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  • 8/14/2019 Ricevi Questo Anello

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    D O N F E R D I N A N D O R A N C A N

    RI F L E S S I O N I S U L M A T R I M O N I O

    E S U L L A F A M I G L I A

    R iceviquestoA nello

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    PRESENTAZIONE

    Il presente opuscolo contiene la elaborazione scritta di quattro incontri per fidanzati in preparazione al matrimonio.Queste conferenze, pur essendo destinate principalmente ai fidanzati, si sono rivelate utili anche alle nu-merose

    coppie di sposi che desideravano approfondire la realt del matrimonio e della famiglia alla luce del messaggio cristiano,soprattutto in un periodo storico come il nostro in cui l' istituto della famiglia viene osteggiato e svilito nel suo significatopi profondo.

    I temi furono sviluppati partendo da tre riferimenti essenziali: Dio, fondamento di ogni discorso sui problemi fondamentali della vita umana; la Rivelazione, fonte della verit autentica sull'amore e sul matrimonio; Cristo e la Chiesa, luogo dove il cristiano pu realizzare pienamente questa verit. La famiglia come istituzione divina, luogo privilegiato per lo sviluppo dell'uomo.

    Naturalmente queste pagine non contengono nulla di nuovo intorno ad un argomento che della massima attualit,e tanto meno hanno la pretesa di esaurire i molteplici aspetti di una realt che interessa non solo la teologia ma tutte lescienze umane, e che stata trattata in centinaia di pubblicazioni, alcune molto buone, altre in verit discutibili, altreancora decisamente da sconsigliare.

    Questa piccola fatica vuol essere semplicemente una risposta alla preoccupazione del Papa che da anni propone unapi intensa azione pastorale a sostegno della famiglia.

    Perci l'unica ambizione di queste pagine di offrire a quanti sono chiamati a servire Dio nel Matrimonioun'occasione in pi per meglio conoscere, amare e vivere gioiosamente la stupenda vocazione, umana e divina, dell'amoreconiugale e della famiglia.

    Don Ferdinando Rancan

    Prima pubblicazione: 31 dicembre 1989Festa della Sacra Famiglia

    Seconda pubblicazione in occasione dell'Anno Internazionale della Famiglia, proclamato da Giovanni Paolo II.25 marzo 1994Festa dell'Annunciazione del Signore

    Terza ristampa, su richiesta di parrocchie e associazioni:6 giugno 1997

    Solennit del Sacro Cuore.

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    Quarta ristampa del presente opuscolo in occasione della chiusura del Grande Giubileo del 2000, con l' auspicio che laFamiglia del Terzo Millennio ritrovi il progetto di Dio come stato rivelato e realizzato in Cristo, unico Re-dentoredell' uomo.

    3 giugno 2001Solennit della Pentecoste

    DI O ESISTE

    SCOPRIAMOLO INSIEME

    1 - I l senso dell a vi ta

    Gli incontri di queste sere hanno lo scopo di aiutare i fidanzati qui presenti a prepararsi alla vita coniugale efamiliare, ma possono servire a tutti per riflettere su alcune verit portanti della nostra vita cristiana, verit chevengo-no facilmente dimenticate. Oggi esiste ben poca convinzione intorno a questi argomenti perch l'ambienteculturale in cui viviamo, che determina il modo di pensare dominante, pesantemente con-dizionato dallasecolarizzazione, cio da una visione della realt che prescinde totalmente da Dio in una dimensioneesclusivamente terrena.

    Ora, non c' da stupirsi se tale mentalit secolarizzata ha fatto breccia anche dentro di voi; mi auguro,perci, che questi incontri vi offrano l'occasione di riscoprire le grandi certezze della fede, che danno alla nostracoscienza la luce e l'orientamento necessario per muoverci in maniera giusta e retta nella nostra vita.

    Giorni fa il Papa, parlando ai rappresentanti del Corpo Diplomatico, diceva: "Dobbiamo resti tui real l 'uomo i moti vi di vi vere" . Infatti, ci che l'uomo moderno ha smarrito pi di ogni altra cosa il senso dellavita, il significato dell'esistenza.

    Molte nevrosi e molti disturbi psichici nascono dal vuoto esistenziale, cio da una paurosa carenza disignificato.

    Un vuoto che molte volte si cerca di colmare attingendo a un mercato culturale che presenta falsi valori,false prospettive di felicit che alla fine deludono.

    Quando proponiamo falsi valori alla nostra intelligenza la inganniamo, e consumiamo contro di essa untradimento che la ferisce profondamente e la oscura.

    Sul piano personale la conseguenza peggiore che ne deriva una falsa conoscenza di se stessi, che porta aun profondo smarrimento interiore: non mi conosco pi, non mi capisco pi, non so pi chi sono. Di qui unmodo sbagliato di stare nella propria vita e anche un modo sbagliato di vivere il rap-porto con gli altri.

    facile immaginare le conseguenze di tutto questo nel campo della vita coniugale e familiare.

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    2 - I l probl ema di Dio

    Queste problematiche esistenziali riconducono inevitabilmente al problema di fondo, il problema di Dio.Ne parleremo questa sera tra di noi in termini di tutta semplicit, scomodando il meno possibile l'impegnativaterminologia filosofica.

    Partiamo innanzitutto dal presupposto che non tutti credono in Dio e molti si giustificano ritenendo lafede come facoltativa, oppure come un dono che Dio concede ad alcuni e non ad altri. Ora, quando mi incontrocon una persona che non crede, le dico subito: "Male!". Mi capita, ad esempio, nel fare la visita alle famiglie, dibussare alla porta ed ecco un distinto signore che mi saluta e mi dice: " Sa, io non credo in Dio" , pensando didarmi cos la spiegazione adeguata del fatto che a lui non interessa la mia visita. Allora la mia risposta immediata: "Molto male! Lo sa che una colpa gravissima non credere in Dio?" . E cerco di spiegargli che questoatteggiamento non mette in gioco l'esistenza di Dio ma la nostra salvezza eterna, e anche la nostra sanitmentale. Tant' vero che il pi acerrimo nemico di Dio, il demonio, non ateo per niente; se c' uno che "crede"all'esistenza di Dio proprio il demonio, perch ne fa le spese continuamente e sono spese tremende. Magari perlui che Dio non ci fosse! E invece deve "subire" l'esistenza di Dio, per cui in un certo senso contento che Dioesista per poterlo odiare.

    Il demonio deride l'ateismo dell'uomo perch, creatura eminentemente intelligente, sa che la negazionedell'esistenza di Dio assurda e ridicola. In realt l'ateismo non una negazione di Dio ma il rifiuto di Dio; ed precisamente quello che il demonio cerca di insinuare negli uomini. Ora, il rifiuto di Dio porta a negare ogniriferimento a Lui e perci a negare la stessa creaturalit dell'uomo.

    "Sono creatura": ecco la realt nella quale trovano soluzione tutti i problemi esistenziali: chi sono io? da

    dove vengo? dove vado? che senso ha il mio esistere? che senso ha tutto ci che mi circonda? perch gli altri?Ricordatelo: non solo in questa sede ma in qualunque altra situazione della vita e davanti a qualsiasiproblema, per fare un discorso serio occorre sempre partire da questa realt: siamo creature; creature vincolateall'Essere infinito ed eterno che, per amore, ci ha partecipato l'esistenza chiamandoci a un destino di eternit e dibeatitudine.

    Senza questa convinzione non possiamo discorrere seriamente su nessun argomento, tanto meno suquello che proprio di questi incontri, cio l'amore, la famiglia, ogni rapporto umano, soprattutto quellospecifico dell'uomo e della donna.

    Quindi, se noi questa sera recuperassimo anche solo questa consapevolezza: sono creatura di Dio, avremmogi conseguito un notevole risultato.

    Purtroppo, l'uomo laicista di oggi, vittima delle ideologie, rif iuta la propria creaturalit perch rifiutaDio. convinto di affermare in tal modo se stesso come demiurgo che ha in mano il proprio destino, la propria

    vita, e che risponde solo a se stesso, si auto progetta, si autodefinisce, si autoafferma. Questo era il senso di certeaffermazioni che negli anni passati, e ancor oggi, erano molto diffuse: "Il mondo ormai maturo; rispetto alpassato l'umanit di oggi autosufficiente; l'uomo, sempre pi in possesso dei propri mezzi, va verso la suacompleta auto liberazione". Sono precisamente la ne-gazione della nostra creaturalit.

    3 - I l nostro " essere creature"

    Inoltre, riconoscere di essere creatura , non solo accettare di essere relativo a Qualcuno che sopra di me,cui debbo la mia esistenza, ma anche accettare il progetto divino che questa esistenza contiene. Infatti l'esistenzache riceviamo da Dio non informe, indefinita; il nostro essere, che unico e irrepetibile, contiene un progettoche Dio vuole realizzare.

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    San Paolo, quando parl agli Ateniesi nell'aeropago - il luogo ufficialmente riconosciuto come centro dicultura dove si riunivano i sapienti di Gre-cia - alla presenza degli intellettuali del suo tempo, che per nonerano pi all'altezza dei loro padri, riusc da principio a farsi ascoltare con interesse. Pensavano infatti: " Ecco,

    sentiamo questo Semita che viene dalla Siria che cosa ha da dirci di nuovo!" . Ma San Paolo fa un discorso molto serio eparla di Dio, fonte non solo del nostro essere ma anche del nostro vivere e del nostro agire: " In Lui, infatti,viviamo, ci muoviamo ed esistiamo" . (Atti 17, 28). Quindi, non solo noi veniamo dalla potenza creatrice di Dio che cifa partecipi del suo Essere, ma anche tutta la nostra vita contiene un progetto che di Dio. Non sia-mo dellecreature che Dio ha messo su questa terra per gioco, senza alcuna prospettiva. Dio infinita Sapienza, infinitaPotenza, infinita Provvidenza e infinito Amore, e vuole realizzare su di noi e con noi un disegno.

    Ricuperare questa consapevolezza della nostra creaturalit fondamentale per l'uomo europeo, perchproprio l'uomo di questa vecchia Europa ha smarrito le radici cristiane della sua civilt, smarrimento che haprodotto, per esempio, "l'uomo del rifiuto e della ribellione" descritto particolarmente da Nietzsche e da Sartre.

    Sartre, nel suo libro "La Nausea", al quale si sono abbeverati non pochi giovani dei decenni scorsi, dsull'uomo il giudizio pi negativo e brutalmente pessimista che mai sia stato dato: " Ogni uomo nasce senzaragione, si prolunga per debolezza e muore per caso" . Il suo ateismo voleva essere l'affermazione della piena maturitdell'uomo che non ha pi bisogno di Dio. Ma questo lo porter a un vicolo cieco: nulla sar pi comprensibile,nulla potr pi avere una spiegazione: la crisi esistenziale, "La Nausea". La vita, allora, non altro che "unoschifo", come si sente dire talvolta anche dai giovani.

    4 - Verso Di o

    Inoltre, ritrovare il senso della nostra creaturalit significa anche ritrovare il senso del nostro rapporto conDio.

