rivista della fondazione missio • poste italiane s.p.a. – … · 2017-09-14 · nomi dei tanti...

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Anno XX – Gennaio 2017 • Numero 1 Rivista della Fondazione Missio • Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40

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Anno XX – Gennaio 2017 • Numero 1Ri

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Il Ponte d’Oro - Mensile dei Ragazzi MissionariReg. Tribunale di Roma n. 171/97 del 21/03/97Editore: Fondazione di Religione Missio (organismo pastorale della CEI)Presidente di Missio: Francesco BeschiDirettore di Missio: don Michele AutuoroDirettore responsabile: padre Giulio AlbaneseRedazione: Chiara Pellicci, Miela Fagiolo D’Attilia, Ilaria De Bonis. Segreteria: Emanuela PicchieriniHanno collaborato: Eleonora Borgia (pag. I-IV).Illustrazioni: Beatrice Cerocchi, Irene Guerrieri (pag. 36-37), Carla Manea (copertina), Saverio Penati (pag. 27-30).Foto: AF/MISSIO, Giuseppe Andreozzi, Chiara Pellicci, Wikipedia, Freepik.com, Comboni Press, Amedeo Cristino, Roberto Barbera, UNHCR/A. Branthwaite, GiuseppeDovigo, Paola Rolletta, AF/LPJ, Pros for Africa, Jose Soccal, Juan Carlos Pachon, CrossMediaLab UJTL, Presidencia de la Republica Mexicana, EquinoXio20080720Progetto grafico e impaginazione: Alberto SottileRedazione e amministrazione: Via Aurelia, 796 – 00165 Roma; tel. 06/66502678; e-mail: [email protected] abbonamenti: tel. 06/66502632; fax 06/66410314; e-mail: [email protected] annuo: individuale 14€; collettivo 10€; estero 26€ su n. 63062327 intestato a MISSIO oppure con bonifico bancario intestato a MISSIO PONTIFICIE OPEREMISSIONARIE presso Banca Etica, cod. IBAN IT 55 I 05018 03200 000000115511.Stampa: Graffietti Stampati - S.S. Umbro Casentinese Km 4,5 - Montefiascone (VT)Mensile associato alla FeSMI, Federazione Stampa Missionaria Italiana.Chiuso in tipografia il 7 dicembre 2016.

omm ra iSEditorialeSacrificio è generosità

Kabàka, l’amico dottoAnna Frank e il suo diario

GiramondoViaggio in…Colombia

DossierConvertiti alla pace!

Intervista impossibileUn tesoro dagli scarti

Dove è nata la missioneIl nuovo Centro Santa Rachele

Passi di oggi…Tutta colpa del coccodrillo

…sulle orme di ieriJosef Mayr Nusser

FuorisaccoA tutto cuore

Click alla ParolaScaffaleL’amico dei giovani

Inverno in quiz

oAll’interno

PIANETA MISSIO RAGAZZI

1

2

410

14

22

24

26

27

3435

36

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Ed to ia

Edi to r leia

rEdi to r leia Editor leia Editor leia

el

Cari Amici,nella nostra società facciamo un po’ tuttifatica a comprendere il vero significatodella parola “sacrificio”. Certamente non è

di moda, perché richiama alla menterinunce e privazioni. Eppure viassicuro che in Uganda, doveho vissuto come missionario,il senso che molti dei vostricoetanei danno a questa pa-

rola è molto diverso dal no-stro.I bambini di questo Paese africano

solitamente alle prime luci dell’alba, prima ancora che le loro madri glielo chiedano,escono a piedi nudi dalle capanne fatte di canne, fango e foglie di banano. Sono sempresorridenti, in pantaloncini corti e a torso nudo o con vecchie magliette sbrindellate.Camminano lungo il ciglio della strada sterrata, in fila indiana, oppure si addentranonell’erba e scompaiono in mezzo al verde. Vanno veloci, tra risa e scherzi, verso un pozzoo un rigagnolo per attingere acqua. Secondo una consuetudine che nessuno si sognerebbedi violare, in Africa fare provvista della preziosa acqua spetta ai bambini o alle donne. Cosìi piccoli partono di corsa, scombinati nei loro movimenti, e se ne tornano a casabarcollando come birilli sotto il peso di taniche da 20 litri. I più grandicelli sono dei veri epropri fulmini per evitare di arrivare tardi a scuola. Per gli altri il rifornimento d’acqua è unlavoro che occupa tutta la giornata.Un giorno chiesi ad un anziano perché i suoi nipoti fossero sempre sorridenti dopo tantofaticare. Mi rispose: “Dove c’è più servizio, c’è sempre più generosità”. Questa è una lezioneda imparare!

Buon Anno!

Abunai [email protected] 1

Sacrificio ègenerosità

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i [email protected]

Kabàka Kabàka

Kabàka Kabàka KabàkaKabàka

L’amico dotto

All’interno del Museo dell’olocausto di Gerusalemme unacostruzione, dove arde un fuoco sempre acceso, ricorda inomi dei tanti campi di concentramento nei qualivenivano deportati e uccisi gli ebrei e chi era ritenutoinferiore o dannoso alla società.

AnnaFrankeilsuodiarioAnnaFrankeilsuodiario

TI PRESENTO

UN AMICO

Ciao! In questo numero ecco la

storia di un’amica che ha scritto il più

famoso diario del mondo ed è stata

testimone e vittima di una delle atrocità

più terribili dello scorso secolo...

