya traacutesanti śaacutevasaḥ saṃcaacutekṣi śaacutetravo bhiyā ldquowhose rivals tremble at the full sight of his vast power in fearrdquo) e nellrsquoAVŚ (5218c taacuteir amiacutetrās trasantu no lsquomī yeacute yaacutenty anīkaśaacuteḥ ldquoby those let our enemies be alarmed who go yonder in troopsrdquo) Il nome del piugrave glorioso re menzionato nel RV (+) ved Trasaacute‑dasyu- lsquoquello che fa tremare i daacutesyu‑ (nemici)rsquo sembra quindi costituire un paral-lelo esatto per aisl Dolg‑thornrasir sul piano della semantica e parziale (aisl degthornrasir vs ved Trasaacutedeg) per quanto riguarda lrsquoetimologia130

bull Draupnir (Vsp 151) egrave identico al nome dellrsquoanello di Odino che si moltipli-ca per otto volte ogni nove giorni (Gylf 49) analizzato da Luumlhr (2000 319) come derivato con suffisso agentivo -nir di un non attestato verbo aisl draupa riflesso di pgerm draupō(ja)- lsquogocciolarersquo (aing drēapian) della stessa famiglia di pgerm dreup‑a‑ lsquoidrsquo (aisl drjuacutepa aing dreopan aat triofan) lett drupt drupu lsquocadere a pezzi andare in rovinarsquo e airl drucht lsquogocciarsquo (pie dhreub-) Il significato di aisl Draupnir sarebbe quindi lsquogocciolantersquo

bull Durinn (Vsp 104 108) nome di uno dei due dvergar coinvolti nella creazione di figure umane (cfr cap 7) sembrerebbe essere da connettere alla famiglia di aisl dyrr lsquoporte (plurale)rsquo (cfr de Vries 1962 sv) riflesso di pgerm dur- lsquoportarsquo (cfr Casaretto 2004 63) unrsquoanalisi che tuttavia non trova alcun riscontro nei testi

bull Dvalinn (Vsp 114 142) non analizzabile (possibilmente derivato di aisl dva-la lsquoritardarersquo della famiglia lessicale di got dwals lsquoscioccorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Eikin-skjaldi (Vsp 138 162) egrave un composto possessivo di sintassi interna attributiva131 Il primo elemento eikindeg riflette aisl eik-inn lsquofatto di querciarsquo (pgerm

129 Forse addirittura uno hapax dato che lrsquounica attestazione che sembra possibile indi-viduare in norreno egrave Ls 583 In islandese moderno il verbo sembra invece aver riacquisito vi-talitagrave

130 Come notato da Andrea Lorenzo Covini (c p) questrsquointerpretazione egrave supportata dalla circostanza per cui Trasaacute-dasyu- egrave da analizzare come arcaismo in vedico dove i compo-sti a reggenza verbale del tipo di gr φερέ-οικος lsquochiocciolarsquo (letteralmente lsquoporta-casarsquo) hanno normalmente il participio come primo elemento (del tipo di ved bharaacuted‑vāja- lsquoche porta velo-citagraveforzarsquo per unrsquoanalisi alternativa cfr Pinault 2018) in indoiranico il tipo originario si con-serva bene solo in antico persiano eg Dhāraya‑vau‑ lsquoche supporta il benersquo

131 Modello dellrsquoepiteto ing Oaken-shield (trad it Scudodiquercia) dato da J R R Tolkien ne Lo Hobbit (1937) al re dei nani Thorin il Re sotto la Montagna

mdash 110 mdash

Riccardo Ginevra

aik‑īna‑ cfr aing ǣācen afr ē(t)zen aat eihhīn Orel 2003 sv) derivato con suffisso di materiale -inn (-īna‑) di eik lsquoquerciarsquo (aik- cfr aing āc as ēk aat eih) Il secondo elemento degskjald-i (skeld-an-) mostra il suffisso dei composti pos-sessivi -i (pgerm -an-) e riflette aisl skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeld-u- cfr got skildus aing scield as skeild aat scilt)132 Il significato di Eikin-skjaldi egrave quindi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo ma essendo il personaggio a noi ignoto non possiamo sapere se ciograve trovasse riscontro nella sua mitologia un possibile parallelo nellrsquoonomastica eddica si ha tuttavia in Eikin-tjasna lsquoquella che ha la molletta di querciarsquo (LP sv) nome della figlia di THORNraeligll lsquoServorsquo e THORNyacuter lsquoServarsquo in Rthorn (136) che sembrerebbe essere stato coniato con intento ironico proprio come parodia dellrsquoalti-sonante Eikin-skjaldi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

bull Fiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente riflesso di finhlj-an- deri-vato da pgerm finh‑lō- lsquolimarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Finnr (Vsp 164) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl finnr lsquofinlandese lapponersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Fjalarr nome di un dvergr (Vsp 163 cfr Skaacuteld g57) e di un gallo che canta nellrsquooltretomba (Vsp 428) noncheacute di uno jǫtunn lsquogigantersquo (Hrbl 26) riflette un de-rivato in -Vra- di pgerm felh-a- lsquooccultamentorsquo (got ga-filh lsquosepolturarsquo) termine della stessa famiglia di aisl fela lsquooccultarersquo (pgerm felh-a- cfr got filhan aing fēolan aat felahan) Un significato lsquoquello dellrsquooccultamentorsquo trova riscontro nella mitologia del gallo Fjalarr il quale egrave detto cantare nel palazzo della dea dei morti Hel lsquooccultamentorsquo133 in Vsp 435-8 enn annarr gelr fyr ioreth neethan soacutetrauethr hani at sǫlom Heliar ldquoma un altro anche canta in basso sottoterra gallo rosso-fuliggine alle corti di Helrdquo134

bull Fraeliggr (Vsp 136) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraeliggr lsquofamosorsquo)

bull Fraacuter (Vsp 135) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraacuter lsquovelocersquo)

132 Aliter Salus-Beekman Taylor 1969 76-77 che analizza (non correttamente) Eikin-skjaldi come dativo singolare di unrsquoipotetica forma daggerEikin‑skjǫldr lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo i composti con secondo elemento degskjǫldr sono sempre endocentrici cfr eg baug-skjǫldr lsquoscudo ad anellorsquo e her‑skjǫldr lsquoscudo di guerrarsquo

133 Aisl Hel (eg Vsp 438) nome del mondo dei morti e della dea che lo presiede (Gylf 34) rif lette pgerm haljō‑ lsquomondo inferorsquo (got halja aing hell as hellia aat hella) un deri-vato della famiglia del vb hel-a- lsquonasconderersquo (Casaretto 2004 151 EWA sv hella) compa-rabile con airl cuile lsquocantinarsquo (ḱoli -o-) e altri rif lessi di pie ḱel‑ lsquonasconderersquo Il significa-to lsquomondo inferorsquo per pgerm haljō‑ il cui significato etimologico egrave lsquooccultamento coperturarsquo rif lette il ben noto uso metonimico di [occultamento] e [oscuritagrave] per [morte] (Durante 1976 118-119) cfr eg Il 4461 τὸν δὲ σκότος ὄσσε κάλυψεν ldquoe la tenebra gli coprigrave gli occhi (= morigrave)rdquo

134 Per altre proposte etimologiche cfr de Vries 1962 sv IacuteO sv Salus-Beekman Taylor 1969 77-78

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Frosti (Vsp 163) non analizzabile (apparentemente derivato in -i di frost lsquogelorsquo)

bull Fundinn (Vsp 132) non analizzabile (apparentemente identico al participio preterito del verbo finna lsquotrovarersquo)

bull Gand-alfr (Vsp 121) lsquoelfo del danneggiamentorsquo () (apparentemente compo-sto di ganddeg lsquodanneggiamentorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Ginnarr nome di un dvergr (Vsp 154) e nome di Odino (OacuteN 18) noncheacute termine poetico per [falco] (HaH 15) egrave un derivato in aisl -Vrr (pgerm-Vra-) del sostantivo ginn lsquotradimento menzognarsquo o meno probabilmente del verbo ginna lsquoingannare incantarersquo entrambi di origine poco chiara (tentativi poco felici in de Vries 1962 sv ginn) Un significato lsquoquello dellrsquoinganno dellrsquoincantamentorsquo trova un certo riscontro nei testi nordici in cui Odino viene associato alla magia runica (eg Hav 138ss) e in cui ricorre eg una kenning per Odino galdrs faethir ldquopadre dellrsquoincantamentordquo (Bdr 33 cfr cap 2) il significato lsquoquello del tradimento della menzognarsquo puograve parimenti essere supportato da narrazioni mitiche in cui il dio inganna altri personaggi (eg Skaacuteld g58)

bull Gloacutei (Vsp 154) non analizzabile (apparentemente un derivato in -i del verbo aisl gloacutea lsquosplenderersquo cfr de Vries 1962 sv gloacutea)

bull Haacute(a)rr nome di un dvergr (Vsp 153) e nome di Odino (Vsp 215) egrave cor-rentemente analizzato come riflesso di haira- lsquogrigiorsquo oppure di un composto haiha-harja- lsquocombattente monocolorsquo (Haretharson 2004 553 con letteratura) con un primo elemento haiha- che non egrave altrimenti mai attestato in nordico (solo got haihs lsquomonocolorsquo) e un secondo elemento degharja- assai raro tra i teonimi135 In alternativa aisl Haacute(a)rr puograve essere lrsquoesito regolare di pgerm hanh-ara- un deri-vato in -Vra- di hanh-a- lsquoatto di penderersquo (got faur‑hāh lsquotendarsquo aat bruoh‑hāh lsquocinturarsquo cfr Casaretto 2004 76) una formazione del tipo τόμος da ricondurre al verbo forte pgerm hanh-a- e alla radice pie ḱenk- lsquopenderersquo (per cui cfr Schaff-ner 2001 202) cfr lat cunctor lsquoesitarersquo ved śaacuteṅka-te lsquotemerersquo Derivati di pgerm hanh-a- e pie ḱenk- lsquopenderersquo sono infatti attestati sia come simplex che come pri-mo elemento di alcuni epiteti di Odino cfr Hangi lsquolrsquoAppesorsquo (hangan-) Hanga-tyacuter e deggoeth lsquodio degli appesirsquo (hangadeg genitivo plurale di hangi hangan-) questi epite-ti trovano un riscontro esatto nel mito nordico in cui Odino egrave appeso a un albero per lungo tempo al fine di ottenere la saggezza runica cfr Hav 1381-6 veit ec at ec hecc vindgameiethi aacute naeligtr allar niacuteo geiri undaethr oc gefinn Oacuteethni siaacutelfr siaacutelfom meacuter ldquolo so che sono stato appeso al tronco scosso dal vento nove intere notti da una lancia

135 Lrsquounica eccezione sarebbe Viacuteetharr (eg Vsp 553) nome del dio che vendica lrsquouccisione di suo padre Odino da parte del lupo Fenrir (Gylf 51) correntemente ricondotto ad un compo-sto pnord Wīda-harja- lsquoquello che porta guerra per ampio raggiorsquo (la lunghezza di aisl -iacute- egrave assicurata metricamente Haretharson 2004 557) unrsquoanalisi che tuttavia non trova particolare supporto nella caratterizzazione del dio

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Riccardo Ginevra

ferito e sacrificato a Odino io a me stessordquo Cfr per un analogo sistema di corri-spondenze i nomi di Thor aisl Veacute-urr (pgerm winh-Vra-) e Ving‑thornoacuterr (wing-ideg cfr wi(n)gi‑thornonar nellrsquoiscrizione della Fibula di Nordendorf) e la fraseologia attestata in Gylf 49 toacutek hamarinn Mjǫllni ok braacute upp ok viacutegethi hafrstǫkurnar ldquo(Thor) prese il martello Mjoumlllnir lo agitograve e incantograve136 le pelli di caprardquo Un significato lsquoQuello dellrsquoatto di penderersquo per aisl Haacute(a)rr (pgerm hanh-ara-) egrave supportato quindi da paralleli nellrsquoonomastica relativa a Odino e nella fraseologia eddica relativa alla sua mitologia

bull Haacutenarr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl hannarr lsquoabile espertorsquo cfr Gould 1929 948)

bull Haug‑spori (Vsp 154) egrave un composto a reggenza verbale il cui primo ele-mento egrave da identificare con il sostantivo haugr lsquocollina tumulo (funerario)rsquo men-tre il secondo elemento degspori egrave un agentivo in -i (pgerm -an-) del tipo pgerm degtug-an- lsquoquello che conducersquo un derivato del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo a sua volta imparentato e sinonimo del verbo forte aisl sporna (essendo entrambi riflessi della radice pgerm spur‑) Questrsquoultimo verbo egrave attestato nellrsquoEd-da unicamente in due passi che come notato da Dronke (1997 42-43) riflettono una stessa collocazione [calpestare (aisl sporna) ndash la terra] Vsp 245-8 brotinn var borethveggr borgar aacutesa knaacutetto vanir viacutegspaacute vǫllo sporna ldquoInfranto fu il riparo di legno della cittagrave degli asi i vani poterono ndash grazie a un incanto di guerra ndash calpestare il campordquo Odd 81-4 Knaacutetti maeligr oc mǫgr moldveg sporna born thornau in bliacuteetho vieth bana Hǫgna ldquoPoterono una bimba e un bimbo la via di terra calpestare i due teneri figli dellrsquouccisore di Hǫgnirdquo I versi di Vsp 247-8 e Odd 81-2 sono chiaramente costru-iti secondo la stessa struttura metrico-sintattica [knaacutettui lsquopoteronorsquo ndash soggetto ani-mato (allitterante) la terra (allitterante) ndash sporna lsquocalpestarersquo] Nel passo di Odd egrave descritta la nascita dei due figli di Vilmundr e Borgnyacute in cui [calpestare ndash la terra] egrave quindi una perifrasi per [vivere] o [nascere] Dronke ritiene che la stessa metafora sia identificabile anche nel brano della Vsp Da un punto di vista indoeuropeistico [calpestare ndash la terra] egrave accostabile a [camminare ndash sulla terra] perifrasi per [vivere] attestata in greco nordico e lituano (West 2007 125)137 I termini norreni impiegati in questa collocazione mold(-vegr) lsquoterrarsquo e vǫllr lsquocamporsquo sono heiti per [terra] (cfr JH 2) proprio come haugr lsquocollina tumulorsquo egrave impiegato come heiti per [terra] eg in kenningar del tipo [terra ndash della chioma] per [testa]138 o del tipo

136 Aisl viacutegja (preterito viacutegethi) puograve essere lrsquoesito di pgerm winh-ja- -g- in viacutegja potreb-be infatti rif lettere un glide formatosi tra iacute e j ancora assente nelle attestazioni runiche del ver-bo (cfr eg lrsquoiscrizione sul manico di ascia di Nydam alu wihju)

137 La perifrasi [calpestare ndash la terra] per [vivere] puograve essere interpretata come lrsquoop-posto dellrsquoespressione [mordere ndash la terra] per [morire] attestata in greco ittita e sanscrito (Dardano 2013 138-144 West 2007 490)

138 Cfr eg skarar hauga ldquocolline tumuli della chiomardquo in Eyv Lv 56 cfr Meissner

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

[popolo ndash della terra] per [troll]139 Inoltre come menzionato supra aisl sporna (pgerm spurn‑a- lt pie sphr-n-H- cfr LIV2 585 e 5867) e aisl spora lsquocalciare calpestarersquo (pgerm spurō‑ possibilmente un derivato di spura‑ lsquocalcio calpestiorsquo lt pie sphrH-oacute- Orel 2003 sv spurōjanan) sono entrambi da ricondurre a una stessa radice pgerm spur‑ lsquocalciare calpestarersquo (pie sphrH-)140 Egrave quindi possibile analizzare il nome proprio Haug‑spori lsquoquello che calpesta le colline i tumulirsquo come un riflesso della collocazione [calpestare (pgerm spur‑) ndash la terra] Essendo questa come visto supra unrsquoespressione perifrastica per [vivere] Haugspori potrebbe essere da interpretare come una kenning per [(essere umano) vivente]

bull Hepti (Vsp 133) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl hepti lsquomanicorsquo)

bull Hleacute-vangr (Vsp 154) lsquoquello che ha un campo di rifugiorsquo () (apparentemen-te composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Horn-bori (Vsp 135 lectio attestata dal Codex Regius mentre nello Hau-ksboacutek ricorre Fornbogi) egrave un composto a reggenza verbale di aisl horndeg lsquocornorsquo e degbori un derivato agentivo di bora lsquoforarersquo o bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo cfr aing here-toga aat heri‑zohgo lsquoche conduce lrsquoesercito co-mandantersquo Schaffner 2001 569ss) interpretato quindi come lsquoquello che fora cornirsquo da Gould e come lsquoquello che porta il corno trombettierersquo da Motz Tra le due la seconda analisi egrave quella che trova maggiore supporto nella fraseologia la quale evi-denzia perograve come il lsquocornorsquo in questione sia quello potorio cfr Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che (le valchirie) Hrist e Mist mi portino il cor-nordquo glossato alla fine della strofa (369) con thornaeligr bera einheriom ǫl ldquoqueste portano la birra agli sceltirdquo e in Gylf 36 con bera drykkju ldquo(le valchirie) portano da bererdquo cfr anche eg Egils saga Skalla-Griacutemssonar 55 toacutek vieth dyacutershorni er honum var borieth og drakk af ldquoprese il corno di cervo che gli fu portato e bevverdquo Sulla base dei dati della fraseologia egrave quindi possibile interpretare il nome Horn-bori come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

bull Jari (Vsp 137) non analizzabile (possibilmente derivato maschile del fem-minile aisl jar-a lsquobattagliarsquo cfr de Vries 1962 sv)

1921 128 Il fatto che hauga in Eyv Lv 56 sia metricamente condizionato da eacuteldraugr lsquoalbero della tempestarsquo a inizio verso non cambia il dato che haugr potesse essere impiegato come sinonimo poetico per [terra]

139 Cfr hauga herr ldquopopolo esercito delle colline dei tumulirdquo in Sigv Austv 25-6 cfr Meissner 1921 258 Cfr anche molddeg in moldbuacutei lsquoabitante della terrarsquo kenning per [troll] in Gestumbl Heiethr 252

140 Negli ultimi Addenda und Corrigenda zu LIVsup2 pubblicati online (https wwwori-indufauni-jenadeiskvomediaindogermanistikKC3BCmmel_liv2_add-p-246pdf sv ldquospʰerH- rarr (t)sperH- (mit dem Fuszlig) stoszligen tretenrdquo ultimo accesso 27022020) Kuumlmmel accetta invece la ricostruzione tsperH- proposta da Lubotsky (2006) che a me sembra tutta-via piugrave problematica di quella tradizionale

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Riccardo Ginevra

bull Kiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente derivato da kiacutell lsquobaia strettarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Litr (Vsp 124) nome di un dvergr bruciato sulla pira di Baldr (Gylf 49) egrave identico allrsquoappellativo litr lsquoaspetto colorersquo (wlit-u-)141 imparentato con got wlits lsquoviso vista formarsquo aing wlite lsquoviso aspettorsquo as wliti lsquoluce aspetto formarsquo ri-flessi di pgerm wlit-i- interpretabile come nomen actionis dellrsquoetimologicamente poco chiaro verbo wleit-a- lsquoguardarersquo (Casaretto 2004 178) Questrsquoultimo egrave sta-to a sua volta comparato in ambito indoeuropeo con lat vultus lsquoaspettorsquo airl degfil lsquocrsquoegraversquo (lsquoeccorsquo lsquoguardarsquo) file lsquopoetarsquo (lsquoveggentersquo) e mgall gwelet lsquovederersquo (de Vries 1962 sv liacuteta Seebold 1970 sv wleit-a- Matasović 2009 sv wel-o-) Non egrave chiaro se il significato lsquocolorersquo sia supportato dalla mitologia di Litr

bull Lofarr (Vsp 144 168) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl lof lsquolodersquo e lofa lsquolodarersquo cfr Gould 1929 950)

bull Loacuteni (Vsp 136) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl loacuten lsquoparte del mare dove lrsquoacqua egrave calmarsquo e isl loacuten lsquoatto di fermarsirsquo cfr Gould 1929 951)

bull Mjǫeth‑vitnir (Vsp 118) egrave un composto determinativo il cui primo elemento riflette aisl mjǫethr lsquoidromelersquo (pgerm med-u- cfr aing meodu medu aat metu) e il cui secondo elemento corrisponde a vitnir lsquolupo spada creaturarsquo (cfr infra) Il significato lsquolupo dellrsquoidromelersquo potrebbe riferirsi allrsquolsquoubriaconersquo(Gould 1929 951) qualora mjǫethdeg fosse qui impiegato con lrsquoaccezione etimologica lsquomielersquo (ricostruibile per pie meacutedhu- cfr ved maacutedhu‑ lit medugraves lsquoidrsquo) il composto Mjǫeth‑vitnir lsquolupo del mielersquo avrebbe un possibile parallelo in aing Bēo‑wulf che egrave stato interpretato come una kenning per [orso] lsquolupo delle apirsquo (Sweet 1884 202)

bull Moacutet‑sǫgnir (Vsp 101 il passo egrave analizzato supra cap 7) nome di uno dei due dvergar (lrsquoaltro egrave Durinn cfr supra) che ldquofoggiarono figure umanerdquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave attestato nei codici in diverse varianti ltMoacutetsognirgt nel Codex Re-gius ltMoethsognirgt nello Hauksboacutek e nella Snorra Edda e ltMotsǫgnigt nelle thornulur del codice AM 748 I 4to Solitamente analizzato come Moacuteeth‑sognir un composto di aisl moacuteethr lsquoira animorsquo e degsognir un derivato di suacutega lsquosucchiarersquo esso egrave stato inter-pretato come lsquoquello che succhia rabbiarsquo (Motz 1973 115) o lsquoquello che succhia la forza (dai corpi)rsquo (de Vries 1962 sv) tutte interpretazioni che non trovano tuttavia alcun supporto nellrsquounico e breve contesto in cui questo personaggio egrave menziona-to142 La lectio del Codex Regius e quella delle thornulur rispettivamente ltMoacutetsognirgt e ltMotsǫgnigt suggeriscono piuttosto una lettura Moacutetsǫgnir analizzabile come un composto di aisl moacutetdeg lsquosegno figurarsquo e di degsǫg‑nir sincronicamente interpretabile

141 Rimodellamento interno al nordico (privo perograve di paralleli) secondo Seebold (1970 sv wleita-)

142 Cfr anche lrsquoimprobabile interpretazione di Gould (1929 951) lsquoquello che ruggisce con rabbiarsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

come un derivato per mezzo del suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo Il suf-fisso -nir era impiegato inter alia nella composizione per la formazione di secondi elementi di composti possessivi come deghoacutefnir lsquoche ha gli zoccoli Xrsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo) secondo elemento del nome di un cavallo in Grm 30 Ebr 9 e HeH 2 (Ebenbauer 1973 211) Aisl degsǫg‑nir sembrerebbe quindi significare lsquoquello che ha una sega Xrsquo Dato che aisl moacutet lsquosegno figurarsquo egrave impiegato in particolare per le forme uma-ne (cfr eg la relativamente frequente collocazione manns moacutet lsquoaspetto da [vero] uomorsquo) il nome Moacutet‑sǫgnir puograve significare lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo riflettendo quindi una formazione e una sintassi interna analoga a eg aisl Sess‑ruacutemnir lsquoquella che ha lo spazio (ruacutem) per (contenere) seggi (sess)rsquo heiti per [nave] in SkH 14 e nome di una sala appartenente a Freyja in Gylf 24143 Moacutet‑sǫgnir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo sarebbe in questo caso un nome molto adatto per il dvergr che in Vsp 10 ha il compito di ldquocreare figure umanerdquo (manliacutekun gera) e degsǫgnir sarebbe quindi impiegato quasi come un agentivo del verbo aisl saga lsquosegarersquo il quale egrave per lrsquoappunto attestato in contesti di intaglio di figure umane144

bull Naacuteli (Vsp 132) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di aisl naacutel lsquoagorsquo cfr Gould 1929 951)

bull Naacuter (Vsp 125) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl naacuter lsquoca-daverersquo)

bull Niethi (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di nieth lsquoluna nuovarsquo cfr Gould 1929 952)

bull Norethri (Vsp 112) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave interpretabile come lsquoquello del Settentrionersquo essendo un derivato in -i di aisl norethr lsquoSettentrionersquo esito di pgerm nurthornra- (cfr pgerm nurthorna- aing noreth aat nord lsquoidrsquo) un riflesso di pie h1ner- lsquosottorsquo (cfr gr ἐνέρτερος lsquoinferiorersquo umb nertru lsquosinistrarsquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Noacuteri (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di noacuter lsquobaia strettarsquo)

bull Nyacutei (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di nyacuter lsquonuovorsquo)

bull Nyacute‑raacuteethr (Vsp 125) lsquonuovo consigliorsquo () (apparentemente composto di nyacutedeg lsquonuovorsquo e degraacuteethr lsquoconsigliorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Raacuteeth‑sviethr (Vsp 127) lsquosaggio nei consiglirsquo () (apparentemente composto di

143 Aliter Meissner (1921 11) ed Ebenbauer (1973 210) che lo analizzano come un deri-vato dellrsquoaggettivo ruacutemr lsquospaziosorsquo (il che comunque non cambierebbe la sintassi interna del composto)

144 Cfr eg Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima (essere) tagliato e segato intagliato e foggiatordquo Cfr anche Mar B 11512 sagaethi liacutekneski thornetta fraacute vegginum ldquotagliare via quella effigie (divina) dal murordquo

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Riccardo Ginevra

raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Reginn (Vsp 127) nome di un dvergr che egrave tra i personaggi principali del-

la saga di Sigurethr (cfr eg il titolo del poema Rm) egrave apparentemente un derivato maschile del plurale tantum neutro aisl regin lsquodegravei numirsquo riflesso di pgerm ragina- lsquoconsiglio decisione numersquo (got ragin lsquoconsiglio decisionersquo as regan[o]deg in regan[o]-giskapu lsquodestino divinorsquo Casaretto 2004 323) tuttavia nessuno di questi significati trova particolare supporto nei testi

bull Sindri (Vsp 374) nome di un dvergr che insieme al fratello di nome Brokkr entra in competizione con il dio del fuoco Loki (Skaacuteld 35) riflette un derivato in -i del sostantivo neutro aisl sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo (cfr aing sinder lsquoidrsquo ing cinder lsquocenerersquo as sinder lsquoscoriarsquo aat sintar lsquoidrsquo) dal significato lsquoquello delle scintille delle scorie incandescentirsquo Come proposto in Ginevra 2018 questa interpretazione presenta forti corrispondenze con la semantica che nella tra-dizione indiana veniva attribuita quantomento a livello di etimologia popolare al nome del veggente ved Aacuteṅgiras- lsquoquello dei carboni incandescentirsquo (ved aacuteṅgāra‑ lsquocarbone incandescentersquo) il parallelo egrave ulteriormente supportato dalla comune ori-gine dei nomi del fratello di Sindri nel mito nordico aisl Brokkr riflesso di pie bhr(h2)g-noacute- lsquocrepitante rombantersquo e di quello che in certi testi indiani compare come fratello di Aṅgiras ved Bhŕgu- e scr Bhrgu il riflesso (con generalizzazione del tema debole) di un sost anficinetico pie bhŕ(h2)g‑oṷ‑bhrg(h2)‑ṷ‑acute derivato in-ternamente da un aggettivo proterocinetico145 in -u- con un tema debole bhr(h2)g‑eacuteṷ‑ ed un significato lsquocrepitante rombantersquo la corrispondenza formale e semantica tra queste formazioni onomastiche egrave confermata dagli evidenti paralleli tra le narrazioni mitiche associate a questi personaggi in norreno e in antico indiano

bull Skaacute‑fiethr (Vsp 156) lsquobuon finlandese lapponersquo () (apparentemente composto di skaacutedeg lsquobuonorsquo e degfinnr degfiethr lsquofinlandese lapponersquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Skirfpir (Vsp 155) potrebbe riflettere una formazione in pnord -ija- da un non attestato verbo skerfba- lsquodecorarersquo ricostruibile alla base di norv skjerva lsquofare pannelli a spina di pescersquo con un significato lsquodecoratorersquo (Gould 1929 953 de Vries 1962 sv Motz 1973 115 IacuteO sv) pnord skerfba- puograve a sua volta essere un riflesso della famiglia di verbi skerfb‑a‑skerp‑a‑skrep‑a‑ lsquograffiare tagliare viarsquo (Seebold 1970 svv Kroonen 2013 sv) cfr aing sceorfan mat schreffen lsquoidrsquo In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull degskjaldi secondo elemento nel nome di dvergr Eikinskjaldi (Vsp 138 162) riflette il sostantivo skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeldu-) con il suffisso -i di secondo elemento di un composto derivazionale possessivo dal significato lsquoquello che ha lo scudo Xrsquo cfr il composto Eikinskjaldi

145 Ovvero con accento sulla radice nei casi forti e sul suffisso nei casi deboli

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull degsǫgnir attestato come secondo elemento Moacutet‑sǫgnir (Vsp 10) nome di uno dei due dvergar che lsquofoggiarono figure umanersquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave un derivato con suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo dal significato lsquoquello che ha la sega Xrsquo Cfr Moacutetsǫgnir

bull degspori secondo elemento nel nome di dvergr Haugspori (Vsp 153) riflette un derivato agentivo (del tipo pgerm degtug-an- lsquoduxrsquo) del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo dal significato lsquoquello che calpestarsquo Cfr Haugspori

bull Suethri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello del Meridionersquo in quanto derivato in -i di aisl suethr lsquoMe-ridionersquo esito di pgerm sunthornra (as sūthar aat sundar) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Sviacuteurr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl sv(iacute)na lsquoperirersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Veigr (Vsp 121) non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro ma egrave possibilmente da connettere a degveig secondo elemento di Gullveig (Vsp 213) nome di una figura possibilmente da identificare con Freyja (Dronke 1997 41-42) il qua-le egrave identico a veig lsquoforza bevanda fortersquo riflesso di pgerm waig‑ō- (cfr anche aing wāg wēg lsquomurorsquo lt pgerm waig-a- Orel 2003 sv) e pie uoik-eacuteh2- lsquoforzarsquo (Kroonen 2013 sv) derivato in -eacuteh2- di pie uoik-o- lsquoidrsquo (lit viẽkas lsquoforza fisica etagrave vitarsquo asl věkъ lsquoetagrave vitarsquo Derksen 2015 sv)

bull Vestri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello dellrsquoOccidentersquo in quanto derivato in -i di aisl vestr lsquoOc-cidentersquo esito di pgerm westra- (as aat westar lsquoidrsquo cfr pgerm westa- aing west lsquoidrsquo) probabilmente imparentato con pie ueacutestu- (ved vaacutestu‑ lsquopernottamentorsquo mgall gwest lsquoluogo per riposarersquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull V(iacute)li nome di un dvergr (Vsp 133) e di un fratello di Odino (Ls 26 Gylf 6) egrave formalmente oscuro forse identico a vili lsquovolontarsquo pgerm wel-jan- (de Vries 1962 sv IacuteO sv)

bull Vind-alfr (Vsp 122) lsquoelfo del ventorsquo () (apparentemente composto di vinddeg lsquoventorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Virfpir (Vsp 155 Gylf 14) egrave analizzabile come riflesso di una formazione in pnord -ija- da un verbo wirfbija- lsquogirare attorcigliarersquo (IacuteO sv) dal signifi-cato lsquoquello che gira attorcigliarsquo (lsquolrsquoAbilersquo per IacuteO sv) pnord wirfbija- sarebbe da da ricondurre a una radice uerp‑ lsquogirarersquo (OacuteI sv Virfill de Vries 1962 sv orf) attestata possibilmente in itt warp‑zi lsquolavare lavarsirsquo lit verpti lsquofar girarersquo aruss vьrpsti lsquostrappare rubarersquo (Kloekhorst 2008 sv)146 In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

146 Lrsquoipotesi di Gould (1929 964) per cui si tratterebbe di un prestito da afr verver egrave poco probabile in virtugrave della resa lt f gt di afr v in antico nordico (IacuteO sv Virfir)

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Riccardo Ginevra

bull degvitnir attestato come secondo elemento di Mjǫeth‑vitnir (Vsp 118) egrave iden-tico ad aisl vitnir termine poetico per lsquoluporsquo lsquospadarsquo e in generale lsquocreaturarsquo che Puhvel connette a itt ḫwitar‑ḫwitn- lsquoanimali bestiersquo (cfr HED sv) riflesso di h2ueid-r-h2uid-n- (Kloekhorst 2008 sv) Aisl vitnir sarebbe in questo caso il ri-flesso di pgerm witn-ija- derivato in -ija- di una formazione witndeg- (tematizza-zione witna-) che continua il tema debole dellrsquoeteroclito147 Cfr Mjǫethvitnir

bull Vitr (Vsp 124) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo aisl vitr lsquosaggiorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Yngvi nome di un dvergr (Vsp 161) e di un dio (Rm 144) figlio di Odino nel Prologo (11) dellrsquoEdda di Snorri usato anche come appellativo yngvi lsquoprincipersquo e da connettere alle epiclesi del dio Freyr Yngvi-Freyr e Ingunar‑Freyr (LP svv) riflette ingwa-n- derivato di pgerm ingwa- per cui cfr got Enguz lsquonome della lettera ngrsquo e aing as Ing lsquonome della runa ngrsquo cfr inoltre il nome proprio lat-germ Inguiomerus (de Vries 1962 sv) Pgerm ingwa- puograve riflettere enḱu-oacute- una for-mazione vrddhi (con falso grado e della radice come in deiu-oacute- da dieacuteu-diu-) di nḱu‑ lsquomortersquo (airl eacutec lsquoidrsquo cfr il derivato toc eṅkwe lsquouomorsquo lt nḱu-oacute- lsquoche ha la mortersquo) con un significato originario lsquomortalersquo comparabile con ved maacuterta‑ lsquomor-tale umanorsquo formazione vrddhi di mrtoacute- per questa analisi cfr Bammesberger 1999 il quale tuttavia non spiega il passaggio del termine dal significato lsquouomo mortalersquo a lsquoprincipersquo in norreno o lrsquoimpiego come teonimo148

bull THORNekkr nome di un dvergr (Vsp 123) e nome di Odino (OacuteN 73) egrave apparente-mente identico allrsquoaggettivo thornekkr lsquopiacevole gradevolersquo (de Vries 1962 sv) unrsquoa-nalisi che tuttavia non trova particolare supporto nelle fonti

bull THORNorinn (Vsp 123) egrave un possibile riflesso con Suffixtausch (avvenuto evidentemente dopo lrsquoa-Umlaut) di pgerm thornur‑ana‑ interpretabile come lrsquoesito di pie trh2-Vno- una variante metatetica di tnh2-Vro- lsquo(dio del) tuonorsquo (tra i cui riflessi egrave il nome del dio del tuono aisl THORNoacuterr esito di pgerm thornun‑ara‑ lsquoidrsquo) a cui sono stati ricondotti anche il teonimo gallico Taranis lsquodio del tuonorsquo e il sostan-tivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo (cfr Watkins 1995 3431 Haretharson 2001 105)149 cfr anche airl torann riflesso di pcelt tor-ano- il quale sembra continuare una forma con metatesi da pie tonh2-Vro- (Matasović 2009 sv Zair 2012 248 Haretharson [2001 105] ricostruisce invece un grado o secondario) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro

bull THORNraacuteinn (Vsp 122) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-

147 Aliter de Vries 1962 sv vitnir OacuteI sv148 Altre proposte etimologiche presso de Vries 1962 sv e IacuteO sv Ringrazio Andrea

Lorenzo Covini per lrsquoutile discussione a riguardo149 Watkins (1995 3431) inserisce tra i rif lessi di questa variante metatetica anche itt

Tarḫunna‑ il quale egrave tuttavia da interpretare probabilmente come una formazione interna allrsquoanatolico (cfr HEG sv tarḫ‑)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

glia di thornraacute lsquodesiderio sfidarsquo cfr de Vries 1962 sv)bull degthornrasir nome di un dvergr (DH 4) e secondo elemento del nome di dvergr

Doacutelg‑thornrasir (Vsp 152) egrave una formazione deverbale in -ir dal verbo thornras‑a lsquominac-ciarersquo (pgerm thornras‑ō‑ pie tres- lsquotremarersquo) dal significato lsquoquello che minacciarsquo Cfr Dolg‑thornrasir

bull THORNroacuter nome di un dvergr (Vsp 124) e di Odino (OacuteN 84) noncheacute termine poe-tico per [spada] (SvH 35) e [cinghiale] (GH 17) e secondo elemento di un termine poetico per [cervo] (dura‑thornroacuter in HjH 11) egrave stato interpretato come un derivato del verbo aisl thornroacuteast lsquoaumentare crescerersquo (cfr de Vries 1962 sv) unrsquoanalisi che non trova tuttavia particolare supporto nelle fonti nordiche

93 Considerazioni sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar

Egrave possibile trarre alcune considerazioni metodologiche a partire dai risultati della se-zione precedente Lrsquoanalisi formale e lrsquointerpretazione semantica di un nome hanno un maggiore grado di fondatezza quando trovano riscontro nella mitologia relativa ai rispettivi personaggi attestata nei componimenti dellrsquoEdda poetica o nellrsquoEdda in prosa di Snorri Sturluson Analisi etimologiche ben supportate dalle fonti mitologi-che sono ad esempio

bull quella per la veritagrave banale dei nomi dei nani Austri lsquoquello dellrsquoOrientersquo Norethri lsquoquello del Settentrionersquo Suethri lsquoquello del Meridionersquo e Vestri lsquoquello dellrsquoOccidentersquo derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali

bull lrsquointerpretazione di Moacutet‑sǫgnir come lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo in quanto composto possessivo in -nir di aisl moacutet lsquosegno figurarsquo e di sǫg lsquosegarsquo che trova riscontro nel ruolo di Moacutetsǫgnir come colui che foggia figure umane in Vsp 10

Quando la mitologia che concerne un dvergr ci egrave sconosciuta ma il nome corri-spondente egrave formalmente analizzabile come composto esso puograve essere interpretato con un certo grado di probabilitagrave sulla base di collocazioni fraseologiche attestate in norreno o in lingue imparentate

bull un esempio di interpretazione supportata dalla fraseologia interna al norreno egrave quella di Horn-bori composto a reggenza verbale interpretabile come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo sulla base dellrsquoesatta corrispondenza con passaggi come Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che Hrist e Mist mi portino il corno (potorio)rdquo

bull un caso in cui lrsquoanalisi etimologica trova invece supporto nello studio com-parato della fraseologia indoeuropea egrave invece quello di Dolg‑thornrasir composto a reggenza verbale la cui interpretazione sincronica come lsquoquello che minaccia i ne-micirsquo egrave supportata dal parallelo semantico e parzialmente etimologico con una collocazione attestata in lingue italiche e indoiraniche eg nel nome del re ved Trasaacute‑dasyu‑ lsquoquello che fa tremare i daacutesyu‑ (nemici)rsquo (in cui ved TRAS riflette la

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Riccardo Ginevra

stessa radice pie tres- che soggiace anche ad aisl thornrasa)Quando tuttavia la mitologia relativa ai singoli dvergar menzionati nel cata-

logo della Vsp egrave a noi del tutto ignota oppure i loro nomi anche se analizzabili come composti non sembrano riflettere collocazioni fraseologiche a noi note lrsquou-nica strada percorribile sembrerebbe essere lrsquoindividuazione di paralleli nel lessico norreno in particolari quando le formazioni onomastiche in questione presentano una somiglianza formale piugrave o meno marcata con vocaboli del lessico appellativo ad esempio

bull alcuni nomi di dvergar sono in apparenza identici a simplicia attestati in nor-reno eg Naacuter naacuter lsquocadaverersquo e Nyacuter nyacuter lsquonuovorsquo

bull altri sembrano essere derivati in -i di simplicia che ricorrono in nordico eg Nieth‑i nieth lsquoluna nuovarsquo e Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

Forti ambiguitagrave possono sorgere anche quando i nomi sono facilmente analizza-bili come formazioni composte

bull talvolta essi sono opachi dal punto di vista della sintassi interna eg Hleacute-vangr (composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo) e Raacuteeth‑sviethr (composto di raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo)

bull talvolta anche se la sintassi interna egrave ipotizzabile il referente del composto non egrave chiaro eg Al‑thornjofr lsquoladro di tuttorsquo e Mjǫeth‑vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquo

Quando i nomi sono privi di corrispondenze immediate in norreno o germanico egrave talvolta possibile individuare somiglianze formali in formazioni attestate presso altre tradizioni indoeuropee come nel caso di

bull Baacutefurr qualora esso fosse da leggere Bǫfurr e da ricondurre in ultima analisi a pgerm bab-ra- e pie guhobh-ro- (lat faber)

bull THORNorinn che potrebbe riflettere pgerm thornur‑ana‑ e quindi essere imparentato con il teonimo gallico Taranis e il sostantivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo

In ogni caso trattandosi di nomi di personaggi a noi del tutto ignoti queste inter-pretazioni qualunque sia il loro livello di plausibilitagrave su un piano formale rimango-no sempre prive di riscontro

I nomi di dvergar attestati nella Vǫluspaacute permettono quindi di testare le pos-sibilitagrave e i limiti che lrsquoanalisi etimologica del materiale onomastico attestato nei testi mitologici scandinavi puograve avere le interpretazioni che trovano riscontro nella mitologia dei personaggi sono le piugrave credibili seguite da quelle che si basano quan-tomeno su collocazioni fraseologiche effettivamente attestate in nordico o in altre lingue indoeuropee al contrario le etimologie che non hanno alcun riscontro nei testi e nella fraseologia e che si fondano unicamente sulla somiglianza formale con vocaboli attestati in norreno o in altre lingue indoeuropee sono per lo piugrave impossibili sia da dimostrare che da confutare Si tratta in questrsquoultimo caso di un puro esercizio di etimologia fine a seacute stessa che non ci aiuta a comprendere meglio neacute i nomi in questione neacute tantomeno i personaggi a cui questi nomi si riferiscono A differenza di quanto egrave talvolta possibile nellrsquoanalisi di formazioni attestate in lingue piugrave tra-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

sparenti sul piano della morfologia derivazionale nominale come il greco antico e il vedico le formazioni norrene sono spesso troppo opache da questo punto di vista per permettere unrsquointerpretazione fondata unicamente su aspetti formali150

150 Sulla trasparenza o opacitagrave della morfologia derivazionale e f lessiva che caratterizza le lingue in maniera diversa cfr i lavori di Walter Belardi sulla differenza tra lingue a segno modulare (eg greco antico e vedico) e lingue a segno fisso (eg norreno) eg Belardi 1990 158ss

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10 CONCLUSIONE RIFLESSI NORDICI DI PATRIARCHI COSMICI E

ARTIGIANI MITICI INDOEUROPEI

Giunti al capitolo finale si procederagrave a tirare le somme della ricerca svolta nel pre-sente lavoro in cui si egrave tentato di applicare gli strumenti della linguistica storica comparativa allo studio di aspetti ancora oscuri della poetica e della mitologia atte-state dai testi norreni saggiando allo stesso tempo fino a che punto questi possano servire da fonti per lo studio comparato della fraseologia e dellrsquoonomastica in ambito germanico e indoeuropeo In quanto segue si rispetteragrave quindi lrsquoordine della tratta-zione e pertanto si dedicheragrave la prima sezione del capitolo allrsquointerpretazione delle epiclesi di Odino in degfǫethr e la seconda alle origini indoeuropee dei mitici dvergar scandinavi

101 I nomi norreni di Odino in degfǫethr come riflessi di strutture sociali indoeuropee

I risultati della ricerca condotta nella prima parte di questo libro si possono sintetiz-zare nei seguenti punti

(1) Aisl degfǫethr come riflesso di pie pə2tr-oṷ- lsquoavo paternorsquoAisl degfǫethr attestato come secondo elemento di composto in diverse epiclesi del dio supremo scandinavo Odino egrave il riflesso di pgerm fathornru‑ (o fadru-) e pie pə2tr‑oṷ‑ph2tr‑ṷ‑acute lsquoavo paternorsquo formazione che si puograve ricostruire sulla base di in primo luogo gr πάτρως lsquoavo paterno ziorsquo e in maniera indiretta di vari termini indoeuropei per lsquozio paternorsquo che riflettono derivati di questo vocabolo eg ved pitrvya- e lat patruus rispettivamente riflessi di pie ph2tru-iio- lsquo(figlio) dellrsquoavo paternorsquo e ph2tr-eu-oacute- lsquoidrsquo

La variazione attestata dai secondi elementi di alcune di queste epiclesi di Odino eg Al‑fǫethr Al-faethir e Sig‑fǫethr Sig-faethir riflette un processo di sostituzione del termine ormai arcaico (e probabilmente semanticamente opaco) degfǫethr con la lectio facilior innovativa degfaethir lsquopadrersquo riflesso di pgerm fader- e pie ph2teacuter- lsquoidrsquo Ciograve sembra avvalorare unrsquoequivalenza funzionale tra questi due termini in questo con-

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Riccardo Ginevra

testo che trova una corrispondenza nel brano di prosa eddica Fraacute dauetha Sinfjǫtla ldquoSulla morte di Sinfjǫtlirdquo in cui questrsquoultimo apostrofa il faethir lsquopadrersquo Sigmundr con il termine aacutei lsquoavorsquo

Il significato letterale lsquoavo paternorsquo ricostruito per lrsquoepiclesi del dio nordico Odino degfǫethr trova paralleli in teonimi ed epiteti divini attestati in diverse tradizioni indoeuropee Nei testi ittiti ricorrono infatti due teonimi Ḫanna‑ḫanna‑ lsquoNonna-nonnarsquo (imparentato con lat anus lsquovecchiarsquo) e Ḫuḫḫa‑ lsquoNonnorsquo (riflesso di pie h2uh2-o- lsquoavorsquo come lat avus lsquoavorsquo) mentre nella tradizione greca sono attesta-ti gli epiteti di Zeus Παππῶος lsquoAncestralersquo e soprattutto Πατρῷος lsquoidrsquo derivati rispettivamente da πάππος lsquononnorsquo e dal giagrave citato πάτρως lsquononno ziorsquo riflesso di pie ph2tr‑oṷ‑ Odino e questi personaggi sembrano condividere unrsquoulteriore associazione con il concetto [tuono] in quanto padri del dio corrispondente (nel caso di Odino padre del dio nordico Thor e di Ḫuḫḫa padre del Dio della Tempesta ittita) o in quanto loro stessi divinitagrave che vi sopraintendono (nel caso di Zeus)

(2) Il senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo il pə2tr-oṷ- indo-europeo come lsquopatriarcarsquo e il parallelo con Brahma (deg)pitāmaha- lsquononno paternorsquoNonostante aisl degfǫethr sia un riflesso esatto di pie pə2tr‑oṷ‑ lsquoavo paternorsquo il confronto con i testi della mitologia nordica evidenzia come non sia possibile intendere unrsquoepiclesi composta di Odino del tipo di Al‑fǫethr (con aldeg lsquotuttorsquo) in senso letterale ovvero come lsquoavo paterno biologico di tuttorsquo bensigrave come essa sia da in-terpretare piuttosto in senso traslato come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tuttorsquo significato che egrave anche alla base delle varianti innovative del tipo di Al‑faethir (che non significa quindi lsquopadre biologico di tuttorsquo)

Questa semantica traslata puograve essere ricondotta ad una caratteristica della strut-tura delle societagrave indoeuropee arcaiche in cui egrave probabile che un termine come pə2tr-oṷ- non dovesse indicare soltanto la relazione di parentela di lsquoavo paternorsquo bensigrave anche il ruolo sociopolitico di lsquopatriarcarsquo la piugrave alta autoritagrave allrsquointerno della famiglia allargata patriarcale Come per il pater familias nellrsquoantica Roma questo ruolo non doveva necessariamente coincidere con la figura del padre biologico bensigrave poteva essere assunto dal maschio adulto piugrave anziano in grado di svolgere questo compito eg il nonno Al significato sociopolitico lsquopatriarcarsquo che poteva essere assunto quindi sia da pə2tr-oṷ- lsquoavo paternorsquo che da ph2teacuter- lsquopadrersquo nella societagrave indoeuropea sono quindi da ricondurre da un lato lo slittamento semantico da lsquoavo paterno (di qualcuno)rsquo a lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su qualcuno)rsquo e dallrsquoaltro la possibilitagrave di unrsquoequivalenza funzionale tra termini per lsquoavo paternorsquo e per lsquopadrersquo allrsquointerno del linguaggio poetico

In questrsquoottica il parallelo piugrave esatto per aisl degfǫethr in ambito indoeuropeo egrave offerto da unrsquoepiclesi del dio supremo Brahma nella letteratura sanscrita classica scr (deg)pitāmaha‑ la quale non soltanto ha lo stesso significato letterale lsquoavo nonno

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

paternorsquo di pie pə2tr-oṷ‑ ma ne condivide anche il significato traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su qualcuno)rsquo in composti come sarva‑loka‑pitāmaha‑ da intendere come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tutti i mondirsquo non essendo Brah-ma il lsquononno paterno biologico di tutti i mondirsquo

(3) Pie ph2teacuter- lsquopadrersquo come lsquopatriarcarsquo e le kenningar anglosassoni per [dio]Parimenti ph2teacuter- lsquopadrersquo non egrave da intendersi come lsquopadre biologicorsquo in varie formule correntemente ricostruite per la lingua poetica indoeuropea eg la kenning [padre (ph2teacuter-) ndash degli degravei e degli esseri umani] per [dio supremo] oppure la collocazione [padre (ph2teacuter-) ndash della preghiera] che soggiace eg al titolo sacerdotale gall-lat gutu-ater lsquopadre della preghierarsquo Mentre in questrsquoultima collocazione il termine ph2teacuter- lsquopadrersquo potrebbe anche essere inteso con il significato metaforico lsquocreatorersquo (in metafore del tipo ldquoil padre della teoria della relativitagraverdquo) unrsquointerpretazione secondo il senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo egrave lrsquounica ammissibile per gli epiteti di divinitagrave supreme indoeuropee del tipo di [padre (ph2teacuter-) ndash degli degravei e degli esseri umani] da un lato nelle mitologie indoeuropee questi personaggi non sono mai creatori sia delle divinitagrave che degli uomini (e spesso di nessuno dei due) e dallrsquoaltro un tale significato egrave escluso dalle varianti del tipo di scr sarvaloka-pitāmaha‑ lsquononno di tutti i mondirsquo non essendo il significato metaforico lsquocreatorersquo attestato con termini per lsquononnorsquo o lsquoavorsquo Parimenti in senso traslato sono ovviamente da intendersi i casi in cui egrave lrsquoapposizione [madre] a essere applicata a una divinitagrave femminile eg la [terra]

Riconoscere lrsquoequivalenza funzionale di pie pə2tr-oṷ‑ lsquoavo paternorsquo e ph2teacuter- lsquopadrersquo quando essi sono impiegati per riferirsi al lsquopatriarcarsquo e quindi in senso traslato a lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo su qualcosa permette di analizzare diver-se kenningar anglosassoni per il Dio cristiano con (deg)faeligder lsquopadrersquo come i piugrave stretti paralleli interni al germanico per i composti in aisl degfǫethr In queste kenningar aing faeligder lsquopadrersquo occupa regolarmente la stessa posizione occupata in altre kenningar analoghe da termini per lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su qualcosa)rsquo come cyning lsquorersquo drihten lsquosignorersquo frēa lsquoidrsquo e fruma lsquoprincipersquo dimostrando come in questo contesto in antico inglese il termine faeligder venisse parimenti interpretato in senso traslato come lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su qualcosa)rsquo

(4) Aisl Al-fǫethr Al-faethir e i patriarchi cosmici indoeuropeiIn accordo con questa analisi lrsquoepiclesi di Odino aisl Al‑fǫethr e la variante innovati-va Al‑faethir composti endocentrici determinativi del tipo di got Ala-reiks lsquosovrano di tuttorsquo (latinizzato Ala-ricus) non si riferiscono al dio letteralmente come lsquoavo paterno biologico di tuttorsquo o lsquopadre biologico di tuttorsquo (significati privi di riscontro nella mitologia) bensigrave come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tuttorsquo un significato che corrisponde esattamente al ruolo di patriarca cosmico che egrave attribuito a Odino

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Riccardo Ginevra

nei testi scandinaviIn quanto epiteto del dio supremo Odino Al‑fǫethr lsquocolui che ha autoritagrave controllo

su tuttorsquo si puograve quindi confrontare con kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano come al-walda lsquocolui che regge tuttorsquo e i corrispondenti sintagmi ealles wealdend ldquoreggitore di tuttordquo e ealra ān‑waldend ldquounico reggitore di tuttordquo a cui soggiace la collocazione ben attestata e produttiva [capo re (dryhten frēa waldend etc) ndash di tutto] per [dio cristiano] Questa potrebbe a sua volta riflettere il reimpiego cristiano di una kenning per il [dio supremo] pagano unrsquoipotesi che trova supporto nella corrispondenza esatta tra aing al-walda ed aisl Ǫl‑valdi (o All-valdi) lsquocolui che regge tuttorsquo nome di un personaggio della mitologia scandinava precristiana (la cui caratterizzazione ci egrave purtroppo ignota) e riflesso dello stesso composto pgerm ala-waldan- lsquoidrsquo che soggiace ad aing al-walda

Queste e altre considerazioni permettono di escludere che aing al-walda rifletta un calco semantico del sintagma lat omnipotens Deus come egrave stato invece proposto per formazioni germaniche semanticamente analoghe del tipo di got all-waldands aisl alls-valdandi as alo-waldand e aat ala-waltenti Al contrario essendo aing faeligder lsquopadrersquo funzionalmente equivalente a termini per [capo re] come waldend allrsquointerno del sistema delle kenningar che si riferiscono al Dio cristiano egrave semmai sorprendente come non sia nota neanche unrsquoattestazione di un composto aing al‑faeligder lsquopadre di tuttorsquo o di una collocazione sinonimica ealles faeligder per Dio funzionalmente equivalenti ad al-walda ed ealles wealdend unrsquoassenza cospicua che potrebbe essere dovuta alle associazioni pagane che una kenning anticoinglese corrispondente ad aisl Al‑fǫethr avrebbe avuto per i parlanti cristiani

Egrave possibile discutere vari paralleli per aisl Al‑fǫethr in diverse tradizioni indoeuropee Airl Oll-athair lsquogrande padrersquo epiteto composto del dio supremo irlandese Dagda (o Eochaid) che egrave spesso ritenuto corrispondere da vicino ad Al‑fǫethr ha in realtagrave un primo elemento olldeg lsquograndersquo che non corrisponde neacute etimologicamente neacute semanticamente ad aisl aldeg lsquotuttorsquo e non riflette quindi la stessa concettualizzazione che soggiace allrsquoepiteto di Odino

Lrsquoepiteto omerico di Zeus πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo (per cui il mito greco richiede unrsquointerpretazione ldquopatriarca di uomini e degraveirdquo) e lrsquoepiteto latino di Giove pater deum hominumque ldquopadre di degravei e esseri umanirdquo riflettono in-vece una collocazione [patriarca (pie ph2teacuter-) ndash di tutti gli animati intelligenti (degravei ndash e esseri umani)] che si sovrappone parzialmente alla glossa che Snorri dagrave di aisl Alfǫethr nel Gylfaginning la quale perograve include anche [tutti i non animati in-telligenti] in ogni caso egrave chiaro come lo stesso motivo [patriarca (pie ph2teacuter- pə2troṷ-) ndash di tuttotutti gli animati intelligenti] soggiaccia a tutte queste collocazioni e ad aisl Alfǫethr e come la variazione si limiti allrsquoescludere o meno animali e oggetti inanimati da questo [tutto] cosmico

Il parallelo piugrave preciso si ha tuttavia nel giagrave citato epiteto sanscrito del dio supremo Brahma sarvaloka‑pitāmaha‑ lsquononno paterno di tutti i mondirsquo noncheacute nella

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

sua variante con primo elemento sarvabhūtadeg lsquodi tutte le creaturersquo a cui soggiace la stessa collocazione [patriarca (pie pə2troṷ- ph2teacuter-) ndash di tutto] attestata da Al-fǫethr e Al‑faethir e il cui senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tutti i mondile creaturersquo ha paralleli stretti in kenningar anticoinglesi per [dio cristiano] come frēa ealra gesceafta ldquosignore di tutte le creaturerdquo e onwealda ealra gesceafta ldquounico reggitore di tutte le creaturerdquo

(5) Aisl Alda-fǫethr Her(ja)-fǫethr e il [cielo ndash padre] indoeuropeoSia al composto casuale Alda-fǫethr lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo su-gli esseri umanirsquo che alle due varianti Her-fǫethr (composto determinativo) e Herja-fǫethr (composto casuale) entrambe interpretabili come lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sui popoli (in armi) sugli esercitirsquo soggiace una stessa colloca-zione [patriarca (aisl fǫethr) ndash degli esseri umani] (aisl herr nelle kenningar egrave fun-zionalmente equivalente a sostantivi collettivi che designano una pluralitagrave di [esseri umani]) che attribuisce a Odino una posizione di somma autoritagrave nei confronti del genere umano un dato che a differenza del significato letterale lsquoavo paterno degli esseri umanirsquo (Odino non genera lrsquoumanitagrave personalmente neacute tantomeno la crea da solo) trova riscontro nelle fonti norrene il fatto che si evitasse di impiegare kennin-gar di questo tipo per riferirsi al Dio cristiano nella poesia norrena egrave probabilmente dovuto alle associazioni pagane di questa fraseologia

Unrsquoanalisi combinatoria delle kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano del tipo di herġa fruma lsquoprincipe dei popoli (in armi) degli esercitirsquo faeligder folca gehwaeligs ldquopadre di ogni popolordquo e ealles folces fruma ldquoprincipe di ogni popolordquo consente di ipotizzare che una kenning aing herġa faeligder ldquopadre dei popoli (in armi)rdquo si sarebbe potuta facilmente creare nella poesia anglosassone e che la sua mancata attestazione sia da addebitare al rischio di associazioni pagane Sulla base delle cor-rispondenze etimologiche e semantiche tra queste kenningar e le epiclesi di Odino egrave possibile ricostruire una designazione germanica del [dio supremo] precristiano come [patriarca (pgerm fader- fathornru-) ndash degli esseri umani] il riflesso di una collocazione indoeuropea [patriarca (pie ph2teacuter- pə2troṷ-) ndash degli esseri umani] per [dio supremo] che ha paralleli in diverse altre tradizioni indoeuropee

Una corrispondenza evidente ma parziale si ha anzitutto con gli epiteti di Zeus om πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo e di Giove lat pater deum hominumque ldquoidrdquo in quanto riflessi di una collocazione [patriarca (pie ph2teacuter-) ndash di tutti gli animati intelligenti (degravei e esseri umani)] Il parallelo piugrave stretto per quanto meno immediato egrave tuttavia quello con la formula apposizionale al vocativo [cielo (dieacuteṷ‑) ndash padre (ph2teacuter-)] attestata dalle invocazioni om Ζεῦ πάτερ ldquoo Zeus padrerdquo e ved diacuteyauṣ piacutetaḥ ldquoo Cielo padrerdquo e dal teonimo (che ricorre unica-mente al nominativo e vocativo) lat Iūpiter Dato che come effettivamente attestato in greco e in vedico e come ricostruibile anche per il latino sulla base del confronto con lrsquoumbro preghiere e invocazioni rivolte alla divinitagrave da parte di esseri umani

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Riccardo Ginevra

erano il principale contesto pragmatico in cui queste epiclesi erano pronunciate e dato che in un tale contesto la specificazione dellrsquoelemento [esseri umani] sareb-be stata comunicativamente ridondante egrave possibile analizzare la formula al voca-tivo pie dieacuteu pə2ter ldquoo Cielo padrerdquo come una variante adatta a uno specifico contesto pragmatico della stessa collocazione [patriarca (pie ph2teacuter- pə2troṷ-) ndash degli esseri umani] per [dio supremo] che soggiace anche ad aisl Alda‑fǫethr e Her(ja)-fǫethr

(6) Aisl Herjans-fǫethr come attestazione del significato letterale di degfǫethrIl composto casuale Herjans‑fǫethr (forse con variante innovativa degfaethir) egrave di incerta attestazione e viene spesso emendato in (o analizzato come variante di) Herja‑fǫethr ma egrave anche lrsquounica epiclesi di Odino in degfǫethr per cui unrsquointerpretazione letterale lsquoavo paternorsquo potrebbe effettivamente essere la piugrave adeguata Poicheacute unrsquoanalisi che si li-mita a quanto attestato in nordico conduce a un significato paradossale lsquoavo paterno di Herjannrsquo (cioegrave di Odino di cui Herjann egrave unrsquoepiclesi) lrsquounica alternativa egrave in-fatti interpretare aisl herjann con il significato etimologico lsquore capo dellrsquoesercitorsquo attestato eg dal termine imparentato gr κοίρανος

In questo caso Herjans‑fǫethr sarebbe da intendere con un significato letterale lsquoavo paterno del re del capo dellrsquoesercitorsquo con numerosi paralleli non soltano nei testi scandinavi (eg nelle genealogie degli Ynglingar e degli Skjǫldungar che iniziano proprio da Odino) bensigrave anche in altre tradizioni sia germaniche come quella an-ticoinglese (in cui eg le genealogie dei sovrani anglosassoni elencavano spesso come capostipite il corrispettivo inglese di Odino Woden) che indoeuropee come quella greca omerica (in cui eg ricorre frequentemente unrsquoespressione formulare διοτρεφής βασιλεύς ldquore cresciuto da Zeusrdquo)

(7) Aisl Sig-fǫethr e Val-fǫethr vittoria e massacro come facce di una stessa medagliaDiversamente da Herjans‑fǫethr le epiclesi di Odino Sig-fǫethr (con variante innovati-va in degfaethir) e Val-fǫethr composti endocentrici determinativi con primi elementi sigdeg lsquovittoria battagliarsquo e valdeg lsquomassa dei caduti in battaglia strage campo di battagliarsquo sono da interpretare in senso traslato come rispettivamente lsquocolui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo e lsquocolui che ha autoritagrave controllo sulla strage sulla morte in combattimentorsquo Le due formazioni costituiscono quindi una coppia antonimica i cui significati trovano riscontro nei testi della letteratura norrena in cui a Odino spetta decidere a quale tra le due schiere in una battaglia [dare (aisl gefa pgerm geba-) ndash vittoria (sigr segiz‑)] e quindi necessariamente a quale tocchino invece sconfitta e morte (concettualizzata eg come una chiamata a risiedere a Val-hǫll lsquosala del massacrorsquo)

Paralleli in ambito germanico includono in primo luogo il ruolo nel mito longobardo del corrispettivo di Odino Godan il quale in una narrazione tradizionale

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

attestata in latino egrave detto victoriam dare agli esseri umani in battaglia Ulteriori cor-rispondenze anche sul piano etimologico ma in un contesto ormai cristiano si pos-sono inoltre individuare nella tradizione anglosassone in cui si implora Dio di [dare (aing gifan pgerm geba-) ndash vittoria (sigor segiz‑)] a esseri umani Questa collocazione egrave a sua volta da mettere in correlazione con alcune frequenti kenningar anticoinglesi per il [dio cristiano] che sono funzionalmente equivalenti a Sig-fǫethr lsquocolui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo eg aing sigora sōeth‑cyning ldquovero re delle vittorierdquo e sigora frēa ldquosignore delle vittorierdquo lrsquoequivalenza funzionale tra faeligder e termini come cyning e frēa insieme al confronto con altri epiteti del Dio cristiano come sōeth‑faeligder lsquovero padrersquo permette di ipotizzare che una kenning aing sigora (sōeth)faeligder ldquo(vero) padre delle vittorierdquo per [dio cristiano] imparentata etimologicamente con aisl Sig‑fǫethr e Sig‑faethir si sarebbe potuta creare senza diffi-coltagrave nella poesia anglosassone e che la sua assenza nelle fonti cristiane sia piuttosto da imputare alle sue associazioni pagane

In ambito indoeuropeo i paralleli piugrave interessanti sono da individuare nella tra-dizione greca eg nellrsquoIliade in cui egrave il dio supremo Zeus a [dare ndash vittoria] a una delle parti in combattimento riservando allrsquoaltra lsquosciagurarsquo (πῆμα un termine associato talvolta al massacro) Questrsquoantitesi egrave rappresentata metaforicamente dalla bilancia con cui Zeus decide lrsquoesito di una battaglia in greco come in nordico la vittoria di una schiera e la sconfitta e il massacro dellrsquoaltra sono complementari come due braccia di una stessa bilancia ed egrave quindi naturale che la stessa divinitagrave abbia autoritagrave su entrambe Infine la stessa concettualizzazione che sta alla base delle epiclesi di Odino Sig‑fǫethr lsquoavo paterno della vittoriarsquo e Sig‑faethir lsquopadre della vittoriarsquo soggiace verosimilmente anche a un brano della Teogonia di Esiodo in cui la dea Vittoria viene affidata dalla madre Stige a Zeus nella cui dimora essa egrave desti-nata a vivere per sempre la prerogativa di Zeus come dio che assegna la vittoria in battaglia egrave qui resa in chiave mitologica descrivendo il dio come una sorta di padre affidatario della Vittoria

102 I dvergar nordici come riflessi germanici di artigiani mitici indoeuropei

Per quanto riguarda invece i risultati della ricerca discussa nella seconda parte essi si possono riassumere nei seguenti punti

(1) Aisl dvergr e pie tu erḱ- lsquotagliare foggiarersquoAisl dvergr nome di una categoria di artigiani mitici nella mitologia scandinava e gli altri esiti di pgerm dwerg-a- (aing dweorgh as gi-dwerg aat [gi-]twergc) riflettono una variante secondaria di una formazione originaria thornwerg‑a‑ una varia-zione che egrave effettivamente ricostruibile sulla base di norv dverg e della sua variante dialettale tverg Pgerm thornwerg‑a‑ egrave a sua volta il regolare esito di pie tuerḱ-oacute- un derivato del cosiddetto tipo tem-oacute- della radice tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo attestata

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Riccardo Ginevra

anche eg da ved Tvaacuteṣṭar‑ lsquoartigiano (divino)rsquo aav ϑβōrəštar- lsquoartigiano intaglia-tore carpentierersquo e gr σάρξ lsquocarnersquo

In base al tipo di formazione di pie tuerḱ-oacute- egrave possibile ricostruire sia un si-gnificato attivo lsquoquello che taglia foggiarsquo che un significato passivo lsquoquello che egrave tagliato foggiatorsquo il significato attivo trova particolare supporto nei testi letterari nordici in cui i dvergar sono quasi esclusivamente menzionati nel loro ruolo di ar-tigiani (lsquoquelli che foggianorsquo) soprattutto come soggetto di collocazioni del tipo [dvergr ndash foggiare ndash oggetto] il significato passivo lsquoquello che egrave tagliatorsquo puograve avere dato luogo invece allrsquoaccezione lsquopersona di statura molto bassa nanorsquo frequen-temente attestata per i riflessi di pgerm dwerg-a- (eg aing dweorgh che glossa lat nanus) uno sviluppo semantico che ha paralleli in eg lat curtus lsquocorto bassorsquo (riflesso di pie [s]kr-toacute- lsquotagliatorsquo o kur-toacute- lsquoidrsquo) La caratterizzazione anatomica dei mitici dvergar lsquoartigianirsquo nordici come personaggi di statura molto bassa egrave se-condaria e probabilmente da ricondurre a una confluenza tra questi due significati

Lrsquoattestazione a inizio di parola di pgerm dw- al posto dellrsquoesito atteso thornw‑ per pie tu- si puograve ricondurre alla combinazione di due fattori di carattere diverso sulla base di una preesistente alternanza fonologica tra una variante in thornw‑ e una in dw- (oscillazione ben attestata nelle lingue germaniche in cui i nessi consonantici di dentale seguita da -w- o dentale seguita da sonante erano soprattutto a inizio di parola generalmente instabili) la variante in dw- potrebbe essere stata selezionata ai danni della prima per consentire lrsquoallitterazione (principio costitutivo della poe-sia germanica) allrsquointerno di collocazioni ipotizzabili sulla base di fraseologia ger-manica e indoeuropea eg thornwergōzdwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo un tale processo ha un parallelo eg nella modificazione del nome mitologico mgall Nudd in Lludd ai fini dellrsquoallitterazione con lrsquoepiteto llaw-ereint lsquodalla mano drsquoargentorsquo o con il nome del fratello Llefelys

(2) Ulteriori riflessi germanici di pie tuerḱ- Lrsquoanalisi proposta in questa sede per aisl dvergr e pgerm dwerg-a- come rifles-si di pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo trova supporto nella possibilitagrave di ricostruire un verbo forte di terza classe imparentato ovvero pgerm thornwerh‑a‑ lsquoidrsquo (preterito singolare thornwarh plurale thorn[w]urg-un e participio thorn[w]urg-Vna-) sulla base di mat zwergen lsquoschiacciare pizzicarersquo e twergen lsquoidrsquo (il cui significato ha paralleli in pgerm knippan‑ lsquotagliare strappare castrarersquo e knīpan- lsquopizzicarersquo) riflessi di thornwerg‑a‑ (con generalizzazione analogica della -g- del preterito plurale e del par-ticipio) e dello aing ġe‑thornūren lsquoforgiatorsquo (detto di una spada nel Beowulf) esito di thorn(w)urh-Vna- (con generalizzazione nella direzione opposta)

Egrave altamente probabile che il sostantivo pgerm dwerg-a- nel significato lsquoquello che taglia foggiarsquo venisse ancora associato al verbo pgerm thornwerh‑a‑ lsquotagliare fog-giarersquo unrsquoipotesi che trova supporto eg nella comune associazione del sostantivo aisl dvergr e del participio aing ġethornūren lsquoforgiatorsquo con [spada] nelle fonti norrene

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

e anticoinglesi Il fatto che questi riflessi germanici di pie tuerḱ‑ ricorrano rispet-tivamente come nome di una categoria di artigiani mitici in norreno e in riferimento a una spada mitica nel poema epico anticoinglese Beowulf permette di ipotizzare che i derivati di questa radice fossero percepiti come arcaizzanti e poeticamente marcati giagrave in protogermanico

(3) I paralleli con ved Tvaacuteṣṭar- e gli altri riflessi indoeuropei di tuerḱ-A suggerire che questrsquoanalisi possa essere valida giagrave per il protoindoeuropeo sono alcune corrispondenze assai strette sia sul piano etimologico che semantico con gli altri riflessi indoeuropei di pie tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo soprattutto con il nome dellrsquoartigiano divino ved Tvaacuteṣṭar‑ e lrsquoepiteto del dio supremo Ahura Mazdā aav ϑβōrəštar- e av rec ϑβarəštar‑ lsquointagliatore carpentierersquo riflessi di un altro deriva-to agentivo pie turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo

Il parallelo trova supporto in collocazioni fraseologiche del tipo [artigiano miti-co (pie tuerḱ‑ aisl dvergr ved Tvaṣṭar‑) ndash foggiare ndash oggetto] che ricorrono sia in relazione ai dvergar norreni che per il dio vedico Tvaṣṭar eg [artigiano mitico (pie tuerḱ‑ aisl dvergr ved Tvaṣṭar‑) ndash foggiare ndash essere umano] a cui potrebbe essere da connettere anche il significato originario lsquocarni umanersquo di om σάρκες riflesso di un nome radicale pie turḱ‑ lsquotagliato foggiatorsquo in un con-testo simile (la creazione di una mucca) egrave inoltre attestata la forma di aoristo aav ϑβarōždūm lsquotagliaste foggiastersquo

La ricostruzione di una collocazione di questo tipo come contesto privilegiato per la selezione della variante in dw- ai danni di quella in thornw‑ ovvero pgerm thornwergōzdwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo in cui pgerm dwerg-a- (pie tuerḱ‑) ricorreva come soggetto del verbo dō‑ lsquofarersquo (pie dheh1- lsquodisporre farersquo) egrave supportata dalle attestazioni del teonimo Tvaacuteṣṭar‑ (pie tuerḱ‑) come soggetto di DHĀ lsquoporre fare crearersquo (pie dheh1- lsquoidrsquo) nella poesia vedica e dallrsquoevidente asso-ciazione formulare tra i teonimi scr Tvaṣṭar‑ e Dhātar‑ (un derivato in -tar- di DHĀ) nella letteratura epica e puranica

Infine le kenningar per [poesia] del tipo di aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo riflettono una costruzione che egrave ha avuto verosimilmente origine nella combinazione dellrsquouso metaforico di [bevanda] per [poesia] ben at-testato in norreno e con numerosi paralleli indoeuropei (eg la collocazione [versare (ǵheu-) ndash le preghiere] o la concezione della [voce] come [liquido]) con la metafora [foggiare ndash le parole] per [fare poesia] ben attestata con due radici sinonimiche rispetto a tuerḱ‑ ovvero pie tetḱ‑ lsquointagliare foggiarersquo e peiḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo) Ciograve ha probabilmente avuto luogo attraverso la seguente trafila [foggiare (pie tuerḱ‑) ndash le parole] per [fare poesia] ⟶ [artigiano (tuerḱ‑oacute‑) ndash delle parole della poesia] per [poeta] ⟶ [artigiano (tuerḱ‑oacute‑) ndash della bevanda poetica] per [poeta] ⟶ [bevanda ndash dellrsquoartigiano (tuerḱ‑oacute‑)] per [poesia] (di cui aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo egrave un riflesso esatto)

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Riccardo Ginevra

(4) Paralleli onomastici fraseologici e tematici tra i dvergar nordici il vedi-co Tvaṣṭar il romano Pico e il greco CronoLrsquointerpretazione di aisl dvergr come formazione imparentata con ved Tvaacuteṣṭar‑ e riflesso di pie tuerḱ‑ trova conferma nel fatto che le giagrave citate attestazioni di aisl dvergr e ved Tvaacuteṣṭar‑ come soggetti delle collocazioni [foggiare ndash oggetto] (inter alia cinghiali navi lance in nordico coppe asce cavalli in vedico) e [foggiare ndash essere umano] siano soltanto due tra i numerosi elementi che le caratterizzazioni di questi personaggi nelle rispettive tradizioni condividono ulteriori paralleli fraseo-logici e tematici includono eg la forgiatura da parte di questi personaggi nordici e vedici dellrsquo[arma del dio del tuono] (rispettivamente il martello di Thor e la mazza di Indra) atti cosmici come [sostenere ndash cielo] e [conoscere ndash tutto] noncheacute il possesso di una [bevanda] fortemente associata alla [poesia] (rispettivamente lrsquoi-dromele poetico norreno e il soacutema- vedico) Corrispondenze meno numerose ma altrettanto rilevanti sono quelle che si riscontrano nelle tradizioni classiche relative a Pico e Crono

Lat Pīcus nome di un dio che nel mito romano gira lrsquoItalia con il padre Fauno praticando la metallurgia egrave il riflesso di pie peiḱ‑oacute‑ lsquoquello che taglia foggiarsquo (alla base anche di lat pīcus lsquopicchiorsquo e gr πεικός lsquoacuto pungente asprorsquo) un derivato agentivo di pie peiḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo la cui forte corrispondenza sia sul piano semantico che morfologico (essendo entrambi derivati del tipo tem-oacute-) con aisl dvergr (riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) trova supporto nei paralleli tematici tra vari testi scandinavi in cui i dvergar vengono catturati da un personaggio umano che vuole ottenere qualcosa da loro e un passo di Ovidio in cui si narra di come il re Numa abbia catturato Pico e il padre Fauno per costringerli a rivelargli un rituale segreto

Gr Κρόνος nome del padre di Zeus che evira il Cielo con una falce egrave un riflesso (con metatesi del tipo di θρόνος lsquoseggiorsquo pie dhoacuter[h2]-no- lsquosostegnorsquo) di pie (s)koacuter-no- lsquoquello che tagliarsquo (possibilmente anche alla base delle glosse esichiane κόρνος lsquopungitopo per i Siculirsquo e σκόρνος lsquopungitopo mirtorsquo) un derivato della radice (s)ker- lsquotagliarersquo quasi sinonimico rispetto ad aisl dvergr e ved Tvaṣṭar‑ Questo parallelo onomastico trova supporto nelle corrispondenze tra il ruolo di Cro-no nel mito greco come separatore del Cielo e della Terra e nemico del figlio Zeus quello di Tvaṣṭar nel RV come sostegno di Cielo e Terra e nemico del figlio Indra e parzialmente quello di alcuni dvergar (Austri Norethri Suethri e Vestri) nel mito nordico come supporti del Cielo

(5) Lrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergarLe analisi etimologiche di nomi di dvergar piugrave credibili sono quelle che trovano supporto nel mito eg quella relativamente scontata dei nomi dei nani che sorreg-gono il cielo ai suoi angoli ovvero Austri lsquoquello dellrsquoOrientersquo Norethri lsquoquello del Settentrionersquo Suethri lsquoquello del Meridionersquo e Vestri lsquoquello dellrsquoOccidentersquo come

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali Meno banale ma parimenti supportata dalle fonti mitiche egrave lrsquointerpretazione di Moacutet‑sǫgnir nome di un dvergr che foggia figure umane nella Vsp come un composto possessivo di moacutet lsquosegno figurarsquo e sǫg lsquosegarsquo con un significato lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo

Anche quando lrsquointerpretazione di un nome composto non trova riscontro nel mito essa puograve essere supportata dalla fraseologia eg Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo ha un parallelo esatto in eg Grm 361-2 (horn beri ldquoportino il cor-no [potorio]rdquo) Un altro esempio egrave Dolg‑thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo che corrisponde da vicino sia sul piano della semantica che parzialmente etimologico a eg ved Trasaacute‑dasyu‑ lsquoquello che fa tremare i daacutesyu‑ (nemici)rsquo

Quando tuttavia non egrave possibile trovare nella mitologia neacute nella fraseologia sup-porto per lrsquointerpretazione di un nome di dvergr questa rimane impossibile da dimo-strare o da confutare qualunque sia il suo livello di plausibilitagrave sul piano formale Ciograve egrave soprattutto vero per nomi privi di paralleli nel lessico norreno e di difficile analisi come Baacutefurr e THORNorinn per i quali egrave allo stato attuale impossibile confermare se essi siano davvero imparentati rispettivamente con lat faber lsquofabbrorsquo e con gallico Taranus e mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo Lo stesso ostacolo tuttavia rende diffi-cilmente dimostrabile anche le analisi di nomi non composti apparentemente identici a vocaboli norreni come Naacuter (naacuter lsquocadaverersquo) o facilmente analizzabili come deriva-ti in -i del tipo di Nieth‑i (nieth lsquoluna nuovarsquo) o di nomi composti di cui non siano chiari la sintassi interna eg Hleacute-vangr (hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo) o il referente eg Mjǫeth‑vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquo (forse una kenning per [orso]) Come drsquoaltron-de egrave ovvio la possibilitagrave di trovare riscontri di qualche tipo nei testi in norreno o in altre lingue germaniche o indoeuropee egrave lrsquounica condizione che possa garantire un qualche grado di oggettivitagrave alle analisi etimologiche di nomi di dvergar

Con questo studio si spera di essere riusciti a evidenziare i numerosi paralleli tra la lingua poetica e la mitologia che ricorrono nei testi norreni e quelle attestate in fonti redatte nelle lingue germaniche e indoeuropee di piugrave antica attestazione come lrsquoantico inglese il latino il greco e il sanscrito Da un lato gli strumenti della lin-guistica storica permettono di riconoscere nei testi scandinavi motivi ereditati che sono ben noti agli studiosi di poetica e mitologia indoeuropea dallrsquoaltro i risultati di unrsquoanalisi delle fonti norrene in ottica linguistica e comparativa possono talvolta essere di grande aiuto per gettare nuova luce su aspetti problematici dei testi delle altre tradizioni germaniche e indoeuropee Lrsquoapplicazione sistematica di questo me-todo di ricerca ai testi della tradizione scandinava potragrave forse contribuire in maniera sostanziale in futuro non solo allo studio delle caratteristiche linguistiche di questi testi tradizionali ma anche alla ricostruzione delle concezioni ideologiche e cosmo-logiche che ne influenzavano i contenuti

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22 3633 19 111134 36

Bersi Lv 13 38Boacutesa saga ok Herraueths 2 79Bragi Troll 17 75Bragi THORNoacuterr 1 9 35DH

3 154 119

Ebr 9 115Egill Arkv 65-8 74Egils saga 55 113Eirm 7 49 51 55Eskaacutel Vell 44 61Eyv Lv 56 112-113Fraacute dauetha Sinfjǫtla 14 124Gamlkan Joacutendr 42 38GethkI 19 43Gethr III 42 38Gestumbl Heiethr 252 113GH 17 119Grm

193 9252 9262 9304 107 115361-2 113 119

13343 77 7846 4348 9 23 47

Gunn Leif Merl I 336 38HaacutekFris 48211 82HaH 15 111HaukrV Iacutesldr 14-8 73-74

Hav 138ss 19 111143 61-62

Hbl 194 28Hdl

2 9 36 437 61 778 44

HeH 2 115HeiethrH 5630 82Heimskringla 12 63Hfr Erf Oacutel 26a3 82HH 38 9 23HjH 11 119HoacutemIacutesl15 19v22 36Hrbl 26 110Hrv 8 19 61HSt Rst 311-4 61-62Hsv 851-2 80Hym

86 24382-4 79

JH 2 112Kgs 6220 12Kolgr Oacutel 11 38KormǪ Lv 533 75Ls

22 4826 117555-6 31583 109586 9

Mar B 11512 115Odd 81-2 112Oacutelhv Hryn 113 38OacuteN

14 918 11123 941 1044 952 957 973 11884 119

OrH 18 48

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Peacutetr2Ax 19113 10 21Rm 144 118Rthorn

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Saga Heiethreks konungs 2 83-85 96Sigv Austv 25-6 113Snorri Prologo 11 118Snorri Gylf

3 236 1177 258 61 829 10 25 37

5014 15 11715 920 9 50-5121 3124 11527 2634 78 90 11036 11343 7849 109 112

11451 50-51 11153 108

Snorri Skaacuteld g56 28g57 61 83 92

110g58 19 1112 9 23 2523 82 9135 78 81 91

11639 9750 69

SkH 14 115Skm 192 24Sǫrla THORNattr 1 78Stj1 23524 12SvH 35 119Vm

22 944-6 9 35284 80-81291-2 80-81531-3 9

Vsp

1 9 373ss 259 79-81 9110 70-72 79-

81 91 109 114-115 117 119

11 15 82 1 0 7 - 1 0 9 114-118

12 61 107 111 114-119

13 108-11714 61 109

11415 15 107-

109 111-113 116-117 119

16 107 109-111 114 116 118

17 3721 111 11721ss 25245-8 112277 92813 929 9 35 373010 43374 116428 11043 9 35 110485-8 6155 9 47 111563 15

Ynglinga saga 9 49 51 53-55

THORNjoacuteeth Yt 2 63

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21 Inglese

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3023 622996 22

Beda Historia ecclesiastica115 45425 21

Beo373 38605 36869 38955-956 261285-1287 68-691558 381661 381824 272426ss 15

CollGl 11 78 62Conf 4 17 22Cristo

103 53217 21516 40556 26714 27844 40924 271022 21

Daniel 760-761 27Discesa allrsquoinferno 29 41 40Elena 210 40Genesi

2098 272139 27

Guthlac 638 27HyGl 2 984 22Incantesimo IV 4 27Inno di Caeligdmon 21Judith 88-89 53Menologio 147 21 Ordine del mondo 39 22Wanderer 85 38Wieth faeligrstice 23 62

22 Tedesco

Minnesinger 3189b 67Reinfried 9226 67

23 Iscrizioni runiche

Capsula di Schretzheim 73Fibula di Nordendorf 112

mdash 148 mdash

Riccardo Ginevra

3 Fonti in altre lingue indoeuropee

31 Greco

AeschNiobe fr 155 16

Apollod 145 41Arist Hist an 593a3-14 94AristophThes 1009 56Efesini 1 17 10 21HAp 336-337 31Hes Th

71-73 99-100125ss 33159-62 98174-81 98180-182 99220 31383-389 57642 31

Hsch 37 94 97 107

Hymn Orph 663 79Il

2445 464461 1105677 437202-203 557249-250 457291-292 547377-378 548175-176 5516686-693 5517177 5517611-614 4317627 5517652-653 4619221-224 5622288 5523359 67

Inno omerico ad Ares 4 57Nonno Dion 2205ss 57Od

4395ss 96226 67

Pi N 542 74O 517 56O 687 74P 3113 74

Pl Repubblica 3391E 16Plut Vita di Numa 153-5 94

Scudo di Eracle 340 45

32 Vedico e sanscrito classico

AgniPur 192 72AVŚ

5218c 1096783 8712333cd 8614153ab 7114160 90-91

GarPur 1640 72Manusmrti 19 33MBh

165 1615787 33 15837 334814 725557 72611638 72131531 72

MPur 47158 72RV

1206 851527cd 871616ab 8718014 901859 87 90111722 88 9211889 86239 872176 8922317ab 89349 873484 89-90 10035519 864174b-d 904183cd 88-8941812 904423 88 91 994563 88 90523a 265314ab 876144cd 10961710ab 876321d 746515ab 426692a 19729 8773420b 71 79 877353a 717356d 71

mdash 149 mdash

Index locorum

71036 7481028b 869764d 1910105ab 8710185d 7110186c 7110483a 87 9110539 85 89105310 8910845a 56101109 86 88101841 70-71 86

91ViPur 115130 72VS

1030 86299 86-87

33 Avestico

Y 2911-2 73

34 Latino

Arnob 51 95Cic Nat D 2314 32Digesto 5016201 17Efesini 1 17 10Enn Ann

124 32175 32580 32

Fredegario Cronaca 365 52Gregorio Dialoghi 332 22Liv

112 3286 323030 54

Origo gentis langob 1 52Ov Met 14320-434 74 93Ov Fasti 3289ss 95-96Paolo Diacono Historia 18 52Plaut Asin 262 94Plin Nat 780 95Saxo Gesta Danorum

325-6 62 84-85 96

Serv ad Aen 7190 951076 93

Valerio Antias fr 68 95

Verg Aen165 321229-230 322648 32748-49 937189 93

Verg Ecl 6 96Verg G 4 96

35 Umbro

Tavole Iguvine IIb7 41IIb24 41III22 41

36 Irlandese

Annali frammentari 868 54Tochmarc Eacutetaiacutene 1 29

37 Ittito

Canto di Kumarbi 98-99KBo 26124 i 34-36 16KUB 177 ii 13 99KUB 1710 i 35-39 15KUB 2127 iv 9-10 16KUB 335 ii 4-9 15

mdash 150 mdash

mdash 151 mdash

INDEX VERBORUM

Di seguito sono elencate le formazioni e le collocazioni trattate nelle forme in cui ricorrono nel testo (non sono elencate quelle giagrave citate nei titoli dei capitoli)

1 Lingue scandinave (antico islandese se non specificato altrimenti)

Afiaacutei Aacuteiala alfr Alfr degalfr

Gand-alfr Vind-alfr

allr aldegal-gullinnAl-rekrAl-viacutessAl‑thornjoacutefr all-valdr allra faethirallra goethanna ok mannaalls-valdandialls-valdendiǪl‑valdi All‑valdi

Aacuten Aacutenn OacutennAacutenarrarm-baugraskaaacutess (singolare) aeligsir (plurale)aurdeg

Aur-vangraustrAustri Baacutefurr isl bambiisl bamburbaug‑skjǫldrberabifaBiacutefurr bjoacuteetha til siacutenboradegbori

Hornbori Horn-bori Brokkrbyrethr

byrethr dverganna

Bǫmburr dolgr

Doacutelg‑thornrasirdraupaDraupnir drimadrjuacutepaDurinn dvalaDvalinndvena dvina dviacutenanorv dverg dialettale tverg dyacuterethar‑faethirdyrgjadyrreikeikinn eik-inn

Eikinskjaldi Eikin-skjaldi Eikin-skjald-iEikin-tjasna

eineygr ein-eyg-reacuteldraugrelfrerfi

erfi‑nytifaethir

aldar‑faethirallra faethirdyacuterethar‑faethirfaethir allra goethafaethir allra goethanna ok mannagaldrs faethir

Faacutelhoacutefnir Faacutel‑hoacutef‑nir felaFiacutelifinnafinnr Finnr degfinnr degfiethr

Skaacute‑fiethrFjalarrfolkFornbogifornmaethr forn‑maethrfraacuter Fraacuter frost

mdash 152 mdash

Riccardo Ginevra

Frosti Frost‑ifraeliggr FraeliggrFundinnfaeliggir

faeliggir Fjǫlnis veigargaldrs faethirganddeg

Gand-alfr gautr Gautr

aldinn gautrgefa sigrgengil-beinageraginnginnaGinnarr gloacuteaGloacutei gullinn

Gullintanni Gullin-tann-iGullveig Haacute(a)rrHaacutenarrhangi Hangi genitivo plurale hanga

Hanga‑tyacuter Hanga‑goethhannarrhaugr genitivo plurale hauga

hauga herr Haugspori Haug‑spori skarar hauga

hauka-stoacutellHelhepti Hepti Herjann herr genitivo plurale herja

her‑skjǫldrher-stefnir her-stillir herja deilir herja stillir

hleacutedeg Hleacute-vangr

HleifruethrHlaeligfǫethrhoacutefr

Faacutelhoacutefnir Faacutel‑hoacutef‑nir horn

Horn-bori jara jar-aJari jǫtunn (singolare) jǫtnar (plurale)kenning (singolare) kenningar (plurale)

Kiacuteli kiacutellkverkkyrkia kvirkjalieth Liacutef‑thornrasir litr Litr loflofaLofarrisl loacutenLoacuteni man-liacutek-imjǫethr

Mjǫeth‑vitnir moacuteethrmold(-vegr) molddeg

moldbuacuteimorg-innmoacutet

Moacutetsǫgnir Moacutet‑sǫgnir Moacutet‑sǫg‑nirnaacutelNaacuteli naacuter Naacuter nema sigriniethNiethi noacuternorethrNorethri Noacuteri Noacuter-i Nyacutei nyacuter nyacutedeg

Nyacute‑raacuteethr Oacuteethinn anorv Oacuteethonndegraacuteethr

Nyacute‑raacuteethr Raacuteeth‑sviethr

reginReginn degrekrruacutemrSess‑ruacutemnirsetja undirnorv sigsigr

gefa sigrnema sigri = bjoacuteetha til siacutensig‑maacuteniSigurethr Sig‑urethr Sigdegurethr

sindrSindri Sindr-i

mdash 153 mdash

Index verborum

skaacutedegSkaacute‑fiethr

skepjaskeraSkirfpir norv skjervaskjǫldr baug‑skjǫldrsmiethasmiethr Smiethr

hagsmiethr bragarsonrsporadegspori

Haugspori Haug‑spori spornaspurastoacutell

hauka-stoacutellstǫeth

val‑stǫethsuethrSuethri suacutegasv(iacute)naSviacuteurr saeligvar niethr sǫg

Moacutetsǫgnir Moacutet‑sǫgnir Moacutet‑sǫg‑nir degsǫgnir

sǫgnTyacuter degtyacuter plurale tiacutevar

Vera-tyacutertǫnnuxi ux-ivaacuteg‑marr val(r) valdeg

bjoacuteetha til siacutenval‑dǫgg Val‑hǫllVal-kyrja

val‑stǫethvald

all-valdr valda

alls-valdandialls-valdendi

degvaldi degvald-iǪl‑valdi All‑valdi

degvangrAur-vangrHleacute-vangr

veethrveig degveig GullveigVeigr verr genitivo plurale vera

Vera-tyacutervestrVestri Veacuteurr Veacute-urrViacuteetharr viacutegjavili V(iacute)livinddeg

Vind-alfrVing‑thornoacuterrVirfpir viacutessviacutetadegvitn-ir

Mjǫeth‑vitnir vitr Vitr vǫllryngvi Yngvi

Yngvi‑Freyr Ingunar‑Freyr THORNekkr thornjoacuteethanndegthornjoacutefrTHORNorinn THORNoacuterr

Veacuteurr Veacute-urrVing‑thornoacuterr

thornraacuteTHORNraacuteinnthornrasaTHORNrasir degthornrasir

Doacutelg‑thornrasirLiacutef‑thornrasir

thornreskoldrthornrimathornroacuteastTHORNroacuterTHORNraeligllthornwerrasved thvīna THORNyacuterǪl‑valdi All‑valdiǫld (nominativo singolare) alda (genitivo plurale)

alda synirAlda-gautraldar‑faethir

mdash 154 mdash

Riccardo Ginevra

2 Altre lingue germaniche

21 Gotico

alanaldsalls aladeg Alareiks Alaricus (latinizzato)Ansisarbinumja arbi-num-ja awoazgobrothornrjusdaurawards daura-wardsdwalsEnguzfadarfaur‑hāhfidworfilhanfullsgafilh ga‑filhGapthaihshaljaharjismanleika man-leik-amaurgins maurg-insmidjungards midjun-gardsraginsigisskildusufarwaldanwaldandswithornruswlitsthorniudans thorniud‑ans

22 Inglese (antico se non specificato diversamente)

ǣācen Bēo‑wulfing cindercyning degcyning

engla cyningsigora sōeth‑cyningwuldor-cyning

drēapian dreopan

drihten dryhtendryhten ond waldend ealra gesceaftaengla drihtengumena dryhtensigora drythen

(ge)dwǣsdweorgh dwīnaneal(l) aeligldeg aldeg ealdeg

al‑faeligderdryhten ond waldend ealra gesceaftaeal-wealdend ealles faeligderealles folces fruma ealles waldendealra ān‑waldend ealra folca frumaealra scyppend frēa ealra gesceafta

ealdeald‑faeligder eald(e)‑faeligdereald-gesegeneald-sweord

eāsteāster ēsa gescotfaeligder (deg)fœder

al‑faeligderealles faeligderfaeligder aeliglmihtigfaeligder englafaeligder folca gehwaeligsfaeligder frumsceaftafaeligder frymetha gehwaeligsfaeligder mancynnesherġa faeligdersigora (sōeth‑)faeligdersōeth‑faeligder wuldor‑faeligder uuldur-fadur

faeligderafāgianfēolanfeowerfolces hyrdefoster‑faeligdering foster-fatherfrēa

frēa ealra gesceaftafrēa frumsceaftafrēa lēodamoncynnes frēa sigora frēa

mdash 155 mdash

Index verborum

frumaealles folces fruma ealra folca frumafruma folcamoncynnes fruma

gethornuren ġethornūrenhēah

hēah hordes weardheah‑faeligder

hell here genitivo plurale herġa

herġa faeligderherġa fruma

here-togaield plurale ylde ilde

aeliglda scyppend ylda bearnylda waldend

Inging knifemanlīca man‑līc‑ameodu medu middan-geardmorgen morg-ennorething Oaken-shieldsceorfanscieldscyppend

aeliglda scyppend ealra scyppend

selding shortsiġe sigor

sigora (sōeth‑)faeligdersigora drythensigora frēasigora sōeth‑cyningsigora waldend

sindering throughtwenganing twingeing twirl wāg wēg(deg)walda wealda

al-waldaBreoten-waldaburh-waldaonwealda ealra gesceafta

(deg)w(e)aldend

dryhten ond waldend ealra gesceaftaeal-wealdend ealles waldendealra ān‑waldend haeligleetha waldendsigora waldendwaldend frymethawaldend werthornēoda

wardian waeliglweald weetherwestwliteWōden Woden (Beda) Wēden (Suffixtausch)yrfenuma yrfe-num-a thornerscoldthornweorhdegthornweranthornwīnanthornwirel thornȳrelylfa gescot

23 Alto tedesco (antico alto tedesco se non specificato diversamente)

al(l) aladegal-walto ala-waltenti alawaltenti

bruoh‑hāhdrāsendriskuflited durchdurhildwerandwingan thwingan dwiril eihhīneinougi ein-oug-iElbaerpinomo erpi‑nom‑o fatarfatureofelahanmat getwacircsgiwalt gi-waltlongobardo Godanhellaheri heri‑zohgo heri‑zogo

mdash 156 mdash

Riccardo Ginevra

ted Herzogjunc-herroted Junkerted kneipen (dialettale)ted knippen (palatino)manalīhho mana‑līhh‑o metumittin-gardmorgan morg-annordoberomat ostōstara ted qwaumlngelnted querted Quirlmat schreffensciltsigusintarsundartriofan turi-wart(gi-)twergc mat twergenmat twingenwalwaltandegwalt-o

al-walto wartēn westar widarted zwaumlngenmat zwergen

24 Basso tedesco (antico sassone se non specificato diversamente) nederlandese frisone

al(l) alaalo-waldand

mbt cnippenafr ē(t)zen fadar afr federiagi-dwerggi-waldhelliaafr here heriIng

ndl knijpenndl knippenregan(o)deg

regan(o)-giskapusinderskeildsūthar thrāsianafr verver degwald-owestarwetharwliti

25 Germanico preletterario

AladegAlaferhui- Matronis AlaferhuiabusAlagabiae

harigasti teivaInguiomerus Sigis-vultus wi(n)gi‑thornonar

mdash 157 mdash

Index verborum

3 Altre lingue indoeuropee

31 Greco

ἀγησί-λαοςἁλίσκομαιἈλφειόςἄλφιHsch ἀλφούς om ἀνδρῶν τε θεῶν τεἈπατούρια Βίηom διο-γενής om διό-γνητοςom διο-τρεφής

om διοτρεφής βασιλεύςδμώςἐνέρτεροςεὐδίαἔχω

mic e-ka-noΖεύς

om διο-γενής om διό-γνητοςom διο-τρεφήςom διοτρεφής βασιλεύςεὐδίαom Ζεῦ πάτερ

Ζῆλοςθείνωθεός

om ἀνδρῶν τε θεῶν τεΘεο-γένηςΘεό-δωρος

θρῆνυς mic ta-ra-nuθρόνος θρ-όνος mic to-noκαρτερό-χειρ κείρωκέλομαι κλόνος κλ-όνος Κοῖραdegκοίρανος Hsch κόροςκουρο-τρόφ-ος Κράτοςμυρσίνη

μυρσίνη ἀγρίαΝικ-άνωρΝίκη

om ἀφείλετο νίκην Νίκης εὐπολέμοιο πάτερ

ὀδούς

ὄφιςπάπποςΠαππῶος πατήρ

om Ζεῦ πάτερὁ πατὴρ τῆς δόξηςom πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε

Πατρῷοςπάτρως degπάτωρ πείθομαιHsch πεικόςπῆμα

om πῆμα μέγιστονπικρός ποικίλος ὗμνος om ποιμένα λαῶν πολύς om σάρκες (plurale) att σάρξ eol dor σύρξ

(singolare)om σκοπόςστόμασωτήρ τέκτων

ἐπέων τέκτονες τοκεύς φερέ-οικος φθίνωφόνοςmic wo‑ro‑qo‑ta

32 Vedico e sanscrito classico

aacutehi‑aacuteṅgāra‑Aacuteṅgiras- apāṃ naacutepāt‑bharaacuted‑vāja-Bhŕgu- Bhrgudat-

hiacuteraṇya‑dat-devaacute‑

Deva-datta-Deva‑jā-

DHĀDhātaacuter‑ Dhā‑taacuter‑

diacuteyauṣ piacutetaḥdurhaacuteṇā-goacutepā jaacutenasyahan-ti

hiacuteraṇya‑hiacuteraṇya‑dat-

mdash 158 mdash

Riccardo Ginevra

janitārā matīnām kṣiṇ‑ā‑ti

maacutedhu‑maacuterta‑pikaacute‑pitā‑mahaacute- (deg)pitāmaha‑

sarvabhūta‑pitāmaha‑sarvaloka‑pitāmaha‑

pitaacuter‑ diacuteyauṣ piacutetaḥ

pitā matīnāmdegpitār‑pitrvya-pūrṇaacute‑ pūr‑ṇaacute‑puṣṭim‑bhar‑aacute‑Rjiacute‑śvan‑rjraacute‑ rj‑raacute‑saacuteh‑a-te

saacutehas‑sarvabhūta‑pitāmaha‑sarvaloka‑pitāmaha‑soacutema-su-diacutev-su‑pāṇiacute‑svaacutepastama‑śaacuteṅka-te

TAKṢvaacutecāṃsy [hellip] takṣam

TRASTrasaacute-dasyu- trāsaacuteya‑

ucchaacute‑ti

ukṣaacuten‑upaacuterivācam pipiśurvaacutecāṃsy [hellip] takṣam vaacutestu‑vijeṣa‑kŕt-yamaacute‑

33 Lingue iraniche (avestico se non specificato diversamente)

dəmāna‑ dəm‑āna‑apers Dhāraya‑vau‑apers kāra‑pasuvīradegtašti‑

vacas‑tašti‑tūriia‑ upara‑usaṇt‑

vacas‑tašti‑ϑβarōždūmϑβərəsai‑ti

ϑβōrəštar- ϑβarəštar‑

34 Lingue italiche e romanze (latino se non specificato diversamente)

AdeodatusAlbulaalbus alereanusavusbellum duellumCanenscanōcunctorcurtusdens deus

omnipotens Deuspro deum atque hominum fidem

dux faberfīdus fīd‑usfrater fratrem (accusativo singolare)fr grand‑pegravereumb Iu‑pater (vocativo) Iuve(-)patre (dativo)Iūpiter Iū-piter (nominativo e vocativo)

Iovis (genitivo) Iovi (dativo) Iovem (accusativo)

morbos visos invisosquenanusumb nertruomnipotens Deusit padre pater

Iūpiter Iū-piter pater deum hominumque patrem deum hominumque patrem divumque hominumquepater gloriaesummus Pater

patriarcha patruuspecudesque virosqueumb peico (accusativo singolare) peiqu

(ablativo singolare)sp pequentildeopīca

mdash 159 mdash

Index verborum

it piccolo pīcuspigmeus plēnus plē‑nuspumiliusRemusRomulus satyrus supersuperusterreotexereumb uiro pequovermisvictoria

se illis victoriam daturum Winilis Godan victoriam concessisse

vultus

35 Lingue celtiche (antico irlandese se non specificato diversamente)

degaildegathair gallico degater

Oll-athair gallico gutu-ater

mgall corddcelt Coriono-totaecuilecuire mirl cuiredegda

Dag-dacelt Divo-genusdruchteacutecEochaiddegfilgallico gutu-ater gall gweledmgall gwestgall hymgall Llefelysmgall Lludd (arcaico Nudd) Llaw-ereintNuacuteadhu Airgett‑lamh olldeg celt ollodeg

Oll-athair celt Matres Ollotōtae

celt Matronae Ollogabiae riacutegallico Taranismgall acorn bret taran

torann

36 Ittito

alpa‑lceilDINGIRMEŠrceil-aš ad‑da‑aš ḫanna-

Ḫanna‑ḫanna‑Ḫuḫḫa‑ḫwitar‑ḫwitn-ištaman(a)-NAMRA GU4 UDUTarḫunna‑walḫ‑zi

warp‑zi

37 Lingue baltiche (lituano se non specificato diversamente)

Bagi-dotelett drupt drupukatilderaskārė kariagravekatilderiasmedugravesantico prussiano picle verptiviẽkas

38 Lingue slave armeno frigio tocario

bulg Bogo-dan arm diklsquo (plurale)asl dьždьtoc B eṅkwefrig kuryan-eyon asl věkъ aruss vьrpstitoc A waumlllaumlṣtaumlr

mdash 160 mdash

INDICE

Premessa (di Paola Dardano) Pag IIIAbbreviazioni Pag IVNota sulle traduzioni Pag XRingraziamenti Pag XI

1 Introduzione Pag 1

Parte I Lingua religione e societagrave i nomi di Odino in degfǫethr Pag 7 2 Padri avi patriarchi e degravei anticoislandese degfǫethr e protoindoeuropeo

pə2trou- lsquoavo paternorsquo raquo 9 3 Il patriarca cosmico Al‑fǫethr e Al-faethir raquo 23 4 Il signore degli esseri umani lrsquoantenato dei re Alda-fǫethr Her(ja)-fǫethr e

Herjans-fǫethr(faethir) raquo 35 5 Il dispensatore di vittorie e di massacri Sig-fǫethr Sig-faethir e Val‑fǫethr

raquo 47

Parte II Artigiani creatori e poeti nome e nomi dei dvergar Pag 59 6 I nani che foggiano la poesia antico islandese dvergr protogermanico

dthornwerg-a- e protoindoeuropeo tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo raquo 61 7 Artigiani mitici indoeuropei i dvergar nordici e il dio vedico Tvaacuteṣṭar-

raquo 77 8 Alcuni paralleli nella mitologia classica il dio romano Pico (Pīcus) e il

titano greco Crono (Κρόνος) raquo 93 9 I nomi dei dvergar il catalogo di Vǫluspaacute 10-16 raquo 101

10 Conclusione riflessi nordici di patriarchi cosmici e artigiani mitici indo-europei Pag 123

11 Bibliografia Pag 13512 Index locorum raquo 14513 Index Verborum raquo 151

Page 3: Riccardo Ginevra Edizioni Unistrasi

Comitato scientifico Marina Benedetti Antonella Benucci Paola Carlucci Pietro Cataldi Paola Dardano Beatrice Garzelli Sabrina Machetti Giuseppe Marrani Tomaso Montanari Massimo Palermo Carolina Scaglioso Lucinda Spera Massimiliano Tabusi Massimo Vedovelli

Comitato di redazione Valentino Baldi Anna Baldini Matteo La Grassa Eugenio Salvatore Ornella Tajani

Collana finanziata dal Dipartimento drsquoEccellenza DADR (Dipartimento di Ateneo per la Didattica e la Ricerca)

Volume sottoposto a Peer Review

ISBN 978-88-32244-05-2

Questrsquoopera egrave distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 40 Internazionale

Tutti i diritti sono riservatiQualsiasi riproduzione anche parziale e sotto qualsiasi forma egrave vietata senza lrsquoautorizzazione dellrsquoAteneo

Copyright copy 2020 Ateneo Internazionale - Universitagrave per Stranieri di Siena

mdash III mdash

PREMESSA

Questo lavoro prende spunto da una tesi del corso di Dottorato di Ricerca in Lin-guistica Storica Linguistica Educativa e Italianistica LItaliano le altre Lingue e Culture (XXX ciclo) dellrsquoUniversitagrave per Stranieri di Siena svolta in cotutela con il Dipartimento di Linguistica storica e comparativa dellrsquoUniversitagrave di Colonia Attra-verso gli strumenti della linguistica storica si indaga su alcuni aspetti della poesia e della mitologia germaniche attestate nei componimenti in antico islandese della cosiddetta tradizione eddica in particolare nella Vǫluspaacute lsquoProfezia della Veggentersquo

Le ricerche condotte nel corso del Novecento da eminenti studiosi quali Ruumldiger Schmitt Marcello Durante Enrico Campanile e soprattutto Calvert Watkins hanno mostrato i risultati ai quali puograve pervenire lrsquoanalisi della lingua poetica indoeuropea In questo quadro i testi della tradizione germanica sono stati spesso trascurati per il fatto di essere relativamente recenti (se confrontati con i testi greci e vedici) Nono-stante che i piugrave antichi testi poetici in antico islandese siano datati allrsquoAlto Medioevo ― circostanza che potrebbe giustificare la scarsa attenzione da parte degli studiosi ― i componimenti della tradizione eddica sono particolarmente interessanti per il fatto di aver conservato un tasso notevole di fraseologia arcaica non piugrave produttiva e in alcuni casi ormai del tutto opaca giagrave al momento della loro redazione

Nella prima parte dellrsquoopera ldquoLingua religione e societagrave i nomi di Odino in degfǫdrrdquo (capitoli 2-5) sono analizzati i composti onomastici epiclesi del dio supremo Odino i quali presentano come secondo membro degfǫethr chiaramente da connettere allrsquoantico nordico faethir lsquopadrersquo La seconda parte ldquoArtigiani creatori e poeti nome e nomi dei dvergarrdquo (capitoli 6-9) egrave invece dedicata alla possibile origine in seno alla tradizione indoeuropea di vocaboli nomi propri formule tradizionali e narrazioni mitologiche associati ai cosiddetti dvergar nordici La ricerca risponde allrsquoesigenza di coniugare lrsquoesame formale del materiale onomastico eddico dal punto di vista della morfologia derivazionale e composizionale con lrsquoanalisi delle narrazioni mi-tologiche in cui queste formazioni sono attestate Alla luce della comparazione indo-europea lo studio dellrsquoonomastica e della fraseologia dei miti eddici permette da un lato di confermare interpretazioni giagrave ben fondate nella prospettiva scandinavistica dallrsquoaltro consente di avanzare nuove ipotesi interpretative relative ad altri ambiti del dominio indoeuropeo (greco latino vedico e anatolico)

mdash IV mdash

Paola Dardano

Questa breve premessa non pretende di mettere in luce la laboriosa e articolata ricerca condotta dallrsquoAutore il quale giovandosi del confronto tra il materiale mi-tologico e le forme dellrsquoespressione linguistica ha compiuto unrsquoattenta analisi del materiale onomastico prescelto inserendolo nel suo contesto storico ideologico e religioso Guidato da un sicuro possesso dei metodi di analisi e consapevole al con-tempo dei limiti offerti dal materiale disponibile lrsquoAutore propone la ricostruzione di forme e locuzioni attribuibili alla protolingua solo quando egrave possibile un confron-to con altre tradizioni linguistiche rinunciando a speculazioni prive di basi sicure nei casi in cui non sono disponibili dati mitologici e materiale lessicale nelle lingue germaniche o altrove

Valgano queste mie poche parole piugrave che per il loro contenuto come testimo-nianza dellrsquointeresse che i testi della tradizione germanica possono avere negli studi dedicati alla lingua poetica indoeuropea Sono particolarmente lieta che la pubblica-zione di questo volume avvenga grazie al sostegno umano e scientifico del Rettore Pietro Cataldi del Direttore della Scuola Superiore di Dottorato e di Specializza-zione Marina Benedetti e del Coordinatore del Dottorato Giovanna Frosini Infi-ne desidero rivolgere un sentito ringraziamento a Massimo Palermo Direttore del Dipartimento per la Didattica e per la Ricerca per la generosa accoglienza di questo lavoro nella collana finanziata dal Dipartimento di Eccellenza ldquoStudi e ricercherdquo

Siena aprile 2020 Paola Dardano

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ABBREVIAZIONI

1 Lingue

aat = antico alto tedesco aav = antico avestico acorn = antico cornico afr = antico frisoneaing = antico inglese airl = antico irlandeseaisl = antico islandese norrenoanorv = antico norvegeseapers = antico persiano arm = armeno aruss = antico russo as = antico sassone asl = antico slavo asved = antico svedeseatt = greco attico av = avesticoav rec = avestico recente bret = bretonebulg = bulgarocelt = celticoceltib = celtiberico dial = dialettale dor = greco doricoeol = greco eolico fr = francese frig = frigiogall = gallese cimricogerm occ = germanico occidentale

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Riccardo Ginevra

got = gotico gr = greco antico ing = inglese modernoisl = islandese modernoit = italiano itt = ittitolat = latinolat-germ = germanico latinizzatolett = lettone lit = lituano mat = medio alto tedesco mbt = medio basso tedesco mgall = medio gallesemic = greco miceneo mirl = medio irlandesendl = nederlandesenorv = norvegese modernoom = greco omerico epicopcelt = protocelticopgerm = protogermanicopgr = protogrecopie = protoindoeuropeopiir = protoindoiranico pnord = protonordicosbcr = serbocroatoscr = sanscrito classicosp = spagnolo modernoted = tedesco modernoumbr = umbroved = sanscrito vedico

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

2 Fonti

Per le fonti in latino greco vedico avestico e ittito vengono generalmente impiegate le abbreviazioni standard Le altre abbreviazioni sono basate (con qualche modifica) su quelle impiegate in Neckel-Kuhn 1962 per la poesia eddica su quelle impiegate nella serie Skaldic Poetry of the Scandinavian Middle Ages per la poesia scaldica su quelle dellrsquoOrdbog over det norroslashne prosasprog per i testi norreni in prosa e su quelle del Dictionary of Old English per i testi anticoinglesi in prosa Quando neces-sario lrsquoedizione o il manoscritto di riferimento sono indicati fra parentesi

AEligGl = Glossario di AEliglfricAgniPur = AgnipurāṇaAacuteH = Aacutesa heiti I (Gurevich 2017)Akv = Atlakvietha (Neckel-Kuhn 1962)Alv = Alviacutessmaacutel (Neckel-Kuhn 1962)Am = Atlamaacutel in graelignlenzku (Neckel-Kuhn 1962)AntGl = Glosse anticoinglesi (Plantin-Moretus MS 32 e British Museum

Additional MS 32246)Arn THORNorfdr = Arnoacuterr jarlaskaacuteld THORNoacuteretharson THORNorfinnsdraacutepa (Whaley 2009)AVŚ = Atharvaveda‑Śaunakīya (Orlandi 1991)Barl = Barlaams saga ok JoacutesafatsBdr = Baldrs draumar (Neckel-Kuhn 1962)Beo = Beowulf (Klaeber et al 2008)Bersi Lv = Bersi Skaacuteld-Torfuson LausaviacutesaBragi Troll = Bragi inn gamli Boddason Scambio di versi con la donna-troll

(Clunies 2017a)Bragi THORNoacuterr = Bragi inn gamli Boddason Pesca di THORNoacuterr (Clunies 2017b)CollGl 11 = Glosse anticoinglesi (MS British Library Cotton Otho E i)Conf 4 = (Pseudo-)Wulfstan Manuale per un confessoreCristo = Christ (Krapp-Dobbie 1931-53)DH = Dverga heiti (Gurevich 2017)Discesa allrsquoinferno = Descent into hell (Krapp-Dobbie 1931-53)Ebr = Eddu brot (Neckel-Kuhn 1962)Egill Arkv = Egill Skallagriacutemsson ArinbjarnarkviethaEirm = Eiriacuteksmaacutel (Fulk 2012)Eskaacutel Vell = Einarr skaacutelaglamm Helgason Vellekla Eyv Lv = Eyvindr skaacuteldaspillir Finnsson LausaviacutesurGH = Galtar heiti (Gurevich 2017)Gamlkan Joacutendr = Gamli kanoacuteki Joacutensdraacutepa (La Farge 2007)Gethr I = Guethruacutenarkvietha (Neckel-Kuhn 1962)Gethr III = Guethruacutenarkvietha in thornriethja (Neckel-Kuhn 1962)

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Riccardo Ginevra

Gestumbl Heiethr = Gestumblindi Heiethreks gaacuteturGrm = Griacutemnismaacutel (Neckel-Kuhn 1962)Gunn Leif Merl I = Gunnlaugr Leifsson Merliacutenusspaacute IGylf = Snorri Sturluson Gylfaginning (Faulkes 1982)HaacutekFris = Haacutekonar saga Haacutekonarsonar (Codex Frisianus)HaukrV Iacutesldr = Haukr Valdiacutesarson IacuteslendingadraacutepaHaH = Hauks heiti (Gurevich 2017)Hav = Haacutevamaacutel (Neckel-Kuhn 1962)Hbl = Haacuterbarethsljoacuteeth (Neckel-Kuhn 1962)Hdl = Hyndluljoacuteeth (Neckel-Kuhn 1962)HeH = Hesta heiti (Gurevich 2017)HeiethrH = Heiethreks saga (codice AM 544 4to)Hfr Erf Oacutel = Hallfreethr vandraeligethaskaacuteld Oacutettarsson Erfidraacutepa Oacutelaacutefs Tryggvaso-

narHH = Helgakvietha Hundingsbana in fyrri (Neckel-Kuhn 1962)HjH = Hjartar heiti (Gurevich 2017)HoacutemIacutesl15 = Omelie anticoislandesi (codice Holm Perg 15 4to)Hrbl = Haacuterbarethsljoacuteeth (Neckel-Kuhn 1962)Hrv = HervararkviethaHSt Rst = Hallar-Steinn RekstefjaHsv = HugsvinnsmaacutelHyGl 2 = Glosse anticoinglesi (Innario di Durham)Hym = Hymiskvietha (Neckel-Kuhn 1962)JH = Jarethar heiti (Gurevich 2017)Kgs = Konungs skuggsjaacute (Holm-Olsen 1945)Kolgr Oacutel = Kolgriacutemr litli Poema su Oacutelaacutefr helgiKormǪ Lv = Kormaacutekr Ǫgmundarson LausaviacutesurLs = Lokasenna (Neckel-Kuhn 1962)Mar B = Mariacuteu saga (codice AM 232 fol)MBh = Mahābhārata (Sukthankar 1937-64)MPur = MatsyapurāṇaOdd = Oddruacutenargraacutetr (Neckel-Kuhn 1962)OrH = Orrostu heiti (Gurevich 2017)Oacutelhv Hryn = Oacutelaacutefr hviacutetaskaacuteld THORNoacuteretharson HrynhendaOacuteN = Oacuteethins nǫfn (Gurevich 2017)Ordine del mondo = The Order of the World (Krapp-Dobbie 1931-53)Peacutetr2Ax = Peacutetrs saga postula (codice AM 630 4degˣ)Rm = Reginsmaacutel (Neckel-Kuhn 1962)RV = Rigveda (Nooten-Holland 1994)Rthorn = Riacutegsthornula (Neckel-Kuhn 1962)Sigv Austv = Sigvatr THORNoacuteretharson Austrfararviacutesur

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Skaacuteld = Snorri Sturluson Skaacuteldskaparmaacutel (Faulkes 1998)SkH = Skipa heiti (Gurevich 2017)Skm = Skiacuternismaacutel (Neckel-Kuhn 1962)Stj1 = Stjoacutern (codice AM 226 fol)SvH = Sveretha heiti (Gurevich 2017)Vm = Vafthornruacuteethnismaacutel (Neckel-Kuhn 1962)VS = Vājasaneyi‑Saṃhitā (Weber 1849)Vsp = Vǫluspaacute (Neckel-Kuhn 1962)THORNjoacuteeth Yt = THORNjoacuteethoacutelfr oacuter Hvini Ynglingatal

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Riccardo Ginevra

NOTA SULLE TRADUZIONI

Le traduzioni dei passi citati si basano su quelle di Brunetti 2003 (Beowulf) van Buitenen 1973-75 (Mahābhārata) Buumlhler 1886 (Manusmrti) Cassanmagnago 2009 (Esiodo) Cerri 1996 (Iliade) Chiesa Isnardi 2016 (Edda in prosa) Clunies-Ross 2017a (Bragi inn gamli Boddason Scambio di versi con la donna-troll) Clunies Ross 2017b (Bragi inn gamli Boddason Pesca di THORNoacuterr) Della Corte-Fasce 1986 (Ovidio) Elton 1894 (Sassone il Grammatico) Finlay-Faulkes 2011-15 (Ynglinga saga) Fulk 2012 (Eiriacuteksmaacutel) Jamison-Brereton 2014 (Rigveda) Scardigli-Meli 1982 (Edda poetica) Whaley 2009 (Arnoacuterr THORNoacuteretharson) Whitney 1905 (Atharvave-da‑Śaunakīya) Le traduzioni dei testi ittiti si rifanno eccetto quando espressamente indicato altrimenti a quelle pubblicate on-line in Hethitologie Portal Mainz (wwwhethportuni-wuerzburgde)

Le virgolette doppie (ldquo rdquo) sono impiegate per le traduzioni di testi Le virgolette semplici (lsquo rsquo) sono impiegate per le glosse di singoli vocaboli

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

RINGRAZIAMENTI

La presente monografia egrave una rielaborazione e per certi versi un ampliamento di una parte della mia tesi di dottorato ldquoFraseologia e onomastica nella Vǫluspaacute a con-fronto con le lingue indoeuropee di piugrave antica attestazione Phraseologie und Ono-mastik in der Vǫluspaacute im Vergleich mit den altindogermanischen Sprachenrdquo discus-sa a Siena il 14 Febbraio 2018 e redatta in cotutela tra lrsquoUniversitagrave per Stranieri di Siena e lrsquoUniversitagrave di Colonia sotto la supervisione di Paola Dardano (Siena) e Joseacute Luis Garciacutea Ramoacuten (Colonia) ai quali desidero esprimere profonda gratitudine per lrsquoattenzione la disponibilitagrave e la pazienza con cui hanno dapprima guidato la mia ricerca durante il dottorato e successivamente seguito la stesura di questo lavoro Desidero inoltre esprimere un vivo ringraziamento a Marina Benedetti per avermi incoraggiato a intraprendere questa pubblicazione a Eugenio Salvatore per il suo prezioso lavoro di redazione noncheacute a tutte le persone che hanno contribuito a que-sta opera con il loro aiuto i loro suggerimenti e le loro critiche e in special modo a Erica Biagetti Andrea Covini Daniel Koumllligan e Patrick Stiles Il ringraziamento piugrave grande va infine alla mia famiglia e in particolare ai miei genitori Claudio Ginevra e Maria Lombardo il cui costante supporto ha reso tutto questo possibile

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1 INTRODUZIONE CORPUS METODOLOGIA E STRUTTURA

DEL LAVORO

Il presente lavoro si pone lrsquoobiettivo di indagare attraverso gli strumenti della lin-guistica storica e comparativa alcuni aspetti della poetica e della mitologia attestate in antico islandese una particolare varietagrave della cosiddetta lingua norrena o antico nordico (essendo in questa sede raramente discusse le altre varietagrave i termini saran-no impiegati come sinonimi) La ricerca nasce dalla convinzione che le tradizioni poetiche germaniche antiche soprattutto quella in antico islandese e quella in antico inglese (particolarmente ricche di documentazione sia per quantitagrave che per qualitagrave) possano offrire un importante contributo allo studio comparativo del linguaggio po-etico diventato nel corso del secolo scorso uno dei filoni di ricerca piugrave interessanti in ambito indoeuropeistico In questo studio si cercheragrave quindi di evidenziare i pa-ralleli tra da una parte il linguaggio poetico e la mitologia attestate nei testi norreni e dallrsquoaltra quelle che ricorrono in testi redatti nelle altre lingue germaniche come lrsquoantico inglese e il medio alto tedesco e nelle altre lingue indoeuropee di antica attestazione in particolare lrsquoittito il sanscrito (vedico e classico) il greco antico il latino e lrsquoantico irlandese

11 Corpus e metodologia

Il principale corpus di riferimento del presente studio egrave costituito dai testi norreni della cosiddetta Edda poetica una collezione di carmi anonimi di argomento mi-tologico ed eroico tramandata principalmente (dopo un lungo periodo di trasmis-sione orale) da un manoscritto compilato intorno al XIII secolo il Codex Regius (GKS 2365 4to anche noto come Konungsboacutek) e dellrsquoEdda in prosa un manuale di poetica e mitologia scandinave redatto dallrsquoerudito islandese Snorri Sturluson (1179-1241) sulla base sia di poemi attestati nel Codex Regius che di testi altri-menti non pervenutici per i cui contenuti lrsquoEdda di Snorri egrave quindi la nostra fonte principale (e talvolta lrsquounica) Un componimento di argomento mitologico tra i piugrave noti dellrsquoEdda poetica e di fondamentale importanza ai fini del presente studio egrave la cosiddetta Vǫluspaacute lsquoProfezia della veggentersquo una summa della mitologia scandinava

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Riccardo Ginevra

dallrsquoorigine dellrsquouniverso fino alla sua distruzione Le sezioni dellrsquoEdda in prosa di Snorri piugrave rilevanti per questa ricerca sono invece quelle intitolate Gylfaginning lsquoIn-ganno di Gylfirsquo e Skaacuteldskaparmaacutel lsquoDiscorso sullrsquoarte poeticarsquo In questrsquoultima sono anche attestati diversi cataloghi tradizionali di nomi mitologici e termini poetici le cosiddette thornulur e si trovano descritti anche alcuni principi compositivi della cosiddetta poesia scaldica una tradizione poetica in lingua norrena simile a quella eddica sotto certi aspetti come lrsquoimpiego di kenningar (per cui cfr infra) ma molto differente sotto altri come la sintassi talvolta estremamente complessa e lrsquoassenza di anonimato sebbene in misura inferiore thornulur e poemi scaldici saranno parimenti tra le fonti citate in questo lavoro

Lrsquoaspetto piugrave innovativo del presente studio egrave lrsquoapplicazione sistematica a questo corpus degli strumenti della linguistica storica e comparativa e soprattutto della metodologia della poetica indoeuropea comparata sviluppata nel corso del secolo scorso da linguisti come Ruumldiger Schmitt (1967 1968) Marcello Durante (1976) Enrico Campanile (1977) e in particolare Calvert Watkins Questrsquoultimo nel suo capolavoro How to Kill a Dragon Aspects of Indo‑European Poetics (1995) ha da un lato dimostrato felicemente e in maniera definitiva come la fraseologia poetica associata a narrazioni mitologiche sia molto conservativa nel preservare precise ra-dici o formazioni indoeuropee eg nel caso della cosiddetta ldquoformula di baserdquo (ing basic formula) del mito dellrsquouccisione del serpente ricostruita da Watkins (1995 365) come ldquoHERO SLAY (guhen-) SERPENT (oguhi-)rdquo sulla base di numerosi testi mitologici in lingue indoeuropee in cui un riflesso della radice verbale ricostruita guhen- lsquocolpire ucciderersquo (eg gr θείνω e ved haacuten-ti) ha come oggetto diretto un ri-flesso del sostantivo ricostruito oguhi- lsquoserpentersquo (eg gr ὄφις e ved aacutehi‑) dallrsquoaltro lato (e allo stesso tempo) lo studioso ha argomentato in maniera convincente come la struttura semantica che soggiace a ogni collocazione formulare eg nel caso della formula appena citata ldquoHERO SLAY SERPENTrdquo (Watkins 1995 301) ne sia in realtagrave la componente piugrave stabile e persistente dato che gli elementi superficiali possono invece andare incontro a variazione per le cause piugrave diverse (mutamento linguistico sinonimia metrica) Nel presente lavoro per ragioni espositive si faragrave uso del sistema di notazione sviluppato in numerosi studi da Joseacute Luis Garciacutea Ramoacuten (eg 2009 2010) per lrsquoanalisi e ricostruzione di collocazioni fraseologiche sistema che differisce da quello di Watkins in quanto gli elementi semantici (espressi nella lingua della pubblicazione in questo caso lrsquoitaliano) sono marcati in maiuscoletto separati lrsquoun lrsquoaltro da una lineetta e racchiusi tra parentesi quadre (eg [eroe ndash uc-cidere (guhen-) ndash serpente (oguhi-)])

12 Lingua poetica norrena e dizione poetica indoeuropea

Nonostante i testi in lingue germaniche preservino talvolta elementi molto arcaici di dizione poetica indoeuropea (cfr eg Watkins 1995 414ss sul mito dellrsquouccisione

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

del serpente) essi sono stati spesso trascurati negli studi di poetica comparata pro-babilmente a causa della loro attestazione relativamente tarda (dal primo Medioevo in poi) se confrontata con tradizioni come quella greca omerica (prima metagrave del primo millennio aC) Come vedremo al contrario la tradizione germanica che ha preservato maggiori elementi della poetica e della mitologia precristiana ovvero quella nordica e in particolare i componimenti del corpus eddico conservativi sia in termini di dizione che di contenuti presentano numerosi paralleli in testi compo-sti nelle lingue indoeuropee di piugrave antica attestazione A tal proposito si coglie qui lrsquooccasione per introdurre alla luce dei loro paralleli indoeuropei le due figure del linguaggio poetico norreno e germanico di maggiore rilievo ai fini di questo studio ovvero (1) la kenning e (2) il merismo

(1) La kenningLa perifrasi poetica o kenning (letteralmente lsquoriconoscimentorsquo plurale kenningar) egrave la piugrave nota figura della lingua poetica norrena sia eddica che scaldica e germanica in generale1 Non crsquoegrave accordo sulla definizione di kenning in ambito scandinavistico o germanistico in questo lavoro viene accolta la definizione di Meissner (1921 2) per cui la kenning nordica consiste in un sintagma nominale o un composto bimem-bre che sostituisce un sostantivo di uso comune2 si tratta della definizione che ha riscosso maggiore consensi tra gli studiosi probabilmente a causa del suo carattere generale3 In una kenning la testa del sintagma nominale o del composto si chia-ma ldquobaserdquo (ted Grundwort) e lrsquoelemento subordinato ldquodeterminanterdquo (ted Bestim-mung) eg nella kenning aisl vaacuteg‑marr lsquocavallo del marersquo per [nave] la testa degmarr lsquocavallorsquo egrave la base mentre vaacutegdeg lsquomarersquo egrave il determinante

Egrave stato ben presto notato come figure poetiche analoghe alla kenning germanica siano attestate nelle tradizioni poetiche di diverse lingue indoeuropee eg in celtico greco e indo-ario (cfr Krause 1930 578ss Waeligrn 1951 Campanile 1977 108ss) Anche in ambito indoeuropeistico la definizione di kenning egrave oggetto di disaccor-do in questo lavoro egrave impiegata la definizione di Watkins (1995 44ss) per cui la kenning indoeuropea consiste in un sintagma nominale costituito da due elementi in rapporto di subordinazione o in un composto determinativo bimembre che fanno riferimento ad una nozione terza4 definizione che si sovrappone perfettamente a

1 Le principali trattazioni delle kenningar rispettivamente per quanto riguarda il nor-reno e lrsquoantico inglese sono Meissner 1921 e Marquardt 1938

2 Nellrsquooriginale ldquozweigliedriger Ersatz fuumlr ein Substantivum der gewoumlhnlichen Rederdquo3 Per altre definizioni della kenning nella poesia nordica e germanica cfr passim Heu-

sler 1922 Krause 1930 Marquardt 19384 Nellrsquooriginale ldquoa bipartite figure of two nouns in a non-copulative typically geniti-

val grammatical relation (A of B) or in composition (B-A) which together make reference to signify a third notion Crdquo

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Riccardo Ginevra

quella data da Meissner per quel che riguarda lrsquoantico nordico Negli studi di ambito scandinavistico si incontra talvolta lrsquoopinione secondo cui

la kenning nordica si sarebbe diffusa a partire dalla poesia scaldica (poesia di corte) in cui essa egrave attestata con forme molto elaborate nella tradizione eddica (poesia epi-ca) in cui essa ricorre in forme ben piugrave basiche Al contrario lrsquoantichitagrave indoeuropea della kenning egrave supportata proprio da semplici collocazioni bimembri che ricorrono indipendentemente in diverse tradizioni poetiche indoeuropee come [pastore ndash del popolo] per [re] attestata eg da aing folces hyrde gr ποιμένα λαῶν e ved goacutepā jaacutenasya o [discendente ndash delle acque] per [fuoco] attestata eg da aisl saeligvar niethr e ved apāṃ naacutepāt‑ Numerose collocazioni trattate nei capitoli successivi sono analizzabili come kenningar eg [bevanda ndash dei dvergar] per [poesia] (cap 6)

(2) Il merismoIl merismo egrave una figura poetica che consiste in un sintagma nominale bimembre di sintassi coordinativa che fa riferimento a una nozione terza tassonomicamente supe-riore (Watkins 1995 45)5 collocazioni meristiche di piugrave di due membri sono invece chiamate cataloghi indessicali (ing indexical list) come nel caso di liste ampie che presentano minore fissitagrave formulare come quella delle parti del corpo da [midollo] fino a [pellecapelli] attestata inter alia in ambito germanico celtico ed indo-ira-nico (Jamison 1986 Watkins 1995 525ss Sadovski 2012 175ss)

Che il merismo fosse una figura tipica del linguaggio poetico indoeuropeo egrave di-mostrato da collocazioni etimologicamente identiche come [uomini (uiH-roacute-) ndash e bestiame (peḱ‑u‑)] per [beni mobili] attestata da av pasuvīra umb uiro pequo e lat pecudesque virosque (Watkins 1995 15 con letteratura cfr anche itt NAMRA GU4 UDU ldquoprigionieri bovini e ovinirdquo)6

Esemplificativo dellrsquoantichitagrave indoeuropea di alcune figure meristiche norrene egrave invece il sintagma aisl allra goethanna ok manna ldquodi tutti gli degravei e gli uominirdquo che riflette una collocazione fraseologica [degravei ndash e uomini] un merismo per [tutti gli animati intelligenti] attestato anche in greco e latino (cfr cap 3)

13 Struttura del lavoro

Il presente lavoro egrave strutturato in due parti dedicate a due studi distinti sul piano te-matico il cui denominatore comune egrave lrsquoimpiego della stessa metodologia linguistica e comparativa in prospettiva sia germanica che indoeuropea

Nella prima parte ldquoLingua religione e societagrave i nomi di Odino in degfǫethrrdquo (capi-

5 Nellrsquooriginale ldquoa bipartite noun phrase consisting of two nouns in a copulative rela-tion (A and B) two nouns which share most of their semantic features and together serve to designate globally a higher concept C ie to index the whole of a higher taxon Crdquo

6 Watkins 1979 sui merismi nella lingua delle preghiere ittite cfr Dardano 2019

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

toli 2-5) sono analizzate e ricostruite comparativamente le formazioni collocazioni fraseologiche e concezioni sociopolitiche e cosmologiche alla base delle epiclesi del dio supremo scandinavo Odino che presentano un secondo elemento degfǫethr (di significato incerto) e delle loro varianti (recenziori) in degfaethir lsquopadrersquo Nel capitolo 2 egrave discussa una possibile etimologia per lrsquoelemento degfǫethr in connessione con la famiglia di faethir noncheacute le sue possibili interpretazioni in senso letterale e traslato e i relativi paralleli germanici e indoeuropei Nei capitoli successivi le epiclesi di Odino con secondo elemento degfǫethr sono analizzate e interpretate sulla base di questi risultati raggruppate in capitoli a seconda del concetto espresso dal primo elemento Nel capitolo 3 sono trattate le epiclesi Alfǫethr e Alfaethir e la loro interpretazione alla luce della concezione (ben attestata in tradizioni indoeuropee e non) del dio supremo come ldquopatriarca cosmicordquo Il capitolo 4 egrave invece dedicato allrsquoanalisi delle epiclesi Aldafǫethr Herfǫethr e Herjafǫethr come riflessi della concezione del dio supremo come patriarca dellrsquoumanitagrave noncheacute a una possibile interpretazione della formazione di incerta attestazione Herjansfǫethr come unica occorrenza del significato letterale di degfǫethr Infine nel capitolo 5 le epiclesi Sigfǫethr (con variante Sigfaethir) e Valfǫethr sono analizzate e interpretate in riferimento a due aspetti opposti ma complementari di Odino nella sua funzione di dio che sopraintende lrsquoesito di ogni battaglia

La seconda parte ldquoArtigiani creatori e poeti nome e nomi dei dvergarrdquo (capito-li 6-9) egrave invece dedicata alla possibile origine in seno alla tradizione indoeuropea di vocaboli nomi propri formule tradizionali e narrazioni mitologiche associati ai cosiddetti dvergar nordici (comunemente tradotto in italiano come lsquonanirsquo) e ai loro possibili paralleli in altre tradizioni germaniche e indoeuropee Nel capitolo 6 viene presentata una nuova proposta etimologica per il nome dvergar come uno dei riflessi in ambito germanico di una radice verbale attestata in diverse lingue indoeuropee ad esempio inter alia dal nome del dio artigiano vedico Tvaṣṭar Il capitolo 7 tratta quindi una serie di corrispondenze tra la fraseologia poetica e la mitologia attestate in norreno in associazione ai dvergar e quelle associate in vedico a Tvaṣṭar Nel ca-pitolo 8 sono discussi possibili paralleli sul piano dellrsquoonomastica della fraseologia e della mitologia tra questi personaggi nordici e indiani e altre due figure mitiche che ricorrono nelle tradizioni classiche il dio romano Pico e il titano greco Crono Infi-ne il capitolo 9 egrave dedicato allrsquoanalisi formale e quando possibile allrsquointerpretazione sul piano semantico dei nomi dei singoli dvergar

Nel capitolo conclusivo saranno quindi presentati sinteticamente i risultati della ricerca che sembrano confermare come nei testi norreni sia possibile identificare unrsquoimportante quantitagrave di elementi poetici e mitologici che riflettono materiale ere-ditato dalle tradizioni germanica e indoeuropea e come la linguistica storica e la poetica comparata possano essere strumenti efficaci (e talvolta indispensabili) per interpretare sia gli aspetti formali della lingua poetica norrena che le concezioni ideologiche e cosmologiche che vi soggiacciono

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PARTE ILINGUA RELIGIONE E SOCIETAgrave

I NOMI DI ODINO IN degFǪETHR

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2 PADRI AVI PATRIARCHI E DEgraveI ANTICOISLANDESE degFǪETHR E

PROTOINDOEUROPEO PƏ2TROU- lsquoAVO PATERNOrsquo

Diverse epiclesi del dio supremo Odino attestate nella poesia eddica sono composti bimembri con un secondo elemento aisl degfǫethr il cui significato letterale egrave oscuro In alcuni casi egrave attestato anche un composto con identico primo elemento ma con secondo elemento degfaethir lsquopadrersquo Al‑fǫethr vs Al‑faethir e Sig‑fǫethr vs Sig‑faethir

Le formazioni in questione si possono classificare sulla base del concetto espres-so dal primo elemento

bull aldeg o allr lsquotuttorsquo (formazioni trattate nel cap 3) Al‑fǫethr e Al‑faethir Grm 483 HH 384bull forme riconducibili a aldir lsquogentirsquo e herr lsquopopolo in armi esercitorsquo (cap 4) Alda‑fǫethr Vm 44-6 531-3Her‑fǫethr Vsp 291Herja‑fǫethr Vsp 434 Vm 22 Grm 193 252 262[Herjans‑fǫethr Hdl 21 (problematico cfr cap 4)]bull sigr lsquovittoria battagliarsquo e val(r) lsquomassa dei caduti in battagliarsquo (cap 5)Sig‑fǫethr e Sig‑faethir Vsp 552 Grm 482 Ls 586Val‑fǫethr Vsp 15 277 2813 Grm 483In aggiunta alle occorrenze allrsquointerno di citazioni eddiche (eg quella di Vsp

2813 in Gylf 15) lrsquoEdda in prosa dellrsquoerudito islandese Snorri Sturluson attesta sia Alfǫethr (Gylf + Skaacuteld 2) che Valfǫethr (Gylf 20) in vari passaggi alcuni dei quali saranno oggetto di analisi piugrave dettagliata infra Tutti i composti tranne Herfǫethr sono attestati nei cataloghi tradizionali (le thornulur) di preciso tra i nomi di Odino (OacuteN 14 23 44 52 57) Nella poesia scaldica sono attestati soltanto Alfaethir (Bragi THORNoacuterr 1) e Aldafǫethr (Arn THORNorfdr 1) in due passaggi che sono citati per intero nei capitoli dedicati (rispettivamente capp 3 e 4) Dal confronto tra le formazioni in degfǫethr le quali presentano almeno 6 diversi primi elementi e i composti in degfaethir che presentano soltanto Aldeg e Sigdeg come primi elementi risulta chiaro come questi ultimi

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Riccardo Ginevra

siano nati come banalizzazioni dei composti piugrave arcaici Al-fǫethr e Sig-fǫethr7

Si tratta evidentemente di un processo di sostituzione di un termine dal significato ormai opaco con una lectio facilior la quale egrave ritenuta essere funzionalmente equivalente da ciograve risulta chiaro come aisl degfǫethr fosse associato quantomeno sincronicamente a faethir lsquopadrersquo dai parlanti norreni un dato attestato direttamente dalla glossa (discussa in dettaglio al cap 3) che Snorri dagrave di Al‑fǫethr in Gylf 9 faethir allra [hellip] ldquopadre di tutti gli [degravei etc]rdquo Non egrave quindi un caso che solo degfaethir ricorra nella letteratura cristiana (meno conservativa) in cui sono attestati epiteti del Dio cristiano come aisl dyacuterethar‑faethir lsquopadre della gloriarsquo (Peacutetr2Ax 19113) i quali sembre-rebbero essere nati come calchi da fonti latine cfr eg Efesini 117 ut Deus Domi-ni nostri Iesu Christi Pater gloriae det vobis spiritum sapientiae et revelationis in agnitione eius8

Tutti gli studiosi che si sono occupati dellrsquoorigine e interpretazione di degfǫethr sembrano presupporre che lrsquoassociazione sincronica di questo vocabolo con faethir lsquopadrersquo esito di pgerm fader- (alla base di eg got fadar aing faeligder as fadar aat fatar) e pie ph2teacuter- (alla base di eg lat pater gr πατήρ ved pitaacuter‑) rifletta unrsquoef-fettiva connessione etimologica Secondo le due ipotesi principali degfǫethr potrebbe essere analizzato (a) come una formazione imparentata con il secondo elemento di composto gr degπάτωρ oppure (b) come un derivato con un suffisso composizionale -u-

(a) Hollifield (1984 40) ritiene che aisl degfǫethr rifletta un secondo elemento invariabile pnord degfadur in cui sarebbero confluiti gli esiti di pgerm degfadariz (genitivo singolare) degfadari (dativo singolare) degfadarun (accusativo singolare) in seguito a innalzamento vocalico di a quando seguita da i e u nella sillaba successiva Queste forme pgerm rifletterebbero pie degph2tor- sostantivo anficinetico derivato internamente dallrsquoisterocinetico ph2teacuter- quando usato come secondo elemento in composti possessivi attestato in ambito indoeuropeo da gr degπάτωρ e ved degpitār‑

(b) Tremblay (2003 58) propone invece una derivazione da pgerm degfadru- o con tematizzazione degfadrwa- un derivato con lo stesso suffisso composizionale -u- attestato dal nome di una festivitagrave ionico-attica gr Ἀπατούρια (che Tremblay riconduce a pgr degpator‑u-ia) il quale sarebbe in ultima analisi da ricondurre a una

7 Nel presente studio non si prenderagrave in considerazione la forma Hlaeligfǫethr di insicura attestazione e lettura essa ricorre tra i nomi di Odino (OacuteN 41) in un unico codice (AM 748 I b 4to) in un passo in cui un altro manoscritto presenta la forma altrettanto oscura Hleifruethr (AM 757 4to)

8 Lat pater gloriae traduce qui gr ὁ πατὴρ τῆς δόξης un sintagma che egrave a sua vol-ta problematico dato che non ha corrispondenze esatte in altri testi biblici esso ha probabil-mente avuto origine come un calco semantico da un sintagma ebraico (non attestato ma di un tipo assai frequente) by-kbwd ldquo(padre della gloria =) padre gloriosordquo (Rowland-Morray-Jo-nes 2009 593 n 74 cfr Rowland-Morray-Jones 2009 592-593 per una disamina delle possibi-li interpretazioni di questo passo) Sono grato ad Antonella Bellantuono per lrsquoutile discussio-ne a riguardo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

forma gr daggerἀπάτωρEntrambe queste analisi presentano tuttavia serie difficoltagrave (a) Per quanto riguarda lrsquoetimologia da degph2tor- la forma attesa regolarmente

per il nominativo singolare pie degph2tōr sarebbe aisl daggerdegfǫethur o quantomeno sicuramente non degfǫethr (Tremblay 2003 58) Lrsquoipotesi di Hollifield presuppone inoltre lrsquoinnalzamento di a quando seguita da i e u nella sillaba successiva (per cui cfr la letteratura in Hollifield 1984 40) un mutamento su cui sono stati avanzati seri dubbi (Syrett 1994 216ss)

(b) Per quanto riguarda lrsquoipotesi di Tremblay non vi sono indizi dellrsquoesistenza di un suffisso composizionale -u- lo stesso gr Ἀπατούρια bencheacute attestato in area ionico-attica sembrerebbe essere formato su un aggettivo ἀπάτουρος secondo Rau (2011 11) un prestito da un dialetto psilotico e non ionico-attico (cfr anche Tremblay 2003 126 n 44) che rifletterebbe un composto sm‑ph2tru-o- lsquoche ha gli stessi avi paternirsquo in questo caso la -u- sarebbe parte della base derivazionale ph2tru-acute (per cui cfr infra) e non un suffisso composizionale

Sia lrsquoanalisi di Hollifield che quella di Tremblay sorvolano quasi del tutto sulla semantica dei composti in degfǫethr Su questa si egrave soffermato unicamente Strand-berg (2009) il quale tuttavia accetta lrsquoanalisi di Hollifield per cui degfǫethr sarebbe il corrispondente esatto di gr degπάτωρ e ved degpitār‑ (fonologicamente poco probabile come abbiamo visto) Essendo questi ultimi attestati esclusivamente in composti possessivi bahuvrihi- con il significato lsquoquello che ha il padre (X)rsquo Strandberg tenta quindi di interpretare i composti in degfǫethr di conseguenza riuscendo a formulare unrsquointerpretazione (quantomeno potenzialmente) sensata unicamente nel caso di Al-fǫethr che egli traduce come lsquoquello che ha il padre grandersquo al costo di unrsquoevidente forzatura ovvero interpretare aisl aldeg in Al‑fǫethr con un significato lsquograndersquo che non egrave mai attestato altrove9

Come vedremo in questo capitolo egrave piuttosto possibile analizzare aisl degfǫethr come un riflesso di pie pə2tr-ou-ph2tr-u-acute lsquoavo paternorsquo un antico derivato in -u- di ph2teacuter- lsquopadrersquo10 Questrsquointerpretazione trova corrispondenze in altre lingue germaniche e indoeuropee non solo per quanto riguarda lrsquooriginario significato lette-rale ma soprattutto per quanto riguarda lrsquoevidente significato non letterale che esso assume negli epiteti in cui egrave attestato

9 Per una disamina delle principali ipotesi sullrsquoorigine di degfǫethr cfr la letteratura citata in Strandberg 2009 93-95 a cui vanno aggiunti tuttavia quantomeno Noreen 1923 286 Stur-tevant 1954 Meid 1967 22 Sono grato a Patrick V Stiles per lrsquoutile discussione a riguardo

10 In questo lavoro si segue la convenzione talvolta impiegata in ambito indoeuropeisti-co di notare con il segno ə2 una laringale h2 quando essa egrave nucleo di una sillaba accentata

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Riccardo Ginevra

21 Aisl degfǫethr (pgerm fathorndru-) e pie pə2tr-ou-ph2tr-u-acute lsquoavo paternorsquoIn accordo con lrsquoanalisi di Tremblay aisl degfǫethr va ricondotto a pgerm fathornru‑ o fadru- (in nordico lrsquoopposizione tra i riflessi di pgerm thorn e d egrave neutralizzata in interno di parola) un termine che appartiene chiaramente alla famiglia lessicale di pgerm fader- lsquopadrersquo Il fatto che lrsquounica forma attestata di genitivo singola-re degfǫethrs presenti la desinenza tematica -s al posto della regolare terminazione dei temi in -u- ovvero -ar (pgerm ‑au‑z) indica che il sostantivo egrave stato oggetto di tematizzazione in nordico (Tremblay 2003 58) uno sviluppo non sorprendente che presenta uno stretto parallelo eg nel trattamento subito da pgerm wethornr‑u‑ lsquoagnellorsquo in germanico nordoccidentale cfr got withornrus lsquoidrsquo vs aisl veethr aing weether as wethar e aat widar lsquomontonersquo (con tematizzazione e semantica innovativa)11

In protogermanico i temi in -u- erano una classe ricca ma non piugrave produtti-va (cfr Casaretto 2004 191) pgerm fathorndr-u- puograve quindi difficilmente riflet-tere una formazione innovativa interna al germanico a meno che non si ipotizzi un passaggio del sostantivo fader- lsquopadrersquo alla flessione dei temi in -u- questo sviluppo avrebbe in effetti un parallelo nel nominativo plurale got brothornrjus lsquofratellirsquo (riflesso di brōthornr‑iwiz con la terminazione dei temi in -u-) da ricondurre secon-do Seebold (1967 93-94) ad una rianalisi dellrsquoaccusativo singolare pgerm brōthornr‑un (pie bhreacuteh2tr-m lat fratrem) come accusativo singolare brōthornru‑n di un tema in -u-12 Unrsquoipotesi del genere egrave stata per lrsquoappunto avanzata da Heusler (1932 75) il quale notava che qualora aisl fǫethr fosse sorto dalla rianalisi come accusativo sin-golare fadru-n (tema in -u-) di un originario accusativo singolare pgerm fadr-un questrsquoultimo corrisponderebbe esattamente a lat patr‑em ed entrambi rifletterebbero pie ph2tr-m questrsquoipotesi tuttavia egrave problematica sul piano formale dato che lrsquoesito atteso dellrsquoaccusativo singolare pie ph2teacuter-m (correntemente ricostruito sulla base di gr πατέρα ved pitaacuteram) in protogermanico egrave faderun (cfr eg Ringe 2017 308)13 Si puograve inoltre notare come da un lato in antico nordico i temi in -r- non subiscano i passaggi ad altre classi attestati nelle altre lingue germaniche (Thoumlny 2013 85-86) e dallrsquoaltro sarebbe insolito che una variante cosigrave innovativa fosse attestata unicamente tra i teonimi un ambito solitamente conservativo

Aisl degfǫethr e pgerm fathorndru- possono piuttosto riflettere

11 Cfr Neri 2003 301ss Casaretto 2004 415 Aisl veethr lsquomontonersquo presenta infatti un genitivo singolare veethrs con desinenza tematica che egrave attestato giagrave dal XIII secolo (Kgs 6220) mentre la forma di genitivo singolare con desinenza da tema in ‑u‑ veethrar (pgerm wethornr‑au‑z) egrave attestata solo successivamente dal XIV secolo in poi (Stj1 23524) Per la storia derivazionale di pgerm wethornru‑ cfr Rau 2007

12 Sono grato ad Antje Casaretto per lrsquoutile discussione su questo tema13 Per la ricostruzione dei casi forti nel singolare di questa classe cf Stiles 1984 1988

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

pie pə2tr-ou‑ph2tr-u-acute il tema in -u- anficinetico14 che comrsquoegrave noto va ricostru-ito alla base della famiglia di gr πάτρως lsquononno ziorsquo e di vari altri termini in altre lingue indoeuropee la cui origine e storia derivazionale egrave stata trattata in dettaglio da Jeremy Rau (2011) Lrsquoesito fonologicamente atteso di pie pə2tr-ou‑ph2tr-u-acute in protogermanico saragrave stato in realtagrave fathornr‑au‑fadur-w- lrsquoallomorfia saragrave quindi stata regolarmente eliminata in favore del tema forte fathornr‑au‑ con successivo adegua-mento del grado apofonico del suffisso alla flessione standard dei sostantivo in -u- cioegrave fathornr‑u‑15 La fonologia del nordico non permette tuttavia di escludere che aisl degfǫethr rifletta pgerm fadr-u- il quale avrebbe potuto parimenti svilupparsi sebbene attraverso una trafila meno scontata16

Come proposto da Rau (2011 23) pie pə2tr-ou‑ph2tr-u-acute potrebbe essere stato derivato a sua volta da pie ph2teacuter-ph2tr-acute lsquopadrersquo per analogia con un altro sostan-tivo in -u- anficinetico ovvero pie deacutem-ou-dm-u-acute lsquocolui che egrave responsabile della casarsquo (gr δμώς lsquoschiavorsquo) Questo sostantivo originariamente formato per derivazio-ne interna a partire dal sostantivo acrostatico17 doacutem-u-deacutem-u- lsquocasarsquo sarebbe stato in seguito rianalizzato come derivato del nome radicale doacutem-deacutem- lsquocasarsquo dando luogo alla seguente proporzione analogica

pie deacutem-ou-dm-u-acute doacutem-deacutem- x ph2teacuter-ph2tr-acute da cui x = pə2tr-ou-ph2tr-u-acute

Il significato originario di pie pə2tr-ou‑ph2tr-u-acute sarebbe stato quindi lsquocolui che egrave responsabile del (e quindi che ha autoritagrave sul) padrersquo (Rau ldquoone in charge of the fatherrdquo) sviluppatosi poi nel significato lsquoavo paternorsquo (Rau ldquoascendant kinsman on the fatherrsquos siderdquo) ciograve trova riscontro in quanto attestato da diverse lingue indoeuropee Tre diversi significati sono infatti attestati per gr πάτρως (Rau 2011 14) di cui i primi due sembrano essere sicuramente arcaici lsquoziorsquo (Hom Hes Pi Hdt) lsquoavo paternorsquo (Stesich Pi) lsquoparente maschile dal lato paternorsquo (nelle Leggi di Gortina) Lrsquoultimo egrave evidentemente il piugrave innovativo mentre un significato origina-rio di pie pə2tr-ou- come lsquozio paternorsquo egrave escluso da Rau (2011 18-19) sulla base del confronto con ved pitrvya- e av rec tūriia‑ riflessi di piir pHtruiacuteia- lsquozio paternorsquo e aing faeligdera afr federia e aat fatureo esiti di germ occ fadurjan- lsquoidrsquo i quali

14 Ovvero con accento sulla radice nei casi forti e sulla desinenza nei casi deboli15 Lrsquoadeguamento saragrave stato probabilmente post-protogermanico poicheacute come dimo-

strato da Sergio Neri (2003 175 178 passim) la declinazione dei sostantivi maschili in -u- in protogermanico tollerava ancora allomorfi da vari tipi f lessivi cfr eg la terminazione di nominativo singolare got -aus lt pgerm ‑auz che continua la terminazione anficinetica pie acute-ou -s

16 Eg un tema con generalizzazione della sonora fadr-au-fadr-w- potrebbe essersi sviluppato (quando la sonante non era ancora stata vocalizzata) a partire dallrsquoesito atteso fathornr‑au‑fadr-w-

17 Ovvero con accento fisso sulla radice e apofonia qualitativa della vocale

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Riccardo Ginevra

continuano tutti una stessa formazione pie ph2tru-iio- lsquozio paternorsquo un derivato in -iio- di un termine per lsquozio paternorsquo avrebbe piuttosto il significato lsquo(figlio) dello zio paternorsquo cioegrave lsquocugino paternorsquo ed egrave quindi piugrave probabile che il significato ori-ginario di questo derivato fosse lsquo(figlio) dellrsquoavo paternorsquo cioegrave lsquoziorsquo o lsquoproziorsquo Lo stesso vale per lat patruus lsquozio (da parte di padre)rsquo il quale probabilmente riflette un derivato con vrddhi suffissale ph2tr-eu-oacute- lsquo(figlio) dellrsquoavo paternorsquo (Rau 2011 22 ldquodescended from the ascendant kinsman on the fatherrsquos siderdquo)

In questa sezione egrave stata quindi individuata una possibile analisi formale di aisl degfǫethr che ne spieghi lrsquoorigine le due sezioni seguenti sono dedicate al problema del significato di questo termine Da un lato qualora gli epiteti di Odino riflettessero il significato letterale lsquoavo paternorsquo ricostruito per pie pə2tr-ou‑ph2tr-u-acute diversi paralleli sarebbero disponibili sia in testi norreni che di altre tradizioni indoeuropee (sect22) Dallrsquoaltro se si tiene in considerazione il significato probabilmente traslato di questo termine le corrispondenze si rivelano essere ben piugrave decisive e convincenti (sect23)

22 Il significato letterale lsquoavo paternorsquo

Unrsquointerpretazione di degfǫethr come lsquoavo paternorsquo trova supporto in paralleli sia (1) interni al nordico che (2) in ambito indoeuropeo

(1) Per quanto riguarda lrsquoantico nordico qualora degfǫethr significasse lsquoavo paternorsquo lrsquoalternanza con degfaethir lsquopadrersquo attestata da alcune epiclesi di Odino (eg Al‑fǫethr e Al-faethir) presenterebbe una forte corrispondenza nellrsquouso di aacutei lsquoavorsquo al posto di faethir che sembra essere attestato nellrsquoEdda poetica allrsquointerno del brano di prosa Fraacute dauetha Sinfjǫtla ldquoSulla morte di Sinfjǫtlirdquo in cui questrsquoultimo figlio dellrsquoeroe Sigmundr chiama il padre aacutei lsquoavorsquo

Sigmundr Vǫlsungs sonr var konungr aacute Fraclandi Sinfiotli var elztr hans sona [hellip] oc maeliglti til Sigmundar ldquoGioroacutettr er dryccrinn aacuteirdquo [hellip] Hann sagethi ldquoLaacutettu grǫn siacutea thornaacute sonrrdquoldquoRe nella terra dei Franchi era Sigmundr figlio di Volsungr Sinfjǫtli dei suoi figli era il maggiore [] e [Sinfjǫtli] rivolto a Sigmundr disse laquoTorbida egrave questa bevanda avoraquo [] Questrsquoultimo [Sigmundr] disse laquoFiltrala con i tuoi baffi figlioraquordquo

Essendo Sigmundr il padre di Sinfjǫtli e non un suo generico lsquoavorsquo si egrave cercato di interpretare aisl aacutei alla fine della battuta di Sinfjǫtli come una interiezione lsquoahirsquo (cfr von See 2006 ad loc) questa analisi egrave da escludere alla luce del parallelismo con la risposta di Sigmundr che nella stessa posizione attesta proprio il sostanti-vo sonr lsquofigliorsquo Sinfjǫtli sembra quindi a tutti gli effetti chiamare il proprio padre Sigmundr aacutei lsquoavorsquo Sulla base di questo passo sembra quindi possibile supporre che quantomeno nellrsquouso poetico il termine aacutei lsquoavorsquo potesse essere usato al posto di faethir lsquopadrersquo ciograve supporta unrsquointerpretazione di degfǫethr il quale era evidentemente percepito come un equivalente funzionale di degfaethir come riflesso di pie pə2tr-ou-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

lsquoavo paternorsquo18

Sempre internamente al norreno egrave possibile anche menzionare il parallelo con il nome di un dvergr altrimenti sconosciuto aisl Aacutei lsquoAvorsquo (Vsp 11 15 cfr anche Gylf 14 DH 3)19 riflesso di pgerm awa(n)- (cfr got awo lsquononnarsquo Casaretto 2004 225) e pie h2euh2-o- (cfr lat avus lsquononnorsquo Kloekhorst 2008 352-353) Egrave impossibile sapere se questo personaggio avesse una connessione di qualche tipo con Odino ma il suo nome dimostra quantomeno la plausibilitagrave di un nome o epite-to dal significato lsquoavorsquo allrsquointerno della mitologia nordica (sullrsquoanalisi dei nomi di dvergar cfr cap 9)

(2) In ambito indoeuropeo lrsquoanalisi di degfǫethr come riflesso di pie pə2tr-ou- lsquoavo paternorsquo trova paralleli semantici in vari teonimi o epiteti divini attestati (a) in ittito (b) in greco e soprattutto (c) in vedico

(a) Nei testi ittiti sono attestati un teonimo femminile Ḫanna‑ḫanna‑ lsquoNonna-nonnarsquo e uno maschile Ḫuḫḫa‑ lsquoNonnorsquo Itt Ḫanna‑ḫanna‑ egrave palesemente una reduplicazione di itt ḫanna- lsquononnarsquo (cfr lat anus lsquovecchiarsquo HED sv) ed egrave il nome di una divinitagrave femminile dalla forte autoritagrave sul resto degli degravei come si evince dai miti del Dio Scomparso in cui la dea viene chiamata in aiuto dagli altri degravei (KUB 1710 i 35-39 KUB 335 ii 4-9) Secondo alcune tradizioni locali Ḫannaḫanna sarebbe inoltre la madre del Dio della Tempesta mentre il nome del padre del Dio della Tempesta sarebbe itt Ḫuḫḫa‑ lsquoNonnorsquo (Haas 1994 323-324 433) Il sostantivo itt ḫuḫḫa‑ egrave un riflesso di pie h2uh2-o- lsquoavorsquo (Kloekhorst 2008 sv) il teonimo itt Ḫuḫḫa‑ lsquoNonnorsquo ha quindi uno stretto parallelo etimologico nel nome del dvergr analizzato supra aisl Aacutei lsquoavorsquo riflesso di pie h2euh2-o- lsquoidrsquo20

Si puograve notare (cfr tab 1) come questa genealogia mitologica ittita presenti corri-spondenze nella genealogia dellrsquoomologo scandinavo del Dio della Tempesta ittita il dio del tuono Thor figlio di Odino (eg Vsp 563) a cui si riferiscono le epiclesi con secondo elemento degfǫethr (pə2tr-ou- lsquoavo paternorsquo)

18 Cfr Beo 2426ss in cui si dice che Beowulf sia cresciuto in fosterage (affidamento) presso Hrēethel suo nonno materno lrsquoeald‑faeligder lsquononnorsquo di Beowulf era quindi contemporaneamente anche il suo foster‑faeligder lsquopadre affidatariorsquo

19 Cfr anche il poema eddico Rthorn in cui sono attestati i nomi Aacutei lsquoAvorsquo (2) e Afi lsquoNonnorsquo (16) nellrsquoambito di una narrazione in cui il dio Riacuteg visita coppie di personaggi che si chiama-no rispettivamente lsquoPadrersquo e lsquoMadrersquo lsquoNonnorsquo e lsquoNonnarsquo e cosigrave via

20 Per spiegare lrsquooscillazione tra il grado pieno della radice (pie h2eu h2-o- lat avus) e quello ridotto (pie h2uh2-o- itt ḫuḫḫa‑) Kloekhorst (2008 sv) ricostruisce un nome radi-cale apofonico h2eacuteu h2-h2uh2-acute

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Riccardo Ginevra

Dio della Tempesta ittita figlio di Ḫuḫḫa- pie h2uh2-oacute-lsquoavorsquo

Thor (dio del tuono nordico)

figlio di (Odino) degfǫethr pie pə2tr-ou-lsquoid (paterno)rsquo

Tab 1 Corrispondenze tra Dio della Tempesta ittita e Thor

Gli appellativi itt ḫuḫḫa‑ lsquononnorsquo e ḫanna- lsquononnarsquo sono attestati inoltre in riferi-mento a divinitagrave nelle preghiere e in narrazioni mitologiche (nel secondo passaggio il lsquoNonno del Dio della Tempestarsquo minaccia il lsquoPadre del Dio della Tempestarsquo)

KUB 2127 iv 9-10[hellip] A-NA lceildIMrceil tu‑el ḫu‑uḫ‑ḫi [Ugrave] lceilArceil-NA dUTU URUPUacute-na tu‑el ḫa‑an-lceilnirceil [hellip]ldquoal Dio della Tempesta tuo nonno e alla Dea del Sole di Arinna tua nonnardquo

KBo 26124 i 34-36[hellip] ḫu‑uḫ‑ḫa‑aš‑ši‑ša | te‑e‑et ki‑i ut‑tar u‑ur‑ki‑ya‑mi nu‑ut‑taacutek‑kaacuten ku‑e‑mi | [nu] i-it d10‑an ša‑an‑ḫaldquoSein Groszligvater aber sprach Dieser Angelegenheit werde ich nachgehen und ich werde dich toumlten Nun geh (und) suche den Wettergottrdquo

(b) Per quanto riguarda il greco un epiteto di Zeus Παππῶος lsquoAncestralersquo ( gr πάππος lsquononnorsquo cfr Kretschmer 1896 241ss e West 2007 170 con bibliografia) egrave attestato in Bitinia mentre Zeus Πατρῷος lsquoidrsquo (derivato in -iio- di πάτρως lsquozio nonnorsquo) egrave menzionato eg in un frammento della Niobe di Eschilo (155 Dindorff) nelle Nuvole (1468) e nella Repubblica di Platone (3391E) Dato che comrsquoegrave noto Zeus era un dio associato (inter alia) al tuono e al fulmine egrave possibile notare una corrispondenza (cfr tab 2) con quanto osservato supra

Dio della Tempesta ittita figlio di Ḫuḫḫa- pie h2uh2-oacute- lsquoavorsquo

Thor (dio del tuono nordico) figlio di (Odino) degfǫethr pie pə2tr-ou- lsquoid (paterno)rsquo

Zeus (dio del tuono greco) epiteto Πατρῷοςlsquoancestralersquo

Tab 2 Corrispondenze tra Dio della Tempesta ittita Thor e Zeus

(c) Infine in ambito indiano un importante parallelo si ha in unrsquoepiclesi del dio supremo Brahma che egrave frequente nella letteratura classica scr (deg)pitāmaha‑ lsquoavo nonno paternorsquo (MBh Rm BhP Mn et al)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

MBh 165sāntvayāmāsa bhagavān vadhūṃ brahmā pitāmahaḥ ldquoAnd the venerable grandfather Brahma comforted the wiferdquo

Questo passaggio richiede tuttavia una precisazione pur essendo il piugrave antico e venerabile degli degravei indiani Brahma non egrave letteralmente il pitāmaha- di tutte le creature lrsquoepiteto lsquoavo nonno paternorsquo egrave quindi da intendere in senso traslato soprattutto quando questa epiclesi egrave attestata in composizione con vari primi elementi (come nel caso di aisl degfǫethr)

23 Il significato traslato lsquopatriarcarsquo lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo

Ciograve permette di introdurre un nuovo gruppo di paralleli per gli epiteti composti in aisl degfǫethr ovvero i casi in cui termini indoeuropei per lsquoavorsquo o lsquopadrersquo presentano un significato lsquopatriarcarsquo e quindi in senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo Egrave infatti molto probabile quantomeno a giudicare dalle piugrave antiche tradizioni indoeuropee che pie pə2tr-ou‑ph2tr-u-acute lsquoavo paternorsquo dovesse indicare non solo una relazione di parentela bensigrave anche una carica o una funzione di rilievo allrsquointerno di quellrsquoistituzione sia sociale che politica che era il clan indoeuropeo come notato giagrave da Rau (2011 23 ldquoa designation linked to the broader social and political structure of the IE extended familyrdquo) Si puograve ipotizzare che lrsquolsquoavo paternorsquo per eccellenza allrsquointerno di un clan fosse anche il suo lsquopatriarcarsquo il capofamiglia questa era ad esempio la situazione nellrsquoantica Roma dove il pater familias lrsquoautoritagrave piugrave alta di una famiglia allargata non doveva necessariamente essere il padre naturale dei filii familias bensigrave poteva essere il nonno paterno o un qualsiasi avo piugrave anziano ancora in vita 21

Digesto 5016201Iusta interpretatione recipiendum est ut appellatione ldquofiliirdquo sicuti filiam familias contineri saepe respondebimus ita et nepos videatur comprehendi et ldquopatrisrdquo nomine avus quoque demonstrari intellegatur

Proprio come il pater familias romano il quale aveva potere di vita e di morte sui propri familiari si puograve ipotizzare che il pə2tr-ou- indoeuropeo godesse di grande autoritagrave allrsquointerno di societagrave come quelle indoeuropee piugrave arcaiche in cui la fami-glia allargata era il nucleo sociopolitico fondamentale giustificando uno slittamento semantico da lsquoavo paterno (di qualcuno)rsquo a lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su qual-cuno)rsquo

In questrsquoultimo senso ad esempio bisogna in realtagrave interpretare lrsquoepiclesi di

21 Cfr Berger 1953 svv pater familias e filius familias Sono grato ad Andrea Faraci per lrsquoutile discussione in merito

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Riccardo Ginevra

Brahma scr (deg)pitāmaha‑ lsquononno paternorsquo la quale egrave infatti spesso attestata in com-posizione con un primo elemento che designa il cosmo intero eg nel composto sarvaloka‑pitāmaha‑ lsquononno di tutti i mondirsquo da intendere come vedremo infra (cap 3) come lsquopatriarca di tutti i mondirsquo e quindi in senso traslato come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tutti i mondirsquo Come vedremo nei capitoli successivi anche aisl degfǫethr riflesso di pie pə2tr-ou- lsquoavo paternorsquo sembra avere unrsquoaccezione ana-loga in composti come eg aisl Al‑fǫethr il quale egrave chiaramente da intendere come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su ogni cosarsquo e non come lsquoavo paterno biologico di ogni cosarsquo come vedremo infra (cap 3)

24 Il lsquopadrersquo come lsquopatriarcarsquo nella poetica indoeuropea

Quanto detto finora egrave naturalmente valido anche per le varianti che presentano il secondo elemento di composto innovativo degfaethir lsquopadrersquo eg lrsquoepiteto di Odino Al-faethir lsquopadre di ogni cosarsquo il quale come vedremo infra (cap 3) non era ovviamente da intendere come lsquopadre biologico di ogni cosarsquo bensigrave come lsquopatriarca di ogni cosarsquo e quindi in senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllo su ogni cosarsquo22 unrsquoin-terpretazione che trova riscontro nella caratterizzazione di Odino attestata nei testi nordici

Questa equivalenza funzionale tra termini per lsquoavo paternorsquo e per lsquopadrersquo allrsquoin-terno del linguaggio poetico puograve anchrsquoessa riflettere una caratteristica della struttura delle societagrave indoeuropee arcaiche egrave probabile che come il pater familias romano anche il patriarca indoeuropeo potesse in certe situazioni venire a coincidere con la figura del ph2teacuter- lsquopadrersquo eg nel momento in cui il pə2tr-ou- lsquoavo paternorsquo moriva o diventava impossibilitato a svolgere le funzioni di capofamiglia Secondo Meillet (1913 28) questo era addirittura il significato principale del termine ph2teacuter- (ldquoun role social [hellip] le chef drsquoune maisonrdquo)23 In questo senso sono da intendere alcune collocazioni fraseologiche ben attestate in area indoeuropea

bull Comrsquoegrave stato notato da tempo in varie denominazioni formulari del dio del cielo ricostruibili giagrave per una fase protoindoeuropea eg la formula apposizionale (solitamente al vocativo) [cielo (dieacuteu-) ndash padre (ph2teacuter-)] (analizzata nel cap 4) oppure la kenning [padre (ph2teacuter-) ndash degli degravei e degli esseri umani] (trattata nel cap 3) ph2teacuter- lsquopadrersquo non egrave ovviamente da intendersi come il lsquopadre biologicorsquo bensigrave come il maschio adulto che sta a capo della famiglia (Watkins 1995 8 ldquothe

22 Questa puograve sembrare unrsquoaffermazione banale ma il fatto che unrsquointerpretazione lsquopa-dre (biologico) di tuttorsquo per aisl Al‑fǫethr e Al‑faethir sia (giustamente) ldquoinconsistent with other passages in Snorra Edda as regards genetic relationships among the godsrdquo egrave uno dei motivi principali per cui Strandberg (2009 103) esclude che i composti in degfǫethr siano endocentrici (con un significato lsquopadre di Xrsquo) preferendo una (forzata) interpretazione di questi come composti esocentrici (lsquoche ha il padre Xrsquo)

23 Per unrsquointerpretazione analoga di aisl faethir cfr de Vries 1962 sv con letteratura

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

adult male who is head of the householdrdquo) ovvero il lsquopatriarcarsquo nella sua funzione sociopolitica di autoritagrave suprema del clan allargato e quindi in senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo24 Parimenti in questo senso vanno interpretati anche i casi in cui lrsquoapposizione [madre] egrave applicata ad una divinitagrave femminile eg la [terra]25

bull Anche altre formule ricostruite per la lingua poetica indoeuropea richiedono unrsquointerpretazione analoga eg [padre (ph2teacuter-) ndash della preghiera] collocazione studiata da Campanile (1976) e Garciacutea Ramon (2010 94ss) con riflessi nel tito-lo sacerdotale gallico (latinizzato) gutu-ater lsquopadre della preghierarsquo e nei sintagmi vedici pitā matīnām ldquopadre dei pensieri delle preghiererdquo (epiteto di Soma in RV 9764d) e janitārā matīnām ldquogenitori dei pensieri delle preghiererdquo (Indra e Visnu in RV 6692a) Questi sintagmi sono chiaramente non letterali e vanno quindi pro-babilmente interpretati in senso traslato come ldquocolui che ha autoritagrave controllo sulle preghiere sui pensierirdquo

Egrave possibile qui notare lrsquoulteriore corrispondenza con una kenning di Odino galdrs faethir ldquopadre dellrsquoincantamentordquo (Bdr 33) nel mito comrsquoegrave noto il dio non genera mai personificazioni dellrsquoincantesimo o del canto bensigrave ottiene il controllo della magia e della poesia per mezzo di atti rituali (eg Hav 138ss) eo stratagemmi (eg Skaacuteld g58)

25 Lrsquouso metaforico di termini per lsquopadrersquo nel senso di lsquocreatorersquo

Una possibile obiezione a quanto argomentato finora egrave che allrsquointerno di espres-sioni formulari come [padre (ph2teacuter-) ndash degli degravei e degli esseri umani] o [padre (ph2teacuter-) ndash della preghiera] il termine ph2teacuter- lsquopadrersquo potrebbe anche essere inteso sempre in senso traslato con un significato metaforico lsquocreatorersquo in maniera analoga a quando oggi ci riferiamo ad Albert Einstein come al ldquopadre della teoria della relativitagraverdquo Questa possibilitagrave va in effetti tenuta in considerazione per quanto riguarda la seconda collocazione il cui riflesso janitārā matīnām ldquogenitori dei pensieri delle preghiererdquo sembrerebbe per lrsquoappunto riferirsi letteralmente alla procreazione e quindi figurativamente alla creazione di (presumibilmente singoli specifici) pensieri e preghiere da parte di Indra e Visnu

24 Nella sua monografia sui sintagmi apposizionali indoeuropei Bauer (2017 111) chia-ma questa connotazione ldquonot genetic but rather ldquocollectiverdquordquo ma per il resto la sua interpre-tazione coincide perfettamente con quanto sostenuto da Watkins e in questo lavoro ldquoreferen-ce is made to the father who takes care of those who depend on him the lsquofatherrsquo as the lsquomaster ofrsquordquo Non condivido invece lrsquoopinione di Bauer (2017 225 230-231) per cui le tradizioni indo-europee supporterebbero la cronologia che Jacobsen (1976) elabora nel suo studio sulle reli-gioni mesopotamiche secondo cui il dio come [sovrano] rappresenterebbe uno stadio prece-dente al dio come [genitore] la formula ricostruita [cielo (di eacuteu -) ndash padre (ph2teacuter-)] a cui non corrisponde una formula analoga [cielo (di eacuteu -) ndash re] sembrerebbe semmai suggerire il contrario quantomeno in ambito indoeuropeo

25 Cfr lrsquoanalisi con rassegna delle attestazioni in Bauer 2017 92 101 103 112 231

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Riccardo Ginevra

Dato che varianti in cui lrsquoelemento [padre] egrave espresso per mezzo di un riflesso di pie ǵeacutenh1tor- lsquogenitore padre biologicorsquo sono attestate anche per epiteti di degravei del cielo eo divinitagrave supreme indoeuropei (Schmitt 1967 152ss) egrave necessario tuttavia notare come unrsquointerpretazione in questi termini sia inammissibile nel caso di epiteti come [padre (ph2teacuter-) ndash degli degravei e degli esseri umani]

(1) Dal punto di vista della mitologia nelle tradizioni indoeuropee degravei del cielo eo divinitagrave supreme non sono mai creatori sia delle divinitagrave che degli esseri umani per la veritagrave essi non sono quasi mai creatori neanche di una di queste categorie (cfr capp 3 e 4)

(2) Dal punto di vista del linguaggio figurato mentre lrsquouso metaforico di termini per lsquopadrersquo nel senso di lsquocreatorersquo egrave ben attestato (e ancora produttivo nella cultura occidentale) un uso metaforico di termini per lsquononnorsquo o lsquoavorsquo in questo senso non sembra essere attestato (nessuno si riferirebbe mai ad Einstein come al ldquononnordquo o ldquoavo della teoria della relativitagraverdquo) probabilmente percheacute darebbe luogo ad ambiguitagrave evidenti (sembrerebbe segnalare lrsquoesistenza di un personaggio ulteriore un interme-dio ldquopadre della teoria della relativitagraverdquo non identificabile con Einstein) Unrsquointer-pretazione lsquocreatore di tutti i mondile creaturersquo egrave quindi incompatibile con epiteti di divinitagrave supreme del tipo di scr sarva-lokabhūta‑pitāmaha‑ lsquononno di tutti i mondidi tutte le creaturersquo Dato che termini per lsquopadrersquo e lsquononno avorsquo possono essere funzionalmente equivalenti soltanto quando essi si riferiscono ad un ruolo sociale (quello di patriarca) e non ad una relazione di parentela ne risulta che in queste col-locazioni anche quando sono attestati termini per lsquopadrersquo non ci si riferisce di solito allrsquoatto di creazione di unrsquoentitagrave da parte di unrsquoaltra (metaforicamente assimilabile alla relazione di parentela espressa da lsquopadrersquo ma non lsquoavo paternorsquo) bensigrave ad un rapporto di autoritagrave di unrsquoentitagrave sullrsquoaltra (assimilabile allrsquointerno di una societagrave patriarcale alla relazione sociopolitica espressa sia da lsquopadrersquo che lsquoavo paternorsquo)