    Il primo passo in questa direzione consiste nel restituire a Lui la nostra intelligenza. Infatti, l'esistenza diDio una verit che non appare evidente in se stessa; non conosciamo Dio con evidenza immediata, lo

    conosciamo attraverso un ragionamento, cio un atto dell'intelligenza che si esprime in un moto della menteverso l'oggetto che essa vuol conoscere.Dio l'oggetto supremo della conoscenza umana; ci avviciniamo a Lui attraverso un cammino interiore

    nel quale l'intelletto apre la strada al desiderio dell'anima. Ecco perch si parla di vie razionali che conduconoalla conoscenza di Dio, al-l'affermazione della sua esistenza.

    Uno dei pi profondi pensatori e mistici della Chiesa, San Bonaventura, parla di un "Itinerarium mentis inDeum", l'itinerario della nostra mente che cerca Dio. Lo stesso atto di fede che noi facciamo quando recitiamo il"Credo": "Credo in Dio" (il latino "in Deum" anche pi espressivo perch "in" con l'accusativo indica moto aluogo) esprime la fe-de come cammino verso Dio. Noi abbiamo la possibilit di arrivare a Dio attraverso variestrade ma sempre l'intelletto che le deve percorrere; questo il significato del nostro restituire a Diol'intelligenza.

    5 - La " vi a" del le creature

    La strada pi comune quella che passa attraverso le cose create. celebre il passo di Sant'Agostino nelquale il grande dottore ricorda come le creature, rispondendo al suo inappagato desiderio di felicit, gligridassero in coro: " quaere super nos - cerca al di sopra di noi!" . Le cose create, se conosciute profondamente nellaloro bellezza, nella loro perfezione, nella loro razionalit stupendamente ordinata, ci conducono a Dio.

    Amici cari, tutta le nostra vita un cammino verso l'incontro con Dio, e anche quando l'abbiamo trovato,abbiamo ancora bisogno di scoprirlo, perch Dio non mai conosciuto n mai posseduto pie-namente. Ognunodi voi ha ricevuto una formazione cristiana; avete tutti frequentato il catechismo, fatto la Prima Comunione,ricevuto la Cresima e quindi avete ricevuto una formazione che durata mesi, anni; sapete molte cose di Dio.Ma ora, qui, non si tratta di sapere molte cose, si tratta di vedere con occhi nuovi le cose che gi sappiamo, come

    se una luce interiore le illuminasse in modo nuovo dentro la nostra anima. Le anime di vita interiore chiamano

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    questa luce "contemplazione". la visione di Dio non pi come idea astratta e soggettiva, come fantasma dellanostra mente, ma come una Realt viva che innamora.

    Penso a voi ragazze che siete qui: quante volte avrete sognato un ragazzo ideale, un fidanzato, un principe

    azzurro e l'avete modellato dentro di voi dandogli tutte le qualit possibili; il discorso vale anche per voi,ragazzi: chiss quante volte avrete sognato una donna, e avete dato corpo a questo de-siderio,immaginandovela, ad esempio, bionda, con gli occhi azzurri, alta, snella, sportiva ecc... non ditemi di no perchnon vero! Avete amato figure ideali di uomo o di donna e le avete amate anche appassionatamente, ma conamore platonico. Erano solo nella vostra mente e dipendevano dalla vostra immaginazione; erano fantasmisoggettivi.

    Ma un giorno avete scoperto che cosa vuol dire veramente innamorarsi. scattato dentro di voi qualcosadi indescrivibile, dovuto al fatto che avete "visto" come una realt viva la persona che vi ha innamorato e sieterimasti a guardarla nella sua realt fisica, l'avete "contemplata": in quel momento avete scoperto "l'essere", sietepassati dal fantasma alla realt, dall'idea all'essere reale. Quella persona viva, di carne ed ossa, non dipendevada voi, era l con la sua identit, la sua storia personale, magari tutta da conoscere, con le sue doti e i suoi difetti,i suoi limiti e le sue caratteristiche, con la sua esistenza indistruttibile. E questo "essere" vivo, entrato in voi, hapreso il posto di tutti gli altri fantasmi, ed scomparso improvvisamente il sentimento di solitudine che primaavevate. Eravate in compagnia di voi stessi, dei vostri fantasmi, delle vostre aspirazioni, delle vostre idee, masoli. Da quando entrata in voi la persona che vi ha innamorato cambiato tutto. Vi siete resi conto di unapresenza che non veniva da voi, non dipendeva dalle vostre facolt interiori, ma vi superava. Infatti, non l'avetecreata voi ma l'avete ricevuta; stato un dono.

    Ora potete nettamente valutare la differenza tra l'idea o immagine di una persona e l'essere di unapersona. Quando essa entra in voi, sentite che influisce sulla vostra vita, cambia il vostro mondo interiore;dovete fare i conti con una presenza che un altro "io".

    Qualcosa di simile accade quando la nostra mente, abbandonando il soggettivismo interiore, si apreall'essere delle cose e "scopre" Dio non pi co-me una pura possibilit astratta ma come una realt viva: l'Esserepersonale che mi guarda, mi tiene nel-le sue mani, mi vuole; allora la sua presenza mi illu-mina interiormente e

    mi cambia la vita.Potete ora comprendere meglio perch l'uomo contemporaneo arrivato all'ateismo e al rifiuto della suacondizione di creatura: ha voluto sostituire il proprio pensiero alla realt, le idee forgiate dalla sua mente allaverit delle cose. Allora ci che conta non pi la realt, ma ci che io penso; e quello che per la mia intelligenzadoveva essere un viaggio facile e gioioso, che attraverso le cose create mi avrebbe portato a Dio creatore, diventato un tragico naufragio tra i flutti del dubbio, del sospetto, della confusione, alla deriva nelle correntifuorvianti delle ideologie.

    6 - Necessi t di una intell i genza sana

    La grande malata di oggi l'intelligenza. Il cancro che la rovina sono le ideologie; partendo da una visione

    preconcetta e soggettiva dell'uomo e del mondo, esse portano a una conoscenza riduttiva, distorta e falsata dellarealt. Perci vi dicevo che, per fare un qualsiasi discorso valido che porti a Dio, urgente oggi risanarel'intelligenza, ricuperarla e restituirla alla verit. Solo cos possibile realizzare l'avventura pi affascinante chel'uomo possa vivere sulla terra: incontrare Dio, conoscerlo nella sua bellezza, nella sua grandezza, nella suainfinita sapienza, soprattutto saperlo accogliere quando Egli si dona, quando apre alla nostra anima il misteroinsondabile della sua vita e del suo amore.

    Riguardo al problema di Dio, c' un passo di San Paolo nella lettera ai Romani che fondamentale: " Inrealt l'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empiet ed ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verit nell 'ingiustizia,poich ci che di Dio si pu conoscere loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato" . Vedete subito che laconoscibilit di Dio e la possibilit di trovarlo sono garantite dal fatto che Lui stesso si fatto manifesto allanostra mente. " Infatti, dalla creazione del mondo le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto,nelle opere da Lui compiute, come la sua eterna potenza e divinit." (Rom. 1, 20).

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    Questo l'itinerario di una intelligenza sana e retta che non tiene "la verit prigioniera" nelle sbarre delleideologie o nella ingiustizia dell'empiet. " Perci - continua San Paolo - sono inescusabili" .

    Ecco perch a chi mi dice: "Io non credo" rispondo, sia pure con affetto e comprensione: "Male, amico

    mio!... un peccato gravissimo non credere in Dio perch la peggiore ingiustizia che possiamo compieresulla terra.".

    Pensate ad un figlio e a tutto quello che i genitori fanno per lui: alla madre che lo ha amato prima chenascesse, quando ancora lo portava in grembo e poi a tutti i sacrifici per crescerlo: notti insonni, preoccupazioniper la salute, ansie per i suoi problemi e per le sue difficolt, dispendio di energie, di tempo, di denaro, di libertper la sua formazione e poi...tanto affetto, tanta tenerezza, tanta dedizione! Ebbene, un giorno questo figlio,diventato grande, entra in casa e non guarda in faccia sua madre, e se la guarda per dirle: "Tu, chi sei? Cosavuoi? Chi ti conosce!". Poi si mette a tavola a mangiare ci che sua madre gli ha preparato e continua ad usaretut-te le cose che trova in casa e che suo padre gli ha procurato con duri sacrifici...; che cosa direste? che cosapensereste di questo figlio? Ebbene, noi ci com-portiamo molto peggio quando mettiamo Dio da parte, quandolo emarginiamo nello scetticismo e nell'indifferenza, quando non lo riconosciamo come nostro Creatore eSignore e tuttavia continuiamo a fruire di tutto quello che da Lui abbiamo ricevuto: la vita, l'intelligenza, iltempo, la salute, le possibilit umane e soprattutto il suo amore, la sua tenerezza, la sua benevolenza.

    Se ci pensiamo bene, l'ateismo, proprio perch rifiuto di Dio, un'assurda ingiustizia, oltre che unastupida follia. "Sono inescusabili - spiega San Paolo - perch, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria come Dio,n gli hanno reso grazie" . Che cosa vuol di-re dar gloria a Dio? Vuol dire riconoscere che sono sua creatura, cheLui la sorgente del mio essere, della mia vita, della mia persona; che gli vivo nelle mani molto pi intimamentedi quanto non viva una creatura nel grembo materno. Come vedete, tornare alla consapevolezza della nostracreaturalit, con sentimenti di gioiosa gratitudine perch tutto dono, infinitamente gratuito, di Dio.

    7 - La " vi a" del la coscienza

    A questa malattia dell'intelligenza segue quasi inevitabilmente la corruzione del cuore. Alla autonomiaintellettuale, distacco dell'intelligenza dalla verit in nome del proprio pensiero, ideologicamente precostituito,corrisponde l'autonomia morale, il distacco della coscienza dalla legge morale in nome di una libert che rifiutaogni riferimento a un Legislatore supremo.

    Quando l'uomo non si riconosce creatura, si autpropone come norma etica del proprio agire.Non esiste pi una legge morale trascendente, regola del comportamento umano, in armonia con il

    disegno di Dio creatore. Cos, anche la strada della coscienza, che un'altra via per incontrare Dio perchconduce a Lui come sommo Bene, diventa impraticabile.

    Conosciamo tutti la pagina biblica che descrive il paradiso terrestre. Nell'Eden, l'uomo pretese "laconoscenza del Bene e del Male", e cos, l dove doveva realizzarsi il rapporto pi intimo ed esaltante dellacreatura con il suo Creatore, nell'armonia pi perfetta della terra col Cielo, si consum invece la ribellione pitragica; e colui che, appropriandosi dell'albero della conoscenza del Bene e del Male, pretese di essere Dio, si

    trov nudo di ogni sua dignit, rivestito solo della sua vergogna, travolto dal disordine interiore nel quale, colrifiuto del suo rap-porto con Dio, ha visto infrangersi ogni altro rapporto creaturale: con se stesso, con la natura,con gli altri uomini.

    Fin d'ora potete misurare (ci torneremo nei prossimi incontri), le conseguenze di tutto questo nel campodell'etica sessuale e della morale coniugale.

    8 - La " vi a" del la stori a: la fede in Ges Cristo.

    A questo punto, la strada obbligata per incontrare Dio, si chiama GES CRISTO. Alla luce naturaledell'intelligenza che cerca la verit si aggiunge la luce soprannaturale della fede che ci fa conoscere, con laRivelazione, l'iniziativa di Dio e il suo intervento nella storia dell'umanit. Percorrendo, infatti, la storia umana

    possiamo contemplare le meraviglie che Dio ha compiuto per noi; una storia di salvezza che culmina in Ges,

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    l'Uomo-Figlio di Dio, in cui il Padre ha messo la pienezza della sua grazia, lo splendore della sua verit, latenerezza del suo amore.