Il diario, scritto negli anni in cui la famigliaFrank ha vissuto in clandestinità al civico 263di Prinsengracht ad Amsterdam (Olanda), è di-ventato il simbolo della follia della guerra vistacon gli occhi innocenti dei ragazzi.A 72 anni dalla morte della giovanissima scrit-trice, il suo diario è il libro olandese in assolutopiù venduto nel mondo con oltre 30 milioni dicopie, distribuite in 60 Paesi, con traduzioniin 70 lingue. A tutti Anna racconta gli anni piùdifficili, eppure belli, della sua breve vita edogni pagina ricorda la sofferenza di tante per-sone che subiscono persecuzioni legate all’et-nia, alla religione o ad altri fattori. Chissàquanti milioni di bambini vivono oggi nellecondizioni di Anna Frank, prigioniera dietrouna finta libreria che la nascondeva dalla polizianazista.Fuggire è ancora l’unica possibilità di moltefamiglie che sopravvivono a stento nei territoridelle guerre di oggi. Per una ragazzina comeAnna che ha arricchito il mondo con l’espe-rienza del suo cuore e la denuncia del regimenazista, ce ne sono tante altre vittime delle

Eternamente bambina, gli occhi intelligenti,il viso magro, sorridente, malgrado la tra-

gedia della persecuzione degli ebrei durante laSeconda guerra mondiale. Così Anna Frank,morta a 16 anni nel 1945 nel campo di Ber-gen-Belsen, poco tempo prima della liberazionedella Germania nazista da parte degli Alleati,resta nei nostri cuori come l’immagine dellacrudeltà della guerra vista con gli occhi dei ra-gazzi. Oggi Anna avrebbe 87 anni e sarebbeuno degli ultimi testimoni dell’olocausto, losterminio nei campi di concentramento in unodei quali fu deportata insieme alla sorella Mar-got nel 1944.

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i [email protected] 3

TI PRESENTO

UN AMICO

1

dIMMI COME LA PENsI…

A - abominevole

b - un gioco

C - lontana

LA GUERRA è:

2A - per non dimenticare la persecuzione degli

ebrei in Europab - perché simili orrori non accadano

mai piùC - per ricordare ciò che si tende a

dimenticare

IL 27 GENNAIO sI CELEbRA LA GIORNATAdELLA MEMORIA ChE sERvE:

3

1

5

4 A - a prendere sempre le difese dei più deboli

b - che non ci si deve mai arrendere

C - non so

LA sTORIA dI ANNA fRANk INsEGNA:

135

5 A - quelli che non ricordano il passato sonocondannati a ripeterlo

b - L’olocausto va dimenticatoC - spero che quest’indicibile orrore non si

ripeta

IN qUALE fRAsE TI RITROvI dI PIù:

1

5

3

TEST

153

A - vittime di razzismo, persecuzione,soprusi, violenze

b - gli unici ad essere perseguitati

C - visti come nemici

GLI EbREI NELL’EUROPA NAZIsTA ERANO:

1

53

sEI UN RAGAZZO MIssIONARIO(fino a 10 punti)

Sei curioso di approfondire questa terribile

pagina di storia recente. Soffri quando sai che un

uomo viene privato della sua umanità. Ciò è

accaduto durante il nazismo e non si deve

ripetere mai più. Sai che il pericolo è sempre

dietro l’angolo ma fai di tutto perché nel mondo

si diffondano fraternità, accoglienza, uguaglianza,

diritti, giustizia. Continua così!

hAI UN CUORE dA ALLENARE(da 11 a 18 punti)Sicuramente hai sentito parlare di nazismo edolocausto. Approfondisci questo periodo buiodella storia europea, perché anche se sembra soloqualcosa legato al passato, il pericolo che tutto ciòsi ripeta è sempre dietro l’angolo. Rimboccati lemaniche perché nel mondo si diffondanofraternità, uguaglianza, diritti, giustizia!

3

…E TI dIRò ChI sEI

violenze, di cui non sapremo mai neanche ilnome. Ma forse anche oggi, le pagine cheora qualcuno sta scrivendo alla luce di unacandela mentre tutt’intorno cadono lebombe, sopravvivranno al loro autore e sa-ranno per il mondo una nuova denuncia.(Per saperne di più su nazismo e campi diconcentramento, vai a pag. 31).

Kabàka, l’amico dotto, ti aspettaanche nelle pagine successive perparlarti di:

RIFUGIATI, BATIK, FIDEI DONUM, CAMPIPROFUGHI, SUB-CONTINENTE… E ALTRO.

GIOCA LA TUA PARTE!(da 19 a 25 punti)

Forse istintivamente non capisci perché atrocità delgenere debbano essere ricordate. Primo Levi, un ebreoitaliano morto in un campo di concentramento, dicevache l’olocausto in qualche modo si replica ogni voltache un uomo viene privato della sua umanità, vieneridotto a numero. Purtroppo in varie parti del mondotutto ciò è all’ordine del giorno. Sta a tutti (anche a te!)debellarlo.

