riccardo moro bridges – building relations for international development, governance and economic...
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I PREZZI DEL CIBO UNA RIFLESSIONE CRITICA
Riccardo MoroBRIDGES – Building Relations for International Development, Governance and Economic SustainabilityUniversità degli Studi di MilanoSulla Fame non si specula
Milano 10 ottobre 2012
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PANE PER TUTTI
Il cibo, come l’acqua, è vita.
In molti testi sacri il pane è considerato fonte di vita.
L’accesso al cibo dovrebbe allora essere diritto universale. Ma nel pianeta oggi vivono, anzi sopravvivono, 950 milioni di persone malnutrite.
Inoltre recentemente i prezzi alimentari sono diventati particolarmente volatili, destando preoccupazioni sulla capacità di rendere per tutti accessibile il cibo nel prossimo futuro, quando, come si stima per il 2050, gli abitati della Terra saranno 9 miliardi.
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UN MONDO POCO COMPRENSIBILE
7 miliardi di persone
950 milioni di malnutriti, una cifra purtroppo costante da molti anni
27.000 persone muoiono di fame ogni giorno
520 milioni soffrono di obesità 1,5 miliardi sono sovrappeso
14 tonnellate di cibo donato in aiuti al giorno
70 tonnellate di cibo gettato ogni giorno negli USA
25 milioni di $ al giorno basterebbero a soddisfare la fame
4 milioni di $ spesi al giorno per aiuti alimentari nel mondo
350 milioni di $ spesi al giorno per curare l’obesità negli USA
110 milioni di $ spesi al giorno in programmi di dimagrimento negli USA
30 milioni di $ spesi al giorno in cibo per animali domestici in Usa e UE
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IL TREND STORICO DEI PREZZI 1
L’indice globale dei prezzi alimentari calcolato dalla FAO, a parte un breve picco a metà degli anni ‘70 durante la crisi dei prezzi delle materie prime e del petrolio, è globalmente sceso dagli anni ’60 alla metà del primo decennio del 2000.
Fonte: FAO Food Insecurity 2001
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IL TREND STORICO DEI PREZZI 2
Questa discesa è avvenuta nonostante una continua crescita demografica: dal 1961 al 2010 la popolazione mondiale passa da 3,3 a 7 miliardi di persone
Un aumento della domanda di cibo esercitata da una popolazione in crescita non ha provocato rilevanti aumenti dei prezzi…
…grazie alle rivoluzioni verdi che hanno migliorato la produttività (e dunque aumentato la produzione)…
…e grazie – soprattutto – alle politiche dei paesi del Nord che hanno «sussidiato» l’agricoltura, cioè hanno erogato risorse pubbliche per integrare i redditi degli agricoltori e mantenere bassi i prezzi.
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IL TREND STORICO DEI PREZZI - 3
19611964
19671970
19731976
19791982
19851988
19911994
19972000
20032006
2009 -
200,000,000
400,000,000
600,000,000
800,000,000
1,000,000,000
1,200,000,000
Food Supply (tonnes)
Tra il 1961 e il 2009 la produzione alimentare aumenta del 250%Nello stesso periodo la popolazione mondiale cresce del 227%.
1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 2010 -
1,000,000
2,000,000
3,000,000
4,000,000
5,000,000
6,000,000
7,000,000
8,000,000
World Population
Fonte: Elaborazioni BRDIGES su dati FAOSTAT e ONUESA
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IL TREND ATTUALE 1
Secondo molti analisti i prezzi del cibo in futuro non possono che essere destinati ad aumentare
Le prospettive demografiche per il 2050 prevedono 9 miliardi di abitanti sulla Terra
Per sfamarli occorreranno investimenti e nuove tecnologie (ecco la popolarità degli OGM…)
Sia per il costo degli investimenti, sia soprattutto per la pressione della domanda esercitata dai 9 miliardi di persone sull’offerta di cibo, i prezzi – questa è la tesi - ‘necessariamente’ saliranno.
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IL TREND ATTUALE 2 - VERSO I 9 MILIARDI
1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 2010 2015 2020 2025 2030 2035 2040 2045 2050 -
2,000,000
4,000,000
6,000,000
8,000,000
10,000,000
12,000,000
HighMediumLow
Andamento della popolazione mondiale – stime al 2050
Fonte: Elaborazioni BRDIGES su dati ONUESA
Le curve rappresentano tre scenari, le cui differenze riguardano il cambio delle abitudini delle popolazioni ‘povere’ al migliorare delle condizioni economiche.
Il tasso di natalità normalmente decresce all’aumentare del reddito: le famiglie con maggiori risorse economiche migliorano il tenore di vita e fanno meno figli.