    Ges di Nazareth: l dove l'uomo incontra Dio, o meglio dove Dio raggiunge ogni uomo.

    Non pi soltanto il cammino dell'intelligenza attraverso le cose create, non soltanto il cammino dellacoscienza attraverso la legge morale, il cammino della nostra anima spinta dalla fede che ci conduce aBetlemme, a Nazareth, al Calvario, al Ce-nacolo, sulle orme di Cristo. " Beati gli occhi che vedono quello che voivedete!" .

    Cercare Dio e trovarlo un problema tutto nostro. Ci che impedisce all'uomo di incontrare Dio non lasua infinita trascendenza, perch Dio si fatto conoscere e si fa sempre trovare. Vi dico con certezza, perch loafferma la parola di Dio, che nessun uomo che abbia cercato Dio con sincerit di cuore, pu dire di non averlotrovato. Cos, se all'inizio vi invitavo a ritrovare o almeno a riscoprire la vostra creaturalit, vi suggerisco ora diaccendere nel vostro cuore la luce della fede che vi far incontrare Dio non cercandolo a tentoni lontano da voi,ma riconoscendo la sua presenza dolcissima e salvifica nell'intimo della vostra anima santificata dal Battesimo.

    Abbiamo celebrato pochi giorni fa la solennit dell'Epifania. Il viaggio dei Magi pu ricordarci l'iti-nerariodi tutte le anime che, seguendo la stella del-la fede, arrivano a incontrare Cristo. I Magi erano uomini di scienza,uomini di cultura e di potere, e tuttavia hanno saputo trovare tanta semplicit e do-cilit di cuore da lasciarsicondurre da una stella.

    9 - Scienza e fede

    Quando la scienza vera scienza non impedisce la fede ma la facilita perch l'una e l'altra vengono daDio. L'orgoglio intellettuale, invece, strumentalizza la scienza per negare Dio. , questa, una operazioneboomerang che si ritorce contro la credibilit stessa dello scienziato il quale, in questo ca-so, chiudendola allaricerca della verit, usa male della propria intelligenza.

    Negli anni sessanta il ministro del culto della Russia sovietica ebbe tra le mani un rapporto sulla

    situazione religiosa presso il popolo russo. Con sor-presa dovette constatare che dopo quasi 50 anni di massicciapropaganda ateistica - l'ateismo era materia di insegnamento nelle scuole - la fede era tutt'altro che scomparsa e,anzi, si notava un ritorno ad essa proprio negli ambienti scientifici. La causa fu individuata in un errore tattico:la religione cio veniva attaccata in nome della scienza, la fede veniva ridicolizzata come un oscurantismoantiscientifico. La scienza, si diceva, venuta a risolvere tutti i problemi dell'umanit; l'uomo, con la scienza e latecnica diventato padrone della natura, col progresso pu superare ogni limite e ogni condizionamento, con lapolitica poi, potr dare un assetto ide-ale e perfetto alle strutture sociali, incamminandosi verso un futurofinalmente giusto, ordinato, felice.

    In realt questa impostazione, che pu avere un certo successo solo in ambienti dominati dalla ignoranzao dalla mala fede, in breve tempo ha mostrato la sua inconsistenza.

    Quando uno scienziato si mette con intelligenza sana e con animo retto davanti al mistero della natura immediatamente convinto di trovarsi di fronte a una realt che lo trascende, a fenome-ni e leggi che non

    dipendono da lui e tuttavia non sono in grado di dare ragione di se stessi. Diventa quasi connaturale in lui unatteggiamento di rispetto che gli consente di accostarsi alla realt senza deformarla, e alla fine non pu noninterrogarsi su Dio. Si prese allora la decisione di attaccare la fede in nome del Pensiero, con le armi dellafilosofia e della cultura immanentista: l'uomo, unico arbitro delle proprie idee, delle proprie concezioni, ignorala realt o la piega ai propri schemi ideologici, si ri-serva molti settori in cui celebrare la sua libert assoluta,dove sentirsi demiurgo e creatore.

    Il cambiamento di rotta si fece sentire immediatamente e anche in Italia gli "ordini di scuderia" furonoperentori: impossessarsi delle cattedre di filosofia e di lettere nelle universit e nei licei. L'indottrinamento ebbeun ritmo esplosivo: il '68 e gli anni di piombo in tutta Europa, come pure la scristianizzazione e lasecolarizzazione della societ ad opera dei laicisti impadronitisi dei mezzi della comunicazione sociale, non sonostati degli episodi extemporanei, fenomeni quasi fisiologici nella evoluzione sociale. Sono piuttosto, nel loroimpianto te-oretico e nella loro evoluzione pratica, il punto terminale di secoli di distacco dell'intelligenza dalla

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    saggezza metafisica e dalla fede; rispondono a un preciso disegno teorico e pratico che tende a realizzareun'epoca post-cristiana dell'umanit.

    10 - I l " viaggio" dei magi

    Ricordo, in quegli anni di contestazione, l'intervento di un alunno di liceo durante una lezione; stavosforzandomi di far capire ai ragazzi che la no-stra vera dignit di creature umane sta nel conoscere Dio,nell'amarlo e nel lasciarci amare da Lui, nel servirlo come figli sulla terra per partecipare eternamente alla suabeatitudine in cielo... "Professore - mi disse - glielo dico io che cosa siamo: 70 chili di carne destinati allaputrefazione". Tra questa definizione dell'uomo e quella data da Sartre - "l'uomo un'inutile passione" - la soladifferenza sta nell'eleganza letteraria tipicamente francese del filosofo; mentre le due definizioni hanno incomune la brutale e tristissima constatazione di che cosa resta di noi quando abbiamo perduto Dio.

    Vi dicevo all'inizio che siete chiamati a cercare Dio in un contesto culturale che non vi aiuta, che anzi videride e vi inganna.

    Precisamente come nel viaggio dei Magi verso Betlemme. Arrivarono a Gerusalemme non senza sacrifici,fatiche e difficolt e certo si aspettavano di trovare la citt in festa, tutta un tripudio per la nascita del grande Re.E trovano invece una citt assonnata, indifferente, sospettosa; per di pi la stella che li aveva guidati e che erastata la loro certezza scompare. Perfino le indicazioni dei sacerdoti e degli scribi, pur precise, vengono lorofornite con grande distacco e con una strana freddezza; lo stesso entusiasmo falsamente interessato di Erode,come poteva accordarsi con l'assoluta ignoranza di un fatto cos importante? Ma i Magi non dubitano, nondesistono, continuano a fidarsi. Avevano visto la stella e non potevano dubitare. Gli uomini possono ancheingannare e tradire, il Cielo no! E riprendono la loro ricerca con l'umilt, la fiducia, la certezza che avevanocaratterizzato i primi passi del loro cammino. La riapparizione della stella li rassicura nuovamente e una grandegioia si impossessa del loro cuore. per questa loro fede che non si scandalizzano quando il grande Re sipresenta loro in un alloggio umile e disadorno, nella debolezza e nella semplicit di un bambino che non ha

    nulla di regale, in un luogo lontano dai centri del sapere e della potenza mondana.

    11 - La " stel la"

    Il nostro viaggio sulla terra conosce le stesse vicende e gli stessi momenti: ci saranno dubbi e stanchezze,tentazioni e difficolt, e a volte sembrer che la stella della fede sia stata un'illusione o un inganno. Allorapensate ai Magi; nel vostro cammino verso Cristo per conoscerlo, per amarlo, per seguirlo, non fermatevi maianche se dovete andate contro corrente. Non vi scoraggi la freddezza dell'ambiente, non vi fermi l'ostilit dellepersone, non vi intimorisca la paura del ridicolo.

    Avete visto anche una sola volta, magari da bambini , la stella della fede nel cielo della vostra anima?Vi stata indicata la strada dal Magistero della Chiesa? Non dubitate, non arrestatevi! La meta non potr essere

    che il Bambino di Betlemme, dove la verit di Dio e la verit dell'uomo s'incontrano, dove la Vita prepara la suavittoria sulla morte, dove la nostra offuscata dignit di creature trova lo splendore della nuova dignit di figli diDio.

    Voglio concludere questo primo incontro con la lettura di un passo che prendo da un documento moltoantico ma stupendo: "La lettera a Diogneto".

    del secondo secolo, al tempo dei primi cristiani, quando testimoniare la propria fede poteva costare lavita. "Dio am gli uomini, per essi cre il mondo, a loro diede la ragione e l'intelletto, li form a sua immagine,promise un regno nei cieli e lo da-r a coloro che lo avranno amato.

    E quando lo avrai conosciuto, di qual gioia non credi tu sarai ricolmo?". quello che auguro a tutti voi.

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    APPEND ICE ALLA PRIM A L EZI ONE

    INTERVENTI

    LA FEDE: UN DONO?

    1 DOMANDA: La fede, ha detto, un dono di Dio. Ma non tutti ce l'hanno. Perch dobbiamo accusare allora i noncredenti di colpa o di peccato gravissimo?

    RISPOSTA: Nella lezione ho parlato di "fe-de religiosa", che l'atteggiamento positivo e cultuale versoDio da parte dell'uomo la cui intelligenza pu, attraverso le cose create, affermare non solo l'esistenza di Dio, maanche molte delle sue perfezioni divine. Ho parlato anche di fede soprannaturale che l'atteggiamento positivodella nostra intelligenza, elevata dalla grazia, verso Dio che si rivela e si dona in Ges Cristo. Ambedue sono undono di Dio: la prima data a tutti gli uomini; infatti, attraverso la creazione Dio si rivela alla nostra intelligenzanaturale (Rom. 1, 20); la seconda data a tutti coloro che Dio "ha scelto e predestinato da tutta l'eternit a diventareconformi all'immagine del Figlio suo" attraverso il Battesimo. Tutti i battezzati, quindi, hanno ricevuto il dono dellafede soprannaturale. Dio, dunque, d a tutti gli uomini la possibilit di conoscerlo. Ora, davanti ai doni di Dioabbiamo due doveri: primo, essendo "doni", dobbiamo chiederli o almeno chiedere di saperli accettare. IlVangelo ricco di episodi dove si chiede il dono della fede. " Signore, che io creda!" , " Signore, aumenta la mia fede!" ,"Signore, aiuta la mia incredulit!" .

    La fede quindi va chiesta a Dio con umilt, con sincerit, con perseveranza; secondo, i doni una voltaricevuti dobbiamo farli fruttificare.

    Abbiamo infatti la possibilit di corrispondere ai doni di Dio ma anche di rifiutarli o lasciarli cadere.Il rifiuto della fede diventa cos rif iuto di Dio; ed un peccato gravissimo perch la fede non

    facoltativa. Dio non un accessorio della vita umana, ma l'unum necessarium, la sola cosa necessaria.La fede , s, una libera adesione a Dio, altrimenti non sarebbe un atto meritorio, ma questo non significa

    che possiamo impunemente rifiutarla. Vi ho portato l'esempio di un figlio che rifiuta i suoi genitori: noi siamocreature e figli di Dio in senso molto pi vero e pi profondo.