Quanto detto ovviamente non esclude che nelle tradizioni indoeuropee sia talvol-ta possibile interpretare lsquopadrersquo nel senso di lsquocreatorersquo in certi casi un certo grado di ambiguitagrave egrave inevitabile ad esempio nelle kenningar anticoinglesi discusse nella prossima sezione (eg faeligder engla ldquopadre degli angelirdquo che si potrebbe teoricamen-te intendere anche come ldquocreatore degli angelirdquo trattandosi del Dio cristiano ma cfr infra)

26 Una conferma interna al germanico i composti anticoinglesi in degfaeligder lsquopadrersquo

Come vedremo nei capitoli successivi se si tiene conto dellrsquoequivalenza funzionale dei termini per lsquoavo paternorsquo (pie pə2tr-ou-) e per lsquopadrersquo (pie ph2teacuter-) quando essi sono impiegati per riferirsi al lsquopatriarcarsquo di un clan e quindi in senso traslato a lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo su qualcosa sia le epiclesi di Odino con aisl degfǫethr che le varianti innovative in degfaethir sembrano avere evidenti corrispondenze nella fraseologia e nella mitologia di diverse altre tradizioni germaniche e indoeuropee

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Nel concludere la trattazione di questo capitolo egrave possibile intanto menzionare al-cuni importanti paralleli nella tradizione anticoinglese in cui sono attestate diverse kenningar per il Dio cristiano che sono composti e sintagmi nominali con (deg)faeligder lsquopadrersquo (pgerm fader-) i quali da un lato costituiscono i piugrave stretti paralleli se-mantici interni al germanico per i composti in aisl degfǫethr (cfr eg i capp 4 e 5) e dallrsquoaltro supportano unrsquointerpretazione di questi ultimi nel senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su qualcosa)rsquo

Un composto di questo genere aing wuldor‑faeligder lsquopadre della gloriarsquo egrave attestato giagrave nellrsquoInno alla Creazione di Caeligdmon il primo poeta inglese di cui conosciamo lrsquoidentitagrave

Caeligdmon Inno alla Creazione (versione in sassone occidentale) 1-4Nu sculon herigean | heofonrices weard meotodes meahte | and his modgethornanc weorc wuldor-faeligder | swa he wundra gehwaeligs ece drihten | or onstealdeldquoOra dobbiamo lodare | il guardiano del regno dei cieli la potenza del Signore | e il suo consiglio lrsquoopera del padre della gloria | come egli di ogni meraviglia eterno signore | lrsquoorigine istituigraverdquo

Aing wuldor‑faeligder (uuldur-fadur nella versione in northumbrico) egrave glossato da Beda come patris gloriae nella sua traduzione di questo inno allrsquointerno della Hi-storia ecclesiastica gentis anglorum (425) Lrsquoepiteto sembra essere tradizionale in quanto attestato anche nel Menologio (147) e nel Cristo (217) In tutti questi testi composti in un contesto cristiano egrave evidente come la parola faeligder faccia riferimento alla figura trinitaria di Dio Padre e alla corrispondente fraseologia cfr il giagrave citato lat pater gloriae nelle epistole paoline (Efesini 1 17) e il corrispondente calco aisl dyacuterethar‑faethir lsquopadre della gloriarsquo (Peacutetr2Ax 19113)

Nonostante questa premessa queste kenningar per [dio cristiano] sembrano ri-flettere un sistema formulare tradizionale in antico inglese allrsquointerno di cui faeligder lsquopadrersquo occupa regolarmente la stessa posizione espressa in altre kenningar per [dio cristiano] (alcune delle quali saranno discusse nei capitoli successivi) da termini per lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su X)rsquo eg cyning lsquorersquo drihten lsquosignorersquo frēa lsquoidrsquo fruma lsquoprincipersquo

bull wuldor‑faeligder lsquopadre della gloriarsquo vs wuldor-cyning lsquore della gloriarsquo (Cristo 1022)

bull faeligder engla ldquopadre degli angelirdquo (11x) vs engla cyning ldquore degli angelirdquo (12x) ed engla drihten ldquosignore degli angelirdquo (4x)

bull faeligder mancynnes ldquopadre del genere umanordquo (9x) vs moncynnes fruma ldquoprin-cipe del genere umanordquo (2x) e moncynnes frēa ldquosignore del genere umanordquo (4x)

bull faeligder folca gehwaeligs ldquopadre di ogni popolordquo (Andreas 330) vs fruma folca ldquosignore di popolirdquo (2x)26

26 Cfr a riguardo Marquardt 1938 280 286-288 A questo gruppo si potrebbe in linea di massima accostare anche il composto aing heah‑faeligder lsquoalto padrersquo usato come epiteto del

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Riccardo Ginevra

Sebbene in contesti cristiani epiteti come faeligder engla ldquopadre degli angelirdquo e faeligder mancynnes ldquopadre del genere umanordquo potrebbero riferirsi a Dio come al lsquocrea-torersquo (lsquopadrersquo metaforico) di angeli e esseri umani i paralleli citati dimostrano che il termine faeligder lsquopadrersquo nelle kenningar anticoinglesi per [dio cristiano] era funzio-nalmente equivalente a eg cyning lsquorersquo e drihten lsquosignorersquo e quindi impiegato con la stessa accezione lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su X)rsquo discussa supra con tutta probabilitagrave unrsquoereditagrave del linguaggio poetico indoeuropeo

Il fatto che aisl degfǫethr e faethir e aing faeligder lsquopadrersquo siano impiegati con lo stes-so significato traslato sia nelle kenningar norrene per il [dio supremo] Odino che in quelle anglosassoni per il [dio cristiano] egrave difficilmente da ricondurre allrsquoin-fluenza di una tradizione germanica sullrsquoaltra neacute tantomeno si puograve addebitare al comune influsso da parte della tradizione cristiana Al contrario una comune origine nellrsquoambito del paganesimo germanico egrave supportata dal fatto che le kenningar anti-coinglesi per [dio cristiano] con base (deg)faeligder ricorrano raramente nella poesia an-glosassone e siano sicuramente molto meno frequenti eg di quelle con base [capo re] (Marquardt 1938 267) Analoga egrave la situazione del norreno in cui le kenningar per [dio cristiano] come allra faethir ldquopadre di tuttordquo sono attestate molto di rado possibilmente questo tipo di fraseologia veniva evitata dagli autori cristiani proprio a causa delle sue associazioni pagane (Meissner 1921 371) Lungi dallrsquoacquisire vi-talitagrave e produttivitagrave dal contatto con la cultura cristiana questo genere di kenningar ha quindi tutta lrsquoaria di essere un arcaismo di origine precristiana sia in norreno che in antico inglese

Dio cristiano in Conf 4 17 il quale sembrerebbe essere equivalente a kenningar per [dio cri-stiano] come eg hēah hordes weard ldquoalto custode del tesoro (= [re])rdquo (Ordine del mondo 39 a maggior ragione se si considera che in questo passo [heah] hordes weard si trova in variazio-ne con faeligder [aeliglmihtig] cfr Marquardt 1938 261) si noti tuttavia che aing heah‑faeligder nelle glosse anglosassoni traduce lat patriarcha (cfr AEligGl 2996 HyGl 2 984 AntGl 4 920) ed egrave attestato eg come epiteto di Abramo Giacobbe e Aronne Qualora si traducesse quindi il pas-so di Conf 4 17 [hellip] Ic gelife on Drihten heahfaeligder ealra thorninga wealdend and on thornone sunu and on thornone halgan gast [hellip] come ldquoio credo nel Signore patriarca che governa ogni cosa e nel Figlio e nello Spirito Santordquo questo passo attesterebbe la stessa collocazione [dio supre-mo ndash patriarca] riscontrata in diverse lingue indoeuropee Non si puograve tuttavia escludere che si tratti qui di un calco dallrsquoepiteto del Dio cristiano lat summus Pater attestato eg nei Dialo-ghi di Gregorio Magno (332) o semplicemente di una formazione estemporanea (aing heahdeg lsquoaltorsquo egrave molto produttivo come primo elemento in antico inglese)

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3 IL PATRIARCA COSMICO AL-FǪETHR E AL-FAETHIR

Iniziamo quindi lrsquoanalisi delle epiclesi di Odino in degfǫethr trattando Al‑fǫethr e Al‑faethir due formazioni il cui primo elemento egrave immediatamente identificabile con lrsquoaggetti-vo aisl allr lsquotuttorsquo Esse sono attestate inter alia in due passi dellrsquoEdda poetica in vari passaggi dellrsquoEdda in prosa di Snorri (quasi esclusivamente nel Gylf) e in un componimento dello scaldo islandese Arnoacuterr THORNoacuteretharson jarlaskaacuteld lsquopoeta dei nobilirsquo Ecco una selezione di passi

Grm 483-4

Alfǫethr Valfǫethr Atriacuteethr oc Farmatyacuterldquo(Nomi di Odino ) Alfǫethr Valfǫethr Atriacuteethr e Farmatyacuterrdquo

HH 381-4

THORNuacute vart in scoetha scass valkyria ǫtul aacutemaacutetlig at AlfǫethurldquoEri tu la nefasta strega valchiria terribile violenta presso Alfaethirrdquo

Gylf 3Gangleri hoacutef svaacute maacutel sitt lsquoHverr er œztr eetha elztr allra goetharsquo Haacuter segir lsquoSaacute heitir Alfǫethr at vaacuteru maacutelirsquoldquoGangleri cominciograve cosigrave il suo discorso laquoChi egrave il piugrave eminente o il piugrave anziano di tutti gli degraveiraquo Haacuter disse laquoQuesti si chiama Alfǫethr nella nostra linguaraquordquo

Arn THORNorfdr 1Nuacute hykk sliacuteethrhugaeths segja ndash siacuteeth leacutettir meacuter striacuteetha ndash (thornyacutetr Alfǫethur) yacutetum jarls kostu (brim hrosta)ldquoNow I mean to tell men of the excellence of the tough-minded jarl not soon [lit late] will my an-guish lighten the surf of malt [ale] of Alfaethir lt= Oacuteethinngt [poetry] roarsrdquo

Egrave interessante notare come questrsquoultimo passaggio in cui ricorre la variante re-cenziore con secondo elemento degfaethir (genitivo singolare degfǫethur) sia invece riporta-to da Snorri come occorrenza di Al‑fǫethr

Skaacuteld 2svaacute sem segir Arnoacuterr jarlaskaacuteld at hann heiti Alfǫethr ldquocome quando Arnor il poeta dei nobili dice che egli (Odino) si chiama Alfǫethr [segue la strofa

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Riccardo Ginevra

supra]rdquo

Questo passo attesta in maniera evidente la confusione giagrave osservata supra (cap 2) tra aisl degfǫethr (pie pə2trou- lsquoavo paternorsquo) e faethir (ph2teacuter- lsquopadrersquo)

31 Aisl Al-fǫethr lsquopatriarca di tuttorsquo quindi lsquocolui che ha autoritagrave su tuttorsquo

Aisl Al‑fǫethr egrave un composto endocentrico determinativo (scr tatpuruṣa‑) dello stesso tipo di got Ala-reiks lsquosovrano di tuttorsquo (latinizzato Ala-ricus) e aisl Al-rekr lsquocapo di tuttorsquo27 Va notato che in realtagrave nel lessico nordico il primo elemento aldeg ricorre piugrave spesso in composti endocentrici attributivi (scr karmadhāraya‑) con il significato intensivo di lsquocompletamente (X)rsquo cfr eg lrsquoeddico al-gullinn lsquotutto completamente doratorsquo (Hym 86 Skm 192) i composti di questo tipo tuttavia non presentano di solito come secondo elemento sostantivi come degfǫethr bensigrave soltanto aggettivi o ag-gettivi sostantivati Per quanto riguarda aisl Al‑faethir esso egrave chiaramente come anti-cipato supra un rimodellamento con sostituzione del secondo elemento degfǫethr ormai opaco con il trasparente degfaethir

Tra le varie proposte etimologiche che sono state avanzate per il primo elemento Aldeg (cfr la disamina in Strandberg 2009 102-107) la piugrave plausibile rimane lrsquointerpretazione tradizionale che lo identifica con il frequente prefisso aisl aldeg lsquotutto ciascunorsquo riflesso di pgerm aladeg lsquoidrsquo (got aladeg aing aeligldeg aat as aladeg) un prefissoide che si puograve considerare quantomeno sul piano sincronico una variante in composizione dellrsquoaggettivo pgerm alla- lsquotutto ciascunorsquo (got alls aisl allr aing eal[l] aat as al[l]) bencheacute il rapporto tra le due varianti sul piano etimologico non sia ben chiaro si tratta con tutta probabilitagrave di due formazioni di origine diversa rispettivamente pie h2eol-o- e h2eol-no- due derivati nominali della radice h2el- lsquonutrire far crescerersquo (LIV2 262) attestata inter alia da lat alere lsquonutrire allevarersquo airl degail lsquonutre allevarsquo got alan lsquocrescerersquo (con significato dal medio) e aisl ala lsquoallevare partorirersquo egrave stata tuttavia proposta anche unrsquounica origine della variante prefissata a partire da pgerm alla- con semplificazione della geminata in composizione (EWA sv al con bibliografia)

In quanto composto endocentrico determinativo con un secondo elemento che riflette pie pə2tr-ou- lsquoavo paternorsquo il significato atteso per aisl Al‑fǫethr sulla base dellrsquoetimologia sarebbe lsquoavo paterno di tuttorsquo il rimodellamento Al‑faethir lsquopadre di tuttorsquo attesta tuttavia che quantomeno sincronicamente lrsquoelemento degfǫethr era inteso come funzionalmente equivalente al termine faethir lsquopadrersquo Lrsquoassociazione egrave

27 Aisl Al-rekr egrave talvolta analizzato come prestito (cfr eg de Vries 1962 sv Alrekr) ma questa analisi egrave superflua il secondo elemento degrekr lsquocaporsquo qualunque sia la sua origine (cfr de Vries 1962 sv rekr) era molto produttivo nellrsquoantroponimia e ricorre in diverse for-mazioni onomastiche con vari primi elementi

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

testimoniata anche dalla glossa che Snorri dagrave dellrsquoepiteto

Gylf 9Ok fyrir thornviacute maacute hann heita Alfǫethr at hann er faethir allra goethanna ok manna ok alls thorness er af honum ok hans krapti var fullgertldquoE perciograve egli puograve ben chiamarsi Alfǫethr poicheacute egli egrave padre di tutti gli degravei e gli esseri umani e di tutto quello che da lui e dalla sua potenza fu portato a compimentordquo

Snorri sembra interpretare Alfǫethr come lsquopadre di tuttorsquo il che potrebbe attestare uno slittamento semantico per degfǫethr da lsquoavo paternorsquo a lsquopadrersquo passando per la co-mune accezione sociopolitica lsquopatriarcarsquo che entrambi i termini potevano assumere lrsquoipotesi piugrave probabile tuttavia egrave che il significato originario di questo termine non fosse piugrave chiaro allrsquoerudito (il quale lo conosceva unicamente dalla lingua poetica) proprio come non lo egrave per noi anzi a giudicare dal passo di Skaacuteld 2 citato supra (in cui egli scambia la forma degfǫethur genitivo singolare di faethir per una forma di fǫethr) sembra addirittura che a Snorri non fosse neanche ben chiaro il paradigma Egrave in ogni caso irrilevante ai fini della nostra analisi se il significato letterale del termine fǫethr fosse lsquoavo paternorsquo o lsquopadrersquo dato che come visto supra in composti di questo genere tali vocaboli non vanno intesi letteralmente ma con un significato traslato lsquoquello che ha autoritagrave controllo (su X)rsquo sviluppatosi a partire dalla funzione sociopolitica di lsquopatriarcarsquo Lrsquoepiteto Al‑fǫethr non si riferisce quindi a Odino in quanto lsquoavo paterno biologico di tuttorsquo (denominazione che non avrebbe infatti paralleli nella mitologia scandinava come notato eg in Strandberg 2009 103) bensigrave come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tuttorsquo un vero e proprio lsquopatriarcarsquo o pater familias cosmico

Ciograve corrisponde da vicino al modo in cui Snorri e i testi mitologici scandinavi ritraggono il dio supremo Odino egrave considerato il padre di molti degravei (secondo AacuteH 1 di ben 17)28 ma non di tutti eg non dei Vanir la stirpe divina che si oppone agli AEligsir (la stirpe di Odino) nella prima guerra cosmica narrata in Vsp 21ss Egli parte-cipa insieme ai suoi fratelli alla creazione del cosmo la quale egrave tuttavia presentata in Vsp 3ss come unrsquoopera quasi artigianale di costruzione e non come la generazione biologica di diverse divinitagrave (come invece nella mitologia greca cfr infra) basti pensare che non egrave una nascita bensigrave lrsquouccisione del gigante Ymir ad opera di Odino e dei suoi fratelli a dare inizio al cosmo che conosciamo come narrato da Snorri in Gylf 729 Sebbene Odino non sia in alcun modo caratterizzato come il padre biolo-gico o lrsquounico creatore del cosmo egli egrave colui che ha la suprema autoritagrave su di esso ed egrave a questo ruolo di patriarca cosmico che devono riferirsi le epiclesi che abbiamo

28 Precisamente di Baldr Meili Viacuteetharr Nepr Vaacuteli Aacuteli THORNoacuterr Hildolfr Hermoacuteethr Sigi Skjǫldr Ingvifreyr Iacutetreksjoacuteeth Heimdallr Saeligmingr Hǫethr e Bragi

29 Cfr Lincoln 1975 per possibili paralleli indoeuropei per questo mito

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Riccardo Ginevra

visto30

32 Paralleli germanici kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano

In ambito germanico lrsquoepiteto di Odino aisl Al‑fǫethr lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo su tuttorsquo non ha paralleli etimologici esatti Sul piano semantico esso si puograve tuttavia confrontare da vicino con aing al-walda lsquocolui che regge tuttorsquo una kenning per il Dio cristiano frequente nella poesia anglosassone (cfr Marquardt 1938 275) cfr eg Beo 955-956 Alwalda thorneċ gōde forġylde swā hē nū ġȳt dyde ldquolrsquoonnipossente ti compensi di beni come ha appena fattordquo Si tratta di un composto di aldeg lsquotuttorsquo ( aisl aldeg) e degwalda lsquoche ha il controllorsquo (pgerm degwald-an- aisl degvald-i as degwald-o aat degwalt-o) questrsquoultimo egrave quantomeno sincronicamente da interpretare come un derivato agentivo del verbo forte aing wealda lsquoreggere controllare governarersquo (pgerm wald-a- got waldan aisl valda aat waltan Seebold 1970 536-537) In realtagrave da un punto di vista diacronico degwalda potrebbe rappresentare anche un derivato del sostantivo neutro weald lsquopotere governorsquo (pgerm wald-a- aisl vald as gi-wald aat gi-walt) con la flessione debole del secondo elemento tipica dei composti possessivi (cfr eg aisl Gullin-tann-i lsquocolui che ha denti doratirsquo)31 in questo caso al-walda sarebbe lsquocolui che ha potere su tuttorsquo oppure lsquocolui che ha tutto il poterersquo Essendo tuttavia degwalda attestato principalmente come secondo elemento allrsquointerno di formazioni interpretabili come composti verbal government (eg Breoten-walda- lsquocolui che regge la Britanniarsquo o burh-walda- lsquocolui che regge la cittagraversquo) egrave probabile che esso vada inteso almeno sincronicamente come un agentivo

A questo epiteto corrispondono da vicino diverse kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano con base (deg)w(e)aldend lsquoreggitorersquo eg ealles wealdend ldquoreggitore di tuttordquo (3x) ealles waldend middangeardes and maeliggenthornrymmes ldquoreggitore di tutto della terra di mezzo e del cielordquo (Cristo 556) ealra ān‑waldend eorthornan ond heo-

30 Qualora la glossa che Snorri dagrave di Alfǫethr come ldquopadre di tutti gli degravei e gli esseri uma-ni e di tutto quello che da lui e dalla sua potenza fu portato a compimentordquo facesse riferimen-to ad un qualche ruolo di creatore per il dio Odino essa non rispecchierebbe quindi materiale tradizionale scandinavo ma sarebbe piuttosto da ricondurre allrsquoinfluenza della cultura cristia-na del mitografo

31 Aisl Gullintanni epiteto del dio Heimdallr (Gylf 27) egrave un composto possessivo il cui secondo elemento degtann-i (tanthorn‑an-) corrisponde al sost aisl tǫnn lsquodentersquo (pgerm tanthorn‑tand‑tunthorn‑ lsquodentersquo cfr got tunthornus aing tōthorntond Casaretto 2004 444) Il significato di Gul-lin-tanni egrave quindi lsquoquello che ha i denti doratirsquo ed egrave cosigrave inteso da Snorri (Gylf 27 tennr hans vaacuteru af gulli) Dato che aisl tǫnn lsquodentersquo rif lette pie h1d-ont--n t- lsquoidrsquo (lat dens gr ὀδούς ved dat-) e che la famiglia germanica di aisl gullinn (pgerm gulthorn‑īna‑) egrave imparentata con ved hiacuteraṇya‑ lsquometallo prezioso ororsquo (essendo entrambi da ricondurre in ultima analisi a una radice ǵhel[h3]- EWAia sv hiacuteraṇya‑) la collocazione [dente (pie h1d-ont--n t-) ndash dorato] che soggiace a Gullin-tanni ha uno stretto parallelo in ved hiacuteraṇya‑dat- lsquoquello con ili dentei drsquoororsquo epiteto di Agni nel RV (523a) che si riferisce allo splendore delle fiamme del dio del fuoco

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

fones ldquounico reggitore di tutto terra e cielordquo (Incantesimo IV 4) e varie altre (cfr Marquardt 1938 275ss)32 Queste formazioni cosigrave come le formazioni germaniche analoghe got all-waldands aisl alls-valdandi as alo-waldand e aat ala-walten-ti possono essere interpretate come calchi semantici del sintagma lat omnipotens Deus con poco valore dal punto di vista ricostruttivo (cfr Casaretto 2004 441 con letteratura) Questa conclusione per quanto verosimile va tuttavia ridiscussa alla luce di due considerazioni

(1) Una collocazione [capo re ndash di tutto] soggiace a numerose kenningar an-ticoinglesi per il Dio cristiano33 allrsquointerno sia di queste che di altre kenningar per Dio aing w(e)aldend egrave funzionalmente equivalente a vocaboli per [capo re] come dryhten e frēa

bull frēa ealra gesceafta ldquosignore di tutte le creaturerdquo (Cristo 924s) vs dryhten ond waldend ealra gesceafta ldquosignore e reggitore di tutte le creaturerdquo (Daniel 760-761) e onwealda ealra gesceafta ldquounico reggitore di tutte le creaturerdquo (Guthlac 638)

bull sigora drythen ldquosignore delle vittorierdquo (3x) e sigora frēa ldquosignore delle vit-torierdquo (6x Marquardt 1938 288-289) vs sigora waldend ldquoreggitore delle vittorierdquo (18x)

Aing w(e)aldend egrave funzionamente equivalente a questi termini anche nelle ken-ningar per [capo re] il che dimostra come questa corrispondenza non sia da adde-bitare allrsquoinfluenza cristiana

bull gumena dryhten ldquosignore di esseri umanirdquo (Beo 1824) e frēa lēoda ldquoidrdquo (Genesi 2098) vs waldend werthornēoda ldquoreggitore di esseri umanirdquo (Cristo 714) e haeligleetha waldend ldquoidrdquo (Genesi 2139)

Sembra quindi ragionevole affermare che sebbene aing al-walda lsquoreggitore di tuttorsquo possa indubbiamente riflettere un calco da lat omni‑potens esso egrave indistingu-ibile da ciograve che sarebbe stato generato genuinamente ed indipendentemente dallrsquoin-flusso latinocristiano allrsquointerno del sistema sincronico delle kenningar anticoin-glesi Il composto riflette infatti una collocazione ben attestata [capo re (dryhten frēa waldend etc) ndash di tutto] che egrave produttiva in antico inglese in riferimento al [dio cristiano] e che potrebbe essere il risultato del reimpiego cristiano di una kenning analoga per il [dio supremo] pagano

(2) In supporto di questrsquoultima ipotesi si puograve menzionare la corrispondenza perfetta tra lrsquoepiteto aing al-walda e il nome di un personaggio mitologico maschile scandinavo (e quindi decisamente non di origine cristiana) aisl Ǫl‑valdi o All-valdi lsquocolui che regge tuttorsquo nome di un lsquogigantersquo (jǫtunn) menzionato esclusivamente

32 Per unrsquoanalisi in ottica comparativa e cognitiva del merismo [cielo e terra] usato per riferirsi al cosmo nella sua totalitagrave e della sua variante [cielo e terra e mare] cfr Gine-vra in stampa

33 Marquardt (1938 288) nota invece come le kenningar che si riferiscono al Dio cristiano come al [creatore ndash di tutto] siano piugrave rare

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Riccardo Ginevra

come padre del gigante THORNjazi e dei suoi due fratelli Mentre in All-valdi (Hbl 194) il primo elemento egrave stato rimodellato sullrsquoaggettivo aisl allr la variante Ǫl‑valdi (Skaacuteld g56) presenta un riflesso del prefisso pgerm aladeg che ha subito giagrave anticamente w-Umlaut questa variante piugrave arcaica e aing al-walda possono quindi essere ricondotti a uno stesso composto pgerm ala-waldan- Il fatto che le fonti nordiche non dicano molto sul personaggio di nome Ǫl-All-valdi impedisce di connetterlo a Odino o di identificarlo come un [dio supremo] ciononostante lrsquoantichitagrave di Ǫl-valdi e la sua perfetta corrispondenza sul piano formale con aing al-walda supporta unrsquoorigine precristiana per questrsquoultima formazione Ad una conclusione simile ma sulla base di considerazioni diverse arriva Carr (1939 57) il quale nota come aisl all-valdr e aat al-walto vengano anche impiegati in riferimento a sovrani mortali (rispettivamente nella poesia nordica sia eddica che scaldica e nellrsquoanticoaltotedesco Taziano) e come aing al-walda sia attestato unicamente in testi poetici mentre al contrario aisl alls-valdendi e aat alawaltenti sono usati unicamente nelle fonti cristiane per riferirsi a Dio e aing eal-wealdend egrave attestato sia nella poesia che nella prosa sulla base di questi dati Carr ipotizza quindi che i composti del tipo di aing al-walda e aisl all-valdr riflettano un composto pgerm al(l)a-walda(n)- di origine precristiana mentre formazioni participiali come aisl alls-valdandi e aing eal-wealdend sarebbero sorte per influenza del participio lat omni‑potens Questa analisi egrave plausibile ma come notato supra il participio aing waldend egrave attestato anche come base di kenningar per [capo re] le quali sono difficilmente da connettere al composto latino egrave quindi impossibile escludere che anche le formazioni del tipo di aing eal-wealdend abbiano avuto origine prima dellrsquoavvento della fede cristiana

Come si egrave visto nel capitolo precedente nelle kenningar che si riferiscono al Dio cristiano aing faeligder lsquopadrersquo egrave impiegato nella stessa posizione di termini per [capo re] tra cui anche waldend

bull waldend frymetha ldquoreggitore delle originirdquo vs faeligder frymetha gehwaeligs ldquopadre di ogni originerdquo

bull frēa frumsceafta ldquosignore delle creazionirdquo vs faeligder frumsceafta ldquopadre delle creazionirdquo

Sulla base del sistema produttivo delle kenningar anglosassoni sarebbe quindi piugrave che ragionevole attendersi accanto alla frequente collocazione [capo re (dryhten frēa waldend etc) ndash di tutto] per [dio cristiano] almeno unrsquoattestazione di un composto al‑faeligder lsquopadre di tuttorsquo o di una collocazione ealles faeligder ldquoidrdquo per Dio etimologicamente e semanticamente corrispondenti ad aisl Al‑faethir e Al‑fǫethr ciograve tuttavia non accade mai La mancata attestazione di questa collocazione in antico inglese potrebbe essere da addebitare alle associazioni pagane che questa formula avrebbe potuto richiamare qualora essa fosse stata reimpiegata in ambito cristiano

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

33 Paralleli indoeuropei il patriarca cosmico in celtico greco la-tino e indoario

Al di fuori dellrsquoambito germanico egrave possibile individuare diversi paralleli per aisl Al‑fǫethr e Al‑faethir in celtico greco latino e indoario alcuni dei quali consentono di ricostruire una collocazione indoeuropea [patriarca (pie ph2teacuter- pə2trou-) ndash di tuttotutti gli animati intelligenti]

(1) Airl Oll-athair lsquogrande padrersquoIn ambito celtico aisl Al‑faethir e Al‑fǫethr sono stati spesso accostati ad airl Oll-athair lsquogrande padrersquo34 un epiteto del dio supremo Dagda (o Eochaid) il cui secondo elemento continua pcelt fatīr lsquopadrersquo riflesso di pie ph2teacuter- lsquoidrsquo Anche in questo composto celtico la parola per lsquopadrersquo non va intesa letteralmente come lsquogenitore biologicorsquo bensigrave con un significato lsquopatriarcarsquo e quindi in senso traslato lsquoquello che ha autoritagrave controllorsquo come attestato eg dal testo seguente

Tochmarc Eacutetaiacutene 1Bai ri amra for Eirinn do Thuathaib De a chenel Eochaid Ollathar a ainm Ainm n-aill do dano an Dagda ar ba heacute dognith na firta amp conmidhedh na sina amp na toirthe doib Ba head asbeirdis combo deacute asberthe Dagda frisldquoThere was a famous king of Ireland from the race of the god-peoples named Eochaid Great-Fa-ther He was also called the Dagda [the lsquoGood Godrsquo] for it was he who used to work wonders for them and control the weather and the crops As a result of which men said he was called the Dagdardquo (Williams 2016 87)

Egrave possibile dividere questo passaggio in due parti che introducono rispettivamente i nomi Eochaid Ollathair e Dagda i quali si riferiscono ovviamente allo stesso per-sonaggio Mentre nella seconda parte lrsquoautore sente di dover motivare il nome Dag-da lsquoBuon diorsquo come conseguenza dei miracoli che questa figura compiva e che assi-curavano buon tempo atmosferico e buoni raccolti ai suoi sudditi nella prima parte il ruolo di ri amra for Eirinn ldquosovrano famoso su (tutta) lrsquoIrlandardquo sembra essere sufficiente a far si che lrsquoepiteto Oll-athair lsquogrande padrersquo non necessiti di alcuna spiegazione suggerendo unrsquoequivalenza funzionale tra airl riacute lsquore sovranorsquo e degathair lsquopadrersquo in questo contesto e supportando unrsquointerpretazione di Oll-athair lsquogrande padrersquo in termini non biologici bensigrave sociopolitici Ciograve presenta naturalmente una forte corrispondenza con quanto vista supra eg per quanto riguarda lrsquoequivalenza funzionale tra aing (deg)fœder lsquopadrersquo e (deg)walda lsquocolui che regge reggitorersquo nelle kenningar per il [dio cristiano]

Nonostante questo stretto parallelo egrave necessario puntualizzare che contrariamente

34 Cfr eg de Vries 1956-57 II845 Watkins 1995 8 rif lessi di una comune influenza da parte del mondo latinocristiano secondo Williams 2016 87 n 49

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Riccardo Ginevra

a quanto talvolta suggerito nella letteratura secondaria (cfr eg de Vries 1962 svv Al‑fǫethr allr) il primo elemento airl olldeg lsquograndersquo non corrisponde etimologicamente o semanticamente ad aisl aldeg lsquotuttorsquo bensigrave riflette pcelt fol-no- lsquograndersquo e pie pol(h1)-no- (con scomparsa della laringale per Effetto di Saussure) un derivato della radice pelh1- lsquoriempirersquo (pleh1- in LIV2 482-483) attestata eg da gr πολύς lsquomoltorsquo e pgerm felu- lsquoidrsquo (cfr Matasović 2009 136-137 Zair 2012 245-246) Dato che airl olldeg lsquograndersquo non egrave neacute imparentato neacute un sinonimo di aisl aldeg lsquotuttorsquo airl Oll-athair non riflette la stessa collocazione [patriarca (pə2trou- ph2teacuter-) ndash di tutto] di aisl Al‑fǫethr e Al-faethir (pace eg Olmsted 1994 39) Ciononostante egrave possibile notare come anche nelle iscrizioni di etagrave romana ai teonimi con primo elemento celtico Ollodeg sembrerebbero corrispondere teonimi in germanico Aladeg cfr i nomi delle Matronae celtiche Ollogabiae vs le germaniche Alagabiae (Scheungra-ber in stampa svv)

Si noti infine che come notato da Watkins (1995 8) essendo airl degda lsquodiorsquo in Dag-da un riflesso di pie deiu-oacute- lsquoceleste diorsquo (lat deus lsquodiorsquo ved devaacute‑ lsquoidrsquo aisl tiacutevar lsquoid [plurale]rsquo) derivato vrddhi di dieacuteu- lsquocielorsquo i secondi elementi di airl Dag-da Oll-athair (degda e degathair) possono essere analizzati come riflessi della collocazione indoeuropea [cielo (dieacuteu-) ndash padre (ph2teacuter-)] (trattata supra cap 2 e infra cap 4) lrsquoantico irlandese si aggiungerebbe in questo caso alle tradizioni indoeuropee che supportano unrsquointerpretazione di ph2teacuter- lsquopadrersquo come lsquopatriarcarsquo allrsquointerno di questa formula ricostruita35

(2) Om πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε e lat pater deum hominumqueIn area mediterranea aisl Alfǫethr ha una forte corrispondenza con la formula om πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo e con lrsquoespressione lat pater deum hominumque ldquopadre di degravei ed esseri umanirdquo Il parallelo risulta evidente alla luce di unrsquoanalisi comparativa della glossa che Snorri dagrave di Alfǫethr [hellip] faethir allra goethanna ok manna ok alls thorness er af honum ok hans krapti var fullgert [hellip] ldquopadre di tutti degravei e esseri umani e di tutto quello che da lui e dalla sua potenza fu portato a compimentordquo

In questa glossa lrsquoespressione allra goethanna ok manna ldquodi tutti gli degravei e gli esseri umanirdquo riflette una collocazione fraseologica [degravei e esseri umani] che egrave un merismo ereditato riferito a [tutti gli animati intelligenti]

35 Si noti che airl Dag-da lsquobuon diorsquo come nome di una divinitagrave che controlla il tempo atmosferico presenta un chiaro parallelo semantico e (parzialmente) etimologico in gr εὐδία lsquobel temporsquo e asl dьždь lsquopioggia tempestarsquo (Daniel Koumllligan c p) due vocaboli che vanno ricondotti in ultima analisi a composti pie h1su-diu - lsquo(che ha) buon cielorsquo (ved su-diacutev- lsquoche porta un bel giornorsquo cfr Beekes 2010 sv εὐδία) e dus-diu - lsquo(che ha) cattivo cielorsquo (cfr Der-ksen 2008 sv)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Ls 555-6

thorneim er raeliggir heacuter goeth oumlll ok gumaldquoa quello che qui tormenta degravei tutti e esseri umanirdquo

Gylf 21hann er sterkastr allra guethanna ok manna ldquoegli egrave il piugrave forte di tutti gli degravei e gli esseri umanirdquo

Al contrario presso Snorri alls thorness er af honum ok hans krapti var fullgert ldquotutto quello che da lui e dalla sua potenza fu portato a compimentordquo sta evidentemente a indicare [tutti i non animati intelligenti] cioegrave tutti gli animali (concettualizzati come esseri viventi non dotati di intelligenza) e gli oggetti inanimati [tutti gli animati intelligenti e tutti i non animati intelligenti] egrave a sua volta un cosid-detto sintagma quantificatore del tipo [A + non A] funzionalmente equivalente al quantificatore [tutto] (Watkins 1995 43 cfr lat morbos visos invisosque ldquomalattie viste e non visterdquo cioegrave ldquotutte le malattierdquo)36 Alla definizione che Snorri dagrave di Alfǫethr soggiace quindi una collocazione [padre (aisl faethir pie ph2teacuter-) ndash di [tutti gli animati intelligenti e tutti i non animati intelligenti]] la quale riflette in ul-tima analisi la stessa collocazione [patriarca (pə2trou- ph2teacuter-) ndash di tutto] che soggiace ad aisl Al‑fǫethr e Al-faethir

In greco il merismo norreno [degravei ndash e esseri umani] ha un parallelo esatto eg nella espressione formulare omerica ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquodi uomini e degraveirdquo (25x nellrsquoepica arcaica senza contare le varianti con diversa configurazione sintattica e metrica) un altro merismo per [tutti gli animati intelligenti] che ricorre quasi esclusivamente allrsquointerno della formula πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo (23x) epiteto esclusivo del dio supremo Zeus

HAp 336-337Τιτῆνές [hellip] [hellip] τῶν ἐξ ἄνδρες τε θεοί τεldquoTitani da cui (provengono) uomini e degraveirdquo

Hes Th 220αἵ τrsquo ἀνδρῶν τε θεῶν τε παραιβασίας ἐφέπουσινldquo(le Furie) che perseguitano le trasgressioni di uomini e degraveirdquo

Hes Th 642δὴ τότε τοῖς μετέειπε πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τεldquoallora il padre di uomini e degravei parlograve in mezzo a lorordquo

Infine lo stesso merismo [degravei ndash e esseri umani] per [tutti gli animati

36 Come mi fa notare uno dei revisori si tratta di una figura comune anche nelle lingue semitiche (cf Mayer 1989) e possibilmente universale

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Riccardo Ginevra

intelligenti] egrave attestato anche in latino non solo allrsquointerno dellrsquoesclamazione tradizionale pro deum atque hominum fidem ldquoper la fede di degravei e esseri umanirdquo (Plaut Ter Cic)37 bensigrave anche allrsquointerno di epiteti tradizionali del dio supremo Giove come lat patrem divumque hominumque (Enn Ann F124 apud Cic Nat D 2314)38 patrem deum hominumque (Liv 86) e pater deum hominumque (Liv 112)

Verg Aen 1229-230o qui res hominumque deumque aeternis regis imperiis et fulmine terresldquoO tu che le cose degli esseri umani e degli degravei con eterno impero reggi e che spaventi col fulminerdquo

Liv 112at tu pater deum hominumque hinc saltem arce hostes deme terrorem Romanis fugamque foedam sisteldquoMa tu padre di degravei e esseri umani trattieni i nemici da questo passo libera i Romani dal terrore e arresta la loro fuga vergognosardquo

Come ripetuto piugrave volte supra gr πατήρ e lat pater (pie ph2teacuter-) in questi pas-saggi sono chiaramente da intendere nel senso di lsquopatriarcarsquo non lsquopadre biologicorsquo Sia lrsquoepiteto omerico di Zeus πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo che lrsquoepiteto latino di Giove pater deum hominumque ldquopadre di degravei ed esseri uma-nirdquo riflettono quindi una stessa collocazione [patriarca (pie ph2teacuter-) ndash di tutti gli animati intelligenti] la quale si sovrappone quantomeno parzialmente con la glossa che Snorri dagrave di aisl Alfǫethr ovvero [padre (aisl faethir pie ph2teacuter-) ndash di [tutti gli animati intelligenti e tutti i non animati intelligenti]] e quindi con la collocazione [patriarca (pə2trou- ph2teacuter-) ndash di tutto] che soggiace ad aisl Al‑fǫethr e Al-faethir

Egrave ipotizzabile che tutte queste espressioni riflettano un unico motivo fraseologico [patriarca (pie ph2teacuter- pə2trou-) ndash di tuttotutti gli animati intelligenti] dato che egrave evidente come sia nel mito nordico che nella letteratura classica il dio supremo sia concettualizzato come il patriarca di un [tutto] cosmico lrsquounica dif-ferenza sta nel limitarsi ad esprimere questo [tutto] facendo riferimento soltanto a tutti gli esseri animati dotati di intelligenza (espressi dal merismo [degravei e esseri umani]) o nellrsquoincludere anche bestie e oggetti inanimati

Naturalmente la corrispondenza tra lrsquoepiteto di Odino Al‑faethir lsquopadre di tuttorsquo e lrsquoepiclesi di Zeus πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo egrave stata notata da tempo cosigrave come il parallelo con la collocazione [cielo (dieacuteu-) ndash padre (ph2teacuter-)]

37 Per ulteriori paralleli per questa collocazione in vedico e avestico cfr West 2007 100

38 Glossato dallo stesso Cicerone come dominatorem rerum et omnia motu regentem cfr anche Enn Ann 175 580 Verg Aen 165 2648

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(cfr la rassegna in West 2007 170-171) Egrave quindi importante notare come proprio come il nordico Odino nella mitologia greca il dio Zeus non sia solitamente uno dei creatori del cosmo ruolo che nella Teogonia esiodea egrave peraltro reso superfluo dal fat-to che le stirpi divine sono generate tramite riproduzione (sessuata o meno cfr eg la Terra che produce autonomamente il Cielo in Hes Th 125ss)39 Come il dio supre-mo scandinavo Zeus non egrave neanche il padre della maggior parte degli degravei anzi non egrave nemmeno tra gli degravei piugrave anziani essendo al contrario il piugrave giovane figlio del titano Crono a sua volta il piugrave giovane figlio della Terra e dello sposo (e figlio) di questa il Cielo Zeus assume il ruolo di divinitagrave suprema del cosmo solo una volta sconfitto il padre Crono e cioegrave molto dopo che il cosmo e gli altri degravei sono venuti ad essere (cfr Nesselrath 2014 37) Ciograve supporta quanto sostenuto finora riguardo questo tipo di collocazioni esse non si riferiscono al dio supremo come al lsquopadre biologicorsquo o al lsquocreatorersquo del cosmo bensigrave come al lsquopatriarcarsquo o lsquocapofamigliarsquo dellrsquouniverso lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo su tutte le creature (animate intelligenti e non)

(3) Scr sarvaloka-pitāmaha- e sarvabhūta-pitāmaha-In ambito indoario infine un parallelo esatto per aisl Al‑fǫethr si ha eg nel giagrave citato epiteto sanscrito del dio supremo Brahma sarvaloka‑pitāmaha‑ lsquononno paterno di tutti i mondirsquo

Manusmrti 19tad aṇḍam abhavad dhaimaṃ sahasrāṃśusamaprabham tasmintilde jajntildee svayaṃ brahmā sarvaloka-pitāmahaḥldquoThat (seed) became a golden egg in brilliancy equal to the sun in that (egg) he himself was born as Brahman the grandfather of all worldsrdquo

Un altro primo elemento attestato da questo genere di epiteti del dio Brahma egrave sarvabhūtadeg lsquodi tutte le creaturersquo (eg MBh 15837) sarvabhūta‑pitāmaha‑ lsquononno di tutte le creaturersquo egrave inoltre impiegato anche come epiteto di Visnu quando questa divinitagrave egrave identificata con il dio supremo Narayana (eg MBh 15787)

Essendo scr sarva‑lokabhūtadegpitāmaha‑ lsquononno paterno di tutti i mondile crea-turersquo da intendere nellrsquoaccezione sociopolitica lsquopatriarca di tutti i mondile creaturersquo e quindi in senso traslato come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tutti i mondile creaturersquo questi epiteti presentano evidenti corrispondenze con diverse formazioni analizzate in questo capitolo

bull Da un lato sia a scr sarva‑lokabhūtadegpitāmaha‑ che ad aisl Al‑fǫethr lsquo(pa-triarca =) colui che ha autoritagrave controllo su tuttorsquo soggiace una stessa collocazione [patriarca (pie pə2trou- ph2teacuter-) ndash di tutto] la quale egrave una variante del motivo fraseologico [patriarca (pie ph2teacuter- pə2trou-) ndash di tuttotutti gli animati

39 West (2007 354) nota come la creazione come atto di un artigiano cosmico sia rite-nuta essere estranea al pensiero mitologico greco

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Riccardo Ginevra

intelligenti] che si egrave visto essere attestato anche dai testi greci e latinibull Dallrsquoaltro il senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tutti i mondi

le creaturersquo permette di comparare queste epiclesi sanscrite con diverse kenningar anticoinglesi per [dio cristiano] eg le giagrave citate frēa ealra gesceafta ldquosignore di tutte le creaturerdquo dryhten ond waldend ealra gesceafta ldquosignore e reggitore di tutte le creaturerdquo e onwealda ealra gesceafta ldquounico reggitore di tutte le creaturerdquo

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4 IL SIGNORE DEGLI ESSERI UMANI LrsquoANTENATO DEI RE

ALDA-FǪETHR HER(JA)-FǪETHR E HERJANS-FǪETHR(FAETHIR)

Passiamo adesso allrsquoanalisi di una serie di epiclesi di Odino in degfǫethr i cui primi elementi sono riconducibili a vocaboli che designano collettivitagrave di esseri umani Alda‑fǫethr (aisl ǫld lsquoetagraversquo al plurale lsquoesseri umanirsquo) Her‑fǫethr e Herja‑fǫethr (herr lsquopo-polo in armi esercitorsquo genitivo plurale herja) Questi composti ricorrono inter alia in vari componimenti dellrsquoEdda poetica e in un poema scaldico la Pesca di Thor di Bragi Boddason il vecchio Di seguito si riporta una selezione di passi

Vm 44-6

oethi thorneacuter dugi hvars thornuacute scalt Aldafǫethr orethom maeligla iotunldquoIntelletto trsquoassista ovunque Aldafǫethr rivolgerai la parola al giganterdquo

Bragi THORNoacuterr 11-4

THORNat erum syacutent at snimma sonr Aldafǫethrs vildi afls vieth uacuteri thornœfethan jarethar reist of freistaldquoIt is conveyed to me that the son [Thor] of Aldafǫethr [Odin] was determined soon to test his strength against the water-soaked earth-band [Midgard serpent]rdquo Vsp 291-4

Valethi henni Herfǫethr hringa oc men fecc spiǫll spaclig oc spaacutegandaldquoPer lei Herfǫethr scelse anelli e collane Da lui ebbe sagge parole e la verga della profeziardquo

Vsp 431-4 Goacutel um aacutesom Gullinkambi saacute vecr hǫletha at HeriafǫethrsldquoCantograve accanto agli asi Gullinkambi gli uomini desta per Herjafǫethrrdquo

Una volta trattate queste formazioni piugrave regolari verragrave discussa una possibile interpretazione per lrsquoepiclesi Herjans‑fǫethr(o degfaethir cfr infra) di significato piugrave in-certo

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Riccardo Ginevra

Hdl 21-2

Biethiom Herians fǫethur iacute hugom sitialdquoPreghiamo Herjansfǫethr(faethir) di essere benevolordquo40

Questa forma egrave spesso emendata dagli editori moderni di Hdl in Herja‑fǫethr (eg Neckel-Kuhn 1962) oppure ritenuta essere semplicemente una sua variante secon-daria (eg Strandberg 2009 109) al contrario alla fine del presente capitolo (sect45) si cercheragrave di dimostrare come la lectio attestata dai manoscritti trovi supporto in concezioni tradizionali che ricorrono in testi in norreno e in altre lingue indoeuropee

41 Alda-fǫethr lsquopatriarca degli esseri umanirsquo quindi lsquocolui che ha autoritagrave sugli esseri umanirsquo

Come gli altri composti in degfǫethr analizzati finora aisl Alda‑fǫethr egrave un composto endocentrico determinativo piugrave precisamente essendo il primo elemento aldadeg una forma di genitivo plurale la formazione egrave in realtagrave classificabile come composto casuale (ing case compound) ie come univerbazione di un sintagma nominale unrsquoanalisi supportata dal fatto che la grafia non univerbata alda fǫethr egrave attestata piugrave volte nei manoscritti (Strandberg 2009 107) Falk (1924 4) compara questo com-posto con un altro epiteto di Odino che presenta lo stesso tipo di formazione e una semantica del primo elemento analoga (cfr infra) aisl Vera-tyacuter lsquoTyr (oppure lsquodiorsquo) degli uominirsquo un composto casuale il cui primo elemento egrave il genitivo plurale di verr lsquouomorsquo

Il primo elemento aisl aldadeg egrave infatti il genitivo plurale di aisl ǫld lsquoetagrave tempo generazionersquo un riflesso di pgerm al-di- lsquoidrsquo (got alds lsquoidrsquo aing ield lsquoidrsquo cfr Casaretto 2004 496 Seebold 1970 sv al-a-) attestato anche nellrsquoaccezione lsquopo-polo esseri umanirsquo in particolare al plurale (cfr aing ilde lsquoesseri umanirsquo) eg in formule come alda synir ldquofigli degli esseri umanirdquo (Alv + cfr aing ylda bearn ldquoidrdquo in Beo 605 et al) espressioni che sembrano supportare ulteriormente unrsquoorigine del composto come univerbazione Aisl aldadeg occorre anche come primo elemento di unrsquoaltra epiclesi di Odino Alda-gautr (Bdr 22) la quale potrebbe tuttavia essere da emendare in aldinn gautr ldquovecchio gautrrdquo41 attestato come epiteto di Odino alla fine dello stesso poema (134 Dronke 1997 ad loc) Infine Alda‑fǫethr assomiglia superficialmente a un altro composto casuale aisl aldar‑faethir lsquopatriarca (biblico)rsquo il quale tuttavia egrave chiaramente una formazione indipendente42

Trattandosi di unrsquouniverbazione la sintassi interna genitivale del composto Al-

40 Questo egrave il significato non letterale sulle possibili interpretazioni di questo verso cfr von See et al 2000 ad loc

41 Sulla controversa etimologia e semantica di gautr cfr eg de Vries 1962 sv42 Cfr eg HoacutemIacutesl15 19v22 Helgom aldarfethornrom viacutegiom veacuter mustere ldquoconsacriamo un

monastero ai santi patriarchirdquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

da‑fǫethr egrave espressa in maniera esplicita Che il primo elemento aldadeg sia da interpre-tare con il significato traslato lsquodegli esseri umanirsquo e non lsquodelle etagrave dei tempirsquo risulta evidente dal confronto con formule come alda synir e con il giagrave citato epiteto di Odino Vera-tyacuter lsquoTyr (o lsquodiorsquo) degli esseri umanirsquo Il significato che possiamo dedurre dallrsquoetimologia egrave quindi lsquoavo paterno degli esseri umanirsquo tuttavia in accordo con quanto sostenuto finora riguardo ai composti in degfǫethr questa epiclesi va in realtagrave interpretata con un significato traslato lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esseri umanirsquo anche in questo caso infatti un significato letterale lsquoavo paterno degli esseri umanirsquo non avrebbe paralleli nella mitologia eddica secondo la quale Odino non genera lrsquoumanitagrave personalmente neacute tantomeno da solo egli insieme agli degravei Loacuteethurr e Hœnir crea i primi esseri umani Askr e Embla donando la vita a due pezzi di legno (precedentemente inanimati cfr Vsp 17 Gylf 9)

Al contrario che Odino venisse concepito come lsquoquello che ha autoritagrave controllo sugli esseri umanirsquo egrave unrsquoipotesi pienamente supportata non soltanto dal suo ruolo di divinitagrave suprema (cap 3) il quale doveva necessariamente includere una posizione di somma autoritagrave nei confronti dellrsquointero genere umano (cfr la glossa che Snorri dagrave dellrsquoepiteto Alfǫethr in Gylf 9 faethir allra goethanna ok manna ok alls ldquopadre di tutti gli degravei ed esseri umani e di tuttohelliprdquo) bensigrave anche dal fatto che come vedremo al dio venisse attribuito il potere di assegnare la vittoria o la sconfitta agli esseri umani in battaglia (cfr cap 5)

42 Her-fǫethr e Herja-fǫethr lsquopatriarca del popolo (in armi)rsquo quindi lsquocolui che ha autoritagrave sul popolo (in armi)rsquo

Anche aisl Her‑fǫethr e Herja‑fǫethr sono composti endocentrici determinativi ta-tpuruṣa‑ I primi elementi herdeg e herjadeg sono rispettivamente il tema puro e il geniti-vo plurale dello stesso sostantivo aisl herr lsquopopolo (in armi) esercitorsquo un riflesso di pgerm harja- lsquoidrsquo (got harjis aing afr here as aat heri lsquoidrsquo) il quale continua a sua volta un sostantivo pie kor-io- lsquoesercito guerrarsquo (lit katilderias lsquoesercito guerra battagliarsquo airl cuire lsquoesercitorsquo) che egrave verosimilmente un derivato di pie koacuter-o- lsquoesercito guerrarsquo (apers kāra‑ lsquoidrsquo lit katilderas lsquoidrsquo ma anche Hsch κόροςmiddot πλῆθος ἀνθρώπων)43 Proprio come Alda‑fǫethr Herja‑fǫethr egrave quindi da analizzare come un composto causale ie lrsquouniverbazione di un sintagma nominale (cfr la grafia non univerbata attestata piugrave volte nei manoscritti Strandberg 2009 109)44

Dal momento che Herja‑fǫethr egrave unrsquouniverbazione la sua sintassi interna genitiva-le egrave marcata in modo esplicito Her‑fǫethr egrave verosimilmente da analizzare allo stesso

43 Sulla ricostruzione di questa famiglia lessicale cfr NIL 440ss Casaretto 2004 115 ALEW sv katilderas Kaczyńska 2007

44 Strandberg (2009 108-109) propone invece unrsquoipotesi secondo cui lo hapax Her‑fǫethr (attestato solo in Vsp 29) sarebbe stato creato per analogia con gli epiteti di Odino Her-teitr e Her-tyacuter e Herja‑fǫethr sarebbe una variante condizionata metricamente di Her‑fǫethr

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Riccardo Ginevra

modo Il significato letterale che possiamo dedurre su basi etimologiche per questi composti egrave quindi lsquoavo paterno degli esercitirsquo ma per le stesse motivazioni citate supra per Alda‑fǫethr egrave evidente che essi siano in realtagrave da interpretare in senso trasla-to ovvero come lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esercitirsquo

Queste epiclesi presentano forti corrispondenze con la serie di kenningar norrene per [capo re] che riflettono una collocazione [reggitore ndash del popolo (in armi)esercito (aisl herr)] queste locuzioni ricorrono sia in forma di sintagmi nominali come herja stillir ldquoreggitore di esercitirdquo (Gethr III 42) e herja deilir ldquoidrdquo (Gunn Leif Merl I 336) che in forma di composti come her-stillir lsquoidrsquo (Kolgr Oacutel 11 Bersi Lv 13) o her-stefnir lsquoidrsquo (Oacutelhv Hryn 113 et al) Allrsquointerno di tali espressioni aisl herr egrave sempre funzionalmente equivalente a vocaboli dal significato lsquopopolo (in armi)rsquo o lsquoesercitorsquo eg folk lsquopopolo (in armi)rsquo lieth lsquopopolo schierarsquo e sǫgn lsquoschierarsquo (Meis-sner 1921 358-359) Trattandosi sempre di sostantivi collettivi che designano una pluralitagrave di [esseri umani] aisl Her‑fǫethr e Herja‑fǫethr lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esercitirsquo sono analizzabili come riflessi della stessa colloca-zione [patriarca (aisl fǫethr) ndash degli esseri umani] che soggiace ad Alda‑fǫethr unrsquoan-tica kenning per Odino in quanto [dio supremo] della religione scandinava precri-stiana Proprio lrsquointento di evitare associazioni a divinitagrave pagane potrebbe spiegare il fatto che questo genere di kenningar sia impiegato solo raramente per riferirsi al Dio cristiano (Meissner 1921 371 cfr eg Gamlkan Joacutendr 42 droacutettar faethir ldquopadre della schierardquo)

43 Paralleli in ambito germanico le kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano

Per quanto riguardo lrsquoambito germanico lrsquoantico inglese offre forti corrispondenze per le epiclesi di Odino analizzate finora Lrsquounico parallelo quasi esatto dal punto di vista etimologico per aisl Alda‑fǫethr egrave aing eald(e)‑faeligder lsquoavo paternorsquo (eg Beo 373) si tratta tuttavia di una Scheingleichung dato che eald(e)‑faeligder egrave piuttosto da interpretare come un composto attributivo (karmadhāraya‑) con primo elemento eald lsquovecchiorsquo (pgerm ald-a-) il cui significato era originariamente lsquovecchio pa-drersquo cfr aing eald-gesegen lsquovecchia leggendarsquo (eg Beo 869) o eald-sweord lsquovec-chia spadarsquo (eg Beo 1558) Aing eald(e)‑faeligder lsquoavo paternorsquo sembrerebbe quindi attestare uno sviluppo semantico analogo a quelli di fr grand‑pegravere lsquononnorsquo lette-ralmente lsquogrande-padrersquo e del giagrave citato vocabolo ved pitā‑mahaacute- lsquononno paternorsquo letteralmente lsquopadre-grandersquo (EWAia sv)

Se invece si tiene conto del significato traslato lsquo(patriarca =) quello che ha autori-tagrave controllo sugli esseri umanirsquo egrave possibile individuare forti corrispondenze per aisl Alda‑fǫethr in diverse kenningar anticoinglesi per [dio cristiano] eg ylda waldend ldquoreggitore degli esseri umanirdquo (Beo 1661) e aeliglda scyppend ldquocreatore degli esseri umanirdquo (Wanderer 85) in cui ylda o aeliglda egrave una forma di genitivo plurale di aing ield lsquoetagraversquo al plurale ylde lsquoesseri umanirsquo che corrisponde esattamente ad aisl ǫld sul

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

piano etimologico Inoltre proprio come aisl Alda‑fǫethr lsquo(patriarca =) che ha autori-tagrave controllo sugli esseri umanirsquo corrisponde parzialmente ad aisl Al‑fǫethr lsquo(patriarca =) che ha autoritagrave controllo su tuttorsquo (compresi gli esseri umani) cosigrave anche le for-mule anticoinglesi ylda waldend ldquoreggitore degli esseri umanirdquo ed aeliglda scyppend ldquocreatore degli esseri umanirdquo presentano delle controparti cosmiche ealles waldend ldquoreggitore di tuttordquo (giagrave trattata supra cap 3) ed ealra scyppend ldquocreatore di tuttordquo Uno stretto parallelo sul piano semantico si ha anche nella kenning frequente per [dio cristiano] faeligder mancynnes ldquopadre del genere umanordquo (9x) una cui interpre-tazione come ldquocreatore del genere umanordquo egrave improbabile alla luce delle kenningar isofunzionali moncynnes fruma ldquoprincipe del genere umanordquo (2x) e moncynnes frēa ldquosignore del genere umanordquo (4x)

Sul piano della semantica va notata infine la possibile corrispondenza sebbene con un cambiamento di genere tra aisl Alda‑fǫethr e il nome delle Matronae Ala-ferhui- germaniche divinitagrave femminili alle quali sono dedicate numerose iscrizioni latine provenienti dalla zona del Reno datate tra il II e il III secolo dC qualora come proposto da Gutenbrunner (1936 157ss) il primo e il secondo elemento di que-sto composto riflettessero rispettivamente pgerm ala- lsquotuttorsquo e ferhw-ija- lsquoperso-na essere umanorsquo il sintagma Matronis Alaferhuiabus si potrebbe interpretare come ldquoalle dee madri di tutti gli esseri umanirdquo con evidenti paralleli nelle Matres omnium gentium e le Matres Ollotōtae celtiche (Scheungraber in stampa sv Alaferhui-) altre analisi del teonimo sono tuttavia parimenti possibili45

Per quanto riguarda aisl Her‑fǫethr e Herja‑fǫethr essi si possono invece anzittutto comparare con quella che egrave comunemente considerata come una delle piugrave antiche attestazioni di un nome proprio germanico lrsquoiscrizione sullrsquoelmo di Negau harigasti teiva interpretata da Neckel (1933) come una dedica a un lsquodiorsquo (teiva riflesso di pgerm teiwa- e pie deiuoacute- aisl tiacutevar lsquodegraveirsquo) di nome Hari-gasti- lsquoospite del popo-lo (in armi)rsquo da identificare secondo lo studioso proprio con una variante locale del dio Odino in ragione (inter alia) della corrispondenza con i vari epiteti di Odino con primo elemento herdeg quali Her‑fǫethr (ldquoein Her-gest wuumlrde sich dieser Reihe zwan-glos einfuumlgenrdquo) noncheacute del fatto che il dio compare come lsquoospitersquo (pgerm gasti-) in vari testi norreni Lrsquoipotesi egrave affascinante ma non priva di difficoltagrave (inter alia lrsquoinattesa scomparsa della vocale tematica di harj-a- e la mancata monottongazione di -ei- in teiwa-) e altre analisi dellrsquoiscrizione sono parimenti possibili (cfr Must 1957)

Per quanto riguarda il parallelo con lrsquoantico inglese Her‑fǫethr e Herja‑fǫethr lsquo(pa-triarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esercitirsquo sono invece direttamente comparabili con due kenningar per il [dio cristiano] (1) aing herġa fruma e (2)

45 Per una rassegna delle attestazioni e degli studi a riguardo cfr Scheungraber in stampa sv Alaferhui-

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Riccardo Ginevra

faeligder folca gehwaeligs (1) Aing herġa fruma ldquoprincipe dei popoli (in armi) degli esercitirdquo (Elena 210

Cristo 844) presenta un determinante herġa lsquodegli esercitirsquo che egrave etimologicamente identico ad aisl herja trattandosi rispettivamente dei genitivi plurali di aing here lsquoesercitorsquo e aisl herr lsquoidrsquo Per quanto riguarda fruma si egrave piugrave volte visto supra come nelle kenningar anticoinglesi termini per [capo re] vengano impiegati nelle stesse posizioni occupate da faeligder lsquopadrersquo herġa fruma ldquoprincipe dei popoli (in armi)rdquo si puograve quindi analizzare come funzionalmente equivalente ad una locuzione herġa faeligder ldquopadre dei popoli (in armi)rdquo

(2) Una tale kenning non egrave attestata mentre al contrario egrave attestata lrsquoespressione semanticamente identica faeligder folca gehwaeligs ldquopadre di ogni popolo (in armi)rdquo (An-dreas 330) in cui aing faeligder lsquopadrersquo egrave ovviamente da intendere in senso traslato lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo (su X)rsquo ed egrave infatti impiegato nella stessa posizione in cui ricorre fruma lsquoprincipersquo in kenningar per [dio cristiano] come ealra folca fruma ldquoprincipe di tutti i popolirdquo (Cristo 516) ed ealles folces fruma ldquoidrdquo (Discesa allrsquoinferno 29 41) queste kenningar sono a loro volta seman-ticamente identiche alla sopracitata herġa fruma ldquoprincipe dei popoli (in armi) degli esercitirdquo

Da un lato aisl Herdeg ed Herja‑fǫethr lsquoavo paterno del popolo (in armi)rsquo presentano quindi corrispondenze molto forti con kenningar anticoinglesi per [dio cristiano] effettivamente attestate ie herġa fruma lsquoprincipe dei popoli (in armi) esercitirsquo e faeligder folca gehwaeligs ldquopadre di ogni popolordquo Dallrsquoaltro egrave evidente (cfr tab 3) come sebbene una kenning aing herġa faeligder ldquopadre dei popoli (in armi)rdquo per [dio supre-mo] analoga alle epiclesi di Odino non sia direttamente attestata essa sarebbe stata una formazione possibile sulla base della grammatica poetica anglosassone

aing ealra folca fruma fruma lsquoprincipersquo ealra folca lsquodi tutti i popolirsquoealles folces fruma fruma lsquoprincipersquo ealles folces lsquodi ogni popolorsquoherġa fruma fruma lsquoprincipersquo herġa lsquodei popoli (in armi) esercitirsquofaeligder folca gehwaeligs faeligder lsquopadrersquo folca gehwaeligs lsquodi ogni popolorsquoherġa faeligder faeligder lsquopadrersquo herġa lsquodei popoli (in armi)rsquoaisl Herja‑fǫethr degfǫethr lsquoavo paternorsquo Herjadeg lsquodei popoli (in armi) esercitirsquoHer‑fǫethr degfǫethr lsquoavo paternorsquo Herdeg lsquodei popoli (in armi) esercitirsquo

Tab 3 Kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano ed epiclesi di Odino in Her(ja)deg

Queste corrispondenze permettono di ipotizzare che agli epiteti di Odino e a diver-se kenningar anticoinglesi trattate in questo capitolo soggiaccia una collocazione fraseologica germanica comune (e quindi necessariamente precristiana) [patriarca (pgerm fader- fathornru-) ndash degli esseri umani] il riflesso di una designazione indo-europea [patriarca (pie ph2teacuter- pə2trou-) ndash degli esseri umani] per [dio supre-mo] che come vedremo nella sezione seguente trova riscontro in una delle piugrave note

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

formule ricostruite della poetica indoeuropea

44 Paralleli in ambito indoeuropeo la formula al vocativo pie dieacuteu pə2ter

In ambito indoeuropeo essendo [esseri umani] uno degli elementi che fanno parte del merismo [degravei ed esseri umani] (= [tutti gli animati intelligenti]) i compo-sti Alda‑fǫethr lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esseri umanirsquo e Her‑fǫethr e Herja‑fǫethr lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esercitirsquo presentano una corrispondenza parziale con i giagrave menzionati epiteti di Zeus πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo e di Giove pater deum hominumque ldquopadre di degravei ed esseri umanirdquo i quali come si egrave visto supra (cap 3) riflettono una stessa collocazione [patriarca (pie ph2teacuter-) ndash di tutti gli animati intelligenti (degravei ed esseri umani)] Quanto giagrave affermato per il dio Odino nel mito nordico vale anche per il mondo classico il dio Zeus non genera lrsquoumanitagrave riproducendosi biolo-gicamente nelle narrazioni mitologiche greche neacute tantomeno ne egrave il creatore anzi nella versione piugrave nota del mito antropogonico egrave il titano Prometeo cui Zeus egrave ostile a creare lrsquoumanitagrave (Apollod 145) ciononostante il dio ha potere di vita e di morte sugli esseri umani in particolare sui guerrieri sul campo di battaglia decretandone la vittoria o la sconfitta (cfr cap 5) Si puograve presumere lo stesso per il dio romano Giove la cui mitologia egrave tuttavia assai meno conosciuta

Un parallelo ben piugrave significativo per le nostre epiclesi di Odino egrave perograve costituito dalla ben nota formula apposizionale [cielo (dieacuteu-) ndash padre (ph2teacuter-)] ricostrui-bile principalmente (ma non unicamente) sulla base della formula vocativa om Ζεῦ πάτερ ldquoo Zeus padrerdquo dellrsquoinvocazione ved diacuteyauṣ piacutetaḥ ldquoo Cielo padrerdquo e del teo-nimo lat Iūpiter attestato unicamente al nominativo e vocativo46 Infatti come nota-to da Nesselrath (2014 42) delle 24 attestazioni della formula al vocativo Ζεῦ πάτερ nellrsquoIliade essa egrave pronunciata soltanto 2x da personaggi che sono effettivamente figli biologici del dio e ben 22x da altre figure 4x dalle divinitagrave Teti Poseidone ed Era che si rivolgono a Zeus chiamandolo lsquopadrersquo nonostante nel caso degli ultimi due egli sia in realtagrave loro fratello e nel caso di Era anche marito nella stragrande maggioranza delle occorrenze (18x) lrsquoinvocazione egrave tuttavia pronunciata da esseri umani che rivolgono al dio preghiere o lamentele Ciograve corrisponde da vicino a quan-to egrave possibile ipotizzare per quel che riguarda lrsquoorigine della forma di nominativo e vocativo lat Iū-piter (genitivo Iovis dativo Iovi accusativo Iovem) esso sarebbe sorto a partire da un sintagma apposizionale al vocativo identico a umb Iu-pater lsquoo Giove-padrersquo (Tavole Iguvine IIb24 non ancora fossilizzato come in latino cfr il dativo Iuve[-]patre lsquoa Giove[-]padrersquo in IIb7 III22) impiegato in preghiere rivolte

46 Per una rassegna e analisi delle attestazioni dellrsquoapposizione formulare [cielo (di eacuteu -) ndash padre (ph2teacuter-)] nelle varie tradizioni indoeuropee cfr Bauer 2017 100-101 e n 5 (con rassegna bibliografica di studiosi che se ne sono occupati) 111-112 146 224-225

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Riccardo Ginevra

al dio in quanto ldquofather figure in his relation with mankindrdquo (Bauer 2017 224) Ai fini della nostra argomentazione vale infine la pena di rimarcare come lrsquoinvoca-zione apposizionale ved diacuteyauṣ piacutetaḥ ldquoo Cielo padrerdquo venisse ovviamente impie-gata allrsquointerno di preghiere eg RV 6515ab diacuteyauṣ piacutetaḥ pŕthivi mātar aacutedhrug aacutegne bhrātar vasavo mrḷaacutetā+ naḥ ldquoO Father Heaven Mother Earth lacking the lie Brother Agni good ones ndash have mercy on usrdquo Questi dati permettono quindi non soltanto la ricostruzione di una formula al vocativo pie dieacuteu pə2ter ldquoo Cielo padrerdquo (nellrsquoordine piugrave frequente per questo genere di sintagmi apposizionali cfr Bauer 2017 169-170) ma anche in termini pragmatici la ricostruzione del suo contesto originario preghiere e invocazioni rivolte al dio da parte di esseri umani

Ora un termine di parentela egrave sempre per definizione relazionale 47 esso fa ri-ferimento a un individuo il referente (eg it padre nella frase mio padre egrave malato) sulla base di una sua relazione di parentela con un altro individuo la cosiddetta lsquoan-corarsquo (ing anchor) la quale puograve essere esplicita (eg it mio nellrsquoesempio preceden-te) oppure implicita (eg nella frase papagrave egrave malato) Lrsquoancora egrave solitamente implicita in usi egocentrici (quando essa include il parlante eo i partecipanti alla conversa-zione) e interni alla famiglia (quando lrsquoancora e i partecipanti alla conversazione appartengono alla stessa famiglia) percheacute in questi contesti lrsquoidentitagrave dellrsquoancora egrave cosigrave altamente prevedibile che esprimerla in maniera esplicita sarebbe ridondante ai fini della comunicazione In generale i termini di parentela sono ancorati pragmati-camente (ldquopragmatically anchoredrdquo Dahl-Koptjevskaja-Tamm 2001 209) quando un termine di parentela egrave impiegato al vocativo il referente egrave ovviamente la seconda persona mentre lrsquoancora egrave solitamente la prima persona (Dahl-Koptjevskaja-Tamm 2001 203) Se analizziamo la formula al vocativo pie dieacuteu pə2ter ldquoo Cielo padrerdquo sulla base di tutte queste considerazioni risulta evidente come il referente sia il termine di parentela al vocativo pə2ter lsquoo padrersquo e come lrsquoancora implicita sia altamente prevedibile essa egrave da identificare con gli [esseri umani] che si rivolgono al dio alla prima persona in maniera egocentrica e interna alla famiglia allargata cosmica (tutti fattori che renderebbero ridondante lrsquoespressione esplicita dellrsquoanco-ra) La formula al vocativo pie dieacuteu pə2ter ldquoo Cielo padrerdquo non egrave quindi altro che una variante sorta in uno specifico contesto pragmatico della stessa collocazione [patriarca (pie ph2teacuter- pə2trou-) ndash degli esseri umani] che soggiace alle epiclesi e kenningar per [dio supremo] indoeuropee analizzate in questo capitolo eg aisl Alda‑fǫethr lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esseri umanirsquo

45 Aisl Herjans-fǫethr(faethir) e la stirpe divina dei prigravencipi

In questa ultima sezione ci si concentreragrave brevemente su unrsquoipotesi di analisi dellrsquou-nico composto con secondo elemento degfǫethr lsquoavo paternorsquo per il quale unrsquointerpreta-

47 Terminologia ed esempi sono adattati da Dahl-Koptjevskaja-Tamm 2001

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

zione letterale potrebbe effettivamente essere la piugrave adeguata Aisl Herjans‑fǫethr attestato tra i nomi di Odino (AM 757 4to) egrave un altro compo-

sto endocentrico determinativo la variante ltherians faudurgt herjans fǫethur atte-stata unicamente in Hdl 21 nel codice Flateyjarboacutek e spesso emendata in Herja‑fǫethr (Neckel-Kuhn 1962 ad loc Falk 1924 17) potrebbe essere interpretata come lrsquoac-cusativo singolare di una variante innovativa Herjans‑ƒaethir (analoga eg ad Al‑faethir per Al‑fǫethr) qualora essa non fosse un errore o una grafia irregolare per Herjans-ƒǫethr in questo lavoro il composto saragrave quindi citato come Herjans‑fǫethr(faethir) Dato che il primo elemento Herjansdeg egrave una forma di genitivo singolare e che il com-posto viene notato come sintagma sciolto nel Flateyjarboacutek aisl Herjans‑fǫethr(faethir) egrave categorizzabile tra i composti causali (ing case compound) i cui singoli elementi si trovano spesso disgiunti nella grafia dei manoscritti

Il primo elemento Herjansdeg egrave identico al genitivo singolare del nome di Odino Herjann (Vsp 3010 Grm 46 GethkI 19) un riflesso di pgerm harj-ana- lsquoquel-lo dellrsquoesercitorsquo sincronicamente interpretabile come un derivato denominale di pgerm harj-a- lsquoesercitorsquo (aisl herr aing here) Lrsquoesatta corrispondenza formale con om κοίρανος lsquocomandantersquo (attestato anche come nome proprio in Il 5677 17611-614) e frig kuryan-eyon lsquocapo rersquo (cfr anche lrsquoetnonimo celt Coriono-to-tae) ha fatto tuttavia ipotizzare unrsquoorigine giagrave indoeuropea per questa formazione (de Vries 1962 sv Orel 2003 sv xarjanaz) Le diverse proposte etimologiche avanzate per la protoforma comune ad aisl Herjann e om κοίρανος non riescono tuttavia a dar conto del vocalismo in -α- del suffisso greco da un derivato con suf-fisso -no- di pie koacuterio- lsquoesercitorsquo (aisl herr mirl cuire) ci si attenderebbe infatti una forma gr daggerκοιρoνος mentre anche una derivazione da un collettivofemminile kor-ieacuteh2- (lit kārė kariagrave lsquoguerrarsquo mgall cordd lsquotruppa bandarsquo) o kor-ih2- (gr Kοῖραdeg nellrsquoantroponimia) risulterebbe nei non attestati daggerκοιρηνος e daggerκορīνος (Peters 1980 170-181 NIL 440-443) Lrsquoipotesi che si tratti di formazioni sorte indipen-dentemente per mezzo del suffisso produttivo -no- allrsquointerno delle singole lingue rimane quindi la piugrave plausibile in ogni caso il parallelo etimologico manterrebbe il suo valore anche qualora esso si limitasse allrsquoanaloga designazione del lsquore coman-dantersquo nelle diverse lingue come lsquoquello del koacuterio-korieacuteh2-rsquo una circostanza che dimostra come questo vocabolo per lsquoesercito guerrarsquo dovesse evidentemente essere un importante termine tecnico giagrave nella protolingua

Qualora il suo primo elemento fosse effettivamente da identificare con lrsquoepiclesi di Odino Herjann al composto Herjans‑fǫethr(faethir) corrisponderebbe un significato lsquoavo paterno(padre) di Herjannrsquo che non avrebbe ovviamente alcun senso dal punto di vista della mitologia non potendo Odino essere avo paterno o padre di Herjann cioeacute di seacute stesso (cosigrave Standberg 2009 109) Lrsquounica alternativa egrave interpretare il primo elemento con il significato lsquore capo dellrsquoesercitorsquo attestato dai termini stret-tamente imparentati gr κοίρανος e frig kuryan-eyon In questo caso Herjans‑fǫethr(faethir) designerebbe Odino come lsquoavo paterno(padre) del re del capo dellrsquoesercitorsquo

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Riccardo Ginevra

un epiteto che avrebbe chiari paralleli nei testi scandinavi diverse genealogie di dinastie scandinave iniziano infatti proprio con il nome di Odino eg le genealogie degli Ynglingar reputata come la piugrave antica dinastia scandinava e degli Skjǫldung-ar famiglia reale danese (cfr la disamina a riguardo in Faulkes 1978-79) Potrebbe quindi non essere un caso che proprio nello Hdl lrsquounico poema eddico in cui ricorre aisl Herjans‑fǫethr(faethir) la gigantessa Hyndla prima di elencare gli antenati del re Oacutettarr faccia riferimento al fatto che le stirpi dei principi siano di origine divina 48

Hdl 8Sennom vieth ǫr sǫethlom sitia vieth scolom oc um iofra aeligttir doma gumna thorneira er fraacute goethom qvoacutemoldquoParliamo dalla sella Dobbiamo sedere e discutere delle stirpi dei principi di quegli uomini che vennero dagli degraveirdquo

Hdl egrave un poema genealogico il cui tema principale egrave il pedigree di re Oacutettarr po-trebbe quindi non essere un caso il fatto che in questo testo Odino venga non soltanto menzionato allrsquoinizio nella posizione in cui si troverebbe in qualsiasi genealogia scandinava degna di questo nome ma per giunta chiamato Herjans‑fǫethr(faethir) lsquoavo paterno(padre) del re del capo dellrsquoesercitorsquo

Quanto detto presenta evidenti corrispondenze in ambito germanico Lrsquousanza di fare iniziare le genealogie reali con il nome di un dio egrave infatti attestata giagrave per i Goti i quali secondo Iordanes riconducevano la loro stirpe ad alcuni ldquosemi-degraveirdquo chiamati Ansis (pgerm ansu- cfr aisl aacutess lsquodiorsquo)

Iordanes De origine actibusque Getarum 13-14non puros homines sed semideos id est Ansis vocaverunt [hellip] Horum ergo heroum ut ipsi suis in fabulis referunt primus fuit Gapt qui genuit Hulmul Hulmul vero genuit Augis at Augis genuit eum qui dictus est Amal a quo et origo Amalorum decurrit

In questo passaggio il nome del capostipite Gapt egrave stato analizzato come una variante dellrsquoepiteto di Odino Gautr (Faulkes 1978-79 2) il parallelo con il goti-co costituirebbe un forte indizio a supporto dellrsquoipotesi che lrsquousanza scandinava di tracciare la propria stirpe fino al dio supremo Odino sia da ricondurre ad etagrave proto-germanica

Le genealogie anglosassoni assicurano che lrsquoorigine di questa tradizione fosse quantomeno comune in ambito germanico nordoccidentale cfr eg la genealogia di Hengest e Horsa i conquistatori anglosassoni della Britannia presso Beda il Venerabile 49

48 Cfr a riguardo eg anche Akv 277-8 aacuteskunna [hellip] Nif lunga lsquodei Nibelunghi discendenti degli degraveirsquo

49 Per unrsquointerpretazione in prospettiva indoeuropeistica di questo passaggio cfr Jose-ph 1983

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Beda Historia ecclesiastica gentis anglorum 115Duces fuisse perhibentur eorum primi duo fratres Hengist et Horsa e quibus Horsa postea occisus in bello a Brettonibus hactenus in orientalibus Cantiae partibus monumentum habet suo nomine insigne Erant autem filii Uictgilsi cuius pater Uitta cuius pater Uecta cuius pater Uoden de cuius stirpe multarum prouinciarum regium genus originem duxit

Beda menziona aing Woden il cui nome egrave la controparte inglese di aisl Oacuteethinn (pgerm WōdVna‑) come progenitore della stirpe di Hengest e Horsa aggiungendo che molte dinastie riconducevano le proprie origini a questo personaggio La corri-spondenza con il norreno trova ulteriore conferma in quanto effettivamente attestato dalle genealogie dei sovrani anglosassoni la maggior parte delle quali elenca come capostipite proprio Woden (Chaney 1970 7ss)

In ambito indoeuropeo (e non) i casi di dinastie che dichiaravano antenati im-mortali sono notoriamente numerosi e talvolta anche relativamente tardi basti pen-sare alla discendenza da Zeus vantata da Alessandro Magno o alle origini della gens Iulia da Venere (cfr eg West 2007 377 per ulteriori paralleli) Formazioni (prin-cipalmente onomastiche) che corrispondono ad una collocazione [natodonato ndash dagli degravei] sono parimenti attestate in tutte le lingue indeuropee e riflettono con tutta probabilitagrave unrsquoereditagrave dalla protolingua (cfr Schramm 1957 71-72 Schmitt 1967 127ss) cfr eg ved Deva‑jā- gr Θεο-γένης celt Divo-genus tutti interpretabili come lsquodiscendente degli degraveirsquo gr Θεό-δωρος scr Deva-datta- lit Bagi-dote bulg Bogo-dan dal significato lsquodonato dagli degraveirsquo (cfr anche il nome cristiano lat Adeo-datus)50

Infine la stessa credenza che soggiace allrsquoepiclesi di Odino aisl Herjans‑fǫethr(faethir) lsquoavo paterno(padre) del re del capo dellrsquoesercitorsquo secondo cui i sovrani di-scenderebbero in ultima analisi dalla divinitagrave suprema presenta chiari riflessi nellrsquoe-pica omerica nella quale in primo luogo om διο-γενής lsquodiscendente di Zeusrsquo e διο-τρεφής lsquocresciuto da Zeusrsquo ricorrono frequentemente come epiteti generici di diversi eroi (Ulisse Achille Aiace Menelao inter alia)51 e in secondo luogo egrave at-testata una espressione formulare διο-τρεφής βασιλεύς ldquore cresciuto da Zeusrdquo (15x variamente declinata)

Il 7249-250Αἴας διογενὴς προΐει δολιχόσκιον ἔγχος καὶ βάλε Πριαμίδαο κατ᾿ ἀσπίδα πάντοσ᾿ ἐίσηνldquoFu Aiace il discendente di Zeus a scagliare la sua lunga lancia e colpigrave il figlio di Priamo sullo scudo ben bilanciatordquo

50 Ringrazio Andrea Lorenzo Covini e Daniel Koumllligan per lrsquoutile discussione a riguar-do

51 Cfr anche διό-γνητος epiteto di Iolao nello Scudo (340)

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Riccardo Ginevra

Il 17652-653σκέπτεο νῦν Μενέλαε διοτρεφές αἴ κεν ἴδηαι ζωὸν ἔτ᾿ Ἀντίλοχον μεγαθύμου Νέστορος υἱόν ldquoMenelao cresciuto da Zeus guarda adesso se vedi ancora vivo Antiloco il figlio di Nestore ma-gnanimordquo

Il 2445οἱ δ᾿ ἀμφ᾿ Ἀτρεΐωνα διοτρεφέες βασιλῆες θῦνον κρίνοντες μετὰ δὲ γλαυκῶπις Ἀθήνη ldquoEd i re cresciuti da Zeus intorno allrsquoAtride srsquoaffannavano ad ordinarli e crsquoera Atena dagli occhi azzurrirdquo

Lrsquoampio numero di corrispondenze che lrsquoanalisi di aisl Herjans‑fǫethr(faethir) pro-posta in questa sezione presenta sia in ambito germanico che nelle altre tradizioni indoeuropee ne supporta quindi lrsquointerpretazione lsquoavo paterno(padre) del re del capo dellrsquoesercitorsquo Egrave importante notare come qualora questo fosse effettivamente il significato del composto si tratterebbe dellrsquounica occorrenza di aisl degfǫethr in senso non traslato unrsquooccorrenza che sarebbe tuttavia sufficiente ad attestare la sopravvi-venza del significato letterale di pie pə2trou- lsquoavo paternorsquo in norreno quantomeno fino alla data della creazione di questo epiteto

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5 IL DISPENSATORE DI VITTORIE E DI MASSACRI SIG-FǪETHR SIG-FAETHIR E VALFǪETHR

Lrsquoultimo gruppo di epiclesi di Odino trattate in questo lavoro egrave costituito da alcune formazioni che fanno riferimento al suo ruolo di dio che governa lrsquoesito di ogni bat-taglia I composti sono aisl Sig-fǫethr Sig‑faethir ( aisl sigr lsquovittoria) e Val‑fǫethr ( aisl val[r] lsquomassa dei caduti in battagliarsquo) e ricorrono in vari passaggi dellrsquoEdda poetica di cui segue una selezione

Grm 482

Siacuteethhǫttr Siacuteethsceggr Sigfǫethr Hnicuethr Alfǫethr Valfǫethr Atriacuteethr oc Farmatyacuterldquo(Nomi di Odino ) Siacuteethhǫttr Siacuteethskeggr Sigfǫethr Hnikuethr Alfǫethr Valfǫethr Atriacuteethr e Farmatyacuterrdquo

Vsp 551-4

THORNaacute koslashmr inn micli mǫgr Sigfǫethur Viacuteetharr vega at valdyacuterildquoEcco viene quel grande figlio di Sigfaethir Vietharr e combatte contro la bestia malvagiardquo

Vsp 15-8

vildo at ec Valfǫethr vel fyrtelia forn spiǫll fira thornau er fremst um manldquoTu vuoi che io o Valfǫethr narri compiutamente le antiche storie delle creature le cose che prime ricordordquo

Oltre che in testi poetici aisl Valfǫethr ricorre anche in un passaggio in prosa dellrsquoEdda di Snorri che saragrave analizzato in dettaglio infra per la sua rilevanza ai fini dellrsquointerpretazione del composto

51 Sig-fǫethr lsquopatriarca della vittoriarsquo quindi lsquocolui che ha autoritagrave sulla vittoriarsquo

Dal punto di vista formale le epiclesi trattate in questa sezione riflettono tipi che sono giagrave stati discussi supra (in particolare cap 3) come Al‑fǫethr e tutti gli altri epiteti in degfǫethr trattati finora anche aisl Sig‑fǫethr egrave un composto endocentrico deter-minativo (tatpuruṣa‑) mentre aisl Sig‑faethir analogamente a quanto giagrave visto per Al-faethir riflette un rimodellamento di Sig‑fǫethr con sostituzione del secondo elemento opaco degfǫethr per mezzo del piugrave trasparente degfaethir

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Riccardo Ginevra

Il primo elemento Sigdeg egrave senza dubbio da identificare con una ben nota variante del sostantivo aisl sigr lsquovittoria battagliarsquo la quale ricorre quasi esclusivamen-te come primo elemento di composti determinativi attestati nella lingua poetica (kenningar come sig‑maacuteni lsquoluna della vittoriarsquo per [scudo] Meissner 1921 168) e nellrsquoonomastica (eg Sig‑urethr lsquoguardiano della vittoriarsquo) questa variante ha unrsquouni-ca occorrenza come simplex in norreno (OrH 18)52 ma in islandese moderno esiste un sostantivo sig lsquofrettarsquo che potrebbe esserne un riflesso53 Come got sigis lsquovitto-riarsquo aisl sigr lsquoidrsquo egrave un riflesso con tematizzazione (regolare in gotico e nordico per questo genere di formazioni) di pgerm segiz- lsquoidrsquo un sostantivo neutro tra i cui riflessi diretti sono annoverati anche aat sigu (rimodellato a partire da sigi) e le due varianti aing siġe e sigor54 Pgerm segiz- egrave a sua volta riconducibile a pie seacuteǵh-es- lsquovittoriarsquo ( ved saacutehas‑ lsquoforza vittoriarsquo) un neutro in -s- della radice pie seǵh- lsquosopraffare conquistarersquo (LIV2 515-516) attestata inter alia da ved saacuteh‑a-te lsquovincere sconfiggerersquo e gr ἔχω lsquopossederersquo55

Il significato che si puograve dedurre per aisl Sig‑fǫethr a partire dallrsquoetimologia egrave quindi lsquoavo paterno della vittoriarsquo come per Al‑fǫethr e Al‑faethir il rimodellamento Sig-faethir lsquopadre della vittoriarsquo suggerisce che il secondo elemento degfǫethr fosse ritenuto essere funzionalmente equivalente a faethir lsquopadrersquo Anche in questo caso i termini di parentela non sono quindi da intendere letteralmente Odino non genera infatti nessuna personificazione divina della Vittoria nel mito nordico neacute tantomeno ne egrave lrsquoavo paterno Al contrario se si prende in considerazione il significato traslato lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo (su X)rsquo che sia degfǫethr lsquoavo paternorsquo che faethir lsquopadrersquo potevano assumere egrave possibile interpretare aisl Sig‑fǫethr con un significato lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo che presenta numerosi paralleli nelle fonti in antico nordico

Ls 22THORNegi thornuacute Oacuteethinn thornuacute kunnir aldregi deila viacuteg meeth verom opt thornuacute gaft thorneim er thornuacute gefa scyldira inom slaeligvorom sigrldquoStarsquo zitto Odino Tu non hai mai saputo decidere fra uomini battaglie spesso hai concesso a chi non dovevi concederla a uomini vili la vittoriardquo

52 Si tratta di un catalogo di sinonimi poetici per [battaglia] in cui il vocabolo egrave stato con tutta probabilitagrave inserito per influenza delle formazioni composte

53 Cfr de Vries 1962 sv anche se lo sviluppo semantico non egrave da dare per scontato54 Aat sigu e aing siġe sono entrambi esiti di germ occ sig-i- germ occ -i egrave lrsquoesi-

to regolare di pgerm ‑iz in formazioni non monosillabiche cfr Ringe-Taylor 2014 43-44 Per lrsquoanalisi di aing sigor come rif lesso di pgerm sigiz‑ cfr Nussbaum 1998 531-532 Sug-li sviluppi divergenti dei temi in -s- indoeuropei nei vari rami della famiglia germanica cfr Casaretto 2004 553-559

55 Come mi ricorda Andrea Lorenzo Covini lrsquoaccezione piugrave antica egrave ancora attestata dal nome proprio mic e-ka-no (h)Ekh-ānōr lsquoche vince gli uominirsquo rimpiazzato nel primo millen-nio dalla variante con rinnovamento lessicale Nικ-άνωρ

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Ynglinga saga 9Opt thornoacutetti Sviacuteum hann vitrast seacuter aacuteethr stoacuterar orrostur yrethi gaf hann thornaacute sumum sigrldquoThe Sviacutear often thought he (Oacuteethinn) appeared to them before great battles were to take place Then he gave victory to some of themrdquo

Eirm 71-2

Hviacute namt thornuacute hann sigri thornaacute es thorneacuter thornoacutetti hann snjallr vesaldquoWhy did you (Oacuteethinn) deprive him of victory then when he seemed to you to be valiantrdquo

Nella strofa di Ls e nel brano della Ynglinga saga Odino egrave il soggetto di una collocazione [dio supremo (aisl Oacuteethinn pgerm WōdVna‑) ndash dare (gefa geb-a-) ndash vittoria (sigr segiz‑) ndash ad essere umano] che come vedremo infra presenta diverse corrispondenze in altre tradizioni germaniche e indoeuropee Ma Odino non egrave soltanto colui che puograve gefa sigr ldquodare (a qualcuno) la vittoriardquo come attestato da Eirm 7 egli puograve anche decidere di nema sigri ldquoprivare (qualcuno) della vittoriardquo Questi passi attestano la credenza che il dio supremo scandinavo avesse la facoltagrave di disporre del sigr lsquovittoriarsquo a proprio piacimento supportando quindi lrsquointerpretazio-ne dellrsquoepiteto di Odino Sig‑fǫethr come lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo

52 Val-fǫethr lsquopatriarca del massacrorsquo quindi lsquocolui che ha autoritagrave sul massacrorsquo

Come Sig‑fǫethr e Sigfaethir noncheacute come diversi composti in valdeg attestati tra le ken-ningar (eg val‑dǫgg lsquorugiada del massacrorsquo per [sangue]) e i nomi propri (eg Val‑hǫll lsquosala dei cadutirsquo) anche aisl Val‑fǫethr egrave un composto endocentrico determi-nativo tatpuruṣa‑ Il primo elemento va identificato con il sostantivo maschile aisl valr lsquomassa dei caduti in battaglia strage campo di battagliarsquo oppure con il quasi identico neutro val lsquoidrsquo lrsquoantichitagrave di queste formazioni egrave assicurata da vari termini strettamente imparentati eg aing waeligl lsquoidrsquo e aat wal lsquocampo di battagliarsquo (de Vries 1962 svv valr e val Orel 2003 sv walaz) i quali permettono di ricostruire una formazione pgerm wal-a- Questa a sua volta viene correntemente ricondotta a pie uol(h3)-o- lsquocolpo morte stragersquo (cfr Strandberg 2009 112) un derivato tematico della radice uelh3- lsquocolpire ucciderersquo (LIV2 679) tra i cui riflessi si annoverano gr ἁλίσκομαι lsquovenire catturatorsquo itt walḫ‑zi lsquocolpirersquo56 e toc A waumlllaumlṣtaumlr lsquomorirersquo Secondo Bjorvand e Lindeman (2000 sv val1) lrsquooscillazione tra maschile e neu-tro sarebbe da imputare alla retroformazione del neutro a partire da un collettivo pgerm wal‑ō‑ lsquomassa dei caduti in battagliarsquo In questo caso il genere originario del sostantivo saragrave stato maschile il che concorda con quanto ci si attenderebbe da

56 Sulla controversa questione degli esiti di h3 allrsquointerno di parola in ittito cfr Mel-chert 1987 2011

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Riccardo Ginevra

un nomen actionis del cosiddetto tipo τόμος ovvero pie uoacutel(h3)-o-57 conseguente-mente il significato originario di pgerm wal-a- saragrave stato lsquocolpo uccisione mor-tersquo con uno slittamento semantico successivo verso il piugrave concreto senso lsquomassa dei caduti in battagliarsquo che presenterebbe uno stretto parallelo in gr φόνος lsquouccisione massacro spargimento di sangue cadaverersquo un riflesso di pie guhoacuten-o- lsquocolpo uccisionersquo derivato del tipo τόμος di pie guhen- lsquocolpire ucciderersquo (LIV2 218-219)

Sul piano della semantica egrave possibile ipotizzare due diversi significati per aisl Val‑fǫethr i quali trovano supporto diverso nella fraseologia

(a) lsquoPatriarca degli uomini caduti in battagliarsquoQuesta interpretazione egrave supportata dalla glossa che Snorri dagrave del composto

Gylf 20Oacuteethinn heitir Alfǫethr thornviacuteat hann er faethir allra goetha Hann heitir ok Valfǫethr thornviacuteat hans oacuteskasynir eru allir thorneir er iacute val fallaldquoOdino si chiama Alfǫethr poicheacute egli egrave il padre di tutti gli degravei Egli si chiama anche Valfǫethr poicheacute suoi figli adottivi sono tutti quelli che muoiono fra i cadutirdquo

Il modo in cui Snorri interpreta Val‑fǫethr egrave sintetizzabile come lsquopadre degli uomini caduti in battagliarsquo sulla base dellrsquoanalisi di degfǫethr proposta in questo lavoro la traduzione piugrave esatta sarebbe in realtagrave lsquoavo paterno degli uomini caduti in battagliarsquo In ogni caso non essendo i caduti in battaglia (solitamente) figli biologici di Odino Val‑fǫethr sarebbe da intendere come lsquopatriarca degli uomini caduti in battagliarsquo Questa interpretazione presenta numerosi paralleli nella mitologia nordica secondo cui comrsquoegrave noto i guerrieri morti valorosamente in battaglia sarebbero stati accolti nella dimora di Odino chiamata non a caso Val‑hǫll lsquosala dei cadutirsquo dove avrebbero atteso che il dio li guidasse in battaglia contro i nemici cosmici durante la fine del mondo (Gylf 51)

Qualora Val‑fǫethr significasse lsquopatriarca degli uomini caduti in battagliarsquo esso sarebbe una variante della collocazione [patriarca ndash degli uomini] per [dio supre-mo] discussa supra (cap 4) ciograve potrebbe giustificare una circostanza degna di nota nel brano riportato supra (Gylf 20) Snorri offre una glossa di Alfǫethr come faethir allra goetha ldquopadre di tutti gli degraveirdquo mentre in un passaggio analizzato supra (Gylf 9) lo stesso composto egrave glossato come faethir allra goethanna ok mannahellip ldquopadre di tutti gli degravei e gli uominihelliprdquo Egrave possibile ipotizzare (cfr tab 4) che nella glossa di Alfǫethr di Gylf 20 Snorri elimini invece il riferimento agli lsquouominirsquo (presente in Gylf 9) proprio percheacute egrave invece espresso dal composto trattato subito dopo Valfǫethr

57 Cfr Koumllligan 2017 sulla possibile attestazione di un rif lesso di pie u oacutel(h3)-o- nel nome proprio mic wo‑ro‑qo‑ta uolo-ku hontā-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Gylf 9 Al‑fǫethr Glossa di Snorri [padre ndash di degravei e uomini]

Gylf 20 Al‑fǫethr [padre ndash degli degravei]

Val‑fǫethr [padre ndash degli uomini (caduti in battaglia)]

Tab 4 Schema di una possibile interpretazione di Gylf 9 e 20

(b) lsquo(Patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla morte in combatti-mentorsquoAlternativamente egrave possibile interpretare valdeg nel suo significato primario di lsquostrage morte in combattimentorsquo e degfǫethr lsquoavo paternorsquo nel senso traslato che esso chiaramente assume eg in Sig‑fǫethr ovvero come lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo (su X)rsquo Secondo questa analisi aisl Val‑fǫethr significherebbe lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla strage sulla morte in combattimentorsquo e sarebbe quindi il corrispettivo antonimico di Sig‑fǫethr lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo Una tale interpretazione troverebbe supporto nelle fonti norrene in cui come abbiamo visto supra egrave senza dubbio Odino a decidere da un lato a chi tocchi la vittoria ma dallrsquoaltro anche e necessariamente a chi tocchi la sconfitta e quindi la morte (la fuga non sembra essere contemplata)

Ynglinga saga 9Opt thornoacutetti Sviacuteum hann vitrast seacuter aacuteethr stoacuterar orrostur yrethi gaf hann thornaacute sumum sigr en sumum baueth hann til siacuten thornoacutetti hvaacuterrtveggi kostr goacuteethrldquoThe Sviacutear often thought he [Oacuteethinn] appeared to them before great battles were to take place Then he gave victory to some of them and others he summoned to himself Both outcomes were consid-ered goodrdquo

Eirm 7lsquoHviacute namt thornuacute hann sigri thornaacute es thorneacuter thornoacutetti hann snjallr vesarsquo lsquoTHORNviacute at oacuteviacutest es at vita naeligr ulfr inn hǫsvi sœkir aacute sjǫt goetharsquoldquolsquoWhy did you deprive him of victory then when he seemed to you to be valiantrsquo lsquoBecause it cannot be known for certain when the grey wolf will attack the home of the godsrsquordquo

Nella Ynglinga saga lrsquoatto di Odino di bjoacuteetha til siacuten ldquochiamare a segraverdquo gli uomini egrave ovviamente un eufemismo per lsquofare morirersquo58 dato che ad essere destinati a vivere nel Valhǫll insieme a Odino sono proprio i guerrieri valorosi caduti in battaglia Parimenti in Eiriacuteksmaacutel il fatto che Odino abbia deciso di nema sigri ldquoprivare della vittoriardquo il re Eiriacutekr egrave giustificato con la necessitagrave di creare un esercito di guerrieri morti a difesa del Valhǫll prima che arrivi la fine del mondo Questi e numerosi altri passi suggeriscono quindi che aisl val(r) lsquomorte in battagliarsquo venisse impiegato in

58 Cfr lrsquoepiteto del dio dei morti greco Ade presso Eschilo (fr 406 Radt) ἀγησί-λαος lsquoche guida il popolorsquo (Daniel Koumllligan c p)

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Riccardo Ginevra

questi contesti come un antonimo di aisl sigr lsquovittoriarsquoEntrambe le interpretazioni di Val‑fǫethr proposte in questa sezione trovano in

qualche modo supporto nelle fonti norrene Sebbene lrsquoanalisi di Val‑fǫethr come (a) lsquopatriarca dei caduti in battagliarsquo sia piugrave aderente alla glossa di Snorri nei carmi eddici aisl val(r) sembra solitamente avere un significato lsquomassa dei caduti morte in battaglia stragersquo ovvero un referente inanimato piugrave adatto al significato (b) lsquo(pa-triarca =) colui che ha il controllo sulla morte in battagliarsquo il quale egrave quindi da prefe-rirsi alla prima opzione Come vedremo nelle sezioni seguenti sia lrsquointerpretazione di Sig‑fǫethr come lsquo(patriarca =) colui che ha il controllo sulla vittoria in battagliarsquo che quella di Val‑fǫethr come corrispettivo antonimico di Sig‑fǫethr (b) sono supportate da paralleli in altre tradizioni germaniche e indoeuropee

53 Paralleli in ambito germanico il dio longobardo Godan e il Dio cristiano anglosassone

Comrsquoegrave noto (cfr eg Martin 2000) in ambito germanico il ruolo del dio nordico Odino (il cui nome egrave un riflesso di pgerm WōdVna‑) come dispensatore di vitto-ria ha una perfetta corrispondenza in quanto attestato riguardo al suo corrispettivo longobardo un dio di nome Godan (un altro riflesso di WōdVna‑) allrsquointerno di una narrazione mitologica sullrsquoorigine del nome dei Longobardi (precedentemente chiamati Winili) che ricorre in forma diversa nella Cronaca di Fredegario (365) nellrsquoOrigo gentis langobardorum (1 entrambe composte durante il VII sec dC) e presso Paolo Diacono (VIII sec)

Paolo Diacono Historia langobardorum 18Refert hoc loco antiquitas ridiculam fabulam quod accedentes Wandali ad Godan victoriam de Winilis postulaverint illeque responderit se illis victoriam daturum quos primum oriente sole conspexisset [hellip] Sicque Winilis Godan victoriam concessisse

Sia questa versione di Paolo Diacono che quella dellrsquoOrigo differiscono note-volmente da quella di Fredegario mentre le prime due pur avendo diversi punti di contatto tra loro presentano anche notevoli differenze le quali permettono di ipotiz-zare che lrsquoOrigo fosse soltanto una delle fonti di Paolo e che la somiglianza tra tutti questi testi non sia dovuta (o almeno non unicamente) allrsquoinfluenza di uno di questi autori sullrsquoaltro (Heath 2017 139-148 con disamina delle letteratura a riguardo cfr anche Martin 2000) Si puograve quindi concludere che con tutta probabilitagrave presso i Longobardi questa leggenda fosse tramandata oralmente e per mezzo di fraseologia tradizionale germanica non egrave quindi implausibile supporre che eg in Paolo Diaco-no le espressioni lat se (Godan) illis victoriam daturum e Winilis Godan victoriam concessisse (di cui sono attestate varianti anche nellrsquoOrigo e presso Fredegario) tra-ducano in realtagrave due riflessi longobardi della collocazione fraseologica germanica [dio supremo (pgerm WōdVna‑) ndash dare (geba-) ndash vittoria (segiz‑) ndash ad essere

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

umano] che come visto supra soggiace anche a eg Ynglinga saga 9 gaf hann thornaacute sumum sigr ldquoegli (Odino) diede la vittoria ad alcunirdquo

Tracce di questa collocazione si potrebbero ancora riconoscere in ambito ormai cristianizzato nella letteratura anglosassone dove egrave attestata unrsquoanaloga collocazione [dio cristiano ndash dare (aing gifan pgerm geba-) ndash vittoria (sigor segiz‑) ndash ad essere umano]

Judith 88-89Forgif me swegles ealdor sigorldquoConcedimi principe del cielo la vittoriardquo

Proprio come in norreno egrave possibile mettere in stretta correlazione lrsquoepiteto di Odi-no Sig‑fǫethr lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo con i riflessi della collocazione [dio supremo (pgerm WōdVna‑) ndash dare (pgerm geba-) ndash vit-toria (pgerm segiz‑) ndash ad umano] anche in antico inglese questa collocazione si puograve collegare ad alcune frequenti kenningar per il [dio cristiano] come inter alia aing sigora waldend ldquosignore delle vittorierdquo (18x) sigora frēa ldquoidrdquo (6x) e sigora sōethcyning ldquovero re delle vittorierdquo (5x Marquardt 1938 289) Come abbiamo visto supra nelle kenningar anticoinglesi per [dio cristiano] aing faeligder lsquopadrersquo occupa spesso lo stesso slot espresso da aing degcyning lsquorersquo o frēa lsquoidrsquo ed egrave quindi intendere in unrsquoaccezione lsquocolui che ha autoritagrave controllo su Xrsquo

bull wuldor-cyning lsquore della gloriarsquo vs wuldor‑faeligder lsquopadre della gloriarsquobull moncynnes frēa ldquosignore del genere umanordquo vs faeligder mancynnes ldquopadre del

genere umanordquoSulla base di queste considerazioni se si confrontano le kenningar aing sigora

sōeth‑cyning ldquovero re delle vittorierdquo e sigora frēa ldquosignore delle vittorierdquo con eg lrsquoepiteto del Dio cristiano sōeth‑faeligder lsquovero padrersquo (Cristo 103) si puograve osservare (cfr tab 5) come una formula sigora (sōeth‑)faeligder lsquo(vero) padre delle vittoriersquo si sarebbe potuta facilmente creare sulla base della grammatica poetica anglosassone

aing wuldor-cyning degcyning lsquorersquo wuldordeg lsquodella gloriarsquo

wuldor‑faeligder degfaeligder lsquopadrersquo wuldordeg lsquodella gloriarsquo

sigora frēa frēa lsquosignorersquo sigora lsquodelle vittoriersquo

sigora sōeth‑cyning (sōeth‑)cyning lsquo(vero) rersquo sigora lsquodelle vittoriersquo

sōeth‑faeligder (sōeth‑)faeligder lsquo(vero) padrersquo

sigora (sōeth‑)faeligder (sōeth‑)faeligder lsquo(vero) padrersquo sigora lsquodelle vittoriersquo

aisl Sig‑fǫethr degfǫethr lsquoavo paternorsquo Sigdeg lsquodella vittoriarsquo

Sig‑faethir degfaethir lsquopadrersquo Sigdeg lsquodella vittoriarsquo

Tab 5 Kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano ed epiclesi di Odino in Sigdeg

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Riccardo Ginevra

In linea teorica sulla base del sistema formulare anticoinglese si sarebbe quindi potuto creare senza difficoltagrave un epiteto del [dio cristiano] sigora (sōeth)faeligder ldquo(vero) padre delle vittorierdquo equivalente funzionalmente allrsquoepiteto di Dio aing sigora frēa ldquoprincipe delle vittorierdquo e imparentato etimologicamente con gli epiteti di Odino aisl Sig‑fǫethr e Sig‑faethir lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo Eppure una tale ipotetica ma altamente plausibile kenning non egrave mai attestata nei testi anglosassoni anche qui egrave possibile ipotizzare che questo genere di fraseologia venisse evitato dagli autori cristiani a causa delle sue associazioni pagane

54 Paralleli indoeuropei il Dio cristiano irlandese e il dio Zeus nellrsquoepica greca arcaica

I temi mitologici e i motivi fraseologici trattati nelle sezioni precedenti presentano diverse corrispondenze in ambito indoeuropeo Anzitutto egrave possibile individuare vari paralleli per la collocazione [dio ndash dare ndash vittoria ndash ad essere umano] eg in italico (latino) e celtico (medio irlandese)

Liv 3030 Hannibalem cui tot de Romanis ducibus victoriam di dedissent ldquoAnnibale a cui gli degravei hanno dato la vittoria su cosigrave tanti generali romanirdquo

Annali frammentari drsquoIrlanda sub anno 868Na h-iomraidhidh teicheadh acht tairisnighidh isin Choimdhidh o f-fuil cosgar dona Criostaidhibh ldquoNon pensate alla fuga ma confidate nel Signore che dagrave la vittoria ai Cristianirdquo

Mentre presso Livio sono degravei generici a dare la vittoria al mortale Annibale negli Annali medioirlandesi ricorre la stessa collocazione [dio cristiano ndash dare ndash vitto-ria ndash ad essere umano] riscontrata supra in antico inglese

Egrave la tradizione greca tuttavia a offrire le corrispondenze piugrave interessanti In pri-mo luogo anche nellrsquoIliade ricorre la collocazione [dio ndash dare ndash vittoria ndash a essere umano] attestata inter alia presso Livio

Il 7291-292 (asymp 7377-378)ὕστερον αὖτε μαχησόμεθ᾿ εἰς ὅ κε δαίμων ἄμμε διακρίνῃ δώῃ δ᾿ ἑτέροισί γε νίκηνldquopoi combatteremo di nuovo fino a quando un dio non abbia deciso fra noi agli uni o agli altri dando vittoriardquo

Comrsquoegrave noto tuttavia nellrsquoIliade non egrave di solito un dio generico ad assegnare la vittoria egrave il dio supremo Zeus a essere regolarmente il soggetto della collocazione [dio supremo ndash dare ndash vittoria ndash ad umano] che abbiamo visto supra ricorrere an-che in antico nordico (Ynglinga saga 9 gaf hann thornaacute sumum sigr ldquoegli [Odino] diede la vittoria ad alcunirdquo) e in varie altre tradizioni indoeuropee

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Il 7202-203ldquoΖεῦ πάτερ Ἴδηθεν μεδέων κύδιστε μέγιστε δὸς νίκην Αἴαντι καὶ ἀγλαὸν εὖχος ἀρέσθαιldquoZeus padre signore dellrsquoIda gloriosissimo sommo dagrave la vittoria ad Aiace e che abbia un succes-so gloriosordquo59

Il 17627Ζεύς ὅτε δὴ Τρώεσσι δίδου ἑτεραλκέα νίκηνldquoche Zeus dava ai Troiani lrsquoalterna vittoriardquo

Il 8175-176γιγνώσκω δ᾿ ὅτι μοι πρόφρων κατένευσε Κρονίων νίκην καὶ μέγα κῦδος ἀτὰρ Δαναοῖσί γε πῆμαldquoCapisco che a me di buon grado ha accordato il figlio di Crono grande gloria e vittoria sciagura invece ai Danairdquo

Nellrsquoultimo passaggio citato Zeus egrave esplicitamente detto dispensare vittoria e gloria a una delle due parti in battaglia Ettore e i Troiani e al contrario πῆμα lsquorovi-na sofferenzarsquo alla parte avversa gli Achei questrsquoultimo esito consiste a sua volta con tutta probabilitagrave in un massacro come si puograve dedurre eg da Il 22288 in cui Achille che sta facendo strage di Troiani egrave chiamato πῆμα μέγιστον ldquomassima rovi-nardquo da questi Si tratta quindi di un parallelo interessante per il passo citato supra di Ynglinga saga 9 in cui Odino egrave detto esplicitamente dispensare vittoria a uno degli eserciti (gaf hann thornaacute sumum sigr ldquoallora diede ad alcuni la vittoriardquo) e di conseguen-za morte allrsquoaltro (sumum baueth hann til siacuten ldquochiamograve altri presso di seacuterdquo)

Un altro passo rilevante egrave quello in cui Zeus egrave detto privare i guerrieri della vit-toria

Il 16686-693εἰ δὲ ἔπος Πηληιάδαο φύλαξεν ἦ τ᾿ ἂν ὑπέκφυγε κῆρα κακὴν μέλανος θανάτοιο ἀλλ᾿ αἰεί τε Διὸς κρείσσων νόος ἠέ περ ἀνδρῶν ὅς τε καὶ ἄλκιμον ἄνδρα φοβεῖ καὶ ἀφείλετο νίκην ῥηιδίως ὅτε δ᾿ αὐτὸς ἐποτρύνῃσι μάχεσθαι ὅς οἱ καὶ τότε θυμὸν ἐνὶ στήθεσσιν ἀνῆκεν Ἔνθα τίνα πρῶτον τίνα δ᾿ ὕστατον ἐξενάριξας Πατρόκλεις ὅτε δή σε θεοὶ θάνατόνδε κάλεσσανldquoSe avesse invece ascoltato il consiglio del figlio di Peleo avrebbe evitato il destino maligno della morte nera Ma la mente di Zeus egrave sempre piugrave forte di quella degli uomini incute paura anche in un prode e senza fatica gli strappa la vittoria altra volta lui stesso lo spinge a combattere Cosigrave quella volta gli accese lrsquoanimo in petto A chi allora per primo a chi per ultimo togliesti lrsquoarmatura Patro-colo quando gli degravei ti chiamarono a morterdquo

Om ἀφείλετο νίκην ldquoprivograve della vittoriardquo (che ricorre anche in Il 17177) costi-tuisce uno stretto parallelo fraseologico per lrsquoespressione aisl namt sigri ldquoprivasti della vittoriardquo nel testo di Eirm 7 citato supra Nel passo scaldico tuttavia questa

59 Egrave degno di nota come in questo passaggio la preghiera per ricevere la vittoria inizi con un rif lesso della formula apposizionale al vocativo pie di eacuteu pə2ter lsquoo Cielo padrersquo sup-portando la connessione tra la concettualizzazione del dio supremo come signore degli esseri umani e come dispensatore della vittoria proposta supra (cap 4)

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Riccardo Ginevra

locuzione sembra riferirsi metonimicamente alla morte del guerriero (Odino ldquopriva della vittoriardquo re Eiriacutekr facendolo morire) mentre nel testo omerico ἀφείλετο νίκην si riferisce piugrave che altro alla facoltagrave di Zeus di mettere in fuga persino i guerrieri piugrave coraggiosi e non di farli morire (ciograve egrave ancora piugrave chiaro nellrsquounica altra occorrenza del sintagma in Il 17) Egrave possibile tuttavia notare come anche nellrsquoIliade la locu-zione venga incorniciata da riferimenti alla morte di Patroclo suggerendo che vi sia effettivamente una qualche associazione di contiguitagrave tra privazione della vittoria e morte anche nel testo omerico

Infine il parallelo tra Odino Sig‑fǫethr e Val‑fǫethr patrono della vittoria da un lato e della morte in battaglia dallrsquoaltro e Zeus nellrsquoIliade dispensatore di vittoria per uno schieramento e quindi necessariamente di sconfitta e morte per lrsquoaltro egrave esemplificato magistralmente dalle scene in cui il dio greco adopera la sua famosa bilancia60

Il 19221-224αἶψά τε φυλόπιδος πέλεται κόρος ἀνθρώποισιν ἧς τε πλείστην μὲν καλάμην χθονὶ χαλκὸς ἔχευεν ἄμητος δ᾽ ὀλίγιστος ἐπὴν κλίνῃσι τάλαντα Ζεύς ὅς τ᾽ ἀνθρώπων ταμίης πολέμοιο τέτυκταιldquoPresto agli uomini viene la nausea di una battaglia in cui molta paglia a terra il bronzo riversi ma il raccolto sia poco quando i due piatti bilancia Zeus che della guerra fra gli uomini egrave il tesoriererdquo

Quando Zeus inclina la sua bilancia ldquomolta pagliardquo (πλείστην μὲν καλάμην) vie-ne riversata a terra una metafora per i caduti in battaglia (Edwards 1991 ad loc) Come Odino Zeus egrave quindi sia σωτήρ lsquosalvatorersquo che distruttore61 Lrsquoimmagine po-etica della bilancia del dio rappresenta metaforicamente la necessitagrave che a qualsi-asi vittoria assegnata da Zeus ad una schiera corrispondano sconfitta e morte per la schiera opposta e corrisponde quindi perfettamente sul piano concettuale alla relazione tra le epiclesi di Odino Sig‑fǫethr (sigr lsquovittoriarsquo) e Val‑fǫethr (val[r] lsquomorte in battagliarsquo) vittoria e sconfitta sono due facce di una stessa medaglia due brac-cia di una stessa bilancia e lo stesso dio che governa la vittoria non puograve esimersi dal dispensare contemporaneamente sconfitta e morte62 Questa concettualizzazione polare della guerra attestata sia in norreno che in greco omerico supporta quindi lrsquointerpretazione (b) lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla morte in battagliarsquo per aisl Valfǫethr al contrario il significato alternativo (a) lsquopatriarca degli uomini caduti in battagliarsquo non sembra avere corrispondenze strette in ambito indo-europeo nonostante il motivo secondo cui gli eroi morti in battaglia dimorerebbero

60 Sul motivo del giudizio di Zeus con la bilancia cfr Dietrich 196461 Per lrsquoepiteto σωτήρ di Zeus cfr eg Pi O 517 Aristoph Thes 1009 Per Zeus come

dispensatore di morte e distruzione cfr Dietrich 1964 106 n 4262 Cfr anche ved vijeṣa‑kŕ t- lsquoche crea vittoriarsquo che egrave un epiteto del dio Indra in RV

10845a vijeṣakŕd iacutendra ivānavabravoacute ldquocreating victory like Indra without talking us downrdquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

in un ldquoparadiso separatordquo ricorra presso varie tradizioni indoeuropee63

Per concludere uno stretto parallelo per aisl Sig‑fǫethr lsquopatriarca della vittoriarsquo si puograve individuare nel per la veritagrave assai tardo (cfr Allen et al 1936 ad loc) Inno omerico ad Ares (4) in cui il dio (in realtagrave identificato con il pianeta Marte in questo testo) egrave invocato come Νίκης εὐπολέμοιο πάτερ ldquoo padre della vittoria della buona guerrardquo Epiteti di Zeus dal significato lsquopadrersquo lsquoavo paternorsquo o lsquopatriarca della vitto-riarsquo non sono attestati invece se non nel poema epico anchrsquoesso tardo Dionysiaca di Nonno di Panopoli (2205ss) in cui il dio egrave detto essere il τοκεύς lsquogenitorersquo della dea Νίκη lsquoVittoriarsquo Egrave tuttavia interessante notare come nella Teogonia di Esiodo la dea Vittoria sia detta risiedere presso la casa di Zeus

Hes Th 383-389Στὺξ δrsquo ἔτεκrsquo Ὠκεανοῦ θυγάτηρ Πάλλαντι μιγεῖσα Ζῆλον καὶ Νίκην καλλίσφυρον ἐν μεγάροισι καὶ Κράτος ἠδὲ Βίην ἀριδείκετα γείνατο τέκνα τῶν οὐκ ἔστrsquo ἀπάνευθε Διὸς δόμος οὐδέ τις ἕδρη οὐδrsquo ὁδός ὅππῃ μὴ κείνοις θεὸς ἡγεμονεύει ἀλλrsquo αἰεὶ πὰρ Ζηνὶ βαρυκτύπῳ ἑδριόωνται ὣς γὰρ ἐβούλευσε Στὺξ ἄφθιτος ὨκεανίνηldquoStige figlia di Oceano unitasi a Pallante generograve Zelos e Nike dalle belle caviglie nel suo palaz-zo e generograve Cratos e Bie illustri figli non crsquoegrave per loro dimora neacute soggiorno lontano da Zeus neacute strada per la quale il dio non li preceda sempre presso Zeus dal cupo fragore hanno la loro sede Cosigrave infatti meditograve Stige Oceanina immortalerdquo

In questo brano la dea infera Stige affida a Zeus i propri figli64 Ζῆλος lsquoRivalitagraversquo Νίκη lsquoVittoriarsquo Κράτος lsquoForzarsquo e Βίη lsquoViolenzarsquo Zeus egrave lrsquounico a decidere dove di-rigerli e a chi dispensarli ed essi sono destinati a vivere per sempre in casa del dio il quale sembra quindi comportarsi come un lsquopadre affidatariorsquo (ing foster-father) nei loro confronti65 Esiodo sembrerebbe quindi rendere in chiave mitologica la stes-sa concettualizzazione che sta alla base degli epiteti di Odino Sig‑fǫethr lsquoavo paterno della vittoriarsquo e Sig‑faethir lsquopadre della vittoriarsquo proprio come Zeus Odino egrave lrsquounico a poter assegnare la lsquovittoriarsquo (sigr) ed egrave per questo descritto come il suo lsquopatriarcarsquo (degfǫethr lsquoavo paternorsquo o degfaethir lsquopadrersquo)

63 Cfr West 2007 349-350 per lo stesso concetto nel MBh cfr Feller 2004 286ss64 Sulle ragioni per cui Stige in Esiodo egrave la madre di Rivalitagrave Vittoria Forza e Violen-

za cfr West 1966 ad loc65 Sullrsquoadozione e lrsquoaffidamento (ing fosterage) nellrsquoAntica Grecia e nel Mediterra-

neo in generale cfr Huebner 2013 West (1966 ad 384) nota inoltre la corrispondenza con lrsquoiconografia della statua di Zeus a Olimpia opera di Fidia che ritraeva il dio con una piccola Nike nella mano destra

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PARTE IIARTIGIANI CREATORI E POETI

NOME E NOMI DEI DVERGAR

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6 I NANI CHE FOGGIANO LA POESIA ANTICO ISLANDESE DVERGR PROTOGERMANICO

DTHORNWERG-A- E PROTOINDOEUROPEO TUERḰ- lsquoTAGLIARE FOGGIARErsquo

Aisl dvergr (plurale dvergar) che si egrave soliti tradurre in italiano come lsquonanorsquo egrave il nome di una categoria di esseri fantastici della mitologia scandinava Il sostantivo dvergr egrave molto ben attestato nellrsquoEdda poetica ad esempio ben 6 volte nella sola Vǫluspaacute (per le attestazioni in 9-10 cfr infra cap 7)

Vsp 125-8

Naacuter oc Nyacuteraacuteethr ndash nuacute hefi ec dverga ndash Reginn oc Raacuteethsviethr ndash reacutett um talethaldquoNar e Nyraethr ordunque i nani ndash Reginn e Raethsviethr ndash come si doveva ho enumeratordquo

Vsp 141-4

Maacutel er dverga iacute Dvalins liethi lioacutena kindom til Lofars telialdquoEgrave tempo di enumerare fino a Lofarr i nani della schiera di Dvalinn ai figli degli uominirdquo

Vsp 485-8

stynia dvergar fyr steindurom veggbergs viacutesir ndash vitoeth eacuter enn eetha hvatldquoGemono i nani davanti alle porte di pietra esperti di pareti rocciose E voi riuscite a seguirerdquo

Aisl dvergr egrave attestato altresigrave anche nei carmi eddici Hav (143) Alv (+) Rthorn (16 ma con il significato lsquospillarsquo) Hrv (8 19) Hdl (7 per le attestazioni in Alv e Hdl cfr infra cap 7)

Hav 1431-3

Oacuteethinn meeth aacutesom enn fyr aacutelfom Daacuteinn Dvalinn dvergom fyrirldquoOdino con gli asi e Dain per gli elfi innanzi ai nani (sono chiamato) Dvalinnrdquo

NellrsquoEdda in prosa il sostantivo dvergr ricorre diverse volte sia in Gylf (da 8 in poi) che in Skaacuteld (da g57 in poi diversi passaggi significativi sono analizzati infra cap 7) Nel corpus poetico scaldico dvergr egrave attestato spesso in una collocazione [liquidobevanda ndash dei dvergar] che egrave una kenning per [poesia] (Meissner 1921 428) cfr eg Eskaacutel Vell 44 e HSt Rst 313

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Riccardo Ginevra

HSt Rst 311-4

Ǫrrjoacuteethr allra daacuteetha jartegnir vann bjartar mdash dvergregn dyacuterethar megnum dimmt mdash iacute sinn it fimta ldquoThe arrow-reddener [warrior = Oacutelaacutefr] performed bright proofs of all [his] deeds for the fifth time we [I] strengthen the dark dwarf-rain [poetry] of gloryrdquo

Non sono conosciute antiche raffigurazioni di dvergar su pietre runiche o altri supporti analoghi ma Sassone il Grammatico nelle Gesta Danorum (325) si riferi-sce con il termine lat satyrus a un personaggio di nome Mimingus il quale sembre-rebbe riflettere un dvergr (cfr infra cap 7) ciograve potrebbe riflettere un aspetto ibrido umano-animale dei dvergar essendo i satiri della mitologia classica notoriamente creature dallrsquoaspetto ibrido umano-caprino

Lrsquoetimologia di aisl dvergr egrave tuttora oggetto di discussione Esso egrave da ricondurre a una formazione pgerm (o meglio germanico nordoccidentale dal momento che il termine non egrave attestato in gotico) dwerga- la quale va sicuramente ricostruita anche per aing dweorgh as gi-dwerg aat (gi-)twergc riflessi di germ occ dwerg al cui significato principale lsquoumano o umanoide di bassa staturarsquo si rifagrave la traduzione italiana corrente di aisl dvergr come lsquonanorsquo Tuttavia lrsquoimmagine dei dvergar come esseri di bassa statura poco supportata dai testi nordici egrave da ritenersi uno sviluppo successivo tipico del folktale (Motz 1973 111 Liberman 2016 304-305) I dvergar eddici sono al contrario personaggi mitologici messi sullo stesso piano di aeligsir lsquodegraveirsquo alfar lsquoelfirsquo e jǫtnar lsquogigantirsquo (anche questrsquoultimo in realtagrave egrave un termine che origina-riamente non implicava una statura specifica cfr Jackson 2014) eg nel passo di Hav 1431-3 citato supra o nei cataloghi dello Alv (passim)

Lrsquoipotesi che questa situazione sia da ricondurre allrsquounitagrave germanica egrave corrobo-rata dal fatto che aing dweorgh oltre a glossare lat nanus pigmeus e pumilius lsquonanorsquo (AntGl 6 781 CollGl 11 78 AEligGl 3023) indica nei manuali di medicina di etagrave cristiana un essere maligno che causa una malattia specifica (secondo Cameron 1993 152 da identificare con una febbre accompagnata da deliri e convulsioni) Ciograve ha uno stretto parallelo nellrsquoincantesimo Wieth faeligrstice lsquoContro un dolore pungente improvvisoviolentorsquo (23) in cui la possibile causa di un malanno egrave attribuita a un ēsa gescot ldquocolpo degli degraveirdquo o a un ylfa gescot ldquocolpo degli elfirdquo66 La demonizza-zione di esseri divini pagani egrave un fenomeno ben attestato presso i popoli di recente cristianizzazione lrsquoidentificazione di esseri divini come causa delle malattie non egrave tuttavia necessariamente indice di demonizzazione cfr eg la pestilenza causata da Apollo con le sue frecce nel primo libro dellrsquoIliade e il corrispondente vedico di Rudra che con le sue frecce causa morte e malattia in uomini e animali (cfr West 2007 148 con letteratura)67 Come degravei e jǫtnar anche i dvergar potevano essere ve-

66 Cfr anche ted Hexen-schuss (letteralmente lsquocolpo della stregarsquo) e Alb-schoss (lsquocolpo dellrsquoelforsquo) termini per lsquolombalgia mal di schienarsquo (Patrick V Stiles c p)

67 Per paralleli tra questo aspetto di Apollo ed il dio anatolico Iyarri che causa le pesti-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

rosimilmente sia forze benigne che maligne cfr eg il ruolo del dvergr Alviacutess come nemico di Thor in Alviacutessmaacutel o il racconto di Snorri in Heimskringla (12) secondo cui il re Sveigethir sarebbe morto dopo esser stato adescato con lrsquoinganno dentro una caverna da un dvergr68

Numerose proposte etimologiche sono state avanzate per aisl dvergr e pgerm dwerga- di cui saranno menzionate in questa sede soltanto alcune per una rassegna esaustiva cfr Liberman 2008 (sv dwarf) De Vries (1962 sv dvergr) suggerisce una connessione con pgerm thornwerha‑ lsquotrasversale incrociatorsquo (aisl thornwerr aing thornweorh ted quer) con oscillazione pgerm dw- thornw‑ (su cui cfr infra 61) la quale sebbene attraente sul piano formale egrave difficoltosa sul piano della semantica Kroonen (2013 svv dwerga- e dwergan-) sostiene una corrispondenza tra pgerm dwerg-a- trasposto come pie dhuergh-o- e il verbo mat zwergen lsquoschiacciare pizzicarersquo da lui ricondotto a un verbo pgerm dwerg-a- lsquoidrsquo motivando questa derivazione con lrsquoidea cosmologica secondo cui quattro dvergar sorreggerebbero il cielo Liberman propone unrsquoetimologia da pgerm dwez‑ga‑ lsquoessere soprannatura-lersquo un derivato di pgerm dwes- radice attestata eg da aing (ge)dwǣs lsquostupido folle impostorersquo e mat getwacircs lsquospettro fantasmarsquo a cui sarebbe da connettere a suo avviso anche gr θεός lsquodiorsquo Questa ipotesi presenta diverse difficoltagrave sia sul piano morfologico (la formazione con un suffisso pgerm -ga- applicato direttamente alla radice non egrave scontata) che etimologico (gr θεός e arm diklsquo lsquodegravei [plurale]rsquo sono correntemente ricondotti a pie dhh1s-o- cfr Beekes 2010 sv) e semantico (pre-suppone che i dwerga- protogermanici fossero principalmente esseri demoniaci e trascura completamente lrsquoaccezione lsquopersona di bassa staturarsquo) ed egrave pertanto da ri-tenersi poco plausibile69

In questo capitolo vedremo come sia piuttosto possibile ricondurre aisl dvergr e pgerm dwerga- a un derivato della radice pie tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo attesta-ta inter alia dal nome dellrsquoartigiano divino ved Tvaacuteṣṭar‑ Nel capitolo successivo vedremo come questa interpretazione sia corroborata da numerose corrispondenze tra la caratterizzazione dei dvergar scandinavi e quella del dio vedico Tvaṣṭar nelle rispettive tradizioni mitologiche Ulteriori corrispondenze in ambito indoeuropeo di preciso nelle tradizioni classiche verranno poi trattate nel cap 8 mentre il cap 9 egrave dedicato allrsquoanalisi di nomi di singoli dvergar

lenze con i suoi dardi cfr Archi 197868 In questo passo Snorri sta tuttavia parafrasando dei versi scaldici (THORNjoacuteeth Yt 2) lrsquoaned-

doto potrebbe quindi derivare da unrsquointerpretazione errata di questi ultimi69 Da un punto di vista fonologico non egrave neanche sicuro che il rif lesso di pgerm dwez-

ga- sarebbe stato aisl dvergr cfr eg got azgo e aisl aska lsquocenerersquo

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Riccardo Ginevra

61 Aisl dvergr e norv dial tverg come riflessi di pgerm dthornwerg-a-

In accordo con lrsquoetimologia corrente il punto di partenza della nostra analisi egrave ricon-durre aisl dvergr e i riflessi di germ occ dwerg (aing dweorgh as gi-dwerg aat [gi-]twergc) a un sostantivo tematico pgerm dwerg-a- Il femminile aisl dyrgja che egrave stato ricondotto a un derivato con grado ridotto della radice durg‑jō(n)- (eg Kroonen 2013 sv dwerga-) egrave piugrave probabilmente da analizzare come riflesso di dvirg-ja70 un semplice derivato mozionale di dvergr di etagrave relativamente recente

In quanto segue si prenderagrave in considerazione la possibilitagrave che pgerm dwerg-a- sia una variante secondaria di unrsquooriginaria formazione pgerm thornwerg‑a‑ Una tale alternanza egrave effettivamente attestata in norvegese in cui accanto allrsquoatteso dverg ricorre una variante dialettale tverg (attestata a Innherred e Hallingdal secondo Grunnmanuskriptet) che riflette precisamente una formazione pgerm thornwerg‑a‑71 oltretutto anche aat (gi-)twergc puograve continuare regolarmente sia pgerm dwerg-a- che thornwerg‑a- (cfr infra)

Questa variazione presenta diversi paralleli come egrave stato notato da tempo (cfr eg de Vries 1962 sv dvergr) diverse formazioni germaniche presentano infatti unrsquooscillazione a inizio di parola tra pgerm dw- e thornw‑ le cui cause non sono chiare ma la cui esistenza non egrave da mettere in discussione Paradebeispiel egrave il caso di aisl dvenadvinadviacutena lsquoscemare consumarsirsquo (verbo debole) e aing dwīnan lsquoidrsquo (verbo forte) riflessi di pgerm dw(ī)n-a- vs asved thvīna lsquoidrsquo e aing thornwīnan lsquoidrsquo riflessi di pgerm thornwīn‑a‑72 Per capirne lrsquoorigine da un lato si puograve notare come lrsquoalternanza tra pgerm d e thorn sia molto ben attestata allrsquointerno e in fine di parola dove essa egrave dovuta allrsquoeffetto della Legge di Verner su riflessi di pie t dallrsquoaltro va osservato che nelle lingue germaniche i gruppi consonantici costituiti da una dentale seguita da un riflesso di pgerm w sono spesso instabili in posizione iniziale (e non solo)73 si vedano eg i seguenti casi

70 Per aisl -y- lt -vi- in un contesto analogo (CvirCj- lt CwerCj-) cfr eg il verbo debo-le aisl kyrkia lsquostrangolarersquo dal piugrave antico (e parimenti attestato) kvirkja un denominativo di kverk lsquogolarsquolt pgerm kwerkō‑ lsquoidrsquo (cfr de Vries 1962 sv)

71 Grunnmanuskriptet (1935 https wwwdokprouiononynorskgmanusgmanusso-ek_fsidehtml ultimo accesso 14022020) egrave una delle fonti del Norsk Ordbok pubblicate onli-ne da Dokumentasjonsprosjektet (https wwwdokprouiono ultimo accesso 14022020) Sono grato ad Adam Hyllested per avermi fornito i dati sulla variante dialettale tverg e i rela-tivi riferimenti

72 Lrsquoetimologia corrente di questi verbi da pie dhgu hei - lsquoscomparire perire (per il calo-re)rsquo (cfr gr φθίνω lsquoscomparirersquo ved kṣiṇ‑ā‑ti lsquofar perirersquo LIV2 150-152) ha fatto pensare (cfr eg Kroonen 2013 svv) che questa oscillazione rif letta esiti diversi per uno stesso thorn clu-ster pie dhgu h- il cui condizionamente non sarebbe tuttavia chiaro (pie dhgu h- egrave continuato da φθ- in greco e da kṣ‑ in vedico senza oscillazioni di questo tipo)

73 Per lrsquoinstabilitagrave di questi gruppi consonantici in posizione interna cfr eg germ occ

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull se si esclude la possibilitagrave che si tratti di prestiti o formazioni onomatopei-che egrave possibile eg ricostruire unrsquooscillazione pgerm thornw‑ vs tw- alla base di aat thwingandwingan lsquocostringere affliggerersquo (pgerm thornweng‑a‑) vs aing twengan e ing twinge lsquopizzicarersquo (pgerm twang-ija-) entrambi riflessi di pie tuenk- lsquopre-merersquo (LIV2 655 OED sv) lo stesso egrave possibile per aat dwiril (ted Quirl lsquofrul-latorersquo) e aing thornwirel lsquostick for whipping milkrsquo (entrambi da pgerm thornw‑) vs ing twirl lsquovolteggiorsquo (che sembra riflettere pgerm tw-) riflessi di pie tuer- lsquomescola-re agitarersquo (LIV2 655)

bull in antico alto tedesco dw- (pgerm thornw‑) e tw- (dw-) si confondono giagrave alla fine del periodo tardoaltotedesco per poi confluire senza eccezioni in mat tw- cfr eg mat twingen riflesso di aat thwingandwingan lsquocostringere affliggerersquo (cfr Braune-Reiffenstein 2004 166 n 8)

bull il gruppo consonantico mat tw- ha a sua volta due diversi esiti in tedesco moderno zw‑ (eg ted zwaumlngen) e qw‑ (eg qwaumlngeln) che hanno avuto origine probabilmente come varianti diatopiche (cfr Paul 2007 166-167)

Fenomeni analoghi sono attestati in germanico anche per altri gruppi compo-sti da una consonante dentale seguita da una sonante cfr eg lrsquooscillazione aisl thornr‑ dr- in posizione iniziale attestata da aisl drima lsquobattagliarsquo vs thornrima lsquorumore battagliarsquo (cfr de Vries 1962 svv)74 Anche presso altre lingue indoeuropee i gruppi di consonante dentale seguita da un riflesso di pie u mostrano oscillazioni poco chiare cfr eg in latino i riflessi di du- in posizione iniziale (bellum vs duellum entrambi da duello- cfr Weiss 2009 161 e n 12)

Qualora essa non riflettesse un processo di natura fonologica lrsquoattestazione di pgerm dw- al posto dellrsquoatteso thornw‑ si puograve spiegare in due modi Essa potrebbe anzitutto essere da ricondurre a una sostituzione analogica dellrsquoinizio di parola75 la quale come vedremo infra avrebbe potuto (se non addirittura dovuto) aver luogo ai fini dellrsquoallitterazione allrsquointerno di una formula frequente con un secondo elemento che iniziava con pgerm d- (pie dh-) Meno probabilmente potrebbe trattarsi qui di una modificazione irregolare dellrsquoinizio di parola di ordine tabuistico del tipo di pgerm wurmi- lsquoserpente vermersquo e lat vermis riflessi di urmi- interpretabile come una forma nata tabuisticamente da pie kurmi- (Watkins 1995 416) Lrsquoipotesi piugrave plausibile egrave che abbia avuto luogo una combinazione dei primi due fattori sul-la base di unrsquoalternanza fonologica pre-esistente tra una variante in thornw‑ e una in

fe(w)war lsquoquattrorsquo (aing feower) vs pgerm fedwar (got fidwor) (cfr Stiles 1985-86 per unrsquoanalisi di questrsquoalternanza come rif lesso di processi regolari) aing seld lsquosalarsquo (selidwō‑) vs pgerm salithornwō‑ (cfr Ringe 2014 236 ldquo[hellip] d is unexpected lexical analogy [hellip]rdquo)

74 Cfr anche lo sviluppo pgerm -thornl‑ aat -f l- in posizione interna attestato eg da aing thornerscold e aisl thornreskoldr vs aat driskufli (cfr Braune-Reiffenstein 2004 163 n 2)

75 Ringrazio Andrea Lorenzo Covini per avermi suggerito di prendere in considerazio-ne tale possibilitagrave

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Riccardo Ginevra

dw- la seconda potrebbe essere stata selezionata ai danni della prima in virtugrave delle sue proprietagrave metriche

62 Pgerm thornwerg-a- come riflesso di pie tuerḱ- lsquotagliare foggia-rersquo

Pgerm dwerg-a- puograve quindi rappresentare una variante di pgerm thornwerg‑a‑ (di-rettamente attestato nei dialetti norvegesi) il quale egrave a sua volta il regolare riflesso di pie tuerḱ-oacute- un derivato del tipo tem-oacute- (Nussbaum 2017 cfr anche Malzahn 2013) ben attestato in germanico Pie tuerḱ-oacute- sarebbe quindi una formazione primaria da ricondurre alla radice pie tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo attestata inter alia da ved Tvaacuteṣṭar‑ lsquoartigiano (divino)rsquo aav ϑβōrəštar- lsquoartigiano intagliatore carpen-tierersquo gr att σάρξ ed eol e dor σύρξ lsquocarnersquo

Il tipo derivazionale tem-oacute- (proprio come il piugrave noto tipo tom-oacute-) poteva avere sia semantica agentiva che passiva (esempi da Nussbaum 2017 249-250)

(a) per il significato agentivo cfr gall hy lsquocoraggiosorsquo (e probabilmente anche lo hapax ved sahaacute‑ lsquovittoriosorsquo Weiss 2017 386) riflesso di seǵh-oacute- lsquoche con-quistarsquo (pie seǵh- lsquosopraffare conquistarersquo cfr gr ἔχω lsquopossederersquo e ved saacuteh‑a-te lsquovincere sconfiggerersquo seǵh-oe-)

(b) per il significato passivo cfr lat fīd‑us lsquofidatorsquo riflesso di bheidh-oacute- lsquoche egrave fidato in cui si confidarsquo (pie bheidh- lsquofidarsi di confidare inrsquo cfr gr πείθομαι lsquoid credere essere persuasorsquo bheacuteidh-oe-)

Il derivato pie tuerḱ-oacute- puograve quindi avere avuto sia (a) un significato agentivo lsquoquello che taglia foggiarsquo che (b) un significato passivo lsquoquello che egrave tagliato fog-giatorsquo entrambi trovano riscontro nei riflessi di pgerm dwerg-a-

(a) Un significato lsquoquello che taglia foggiarsquo ha paralleli esatti nella fraseologia che nei testi letterari nordici ricorre in relazione ai dvergar come vedremo nel cap 7 infatti questi personaggi sono continuamente (e quasi esclusivamente) menziona-ti nel loro ruolo di artigiani mitici (lsquoquelli che foggianorsquo) soprattutto come soggetto allrsquointerno di collocazioni del tipo [dvergr ndash foggiare ndash oggetto] I numerosi pa-ralleli con i testi vedici sullrsquoartigiano divino Tvaṣṭar permettono inoltre di ricostruire collocazioni indoeuropee del tipo [artigiano mitico (pie tuerḱ‑ aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar‑) ndash foggiare ndash oggetto] Un significato lsquoquello che taglia pungersquo potrebbe infine anche soggiacere al significato lsquospillarsquo di aisl dvergr in Rthorn 16

(b) Un significato lsquoquello che egrave tagliatorsquo non trova al contrario riscontro nel-la mitologia dei dvergar nordici (neacute del vedico Tvaṣṭar) ma corrisponde da vici-no allrsquoaccezione lsquopersona di statura molto bassa nanorsquo attestata per vari riflessi di pgerm dwerg-a- (cfr eg aing dweorgh che glossa lat nanus) lo sviluppo seman-tico da lsquotagliato (via)rsquo a lsquocorto bassorsquo ha infatti diversi paralleli nelle lingue indoeu-

mdash 67 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ropee76 cfr eg lat curtus lsquocorto bassorsquo (pie [s]kr-toacute- lsquotagliatorsquo o kur-toacute- lsquoidrsquo) o ing short lsquocorto bassorsquo (pgerm skurta- lsquotagliato viarsquo)77

La caratterizzazione anatomica della figura mitica nordica del dvergr originariamente lsquoquello che taglia foggiarsquo (cioegrave lrsquolsquoartigianorsquo) come lsquopersona di sta-tura molto bassa nanorsquo egrave come osservato supra tarda e con tutta probabilitagrave da ricondurre a una confluenza tra questi due significati Un ruolo non indifferente avragrave giocato anche la tendenza a trasformare figure mitologiche pagane in spiritelli di piccole dimensioni cfr eg i nobili alfar lsquoelfirsquo nordici (cosigrave autorevoli da essere nominati nellrsquoEdda quasi esclusivamente in coppia con gli aeligsir lsquodegraveirsquo) vs i piccoli elfi del folklore inglese e tedesco (cfr eg William Shakespeare Sogno di una notte di mezzrsquoestate atto 2 scena 2 vv 4-5 Some war with rere-mice for their leathern wings To make my small elves coats cfr anche atto 2 scena 1 vv 30-31 in cui gli elfi sono detti nascondersi nelle ghiande) Che lo stesso derivato attesti sia seman-tica agentiva che passiva allrsquointerno di unrsquounica lingua indoeuropea non egrave sorpren-dente (Nussbaum 2017 242) cfr eg gr om σκοπός che significa sia lsquoguardianorsquo (lsquoquello che osservarsquo eg Il 23359) che lsquobersagliorsquo (lsquociograve che egrave osservatorsquo eg Od 226)

63 Paralleli in ambito germanico mat zwergen e aing ġethornūren

Sebbene sul piano sincronico aisl dvergr e gli altri termini germanici sembrino es-sere isolati egrave possibile individuare diversi paralleli nelle lingue germaniche antiche Come notato supra Kroonen (2013 svv dwerga- e dwergan-) propone infatti una corrispondenza tra pgerm dwerga- (da lui trasposto come pie dhuergh-o-) e il verbo mat zwergen lsquoschiacciare pizzicarersquo (che egli riconduce meccanicamente a pgerm dwerg-a- e pie dhuergh-oe-)

Reinfried von Braunschweig 9226mich grimmet unde zwirget daʒ jacircmer ldquola disperazione mi graffia e mi pizzicardquo

A questi paralleli si puograve aggiungere il verbo debole mat twergen lsquoidrsquo

Minnesinger 3189b

vor dem walde begund ich sie mit kluogen twikken twergen ldquodi fronte alla foresta cominciai a pizzicarli con piccoli ramirdquo

76 Cfr Buck 1949 883 ldquowords for lsquoshortrsquo (opposite of both lsquolongrsquo and lsquotallrsquo) are mostly from the notion of lsquocut offrsquo or lsquobroken offrsquordquo

77 Per lrsquoanalisi etimologica di queste formazioni cfr eg de Vaan 2008 sv curtus e Heidermanns 1993 sv skurta- cfr inoltre Ginevra 2019 per ulteriori paralleli allrsquointerno di unrsquoanalisi della famiglia romanza di it picc‑olo e sp pequ‑entildeo come rif lessi di pie peiḱ‑oacute‑ lsquoche egrave tagliatorsquo

mdash 68 mdash

Riccardo Ginevra

Sia mat zwergen che twergen possono continuare regolarmente (via aat dtwer-gen) una radice pgerm thornwerg‑ variante di Verner (quindi in posizione pretonica) di pie tuerḱ‑ Il significato lsquoschiacciare pizzicarersquo di mat zwergen egrave infatti compa-tibile con la semantica della radice tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo un parallelo esatto si ha nella famiglia di pgerm knība‑ lsquocoltellorsquo (ing knife) knīpan- lsquopizzicarersquo (ndl knijpen ted dial kneipen) e knippan‑ lsquotagliare strappare castrarersquo (mbt cnippen ndl knippen ted palatino knippen cfr Kroonen 2013 svv)

A questo dossier si puograve aggiungere il participio preterito aing ġethornūren lsquoforgiatorsquo impiegato in riferimento a una spada nel Beowulf

Beo 1285-1287thornonne heoru bunden hamere ġethornūren sweord swāte fāh swīn ofer helme ecgum dyhttiġ andweard scireethldquoQuando spada adorna da martello forgiata lama cruenta di taglio possente fende avverso cin-ghiale sullrsquoelmordquo

La lectio attestata dal manoscritto ltgethornurengt egrave correntemente interpretata come ġethornŭren una variante irregolare (la forma attestata nella prosa egrave ġethornworen) del participio preterito di aing degthornweran lsquomescolare rimestare centrifugare (per fare il burro)rsquo verbo imparentato con aat dweran lsquoidrsquo e riflesso di pgerm thornwer‑a‑ (Se-ebold 1970 sv) unrsquoanalisi poco attraente sul piano della semantica che non trova paralleli nelle altre attestazioni di questi verbi o in alternativa emendata in ġethornrūen participio preterito di un verbo thornrūan lsquopressarersquo che non egrave attestato altrove (per una disamina delle ipotesi cfr eg Klaeber et al 2008 ad loc) Aing ltgethornurengt lsquoforgiatorsquo (attestato con questo significato anche nellrsquoIndovinello 91) puograve invece riflettere ġethornūren esito di (ga-)thorn(w)urh-Vna-78 il participio preterito di un verbo forte di terza classe pgerm (ga-)thornwerh‑a‑ lsquofoggiarersquo Tenendo conto del fatto che lrsquooscillazione tra h e g in Inlaut egrave da addebitare al cosiddetto grammatischer Wechsel (ldquoalternanza grammaticalerdquo) dovuto alla Legge di Verner egrave possibile ricostruire il seguente paradigma (cfr tab 6) per pgerm thornwerh‑a‑ lsquotagliare foggiarersquo

pgerm pieinfinito thornwerh‑a‑ (tueacuterḱ‑)preterito singolare thornwarh (tuoacuterḱ‑)preterito plurale thorn(w)urg-un (turḱ‑acute)participio preterito thorn(w)urg-Vna- (turḱ‑acute)

Tab 6 Ricostruzione del paradigma di pgerm thornwerh-a-

In epoca post-protogermanica il grammatischer Wechsel saragrave quindi stato risolto per mezzo della generalizzazione di h in inglese (aing ġethornūren lsquofoggiatorsquo riflette

78 Per la scomparsa di h con allungamento di compenso della vocale in antico inglese nel contesto -Vrh- cfr Ringe-Taylor 2014 305

mdash 69 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

degthornurh‑Vna‑ non lrsquoatteso degthornurg‑Vna‑) e di g in alto tedesco (mat zwergen lsquopizzicarersquo riflette thornwerg‑a‑ invece del regolare thornwerh‑a‑) Un ulteriore grado ridotto della stessa radice potrebbe essere attestato da aing thornȳrel lsquofororsquo aat durhil lsquoidrsquo riflessi di un derivato pgerm thorn(w)urh-ila- semanticamente compatibili con il significato lsquotagliarersquo di pie tuerḱ‑79

Egrave molto probabile che a livello sincronico pgerm dwerg-a- nel suo significato lsquoquello che taglia foggiarsquo venisse ancora associato al verbo thornwerh‑a‑ lsquotagliare fog-giarersquo (pie tuerḱ‑) unrsquoipotesi supportata dalla fraseologia eg sia aisl dvergr che aing ġethornuren lsquoforgiatorsquo si trovano impiegati in collocazione con [spada]

Skaacuteld 50Daacuteinsleif er dvergarnir gerethuldquo(la spada) Daacuteinsleif che fecero i dvergarrdquo (dwerg-a- lsquoquello che foggiarsquo)

Beo 1285 thornonne heoru bunden hamere ġethornūrenldquoquando spada adorna da martello foggiatardquo (thornwerh‑a‑ lsquofoggiarersquo)

Il fatto che lrsquounica attestazione di aing ġethornūren lsquofoggiatorsquo sia da individuare in un testo epico come il Beowulf permette di ipotizzare che il termine sia impiegato pro-prio in quanto arcaizzante e poeticamente marcato e quindi adatto a descrivere lrsquoatto di lsquofoggiarersquo oggetti mitici quali le spade dei Hrinġ‑Dene di re Hrōethgār In antico nordico egrave invece impiegato il verbo non marcato gera lsquofarersquo il cui soggetto egrave tuttavia un sostantivo agentivo derivato dalla stessa radice di aing ġethornūren ie aisl dvergr originariamente un appellativo dal significato lsquoquello che foggiarsquo successivamente specializzatosi come il nome stesso dellrsquointera categoria degli artigiani di oggetti mitici Alla luce di queste corrispondenze si puograve supporre che i derivati di pie tuerḱ‑ venissero percepiti come poeticamente marcati in etagrave protogermanica se non giagrave protoindoeuropea

64 Paralleli in ambito indoeuropeo ved Tvaacuteṣṭar- om σάρκες av rec ϑβərəsai-ti

Ciograve sembra trovare conferma nel parallelo con il nome dellrsquoartigiano cosmico della mitologia vedica Tvaacuteṣṭar‑ correntemente analizzato come un derivato con suffis-so agentivo -ter- di pie tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo (EWAia sv) con una corri-spondenza esatta in aav ϑβōrəštar- av rec ϑβarəštar‑ lsquointagliatore carpentierersquo Questrsquoultimo nellrsquoAvesta egrave un epiteto del dio supremo Ahura Mazdā ma secondo Leumann (1954) era originariamente il nome di una divinitagrave indoiranica indipen-dente e analoga allrsquoindiano Tvaṣṭar Essendo tutte queste forme secondo Lubotsky

79 Correntemente analizzati come rif lessi di pgerm thornurh‑ila‑ derivato di pgerm thornurh lsquoattraversorsquo (ing through ted durch) cfr eg Ringe-Taylor 2014 224

mdash 70 mdash

Riccardo Ginevra

(1994) da ricondurre a piir tuŕć‑tar‑ (ved Tvaacuteṣṭar‑ sarebbe lrsquoesito per dissimilazio-ne di tvŕṣṭar‑ cfr ved durhaacuteṇā- da durhrṇā- Narten 1982 140)80 si puograve supporre che il teonimo in questione sia stato generato per mezzo della baritonesi tipica dei nomi propri a partire da un sostantivo isterodinamico pie turḱ‑teacuter‑-tr-acute lsquoquello che taglia foggiarsquo con semantica agentiva pressocheacute identica a quella del derivato pie tuerḱ‑oacute‑ a cui egrave stato ricondotto aisl dvergr

Le caratterizzazioni degli dvergar e di Tvaṣṭar nei testi mitici rispettivamente nordici e indiani presentano numerosi paralleli fraseologici che verranno analizzati per esteso nel capitolo successivo in questa sezione possiamo tuttavia anticipare la collocazione condivisa dalle due tradizioni (b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaṣṭar‑) ndash foggiare ndash essere umano]

Vsp 105-7

thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquoessi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

RV 101841abviacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoChe Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

Alla luce dellrsquoanalisi qui proposta i soggetti della collocazione [foggiare ndash es-sere umano] rispettivamente nel passaggio eddico e in quello vedico ovvero aisl dvergr (pie tuerḱ‑oacute‑) e ved Tvaacuteṣṭar‑ (pie turḱ‑teacuter‑) riflettono uno stesso con-cetto [artigiano mitico] espresso da un derivato dalla stessa radice pie tuerḱ‑ e presentano quindi una corrispondenza non solo semantica ma anche etimologica

Il fatto che pie tuerḱ‑ sia attestato in indoario esclusivamente nel teonimo Tvaacuteṣṭar‑ sembra supportare lrsquoipotesi che derivati di questa radice fossero poeticamente marcati giagrave in etagrave indoeuropea un ulteriore indizio di questa connotazione egrave forse da individuare in quello che Risch (1961) ha per primo analizzato come lrsquo unico riflesso di questa radice in greco il plurale tantum om σάρκες lsquocarnirsquo (in etagrave po-stomerica attestato anche al singolare σάρξ) che continua un nome radicale pie turḱ‑ dal significato lsquotagliato formatorsquo (Schindler 1972 97 Jackson 2002 12)81 Risch (1961 93-94) osserva come σάρκες denoti in Omero unicamente le lsquocarni umanersquo (e solo successivamente anche quelle macellate degli animali) e Jackson (2002 ibid) compara questo dato con lrsquoappena citato RV 101841b in cui Tvaṣṭar egrave detto lsquotagliare foggiarersquo le lsquoformersquo degli esseri umani (tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu) Alla

80 Lrsquoanalisi di Lubotsky (1994) pare essere piugrave convincente della communis opinio (cfr EWAia sv tvaacuteṣṭar‑) secondo cui ved Tvaacuteṣṭar‑ rif letterebbe (possibilmente per incrocio con la radice TAKṢ lsquofoggiarersquo) una formazione piir tu aacuterć‑tar‑ e pie tu eacuterḱ‑ter‑ (con grado me-dio della radice inatteso)

81 Risch (1961 95) pensa invece a un significato lsquocarne che dagrave forma al corpo umanorsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

luce della corrispondenza notata supra tra il vedico Tvaṣṭar e i dvergar nordici i quali sono anchrsquoessi detti ldquofoggiare figure di uominirdquo in Vsp 105-7 (thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar) egrave possibile ipotizzare una connessione tra il significato originario specifico lsquocarni umanersquo di om σάρκες la sua etimologia da pie turḱ‑ lsquotagliato foggiatorsquo e il fatto che derivati di pie tuerḱ‑ siano impiegati in contesti marcati come lrsquoatto di lsquotagliare foggiarersquo oggetti mitici comprese le lsquocarni umanersquo in un contesto mitologico

Si egrave notato supra (61) come tra le possibili motivazioni dellrsquoattestazione di pgerm dwerga- (aisl dvergr) al posto di thornwerga‑ esito atteso di pie tuerḱ‑oacute‑ potrebbe esserci una modificazione analogica dellrsquoinizio di parola da dw- a thornw‑ ai fini dellrsquoallitterazione allrsquointerno di una collocazione con un secondo elemento che iniziava con pgerm d- riflesso di pie dh- Ciograve trova supporto nel parallelo con i testi vedici in cui il teonimo Tvaacuteṣṭar‑ ricorre proprio come soggetto di DHĀ lsquoporre fare crearersquo riflesso di pie dheh1- lsquoidrsquo

RV 73420btvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrānldquoLet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo

AVŚ 14153abtvaacuteṣṭā vāso vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā kavīnāmldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo

Essendo Tvaṣṭar lrsquolsquoArtigianorsquo che foggia il cosmo non sorprende che egli sia det-to DHĀ lsquodisporrersquo oggetti Da questa stessa radice verbale egrave stato derivato anche il nome di unrsquoaltra divinitagrave indiana ved Dhā‑taacuter‑ lsquoquello che disponersquo un altro nome formato con il suffisso agentivo -tar- la cui accentazione tradisce tuttavia unrsquoorigi-ne ben piugrave recente82 corroborata dal fatto che esso sia prevalentemente attestato nel decimo libro del RV (il piugrave tardo) Questo teonimo ricorre spesso in prossimitagrave di ved Tvaacuteṣṭar- cfr RV 7353a (Dhātaacuter‑) e 6d (Tvaacuteṣṭar‑) 10185d (D) e 6c (T) e in particolare il giagrave citato 101841

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātar place the embryo in yourdquo

Questa situazione prefigura quanto attestato successivamente nella letteratu-ra epica e puranica (cfr tab 7) in cui lrsquoaccostamento dei teonimi scr Tvaṣṭar‑ e

82 Mentre Tvaacuteṣṭar‑ egrave un arcaismo attestato anche in iranico le formazioni come Dhā‑taacuter‑ (con accento sul suffisso) diventano produttive solo verso la fine del periodo rigvedico (Tichy 1995 287)

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Riccardo Ginevra

Dhātar‑ egrave chiaramente formulare

MBh 4814 tvaṣṭur dhātuḥMBh 5557 tvaṣṭā dhātrāMBh 611638 dhātus tvaṣṭuścaMBh 131531 dhātā tvaṣṭāAgniPur 192 tvaṣṭā dhātāGarPur 1640 dhātā tvaṣṭāMPur 47158 tvaṣṭre dhātreViPur 115130 dhātā ca tvaṣṭā

Tab 7 Formularitagrave della collocazione di scr Tvaṣṭar- e Dhātar-

Sulla base del confronto con le collocazioni indoarie di Tvaacuteṣṭar‑ lsquoquello che fog-giarsquo con DHĀ lsquodisporrersquo e Dhātaacuter‑ lsquoquello che disponersquo si puograve ipotizzare che la selezione della variante pgerm dwerga- a discapito dellrsquoesito atteso thornwerga‑ di pie tuerḱ‑oacute‑ lsquoquello che foggiarsquo sia avvenuta allrsquointerno di unrsquoanaloga colloca-zione formulare con un derivato di pgerm dō‑ lsquofarersquo riflesso germanico di pie dheh1- lsquodisporre farersquo (LIV2 136-138) e quindi imparentato con la radice ved DHĀ lsquodisporrersquo da una collocazione come thornwergōzdwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo (avente come oggetto eg le lsquofigure umanersquo come nel giagrave citato Vsp 105-7) si sarebbe ottenuta una formula allitterante dwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo sviluppatasi poi con rinnovamento lessicale (essendo pgerm dō‑ scomparso in nordico cfr Seebold 1970 sv) nella collocazione aisl [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash oggetto] che come vedremo infra (cap 7) egrave molto ben attestata nei testi mitologici nordici Essendo il verso lungo della poesia orale germanica governato dallrsquoallitterazione una sostituzione del genere sarebbe stata motivata da vere e proprie esigenze compositive Per sviluppi di questo tipo in altre lingue indo-europee cfr eg il nome dellrsquoeroe mgall Lludd modificato a partire da Nudd (pcelt noudont- lsquonuvolosorsquo Matasović 2009 sv snowdo-) ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Llefelys83 oppure per garantire lrsquoallitterazione allrsquointerno della formula di nome ed epiteto Lludd Llaw-ereint ldquoLludd dalla mano drsquoargentordquo la cui forma originaria Nudd Llaw-ereint egrave ricostruibile sulla base del confronto con il te-onimo airl Nuacuteadhu Airgett‑lamh ldquoNuacuteadu dalla mano drsquoargentordquo (cfr Olmsted 1994 401 con letteratura)84 Una possibile obiezione a questa analisi sarebbe che in base a quanto attestato dalle lingue germaniche il verbo dō‑ doveva avere un significato lsquofarersquo (ing do) piuttosto che lsquocrearersquo (ing make) come rimarcato da Mees (2013

83 Cfr eg il titolo del racconto mabinogico Cyfranc Lludd a Llefelys lsquoStoria di Llud e Llefelysrsquo

84 Cfr anche il nome lat Remus probabilmente rif lesso di Iem-o- lsquoGemellorsquo (ved yamaacute‑) con modificazione della consonante iniziale ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Romulus (Puhvel 1975)

mdash 73 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

334-335) si noti tuttavia che ancora nel 600 dC lrsquoiscrizione runica della capsu-la bronzea di Schretzheim ltalaguthorn leuba dedungt lsquoAlagu(n)thorn (e) Leuba fecero (la capsula)rsquo attesta il preterito plurale dedun nellrsquoaccezione lsquofoggiarersquo85

Lrsquounica altra lingua indoeuropea al di fuori di quelle germaniche in cui ricorre un verbo che riflette pie tuerḱ‑ egrave lrsquoavestico (LIV2 656) in cui sono attestati un pre-sente av rec ϑβərəsai‑ti lsquotagliare foggiarersquo e una forma di aoristo aav ϑβarōždūm lsquotagliaste foggiastersquo

Y 2911-2 xšmaibiiā gəuš uruuā gərəždā kahmāi mā ϑβarōždūm kə mā tašatldquoLrsquoanima della vacca si lamenta con voi lsquoPer chi mi avete formato Chi mi ha foggiatorsquordquo

In questo passo una mucca mitica si rivolge al dio supremo Ahura Mazdā chie-dendo per chi essa sia stata lsquofoggiatarsquo anche qui pie tuerḱ‑ egrave impiegato nel suo senso marcato di lsquofoggiare miticamentersquo un essere vivente quindi in un contesto analogo a quello dei passi analizzati supra in cui le carni degli uomini sono fog-giate dai dvergar e da Tvaṣṭar Sebbene in avestico ϑβərəs‑ sia attestato con una certa frequenza in contesti abbastanza vari e non necessariamente ldquocosmogonicirdquo egrave interessante notare come questa radice verbale non sembri ricorrere in nessunrsquoaltra lingua iranica (Cheung 2007 sv ϑuars-) Si potrebbe quindi trattare di un arcaismo che egrave sopravvissuto unicamente nellrsquoavestico in quanto lingua liturgica dello zo-roastrismo in virtugrave del suo corpus prettamente cultuale redatto a scopi rituali e di conseguenza linguisticamente arcaizzante

65 La kenning [bevanda ndash dei dvergar] per [poesia] e due figure indoeuropee

Sul piano della fraseologia lrsquointerpretazione di dvergr come riflesso di pie tuerḱ‑oacute‑ permette di individuare diversi paralleli per le kenningar nordiche per [poesia] come dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo Queste possono infatti riflettere una collocazione [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ‑oacute‑)] per [poesia] che ha non soltanto paralleli nella mitologia vedica (cfr il cap 7) ma anche corrispondenze fraseologiche sia (a) in collocazioni che designano la [poesia] e la [voce] in gene-rale come qualcosa da [versare] e da [bere] che (b) in collocazioni indoeuropee in cui pie tetḱ‑ lsquointagliare foggiarersquo e peiḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo due radici che Peter Jackson (2002 8-13) ha mostrato essere sinonimiche rispetto a tuerḱ‑ hanno come oggetto [poesia] e [voce]

(a) Lrsquouso metaforico di [bevanda] per [poesia] egrave molto ben attestata nella lin-gua poetica scandinava (Meissner 1921 69) cfr eg HaukrV Iacutesldr 14-8 biethk at [hellip]

85 Cfr Krause 1966 299 Nedoma 2004 172 Findell 2012 161 pace Mees 2013 335 Per la quantitagrave della e in pgerm dedun cfr Stiles 2010

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Riccardo Ginevra

hlustar munnum [hellip] mjǫeth drekki ldquoprego che (i presenti) vogliano bere lrsquoidromele (degli degravei) (= la [poesia]) con le bocche dellrsquoorecchiordquo86 Questa figura poetica risa-le con tutta probabilitagrave a etagrave indoeuropea poicheacute corrisponde concettualmente alla collocazione [versare (ǵheu-) ndash le preghiere] studiata da Kurke (1989) in greco vedico e latino (a cui Watkins 1995 16 aggiunge un parallelo in antico irlandese) e alla concezione della [voce] come [liquido] studiata da Garciacutea Ramoacuten (2010) in sanscrito antico irlandese e ittito (per questrsquoultimo cfr anche Dardano 2018)

(b) Una collocazione [foggiare (tetḱ‑) ndash le parole (ueku-)] metafora per [fare poesia cantare] soggiace inter alia al composto av vacas‑tašti‑ lsquoinno strofarsquo (lsquofoggiatura di parolersquo) ai sintagmi ved vaacutecāṃsy [hellip] takṣam ldquoho foggiato parolerdquo (RV 6321d) e al sintagma gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di parolerdquo (Pi P 3113) una kenning per [poeti] (Schmitt 1967 296ss) che queste espressioni riflet-tano una comune ereditagrave indoeuropea egrave stato riconosciuto giagrave da James Darmesteter (1878) sebbene in termini leggermente diversi da quelli odierni87 Il concetto [fog-giare] nella metafora ereditata [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso anche da peiḱ‑ come dimostrato da Jackson (2002) sulla base dellrsquoanaloga corrisponden-za tra collocazioni rigvediche quali vācam pipiśur ldquohanno modulato (pie peiḱ‑) la voce (ueku-)rdquo (71036) e sintagmi pindarici come ποικίλος ὗμνος ldquoinno elaborato (pie peiḱ‑)rdquo (Pi O 687 N 542) Questrsquoassociazione potrebbe infine essere atte-stata anche nella tradizione latina Ovidio (Met 14320-434) eg ci riferisce come la moglie del dio Pīcus lsquocolui che foggiarsquo (pie peiḱ‑oacute‑ analizzato nel cap 8) avesse nome Canens lsquocantantersquo (lat canō lsquocantarersquo)

La kenning aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo per [poesia] sembra quindi riflettere una combinazione di queste due figure poetiche ovvero (a) la metafora della [poesia] come [bevanda] e (b) la metafora [foggiare ndash le parole] per [fare poesia] Egrave possibile ipotizzare che questa confluenza abbia avuto luogo nel modo seguente

(1) Dato che lrsquoelemento [foggiare] nella metafora ereditata (b) [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso sia da pie tetḱ‑ che da peiḱ‑ si puograve ipotizzare che esso venisse espresso anche dalla radice pie tuerḱ‑ la quale condivide significati e collocazioni con entrambe Si puograve quindi postulare una collocazione [foggiare (pie

86 Sullrsquo[orecchio] come [bocca] per la [poesia] liquida cfr Meissner 1921 130 cfr inoltre Egill Arkv 65-8 svaacutet Yggs full yacuteranda kom at hvers manns hlustamunnum ldquocosic-cheacute la coppa di Ygg [poesia] giunse schiumando alle bocche delle orecchie di ogni uomordquo Una figura poetica del genere potrebbe essere allrsquoorigine della differenza di significato tra itt ištaman(a)- lsquoorecchiorsquo e gr στόμα lsquoboccarsquo la cui parentela egrave stata proposta giagrave da Sturtevant (1928 123) sono grato a Paola Dardano per avermi fatto notare questo parallelo tra germani-co e anatolico

87 Piugrave precisamente Darmesteter (1878 28-29) includeva nel parallelo anche sintag-mi latini con il verbo texere lsquotessere fabbricarersquo che egli riteneva essere imparentato con av degtašti‑ ved TAKṢ‑ e gr τέκτων riconducendo tutti questi vocaboli ad una stessa radice ldquotaksrdquo unrsquoanalisi che non egrave piugrave comunemente accettata al giorno drsquooggi (cfr LIV2 619-620 638-639)

mdash 75 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

tuerḱ‑) ndash le parole](2) Cosigrave come la kenning pindarica per [poeta] gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di

parolerdquo egrave un sintagma nominale che riflette la collocazione [foggiare (pie tetḱ) ndash le parole] si puograve supporre che la collocazione [foggiare (pie tuerḱ‑) ndash le pa-role] potesse essere espressa da un sintagma nominale in cui un nome agentivo pie tuerḱ‑oacute‑ lsquofoggiatore artigianorsquo (aisl dvergr) reggeva un termine per [parole] o [poesia] ovvero una collocazione [artigiano (pie tuerḱ‑oacute‑) ndash delle parole della poesia] Ciograve trova paralleli in molte kenningar norrene per [poeta] del tipo aisl hagsmiethr bragar ldquoabile fabbro della poesiardquo (Bragi Troll 17 Meissner 1921 363-364)

(3) Essendo [poesia] [parola] e in generale [voce] metaforicamente sostituibili con [liquido] o [bevanda] in virtugrave della figura indoeuropea e scandinava (a) di cui supra una collocazione [artigiano (pie tuerḱ‑oacute‑) ndash delle parole] era quindi equi-valente a [artigiano (pie tuerḱ‑oacute‑) ndash della bevanda poetica] Anche questo pas-saggio trova un parallelo nella kenning per [poeta] aisl faeliggir Fjǫlnis veigar ldquofog-giatore della bevanda di Fjǫlnir (Odino [bevanda ndash di Odino] = [poesia])rdquo (KormǪ Lv 533) in cui faeliggir egrave peraltro da ricondurre alla radice pie peiḱ‑ lsquotagliare foggia-rersquo88

(4) Dalla kenning [artigiano (pie tuerḱ‑oacute‑) ndash della bevanda (poetica)] per [poeta] potragrave quindi essersi sviluppata la kenning [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ‑oacute‑)] per [poesia] di cui aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo egrave un riflesso esatto

88 Aisl faeliggir sembra essere un derivato agentivo in -ir (pgerm -ija-) di un rif lesso di pgerm faig‑ijō‑ lsquorendere coloratorsquo ( aing fāgian lsquoidrsquo) un verbo denominativo connesso allrsquoaggettivo faih-a- lsquomulticolorersquo Questo verbo e lrsquoaggettivo corrispondente sono da ricon-durre a pie pei ḱ‑ (cfr Heidermanns 1993 183-184)

mdash 76 mdash

mdash 77 mdash

7 ARTIGIANI MITICI INDOEUROPEI I DVERGAR NORDICI E IL DIO VEDICO TVAacuteṢṬAR-

Lrsquoanalisi di aisl dvergr come riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo egrave supportata dalla caratterizzazione di questi personaggi allrsquointerno dei testi eddici ma trova anche strette corrispondenze in quanto attestato in riferimento a figure mitolo-giche analoghe in ambito indoeuropeo In questo capitolo vedremo anzitutto come i dvergar nordici condividano diverse tra le loro piugrave importanti caratteristiche con il dio vedico di nome Tvaacuteṣṭar‑ teonimo che come si egrave visto riflette pie turḱ‑teacuter‑ lsquoquello che taglia foggiarsquo un altro derivato della radice tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo

71 I dvergar eddici come lsquoartigianirsquo cosmici

I dvergar sono menzionati innumerevoli volte nella letteratura scandinava in par-ticolare allrsquointerno del corpus eddico per una rassegna aggiornata della letteratura scientifica sui dvergar cfr Liberman 2016 303-316 Gli elementi principali della loro caratterizzazione che interessano questa trattazione sono sintetizzabili nei se-guenti punti

(a) I dvergar sono quasi esclusivamente menzionati come soggetto di una collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash ogget-to]Questa collocazione egrave ad esempio attestata in Hdl in cui la dea Freyja sostiene che il suo cinghiale Hildisviacuteni sia stato creato dai dvergar il cinghiale di Freyja egrave comrsquoegrave noto da connettere al cinghiale Gullinbursti (de Vries 1956-57 II178) che appartiene al suo quasi-omonimo fratello Freyr a questi versi si puograve quindi accostare un passo del Grm in cui alcuni personaggi denominati come lsquofigli di Iacutevaldirsquo sono detti aver prodotto la nave Skiacuteethblaethnir proprio per il dio Freyr

Hdl 77-10

Hildisviacuteni er meacuter hagir goslashretho dvergar tveir Daacuteinn oc NabbildquoHildisviacutenir che per me fecero abili due dvergar Daacuteinn e Nabbirdquo

Grm 43Iacutevalda synir gengo iacute aacuterdaga Sciacuteethblaethni at scapa scipa bezt sciacuterom Frey nyacutetom Niarethar bur

mdash 78 mdash

Riccardo Ginevra

ldquoI figli di Ivaldi al principio dei tempi si mossero a foggiare Skidhbladhnir nave ottima per Freyr splendente propizio figlio di Njordhrrdquo

Nel Grm i costruttori della nave di Freyr sono menzionati solo per mezzo del patronimico ma nella parafrasi che Snorri fa di questo passo gli stessi vengono chiamati dvergar cfr Gylf 43 Dvergar nokkvorir synir Iacutevalda gerethu Skiacuteethblaethni ok gaacutefu Frey skipit ldquoAlcuni dvergar figli di Iacutevaldi fecero Skiacuteethblaethnir e diedero la nave a Freyrrdquo Come il sopracitato cinghiale Hildisviacuteni di Freyja anche il cinghiale di Freyr egrave stato foggiato da due dvergar i fratelli Sindri e Brokkr come narrato in Skaacuteld 35 dove questi due fratelli dvergar cercano di [foggiare] doni piugrave belli di quelli giagrave foggiati dai dvergar figli di Iacutevaldi 89

Skaacuteld 35Eptir thornat foacuter Loki til thorneira dverga er heita Iacutevalda synir ok gerethu thorneir haddinn ok Skiacuteethblaethni ok geirinn er Oacuteethinn aacutetti er Gungnir heitir THORNaacute veethjaethi Loki hǫfethi siacutenu vieth thornann dverg er Brokkr heitir hvaacutert broacuteethir hans Sindri mundi gera jafngoacuteetha gripi thornrjaacute sem thornessir vaacuteru En er thorneir koacutemu til smiethju thornaacuteldquoDopo di ciograve Loki andograve dai dvergar che si chiamano figli di Iacutevaldi e loro foggiarono la chioma (per Sif) Skiacuteethblaethnir (per Freyr) e la lancia di Odino che si chiama Gungnir Allora Loki scommise la propria testa con quel dvergr che si chiama Brokkr che il fratello di quello Sindri non avrebbe prodotto tre doni altrettanto buoni come quelli E quando loro (Sindri e Brokkr) giunsero alla forgia allora [cominciarono a forgiare]rdquo

Per ulteriori passi della Snorra Edda che attestano questa stessa collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera) ndash oggetto] cfr eg Skaacuteld 50 thornviacuteat nuacute hefi ek dregit Daacuteinsleif er dvergarnir gerethu ldquopoicheacute io ho ormai tratto [la spada] Daacuteinsleif che fecero i nanirdquo (giagrave citato nel cap precedente) Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

I dvergar sono menzionati in contesti del genere in numerosi altri passaggi del-la letteratura norrena Allrsquoinizio del Sǫrla THORNattr sembra quasi essere attestata una glossa del termine dvergr come lsquoartigianorsquo

Sǫrla THORNattr 1Menn thorneir vaacuteru iacute Asiacutea er einn heacutet Aacutelfrigg annarr Dvalinn thornriethi Berlingr fjoacuterethi Greacuterr THORNeir aacutettu heima skammt fraacute hǫll konungs THORNeir vaacuteru menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd THORNess haacutettar menn sem thorneir vaacuteru kǫlluethu menn dverga THORNeir byggethu einn stein THORNeir blǫnduethust thornaacute meir vieth mannfoacutelk en nuacuteldquoCrsquoerano degli uomini in Asia di cui uno si chiamava Aacutelfrigg un altro Dvalinn un terzo Berlingr e un quarto Greacuterr Essi avevano dimora non lontano dalla sala del re Questi erano uomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tutto Uomini di questo genere come loro erano gli uomini li chiamavano dvergar Vivevano in una roccia Si mischiavano allora di piugrave con lrsquoumanitagrave rispetto a

89 Cfr Ginevra 2018 per unrsquoanalisi del mito e dei suoi possibili paralleli indoeuropei

mdash 79 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

orardquo

In questo passo si dice che il termine dvergar egrave usato per riferirsi a ldquouomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tuttordquo (menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd) una perifrasi per dire che essi erano capaci di foggiare qualsiasi cosa come si evince dal fatto che

bull i quattro personaggi in questione siano fabbri cfr lrsquoinizio di un paragrafo successivo dvergarnir vaacuteru at smiacuteetha ldquoi dvergar (Aacutelfrigg Dvalinn Berlingr e Greacuterr) stavano forgiandordquo

bull la stessa locuzione sia impiegata in riferimento a un personaggio di nome Smiethr lsquoFabbrorsquo in Boacutesa saga ok Herraueths 2 lagethi aacute allt gerva hǫnd ldquometteva una mano perfetta in tuttordquo90

(b) I dvergar Moacutetsognir e Durinn sono detti [foggiare ndash esseri umani]

Vsp 95-8-10hverr scyldi dverga droacutettir91 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom THORNar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho sem Durinn sagethildquo[Gli degravei discussero su] chi dei dvergar dovesse schiere creare dal sangue di Brimir e dalle mem-bra di Blaacuteinn Lagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondo essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terra come disse Durinnrdquo