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i [email protected]

Gir amo ondo ondGir amo ondGir amo ond

IN QUESTO NUMEROTI ACCOMPAGNO IN: INDIA

ITALIA

ETIOPIA

SUD SUDAN

Omama, otto anni, ha nostalgia di casa.Suo padre Khaled le dice: “Come puoi

sentire nostalgia di casa quando una casanon c’è più?”. I Basheer sono una famigliadi sei persone provenienti dalla Siria. Illoro appartamento è stato completamentedistrutto da una bomba durante la guerrache sta imperversando dal 2011. La famigliaè sopravvissuta. La loro storia è raccontatain una delle sezioni più emozionanti delsito Sconfinati, di Caritas ambrosiana(www.sconfinati.caritasambrosiana.it), creatoper capire meglio cosa significa essererifugiati oggi e cosa fare per aiutare chivive questa condizione nel mondo.Anche se a prima vista può sembrare di

essere impotenti davanti al loro dramma,chiunque ogni giorno,a casa sua, può dareun contributo concretoper cambiare le cose eil modo di pensare dichi incontra. Come? LaCaritas ambrosiana(cioè, della diocesi di

Milano) suggerisce sette azioni, una perogni giorno della settimana:1. Lunedì evita lo spreco. Non avere gliocchi più grandi della bocca: metti nelpiatto solo ciò che pensi di mangiare.

2. Martedì coltiva il dialogo. Pensa a qualcunocon cui hai litigato o che non senti datempo: chiamalo e prova a fare un gesto

MONDO

Sette azioniper i rifugiati

LIBANO

Chi fugge dalproprio Pae-

se a causa diguerre o persecuzioni,trovando ospitalità in unaltro Stato che lo acco-glie, è un rifugiato.

RIFUGIATI

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Alganesh viene dall’Etiopia,Muhammed dalla Guinea edEfe dalla Nigeria: sono treragazzi fuggiti dall’Africa pertrovare un futuro migliore inItalia. E il loro sogno sembrarealizzato: sono diventaticuochi di Africa Experience, ilprimo ristorante interamenteafricano (per cucina, arreda-menti, menù e personale)

inaugurato a Venezia lo scorso novembre.Alle pareti di questo colorato locale troviamosimboli sgargianti dell’Africa con un dipinto chedà all’osservatore la sensazione di essere neivicoli e tra i batik caratteristici dei villaggi rurali.Il menù è il risultato del concorso “Masterchefper Africa Experience”, realizzato con l’Istitutoprofessionale “Andrea Barbarigo”: i piatti, sotto-posti al giudizio di una giuria, sono stati valutatinon solo dal punto di vista del gusto, ma ancheconsiderando la storia del cibo preparato. I can-didati hanno infatti raccontato come avevanoimparato a cucinare la propria ricetta, spesso

attraversando altri Paesi africani nel loro viaggioverso l’Europa.Le decorazioni e gli interni del locale sono ilfrutto di un capolavoro artigianale, grazie all’operadell’artista francese Blandine Hélary e di unacoppia di giovani iraniani, Iman Ahmaznade eNeda. Ma naturalmente la cosa più bella diAfrica Experience è proprio la presenza dei trecuochi, rifugiati in Italia, che davvero coronanouna storia di successo. Purtroppo molti altrigiovani come loro, scappati dall’Africa, nongodono dello stesso destino: ma la fortuna diAlganesh e amici, è un faro per tutti quelli chevogliono ricominciare a vivere dall’altra parte delMar Mediterraneo.

concreto di pace.3. Mercoledì evita la cattiva finanza. Chiediai tuoi genitori: “Non è che i nostri soldistanno finanziando una guerra?”. Poteteverificare sul sito www.banchearmate.org

4. Giovedì fatti prossimo. Evita la primaspesa inutile che ti capita nella giornatae dai l’equivalente per un progetto a so-stegno dei migranti.

5. Venerdì consuma responsabilmente. Per i

E’ un pro-cedi-

mento perdecorare tessuti cheprevede l’utilizzodella cera d’api e ditinture coloranti. InAfrica la tecnica delbatik è diventata unsimbolo delle tradi-zioni locali.

BATIK

ITALIA

Tre cuochi perAfricaExperience

tuoi acquisti scegli prodotti di cui conoscila provenienza: non renderti partecipedello sfruttamento dei lavoratori e del-l’inquinamento del pianeta.

6. Sabato proteggi le risorse del Creato.Chiudi il rubinetto mentre ti insaponisotto la doccia o ti lavi i denti.

7. Domenica stai attento agli stereotipi.Chiudi la tua sette-giorni vincendo unpregiudizio.

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Gir am o ondGir am o ond Gir am o ond

Gir am o ondGir am o ond

Anche se è passato qualche mese dallaGiornata Missionaria Mondiale (GMM)

dello scorso 23 ottobre, i frutti dei fedeliche si sono impegnati per sostenere lemissioni nel mondo continuano a farsi ve-dere. E il bello è che questi frutti arrivanodavvero da ogni angolo del pianeta, ancheil più povero: così chiunque, come può,offre il proprio contributo.I Ragazzi Missionari della piccola comunità

ETIOPIA

Echi dalla Giornata Missionaria Mondiale

di Adaba (Etiopia), nonavendo denaro da inviare,hanno inventato il ‘mer-cato missionario’: si trattadi un banchetto che mettein vendita i prodotti del-l’orto coltivati con impe-gno, fatica, tempo edenergie. Frutta e verduravengono offerte settima-nalmente ai passanti e ilricavato viene messo da parte per essereinviato a sostegno delle missioni. Lo haraccontato, all’Agenzia di stampa Fides,don Giuseppe Ghirelli, sacerdote fidei donumdella diocesi di Anagni. E’ bello scoprireche tutti i ragazzi, anche se non hannoniente da donare, si ingegnano per offrire

qualcosa a favore delle mis-sioni. E quelli di Adaba,che non ricevono né pa-ghette, né soldi per com-prare la merenda quotidiana,né regali in denaro da nonnio zii, si sono ingegnati di-ventando contadini e ven-dendo i prodotti della terrae del loro esemplare impe-gno. Non c’è che da impa-rare da loro!