    LE "PROVE"

    2 DOMANDA: Lei ha parlato della conoscenza di Dio; potrebbe esporci in maniera pi esplicita le prove della suaesistenza? Come si pu dimostrare in parole semplici l'esistenza di Dio in modo che nessuno possa dire di non credereperch non ha avuto una dimostrazione chiara?

    RISPOSTA: Innanzitutto diciamo subito che le prove dell'esistenza di Dio sono prove di carattere razionale enon di carattere sperimentale, come spesso si pretende. Dico sperimentale non solo nel senso fisico, scientifico,ma anche nel senso psicologico, emozionale.

    Dio non pu essere oggetto di esperienza sensibile. " Dio spirito e bisogna adorarlo in spirito e verit" (Gv. 4,

    25) vero che Dio pu comunicare se stesso in modo esperienziale, e a volte lo fa con certe anime, ma sono

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    fenomeni particolari, di carattere mistico, che qui non il caso di esaminare. Resta il fatto che "Dio nessuno l'hamai visto: proprio il Figlio Unigenito, che nel seno del Padre, Lui lo ha rivelato" . (Gv. 1, 18)

    Dunque, non "esperienza" di Dio, ma rivelazione di Dio alla nostra intelligenza. Per questo nella

    conversazione mi sono fermato soprattutto sulla necessit di avere una intelligenza sana, sgom-bra da pre-comprensioni e ideologie, libera dall'orgoglio e da condizionamenti o da compromessi nel campo morale; in casocontrario, nessuna prova possibile o per lo meno sufficientemente probante. Inoltre, invece di prove, abbiamoparlato di "vie razionali" che ci portano a Dio, perch Dio non si rivela direttamente in se stesso alla nostraintelligenza (questo avverr in Cielo, nella "visione beatifica"), ma si rivela "mediante" le sue opere e soprattuttonell'Umanit santissima di Ges Cristo.

    quindi una conoscenza mediata, che segue un itinerario razionale. Dicendo "prove" facile in-nescareun atteggiamento razionalistico di pretesa, come se uno non volesse credere all'esistenza di un latitante, delquale magari tutti parlano, finch non lo si sia catturato.

    LE "VIE" RAZIONALI

    Tuttavia, giusto che ricordiamo brevemente il processo logico-mentale che permette alla nostraintelligenza di arrivare a Dio e di affermarlo. Il mec-canismo molto semplice e consiste nell'applicazione di unprincipio fondamentale della nostra mente: "il principio di causalit".

    Se uno di voi, uscendo fra poco da questa sala, trovasse sul tetto della propria auto un buco largo 20centimetri, a parte la sorpresa e il disappunto, si chiederebbe per prima cosa: "Chi sar stato?"; e se un amico glirispondesse: "Ma chi vuoi che sia stato? Nessuno!" si sentirebbe preso in giro e magari lo guarderebbe consospetto. E cos, di ogni cosa che accade cerchiamo subito la causa; istintivo.

    Cosa fa lo scienziato nelle sue ricerche? Appli-ca costantemente il principio di causalit; e lo applica senzail minimo dubbio, lo d per scontato. Lo ritiene infatti evidente, e perci non dimostrabile. E lo applica in modotale da cercare non una causa qualsiasi del fenomeno che osserva, ma una causa proporzionata e sufficiente per

    spiegare il fenomeno. Cos, se vi dicessero che il buco sulla vostra auto l'ha provocato un sassolino oppure laforza di un bambino neonato, prendereste quella spiegazione come ridicola perch non c' assolutamenteproporzione tra l'effetto e la causa.

    Per arrivare ad affermare l'esistenza di Dio, la nostra intelligenza applica il principio di causalit partendoda vari aspetti dell'Universo conosciuti at-traverso l'esperienza e risalendo a Dio come alla sua causa.

    Perci, vi dicevo, si parla di un itinerario della mente, di "vie razionali" alla conoscenza di Dio.

    I momenti di questo itinerario sono:1. il punto di partenza;2. l'applicazione del principio di causalit;3. l'impossibilit di cause anche infinite ma non sufficienti, non proporzionate;4. il momento finale: la necessit dell'esistenza della Causa ultima (Dio).

    I punti dai quali la nostra ragione parte per argomentare l'esistenza di Dio sono i vari aspetti dellecreature, che per riconducono tutti all'essere dell'universo, alla sua esistenza; non interessa il "co-me"dell'universo: come strutturato, come cominciato, come si evoluto...

    Tutto questo oggetto della scienza, di una delle scienze pi affascinanti nella storia della ricerca umana:la cosmologia, che si avvale oggi dell'astrofisica e delle sue tecniche.

    Gli scienziati e i non scienziati di tutto il mon-do si interrogano continuamente sull' origine dell'Universo.Ma i cosmologi di estrazione immanentista, tutti i marxisti, i neo-positivisti ecc., in una parola i non

    credenti, si guardano bene dall'affrontare il problema delle origini dell'Universo sotto l'aspetto della suaesistenza, che effettivamente un problema non scientifico ma filosofico. Si fermano allo stu-dio del "come" si arrivati all'attuale forma e struttura dell'universo, come era il mondo nel suo stadio iniziale.

    Tutti avete sentito parlare della teoria del "big-bang", che oggi la pi comune e anche la pi plausibile:

    l'Universo attuale sarebbe cominciato con uno scoppio immenso, cosmico, (big-bang), di un nucleo originario

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    della materia che poi, in tempi lunghissimi, (15 miliardi di anni), avrebbe, per leggi intrinseche, dato origine atutto ci che oggi esiste nel mondo, anche alla vita, anche all'uomo.

    Lasciando da parte questi problemi, ci interes-sa la domanda: da dove viene l'esistenza dell'universo? di

    questo universo e delle sue leggi?I marxisti e gli atei se la cavano dicendo: "L'universo c', e basta! Non vogliamo sapere altro". E si

    chiudono in un atteggiamento agnostico o di negazione, oppure affermano l'eternit dell'universo.Ma affermare l'eternit dell'universo non ancora rispondere al perch esiste.Anche esistesse da sempre, chi lo fa esistere? per forza propria che esiste o per forza di un altro?Ora, i punti di partenza delle vie razionali per arrivare all'affermazione dell'esistenza di Dio rivelano alla

    nostra esperienza aspetti che manifestano l'assoluta contingenza dell'universo, cio la sua insufficienza adesistere da se stesso, e quindi l'impossibilit di avere in s la spiegazione della propria esistenza. Non possibile,ora, fermarci sulla descrizione di queste vie, voglio per ricordarvi che un'ulteriore conferma della contingenzadell'universo ci viene oggi proprio dall'astrofisica.

    Le leggi della fisica, soprattutto della termodinamica, applicate alla struttura della materia, an-che nellesue condizioni iniziali, portano a concludere che l'universo ha una struttura finita nel tempo. In altre parole,l'universo cominciato nel tempo (e il tempo cominciato con l'universo), ed cominciato dal nulla dellamateria e quindi dal nul-la di s. Il cosmo non "autosufficiente" sul piano dell'esistenza.

    Tutto questo porta a quel quarto momento del cammino intellettuale che ricordavo prima e che postulauna causa esterna, autosufficiente nell'esistenza, che trae fuori dal nulla il cosmo e gli comunica la forzasufficiente ad esistere; l'approdo a Dio Creatore, Causa Prima di ogni cosa.FEDE E "CONVERSIONE"

    Concludendo, torno a ricordarvi l'importanza di assumere un atteggiamento intellettuale corretto difronte al problema di Dio perch la dimostrazione dell'esistenza di Dio strettamente collegata al problemadella conoscenza umana.

    Chi non ammette la distinzione tra il pensiero e la realt - la verit - delle cose, chi nega alla ragioneumana la capacit di conoscere l'essere delle cose, chi ritiene che l'unica conoscenza valida sia quel-la scientifica,chi ha l'intelligenza oscurata da precomprensioni e da ideologie, non arriver mai a convincersi dell'esistenza diDio. come se pretendesse da me la dimostrazione dell'esistenza del monte Baldo ma restasse tappato in casaanzich uscire all'aperto, tenesse gli occhi chiusi o incerottati anzich aprirli bene, o guardasse nella direzioneopposta anzich in quella giusta, costui non "vedr" mai il monte Baldo, nonostante tutti i miei sforzi e i mieiragionamenti. Occorre che egli cambi atteggiamento.

    Questo vi fa capire che, alla base di certe difficolt della fede, di certi dubbi o miscredenze, esiste unproblema di cambiamento interiore, un problema di conversione. A volte una conversione soltantointellettuale, molto spesso una conversione morale e spirituale.

    AMORE E MATRIMONI O

    NEL PROGETT O DI D IO

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    12 - Il cammino dell anima verso Dio

    Nel nostro primo incontro abbiamo visto che se non partiamo da Dio tutta la nostra vita diventa un problema.Noi stessi diventiamo incomprensibili alla nostra intelligenza e perdiamo a poco a poco la coscienza della nostraidentit e del nostro destino. Smarrito cos il nostro riferimento a Dio e la nostra realt di creature, nessundiscorso pi possibile sull'uomo; ognuno di noi diventa un minuscolo satellite che, svincolato dal suo centro, siperde nell'universo disintegrandosi nel vuoto.

    Senza Dio non avremmo nemmeno una conoscenza obiettiva e veritiera della realt, e ne verrebbe diconseguenza un modo sbagliato di stare nella vita, un modo distorto o per lo meno "smarrito" di stare nelmondo; inoltre tutti i nostri ragionamenti girerebbero a vuoto intorno ai problemi senza approdare mai a unarisposta veramente risolutiva; non sarebbero che chiacchiere. Di qui la necessit di riscoprire pi profondamente

    il nostro "essere creatura" che sar non solo la strada per ritrovare Dio, ma anche una efficace terapia perrisanare la nostra intelligenza e la nostra coscienza.Questo "Itinerarium mentis in Deum" , cammino dell'anima verso Dio, era diventato, per il peccato

    originale, difficile e faticoso, anzi si era smarrito tra errori e idolatrie; non sarebbe rimasta per noi alcunapossibilit se Dio non ci avesse riaperto la strada. Egli, infatti, ha ricostruito il nostro cammino per mezzo diGes Cristo, che diventato per noi "Via, Verit e Vita" . Anzi in Lui la nostra realt di creature si trasfigurataacquistando una dimensione trascendente, divina, che va oltre ogni possibilit uma-na: per Lui siamo diventatifigli di Dio. Siamo dunque molto pi che creature: siamo figli, figli di Dio, chiamati a partecipare alla sua stessanatura divina.

    Permettete che io vi legga rapidamente questo passo di un autore spirituale contemporaneo: " Cerchiamo dinon ingannarci. Dio non un' ombra, un essere lontano che ci crea e poi ci abbandona; non un padrone che se ne va e nonritorna. Anche se non lo percepiamo con i nostri sensi, la sua esistenza molto pi vera di tutte le realt che vediamo e

    tocchiamo. Dio qui con noi, presente, vivo, ci vede, ci ascolta, ci guida e contempla le nostre pi minute azioni, le nostrepi riposte intenzioni. Crediamo tutto questo? Ma viviamo come se Dio non esistesse, perch non abbiamo per Lui n unpensiero, n una parola, perch non gli obbediamo, n ci sforziamo di dominare le nostre passioni, perch non gli esprimiamoamore, n lo risarciamo delle offese... Vogliamo continuare a vivere con una fede morta?" .