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IL TREND ATTUALE 3 - VERSO I 9 MILIARDI
Fonte: Elaborazioni BRDIGES su dati OECD
Le stime tradizionali, disponibili per i prossimi dieci anni, prevedono un trend di continuo aumento dei prezzi. Il grafico presenta la stima dei prezzi del grano.
2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 $230.00
$240.00
$250.00
$260.00
$270.00
$280.00
$290.00
Wheat World Price
Wheat World Price
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IL TREND ATTUALE 4
In realtà negli ultimi anni, in realtà, i prezzi del cibo, più che aumentare, sono diventati molto volatili: violente impennate si alternano a decisi ribassi.
Tra il 2006 e il 2008 i prezzi sono quasi raddoppiati per poi ridiscendere ai valori iniziali.
Nel 2010 si è avviato un nuovo intenso rialzo e oggi i prezzi sono attestati a un valore
lievemente inferiore al massimo storico
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IL TREND ATTUALE 5Osserviamo l’andamento dei prezzi degli ultimi anni. Per farlo utilizziamo gli stessi dati del grafico della diapositiva 9, ma per gli ultimi 7 anni
2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 $-
$50.00
$100.00
$150.00
$200.00
$250.00
$300.00
$350.00
$400.00
Wheat World Price
Wheat World Price
Il prezzo del grano passa dai 170 $ del 2005 ai 350 $ del 2007, un aumento del doppio! Quindi scende a poco più di 200 $ l’anno successivo per risalire a 300 $ alla fine del 2010.
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IL TREND ATTUALE 6
Osserviamo ora l’indice globale dei prezzi, che tiene conto delle diverse componenti che costituiscono l’alimentazione nel mondo
Nei due grafici seguenti è presentato insieme ad altri indici settoriali Nel primo compare con quello dei cereali Nel secondo con quello dei cereali, dei derivati del
latte e della carne
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IL TREND ATTUALE 7
19901991
19921993
19941995
19961997
19981999
20002001
20022003
20042005
20062007
20082009
20102011
20120.0
50.0
100.0
150.0
200.0
250.0
300.0
Food Price IndexCereals Price Index
Indici dei prezzi internazionali del cibo e dei cereali
Fonte: Elaborazione BRIDGES su dati FAOSTAT
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IL TREND ATTUALE 8
19901991
19921993
19941995
19961997
19981999
20002001
20022003
20042005
20062007
20082009
20102011
20120.0
50.0
100.0
150.0
200.0
250.0
300.0
Food Price IndexMeat Price IndexDairy Price IndexCereals Price Index
Fonte: Elaborazione BRIDGES su dati FAOSTAT
Indici dei prezzi internazionali del cibo, della carne, dei prodotti lattiero-caseari e dei cereali
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IL TREND ATTUALE 9
Nei grafici si notano i picchi del 2008 e del 2011
A differenza di quanto si potrebbe pensare, per il cibo i prezzi locali seguono o sono fortemente influenzati dai prezzi alimentari. I prezzi vigenti nelle borse merci, in particolare quella di Chicago, orientano la formazione dei prezzi locali
I picchi del 2008 e del 2011 si sono dunque verificati in tutto il mondo. Come abbiamo già notato, non si tratta di variazioni minime: i cereali, che costituiscono l’alimento principale delle popolazioni hanno subìto il raddoppio dei prezzi.
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IL TREND ATTUALE 10
Questo significa che per il miliardo di sottonutriti, che vive questa condizione a causa della povertà, aumenti di prezzo così violenti rendono il cibo inaccessibile
Inoltre una volatilità così intensa scoraggia gli investimenti in agricoltura: nessuno investe se non può fare ragionevoli previsioni sugli incassi futuri
Questa situazione ostacola la possibilità di preparare l’agricoltura del 2050: quella che dovrà essere in grado di nutrire 9 miliardi di persone, senza lasciare alcuno spazio alla fame e alla malnutrizione
Ma… quali sono le cause di questa situazione ?