Queste due strofe sono state oggetto di interpretazioni contrastanti Il genitivo plurale dverga lsquodei dvergarrsquo in Vsp 95 egrave stato inteso da Dronke come un comple-mento di droacutettir lsquoschierersquo Dronke segue inoltre lrsquoemendazione di Joacutensson (1926 ad loc) del tragravedito hverr lsquochirsquo con hvaacutert lsquoutrum whetherrsquo traducendo di conseguenza i vv 95-6 come ldquowhether they should create companies of dwarvesrdquo (con gli aeligsir lsquodegraveirsquo come soggetto) Questa emendazione e lrsquointerpretazione che ne consegue sembrano tuttavia non necessarie sulla base di tre osservazioni

bull In primo luogo hverr skyldi dverga ldquochi dovesse tra i nanirdquo in Vsp 95 riflette la stessa struttura sintattica con ordine dei costituenti [hverr ndash verbo modale ndash geniti-vo plurale retto da hverr] attestata eg in Hym 382-4 hverr kann um thornat goethmaacutelugra goslashrr at scilia ldquoe chi puograve questo fra chi conosce i miti piugrave compiutamente raccon-

90 Possibili paralleli per questo passaggio si possono individuare in greco (Daniel Koumlll-igan c p) dove il dio artigiano Efesto egrave invocato come καρτερό-χειρ lsquoo (dio) dalla forte manorsquo (Hymn Orph 663) e in vedico (Patrick V Stiles c p) dove Tvaṣṭar egrave chiamato su‑pāṇiacute‑ lsquodal-le buone manirsquo (eg RV 73420b citato infra 72 [b]) queste corrispondenze potrebbero ri-f lettere unrsquoassociazione tradizionale tra la formula [mano ndash buonaforteperfetta] e i gli degravei lsquoartigianirsquo (pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo) nel mito indoeuropeo

91 Con Dronke (1997 ad loc) preferisco la variante ltdroacutettirgt attestata nello Hauksboacutek alla lezione ltdroacutettingt del Konungsboacutek (scelta da Neckel-Kuhn 1962 ad loc)

mdash 80 mdash

Riccardo Ginevra

tarerdquobull In secondo luogo le due strofe Vsp 9-10 hanno chiaramente una struttura

responsiva (cfr tab 8) (1) allrsquointerrogativa di Vsp 95 hverr [hellip] dverga ldquochi tra i dvergarrdquo cor-

risponde in Vsp 101-4 una risposta thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) allrsquointerrogativa di Vsp 91-2 hverr scyldi dverga droacutettir scepia ldquochi tra i dvergar dovesse creare schiererdquo corrisponde in Vsp 105-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi (Moacutetsognir e Durinn) molte umane figure fecero i dvergarrdquo essendo droacutettir lsquoschierersquo un sinonimo poetico di [uomini]92

(3) alla specificazione di Vsp 92-4 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom ldquocreare dal sangue di Brimir e dalle membra di Blaacuteinn (ie le lsquoroccersquo)rdquo93 corrisponde in Vsp 106-7 goretho dvergar oacuter ioretho ldquofecero i nani dalla terrardquo

Vsp 9 Vsp 10

(1) [chi ndash dei dvergar] = Moacutetsognir e Durinn

1 hverr scyldi dverga ldquochi tra i dvergar dovesserdquo

1-4 thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) [foggiare ndash umani] 2 droacutettir scepialdquocreare schiere = uominirdquo

5-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi molte umane figure fecero i dvergarrdquo

(3) [da terraroccia] 4 oacuter Blaacuteins leggiom ldquodalle membra di Blaacuteinn = roccerdquo

7 oacuter ioretho ldquodalla terrardquo

Tab 8 Struttura responsiva di Vsp 9 e 10

bull Infine la responsione tra Vsp 91 hverr [hellip] dverga ldquochi dei dvergarrdquo e 101-2

thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn ldquolagrave Moacutetsognir era diventato il piugrave granderdquo ha un parallelo esatto nella responsione tra Vm 284 hverr aacutesa elztr ldquochi degli AEligsir il piugrave anticordquo e 293 thornaacute var Bergelmir borinn ldquoallora Bergelmir era natordquo

92 Cfr eg Hsv 851-2 Draumum siacutenum skulu eigi droacutettir truacutea ldquoMen should not believe their dreamsrdquo

93 Per le membra di Blaacuteinn come [montagne rocce] cfr Dronke 1997 122

mdash 81 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Vm 284-291-2

ldquohverr aacutesa elztr eetha Ymis niethia yrethi iacute aacuterdagardquo Vafethruacuteethnir qvaeth ldquoOslashroacutefi vetra aacuteethr vaeligri ioreth scǫpueth thornaacute var Bergelmir borinnrdquoldquo[disse Odino] laquoChi era il piugrave vecchio fra gli asi e della stirpe di Ymir allrsquoinizio dei tempiraquo dis-se Vafthornruethnir laquoIn un tempo lontano prima che fosse creata la terra venne Bergelmir alla luceraquordquo

Una stessa struttura compositiva tradizionale (cfr tab 9) soggiace con tutta pro-babilitagrave a entrambi i passi

Vsp Vm(a)hverr + X-a (genitivo plurale)

91 hverr [hellip] dvergaldquochi tra i dvergarrdquo

284 hverr aacutesaldquochi tra gli degraveirdquo

(b)thornarthornaacute var Y-ir (nome proprio) W-inn (participio preterito)

101-2 thornar var Moacutetsognir [hellip] um orethinnldquolagrave Moacutetsognir era diventatordquo

293 thornaacute var Bergelmir borinnldquoallora Bergelmir eranatordquo

(c)Z-ztr (superlativo) + X-a (genitivo plurale)

102-3 maeligztr [hellip] dverga allraldquoil piugrave grande dei dvergar tuttirdquo

284 [hellip] aacutesa elztrldquoil piugrave vecchio degli degraveirdquo

Tab 9 Elementi comuni a Vsp 9-10 e Vm 28-29

Alla luce di questi dati non sembra quindi necessario intepretare le strofe della Vsp citate supra alla maniera di Dronke e si puograve quindi affermare che esse attestino una collocazione [dvergr ndash foggiare ndash essere umano]

(c) I dvergar Brokkr e Sindri forgiano lrsquo[arma ndash del dio del tuono] Thor

Skaacuteld 35THORNaacute lagethi hann jaacutern iacute aflinn ok baeth hann blaacutesa ok sagethi at oacutenyacutett mundi veretha ef blaacutestrinn felli [hellip] Ok thornaacute kom thornar smiethrinn at sagethi at nuacute lagethi naeligr at alt mundi oacutenyacutetask er iacute aflinum var THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn [hellip] THORNat var doacutemr thorneira at hamarrinn var beztr af ǫllum gripum ok mest vǫrn iacute fyrir hriacutemthornursum ok dœmethu thorneir at dvergrinn aeligtti veethfeacuteitldquoPoi egli (Sindri) mise nella fucina del ferro e chiese (a Brokkr) di far vento e disse che sarebbe stato [tutto] rovinato se il soffiare fosse cessato [hellip] E allora venne il fabbro (Sindri) e disse che ci man-cava poco che tutto quello che crsquoera nella fucina fosse rovinato Poi tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (Brokkr) diede il martello a Thor [hellip] Il loro giudizio (ie degli degravei) fu che il martello era il migliore fra tutti gli oggetti preziosi e la maggior difesa contro i giganti della brina ed essi senten-ziarono che il dvergr aveva [vinto] la scommessardquo

Il martello del dio del tuono Thor non egrave semplicemente uno dei sei oggetti miti-ci che vengono foggiati nellrsquoambito dellrsquoagone artigianale tra Loki (o meglio tra i dvergar figli di Iacutevaldi che lavorano per Loki) e i dvergar Brokkr e Sindri il martello egrave il migliore tra tutti questi oggetti la ldquomaggior difesa contro i giganti di brinardquo e garantisce a Brokkr e a suo fratello la vittoria nellrsquoagone contro Loki

mdash 82 mdash

Riccardo Ginevra

(d) I dvergar Austri Vestri Norethri Suethri hanno la funzione di [sorregge-re ndash il cielo]

Gylf 8lsquoToacuteku thorneir ok haus hans ok gerethu thornar af himin ok settu hann upp yfir jǫrethina meeth fjoacuterum skautum ok undir hvert horn settu thorneir dverg THORNeir heita svaacute Austri Vestri Norethri SuethrildquoEssi presero il suo cranio e ne fecero il cielo e lo posero su sopra la terra con quattro canti e sotto ogni angolo posero un dvergr Essi si chiamano cosigrave Austri Vestri Norethri Suethrirdquo

Gli stessi nomi si incontrano in ordine diverso allrsquoinizio del catalogo dei dvergar della Vsp nella strofa successiva a quelle analizzata supra 112-3 Norethri oc Suethri Austri oc Vestri Trattandosi di un catalogo non si trova qui menzionata la funzione di sorreggere il cielo la quale non egrave per la veritagrave letteralmente enunciata nemmeno in Gylf 8 undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo Ci si puograve tuttavia arrivare in maniera combinatoria

bull aisl setja undir lsquoporre sottorsquo si dice normalmente di aisl stoacutell lsquoseggiorsquo cfr eg HeiethrH 5630 var siacuteethan stoacutell settr undir Gestumblinda ldquofu quindi posto un seggio sotto Gestumblindirdquo HaacutekFris 48211 var thornar stoll settr vndir konvnginn ldquofu lagrave posto un seggio sotto il rerdquo

bull aisl stoacutell lsquoseggiorsquo egrave a sua volta impiegato nel linguaggio poetico con il significato [sostegno] come un sinonimo poetico di stǫeth lsquopalorsquo cfr eg kenningar dalla struttura [sostegno ndash del falco] per [mano braccio] come hauka-stoacutell lsquoseg-gio dei falchirsquo e val‑stǫeth lsquopalo deli falcohirsquo (Meissner 1921 141-142)

bull Aisl undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo egrave quindi semanticamente equivalente a una collocazione [dvergr ndash soste-nere ndash cielo]

Una collocazione [dvergr ndash sostenere (pgerm ber-) ndash cielo] si puograve peraltro ricostruire anche sulla base della kenning per [cielo] aisl byrethr dverganna ldquofardello dei nanirdquo in cui byrethr (pgerm bur-di[‑jō]-)94 va per lrsquoappunto ricondotto alla radi-ce pgerm ber- lsquoportarersquo (pie bher-) 95

Skaacuteld 23Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dverganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

94 Sulla non univoca analisi formale di aisl byrethr cfr Schaffner 2001 374ss e 455 Ca-saretto 2004 296 e 497-498

95 Per la kenning [fardello ndash dei dvergar] per [cielo] cfr anche Hfr Erf Oacutel 26a3 (und niethbyrethi Norethra ldquosotto il fardello della stirpe di Norethrirsquo = [fardello ndash dei dvergar]) e Arn THORNorfdr 243 (brestr erfiethi Austra ldquosi spacca la fatica di Austrirdquo)

mdash 83 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(e) Il dvergr Alviacutess egrave detto [conoscere (aisl viacuteta) ndash tutto] nel ritornello dellrsquoAlviacutessmaacutel

Alv 91-3 (+ 12x)Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitirldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu nano conoscirdquo

Il nome stesso del dvergr Al-viacutess egrave un composto con un primo elemento aldeg lsquotut-to completamentersquo (per cui cfr supra cap 3) e un secondo elemento aggettivale viacutess lsquosaggiorsquo dal significato lsquocompletamente saggiorsquo (se composto descrittivo) o lsquosaggio su tuttorsquo (se determinativo) Aisl viacuteta e viacutess sono da connettere alla stessa radice pgerm weit- lsquosaperersquo (de Vries 1962 sv viacutess)

(f) Lrsquoidromele della poesia egrave foggiato da alcuni dvergar in due recipienti e ciograve spiega percheacute la [poesia] sia chiamata [bevanda ndash dei dvergar]

Skaacuteld g57ok thornaacute er hann kom at heimboethi til dverga nokkvorra Fjalars ok Galars thornaacute kǫlluethu thorneir hann meeth seacuter aacute einmaeligli ok draacutepu hann leacutetu renna bloacuteeth hans iacute tvau ker ok einn ketil ok heitir saacute Oacuteethreyrir en kerin heita Soacuten ok Boethn THORNeir blendu hunangi vieth bloacuteethit ok vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku eetha fylli eetha nakkvars konar lǫg Oacuteethreris eetha Boethnar eetha Soacutenar eetharsquoldquoe su invito (Kvasir) giunse da certi dvergar Fialarr e Galarr essi lo convocarono per un collo-quio privato e lo uccisero Fecero scorrere il suo sangue in due recipienti e in un calderone questo si chiamava Oacuteethroslashrir e i recipienti Soacuten e Boethn Al sangue essi mescolarono del miele e ne derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergar o loro sazietagrave o liquido di qualsiasi tipo di Oacuteethroslashrir di Boethn o di Soacuten o [seguono altre kenningar]rdquo

Da questo passo egrave chiaro come lrsquoidromele della poesia del mito rappresenti la [poesia] il che corrisponde al ben attestato impiego metonimico di [bevanda] per [poesia] trattato alla fine del capitolo precedente (cap 6)

(g) Alcuni dvergar vengono catturati e incatenati per la loro sapienzaIn virtugrave della loro sapienza e abilitagrave di artigiani in diversi passi della letteratura nor-dica i dvergar vengono catturati e incatenati da personaggi che vogliono ottenere og-getti mitici forgiati da loro i dvergar sono quindi pronti a concedere quanto richiesto pur di aver salva la vita A tal proposito si possono comparare i seguenti passaggi dalla Saga Heiethreks konungs ins vitra in antico islandese e dalle Gesta Danorum di Sassone il Grammatico in latino

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2saacute hann einn stein mikinn vieth soacutelsetr ok thornar hjaacute dverga tvaacute konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxi thorneir beiddu fjoumlrlausnar Konuacutengr maeliglti Hvat heiti thorneacuter Annar nefndist Dvalinn en annar Dulinn Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem

mdash 84 mdash

Riccardo Ginevra

bezt kunni thorniethldquoEgli (Svafrlami) vide una pietra alta nel tramonto e accanto a essa due nani Il re li incantograve fuori dalla pietra con il coltello Quelli implorarono riscatto Il re disse ldquoCome vi chiamaterdquo Uno si chiamava Dvalinn lrsquoaltro Dulinn Il re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Saxo Gesta Danorum 326Cumque forte pernox attonita curis mente languesceret obumbrantem tabernaculo suo Satyrum ha-sta petivit obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepit Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcit Nec segniter Satyrus salutis redemp-tionem quae ab ipso petebatur exhibuit Adeo cunctis re prior est vita cum nihil apud mortales spiritu carius exsistere soleatldquoOnce as he watched all night his spirit was drooping and dazed with anxiety when the Satyr cast a shadow on his tent Aiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escape Then in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and bracelets The Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was asked So surely do all prize life beyond wealth for nothing is ever cherished more among mortals than the breath of their own liferdquo

Il trattamento riservato ai dvergar Dvalinn e Dulinn nella saga nordica e quello riservato al satyrus Mimingus nelle Gesta Danorum riflettono chiaramente la stessa struttura narrativa (cfr tab 10)

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar do-vrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquo

Saxo Gesta Danorum 326Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcitldquoThen in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and braceletsrdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere costretto con la forza a colla-borare

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Saxo Gesta Danorum 326Nec segniter Satyrus salutis redemptionem quae ab ipso petebatur exhibuitldquoThe Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was askedrdquo

mdash 85 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Saxo Gesta Danorum 326obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepitldquoAiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escaperdquo

Tab 10 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 e Gesta Danorum 326

Ricapitolando la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico permette di iden-tificare come loro caratteristica fondamentale la funzione di [artigiani mitici] che foggiano inter alia esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra asso-ciata alla poesia Ciograve supporta lrsquoetimologia di aisl dvergr e pgerm dthornwerga‑ come riflessi di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo Come vedremo nella prossima sezione quasi tutti gli elementi elencati presentano forti corrispondenze nei testi vedici che trattano del dio indiano Tvaṣṭar soltanto lrsquoultimo punto (g) non sembra avere corrispondenze nella tradizione sanscrita bensigrave in quella latina un parallelo che egrave discusso per esteso nel cap 8

72 Il dio vedico Tvaacuteṣṭar- lsquoArtigianorsquo cosmico

Il dio indiano Tvaṣṭar egrave nel mito vedico lrsquoartigiano cosmico per eccellenza96 La sua caratterizzazione nelle fonti vediche presenta molte corrispondenze con quella dei dvergar nelle fonti nordiche sintetizzabili nei punti presentati di seguito

(a) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare] diversi [oggetti] miticiIl dio egrave detto foggiare una coppa per il soacutema- (la bevanda rituale indiana) portare le coppe degli degravei affilare lrsquoascia di Brahmaṇaspati disporre vesti e adornare cinghie Egli produce forme e adorna di ogni forma tutte le creature compresi il cielo la ter-ra i cavalli e tutto il creato egrave stato generato da lui

RV 1206utaacute tyaacuteṃ camasaacuteṃ naacutevaṃ tvaacuteṣṭur devaacutesya niacuteṣkrtam aacutekarta catuacuteraḥ puacutenaḥldquoAnd this beaker of the god Tvaṣṭar new produced you made again into fourrdquo

RV 10539tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most

96 Sul dio Tvaṣṭar in generale cfr eg Oldenberg 1894 233-236 Macdonell 1897 116-118 Hopkins 1915 81 Hillebrandt 1927-29 372ss Oberlies 2012 149-150

mdash 86 mdash

Riccardo Ginevra

beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-)steedrdquo Brahmaṇaspati will hewrdquo

Il dio egrave menzionato in contesti analoghi in vari altri passi del RV97 noncheacute nelle fonti successive98

(b) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash essere umani]In una preghiera per la fertilitagrave che abbiamo giagrave citato nel capitolo precedente RV 101841 si chiede a diversi degravei di dare una mano nel concepimento a Tvaṣṭar in quanto dio preposto alla creazione di tutte le forme (RV 81028b) vagrave il compito di ldquointagliare le formerdquo del concepito

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātār place the embryo in yourdquo99

Nellrsquoinno del RV in cui la donna Yamī cerca di congiungersi al fratello Yama vie-ne menzionato questo stesso ruolo di Tvaṣṭar come lsquointagliatorersquo giagrave allrsquointerno del ventre materno lo stesso concetto si trova in una preghiera dellrsquoAtharvaveda per la

97 Cfr eg RV 11889 tvaacuteṣṭā rūpāṇi hiacute prabhuacuteḥ paśū n viacuteśvān samānajeacute teacuteṣāṃ na sphātiacutem ā yaja ldquoBecause preeminent Tvaṣṭar anointed all the beasts (with) their forms by sa-crifice win their fat for usrdquo 35519 devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥ pupoacuteṣa prajāḥ purudhā jajāna imā ca viacuteśvā bhuacutevanāni asya mahaacuted devā nām asuratvaacutem eacutekam ldquoGod Tvaṣṭar the im-peller providing all forms f lourishes he has begotten offspring in great quantity and all the-se creatures here are his ndash Great is the one and only lordshiprdquo 101109 yaacute imeacute dyā vāpr thivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvā n ldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer per-form sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

98 Cfr eg AVŚ 12333cd tvaacuteṣṭreva rūpaacuteṃ suacutekr taṃ svaacutedhityainā ehāḥ paacuteri pā tre dadrśrām ldquolike a form well made by Tvashtar with a knife so let the eager ones be seen round about in the vesselrdquo 14153ab tvaacuteṣṭā vā so vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā ka-vīnā m ldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo 60 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pā dān bhaacutegas tatakṣa catvā ry uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhy-atoacute nu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fashioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur aacutervā jāyata āśuacuter aacuteśvaḥ tvaacuteṣṭedaacuteṃ viacuteśvaṃ bʰuacutevanaṃ jajāna bahoacuteḥ kartā ram ihaacute yakṣi hotaḥ ldquoThe God-devoted man Tvashtar produces from Tvashtar springs to life your f leet-foot Courser Tvashtar gave being to this All about us Priest worship here the mighty works achieverrdquo

99 Cfr anche VS 1030 savitrā prasavitrā saacuterasvatyā vācā tvaacuteṣṭrā rūpaacuteiḥ pūṣṇā paśuacutebʰir iacutendreṇāsmeacute bŕhaspaacutetinā braacutehmaṇā vaacuteruṇenaacuteujasāgniacutenā teacutejasā soacutemena rājntildeā viacuteṣṇunā daśamyā devaacutetayā praacutesūtaḥ praacute sarpāmi ldquoI creep forth urged onward by Savitar the Impeller by Sarasvaticirc Speech by Tvashtar created forms by Pucircshan cattle by this Indra by Briha-spati Devotion by Varuna Power by Agni Brilliance by Soma the King by Vishnu the ten-th Deityrdquo

mdash 87 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

felicitagrave coniugale100

RV 10105abgaacuterbhe nuacute nau janitā daacutempatī kar devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥldquo[Yamī] (Even) in the womb the Begetter made us two a married couple god Tvaṣṭar the impeller who provides all formsrdquoAVŚ 6783tvaacuteṣṭā jāyām ajanayat tvaacuteṣṭāsyai tvāṃ paacutetim tvaacuteṣṭā sahaacutesram āyuṃṣi dīrghaacutem āyuḥ krṇotu vāmldquoTvashtar generated the wife Tvashtar [generated] thee as husband for her let Tvashtar make for you two a thousand life-times a long life-timerdquo

Nel RV e nella VS a Tvaṣṭar egrave assegnato il compito di foggiare uomini eroici (ved vīraacute‑) cfr i passi giagrave citati RV 73420b tvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrān ldquolet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur ldquoThe God-devoted man Tvashtar producesrdquo

(c) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash lrsquoarma del dio del tuono] IndraLa collocazione Tvaṣṭar‑ ndash TAKṢ lsquofoggiarersquo ndash vaacutejra‑ lsquomazza (di Indra)rsquo ricorre diver-se volte nel RV come notato giagrave da Macdonell (1897 117)

RV 1527cdtvaacuteṣṭā cit te yuacutejiyaṃ vāvrdhe śaacutevas tataacutekṣa vaacutejram abhiacutebhūtiojasamldquoTvaṣṭar also strengthened his own power to be employed by you he fashioned the mace of overwhelming mightrdquo

RV 1616abasmā iacuted u tvaacuteṣṭā takṣad vaacutejraṃ suaacutepastamaṃ svariacuteyaṃ raacuteṇāyaldquoJust for this one Tvaṣṭar fashioned the mace of best workmanship the reverberating one for battle [for joy]rdquo

Cfr anche RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (In-dra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo 5314ab aacutenavas te raacutetham aacuteśvāya takṣan tvaacuteṣṭā vaacutejram puruhūta dyumaacutentam ldquoThe Anu people fashioned a chariot for your horse Tvaṣṭar (fashioned) the brilliant mace o much invoked onerdquo

In due inni del RV egrave attestata una collocazione piugrave espressiva Tvaṣṭar‑ ndash VART lsquovoltare (sul tornio)rsquo ndash vaacutejra‑ lsquomazza (di Indra)rsquo ndash sahaacutesrabhrṣṭi‑ lsquodalle mille pun-tersquo cfr RV 1859ab tvaacuteṣṭā yaacuted vaacutejraṃ suacutekrtaṃ hiraṇyaacuteyaṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ suaacutepā aacutevartayat ldquoWhen Tvaṣṭar the good craftsman had turned the well-made gol-den mace with its thousand spikesrdquo 61710ab aacutedha tvaacuteṣṭā te mahaacute ugra vaacutejraṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ vavrtac chatāśrim ldquoThen Tvaṣṭar turned the mace with its thousand

100 Cfr anche RV 239 e 349 (= 729) in cui si chiede a Tvaṣṭar di propiziare progenie eroica

mdash 88 mdash

Riccardo Ginevra

spikes and hundred edges for you who are great o powerful onerdquo

(d+e) Tvaṣṭar egrave detto [conoscere (ved VED) ndash tutto] e [sostenere ndash il cielo e la terra] in due versi consecutivi (allrsquointerno di un paragone con Varuna)

RV 4423ahaacutem iacutendro vaacuteruṇas teacute mahitvā urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoI Varuṇa am Indra By my greatness these two realms wide and deep have strong support Like Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Tvaṣṭar egrave detto aggiustare insieme (ved saacutem airayaṃ) e sostenere (dhāraacuteyaṃ) le due metagrave del mondo (roacutedasī il cielo e la terra) Ciograve egrave una naturale conseguenza del fatto che in altri inni egli sia detto aver creato aggiustato insieme e adornato il cielo e la terra

RV 4563saacute iacutet suaacutepā bhuacutevaneṣu āsa yaacute imeacute dyāvāprthivī jajāna urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke avaṃśeacute dhīraḥ śaacuteciyā saacutem airatldquoHe certainly was the good artisan among the creatures who begot these two Heaven and Earth the two wide deep well-fixed realms did the wise one fit together in propless (space) with his skillrdquo

RV 101109yaacute imeacute dyāvāprthivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvānldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer perform sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

(f) Il soacutema- la bevanda rituale indiana egrave servito da Tvaṣṭar in due coppe ed egrave chiamato la [bevanda ndash di Tvaṣṭar-]

RV 111722ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vāmldquoFor Dadhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Che Tvaṣṭar sia il custode del soacutema- si evince anche dal fatto che in un inno Indra sia detto bere il soacutema- da due coppe nella casa di Tvaṣṭar mentre in un altro inno In-dra egrave detto rubare il soacutema- a Tvaṣṭar e berlo nelle coppe (cfr Macdonell 1897 117)

RV 4183cdtvaacuteṣṭur grheacute apibat soacutemam iacutendraḥ śatadhaniacuteyaṃ camuacutevoḥ sutaacutesya

mdash 89 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ldquoIn the house of Tvaṣṭar Indra drank soma a hundredrsquos worth of the pressed (drink) in the two cupsrdquo

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Le coppe con il soacutema- sono menzionate anche in una strofa in cui Tvaṣṭar prima porta i recipienti con il soacutema- per gli degravei e poi affila lrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSi-gnore della formularsquo questi versi sono immediatamente seguiti da una strofa in cui i poeti sono esortati a usare gli stessi strumenti per creare [poesia]101

RV 10539-10tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥ satoacute nūnaacuteṃ kavayaḥ saacuteṃ śiśīta vāśībhir yābhir amŕtāya taacutekṣatha vidvāṃsaḥ padā guacutehiyāni kartana yeacutena devāso amrtatvaacutem ānaśuacuteḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-) steedrdquo Brahmaṇaspati will hew Now poets sharpen up (the hatchets) that are (here) the axes with which you carve for the immortal As knowing ones create hidden tracks (like the track) by which the gods achieved immortalityrdquo

Non sarebbe strano se insieme allrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSignore della formu-la sacrarsquo anche il soacutema- fosse qui impiegato come una metafora per [poesia] come il soacutema- anche Brhaspati lsquoSignore della formula sacrarsquo egrave stato creato da Tvaṣṭar (RV 22317ab)

(h) Tvaṣṭar egrave contemporaneamente padre e nemico del [dio ndash del tuono] IndraIl padre di Indra egrave detto [foggiare] il suo vaacutejra‑ e per questo egrave stato identificato con Tvaṣṭar (cfr eg Macdonell 1897 116 Jamison Brereton 2014 I51)

RV 2176sāsmā aacuteram bāhuacutebhyāṃ yaacutem pitākrṇod viacuteśvasmād ā januacuteṣo veacutedasas paacuteri yeacutenā prthivyāṃ niacute kriacutev-iṃ śayaacutedhyai vaacutejreṇa hatvī aacutevrṇak tuviṣvaacuteṇiḥldquoThat was fit for him for his two arms ndash what his father made from every race and out of his know-ledge ndash that mace by which he with mighty roar smashed the worm and twisted it down to lie upon the earthrdquo

Ciograve sembra essere confermato dal fatto che in un inno il creatore e generatore di Indra sia chiamato svaacutepastama‑ lsquoil miglior artigianorsquo epiteto di Tvaṣṭar (cfr supra

101 Come notato da Jamison e Brereton (2014 ad loc)

mdash 90 mdash

Riccardo Ginevra

RV 1859 e 4563)102 cfr RV 4174b-d iacutendrasya kartā suapastamo bhūt yaacute īṃ jajāna svariacuteyaṃ suvaacutejram aacutenapacyutaṃ saacutedaso naacute bhūma ldquoThe best craftsman was the creator of Indra who begot him booming and bearing the good mace not to be moved any more than the Earth from its seatrdquo

Il rapporto tra Indra e il suo presunto padre Tvaṣṭar sembrerebbe essere proble-matico dato che questrsquoultimo egrave detto tremare davanti a Indra (RV 18014) il quale egrave a sua volta detto sconfiggere Tvaṣṭar alla nascita nel passo di RV 3484 citato supra (tvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya ldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indrardquo) Il quadro del rapporto padre-figlio diventa ancora piugrave tetro se si tiene conto del fatto che Indra egrave detto aver reso la madre una vedova e aver distrutto il padre evidentemente da identificare con Tvaṣṭar

RV 41812kaacutes te mātaacuteraṃ vidhaacutevām acakrac chayuacuteṃ kaacutes tvām ajighāṃsac caacuterantam kaacutes te devoacute aacutedhi mārḍīkaacute āsīd yaacutet prākṣiṇāḥ pitaacuteram pādagŕhyaldquoWho made your mother a widow Who tried to smash you as you lay as you wandered What god was merciful toward you when you destroyed your father having grasped him by the footrdquo

Abbiamo visto quindi come gli elementi centrali della caratterizzazione di Tvaṣṭar siano gli stessi attestati per quella dei dvergar ovvero atti di creazione di oggetti co-smici come figure umane e armi divine Soltanto il punto (h) non ha corrispondenze nella tradizione nordica bensigrave in quella greca come vedremo nel cap 8 A questo punto si puograve quindi procedere a una comparazione diretta tra la tradizione nordica e quella indiana

73 Artigiani cosmici indoeuropei confronto e ricostruzione

I miti nordici relativi ai dvergar e quelli indiani sul dio Tvaṣṭar condividono nume-rose caratteristiche gli elementi principali attestati in entrambe le tradizioni sono sintetizzabili nei seguenti punti

(a) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash ogget-to]I dvergar eddici sono quasi sempre soggetto di questa collocazione nel mito cfr eg Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

Tvaṣṭar egrave quasi esclusivamente menzionato come foggiatore di oggetti nel mito vedico cfr AVŚ 14160 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pādān bhaacutegas tatakṣa catvāry

102 Da notare come nello stesso inno sia menzionato anche il Cielo come padre di Indra (suvīras te janitā manyata dyauacuter)

mdash 91 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhyatoacute lsquonu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fash-ioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo

(b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash essere umano]Ai dvergar egrave assegnato il compito di creare esseri umani in Vsp 95-6 e 105-7 hverr scyldi dverga droacutettir scepia [hellip] thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquochi dei dvergar dovesse schiere (= lsquouominirsquo) creare [hellip] essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

Tvaṣṭar egrave il dio che foggia gli embrioni umani cfr RV 101841ab viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoche Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

(c) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash arma del dio del tuono]I dvergar Sindri e Brokkr sono gli autori del martello Mjǫllnir di Thor in Skaacuteld 35 THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn ldquoPoi (il dvergr Sindri) tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (il dvergr Brokkr) diede il martello a Thorrdquo

Tvaṣṭar foggia la mazza di Indra in RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (Indra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo

(d) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash sostenere ndash cielo]Il cielo egrave sorretto dai quattro nani Vestri Austri Suethri e Norethri nel mito nordico cfr Skaacuteld 23 Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dver-ganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

Tvaṣṭar sorregge le due metagrave del mondo (cielo e terra) nel mito vedico cfr RV 4423 tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ ca ldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

(e) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash conoscere ndash tutto]Il dvergr Alviss conosce ogni cosa in Alv 91-3 (13x) Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitir ldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu dvergr conoscirdquo

Tvaṣṭar conosce ogni essere vivente cfr RV 4423a tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān ldquolike Tvaṣṭar knowing all living beingsrdquo

mdash 92 mdash

Riccardo Ginevra

(f) [bevanda ndash dellrsquoartigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-)]Lrsquolsquoidromelersquo (mjǫethr pie medhu-) della poesia egrave chiamato ldquobevanda dei dvergarrdquo (che lrsquohanno prodotto) cfr Skaacuteld g57 vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku ldquone derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergarrdquo

Il soma la bevanda rituale indiana egrave il maacutedhu‑ lsquomielersquo (pie medhu-) di Tvaṣṭar cfr RV 111722 ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vām ldquoFor Da-dhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Ricapitolando i paralleli tra la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico e quella di Tvaṣṭar in quello indiano sono numerosi e si basano su una caratteristica fondamentale di questi personaggi la loro funzione come [artigiani] mitici che fog-giano oggetti cosmici come gli esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra associata alla poesia Ciograve permette di ipotizzare che essi continuino unrsquoorigi-naria figura mitica indoeuropea quella dellrsquo[artigiano] divino a cui erano associati i derivati della radice verbale che designava per eccellenza il [foggiare] mitico pie tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo riflessa in germanico da aisl dvergr (tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) e in indoiranico da ved Tvaacuteṣṭar‑ (turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo)103

103 Uno sviluppo da una personalitagrave divina singola (come Tvaṣṭar) ad una classe plurale di esseri mitici (come i dvergar) presenterebbe vari paralleli nelle tradizioni indoeuropee cfr eg i romani Sēmōnes classe plurale di divinitagrave sviluppatasi a partire dal dio singolo Sēmō le cui corrispondenze in italico e celtico permettono di ricostruire unrsquooriginaria divinitagrave singola-re protoitaloceltica di nome Segomō lsquoFortersquo (Weiss 2017)

mdash 93 mdash

8 ALCUNI PARALLELI NELLA MITOLOGIA CLASSICA IL DIO ROMANO PICO (PĪCUS) E IL

TITANO GRECO CRONO (ΚΡΌΝΌΣ)

Comrsquoegrave noto oltre che in nordico e indiano figure mitiche di artigiani divinisopran-naturali ricorrono in diverse tradizioni indoeuropee (cfr eg West 2007 154-157) Le fonti classiche attestano numerose figure di questo genere basti pensare alla for-giatura delle armi di Achille da parte di Efesto nellrsquoIliade al dono delle saette che i Ciclopi fanno a Zeus nella Teogonia o ai fabbri Dattili Idei delle fonti piugrave tarde Non egrave quindi strano che come vedremo nel presente capitolo paralleli importanti per quanto visto finora riguardo aisl dvergr e ved Tvaacuteṣṭar‑ siano attestati da due figure della letteratura classica il romano Pico (sect81) e il greco Crono (sect82) infatti da un lato le caratterizzazioni di questi personaggi presentano interessanti corrispondenze con i testi analizzati finora precisamente con gli elementi (g) e (h) rispettivamente del mito nordico e del mito indiano dallrsquoaltro i nomi di questi personaggi possono essere ricondotti rispettivamente a pie peiḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo radice che condi-vide significati e collocazioni con pie tuerḱ‑ (Jackson 2002 8-13) e alla radice quasi sinonimica pie (s)ker- lsquotagliarersquo

81 Il nome del dio Pīcus come riflesso di pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo

Il dio Pico (lat Pīcus) egrave uno dei primi re mitici del Lazio figlio di Saturno padre di Fauno e nonno di Latino104 la cui trasformazione in picchio (lat pīcus) ad opera dellrsquoamante rifiutata Circe egrave il soggetto di un famoso brano delle Metamorfosi di Ovidio (14320-434) Sebbene in quanto rex degli Aborigines Pico sia anche ogget-to di designazioni eroiche come equum domitor (Verg Aen 7189) egli egrave descritto nelle fonti latine e greche piugrave come un trickster e un culture hero

Il nome lat Pīcus puograve riflettere pie peiḱ‑oacute‑ lsquoquello che taglia foggiarsquo un

104 Cfr Verg Aen 748-49 [] Fauno Picus pater isque parentem te Saturne refert tu sanguinis ultimus auctor Serv ad Aen 1076 Stercutii Picus Pici Faunus Fauni Latinus est filius

mdash 94 mdash

Riccardo Ginevra

derivato agentivo del tipo tem-oacute- di pie peiḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo radice sinoni-mica rispetto a pie tuerḱ‑ A questo stesso derivato agentivo possono essere ricon-dotti anche

bull lat pīcus lsquopicchiorsquo che puograve riflettere pie peiḱ‑oacute‑ lsquoquello che (in)taglia scavarsquo (alberi con il becco)105 una denominazione che si riferisce al comportamento piugrave tipico di questo uccello di cui ricorrono descrizioni sia in greco (eg Arist Hist an 593a3-14) che in latino (eg Plaut Asin 262)106

bull gr πεικός lsquoacuto pungente asprorsquo attestato esclusivamente dalla glossa es-ichiana πεικόν middot πικρόν πευκεδανόν (il sinonimo πικρός egrave drsquoaltronde anchrsquoesso un riflesso con diversa morfologia di PIE peiḱ‑ cfr eg Beekes 2010 sv)

In questo caso lat Pīcus corrisponderebbe quindi non solo dal punto di vista se-mantico ma anche morfologico ad aisl dvergr essendo questrsquoultimo un riflesso di pie tuerḱ‑oacute‑ lsquoquello che taglia foggiarsquo parimenti un tipo tem-oacute- derivato da una radice dal significato lsquotagliare foggiarersquo107

Unrsquointerpretazione di lat Pīcus come lsquoquello che foggiarsquo trova per lrsquoappunto sup-porto nella caratterizzazione di questo personaggio attestata in un passo di Plutarco

Plut Numa 153-5μυθολογοῦσι γάρ εἰς τὸν Ἀβεντῖνον λόφον οὔπω μέρος ὄντα τῆς πόλεως οὐδὲ συνοικούμενον ἀλλ᾽ ἔχοντα πηγάς τε δαψιλεῖς ἐν αὑτῷ καὶ νάπας σκιεράς φοιτᾶν δύο δαίμονάς Πῖκον καὶ Φαῦνον οὓς τὰ μὲν ἄλλα Σατύρων ἄν τις ἢ Πανῶν γένει προσεικάσειε δυνάμει δὲ φαρμάκων καὶ δεινότητι τῆς περὶ τὰ θεῖα γοητείας λέγονται ταὐτὰ τοῖς ὑφ᾽ Ἑλλήνων προσαγορευθεῖσιν Ἰδαίοις Δακτύλοις σοφιζόμενοι περιϊέναι τὴν ἸταλίανldquoRaccontano infatti che quando il colle Aventino non era ancora parte della cittagrave neacute era abitato ma aveva in seacute abbondanti sorgenti e valli ombrose vi vagavano due numi Pico e Fauno i quali in altri aspetti rassomigliavano i Satiri o i Pani ma sono detti con il potere delle pozioni e lrsquoastuzia della magia divina aver viaggiato per lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i greci chiamano Dattili Ideirdquo

105 Diversamente interpretato da WH (sv) che nota come due termini possibilmente im-parentati con questo vocabolo ved pikaacute‑ lsquoCuculus micropterusrsquo e antico prussiano picle lsquoTur-dus pilarisrsquo non possano rif lettere pie ḱ questi paralleli sono tuttavia probabilmente Sche-ingleichungen dato che entrambi questi uccelli non hanno molto in comune con il picchio Probabilmente imparentato egrave anche pgerm spihta- lsquopicchiorsquo (WH ibid de Vaan 2008 sv pī-cus)

Un termine sicuramente imparentato con pīcus egrave piuttosto umb peico (accusativo singo-lare) peiqu (ablativo singolare) lsquoidrsquo esito di protoitalico pĭk‑o‑ (Meiser 1986 47) che puograve ri-f lettere pie piḱ-oacute- (un derivato del funzionalmente analogo tipo CC-oacute- cfr Nussbaum 2017 250ss) Lat pīca lsquoghiandaia gazzarsquo egrave probabilmente un derivato femminile di pīcus Diver-samente Meiser 1986 47-48 seguito da de Vaan 2008 sv pīcus (secondo cui lat pīca sareb-be un derivato femminile vrddhi di pĭk‑o‑ con successiva diffusione analogica della ī lunga al maschile)

106 Cfr sul tema Mynott 2018 230 259-260 278 Sui picchi nel folklore di varie parti del mondo cfr Armstrong 1958 94-112

107 Cfr Ginevra 2019 per unrsquoanalisi dei termini della famiglia romanza di it piccolo come ulteriori rif lessi di pie peiḱ‑oacute‑ sebbene in unrsquoaccezione passiva lsquoquello che egrave tagliatorsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Pico e suo figlio Fauno ldquosono detti aver girato lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i Greci chiamano Dattili Ideirdquo dovevano evidentemente esistere delle narrazioni tradizionali secondo cui Pico era un artigiano che aveva tramandato agli Italici lrsquoarte propria dei Dattili Idei la quale era comrsquoegrave noto la metallurgia

Plin Nat 780ferrum Hesiodus in Creta eos qui vocati sunt Dactyli IdaeildquoEsiodo (ritiene) che a Creta quelli che si chiamano Dattili Idei (abbiano lavorato per la prima volta) il ferrordquo

Come ci si poteva attendere il fatto che il teonimo Pīcus fosse un omofono di lat pīcus lsquopicchiorsquo diede luogo a paraetimologie come quelle registrate da Servio

Serv ad Aen 7190Picum amavit Pomona pomorum dea et eius volentis est sortita coniugium postea Circe cum eum amaret et sperneretur irata eum in avem picum Martium convertit nam altera est pica hoc autem ideo fingitur quia augur fuit et domi habuit picum per quem futura noscebat

Il fatto che si tentasse di analizzare Pīcus per mezzo di episodi eziologici i quali hanno poco o niente a che fare con i ruoli e le funzioni che a questo dio sono specificamente assegnate108 va visto come un sintomo del fatto che il teonimo fosse ormai del tutto opaco etimologicamente giagrave per i romani Con questo non si vuole affermare che Pico non potesse essere associato al picchio tuttrsquoaltro punto di partenza per lrsquoassociazione di un dio con un animale erano solitamente degli elementi comuni nella caratterizzazione dei due (cfr eg la relazione tra il re degli degravei Zeus e il ldquore degli uccellirdquo lrsquoaquila) ed egrave quindi piugrave che normale che il dio Pīcus lsquoquello che taglia foggiarsquo finisse per essere associato allrsquouccello pīcus lsquoquello che taglia (la corteccia)rsquo

La narrazione di Plutarco citata supra continua quindi con un episodio della vita di Numa che egrave trattato anche da Ovidio nel terzo libro dei Fasti109 il re romano si rivolge alla ninfa Egeria per conoscere il rito di espiazione del fulmine questa sug-gerisce al re di costringere con la forza le divinitagrave indigene romane Fauno e Pico a rivelargli il segreto del rito

Ov Fasti 3289sscui dea lsquone nimium terrere piabile fulmen estrsquo ait lsquoet saevi flectitur ira Iovis sed poterunt ritum Picus Faunusque piandi tradere Romani numen utrumque soli nec sine vi tradent adhibe tu

108 Ovvero la storia dellrsquoamore non corrisposto di Circe peraltro una figura importata dal mondo greco e il dettaglio del tutto non marcato (basti pensare al mito di Romolo e Remo) sullrsquoimpiego di un uccello per la divinazione

109 Noncheacute secondo Arnobio dallrsquoannalista Valerio Antias (fr 6 Peter 8 Chassignet apud Arnob 51)

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Riccardo Ginevra

vincula captisrsquoldquoA lui (a Numa) la dea (Egeria) disse laquoNon avere eccessivo timore il fulmine si puograve espiare e lrsquoira del furioso Giove si puograve allontanare Ma Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazione Ma non lo tramanderanno senza costrizione legali con ceppi dopo averli catturatiraquordquo

Numa compie quanto suggeritogli dalla ninfa e ottiene quanto desiderato (alla fine egrave Giove stesso a rivelargli il rito) Ovidio segue qui naturalmente un topos della letteratura classica quello dellrsquoessere divino catturato dal mortale (cfr Pasco-Pran-ger 2002 298) che ha una sua prima e rinomata attestazione nellrsquoOdissea (4395ss) nella narrazione della cattura di Proteo ad opera di Menelao noncheacute successivamen-te presso Virgilio che fa catturare Proteo da Aristeo nelle Georgiche (4) e Sileno a dei pastori nelle Ecloghe (6) Il passo ovidiano ha tuttavia delle strette corrisponden-ze (cfr tab 11) anche con i testi scandinavi visti nel precedente capitolo (sect71 [g]) in cui i dvergar vengono catturati e trattenuti per la loro sapienza

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 (cfr Saxo Gesta Dano-rum 326)Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Ov Fasti 3289sssed poterunt ritum Picus Faunusque pianditradere Romani numen utrumque solildquoMa Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazionerdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere co-stretto con la forza a collaborare

Saga thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Ov Fasti 3293nec sine vi tradentldquoMa non lo tramanderanno senza costrizionerdquo

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Ov Fasti 3293adhibe tu vincula captisldquolegali con ceppi dopo averli catturatirdquo

Tab 11 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 Gesta Danorum 326 e Ov Fasti 3289ss

Comrsquoegrave noto talvolta egrave possibile addebitare corrispondenze tra Sassone il Gram-matico e autori romani alla cultura latina di Sassone il quale leggeva con tutta pro-babilitagrave sia Ovidio che Virgilio a supporto di unrsquoipotesi di questo genere si noti il

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

termine lat satyrus con cui Sassone si riferisce allrsquoessere fantastico di nome Mimin-gus Ciononostante in ambito scandinavo la cattura di un dvergr allo scopo di otte-nere un oggetto mitico non sembra essere un motivo importato dal mondo classico essendo attestato eg anche nella narrazione eddica della cattura del dvergr Andvari ad opera del dio Loki (Skaacuteld 39) Anche qualora queste corrispondenze tra i dver-gar nordici e il culture hero latino Pico non fossero indizio di una comune origine ma frutto di contatto tra mondo germanico settentrionale e mondo classico esse sarebbero comunque indice del fatto che gli artigiani mitici scandinavi venissero as-similati a questo personaggio mitico romano in ragione di quella che doveva essere percepita come una stretta somiglianza

82 Il nome del titano Κρόνος come riflesso di pie (s)ker- lsquotaglia-rersquo

Il padre di Pico a prestar fede a Virgilio era Saturno accostato dagli autori lati-ni via intepretatio romana al titano Crono padre di Zeus e sovrano celeste prima di lui Il nome Κρόνος egrave stato analizzato da Janda (2010 50-51) come il riflesso di kr-oacuteno- lsquoquello che tagliarsquo un derivato con grado ridotto della radice (s)ker- lsquotagliarersquo (gr κείρω lsquoidrsquo aisl skera lsquoidrsquo) e suffisso deverbativo pie -oacuteno- Janda cita come paralleli per questa formazione gr κλ-όνος lsquosubbugliorsquo ( κέλομαι lsquometto in movimentorsquo) θρ-όνος lsquoseggiorsquo (pie dher- lsquofissarersquo) e aav dəm‑āna‑ lsquocasarsquo (pie dem(h2)- lsquocostruirersquo) Questa analisi di gr κλόνος e θρόνος e lrsquoesistenza stessa di un tipo derivazionale CC-ono- sono state tuttavia oggetto di critica (Beekes 2010 svv) Alla luce dellrsquoattestazione di mic to-no thornos e del fatto che la radice in questione sia piuttosto da ricostruire come dherh2- per il greco (mic ta-ra-nu thrānus gr θρῆνυς lsquopancarsquo dhrh2-nu-) gr θρόνος egrave stato analizzato da de Lamberterie (2004 241ss) come lrsquoesito per metatesi di pgr thoacuter-no- e pie dhoacuter(h2)-no- lsquosostegnorsquo (con scomparsa della laringale per lrsquoEffetto di Saussure) In questo caso si potrebbe supporre unrsquoanaloga metatesi per gr Κρόνος il quale sarebbe quindi il riflesso di pie (s)koacuter-no- forma che potrebbe in effetti essere riflessa dalle glosse esichiane κόρνοςmiddot κεντρομυρσίνη Σικελοί lsquopungitopo per i Siculirsquo e σκόρνοςmiddot κόρνος μυρσί-νη τὸ φυτόν lsquopungitopo mirto lrsquoarbustorsquo (in cui μυρσίνη lsquomirtorsquo sta verosimilmente per μυρσίνη ἀγρία lsquomirto selvaticorsquo un altro nome del pungitopo)

In entrambi i casi lrsquointerpretazione di Κρόνος come un riflesso di pie (s)ker- lsquotagliarersquo (kr-oacuteno- oppure koacuter-no-) dal significato lsquoquello che tagliarsquo trova supporto nellrsquoatto mitico di castrare il cielo attribuito a questo personaggio (cfr infra) e permette di analizzare questo teonimo sul piano della semantica come un quasi-equivalente di ved Tvaṣṭar‑ (lsquoquello che taglia foggiarsquo) noncheacute di aisl dvergr (pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo)110 Questa ipotesi trova supporto in

110 In realtagrave il significato lsquofoggiarersquo egrave attestato anche per derivati di questa radice anche

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Riccardo Ginevra

due interessanti paralleli tra la mitologia di Crono quella del dio vedico Tvaṣṭar e parzialmente quella dei dvergar nordici

(1) Nel mito esiodeo della creazione la Terra egrave coperta dal Cielo e in continua unione sessuale con questo fino a quando Crono non li separa evirando il padre Cielo con una falce su incitazione della madre Terra

Hes Th 159-62 174-81ἣ δ᾽ ἐντὸς στοναχίζετο Γαῖα πελώρη στεινομένηmiddot δολίην δὲ κακήν τ᾽ ἐφράσσατο τέχνην αἶψα δὲ ποιήσασα γένος πολιοῦ ἀδάμαντος τεῦξε μέγα δρέπανον καὶ ἐπέφραδε παισὶ φίλοισινmiddot [hellip] εἷσε δέ μιν κρύψασα λόχῳmiddot ἐνέθηκε δὲ χερσὶν ἅρπην καρχαρόδονταmiddot δόλον δ᾽ ὑπεθήκατο πάντα ἦλθε δὲ νύκτ᾽ ἐπάγων μέγας Όὐρανός ἀμφὶ δὲ Γαίῃ ἱμείρων φιλότητος ἐπέσχετο καί ῥ᾽ ἐτανύσθη πάντηmiddot ὃ δ᾽ ἐκ λοχεοῖο πάις ὠρέξατο χειρὶ σκαιῇ δεξιτερῇ δὲ πελώριον ἔλλαβεν ἅρπην μακρὴν καρχαρόδοντα φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωldquoLa Terra invece gemeva allrsquointerno nella sua smisurata grandezza pigiata ma un espediente srsquoin-ventograve astuto e cattivo In breve fatto un tipo di metallo il bianco acciaio ne fabbricograve una grande falce e rivolgendosi ai suoi figli [hellip] Nascostolo (la Terra) lo (Crono) predispose allrsquoinsidia gli pose tra le mani la falce dai denti aguzzi e gli suggerigrave tutto lrsquoinganno E venne il grande Urano portando la notte e la Terra avviluppava desideroso drsquoamore e srsquoespandeva per ogni dove allora il figlio dal luogo dellrsquoinsidia protese la mano sinistra con la destra prese la smisurata falce lun-ga dai denti aguzzi e i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

Questo mito esiodeo della castrazione del Cielo egrave la variante greca dellrsquouniversale mitologico che dagrave il titolo ad una monografia di Staudacher (1942) Die Trennung von Himmel und Erde ldquola separazione del Cielo e della Terrardquo in miti cosmogonici attestati presso varie tradizioni del mondo (anche indoeuropee cfr Weiss 2016) il cielo e la terra erano originariamente uniti cosigrave strettamente da impedire il funziona-mento dellrsquouniverso e dovettero essere separati prima che si potesse giungere alla forma del cosmo come lo conosciamo oggi La separazione puograve avvenire principal-mente in due modi come notato da West (1966 212) ldquosometimes the sky is simply raised by pushing [hellip] Sometimes there is a physical link which must be severed [hellip] In the Hesiodic myth [hellip] it is an act of castration that severs the bond betwe-en them once and for allrdquo West nota anche come la peculiare forma di separazione attuata da Crono (castrazione) abbia chiaramente avuto origine nellrsquoincrocio tra un mito greco indigeno della separazione del cielo e della terra e il ldquomito orientale della successione nel cielordquo attestato dal hurrico Canto di Kumarbi (prevenutoci unica-mente in traduzione ittita un testo che presenta numerosi paralleli con la Teogonia di Esiodo cfr West 1997 279ss) in cui si racconta inter alia di come il dio Kumarbi castrograve con un morso il dio Anu lsquoCielorsquo prendendone il posto come sovrano degli

se non sembra sicuramente ricostruibile giagrave per la protolingua cfr eg aisl skera in Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima tagliare e segare intagliare e foggiarerdquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

degravei111 Lrsquoatto di Crono di porre fine allrsquounione originaria tra Terra e Cielo castrando questrsquoultimo egrave quindi funzionalmente equivalente a quanto compiuto da Tvaṣṭar nel suo ruolo di figura mitica che fissa e sorregge il cielo e la terra con paralleli anche nella mitologia dei dvergar nordici (sectsect71 2 e 3 elemento [d])

(2) Crono diventa poi il sovrano dellrsquouniverso spodestando il padre Cielo dando inizia alla trafila del cosiddetto ldquomito orientale della successione nel cielordquo egli stesso saragrave infatti spodestato da suo figlio Zeus in una guerra che si puograve definire il tema principale della Teogonia esiodea

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Nel suo ruolo mitologico di padre e contemporaneamente nemico del dio associa-to al tuono e successivamente re degli degravei Zeus Crono egrave qui direttamente compara-bile con il vedico Tvaṣṭar contemporaneamente padre e nemico del dio del tuono e re degli degravei Indra come visto nel capitolo precedente (sect72 [h])112

La caratterizzazione di Crono nella Teogonia di Esiodo sembra quindi avere delle corrispondenze precise (cfr tab 12) con quella di Tvaṣṭar nel RV

(1)Tvaṣṭar e Crono sono entrambi detti separare il cielo e la terra

RV 4423cdtvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Hes Th 180-182φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωmiddotldquoe i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

111 Come mi fa notare uno dei revisori anonimi anche Kumarbi egrave definito lceilDINGIRMEŠrceil-aš ad‑da‑aš ldquopadre degli deirdquo (KUB 177 ii 13 cfr van Gessel 1998-2001 I259-260) pur non essendone il padre biologico (cf supra cap 2)

112 Questo elemento presenta unrsquointeressante corrispondenza anche nel mito hurrico in cui Kumarbi ingravidato da Anu dopo averne inghiottito i genitali genera il dio della tempe-sta Tešub che a sua volta lo spodesteragrave

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Riccardo Ginevra

(2)Tvaṣṭar e Crono sono contem-poraneamente padri e nemici degli [degravei del tuono] Indra e Zeus

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Tab 12 Corrispondenze tra Tvaṣṭar e Crono

Notare questi paralleli indoeuropei non significa ovviamente negare le corrispondenze con il mito orientale in vari passaggi della Teogonia di Esiodo egrave possibile riconoscere una forte contaminazione tra tradizioni mitiche indigene (e quindi possibilmente ereditagrave indoeuropee) ed altre di origine vicinorientale (cfr eg West 1966 212)

In questo capitolo si egrave visto quindi come sia possibile ricondurre sia lat Pīcus (pie peiḱ‑oacute‑ lsquoquello che taglia foggiarsquo) che gr Κρόνος (kr-oacuteno- oppure koacuter-no- lsquoquello che tagliarsquo) rispettivamente a pie peiḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo e (s)ker- lsquotagliarersquo due radici piugrave o meno sinonimiche rispetto a pie tuerḱ‑ Queste formazioni onomastiche avevano quantomeno originariamente una semantica analoga a quella che abbiamo ricostruito per aisl dvergr (tuerḱ‑oacute‑ lsquoquello che taglia foggiarsquo) e ved Tvaacuteṣṭar- (turḱ‑teacuter‑-tr- lsquoquello che taglia foggiarsquo) da un punto di vista morfolog-ico aisl dvergr e lat Pīcus riflettono addirittura lo stesso tipo di formazione (es-sendo entrambi derivati del tipo tem-oacute-) Il parallelo linguistico tra queste figure egrave rafforzato dal fatto che sia le narrazioni latine sul dio Pico che la tradizione esiodea sul titano Crono presentino alcuni elementi che abbiamo individuato supra (cap 7) nella mitologia nordica relativa ai dvergar e in quella indiana relativa a Tvaṣṭar113

113 Ulteriori possibili corrispondenze nella mitologia greca sono quelle con i fratelli tita-ni Prometeo e Atlante rispettivamente il creatore degli esseri umani ed il titano che sorregge la volta celeste i quali potrebbero quindi rif lettere lo sdoppiamento di unrsquounica figura mitica originaria analoga a quelle trattate in questo capitolo Sono grato a Daniel Koumllligan per aver-mi fatto notare questo parallelo

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9 I NOMI DEI DVERGARIL CATALOGO DI VǪLUSPAacute 10-16

Nel presente capitolo ci concentreremo sui nomi di dvergar elencati nel poema ed-dico Vǫluspaacute in particolare allrsquointerno delle strofe 10-16 che introducono e svi-luppano il cosiddetto Dvergatal lsquocatalogo dei dvergarrsquo questi nomi una sessanti-na costituiscono da soli quasi metagrave di tutto il materiale onomastico attestato nella Vǫluspaacute allrsquointerno di cui tuttavia il catalogo potrebbe essere unrsquointerpolazione (cfr eg Dronke 1997 67) Numerosi lavori sono stati dedicati alle etimologie dei nomi di dvergar i piugrave conosciuti tra i quali sono gli studi di Gould (1929) e Motz (1973) si tratta di analisi che hanno avuto il grande valore di evidenziare alcuni tipi di formazione frequenti tra questi nomi tuttavia dato che la maggior parte di questi dvergar sono menzionati unicamente nel catalogo e che la mitologia che li riguarda egrave di solito a noi del tutto ignota si tratta per la massima parte di etimologie impossibili da dimostrare in quanto prive di qualsiasi riscontro nelle fonti

In questo lavoro al contrario si riterranno effettivamente analizzabili soltanto quelle formazioni onomastiche per cui lrsquoanalisi formale si puograve combinare con unrsquoin-terpretazione semantica eo unrsquoidentificazione del referente che trova riscontro nei dati della mitologia o della fraseologia che ricorrono nei testi in norreno o in lingue imparentate Ciograve esclude eg simplicia il cui referente egrave del tutto sconosciuto (eg THORNekkr o THORNroacuter) o composti di referente sconosciuto i cui elementi non sono facilmente identificabili o la cui sintassi interna egrave di difficile interpretazione (eg Gand-alfr o Hleacute-vangr)

Nella sezione che segue (sect91) si abbozzeragrave uno schema dei processi di forma-zione delle parole attestati tra i nomi di dvergar della Vǫluspaacute In quella successiva (sect92) tutte le formazioni saranno presentate in ordine alfabetico e trattate (quan-do possibile) sul piano dellrsquoanalisi formale e dellrsquointerpretazione semantica Infine nella sezione finale (sect93) saranno tratte una serie di considerazioni metodologiche sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar (e non)

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Riccardo Ginevra

91 Processi di derivazione e composizione nellrsquoonomastica dei dvergar

Si procederagrave anzitutto presentando i suffissi derivazionali attestati dalle diverse for-mazioni onomastiche (1) per passare poi alla tipologia dei composti (2) La clas-sificazione egrave motivata da esigenze pratiche di descrizione della lingua e non vuole entrare nel merito di questioni che sono a tal scopo non rilevanti e tuttora dibattute (eg se i composti a reggenza verbale siano originariamente da raggruppare insieme ai composti determinativi o ai possessivi)

(1) Derivazione suffissi derivazionali comuni e onomasticiUnrsquoanalisi formale dellrsquoonomastica dei dvergar dal punto di vista della derivazione permette di distinguere sia tipi flessivi molto comuni attestati anche nel lessico appellativo che formazioni con suffissi derivazionali piugrave rari che ricorrono princi-palmente o esclusivamente in ambito onomastico Di seguito una classificazione dei suffissi (sulla base del corrispondente protogermanico)

bull Pgerm -a- questa classe comprende sostantivi maschili tematici (con co-siddetta ldquoflessione forterdquo) che continuano i temi indoeuropei in -o- e sono tra le formazioni piugrave comuni allrsquointerno del lessico appellativo germanico

In questa categoria sono probabilmente da includere molti nomi di dvergar altrimenti ignoti che sembrerebbero a prima vista essere simplicia tematici eg Fraacuter e THORNroacuter noncheacute i secondi elementi di composti come Al‑thornjoacutefr e Nyacute‑raacuteethr

bull Pgerm -an- questa classe comprende sostantivi maschili uscenti in aisl -i (con cosiddetta ldquoflessione debolerdquo) che continuano i temi in -n- indoeuropei (talvolta anche sul piano etimologico cfr eg aisl ux-i lsquobuersquo pgerm uks-ēn riflesso di pie h2uks-eacuten- ved ukṣaacuten‑) Molti temi germanici in -an- hanno avuto origine come ricaratterizzazioni di originari temi in pgerm -a- (pie -o-) il suffisso -an- era inoltre frequentemente impiegato nella formazione del secondo elemento di compo-sti a reggenza verbale e nel creare derivati denominali da sostantivi neutri

Per esempi del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr Aacutei da aacutei lsquoavorsquo (pgerm awa[n]-) che corrispon-de al sostantivo tematico lat avus lsquononnorsquo (h2eṷh2-o-)Per il secondo tipo cfr degbori nel nome Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquoPer il terzo tipo molto comune tra i nomi di dvergar (Gould 1929 957) cfr eg Sindr-i sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo Frost‑i frost lsquogelorsquo Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

bull Pgerm -u- una classe di formazioni nominali di grande antichitagrave la cui estrema raritagrave tra i nomi di dvergar non sorprende trattandosi di un tipo di formazio-ne non piugrave produttivo giagrave in etagrave protogermanica (cfr Casaretto 2004 191)

Questa classe egrave attestata da unrsquounica formazione onomastica Litr lsquocolorersquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Pgerm -(i)ja(n)- questo suffisso in protogermanico formava principalmen-te derivati pertinentivi denominali un tipo poco rappresentato nellrsquoonomastica dei dvergar Il suffisso aisl -ir appare invece essere molto produttivo nella formazione di nomina agentis da verbi deboli (soprattutto nella poesia scaldica)114 un tipo raro nelle altre lingue germaniche e di chiara origine recente (lrsquoimpiego del suffisso aisl -ir dopo sillabe leggere -VC- non rispetta la Legge di Sievers e non puograve quindi risa-lire oltre il protonordico)

Per questo tipo di formazione tra i nomi di dvergar cfr eg degthornras‑ir in Doacutelg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo (cfr thornras‑a lsquominacciarersquo)

bull Pgerm -Vna- e -Vra- questi suffissi di struttura -VCa- (la vocale connet-tiva subiva spesso modificazioni non attese fonologicamente)115 sono ben attestati sia nellrsquoonomastica che nel lessico appellativo

In germanico i suffissi del tipo pgerm -Vnaō‑ erano relativamente produttivi per la formazione di derivati sia deverbali che denominali (Meid 1967 103ss)116 tuttavia nellrsquoonomastica dei dvergar (e nordica in generale) egrave unicamente il suffisso -inn a godere di produttivitagrave117

114 Cfr Meissner 1921 283ss Meid 1967 70 Ebenbauer 1973 192ss Casaretto 2004 112

115 Fondamentale nellrsquoanalisi di questi derivati egrave il processo del Suffixtausch lsquoscambio del suffissorsquo La vocale connettiva dei derivati con suffissi -VCaō- era infatti originariamen-te coincidente con la vocale in cui usciva la base del derivato eg wōd‑u‑ lsquoispirazionersquo gt wōdu‑na‑ lsquoquello dellrsquoispirazionersquo Una volta che la connessione etimologica tra basi e deri-vati andograve persa i parlanti si trovarono di fronte una varietagrave di suffissi ldquoapofonicirdquo con diversa vocale connettiva (-a- -i- -u-) i quali essendo di forma quasi identica e di funzione analo-ga apparivano liberamente scambiabili tra di loro Ciograve ha dato origine a formazioni seconda-rie in cui il suffisso con vocale connettiva etimologica egrave stato sostituito da suffissi con voca-le connettiva non etimologica eg Wōd‑una‑ (anorv Oacuteethonn) ⟶ Wōd‑ana‑ (aing Wōden) Wōd‑ina‑ (aing Wēden) Questo processo (per cui cfr Meid 1967 50ss Schaffner 1996 151) egrave molto diffuso in germanico settentrionale e occidentale ed egrave di grande importanza per lrsquoana-lisi di derivati con tali suffissi

116 A differenza della variante senza vocale connettiva -na- (pie -noacute-) la quale a cau-sa di processi di assimilazione era spesso non piugrave trasparente (got fulls lt plh1-noacute- lat plē‑nus ved pūr‑ṇaacute‑) Le tre varianti ldquoapofonicherdquo del suffisso -ana- -ina- e -una- in cui la vocale connettiva era originariamente identica alla vocale finale del tema della base (Casaret-to 2004 321) andavano incontro a Suffixtausch giagrave in etagrave molto antica cfr eg i rif lessi del termine per lsquomattinorsquo got maurg-ins e aisl myrg-inn (pgerm murg-ina-) vs aisl morg-inn (morg-ann) aing morg-en e aat morg-an (pgerm murg-ana-)

117 In norreno i rif lessi regolari -an--(i)n- e -un- (pgerm -ana- -ina- -una-) sono sta-ti sostituiti in maniera sistematica da aisl -in- il quale rif lette in realtagrave il formante di aggetti-vi di materiale pgerm -īna- (guld‑īna- lsquodoratorsquo guld-a- lsquoororsquo) Sebbene la sostituzione sia stata cosigrave pervasiva da aver influito persino sulla morfologia verbale (in cui aisl -inn egrave il rego-lare formante di participi preteriti mentre pgerm -īna- formava esclusivamente derivati de-nominali) si egrave trattato di un processo analogico e non di un mutamento fonetico (Syrett 1994 187-204) come dimostrato dal fatto che le varianti originarie del suffisso sono ancora identi-ficabili in vocaboli arcaici come thornjoacuteethann lsquorersquo (pgerm thorneud‑ana- cfr got thorniud‑ans) noncheacute

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Riccardo Ginevra

Con lrsquoeccezione del nome del personaggio della saga volsungica Reginn riflessi di pgerm -Vna- sono attestati da molti nomi di dvergar per lo piugrave ignoti e scarsamente analizzabili eg Dvalinn Fundinn e THORNorinn

In norreno e nelle altre lingue germaniche le formazioni che attestano esiti dei suffissi pgerm -a-ra- e -u-ra- non riflettono solitamente ereditagrave indoeuropee118 e sono analizzabili quantomeno sincronicamente come derivati denominali (eg pgerm stab-ara- lsquopalo in una palizzatarsquo stab-a--i- lsquopalorsquo) Quantomeno a giudi-care dal numero di nomi di dvergar che attestano questo tipo di formazione i riflessi nordici di struttura aisl -Vrr dovevano aver acquisito un alto grado di produttivitagrave (verosimilmente come formanti onomastici neutri sul piano del significato)

Suffissi che riflettono pgerm -Vra- ricorrono in numerosi nomi di dvergar altrimenti sco-nosciuti eg Aacutenarr Bǫmburr e Lofarr

bull Pgerm -(V)n-ija- si tratta di un suffisso complesso che ha avuto origine in derivati con suffisso -ija- di sostantivi in -(V)naō‑ lrsquoesito aisl -nir estratto dalle formazioni originarie egrave poi diventato produttivo nella lingua poetica e nellrsquoonoma-stica norrena per la formazione di inter alia composti possessivi e agentivi

Per formazioni del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr degvitn-ir lsquolupo spada creaturarsquo riflesso di witn-ija- (da pgerm witn[a]- imparentato con itt ḫwitar‑ḫwitn- lsquoanimali bestie lupirsquo) allrsquointer-no del nome di dvergr Mjǫeth‑vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquoPer composti possessivi e agentivi cfr rispettivamente Moacutet‑sǫg‑nir lsquoquello che ha la sega per figurersquo (aisl sǫg lsquosegarsquo) e Draup-nir lsquoquello che gocciolarsquo (pgerm draup‑a‑ lsquogocciolarersquo)

Naturalmente per quanto riguarda i composti la presente classificazione riguarda unicamente il secondo elemento il primo elemento andava incontro a modificazioni di vario tipo acquisendo morfologia specifica della composizione119

nellrsquoonomastica e in termini della lingua poetica118 Unrsquoeccezione egrave costituita dal suffisso -ara- che formava derivati di semantica delo-

cativale a partire da avverbi di luogo e pronomi (ūt‑ara‑ lsquoesternorsquo ūt lsquofuorirsquo Meid 1967 81) il quale egrave in ultima analisi da ricondurre a pie -eroacute- (con diverso grado apofonico o pgerm -ar- lt -er- in sillaba non radicale) tematizzazione del suffisso locativo pie -eacuter-(i) per cui cfr eg avverbi di luogo come aat obero av upara‑ lat superus rif lessi di pie (s)uper‑oacute‑ ((s)up‑eacuter‑(i) got ufar ved upaacuteri lat super)

Di contro il suffisso semplice (senza vocale connettiva) pgerm -ra- (pie -roacute-) non era produttivo in protogermanico ed egrave attestato principalmente in formazioni ereditate (Meid 1967 78 Casaretto 2004 416)

119 Eg seg-isdeg e seg-ideg per seg‑iz‑ nellrsquoonomastica cfr i nomi propri lat-germ (Fla-vius) Sigis-vultus vs aisl Sigdegurethr (segi-ward-u- lsquoguardiano della vittoriarsquo) fenomeni analo-ghi erano giagrave presenti in indoeuropeo cfr eg il primo elemento in -ideg allrsquointerno del sistema di Caland del tipo ved Rjiacute‑śvan‑ lsquoche ha cani velocirsquo rj‑raacute‑ lsquoveloce brillantersquo (su cui cfr eg Rau 2009 135)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(2) Composizione tipi di composti onomasticiIl secondo importante aspetto della Wortbildung nellrsquoonomastica dei dvergar egrave la composizione I tipi di composti attestati sono classificabili allrsquointerno di quattro categorie

bull Composti determinativi (scr tatpuruṣa‑)120 il cui primo elemento egrave in una relazione sintattica subordinativa implicita nei confronti del secondo elemento (a differenza che nei cosiddetti composti casuali in cui la relazione sintattica egrave espli-cita ovvero il primo elemento attesta una marca di caso) il quale egrave un sostantivo e corrisponde alla testa del composto (che egrave quindi endocentrico) eg aisl arm-baugr lsquoanello da bracciorsquo Composti determinativi di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 26 cfr Carr 1939 49-56)

A questo tipo potrebbe appartenere eg il nome di dvergr aisl Mjǫeth‑vitnir lsquolupo del mielersquo

bull Composti descrittivi (karmadhāraya)121 il cui primo elemento egrave un aggettivo in funzione di attributo del secondo elemento il quale egrave invece un sostantivo ed egrave la testa del composto (che egrave quindi endocentrico) cfr eg aisl forn‑maethr lsquouomo anti-corsquo aat junc-herro lsquogiovane signorersquo (ted Junker) Il tipo egrave sicuramente ricostruibi-le per il protogermanico (Meid 1967 27 cfr Carr 1939 56ss)122

Tra i nomi di dvergar questo tipo potrebbe essere attestato eg dal (poco chiaro) composto Skaacute‑fiethr qualora esso significasse lsquobuon finlandese lapponersquo

bull Composti a reggenza verbale (upapadasamāsa‑)123 il cui secondo elemento egrave un derivato deverbale con significato agentivo i nomi di dvergar attestano due sottotipi di questa categoria di origine cronologicamente distinta

Il tipo con i suffissi maschilefemminile aisl -ia (pgerm -aōn-) e aisl -ija (-jaōn- cfr Val-kyrja) era la strategia piugrave produttiva per la formazione di composti a reggenza verbale in protogermanico (Meid 1967 26)124 Lrsquoorigine di questo tipo

120 Cfr AiGr II1241ss sullrsquoorigine delle denominazioni dei composti in sanscrito cfr Sadovski 2002

121 In realtagrave nella classificazione indiana i descrittivi sono solo un sottotipo dei compo-sti apposizionali-attributivi karmadhāraya-

122 Cfr eg got midjun-gards aing middan-geard aat mittin-gard lsquoterra medianarsquo123 I composti descrittivi e a reggenza verbale sono spesso considerati sottogruppi dei

determinativi ma sono qui trattati separatamente ai fini dellrsquoesposizione per Schindler (1997 537) peraltro i composti a reggenza verbale con secondo elemento verbale (come quelli qui analizzati) sono in realtagrave nati come possessivi (ldquolsquoschnelle Schritte habendrsquo gt lsquoschnell schrei-tendrsquordquo)

124 Cfr eg i rif lessi della designazione germanica dellrsquolsquoeredersquo come lsquoquello che prendeusufruisce dellrsquoereditagraversquo (arbijadeg) aat erpi‑nom‑o e aing yrfe-num-a (entrambi da degnum-an- agentivo di nem-a- lsquoprenderersquo) got arbi-num-ja e aisl erfi-nyti (rispettivamente num-jan-

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Riccardo Ginevra

sembra essere da individuare nella ricaratterizzazione per mezzo del suffisso -aōn- o -jaōn- di antichi composti radicali indoeuropei (cfr Schindler 1972 Benedetti 1988 Scarlata 1999125 Data la produttivitagrave in germanico lrsquoattestazione di questo tipo tra le formazioni onomastiche del catalogo dei dvergar egrave prevedibile

Nomi di dvergar che riflettono questo tipo di formazione includono eg Haug‑spori lsquoquello che calcia le collinersquo e Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

I composti a reggenza verbale i cui secondi elementi attestano il suffisso -ir sono invece chiaramente piugrave recenti (Ebenbauer 1973 178) dato che come notato supra non subiscono gli esiti della Legge di Sievers neacute dello i-Umlaut (per cui al posto di eg aisl degthornras‑ir ci si aspetterebbe daggerdegthornresr) Questo suffisso era produttivo per la formazione di agentivi deverbali allrsquointerno di kenningar (Meissner 1921 283ss) ed egrave molto ben attestato nella poesia eddica e scaldica (Ebenbauer 1973 192ss)126

Tra i nomi di dvergar questo tipo egrave attestato da aisl Doacutelg‑thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo

bull Composti possessivi (bahuvrīhi)127 in cui a prescindere dalla relazione im-plicita tra primo elemento e secondo elemento la testa semantica non egrave uno dei due membri del composto (che egrave quindi esocentrico) del tipo di aisl gengil-beina lsquo(don-na) che ha le gambe tortersquo Molti composti di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 33ss cfr Carr 1939 63ss) il secondo elemento egrave normalmente suffissato (Carr 1939 64) il che giustificherebbe la classificazione di queste formazioni tra i composti derivazionali (ted Ableitungskomposita)

Tra i suffissi attestati nellrsquoonomastica eddica pgerm -an- e -ja- erano sicura-mente impiegati per la formazione di bahuvrīhi in etagrave protogermanica (Meid 1967

e nut-jan- agentivi di nem-a- e neut-a- lsquousufruirersquo) che la forma nordica sia un arcaismo egrave assicurato dal fatto che il simplex aisl erfi significa lsquofuneralersquo e non piugrave lsquoereditagraversquo (su questa famiglia lessicale cfr Groslashnvik 1982)

125 Cfr eg pgerm degtug-an- lsquocomandantersquo (eg in aat heri‑zogo gt ted Herzog) e lat dux entrambi rif lessi di pie degduk- (de Vaan 2008 sv dūcō)

126 Sebbene non sia attestato tra i nomi dei dvergar va sicuramente menzionato anche il tipo con derivato tematico agentivo come secondo elemento che occorre raramente nelle al-tre lingue germaniche (Casaretto 2004 49118) ma egrave relativamente frequente in nordico (Meid 1967 59) e deve essere stato produttivo in etagrave preistorica ciograve egrave evidente in primo luogo in ra-gione della sua corrispondenza con il tipo degtom-o- attestato nelle altre lingue indoeuropee cfr gr κουρο-τρόφ-ος lsquoche cresce i giovanirsquo e ved puṣṭim‑bhar‑aacute‑ lsquoche porta abbondanzarsquo in secondo luogo formazioni di questo tipo dallrsquoaspetto arcaico sono attestate in germanico orientale e occidentale e sono ricostruibili per il protogermanico cfr got daura-wards aing duru-weard aat turi-wart rif lesso di pgerm dur(a)-ward-a- lsquoquello che custodisce la portarsquo con secondo elemento dal verbo ward‑ē- lsquocustodirersquo cfr aing wardian aat wartēn (Casaret-to 2004 67)

127 Cfr AiGr II1273ss

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

34)128

Per questo tipo di possessivi cfr il nome di dvergr aisl Eikin-skjald-i lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

Non ha invece paralleli in altre lingue germaniche il tipo con suffisso aisl -nir (-Vn-ija- cfr Ebenbauer 1973 211) attestato eg dal nome di un cavallo in Grm 304 aisl Faacutel‑hoacutef‑nir lsquoquello che ha lo zoccolo cavorsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo)

Per esempi di questo tipo nellrsquoonomastica dei dvergar cfr Moacutet‑sǫg‑nir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo

92 Dizionario etimologico dei nomi di dvergar nella VǫluspaacuteIn questa sezione sono elencate in ordine alfabetico e quando possibile analizzate e interpretate tutte le formazioni onomastiche attestate in riferimento alla categoria dei dvergar nel poema eddico Vǫluspaacute

bull Aacutei (Vsp 11 15) apparentemente identico allrsquoappellativo aisl aacutei lsquoavorsquo rifles-so di pgerm aw-a(n)- (cfr got awo lsquononnarsquo pgerm aw‑ō[n]-) e pie h2eṷh2-o- (lat avus lsquononnorsquo) egrave trattato insieme a possibili paralleli norreni e indoeuropei su-pra (cap 2)

bull Alfr nome di un dvergr (Vsp 161) e secondo elemento nei nomi di dvergar Gand-alfr (Vsp 121) e Vind-alfr (Vsp 122) noncheacute nome di unrsquointera categoria di essere mitici gli alfar continuamente associati agli degravei (Gunnell 2012 121) e vene-rati dagli esseri umani (Gunnell 2012 passim) puograve riflettere pie h1albh-oacute- lsquobiancorsquo (lat albus Hsch ἀλφούςmiddot λευκούς) un derivato della radice h1albh- lsquoessere biancorsquo (itt alpa‑ lsquonuvolarsquo gr ἄλφι lsquoorzorsquo) Un significato originario lsquobiancorsquo per alfr puograve trovare supporto nellrsquoassociazione di questi esseri con gli degravei i lsquocelestirsquo (cfr ved devaacute‑ lat deus da pie deiuoacute- lsquocelestersquo) Aisl alfar potrebbe in alternativa riferirsi a spiriti associati ai corsi drsquoacqua dato che la radice h1albh- era chiaramente asso-ciata ai fiumi (cfr aisl elfr lsquofiumersquo e gli idronimi aat Elba gr Ἀλφειός lat Albula)

bull Al‑thornjoacutefr (Vsp 114) lsquoladro di tuttorsquo () (apparentemente composto di aldeg lsquotut-torsquo e degthornjoacutefr lsquoladrorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Aacuten (Vsp 117) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoantroponimo Aacuten attestato anche come Aacutenn e Oacutenn per una possibile analisi cfr de Vries 1962 sv Aacuten)

bull Aacutenarr (Vsp 117) non analizzabile (possibilmente derivato o ricaratterizzato

128 Cfr eg rispettivamente got man-leik-a aisl man-liacutek-i aing man‑līc‑a aat ma-na‑līhh‑o lsquoritrattorsquo (man(a)‑līk‑an‑ lsquoche ha lrsquoapparenza di un uomorsquo) ed aisl ein-eyg-r aat ein-oug-i lsquoche ha un occhio solorsquo (aina-aug-ja-)

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Riccardo Ginevra

a partire da Aacuten cfr de Vries 1962 sv)bull Aur-vangr (Vsp 137) lsquoquello che ha un campo di fangorsquo () (apparentemente

composto di aurdeg lsquofangorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Austri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave

interpretabile come lsquoquello dellrsquoOrientersquo essendo un derivato in -i di aisl austr lsquoOrientersquo esito di pgerm austra- (aing eāster aat ōstara [plurale] lsquoPasquarsquo cfr pgerm austa- aing eāst mat ost lsquoOrientersquo) un riflesso della radice pie h2ues- lsquodiventare chiarorsquo (cfr ved ucchaacute‑ti lsquoidrsquo av rec usaṇt‑ lsquoche diventa chiarorsquo) In un passaggio dellrsquoEdda di Snorri analizzato supra (cap 7) i nani Norethri Suethri Austri e Vestri sono detti sorreggere i quattro angoli del cielo egrave quindi scontato analizzare con Gould (1929 957) i nomi di tutti questi dvergar come derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali cfr infra anche Norethr‑i lsquoquello del Settentrio-nersquo (norethr) Suethr‑i lsquoquello del Meridionersquo (suethr) e Vestr-i lsquoquello dellrsquoOccidentersquo (vestr)

bull Baacutefurr (Vsp 115) notato nel Regius come ltBavavrrgt e nello Hauksboacutek come ltBaacutefurrgt egrave stato letto da Kerkhof (2015 83) come Bǫfur e analizzato come un termine imparentato con lat faber lsquofabbrorsquo che Kerkhof riconduce a pie guhobh-r Questrsquoanalisi sembra poco probabile in ragione del fatto che -urr in Baacutef‑urr riflette un suffisso aisl -urr (pgerm -Vra-) attestato anche dai nomi vicini Biacutefurr e Bǫmb-urr mentre comrsquoegrave noto (cfr eg la disamina in de Vaan 2008 sv) lat faber non riflette un tema in -r- bensigrave un sostantivo tematico con suffisso -ro- Si puograve semmai ipotizzare che una forma pgerm bab-ra- il riflesso di pie guhobh-ro- (lat faber) sia stata rimodellata in bab-Vra- e quindi in bab-ura- (aisl Bǫfurr) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull Biacutefurr (Vsp 115) non analizzabile (possibilmente derivato dal verbo debole aisl bifa lsquotremarersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull degbori secondo elemento nel nome di dvergr Horn-bori (Vsp 135) riflette un derivato agentivo di bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo) dal significato lsquoquello che portarsquo Cfr Hornbori

bull Bǫmburr (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-glia di isl bambur lsquorecipiente grandersquo e bambi lsquopancia grandersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Doacutelg‑thornrasir (Vsp 152) egrave un composto a reggenza verbale i cui elementi sono facilmente identificabili rispettivamente come aisl dolgr lsquonemicorsquo e THORNrasir una formazione attestata come simplex in DH 4 ma piugrave spesso come secondo ele-mento (eg Liacutef‑thornrasir in Gylf 53) e correntemente ritenuta essere un derivato re-cente in -ir del verbo thornrasa lsquominacciarersquo (Ebenbauer 1973 211) il significato di Doacutelg-thornrasir egrave quindi lsquoquello che minaccia i nemicirsquo Aisl thornrasa (pgerm thornrasō‑ cfr aat drāsen lsquoruggirersquo e as thrāsian lsquominacciarersquo da thornrēsija‑ Orel 2003 sv)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

un verbo obsoleto usato unicamente nella lingua poetica129 egrave etimologicamente da connettere alla radice verbale ved TRAS lsquotremare temerersquo ed entrambe sono a loro volta da ricondurre alla radice pie tres- lsquotremare (dalla paura)rsquo (LIV2 650-651 che ricostruisce anche un causativo tros-eacuteieo- lsquofare tremare (dalla paura)rsquo sulla base di ved trāsaacuteya‑ lsquoidrsquo lat terreo lsquospaventare terrorizzarersquo cfr de Vries 1962 620 EWAia sv TRES) Ciograve permette di riconoscere in aisl Dolg‑thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo la stessa collocazione [(fare) tremare (pie tres-) ndash il nemico] individuata da Dumeacutezil (1961 256 n 2) in lingue italiche e indoiraniche attestata eg nel RV (6144cd yaacutesya traacutesanti śaacutevasaḥ saṃcaacutekṣi śaacutetravo bhiyā ldquowhose rivals tremble at the full sight of his vast power in fearrdquo) e nellrsquoAVŚ (5218c taacuteir amiacutetrās trasantu no lsquomī yeacute yaacutenty anīkaśaacuteḥ ldquoby those let our enemies be alarmed who go yonder in troopsrdquo) Il nome del piugrave glorioso re menzionato nel RV (+) ved Trasaacute‑dasyu- lsquoquello che fa tremare i daacutesyu‑ (nemici)rsquo sembra quindi costituire un paral-lelo esatto per aisl Dolg‑thornrasir sul piano della semantica e parziale (aisl degthornrasir vs ved Trasaacutedeg) per quanto riguarda lrsquoetimologia130

bull Draupnir (Vsp 151) egrave identico al nome dellrsquoanello di Odino che si moltipli-ca per otto volte ogni nove giorni (Gylf 49) analizzato da Luumlhr (2000 319) come derivato con suffisso agentivo -nir di un non attestato verbo aisl draupa riflesso di pgerm draupō(ja)- lsquogocciolarersquo (aing drēapian) della stessa famiglia di pgerm dreup‑a‑ lsquoidrsquo (aisl drjuacutepa aing dreopan aat triofan) lett drupt drupu lsquocadere a pezzi andare in rovinarsquo e airl drucht lsquogocciarsquo (pie dhreub-) Il significato di aisl Draupnir sarebbe quindi lsquogocciolantersquo

bull Durinn (Vsp 104 108) nome di uno dei due dvergar coinvolti nella creazione di figure umane (cfr cap 7) sembrerebbe essere da connettere alla famiglia di aisl dyrr lsquoporte (plurale)rsquo (cfr de Vries 1962 sv) riflesso di pgerm dur- lsquoportarsquo (cfr Casaretto 2004 63) unrsquoanalisi che tuttavia non trova alcun riscontro nei testi

bull Dvalinn (Vsp 114 142) non analizzabile (possibilmente derivato di aisl dva-la lsquoritardarersquo della famiglia lessicale di got dwals lsquoscioccorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Eikin-skjaldi (Vsp 138 162) egrave un composto possessivo di sintassi interna attributiva131 Il primo elemento eikindeg riflette aisl eik-inn lsquofatto di querciarsquo (pgerm

129 Forse addirittura uno hapax dato che lrsquounica attestazione che sembra possibile indi-viduare in norreno egrave Ls 583 In islandese moderno il verbo sembra invece aver riacquisito vi-talitagrave

130 Come notato da Andrea Lorenzo Covini (c p) questrsquointerpretazione egrave supportata dalla circostanza per cui Trasaacute-dasyu- egrave da analizzare come arcaismo in vedico dove i compo-sti a reggenza verbale del tipo di gr φερέ-οικος lsquochiocciolarsquo (letteralmente lsquoporta-casarsquo) hanno normalmente il participio come primo elemento (del tipo di ved bharaacuted‑vāja- lsquoche porta velo-citagraveforzarsquo per unrsquoanalisi alternativa cfr Pinault 2018) in indoiranico il tipo originario si con-serva bene solo in antico persiano eg Dhāraya‑vau‑ lsquoche supporta il benersquo

131 Modello dellrsquoepiteto ing Oaken-shield (trad it Scudodiquercia) dato da J R R Tolkien ne Lo Hobbit (1937) al re dei nani Thorin il Re sotto la Montagna

mdash 110 mdash

Riccardo Ginevra

aik‑īna‑ cfr aing ǣācen afr ē(t)zen aat eihhīn Orel 2003 sv) derivato con suffisso di materiale -inn (-īna‑) di eik lsquoquerciarsquo (aik- cfr aing āc as ēk aat eih) Il secondo elemento degskjald-i (skeld-an-) mostra il suffisso dei composti pos-sessivi -i (pgerm -an-) e riflette aisl skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeld-u- cfr got skildus aing scield as skeild aat scilt)132 Il significato di Eikin-skjaldi egrave quindi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo ma essendo il personaggio a noi ignoto non possiamo sapere se ciograve trovasse riscontro nella sua mitologia un possibile parallelo nellrsquoonomastica eddica si ha tuttavia in Eikin-tjasna lsquoquella che ha la molletta di querciarsquo (LP sv) nome della figlia di THORNraeligll lsquoServorsquo e THORNyacuter lsquoServarsquo in Rthorn (136) che sembrerebbe essere stato coniato con intento ironico proprio come parodia dellrsquoalti-sonante Eikin-skjaldi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

bull Fiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente riflesso di finhlj-an- deri-vato da pgerm finh‑lō- lsquolimarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Finnr (Vsp 164) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl finnr lsquofinlandese lapponersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Fjalarr nome di un dvergr (Vsp 163 cfr Skaacuteld g57) e di un gallo che canta nellrsquooltretomba (Vsp 428) noncheacute di uno jǫtunn lsquogigantersquo (Hrbl 26) riflette un de-rivato in -Vra- di pgerm felh-a- lsquooccultamentorsquo (got ga-filh lsquosepolturarsquo) termine della stessa famiglia di aisl fela lsquooccultarersquo (pgerm felh-a- cfr got filhan aing fēolan aat felahan) Un significato lsquoquello dellrsquooccultamentorsquo trova riscontro nella mitologia del gallo Fjalarr il quale egrave detto cantare nel palazzo della dea dei morti Hel lsquooccultamentorsquo133 in Vsp 435-8 enn annarr gelr fyr ioreth neethan soacutetrauethr hani at sǫlom Heliar ldquoma un altro anche canta in basso sottoterra gallo rosso-fuliggine alle corti di Helrdquo134

bull Fraeliggr (Vsp 136) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraeliggr lsquofamosorsquo)

bull Fraacuter (Vsp 135) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraacuter lsquovelocersquo)

132 Aliter Salus-Beekman Taylor 1969 76-77 che analizza (non correttamente) Eikin-skjaldi come dativo singolare di unrsquoipotetica forma daggerEikin‑skjǫldr lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo i composti con secondo elemento degskjǫldr sono sempre endocentrici cfr eg baug-skjǫldr lsquoscudo ad anellorsquo e her‑skjǫldr lsquoscudo di guerrarsquo

133 Aisl Hel (eg Vsp 438) nome del mondo dei morti e della dea che lo presiede (Gylf 34) rif lette pgerm haljō‑ lsquomondo inferorsquo (got halja aing hell as hellia aat hella) un deri-vato della famiglia del vb hel-a- lsquonasconderersquo (Casaretto 2004 151 EWA sv hella) compa-rabile con airl cuile lsquocantinarsquo (ḱoli -o-) e altri rif lessi di pie ḱel‑ lsquonasconderersquo Il significa-to lsquomondo inferorsquo per pgerm haljō‑ il cui significato etimologico egrave lsquooccultamento coperturarsquo rif lette il ben noto uso metonimico di [occultamento] e [oscuritagrave] per [morte] (Durante 1976 118-119) cfr eg Il 4461 τὸν δὲ σκότος ὄσσε κάλυψεν ldquoe la tenebra gli coprigrave gli occhi (= morigrave)rdquo

134 Per altre proposte etimologiche cfr de Vries 1962 sv IacuteO sv Salus-Beekman Taylor 1969 77-78

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Frosti (Vsp 163) non analizzabile (apparentemente derivato in -i di frost lsquogelorsquo)

bull Fundinn (Vsp 132) non analizzabile (apparentemente identico al participio preterito del verbo finna lsquotrovarersquo)

bull Gand-alfr (Vsp 121) lsquoelfo del danneggiamentorsquo () (apparentemente compo-sto di ganddeg lsquodanneggiamentorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Ginnarr nome di un dvergr (Vsp 154) e nome di Odino (OacuteN 18) noncheacute termine poetico per [falco] (HaH 15) egrave un derivato in aisl -Vrr (pgerm-Vra-) del sostantivo ginn lsquotradimento menzognarsquo o meno probabilmente del verbo ginna lsquoingannare incantarersquo entrambi di origine poco chiara (tentativi poco felici in de Vries 1962 sv ginn) Un significato lsquoquello dellrsquoinganno dellrsquoincantamentorsquo trova un certo riscontro nei testi nordici in cui Odino viene associato alla magia runica (eg Hav 138ss) e in cui ricorre eg una kenning per Odino galdrs faethir ldquopadre dellrsquoincantamentordquo (Bdr 33 cfr cap 2) il significato lsquoquello del tradimento della menzognarsquo puograve parimenti essere supportato da narrazioni mitiche in cui il dio inganna altri personaggi (eg Skaacuteld g58)

bull Gloacutei (Vsp 154) non analizzabile (apparentemente un derivato in -i del verbo aisl gloacutea lsquosplenderersquo cfr de Vries 1962 sv gloacutea)

bull Haacute(a)rr nome di un dvergr (Vsp 153) e nome di Odino (Vsp 215) egrave cor-rentemente analizzato come riflesso di haira- lsquogrigiorsquo oppure di un composto haiha-harja- lsquocombattente monocolorsquo (Haretharson 2004 553 con letteratura) con un primo elemento haiha- che non egrave altrimenti mai attestato in nordico (solo got haihs lsquomonocolorsquo) e un secondo elemento degharja- assai raro tra i teonimi135 In alternativa aisl Haacute(a)rr puograve essere lrsquoesito regolare di pgerm hanh-ara- un deri-vato in -Vra- di hanh-a- lsquoatto di penderersquo (got faur‑hāh lsquotendarsquo aat bruoh‑hāh lsquocinturarsquo cfr Casaretto 2004 76) una formazione del tipo τόμος da ricondurre al verbo forte pgerm hanh-a- e alla radice pie ḱenk- lsquopenderersquo (per cui cfr Schaff-ner 2001 202) cfr lat cunctor lsquoesitarersquo ved śaacuteṅka-te lsquotemerersquo Derivati di pgerm hanh-a- e pie ḱenk- lsquopenderersquo sono infatti attestati sia come simplex che come pri-mo elemento di alcuni epiteti di Odino cfr Hangi lsquolrsquoAppesorsquo (hangan-) Hanga-tyacuter e deggoeth lsquodio degli appesirsquo (hangadeg genitivo plurale di hangi hangan-) questi epite-ti trovano un riscontro esatto nel mito nordico in cui Odino egrave appeso a un albero per lungo tempo al fine di ottenere la saggezza runica cfr Hav 1381-6 veit ec at ec hecc vindgameiethi aacute naeligtr allar niacuteo geiri undaethr oc gefinn Oacuteethni siaacutelfr siaacutelfom meacuter ldquolo so che sono stato appeso al tronco scosso dal vento nove intere notti da una lancia

135 Lrsquounica eccezione sarebbe Viacuteetharr (eg Vsp 553) nome del dio che vendica lrsquouccisione di suo padre Odino da parte del lupo Fenrir (Gylf 51) correntemente ricondotto ad un compo-sto pnord Wīda-harja- lsquoquello che porta guerra per ampio raggiorsquo (la lunghezza di aisl -iacute- egrave assicurata metricamente Haretharson 2004 557) unrsquoanalisi che tuttavia non trova particolare supporto nella caratterizzazione del dio

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Riccardo Ginevra

ferito e sacrificato a Odino io a me stessordquo Cfr per un analogo sistema di corri-spondenze i nomi di Thor aisl Veacute-urr (pgerm winh-Vra-) e Ving‑thornoacuterr (wing-ideg cfr wi(n)gi‑thornonar nellrsquoiscrizione della Fibula di Nordendorf) e la fraseologia attestata in Gylf 49 toacutek hamarinn Mjǫllni ok braacute upp ok viacutegethi hafrstǫkurnar ldquo(Thor) prese il martello Mjoumlllnir lo agitograve e incantograve136 le pelli di caprardquo Un significato lsquoQuello dellrsquoatto di penderersquo per aisl Haacute(a)rr (pgerm hanh-ara-) egrave supportato quindi da paralleli nellrsquoonomastica relativa a Odino e nella fraseologia eddica relativa alla sua mitologia

bull Haacutenarr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl hannarr lsquoabile espertorsquo cfr Gould 1929 948)

bull Haug‑spori (Vsp 154) egrave un composto a reggenza verbale il cui primo ele-mento egrave da identificare con il sostantivo haugr lsquocollina tumulo (funerario)rsquo men-tre il secondo elemento degspori egrave un agentivo in -i (pgerm -an-) del tipo pgerm degtug-an- lsquoquello che conducersquo un derivato del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo a sua volta imparentato e sinonimo del verbo forte aisl sporna (essendo entrambi riflessi della radice pgerm spur‑) Questrsquoultimo verbo egrave attestato nellrsquoEd-da unicamente in due passi che come notato da Dronke (1997 42-43) riflettono una stessa collocazione [calpestare (aisl sporna) ndash la terra] Vsp 245-8 brotinn var borethveggr borgar aacutesa knaacutetto vanir viacutegspaacute vǫllo sporna ldquoInfranto fu il riparo di legno della cittagrave degli asi i vani poterono ndash grazie a un incanto di guerra ndash calpestare il campordquo Odd 81-4 Knaacutetti maeligr oc mǫgr moldveg sporna born thornau in bliacuteetho vieth bana Hǫgna ldquoPoterono una bimba e un bimbo la via di terra calpestare i due teneri figli dellrsquouccisore di Hǫgnirdquo I versi di Vsp 247-8 e Odd 81-2 sono chiaramente costru-iti secondo la stessa struttura metrico-sintattica [knaacutettui lsquopoteronorsquo ndash soggetto ani-mato (allitterante) la terra (allitterante) ndash sporna lsquocalpestarersquo] Nel passo di Odd egrave descritta la nascita dei due figli di Vilmundr e Borgnyacute in cui [calpestare ndash la terra] egrave quindi una perifrasi per [vivere] o [nascere] Dronke ritiene che la stessa metafora sia identificabile anche nel brano della Vsp Da un punto di vista indoeuropeistico [calpestare ndash la terra] egrave accostabile a [camminare ndash sulla terra] perifrasi per [vivere] attestata in greco nordico e lituano (West 2007 125)137 I termini norreni impiegati in questa collocazione mold(-vegr) lsquoterrarsquo e vǫllr lsquocamporsquo sono heiti per [terra] (cfr JH 2) proprio come haugr lsquocollina tumulorsquo egrave impiegato come heiti per [terra] eg in kenningar del tipo [terra ndash della chioma] per [testa]138 o del tipo

136 Aisl viacutegja (preterito viacutegethi) puograve essere lrsquoesito di pgerm winh-ja- -g- in viacutegja potreb-be infatti rif lettere un glide formatosi tra iacute e j ancora assente nelle attestazioni runiche del ver-bo (cfr eg lrsquoiscrizione sul manico di ascia di Nydam alu wihju)

137 La perifrasi [calpestare ndash la terra] per [vivere] puograve essere interpretata come lrsquoop-posto dellrsquoespressione [mordere ndash la terra] per [morire] attestata in greco ittita e sanscrito (Dardano 2013 138-144 West 2007 490)

138 Cfr eg skarar hauga ldquocolline tumuli della chiomardquo in Eyv Lv 56 cfr Meissner

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

[popolo ndash della terra] per [troll]139 Inoltre come menzionato supra aisl sporna (pgerm spurn‑a- lt pie sphr-n-H- cfr LIV2 585 e 5867) e aisl spora lsquocalciare calpestarersquo (pgerm spurō‑ possibilmente un derivato di spura‑ lsquocalcio calpestiorsquo lt pie sphrH-oacute- Orel 2003 sv spurōjanan) sono entrambi da ricondurre a una stessa radice pgerm spur‑ lsquocalciare calpestarersquo (pie sphrH-)140 Egrave quindi possibile analizzare il nome proprio Haug‑spori lsquoquello che calpesta le colline i tumulirsquo come un riflesso della collocazione [calpestare (pgerm spur‑) ndash la terra] Essendo questa come visto supra unrsquoespressione perifrastica per [vivere] Haugspori potrebbe essere da interpretare come una kenning per [(essere umano) vivente]

bull Hepti (Vsp 133) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl hepti lsquomanicorsquo)

bull Hleacute-vangr (Vsp 154) lsquoquello che ha un campo di rifugiorsquo () (apparentemen-te composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Horn-bori (Vsp 135 lectio attestata dal Codex Regius mentre nello Hau-ksboacutek ricorre Fornbogi) egrave un composto a reggenza verbale di aisl horndeg lsquocornorsquo e degbori un derivato agentivo di bora lsquoforarersquo o bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo cfr aing here-toga aat heri‑zohgo lsquoche conduce lrsquoesercito co-mandantersquo Schaffner 2001 569ss) interpretato quindi come lsquoquello che fora cornirsquo da Gould e come lsquoquello che porta il corno trombettierersquo da Motz Tra le due la seconda analisi egrave quella che trova maggiore supporto nella fraseologia la quale evi-denzia perograve come il lsquocornorsquo in questione sia quello potorio cfr Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che (le valchirie) Hrist e Mist mi portino il cor-nordquo glossato alla fine della strofa (369) con thornaeligr bera einheriom ǫl ldquoqueste portano la birra agli sceltirdquo e in Gylf 36 con bera drykkju ldquo(le valchirie) portano da bererdquo cfr anche eg Egils saga Skalla-Griacutemssonar 55 toacutek vieth dyacutershorni er honum var borieth og drakk af ldquoprese il corno di cervo che gli fu portato e bevverdquo Sulla base dei dati della fraseologia egrave quindi possibile interpretare il nome Horn-bori come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

bull Jari (Vsp 137) non analizzabile (possibilmente derivato maschile del fem-minile aisl jar-a lsquobattagliarsquo cfr de Vries 1962 sv)

1921 128 Il fatto che hauga in Eyv Lv 56 sia metricamente condizionato da eacuteldraugr lsquoalbero della tempestarsquo a inizio verso non cambia il dato che haugr potesse essere impiegato come sinonimo poetico per [terra]

139 Cfr hauga herr ldquopopolo esercito delle colline dei tumulirdquo in Sigv Austv 25-6 cfr Meissner 1921 258 Cfr anche molddeg in moldbuacutei lsquoabitante della terrarsquo kenning per [troll] in Gestumbl Heiethr 252

140 Negli ultimi Addenda und Corrigenda zu LIVsup2 pubblicati online (https wwwori-indufauni-jenadeiskvomediaindogermanistikKC3BCmmel_liv2_add-p-246pdf sv ldquospʰerH- rarr (t)sperH- (mit dem Fuszlig) stoszligen tretenrdquo ultimo accesso 27022020) Kuumlmmel accetta invece la ricostruzione tsperH- proposta da Lubotsky (2006) che a me sembra tutta-via piugrave problematica di quella tradizionale

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Riccardo Ginevra

bull Kiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente derivato da kiacutell lsquobaia strettarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Litr (Vsp 124) nome di un dvergr bruciato sulla pira di Baldr (Gylf 49) egrave identico allrsquoappellativo litr lsquoaspetto colorersquo (wlit-u-)141 imparentato con got wlits lsquoviso vista formarsquo aing wlite lsquoviso aspettorsquo as wliti lsquoluce aspetto formarsquo ri-flessi di pgerm wlit-i- interpretabile come nomen actionis dellrsquoetimologicamente poco chiaro verbo wleit-a- lsquoguardarersquo (Casaretto 2004 178) Questrsquoultimo egrave sta-to a sua volta comparato in ambito indoeuropeo con lat vultus lsquoaspettorsquo airl degfil lsquocrsquoegraversquo (lsquoeccorsquo lsquoguardarsquo) file lsquopoetarsquo (lsquoveggentersquo) e mgall gwelet lsquovederersquo (de Vries 1962 sv liacuteta Seebold 1970 sv wleit-a- Matasović 2009 sv wel-o-) Non egrave chiaro se il significato lsquocolorersquo sia supportato dalla mitologia di Litr

bull Lofarr (Vsp 144 168) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl lof lsquolodersquo e lofa lsquolodarersquo cfr Gould 1929 950)

bull Loacuteni (Vsp 136) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl loacuten lsquoparte del mare dove lrsquoacqua egrave calmarsquo e isl loacuten lsquoatto di fermarsirsquo cfr Gould 1929 951)

bull Mjǫeth‑vitnir (Vsp 118) egrave un composto determinativo il cui primo elemento riflette aisl mjǫethr lsquoidromelersquo (pgerm med-u- cfr aing meodu medu aat metu) e il cui secondo elemento corrisponde a vitnir lsquolupo spada creaturarsquo (cfr infra) Il significato lsquolupo dellrsquoidromelersquo potrebbe riferirsi allrsquolsquoubriaconersquo(Gould 1929 951) qualora mjǫethdeg fosse qui impiegato con lrsquoaccezione etimologica lsquomielersquo (ricostruibile per pie meacutedhu- cfr ved maacutedhu‑ lit medugraves lsquoidrsquo) il composto Mjǫeth‑vitnir lsquolupo del mielersquo avrebbe un possibile parallelo in aing Bēo‑wulf che egrave stato interpretato come una kenning per [orso] lsquolupo delle apirsquo (Sweet 1884 202)

bull Moacutet‑sǫgnir (Vsp 101 il passo egrave analizzato supra cap 7) nome di uno dei due dvergar (lrsquoaltro egrave Durinn cfr supra) che ldquofoggiarono figure umanerdquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave attestato nei codici in diverse varianti ltMoacutetsognirgt nel Codex Re-gius ltMoethsognirgt nello Hauksboacutek e nella Snorra Edda e ltMotsǫgnigt nelle thornulur del codice AM 748 I 4to Solitamente analizzato come Moacuteeth‑sognir un composto di aisl moacuteethr lsquoira animorsquo e degsognir un derivato di suacutega lsquosucchiarersquo esso egrave stato inter-pretato come lsquoquello che succhia rabbiarsquo (Motz 1973 115) o lsquoquello che succhia la forza (dai corpi)rsquo (de Vries 1962 sv) tutte interpretazioni che non trovano tuttavia alcun supporto nellrsquounico e breve contesto in cui questo personaggio egrave menziona-to142 La lectio del Codex Regius e quella delle thornulur rispettivamente ltMoacutetsognirgt e ltMotsǫgnigt suggeriscono piuttosto una lettura Moacutetsǫgnir analizzabile come un composto di aisl moacutetdeg lsquosegno figurarsquo e di degsǫg‑nir sincronicamente interpretabile

141 Rimodellamento interno al nordico (privo perograve di paralleli) secondo Seebold (1970 sv wleita-)

142 Cfr anche lrsquoimprobabile interpretazione di Gould (1929 951) lsquoquello che ruggisce con rabbiarsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

come un derivato per mezzo del suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo Il suf-fisso -nir era impiegato inter alia nella composizione per la formazione di secondi elementi di composti possessivi come deghoacutefnir lsquoche ha gli zoccoli Xrsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo) secondo elemento del nome di un cavallo in Grm 30 Ebr 9 e HeH 2 (Ebenbauer 1973 211) Aisl degsǫg‑nir sembrerebbe quindi significare lsquoquello che ha una sega Xrsquo Dato che aisl moacutet lsquosegno figurarsquo egrave impiegato in particolare per le forme uma-ne (cfr eg la relativamente frequente collocazione manns moacutet lsquoaspetto da [vero] uomorsquo) il nome Moacutet‑sǫgnir puograve significare lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo riflettendo quindi una formazione e una sintassi interna analoga a eg aisl Sess‑ruacutemnir lsquoquella che ha lo spazio (ruacutem) per (contenere) seggi (sess)rsquo heiti per [nave] in SkH 14 e nome di una sala appartenente a Freyja in Gylf 24143 Moacutet‑sǫgnir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo sarebbe in questo caso un nome molto adatto per il dvergr che in Vsp 10 ha il compito di ldquocreare figure umanerdquo (manliacutekun gera) e degsǫgnir sarebbe quindi impiegato quasi come un agentivo del verbo aisl saga lsquosegarersquo il quale egrave per lrsquoappunto attestato in contesti di intaglio di figure umane144

bull Naacuteli (Vsp 132) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di aisl naacutel lsquoagorsquo cfr Gould 1929 951)

bull Naacuter (Vsp 125) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl naacuter lsquoca-daverersquo)

bull Niethi (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di nieth lsquoluna nuovarsquo cfr Gould 1929 952)

bull Norethri (Vsp 112) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave interpretabile come lsquoquello del Settentrionersquo essendo un derivato in -i di aisl norethr lsquoSettentrionersquo esito di pgerm nurthornra- (cfr pgerm nurthorna- aing noreth aat nord lsquoidrsquo) un riflesso di pie h1ner- lsquosottorsquo (cfr gr ἐνέρτερος lsquoinferiorersquo umb nertru lsquosinistrarsquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Noacuteri (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di noacuter lsquobaia strettarsquo)

bull Nyacutei (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di nyacuter lsquonuovorsquo)

bull Nyacute‑raacuteethr (Vsp 125) lsquonuovo consigliorsquo () (apparentemente composto di nyacutedeg lsquonuovorsquo e degraacuteethr lsquoconsigliorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Raacuteeth‑sviethr (Vsp 127) lsquosaggio nei consiglirsquo () (apparentemente composto di

143 Aliter Meissner (1921 11) ed Ebenbauer (1973 210) che lo analizzano come un deri-vato dellrsquoaggettivo ruacutemr lsquospaziosorsquo (il che comunque non cambierebbe la sintassi interna del composto)

144 Cfr eg Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima (essere) tagliato e segato intagliato e foggiatordquo Cfr anche Mar B 11512 sagaethi liacutekneski thornetta fraacute vegginum ldquotagliare via quella effigie (divina) dal murordquo

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Riccardo Ginevra

raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Reginn (Vsp 127) nome di un dvergr che egrave tra i personaggi principali del-

la saga di Sigurethr (cfr eg il titolo del poema Rm) egrave apparentemente un derivato maschile del plurale tantum neutro aisl regin lsquodegravei numirsquo riflesso di pgerm ragina- lsquoconsiglio decisione numersquo (got ragin lsquoconsiglio decisionersquo as regan[o]deg in regan[o]-giskapu lsquodestino divinorsquo Casaretto 2004 323) tuttavia nessuno di questi significati trova particolare supporto nei testi

bull Sindri (Vsp 374) nome di un dvergr che insieme al fratello di nome Brokkr entra in competizione con il dio del fuoco Loki (Skaacuteld 35) riflette un derivato in -i del sostantivo neutro aisl sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo (cfr aing sinder lsquoidrsquo ing cinder lsquocenerersquo as sinder lsquoscoriarsquo aat sintar lsquoidrsquo) dal significato lsquoquello delle scintille delle scorie incandescentirsquo Come proposto in Ginevra 2018 questa interpretazione presenta forti corrispondenze con la semantica che nella tra-dizione indiana veniva attribuita quantomento a livello di etimologia popolare al nome del veggente ved Aacuteṅgiras- lsquoquello dei carboni incandescentirsquo (ved aacuteṅgāra‑ lsquocarbone incandescentersquo) il parallelo egrave ulteriormente supportato dalla comune ori-gine dei nomi del fratello di Sindri nel mito nordico aisl Brokkr riflesso di pie bhr(h2)g-noacute- lsquocrepitante rombantersquo e di quello che in certi testi indiani compare come fratello di Aṅgiras ved Bhŕgu- e scr Bhrgu il riflesso (con generalizzazione del tema debole) di un sost anficinetico pie bhŕ(h2)g‑oṷ‑bhrg(h2)‑ṷ‑acute derivato in-ternamente da un aggettivo proterocinetico145 in -u- con un tema debole bhr(h2)g‑eacuteṷ‑ ed un significato lsquocrepitante rombantersquo la corrispondenza formale e semantica tra queste formazioni onomastiche egrave confermata dagli evidenti paralleli tra le narrazioni mitiche associate a questi personaggi in norreno e in antico indiano

bull Skaacute‑fiethr (Vsp 156) lsquobuon finlandese lapponersquo () (apparentemente composto di skaacutedeg lsquobuonorsquo e degfinnr degfiethr lsquofinlandese lapponersquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Skirfpir (Vsp 155) potrebbe riflettere una formazione in pnord -ija- da un non attestato verbo skerfba- lsquodecorarersquo ricostruibile alla base di norv skjerva lsquofare pannelli a spina di pescersquo con un significato lsquodecoratorersquo (Gould 1929 953 de Vries 1962 sv Motz 1973 115 IacuteO sv) pnord skerfba- puograve a sua volta essere un riflesso della famiglia di verbi skerfb‑a‑skerp‑a‑skrep‑a‑ lsquograffiare tagliare viarsquo (Seebold 1970 svv Kroonen 2013 sv) cfr aing sceorfan mat schreffen lsquoidrsquo In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull degskjaldi secondo elemento nel nome di dvergr Eikinskjaldi (Vsp 138 162) riflette il sostantivo skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeldu-) con il suffisso -i di secondo elemento di un composto derivazionale possessivo dal significato lsquoquello che ha lo scudo Xrsquo cfr il composto Eikinskjaldi

145 Ovvero con accento sulla radice nei casi forti e sul suffisso nei casi deboli

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull degsǫgnir attestato come secondo elemento Moacutet‑sǫgnir (Vsp 10) nome di uno dei due dvergar che lsquofoggiarono figure umanersquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave un derivato con suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo dal significato lsquoquello che ha la sega Xrsquo Cfr Moacutetsǫgnir

bull degspori secondo elemento nel nome di dvergr Haugspori (Vsp 153) riflette un derivato agentivo (del tipo pgerm degtug-an- lsquoduxrsquo) del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo dal significato lsquoquello che calpestarsquo Cfr Haugspori

bull Suethri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello del Meridionersquo in quanto derivato in -i di aisl suethr lsquoMe-ridionersquo esito di pgerm sunthornra (as sūthar aat sundar) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Sviacuteurr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl sv(iacute)na lsquoperirersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Veigr (Vsp 121) non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro ma egrave possibilmente da connettere a degveig secondo elemento di Gullveig (Vsp 213) nome di una figura possibilmente da identificare con Freyja (Dronke 1997 41-42) il qua-le egrave identico a veig lsquoforza bevanda fortersquo riflesso di pgerm waig‑ō- (cfr anche aing wāg wēg lsquomurorsquo lt pgerm waig-a- Orel 2003 sv) e pie uoik-eacuteh2- lsquoforzarsquo (Kroonen 2013 sv) derivato in -eacuteh2- di pie uoik-o- lsquoidrsquo (lit viẽkas lsquoforza fisica etagrave vitarsquo asl věkъ lsquoetagrave vitarsquo Derksen 2015 sv)

bull Vestri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello dellrsquoOccidentersquo in quanto derivato in -i di aisl vestr lsquoOc-cidentersquo esito di pgerm westra- (as aat westar lsquoidrsquo cfr pgerm westa- aing west lsquoidrsquo) probabilmente imparentato con pie ueacutestu- (ved vaacutestu‑ lsquopernottamentorsquo mgall gwest lsquoluogo per riposarersquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull V(iacute)li nome di un dvergr (Vsp 133) e di un fratello di Odino (Ls 26 Gylf 6) egrave formalmente oscuro forse identico a vili lsquovolontarsquo pgerm wel-jan- (de Vries 1962 sv IacuteO sv)

bull Vind-alfr (Vsp 122) lsquoelfo del ventorsquo () (apparentemente composto di vinddeg lsquoventorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Virfpir (Vsp 155 Gylf 14) egrave analizzabile come riflesso di una formazione in pnord -ija- da un verbo wirfbija- lsquogirare attorcigliarersquo (IacuteO sv) dal signifi-cato lsquoquello che gira attorcigliarsquo (lsquolrsquoAbilersquo per IacuteO sv) pnord wirfbija- sarebbe da da ricondurre a una radice uerp‑ lsquogirarersquo (OacuteI sv Virfill de Vries 1962 sv orf) attestata possibilmente in itt warp‑zi lsquolavare lavarsirsquo lit verpti lsquofar girarersquo aruss vьrpsti lsquostrappare rubarersquo (Kloekhorst 2008 sv)146 In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

146 Lrsquoipotesi di Gould (1929 964) per cui si tratterebbe di un prestito da afr verver egrave poco probabile in virtugrave della resa lt f gt di afr v in antico nordico (IacuteO sv Virfir)

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Riccardo Ginevra

bull degvitnir attestato come secondo elemento di Mjǫeth‑vitnir (Vsp 118) egrave iden-tico ad aisl vitnir termine poetico per lsquoluporsquo lsquospadarsquo e in generale lsquocreaturarsquo che Puhvel connette a itt ḫwitar‑ḫwitn- lsquoanimali bestiersquo (cfr HED sv) riflesso di h2ueid-r-h2uid-n- (Kloekhorst 2008 sv) Aisl vitnir sarebbe in questo caso il ri-flesso di pgerm witn-ija- derivato in -ija- di una formazione witndeg- (tematizza-zione witna-) che continua il tema debole dellrsquoeteroclito147 Cfr Mjǫethvitnir

bull Vitr (Vsp 124) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo aisl vitr lsquosaggiorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Yngvi nome di un dvergr (Vsp 161) e di un dio (Rm 144) figlio di Odino nel Prologo (11) dellrsquoEdda di Snorri usato anche come appellativo yngvi lsquoprincipersquo e da connettere alle epiclesi del dio Freyr Yngvi-Freyr e Ingunar‑Freyr (LP svv) riflette ingwa-n- derivato di pgerm ingwa- per cui cfr got Enguz lsquonome della lettera ngrsquo e aing as Ing lsquonome della runa ngrsquo cfr inoltre il nome proprio lat-germ Inguiomerus (de Vries 1962 sv) Pgerm ingwa- puograve riflettere enḱu-oacute- una for-mazione vrddhi (con falso grado e della radice come in deiu-oacute- da dieacuteu-diu-) di nḱu‑ lsquomortersquo (airl eacutec lsquoidrsquo cfr il derivato toc eṅkwe lsquouomorsquo lt nḱu-oacute- lsquoche ha la mortersquo) con un significato originario lsquomortalersquo comparabile con ved maacuterta‑ lsquomor-tale umanorsquo formazione vrddhi di mrtoacute- per questa analisi cfr Bammesberger 1999 il quale tuttavia non spiega il passaggio del termine dal significato lsquouomo mortalersquo a lsquoprincipersquo in norreno o lrsquoimpiego come teonimo148

bull THORNekkr nome di un dvergr (Vsp 123) e nome di Odino (OacuteN 73) egrave apparente-mente identico allrsquoaggettivo thornekkr lsquopiacevole gradevolersquo (de Vries 1962 sv) unrsquoa-nalisi che tuttavia non trova particolare supporto nelle fonti

bull THORNorinn (Vsp 123) egrave un possibile riflesso con Suffixtausch (avvenuto evidentemente dopo lrsquoa-Umlaut) di pgerm thornur‑ana‑ interpretabile come lrsquoesito di pie trh2-Vno- una variante metatetica di tnh2-Vro- lsquo(dio del) tuonorsquo (tra i cui riflessi egrave il nome del dio del tuono aisl THORNoacuterr esito di pgerm thornun‑ara‑ lsquoidrsquo) a cui sono stati ricondotti anche il teonimo gallico Taranis lsquodio del tuonorsquo e il sostan-tivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo (cfr Watkins 1995 3431 Haretharson 2001 105)149 cfr anche airl torann riflesso di pcelt tor-ano- il quale sembra continuare una forma con metatesi da pie tonh2-Vro- (Matasović 2009 sv Zair 2012 248 Haretharson [2001 105] ricostruisce invece un grado o secondario) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro

bull THORNraacuteinn (Vsp 122) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-

147 Aliter de Vries 1962 sv vitnir OacuteI sv148 Altre proposte etimologiche presso de Vries 1962 sv e IacuteO sv Ringrazio Andrea

Lorenzo Covini per lrsquoutile discussione a riguardo149 Watkins (1995 3431) inserisce tra i rif lessi di questa variante metatetica anche itt

Tarḫunna‑ il quale egrave tuttavia da interpretare probabilmente come una formazione interna allrsquoanatolico (cfr HEG sv tarḫ‑)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

glia di thornraacute lsquodesiderio sfidarsquo cfr de Vries 1962 sv)bull degthornrasir nome di un dvergr (DH 4) e secondo elemento del nome di dvergr

Doacutelg‑thornrasir (Vsp 152) egrave una formazione deverbale in -ir dal verbo thornras‑a lsquominac-ciarersquo (pgerm thornras‑ō‑ pie tres- lsquotremarersquo) dal significato lsquoquello che minacciarsquo Cfr Dolg‑thornrasir

bull THORNroacuter nome di un dvergr (Vsp 124) e di Odino (OacuteN 84) noncheacute termine poe-tico per [spada] (SvH 35) e [cinghiale] (GH 17) e secondo elemento di un termine poetico per [cervo] (dura‑thornroacuter in HjH 11) egrave stato interpretato come un derivato del verbo aisl thornroacuteast lsquoaumentare crescerersquo (cfr de Vries 1962 sv) unrsquoanalisi che non trova tuttavia particolare supporto nelle fonti nordiche

93 Considerazioni sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar

Egrave possibile trarre alcune considerazioni metodologiche a partire dai risultati della se-zione precedente Lrsquoanalisi formale e lrsquointerpretazione semantica di un nome hanno un maggiore grado di fondatezza quando trovano riscontro nella mitologia relativa ai rispettivi personaggi attestata nei componimenti dellrsquoEdda poetica o nellrsquoEdda in prosa di Snorri Sturluson Analisi etimologiche ben supportate dalle fonti mitologi-che sono ad esempio

bull quella per la veritagrave banale dei nomi dei nani Austri lsquoquello dellrsquoOrientersquo Norethri lsquoquello del Settentrionersquo Suethri lsquoquello del Meridionersquo e Vestri lsquoquello dellrsquoOccidentersquo derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali

bull lrsquointerpretazione di Moacutet‑sǫgnir come lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo in quanto composto possessivo in -nir di aisl moacutet lsquosegno figurarsquo e di sǫg lsquosegarsquo che trova riscontro nel ruolo di Moacutetsǫgnir come colui che foggia figure umane in Vsp 10

Quando la mitologia che concerne un dvergr ci egrave sconosciuta ma il nome corri-spondente egrave formalmente analizzabile come composto esso puograve essere interpretato con un certo grado di probabilitagrave sulla base di collocazioni fraseologiche attestate in norreno o in lingue imparentate

bull un esempio di interpretazione supportata dalla fraseologia interna al norreno egrave quella di Horn-bori composto a reggenza verbale interpretabile come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo sulla base dellrsquoesatta corrispondenza con passaggi come Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che Hrist e Mist mi portino il corno (potorio)rdquo

bull un caso in cui lrsquoanalisi etimologica trova invece supporto nello studio com-parato della fraseologia indoeuropea egrave invece quello di Dolg‑thornrasir composto a reggenza verbale la cui interpretazione sincronica come lsquoquello che minaccia i ne-micirsquo egrave supportata dal parallelo semantico e parzialmente etimologico con una collocazione attestata in lingue italiche e indoiraniche eg nel nome del re ved Trasaacute‑dasyu‑ lsquoquello che fa tremare i daacutesyu‑ (nemici)rsquo (in cui ved TRAS riflette la

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Riccardo Ginevra

stessa radice pie tres- che soggiace anche ad aisl thornrasa)Quando tuttavia la mitologia relativa ai singoli dvergar menzionati nel cata-

logo della Vsp egrave a noi del tutto ignota oppure i loro nomi anche se analizzabili come composti non sembrano riflettere collocazioni fraseologiche a noi note lrsquou-nica strada percorribile sembrerebbe essere lrsquoindividuazione di paralleli nel lessico norreno in particolari quando le formazioni onomastiche in questione presentano una somiglianza formale piugrave o meno marcata con vocaboli del lessico appellativo ad esempio

bull alcuni nomi di dvergar sono in apparenza identici a simplicia attestati in nor-reno eg Naacuter naacuter lsquocadaverersquo e Nyacuter nyacuter lsquonuovorsquo

bull altri sembrano essere derivati in -i di simplicia che ricorrono in nordico eg Nieth‑i nieth lsquoluna nuovarsquo e Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

Forti ambiguitagrave possono sorgere anche quando i nomi sono facilmente analizza-bili come formazioni composte

bull talvolta essi sono opachi dal punto di vista della sintassi interna eg Hleacute-vangr (composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo) e Raacuteeth‑sviethr (composto di raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo)

bull talvolta anche se la sintassi interna egrave ipotizzabile il referente del composto non egrave chiaro eg Al‑thornjofr lsquoladro di tuttorsquo e Mjǫeth‑vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquo

Quando i nomi sono privi di corrispondenze immediate in norreno o germanico egrave talvolta possibile individuare somiglianze formali in formazioni attestate presso altre tradizioni indoeuropee come nel caso di

bull Baacutefurr qualora esso fosse da leggere Bǫfurr e da ricondurre in ultima analisi a pgerm bab-ra- e pie guhobh-ro- (lat faber)

bull THORNorinn che potrebbe riflettere pgerm thornur‑ana‑ e quindi essere imparentato con il teonimo gallico Taranis e il sostantivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo

In ogni caso trattandosi di nomi di personaggi a noi del tutto ignoti queste inter-pretazioni qualunque sia il loro livello di plausibilitagrave su un piano formale rimango-no sempre prive di riscontro

I nomi di dvergar attestati nella Vǫluspaacute permettono quindi di testare le pos-sibilitagrave e i limiti che lrsquoanalisi etimologica del materiale onomastico attestato nei testi mitologici scandinavi puograve avere le interpretazioni che trovano riscontro nella mitologia dei personaggi sono le piugrave credibili seguite da quelle che si basano quan-tomeno su collocazioni fraseologiche effettivamente attestate in nordico o in altre lingue indoeuropee al contrario le etimologie che non hanno alcun riscontro nei testi e nella fraseologia e che si fondano unicamente sulla somiglianza formale con vocaboli attestati in norreno o in altre lingue indoeuropee sono per lo piugrave impossibili sia da dimostrare che da confutare Si tratta in questrsquoultimo caso di un puro esercizio di etimologia fine a seacute stessa che non ci aiuta a comprendere meglio neacute i nomi in questione neacute tantomeno i personaggi a cui questi nomi si riferiscono A differenza di quanto egrave talvolta possibile nellrsquoanalisi di formazioni attestate in lingue piugrave tra-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

sparenti sul piano della morfologia derivazionale nominale come il greco antico e il vedico le formazioni norrene sono spesso troppo opache da questo punto di vista per permettere unrsquointerpretazione fondata unicamente su aspetti formali150

150 Sulla trasparenza o opacitagrave della morfologia derivazionale e f lessiva che caratterizza le lingue in maniera diversa cfr i lavori di Walter Belardi sulla differenza tra lingue a segno modulare (eg greco antico e vedico) e lingue a segno fisso (eg norreno) eg Belardi 1990 158ss

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10 CONCLUSIONE RIFLESSI NORDICI DI PATRIARCHI COSMICI E

ARTIGIANI MITICI INDOEUROPEI

Giunti al capitolo finale si procederagrave a tirare le somme della ricerca svolta nel pre-sente lavoro in cui si egrave tentato di applicare gli strumenti della linguistica storica comparativa allo studio di aspetti ancora oscuri della poetica e della mitologia atte-state dai testi norreni saggiando allo stesso tempo fino a che punto questi possano servire da fonti per lo studio comparato della fraseologia e dellrsquoonomastica in ambito germanico e indoeuropeo In quanto segue si rispetteragrave quindi lrsquoordine della tratta-zione e pertanto si dedicheragrave la prima sezione del capitolo allrsquointerpretazione delle epiclesi di Odino in degfǫethr e la seconda alle origini indoeuropee dei mitici dvergar scandinavi

101 I nomi norreni di Odino in degfǫethr come riflessi di strutture sociali indoeuropee

I risultati della ricerca condotta nella prima parte di questo libro si possono sintetiz-zare nei seguenti punti

(1) Aisl degfǫethr come riflesso di pie pə2tr-oṷ- lsquoavo paternorsquoAisl degfǫethr attestato come secondo elemento di composto in diverse epiclesi del dio supremo scandinavo Odino egrave il riflesso di pgerm fathornru‑ (o fadru-) e pie pə2tr‑oṷ‑ph2tr‑ṷ‑acute lsquoavo paternorsquo formazione che si puograve ricostruire sulla base di in primo luogo gr πάτρως lsquoavo paterno ziorsquo e in maniera indiretta di vari termini indoeuropei per lsquozio paternorsquo che riflettono derivati di questo vocabolo eg ved pitrvya- e lat patruus rispettivamente riflessi di pie ph2tru-iio- lsquo(figlio) dellrsquoavo paternorsquo e ph2tr-eu-oacute- lsquoidrsquo

La variazione attestata dai secondi elementi di alcune di queste epiclesi di Odino eg Al‑fǫethr Al-faethir e Sig‑fǫethr Sig-faethir riflette un processo di sostituzione del termine ormai arcaico (e probabilmente semanticamente opaco) degfǫethr con la lectio facilior innovativa degfaethir lsquopadrersquo riflesso di pgerm fader- e pie ph2teacuter- lsquoidrsquo Ciograve sembra avvalorare unrsquoequivalenza funzionale tra questi due termini in questo con-

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Riccardo Ginevra

testo che trova una corrispondenza nel brano di prosa eddica Fraacute dauetha Sinfjǫtla ldquoSulla morte di Sinfjǫtlirdquo in cui questrsquoultimo apostrofa il faethir lsquopadrersquo Sigmundr con il termine aacutei lsquoavorsquo

Il significato letterale lsquoavo paternorsquo ricostruito per lrsquoepiclesi del dio nordico Odino degfǫethr trova paralleli in teonimi ed epiteti divini attestati in diverse tradizioni indoeuropee Nei testi ittiti ricorrono infatti due teonimi Ḫanna‑ḫanna‑ lsquoNonna-nonnarsquo (imparentato con lat anus lsquovecchiarsquo) e Ḫuḫḫa‑ lsquoNonnorsquo (riflesso di pie h2uh2-o- lsquoavorsquo come lat avus lsquoavorsquo) mentre nella tradizione greca sono attesta-ti gli epiteti di Zeus Παππῶος lsquoAncestralersquo e soprattutto Πατρῷος lsquoidrsquo derivati rispettivamente da πάππος lsquononnorsquo e dal giagrave citato πάτρως lsquononno ziorsquo riflesso di pie ph2tr‑oṷ‑ Odino e questi personaggi sembrano condividere unrsquoulteriore associazione con il concetto [tuono] in quanto padri del dio corrispondente (nel caso di Odino padre del dio nordico Thor e di Ḫuḫḫa padre del Dio della Tempesta ittita) o in quanto loro stessi divinitagrave che vi sopraintendono (nel caso di Zeus)

(2) Il senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo il pə2tr-oṷ- indo-europeo come lsquopatriarcarsquo e il parallelo con Brahma (deg)pitāmaha- lsquononno paternorsquoNonostante aisl degfǫethr sia un riflesso esatto di pie pə2tr‑oṷ‑ lsquoavo paternorsquo il confronto con i testi della mitologia nordica evidenzia come non sia possibile intendere unrsquoepiclesi composta di Odino del tipo di Al‑fǫethr (con aldeg lsquotuttorsquo) in senso letterale ovvero come lsquoavo paterno biologico di tuttorsquo bensigrave come essa sia da in-terpretare piuttosto in senso traslato come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tuttorsquo significato che egrave anche alla base delle varianti innovative del tipo di Al‑faethir (che non significa quindi lsquopadre biologico di tuttorsquo)

Questa semantica traslata puograve essere ricondotta ad una caratteristica della strut-tura delle societagrave indoeuropee arcaiche in cui egrave probabile che un termine come pə2tr-oṷ- non dovesse indicare soltanto la relazione di parentela di lsquoavo paternorsquo bensigrave anche il ruolo sociopolitico di lsquopatriarcarsquo la piugrave alta autoritagrave allrsquointerno della famiglia allargata patriarcale Come per il pater familias nellrsquoantica Roma questo ruolo non doveva necessariamente coincidere con la figura del padre biologico bensigrave poteva essere assunto dal maschio adulto piugrave anziano in grado di svolgere questo compito eg il nonno Al significato sociopolitico lsquopatriarcarsquo che poteva essere assunto quindi sia da pə2tr-oṷ- lsquoavo paternorsquo che da ph2teacuter- lsquopadrersquo nella societagrave indoeuropea sono quindi da ricondurre da un lato lo slittamento semantico da lsquoavo paterno (di qualcuno)rsquo a lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su qualcuno)rsquo e dallrsquoaltro la possibilitagrave di unrsquoequivalenza funzionale tra termini per lsquoavo paternorsquo e per lsquopadrersquo allrsquointerno del linguaggio poetico

In questrsquoottica il parallelo piugrave esatto per aisl degfǫethr in ambito indoeuropeo egrave offerto da unrsquoepiclesi del dio supremo Brahma nella letteratura sanscrita classica scr (deg)pitāmaha‑ la quale non soltanto ha lo stesso significato letterale lsquoavo nonno

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

paternorsquo di pie pə2tr-oṷ‑ ma ne condivide anche il significato traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su qualcuno)rsquo in composti come sarva‑loka‑pitāmaha‑ da intendere come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tutti i mondirsquo non essendo Brah-ma il lsquononno paterno biologico di tutti i mondirsquo

(3) Pie ph2teacuter- lsquopadrersquo come lsquopatriarcarsquo e le kenningar anglosassoni per [dio]Parimenti ph2teacuter- lsquopadrersquo non egrave da intendersi come lsquopadre biologicorsquo in varie formule correntemente ricostruite per la lingua poetica indoeuropea eg la kenning [padre (ph2teacuter-) ndash degli degravei e degli esseri umani] per [dio supremo] oppure la collocazione [padre (ph2teacuter-) ndash della preghiera] che soggiace eg al titolo sacerdotale gall-lat gutu-ater lsquopadre della preghierarsquo Mentre in questrsquoultima collocazione il termine ph2teacuter- lsquopadrersquo potrebbe anche essere inteso con il significato metaforico lsquocreatorersquo (in metafore del tipo ldquoil padre della teoria della relativitagraverdquo) unrsquointerpretazione secondo il senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo egrave lrsquounica ammissibile per gli epiteti di divinitagrave supreme indoeuropee del tipo di [padre (ph2teacuter-) ndash degli degravei e degli esseri umani] da un lato nelle mitologie indoeuropee questi personaggi non sono mai creatori sia delle divinitagrave che degli uomini (e spesso di nessuno dei due) e dallrsquoaltro un tale significato egrave escluso dalle varianti del tipo di scr sarvaloka-pitāmaha‑ lsquononno di tutti i mondirsquo non essendo il significato metaforico lsquocreatorersquo attestato con termini per lsquononnorsquo o lsquoavorsquo Parimenti in senso traslato sono ovviamente da intendersi i casi in cui egrave lrsquoapposizione [madre] a essere applicata a una divinitagrave femminile eg la [terra]

Riconoscere lrsquoequivalenza funzionale di pie pə2tr-oṷ‑ lsquoavo paternorsquo e ph2teacuter- lsquopadrersquo quando essi sono impiegati per riferirsi al lsquopatriarcarsquo e quindi in senso traslato a lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo su qualcosa permette di analizzare diver-se kenningar anglosassoni per il Dio cristiano con (deg)faeligder lsquopadrersquo come i piugrave stretti paralleli interni al germanico per i composti in aisl degfǫethr In queste kenningar aing faeligder lsquopadrersquo occupa regolarmente la stessa posizione occupata in altre kenningar analoghe da termini per lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su qualcosa)rsquo come cyning lsquorersquo drihten lsquosignorersquo frēa lsquoidrsquo e fruma lsquoprincipersquo dimostrando come in questo contesto in antico inglese il termine faeligder venisse parimenti interpretato in senso traslato come lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su qualcosa)rsquo

(4) Aisl Al-fǫethr Al-faethir e i patriarchi cosmici indoeuropeiIn accordo con questa analisi lrsquoepiclesi di Odino aisl Al‑fǫethr e la variante innovati-va Al‑faethir composti endocentrici determinativi del tipo di got Ala-reiks lsquosovrano di tuttorsquo (latinizzato Ala-ricus) non si riferiscono al dio letteralmente come lsquoavo paterno biologico di tuttorsquo o lsquopadre biologico di tuttorsquo (significati privi di riscontro nella mitologia) bensigrave come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tuttorsquo un significato che corrisponde esattamente al ruolo di patriarca cosmico che egrave attribuito a Odino

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Riccardo Ginevra

nei testi scandinaviIn quanto epiteto del dio supremo Odino Al‑fǫethr lsquocolui che ha autoritagrave controllo

su tuttorsquo si puograve quindi confrontare con kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano come al-walda lsquocolui che regge tuttorsquo e i corrispondenti sintagmi ealles wealdend ldquoreggitore di tuttordquo e ealra ān‑waldend ldquounico reggitore di tuttordquo a cui soggiace la collocazione ben attestata e produttiva [capo re (dryhten frēa waldend etc) ndash di tutto] per [dio cristiano] Questa potrebbe a sua volta riflettere il reimpiego cristiano di una kenning per il [dio supremo] pagano unrsquoipotesi che trova supporto nella corrispondenza esatta tra aing al-walda ed aisl Ǫl‑valdi (o All-valdi) lsquocolui che regge tuttorsquo nome di un personaggio della mitologia scandinava precristiana (la cui caratterizzazione ci egrave purtroppo ignota) e riflesso dello stesso composto pgerm ala-waldan- lsquoidrsquo che soggiace ad aing al-walda

Queste e altre considerazioni permettono di escludere che aing al-walda rifletta un calco semantico del sintagma lat omnipotens Deus come egrave stato invece proposto per formazioni germaniche semanticamente analoghe del tipo di got all-waldands aisl alls-valdandi as alo-waldand e aat ala-waltenti Al contrario essendo aing faeligder lsquopadrersquo funzionalmente equivalente a termini per [capo re] come waldend allrsquointerno del sistema delle kenningar che si riferiscono al Dio cristiano egrave semmai sorprendente come non sia nota neanche unrsquoattestazione di un composto aing al‑faeligder lsquopadre di tuttorsquo o di una collocazione sinonimica ealles faeligder per Dio funzionalmente equivalenti ad al-walda ed ealles wealdend unrsquoassenza cospicua che potrebbe essere dovuta alle associazioni pagane che una kenning anticoinglese corrispondente ad aisl Al‑fǫethr avrebbe avuto per i parlanti cristiani

Egrave possibile discutere vari paralleli per aisl Al‑fǫethr in diverse tradizioni indoeuropee Airl Oll-athair lsquogrande padrersquo epiteto composto del dio supremo irlandese Dagda (o Eochaid) che egrave spesso ritenuto corrispondere da vicino ad Al‑fǫethr ha in realtagrave un primo elemento olldeg lsquograndersquo che non corrisponde neacute etimologicamente neacute semanticamente ad aisl aldeg lsquotuttorsquo e non riflette quindi la stessa concettualizzazione che soggiace allrsquoepiteto di Odino

Lrsquoepiteto omerico di Zeus πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo (per cui il mito greco richiede unrsquointerpretazione ldquopatriarca di uomini e degraveirdquo) e lrsquoepiteto latino di Giove pater deum hominumque ldquopadre di degravei e esseri umanirdquo riflettono in-vece una collocazione [patriarca (pie ph2teacuter-) ndash di tutti gli animati intelligenti (degravei ndash e esseri umani)] che si sovrappone parzialmente alla glossa che Snorri dagrave di aisl Alfǫethr nel Gylfaginning la quale perograve include anche [tutti i non animati in-telligenti] in ogni caso egrave chiaro come lo stesso motivo [patriarca (pie ph2teacuter- pə2troṷ-) ndash di tuttotutti gli animati intelligenti] soggiaccia a tutte queste collocazioni e ad aisl Alfǫethr e come la variazione si limiti allrsquoescludere o meno animali e oggetti inanimati da questo [tutto] cosmico

Il parallelo piugrave preciso si ha tuttavia nel giagrave citato epiteto sanscrito del dio supremo Brahma sarvaloka‑pitāmaha‑ lsquononno paterno di tutti i mondirsquo noncheacute nella

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

sua variante con primo elemento sarvabhūtadeg lsquodi tutte le creaturersquo a cui soggiace la stessa collocazione [patriarca (pie pə2troṷ- ph2teacuter-) ndash di tutto] attestata da Al-fǫethr e Al‑faethir e il cui senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tutti i mondile creaturersquo ha paralleli stretti in kenningar anticoinglesi per [dio cristiano] come frēa ealra gesceafta ldquosignore di tutte le creaturerdquo e onwealda ealra gesceafta ldquounico reggitore di tutte le creaturerdquo

(5) Aisl Alda-fǫethr Her(ja)-fǫethr e il [cielo ndash padre] indoeuropeoSia al composto casuale Alda-fǫethr lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo su-gli esseri umanirsquo che alle due varianti Her-fǫethr (composto determinativo) e Herja-fǫethr (composto casuale) entrambe interpretabili come lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sui popoli (in armi) sugli esercitirsquo soggiace una stessa colloca-zione [patriarca (aisl fǫethr) ndash degli esseri umani] (aisl herr nelle kenningar egrave fun-zionalmente equivalente a sostantivi collettivi che designano una pluralitagrave di [esseri umani]) che attribuisce a Odino una posizione di somma autoritagrave nei confronti del genere umano un dato che a differenza del significato letterale lsquoavo paterno degli esseri umanirsquo (Odino non genera lrsquoumanitagrave personalmente neacute tantomeno la crea da solo) trova riscontro nelle fonti norrene il fatto che si evitasse di impiegare kennin-gar di questo tipo per riferirsi al Dio cristiano nella poesia norrena egrave probabilmente dovuto alle associazioni pagane di questa fraseologia

Unrsquoanalisi combinatoria delle kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano del tipo di herġa fruma lsquoprincipe dei popoli (in armi) degli esercitirsquo faeligder folca gehwaeligs ldquopadre di ogni popolordquo e ealles folces fruma ldquoprincipe di ogni popolordquo consente di ipotizzare che una kenning aing herġa faeligder ldquopadre dei popoli (in armi)rdquo si sarebbe potuta facilmente creare nella poesia anglosassone e che la sua mancata attestazione sia da addebitare al rischio di associazioni pagane Sulla base delle cor-rispondenze etimologiche e semantiche tra queste kenningar e le epiclesi di Odino egrave possibile ricostruire una designazione germanica del [dio supremo] precristiano come [patriarca (pgerm fader- fathornru-) ndash degli esseri umani] il riflesso di una collocazione indoeuropea [patriarca (pie ph2teacuter- pə2troṷ-) ndash degli esseri umani] per [dio supremo] che ha paralleli in diverse altre tradizioni indoeuropee

Una corrispondenza evidente ma parziale si ha anzitutto con gli epiteti di Zeus om πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo e di Giove lat pater deum hominumque ldquoidrdquo in quanto riflessi di una collocazione [patriarca (pie ph2teacuter-) ndash di tutti gli animati intelligenti (degravei e esseri umani)] Il parallelo piugrave stretto per quanto meno immediato egrave tuttavia quello con la formula apposizionale al vocativo [cielo (dieacuteṷ‑) ndash padre (ph2teacuter-)] attestata dalle invocazioni om Ζεῦ πάτερ ldquoo Zeus padrerdquo e ved diacuteyauṣ piacutetaḥ ldquoo Cielo padrerdquo e dal teonimo (che ricorre unica-mente al nominativo e vocativo) lat Iūpiter Dato che come effettivamente attestato in greco e in vedico e come ricostruibile anche per il latino sulla base del confronto con lrsquoumbro preghiere e invocazioni rivolte alla divinitagrave da parte di esseri umani

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Riccardo Ginevra

erano il principale contesto pragmatico in cui queste epiclesi erano pronunciate e dato che in un tale contesto la specificazione dellrsquoelemento [esseri umani] sareb-be stata comunicativamente ridondante egrave possibile analizzare la formula al voca-tivo pie dieacuteu pə2ter ldquoo Cielo padrerdquo come una variante adatta a uno specifico contesto pragmatico della stessa collocazione [patriarca (pie ph2teacuter- pə2troṷ-) ndash degli esseri umani] per [dio supremo] che soggiace anche ad aisl Alda‑fǫethr e Her(ja)-fǫethr

(6) Aisl Herjans-fǫethr come attestazione del significato letterale di degfǫethrIl composto casuale Herjans‑fǫethr (forse con variante innovativa degfaethir) egrave di incerta attestazione e viene spesso emendato in (o analizzato come variante di) Herja‑fǫethr ma egrave anche lrsquounica epiclesi di Odino in degfǫethr per cui unrsquointerpretazione letterale lsquoavo paternorsquo potrebbe effettivamente essere la piugrave adeguata Poicheacute unrsquoanalisi che si li-mita a quanto attestato in nordico conduce a un significato paradossale lsquoavo paterno di Herjannrsquo (cioegrave di Odino di cui Herjann egrave unrsquoepiclesi) lrsquounica alternativa egrave in-fatti interpretare aisl herjann con il significato etimologico lsquore capo dellrsquoesercitorsquo attestato eg dal termine imparentato gr κοίρανος

In questo caso Herjans‑fǫethr sarebbe da intendere con un significato letterale lsquoavo paterno del re del capo dellrsquoesercitorsquo con numerosi paralleli non soltano nei testi scandinavi (eg nelle genealogie degli Ynglingar e degli Skjǫldungar che iniziano proprio da Odino) bensigrave anche in altre tradizioni sia germaniche come quella an-ticoinglese (in cui eg le genealogie dei sovrani anglosassoni elencavano spesso come capostipite il corrispettivo inglese di Odino Woden) che indoeuropee come quella greca omerica (in cui eg ricorre frequentemente unrsquoespressione formulare διοτρεφής βασιλεύς ldquore cresciuto da Zeusrdquo)

(7) Aisl Sig-fǫethr e Val-fǫethr vittoria e massacro come facce di una stessa medagliaDiversamente da Herjans‑fǫethr le epiclesi di Odino Sig-fǫethr (con variante innovati-va in degfaethir) e Val-fǫethr composti endocentrici determinativi con primi elementi sigdeg lsquovittoria battagliarsquo e valdeg lsquomassa dei caduti in battaglia strage campo di battagliarsquo sono da interpretare in senso traslato come rispettivamente lsquocolui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo e lsquocolui che ha autoritagrave controllo sulla strage sulla morte in combattimentorsquo Le due formazioni costituiscono quindi una coppia antonimica i cui significati trovano riscontro nei testi della letteratura norrena in cui a Odino spetta decidere a quale tra le due schiere in una battaglia [dare (aisl gefa pgerm geba-) ndash vittoria (sigr segiz‑)] e quindi necessariamente a quale tocchino invece sconfitta e morte (concettualizzata eg come una chiamata a risiedere a Val-hǫll lsquosala del massacrorsquo)

Paralleli in ambito germanico includono in primo luogo il ruolo nel mito longobardo del corrispettivo di Odino Godan il quale in una narrazione tradizionale

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

attestata in latino egrave detto victoriam dare agli esseri umani in battaglia Ulteriori cor-rispondenze anche sul piano etimologico ma in un contesto ormai cristiano si pos-sono inoltre individuare nella tradizione anglosassone in cui si implora Dio di [dare (aing gifan pgerm geba-) ndash vittoria (sigor segiz‑)] a esseri umani Questa collocazione egrave a sua volta da mettere in correlazione con alcune frequenti kenningar anticoinglesi per il [dio cristiano] che sono funzionalmente equivalenti a Sig-fǫethr lsquocolui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo eg aing sigora sōeth‑cyning ldquovero re delle vittorierdquo e sigora frēa ldquosignore delle vittorierdquo lrsquoequivalenza funzionale tra faeligder e termini come cyning e frēa insieme al confronto con altri epiteti del Dio cristiano come sōeth‑faeligder lsquovero padrersquo permette di ipotizzare che una kenning aing sigora (sōeth)faeligder ldquo(vero) padre delle vittorierdquo per [dio cristiano] imparentata etimologicamente con aisl Sig‑fǫethr e Sig‑faethir si sarebbe potuta creare senza diffi-coltagrave nella poesia anglosassone e che la sua assenza nelle fonti cristiane sia piuttosto da imputare alle sue associazioni pagane

In ambito indoeuropeo i paralleli piugrave interessanti sono da individuare nella tra-dizione greca eg nellrsquoIliade in cui egrave il dio supremo Zeus a [dare ndash vittoria] a una delle parti in combattimento riservando allrsquoaltra lsquosciagurarsquo (πῆμα un termine associato talvolta al massacro) Questrsquoantitesi egrave rappresentata metaforicamente dalla bilancia con cui Zeus decide lrsquoesito di una battaglia in greco come in nordico la vittoria di una schiera e la sconfitta e il massacro dellrsquoaltra sono complementari come due braccia di una stessa bilancia ed egrave quindi naturale che la stessa divinitagrave abbia autoritagrave su entrambe Infine la stessa concettualizzazione che sta alla base delle epiclesi di Odino Sig‑fǫethr lsquoavo paterno della vittoriarsquo e Sig‑faethir lsquopadre della vittoriarsquo soggiace verosimilmente anche a un brano della Teogonia di Esiodo in cui la dea Vittoria viene affidata dalla madre Stige a Zeus nella cui dimora essa egrave desti-nata a vivere per sempre la prerogativa di Zeus come dio che assegna la vittoria in battaglia egrave qui resa in chiave mitologica descrivendo il dio come una sorta di padre affidatario della Vittoria

102 I dvergar nordici come riflessi germanici di artigiani mitici indoeuropei

Per quanto riguarda invece i risultati della ricerca discussa nella seconda parte essi si possono riassumere nei seguenti punti

(1) Aisl dvergr e pie tu erḱ- lsquotagliare foggiarersquoAisl dvergr nome di una categoria di artigiani mitici nella mitologia scandinava e gli altri esiti di pgerm dwerg-a- (aing dweorgh as gi-dwerg aat [gi-]twergc) riflettono una variante secondaria di una formazione originaria thornwerg‑a‑ una varia-zione che egrave effettivamente ricostruibile sulla base di norv dverg e della sua variante dialettale tverg Pgerm thornwerg‑a‑ egrave a sua volta il regolare esito di pie tuerḱ-oacute- un derivato del cosiddetto tipo tem-oacute- della radice tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo attestata

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Riccardo Ginevra

anche eg da ved Tvaacuteṣṭar‑ lsquoartigiano (divino)rsquo aav ϑβōrəštar- lsquoartigiano intaglia-tore carpentierersquo e gr σάρξ lsquocarnersquo

In base al tipo di formazione di pie tuerḱ-oacute- egrave possibile ricostruire sia un si-gnificato attivo lsquoquello che taglia foggiarsquo che un significato passivo lsquoquello che egrave tagliato foggiatorsquo il significato attivo trova particolare supporto nei testi letterari nordici in cui i dvergar sono quasi esclusivamente menzionati nel loro ruolo di ar-tigiani (lsquoquelli che foggianorsquo) soprattutto come soggetto di collocazioni del tipo [dvergr ndash foggiare ndash oggetto] il significato passivo lsquoquello che egrave tagliatorsquo puograve avere dato luogo invece allrsquoaccezione lsquopersona di statura molto bassa nanorsquo frequen-temente attestata per i riflessi di pgerm dwerg-a- (eg aing dweorgh che glossa lat nanus) uno sviluppo semantico che ha paralleli in eg lat curtus lsquocorto bassorsquo (riflesso di pie [s]kr-toacute- lsquotagliatorsquo o kur-toacute- lsquoidrsquo) La caratterizzazione anatomica dei mitici dvergar lsquoartigianirsquo nordici come personaggi di statura molto bassa egrave se-condaria e probabilmente da ricondurre a una confluenza tra questi due significati

Lrsquoattestazione a inizio di parola di pgerm dw- al posto dellrsquoesito atteso thornw‑ per pie tu- si puograve ricondurre alla combinazione di due fattori di carattere diverso sulla base di una preesistente alternanza fonologica tra una variante in thornw‑ e una in dw- (oscillazione ben attestata nelle lingue germaniche in cui i nessi consonantici di dentale seguita da -w- o dentale seguita da sonante erano soprattutto a inizio di parola generalmente instabili) la variante in dw- potrebbe essere stata selezionata ai danni della prima per consentire lrsquoallitterazione (principio costitutivo della poe-sia germanica) allrsquointerno di collocazioni ipotizzabili sulla base di fraseologia ger-manica e indoeuropea eg thornwergōzdwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo un tale processo ha un parallelo eg nella modificazione del nome mitologico mgall Nudd in Lludd ai fini dellrsquoallitterazione con lrsquoepiteto llaw-ereint lsquodalla mano drsquoargentorsquo o con il nome del fratello Llefelys

(2) Ulteriori riflessi germanici di pie tuerḱ- Lrsquoanalisi proposta in questa sede per aisl dvergr e pgerm dwerg-a- come rifles-si di pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo trova supporto nella possibilitagrave di ricostruire un verbo forte di terza classe imparentato ovvero pgerm thornwerh‑a‑ lsquoidrsquo (preterito singolare thornwarh plurale thorn[w]urg-un e participio thorn[w]urg-Vna-) sulla base di mat zwergen lsquoschiacciare pizzicarersquo e twergen lsquoidrsquo (il cui significato ha paralleli in pgerm knippan‑ lsquotagliare strappare castrarersquo e knīpan- lsquopizzicarersquo) riflessi di thornwerg‑a‑ (con generalizzazione analogica della -g- del preterito plurale e del par-ticipio) e dello aing ġe‑thornūren lsquoforgiatorsquo (detto di una spada nel Beowulf) esito di thorn(w)urh-Vna- (con generalizzazione nella direzione opposta)

Egrave altamente probabile che il sostantivo pgerm dwerg-a- nel significato lsquoquello che taglia foggiarsquo venisse ancora associato al verbo pgerm thornwerh‑a‑ lsquotagliare fog-giarersquo unrsquoipotesi che trova supporto eg nella comune associazione del sostantivo aisl dvergr e del participio aing ġethornūren lsquoforgiatorsquo con [spada] nelle fonti norrene

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

e anticoinglesi Il fatto che questi riflessi germanici di pie tuerḱ‑ ricorrano rispet-tivamente come nome di una categoria di artigiani mitici in norreno e in riferimento a una spada mitica nel poema epico anticoinglese Beowulf permette di ipotizzare che i derivati di questa radice fossero percepiti come arcaizzanti e poeticamente marcati giagrave in protogermanico

(3) I paralleli con ved Tvaacuteṣṭar- e gli altri riflessi indoeuropei di tuerḱ-A suggerire che questrsquoanalisi possa essere valida giagrave per il protoindoeuropeo sono alcune corrispondenze assai strette sia sul piano etimologico che semantico con gli altri riflessi indoeuropei di pie tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo soprattutto con il nome dellrsquoartigiano divino ved Tvaacuteṣṭar‑ e lrsquoepiteto del dio supremo Ahura Mazdā aav ϑβōrəštar- e av rec ϑβarəštar‑ lsquointagliatore carpentierersquo riflessi di un altro deriva-to agentivo pie turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo

Il parallelo trova supporto in collocazioni fraseologiche del tipo [artigiano miti-co (pie tuerḱ‑ aisl dvergr ved Tvaṣṭar‑) ndash foggiare ndash oggetto] che ricorrono sia in relazione ai dvergar norreni che per il dio vedico Tvaṣṭar eg [artigiano mitico (pie tuerḱ‑ aisl dvergr ved Tvaṣṭar‑) ndash foggiare ndash essere umano] a cui potrebbe essere da connettere anche il significato originario lsquocarni umanersquo di om σάρκες riflesso di un nome radicale pie turḱ‑ lsquotagliato foggiatorsquo in un con-testo simile (la creazione di una mucca) egrave inoltre attestata la forma di aoristo aav ϑβarōždūm lsquotagliaste foggiastersquo

La ricostruzione di una collocazione di questo tipo come contesto privilegiato per la selezione della variante in dw- ai danni di quella in thornw‑ ovvero pgerm thornwergōzdwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo in cui pgerm dwerg-a- (pie tuerḱ‑) ricorreva come soggetto del verbo dō‑ lsquofarersquo (pie dheh1- lsquodisporre farersquo) egrave supportata dalle attestazioni del teonimo Tvaacuteṣṭar‑ (pie tuerḱ‑) come soggetto di DHĀ lsquoporre fare crearersquo (pie dheh1- lsquoidrsquo) nella poesia vedica e dallrsquoevidente asso-ciazione formulare tra i teonimi scr Tvaṣṭar‑ e Dhātar‑ (un derivato in -tar- di DHĀ) nella letteratura epica e puranica

Infine le kenningar per [poesia] del tipo di aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo riflettono una costruzione che egrave ha avuto verosimilmente origine nella combinazione dellrsquouso metaforico di [bevanda] per [poesia] ben at-testato in norreno e con numerosi paralleli indoeuropei (eg la collocazione [versare (ǵheu-) ndash le preghiere] o la concezione della [voce] come [liquido]) con la metafora [foggiare ndash le parole] per [fare poesia] ben attestata con due radici sinonimiche rispetto a tuerḱ‑ ovvero pie tetḱ‑ lsquointagliare foggiarersquo e peiḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo) Ciograve ha probabilmente avuto luogo attraverso la seguente trafila [foggiare (pie tuerḱ‑) ndash le parole] per [fare poesia] ⟶ [artigiano (tuerḱ‑oacute‑) ndash delle parole della poesia] per [poeta] ⟶ [artigiano (tuerḱ‑oacute‑) ndash della bevanda poetica] per [poeta] ⟶ [bevanda ndash dellrsquoartigiano (tuerḱ‑oacute‑)] per [poesia] (di cui aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo egrave un riflesso esatto)

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Riccardo Ginevra

(4) Paralleli onomastici fraseologici e tematici tra i dvergar nordici il vedi-co Tvaṣṭar il romano Pico e il greco CronoLrsquointerpretazione di aisl dvergr come formazione imparentata con ved Tvaacuteṣṭar‑ e riflesso di pie tuerḱ‑ trova conferma nel fatto che le giagrave citate attestazioni di aisl dvergr e ved Tvaacuteṣṭar‑ come soggetti delle collocazioni [foggiare ndash oggetto] (inter alia cinghiali navi lance in nordico coppe asce cavalli in vedico) e [foggiare ndash essere umano] siano soltanto due tra i numerosi elementi che le caratterizzazioni di questi personaggi nelle rispettive tradizioni condividono ulteriori paralleli fraseo-logici e tematici includono eg la forgiatura da parte di questi personaggi nordici e vedici dellrsquo[arma del dio del tuono] (rispettivamente il martello di Thor e la mazza di Indra) atti cosmici come [sostenere ndash cielo] e [conoscere ndash tutto] noncheacute il possesso di una [bevanda] fortemente associata alla [poesia] (rispettivamente lrsquoi-dromele poetico norreno e il soacutema- vedico) Corrispondenze meno numerose ma altrettanto rilevanti sono quelle che si riscontrano nelle tradizioni classiche relative a Pico e Crono

Lat Pīcus nome di un dio che nel mito romano gira lrsquoItalia con il padre Fauno praticando la metallurgia egrave il riflesso di pie peiḱ‑oacute‑ lsquoquello che taglia foggiarsquo (alla base anche di lat pīcus lsquopicchiorsquo e gr πεικός lsquoacuto pungente asprorsquo) un derivato agentivo di pie peiḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo la cui forte corrispondenza sia sul piano semantico che morfologico (essendo entrambi derivati del tipo tem-oacute-) con aisl dvergr (riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) trova supporto nei paralleli tematici tra vari testi scandinavi in cui i dvergar vengono catturati da un personaggio umano che vuole ottenere qualcosa da loro e un passo di Ovidio in cui si narra di come il re Numa abbia catturato Pico e il padre Fauno per costringerli a rivelargli un rituale segreto

Gr Κρόνος nome del padre di Zeus che evira il Cielo con una falce egrave un riflesso (con metatesi del tipo di θρόνος lsquoseggiorsquo pie dhoacuter[h2]-no- lsquosostegnorsquo) di pie (s)koacuter-no- lsquoquello che tagliarsquo (possibilmente anche alla base delle glosse esichiane κόρνος lsquopungitopo per i Siculirsquo e σκόρνος lsquopungitopo mirtorsquo) un derivato della radice (s)ker- lsquotagliarersquo quasi sinonimico rispetto ad aisl dvergr e ved Tvaṣṭar‑ Questo parallelo onomastico trova supporto nelle corrispondenze tra il ruolo di Cro-no nel mito greco come separatore del Cielo e della Terra e nemico del figlio Zeus quello di Tvaṣṭar nel RV come sostegno di Cielo e Terra e nemico del figlio Indra e parzialmente quello di alcuni dvergar (Austri Norethri Suethri e Vestri) nel mito nordico come supporti del Cielo

(5) Lrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergarLe analisi etimologiche di nomi di dvergar piugrave credibili sono quelle che trovano supporto nel mito eg quella relativamente scontata dei nomi dei nani che sorreg-gono il cielo ai suoi angoli ovvero Austri lsquoquello dellrsquoOrientersquo Norethri lsquoquello del Settentrionersquo Suethri lsquoquello del Meridionersquo e Vestri lsquoquello dellrsquoOccidentersquo come

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali Meno banale ma parimenti supportata dalle fonti mitiche egrave lrsquointerpretazione di Moacutet‑sǫgnir nome di un dvergr che foggia figure umane nella Vsp come un composto possessivo di moacutet lsquosegno figurarsquo e sǫg lsquosegarsquo con un significato lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo

Anche quando lrsquointerpretazione di un nome composto non trova riscontro nel mito essa puograve essere supportata dalla fraseologia eg Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo ha un parallelo esatto in eg Grm 361-2 (horn beri ldquoportino il cor-no [potorio]rdquo) Un altro esempio egrave Dolg‑thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo che corrisponde da vicino sia sul piano della semantica che parzialmente etimologico a eg ved Trasaacute‑dasyu‑ lsquoquello che fa tremare i daacutesyu‑ (nemici)rsquo

Quando tuttavia non egrave possibile trovare nella mitologia neacute nella fraseologia sup-porto per lrsquointerpretazione di un nome di dvergr questa rimane impossibile da dimo-strare o da confutare qualunque sia il suo livello di plausibilitagrave sul piano formale Ciograve egrave soprattutto vero per nomi privi di paralleli nel lessico norreno e di difficile analisi come Baacutefurr e THORNorinn per i quali egrave allo stato attuale impossibile confermare se essi siano davvero imparentati rispettivamente con lat faber lsquofabbrorsquo e con gallico Taranus e mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo Lo stesso ostacolo tuttavia rende diffi-cilmente dimostrabile anche le analisi di nomi non composti apparentemente identici a vocaboli norreni come Naacuter (naacuter lsquocadaverersquo) o facilmente analizzabili come deriva-ti in -i del tipo di Nieth‑i (nieth lsquoluna nuovarsquo) o di nomi composti di cui non siano chiari la sintassi interna eg Hleacute-vangr (hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo) o il referente eg Mjǫeth‑vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquo (forse una kenning per [orso]) Come drsquoaltron-de egrave ovvio la possibilitagrave di trovare riscontri di qualche tipo nei testi in norreno o in altre lingue germaniche o indoeuropee egrave lrsquounica condizione che possa garantire un qualche grado di oggettivitagrave alle analisi etimologiche di nomi di dvergar

Con questo studio si spera di essere riusciti a evidenziare i numerosi paralleli tra la lingua poetica e la mitologia che ricorrono nei testi norreni e quelle attestate in fonti redatte nelle lingue germaniche e indoeuropee di piugrave antica attestazione come lrsquoantico inglese il latino il greco e il sanscrito Da un lato gli strumenti della lin-guistica storica permettono di riconoscere nei testi scandinavi motivi ereditati che sono ben noti agli studiosi di poetica e mitologia indoeuropea dallrsquoaltro i risultati di unrsquoanalisi delle fonti norrene in ottica linguistica e comparativa possono talvolta essere di grande aiuto per gettare nuova luce su aspetti problematici dei testi delle altre tradizioni germaniche e indoeuropee Lrsquoapplicazione sistematica di questo me-todo di ricerca ai testi della tradizione scandinava potragrave forse contribuire in maniera sostanziale in futuro non solo allo studio delle caratteristiche linguistiche di questi testi tradizionali ma anche alla ricostruzione delle concezioni ideologiche e cosmo-logiche che ne influenzavano i contenuti

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22 3633 19 111134 36

Bersi Lv 13 38Boacutesa saga ok Herraueths 2 79Bragi Troll 17 75Bragi THORNoacuterr 1 9 35DH

3 154 119

Ebr 9 115Egill Arkv 65-8 74Egils saga 55 113Eirm 7 49 51 55Eskaacutel Vell 44 61Eyv Lv 56 112-113Fraacute dauetha Sinfjǫtla 14 124Gamlkan Joacutendr 42 38GethkI 19 43Gethr III 42 38Gestumbl Heiethr 252 113GH 17 119Grm

193 9252 9262 9304 107 115361-2 113 119

13343 77 7846 4348 9 23 47

Gunn Leif Merl I 336 38HaacutekFris 48211 82HaH 15 111HaukrV Iacutesldr 14-8 73-74

Hav 138ss 19 111143 61-62

Hbl 194 28Hdl

2 9 36 437 61 778 44

HeH 2 115HeiethrH 5630 82Heimskringla 12 63Hfr Erf Oacutel 26a3 82HH 38 9 23HjH 11 119HoacutemIacutesl15 19v22 36Hrbl 26 110Hrv 8 19 61HSt Rst 311-4 61-62Hsv 851-2 80Hym

86 24382-4 79

JH 2 112Kgs 6220 12Kolgr Oacutel 11 38KormǪ Lv 533 75Ls

22 4826 117555-6 31583 109586 9

Mar B 11512 115Odd 81-2 112Oacutelhv Hryn 113 38OacuteN

14 918 11123 941 1044 952 957 973 11884 119

OrH 18 48

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Peacutetr2Ax 19113 10 21Rm 144 118Rthorn

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Saga Heiethreks konungs 2 83-85 96Sigv Austv 25-6 113Snorri Prologo 11 118Snorri Gylf

3 236 1177 258 61 829 10 25 37

5014 15 11715 920 9 50-5121 3124 11527 2634 78 90 11036 11343 7849 109 112

11451 50-51 11153 108

Snorri Skaacuteld g56 28g57 61 83 92

110g58 19 1112 9 23 2523 82 9135 78 81 91

11639 9750 69

SkH 14 115Skm 192 24Sǫrla THORNattr 1 78Stj1 23524 12SvH 35 119Vm

22 944-6 9 35284 80-81291-2 80-81531-3 9

Vsp

1 9 373ss 259 79-81 9110 70-72 79-

81 91 109 114-115 117 119

11 15 82 1 0 7 - 1 0 9 114-118

12 61 107 111 114-119

13 108-11714 61 109

11415 15 107-

109 111-113 116-117 119

16 107 109-111 114 116 118

17 3721 111 11721ss 25245-8 112277 92813 929 9 35 373010 43374 116428 11043 9 35 110485-8 6155 9 47 111563 15

Ynglinga saga 9 49 51 53-55

THORNjoacuteeth Yt 2 63

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21 Inglese

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3023 622996 22

Beda Historia ecclesiastica115 45425 21

Beo373 38605 36869 38955-956 261285-1287 68-691558 381661 381824 272426ss 15

CollGl 11 78 62Conf 4 17 22Cristo

103 53217 21516 40556 26714 27844 40924 271022 21

Daniel 760-761 27Discesa allrsquoinferno 29 41 40Elena 210 40Genesi

2098 272139 27

Guthlac 638 27HyGl 2 984 22Incantesimo IV 4 27Inno di Caeligdmon 21Judith 88-89 53Menologio 147 21 Ordine del mondo 39 22Wanderer 85 38Wieth faeligrstice 23 62

22 Tedesco

Minnesinger 3189b 67Reinfried 9226 67

23 Iscrizioni runiche

Capsula di Schretzheim 73Fibula di Nordendorf 112

mdash 148 mdash

Riccardo Ginevra

3 Fonti in altre lingue indoeuropee

31 Greco

AeschNiobe fr 155 16

Apollod 145 41Arist Hist an 593a3-14 94AristophThes 1009 56Efesini 1 17 10 21HAp 336-337 31Hes Th

71-73 99-100125ss 33159-62 98174-81 98180-182 99220 31383-389 57642 31

Hsch 37 94 97 107

Hymn Orph 663 79Il

2445 464461 1105677 437202-203 557249-250 457291-292 547377-378 548175-176 5516686-693 5517177 5517611-614 4317627 5517652-653 4619221-224 5622288 5523359 67

Inno omerico ad Ares 4 57Nonno Dion 2205ss 57Od

4395ss 96226 67

Pi N 542 74O 517 56O 687 74P 3113 74

Pl Repubblica 3391E 16Plut Vita di Numa 153-5 94

Scudo di Eracle 340 45

32 Vedico e sanscrito classico

AgniPur 192 72AVŚ

5218c 1096783 8712333cd 8614153ab 7114160 90-91

GarPur 1640 72Manusmrti 19 33MBh

165 1615787 33 15837 334814 725557 72611638 72131531 72

MPur 47158 72RV

1206 851527cd 871616ab 8718014 901859 87 90111722 88 9211889 86239 872176 8922317ab 89349 873484 89-90 10035519 864174b-d 904183cd 88-8941812 904423 88 91 994563 88 90523a 265314ab 876144cd 10961710ab 876321d 746515ab 426692a 19729 8773420b 71 79 877353a 717356d 71

mdash 149 mdash

Index locorum

71036 7481028b 869764d 1910105ab 8710185d 7110186c 7110483a 87 9110539 85 89105310 8910845a 56101109 86 88101841 70-71 86

91ViPur 115130 72VS

1030 86299 86-87

33 Avestico

Y 2911-2 73

34 Latino

Arnob 51 95Cic Nat D 2314 32Digesto 5016201 17Efesini 1 17 10Enn Ann

124 32175 32580 32

Fredegario Cronaca 365 52Gregorio Dialoghi 332 22Liv

112 3286 323030 54

Origo gentis langob 1 52Ov Met 14320-434 74 93Ov Fasti 3289ss 95-96Paolo Diacono Historia 18 52Plaut Asin 262 94Plin Nat 780 95Saxo Gesta Danorum

325-6 62 84-85 96

Serv ad Aen 7190 951076 93

Valerio Antias fr 68 95

Verg Aen165 321229-230 322648 32748-49 937189 93

Verg Ecl 6 96Verg G 4 96

35 Umbro

Tavole Iguvine IIb7 41IIb24 41III22 41

36 Irlandese

Annali frammentari 868 54Tochmarc Eacutetaiacutene 1 29

37 Ittito

Canto di Kumarbi 98-99KBo 26124 i 34-36 16KUB 177 ii 13 99KUB 1710 i 35-39 15KUB 2127 iv 9-10 16KUB 335 ii 4-9 15

mdash 150 mdash

mdash 151 mdash

INDEX VERBORUM

Di seguito sono elencate le formazioni e le collocazioni trattate nelle forme in cui ricorrono nel testo (non sono elencate quelle giagrave citate nei titoli dei capitoli)

1 Lingue scandinave (antico islandese se non specificato altrimenti)

Afiaacutei Aacuteiala alfr Alfr degalfr

Gand-alfr Vind-alfr

allr aldegal-gullinnAl-rekrAl-viacutessAl‑thornjoacutefr all-valdr allra faethirallra goethanna ok mannaalls-valdandialls-valdendiǪl‑valdi All‑valdi

Aacuten Aacutenn OacutennAacutenarrarm-baugraskaaacutess (singolare) aeligsir (plurale)aurdeg

Aur-vangraustrAustri Baacutefurr isl bambiisl bamburbaug‑skjǫldrberabifaBiacutefurr bjoacuteetha til siacutenboradegbori

Hornbori Horn-bori Brokkrbyrethr

byrethr dverganna

Bǫmburr dolgr

Doacutelg‑thornrasirdraupaDraupnir drimadrjuacutepaDurinn dvalaDvalinndvena dvina dviacutenanorv dverg dialettale tverg dyacuterethar‑faethirdyrgjadyrreikeikinn eik-inn

Eikinskjaldi Eikin-skjaldi Eikin-skjald-iEikin-tjasna

eineygr ein-eyg-reacuteldraugrelfrerfi

erfi‑nytifaethir

aldar‑faethirallra faethirdyacuterethar‑faethirfaethir allra goethafaethir allra goethanna ok mannagaldrs faethir

Faacutelhoacutefnir Faacutel‑hoacutef‑nir felaFiacutelifinnafinnr Finnr degfinnr degfiethr

Skaacute‑fiethrFjalarrfolkFornbogifornmaethr forn‑maethrfraacuter Fraacuter frost

mdash 152 mdash

Riccardo Ginevra

Frosti Frost‑ifraeliggr FraeliggrFundinnfaeliggir

faeliggir Fjǫlnis veigargaldrs faethirganddeg

Gand-alfr gautr Gautr

aldinn gautrgefa sigrgengil-beinageraginnginnaGinnarr gloacuteaGloacutei gullinn

Gullintanni Gullin-tann-iGullveig Haacute(a)rrHaacutenarrhangi Hangi genitivo plurale hanga

Hanga‑tyacuter Hanga‑goethhannarrhaugr genitivo plurale hauga

hauga herr Haugspori Haug‑spori skarar hauga

hauka-stoacutellHelhepti Hepti Herjann herr genitivo plurale herja

her‑skjǫldrher-stefnir her-stillir herja deilir herja stillir

hleacutedeg Hleacute-vangr

HleifruethrHlaeligfǫethrhoacutefr

Faacutelhoacutefnir Faacutel‑hoacutef‑nir horn

Horn-bori jara jar-aJari jǫtunn (singolare) jǫtnar (plurale)kenning (singolare) kenningar (plurale)

Kiacuteli kiacutellkverkkyrkia kvirkjalieth Liacutef‑thornrasir litr Litr loflofaLofarrisl loacutenLoacuteni man-liacutek-imjǫethr

Mjǫeth‑vitnir moacuteethrmold(-vegr) molddeg

moldbuacuteimorg-innmoacutet

Moacutetsǫgnir Moacutet‑sǫgnir Moacutet‑sǫg‑nirnaacutelNaacuteli naacuter Naacuter nema sigriniethNiethi noacuternorethrNorethri Noacuteri Noacuter-i Nyacutei nyacuter nyacutedeg

Nyacute‑raacuteethr Oacuteethinn anorv Oacuteethonndegraacuteethr

Nyacute‑raacuteethr Raacuteeth‑sviethr

reginReginn degrekrruacutemrSess‑ruacutemnirsetja undirnorv sigsigr

gefa sigrnema sigri = bjoacuteetha til siacutensig‑maacuteniSigurethr Sig‑urethr Sigdegurethr

sindrSindri Sindr-i

mdash 153 mdash

Index verborum

skaacutedegSkaacute‑fiethr

skepjaskeraSkirfpir norv skjervaskjǫldr baug‑skjǫldrsmiethasmiethr Smiethr

hagsmiethr bragarsonrsporadegspori

Haugspori Haug‑spori spornaspurastoacutell

hauka-stoacutellstǫeth

val‑stǫethsuethrSuethri suacutegasv(iacute)naSviacuteurr saeligvar niethr sǫg

Moacutetsǫgnir Moacutet‑sǫgnir Moacutet‑sǫg‑nir degsǫgnir

sǫgnTyacuter degtyacuter plurale tiacutevar

Vera-tyacutertǫnnuxi ux-ivaacuteg‑marr val(r) valdeg

bjoacuteetha til siacutenval‑dǫgg Val‑hǫllVal-kyrja

val‑stǫethvald

all-valdr valda

alls-valdandialls-valdendi

degvaldi degvald-iǪl‑valdi All‑valdi

degvangrAur-vangrHleacute-vangr

veethrveig degveig GullveigVeigr verr genitivo plurale vera

Vera-tyacutervestrVestri Veacuteurr Veacute-urrViacuteetharr viacutegjavili V(iacute)livinddeg

Vind-alfrVing‑thornoacuterrVirfpir viacutessviacutetadegvitn-ir

Mjǫeth‑vitnir vitr Vitr vǫllryngvi Yngvi

Yngvi‑Freyr Ingunar‑Freyr THORNekkr thornjoacuteethanndegthornjoacutefrTHORNorinn THORNoacuterr