    13 - La veri t e le opini oni

    Tutto questo conduce a interrogarci sul disegno che Dio ha su di noi. il tema di questa sera: il progettodi Dio sull'uomo e sulla donna nella loro vocazione all'amore.

    Parlando dell'amore umano, del matrimonio e della famiglia, importante che teniamo presenti alcuneconsiderazioni fatte la volta scorsa.

    Parlavamo del nominalismo intellettuale e del soggettivismo morale che caratterizzano la culturadell'uomo contemporaneo il quale si trova con l'intelligenza gravemente malata e la coscienza tragica-menteoscurata. Il nominalismo intellettuale, vi dicevo, il distacco dell'intelligenza dalla verit delle cose e ilsoggettivismo morale il distacco della co-scienza dalla legge naturale e dai valori rivelati da Dio.

    Le cose che stassera cercher di dirvi sull'a-more umano e sul matrimonio non sono ci che la gentepensa, n tengono conto dell'opinione della maggioranza o dei partiti politici o dei giornali (quelli, appunto, diopinione).

    Abbiamo visto che una volta negata la realt oggettiva delle cose, ci che conta non pi la verit, ma ciche io penso, la mia opinione, o al massi-mo le opinioni della maggioranza. Basta pensare al peso che ha assuntoil criterio di maggioranza agli occhi degli uomini di oggi; con esso decidono tutto, come se fosse criterio assolutodi verit su ogni cosa. Le ideologie hanno portato cos all'uso improprio, spesso scorretto e immorale, della

    democrazia: i valori, infatti, trascendono le opinioni e non si decidono per alzata di mano.

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    Ricordate quella famosa conversazione di Ges con i suoi apostoli? Domanda loro che cosa pensa di lui lagente, quali sono le opinioni degli uomini. Ma poi chiede: " Io, chi sono?" E a Pietro che gli rispondeimmediatamente e senza incertezze: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente" Ges soggiunge: " Beato te, Simon

    Pietro, perch non il sangue n la carne te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che nei cieli" ; cio, questo che tu hai dettonon la tua opinione ma la verit che ti stata rivelata dal Padre.

    Una prova che oggi si d pi credito alle opi-nioni che alla verit il tipo di domande che vengono fattedagli intervistatori in certe telecronache o nei vari sondaggi televisivi: "Scusi, per lei chi il Papa?"; "Secondo te,chi Ges Cristo?", "Che cosa pensa lei del divorzio, della pillola?...".

    A parte che le risposte sono spesso completa-mente fuori argomento, quasi sempre rivelano un'e-stremapovert di pensiero e una carenza di formazione e di catechesi impressionante, anche in perso-ne credenti epraticanti; l'accento sempre sul "secondo me", "a mio avviso", "dal mio punto di vi-sta", o "secondo il miomodesto parere" ecc.

    Non mai la ricerca della verit, ma sempre una raccolta di opinioni soggettive, molto spessoimprovvisate sull'onda delle emozioni o delle impressioni pi superficiali, che poi, magari, vengono confrontatetra loro, come se dal confronto saltasse fuori la verit, confortata, naturalmente! dalle percentuali.

    Invano ti aspetti di sentire, ad esempio: " Il Papa il successore di Pietro, il Vicario di Ges Cristo, il Pastoresupremo e visibile della Chiesa universale" , conformemente alla sua reale identit.

    14 - Luomo nel disegno di Di o

    Ecco dunque il tema del nostro incontro: l'a-more umano nel matrimonio e nella famiglia, ma non come inteso e spesso anche vissuto dagli uomini, ma come Dio lo ha pensato e voluto.

    Dio, creatore dell'universo, autore dell'uomo e della donna, del loro patto d'amore, e li ha uniti nellaprima e originaria societ umana che la famiglia.

    Nella creazione, Dio si proposto un unico scopo: partecipare ad altre creature la sua stessa fe-licit, la

    sua stessa gloria. Dio amore, e l'amore per sua natura effusivo, partecipativo. Egli dunque ha creato peramore e ha chiamato l 'uomo a partecipare al suo amore. Creare dare l'esistenza a una creatura ed percil'atto d'amore pi grande.

    Se amare significa volere l'esistenza di una persona, essere felici che essa esista, nessuno ci ama pi di Dioe nessuna vocazione pi grande di quella di collaborare all'amore creativo di Dio.

    Nel disegno di Dio l'uomo chiamato ad essere collaboratore con Lui nella creazione, nel trasmettere lavita, nella redenzione e nella stessa glorificazione di tutte le cose: collaboratore di Dio nella creazione mediante il lavoro, che assurge cos a una dignit divina; collaboratore di Dio nella generazione alla vita mediante l'amore coniugale e la famiglia; ancora collaboratore di Dio nella redenzione mediante la sua partecipazione alla vita e alla missione della

    Chiesa; infine, collaboratore di Dio nella glorificazione del creato orientando a Dio e alla sua gloria tutte le cose.

    15 - La " trascendenza" del l 'uomo nella bibbia

    Ora, affinch fosse capace d'amore e di collaborare all'amore, Dio ha creato l'uomo a " sua immagine esomiglianza" . Questa espressione biblica appartiene a quel passo della Genesi dove sono rivelate le veritfondamentali sull'uomo, e "costituisce l'immutabile base di tutta l'antropologia cristiana". (MD n.6): "E Dio disse:facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza, perch regni sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, sullebestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra."

    Innanzitutto qui affermata la superiorit dell'uomo su tutti gli altri esseri creati; una superiorit nonsoltanto di dominio per cui egli prevale sopra gli altri animali e sopra tutte le creature materiali, ma unasuperiorit di "trascendenza". L'uomo, cio, appartiene alla natura e si colloca al vertice della perfezionenaturale, ma nello stesso tempo la trascende, la supera, trovandosi in un altro ordine di realt, quella dello

    spirito.

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    La "trascendenza naturale" dell'uomo consiste nella sua dimensione spirituale. L'uomo rappresenta unadiscontinuit nell'ordine naturale delle cose create. Possiamo dire con un autore contemporaneo che l'uomo un" essere di frontiera, ha ali e radici" , appartiene cio al mondo materiale e al mondo spirituale.

    Il pensiero moderno, pesantemente condizionato da ideologie marxiste e atee, ha perduto questa verit econsidera l'uomo come un animale; un animale molto evoluto, anzi l'espressione pi alta dell'evoluzionenaturale, ma sempre animale. La differenza con i suoi antenati o "colleghi" sarebbe solo quantitativa;riguarderebbe in particolare la quantit di materia celebrale che lo caratterizza e la corrispondentecomplessificazione strutturale del suo organismo.

    Anche i fatti psichici pi profondi non avrebbero alcun significato spirituale, sarebbero riducibili ameccanismi biologici determinati da leggi naturali.

    16 - I l cant ico del le creature

    L'attuale animalismo naturalistico che vuol rivendicare per l'animale e per l'uomo un " rapporto tra pari"(Panorama, 08.04.1987), cosicch " in un avvenire non troppo lontano si porr l' esigenza dell' uguaglianza giuridica tral' uomo e l'animale" (l'Unit 22.03.1987), un sintomo di questa animalizzazione dell'uomo ormai dilagante nonsolo in ambienti scientifici (vedi certe correnti della Etologia), ma in movimenti culturali e politici di estrazione,inutile dirlo! ateo-marxista e laicista.

    Si arrivati a contestare violentemente gli stessi brani della Genesi che stiamo commentando fino amettere sotto accusa il Cristianesimo e a preferire, invece, le religioni orientali di tipo panteistico che idolatranola natura.

    Sappiamo bene che gli animali e tutti gli altri esseri viventi che sono nella natura sono creature di Dio, ed conforme alla nostra dignit e saggezza rispettarle e averne cura; anzi, l'uomo dovrebbe di-ventare voce ditutte le creature che proclamano la lode di Dio. Alcuni di voi ricordano certamente il Cantico delle Creature chela liturgia suggerisce come ringraziamento dopo la Messa: " Benedite mostri marini e quanto si muove nell'acqua il

    Signore, benedite uccelli tutti dell'aria il Signore. Benedite animali tutti selvaggi e domestici il Signore... benedite operetutte del Signore il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli" . (Dan. 3, 79-81). Cantico che stato ripreso con stupendoimpeto poetico da San Francesco.

    Ma da questo a sostenere l'uguaglianza tra l'animale e l'uomo fino a negare la trascendenza dell'animaumana, ci corre l'insensatezza di un'intelligenza oscurata dall'idolatria, o da una ignoranza rozza e colpevole.

    facile immaginare le conseguenze che questo modo di pensare provoca sul comportamento sessualedell'uomo.

    Esso viene privato di ogni dignit, non soggiace pi a nessuna legge morale, ma solo all'istintodisordinato ed egoistico di una natura umana ferita e corrotta dal peccato.

    Infatti, mentre gli animali obbediscono a leggi naturali che regolano il loro istinto (esiste una "stagionedegli amori", tutto ordinato alla riproduzione della specie, senza dire che l'aborto negli animali assolutamente sconosciuto...) l'uomo, invece, ca-pace di abbandonarsi a tutte le sregolatezze e vergogne.

    17 - Uomo e donna

    Affermare la trascendenza spirituale dell'uomo affermare la sua dignit di persona che appunto,"immagine e somiglianza di Dio". Anche la differenziazione dei sessi espressione e partecipa di questa dignitche tocca profondamente la persona: "Dio cre l'uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo cre, maschio e femmina licre" (Gen. 1, 27). In questa semplice frase affermata la dignit, il valore e il significato profondo dellasessualit. L'essere umano, proprio come uomo e donna, riflette l 'im-magine di Dio; la femminilit e la virilitsono realt che, pur avendo il loro fondamento nella struttura corporea della persona, assurgono a unadimensione che si riflette nella realt stessa di Dio.

    Il primo aspetto da considerare la dignit della sessualit umana. Essa partecipa alla dignit dellapersona. Da questo punto di vista l'uomo e la donna condividono una piena uguaglianza ontologica: ugualenatura, uguale destino, perci uguale dignit. Inoltre essa partecipa alla dignit del servizio specifico alla vita,

    servizio al quale ordinata la stessa complementariet dell'uomo e della donna. In questo senso l'uomo e la

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    donna riflettono l'immagine di Dio, non solo individualmente ma anche come coppia, nella loro unit corporeadi " una sola carne" .

    Perci ogni discriminazione che venga operata a motivo del sesso una violenza contro i diritti

    fondamentali della persona, un'ingiustizia che offende l'uomo e la donna nella loro dignit.

    18 - Digni t dell a sessuali t

    Ma il brano biblico citato, oltre a sancire la condanna di ogni discriminazione ingiusta fra uomo e donna,aiuta anche a riscoprire il senso positivo e gioioso della sessualit. Una visione pessimistica e negativa delsesso ha condizionato in varie epoche il pensiero filosofico e morale con conseguenze sul piano pedagogico; sitratta di una visione che affonda le sue radici non nel cristianesimo ma nelle correnti manichee e dualistichedella filosofia pagana e delle culture orientali. Esse vedevano la sorgente del male nella materia, e quindi nelcorpo e in tutto ci che corporeo, con particolare riferimento al sesso che veniva spesso identificato con lafemminilit. Il peso, quindi, delle conseguenze ricadeva soprattutto sulla donna. Ora, il corpo non affattol'elemento negativo della natura umana ma, creato da Dio, con-principio con l'anima della nostra persona ed chiamato anch'esso alla gloria di Dio.