Nel 1957papa Pio XII conun’enciclica (una let-tera scritta per tutti)dal nome Fidei do-num, ossia ‘dono dellafede’, invitava la Chiesaad essere completa-mente missionaria. Siè aperta così la mis-sione a sacerdoti e lai-ci diocesani (anchealle famiglie) che ven-gono inviati in terrelontane a servizio diChiese sorelle. Questimissionari sono chia-mati ‘fidei donum’.

FIDEI DONU

M

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Sembra impos-sibile che intante parti delmondo ci siachi reclutadei ragazziniper fare laguerra, ma pur-troppo questa èla realtà. Vari Paesiafricani (e non) sono tri-stemente famosi per il fenomeno dei bambini-soldato e il Sud Sudan è uno di questi. Pur es-sendo il più giovane Stato del mondo, il reclu-tamento di ragazzi per combattere è unapratica diffusa: dal 2013 ad oggi sono stati in-gaggiati ben 16mila minori.Recentemente, però, 145 di essi sono statiliberati. A darne notizia è stato l’Unicef (l’Orga-nismo delle Nazioni Unite che si occupa dell’in-fanzia), che sottolinea come questo sia il piùgrande numero di bambini liberati dal 2015,quando 1.775 minori furono rilasciati nellaGreater Pibor Administrative Area. “Speriamo chea questo rilascio ne seguano molti altri, cosìche i 16mila bambini che sono ancora presentinelle forze e gruppi armati possano tornaredalle loro famiglie” ha dichiarato MahimboMdoe, rappresentante Unicef in Sud Sudan.La liberazione – continua ancora un comunicatodell’Organizzazione delle Nazioni Unite - è av-venuta da parte di Cobra Faction e Spla in Oppo-sition: i bambini sono stati formalmente disarmatie hanno ricevuto vestiti da ‘civili’ da indossare.Durante i prossimi mesi, i minori rilasciati rice-veranno assistenza psicologica e abiteranno inun Centro sanitario temporaneo fino a quandonon saranno state rintracciate le loro famiglie.

SUD SUDAN

Liberati 145 bambini-soldatoN ei Paesi più poveri del mondo ci sono

bambine costrette a prendere maritoall’età in cui le altre vanno a scuola ogiocano con le bambole. Le favole di Disney,i cartoni animati, i giocattoli e la spensie-ratezza non esistono per queste spose-bam-bine, anche perché ben presto mettono almondo dei figli e così la loro vita si faancora più dura.La denuncia viene dall’organizzazione uma-nitaria Save The Children, che spiega comeogni sette secondi una ragazza con meno di15 anni si sposi, come annualmente oltreun milione di ragazzine sotto i 18 anni di-ventino madri e come 70mila tra i 15 e i 19anni perdano la vita ogni anno per causelegate alla gravidanza e al parto.Tutto questo avviene in Medio Oriente, inAfrica, in Asia: i Paesi più a rischio sononaturalmente i più poveri. L’India, l’Afgha-nistan, la Somalia, lo Yemen sono i primidella lista per matrimoni forzati dellebambine. In India il 47% delle ragazze, piùdi 24,5 milioni, si sposano prima di avercompiuto i 18 anni. Dopo un’infanzia senzascuola, molte bambine vengono abbandonate

dalle loro famiglie e finiscono nellebraccia di uomini molto piùvecchi che le considerano diloro proprietà. Come difen-derle? L’obbligo scolastico,la missione della Chiesa, iprogetti di sviluppo e

tanta vicinanza daparte delle NazioniUnite sono antidotialla violenza e agliabusi su queste mi-norenni senza pos-sibilità di futuro.

MONDO

Spose-bambine

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i [email protected]

Gir am o ondGir am o ondGir am o ond

Gir am o ond

LIBANO

Musicoterapia nei campi profughiI palestinesi che vivono nei campi profughiin Libano, oramai, non sono più rifugiatinell’emergenza: la loro è una condizionepermanente di vita e molto probabilmenterimarrà tale a lungo. Fare in modo che tor-nino in patria è un obiettivo di lungo ter-mine, ma fare in modo che recuperino laloro dignità e vivano in pace è la prioritàdi oggi. E così la musica è entrata nei

campi di accoglienza.Più precisamente con lamusica si curano disagi,violenze e problemi fa-miliari, perché la musicapuò essere uno strumen-to di riconciliazione conse stessi.A portare la musicote-rapia è Deborah Parker,musicista che dirige aMontespertoli, in To-scana, un program-ma di coopera-zione interna-zionale, chiamato “Musica e re-silienza”. La resilienza è, perl’appunto, la capacità di re-sistere alle avversità senzapiegarsi e senza arrender-si.“Ci hanno chiesto di in-

trodurre la musicoterapia nelle cliniche disalute mentale dei Centri di consulenzaper le famiglie. Assumoud – spiega Deborah- è stata la prima ong ad occuparsi anchedi salute mentale. Oggi porta avanticinque cliniche con psicologi, peda-

Gir am o ond I profughisono coloro chefuggono da conflitti esituazioni a rischio neiPaesi d’origine e ap-prodano nei Paesiconfinanti alla ricercadi sicurezza e libertà.Qui vengono accoltiin appositi campi, al-lestiti per dare loro al-loggio, assistenza me-dica, cibo.In Libano i profughipalestinesi sono circa450mila, vivono in 12campi e rappresenta-no il 10% dell’interapopolazione libanese.Essi, però, sono unacategoria di serie b:non vengono consi-derati cittadini di unaltro Stato (poiché laPalestina non è for-malmente uno Stato)e quindi non vedonoriconosciuti alcuni di-ritti di base, comequello al lavoro.