Veacuteurr Veacute-urrVing‑thornoacuterr

thornraacuteTHORNraacuteinnthornrasaTHORNrasir degthornrasir

Doacutelg‑thornrasirLiacutef‑thornrasir

thornreskoldrthornrimathornroacuteastTHORNroacuterTHORNraeligllthornwerrasved thvīna THORNyacuterǪl‑valdi All‑valdiǫld (nominativo singolare) alda (genitivo plurale)

alda synirAlda-gautraldar‑faethir

mdash 154 mdash

Riccardo Ginevra

2 Altre lingue germaniche

21 Gotico

alanaldsalls aladeg Alareiks Alaricus (latinizzato)Ansisarbinumja arbi-num-ja awoazgobrothornrjusdaurawards daura-wardsdwalsEnguzfadarfaur‑hāhfidworfilhanfullsgafilh ga‑filhGapthaihshaljaharjismanleika man-leik-amaurgins maurg-insmidjungards midjun-gardsraginsigisskildusufarwaldanwaldandswithornruswlitsthorniudans thorniud‑ans

22 Inglese (antico se non specificato diversamente)

ǣācen Bēo‑wulfing cindercyning degcyning

engla cyningsigora sōeth‑cyningwuldor-cyning

drēapian dreopan

drihten dryhtendryhten ond waldend ealra gesceaftaengla drihtengumena dryhtensigora drythen

(ge)dwǣsdweorgh dwīnaneal(l) aeligldeg aldeg ealdeg

al‑faeligderdryhten ond waldend ealra gesceaftaeal-wealdend ealles faeligderealles folces fruma ealles waldendealra ān‑waldend ealra folca frumaealra scyppend frēa ealra gesceafta

ealdeald‑faeligder eald(e)‑faeligdereald-gesegeneald-sweord

eāsteāster ēsa gescotfaeligder (deg)fœder

al‑faeligderealles faeligderfaeligder aeliglmihtigfaeligder englafaeligder folca gehwaeligsfaeligder frumsceaftafaeligder frymetha gehwaeligsfaeligder mancynnesherġa faeligdersigora (sōeth‑)faeligdersōeth‑faeligder wuldor‑faeligder uuldur-fadur

faeligderafāgianfēolanfeowerfolces hyrdefoster‑faeligdering foster-fatherfrēa

frēa ealra gesceaftafrēa frumsceaftafrēa lēodamoncynnes frēa sigora frēa

mdash 155 mdash

Index verborum

frumaealles folces fruma ealra folca frumafruma folcamoncynnes fruma

gethornuren ġethornūrenhēah

hēah hordes weardheah‑faeligder

hell here genitivo plurale herġa

herġa faeligderherġa fruma

here-togaield plurale ylde ilde

aeliglda scyppend ylda bearnylda waldend

Inging knifemanlīca man‑līc‑ameodu medu middan-geardmorgen morg-ennorething Oaken-shieldsceorfanscieldscyppend

aeliglda scyppend ealra scyppend

selding shortsiġe sigor

sigora (sōeth‑)faeligdersigora drythensigora frēasigora sōeth‑cyningsigora waldend

sindering throughtwenganing twingeing twirl wāg wēg(deg)walda wealda

al-waldaBreoten-waldaburh-waldaonwealda ealra gesceafta

(deg)w(e)aldend

dryhten ond waldend ealra gesceaftaeal-wealdend ealles waldendealra ān‑waldend haeligleetha waldendsigora waldendwaldend frymethawaldend werthornēoda

wardian waeliglweald weetherwestwliteWōden Woden (Beda) Wēden (Suffixtausch)yrfenuma yrfe-num-a thornerscoldthornweorhdegthornweranthornwīnanthornwirel thornȳrelylfa gescot

23 Alto tedesco (antico alto tedesco se non specificato diversamente)

al(l) aladegal-walto ala-waltenti alawaltenti

bruoh‑hāhdrāsendriskuflited durchdurhildwerandwingan thwingan dwiril eihhīneinougi ein-oug-iElbaerpinomo erpi‑nom‑o fatarfatureofelahanmat getwacircsgiwalt gi-waltlongobardo Godanhellaheri heri‑zohgo heri‑zogo

mdash 156 mdash

Riccardo Ginevra

ted Herzogjunc-herroted Junkerted kneipen (dialettale)ted knippen (palatino)manalīhho mana‑līhh‑o metumittin-gardmorgan morg-annordoberomat ostōstara ted qwaumlngelnted querted Quirlmat schreffensciltsigusintarsundartriofan turi-wart(gi-)twergc mat twergenmat twingenwalwaltandegwalt-o

al-walto wartēn westar widarted zwaumlngenmat zwergen

24 Basso tedesco (antico sassone se non specificato diversamente) nederlandese frisone

al(l) alaalo-waldand

mbt cnippenafr ē(t)zen fadar afr federiagi-dwerggi-waldhelliaafr here heriIng

ndl knijpenndl knippenregan(o)deg

regan(o)-giskapusinderskeildsūthar thrāsianafr verver degwald-owestarwetharwliti

25 Germanico preletterario

AladegAlaferhui- Matronis AlaferhuiabusAlagabiae

harigasti teivaInguiomerus Sigis-vultus wi(n)gi‑thornonar

mdash 157 mdash

Index verborum

3 Altre lingue indoeuropee

31 Greco

ἀγησί-λαοςἁλίσκομαιἈλφειόςἄλφιHsch ἀλφούς om ἀνδρῶν τε θεῶν τεἈπατούρια Βίηom διο-γενής om διό-γνητοςom διο-τρεφής

om διοτρεφής βασιλεύςδμώςἐνέρτεροςεὐδίαἔχω

mic e-ka-noΖεύς

om διο-γενής om διό-γνητοςom διο-τρεφήςom διοτρεφής βασιλεύςεὐδίαom Ζεῦ πάτερ

Ζῆλοςθείνωθεός

om ἀνδρῶν τε θεῶν τεΘεο-γένηςΘεό-δωρος

θρῆνυς mic ta-ra-nuθρόνος θρ-όνος mic to-noκαρτερό-χειρ κείρωκέλομαι κλόνος κλ-όνος Κοῖραdegκοίρανος Hsch κόροςκουρο-τρόφ-ος Κράτοςμυρσίνη

μυρσίνη ἀγρίαΝικ-άνωρΝίκη

om ἀφείλετο νίκην Νίκης εὐπολέμοιο πάτερ

ὀδούς

ὄφιςπάπποςΠαππῶος πατήρ

om Ζεῦ πάτερὁ πατὴρ τῆς δόξηςom πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε

Πατρῷοςπάτρως degπάτωρ πείθομαιHsch πεικόςπῆμα

om πῆμα μέγιστονπικρός ποικίλος ὗμνος om ποιμένα λαῶν πολύς om σάρκες (plurale) att σάρξ eol dor σύρξ

(singolare)om σκοπόςστόμασωτήρ τέκτων

ἐπέων τέκτονες τοκεύς φερέ-οικος φθίνωφόνοςmic wo‑ro‑qo‑ta

32 Vedico e sanscrito classico

aacutehi‑aacuteṅgāra‑Aacuteṅgiras- apāṃ naacutepāt‑bharaacuted‑vāja-Bhŕgu- Bhrgudat-

hiacuteraṇya‑dat-devaacute‑

Deva-datta-Deva‑jā-

DHĀDhātaacuter‑ Dhā‑taacuter‑

diacuteyauṣ piacutetaḥdurhaacuteṇā-goacutepā jaacutenasyahan-ti

hiacuteraṇya‑hiacuteraṇya‑dat-

mdash 158 mdash

Riccardo Ginevra

janitārā matīnām kṣiṇ‑ā‑ti

maacutedhu‑maacuterta‑pikaacute‑pitā‑mahaacute- (deg)pitāmaha‑

sarvabhūta‑pitāmaha‑sarvaloka‑pitāmaha‑

pitaacuter‑ diacuteyauṣ piacutetaḥ

pitā matīnāmdegpitār‑pitrvya-pūrṇaacute‑ pūr‑ṇaacute‑puṣṭim‑bhar‑aacute‑Rjiacute‑śvan‑rjraacute‑ rj‑raacute‑saacuteh‑a-te

saacutehas‑sarvabhūta‑pitāmaha‑sarvaloka‑pitāmaha‑soacutema-su-diacutev-su‑pāṇiacute‑svaacutepastama‑śaacuteṅka-te

TAKṢvaacutecāṃsy [hellip] takṣam

TRASTrasaacute-dasyu- trāsaacuteya‑

ucchaacute‑ti

ukṣaacuten‑upaacuterivācam pipiśurvaacutecāṃsy [hellip] takṣam vaacutestu‑vijeṣa‑kŕt-yamaacute‑

33 Lingue iraniche (avestico se non specificato diversamente)

dəmāna‑ dəm‑āna‑apers Dhāraya‑vau‑apers kāra‑pasuvīradegtašti‑

vacas‑tašti‑tūriia‑ upara‑usaṇt‑

vacas‑tašti‑ϑβarōždūmϑβərəsai‑ti

ϑβōrəštar- ϑβarəštar‑

34 Lingue italiche e romanze (latino se non specificato diversamente)

AdeodatusAlbulaalbus alereanusavusbellum duellumCanenscanōcunctorcurtusdens deus

omnipotens Deuspro deum atque hominum fidem

dux faberfīdus fīd‑usfrater fratrem (accusativo singolare)fr grand‑pegravereumb Iu‑pater (vocativo) Iuve(-)patre (dativo)Iūpiter Iū-piter (nominativo e vocativo)

Iovis (genitivo) Iovi (dativo) Iovem (accusativo)

morbos visos invisosquenanusumb nertruomnipotens Deusit padre pater

Iūpiter Iū-piter pater deum hominumque patrem deum hominumque patrem divumque hominumquepater gloriaesummus Pater

patriarcha patruuspecudesque virosqueumb peico (accusativo singolare) peiqu

(ablativo singolare)sp pequentildeopīca

mdash 159 mdash

Index verborum

it piccolo pīcuspigmeus plēnus plē‑nuspumiliusRemusRomulus satyrus supersuperusterreotexereumb uiro pequovermisvictoria

se illis victoriam daturum Winilis Godan victoriam concessisse

vultus

35 Lingue celtiche (antico irlandese se non specificato diversamente)

degaildegathair gallico degater

Oll-athair gallico gutu-ater

mgall corddcelt Coriono-totaecuilecuire mirl cuiredegda

Dag-dacelt Divo-genusdruchteacutecEochaiddegfilgallico gutu-ater gall gweledmgall gwestgall hymgall Llefelysmgall Lludd (arcaico Nudd) Llaw-ereintNuacuteadhu Airgett‑lamh olldeg celt ollodeg

Oll-athair celt Matres Ollotōtae

celt Matronae Ollogabiae riacutegallico Taranismgall acorn bret taran

torann

36 Ittito

alpa‑lceilDINGIRMEŠrceil-aš ad‑da‑aš ḫanna-

Ḫanna‑ḫanna‑Ḫuḫḫa‑ḫwitar‑ḫwitn-ištaman(a)-NAMRA GU4 UDUTarḫunna‑walḫ‑zi

warp‑zi

37 Lingue baltiche (lituano se non specificato diversamente)

Bagi-dotelett drupt drupukatilderaskārė kariagravekatilderiasmedugravesantico prussiano picle verptiviẽkas

38 Lingue slave armeno frigio tocario

bulg Bogo-dan arm diklsquo (plurale)asl dьždьtoc B eṅkwefrig kuryan-eyon asl věkъ aruss vьrpstitoc A waumlllaumlṣtaumlr

mdash 160 mdash

INDICE

Premessa (di Paola Dardano) Pag IIIAbbreviazioni Pag IVNota sulle traduzioni Pag XRingraziamenti Pag XI

1 Introduzione Pag 1

Parte I Lingua religione e societagrave i nomi di Odino in degfǫethr Pag 7 2 Padri avi patriarchi e degravei anticoislandese degfǫethr e protoindoeuropeo

pə2trou- lsquoavo paternorsquo raquo 9 3 Il patriarca cosmico Al‑fǫethr e Al-faethir raquo 23 4 Il signore degli esseri umani lrsquoantenato dei re Alda-fǫethr Her(ja)-fǫethr e

Herjans-fǫethr(faethir) raquo 35 5 Il dispensatore di vittorie e di massacri Sig-fǫethr Sig-faethir e Val‑fǫethr

raquo 47

Parte II Artigiani creatori e poeti nome e nomi dei dvergar Pag 59 6 I nani che foggiano la poesia antico islandese dvergr protogermanico

dthornwerg-a- e protoindoeuropeo tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo raquo 61 7 Artigiani mitici indoeuropei i dvergar nordici e il dio vedico Tvaacuteṣṭar-

raquo 77 8 Alcuni paralleli nella mitologia classica il dio romano Pico (Pīcus) e il

titano greco Crono (Κρόνος) raquo 93 9 I nomi dei dvergar il catalogo di Vǫluspaacute 10-16 raquo 101

10 Conclusione riflessi nordici di patriarchi cosmici e artigiani mitici indo-europei Pag 123

11 Bibliografia Pag 13512 Index locorum raquo 14513 Index Verborum raquo 151

Page 4: Riccardo Ginevra Edizioni Unistrasi

mdash III mdash

PREMESSA

Questo lavoro prende spunto da una tesi del corso di Dottorato di Ricerca in Lin-guistica Storica Linguistica Educativa e Italianistica LItaliano le altre Lingue e Culture (XXX ciclo) dellrsquoUniversitagrave per Stranieri di Siena svolta in cotutela con il Dipartimento di Linguistica storica e comparativa dellrsquoUniversitagrave di Colonia Attra-verso gli strumenti della linguistica storica si indaga su alcuni aspetti della poesia e della mitologia germaniche attestate nei componimenti in antico islandese della cosiddetta tradizione eddica in particolare nella Vǫluspaacute lsquoProfezia della Veggentersquo

Le ricerche condotte nel corso del Novecento da eminenti studiosi quali Ruumldiger Schmitt Marcello Durante Enrico Campanile e soprattutto Calvert Watkins hanno mostrato i risultati ai quali puograve pervenire lrsquoanalisi della lingua poetica indoeuropea In questo quadro i testi della tradizione germanica sono stati spesso trascurati per il fatto di essere relativamente recenti (se confrontati con i testi greci e vedici) Nono-stante che i piugrave antichi testi poetici in antico islandese siano datati allrsquoAlto Medioevo ― circostanza che potrebbe giustificare la scarsa attenzione da parte degli studiosi ― i componimenti della tradizione eddica sono particolarmente interessanti per il fatto di aver conservato un tasso notevole di fraseologia arcaica non piugrave produttiva e in alcuni casi ormai del tutto opaca giagrave al momento della loro redazione

Nella prima parte dellrsquoopera ldquoLingua religione e societagrave i nomi di Odino in degfǫdrrdquo (capitoli 2-5) sono analizzati i composti onomastici epiclesi del dio supremo Odino i quali presentano come secondo membro degfǫethr chiaramente da connettere allrsquoantico nordico faethir lsquopadrersquo La seconda parte ldquoArtigiani creatori e poeti nome e nomi dei dvergarrdquo (capitoli 6-9) egrave invece dedicata alla possibile origine in seno alla tradizione indoeuropea di vocaboli nomi propri formule tradizionali e narrazioni mitologiche associati ai cosiddetti dvergar nordici La ricerca risponde allrsquoesigenza di coniugare lrsquoesame formale del materiale onomastico eddico dal punto di vista della morfologia derivazionale e composizionale con lrsquoanalisi delle narrazioni mi-tologiche in cui queste formazioni sono attestate Alla luce della comparazione indo-europea lo studio dellrsquoonomastica e della fraseologia dei miti eddici permette da un lato di confermare interpretazioni giagrave ben fondate nella prospettiva scandinavistica dallrsquoaltro consente di avanzare nuove ipotesi interpretative relative ad altri ambiti del dominio indoeuropeo (greco latino vedico e anatolico)

mdash IV mdash

Paola Dardano

Questa breve premessa non pretende di mettere in luce la laboriosa e articolata ricerca condotta dallrsquoAutore il quale giovandosi del confronto tra il materiale mi-tologico e le forme dellrsquoespressione linguistica ha compiuto unrsquoattenta analisi del materiale onomastico prescelto inserendolo nel suo contesto storico ideologico e religioso Guidato da un sicuro possesso dei metodi di analisi e consapevole al con-tempo dei limiti offerti dal materiale disponibile lrsquoAutore propone la ricostruzione di forme e locuzioni attribuibili alla protolingua solo quando egrave possibile un confron-to con altre tradizioni linguistiche rinunciando a speculazioni prive di basi sicure nei casi in cui non sono disponibili dati mitologici e materiale lessicale nelle lingue germaniche o altrove

Valgano queste mie poche parole piugrave che per il loro contenuto come testimo-nianza dellrsquointeresse che i testi della tradizione germanica possono avere negli studi dedicati alla lingua poetica indoeuropea Sono particolarmente lieta che la pubblica-zione di questo volume avvenga grazie al sostegno umano e scientifico del Rettore Pietro Cataldi del Direttore della Scuola Superiore di Dottorato e di Specializza-zione Marina Benedetti e del Coordinatore del Dottorato Giovanna Frosini Infi-ne desidero rivolgere un sentito ringraziamento a Massimo Palermo Direttore del Dipartimento per la Didattica e per la Ricerca per la generosa accoglienza di questo lavoro nella collana finanziata dal Dipartimento di Eccellenza ldquoStudi e ricercherdquo

Siena aprile 2020 Paola Dardano

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ABBREVIAZIONI

1 Lingue

aat = antico alto tedesco aav = antico avestico acorn = antico cornico afr = antico frisoneaing = antico inglese airl = antico irlandeseaisl = antico islandese norrenoanorv = antico norvegeseapers = antico persiano arm = armeno aruss = antico russo as = antico sassone asl = antico slavo asved = antico svedeseatt = greco attico av = avesticoav rec = avestico recente bret = bretonebulg = bulgarocelt = celticoceltib = celtiberico dial = dialettale dor = greco doricoeol = greco eolico fr = francese frig = frigiogall = gallese cimricogerm occ = germanico occidentale

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Riccardo Ginevra

got = gotico gr = greco antico ing = inglese modernoisl = islandese modernoit = italiano itt = ittitolat = latinolat-germ = germanico latinizzatolett = lettone lit = lituano mat = medio alto tedesco mbt = medio basso tedesco mgall = medio gallesemic = greco miceneo mirl = medio irlandesendl = nederlandesenorv = norvegese modernoom = greco omerico epicopcelt = protocelticopgerm = protogermanicopgr = protogrecopie = protoindoeuropeopiir = protoindoiranico pnord = protonordicosbcr = serbocroatoscr = sanscrito classicosp = spagnolo modernoted = tedesco modernoumbr = umbroved = sanscrito vedico

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

2 Fonti

Per le fonti in latino greco vedico avestico e ittito vengono generalmente impiegate le abbreviazioni standard Le altre abbreviazioni sono basate (con qualche modifica) su quelle impiegate in Neckel-Kuhn 1962 per la poesia eddica su quelle impiegate nella serie Skaldic Poetry of the Scandinavian Middle Ages per la poesia scaldica su quelle dellrsquoOrdbog over det norroslashne prosasprog per i testi norreni in prosa e su quelle del Dictionary of Old English per i testi anticoinglesi in prosa Quando neces-sario lrsquoedizione o il manoscritto di riferimento sono indicati fra parentesi

AEligGl = Glossario di AEliglfricAgniPur = AgnipurāṇaAacuteH = Aacutesa heiti I (Gurevich 2017)Akv = Atlakvietha (Neckel-Kuhn 1962)Alv = Alviacutessmaacutel (Neckel-Kuhn 1962)Am = Atlamaacutel in graelignlenzku (Neckel-Kuhn 1962)AntGl = Glosse anticoinglesi (Plantin-Moretus MS 32 e British Museum

Additional MS 32246)Arn THORNorfdr = Arnoacuterr jarlaskaacuteld THORNoacuteretharson THORNorfinnsdraacutepa (Whaley 2009)AVŚ = Atharvaveda‑Śaunakīya (Orlandi 1991)Barl = Barlaams saga ok JoacutesafatsBdr = Baldrs draumar (Neckel-Kuhn 1962)Beo = Beowulf (Klaeber et al 2008)Bersi Lv = Bersi Skaacuteld-Torfuson LausaviacutesaBragi Troll = Bragi inn gamli Boddason Scambio di versi con la donna-troll

(Clunies 2017a)Bragi THORNoacuterr = Bragi inn gamli Boddason Pesca di THORNoacuterr (Clunies 2017b)CollGl 11 = Glosse anticoinglesi (MS British Library Cotton Otho E i)Conf 4 = (Pseudo-)Wulfstan Manuale per un confessoreCristo = Christ (Krapp-Dobbie 1931-53)DH = Dverga heiti (Gurevich 2017)Discesa allrsquoinferno = Descent into hell (Krapp-Dobbie 1931-53)Ebr = Eddu brot (Neckel-Kuhn 1962)Egill Arkv = Egill Skallagriacutemsson ArinbjarnarkviethaEirm = Eiriacuteksmaacutel (Fulk 2012)Eskaacutel Vell = Einarr skaacutelaglamm Helgason Vellekla Eyv Lv = Eyvindr skaacuteldaspillir Finnsson LausaviacutesurGH = Galtar heiti (Gurevich 2017)Gamlkan Joacutendr = Gamli kanoacuteki Joacutensdraacutepa (La Farge 2007)Gethr I = Guethruacutenarkvietha (Neckel-Kuhn 1962)Gethr III = Guethruacutenarkvietha in thornriethja (Neckel-Kuhn 1962)

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Riccardo Ginevra

Gestumbl Heiethr = Gestumblindi Heiethreks gaacuteturGrm = Griacutemnismaacutel (Neckel-Kuhn 1962)Gunn Leif Merl I = Gunnlaugr Leifsson Merliacutenusspaacute IGylf = Snorri Sturluson Gylfaginning (Faulkes 1982)HaacutekFris = Haacutekonar saga Haacutekonarsonar (Codex Frisianus)HaukrV Iacutesldr = Haukr Valdiacutesarson IacuteslendingadraacutepaHaH = Hauks heiti (Gurevich 2017)Hav = Haacutevamaacutel (Neckel-Kuhn 1962)Hbl = Haacuterbarethsljoacuteeth (Neckel-Kuhn 1962)Hdl = Hyndluljoacuteeth (Neckel-Kuhn 1962)HeH = Hesta heiti (Gurevich 2017)HeiethrH = Heiethreks saga (codice AM 544 4to)Hfr Erf Oacutel = Hallfreethr vandraeligethaskaacuteld Oacutettarsson Erfidraacutepa Oacutelaacutefs Tryggvaso-

narHH = Helgakvietha Hundingsbana in fyrri (Neckel-Kuhn 1962)HjH = Hjartar heiti (Gurevich 2017)HoacutemIacutesl15 = Omelie anticoislandesi (codice Holm Perg 15 4to)Hrbl = Haacuterbarethsljoacuteeth (Neckel-Kuhn 1962)Hrv = HervararkviethaHSt Rst = Hallar-Steinn RekstefjaHsv = HugsvinnsmaacutelHyGl 2 = Glosse anticoinglesi (Innario di Durham)Hym = Hymiskvietha (Neckel-Kuhn 1962)JH = Jarethar heiti (Gurevich 2017)Kgs = Konungs skuggsjaacute (Holm-Olsen 1945)Kolgr Oacutel = Kolgriacutemr litli Poema su Oacutelaacutefr helgiKormǪ Lv = Kormaacutekr Ǫgmundarson LausaviacutesurLs = Lokasenna (Neckel-Kuhn 1962)Mar B = Mariacuteu saga (codice AM 232 fol)MBh = Mahābhārata (Sukthankar 1937-64)MPur = MatsyapurāṇaOdd = Oddruacutenargraacutetr (Neckel-Kuhn 1962)OrH = Orrostu heiti (Gurevich 2017)Oacutelhv Hryn = Oacutelaacutefr hviacutetaskaacuteld THORNoacuteretharson HrynhendaOacuteN = Oacuteethins nǫfn (Gurevich 2017)Ordine del mondo = The Order of the World (Krapp-Dobbie 1931-53)Peacutetr2Ax = Peacutetrs saga postula (codice AM 630 4degˣ)Rm = Reginsmaacutel (Neckel-Kuhn 1962)RV = Rigveda (Nooten-Holland 1994)Rthorn = Riacutegsthornula (Neckel-Kuhn 1962)Sigv Austv = Sigvatr THORNoacuteretharson Austrfararviacutesur

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Skaacuteld = Snorri Sturluson Skaacuteldskaparmaacutel (Faulkes 1998)SkH = Skipa heiti (Gurevich 2017)Skm = Skiacuternismaacutel (Neckel-Kuhn 1962)Stj1 = Stjoacutern (codice AM 226 fol)SvH = Sveretha heiti (Gurevich 2017)Vm = Vafthornruacuteethnismaacutel (Neckel-Kuhn 1962)VS = Vājasaneyi‑Saṃhitā (Weber 1849)Vsp = Vǫluspaacute (Neckel-Kuhn 1962)THORNjoacuteeth Yt = THORNjoacuteethoacutelfr oacuter Hvini Ynglingatal

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Riccardo Ginevra

NOTA SULLE TRADUZIONI

Le traduzioni dei passi citati si basano su quelle di Brunetti 2003 (Beowulf) van Buitenen 1973-75 (Mahābhārata) Buumlhler 1886 (Manusmrti) Cassanmagnago 2009 (Esiodo) Cerri 1996 (Iliade) Chiesa Isnardi 2016 (Edda in prosa) Clunies-Ross 2017a (Bragi inn gamli Boddason Scambio di versi con la donna-troll) Clunies Ross 2017b (Bragi inn gamli Boddason Pesca di THORNoacuterr) Della Corte-Fasce 1986 (Ovidio) Elton 1894 (Sassone il Grammatico) Finlay-Faulkes 2011-15 (Ynglinga saga) Fulk 2012 (Eiriacuteksmaacutel) Jamison-Brereton 2014 (Rigveda) Scardigli-Meli 1982 (Edda poetica) Whaley 2009 (Arnoacuterr THORNoacuteretharson) Whitney 1905 (Atharvave-da‑Śaunakīya) Le traduzioni dei testi ittiti si rifanno eccetto quando espressamente indicato altrimenti a quelle pubblicate on-line in Hethitologie Portal Mainz (wwwhethportuni-wuerzburgde)

Le virgolette doppie (ldquo rdquo) sono impiegate per le traduzioni di testi Le virgolette semplici (lsquo rsquo) sono impiegate per le glosse di singoli vocaboli

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

RINGRAZIAMENTI

La presente monografia egrave una rielaborazione e per certi versi un ampliamento di una parte della mia tesi di dottorato ldquoFraseologia e onomastica nella Vǫluspaacute a con-fronto con le lingue indoeuropee di piugrave antica attestazione Phraseologie und Ono-mastik in der Vǫluspaacute im Vergleich mit den altindogermanischen Sprachenrdquo discus-sa a Siena il 14 Febbraio 2018 e redatta in cotutela tra lrsquoUniversitagrave per Stranieri di Siena e lrsquoUniversitagrave di Colonia sotto la supervisione di Paola Dardano (Siena) e Joseacute Luis Garciacutea Ramoacuten (Colonia) ai quali desidero esprimere profonda gratitudine per lrsquoattenzione la disponibilitagrave e la pazienza con cui hanno dapprima guidato la mia ricerca durante il dottorato e successivamente seguito la stesura di questo lavoro Desidero inoltre esprimere un vivo ringraziamento a Marina Benedetti per avermi incoraggiato a intraprendere questa pubblicazione a Eugenio Salvatore per il suo prezioso lavoro di redazione noncheacute a tutte le persone che hanno contribuito a que-sta opera con il loro aiuto i loro suggerimenti e le loro critiche e in special modo a Erica Biagetti Andrea Covini Daniel Koumllligan e Patrick Stiles Il ringraziamento piugrave grande va infine alla mia famiglia e in particolare ai miei genitori Claudio Ginevra e Maria Lombardo il cui costante supporto ha reso tutto questo possibile

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1 INTRODUZIONE CORPUS METODOLOGIA E STRUTTURA

DEL LAVORO

Il presente lavoro si pone lrsquoobiettivo di indagare attraverso gli strumenti della lin-guistica storica e comparativa alcuni aspetti della poetica e della mitologia attestate in antico islandese una particolare varietagrave della cosiddetta lingua norrena o antico nordico (essendo in questa sede raramente discusse le altre varietagrave i termini saran-no impiegati come sinonimi) La ricerca nasce dalla convinzione che le tradizioni poetiche germaniche antiche soprattutto quella in antico islandese e quella in antico inglese (particolarmente ricche di documentazione sia per quantitagrave che per qualitagrave) possano offrire un importante contributo allo studio comparativo del linguaggio po-etico diventato nel corso del secolo scorso uno dei filoni di ricerca piugrave interessanti in ambito indoeuropeistico In questo studio si cercheragrave quindi di evidenziare i pa-ralleli tra da una parte il linguaggio poetico e la mitologia attestate nei testi norreni e dallrsquoaltra quelle che ricorrono in testi redatti nelle altre lingue germaniche come lrsquoantico inglese e il medio alto tedesco e nelle altre lingue indoeuropee di antica attestazione in particolare lrsquoittito il sanscrito (vedico e classico) il greco antico il latino e lrsquoantico irlandese

11 Corpus e metodologia

Il principale corpus di riferimento del presente studio egrave costituito dai testi norreni della cosiddetta Edda poetica una collezione di carmi anonimi di argomento mi-tologico ed eroico tramandata principalmente (dopo un lungo periodo di trasmis-sione orale) da un manoscritto compilato intorno al XIII secolo il Codex Regius (GKS 2365 4to anche noto come Konungsboacutek) e dellrsquoEdda in prosa un manuale di poetica e mitologia scandinave redatto dallrsquoerudito islandese Snorri Sturluson (1179-1241) sulla base sia di poemi attestati nel Codex Regius che di testi altri-menti non pervenutici per i cui contenuti lrsquoEdda di Snorri egrave quindi la nostra fonte principale (e talvolta lrsquounica) Un componimento di argomento mitologico tra i piugrave noti dellrsquoEdda poetica e di fondamentale importanza ai fini del presente studio egrave la cosiddetta Vǫluspaacute lsquoProfezia della veggentersquo una summa della mitologia scandinava

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Riccardo Ginevra

dallrsquoorigine dellrsquouniverso fino alla sua distruzione Le sezioni dellrsquoEdda in prosa di Snorri piugrave rilevanti per questa ricerca sono invece quelle intitolate Gylfaginning lsquoIn-ganno di Gylfirsquo e Skaacuteldskaparmaacutel lsquoDiscorso sullrsquoarte poeticarsquo In questrsquoultima sono anche attestati diversi cataloghi tradizionali di nomi mitologici e termini poetici le cosiddette thornulur e si trovano descritti anche alcuni principi compositivi della cosiddetta poesia scaldica una tradizione poetica in lingua norrena simile a quella eddica sotto certi aspetti come lrsquoimpiego di kenningar (per cui cfr infra) ma molto differente sotto altri come la sintassi talvolta estremamente complessa e lrsquoassenza di anonimato sebbene in misura inferiore thornulur e poemi scaldici saranno parimenti tra le fonti citate in questo lavoro

Lrsquoaspetto piugrave innovativo del presente studio egrave lrsquoapplicazione sistematica a questo corpus degli strumenti della linguistica storica e comparativa e soprattutto della metodologia della poetica indoeuropea comparata sviluppata nel corso del secolo scorso da linguisti come Ruumldiger Schmitt (1967 1968) Marcello Durante (1976) Enrico Campanile (1977) e in particolare Calvert Watkins Questrsquoultimo nel suo capolavoro How to Kill a Dragon Aspects of Indo‑European Poetics (1995) ha da un lato dimostrato felicemente e in maniera definitiva come la fraseologia poetica associata a narrazioni mitologiche sia molto conservativa nel preservare precise ra-dici o formazioni indoeuropee eg nel caso della cosiddetta ldquoformula di baserdquo (ing basic formula) del mito dellrsquouccisione del serpente ricostruita da Watkins (1995 365) come ldquoHERO SLAY (guhen-) SERPENT (oguhi-)rdquo sulla base di numerosi testi mitologici in lingue indoeuropee in cui un riflesso della radice verbale ricostruita guhen- lsquocolpire ucciderersquo (eg gr θείνω e ved haacuten-ti) ha come oggetto diretto un ri-flesso del sostantivo ricostruito oguhi- lsquoserpentersquo (eg gr ὄφις e ved aacutehi‑) dallrsquoaltro lato (e allo stesso tempo) lo studioso ha argomentato in maniera convincente come la struttura semantica che soggiace a ogni collocazione formulare eg nel caso della formula appena citata ldquoHERO SLAY SERPENTrdquo (Watkins 1995 301) ne sia in realtagrave la componente piugrave stabile e persistente dato che gli elementi superficiali possono invece andare incontro a variazione per le cause piugrave diverse (mutamento linguistico sinonimia metrica) Nel presente lavoro per ragioni espositive si faragrave uso del sistema di notazione sviluppato in numerosi studi da Joseacute Luis Garciacutea Ramoacuten (eg 2009 2010) per lrsquoanalisi e ricostruzione di collocazioni fraseologiche sistema che differisce da quello di Watkins in quanto gli elementi semantici (espressi nella lingua della pubblicazione in questo caso lrsquoitaliano) sono marcati in maiuscoletto separati lrsquoun lrsquoaltro da una lineetta e racchiusi tra parentesi quadre (eg [eroe ndash uc-cidere (guhen-) ndash serpente (oguhi-)])

12 Lingua poetica norrena e dizione poetica indoeuropea

Nonostante i testi in lingue germaniche preservino talvolta elementi molto arcaici di dizione poetica indoeuropea (cfr eg Watkins 1995 414ss sul mito dellrsquouccisione

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

del serpente) essi sono stati spesso trascurati negli studi di poetica comparata pro-babilmente a causa della loro attestazione relativamente tarda (dal primo Medioevo in poi) se confrontata con tradizioni come quella greca omerica (prima metagrave del primo millennio aC) Come vedremo al contrario la tradizione germanica che ha preservato maggiori elementi della poetica e della mitologia precristiana ovvero quella nordica e in particolare i componimenti del corpus eddico conservativi sia in termini di dizione che di contenuti presentano numerosi paralleli in testi compo-sti nelle lingue indoeuropee di piugrave antica attestazione A tal proposito si coglie qui lrsquooccasione per introdurre alla luce dei loro paralleli indoeuropei le due figure del linguaggio poetico norreno e germanico di maggiore rilievo ai fini di questo studio ovvero (1) la kenning e (2) il merismo

(1) La kenningLa perifrasi poetica o kenning (letteralmente lsquoriconoscimentorsquo plurale kenningar) egrave la piugrave nota figura della lingua poetica norrena sia eddica che scaldica e germanica in generale1 Non crsquoegrave accordo sulla definizione di kenning in ambito scandinavistico o germanistico in questo lavoro viene accolta la definizione di Meissner (1921 2) per cui la kenning nordica consiste in un sintagma nominale o un composto bimem-bre che sostituisce un sostantivo di uso comune2 si tratta della definizione che ha riscosso maggiore consensi tra gli studiosi probabilmente a causa del suo carattere generale3 In una kenning la testa del sintagma nominale o del composto si chia-ma ldquobaserdquo (ted Grundwort) e lrsquoelemento subordinato ldquodeterminanterdquo (ted Bestim-mung) eg nella kenning aisl vaacuteg‑marr lsquocavallo del marersquo per [nave] la testa degmarr lsquocavallorsquo egrave la base mentre vaacutegdeg lsquomarersquo egrave il determinante

Egrave stato ben presto notato come figure poetiche analoghe alla kenning germanica siano attestate nelle tradizioni poetiche di diverse lingue indoeuropee eg in celtico greco e indo-ario (cfr Krause 1930 578ss Waeligrn 1951 Campanile 1977 108ss) Anche in ambito indoeuropeistico la definizione di kenning egrave oggetto di disaccor-do in questo lavoro egrave impiegata la definizione di Watkins (1995 44ss) per cui la kenning indoeuropea consiste in un sintagma nominale costituito da due elementi in rapporto di subordinazione o in un composto determinativo bimembre che fanno riferimento ad una nozione terza4 definizione che si sovrappone perfettamente a

1 Le principali trattazioni delle kenningar rispettivamente per quanto riguarda il nor-reno e lrsquoantico inglese sono Meissner 1921 e Marquardt 1938

2 Nellrsquooriginale ldquozweigliedriger Ersatz fuumlr ein Substantivum der gewoumlhnlichen Rederdquo3 Per altre definizioni della kenning nella poesia nordica e germanica cfr passim Heu-

sler 1922 Krause 1930 Marquardt 19384 Nellrsquooriginale ldquoa bipartite figure of two nouns in a non-copulative typically geniti-

val grammatical relation (A of B) or in composition (B-A) which together make reference to signify a third notion Crdquo

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Riccardo Ginevra

quella data da Meissner per quel che riguarda lrsquoantico nordico Negli studi di ambito scandinavistico si incontra talvolta lrsquoopinione secondo cui

la kenning nordica si sarebbe diffusa a partire dalla poesia scaldica (poesia di corte) in cui essa egrave attestata con forme molto elaborate nella tradizione eddica (poesia epi-ca) in cui essa ricorre in forme ben piugrave basiche Al contrario lrsquoantichitagrave indoeuropea della kenning egrave supportata proprio da semplici collocazioni bimembri che ricorrono indipendentemente in diverse tradizioni poetiche indoeuropee come [pastore ndash del popolo] per [re] attestata eg da aing folces hyrde gr ποιμένα λαῶν e ved goacutepā jaacutenasya o [discendente ndash delle acque] per [fuoco] attestata eg da aisl saeligvar niethr e ved apāṃ naacutepāt‑ Numerose collocazioni trattate nei capitoli successivi sono analizzabili come kenningar eg [bevanda ndash dei dvergar] per [poesia] (cap 6)

(2) Il merismoIl merismo egrave una figura poetica che consiste in un sintagma nominale bimembre di sintassi coordinativa che fa riferimento a una nozione terza tassonomicamente supe-riore (Watkins 1995 45)5 collocazioni meristiche di piugrave di due membri sono invece chiamate cataloghi indessicali (ing indexical list) come nel caso di liste ampie che presentano minore fissitagrave formulare come quella delle parti del corpo da [midollo] fino a [pellecapelli] attestata inter alia in ambito germanico celtico ed indo-ira-nico (Jamison 1986 Watkins 1995 525ss Sadovski 2012 175ss)

Che il merismo fosse una figura tipica del linguaggio poetico indoeuropeo egrave di-mostrato da collocazioni etimologicamente identiche come [uomini (uiH-roacute-) ndash e bestiame (peḱ‑u‑)] per [beni mobili] attestata da av pasuvīra umb uiro pequo e lat pecudesque virosque (Watkins 1995 15 con letteratura cfr anche itt NAMRA GU4 UDU ldquoprigionieri bovini e ovinirdquo)6

Esemplificativo dellrsquoantichitagrave indoeuropea di alcune figure meristiche norrene egrave invece il sintagma aisl allra goethanna ok manna ldquodi tutti gli degravei e gli uominirdquo che riflette una collocazione fraseologica [degravei ndash e uomini] un merismo per [tutti gli animati intelligenti] attestato anche in greco e latino (cfr cap 3)

13 Struttura del lavoro

Il presente lavoro egrave strutturato in due parti dedicate a due studi distinti sul piano te-matico il cui denominatore comune egrave lrsquoimpiego della stessa metodologia linguistica e comparativa in prospettiva sia germanica che indoeuropea

Nella prima parte ldquoLingua religione e societagrave i nomi di Odino in degfǫethrrdquo (capi-

5 Nellrsquooriginale ldquoa bipartite noun phrase consisting of two nouns in a copulative rela-tion (A and B) two nouns which share most of their semantic features and together serve to designate globally a higher concept C ie to index the whole of a higher taxon Crdquo

6 Watkins 1979 sui merismi nella lingua delle preghiere ittite cfr Dardano 2019

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

toli 2-5) sono analizzate e ricostruite comparativamente le formazioni collocazioni fraseologiche e concezioni sociopolitiche e cosmologiche alla base delle epiclesi del dio supremo scandinavo Odino che presentano un secondo elemento degfǫethr (di significato incerto) e delle loro varianti (recenziori) in degfaethir lsquopadrersquo Nel capitolo 2 egrave discussa una possibile etimologia per lrsquoelemento degfǫethr in connessione con la famiglia di faethir noncheacute le sue possibili interpretazioni in senso letterale e traslato e i relativi paralleli germanici e indoeuropei Nei capitoli successivi le epiclesi di Odino con secondo elemento degfǫethr sono analizzate e interpretate sulla base di questi risultati raggruppate in capitoli a seconda del concetto espresso dal primo elemento Nel capitolo 3 sono trattate le epiclesi Alfǫethr e Alfaethir e la loro interpretazione alla luce della concezione (ben attestata in tradizioni indoeuropee e non) del dio supremo come ldquopatriarca cosmicordquo Il capitolo 4 egrave invece dedicato allrsquoanalisi delle epiclesi Aldafǫethr Herfǫethr e Herjafǫethr come riflessi della concezione del dio supremo come patriarca dellrsquoumanitagrave noncheacute a una possibile interpretazione della formazione di incerta attestazione Herjansfǫethr come unica occorrenza del significato letterale di degfǫethr Infine nel capitolo 5 le epiclesi Sigfǫethr (con variante Sigfaethir) e Valfǫethr sono analizzate e interpretate in riferimento a due aspetti opposti ma complementari di Odino nella sua funzione di dio che sopraintende lrsquoesito di ogni battaglia

La seconda parte ldquoArtigiani creatori e poeti nome e nomi dei dvergarrdquo (capito-li 6-9) egrave invece dedicata alla possibile origine in seno alla tradizione indoeuropea di vocaboli nomi propri formule tradizionali e narrazioni mitologiche associati ai cosiddetti dvergar nordici (comunemente tradotto in italiano come lsquonanirsquo) e ai loro possibili paralleli in altre tradizioni germaniche e indoeuropee Nel capitolo 6 viene presentata una nuova proposta etimologica per il nome dvergar come uno dei riflessi in ambito germanico di una radice verbale attestata in diverse lingue indoeuropee ad esempio inter alia dal nome del dio artigiano vedico Tvaṣṭar Il capitolo 7 tratta quindi una serie di corrispondenze tra la fraseologia poetica e la mitologia attestate in norreno in associazione ai dvergar e quelle associate in vedico a Tvaṣṭar Nel ca-pitolo 8 sono discussi possibili paralleli sul piano dellrsquoonomastica della fraseologia e della mitologia tra questi personaggi nordici e indiani e altre due figure mitiche che ricorrono nelle tradizioni classiche il dio romano Pico e il titano greco Crono Infi-ne il capitolo 9 egrave dedicato allrsquoanalisi formale e quando possibile allrsquointerpretazione sul piano semantico dei nomi dei singoli dvergar

Nel capitolo conclusivo saranno quindi presentati sinteticamente i risultati della ricerca che sembrano confermare come nei testi norreni sia possibile identificare unrsquoimportante quantitagrave di elementi poetici e mitologici che riflettono materiale ere-ditato dalle tradizioni germanica e indoeuropea e come la linguistica storica e la poetica comparata possano essere strumenti efficaci (e talvolta indispensabili) per interpretare sia gli aspetti formali della lingua poetica norrena che le concezioni ideologiche e cosmologiche che vi soggiacciono

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PARTE ILINGUA RELIGIONE E SOCIETAgrave

I NOMI DI ODINO IN degFǪETHR

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2 PADRI AVI PATRIARCHI E DEgraveI ANTICOISLANDESE degFǪETHR E

PROTOINDOEUROPEO PƏ2TROU- lsquoAVO PATERNOrsquo

Diverse epiclesi del dio supremo Odino attestate nella poesia eddica sono composti bimembri con un secondo elemento aisl degfǫethr il cui significato letterale egrave oscuro In alcuni casi egrave attestato anche un composto con identico primo elemento ma con secondo elemento degfaethir lsquopadrersquo Al‑fǫethr vs Al‑faethir e Sig‑fǫethr vs Sig‑faethir

Le formazioni in questione si possono classificare sulla base del concetto espres-so dal primo elemento

bull aldeg o allr lsquotuttorsquo (formazioni trattate nel cap 3) Al‑fǫethr e Al‑faethir Grm 483 HH 384bull forme riconducibili a aldir lsquogentirsquo e herr lsquopopolo in armi esercitorsquo (cap 4) Alda‑fǫethr Vm 44-6 531-3Her‑fǫethr Vsp 291Herja‑fǫethr Vsp 434 Vm 22 Grm 193 252 262[Herjans‑fǫethr Hdl 21 (problematico cfr cap 4)]bull sigr lsquovittoria battagliarsquo e val(r) lsquomassa dei caduti in battagliarsquo (cap 5)Sig‑fǫethr e Sig‑faethir Vsp 552 Grm 482 Ls 586Val‑fǫethr Vsp 15 277 2813 Grm 483In aggiunta alle occorrenze allrsquointerno di citazioni eddiche (eg quella di Vsp

2813 in Gylf 15) lrsquoEdda in prosa dellrsquoerudito islandese Snorri Sturluson attesta sia Alfǫethr (Gylf + Skaacuteld 2) che Valfǫethr (Gylf 20) in vari passaggi alcuni dei quali saranno oggetto di analisi piugrave dettagliata infra Tutti i composti tranne Herfǫethr sono attestati nei cataloghi tradizionali (le thornulur) di preciso tra i nomi di Odino (OacuteN 14 23 44 52 57) Nella poesia scaldica sono attestati soltanto Alfaethir (Bragi THORNoacuterr 1) e Aldafǫethr (Arn THORNorfdr 1) in due passaggi che sono citati per intero nei capitoli dedicati (rispettivamente capp 3 e 4) Dal confronto tra le formazioni in degfǫethr le quali presentano almeno 6 diversi primi elementi e i composti in degfaethir che presentano soltanto Aldeg e Sigdeg come primi elementi risulta chiaro come questi ultimi

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Riccardo Ginevra

siano nati come banalizzazioni dei composti piugrave arcaici Al-fǫethr e Sig-fǫethr7

Si tratta evidentemente di un processo di sostituzione di un termine dal significato ormai opaco con una lectio facilior la quale egrave ritenuta essere funzionalmente equivalente da ciograve risulta chiaro come aisl degfǫethr fosse associato quantomeno sincronicamente a faethir lsquopadrersquo dai parlanti norreni un dato attestato direttamente dalla glossa (discussa in dettaglio al cap 3) che Snorri dagrave di Al‑fǫethr in Gylf 9 faethir allra [hellip] ldquopadre di tutti gli [degravei etc]rdquo Non egrave quindi un caso che solo degfaethir ricorra nella letteratura cristiana (meno conservativa) in cui sono attestati epiteti del Dio cristiano come aisl dyacuterethar‑faethir lsquopadre della gloriarsquo (Peacutetr2Ax 19113) i quali sembre-rebbero essere nati come calchi da fonti latine cfr eg Efesini 117 ut Deus Domi-ni nostri Iesu Christi Pater gloriae det vobis spiritum sapientiae et revelationis in agnitione eius8

Tutti gli studiosi che si sono occupati dellrsquoorigine e interpretazione di degfǫethr sembrano presupporre che lrsquoassociazione sincronica di questo vocabolo con faethir lsquopadrersquo esito di pgerm fader- (alla base di eg got fadar aing faeligder as fadar aat fatar) e pie ph2teacuter- (alla base di eg lat pater gr πατήρ ved pitaacuter‑) rifletta unrsquoef-fettiva connessione etimologica Secondo le due ipotesi principali degfǫethr potrebbe essere analizzato (a) come una formazione imparentata con il secondo elemento di composto gr degπάτωρ oppure (b) come un derivato con un suffisso composizionale -u-

(a) Hollifield (1984 40) ritiene che aisl degfǫethr rifletta un secondo elemento invariabile pnord degfadur in cui sarebbero confluiti gli esiti di pgerm degfadariz (genitivo singolare) degfadari (dativo singolare) degfadarun (accusativo singolare) in seguito a innalzamento vocalico di a quando seguita da i e u nella sillaba successiva Queste forme pgerm rifletterebbero pie degph2tor- sostantivo anficinetico derivato internamente dallrsquoisterocinetico ph2teacuter- quando usato come secondo elemento in composti possessivi attestato in ambito indoeuropeo da gr degπάτωρ e ved degpitār‑

(b) Tremblay (2003 58) propone invece una derivazione da pgerm degfadru- o con tematizzazione degfadrwa- un derivato con lo stesso suffisso composizionale -u- attestato dal nome di una festivitagrave ionico-attica gr Ἀπατούρια (che Tremblay riconduce a pgr degpator‑u-ia) il quale sarebbe in ultima analisi da ricondurre a una

7 Nel presente studio non si prenderagrave in considerazione la forma Hlaeligfǫethr di insicura attestazione e lettura essa ricorre tra i nomi di Odino (OacuteN 41) in un unico codice (AM 748 I b 4to) in un passo in cui un altro manoscritto presenta la forma altrettanto oscura Hleifruethr (AM 757 4to)

8 Lat pater gloriae traduce qui gr ὁ πατὴρ τῆς δόξης un sintagma che egrave a sua vol-ta problematico dato che non ha corrispondenze esatte in altri testi biblici esso ha probabil-mente avuto origine come un calco semantico da un sintagma ebraico (non attestato ma di un tipo assai frequente) by-kbwd ldquo(padre della gloria =) padre gloriosordquo (Rowland-Morray-Jo-nes 2009 593 n 74 cfr Rowland-Morray-Jones 2009 592-593 per una disamina delle possibi-li interpretazioni di questo passo) Sono grato ad Antonella Bellantuono per lrsquoutile discussio-ne a riguardo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

forma gr daggerἀπάτωρEntrambe queste analisi presentano tuttavia serie difficoltagrave (a) Per quanto riguarda lrsquoetimologia da degph2tor- la forma attesa regolarmente

per il nominativo singolare pie degph2tōr sarebbe aisl daggerdegfǫethur o quantomeno sicuramente non degfǫethr (Tremblay 2003 58) Lrsquoipotesi di Hollifield presuppone inoltre lrsquoinnalzamento di a quando seguita da i e u nella sillaba successiva (per cui cfr la letteratura in Hollifield 1984 40) un mutamento su cui sono stati avanzati seri dubbi (Syrett 1994 216ss)

(b) Per quanto riguarda lrsquoipotesi di Tremblay non vi sono indizi dellrsquoesistenza di un suffisso composizionale -u- lo stesso gr Ἀπατούρια bencheacute attestato in area ionico-attica sembrerebbe essere formato su un aggettivo ἀπάτουρος secondo Rau (2011 11) un prestito da un dialetto psilotico e non ionico-attico (cfr anche Tremblay 2003 126 n 44) che rifletterebbe un composto sm‑ph2tru-o- lsquoche ha gli stessi avi paternirsquo in questo caso la -u- sarebbe parte della base derivazionale ph2tru-acute (per cui cfr infra) e non un suffisso composizionale

Sia lrsquoanalisi di Hollifield che quella di Tremblay sorvolano quasi del tutto sulla semantica dei composti in degfǫethr Su questa si egrave soffermato unicamente Strand-berg (2009) il quale tuttavia accetta lrsquoanalisi di Hollifield per cui degfǫethr sarebbe il corrispondente esatto di gr degπάτωρ e ved degpitār‑ (fonologicamente poco probabile come abbiamo visto) Essendo questi ultimi attestati esclusivamente in composti possessivi bahuvrihi- con il significato lsquoquello che ha il padre (X)rsquo Strandberg tenta quindi di interpretare i composti in degfǫethr di conseguenza riuscendo a formulare unrsquointerpretazione (quantomeno potenzialmente) sensata unicamente nel caso di Al-fǫethr che egli traduce come lsquoquello che ha il padre grandersquo al costo di unrsquoevidente forzatura ovvero interpretare aisl aldeg in Al‑fǫethr con un significato lsquograndersquo che non egrave mai attestato altrove9

Come vedremo in questo capitolo egrave piuttosto possibile analizzare aisl degfǫethr come un riflesso di pie pə2tr-ou-ph2tr-u-acute lsquoavo paternorsquo un antico derivato in -u- di ph2teacuter- lsquopadrersquo10 Questrsquointerpretazione trova corrispondenze in altre lingue germaniche e indoeuropee non solo per quanto riguarda lrsquooriginario significato lette-rale ma soprattutto per quanto riguarda lrsquoevidente significato non letterale che esso assume negli epiteti in cui egrave attestato

9 Per una disamina delle principali ipotesi sullrsquoorigine di degfǫethr cfr la letteratura citata in Strandberg 2009 93-95 a cui vanno aggiunti tuttavia quantomeno Noreen 1923 286 Stur-tevant 1954 Meid 1967 22 Sono grato a Patrick V Stiles per lrsquoutile discussione a riguardo

10 In questo lavoro si segue la convenzione talvolta impiegata in ambito indoeuropeisti-co di notare con il segno ə2 una laringale h2 quando essa egrave nucleo di una sillaba accentata

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Riccardo Ginevra

21 Aisl degfǫethr (pgerm fathorndru-) e pie pə2tr-ou-ph2tr-u-acute lsquoavo paternorsquoIn accordo con lrsquoanalisi di Tremblay aisl degfǫethr va ricondotto a pgerm fathornru‑ o fadru- (in nordico lrsquoopposizione tra i riflessi di pgerm thorn e d egrave neutralizzata in interno di parola) un termine che appartiene chiaramente alla famiglia lessicale di pgerm fader- lsquopadrersquo Il fatto che lrsquounica forma attestata di genitivo singola-re degfǫethrs presenti la desinenza tematica -s al posto della regolare terminazione dei temi in -u- ovvero -ar (pgerm ‑au‑z) indica che il sostantivo egrave stato oggetto di tematizzazione in nordico (Tremblay 2003 58) uno sviluppo non sorprendente che presenta uno stretto parallelo eg nel trattamento subito da pgerm wethornr‑u‑ lsquoagnellorsquo in germanico nordoccidentale cfr got withornrus lsquoidrsquo vs aisl veethr aing weether as wethar e aat widar lsquomontonersquo (con tematizzazione e semantica innovativa)11

In protogermanico i temi in -u- erano una classe ricca ma non piugrave produtti-va (cfr Casaretto 2004 191) pgerm fathorndr-u- puograve quindi difficilmente riflet-tere una formazione innovativa interna al germanico a meno che non si ipotizzi un passaggio del sostantivo fader- lsquopadrersquo alla flessione dei temi in -u- questo sviluppo avrebbe in effetti un parallelo nel nominativo plurale got brothornrjus lsquofratellirsquo (riflesso di brōthornr‑iwiz con la terminazione dei temi in -u-) da ricondurre secon-do Seebold (1967 93-94) ad una rianalisi dellrsquoaccusativo singolare pgerm brōthornr‑un (pie bhreacuteh2tr-m lat fratrem) come accusativo singolare brōthornru‑n di un tema in -u-12 Unrsquoipotesi del genere egrave stata per lrsquoappunto avanzata da Heusler (1932 75) il quale notava che qualora aisl fǫethr fosse sorto dalla rianalisi come accusativo sin-golare fadru-n (tema in -u-) di un originario accusativo singolare pgerm fadr-un questrsquoultimo corrisponderebbe esattamente a lat patr‑em ed entrambi rifletterebbero pie ph2tr-m questrsquoipotesi tuttavia egrave problematica sul piano formale dato che lrsquoesito atteso dellrsquoaccusativo singolare pie ph2teacuter-m (correntemente ricostruito sulla base di gr πατέρα ved pitaacuteram) in protogermanico egrave faderun (cfr eg Ringe 2017 308)13 Si puograve inoltre notare come da un lato in antico nordico i temi in -r- non subiscano i passaggi ad altre classi attestati nelle altre lingue germaniche (Thoumlny 2013 85-86) e dallrsquoaltro sarebbe insolito che una variante cosigrave innovativa fosse attestata unicamente tra i teonimi un ambito solitamente conservativo

Aisl degfǫethr e pgerm fathorndru- possono piuttosto riflettere

11 Cfr Neri 2003 301ss Casaretto 2004 415 Aisl veethr lsquomontonersquo presenta infatti un genitivo singolare veethrs con desinenza tematica che egrave attestato giagrave dal XIII secolo (Kgs 6220) mentre la forma di genitivo singolare con desinenza da tema in ‑u‑ veethrar (pgerm wethornr‑au‑z) egrave attestata solo successivamente dal XIV secolo in poi (Stj1 23524) Per la storia derivazionale di pgerm wethornru‑ cfr Rau 2007

12 Sono grato ad Antje Casaretto per lrsquoutile discussione su questo tema13 Per la ricostruzione dei casi forti nel singolare di questa classe cf Stiles 1984 1988

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

pie pə2tr-ou‑ph2tr-u-acute il tema in -u- anficinetico14 che comrsquoegrave noto va ricostru-ito alla base della famiglia di gr πάτρως lsquononno ziorsquo e di vari altri termini in altre lingue indoeuropee la cui origine e storia derivazionale egrave stata trattata in dettaglio da Jeremy Rau (2011) Lrsquoesito fonologicamente atteso di pie pə2tr-ou‑ph2tr-u-acute in protogermanico saragrave stato in realtagrave fathornr‑au‑fadur-w- lrsquoallomorfia saragrave quindi stata regolarmente eliminata in favore del tema forte fathornr‑au‑ con successivo adegua-mento del grado apofonico del suffisso alla flessione standard dei sostantivo in -u- cioegrave fathornr‑u‑15 La fonologia del nordico non permette tuttavia di escludere che aisl degfǫethr rifletta pgerm fadr-u- il quale avrebbe potuto parimenti svilupparsi sebbene attraverso una trafila meno scontata16

Come proposto da Rau (2011 23) pie pə2tr-ou‑ph2tr-u-acute potrebbe essere stato derivato a sua volta da pie ph2teacuter-ph2tr-acute lsquopadrersquo per analogia con un altro sostan-tivo in -u- anficinetico ovvero pie deacutem-ou-dm-u-acute lsquocolui che egrave responsabile della casarsquo (gr δμώς lsquoschiavorsquo) Questo sostantivo originariamente formato per derivazio-ne interna a partire dal sostantivo acrostatico17 doacutem-u-deacutem-u- lsquocasarsquo sarebbe stato in seguito rianalizzato come derivato del nome radicale doacutem-deacutem- lsquocasarsquo dando luogo alla seguente proporzione analogica

pie deacutem-ou-dm-u-acute doacutem-deacutem- x ph2teacuter-ph2tr-acute da cui x = pə2tr-ou-ph2tr-u-acute

Il significato originario di pie pə2tr-ou‑ph2tr-u-acute sarebbe stato quindi lsquocolui che egrave responsabile del (e quindi che ha autoritagrave sul) padrersquo (Rau ldquoone in charge of the fatherrdquo) sviluppatosi poi nel significato lsquoavo paternorsquo (Rau ldquoascendant kinsman on the fatherrsquos siderdquo) ciograve trova riscontro in quanto attestato da diverse lingue indoeuropee Tre diversi significati sono infatti attestati per gr πάτρως (Rau 2011 14) di cui i primi due sembrano essere sicuramente arcaici lsquoziorsquo (Hom Hes Pi Hdt) lsquoavo paternorsquo (Stesich Pi) lsquoparente maschile dal lato paternorsquo (nelle Leggi di Gortina) Lrsquoultimo egrave evidentemente il piugrave innovativo mentre un significato origina-rio di pie pə2tr-ou- come lsquozio paternorsquo egrave escluso da Rau (2011 18-19) sulla base del confronto con ved pitrvya- e av rec tūriia‑ riflessi di piir pHtruiacuteia- lsquozio paternorsquo e aing faeligdera afr federia e aat fatureo esiti di germ occ fadurjan- lsquoidrsquo i quali

14 Ovvero con accento sulla radice nei casi forti e sulla desinenza nei casi deboli15 Lrsquoadeguamento saragrave stato probabilmente post-protogermanico poicheacute come dimo-

strato da Sergio Neri (2003 175 178 passim) la declinazione dei sostantivi maschili in -u- in protogermanico tollerava ancora allomorfi da vari tipi f lessivi cfr eg la terminazione di nominativo singolare got -aus lt pgerm ‑auz che continua la terminazione anficinetica pie acute-ou -s

16 Eg un tema con generalizzazione della sonora fadr-au-fadr-w- potrebbe essersi sviluppato (quando la sonante non era ancora stata vocalizzata) a partire dallrsquoesito atteso fathornr‑au‑fadr-w-

17 Ovvero con accento fisso sulla radice e apofonia qualitativa della vocale

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Riccardo Ginevra

continuano tutti una stessa formazione pie ph2tru-iio- lsquozio paternorsquo un derivato in -iio- di un termine per lsquozio paternorsquo avrebbe piuttosto il significato lsquo(figlio) dello zio paternorsquo cioegrave lsquocugino paternorsquo ed egrave quindi piugrave probabile che il significato ori-ginario di questo derivato fosse lsquo(figlio) dellrsquoavo paternorsquo cioegrave lsquoziorsquo o lsquoproziorsquo Lo stesso vale per lat patruus lsquozio (da parte di padre)rsquo il quale probabilmente riflette un derivato con vrddhi suffissale ph2tr-eu-oacute- lsquo(figlio) dellrsquoavo paternorsquo (Rau 2011 22 ldquodescended from the ascendant kinsman on the fatherrsquos siderdquo)

In questa sezione egrave stata quindi individuata una possibile analisi formale di aisl degfǫethr che ne spieghi lrsquoorigine le due sezioni seguenti sono dedicate al problema del significato di questo termine Da un lato qualora gli epiteti di Odino riflettessero il significato letterale lsquoavo paternorsquo ricostruito per pie pə2tr-ou‑ph2tr-u-acute diversi paralleli sarebbero disponibili sia in testi norreni che di altre tradizioni indoeuropee (sect22) Dallrsquoaltro se si tiene in considerazione il significato probabilmente traslato di questo termine le corrispondenze si rivelano essere ben piugrave decisive e convincenti (sect23)

22 Il significato letterale lsquoavo paternorsquo

Unrsquointerpretazione di degfǫethr come lsquoavo paternorsquo trova supporto in paralleli sia (1) interni al nordico che (2) in ambito indoeuropeo

(1) Per quanto riguarda lrsquoantico nordico qualora degfǫethr significasse lsquoavo paternorsquo lrsquoalternanza con degfaethir lsquopadrersquo attestata da alcune epiclesi di Odino (eg Al‑fǫethr e Al-faethir) presenterebbe una forte corrispondenza nellrsquouso di aacutei lsquoavorsquo al posto di faethir che sembra essere attestato nellrsquoEdda poetica allrsquointerno del brano di prosa Fraacute dauetha Sinfjǫtla ldquoSulla morte di Sinfjǫtlirdquo in cui questrsquoultimo figlio dellrsquoeroe Sigmundr chiama il padre aacutei lsquoavorsquo

Sigmundr Vǫlsungs sonr var konungr aacute Fraclandi Sinfiotli var elztr hans sona [hellip] oc maeliglti til Sigmundar ldquoGioroacutettr er dryccrinn aacuteirdquo [hellip] Hann sagethi ldquoLaacutettu grǫn siacutea thornaacute sonrrdquoldquoRe nella terra dei Franchi era Sigmundr figlio di Volsungr Sinfjǫtli dei suoi figli era il maggiore [] e [Sinfjǫtli] rivolto a Sigmundr disse laquoTorbida egrave questa bevanda avoraquo [] Questrsquoultimo [Sigmundr] disse laquoFiltrala con i tuoi baffi figlioraquordquo

Essendo Sigmundr il padre di Sinfjǫtli e non un suo generico lsquoavorsquo si egrave cercato di interpretare aisl aacutei alla fine della battuta di Sinfjǫtli come una interiezione lsquoahirsquo (cfr von See 2006 ad loc) questa analisi egrave da escludere alla luce del parallelismo con la risposta di Sigmundr che nella stessa posizione attesta proprio il sostanti-vo sonr lsquofigliorsquo Sinfjǫtli sembra quindi a tutti gli effetti chiamare il proprio padre Sigmundr aacutei lsquoavorsquo Sulla base di questo passo sembra quindi possibile supporre che quantomeno nellrsquouso poetico il termine aacutei lsquoavorsquo potesse essere usato al posto di faethir lsquopadrersquo ciograve supporta unrsquointerpretazione di degfǫethr il quale era evidentemente percepito come un equivalente funzionale di degfaethir come riflesso di pie pə2tr-ou-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

lsquoavo paternorsquo18

Sempre internamente al norreno egrave possibile anche menzionare il parallelo con il nome di un dvergr altrimenti sconosciuto aisl Aacutei lsquoAvorsquo (Vsp 11 15 cfr anche Gylf 14 DH 3)19 riflesso di pgerm awa(n)- (cfr got awo lsquononnarsquo Casaretto 2004 225) e pie h2euh2-o- (cfr lat avus lsquononnorsquo Kloekhorst 2008 352-353) Egrave impossibile sapere se questo personaggio avesse una connessione di qualche tipo con Odino ma il suo nome dimostra quantomeno la plausibilitagrave di un nome o epite-to dal significato lsquoavorsquo allrsquointerno della mitologia nordica (sullrsquoanalisi dei nomi di dvergar cfr cap 9)

(2) In ambito indoeuropeo lrsquoanalisi di degfǫethr come riflesso di pie pə2tr-ou- lsquoavo paternorsquo trova paralleli semantici in vari teonimi o epiteti divini attestati (a) in ittito (b) in greco e soprattutto (c) in vedico

(a) Nei testi ittiti sono attestati un teonimo femminile Ḫanna‑ḫanna‑ lsquoNonna-nonnarsquo e uno maschile Ḫuḫḫa‑ lsquoNonnorsquo Itt Ḫanna‑ḫanna‑ egrave palesemente una reduplicazione di itt ḫanna- lsquononnarsquo (cfr lat anus lsquovecchiarsquo HED sv) ed egrave il nome di una divinitagrave femminile dalla forte autoritagrave sul resto degli degravei come si evince dai miti del Dio Scomparso in cui la dea viene chiamata in aiuto dagli altri degravei (KUB 1710 i 35-39 KUB 335 ii 4-9) Secondo alcune tradizioni locali Ḫannaḫanna sarebbe inoltre la madre del Dio della Tempesta mentre il nome del padre del Dio della Tempesta sarebbe itt Ḫuḫḫa‑ lsquoNonnorsquo (Haas 1994 323-324 433) Il sostantivo itt ḫuḫḫa‑ egrave un riflesso di pie h2uh2-o- lsquoavorsquo (Kloekhorst 2008 sv) il teonimo itt Ḫuḫḫa‑ lsquoNonnorsquo ha quindi uno stretto parallelo etimologico nel nome del dvergr analizzato supra aisl Aacutei lsquoavorsquo riflesso di pie h2euh2-o- lsquoidrsquo20

Si puograve notare (cfr tab 1) come questa genealogia mitologica ittita presenti corri-spondenze nella genealogia dellrsquoomologo scandinavo del Dio della Tempesta ittita il dio del tuono Thor figlio di Odino (eg Vsp 563) a cui si riferiscono le epiclesi con secondo elemento degfǫethr (pə2tr-ou- lsquoavo paternorsquo)

18 Cfr Beo 2426ss in cui si dice che Beowulf sia cresciuto in fosterage (affidamento) presso Hrēethel suo nonno materno lrsquoeald‑faeligder lsquononnorsquo di Beowulf era quindi contemporaneamente anche il suo foster‑faeligder lsquopadre affidatariorsquo

19 Cfr anche il poema eddico Rthorn in cui sono attestati i nomi Aacutei lsquoAvorsquo (2) e Afi lsquoNonnorsquo (16) nellrsquoambito di una narrazione in cui il dio Riacuteg visita coppie di personaggi che si chiama-no rispettivamente lsquoPadrersquo e lsquoMadrersquo lsquoNonnorsquo e lsquoNonnarsquo e cosigrave via

20 Per spiegare lrsquooscillazione tra il grado pieno della radice (pie h2eu h2-o- lat avus) e quello ridotto (pie h2uh2-o- itt ḫuḫḫa‑) Kloekhorst (2008 sv) ricostruisce un nome radi-cale apofonico h2eacuteu h2-h2uh2-acute

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Riccardo Ginevra

Dio della Tempesta ittita figlio di Ḫuḫḫa- pie h2uh2-oacute-lsquoavorsquo

Thor (dio del tuono nordico)

figlio di (Odino) degfǫethr pie pə2tr-ou-lsquoid (paterno)rsquo

Tab 1 Corrispondenze tra Dio della Tempesta ittita e Thor

Gli appellativi itt ḫuḫḫa‑ lsquononnorsquo e ḫanna- lsquononnarsquo sono attestati inoltre in riferi-mento a divinitagrave nelle preghiere e in narrazioni mitologiche (nel secondo passaggio il lsquoNonno del Dio della Tempestarsquo minaccia il lsquoPadre del Dio della Tempestarsquo)

KUB 2127 iv 9-10[hellip] A-NA lceildIMrceil tu‑el ḫu‑uḫ‑ḫi [Ugrave] lceilArceil-NA dUTU URUPUacute-na tu‑el ḫa‑an-lceilnirceil [hellip]ldquoal Dio della Tempesta tuo nonno e alla Dea del Sole di Arinna tua nonnardquo

KBo 26124 i 34-36[hellip] ḫu‑uḫ‑ḫa‑aš‑ši‑ša | te‑e‑et ki‑i ut‑tar u‑ur‑ki‑ya‑mi nu‑ut‑taacutek‑kaacuten ku‑e‑mi | [nu] i-it d10‑an ša‑an‑ḫaldquoSein Groszligvater aber sprach Dieser Angelegenheit werde ich nachgehen und ich werde dich toumlten Nun geh (und) suche den Wettergottrdquo

(b) Per quanto riguarda il greco un epiteto di Zeus Παππῶος lsquoAncestralersquo ( gr πάππος lsquononnorsquo cfr Kretschmer 1896 241ss e West 2007 170 con bibliografia) egrave attestato in Bitinia mentre Zeus Πατρῷος lsquoidrsquo (derivato in -iio- di πάτρως lsquozio nonnorsquo) egrave menzionato eg in un frammento della Niobe di Eschilo (155 Dindorff) nelle Nuvole (1468) e nella Repubblica di Platone (3391E) Dato che comrsquoegrave noto Zeus era un dio associato (inter alia) al tuono e al fulmine egrave possibile notare una corrispondenza (cfr tab 2) con quanto osservato supra

Dio della Tempesta ittita figlio di Ḫuḫḫa- pie h2uh2-oacute- lsquoavorsquo

Thor (dio del tuono nordico) figlio di (Odino) degfǫethr pie pə2tr-ou- lsquoid (paterno)rsquo

Zeus (dio del tuono greco) epiteto Πατρῷοςlsquoancestralersquo

Tab 2 Corrispondenze tra Dio della Tempesta ittita Thor e Zeus

(c) Infine in ambito indiano un importante parallelo si ha in unrsquoepiclesi del dio supremo Brahma che egrave frequente nella letteratura classica scr (deg)pitāmaha‑ lsquoavo nonno paternorsquo (MBh Rm BhP Mn et al)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

MBh 165sāntvayāmāsa bhagavān vadhūṃ brahmā pitāmahaḥ ldquoAnd the venerable grandfather Brahma comforted the wiferdquo

Questo passaggio richiede tuttavia una precisazione pur essendo il piugrave antico e venerabile degli degravei indiani Brahma non egrave letteralmente il pitāmaha- di tutte le creature lrsquoepiteto lsquoavo nonno paternorsquo egrave quindi da intendere in senso traslato soprattutto quando questa epiclesi egrave attestata in composizione con vari primi elementi (come nel caso di aisl degfǫethr)

23 Il significato traslato lsquopatriarcarsquo lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo

Ciograve permette di introdurre un nuovo gruppo di paralleli per gli epiteti composti in aisl degfǫethr ovvero i casi in cui termini indoeuropei per lsquoavorsquo o lsquopadrersquo presentano un significato lsquopatriarcarsquo e quindi in senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo Egrave infatti molto probabile quantomeno a giudicare dalle piugrave antiche tradizioni indoeuropee che pie pə2tr-ou‑ph2tr-u-acute lsquoavo paternorsquo dovesse indicare non solo una relazione di parentela bensigrave anche una carica o una funzione di rilievo allrsquointerno di quellrsquoistituzione sia sociale che politica che era il clan indoeuropeo come notato giagrave da Rau (2011 23 ldquoa designation linked to the broader social and political structure of the IE extended familyrdquo) Si puograve ipotizzare che lrsquolsquoavo paternorsquo per eccellenza allrsquointerno di un clan fosse anche il suo lsquopatriarcarsquo il capofamiglia questa era ad esempio la situazione nellrsquoantica Roma dove il pater familias lrsquoautoritagrave piugrave alta di una famiglia allargata non doveva necessariamente essere il padre naturale dei filii familias bensigrave poteva essere il nonno paterno o un qualsiasi avo piugrave anziano ancora in vita 21

Digesto 5016201Iusta interpretatione recipiendum est ut appellatione ldquofiliirdquo sicuti filiam familias contineri saepe respondebimus ita et nepos videatur comprehendi et ldquopatrisrdquo nomine avus quoque demonstrari intellegatur

Proprio come il pater familias romano il quale aveva potere di vita e di morte sui propri familiari si puograve ipotizzare che il pə2tr-ou- indoeuropeo godesse di grande autoritagrave allrsquointerno di societagrave come quelle indoeuropee piugrave arcaiche in cui la fami-glia allargata era il nucleo sociopolitico fondamentale giustificando uno slittamento semantico da lsquoavo paterno (di qualcuno)rsquo a lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su qual-cuno)rsquo

In questrsquoultimo senso ad esempio bisogna in realtagrave interpretare lrsquoepiclesi di

21 Cfr Berger 1953 svv pater familias e filius familias Sono grato ad Andrea Faraci per lrsquoutile discussione in merito

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Riccardo Ginevra

Brahma scr (deg)pitāmaha‑ lsquononno paternorsquo la quale egrave infatti spesso attestata in com-posizione con un primo elemento che designa il cosmo intero eg nel composto sarvaloka‑pitāmaha‑ lsquononno di tutti i mondirsquo da intendere come vedremo infra (cap 3) come lsquopatriarca di tutti i mondirsquo e quindi in senso traslato come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tutti i mondirsquo Come vedremo nei capitoli successivi anche aisl degfǫethr riflesso di pie pə2tr-ou- lsquoavo paternorsquo sembra avere unrsquoaccezione ana-loga in composti come eg aisl Al‑fǫethr il quale egrave chiaramente da intendere come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su ogni cosarsquo e non come lsquoavo paterno biologico di ogni cosarsquo come vedremo infra (cap 3)

24 Il lsquopadrersquo come lsquopatriarcarsquo nella poetica indoeuropea

Quanto detto finora egrave naturalmente valido anche per le varianti che presentano il secondo elemento di composto innovativo degfaethir lsquopadrersquo eg lrsquoepiteto di Odino Al-faethir lsquopadre di ogni cosarsquo il quale come vedremo infra (cap 3) non era ovviamente da intendere come lsquopadre biologico di ogni cosarsquo bensigrave come lsquopatriarca di ogni cosarsquo e quindi in senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllo su ogni cosarsquo22 unrsquoin-terpretazione che trova riscontro nella caratterizzazione di Odino attestata nei testi nordici

Questa equivalenza funzionale tra termini per lsquoavo paternorsquo e per lsquopadrersquo allrsquoin-terno del linguaggio poetico puograve anchrsquoessa riflettere una caratteristica della struttura delle societagrave indoeuropee arcaiche egrave probabile che come il pater familias romano anche il patriarca indoeuropeo potesse in certe situazioni venire a coincidere con la figura del ph2teacuter- lsquopadrersquo eg nel momento in cui il pə2tr-ou- lsquoavo paternorsquo moriva o diventava impossibilitato a svolgere le funzioni di capofamiglia Secondo Meillet (1913 28) questo era addirittura il significato principale del termine ph2teacuter- (ldquoun role social [hellip] le chef drsquoune maisonrdquo)23 In questo senso sono da intendere alcune collocazioni fraseologiche ben attestate in area indoeuropea

bull Comrsquoegrave stato notato da tempo in varie denominazioni formulari del dio del cielo ricostruibili giagrave per una fase protoindoeuropea eg la formula apposizionale (solitamente al vocativo) [cielo (dieacuteu-) ndash padre (ph2teacuter-)] (analizzata nel cap 4) oppure la kenning [padre (ph2teacuter-) ndash degli degravei e degli esseri umani] (trattata nel cap 3) ph2teacuter- lsquopadrersquo non egrave ovviamente da intendersi come il lsquopadre biologicorsquo bensigrave come il maschio adulto che sta a capo della famiglia (Watkins 1995 8 ldquothe

22 Questa puograve sembrare unrsquoaffermazione banale ma il fatto che unrsquointerpretazione lsquopa-dre (biologico) di tuttorsquo per aisl Al‑fǫethr e Al‑faethir sia (giustamente) ldquoinconsistent with other passages in Snorra Edda as regards genetic relationships among the godsrdquo egrave uno dei motivi principali per cui Strandberg (2009 103) esclude che i composti in degfǫethr siano endocentrici (con un significato lsquopadre di Xrsquo) preferendo una (forzata) interpretazione di questi come composti esocentrici (lsquoche ha il padre Xrsquo)

23 Per unrsquointerpretazione analoga di aisl faethir cfr de Vries 1962 sv con letteratura

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

adult male who is head of the householdrdquo) ovvero il lsquopatriarcarsquo nella sua funzione sociopolitica di autoritagrave suprema del clan allargato e quindi in senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo24 Parimenti in questo senso vanno interpretati anche i casi in cui lrsquoapposizione [madre] egrave applicata ad una divinitagrave femminile eg la [terra]25

bull Anche altre formule ricostruite per la lingua poetica indoeuropea richiedono unrsquointerpretazione analoga eg [padre (ph2teacuter-) ndash della preghiera] collocazione studiata da Campanile (1976) e Garciacutea Ramon (2010 94ss) con riflessi nel tito-lo sacerdotale gallico (latinizzato) gutu-ater lsquopadre della preghierarsquo e nei sintagmi vedici pitā matīnām ldquopadre dei pensieri delle preghiererdquo (epiteto di Soma in RV 9764d) e janitārā matīnām ldquogenitori dei pensieri delle preghiererdquo (Indra e Visnu in RV 6692a) Questi sintagmi sono chiaramente non letterali e vanno quindi pro-babilmente interpretati in senso traslato come ldquocolui che ha autoritagrave controllo sulle preghiere sui pensierirdquo

Egrave possibile qui notare lrsquoulteriore corrispondenza con una kenning di Odino galdrs faethir ldquopadre dellrsquoincantamentordquo (Bdr 33) nel mito comrsquoegrave noto il dio non genera mai personificazioni dellrsquoincantesimo o del canto bensigrave ottiene il controllo della magia e della poesia per mezzo di atti rituali (eg Hav 138ss) eo stratagemmi (eg Skaacuteld g58)

25 Lrsquouso metaforico di termini per lsquopadrersquo nel senso di lsquocreatorersquo

Una possibile obiezione a quanto argomentato finora egrave che allrsquointerno di espres-sioni formulari come [padre (ph2teacuter-) ndash degli degravei e degli esseri umani] o [padre (ph2teacuter-) ndash della preghiera] il termine ph2teacuter- lsquopadrersquo potrebbe anche essere inteso sempre in senso traslato con un significato metaforico lsquocreatorersquo in maniera analoga a quando oggi ci riferiamo ad Albert Einstein come al ldquopadre della teoria della relativitagraverdquo Questa possibilitagrave va in effetti tenuta in considerazione per quanto riguarda la seconda collocazione il cui riflesso janitārā matīnām ldquogenitori dei pensieri delle preghiererdquo sembrerebbe per lrsquoappunto riferirsi letteralmente alla procreazione e quindi figurativamente alla creazione di (presumibilmente singoli specifici) pensieri e preghiere da parte di Indra e Visnu

24 Nella sua monografia sui sintagmi apposizionali indoeuropei Bauer (2017 111) chia-ma questa connotazione ldquonot genetic but rather ldquocollectiverdquordquo ma per il resto la sua interpre-tazione coincide perfettamente con quanto sostenuto da Watkins e in questo lavoro ldquoreferen-ce is made to the father who takes care of those who depend on him the lsquofatherrsquo as the lsquomaster ofrsquordquo Non condivido invece lrsquoopinione di Bauer (2017 225 230-231) per cui le tradizioni indo-europee supporterebbero la cronologia che Jacobsen (1976) elabora nel suo studio sulle reli-gioni mesopotamiche secondo cui il dio come [sovrano] rappresenterebbe uno stadio prece-dente al dio come [genitore] la formula ricostruita [cielo (di eacuteu -) ndash padre (ph2teacuter-)] a cui non corrisponde una formula analoga [cielo (di eacuteu -) ndash re] sembrerebbe semmai suggerire il contrario quantomeno in ambito indoeuropeo

25 Cfr lrsquoanalisi con rassegna delle attestazioni in Bauer 2017 92 101 103 112 231

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Riccardo Ginevra

Dato che varianti in cui lrsquoelemento [padre] egrave espresso per mezzo di un riflesso di pie ǵeacutenh1tor- lsquogenitore padre biologicorsquo sono attestate anche per epiteti di degravei del cielo eo divinitagrave supreme indoeuropei (Schmitt 1967 152ss) egrave necessario tuttavia notare come unrsquointerpretazione in questi termini sia inammissibile nel caso di epiteti come [padre (ph2teacuter-) ndash degli degravei e degli esseri umani]

(1) Dal punto di vista della mitologia nelle tradizioni indoeuropee degravei del cielo eo divinitagrave supreme non sono mai creatori sia delle divinitagrave che degli esseri umani per la veritagrave essi non sono quasi mai creatori neanche di una di queste categorie (cfr capp 3 e 4)

(2) Dal punto di vista del linguaggio figurato mentre lrsquouso metaforico di termini per lsquopadrersquo nel senso di lsquocreatorersquo egrave ben attestato (e ancora produttivo nella cultura occidentale) un uso metaforico di termini per lsquononnorsquo o lsquoavorsquo in questo senso non sembra essere attestato (nessuno si riferirebbe mai ad Einstein come al ldquononnordquo o ldquoavo della teoria della relativitagraverdquo) probabilmente percheacute darebbe luogo ad ambiguitagrave evidenti (sembrerebbe segnalare lrsquoesistenza di un personaggio ulteriore un interme-dio ldquopadre della teoria della relativitagraverdquo non identificabile con Einstein) Unrsquointer-pretazione lsquocreatore di tutti i mondile creaturersquo egrave quindi incompatibile con epiteti di divinitagrave supreme del tipo di scr sarva-lokabhūta‑pitāmaha‑ lsquononno di tutti i mondidi tutte le creaturersquo Dato che termini per lsquopadrersquo e lsquononno avorsquo possono essere funzionalmente equivalenti soltanto quando essi si riferiscono ad un ruolo sociale (quello di patriarca) e non ad una relazione di parentela ne risulta che in queste col-locazioni anche quando sono attestati termini per lsquopadrersquo non ci si riferisce di solito allrsquoatto di creazione di unrsquoentitagrave da parte di unrsquoaltra (metaforicamente assimilabile alla relazione di parentela espressa da lsquopadrersquo ma non lsquoavo paternorsquo) bensigrave ad un rapporto di autoritagrave di unrsquoentitagrave sullrsquoaltra (assimilabile allrsquointerno di una societagrave patriarcale alla relazione sociopolitica espressa sia da lsquopadrersquo che lsquoavo paternorsquo)

Quanto detto ovviamente non esclude che nelle tradizioni indoeuropee sia talvol-ta possibile interpretare lsquopadrersquo nel senso di lsquocreatorersquo in certi casi un certo grado di ambiguitagrave egrave inevitabile ad esempio nelle kenningar anticoinglesi discusse nella prossima sezione (eg faeligder engla ldquopadre degli angelirdquo che si potrebbe teoricamen-te intendere anche come ldquocreatore degli angelirdquo trattandosi del Dio cristiano ma cfr infra)

26 Una conferma interna al germanico i composti anticoinglesi in degfaeligder lsquopadrersquo

Come vedremo nei capitoli successivi se si tiene conto dellrsquoequivalenza funzionale dei termini per lsquoavo paternorsquo (pie pə2tr-ou-) e per lsquopadrersquo (pie ph2teacuter-) quando essi sono impiegati per riferirsi al lsquopatriarcarsquo di un clan e quindi in senso traslato a lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo su qualcosa sia le epiclesi di Odino con aisl degfǫethr che le varianti innovative in degfaethir sembrano avere evidenti corrispondenze nella fraseologia e nella mitologia di diverse altre tradizioni germaniche e indoeuropee

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Nel concludere la trattazione di questo capitolo egrave possibile intanto menzionare al-cuni importanti paralleli nella tradizione anticoinglese in cui sono attestate diverse kenningar per il Dio cristiano che sono composti e sintagmi nominali con (deg)faeligder lsquopadrersquo (pgerm fader-) i quali da un lato costituiscono i piugrave stretti paralleli se-mantici interni al germanico per i composti in aisl degfǫethr (cfr eg i capp 4 e 5) e dallrsquoaltro supportano unrsquointerpretazione di questi ultimi nel senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su qualcosa)rsquo

Un composto di questo genere aing wuldor‑faeligder lsquopadre della gloriarsquo egrave attestato giagrave nellrsquoInno alla Creazione di Caeligdmon il primo poeta inglese di cui conosciamo lrsquoidentitagrave

Caeligdmon Inno alla Creazione (versione in sassone occidentale) 1-4Nu sculon herigean | heofonrices weard meotodes meahte | and his modgethornanc weorc wuldor-faeligder | swa he wundra gehwaeligs ece drihten | or onstealdeldquoOra dobbiamo lodare | il guardiano del regno dei cieli la potenza del Signore | e il suo consiglio lrsquoopera del padre della gloria | come egli di ogni meraviglia eterno signore | lrsquoorigine istituigraverdquo

Aing wuldor‑faeligder (uuldur-fadur nella versione in northumbrico) egrave glossato da Beda come patris gloriae nella sua traduzione di questo inno allrsquointerno della Hi-storia ecclesiastica gentis anglorum (425) Lrsquoepiteto sembra essere tradizionale in quanto attestato anche nel Menologio (147) e nel Cristo (217) In tutti questi testi composti in un contesto cristiano egrave evidente come la parola faeligder faccia riferimento alla figura trinitaria di Dio Padre e alla corrispondente fraseologia cfr il giagrave citato lat pater gloriae nelle epistole paoline (Efesini 1 17) e il corrispondente calco aisl dyacuterethar‑faethir lsquopadre della gloriarsquo (Peacutetr2Ax 19113)

Nonostante questa premessa queste kenningar per [dio cristiano] sembrano ri-flettere un sistema formulare tradizionale in antico inglese allrsquointerno di cui faeligder lsquopadrersquo occupa regolarmente la stessa posizione espressa in altre kenningar per [dio cristiano] (alcune delle quali saranno discusse nei capitoli successivi) da termini per lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su X)rsquo eg cyning lsquorersquo drihten lsquosignorersquo frēa lsquoidrsquo fruma lsquoprincipersquo

bull wuldor‑faeligder lsquopadre della gloriarsquo vs wuldor-cyning lsquore della gloriarsquo (Cristo 1022)

bull faeligder engla ldquopadre degli angelirdquo (11x) vs engla cyning ldquore degli angelirdquo (12x) ed engla drihten ldquosignore degli angelirdquo (4x)

bull faeligder mancynnes ldquopadre del genere umanordquo (9x) vs moncynnes fruma ldquoprin-cipe del genere umanordquo (2x) e moncynnes frēa ldquosignore del genere umanordquo (4x)

bull faeligder folca gehwaeligs ldquopadre di ogni popolordquo (Andreas 330) vs fruma folca ldquosignore di popolirdquo (2x)26

26 Cfr a riguardo Marquardt 1938 280 286-288 A questo gruppo si potrebbe in linea di massima accostare anche il composto aing heah‑faeligder lsquoalto padrersquo usato come epiteto del

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Riccardo Ginevra

Sebbene in contesti cristiani epiteti come faeligder engla ldquopadre degli angelirdquo e faeligder mancynnes ldquopadre del genere umanordquo potrebbero riferirsi a Dio come al lsquocrea-torersquo (lsquopadrersquo metaforico) di angeli e esseri umani i paralleli citati dimostrano che il termine faeligder lsquopadrersquo nelle kenningar anticoinglesi per [dio cristiano] era funzio-nalmente equivalente a eg cyning lsquorersquo e drihten lsquosignorersquo e quindi impiegato con la stessa accezione lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su X)rsquo discussa supra con tutta probabilitagrave unrsquoereditagrave del linguaggio poetico indoeuropeo

Il fatto che aisl degfǫethr e faethir e aing faeligder lsquopadrersquo siano impiegati con lo stes-so significato traslato sia nelle kenningar norrene per il [dio supremo] Odino che in quelle anglosassoni per il [dio cristiano] egrave difficilmente da ricondurre allrsquoin-fluenza di una tradizione germanica sullrsquoaltra neacute tantomeno si puograve addebitare al comune influsso da parte della tradizione cristiana Al contrario una comune origine nellrsquoambito del paganesimo germanico egrave supportata dal fatto che le kenningar anti-coinglesi per [dio cristiano] con base (deg)faeligder ricorrano raramente nella poesia an-glosassone e siano sicuramente molto meno frequenti eg di quelle con base [capo re] (Marquardt 1938 267) Analoga egrave la situazione del norreno in cui le kenningar per [dio cristiano] come allra faethir ldquopadre di tuttordquo sono attestate molto di rado possibilmente questo tipo di fraseologia veniva evitata dagli autori cristiani proprio a causa delle sue associazioni pagane (Meissner 1921 371) Lungi dallrsquoacquisire vi-talitagrave e produttivitagrave dal contatto con la cultura cristiana questo genere di kenningar ha quindi tutta lrsquoaria di essere un arcaismo di origine precristiana sia in norreno che in antico inglese

Dio cristiano in Conf 4 17 il quale sembrerebbe essere equivalente a kenningar per [dio cri-stiano] come eg hēah hordes weard ldquoalto custode del tesoro (= [re])rdquo (Ordine del mondo 39 a maggior ragione se si considera che in questo passo [heah] hordes weard si trova in variazio-ne con faeligder [aeliglmihtig] cfr Marquardt 1938 261) si noti tuttavia che aing heah‑faeligder nelle glosse anglosassoni traduce lat patriarcha (cfr AEligGl 2996 HyGl 2 984 AntGl 4 920) ed egrave attestato eg come epiteto di Abramo Giacobbe e Aronne Qualora si traducesse quindi il pas-so di Conf 4 17 [hellip] Ic gelife on Drihten heahfaeligder ealra thorninga wealdend and on thornone sunu and on thornone halgan gast [hellip] come ldquoio credo nel Signore patriarca che governa ogni cosa e nel Figlio e nello Spirito Santordquo questo passo attesterebbe la stessa collocazione [dio supre-mo ndash patriarca] riscontrata in diverse lingue indoeuropee Non si puograve tuttavia escludere che si tratti qui di un calco dallrsquoepiteto del Dio cristiano lat summus Pater attestato eg nei Dialo-ghi di Gregorio Magno (332) o semplicemente di una formazione estemporanea (aing heahdeg lsquoaltorsquo egrave molto produttivo come primo elemento in antico inglese)

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3 IL PATRIARCA COSMICO AL-FǪETHR E AL-FAETHIR

Iniziamo quindi lrsquoanalisi delle epiclesi di Odino in degfǫethr trattando Al‑fǫethr e Al‑faethir due formazioni il cui primo elemento egrave immediatamente identificabile con lrsquoaggetti-vo aisl allr lsquotuttorsquo Esse sono attestate inter alia in due passi dellrsquoEdda poetica in vari passaggi dellrsquoEdda in prosa di Snorri (quasi esclusivamente nel Gylf) e in un componimento dello scaldo islandese Arnoacuterr THORNoacuteretharson jarlaskaacuteld lsquopoeta dei nobilirsquo Ecco una selezione di passi

Grm 483-4

Alfǫethr Valfǫethr Atriacuteethr oc Farmatyacuterldquo(Nomi di Odino ) Alfǫethr Valfǫethr Atriacuteethr e Farmatyacuterrdquo

HH 381-4

THORNuacute vart in scoetha scass valkyria ǫtul aacutemaacutetlig at AlfǫethurldquoEri tu la nefasta strega valchiria terribile violenta presso Alfaethirrdquo

Gylf 3Gangleri hoacutef svaacute maacutel sitt lsquoHverr er œztr eetha elztr allra goetharsquo Haacuter segir lsquoSaacute heitir Alfǫethr at vaacuteru maacutelirsquoldquoGangleri cominciograve cosigrave il suo discorso laquoChi egrave il piugrave eminente o il piugrave anziano di tutti gli degraveiraquo Haacuter disse laquoQuesti si chiama Alfǫethr nella nostra linguaraquordquo

Arn THORNorfdr 1Nuacute hykk sliacuteethrhugaeths segja ndash siacuteeth leacutettir meacuter striacuteetha ndash (thornyacutetr Alfǫethur) yacutetum jarls kostu (brim hrosta)ldquoNow I mean to tell men of the excellence of the tough-minded jarl not soon [lit late] will my an-guish lighten the surf of malt [ale] of Alfaethir lt= Oacuteethinngt [poetry] roarsrdquo

Egrave interessante notare come questrsquoultimo passaggio in cui ricorre la variante re-cenziore con secondo elemento degfaethir (genitivo singolare degfǫethur) sia invece riporta-to da Snorri come occorrenza di Al‑fǫethr

Skaacuteld 2svaacute sem segir Arnoacuterr jarlaskaacuteld at hann heiti Alfǫethr ldquocome quando Arnor il poeta dei nobili dice che egli (Odino) si chiama Alfǫethr [segue la strofa

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Riccardo Ginevra

supra]rdquo

Questo passo attesta in maniera evidente la confusione giagrave osservata supra (cap 2) tra aisl degfǫethr (pie pə2trou- lsquoavo paternorsquo) e faethir (ph2teacuter- lsquopadrersquo)

31 Aisl Al-fǫethr lsquopatriarca di tuttorsquo quindi lsquocolui che ha autoritagrave su tuttorsquo

Aisl Al‑fǫethr egrave un composto endocentrico determinativo (scr tatpuruṣa‑) dello stesso tipo di got Ala-reiks lsquosovrano di tuttorsquo (latinizzato Ala-ricus) e aisl Al-rekr lsquocapo di tuttorsquo27 Va notato che in realtagrave nel lessico nordico il primo elemento aldeg ricorre piugrave spesso in composti endocentrici attributivi (scr karmadhāraya‑) con il significato intensivo di lsquocompletamente (X)rsquo cfr eg lrsquoeddico al-gullinn lsquotutto completamente doratorsquo (Hym 86 Skm 192) i composti di questo tipo tuttavia non presentano di solito come secondo elemento sostantivi come degfǫethr bensigrave soltanto aggettivi o ag-gettivi sostantivati Per quanto riguarda aisl Al‑faethir esso egrave chiaramente come anti-cipato supra un rimodellamento con sostituzione del secondo elemento degfǫethr ormai opaco con il trasparente degfaethir

Tra le varie proposte etimologiche che sono state avanzate per il primo elemento Aldeg (cfr la disamina in Strandberg 2009 102-107) la piugrave plausibile rimane lrsquointerpretazione tradizionale che lo identifica con il frequente prefisso aisl aldeg lsquotutto ciascunorsquo riflesso di pgerm aladeg lsquoidrsquo (got aladeg aing aeligldeg aat as aladeg) un prefissoide che si puograve considerare quantomeno sul piano sincronico una variante in composizione dellrsquoaggettivo pgerm alla- lsquotutto ciascunorsquo (got alls aisl allr aing eal[l] aat as al[l]) bencheacute il rapporto tra le due varianti sul piano etimologico non sia ben chiaro si tratta con tutta probabilitagrave di due formazioni di origine diversa rispettivamente pie h2eol-o- e h2eol-no- due derivati nominali della radice h2el- lsquonutrire far crescerersquo (LIV2 262) attestata inter alia da lat alere lsquonutrire allevarersquo airl degail lsquonutre allevarsquo got alan lsquocrescerersquo (con significato dal medio) e aisl ala lsquoallevare partorirersquo egrave stata tuttavia proposta anche unrsquounica origine della variante prefissata a partire da pgerm alla- con semplificazione della geminata in composizione (EWA sv al con bibliografia)

In quanto composto endocentrico determinativo con un secondo elemento che riflette pie pə2tr-ou- lsquoavo paternorsquo il significato atteso per aisl Al‑fǫethr sulla base dellrsquoetimologia sarebbe lsquoavo paterno di tuttorsquo il rimodellamento Al‑faethir lsquopadre di tuttorsquo attesta tuttavia che quantomeno sincronicamente lrsquoelemento degfǫethr era inteso come funzionalmente equivalente al termine faethir lsquopadrersquo Lrsquoassociazione egrave

27 Aisl Al-rekr egrave talvolta analizzato come prestito (cfr eg de Vries 1962 sv Alrekr) ma questa analisi egrave superflua il secondo elemento degrekr lsquocaporsquo qualunque sia la sua origine (cfr de Vries 1962 sv rekr) era molto produttivo nellrsquoantroponimia e ricorre in diverse for-mazioni onomastiche con vari primi elementi

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

testimoniata anche dalla glossa che Snorri dagrave dellrsquoepiteto

Gylf 9Ok fyrir thornviacute maacute hann heita Alfǫethr at hann er faethir allra goethanna ok manna ok alls thorness er af honum ok hans krapti var fullgertldquoE perciograve egli puograve ben chiamarsi Alfǫethr poicheacute egli egrave padre di tutti gli degravei e gli esseri umani e di tutto quello che da lui e dalla sua potenza fu portato a compimentordquo

Snorri sembra interpretare Alfǫethr come lsquopadre di tuttorsquo il che potrebbe attestare uno slittamento semantico per degfǫethr da lsquoavo paternorsquo a lsquopadrersquo passando per la co-mune accezione sociopolitica lsquopatriarcarsquo che entrambi i termini potevano assumere lrsquoipotesi piugrave probabile tuttavia egrave che il significato originario di questo termine non fosse piugrave chiaro allrsquoerudito (il quale lo conosceva unicamente dalla lingua poetica) proprio come non lo egrave per noi anzi a giudicare dal passo di Skaacuteld 2 citato supra (in cui egli scambia la forma degfǫethur genitivo singolare di faethir per una forma di fǫethr) sembra addirittura che a Snorri non fosse neanche ben chiaro il paradigma Egrave in ogni caso irrilevante ai fini della nostra analisi se il significato letterale del termine fǫethr fosse lsquoavo paternorsquo o lsquopadrersquo dato che come visto supra in composti di questo genere tali vocaboli non vanno intesi letteralmente ma con un significato traslato lsquoquello che ha autoritagrave controllo (su X)rsquo sviluppatosi a partire dalla funzione sociopolitica di lsquopatriarcarsquo Lrsquoepiteto Al‑fǫethr non si riferisce quindi a Odino in quanto lsquoavo paterno biologico di tuttorsquo (denominazione che non avrebbe infatti paralleli nella mitologia scandinava come notato eg in Strandberg 2009 103) bensigrave come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tuttorsquo un vero e proprio lsquopatriarcarsquo o pater familias cosmico

Ciograve corrisponde da vicino al modo in cui Snorri e i testi mitologici scandinavi ritraggono il dio supremo Odino egrave considerato il padre di molti degravei (secondo AacuteH 1 di ben 17)28 ma non di tutti eg non dei Vanir la stirpe divina che si oppone agli AEligsir (la stirpe di Odino) nella prima guerra cosmica narrata in Vsp 21ss Egli parte-cipa insieme ai suoi fratelli alla creazione del cosmo la quale egrave tuttavia presentata in Vsp 3ss come unrsquoopera quasi artigianale di costruzione e non come la generazione biologica di diverse divinitagrave (come invece nella mitologia greca cfr infra) basti pensare che non egrave una nascita bensigrave lrsquouccisione del gigante Ymir ad opera di Odino e dei suoi fratelli a dare inizio al cosmo che conosciamo come narrato da Snorri in Gylf 729 Sebbene Odino non sia in alcun modo caratterizzato come il padre biolo-gico o lrsquounico creatore del cosmo egli egrave colui che ha la suprema autoritagrave su di esso ed egrave a questo ruolo di patriarca cosmico che devono riferirsi le epiclesi che abbiamo

28 Precisamente di Baldr Meili Viacuteetharr Nepr Vaacuteli Aacuteli THORNoacuterr Hildolfr Hermoacuteethr Sigi Skjǫldr Ingvifreyr Iacutetreksjoacuteeth Heimdallr Saeligmingr Hǫethr e Bragi

29 Cfr Lincoln 1975 per possibili paralleli indoeuropei per questo mito

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Riccardo Ginevra

visto30

32 Paralleli germanici kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano

In ambito germanico lrsquoepiteto di Odino aisl Al‑fǫethr lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo su tuttorsquo non ha paralleli etimologici esatti Sul piano semantico esso si puograve tuttavia confrontare da vicino con aing al-walda lsquocolui che regge tuttorsquo una kenning per il Dio cristiano frequente nella poesia anglosassone (cfr Marquardt 1938 275) cfr eg Beo 955-956 Alwalda thorneċ gōde forġylde swā hē nū ġȳt dyde ldquolrsquoonnipossente ti compensi di beni come ha appena fattordquo Si tratta di un composto di aldeg lsquotuttorsquo ( aisl aldeg) e degwalda lsquoche ha il controllorsquo (pgerm degwald-an- aisl degvald-i as degwald-o aat degwalt-o) questrsquoultimo egrave quantomeno sincronicamente da interpretare come un derivato agentivo del verbo forte aing wealda lsquoreggere controllare governarersquo (pgerm wald-a- got waldan aisl valda aat waltan Seebold 1970 536-537) In realtagrave da un punto di vista diacronico degwalda potrebbe rappresentare anche un derivato del sostantivo neutro weald lsquopotere governorsquo (pgerm wald-a- aisl vald as gi-wald aat gi-walt) con la flessione debole del secondo elemento tipica dei composti possessivi (cfr eg aisl Gullin-tann-i lsquocolui che ha denti doratirsquo)31 in questo caso al-walda sarebbe lsquocolui che ha potere su tuttorsquo oppure lsquocolui che ha tutto il poterersquo Essendo tuttavia degwalda attestato principalmente come secondo elemento allrsquointerno di formazioni interpretabili come composti verbal government (eg Breoten-walda- lsquocolui che regge la Britanniarsquo o burh-walda- lsquocolui che regge la cittagraversquo) egrave probabile che esso vada inteso almeno sincronicamente come un agentivo

A questo epiteto corrispondono da vicino diverse kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano con base (deg)w(e)aldend lsquoreggitorersquo eg ealles wealdend ldquoreggitore di tuttordquo (3x) ealles waldend middangeardes and maeliggenthornrymmes ldquoreggitore di tutto della terra di mezzo e del cielordquo (Cristo 556) ealra ān‑waldend eorthornan ond heo-

30 Qualora la glossa che Snorri dagrave di Alfǫethr come ldquopadre di tutti gli degravei e gli esseri uma-ni e di tutto quello che da lui e dalla sua potenza fu portato a compimentordquo facesse riferimen-to ad un qualche ruolo di creatore per il dio Odino essa non rispecchierebbe quindi materiale tradizionale scandinavo ma sarebbe piuttosto da ricondurre allrsquoinfluenza della cultura cristia-na del mitografo

31 Aisl Gullintanni epiteto del dio Heimdallr (Gylf 27) egrave un composto possessivo il cui secondo elemento degtann-i (tanthorn‑an-) corrisponde al sost aisl tǫnn lsquodentersquo (pgerm tanthorn‑tand‑tunthorn‑ lsquodentersquo cfr got tunthornus aing tōthorntond Casaretto 2004 444) Il significato di Gul-lin-tanni egrave quindi lsquoquello che ha i denti doratirsquo ed egrave cosigrave inteso da Snorri (Gylf 27 tennr hans vaacuteru af gulli) Dato che aisl tǫnn lsquodentersquo rif lette pie h1d-ont--n t- lsquoidrsquo (lat dens gr ὀδούς ved dat-) e che la famiglia germanica di aisl gullinn (pgerm gulthorn‑īna‑) egrave imparentata con ved hiacuteraṇya‑ lsquometallo prezioso ororsquo (essendo entrambi da ricondurre in ultima analisi a una radice ǵhel[h3]- EWAia sv hiacuteraṇya‑) la collocazione [dente (pie h1d-ont--n t-) ndash dorato] che soggiace a Gullin-tanni ha uno stretto parallelo in ved hiacuteraṇya‑dat- lsquoquello con ili dentei drsquoororsquo epiteto di Agni nel RV (523a) che si riferisce allo splendore delle fiamme del dio del fuoco

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

fones ldquounico reggitore di tutto terra e cielordquo (Incantesimo IV 4) e varie altre (cfr Marquardt 1938 275ss)32 Queste formazioni cosigrave come le formazioni germaniche analoghe got all-waldands aisl alls-valdandi as alo-waldand e aat ala-walten-ti possono essere interpretate come calchi semantici del sintagma lat omnipotens Deus con poco valore dal punto di vista ricostruttivo (cfr Casaretto 2004 441 con letteratura) Questa conclusione per quanto verosimile va tuttavia ridiscussa alla luce di due considerazioni

(1) Una collocazione [capo re ndash di tutto] soggiace a numerose kenningar an-ticoinglesi per il Dio cristiano33 allrsquointerno sia di queste che di altre kenningar per Dio aing w(e)aldend egrave funzionalmente equivalente a vocaboli per [capo re] come dryhten e frēa

bull frēa ealra gesceafta ldquosignore di tutte le creaturerdquo (Cristo 924s) vs dryhten ond waldend ealra gesceafta ldquosignore e reggitore di tutte le creaturerdquo (Daniel 760-761) e onwealda ealra gesceafta ldquounico reggitore di tutte le creaturerdquo (Guthlac 638)

bull sigora drythen ldquosignore delle vittorierdquo (3x) e sigora frēa ldquosignore delle vit-torierdquo (6x Marquardt 1938 288-289) vs sigora waldend ldquoreggitore delle vittorierdquo (18x)

Aing w(e)aldend egrave funzionamente equivalente a questi termini anche nelle ken-ningar per [capo re] il che dimostra come questa corrispondenza non sia da adde-bitare allrsquoinfluenza cristiana

bull gumena dryhten ldquosignore di esseri umanirdquo (Beo 1824) e frēa lēoda ldquoidrdquo (Genesi 2098) vs waldend werthornēoda ldquoreggitore di esseri umanirdquo (Cristo 714) e haeligleetha waldend ldquoidrdquo (Genesi 2139)

Sembra quindi ragionevole affermare che sebbene aing al-walda lsquoreggitore di tuttorsquo possa indubbiamente riflettere un calco da lat omni‑potens esso egrave indistingu-ibile da ciograve che sarebbe stato generato genuinamente ed indipendentemente dallrsquoin-flusso latinocristiano allrsquointerno del sistema sincronico delle kenningar anticoin-glesi Il composto riflette infatti una collocazione ben attestata [capo re (dryhten frēa waldend etc) ndash di tutto] che egrave produttiva in antico inglese in riferimento al [dio cristiano] e che potrebbe essere il risultato del reimpiego cristiano di una kenning analoga per il [dio supremo] pagano

(2) In supporto di questrsquoultima ipotesi si puograve menzionare la corrispondenza perfetta tra lrsquoepiteto aing al-walda e il nome di un personaggio mitologico maschile scandinavo (e quindi decisamente non di origine cristiana) aisl Ǫl‑valdi o All-valdi lsquocolui che regge tuttorsquo nome di un lsquogigantersquo (jǫtunn) menzionato esclusivamente

32 Per unrsquoanalisi in ottica comparativa e cognitiva del merismo [cielo e terra] usato per riferirsi al cosmo nella sua totalitagrave e della sua variante [cielo e terra e mare] cfr Gine-vra in stampa

33 Marquardt (1938 288) nota invece come le kenningar che si riferiscono al Dio cristiano come al [creatore ndash di tutto] siano piugrave rare

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Riccardo Ginevra

come padre del gigante THORNjazi e dei suoi due fratelli Mentre in All-valdi (Hbl 194) il primo elemento egrave stato rimodellato sullrsquoaggettivo aisl allr la variante Ǫl‑valdi (Skaacuteld g56) presenta un riflesso del prefisso pgerm aladeg che ha subito giagrave anticamente w-Umlaut questa variante piugrave arcaica e aing al-walda possono quindi essere ricondotti a uno stesso composto pgerm ala-waldan- Il fatto che le fonti nordiche non dicano molto sul personaggio di nome Ǫl-All-valdi impedisce di connetterlo a Odino o di identificarlo come un [dio supremo] ciononostante lrsquoantichitagrave di Ǫl-valdi e la sua perfetta corrispondenza sul piano formale con aing al-walda supporta unrsquoorigine precristiana per questrsquoultima formazione Ad una conclusione simile ma sulla base di considerazioni diverse arriva Carr (1939 57) il quale nota come aisl all-valdr e aat al-walto vengano anche impiegati in riferimento a sovrani mortali (rispettivamente nella poesia nordica sia eddica che scaldica e nellrsquoanticoaltotedesco Taziano) e come aing al-walda sia attestato unicamente in testi poetici mentre al contrario aisl alls-valdendi e aat alawaltenti sono usati unicamente nelle fonti cristiane per riferirsi a Dio e aing eal-wealdend egrave attestato sia nella poesia che nella prosa sulla base di questi dati Carr ipotizza quindi che i composti del tipo di aing al-walda e aisl all-valdr riflettano un composto pgerm al(l)a-walda(n)- di origine precristiana mentre formazioni participiali come aisl alls-valdandi e aing eal-wealdend sarebbero sorte per influenza del participio lat omni‑potens Questa analisi egrave plausibile ma come notato supra il participio aing waldend egrave attestato anche come base di kenningar per [capo re] le quali sono difficilmente da connettere al composto latino egrave quindi impossibile escludere che anche le formazioni del tipo di aing eal-wealdend abbiano avuto origine prima dellrsquoavvento della fede cristiana

Come si egrave visto nel capitolo precedente nelle kenningar che si riferiscono al Dio cristiano aing faeligder lsquopadrersquo egrave impiegato nella stessa posizione di termini per [capo re] tra cui anche waldend

bull waldend frymetha ldquoreggitore delle originirdquo vs faeligder frymetha gehwaeligs ldquopadre di ogni originerdquo

bull frēa frumsceafta ldquosignore delle creazionirdquo vs faeligder frumsceafta ldquopadre delle creazionirdquo

Sulla base del sistema produttivo delle kenningar anglosassoni sarebbe quindi piugrave che ragionevole attendersi accanto alla frequente collocazione [capo re (dryhten frēa waldend etc) ndash di tutto] per [dio cristiano] almeno unrsquoattestazione di un composto al‑faeligder lsquopadre di tuttorsquo o di una collocazione ealles faeligder ldquoidrdquo per Dio etimologicamente e semanticamente corrispondenti ad aisl Al‑faethir e Al‑fǫethr ciograve tuttavia non accade mai La mancata attestazione di questa collocazione in antico inglese potrebbe essere da addebitare alle associazioni pagane che questa formula avrebbe potuto richiamare qualora essa fosse stata reimpiegata in ambito cristiano

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

33 Paralleli indoeuropei il patriarca cosmico in celtico greco la-tino e indoario

Al di fuori dellrsquoambito germanico egrave possibile individuare diversi paralleli per aisl Al‑fǫethr e Al‑faethir in celtico greco latino e indoario alcuni dei quali consentono di ricostruire una collocazione indoeuropea [patriarca (pie ph2teacuter- pə2trou-) ndash di tuttotutti gli animati intelligenti]

(1) Airl Oll-athair lsquogrande padrersquoIn ambito celtico aisl Al‑faethir e Al‑fǫethr sono stati spesso accostati ad airl Oll-athair lsquogrande padrersquo34 un epiteto del dio supremo Dagda (o Eochaid) il cui secondo elemento continua pcelt fatīr lsquopadrersquo riflesso di pie ph2teacuter- lsquoidrsquo Anche in questo composto celtico la parola per lsquopadrersquo non va intesa letteralmente come lsquogenitore biologicorsquo bensigrave con un significato lsquopatriarcarsquo e quindi in senso traslato lsquoquello che ha autoritagrave controllorsquo come attestato eg dal testo seguente

Tochmarc Eacutetaiacutene 1Bai ri amra for Eirinn do Thuathaib De a chenel Eochaid Ollathar a ainm Ainm n-aill do dano an Dagda ar ba heacute dognith na firta amp conmidhedh na sina amp na toirthe doib Ba head asbeirdis combo deacute asberthe Dagda frisldquoThere was a famous king of Ireland from the race of the god-peoples named Eochaid Great-Fa-ther He was also called the Dagda [the lsquoGood Godrsquo] for it was he who used to work wonders for them and control the weather and the crops As a result of which men said he was called the Dagdardquo (Williams 2016 87)

Egrave possibile dividere questo passaggio in due parti che introducono rispettivamente i nomi Eochaid Ollathair e Dagda i quali si riferiscono ovviamente allo stesso per-sonaggio Mentre nella seconda parte lrsquoautore sente di dover motivare il nome Dag-da lsquoBuon diorsquo come conseguenza dei miracoli che questa figura compiva e che assi-curavano buon tempo atmosferico e buoni raccolti ai suoi sudditi nella prima parte il ruolo di ri amra for Eirinn ldquosovrano famoso su (tutta) lrsquoIrlandardquo sembra essere sufficiente a far si che lrsquoepiteto Oll-athair lsquogrande padrersquo non necessiti di alcuna spiegazione suggerendo unrsquoequivalenza funzionale tra airl riacute lsquore sovranorsquo e degathair lsquopadrersquo in questo contesto e supportando unrsquointerpretazione di Oll-athair lsquogrande padrersquo in termini non biologici bensigrave sociopolitici Ciograve presenta naturalmente una forte corrispondenza con quanto vista supra eg per quanto riguarda lrsquoequivalenza funzionale tra aing (deg)fœder lsquopadrersquo e (deg)walda lsquocolui che regge reggitorersquo nelle kenningar per il [dio cristiano]

Nonostante questo stretto parallelo egrave necessario puntualizzare che contrariamente

34 Cfr eg de Vries 1956-57 II845 Watkins 1995 8 rif lessi di una comune influenza da parte del mondo latinocristiano secondo Williams 2016 87 n 49

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Riccardo Ginevra

a quanto talvolta suggerito nella letteratura secondaria (cfr eg de Vries 1962 svv Al‑fǫethr allr) il primo elemento airl olldeg lsquograndersquo non corrisponde etimologicamente o semanticamente ad aisl aldeg lsquotuttorsquo bensigrave riflette pcelt fol-no- lsquograndersquo e pie pol(h1)-no- (con scomparsa della laringale per Effetto di Saussure) un derivato della radice pelh1- lsquoriempirersquo (pleh1- in LIV2 482-483) attestata eg da gr πολύς lsquomoltorsquo e pgerm felu- lsquoidrsquo (cfr Matasović 2009 136-137 Zair 2012 245-246) Dato che airl olldeg lsquograndersquo non egrave neacute imparentato neacute un sinonimo di aisl aldeg lsquotuttorsquo airl Oll-athair non riflette la stessa collocazione [patriarca (pə2trou- ph2teacuter-) ndash di tutto] di aisl Al‑fǫethr e Al-faethir (pace eg Olmsted 1994 39) Ciononostante egrave possibile notare come anche nelle iscrizioni di etagrave romana ai teonimi con primo elemento celtico Ollodeg sembrerebbero corrispondere teonimi in germanico Aladeg cfr i nomi delle Matronae celtiche Ollogabiae vs le germaniche Alagabiae (Scheungra-ber in stampa svv)

Si noti infine che come notato da Watkins (1995 8) essendo airl degda lsquodiorsquo in Dag-da un riflesso di pie deiu-oacute- lsquoceleste diorsquo (lat deus lsquodiorsquo ved devaacute‑ lsquoidrsquo aisl tiacutevar lsquoid [plurale]rsquo) derivato vrddhi di dieacuteu- lsquocielorsquo i secondi elementi di airl Dag-da Oll-athair (degda e degathair) possono essere analizzati come riflessi della collocazione indoeuropea [cielo (dieacuteu-) ndash padre (ph2teacuter-)] (trattata supra cap 2 e infra cap 4) lrsquoantico irlandese si aggiungerebbe in questo caso alle tradizioni indoeuropee che supportano unrsquointerpretazione di ph2teacuter- lsquopadrersquo come lsquopatriarcarsquo allrsquointerno di questa formula ricostruita35

(2) Om πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε e lat pater deum hominumqueIn area mediterranea aisl Alfǫethr ha una forte corrispondenza con la formula om πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo e con lrsquoespressione lat pater deum hominumque ldquopadre di degravei ed esseri umanirdquo Il parallelo risulta evidente alla luce di unrsquoanalisi comparativa della glossa che Snorri dagrave di Alfǫethr [hellip] faethir allra goethanna ok manna ok alls thorness er af honum ok hans krapti var fullgert [hellip] ldquopadre di tutti degravei e esseri umani e di tutto quello che da lui e dalla sua potenza fu portato a compimentordquo

In questa glossa lrsquoespressione allra goethanna ok manna ldquodi tutti gli degravei e gli esseri umanirdquo riflette una collocazione fraseologica [degravei e esseri umani] che egrave un merismo ereditato riferito a [tutti gli animati intelligenti]

35 Si noti che airl Dag-da lsquobuon diorsquo come nome di una divinitagrave che controlla il tempo atmosferico presenta un chiaro parallelo semantico e (parzialmente) etimologico in gr εὐδία lsquobel temporsquo e asl dьždь lsquopioggia tempestarsquo (Daniel Koumllligan c p) due vocaboli che vanno ricondotti in ultima analisi a composti pie h1su-diu - lsquo(che ha) buon cielorsquo (ved su-diacutev- lsquoche porta un bel giornorsquo cfr Beekes 2010 sv εὐδία) e dus-diu - lsquo(che ha) cattivo cielorsquo (cfr Der-ksen 2008 sv)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Ls 555-6

thorneim er raeliggir heacuter goeth oumlll ok gumaldquoa quello che qui tormenta degravei tutti e esseri umanirdquo

Gylf 21hann er sterkastr allra guethanna ok manna ldquoegli egrave il piugrave forte di tutti gli degravei e gli esseri umanirdquo

Al contrario presso Snorri alls thorness er af honum ok hans krapti var fullgert ldquotutto quello che da lui e dalla sua potenza fu portato a compimentordquo sta evidentemente a indicare [tutti i non animati intelligenti] cioegrave tutti gli animali (concettualizzati come esseri viventi non dotati di intelligenza) e gli oggetti inanimati [tutti gli animati intelligenti e tutti i non animati intelligenti] egrave a sua volta un cosid-detto sintagma quantificatore del tipo [A + non A] funzionalmente equivalente al quantificatore [tutto] (Watkins 1995 43 cfr lat morbos visos invisosque ldquomalattie viste e non visterdquo cioegrave ldquotutte le malattierdquo)36 Alla definizione che Snorri dagrave di Alfǫethr soggiace quindi una collocazione [padre (aisl faethir pie ph2teacuter-) ndash di [tutti gli animati intelligenti e tutti i non animati intelligenti]] la quale riflette in ul-tima analisi la stessa collocazione [patriarca (pə2trou- ph2teacuter-) ndash di tutto] che soggiace ad aisl Al‑fǫethr e Al-faethir

In greco il merismo norreno [degravei ndash e esseri umani] ha un parallelo esatto eg nella espressione formulare omerica ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquodi uomini e degraveirdquo (25x nellrsquoepica arcaica senza contare le varianti con diversa configurazione sintattica e metrica) un altro merismo per [tutti gli animati intelligenti] che ricorre quasi esclusivamente allrsquointerno della formula πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo (23x) epiteto esclusivo del dio supremo Zeus

HAp 336-337Τιτῆνές [hellip] [hellip] τῶν ἐξ ἄνδρες τε θεοί τεldquoTitani da cui (provengono) uomini e degraveirdquo

Hes Th 220αἵ τrsquo ἀνδρῶν τε θεῶν τε παραιβασίας ἐφέπουσινldquo(le Furie) che perseguitano le trasgressioni di uomini e degraveirdquo

Hes Th 642δὴ τότε τοῖς μετέειπε πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τεldquoallora il padre di uomini e degravei parlograve in mezzo a lorordquo

Infine lo stesso merismo [degravei ndash e esseri umani] per [tutti gli animati

36 Come mi fa notare uno dei revisori si tratta di una figura comune anche nelle lingue semitiche (cf Mayer 1989) e possibilmente universale

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Riccardo Ginevra

intelligenti] egrave attestato anche in latino non solo allrsquointerno dellrsquoesclamazione tradizionale pro deum atque hominum fidem ldquoper la fede di degravei e esseri umanirdquo (Plaut Ter Cic)37 bensigrave anche allrsquointerno di epiteti tradizionali del dio supremo Giove come lat patrem divumque hominumque (Enn Ann F124 apud Cic Nat D 2314)38 patrem deum hominumque (Liv 86) e pater deum hominumque (Liv 112)

Verg Aen 1229-230o qui res hominumque deumque aeternis regis imperiis et fulmine terresldquoO tu che le cose degli esseri umani e degli degravei con eterno impero reggi e che spaventi col fulminerdquo

Liv 112at tu pater deum hominumque hinc saltem arce hostes deme terrorem Romanis fugamque foedam sisteldquoMa tu padre di degravei e esseri umani trattieni i nemici da questo passo libera i Romani dal terrore e arresta la loro fuga vergognosardquo

Come ripetuto piugrave volte supra gr πατήρ e lat pater (pie ph2teacuter-) in questi pas-saggi sono chiaramente da intendere nel senso di lsquopatriarcarsquo non lsquopadre biologicorsquo Sia lrsquoepiteto omerico di Zeus πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo che lrsquoepiteto latino di Giove pater deum hominumque ldquopadre di degravei ed esseri uma-nirdquo riflettono quindi una stessa collocazione [patriarca (pie ph2teacuter-) ndash di tutti gli animati intelligenti] la quale si sovrappone quantomeno parzialmente con la glossa che Snorri dagrave di aisl Alfǫethr ovvero [padre (aisl faethir pie ph2teacuter-) ndash di [tutti gli animati intelligenti e tutti i non animati intelligenti]] e quindi con la collocazione [patriarca (pə2trou- ph2teacuter-) ndash di tutto] che soggiace ad aisl Al‑fǫethr e Al-faethir

Egrave ipotizzabile che tutte queste espressioni riflettano un unico motivo fraseologico [patriarca (pie ph2teacuter- pə2trou-) ndash di tuttotutti gli animati intelligenti] dato che egrave evidente come sia nel mito nordico che nella letteratura classica il dio supremo sia concettualizzato come il patriarca di un [tutto] cosmico lrsquounica dif-ferenza sta nel limitarsi ad esprimere questo [tutto] facendo riferimento soltanto a tutti gli esseri animati dotati di intelligenza (espressi dal merismo [degravei e esseri umani]) o nellrsquoincludere anche bestie e oggetti inanimati

Naturalmente la corrispondenza tra lrsquoepiteto di Odino Al‑faethir lsquopadre di tuttorsquo e lrsquoepiclesi di Zeus πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo egrave stata notata da tempo cosigrave come il parallelo con la collocazione [cielo (dieacuteu-) ndash padre (ph2teacuter-)]

37 Per ulteriori paralleli per questa collocazione in vedico e avestico cfr West 2007 100

38 Glossato dallo stesso Cicerone come dominatorem rerum et omnia motu regentem cfr anche Enn Ann 175 580 Verg Aen 165 2648

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(cfr la rassegna in West 2007 170-171) Egrave quindi importante notare come proprio come il nordico Odino nella mitologia greca il dio Zeus non sia solitamente uno dei creatori del cosmo ruolo che nella Teogonia esiodea egrave peraltro reso superfluo dal fat-to che le stirpi divine sono generate tramite riproduzione (sessuata o meno cfr eg la Terra che produce autonomamente il Cielo in Hes Th 125ss)39 Come il dio supre-mo scandinavo Zeus non egrave neanche il padre della maggior parte degli degravei anzi non egrave nemmeno tra gli degravei piugrave anziani essendo al contrario il piugrave giovane figlio del titano Crono a sua volta il piugrave giovane figlio della Terra e dello sposo (e figlio) di questa il Cielo Zeus assume il ruolo di divinitagrave suprema del cosmo solo una volta sconfitto il padre Crono e cioegrave molto dopo che il cosmo e gli altri degravei sono venuti ad essere (cfr Nesselrath 2014 37) Ciograve supporta quanto sostenuto finora riguardo questo tipo di collocazioni esse non si riferiscono al dio supremo come al lsquopadre biologicorsquo o al lsquocreatorersquo del cosmo bensigrave come al lsquopatriarcarsquo o lsquocapofamigliarsquo dellrsquouniverso lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo su tutte le creature (animate intelligenti e non)

(3) Scr sarvaloka-pitāmaha- e sarvabhūta-pitāmaha-In ambito indoario infine un parallelo esatto per aisl Al‑fǫethr si ha eg nel giagrave citato epiteto sanscrito del dio supremo Brahma sarvaloka‑pitāmaha‑ lsquononno paterno di tutti i mondirsquo

Manusmrti 19tad aṇḍam abhavad dhaimaṃ sahasrāṃśusamaprabham tasmintilde jajntildee svayaṃ brahmā sarvaloka-pitāmahaḥldquoThat (seed) became a golden egg in brilliancy equal to the sun in that (egg) he himself was born as Brahman the grandfather of all worldsrdquo

Un altro primo elemento attestato da questo genere di epiteti del dio Brahma egrave sarvabhūtadeg lsquodi tutte le creaturersquo (eg MBh 15837) sarvabhūta‑pitāmaha‑ lsquononno di tutte le creaturersquo egrave inoltre impiegato anche come epiteto di Visnu quando questa divinitagrave egrave identificata con il dio supremo Narayana (eg MBh 15787)

Essendo scr sarva‑lokabhūtadegpitāmaha‑ lsquononno paterno di tutti i mondile crea-turersquo da intendere nellrsquoaccezione sociopolitica lsquopatriarca di tutti i mondile creaturersquo e quindi in senso traslato come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tutti i mondile creaturersquo questi epiteti presentano evidenti corrispondenze con diverse formazioni analizzate in questo capitolo

bull Da un lato sia a scr sarva‑lokabhūtadegpitāmaha‑ che ad aisl Al‑fǫethr lsquo(pa-triarca =) colui che ha autoritagrave controllo su tuttorsquo soggiace una stessa collocazione [patriarca (pie pə2trou- ph2teacuter-) ndash di tutto] la quale egrave una variante del motivo fraseologico [patriarca (pie ph2teacuter- pə2trou-) ndash di tuttotutti gli animati

39 West (2007 354) nota come la creazione come atto di un artigiano cosmico sia rite-nuta essere estranea al pensiero mitologico greco

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Riccardo Ginevra

intelligenti] che si egrave visto essere attestato anche dai testi greci e latinibull Dallrsquoaltro il senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tutti i mondi

le creaturersquo permette di comparare queste epiclesi sanscrite con diverse kenningar anticoinglesi per [dio cristiano] eg le giagrave citate frēa ealra gesceafta ldquosignore di tutte le creaturerdquo dryhten ond waldend ealra gesceafta ldquosignore e reggitore di tutte le creaturerdquo e onwealda ealra gesceafta ldquounico reggitore di tutte le creaturerdquo

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4 IL SIGNORE DEGLI ESSERI UMANI LrsquoANTENATO DEI RE

ALDA-FǪETHR HER(JA)-FǪETHR E HERJANS-FǪETHR(FAETHIR)

Passiamo adesso allrsquoanalisi di una serie di epiclesi di Odino in degfǫethr i cui primi elementi sono riconducibili a vocaboli che designano collettivitagrave di esseri umani Alda‑fǫethr (aisl ǫld lsquoetagraversquo al plurale lsquoesseri umanirsquo) Her‑fǫethr e Herja‑fǫethr (herr lsquopo-polo in armi esercitorsquo genitivo plurale herja) Questi composti ricorrono inter alia in vari componimenti dellrsquoEdda poetica e in un poema scaldico la Pesca di Thor di Bragi Boddason il vecchio Di seguito si riporta una selezione di passi

Vm 44-6

oethi thorneacuter dugi hvars thornuacute scalt Aldafǫethr orethom maeligla iotunldquoIntelletto trsquoassista ovunque Aldafǫethr rivolgerai la parola al giganterdquo

Bragi THORNoacuterr 11-4

THORNat erum syacutent at snimma sonr Aldafǫethrs vildi afls vieth uacuteri thornœfethan jarethar reist of freistaldquoIt is conveyed to me that the son [Thor] of Aldafǫethr [Odin] was determined soon to test his strength against the water-soaked earth-band [Midgard serpent]rdquo Vsp 291-4

Valethi henni Herfǫethr hringa oc men fecc spiǫll spaclig oc spaacutegandaldquoPer lei Herfǫethr scelse anelli e collane Da lui ebbe sagge parole e la verga della profeziardquo

Vsp 431-4 Goacutel um aacutesom Gullinkambi saacute vecr hǫletha at HeriafǫethrsldquoCantograve accanto agli asi Gullinkambi gli uomini desta per Herjafǫethrrdquo

Una volta trattate queste formazioni piugrave regolari verragrave discussa una possibile interpretazione per lrsquoepiclesi Herjans‑fǫethr(o degfaethir cfr infra) di significato piugrave in-certo

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Riccardo Ginevra

Hdl 21-2

Biethiom Herians fǫethur iacute hugom sitialdquoPreghiamo Herjansfǫethr(faethir) di essere benevolordquo40

Questa forma egrave spesso emendata dagli editori moderni di Hdl in Herja‑fǫethr (eg Neckel-Kuhn 1962) oppure ritenuta essere semplicemente una sua variante secon-daria (eg Strandberg 2009 109) al contrario alla fine del presente capitolo (sect45) si cercheragrave di dimostrare come la lectio attestata dai manoscritti trovi supporto in concezioni tradizionali che ricorrono in testi in norreno e in altre lingue indoeuropee

41 Alda-fǫethr lsquopatriarca degli esseri umanirsquo quindi lsquocolui che ha autoritagrave sugli esseri umanirsquo

Come gli altri composti in degfǫethr analizzati finora aisl Alda‑fǫethr egrave un composto endocentrico determinativo piugrave precisamente essendo il primo elemento aldadeg una forma di genitivo plurale la formazione egrave in realtagrave classificabile come composto casuale (ing case compound) ie come univerbazione di un sintagma nominale unrsquoanalisi supportata dal fatto che la grafia non univerbata alda fǫethr egrave attestata piugrave volte nei manoscritti (Strandberg 2009 107) Falk (1924 4) compara questo com-posto con un altro epiteto di Odino che presenta lo stesso tipo di formazione e una semantica del primo elemento analoga (cfr infra) aisl Vera-tyacuter lsquoTyr (oppure lsquodiorsquo) degli uominirsquo un composto casuale il cui primo elemento egrave il genitivo plurale di verr lsquouomorsquo

Il primo elemento aisl aldadeg egrave infatti il genitivo plurale di aisl ǫld lsquoetagrave tempo generazionersquo un riflesso di pgerm al-di- lsquoidrsquo (got alds lsquoidrsquo aing ield lsquoidrsquo cfr Casaretto 2004 496 Seebold 1970 sv al-a-) attestato anche nellrsquoaccezione lsquopo-polo esseri umanirsquo in particolare al plurale (cfr aing ilde lsquoesseri umanirsquo) eg in formule come alda synir ldquofigli degli esseri umanirdquo (Alv + cfr aing ylda bearn ldquoidrdquo in Beo 605 et al) espressioni che sembrano supportare ulteriormente unrsquoorigine del composto come univerbazione Aisl aldadeg occorre anche come primo elemento di unrsquoaltra epiclesi di Odino Alda-gautr (Bdr 22) la quale potrebbe tuttavia essere da emendare in aldinn gautr ldquovecchio gautrrdquo41 attestato come epiteto di Odino alla fine dello stesso poema (134 Dronke 1997 ad loc) Infine Alda‑fǫethr assomiglia superficialmente a un altro composto casuale aisl aldar‑faethir lsquopatriarca (biblico)rsquo il quale tuttavia egrave chiaramente una formazione indipendente42

Trattandosi di unrsquouniverbazione la sintassi interna genitivale del composto Al-

40 Questo egrave il significato non letterale sulle possibili interpretazioni di questo verso cfr von See et al 2000 ad loc

41 Sulla controversa etimologia e semantica di gautr cfr eg de Vries 1962 sv42 Cfr eg HoacutemIacutesl15 19v22 Helgom aldarfethornrom viacutegiom veacuter mustere ldquoconsacriamo un

monastero ai santi patriarchirdquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

da‑fǫethr egrave espressa in maniera esplicita Che il primo elemento aldadeg sia da interpre-tare con il significato traslato lsquodegli esseri umanirsquo e non lsquodelle etagrave dei tempirsquo risulta evidente dal confronto con formule come alda synir e con il giagrave citato epiteto di Odino Vera-tyacuter lsquoTyr (o lsquodiorsquo) degli esseri umanirsquo Il significato che possiamo dedurre dallrsquoetimologia egrave quindi lsquoavo paterno degli esseri umanirsquo tuttavia in accordo con quanto sostenuto finora riguardo ai composti in degfǫethr questa epiclesi va in realtagrave interpretata con un significato traslato lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esseri umanirsquo anche in questo caso infatti un significato letterale lsquoavo paterno degli esseri umanirsquo non avrebbe paralleli nella mitologia eddica secondo la quale Odino non genera lrsquoumanitagrave personalmente neacute tantomeno da solo egli insieme agli degravei Loacuteethurr e Hœnir crea i primi esseri umani Askr e Embla donando la vita a due pezzi di legno (precedentemente inanimati cfr Vsp 17 Gylf 9)

Al contrario che Odino venisse concepito come lsquoquello che ha autoritagrave controllo sugli esseri umanirsquo egrave unrsquoipotesi pienamente supportata non soltanto dal suo ruolo di divinitagrave suprema (cap 3) il quale doveva necessariamente includere una posizione di somma autoritagrave nei confronti dellrsquointero genere umano (cfr la glossa che Snorri dagrave dellrsquoepiteto Alfǫethr in Gylf 9 faethir allra goethanna ok manna ok alls ldquopadre di tutti gli degravei ed esseri umani e di tuttohelliprdquo) bensigrave anche dal fatto che come vedremo al dio venisse attribuito il potere di assegnare la vittoria o la sconfitta agli esseri umani in battaglia (cfr cap 5)

42 Her-fǫethr e Herja-fǫethr lsquopatriarca del popolo (in armi)rsquo quindi lsquocolui che ha autoritagrave sul popolo (in armi)rsquo

Anche aisl Her‑fǫethr e Herja‑fǫethr sono composti endocentrici determinativi ta-tpuruṣa‑ I primi elementi herdeg e herjadeg sono rispettivamente il tema puro e il geniti-vo plurale dello stesso sostantivo aisl herr lsquopopolo (in armi) esercitorsquo un riflesso di pgerm harja- lsquoidrsquo (got harjis aing afr here as aat heri lsquoidrsquo) il quale continua a sua volta un sostantivo pie kor-io- lsquoesercito guerrarsquo (lit katilderias lsquoesercito guerra battagliarsquo airl cuire lsquoesercitorsquo) che egrave verosimilmente un derivato di pie koacuter-o- lsquoesercito guerrarsquo (apers kāra‑ lsquoidrsquo lit katilderas lsquoidrsquo ma anche Hsch κόροςmiddot πλῆθος ἀνθρώπων)43 Proprio come Alda‑fǫethr Herja‑fǫethr egrave quindi da analizzare come un composto causale ie lrsquouniverbazione di un sintagma nominale (cfr la grafia non univerbata attestata piugrave volte nei manoscritti Strandberg 2009 109)44

Dal momento che Herja‑fǫethr egrave unrsquouniverbazione la sua sintassi interna genitiva-le egrave marcata in modo esplicito Her‑fǫethr egrave verosimilmente da analizzare allo stesso

43 Sulla ricostruzione di questa famiglia lessicale cfr NIL 440ss Casaretto 2004 115 ALEW sv katilderas Kaczyńska 2007

44 Strandberg (2009 108-109) propone invece unrsquoipotesi secondo cui lo hapax Her‑fǫethr (attestato solo in Vsp 29) sarebbe stato creato per analogia con gli epiteti di Odino Her-teitr e Her-tyacuter e Herja‑fǫethr sarebbe una variante condizionata metricamente di Her‑fǫethr

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Riccardo Ginevra

modo Il significato letterale che possiamo dedurre su basi etimologiche per questi composti egrave quindi lsquoavo paterno degli esercitirsquo ma per le stesse motivazioni citate supra per Alda‑fǫethr egrave evidente che essi siano in realtagrave da interpretare in senso trasla-to ovvero come lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esercitirsquo

Queste epiclesi presentano forti corrispondenze con la serie di kenningar norrene per [capo re] che riflettono una collocazione [reggitore ndash del popolo (in armi)esercito (aisl herr)] queste locuzioni ricorrono sia in forma di sintagmi nominali come herja stillir ldquoreggitore di esercitirdquo (Gethr III 42) e herja deilir ldquoidrdquo (Gunn Leif Merl I 336) che in forma di composti come her-stillir lsquoidrsquo (Kolgr Oacutel 11 Bersi Lv 13) o her-stefnir lsquoidrsquo (Oacutelhv Hryn 113 et al) Allrsquointerno di tali espressioni aisl herr egrave sempre funzionalmente equivalente a vocaboli dal significato lsquopopolo (in armi)rsquo o lsquoesercitorsquo eg folk lsquopopolo (in armi)rsquo lieth lsquopopolo schierarsquo e sǫgn lsquoschierarsquo (Meis-sner 1921 358-359) Trattandosi sempre di sostantivi collettivi che designano una pluralitagrave di [esseri umani] aisl Her‑fǫethr e Herja‑fǫethr lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esercitirsquo sono analizzabili come riflessi della stessa colloca-zione [patriarca (aisl fǫethr) ndash degli esseri umani] che soggiace ad Alda‑fǫethr unrsquoan-tica kenning per Odino in quanto [dio supremo] della religione scandinava precri-stiana Proprio lrsquointento di evitare associazioni a divinitagrave pagane potrebbe spiegare il fatto che questo genere di kenningar sia impiegato solo raramente per riferirsi al Dio cristiano (Meissner 1921 371 cfr eg Gamlkan Joacutendr 42 droacutettar faethir ldquopadre della schierardquo)

43 Paralleli in ambito germanico le kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano

Per quanto riguardo lrsquoambito germanico lrsquoantico inglese offre forti corrispondenze per le epiclesi di Odino analizzate finora Lrsquounico parallelo quasi esatto dal punto di vista etimologico per aisl Alda‑fǫethr egrave aing eald(e)‑faeligder lsquoavo paternorsquo (eg Beo 373) si tratta tuttavia di una Scheingleichung dato che eald(e)‑faeligder egrave piuttosto da interpretare come un composto attributivo (karmadhāraya‑) con primo elemento eald lsquovecchiorsquo (pgerm ald-a-) il cui significato era originariamente lsquovecchio pa-drersquo cfr aing eald-gesegen lsquovecchia leggendarsquo (eg Beo 869) o eald-sweord lsquovec-chia spadarsquo (eg Beo 1558) Aing eald(e)‑faeligder lsquoavo paternorsquo sembrerebbe quindi attestare uno sviluppo semantico analogo a quelli di fr grand‑pegravere lsquononnorsquo lette-ralmente lsquogrande-padrersquo e del giagrave citato vocabolo ved pitā‑mahaacute- lsquononno paternorsquo letteralmente lsquopadre-grandersquo (EWAia sv)

Se invece si tiene conto del significato traslato lsquo(patriarca =) quello che ha autori-tagrave controllo sugli esseri umanirsquo egrave possibile individuare forti corrispondenze per aisl Alda‑fǫethr in diverse kenningar anticoinglesi per [dio cristiano] eg ylda waldend ldquoreggitore degli esseri umanirdquo (Beo 1661) e aeliglda scyppend ldquocreatore degli esseri umanirdquo (Wanderer 85) in cui ylda o aeliglda egrave una forma di genitivo plurale di aing ield lsquoetagraversquo al plurale ylde lsquoesseri umanirsquo che corrisponde esattamente ad aisl ǫld sul

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

piano etimologico Inoltre proprio come aisl Alda‑fǫethr lsquo(patriarca =) che ha autori-tagrave controllo sugli esseri umanirsquo corrisponde parzialmente ad aisl Al‑fǫethr lsquo(patriarca =) che ha autoritagrave controllo su tuttorsquo (compresi gli esseri umani) cosigrave anche le for-mule anticoinglesi ylda waldend ldquoreggitore degli esseri umanirdquo ed aeliglda scyppend ldquocreatore degli esseri umanirdquo presentano delle controparti cosmiche ealles waldend ldquoreggitore di tuttordquo (giagrave trattata supra cap 3) ed ealra scyppend ldquocreatore di tuttordquo Uno stretto parallelo sul piano semantico si ha anche nella kenning frequente per [dio cristiano] faeligder mancynnes ldquopadre del genere umanordquo (9x) una cui interpre-tazione come ldquocreatore del genere umanordquo egrave improbabile alla luce delle kenningar isofunzionali moncynnes fruma ldquoprincipe del genere umanordquo (2x) e moncynnes frēa ldquosignore del genere umanordquo (4x)

Sul piano della semantica va notata infine la possibile corrispondenza sebbene con un cambiamento di genere tra aisl Alda‑fǫethr e il nome delle Matronae Ala-ferhui- germaniche divinitagrave femminili alle quali sono dedicate numerose iscrizioni latine provenienti dalla zona del Reno datate tra il II e il III secolo dC qualora come proposto da Gutenbrunner (1936 157ss) il primo e il secondo elemento di que-sto composto riflettessero rispettivamente pgerm ala- lsquotuttorsquo e ferhw-ija- lsquoperso-na essere umanorsquo il sintagma Matronis Alaferhuiabus si potrebbe interpretare come ldquoalle dee madri di tutti gli esseri umanirdquo con evidenti paralleli nelle Matres omnium gentium e le Matres Ollotōtae celtiche (Scheungraber in stampa sv Alaferhui-) altre analisi del teonimo sono tuttavia parimenti possibili45

Per quanto riguarda aisl Her‑fǫethr e Herja‑fǫethr essi si possono invece anzittutto comparare con quella che egrave comunemente considerata come una delle piugrave antiche attestazioni di un nome proprio germanico lrsquoiscrizione sullrsquoelmo di Negau harigasti teiva interpretata da Neckel (1933) come una dedica a un lsquodiorsquo (teiva riflesso di pgerm teiwa- e pie deiuoacute- aisl tiacutevar lsquodegraveirsquo) di nome Hari-gasti- lsquoospite del popo-lo (in armi)rsquo da identificare secondo lo studioso proprio con una variante locale del dio Odino in ragione (inter alia) della corrispondenza con i vari epiteti di Odino con primo elemento herdeg quali Her‑fǫethr (ldquoein Her-gest wuumlrde sich dieser Reihe zwan-glos einfuumlgenrdquo) noncheacute del fatto che il dio compare come lsquoospitersquo (pgerm gasti-) in vari testi norreni Lrsquoipotesi egrave affascinante ma non priva di difficoltagrave (inter alia lrsquoinattesa scomparsa della vocale tematica di harj-a- e la mancata monottongazione di -ei- in teiwa-) e altre analisi dellrsquoiscrizione sono parimenti possibili (cfr Must 1957)

Per quanto riguarda il parallelo con lrsquoantico inglese Her‑fǫethr e Herja‑fǫethr lsquo(pa-triarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esercitirsquo sono invece direttamente comparabili con due kenningar per il [dio cristiano] (1) aing herġa fruma e (2)

45 Per una rassegna delle attestazioni e degli studi a riguardo cfr Scheungraber in stampa sv Alaferhui-

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Riccardo Ginevra

faeligder folca gehwaeligs (1) Aing herġa fruma ldquoprincipe dei popoli (in armi) degli esercitirdquo (Elena 210

Cristo 844) presenta un determinante herġa lsquodegli esercitirsquo che egrave etimologicamente identico ad aisl herja trattandosi rispettivamente dei genitivi plurali di aing here lsquoesercitorsquo e aisl herr lsquoidrsquo Per quanto riguarda fruma si egrave piugrave volte visto supra come nelle kenningar anticoinglesi termini per [capo re] vengano impiegati nelle stesse posizioni occupate da faeligder lsquopadrersquo herġa fruma ldquoprincipe dei popoli (in armi)rdquo si puograve quindi analizzare come funzionalmente equivalente ad una locuzione herġa faeligder ldquopadre dei popoli (in armi)rdquo

(2) Una tale kenning non egrave attestata mentre al contrario egrave attestata lrsquoespressione semanticamente identica faeligder folca gehwaeligs ldquopadre di ogni popolo (in armi)rdquo (An-dreas 330) in cui aing faeligder lsquopadrersquo egrave ovviamente da intendere in senso traslato lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo (su X)rsquo ed egrave infatti impiegato nella stessa posizione in cui ricorre fruma lsquoprincipersquo in kenningar per [dio cristiano] come ealra folca fruma ldquoprincipe di tutti i popolirdquo (Cristo 516) ed ealles folces fruma ldquoidrdquo (Discesa allrsquoinferno 29 41) queste kenningar sono a loro volta seman-ticamente identiche alla sopracitata herġa fruma ldquoprincipe dei popoli (in armi) degli esercitirdquo

Da un lato aisl Herdeg ed Herja‑fǫethr lsquoavo paterno del popolo (in armi)rsquo presentano quindi corrispondenze molto forti con kenningar anticoinglesi per [dio cristiano] effettivamente attestate ie herġa fruma lsquoprincipe dei popoli (in armi) esercitirsquo e faeligder folca gehwaeligs ldquopadre di ogni popolordquo Dallrsquoaltro egrave evidente (cfr tab 3) come sebbene una kenning aing herġa faeligder ldquopadre dei popoli (in armi)rdquo per [dio supre-mo] analoga alle epiclesi di Odino non sia direttamente attestata essa sarebbe stata una formazione possibile sulla base della grammatica poetica anglosassone

aing ealra folca fruma fruma lsquoprincipersquo ealra folca lsquodi tutti i popolirsquoealles folces fruma fruma lsquoprincipersquo ealles folces lsquodi ogni popolorsquoherġa fruma fruma lsquoprincipersquo herġa lsquodei popoli (in armi) esercitirsquofaeligder folca gehwaeligs faeligder lsquopadrersquo folca gehwaeligs lsquodi ogni popolorsquoherġa faeligder faeligder lsquopadrersquo herġa lsquodei popoli (in armi)rsquoaisl Herja‑fǫethr degfǫethr lsquoavo paternorsquo Herjadeg lsquodei popoli (in armi) esercitirsquoHer‑fǫethr degfǫethr lsquoavo paternorsquo Herdeg lsquodei popoli (in armi) esercitirsquo

Tab 3 Kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano ed epiclesi di Odino in Her(ja)deg

Queste corrispondenze permettono di ipotizzare che agli epiteti di Odino e a diver-se kenningar anticoinglesi trattate in questo capitolo soggiaccia una collocazione fraseologica germanica comune (e quindi necessariamente precristiana) [patriarca (pgerm fader- fathornru-) ndash degli esseri umani] il riflesso di una designazione indo-europea [patriarca (pie ph2teacuter- pə2trou-) ndash degli esseri umani] per [dio supre-mo] che come vedremo nella sezione seguente trova riscontro in una delle piugrave note

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

formule ricostruite della poetica indoeuropea

44 Paralleli in ambito indoeuropeo la formula al vocativo pie dieacuteu pə2ter

In ambito indoeuropeo essendo [esseri umani] uno degli elementi che fanno parte del merismo [degravei ed esseri umani] (= [tutti gli animati intelligenti]) i compo-sti Alda‑fǫethr lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esseri umanirsquo e Her‑fǫethr e Herja‑fǫethr lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esercitirsquo presentano una corrispondenza parziale con i giagrave menzionati epiteti di Zeus πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo e di Giove pater deum hominumque ldquopadre di degravei ed esseri umanirdquo i quali come si egrave visto supra (cap 3) riflettono una stessa collocazione [patriarca (pie ph2teacuter-) ndash di tutti gli animati intelligenti (degravei ed esseri umani)] Quanto giagrave affermato per il dio Odino nel mito nordico vale anche per il mondo classico il dio Zeus non genera lrsquoumanitagrave riproducendosi biolo-gicamente nelle narrazioni mitologiche greche neacute tantomeno ne egrave il creatore anzi nella versione piugrave nota del mito antropogonico egrave il titano Prometeo cui Zeus egrave ostile a creare lrsquoumanitagrave (Apollod 145) ciononostante il dio ha potere di vita e di morte sugli esseri umani in particolare sui guerrieri sul campo di battaglia decretandone la vittoria o la sconfitta (cfr cap 5) Si puograve presumere lo stesso per il dio romano Giove la cui mitologia egrave tuttavia assai meno conosciuta

Un parallelo ben piugrave significativo per le nostre epiclesi di Odino egrave perograve costituito dalla ben nota formula apposizionale [cielo (dieacuteu-) ndash padre (ph2teacuter-)] ricostrui-bile principalmente (ma non unicamente) sulla base della formula vocativa om Ζεῦ πάτερ ldquoo Zeus padrerdquo dellrsquoinvocazione ved diacuteyauṣ piacutetaḥ ldquoo Cielo padrerdquo e del teo-nimo lat Iūpiter attestato unicamente al nominativo e vocativo46 Infatti come nota-to da Nesselrath (2014 42) delle 24 attestazioni della formula al vocativo Ζεῦ πάτερ nellrsquoIliade essa egrave pronunciata soltanto 2x da personaggi che sono effettivamente figli biologici del dio e ben 22x da altre figure 4x dalle divinitagrave Teti Poseidone ed Era che si rivolgono a Zeus chiamandolo lsquopadrersquo nonostante nel caso degli ultimi due egli sia in realtagrave loro fratello e nel caso di Era anche marito nella stragrande maggioranza delle occorrenze (18x) lrsquoinvocazione egrave tuttavia pronunciata da esseri umani che rivolgono al dio preghiere o lamentele Ciograve corrisponde da vicino a quan-to egrave possibile ipotizzare per quel che riguarda lrsquoorigine della forma di nominativo e vocativo lat Iū-piter (genitivo Iovis dativo Iovi accusativo Iovem) esso sarebbe sorto a partire da un sintagma apposizionale al vocativo identico a umb Iu-pater lsquoo Giove-padrersquo (Tavole Iguvine IIb24 non ancora fossilizzato come in latino cfr il dativo Iuve[-]patre lsquoa Giove[-]padrersquo in IIb7 III22) impiegato in preghiere rivolte

46 Per una rassegna e analisi delle attestazioni dellrsquoapposizione formulare [cielo (di eacuteu -) ndash padre (ph2teacuter-)] nelle varie tradizioni indoeuropee cfr Bauer 2017 100-101 e n 5 (con rassegna bibliografica di studiosi che se ne sono occupati) 111-112 146 224-225

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Riccardo Ginevra

al dio in quanto ldquofather figure in his relation with mankindrdquo (Bauer 2017 224) Ai fini della nostra argomentazione vale infine la pena di rimarcare come lrsquoinvoca-zione apposizionale ved diacuteyauṣ piacutetaḥ ldquoo Cielo padrerdquo venisse ovviamente impie-gata allrsquointerno di preghiere eg RV 6515ab diacuteyauṣ piacutetaḥ pŕthivi mātar aacutedhrug aacutegne bhrātar vasavo mrḷaacutetā+ naḥ ldquoO Father Heaven Mother Earth lacking the lie Brother Agni good ones ndash have mercy on usrdquo Questi dati permettono quindi non soltanto la ricostruzione di una formula al vocativo pie dieacuteu pə2ter ldquoo Cielo padrerdquo (nellrsquoordine piugrave frequente per questo genere di sintagmi apposizionali cfr Bauer 2017 169-170) ma anche in termini pragmatici la ricostruzione del suo contesto originario preghiere e invocazioni rivolte al dio da parte di esseri umani

Ora un termine di parentela egrave sempre per definizione relazionale 47 esso fa ri-ferimento a un individuo il referente (eg it padre nella frase mio padre egrave malato) sulla base di una sua relazione di parentela con un altro individuo la cosiddetta lsquoan-corarsquo (ing anchor) la quale puograve essere esplicita (eg it mio nellrsquoesempio preceden-te) oppure implicita (eg nella frase papagrave egrave malato) Lrsquoancora egrave solitamente implicita in usi egocentrici (quando essa include il parlante eo i partecipanti alla conversa-zione) e interni alla famiglia (quando lrsquoancora e i partecipanti alla conversazione appartengono alla stessa famiglia) percheacute in questi contesti lrsquoidentitagrave dellrsquoancora egrave cosigrave altamente prevedibile che esprimerla in maniera esplicita sarebbe ridondante ai fini della comunicazione In generale i termini di parentela sono ancorati pragmati-camente (ldquopragmatically anchoredrdquo Dahl-Koptjevskaja-Tamm 2001 209) quando un termine di parentela egrave impiegato al vocativo il referente egrave ovviamente la seconda persona mentre lrsquoancora egrave solitamente la prima persona (Dahl-Koptjevskaja-Tamm 2001 203) Se analizziamo la formula al vocativo pie dieacuteu pə2ter ldquoo Cielo padrerdquo sulla base di tutte queste considerazioni risulta evidente come il referente sia il termine di parentela al vocativo pə2ter lsquoo padrersquo e come lrsquoancora implicita sia altamente prevedibile essa egrave da identificare con gli [esseri umani] che si rivolgono al dio alla prima persona in maniera egocentrica e interna alla famiglia allargata cosmica (tutti fattori che renderebbero ridondante lrsquoespressione esplicita dellrsquoanco-ra) La formula al vocativo pie dieacuteu pə2ter ldquoo Cielo padrerdquo non egrave quindi altro che una variante sorta in uno specifico contesto pragmatico della stessa collocazione [patriarca (pie ph2teacuter- pə2trou-) ndash degli esseri umani] che soggiace alle epiclesi e kenningar per [dio supremo] indoeuropee analizzate in questo capitolo eg aisl Alda‑fǫethr lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esseri umanirsquo

45 Aisl Herjans-fǫethr(faethir) e la stirpe divina dei prigravencipi

In questa ultima sezione ci si concentreragrave brevemente su unrsquoipotesi di analisi dellrsquou-nico composto con secondo elemento degfǫethr lsquoavo paternorsquo per il quale unrsquointerpreta-

47 Terminologia ed esempi sono adattati da Dahl-Koptjevskaja-Tamm 2001

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

zione letterale potrebbe effettivamente essere la piugrave adeguata Aisl Herjans‑fǫethr attestato tra i nomi di Odino (AM 757 4to) egrave un altro compo-

sto endocentrico determinativo la variante ltherians faudurgt herjans fǫethur atte-stata unicamente in Hdl 21 nel codice Flateyjarboacutek e spesso emendata in Herja‑fǫethr (Neckel-Kuhn 1962 ad loc Falk 1924 17) potrebbe essere interpretata come lrsquoac-cusativo singolare di una variante innovativa Herjans‑ƒaethir (analoga eg ad Al‑faethir per Al‑fǫethr) qualora essa non fosse un errore o una grafia irregolare per Herjans-ƒǫethr in questo lavoro il composto saragrave quindi citato come Herjans‑fǫethr(faethir) Dato che il primo elemento Herjansdeg egrave una forma di genitivo singolare e che il com-posto viene notato come sintagma sciolto nel Flateyjarboacutek aisl Herjans‑fǫethr(faethir) egrave categorizzabile tra i composti causali (ing case compound) i cui singoli elementi si trovano spesso disgiunti nella grafia dei manoscritti

Il primo elemento Herjansdeg egrave identico al genitivo singolare del nome di Odino Herjann (Vsp 3010 Grm 46 GethkI 19) un riflesso di pgerm harj-ana- lsquoquel-lo dellrsquoesercitorsquo sincronicamente interpretabile come un derivato denominale di pgerm harj-a- lsquoesercitorsquo (aisl herr aing here) Lrsquoesatta corrispondenza formale con om κοίρανος lsquocomandantersquo (attestato anche come nome proprio in Il 5677 17611-614) e frig kuryan-eyon lsquocapo rersquo (cfr anche lrsquoetnonimo celt Coriono-to-tae) ha fatto tuttavia ipotizzare unrsquoorigine giagrave indoeuropea per questa formazione (de Vries 1962 sv Orel 2003 sv xarjanaz) Le diverse proposte etimologiche avanzate per la protoforma comune ad aisl Herjann e om κοίρανος non riescono tuttavia a dar conto del vocalismo in -α- del suffisso greco da un derivato con suf-fisso -no- di pie koacuterio- lsquoesercitorsquo (aisl herr mirl cuire) ci si attenderebbe infatti una forma gr daggerκοιρoνος mentre anche una derivazione da un collettivofemminile kor-ieacuteh2- (lit kārė kariagrave lsquoguerrarsquo mgall cordd lsquotruppa bandarsquo) o kor-ih2- (gr Kοῖραdeg nellrsquoantroponimia) risulterebbe nei non attestati daggerκοιρηνος e daggerκορīνος (Peters 1980 170-181 NIL 440-443) Lrsquoipotesi che si tratti di formazioni sorte indipen-dentemente per mezzo del suffisso produttivo -no- allrsquointerno delle singole lingue rimane quindi la piugrave plausibile in ogni caso il parallelo etimologico manterrebbe il suo valore anche qualora esso si limitasse allrsquoanaloga designazione del lsquore coman-dantersquo nelle diverse lingue come lsquoquello del koacuterio-korieacuteh2-rsquo una circostanza che dimostra come questo vocabolo per lsquoesercito guerrarsquo dovesse evidentemente essere un importante termine tecnico giagrave nella protolingua

Qualora il suo primo elemento fosse effettivamente da identificare con lrsquoepiclesi di Odino Herjann al composto Herjans‑fǫethr(faethir) corrisponderebbe un significato lsquoavo paterno(padre) di Herjannrsquo che non avrebbe ovviamente alcun senso dal punto di vista della mitologia non potendo Odino essere avo paterno o padre di Herjann cioeacute di seacute stesso (cosigrave Standberg 2009 109) Lrsquounica alternativa egrave interpretare il primo elemento con il significato lsquore capo dellrsquoesercitorsquo attestato dai termini stret-tamente imparentati gr κοίρανος e frig kuryan-eyon In questo caso Herjans‑fǫethr(faethir) designerebbe Odino come lsquoavo paterno(padre) del re del capo dellrsquoesercitorsquo

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Riccardo Ginevra

un epiteto che avrebbe chiari paralleli nei testi scandinavi diverse genealogie di dinastie scandinave iniziano infatti proprio con il nome di Odino eg le genealogie degli Ynglingar reputata come la piugrave antica dinastia scandinava e degli Skjǫldung-ar famiglia reale danese (cfr la disamina a riguardo in Faulkes 1978-79) Potrebbe quindi non essere un caso che proprio nello Hdl lrsquounico poema eddico in cui ricorre aisl Herjans‑fǫethr(faethir) la gigantessa Hyndla prima di elencare gli antenati del re Oacutettarr faccia riferimento al fatto che le stirpi dei principi siano di origine divina 48

Hdl 8Sennom vieth ǫr sǫethlom sitia vieth scolom oc um iofra aeligttir doma gumna thorneira er fraacute goethom qvoacutemoldquoParliamo dalla sella Dobbiamo sedere e discutere delle stirpi dei principi di quegli uomini che vennero dagli degraveirdquo

Hdl egrave un poema genealogico il cui tema principale egrave il pedigree di re Oacutettarr po-trebbe quindi non essere un caso il fatto che in questo testo Odino venga non soltanto menzionato allrsquoinizio nella posizione in cui si troverebbe in qualsiasi genealogia scandinava degna di questo nome ma per giunta chiamato Herjans‑fǫethr(faethir) lsquoavo paterno(padre) del re del capo dellrsquoesercitorsquo

Quanto detto presenta evidenti corrispondenze in ambito germanico Lrsquousanza di fare iniziare le genealogie reali con il nome di un dio egrave infatti attestata giagrave per i Goti i quali secondo Iordanes riconducevano la loro stirpe ad alcuni ldquosemi-degraveirdquo chiamati Ansis (pgerm ansu- cfr aisl aacutess lsquodiorsquo)

Iordanes De origine actibusque Getarum 13-14non puros homines sed semideos id est Ansis vocaverunt [hellip] Horum ergo heroum ut ipsi suis in fabulis referunt primus fuit Gapt qui genuit Hulmul Hulmul vero genuit Augis at Augis genuit eum qui dictus est Amal a quo et origo Amalorum decurrit

In questo passaggio il nome del capostipite Gapt egrave stato analizzato come una variante dellrsquoepiteto di Odino Gautr (Faulkes 1978-79 2) il parallelo con il goti-co costituirebbe un forte indizio a supporto dellrsquoipotesi che lrsquousanza scandinava di tracciare la propria stirpe fino al dio supremo Odino sia da ricondurre ad etagrave proto-germanica

Le genealogie anglosassoni assicurano che lrsquoorigine di questa tradizione fosse quantomeno comune in ambito germanico nordoccidentale cfr eg la genealogia di Hengest e Horsa i conquistatori anglosassoni della Britannia presso Beda il Venerabile 49

48 Cfr a riguardo eg anche Akv 277-8 aacuteskunna [hellip] Nif lunga lsquodei Nibelunghi discendenti degli degraveirsquo

49 Per unrsquointerpretazione in prospettiva indoeuropeistica di questo passaggio cfr Jose-ph 1983

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Beda Historia ecclesiastica gentis anglorum 115Duces fuisse perhibentur eorum primi duo fratres Hengist et Horsa e quibus Horsa postea occisus in bello a Brettonibus hactenus in orientalibus Cantiae partibus monumentum habet suo nomine insigne Erant autem filii Uictgilsi cuius pater Uitta cuius pater Uecta cuius pater Uoden de cuius stirpe multarum prouinciarum regium genus originem duxit

Beda menziona aing Woden il cui nome egrave la controparte inglese di aisl Oacuteethinn (pgerm WōdVna‑) come progenitore della stirpe di Hengest e Horsa aggiungendo che molte dinastie riconducevano le proprie origini a questo personaggio La corri-spondenza con il norreno trova ulteriore conferma in quanto effettivamente attestato dalle genealogie dei sovrani anglosassoni la maggior parte delle quali elenca come capostipite proprio Woden (Chaney 1970 7ss)

In ambito indoeuropeo (e non) i casi di dinastie che dichiaravano antenati im-mortali sono notoriamente numerosi e talvolta anche relativamente tardi basti pen-sare alla discendenza da Zeus vantata da Alessandro Magno o alle origini della gens Iulia da Venere (cfr eg West 2007 377 per ulteriori paralleli) Formazioni (prin-cipalmente onomastiche) che corrispondono ad una collocazione [natodonato ndash dagli degravei] sono parimenti attestate in tutte le lingue indeuropee e riflettono con tutta probabilitagrave unrsquoereditagrave dalla protolingua (cfr Schramm 1957 71-72 Schmitt 1967 127ss) cfr eg ved Deva‑jā- gr Θεο-γένης celt Divo-genus tutti interpretabili come lsquodiscendente degli degraveirsquo gr Θεό-δωρος scr Deva-datta- lit Bagi-dote bulg Bogo-dan dal significato lsquodonato dagli degraveirsquo (cfr anche il nome cristiano lat Adeo-datus)50

Infine la stessa credenza che soggiace allrsquoepiclesi di Odino aisl Herjans‑fǫethr(faethir) lsquoavo paterno(padre) del re del capo dellrsquoesercitorsquo secondo cui i sovrani di-scenderebbero in ultima analisi dalla divinitagrave suprema presenta chiari riflessi nellrsquoe-pica omerica nella quale in primo luogo om διο-γενής lsquodiscendente di Zeusrsquo e διο-τρεφής lsquocresciuto da Zeusrsquo ricorrono frequentemente come epiteti generici di diversi eroi (Ulisse Achille Aiace Menelao inter alia)51 e in secondo luogo egrave at-testata una espressione formulare διο-τρεφής βασιλεύς ldquore cresciuto da Zeusrdquo (15x variamente declinata)

Il 7249-250Αἴας διογενὴς προΐει δολιχόσκιον ἔγχος καὶ βάλε Πριαμίδαο κατ᾿ ἀσπίδα πάντοσ᾿ ἐίσηνldquoFu Aiace il discendente di Zeus a scagliare la sua lunga lancia e colpigrave il figlio di Priamo sullo scudo ben bilanciatordquo

50 Ringrazio Andrea Lorenzo Covini e Daniel Koumllligan per lrsquoutile discussione a riguar-do

51 Cfr anche διό-γνητος epiteto di Iolao nello Scudo (340)

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Riccardo Ginevra

Il 17652-653σκέπτεο νῦν Μενέλαε διοτρεφές αἴ κεν ἴδηαι ζωὸν ἔτ᾿ Ἀντίλοχον μεγαθύμου Νέστορος υἱόν ldquoMenelao cresciuto da Zeus guarda adesso se vedi ancora vivo Antiloco il figlio di Nestore ma-gnanimordquo

Il 2445οἱ δ᾿ ἀμφ᾿ Ἀτρεΐωνα διοτρεφέες βασιλῆες θῦνον κρίνοντες μετὰ δὲ γλαυκῶπις Ἀθήνη ldquoEd i re cresciuti da Zeus intorno allrsquoAtride srsquoaffannavano ad ordinarli e crsquoera Atena dagli occhi azzurrirdquo

Lrsquoampio numero di corrispondenze che lrsquoanalisi di aisl Herjans‑fǫethr(faethir) pro-posta in questa sezione presenta sia in ambito germanico che nelle altre tradizioni indoeuropee ne supporta quindi lrsquointerpretazione lsquoavo paterno(padre) del re del capo dellrsquoesercitorsquo Egrave importante notare come qualora questo fosse effettivamente il significato del composto si tratterebbe dellrsquounica occorrenza di aisl degfǫethr in senso non traslato unrsquooccorrenza che sarebbe tuttavia sufficiente ad attestare la sopravvi-venza del significato letterale di pie pə2trou- lsquoavo paternorsquo in norreno quantomeno fino alla data della creazione di questo epiteto

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5 IL DISPENSATORE DI VITTORIE E DI MASSACRI SIG-FǪETHR SIG-FAETHIR E VALFǪETHR

Lrsquoultimo gruppo di epiclesi di Odino trattate in questo lavoro egrave costituito da alcune formazioni che fanno riferimento al suo ruolo di dio che governa lrsquoesito di ogni bat-taglia I composti sono aisl Sig-fǫethr Sig‑faethir ( aisl sigr lsquovittoria) e Val‑fǫethr ( aisl val[r] lsquomassa dei caduti in battagliarsquo) e ricorrono in vari passaggi dellrsquoEdda poetica di cui segue una selezione

Grm 482

Siacuteethhǫttr Siacuteethsceggr Sigfǫethr Hnicuethr Alfǫethr Valfǫethr Atriacuteethr oc Farmatyacuterldquo(Nomi di Odino ) Siacuteethhǫttr Siacuteethskeggr Sigfǫethr Hnikuethr Alfǫethr Valfǫethr Atriacuteethr e Farmatyacuterrdquo

Vsp 551-4

THORNaacute koslashmr inn micli mǫgr Sigfǫethur Viacuteetharr vega at valdyacuterildquoEcco viene quel grande figlio di Sigfaethir Vietharr e combatte contro la bestia malvagiardquo

Vsp 15-8

vildo at ec Valfǫethr vel fyrtelia forn spiǫll fira thornau er fremst um manldquoTu vuoi che io o Valfǫethr narri compiutamente le antiche storie delle creature le cose che prime ricordordquo

Oltre che in testi poetici aisl Valfǫethr ricorre anche in un passaggio in prosa dellrsquoEdda di Snorri che saragrave analizzato in dettaglio infra per la sua rilevanza ai fini dellrsquointerpretazione del composto

51 Sig-fǫethr lsquopatriarca della vittoriarsquo quindi lsquocolui che ha autoritagrave sulla vittoriarsquo

Dal punto di vista formale le epiclesi trattate in questa sezione riflettono tipi che sono giagrave stati discussi supra (in particolare cap 3) come Al‑fǫethr e tutti gli altri epiteti in degfǫethr trattati finora anche aisl Sig‑fǫethr egrave un composto endocentrico deter-minativo (tatpuruṣa‑) mentre aisl Sig‑faethir analogamente a quanto giagrave visto per Al-faethir riflette un rimodellamento di Sig‑fǫethr con sostituzione del secondo elemento opaco degfǫethr per mezzo del piugrave trasparente degfaethir

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Riccardo Ginevra

Il primo elemento Sigdeg egrave senza dubbio da identificare con una ben nota variante del sostantivo aisl sigr lsquovittoria battagliarsquo la quale ricorre quasi esclusivamen-te come primo elemento di composti determinativi attestati nella lingua poetica (kenningar come sig‑maacuteni lsquoluna della vittoriarsquo per [scudo] Meissner 1921 168) e nellrsquoonomastica (eg Sig‑urethr lsquoguardiano della vittoriarsquo) questa variante ha unrsquouni-ca occorrenza come simplex in norreno (OrH 18)52 ma in islandese moderno esiste un sostantivo sig lsquofrettarsquo che potrebbe esserne un riflesso53 Come got sigis lsquovitto-riarsquo aisl sigr lsquoidrsquo egrave un riflesso con tematizzazione (regolare in gotico e nordico per questo genere di formazioni) di pgerm segiz- lsquoidrsquo un sostantivo neutro tra i cui riflessi diretti sono annoverati anche aat sigu (rimodellato a partire da sigi) e le due varianti aing siġe e sigor54 Pgerm segiz- egrave a sua volta riconducibile a pie seacuteǵh-es- lsquovittoriarsquo ( ved saacutehas‑ lsquoforza vittoriarsquo) un neutro in -s- della radice pie seǵh- lsquosopraffare conquistarersquo (LIV2 515-516) attestata inter alia da ved saacuteh‑a-te lsquovincere sconfiggerersquo e gr ἔχω lsquopossederersquo55

Il significato che si puograve dedurre per aisl Sig‑fǫethr a partire dallrsquoetimologia egrave quindi lsquoavo paterno della vittoriarsquo come per Al‑fǫethr e Al‑faethir il rimodellamento Sig-faethir lsquopadre della vittoriarsquo suggerisce che il secondo elemento degfǫethr fosse ritenuto essere funzionalmente equivalente a faethir lsquopadrersquo Anche in questo caso i termini di parentela non sono quindi da intendere letteralmente Odino non genera infatti nessuna personificazione divina della Vittoria nel mito nordico neacute tantomeno ne egrave lrsquoavo paterno Al contrario se si prende in considerazione il significato traslato lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo (su X)rsquo che sia degfǫethr lsquoavo paternorsquo che faethir lsquopadrersquo potevano assumere egrave possibile interpretare aisl Sig‑fǫethr con un significato lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo che presenta numerosi paralleli nelle fonti in antico nordico

Ls 22THORNegi thornuacute Oacuteethinn thornuacute kunnir aldregi deila viacuteg meeth verom opt thornuacute gaft thorneim er thornuacute gefa scyldira inom slaeligvorom sigrldquoStarsquo zitto Odino Tu non hai mai saputo decidere fra uomini battaglie spesso hai concesso a chi non dovevi concederla a uomini vili la vittoriardquo

52 Si tratta di un catalogo di sinonimi poetici per [battaglia] in cui il vocabolo egrave stato con tutta probabilitagrave inserito per influenza delle formazioni composte

53 Cfr de Vries 1962 sv anche se lo sviluppo semantico non egrave da dare per scontato54 Aat sigu e aing siġe sono entrambi esiti di germ occ sig-i- germ occ -i egrave lrsquoesi-

to regolare di pgerm ‑iz in formazioni non monosillabiche cfr Ringe-Taylor 2014 43-44 Per lrsquoanalisi di aing sigor come rif lesso di pgerm sigiz‑ cfr Nussbaum 1998 531-532 Sug-li sviluppi divergenti dei temi in -s- indoeuropei nei vari rami della famiglia germanica cfr Casaretto 2004 553-559

55 Come mi ricorda Andrea Lorenzo Covini lrsquoaccezione piugrave antica egrave ancora attestata dal nome proprio mic e-ka-no (h)Ekh-ānōr lsquoche vince gli uominirsquo rimpiazzato nel primo millen-nio dalla variante con rinnovamento lessicale Nικ-άνωρ

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Ynglinga saga 9Opt thornoacutetti Sviacuteum hann vitrast seacuter aacuteethr stoacuterar orrostur yrethi gaf hann thornaacute sumum sigrldquoThe Sviacutear often thought he (Oacuteethinn) appeared to them before great battles were to take place Then he gave victory to some of themrdquo

Eirm 71-2

Hviacute namt thornuacute hann sigri thornaacute es thorneacuter thornoacutetti hann snjallr vesaldquoWhy did you (Oacuteethinn) deprive him of victory then when he seemed to you to be valiantrdquo

Nella strofa di Ls e nel brano della Ynglinga saga Odino egrave il soggetto di una collocazione [dio supremo (aisl Oacuteethinn pgerm WōdVna‑) ndash dare (gefa geb-a-) ndash vittoria (sigr segiz‑) ndash ad essere umano] che come vedremo infra presenta diverse corrispondenze in altre tradizioni germaniche e indoeuropee Ma Odino non egrave soltanto colui che puograve gefa sigr ldquodare (a qualcuno) la vittoriardquo come attestato da Eirm 7 egli puograve anche decidere di nema sigri ldquoprivare (qualcuno) della vittoriardquo Questi passi attestano la credenza che il dio supremo scandinavo avesse la facoltagrave di disporre del sigr lsquovittoriarsquo a proprio piacimento supportando quindi lrsquointerpretazio-ne dellrsquoepiteto di Odino Sig‑fǫethr come lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo

52 Val-fǫethr lsquopatriarca del massacrorsquo quindi lsquocolui che ha autoritagrave sul massacrorsquo

Come Sig‑fǫethr e Sigfaethir noncheacute come diversi composti in valdeg attestati tra le ken-ningar (eg val‑dǫgg lsquorugiada del massacrorsquo per [sangue]) e i nomi propri (eg Val‑hǫll lsquosala dei cadutirsquo) anche aisl Val‑fǫethr egrave un composto endocentrico determi-nativo tatpuruṣa‑ Il primo elemento va identificato con il sostantivo maschile aisl valr lsquomassa dei caduti in battaglia strage campo di battagliarsquo oppure con il quasi identico neutro val lsquoidrsquo lrsquoantichitagrave di queste formazioni egrave assicurata da vari termini strettamente imparentati eg aing waeligl lsquoidrsquo e aat wal lsquocampo di battagliarsquo (de Vries 1962 svv valr e val Orel 2003 sv walaz) i quali permettono di ricostruire una formazione pgerm wal-a- Questa a sua volta viene correntemente ricondotta a pie uol(h3)-o- lsquocolpo morte stragersquo (cfr Strandberg 2009 112) un derivato tematico della radice uelh3- lsquocolpire ucciderersquo (LIV2 679) tra i cui riflessi si annoverano gr ἁλίσκομαι lsquovenire catturatorsquo itt walḫ‑zi lsquocolpirersquo56 e toc A waumlllaumlṣtaumlr lsquomorirersquo Secondo Bjorvand e Lindeman (2000 sv val1) lrsquooscillazione tra maschile e neu-tro sarebbe da imputare alla retroformazione del neutro a partire da un collettivo pgerm wal‑ō‑ lsquomassa dei caduti in battagliarsquo In questo caso il genere originario del sostantivo saragrave stato maschile il che concorda con quanto ci si attenderebbe da

56 Sulla controversa questione degli esiti di h3 allrsquointerno di parola in ittito cfr Mel-chert 1987 2011

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Riccardo Ginevra

un nomen actionis del cosiddetto tipo τόμος ovvero pie uoacutel(h3)-o-57 conseguente-mente il significato originario di pgerm wal-a- saragrave stato lsquocolpo uccisione mor-tersquo con uno slittamento semantico successivo verso il piugrave concreto senso lsquomassa dei caduti in battagliarsquo che presenterebbe uno stretto parallelo in gr φόνος lsquouccisione massacro spargimento di sangue cadaverersquo un riflesso di pie guhoacuten-o- lsquocolpo uccisionersquo derivato del tipo τόμος di pie guhen- lsquocolpire ucciderersquo (LIV2 218-219)

Sul piano della semantica egrave possibile ipotizzare due diversi significati per aisl Val‑fǫethr i quali trovano supporto diverso nella fraseologia