    La Chiesa, nel suo insegnamento, non mai stata vittima di tab riguardo al sesso, invece ha sempredifeso la dignit della sessualit umana da ogni forma di degradazione edonistica che tende a farne unostrumento di piacere fine a se stesso, da ogni abbrutimento vergognoso che ne fa merce di scambio, e da ognitriste volgarit che ne fa stupido esibizionismo; ha sempre insegnato il rispetto all'intimit della persona, che hale sue radici nella sessualit e che va custodita e protetta con virt gioiose come il pudore, la castit, la delicatacustodia del cuore.

    Del resto, non dimentichiamo che proprio la femminilit, un Corpo Verginale di donna, stato il luogodove il Figlio di Dio si fatto carne, e la "virilit", un Corpo integro e verginale di uomo, immolato sulla croce, stato il luogo del nostro riscatto e della nostra pace.

    19 - Il " dono" dell a femminili t

    Non possiamo soffermarci su questa teologia del corpo e della sessualit perch ci porterebbe moltolontano. Ci che in questo primo punto importante cogliere, alla luce delle parole della Genesi, un sensopositivo della sessualit, che porta a rispettare, a difendere e ad amare la propria realt personale di uomo e didonna. Questo atteggiamento importante soprattutto per la donna che, a differenza dell'uomo, portata dallasua natura a un rapporto pi intenso e problematico con la propria femminilit.

    Quando una donna rifiuta o semplicemente non accetta la propria femminilit con gioia, fino ad amarla ea sentirsi felice di essere donna, rischia di non ritrovare pi s stessa e tanto meno il suo ruolo e la sua identit.Smarrita questa, la donna finisce preda della nevrosi o si rifugia nel femminismo, cio in quella forma avvilita e

    indurita di essere donna che si sfoga nella rabbia e nella stupidit. Il femminismo il rifiuto della femminilitcome valore, ed la rivendicazione della femminilit come violenza. Ma sappiamo che ogni violenza una for-ma camuffata di debolezza e di vigliaccheria. Se una donna non in pace con se stessa, non sar mai una "donnadi criterio" e le conseguenze nella vita coniugale e familiare, saranno disastrose.

    20 - Il " profeti smo" dell a femmini li t

    La "Mulieris dignitatem" il documento sulla dignit, sul ruolo e sulla bellezza della femminilit.Il Papa con una terminologia, sia pure analogica, dice cose bellissime della donna, come quando parla di

    un "profetismo" della femminilit. La donna, cio, rivelazione di Dio all'uomo. una rive-lazione triplice,perch lo rivela come dono, come vita, come amore.

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    Dio Dono: ed Eva il "dono" fatto da Dio ad Adamo; Dio Amore: la donna l'amore che toglie l'uomodalla sua solitudine; Dio il Vivente, Fonte della vita: la donna depositaria e custode di questo mistero che essavive in prima persona.

    Perci la donna , per natura, aperta alla fede e al rapporto intimo col soprannaturale (Dio); lo percepiscepi facilmente e lo trasmette come mistero. Ma se la donna aiuta l'uomo a percepire Dio, l'uomo, da parte sua,aiuta la donna a capire se stessa. Quando il testo della Genesi descrive la creazione della donna come aiuto datoall'uomo (la creazione di Eva dalla costola di Adamo addormentato non un espediente puramente poetico),aggiunge che Dio "condusse" Eva ad Adamo. Non dice "consegn", perch la donna un dono di Dio fattoall'uomo nel senso che Dio ha affidato l'essere umano alla donna. il significato profondo della maternit.

    Ecco perch la donna sente una profonda attrattiva verso l'uomo, attrattiva che il peccato ha rovinatotrasformandola in schiavit; ma originariamente era la voce limpida e gioiosa della sua natura che le facevavedere nell'uomo l'essere affidatole da Dio. Perci l'uomo aiuta la donna a ritrovare e a capire s stessaattraverso un duplice rapporto: come marito e come figlio. Quando una donna si sposa, il suo pensiero nontermina allo sposo, va oltre, pensa a un figlio.

    La donna "conosce" l'uomo non soltanto quando diventa con lui "una sola carne", ma soprattutto quandolo genera nel suo grembo, quando lo sente germogliare dentro di s, lo sente crescere, farsi da lei, dalla sua carnee dal suo sangue. Ecco perch nell'aborto la donna non uccide soltanto l'es-sere umano che le stato affidato, mauccide anche s stessa come donna.

    21 - I l val ore del la sessual i t

    Il secondo aspetto riguarda il valore della sessualit umana, cio il suo contenuto. Riprendiamo il testodella Genesi: "... maschio e femmina li cre. E Dio li benedisse e disse loro: siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra;soggiogatela" . (Gen. 1, 28).

    Il valore della sessualit umana sta nella sua naturale ed essenziale disposizione a servire la vi-ta.

    Infatti, tutta la sessualit, le strutture anatomiche che la caratterizzano, lo sviluppo fisiologico delle sue funzioni,le risorse psicologiche che la accompagnano, tutto concorre a questo servizio, cos che esso diventa l'aspettoprimario ed essenziale della sessualit stessa. In questo servizio alla vita trova anche l'espressione piimmediata e naturale, si po-trebbe dire storica, la reciprocit dell'uomo e della donna, la loro complementariet fisicae psicologica.

    Inoltre tale servizio, essendo una collaborazione con l'opera creatrice di Dio, - il Dio della vita, il Vivente, -assurge, come abbiamo sentito dalle pa-role della Genesi, alla dignit e al valore di missione, di compito chesuppone un disegno di Dio e quindi una chiamata, una vocazione divina che fa degli sposi " ministri deldisegno stabilito dal creatore" . (Humanae Vitae).

    Quando un uomo e una donna vedono scaturire, sbocciare, dalla loro unione una creatura, avvertonoquasi fisicamente che ci che avvenuto qualcosa di superiore alle forze umane, un evento pi grande diloro, un mistero nel quale essi sono stati semplicemente strumento. Guardando la loro creatura avvertono che l

    c' il "dito di Dio".Questo vi aiuta a capire la profonda immoralit della contraccezione, la sua intrinseca malizia. Nellacontraccezione, infatti, l'uomo e la donna rifiutano di cooperare con Dio; lo escludono arbitrariamente e conviolenza dal gesto che Egli ha voluto come rivelazione del suo amore e nel quale Egli si fa presente comepotenza creatrice.

    La contraccezione l'affermazione del "super-uomo" che vuole controllare da padrone assoluto le sorgentidella vita. Col pretesto di "liberare" la sessualit, la contraccezione le usa violenza, perci la umilia e la degrada.

    A pagarne le conseguenze sar anche la verit e la sincerit dell'amore coniugale. Nella contraccezione,infatti, due coniugi non si sentono pi sposi ma complici.

    La vita umana non una vita puramente animale; la vita di una creatura fatta "a immagine esomiglianza di Dio", perci anche la collaborazione dell'uomo e della donna col Dio della vita riveste unapeculiarit la cui natura e le cui leggi sono in relazione con l'amore che in Dio e che appartiene alla stessa vita

    intima di Dio.

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    22 - Ori gine div ina del matr imonio

    Ma prima di addentrarci nell'approfondimento di queste riflessioni, ritorniamo alla Genesi in quel passo

    del secondo capitolo che narra, a mo' di descrizione, la creazione della donna dalla costola di Adamo: "Il SignoreDio plasm con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo. Allora l'uomo disse: 'Questa voltaessa carne della mia carne e osso delle mie ossa. La si chiamer donna perch dall'uomo stata tolta'. Per questo l'uomoabbandoner suo padre e sua madre e si unir a sua moglie e i due saranno una sola carne" . (Gen. 2, 22).

    Questo gesto compiuto da Dio, di "condurre Eva ad Adamo" mostrandogliela, non un inciso puramenteletterario del racconto biblico, quasi che Dio volesse assistere alla reazione dell'uomo nel ve-dere "l'aiuto simile as" che egli aveva cercato inva-no, ma esprime con chiarezza il disegno di Dio che stabilisce l'unit profonda tral'uomo e la donna nell'amore coniugale.

    L'unit di cui si parla nel testo biblico e che Dio stesso ha costituito duplice: la prima riguarda l'amore, eindica l'unit indissolubile dell'uomo e della donna nel loro legame coniugale, la seconda riguarda la sessualit,cio l'unit inscindibile del valore e delle finalit stesse della sessualit: la finalit unitiva e la finalit procreativa.

    Alla prima si oppone il divorzio, alla seconda si oppone la contraccezione. "Perci, - continua il testobiblico - l'uomo lascer il padre e la madre e si unir alla sua sposa e i due saranno una sola carne".

    Ges stesso afferma che "fin da principio", cio nel disegno stesso di Dio, l'uomo e la donna so-no statichiamati dal Creatore a una dedizione reciproca indissolubile nella trasmissione della vita umana, comecollaboratori dell'amore di Dio, fonte e Signore della vita. Cosicch non pi in potere dell'uomo separare ciche Dio stesso ha costituito in unit.

    Questa la verit sull'amore coniugale, sul matrimonio e sulla famiglia, come Dio ce l'ha rivelata e comeda sempre la Chiesa l'ha proclamata nel suo Magistero. Non c' dunque vera famiglia, corrispondente aldisegno di Dio, se non fondata sul matrimonio; non c' vero matrimonio se non nel libero e indissolubilepatto d'amore che unisce un uomo e una donna nel comune servizio alla vi-ta. Tutto questo non qualcosa dipuramente arbitrario, imposto all'uomo esteriormente, ma corrisponde alla natura stessa dell'uomo e delladonna che vedono realizzato in questo disegno di Dio il valore autentico della loro sessualit.

    23 - Elementi cost it uti vi del matri monio

    necessario, a questo punto, fermarci sugli elementi costitutivi del matrimonio emersi nel nostrodiscorso, perch intorno ad essi esiste oggi molta confusione. Essi sono: l 'amore coniugale, e il patt o coniugale.

    Parlare dell'amore coniugale potrebbe sembrare la cosa pi scontata ed inutile perch tutti pensiamo disapere che cosa sia l'amore e pensiamo di esserne capaci. vero che l'amore una realt insita nella naturaumana, ma anche vero che, per essere autentico, l'amore esige impegno e lotta.

    L'amore accompagna la vita umana in tutta la sua estensione, e ne esprime le ricchezze e la profondit.Pensiamo all'amore materno e paterno con tutte le espressioni di dedizione e di generosit che esso sa trovare.Pensiamo anche all'amore fraterno, dei fratelli verso i fratelli; all'amore filiale, dei figli verso i genitori; all'amore

    di amicizia, dell'amico verso l'amico; all'amore di benevolenza, la dedizione di una persona verso le necessit deipropri simili; e infine ecco l'amore coniugale, l'amore proprio dell'uomo e della donna nel loro legame nuziale.Quest'ultimo, normalmente preceduto e pre-parato dall'amore detto di fidanzamento, che un amore diamicizia, ma caratterizzato da una promessa di fedelt, e finalizzato alla reciproca conoscenza in vista delleresponsabilit dell'amore coniugale.