CAMPI PRO

FUGH

I

Sigla di ‘organizzazione non governativa’, è un ente cheopera nel sociale, aiutando chi ha bisogno, senza volerguadagnare denaro o trarre profitto sui servizi che offre.

ONG

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i [email protected] 9

Il sub-continente indianoè una terra splendida maanche molto difficile peri bambini senza famigliao per quelli che hanno igenitori ma vivono in unatale povertà da diventarepreda di malviventi esfruttatori. Una recenteindagine, portata avantidalla polizia indiana in-sieme ad alcune orga-nizzazioni umanitarie, ha

rivelato che oltre 300mila bambini subisconomaltrattamenti da parte di criminali coinvoltinella tratta di esseri umani, per costringerlia mendicare ogni giorno per le strade dellecittà.Molti piccoli senza famiglia vengono mutilatio feriti per sollecitare più compassione nei

gogisti e assistenti sociali”.La donna spiega che in Libano vive la“quarta generazione di rifugiati: non hapiù alcun senso parlare di emergenza. Serveinvestire in competenze, perché i profughipalestinesi che vivono nei campi hannodiritto al ritorno alla propria terra, certo.Ma hanno anche diritto al ritorno allalibertà, alla dignità”. Il programma nasceda una richiesta specifica di Beit Atfal As-sumoud (ong costituita nel 1976) per farfronte all’emergenza delle migliaia di gio-

Quando la popolazione di una nazione si divide in dueo più fazioni che si combattono tra loro (per esempio:due etnie diverse oppure due gruppi politici diversi), si parla diguerra civile. In Libano è durata 15 anni (1975-1990) ed ha causatooltre 150mila vittime.

GUERRA CIVILE

L’India è unPaese asiati-

co, ma per lasua vastità, il numerodegli abitanti, la varietàdi clima, la differenzadi caratteristiche geo-grafiche e tantissimi altrielementi, viene consi-derato quasi un vero eproprio continente a sé,tanto che spesso è de-finito “sub-continente”.

SUB-CO

NTINEN

TE

INDIA

Non è un Paese per piccoli

vanissimi profughi palestinesi resi orfanidalla guerra civile in Libano.

passanti e ricevere più elemosine: secondola Commissione nazionale dei Diritti Umani,in India vengono rapiti ogni anno più di40mila bambini: di questi, 11mila sparisconodefinitivamente. In città come Bangalore ilnumero di piccoli che vagano per le stradee chiedono l’elemosina aumenta in manieraesponenziale in prossimità di festival osubito dopo qualche disastro naturale. Dadati provenienti da una organizzazione spe-cializzata nel combattere la tratta di esseriumani, risulta che ogni 50 bambini tratti in

salvo circa 10 ne rimangono vittime.

E’ l’orribile pratica della compra-vendita di uomini,donne, bambini. Sembra impossibile, ma ancora oggi

in alcune parti del mondo, la tratta di esseri umani esiste: so-prattutto nei Paesi poveri i più piccoli, a volte, vengono rapiti(o venduti dalle famiglie) per ricavarne denaro.

TRATTA DI ESSERI UMANI

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i [email protected]

Viagg i in…oV iagg i in…oViagg i in…o

V iagg i in…oViagg i in…o

Viagg i in…o

Colombia

Situata nell’ultima parte della catenadelle Ande che percorre l’America meri-

dionale dal Sud al Nord, la Colombia si af-faccia sull’Oceano Pacifico e il Mar delleAntille, in quella che viene chiamata “lacintura di fuoco”, a causa di frequenti ter-

remoti ed eruzioni vulcaniche che si ripetononella zona. Dopo oltre 50 anni di guerracivile tra esercito e milizie paramilitari dauna parte, e gruppi armati delle Fuerzasarmadas revolucionarias de Colombia (Farc)dall’altra, il Paese è pronto a voltare pagina.Per anni le Farc hanno creato uno Statonello Stato sfruttando la povertà dei con-tadini e gestendo senza scrupoli la colti-vazione e il traffico di droga, fonte disoldi in quantità per i gruppi ribelli. Anchei bambini sono stati coinvolti nel drammadi tutto il popolo colombiano, come vittime

Piccoliguerrigliericercano la pace

Piccoliguerrigliericercano la pace

Dopo oltre 50 anni di guerra civiletra esercito, da una parte, egruppi armati delle Fuerzasarmadas revolucionarias deColombia (Farc), dall’altra, laColombia è pronta a voltarepagina. Per anni le Farc hannosfruttato la povertà dei contadinie gestito senza scrupoli lacoltivazione e il traffico di droga.Anche i bambini sono staticoinvolti nel dramma di tutto ilpopolo colombiano. Ma oggi lapace è a portata di mano.

Foto 1: Bogotà (Colombia) - Per le strade in tanti esprimono illoro “sì” alla pace.

Foto 2: Intere famiglie manifestano a favore della pace.

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i [email protected] 11

È un livello di reddito al di sotto del quale una persona ouna famiglia è considerata povera. Questa soglia varia da

Paese a Paese, in base a vari fattori.

SOGLIA DI POVERTÀ

2

dell’arruolamento forzato che li ha trasfor-mati in piccoli soldati abituati a compierele azioni più violente.