(a) lsquoPatriarca degli uomini caduti in battagliarsquoQuesta interpretazione egrave supportata dalla glossa che Snorri dagrave del composto

Gylf 20Oacuteethinn heitir Alfǫethr thornviacuteat hann er faethir allra goetha Hann heitir ok Valfǫethr thornviacuteat hans oacuteskasynir eru allir thorneir er iacute val fallaldquoOdino si chiama Alfǫethr poicheacute egli egrave il padre di tutti gli degravei Egli si chiama anche Valfǫethr poicheacute suoi figli adottivi sono tutti quelli che muoiono fra i cadutirdquo

Il modo in cui Snorri interpreta Val‑fǫethr egrave sintetizzabile come lsquopadre degli uomini caduti in battagliarsquo sulla base dellrsquoanalisi di degfǫethr proposta in questo lavoro la traduzione piugrave esatta sarebbe in realtagrave lsquoavo paterno degli uomini caduti in battagliarsquo In ogni caso non essendo i caduti in battaglia (solitamente) figli biologici di Odino Val‑fǫethr sarebbe da intendere come lsquopatriarca degli uomini caduti in battagliarsquo Questa interpretazione presenta numerosi paralleli nella mitologia nordica secondo cui comrsquoegrave noto i guerrieri morti valorosamente in battaglia sarebbero stati accolti nella dimora di Odino chiamata non a caso Val‑hǫll lsquosala dei cadutirsquo dove avrebbero atteso che il dio li guidasse in battaglia contro i nemici cosmici durante la fine del mondo (Gylf 51)

Qualora Val‑fǫethr significasse lsquopatriarca degli uomini caduti in battagliarsquo esso sarebbe una variante della collocazione [patriarca ndash degli uomini] per [dio supre-mo] discussa supra (cap 4) ciograve potrebbe giustificare una circostanza degna di nota nel brano riportato supra (Gylf 20) Snorri offre una glossa di Alfǫethr come faethir allra goetha ldquopadre di tutti gli degraveirdquo mentre in un passaggio analizzato supra (Gylf 9) lo stesso composto egrave glossato come faethir allra goethanna ok mannahellip ldquopadre di tutti gli degravei e gli uominihelliprdquo Egrave possibile ipotizzare (cfr tab 4) che nella glossa di Alfǫethr di Gylf 20 Snorri elimini invece il riferimento agli lsquouominirsquo (presente in Gylf 9) proprio percheacute egrave invece espresso dal composto trattato subito dopo Valfǫethr

57 Cfr Koumllligan 2017 sulla possibile attestazione di un rif lesso di pie u oacutel(h3)-o- nel nome proprio mic wo‑ro‑qo‑ta uolo-ku hontā-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Gylf 9 Al‑fǫethr Glossa di Snorri [padre ndash di degravei e uomini]

Gylf 20 Al‑fǫethr [padre ndash degli degravei]

Val‑fǫethr [padre ndash degli uomini (caduti in battaglia)]

Tab 4 Schema di una possibile interpretazione di Gylf 9 e 20

(b) lsquo(Patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla morte in combatti-mentorsquoAlternativamente egrave possibile interpretare valdeg nel suo significato primario di lsquostrage morte in combattimentorsquo e degfǫethr lsquoavo paternorsquo nel senso traslato che esso chiaramente assume eg in Sig‑fǫethr ovvero come lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo (su X)rsquo Secondo questa analisi aisl Val‑fǫethr significherebbe lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla strage sulla morte in combattimentorsquo e sarebbe quindi il corrispettivo antonimico di Sig‑fǫethr lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo Una tale interpretazione troverebbe supporto nelle fonti norrene in cui come abbiamo visto supra egrave senza dubbio Odino a decidere da un lato a chi tocchi la vittoria ma dallrsquoaltro anche e necessariamente a chi tocchi la sconfitta e quindi la morte (la fuga non sembra essere contemplata)

Ynglinga saga 9Opt thornoacutetti Sviacuteum hann vitrast seacuter aacuteethr stoacuterar orrostur yrethi gaf hann thornaacute sumum sigr en sumum baueth hann til siacuten thornoacutetti hvaacuterrtveggi kostr goacuteethrldquoThe Sviacutear often thought he [Oacuteethinn] appeared to them before great battles were to take place Then he gave victory to some of them and others he summoned to himself Both outcomes were consid-ered goodrdquo

Eirm 7lsquoHviacute namt thornuacute hann sigri thornaacute es thorneacuter thornoacutetti hann snjallr vesarsquo lsquoTHORNviacute at oacuteviacutest es at vita naeligr ulfr inn hǫsvi sœkir aacute sjǫt goetharsquoldquolsquoWhy did you deprive him of victory then when he seemed to you to be valiantrsquo lsquoBecause it cannot be known for certain when the grey wolf will attack the home of the godsrsquordquo

Nella Ynglinga saga lrsquoatto di Odino di bjoacuteetha til siacuten ldquochiamare a segraverdquo gli uomini egrave ovviamente un eufemismo per lsquofare morirersquo58 dato che ad essere destinati a vivere nel Valhǫll insieme a Odino sono proprio i guerrieri valorosi caduti in battaglia Parimenti in Eiriacuteksmaacutel il fatto che Odino abbia deciso di nema sigri ldquoprivare della vittoriardquo il re Eiriacutekr egrave giustificato con la necessitagrave di creare un esercito di guerrieri morti a difesa del Valhǫll prima che arrivi la fine del mondo Questi e numerosi altri passi suggeriscono quindi che aisl val(r) lsquomorte in battagliarsquo venisse impiegato in

58 Cfr lrsquoepiteto del dio dei morti greco Ade presso Eschilo (fr 406 Radt) ἀγησί-λαος lsquoche guida il popolorsquo (Daniel Koumllligan c p)

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Riccardo Ginevra

questi contesti come un antonimo di aisl sigr lsquovittoriarsquoEntrambe le interpretazioni di Val‑fǫethr proposte in questa sezione trovano in

qualche modo supporto nelle fonti norrene Sebbene lrsquoanalisi di Val‑fǫethr come (a) lsquopatriarca dei caduti in battagliarsquo sia piugrave aderente alla glossa di Snorri nei carmi eddici aisl val(r) sembra solitamente avere un significato lsquomassa dei caduti morte in battaglia stragersquo ovvero un referente inanimato piugrave adatto al significato (b) lsquo(pa-triarca =) colui che ha il controllo sulla morte in battagliarsquo il quale egrave quindi da prefe-rirsi alla prima opzione Come vedremo nelle sezioni seguenti sia lrsquointerpretazione di Sig‑fǫethr come lsquo(patriarca =) colui che ha il controllo sulla vittoria in battagliarsquo che quella di Val‑fǫethr come corrispettivo antonimico di Sig‑fǫethr (b) sono supportate da paralleli in altre tradizioni germaniche e indoeuropee

53 Paralleli in ambito germanico il dio longobardo Godan e il Dio cristiano anglosassone

Comrsquoegrave noto (cfr eg Martin 2000) in ambito germanico il ruolo del dio nordico Odino (il cui nome egrave un riflesso di pgerm WōdVna‑) come dispensatore di vitto-ria ha una perfetta corrispondenza in quanto attestato riguardo al suo corrispettivo longobardo un dio di nome Godan (un altro riflesso di WōdVna‑) allrsquointerno di una narrazione mitologica sullrsquoorigine del nome dei Longobardi (precedentemente chiamati Winili) che ricorre in forma diversa nella Cronaca di Fredegario (365) nellrsquoOrigo gentis langobardorum (1 entrambe composte durante il VII sec dC) e presso Paolo Diacono (VIII sec)

Paolo Diacono Historia langobardorum 18Refert hoc loco antiquitas ridiculam fabulam quod accedentes Wandali ad Godan victoriam de Winilis postulaverint illeque responderit se illis victoriam daturum quos primum oriente sole conspexisset [hellip] Sicque Winilis Godan victoriam concessisse

Sia questa versione di Paolo Diacono che quella dellrsquoOrigo differiscono note-volmente da quella di Fredegario mentre le prime due pur avendo diversi punti di contatto tra loro presentano anche notevoli differenze le quali permettono di ipotiz-zare che lrsquoOrigo fosse soltanto una delle fonti di Paolo e che la somiglianza tra tutti questi testi non sia dovuta (o almeno non unicamente) allrsquoinfluenza di uno di questi autori sullrsquoaltro (Heath 2017 139-148 con disamina delle letteratura a riguardo cfr anche Martin 2000) Si puograve quindi concludere che con tutta probabilitagrave presso i Longobardi questa leggenda fosse tramandata oralmente e per mezzo di fraseologia tradizionale germanica non egrave quindi implausibile supporre che eg in Paolo Diaco-no le espressioni lat se (Godan) illis victoriam daturum e Winilis Godan victoriam concessisse (di cui sono attestate varianti anche nellrsquoOrigo e presso Fredegario) tra-ducano in realtagrave due riflessi longobardi della collocazione fraseologica germanica [dio supremo (pgerm WōdVna‑) ndash dare (geba-) ndash vittoria (segiz‑) ndash ad essere

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

umano] che come visto supra soggiace anche a eg Ynglinga saga 9 gaf hann thornaacute sumum sigr ldquoegli (Odino) diede la vittoria ad alcunirdquo

Tracce di questa collocazione si potrebbero ancora riconoscere in ambito ormai cristianizzato nella letteratura anglosassone dove egrave attestata unrsquoanaloga collocazione [dio cristiano ndash dare (aing gifan pgerm geba-) ndash vittoria (sigor segiz‑) ndash ad essere umano]

Judith 88-89Forgif me swegles ealdor sigorldquoConcedimi principe del cielo la vittoriardquo

Proprio come in norreno egrave possibile mettere in stretta correlazione lrsquoepiteto di Odi-no Sig‑fǫethr lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo con i riflessi della collocazione [dio supremo (pgerm WōdVna‑) ndash dare (pgerm geba-) ndash vit-toria (pgerm segiz‑) ndash ad umano] anche in antico inglese questa collocazione si puograve collegare ad alcune frequenti kenningar per il [dio cristiano] come inter alia aing sigora waldend ldquosignore delle vittorierdquo (18x) sigora frēa ldquoidrdquo (6x) e sigora sōethcyning ldquovero re delle vittorierdquo (5x Marquardt 1938 289) Come abbiamo visto supra nelle kenningar anticoinglesi per [dio cristiano] aing faeligder lsquopadrersquo occupa spesso lo stesso slot espresso da aing degcyning lsquorersquo o frēa lsquoidrsquo ed egrave quindi intendere in unrsquoaccezione lsquocolui che ha autoritagrave controllo su Xrsquo

bull wuldor-cyning lsquore della gloriarsquo vs wuldor‑faeligder lsquopadre della gloriarsquobull moncynnes frēa ldquosignore del genere umanordquo vs faeligder mancynnes ldquopadre del

genere umanordquoSulla base di queste considerazioni se si confrontano le kenningar aing sigora

sōeth‑cyning ldquovero re delle vittorierdquo e sigora frēa ldquosignore delle vittorierdquo con eg lrsquoepiteto del Dio cristiano sōeth‑faeligder lsquovero padrersquo (Cristo 103) si puograve osservare (cfr tab 5) come una formula sigora (sōeth‑)faeligder lsquo(vero) padre delle vittoriersquo si sarebbe potuta facilmente creare sulla base della grammatica poetica anglosassone

aing wuldor-cyning degcyning lsquorersquo wuldordeg lsquodella gloriarsquo

wuldor‑faeligder degfaeligder lsquopadrersquo wuldordeg lsquodella gloriarsquo

sigora frēa frēa lsquosignorersquo sigora lsquodelle vittoriersquo

sigora sōeth‑cyning (sōeth‑)cyning lsquo(vero) rersquo sigora lsquodelle vittoriersquo

sōeth‑faeligder (sōeth‑)faeligder lsquo(vero) padrersquo

sigora (sōeth‑)faeligder (sōeth‑)faeligder lsquo(vero) padrersquo sigora lsquodelle vittoriersquo

aisl Sig‑fǫethr degfǫethr lsquoavo paternorsquo Sigdeg lsquodella vittoriarsquo

Sig‑faethir degfaethir lsquopadrersquo Sigdeg lsquodella vittoriarsquo

Tab 5 Kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano ed epiclesi di Odino in Sigdeg

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Riccardo Ginevra

In linea teorica sulla base del sistema formulare anticoinglese si sarebbe quindi potuto creare senza difficoltagrave un epiteto del [dio cristiano] sigora (sōeth)faeligder ldquo(vero) padre delle vittorierdquo equivalente funzionalmente allrsquoepiteto di Dio aing sigora frēa ldquoprincipe delle vittorierdquo e imparentato etimologicamente con gli epiteti di Odino aisl Sig‑fǫethr e Sig‑faethir lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo Eppure una tale ipotetica ma altamente plausibile kenning non egrave mai attestata nei testi anglosassoni anche qui egrave possibile ipotizzare che questo genere di fraseologia venisse evitato dagli autori cristiani a causa delle sue associazioni pagane

54 Paralleli indoeuropei il Dio cristiano irlandese e il dio Zeus nellrsquoepica greca arcaica

I temi mitologici e i motivi fraseologici trattati nelle sezioni precedenti presentano diverse corrispondenze in ambito indoeuropeo Anzitutto egrave possibile individuare vari paralleli per la collocazione [dio ndash dare ndash vittoria ndash ad essere umano] eg in italico (latino) e celtico (medio irlandese)

Liv 3030 Hannibalem cui tot de Romanis ducibus victoriam di dedissent ldquoAnnibale a cui gli degravei hanno dato la vittoria su cosigrave tanti generali romanirdquo

Annali frammentari drsquoIrlanda sub anno 868Na h-iomraidhidh teicheadh acht tairisnighidh isin Choimdhidh o f-fuil cosgar dona Criostaidhibh ldquoNon pensate alla fuga ma confidate nel Signore che dagrave la vittoria ai Cristianirdquo

Mentre presso Livio sono degravei generici a dare la vittoria al mortale Annibale negli Annali medioirlandesi ricorre la stessa collocazione [dio cristiano ndash dare ndash vitto-ria ndash ad essere umano] riscontrata supra in antico inglese

Egrave la tradizione greca tuttavia a offrire le corrispondenze piugrave interessanti In pri-mo luogo anche nellrsquoIliade ricorre la collocazione [dio ndash dare ndash vittoria ndash a essere umano] attestata inter alia presso Livio

Il 7291-292 (asymp 7377-378)ὕστερον αὖτε μαχησόμεθ᾿ εἰς ὅ κε δαίμων ἄμμε διακρίνῃ δώῃ δ᾿ ἑτέροισί γε νίκηνldquopoi combatteremo di nuovo fino a quando un dio non abbia deciso fra noi agli uni o agli altri dando vittoriardquo

Comrsquoegrave noto tuttavia nellrsquoIliade non egrave di solito un dio generico ad assegnare la vittoria egrave il dio supremo Zeus a essere regolarmente il soggetto della collocazione [dio supremo ndash dare ndash vittoria ndash ad umano] che abbiamo visto supra ricorrere an-che in antico nordico (Ynglinga saga 9 gaf hann thornaacute sumum sigr ldquoegli [Odino] diede la vittoria ad alcunirdquo) e in varie altre tradizioni indoeuropee

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Il 7202-203ldquoΖεῦ πάτερ Ἴδηθεν μεδέων κύδιστε μέγιστε δὸς νίκην Αἴαντι καὶ ἀγλαὸν εὖχος ἀρέσθαιldquoZeus padre signore dellrsquoIda gloriosissimo sommo dagrave la vittoria ad Aiace e che abbia un succes-so gloriosordquo59

Il 17627Ζεύς ὅτε δὴ Τρώεσσι δίδου ἑτεραλκέα νίκηνldquoche Zeus dava ai Troiani lrsquoalterna vittoriardquo

Il 8175-176γιγνώσκω δ᾿ ὅτι μοι πρόφρων κατένευσε Κρονίων νίκην καὶ μέγα κῦδος ἀτὰρ Δαναοῖσί γε πῆμαldquoCapisco che a me di buon grado ha accordato il figlio di Crono grande gloria e vittoria sciagura invece ai Danairdquo

Nellrsquoultimo passaggio citato Zeus egrave esplicitamente detto dispensare vittoria e gloria a una delle due parti in battaglia Ettore e i Troiani e al contrario πῆμα lsquorovi-na sofferenzarsquo alla parte avversa gli Achei questrsquoultimo esito consiste a sua volta con tutta probabilitagrave in un massacro come si puograve dedurre eg da Il 22288 in cui Achille che sta facendo strage di Troiani egrave chiamato πῆμα μέγιστον ldquomassima rovi-nardquo da questi Si tratta quindi di un parallelo interessante per il passo citato supra di Ynglinga saga 9 in cui Odino egrave detto esplicitamente dispensare vittoria a uno degli eserciti (gaf hann thornaacute sumum sigr ldquoallora diede ad alcuni la vittoriardquo) e di conseguen-za morte allrsquoaltro (sumum baueth hann til siacuten ldquochiamograve altri presso di seacuterdquo)

Un altro passo rilevante egrave quello in cui Zeus egrave detto privare i guerrieri della vit-toria

Il 16686-693εἰ δὲ ἔπος Πηληιάδαο φύλαξεν ἦ τ᾿ ἂν ὑπέκφυγε κῆρα κακὴν μέλανος θανάτοιο ἀλλ᾿ αἰεί τε Διὸς κρείσσων νόος ἠέ περ ἀνδρῶν ὅς τε καὶ ἄλκιμον ἄνδρα φοβεῖ καὶ ἀφείλετο νίκην ῥηιδίως ὅτε δ᾿ αὐτὸς ἐποτρύνῃσι μάχεσθαι ὅς οἱ καὶ τότε θυμὸν ἐνὶ στήθεσσιν ἀνῆκεν Ἔνθα τίνα πρῶτον τίνα δ᾿ ὕστατον ἐξενάριξας Πατρόκλεις ὅτε δή σε θεοὶ θάνατόνδε κάλεσσανldquoSe avesse invece ascoltato il consiglio del figlio di Peleo avrebbe evitato il destino maligno della morte nera Ma la mente di Zeus egrave sempre piugrave forte di quella degli uomini incute paura anche in un prode e senza fatica gli strappa la vittoria altra volta lui stesso lo spinge a combattere Cosigrave quella volta gli accese lrsquoanimo in petto A chi allora per primo a chi per ultimo togliesti lrsquoarmatura Patro-colo quando gli degravei ti chiamarono a morterdquo

Om ἀφείλετο νίκην ldquoprivograve della vittoriardquo (che ricorre anche in Il 17177) costi-tuisce uno stretto parallelo fraseologico per lrsquoespressione aisl namt sigri ldquoprivasti della vittoriardquo nel testo di Eirm 7 citato supra Nel passo scaldico tuttavia questa

59 Egrave degno di nota come in questo passaggio la preghiera per ricevere la vittoria inizi con un rif lesso della formula apposizionale al vocativo pie di eacuteu pə2ter lsquoo Cielo padrersquo sup-portando la connessione tra la concettualizzazione del dio supremo come signore degli esseri umani e come dispensatore della vittoria proposta supra (cap 4)

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Riccardo Ginevra

locuzione sembra riferirsi metonimicamente alla morte del guerriero (Odino ldquopriva della vittoriardquo re Eiriacutekr facendolo morire) mentre nel testo omerico ἀφείλετο νίκην si riferisce piugrave che altro alla facoltagrave di Zeus di mettere in fuga persino i guerrieri piugrave coraggiosi e non di farli morire (ciograve egrave ancora piugrave chiaro nellrsquounica altra occorrenza del sintagma in Il 17) Egrave possibile tuttavia notare come anche nellrsquoIliade la locu-zione venga incorniciata da riferimenti alla morte di Patroclo suggerendo che vi sia effettivamente una qualche associazione di contiguitagrave tra privazione della vittoria e morte anche nel testo omerico

Infine il parallelo tra Odino Sig‑fǫethr e Val‑fǫethr patrono della vittoria da un lato e della morte in battaglia dallrsquoaltro e Zeus nellrsquoIliade dispensatore di vittoria per uno schieramento e quindi necessariamente di sconfitta e morte per lrsquoaltro egrave esemplificato magistralmente dalle scene in cui il dio greco adopera la sua famosa bilancia60

Il 19221-224αἶψά τε φυλόπιδος πέλεται κόρος ἀνθρώποισιν ἧς τε πλείστην μὲν καλάμην χθονὶ χαλκὸς ἔχευεν ἄμητος δ᾽ ὀλίγιστος ἐπὴν κλίνῃσι τάλαντα Ζεύς ὅς τ᾽ ἀνθρώπων ταμίης πολέμοιο τέτυκταιldquoPresto agli uomini viene la nausea di una battaglia in cui molta paglia a terra il bronzo riversi ma il raccolto sia poco quando i due piatti bilancia Zeus che della guerra fra gli uomini egrave il tesoriererdquo

Quando Zeus inclina la sua bilancia ldquomolta pagliardquo (πλείστην μὲν καλάμην) vie-ne riversata a terra una metafora per i caduti in battaglia (Edwards 1991 ad loc) Come Odino Zeus egrave quindi sia σωτήρ lsquosalvatorersquo che distruttore61 Lrsquoimmagine po-etica della bilancia del dio rappresenta metaforicamente la necessitagrave che a qualsi-asi vittoria assegnata da Zeus ad una schiera corrispondano sconfitta e morte per la schiera opposta e corrisponde quindi perfettamente sul piano concettuale alla relazione tra le epiclesi di Odino Sig‑fǫethr (sigr lsquovittoriarsquo) e Val‑fǫethr (val[r] lsquomorte in battagliarsquo) vittoria e sconfitta sono due facce di una stessa medaglia due brac-cia di una stessa bilancia e lo stesso dio che governa la vittoria non puograve esimersi dal dispensare contemporaneamente sconfitta e morte62 Questa concettualizzazione polare della guerra attestata sia in norreno che in greco omerico supporta quindi lrsquointerpretazione (b) lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla morte in battagliarsquo per aisl Valfǫethr al contrario il significato alternativo (a) lsquopatriarca degli uomini caduti in battagliarsquo non sembra avere corrispondenze strette in ambito indo-europeo nonostante il motivo secondo cui gli eroi morti in battaglia dimorerebbero

60 Sul motivo del giudizio di Zeus con la bilancia cfr Dietrich 196461 Per lrsquoepiteto σωτήρ di Zeus cfr eg Pi O 517 Aristoph Thes 1009 Per Zeus come

dispensatore di morte e distruzione cfr Dietrich 1964 106 n 4262 Cfr anche ved vijeṣa‑kŕ t- lsquoche crea vittoriarsquo che egrave un epiteto del dio Indra in RV

10845a vijeṣakŕd iacutendra ivānavabravoacute ldquocreating victory like Indra without talking us downrdquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

in un ldquoparadiso separatordquo ricorra presso varie tradizioni indoeuropee63

Per concludere uno stretto parallelo per aisl Sig‑fǫethr lsquopatriarca della vittoriarsquo si puograve individuare nel per la veritagrave assai tardo (cfr Allen et al 1936 ad loc) Inno omerico ad Ares (4) in cui il dio (in realtagrave identificato con il pianeta Marte in questo testo) egrave invocato come Νίκης εὐπολέμοιο πάτερ ldquoo padre della vittoria della buona guerrardquo Epiteti di Zeus dal significato lsquopadrersquo lsquoavo paternorsquo o lsquopatriarca della vitto-riarsquo non sono attestati invece se non nel poema epico anchrsquoesso tardo Dionysiaca di Nonno di Panopoli (2205ss) in cui il dio egrave detto essere il τοκεύς lsquogenitorersquo della dea Νίκη lsquoVittoriarsquo Egrave tuttavia interessante notare come nella Teogonia di Esiodo la dea Vittoria sia detta risiedere presso la casa di Zeus

Hes Th 383-389Στὺξ δrsquo ἔτεκrsquo Ὠκεανοῦ θυγάτηρ Πάλλαντι μιγεῖσα Ζῆλον καὶ Νίκην καλλίσφυρον ἐν μεγάροισι καὶ Κράτος ἠδὲ Βίην ἀριδείκετα γείνατο τέκνα τῶν οὐκ ἔστrsquo ἀπάνευθε Διὸς δόμος οὐδέ τις ἕδρη οὐδrsquo ὁδός ὅππῃ μὴ κείνοις θεὸς ἡγεμονεύει ἀλλrsquo αἰεὶ πὰρ Ζηνὶ βαρυκτύπῳ ἑδριόωνται ὣς γὰρ ἐβούλευσε Στὺξ ἄφθιτος ὨκεανίνηldquoStige figlia di Oceano unitasi a Pallante generograve Zelos e Nike dalle belle caviglie nel suo palaz-zo e generograve Cratos e Bie illustri figli non crsquoegrave per loro dimora neacute soggiorno lontano da Zeus neacute strada per la quale il dio non li preceda sempre presso Zeus dal cupo fragore hanno la loro sede Cosigrave infatti meditograve Stige Oceanina immortalerdquo

In questo brano la dea infera Stige affida a Zeus i propri figli64 Ζῆλος lsquoRivalitagraversquo Νίκη lsquoVittoriarsquo Κράτος lsquoForzarsquo e Βίη lsquoViolenzarsquo Zeus egrave lrsquounico a decidere dove di-rigerli e a chi dispensarli ed essi sono destinati a vivere per sempre in casa del dio il quale sembra quindi comportarsi come un lsquopadre affidatariorsquo (ing foster-father) nei loro confronti65 Esiodo sembrerebbe quindi rendere in chiave mitologica la stes-sa concettualizzazione che sta alla base degli epiteti di Odino Sig‑fǫethr lsquoavo paterno della vittoriarsquo e Sig‑faethir lsquopadre della vittoriarsquo proprio come Zeus Odino egrave lrsquounico a poter assegnare la lsquovittoriarsquo (sigr) ed egrave per questo descritto come il suo lsquopatriarcarsquo (degfǫethr lsquoavo paternorsquo o degfaethir lsquopadrersquo)

63 Cfr West 2007 349-350 per lo stesso concetto nel MBh cfr Feller 2004 286ss64 Sulle ragioni per cui Stige in Esiodo egrave la madre di Rivalitagrave Vittoria Forza e Violen-

za cfr West 1966 ad loc65 Sullrsquoadozione e lrsquoaffidamento (ing fosterage) nellrsquoAntica Grecia e nel Mediterra-

neo in generale cfr Huebner 2013 West (1966 ad 384) nota inoltre la corrispondenza con lrsquoiconografia della statua di Zeus a Olimpia opera di Fidia che ritraeva il dio con una piccola Nike nella mano destra

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PARTE IIARTIGIANI CREATORI E POETI

NOME E NOMI DEI DVERGAR

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6 I NANI CHE FOGGIANO LA POESIA ANTICO ISLANDESE DVERGR PROTOGERMANICO

DTHORNWERG-A- E PROTOINDOEUROPEO TUERḰ- lsquoTAGLIARE FOGGIARErsquo

Aisl dvergr (plurale dvergar) che si egrave soliti tradurre in italiano come lsquonanorsquo egrave il nome di una categoria di esseri fantastici della mitologia scandinava Il sostantivo dvergr egrave molto ben attestato nellrsquoEdda poetica ad esempio ben 6 volte nella sola Vǫluspaacute (per le attestazioni in 9-10 cfr infra cap 7)

Vsp 125-8

Naacuter oc Nyacuteraacuteethr ndash nuacute hefi ec dverga ndash Reginn oc Raacuteethsviethr ndash reacutett um talethaldquoNar e Nyraethr ordunque i nani ndash Reginn e Raethsviethr ndash come si doveva ho enumeratordquo

Vsp 141-4

Maacutel er dverga iacute Dvalins liethi lioacutena kindom til Lofars telialdquoEgrave tempo di enumerare fino a Lofarr i nani della schiera di Dvalinn ai figli degli uominirdquo

Vsp 485-8

stynia dvergar fyr steindurom veggbergs viacutesir ndash vitoeth eacuter enn eetha hvatldquoGemono i nani davanti alle porte di pietra esperti di pareti rocciose E voi riuscite a seguirerdquo

Aisl dvergr egrave attestato altresigrave anche nei carmi eddici Hav (143) Alv (+) Rthorn (16 ma con il significato lsquospillarsquo) Hrv (8 19) Hdl (7 per le attestazioni in Alv e Hdl cfr infra cap 7)

Hav 1431-3

Oacuteethinn meeth aacutesom enn fyr aacutelfom Daacuteinn Dvalinn dvergom fyrirldquoOdino con gli asi e Dain per gli elfi innanzi ai nani (sono chiamato) Dvalinnrdquo

NellrsquoEdda in prosa il sostantivo dvergr ricorre diverse volte sia in Gylf (da 8 in poi) che in Skaacuteld (da g57 in poi diversi passaggi significativi sono analizzati infra cap 7) Nel corpus poetico scaldico dvergr egrave attestato spesso in una collocazione [liquidobevanda ndash dei dvergar] che egrave una kenning per [poesia] (Meissner 1921 428) cfr eg Eskaacutel Vell 44 e HSt Rst 313

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Riccardo Ginevra

HSt Rst 311-4

Ǫrrjoacuteethr allra daacuteetha jartegnir vann bjartar mdash dvergregn dyacuterethar megnum dimmt mdash iacute sinn it fimta ldquoThe arrow-reddener [warrior = Oacutelaacutefr] performed bright proofs of all [his] deeds for the fifth time we [I] strengthen the dark dwarf-rain [poetry] of gloryrdquo

Non sono conosciute antiche raffigurazioni di dvergar su pietre runiche o altri supporti analoghi ma Sassone il Grammatico nelle Gesta Danorum (325) si riferi-sce con il termine lat satyrus a un personaggio di nome Mimingus il quale sembre-rebbe riflettere un dvergr (cfr infra cap 7) ciograve potrebbe riflettere un aspetto ibrido umano-animale dei dvergar essendo i satiri della mitologia classica notoriamente creature dallrsquoaspetto ibrido umano-caprino

Lrsquoetimologia di aisl dvergr egrave tuttora oggetto di discussione Esso egrave da ricondurre a una formazione pgerm (o meglio germanico nordoccidentale dal momento che il termine non egrave attestato in gotico) dwerga- la quale va sicuramente ricostruita anche per aing dweorgh as gi-dwerg aat (gi-)twergc riflessi di germ occ dwerg al cui significato principale lsquoumano o umanoide di bassa staturarsquo si rifagrave la traduzione italiana corrente di aisl dvergr come lsquonanorsquo Tuttavia lrsquoimmagine dei dvergar come esseri di bassa statura poco supportata dai testi nordici egrave da ritenersi uno sviluppo successivo tipico del folktale (Motz 1973 111 Liberman 2016 304-305) I dvergar eddici sono al contrario personaggi mitologici messi sullo stesso piano di aeligsir lsquodegraveirsquo alfar lsquoelfirsquo e jǫtnar lsquogigantirsquo (anche questrsquoultimo in realtagrave egrave un termine che origina-riamente non implicava una statura specifica cfr Jackson 2014) eg nel passo di Hav 1431-3 citato supra o nei cataloghi dello Alv (passim)

Lrsquoipotesi che questa situazione sia da ricondurre allrsquounitagrave germanica egrave corrobo-rata dal fatto che aing dweorgh oltre a glossare lat nanus pigmeus e pumilius lsquonanorsquo (AntGl 6 781 CollGl 11 78 AEligGl 3023) indica nei manuali di medicina di etagrave cristiana un essere maligno che causa una malattia specifica (secondo Cameron 1993 152 da identificare con una febbre accompagnata da deliri e convulsioni) Ciograve ha uno stretto parallelo nellrsquoincantesimo Wieth faeligrstice lsquoContro un dolore pungente improvvisoviolentorsquo (23) in cui la possibile causa di un malanno egrave attribuita a un ēsa gescot ldquocolpo degli degraveirdquo o a un ylfa gescot ldquocolpo degli elfirdquo66 La demonizza-zione di esseri divini pagani egrave un fenomeno ben attestato presso i popoli di recente cristianizzazione lrsquoidentificazione di esseri divini come causa delle malattie non egrave tuttavia necessariamente indice di demonizzazione cfr eg la pestilenza causata da Apollo con le sue frecce nel primo libro dellrsquoIliade e il corrispondente vedico di Rudra che con le sue frecce causa morte e malattia in uomini e animali (cfr West 2007 148 con letteratura)67 Come degravei e jǫtnar anche i dvergar potevano essere ve-

66 Cfr anche ted Hexen-schuss (letteralmente lsquocolpo della stregarsquo) e Alb-schoss (lsquocolpo dellrsquoelforsquo) termini per lsquolombalgia mal di schienarsquo (Patrick V Stiles c p)

67 Per paralleli tra questo aspetto di Apollo ed il dio anatolico Iyarri che causa le pesti-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

rosimilmente sia forze benigne che maligne cfr eg il ruolo del dvergr Alviacutess come nemico di Thor in Alviacutessmaacutel o il racconto di Snorri in Heimskringla (12) secondo cui il re Sveigethir sarebbe morto dopo esser stato adescato con lrsquoinganno dentro una caverna da un dvergr68

Numerose proposte etimologiche sono state avanzate per aisl dvergr e pgerm dwerga- di cui saranno menzionate in questa sede soltanto alcune per una rassegna esaustiva cfr Liberman 2008 (sv dwarf) De Vries (1962 sv dvergr) suggerisce una connessione con pgerm thornwerha‑ lsquotrasversale incrociatorsquo (aisl thornwerr aing thornweorh ted quer) con oscillazione pgerm dw- thornw‑ (su cui cfr infra 61) la quale sebbene attraente sul piano formale egrave difficoltosa sul piano della semantica Kroonen (2013 svv dwerga- e dwergan-) sostiene una corrispondenza tra pgerm dwerg-a- trasposto come pie dhuergh-o- e il verbo mat zwergen lsquoschiacciare pizzicarersquo da lui ricondotto a un verbo pgerm dwerg-a- lsquoidrsquo motivando questa derivazione con lrsquoidea cosmologica secondo cui quattro dvergar sorreggerebbero il cielo Liberman propone unrsquoetimologia da pgerm dwez‑ga‑ lsquoessere soprannatura-lersquo un derivato di pgerm dwes- radice attestata eg da aing (ge)dwǣs lsquostupido folle impostorersquo e mat getwacircs lsquospettro fantasmarsquo a cui sarebbe da connettere a suo avviso anche gr θεός lsquodiorsquo Questa ipotesi presenta diverse difficoltagrave sia sul piano morfologico (la formazione con un suffisso pgerm -ga- applicato direttamente alla radice non egrave scontata) che etimologico (gr θεός e arm diklsquo lsquodegravei [plurale]rsquo sono correntemente ricondotti a pie dhh1s-o- cfr Beekes 2010 sv) e semantico (pre-suppone che i dwerga- protogermanici fossero principalmente esseri demoniaci e trascura completamente lrsquoaccezione lsquopersona di bassa staturarsquo) ed egrave pertanto da ri-tenersi poco plausibile69

In questo capitolo vedremo come sia piuttosto possibile ricondurre aisl dvergr e pgerm dwerga- a un derivato della radice pie tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo attesta-ta inter alia dal nome dellrsquoartigiano divino ved Tvaacuteṣṭar‑ Nel capitolo successivo vedremo come questa interpretazione sia corroborata da numerose corrispondenze tra la caratterizzazione dei dvergar scandinavi e quella del dio vedico Tvaṣṭar nelle rispettive tradizioni mitologiche Ulteriori corrispondenze in ambito indoeuropeo di preciso nelle tradizioni classiche verranno poi trattate nel cap 8 mentre il cap 9 egrave dedicato allrsquoanalisi di nomi di singoli dvergar

lenze con i suoi dardi cfr Archi 197868 In questo passo Snorri sta tuttavia parafrasando dei versi scaldici (THORNjoacuteeth Yt 2) lrsquoaned-

doto potrebbe quindi derivare da unrsquointerpretazione errata di questi ultimi69 Da un punto di vista fonologico non egrave neanche sicuro che il rif lesso di pgerm dwez-

ga- sarebbe stato aisl dvergr cfr eg got azgo e aisl aska lsquocenerersquo

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Riccardo Ginevra

61 Aisl dvergr e norv dial tverg come riflessi di pgerm dthornwerg-a-

In accordo con lrsquoetimologia corrente il punto di partenza della nostra analisi egrave ricon-durre aisl dvergr e i riflessi di germ occ dwerg (aing dweorgh as gi-dwerg aat [gi-]twergc) a un sostantivo tematico pgerm dwerg-a- Il femminile aisl dyrgja che egrave stato ricondotto a un derivato con grado ridotto della radice durg‑jō(n)- (eg Kroonen 2013 sv dwerga-) egrave piugrave probabilmente da analizzare come riflesso di dvirg-ja70 un semplice derivato mozionale di dvergr di etagrave relativamente recente

In quanto segue si prenderagrave in considerazione la possibilitagrave che pgerm dwerg-a- sia una variante secondaria di unrsquooriginaria formazione pgerm thornwerg‑a‑ Una tale alternanza egrave effettivamente attestata in norvegese in cui accanto allrsquoatteso dverg ricorre una variante dialettale tverg (attestata a Innherred e Hallingdal secondo Grunnmanuskriptet) che riflette precisamente una formazione pgerm thornwerg‑a‑71 oltretutto anche aat (gi-)twergc puograve continuare regolarmente sia pgerm dwerg-a- che thornwerg‑a- (cfr infra)

Questa variazione presenta diversi paralleli come egrave stato notato da tempo (cfr eg de Vries 1962 sv dvergr) diverse formazioni germaniche presentano infatti unrsquooscillazione a inizio di parola tra pgerm dw- e thornw‑ le cui cause non sono chiare ma la cui esistenza non egrave da mettere in discussione Paradebeispiel egrave il caso di aisl dvenadvinadviacutena lsquoscemare consumarsirsquo (verbo debole) e aing dwīnan lsquoidrsquo (verbo forte) riflessi di pgerm dw(ī)n-a- vs asved thvīna lsquoidrsquo e aing thornwīnan lsquoidrsquo riflessi di pgerm thornwīn‑a‑72 Per capirne lrsquoorigine da un lato si puograve notare come lrsquoalternanza tra pgerm d e thorn sia molto ben attestata allrsquointerno e in fine di parola dove essa egrave dovuta allrsquoeffetto della Legge di Verner su riflessi di pie t dallrsquoaltro va osservato che nelle lingue germaniche i gruppi consonantici costituiti da una dentale seguita da un riflesso di pgerm w sono spesso instabili in posizione iniziale (e non solo)73 si vedano eg i seguenti casi

70 Per aisl -y- lt -vi- in un contesto analogo (CvirCj- lt CwerCj-) cfr eg il verbo debo-le aisl kyrkia lsquostrangolarersquo dal piugrave antico (e parimenti attestato) kvirkja un denominativo di kverk lsquogolarsquolt pgerm kwerkō‑ lsquoidrsquo (cfr de Vries 1962 sv)

71 Grunnmanuskriptet (1935 https wwwdokprouiononynorskgmanusgmanusso-ek_fsidehtml ultimo accesso 14022020) egrave una delle fonti del Norsk Ordbok pubblicate onli-ne da Dokumentasjonsprosjektet (https wwwdokprouiono ultimo accesso 14022020) Sono grato ad Adam Hyllested per avermi fornito i dati sulla variante dialettale tverg e i rela-tivi riferimenti

72 Lrsquoetimologia corrente di questi verbi da pie dhgu hei - lsquoscomparire perire (per il calo-re)rsquo (cfr gr φθίνω lsquoscomparirersquo ved kṣiṇ‑ā‑ti lsquofar perirersquo LIV2 150-152) ha fatto pensare (cfr eg Kroonen 2013 svv) che questa oscillazione rif letta esiti diversi per uno stesso thorn clu-ster pie dhgu h- il cui condizionamente non sarebbe tuttavia chiaro (pie dhgu h- egrave continuato da φθ- in greco e da kṣ‑ in vedico senza oscillazioni di questo tipo)

73 Per lrsquoinstabilitagrave di questi gruppi consonantici in posizione interna cfr eg germ occ

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull se si esclude la possibilitagrave che si tratti di prestiti o formazioni onomatopei-che egrave possibile eg ricostruire unrsquooscillazione pgerm thornw‑ vs tw- alla base di aat thwingandwingan lsquocostringere affliggerersquo (pgerm thornweng‑a‑) vs aing twengan e ing twinge lsquopizzicarersquo (pgerm twang-ija-) entrambi riflessi di pie tuenk- lsquopre-merersquo (LIV2 655 OED sv) lo stesso egrave possibile per aat dwiril (ted Quirl lsquofrul-latorersquo) e aing thornwirel lsquostick for whipping milkrsquo (entrambi da pgerm thornw‑) vs ing twirl lsquovolteggiorsquo (che sembra riflettere pgerm tw-) riflessi di pie tuer- lsquomescola-re agitarersquo (LIV2 655)

bull in antico alto tedesco dw- (pgerm thornw‑) e tw- (dw-) si confondono giagrave alla fine del periodo tardoaltotedesco per poi confluire senza eccezioni in mat tw- cfr eg mat twingen riflesso di aat thwingandwingan lsquocostringere affliggerersquo (cfr Braune-Reiffenstein 2004 166 n 8)

bull il gruppo consonantico mat tw- ha a sua volta due diversi esiti in tedesco moderno zw‑ (eg ted zwaumlngen) e qw‑ (eg qwaumlngeln) che hanno avuto origine probabilmente come varianti diatopiche (cfr Paul 2007 166-167)

Fenomeni analoghi sono attestati in germanico anche per altri gruppi compo-sti da una consonante dentale seguita da una sonante cfr eg lrsquooscillazione aisl thornr‑ dr- in posizione iniziale attestata da aisl drima lsquobattagliarsquo vs thornrima lsquorumore battagliarsquo (cfr de Vries 1962 svv)74 Anche presso altre lingue indoeuropee i gruppi di consonante dentale seguita da un riflesso di pie u mostrano oscillazioni poco chiare cfr eg in latino i riflessi di du- in posizione iniziale (bellum vs duellum entrambi da duello- cfr Weiss 2009 161 e n 12)

Qualora essa non riflettesse un processo di natura fonologica lrsquoattestazione di pgerm dw- al posto dellrsquoatteso thornw‑ si puograve spiegare in due modi Essa potrebbe anzitutto essere da ricondurre a una sostituzione analogica dellrsquoinizio di parola75 la quale come vedremo infra avrebbe potuto (se non addirittura dovuto) aver luogo ai fini dellrsquoallitterazione allrsquointerno di una formula frequente con un secondo elemento che iniziava con pgerm d- (pie dh-) Meno probabilmente potrebbe trattarsi qui di una modificazione irregolare dellrsquoinizio di parola di ordine tabuistico del tipo di pgerm wurmi- lsquoserpente vermersquo e lat vermis riflessi di urmi- interpretabile come una forma nata tabuisticamente da pie kurmi- (Watkins 1995 416) Lrsquoipotesi piugrave plausibile egrave che abbia avuto luogo una combinazione dei primi due fattori sul-la base di unrsquoalternanza fonologica pre-esistente tra una variante in thornw‑ e una in

fe(w)war lsquoquattrorsquo (aing feower) vs pgerm fedwar (got fidwor) (cfr Stiles 1985-86 per unrsquoanalisi di questrsquoalternanza come rif lesso di processi regolari) aing seld lsquosalarsquo (selidwō‑) vs pgerm salithornwō‑ (cfr Ringe 2014 236 ldquo[hellip] d is unexpected lexical analogy [hellip]rdquo)

74 Cfr anche lo sviluppo pgerm -thornl‑ aat -f l- in posizione interna attestato eg da aing thornerscold e aisl thornreskoldr vs aat driskufli (cfr Braune-Reiffenstein 2004 163 n 2)

75 Ringrazio Andrea Lorenzo Covini per avermi suggerito di prendere in considerazio-ne tale possibilitagrave

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Riccardo Ginevra

dw- la seconda potrebbe essere stata selezionata ai danni della prima in virtugrave delle sue proprietagrave metriche

62 Pgerm thornwerg-a- come riflesso di pie tuerḱ- lsquotagliare foggia-rersquo

Pgerm dwerg-a- puograve quindi rappresentare una variante di pgerm thornwerg‑a‑ (di-rettamente attestato nei dialetti norvegesi) il quale egrave a sua volta il regolare riflesso di pie tuerḱ-oacute- un derivato del tipo tem-oacute- (Nussbaum 2017 cfr anche Malzahn 2013) ben attestato in germanico Pie tuerḱ-oacute- sarebbe quindi una formazione primaria da ricondurre alla radice pie tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo attestata inter alia da ved Tvaacuteṣṭar‑ lsquoartigiano (divino)rsquo aav ϑβōrəštar- lsquoartigiano intagliatore carpen-tierersquo gr att σάρξ ed eol e dor σύρξ lsquocarnersquo

Il tipo derivazionale tem-oacute- (proprio come il piugrave noto tipo tom-oacute-) poteva avere sia semantica agentiva che passiva (esempi da Nussbaum 2017 249-250)

(a) per il significato agentivo cfr gall hy lsquocoraggiosorsquo (e probabilmente anche lo hapax ved sahaacute‑ lsquovittoriosorsquo Weiss 2017 386) riflesso di seǵh-oacute- lsquoche con-quistarsquo (pie seǵh- lsquosopraffare conquistarersquo cfr gr ἔχω lsquopossederersquo e ved saacuteh‑a-te lsquovincere sconfiggerersquo seǵh-oe-)

(b) per il significato passivo cfr lat fīd‑us lsquofidatorsquo riflesso di bheidh-oacute- lsquoche egrave fidato in cui si confidarsquo (pie bheidh- lsquofidarsi di confidare inrsquo cfr gr πείθομαι lsquoid credere essere persuasorsquo bheacuteidh-oe-)

Il derivato pie tuerḱ-oacute- puograve quindi avere avuto sia (a) un significato agentivo lsquoquello che taglia foggiarsquo che (b) un significato passivo lsquoquello che egrave tagliato fog-giatorsquo entrambi trovano riscontro nei riflessi di pgerm dwerg-a-

(a) Un significato lsquoquello che taglia foggiarsquo ha paralleli esatti nella fraseologia che nei testi letterari nordici ricorre in relazione ai dvergar come vedremo nel cap 7 infatti questi personaggi sono continuamente (e quasi esclusivamente) menziona-ti nel loro ruolo di artigiani mitici (lsquoquelli che foggianorsquo) soprattutto come soggetto allrsquointerno di collocazioni del tipo [dvergr ndash foggiare ndash oggetto] I numerosi pa-ralleli con i testi vedici sullrsquoartigiano divino Tvaṣṭar permettono inoltre di ricostruire collocazioni indoeuropee del tipo [artigiano mitico (pie tuerḱ‑ aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar‑) ndash foggiare ndash oggetto] Un significato lsquoquello che taglia pungersquo potrebbe infine anche soggiacere al significato lsquospillarsquo di aisl dvergr in Rthorn 16

(b) Un significato lsquoquello che egrave tagliatorsquo non trova al contrario riscontro nel-la mitologia dei dvergar nordici (neacute del vedico Tvaṣṭar) ma corrisponde da vici-no allrsquoaccezione lsquopersona di statura molto bassa nanorsquo attestata per vari riflessi di pgerm dwerg-a- (cfr eg aing dweorgh che glossa lat nanus) lo sviluppo seman-tico da lsquotagliato (via)rsquo a lsquocorto bassorsquo ha infatti diversi paralleli nelle lingue indoeu-

mdash 67 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ropee76 cfr eg lat curtus lsquocorto bassorsquo (pie [s]kr-toacute- lsquotagliatorsquo o kur-toacute- lsquoidrsquo) o ing short lsquocorto bassorsquo (pgerm skurta- lsquotagliato viarsquo)77

La caratterizzazione anatomica della figura mitica nordica del dvergr originariamente lsquoquello che taglia foggiarsquo (cioegrave lrsquolsquoartigianorsquo) come lsquopersona di sta-tura molto bassa nanorsquo egrave come osservato supra tarda e con tutta probabilitagrave da ricondurre a una confluenza tra questi due significati Un ruolo non indifferente avragrave giocato anche la tendenza a trasformare figure mitologiche pagane in spiritelli di piccole dimensioni cfr eg i nobili alfar lsquoelfirsquo nordici (cosigrave autorevoli da essere nominati nellrsquoEdda quasi esclusivamente in coppia con gli aeligsir lsquodegraveirsquo) vs i piccoli elfi del folklore inglese e tedesco (cfr eg William Shakespeare Sogno di una notte di mezzrsquoestate atto 2 scena 2 vv 4-5 Some war with rere-mice for their leathern wings To make my small elves coats cfr anche atto 2 scena 1 vv 30-31 in cui gli elfi sono detti nascondersi nelle ghiande) Che lo stesso derivato attesti sia seman-tica agentiva che passiva allrsquointerno di unrsquounica lingua indoeuropea non egrave sorpren-dente (Nussbaum 2017 242) cfr eg gr om σκοπός che significa sia lsquoguardianorsquo (lsquoquello che osservarsquo eg Il 23359) che lsquobersagliorsquo (lsquociograve che egrave osservatorsquo eg Od 226)

63 Paralleli in ambito germanico mat zwergen e aing ġethornūren

Sebbene sul piano sincronico aisl dvergr e gli altri termini germanici sembrino es-sere isolati egrave possibile individuare diversi paralleli nelle lingue germaniche antiche Come notato supra Kroonen (2013 svv dwerga- e dwergan-) propone infatti una corrispondenza tra pgerm dwerga- (da lui trasposto come pie dhuergh-o-) e il verbo mat zwergen lsquoschiacciare pizzicarersquo (che egli riconduce meccanicamente a pgerm dwerg-a- e pie dhuergh-oe-)

Reinfried von Braunschweig 9226mich grimmet unde zwirget daʒ jacircmer ldquola disperazione mi graffia e mi pizzicardquo

A questi paralleli si puograve aggiungere il verbo debole mat twergen lsquoidrsquo

Minnesinger 3189b

vor dem walde begund ich sie mit kluogen twikken twergen ldquodi fronte alla foresta cominciai a pizzicarli con piccoli ramirdquo

76 Cfr Buck 1949 883 ldquowords for lsquoshortrsquo (opposite of both lsquolongrsquo and lsquotallrsquo) are mostly from the notion of lsquocut offrsquo or lsquobroken offrsquordquo

77 Per lrsquoanalisi etimologica di queste formazioni cfr eg de Vaan 2008 sv curtus e Heidermanns 1993 sv skurta- cfr inoltre Ginevra 2019 per ulteriori paralleli allrsquointerno di unrsquoanalisi della famiglia romanza di it picc‑olo e sp pequ‑entildeo come rif lessi di pie peiḱ‑oacute‑ lsquoche egrave tagliatorsquo

mdash 68 mdash

Riccardo Ginevra

Sia mat zwergen che twergen possono continuare regolarmente (via aat dtwer-gen) una radice pgerm thornwerg‑ variante di Verner (quindi in posizione pretonica) di pie tuerḱ‑ Il significato lsquoschiacciare pizzicarersquo di mat zwergen egrave infatti compa-tibile con la semantica della radice tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo un parallelo esatto si ha nella famiglia di pgerm knība‑ lsquocoltellorsquo (ing knife) knīpan- lsquopizzicarersquo (ndl knijpen ted dial kneipen) e knippan‑ lsquotagliare strappare castrarersquo (mbt cnippen ndl knippen ted palatino knippen cfr Kroonen 2013 svv)

A questo dossier si puograve aggiungere il participio preterito aing ġethornūren lsquoforgiatorsquo impiegato in riferimento a una spada nel Beowulf

Beo 1285-1287thornonne heoru bunden hamere ġethornūren sweord swāte fāh swīn ofer helme ecgum dyhttiġ andweard scireethldquoQuando spada adorna da martello forgiata lama cruenta di taglio possente fende avverso cin-ghiale sullrsquoelmordquo

La lectio attestata dal manoscritto ltgethornurengt egrave correntemente interpretata come ġethornŭren una variante irregolare (la forma attestata nella prosa egrave ġethornworen) del participio preterito di aing degthornweran lsquomescolare rimestare centrifugare (per fare il burro)rsquo verbo imparentato con aat dweran lsquoidrsquo e riflesso di pgerm thornwer‑a‑ (Se-ebold 1970 sv) unrsquoanalisi poco attraente sul piano della semantica che non trova paralleli nelle altre attestazioni di questi verbi o in alternativa emendata in ġethornrūen participio preterito di un verbo thornrūan lsquopressarersquo che non egrave attestato altrove (per una disamina delle ipotesi cfr eg Klaeber et al 2008 ad loc) Aing ltgethornurengt lsquoforgiatorsquo (attestato con questo significato anche nellrsquoIndovinello 91) puograve invece riflettere ġethornūren esito di (ga-)thorn(w)urh-Vna-78 il participio preterito di un verbo forte di terza classe pgerm (ga-)thornwerh‑a‑ lsquofoggiarersquo Tenendo conto del fatto che lrsquooscillazione tra h e g in Inlaut egrave da addebitare al cosiddetto grammatischer Wechsel (ldquoalternanza grammaticalerdquo) dovuto alla Legge di Verner egrave possibile ricostruire il seguente paradigma (cfr tab 6) per pgerm thornwerh‑a‑ lsquotagliare foggiarersquo

pgerm pieinfinito thornwerh‑a‑ (tueacuterḱ‑)preterito singolare thornwarh (tuoacuterḱ‑)preterito plurale thorn(w)urg-un (turḱ‑acute)participio preterito thorn(w)urg-Vna- (turḱ‑acute)

Tab 6 Ricostruzione del paradigma di pgerm thornwerh-a-

In epoca post-protogermanica il grammatischer Wechsel saragrave quindi stato risolto per mezzo della generalizzazione di h in inglese (aing ġethornūren lsquofoggiatorsquo riflette

78 Per la scomparsa di h con allungamento di compenso della vocale in antico inglese nel contesto -Vrh- cfr Ringe-Taylor 2014 305

mdash 69 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

degthornurh‑Vna‑ non lrsquoatteso degthornurg‑Vna‑) e di g in alto tedesco (mat zwergen lsquopizzicarersquo riflette thornwerg‑a‑ invece del regolare thornwerh‑a‑) Un ulteriore grado ridotto della stessa radice potrebbe essere attestato da aing thornȳrel lsquofororsquo aat durhil lsquoidrsquo riflessi di un derivato pgerm thorn(w)urh-ila- semanticamente compatibili con il significato lsquotagliarersquo di pie tuerḱ‑79

Egrave molto probabile che a livello sincronico pgerm dwerg-a- nel suo significato lsquoquello che taglia foggiarsquo venisse ancora associato al verbo thornwerh‑a‑ lsquotagliare fog-giarersquo (pie tuerḱ‑) unrsquoipotesi supportata dalla fraseologia eg sia aisl dvergr che aing ġethornuren lsquoforgiatorsquo si trovano impiegati in collocazione con [spada]

Skaacuteld 50Daacuteinsleif er dvergarnir gerethuldquo(la spada) Daacuteinsleif che fecero i dvergarrdquo (dwerg-a- lsquoquello che foggiarsquo)

Beo 1285 thornonne heoru bunden hamere ġethornūrenldquoquando spada adorna da martello foggiatardquo (thornwerh‑a‑ lsquofoggiarersquo)

Il fatto che lrsquounica attestazione di aing ġethornūren lsquofoggiatorsquo sia da individuare in un testo epico come il Beowulf permette di ipotizzare che il termine sia impiegato pro-prio in quanto arcaizzante e poeticamente marcato e quindi adatto a descrivere lrsquoatto di lsquofoggiarersquo oggetti mitici quali le spade dei Hrinġ‑Dene di re Hrōethgār In antico nordico egrave invece impiegato il verbo non marcato gera lsquofarersquo il cui soggetto egrave tuttavia un sostantivo agentivo derivato dalla stessa radice di aing ġethornūren ie aisl dvergr originariamente un appellativo dal significato lsquoquello che foggiarsquo successivamente specializzatosi come il nome stesso dellrsquointera categoria degli artigiani di oggetti mitici Alla luce di queste corrispondenze si puograve supporre che i derivati di pie tuerḱ‑ venissero percepiti come poeticamente marcati in etagrave protogermanica se non giagrave protoindoeuropea

64 Paralleli in ambito indoeuropeo ved Tvaacuteṣṭar- om σάρκες av rec ϑβərəsai-ti

Ciograve sembra trovare conferma nel parallelo con il nome dellrsquoartigiano cosmico della mitologia vedica Tvaacuteṣṭar‑ correntemente analizzato come un derivato con suffis-so agentivo -ter- di pie tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo (EWAia sv) con una corri-spondenza esatta in aav ϑβōrəštar- av rec ϑβarəštar‑ lsquointagliatore carpentierersquo Questrsquoultimo nellrsquoAvesta egrave un epiteto del dio supremo Ahura Mazdā ma secondo Leumann (1954) era originariamente il nome di una divinitagrave indoiranica indipen-dente e analoga allrsquoindiano Tvaṣṭar Essendo tutte queste forme secondo Lubotsky

79 Correntemente analizzati come rif lessi di pgerm thornurh‑ila‑ derivato di pgerm thornurh lsquoattraversorsquo (ing through ted durch) cfr eg Ringe-Taylor 2014 224

mdash 70 mdash

Riccardo Ginevra

(1994) da ricondurre a piir tuŕć‑tar‑ (ved Tvaacuteṣṭar‑ sarebbe lrsquoesito per dissimilazio-ne di tvŕṣṭar‑ cfr ved durhaacuteṇā- da durhrṇā- Narten 1982 140)80 si puograve supporre che il teonimo in questione sia stato generato per mezzo della baritonesi tipica dei nomi propri a partire da un sostantivo isterodinamico pie turḱ‑teacuter‑-tr-acute lsquoquello che taglia foggiarsquo con semantica agentiva pressocheacute identica a quella del derivato pie tuerḱ‑oacute‑ a cui egrave stato ricondotto aisl dvergr

Le caratterizzazioni degli dvergar e di Tvaṣṭar nei testi mitici rispettivamente nordici e indiani presentano numerosi paralleli fraseologici che verranno analizzati per esteso nel capitolo successivo in questa sezione possiamo tuttavia anticipare la collocazione condivisa dalle due tradizioni (b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaṣṭar‑) ndash foggiare ndash essere umano]

Vsp 105-7

thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquoessi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

RV 101841abviacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoChe Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

Alla luce dellrsquoanalisi qui proposta i soggetti della collocazione [foggiare ndash es-sere umano] rispettivamente nel passaggio eddico e in quello vedico ovvero aisl dvergr (pie tuerḱ‑oacute‑) e ved Tvaacuteṣṭar‑ (pie turḱ‑teacuter‑) riflettono uno stesso con-cetto [artigiano mitico] espresso da un derivato dalla stessa radice pie tuerḱ‑ e presentano quindi una corrispondenza non solo semantica ma anche etimologica

Il fatto che pie tuerḱ‑ sia attestato in indoario esclusivamente nel teonimo Tvaacuteṣṭar‑ sembra supportare lrsquoipotesi che derivati di questa radice fossero poeticamente marcati giagrave in etagrave indoeuropea un ulteriore indizio di questa connotazione egrave forse da individuare in quello che Risch (1961) ha per primo analizzato come lrsquo unico riflesso di questa radice in greco il plurale tantum om σάρκες lsquocarnirsquo (in etagrave po-stomerica attestato anche al singolare σάρξ) che continua un nome radicale pie turḱ‑ dal significato lsquotagliato formatorsquo (Schindler 1972 97 Jackson 2002 12)81 Risch (1961 93-94) osserva come σάρκες denoti in Omero unicamente le lsquocarni umanersquo (e solo successivamente anche quelle macellate degli animali) e Jackson (2002 ibid) compara questo dato con lrsquoappena citato RV 101841b in cui Tvaṣṭar egrave detto lsquotagliare foggiarersquo le lsquoformersquo degli esseri umani (tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu) Alla

80 Lrsquoanalisi di Lubotsky (1994) pare essere piugrave convincente della communis opinio (cfr EWAia sv tvaacuteṣṭar‑) secondo cui ved Tvaacuteṣṭar‑ rif letterebbe (possibilmente per incrocio con la radice TAKṢ lsquofoggiarersquo) una formazione piir tu aacuterć‑tar‑ e pie tu eacuterḱ‑ter‑ (con grado me-dio della radice inatteso)

81 Risch (1961 95) pensa invece a un significato lsquocarne che dagrave forma al corpo umanorsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

luce della corrispondenza notata supra tra il vedico Tvaṣṭar e i dvergar nordici i quali sono anchrsquoessi detti ldquofoggiare figure di uominirdquo in Vsp 105-7 (thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar) egrave possibile ipotizzare una connessione tra il significato originario specifico lsquocarni umanersquo di om σάρκες la sua etimologia da pie turḱ‑ lsquotagliato foggiatorsquo e il fatto che derivati di pie tuerḱ‑ siano impiegati in contesti marcati come lrsquoatto di lsquotagliare foggiarersquo oggetti mitici comprese le lsquocarni umanersquo in un contesto mitologico

Si egrave notato supra (61) come tra le possibili motivazioni dellrsquoattestazione di pgerm dwerga- (aisl dvergr) al posto di thornwerga‑ esito atteso di pie tuerḱ‑oacute‑ potrebbe esserci una modificazione analogica dellrsquoinizio di parola da dw- a thornw‑ ai fini dellrsquoallitterazione allrsquointerno di una collocazione con un secondo elemento che iniziava con pgerm d- riflesso di pie dh- Ciograve trova supporto nel parallelo con i testi vedici in cui il teonimo Tvaacuteṣṭar‑ ricorre proprio come soggetto di DHĀ lsquoporre fare crearersquo riflesso di pie dheh1- lsquoidrsquo

RV 73420btvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrānldquoLet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo

AVŚ 14153abtvaacuteṣṭā vāso vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā kavīnāmldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo

Essendo Tvaṣṭar lrsquolsquoArtigianorsquo che foggia il cosmo non sorprende che egli sia det-to DHĀ lsquodisporrersquo oggetti Da questa stessa radice verbale egrave stato derivato anche il nome di unrsquoaltra divinitagrave indiana ved Dhā‑taacuter‑ lsquoquello che disponersquo un altro nome formato con il suffisso agentivo -tar- la cui accentazione tradisce tuttavia unrsquoorigi-ne ben piugrave recente82 corroborata dal fatto che esso sia prevalentemente attestato nel decimo libro del RV (il piugrave tardo) Questo teonimo ricorre spesso in prossimitagrave di ved Tvaacuteṣṭar- cfr RV 7353a (Dhātaacuter‑) e 6d (Tvaacuteṣṭar‑) 10185d (D) e 6c (T) e in particolare il giagrave citato 101841

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātar place the embryo in yourdquo

Questa situazione prefigura quanto attestato successivamente nella letteratu-ra epica e puranica (cfr tab 7) in cui lrsquoaccostamento dei teonimi scr Tvaṣṭar‑ e

82 Mentre Tvaacuteṣṭar‑ egrave un arcaismo attestato anche in iranico le formazioni come Dhā‑taacuter‑ (con accento sul suffisso) diventano produttive solo verso la fine del periodo rigvedico (Tichy 1995 287)

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Riccardo Ginevra

Dhātar‑ egrave chiaramente formulare

MBh 4814 tvaṣṭur dhātuḥMBh 5557 tvaṣṭā dhātrāMBh 611638 dhātus tvaṣṭuścaMBh 131531 dhātā tvaṣṭāAgniPur 192 tvaṣṭā dhātāGarPur 1640 dhātā tvaṣṭāMPur 47158 tvaṣṭre dhātreViPur 115130 dhātā ca tvaṣṭā

Tab 7 Formularitagrave della collocazione di scr Tvaṣṭar- e Dhātar-

Sulla base del confronto con le collocazioni indoarie di Tvaacuteṣṭar‑ lsquoquello che fog-giarsquo con DHĀ lsquodisporrersquo e Dhātaacuter‑ lsquoquello che disponersquo si puograve ipotizzare che la selezione della variante pgerm dwerga- a discapito dellrsquoesito atteso thornwerga‑ di pie tuerḱ‑oacute‑ lsquoquello che foggiarsquo sia avvenuta allrsquointerno di unrsquoanaloga colloca-zione formulare con un derivato di pgerm dō‑ lsquofarersquo riflesso germanico di pie dheh1- lsquodisporre farersquo (LIV2 136-138) e quindi imparentato con la radice ved DHĀ lsquodisporrersquo da una collocazione come thornwergōzdwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo (avente come oggetto eg le lsquofigure umanersquo come nel giagrave citato Vsp 105-7) si sarebbe ottenuta una formula allitterante dwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo sviluppatasi poi con rinnovamento lessicale (essendo pgerm dō‑ scomparso in nordico cfr Seebold 1970 sv) nella collocazione aisl [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash oggetto] che come vedremo infra (cap 7) egrave molto ben attestata nei testi mitologici nordici Essendo il verso lungo della poesia orale germanica governato dallrsquoallitterazione una sostituzione del genere sarebbe stata motivata da vere e proprie esigenze compositive Per sviluppi di questo tipo in altre lingue indo-europee cfr eg il nome dellrsquoeroe mgall Lludd modificato a partire da Nudd (pcelt noudont- lsquonuvolosorsquo Matasović 2009 sv snowdo-) ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Llefelys83 oppure per garantire lrsquoallitterazione allrsquointerno della formula di nome ed epiteto Lludd Llaw-ereint ldquoLludd dalla mano drsquoargentordquo la cui forma originaria Nudd Llaw-ereint egrave ricostruibile sulla base del confronto con il te-onimo airl Nuacuteadhu Airgett‑lamh ldquoNuacuteadu dalla mano drsquoargentordquo (cfr Olmsted 1994 401 con letteratura)84 Una possibile obiezione a questa analisi sarebbe che in base a quanto attestato dalle lingue germaniche il verbo dō‑ doveva avere un significato lsquofarersquo (ing do) piuttosto che lsquocrearersquo (ing make) come rimarcato da Mees (2013

83 Cfr eg il titolo del racconto mabinogico Cyfranc Lludd a Llefelys lsquoStoria di Llud e Llefelysrsquo

84 Cfr anche il nome lat Remus probabilmente rif lesso di Iem-o- lsquoGemellorsquo (ved yamaacute‑) con modificazione della consonante iniziale ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Romulus (Puhvel 1975)

mdash 73 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

334-335) si noti tuttavia che ancora nel 600 dC lrsquoiscrizione runica della capsu-la bronzea di Schretzheim ltalaguthorn leuba dedungt lsquoAlagu(n)thorn (e) Leuba fecero (la capsula)rsquo attesta il preterito plurale dedun nellrsquoaccezione lsquofoggiarersquo85

Lrsquounica altra lingua indoeuropea al di fuori di quelle germaniche in cui ricorre un verbo che riflette pie tuerḱ‑ egrave lrsquoavestico (LIV2 656) in cui sono attestati un pre-sente av rec ϑβərəsai‑ti lsquotagliare foggiarersquo e una forma di aoristo aav ϑβarōždūm lsquotagliaste foggiastersquo

Y 2911-2 xšmaibiiā gəuš uruuā gərəždā kahmāi mā ϑβarōždūm kə mā tašatldquoLrsquoanima della vacca si lamenta con voi lsquoPer chi mi avete formato Chi mi ha foggiatorsquordquo

In questo passo una mucca mitica si rivolge al dio supremo Ahura Mazdā chie-dendo per chi essa sia stata lsquofoggiatarsquo anche qui pie tuerḱ‑ egrave impiegato nel suo senso marcato di lsquofoggiare miticamentersquo un essere vivente quindi in un contesto analogo a quello dei passi analizzati supra in cui le carni degli uomini sono fog-giate dai dvergar e da Tvaṣṭar Sebbene in avestico ϑβərəs‑ sia attestato con una certa frequenza in contesti abbastanza vari e non necessariamente ldquocosmogonicirdquo egrave interessante notare come questa radice verbale non sembri ricorrere in nessunrsquoaltra lingua iranica (Cheung 2007 sv ϑuars-) Si potrebbe quindi trattare di un arcaismo che egrave sopravvissuto unicamente nellrsquoavestico in quanto lingua liturgica dello zo-roastrismo in virtugrave del suo corpus prettamente cultuale redatto a scopi rituali e di conseguenza linguisticamente arcaizzante

65 La kenning [bevanda ndash dei dvergar] per [poesia] e due figure indoeuropee

Sul piano della fraseologia lrsquointerpretazione di dvergr come riflesso di pie tuerḱ‑oacute‑ permette di individuare diversi paralleli per le kenningar nordiche per [poesia] come dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo Queste possono infatti riflettere una collocazione [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ‑oacute‑)] per [poesia] che ha non soltanto paralleli nella mitologia vedica (cfr il cap 7) ma anche corrispondenze fraseologiche sia (a) in collocazioni che designano la [poesia] e la [voce] in gene-rale come qualcosa da [versare] e da [bere] che (b) in collocazioni indoeuropee in cui pie tetḱ‑ lsquointagliare foggiarersquo e peiḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo due radici che Peter Jackson (2002 8-13) ha mostrato essere sinonimiche rispetto a tuerḱ‑ hanno come oggetto [poesia] e [voce]

(a) Lrsquouso metaforico di [bevanda] per [poesia] egrave molto ben attestata nella lin-gua poetica scandinava (Meissner 1921 69) cfr eg HaukrV Iacutesldr 14-8 biethk at [hellip]

85 Cfr Krause 1966 299 Nedoma 2004 172 Findell 2012 161 pace Mees 2013 335 Per la quantitagrave della e in pgerm dedun cfr Stiles 2010

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Riccardo Ginevra

hlustar munnum [hellip] mjǫeth drekki ldquoprego che (i presenti) vogliano bere lrsquoidromele (degli degravei) (= la [poesia]) con le bocche dellrsquoorecchiordquo86 Questa figura poetica risa-le con tutta probabilitagrave a etagrave indoeuropea poicheacute corrisponde concettualmente alla collocazione [versare (ǵheu-) ndash le preghiere] studiata da Kurke (1989) in greco vedico e latino (a cui Watkins 1995 16 aggiunge un parallelo in antico irlandese) e alla concezione della [voce] come [liquido] studiata da Garciacutea Ramoacuten (2010) in sanscrito antico irlandese e ittito (per questrsquoultimo cfr anche Dardano 2018)

(b) Una collocazione [foggiare (tetḱ‑) ndash le parole (ueku-)] metafora per [fare poesia cantare] soggiace inter alia al composto av vacas‑tašti‑ lsquoinno strofarsquo (lsquofoggiatura di parolersquo) ai sintagmi ved vaacutecāṃsy [hellip] takṣam ldquoho foggiato parolerdquo (RV 6321d) e al sintagma gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di parolerdquo (Pi P 3113) una kenning per [poeti] (Schmitt 1967 296ss) che queste espressioni riflet-tano una comune ereditagrave indoeuropea egrave stato riconosciuto giagrave da James Darmesteter (1878) sebbene in termini leggermente diversi da quelli odierni87 Il concetto [fog-giare] nella metafora ereditata [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso anche da peiḱ‑ come dimostrato da Jackson (2002) sulla base dellrsquoanaloga corrisponden-za tra collocazioni rigvediche quali vācam pipiśur ldquohanno modulato (pie peiḱ‑) la voce (ueku-)rdquo (71036) e sintagmi pindarici come ποικίλος ὗμνος ldquoinno elaborato (pie peiḱ‑)rdquo (Pi O 687 N 542) Questrsquoassociazione potrebbe infine essere atte-stata anche nella tradizione latina Ovidio (Met 14320-434) eg ci riferisce come la moglie del dio Pīcus lsquocolui che foggiarsquo (pie peiḱ‑oacute‑ analizzato nel cap 8) avesse nome Canens lsquocantantersquo (lat canō lsquocantarersquo)

La kenning aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo per [poesia] sembra quindi riflettere una combinazione di queste due figure poetiche ovvero (a) la metafora della [poesia] come [bevanda] e (b) la metafora [foggiare ndash le parole] per [fare poesia] Egrave possibile ipotizzare che questa confluenza abbia avuto luogo nel modo seguente

(1) Dato che lrsquoelemento [foggiare] nella metafora ereditata (b) [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso sia da pie tetḱ‑ che da peiḱ‑ si puograve ipotizzare che esso venisse espresso anche dalla radice pie tuerḱ‑ la quale condivide significati e collocazioni con entrambe Si puograve quindi postulare una collocazione [foggiare (pie

86 Sullrsquo[orecchio] come [bocca] per la [poesia] liquida cfr Meissner 1921 130 cfr inoltre Egill Arkv 65-8 svaacutet Yggs full yacuteranda kom at hvers manns hlustamunnum ldquocosic-cheacute la coppa di Ygg [poesia] giunse schiumando alle bocche delle orecchie di ogni uomordquo Una figura poetica del genere potrebbe essere allrsquoorigine della differenza di significato tra itt ištaman(a)- lsquoorecchiorsquo e gr στόμα lsquoboccarsquo la cui parentela egrave stata proposta giagrave da Sturtevant (1928 123) sono grato a Paola Dardano per avermi fatto notare questo parallelo tra germani-co e anatolico

87 Piugrave precisamente Darmesteter (1878 28-29) includeva nel parallelo anche sintag-mi latini con il verbo texere lsquotessere fabbricarersquo che egli riteneva essere imparentato con av degtašti‑ ved TAKṢ‑ e gr τέκτων riconducendo tutti questi vocaboli ad una stessa radice ldquotaksrdquo unrsquoanalisi che non egrave piugrave comunemente accettata al giorno drsquooggi (cfr LIV2 619-620 638-639)

mdash 75 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

tuerḱ‑) ndash le parole](2) Cosigrave come la kenning pindarica per [poeta] gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di

parolerdquo egrave un sintagma nominale che riflette la collocazione [foggiare (pie tetḱ) ndash le parole] si puograve supporre che la collocazione [foggiare (pie tuerḱ‑) ndash le pa-role] potesse essere espressa da un sintagma nominale in cui un nome agentivo pie tuerḱ‑oacute‑ lsquofoggiatore artigianorsquo (aisl dvergr) reggeva un termine per [parole] o [poesia] ovvero una collocazione [artigiano (pie tuerḱ‑oacute‑) ndash delle parole della poesia] Ciograve trova paralleli in molte kenningar norrene per [poeta] del tipo aisl hagsmiethr bragar ldquoabile fabbro della poesiardquo (Bragi Troll 17 Meissner 1921 363-364)

(3) Essendo [poesia] [parola] e in generale [voce] metaforicamente sostituibili con [liquido] o [bevanda] in virtugrave della figura indoeuropea e scandinava (a) di cui supra una collocazione [artigiano (pie tuerḱ‑oacute‑) ndash delle parole] era quindi equi-valente a [artigiano (pie tuerḱ‑oacute‑) ndash della bevanda poetica] Anche questo pas-saggio trova un parallelo nella kenning per [poeta] aisl faeliggir Fjǫlnis veigar ldquofog-giatore della bevanda di Fjǫlnir (Odino [bevanda ndash di Odino] = [poesia])rdquo (KormǪ Lv 533) in cui faeliggir egrave peraltro da ricondurre alla radice pie peiḱ‑ lsquotagliare foggia-rersquo88

(4) Dalla kenning [artigiano (pie tuerḱ‑oacute‑) ndash della bevanda (poetica)] per [poeta] potragrave quindi essersi sviluppata la kenning [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ‑oacute‑)] per [poesia] di cui aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo egrave un riflesso esatto

88 Aisl faeliggir sembra essere un derivato agentivo in -ir (pgerm -ija-) di un rif lesso di pgerm faig‑ijō‑ lsquorendere coloratorsquo ( aing fāgian lsquoidrsquo) un verbo denominativo connesso allrsquoaggettivo faih-a- lsquomulticolorersquo Questo verbo e lrsquoaggettivo corrispondente sono da ricon-durre a pie pei ḱ‑ (cfr Heidermanns 1993 183-184)

mdash 76 mdash

mdash 77 mdash

7 ARTIGIANI MITICI INDOEUROPEI I DVERGAR NORDICI E IL DIO VEDICO TVAacuteṢṬAR-

Lrsquoanalisi di aisl dvergr come riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo egrave supportata dalla caratterizzazione di questi personaggi allrsquointerno dei testi eddici ma trova anche strette corrispondenze in quanto attestato in riferimento a figure mitolo-giche analoghe in ambito indoeuropeo In questo capitolo vedremo anzitutto come i dvergar nordici condividano diverse tra le loro piugrave importanti caratteristiche con il dio vedico di nome Tvaacuteṣṭar‑ teonimo che come si egrave visto riflette pie turḱ‑teacuter‑ lsquoquello che taglia foggiarsquo un altro derivato della radice tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo

71 I dvergar eddici come lsquoartigianirsquo cosmici

I dvergar sono menzionati innumerevoli volte nella letteratura scandinava in par-ticolare allrsquointerno del corpus eddico per una rassegna aggiornata della letteratura scientifica sui dvergar cfr Liberman 2016 303-316 Gli elementi principali della loro caratterizzazione che interessano questa trattazione sono sintetizzabili nei se-guenti punti

(a) I dvergar sono quasi esclusivamente menzionati come soggetto di una collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash ogget-to]Questa collocazione egrave ad esempio attestata in Hdl in cui la dea Freyja sostiene che il suo cinghiale Hildisviacuteni sia stato creato dai dvergar il cinghiale di Freyja egrave comrsquoegrave noto da connettere al cinghiale Gullinbursti (de Vries 1956-57 II178) che appartiene al suo quasi-omonimo fratello Freyr a questi versi si puograve quindi accostare un passo del Grm in cui alcuni personaggi denominati come lsquofigli di Iacutevaldirsquo sono detti aver prodotto la nave Skiacuteethblaethnir proprio per il dio Freyr

Hdl 77-10

Hildisviacuteni er meacuter hagir goslashretho dvergar tveir Daacuteinn oc NabbildquoHildisviacutenir che per me fecero abili due dvergar Daacuteinn e Nabbirdquo

Grm 43Iacutevalda synir gengo iacute aacuterdaga Sciacuteethblaethni at scapa scipa bezt sciacuterom Frey nyacutetom Niarethar bur

mdash 78 mdash

Riccardo Ginevra

ldquoI figli di Ivaldi al principio dei tempi si mossero a foggiare Skidhbladhnir nave ottima per Freyr splendente propizio figlio di Njordhrrdquo

Nel Grm i costruttori della nave di Freyr sono menzionati solo per mezzo del patronimico ma nella parafrasi che Snorri fa di questo passo gli stessi vengono chiamati dvergar cfr Gylf 43 Dvergar nokkvorir synir Iacutevalda gerethu Skiacuteethblaethni ok gaacutefu Frey skipit ldquoAlcuni dvergar figli di Iacutevaldi fecero Skiacuteethblaethnir e diedero la nave a Freyrrdquo Come il sopracitato cinghiale Hildisviacuteni di Freyja anche il cinghiale di Freyr egrave stato foggiato da due dvergar i fratelli Sindri e Brokkr come narrato in Skaacuteld 35 dove questi due fratelli dvergar cercano di [foggiare] doni piugrave belli di quelli giagrave foggiati dai dvergar figli di Iacutevaldi 89

Skaacuteld 35Eptir thornat foacuter Loki til thorneira dverga er heita Iacutevalda synir ok gerethu thorneir haddinn ok Skiacuteethblaethni ok geirinn er Oacuteethinn aacutetti er Gungnir heitir THORNaacute veethjaethi Loki hǫfethi siacutenu vieth thornann dverg er Brokkr heitir hvaacutert broacuteethir hans Sindri mundi gera jafngoacuteetha gripi thornrjaacute sem thornessir vaacuteru En er thorneir koacutemu til smiethju thornaacuteldquoDopo di ciograve Loki andograve dai dvergar che si chiamano figli di Iacutevaldi e loro foggiarono la chioma (per Sif) Skiacuteethblaethnir (per Freyr) e la lancia di Odino che si chiama Gungnir Allora Loki scommise la propria testa con quel dvergr che si chiama Brokkr che il fratello di quello Sindri non avrebbe prodotto tre doni altrettanto buoni come quelli E quando loro (Sindri e Brokkr) giunsero alla forgia allora [cominciarono a forgiare]rdquo

Per ulteriori passi della Snorra Edda che attestano questa stessa collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera) ndash oggetto] cfr eg Skaacuteld 50 thornviacuteat nuacute hefi ek dregit Daacuteinsleif er dvergarnir gerethu ldquopoicheacute io ho ormai tratto [la spada] Daacuteinsleif che fecero i nanirdquo (giagrave citato nel cap precedente) Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

I dvergar sono menzionati in contesti del genere in numerosi altri passaggi del-la letteratura norrena Allrsquoinizio del Sǫrla THORNattr sembra quasi essere attestata una glossa del termine dvergr come lsquoartigianorsquo

Sǫrla THORNattr 1Menn thorneir vaacuteru iacute Asiacutea er einn heacutet Aacutelfrigg annarr Dvalinn thornriethi Berlingr fjoacuterethi Greacuterr THORNeir aacutettu heima skammt fraacute hǫll konungs THORNeir vaacuteru menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd THORNess haacutettar menn sem thorneir vaacuteru kǫlluethu menn dverga THORNeir byggethu einn stein THORNeir blǫnduethust thornaacute meir vieth mannfoacutelk en nuacuteldquoCrsquoerano degli uomini in Asia di cui uno si chiamava Aacutelfrigg un altro Dvalinn un terzo Berlingr e un quarto Greacuterr Essi avevano dimora non lontano dalla sala del re Questi erano uomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tutto Uomini di questo genere come loro erano gli uomini li chiamavano dvergar Vivevano in una roccia Si mischiavano allora di piugrave con lrsquoumanitagrave rispetto a

89 Cfr Ginevra 2018 per unrsquoanalisi del mito e dei suoi possibili paralleli indoeuropei

mdash 79 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

orardquo

In questo passo si dice che il termine dvergar egrave usato per riferirsi a ldquouomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tuttordquo (menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd) una perifrasi per dire che essi erano capaci di foggiare qualsiasi cosa come si evince dal fatto che

bull i quattro personaggi in questione siano fabbri cfr lrsquoinizio di un paragrafo successivo dvergarnir vaacuteru at smiacuteetha ldquoi dvergar (Aacutelfrigg Dvalinn Berlingr e Greacuterr) stavano forgiandordquo

bull la stessa locuzione sia impiegata in riferimento a un personaggio di nome Smiethr lsquoFabbrorsquo in Boacutesa saga ok Herraueths 2 lagethi aacute allt gerva hǫnd ldquometteva una mano perfetta in tuttordquo90

(b) I dvergar Moacutetsognir e Durinn sono detti [foggiare ndash esseri umani]

Vsp 95-8-10hverr scyldi dverga droacutettir91 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom THORNar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho sem Durinn sagethildquo[Gli degravei discussero su] chi dei dvergar dovesse schiere creare dal sangue di Brimir e dalle mem-bra di Blaacuteinn Lagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondo essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terra come disse Durinnrdquo

Queste due strofe sono state oggetto di interpretazioni contrastanti Il genitivo plurale dverga lsquodei dvergarrsquo in Vsp 95 egrave stato inteso da Dronke come un comple-mento di droacutettir lsquoschierersquo Dronke segue inoltre lrsquoemendazione di Joacutensson (1926 ad loc) del tragravedito hverr lsquochirsquo con hvaacutert lsquoutrum whetherrsquo traducendo di conseguenza i vv 95-6 come ldquowhether they should create companies of dwarvesrdquo (con gli aeligsir lsquodegraveirsquo come soggetto) Questa emendazione e lrsquointerpretazione che ne consegue sembrano tuttavia non necessarie sulla base di tre osservazioni

bull In primo luogo hverr skyldi dverga ldquochi dovesse tra i nanirdquo in Vsp 95 riflette la stessa struttura sintattica con ordine dei costituenti [hverr ndash verbo modale ndash geniti-vo plurale retto da hverr] attestata eg in Hym 382-4 hverr kann um thornat goethmaacutelugra goslashrr at scilia ldquoe chi puograve questo fra chi conosce i miti piugrave compiutamente raccon-

90 Possibili paralleli per questo passaggio si possono individuare in greco (Daniel Koumlll-igan c p) dove il dio artigiano Efesto egrave invocato come καρτερό-χειρ lsquoo (dio) dalla forte manorsquo (Hymn Orph 663) e in vedico (Patrick V Stiles c p) dove Tvaṣṭar egrave chiamato su‑pāṇiacute‑ lsquodal-le buone manirsquo (eg RV 73420b citato infra 72 [b]) queste corrispondenze potrebbero ri-f lettere unrsquoassociazione tradizionale tra la formula [mano ndash buonaforteperfetta] e i gli degravei lsquoartigianirsquo (pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo) nel mito indoeuropeo

91 Con Dronke (1997 ad loc) preferisco la variante ltdroacutettirgt attestata nello Hauksboacutek alla lezione ltdroacutettingt del Konungsboacutek (scelta da Neckel-Kuhn 1962 ad loc)

mdash 80 mdash

Riccardo Ginevra

tarerdquobull In secondo luogo le due strofe Vsp 9-10 hanno chiaramente una struttura

responsiva (cfr tab 8) (1) allrsquointerrogativa di Vsp 95 hverr [hellip] dverga ldquochi tra i dvergarrdquo cor-

risponde in Vsp 101-4 una risposta thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) allrsquointerrogativa di Vsp 91-2 hverr scyldi dverga droacutettir scepia ldquochi tra i dvergar dovesse creare schiererdquo corrisponde in Vsp 105-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi (Moacutetsognir e Durinn) molte umane figure fecero i dvergarrdquo essendo droacutettir lsquoschierersquo un sinonimo poetico di [uomini]92

(3) alla specificazione di Vsp 92-4 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom ldquocreare dal sangue di Brimir e dalle membra di Blaacuteinn (ie le lsquoroccersquo)rdquo93 corrisponde in Vsp 106-7 goretho dvergar oacuter ioretho ldquofecero i nani dalla terrardquo

Vsp 9 Vsp 10

(1) [chi ndash dei dvergar] = Moacutetsognir e Durinn

1 hverr scyldi dverga ldquochi tra i dvergar dovesserdquo

1-4 thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) [foggiare ndash umani] 2 droacutettir scepialdquocreare schiere = uominirdquo

5-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi molte umane figure fecero i dvergarrdquo

(3) [da terraroccia] 4 oacuter Blaacuteins leggiom ldquodalle membra di Blaacuteinn = roccerdquo

7 oacuter ioretho ldquodalla terrardquo

Tab 8 Struttura responsiva di Vsp 9 e 10

bull Infine la responsione tra Vsp 91 hverr [hellip] dverga ldquochi dei dvergarrdquo e 101-2

thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn ldquolagrave Moacutetsognir era diventato il piugrave granderdquo ha un parallelo esatto nella responsione tra Vm 284 hverr aacutesa elztr ldquochi degli AEligsir il piugrave anticordquo e 293 thornaacute var Bergelmir borinn ldquoallora Bergelmir era natordquo

92 Cfr eg Hsv 851-2 Draumum siacutenum skulu eigi droacutettir truacutea ldquoMen should not believe their dreamsrdquo

93 Per le membra di Blaacuteinn come [montagne rocce] cfr Dronke 1997 122

mdash 81 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Vm 284-291-2

ldquohverr aacutesa elztr eetha Ymis niethia yrethi iacute aacuterdagardquo Vafethruacuteethnir qvaeth ldquoOslashroacutefi vetra aacuteethr vaeligri ioreth scǫpueth thornaacute var Bergelmir borinnrdquoldquo[disse Odino] laquoChi era il piugrave vecchio fra gli asi e della stirpe di Ymir allrsquoinizio dei tempiraquo dis-se Vafthornruethnir laquoIn un tempo lontano prima che fosse creata la terra venne Bergelmir alla luceraquordquo

Una stessa struttura compositiva tradizionale (cfr tab 9) soggiace con tutta pro-babilitagrave a entrambi i passi

Vsp Vm(a)hverr + X-a (genitivo plurale)

91 hverr [hellip] dvergaldquochi tra i dvergarrdquo

284 hverr aacutesaldquochi tra gli degraveirdquo

(b)thornarthornaacute var Y-ir (nome proprio) W-inn (participio preterito)

101-2 thornar var Moacutetsognir [hellip] um orethinnldquolagrave Moacutetsognir era diventatordquo

293 thornaacute var Bergelmir borinnldquoallora Bergelmir eranatordquo

(c)Z-ztr (superlativo) + X-a (genitivo plurale)

102-3 maeligztr [hellip] dverga allraldquoil piugrave grande dei dvergar tuttirdquo

284 [hellip] aacutesa elztrldquoil piugrave vecchio degli degraveirdquo

Tab 9 Elementi comuni a Vsp 9-10 e Vm 28-29

Alla luce di questi dati non sembra quindi necessario intepretare le strofe della Vsp citate supra alla maniera di Dronke e si puograve quindi affermare che esse attestino una collocazione [dvergr ndash foggiare ndash essere umano]

(c) I dvergar Brokkr e Sindri forgiano lrsquo[arma ndash del dio del tuono] Thor

Skaacuteld 35THORNaacute lagethi hann jaacutern iacute aflinn ok baeth hann blaacutesa ok sagethi at oacutenyacutett mundi veretha ef blaacutestrinn felli [hellip] Ok thornaacute kom thornar smiethrinn at sagethi at nuacute lagethi naeligr at alt mundi oacutenyacutetask er iacute aflinum var THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn [hellip] THORNat var doacutemr thorneira at hamarrinn var beztr af ǫllum gripum ok mest vǫrn iacute fyrir hriacutemthornursum ok dœmethu thorneir at dvergrinn aeligtti veethfeacuteitldquoPoi egli (Sindri) mise nella fucina del ferro e chiese (a Brokkr) di far vento e disse che sarebbe stato [tutto] rovinato se il soffiare fosse cessato [hellip] E allora venne il fabbro (Sindri) e disse che ci man-cava poco che tutto quello che crsquoera nella fucina fosse rovinato Poi tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (Brokkr) diede il martello a Thor [hellip] Il loro giudizio (ie degli degravei) fu che il martello era il migliore fra tutti gli oggetti preziosi e la maggior difesa contro i giganti della brina ed essi senten-ziarono che il dvergr aveva [vinto] la scommessardquo

Il martello del dio del tuono Thor non egrave semplicemente uno dei sei oggetti miti-ci che vengono foggiati nellrsquoambito dellrsquoagone artigianale tra Loki (o meglio tra i dvergar figli di Iacutevaldi che lavorano per Loki) e i dvergar Brokkr e Sindri il martello egrave il migliore tra tutti questi oggetti la ldquomaggior difesa contro i giganti di brinardquo e garantisce a Brokkr e a suo fratello la vittoria nellrsquoagone contro Loki

mdash 82 mdash

Riccardo Ginevra

(d) I dvergar Austri Vestri Norethri Suethri hanno la funzione di [sorregge-re ndash il cielo]

Gylf 8lsquoToacuteku thorneir ok haus hans ok gerethu thornar af himin ok settu hann upp yfir jǫrethina meeth fjoacuterum skautum ok undir hvert horn settu thorneir dverg THORNeir heita svaacute Austri Vestri Norethri SuethrildquoEssi presero il suo cranio e ne fecero il cielo e lo posero su sopra la terra con quattro canti e sotto ogni angolo posero un dvergr Essi si chiamano cosigrave Austri Vestri Norethri Suethrirdquo

Gli stessi nomi si incontrano in ordine diverso allrsquoinizio del catalogo dei dvergar della Vsp nella strofa successiva a quelle analizzata supra 112-3 Norethri oc Suethri Austri oc Vestri Trattandosi di un catalogo non si trova qui menzionata la funzione di sorreggere il cielo la quale non egrave per la veritagrave letteralmente enunciata nemmeno in Gylf 8 undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo Ci si puograve tuttavia arrivare in maniera combinatoria

bull aisl setja undir lsquoporre sottorsquo si dice normalmente di aisl stoacutell lsquoseggiorsquo cfr eg HeiethrH 5630 var siacuteethan stoacutell settr undir Gestumblinda ldquofu quindi posto un seggio sotto Gestumblindirdquo HaacutekFris 48211 var thornar stoll settr vndir konvnginn ldquofu lagrave posto un seggio sotto il rerdquo

bull aisl stoacutell lsquoseggiorsquo egrave a sua volta impiegato nel linguaggio poetico con il significato [sostegno] come un sinonimo poetico di stǫeth lsquopalorsquo cfr eg kenningar dalla struttura [sostegno ndash del falco] per [mano braccio] come hauka-stoacutell lsquoseg-gio dei falchirsquo e val‑stǫeth lsquopalo deli falcohirsquo (Meissner 1921 141-142)

bull Aisl undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo egrave quindi semanticamente equivalente a una collocazione [dvergr ndash soste-nere ndash cielo]

Una collocazione [dvergr ndash sostenere (pgerm ber-) ndash cielo] si puograve peraltro ricostruire anche sulla base della kenning per [cielo] aisl byrethr dverganna ldquofardello dei nanirdquo in cui byrethr (pgerm bur-di[‑jō]-)94 va per lrsquoappunto ricondotto alla radi-ce pgerm ber- lsquoportarersquo (pie bher-) 95

Skaacuteld 23Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dverganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

94 Sulla non univoca analisi formale di aisl byrethr cfr Schaffner 2001 374ss e 455 Ca-saretto 2004 296 e 497-498

95 Per la kenning [fardello ndash dei dvergar] per [cielo] cfr anche Hfr Erf Oacutel 26a3 (und niethbyrethi Norethra ldquosotto il fardello della stirpe di Norethrirsquo = [fardello ndash dei dvergar]) e Arn THORNorfdr 243 (brestr erfiethi Austra ldquosi spacca la fatica di Austrirdquo)

mdash 83 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(e) Il dvergr Alviacutess egrave detto [conoscere (aisl viacuteta) ndash tutto] nel ritornello dellrsquoAlviacutessmaacutel

Alv 91-3 (+ 12x)Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitirldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu nano conoscirdquo

Il nome stesso del dvergr Al-viacutess egrave un composto con un primo elemento aldeg lsquotut-to completamentersquo (per cui cfr supra cap 3) e un secondo elemento aggettivale viacutess lsquosaggiorsquo dal significato lsquocompletamente saggiorsquo (se composto descrittivo) o lsquosaggio su tuttorsquo (se determinativo) Aisl viacuteta e viacutess sono da connettere alla stessa radice pgerm weit- lsquosaperersquo (de Vries 1962 sv viacutess)

(f) Lrsquoidromele della poesia egrave foggiato da alcuni dvergar in due recipienti e ciograve spiega percheacute la [poesia] sia chiamata [bevanda ndash dei dvergar]

Skaacuteld g57ok thornaacute er hann kom at heimboethi til dverga nokkvorra Fjalars ok Galars thornaacute kǫlluethu thorneir hann meeth seacuter aacute einmaeligli ok draacutepu hann leacutetu renna bloacuteeth hans iacute tvau ker ok einn ketil ok heitir saacute Oacuteethreyrir en kerin heita Soacuten ok Boethn THORNeir blendu hunangi vieth bloacuteethit ok vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku eetha fylli eetha nakkvars konar lǫg Oacuteethreris eetha Boethnar eetha Soacutenar eetharsquoldquoe su invito (Kvasir) giunse da certi dvergar Fialarr e Galarr essi lo convocarono per un collo-quio privato e lo uccisero Fecero scorrere il suo sangue in due recipienti e in un calderone questo si chiamava Oacuteethroslashrir e i recipienti Soacuten e Boethn Al sangue essi mescolarono del miele e ne derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergar o loro sazietagrave o liquido di qualsiasi tipo di Oacuteethroslashrir di Boethn o di Soacuten o [seguono altre kenningar]rdquo

Da questo passo egrave chiaro come lrsquoidromele della poesia del mito rappresenti la [poesia] il che corrisponde al ben attestato impiego metonimico di [bevanda] per [poesia] trattato alla fine del capitolo precedente (cap 6)

(g) Alcuni dvergar vengono catturati e incatenati per la loro sapienzaIn virtugrave della loro sapienza e abilitagrave di artigiani in diversi passi della letteratura nor-dica i dvergar vengono catturati e incatenati da personaggi che vogliono ottenere og-getti mitici forgiati da loro i dvergar sono quindi pronti a concedere quanto richiesto pur di aver salva la vita A tal proposito si possono comparare i seguenti passaggi dalla Saga Heiethreks konungs ins vitra in antico islandese e dalle Gesta Danorum di Sassone il Grammatico in latino

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2saacute hann einn stein mikinn vieth soacutelsetr ok thornar hjaacute dverga tvaacute konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxi thorneir beiddu fjoumlrlausnar Konuacutengr maeliglti Hvat heiti thorneacuter Annar nefndist Dvalinn en annar Dulinn Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem

mdash 84 mdash

Riccardo Ginevra

bezt kunni thorniethldquoEgli (Svafrlami) vide una pietra alta nel tramonto e accanto a essa due nani Il re li incantograve fuori dalla pietra con il coltello Quelli implorarono riscatto Il re disse ldquoCome vi chiamaterdquo Uno si chiamava Dvalinn lrsquoaltro Dulinn Il re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Saxo Gesta Danorum 326Cumque forte pernox attonita curis mente languesceret obumbrantem tabernaculo suo Satyrum ha-sta petivit obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepit Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcit Nec segniter Satyrus salutis redemp-tionem quae ab ipso petebatur exhibuit Adeo cunctis re prior est vita cum nihil apud mortales spiritu carius exsistere soleatldquoOnce as he watched all night his spirit was drooping and dazed with anxiety when the Satyr cast a shadow on his tent Aiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escape Then in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and bracelets The Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was asked So surely do all prize life beyond wealth for nothing is ever cherished more among mortals than the breath of their own liferdquo

Il trattamento riservato ai dvergar Dvalinn e Dulinn nella saga nordica e quello riservato al satyrus Mimingus nelle Gesta Danorum riflettono chiaramente la stessa struttura narrativa (cfr tab 10)

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar do-vrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquo

Saxo Gesta Danorum 326Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcitldquoThen in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and braceletsrdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere costretto con la forza a colla-borare

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Saxo Gesta Danorum 326Nec segniter Satyrus salutis redemptionem quae ab ipso petebatur exhibuitldquoThe Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was askedrdquo

mdash 85 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Saxo Gesta Danorum 326obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepitldquoAiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escaperdquo

Tab 10 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 e Gesta Danorum 326

Ricapitolando la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico permette di iden-tificare come loro caratteristica fondamentale la funzione di [artigiani mitici] che foggiano inter alia esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra asso-ciata alla poesia Ciograve supporta lrsquoetimologia di aisl dvergr e pgerm dthornwerga‑ come riflessi di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo Come vedremo nella prossima sezione quasi tutti gli elementi elencati presentano forti corrispondenze nei testi vedici che trattano del dio indiano Tvaṣṭar soltanto lrsquoultimo punto (g) non sembra avere corrispondenze nella tradizione sanscrita bensigrave in quella latina un parallelo che egrave discusso per esteso nel cap 8

72 Il dio vedico Tvaacuteṣṭar- lsquoArtigianorsquo cosmico

Il dio indiano Tvaṣṭar egrave nel mito vedico lrsquoartigiano cosmico per eccellenza96 La sua caratterizzazione nelle fonti vediche presenta molte corrispondenze con quella dei dvergar nelle fonti nordiche sintetizzabili nei punti presentati di seguito

(a) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare] diversi [oggetti] miticiIl dio egrave detto foggiare una coppa per il soacutema- (la bevanda rituale indiana) portare le coppe degli degravei affilare lrsquoascia di Brahmaṇaspati disporre vesti e adornare cinghie Egli produce forme e adorna di ogni forma tutte le creature compresi il cielo la ter-ra i cavalli e tutto il creato egrave stato generato da lui

RV 1206utaacute tyaacuteṃ camasaacuteṃ naacutevaṃ tvaacuteṣṭur devaacutesya niacuteṣkrtam aacutekarta catuacuteraḥ puacutenaḥldquoAnd this beaker of the god Tvaṣṭar new produced you made again into fourrdquo

RV 10539tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most

96 Sul dio Tvaṣṭar in generale cfr eg Oldenberg 1894 233-236 Macdonell 1897 116-118 Hopkins 1915 81 Hillebrandt 1927-29 372ss Oberlies 2012 149-150

mdash 86 mdash

Riccardo Ginevra

beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-)steedrdquo Brahmaṇaspati will hewrdquo

Il dio egrave menzionato in contesti analoghi in vari altri passi del RV97 noncheacute nelle fonti successive98

(b) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash essere umani]In una preghiera per la fertilitagrave che abbiamo giagrave citato nel capitolo precedente RV 101841 si chiede a diversi degravei di dare una mano nel concepimento a Tvaṣṭar in quanto dio preposto alla creazione di tutte le forme (RV 81028b) vagrave il compito di ldquointagliare le formerdquo del concepito

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātār place the embryo in yourdquo99

Nellrsquoinno del RV in cui la donna Yamī cerca di congiungersi al fratello Yama vie-ne menzionato questo stesso ruolo di Tvaṣṭar come lsquointagliatorersquo giagrave allrsquointerno del ventre materno lo stesso concetto si trova in una preghiera dellrsquoAtharvaveda per la

97 Cfr eg RV 11889 tvaacuteṣṭā rūpāṇi hiacute prabhuacuteḥ paśū n viacuteśvān samānajeacute teacuteṣāṃ na sphātiacutem ā yaja ldquoBecause preeminent Tvaṣṭar anointed all the beasts (with) their forms by sa-crifice win their fat for usrdquo 35519 devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥ pupoacuteṣa prajāḥ purudhā jajāna imā ca viacuteśvā bhuacutevanāni asya mahaacuted devā nām asuratvaacutem eacutekam ldquoGod Tvaṣṭar the im-peller providing all forms f lourishes he has begotten offspring in great quantity and all the-se creatures here are his ndash Great is the one and only lordshiprdquo 101109 yaacute imeacute dyā vāpr thivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvā n ldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer per-form sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

98 Cfr eg AVŚ 12333cd tvaacuteṣṭreva rūpaacuteṃ suacutekr taṃ svaacutedhityainā ehāḥ paacuteri pā tre dadrśrām ldquolike a form well made by Tvashtar with a knife so let the eager ones be seen round about in the vesselrdquo 14153ab tvaacuteṣṭā vā so vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā ka-vīnā m ldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo 60 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pā dān bhaacutegas tatakṣa catvā ry uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhy-atoacute nu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fashioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur aacutervā jāyata āśuacuter aacuteśvaḥ tvaacuteṣṭedaacuteṃ viacuteśvaṃ bʰuacutevanaṃ jajāna bahoacuteḥ kartā ram ihaacute yakṣi hotaḥ ldquoThe God-devoted man Tvashtar produces from Tvashtar springs to life your f leet-foot Courser Tvashtar gave being to this All about us Priest worship here the mighty works achieverrdquo

99 Cfr anche VS 1030 savitrā prasavitrā saacuterasvatyā vācā tvaacuteṣṭrā rūpaacuteiḥ pūṣṇā paśuacutebʰir iacutendreṇāsmeacute bŕhaspaacutetinā braacutehmaṇā vaacuteruṇenaacuteujasāgniacutenā teacutejasā soacutemena rājntildeā viacuteṣṇunā daśamyā devaacutetayā praacutesūtaḥ praacute sarpāmi ldquoI creep forth urged onward by Savitar the Impeller by Sarasvaticirc Speech by Tvashtar created forms by Pucircshan cattle by this Indra by Briha-spati Devotion by Varuna Power by Agni Brilliance by Soma the King by Vishnu the ten-th Deityrdquo

mdash 87 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

felicitagrave coniugale100

RV 10105abgaacuterbhe nuacute nau janitā daacutempatī kar devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥldquo[Yamī] (Even) in the womb the Begetter made us two a married couple god Tvaṣṭar the impeller who provides all formsrdquoAVŚ 6783tvaacuteṣṭā jāyām ajanayat tvaacuteṣṭāsyai tvāṃ paacutetim tvaacuteṣṭā sahaacutesram āyuṃṣi dīrghaacutem āyuḥ krṇotu vāmldquoTvashtar generated the wife Tvashtar [generated] thee as husband for her let Tvashtar make for you two a thousand life-times a long life-timerdquo

Nel RV e nella VS a Tvaṣṭar egrave assegnato il compito di foggiare uomini eroici (ved vīraacute‑) cfr i passi giagrave citati RV 73420b tvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrān ldquolet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur ldquoThe God-devoted man Tvashtar producesrdquo

(c) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash lrsquoarma del dio del tuono] IndraLa collocazione Tvaṣṭar‑ ndash TAKṢ lsquofoggiarersquo ndash vaacutejra‑ lsquomazza (di Indra)rsquo ricorre diver-se volte nel RV come notato giagrave da Macdonell (1897 117)

RV 1527cdtvaacuteṣṭā cit te yuacutejiyaṃ vāvrdhe śaacutevas tataacutekṣa vaacutejram abhiacutebhūtiojasamldquoTvaṣṭar also strengthened his own power to be employed by you he fashioned the mace of overwhelming mightrdquo

RV 1616abasmā iacuted u tvaacuteṣṭā takṣad vaacutejraṃ suaacutepastamaṃ svariacuteyaṃ raacuteṇāyaldquoJust for this one Tvaṣṭar fashioned the mace of best workmanship the reverberating one for battle [for joy]rdquo

Cfr anche RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (In-dra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo 5314ab aacutenavas te raacutetham aacuteśvāya takṣan tvaacuteṣṭā vaacutejram puruhūta dyumaacutentam ldquoThe Anu people fashioned a chariot for your horse Tvaṣṭar (fashioned) the brilliant mace o much invoked onerdquo

In due inni del RV egrave attestata una collocazione piugrave espressiva Tvaṣṭar‑ ndash VART lsquovoltare (sul tornio)rsquo ndash vaacutejra‑ lsquomazza (di Indra)rsquo ndash sahaacutesrabhrṣṭi‑ lsquodalle mille pun-tersquo cfr RV 1859ab tvaacuteṣṭā yaacuted vaacutejraṃ suacutekrtaṃ hiraṇyaacuteyaṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ suaacutepā aacutevartayat ldquoWhen Tvaṣṭar the good craftsman had turned the well-made gol-den mace with its thousand spikesrdquo 61710ab aacutedha tvaacuteṣṭā te mahaacute ugra vaacutejraṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ vavrtac chatāśrim ldquoThen Tvaṣṭar turned the mace with its thousand

100 Cfr anche RV 239 e 349 (= 729) in cui si chiede a Tvaṣṭar di propiziare progenie eroica

mdash 88 mdash

Riccardo Ginevra

spikes and hundred edges for you who are great o powerful onerdquo

(d+e) Tvaṣṭar egrave detto [conoscere (ved VED) ndash tutto] e [sostenere ndash il cielo e la terra] in due versi consecutivi (allrsquointerno di un paragone con Varuna)

RV 4423ahaacutem iacutendro vaacuteruṇas teacute mahitvā urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoI Varuṇa am Indra By my greatness these two realms wide and deep have strong support Like Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Tvaṣṭar egrave detto aggiustare insieme (ved saacutem airayaṃ) e sostenere (dhāraacuteyaṃ) le due metagrave del mondo (roacutedasī il cielo e la terra) Ciograve egrave una naturale conseguenza del fatto che in altri inni egli sia detto aver creato aggiustato insieme e adornato il cielo e la terra

RV 4563saacute iacutet suaacutepā bhuacutevaneṣu āsa yaacute imeacute dyāvāprthivī jajāna urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke avaṃśeacute dhīraḥ śaacuteciyā saacutem airatldquoHe certainly was the good artisan among the creatures who begot these two Heaven and Earth the two wide deep well-fixed realms did the wise one fit together in propless (space) with his skillrdquo

RV 101109yaacute imeacute dyāvāprthivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvānldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer perform sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

(f) Il soacutema- la bevanda rituale indiana egrave servito da Tvaṣṭar in due coppe ed egrave chiamato la [bevanda ndash di Tvaṣṭar-]

RV 111722ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vāmldquoFor Dadhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Che Tvaṣṭar sia il custode del soacutema- si evince anche dal fatto che in un inno Indra sia detto bere il soacutema- da due coppe nella casa di Tvaṣṭar mentre in un altro inno In-dra egrave detto rubare il soacutema- a Tvaṣṭar e berlo nelle coppe (cfr Macdonell 1897 117)

RV 4183cdtvaacuteṣṭur grheacute apibat soacutemam iacutendraḥ śatadhaniacuteyaṃ camuacutevoḥ sutaacutesya

mdash 89 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ldquoIn the house of Tvaṣṭar Indra drank soma a hundredrsquos worth of the pressed (drink) in the two cupsrdquo

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Le coppe con il soacutema- sono menzionate anche in una strofa in cui Tvaṣṭar prima porta i recipienti con il soacutema- per gli degravei e poi affila lrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSi-gnore della formularsquo questi versi sono immediatamente seguiti da una strofa in cui i poeti sono esortati a usare gli stessi strumenti per creare [poesia]101

RV 10539-10tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥ satoacute nūnaacuteṃ kavayaḥ saacuteṃ śiśīta vāśībhir yābhir amŕtāya taacutekṣatha vidvāṃsaḥ padā guacutehiyāni kartana yeacutena devāso amrtatvaacutem ānaśuacuteḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-) steedrdquo Brahmaṇaspati will hew Now poets sharpen up (the hatchets) that are (here) the axes with which you carve for the immortal As knowing ones create hidden tracks (like the track) by which the gods achieved immortalityrdquo

Non sarebbe strano se insieme allrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSignore della formu-la sacrarsquo anche il soacutema- fosse qui impiegato come una metafora per [poesia] come il soacutema- anche Brhaspati lsquoSignore della formula sacrarsquo egrave stato creato da Tvaṣṭar (RV 22317ab)

(h) Tvaṣṭar egrave contemporaneamente padre e nemico del [dio ndash del tuono] IndraIl padre di Indra egrave detto [foggiare] il suo vaacutejra‑ e per questo egrave stato identificato con Tvaṣṭar (cfr eg Macdonell 1897 116 Jamison Brereton 2014 I51)

RV 2176sāsmā aacuteram bāhuacutebhyāṃ yaacutem pitākrṇod viacuteśvasmād ā januacuteṣo veacutedasas paacuteri yeacutenā prthivyāṃ niacute kriacutev-iṃ śayaacutedhyai vaacutejreṇa hatvī aacutevrṇak tuviṣvaacuteṇiḥldquoThat was fit for him for his two arms ndash what his father made from every race and out of his know-ledge ndash that mace by which he with mighty roar smashed the worm and twisted it down to lie upon the earthrdquo

Ciograve sembra essere confermato dal fatto che in un inno il creatore e generatore di Indra sia chiamato svaacutepastama‑ lsquoil miglior artigianorsquo epiteto di Tvaṣṭar (cfr supra

101 Come notato da Jamison e Brereton (2014 ad loc)

mdash 90 mdash

Riccardo Ginevra

RV 1859 e 4563)102 cfr RV 4174b-d iacutendrasya kartā suapastamo bhūt yaacute īṃ jajāna svariacuteyaṃ suvaacutejram aacutenapacyutaṃ saacutedaso naacute bhūma ldquoThe best craftsman was the creator of Indra who begot him booming and bearing the good mace not to be moved any more than the Earth from its seatrdquo

Il rapporto tra Indra e il suo presunto padre Tvaṣṭar sembrerebbe essere proble-matico dato che questrsquoultimo egrave detto tremare davanti a Indra (RV 18014) il quale egrave a sua volta detto sconfiggere Tvaṣṭar alla nascita nel passo di RV 3484 citato supra (tvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya ldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indrardquo) Il quadro del rapporto padre-figlio diventa ancora piugrave tetro se si tiene conto del fatto che Indra egrave detto aver reso la madre una vedova e aver distrutto il padre evidentemente da identificare con Tvaṣṭar

RV 41812kaacutes te mātaacuteraṃ vidhaacutevām acakrac chayuacuteṃ kaacutes tvām ajighāṃsac caacuterantam kaacutes te devoacute aacutedhi mārḍīkaacute āsīd yaacutet prākṣiṇāḥ pitaacuteram pādagŕhyaldquoWho made your mother a widow Who tried to smash you as you lay as you wandered What god was merciful toward you when you destroyed your father having grasped him by the footrdquo

Abbiamo visto quindi come gli elementi centrali della caratterizzazione di Tvaṣṭar siano gli stessi attestati per quella dei dvergar ovvero atti di creazione di oggetti co-smici come figure umane e armi divine Soltanto il punto (h) non ha corrispondenze nella tradizione nordica bensigrave in quella greca come vedremo nel cap 8 A questo punto si puograve quindi procedere a una comparazione diretta tra la tradizione nordica e quella indiana

73 Artigiani cosmici indoeuropei confronto e ricostruzione

I miti nordici relativi ai dvergar e quelli indiani sul dio Tvaṣṭar condividono nume-rose caratteristiche gli elementi principali attestati in entrambe le tradizioni sono sintetizzabili nei seguenti punti

(a) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash ogget-to]I dvergar eddici sono quasi sempre soggetto di questa collocazione nel mito cfr eg Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

Tvaṣṭar egrave quasi esclusivamente menzionato come foggiatore di oggetti nel mito vedico cfr AVŚ 14160 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pādān bhaacutegas tatakṣa catvāry

102 Da notare come nello stesso inno sia menzionato anche il Cielo come padre di Indra (suvīras te janitā manyata dyauacuter)

mdash 91 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhyatoacute lsquonu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fash-ioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo

(b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash essere umano]Ai dvergar egrave assegnato il compito di creare esseri umani in Vsp 95-6 e 105-7 hverr scyldi dverga droacutettir scepia [hellip] thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquochi dei dvergar dovesse schiere (= lsquouominirsquo) creare [hellip] essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

Tvaṣṭar egrave il dio che foggia gli embrioni umani cfr RV 101841ab viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoche Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

(c) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash arma del dio del tuono]I dvergar Sindri e Brokkr sono gli autori del martello Mjǫllnir di Thor in Skaacuteld 35 THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn ldquoPoi (il dvergr Sindri) tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (il dvergr Brokkr) diede il martello a Thorrdquo

Tvaṣṭar foggia la mazza di Indra in RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (Indra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo

(d) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash sostenere ndash cielo]Il cielo egrave sorretto dai quattro nani Vestri Austri Suethri e Norethri nel mito nordico cfr Skaacuteld 23 Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dver-ganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

Tvaṣṭar sorregge le due metagrave del mondo (cielo e terra) nel mito vedico cfr RV 4423 tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ ca ldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

(e) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash conoscere ndash tutto]Il dvergr Alviss conosce ogni cosa in Alv 91-3 (13x) Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitir ldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu dvergr conoscirdquo

Tvaṣṭar conosce ogni essere vivente cfr RV 4423a tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān ldquolike Tvaṣṭar knowing all living beingsrdquo

mdash 92 mdash

Riccardo Ginevra

(f) [bevanda ndash dellrsquoartigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-)]Lrsquolsquoidromelersquo (mjǫethr pie medhu-) della poesia egrave chiamato ldquobevanda dei dvergarrdquo (che lrsquohanno prodotto) cfr Skaacuteld g57 vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku ldquone derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergarrdquo

Il soma la bevanda rituale indiana egrave il maacutedhu‑ lsquomielersquo (pie medhu-) di Tvaṣṭar cfr RV 111722 ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vām ldquoFor Da-dhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Ricapitolando i paralleli tra la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico e quella di Tvaṣṭar in quello indiano sono numerosi e si basano su una caratteristica fondamentale di questi personaggi la loro funzione come [artigiani] mitici che fog-giano oggetti cosmici come gli esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra associata alla poesia Ciograve permette di ipotizzare che essi continuino unrsquoorigi-naria figura mitica indoeuropea quella dellrsquo[artigiano] divino a cui erano associati i derivati della radice verbale che designava per eccellenza il [foggiare] mitico pie tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo riflessa in germanico da aisl dvergr (tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) e in indoiranico da ved Tvaacuteṣṭar‑ (turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo)103

103 Uno sviluppo da una personalitagrave divina singola (come Tvaṣṭar) ad una classe plurale di esseri mitici (come i dvergar) presenterebbe vari paralleli nelle tradizioni indoeuropee cfr eg i romani Sēmōnes classe plurale di divinitagrave sviluppatasi a partire dal dio singolo Sēmō le cui corrispondenze in italico e celtico permettono di ricostruire unrsquooriginaria divinitagrave singola-re protoitaloceltica di nome Segomō lsquoFortersquo (Weiss 2017)

mdash 93 mdash

8 ALCUNI PARALLELI NELLA MITOLOGIA CLASSICA IL DIO ROMANO PICO (PĪCUS) E IL

TITANO GRECO CRONO (ΚΡΌΝΌΣ)

Comrsquoegrave noto oltre che in nordico e indiano figure mitiche di artigiani divinisopran-naturali ricorrono in diverse tradizioni indoeuropee (cfr eg West 2007 154-157) Le fonti classiche attestano numerose figure di questo genere basti pensare alla for-giatura delle armi di Achille da parte di Efesto nellrsquoIliade al dono delle saette che i Ciclopi fanno a Zeus nella Teogonia o ai fabbri Dattili Idei delle fonti piugrave tarde Non egrave quindi strano che come vedremo nel presente capitolo paralleli importanti per quanto visto finora riguardo aisl dvergr e ved Tvaacuteṣṭar‑ siano attestati da due figure della letteratura classica il romano Pico (sect81) e il greco Crono (sect82) infatti da un lato le caratterizzazioni di questi personaggi presentano interessanti corrispondenze con i testi analizzati finora precisamente con gli elementi (g) e (h) rispettivamente del mito nordico e del mito indiano dallrsquoaltro i nomi di questi personaggi possono essere ricondotti rispettivamente a pie peiḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo radice che condi-vide significati e collocazioni con pie tuerḱ‑ (Jackson 2002 8-13) e alla radice quasi sinonimica pie (s)ker- lsquotagliarersquo

81 Il nome del dio Pīcus come riflesso di pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo

Il dio Pico (lat Pīcus) egrave uno dei primi re mitici del Lazio figlio di Saturno padre di Fauno e nonno di Latino104 la cui trasformazione in picchio (lat pīcus) ad opera dellrsquoamante rifiutata Circe egrave il soggetto di un famoso brano delle Metamorfosi di Ovidio (14320-434) Sebbene in quanto rex degli Aborigines Pico sia anche ogget-to di designazioni eroiche come equum domitor (Verg Aen 7189) egli egrave descritto nelle fonti latine e greche piugrave come un trickster e un culture hero

Il nome lat Pīcus puograve riflettere pie peiḱ‑oacute‑ lsquoquello che taglia foggiarsquo un

104 Cfr Verg Aen 748-49 [] Fauno Picus pater isque parentem te Saturne refert tu sanguinis ultimus auctor Serv ad Aen 1076 Stercutii Picus Pici Faunus Fauni Latinus est filius

mdash 94 mdash

Riccardo Ginevra

derivato agentivo del tipo tem-oacute- di pie peiḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo radice sinoni-mica rispetto a pie tuerḱ‑ A questo stesso derivato agentivo possono essere ricon-dotti anche

bull lat pīcus lsquopicchiorsquo che puograve riflettere pie peiḱ‑oacute‑ lsquoquello che (in)taglia scavarsquo (alberi con il becco)105 una denominazione che si riferisce al comportamento piugrave tipico di questo uccello di cui ricorrono descrizioni sia in greco (eg Arist Hist an 593a3-14) che in latino (eg Plaut Asin 262)106

bull gr πεικός lsquoacuto pungente asprorsquo attestato esclusivamente dalla glossa es-ichiana πεικόν middot πικρόν πευκεδανόν (il sinonimo πικρός egrave drsquoaltronde anchrsquoesso un riflesso con diversa morfologia di PIE peiḱ‑ cfr eg Beekes 2010 sv)

In questo caso lat Pīcus corrisponderebbe quindi non solo dal punto di vista se-mantico ma anche morfologico ad aisl dvergr essendo questrsquoultimo un riflesso di pie tuerḱ‑oacute‑ lsquoquello che taglia foggiarsquo parimenti un tipo tem-oacute- derivato da una radice dal significato lsquotagliare foggiarersquo107

Unrsquointerpretazione di lat Pīcus come lsquoquello che foggiarsquo trova per lrsquoappunto sup-porto nella caratterizzazione di questo personaggio attestata in un passo di Plutarco

Plut Numa 153-5μυθολογοῦσι γάρ εἰς τὸν Ἀβεντῖνον λόφον οὔπω μέρος ὄντα τῆς πόλεως οὐδὲ συνοικούμενον ἀλλ᾽ ἔχοντα πηγάς τε δαψιλεῖς ἐν αὑτῷ καὶ νάπας σκιεράς φοιτᾶν δύο δαίμονάς Πῖκον καὶ Φαῦνον οὓς τὰ μὲν ἄλλα Σατύρων ἄν τις ἢ Πανῶν γένει προσεικάσειε δυνάμει δὲ φαρμάκων καὶ δεινότητι τῆς περὶ τὰ θεῖα γοητείας λέγονται ταὐτὰ τοῖς ὑφ᾽ Ἑλλήνων προσαγορευθεῖσιν Ἰδαίοις Δακτύλοις σοφιζόμενοι περιϊέναι τὴν ἸταλίανldquoRaccontano infatti che quando il colle Aventino non era ancora parte della cittagrave neacute era abitato ma aveva in seacute abbondanti sorgenti e valli ombrose vi vagavano due numi Pico e Fauno i quali in altri aspetti rassomigliavano i Satiri o i Pani ma sono detti con il potere delle pozioni e lrsquoastuzia della magia divina aver viaggiato per lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i greci chiamano Dattili Ideirdquo

105 Diversamente interpretato da WH (sv) che nota come due termini possibilmente im-parentati con questo vocabolo ved pikaacute‑ lsquoCuculus micropterusrsquo e antico prussiano picle lsquoTur-dus pilarisrsquo non possano rif lettere pie ḱ questi paralleli sono tuttavia probabilmente Sche-ingleichungen dato che entrambi questi uccelli non hanno molto in comune con il picchio Probabilmente imparentato egrave anche pgerm spihta- lsquopicchiorsquo (WH ibid de Vaan 2008 sv pī-cus)

Un termine sicuramente imparentato con pīcus egrave piuttosto umb peico (accusativo singo-lare) peiqu (ablativo singolare) lsquoidrsquo esito di protoitalico pĭk‑o‑ (Meiser 1986 47) che puograve ri-f lettere pie piḱ-oacute- (un derivato del funzionalmente analogo tipo CC-oacute- cfr Nussbaum 2017 250ss) Lat pīca lsquoghiandaia gazzarsquo egrave probabilmente un derivato femminile di pīcus Diver-samente Meiser 1986 47-48 seguito da de Vaan 2008 sv pīcus (secondo cui lat pīca sareb-be un derivato femminile vrddhi di pĭk‑o‑ con successiva diffusione analogica della ī lunga al maschile)

106 Cfr sul tema Mynott 2018 230 259-260 278 Sui picchi nel folklore di varie parti del mondo cfr Armstrong 1958 94-112

107 Cfr Ginevra 2019 per unrsquoanalisi dei termini della famiglia romanza di it piccolo come ulteriori rif lessi di pie peiḱ‑oacute‑ sebbene in unrsquoaccezione passiva lsquoquello che egrave tagliatorsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Pico e suo figlio Fauno ldquosono detti aver girato lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i Greci chiamano Dattili Ideirdquo dovevano evidentemente esistere delle narrazioni tradizionali secondo cui Pico era un artigiano che aveva tramandato agli Italici lrsquoarte propria dei Dattili Idei la quale era comrsquoegrave noto la metallurgia

Plin Nat 780ferrum Hesiodus in Creta eos qui vocati sunt Dactyli IdaeildquoEsiodo (ritiene) che a Creta quelli che si chiamano Dattili Idei (abbiano lavorato per la prima volta) il ferrordquo

Come ci si poteva attendere il fatto che il teonimo Pīcus fosse un omofono di lat pīcus lsquopicchiorsquo diede luogo a paraetimologie come quelle registrate da Servio

Serv ad Aen 7190Picum amavit Pomona pomorum dea et eius volentis est sortita coniugium postea Circe cum eum amaret et sperneretur irata eum in avem picum Martium convertit nam altera est pica hoc autem ideo fingitur quia augur fuit et domi habuit picum per quem futura noscebat

Il fatto che si tentasse di analizzare Pīcus per mezzo di episodi eziologici i quali hanno poco o niente a che fare con i ruoli e le funzioni che a questo dio sono specificamente assegnate108 va visto come un sintomo del fatto che il teonimo fosse ormai del tutto opaco etimologicamente giagrave per i romani Con questo non si vuole affermare che Pico non potesse essere associato al picchio tuttrsquoaltro punto di partenza per lrsquoassociazione di un dio con un animale erano solitamente degli elementi comuni nella caratterizzazione dei due (cfr eg la relazione tra il re degli degravei Zeus e il ldquore degli uccellirdquo lrsquoaquila) ed egrave quindi piugrave che normale che il dio Pīcus lsquoquello che taglia foggiarsquo finisse per essere associato allrsquouccello pīcus lsquoquello che taglia (la corteccia)rsquo

La narrazione di Plutarco citata supra continua quindi con un episodio della vita di Numa che egrave trattato anche da Ovidio nel terzo libro dei Fasti109 il re romano si rivolge alla ninfa Egeria per conoscere il rito di espiazione del fulmine questa sug-gerisce al re di costringere con la forza le divinitagrave indigene romane Fauno e Pico a rivelargli il segreto del rito

Ov Fasti 3289sscui dea lsquone nimium terrere piabile fulmen estrsquo ait lsquoet saevi flectitur ira Iovis sed poterunt ritum Picus Faunusque piandi tradere Romani numen utrumque soli nec sine vi tradent adhibe tu

108 Ovvero la storia dellrsquoamore non corrisposto di Circe peraltro una figura importata dal mondo greco e il dettaglio del tutto non marcato (basti pensare al mito di Romolo e Remo) sullrsquoimpiego di un uccello per la divinazione

109 Noncheacute secondo Arnobio dallrsquoannalista Valerio Antias (fr 6 Peter 8 Chassignet apud Arnob 51)

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Riccardo Ginevra

vincula captisrsquoldquoA lui (a Numa) la dea (Egeria) disse laquoNon avere eccessivo timore il fulmine si puograve espiare e lrsquoira del furioso Giove si puograve allontanare Ma Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazione Ma non lo tramanderanno senza costrizione legali con ceppi dopo averli catturatiraquordquo

Numa compie quanto suggeritogli dalla ninfa e ottiene quanto desiderato (alla fine egrave Giove stesso a rivelargli il rito) Ovidio segue qui naturalmente un topos della letteratura classica quello dellrsquoessere divino catturato dal mortale (cfr Pasco-Pran-ger 2002 298) che ha una sua prima e rinomata attestazione nellrsquoOdissea (4395ss) nella narrazione della cattura di Proteo ad opera di Menelao noncheacute successivamen-te presso Virgilio che fa catturare Proteo da Aristeo nelle Georgiche (4) e Sileno a dei pastori nelle Ecloghe (6) Il passo ovidiano ha tuttavia delle strette corrisponden-ze (cfr tab 11) anche con i testi scandinavi visti nel precedente capitolo (sect71 [g]) in cui i dvergar vengono catturati e trattenuti per la loro sapienza

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 (cfr Saxo Gesta Dano-rum 326)Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Ov Fasti 3289sssed poterunt ritum Picus Faunusque pianditradere Romani numen utrumque solildquoMa Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazionerdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere co-stretto con la forza a collaborare

Saga thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Ov Fasti 3293nec sine vi tradentldquoMa non lo tramanderanno senza costrizionerdquo

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Ov Fasti 3293adhibe tu vincula captisldquolegali con ceppi dopo averli catturatirdquo

Tab 11 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 Gesta Danorum 326 e Ov Fasti 3289ss

Comrsquoegrave noto talvolta egrave possibile addebitare corrispondenze tra Sassone il Gram-matico e autori romani alla cultura latina di Sassone il quale leggeva con tutta pro-babilitagrave sia Ovidio che Virgilio a supporto di unrsquoipotesi di questo genere si noti il

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

termine lat satyrus con cui Sassone si riferisce allrsquoessere fantastico di nome Mimin-gus Ciononostante in ambito scandinavo la cattura di un dvergr allo scopo di otte-nere un oggetto mitico non sembra essere un motivo importato dal mondo classico essendo attestato eg anche nella narrazione eddica della cattura del dvergr Andvari ad opera del dio Loki (Skaacuteld 39) Anche qualora queste corrispondenze tra i dver-gar nordici e il culture hero latino Pico non fossero indizio di una comune origine ma frutto di contatto tra mondo germanico settentrionale e mondo classico esse sarebbero comunque indice del fatto che gli artigiani mitici scandinavi venissero as-similati a questo personaggio mitico romano in ragione di quella che doveva essere percepita come una stretta somiglianza

82 Il nome del titano Κρόνος come riflesso di pie (s)ker- lsquotaglia-rersquo

Il padre di Pico a prestar fede a Virgilio era Saturno accostato dagli autori lati-ni via intepretatio romana al titano Crono padre di Zeus e sovrano celeste prima di lui Il nome Κρόνος egrave stato analizzato da Janda (2010 50-51) come il riflesso di kr-oacuteno- lsquoquello che tagliarsquo un derivato con grado ridotto della radice (s)ker- lsquotagliarersquo (gr κείρω lsquoidrsquo aisl skera lsquoidrsquo) e suffisso deverbativo pie -oacuteno- Janda cita come paralleli per questa formazione gr κλ-όνος lsquosubbugliorsquo ( κέλομαι lsquometto in movimentorsquo) θρ-όνος lsquoseggiorsquo (pie dher- lsquofissarersquo) e aav dəm‑āna‑ lsquocasarsquo (pie dem(h2)- lsquocostruirersquo) Questa analisi di gr κλόνος e θρόνος e lrsquoesistenza stessa di un tipo derivazionale CC-ono- sono state tuttavia oggetto di critica (Beekes 2010 svv) Alla luce dellrsquoattestazione di mic to-no thornos e del fatto che la radice in questione sia piuttosto da ricostruire come dherh2- per il greco (mic ta-ra-nu thrānus gr θρῆνυς lsquopancarsquo dhrh2-nu-) gr θρόνος egrave stato analizzato da de Lamberterie (2004 241ss) come lrsquoesito per metatesi di pgr thoacuter-no- e pie dhoacuter(h2)-no- lsquosostegnorsquo (con scomparsa della laringale per lrsquoEffetto di Saussure) In questo caso si potrebbe supporre unrsquoanaloga metatesi per gr Κρόνος il quale sarebbe quindi il riflesso di pie (s)koacuter-no- forma che potrebbe in effetti essere riflessa dalle glosse esichiane κόρνοςmiddot κεντρομυρσίνη Σικελοί lsquopungitopo per i Siculirsquo e σκόρνοςmiddot κόρνος μυρσί-νη τὸ φυτόν lsquopungitopo mirto lrsquoarbustorsquo (in cui μυρσίνη lsquomirtorsquo sta verosimilmente per μυρσίνη ἀγρία lsquomirto selvaticorsquo un altro nome del pungitopo)

In entrambi i casi lrsquointerpretazione di Κρόνος come un riflesso di pie (s)ker- lsquotagliarersquo (kr-oacuteno- oppure koacuter-no-) dal significato lsquoquello che tagliarsquo trova supporto nellrsquoatto mitico di castrare il cielo attribuito a questo personaggio (cfr infra) e permette di analizzare questo teonimo sul piano della semantica come un quasi-equivalente di ved Tvaṣṭar‑ (lsquoquello che taglia foggiarsquo) noncheacute di aisl dvergr (pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo)110 Questa ipotesi trova supporto in

110 In realtagrave il significato lsquofoggiarersquo egrave attestato anche per derivati di questa radice anche

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Riccardo Ginevra

due interessanti paralleli tra la mitologia di Crono quella del dio vedico Tvaṣṭar e parzialmente quella dei dvergar nordici

(1) Nel mito esiodeo della creazione la Terra egrave coperta dal Cielo e in continua unione sessuale con questo fino a quando Crono non li separa evirando il padre Cielo con una falce su incitazione della madre Terra

Hes Th 159-62 174-81ἣ δ᾽ ἐντὸς στοναχίζετο Γαῖα πελώρη στεινομένηmiddot δολίην δὲ κακήν τ᾽ ἐφράσσατο τέχνην αἶψα δὲ ποιήσασα γένος πολιοῦ ἀδάμαντος τεῦξε μέγα δρέπανον καὶ ἐπέφραδε παισὶ φίλοισινmiddot [hellip] εἷσε δέ μιν κρύψασα λόχῳmiddot ἐνέθηκε δὲ χερσὶν ἅρπην καρχαρόδονταmiddot δόλον δ᾽ ὑπεθήκατο πάντα ἦλθε δὲ νύκτ᾽ ἐπάγων μέγας Όὐρανός ἀμφὶ δὲ Γαίῃ ἱμείρων φιλότητος ἐπέσχετο καί ῥ᾽ ἐτανύσθη πάντηmiddot ὃ δ᾽ ἐκ λοχεοῖο πάις ὠρέξατο χειρὶ σκαιῇ δεξιτερῇ δὲ πελώριον ἔλλαβεν ἅρπην μακρὴν καρχαρόδοντα φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωldquoLa Terra invece gemeva allrsquointerno nella sua smisurata grandezza pigiata ma un espediente srsquoin-ventograve astuto e cattivo In breve fatto un tipo di metallo il bianco acciaio ne fabbricograve una grande falce e rivolgendosi ai suoi figli [hellip] Nascostolo (la Terra) lo (Crono) predispose allrsquoinsidia gli pose tra le mani la falce dai denti aguzzi e gli suggerigrave tutto lrsquoinganno E venne il grande Urano portando la notte e la Terra avviluppava desideroso drsquoamore e srsquoespandeva per ogni dove allora il figlio dal luogo dellrsquoinsidia protese la mano sinistra con la destra prese la smisurata falce lun-ga dai denti aguzzi e i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

Questo mito esiodeo della castrazione del Cielo egrave la variante greca dellrsquouniversale mitologico che dagrave il titolo ad una monografia di Staudacher (1942) Die Trennung von Himmel und Erde ldquola separazione del Cielo e della Terrardquo in miti cosmogonici attestati presso varie tradizioni del mondo (anche indoeuropee cfr Weiss 2016) il cielo e la terra erano originariamente uniti cosigrave strettamente da impedire il funziona-mento dellrsquouniverso e dovettero essere separati prima che si potesse giungere alla forma del cosmo come lo conosciamo oggi La separazione puograve avvenire principal-mente in due modi come notato da West (1966 212) ldquosometimes the sky is simply raised by pushing [hellip] Sometimes there is a physical link which must be severed [hellip] In the Hesiodic myth [hellip] it is an act of castration that severs the bond betwe-en them once and for allrdquo West nota anche come la peculiare forma di separazione attuata da Crono (castrazione) abbia chiaramente avuto origine nellrsquoincrocio tra un mito greco indigeno della separazione del cielo e della terra e il ldquomito orientale della successione nel cielordquo attestato dal hurrico Canto di Kumarbi (prevenutoci unica-mente in traduzione ittita un testo che presenta numerosi paralleli con la Teogonia di Esiodo cfr West 1997 279ss) in cui si racconta inter alia di come il dio Kumarbi castrograve con un morso il dio Anu lsquoCielorsquo prendendone il posto come sovrano degli

se non sembra sicuramente ricostruibile giagrave per la protolingua cfr eg aisl skera in Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima tagliare e segare intagliare e foggiarerdquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

degravei111 Lrsquoatto di Crono di porre fine allrsquounione originaria tra Terra e Cielo castrando questrsquoultimo egrave quindi funzionalmente equivalente a quanto compiuto da Tvaṣṭar nel suo ruolo di figura mitica che fissa e sorregge il cielo e la terra con paralleli anche nella mitologia dei dvergar nordici (sectsect71 2 e 3 elemento [d])

(2) Crono diventa poi il sovrano dellrsquouniverso spodestando il padre Cielo dando inizia alla trafila del cosiddetto ldquomito orientale della successione nel cielordquo egli stesso saragrave infatti spodestato da suo figlio Zeus in una guerra che si puograve definire il tema principale della Teogonia esiodea

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Nel suo ruolo mitologico di padre e contemporaneamente nemico del dio associa-to al tuono e successivamente re degli degravei Zeus Crono egrave qui direttamente compara-bile con il vedico Tvaṣṭar contemporaneamente padre e nemico del dio del tuono e re degli degravei Indra come visto nel capitolo precedente (sect72 [h])112

La caratterizzazione di Crono nella Teogonia di Esiodo sembra quindi avere delle corrispondenze precise (cfr tab 12) con quella di Tvaṣṭar nel RV

(1)Tvaṣṭar e Crono sono entrambi detti separare il cielo e la terra

RV 4423cdtvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Hes Th 180-182φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωmiddotldquoe i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

111 Come mi fa notare uno dei revisori anonimi anche Kumarbi egrave definito lceilDINGIRMEŠrceil-aš ad‑da‑aš ldquopadre degli deirdquo (KUB 177 ii 13 cfr van Gessel 1998-2001 I259-260) pur non essendone il padre biologico (cf supra cap 2)

112 Questo elemento presenta unrsquointeressante corrispondenza anche nel mito hurrico in cui Kumarbi ingravidato da Anu dopo averne inghiottito i genitali genera il dio della tempe-sta Tešub che a sua volta lo spodesteragrave

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Riccardo Ginevra

(2)Tvaṣṭar e Crono sono contem-poraneamente padri e nemici degli [degravei del tuono] Indra e Zeus

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Tab 12 Corrispondenze tra Tvaṣṭar e Crono

Notare questi paralleli indoeuropei non significa ovviamente negare le corrispondenze con il mito orientale in vari passaggi della Teogonia di Esiodo egrave possibile riconoscere una forte contaminazione tra tradizioni mitiche indigene (e quindi possibilmente ereditagrave indoeuropee) ed altre di origine vicinorientale (cfr eg West 1966 212)

In questo capitolo si egrave visto quindi come sia possibile ricondurre sia lat Pīcus (pie peiḱ‑oacute‑ lsquoquello che taglia foggiarsquo) che gr Κρόνος (kr-oacuteno- oppure koacuter-no- lsquoquello che tagliarsquo) rispettivamente a pie peiḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo e (s)ker- lsquotagliarersquo due radici piugrave o meno sinonimiche rispetto a pie tuerḱ‑ Queste formazioni onomastiche avevano quantomeno originariamente una semantica analoga a quella che abbiamo ricostruito per aisl dvergr (tuerḱ‑oacute‑ lsquoquello che taglia foggiarsquo) e ved Tvaacuteṣṭar- (turḱ‑teacuter‑-tr- lsquoquello che taglia foggiarsquo) da un punto di vista morfolog-ico aisl dvergr e lat Pīcus riflettono addirittura lo stesso tipo di formazione (es-sendo entrambi derivati del tipo tem-oacute-) Il parallelo linguistico tra queste figure egrave rafforzato dal fatto che sia le narrazioni latine sul dio Pico che la tradizione esiodea sul titano Crono presentino alcuni elementi che abbiamo individuato supra (cap 7) nella mitologia nordica relativa ai dvergar e in quella indiana relativa a Tvaṣṭar113

113 Ulteriori possibili corrispondenze nella mitologia greca sono quelle con i fratelli tita-ni Prometeo e Atlante rispettivamente il creatore degli esseri umani ed il titano che sorregge la volta celeste i quali potrebbero quindi rif lettere lo sdoppiamento di unrsquounica figura mitica originaria analoga a quelle trattate in questo capitolo Sono grato a Daniel Koumllligan per aver-mi fatto notare questo parallelo

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9 I NOMI DEI DVERGARIL CATALOGO DI VǪLUSPAacute 10-16

Nel presente capitolo ci concentreremo sui nomi di dvergar elencati nel poema ed-dico Vǫluspaacute in particolare allrsquointerno delle strofe 10-16 che introducono e svi-luppano il cosiddetto Dvergatal lsquocatalogo dei dvergarrsquo questi nomi una sessanti-na costituiscono da soli quasi metagrave di tutto il materiale onomastico attestato nella Vǫluspaacute allrsquointerno di cui tuttavia il catalogo potrebbe essere unrsquointerpolazione (cfr eg Dronke 1997 67) Numerosi lavori sono stati dedicati alle etimologie dei nomi di dvergar i piugrave conosciuti tra i quali sono gli studi di Gould (1929) e Motz (1973) si tratta di analisi che hanno avuto il grande valore di evidenziare alcuni tipi di formazione frequenti tra questi nomi tuttavia dato che la maggior parte di questi dvergar sono menzionati unicamente nel catalogo e che la mitologia che li riguarda egrave di solito a noi del tutto ignota si tratta per la massima parte di etimologie impossibili da dimostrare in quanto prive di qualsiasi riscontro nelle fonti

In questo lavoro al contrario si riterranno effettivamente analizzabili soltanto quelle formazioni onomastiche per cui lrsquoanalisi formale si puograve combinare con unrsquoin-terpretazione semantica eo unrsquoidentificazione del referente che trova riscontro nei dati della mitologia o della fraseologia che ricorrono nei testi in norreno o in lingue imparentate Ciograve esclude eg simplicia il cui referente egrave del tutto sconosciuto (eg THORNekkr o THORNroacuter) o composti di referente sconosciuto i cui elementi non sono facilmente identificabili o la cui sintassi interna egrave di difficile interpretazione (eg Gand-alfr o Hleacute-vangr)

Nella sezione che segue (sect91) si abbozzeragrave uno schema dei processi di forma-zione delle parole attestati tra i nomi di dvergar della Vǫluspaacute In quella successiva (sect92) tutte le formazioni saranno presentate in ordine alfabetico e trattate (quan-do possibile) sul piano dellrsquoanalisi formale e dellrsquointerpretazione semantica Infine nella sezione finale (sect93) saranno tratte una serie di considerazioni metodologiche sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar (e non)

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Riccardo Ginevra

91 Processi di derivazione e composizione nellrsquoonomastica dei dvergar

Si procederagrave anzitutto presentando i suffissi derivazionali attestati dalle diverse for-mazioni onomastiche (1) per passare poi alla tipologia dei composti (2) La clas-sificazione egrave motivata da esigenze pratiche di descrizione della lingua e non vuole entrare nel merito di questioni che sono a tal scopo non rilevanti e tuttora dibattute (eg se i composti a reggenza verbale siano originariamente da raggruppare insieme ai composti determinativi o ai possessivi)

(1) Derivazione suffissi derivazionali comuni e onomasticiUnrsquoanalisi formale dellrsquoonomastica dei dvergar dal punto di vista della derivazione permette di distinguere sia tipi flessivi molto comuni attestati anche nel lessico appellativo che formazioni con suffissi derivazionali piugrave rari che ricorrono princi-palmente o esclusivamente in ambito onomastico Di seguito una classificazione dei suffissi (sulla base del corrispondente protogermanico)

bull Pgerm -a- questa classe comprende sostantivi maschili tematici (con co-siddetta ldquoflessione forterdquo) che continuano i temi indoeuropei in -o- e sono tra le formazioni piugrave comuni allrsquointerno del lessico appellativo germanico

In questa categoria sono probabilmente da includere molti nomi di dvergar altrimenti ignoti che sembrerebbero a prima vista essere simplicia tematici eg Fraacuter e THORNroacuter noncheacute i secondi elementi di composti come Al‑thornjoacutefr e Nyacute‑raacuteethr

bull Pgerm -an- questa classe comprende sostantivi maschili uscenti in aisl -i (con cosiddetta ldquoflessione debolerdquo) che continuano i temi in -n- indoeuropei (talvolta anche sul piano etimologico cfr eg aisl ux-i lsquobuersquo pgerm uks-ēn riflesso di pie h2uks-eacuten- ved ukṣaacuten‑) Molti temi germanici in -an- hanno avuto origine come ricaratterizzazioni di originari temi in pgerm -a- (pie -o-) il suffisso -an- era inoltre frequentemente impiegato nella formazione del secondo elemento di compo-sti a reggenza verbale e nel creare derivati denominali da sostantivi neutri

Per esempi del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr Aacutei da aacutei lsquoavorsquo (pgerm awa[n]-) che corrispon-de al sostantivo tematico lat avus lsquononnorsquo (h2eṷh2-o-)Per il secondo tipo cfr degbori nel nome Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquoPer il terzo tipo molto comune tra i nomi di dvergar (Gould 1929 957) cfr eg Sindr-i sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo Frost‑i frost lsquogelorsquo Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

bull Pgerm -u- una classe di formazioni nominali di grande antichitagrave la cui estrema raritagrave tra i nomi di dvergar non sorprende trattandosi di un tipo di formazio-ne non piugrave produttivo giagrave in etagrave protogermanica (cfr Casaretto 2004 191)

Questa classe egrave attestata da unrsquounica formazione onomastica Litr lsquocolorersquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Pgerm -(i)ja(n)- questo suffisso in protogermanico formava principalmen-te derivati pertinentivi denominali un tipo poco rappresentato nellrsquoonomastica dei dvergar Il suffisso aisl -ir appare invece essere molto produttivo nella formazione di nomina agentis da verbi deboli (soprattutto nella poesia scaldica)114 un tipo raro nelle altre lingue germaniche e di chiara origine recente (lrsquoimpiego del suffisso aisl -ir dopo sillabe leggere -VC- non rispetta la Legge di Sievers e non puograve quindi risa-lire oltre il protonordico)

Per questo tipo di formazione tra i nomi di dvergar cfr eg degthornras‑ir in Doacutelg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo (cfr thornras‑a lsquominacciarersquo)

bull Pgerm -Vna- e -Vra- questi suffissi di struttura -VCa- (la vocale connet-tiva subiva spesso modificazioni non attese fonologicamente)115 sono ben attestati sia nellrsquoonomastica che nel lessico appellativo

In germanico i suffissi del tipo pgerm -Vnaō‑ erano relativamente produttivi per la formazione di derivati sia deverbali che denominali (Meid 1967 103ss)116 tuttavia nellrsquoonomastica dei dvergar (e nordica in generale) egrave unicamente il suffisso -inn a godere di produttivitagrave117

114 Cfr Meissner 1921 283ss Meid 1967 70 Ebenbauer 1973 192ss Casaretto 2004 112

115 Fondamentale nellrsquoanalisi di questi derivati egrave il processo del Suffixtausch lsquoscambio del suffissorsquo La vocale connettiva dei derivati con suffissi -VCaō- era infatti originariamen-te coincidente con la vocale in cui usciva la base del derivato eg wōd‑u‑ lsquoispirazionersquo gt wōdu‑na‑ lsquoquello dellrsquoispirazionersquo Una volta che la connessione etimologica tra basi e deri-vati andograve persa i parlanti si trovarono di fronte una varietagrave di suffissi ldquoapofonicirdquo con diversa vocale connettiva (-a- -i- -u-) i quali essendo di forma quasi identica e di funzione analo-ga apparivano liberamente scambiabili tra di loro Ciograve ha dato origine a formazioni seconda-rie in cui il suffisso con vocale connettiva etimologica egrave stato sostituito da suffissi con voca-le connettiva non etimologica eg Wōd‑una‑ (anorv Oacuteethonn) ⟶ Wōd‑ana‑ (aing Wōden) Wōd‑ina‑ (aing Wēden) Questo processo (per cui cfr Meid 1967 50ss Schaffner 1996 151) egrave molto diffuso in germanico settentrionale e occidentale ed egrave di grande importanza per lrsquoana-lisi di derivati con tali suffissi

116 A differenza della variante senza vocale connettiva -na- (pie -noacute-) la quale a cau-sa di processi di assimilazione era spesso non piugrave trasparente (got fulls lt plh1-noacute- lat plē‑nus ved pūr‑ṇaacute‑) Le tre varianti ldquoapofonicherdquo del suffisso -ana- -ina- e -una- in cui la vocale connettiva era originariamente identica alla vocale finale del tema della base (Casaret-to 2004 321) andavano incontro a Suffixtausch giagrave in etagrave molto antica cfr eg i rif lessi del termine per lsquomattinorsquo got maurg-ins e aisl myrg-inn (pgerm murg-ina-) vs aisl morg-inn (morg-ann) aing morg-en e aat morg-an (pgerm murg-ana-)

117 In norreno i rif lessi regolari -an--(i)n- e -un- (pgerm -ana- -ina- -una-) sono sta-ti sostituiti in maniera sistematica da aisl -in- il quale rif lette in realtagrave il formante di aggetti-vi di materiale pgerm -īna- (guld‑īna- lsquodoratorsquo guld-a- lsquoororsquo) Sebbene la sostituzione sia stata cosigrave pervasiva da aver influito persino sulla morfologia verbale (in cui aisl -inn egrave il rego-lare formante di participi preteriti mentre pgerm -īna- formava esclusivamente derivati de-nominali) si egrave trattato di un processo analogico e non di un mutamento fonetico (Syrett 1994 187-204) come dimostrato dal fatto che le varianti originarie del suffisso sono ancora identi-ficabili in vocaboli arcaici come thornjoacuteethann lsquorersquo (pgerm thorneud‑ana- cfr got thorniud‑ans) noncheacute

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Riccardo Ginevra

Con lrsquoeccezione del nome del personaggio della saga volsungica Reginn riflessi di pgerm -Vna- sono attestati da molti nomi di dvergar per lo piugrave ignoti e scarsamente analizzabili eg Dvalinn Fundinn e THORNorinn

In norreno e nelle altre lingue germaniche le formazioni che attestano esiti dei suffissi pgerm -a-ra- e -u-ra- non riflettono solitamente ereditagrave indoeuropee118 e sono analizzabili quantomeno sincronicamente come derivati denominali (eg pgerm stab-ara- lsquopalo in una palizzatarsquo stab-a--i- lsquopalorsquo) Quantomeno a giudi-care dal numero di nomi di dvergar che attestano questo tipo di formazione i riflessi nordici di struttura aisl -Vrr dovevano aver acquisito un alto grado di produttivitagrave (verosimilmente come formanti onomastici neutri sul piano del significato)

Suffissi che riflettono pgerm -Vra- ricorrono in numerosi nomi di dvergar altrimenti sco-nosciuti eg Aacutenarr Bǫmburr e Lofarr

bull Pgerm -(V)n-ija- si tratta di un suffisso complesso che ha avuto origine in derivati con suffisso -ija- di sostantivi in -(V)naō‑ lrsquoesito aisl -nir estratto dalle formazioni originarie egrave poi diventato produttivo nella lingua poetica e nellrsquoonoma-stica norrena per la formazione di inter alia composti possessivi e agentivi

Per formazioni del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr degvitn-ir lsquolupo spada creaturarsquo riflesso di witn-ija- (da pgerm witn[a]- imparentato con itt ḫwitar‑ḫwitn- lsquoanimali bestie lupirsquo) allrsquointer-no del nome di dvergr Mjǫeth‑vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquoPer composti possessivi e agentivi cfr rispettivamente Moacutet‑sǫg‑nir lsquoquello che ha la sega per figurersquo (aisl sǫg lsquosegarsquo) e Draup-nir lsquoquello che gocciolarsquo (pgerm draup‑a‑ lsquogocciolarersquo)

Naturalmente per quanto riguarda i composti la presente classificazione riguarda unicamente il secondo elemento il primo elemento andava incontro a modificazioni di vario tipo acquisendo morfologia specifica della composizione119

nellrsquoonomastica e in termini della lingua poetica118 Unrsquoeccezione egrave costituita dal suffisso -ara- che formava derivati di semantica delo-

cativale a partire da avverbi di luogo e pronomi (ūt‑ara‑ lsquoesternorsquo ūt lsquofuorirsquo Meid 1967 81) il quale egrave in ultima analisi da ricondurre a pie -eroacute- (con diverso grado apofonico o pgerm -ar- lt -er- in sillaba non radicale) tematizzazione del suffisso locativo pie -eacuter-(i) per cui cfr eg avverbi di luogo come aat obero av upara‑ lat superus rif lessi di pie (s)uper‑oacute‑ ((s)up‑eacuter‑(i) got ufar ved upaacuteri lat super)

Di contro il suffisso semplice (senza vocale connettiva) pgerm -ra- (pie -roacute-) non era produttivo in protogermanico ed egrave attestato principalmente in formazioni ereditate (Meid 1967 78 Casaretto 2004 416)

119 Eg seg-isdeg e seg-ideg per seg‑iz‑ nellrsquoonomastica cfr i nomi propri lat-germ (Fla-vius) Sigis-vultus vs aisl Sigdegurethr (segi-ward-u- lsquoguardiano della vittoriarsquo) fenomeni analo-ghi erano giagrave presenti in indoeuropeo cfr eg il primo elemento in -ideg allrsquointerno del sistema di Caland del tipo ved Rjiacute‑śvan‑ lsquoche ha cani velocirsquo rj‑raacute‑ lsquoveloce brillantersquo (su cui cfr eg Rau 2009 135)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(2) Composizione tipi di composti onomasticiIl secondo importante aspetto della Wortbildung nellrsquoonomastica dei dvergar egrave la composizione I tipi di composti attestati sono classificabili allrsquointerno di quattro categorie

bull Composti determinativi (scr tatpuruṣa‑)120 il cui primo elemento egrave in una relazione sintattica subordinativa implicita nei confronti del secondo elemento (a differenza che nei cosiddetti composti casuali in cui la relazione sintattica egrave espli-cita ovvero il primo elemento attesta una marca di caso) il quale egrave un sostantivo e corrisponde alla testa del composto (che egrave quindi endocentrico) eg aisl arm-baugr lsquoanello da bracciorsquo Composti determinativi di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 26 cfr Carr 1939 49-56)

A questo tipo potrebbe appartenere eg il nome di dvergr aisl Mjǫeth‑vitnir lsquolupo del mielersquo

bull Composti descrittivi (karmadhāraya)121 il cui primo elemento egrave un aggettivo in funzione di attributo del secondo elemento il quale egrave invece un sostantivo ed egrave la testa del composto (che egrave quindi endocentrico) cfr eg aisl forn‑maethr lsquouomo anti-corsquo aat junc-herro lsquogiovane signorersquo (ted Junker) Il tipo egrave sicuramente ricostruibi-le per il protogermanico (Meid 1967 27 cfr Carr 1939 56ss)122

Tra i nomi di dvergar questo tipo potrebbe essere attestato eg dal (poco chiaro) composto Skaacute‑fiethr qualora esso significasse lsquobuon finlandese lapponersquo

bull Composti a reggenza verbale (upapadasamāsa‑)123 il cui secondo elemento egrave un derivato deverbale con significato agentivo i nomi di dvergar attestano due sottotipi di questa categoria di origine cronologicamente distinta

Il tipo con i suffissi maschilefemminile aisl -ia (pgerm -aōn-) e aisl -ija (-jaōn- cfr Val-kyrja) era la strategia piugrave produttiva per la formazione di composti a reggenza verbale in protogermanico (Meid 1967 26)124 Lrsquoorigine di questo tipo

120 Cfr AiGr II1241ss sullrsquoorigine delle denominazioni dei composti in sanscrito cfr Sadovski 2002

121 In realtagrave nella classificazione indiana i descrittivi sono solo un sottotipo dei compo-sti apposizionali-attributivi karmadhāraya-

122 Cfr eg got midjun-gards aing middan-geard aat mittin-gard lsquoterra medianarsquo123 I composti descrittivi e a reggenza verbale sono spesso considerati sottogruppi dei

determinativi ma sono qui trattati separatamente ai fini dellrsquoesposizione per Schindler (1997 537) peraltro i composti a reggenza verbale con secondo elemento verbale (come quelli qui analizzati) sono in realtagrave nati come possessivi (ldquolsquoschnelle Schritte habendrsquo gt lsquoschnell schrei-tendrsquordquo)

124 Cfr eg i rif lessi della designazione germanica dellrsquolsquoeredersquo come lsquoquello che prendeusufruisce dellrsquoereditagraversquo (arbijadeg) aat erpi‑nom‑o e aing yrfe-num-a (entrambi da degnum-an- agentivo di nem-a- lsquoprenderersquo) got arbi-num-ja e aisl erfi-nyti (rispettivamente num-jan-

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Riccardo Ginevra

sembra essere da individuare nella ricaratterizzazione per mezzo del suffisso -aōn- o -jaōn- di antichi composti radicali indoeuropei (cfr Schindler 1972 Benedetti 1988 Scarlata 1999125 Data la produttivitagrave in germanico lrsquoattestazione di questo tipo tra le formazioni onomastiche del catalogo dei dvergar egrave prevedibile

Nomi di dvergar che riflettono questo tipo di formazione includono eg Haug‑spori lsquoquello che calcia le collinersquo e Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

I composti a reggenza verbale i cui secondi elementi attestano il suffisso -ir sono invece chiaramente piugrave recenti (Ebenbauer 1973 178) dato che come notato supra non subiscono gli esiti della Legge di Sievers neacute dello i-Umlaut (per cui al posto di eg aisl degthornras‑ir ci si aspetterebbe daggerdegthornresr) Questo suffisso era produttivo per la formazione di agentivi deverbali allrsquointerno di kenningar (Meissner 1921 283ss) ed egrave molto ben attestato nella poesia eddica e scaldica (Ebenbauer 1973 192ss)126

Tra i nomi di dvergar questo tipo egrave attestato da aisl Doacutelg‑thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo

bull Composti possessivi (bahuvrīhi)127 in cui a prescindere dalla relazione im-plicita tra primo elemento e secondo elemento la testa semantica non egrave uno dei due membri del composto (che egrave quindi esocentrico) del tipo di aisl gengil-beina lsquo(don-na) che ha le gambe tortersquo Molti composti di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 33ss cfr Carr 1939 63ss) il secondo elemento egrave normalmente suffissato (Carr 1939 64) il che giustificherebbe la classificazione di queste formazioni tra i composti derivazionali (ted Ableitungskomposita)

Tra i suffissi attestati nellrsquoonomastica eddica pgerm -an- e -ja- erano sicura-mente impiegati per la formazione di bahuvrīhi in etagrave protogermanica (Meid 1967

e nut-jan- agentivi di nem-a- e neut-a- lsquousufruirersquo) che la forma nordica sia un arcaismo egrave assicurato dal fatto che il simplex aisl erfi significa lsquofuneralersquo e non piugrave lsquoereditagraversquo (su questa famiglia lessicale cfr Groslashnvik 1982)

125 Cfr eg pgerm degtug-an- lsquocomandantersquo (eg in aat heri‑zogo gt ted Herzog) e lat dux entrambi rif lessi di pie degduk- (de Vaan 2008 sv dūcō)

126 Sebbene non sia attestato tra i nomi dei dvergar va sicuramente menzionato anche il tipo con derivato tematico agentivo come secondo elemento che occorre raramente nelle al-tre lingue germaniche (Casaretto 2004 49118) ma egrave relativamente frequente in nordico (Meid 1967 59) e deve essere stato produttivo in etagrave preistorica ciograve egrave evidente in primo luogo in ra-gione della sua corrispondenza con il tipo degtom-o- attestato nelle altre lingue indoeuropee cfr gr κουρο-τρόφ-ος lsquoche cresce i giovanirsquo e ved puṣṭim‑bhar‑aacute‑ lsquoche porta abbondanzarsquo in secondo luogo formazioni di questo tipo dallrsquoaspetto arcaico sono attestate in germanico orientale e occidentale e sono ricostruibili per il protogermanico cfr got daura-wards aing duru-weard aat turi-wart rif lesso di pgerm dur(a)-ward-a- lsquoquello che custodisce la portarsquo con secondo elemento dal verbo ward‑ē- lsquocustodirersquo cfr aing wardian aat wartēn (Casaret-to 2004 67)

127 Cfr AiGr II1273ss

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

34)128

Per questo tipo di possessivi cfr il nome di dvergr aisl Eikin-skjald-i lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

Non ha invece paralleli in altre lingue germaniche il tipo con suffisso aisl -nir (-Vn-ija- cfr Ebenbauer 1973 211) attestato eg dal nome di un cavallo in Grm 304 aisl Faacutel‑hoacutef‑nir lsquoquello che ha lo zoccolo cavorsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo)

Per esempi di questo tipo nellrsquoonomastica dei dvergar cfr Moacutet‑sǫg‑nir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo

92 Dizionario etimologico dei nomi di dvergar nella VǫluspaacuteIn questa sezione sono elencate in ordine alfabetico e quando possibile analizzate e interpretate tutte le formazioni onomastiche attestate in riferimento alla categoria dei dvergar nel poema eddico Vǫluspaacute

bull Aacutei (Vsp 11 15) apparentemente identico allrsquoappellativo aisl aacutei lsquoavorsquo rifles-so di pgerm aw-a(n)- (cfr got awo lsquononnarsquo pgerm aw‑ō[n]-) e pie h2eṷh2-o- (lat avus lsquononnorsquo) egrave trattato insieme a possibili paralleli norreni e indoeuropei su-pra (cap 2)

bull Alfr nome di un dvergr (Vsp 161) e secondo elemento nei nomi di dvergar Gand-alfr (Vsp 121) e Vind-alfr (Vsp 122) noncheacute nome di unrsquointera categoria di essere mitici gli alfar continuamente associati agli degravei (Gunnell 2012 121) e vene-rati dagli esseri umani (Gunnell 2012 passim) puograve riflettere pie h1albh-oacute- lsquobiancorsquo (lat albus Hsch ἀλφούςmiddot λευκούς) un derivato della radice h1albh- lsquoessere biancorsquo (itt alpa‑ lsquonuvolarsquo gr ἄλφι lsquoorzorsquo) Un significato originario lsquobiancorsquo per alfr puograve trovare supporto nellrsquoassociazione di questi esseri con gli degravei i lsquocelestirsquo (cfr ved devaacute‑ lat deus da pie deiuoacute- lsquocelestersquo) Aisl alfar potrebbe in alternativa riferirsi a spiriti associati ai corsi drsquoacqua dato che la radice h1albh- era chiaramente asso-ciata ai fiumi (cfr aisl elfr lsquofiumersquo e gli idronimi aat Elba gr Ἀλφειός lat Albula)

bull Al‑thornjoacutefr (Vsp 114) lsquoladro di tuttorsquo () (apparentemente composto di aldeg lsquotut-torsquo e degthornjoacutefr lsquoladrorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Aacuten (Vsp 117) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoantroponimo Aacuten attestato anche come Aacutenn e Oacutenn per una possibile analisi cfr de Vries 1962 sv Aacuten)

bull Aacutenarr (Vsp 117) non analizzabile (possibilmente derivato o ricaratterizzato

128 Cfr eg rispettivamente got man-leik-a aisl man-liacutek-i aing man‑līc‑a aat ma-na‑līhh‑o lsquoritrattorsquo (man(a)‑līk‑an‑ lsquoche ha lrsquoapparenza di un uomorsquo) ed aisl ein-eyg-r aat ein-oug-i lsquoche ha un occhio solorsquo (aina-aug-ja-)

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Riccardo Ginevra

a partire da Aacuten cfr de Vries 1962 sv)bull Aur-vangr (Vsp 137) lsquoquello che ha un campo di fangorsquo () (apparentemente

composto di aurdeg lsquofangorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Austri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave

interpretabile come lsquoquello dellrsquoOrientersquo essendo un derivato in -i di aisl austr lsquoOrientersquo esito di pgerm austra- (aing eāster aat ōstara [plurale] lsquoPasquarsquo cfr pgerm austa- aing eāst mat ost lsquoOrientersquo) un riflesso della radice pie h2ues- lsquodiventare chiarorsquo (cfr ved ucchaacute‑ti lsquoidrsquo av rec usaṇt‑ lsquoche diventa chiarorsquo) In un passaggio dellrsquoEdda di Snorri analizzato supra (cap 7) i nani Norethri Suethri Austri e Vestri sono detti sorreggere i quattro angoli del cielo egrave quindi scontato analizzare con Gould (1929 957) i nomi di tutti questi dvergar come derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali cfr infra anche Norethr‑i lsquoquello del Settentrio-nersquo (norethr) Suethr‑i lsquoquello del Meridionersquo (suethr) e Vestr-i lsquoquello dellrsquoOccidentersquo (vestr)

bull Baacutefurr (Vsp 115) notato nel Regius come ltBavavrrgt e nello Hauksboacutek come ltBaacutefurrgt egrave stato letto da Kerkhof (2015 83) come Bǫfur e analizzato come un termine imparentato con lat faber lsquofabbrorsquo che Kerkhof riconduce a pie guhobh-r Questrsquoanalisi sembra poco probabile in ragione del fatto che -urr in Baacutef‑urr riflette un suffisso aisl -urr (pgerm -Vra-) attestato anche dai nomi vicini Biacutefurr e Bǫmb-urr mentre comrsquoegrave noto (cfr eg la disamina in de Vaan 2008 sv) lat faber non riflette un tema in -r- bensigrave un sostantivo tematico con suffisso -ro- Si puograve semmai ipotizzare che una forma pgerm bab-ra- il riflesso di pie guhobh-ro- (lat faber) sia stata rimodellata in bab-Vra- e quindi in bab-ura- (aisl Bǫfurr) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull Biacutefurr (Vsp 115) non analizzabile (possibilmente derivato dal verbo debole aisl bifa lsquotremarersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull degbori secondo elemento nel nome di dvergr Horn-bori (Vsp 135) riflette un derivato agentivo di bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo) dal significato lsquoquello che portarsquo Cfr Hornbori

bull Bǫmburr (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-glia di isl bambur lsquorecipiente grandersquo e bambi lsquopancia grandersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Doacutelg‑thornrasir (Vsp 152) egrave un composto a reggenza verbale i cui elementi sono facilmente identificabili rispettivamente come aisl dolgr lsquonemicorsquo e THORNrasir una formazione attestata come simplex in DH 4 ma piugrave spesso come secondo ele-mento (eg Liacutef‑thornrasir in Gylf 53) e correntemente ritenuta essere un derivato re-cente in -ir del verbo thornrasa lsquominacciarersquo (Ebenbauer 1973 211) il significato di Doacutelg-thornrasir egrave quindi lsquoquello che minaccia i nemicirsquo Aisl thornrasa (pgerm thornrasō‑ cfr aat drāsen lsquoruggirersquo e as thrāsian lsquominacciarersquo da thornrēsija‑ Orel 2003 sv)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

un verbo obsoleto usato unicamente nella lingua poetica129 egrave etimologicamente da connettere alla radice verbale ved TRAS lsquotremare temerersquo ed entrambe sono a loro volta da ricondurre alla radice pie tres- lsquotremare (dalla paura)rsquo (LIV2 650-651 che ricostruisce anche un causativo tros-eacuteieo- lsquofare tremare (dalla paura)rsquo sulla base di ved trāsaacuteya‑ lsquoidrsquo lat terreo lsquospaventare terrorizzarersquo cfr de Vries 1962 620 EWAia sv TRES) Ciograve permette di riconoscere in aisl Dolg‑thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo la stessa collocazione [(fare) tremare (pie tres-) ndash il nemico] individuata da Dumeacutezil (1961 256 n 2) in lingue italiche e indoiraniche attestata eg nel RV (6144cd yaacutesya traacutesanti śaacutevasaḥ saṃcaacutekṣi śaacutetravo bhiyā ldquowhose rivals tremble at the full sight of his vast power in fearrdquo) e nellrsquoAVŚ (5218c taacuteir amiacutetrās trasantu no lsquomī yeacute yaacutenty anīkaśaacuteḥ ldquoby those let our enemies be alarmed who go yonder in troopsrdquo) Il nome del piugrave glorioso re menzionato nel RV (+) ved Trasaacute‑dasyu- lsquoquello che fa tremare i daacutesyu‑ (nemici)rsquo sembra quindi costituire un paral-lelo esatto per aisl Dolg‑thornrasir sul piano della semantica e parziale (aisl degthornrasir vs ved Trasaacutedeg) per quanto riguarda lrsquoetimologia130

bull Draupnir (Vsp 151) egrave identico al nome dellrsquoanello di Odino che si moltipli-ca per otto volte ogni nove giorni (Gylf 49) analizzato da Luumlhr (2000 319) come derivato con suffisso agentivo -nir di un non attestato verbo aisl draupa riflesso di pgerm draupō(ja)- lsquogocciolarersquo (aing drēapian) della stessa famiglia di pgerm dreup‑a‑ lsquoidrsquo (aisl drjuacutepa aing dreopan aat triofan) lett drupt drupu lsquocadere a pezzi andare in rovinarsquo e airl drucht lsquogocciarsquo (pie dhreub-) Il significato di aisl Draupnir sarebbe quindi lsquogocciolantersquo

bull Durinn (Vsp 104 108) nome di uno dei due dvergar coinvolti nella creazione di figure umane (cfr cap 7) sembrerebbe essere da connettere alla famiglia di aisl dyrr lsquoporte (plurale)rsquo (cfr de Vries 1962 sv) riflesso di pgerm dur- lsquoportarsquo (cfr Casaretto 2004 63) unrsquoanalisi che tuttavia non trova alcun riscontro nei testi

bull Dvalinn (Vsp 114 142) non analizzabile (possibilmente derivato di aisl dva-la lsquoritardarersquo della famiglia lessicale di got dwals lsquoscioccorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Eikin-skjaldi (Vsp 138 162) egrave un composto possessivo di sintassi interna attributiva131 Il primo elemento eikindeg riflette aisl eik-inn lsquofatto di querciarsquo (pgerm

129 Forse addirittura uno hapax dato che lrsquounica attestazione che sembra possibile indi-viduare in norreno egrave Ls 583 In islandese moderno il verbo sembra invece aver riacquisito vi-talitagrave

130 Come notato da Andrea Lorenzo Covini (c p) questrsquointerpretazione egrave supportata dalla circostanza per cui Trasaacute-dasyu- egrave da analizzare come arcaismo in vedico dove i compo-sti a reggenza verbale del tipo di gr φερέ-οικος lsquochiocciolarsquo (letteralmente lsquoporta-casarsquo) hanno normalmente il participio come primo elemento (del tipo di ved bharaacuted‑vāja- lsquoche porta velo-citagraveforzarsquo per unrsquoanalisi alternativa cfr Pinault 2018) in indoiranico il tipo originario si con-serva bene solo in antico persiano eg Dhāraya‑vau‑ lsquoche supporta il benersquo

131 Modello dellrsquoepiteto ing Oaken-shield (trad it Scudodiquercia) dato da J R R Tolkien ne Lo Hobbit (1937) al re dei nani Thorin il Re sotto la Montagna

mdash 110 mdash

Riccardo Ginevra

aik‑īna‑ cfr aing ǣācen afr ē(t)zen aat eihhīn Orel 2003 sv) derivato con suffisso di materiale -inn (-īna‑) di eik lsquoquerciarsquo (aik- cfr aing āc as ēk aat eih) Il secondo elemento degskjald-i (skeld-an-) mostra il suffisso dei composti pos-sessivi -i (pgerm -an-) e riflette aisl skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeld-u- cfr got skildus aing scield as skeild aat scilt)132 Il significato di Eikin-skjaldi egrave quindi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo ma essendo il personaggio a noi ignoto non possiamo sapere se ciograve trovasse riscontro nella sua mitologia un possibile parallelo nellrsquoonomastica eddica si ha tuttavia in Eikin-tjasna lsquoquella che ha la molletta di querciarsquo (LP sv) nome della figlia di THORNraeligll lsquoServorsquo e THORNyacuter lsquoServarsquo in Rthorn (136) che sembrerebbe essere stato coniato con intento ironico proprio come parodia dellrsquoalti-sonante Eikin-skjaldi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

bull Fiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente riflesso di finhlj-an- deri-vato da pgerm finh‑lō- lsquolimarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Finnr (Vsp 164) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl finnr lsquofinlandese lapponersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Fjalarr nome di un dvergr (Vsp 163 cfr Skaacuteld g57) e di un gallo che canta nellrsquooltretomba (Vsp 428) noncheacute di uno jǫtunn lsquogigantersquo (Hrbl 26) riflette un de-rivato in -Vra- di pgerm felh-a- lsquooccultamentorsquo (got ga-filh lsquosepolturarsquo) termine della stessa famiglia di aisl fela lsquooccultarersquo (pgerm felh-a- cfr got filhan aing fēolan aat felahan) Un significato lsquoquello dellrsquooccultamentorsquo trova riscontro nella mitologia del gallo Fjalarr il quale egrave detto cantare nel palazzo della dea dei morti Hel lsquooccultamentorsquo133 in Vsp 435-8 enn annarr gelr fyr ioreth neethan soacutetrauethr hani at sǫlom Heliar ldquoma un altro anche canta in basso sottoterra gallo rosso-fuliggine alle corti di Helrdquo134

bull Fraeliggr (Vsp 136) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraeliggr lsquofamosorsquo)

bull Fraacuter (Vsp 135) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraacuter lsquovelocersquo)

132 Aliter Salus-Beekman Taylor 1969 76-77 che analizza (non correttamente) Eikin-skjaldi come dativo singolare di unrsquoipotetica forma daggerEikin‑skjǫldr lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo i composti con secondo elemento degskjǫldr sono sempre endocentrici cfr eg baug-skjǫldr lsquoscudo ad anellorsquo e her‑skjǫldr lsquoscudo di guerrarsquo

133 Aisl Hel (eg Vsp 438) nome del mondo dei morti e della dea che lo presiede (Gylf 34) rif lette pgerm haljō‑ lsquomondo inferorsquo (got halja aing hell as hellia aat hella) un deri-vato della famiglia del vb hel-a- lsquonasconderersquo (Casaretto 2004 151 EWA sv hella) compa-rabile con airl cuile lsquocantinarsquo (ḱoli -o-) e altri rif lessi di pie ḱel‑ lsquonasconderersquo Il significa-to lsquomondo inferorsquo per pgerm haljō‑ il cui significato etimologico egrave lsquooccultamento coperturarsquo rif lette il ben noto uso metonimico di [occultamento] e [oscuritagrave] per [morte] (Durante 1976 118-119) cfr eg Il 4461 τὸν δὲ σκότος ὄσσε κάλυψεν ldquoe la tenebra gli coprigrave gli occhi (= morigrave)rdquo

134 Per altre proposte etimologiche cfr de Vries 1962 sv IacuteO sv Salus-Beekman Taylor 1969 77-78

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Frosti (Vsp 163) non analizzabile (apparentemente derivato in -i di frost lsquogelorsquo)

bull Fundinn (Vsp 132) non analizzabile (apparentemente identico al participio preterito del verbo finna lsquotrovarersquo)

bull Gand-alfr (Vsp 121) lsquoelfo del danneggiamentorsquo () (apparentemente compo-sto di ganddeg lsquodanneggiamentorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Ginnarr nome di un dvergr (Vsp 154) e nome di Odino (OacuteN 18) noncheacute termine poetico per [falco] (HaH 15) egrave un derivato in aisl -Vrr (pgerm-Vra-) del sostantivo ginn lsquotradimento menzognarsquo o meno probabilmente del verbo ginna lsquoingannare incantarersquo entrambi di origine poco chiara (tentativi poco felici in de Vries 1962 sv ginn) Un significato lsquoquello dellrsquoinganno dellrsquoincantamentorsquo trova un certo riscontro nei testi nordici in cui Odino viene associato alla magia runica (eg Hav 138ss) e in cui ricorre eg una kenning per Odino galdrs faethir ldquopadre dellrsquoincantamentordquo (Bdr 33 cfr cap 2) il significato lsquoquello del tradimento della menzognarsquo puograve parimenti essere supportato da narrazioni mitiche in cui il dio inganna altri personaggi (eg Skaacuteld g58)

bull Gloacutei (Vsp 154) non analizzabile (apparentemente un derivato in -i del verbo aisl gloacutea lsquosplenderersquo cfr de Vries 1962 sv gloacutea)

bull Haacute(a)rr nome di un dvergr (Vsp 153) e nome di Odino (Vsp 215) egrave cor-rentemente analizzato come riflesso di haira- lsquogrigiorsquo oppure di un composto haiha-harja- lsquocombattente monocolorsquo (Haretharson 2004 553 con letteratura) con un primo elemento haiha- che non egrave altrimenti mai attestato in nordico (solo got haihs lsquomonocolorsquo) e un secondo elemento degharja- assai raro tra i teonimi135 In alternativa aisl Haacute(a)rr puograve essere lrsquoesito regolare di pgerm hanh-ara- un deri-vato in -Vra- di hanh-a- lsquoatto di penderersquo (got faur‑hāh lsquotendarsquo aat bruoh‑hāh lsquocinturarsquo cfr Casaretto 2004 76) una formazione del tipo τόμος da ricondurre al verbo forte pgerm hanh-a- e alla radice pie ḱenk- lsquopenderersquo (per cui cfr Schaff-ner 2001 202) cfr lat cunctor lsquoesitarersquo ved śaacuteṅka-te lsquotemerersquo Derivati di pgerm hanh-a- e pie ḱenk- lsquopenderersquo sono infatti attestati sia come simplex che come pri-mo elemento di alcuni epiteti di Odino cfr Hangi lsquolrsquoAppesorsquo (hangan-) Hanga-tyacuter e deggoeth lsquodio degli appesirsquo (hangadeg genitivo plurale di hangi hangan-) questi epite-ti trovano un riscontro esatto nel mito nordico in cui Odino egrave appeso a un albero per lungo tempo al fine di ottenere la saggezza runica cfr Hav 1381-6 veit ec at ec hecc vindgameiethi aacute naeligtr allar niacuteo geiri undaethr oc gefinn Oacuteethni siaacutelfr siaacutelfom meacuter ldquolo so che sono stato appeso al tronco scosso dal vento nove intere notti da una lancia