    Ognuna di queste espressioni dell'amore ha una sua natura e delle leggi che le sono proprie; natura e leggiche vanno rispettate, pena la deformazione e anche la corruzione stessa dell'amore. Che direste se l'amorematerno o paterno diventasse amore coniugale? Orribile! O se l'amore fraterno pretendesse di esprimersi comeamore coniugale, e cos pretendesse l'amore di amicizia? Altrettanto orribile!; quelle forme di amore nonsarebbero pi amore; potete chiamarlo come volete ma non amore.

    Ora, se in questi casi il disordine abbastanza evidente, non appare altrettanto chiaro quando si trattadell'amore di fidanzamento o dell'amore extra coniugale, anche se legalizzato dalle leggi dello Stato. "Nell'amore

    di fidanzamento - si dice - gi presente l'amore coniugale; ora, se un ragazzo e una ragazza si vogliono bene

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    sinceramente, un bene vero, esclusivo, che male fanno a dimostrarselo anche con l'incontro fisico? Anzi, questauna prova della sincerit dell'amore e, in pi, un aiuto a conoscersi meglio".

    24 - Amore " sincero" o amore " vero" ?

    In questo, che agli occhi di molti sembra un ragionamento giusto e conseguente sono, invece, contenutidue grossi errori e un sottile inganno.

    Il primo errore di credere che l 'amore coniugale sia il costitutivo essenziale del matrimonio , per cuibasta volersi bene, - anzi questa la cosa veramente importante: volersi bene! - il resto viene da s; quando c'questo, tutto lecito, purch sia fatto con amore sincero. Nel "resto" pu esserci, al limite, anche la stessacelebrazione del matrimonio, celebrazione che viene cos ridotta a una formalit legale (salvo il Sacramento per icredenti). Invece, no! Proprio quella che viene considerata una formalit, la celebrazione del rito, contiene l'ele-mento essenziale e costitutivo del matrimonio. Ci che viene compiuto in quella celebrazione, si svolga essadavanti all'autorit civile per i non battezzati, o davanti ad un ministro della Chiesa per i battezzati, un veropatto, il "patto coniugale", che vincola a norma di giustizia, e si configura come un gesto ca-rico di socialit.

    L'amore certamente fondamento e presupposto del matrimonio - perci importante e, potremmo dire,necessario - ma non sufficiente perch ci sia matrimonio. Non sufficiente nemmeno perch i due sianoconsiderati marito e moglie, non solo davanti alla legge ma anche nell'ordine naturale. In altre parole, non bastala "sincerit" dell'amore, occorre la "verit" dell'amore. Non sempre un amore sincero anche un amore vero,che rispetta cio la verit.

    Ricordate la nostra prima conversazione? Abbiamo visto come la causa di molti errori, e perci di moltimali, sta nel non rispettare la verit delle cose. Ebbene, due ragazzi che si concedono rapporti prematrimonialinon rispettano la verit delle cose, non rispettano la natura dell'amore coniugale.

    Ricordate quanto abbiamo detto sul valore della sessualit: essa rappresenta ci che di coniugabile c'nella persona, su cui la persona stessa ha un esclusivo diritto. Il suo esercizio coinvolge quindi diritti

    fondamentali, la cui natura non stabilita da noi o dallo Stato ma dall'Autore del matrimonio e delle finalitstesse della sessualit. La donazione reciproca di questi diritti inerenti alla persona d origine a un patto. Per cuil'amore coniugale esige per sua natura il patto coniugale; diversamente l'amore non autentico, manca dellecaratteristiche che gli sono proprie, come la stabilit e la responsabilit; un amore abusivo, una violenza allarealt; perci un grave disordine davanti a Dio.

    Il secondo errore consiste nel considerare l 'amore coniugale come fine a se stesso, indipendente dalservizio e dal significato che gli sono propri. Normalmente i rapporti prematrimoniali non sono aperti alla vita, el'amore si ripiega su se stesso o, tutt'al pi, termina nel partner che diventa cos strumento o addirittura uncomplice. Allora non si ha pi un amore che si apre ad un altro amore, ma si ha un egoismo che si somma ad unaltro egoismo. La forma estrema di questo egoismo si chiama libero amore. Non a caso il femminismo di sempreha coniato l'espressione: Il matrimonio la tomba dell'amore.

    Infine, l'inganno che si nasconde in questa mentalit credere che i rapporti prematrimoniali facciano

    crescere l'amore e contribuiscano ad approfondire la conoscenza reciproca. Ma falso, una menzognacamuffata; non dimentichiamo che ogni rapporto coniugale un fatto unico, in un certo senso irrepetibile, ancheper gli stessi sposi, come l'amore, che sempre nuovo anche dopo molti anni. Inoltre, abbiamo gi visto cheesiste una differenza sostanziale tra un rapporto nel matrimonio e un rapporto prima del matrimonio.

    Nel primo caso, esso esprime il dono senza riserve e senza condizioni di una persona all'altra, con laconsapevolezza di appartenersi reciprocamente in senso totale, esclusivo e duraturo; nel secondo caso, si trattadi una concessione reciproca chiusa in se stessa, un appagamento fisico-affettivo che abusivo e che ignora lastabilit e la completezza del dono. Perci entra nelle categorie dell'e-goismo, anche se camuffato, purtroppo,dalle sembianze dell'amore.

    Ora, l'egoismo il pi grosso ostacolo per comprendere una persona. Perci le esperienze, e ancor pi, leconvivenze prematrimoniali, non contribuiscono affatto alla conoscenza reciproca e nem-meno possono esseregaranzia di fedelt e di durata del matrimonio. Sono invece espressione di complicit, e la complicit rende

    sospettosi; e alla fine non ci si fida pi l'uno dell'altro con grave pericolo della riuscita stessa del matrimonio.

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    Che poi i rapporti prematrimoniali facciano crescere l'amore pu sembrare vero solo all'inizio, ma unfuoco di paglia che brucia subito e non pu appagare; e colei che tu hai posseduto per un momento non puoichiamarla veramente "la mia donna" e viceversa "il mio uomo". La bigiotteria non potr mai sostituire i gioielli.

    25 - I l pat to coniugale: costi tut ivo del matr imonio

    L'altro elemento - che l'elemento costitutivo del matrimonio - il patto coniugale, cio la libera volontpersonale di un uomo e di una donna di cedere irrevocabilmente i diritti sul proprio corpo, o meglio, su ci chedi coniugabile c' nella propria persona, alla donna o all'uomo che a sua volta cede i corrispettivi diritti con lastessa volontariet e libert personale, in vista di un responsabile servizio alla vita.

    Questo patto impegna la persona ed rivolto alla persona e dura finch dura la persona. Da questo, ciodalla natura del patto coniugale, come anche dalla natura dell'amore coniugale e, vedremo, dal diritto nativo deifigli, si comprende pi facilmente la necessit intrinseca della stabilit e della indissolubilit del vincolomatrimoniale.

    Inoltre, appare evidente che il patto coniugale non un fatto privato, come non un affare privato l'amoreconiugale, perch coinvolge persone in una realt che fondamentale non solo per la singola persona ma perl'intera comunit umana: la procreazione.

    perci un fatto carico di socialit che non si restringe al solo interesse dei due sposi.Tutto questo negato dalla mentalit libertina che va sempre pi diffondendosi e che considera l 'amore

    un affare puramente privato per cui giustifi ca, ad esempio, la l ibera convivenza e le l ibere relazioni sessuali.Al contrario, sposarsi non significa "mettersi insieme" o anche "andare a vivere in-sieme", esprime invecel'esaltante responsabilit di essere "due in una sola carne" tanto che, se nel matri-monio intervenisse qualcheimpedimento che rendesse nullo il patto, diventerebbe inesistente anche il vincolo coniugale, anche se i duefossero "legati" da immenso amore.

    Negato il valore essenziale del patto coniugale, anche la celebrazione del matrimonio viene ridotta a una

    formalit puramente legale, che serve solo a inscrivere la coppia e la sua convivenza nell'ordinamento civile, condiritti e doveri sanciti dal codice dello Stato. Ci significa affermare erroneamente che il matrimonio una realtche non appartiene alla natura stessa e non coinvolge la persona nella sua profondit, ma un fattosemplicemente esterno dovuto all'intervento di un'autorit, civile o anche religiosa.

    Infatti, molti pensano ancora che a sposarli sia il prete o il sindaco. Ci induce alla convinzione che, se adare consistenza giuridica al matrimonio non un legame scritto nella natura stessa dell'uomo ma unintervento esterno dell'autorit, niente impedisce che domani quella stessa autorit dichiari sciolta quellaconvivenza coniugale. Cos come l'intervento dell'autorit potrebbe dare valore legale a convivenze cheripugnano alla natura stessa, come le convivenze omosessuali. Ed ci che sta accadendo in alcuni stati delNord Europa.

    La mentalit libertina, detta anche permissiva, non altro che una visione pseudo-culturale del rifiutodella responsabilit; la paura della verit e quindi dell'impegno, il crollo del senso vocazionale della propria

    esistenza.

    26 - L'amore " redento"

    Riaffermare queste verit non significa dimenticare la realt della condizione umana con le sue situazionidi miseria, di debolezza, di violenza. Sappiamo che la natura umana porta i segni e le conseguenze di una feritaantica quanto l'uomo, il peccato. Con esso l'uomo si messo contro il disegno di Dio e ha offuscato in squell'immagine e so-miglianza divina che possedeva per creazione. Vedremo nel prossimo incontro leconseguenze di tut-to questo nel rapporto uomo-donna e come il Signore, che non subisce mai sconfitte, abbiaofferto all'uomo, per mezzo di Cristo, il rimedio e la salvezza.

    Intanto, giusto prendere atto che l'amore umano non realizzabile senza lotta interiore e senza

    sacrificio; se vero che nel matrimonio l'a-more non l'elemento costitutivo, anche vero che solo l'amore

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    vissuto pienamente e gioiosamente fa del matrimonio l'immagine stupenda dell'Essere divino che Trinit, che Padre - Figlio - Spirito Santo in un ineffabile rapporto tripersonale, per cui San Giovanni ha potuto dire: Dio Amore!

    Non a caso gli sposi, durante il rito del matrimonio, si scambiano gli anelli, che sono il segno del loro"patto d'amore", chiamando a testimone la Santissima Trinit: " Ricevi questo anello, segno del mio amore e della miafedelt. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo" . Come vedete, l'Amore trinitario viene chiamato atestimoniare l'Alleanza d'amore tra l'uomo e la donna.

    27 - I nemici del l amore: l abitudine

    Queste riflessioni possono aiutare gli sposi a capire che l'amore coniugale il dono pi prezioso del loromatrimonio e va perci difeso, custodito e alimentato ogni giorno. Infatti, il primo pericolo cui va incontrol'amore umano l'abitudine.

    La patina del tempo si deposita anche sulle cose pi preziose e, se non state attenti, anche l'amore puperdere "attualit", pu diventare una cosa scontata, una specie di diploma che finisce nel cassetto. Quando duesposi non sentono pi il bisogno di dirsi: "Ti amo", quando pensano: "Gi tanto, si sa! ce lo siamo detto millevolte!"; quando ritengono che scambiarsi gesti di tenerezza e di affetto sono cose per sposini in luna di miele eche ormai " passato il tempo!", vuol dire che l'amore sta correndo grossi rischi.

    Vi siete sposati "per sempre", ma l 'amore non di "una volta per sempre". Qui sulla terra viviamo neltempo e perci non esiste "una volta per sempre" che proprio dell'eternit.