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LE CAUSE 1
Le analisi più condivise riconoscono diversi fattori che incidono sulla volatilità dei prezzi, con una particolare attenzione ai prezzi degli alimenti base, i cereali L’aumento della popolazione mondiale Lo sviluppo dei biocombustibili L’influenza del cambio climatico Il miglioramento delle condizioni
economiche di una parte significativa della popolazione nei paesi emergenti
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LE CAUSE 2 - IL TREND DEMOGRAFICO Come abbiamo già visto, l’aumento
della popolazione determina obbligatoriamente un aumento della domanda di cibo
L’aumento della domanda stimola l’offerta. Se possono, i produttori aumentano l’offerta, cioè la quantità prodotta per la vendita. Il più delle volte, però, ad aumentare sono i prezzi
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LE CAUSE 3 - I BIOCOMUSTIBILI
In questi anni sono aumentate la domanda e la produzione di biocarburanti (biodiesel, etc), in parte sostenute da contributi pubblici
La produzione per biocombustibili sottrae superfici coltivabili alla produzione per consumo alimentare (=la produzione per consumo alimentare umano non aumenta o addirittura diminuisce) con conseguenti possibili pressioni sui prezzi
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LE CAUSE 4 - IL CAMBIO CLIMATICO Il cambiamento climatico negli ultimi
anni ha reso più frequenti fenomeni meteo distruttivi (siccità, inondazioni…) soprattutto nelle aree tropicali
Questo produce localmente (ma il fenomeno può essere di dimensione regionale) riduzione della produzione e quindi dell’offerta che fanno aumentare i prezzi
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LE CAUSE 5 - IL MAGGIORE BENESSERE In Cina, India e America Latina un numero
consistente di persone è uscito dalla povertà estrema
Migliori condizioni economiche permettono di migliorare la propria dieta, aumentando la domanda di carne, latte e derivati del latte
La nuova domanda alimentare stimola l’allevamento di pollame e capi di bestiame bovino e ovino (per carne e latte) facendo aumentare la domanda di mangimi
La produzione di cereali per mangimi sottrare superfici a quella per consumo alimentare umano. Anche in questo caso il risultato è una pressione sui prezzi
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E’ TUTTO QUI ?
Le cause che abbiamo elencato coesistono e interagiscono, generando effetti non facilmente calcolabili
Tutte, però, concorrono a spingere verso l’alto i prezzi
Come si spiegano allora i ribassi nei ‘picchi’ che abbiamo osservato?
Evidentemente occorre trovare un’altra spiegazione…
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IL RUOLO DELLA FINANZA
In agricoltura la finanza è fondamentale: i ricavi vengono incassati quando il prodotto è maturo e raccolto, ma i costi di produzione vengono sostenuti mesi prima, dalla semina in avanti
Il mercato finanziario, che mette crediti a disposizione degli agricoltori, è dunque fondamentale per rendere possibile la produzione
Il mercato finanziario è prezioso anche per tutelare il settore dal rischio della volatilità: al momento della semina non si conosce il prezzo futuro, potrà essere molto alto (con vantaggio per l’agricoltore) o molto basso (col rischio di ridurre o eliminare i guadagni)…
…quindi venditori (i produttori) e acquirenti (i grandi trader – commercianti internazionali) si mettono allora d’accordo in anticipo su un contratto di vendita futuro ad un prezzo prestabilito…
Nascono i Futures: contratti di compravendita, che al momento della firma stabiliscono il prezzo della merce scambiata (ad es. grano), la sua quantità e la data (futura) della consegna e del pagamento
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I FUTURES 1
I futures sono contratti nati come forma di assicurazione. Venditore e acquirente concordano oggi il prezzo a cui si scambieranno la merce domani. In questo modo evitano i rischi di un prezzo eccessivo o troppo basso.
Possono anche diventare una forma di credito: il venditore può cedere subito il titolo future concordando un pagamento immediato (inferiore, ovviamente, a quello definito per la data di consegna).
La nascita dei futures concorre a ridurre la volatilità: se i prezzi ‘futures’ sono ad un certo livello, difficile che i prezzi correnti del prodotto ‘fisico’ per consegna immediata sia molto inferiore o molto superiore
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I FUTURES 2
Il fatto è che recentemente, con l’evoluzione del mercato finanziario, i futures sono diventati strumenti di investimento finanziario utilizzati anche da chi non ha alcun interesse al prodotto negoziato:
due operatori che vogliano operare uno scambio finanziario firmano un contratto future per un quantitativo di grano. Prima della scadenza lo stracciano e si scambiano la differenza tra il prezzo concordato e quello vigente (prezzo spot) in quel momento. Se il prezzo spot è maggior di quello future, guadagnerà il
venditore (che incassa la differenza) Se il prezzo spot è inferiore, guadagnerà l’acquirente (che
riceverà dal venditore la differenza).