135 Lrsquounica eccezione sarebbe Viacuteetharr (eg Vsp 553) nome del dio che vendica lrsquouccisione di suo padre Odino da parte del lupo Fenrir (Gylf 51) correntemente ricondotto ad un compo-sto pnord Wīda-harja- lsquoquello che porta guerra per ampio raggiorsquo (la lunghezza di aisl -iacute- egrave assicurata metricamente Haretharson 2004 557) unrsquoanalisi che tuttavia non trova particolare supporto nella caratterizzazione del dio

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Riccardo Ginevra

ferito e sacrificato a Odino io a me stessordquo Cfr per un analogo sistema di corri-spondenze i nomi di Thor aisl Veacute-urr (pgerm winh-Vra-) e Ving‑thornoacuterr (wing-ideg cfr wi(n)gi‑thornonar nellrsquoiscrizione della Fibula di Nordendorf) e la fraseologia attestata in Gylf 49 toacutek hamarinn Mjǫllni ok braacute upp ok viacutegethi hafrstǫkurnar ldquo(Thor) prese il martello Mjoumlllnir lo agitograve e incantograve136 le pelli di caprardquo Un significato lsquoQuello dellrsquoatto di penderersquo per aisl Haacute(a)rr (pgerm hanh-ara-) egrave supportato quindi da paralleli nellrsquoonomastica relativa a Odino e nella fraseologia eddica relativa alla sua mitologia

bull Haacutenarr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl hannarr lsquoabile espertorsquo cfr Gould 1929 948)

bull Haug‑spori (Vsp 154) egrave un composto a reggenza verbale il cui primo ele-mento egrave da identificare con il sostantivo haugr lsquocollina tumulo (funerario)rsquo men-tre il secondo elemento degspori egrave un agentivo in -i (pgerm -an-) del tipo pgerm degtug-an- lsquoquello che conducersquo un derivato del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo a sua volta imparentato e sinonimo del verbo forte aisl sporna (essendo entrambi riflessi della radice pgerm spur‑) Questrsquoultimo verbo egrave attestato nellrsquoEd-da unicamente in due passi che come notato da Dronke (1997 42-43) riflettono una stessa collocazione [calpestare (aisl sporna) ndash la terra] Vsp 245-8 brotinn var borethveggr borgar aacutesa knaacutetto vanir viacutegspaacute vǫllo sporna ldquoInfranto fu il riparo di legno della cittagrave degli asi i vani poterono ndash grazie a un incanto di guerra ndash calpestare il campordquo Odd 81-4 Knaacutetti maeligr oc mǫgr moldveg sporna born thornau in bliacuteetho vieth bana Hǫgna ldquoPoterono una bimba e un bimbo la via di terra calpestare i due teneri figli dellrsquouccisore di Hǫgnirdquo I versi di Vsp 247-8 e Odd 81-2 sono chiaramente costru-iti secondo la stessa struttura metrico-sintattica [knaacutettui lsquopoteronorsquo ndash soggetto ani-mato (allitterante) la terra (allitterante) ndash sporna lsquocalpestarersquo] Nel passo di Odd egrave descritta la nascita dei due figli di Vilmundr e Borgnyacute in cui [calpestare ndash la terra] egrave quindi una perifrasi per [vivere] o [nascere] Dronke ritiene che la stessa metafora sia identificabile anche nel brano della Vsp Da un punto di vista indoeuropeistico [calpestare ndash la terra] egrave accostabile a [camminare ndash sulla terra] perifrasi per [vivere] attestata in greco nordico e lituano (West 2007 125)137 I termini norreni impiegati in questa collocazione mold(-vegr) lsquoterrarsquo e vǫllr lsquocamporsquo sono heiti per [terra] (cfr JH 2) proprio come haugr lsquocollina tumulorsquo egrave impiegato come heiti per [terra] eg in kenningar del tipo [terra ndash della chioma] per [testa]138 o del tipo

136 Aisl viacutegja (preterito viacutegethi) puograve essere lrsquoesito di pgerm winh-ja- -g- in viacutegja potreb-be infatti rif lettere un glide formatosi tra iacute e j ancora assente nelle attestazioni runiche del ver-bo (cfr eg lrsquoiscrizione sul manico di ascia di Nydam alu wihju)

137 La perifrasi [calpestare ndash la terra] per [vivere] puograve essere interpretata come lrsquoop-posto dellrsquoespressione [mordere ndash la terra] per [morire] attestata in greco ittita e sanscrito (Dardano 2013 138-144 West 2007 490)

138 Cfr eg skarar hauga ldquocolline tumuli della chiomardquo in Eyv Lv 56 cfr Meissner

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

[popolo ndash della terra] per [troll]139 Inoltre come menzionato supra aisl sporna (pgerm spurn‑a- lt pie sphr-n-H- cfr LIV2 585 e 5867) e aisl spora lsquocalciare calpestarersquo (pgerm spurō‑ possibilmente un derivato di spura‑ lsquocalcio calpestiorsquo lt pie sphrH-oacute- Orel 2003 sv spurōjanan) sono entrambi da ricondurre a una stessa radice pgerm spur‑ lsquocalciare calpestarersquo (pie sphrH-)140 Egrave quindi possibile analizzare il nome proprio Haug‑spori lsquoquello che calpesta le colline i tumulirsquo come un riflesso della collocazione [calpestare (pgerm spur‑) ndash la terra] Essendo questa come visto supra unrsquoespressione perifrastica per [vivere] Haugspori potrebbe essere da interpretare come una kenning per [(essere umano) vivente]

bull Hepti (Vsp 133) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl hepti lsquomanicorsquo)

bull Hleacute-vangr (Vsp 154) lsquoquello che ha un campo di rifugiorsquo () (apparentemen-te composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Horn-bori (Vsp 135 lectio attestata dal Codex Regius mentre nello Hau-ksboacutek ricorre Fornbogi) egrave un composto a reggenza verbale di aisl horndeg lsquocornorsquo e degbori un derivato agentivo di bora lsquoforarersquo o bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo cfr aing here-toga aat heri‑zohgo lsquoche conduce lrsquoesercito co-mandantersquo Schaffner 2001 569ss) interpretato quindi come lsquoquello che fora cornirsquo da Gould e come lsquoquello che porta il corno trombettierersquo da Motz Tra le due la seconda analisi egrave quella che trova maggiore supporto nella fraseologia la quale evi-denzia perograve come il lsquocornorsquo in questione sia quello potorio cfr Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che (le valchirie) Hrist e Mist mi portino il cor-nordquo glossato alla fine della strofa (369) con thornaeligr bera einheriom ǫl ldquoqueste portano la birra agli sceltirdquo e in Gylf 36 con bera drykkju ldquo(le valchirie) portano da bererdquo cfr anche eg Egils saga Skalla-Griacutemssonar 55 toacutek vieth dyacutershorni er honum var borieth og drakk af ldquoprese il corno di cervo che gli fu portato e bevverdquo Sulla base dei dati della fraseologia egrave quindi possibile interpretare il nome Horn-bori come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

bull Jari (Vsp 137) non analizzabile (possibilmente derivato maschile del fem-minile aisl jar-a lsquobattagliarsquo cfr de Vries 1962 sv)

1921 128 Il fatto che hauga in Eyv Lv 56 sia metricamente condizionato da eacuteldraugr lsquoalbero della tempestarsquo a inizio verso non cambia il dato che haugr potesse essere impiegato come sinonimo poetico per [terra]

139 Cfr hauga herr ldquopopolo esercito delle colline dei tumulirdquo in Sigv Austv 25-6 cfr Meissner 1921 258 Cfr anche molddeg in moldbuacutei lsquoabitante della terrarsquo kenning per [troll] in Gestumbl Heiethr 252

140 Negli ultimi Addenda und Corrigenda zu LIVsup2 pubblicati online (https wwwori-indufauni-jenadeiskvomediaindogermanistikKC3BCmmel_liv2_add-p-246pdf sv ldquospʰerH- rarr (t)sperH- (mit dem Fuszlig) stoszligen tretenrdquo ultimo accesso 27022020) Kuumlmmel accetta invece la ricostruzione tsperH- proposta da Lubotsky (2006) che a me sembra tutta-via piugrave problematica di quella tradizionale

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Riccardo Ginevra

bull Kiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente derivato da kiacutell lsquobaia strettarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Litr (Vsp 124) nome di un dvergr bruciato sulla pira di Baldr (Gylf 49) egrave identico allrsquoappellativo litr lsquoaspetto colorersquo (wlit-u-)141 imparentato con got wlits lsquoviso vista formarsquo aing wlite lsquoviso aspettorsquo as wliti lsquoluce aspetto formarsquo ri-flessi di pgerm wlit-i- interpretabile come nomen actionis dellrsquoetimologicamente poco chiaro verbo wleit-a- lsquoguardarersquo (Casaretto 2004 178) Questrsquoultimo egrave sta-to a sua volta comparato in ambito indoeuropeo con lat vultus lsquoaspettorsquo airl degfil lsquocrsquoegraversquo (lsquoeccorsquo lsquoguardarsquo) file lsquopoetarsquo (lsquoveggentersquo) e mgall gwelet lsquovederersquo (de Vries 1962 sv liacuteta Seebold 1970 sv wleit-a- Matasović 2009 sv wel-o-) Non egrave chiaro se il significato lsquocolorersquo sia supportato dalla mitologia di Litr

bull Lofarr (Vsp 144 168) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl lof lsquolodersquo e lofa lsquolodarersquo cfr Gould 1929 950)

bull Loacuteni (Vsp 136) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl loacuten lsquoparte del mare dove lrsquoacqua egrave calmarsquo e isl loacuten lsquoatto di fermarsirsquo cfr Gould 1929 951)

bull Mjǫeth‑vitnir (Vsp 118) egrave un composto determinativo il cui primo elemento riflette aisl mjǫethr lsquoidromelersquo (pgerm med-u- cfr aing meodu medu aat metu) e il cui secondo elemento corrisponde a vitnir lsquolupo spada creaturarsquo (cfr infra) Il significato lsquolupo dellrsquoidromelersquo potrebbe riferirsi allrsquolsquoubriaconersquo(Gould 1929 951) qualora mjǫethdeg fosse qui impiegato con lrsquoaccezione etimologica lsquomielersquo (ricostruibile per pie meacutedhu- cfr ved maacutedhu‑ lit medugraves lsquoidrsquo) il composto Mjǫeth‑vitnir lsquolupo del mielersquo avrebbe un possibile parallelo in aing Bēo‑wulf che egrave stato interpretato come una kenning per [orso] lsquolupo delle apirsquo (Sweet 1884 202)

bull Moacutet‑sǫgnir (Vsp 101 il passo egrave analizzato supra cap 7) nome di uno dei due dvergar (lrsquoaltro egrave Durinn cfr supra) che ldquofoggiarono figure umanerdquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave attestato nei codici in diverse varianti ltMoacutetsognirgt nel Codex Re-gius ltMoethsognirgt nello Hauksboacutek e nella Snorra Edda e ltMotsǫgnigt nelle thornulur del codice AM 748 I 4to Solitamente analizzato come Moacuteeth‑sognir un composto di aisl moacuteethr lsquoira animorsquo e degsognir un derivato di suacutega lsquosucchiarersquo esso egrave stato inter-pretato come lsquoquello che succhia rabbiarsquo (Motz 1973 115) o lsquoquello che succhia la forza (dai corpi)rsquo (de Vries 1962 sv) tutte interpretazioni che non trovano tuttavia alcun supporto nellrsquounico e breve contesto in cui questo personaggio egrave menziona-to142 La lectio del Codex Regius e quella delle thornulur rispettivamente ltMoacutetsognirgt e ltMotsǫgnigt suggeriscono piuttosto una lettura Moacutetsǫgnir analizzabile come un composto di aisl moacutetdeg lsquosegno figurarsquo e di degsǫg‑nir sincronicamente interpretabile

141 Rimodellamento interno al nordico (privo perograve di paralleli) secondo Seebold (1970 sv wleita-)

142 Cfr anche lrsquoimprobabile interpretazione di Gould (1929 951) lsquoquello che ruggisce con rabbiarsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

come un derivato per mezzo del suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo Il suf-fisso -nir era impiegato inter alia nella composizione per la formazione di secondi elementi di composti possessivi come deghoacutefnir lsquoche ha gli zoccoli Xrsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo) secondo elemento del nome di un cavallo in Grm 30 Ebr 9 e HeH 2 (Ebenbauer 1973 211) Aisl degsǫg‑nir sembrerebbe quindi significare lsquoquello che ha una sega Xrsquo Dato che aisl moacutet lsquosegno figurarsquo egrave impiegato in particolare per le forme uma-ne (cfr eg la relativamente frequente collocazione manns moacutet lsquoaspetto da [vero] uomorsquo) il nome Moacutet‑sǫgnir puograve significare lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo riflettendo quindi una formazione e una sintassi interna analoga a eg aisl Sess‑ruacutemnir lsquoquella che ha lo spazio (ruacutem) per (contenere) seggi (sess)rsquo heiti per [nave] in SkH 14 e nome di una sala appartenente a Freyja in Gylf 24143 Moacutet‑sǫgnir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo sarebbe in questo caso un nome molto adatto per il dvergr che in Vsp 10 ha il compito di ldquocreare figure umanerdquo (manliacutekun gera) e degsǫgnir sarebbe quindi impiegato quasi come un agentivo del verbo aisl saga lsquosegarersquo il quale egrave per lrsquoappunto attestato in contesti di intaglio di figure umane144

bull Naacuteli (Vsp 132) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di aisl naacutel lsquoagorsquo cfr Gould 1929 951)

bull Naacuter (Vsp 125) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl naacuter lsquoca-daverersquo)

bull Niethi (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di nieth lsquoluna nuovarsquo cfr Gould 1929 952)

bull Norethri (Vsp 112) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave interpretabile come lsquoquello del Settentrionersquo essendo un derivato in -i di aisl norethr lsquoSettentrionersquo esito di pgerm nurthornra- (cfr pgerm nurthorna- aing noreth aat nord lsquoidrsquo) un riflesso di pie h1ner- lsquosottorsquo (cfr gr ἐνέρτερος lsquoinferiorersquo umb nertru lsquosinistrarsquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Noacuteri (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di noacuter lsquobaia strettarsquo)

bull Nyacutei (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di nyacuter lsquonuovorsquo)

bull Nyacute‑raacuteethr (Vsp 125) lsquonuovo consigliorsquo () (apparentemente composto di nyacutedeg lsquonuovorsquo e degraacuteethr lsquoconsigliorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Raacuteeth‑sviethr (Vsp 127) lsquosaggio nei consiglirsquo () (apparentemente composto di

143 Aliter Meissner (1921 11) ed Ebenbauer (1973 210) che lo analizzano come un deri-vato dellrsquoaggettivo ruacutemr lsquospaziosorsquo (il che comunque non cambierebbe la sintassi interna del composto)

144 Cfr eg Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima (essere) tagliato e segato intagliato e foggiatordquo Cfr anche Mar B 11512 sagaethi liacutekneski thornetta fraacute vegginum ldquotagliare via quella effigie (divina) dal murordquo

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Riccardo Ginevra

raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Reginn (Vsp 127) nome di un dvergr che egrave tra i personaggi principali del-

la saga di Sigurethr (cfr eg il titolo del poema Rm) egrave apparentemente un derivato maschile del plurale tantum neutro aisl regin lsquodegravei numirsquo riflesso di pgerm ragina- lsquoconsiglio decisione numersquo (got ragin lsquoconsiglio decisionersquo as regan[o]deg in regan[o]-giskapu lsquodestino divinorsquo Casaretto 2004 323) tuttavia nessuno di questi significati trova particolare supporto nei testi

bull Sindri (Vsp 374) nome di un dvergr che insieme al fratello di nome Brokkr entra in competizione con il dio del fuoco Loki (Skaacuteld 35) riflette un derivato in -i del sostantivo neutro aisl sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo (cfr aing sinder lsquoidrsquo ing cinder lsquocenerersquo as sinder lsquoscoriarsquo aat sintar lsquoidrsquo) dal significato lsquoquello delle scintille delle scorie incandescentirsquo Come proposto in Ginevra 2018 questa interpretazione presenta forti corrispondenze con la semantica che nella tra-dizione indiana veniva attribuita quantomento a livello di etimologia popolare al nome del veggente ved Aacuteṅgiras- lsquoquello dei carboni incandescentirsquo (ved aacuteṅgāra‑ lsquocarbone incandescentersquo) il parallelo egrave ulteriormente supportato dalla comune ori-gine dei nomi del fratello di Sindri nel mito nordico aisl Brokkr riflesso di pie bhr(h2)g-noacute- lsquocrepitante rombantersquo e di quello che in certi testi indiani compare come fratello di Aṅgiras ved Bhŕgu- e scr Bhrgu il riflesso (con generalizzazione del tema debole) di un sost anficinetico pie bhŕ(h2)g‑oṷ‑bhrg(h2)‑ṷ‑acute derivato in-ternamente da un aggettivo proterocinetico145 in -u- con un tema debole bhr(h2)g‑eacuteṷ‑ ed un significato lsquocrepitante rombantersquo la corrispondenza formale e semantica tra queste formazioni onomastiche egrave confermata dagli evidenti paralleli tra le narrazioni mitiche associate a questi personaggi in norreno e in antico indiano

bull Skaacute‑fiethr (Vsp 156) lsquobuon finlandese lapponersquo () (apparentemente composto di skaacutedeg lsquobuonorsquo e degfinnr degfiethr lsquofinlandese lapponersquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Skirfpir (Vsp 155) potrebbe riflettere una formazione in pnord -ija- da un non attestato verbo skerfba- lsquodecorarersquo ricostruibile alla base di norv skjerva lsquofare pannelli a spina di pescersquo con un significato lsquodecoratorersquo (Gould 1929 953 de Vries 1962 sv Motz 1973 115 IacuteO sv) pnord skerfba- puograve a sua volta essere un riflesso della famiglia di verbi skerfb‑a‑skerp‑a‑skrep‑a‑ lsquograffiare tagliare viarsquo (Seebold 1970 svv Kroonen 2013 sv) cfr aing sceorfan mat schreffen lsquoidrsquo In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull degskjaldi secondo elemento nel nome di dvergr Eikinskjaldi (Vsp 138 162) riflette il sostantivo skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeldu-) con il suffisso -i di secondo elemento di un composto derivazionale possessivo dal significato lsquoquello che ha lo scudo Xrsquo cfr il composto Eikinskjaldi

145 Ovvero con accento sulla radice nei casi forti e sul suffisso nei casi deboli

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull degsǫgnir attestato come secondo elemento Moacutet‑sǫgnir (Vsp 10) nome di uno dei due dvergar che lsquofoggiarono figure umanersquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave un derivato con suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo dal significato lsquoquello che ha la sega Xrsquo Cfr Moacutetsǫgnir

bull degspori secondo elemento nel nome di dvergr Haugspori (Vsp 153) riflette un derivato agentivo (del tipo pgerm degtug-an- lsquoduxrsquo) del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo dal significato lsquoquello che calpestarsquo Cfr Haugspori

bull Suethri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello del Meridionersquo in quanto derivato in -i di aisl suethr lsquoMe-ridionersquo esito di pgerm sunthornra (as sūthar aat sundar) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Sviacuteurr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl sv(iacute)na lsquoperirersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Veigr (Vsp 121) non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro ma egrave possibilmente da connettere a degveig secondo elemento di Gullveig (Vsp 213) nome di una figura possibilmente da identificare con Freyja (Dronke 1997 41-42) il qua-le egrave identico a veig lsquoforza bevanda fortersquo riflesso di pgerm waig‑ō- (cfr anche aing wāg wēg lsquomurorsquo lt pgerm waig-a- Orel 2003 sv) e pie uoik-eacuteh2- lsquoforzarsquo (Kroonen 2013 sv) derivato in -eacuteh2- di pie uoik-o- lsquoidrsquo (lit viẽkas lsquoforza fisica etagrave vitarsquo asl věkъ lsquoetagrave vitarsquo Derksen 2015 sv)

bull Vestri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello dellrsquoOccidentersquo in quanto derivato in -i di aisl vestr lsquoOc-cidentersquo esito di pgerm westra- (as aat westar lsquoidrsquo cfr pgerm westa- aing west lsquoidrsquo) probabilmente imparentato con pie ueacutestu- (ved vaacutestu‑ lsquopernottamentorsquo mgall gwest lsquoluogo per riposarersquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull V(iacute)li nome di un dvergr (Vsp 133) e di un fratello di Odino (Ls 26 Gylf 6) egrave formalmente oscuro forse identico a vili lsquovolontarsquo pgerm wel-jan- (de Vries 1962 sv IacuteO sv)

bull Vind-alfr (Vsp 122) lsquoelfo del ventorsquo () (apparentemente composto di vinddeg lsquoventorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Virfpir (Vsp 155 Gylf 14) egrave analizzabile come riflesso di una formazione in pnord -ija- da un verbo wirfbija- lsquogirare attorcigliarersquo (IacuteO sv) dal signifi-cato lsquoquello che gira attorcigliarsquo (lsquolrsquoAbilersquo per IacuteO sv) pnord wirfbija- sarebbe da da ricondurre a una radice uerp‑ lsquogirarersquo (OacuteI sv Virfill de Vries 1962 sv orf) attestata possibilmente in itt warp‑zi lsquolavare lavarsirsquo lit verpti lsquofar girarersquo aruss vьrpsti lsquostrappare rubarersquo (Kloekhorst 2008 sv)146 In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

146 Lrsquoipotesi di Gould (1929 964) per cui si tratterebbe di un prestito da afr verver egrave poco probabile in virtugrave della resa lt f gt di afr v in antico nordico (IacuteO sv Virfir)

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Riccardo Ginevra

bull degvitnir attestato come secondo elemento di Mjǫeth‑vitnir (Vsp 118) egrave iden-tico ad aisl vitnir termine poetico per lsquoluporsquo lsquospadarsquo e in generale lsquocreaturarsquo che Puhvel connette a itt ḫwitar‑ḫwitn- lsquoanimali bestiersquo (cfr HED sv) riflesso di h2ueid-r-h2uid-n- (Kloekhorst 2008 sv) Aisl vitnir sarebbe in questo caso il ri-flesso di pgerm witn-ija- derivato in -ija- di una formazione witndeg- (tematizza-zione witna-) che continua il tema debole dellrsquoeteroclito147 Cfr Mjǫethvitnir

bull Vitr (Vsp 124) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo aisl vitr lsquosaggiorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Yngvi nome di un dvergr (Vsp 161) e di un dio (Rm 144) figlio di Odino nel Prologo (11) dellrsquoEdda di Snorri usato anche come appellativo yngvi lsquoprincipersquo e da connettere alle epiclesi del dio Freyr Yngvi-Freyr e Ingunar‑Freyr (LP svv) riflette ingwa-n- derivato di pgerm ingwa- per cui cfr got Enguz lsquonome della lettera ngrsquo e aing as Ing lsquonome della runa ngrsquo cfr inoltre il nome proprio lat-germ Inguiomerus (de Vries 1962 sv) Pgerm ingwa- puograve riflettere enḱu-oacute- una for-mazione vrddhi (con falso grado e della radice come in deiu-oacute- da dieacuteu-diu-) di nḱu‑ lsquomortersquo (airl eacutec lsquoidrsquo cfr il derivato toc eṅkwe lsquouomorsquo lt nḱu-oacute- lsquoche ha la mortersquo) con un significato originario lsquomortalersquo comparabile con ved maacuterta‑ lsquomor-tale umanorsquo formazione vrddhi di mrtoacute- per questa analisi cfr Bammesberger 1999 il quale tuttavia non spiega il passaggio del termine dal significato lsquouomo mortalersquo a lsquoprincipersquo in norreno o lrsquoimpiego come teonimo148

bull THORNekkr nome di un dvergr (Vsp 123) e nome di Odino (OacuteN 73) egrave apparente-mente identico allrsquoaggettivo thornekkr lsquopiacevole gradevolersquo (de Vries 1962 sv) unrsquoa-nalisi che tuttavia non trova particolare supporto nelle fonti

bull THORNorinn (Vsp 123) egrave un possibile riflesso con Suffixtausch (avvenuto evidentemente dopo lrsquoa-Umlaut) di pgerm thornur‑ana‑ interpretabile come lrsquoesito di pie trh2-Vno- una variante metatetica di tnh2-Vro- lsquo(dio del) tuonorsquo (tra i cui riflessi egrave il nome del dio del tuono aisl THORNoacuterr esito di pgerm thornun‑ara‑ lsquoidrsquo) a cui sono stati ricondotti anche il teonimo gallico Taranis lsquodio del tuonorsquo e il sostan-tivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo (cfr Watkins 1995 3431 Haretharson 2001 105)149 cfr anche airl torann riflesso di pcelt tor-ano- il quale sembra continuare una forma con metatesi da pie tonh2-Vro- (Matasović 2009 sv Zair 2012 248 Haretharson [2001 105] ricostruisce invece un grado o secondario) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro

bull THORNraacuteinn (Vsp 122) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-

147 Aliter de Vries 1962 sv vitnir OacuteI sv148 Altre proposte etimologiche presso de Vries 1962 sv e IacuteO sv Ringrazio Andrea

Lorenzo Covini per lrsquoutile discussione a riguardo149 Watkins (1995 3431) inserisce tra i rif lessi di questa variante metatetica anche itt

Tarḫunna‑ il quale egrave tuttavia da interpretare probabilmente come una formazione interna allrsquoanatolico (cfr HEG sv tarḫ‑)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

glia di thornraacute lsquodesiderio sfidarsquo cfr de Vries 1962 sv)bull degthornrasir nome di un dvergr (DH 4) e secondo elemento del nome di dvergr

Doacutelg‑thornrasir (Vsp 152) egrave una formazione deverbale in -ir dal verbo thornras‑a lsquominac-ciarersquo (pgerm thornras‑ō‑ pie tres- lsquotremarersquo) dal significato lsquoquello che minacciarsquo Cfr Dolg‑thornrasir

bull THORNroacuter nome di un dvergr (Vsp 124) e di Odino (OacuteN 84) noncheacute termine poe-tico per [spada] (SvH 35) e [cinghiale] (GH 17) e secondo elemento di un termine poetico per [cervo] (dura‑thornroacuter in HjH 11) egrave stato interpretato come un derivato del verbo aisl thornroacuteast lsquoaumentare crescerersquo (cfr de Vries 1962 sv) unrsquoanalisi che non trova tuttavia particolare supporto nelle fonti nordiche

93 Considerazioni sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar

Egrave possibile trarre alcune considerazioni metodologiche a partire dai risultati della se-zione precedente Lrsquoanalisi formale e lrsquointerpretazione semantica di un nome hanno un maggiore grado di fondatezza quando trovano riscontro nella mitologia relativa ai rispettivi personaggi attestata nei componimenti dellrsquoEdda poetica o nellrsquoEdda in prosa di Snorri Sturluson Analisi etimologiche ben supportate dalle fonti mitologi-che sono ad esempio

bull quella per la veritagrave banale dei nomi dei nani Austri lsquoquello dellrsquoOrientersquo Norethri lsquoquello del Settentrionersquo Suethri lsquoquello del Meridionersquo e Vestri lsquoquello dellrsquoOccidentersquo derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali

bull lrsquointerpretazione di Moacutet‑sǫgnir come lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo in quanto composto possessivo in -nir di aisl moacutet lsquosegno figurarsquo e di sǫg lsquosegarsquo che trova riscontro nel ruolo di Moacutetsǫgnir come colui che foggia figure umane in Vsp 10

Quando la mitologia che concerne un dvergr ci egrave sconosciuta ma il nome corri-spondente egrave formalmente analizzabile come composto esso puograve essere interpretato con un certo grado di probabilitagrave sulla base di collocazioni fraseologiche attestate in norreno o in lingue imparentate

bull un esempio di interpretazione supportata dalla fraseologia interna al norreno egrave quella di Horn-bori composto a reggenza verbale interpretabile come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo sulla base dellrsquoesatta corrispondenza con passaggi come Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che Hrist e Mist mi portino il corno (potorio)rdquo

bull un caso in cui lrsquoanalisi etimologica trova invece supporto nello studio com-parato della fraseologia indoeuropea egrave invece quello di Dolg‑thornrasir composto a reggenza verbale la cui interpretazione sincronica come lsquoquello che minaccia i ne-micirsquo egrave supportata dal parallelo semantico e parzialmente etimologico con una collocazione attestata in lingue italiche e indoiraniche eg nel nome del re ved Trasaacute‑dasyu‑ lsquoquello che fa tremare i daacutesyu‑ (nemici)rsquo (in cui ved TRAS riflette la

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Riccardo Ginevra

stessa radice pie tres- che soggiace anche ad aisl thornrasa)Quando tuttavia la mitologia relativa ai singoli dvergar menzionati nel cata-

logo della Vsp egrave a noi del tutto ignota oppure i loro nomi anche se analizzabili come composti non sembrano riflettere collocazioni fraseologiche a noi note lrsquou-nica strada percorribile sembrerebbe essere lrsquoindividuazione di paralleli nel lessico norreno in particolari quando le formazioni onomastiche in questione presentano una somiglianza formale piugrave o meno marcata con vocaboli del lessico appellativo ad esempio

bull alcuni nomi di dvergar sono in apparenza identici a simplicia attestati in nor-reno eg Naacuter naacuter lsquocadaverersquo e Nyacuter nyacuter lsquonuovorsquo

bull altri sembrano essere derivati in -i di simplicia che ricorrono in nordico eg Nieth‑i nieth lsquoluna nuovarsquo e Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

Forti ambiguitagrave possono sorgere anche quando i nomi sono facilmente analizza-bili come formazioni composte

bull talvolta essi sono opachi dal punto di vista della sintassi interna eg Hleacute-vangr (composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo) e Raacuteeth‑sviethr (composto di raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo)

bull talvolta anche se la sintassi interna egrave ipotizzabile il referente del composto non egrave chiaro eg Al‑thornjofr lsquoladro di tuttorsquo e Mjǫeth‑vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquo

Quando i nomi sono privi di corrispondenze immediate in norreno o germanico egrave talvolta possibile individuare somiglianze formali in formazioni attestate presso altre tradizioni indoeuropee come nel caso di

bull Baacutefurr qualora esso fosse da leggere Bǫfurr e da ricondurre in ultima analisi a pgerm bab-ra- e pie guhobh-ro- (lat faber)

bull THORNorinn che potrebbe riflettere pgerm thornur‑ana‑ e quindi essere imparentato con il teonimo gallico Taranis e il sostantivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo

In ogni caso trattandosi di nomi di personaggi a noi del tutto ignoti queste inter-pretazioni qualunque sia il loro livello di plausibilitagrave su un piano formale rimango-no sempre prive di riscontro

I nomi di dvergar attestati nella Vǫluspaacute permettono quindi di testare le pos-sibilitagrave e i limiti che lrsquoanalisi etimologica del materiale onomastico attestato nei testi mitologici scandinavi puograve avere le interpretazioni che trovano riscontro nella mitologia dei personaggi sono le piugrave credibili seguite da quelle che si basano quan-tomeno su collocazioni fraseologiche effettivamente attestate in nordico o in altre lingue indoeuropee al contrario le etimologie che non hanno alcun riscontro nei testi e nella fraseologia e che si fondano unicamente sulla somiglianza formale con vocaboli attestati in norreno o in altre lingue indoeuropee sono per lo piugrave impossibili sia da dimostrare che da confutare Si tratta in questrsquoultimo caso di un puro esercizio di etimologia fine a seacute stessa che non ci aiuta a comprendere meglio neacute i nomi in questione neacute tantomeno i personaggi a cui questi nomi si riferiscono A differenza di quanto egrave talvolta possibile nellrsquoanalisi di formazioni attestate in lingue piugrave tra-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

sparenti sul piano della morfologia derivazionale nominale come il greco antico e il vedico le formazioni norrene sono spesso troppo opache da questo punto di vista per permettere unrsquointerpretazione fondata unicamente su aspetti formali150

150 Sulla trasparenza o opacitagrave della morfologia derivazionale e f lessiva che caratterizza le lingue in maniera diversa cfr i lavori di Walter Belardi sulla differenza tra lingue a segno modulare (eg greco antico e vedico) e lingue a segno fisso (eg norreno) eg Belardi 1990 158ss

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10 CONCLUSIONE RIFLESSI NORDICI DI PATRIARCHI COSMICI E

ARTIGIANI MITICI INDOEUROPEI

Giunti al capitolo finale si procederagrave a tirare le somme della ricerca svolta nel pre-sente lavoro in cui si egrave tentato di applicare gli strumenti della linguistica storica comparativa allo studio di aspetti ancora oscuri della poetica e della mitologia atte-state dai testi norreni saggiando allo stesso tempo fino a che punto questi possano servire da fonti per lo studio comparato della fraseologia e dellrsquoonomastica in ambito germanico e indoeuropeo In quanto segue si rispetteragrave quindi lrsquoordine della tratta-zione e pertanto si dedicheragrave la prima sezione del capitolo allrsquointerpretazione delle epiclesi di Odino in degfǫethr e la seconda alle origini indoeuropee dei mitici dvergar scandinavi

101 I nomi norreni di Odino in degfǫethr come riflessi di strutture sociali indoeuropee

I risultati della ricerca condotta nella prima parte di questo libro si possono sintetiz-zare nei seguenti punti

(1) Aisl degfǫethr come riflesso di pie pə2tr-oṷ- lsquoavo paternorsquoAisl degfǫethr attestato come secondo elemento di composto in diverse epiclesi del dio supremo scandinavo Odino egrave il riflesso di pgerm fathornru‑ (o fadru-) e pie pə2tr‑oṷ‑ph2tr‑ṷ‑acute lsquoavo paternorsquo formazione che si puograve ricostruire sulla base di in primo luogo gr πάτρως lsquoavo paterno ziorsquo e in maniera indiretta di vari termini indoeuropei per lsquozio paternorsquo che riflettono derivati di questo vocabolo eg ved pitrvya- e lat patruus rispettivamente riflessi di pie ph2tru-iio- lsquo(figlio) dellrsquoavo paternorsquo e ph2tr-eu-oacute- lsquoidrsquo

La variazione attestata dai secondi elementi di alcune di queste epiclesi di Odino eg Al‑fǫethr Al-faethir e Sig‑fǫethr Sig-faethir riflette un processo di sostituzione del termine ormai arcaico (e probabilmente semanticamente opaco) degfǫethr con la lectio facilior innovativa degfaethir lsquopadrersquo riflesso di pgerm fader- e pie ph2teacuter- lsquoidrsquo Ciograve sembra avvalorare unrsquoequivalenza funzionale tra questi due termini in questo con-

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Riccardo Ginevra

testo che trova una corrispondenza nel brano di prosa eddica Fraacute dauetha Sinfjǫtla ldquoSulla morte di Sinfjǫtlirdquo in cui questrsquoultimo apostrofa il faethir lsquopadrersquo Sigmundr con il termine aacutei lsquoavorsquo

Il significato letterale lsquoavo paternorsquo ricostruito per lrsquoepiclesi del dio nordico Odino degfǫethr trova paralleli in teonimi ed epiteti divini attestati in diverse tradizioni indoeuropee Nei testi ittiti ricorrono infatti due teonimi Ḫanna‑ḫanna‑ lsquoNonna-nonnarsquo (imparentato con lat anus lsquovecchiarsquo) e Ḫuḫḫa‑ lsquoNonnorsquo (riflesso di pie h2uh2-o- lsquoavorsquo come lat avus lsquoavorsquo) mentre nella tradizione greca sono attesta-ti gli epiteti di Zeus Παππῶος lsquoAncestralersquo e soprattutto Πατρῷος lsquoidrsquo derivati rispettivamente da πάππος lsquononnorsquo e dal giagrave citato πάτρως lsquononno ziorsquo riflesso di pie ph2tr‑oṷ‑ Odino e questi personaggi sembrano condividere unrsquoulteriore associazione con il concetto [tuono] in quanto padri del dio corrispondente (nel caso di Odino padre del dio nordico Thor e di Ḫuḫḫa padre del Dio della Tempesta ittita) o in quanto loro stessi divinitagrave che vi sopraintendono (nel caso di Zeus)

(2) Il senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo il pə2tr-oṷ- indo-europeo come lsquopatriarcarsquo e il parallelo con Brahma (deg)pitāmaha- lsquononno paternorsquoNonostante aisl degfǫethr sia un riflesso esatto di pie pə2tr‑oṷ‑ lsquoavo paternorsquo il confronto con i testi della mitologia nordica evidenzia come non sia possibile intendere unrsquoepiclesi composta di Odino del tipo di Al‑fǫethr (con aldeg lsquotuttorsquo) in senso letterale ovvero come lsquoavo paterno biologico di tuttorsquo bensigrave come essa sia da in-terpretare piuttosto in senso traslato come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tuttorsquo significato che egrave anche alla base delle varianti innovative del tipo di Al‑faethir (che non significa quindi lsquopadre biologico di tuttorsquo)

Questa semantica traslata puograve essere ricondotta ad una caratteristica della strut-tura delle societagrave indoeuropee arcaiche in cui egrave probabile che un termine come pə2tr-oṷ- non dovesse indicare soltanto la relazione di parentela di lsquoavo paternorsquo bensigrave anche il ruolo sociopolitico di lsquopatriarcarsquo la piugrave alta autoritagrave allrsquointerno della famiglia allargata patriarcale Come per il pater familias nellrsquoantica Roma questo ruolo non doveva necessariamente coincidere con la figura del padre biologico bensigrave poteva essere assunto dal maschio adulto piugrave anziano in grado di svolgere questo compito eg il nonno Al significato sociopolitico lsquopatriarcarsquo che poteva essere assunto quindi sia da pə2tr-oṷ- lsquoavo paternorsquo che da ph2teacuter- lsquopadrersquo nella societagrave indoeuropea sono quindi da ricondurre da un lato lo slittamento semantico da lsquoavo paterno (di qualcuno)rsquo a lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su qualcuno)rsquo e dallrsquoaltro la possibilitagrave di unrsquoequivalenza funzionale tra termini per lsquoavo paternorsquo e per lsquopadrersquo allrsquointerno del linguaggio poetico

In questrsquoottica il parallelo piugrave esatto per aisl degfǫethr in ambito indoeuropeo egrave offerto da unrsquoepiclesi del dio supremo Brahma nella letteratura sanscrita classica scr (deg)pitāmaha‑ la quale non soltanto ha lo stesso significato letterale lsquoavo nonno

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

paternorsquo di pie pə2tr-oṷ‑ ma ne condivide anche il significato traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su qualcuno)rsquo in composti come sarva‑loka‑pitāmaha‑ da intendere come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tutti i mondirsquo non essendo Brah-ma il lsquononno paterno biologico di tutti i mondirsquo

(3) Pie ph2teacuter- lsquopadrersquo come lsquopatriarcarsquo e le kenningar anglosassoni per [dio]Parimenti ph2teacuter- lsquopadrersquo non egrave da intendersi come lsquopadre biologicorsquo in varie formule correntemente ricostruite per la lingua poetica indoeuropea eg la kenning [padre (ph2teacuter-) ndash degli degravei e degli esseri umani] per [dio supremo] oppure la collocazione [padre (ph2teacuter-) ndash della preghiera] che soggiace eg al titolo sacerdotale gall-lat gutu-ater lsquopadre della preghierarsquo Mentre in questrsquoultima collocazione il termine ph2teacuter- lsquopadrersquo potrebbe anche essere inteso con il significato metaforico lsquocreatorersquo (in metafore del tipo ldquoil padre della teoria della relativitagraverdquo) unrsquointerpretazione secondo il senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo egrave lrsquounica ammissibile per gli epiteti di divinitagrave supreme indoeuropee del tipo di [padre (ph2teacuter-) ndash degli degravei e degli esseri umani] da un lato nelle mitologie indoeuropee questi personaggi non sono mai creatori sia delle divinitagrave che degli uomini (e spesso di nessuno dei due) e dallrsquoaltro un tale significato egrave escluso dalle varianti del tipo di scr sarvaloka-pitāmaha‑ lsquononno di tutti i mondirsquo non essendo il significato metaforico lsquocreatorersquo attestato con termini per lsquononnorsquo o lsquoavorsquo Parimenti in senso traslato sono ovviamente da intendersi i casi in cui egrave lrsquoapposizione [madre] a essere applicata a una divinitagrave femminile eg la [terra]

Riconoscere lrsquoequivalenza funzionale di pie pə2tr-oṷ‑ lsquoavo paternorsquo e ph2teacuter- lsquopadrersquo quando essi sono impiegati per riferirsi al lsquopatriarcarsquo e quindi in senso traslato a lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo su qualcosa permette di analizzare diver-se kenningar anglosassoni per il Dio cristiano con (deg)faeligder lsquopadrersquo come i piugrave stretti paralleli interni al germanico per i composti in aisl degfǫethr In queste kenningar aing faeligder lsquopadrersquo occupa regolarmente la stessa posizione occupata in altre kenningar analoghe da termini per lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su qualcosa)rsquo come cyning lsquorersquo drihten lsquosignorersquo frēa lsquoidrsquo e fruma lsquoprincipersquo dimostrando come in questo contesto in antico inglese il termine faeligder venisse parimenti interpretato in senso traslato come lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su qualcosa)rsquo

(4) Aisl Al-fǫethr Al-faethir e i patriarchi cosmici indoeuropeiIn accordo con questa analisi lrsquoepiclesi di Odino aisl Al‑fǫethr e la variante innovati-va Al‑faethir composti endocentrici determinativi del tipo di got Ala-reiks lsquosovrano di tuttorsquo (latinizzato Ala-ricus) non si riferiscono al dio letteralmente come lsquoavo paterno biologico di tuttorsquo o lsquopadre biologico di tuttorsquo (significati privi di riscontro nella mitologia) bensigrave come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tuttorsquo un significato che corrisponde esattamente al ruolo di patriarca cosmico che egrave attribuito a Odino

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Riccardo Ginevra

nei testi scandinaviIn quanto epiteto del dio supremo Odino Al‑fǫethr lsquocolui che ha autoritagrave controllo

su tuttorsquo si puograve quindi confrontare con kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano come al-walda lsquocolui che regge tuttorsquo e i corrispondenti sintagmi ealles wealdend ldquoreggitore di tuttordquo e ealra ān‑waldend ldquounico reggitore di tuttordquo a cui soggiace la collocazione ben attestata e produttiva [capo re (dryhten frēa waldend etc) ndash di tutto] per [dio cristiano] Questa potrebbe a sua volta riflettere il reimpiego cristiano di una kenning per il [dio supremo] pagano unrsquoipotesi che trova supporto nella corrispondenza esatta tra aing al-walda ed aisl Ǫl‑valdi (o All-valdi) lsquocolui che regge tuttorsquo nome di un personaggio della mitologia scandinava precristiana (la cui caratterizzazione ci egrave purtroppo ignota) e riflesso dello stesso composto pgerm ala-waldan- lsquoidrsquo che soggiace ad aing al-walda

Queste e altre considerazioni permettono di escludere che aing al-walda rifletta un calco semantico del sintagma lat omnipotens Deus come egrave stato invece proposto per formazioni germaniche semanticamente analoghe del tipo di got all-waldands aisl alls-valdandi as alo-waldand e aat ala-waltenti Al contrario essendo aing faeligder lsquopadrersquo funzionalmente equivalente a termini per [capo re] come waldend allrsquointerno del sistema delle kenningar che si riferiscono al Dio cristiano egrave semmai sorprendente come non sia nota neanche unrsquoattestazione di un composto aing al‑faeligder lsquopadre di tuttorsquo o di una collocazione sinonimica ealles faeligder per Dio funzionalmente equivalenti ad al-walda ed ealles wealdend unrsquoassenza cospicua che potrebbe essere dovuta alle associazioni pagane che una kenning anticoinglese corrispondente ad aisl Al‑fǫethr avrebbe avuto per i parlanti cristiani

Egrave possibile discutere vari paralleli per aisl Al‑fǫethr in diverse tradizioni indoeuropee Airl Oll-athair lsquogrande padrersquo epiteto composto del dio supremo irlandese Dagda (o Eochaid) che egrave spesso ritenuto corrispondere da vicino ad Al‑fǫethr ha in realtagrave un primo elemento olldeg lsquograndersquo che non corrisponde neacute etimologicamente neacute semanticamente ad aisl aldeg lsquotuttorsquo e non riflette quindi la stessa concettualizzazione che soggiace allrsquoepiteto di Odino

Lrsquoepiteto omerico di Zeus πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo (per cui il mito greco richiede unrsquointerpretazione ldquopatriarca di uomini e degraveirdquo) e lrsquoepiteto latino di Giove pater deum hominumque ldquopadre di degravei e esseri umanirdquo riflettono in-vece una collocazione [patriarca (pie ph2teacuter-) ndash di tutti gli animati intelligenti (degravei ndash e esseri umani)] che si sovrappone parzialmente alla glossa che Snorri dagrave di aisl Alfǫethr nel Gylfaginning la quale perograve include anche [tutti i non animati in-telligenti] in ogni caso egrave chiaro come lo stesso motivo [patriarca (pie ph2teacuter- pə2troṷ-) ndash di tuttotutti gli animati intelligenti] soggiaccia a tutte queste collocazioni e ad aisl Alfǫethr e come la variazione si limiti allrsquoescludere o meno animali e oggetti inanimati da questo [tutto] cosmico

Il parallelo piugrave preciso si ha tuttavia nel giagrave citato epiteto sanscrito del dio supremo Brahma sarvaloka‑pitāmaha‑ lsquononno paterno di tutti i mondirsquo noncheacute nella

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

sua variante con primo elemento sarvabhūtadeg lsquodi tutte le creaturersquo a cui soggiace la stessa collocazione [patriarca (pie pə2troṷ- ph2teacuter-) ndash di tutto] attestata da Al-fǫethr e Al‑faethir e il cui senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tutti i mondile creaturersquo ha paralleli stretti in kenningar anticoinglesi per [dio cristiano] come frēa ealra gesceafta ldquosignore di tutte le creaturerdquo e onwealda ealra gesceafta ldquounico reggitore di tutte le creaturerdquo

(5) Aisl Alda-fǫethr Her(ja)-fǫethr e il [cielo ndash padre] indoeuropeoSia al composto casuale Alda-fǫethr lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo su-gli esseri umanirsquo che alle due varianti Her-fǫethr (composto determinativo) e Herja-fǫethr (composto casuale) entrambe interpretabili come lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sui popoli (in armi) sugli esercitirsquo soggiace una stessa colloca-zione [patriarca (aisl fǫethr) ndash degli esseri umani] (aisl herr nelle kenningar egrave fun-zionalmente equivalente a sostantivi collettivi che designano una pluralitagrave di [esseri umani]) che attribuisce a Odino una posizione di somma autoritagrave nei confronti del genere umano un dato che a differenza del significato letterale lsquoavo paterno degli esseri umanirsquo (Odino non genera lrsquoumanitagrave personalmente neacute tantomeno la crea da solo) trova riscontro nelle fonti norrene il fatto che si evitasse di impiegare kennin-gar di questo tipo per riferirsi al Dio cristiano nella poesia norrena egrave probabilmente dovuto alle associazioni pagane di questa fraseologia

Unrsquoanalisi combinatoria delle kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano del tipo di herġa fruma lsquoprincipe dei popoli (in armi) degli esercitirsquo faeligder folca gehwaeligs ldquopadre di ogni popolordquo e ealles folces fruma ldquoprincipe di ogni popolordquo consente di ipotizzare che una kenning aing herġa faeligder ldquopadre dei popoli (in armi)rdquo si sarebbe potuta facilmente creare nella poesia anglosassone e che la sua mancata attestazione sia da addebitare al rischio di associazioni pagane Sulla base delle cor-rispondenze etimologiche e semantiche tra queste kenningar e le epiclesi di Odino egrave possibile ricostruire una designazione germanica del [dio supremo] precristiano come [patriarca (pgerm fader- fathornru-) ndash degli esseri umani] il riflesso di una collocazione indoeuropea [patriarca (pie ph2teacuter- pə2troṷ-) ndash degli esseri umani] per [dio supremo] che ha paralleli in diverse altre tradizioni indoeuropee

Una corrispondenza evidente ma parziale si ha anzitutto con gli epiteti di Zeus om πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo e di Giove lat pater deum hominumque ldquoidrdquo in quanto riflessi di una collocazione [patriarca (pie ph2teacuter-) ndash di tutti gli animati intelligenti (degravei e esseri umani)] Il parallelo piugrave stretto per quanto meno immediato egrave tuttavia quello con la formula apposizionale al vocativo [cielo (dieacuteṷ‑) ndash padre (ph2teacuter-)] attestata dalle invocazioni om Ζεῦ πάτερ ldquoo Zeus padrerdquo e ved diacuteyauṣ piacutetaḥ ldquoo Cielo padrerdquo e dal teonimo (che ricorre unica-mente al nominativo e vocativo) lat Iūpiter Dato che come effettivamente attestato in greco e in vedico e come ricostruibile anche per il latino sulla base del confronto con lrsquoumbro preghiere e invocazioni rivolte alla divinitagrave da parte di esseri umani

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Riccardo Ginevra

erano il principale contesto pragmatico in cui queste epiclesi erano pronunciate e dato che in un tale contesto la specificazione dellrsquoelemento [esseri umani] sareb-be stata comunicativamente ridondante egrave possibile analizzare la formula al voca-tivo pie dieacuteu pə2ter ldquoo Cielo padrerdquo come una variante adatta a uno specifico contesto pragmatico della stessa collocazione [patriarca (pie ph2teacuter- pə2troṷ-) ndash degli esseri umani] per [dio supremo] che soggiace anche ad aisl Alda‑fǫethr e Her(ja)-fǫethr

(6) Aisl Herjans-fǫethr come attestazione del significato letterale di degfǫethrIl composto casuale Herjans‑fǫethr (forse con variante innovativa degfaethir) egrave di incerta attestazione e viene spesso emendato in (o analizzato come variante di) Herja‑fǫethr ma egrave anche lrsquounica epiclesi di Odino in degfǫethr per cui unrsquointerpretazione letterale lsquoavo paternorsquo potrebbe effettivamente essere la piugrave adeguata Poicheacute unrsquoanalisi che si li-mita a quanto attestato in nordico conduce a un significato paradossale lsquoavo paterno di Herjannrsquo (cioegrave di Odino di cui Herjann egrave unrsquoepiclesi) lrsquounica alternativa egrave in-fatti interpretare aisl herjann con il significato etimologico lsquore capo dellrsquoesercitorsquo attestato eg dal termine imparentato gr κοίρανος

In questo caso Herjans‑fǫethr sarebbe da intendere con un significato letterale lsquoavo paterno del re del capo dellrsquoesercitorsquo con numerosi paralleli non soltano nei testi scandinavi (eg nelle genealogie degli Ynglingar e degli Skjǫldungar che iniziano proprio da Odino) bensigrave anche in altre tradizioni sia germaniche come quella an-ticoinglese (in cui eg le genealogie dei sovrani anglosassoni elencavano spesso come capostipite il corrispettivo inglese di Odino Woden) che indoeuropee come quella greca omerica (in cui eg ricorre frequentemente unrsquoespressione formulare διοτρεφής βασιλεύς ldquore cresciuto da Zeusrdquo)

(7) Aisl Sig-fǫethr e Val-fǫethr vittoria e massacro come facce di una stessa medagliaDiversamente da Herjans‑fǫethr le epiclesi di Odino Sig-fǫethr (con variante innovati-va in degfaethir) e Val-fǫethr composti endocentrici determinativi con primi elementi sigdeg lsquovittoria battagliarsquo e valdeg lsquomassa dei caduti in battaglia strage campo di battagliarsquo sono da interpretare in senso traslato come rispettivamente lsquocolui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo e lsquocolui che ha autoritagrave controllo sulla strage sulla morte in combattimentorsquo Le due formazioni costituiscono quindi una coppia antonimica i cui significati trovano riscontro nei testi della letteratura norrena in cui a Odino spetta decidere a quale tra le due schiere in una battaglia [dare (aisl gefa pgerm geba-) ndash vittoria (sigr segiz‑)] e quindi necessariamente a quale tocchino invece sconfitta e morte (concettualizzata eg come una chiamata a risiedere a Val-hǫll lsquosala del massacrorsquo)

Paralleli in ambito germanico includono in primo luogo il ruolo nel mito longobardo del corrispettivo di Odino Godan il quale in una narrazione tradizionale

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

attestata in latino egrave detto victoriam dare agli esseri umani in battaglia Ulteriori cor-rispondenze anche sul piano etimologico ma in un contesto ormai cristiano si pos-sono inoltre individuare nella tradizione anglosassone in cui si implora Dio di [dare (aing gifan pgerm geba-) ndash vittoria (sigor segiz‑)] a esseri umani Questa collocazione egrave a sua volta da mettere in correlazione con alcune frequenti kenningar anticoinglesi per il [dio cristiano] che sono funzionalmente equivalenti a Sig-fǫethr lsquocolui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo eg aing sigora sōeth‑cyning ldquovero re delle vittorierdquo e sigora frēa ldquosignore delle vittorierdquo lrsquoequivalenza funzionale tra faeligder e termini come cyning e frēa insieme al confronto con altri epiteti del Dio cristiano come sōeth‑faeligder lsquovero padrersquo permette di ipotizzare che una kenning aing sigora (sōeth)faeligder ldquo(vero) padre delle vittorierdquo per [dio cristiano] imparentata etimologicamente con aisl Sig‑fǫethr e Sig‑faethir si sarebbe potuta creare senza diffi-coltagrave nella poesia anglosassone e che la sua assenza nelle fonti cristiane sia piuttosto da imputare alle sue associazioni pagane

In ambito indoeuropeo i paralleli piugrave interessanti sono da individuare nella tra-dizione greca eg nellrsquoIliade in cui egrave il dio supremo Zeus a [dare ndash vittoria] a una delle parti in combattimento riservando allrsquoaltra lsquosciagurarsquo (πῆμα un termine associato talvolta al massacro) Questrsquoantitesi egrave rappresentata metaforicamente dalla bilancia con cui Zeus decide lrsquoesito di una battaglia in greco come in nordico la vittoria di una schiera e la sconfitta e il massacro dellrsquoaltra sono complementari come due braccia di una stessa bilancia ed egrave quindi naturale che la stessa divinitagrave abbia autoritagrave su entrambe Infine la stessa concettualizzazione che sta alla base delle epiclesi di Odino Sig‑fǫethr lsquoavo paterno della vittoriarsquo e Sig‑faethir lsquopadre della vittoriarsquo soggiace verosimilmente anche a un brano della Teogonia di Esiodo in cui la dea Vittoria viene affidata dalla madre Stige a Zeus nella cui dimora essa egrave desti-nata a vivere per sempre la prerogativa di Zeus come dio che assegna la vittoria in battaglia egrave qui resa in chiave mitologica descrivendo il dio come una sorta di padre affidatario della Vittoria

102 I dvergar nordici come riflessi germanici di artigiani mitici indoeuropei

Per quanto riguarda invece i risultati della ricerca discussa nella seconda parte essi si possono riassumere nei seguenti punti

(1) Aisl dvergr e pie tu erḱ- lsquotagliare foggiarersquoAisl dvergr nome di una categoria di artigiani mitici nella mitologia scandinava e gli altri esiti di pgerm dwerg-a- (aing dweorgh as gi-dwerg aat [gi-]twergc) riflettono una variante secondaria di una formazione originaria thornwerg‑a‑ una varia-zione che egrave effettivamente ricostruibile sulla base di norv dverg e della sua variante dialettale tverg Pgerm thornwerg‑a‑ egrave a sua volta il regolare esito di pie tuerḱ-oacute- un derivato del cosiddetto tipo tem-oacute- della radice tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo attestata

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Riccardo Ginevra

anche eg da ved Tvaacuteṣṭar‑ lsquoartigiano (divino)rsquo aav ϑβōrəštar- lsquoartigiano intaglia-tore carpentierersquo e gr σάρξ lsquocarnersquo

In base al tipo di formazione di pie tuerḱ-oacute- egrave possibile ricostruire sia un si-gnificato attivo lsquoquello che taglia foggiarsquo che un significato passivo lsquoquello che egrave tagliato foggiatorsquo il significato attivo trova particolare supporto nei testi letterari nordici in cui i dvergar sono quasi esclusivamente menzionati nel loro ruolo di ar-tigiani (lsquoquelli che foggianorsquo) soprattutto come soggetto di collocazioni del tipo [dvergr ndash foggiare ndash oggetto] il significato passivo lsquoquello che egrave tagliatorsquo puograve avere dato luogo invece allrsquoaccezione lsquopersona di statura molto bassa nanorsquo frequen-temente attestata per i riflessi di pgerm dwerg-a- (eg aing dweorgh che glossa lat nanus) uno sviluppo semantico che ha paralleli in eg lat curtus lsquocorto bassorsquo (riflesso di pie [s]kr-toacute- lsquotagliatorsquo o kur-toacute- lsquoidrsquo) La caratterizzazione anatomica dei mitici dvergar lsquoartigianirsquo nordici come personaggi di statura molto bassa egrave se-condaria e probabilmente da ricondurre a una confluenza tra questi due significati

Lrsquoattestazione a inizio di parola di pgerm dw- al posto dellrsquoesito atteso thornw‑ per pie tu- si puograve ricondurre alla combinazione di due fattori di carattere diverso sulla base di una preesistente alternanza fonologica tra una variante in thornw‑ e una in dw- (oscillazione ben attestata nelle lingue germaniche in cui i nessi consonantici di dentale seguita da -w- o dentale seguita da sonante erano soprattutto a inizio di parola generalmente instabili) la variante in dw- potrebbe essere stata selezionata ai danni della prima per consentire lrsquoallitterazione (principio costitutivo della poe-sia germanica) allrsquointerno di collocazioni ipotizzabili sulla base di fraseologia ger-manica e indoeuropea eg thornwergōzdwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo un tale processo ha un parallelo eg nella modificazione del nome mitologico mgall Nudd in Lludd ai fini dellrsquoallitterazione con lrsquoepiteto llaw-ereint lsquodalla mano drsquoargentorsquo o con il nome del fratello Llefelys

(2) Ulteriori riflessi germanici di pie tuerḱ- Lrsquoanalisi proposta in questa sede per aisl dvergr e pgerm dwerg-a- come rifles-si di pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo trova supporto nella possibilitagrave di ricostruire un verbo forte di terza classe imparentato ovvero pgerm thornwerh‑a‑ lsquoidrsquo (preterito singolare thornwarh plurale thorn[w]urg-un e participio thorn[w]urg-Vna-) sulla base di mat zwergen lsquoschiacciare pizzicarersquo e twergen lsquoidrsquo (il cui significato ha paralleli in pgerm knippan‑ lsquotagliare strappare castrarersquo e knīpan- lsquopizzicarersquo) riflessi di thornwerg‑a‑ (con generalizzazione analogica della -g- del preterito plurale e del par-ticipio) e dello aing ġe‑thornūren lsquoforgiatorsquo (detto di una spada nel Beowulf) esito di thorn(w)urh-Vna- (con generalizzazione nella direzione opposta)

Egrave altamente probabile che il sostantivo pgerm dwerg-a- nel significato lsquoquello che taglia foggiarsquo venisse ancora associato al verbo pgerm thornwerh‑a‑ lsquotagliare fog-giarersquo unrsquoipotesi che trova supporto eg nella comune associazione del sostantivo aisl dvergr e del participio aing ġethornūren lsquoforgiatorsquo con [spada] nelle fonti norrene

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

e anticoinglesi Il fatto che questi riflessi germanici di pie tuerḱ‑ ricorrano rispet-tivamente come nome di una categoria di artigiani mitici in norreno e in riferimento a una spada mitica nel poema epico anticoinglese Beowulf permette di ipotizzare che i derivati di questa radice fossero percepiti come arcaizzanti e poeticamente marcati giagrave in protogermanico

(3) I paralleli con ved Tvaacuteṣṭar- e gli altri riflessi indoeuropei di tuerḱ-A suggerire che questrsquoanalisi possa essere valida giagrave per il protoindoeuropeo sono alcune corrispondenze assai strette sia sul piano etimologico che semantico con gli altri riflessi indoeuropei di pie tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo soprattutto con il nome dellrsquoartigiano divino ved Tvaacuteṣṭar‑ e lrsquoepiteto del dio supremo Ahura Mazdā aav ϑβōrəštar- e av rec ϑβarəštar‑ lsquointagliatore carpentierersquo riflessi di un altro deriva-to agentivo pie turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo

Il parallelo trova supporto in collocazioni fraseologiche del tipo [artigiano miti-co (pie tuerḱ‑ aisl dvergr ved Tvaṣṭar‑) ndash foggiare ndash oggetto] che ricorrono sia in relazione ai dvergar norreni che per il dio vedico Tvaṣṭar eg [artigiano mitico (pie tuerḱ‑ aisl dvergr ved Tvaṣṭar‑) ndash foggiare ndash essere umano] a cui potrebbe essere da connettere anche il significato originario lsquocarni umanersquo di om σάρκες riflesso di un nome radicale pie turḱ‑ lsquotagliato foggiatorsquo in un con-testo simile (la creazione di una mucca) egrave inoltre attestata la forma di aoristo aav ϑβarōždūm lsquotagliaste foggiastersquo

La ricostruzione di una collocazione di questo tipo come contesto privilegiato per la selezione della variante in dw- ai danni di quella in thornw‑ ovvero pgerm thornwergōzdwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo in cui pgerm dwerg-a- (pie tuerḱ‑) ricorreva come soggetto del verbo dō‑ lsquofarersquo (pie dheh1- lsquodisporre farersquo) egrave supportata dalle attestazioni del teonimo Tvaacuteṣṭar‑ (pie tuerḱ‑) come soggetto di DHĀ lsquoporre fare crearersquo (pie dheh1- lsquoidrsquo) nella poesia vedica e dallrsquoevidente asso-ciazione formulare tra i teonimi scr Tvaṣṭar‑ e Dhātar‑ (un derivato in -tar- di DHĀ) nella letteratura epica e puranica

Infine le kenningar per [poesia] del tipo di aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo riflettono una costruzione che egrave ha avuto verosimilmente origine nella combinazione dellrsquouso metaforico di [bevanda] per [poesia] ben at-testato in norreno e con numerosi paralleli indoeuropei (eg la collocazione [versare (ǵheu-) ndash le preghiere] o la concezione della [voce] come [liquido]) con la metafora [foggiare ndash le parole] per [fare poesia] ben attestata con due radici sinonimiche rispetto a tuerḱ‑ ovvero pie tetḱ‑ lsquointagliare foggiarersquo e peiḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo) Ciograve ha probabilmente avuto luogo attraverso la seguente trafila [foggiare (pie tuerḱ‑) ndash le parole] per [fare poesia] ⟶ [artigiano (tuerḱ‑oacute‑) ndash delle parole della poesia] per [poeta] ⟶ [artigiano (tuerḱ‑oacute‑) ndash della bevanda poetica] per [poeta] ⟶ [bevanda ndash dellrsquoartigiano (tuerḱ‑oacute‑)] per [poesia] (di cui aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo egrave un riflesso esatto)

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Riccardo Ginevra

(4) Paralleli onomastici fraseologici e tematici tra i dvergar nordici il vedi-co Tvaṣṭar il romano Pico e il greco CronoLrsquointerpretazione di aisl dvergr come formazione imparentata con ved Tvaacuteṣṭar‑ e riflesso di pie tuerḱ‑ trova conferma nel fatto che le giagrave citate attestazioni di aisl dvergr e ved Tvaacuteṣṭar‑ come soggetti delle collocazioni [foggiare ndash oggetto] (inter alia cinghiali navi lance in nordico coppe asce cavalli in vedico) e [foggiare ndash essere umano] siano soltanto due tra i numerosi elementi che le caratterizzazioni di questi personaggi nelle rispettive tradizioni condividono ulteriori paralleli fraseo-logici e tematici includono eg la forgiatura da parte di questi personaggi nordici e vedici dellrsquo[arma del dio del tuono] (rispettivamente il martello di Thor e la mazza di Indra) atti cosmici come [sostenere ndash cielo] e [conoscere ndash tutto] noncheacute il possesso di una [bevanda] fortemente associata alla [poesia] (rispettivamente lrsquoi-dromele poetico norreno e il soacutema- vedico) Corrispondenze meno numerose ma altrettanto rilevanti sono quelle che si riscontrano nelle tradizioni classiche relative a Pico e Crono

Lat Pīcus nome di un dio che nel mito romano gira lrsquoItalia con il padre Fauno praticando la metallurgia egrave il riflesso di pie peiḱ‑oacute‑ lsquoquello che taglia foggiarsquo (alla base anche di lat pīcus lsquopicchiorsquo e gr πεικός lsquoacuto pungente asprorsquo) un derivato agentivo di pie peiḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo la cui forte corrispondenza sia sul piano semantico che morfologico (essendo entrambi derivati del tipo tem-oacute-) con aisl dvergr (riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) trova supporto nei paralleli tematici tra vari testi scandinavi in cui i dvergar vengono catturati da un personaggio umano che vuole ottenere qualcosa da loro e un passo di Ovidio in cui si narra di come il re Numa abbia catturato Pico e il padre Fauno per costringerli a rivelargli un rituale segreto

Gr Κρόνος nome del padre di Zeus che evira il Cielo con una falce egrave un riflesso (con metatesi del tipo di θρόνος lsquoseggiorsquo pie dhoacuter[h2]-no- lsquosostegnorsquo) di pie (s)koacuter-no- lsquoquello che tagliarsquo (possibilmente anche alla base delle glosse esichiane κόρνος lsquopungitopo per i Siculirsquo e σκόρνος lsquopungitopo mirtorsquo) un derivato della radice (s)ker- lsquotagliarersquo quasi sinonimico rispetto ad aisl dvergr e ved Tvaṣṭar‑ Questo parallelo onomastico trova supporto nelle corrispondenze tra il ruolo di Cro-no nel mito greco come separatore del Cielo e della Terra e nemico del figlio Zeus quello di Tvaṣṭar nel RV come sostegno di Cielo e Terra e nemico del figlio Indra e parzialmente quello di alcuni dvergar (Austri Norethri Suethri e Vestri) nel mito nordico come supporti del Cielo

(5) Lrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergarLe analisi etimologiche di nomi di dvergar piugrave credibili sono quelle che trovano supporto nel mito eg quella relativamente scontata dei nomi dei nani che sorreg-gono il cielo ai suoi angoli ovvero Austri lsquoquello dellrsquoOrientersquo Norethri lsquoquello del Settentrionersquo Suethri lsquoquello del Meridionersquo e Vestri lsquoquello dellrsquoOccidentersquo come

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali Meno banale ma parimenti supportata dalle fonti mitiche egrave lrsquointerpretazione di Moacutet‑sǫgnir nome di un dvergr che foggia figure umane nella Vsp come un composto possessivo di moacutet lsquosegno figurarsquo e sǫg lsquosegarsquo con un significato lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo

Anche quando lrsquointerpretazione di un nome composto non trova riscontro nel mito essa puograve essere supportata dalla fraseologia eg Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo ha un parallelo esatto in eg Grm 361-2 (horn beri ldquoportino il cor-no [potorio]rdquo) Un altro esempio egrave Dolg‑thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo che corrisponde da vicino sia sul piano della semantica che parzialmente etimologico a eg ved Trasaacute‑dasyu‑ lsquoquello che fa tremare i daacutesyu‑ (nemici)rsquo

Quando tuttavia non egrave possibile trovare nella mitologia neacute nella fraseologia sup-porto per lrsquointerpretazione di un nome di dvergr questa rimane impossibile da dimo-strare o da confutare qualunque sia il suo livello di plausibilitagrave sul piano formale Ciograve egrave soprattutto vero per nomi privi di paralleli nel lessico norreno e di difficile analisi come Baacutefurr e THORNorinn per i quali egrave allo stato attuale impossibile confermare se essi siano davvero imparentati rispettivamente con lat faber lsquofabbrorsquo e con gallico Taranus e mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo Lo stesso ostacolo tuttavia rende diffi-cilmente dimostrabile anche le analisi di nomi non composti apparentemente identici a vocaboli norreni come Naacuter (naacuter lsquocadaverersquo) o facilmente analizzabili come deriva-ti in -i del tipo di Nieth‑i (nieth lsquoluna nuovarsquo) o di nomi composti di cui non siano chiari la sintassi interna eg Hleacute-vangr (hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo) o il referente eg Mjǫeth‑vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquo (forse una kenning per [orso]) Come drsquoaltron-de egrave ovvio la possibilitagrave di trovare riscontri di qualche tipo nei testi in norreno o in altre lingue germaniche o indoeuropee egrave lrsquounica condizione che possa garantire un qualche grado di oggettivitagrave alle analisi etimologiche di nomi di dvergar

Con questo studio si spera di essere riusciti a evidenziare i numerosi paralleli tra la lingua poetica e la mitologia che ricorrono nei testi norreni e quelle attestate in fonti redatte nelle lingue germaniche e indoeuropee di piugrave antica attestazione come lrsquoantico inglese il latino il greco e il sanscrito Da un lato gli strumenti della lin-guistica storica permettono di riconoscere nei testi scandinavi motivi ereditati che sono ben noti agli studiosi di poetica e mitologia indoeuropea dallrsquoaltro i risultati di unrsquoanalisi delle fonti norrene in ottica linguistica e comparativa possono talvolta essere di grande aiuto per gettare nuova luce su aspetti problematici dei testi delle altre tradizioni germaniche e indoeuropee Lrsquoapplicazione sistematica di questo me-todo di ricerca ai testi della tradizione scandinava potragrave forse contribuire in maniera sostanziale in futuro non solo allo studio delle caratteristiche linguistiche di questi testi tradizionali ma anche alla ricostruzione delle concezioni ideologiche e cosmo-logiche che ne influenzavano i contenuti

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22 3633 19 111134 36

Bersi Lv 13 38Boacutesa saga ok Herraueths 2 79Bragi Troll 17 75Bragi THORNoacuterr 1 9 35DH

3 154 119

Ebr 9 115Egill Arkv 65-8 74Egils saga 55 113Eirm 7 49 51 55Eskaacutel Vell 44 61Eyv Lv 56 112-113Fraacute dauetha Sinfjǫtla 14 124Gamlkan Joacutendr 42 38GethkI 19 43Gethr III 42 38Gestumbl Heiethr 252 113GH 17 119Grm

193 9252 9262 9304 107 115361-2 113 119

13343 77 7846 4348 9 23 47

Gunn Leif Merl I 336 38HaacutekFris 48211 82HaH 15 111HaukrV Iacutesldr 14-8 73-74

Hav 138ss 19 111143 61-62

Hbl 194 28Hdl

2 9 36 437 61 778 44

HeH 2 115HeiethrH 5630 82Heimskringla 12 63Hfr Erf Oacutel 26a3 82HH 38 9 23HjH 11 119HoacutemIacutesl15 19v22 36Hrbl 26 110Hrv 8 19 61HSt Rst 311-4 61-62Hsv 851-2 80Hym

86 24382-4 79

JH 2 112Kgs 6220 12Kolgr Oacutel 11 38KormǪ Lv 533 75Ls

22 4826 117555-6 31583 109586 9

Mar B 11512 115Odd 81-2 112Oacutelhv Hryn 113 38OacuteN

14 918 11123 941 1044 952 957 973 11884 119

OrH 18 48

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Peacutetr2Ax 19113 10 21Rm 144 118Rthorn

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Saga Heiethreks konungs 2 83-85 96Sigv Austv 25-6 113Snorri Prologo 11 118Snorri Gylf

3 236 1177 258 61 829 10 25 37

5014 15 11715 920 9 50-5121 3124 11527 2634 78 90 11036 11343 7849 109 112

11451 50-51 11153 108

Snorri Skaacuteld g56 28g57 61 83 92

110g58 19 1112 9 23 2523 82 9135 78 81 91

11639 9750 69

SkH 14 115Skm 192 24Sǫrla THORNattr 1 78Stj1 23524 12SvH 35 119Vm

22 944-6 9 35284 80-81291-2 80-81531-3 9

Vsp

1 9 373ss 259 79-81 9110 70-72 79-

81 91 109 114-115 117 119

11 15 82 1 0 7 - 1 0 9 114-118

12 61 107 111 114-119

13 108-11714 61 109

11415 15 107-

109 111-113 116-117 119

16 107 109-111 114 116 118

17 3721 111 11721ss 25245-8 112277 92813 929 9 35 373010 43374 116428 11043 9 35 110485-8 6155 9 47 111563 15

Ynglinga saga 9 49 51 53-55

THORNjoacuteeth Yt 2 63

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21 Inglese

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3023 622996 22

Beda Historia ecclesiastica115 45425 21

Beo373 38605 36869 38955-956 261285-1287 68-691558 381661 381824 272426ss 15

CollGl 11 78 62Conf 4 17 22Cristo

103 53217 21516 40556 26714 27844 40924 271022 21

Daniel 760-761 27Discesa allrsquoinferno 29 41 40Elena 210 40Genesi

2098 272139 27

Guthlac 638 27HyGl 2 984 22Incantesimo IV 4 27Inno di Caeligdmon 21Judith 88-89 53Menologio 147 21 Ordine del mondo 39 22Wanderer 85 38Wieth faeligrstice 23 62

22 Tedesco

Minnesinger 3189b 67Reinfried 9226 67

23 Iscrizioni runiche

Capsula di Schretzheim 73Fibula di Nordendorf 112

mdash 148 mdash

Riccardo Ginevra

3 Fonti in altre lingue indoeuropee

31 Greco

AeschNiobe fr 155 16

Apollod 145 41Arist Hist an 593a3-14 94AristophThes 1009 56Efesini 1 17 10 21HAp 336-337 31Hes Th

71-73 99-100125ss 33159-62 98174-81 98180-182 99220 31383-389 57642 31

Hsch 37 94 97 107

Hymn Orph 663 79Il

2445 464461 1105677 437202-203 557249-250 457291-292 547377-378 548175-176 5516686-693 5517177 5517611-614 4317627 5517652-653 4619221-224 5622288 5523359 67

Inno omerico ad Ares 4 57Nonno Dion 2205ss 57Od

4395ss 96226 67

Pi N 542 74O 517 56O 687 74P 3113 74

Pl Repubblica 3391E 16Plut Vita di Numa 153-5 94

Scudo di Eracle 340 45

32 Vedico e sanscrito classico

AgniPur 192 72AVŚ

5218c 1096783 8712333cd 8614153ab 7114160 90-91

GarPur 1640 72Manusmrti 19 33MBh

165 1615787 33 15837 334814 725557 72611638 72131531 72

MPur 47158 72RV

1206 851527cd 871616ab 8718014 901859 87 90111722 88 9211889 86239 872176 8922317ab 89349 873484 89-90 10035519 864174b-d 904183cd 88-8941812 904423 88 91 994563 88 90523a 265314ab 876144cd 10961710ab 876321d 746515ab 426692a 19729 8773420b 71 79 877353a 717356d 71

mdash 149 mdash

Index locorum

71036 7481028b 869764d 1910105ab 8710185d 7110186c 7110483a 87 9110539 85 89105310 8910845a 56101109 86 88101841 70-71 86

91ViPur 115130 72VS

1030 86299 86-87

33 Avestico

Y 2911-2 73

34 Latino

Arnob 51 95Cic Nat D 2314 32Digesto 5016201 17Efesini 1 17 10Enn Ann

124 32175 32580 32

Fredegario Cronaca 365 52Gregorio Dialoghi 332 22Liv

112 3286 323030 54

Origo gentis langob 1 52Ov Met 14320-434 74 93Ov Fasti 3289ss 95-96Paolo Diacono Historia 18 52Plaut Asin 262 94Plin Nat 780 95Saxo Gesta Danorum

325-6 62 84-85 96

Serv ad Aen 7190 951076 93

Valerio Antias fr 68 95

Verg Aen165 321229-230 322648 32748-49 937189 93

Verg Ecl 6 96Verg G 4 96

35 Umbro

Tavole Iguvine IIb7 41IIb24 41III22 41

36 Irlandese

Annali frammentari 868 54Tochmarc Eacutetaiacutene 1 29

37 Ittito

Canto di Kumarbi 98-99KBo 26124 i 34-36 16KUB 177 ii 13 99KUB 1710 i 35-39 15KUB 2127 iv 9-10 16KUB 335 ii 4-9 15

mdash 150 mdash

mdash 151 mdash

INDEX VERBORUM

Di seguito sono elencate le formazioni e le collocazioni trattate nelle forme in cui ricorrono nel testo (non sono elencate quelle giagrave citate nei titoli dei capitoli)

1 Lingue scandinave (antico islandese se non specificato altrimenti)

Afiaacutei Aacuteiala alfr Alfr degalfr

Gand-alfr Vind-alfr

allr aldegal-gullinnAl-rekrAl-viacutessAl‑thornjoacutefr all-valdr allra faethirallra goethanna ok mannaalls-valdandialls-valdendiǪl‑valdi All‑valdi

Aacuten Aacutenn OacutennAacutenarrarm-baugraskaaacutess (singolare) aeligsir (plurale)aurdeg

Aur-vangraustrAustri Baacutefurr isl bambiisl bamburbaug‑skjǫldrberabifaBiacutefurr bjoacuteetha til siacutenboradegbori

Hornbori Horn-bori Brokkrbyrethr

byrethr dverganna

Bǫmburr dolgr

Doacutelg‑thornrasirdraupaDraupnir drimadrjuacutepaDurinn dvalaDvalinndvena dvina dviacutenanorv dverg dialettale tverg dyacuterethar‑faethirdyrgjadyrreikeikinn eik-inn

Eikinskjaldi Eikin-skjaldi Eikin-skjald-iEikin-tjasna

eineygr ein-eyg-reacuteldraugrelfrerfi

erfi‑nytifaethir

aldar‑faethirallra faethirdyacuterethar‑faethirfaethir allra goethafaethir allra goethanna ok mannagaldrs faethir

Faacutelhoacutefnir Faacutel‑hoacutef‑nir felaFiacutelifinnafinnr Finnr degfinnr degfiethr

Skaacute‑fiethrFjalarrfolkFornbogifornmaethr forn‑maethrfraacuter Fraacuter frost

mdash 152 mdash

Riccardo Ginevra

Frosti Frost‑ifraeliggr FraeliggrFundinnfaeliggir

faeliggir Fjǫlnis veigargaldrs faethirganddeg

Gand-alfr gautr Gautr

aldinn gautrgefa sigrgengil-beinageraginnginnaGinnarr gloacuteaGloacutei gullinn

Gullintanni Gullin-tann-iGullveig Haacute(a)rrHaacutenarrhangi Hangi genitivo plurale hanga

Hanga‑tyacuter Hanga‑goethhannarrhaugr genitivo plurale hauga

hauga herr Haugspori Haug‑spori skarar hauga

hauka-stoacutellHelhepti Hepti Herjann herr genitivo plurale herja

her‑skjǫldrher-stefnir her-stillir herja deilir herja stillir

hleacutedeg Hleacute-vangr

HleifruethrHlaeligfǫethrhoacutefr

Faacutelhoacutefnir Faacutel‑hoacutef‑nir horn

Horn-bori jara jar-aJari jǫtunn (singolare) jǫtnar (plurale)kenning (singolare) kenningar (plurale)

Kiacuteli kiacutellkverkkyrkia kvirkjalieth Liacutef‑thornrasir litr Litr loflofaLofarrisl loacutenLoacuteni man-liacutek-imjǫethr

Mjǫeth‑vitnir moacuteethrmold(-vegr) molddeg

moldbuacuteimorg-innmoacutet

Moacutetsǫgnir Moacutet‑sǫgnir Moacutet‑sǫg‑nirnaacutelNaacuteli naacuter Naacuter nema sigriniethNiethi noacuternorethrNorethri Noacuteri Noacuter-i Nyacutei nyacuter nyacutedeg

Nyacute‑raacuteethr Oacuteethinn anorv Oacuteethonndegraacuteethr

Nyacute‑raacuteethr Raacuteeth‑sviethr

reginReginn degrekrruacutemrSess‑ruacutemnirsetja undirnorv sigsigr

gefa sigrnema sigri = bjoacuteetha til siacutensig‑maacuteniSigurethr Sig‑urethr Sigdegurethr

sindrSindri Sindr-i

mdash 153 mdash

Index verborum

skaacutedegSkaacute‑fiethr

skepjaskeraSkirfpir norv skjervaskjǫldr baug‑skjǫldrsmiethasmiethr Smiethr

hagsmiethr bragarsonrsporadegspori

Haugspori Haug‑spori spornaspurastoacutell

hauka-stoacutellstǫeth

val‑stǫethsuethrSuethri suacutegasv(iacute)naSviacuteurr saeligvar niethr sǫg

Moacutetsǫgnir Moacutet‑sǫgnir Moacutet‑sǫg‑nir degsǫgnir

sǫgnTyacuter degtyacuter plurale tiacutevar

Vera-tyacutertǫnnuxi ux-ivaacuteg‑marr val(r) valdeg

bjoacuteetha til siacutenval‑dǫgg Val‑hǫllVal-kyrja

val‑stǫethvald

all-valdr valda

alls-valdandialls-valdendi

degvaldi degvald-iǪl‑valdi All‑valdi

degvangrAur-vangrHleacute-vangr

veethrveig degveig GullveigVeigr verr genitivo plurale vera

Vera-tyacutervestrVestri Veacuteurr Veacute-urrViacuteetharr viacutegjavili V(iacute)livinddeg

Vind-alfrVing‑thornoacuterrVirfpir viacutessviacutetadegvitn-ir

Mjǫeth‑vitnir vitr Vitr vǫllryngvi Yngvi

Yngvi‑Freyr Ingunar‑Freyr THORNekkr thornjoacuteethanndegthornjoacutefrTHORNorinn THORNoacuterr

Veacuteurr Veacute-urrVing‑thornoacuterr

thornraacuteTHORNraacuteinnthornrasaTHORNrasir degthornrasir

Doacutelg‑thornrasirLiacutef‑thornrasir

thornreskoldrthornrimathornroacuteastTHORNroacuterTHORNraeligllthornwerrasved thvīna THORNyacuterǪl‑valdi All‑valdiǫld (nominativo singolare) alda (genitivo plurale)

alda synirAlda-gautraldar‑faethir

mdash 154 mdash

Riccardo Ginevra

2 Altre lingue germaniche

21 Gotico

alanaldsalls aladeg Alareiks Alaricus (latinizzato)Ansisarbinumja arbi-num-ja awoazgobrothornrjusdaurawards daura-wardsdwalsEnguzfadarfaur‑hāhfidworfilhanfullsgafilh ga‑filhGapthaihshaljaharjismanleika man-leik-amaurgins maurg-insmidjungards midjun-gardsraginsigisskildusufarwaldanwaldandswithornruswlitsthorniudans thorniud‑ans

22 Inglese (antico se non specificato diversamente)

ǣācen Bēo‑wulfing cindercyning degcyning

engla cyningsigora sōeth‑cyningwuldor-cyning

drēapian dreopan

drihten dryhtendryhten ond waldend ealra gesceaftaengla drihtengumena dryhtensigora drythen

(ge)dwǣsdweorgh dwīnaneal(l) aeligldeg aldeg ealdeg

al‑faeligderdryhten ond waldend ealra gesceaftaeal-wealdend ealles faeligderealles folces fruma ealles waldendealra ān‑waldend ealra folca frumaealra scyppend frēa ealra gesceafta

ealdeald‑faeligder eald(e)‑faeligdereald-gesegeneald-sweord

eāsteāster ēsa gescotfaeligder (deg)fœder

al‑faeligderealles faeligderfaeligder aeliglmihtigfaeligder englafaeligder folca gehwaeligsfaeligder frumsceaftafaeligder frymetha gehwaeligsfaeligder mancynnesherġa faeligdersigora (sōeth‑)faeligdersōeth‑faeligder wuldor‑faeligder uuldur-fadur

faeligderafāgianfēolanfeowerfolces hyrdefoster‑faeligdering foster-fatherfrēa

frēa ealra gesceaftafrēa frumsceaftafrēa lēodamoncynnes frēa sigora frēa

mdash 155 mdash

Index verborum

frumaealles folces fruma ealra folca frumafruma folcamoncynnes fruma

gethornuren ġethornūrenhēah

hēah hordes weardheah‑faeligder

hell here genitivo plurale herġa

herġa faeligderherġa fruma

here-togaield plurale ylde ilde

aeliglda scyppend ylda bearnylda waldend

Inging knifemanlīca man‑līc‑ameodu medu middan-geardmorgen morg-ennorething Oaken-shieldsceorfanscieldscyppend

aeliglda scyppend ealra scyppend

selding shortsiġe sigor

sigora (sōeth‑)faeligdersigora drythensigora frēasigora sōeth‑cyningsigora waldend

sindering throughtwenganing twingeing twirl wāg wēg(deg)walda wealda

al-waldaBreoten-waldaburh-waldaonwealda ealra gesceafta

(deg)w(e)aldend

dryhten ond waldend ealra gesceaftaeal-wealdend ealles waldendealra ān‑waldend haeligleetha waldendsigora waldendwaldend frymethawaldend werthornēoda

wardian waeliglweald weetherwestwliteWōden Woden (Beda) Wēden (Suffixtausch)yrfenuma yrfe-num-a thornerscoldthornweorhdegthornweranthornwīnanthornwirel thornȳrelylfa gescot

23 Alto tedesco (antico alto tedesco se non specificato diversamente)

al(l) aladegal-walto ala-waltenti alawaltenti

bruoh‑hāhdrāsendriskuflited durchdurhildwerandwingan thwingan dwiril eihhīneinougi ein-oug-iElbaerpinomo erpi‑nom‑o fatarfatureofelahanmat getwacircsgiwalt gi-waltlongobardo Godanhellaheri heri‑zohgo heri‑zogo

mdash 156 mdash

Riccardo Ginevra

ted Herzogjunc-herroted Junkerted kneipen (dialettale)ted knippen (palatino)manalīhho mana‑līhh‑o metumittin-gardmorgan morg-annordoberomat ostōstara ted qwaumlngelnted querted Quirlmat schreffensciltsigusintarsundartriofan turi-wart(gi-)twergc mat twergenmat twingenwalwaltandegwalt-o

al-walto wartēn westar widarted zwaumlngenmat zwergen

24 Basso tedesco (antico sassone se non specificato diversamente) nederlandese frisone

al(l) alaalo-waldand

mbt cnippenafr ē(t)zen fadar afr federiagi-dwerggi-waldhelliaafr here heriIng

ndl knijpenndl knippenregan(o)deg

regan(o)-giskapusinderskeildsūthar thrāsianafr verver degwald-owestarwetharwliti

25 Germanico preletterario

AladegAlaferhui- Matronis AlaferhuiabusAlagabiae

harigasti teivaInguiomerus Sigis-vultus wi(n)gi‑thornonar

mdash 157 mdash

Index verborum

3 Altre lingue indoeuropee

31 Greco

ἀγησί-λαοςἁλίσκομαιἈλφειόςἄλφιHsch ἀλφούς om ἀνδρῶν τε θεῶν τεἈπατούρια Βίηom διο-γενής om διό-γνητοςom διο-τρεφής

om διοτρεφής βασιλεύςδμώςἐνέρτεροςεὐδίαἔχω

mic e-ka-noΖεύς

om διο-γενής om διό-γνητοςom διο-τρεφήςom διοτρεφής βασιλεύςεὐδίαom Ζεῦ πάτερ

Ζῆλοςθείνωθεός

om ἀνδρῶν τε θεῶν τεΘεο-γένηςΘεό-δωρος

θρῆνυς mic ta-ra-nuθρόνος θρ-όνος mic to-noκαρτερό-χειρ κείρωκέλομαι κλόνος κλ-όνος Κοῖραdegκοίρανος Hsch κόροςκουρο-τρόφ-ος Κράτοςμυρσίνη

μυρσίνη ἀγρίαΝικ-άνωρΝίκη

om ἀφείλετο νίκην Νίκης εὐπολέμοιο πάτερ

ὀδούς

ὄφιςπάπποςΠαππῶος πατήρ

om Ζεῦ πάτερὁ πατὴρ τῆς δόξηςom πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε

Πατρῷοςπάτρως degπάτωρ πείθομαιHsch πεικόςπῆμα

om πῆμα μέγιστονπικρός ποικίλος ὗμνος om ποιμένα λαῶν πολύς om σάρκες (plurale) att σάρξ eol dor σύρξ

(singolare)om σκοπόςστόμασωτήρ τέκτων

ἐπέων τέκτονες τοκεύς φερέ-οικος φθίνωφόνοςmic wo‑ro‑qo‑ta

32 Vedico e sanscrito classico

aacutehi‑aacuteṅgāra‑Aacuteṅgiras- apāṃ naacutepāt‑bharaacuted‑vāja-Bhŕgu- Bhrgudat-

hiacuteraṇya‑dat-devaacute‑

Deva-datta-Deva‑jā-

DHĀDhātaacuter‑ Dhā‑taacuter‑

diacuteyauṣ piacutetaḥdurhaacuteṇā-goacutepā jaacutenasyahan-ti

hiacuteraṇya‑hiacuteraṇya‑dat-

mdash 158 mdash

Riccardo Ginevra

janitārā matīnām kṣiṇ‑ā‑ti

maacutedhu‑maacuterta‑pikaacute‑pitā‑mahaacute- (deg)pitāmaha‑

sarvabhūta‑pitāmaha‑sarvaloka‑pitāmaha‑

pitaacuter‑ diacuteyauṣ piacutetaḥ

pitā matīnāmdegpitār‑pitrvya-pūrṇaacute‑ pūr‑ṇaacute‑puṣṭim‑bhar‑aacute‑Rjiacute‑śvan‑rjraacute‑ rj‑raacute‑saacuteh‑a-te

saacutehas‑sarvabhūta‑pitāmaha‑sarvaloka‑pitāmaha‑soacutema-su-diacutev-su‑pāṇiacute‑svaacutepastama‑śaacuteṅka-te

TAKṢvaacutecāṃsy [hellip] takṣam

TRASTrasaacute-dasyu- trāsaacuteya‑

ucchaacute‑ti

ukṣaacuten‑upaacuterivācam pipiśurvaacutecāṃsy [hellip] takṣam vaacutestu‑vijeṣa‑kŕt-yamaacute‑

33 Lingue iraniche (avestico se non specificato diversamente)

dəmāna‑ dəm‑āna‑apers Dhāraya‑vau‑apers kāra‑pasuvīradegtašti‑

vacas‑tašti‑tūriia‑ upara‑usaṇt‑

vacas‑tašti‑ϑβarōždūmϑβərəsai‑ti

ϑβōrəštar- ϑβarəštar‑

34 Lingue italiche e romanze (latino se non specificato diversamente)

AdeodatusAlbulaalbus alereanusavusbellum duellumCanenscanōcunctorcurtusdens deus

omnipotens Deuspro deum atque hominum fidem

dux faberfīdus fīd‑usfrater fratrem (accusativo singolare)fr grand‑pegravereumb Iu‑pater (vocativo) Iuve(-)patre (dativo)Iūpiter Iū-piter (nominativo e vocativo)

Iovis (genitivo) Iovi (dativo) Iovem (accusativo)

morbos visos invisosquenanusumb nertruomnipotens Deusit padre pater

Iūpiter Iū-piter pater deum hominumque patrem deum hominumque patrem divumque hominumquepater gloriaesummus Pater

patriarcha patruuspecudesque virosqueumb peico (accusativo singolare) peiqu

(ablativo singolare)sp pequentildeopīca

mdash 159 mdash

Index verborum

it piccolo pīcuspigmeus plēnus plē‑nuspumiliusRemusRomulus satyrus supersuperusterreotexereumb uiro pequovermisvictoria

se illis victoriam daturum Winilis Godan victoriam concessisse

vultus

35 Lingue celtiche (antico irlandese se non specificato diversamente)

degaildegathair gallico degater

Oll-athair gallico gutu-ater

mgall corddcelt Coriono-totaecuilecuire mirl cuiredegda

Dag-dacelt Divo-genusdruchteacutecEochaiddegfilgallico gutu-ater gall gweledmgall gwestgall hymgall Llefelysmgall Lludd (arcaico Nudd) Llaw-ereintNuacuteadhu Airgett‑lamh olldeg celt ollodeg

Oll-athair celt Matres Ollotōtae

celt Matronae Ollogabiae riacutegallico Taranismgall acorn bret taran

torann

36 Ittito

alpa‑lceilDINGIRMEŠrceil-aš ad‑da‑aš ḫanna-

Ḫanna‑ḫanna‑Ḫuḫḫa‑ḫwitar‑ḫwitn-ištaman(a)-NAMRA GU4 UDUTarḫunna‑walḫ‑zi

warp‑zi

37 Lingue baltiche (lituano se non specificato diversamente)

Bagi-dotelett drupt drupukatilderaskārė kariagravekatilderiasmedugravesantico prussiano picle verptiviẽkas

38 Lingue slave armeno frigio tocario

bulg Bogo-dan arm diklsquo (plurale)asl dьždьtoc B eṅkwefrig kuryan-eyon asl věkъ aruss vьrpstitoc A waumlllaumlṣtaumlr

mdash 160 mdash

INDICE

Premessa (di Paola Dardano) Pag IIIAbbreviazioni Pag IVNota sulle traduzioni Pag XRingraziamenti Pag XI

1 Introduzione Pag 1

Parte I Lingua religione e societagrave i nomi di Odino in degfǫethr Pag 7 2 Padri avi patriarchi e degravei anticoislandese degfǫethr e protoindoeuropeo

pə2trou- lsquoavo paternorsquo raquo 9 3 Il patriarca cosmico Al‑fǫethr e Al-faethir raquo 23 4 Il signore degli esseri umani lrsquoantenato dei re Alda-fǫethr Her(ja)-fǫethr e

Herjans-fǫethr(faethir) raquo 35 5 Il dispensatore di vittorie e di massacri Sig-fǫethr Sig-faethir e Val‑fǫethr

raquo 47

Parte II Artigiani creatori e poeti nome e nomi dei dvergar Pag 59 6 I nani che foggiano la poesia antico islandese dvergr protogermanico

dthornwerg-a- e protoindoeuropeo tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo raquo 61 7 Artigiani mitici indoeuropei i dvergar nordici e il dio vedico Tvaacuteṣṭar-

raquo 77 8 Alcuni paralleli nella mitologia classica il dio romano Pico (Pīcus) e il

titano greco Crono (Κρόνος) raquo 93 9 I nomi dei dvergar il catalogo di Vǫluspaacute 10-16 raquo 101

10 Conclusione riflessi nordici di patriarchi cosmici e artigiani mitici indo-europei Pag 123

11 Bibliografia Pag 13512 Index locorum raquo 14513 Index Verborum raquo 151

Page 5: Riccardo Ginevra Edizioni Unistrasi

mdash IV mdash

Paola Dardano

Questa breve premessa non pretende di mettere in luce la laboriosa e articolata ricerca condotta dallrsquoAutore il quale giovandosi del confronto tra il materiale mi-tologico e le forme dellrsquoespressione linguistica ha compiuto unrsquoattenta analisi del materiale onomastico prescelto inserendolo nel suo contesto storico ideologico e religioso Guidato da un sicuro possesso dei metodi di analisi e consapevole al con-tempo dei limiti offerti dal materiale disponibile lrsquoAutore propone la ricostruzione di forme e locuzioni attribuibili alla protolingua solo quando egrave possibile un confron-to con altre tradizioni linguistiche rinunciando a speculazioni prive di basi sicure nei casi in cui non sono disponibili dati mitologici e materiale lessicale nelle lingue germaniche o altrove

Valgano queste mie poche parole piugrave che per il loro contenuto come testimo-nianza dellrsquointeresse che i testi della tradizione germanica possono avere negli studi dedicati alla lingua poetica indoeuropea Sono particolarmente lieta che la pubblica-zione di questo volume avvenga grazie al sostegno umano e scientifico del Rettore Pietro Cataldi del Direttore della Scuola Superiore di Dottorato e di Specializza-zione Marina Benedetti e del Coordinatore del Dottorato Giovanna Frosini Infi-ne desidero rivolgere un sentito ringraziamento a Massimo Palermo Direttore del Dipartimento per la Didattica e per la Ricerca per la generosa accoglienza di questo lavoro nella collana finanziata dal Dipartimento di Eccellenza ldquoStudi e ricercherdquo

Siena aprile 2020 Paola Dardano

mdash V mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ABBREVIAZIONI

1 Lingue

aat = antico alto tedesco aav = antico avestico acorn = antico cornico afr = antico frisoneaing = antico inglese airl = antico irlandeseaisl = antico islandese norrenoanorv = antico norvegeseapers = antico persiano arm = armeno aruss = antico russo as = antico sassone asl = antico slavo asved = antico svedeseatt = greco attico av = avesticoav rec = avestico recente bret = bretonebulg = bulgarocelt = celticoceltib = celtiberico dial = dialettale dor = greco doricoeol = greco eolico fr = francese frig = frigiogall = gallese cimricogerm occ = germanico occidentale

mdash VI mdash

Riccardo Ginevra

got = gotico gr = greco antico ing = inglese modernoisl = islandese modernoit = italiano itt = ittitolat = latinolat-germ = germanico latinizzatolett = lettone lit = lituano mat = medio alto tedesco mbt = medio basso tedesco mgall = medio gallesemic = greco miceneo mirl = medio irlandesendl = nederlandesenorv = norvegese modernoom = greco omerico epicopcelt = protocelticopgerm = protogermanicopgr = protogrecopie = protoindoeuropeopiir = protoindoiranico pnord = protonordicosbcr = serbocroatoscr = sanscrito classicosp = spagnolo modernoted = tedesco modernoumbr = umbroved = sanscrito vedico

mdash VII mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

2 Fonti

Per le fonti in latino greco vedico avestico e ittito vengono generalmente impiegate le abbreviazioni standard Le altre abbreviazioni sono basate (con qualche modifica) su quelle impiegate in Neckel-Kuhn 1962 per la poesia eddica su quelle impiegate nella serie Skaldic Poetry of the Scandinavian Middle Ages per la poesia scaldica su quelle dellrsquoOrdbog over det norroslashne prosasprog per i testi norreni in prosa e su quelle del Dictionary of Old English per i testi anticoinglesi in prosa Quando neces-sario lrsquoedizione o il manoscritto di riferimento sono indicati fra parentesi

AEligGl = Glossario di AEliglfricAgniPur = AgnipurāṇaAacuteH = Aacutesa heiti I (Gurevich 2017)Akv = Atlakvietha (Neckel-Kuhn 1962)Alv = Alviacutessmaacutel (Neckel-Kuhn 1962)Am = Atlamaacutel in graelignlenzku (Neckel-Kuhn 1962)AntGl = Glosse anticoinglesi (Plantin-Moretus MS 32 e British Museum

Additional MS 32246)Arn THORNorfdr = Arnoacuterr jarlaskaacuteld THORNoacuteretharson THORNorfinnsdraacutepa (Whaley 2009)AVŚ = Atharvaveda‑Śaunakīya (Orlandi 1991)Barl = Barlaams saga ok JoacutesafatsBdr = Baldrs draumar (Neckel-Kuhn 1962)Beo = Beowulf (Klaeber et al 2008)Bersi Lv = Bersi Skaacuteld-Torfuson LausaviacutesaBragi Troll = Bragi inn gamli Boddason Scambio di versi con la donna-troll

(Clunies 2017a)Bragi THORNoacuterr = Bragi inn gamli Boddason Pesca di THORNoacuterr (Clunies 2017b)CollGl 11 = Glosse anticoinglesi (MS British Library Cotton Otho E i)Conf 4 = (Pseudo-)Wulfstan Manuale per un confessoreCristo = Christ (Krapp-Dobbie 1931-53)DH = Dverga heiti (Gurevich 2017)Discesa allrsquoinferno = Descent into hell (Krapp-Dobbie 1931-53)Ebr = Eddu brot (Neckel-Kuhn 1962)Egill Arkv = Egill Skallagriacutemsson ArinbjarnarkviethaEirm = Eiriacuteksmaacutel (Fulk 2012)Eskaacutel Vell = Einarr skaacutelaglamm Helgason Vellekla Eyv Lv = Eyvindr skaacuteldaspillir Finnsson LausaviacutesurGH = Galtar heiti (Gurevich 2017)Gamlkan Joacutendr = Gamli kanoacuteki Joacutensdraacutepa (La Farge 2007)Gethr I = Guethruacutenarkvietha (Neckel-Kuhn 1962)Gethr III = Guethruacutenarkvietha in thornriethja (Neckel-Kuhn 1962)

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Riccardo Ginevra

Gestumbl Heiethr = Gestumblindi Heiethreks gaacuteturGrm = Griacutemnismaacutel (Neckel-Kuhn 1962)Gunn Leif Merl I = Gunnlaugr Leifsson Merliacutenusspaacute IGylf = Snorri Sturluson Gylfaginning (Faulkes 1982)HaacutekFris = Haacutekonar saga Haacutekonarsonar (Codex Frisianus)HaukrV Iacutesldr = Haukr Valdiacutesarson IacuteslendingadraacutepaHaH = Hauks heiti (Gurevich 2017)Hav = Haacutevamaacutel (Neckel-Kuhn 1962)Hbl = Haacuterbarethsljoacuteeth (Neckel-Kuhn 1962)Hdl = Hyndluljoacuteeth (Neckel-Kuhn 1962)HeH = Hesta heiti (Gurevich 2017)HeiethrH = Heiethreks saga (codice AM 544 4to)Hfr Erf Oacutel = Hallfreethr vandraeligethaskaacuteld Oacutettarsson Erfidraacutepa Oacutelaacutefs Tryggvaso-

narHH = Helgakvietha Hundingsbana in fyrri (Neckel-Kuhn 1962)HjH = Hjartar heiti (Gurevich 2017)HoacutemIacutesl15 = Omelie anticoislandesi (codice Holm Perg 15 4to)Hrbl = Haacuterbarethsljoacuteeth (Neckel-Kuhn 1962)Hrv = HervararkviethaHSt Rst = Hallar-Steinn RekstefjaHsv = HugsvinnsmaacutelHyGl 2 = Glosse anticoinglesi (Innario di Durham)Hym = Hymiskvietha (Neckel-Kuhn 1962)JH = Jarethar heiti (Gurevich 2017)Kgs = Konungs skuggsjaacute (Holm-Olsen 1945)Kolgr Oacutel = Kolgriacutemr litli Poema su Oacutelaacutefr helgiKormǪ Lv = Kormaacutekr Ǫgmundarson LausaviacutesurLs = Lokasenna (Neckel-Kuhn 1962)Mar B = Mariacuteu saga (codice AM 232 fol)MBh = Mahābhārata (Sukthankar 1937-64)MPur = MatsyapurāṇaOdd = Oddruacutenargraacutetr (Neckel-Kuhn 1962)OrH = Orrostu heiti (Gurevich 2017)Oacutelhv Hryn = Oacutelaacutefr hviacutetaskaacuteld THORNoacuteretharson HrynhendaOacuteN = Oacuteethins nǫfn (Gurevich 2017)Ordine del mondo = The Order of the World (Krapp-Dobbie 1931-53)Peacutetr2Ax = Peacutetrs saga postula (codice AM 630 4degˣ)Rm = Reginsmaacutel (Neckel-Kuhn 1962)RV = Rigveda (Nooten-Holland 1994)Rthorn = Riacutegsthornula (Neckel-Kuhn 1962)Sigv Austv = Sigvatr THORNoacuteretharson Austrfararviacutesur

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Skaacuteld = Snorri Sturluson Skaacuteldskaparmaacutel (Faulkes 1998)SkH = Skipa heiti (Gurevich 2017)Skm = Skiacuternismaacutel (Neckel-Kuhn 1962)Stj1 = Stjoacutern (codice AM 226 fol)SvH = Sveretha heiti (Gurevich 2017)Vm = Vafthornruacuteethnismaacutel (Neckel-Kuhn 1962)VS = Vājasaneyi‑Saṃhitā (Weber 1849)Vsp = Vǫluspaacute (Neckel-Kuhn 1962)THORNjoacuteeth Yt = THORNjoacuteethoacutelfr oacuter Hvini Ynglingatal

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Riccardo Ginevra

NOTA SULLE TRADUZIONI

Le traduzioni dei passi citati si basano su quelle di Brunetti 2003 (Beowulf) van Buitenen 1973-75 (Mahābhārata) Buumlhler 1886 (Manusmrti) Cassanmagnago 2009 (Esiodo) Cerri 1996 (Iliade) Chiesa Isnardi 2016 (Edda in prosa) Clunies-Ross 2017a (Bragi inn gamli Boddason Scambio di versi con la donna-troll) Clunies Ross 2017b (Bragi inn gamli Boddason Pesca di THORNoacuterr) Della Corte-Fasce 1986 (Ovidio) Elton 1894 (Sassone il Grammatico) Finlay-Faulkes 2011-15 (Ynglinga saga) Fulk 2012 (Eiriacuteksmaacutel) Jamison-Brereton 2014 (Rigveda) Scardigli-Meli 1982 (Edda poetica) Whaley 2009 (Arnoacuterr THORNoacuteretharson) Whitney 1905 (Atharvave-da‑Śaunakīya) Le traduzioni dei testi ittiti si rifanno eccetto quando espressamente indicato altrimenti a quelle pubblicate on-line in Hethitologie Portal Mainz (wwwhethportuni-wuerzburgde)

Le virgolette doppie (ldquo rdquo) sono impiegate per le traduzioni di testi Le virgolette semplici (lsquo rsquo) sono impiegate per le glosse di singoli vocaboli

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

RINGRAZIAMENTI

La presente monografia egrave una rielaborazione e per certi versi un ampliamento di una parte della mia tesi di dottorato ldquoFraseologia e onomastica nella Vǫluspaacute a con-fronto con le lingue indoeuropee di piugrave antica attestazione Phraseologie und Ono-mastik in der Vǫluspaacute im Vergleich mit den altindogermanischen Sprachenrdquo discus-sa a Siena il 14 Febbraio 2018 e redatta in cotutela tra lrsquoUniversitagrave per Stranieri di Siena e lrsquoUniversitagrave di Colonia sotto la supervisione di Paola Dardano (Siena) e Joseacute Luis Garciacutea Ramoacuten (Colonia) ai quali desidero esprimere profonda gratitudine per lrsquoattenzione la disponibilitagrave e la pazienza con cui hanno dapprima guidato la mia ricerca durante il dottorato e successivamente seguito la stesura di questo lavoro Desidero inoltre esprimere un vivo ringraziamento a Marina Benedetti per avermi incoraggiato a intraprendere questa pubblicazione a Eugenio Salvatore per il suo prezioso lavoro di redazione noncheacute a tutte le persone che hanno contribuito a que-sta opera con il loro aiuto i loro suggerimenti e le loro critiche e in special modo a Erica Biagetti Andrea Covini Daniel Koumllligan e Patrick Stiles Il ringraziamento piugrave grande va infine alla mia famiglia e in particolare ai miei genitori Claudio Ginevra e Maria Lombardo il cui costante supporto ha reso tutto questo possibile

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1 INTRODUZIONE CORPUS METODOLOGIA E STRUTTURA

DEL LAVORO

Il presente lavoro si pone lrsquoobiettivo di indagare attraverso gli strumenti della lin-guistica storica e comparativa alcuni aspetti della poetica e della mitologia attestate in antico islandese una particolare varietagrave della cosiddetta lingua norrena o antico nordico (essendo in questa sede raramente discusse le altre varietagrave i termini saran-no impiegati come sinonimi) La ricerca nasce dalla convinzione che le tradizioni poetiche germaniche antiche soprattutto quella in antico islandese e quella in antico inglese (particolarmente ricche di documentazione sia per quantitagrave che per qualitagrave) possano offrire un importante contributo allo studio comparativo del linguaggio po-etico diventato nel corso del secolo scorso uno dei filoni di ricerca piugrave interessanti in ambito indoeuropeistico In questo studio si cercheragrave quindi di evidenziare i pa-ralleli tra da una parte il linguaggio poetico e la mitologia attestate nei testi norreni e dallrsquoaltra quelle che ricorrono in testi redatti nelle altre lingue germaniche come lrsquoantico inglese e il medio alto tedesco e nelle altre lingue indoeuropee di antica attestazione in particolare lrsquoittito il sanscrito (vedico e classico) il greco antico il latino e lrsquoantico irlandese

11 Corpus e metodologia

Il principale corpus di riferimento del presente studio egrave costituito dai testi norreni della cosiddetta Edda poetica una collezione di carmi anonimi di argomento mi-tologico ed eroico tramandata principalmente (dopo un lungo periodo di trasmis-sione orale) da un manoscritto compilato intorno al XIII secolo il Codex Regius (GKS 2365 4to anche noto come Konungsboacutek) e dellrsquoEdda in prosa un manuale di poetica e mitologia scandinave redatto dallrsquoerudito islandese Snorri Sturluson (1179-1241) sulla base sia di poemi attestati nel Codex Regius che di testi altri-menti non pervenutici per i cui contenuti lrsquoEdda di Snorri egrave quindi la nostra fonte principale (e talvolta lrsquounica) Un componimento di argomento mitologico tra i piugrave noti dellrsquoEdda poetica e di fondamentale importanza ai fini del presente studio egrave la cosiddetta Vǫluspaacute lsquoProfezia della veggentersquo una summa della mitologia scandinava

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Riccardo Ginevra

dallrsquoorigine dellrsquouniverso fino alla sua distruzione Le sezioni dellrsquoEdda in prosa di Snorri piugrave rilevanti per questa ricerca sono invece quelle intitolate Gylfaginning lsquoIn-ganno di Gylfirsquo e Skaacuteldskaparmaacutel lsquoDiscorso sullrsquoarte poeticarsquo In questrsquoultima sono anche attestati diversi cataloghi tradizionali di nomi mitologici e termini poetici le cosiddette thornulur e si trovano descritti anche alcuni principi compositivi della cosiddetta poesia scaldica una tradizione poetica in lingua norrena simile a quella eddica sotto certi aspetti come lrsquoimpiego di kenningar (per cui cfr infra) ma molto differente sotto altri come la sintassi talvolta estremamente complessa e lrsquoassenza di anonimato sebbene in misura inferiore thornulur e poemi scaldici saranno parimenti tra le fonti citate in questo lavoro

Lrsquoaspetto piugrave innovativo del presente studio egrave lrsquoapplicazione sistematica a questo corpus degli strumenti della linguistica storica e comparativa e soprattutto della metodologia della poetica indoeuropea comparata sviluppata nel corso del secolo scorso da linguisti come Ruumldiger Schmitt (1967 1968) Marcello Durante (1976) Enrico Campanile (1977) e in particolare Calvert Watkins Questrsquoultimo nel suo capolavoro How to Kill a Dragon Aspects of Indo‑European Poetics (1995) ha da un lato dimostrato felicemente e in maniera definitiva come la fraseologia poetica associata a narrazioni mitologiche sia molto conservativa nel preservare precise ra-dici o formazioni indoeuropee eg nel caso della cosiddetta ldquoformula di baserdquo (ing basic formula) del mito dellrsquouccisione del serpente ricostruita da Watkins (1995 365) come ldquoHERO SLAY (guhen-) SERPENT (oguhi-)rdquo sulla base di numerosi testi mitologici in lingue indoeuropee in cui un riflesso della radice verbale ricostruita guhen- lsquocolpire ucciderersquo (eg gr θείνω e ved haacuten-ti) ha come oggetto diretto un ri-flesso del sostantivo ricostruito oguhi- lsquoserpentersquo (eg gr ὄφις e ved aacutehi‑) dallrsquoaltro lato (e allo stesso tempo) lo studioso ha argomentato in maniera convincente come la struttura semantica che soggiace a ogni collocazione formulare eg nel caso della formula appena citata ldquoHERO SLAY SERPENTrdquo (Watkins 1995 301) ne sia in realtagrave la componente piugrave stabile e persistente dato che gli elementi superficiali possono invece andare incontro a variazione per le cause piugrave diverse (mutamento linguistico sinonimia metrica) Nel presente lavoro per ragioni espositive si faragrave uso del sistema di notazione sviluppato in numerosi studi da Joseacute Luis Garciacutea Ramoacuten (eg 2009 2010) per lrsquoanalisi e ricostruzione di collocazioni fraseologiche sistema che differisce da quello di Watkins in quanto gli elementi semantici (espressi nella lingua della pubblicazione in questo caso lrsquoitaliano) sono marcati in maiuscoletto separati lrsquoun lrsquoaltro da una lineetta e racchiusi tra parentesi quadre (eg [eroe ndash uc-cidere (guhen-) ndash serpente (oguhi-)])

12 Lingua poetica norrena e dizione poetica indoeuropea

Nonostante i testi in lingue germaniche preservino talvolta elementi molto arcaici di dizione poetica indoeuropea (cfr eg Watkins 1995 414ss sul mito dellrsquouccisione

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

del serpente) essi sono stati spesso trascurati negli studi di poetica comparata pro-babilmente a causa della loro attestazione relativamente tarda (dal primo Medioevo in poi) se confrontata con tradizioni come quella greca omerica (prima metagrave del primo millennio aC) Come vedremo al contrario la tradizione germanica che ha preservato maggiori elementi della poetica e della mitologia precristiana ovvero quella nordica e in particolare i componimenti del corpus eddico conservativi sia in termini di dizione che di contenuti presentano numerosi paralleli in testi compo-sti nelle lingue indoeuropee di piugrave antica attestazione A tal proposito si coglie qui lrsquooccasione per introdurre alla luce dei loro paralleli indoeuropei le due figure del linguaggio poetico norreno e germanico di maggiore rilievo ai fini di questo studio ovvero (1) la kenning e (2) il merismo

(1) La kenningLa perifrasi poetica o kenning (letteralmente lsquoriconoscimentorsquo plurale kenningar) egrave la piugrave nota figura della lingua poetica norrena sia eddica che scaldica e germanica in generale1 Non crsquoegrave accordo sulla definizione di kenning in ambito scandinavistico o germanistico in questo lavoro viene accolta la definizione di Meissner (1921 2) per cui la kenning nordica consiste in un sintagma nominale o un composto bimem-bre che sostituisce un sostantivo di uso comune2 si tratta della definizione che ha riscosso maggiore consensi tra gli studiosi probabilmente a causa del suo carattere generale3 In una kenning la testa del sintagma nominale o del composto si chia-ma ldquobaserdquo (ted Grundwort) e lrsquoelemento subordinato ldquodeterminanterdquo (ted Bestim-mung) eg nella kenning aisl vaacuteg‑marr lsquocavallo del marersquo per [nave] la testa degmarr lsquocavallorsquo egrave la base mentre vaacutegdeg lsquomarersquo egrave il determinante

Egrave stato ben presto notato come figure poetiche analoghe alla kenning germanica siano attestate nelle tradizioni poetiche di diverse lingue indoeuropee eg in celtico greco e indo-ario (cfr Krause 1930 578ss Waeligrn 1951 Campanile 1977 108ss) Anche in ambito indoeuropeistico la definizione di kenning egrave oggetto di disaccor-do in questo lavoro egrave impiegata la definizione di Watkins (1995 44ss) per cui la kenning indoeuropea consiste in un sintagma nominale costituito da due elementi in rapporto di subordinazione o in un composto determinativo bimembre che fanno riferimento ad una nozione terza4 definizione che si sovrappone perfettamente a

1 Le principali trattazioni delle kenningar rispettivamente per quanto riguarda il nor-reno e lrsquoantico inglese sono Meissner 1921 e Marquardt 1938

2 Nellrsquooriginale ldquozweigliedriger Ersatz fuumlr ein Substantivum der gewoumlhnlichen Rederdquo3 Per altre definizioni della kenning nella poesia nordica e germanica cfr passim Heu-

sler 1922 Krause 1930 Marquardt 19384 Nellrsquooriginale ldquoa bipartite figure of two nouns in a non-copulative typically geniti-

val grammatical relation (A of B) or in composition (B-A) which together make reference to signify a third notion Crdquo

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Riccardo Ginevra

quella data da Meissner per quel che riguarda lrsquoantico nordico Negli studi di ambito scandinavistico si incontra talvolta lrsquoopinione secondo cui

la kenning nordica si sarebbe diffusa a partire dalla poesia scaldica (poesia di corte) in cui essa egrave attestata con forme molto elaborate nella tradizione eddica (poesia epi-ca) in cui essa ricorre in forme ben piugrave basiche Al contrario lrsquoantichitagrave indoeuropea della kenning egrave supportata proprio da semplici collocazioni bimembri che ricorrono indipendentemente in diverse tradizioni poetiche indoeuropee come [pastore ndash del popolo] per [re] attestata eg da aing folces hyrde gr ποιμένα λαῶν e ved goacutepā jaacutenasya o [discendente ndash delle acque] per [fuoco] attestata eg da aisl saeligvar niethr e ved apāṃ naacutepāt‑ Numerose collocazioni trattate nei capitoli successivi sono analizzabili come kenningar eg [bevanda ndash dei dvergar] per [poesia] (cap 6)

(2) Il merismoIl merismo egrave una figura poetica che consiste in un sintagma nominale bimembre di sintassi coordinativa che fa riferimento a una nozione terza tassonomicamente supe-riore (Watkins 1995 45)5 collocazioni meristiche di piugrave di due membri sono invece chiamate cataloghi indessicali (ing indexical list) come nel caso di liste ampie che presentano minore fissitagrave formulare come quella delle parti del corpo da [midollo] fino a [pellecapelli] attestata inter alia in ambito germanico celtico ed indo-ira-nico (Jamison 1986 Watkins 1995 525ss Sadovski 2012 175ss)

Che il merismo fosse una figura tipica del linguaggio poetico indoeuropeo egrave di-mostrato da collocazioni etimologicamente identiche come [uomini (uiH-roacute-) ndash e bestiame (peḱ‑u‑)] per [beni mobili] attestata da av pasuvīra umb uiro pequo e lat pecudesque virosque (Watkins 1995 15 con letteratura cfr anche itt NAMRA GU4 UDU ldquoprigionieri bovini e ovinirdquo)6

Esemplificativo dellrsquoantichitagrave indoeuropea di alcune figure meristiche norrene egrave invece il sintagma aisl allra goethanna ok manna ldquodi tutti gli degravei e gli uominirdquo che riflette una collocazione fraseologica [degravei ndash e uomini] un merismo per [tutti gli animati intelligenti] attestato anche in greco e latino (cfr cap 3)

13 Struttura del lavoro

Il presente lavoro egrave strutturato in due parti dedicate a due studi distinti sul piano te-matico il cui denominatore comune egrave lrsquoimpiego della stessa metodologia linguistica e comparativa in prospettiva sia germanica che indoeuropea

Nella prima parte ldquoLingua religione e societagrave i nomi di Odino in degfǫethrrdquo (capi-

5 Nellrsquooriginale ldquoa bipartite noun phrase consisting of two nouns in a copulative rela-tion (A and B) two nouns which share most of their semantic features and together serve to designate globally a higher concept C ie to index the whole of a higher taxon Crdquo

6 Watkins 1979 sui merismi nella lingua delle preghiere ittite cfr Dardano 2019

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

toli 2-5) sono analizzate e ricostruite comparativamente le formazioni collocazioni fraseologiche e concezioni sociopolitiche e cosmologiche alla base delle epiclesi del dio supremo scandinavo Odino che presentano un secondo elemento degfǫethr (di significato incerto) e delle loro varianti (recenziori) in degfaethir lsquopadrersquo Nel capitolo 2 egrave discussa una possibile etimologia per lrsquoelemento degfǫethr in connessione con la famiglia di faethir noncheacute le sue possibili interpretazioni in senso letterale e traslato e i relativi paralleli germanici e indoeuropei Nei capitoli successivi le epiclesi di Odino con secondo elemento degfǫethr sono analizzate e interpretate sulla base di questi risultati raggruppate in capitoli a seconda del concetto espresso dal primo elemento Nel capitolo 3 sono trattate le epiclesi Alfǫethr e Alfaethir e la loro interpretazione alla luce della concezione (ben attestata in tradizioni indoeuropee e non) del dio supremo come ldquopatriarca cosmicordquo Il capitolo 4 egrave invece dedicato allrsquoanalisi delle epiclesi Aldafǫethr Herfǫethr e Herjafǫethr come riflessi della concezione del dio supremo come patriarca dellrsquoumanitagrave noncheacute a una possibile interpretazione della formazione di incerta attestazione Herjansfǫethr come unica occorrenza del significato letterale di degfǫethr Infine nel capitolo 5 le epiclesi Sigfǫethr (con variante Sigfaethir) e Valfǫethr sono analizzate e interpretate in riferimento a due aspetti opposti ma complementari di Odino nella sua funzione di dio che sopraintende lrsquoesito di ogni battaglia

La seconda parte ldquoArtigiani creatori e poeti nome e nomi dei dvergarrdquo (capito-li 6-9) egrave invece dedicata alla possibile origine in seno alla tradizione indoeuropea di vocaboli nomi propri formule tradizionali e narrazioni mitologiche associati ai cosiddetti dvergar nordici (comunemente tradotto in italiano come lsquonanirsquo) e ai loro possibili paralleli in altre tradizioni germaniche e indoeuropee Nel capitolo 6 viene presentata una nuova proposta etimologica per il nome dvergar come uno dei riflessi in ambito germanico di una radice verbale attestata in diverse lingue indoeuropee ad esempio inter alia dal nome del dio artigiano vedico Tvaṣṭar Il capitolo 7 tratta quindi una serie di corrispondenze tra la fraseologia poetica e la mitologia attestate in norreno in associazione ai dvergar e quelle associate in vedico a Tvaṣṭar Nel ca-pitolo 8 sono discussi possibili paralleli sul piano dellrsquoonomastica della fraseologia e della mitologia tra questi personaggi nordici e indiani e altre due figure mitiche che ricorrono nelle tradizioni classiche il dio romano Pico e il titano greco Crono Infi-ne il capitolo 9 egrave dedicato allrsquoanalisi formale e quando possibile allrsquointerpretazione sul piano semantico dei nomi dei singoli dvergar

Nel capitolo conclusivo saranno quindi presentati sinteticamente i risultati della ricerca che sembrano confermare come nei testi norreni sia possibile identificare unrsquoimportante quantitagrave di elementi poetici e mitologici che riflettono materiale ere-ditato dalle tradizioni germanica e indoeuropea e come la linguistica storica e la poetica comparata possano essere strumenti efficaci (e talvolta indispensabili) per interpretare sia gli aspetti formali della lingua poetica norrena che le concezioni ideologiche e cosmologiche che vi soggiacciono

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PARTE ILINGUA RELIGIONE E SOCIETAgrave

I NOMI DI ODINO IN degFǪETHR

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2 PADRI AVI PATRIARCHI E DEgraveI ANTICOISLANDESE degFǪETHR E

PROTOINDOEUROPEO PƏ2TROU- lsquoAVO PATERNOrsquo

Diverse epiclesi del dio supremo Odino attestate nella poesia eddica sono composti bimembri con un secondo elemento aisl degfǫethr il cui significato letterale egrave oscuro In alcuni casi egrave attestato anche un composto con identico primo elemento ma con secondo elemento degfaethir lsquopadrersquo Al‑fǫethr vs Al‑faethir e Sig‑fǫethr vs Sig‑faethir

Le formazioni in questione si possono classificare sulla base del concetto espres-so dal primo elemento

bull aldeg o allr lsquotuttorsquo (formazioni trattate nel cap 3) Al‑fǫethr e Al‑faethir Grm 483 HH 384bull forme riconducibili a aldir lsquogentirsquo e herr lsquopopolo in armi esercitorsquo (cap 4) Alda‑fǫethr Vm 44-6 531-3Her‑fǫethr Vsp 291Herja‑fǫethr Vsp 434 Vm 22 Grm 193 252 262[Herjans‑fǫethr Hdl 21 (problematico cfr cap 4)]bull sigr lsquovittoria battagliarsquo e val(r) lsquomassa dei caduti in battagliarsquo (cap 5)Sig‑fǫethr e Sig‑faethir Vsp 552 Grm 482 Ls 586Val‑fǫethr Vsp 15 277 2813 Grm 483In aggiunta alle occorrenze allrsquointerno di citazioni eddiche (eg quella di Vsp

2813 in Gylf 15) lrsquoEdda in prosa dellrsquoerudito islandese Snorri Sturluson attesta sia Alfǫethr (Gylf + Skaacuteld 2) che Valfǫethr (Gylf 20) in vari passaggi alcuni dei quali saranno oggetto di analisi piugrave dettagliata infra Tutti i composti tranne Herfǫethr sono attestati nei cataloghi tradizionali (le thornulur) di preciso tra i nomi di Odino (OacuteN 14 23 44 52 57) Nella poesia scaldica sono attestati soltanto Alfaethir (Bragi THORNoacuterr 1) e Aldafǫethr (Arn THORNorfdr 1) in due passaggi che sono citati per intero nei capitoli dedicati (rispettivamente capp 3 e 4) Dal confronto tra le formazioni in degfǫethr le quali presentano almeno 6 diversi primi elementi e i composti in degfaethir che presentano soltanto Aldeg e Sigdeg come primi elementi risulta chiaro come questi ultimi

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Riccardo Ginevra

siano nati come banalizzazioni dei composti piugrave arcaici Al-fǫethr e Sig-fǫethr7

Si tratta evidentemente di un processo di sostituzione di un termine dal significato ormai opaco con una lectio facilior la quale egrave ritenuta essere funzionalmente equivalente da ciograve risulta chiaro come aisl degfǫethr fosse associato quantomeno sincronicamente a faethir lsquopadrersquo dai parlanti norreni un dato attestato direttamente dalla glossa (discussa in dettaglio al cap 3) che Snorri dagrave di Al‑fǫethr in Gylf 9 faethir allra [hellip] ldquopadre di tutti gli [degravei etc]rdquo Non egrave quindi un caso che solo degfaethir ricorra nella letteratura cristiana (meno conservativa) in cui sono attestati epiteti del Dio cristiano come aisl dyacuterethar‑faethir lsquopadre della gloriarsquo (Peacutetr2Ax 19113) i quali sembre-rebbero essere nati come calchi da fonti latine cfr eg Efesini 117 ut Deus Domi-ni nostri Iesu Christi Pater gloriae det vobis spiritum sapientiae et revelationis in agnitione eius8

Tutti gli studiosi che si sono occupati dellrsquoorigine e interpretazione di degfǫethr sembrano presupporre che lrsquoassociazione sincronica di questo vocabolo con faethir lsquopadrersquo esito di pgerm fader- (alla base di eg got fadar aing faeligder as fadar aat fatar) e pie ph2teacuter- (alla base di eg lat pater gr πατήρ ved pitaacuter‑) rifletta unrsquoef-fettiva connessione etimologica Secondo le due ipotesi principali degfǫethr potrebbe essere analizzato (a) come una formazione imparentata con il secondo elemento di composto gr degπάτωρ oppure (b) come un derivato con un suffisso composizionale -u-

(a) Hollifield (1984 40) ritiene che aisl degfǫethr rifletta un secondo elemento invariabile pnord degfadur in cui sarebbero confluiti gli esiti di pgerm degfadariz (genitivo singolare) degfadari (dativo singolare) degfadarun (accusativo singolare) in seguito a innalzamento vocalico di a quando seguita da i e u nella sillaba successiva Queste forme pgerm rifletterebbero pie degph2tor- sostantivo anficinetico derivato internamente dallrsquoisterocinetico ph2teacuter- quando usato come secondo elemento in composti possessivi attestato in ambito indoeuropeo da gr degπάτωρ e ved degpitār‑

(b) Tremblay (2003 58) propone invece una derivazione da pgerm degfadru- o con tematizzazione degfadrwa- un derivato con lo stesso suffisso composizionale -u- attestato dal nome di una festivitagrave ionico-attica gr Ἀπατούρια (che Tremblay riconduce a pgr degpator‑u-ia) il quale sarebbe in ultima analisi da ricondurre a una

7 Nel presente studio non si prenderagrave in considerazione la forma Hlaeligfǫethr di insicura attestazione e lettura essa ricorre tra i nomi di Odino (OacuteN 41) in un unico codice (AM 748 I b 4to) in un passo in cui un altro manoscritto presenta la forma altrettanto oscura Hleifruethr (AM 757 4to)

8 Lat pater gloriae traduce qui gr ὁ πατὴρ τῆς δόξης un sintagma che egrave a sua vol-ta problematico dato che non ha corrispondenze esatte in altri testi biblici esso ha probabil-mente avuto origine come un calco semantico da un sintagma ebraico (non attestato ma di un tipo assai frequente) by-kbwd ldquo(padre della gloria =) padre gloriosordquo (Rowland-Morray-Jo-nes 2009 593 n 74 cfr Rowland-Morray-Jones 2009 592-593 per una disamina delle possibi-li interpretazioni di questo passo) Sono grato ad Antonella Bellantuono per lrsquoutile discussio-ne a riguardo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

forma gr daggerἀπάτωρEntrambe queste analisi presentano tuttavia serie difficoltagrave (a) Per quanto riguarda lrsquoetimologia da degph2tor- la forma attesa regolarmente

per il nominativo singolare pie degph2tōr sarebbe aisl daggerdegfǫethur o quantomeno sicuramente non degfǫethr (Tremblay 2003 58) Lrsquoipotesi di Hollifield presuppone inoltre lrsquoinnalzamento di a quando seguita da i e u nella sillaba successiva (per cui cfr la letteratura in Hollifield 1984 40) un mutamento su cui sono stati avanzati seri dubbi (Syrett 1994 216ss)

(b) Per quanto riguarda lrsquoipotesi di Tremblay non vi sono indizi dellrsquoesistenza di un suffisso composizionale -u- lo stesso gr Ἀπατούρια bencheacute attestato in area ionico-attica sembrerebbe essere formato su un aggettivo ἀπάτουρος secondo Rau (2011 11) un prestito da un dialetto psilotico e non ionico-attico (cfr anche Tremblay 2003 126 n 44) che rifletterebbe un composto sm‑ph2tru-o- lsquoche ha gli stessi avi paternirsquo in questo caso la -u- sarebbe parte della base derivazionale ph2tru-acute (per cui cfr infra) e non un suffisso composizionale

Sia lrsquoanalisi di Hollifield che quella di Tremblay sorvolano quasi del tutto sulla semantica dei composti in degfǫethr Su questa si egrave soffermato unicamente Strand-berg (2009) il quale tuttavia accetta lrsquoanalisi di Hollifield per cui degfǫethr sarebbe il corrispondente esatto di gr degπάτωρ e ved degpitār‑ (fonologicamente poco probabile come abbiamo visto) Essendo questi ultimi attestati esclusivamente in composti possessivi bahuvrihi- con il significato lsquoquello che ha il padre (X)rsquo Strandberg tenta quindi di interpretare i composti in degfǫethr di conseguenza riuscendo a formulare unrsquointerpretazione (quantomeno potenzialmente) sensata unicamente nel caso di Al-fǫethr che egli traduce come lsquoquello che ha il padre grandersquo al costo di unrsquoevidente forzatura ovvero interpretare aisl aldeg in Al‑fǫethr con un significato lsquograndersquo che non egrave mai attestato altrove9

Come vedremo in questo capitolo egrave piuttosto possibile analizzare aisl degfǫethr come un riflesso di pie pə2tr-ou-ph2tr-u-acute lsquoavo paternorsquo un antico derivato in -u- di ph2teacuter- lsquopadrersquo10 Questrsquointerpretazione trova corrispondenze in altre lingue germaniche e indoeuropee non solo per quanto riguarda lrsquooriginario significato lette-rale ma soprattutto per quanto riguarda lrsquoevidente significato non letterale che esso assume negli epiteti in cui egrave attestato

9 Per una disamina delle principali ipotesi sullrsquoorigine di degfǫethr cfr la letteratura citata in Strandberg 2009 93-95 a cui vanno aggiunti tuttavia quantomeno Noreen 1923 286 Stur-tevant 1954 Meid 1967 22 Sono grato a Patrick V Stiles per lrsquoutile discussione a riguardo

10 In questo lavoro si segue la convenzione talvolta impiegata in ambito indoeuropeisti-co di notare con il segno ə2 una laringale h2 quando essa egrave nucleo di una sillaba accentata

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Riccardo Ginevra

21 Aisl degfǫethr (pgerm fathorndru-) e pie pə2tr-ou-ph2tr-u-acute lsquoavo paternorsquoIn accordo con lrsquoanalisi di Tremblay aisl degfǫethr va ricondotto a pgerm fathornru‑ o fadru- (in nordico lrsquoopposizione tra i riflessi di pgerm thorn e d egrave neutralizzata in interno di parola) un termine che appartiene chiaramente alla famiglia lessicale di pgerm fader- lsquopadrersquo Il fatto che lrsquounica forma attestata di genitivo singola-re degfǫethrs presenti la desinenza tematica -s al posto della regolare terminazione dei temi in -u- ovvero -ar (pgerm ‑au‑z) indica che il sostantivo egrave stato oggetto di tematizzazione in nordico (Tremblay 2003 58) uno sviluppo non sorprendente che presenta uno stretto parallelo eg nel trattamento subito da pgerm wethornr‑u‑ lsquoagnellorsquo in germanico nordoccidentale cfr got withornrus lsquoidrsquo vs aisl veethr aing weether as wethar e aat widar lsquomontonersquo (con tematizzazione e semantica innovativa)11

In protogermanico i temi in -u- erano una classe ricca ma non piugrave produtti-va (cfr Casaretto 2004 191) pgerm fathorndr-u- puograve quindi difficilmente riflet-tere una formazione innovativa interna al germanico a meno che non si ipotizzi un passaggio del sostantivo fader- lsquopadrersquo alla flessione dei temi in -u- questo sviluppo avrebbe in effetti un parallelo nel nominativo plurale got brothornrjus lsquofratellirsquo (riflesso di brōthornr‑iwiz con la terminazione dei temi in -u-) da ricondurre secon-do Seebold (1967 93-94) ad una rianalisi dellrsquoaccusativo singolare pgerm brōthornr‑un (pie bhreacuteh2tr-m lat fratrem) come accusativo singolare brōthornru‑n di un tema in -u-12 Unrsquoipotesi del genere egrave stata per lrsquoappunto avanzata da Heusler (1932 75) il quale notava che qualora aisl fǫethr fosse sorto dalla rianalisi come accusativo sin-golare fadru-n (tema in -u-) di un originario accusativo singolare pgerm fadr-un questrsquoultimo corrisponderebbe esattamente a lat patr‑em ed entrambi rifletterebbero pie ph2tr-m questrsquoipotesi tuttavia egrave problematica sul piano formale dato che lrsquoesito atteso dellrsquoaccusativo singolare pie ph2teacuter-m (correntemente ricostruito sulla base di gr πατέρα ved pitaacuteram) in protogermanico egrave faderun (cfr eg Ringe 2017 308)13 Si puograve inoltre notare come da un lato in antico nordico i temi in -r- non subiscano i passaggi ad altre classi attestati nelle altre lingue germaniche (Thoumlny 2013 85-86) e dallrsquoaltro sarebbe insolito che una variante cosigrave innovativa fosse attestata unicamente tra i teonimi un ambito solitamente conservativo

Aisl degfǫethr e pgerm fathorndru- possono piuttosto riflettere

11 Cfr Neri 2003 301ss Casaretto 2004 415 Aisl veethr lsquomontonersquo presenta infatti un genitivo singolare veethrs con desinenza tematica che egrave attestato giagrave dal XIII secolo (Kgs 6220) mentre la forma di genitivo singolare con desinenza da tema in ‑u‑ veethrar (pgerm wethornr‑au‑z) egrave attestata solo successivamente dal XIV secolo in poi (Stj1 23524) Per la storia derivazionale di pgerm wethornru‑ cfr Rau 2007

12 Sono grato ad Antje Casaretto per lrsquoutile discussione su questo tema13 Per la ricostruzione dei casi forti nel singolare di questa classe cf Stiles 1984 1988

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

pie pə2tr-ou‑ph2tr-u-acute il tema in -u- anficinetico14 che comrsquoegrave noto va ricostru-ito alla base della famiglia di gr πάτρως lsquononno ziorsquo e di vari altri termini in altre lingue indoeuropee la cui origine e storia derivazionale egrave stata trattata in dettaglio da Jeremy Rau (2011) Lrsquoesito fonologicamente atteso di pie pə2tr-ou‑ph2tr-u-acute in protogermanico saragrave stato in realtagrave fathornr‑au‑fadur-w- lrsquoallomorfia saragrave quindi stata regolarmente eliminata in favore del tema forte fathornr‑au‑ con successivo adegua-mento del grado apofonico del suffisso alla flessione standard dei sostantivo in -u- cioegrave fathornr‑u‑15 La fonologia del nordico non permette tuttavia di escludere che aisl degfǫethr rifletta pgerm fadr-u- il quale avrebbe potuto parimenti svilupparsi sebbene attraverso una trafila meno scontata16

Come proposto da Rau (2011 23) pie pə2tr-ou‑ph2tr-u-acute potrebbe essere stato derivato a sua volta da pie ph2teacuter-ph2tr-acute lsquopadrersquo per analogia con un altro sostan-tivo in -u- anficinetico ovvero pie deacutem-ou-dm-u-acute lsquocolui che egrave responsabile della casarsquo (gr δμώς lsquoschiavorsquo) Questo sostantivo originariamente formato per derivazio-ne interna a partire dal sostantivo acrostatico17 doacutem-u-deacutem-u- lsquocasarsquo sarebbe stato in seguito rianalizzato come derivato del nome radicale doacutem-deacutem- lsquocasarsquo dando luogo alla seguente proporzione analogica

pie deacutem-ou-dm-u-acute doacutem-deacutem- x ph2teacuter-ph2tr-acute da cui x = pə2tr-ou-ph2tr-u-acute

Il significato originario di pie pə2tr-ou‑ph2tr-u-acute sarebbe stato quindi lsquocolui che egrave responsabile del (e quindi che ha autoritagrave sul) padrersquo (Rau ldquoone in charge of the fatherrdquo) sviluppatosi poi nel significato lsquoavo paternorsquo (Rau ldquoascendant kinsman on the fatherrsquos siderdquo) ciograve trova riscontro in quanto attestato da diverse lingue indoeuropee Tre diversi significati sono infatti attestati per gr πάτρως (Rau 2011 14) di cui i primi due sembrano essere sicuramente arcaici lsquoziorsquo (Hom Hes Pi Hdt) lsquoavo paternorsquo (Stesich Pi) lsquoparente maschile dal lato paternorsquo (nelle Leggi di Gortina) Lrsquoultimo egrave evidentemente il piugrave innovativo mentre un significato origina-rio di pie pə2tr-ou- come lsquozio paternorsquo egrave escluso da Rau (2011 18-19) sulla base del confronto con ved pitrvya- e av rec tūriia‑ riflessi di piir pHtruiacuteia- lsquozio paternorsquo e aing faeligdera afr federia e aat fatureo esiti di germ occ fadurjan- lsquoidrsquo i quali

14 Ovvero con accento sulla radice nei casi forti e sulla desinenza nei casi deboli15 Lrsquoadeguamento saragrave stato probabilmente post-protogermanico poicheacute come dimo-

strato da Sergio Neri (2003 175 178 passim) la declinazione dei sostantivi maschili in -u- in protogermanico tollerava ancora allomorfi da vari tipi f lessivi cfr eg la terminazione di nominativo singolare got -aus lt pgerm ‑auz che continua la terminazione anficinetica pie acute-ou -s

16 Eg un tema con generalizzazione della sonora fadr-au-fadr-w- potrebbe essersi sviluppato (quando la sonante non era ancora stata vocalizzata) a partire dallrsquoesito atteso fathornr‑au‑fadr-w-

17 Ovvero con accento fisso sulla radice e apofonia qualitativa della vocale

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Riccardo Ginevra

continuano tutti una stessa formazione pie ph2tru-iio- lsquozio paternorsquo un derivato in -iio- di un termine per lsquozio paternorsquo avrebbe piuttosto il significato lsquo(figlio) dello zio paternorsquo cioegrave lsquocugino paternorsquo ed egrave quindi piugrave probabile che il significato ori-ginario di questo derivato fosse lsquo(figlio) dellrsquoavo paternorsquo cioegrave lsquoziorsquo o lsquoproziorsquo Lo stesso vale per lat patruus lsquozio (da parte di padre)rsquo il quale probabilmente riflette un derivato con vrddhi suffissale ph2tr-eu-oacute- lsquo(figlio) dellrsquoavo paternorsquo (Rau 2011 22 ldquodescended from the ascendant kinsman on the fatherrsquos siderdquo)

In questa sezione egrave stata quindi individuata una possibile analisi formale di aisl degfǫethr che ne spieghi lrsquoorigine le due sezioni seguenti sono dedicate al problema del significato di questo termine Da un lato qualora gli epiteti di Odino riflettessero il significato letterale lsquoavo paternorsquo ricostruito per pie pə2tr-ou‑ph2tr-u-acute diversi paralleli sarebbero disponibili sia in testi norreni che di altre tradizioni indoeuropee (sect22) Dallrsquoaltro se si tiene in considerazione il significato probabilmente traslato di questo termine le corrispondenze si rivelano essere ben piugrave decisive e convincenti (sect23)

22 Il significato letterale lsquoavo paternorsquo

Unrsquointerpretazione di degfǫethr come lsquoavo paternorsquo trova supporto in paralleli sia (1) interni al nordico che (2) in ambito indoeuropeo

(1) Per quanto riguarda lrsquoantico nordico qualora degfǫethr significasse lsquoavo paternorsquo lrsquoalternanza con degfaethir lsquopadrersquo attestata da alcune epiclesi di Odino (eg Al‑fǫethr e Al-faethir) presenterebbe una forte corrispondenza nellrsquouso di aacutei lsquoavorsquo al posto di faethir che sembra essere attestato nellrsquoEdda poetica allrsquointerno del brano di prosa Fraacute dauetha Sinfjǫtla ldquoSulla morte di Sinfjǫtlirdquo in cui questrsquoultimo figlio dellrsquoeroe Sigmundr chiama il padre aacutei lsquoavorsquo

Sigmundr Vǫlsungs sonr var konungr aacute Fraclandi Sinfiotli var elztr hans sona [hellip] oc maeliglti til Sigmundar ldquoGioroacutettr er dryccrinn aacuteirdquo [hellip] Hann sagethi ldquoLaacutettu grǫn siacutea thornaacute sonrrdquoldquoRe nella terra dei Franchi era Sigmundr figlio di Volsungr Sinfjǫtli dei suoi figli era il maggiore [] e [Sinfjǫtli] rivolto a Sigmundr disse laquoTorbida egrave questa bevanda avoraquo [] Questrsquoultimo [Sigmundr] disse laquoFiltrala con i tuoi baffi figlioraquordquo

Essendo Sigmundr il padre di Sinfjǫtli e non un suo generico lsquoavorsquo si egrave cercato di interpretare aisl aacutei alla fine della battuta di Sinfjǫtli come una interiezione lsquoahirsquo (cfr von See 2006 ad loc) questa analisi egrave da escludere alla luce del parallelismo con la risposta di Sigmundr che nella stessa posizione attesta proprio il sostanti-vo sonr lsquofigliorsquo Sinfjǫtli sembra quindi a tutti gli effetti chiamare il proprio padre Sigmundr aacutei lsquoavorsquo Sulla base di questo passo sembra quindi possibile supporre che quantomeno nellrsquouso poetico il termine aacutei lsquoavorsquo potesse essere usato al posto di faethir lsquopadrersquo ciograve supporta unrsquointerpretazione di degfǫethr il quale era evidentemente percepito come un equivalente funzionale di degfaethir come riflesso di pie pə2tr-ou-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

lsquoavo paternorsquo18

Sempre internamente al norreno egrave possibile anche menzionare il parallelo con il nome di un dvergr altrimenti sconosciuto aisl Aacutei lsquoAvorsquo (Vsp 11 15 cfr anche Gylf 14 DH 3)19 riflesso di pgerm awa(n)- (cfr got awo lsquononnarsquo Casaretto 2004 225) e pie h2euh2-o- (cfr lat avus lsquononnorsquo Kloekhorst 2008 352-353) Egrave impossibile sapere se questo personaggio avesse una connessione di qualche tipo con Odino ma il suo nome dimostra quantomeno la plausibilitagrave di un nome o epite-to dal significato lsquoavorsquo allrsquointerno della mitologia nordica (sullrsquoanalisi dei nomi di dvergar cfr cap 9)

(2) In ambito indoeuropeo lrsquoanalisi di degfǫethr come riflesso di pie pə2tr-ou- lsquoavo paternorsquo trova paralleli semantici in vari teonimi o epiteti divini attestati (a) in ittito (b) in greco e soprattutto (c) in vedico

(a) Nei testi ittiti sono attestati un teonimo femminile Ḫanna‑ḫanna‑ lsquoNonna-nonnarsquo e uno maschile Ḫuḫḫa‑ lsquoNonnorsquo Itt Ḫanna‑ḫanna‑ egrave palesemente una reduplicazione di itt ḫanna- lsquononnarsquo (cfr lat anus lsquovecchiarsquo HED sv) ed egrave il nome di una divinitagrave femminile dalla forte autoritagrave sul resto degli degravei come si evince dai miti del Dio Scomparso in cui la dea viene chiamata in aiuto dagli altri degravei (KUB 1710 i 35-39 KUB 335 ii 4-9) Secondo alcune tradizioni locali Ḫannaḫanna sarebbe inoltre la madre del Dio della Tempesta mentre il nome del padre del Dio della Tempesta sarebbe itt Ḫuḫḫa‑ lsquoNonnorsquo (Haas 1994 323-324 433) Il sostantivo itt ḫuḫḫa‑ egrave un riflesso di pie h2uh2-o- lsquoavorsquo (Kloekhorst 2008 sv) il teonimo itt Ḫuḫḫa‑ lsquoNonnorsquo ha quindi uno stretto parallelo etimologico nel nome del dvergr analizzato supra aisl Aacutei lsquoavorsquo riflesso di pie h2euh2-o- lsquoidrsquo20

Si puograve notare (cfr tab 1) come questa genealogia mitologica ittita presenti corri-spondenze nella genealogia dellrsquoomologo scandinavo del Dio della Tempesta ittita il dio del tuono Thor figlio di Odino (eg Vsp 563) a cui si riferiscono le epiclesi con secondo elemento degfǫethr (pə2tr-ou- lsquoavo paternorsquo)

18 Cfr Beo 2426ss in cui si dice che Beowulf sia cresciuto in fosterage (affidamento) presso Hrēethel suo nonno materno lrsquoeald‑faeligder lsquononnorsquo di Beowulf era quindi contemporaneamente anche il suo foster‑faeligder lsquopadre affidatariorsquo

19 Cfr anche il poema eddico Rthorn in cui sono attestati i nomi Aacutei lsquoAvorsquo (2) e Afi lsquoNonnorsquo (16) nellrsquoambito di una narrazione in cui il dio Riacuteg visita coppie di personaggi che si chiama-no rispettivamente lsquoPadrersquo e lsquoMadrersquo lsquoNonnorsquo e lsquoNonnarsquo e cosigrave via

20 Per spiegare lrsquooscillazione tra il grado pieno della radice (pie h2eu h2-o- lat avus) e quello ridotto (pie h2uh2-o- itt ḫuḫḫa‑) Kloekhorst (2008 sv) ricostruisce un nome radi-cale apofonico h2eacuteu h2-h2uh2-acute

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Riccardo Ginevra

Dio della Tempesta ittita figlio di Ḫuḫḫa- pie h2uh2-oacute-lsquoavorsquo

Thor (dio del tuono nordico)

figlio di (Odino) degfǫethr pie pə2tr-ou-lsquoid (paterno)rsquo

Tab 1 Corrispondenze tra Dio della Tempesta ittita e Thor

Gli appellativi itt ḫuḫḫa‑ lsquononnorsquo e ḫanna- lsquononnarsquo sono attestati inoltre in riferi-mento a divinitagrave nelle preghiere e in narrazioni mitologiche (nel secondo passaggio il lsquoNonno del Dio della Tempestarsquo minaccia il lsquoPadre del Dio della Tempestarsquo)

KUB 2127 iv 9-10[hellip] A-NA lceildIMrceil tu‑el ḫu‑uḫ‑ḫi [Ugrave] lceilArceil-NA dUTU URUPUacute-na tu‑el ḫa‑an-lceilnirceil [hellip]ldquoal Dio della Tempesta tuo nonno e alla Dea del Sole di Arinna tua nonnardquo

KBo 26124 i 34-36[hellip] ḫu‑uḫ‑ḫa‑aš‑ši‑ša | te‑e‑et ki‑i ut‑tar u‑ur‑ki‑ya‑mi nu‑ut‑taacutek‑kaacuten ku‑e‑mi | [nu] i-it d10‑an ša‑an‑ḫaldquoSein Groszligvater aber sprach Dieser Angelegenheit werde ich nachgehen und ich werde dich toumlten Nun geh (und) suche den Wettergottrdquo

(b) Per quanto riguarda il greco un epiteto di Zeus Παππῶος lsquoAncestralersquo ( gr πάππος lsquononnorsquo cfr Kretschmer 1896 241ss e West 2007 170 con bibliografia) egrave attestato in Bitinia mentre Zeus Πατρῷος lsquoidrsquo (derivato in -iio- di πάτρως lsquozio nonnorsquo) egrave menzionato eg in un frammento della Niobe di Eschilo (155 Dindorff) nelle Nuvole (1468) e nella Repubblica di Platone (3391E) Dato che comrsquoegrave noto Zeus era un dio associato (inter alia) al tuono e al fulmine egrave possibile notare una corrispondenza (cfr tab 2) con quanto osservato supra

Dio della Tempesta ittita figlio di Ḫuḫḫa- pie h2uh2-oacute- lsquoavorsquo

Thor (dio del tuono nordico) figlio di (Odino) degfǫethr pie pə2tr-ou- lsquoid (paterno)rsquo

Zeus (dio del tuono greco) epiteto Πατρῷοςlsquoancestralersquo

Tab 2 Corrispondenze tra Dio della Tempesta ittita Thor e Zeus

(c) Infine in ambito indiano un importante parallelo si ha in unrsquoepiclesi del dio supremo Brahma che egrave frequente nella letteratura classica scr (deg)pitāmaha‑ lsquoavo nonno paternorsquo (MBh Rm BhP Mn et al)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

MBh 165sāntvayāmāsa bhagavān vadhūṃ brahmā pitāmahaḥ ldquoAnd the venerable grandfather Brahma comforted the wiferdquo

Questo passaggio richiede tuttavia una precisazione pur essendo il piugrave antico e venerabile degli degravei indiani Brahma non egrave letteralmente il pitāmaha- di tutte le creature lrsquoepiteto lsquoavo nonno paternorsquo egrave quindi da intendere in senso traslato soprattutto quando questa epiclesi egrave attestata in composizione con vari primi elementi (come nel caso di aisl degfǫethr)

23 Il significato traslato lsquopatriarcarsquo lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo

Ciograve permette di introdurre un nuovo gruppo di paralleli per gli epiteti composti in aisl degfǫethr ovvero i casi in cui termini indoeuropei per lsquoavorsquo o lsquopadrersquo presentano un significato lsquopatriarcarsquo e quindi in senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo Egrave infatti molto probabile quantomeno a giudicare dalle piugrave antiche tradizioni indoeuropee che pie pə2tr-ou‑ph2tr-u-acute lsquoavo paternorsquo dovesse indicare non solo una relazione di parentela bensigrave anche una carica o una funzione di rilievo allrsquointerno di quellrsquoistituzione sia sociale che politica che era il clan indoeuropeo come notato giagrave da Rau (2011 23 ldquoa designation linked to the broader social and political structure of the IE extended familyrdquo) Si puograve ipotizzare che lrsquolsquoavo paternorsquo per eccellenza allrsquointerno di un clan fosse anche il suo lsquopatriarcarsquo il capofamiglia questa era ad esempio la situazione nellrsquoantica Roma dove il pater familias lrsquoautoritagrave piugrave alta di una famiglia allargata non doveva necessariamente essere il padre naturale dei filii familias bensigrave poteva essere il nonno paterno o un qualsiasi avo piugrave anziano ancora in vita 21

Digesto 5016201Iusta interpretatione recipiendum est ut appellatione ldquofiliirdquo sicuti filiam familias contineri saepe respondebimus ita et nepos videatur comprehendi et ldquopatrisrdquo nomine avus quoque demonstrari intellegatur

Proprio come il pater familias romano il quale aveva potere di vita e di morte sui propri familiari si puograve ipotizzare che il pə2tr-ou- indoeuropeo godesse di grande autoritagrave allrsquointerno di societagrave come quelle indoeuropee piugrave arcaiche in cui la fami-glia allargata era il nucleo sociopolitico fondamentale giustificando uno slittamento semantico da lsquoavo paterno (di qualcuno)rsquo a lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su qual-cuno)rsquo

In questrsquoultimo senso ad esempio bisogna in realtagrave interpretare lrsquoepiclesi di

21 Cfr Berger 1953 svv pater familias e filius familias Sono grato ad Andrea Faraci per lrsquoutile discussione in merito

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Riccardo Ginevra

Brahma scr (deg)pitāmaha‑ lsquononno paternorsquo la quale egrave infatti spesso attestata in com-posizione con un primo elemento che designa il cosmo intero eg nel composto sarvaloka‑pitāmaha‑ lsquononno di tutti i mondirsquo da intendere come vedremo infra (cap 3) come lsquopatriarca di tutti i mondirsquo e quindi in senso traslato come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tutti i mondirsquo Come vedremo nei capitoli successivi anche aisl degfǫethr riflesso di pie pə2tr-ou- lsquoavo paternorsquo sembra avere unrsquoaccezione ana-loga in composti come eg aisl Al‑fǫethr il quale egrave chiaramente da intendere come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su ogni cosarsquo e non come lsquoavo paterno biologico di ogni cosarsquo come vedremo infra (cap 3)

24 Il lsquopadrersquo come lsquopatriarcarsquo nella poetica indoeuropea

Quanto detto finora egrave naturalmente valido anche per le varianti che presentano il secondo elemento di composto innovativo degfaethir lsquopadrersquo eg lrsquoepiteto di Odino Al-faethir lsquopadre di ogni cosarsquo il quale come vedremo infra (cap 3) non era ovviamente da intendere come lsquopadre biologico di ogni cosarsquo bensigrave come lsquopatriarca di ogni cosarsquo e quindi in senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllo su ogni cosarsquo22 unrsquoin-terpretazione che trova riscontro nella caratterizzazione di Odino attestata nei testi nordici

Questa equivalenza funzionale tra termini per lsquoavo paternorsquo e per lsquopadrersquo allrsquoin-terno del linguaggio poetico puograve anchrsquoessa riflettere una caratteristica della struttura delle societagrave indoeuropee arcaiche egrave probabile che come il pater familias romano anche il patriarca indoeuropeo potesse in certe situazioni venire a coincidere con la figura del ph2teacuter- lsquopadrersquo eg nel momento in cui il pə2tr-ou- lsquoavo paternorsquo moriva o diventava impossibilitato a svolgere le funzioni di capofamiglia Secondo Meillet (1913 28) questo era addirittura il significato principale del termine ph2teacuter- (ldquoun role social [hellip] le chef drsquoune maisonrdquo)23 In questo senso sono da intendere alcune collocazioni fraseologiche ben attestate in area indoeuropea

bull Comrsquoegrave stato notato da tempo in varie denominazioni formulari del dio del cielo ricostruibili giagrave per una fase protoindoeuropea eg la formula apposizionale (solitamente al vocativo) [cielo (dieacuteu-) ndash padre (ph2teacuter-)] (analizzata nel cap 4) oppure la kenning [padre (ph2teacuter-) ndash degli degravei e degli esseri umani] (trattata nel cap 3) ph2teacuter- lsquopadrersquo non egrave ovviamente da intendersi come il lsquopadre biologicorsquo bensigrave come il maschio adulto che sta a capo della famiglia (Watkins 1995 8 ldquothe

22 Questa puograve sembrare unrsquoaffermazione banale ma il fatto che unrsquointerpretazione lsquopa-dre (biologico) di tuttorsquo per aisl Al‑fǫethr e Al‑faethir sia (giustamente) ldquoinconsistent with other passages in Snorra Edda as regards genetic relationships among the godsrdquo egrave uno dei motivi principali per cui Strandberg (2009 103) esclude che i composti in degfǫethr siano endocentrici (con un significato lsquopadre di Xrsquo) preferendo una (forzata) interpretazione di questi come composti esocentrici (lsquoche ha il padre Xrsquo)

23 Per unrsquointerpretazione analoga di aisl faethir cfr de Vries 1962 sv con letteratura

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

adult male who is head of the householdrdquo) ovvero il lsquopatriarcarsquo nella sua funzione sociopolitica di autoritagrave suprema del clan allargato e quindi in senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo24 Parimenti in questo senso vanno interpretati anche i casi in cui lrsquoapposizione [madre] egrave applicata ad una divinitagrave femminile eg la [terra]25

bull Anche altre formule ricostruite per la lingua poetica indoeuropea richiedono unrsquointerpretazione analoga eg [padre (ph2teacuter-) ndash della preghiera] collocazione studiata da Campanile (1976) e Garciacutea Ramon (2010 94ss) con riflessi nel tito-lo sacerdotale gallico (latinizzato) gutu-ater lsquopadre della preghierarsquo e nei sintagmi vedici pitā matīnām ldquopadre dei pensieri delle preghiererdquo (epiteto di Soma in RV 9764d) e janitārā matīnām ldquogenitori dei pensieri delle preghiererdquo (Indra e Visnu in RV 6692a) Questi sintagmi sono chiaramente non letterali e vanno quindi pro-babilmente interpretati in senso traslato come ldquocolui che ha autoritagrave controllo sulle preghiere sui pensierirdquo

Egrave possibile qui notare lrsquoulteriore corrispondenza con una kenning di Odino galdrs faethir ldquopadre dellrsquoincantamentordquo (Bdr 33) nel mito comrsquoegrave noto il dio non genera mai personificazioni dellrsquoincantesimo o del canto bensigrave ottiene il controllo della magia e della poesia per mezzo di atti rituali (eg Hav 138ss) eo stratagemmi (eg Skaacuteld g58)

25 Lrsquouso metaforico di termini per lsquopadrersquo nel senso di lsquocreatorersquo

Una possibile obiezione a quanto argomentato finora egrave che allrsquointerno di espres-sioni formulari come [padre (ph2teacuter-) ndash degli degravei e degli esseri umani] o [padre (ph2teacuter-) ndash della preghiera] il termine ph2teacuter- lsquopadrersquo potrebbe anche essere inteso sempre in senso traslato con un significato metaforico lsquocreatorersquo in maniera analoga a quando oggi ci riferiamo ad Albert Einstein come al ldquopadre della teoria della relativitagraverdquo Questa possibilitagrave va in effetti tenuta in considerazione per quanto riguarda la seconda collocazione il cui riflesso janitārā matīnām ldquogenitori dei pensieri delle preghiererdquo sembrerebbe per lrsquoappunto riferirsi letteralmente alla procreazione e quindi figurativamente alla creazione di (presumibilmente singoli specifici) pensieri e preghiere da parte di Indra e Visnu

24 Nella sua monografia sui sintagmi apposizionali indoeuropei Bauer (2017 111) chia-ma questa connotazione ldquonot genetic but rather ldquocollectiverdquordquo ma per il resto la sua interpre-tazione coincide perfettamente con quanto sostenuto da Watkins e in questo lavoro ldquoreferen-ce is made to the father who takes care of those who depend on him the lsquofatherrsquo as the lsquomaster ofrsquordquo Non condivido invece lrsquoopinione di Bauer (2017 225 230-231) per cui le tradizioni indo-europee supporterebbero la cronologia che Jacobsen (1976) elabora nel suo studio sulle reli-gioni mesopotamiche secondo cui il dio come [sovrano] rappresenterebbe uno stadio prece-dente al dio come [genitore] la formula ricostruita [cielo (di eacuteu -) ndash padre (ph2teacuter-)] a cui non corrisponde una formula analoga [cielo (di eacuteu -) ndash re] sembrerebbe semmai suggerire il contrario quantomeno in ambito indoeuropeo

25 Cfr lrsquoanalisi con rassegna delle attestazioni in Bauer 2017 92 101 103 112 231

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Riccardo Ginevra

Dato che varianti in cui lrsquoelemento [padre] egrave espresso per mezzo di un riflesso di pie ǵeacutenh1tor- lsquogenitore padre biologicorsquo sono attestate anche per epiteti di degravei del cielo eo divinitagrave supreme indoeuropei (Schmitt 1967 152ss) egrave necessario tuttavia notare come unrsquointerpretazione in questi termini sia inammissibile nel caso di epiteti come [padre (ph2teacuter-) ndash degli degravei e degli esseri umani]

(1) Dal punto di vista della mitologia nelle tradizioni indoeuropee degravei del cielo eo divinitagrave supreme non sono mai creatori sia delle divinitagrave che degli esseri umani per la veritagrave essi non sono quasi mai creatori neanche di una di queste categorie (cfr capp 3 e 4)

(2) Dal punto di vista del linguaggio figurato mentre lrsquouso metaforico di termini per lsquopadrersquo nel senso di lsquocreatorersquo egrave ben attestato (e ancora produttivo nella cultura occidentale) un uso metaforico di termini per lsquononnorsquo o lsquoavorsquo in questo senso non sembra essere attestato (nessuno si riferirebbe mai ad Einstein come al ldquononnordquo o ldquoavo della teoria della relativitagraverdquo) probabilmente percheacute darebbe luogo ad ambiguitagrave evidenti (sembrerebbe segnalare lrsquoesistenza di un personaggio ulteriore un interme-dio ldquopadre della teoria della relativitagraverdquo non identificabile con Einstein) Unrsquointer-pretazione lsquocreatore di tutti i mondile creaturersquo egrave quindi incompatibile con epiteti di divinitagrave supreme del tipo di scr sarva-lokabhūta‑pitāmaha‑ lsquononno di tutti i mondidi tutte le creaturersquo Dato che termini per lsquopadrersquo e lsquononno avorsquo possono essere funzionalmente equivalenti soltanto quando essi si riferiscono ad un ruolo sociale (quello di patriarca) e non ad una relazione di parentela ne risulta che in queste col-locazioni anche quando sono attestati termini per lsquopadrersquo non ci si riferisce di solito allrsquoatto di creazione di unrsquoentitagrave da parte di unrsquoaltra (metaforicamente assimilabile alla relazione di parentela espressa da lsquopadrersquo ma non lsquoavo paternorsquo) bensigrave ad un rapporto di autoritagrave di unrsquoentitagrave sullrsquoaltra (assimilabile allrsquointerno di una societagrave patriarcale alla relazione sociopolitica espressa sia da lsquopadrersquo che lsquoavo paternorsquo)

Quanto detto ovviamente non esclude che nelle tradizioni indoeuropee sia talvol-ta possibile interpretare lsquopadrersquo nel senso di lsquocreatorersquo in certi casi un certo grado di ambiguitagrave egrave inevitabile ad esempio nelle kenningar anticoinglesi discusse nella prossima sezione (eg faeligder engla ldquopadre degli angelirdquo che si potrebbe teoricamen-te intendere anche come ldquocreatore degli angelirdquo trattandosi del Dio cristiano ma cfr infra)

26 Una conferma interna al germanico i composti anticoinglesi in degfaeligder lsquopadrersquo

Come vedremo nei capitoli successivi se si tiene conto dellrsquoequivalenza funzionale dei termini per lsquoavo paternorsquo (pie pə2tr-ou-) e per lsquopadrersquo (pie ph2teacuter-) quando essi sono impiegati per riferirsi al lsquopatriarcarsquo di un clan e quindi in senso traslato a lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo su qualcosa sia le epiclesi di Odino con aisl degfǫethr che le varianti innovative in degfaethir sembrano avere evidenti corrispondenze nella fraseologia e nella mitologia di diverse altre tradizioni germaniche e indoeuropee

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Nel concludere la trattazione di questo capitolo egrave possibile intanto menzionare al-cuni importanti paralleli nella tradizione anticoinglese in cui sono attestate diverse kenningar per il Dio cristiano che sono composti e sintagmi nominali con (deg)faeligder lsquopadrersquo (pgerm fader-) i quali da un lato costituiscono i piugrave stretti paralleli se-mantici interni al germanico per i composti in aisl degfǫethr (cfr eg i capp 4 e 5) e dallrsquoaltro supportano unrsquointerpretazione di questi ultimi nel senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su qualcosa)rsquo

Un composto di questo genere aing wuldor‑faeligder lsquopadre della gloriarsquo egrave attestato giagrave nellrsquoInno alla Creazione di Caeligdmon il primo poeta inglese di cui conosciamo lrsquoidentitagrave

Caeligdmon Inno alla Creazione (versione in sassone occidentale) 1-4Nu sculon herigean | heofonrices weard meotodes meahte | and his modgethornanc weorc wuldor-faeligder | swa he wundra gehwaeligs ece drihten | or onstealdeldquoOra dobbiamo lodare | il guardiano del regno dei cieli la potenza del Signore | e il suo consiglio lrsquoopera del padre della gloria | come egli di ogni meraviglia eterno signore | lrsquoorigine istituigraverdquo

Aing wuldor‑faeligder (uuldur-fadur nella versione in northumbrico) egrave glossato da Beda come patris gloriae nella sua traduzione di questo inno allrsquointerno della Hi-storia ecclesiastica gentis anglorum (425) Lrsquoepiteto sembra essere tradizionale in quanto attestato anche nel Menologio (147) e nel Cristo (217) In tutti questi testi composti in un contesto cristiano egrave evidente come la parola faeligder faccia riferimento alla figura trinitaria di Dio Padre e alla corrispondente fraseologia cfr il giagrave citato lat pater gloriae nelle epistole paoline (Efesini 1 17) e il corrispondente calco aisl dyacuterethar‑faethir lsquopadre della gloriarsquo (Peacutetr2Ax 19113)

Nonostante questa premessa queste kenningar per [dio cristiano] sembrano ri-flettere un sistema formulare tradizionale in antico inglese allrsquointerno di cui faeligder lsquopadrersquo occupa regolarmente la stessa posizione espressa in altre kenningar per [dio cristiano] (alcune delle quali saranno discusse nei capitoli successivi) da termini per lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su X)rsquo eg cyning lsquorersquo drihten lsquosignorersquo frēa lsquoidrsquo fruma lsquoprincipersquo

bull wuldor‑faeligder lsquopadre della gloriarsquo vs wuldor-cyning lsquore della gloriarsquo (Cristo 1022)

bull faeligder engla ldquopadre degli angelirdquo (11x) vs engla cyning ldquore degli angelirdquo (12x) ed engla drihten ldquosignore degli angelirdquo (4x)

bull faeligder mancynnes ldquopadre del genere umanordquo (9x) vs moncynnes fruma ldquoprin-cipe del genere umanordquo (2x) e moncynnes frēa ldquosignore del genere umanordquo (4x)

bull faeligder folca gehwaeligs ldquopadre di ogni popolordquo (Andreas 330) vs fruma folca ldquosignore di popolirdquo (2x)26

26 Cfr a riguardo Marquardt 1938 280 286-288 A questo gruppo si potrebbe in linea di massima accostare anche il composto aing heah‑faeligder lsquoalto padrersquo usato come epiteto del

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Riccardo Ginevra

Sebbene in contesti cristiani epiteti come faeligder engla ldquopadre degli angelirdquo e faeligder mancynnes ldquopadre del genere umanordquo potrebbero riferirsi a Dio come al lsquocrea-torersquo (lsquopadrersquo metaforico) di angeli e esseri umani i paralleli citati dimostrano che il termine faeligder lsquopadrersquo nelle kenningar anticoinglesi per [dio cristiano] era funzio-nalmente equivalente a eg cyning lsquorersquo e drihten lsquosignorersquo e quindi impiegato con la stessa accezione lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su X)rsquo discussa supra con tutta probabilitagrave unrsquoereditagrave del linguaggio poetico indoeuropeo

Il fatto che aisl degfǫethr e faethir e aing faeligder lsquopadrersquo siano impiegati con lo stes-so significato traslato sia nelle kenningar norrene per il [dio supremo] Odino che in quelle anglosassoni per il [dio cristiano] egrave difficilmente da ricondurre allrsquoin-fluenza di una tradizione germanica sullrsquoaltra neacute tantomeno si puograve addebitare al comune influsso da parte della tradizione cristiana Al contrario una comune origine nellrsquoambito del paganesimo germanico egrave supportata dal fatto che le kenningar anti-coinglesi per [dio cristiano] con base (deg)faeligder ricorrano raramente nella poesia an-glosassone e siano sicuramente molto meno frequenti eg di quelle con base [capo re] (Marquardt 1938 267) Analoga egrave la situazione del norreno in cui le kenningar per [dio cristiano] come allra faethir ldquopadre di tuttordquo sono attestate molto di rado possibilmente questo tipo di fraseologia veniva evitata dagli autori cristiani proprio a causa delle sue associazioni pagane (Meissner 1921 371) Lungi dallrsquoacquisire vi-talitagrave e produttivitagrave dal contatto con la cultura cristiana questo genere di kenningar ha quindi tutta lrsquoaria di essere un arcaismo di origine precristiana sia in norreno che in antico inglese

Dio cristiano in Conf 4 17 il quale sembrerebbe essere equivalente a kenningar per [dio cri-stiano] come eg hēah hordes weard ldquoalto custode del tesoro (= [re])rdquo (Ordine del mondo 39 a maggior ragione se si considera che in questo passo [heah] hordes weard si trova in variazio-ne con faeligder [aeliglmihtig] cfr Marquardt 1938 261) si noti tuttavia che aing heah‑faeligder nelle glosse anglosassoni traduce lat patriarcha (cfr AEligGl 2996 HyGl 2 984 AntGl 4 920) ed egrave attestato eg come epiteto di Abramo Giacobbe e Aronne Qualora si traducesse quindi il pas-so di Conf 4 17 [hellip] Ic gelife on Drihten heahfaeligder ealra thorninga wealdend and on thornone sunu and on thornone halgan gast [hellip] come ldquoio credo nel Signore patriarca che governa ogni cosa e nel Figlio e nello Spirito Santordquo questo passo attesterebbe la stessa collocazione [dio supre-mo ndash patriarca] riscontrata in diverse lingue indoeuropee Non si puograve tuttavia escludere che si tratti qui di un calco dallrsquoepiteto del Dio cristiano lat summus Pater attestato eg nei Dialo-ghi di Gregorio Magno (332) o semplicemente di una formazione estemporanea (aing heahdeg lsquoaltorsquo egrave molto produttivo come primo elemento in antico inglese)

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3 IL PATRIARCA COSMICO AL-FǪETHR E AL-FAETHIR

Iniziamo quindi lrsquoanalisi delle epiclesi di Odino in degfǫethr trattando Al‑fǫethr e Al‑faethir due formazioni il cui primo elemento egrave immediatamente identificabile con lrsquoaggetti-vo aisl allr lsquotuttorsquo Esse sono attestate inter alia in due passi dellrsquoEdda poetica in vari passaggi dellrsquoEdda in prosa di Snorri (quasi esclusivamente nel Gylf) e in un componimento dello scaldo islandese Arnoacuterr THORNoacuteretharson jarlaskaacuteld lsquopoeta dei nobilirsquo Ecco una selezione di passi

Grm 483-4

Alfǫethr Valfǫethr Atriacuteethr oc Farmatyacuterldquo(Nomi di Odino ) Alfǫethr Valfǫethr Atriacuteethr e Farmatyacuterrdquo

HH 381-4

THORNuacute vart in scoetha scass valkyria ǫtul aacutemaacutetlig at AlfǫethurldquoEri tu la nefasta strega valchiria terribile violenta presso Alfaethirrdquo

Gylf 3Gangleri hoacutef svaacute maacutel sitt lsquoHverr er œztr eetha elztr allra goetharsquo Haacuter segir lsquoSaacute heitir Alfǫethr at vaacuteru maacutelirsquoldquoGangleri cominciograve cosigrave il suo discorso laquoChi egrave il piugrave eminente o il piugrave anziano di tutti gli degraveiraquo Haacuter disse laquoQuesti si chiama Alfǫethr nella nostra linguaraquordquo

Arn THORNorfdr 1Nuacute hykk sliacuteethrhugaeths segja ndash siacuteeth leacutettir meacuter striacuteetha ndash (thornyacutetr Alfǫethur) yacutetum jarls kostu (brim hrosta)ldquoNow I mean to tell men of the excellence of the tough-minded jarl not soon [lit late] will my an-guish lighten the surf of malt [ale] of Alfaethir lt= Oacuteethinngt [poetry] roarsrdquo

Egrave interessante notare come questrsquoultimo passaggio in cui ricorre la variante re-cenziore con secondo elemento degfaethir (genitivo singolare degfǫethur) sia invece riporta-to da Snorri come occorrenza di Al‑fǫethr

Skaacuteld 2svaacute sem segir Arnoacuterr jarlaskaacuteld at hann heiti Alfǫethr ldquocome quando Arnor il poeta dei nobili dice che egli (Odino) si chiama Alfǫethr [segue la strofa

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Riccardo Ginevra

supra]rdquo

Questo passo attesta in maniera evidente la confusione giagrave osservata supra (cap 2) tra aisl degfǫethr (pie pə2trou- lsquoavo paternorsquo) e faethir (ph2teacuter- lsquopadrersquo)

31 Aisl Al-fǫethr lsquopatriarca di tuttorsquo quindi lsquocolui che ha autoritagrave su tuttorsquo

Aisl Al‑fǫethr egrave un composto endocentrico determinativo (scr tatpuruṣa‑) dello stesso tipo di got Ala-reiks lsquosovrano di tuttorsquo (latinizzato Ala-ricus) e aisl Al-rekr lsquocapo di tuttorsquo27 Va notato che in realtagrave nel lessico nordico il primo elemento aldeg ricorre piugrave spesso in composti endocentrici attributivi (scr karmadhāraya‑) con il significato intensivo di lsquocompletamente (X)rsquo cfr eg lrsquoeddico al-gullinn lsquotutto completamente doratorsquo (Hym 86 Skm 192) i composti di questo tipo tuttavia non presentano di solito come secondo elemento sostantivi come degfǫethr bensigrave soltanto aggettivi o ag-gettivi sostantivati Per quanto riguarda aisl Al‑faethir esso egrave chiaramente come anti-cipato supra un rimodellamento con sostituzione del secondo elemento degfǫethr ormai opaco con il trasparente degfaethir

Tra le varie proposte etimologiche che sono state avanzate per il primo elemento Aldeg (cfr la disamina in Strandberg 2009 102-107) la piugrave plausibile rimane lrsquointerpretazione tradizionale che lo identifica con il frequente prefisso aisl aldeg lsquotutto ciascunorsquo riflesso di pgerm aladeg lsquoidrsquo (got aladeg aing aeligldeg aat as aladeg) un prefissoide che si puograve considerare quantomeno sul piano sincronico una variante in composizione dellrsquoaggettivo pgerm alla- lsquotutto ciascunorsquo (got alls aisl allr aing eal[l] aat as al[l]) bencheacute il rapporto tra le due varianti sul piano etimologico non sia ben chiaro si tratta con tutta probabilitagrave di due formazioni di origine diversa rispettivamente pie h2eol-o- e h2eol-no- due derivati nominali della radice h2el- lsquonutrire far crescerersquo (LIV2 262) attestata inter alia da lat alere lsquonutrire allevarersquo airl degail lsquonutre allevarsquo got alan lsquocrescerersquo (con significato dal medio) e aisl ala lsquoallevare partorirersquo egrave stata tuttavia proposta anche unrsquounica origine della variante prefissata a partire da pgerm alla- con semplificazione della geminata in composizione (EWA sv al con bibliografia)