    La vita pulsa nei mille attimi di ogni giorno; e cos l'amore. L'abitudine pu portare a convivere sotto lostesso tetto senza amarsi, ad avere anche rapporti fisici frequenti ma senza amore. L'abitudine una tomba.

    Mantenere nel tempo la freschezza dell'amore rinnovandolo ogni giorno nei mille gesti di attenzione, diaffetto, di tenerezza, di gioia, di comprensione, di perdono, non solo un dovere ma un'esigenza dell'amorestesso.

    Quei mille gesti quotidiani, mentre sono manifestazioni d'amore, permettono anche - con eroismosilenzioso - di esercitare tante virt di cui l'amore si nutre.Quando si dice virt, s'intende un continuo superamento di se stessi in tutto ci che sa di egoismo, o di

    qualcosa di simile.Si capisce allora che l'amore richiede sacrificio e lotta: non pensare a me stesso ma chiedermi

    frequentemente come posso far felice la persona che amo; rinunciare a tante piccole comodit personali perrendere bella la vita a chi mi vive vicino; dimenticarmi dei miei problemi e delle mie difficolt per non pesaresulla persona che condivide la mia vita; tutto questo esige virt.

    Perci l'amore coniugale non si improvvisa ma si costruisce giorno per giorno.L'amore va cos maturando col maturare della vita e della persona; l'amore di entusiasmo dei primi tempi

    lascia il posto a un amore pi profondo perch si ama con l'anima, con un amore che va oltre le emozioni e glistati d'animo e mette in moto le facolt e i sentimenti pi profondi; si ama con la volont e con l'intelligenza.

    28 - I nemici del l amore: la disistima

    Si capisce cos l'altro elemento di cui l'amore ha bisogno: la stima profonda, assoluta, incondizionata dellapersona amata.

    Amare con l'intelligenza significa appunto sti-mare la persona che si ama. Quando viene meno la stima,l'amore gi in crisi e facilmente si rompe alla prima incomprensione.

    Allora basta un solo difetto per non vedere pi tutte le doti e le cose buone che la persona amata possiede.Perci la stima di cui l'amore ha bisogno non quella motivata dalle doti, dai pregi, dai meriti della

    persona.

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    Tutto questo ha importanza perch fonda le motivazioni umane della stima e dell'apprezzamento chefacilitano l'amore coniugale e gli forniscono sicurezza e gratificazioni, ma non sono determinanti e nemmenoessenziali nell'amore cristiano.

    La "stima" nell'amore coniugale si ispira a quella che Dio ha verso l 'uomo; Egli sa che col suo aiuto noisiamo capaci di pentimento, di conversione, di redenzione.

    Questa stima, che partecipazione alla stima di Dio, rende possibile l'amore coniugale anche nellesituazioni pi difficili, quando, ad esempio, l'amore non corrisposto, e rende possibile la fedelt anche davantial tradimento, con un amore che diventa sacrificato, umile, lungamente paziente, magnanimo, capace diperdono, che conoscer la gioia e la festa del padre rimasto fedele al suo figlio prodigo e dello stesso Sposo-Jawrimasto fedele al-l'alleanza d'amore col suo popolo che lo aveva tradito e abbandonato, e che infine entrer nellacategoria di quell'amore pi grande che sa "dare la vita per la salvezza della persona amata" (Gv.15, 13).

    Direte che tutto questo utopia. Certo! Ma l'utopia del Vangelo, l'utopia di un amore cristiano che gettaluce e orienta anche l'amore umano quando esso vero, nobile e autentico.

    Per questo vi dicevo prima, che la stima di cui ha bisogno l'amore coniugale deve essere profonda,assoluta, incondizionata.

    il monito dell'apostolo Paolo contenuto in una delle letture del rito nuziale: "Gareggiate nello stimarvi avicenda." .

    Se voi fidanzati non siete disposti ad amarvi con i difetti e i limiti che ciascuno di voi porta, non arriveretea un amore coniugale vero; i difetti e i limiti che ora non vedete e, se li vedete, ancora non vi pesano, perchsalteranno fuori quando vivrete insieme, diventeranno quella parte del "peso d'amo-re" che solo una stimaincondizionata pu sostenere e rendere duraturo.

    29 - I nemici del l amore: l amore possessivo

    Il terzo pericolo che pu correre l'amore coniugale quello di trasformarsi in amore possessivo, amore che

    non rispetta la libert dell'altro.L'amore dono e vede la persona amata come dono.Quando il dono si trasforma in possesso, si strumentalizza la persona e si apre la strada alla pretesa.

    L'amore non pu essere n preteso, n comandato.L'amore respira libert e ha le stesse dimensioni della libert; l dove essa pi profonda e pi ampia,

    maggiori sono le possibilit del dono, pi nobile e magnanimo diventa l'amore.Sullo sfondo di un amore coniugale possessivo proliferano le gelosie, le pretese, i sospetti, le in-

    comprensioni pi pericolose; il matrimonio diventa una schiavit reciproca e la convivenza familiare un pesoinsopportabile.

    Conosciamo tutti la storiella della mezza mela che deve trovare per forza l'altra met. Non devenecessariamente esistere un "alter ego" che abbia le stesse inclinazioni, la stessa sensibilit, gli stessi gusti, quasiun doppione della mia personalit, perch il rapporto coniugale sia perfetto e duraturo.

    La diversit dei caratteri fa parte della natura stessa; nessuno uguale ad un altro, ed bene che sia cosperch ricchezza.Perci, ora da fidanzati, e ancor pi domani quando sarete sposi, non solo accetterete con pazienza, ma

    sarete felici di essere diversi, di avere gusti, opinioni, inclinazioni diverse, e vi amerete co-s con la vostrapersonalit, senza pretese e senza reciproci condizionamenti.

    Non siete due mezze persone che si uniscono per completarsi, ma due persone complete che si donanol'una all'altra mettendo insieme le proprie doti, capacit, e tutta la ricchezza della propria storia ed esperienzapersonale, in una stupenda impresa che anche gioiosa responsabilit: servire la vita.

    Le cosiddette "incompatibilit di carattere", le gelosie, le incomprensioni non nascono da differenze dipersonalit, ma da carenza di virt; mancano umilt, generosit, finezza d'animo, semplicit di cuore, dominiodi s, spirito di servizio, allegria, ottimismo..., l'amore possessivo conosce solo il lin-guaggio della pretesa,invece l'amore vero si alimenta e si nutre di virt come quelle descritte da San Paolo nelle lettere ai Romani e

    ai Corinzi: " La Carit (l'amore) paziente, la carit benigna; non invidiosa la carit, non si vanta, non si gonfia, non

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    manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell 'ingiustizia, ma sicompiace della verit. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta." (1 Cor. 13, 4-7).

    30 - Amore e pi ccol e cose

    Applicate tutto questo alle mille circostanze della vita coniugale.Quando un coniuge tiene sempre in tasca la lista dei torti e delle ragioni per tirarla fuori e presentarla

    all'altro ad ogni occasione di contrasto e di incomprensione; quando vi rispondete l'un l'altro: "Sono fatto cos,questo il mio carattere, queste le mie abitudini..." per giustificare le vostre carenze, le vostre pigrizie, o il rifiutodi rettificare il vostro cattivo comportamento; quando un marito torna a ca-sa dopo una giornata pesante: illavoro andato male, contrasti coi colleghi, attrito col capo ufficio o con la clientela... e non si sforza di lasciaretutto questo fuori della porta di casa e mostrare a sua moglie, anzich una faccia lunga e tirata, un sorriso apertoe vivo per la gioia di rivederla e di riabbracciare i suoi bambini; e similmente.

    Quando la moglie aspetta il marito e, anzich accoglierlo ordinata nella sua persona dicendogli con unsorriso o magari con un abbraccio affettuoso la gioia per il suo ritorno, gli scarica subito addosso il nervosismoaccumulato nell'intera giornata, gli intona con la faccia scura e la voce irritata: "Guarda cosa hanno fatto oggi ibambini!; ecco che cosa ha combinato tuo figlio!..." e poi... la suocera, la vicina di casa e... gi tutto l'elenco dellecose storte della giornata; ebbene, costoro non hanno ancora imparato ad amare.

    S, perch non basta volersi bene, bi sogna imparare a volersi bene.E la scuola dove si impara ad amare l'ha aperta Ges; solo Lui Maestro di questo amore, solo da Lui

    possiamo impararlo: " Imparate da me che sono mite e umile di cuore..." , "Amate come io vi ho amato".Vi auguro e vi invito a iscrivervi a questa scuola e a frequentarla con profitto lungo tutta la vostra vita.

    31 - Amore coniugale e amore sponsale

    Non posso terminare questa conversazione senza accennare all'altra dimensione dell'amore u-mano.L'amore coniugale, infatti, non esaurisce le possibilit e la profondit del rapporto uomo-don-na; esiste

    una dimensione "sponsale" della sessualit. Se il matrimonio si inscrive in ci che coniugabile della persona, la"sponsalit" va oltre e si rivolge a tutto ci che nell'uomo e nella donna "comunicabile" come dono.

    Quel "non bene che l'uomo sia solo" e quel " aiuto simile a lui" del testo biblico non si riferisconoesclusivamente al rapporto coniugale del matrimonio, ma si espandono a una ricchezza di significati dove lacomunione interpersonale dell'uomo e della donna si realizza come dono di s nelle molteplici espressioni dellachiamata ad esistere reciprocamente "l'uno per l'altro".

    In questa reciprocit di ci che "maschile" e di ci che "femminile" nella natura umana, trova il suofondamento il significato sponsale della sessualit come dimensione della persona; significato sponsale cheattinge la sua pi alta espressione nel servizio sacerdotale e nella verginit per il Regno dei Cieli.

    un tema che apre un capitolo stupendo sull'amore umano e per il quale necessario ben altro tempo eben diverse circostanze.

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    IL SACRAMENTO

    DEL MATRIMONIO

    32 - " Ci hai fatt i per te..."

    Dobbiamo restituire a Dio la nostra intelligenza. Egli l'Alfa e l'Omega, il Principio e la Fine di tutto. Perci, perragionare correttamente sulla realt delle cose, sul senso della vita e dell'esistenza umana, sul significato e sulvalore del matrimonio, della famiglia e dell'amore, abbiamo fatto riferimento a Lui.

    un riferimento indispensabile perch la nostra intelligenza si muova nella verit e giunga acomprendere il senso, l'ordine e la finalit di tutto ci che esiste.

    Ma Dio anche Creatore. Perci il nostro riferimento a lui non pu essere soltanto intellettuale, unanecessit logica per un sano esercizio della nostra intelligenza, anche esistenziale, tocca il nostro esistere. Siamorelativi a Dio in ci che abbiamo di pi profondo: l'essere. Senza riferimento a Dio nulla pi intelligibileveramente, e senza di lui tutto ripiomba nel nulla. Siamo creature, chiamate all'esistenza da un atto creativo diDio, un atto completamente gratuito, frutto d'amore.

    Inoltre, Dio sapienza infinita. Non siamo esseri prodotti da un gioco cieco e casuale della natura, ilrisultato imprevisto e fortuito di forze irrazionali, senza un destino e senza una prospettiva: nella sua sapienza,Dio vuole attuare in noi e con noi un progetto di fel icit e di gloria che supera il