La pace è vicinaOra l’accordo di pace, cheil presidente Juan ManuelSantos sta cercando di por-tare a termine in tutti imodi con i guerriglieridelle Farc, potrebbe cam-biare completamente lavita del Paese sudameri-cano. Per il suo impegno,il presidente Santos ha ri-cevuto il Premio Nobel perla pace 2016 e in Colombiasi respira aria di speranza.Figli di contadini

e guerriglieri potranno tornare ascuola o imparare un mestiereche permetta loro di vivere di-gnitosamente.Il conflitto è costato alla Colombiaoltre 260mila morti e 60mila per-sone spartite (in spagnolo, de-saparecidos), mentre sette milionidi contadini hanno abbandonato

E’ un ricono-scimento mol-

to prestigioso alivello mondiale, isti-tuito nel 1901 e attri-buito annualmente apersone che si distin-guono in diversiambiti, tra cui quellodella pace. Adinventare il Premio fulo scienziato norve-gese Alfred Nobel,nel suo testamentodel 1895.

PREM

IO NOBEL

i villaggi sparsi in zone poco popolate,oggetto di continui assalti da parte deiguerriglieri. Nella Colombia di oggi restanograndi differenze sociali tra un ristrettonumero di famiglie ricche e proprietarie digrandi terreni e un’alta percentuale di cit-tadini (45%) che vive al di sotto dellasoglia di povertà, tra traffico di droga earmi, sequestri di persona, corruzione edelinquenza.

I “bambini talpa”L’analfabetismo è un grande problema per ilPaese, dato che un bambino su dieci non vaa scuola, anche perché molti edifici sonostati danneggiati dalla violenza umana o daquella della natura. La povertà costringemolte famiglie a mandare i figli a lavorareper guadagnare quei pochi spiccioli cheservono a sopravvivere. Il 23% delle bambinedelle campagne colombiane è costretta adaccettare matrimoni prima dei 18 anni d’età,mentre per i maschi inizia presto l’attività dicoltivatori nei campi di oppio o di manovalidel traffico di droga. Purtroppo c’è anche ilfenomeno dei cosiddetti “bambini talpa” chea 10 anni lavorano già nelle miniere di

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Viagg i in…oV iagg i in…oViagg i in…o Viagg i in…o

Viagg i in…o

In un villaggio sperduto in mezzo allaterra rossa del deserto di Tatacoa, il sole

aveva da tempo seccato i campi dove resta-vano solo sterpaglia e alti cactus, e lasabbia aveva invaso le strade. Nei cortilidelle case di fango e mattoni le donne tes-sevano stuoie di foglie secche per venderleal mercato più vicino. Partivano ogni mattinaa piedi, con un asino carico dei loro lavorisul dorso. Arrivavano a mezzogiorno stanchedella lunga marcia sotto il sole. Quandotornavano a casa la sera, gli uomini e i figli

erano già addormentati. I bambini dovevanosvegliarsi presto al mattino per andare ascuola prima del sorgere del sole, ma facevanofatica ad imparare l’alfabeto con la panciavuota. Ogni giorno i contadini scrutavano ilcielo nella speranza di veder apparire unanuvola messaggera di pioggia.Un bel mattino su uno spiazzo di terra rossadavanti alla casa del capo villaggio, unseme che nessuno aveva piantato si trasformòin una gemma, rotonda e lucida in mezzoalla polvere. Josè fu il primo a vederlo. Il

accade in barba ad una legge del 1989 delMinistero delle Miniere, che ha vietatol’impiego di donne e bambini in questo tipodi lavoro. Ma l’assenza di ogni controllo e lacorruzione permettono alle compagnie mi-nerarie di vendere carbone a bassissimoprezzo, a costo delle vite di piccoli schiavi.Favola dalla Colombia

L’albero della pioggia

carbone a 400 metri di profondità, inoltrandosiin cunicoli così stretti in cui solo un ragazzinoriesce a passare. Sono mal nutriti per restaremagri e masticano foglie di coca per averel’energia per resistere alla fatica. Tutto questo

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ragazzino stava andando a scuola quando siaccorse del puntino verde illuminato dalsole e subito cominciò a richiamare l’atten-zione del villaggio sulla novità. Presto gliuomini, le donne e i bambini si radunaronointorno al piccolo fusto che sembrava crescerea vista d’occhio. Tutti si chiedevano chetipo di pianta fosse, quando il capo disse:“Qualunque cosa sia, questa pianta ci nutrirà.Per questo dobbiamo prendercene cura: Josètu ne sarai responsabile e voi andate aprendere tutta l’acqua che ci resta”.Il ragazzo versò le prime gocce sulla piantinae comparvero le prime foglie sul gambosempre più alto. Il giorno successivo Josè

Morale della favola

Chi si prende cura delle piccole

cose, ottiene risultati sorprendenti.

tornò con altra acqua e dopo una settimanail germe era diventato un albero più altodelle case, con tante larghe foglie che face-vano ombra ai contadini quando il sole eraa picco. All’improvviso accadde il miracoloche tutti aspettavano. Fu al tramonto,quando si alzò un vento leggero che fecetremare i rami dell’albero. Piccole gocce dipioggia caddero da una sola nuvola nelcielo che si era formata proprio sopra l’alberomagico. I contadini non credevano ai loroocchi e si misero a danzare nelle pozzanghere.Da quel giorno “l’albero della pioggia” reseprospero il villaggio, che non conobbe maipiù la siccità.