In quanto composto endocentrico determinativo con un secondo elemento che riflette pie pə2tr-ou- lsquoavo paternorsquo il significato atteso per aisl Al‑fǫethr sulla base dellrsquoetimologia sarebbe lsquoavo paterno di tuttorsquo il rimodellamento Al‑faethir lsquopadre di tuttorsquo attesta tuttavia che quantomeno sincronicamente lrsquoelemento degfǫethr era inteso come funzionalmente equivalente al termine faethir lsquopadrersquo Lrsquoassociazione egrave

27 Aisl Al-rekr egrave talvolta analizzato come prestito (cfr eg de Vries 1962 sv Alrekr) ma questa analisi egrave superflua il secondo elemento degrekr lsquocaporsquo qualunque sia la sua origine (cfr de Vries 1962 sv rekr) era molto produttivo nellrsquoantroponimia e ricorre in diverse for-mazioni onomastiche con vari primi elementi

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

testimoniata anche dalla glossa che Snorri dagrave dellrsquoepiteto

Gylf 9Ok fyrir thornviacute maacute hann heita Alfǫethr at hann er faethir allra goethanna ok manna ok alls thorness er af honum ok hans krapti var fullgertldquoE perciograve egli puograve ben chiamarsi Alfǫethr poicheacute egli egrave padre di tutti gli degravei e gli esseri umani e di tutto quello che da lui e dalla sua potenza fu portato a compimentordquo

Snorri sembra interpretare Alfǫethr come lsquopadre di tuttorsquo il che potrebbe attestare uno slittamento semantico per degfǫethr da lsquoavo paternorsquo a lsquopadrersquo passando per la co-mune accezione sociopolitica lsquopatriarcarsquo che entrambi i termini potevano assumere lrsquoipotesi piugrave probabile tuttavia egrave che il significato originario di questo termine non fosse piugrave chiaro allrsquoerudito (il quale lo conosceva unicamente dalla lingua poetica) proprio come non lo egrave per noi anzi a giudicare dal passo di Skaacuteld 2 citato supra (in cui egli scambia la forma degfǫethur genitivo singolare di faethir per una forma di fǫethr) sembra addirittura che a Snorri non fosse neanche ben chiaro il paradigma Egrave in ogni caso irrilevante ai fini della nostra analisi se il significato letterale del termine fǫethr fosse lsquoavo paternorsquo o lsquopadrersquo dato che come visto supra in composti di questo genere tali vocaboli non vanno intesi letteralmente ma con un significato traslato lsquoquello che ha autoritagrave controllo (su X)rsquo sviluppatosi a partire dalla funzione sociopolitica di lsquopatriarcarsquo Lrsquoepiteto Al‑fǫethr non si riferisce quindi a Odino in quanto lsquoavo paterno biologico di tuttorsquo (denominazione che non avrebbe infatti paralleli nella mitologia scandinava come notato eg in Strandberg 2009 103) bensigrave come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tuttorsquo un vero e proprio lsquopatriarcarsquo o pater familias cosmico

Ciograve corrisponde da vicino al modo in cui Snorri e i testi mitologici scandinavi ritraggono il dio supremo Odino egrave considerato il padre di molti degravei (secondo AacuteH 1 di ben 17)28 ma non di tutti eg non dei Vanir la stirpe divina che si oppone agli AEligsir (la stirpe di Odino) nella prima guerra cosmica narrata in Vsp 21ss Egli parte-cipa insieme ai suoi fratelli alla creazione del cosmo la quale egrave tuttavia presentata in Vsp 3ss come unrsquoopera quasi artigianale di costruzione e non come la generazione biologica di diverse divinitagrave (come invece nella mitologia greca cfr infra) basti pensare che non egrave una nascita bensigrave lrsquouccisione del gigante Ymir ad opera di Odino e dei suoi fratelli a dare inizio al cosmo che conosciamo come narrato da Snorri in Gylf 729 Sebbene Odino non sia in alcun modo caratterizzato come il padre biolo-gico o lrsquounico creatore del cosmo egli egrave colui che ha la suprema autoritagrave su di esso ed egrave a questo ruolo di patriarca cosmico che devono riferirsi le epiclesi che abbiamo

28 Precisamente di Baldr Meili Viacuteetharr Nepr Vaacuteli Aacuteli THORNoacuterr Hildolfr Hermoacuteethr Sigi Skjǫldr Ingvifreyr Iacutetreksjoacuteeth Heimdallr Saeligmingr Hǫethr e Bragi

29 Cfr Lincoln 1975 per possibili paralleli indoeuropei per questo mito

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Riccardo Ginevra

visto30

32 Paralleli germanici kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano

In ambito germanico lrsquoepiteto di Odino aisl Al‑fǫethr lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo su tuttorsquo non ha paralleli etimologici esatti Sul piano semantico esso si puograve tuttavia confrontare da vicino con aing al-walda lsquocolui che regge tuttorsquo una kenning per il Dio cristiano frequente nella poesia anglosassone (cfr Marquardt 1938 275) cfr eg Beo 955-956 Alwalda thorneċ gōde forġylde swā hē nū ġȳt dyde ldquolrsquoonnipossente ti compensi di beni come ha appena fattordquo Si tratta di un composto di aldeg lsquotuttorsquo ( aisl aldeg) e degwalda lsquoche ha il controllorsquo (pgerm degwald-an- aisl degvald-i as degwald-o aat degwalt-o) questrsquoultimo egrave quantomeno sincronicamente da interpretare come un derivato agentivo del verbo forte aing wealda lsquoreggere controllare governarersquo (pgerm wald-a- got waldan aisl valda aat waltan Seebold 1970 536-537) In realtagrave da un punto di vista diacronico degwalda potrebbe rappresentare anche un derivato del sostantivo neutro weald lsquopotere governorsquo (pgerm wald-a- aisl vald as gi-wald aat gi-walt) con la flessione debole del secondo elemento tipica dei composti possessivi (cfr eg aisl Gullin-tann-i lsquocolui che ha denti doratirsquo)31 in questo caso al-walda sarebbe lsquocolui che ha potere su tuttorsquo oppure lsquocolui che ha tutto il poterersquo Essendo tuttavia degwalda attestato principalmente come secondo elemento allrsquointerno di formazioni interpretabili come composti verbal government (eg Breoten-walda- lsquocolui che regge la Britanniarsquo o burh-walda- lsquocolui che regge la cittagraversquo) egrave probabile che esso vada inteso almeno sincronicamente come un agentivo

A questo epiteto corrispondono da vicino diverse kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano con base (deg)w(e)aldend lsquoreggitorersquo eg ealles wealdend ldquoreggitore di tuttordquo (3x) ealles waldend middangeardes and maeliggenthornrymmes ldquoreggitore di tutto della terra di mezzo e del cielordquo (Cristo 556) ealra ān‑waldend eorthornan ond heo-

30 Qualora la glossa che Snorri dagrave di Alfǫethr come ldquopadre di tutti gli degravei e gli esseri uma-ni e di tutto quello che da lui e dalla sua potenza fu portato a compimentordquo facesse riferimen-to ad un qualche ruolo di creatore per il dio Odino essa non rispecchierebbe quindi materiale tradizionale scandinavo ma sarebbe piuttosto da ricondurre allrsquoinfluenza della cultura cristia-na del mitografo

31 Aisl Gullintanni epiteto del dio Heimdallr (Gylf 27) egrave un composto possessivo il cui secondo elemento degtann-i (tanthorn‑an-) corrisponde al sost aisl tǫnn lsquodentersquo (pgerm tanthorn‑tand‑tunthorn‑ lsquodentersquo cfr got tunthornus aing tōthorntond Casaretto 2004 444) Il significato di Gul-lin-tanni egrave quindi lsquoquello che ha i denti doratirsquo ed egrave cosigrave inteso da Snorri (Gylf 27 tennr hans vaacuteru af gulli) Dato che aisl tǫnn lsquodentersquo rif lette pie h1d-ont--n t- lsquoidrsquo (lat dens gr ὀδούς ved dat-) e che la famiglia germanica di aisl gullinn (pgerm gulthorn‑īna‑) egrave imparentata con ved hiacuteraṇya‑ lsquometallo prezioso ororsquo (essendo entrambi da ricondurre in ultima analisi a una radice ǵhel[h3]- EWAia sv hiacuteraṇya‑) la collocazione [dente (pie h1d-ont--n t-) ndash dorato] che soggiace a Gullin-tanni ha uno stretto parallelo in ved hiacuteraṇya‑dat- lsquoquello con ili dentei drsquoororsquo epiteto di Agni nel RV (523a) che si riferisce allo splendore delle fiamme del dio del fuoco

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

fones ldquounico reggitore di tutto terra e cielordquo (Incantesimo IV 4) e varie altre (cfr Marquardt 1938 275ss)32 Queste formazioni cosigrave come le formazioni germaniche analoghe got all-waldands aisl alls-valdandi as alo-waldand e aat ala-walten-ti possono essere interpretate come calchi semantici del sintagma lat omnipotens Deus con poco valore dal punto di vista ricostruttivo (cfr Casaretto 2004 441 con letteratura) Questa conclusione per quanto verosimile va tuttavia ridiscussa alla luce di due considerazioni

(1) Una collocazione [capo re ndash di tutto] soggiace a numerose kenningar an-ticoinglesi per il Dio cristiano33 allrsquointerno sia di queste che di altre kenningar per Dio aing w(e)aldend egrave funzionalmente equivalente a vocaboli per [capo re] come dryhten e frēa

bull frēa ealra gesceafta ldquosignore di tutte le creaturerdquo (Cristo 924s) vs dryhten ond waldend ealra gesceafta ldquosignore e reggitore di tutte le creaturerdquo (Daniel 760-761) e onwealda ealra gesceafta ldquounico reggitore di tutte le creaturerdquo (Guthlac 638)

bull sigora drythen ldquosignore delle vittorierdquo (3x) e sigora frēa ldquosignore delle vit-torierdquo (6x Marquardt 1938 288-289) vs sigora waldend ldquoreggitore delle vittorierdquo (18x)

Aing w(e)aldend egrave funzionamente equivalente a questi termini anche nelle ken-ningar per [capo re] il che dimostra come questa corrispondenza non sia da adde-bitare allrsquoinfluenza cristiana

bull gumena dryhten ldquosignore di esseri umanirdquo (Beo 1824) e frēa lēoda ldquoidrdquo (Genesi 2098) vs waldend werthornēoda ldquoreggitore di esseri umanirdquo (Cristo 714) e haeligleetha waldend ldquoidrdquo (Genesi 2139)

Sembra quindi ragionevole affermare che sebbene aing al-walda lsquoreggitore di tuttorsquo possa indubbiamente riflettere un calco da lat omni‑potens esso egrave indistingu-ibile da ciograve che sarebbe stato generato genuinamente ed indipendentemente dallrsquoin-flusso latinocristiano allrsquointerno del sistema sincronico delle kenningar anticoin-glesi Il composto riflette infatti una collocazione ben attestata [capo re (dryhten frēa waldend etc) ndash di tutto] che egrave produttiva in antico inglese in riferimento al [dio cristiano] e che potrebbe essere il risultato del reimpiego cristiano di una kenning analoga per il [dio supremo] pagano

(2) In supporto di questrsquoultima ipotesi si puograve menzionare la corrispondenza perfetta tra lrsquoepiteto aing al-walda e il nome di un personaggio mitologico maschile scandinavo (e quindi decisamente non di origine cristiana) aisl Ǫl‑valdi o All-valdi lsquocolui che regge tuttorsquo nome di un lsquogigantersquo (jǫtunn) menzionato esclusivamente

32 Per unrsquoanalisi in ottica comparativa e cognitiva del merismo [cielo e terra] usato per riferirsi al cosmo nella sua totalitagrave e della sua variante [cielo e terra e mare] cfr Gine-vra in stampa

33 Marquardt (1938 288) nota invece come le kenningar che si riferiscono al Dio cristiano come al [creatore ndash di tutto] siano piugrave rare

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Riccardo Ginevra

come padre del gigante THORNjazi e dei suoi due fratelli Mentre in All-valdi (Hbl 194) il primo elemento egrave stato rimodellato sullrsquoaggettivo aisl allr la variante Ǫl‑valdi (Skaacuteld g56) presenta un riflesso del prefisso pgerm aladeg che ha subito giagrave anticamente w-Umlaut questa variante piugrave arcaica e aing al-walda possono quindi essere ricondotti a uno stesso composto pgerm ala-waldan- Il fatto che le fonti nordiche non dicano molto sul personaggio di nome Ǫl-All-valdi impedisce di connetterlo a Odino o di identificarlo come un [dio supremo] ciononostante lrsquoantichitagrave di Ǫl-valdi e la sua perfetta corrispondenza sul piano formale con aing al-walda supporta unrsquoorigine precristiana per questrsquoultima formazione Ad una conclusione simile ma sulla base di considerazioni diverse arriva Carr (1939 57) il quale nota come aisl all-valdr e aat al-walto vengano anche impiegati in riferimento a sovrani mortali (rispettivamente nella poesia nordica sia eddica che scaldica e nellrsquoanticoaltotedesco Taziano) e come aing al-walda sia attestato unicamente in testi poetici mentre al contrario aisl alls-valdendi e aat alawaltenti sono usati unicamente nelle fonti cristiane per riferirsi a Dio e aing eal-wealdend egrave attestato sia nella poesia che nella prosa sulla base di questi dati Carr ipotizza quindi che i composti del tipo di aing al-walda e aisl all-valdr riflettano un composto pgerm al(l)a-walda(n)- di origine precristiana mentre formazioni participiali come aisl alls-valdandi e aing eal-wealdend sarebbero sorte per influenza del participio lat omni‑potens Questa analisi egrave plausibile ma come notato supra il participio aing waldend egrave attestato anche come base di kenningar per [capo re] le quali sono difficilmente da connettere al composto latino egrave quindi impossibile escludere che anche le formazioni del tipo di aing eal-wealdend abbiano avuto origine prima dellrsquoavvento della fede cristiana

Come si egrave visto nel capitolo precedente nelle kenningar che si riferiscono al Dio cristiano aing faeligder lsquopadrersquo egrave impiegato nella stessa posizione di termini per [capo re] tra cui anche waldend

bull waldend frymetha ldquoreggitore delle originirdquo vs faeligder frymetha gehwaeligs ldquopadre di ogni originerdquo

bull frēa frumsceafta ldquosignore delle creazionirdquo vs faeligder frumsceafta ldquopadre delle creazionirdquo

Sulla base del sistema produttivo delle kenningar anglosassoni sarebbe quindi piugrave che ragionevole attendersi accanto alla frequente collocazione [capo re (dryhten frēa waldend etc) ndash di tutto] per [dio cristiano] almeno unrsquoattestazione di un composto al‑faeligder lsquopadre di tuttorsquo o di una collocazione ealles faeligder ldquoidrdquo per Dio etimologicamente e semanticamente corrispondenti ad aisl Al‑faethir e Al‑fǫethr ciograve tuttavia non accade mai La mancata attestazione di questa collocazione in antico inglese potrebbe essere da addebitare alle associazioni pagane che questa formula avrebbe potuto richiamare qualora essa fosse stata reimpiegata in ambito cristiano

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

33 Paralleli indoeuropei il patriarca cosmico in celtico greco la-tino e indoario

Al di fuori dellrsquoambito germanico egrave possibile individuare diversi paralleli per aisl Al‑fǫethr e Al‑faethir in celtico greco latino e indoario alcuni dei quali consentono di ricostruire una collocazione indoeuropea [patriarca (pie ph2teacuter- pə2trou-) ndash di tuttotutti gli animati intelligenti]

(1) Airl Oll-athair lsquogrande padrersquoIn ambito celtico aisl Al‑faethir e Al‑fǫethr sono stati spesso accostati ad airl Oll-athair lsquogrande padrersquo34 un epiteto del dio supremo Dagda (o Eochaid) il cui secondo elemento continua pcelt fatīr lsquopadrersquo riflesso di pie ph2teacuter- lsquoidrsquo Anche in questo composto celtico la parola per lsquopadrersquo non va intesa letteralmente come lsquogenitore biologicorsquo bensigrave con un significato lsquopatriarcarsquo e quindi in senso traslato lsquoquello che ha autoritagrave controllorsquo come attestato eg dal testo seguente

Tochmarc Eacutetaiacutene 1Bai ri amra for Eirinn do Thuathaib De a chenel Eochaid Ollathar a ainm Ainm n-aill do dano an Dagda ar ba heacute dognith na firta amp conmidhedh na sina amp na toirthe doib Ba head asbeirdis combo deacute asberthe Dagda frisldquoThere was a famous king of Ireland from the race of the god-peoples named Eochaid Great-Fa-ther He was also called the Dagda [the lsquoGood Godrsquo] for it was he who used to work wonders for them and control the weather and the crops As a result of which men said he was called the Dagdardquo (Williams 2016 87)

Egrave possibile dividere questo passaggio in due parti che introducono rispettivamente i nomi Eochaid Ollathair e Dagda i quali si riferiscono ovviamente allo stesso per-sonaggio Mentre nella seconda parte lrsquoautore sente di dover motivare il nome Dag-da lsquoBuon diorsquo come conseguenza dei miracoli che questa figura compiva e che assi-curavano buon tempo atmosferico e buoni raccolti ai suoi sudditi nella prima parte il ruolo di ri amra for Eirinn ldquosovrano famoso su (tutta) lrsquoIrlandardquo sembra essere sufficiente a far si che lrsquoepiteto Oll-athair lsquogrande padrersquo non necessiti di alcuna spiegazione suggerendo unrsquoequivalenza funzionale tra airl riacute lsquore sovranorsquo e degathair lsquopadrersquo in questo contesto e supportando unrsquointerpretazione di Oll-athair lsquogrande padrersquo in termini non biologici bensigrave sociopolitici Ciograve presenta naturalmente una forte corrispondenza con quanto vista supra eg per quanto riguarda lrsquoequivalenza funzionale tra aing (deg)fœder lsquopadrersquo e (deg)walda lsquocolui che regge reggitorersquo nelle kenningar per il [dio cristiano]

Nonostante questo stretto parallelo egrave necessario puntualizzare che contrariamente

34 Cfr eg de Vries 1956-57 II845 Watkins 1995 8 rif lessi di una comune influenza da parte del mondo latinocristiano secondo Williams 2016 87 n 49

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Riccardo Ginevra

a quanto talvolta suggerito nella letteratura secondaria (cfr eg de Vries 1962 svv Al‑fǫethr allr) il primo elemento airl olldeg lsquograndersquo non corrisponde etimologicamente o semanticamente ad aisl aldeg lsquotuttorsquo bensigrave riflette pcelt fol-no- lsquograndersquo e pie pol(h1)-no- (con scomparsa della laringale per Effetto di Saussure) un derivato della radice pelh1- lsquoriempirersquo (pleh1- in LIV2 482-483) attestata eg da gr πολύς lsquomoltorsquo e pgerm felu- lsquoidrsquo (cfr Matasović 2009 136-137 Zair 2012 245-246) Dato che airl olldeg lsquograndersquo non egrave neacute imparentato neacute un sinonimo di aisl aldeg lsquotuttorsquo airl Oll-athair non riflette la stessa collocazione [patriarca (pə2trou- ph2teacuter-) ndash di tutto] di aisl Al‑fǫethr e Al-faethir (pace eg Olmsted 1994 39) Ciononostante egrave possibile notare come anche nelle iscrizioni di etagrave romana ai teonimi con primo elemento celtico Ollodeg sembrerebbero corrispondere teonimi in germanico Aladeg cfr i nomi delle Matronae celtiche Ollogabiae vs le germaniche Alagabiae (Scheungra-ber in stampa svv)

Si noti infine che come notato da Watkins (1995 8) essendo airl degda lsquodiorsquo in Dag-da un riflesso di pie deiu-oacute- lsquoceleste diorsquo (lat deus lsquodiorsquo ved devaacute‑ lsquoidrsquo aisl tiacutevar lsquoid [plurale]rsquo) derivato vrddhi di dieacuteu- lsquocielorsquo i secondi elementi di airl Dag-da Oll-athair (degda e degathair) possono essere analizzati come riflessi della collocazione indoeuropea [cielo (dieacuteu-) ndash padre (ph2teacuter-)] (trattata supra cap 2 e infra cap 4) lrsquoantico irlandese si aggiungerebbe in questo caso alle tradizioni indoeuropee che supportano unrsquointerpretazione di ph2teacuter- lsquopadrersquo come lsquopatriarcarsquo allrsquointerno di questa formula ricostruita35

(2) Om πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε e lat pater deum hominumqueIn area mediterranea aisl Alfǫethr ha una forte corrispondenza con la formula om πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo e con lrsquoespressione lat pater deum hominumque ldquopadre di degravei ed esseri umanirdquo Il parallelo risulta evidente alla luce di unrsquoanalisi comparativa della glossa che Snorri dagrave di Alfǫethr [hellip] faethir allra goethanna ok manna ok alls thorness er af honum ok hans krapti var fullgert [hellip] ldquopadre di tutti degravei e esseri umani e di tutto quello che da lui e dalla sua potenza fu portato a compimentordquo

In questa glossa lrsquoespressione allra goethanna ok manna ldquodi tutti gli degravei e gli esseri umanirdquo riflette una collocazione fraseologica [degravei e esseri umani] che egrave un merismo ereditato riferito a [tutti gli animati intelligenti]

35 Si noti che airl Dag-da lsquobuon diorsquo come nome di una divinitagrave che controlla il tempo atmosferico presenta un chiaro parallelo semantico e (parzialmente) etimologico in gr εὐδία lsquobel temporsquo e asl dьždь lsquopioggia tempestarsquo (Daniel Koumllligan c p) due vocaboli che vanno ricondotti in ultima analisi a composti pie h1su-diu - lsquo(che ha) buon cielorsquo (ved su-diacutev- lsquoche porta un bel giornorsquo cfr Beekes 2010 sv εὐδία) e dus-diu - lsquo(che ha) cattivo cielorsquo (cfr Der-ksen 2008 sv)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Ls 555-6

thorneim er raeliggir heacuter goeth oumlll ok gumaldquoa quello che qui tormenta degravei tutti e esseri umanirdquo

Gylf 21hann er sterkastr allra guethanna ok manna ldquoegli egrave il piugrave forte di tutti gli degravei e gli esseri umanirdquo

Al contrario presso Snorri alls thorness er af honum ok hans krapti var fullgert ldquotutto quello che da lui e dalla sua potenza fu portato a compimentordquo sta evidentemente a indicare [tutti i non animati intelligenti] cioegrave tutti gli animali (concettualizzati come esseri viventi non dotati di intelligenza) e gli oggetti inanimati [tutti gli animati intelligenti e tutti i non animati intelligenti] egrave a sua volta un cosid-detto sintagma quantificatore del tipo [A + non A] funzionalmente equivalente al quantificatore [tutto] (Watkins 1995 43 cfr lat morbos visos invisosque ldquomalattie viste e non visterdquo cioegrave ldquotutte le malattierdquo)36 Alla definizione che Snorri dagrave di Alfǫethr soggiace quindi una collocazione [padre (aisl faethir pie ph2teacuter-) ndash di [tutti gli animati intelligenti e tutti i non animati intelligenti]] la quale riflette in ul-tima analisi la stessa collocazione [patriarca (pə2trou- ph2teacuter-) ndash di tutto] che soggiace ad aisl Al‑fǫethr e Al-faethir

In greco il merismo norreno [degravei ndash e esseri umani] ha un parallelo esatto eg nella espressione formulare omerica ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquodi uomini e degraveirdquo (25x nellrsquoepica arcaica senza contare le varianti con diversa configurazione sintattica e metrica) un altro merismo per [tutti gli animati intelligenti] che ricorre quasi esclusivamente allrsquointerno della formula πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo (23x) epiteto esclusivo del dio supremo Zeus

HAp 336-337Τιτῆνές [hellip] [hellip] τῶν ἐξ ἄνδρες τε θεοί τεldquoTitani da cui (provengono) uomini e degraveirdquo

Hes Th 220αἵ τrsquo ἀνδρῶν τε θεῶν τε παραιβασίας ἐφέπουσινldquo(le Furie) che perseguitano le trasgressioni di uomini e degraveirdquo

Hes Th 642δὴ τότε τοῖς μετέειπε πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τεldquoallora il padre di uomini e degravei parlograve in mezzo a lorordquo

Infine lo stesso merismo [degravei ndash e esseri umani] per [tutti gli animati

36 Come mi fa notare uno dei revisori si tratta di una figura comune anche nelle lingue semitiche (cf Mayer 1989) e possibilmente universale

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Riccardo Ginevra

intelligenti] egrave attestato anche in latino non solo allrsquointerno dellrsquoesclamazione tradizionale pro deum atque hominum fidem ldquoper la fede di degravei e esseri umanirdquo (Plaut Ter Cic)37 bensigrave anche allrsquointerno di epiteti tradizionali del dio supremo Giove come lat patrem divumque hominumque (Enn Ann F124 apud Cic Nat D 2314)38 patrem deum hominumque (Liv 86) e pater deum hominumque (Liv 112)

Verg Aen 1229-230o qui res hominumque deumque aeternis regis imperiis et fulmine terresldquoO tu che le cose degli esseri umani e degli degravei con eterno impero reggi e che spaventi col fulminerdquo

Liv 112at tu pater deum hominumque hinc saltem arce hostes deme terrorem Romanis fugamque foedam sisteldquoMa tu padre di degravei e esseri umani trattieni i nemici da questo passo libera i Romani dal terrore e arresta la loro fuga vergognosardquo

Come ripetuto piugrave volte supra gr πατήρ e lat pater (pie ph2teacuter-) in questi pas-saggi sono chiaramente da intendere nel senso di lsquopatriarcarsquo non lsquopadre biologicorsquo Sia lrsquoepiteto omerico di Zeus πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo che lrsquoepiteto latino di Giove pater deum hominumque ldquopadre di degravei ed esseri uma-nirdquo riflettono quindi una stessa collocazione [patriarca (pie ph2teacuter-) ndash di tutti gli animati intelligenti] la quale si sovrappone quantomeno parzialmente con la glossa che Snorri dagrave di aisl Alfǫethr ovvero [padre (aisl faethir pie ph2teacuter-) ndash di [tutti gli animati intelligenti e tutti i non animati intelligenti]] e quindi con la collocazione [patriarca (pə2trou- ph2teacuter-) ndash di tutto] che soggiace ad aisl Al‑fǫethr e Al-faethir

Egrave ipotizzabile che tutte queste espressioni riflettano un unico motivo fraseologico [patriarca (pie ph2teacuter- pə2trou-) ndash di tuttotutti gli animati intelligenti] dato che egrave evidente come sia nel mito nordico che nella letteratura classica il dio supremo sia concettualizzato come il patriarca di un [tutto] cosmico lrsquounica dif-ferenza sta nel limitarsi ad esprimere questo [tutto] facendo riferimento soltanto a tutti gli esseri animati dotati di intelligenza (espressi dal merismo [degravei e esseri umani]) o nellrsquoincludere anche bestie e oggetti inanimati

Naturalmente la corrispondenza tra lrsquoepiteto di Odino Al‑faethir lsquopadre di tuttorsquo e lrsquoepiclesi di Zeus πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo egrave stata notata da tempo cosigrave come il parallelo con la collocazione [cielo (dieacuteu-) ndash padre (ph2teacuter-)]

37 Per ulteriori paralleli per questa collocazione in vedico e avestico cfr West 2007 100

38 Glossato dallo stesso Cicerone come dominatorem rerum et omnia motu regentem cfr anche Enn Ann 175 580 Verg Aen 165 2648

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(cfr la rassegna in West 2007 170-171) Egrave quindi importante notare come proprio come il nordico Odino nella mitologia greca il dio Zeus non sia solitamente uno dei creatori del cosmo ruolo che nella Teogonia esiodea egrave peraltro reso superfluo dal fat-to che le stirpi divine sono generate tramite riproduzione (sessuata o meno cfr eg la Terra che produce autonomamente il Cielo in Hes Th 125ss)39 Come il dio supre-mo scandinavo Zeus non egrave neanche il padre della maggior parte degli degravei anzi non egrave nemmeno tra gli degravei piugrave anziani essendo al contrario il piugrave giovane figlio del titano Crono a sua volta il piugrave giovane figlio della Terra e dello sposo (e figlio) di questa il Cielo Zeus assume il ruolo di divinitagrave suprema del cosmo solo una volta sconfitto il padre Crono e cioegrave molto dopo che il cosmo e gli altri degravei sono venuti ad essere (cfr Nesselrath 2014 37) Ciograve supporta quanto sostenuto finora riguardo questo tipo di collocazioni esse non si riferiscono al dio supremo come al lsquopadre biologicorsquo o al lsquocreatorersquo del cosmo bensigrave come al lsquopatriarcarsquo o lsquocapofamigliarsquo dellrsquouniverso lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo su tutte le creature (animate intelligenti e non)

(3) Scr sarvaloka-pitāmaha- e sarvabhūta-pitāmaha-In ambito indoario infine un parallelo esatto per aisl Al‑fǫethr si ha eg nel giagrave citato epiteto sanscrito del dio supremo Brahma sarvaloka‑pitāmaha‑ lsquononno paterno di tutti i mondirsquo

Manusmrti 19tad aṇḍam abhavad dhaimaṃ sahasrāṃśusamaprabham tasmintilde jajntildee svayaṃ brahmā sarvaloka-pitāmahaḥldquoThat (seed) became a golden egg in brilliancy equal to the sun in that (egg) he himself was born as Brahman the grandfather of all worldsrdquo

Un altro primo elemento attestato da questo genere di epiteti del dio Brahma egrave sarvabhūtadeg lsquodi tutte le creaturersquo (eg MBh 15837) sarvabhūta‑pitāmaha‑ lsquononno di tutte le creaturersquo egrave inoltre impiegato anche come epiteto di Visnu quando questa divinitagrave egrave identificata con il dio supremo Narayana (eg MBh 15787)

Essendo scr sarva‑lokabhūtadegpitāmaha‑ lsquononno paterno di tutti i mondile crea-turersquo da intendere nellrsquoaccezione sociopolitica lsquopatriarca di tutti i mondile creaturersquo e quindi in senso traslato come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tutti i mondile creaturersquo questi epiteti presentano evidenti corrispondenze con diverse formazioni analizzate in questo capitolo

bull Da un lato sia a scr sarva‑lokabhūtadegpitāmaha‑ che ad aisl Al‑fǫethr lsquo(pa-triarca =) colui che ha autoritagrave controllo su tuttorsquo soggiace una stessa collocazione [patriarca (pie pə2trou- ph2teacuter-) ndash di tutto] la quale egrave una variante del motivo fraseologico [patriarca (pie ph2teacuter- pə2trou-) ndash di tuttotutti gli animati

39 West (2007 354) nota come la creazione come atto di un artigiano cosmico sia rite-nuta essere estranea al pensiero mitologico greco

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Riccardo Ginevra

intelligenti] che si egrave visto essere attestato anche dai testi greci e latinibull Dallrsquoaltro il senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tutti i mondi

le creaturersquo permette di comparare queste epiclesi sanscrite con diverse kenningar anticoinglesi per [dio cristiano] eg le giagrave citate frēa ealra gesceafta ldquosignore di tutte le creaturerdquo dryhten ond waldend ealra gesceafta ldquosignore e reggitore di tutte le creaturerdquo e onwealda ealra gesceafta ldquounico reggitore di tutte le creaturerdquo

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4 IL SIGNORE DEGLI ESSERI UMANI LrsquoANTENATO DEI RE

ALDA-FǪETHR HER(JA)-FǪETHR E HERJANS-FǪETHR(FAETHIR)

Passiamo adesso allrsquoanalisi di una serie di epiclesi di Odino in degfǫethr i cui primi elementi sono riconducibili a vocaboli che designano collettivitagrave di esseri umani Alda‑fǫethr (aisl ǫld lsquoetagraversquo al plurale lsquoesseri umanirsquo) Her‑fǫethr e Herja‑fǫethr (herr lsquopo-polo in armi esercitorsquo genitivo plurale herja) Questi composti ricorrono inter alia in vari componimenti dellrsquoEdda poetica e in un poema scaldico la Pesca di Thor di Bragi Boddason il vecchio Di seguito si riporta una selezione di passi

Vm 44-6

oethi thorneacuter dugi hvars thornuacute scalt Aldafǫethr orethom maeligla iotunldquoIntelletto trsquoassista ovunque Aldafǫethr rivolgerai la parola al giganterdquo

Bragi THORNoacuterr 11-4

THORNat erum syacutent at snimma sonr Aldafǫethrs vildi afls vieth uacuteri thornœfethan jarethar reist of freistaldquoIt is conveyed to me that the son [Thor] of Aldafǫethr [Odin] was determined soon to test his strength against the water-soaked earth-band [Midgard serpent]rdquo Vsp 291-4

Valethi henni Herfǫethr hringa oc men fecc spiǫll spaclig oc spaacutegandaldquoPer lei Herfǫethr scelse anelli e collane Da lui ebbe sagge parole e la verga della profeziardquo

Vsp 431-4 Goacutel um aacutesom Gullinkambi saacute vecr hǫletha at HeriafǫethrsldquoCantograve accanto agli asi Gullinkambi gli uomini desta per Herjafǫethrrdquo

Una volta trattate queste formazioni piugrave regolari verragrave discussa una possibile interpretazione per lrsquoepiclesi Herjans‑fǫethr(o degfaethir cfr infra) di significato piugrave in-certo

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Riccardo Ginevra

Hdl 21-2

Biethiom Herians fǫethur iacute hugom sitialdquoPreghiamo Herjansfǫethr(faethir) di essere benevolordquo40

Questa forma egrave spesso emendata dagli editori moderni di Hdl in Herja‑fǫethr (eg Neckel-Kuhn 1962) oppure ritenuta essere semplicemente una sua variante secon-daria (eg Strandberg 2009 109) al contrario alla fine del presente capitolo (sect45) si cercheragrave di dimostrare come la lectio attestata dai manoscritti trovi supporto in concezioni tradizionali che ricorrono in testi in norreno e in altre lingue indoeuropee

41 Alda-fǫethr lsquopatriarca degli esseri umanirsquo quindi lsquocolui che ha autoritagrave sugli esseri umanirsquo

Come gli altri composti in degfǫethr analizzati finora aisl Alda‑fǫethr egrave un composto endocentrico determinativo piugrave precisamente essendo il primo elemento aldadeg una forma di genitivo plurale la formazione egrave in realtagrave classificabile come composto casuale (ing case compound) ie come univerbazione di un sintagma nominale unrsquoanalisi supportata dal fatto che la grafia non univerbata alda fǫethr egrave attestata piugrave volte nei manoscritti (Strandberg 2009 107) Falk (1924 4) compara questo com-posto con un altro epiteto di Odino che presenta lo stesso tipo di formazione e una semantica del primo elemento analoga (cfr infra) aisl Vera-tyacuter lsquoTyr (oppure lsquodiorsquo) degli uominirsquo un composto casuale il cui primo elemento egrave il genitivo plurale di verr lsquouomorsquo

Il primo elemento aisl aldadeg egrave infatti il genitivo plurale di aisl ǫld lsquoetagrave tempo generazionersquo un riflesso di pgerm al-di- lsquoidrsquo (got alds lsquoidrsquo aing ield lsquoidrsquo cfr Casaretto 2004 496 Seebold 1970 sv al-a-) attestato anche nellrsquoaccezione lsquopo-polo esseri umanirsquo in particolare al plurale (cfr aing ilde lsquoesseri umanirsquo) eg in formule come alda synir ldquofigli degli esseri umanirdquo (Alv + cfr aing ylda bearn ldquoidrdquo in Beo 605 et al) espressioni che sembrano supportare ulteriormente unrsquoorigine del composto come univerbazione Aisl aldadeg occorre anche come primo elemento di unrsquoaltra epiclesi di Odino Alda-gautr (Bdr 22) la quale potrebbe tuttavia essere da emendare in aldinn gautr ldquovecchio gautrrdquo41 attestato come epiteto di Odino alla fine dello stesso poema (134 Dronke 1997 ad loc) Infine Alda‑fǫethr assomiglia superficialmente a un altro composto casuale aisl aldar‑faethir lsquopatriarca (biblico)rsquo il quale tuttavia egrave chiaramente una formazione indipendente42

Trattandosi di unrsquouniverbazione la sintassi interna genitivale del composto Al-

40 Questo egrave il significato non letterale sulle possibili interpretazioni di questo verso cfr von See et al 2000 ad loc

41 Sulla controversa etimologia e semantica di gautr cfr eg de Vries 1962 sv42 Cfr eg HoacutemIacutesl15 19v22 Helgom aldarfethornrom viacutegiom veacuter mustere ldquoconsacriamo un

monastero ai santi patriarchirdquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

da‑fǫethr egrave espressa in maniera esplicita Che il primo elemento aldadeg sia da interpre-tare con il significato traslato lsquodegli esseri umanirsquo e non lsquodelle etagrave dei tempirsquo risulta evidente dal confronto con formule come alda synir e con il giagrave citato epiteto di Odino Vera-tyacuter lsquoTyr (o lsquodiorsquo) degli esseri umanirsquo Il significato che possiamo dedurre dallrsquoetimologia egrave quindi lsquoavo paterno degli esseri umanirsquo tuttavia in accordo con quanto sostenuto finora riguardo ai composti in degfǫethr questa epiclesi va in realtagrave interpretata con un significato traslato lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esseri umanirsquo anche in questo caso infatti un significato letterale lsquoavo paterno degli esseri umanirsquo non avrebbe paralleli nella mitologia eddica secondo la quale Odino non genera lrsquoumanitagrave personalmente neacute tantomeno da solo egli insieme agli degravei Loacuteethurr e Hœnir crea i primi esseri umani Askr e Embla donando la vita a due pezzi di legno (precedentemente inanimati cfr Vsp 17 Gylf 9)

Al contrario che Odino venisse concepito come lsquoquello che ha autoritagrave controllo sugli esseri umanirsquo egrave unrsquoipotesi pienamente supportata non soltanto dal suo ruolo di divinitagrave suprema (cap 3) il quale doveva necessariamente includere una posizione di somma autoritagrave nei confronti dellrsquointero genere umano (cfr la glossa che Snorri dagrave dellrsquoepiteto Alfǫethr in Gylf 9 faethir allra goethanna ok manna ok alls ldquopadre di tutti gli degravei ed esseri umani e di tuttohelliprdquo) bensigrave anche dal fatto che come vedremo al dio venisse attribuito il potere di assegnare la vittoria o la sconfitta agli esseri umani in battaglia (cfr cap 5)

42 Her-fǫethr e Herja-fǫethr lsquopatriarca del popolo (in armi)rsquo quindi lsquocolui che ha autoritagrave sul popolo (in armi)rsquo

Anche aisl Her‑fǫethr e Herja‑fǫethr sono composti endocentrici determinativi ta-tpuruṣa‑ I primi elementi herdeg e herjadeg sono rispettivamente il tema puro e il geniti-vo plurale dello stesso sostantivo aisl herr lsquopopolo (in armi) esercitorsquo un riflesso di pgerm harja- lsquoidrsquo (got harjis aing afr here as aat heri lsquoidrsquo) il quale continua a sua volta un sostantivo pie kor-io- lsquoesercito guerrarsquo (lit katilderias lsquoesercito guerra battagliarsquo airl cuire lsquoesercitorsquo) che egrave verosimilmente un derivato di pie koacuter-o- lsquoesercito guerrarsquo (apers kāra‑ lsquoidrsquo lit katilderas lsquoidrsquo ma anche Hsch κόροςmiddot πλῆθος ἀνθρώπων)43 Proprio come Alda‑fǫethr Herja‑fǫethr egrave quindi da analizzare come un composto causale ie lrsquouniverbazione di un sintagma nominale (cfr la grafia non univerbata attestata piugrave volte nei manoscritti Strandberg 2009 109)44

Dal momento che Herja‑fǫethr egrave unrsquouniverbazione la sua sintassi interna genitiva-le egrave marcata in modo esplicito Her‑fǫethr egrave verosimilmente da analizzare allo stesso

43 Sulla ricostruzione di questa famiglia lessicale cfr NIL 440ss Casaretto 2004 115 ALEW sv katilderas Kaczyńska 2007

44 Strandberg (2009 108-109) propone invece unrsquoipotesi secondo cui lo hapax Her‑fǫethr (attestato solo in Vsp 29) sarebbe stato creato per analogia con gli epiteti di Odino Her-teitr e Her-tyacuter e Herja‑fǫethr sarebbe una variante condizionata metricamente di Her‑fǫethr

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Riccardo Ginevra

modo Il significato letterale che possiamo dedurre su basi etimologiche per questi composti egrave quindi lsquoavo paterno degli esercitirsquo ma per le stesse motivazioni citate supra per Alda‑fǫethr egrave evidente che essi siano in realtagrave da interpretare in senso trasla-to ovvero come lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esercitirsquo

Queste epiclesi presentano forti corrispondenze con la serie di kenningar norrene per [capo re] che riflettono una collocazione [reggitore ndash del popolo (in armi)esercito (aisl herr)] queste locuzioni ricorrono sia in forma di sintagmi nominali come herja stillir ldquoreggitore di esercitirdquo (Gethr III 42) e herja deilir ldquoidrdquo (Gunn Leif Merl I 336) che in forma di composti come her-stillir lsquoidrsquo (Kolgr Oacutel 11 Bersi Lv 13) o her-stefnir lsquoidrsquo (Oacutelhv Hryn 113 et al) Allrsquointerno di tali espressioni aisl herr egrave sempre funzionalmente equivalente a vocaboli dal significato lsquopopolo (in armi)rsquo o lsquoesercitorsquo eg folk lsquopopolo (in armi)rsquo lieth lsquopopolo schierarsquo e sǫgn lsquoschierarsquo (Meis-sner 1921 358-359) Trattandosi sempre di sostantivi collettivi che designano una pluralitagrave di [esseri umani] aisl Her‑fǫethr e Herja‑fǫethr lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esercitirsquo sono analizzabili come riflessi della stessa colloca-zione [patriarca (aisl fǫethr) ndash degli esseri umani] che soggiace ad Alda‑fǫethr unrsquoan-tica kenning per Odino in quanto [dio supremo] della religione scandinava precri-stiana Proprio lrsquointento di evitare associazioni a divinitagrave pagane potrebbe spiegare il fatto che questo genere di kenningar sia impiegato solo raramente per riferirsi al Dio cristiano (Meissner 1921 371 cfr eg Gamlkan Joacutendr 42 droacutettar faethir ldquopadre della schierardquo)

43 Paralleli in ambito germanico le kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano

Per quanto riguardo lrsquoambito germanico lrsquoantico inglese offre forti corrispondenze per le epiclesi di Odino analizzate finora Lrsquounico parallelo quasi esatto dal punto di vista etimologico per aisl Alda‑fǫethr egrave aing eald(e)‑faeligder lsquoavo paternorsquo (eg Beo 373) si tratta tuttavia di una Scheingleichung dato che eald(e)‑faeligder egrave piuttosto da interpretare come un composto attributivo (karmadhāraya‑) con primo elemento eald lsquovecchiorsquo (pgerm ald-a-) il cui significato era originariamente lsquovecchio pa-drersquo cfr aing eald-gesegen lsquovecchia leggendarsquo (eg Beo 869) o eald-sweord lsquovec-chia spadarsquo (eg Beo 1558) Aing eald(e)‑faeligder lsquoavo paternorsquo sembrerebbe quindi attestare uno sviluppo semantico analogo a quelli di fr grand‑pegravere lsquononnorsquo lette-ralmente lsquogrande-padrersquo e del giagrave citato vocabolo ved pitā‑mahaacute- lsquononno paternorsquo letteralmente lsquopadre-grandersquo (EWAia sv)

Se invece si tiene conto del significato traslato lsquo(patriarca =) quello che ha autori-tagrave controllo sugli esseri umanirsquo egrave possibile individuare forti corrispondenze per aisl Alda‑fǫethr in diverse kenningar anticoinglesi per [dio cristiano] eg ylda waldend ldquoreggitore degli esseri umanirdquo (Beo 1661) e aeliglda scyppend ldquocreatore degli esseri umanirdquo (Wanderer 85) in cui ylda o aeliglda egrave una forma di genitivo plurale di aing ield lsquoetagraversquo al plurale ylde lsquoesseri umanirsquo che corrisponde esattamente ad aisl ǫld sul

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

piano etimologico Inoltre proprio come aisl Alda‑fǫethr lsquo(patriarca =) che ha autori-tagrave controllo sugli esseri umanirsquo corrisponde parzialmente ad aisl Al‑fǫethr lsquo(patriarca =) che ha autoritagrave controllo su tuttorsquo (compresi gli esseri umani) cosigrave anche le for-mule anticoinglesi ylda waldend ldquoreggitore degli esseri umanirdquo ed aeliglda scyppend ldquocreatore degli esseri umanirdquo presentano delle controparti cosmiche ealles waldend ldquoreggitore di tuttordquo (giagrave trattata supra cap 3) ed ealra scyppend ldquocreatore di tuttordquo Uno stretto parallelo sul piano semantico si ha anche nella kenning frequente per [dio cristiano] faeligder mancynnes ldquopadre del genere umanordquo (9x) una cui interpre-tazione come ldquocreatore del genere umanordquo egrave improbabile alla luce delle kenningar isofunzionali moncynnes fruma ldquoprincipe del genere umanordquo (2x) e moncynnes frēa ldquosignore del genere umanordquo (4x)

Sul piano della semantica va notata infine la possibile corrispondenza sebbene con un cambiamento di genere tra aisl Alda‑fǫethr e il nome delle Matronae Ala-ferhui- germaniche divinitagrave femminili alle quali sono dedicate numerose iscrizioni latine provenienti dalla zona del Reno datate tra il II e il III secolo dC qualora come proposto da Gutenbrunner (1936 157ss) il primo e il secondo elemento di que-sto composto riflettessero rispettivamente pgerm ala- lsquotuttorsquo e ferhw-ija- lsquoperso-na essere umanorsquo il sintagma Matronis Alaferhuiabus si potrebbe interpretare come ldquoalle dee madri di tutti gli esseri umanirdquo con evidenti paralleli nelle Matres omnium gentium e le Matres Ollotōtae celtiche (Scheungraber in stampa sv Alaferhui-) altre analisi del teonimo sono tuttavia parimenti possibili45

Per quanto riguarda aisl Her‑fǫethr e Herja‑fǫethr essi si possono invece anzittutto comparare con quella che egrave comunemente considerata come una delle piugrave antiche attestazioni di un nome proprio germanico lrsquoiscrizione sullrsquoelmo di Negau harigasti teiva interpretata da Neckel (1933) come una dedica a un lsquodiorsquo (teiva riflesso di pgerm teiwa- e pie deiuoacute- aisl tiacutevar lsquodegraveirsquo) di nome Hari-gasti- lsquoospite del popo-lo (in armi)rsquo da identificare secondo lo studioso proprio con una variante locale del dio Odino in ragione (inter alia) della corrispondenza con i vari epiteti di Odino con primo elemento herdeg quali Her‑fǫethr (ldquoein Her-gest wuumlrde sich dieser Reihe zwan-glos einfuumlgenrdquo) noncheacute del fatto che il dio compare come lsquoospitersquo (pgerm gasti-) in vari testi norreni Lrsquoipotesi egrave affascinante ma non priva di difficoltagrave (inter alia lrsquoinattesa scomparsa della vocale tematica di harj-a- e la mancata monottongazione di -ei- in teiwa-) e altre analisi dellrsquoiscrizione sono parimenti possibili (cfr Must 1957)

Per quanto riguarda il parallelo con lrsquoantico inglese Her‑fǫethr e Herja‑fǫethr lsquo(pa-triarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esercitirsquo sono invece direttamente comparabili con due kenningar per il [dio cristiano] (1) aing herġa fruma e (2)

45 Per una rassegna delle attestazioni e degli studi a riguardo cfr Scheungraber in stampa sv Alaferhui-

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Riccardo Ginevra

faeligder folca gehwaeligs (1) Aing herġa fruma ldquoprincipe dei popoli (in armi) degli esercitirdquo (Elena 210

Cristo 844) presenta un determinante herġa lsquodegli esercitirsquo che egrave etimologicamente identico ad aisl herja trattandosi rispettivamente dei genitivi plurali di aing here lsquoesercitorsquo e aisl herr lsquoidrsquo Per quanto riguarda fruma si egrave piugrave volte visto supra come nelle kenningar anticoinglesi termini per [capo re] vengano impiegati nelle stesse posizioni occupate da faeligder lsquopadrersquo herġa fruma ldquoprincipe dei popoli (in armi)rdquo si puograve quindi analizzare come funzionalmente equivalente ad una locuzione herġa faeligder ldquopadre dei popoli (in armi)rdquo

(2) Una tale kenning non egrave attestata mentre al contrario egrave attestata lrsquoespressione semanticamente identica faeligder folca gehwaeligs ldquopadre di ogni popolo (in armi)rdquo (An-dreas 330) in cui aing faeligder lsquopadrersquo egrave ovviamente da intendere in senso traslato lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo (su X)rsquo ed egrave infatti impiegato nella stessa posizione in cui ricorre fruma lsquoprincipersquo in kenningar per [dio cristiano] come ealra folca fruma ldquoprincipe di tutti i popolirdquo (Cristo 516) ed ealles folces fruma ldquoidrdquo (Discesa allrsquoinferno 29 41) queste kenningar sono a loro volta seman-ticamente identiche alla sopracitata herġa fruma ldquoprincipe dei popoli (in armi) degli esercitirdquo

Da un lato aisl Herdeg ed Herja‑fǫethr lsquoavo paterno del popolo (in armi)rsquo presentano quindi corrispondenze molto forti con kenningar anticoinglesi per [dio cristiano] effettivamente attestate ie herġa fruma lsquoprincipe dei popoli (in armi) esercitirsquo e faeligder folca gehwaeligs ldquopadre di ogni popolordquo Dallrsquoaltro egrave evidente (cfr tab 3) come sebbene una kenning aing herġa faeligder ldquopadre dei popoli (in armi)rdquo per [dio supre-mo] analoga alle epiclesi di Odino non sia direttamente attestata essa sarebbe stata una formazione possibile sulla base della grammatica poetica anglosassone

aing ealra folca fruma fruma lsquoprincipersquo ealra folca lsquodi tutti i popolirsquoealles folces fruma fruma lsquoprincipersquo ealles folces lsquodi ogni popolorsquoherġa fruma fruma lsquoprincipersquo herġa lsquodei popoli (in armi) esercitirsquofaeligder folca gehwaeligs faeligder lsquopadrersquo folca gehwaeligs lsquodi ogni popolorsquoherġa faeligder faeligder lsquopadrersquo herġa lsquodei popoli (in armi)rsquoaisl Herja‑fǫethr degfǫethr lsquoavo paternorsquo Herjadeg lsquodei popoli (in armi) esercitirsquoHer‑fǫethr degfǫethr lsquoavo paternorsquo Herdeg lsquodei popoli (in armi) esercitirsquo

Tab 3 Kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano ed epiclesi di Odino in Her(ja)deg

Queste corrispondenze permettono di ipotizzare che agli epiteti di Odino e a diver-se kenningar anticoinglesi trattate in questo capitolo soggiaccia una collocazione fraseologica germanica comune (e quindi necessariamente precristiana) [patriarca (pgerm fader- fathornru-) ndash degli esseri umani] il riflesso di una designazione indo-europea [patriarca (pie ph2teacuter- pə2trou-) ndash degli esseri umani] per [dio supre-mo] che come vedremo nella sezione seguente trova riscontro in una delle piugrave note

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

formule ricostruite della poetica indoeuropea

44 Paralleli in ambito indoeuropeo la formula al vocativo pie dieacuteu pə2ter

In ambito indoeuropeo essendo [esseri umani] uno degli elementi che fanno parte del merismo [degravei ed esseri umani] (= [tutti gli animati intelligenti]) i compo-sti Alda‑fǫethr lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esseri umanirsquo e Her‑fǫethr e Herja‑fǫethr lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esercitirsquo presentano una corrispondenza parziale con i giagrave menzionati epiteti di Zeus πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo e di Giove pater deum hominumque ldquopadre di degravei ed esseri umanirdquo i quali come si egrave visto supra (cap 3) riflettono una stessa collocazione [patriarca (pie ph2teacuter-) ndash di tutti gli animati intelligenti (degravei ed esseri umani)] Quanto giagrave affermato per il dio Odino nel mito nordico vale anche per il mondo classico il dio Zeus non genera lrsquoumanitagrave riproducendosi biolo-gicamente nelle narrazioni mitologiche greche neacute tantomeno ne egrave il creatore anzi nella versione piugrave nota del mito antropogonico egrave il titano Prometeo cui Zeus egrave ostile a creare lrsquoumanitagrave (Apollod 145) ciononostante il dio ha potere di vita e di morte sugli esseri umani in particolare sui guerrieri sul campo di battaglia decretandone la vittoria o la sconfitta (cfr cap 5) Si puograve presumere lo stesso per il dio romano Giove la cui mitologia egrave tuttavia assai meno conosciuta

Un parallelo ben piugrave significativo per le nostre epiclesi di Odino egrave perograve costituito dalla ben nota formula apposizionale [cielo (dieacuteu-) ndash padre (ph2teacuter-)] ricostrui-bile principalmente (ma non unicamente) sulla base della formula vocativa om Ζεῦ πάτερ ldquoo Zeus padrerdquo dellrsquoinvocazione ved diacuteyauṣ piacutetaḥ ldquoo Cielo padrerdquo e del teo-nimo lat Iūpiter attestato unicamente al nominativo e vocativo46 Infatti come nota-to da Nesselrath (2014 42) delle 24 attestazioni della formula al vocativo Ζεῦ πάτερ nellrsquoIliade essa egrave pronunciata soltanto 2x da personaggi che sono effettivamente figli biologici del dio e ben 22x da altre figure 4x dalle divinitagrave Teti Poseidone ed Era che si rivolgono a Zeus chiamandolo lsquopadrersquo nonostante nel caso degli ultimi due egli sia in realtagrave loro fratello e nel caso di Era anche marito nella stragrande maggioranza delle occorrenze (18x) lrsquoinvocazione egrave tuttavia pronunciata da esseri umani che rivolgono al dio preghiere o lamentele Ciograve corrisponde da vicino a quan-to egrave possibile ipotizzare per quel che riguarda lrsquoorigine della forma di nominativo e vocativo lat Iū-piter (genitivo Iovis dativo Iovi accusativo Iovem) esso sarebbe sorto a partire da un sintagma apposizionale al vocativo identico a umb Iu-pater lsquoo Giove-padrersquo (Tavole Iguvine IIb24 non ancora fossilizzato come in latino cfr il dativo Iuve[-]patre lsquoa Giove[-]padrersquo in IIb7 III22) impiegato in preghiere rivolte

46 Per una rassegna e analisi delle attestazioni dellrsquoapposizione formulare [cielo (di eacuteu -) ndash padre (ph2teacuter-)] nelle varie tradizioni indoeuropee cfr Bauer 2017 100-101 e n 5 (con rassegna bibliografica di studiosi che se ne sono occupati) 111-112 146 224-225

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Riccardo Ginevra

al dio in quanto ldquofather figure in his relation with mankindrdquo (Bauer 2017 224) Ai fini della nostra argomentazione vale infine la pena di rimarcare come lrsquoinvoca-zione apposizionale ved diacuteyauṣ piacutetaḥ ldquoo Cielo padrerdquo venisse ovviamente impie-gata allrsquointerno di preghiere eg RV 6515ab diacuteyauṣ piacutetaḥ pŕthivi mātar aacutedhrug aacutegne bhrātar vasavo mrḷaacutetā+ naḥ ldquoO Father Heaven Mother Earth lacking the lie Brother Agni good ones ndash have mercy on usrdquo Questi dati permettono quindi non soltanto la ricostruzione di una formula al vocativo pie dieacuteu pə2ter ldquoo Cielo padrerdquo (nellrsquoordine piugrave frequente per questo genere di sintagmi apposizionali cfr Bauer 2017 169-170) ma anche in termini pragmatici la ricostruzione del suo contesto originario preghiere e invocazioni rivolte al dio da parte di esseri umani

Ora un termine di parentela egrave sempre per definizione relazionale 47 esso fa ri-ferimento a un individuo il referente (eg it padre nella frase mio padre egrave malato) sulla base di una sua relazione di parentela con un altro individuo la cosiddetta lsquoan-corarsquo (ing anchor) la quale puograve essere esplicita (eg it mio nellrsquoesempio preceden-te) oppure implicita (eg nella frase papagrave egrave malato) Lrsquoancora egrave solitamente implicita in usi egocentrici (quando essa include il parlante eo i partecipanti alla conversa-zione) e interni alla famiglia (quando lrsquoancora e i partecipanti alla conversazione appartengono alla stessa famiglia) percheacute in questi contesti lrsquoidentitagrave dellrsquoancora egrave cosigrave altamente prevedibile che esprimerla in maniera esplicita sarebbe ridondante ai fini della comunicazione In generale i termini di parentela sono ancorati pragmati-camente (ldquopragmatically anchoredrdquo Dahl-Koptjevskaja-Tamm 2001 209) quando un termine di parentela egrave impiegato al vocativo il referente egrave ovviamente la seconda persona mentre lrsquoancora egrave solitamente la prima persona (Dahl-Koptjevskaja-Tamm 2001 203) Se analizziamo la formula al vocativo pie dieacuteu pə2ter ldquoo Cielo padrerdquo sulla base di tutte queste considerazioni risulta evidente come il referente sia il termine di parentela al vocativo pə2ter lsquoo padrersquo e come lrsquoancora implicita sia altamente prevedibile essa egrave da identificare con gli [esseri umani] che si rivolgono al dio alla prima persona in maniera egocentrica e interna alla famiglia allargata cosmica (tutti fattori che renderebbero ridondante lrsquoespressione esplicita dellrsquoanco-ra) La formula al vocativo pie dieacuteu pə2ter ldquoo Cielo padrerdquo non egrave quindi altro che una variante sorta in uno specifico contesto pragmatico della stessa collocazione [patriarca (pie ph2teacuter- pə2trou-) ndash degli esseri umani] che soggiace alle epiclesi e kenningar per [dio supremo] indoeuropee analizzate in questo capitolo eg aisl Alda‑fǫethr lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sugli esseri umanirsquo

45 Aisl Herjans-fǫethr(faethir) e la stirpe divina dei prigravencipi

In questa ultima sezione ci si concentreragrave brevemente su unrsquoipotesi di analisi dellrsquou-nico composto con secondo elemento degfǫethr lsquoavo paternorsquo per il quale unrsquointerpreta-

47 Terminologia ed esempi sono adattati da Dahl-Koptjevskaja-Tamm 2001

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

zione letterale potrebbe effettivamente essere la piugrave adeguata Aisl Herjans‑fǫethr attestato tra i nomi di Odino (AM 757 4to) egrave un altro compo-

sto endocentrico determinativo la variante ltherians faudurgt herjans fǫethur atte-stata unicamente in Hdl 21 nel codice Flateyjarboacutek e spesso emendata in Herja‑fǫethr (Neckel-Kuhn 1962 ad loc Falk 1924 17) potrebbe essere interpretata come lrsquoac-cusativo singolare di una variante innovativa Herjans‑ƒaethir (analoga eg ad Al‑faethir per Al‑fǫethr) qualora essa non fosse un errore o una grafia irregolare per Herjans-ƒǫethr in questo lavoro il composto saragrave quindi citato come Herjans‑fǫethr(faethir) Dato che il primo elemento Herjansdeg egrave una forma di genitivo singolare e che il com-posto viene notato come sintagma sciolto nel Flateyjarboacutek aisl Herjans‑fǫethr(faethir) egrave categorizzabile tra i composti causali (ing case compound) i cui singoli elementi si trovano spesso disgiunti nella grafia dei manoscritti

Il primo elemento Herjansdeg egrave identico al genitivo singolare del nome di Odino Herjann (Vsp 3010 Grm 46 GethkI 19) un riflesso di pgerm harj-ana- lsquoquel-lo dellrsquoesercitorsquo sincronicamente interpretabile come un derivato denominale di pgerm harj-a- lsquoesercitorsquo (aisl herr aing here) Lrsquoesatta corrispondenza formale con om κοίρανος lsquocomandantersquo (attestato anche come nome proprio in Il 5677 17611-614) e frig kuryan-eyon lsquocapo rersquo (cfr anche lrsquoetnonimo celt Coriono-to-tae) ha fatto tuttavia ipotizzare unrsquoorigine giagrave indoeuropea per questa formazione (de Vries 1962 sv Orel 2003 sv xarjanaz) Le diverse proposte etimologiche avanzate per la protoforma comune ad aisl Herjann e om κοίρανος non riescono tuttavia a dar conto del vocalismo in -α- del suffisso greco da un derivato con suf-fisso -no- di pie koacuterio- lsquoesercitorsquo (aisl herr mirl cuire) ci si attenderebbe infatti una forma gr daggerκοιρoνος mentre anche una derivazione da un collettivofemminile kor-ieacuteh2- (lit kārė kariagrave lsquoguerrarsquo mgall cordd lsquotruppa bandarsquo) o kor-ih2- (gr Kοῖραdeg nellrsquoantroponimia) risulterebbe nei non attestati daggerκοιρηνος e daggerκορīνος (Peters 1980 170-181 NIL 440-443) Lrsquoipotesi che si tratti di formazioni sorte indipen-dentemente per mezzo del suffisso produttivo -no- allrsquointerno delle singole lingue rimane quindi la piugrave plausibile in ogni caso il parallelo etimologico manterrebbe il suo valore anche qualora esso si limitasse allrsquoanaloga designazione del lsquore coman-dantersquo nelle diverse lingue come lsquoquello del koacuterio-korieacuteh2-rsquo una circostanza che dimostra come questo vocabolo per lsquoesercito guerrarsquo dovesse evidentemente essere un importante termine tecnico giagrave nella protolingua

Qualora il suo primo elemento fosse effettivamente da identificare con lrsquoepiclesi di Odino Herjann al composto Herjans‑fǫethr(faethir) corrisponderebbe un significato lsquoavo paterno(padre) di Herjannrsquo che non avrebbe ovviamente alcun senso dal punto di vista della mitologia non potendo Odino essere avo paterno o padre di Herjann cioeacute di seacute stesso (cosigrave Standberg 2009 109) Lrsquounica alternativa egrave interpretare il primo elemento con il significato lsquore capo dellrsquoesercitorsquo attestato dai termini stret-tamente imparentati gr κοίρανος e frig kuryan-eyon In questo caso Herjans‑fǫethr(faethir) designerebbe Odino come lsquoavo paterno(padre) del re del capo dellrsquoesercitorsquo

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Riccardo Ginevra

un epiteto che avrebbe chiari paralleli nei testi scandinavi diverse genealogie di dinastie scandinave iniziano infatti proprio con il nome di Odino eg le genealogie degli Ynglingar reputata come la piugrave antica dinastia scandinava e degli Skjǫldung-ar famiglia reale danese (cfr la disamina a riguardo in Faulkes 1978-79) Potrebbe quindi non essere un caso che proprio nello Hdl lrsquounico poema eddico in cui ricorre aisl Herjans‑fǫethr(faethir) la gigantessa Hyndla prima di elencare gli antenati del re Oacutettarr faccia riferimento al fatto che le stirpi dei principi siano di origine divina 48

Hdl 8Sennom vieth ǫr sǫethlom sitia vieth scolom oc um iofra aeligttir doma gumna thorneira er fraacute goethom qvoacutemoldquoParliamo dalla sella Dobbiamo sedere e discutere delle stirpi dei principi di quegli uomini che vennero dagli degraveirdquo

Hdl egrave un poema genealogico il cui tema principale egrave il pedigree di re Oacutettarr po-trebbe quindi non essere un caso il fatto che in questo testo Odino venga non soltanto menzionato allrsquoinizio nella posizione in cui si troverebbe in qualsiasi genealogia scandinava degna di questo nome ma per giunta chiamato Herjans‑fǫethr(faethir) lsquoavo paterno(padre) del re del capo dellrsquoesercitorsquo

Quanto detto presenta evidenti corrispondenze in ambito germanico Lrsquousanza di fare iniziare le genealogie reali con il nome di un dio egrave infatti attestata giagrave per i Goti i quali secondo Iordanes riconducevano la loro stirpe ad alcuni ldquosemi-degraveirdquo chiamati Ansis (pgerm ansu- cfr aisl aacutess lsquodiorsquo)

Iordanes De origine actibusque Getarum 13-14non puros homines sed semideos id est Ansis vocaverunt [hellip] Horum ergo heroum ut ipsi suis in fabulis referunt primus fuit Gapt qui genuit Hulmul Hulmul vero genuit Augis at Augis genuit eum qui dictus est Amal a quo et origo Amalorum decurrit

In questo passaggio il nome del capostipite Gapt egrave stato analizzato come una variante dellrsquoepiteto di Odino Gautr (Faulkes 1978-79 2) il parallelo con il goti-co costituirebbe un forte indizio a supporto dellrsquoipotesi che lrsquousanza scandinava di tracciare la propria stirpe fino al dio supremo Odino sia da ricondurre ad etagrave proto-germanica

Le genealogie anglosassoni assicurano che lrsquoorigine di questa tradizione fosse quantomeno comune in ambito germanico nordoccidentale cfr eg la genealogia di Hengest e Horsa i conquistatori anglosassoni della Britannia presso Beda il Venerabile 49

48 Cfr a riguardo eg anche Akv 277-8 aacuteskunna [hellip] Nif lunga lsquodei Nibelunghi discendenti degli degraveirsquo

49 Per unrsquointerpretazione in prospettiva indoeuropeistica di questo passaggio cfr Jose-ph 1983

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Beda Historia ecclesiastica gentis anglorum 115Duces fuisse perhibentur eorum primi duo fratres Hengist et Horsa e quibus Horsa postea occisus in bello a Brettonibus hactenus in orientalibus Cantiae partibus monumentum habet suo nomine insigne Erant autem filii Uictgilsi cuius pater Uitta cuius pater Uecta cuius pater Uoden de cuius stirpe multarum prouinciarum regium genus originem duxit

Beda menziona aing Woden il cui nome egrave la controparte inglese di aisl Oacuteethinn (pgerm WōdVna‑) come progenitore della stirpe di Hengest e Horsa aggiungendo che molte dinastie riconducevano le proprie origini a questo personaggio La corri-spondenza con il norreno trova ulteriore conferma in quanto effettivamente attestato dalle genealogie dei sovrani anglosassoni la maggior parte delle quali elenca come capostipite proprio Woden (Chaney 1970 7ss)

In ambito indoeuropeo (e non) i casi di dinastie che dichiaravano antenati im-mortali sono notoriamente numerosi e talvolta anche relativamente tardi basti pen-sare alla discendenza da Zeus vantata da Alessandro Magno o alle origini della gens Iulia da Venere (cfr eg West 2007 377 per ulteriori paralleli) Formazioni (prin-cipalmente onomastiche) che corrispondono ad una collocazione [natodonato ndash dagli degravei] sono parimenti attestate in tutte le lingue indeuropee e riflettono con tutta probabilitagrave unrsquoereditagrave dalla protolingua (cfr Schramm 1957 71-72 Schmitt 1967 127ss) cfr eg ved Deva‑jā- gr Θεο-γένης celt Divo-genus tutti interpretabili come lsquodiscendente degli degraveirsquo gr Θεό-δωρος scr Deva-datta- lit Bagi-dote bulg Bogo-dan dal significato lsquodonato dagli degraveirsquo (cfr anche il nome cristiano lat Adeo-datus)50

Infine la stessa credenza che soggiace allrsquoepiclesi di Odino aisl Herjans‑fǫethr(faethir) lsquoavo paterno(padre) del re del capo dellrsquoesercitorsquo secondo cui i sovrani di-scenderebbero in ultima analisi dalla divinitagrave suprema presenta chiari riflessi nellrsquoe-pica omerica nella quale in primo luogo om διο-γενής lsquodiscendente di Zeusrsquo e διο-τρεφής lsquocresciuto da Zeusrsquo ricorrono frequentemente come epiteti generici di diversi eroi (Ulisse Achille Aiace Menelao inter alia)51 e in secondo luogo egrave at-testata una espressione formulare διο-τρεφής βασιλεύς ldquore cresciuto da Zeusrdquo (15x variamente declinata)

Il 7249-250Αἴας διογενὴς προΐει δολιχόσκιον ἔγχος καὶ βάλε Πριαμίδαο κατ᾿ ἀσπίδα πάντοσ᾿ ἐίσηνldquoFu Aiace il discendente di Zeus a scagliare la sua lunga lancia e colpigrave il figlio di Priamo sullo scudo ben bilanciatordquo

50 Ringrazio Andrea Lorenzo Covini e Daniel Koumllligan per lrsquoutile discussione a riguar-do

51 Cfr anche διό-γνητος epiteto di Iolao nello Scudo (340)

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Riccardo Ginevra

Il 17652-653σκέπτεο νῦν Μενέλαε διοτρεφές αἴ κεν ἴδηαι ζωὸν ἔτ᾿ Ἀντίλοχον μεγαθύμου Νέστορος υἱόν ldquoMenelao cresciuto da Zeus guarda adesso se vedi ancora vivo Antiloco il figlio di Nestore ma-gnanimordquo

Il 2445οἱ δ᾿ ἀμφ᾿ Ἀτρεΐωνα διοτρεφέες βασιλῆες θῦνον κρίνοντες μετὰ δὲ γλαυκῶπις Ἀθήνη ldquoEd i re cresciuti da Zeus intorno allrsquoAtride srsquoaffannavano ad ordinarli e crsquoera Atena dagli occhi azzurrirdquo

Lrsquoampio numero di corrispondenze che lrsquoanalisi di aisl Herjans‑fǫethr(faethir) pro-posta in questa sezione presenta sia in ambito germanico che nelle altre tradizioni indoeuropee ne supporta quindi lrsquointerpretazione lsquoavo paterno(padre) del re del capo dellrsquoesercitorsquo Egrave importante notare come qualora questo fosse effettivamente il significato del composto si tratterebbe dellrsquounica occorrenza di aisl degfǫethr in senso non traslato unrsquooccorrenza che sarebbe tuttavia sufficiente ad attestare la sopravvi-venza del significato letterale di pie pə2trou- lsquoavo paternorsquo in norreno quantomeno fino alla data della creazione di questo epiteto

mdash 47 mdash

5 IL DISPENSATORE DI VITTORIE E DI MASSACRI SIG-FǪETHR SIG-FAETHIR E VALFǪETHR

Lrsquoultimo gruppo di epiclesi di Odino trattate in questo lavoro egrave costituito da alcune formazioni che fanno riferimento al suo ruolo di dio che governa lrsquoesito di ogni bat-taglia I composti sono aisl Sig-fǫethr Sig‑faethir ( aisl sigr lsquovittoria) e Val‑fǫethr ( aisl val[r] lsquomassa dei caduti in battagliarsquo) e ricorrono in vari passaggi dellrsquoEdda poetica di cui segue una selezione

Grm 482

Siacuteethhǫttr Siacuteethsceggr Sigfǫethr Hnicuethr Alfǫethr Valfǫethr Atriacuteethr oc Farmatyacuterldquo(Nomi di Odino ) Siacuteethhǫttr Siacuteethskeggr Sigfǫethr Hnikuethr Alfǫethr Valfǫethr Atriacuteethr e Farmatyacuterrdquo

Vsp 551-4

THORNaacute koslashmr inn micli mǫgr Sigfǫethur Viacuteetharr vega at valdyacuterildquoEcco viene quel grande figlio di Sigfaethir Vietharr e combatte contro la bestia malvagiardquo

Vsp 15-8

vildo at ec Valfǫethr vel fyrtelia forn spiǫll fira thornau er fremst um manldquoTu vuoi che io o Valfǫethr narri compiutamente le antiche storie delle creature le cose che prime ricordordquo

Oltre che in testi poetici aisl Valfǫethr ricorre anche in un passaggio in prosa dellrsquoEdda di Snorri che saragrave analizzato in dettaglio infra per la sua rilevanza ai fini dellrsquointerpretazione del composto

51 Sig-fǫethr lsquopatriarca della vittoriarsquo quindi lsquocolui che ha autoritagrave sulla vittoriarsquo

Dal punto di vista formale le epiclesi trattate in questa sezione riflettono tipi che sono giagrave stati discussi supra (in particolare cap 3) come Al‑fǫethr e tutti gli altri epiteti in degfǫethr trattati finora anche aisl Sig‑fǫethr egrave un composto endocentrico deter-minativo (tatpuruṣa‑) mentre aisl Sig‑faethir analogamente a quanto giagrave visto per Al-faethir riflette un rimodellamento di Sig‑fǫethr con sostituzione del secondo elemento opaco degfǫethr per mezzo del piugrave trasparente degfaethir

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Riccardo Ginevra

Il primo elemento Sigdeg egrave senza dubbio da identificare con una ben nota variante del sostantivo aisl sigr lsquovittoria battagliarsquo la quale ricorre quasi esclusivamen-te come primo elemento di composti determinativi attestati nella lingua poetica (kenningar come sig‑maacuteni lsquoluna della vittoriarsquo per [scudo] Meissner 1921 168) e nellrsquoonomastica (eg Sig‑urethr lsquoguardiano della vittoriarsquo) questa variante ha unrsquouni-ca occorrenza come simplex in norreno (OrH 18)52 ma in islandese moderno esiste un sostantivo sig lsquofrettarsquo che potrebbe esserne un riflesso53 Come got sigis lsquovitto-riarsquo aisl sigr lsquoidrsquo egrave un riflesso con tematizzazione (regolare in gotico e nordico per questo genere di formazioni) di pgerm segiz- lsquoidrsquo un sostantivo neutro tra i cui riflessi diretti sono annoverati anche aat sigu (rimodellato a partire da sigi) e le due varianti aing siġe e sigor54 Pgerm segiz- egrave a sua volta riconducibile a pie seacuteǵh-es- lsquovittoriarsquo ( ved saacutehas‑ lsquoforza vittoriarsquo) un neutro in -s- della radice pie seǵh- lsquosopraffare conquistarersquo (LIV2 515-516) attestata inter alia da ved saacuteh‑a-te lsquovincere sconfiggerersquo e gr ἔχω lsquopossederersquo55

Il significato che si puograve dedurre per aisl Sig‑fǫethr a partire dallrsquoetimologia egrave quindi lsquoavo paterno della vittoriarsquo come per Al‑fǫethr e Al‑faethir il rimodellamento Sig-faethir lsquopadre della vittoriarsquo suggerisce che il secondo elemento degfǫethr fosse ritenuto essere funzionalmente equivalente a faethir lsquopadrersquo Anche in questo caso i termini di parentela non sono quindi da intendere letteralmente Odino non genera infatti nessuna personificazione divina della Vittoria nel mito nordico neacute tantomeno ne egrave lrsquoavo paterno Al contrario se si prende in considerazione il significato traslato lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo (su X)rsquo che sia degfǫethr lsquoavo paternorsquo che faethir lsquopadrersquo potevano assumere egrave possibile interpretare aisl Sig‑fǫethr con un significato lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo che presenta numerosi paralleli nelle fonti in antico nordico

Ls 22THORNegi thornuacute Oacuteethinn thornuacute kunnir aldregi deila viacuteg meeth verom opt thornuacute gaft thorneim er thornuacute gefa scyldira inom slaeligvorom sigrldquoStarsquo zitto Odino Tu non hai mai saputo decidere fra uomini battaglie spesso hai concesso a chi non dovevi concederla a uomini vili la vittoriardquo

52 Si tratta di un catalogo di sinonimi poetici per [battaglia] in cui il vocabolo egrave stato con tutta probabilitagrave inserito per influenza delle formazioni composte

53 Cfr de Vries 1962 sv anche se lo sviluppo semantico non egrave da dare per scontato54 Aat sigu e aing siġe sono entrambi esiti di germ occ sig-i- germ occ -i egrave lrsquoesi-

to regolare di pgerm ‑iz in formazioni non monosillabiche cfr Ringe-Taylor 2014 43-44 Per lrsquoanalisi di aing sigor come rif lesso di pgerm sigiz‑ cfr Nussbaum 1998 531-532 Sug-li sviluppi divergenti dei temi in -s- indoeuropei nei vari rami della famiglia germanica cfr Casaretto 2004 553-559

55 Come mi ricorda Andrea Lorenzo Covini lrsquoaccezione piugrave antica egrave ancora attestata dal nome proprio mic e-ka-no (h)Ekh-ānōr lsquoche vince gli uominirsquo rimpiazzato nel primo millen-nio dalla variante con rinnovamento lessicale Nικ-άνωρ

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Ynglinga saga 9Opt thornoacutetti Sviacuteum hann vitrast seacuter aacuteethr stoacuterar orrostur yrethi gaf hann thornaacute sumum sigrldquoThe Sviacutear often thought he (Oacuteethinn) appeared to them before great battles were to take place Then he gave victory to some of themrdquo

Eirm 71-2

Hviacute namt thornuacute hann sigri thornaacute es thorneacuter thornoacutetti hann snjallr vesaldquoWhy did you (Oacuteethinn) deprive him of victory then when he seemed to you to be valiantrdquo

Nella strofa di Ls e nel brano della Ynglinga saga Odino egrave il soggetto di una collocazione [dio supremo (aisl Oacuteethinn pgerm WōdVna‑) ndash dare (gefa geb-a-) ndash vittoria (sigr segiz‑) ndash ad essere umano] che come vedremo infra presenta diverse corrispondenze in altre tradizioni germaniche e indoeuropee Ma Odino non egrave soltanto colui che puograve gefa sigr ldquodare (a qualcuno) la vittoriardquo come attestato da Eirm 7 egli puograve anche decidere di nema sigri ldquoprivare (qualcuno) della vittoriardquo Questi passi attestano la credenza che il dio supremo scandinavo avesse la facoltagrave di disporre del sigr lsquovittoriarsquo a proprio piacimento supportando quindi lrsquointerpretazio-ne dellrsquoepiteto di Odino Sig‑fǫethr come lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo

52 Val-fǫethr lsquopatriarca del massacrorsquo quindi lsquocolui che ha autoritagrave sul massacrorsquo

Come Sig‑fǫethr e Sigfaethir noncheacute come diversi composti in valdeg attestati tra le ken-ningar (eg val‑dǫgg lsquorugiada del massacrorsquo per [sangue]) e i nomi propri (eg Val‑hǫll lsquosala dei cadutirsquo) anche aisl Val‑fǫethr egrave un composto endocentrico determi-nativo tatpuruṣa‑ Il primo elemento va identificato con il sostantivo maschile aisl valr lsquomassa dei caduti in battaglia strage campo di battagliarsquo oppure con il quasi identico neutro val lsquoidrsquo lrsquoantichitagrave di queste formazioni egrave assicurata da vari termini strettamente imparentati eg aing waeligl lsquoidrsquo e aat wal lsquocampo di battagliarsquo (de Vries 1962 svv valr e val Orel 2003 sv walaz) i quali permettono di ricostruire una formazione pgerm wal-a- Questa a sua volta viene correntemente ricondotta a pie uol(h3)-o- lsquocolpo morte stragersquo (cfr Strandberg 2009 112) un derivato tematico della radice uelh3- lsquocolpire ucciderersquo (LIV2 679) tra i cui riflessi si annoverano gr ἁλίσκομαι lsquovenire catturatorsquo itt walḫ‑zi lsquocolpirersquo56 e toc A waumlllaumlṣtaumlr lsquomorirersquo Secondo Bjorvand e Lindeman (2000 sv val1) lrsquooscillazione tra maschile e neu-tro sarebbe da imputare alla retroformazione del neutro a partire da un collettivo pgerm wal‑ō‑ lsquomassa dei caduti in battagliarsquo In questo caso il genere originario del sostantivo saragrave stato maschile il che concorda con quanto ci si attenderebbe da

56 Sulla controversa questione degli esiti di h3 allrsquointerno di parola in ittito cfr Mel-chert 1987 2011

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Riccardo Ginevra

un nomen actionis del cosiddetto tipo τόμος ovvero pie uoacutel(h3)-o-57 conseguente-mente il significato originario di pgerm wal-a- saragrave stato lsquocolpo uccisione mor-tersquo con uno slittamento semantico successivo verso il piugrave concreto senso lsquomassa dei caduti in battagliarsquo che presenterebbe uno stretto parallelo in gr φόνος lsquouccisione massacro spargimento di sangue cadaverersquo un riflesso di pie guhoacuten-o- lsquocolpo uccisionersquo derivato del tipo τόμος di pie guhen- lsquocolpire ucciderersquo (LIV2 218-219)

Sul piano della semantica egrave possibile ipotizzare due diversi significati per aisl Val‑fǫethr i quali trovano supporto diverso nella fraseologia

(a) lsquoPatriarca degli uomini caduti in battagliarsquoQuesta interpretazione egrave supportata dalla glossa che Snorri dagrave del composto

Gylf 20Oacuteethinn heitir Alfǫethr thornviacuteat hann er faethir allra goetha Hann heitir ok Valfǫethr thornviacuteat hans oacuteskasynir eru allir thorneir er iacute val fallaldquoOdino si chiama Alfǫethr poicheacute egli egrave il padre di tutti gli degravei Egli si chiama anche Valfǫethr poicheacute suoi figli adottivi sono tutti quelli che muoiono fra i cadutirdquo

Il modo in cui Snorri interpreta Val‑fǫethr egrave sintetizzabile come lsquopadre degli uomini caduti in battagliarsquo sulla base dellrsquoanalisi di degfǫethr proposta in questo lavoro la traduzione piugrave esatta sarebbe in realtagrave lsquoavo paterno degli uomini caduti in battagliarsquo In ogni caso non essendo i caduti in battaglia (solitamente) figli biologici di Odino Val‑fǫethr sarebbe da intendere come lsquopatriarca degli uomini caduti in battagliarsquo Questa interpretazione presenta numerosi paralleli nella mitologia nordica secondo cui comrsquoegrave noto i guerrieri morti valorosamente in battaglia sarebbero stati accolti nella dimora di Odino chiamata non a caso Val‑hǫll lsquosala dei cadutirsquo dove avrebbero atteso che il dio li guidasse in battaglia contro i nemici cosmici durante la fine del mondo (Gylf 51)

Qualora Val‑fǫethr significasse lsquopatriarca degli uomini caduti in battagliarsquo esso sarebbe una variante della collocazione [patriarca ndash degli uomini] per [dio supre-mo] discussa supra (cap 4) ciograve potrebbe giustificare una circostanza degna di nota nel brano riportato supra (Gylf 20) Snorri offre una glossa di Alfǫethr come faethir allra goetha ldquopadre di tutti gli degraveirdquo mentre in un passaggio analizzato supra (Gylf 9) lo stesso composto egrave glossato come faethir allra goethanna ok mannahellip ldquopadre di tutti gli degravei e gli uominihelliprdquo Egrave possibile ipotizzare (cfr tab 4) che nella glossa di Alfǫethr di Gylf 20 Snorri elimini invece il riferimento agli lsquouominirsquo (presente in Gylf 9) proprio percheacute egrave invece espresso dal composto trattato subito dopo Valfǫethr

57 Cfr Koumllligan 2017 sulla possibile attestazione di un rif lesso di pie u oacutel(h3)-o- nel nome proprio mic wo‑ro‑qo‑ta uolo-ku hontā-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Gylf 9 Al‑fǫethr Glossa di Snorri [padre ndash di degravei e uomini]

Gylf 20 Al‑fǫethr [padre ndash degli degravei]

Val‑fǫethr [padre ndash degli uomini (caduti in battaglia)]

Tab 4 Schema di una possibile interpretazione di Gylf 9 e 20

(b) lsquo(Patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla morte in combatti-mentorsquoAlternativamente egrave possibile interpretare valdeg nel suo significato primario di lsquostrage morte in combattimentorsquo e degfǫethr lsquoavo paternorsquo nel senso traslato che esso chiaramente assume eg in Sig‑fǫethr ovvero come lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo (su X)rsquo Secondo questa analisi aisl Val‑fǫethr significherebbe lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla strage sulla morte in combattimentorsquo e sarebbe quindi il corrispettivo antonimico di Sig‑fǫethr lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo Una tale interpretazione troverebbe supporto nelle fonti norrene in cui come abbiamo visto supra egrave senza dubbio Odino a decidere da un lato a chi tocchi la vittoria ma dallrsquoaltro anche e necessariamente a chi tocchi la sconfitta e quindi la morte (la fuga non sembra essere contemplata)

Ynglinga saga 9Opt thornoacutetti Sviacuteum hann vitrast seacuter aacuteethr stoacuterar orrostur yrethi gaf hann thornaacute sumum sigr en sumum baueth hann til siacuten thornoacutetti hvaacuterrtveggi kostr goacuteethrldquoThe Sviacutear often thought he [Oacuteethinn] appeared to them before great battles were to take place Then he gave victory to some of them and others he summoned to himself Both outcomes were consid-ered goodrdquo

Eirm 7lsquoHviacute namt thornuacute hann sigri thornaacute es thorneacuter thornoacutetti hann snjallr vesarsquo lsquoTHORNviacute at oacuteviacutest es at vita naeligr ulfr inn hǫsvi sœkir aacute sjǫt goetharsquoldquolsquoWhy did you deprive him of victory then when he seemed to you to be valiantrsquo lsquoBecause it cannot be known for certain when the grey wolf will attack the home of the godsrsquordquo

Nella Ynglinga saga lrsquoatto di Odino di bjoacuteetha til siacuten ldquochiamare a segraverdquo gli uomini egrave ovviamente un eufemismo per lsquofare morirersquo58 dato che ad essere destinati a vivere nel Valhǫll insieme a Odino sono proprio i guerrieri valorosi caduti in battaglia Parimenti in Eiriacuteksmaacutel il fatto che Odino abbia deciso di nema sigri ldquoprivare della vittoriardquo il re Eiriacutekr egrave giustificato con la necessitagrave di creare un esercito di guerrieri morti a difesa del Valhǫll prima che arrivi la fine del mondo Questi e numerosi altri passi suggeriscono quindi che aisl val(r) lsquomorte in battagliarsquo venisse impiegato in

58 Cfr lrsquoepiteto del dio dei morti greco Ade presso Eschilo (fr 406 Radt) ἀγησί-λαος lsquoche guida il popolorsquo (Daniel Koumllligan c p)

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Riccardo Ginevra

questi contesti come un antonimo di aisl sigr lsquovittoriarsquoEntrambe le interpretazioni di Val‑fǫethr proposte in questa sezione trovano in

qualche modo supporto nelle fonti norrene Sebbene lrsquoanalisi di Val‑fǫethr come (a) lsquopatriarca dei caduti in battagliarsquo sia piugrave aderente alla glossa di Snorri nei carmi eddici aisl val(r) sembra solitamente avere un significato lsquomassa dei caduti morte in battaglia stragersquo ovvero un referente inanimato piugrave adatto al significato (b) lsquo(pa-triarca =) colui che ha il controllo sulla morte in battagliarsquo il quale egrave quindi da prefe-rirsi alla prima opzione Come vedremo nelle sezioni seguenti sia lrsquointerpretazione di Sig‑fǫethr come lsquo(patriarca =) colui che ha il controllo sulla vittoria in battagliarsquo che quella di Val‑fǫethr come corrispettivo antonimico di Sig‑fǫethr (b) sono supportate da paralleli in altre tradizioni germaniche e indoeuropee

53 Paralleli in ambito germanico il dio longobardo Godan e il Dio cristiano anglosassone

Comrsquoegrave noto (cfr eg Martin 2000) in ambito germanico il ruolo del dio nordico Odino (il cui nome egrave un riflesso di pgerm WōdVna‑) come dispensatore di vitto-ria ha una perfetta corrispondenza in quanto attestato riguardo al suo corrispettivo longobardo un dio di nome Godan (un altro riflesso di WōdVna‑) allrsquointerno di una narrazione mitologica sullrsquoorigine del nome dei Longobardi (precedentemente chiamati Winili) che ricorre in forma diversa nella Cronaca di Fredegario (365) nellrsquoOrigo gentis langobardorum (1 entrambe composte durante il VII sec dC) e presso Paolo Diacono (VIII sec)

Paolo Diacono Historia langobardorum 18Refert hoc loco antiquitas ridiculam fabulam quod accedentes Wandali ad Godan victoriam de Winilis postulaverint illeque responderit se illis victoriam daturum quos primum oriente sole conspexisset [hellip] Sicque Winilis Godan victoriam concessisse

Sia questa versione di Paolo Diacono che quella dellrsquoOrigo differiscono note-volmente da quella di Fredegario mentre le prime due pur avendo diversi punti di contatto tra loro presentano anche notevoli differenze le quali permettono di ipotiz-zare che lrsquoOrigo fosse soltanto una delle fonti di Paolo e che la somiglianza tra tutti questi testi non sia dovuta (o almeno non unicamente) allrsquoinfluenza di uno di questi autori sullrsquoaltro (Heath 2017 139-148 con disamina delle letteratura a riguardo cfr anche Martin 2000) Si puograve quindi concludere che con tutta probabilitagrave presso i Longobardi questa leggenda fosse tramandata oralmente e per mezzo di fraseologia tradizionale germanica non egrave quindi implausibile supporre che eg in Paolo Diaco-no le espressioni lat se (Godan) illis victoriam daturum e Winilis Godan victoriam concessisse (di cui sono attestate varianti anche nellrsquoOrigo e presso Fredegario) tra-ducano in realtagrave due riflessi longobardi della collocazione fraseologica germanica [dio supremo (pgerm WōdVna‑) ndash dare (geba-) ndash vittoria (segiz‑) ndash ad essere

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

umano] che come visto supra soggiace anche a eg Ynglinga saga 9 gaf hann thornaacute sumum sigr ldquoegli (Odino) diede la vittoria ad alcunirdquo

Tracce di questa collocazione si potrebbero ancora riconoscere in ambito ormai cristianizzato nella letteratura anglosassone dove egrave attestata unrsquoanaloga collocazione [dio cristiano ndash dare (aing gifan pgerm geba-) ndash vittoria (sigor segiz‑) ndash ad essere umano]

Judith 88-89Forgif me swegles ealdor sigorldquoConcedimi principe del cielo la vittoriardquo

Proprio come in norreno egrave possibile mettere in stretta correlazione lrsquoepiteto di Odi-no Sig‑fǫethr lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo con i riflessi della collocazione [dio supremo (pgerm WōdVna‑) ndash dare (pgerm geba-) ndash vit-toria (pgerm segiz‑) ndash ad umano] anche in antico inglese questa collocazione si puograve collegare ad alcune frequenti kenningar per il [dio cristiano] come inter alia aing sigora waldend ldquosignore delle vittorierdquo (18x) sigora frēa ldquoidrdquo (6x) e sigora sōethcyning ldquovero re delle vittorierdquo (5x Marquardt 1938 289) Come abbiamo visto supra nelle kenningar anticoinglesi per [dio cristiano] aing faeligder lsquopadrersquo occupa spesso lo stesso slot espresso da aing degcyning lsquorersquo o frēa lsquoidrsquo ed egrave quindi intendere in unrsquoaccezione lsquocolui che ha autoritagrave controllo su Xrsquo

bull wuldor-cyning lsquore della gloriarsquo vs wuldor‑faeligder lsquopadre della gloriarsquobull moncynnes frēa ldquosignore del genere umanordquo vs faeligder mancynnes ldquopadre del

genere umanordquoSulla base di queste considerazioni se si confrontano le kenningar aing sigora

sōeth‑cyning ldquovero re delle vittorierdquo e sigora frēa ldquosignore delle vittorierdquo con eg lrsquoepiteto del Dio cristiano sōeth‑faeligder lsquovero padrersquo (Cristo 103) si puograve osservare (cfr tab 5) come una formula sigora (sōeth‑)faeligder lsquo(vero) padre delle vittoriersquo si sarebbe potuta facilmente creare sulla base della grammatica poetica anglosassone

aing wuldor-cyning degcyning lsquorersquo wuldordeg lsquodella gloriarsquo

wuldor‑faeligder degfaeligder lsquopadrersquo wuldordeg lsquodella gloriarsquo

sigora frēa frēa lsquosignorersquo sigora lsquodelle vittoriersquo

sigora sōeth‑cyning (sōeth‑)cyning lsquo(vero) rersquo sigora lsquodelle vittoriersquo

sōeth‑faeligder (sōeth‑)faeligder lsquo(vero) padrersquo

sigora (sōeth‑)faeligder (sōeth‑)faeligder lsquo(vero) padrersquo sigora lsquodelle vittoriersquo

aisl Sig‑fǫethr degfǫethr lsquoavo paternorsquo Sigdeg lsquodella vittoriarsquo

Sig‑faethir degfaethir lsquopadrersquo Sigdeg lsquodella vittoriarsquo

Tab 5 Kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano ed epiclesi di Odino in Sigdeg

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Riccardo Ginevra

In linea teorica sulla base del sistema formulare anticoinglese si sarebbe quindi potuto creare senza difficoltagrave un epiteto del [dio cristiano] sigora (sōeth)faeligder ldquo(vero) padre delle vittorierdquo equivalente funzionalmente allrsquoepiteto di Dio aing sigora frēa ldquoprincipe delle vittorierdquo e imparentato etimologicamente con gli epiteti di Odino aisl Sig‑fǫethr e Sig‑faethir lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo Eppure una tale ipotetica ma altamente plausibile kenning non egrave mai attestata nei testi anglosassoni anche qui egrave possibile ipotizzare che questo genere di fraseologia venisse evitato dagli autori cristiani a causa delle sue associazioni pagane

54 Paralleli indoeuropei il Dio cristiano irlandese e il dio Zeus nellrsquoepica greca arcaica

I temi mitologici e i motivi fraseologici trattati nelle sezioni precedenti presentano diverse corrispondenze in ambito indoeuropeo Anzitutto egrave possibile individuare vari paralleli per la collocazione [dio ndash dare ndash vittoria ndash ad essere umano] eg in italico (latino) e celtico (medio irlandese)

Liv 3030 Hannibalem cui tot de Romanis ducibus victoriam di dedissent ldquoAnnibale a cui gli degravei hanno dato la vittoria su cosigrave tanti generali romanirdquo

Annali frammentari drsquoIrlanda sub anno 868Na h-iomraidhidh teicheadh acht tairisnighidh isin Choimdhidh o f-fuil cosgar dona Criostaidhibh ldquoNon pensate alla fuga ma confidate nel Signore che dagrave la vittoria ai Cristianirdquo

Mentre presso Livio sono degravei generici a dare la vittoria al mortale Annibale negli Annali medioirlandesi ricorre la stessa collocazione [dio cristiano ndash dare ndash vitto-ria ndash ad essere umano] riscontrata supra in antico inglese

Egrave la tradizione greca tuttavia a offrire le corrispondenze piugrave interessanti In pri-mo luogo anche nellrsquoIliade ricorre la collocazione [dio ndash dare ndash vittoria ndash a essere umano] attestata inter alia presso Livio

Il 7291-292 (asymp 7377-378)ὕστερον αὖτε μαχησόμεθ᾿ εἰς ὅ κε δαίμων ἄμμε διακρίνῃ δώῃ δ᾿ ἑτέροισί γε νίκηνldquopoi combatteremo di nuovo fino a quando un dio non abbia deciso fra noi agli uni o agli altri dando vittoriardquo

Comrsquoegrave noto tuttavia nellrsquoIliade non egrave di solito un dio generico ad assegnare la vittoria egrave il dio supremo Zeus a essere regolarmente il soggetto della collocazione [dio supremo ndash dare ndash vittoria ndash ad umano] che abbiamo visto supra ricorrere an-che in antico nordico (Ynglinga saga 9 gaf hann thornaacute sumum sigr ldquoegli [Odino] diede la vittoria ad alcunirdquo) e in varie altre tradizioni indoeuropee

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Il 7202-203ldquoΖεῦ πάτερ Ἴδηθεν μεδέων κύδιστε μέγιστε δὸς νίκην Αἴαντι καὶ ἀγλαὸν εὖχος ἀρέσθαιldquoZeus padre signore dellrsquoIda gloriosissimo sommo dagrave la vittoria ad Aiace e che abbia un succes-so gloriosordquo59

Il 17627Ζεύς ὅτε δὴ Τρώεσσι δίδου ἑτεραλκέα νίκηνldquoche Zeus dava ai Troiani lrsquoalterna vittoriardquo

Il 8175-176γιγνώσκω δ᾿ ὅτι μοι πρόφρων κατένευσε Κρονίων νίκην καὶ μέγα κῦδος ἀτὰρ Δαναοῖσί γε πῆμαldquoCapisco che a me di buon grado ha accordato il figlio di Crono grande gloria e vittoria sciagura invece ai Danairdquo

Nellrsquoultimo passaggio citato Zeus egrave esplicitamente detto dispensare vittoria e gloria a una delle due parti in battaglia Ettore e i Troiani e al contrario πῆμα lsquorovi-na sofferenzarsquo alla parte avversa gli Achei questrsquoultimo esito consiste a sua volta con tutta probabilitagrave in un massacro come si puograve dedurre eg da Il 22288 in cui Achille che sta facendo strage di Troiani egrave chiamato πῆμα μέγιστον ldquomassima rovi-nardquo da questi Si tratta quindi di un parallelo interessante per il passo citato supra di Ynglinga saga 9 in cui Odino egrave detto esplicitamente dispensare vittoria a uno degli eserciti (gaf hann thornaacute sumum sigr ldquoallora diede ad alcuni la vittoriardquo) e di conseguen-za morte allrsquoaltro (sumum baueth hann til siacuten ldquochiamograve altri presso di seacuterdquo)

Un altro passo rilevante egrave quello in cui Zeus egrave detto privare i guerrieri della vit-toria

Il 16686-693εἰ δὲ ἔπος Πηληιάδαο φύλαξεν ἦ τ᾿ ἂν ὑπέκφυγε κῆρα κακὴν μέλανος θανάτοιο ἀλλ᾿ αἰεί τε Διὸς κρείσσων νόος ἠέ περ ἀνδρῶν ὅς τε καὶ ἄλκιμον ἄνδρα φοβεῖ καὶ ἀφείλετο νίκην ῥηιδίως ὅτε δ᾿ αὐτὸς ἐποτρύνῃσι μάχεσθαι ὅς οἱ καὶ τότε θυμὸν ἐνὶ στήθεσσιν ἀνῆκεν Ἔνθα τίνα πρῶτον τίνα δ᾿ ὕστατον ἐξενάριξας Πατρόκλεις ὅτε δή σε θεοὶ θάνατόνδε κάλεσσανldquoSe avesse invece ascoltato il consiglio del figlio di Peleo avrebbe evitato il destino maligno della morte nera Ma la mente di Zeus egrave sempre piugrave forte di quella degli uomini incute paura anche in un prode e senza fatica gli strappa la vittoria altra volta lui stesso lo spinge a combattere Cosigrave quella volta gli accese lrsquoanimo in petto A chi allora per primo a chi per ultimo togliesti lrsquoarmatura Patro-colo quando gli degravei ti chiamarono a morterdquo

Om ἀφείλετο νίκην ldquoprivograve della vittoriardquo (che ricorre anche in Il 17177) costi-tuisce uno stretto parallelo fraseologico per lrsquoespressione aisl namt sigri ldquoprivasti della vittoriardquo nel testo di Eirm 7 citato supra Nel passo scaldico tuttavia questa

59 Egrave degno di nota come in questo passaggio la preghiera per ricevere la vittoria inizi con un rif lesso della formula apposizionale al vocativo pie di eacuteu pə2ter lsquoo Cielo padrersquo sup-portando la connessione tra la concettualizzazione del dio supremo come signore degli esseri umani e come dispensatore della vittoria proposta supra (cap 4)

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Riccardo Ginevra

locuzione sembra riferirsi metonimicamente alla morte del guerriero (Odino ldquopriva della vittoriardquo re Eiriacutekr facendolo morire) mentre nel testo omerico ἀφείλετο νίκην si riferisce piugrave che altro alla facoltagrave di Zeus di mettere in fuga persino i guerrieri piugrave coraggiosi e non di farli morire (ciograve egrave ancora piugrave chiaro nellrsquounica altra occorrenza del sintagma in Il 17) Egrave possibile tuttavia notare come anche nellrsquoIliade la locu-zione venga incorniciata da riferimenti alla morte di Patroclo suggerendo che vi sia effettivamente una qualche associazione di contiguitagrave tra privazione della vittoria e morte anche nel testo omerico

Infine il parallelo tra Odino Sig‑fǫethr e Val‑fǫethr patrono della vittoria da un lato e della morte in battaglia dallrsquoaltro e Zeus nellrsquoIliade dispensatore di vittoria per uno schieramento e quindi necessariamente di sconfitta e morte per lrsquoaltro egrave esemplificato magistralmente dalle scene in cui il dio greco adopera la sua famosa bilancia60

Il 19221-224αἶψά τε φυλόπιδος πέλεται κόρος ἀνθρώποισιν ἧς τε πλείστην μὲν καλάμην χθονὶ χαλκὸς ἔχευεν ἄμητος δ᾽ ὀλίγιστος ἐπὴν κλίνῃσι τάλαντα Ζεύς ὅς τ᾽ ἀνθρώπων ταμίης πολέμοιο τέτυκταιldquoPresto agli uomini viene la nausea di una battaglia in cui molta paglia a terra il bronzo riversi ma il raccolto sia poco quando i due piatti bilancia Zeus che della guerra fra gli uomini egrave il tesoriererdquo

Quando Zeus inclina la sua bilancia ldquomolta pagliardquo (πλείστην μὲν καλάμην) vie-ne riversata a terra una metafora per i caduti in battaglia (Edwards 1991 ad loc) Come Odino Zeus egrave quindi sia σωτήρ lsquosalvatorersquo che distruttore61 Lrsquoimmagine po-etica della bilancia del dio rappresenta metaforicamente la necessitagrave che a qualsi-asi vittoria assegnata da Zeus ad una schiera corrispondano sconfitta e morte per la schiera opposta e corrisponde quindi perfettamente sul piano concettuale alla relazione tra le epiclesi di Odino Sig‑fǫethr (sigr lsquovittoriarsquo) e Val‑fǫethr (val[r] lsquomorte in battagliarsquo) vittoria e sconfitta sono due facce di una stessa medaglia due brac-cia di una stessa bilancia e lo stesso dio che governa la vittoria non puograve esimersi dal dispensare contemporaneamente sconfitta e morte62 Questa concettualizzazione polare della guerra attestata sia in norreno che in greco omerico supporta quindi lrsquointerpretazione (b) lsquo(patriarca =) colui che ha autoritagrave controllo sulla morte in battagliarsquo per aisl Valfǫethr al contrario il significato alternativo (a) lsquopatriarca degli uomini caduti in battagliarsquo non sembra avere corrispondenze strette in ambito indo-europeo nonostante il motivo secondo cui gli eroi morti in battaglia dimorerebbero

60 Sul motivo del giudizio di Zeus con la bilancia cfr Dietrich 196461 Per lrsquoepiteto σωτήρ di Zeus cfr eg Pi O 517 Aristoph Thes 1009 Per Zeus come

dispensatore di morte e distruzione cfr Dietrich 1964 106 n 4262 Cfr anche ved vijeṣa‑kŕ t- lsquoche crea vittoriarsquo che egrave un epiteto del dio Indra in RV

10845a vijeṣakŕd iacutendra ivānavabravoacute ldquocreating victory like Indra without talking us downrdquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

in un ldquoparadiso separatordquo ricorra presso varie tradizioni indoeuropee63

Per concludere uno stretto parallelo per aisl Sig‑fǫethr lsquopatriarca della vittoriarsquo si puograve individuare nel per la veritagrave assai tardo (cfr Allen et al 1936 ad loc) Inno omerico ad Ares (4) in cui il dio (in realtagrave identificato con il pianeta Marte in questo testo) egrave invocato come Νίκης εὐπολέμοιο πάτερ ldquoo padre della vittoria della buona guerrardquo Epiteti di Zeus dal significato lsquopadrersquo lsquoavo paternorsquo o lsquopatriarca della vitto-riarsquo non sono attestati invece se non nel poema epico anchrsquoesso tardo Dionysiaca di Nonno di Panopoli (2205ss) in cui il dio egrave detto essere il τοκεύς lsquogenitorersquo della dea Νίκη lsquoVittoriarsquo Egrave tuttavia interessante notare come nella Teogonia di Esiodo la dea Vittoria sia detta risiedere presso la casa di Zeus

Hes Th 383-389Στὺξ δrsquo ἔτεκrsquo Ὠκεανοῦ θυγάτηρ Πάλλαντι μιγεῖσα Ζῆλον καὶ Νίκην καλλίσφυρον ἐν μεγάροισι καὶ Κράτος ἠδὲ Βίην ἀριδείκετα γείνατο τέκνα τῶν οὐκ ἔστrsquo ἀπάνευθε Διὸς δόμος οὐδέ τις ἕδρη οὐδrsquo ὁδός ὅππῃ μὴ κείνοις θεὸς ἡγεμονεύει ἀλλrsquo αἰεὶ πὰρ Ζηνὶ βαρυκτύπῳ ἑδριόωνται ὣς γὰρ ἐβούλευσε Στὺξ ἄφθιτος ὨκεανίνηldquoStige figlia di Oceano unitasi a Pallante generograve Zelos e Nike dalle belle caviglie nel suo palaz-zo e generograve Cratos e Bie illustri figli non crsquoegrave per loro dimora neacute soggiorno lontano da Zeus neacute strada per la quale il dio non li preceda sempre presso Zeus dal cupo fragore hanno la loro sede Cosigrave infatti meditograve Stige Oceanina immortalerdquo

In questo brano la dea infera Stige affida a Zeus i propri figli64 Ζῆλος lsquoRivalitagraversquo Νίκη lsquoVittoriarsquo Κράτος lsquoForzarsquo e Βίη lsquoViolenzarsquo Zeus egrave lrsquounico a decidere dove di-rigerli e a chi dispensarli ed essi sono destinati a vivere per sempre in casa del dio il quale sembra quindi comportarsi come un lsquopadre affidatariorsquo (ing foster-father) nei loro confronti65 Esiodo sembrerebbe quindi rendere in chiave mitologica la stes-sa concettualizzazione che sta alla base degli epiteti di Odino Sig‑fǫethr lsquoavo paterno della vittoriarsquo e Sig‑faethir lsquopadre della vittoriarsquo proprio come Zeus Odino egrave lrsquounico a poter assegnare la lsquovittoriarsquo (sigr) ed egrave per questo descritto come il suo lsquopatriarcarsquo (degfǫethr lsquoavo paternorsquo o degfaethir lsquopadrersquo)

63 Cfr West 2007 349-350 per lo stesso concetto nel MBh cfr Feller 2004 286ss64 Sulle ragioni per cui Stige in Esiodo egrave la madre di Rivalitagrave Vittoria Forza e Violen-

za cfr West 1966 ad loc65 Sullrsquoadozione e lrsquoaffidamento (ing fosterage) nellrsquoAntica Grecia e nel Mediterra-

neo in generale cfr Huebner 2013 West (1966 ad 384) nota inoltre la corrispondenza con lrsquoiconografia della statua di Zeus a Olimpia opera di Fidia che ritraeva il dio con una piccola Nike nella mano destra

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PARTE IIARTIGIANI CREATORI E POETI

NOME E NOMI DEI DVERGAR

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6 I NANI CHE FOGGIANO LA POESIA ANTICO ISLANDESE DVERGR PROTOGERMANICO

DTHORNWERG-A- E PROTOINDOEUROPEO TUERḰ- lsquoTAGLIARE FOGGIARErsquo

Aisl dvergr (plurale dvergar) che si egrave soliti tradurre in italiano come lsquonanorsquo egrave il nome di una categoria di esseri fantastici della mitologia scandinava Il sostantivo dvergr egrave molto ben attestato nellrsquoEdda poetica ad esempio ben 6 volte nella sola Vǫluspaacute (per le attestazioni in 9-10 cfr infra cap 7)

Vsp 125-8

Naacuter oc Nyacuteraacuteethr ndash nuacute hefi ec dverga ndash Reginn oc Raacuteethsviethr ndash reacutett um talethaldquoNar e Nyraethr ordunque i nani ndash Reginn e Raethsviethr ndash come si doveva ho enumeratordquo

Vsp 141-4

Maacutel er dverga iacute Dvalins liethi lioacutena kindom til Lofars telialdquoEgrave tempo di enumerare fino a Lofarr i nani della schiera di Dvalinn ai figli degli uominirdquo

Vsp 485-8

stynia dvergar fyr steindurom veggbergs viacutesir ndash vitoeth eacuter enn eetha hvatldquoGemono i nani davanti alle porte di pietra esperti di pareti rocciose E voi riuscite a seguirerdquo

Aisl dvergr egrave attestato altresigrave anche nei carmi eddici Hav (143) Alv (+) Rthorn (16 ma con il significato lsquospillarsquo) Hrv (8 19) Hdl (7 per le attestazioni in Alv e Hdl cfr infra cap 7)

Hav 1431-3

Oacuteethinn meeth aacutesom enn fyr aacutelfom Daacuteinn Dvalinn dvergom fyrirldquoOdino con gli asi e Dain per gli elfi innanzi ai nani (sono chiamato) Dvalinnrdquo

NellrsquoEdda in prosa il sostantivo dvergr ricorre diverse volte sia in Gylf (da 8 in poi) che in Skaacuteld (da g57 in poi diversi passaggi significativi sono analizzati infra cap 7) Nel corpus poetico scaldico dvergr egrave attestato spesso in una collocazione [liquidobevanda ndash dei dvergar] che egrave una kenning per [poesia] (Meissner 1921 428) cfr eg Eskaacutel Vell 44 e HSt Rst 313

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Riccardo Ginevra

HSt Rst 311-4

Ǫrrjoacuteethr allra daacuteetha jartegnir vann bjartar mdash dvergregn dyacuterethar megnum dimmt mdash iacute sinn it fimta ldquoThe arrow-reddener [warrior = Oacutelaacutefr] performed bright proofs of all [his] deeds for the fifth time we [I] strengthen the dark dwarf-rain [poetry] of gloryrdquo

Non sono conosciute antiche raffigurazioni di dvergar su pietre runiche o altri supporti analoghi ma Sassone il Grammatico nelle Gesta Danorum (325) si riferi-sce con il termine lat satyrus a un personaggio di nome Mimingus il quale sembre-rebbe riflettere un dvergr (cfr infra cap 7) ciograve potrebbe riflettere un aspetto ibrido umano-animale dei dvergar essendo i satiri della mitologia classica notoriamente creature dallrsquoaspetto ibrido umano-caprino

Lrsquoetimologia di aisl dvergr egrave tuttora oggetto di discussione Esso egrave da ricondurre a una formazione pgerm (o meglio germanico nordoccidentale dal momento che il termine non egrave attestato in gotico) dwerga- la quale va sicuramente ricostruita anche per aing dweorgh as gi-dwerg aat (gi-)twergc riflessi di germ occ dwerg al cui significato principale lsquoumano o umanoide di bassa staturarsquo si rifagrave la traduzione italiana corrente di aisl dvergr come lsquonanorsquo Tuttavia lrsquoimmagine dei dvergar come esseri di bassa statura poco supportata dai testi nordici egrave da ritenersi uno sviluppo successivo tipico del folktale (Motz 1973 111 Liberman 2016 304-305) I dvergar eddici sono al contrario personaggi mitologici messi sullo stesso piano di aeligsir lsquodegraveirsquo alfar lsquoelfirsquo e jǫtnar lsquogigantirsquo (anche questrsquoultimo in realtagrave egrave un termine che origina-riamente non implicava una statura specifica cfr Jackson 2014) eg nel passo di Hav 1431-3 citato supra o nei cataloghi dello Alv (passim)

Lrsquoipotesi che questa situazione sia da ricondurre allrsquounitagrave germanica egrave corrobo-rata dal fatto che aing dweorgh oltre a glossare lat nanus pigmeus e pumilius lsquonanorsquo (AntGl 6 781 CollGl 11 78 AEligGl 3023) indica nei manuali di medicina di etagrave cristiana un essere maligno che causa una malattia specifica (secondo Cameron 1993 152 da identificare con una febbre accompagnata da deliri e convulsioni) Ciograve ha uno stretto parallelo nellrsquoincantesimo Wieth faeligrstice lsquoContro un dolore pungente improvvisoviolentorsquo (23) in cui la possibile causa di un malanno egrave attribuita a un ēsa gescot ldquocolpo degli degraveirdquo o a un ylfa gescot ldquocolpo degli elfirdquo66 La demonizza-zione di esseri divini pagani egrave un fenomeno ben attestato presso i popoli di recente cristianizzazione lrsquoidentificazione di esseri divini come causa delle malattie non egrave tuttavia necessariamente indice di demonizzazione cfr eg la pestilenza causata da Apollo con le sue frecce nel primo libro dellrsquoIliade e il corrispondente vedico di Rudra che con le sue frecce causa morte e malattia in uomini e animali (cfr West 2007 148 con letteratura)67 Come degravei e jǫtnar anche i dvergar potevano essere ve-

66 Cfr anche ted Hexen-schuss (letteralmente lsquocolpo della stregarsquo) e Alb-schoss (lsquocolpo dellrsquoelforsquo) termini per lsquolombalgia mal di schienarsquo (Patrick V Stiles c p)

67 Per paralleli tra questo aspetto di Apollo ed il dio anatolico Iyarri che causa le pesti-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

rosimilmente sia forze benigne che maligne cfr eg il ruolo del dvergr Alviacutess come nemico di Thor in Alviacutessmaacutel o il racconto di Snorri in Heimskringla (12) secondo cui il re Sveigethir sarebbe morto dopo esser stato adescato con lrsquoinganno dentro una caverna da un dvergr68

Numerose proposte etimologiche sono state avanzate per aisl dvergr e pgerm dwerga- di cui saranno menzionate in questa sede soltanto alcune per una rassegna esaustiva cfr Liberman 2008 (sv dwarf) De Vries (1962 sv dvergr) suggerisce una connessione con pgerm thornwerha‑ lsquotrasversale incrociatorsquo (aisl thornwerr aing thornweorh ted quer) con oscillazione pgerm dw- thornw‑ (su cui cfr infra 61) la quale sebbene attraente sul piano formale egrave difficoltosa sul piano della semantica Kroonen (2013 svv dwerga- e dwergan-) sostiene una corrispondenza tra pgerm dwerg-a- trasposto come pie dhuergh-o- e il verbo mat zwergen lsquoschiacciare pizzicarersquo da lui ricondotto a un verbo pgerm dwerg-a- lsquoidrsquo motivando questa derivazione con lrsquoidea cosmologica secondo cui quattro dvergar sorreggerebbero il cielo Liberman propone unrsquoetimologia da pgerm dwez‑ga‑ lsquoessere soprannatura-lersquo un derivato di pgerm dwes- radice attestata eg da aing (ge)dwǣs lsquostupido folle impostorersquo e mat getwacircs lsquospettro fantasmarsquo a cui sarebbe da connettere a suo avviso anche gr θεός lsquodiorsquo Questa ipotesi presenta diverse difficoltagrave sia sul piano morfologico (la formazione con un suffisso pgerm -ga- applicato direttamente alla radice non egrave scontata) che etimologico (gr θεός e arm diklsquo lsquodegravei [plurale]rsquo sono correntemente ricondotti a pie dhh1s-o- cfr Beekes 2010 sv) e semantico (pre-suppone che i dwerga- protogermanici fossero principalmente esseri demoniaci e trascura completamente lrsquoaccezione lsquopersona di bassa staturarsquo) ed egrave pertanto da ri-tenersi poco plausibile69

In questo capitolo vedremo come sia piuttosto possibile ricondurre aisl dvergr e pgerm dwerga- a un derivato della radice pie tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo attesta-ta inter alia dal nome dellrsquoartigiano divino ved Tvaacuteṣṭar‑ Nel capitolo successivo vedremo come questa interpretazione sia corroborata da numerose corrispondenze tra la caratterizzazione dei dvergar scandinavi e quella del dio vedico Tvaṣṭar nelle rispettive tradizioni mitologiche Ulteriori corrispondenze in ambito indoeuropeo di preciso nelle tradizioni classiche verranno poi trattate nel cap 8 mentre il cap 9 egrave dedicato allrsquoanalisi di nomi di singoli dvergar

lenze con i suoi dardi cfr Archi 197868 In questo passo Snorri sta tuttavia parafrasando dei versi scaldici (THORNjoacuteeth Yt 2) lrsquoaned-

doto potrebbe quindi derivare da unrsquointerpretazione errata di questi ultimi69 Da un punto di vista fonologico non egrave neanche sicuro che il rif lesso di pgerm dwez-

ga- sarebbe stato aisl dvergr cfr eg got azgo e aisl aska lsquocenerersquo

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Riccardo Ginevra

61 Aisl dvergr e norv dial tverg come riflessi di pgerm dthornwerg-a-

In accordo con lrsquoetimologia corrente il punto di partenza della nostra analisi egrave ricon-durre aisl dvergr e i riflessi di germ occ dwerg (aing dweorgh as gi-dwerg aat [gi-]twergc) a un sostantivo tematico pgerm dwerg-a- Il femminile aisl dyrgja che egrave stato ricondotto a un derivato con grado ridotto della radice durg‑jō(n)- (eg Kroonen 2013 sv dwerga-) egrave piugrave probabilmente da analizzare come riflesso di dvirg-ja70 un semplice derivato mozionale di dvergr di etagrave relativamente recente

In quanto segue si prenderagrave in considerazione la possibilitagrave che pgerm dwerg-a- sia una variante secondaria di unrsquooriginaria formazione pgerm thornwerg‑a‑ Una tale alternanza egrave effettivamente attestata in norvegese in cui accanto allrsquoatteso dverg ricorre una variante dialettale tverg (attestata a Innherred e Hallingdal secondo Grunnmanuskriptet) che riflette precisamente una formazione pgerm thornwerg‑a‑71 oltretutto anche aat (gi-)twergc puograve continuare regolarmente sia pgerm dwerg-a- che thornwerg‑a- (cfr infra)

Questa variazione presenta diversi paralleli come egrave stato notato da tempo (cfr eg de Vries 1962 sv dvergr) diverse formazioni germaniche presentano infatti unrsquooscillazione a inizio di parola tra pgerm dw- e thornw‑ le cui cause non sono chiare ma la cui esistenza non egrave da mettere in discussione Paradebeispiel egrave il caso di aisl dvenadvinadviacutena lsquoscemare consumarsirsquo (verbo debole) e aing dwīnan lsquoidrsquo (verbo forte) riflessi di pgerm dw(ī)n-a- vs asved thvīna lsquoidrsquo e aing thornwīnan lsquoidrsquo riflessi di pgerm thornwīn‑a‑72 Per capirne lrsquoorigine da un lato si puograve notare come lrsquoalternanza tra pgerm d e thorn sia molto ben attestata allrsquointerno e in fine di parola dove essa egrave dovuta allrsquoeffetto della Legge di Verner su riflessi di pie t dallrsquoaltro va osservato che nelle lingue germaniche i gruppi consonantici costituiti da una dentale seguita da un riflesso di pgerm w sono spesso instabili in posizione iniziale (e non solo)73 si vedano eg i seguenti casi

70 Per aisl -y- lt -vi- in un contesto analogo (CvirCj- lt CwerCj-) cfr eg il verbo debo-le aisl kyrkia lsquostrangolarersquo dal piugrave antico (e parimenti attestato) kvirkja un denominativo di kverk lsquogolarsquolt pgerm kwerkō‑ lsquoidrsquo (cfr de Vries 1962 sv)

71 Grunnmanuskriptet (1935 https wwwdokprouiononynorskgmanusgmanusso-ek_fsidehtml ultimo accesso 14022020) egrave una delle fonti del Norsk Ordbok pubblicate onli-ne da Dokumentasjonsprosjektet (https wwwdokprouiono ultimo accesso 14022020) Sono grato ad Adam Hyllested per avermi fornito i dati sulla variante dialettale tverg e i rela-tivi riferimenti

72 Lrsquoetimologia corrente di questi verbi da pie dhgu hei - lsquoscomparire perire (per il calo-re)rsquo (cfr gr φθίνω lsquoscomparirersquo ved kṣiṇ‑ā‑ti lsquofar perirersquo LIV2 150-152) ha fatto pensare (cfr eg Kroonen 2013 svv) che questa oscillazione rif letta esiti diversi per uno stesso thorn clu-ster pie dhgu h- il cui condizionamente non sarebbe tuttavia chiaro (pie dhgu h- egrave continuato da φθ- in greco e da kṣ‑ in vedico senza oscillazioni di questo tipo)

73 Per lrsquoinstabilitagrave di questi gruppi consonantici in posizione interna cfr eg germ occ

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull se si esclude la possibilitagrave che si tratti di prestiti o formazioni onomatopei-che egrave possibile eg ricostruire unrsquooscillazione pgerm thornw‑ vs tw- alla base di aat thwingandwingan lsquocostringere affliggerersquo (pgerm thornweng‑a‑) vs aing twengan e ing twinge lsquopizzicarersquo (pgerm twang-ija-) entrambi riflessi di pie tuenk- lsquopre-merersquo (LIV2 655 OED sv) lo stesso egrave possibile per aat dwiril (ted Quirl lsquofrul-latorersquo) e aing thornwirel lsquostick for whipping milkrsquo (entrambi da pgerm thornw‑) vs ing twirl lsquovolteggiorsquo (che sembra riflettere pgerm tw-) riflessi di pie tuer- lsquomescola-re agitarersquo (LIV2 655)

bull in antico alto tedesco dw- (pgerm thornw‑) e tw- (dw-) si confondono giagrave alla fine del periodo tardoaltotedesco per poi confluire senza eccezioni in mat tw- cfr eg mat twingen riflesso di aat thwingandwingan lsquocostringere affliggerersquo (cfr Braune-Reiffenstein 2004 166 n 8)

bull il gruppo consonantico mat tw- ha a sua volta due diversi esiti in tedesco moderno zw‑ (eg ted zwaumlngen) e qw‑ (eg qwaumlngeln) che hanno avuto origine probabilmente come varianti diatopiche (cfr Paul 2007 166-167)

Fenomeni analoghi sono attestati in germanico anche per altri gruppi compo-sti da una consonante dentale seguita da una sonante cfr eg lrsquooscillazione aisl thornr‑ dr- in posizione iniziale attestata da aisl drima lsquobattagliarsquo vs thornrima lsquorumore battagliarsquo (cfr de Vries 1962 svv)74 Anche presso altre lingue indoeuropee i gruppi di consonante dentale seguita da un riflesso di pie u mostrano oscillazioni poco chiare cfr eg in latino i riflessi di du- in posizione iniziale (bellum vs duellum entrambi da duello- cfr Weiss 2009 161 e n 12)

Qualora essa non riflettesse un processo di natura fonologica lrsquoattestazione di pgerm dw- al posto dellrsquoatteso thornw‑ si puograve spiegare in due modi Essa potrebbe anzitutto essere da ricondurre a una sostituzione analogica dellrsquoinizio di parola75 la quale come vedremo infra avrebbe potuto (se non addirittura dovuto) aver luogo ai fini dellrsquoallitterazione allrsquointerno di una formula frequente con un secondo elemento che iniziava con pgerm d- (pie dh-) Meno probabilmente potrebbe trattarsi qui di una modificazione irregolare dellrsquoinizio di parola di ordine tabuistico del tipo di pgerm wurmi- lsquoserpente vermersquo e lat vermis riflessi di urmi- interpretabile come una forma nata tabuisticamente da pie kurmi- (Watkins 1995 416) Lrsquoipotesi piugrave plausibile egrave che abbia avuto luogo una combinazione dei primi due fattori sul-la base di unrsquoalternanza fonologica pre-esistente tra una variante in thornw‑ e una in

fe(w)war lsquoquattrorsquo (aing feower) vs pgerm fedwar (got fidwor) (cfr Stiles 1985-86 per unrsquoanalisi di questrsquoalternanza come rif lesso di processi regolari) aing seld lsquosalarsquo (selidwō‑) vs pgerm salithornwō‑ (cfr Ringe 2014 236 ldquo[hellip] d is unexpected lexical analogy [hellip]rdquo)

74 Cfr anche lo sviluppo pgerm -thornl‑ aat -f l- in posizione interna attestato eg da aing thornerscold e aisl thornreskoldr vs aat driskufli (cfr Braune-Reiffenstein 2004 163 n 2)

75 Ringrazio Andrea Lorenzo Covini per avermi suggerito di prendere in considerazio-ne tale possibilitagrave

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Riccardo Ginevra

dw- la seconda potrebbe essere stata selezionata ai danni della prima in virtugrave delle sue proprietagrave metriche

62 Pgerm thornwerg-a- come riflesso di pie tuerḱ- lsquotagliare foggia-rersquo

Pgerm dwerg-a- puograve quindi rappresentare una variante di pgerm thornwerg‑a‑ (di-rettamente attestato nei dialetti norvegesi) il quale egrave a sua volta il regolare riflesso di pie tuerḱ-oacute- un derivato del tipo tem-oacute- (Nussbaum 2017 cfr anche Malzahn 2013) ben attestato in germanico Pie tuerḱ-oacute- sarebbe quindi una formazione primaria da ricondurre alla radice pie tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo attestata inter alia da ved Tvaacuteṣṭar‑ lsquoartigiano (divino)rsquo aav ϑβōrəštar- lsquoartigiano intagliatore carpen-tierersquo gr att σάρξ ed eol e dor σύρξ lsquocarnersquo

Il tipo derivazionale tem-oacute- (proprio come il piugrave noto tipo tom-oacute-) poteva avere sia semantica agentiva che passiva (esempi da Nussbaum 2017 249-250)

(a) per il significato agentivo cfr gall hy lsquocoraggiosorsquo (e probabilmente anche lo hapax ved sahaacute‑ lsquovittoriosorsquo Weiss 2017 386) riflesso di seǵh-oacute- lsquoche con-quistarsquo (pie seǵh- lsquosopraffare conquistarersquo cfr gr ἔχω lsquopossederersquo e ved saacuteh‑a-te lsquovincere sconfiggerersquo seǵh-oe-)

(b) per il significato passivo cfr lat fīd‑us lsquofidatorsquo riflesso di bheidh-oacute- lsquoche egrave fidato in cui si confidarsquo (pie bheidh- lsquofidarsi di confidare inrsquo cfr gr πείθομαι lsquoid credere essere persuasorsquo bheacuteidh-oe-)

Il derivato pie tuerḱ-oacute- puograve quindi avere avuto sia (a) un significato agentivo lsquoquello che taglia foggiarsquo che (b) un significato passivo lsquoquello che egrave tagliato fog-giatorsquo entrambi trovano riscontro nei riflessi di pgerm dwerg-a-

(a) Un significato lsquoquello che taglia foggiarsquo ha paralleli esatti nella fraseologia che nei testi letterari nordici ricorre in relazione ai dvergar come vedremo nel cap 7 infatti questi personaggi sono continuamente (e quasi esclusivamente) menziona-ti nel loro ruolo di artigiani mitici (lsquoquelli che foggianorsquo) soprattutto come soggetto allrsquointerno di collocazioni del tipo [dvergr ndash foggiare ndash oggetto] I numerosi pa-ralleli con i testi vedici sullrsquoartigiano divino Tvaṣṭar permettono inoltre di ricostruire collocazioni indoeuropee del tipo [artigiano mitico (pie tuerḱ‑ aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar‑) ndash foggiare ndash oggetto] Un significato lsquoquello che taglia pungersquo potrebbe infine anche soggiacere al significato lsquospillarsquo di aisl dvergr in Rthorn 16

(b) Un significato lsquoquello che egrave tagliatorsquo non trova al contrario riscontro nel-la mitologia dei dvergar nordici (neacute del vedico Tvaṣṭar) ma corrisponde da vici-no allrsquoaccezione lsquopersona di statura molto bassa nanorsquo attestata per vari riflessi di pgerm dwerg-a- (cfr eg aing dweorgh che glossa lat nanus) lo sviluppo seman-tico da lsquotagliato (via)rsquo a lsquocorto bassorsquo ha infatti diversi paralleli nelle lingue indoeu-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ropee76 cfr eg lat curtus lsquocorto bassorsquo (pie [s]kr-toacute- lsquotagliatorsquo o kur-toacute- lsquoidrsquo) o ing short lsquocorto bassorsquo (pgerm skurta- lsquotagliato viarsquo)77

La caratterizzazione anatomica della figura mitica nordica del dvergr originariamente lsquoquello che taglia foggiarsquo (cioegrave lrsquolsquoartigianorsquo) come lsquopersona di sta-tura molto bassa nanorsquo egrave come osservato supra tarda e con tutta probabilitagrave da ricondurre a una confluenza tra questi due significati Un ruolo non indifferente avragrave giocato anche la tendenza a trasformare figure mitologiche pagane in spiritelli di piccole dimensioni cfr eg i nobili alfar lsquoelfirsquo nordici (cosigrave autorevoli da essere nominati nellrsquoEdda quasi esclusivamente in coppia con gli aeligsir lsquodegraveirsquo) vs i piccoli elfi del folklore inglese e tedesco (cfr eg William Shakespeare Sogno di una notte di mezzrsquoestate atto 2 scena 2 vv 4-5 Some war with rere-mice for their leathern wings To make my small elves coats cfr anche atto 2 scena 1 vv 30-31 in cui gli elfi sono detti nascondersi nelle ghiande) Che lo stesso derivato attesti sia seman-tica agentiva che passiva allrsquointerno di unrsquounica lingua indoeuropea non egrave sorpren-dente (Nussbaum 2017 242) cfr eg gr om σκοπός che significa sia lsquoguardianorsquo (lsquoquello che osservarsquo eg Il 23359) che lsquobersagliorsquo (lsquociograve che egrave osservatorsquo eg Od 226)

63 Paralleli in ambito germanico mat zwergen e aing ġethornūren

Sebbene sul piano sincronico aisl dvergr e gli altri termini germanici sembrino es-sere isolati egrave possibile individuare diversi paralleli nelle lingue germaniche antiche Come notato supra Kroonen (2013 svv dwerga- e dwergan-) propone infatti una corrispondenza tra pgerm dwerga- (da lui trasposto come pie dhuergh-o-) e il verbo mat zwergen lsquoschiacciare pizzicarersquo (che egli riconduce meccanicamente a pgerm dwerg-a- e pie dhuergh-oe-)

Reinfried von Braunschweig 9226mich grimmet unde zwirget daʒ jacircmer ldquola disperazione mi graffia e mi pizzicardquo

A questi paralleli si puograve aggiungere il verbo debole mat twergen lsquoidrsquo

Minnesinger 3189b

vor dem walde begund ich sie mit kluogen twikken twergen ldquodi fronte alla foresta cominciai a pizzicarli con piccoli ramirdquo

76 Cfr Buck 1949 883 ldquowords for lsquoshortrsquo (opposite of both lsquolongrsquo and lsquotallrsquo) are mostly from the notion of lsquocut offrsquo or lsquobroken offrsquordquo

77 Per lrsquoanalisi etimologica di queste formazioni cfr eg de Vaan 2008 sv curtus e Heidermanns 1993 sv skurta- cfr inoltre Ginevra 2019 per ulteriori paralleli allrsquointerno di unrsquoanalisi della famiglia romanza di it picc‑olo e sp pequ‑entildeo come rif lessi di pie peiḱ‑oacute‑ lsquoche egrave tagliatorsquo

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Riccardo Ginevra

Sia mat zwergen che twergen possono continuare regolarmente (via aat dtwer-gen) una radice pgerm thornwerg‑ variante di Verner (quindi in posizione pretonica) di pie tuerḱ‑ Il significato lsquoschiacciare pizzicarersquo di mat zwergen egrave infatti compa-tibile con la semantica della radice tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo un parallelo esatto si ha nella famiglia di pgerm knība‑ lsquocoltellorsquo (ing knife) knīpan- lsquopizzicarersquo (ndl knijpen ted dial kneipen) e knippan‑ lsquotagliare strappare castrarersquo (mbt cnippen ndl knippen ted palatino knippen cfr Kroonen 2013 svv)

A questo dossier si puograve aggiungere il participio preterito aing ġethornūren lsquoforgiatorsquo impiegato in riferimento a una spada nel Beowulf

Beo 1285-1287thornonne heoru bunden hamere ġethornūren sweord swāte fāh swīn ofer helme ecgum dyhttiġ andweard scireethldquoQuando spada adorna da martello forgiata lama cruenta di taglio possente fende avverso cin-ghiale sullrsquoelmordquo

La lectio attestata dal manoscritto ltgethornurengt egrave correntemente interpretata come ġethornŭren una variante irregolare (la forma attestata nella prosa egrave ġethornworen) del participio preterito di aing degthornweran lsquomescolare rimestare centrifugare (per fare il burro)rsquo verbo imparentato con aat dweran lsquoidrsquo e riflesso di pgerm thornwer‑a‑ (Se-ebold 1970 sv) unrsquoanalisi poco attraente sul piano della semantica che non trova paralleli nelle altre attestazioni di questi verbi o in alternativa emendata in ġethornrūen participio preterito di un verbo thornrūan lsquopressarersquo che non egrave attestato altrove (per una disamina delle ipotesi cfr eg Klaeber et al 2008 ad loc) Aing ltgethornurengt lsquoforgiatorsquo (attestato con questo significato anche nellrsquoIndovinello 91) puograve invece riflettere ġethornūren esito di (ga-)thorn(w)urh-Vna-78 il participio preterito di un verbo forte di terza classe pgerm (ga-)thornwerh‑a‑ lsquofoggiarersquo Tenendo conto del fatto che lrsquooscillazione tra h e g in Inlaut egrave da addebitare al cosiddetto grammatischer Wechsel (ldquoalternanza grammaticalerdquo) dovuto alla Legge di Verner egrave possibile ricostruire il seguente paradigma (cfr tab 6) per pgerm thornwerh‑a‑ lsquotagliare foggiarersquo

pgerm pieinfinito thornwerh‑a‑ (tueacuterḱ‑)preterito singolare thornwarh (tuoacuterḱ‑)preterito plurale thorn(w)urg-un (turḱ‑acute)participio preterito thorn(w)urg-Vna- (turḱ‑acute)

Tab 6 Ricostruzione del paradigma di pgerm thornwerh-a-

In epoca post-protogermanica il grammatischer Wechsel saragrave quindi stato risolto per mezzo della generalizzazione di h in inglese (aing ġethornūren lsquofoggiatorsquo riflette

78 Per la scomparsa di h con allungamento di compenso della vocale in antico inglese nel contesto -Vrh- cfr Ringe-Taylor 2014 305

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

degthornurh‑Vna‑ non lrsquoatteso degthornurg‑Vna‑) e di g in alto tedesco (mat zwergen lsquopizzicarersquo riflette thornwerg‑a‑ invece del regolare thornwerh‑a‑) Un ulteriore grado ridotto della stessa radice potrebbe essere attestato da aing thornȳrel lsquofororsquo aat durhil lsquoidrsquo riflessi di un derivato pgerm thorn(w)urh-ila- semanticamente compatibili con il significato lsquotagliarersquo di pie tuerḱ‑79

Egrave molto probabile che a livello sincronico pgerm dwerg-a- nel suo significato lsquoquello che taglia foggiarsquo venisse ancora associato al verbo thornwerh‑a‑ lsquotagliare fog-giarersquo (pie tuerḱ‑) unrsquoipotesi supportata dalla fraseologia eg sia aisl dvergr che aing ġethornuren lsquoforgiatorsquo si trovano impiegati in collocazione con [spada]

Skaacuteld 50Daacuteinsleif er dvergarnir gerethuldquo(la spada) Daacuteinsleif che fecero i dvergarrdquo (dwerg-a- lsquoquello che foggiarsquo)

Beo 1285 thornonne heoru bunden hamere ġethornūrenldquoquando spada adorna da martello foggiatardquo (thornwerh‑a‑ lsquofoggiarersquo)

Il fatto che lrsquounica attestazione di aing ġethornūren lsquofoggiatorsquo sia da individuare in un testo epico come il Beowulf permette di ipotizzare che il termine sia impiegato pro-prio in quanto arcaizzante e poeticamente marcato e quindi adatto a descrivere lrsquoatto di lsquofoggiarersquo oggetti mitici quali le spade dei Hrinġ‑Dene di re Hrōethgār In antico nordico egrave invece impiegato il verbo non marcato gera lsquofarersquo il cui soggetto egrave tuttavia un sostantivo agentivo derivato dalla stessa radice di aing ġethornūren ie aisl dvergr originariamente un appellativo dal significato lsquoquello che foggiarsquo successivamente specializzatosi come il nome stesso dellrsquointera categoria degli artigiani di oggetti mitici Alla luce di queste corrispondenze si puograve supporre che i derivati di pie tuerḱ‑ venissero percepiti come poeticamente marcati in etagrave protogermanica se non giagrave protoindoeuropea

64 Paralleli in ambito indoeuropeo ved Tvaacuteṣṭar- om σάρκες av rec ϑβərəsai-ti

Ciograve sembra trovare conferma nel parallelo con il nome dellrsquoartigiano cosmico della mitologia vedica Tvaacuteṣṭar‑ correntemente analizzato come un derivato con suffis-so agentivo -ter- di pie tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo (EWAia sv) con una corri-spondenza esatta in aav ϑβōrəštar- av rec ϑβarəštar‑ lsquointagliatore carpentierersquo Questrsquoultimo nellrsquoAvesta egrave un epiteto del dio supremo Ahura Mazdā ma secondo Leumann (1954) era originariamente il nome di una divinitagrave indoiranica indipen-dente e analoga allrsquoindiano Tvaṣṭar Essendo tutte queste forme secondo Lubotsky

79 Correntemente analizzati come rif lessi di pgerm thornurh‑ila‑ derivato di pgerm thornurh lsquoattraversorsquo (ing through ted durch) cfr eg Ringe-Taylor 2014 224

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Riccardo Ginevra

(1994) da ricondurre a piir tuŕć‑tar‑ (ved Tvaacuteṣṭar‑ sarebbe lrsquoesito per dissimilazio-ne di tvŕṣṭar‑ cfr ved durhaacuteṇā- da durhrṇā- Narten 1982 140)80 si puograve supporre che il teonimo in questione sia stato generato per mezzo della baritonesi tipica dei nomi propri a partire da un sostantivo isterodinamico pie turḱ‑teacuter‑-tr-acute lsquoquello che taglia foggiarsquo con semantica agentiva pressocheacute identica a quella del derivato pie tuerḱ‑oacute‑ a cui egrave stato ricondotto aisl dvergr

Le caratterizzazioni degli dvergar e di Tvaṣṭar nei testi mitici rispettivamente nordici e indiani presentano numerosi paralleli fraseologici che verranno analizzati per esteso nel capitolo successivo in questa sezione possiamo tuttavia anticipare la collocazione condivisa dalle due tradizioni (b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaṣṭar‑) ndash foggiare ndash essere umano]

Vsp 105-7

thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquoessi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

RV 101841abviacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoChe Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

Alla luce dellrsquoanalisi qui proposta i soggetti della collocazione [foggiare ndash es-sere umano] rispettivamente nel passaggio eddico e in quello vedico ovvero aisl dvergr (pie tuerḱ‑oacute‑) e ved Tvaacuteṣṭar‑ (pie turḱ‑teacuter‑) riflettono uno stesso con-cetto [artigiano mitico] espresso da un derivato dalla stessa radice pie tuerḱ‑ e presentano quindi una corrispondenza non solo semantica ma anche etimologica

Il fatto che pie tuerḱ‑ sia attestato in indoario esclusivamente nel teonimo Tvaacuteṣṭar‑ sembra supportare lrsquoipotesi che derivati di questa radice fossero poeticamente marcati giagrave in etagrave indoeuropea un ulteriore indizio di questa connotazione egrave forse da individuare in quello che Risch (1961) ha per primo analizzato come lrsquo unico riflesso di questa radice in greco il plurale tantum om σάρκες lsquocarnirsquo (in etagrave po-stomerica attestato anche al singolare σάρξ) che continua un nome radicale pie turḱ‑ dal significato lsquotagliato formatorsquo (Schindler 1972 97 Jackson 2002 12)81 Risch (1961 93-94) osserva come σάρκες denoti in Omero unicamente le lsquocarni umanersquo (e solo successivamente anche quelle macellate degli animali) e Jackson (2002 ibid) compara questo dato con lrsquoappena citato RV 101841b in cui Tvaṣṭar egrave detto lsquotagliare foggiarersquo le lsquoformersquo degli esseri umani (tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu) Alla

80 Lrsquoanalisi di Lubotsky (1994) pare essere piugrave convincente della communis opinio (cfr EWAia sv tvaacuteṣṭar‑) secondo cui ved Tvaacuteṣṭar‑ rif letterebbe (possibilmente per incrocio con la radice TAKṢ lsquofoggiarersquo) una formazione piir tu aacuterć‑tar‑ e pie tu eacuterḱ‑ter‑ (con grado me-dio della radice inatteso)

81 Risch (1961 95) pensa invece a un significato lsquocarne che dagrave forma al corpo umanorsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

luce della corrispondenza notata supra tra il vedico Tvaṣṭar e i dvergar nordici i quali sono anchrsquoessi detti ldquofoggiare figure di uominirdquo in Vsp 105-7 (thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar) egrave possibile ipotizzare una connessione tra il significato originario specifico lsquocarni umanersquo di om σάρκες la sua etimologia da pie turḱ‑ lsquotagliato foggiatorsquo e il fatto che derivati di pie tuerḱ‑ siano impiegati in contesti marcati come lrsquoatto di lsquotagliare foggiarersquo oggetti mitici comprese le lsquocarni umanersquo in un contesto mitologico

Si egrave notato supra (61) come tra le possibili motivazioni dellrsquoattestazione di pgerm dwerga- (aisl dvergr) al posto di thornwerga‑ esito atteso di pie tuerḱ‑oacute‑ potrebbe esserci una modificazione analogica dellrsquoinizio di parola da dw- a thornw‑ ai fini dellrsquoallitterazione allrsquointerno di una collocazione con un secondo elemento che iniziava con pgerm d- riflesso di pie dh- Ciograve trova supporto nel parallelo con i testi vedici in cui il teonimo Tvaacuteṣṭar‑ ricorre proprio come soggetto di DHĀ lsquoporre fare crearersquo riflesso di pie dheh1- lsquoidrsquo

RV 73420btvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrānldquoLet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo

AVŚ 14153abtvaacuteṣṭā vāso vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā kavīnāmldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo

Essendo Tvaṣṭar lrsquolsquoArtigianorsquo che foggia il cosmo non sorprende che egli sia det-to DHĀ lsquodisporrersquo oggetti Da questa stessa radice verbale egrave stato derivato anche il nome di unrsquoaltra divinitagrave indiana ved Dhā‑taacuter‑ lsquoquello che disponersquo un altro nome formato con il suffisso agentivo -tar- la cui accentazione tradisce tuttavia unrsquoorigi-ne ben piugrave recente82 corroborata dal fatto che esso sia prevalentemente attestato nel decimo libro del RV (il piugrave tardo) Questo teonimo ricorre spesso in prossimitagrave di ved Tvaacuteṣṭar- cfr RV 7353a (Dhātaacuter‑) e 6d (Tvaacuteṣṭar‑) 10185d (D) e 6c (T) e in particolare il giagrave citato 101841

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātar place the embryo in yourdquo

Questa situazione prefigura quanto attestato successivamente nella letteratu-ra epica e puranica (cfr tab 7) in cui lrsquoaccostamento dei teonimi scr Tvaṣṭar‑ e

82 Mentre Tvaacuteṣṭar‑ egrave un arcaismo attestato anche in iranico le formazioni come Dhā‑taacuter‑ (con accento sul suffisso) diventano produttive solo verso la fine del periodo rigvedico (Tichy 1995 287)

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Riccardo Ginevra

Dhātar‑ egrave chiaramente formulare

MBh 4814 tvaṣṭur dhātuḥMBh 5557 tvaṣṭā dhātrāMBh 611638 dhātus tvaṣṭuścaMBh 131531 dhātā tvaṣṭāAgniPur 192 tvaṣṭā dhātāGarPur 1640 dhātā tvaṣṭāMPur 47158 tvaṣṭre dhātreViPur 115130 dhātā ca tvaṣṭā

Tab 7 Formularitagrave della collocazione di scr Tvaṣṭar- e Dhātar-

Sulla base del confronto con le collocazioni indoarie di Tvaacuteṣṭar‑ lsquoquello che fog-giarsquo con DHĀ lsquodisporrersquo e Dhātaacuter‑ lsquoquello che disponersquo si puograve ipotizzare che la selezione della variante pgerm dwerga- a discapito dellrsquoesito atteso thornwerga‑ di pie tuerḱ‑oacute‑ lsquoquello che foggiarsquo sia avvenuta allrsquointerno di unrsquoanaloga colloca-zione formulare con un derivato di pgerm dō‑ lsquofarersquo riflesso germanico di pie dheh1- lsquodisporre farersquo (LIV2 136-138) e quindi imparentato con la radice ved DHĀ lsquodisporrersquo da una collocazione come thornwergōzdwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo (avente come oggetto eg le lsquofigure umanersquo come nel giagrave citato Vsp 105-7) si sarebbe ottenuta una formula allitterante dwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo sviluppatasi poi con rinnovamento lessicale (essendo pgerm dō‑ scomparso in nordico cfr Seebold 1970 sv) nella collocazione aisl [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash oggetto] che come vedremo infra (cap 7) egrave molto ben attestata nei testi mitologici nordici Essendo il verso lungo della poesia orale germanica governato dallrsquoallitterazione una sostituzione del genere sarebbe stata motivata da vere e proprie esigenze compositive Per sviluppi di questo tipo in altre lingue indo-europee cfr eg il nome dellrsquoeroe mgall Lludd modificato a partire da Nudd (pcelt noudont- lsquonuvolosorsquo Matasović 2009 sv snowdo-) ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Llefelys83 oppure per garantire lrsquoallitterazione allrsquointerno della formula di nome ed epiteto Lludd Llaw-ereint ldquoLludd dalla mano drsquoargentordquo la cui forma originaria Nudd Llaw-ereint egrave ricostruibile sulla base del confronto con il te-onimo airl Nuacuteadhu Airgett‑lamh ldquoNuacuteadu dalla mano drsquoargentordquo (cfr Olmsted 1994 401 con letteratura)84 Una possibile obiezione a questa analisi sarebbe che in base a quanto attestato dalle lingue germaniche il verbo dō‑ doveva avere un significato lsquofarersquo (ing do) piuttosto che lsquocrearersquo (ing make) come rimarcato da Mees (2013

83 Cfr eg il titolo del racconto mabinogico Cyfranc Lludd a Llefelys lsquoStoria di Llud e Llefelysrsquo

84 Cfr anche il nome lat Remus probabilmente rif lesso di Iem-o- lsquoGemellorsquo (ved yamaacute‑) con modificazione della consonante iniziale ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Romulus (Puhvel 1975)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

334-335) si noti tuttavia che ancora nel 600 dC lrsquoiscrizione runica della capsu-la bronzea di Schretzheim ltalaguthorn leuba dedungt lsquoAlagu(n)thorn (e) Leuba fecero (la capsula)rsquo attesta il preterito plurale dedun nellrsquoaccezione lsquofoggiarersquo85

Lrsquounica altra lingua indoeuropea al di fuori di quelle germaniche in cui ricorre un verbo che riflette pie tuerḱ‑ egrave lrsquoavestico (LIV2 656) in cui sono attestati un pre-sente av rec ϑβərəsai‑ti lsquotagliare foggiarersquo e una forma di aoristo aav ϑβarōždūm lsquotagliaste foggiastersquo

Y 2911-2 xšmaibiiā gəuš uruuā gərəždā kahmāi mā ϑβarōždūm kə mā tašatldquoLrsquoanima della vacca si lamenta con voi lsquoPer chi mi avete formato Chi mi ha foggiatorsquordquo

In questo passo una mucca mitica si rivolge al dio supremo Ahura Mazdā chie-dendo per chi essa sia stata lsquofoggiatarsquo anche qui pie tuerḱ‑ egrave impiegato nel suo senso marcato di lsquofoggiare miticamentersquo un essere vivente quindi in un contesto analogo a quello dei passi analizzati supra in cui le carni degli uomini sono fog-giate dai dvergar e da Tvaṣṭar Sebbene in avestico ϑβərəs‑ sia attestato con una certa frequenza in contesti abbastanza vari e non necessariamente ldquocosmogonicirdquo egrave interessante notare come questa radice verbale non sembri ricorrere in nessunrsquoaltra lingua iranica (Cheung 2007 sv ϑuars-) Si potrebbe quindi trattare di un arcaismo che egrave sopravvissuto unicamente nellrsquoavestico in quanto lingua liturgica dello zo-roastrismo in virtugrave del suo corpus prettamente cultuale redatto a scopi rituali e di conseguenza linguisticamente arcaizzante

65 La kenning [bevanda ndash dei dvergar] per [poesia] e due figure indoeuropee

Sul piano della fraseologia lrsquointerpretazione di dvergr come riflesso di pie tuerḱ‑oacute‑ permette di individuare diversi paralleli per le kenningar nordiche per [poesia] come dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo Queste possono infatti riflettere una collocazione [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ‑oacute‑)] per [poesia] che ha non soltanto paralleli nella mitologia vedica (cfr il cap 7) ma anche corrispondenze fraseologiche sia (a) in collocazioni che designano la [poesia] e la [voce] in gene-rale come qualcosa da [versare] e da [bere] che (b) in collocazioni indoeuropee in cui pie tetḱ‑ lsquointagliare foggiarersquo e peiḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo due radici che Peter Jackson (2002 8-13) ha mostrato essere sinonimiche rispetto a tuerḱ‑ hanno come oggetto [poesia] e [voce]

(a) Lrsquouso metaforico di [bevanda] per [poesia] egrave molto ben attestata nella lin-gua poetica scandinava (Meissner 1921 69) cfr eg HaukrV Iacutesldr 14-8 biethk at [hellip]

85 Cfr Krause 1966 299 Nedoma 2004 172 Findell 2012 161 pace Mees 2013 335 Per la quantitagrave della e in pgerm dedun cfr Stiles 2010

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Riccardo Ginevra

hlustar munnum [hellip] mjǫeth drekki ldquoprego che (i presenti) vogliano bere lrsquoidromele (degli degravei) (= la [poesia]) con le bocche dellrsquoorecchiordquo86 Questa figura poetica risa-le con tutta probabilitagrave a etagrave indoeuropea poicheacute corrisponde concettualmente alla collocazione [versare (ǵheu-) ndash le preghiere] studiata da Kurke (1989) in greco vedico e latino (a cui Watkins 1995 16 aggiunge un parallelo in antico irlandese) e alla concezione della [voce] come [liquido] studiata da Garciacutea Ramoacuten (2010) in sanscrito antico irlandese e ittito (per questrsquoultimo cfr anche Dardano 2018)

(b) Una collocazione [foggiare (tetḱ‑) ndash le parole (ueku-)] metafora per [fare poesia cantare] soggiace inter alia al composto av vacas‑tašti‑ lsquoinno strofarsquo (lsquofoggiatura di parolersquo) ai sintagmi ved vaacutecāṃsy [hellip] takṣam ldquoho foggiato parolerdquo (RV 6321d) e al sintagma gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di parolerdquo (Pi P 3113) una kenning per [poeti] (Schmitt 1967 296ss) che queste espressioni riflet-tano una comune ereditagrave indoeuropea egrave stato riconosciuto giagrave da James Darmesteter (1878) sebbene in termini leggermente diversi da quelli odierni87 Il concetto [fog-giare] nella metafora ereditata [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso anche da peiḱ‑ come dimostrato da Jackson (2002) sulla base dellrsquoanaloga corrisponden-za tra collocazioni rigvediche quali vācam pipiśur ldquohanno modulato (pie peiḱ‑) la voce (ueku-)rdquo (71036) e sintagmi pindarici come ποικίλος ὗμνος ldquoinno elaborato (pie peiḱ‑)rdquo (Pi O 687 N 542) Questrsquoassociazione potrebbe infine essere atte-stata anche nella tradizione latina Ovidio (Met 14320-434) eg ci riferisce come la moglie del dio Pīcus lsquocolui che foggiarsquo (pie peiḱ‑oacute‑ analizzato nel cap 8) avesse nome Canens lsquocantantersquo (lat canō lsquocantarersquo)

La kenning aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo per [poesia] sembra quindi riflettere una combinazione di queste due figure poetiche ovvero (a) la metafora della [poesia] come [bevanda] e (b) la metafora [foggiare ndash le parole] per [fare poesia] Egrave possibile ipotizzare che questa confluenza abbia avuto luogo nel modo seguente

(1) Dato che lrsquoelemento [foggiare] nella metafora ereditata (b) [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso sia da pie tetḱ‑ che da peiḱ‑ si puograve ipotizzare che esso venisse espresso anche dalla radice pie tuerḱ‑ la quale condivide significati e collocazioni con entrambe Si puograve quindi postulare una collocazione [foggiare (pie

86 Sullrsquo[orecchio] come [bocca] per la [poesia] liquida cfr Meissner 1921 130 cfr inoltre Egill Arkv 65-8 svaacutet Yggs full yacuteranda kom at hvers manns hlustamunnum ldquocosic-cheacute la coppa di Ygg [poesia] giunse schiumando alle bocche delle orecchie di ogni uomordquo Una figura poetica del genere potrebbe essere allrsquoorigine della differenza di significato tra itt ištaman(a)- lsquoorecchiorsquo e gr στόμα lsquoboccarsquo la cui parentela egrave stata proposta giagrave da Sturtevant (1928 123) sono grato a Paola Dardano per avermi fatto notare questo parallelo tra germani-co e anatolico

87 Piugrave precisamente Darmesteter (1878 28-29) includeva nel parallelo anche sintag-mi latini con il verbo texere lsquotessere fabbricarersquo che egli riteneva essere imparentato con av degtašti‑ ved TAKṢ‑ e gr τέκτων riconducendo tutti questi vocaboli ad una stessa radice ldquotaksrdquo unrsquoanalisi che non egrave piugrave comunemente accettata al giorno drsquooggi (cfr LIV2 619-620 638-639)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

tuerḱ‑) ndash le parole](2) Cosigrave come la kenning pindarica per [poeta] gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di

parolerdquo egrave un sintagma nominale che riflette la collocazione [foggiare (pie tetḱ) ndash le parole] si puograve supporre che la collocazione [foggiare (pie tuerḱ‑) ndash le pa-role] potesse essere espressa da un sintagma nominale in cui un nome agentivo pie tuerḱ‑oacute‑ lsquofoggiatore artigianorsquo (aisl dvergr) reggeva un termine per [parole] o [poesia] ovvero una collocazione [artigiano (pie tuerḱ‑oacute‑) ndash delle parole della poesia] Ciograve trova paralleli in molte kenningar norrene per [poeta] del tipo aisl hagsmiethr bragar ldquoabile fabbro della poesiardquo (Bragi Troll 17 Meissner 1921 363-364)

(3) Essendo [poesia] [parola] e in generale [voce] metaforicamente sostituibili con [liquido] o [bevanda] in virtugrave della figura indoeuropea e scandinava (a) di cui supra una collocazione [artigiano (pie tuerḱ‑oacute‑) ndash delle parole] era quindi equi-valente a [artigiano (pie tuerḱ‑oacute‑) ndash della bevanda poetica] Anche questo pas-saggio trova un parallelo nella kenning per [poeta] aisl faeliggir Fjǫlnis veigar ldquofog-giatore della bevanda di Fjǫlnir (Odino [bevanda ndash di Odino] = [poesia])rdquo (KormǪ Lv 533) in cui faeliggir egrave peraltro da ricondurre alla radice pie peiḱ‑ lsquotagliare foggia-rersquo88

(4) Dalla kenning [artigiano (pie tuerḱ‑oacute‑) ndash della bevanda (poetica)] per [poeta] potragrave quindi essersi sviluppata la kenning [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ‑oacute‑)] per [poesia] di cui aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo egrave un riflesso esatto

88 Aisl faeliggir sembra essere un derivato agentivo in -ir (pgerm -ija-) di un rif lesso di pgerm faig‑ijō‑ lsquorendere coloratorsquo ( aing fāgian lsquoidrsquo) un verbo denominativo connesso allrsquoaggettivo faih-a- lsquomulticolorersquo Questo verbo e lrsquoaggettivo corrispondente sono da ricon-durre a pie pei ḱ‑ (cfr Heidermanns 1993 183-184)

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7 ARTIGIANI MITICI INDOEUROPEI I DVERGAR NORDICI E IL DIO VEDICO TVAacuteṢṬAR-

Lrsquoanalisi di aisl dvergr come riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo egrave supportata dalla caratterizzazione di questi personaggi allrsquointerno dei testi eddici ma trova anche strette corrispondenze in quanto attestato in riferimento a figure mitolo-giche analoghe in ambito indoeuropeo In questo capitolo vedremo anzitutto come i dvergar nordici condividano diverse tra le loro piugrave importanti caratteristiche con il dio vedico di nome Tvaacuteṣṭar‑ teonimo che come si egrave visto riflette pie turḱ‑teacuter‑ lsquoquello che taglia foggiarsquo un altro derivato della radice tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo

71 I dvergar eddici come lsquoartigianirsquo cosmici

I dvergar sono menzionati innumerevoli volte nella letteratura scandinava in par-ticolare allrsquointerno del corpus eddico per una rassegna aggiornata della letteratura scientifica sui dvergar cfr Liberman 2016 303-316 Gli elementi principali della loro caratterizzazione che interessano questa trattazione sono sintetizzabili nei se-guenti punti

(a) I dvergar sono quasi esclusivamente menzionati come soggetto di una collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash ogget-to]Questa collocazione egrave ad esempio attestata in Hdl in cui la dea Freyja sostiene che il suo cinghiale Hildisviacuteni sia stato creato dai dvergar il cinghiale di Freyja egrave comrsquoegrave noto da connettere al cinghiale Gullinbursti (de Vries 1956-57 II178) che appartiene al suo quasi-omonimo fratello Freyr a questi versi si puograve quindi accostare un passo del Grm in cui alcuni personaggi denominati come lsquofigli di Iacutevaldirsquo sono detti aver prodotto la nave Skiacuteethblaethnir proprio per il dio Freyr

Hdl 77-10

Hildisviacuteni er meacuter hagir goslashretho dvergar tveir Daacuteinn oc NabbildquoHildisviacutenir che per me fecero abili due dvergar Daacuteinn e Nabbirdquo

Grm 43Iacutevalda synir gengo iacute aacuterdaga Sciacuteethblaethni at scapa scipa bezt sciacuterom Frey nyacutetom Niarethar bur

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Riccardo Ginevra

ldquoI figli di Ivaldi al principio dei tempi si mossero a foggiare Skidhbladhnir nave ottima per Freyr splendente propizio figlio di Njordhrrdquo

Nel Grm i costruttori della nave di Freyr sono menzionati solo per mezzo del patronimico ma nella parafrasi che Snorri fa di questo passo gli stessi vengono chiamati dvergar cfr Gylf 43 Dvergar nokkvorir synir Iacutevalda gerethu Skiacuteethblaethni ok gaacutefu Frey skipit ldquoAlcuni dvergar figli di Iacutevaldi fecero Skiacuteethblaethnir e diedero la nave a Freyrrdquo Come il sopracitato cinghiale Hildisviacuteni di Freyja anche il cinghiale di Freyr egrave stato foggiato da due dvergar i fratelli Sindri e Brokkr come narrato in Skaacuteld 35 dove questi due fratelli dvergar cercano di [foggiare] doni piugrave belli di quelli giagrave foggiati dai dvergar figli di Iacutevaldi 89

Skaacuteld 35Eptir thornat foacuter Loki til thorneira dverga er heita Iacutevalda synir ok gerethu thorneir haddinn ok Skiacuteethblaethni ok geirinn er Oacuteethinn aacutetti er Gungnir heitir THORNaacute veethjaethi Loki hǫfethi siacutenu vieth thornann dverg er Brokkr heitir hvaacutert broacuteethir hans Sindri mundi gera jafngoacuteetha gripi thornrjaacute sem thornessir vaacuteru En er thorneir koacutemu til smiethju thornaacuteldquoDopo di ciograve Loki andograve dai dvergar che si chiamano figli di Iacutevaldi e loro foggiarono la chioma (per Sif) Skiacuteethblaethnir (per Freyr) e la lancia di Odino che si chiama Gungnir Allora Loki scommise la propria testa con quel dvergr che si chiama Brokkr che il fratello di quello Sindri non avrebbe prodotto tre doni altrettanto buoni come quelli E quando loro (Sindri e Brokkr) giunsero alla forgia allora [cominciarono a forgiare]rdquo

Per ulteriori passi della Snorra Edda che attestano questa stessa collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera) ndash oggetto] cfr eg Skaacuteld 50 thornviacuteat nuacute hefi ek dregit Daacuteinsleif er dvergarnir gerethu ldquopoicheacute io ho ormai tratto [la spada] Daacuteinsleif che fecero i nanirdquo (giagrave citato nel cap precedente) Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

I dvergar sono menzionati in contesti del genere in numerosi altri passaggi del-la letteratura norrena Allrsquoinizio del Sǫrla THORNattr sembra quasi essere attestata una glossa del termine dvergr come lsquoartigianorsquo

Sǫrla THORNattr 1Menn thorneir vaacuteru iacute Asiacutea er einn heacutet Aacutelfrigg annarr Dvalinn thornriethi Berlingr fjoacuterethi Greacuterr THORNeir aacutettu heima skammt fraacute hǫll konungs THORNeir vaacuteru menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd THORNess haacutettar menn sem thorneir vaacuteru kǫlluethu menn dverga THORNeir byggethu einn stein THORNeir blǫnduethust thornaacute meir vieth mannfoacutelk en nuacuteldquoCrsquoerano degli uomini in Asia di cui uno si chiamava Aacutelfrigg un altro Dvalinn un terzo Berlingr e un quarto Greacuterr Essi avevano dimora non lontano dalla sala del re Questi erano uomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tutto Uomini di questo genere come loro erano gli uomini li chiamavano dvergar Vivevano in una roccia Si mischiavano allora di piugrave con lrsquoumanitagrave rispetto a

89 Cfr Ginevra 2018 per unrsquoanalisi del mito e dei suoi possibili paralleli indoeuropei

mdash 79 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

orardquo

In questo passo si dice che il termine dvergar egrave usato per riferirsi a ldquouomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tuttordquo (menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd) una perifrasi per dire che essi erano capaci di foggiare qualsiasi cosa come si evince dal fatto che

bull i quattro personaggi in questione siano fabbri cfr lrsquoinizio di un paragrafo successivo dvergarnir vaacuteru at smiacuteetha ldquoi dvergar (Aacutelfrigg Dvalinn Berlingr e Greacuterr) stavano forgiandordquo

bull la stessa locuzione sia impiegata in riferimento a un personaggio di nome Smiethr lsquoFabbrorsquo in Boacutesa saga ok Herraueths 2 lagethi aacute allt gerva hǫnd ldquometteva una mano perfetta in tuttordquo90

(b) I dvergar Moacutetsognir e Durinn sono detti [foggiare ndash esseri umani]

Vsp 95-8-10hverr scyldi dverga droacutettir91 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom THORNar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho sem Durinn sagethildquo[Gli degravei discussero su] chi dei dvergar dovesse schiere creare dal sangue di Brimir e dalle mem-bra di Blaacuteinn Lagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondo essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terra come disse Durinnrdquo

Queste due strofe sono state oggetto di interpretazioni contrastanti Il genitivo plurale dverga lsquodei dvergarrsquo in Vsp 95 egrave stato inteso da Dronke come un comple-mento di droacutettir lsquoschierersquo Dronke segue inoltre lrsquoemendazione di Joacutensson (1926 ad loc) del tragravedito hverr lsquochirsquo con hvaacutert lsquoutrum whetherrsquo traducendo di conseguenza i vv 95-6 come ldquowhether they should create companies of dwarvesrdquo (con gli aeligsir lsquodegraveirsquo come soggetto) Questa emendazione e lrsquointerpretazione che ne consegue sembrano tuttavia non necessarie sulla base di tre osservazioni

bull In primo luogo hverr skyldi dverga ldquochi dovesse tra i nanirdquo in Vsp 95 riflette la stessa struttura sintattica con ordine dei costituenti [hverr ndash verbo modale ndash geniti-vo plurale retto da hverr] attestata eg in Hym 382-4 hverr kann um thornat goethmaacutelugra goslashrr at scilia ldquoe chi puograve questo fra chi conosce i miti piugrave compiutamente raccon-

90 Possibili paralleli per questo passaggio si possono individuare in greco (Daniel Koumlll-igan c p) dove il dio artigiano Efesto egrave invocato come καρτερό-χειρ lsquoo (dio) dalla forte manorsquo (Hymn Orph 663) e in vedico (Patrick V Stiles c p) dove Tvaṣṭar egrave chiamato su‑pāṇiacute‑ lsquodal-le buone manirsquo (eg RV 73420b citato infra 72 [b]) queste corrispondenze potrebbero ri-f lettere unrsquoassociazione tradizionale tra la formula [mano ndash buonaforteperfetta] e i gli degravei lsquoartigianirsquo (pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo) nel mito indoeuropeo

91 Con Dronke (1997 ad loc) preferisco la variante ltdroacutettirgt attestata nello Hauksboacutek alla lezione ltdroacutettingt del Konungsboacutek (scelta da Neckel-Kuhn 1962 ad loc)

mdash 80 mdash

Riccardo Ginevra

tarerdquobull In secondo luogo le due strofe Vsp 9-10 hanno chiaramente una struttura

responsiva (cfr tab 8) (1) allrsquointerrogativa di Vsp 95 hverr [hellip] dverga ldquochi tra i dvergarrdquo cor-

risponde in Vsp 101-4 una risposta thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) allrsquointerrogativa di Vsp 91-2 hverr scyldi dverga droacutettir scepia ldquochi tra i dvergar dovesse creare schiererdquo corrisponde in Vsp 105-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi (Moacutetsognir e Durinn) molte umane figure fecero i dvergarrdquo essendo droacutettir lsquoschierersquo un sinonimo poetico di [uomini]92

(3) alla specificazione di Vsp 92-4 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom ldquocreare dal sangue di Brimir e dalle membra di Blaacuteinn (ie le lsquoroccersquo)rdquo93 corrisponde in Vsp 106-7 goretho dvergar oacuter ioretho ldquofecero i nani dalla terrardquo

Vsp 9 Vsp 10

(1) [chi ndash dei dvergar] = Moacutetsognir e Durinn

1 hverr scyldi dverga ldquochi tra i dvergar dovesserdquo

1-4 thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) [foggiare ndash umani] 2 droacutettir scepialdquocreare schiere = uominirdquo

5-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi molte umane figure fecero i dvergarrdquo

(3) [da terraroccia] 4 oacuter Blaacuteins leggiom ldquodalle membra di Blaacuteinn = roccerdquo

7 oacuter ioretho ldquodalla terrardquo

Tab 8 Struttura responsiva di Vsp 9 e 10

bull Infine la responsione tra Vsp 91 hverr [hellip] dverga ldquochi dei dvergarrdquo e 101-2

thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn ldquolagrave Moacutetsognir era diventato il piugrave granderdquo ha un parallelo esatto nella responsione tra Vm 284 hverr aacutesa elztr ldquochi degli AEligsir il piugrave anticordquo e 293 thornaacute var Bergelmir borinn ldquoallora Bergelmir era natordquo

92 Cfr eg Hsv 851-2 Draumum siacutenum skulu eigi droacutettir truacutea ldquoMen should not believe their dreamsrdquo

93 Per le membra di Blaacuteinn come [montagne rocce] cfr Dronke 1997 122

mdash 81 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Vm 284-291-2

ldquohverr aacutesa elztr eetha Ymis niethia yrethi iacute aacuterdagardquo Vafethruacuteethnir qvaeth ldquoOslashroacutefi vetra aacuteethr vaeligri ioreth scǫpueth thornaacute var Bergelmir borinnrdquoldquo[disse Odino] laquoChi era il piugrave vecchio fra gli asi e della stirpe di Ymir allrsquoinizio dei tempiraquo dis-se Vafthornruethnir laquoIn un tempo lontano prima che fosse creata la terra venne Bergelmir alla luceraquordquo

Una stessa struttura compositiva tradizionale (cfr tab 9) soggiace con tutta pro-babilitagrave a entrambi i passi

Vsp Vm(a)hverr + X-a (genitivo plurale)

91 hverr [hellip] dvergaldquochi tra i dvergarrdquo

284 hverr aacutesaldquochi tra gli degraveirdquo

(b)thornarthornaacute var Y-ir (nome proprio) W-inn (participio preterito)

101-2 thornar var Moacutetsognir [hellip] um orethinnldquolagrave Moacutetsognir era diventatordquo

293 thornaacute var Bergelmir borinnldquoallora Bergelmir eranatordquo

(c)Z-ztr (superlativo) + X-a (genitivo plurale)

102-3 maeligztr [hellip] dverga allraldquoil piugrave grande dei dvergar tuttirdquo

284 [hellip] aacutesa elztrldquoil piugrave vecchio degli degraveirdquo

Tab 9 Elementi comuni a Vsp 9-10 e Vm 28-29

Alla luce di questi dati non sembra quindi necessario intepretare le strofe della Vsp citate supra alla maniera di Dronke e si puograve quindi affermare che esse attestino una collocazione [dvergr ndash foggiare ndash essere umano]

(c) I dvergar Brokkr e Sindri forgiano lrsquo[arma ndash del dio del tuono] Thor

Skaacuteld 35THORNaacute lagethi hann jaacutern iacute aflinn ok baeth hann blaacutesa ok sagethi at oacutenyacutett mundi veretha ef blaacutestrinn felli [hellip] Ok thornaacute kom thornar smiethrinn at sagethi at nuacute lagethi naeligr at alt mundi oacutenyacutetask er iacute aflinum var THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn [hellip] THORNat var doacutemr thorneira at hamarrinn var beztr af ǫllum gripum ok mest vǫrn iacute fyrir hriacutemthornursum ok dœmethu thorneir at dvergrinn aeligtti veethfeacuteitldquoPoi egli (Sindri) mise nella fucina del ferro e chiese (a Brokkr) di far vento e disse che sarebbe stato [tutto] rovinato se il soffiare fosse cessato [hellip] E allora venne il fabbro (Sindri) e disse che ci man-cava poco che tutto quello che crsquoera nella fucina fosse rovinato Poi tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (Brokkr) diede il martello a Thor [hellip] Il loro giudizio (ie degli degravei) fu che il martello era il migliore fra tutti gli oggetti preziosi e la maggior difesa contro i giganti della brina ed essi senten-ziarono che il dvergr aveva [vinto] la scommessardquo

Il martello del dio del tuono Thor non egrave semplicemente uno dei sei oggetti miti-ci che vengono foggiati nellrsquoambito dellrsquoagone artigianale tra Loki (o meglio tra i dvergar figli di Iacutevaldi che lavorano per Loki) e i dvergar Brokkr e Sindri il martello egrave il migliore tra tutti questi oggetti la ldquomaggior difesa contro i giganti di brinardquo e garantisce a Brokkr e a suo fratello la vittoria nellrsquoagone contro Loki

mdash 82 mdash

Riccardo Ginevra

(d) I dvergar Austri Vestri Norethri Suethri hanno la funzione di [sorregge-re ndash il cielo]

Gylf 8lsquoToacuteku thorneir ok haus hans ok gerethu thornar af himin ok settu hann upp yfir jǫrethina meeth fjoacuterum skautum ok undir hvert horn settu thorneir dverg THORNeir heita svaacute Austri Vestri Norethri SuethrildquoEssi presero il suo cranio e ne fecero il cielo e lo posero su sopra la terra con quattro canti e sotto ogni angolo posero un dvergr Essi si chiamano cosigrave Austri Vestri Norethri Suethrirdquo

Gli stessi nomi si incontrano in ordine diverso allrsquoinizio del catalogo dei dvergar della Vsp nella strofa successiva a quelle analizzata supra 112-3 Norethri oc Suethri Austri oc Vestri Trattandosi di un catalogo non si trova qui menzionata la funzione di sorreggere il cielo la quale non egrave per la veritagrave letteralmente enunciata nemmeno in Gylf 8 undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo Ci si puograve tuttavia arrivare in maniera combinatoria

bull aisl setja undir lsquoporre sottorsquo si dice normalmente di aisl stoacutell lsquoseggiorsquo cfr eg HeiethrH 5630 var siacuteethan stoacutell settr undir Gestumblinda ldquofu quindi posto un seggio sotto Gestumblindirdquo HaacutekFris 48211 var thornar stoll settr vndir konvnginn ldquofu lagrave posto un seggio sotto il rerdquo

bull aisl stoacutell lsquoseggiorsquo egrave a sua volta impiegato nel linguaggio poetico con il significato [sostegno] come un sinonimo poetico di stǫeth lsquopalorsquo cfr eg kenningar dalla struttura [sostegno ndash del falco] per [mano braccio] come hauka-stoacutell lsquoseg-gio dei falchirsquo e val‑stǫeth lsquopalo deli falcohirsquo (Meissner 1921 141-142)

bull Aisl undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo egrave quindi semanticamente equivalente a una collocazione [dvergr ndash soste-nere ndash cielo]

Una collocazione [dvergr ndash sostenere (pgerm ber-) ndash cielo] si puograve peraltro ricostruire anche sulla base della kenning per [cielo] aisl byrethr dverganna ldquofardello dei nanirdquo in cui byrethr (pgerm bur-di[‑jō]-)94 va per lrsquoappunto ricondotto alla radi-ce pgerm ber- lsquoportarersquo (pie bher-) 95

Skaacuteld 23Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dverganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

94 Sulla non univoca analisi formale di aisl byrethr cfr Schaffner 2001 374ss e 455 Ca-saretto 2004 296 e 497-498

95 Per la kenning [fardello ndash dei dvergar] per [cielo] cfr anche Hfr Erf Oacutel 26a3 (und niethbyrethi Norethra ldquosotto il fardello della stirpe di Norethrirsquo = [fardello ndash dei dvergar]) e Arn THORNorfdr 243 (brestr erfiethi Austra ldquosi spacca la fatica di Austrirdquo)

mdash 83 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(e) Il dvergr Alviacutess egrave detto [conoscere (aisl viacuteta) ndash tutto] nel ritornello dellrsquoAlviacutessmaacutel

Alv 91-3 (+ 12x)Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitirldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu nano conoscirdquo

Il nome stesso del dvergr Al-viacutess egrave un composto con un primo elemento aldeg lsquotut-to completamentersquo (per cui cfr supra cap 3) e un secondo elemento aggettivale viacutess lsquosaggiorsquo dal significato lsquocompletamente saggiorsquo (se composto descrittivo) o lsquosaggio su tuttorsquo (se determinativo) Aisl viacuteta e viacutess sono da connettere alla stessa radice pgerm weit- lsquosaperersquo (de Vries 1962 sv viacutess)

(f) Lrsquoidromele della poesia egrave foggiato da alcuni dvergar in due recipienti e ciograve spiega percheacute la [poesia] sia chiamata [bevanda ndash dei dvergar]

Skaacuteld g57ok thornaacute er hann kom at heimboethi til dverga nokkvorra Fjalars ok Galars thornaacute kǫlluethu thorneir hann meeth seacuter aacute einmaeligli ok draacutepu hann leacutetu renna bloacuteeth hans iacute tvau ker ok einn ketil ok heitir saacute Oacuteethreyrir en kerin heita Soacuten ok Boethn THORNeir blendu hunangi vieth bloacuteethit ok vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku eetha fylli eetha nakkvars konar lǫg Oacuteethreris eetha Boethnar eetha Soacutenar eetharsquoldquoe su invito (Kvasir) giunse da certi dvergar Fialarr e Galarr essi lo convocarono per un collo-quio privato e lo uccisero Fecero scorrere il suo sangue in due recipienti e in un calderone questo si chiamava Oacuteethroslashrir e i recipienti Soacuten e Boethn Al sangue essi mescolarono del miele e ne derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergar o loro sazietagrave o liquido di qualsiasi tipo di Oacuteethroslashrir di Boethn o di Soacuten o [seguono altre kenningar]rdquo

Da questo passo egrave chiaro come lrsquoidromele della poesia del mito rappresenti la [poesia] il che corrisponde al ben attestato impiego metonimico di [bevanda] per [poesia] trattato alla fine del capitolo precedente (cap 6)

(g) Alcuni dvergar vengono catturati e incatenati per la loro sapienzaIn virtugrave della loro sapienza e abilitagrave di artigiani in diversi passi della letteratura nor-dica i dvergar vengono catturati e incatenati da personaggi che vogliono ottenere og-getti mitici forgiati da loro i dvergar sono quindi pronti a concedere quanto richiesto pur di aver salva la vita A tal proposito si possono comparare i seguenti passaggi dalla Saga Heiethreks konungs ins vitra in antico islandese e dalle Gesta Danorum di Sassone il Grammatico in latino