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FUTURES E DERIVATI 1 Come si vede, i futures in questo modo diventano vere e proprie
scommesse. Le controparti del contratto non sono interessate realmente alla compravendita. Cercano uno strumento per ‘giocare’ le somme di cui dispongono, cercando di guadagnare dalla scommessa
A volte gli operatori non dispongono nemmeno delle risorse che sarebbero necessarie per acquistare la merce (al valore indicato nel contratto future), ma giocano ugualmente (comprando ‘allo scoperto’), contando sul fatto che tanto stracceranno il contratto prima della scadenza e che allora si pagherà (o si riceverà) solo il valore della differenza tra prezzi spot e future
I futures diventano così una delle tante forme di ‘titoli derivati’, cioè di titoli finanziari il cui valore dipende (è derivato…) da quello di un’altra grandezza (che viene chiamata ‘sottostante’):
In teoria, per un titolo derivato legato al grano, al crescere del prezzo (spot) del grano (cioè del prodotto fisico, quello del mercato all’ingrosso che poi si trasmette a quello del mercato di quartiere) si verifica automaticamente un aumento del valore del derivato. Viceversa, si determina una contrazione del valore se scende il prezzo spot
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FUTURES E DERIVATI 2 La diffusione dei derivati è letteralmente esplosa dalla metà del
primo decennio del 2000, quando si è compiuta la cosiddetta deregulation finanziaria
La pressione degli operatori finanziari sulla politica (soprattutto sul Congresso USA) ha ottenuto una drastica semplificazione delle regole (e dei controlli).
Con regole ridottissime non ci sono più limiti alle operazioni che si possono avviare (prima esistevano controlli severi sulle operazioni rischiose). Inoltre lo sviluppo dell’informatica e di internet ha permesso la creazione di strumenti finanziari sempre più raffinati (fondi di investimento, cioè insiemi di più titoli, fondi di fondi, opzioni, derivati…) In queste condizioni diventa impossibile riconoscere che cosa contiene
realmente un titolo finanziario. La sua credibilità non è data da ciò che rappresenta realmente, ma dall’operatore finanziario che lo emette
Inutile ricordare che questo processo ci ha portato allo scoppio della crisi finanziaria del settembre 2008, che si è trasformata nella crisi economica di cui portiamo tuttora le conseguenze…
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FUTURES E DERIVATI 3
Jun.1998
Jun.1999
Jun.2000
Jun.2001
Jun.2002
Jun.2003
Jun.2004
Jun.2005
Jun.2006
Jun.2007
Jun.2008
Jun.2009
Jun.2010
Jun.2011 $-
$100,000
$200,000
$300,000
$400,000
$500,000
$600,000
$700,000
$800,000
Total contractsQuesto grafico mostra il valore complessivo dei titoli derivati OTC emessi dal 1998 a oggi.
OTC significa over the counter (=fuori dallo sportello) cioè fuori dalla negoziazione ufficiale delle borse. Si tratta di titoli scambiati su mercati cosiddetti secondari, senza sottostare ad un sistema di regole controllato da una autorità pubblicamente riconosciuta.Come si può vedere il valore attuale è di poco meno di 600.000 miliardi di dollari.Quasi 10 volte il PIL mondiale !!!
Ha toccato il picco nel 2008, per scendere con lo scoppio della crisi. Salvo risalire dopo due anni e superare il massimo storico durante il 2011
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FUTURES E DERIVATI 4 Una parte importante dei derivati è legata ai prezzi alimentari
In parte si tratta di futures, utilizzati come scommesse per investire
In parte sono titoli e fondi legati all’andamento generale degli indici dei prezzi alimentari: Come per i metalli preziosi, si stima che il cibo tenda ad aumentare
il suo valore (cfr. le stime di aumento dei prezzi alimentari della diapositiva 7), dunque per conservare il valore di un investimento finanziario è sensato investire in cibo…
così i fondi di investimento che ieri compravano oro per garantire il valore dei denaro degli investitori, ora comprano futures sul grano, con la convinzione che nel tempo aumenterà il suo prezzo
Questo fenomeno ha fatto moltiplicare il numero di derivati e futures legati al cibo (e in particolare ai cereali) e ha creato una dinamica perversa...
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FUTURES E DERIVATI 6
… ha fatto sì che si invertisse il rapporto causa effetto tra derivati e sottostante:
Normalmente è la grandezza a cui il derivato è legato che ne determina il valore (se scommetto sulla vittoria del Toro contro la Juve e il Toro effettivamente vince io ci guadagno)
Ora è il derivato che determina il valore del sottostante (come se il Toro vincesse grazie al fatto che io ho scommesso sulla sua vittoria)
Per essere chiari, non è il prezzo spot del grano (quello del prodotto fisico all’ingrosso) che ‘fa’ quello future, ma quello future che determina quello spot (un po’ come nelle profezie che si autoavverano…)
Ci si chiede come è possibile?