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DossierDossier Dossier

Dossier

Dossier

Convertiti

alla pace!Convertiti

alla pace!Il titolo di questo dossier esorta aconvertirsi alla pace. “La cosa nonmi riguarda”, dirà la maggior partedei lettori, sentendosi già ‘ragazzidi pace’. E, di primo acchito, po-trebbero avere anche ragione. Maper essere uomini e donne di pace,occorre conoscere quali sono lecause delle guerre. E occorre faredi tutto perché, con i nostri com-portamenti, non diventiamo complici– a nostra insaputa e nostro mal-grado – delle dinamiche che muo-vono i tanti conflitti sparsi per ilmondo. Questo dossier può aiutarciad approfondire…

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Papa Francesco ha coniato un’espres-sione che fotografa perfettamentela condizione di assenza di pace

nel mondo: “Stiamo vivendo la terzaguerra mondiale a pezzi”, dice spesso.Effettivamente sono tante le regioni delmondo dove i conflitti costringono lepopolazioni a vivere nella violenza enel dolore. Anche nel messaggio che ilpontefice ha scritto per l’1 gennaio diquest’anno, per la 50esima Giornatamondiale della Pace, viene descrittauna situazione mondiale dove si mol-tiplicano “focolai di violenza”. Ma papaFrancesco, sin dal titolo che recita “Lanon violenza: stile di una politica per lapace”, suggerisce come convertirsi allapace: superare i conflitti armati, dialogaree intavolare negoziati tenendo conto delladignità di tutti gli interlocutori, far prevalerela forza del diritto sul diritto della forza.Sembra un gioco di parole, ma non lo è: èun invito concreto a scegliere la non vio-

lenza, ovvero rifiutare le divisioni, le con-trapposizioni, le barriere, la distruzione e,soprattutto, le armi. Sì, perché il commerciodi armamenti è una delle principali causedi guerra, tanto che il Santo Padre sisente in dovere di ricordare a tutti i go-vernanti del mondo che “la non violenzacome stile politico può e deve fare moltoper arginare questo flagello”.

Huambo (Angola) –Tracce di guerra

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Dossier DossierDossier

Il traffico di armi

Come si fa a parlare di pace quando si ali-menta la guerra? Se lo chiede don RenatoSacco, coordinatore nazionale di Pax ChristiItalia (un movimento internazionale che siimpegna a favore della pace nel mondo).La guerra per “funzionare” ha bisogno diarmi: non è necessario essere dei grandiesperti o militari per capirlo. E infatti

dalle zone di guerracontinuamente arrivail grido: “Basta, bastacon le armi!”. Invecesuccede proprio il con-trario. Le armi conti-nuano ad essere pro-dotte per essere poivendute dove sono inatto conflitti. “D’al-tronde le armi si pro-ducono per essere ven-

dute, non per essere conservate nei ma-gazzini”, commenta don Renato.Un organismo internazionale, che si chiamaSIPRI (Stockholm International Peace Re-search Institute), ogni anno pubblica una

ricerca sulle spese militari nel mondo. Nelsuo ultimo documento si legge che nel2015 le spese militari sono cresciute dell’1%per un totale di 1.676 miliardi di dollari,equivalenti al 2,3% del Prodotto internolordo (Pil) mondiale. In testa alla classificadei Paesi che spendono di più per le armi,troviamo gli Stati Uniti d’America, che dasoli investono poco meno di 600 miliardidi dollari, seguiti dall’Arabia Saudita, conuna crescita annua del 5,7% dovuta so-prattutto agli investimenti diretti per laguerra in Yemen. Anche la Russia ha incre-mentato la propria spesa militare del 7,5%in un anno (oltre 66 miliardi di dollari to-tali).E l’Italia? Il SIPRI stima la spesa militareitaliana di poco inferiore a 24 miliardi didollari: siamo al 12esimo posto a livellomondiale. E purtroppo sembra che il nostroPaese stia vendendo armi anche all’ArabiaSaudita che le usa in Yemen. In questa na-zione della penisola arabica da oltre unanno e mezzo si combatte una guerra civileche ha già fatto 10mila vittime. “E’ docu-mentato con fotografie e atti ufficiali –spiega don Renato Sacco - che dall’aeroportodi Cagliari Elmas sono partiti numerosivoli-cargo con sistemi d’arma (bombe) perrifornire l’aviazione saudita. Recentemente

È l’indicatore dellaricchezza di unPaese. Per definire

il Pil si tiene conto delvalore monetario dellemerci e dei servizi pro-dotti e consumati in unPaese. Qui si parla di Pilmondiale, che corrispon-de alla somma dei Pil ditutti i Paesi della Terra.

PIL

Curdi armaticontrollano unterritorio iracheno.

Siddiqine (Libano) - Un ragazzo gioca a calcio in mezzo alla distruzione delle armi.

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Dossier Dossier

DossierDossier

Dossier

alcuni di questi ordigni sono stati trovatiinesplosi proprio tra le case di alcunecittà dello Yemen, Paese contro cuil’Arabia Saudita da diverso tempo è inguerra e contro cui scarica numerosebombe anche su civili”. Eppure la leggeitaliana n.185/90 vieta divendere armi a Paesi in guerrao che violano i diritti umani.Per questo la Procura di Bre-scia ha aperto un’inchiesta.Ha ragione papa Francescoquando dice: “Mentre il po-polo soffre, incredibili quan-tità di denaro vengono speseper fornire le armi ai com-battenti. E alcuni dei Paesi fornitori diqueste armi sono anche fra quelli che par-lano di pace. Come si può credere a chicon la mano destra ti accarezza e con lasinistra ti colpisce?”.

Che bello l’arcobaleno!

Quando appare nel cielo,

fa rimanere a bocca aperta.