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2saacute hann einn stein mikinn vieth soacutelsetr ok thornar hjaacute dverga tvaacute konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxi thorneir beiddu fjoumlrlausnar Konuacutengr maeliglti Hvat heiti thorneacuter Annar nefndist Dvalinn en annar Dulinn Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem

mdash 84 mdash

Riccardo Ginevra

bezt kunni thorniethldquoEgli (Svafrlami) vide una pietra alta nel tramonto e accanto a essa due nani Il re li incantograve fuori dalla pietra con il coltello Quelli implorarono riscatto Il re disse ldquoCome vi chiamaterdquo Uno si chiamava Dvalinn lrsquoaltro Dulinn Il re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Saxo Gesta Danorum 326Cumque forte pernox attonita curis mente languesceret obumbrantem tabernaculo suo Satyrum ha-sta petivit obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepit Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcit Nec segniter Satyrus salutis redemp-tionem quae ab ipso petebatur exhibuit Adeo cunctis re prior est vita cum nihil apud mortales spiritu carius exsistere soleatldquoOnce as he watched all night his spirit was drooping and dazed with anxiety when the Satyr cast a shadow on his tent Aiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escape Then in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and bracelets The Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was asked So surely do all prize life beyond wealth for nothing is ever cherished more among mortals than the breath of their own liferdquo

Il trattamento riservato ai dvergar Dvalinn e Dulinn nella saga nordica e quello riservato al satyrus Mimingus nelle Gesta Danorum riflettono chiaramente la stessa struttura narrativa (cfr tab 10)

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar do-vrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquo

Saxo Gesta Danorum 326Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcitldquoThen in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and braceletsrdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere costretto con la forza a colla-borare

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Saxo Gesta Danorum 326Nec segniter Satyrus salutis redemptionem quae ab ipso petebatur exhibuitldquoThe Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was askedrdquo

mdash 85 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Saxo Gesta Danorum 326obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepitldquoAiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escaperdquo

Tab 10 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 e Gesta Danorum 326

Ricapitolando la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico permette di iden-tificare come loro caratteristica fondamentale la funzione di [artigiani mitici] che foggiano inter alia esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra asso-ciata alla poesia Ciograve supporta lrsquoetimologia di aisl dvergr e pgerm dthornwerga‑ come riflessi di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo Come vedremo nella prossima sezione quasi tutti gli elementi elencati presentano forti corrispondenze nei testi vedici che trattano del dio indiano Tvaṣṭar soltanto lrsquoultimo punto (g) non sembra avere corrispondenze nella tradizione sanscrita bensigrave in quella latina un parallelo che egrave discusso per esteso nel cap 8

72 Il dio vedico Tvaacuteṣṭar- lsquoArtigianorsquo cosmico

Il dio indiano Tvaṣṭar egrave nel mito vedico lrsquoartigiano cosmico per eccellenza96 La sua caratterizzazione nelle fonti vediche presenta molte corrispondenze con quella dei dvergar nelle fonti nordiche sintetizzabili nei punti presentati di seguito

(a) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare] diversi [oggetti] miticiIl dio egrave detto foggiare una coppa per il soacutema- (la bevanda rituale indiana) portare le coppe degli degravei affilare lrsquoascia di Brahmaṇaspati disporre vesti e adornare cinghie Egli produce forme e adorna di ogni forma tutte le creature compresi il cielo la ter-ra i cavalli e tutto il creato egrave stato generato da lui

RV 1206utaacute tyaacuteṃ camasaacuteṃ naacutevaṃ tvaacuteṣṭur devaacutesya niacuteṣkrtam aacutekarta catuacuteraḥ puacutenaḥldquoAnd this beaker of the god Tvaṣṭar new produced you made again into fourrdquo

RV 10539tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most

96 Sul dio Tvaṣṭar in generale cfr eg Oldenberg 1894 233-236 Macdonell 1897 116-118 Hopkins 1915 81 Hillebrandt 1927-29 372ss Oberlies 2012 149-150

mdash 86 mdash

Riccardo Ginevra

beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-)steedrdquo Brahmaṇaspati will hewrdquo

Il dio egrave menzionato in contesti analoghi in vari altri passi del RV97 noncheacute nelle fonti successive98

(b) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash essere umani]In una preghiera per la fertilitagrave che abbiamo giagrave citato nel capitolo precedente RV 101841 si chiede a diversi degravei di dare una mano nel concepimento a Tvaṣṭar in quanto dio preposto alla creazione di tutte le forme (RV 81028b) vagrave il compito di ldquointagliare le formerdquo del concepito

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātār place the embryo in yourdquo99

Nellrsquoinno del RV in cui la donna Yamī cerca di congiungersi al fratello Yama vie-ne menzionato questo stesso ruolo di Tvaṣṭar come lsquointagliatorersquo giagrave allrsquointerno del ventre materno lo stesso concetto si trova in una preghiera dellrsquoAtharvaveda per la

97 Cfr eg RV 11889 tvaacuteṣṭā rūpāṇi hiacute prabhuacuteḥ paśū n viacuteśvān samānajeacute teacuteṣāṃ na sphātiacutem ā yaja ldquoBecause preeminent Tvaṣṭar anointed all the beasts (with) their forms by sa-crifice win their fat for usrdquo 35519 devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥ pupoacuteṣa prajāḥ purudhā jajāna imā ca viacuteśvā bhuacutevanāni asya mahaacuted devā nām asuratvaacutem eacutekam ldquoGod Tvaṣṭar the im-peller providing all forms f lourishes he has begotten offspring in great quantity and all the-se creatures here are his ndash Great is the one and only lordshiprdquo 101109 yaacute imeacute dyā vāpr thivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvā n ldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer per-form sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

98 Cfr eg AVŚ 12333cd tvaacuteṣṭreva rūpaacuteṃ suacutekr taṃ svaacutedhityainā ehāḥ paacuteri pā tre dadrśrām ldquolike a form well made by Tvashtar with a knife so let the eager ones be seen round about in the vesselrdquo 14153ab tvaacuteṣṭā vā so vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā ka-vīnā m ldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo 60 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pā dān bhaacutegas tatakṣa catvā ry uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhy-atoacute nu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fashioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur aacutervā jāyata āśuacuter aacuteśvaḥ tvaacuteṣṭedaacuteṃ viacuteśvaṃ bʰuacutevanaṃ jajāna bahoacuteḥ kartā ram ihaacute yakṣi hotaḥ ldquoThe God-devoted man Tvashtar produces from Tvashtar springs to life your f leet-foot Courser Tvashtar gave being to this All about us Priest worship here the mighty works achieverrdquo

99 Cfr anche VS 1030 savitrā prasavitrā saacuterasvatyā vācā tvaacuteṣṭrā rūpaacuteiḥ pūṣṇā paśuacutebʰir iacutendreṇāsmeacute bŕhaspaacutetinā braacutehmaṇā vaacuteruṇenaacuteujasāgniacutenā teacutejasā soacutemena rājntildeā viacuteṣṇunā daśamyā devaacutetayā praacutesūtaḥ praacute sarpāmi ldquoI creep forth urged onward by Savitar the Impeller by Sarasvaticirc Speech by Tvashtar created forms by Pucircshan cattle by this Indra by Briha-spati Devotion by Varuna Power by Agni Brilliance by Soma the King by Vishnu the ten-th Deityrdquo

mdash 87 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

felicitagrave coniugale100

RV 10105abgaacuterbhe nuacute nau janitā daacutempatī kar devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥldquo[Yamī] (Even) in the womb the Begetter made us two a married couple god Tvaṣṭar the impeller who provides all formsrdquoAVŚ 6783tvaacuteṣṭā jāyām ajanayat tvaacuteṣṭāsyai tvāṃ paacutetim tvaacuteṣṭā sahaacutesram āyuṃṣi dīrghaacutem āyuḥ krṇotu vāmldquoTvashtar generated the wife Tvashtar [generated] thee as husband for her let Tvashtar make for you two a thousand life-times a long life-timerdquo

Nel RV e nella VS a Tvaṣṭar egrave assegnato il compito di foggiare uomini eroici (ved vīraacute‑) cfr i passi giagrave citati RV 73420b tvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrān ldquolet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur ldquoThe God-devoted man Tvashtar producesrdquo

(c) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash lrsquoarma del dio del tuono] IndraLa collocazione Tvaṣṭar‑ ndash TAKṢ lsquofoggiarersquo ndash vaacutejra‑ lsquomazza (di Indra)rsquo ricorre diver-se volte nel RV come notato giagrave da Macdonell (1897 117)

RV 1527cdtvaacuteṣṭā cit te yuacutejiyaṃ vāvrdhe śaacutevas tataacutekṣa vaacutejram abhiacutebhūtiojasamldquoTvaṣṭar also strengthened his own power to be employed by you he fashioned the mace of overwhelming mightrdquo

RV 1616abasmā iacuted u tvaacuteṣṭā takṣad vaacutejraṃ suaacutepastamaṃ svariacuteyaṃ raacuteṇāyaldquoJust for this one Tvaṣṭar fashioned the mace of best workmanship the reverberating one for battle [for joy]rdquo

Cfr anche RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (In-dra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo 5314ab aacutenavas te raacutetham aacuteśvāya takṣan tvaacuteṣṭā vaacutejram puruhūta dyumaacutentam ldquoThe Anu people fashioned a chariot for your horse Tvaṣṭar (fashioned) the brilliant mace o much invoked onerdquo

In due inni del RV egrave attestata una collocazione piugrave espressiva Tvaṣṭar‑ ndash VART lsquovoltare (sul tornio)rsquo ndash vaacutejra‑ lsquomazza (di Indra)rsquo ndash sahaacutesrabhrṣṭi‑ lsquodalle mille pun-tersquo cfr RV 1859ab tvaacuteṣṭā yaacuted vaacutejraṃ suacutekrtaṃ hiraṇyaacuteyaṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ suaacutepā aacutevartayat ldquoWhen Tvaṣṭar the good craftsman had turned the well-made gol-den mace with its thousand spikesrdquo 61710ab aacutedha tvaacuteṣṭā te mahaacute ugra vaacutejraṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ vavrtac chatāśrim ldquoThen Tvaṣṭar turned the mace with its thousand

100 Cfr anche RV 239 e 349 (= 729) in cui si chiede a Tvaṣṭar di propiziare progenie eroica

mdash 88 mdash

Riccardo Ginevra

spikes and hundred edges for you who are great o powerful onerdquo

(d+e) Tvaṣṭar egrave detto [conoscere (ved VED) ndash tutto] e [sostenere ndash il cielo e la terra] in due versi consecutivi (allrsquointerno di un paragone con Varuna)

RV 4423ahaacutem iacutendro vaacuteruṇas teacute mahitvā urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoI Varuṇa am Indra By my greatness these two realms wide and deep have strong support Like Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Tvaṣṭar egrave detto aggiustare insieme (ved saacutem airayaṃ) e sostenere (dhāraacuteyaṃ) le due metagrave del mondo (roacutedasī il cielo e la terra) Ciograve egrave una naturale conseguenza del fatto che in altri inni egli sia detto aver creato aggiustato insieme e adornato il cielo e la terra

RV 4563saacute iacutet suaacutepā bhuacutevaneṣu āsa yaacute imeacute dyāvāprthivī jajāna urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke avaṃśeacute dhīraḥ śaacuteciyā saacutem airatldquoHe certainly was the good artisan among the creatures who begot these two Heaven and Earth the two wide deep well-fixed realms did the wise one fit together in propless (space) with his skillrdquo

RV 101109yaacute imeacute dyāvāprthivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvānldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer perform sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

(f) Il soacutema- la bevanda rituale indiana egrave servito da Tvaṣṭar in due coppe ed egrave chiamato la [bevanda ndash di Tvaṣṭar-]

RV 111722ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vāmldquoFor Dadhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Che Tvaṣṭar sia il custode del soacutema- si evince anche dal fatto che in un inno Indra sia detto bere il soacutema- da due coppe nella casa di Tvaṣṭar mentre in un altro inno In-dra egrave detto rubare il soacutema- a Tvaṣṭar e berlo nelle coppe (cfr Macdonell 1897 117)

RV 4183cdtvaacuteṣṭur grheacute apibat soacutemam iacutendraḥ śatadhaniacuteyaṃ camuacutevoḥ sutaacutesya

mdash 89 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ldquoIn the house of Tvaṣṭar Indra drank soma a hundredrsquos worth of the pressed (drink) in the two cupsrdquo

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Le coppe con il soacutema- sono menzionate anche in una strofa in cui Tvaṣṭar prima porta i recipienti con il soacutema- per gli degravei e poi affila lrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSi-gnore della formularsquo questi versi sono immediatamente seguiti da una strofa in cui i poeti sono esortati a usare gli stessi strumenti per creare [poesia]101

RV 10539-10tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥ satoacute nūnaacuteṃ kavayaḥ saacuteṃ śiśīta vāśībhir yābhir amŕtāya taacutekṣatha vidvāṃsaḥ padā guacutehiyāni kartana yeacutena devāso amrtatvaacutem ānaśuacuteḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-) steedrdquo Brahmaṇaspati will hew Now poets sharpen up (the hatchets) that are (here) the axes with which you carve for the immortal As knowing ones create hidden tracks (like the track) by which the gods achieved immortalityrdquo

Non sarebbe strano se insieme allrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSignore della formu-la sacrarsquo anche il soacutema- fosse qui impiegato come una metafora per [poesia] come il soacutema- anche Brhaspati lsquoSignore della formula sacrarsquo egrave stato creato da Tvaṣṭar (RV 22317ab)

(h) Tvaṣṭar egrave contemporaneamente padre e nemico del [dio ndash del tuono] IndraIl padre di Indra egrave detto [foggiare] il suo vaacutejra‑ e per questo egrave stato identificato con Tvaṣṭar (cfr eg Macdonell 1897 116 Jamison Brereton 2014 I51)

RV 2176sāsmā aacuteram bāhuacutebhyāṃ yaacutem pitākrṇod viacuteśvasmād ā januacuteṣo veacutedasas paacuteri yeacutenā prthivyāṃ niacute kriacutev-iṃ śayaacutedhyai vaacutejreṇa hatvī aacutevrṇak tuviṣvaacuteṇiḥldquoThat was fit for him for his two arms ndash what his father made from every race and out of his know-ledge ndash that mace by which he with mighty roar smashed the worm and twisted it down to lie upon the earthrdquo

Ciograve sembra essere confermato dal fatto che in un inno il creatore e generatore di Indra sia chiamato svaacutepastama‑ lsquoil miglior artigianorsquo epiteto di Tvaṣṭar (cfr supra

101 Come notato da Jamison e Brereton (2014 ad loc)

mdash 90 mdash

Riccardo Ginevra

RV 1859 e 4563)102 cfr RV 4174b-d iacutendrasya kartā suapastamo bhūt yaacute īṃ jajāna svariacuteyaṃ suvaacutejram aacutenapacyutaṃ saacutedaso naacute bhūma ldquoThe best craftsman was the creator of Indra who begot him booming and bearing the good mace not to be moved any more than the Earth from its seatrdquo

Il rapporto tra Indra e il suo presunto padre Tvaṣṭar sembrerebbe essere proble-matico dato che questrsquoultimo egrave detto tremare davanti a Indra (RV 18014) il quale egrave a sua volta detto sconfiggere Tvaṣṭar alla nascita nel passo di RV 3484 citato supra (tvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya ldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indrardquo) Il quadro del rapporto padre-figlio diventa ancora piugrave tetro se si tiene conto del fatto che Indra egrave detto aver reso la madre una vedova e aver distrutto il padre evidentemente da identificare con Tvaṣṭar

RV 41812kaacutes te mātaacuteraṃ vidhaacutevām acakrac chayuacuteṃ kaacutes tvām ajighāṃsac caacuterantam kaacutes te devoacute aacutedhi mārḍīkaacute āsīd yaacutet prākṣiṇāḥ pitaacuteram pādagŕhyaldquoWho made your mother a widow Who tried to smash you as you lay as you wandered What god was merciful toward you when you destroyed your father having grasped him by the footrdquo

Abbiamo visto quindi come gli elementi centrali della caratterizzazione di Tvaṣṭar siano gli stessi attestati per quella dei dvergar ovvero atti di creazione di oggetti co-smici come figure umane e armi divine Soltanto il punto (h) non ha corrispondenze nella tradizione nordica bensigrave in quella greca come vedremo nel cap 8 A questo punto si puograve quindi procedere a una comparazione diretta tra la tradizione nordica e quella indiana

73 Artigiani cosmici indoeuropei confronto e ricostruzione

I miti nordici relativi ai dvergar e quelli indiani sul dio Tvaṣṭar condividono nume-rose caratteristiche gli elementi principali attestati in entrambe le tradizioni sono sintetizzabili nei seguenti punti

(a) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash ogget-to]I dvergar eddici sono quasi sempre soggetto di questa collocazione nel mito cfr eg Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

Tvaṣṭar egrave quasi esclusivamente menzionato come foggiatore di oggetti nel mito vedico cfr AVŚ 14160 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pādān bhaacutegas tatakṣa catvāry

102 Da notare come nello stesso inno sia menzionato anche il Cielo come padre di Indra (suvīras te janitā manyata dyauacuter)

mdash 91 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhyatoacute lsquonu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fash-ioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo

(b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash essere umano]Ai dvergar egrave assegnato il compito di creare esseri umani in Vsp 95-6 e 105-7 hverr scyldi dverga droacutettir scepia [hellip] thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquochi dei dvergar dovesse schiere (= lsquouominirsquo) creare [hellip] essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

Tvaṣṭar egrave il dio che foggia gli embrioni umani cfr RV 101841ab viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoche Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

(c) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash arma del dio del tuono]I dvergar Sindri e Brokkr sono gli autori del martello Mjǫllnir di Thor in Skaacuteld 35 THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn ldquoPoi (il dvergr Sindri) tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (il dvergr Brokkr) diede il martello a Thorrdquo

Tvaṣṭar foggia la mazza di Indra in RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (Indra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo

(d) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash sostenere ndash cielo]Il cielo egrave sorretto dai quattro nani Vestri Austri Suethri e Norethri nel mito nordico cfr Skaacuteld 23 Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dver-ganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

Tvaṣṭar sorregge le due metagrave del mondo (cielo e terra) nel mito vedico cfr RV 4423 tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ ca ldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

(e) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash conoscere ndash tutto]Il dvergr Alviss conosce ogni cosa in Alv 91-3 (13x) Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitir ldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu dvergr conoscirdquo

Tvaṣṭar conosce ogni essere vivente cfr RV 4423a tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān ldquolike Tvaṣṭar knowing all living beingsrdquo

mdash 92 mdash

Riccardo Ginevra

(f) [bevanda ndash dellrsquoartigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-)]Lrsquolsquoidromelersquo (mjǫethr pie medhu-) della poesia egrave chiamato ldquobevanda dei dvergarrdquo (che lrsquohanno prodotto) cfr Skaacuteld g57 vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku ldquone derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergarrdquo

Il soma la bevanda rituale indiana egrave il maacutedhu‑ lsquomielersquo (pie medhu-) di Tvaṣṭar cfr RV 111722 ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vām ldquoFor Da-dhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Ricapitolando i paralleli tra la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico e quella di Tvaṣṭar in quello indiano sono numerosi e si basano su una caratteristica fondamentale di questi personaggi la loro funzione come [artigiani] mitici che fog-giano oggetti cosmici come gli esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra associata alla poesia Ciograve permette di ipotizzare che essi continuino unrsquoorigi-naria figura mitica indoeuropea quella dellrsquo[artigiano] divino a cui erano associati i derivati della radice verbale che designava per eccellenza il [foggiare] mitico pie tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo riflessa in germanico da aisl dvergr (tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) e in indoiranico da ved Tvaacuteṣṭar‑ (turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo)103

103 Uno sviluppo da una personalitagrave divina singola (come Tvaṣṭar) ad una classe plurale di esseri mitici (come i dvergar) presenterebbe vari paralleli nelle tradizioni indoeuropee cfr eg i romani Sēmōnes classe plurale di divinitagrave sviluppatasi a partire dal dio singolo Sēmō le cui corrispondenze in italico e celtico permettono di ricostruire unrsquooriginaria divinitagrave singola-re protoitaloceltica di nome Segomō lsquoFortersquo (Weiss 2017)

mdash 93 mdash

8 ALCUNI PARALLELI NELLA MITOLOGIA CLASSICA IL DIO ROMANO PICO (PĪCUS) E IL

TITANO GRECO CRONO (ΚΡΌΝΌΣ)

Comrsquoegrave noto oltre che in nordico e indiano figure mitiche di artigiani divinisopran-naturali ricorrono in diverse tradizioni indoeuropee (cfr eg West 2007 154-157) Le fonti classiche attestano numerose figure di questo genere basti pensare alla for-giatura delle armi di Achille da parte di Efesto nellrsquoIliade al dono delle saette che i Ciclopi fanno a Zeus nella Teogonia o ai fabbri Dattili Idei delle fonti piugrave tarde Non egrave quindi strano che come vedremo nel presente capitolo paralleli importanti per quanto visto finora riguardo aisl dvergr e ved Tvaacuteṣṭar‑ siano attestati da due figure della letteratura classica il romano Pico (sect81) e il greco Crono (sect82) infatti da un lato le caratterizzazioni di questi personaggi presentano interessanti corrispondenze con i testi analizzati finora precisamente con gli elementi (g) e (h) rispettivamente del mito nordico e del mito indiano dallrsquoaltro i nomi di questi personaggi possono essere ricondotti rispettivamente a pie peiḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo radice che condi-vide significati e collocazioni con pie tuerḱ‑ (Jackson 2002 8-13) e alla radice quasi sinonimica pie (s)ker- lsquotagliarersquo

81 Il nome del dio Pīcus come riflesso di pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo

Il dio Pico (lat Pīcus) egrave uno dei primi re mitici del Lazio figlio di Saturno padre di Fauno e nonno di Latino104 la cui trasformazione in picchio (lat pīcus) ad opera dellrsquoamante rifiutata Circe egrave il soggetto di un famoso brano delle Metamorfosi di Ovidio (14320-434) Sebbene in quanto rex degli Aborigines Pico sia anche ogget-to di designazioni eroiche come equum domitor (Verg Aen 7189) egli egrave descritto nelle fonti latine e greche piugrave come un trickster e un culture hero

Il nome lat Pīcus puograve riflettere pie peiḱ‑oacute‑ lsquoquello che taglia foggiarsquo un

104 Cfr Verg Aen 748-49 [] Fauno Picus pater isque parentem te Saturne refert tu sanguinis ultimus auctor Serv ad Aen 1076 Stercutii Picus Pici Faunus Fauni Latinus est filius

mdash 94 mdash

Riccardo Ginevra

derivato agentivo del tipo tem-oacute- di pie peiḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo radice sinoni-mica rispetto a pie tuerḱ‑ A questo stesso derivato agentivo possono essere ricon-dotti anche

bull lat pīcus lsquopicchiorsquo che puograve riflettere pie peiḱ‑oacute‑ lsquoquello che (in)taglia scavarsquo (alberi con il becco)105 una denominazione che si riferisce al comportamento piugrave tipico di questo uccello di cui ricorrono descrizioni sia in greco (eg Arist Hist an 593a3-14) che in latino (eg Plaut Asin 262)106

bull gr πεικός lsquoacuto pungente asprorsquo attestato esclusivamente dalla glossa es-ichiana πεικόν middot πικρόν πευκεδανόν (il sinonimo πικρός egrave drsquoaltronde anchrsquoesso un riflesso con diversa morfologia di PIE peiḱ‑ cfr eg Beekes 2010 sv)

In questo caso lat Pīcus corrisponderebbe quindi non solo dal punto di vista se-mantico ma anche morfologico ad aisl dvergr essendo questrsquoultimo un riflesso di pie tuerḱ‑oacute‑ lsquoquello che taglia foggiarsquo parimenti un tipo tem-oacute- derivato da una radice dal significato lsquotagliare foggiarersquo107

Unrsquointerpretazione di lat Pīcus come lsquoquello che foggiarsquo trova per lrsquoappunto sup-porto nella caratterizzazione di questo personaggio attestata in un passo di Plutarco

Plut Numa 153-5μυθολογοῦσι γάρ εἰς τὸν Ἀβεντῖνον λόφον οὔπω μέρος ὄντα τῆς πόλεως οὐδὲ συνοικούμενον ἀλλ᾽ ἔχοντα πηγάς τε δαψιλεῖς ἐν αὑτῷ καὶ νάπας σκιεράς φοιτᾶν δύο δαίμονάς Πῖκον καὶ Φαῦνον οὓς τὰ μὲν ἄλλα Σατύρων ἄν τις ἢ Πανῶν γένει προσεικάσειε δυνάμει δὲ φαρμάκων καὶ δεινότητι τῆς περὶ τὰ θεῖα γοητείας λέγονται ταὐτὰ τοῖς ὑφ᾽ Ἑλλήνων προσαγορευθεῖσιν Ἰδαίοις Δακτύλοις σοφιζόμενοι περιϊέναι τὴν ἸταλίανldquoRaccontano infatti che quando il colle Aventino non era ancora parte della cittagrave neacute era abitato ma aveva in seacute abbondanti sorgenti e valli ombrose vi vagavano due numi Pico e Fauno i quali in altri aspetti rassomigliavano i Satiri o i Pani ma sono detti con il potere delle pozioni e lrsquoastuzia della magia divina aver viaggiato per lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i greci chiamano Dattili Ideirdquo

105 Diversamente interpretato da WH (sv) che nota come due termini possibilmente im-parentati con questo vocabolo ved pikaacute‑ lsquoCuculus micropterusrsquo e antico prussiano picle lsquoTur-dus pilarisrsquo non possano rif lettere pie ḱ questi paralleli sono tuttavia probabilmente Sche-ingleichungen dato che entrambi questi uccelli non hanno molto in comune con il picchio Probabilmente imparentato egrave anche pgerm spihta- lsquopicchiorsquo (WH ibid de Vaan 2008 sv pī-cus)

Un termine sicuramente imparentato con pīcus egrave piuttosto umb peico (accusativo singo-lare) peiqu (ablativo singolare) lsquoidrsquo esito di protoitalico pĭk‑o‑ (Meiser 1986 47) che puograve ri-f lettere pie piḱ-oacute- (un derivato del funzionalmente analogo tipo CC-oacute- cfr Nussbaum 2017 250ss) Lat pīca lsquoghiandaia gazzarsquo egrave probabilmente un derivato femminile di pīcus Diver-samente Meiser 1986 47-48 seguito da de Vaan 2008 sv pīcus (secondo cui lat pīca sareb-be un derivato femminile vrddhi di pĭk‑o‑ con successiva diffusione analogica della ī lunga al maschile)

106 Cfr sul tema Mynott 2018 230 259-260 278 Sui picchi nel folklore di varie parti del mondo cfr Armstrong 1958 94-112

107 Cfr Ginevra 2019 per unrsquoanalisi dei termini della famiglia romanza di it piccolo come ulteriori rif lessi di pie peiḱ‑oacute‑ sebbene in unrsquoaccezione passiva lsquoquello che egrave tagliatorsquo

mdash 95 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Pico e suo figlio Fauno ldquosono detti aver girato lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i Greci chiamano Dattili Ideirdquo dovevano evidentemente esistere delle narrazioni tradizionali secondo cui Pico era un artigiano che aveva tramandato agli Italici lrsquoarte propria dei Dattili Idei la quale era comrsquoegrave noto la metallurgia

Plin Nat 780ferrum Hesiodus in Creta eos qui vocati sunt Dactyli IdaeildquoEsiodo (ritiene) che a Creta quelli che si chiamano Dattili Idei (abbiano lavorato per la prima volta) il ferrordquo

Come ci si poteva attendere il fatto che il teonimo Pīcus fosse un omofono di lat pīcus lsquopicchiorsquo diede luogo a paraetimologie come quelle registrate da Servio

Serv ad Aen 7190Picum amavit Pomona pomorum dea et eius volentis est sortita coniugium postea Circe cum eum amaret et sperneretur irata eum in avem picum Martium convertit nam altera est pica hoc autem ideo fingitur quia augur fuit et domi habuit picum per quem futura noscebat

Il fatto che si tentasse di analizzare Pīcus per mezzo di episodi eziologici i quali hanno poco o niente a che fare con i ruoli e le funzioni che a questo dio sono specificamente assegnate108 va visto come un sintomo del fatto che il teonimo fosse ormai del tutto opaco etimologicamente giagrave per i romani Con questo non si vuole affermare che Pico non potesse essere associato al picchio tuttrsquoaltro punto di partenza per lrsquoassociazione di un dio con un animale erano solitamente degli elementi comuni nella caratterizzazione dei due (cfr eg la relazione tra il re degli degravei Zeus e il ldquore degli uccellirdquo lrsquoaquila) ed egrave quindi piugrave che normale che il dio Pīcus lsquoquello che taglia foggiarsquo finisse per essere associato allrsquouccello pīcus lsquoquello che taglia (la corteccia)rsquo

La narrazione di Plutarco citata supra continua quindi con un episodio della vita di Numa che egrave trattato anche da Ovidio nel terzo libro dei Fasti109 il re romano si rivolge alla ninfa Egeria per conoscere il rito di espiazione del fulmine questa sug-gerisce al re di costringere con la forza le divinitagrave indigene romane Fauno e Pico a rivelargli il segreto del rito

Ov Fasti 3289sscui dea lsquone nimium terrere piabile fulmen estrsquo ait lsquoet saevi flectitur ira Iovis sed poterunt ritum Picus Faunusque piandi tradere Romani numen utrumque soli nec sine vi tradent adhibe tu

108 Ovvero la storia dellrsquoamore non corrisposto di Circe peraltro una figura importata dal mondo greco e il dettaglio del tutto non marcato (basti pensare al mito di Romolo e Remo) sullrsquoimpiego di un uccello per la divinazione

109 Noncheacute secondo Arnobio dallrsquoannalista Valerio Antias (fr 6 Peter 8 Chassignet apud Arnob 51)

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Riccardo Ginevra

vincula captisrsquoldquoA lui (a Numa) la dea (Egeria) disse laquoNon avere eccessivo timore il fulmine si puograve espiare e lrsquoira del furioso Giove si puograve allontanare Ma Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazione Ma non lo tramanderanno senza costrizione legali con ceppi dopo averli catturatiraquordquo

Numa compie quanto suggeritogli dalla ninfa e ottiene quanto desiderato (alla fine egrave Giove stesso a rivelargli il rito) Ovidio segue qui naturalmente un topos della letteratura classica quello dellrsquoessere divino catturato dal mortale (cfr Pasco-Pran-ger 2002 298) che ha una sua prima e rinomata attestazione nellrsquoOdissea (4395ss) nella narrazione della cattura di Proteo ad opera di Menelao noncheacute successivamen-te presso Virgilio che fa catturare Proteo da Aristeo nelle Georgiche (4) e Sileno a dei pastori nelle Ecloghe (6) Il passo ovidiano ha tuttavia delle strette corrisponden-ze (cfr tab 11) anche con i testi scandinavi visti nel precedente capitolo (sect71 [g]) in cui i dvergar vengono catturati e trattenuti per la loro sapienza

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 (cfr Saxo Gesta Dano-rum 326)Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Ov Fasti 3289sssed poterunt ritum Picus Faunusque pianditradere Romani numen utrumque solildquoMa Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazionerdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere co-stretto con la forza a collaborare

Saga thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Ov Fasti 3293nec sine vi tradentldquoMa non lo tramanderanno senza costrizionerdquo

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Ov Fasti 3293adhibe tu vincula captisldquolegali con ceppi dopo averli catturatirdquo

Tab 11 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 Gesta Danorum 326 e Ov Fasti 3289ss

Comrsquoegrave noto talvolta egrave possibile addebitare corrispondenze tra Sassone il Gram-matico e autori romani alla cultura latina di Sassone il quale leggeva con tutta pro-babilitagrave sia Ovidio che Virgilio a supporto di unrsquoipotesi di questo genere si noti il

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

termine lat satyrus con cui Sassone si riferisce allrsquoessere fantastico di nome Mimin-gus Ciononostante in ambito scandinavo la cattura di un dvergr allo scopo di otte-nere un oggetto mitico non sembra essere un motivo importato dal mondo classico essendo attestato eg anche nella narrazione eddica della cattura del dvergr Andvari ad opera del dio Loki (Skaacuteld 39) Anche qualora queste corrispondenze tra i dver-gar nordici e il culture hero latino Pico non fossero indizio di una comune origine ma frutto di contatto tra mondo germanico settentrionale e mondo classico esse sarebbero comunque indice del fatto che gli artigiani mitici scandinavi venissero as-similati a questo personaggio mitico romano in ragione di quella che doveva essere percepita come una stretta somiglianza

82 Il nome del titano Κρόνος come riflesso di pie (s)ker- lsquotaglia-rersquo

Il padre di Pico a prestar fede a Virgilio era Saturno accostato dagli autori lati-ni via intepretatio romana al titano Crono padre di Zeus e sovrano celeste prima di lui Il nome Κρόνος egrave stato analizzato da Janda (2010 50-51) come il riflesso di kr-oacuteno- lsquoquello che tagliarsquo un derivato con grado ridotto della radice (s)ker- lsquotagliarersquo (gr κείρω lsquoidrsquo aisl skera lsquoidrsquo) e suffisso deverbativo pie -oacuteno- Janda cita come paralleli per questa formazione gr κλ-όνος lsquosubbugliorsquo ( κέλομαι lsquometto in movimentorsquo) θρ-όνος lsquoseggiorsquo (pie dher- lsquofissarersquo) e aav dəm‑āna‑ lsquocasarsquo (pie dem(h2)- lsquocostruirersquo) Questa analisi di gr κλόνος e θρόνος e lrsquoesistenza stessa di un tipo derivazionale CC-ono- sono state tuttavia oggetto di critica (Beekes 2010 svv) Alla luce dellrsquoattestazione di mic to-no thornos e del fatto che la radice in questione sia piuttosto da ricostruire come dherh2- per il greco (mic ta-ra-nu thrānus gr θρῆνυς lsquopancarsquo dhrh2-nu-) gr θρόνος egrave stato analizzato da de Lamberterie (2004 241ss) come lrsquoesito per metatesi di pgr thoacuter-no- e pie dhoacuter(h2)-no- lsquosostegnorsquo (con scomparsa della laringale per lrsquoEffetto di Saussure) In questo caso si potrebbe supporre unrsquoanaloga metatesi per gr Κρόνος il quale sarebbe quindi il riflesso di pie (s)koacuter-no- forma che potrebbe in effetti essere riflessa dalle glosse esichiane κόρνοςmiddot κεντρομυρσίνη Σικελοί lsquopungitopo per i Siculirsquo e σκόρνοςmiddot κόρνος μυρσί-νη τὸ φυτόν lsquopungitopo mirto lrsquoarbustorsquo (in cui μυρσίνη lsquomirtorsquo sta verosimilmente per μυρσίνη ἀγρία lsquomirto selvaticorsquo un altro nome del pungitopo)

In entrambi i casi lrsquointerpretazione di Κρόνος come un riflesso di pie (s)ker- lsquotagliarersquo (kr-oacuteno- oppure koacuter-no-) dal significato lsquoquello che tagliarsquo trova supporto nellrsquoatto mitico di castrare il cielo attribuito a questo personaggio (cfr infra) e permette di analizzare questo teonimo sul piano della semantica come un quasi-equivalente di ved Tvaṣṭar‑ (lsquoquello che taglia foggiarsquo) noncheacute di aisl dvergr (pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo)110 Questa ipotesi trova supporto in

110 In realtagrave il significato lsquofoggiarersquo egrave attestato anche per derivati di questa radice anche

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Riccardo Ginevra

due interessanti paralleli tra la mitologia di Crono quella del dio vedico Tvaṣṭar e parzialmente quella dei dvergar nordici

(1) Nel mito esiodeo della creazione la Terra egrave coperta dal Cielo e in continua unione sessuale con questo fino a quando Crono non li separa evirando il padre Cielo con una falce su incitazione della madre Terra

Hes Th 159-62 174-81ἣ δ᾽ ἐντὸς στοναχίζετο Γαῖα πελώρη στεινομένηmiddot δολίην δὲ κακήν τ᾽ ἐφράσσατο τέχνην αἶψα δὲ ποιήσασα γένος πολιοῦ ἀδάμαντος τεῦξε μέγα δρέπανον καὶ ἐπέφραδε παισὶ φίλοισινmiddot [hellip] εἷσε δέ μιν κρύψασα λόχῳmiddot ἐνέθηκε δὲ χερσὶν ἅρπην καρχαρόδονταmiddot δόλον δ᾽ ὑπεθήκατο πάντα ἦλθε δὲ νύκτ᾽ ἐπάγων μέγας Όὐρανός ἀμφὶ δὲ Γαίῃ ἱμείρων φιλότητος ἐπέσχετο καί ῥ᾽ ἐτανύσθη πάντηmiddot ὃ δ᾽ ἐκ λοχεοῖο πάις ὠρέξατο χειρὶ σκαιῇ δεξιτερῇ δὲ πελώριον ἔλλαβεν ἅρπην μακρὴν καρχαρόδοντα φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωldquoLa Terra invece gemeva allrsquointerno nella sua smisurata grandezza pigiata ma un espediente srsquoin-ventograve astuto e cattivo In breve fatto un tipo di metallo il bianco acciaio ne fabbricograve una grande falce e rivolgendosi ai suoi figli [hellip] Nascostolo (la Terra) lo (Crono) predispose allrsquoinsidia gli pose tra le mani la falce dai denti aguzzi e gli suggerigrave tutto lrsquoinganno E venne il grande Urano portando la notte e la Terra avviluppava desideroso drsquoamore e srsquoespandeva per ogni dove allora il figlio dal luogo dellrsquoinsidia protese la mano sinistra con la destra prese la smisurata falce lun-ga dai denti aguzzi e i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

Questo mito esiodeo della castrazione del Cielo egrave la variante greca dellrsquouniversale mitologico che dagrave il titolo ad una monografia di Staudacher (1942) Die Trennung von Himmel und Erde ldquola separazione del Cielo e della Terrardquo in miti cosmogonici attestati presso varie tradizioni del mondo (anche indoeuropee cfr Weiss 2016) il cielo e la terra erano originariamente uniti cosigrave strettamente da impedire il funziona-mento dellrsquouniverso e dovettero essere separati prima che si potesse giungere alla forma del cosmo come lo conosciamo oggi La separazione puograve avvenire principal-mente in due modi come notato da West (1966 212) ldquosometimes the sky is simply raised by pushing [hellip] Sometimes there is a physical link which must be severed [hellip] In the Hesiodic myth [hellip] it is an act of castration that severs the bond betwe-en them once and for allrdquo West nota anche come la peculiare forma di separazione attuata da Crono (castrazione) abbia chiaramente avuto origine nellrsquoincrocio tra un mito greco indigeno della separazione del cielo e della terra e il ldquomito orientale della successione nel cielordquo attestato dal hurrico Canto di Kumarbi (prevenutoci unica-mente in traduzione ittita un testo che presenta numerosi paralleli con la Teogonia di Esiodo cfr West 1997 279ss) in cui si racconta inter alia di come il dio Kumarbi castrograve con un morso il dio Anu lsquoCielorsquo prendendone il posto come sovrano degli

se non sembra sicuramente ricostruibile giagrave per la protolingua cfr eg aisl skera in Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima tagliare e segare intagliare e foggiarerdquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

degravei111 Lrsquoatto di Crono di porre fine allrsquounione originaria tra Terra e Cielo castrando questrsquoultimo egrave quindi funzionalmente equivalente a quanto compiuto da Tvaṣṭar nel suo ruolo di figura mitica che fissa e sorregge il cielo e la terra con paralleli anche nella mitologia dei dvergar nordici (sectsect71 2 e 3 elemento [d])

(2) Crono diventa poi il sovrano dellrsquouniverso spodestando il padre Cielo dando inizia alla trafila del cosiddetto ldquomito orientale della successione nel cielordquo egli stesso saragrave infatti spodestato da suo figlio Zeus in una guerra che si puograve definire il tema principale della Teogonia esiodea

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Nel suo ruolo mitologico di padre e contemporaneamente nemico del dio associa-to al tuono e successivamente re degli degravei Zeus Crono egrave qui direttamente compara-bile con il vedico Tvaṣṭar contemporaneamente padre e nemico del dio del tuono e re degli degravei Indra come visto nel capitolo precedente (sect72 [h])112

La caratterizzazione di Crono nella Teogonia di Esiodo sembra quindi avere delle corrispondenze precise (cfr tab 12) con quella di Tvaṣṭar nel RV

(1)Tvaṣṭar e Crono sono entrambi detti separare il cielo e la terra

RV 4423cdtvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Hes Th 180-182φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωmiddotldquoe i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

111 Come mi fa notare uno dei revisori anonimi anche Kumarbi egrave definito lceilDINGIRMEŠrceil-aš ad‑da‑aš ldquopadre degli deirdquo (KUB 177 ii 13 cfr van Gessel 1998-2001 I259-260) pur non essendone il padre biologico (cf supra cap 2)

112 Questo elemento presenta unrsquointeressante corrispondenza anche nel mito hurrico in cui Kumarbi ingravidato da Anu dopo averne inghiottito i genitali genera il dio della tempe-sta Tešub che a sua volta lo spodesteragrave

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Riccardo Ginevra

(2)Tvaṣṭar e Crono sono contem-poraneamente padri e nemici degli [degravei del tuono] Indra e Zeus

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Tab 12 Corrispondenze tra Tvaṣṭar e Crono

Notare questi paralleli indoeuropei non significa ovviamente negare le corrispondenze con il mito orientale in vari passaggi della Teogonia di Esiodo egrave possibile riconoscere una forte contaminazione tra tradizioni mitiche indigene (e quindi possibilmente ereditagrave indoeuropee) ed altre di origine vicinorientale (cfr eg West 1966 212)

In questo capitolo si egrave visto quindi come sia possibile ricondurre sia lat Pīcus (pie peiḱ‑oacute‑ lsquoquello che taglia foggiarsquo) che gr Κρόνος (kr-oacuteno- oppure koacuter-no- lsquoquello che tagliarsquo) rispettivamente a pie peiḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo e (s)ker- lsquotagliarersquo due radici piugrave o meno sinonimiche rispetto a pie tuerḱ‑ Queste formazioni onomastiche avevano quantomeno originariamente una semantica analoga a quella che abbiamo ricostruito per aisl dvergr (tuerḱ‑oacute‑ lsquoquello che taglia foggiarsquo) e ved Tvaacuteṣṭar- (turḱ‑teacuter‑-tr- lsquoquello che taglia foggiarsquo) da un punto di vista morfolog-ico aisl dvergr e lat Pīcus riflettono addirittura lo stesso tipo di formazione (es-sendo entrambi derivati del tipo tem-oacute-) Il parallelo linguistico tra queste figure egrave rafforzato dal fatto che sia le narrazioni latine sul dio Pico che la tradizione esiodea sul titano Crono presentino alcuni elementi che abbiamo individuato supra (cap 7) nella mitologia nordica relativa ai dvergar e in quella indiana relativa a Tvaṣṭar113

113 Ulteriori possibili corrispondenze nella mitologia greca sono quelle con i fratelli tita-ni Prometeo e Atlante rispettivamente il creatore degli esseri umani ed il titano che sorregge la volta celeste i quali potrebbero quindi rif lettere lo sdoppiamento di unrsquounica figura mitica originaria analoga a quelle trattate in questo capitolo Sono grato a Daniel Koumllligan per aver-mi fatto notare questo parallelo

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9 I NOMI DEI DVERGARIL CATALOGO DI VǪLUSPAacute 10-16

Nel presente capitolo ci concentreremo sui nomi di dvergar elencati nel poema ed-dico Vǫluspaacute in particolare allrsquointerno delle strofe 10-16 che introducono e svi-luppano il cosiddetto Dvergatal lsquocatalogo dei dvergarrsquo questi nomi una sessanti-na costituiscono da soli quasi metagrave di tutto il materiale onomastico attestato nella Vǫluspaacute allrsquointerno di cui tuttavia il catalogo potrebbe essere unrsquointerpolazione (cfr eg Dronke 1997 67) Numerosi lavori sono stati dedicati alle etimologie dei nomi di dvergar i piugrave conosciuti tra i quali sono gli studi di Gould (1929) e Motz (1973) si tratta di analisi che hanno avuto il grande valore di evidenziare alcuni tipi di formazione frequenti tra questi nomi tuttavia dato che la maggior parte di questi dvergar sono menzionati unicamente nel catalogo e che la mitologia che li riguarda egrave di solito a noi del tutto ignota si tratta per la massima parte di etimologie impossibili da dimostrare in quanto prive di qualsiasi riscontro nelle fonti

In questo lavoro al contrario si riterranno effettivamente analizzabili soltanto quelle formazioni onomastiche per cui lrsquoanalisi formale si puograve combinare con unrsquoin-terpretazione semantica eo unrsquoidentificazione del referente che trova riscontro nei dati della mitologia o della fraseologia che ricorrono nei testi in norreno o in lingue imparentate Ciograve esclude eg simplicia il cui referente egrave del tutto sconosciuto (eg THORNekkr o THORNroacuter) o composti di referente sconosciuto i cui elementi non sono facilmente identificabili o la cui sintassi interna egrave di difficile interpretazione (eg Gand-alfr o Hleacute-vangr)

Nella sezione che segue (sect91) si abbozzeragrave uno schema dei processi di forma-zione delle parole attestati tra i nomi di dvergar della Vǫluspaacute In quella successiva (sect92) tutte le formazioni saranno presentate in ordine alfabetico e trattate (quan-do possibile) sul piano dellrsquoanalisi formale e dellrsquointerpretazione semantica Infine nella sezione finale (sect93) saranno tratte una serie di considerazioni metodologiche sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar (e non)

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Riccardo Ginevra

91 Processi di derivazione e composizione nellrsquoonomastica dei dvergar

Si procederagrave anzitutto presentando i suffissi derivazionali attestati dalle diverse for-mazioni onomastiche (1) per passare poi alla tipologia dei composti (2) La clas-sificazione egrave motivata da esigenze pratiche di descrizione della lingua e non vuole entrare nel merito di questioni che sono a tal scopo non rilevanti e tuttora dibattute (eg se i composti a reggenza verbale siano originariamente da raggruppare insieme ai composti determinativi o ai possessivi)

(1) Derivazione suffissi derivazionali comuni e onomasticiUnrsquoanalisi formale dellrsquoonomastica dei dvergar dal punto di vista della derivazione permette di distinguere sia tipi flessivi molto comuni attestati anche nel lessico appellativo che formazioni con suffissi derivazionali piugrave rari che ricorrono princi-palmente o esclusivamente in ambito onomastico Di seguito una classificazione dei suffissi (sulla base del corrispondente protogermanico)

bull Pgerm -a- questa classe comprende sostantivi maschili tematici (con co-siddetta ldquoflessione forterdquo) che continuano i temi indoeuropei in -o- e sono tra le formazioni piugrave comuni allrsquointerno del lessico appellativo germanico

In questa categoria sono probabilmente da includere molti nomi di dvergar altrimenti ignoti che sembrerebbero a prima vista essere simplicia tematici eg Fraacuter e THORNroacuter noncheacute i secondi elementi di composti come Al‑thornjoacutefr e Nyacute‑raacuteethr

bull Pgerm -an- questa classe comprende sostantivi maschili uscenti in aisl -i (con cosiddetta ldquoflessione debolerdquo) che continuano i temi in -n- indoeuropei (talvolta anche sul piano etimologico cfr eg aisl ux-i lsquobuersquo pgerm uks-ēn riflesso di pie h2uks-eacuten- ved ukṣaacuten‑) Molti temi germanici in -an- hanno avuto origine come ricaratterizzazioni di originari temi in pgerm -a- (pie -o-) il suffisso -an- era inoltre frequentemente impiegato nella formazione del secondo elemento di compo-sti a reggenza verbale e nel creare derivati denominali da sostantivi neutri

Per esempi del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr Aacutei da aacutei lsquoavorsquo (pgerm awa[n]-) che corrispon-de al sostantivo tematico lat avus lsquononnorsquo (h2eṷh2-o-)Per il secondo tipo cfr degbori nel nome Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquoPer il terzo tipo molto comune tra i nomi di dvergar (Gould 1929 957) cfr eg Sindr-i sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo Frost‑i frost lsquogelorsquo Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

bull Pgerm -u- una classe di formazioni nominali di grande antichitagrave la cui estrema raritagrave tra i nomi di dvergar non sorprende trattandosi di un tipo di formazio-ne non piugrave produttivo giagrave in etagrave protogermanica (cfr Casaretto 2004 191)

Questa classe egrave attestata da unrsquounica formazione onomastica Litr lsquocolorersquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Pgerm -(i)ja(n)- questo suffisso in protogermanico formava principalmen-te derivati pertinentivi denominali un tipo poco rappresentato nellrsquoonomastica dei dvergar Il suffisso aisl -ir appare invece essere molto produttivo nella formazione di nomina agentis da verbi deboli (soprattutto nella poesia scaldica)114 un tipo raro nelle altre lingue germaniche e di chiara origine recente (lrsquoimpiego del suffisso aisl -ir dopo sillabe leggere -VC- non rispetta la Legge di Sievers e non puograve quindi risa-lire oltre il protonordico)

Per questo tipo di formazione tra i nomi di dvergar cfr eg degthornras‑ir in Doacutelg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo (cfr thornras‑a lsquominacciarersquo)

bull Pgerm -Vna- e -Vra- questi suffissi di struttura -VCa- (la vocale connet-tiva subiva spesso modificazioni non attese fonologicamente)115 sono ben attestati sia nellrsquoonomastica che nel lessico appellativo

In germanico i suffissi del tipo pgerm -Vnaō‑ erano relativamente produttivi per la formazione di derivati sia deverbali che denominali (Meid 1967 103ss)116 tuttavia nellrsquoonomastica dei dvergar (e nordica in generale) egrave unicamente il suffisso -inn a godere di produttivitagrave117

114 Cfr Meissner 1921 283ss Meid 1967 70 Ebenbauer 1973 192ss Casaretto 2004 112

115 Fondamentale nellrsquoanalisi di questi derivati egrave il processo del Suffixtausch lsquoscambio del suffissorsquo La vocale connettiva dei derivati con suffissi -VCaō- era infatti originariamen-te coincidente con la vocale in cui usciva la base del derivato eg wōd‑u‑ lsquoispirazionersquo gt wōdu‑na‑ lsquoquello dellrsquoispirazionersquo Una volta che la connessione etimologica tra basi e deri-vati andograve persa i parlanti si trovarono di fronte una varietagrave di suffissi ldquoapofonicirdquo con diversa vocale connettiva (-a- -i- -u-) i quali essendo di forma quasi identica e di funzione analo-ga apparivano liberamente scambiabili tra di loro Ciograve ha dato origine a formazioni seconda-rie in cui il suffisso con vocale connettiva etimologica egrave stato sostituito da suffissi con voca-le connettiva non etimologica eg Wōd‑una‑ (anorv Oacuteethonn) ⟶ Wōd‑ana‑ (aing Wōden) Wōd‑ina‑ (aing Wēden) Questo processo (per cui cfr Meid 1967 50ss Schaffner 1996 151) egrave molto diffuso in germanico settentrionale e occidentale ed egrave di grande importanza per lrsquoana-lisi di derivati con tali suffissi

116 A differenza della variante senza vocale connettiva -na- (pie -noacute-) la quale a cau-sa di processi di assimilazione era spesso non piugrave trasparente (got fulls lt plh1-noacute- lat plē‑nus ved pūr‑ṇaacute‑) Le tre varianti ldquoapofonicherdquo del suffisso -ana- -ina- e -una- in cui la vocale connettiva era originariamente identica alla vocale finale del tema della base (Casaret-to 2004 321) andavano incontro a Suffixtausch giagrave in etagrave molto antica cfr eg i rif lessi del termine per lsquomattinorsquo got maurg-ins e aisl myrg-inn (pgerm murg-ina-) vs aisl morg-inn (morg-ann) aing morg-en e aat morg-an (pgerm murg-ana-)

117 In norreno i rif lessi regolari -an--(i)n- e -un- (pgerm -ana- -ina- -una-) sono sta-ti sostituiti in maniera sistematica da aisl -in- il quale rif lette in realtagrave il formante di aggetti-vi di materiale pgerm -īna- (guld‑īna- lsquodoratorsquo guld-a- lsquoororsquo) Sebbene la sostituzione sia stata cosigrave pervasiva da aver influito persino sulla morfologia verbale (in cui aisl -inn egrave il rego-lare formante di participi preteriti mentre pgerm -īna- formava esclusivamente derivati de-nominali) si egrave trattato di un processo analogico e non di un mutamento fonetico (Syrett 1994 187-204) come dimostrato dal fatto che le varianti originarie del suffisso sono ancora identi-ficabili in vocaboli arcaici come thornjoacuteethann lsquorersquo (pgerm thorneud‑ana- cfr got thorniud‑ans) noncheacute

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Riccardo Ginevra

Con lrsquoeccezione del nome del personaggio della saga volsungica Reginn riflessi di pgerm -Vna- sono attestati da molti nomi di dvergar per lo piugrave ignoti e scarsamente analizzabili eg Dvalinn Fundinn e THORNorinn

In norreno e nelle altre lingue germaniche le formazioni che attestano esiti dei suffissi pgerm -a-ra- e -u-ra- non riflettono solitamente ereditagrave indoeuropee118 e sono analizzabili quantomeno sincronicamente come derivati denominali (eg pgerm stab-ara- lsquopalo in una palizzatarsquo stab-a--i- lsquopalorsquo) Quantomeno a giudi-care dal numero di nomi di dvergar che attestano questo tipo di formazione i riflessi nordici di struttura aisl -Vrr dovevano aver acquisito un alto grado di produttivitagrave (verosimilmente come formanti onomastici neutri sul piano del significato)

Suffissi che riflettono pgerm -Vra- ricorrono in numerosi nomi di dvergar altrimenti sco-nosciuti eg Aacutenarr Bǫmburr e Lofarr

bull Pgerm -(V)n-ija- si tratta di un suffisso complesso che ha avuto origine in derivati con suffisso -ija- di sostantivi in -(V)naō‑ lrsquoesito aisl -nir estratto dalle formazioni originarie egrave poi diventato produttivo nella lingua poetica e nellrsquoonoma-stica norrena per la formazione di inter alia composti possessivi e agentivi

Per formazioni del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr degvitn-ir lsquolupo spada creaturarsquo riflesso di witn-ija- (da pgerm witn[a]- imparentato con itt ḫwitar‑ḫwitn- lsquoanimali bestie lupirsquo) allrsquointer-no del nome di dvergr Mjǫeth‑vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquoPer composti possessivi e agentivi cfr rispettivamente Moacutet‑sǫg‑nir lsquoquello che ha la sega per figurersquo (aisl sǫg lsquosegarsquo) e Draup-nir lsquoquello che gocciolarsquo (pgerm draup‑a‑ lsquogocciolarersquo)

Naturalmente per quanto riguarda i composti la presente classificazione riguarda unicamente il secondo elemento il primo elemento andava incontro a modificazioni di vario tipo acquisendo morfologia specifica della composizione119

nellrsquoonomastica e in termini della lingua poetica118 Unrsquoeccezione egrave costituita dal suffisso -ara- che formava derivati di semantica delo-

cativale a partire da avverbi di luogo e pronomi (ūt‑ara‑ lsquoesternorsquo ūt lsquofuorirsquo Meid 1967 81) il quale egrave in ultima analisi da ricondurre a pie -eroacute- (con diverso grado apofonico o pgerm -ar- lt -er- in sillaba non radicale) tematizzazione del suffisso locativo pie -eacuter-(i) per cui cfr eg avverbi di luogo come aat obero av upara‑ lat superus rif lessi di pie (s)uper‑oacute‑ ((s)up‑eacuter‑(i) got ufar ved upaacuteri lat super)

Di contro il suffisso semplice (senza vocale connettiva) pgerm -ra- (pie -roacute-) non era produttivo in protogermanico ed egrave attestato principalmente in formazioni ereditate (Meid 1967 78 Casaretto 2004 416)

119 Eg seg-isdeg e seg-ideg per seg‑iz‑ nellrsquoonomastica cfr i nomi propri lat-germ (Fla-vius) Sigis-vultus vs aisl Sigdegurethr (segi-ward-u- lsquoguardiano della vittoriarsquo) fenomeni analo-ghi erano giagrave presenti in indoeuropeo cfr eg il primo elemento in -ideg allrsquointerno del sistema di Caland del tipo ved Rjiacute‑śvan‑ lsquoche ha cani velocirsquo rj‑raacute‑ lsquoveloce brillantersquo (su cui cfr eg Rau 2009 135)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(2) Composizione tipi di composti onomasticiIl secondo importante aspetto della Wortbildung nellrsquoonomastica dei dvergar egrave la composizione I tipi di composti attestati sono classificabili allrsquointerno di quattro categorie

bull Composti determinativi (scr tatpuruṣa‑)120 il cui primo elemento egrave in una relazione sintattica subordinativa implicita nei confronti del secondo elemento (a differenza che nei cosiddetti composti casuali in cui la relazione sintattica egrave espli-cita ovvero il primo elemento attesta una marca di caso) il quale egrave un sostantivo e corrisponde alla testa del composto (che egrave quindi endocentrico) eg aisl arm-baugr lsquoanello da bracciorsquo Composti determinativi di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 26 cfr Carr 1939 49-56)

A questo tipo potrebbe appartenere eg il nome di dvergr aisl Mjǫeth‑vitnir lsquolupo del mielersquo

bull Composti descrittivi (karmadhāraya)121 il cui primo elemento egrave un aggettivo in funzione di attributo del secondo elemento il quale egrave invece un sostantivo ed egrave la testa del composto (che egrave quindi endocentrico) cfr eg aisl forn‑maethr lsquouomo anti-corsquo aat junc-herro lsquogiovane signorersquo (ted Junker) Il tipo egrave sicuramente ricostruibi-le per il protogermanico (Meid 1967 27 cfr Carr 1939 56ss)122

Tra i nomi di dvergar questo tipo potrebbe essere attestato eg dal (poco chiaro) composto Skaacute‑fiethr qualora esso significasse lsquobuon finlandese lapponersquo

bull Composti a reggenza verbale (upapadasamāsa‑)123 il cui secondo elemento egrave un derivato deverbale con significato agentivo i nomi di dvergar attestano due sottotipi di questa categoria di origine cronologicamente distinta

Il tipo con i suffissi maschilefemminile aisl -ia (pgerm -aōn-) e aisl -ija (-jaōn- cfr Val-kyrja) era la strategia piugrave produttiva per la formazione di composti a reggenza verbale in protogermanico (Meid 1967 26)124 Lrsquoorigine di questo tipo

120 Cfr AiGr II1241ss sullrsquoorigine delle denominazioni dei composti in sanscrito cfr Sadovski 2002

121 In realtagrave nella classificazione indiana i descrittivi sono solo un sottotipo dei compo-sti apposizionali-attributivi karmadhāraya-

122 Cfr eg got midjun-gards aing middan-geard aat mittin-gard lsquoterra medianarsquo123 I composti descrittivi e a reggenza verbale sono spesso considerati sottogruppi dei

determinativi ma sono qui trattati separatamente ai fini dellrsquoesposizione per Schindler (1997 537) peraltro i composti a reggenza verbale con secondo elemento verbale (come quelli qui analizzati) sono in realtagrave nati come possessivi (ldquolsquoschnelle Schritte habendrsquo gt lsquoschnell schrei-tendrsquordquo)

124 Cfr eg i rif lessi della designazione germanica dellrsquolsquoeredersquo come lsquoquello che prendeusufruisce dellrsquoereditagraversquo (arbijadeg) aat erpi‑nom‑o e aing yrfe-num-a (entrambi da degnum-an- agentivo di nem-a- lsquoprenderersquo) got arbi-num-ja e aisl erfi-nyti (rispettivamente num-jan-

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Riccardo Ginevra

sembra essere da individuare nella ricaratterizzazione per mezzo del suffisso -aōn- o -jaōn- di antichi composti radicali indoeuropei (cfr Schindler 1972 Benedetti 1988 Scarlata 1999125 Data la produttivitagrave in germanico lrsquoattestazione di questo tipo tra le formazioni onomastiche del catalogo dei dvergar egrave prevedibile

Nomi di dvergar che riflettono questo tipo di formazione includono eg Haug‑spori lsquoquello che calcia le collinersquo e Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

I composti a reggenza verbale i cui secondi elementi attestano il suffisso -ir sono invece chiaramente piugrave recenti (Ebenbauer 1973 178) dato che come notato supra non subiscono gli esiti della Legge di Sievers neacute dello i-Umlaut (per cui al posto di eg aisl degthornras‑ir ci si aspetterebbe daggerdegthornresr) Questo suffisso era produttivo per la formazione di agentivi deverbali allrsquointerno di kenningar (Meissner 1921 283ss) ed egrave molto ben attestato nella poesia eddica e scaldica (Ebenbauer 1973 192ss)126

Tra i nomi di dvergar questo tipo egrave attestato da aisl Doacutelg‑thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo

bull Composti possessivi (bahuvrīhi)127 in cui a prescindere dalla relazione im-plicita tra primo elemento e secondo elemento la testa semantica non egrave uno dei due membri del composto (che egrave quindi esocentrico) del tipo di aisl gengil-beina lsquo(don-na) che ha le gambe tortersquo Molti composti di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 33ss cfr Carr 1939 63ss) il secondo elemento egrave normalmente suffissato (Carr 1939 64) il che giustificherebbe la classificazione di queste formazioni tra i composti derivazionali (ted Ableitungskomposita)

Tra i suffissi attestati nellrsquoonomastica eddica pgerm -an- e -ja- erano sicura-mente impiegati per la formazione di bahuvrīhi in etagrave protogermanica (Meid 1967

e nut-jan- agentivi di nem-a- e neut-a- lsquousufruirersquo) che la forma nordica sia un arcaismo egrave assicurato dal fatto che il simplex aisl erfi significa lsquofuneralersquo e non piugrave lsquoereditagraversquo (su questa famiglia lessicale cfr Groslashnvik 1982)

125 Cfr eg pgerm degtug-an- lsquocomandantersquo (eg in aat heri‑zogo gt ted Herzog) e lat dux entrambi rif lessi di pie degduk- (de Vaan 2008 sv dūcō)

126 Sebbene non sia attestato tra i nomi dei dvergar va sicuramente menzionato anche il tipo con derivato tematico agentivo come secondo elemento che occorre raramente nelle al-tre lingue germaniche (Casaretto 2004 49118) ma egrave relativamente frequente in nordico (Meid 1967 59) e deve essere stato produttivo in etagrave preistorica ciograve egrave evidente in primo luogo in ra-gione della sua corrispondenza con il tipo degtom-o- attestato nelle altre lingue indoeuropee cfr gr κουρο-τρόφ-ος lsquoche cresce i giovanirsquo e ved puṣṭim‑bhar‑aacute‑ lsquoche porta abbondanzarsquo in secondo luogo formazioni di questo tipo dallrsquoaspetto arcaico sono attestate in germanico orientale e occidentale e sono ricostruibili per il protogermanico cfr got daura-wards aing duru-weard aat turi-wart rif lesso di pgerm dur(a)-ward-a- lsquoquello che custodisce la portarsquo con secondo elemento dal verbo ward‑ē- lsquocustodirersquo cfr aing wardian aat wartēn (Casaret-to 2004 67)

127 Cfr AiGr II1273ss

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

34)128

Per questo tipo di possessivi cfr il nome di dvergr aisl Eikin-skjald-i lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

Non ha invece paralleli in altre lingue germaniche il tipo con suffisso aisl -nir (-Vn-ija- cfr Ebenbauer 1973 211) attestato eg dal nome di un cavallo in Grm 304 aisl Faacutel‑hoacutef‑nir lsquoquello che ha lo zoccolo cavorsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo)

Per esempi di questo tipo nellrsquoonomastica dei dvergar cfr Moacutet‑sǫg‑nir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo

92 Dizionario etimologico dei nomi di dvergar nella VǫluspaacuteIn questa sezione sono elencate in ordine alfabetico e quando possibile analizzate e interpretate tutte le formazioni onomastiche attestate in riferimento alla categoria dei dvergar nel poema eddico Vǫluspaacute

bull Aacutei (Vsp 11 15) apparentemente identico allrsquoappellativo aisl aacutei lsquoavorsquo rifles-so di pgerm aw-a(n)- (cfr got awo lsquononnarsquo pgerm aw‑ō[n]-) e pie h2eṷh2-o- (lat avus lsquononnorsquo) egrave trattato insieme a possibili paralleli norreni e indoeuropei su-pra (cap 2)

bull Alfr nome di un dvergr (Vsp 161) e secondo elemento nei nomi di dvergar Gand-alfr (Vsp 121) e Vind-alfr (Vsp 122) noncheacute nome di unrsquointera categoria di essere mitici gli alfar continuamente associati agli degravei (Gunnell 2012 121) e vene-rati dagli esseri umani (Gunnell 2012 passim) puograve riflettere pie h1albh-oacute- lsquobiancorsquo (lat albus Hsch ἀλφούςmiddot λευκούς) un derivato della radice h1albh- lsquoessere biancorsquo (itt alpa‑ lsquonuvolarsquo gr ἄλφι lsquoorzorsquo) Un significato originario lsquobiancorsquo per alfr puograve trovare supporto nellrsquoassociazione di questi esseri con gli degravei i lsquocelestirsquo (cfr ved devaacute‑ lat deus da pie deiuoacute- lsquocelestersquo) Aisl alfar potrebbe in alternativa riferirsi a spiriti associati ai corsi drsquoacqua dato che la radice h1albh- era chiaramente asso-ciata ai fiumi (cfr aisl elfr lsquofiumersquo e gli idronimi aat Elba gr Ἀλφειός lat Albula)

bull Al‑thornjoacutefr (Vsp 114) lsquoladro di tuttorsquo () (apparentemente composto di aldeg lsquotut-torsquo e degthornjoacutefr lsquoladrorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Aacuten (Vsp 117) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoantroponimo Aacuten attestato anche come Aacutenn e Oacutenn per una possibile analisi cfr de Vries 1962 sv Aacuten)

bull Aacutenarr (Vsp 117) non analizzabile (possibilmente derivato o ricaratterizzato

128 Cfr eg rispettivamente got man-leik-a aisl man-liacutek-i aing man‑līc‑a aat ma-na‑līhh‑o lsquoritrattorsquo (man(a)‑līk‑an‑ lsquoche ha lrsquoapparenza di un uomorsquo) ed aisl ein-eyg-r aat ein-oug-i lsquoche ha un occhio solorsquo (aina-aug-ja-)

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Riccardo Ginevra

a partire da Aacuten cfr de Vries 1962 sv)bull Aur-vangr (Vsp 137) lsquoquello che ha un campo di fangorsquo () (apparentemente

composto di aurdeg lsquofangorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Austri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave

interpretabile come lsquoquello dellrsquoOrientersquo essendo un derivato in -i di aisl austr lsquoOrientersquo esito di pgerm austra- (aing eāster aat ōstara [plurale] lsquoPasquarsquo cfr pgerm austa- aing eāst mat ost lsquoOrientersquo) un riflesso della radice pie h2ues- lsquodiventare chiarorsquo (cfr ved ucchaacute‑ti lsquoidrsquo av rec usaṇt‑ lsquoche diventa chiarorsquo) In un passaggio dellrsquoEdda di Snorri analizzato supra (cap 7) i nani Norethri Suethri Austri e Vestri sono detti sorreggere i quattro angoli del cielo egrave quindi scontato analizzare con Gould (1929 957) i nomi di tutti questi dvergar come derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali cfr infra anche Norethr‑i lsquoquello del Settentrio-nersquo (norethr) Suethr‑i lsquoquello del Meridionersquo (suethr) e Vestr-i lsquoquello dellrsquoOccidentersquo (vestr)

bull Baacutefurr (Vsp 115) notato nel Regius come ltBavavrrgt e nello Hauksboacutek come ltBaacutefurrgt egrave stato letto da Kerkhof (2015 83) come Bǫfur e analizzato come un termine imparentato con lat faber lsquofabbrorsquo che Kerkhof riconduce a pie guhobh-r Questrsquoanalisi sembra poco probabile in ragione del fatto che -urr in Baacutef‑urr riflette un suffisso aisl -urr (pgerm -Vra-) attestato anche dai nomi vicini Biacutefurr e Bǫmb-urr mentre comrsquoegrave noto (cfr eg la disamina in de Vaan 2008 sv) lat faber non riflette un tema in -r- bensigrave un sostantivo tematico con suffisso -ro- Si puograve semmai ipotizzare che una forma pgerm bab-ra- il riflesso di pie guhobh-ro- (lat faber) sia stata rimodellata in bab-Vra- e quindi in bab-ura- (aisl Bǫfurr) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull Biacutefurr (Vsp 115) non analizzabile (possibilmente derivato dal verbo debole aisl bifa lsquotremarersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull degbori secondo elemento nel nome di dvergr Horn-bori (Vsp 135) riflette un derivato agentivo di bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo) dal significato lsquoquello che portarsquo Cfr Hornbori

bull Bǫmburr (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-glia di isl bambur lsquorecipiente grandersquo e bambi lsquopancia grandersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Doacutelg‑thornrasir (Vsp 152) egrave un composto a reggenza verbale i cui elementi sono facilmente identificabili rispettivamente come aisl dolgr lsquonemicorsquo e THORNrasir una formazione attestata come simplex in DH 4 ma piugrave spesso come secondo ele-mento (eg Liacutef‑thornrasir in Gylf 53) e correntemente ritenuta essere un derivato re-cente in -ir del verbo thornrasa lsquominacciarersquo (Ebenbauer 1973 211) il significato di Doacutelg-thornrasir egrave quindi lsquoquello che minaccia i nemicirsquo Aisl thornrasa (pgerm thornrasō‑ cfr aat drāsen lsquoruggirersquo e as thrāsian lsquominacciarersquo da thornrēsija‑ Orel 2003 sv)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

un verbo obsoleto usato unicamente nella lingua poetica129 egrave etimologicamente da connettere alla radice verbale ved TRAS lsquotremare temerersquo ed entrambe sono a loro volta da ricondurre alla radice pie tres- lsquotremare (dalla paura)rsquo (LIV2 650-651 che ricostruisce anche un causativo tros-eacuteieo- lsquofare tremare (dalla paura)rsquo sulla base di ved trāsaacuteya‑ lsquoidrsquo lat terreo lsquospaventare terrorizzarersquo cfr de Vries 1962 620 EWAia sv TRES) Ciograve permette di riconoscere in aisl Dolg‑thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo la stessa collocazione [(fare) tremare (pie tres-) ndash il nemico] individuata da Dumeacutezil (1961 256 n 2) in lingue italiche e indoiraniche attestata eg nel RV (6144cd yaacutesya traacutesanti śaacutevasaḥ saṃcaacutekṣi śaacutetravo bhiyā ldquowhose rivals tremble at the full sight of his vast power in fearrdquo) e nellrsquoAVŚ (5218c taacuteir amiacutetrās trasantu no lsquomī yeacute yaacutenty anīkaśaacuteḥ ldquoby those let our enemies be alarmed who go yonder in troopsrdquo) Il nome del piugrave glorioso re menzionato nel RV (+) ved Trasaacute‑dasyu- lsquoquello che fa tremare i daacutesyu‑ (nemici)rsquo sembra quindi costituire un paral-lelo esatto per aisl Dolg‑thornrasir sul piano della semantica e parziale (aisl degthornrasir vs ved Trasaacutedeg) per quanto riguarda lrsquoetimologia130

bull Draupnir (Vsp 151) egrave identico al nome dellrsquoanello di Odino che si moltipli-ca per otto volte ogni nove giorni (Gylf 49) analizzato da Luumlhr (2000 319) come derivato con suffisso agentivo -nir di un non attestato verbo aisl draupa riflesso di pgerm draupō(ja)- lsquogocciolarersquo (aing drēapian) della stessa famiglia di pgerm dreup‑a‑ lsquoidrsquo (aisl drjuacutepa aing dreopan aat triofan) lett drupt drupu lsquocadere a pezzi andare in rovinarsquo e airl drucht lsquogocciarsquo (pie dhreub-) Il significato di aisl Draupnir sarebbe quindi lsquogocciolantersquo

bull Durinn (Vsp 104 108) nome di uno dei due dvergar coinvolti nella creazione di figure umane (cfr cap 7) sembrerebbe essere da connettere alla famiglia di aisl dyrr lsquoporte (plurale)rsquo (cfr de Vries 1962 sv) riflesso di pgerm dur- lsquoportarsquo (cfr Casaretto 2004 63) unrsquoanalisi che tuttavia non trova alcun riscontro nei testi

bull Dvalinn (Vsp 114 142) non analizzabile (possibilmente derivato di aisl dva-la lsquoritardarersquo della famiglia lessicale di got dwals lsquoscioccorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Eikin-skjaldi (Vsp 138 162) egrave un composto possessivo di sintassi interna attributiva131 Il primo elemento eikindeg riflette aisl eik-inn lsquofatto di querciarsquo (pgerm

129 Forse addirittura uno hapax dato che lrsquounica attestazione che sembra possibile indi-viduare in norreno egrave Ls 583 In islandese moderno il verbo sembra invece aver riacquisito vi-talitagrave

130 Come notato da Andrea Lorenzo Covini (c p) questrsquointerpretazione egrave supportata dalla circostanza per cui Trasaacute-dasyu- egrave da analizzare come arcaismo in vedico dove i compo-sti a reggenza verbale del tipo di gr φερέ-οικος lsquochiocciolarsquo (letteralmente lsquoporta-casarsquo) hanno normalmente il participio come primo elemento (del tipo di ved bharaacuted‑vāja- lsquoche porta velo-citagraveforzarsquo per unrsquoanalisi alternativa cfr Pinault 2018) in indoiranico il tipo originario si con-serva bene solo in antico persiano eg Dhāraya‑vau‑ lsquoche supporta il benersquo

131 Modello dellrsquoepiteto ing Oaken-shield (trad it Scudodiquercia) dato da J R R Tolkien ne Lo Hobbit (1937) al re dei nani Thorin il Re sotto la Montagna

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Riccardo Ginevra

aik‑īna‑ cfr aing ǣācen afr ē(t)zen aat eihhīn Orel 2003 sv) derivato con suffisso di materiale -inn (-īna‑) di eik lsquoquerciarsquo (aik- cfr aing āc as ēk aat eih) Il secondo elemento degskjald-i (skeld-an-) mostra il suffisso dei composti pos-sessivi -i (pgerm -an-) e riflette aisl skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeld-u- cfr got skildus aing scield as skeild aat scilt)132 Il significato di Eikin-skjaldi egrave quindi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo ma essendo il personaggio a noi ignoto non possiamo sapere se ciograve trovasse riscontro nella sua mitologia un possibile parallelo nellrsquoonomastica eddica si ha tuttavia in Eikin-tjasna lsquoquella che ha la molletta di querciarsquo (LP sv) nome della figlia di THORNraeligll lsquoServorsquo e THORNyacuter lsquoServarsquo in Rthorn (136) che sembrerebbe essere stato coniato con intento ironico proprio come parodia dellrsquoalti-sonante Eikin-skjaldi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

bull Fiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente riflesso di finhlj-an- deri-vato da pgerm finh‑lō- lsquolimarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Finnr (Vsp 164) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl finnr lsquofinlandese lapponersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Fjalarr nome di un dvergr (Vsp 163 cfr Skaacuteld g57) e di un gallo che canta nellrsquooltretomba (Vsp 428) noncheacute di uno jǫtunn lsquogigantersquo (Hrbl 26) riflette un de-rivato in -Vra- di pgerm felh-a- lsquooccultamentorsquo (got ga-filh lsquosepolturarsquo) termine della stessa famiglia di aisl fela lsquooccultarersquo (pgerm felh-a- cfr got filhan aing fēolan aat felahan) Un significato lsquoquello dellrsquooccultamentorsquo trova riscontro nella mitologia del gallo Fjalarr il quale egrave detto cantare nel palazzo della dea dei morti Hel lsquooccultamentorsquo133 in Vsp 435-8 enn annarr gelr fyr ioreth neethan soacutetrauethr hani at sǫlom Heliar ldquoma un altro anche canta in basso sottoterra gallo rosso-fuliggine alle corti di Helrdquo134

bull Fraeliggr (Vsp 136) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraeliggr lsquofamosorsquo)

bull Fraacuter (Vsp 135) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraacuter lsquovelocersquo)

132 Aliter Salus-Beekman Taylor 1969 76-77 che analizza (non correttamente) Eikin-skjaldi come dativo singolare di unrsquoipotetica forma daggerEikin‑skjǫldr lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo i composti con secondo elemento degskjǫldr sono sempre endocentrici cfr eg baug-skjǫldr lsquoscudo ad anellorsquo e her‑skjǫldr lsquoscudo di guerrarsquo

133 Aisl Hel (eg Vsp 438) nome del mondo dei morti e della dea che lo presiede (Gylf 34) rif lette pgerm haljō‑ lsquomondo inferorsquo (got halja aing hell as hellia aat hella) un deri-vato della famiglia del vb hel-a- lsquonasconderersquo (Casaretto 2004 151 EWA sv hella) compa-rabile con airl cuile lsquocantinarsquo (ḱoli -o-) e altri rif lessi di pie ḱel‑ lsquonasconderersquo Il significa-to lsquomondo inferorsquo per pgerm haljō‑ il cui significato etimologico egrave lsquooccultamento coperturarsquo rif lette il ben noto uso metonimico di [occultamento] e [oscuritagrave] per [morte] (Durante 1976 118-119) cfr eg Il 4461 τὸν δὲ σκότος ὄσσε κάλυψεν ldquoe la tenebra gli coprigrave gli occhi (= morigrave)rdquo

134 Per altre proposte etimologiche cfr de Vries 1962 sv IacuteO sv Salus-Beekman Taylor 1969 77-78

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Frosti (Vsp 163) non analizzabile (apparentemente derivato in -i di frost lsquogelorsquo)

bull Fundinn (Vsp 132) non analizzabile (apparentemente identico al participio preterito del verbo finna lsquotrovarersquo)

bull Gand-alfr (Vsp 121) lsquoelfo del danneggiamentorsquo () (apparentemente compo-sto di ganddeg lsquodanneggiamentorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Ginnarr nome di un dvergr (Vsp 154) e nome di Odino (OacuteN 18) noncheacute termine poetico per [falco] (HaH 15) egrave un derivato in aisl -Vrr (pgerm-Vra-) del sostantivo ginn lsquotradimento menzognarsquo o meno probabilmente del verbo ginna lsquoingannare incantarersquo entrambi di origine poco chiara (tentativi poco felici in de Vries 1962 sv ginn) Un significato lsquoquello dellrsquoinganno dellrsquoincantamentorsquo trova un certo riscontro nei testi nordici in cui Odino viene associato alla magia runica (eg Hav 138ss) e in cui ricorre eg una kenning per Odino galdrs faethir ldquopadre dellrsquoincantamentordquo (Bdr 33 cfr cap 2) il significato lsquoquello del tradimento della menzognarsquo puograve parimenti essere supportato da narrazioni mitiche in cui il dio inganna altri personaggi (eg Skaacuteld g58)

bull Gloacutei (Vsp 154) non analizzabile (apparentemente un derivato in -i del verbo aisl gloacutea lsquosplenderersquo cfr de Vries 1962 sv gloacutea)

bull Haacute(a)rr nome di un dvergr (Vsp 153) e nome di Odino (Vsp 215) egrave cor-rentemente analizzato come riflesso di haira- lsquogrigiorsquo oppure di un composto haiha-harja- lsquocombattente monocolorsquo (Haretharson 2004 553 con letteratura) con un primo elemento haiha- che non egrave altrimenti mai attestato in nordico (solo got haihs lsquomonocolorsquo) e un secondo elemento degharja- assai raro tra i teonimi135 In alternativa aisl Haacute(a)rr puograve essere lrsquoesito regolare di pgerm hanh-ara- un deri-vato in -Vra- di hanh-a- lsquoatto di penderersquo (got faur‑hāh lsquotendarsquo aat bruoh‑hāh lsquocinturarsquo cfr Casaretto 2004 76) una formazione del tipo τόμος da ricondurre al verbo forte pgerm hanh-a- e alla radice pie ḱenk- lsquopenderersquo (per cui cfr Schaff-ner 2001 202) cfr lat cunctor lsquoesitarersquo ved śaacuteṅka-te lsquotemerersquo Derivati di pgerm hanh-a- e pie ḱenk- lsquopenderersquo sono infatti attestati sia come simplex che come pri-mo elemento di alcuni epiteti di Odino cfr Hangi lsquolrsquoAppesorsquo (hangan-) Hanga-tyacuter e deggoeth lsquodio degli appesirsquo (hangadeg genitivo plurale di hangi hangan-) questi epite-ti trovano un riscontro esatto nel mito nordico in cui Odino egrave appeso a un albero per lungo tempo al fine di ottenere la saggezza runica cfr Hav 1381-6 veit ec at ec hecc vindgameiethi aacute naeligtr allar niacuteo geiri undaethr oc gefinn Oacuteethni siaacutelfr siaacutelfom meacuter ldquolo so che sono stato appeso al tronco scosso dal vento nove intere notti da una lancia

135 Lrsquounica eccezione sarebbe Viacuteetharr (eg Vsp 553) nome del dio che vendica lrsquouccisione di suo padre Odino da parte del lupo Fenrir (Gylf 51) correntemente ricondotto ad un compo-sto pnord Wīda-harja- lsquoquello che porta guerra per ampio raggiorsquo (la lunghezza di aisl -iacute- egrave assicurata metricamente Haretharson 2004 557) unrsquoanalisi che tuttavia non trova particolare supporto nella caratterizzazione del dio

mdash 112 mdash

Riccardo Ginevra

ferito e sacrificato a Odino io a me stessordquo Cfr per un analogo sistema di corri-spondenze i nomi di Thor aisl Veacute-urr (pgerm winh-Vra-) e Ving‑thornoacuterr (wing-ideg cfr wi(n)gi‑thornonar nellrsquoiscrizione della Fibula di Nordendorf) e la fraseologia attestata in Gylf 49 toacutek hamarinn Mjǫllni ok braacute upp ok viacutegethi hafrstǫkurnar ldquo(Thor) prese il martello Mjoumlllnir lo agitograve e incantograve136 le pelli di caprardquo Un significato lsquoQuello dellrsquoatto di penderersquo per aisl Haacute(a)rr (pgerm hanh-ara-) egrave supportato quindi da paralleli nellrsquoonomastica relativa a Odino e nella fraseologia eddica relativa alla sua mitologia

bull Haacutenarr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl hannarr lsquoabile espertorsquo cfr Gould 1929 948)

bull Haug‑spori (Vsp 154) egrave un composto a reggenza verbale il cui primo ele-mento egrave da identificare con il sostantivo haugr lsquocollina tumulo (funerario)rsquo men-tre il secondo elemento degspori egrave un agentivo in -i (pgerm -an-) del tipo pgerm degtug-an- lsquoquello che conducersquo un derivato del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo a sua volta imparentato e sinonimo del verbo forte aisl sporna (essendo entrambi riflessi della radice pgerm spur‑) Questrsquoultimo verbo egrave attestato nellrsquoEd-da unicamente in due passi che come notato da Dronke (1997 42-43) riflettono una stessa collocazione [calpestare (aisl sporna) ndash la terra] Vsp 245-8 brotinn var borethveggr borgar aacutesa knaacutetto vanir viacutegspaacute vǫllo sporna ldquoInfranto fu il riparo di legno della cittagrave degli asi i vani poterono ndash grazie a un incanto di guerra ndash calpestare il campordquo Odd 81-4 Knaacutetti maeligr oc mǫgr moldveg sporna born thornau in bliacuteetho vieth bana Hǫgna ldquoPoterono una bimba e un bimbo la via di terra calpestare i due teneri figli dellrsquouccisore di Hǫgnirdquo I versi di Vsp 247-8 e Odd 81-2 sono chiaramente costru-iti secondo la stessa struttura metrico-sintattica [knaacutettui lsquopoteronorsquo ndash soggetto ani-mato (allitterante) la terra (allitterante) ndash sporna lsquocalpestarersquo] Nel passo di Odd egrave descritta la nascita dei due figli di Vilmundr e Borgnyacute in cui [calpestare ndash la terra] egrave quindi una perifrasi per [vivere] o [nascere] Dronke ritiene che la stessa metafora sia identificabile anche nel brano della Vsp Da un punto di vista indoeuropeistico [calpestare ndash la terra] egrave accostabile a [camminare ndash sulla terra] perifrasi per [vivere] attestata in greco nordico e lituano (West 2007 125)137 I termini norreni impiegati in questa collocazione mold(-vegr) lsquoterrarsquo e vǫllr lsquocamporsquo sono heiti per [terra] (cfr JH 2) proprio come haugr lsquocollina tumulorsquo egrave impiegato come heiti per [terra] eg in kenningar del tipo [terra ndash della chioma] per [testa]138 o del tipo

136 Aisl viacutegja (preterito viacutegethi) puograve essere lrsquoesito di pgerm winh-ja- -g- in viacutegja potreb-be infatti rif lettere un glide formatosi tra iacute e j ancora assente nelle attestazioni runiche del ver-bo (cfr eg lrsquoiscrizione sul manico di ascia di Nydam alu wihju)

137 La perifrasi [calpestare ndash la terra] per [vivere] puograve essere interpretata come lrsquoop-posto dellrsquoespressione [mordere ndash la terra] per [morire] attestata in greco ittita e sanscrito (Dardano 2013 138-144 West 2007 490)

138 Cfr eg skarar hauga ldquocolline tumuli della chiomardquo in Eyv Lv 56 cfr Meissner

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

[popolo ndash della terra] per [troll]139 Inoltre come menzionato supra aisl sporna (pgerm spurn‑a- lt pie sphr-n-H- cfr LIV2 585 e 5867) e aisl spora lsquocalciare calpestarersquo (pgerm spurō‑ possibilmente un derivato di spura‑ lsquocalcio calpestiorsquo lt pie sphrH-oacute- Orel 2003 sv spurōjanan) sono entrambi da ricondurre a una stessa radice pgerm spur‑ lsquocalciare calpestarersquo (pie sphrH-)140 Egrave quindi possibile analizzare il nome proprio Haug‑spori lsquoquello che calpesta le colline i tumulirsquo come un riflesso della collocazione [calpestare (pgerm spur‑) ndash la terra] Essendo questa come visto supra unrsquoespressione perifrastica per [vivere] Haugspori potrebbe essere da interpretare come una kenning per [(essere umano) vivente]

bull Hepti (Vsp 133) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl hepti lsquomanicorsquo)

bull Hleacute-vangr (Vsp 154) lsquoquello che ha un campo di rifugiorsquo () (apparentemen-te composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Horn-bori (Vsp 135 lectio attestata dal Codex Regius mentre nello Hau-ksboacutek ricorre Fornbogi) egrave un composto a reggenza verbale di aisl horndeg lsquocornorsquo e degbori un derivato agentivo di bora lsquoforarersquo o bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo cfr aing here-toga aat heri‑zohgo lsquoche conduce lrsquoesercito co-mandantersquo Schaffner 2001 569ss) interpretato quindi come lsquoquello che fora cornirsquo da Gould e come lsquoquello che porta il corno trombettierersquo da Motz Tra le due la seconda analisi egrave quella che trova maggiore supporto nella fraseologia la quale evi-denzia perograve come il lsquocornorsquo in questione sia quello potorio cfr Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che (le valchirie) Hrist e Mist mi portino il cor-nordquo glossato alla fine della strofa (369) con thornaeligr bera einheriom ǫl ldquoqueste portano la birra agli sceltirdquo e in Gylf 36 con bera drykkju ldquo(le valchirie) portano da bererdquo cfr anche eg Egils saga Skalla-Griacutemssonar 55 toacutek vieth dyacutershorni er honum var borieth og drakk af ldquoprese il corno di cervo che gli fu portato e bevverdquo Sulla base dei dati della fraseologia egrave quindi possibile interpretare il nome Horn-bori come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

bull Jari (Vsp 137) non analizzabile (possibilmente derivato maschile del fem-minile aisl jar-a lsquobattagliarsquo cfr de Vries 1962 sv)

1921 128 Il fatto che hauga in Eyv Lv 56 sia metricamente condizionato da eacuteldraugr lsquoalbero della tempestarsquo a inizio verso non cambia il dato che haugr potesse essere impiegato come sinonimo poetico per [terra]

139 Cfr hauga herr ldquopopolo esercito delle colline dei tumulirdquo in Sigv Austv 25-6 cfr Meissner 1921 258 Cfr anche molddeg in moldbuacutei lsquoabitante della terrarsquo kenning per [troll] in Gestumbl Heiethr 252

140 Negli ultimi Addenda und Corrigenda zu LIVsup2 pubblicati online (https wwwori-indufauni-jenadeiskvomediaindogermanistikKC3BCmmel_liv2_add-p-246pdf sv ldquospʰerH- rarr (t)sperH- (mit dem Fuszlig) stoszligen tretenrdquo ultimo accesso 27022020) Kuumlmmel accetta invece la ricostruzione tsperH- proposta da Lubotsky (2006) che a me sembra tutta-via piugrave problematica di quella tradizionale

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Riccardo Ginevra

bull Kiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente derivato da kiacutell lsquobaia strettarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Litr (Vsp 124) nome di un dvergr bruciato sulla pira di Baldr (Gylf 49) egrave identico allrsquoappellativo litr lsquoaspetto colorersquo (wlit-u-)141 imparentato con got wlits lsquoviso vista formarsquo aing wlite lsquoviso aspettorsquo as wliti lsquoluce aspetto formarsquo ri-flessi di pgerm wlit-i- interpretabile come nomen actionis dellrsquoetimologicamente poco chiaro verbo wleit-a- lsquoguardarersquo (Casaretto 2004 178) Questrsquoultimo egrave sta-to a sua volta comparato in ambito indoeuropeo con lat vultus lsquoaspettorsquo airl degfil lsquocrsquoegraversquo (lsquoeccorsquo lsquoguardarsquo) file lsquopoetarsquo (lsquoveggentersquo) e mgall gwelet lsquovederersquo (de Vries 1962 sv liacuteta Seebold 1970 sv wleit-a- Matasović 2009 sv wel-o-) Non egrave chiaro se il significato lsquocolorersquo sia supportato dalla mitologia di Litr

bull Lofarr (Vsp 144 168) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl lof lsquolodersquo e lofa lsquolodarersquo cfr Gould 1929 950)

bull Loacuteni (Vsp 136) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl loacuten lsquoparte del mare dove lrsquoacqua egrave calmarsquo e isl loacuten lsquoatto di fermarsirsquo cfr Gould 1929 951)

bull Mjǫeth‑vitnir (Vsp 118) egrave un composto determinativo il cui primo elemento riflette aisl mjǫethr lsquoidromelersquo (pgerm med-u- cfr aing meodu medu aat metu) e il cui secondo elemento corrisponde a vitnir lsquolupo spada creaturarsquo (cfr infra) Il significato lsquolupo dellrsquoidromelersquo potrebbe riferirsi allrsquolsquoubriaconersquo(Gould 1929 951) qualora mjǫethdeg fosse qui impiegato con lrsquoaccezione etimologica lsquomielersquo (ricostruibile per pie meacutedhu- cfr ved maacutedhu‑ lit medugraves lsquoidrsquo) il composto Mjǫeth‑vitnir lsquolupo del mielersquo avrebbe un possibile parallelo in aing Bēo‑wulf che egrave stato interpretato come una kenning per [orso] lsquolupo delle apirsquo (Sweet 1884 202)

bull Moacutet‑sǫgnir (Vsp 101 il passo egrave analizzato supra cap 7) nome di uno dei due dvergar (lrsquoaltro egrave Durinn cfr supra) che ldquofoggiarono figure umanerdquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave attestato nei codici in diverse varianti ltMoacutetsognirgt nel Codex Re-gius ltMoethsognirgt nello Hauksboacutek e nella Snorra Edda e ltMotsǫgnigt nelle thornulur del codice AM 748 I 4to Solitamente analizzato come Moacuteeth‑sognir un composto di aisl moacuteethr lsquoira animorsquo e degsognir un derivato di suacutega lsquosucchiarersquo esso egrave stato inter-pretato come lsquoquello che succhia rabbiarsquo (Motz 1973 115) o lsquoquello che succhia la forza (dai corpi)rsquo (de Vries 1962 sv) tutte interpretazioni che non trovano tuttavia alcun supporto nellrsquounico e breve contesto in cui questo personaggio egrave menziona-to142 La lectio del Codex Regius e quella delle thornulur rispettivamente ltMoacutetsognirgt e ltMotsǫgnigt suggeriscono piuttosto una lettura Moacutetsǫgnir analizzabile come un composto di aisl moacutetdeg lsquosegno figurarsquo e di degsǫg‑nir sincronicamente interpretabile

141 Rimodellamento interno al nordico (privo perograve di paralleli) secondo Seebold (1970 sv wleita-)

142 Cfr anche lrsquoimprobabile interpretazione di Gould (1929 951) lsquoquello che ruggisce con rabbiarsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

come un derivato per mezzo del suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo Il suf-fisso -nir era impiegato inter alia nella composizione per la formazione di secondi elementi di composti possessivi come deghoacutefnir lsquoche ha gli zoccoli Xrsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo) secondo elemento del nome di un cavallo in Grm 30 Ebr 9 e HeH 2 (Ebenbauer 1973 211) Aisl degsǫg‑nir sembrerebbe quindi significare lsquoquello che ha una sega Xrsquo Dato che aisl moacutet lsquosegno figurarsquo egrave impiegato in particolare per le forme uma-ne (cfr eg la relativamente frequente collocazione manns moacutet lsquoaspetto da [vero] uomorsquo) il nome Moacutet‑sǫgnir puograve significare lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo riflettendo quindi una formazione e una sintassi interna analoga a eg aisl Sess‑ruacutemnir lsquoquella che ha lo spazio (ruacutem) per (contenere) seggi (sess)rsquo heiti per [nave] in SkH 14 e nome di una sala appartenente a Freyja in Gylf 24143 Moacutet‑sǫgnir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo sarebbe in questo caso un nome molto adatto per il dvergr che in Vsp 10 ha il compito di ldquocreare figure umanerdquo (manliacutekun gera) e degsǫgnir sarebbe quindi impiegato quasi come un agentivo del verbo aisl saga lsquosegarersquo il quale egrave per lrsquoappunto attestato in contesti di intaglio di figure umane144

bull Naacuteli (Vsp 132) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di aisl naacutel lsquoagorsquo cfr Gould 1929 951)

bull Naacuter (Vsp 125) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl naacuter lsquoca-daverersquo)

bull Niethi (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di nieth lsquoluna nuovarsquo cfr Gould 1929 952)

bull Norethri (Vsp 112) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave interpretabile come lsquoquello del Settentrionersquo essendo un derivato in -i di aisl norethr lsquoSettentrionersquo esito di pgerm nurthornra- (cfr pgerm nurthorna- aing noreth aat nord lsquoidrsquo) un riflesso di pie h1ner- lsquosottorsquo (cfr gr ἐνέρτερος lsquoinferiorersquo umb nertru lsquosinistrarsquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Noacuteri (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di noacuter lsquobaia strettarsquo)

bull Nyacutei (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di nyacuter lsquonuovorsquo)

bull Nyacute‑raacuteethr (Vsp 125) lsquonuovo consigliorsquo () (apparentemente composto di nyacutedeg lsquonuovorsquo e degraacuteethr lsquoconsigliorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Raacuteeth‑sviethr (Vsp 127) lsquosaggio nei consiglirsquo () (apparentemente composto di

143 Aliter Meissner (1921 11) ed Ebenbauer (1973 210) che lo analizzano come un deri-vato dellrsquoaggettivo ruacutemr lsquospaziosorsquo (il che comunque non cambierebbe la sintassi interna del composto)

144 Cfr eg Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima (essere) tagliato e segato intagliato e foggiatordquo Cfr anche Mar B 11512 sagaethi liacutekneski thornetta fraacute vegginum ldquotagliare via quella effigie (divina) dal murordquo

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Riccardo Ginevra

raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Reginn (Vsp 127) nome di un dvergr che egrave tra i personaggi principali del-

la saga di Sigurethr (cfr eg il titolo del poema Rm) egrave apparentemente un derivato maschile del plurale tantum neutro aisl regin lsquodegravei numirsquo riflesso di pgerm ragina- lsquoconsiglio decisione numersquo (got ragin lsquoconsiglio decisionersquo as regan[o]deg in regan[o]-giskapu lsquodestino divinorsquo Casaretto 2004 323) tuttavia nessuno di questi significati trova particolare supporto nei testi

bull Sindri (Vsp 374) nome di un dvergr che insieme al fratello di nome Brokkr entra in competizione con il dio del fuoco Loki (Skaacuteld 35) riflette un derivato in -i del sostantivo neutro aisl sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo (cfr aing sinder lsquoidrsquo ing cinder lsquocenerersquo as sinder lsquoscoriarsquo aat sintar lsquoidrsquo) dal significato lsquoquello delle scintille delle scorie incandescentirsquo Come proposto in Ginevra 2018 questa interpretazione presenta forti corrispondenze con la semantica che nella tra-dizione indiana veniva attribuita quantomento a livello di etimologia popolare al nome del veggente ved Aacuteṅgiras- lsquoquello dei carboni incandescentirsquo (ved aacuteṅgāra‑ lsquocarbone incandescentersquo) il parallelo egrave ulteriormente supportato dalla comune ori-gine dei nomi del fratello di Sindri nel mito nordico aisl Brokkr riflesso di pie bhr(h2)g-noacute- lsquocrepitante rombantersquo e di quello che in certi testi indiani compare come fratello di Aṅgiras ved Bhŕgu- e scr Bhrgu il riflesso (con generalizzazione del tema debole) di un sost anficinetico pie bhŕ(h2)g‑oṷ‑bhrg(h2)‑ṷ‑acute derivato in-ternamente da un aggettivo proterocinetico145 in -u- con un tema debole bhr(h2)g‑eacuteṷ‑ ed un significato lsquocrepitante rombantersquo la corrispondenza formale e semantica tra queste formazioni onomastiche egrave confermata dagli evidenti paralleli tra le narrazioni mitiche associate a questi personaggi in norreno e in antico indiano

bull Skaacute‑fiethr (Vsp 156) lsquobuon finlandese lapponersquo () (apparentemente composto di skaacutedeg lsquobuonorsquo e degfinnr degfiethr lsquofinlandese lapponersquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Skirfpir (Vsp 155) potrebbe riflettere una formazione in pnord -ija- da un non attestato verbo skerfba- lsquodecorarersquo ricostruibile alla base di norv skjerva lsquofare pannelli a spina di pescersquo con un significato lsquodecoratorersquo (Gould 1929 953 de Vries 1962 sv Motz 1973 115 IacuteO sv) pnord skerfba- puograve a sua volta essere un riflesso della famiglia di verbi skerfb‑a‑skerp‑a‑skrep‑a‑ lsquograffiare tagliare viarsquo (Seebold 1970 svv Kroonen 2013 sv) cfr aing sceorfan mat schreffen lsquoidrsquo In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull degskjaldi secondo elemento nel nome di dvergr Eikinskjaldi (Vsp 138 162) riflette il sostantivo skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeldu-) con il suffisso -i di secondo elemento di un composto derivazionale possessivo dal significato lsquoquello che ha lo scudo Xrsquo cfr il composto Eikinskjaldi

145 Ovvero con accento sulla radice nei casi forti e sul suffisso nei casi deboli

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull degsǫgnir attestato come secondo elemento Moacutet‑sǫgnir (Vsp 10) nome di uno dei due dvergar che lsquofoggiarono figure umanersquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave un derivato con suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo dal significato lsquoquello che ha la sega Xrsquo Cfr Moacutetsǫgnir

bull degspori secondo elemento nel nome di dvergr Haugspori (Vsp 153) riflette un derivato agentivo (del tipo pgerm degtug-an- lsquoduxrsquo) del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo dal significato lsquoquello che calpestarsquo Cfr Haugspori

bull Suethri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello del Meridionersquo in quanto derivato in -i di aisl suethr lsquoMe-ridionersquo esito di pgerm sunthornra (as sūthar aat sundar) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Sviacuteurr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl sv(iacute)na lsquoperirersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Veigr (Vsp 121) non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro ma egrave possibilmente da connettere a degveig secondo elemento di Gullveig (Vsp 213) nome di una figura possibilmente da identificare con Freyja (Dronke 1997 41-42) il qua-le egrave identico a veig lsquoforza bevanda fortersquo riflesso di pgerm waig‑ō- (cfr anche aing wāg wēg lsquomurorsquo lt pgerm waig-a- Orel 2003 sv) e pie uoik-eacuteh2- lsquoforzarsquo (Kroonen 2013 sv) derivato in -eacuteh2- di pie uoik-o- lsquoidrsquo (lit viẽkas lsquoforza fisica etagrave vitarsquo asl věkъ lsquoetagrave vitarsquo Derksen 2015 sv)

bull Vestri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello dellrsquoOccidentersquo in quanto derivato in -i di aisl vestr lsquoOc-cidentersquo esito di pgerm westra- (as aat westar lsquoidrsquo cfr pgerm westa- aing west lsquoidrsquo) probabilmente imparentato con pie ueacutestu- (ved vaacutestu‑ lsquopernottamentorsquo mgall gwest lsquoluogo per riposarersquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull V(iacute)li nome di un dvergr (Vsp 133) e di un fratello di Odino (Ls 26 Gylf 6) egrave formalmente oscuro forse identico a vili lsquovolontarsquo pgerm wel-jan- (de Vries 1962 sv IacuteO sv)

bull Vind-alfr (Vsp 122) lsquoelfo del ventorsquo () (apparentemente composto di vinddeg lsquoventorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Virfpir (Vsp 155 Gylf 14) egrave analizzabile come riflesso di una formazione in pnord -ija- da un verbo wirfbija- lsquogirare attorcigliarersquo (IacuteO sv) dal signifi-cato lsquoquello che gira attorcigliarsquo (lsquolrsquoAbilersquo per IacuteO sv) pnord wirfbija- sarebbe da da ricondurre a una radice uerp‑ lsquogirarersquo (OacuteI sv Virfill de Vries 1962 sv orf) attestata possibilmente in itt warp‑zi lsquolavare lavarsirsquo lit verpti lsquofar girarersquo aruss vьrpsti lsquostrappare rubarersquo (Kloekhorst 2008 sv)146 In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

146 Lrsquoipotesi di Gould (1929 964) per cui si tratterebbe di un prestito da afr verver egrave poco probabile in virtugrave della resa lt f gt di afr v in antico nordico (IacuteO sv Virfir)

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Riccardo Ginevra

bull degvitnir attestato come secondo elemento di Mjǫeth‑vitnir (Vsp 118) egrave iden-tico ad aisl vitnir termine poetico per lsquoluporsquo lsquospadarsquo e in generale lsquocreaturarsquo che Puhvel connette a itt ḫwitar‑ḫwitn- lsquoanimali bestiersquo (cfr HED sv) riflesso di h2ueid-r-h2uid-n- (Kloekhorst 2008 sv) Aisl vitnir sarebbe in questo caso il ri-flesso di pgerm witn-ija- derivato in -ija- di una formazione witndeg- (tematizza-zione witna-) che continua il tema debole dellrsquoeteroclito147 Cfr Mjǫethvitnir

bull Vitr (Vsp 124) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo aisl vitr lsquosaggiorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Yngvi nome di un dvergr (Vsp 161) e di un dio (Rm 144) figlio di Odino nel Prologo (11) dellrsquoEdda di Snorri usato anche come appellativo yngvi lsquoprincipersquo e da connettere alle epiclesi del dio Freyr Yngvi-Freyr e Ingunar‑Freyr (LP svv) riflette ingwa-n- derivato di pgerm ingwa- per cui cfr got Enguz lsquonome della lettera ngrsquo e aing as Ing lsquonome della runa ngrsquo cfr inoltre il nome proprio lat-germ Inguiomerus (de Vries 1962 sv) Pgerm ingwa- puograve riflettere enḱu-oacute- una for-mazione vrddhi (con falso grado e della radice come in deiu-oacute- da dieacuteu-diu-) di nḱu‑ lsquomortersquo (airl eacutec lsquoidrsquo cfr il derivato toc eṅkwe lsquouomorsquo lt nḱu-oacute- lsquoche ha la mortersquo) con un significato originario lsquomortalersquo comparabile con ved maacuterta‑ lsquomor-tale umanorsquo formazione vrddhi di mrtoacute- per questa analisi cfr Bammesberger 1999 il quale tuttavia non spiega il passaggio del termine dal significato lsquouomo mortalersquo a lsquoprincipersquo in norreno o lrsquoimpiego come teonimo148

bull THORNekkr nome di un dvergr (Vsp 123) e nome di Odino (OacuteN 73) egrave apparente-mente identico allrsquoaggettivo thornekkr lsquopiacevole gradevolersquo (de Vries 1962 sv) unrsquoa-nalisi che tuttavia non trova particolare supporto nelle fonti

bull THORNorinn (Vsp 123) egrave un possibile riflesso con Suffixtausch (avvenuto evidentemente dopo lrsquoa-Umlaut) di pgerm thornur‑ana‑ interpretabile come lrsquoesito di pie trh2-Vno- una variante metatetica di tnh2-Vro- lsquo(dio del) tuonorsquo (tra i cui riflessi egrave il nome del dio del tuono aisl THORNoacuterr esito di pgerm thornun‑ara‑ lsquoidrsquo) a cui sono stati ricondotti anche il teonimo gallico Taranis lsquodio del tuonorsquo e il sostan-tivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo (cfr Watkins 1995 3431 Haretharson 2001 105)149 cfr anche airl torann riflesso di pcelt tor-ano- il quale sembra continuare una forma con metatesi da pie tonh2-Vro- (Matasović 2009 sv Zair 2012 248 Haretharson [2001 105] ricostruisce invece un grado o secondario) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro

bull THORNraacuteinn (Vsp 122) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-

147 Aliter de Vries 1962 sv vitnir OacuteI sv148 Altre proposte etimologiche presso de Vries 1962 sv e IacuteO sv Ringrazio Andrea

Lorenzo Covini per lrsquoutile discussione a riguardo149 Watkins (1995 3431) inserisce tra i rif lessi di questa variante metatetica anche itt

Tarḫunna‑ il quale egrave tuttavia da interpretare probabilmente come una formazione interna allrsquoanatolico (cfr HEG sv tarḫ‑)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

glia di thornraacute lsquodesiderio sfidarsquo cfr de Vries 1962 sv)bull degthornrasir nome di un dvergr (DH 4) e secondo elemento del nome di dvergr

Doacutelg‑thornrasir (Vsp 152) egrave una formazione deverbale in -ir dal verbo thornras‑a lsquominac-ciarersquo (pgerm thornras‑ō‑ pie tres- lsquotremarersquo) dal significato lsquoquello che minacciarsquo Cfr Dolg‑thornrasir

bull THORNroacuter nome di un dvergr (Vsp 124) e di Odino (OacuteN 84) noncheacute termine poe-tico per [spada] (SvH 35) e [cinghiale] (GH 17) e secondo elemento di un termine poetico per [cervo] (dura‑thornroacuter in HjH 11) egrave stato interpretato come un derivato del verbo aisl thornroacuteast lsquoaumentare crescerersquo (cfr de Vries 1962 sv) unrsquoanalisi che non trova tuttavia particolare supporto nelle fonti nordiche

93 Considerazioni sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar

Egrave possibile trarre alcune considerazioni metodologiche a partire dai risultati della se-zione precedente Lrsquoanalisi formale e lrsquointerpretazione semantica di un nome hanno un maggiore grado di fondatezza quando trovano riscontro nella mitologia relativa ai rispettivi personaggi attestata nei componimenti dellrsquoEdda poetica o nellrsquoEdda in prosa di Snorri Sturluson Analisi etimologiche ben supportate dalle fonti mitologi-che sono ad esempio

bull quella per la veritagrave banale dei nomi dei nani Austri lsquoquello dellrsquoOrientersquo Norethri lsquoquello del Settentrionersquo Suethri lsquoquello del Meridionersquo e Vestri lsquoquello dellrsquoOccidentersquo derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali

bull lrsquointerpretazione di Moacutet‑sǫgnir come lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo in quanto composto possessivo in -nir di aisl moacutet lsquosegno figurarsquo e di sǫg lsquosegarsquo che trova riscontro nel ruolo di Moacutetsǫgnir come colui che foggia figure umane in Vsp 10

Quando la mitologia che concerne un dvergr ci egrave sconosciuta ma il nome corri-spondente egrave formalmente analizzabile come composto esso puograve essere interpretato con un certo grado di probabilitagrave sulla base di collocazioni fraseologiche attestate in norreno o in lingue imparentate

bull un esempio di interpretazione supportata dalla fraseologia interna al norreno egrave quella di Horn-bori composto a reggenza verbale interpretabile come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo sulla base dellrsquoesatta corrispondenza con passaggi come Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che Hrist e Mist mi portino il corno (potorio)rdquo

bull un caso in cui lrsquoanalisi etimologica trova invece supporto nello studio com-parato della fraseologia indoeuropea egrave invece quello di Dolg‑thornrasir composto a reggenza verbale la cui interpretazione sincronica come lsquoquello che minaccia i ne-micirsquo egrave supportata dal parallelo semantico e parzialmente etimologico con una collocazione attestata in lingue italiche e indoiraniche eg nel nome del re ved Trasaacute‑dasyu‑ lsquoquello che fa tremare i daacutesyu‑ (nemici)rsquo (in cui ved TRAS riflette la

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Riccardo Ginevra

stessa radice pie tres- che soggiace anche ad aisl thornrasa)Quando tuttavia la mitologia relativa ai singoli dvergar menzionati nel cata-

logo della Vsp egrave a noi del tutto ignota oppure i loro nomi anche se analizzabili come composti non sembrano riflettere collocazioni fraseologiche a noi note lrsquou-nica strada percorribile sembrerebbe essere lrsquoindividuazione di paralleli nel lessico norreno in particolari quando le formazioni onomastiche in questione presentano una somiglianza formale piugrave o meno marcata con vocaboli del lessico appellativo ad esempio

bull alcuni nomi di dvergar sono in apparenza identici a simplicia attestati in nor-reno eg Naacuter naacuter lsquocadaverersquo e Nyacuter nyacuter lsquonuovorsquo

bull altri sembrano essere derivati in -i di simplicia che ricorrono in nordico eg Nieth‑i nieth lsquoluna nuovarsquo e Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

Forti ambiguitagrave possono sorgere anche quando i nomi sono facilmente analizza-bili come formazioni composte

bull talvolta essi sono opachi dal punto di vista della sintassi interna eg Hleacute-vangr (composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo) e Raacuteeth‑sviethr (composto di raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo)

bull talvolta anche se la sintassi interna egrave ipotizzabile il referente del composto non egrave chiaro eg Al‑thornjofr lsquoladro di tuttorsquo e Mjǫeth‑vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquo

Quando i nomi sono privi di corrispondenze immediate in norreno o germanico egrave talvolta possibile individuare somiglianze formali in formazioni attestate presso altre tradizioni indoeuropee come nel caso di

bull Baacutefurr qualora esso fosse da leggere Bǫfurr e da ricondurre in ultima analisi a pgerm bab-ra- e pie guhobh-ro- (lat faber)

bull THORNorinn che potrebbe riflettere pgerm thornur‑ana‑ e quindi essere imparentato con il teonimo gallico Taranis e il sostantivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo

In ogni caso trattandosi di nomi di personaggi a noi del tutto ignoti queste inter-pretazioni qualunque sia il loro livello di plausibilitagrave su un piano formale rimango-no sempre prive di riscontro

I nomi di dvergar attestati nella Vǫluspaacute permettono quindi di testare le pos-sibilitagrave e i limiti che lrsquoanalisi etimologica del materiale onomastico attestato nei testi mitologici scandinavi puograve avere le interpretazioni che trovano riscontro nella mitologia dei personaggi sono le piugrave credibili seguite da quelle che si basano quan-tomeno su collocazioni fraseologiche effettivamente attestate in nordico o in altre lingue indoeuropee al contrario le etimologie che non hanno alcun riscontro nei testi e nella fraseologia e che si fondano unicamente sulla somiglianza formale con vocaboli attestati in norreno o in altre lingue indoeuropee sono per lo piugrave impossibili sia da dimostrare che da confutare Si tratta in questrsquoultimo caso di un puro esercizio di etimologia fine a seacute stessa che non ci aiuta a comprendere meglio neacute i nomi in questione neacute tantomeno i personaggi a cui questi nomi si riferiscono A differenza di quanto egrave talvolta possibile nellrsquoanalisi di formazioni attestate in lingue piugrave tra-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

sparenti sul piano della morfologia derivazionale nominale come il greco antico e il vedico le formazioni norrene sono spesso troppo opache da questo punto di vista per permettere unrsquointerpretazione fondata unicamente su aspetti formali150

150 Sulla trasparenza o opacitagrave della morfologia derivazionale e f lessiva che caratterizza le lingue in maniera diversa cfr i lavori di Walter Belardi sulla differenza tra lingue a segno modulare (eg greco antico e vedico) e lingue a segno fisso (eg norreno) eg Belardi 1990 158ss

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10 CONCLUSIONE RIFLESSI NORDICI DI PATRIARCHI COSMICI E

ARTIGIANI MITICI INDOEUROPEI

Giunti al capitolo finale si procederagrave a tirare le somme della ricerca svolta nel pre-sente lavoro in cui si egrave tentato di applicare gli strumenti della linguistica storica comparativa allo studio di aspetti ancora oscuri della poetica e della mitologia atte-state dai testi norreni saggiando allo stesso tempo fino a che punto questi possano servire da fonti per lo studio comparato della fraseologia e dellrsquoonomastica in ambito germanico e indoeuropeo In quanto segue si rispetteragrave quindi lrsquoordine della tratta-zione e pertanto si dedicheragrave la prima sezione del capitolo allrsquointerpretazione delle epiclesi di Odino in degfǫethr e la seconda alle origini indoeuropee dei mitici dvergar scandinavi

101 I nomi norreni di Odino in degfǫethr come riflessi di strutture sociali indoeuropee

I risultati della ricerca condotta nella prima parte di questo libro si possono sintetiz-zare nei seguenti punti

(1) Aisl degfǫethr come riflesso di pie pə2tr-oṷ- lsquoavo paternorsquoAisl degfǫethr attestato come secondo elemento di composto in diverse epiclesi del dio supremo scandinavo Odino egrave il riflesso di pgerm fathornru‑ (o fadru-) e pie pə2tr‑oṷ‑ph2tr‑ṷ‑acute lsquoavo paternorsquo formazione che si puograve ricostruire sulla base di in primo luogo gr πάτρως lsquoavo paterno ziorsquo e in maniera indiretta di vari termini indoeuropei per lsquozio paternorsquo che riflettono derivati di questo vocabolo eg ved pitrvya- e lat patruus rispettivamente riflessi di pie ph2tru-iio- lsquo(figlio) dellrsquoavo paternorsquo e ph2tr-eu-oacute- lsquoidrsquo

La variazione attestata dai secondi elementi di alcune di queste epiclesi di Odino eg Al‑fǫethr Al-faethir e Sig‑fǫethr Sig-faethir riflette un processo di sostituzione del termine ormai arcaico (e probabilmente semanticamente opaco) degfǫethr con la lectio facilior innovativa degfaethir lsquopadrersquo riflesso di pgerm fader- e pie ph2teacuter- lsquoidrsquo Ciograve sembra avvalorare unrsquoequivalenza funzionale tra questi due termini in questo con-

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Riccardo Ginevra

testo che trova una corrispondenza nel brano di prosa eddica Fraacute dauetha Sinfjǫtla ldquoSulla morte di Sinfjǫtlirdquo in cui questrsquoultimo apostrofa il faethir lsquopadrersquo Sigmundr con il termine aacutei lsquoavorsquo

Il significato letterale lsquoavo paternorsquo ricostruito per lrsquoepiclesi del dio nordico Odino degfǫethr trova paralleli in teonimi ed epiteti divini attestati in diverse tradizioni indoeuropee Nei testi ittiti ricorrono infatti due teonimi Ḫanna‑ḫanna‑ lsquoNonna-nonnarsquo (imparentato con lat anus lsquovecchiarsquo) e Ḫuḫḫa‑ lsquoNonnorsquo (riflesso di pie h2uh2-o- lsquoavorsquo come lat avus lsquoavorsquo) mentre nella tradizione greca sono attesta-ti gli epiteti di Zeus Παππῶος lsquoAncestralersquo e soprattutto Πατρῷος lsquoidrsquo derivati rispettivamente da πάππος lsquononnorsquo e dal giagrave citato πάτρως lsquononno ziorsquo riflesso di pie ph2tr‑oṷ‑ Odino e questi personaggi sembrano condividere unrsquoulteriore associazione con il concetto [tuono] in quanto padri del dio corrispondente (nel caso di Odino padre del dio nordico Thor e di Ḫuḫḫa padre del Dio della Tempesta ittita) o in quanto loro stessi divinitagrave che vi sopraintendono (nel caso di Zeus)

(2) Il senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo il pə2tr-oṷ- indo-europeo come lsquopatriarcarsquo e il parallelo con Brahma (deg)pitāmaha- lsquononno paternorsquoNonostante aisl degfǫethr sia un riflesso esatto di pie pə2tr‑oṷ‑ lsquoavo paternorsquo il confronto con i testi della mitologia nordica evidenzia come non sia possibile intendere unrsquoepiclesi composta di Odino del tipo di Al‑fǫethr (con aldeg lsquotuttorsquo) in senso letterale ovvero come lsquoavo paterno biologico di tuttorsquo bensigrave come essa sia da in-terpretare piuttosto in senso traslato come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tuttorsquo significato che egrave anche alla base delle varianti innovative del tipo di Al‑faethir (che non significa quindi lsquopadre biologico di tuttorsquo)

Questa semantica traslata puograve essere ricondotta ad una caratteristica della strut-tura delle societagrave indoeuropee arcaiche in cui egrave probabile che un termine come pə2tr-oṷ- non dovesse indicare soltanto la relazione di parentela di lsquoavo paternorsquo bensigrave anche il ruolo sociopolitico di lsquopatriarcarsquo la piugrave alta autoritagrave allrsquointerno della famiglia allargata patriarcale Come per il pater familias nellrsquoantica Roma questo ruolo non doveva necessariamente coincidere con la figura del padre biologico bensigrave poteva essere assunto dal maschio adulto piugrave anziano in grado di svolgere questo compito eg il nonno Al significato sociopolitico lsquopatriarcarsquo che poteva essere assunto quindi sia da pə2tr-oṷ- lsquoavo paternorsquo che da ph2teacuter- lsquopadrersquo nella societagrave indoeuropea sono quindi da ricondurre da un lato lo slittamento semantico da lsquoavo paterno (di qualcuno)rsquo a lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su qualcuno)rsquo e dallrsquoaltro la possibilitagrave di unrsquoequivalenza funzionale tra termini per lsquoavo paternorsquo e per lsquopadrersquo allrsquointerno del linguaggio poetico

In questrsquoottica il parallelo piugrave esatto per aisl degfǫethr in ambito indoeuropeo egrave offerto da unrsquoepiclesi del dio supremo Brahma nella letteratura sanscrita classica scr (deg)pitāmaha‑ la quale non soltanto ha lo stesso significato letterale lsquoavo nonno

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

paternorsquo di pie pə2tr-oṷ‑ ma ne condivide anche il significato traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su qualcuno)rsquo in composti come sarva‑loka‑pitāmaha‑ da intendere come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tutti i mondirsquo non essendo Brah-ma il lsquononno paterno biologico di tutti i mondirsquo

(3) Pie ph2teacuter- lsquopadrersquo come lsquopatriarcarsquo e le kenningar anglosassoni per [dio]Parimenti ph2teacuter- lsquopadrersquo non egrave da intendersi come lsquopadre biologicorsquo in varie formule correntemente ricostruite per la lingua poetica indoeuropea eg la kenning [padre (ph2teacuter-) ndash degli degravei e degli esseri umani] per [dio supremo] oppure la collocazione [padre (ph2teacuter-) ndash della preghiera] che soggiace eg al titolo sacerdotale gall-lat gutu-ater lsquopadre della preghierarsquo Mentre in questrsquoultima collocazione il termine ph2teacuter- lsquopadrersquo potrebbe anche essere inteso con il significato metaforico lsquocreatorersquo (in metafore del tipo ldquoil padre della teoria della relativitagraverdquo) unrsquointerpretazione secondo il senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo egrave lrsquounica ammissibile per gli epiteti di divinitagrave supreme indoeuropee del tipo di [padre (ph2teacuter-) ndash degli degravei e degli esseri umani] da un lato nelle mitologie indoeuropee questi personaggi non sono mai creatori sia delle divinitagrave che degli uomini (e spesso di nessuno dei due) e dallrsquoaltro un tale significato egrave escluso dalle varianti del tipo di scr sarvaloka-pitāmaha‑ lsquononno di tutti i mondirsquo non essendo il significato metaforico lsquocreatorersquo attestato con termini per lsquononnorsquo o lsquoavorsquo Parimenti in senso traslato sono ovviamente da intendersi i casi in cui egrave lrsquoapposizione [madre] a essere applicata a una divinitagrave femminile eg la [terra]

Riconoscere lrsquoequivalenza funzionale di pie pə2tr-oṷ‑ lsquoavo paternorsquo e ph2teacuter- lsquopadrersquo quando essi sono impiegati per riferirsi al lsquopatriarcarsquo e quindi in senso traslato a lsquocolui che ha autoritagrave controllorsquo su qualcosa permette di analizzare diver-se kenningar anglosassoni per il Dio cristiano con (deg)faeligder lsquopadrersquo come i piugrave stretti paralleli interni al germanico per i composti in aisl degfǫethr In queste kenningar aing faeligder lsquopadrersquo occupa regolarmente la stessa posizione occupata in altre kenningar analoghe da termini per lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su qualcosa)rsquo come cyning lsquorersquo drihten lsquosignorersquo frēa lsquoidrsquo e fruma lsquoprincipersquo dimostrando come in questo contesto in antico inglese il termine faeligder venisse parimenti interpretato in senso traslato come lsquocolui che ha autoritagrave controllo (su qualcosa)rsquo

(4) Aisl Al-fǫethr Al-faethir e i patriarchi cosmici indoeuropeiIn accordo con questa analisi lrsquoepiclesi di Odino aisl Al‑fǫethr e la variante innovati-va Al‑faethir composti endocentrici determinativi del tipo di got Ala-reiks lsquosovrano di tuttorsquo (latinizzato Ala-ricus) non si riferiscono al dio letteralmente come lsquoavo paterno biologico di tuttorsquo o lsquopadre biologico di tuttorsquo (significati privi di riscontro nella mitologia) bensigrave come lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tuttorsquo un significato che corrisponde esattamente al ruolo di patriarca cosmico che egrave attribuito a Odino

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Riccardo Ginevra

nei testi scandinaviIn quanto epiteto del dio supremo Odino Al‑fǫethr lsquocolui che ha autoritagrave controllo

su tuttorsquo si puograve quindi confrontare con kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano come al-walda lsquocolui che regge tuttorsquo e i corrispondenti sintagmi ealles wealdend ldquoreggitore di tuttordquo e ealra ān‑waldend ldquounico reggitore di tuttordquo a cui soggiace la collocazione ben attestata e produttiva [capo re (dryhten frēa waldend etc) ndash di tutto] per [dio cristiano] Questa potrebbe a sua volta riflettere il reimpiego cristiano di una kenning per il [dio supremo] pagano unrsquoipotesi che trova supporto nella corrispondenza esatta tra aing al-walda ed aisl Ǫl‑valdi (o All-valdi) lsquocolui che regge tuttorsquo nome di un personaggio della mitologia scandinava precristiana (la cui caratterizzazione ci egrave purtroppo ignota) e riflesso dello stesso composto pgerm ala-waldan- lsquoidrsquo che soggiace ad aing al-walda

Queste e altre considerazioni permettono di escludere che aing al-walda rifletta un calco semantico del sintagma lat omnipotens Deus come egrave stato invece proposto per formazioni germaniche semanticamente analoghe del tipo di got all-waldands aisl alls-valdandi as alo-waldand e aat ala-waltenti Al contrario essendo aing faeligder lsquopadrersquo funzionalmente equivalente a termini per [capo re] come waldend allrsquointerno del sistema delle kenningar che si riferiscono al Dio cristiano egrave semmai sorprendente come non sia nota neanche unrsquoattestazione di un composto aing al‑faeligder lsquopadre di tuttorsquo o di una collocazione sinonimica ealles faeligder per Dio funzionalmente equivalenti ad al-walda ed ealles wealdend unrsquoassenza cospicua che potrebbe essere dovuta alle associazioni pagane che una kenning anticoinglese corrispondente ad aisl Al‑fǫethr avrebbe avuto per i parlanti cristiani

Egrave possibile discutere vari paralleli per aisl Al‑fǫethr in diverse tradizioni indoeuropee Airl Oll-athair lsquogrande padrersquo epiteto composto del dio supremo irlandese Dagda (o Eochaid) che egrave spesso ritenuto corrispondere da vicino ad Al‑fǫethr ha in realtagrave un primo elemento olldeg lsquograndersquo che non corrisponde neacute etimologicamente neacute semanticamente ad aisl aldeg lsquotuttorsquo e non riflette quindi la stessa concettualizzazione che soggiace allrsquoepiteto di Odino

Lrsquoepiteto omerico di Zeus πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo (per cui il mito greco richiede unrsquointerpretazione ldquopatriarca di uomini e degraveirdquo) e lrsquoepiteto latino di Giove pater deum hominumque ldquopadre di degravei e esseri umanirdquo riflettono in-vece una collocazione [patriarca (pie ph2teacuter-) ndash di tutti gli animati intelligenti (degravei ndash e esseri umani)] che si sovrappone parzialmente alla glossa che Snorri dagrave di aisl Alfǫethr nel Gylfaginning la quale perograve include anche [tutti i non animati in-telligenti] in ogni caso egrave chiaro come lo stesso motivo [patriarca (pie ph2teacuter- pə2troṷ-) ndash di tuttotutti gli animati intelligenti] soggiaccia a tutte queste collocazioni e ad aisl Alfǫethr e come la variazione si limiti allrsquoescludere o meno animali e oggetti inanimati da questo [tutto] cosmico

Il parallelo piugrave preciso si ha tuttavia nel giagrave citato epiteto sanscrito del dio supremo Brahma sarvaloka‑pitāmaha‑ lsquononno paterno di tutti i mondirsquo noncheacute nella

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

sua variante con primo elemento sarvabhūtadeg lsquodi tutte le creaturersquo a cui soggiace la stessa collocazione [patriarca (pie pə2troṷ- ph2teacuter-) ndash di tutto] attestata da Al-fǫethr e Al‑faethir e il cui senso traslato lsquocolui che ha autoritagrave controllo su tutti i mondile creaturersquo ha paralleli stretti in kenningar anticoinglesi per [dio cristiano] come frēa ealra gesceafta ldquosignore di tutte le creaturerdquo e onwealda ealra gesceafta ldquounico reggitore di tutte le creaturerdquo

(5) Aisl Alda-fǫethr Her(ja)-fǫethr e il [cielo ndash padre] indoeuropeoSia al composto casuale Alda-fǫethr lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo su-gli esseri umanirsquo che alle due varianti Her-fǫethr (composto determinativo) e Herja-fǫethr (composto casuale) entrambe interpretabili come lsquo(patriarca =) quello che ha autoritagrave controllo sui popoli (in armi) sugli esercitirsquo soggiace una stessa colloca-zione [patriarca (aisl fǫethr) ndash degli esseri umani] (aisl herr nelle kenningar egrave fun-zionalmente equivalente a sostantivi collettivi che designano una pluralitagrave di [esseri umani]) che attribuisce a Odino una posizione di somma autoritagrave nei confronti del genere umano un dato che a differenza del significato letterale lsquoavo paterno degli esseri umanirsquo (Odino non genera lrsquoumanitagrave personalmente neacute tantomeno la crea da solo) trova riscontro nelle fonti norrene il fatto che si evitasse di impiegare kennin-gar di questo tipo per riferirsi al Dio cristiano nella poesia norrena egrave probabilmente dovuto alle associazioni pagane di questa fraseologia

Unrsquoanalisi combinatoria delle kenningar anticoinglesi per il Dio cristiano del tipo di herġa fruma lsquoprincipe dei popoli (in armi) degli esercitirsquo faeligder folca gehwaeligs ldquopadre di ogni popolordquo e ealles folces fruma ldquoprincipe di ogni popolordquo consente di ipotizzare che una kenning aing herġa faeligder ldquopadre dei popoli (in armi)rdquo si sarebbe potuta facilmente creare nella poesia anglosassone e che la sua mancata attestazione sia da addebitare al rischio di associazioni pagane Sulla base delle cor-rispondenze etimologiche e semantiche tra queste kenningar e le epiclesi di Odino egrave possibile ricostruire una designazione germanica del [dio supremo] precristiano come [patriarca (pgerm fader- fathornru-) ndash degli esseri umani] il riflesso di una collocazione indoeuropea [patriarca (pie ph2teacuter- pə2troṷ-) ndash degli esseri umani] per [dio supremo] che ha paralleli in diverse altre tradizioni indoeuropee

Una corrispondenza evidente ma parziale si ha anzitutto con gli epiteti di Zeus om πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε ldquopadre di uomini e degraveirdquo e di Giove lat pater deum hominumque ldquoidrdquo in quanto riflessi di una collocazione [patriarca (pie ph2teacuter-) ndash di tutti gli animati intelligenti (degravei e esseri umani)] Il parallelo piugrave stretto per quanto meno immediato egrave tuttavia quello con la formula apposizionale al vocativo [cielo (dieacuteṷ‑) ndash padre (ph2teacuter-)] attestata dalle invocazioni om Ζεῦ πάτερ ldquoo Zeus padrerdquo e ved diacuteyauṣ piacutetaḥ ldquoo Cielo padrerdquo e dal teonimo (che ricorre unica-mente al nominativo e vocativo) lat Iūpiter Dato che come effettivamente attestato in greco e in vedico e come ricostruibile anche per il latino sulla base del confronto con lrsquoumbro preghiere e invocazioni rivolte alla divinitagrave da parte di esseri umani

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Riccardo Ginevra

erano il principale contesto pragmatico in cui queste epiclesi erano pronunciate e dato che in un tale contesto la specificazione dellrsquoelemento [esseri umani] sareb-be stata comunicativamente ridondante egrave possibile analizzare la formula al voca-tivo pie dieacuteu pə2ter ldquoo Cielo padrerdquo come una variante adatta a uno specifico contesto pragmatico della stessa collocazione [patriarca (pie ph2teacuter- pə2troṷ-) ndash degli esseri umani] per [dio supremo] che soggiace anche ad aisl Alda‑fǫethr e Her(ja)-fǫethr

(6) Aisl Herjans-fǫethr come attestazione del significato letterale di degfǫethrIl composto casuale Herjans‑fǫethr (forse con variante innovativa degfaethir) egrave di incerta attestazione e viene spesso emendato in (o analizzato come variante di) Herja‑fǫethr ma egrave anche lrsquounica epiclesi di Odino in degfǫethr per cui unrsquointerpretazione letterale lsquoavo paternorsquo potrebbe effettivamente essere la piugrave adeguata Poicheacute unrsquoanalisi che si li-mita a quanto attestato in nordico conduce a un significato paradossale lsquoavo paterno di Herjannrsquo (cioegrave di Odino di cui Herjann egrave unrsquoepiclesi) lrsquounica alternativa egrave in-fatti interpretare aisl herjann con il significato etimologico lsquore capo dellrsquoesercitorsquo attestato eg dal termine imparentato gr κοίρανος

In questo caso Herjans‑fǫethr sarebbe da intendere con un significato letterale lsquoavo paterno del re del capo dellrsquoesercitorsquo con numerosi paralleli non soltano nei testi scandinavi (eg nelle genealogie degli Ynglingar e degli Skjǫldungar che iniziano proprio da Odino) bensigrave anche in altre tradizioni sia germaniche come quella an-ticoinglese (in cui eg le genealogie dei sovrani anglosassoni elencavano spesso come capostipite il corrispettivo inglese di Odino Woden) che indoeuropee come quella greca omerica (in cui eg ricorre frequentemente unrsquoespressione formulare διοτρεφής βασιλεύς ldquore cresciuto da Zeusrdquo)

(7) Aisl Sig-fǫethr e Val-fǫethr vittoria e massacro come facce di una stessa medagliaDiversamente da Herjans‑fǫethr le epiclesi di Odino Sig-fǫethr (con variante innovati-va in degfaethir) e Val-fǫethr composti endocentrici determinativi con primi elementi sigdeg lsquovittoria battagliarsquo e valdeg lsquomassa dei caduti in battaglia strage campo di battagliarsquo sono da interpretare in senso traslato come rispettivamente lsquocolui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo e lsquocolui che ha autoritagrave controllo sulla strage sulla morte in combattimentorsquo Le due formazioni costituiscono quindi una coppia antonimica i cui significati trovano riscontro nei testi della letteratura norrena in cui a Odino spetta decidere a quale tra le due schiere in una battaglia [dare (aisl gefa pgerm geba-) ndash vittoria (sigr segiz‑)] e quindi necessariamente a quale tocchino invece sconfitta e morte (concettualizzata eg come una chiamata a risiedere a Val-hǫll lsquosala del massacrorsquo)

Paralleli in ambito germanico includono in primo luogo il ruolo nel mito longobardo del corrispettivo di Odino Godan il quale in una narrazione tradizionale

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

attestata in latino egrave detto victoriam dare agli esseri umani in battaglia Ulteriori cor-rispondenze anche sul piano etimologico ma in un contesto ormai cristiano si pos-sono inoltre individuare nella tradizione anglosassone in cui si implora Dio di [dare (aing gifan pgerm geba-) ndash vittoria (sigor segiz‑)] a esseri umani Questa collocazione egrave a sua volta da mettere in correlazione con alcune frequenti kenningar anticoinglesi per il [dio cristiano] che sono funzionalmente equivalenti a Sig-fǫethr lsquocolui che ha autoritagrave controllo sulla vittoriarsquo eg aing sigora sōeth‑cyning ldquovero re delle vittorierdquo e sigora frēa ldquosignore delle vittorierdquo lrsquoequivalenza funzionale tra faeligder e termini come cyning e frēa insieme al confronto con altri epiteti del Dio cristiano come sōeth‑faeligder lsquovero padrersquo permette di ipotizzare che una kenning aing sigora (sōeth)faeligder ldquo(vero) padre delle vittorierdquo per [dio cristiano] imparentata etimologicamente con aisl Sig‑fǫethr e Sig‑faethir si sarebbe potuta creare senza diffi-coltagrave nella poesia anglosassone e che la sua assenza nelle fonti cristiane sia piuttosto da imputare alle sue associazioni pagane

In ambito indoeuropeo i paralleli piugrave interessanti sono da individuare nella tra-dizione greca eg nellrsquoIliade in cui egrave il dio supremo Zeus a [dare ndash vittoria] a una delle parti in combattimento riservando allrsquoaltra lsquosciagurarsquo (πῆμα un termine associato talvolta al massacro) Questrsquoantitesi egrave rappresentata metaforicamente dalla bilancia con cui Zeus decide lrsquoesito di una battaglia in greco come in nordico la vittoria di una schiera e la sconfitta e il massacro dellrsquoaltra sono complementari come due braccia di una stessa bilancia ed egrave quindi naturale che la stessa divinitagrave abbia autoritagrave su entrambe Infine la stessa concettualizzazione che sta alla base delle epiclesi di Odino Sig‑fǫethr lsquoavo paterno della vittoriarsquo e Sig‑faethir lsquopadre della vittoriarsquo soggiace verosimilmente anche a un brano della Teogonia di Esiodo in cui la dea Vittoria viene affidata dalla madre Stige a Zeus nella cui dimora essa egrave desti-nata a vivere per sempre la prerogativa di Zeus come dio che assegna la vittoria in battaglia egrave qui resa in chiave mitologica descrivendo il dio come una sorta di padre affidatario della Vittoria

102 I dvergar nordici come riflessi germanici di artigiani mitici indoeuropei

Per quanto riguarda invece i risultati della ricerca discussa nella seconda parte essi si possono riassumere nei seguenti punti

(1) Aisl dvergr e pie tu erḱ- lsquotagliare foggiarersquoAisl dvergr nome di una categoria di artigiani mitici nella mitologia scandinava e gli altri esiti di pgerm dwerg-a- (aing dweorgh as gi-dwerg aat [gi-]twergc) riflettono una variante secondaria di una formazione originaria thornwerg‑a‑ una varia-zione che egrave effettivamente ricostruibile sulla base di norv dverg e della sua variante dialettale tverg Pgerm thornwerg‑a‑ egrave a sua volta il regolare esito di pie tuerḱ-oacute- un derivato del cosiddetto tipo tem-oacute- della radice tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo attestata

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Riccardo Ginevra

anche eg da ved Tvaacuteṣṭar‑ lsquoartigiano (divino)rsquo aav ϑβōrəštar- lsquoartigiano intaglia-tore carpentierersquo e gr σάρξ lsquocarnersquo

In base al tipo di formazione di pie tuerḱ-oacute- egrave possibile ricostruire sia un si-gnificato attivo lsquoquello che taglia foggiarsquo che un significato passivo lsquoquello che egrave tagliato foggiatorsquo il significato attivo trova particolare supporto nei testi letterari nordici in cui i dvergar sono quasi esclusivamente menzionati nel loro ruolo di ar-tigiani (lsquoquelli che foggianorsquo) soprattutto come soggetto di collocazioni del tipo [dvergr ndash foggiare ndash oggetto] il significato passivo lsquoquello che egrave tagliatorsquo puograve avere dato luogo invece allrsquoaccezione lsquopersona di statura molto bassa nanorsquo frequen-temente attestata per i riflessi di pgerm dwerg-a- (eg aing dweorgh che glossa lat nanus) uno sviluppo semantico che ha paralleli in eg lat curtus lsquocorto bassorsquo (riflesso di pie [s]kr-toacute- lsquotagliatorsquo o kur-toacute- lsquoidrsquo) La caratterizzazione anatomica dei mitici dvergar lsquoartigianirsquo nordici come personaggi di statura molto bassa egrave se-condaria e probabilmente da ricondurre a una confluenza tra questi due significati

Lrsquoattestazione a inizio di parola di pgerm dw- al posto dellrsquoesito atteso thornw‑ per pie tu- si puograve ricondurre alla combinazione di due fattori di carattere diverso sulla base di una preesistente alternanza fonologica tra una variante in thornw‑ e una in dw- (oscillazione ben attestata nelle lingue germaniche in cui i nessi consonantici di dentale seguita da -w- o dentale seguita da sonante erano soprattutto a inizio di parola generalmente instabili) la variante in dw- potrebbe essere stata selezionata ai danni della prima per consentire lrsquoallitterazione (principio costitutivo della poe-sia germanica) allrsquointerno di collocazioni ipotizzabili sulla base di fraseologia ger-manica e indoeuropea eg thornwergōzdwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo un tale processo ha un parallelo eg nella modificazione del nome mitologico mgall Nudd in Lludd ai fini dellrsquoallitterazione con lrsquoepiteto llaw-ereint lsquodalla mano drsquoargentorsquo o con il nome del fratello Llefelys

(2) Ulteriori riflessi germanici di pie tuerḱ- Lrsquoanalisi proposta in questa sede per aisl dvergr e pgerm dwerg-a- come rifles-si di pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo trova supporto nella possibilitagrave di ricostruire un verbo forte di terza classe imparentato ovvero pgerm thornwerh‑a‑ lsquoidrsquo (preterito singolare thornwarh plurale thorn[w]urg-un e participio thorn[w]urg-Vna-) sulla base di mat zwergen lsquoschiacciare pizzicarersquo e twergen lsquoidrsquo (il cui significato ha paralleli in pgerm knippan‑ lsquotagliare strappare castrarersquo e knīpan- lsquopizzicarersquo) riflessi di thornwerg‑a‑ (con generalizzazione analogica della -g- del preterito plurale e del par-ticipio) e dello aing ġe‑thornūren lsquoforgiatorsquo (detto di una spada nel Beowulf) esito di thorn(w)urh-Vna- (con generalizzazione nella direzione opposta)

Egrave altamente probabile che il sostantivo pgerm dwerg-a- nel significato lsquoquello che taglia foggiarsquo venisse ancora associato al verbo pgerm thornwerh‑a‑ lsquotagliare fog-giarersquo unrsquoipotesi che trova supporto eg nella comune associazione del sostantivo aisl dvergr e del participio aing ġethornūren lsquoforgiatorsquo con [spada] nelle fonti norrene

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

e anticoinglesi Il fatto che questi riflessi germanici di pie tuerḱ‑ ricorrano rispet-tivamente come nome di una categoria di artigiani mitici in norreno e in riferimento a una spada mitica nel poema epico anticoinglese Beowulf permette di ipotizzare che i derivati di questa radice fossero percepiti come arcaizzanti e poeticamente marcati giagrave in protogermanico

(3) I paralleli con ved Tvaacuteṣṭar- e gli altri riflessi indoeuropei di tuerḱ-A suggerire che questrsquoanalisi possa essere valida giagrave per il protoindoeuropeo sono alcune corrispondenze assai strette sia sul piano etimologico che semantico con gli altri riflessi indoeuropei di pie tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo soprattutto con il nome dellrsquoartigiano divino ved Tvaacuteṣṭar‑ e lrsquoepiteto del dio supremo Ahura Mazdā aav ϑβōrəštar- e av rec ϑβarəštar‑ lsquointagliatore carpentierersquo riflessi di un altro deriva-to agentivo pie turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo

Il parallelo trova supporto in collocazioni fraseologiche del tipo [artigiano miti-co (pie tuerḱ‑ aisl dvergr ved Tvaṣṭar‑) ndash foggiare ndash oggetto] che ricorrono sia in relazione ai dvergar norreni che per il dio vedico Tvaṣṭar eg [artigiano mitico (pie tuerḱ‑ aisl dvergr ved Tvaṣṭar‑) ndash foggiare ndash essere umano] a cui potrebbe essere da connettere anche il significato originario lsquocarni umanersquo di om σάρκες riflesso di un nome radicale pie turḱ‑ lsquotagliato foggiatorsquo in un con-testo simile (la creazione di una mucca) egrave inoltre attestata la forma di aoristo aav ϑβarōždūm lsquotagliaste foggiastersquo

La ricostruzione di una collocazione di questo tipo come contesto privilegiato per la selezione della variante in dw- ai danni di quella in thornw‑ ovvero pgerm thornwergōzdwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo in cui pgerm dwerg-a- (pie tuerḱ‑) ricorreva come soggetto del verbo dō‑ lsquofarersquo (pie dheh1- lsquodisporre farersquo) egrave supportata dalle attestazioni del teonimo Tvaacuteṣṭar‑ (pie tuerḱ‑) come soggetto di DHĀ lsquoporre fare crearersquo (pie dheh1- lsquoidrsquo) nella poesia vedica e dallrsquoevidente asso-ciazione formulare tra i teonimi scr Tvaṣṭar‑ e Dhātar‑ (un derivato in -tar- di DHĀ) nella letteratura epica e puranica

Infine le kenningar per [poesia] del tipo di aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo riflettono una costruzione che egrave ha avuto verosimilmente origine nella combinazione dellrsquouso metaforico di [bevanda] per [poesia] ben at-testato in norreno e con numerosi paralleli indoeuropei (eg la collocazione [versare (ǵheu-) ndash le preghiere] o la concezione della [voce] come [liquido]) con la metafora [foggiare ndash le parole] per [fare poesia] ben attestata con due radici sinonimiche rispetto a tuerḱ‑ ovvero pie tetḱ‑ lsquointagliare foggiarersquo e peiḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo) Ciograve ha probabilmente avuto luogo attraverso la seguente trafila [foggiare (pie tuerḱ‑) ndash le parole] per [fare poesia] ⟶ [artigiano (tuerḱ‑oacute‑) ndash delle parole della poesia] per [poeta] ⟶ [artigiano (tuerḱ‑oacute‑) ndash della bevanda poetica] per [poeta] ⟶ [bevanda ndash dellrsquoartigiano (tuerḱ‑oacute‑)] per [poesia] (di cui aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo egrave un riflesso esatto)

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Riccardo Ginevra

(4) Paralleli onomastici fraseologici e tematici tra i dvergar nordici il vedi-co Tvaṣṭar il romano Pico e il greco CronoLrsquointerpretazione di aisl dvergr come formazione imparentata con ved Tvaacuteṣṭar‑ e riflesso di pie tuerḱ‑ trova conferma nel fatto che le giagrave citate attestazioni di aisl dvergr e ved Tvaacuteṣṭar‑ come soggetti delle collocazioni [foggiare ndash oggetto] (inter alia cinghiali navi lance in nordico coppe asce cavalli in vedico) e [foggiare ndash essere umano] siano soltanto due tra i numerosi elementi che le caratterizzazioni di questi personaggi nelle rispettive tradizioni condividono ulteriori paralleli fraseo-logici e tematici includono eg la forgiatura da parte di questi personaggi nordici e vedici dellrsquo[arma del dio del tuono] (rispettivamente il martello di Thor e la mazza di Indra) atti cosmici come [sostenere ndash cielo] e [conoscere ndash tutto] noncheacute il possesso di una [bevanda] fortemente associata alla [poesia] (rispettivamente lrsquoi-dromele poetico norreno e il soacutema- vedico) Corrispondenze meno numerose ma altrettanto rilevanti sono quelle che si riscontrano nelle tradizioni classiche relative a Pico e Crono

Lat Pīcus nome di un dio che nel mito romano gira lrsquoItalia con il padre Fauno praticando la metallurgia egrave il riflesso di pie peiḱ‑oacute‑ lsquoquello che taglia foggiarsquo (alla base anche di lat pīcus lsquopicchiorsquo e gr πεικός lsquoacuto pungente asprorsquo) un derivato agentivo di pie peiḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo la cui forte corrispondenza sia sul piano semantico che morfologico (essendo entrambi derivati del tipo tem-oacute-) con aisl dvergr (riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) trova supporto nei paralleli tematici tra vari testi scandinavi in cui i dvergar vengono catturati da un personaggio umano che vuole ottenere qualcosa da loro e un passo di Ovidio in cui si narra di come il re Numa abbia catturato Pico e il padre Fauno per costringerli a rivelargli un rituale segreto

Gr Κρόνος nome del padre di Zeus che evira il Cielo con una falce egrave un riflesso (con metatesi del tipo di θρόνος lsquoseggiorsquo pie dhoacuter[h2]-no- lsquosostegnorsquo) di pie (s)koacuter-no- lsquoquello che tagliarsquo (possibilmente anche alla base delle glosse esichiane κόρνος lsquopungitopo per i Siculirsquo e σκόρνος lsquopungitopo mirtorsquo) un derivato della radice (s)ker- lsquotagliarersquo quasi sinonimico rispetto ad aisl dvergr e ved Tvaṣṭar‑ Questo parallelo onomastico trova supporto nelle corrispondenze tra il ruolo di Cro-no nel mito greco come separatore del Cielo e della Terra e nemico del figlio Zeus quello di Tvaṣṭar nel RV come sostegno di Cielo e Terra e nemico del figlio Indra e parzialmente quello di alcuni dvergar (Austri Norethri Suethri e Vestri) nel mito nordico come supporti del Cielo

(5) Lrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergarLe analisi etimologiche di nomi di dvergar piugrave credibili sono quelle che trovano supporto nel mito eg quella relativamente scontata dei nomi dei nani che sorreg-gono il cielo ai suoi angoli ovvero Austri lsquoquello dellrsquoOrientersquo Norethri lsquoquello del Settentrionersquo Suethri lsquoquello del Meridionersquo e Vestri lsquoquello dellrsquoOccidentersquo come

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali Meno banale ma parimenti supportata dalle fonti mitiche egrave lrsquointerpretazione di Moacutet‑sǫgnir nome di un dvergr che foggia figure umane nella Vsp come un composto possessivo di moacutet lsquosegno figurarsquo e sǫg lsquosegarsquo con un significato lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo

Anche quando lrsquointerpretazione di un nome composto non trova riscontro nel mito essa puograve essere supportata dalla fraseologia eg Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo ha un parallelo esatto in eg Grm 361-2 (horn beri ldquoportino il cor-no [potorio]rdquo) Un altro esempio egrave Dolg‑thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo che corrisponde da vicino sia sul piano della semantica che parzialmente etimologico a eg ved Trasaacute‑dasyu‑ lsquoquello che fa tremare i daacutesyu‑ (nemici)rsquo

Quando tuttavia non egrave possibile trovare nella mitologia neacute nella fraseologia sup-porto per lrsquointerpretazione di un nome di dvergr questa rimane impossibile da dimo-strare o da confutare qualunque sia il suo livello di plausibilitagrave sul piano formale Ciograve egrave soprattutto vero per nomi privi di paralleli nel lessico norreno e di difficile analisi come Baacutefurr e THORNorinn per i quali egrave allo stato attuale impossibile confermare se essi siano davvero imparentati rispettivamente con lat faber lsquofabbrorsquo e con gallico Taranus e mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo Lo stesso ostacolo tuttavia rende diffi-cilmente dimostrabile anche le analisi di nomi non composti apparentemente identici a vocaboli norreni come Naacuter (naacuter lsquocadaverersquo) o facilmente analizzabili come deriva-ti in -i del tipo di Nieth‑i (nieth lsquoluna nuovarsquo) o di nomi composti di cui non siano chiari la sintassi interna eg Hleacute-vangr (hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo) o il referente eg Mjǫeth‑vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquo (forse una kenning per [orso]) Come drsquoaltron-de egrave ovvio la possibilitagrave di trovare riscontri di qualche tipo nei testi in norreno o in altre lingue germaniche o indoeuropee egrave lrsquounica condizione che possa garantire un qualche grado di oggettivitagrave alle analisi etimologiche di nomi di dvergar

Con questo studio si spera di essere riusciti a evidenziare i numerosi paralleli tra la lingua poetica e la mitologia che ricorrono nei testi norreni e quelle attestate in fonti redatte nelle lingue germaniche e indoeuropee di piugrave antica attestazione come lrsquoantico inglese il latino il greco e il sanscrito Da un lato gli strumenti della lin-guistica storica permettono di riconoscere nei testi scandinavi motivi ereditati che sono ben noti agli studiosi di poetica e mitologia indoeuropea dallrsquoaltro i risultati di unrsquoanalisi delle fonti norrene in ottica linguistica e comparativa possono talvolta essere di grande aiuto per gettare nuova luce su aspetti problematici dei testi delle altre tradizioni germaniche e indoeuropee Lrsquoapplicazione sistematica di questo me-todo di ricerca ai testi della tradizione scandinava potragrave forse contribuire in maniera sostanziale in futuro non solo allo studio delle caratteristiche linguistiche di questi testi tradizionali ma anche alla ricostruzione delle concezioni ideologiche e cosmo-logiche che ne influenzavano i contenuti

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1 Fonti in norreno

AacuteH 1 62Akv 277-8 44Alv 91-3 83Arn THORNorfdr

1 9 23243 82

Barl 1663 98 115Bdr

22 3633 19 111134 36

Bersi Lv 13 38Boacutesa saga ok Herraueths 2 79Bragi Troll 17 75Bragi THORNoacuterr 1 9 35DH

3 154 119

Ebr 9 115Egill Arkv 65-8 74Egils saga 55 113Eirm 7 49 51 55Eskaacutel Vell 44 61Eyv Lv 56 112-113Fraacute dauetha Sinfjǫtla 14 124Gamlkan Joacutendr 42 38GethkI 19 43Gethr III 42 38Gestumbl Heiethr 252 113GH 17 119Grm

193 9252 9262 9304 107 115361-2 113 119

13343 77 7846 4348 9 23 47

Gunn Leif Merl I 336 38HaacutekFris 48211 82HaH 15 111HaukrV Iacutesldr 14-8 73-74

Hav 138ss 19 111143 61-62

Hbl 194 28Hdl

2 9 36 437 61 778 44

HeH 2 115HeiethrH 5630 82Heimskringla 12 63Hfr Erf Oacutel 26a3 82HH 38 9 23HjH 11 119HoacutemIacutesl15 19v22 36Hrbl 26 110Hrv 8 19 61HSt Rst 311-4 61-62Hsv 851-2 80Hym

86 24382-4 79

JH 2 112Kgs 6220 12Kolgr Oacutel 11 38KormǪ Lv 533 75Ls

22 4826 117555-6 31583 109586 9

Mar B 11512 115Odd 81-2 112Oacutelhv Hryn 113 38OacuteN

14 918 11123 941 1044 952 957 973 11884 119

OrH 18 48

mdash 146 mdash

Riccardo Ginevra

Peacutetr2Ax 19113 10 21Rm 144 118Rthorn

2 15136 11016 61 66

Saga Heiethreks konungs 2 83-85 96Sigv Austv 25-6 113Snorri Prologo 11 118Snorri Gylf

3 236 1177 258 61 829 10 25 37

5014 15 11715 920 9 50-5121 3124 11527 2634 78 90 11036 11343 7849 109 112

11451 50-51 11153 108

Snorri Skaacuteld g56 28g57 61 83 92

110g58 19 1112 9 23 2523 82 9135 78 81 91

11639 9750 69

SkH 14 115Skm 192 24Sǫrla THORNattr 1 78Stj1 23524 12SvH 35 119Vm

22 944-6 9 35284 80-81291-2 80-81531-3 9

Vsp

1 9 373ss 259 79-81 9110 70-72 79-

81 91 109 114-115 117 119

11 15 82 1 0 7 - 1 0 9 114-118

12 61 107 111 114-119

13 108-11714 61 109

11415 15 107-

109 111-113 116-117 119

16 107 109-111 114 116 118

17 3721 111 11721ss 25245-8 112277 92813 929 9 35 373010 43374 116428 11043 9 35 110485-8 6155 9 47 111563 15

Ynglinga saga 9 49 51 53-55

THORNjoacuteeth Yt 2 63

mdash 147 mdash

Index locorum

2 Fonti in altre lingue germaniche

21 Inglese

Andreas 330 21 40AntGl 4 920 22AntGl 6 781 62AEligGl

3023 622996 22

Beda Historia ecclesiastica115 45425 21

Beo373 38605 36869 38955-956 261285-1287 68-691558 381661 381824 272426ss 15

CollGl 11 78 62Conf 4 17 22Cristo

103 53217 21516 40556 26714 27844 40924 271022 21

Daniel 760-761 27Discesa allrsquoinferno 29 41 40Elena 210 40Genesi

2098 272139 27

Guthlac 638 27HyGl 2 984 22Incantesimo IV 4 27Inno di Caeligdmon 21Judith 88-89 53Menologio 147 21 Ordine del mondo 39 22Wanderer 85 38Wieth faeligrstice 23 62

22 Tedesco

Minnesinger 3189b 67Reinfried 9226 67

23 Iscrizioni runiche

Capsula di Schretzheim 73Fibula di Nordendorf 112

mdash 148 mdash

Riccardo Ginevra

3 Fonti in altre lingue indoeuropee

31 Greco

AeschNiobe fr 155 16

Apollod 145 41Arist Hist an 593a3-14 94AristophThes 1009 56Efesini 1 17 10 21HAp 336-337 31Hes Th

71-73 99-100125ss 33159-62 98174-81 98180-182 99220 31383-389 57642 31

Hsch 37 94 97 107

Hymn Orph 663 79Il

2445 464461 1105677 437202-203 557249-250 457291-292 547377-378 548175-176 5516686-693 5517177 5517611-614 4317627 5517652-653 4619221-224 5622288 5523359 67

Inno omerico ad Ares 4 57Nonno Dion 2205ss 57Od

4395ss 96226 67

Pi N 542 74O 517 56O 687 74P 3113 74

Pl Repubblica 3391E 16Plut Vita di Numa 153-5 94

Scudo di Eracle 340 45

32 Vedico e sanscrito classico

AgniPur 192 72AVŚ

5218c 1096783 8712333cd 8614153ab 7114160 90-91

GarPur 1640 72Manusmrti 19 33MBh

165 1615787 33 15837 334814 725557 72611638 72131531 72

MPur 47158 72RV

1206 851527cd 871616ab 8718014 901859 87 90111722 88 9211889 86239 872176 8922317ab 89349 873484 89-90 10035519 864174b-d 904183cd 88-8941812 904423 88 91 994563 88 90523a 265314ab 876144cd 10961710ab 876321d 746515ab 426692a 19729 8773420b 71 79 877353a 717356d 71

mdash 149 mdash

Index locorum

71036 7481028b 869764d 1910105ab 8710185d 7110186c 7110483a 87 9110539 85 89105310 8910845a 56101109 86 88101841 70-71 86

91ViPur 115130 72VS

1030 86299 86-87

33 Avestico

Y 2911-2 73

34 Latino

Arnob 51 95Cic Nat D 2314 32Digesto 5016201 17Efesini 1 17 10Enn Ann

124 32175 32580 32

Fredegario Cronaca 365 52Gregorio Dialoghi 332 22Liv

112 3286 323030 54

Origo gentis langob 1 52Ov Met 14320-434 74 93Ov Fasti 3289ss 95-96Paolo Diacono Historia 18 52Plaut Asin 262 94Plin Nat 780 95Saxo Gesta Danorum

325-6 62 84-85 96

Serv ad Aen 7190 951076 93

Valerio Antias fr 68 95

Verg Aen165 321229-230 322648 32748-49 937189 93

Verg Ecl 6 96Verg G 4 96

35 Umbro

Tavole Iguvine IIb7 41IIb24 41III22 41

36 Irlandese

Annali frammentari 868 54Tochmarc Eacutetaiacutene 1 29

37 Ittito

Canto di Kumarbi 98-99KBo 26124 i 34-36 16KUB 177 ii 13 99KUB 1710 i 35-39 15KUB 2127 iv 9-10 16KUB 335 ii 4-9 15

mdash 150 mdash

mdash 151 mdash

INDEX VERBORUM

Di seguito sono elencate le formazioni e le collocazioni trattate nelle forme in cui ricorrono nel testo (non sono elencate quelle giagrave citate nei titoli dei capitoli)

1 Lingue scandinave (antico islandese se non specificato altrimenti)

Afiaacutei Aacuteiala alfr Alfr degalfr

Gand-alfr Vind-alfr

allr aldegal-gullinnAl-rekrAl-viacutessAl‑thornjoacutefr all-valdr allra faethirallra goethanna ok mannaalls-valdandialls-valdendiǪl‑valdi All‑valdi

Aacuten Aacutenn OacutennAacutenarrarm-baugraskaaacutess (singolare) aeligsir (plurale)aurdeg

Aur-vangraustrAustri Baacutefurr isl bambiisl bamburbaug‑skjǫldrberabifaBiacutefurr bjoacuteetha til siacutenboradegbori

Hornbori Horn-bori Brokkrbyrethr

byrethr dverganna

Bǫmburr dolgr

Doacutelg‑thornrasirdraupaDraupnir drimadrjuacutepaDurinn dvalaDvalinndvena dvina dviacutenanorv dverg dialettale tverg dyacuterethar‑faethirdyrgjadyrreikeikinn eik-inn

Eikinskjaldi Eikin-skjaldi Eikin-skjald-iEikin-tjasna

eineygr ein-eyg-reacuteldraugrelfrerfi

erfi‑nytifaethir

aldar‑faethirallra faethirdyacuterethar‑faethirfaethir allra goethafaethir allra goethanna ok mannagaldrs faethir

Faacutelhoacutefnir Faacutel‑hoacutef‑nir felaFiacutelifinnafinnr Finnr degfinnr degfiethr

Skaacute‑fiethrFjalarrfolkFornbogifornmaethr forn‑maethrfraacuter Fraacuter frost

mdash 152 mdash

Riccardo Ginevra

Frosti Frost‑ifraeliggr FraeliggrFundinnfaeliggir

faeliggir Fjǫlnis veigargaldrs faethirganddeg

Gand-alfr gautr Gautr

aldinn gautrgefa sigrgengil-beinageraginnginnaGinnarr gloacuteaGloacutei gullinn

Gullintanni Gullin-tann-iGullveig Haacute(a)rrHaacutenarrhangi Hangi genitivo plurale hanga

Hanga‑tyacuter Hanga‑goethhannarrhaugr genitivo plurale hauga

hauga herr Haugspori Haug‑spori skarar hauga

hauka-stoacutellHelhepti Hepti Herjann herr genitivo plurale herja

her‑skjǫldrher-stefnir her-stillir herja deilir herja stillir

hleacutedeg Hleacute-vangr

HleifruethrHlaeligfǫethrhoacutefr

Faacutelhoacutefnir Faacutel‑hoacutef‑nir horn

Horn-bori jara jar-aJari jǫtunn (singolare) jǫtnar (plurale)kenning (singolare) kenningar (plurale)

Kiacuteli kiacutellkverkkyrkia kvirkjalieth Liacutef‑thornrasir litr Litr loflofaLofarrisl loacutenLoacuteni man-liacutek-imjǫethr

Mjǫeth‑vitnir moacuteethrmold(-vegr) molddeg

moldbuacuteimorg-innmoacutet

Moacutetsǫgnir Moacutet‑sǫgnir Moacutet‑sǫg‑nirnaacutelNaacuteli naacuter Naacuter nema sigriniethNiethi noacuternorethrNorethri Noacuteri Noacuter-i Nyacutei nyacuter nyacutedeg

Nyacute‑raacuteethr Oacuteethinn anorv Oacuteethonndegraacuteethr

Nyacute‑raacuteethr Raacuteeth‑sviethr

reginReginn degrekrruacutemrSess‑ruacutemnirsetja undirnorv sigsigr

gefa sigrnema sigri = bjoacuteetha til siacutensig‑maacuteniSigurethr Sig‑urethr Sigdegurethr

sindrSindri Sindr-i

mdash 153 mdash

Index verborum

skaacutedegSkaacute‑fiethr

skepjaskeraSkirfpir norv skjervaskjǫldr baug‑skjǫldrsmiethasmiethr Smiethr

hagsmiethr bragarsonrsporadegspori

Haugspori Haug‑spori spornaspurastoacutell

hauka-stoacutellstǫeth

val‑stǫethsuethrSuethri suacutegasv(iacute)naSviacuteurr saeligvar niethr sǫg

Moacutetsǫgnir Moacutet‑sǫgnir Moacutet‑sǫg‑nir degsǫgnir

sǫgnTyacuter degtyacuter plurale tiacutevar

Vera-tyacutertǫnnuxi ux-ivaacuteg‑marr val(r) valdeg

bjoacuteetha til siacutenval‑dǫgg Val‑hǫllVal-kyrja

val‑stǫethvald

all-valdr valda

alls-valdandialls-valdendi

degvaldi degvald-iǪl‑valdi All‑valdi

degvangrAur-vangrHleacute-vangr

veethrveig degveig GullveigVeigr verr genitivo plurale vera

Vera-tyacutervestrVestri Veacuteurr Veacute-urrViacuteetharr viacutegjavili V(iacute)livinddeg

Vind-alfrVing‑thornoacuterrVirfpir viacutessviacutetadegvitn-ir

Mjǫeth‑vitnir vitr Vitr vǫllryngvi Yngvi

Yngvi‑Freyr Ingunar‑Freyr THORNekkr thornjoacuteethanndegthornjoacutefrTHORNorinn THORNoacuterr

Veacuteurr Veacute-urrVing‑thornoacuterr

thornraacuteTHORNraacuteinnthornrasaTHORNrasir degthornrasir

Doacutelg‑thornrasirLiacutef‑thornrasir

thornreskoldrthornrimathornroacuteastTHORNroacuterTHORNraeligllthornwerrasved thvīna THORNyacuterǪl‑valdi All‑valdiǫld (nominativo singolare) alda (genitivo plurale)

alda synirAlda-gautraldar‑faethir

mdash 154 mdash

Riccardo Ginevra

2 Altre lingue germaniche

21 Gotico

alanaldsalls aladeg Alareiks Alaricus (latinizzato)Ansisarbinumja arbi-num-ja awoazgobrothornrjusdaurawards daura-wardsdwalsEnguzfadarfaur‑hāhfidworfilhanfullsgafilh ga‑filhGapthaihshaljaharjismanleika man-leik-amaurgins maurg-insmidjungards midjun-gardsraginsigisskildusufarwaldanwaldandswithornruswlitsthorniudans thorniud‑ans

22 Inglese (antico se non specificato diversamente)

ǣācen Bēo‑wulfing cindercyning degcyning

engla cyningsigora sōeth‑cyningwuldor-cyning

drēapian dreopan

drihten dryhtendryhten ond waldend ealra gesceaftaengla drihtengumena dryhtensigora drythen

(ge)dwǣsdweorgh dwīnaneal(l) aeligldeg aldeg ealdeg

al‑faeligderdryhten ond waldend ealra gesceaftaeal-wealdend ealles faeligderealles folces fruma ealles waldendealra ān‑waldend ealra folca frumaealra scyppend frēa ealra gesceafta

ealdeald‑faeligder eald(e)‑faeligdereald-gesegeneald-sweord

eāsteāster ēsa gescotfaeligder (deg)fœder

al‑faeligderealles faeligderfaeligder aeliglmihtigfaeligder englafaeligder folca gehwaeligsfaeligder frumsceaftafaeligder frymetha gehwaeligsfaeligder mancynnesherġa faeligdersigora (sōeth‑)faeligdersōeth‑faeligder wuldor‑faeligder uuldur-fadur

faeligderafāgianfēolanfeowerfolces hyrdefoster‑faeligdering foster-fatherfrēa

frēa ealra gesceaftafrēa frumsceaftafrēa lēodamoncynnes frēa sigora frēa

mdash 155 mdash

Index verborum

frumaealles folces fruma ealra folca frumafruma folcamoncynnes fruma

gethornuren ġethornūrenhēah

hēah hordes weardheah‑faeligder

hell here genitivo plurale herġa

herġa faeligderherġa fruma

here-togaield plurale ylde ilde

aeliglda scyppend ylda bearnylda waldend

Inging knifemanlīca man‑līc‑ameodu medu middan-geardmorgen morg-ennorething Oaken-shieldsceorfanscieldscyppend

aeliglda scyppend ealra scyppend

selding shortsiġe sigor

sigora (sōeth‑)faeligdersigora drythensigora frēasigora sōeth‑cyningsigora waldend

sindering throughtwenganing twingeing twirl wāg wēg(deg)walda wealda

al-waldaBreoten-waldaburh-waldaonwealda ealra gesceafta

(deg)w(e)aldend

dryhten ond waldend ealra gesceaftaeal-wealdend ealles waldendealra ān‑waldend haeligleetha waldendsigora waldendwaldend frymethawaldend werthornēoda

wardian waeliglweald weetherwestwliteWōden Woden (Beda) Wēden (Suffixtausch)yrfenuma yrfe-num-a thornerscoldthornweorhdegthornweranthornwīnanthornwirel thornȳrelylfa gescot

23 Alto tedesco (antico alto tedesco se non specificato diversamente)

al(l) aladegal-walto ala-waltenti alawaltenti

bruoh‑hāhdrāsendriskuflited durchdurhildwerandwingan thwingan dwiril eihhīneinougi ein-oug-iElbaerpinomo erpi‑nom‑o fatarfatureofelahanmat getwacircsgiwalt gi-waltlongobardo Godanhellaheri heri‑zohgo heri‑zogo

mdash 156 mdash

Riccardo Ginevra

ted Herzogjunc-herroted Junkerted kneipen (dialettale)ted knippen (palatino)manalīhho mana‑līhh‑o metumittin-gardmorgan morg-annordoberomat ostōstara ted qwaumlngelnted querted Quirlmat schreffensciltsigusintarsundartriofan turi-wart(gi-)twergc mat twergenmat twingenwalwaltandegwalt-o

al-walto wartēn westar widarted zwaumlngenmat zwergen

24 Basso tedesco (antico sassone se non specificato diversamente) nederlandese frisone

al(l) alaalo-waldand

mbt cnippenafr ē(t)zen fadar afr federiagi-dwerggi-waldhelliaafr here heriIng

ndl knijpenndl knippenregan(o)deg

regan(o)-giskapusinderskeildsūthar thrāsianafr verver degwald-owestarwetharwliti

25 Germanico preletterario

AladegAlaferhui- Matronis AlaferhuiabusAlagabiae

harigasti teivaInguiomerus Sigis-vultus wi(n)gi‑thornonar

mdash 157 mdash

Index verborum

3 Altre lingue indoeuropee

31 Greco

ἀγησί-λαοςἁλίσκομαιἈλφειόςἄλφιHsch ἀλφούς om ἀνδρῶν τε θεῶν τεἈπατούρια Βίηom διο-γενής om διό-γνητοςom διο-τρεφής

om διοτρεφής βασιλεύςδμώςἐνέρτεροςεὐδίαἔχω

mic e-ka-noΖεύς

om διο-γενής om διό-γνητοςom διο-τρεφήςom διοτρεφής βασιλεύςεὐδίαom Ζεῦ πάτερ

Ζῆλοςθείνωθεός

om ἀνδρῶν τε θεῶν τεΘεο-γένηςΘεό-δωρος

θρῆνυς mic ta-ra-nuθρόνος θρ-όνος mic to-noκαρτερό-χειρ κείρωκέλομαι κλόνος κλ-όνος Κοῖραdegκοίρανος Hsch κόροςκουρο-τρόφ-ος Κράτοςμυρσίνη

μυρσίνη ἀγρίαΝικ-άνωρΝίκη

om ἀφείλετο νίκην Νίκης εὐπολέμοιο πάτερ

ὀδούς

ὄφιςπάπποςΠαππῶος πατήρ

om Ζεῦ πάτερὁ πατὴρ τῆς δόξηςom πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε

Πατρῷοςπάτρως degπάτωρ πείθομαιHsch πεικόςπῆμα

om πῆμα μέγιστονπικρός ποικίλος ὗμνος om ποιμένα λαῶν πολύς om σάρκες (plurale) att σάρξ eol dor σύρξ

(singolare)om σκοπόςστόμασωτήρ τέκτων

ἐπέων τέκτονες τοκεύς φερέ-οικος φθίνωφόνοςmic wo‑ro‑qo‑ta

32 Vedico e sanscrito classico

aacutehi‑aacuteṅgāra‑Aacuteṅgiras- apāṃ naacutepāt‑bharaacuted‑vāja-Bhŕgu- Bhrgudat-

hiacuteraṇya‑dat-devaacute‑

Deva-datta-Deva‑jā-

DHĀDhātaacuter‑ Dhā‑taacuter‑

diacuteyauṣ piacutetaḥdurhaacuteṇā-goacutepā jaacutenasyahan-ti

hiacuteraṇya‑hiacuteraṇya‑dat-

mdash 158 mdash

Riccardo Ginevra

janitārā matīnām kṣiṇ‑ā‑ti

maacutedhu‑maacuterta‑pikaacute‑pitā‑mahaacute- (deg)pitāmaha‑

sarvabhūta‑pitāmaha‑sarvaloka‑pitāmaha‑

pitaacuter‑ diacuteyauṣ piacutetaḥ

pitā matīnāmdegpitār‑pitrvya-pūrṇaacute‑ pūr‑ṇaacute‑puṣṭim‑bhar‑aacute‑Rjiacute‑śvan‑rjraacute‑ rj‑raacute‑saacuteh‑a-te

saacutehas‑sarvabhūta‑pitāmaha‑sarvaloka‑pitāmaha‑soacutema-su-diacutev-su‑pāṇiacute‑svaacutepastama‑śaacuteṅka-te

TAKṢvaacutecāṃsy [hellip] takṣam

TRASTrasaacute-dasyu- trāsaacuteya‑

ucchaacute‑ti

ukṣaacuten‑upaacuterivācam pipiśurvaacutecāṃsy [hellip] takṣam vaacutestu‑vijeṣa‑kŕt-yamaacute‑

33 Lingue iraniche (avestico se non specificato diversamente)

dəmāna‑ dəm‑āna‑apers Dhāraya‑vau‑apers kāra‑pasuvīradegtašti‑

vacas‑tašti‑tūriia‑ upara‑usaṇt‑

vacas‑tašti‑ϑβarōždūmϑβərəsai‑ti

ϑβōrəštar- ϑβarəštar‑

34 Lingue italiche e romanze (latino se non specificato diversamente)

AdeodatusAlbulaalbus alereanusavusbellum duellumCanenscanōcunctorcurtusdens deus

omnipotens Deuspro deum atque hominum fidem

dux faberfīdus fīd‑usfrater fratrem (accusativo singolare)fr grand‑pegravereumb Iu‑pater (vocativo) Iuve(-)patre (dativo)Iūpiter Iū-piter (nominativo e vocativo)

Iovis (genitivo) Iovi (dativo) Iovem (accusativo)

morbos visos invisosquenanusumb nertruomnipotens Deusit padre pater

Iūpiter Iū-piter pater deum hominumque patrem deum hominumque patrem divumque hominumquepater gloriaesummus Pater

patriarcha patruuspecudesque virosqueumb peico (accusativo singolare) peiqu

(ablativo singolare)sp pequentildeopīca

mdash 159 mdash

Index verborum

it piccolo pīcuspigmeus plēnus plē‑nuspumiliusRemusRomulus satyrus supersuperusterreotexereumb uiro pequovermisvictoria

se illis victoriam daturum Winilis Godan victoriam concessisse

vultus

35 Lingue celtiche (antico irlandese se non specificato diversamente)

degaildegathair gallico degater

Oll-athair gallico gutu-ater

mgall corddcelt Coriono-totaecuilecuire mirl cuiredegda

Dag-dacelt Divo-genusdruchteacutecEochaiddegfilgallico gutu-ater gall gweledmgall gwestgall hymgall Llefelysmgall Lludd (arcaico Nudd) Llaw-ereintNuacuteadhu Airgett‑lamh olldeg celt ollodeg

Oll-athair celt Matres Ollotōtae

celt Matronae Ollogabiae riacutegallico Taranismgall acorn bret taran

torann

36 Ittito

alpa‑lceilDINGIRMEŠrceil-aš ad‑da‑aš ḫanna-

Ḫanna‑ḫanna‑Ḫuḫḫa‑ḫwitar‑ḫwitn-ištaman(a)-NAMRA GU4 UDUTarḫunna‑walḫ‑zi

warp‑zi

37 Lingue baltiche (lituano se non specificato diversamente)

Bagi-dotelett drupt drupukatilderaskārė kariagravekatilderiasmedugravesantico prussiano picle verptiviẽkas

38 Lingue slave armeno frigio tocario

bulg Bogo-dan arm diklsquo (plurale)asl dьždьtoc B eṅkwefrig kuryan-eyon asl věkъ aruss vьrpstitoc A waumlllaumlṣtaumlr

mdash 160 mdash

INDICE

Premessa (di Paola Dardano) Pag IIIAbbreviazioni Pag IVNota sulle traduzioni Pag XRingraziamenti Pag XI

1 Introduzione Pag 1

Parte I Lingua religione e societagrave i nomi di Odino in degfǫethr Pag 7 2 Padri avi patriarchi e degravei anticoislandese degfǫethr e protoindoeuropeo

pə2trou- lsquoavo paternorsquo raquo 9 3 Il patriarca cosmico Al‑fǫethr e Al-faethir raquo 23 4 Il signore degli esseri umani lrsquoantenato dei re Alda-fǫethr Her(ja)-fǫethr e

Herjans-fǫethr(faethir) raquo 35 5 Il dispensatore di vittorie e di massacri Sig-fǫethr Sig-faethir e Val‑fǫethr

raquo 47

Parte II Artigiani creatori e poeti nome e nomi dei dvergar Pag 59 6 I nani che foggiano la poesia antico islandese dvergr protogermanico

dthornwerg-a- e protoindoeuropeo tuerḱ‑ lsquotagliare foggiarersquo raquo 61 7 Artigiani mitici indoeuropei i dvergar nordici e il dio vedico Tvaacuteṣṭar-

raquo 77 8 Alcuni paralleli nella mitologia classica il dio romano Pico (Pīcus) e il

titano greco Crono (Κρόνος) raquo 93 9 I nomi dei dvergar il catalogo di Vǫluspaacute 10-16 raquo 101

10 Conclusione riflessi nordici di patriarchi cosmici e artigiani mitici indo-europei Pag 123

11 Bibliografia Pag 13512 Index locorum raquo 14513 Index Verborum raquo 151

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