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DERIVATI E CIBO 1
Esistono almeno due modi per determinare questo meccanismo di trasmissione
Il primo è dato dalla crescita del volume dei derivati. Un numero sempre maggiore di operatori (compresi piccoli risparmiatori ed enti locali…) ha acquistato derivati o fondi legati ai derivati per ‘immobilizzare’ le proprie risorse finanziarie. Questo ha creato una domanda di derivati che ne ha fatto aumentare il prezzo. Ora se il prezzo futuro del grano continua a salire, ovvio che chi ha
grano da vendere subito ne faccia salire il prezzo (la merce disponibile è sempre più preziosa della merce futura)
Se poi tutti cominciano a vendere futures sul grano facendone crollare i prezzi, chi ha grano nei magazzini abbassa i prezzi per evitare che gli acquirenti preferiscano il grano futuro (per consegna ad uno o tre mesi, ad esempio) che è diventato cosi conveniente rispetto a quello pronto per la consegna immediata
Insomma, in genere è il prezzo spot che orienta quello spot. Ora avviene il contrario.
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DERIVATI E CIBO 2
Un altro meccanismo di trasmissione è dato da comportamenti ai limiti (o fuori dai limiti) della correttezza
Oggi non c’è praticamente più distinzione tra i grandi trader del mercato agricolo e gli attori della finanza. I pochi grandi dominatori di questi mercati hanno la forza di emettere derivati legati ai prezzi del cibo e drogare contemporaneamente i prezzi alimentari a proprio vantaggio
La grande società emette derivati che scommettono sull’aumento dei prezzi. All’avvicinarsi della scadenza raziona il prodotto sulla borsa merci (a Chicago o in qualche borsa regionale) per far salire i prezzi. Alla liquidazione incassa il guadagno e successivamente può rimettere il prodotto in vendita sulle borse merci, dove l’aumento dell’offerta farà cadere il prezzo. (‘Scommesse’ di questo tipo potrebbero essere definite ironicamente profezie che si autoavverano)
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DERIVATI E CIBO 3
19981999
20002001
20022003
20042005
20062007
20082009
20102011
20120.0
50.0
100.0
150.0
200.0
250.0
300.0
A dimostrazione della esistenza della relazione tra derivati e prezzi alimentari, si osservi l’andamento di questi grafici. A sinistra quello che mostra l’andamento dei prezzi del cibo e dei cereali (quello della diapositiva 7), a destra quello dell’ammontare dei derivati OTC (diapositiva 28).La correlazione tra i due andamenti è evidente.
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CONCLUSIONI 1
Al termine del nostro ragionamento possiamo tirare alcune conclusioni:
I prezzi del cibo sono influenzati da numerosi fattosi e preoccupano per le prospettive future (i 9 miliardi del 2050)
Vi è però una forte responsabilità della finanza che non tiene conto del cibo come di una fonte di vita, ma del cibo come forma di investimento
Occorre non prestarsi al gioco di speculatori e operatori senza scrupoli, ma agire per far tornare la finanza uno strumento al servizio del mercato reale e, in particolare, di una agricoltura che sia in grado di sfamare il pianeta senza sprechi e contraddizioni
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CONCLUSIONI 2
Oltre agli interventi necessari per sostenere il settore agricolo senza creare iniquità fra Nord e Sud del mondo (cfr. la partita dei sussidi), occorre una iniziativa mirata per riformare il mercato finanziario
Esistono numerosi strumenti possibili Vietare la possibilità di ‘stracciare’ i future prima della
consegna, rendendo davvero obbligatoria la consegna Introdurre limiti di posizione (ogni operatore non può
detenere più di un certo numero di future legati al cibo…) Introdurre un tetto al numero di futures emettibili, in
rapporto con il quantitativo di merce realmente disponibile nel mondo
etc…
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CONCLUSIONI 3
Soprattutto è necessario avviare un lavoro di sensibilizzazione su questo tema, promuovendo alleanze tra cittadini, organizzazioni della società civile, enti locali, istituzioni e gli attori della politica…
…con azioni comuni visibili per sensibilizzare, creare opinione e incidere sul processo di formazione delle decisioni pubbliche
Esistono alcune iniziative: fra queste la campagna «Sulla Fame non si specula», cui aderiscono organizzazioni della società civile e diversi enti locali
Occorrono fiducia, volontà, risorse e determinazione… per fare cultura insieme, per educare e incidere, per fare anche in questo ambito esercizio di cittadinanza e
corresponsabilità
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«Ogni individuo ha il diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione»
Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo – Art.25