E’ costituito da sette

colori (non sei!), che

sono: rosso, arancio-

ne, giallo, verde,

azzurro, indaco, vio-

letto. Sai che le com-

ponenti colorate della

luce dell’arcobaleno

esistono in ogni

momento nei raggi del

sole? Sì, anche se si

vedono solo in partico-

lari condizioni, cioè quando le goccioli-

ne di acqua sospese nell’atmosfera

scompongono la luce (comportandosi

come dei prismi) e la separano nei set-

te colori.Per sperimentare questo fenomeno

prendi un bicchiere pieno d’acqua (di

vetro trasparante) e mettilo sul davan-

zale della finestra in modo che sia col-

pito dai raggi del sole. Muovilo lenta-

mente e vedrai formarsi tanti arcobale-

ni sul pavimento (magari stendendovi

un foglio di carta bianca) e sul soffitto.

Nella poesia a fianco, ogni colore è rive-

stito di un significato speciale. Leggila

attentamente e prova a dedicare ogni

giorno della settimana ad un colore

diverso. Come? Indossa un capo d’abbi-

gliamento del colore in questione: per

quel giorno ti aiuterà a ricordarti di

vivere ciò che quel colore suggerisce.

Per esempio: il lunedì vestiti con un

maglione rosso (amore) e sii amorevole

con chi è solo o dimenticato, il martedì

indossa una sciarpa arancione (gioia di

vivere) e porta a fare una passeggiata

chi sta sempre in casa, ecc.

i [email protected] 17

Attività da realizzareAttività da realizzareI colori della paceI colori della pace

Con il ROSSO, ho disegnato l’amoreinsito in ogni cuore.

Con l’ARANCIONE la gioia di vivereche con gli altri si può condividere.

Con il GIALLO, la luce ed il sole:scioglie l’odio, scalda e trasforma il dolore.

Con il VERDE, la speranza:non muore mai, è sempre intensa.

Con l’AZZURRO, il cielo d’estate:ti fa star bene, ti senti rinato.

Con l’INDACO, emozioni e sentimenti:trasformano la vita a tutti quanti.

Con il VIOLETTO, il colore dell’affetto:non rimane solo, genera diletto.

Perciò tutti i colori dell’arcobalenorinnoveranno il mondo rendendolo sereno.

Barbara Curcio

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Dossier

(Segue a pagina 19)

DossierDossier

L’Africa, da sola, possiede il30% delle risorse minerariedel mondo e una percentualeancora più alta digiacimenti di oro, platino,diamanti e manganese.

L’accaparramento dei minerali preziosi

Una delle cause dei conflitti che sicombattono nel mondo consiste nel-l’accaparramento dei minerali preziosiper l’industria e le tecnologie. Traquesti ci sono le “terre rare”. Contale espressione si intendono queglielementi chimici (contenuti nei

minerali dellacrosta terre-stre) con particolaricaratteristiche, similitra loro. Le “terre rare”sono indispensabili pertutti gli apparecchitecnologici perchéconducono molto benel’elettricità, hanno pro-prietà magnetiche,sono adatte per le fibreottiche e molto pre-ziose per la produzionedi batterie.Anche il Litio è un

metallo molto appetibile, necessario per lacostruzione di batterie ad alta efficienza,come quelle usate per i telefoni cellulari ele auto elettriche. Nel sottosuolo dell’Afgha-nistan è stata scoperta la più grande riservadi Litio del mondo (questo elemento chimiconon si trova puro in natura, ma lo si puòestrarre con un processo particolare). E poic’è il gas di scisto (noto come shale gas, ininglese), cioè il gas naturale intrappolatonelle rocce, non contenuto in un normalegiacimento. Come si estrae? Con una tecnicaaltamente distruttiva per l’ambiente, inquanto non basta scavare un pozzo tradizio-

Kivu (Repubblica Democratica del Congo) – Nell’area si trova il 60% delColtan estratto al mondo. A causa di questa risorsa, un conflitto ha fattootto milioni di vittime in 20 anni.

Sono gli elementiche costituisconola materia, com-

posta da atomi, cioèda parti infinitesimali for-mate, a loro volta, da unnucleo centrale e da varielettroni intorno. Gli ele-menti chimici (esempio:oro, rame, carbonio, litio,ecc.) sono descritti inuno schema, chiamato‘Tavola periodica deglielementi’, che ne indicale principali caratteristiche(come, per esempio, ilnumero di elettroni).

ELEM

ENTI

CHI

MIC

I

nale: occorre trivellare in orizzontale grandisuperfici e frantumare estese aree di rocce.Tra i minerali preziosi c’è anche il Nichel (in-dispensabile per produrre acciaio inossidabile):sembra, però, che sia destinato ad esaurirsientro il 2064. Stessa sorte, nel 2072, per leminiere di ferro (secondo i dati pubblicatisul sito francese consogloge.com). Consideratoche l’Età del Ferro è un periodo della preistoriache risale al II millennio a.C., significa cheda oltre quattromila anni l’uomo non puòfare a meno di questo materiale. Se le previ-sioni degli studi sopra riportati si attuassero,non è difficile dedurre che alcune delleguerre che affliggono o affliggeranno l’umanitàa breve, saranno combattute per l’accapar-ramento di queste risorse naturali.

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Il Centro missionario diocesano(Cmd) di Melfi–Rapolla–Venosa haorganizzato il Giubileo dei bambinie ragazzi lo scorso 2 giugno al Santuariodi Pierno. Erano presenti circa 650persone tra piccoli e grandi (genitorie catechisti).Il percorso del Pellegrinaggio prima divarcare la Porta Santa è stato marcato

dall’incontro contre “protagonistidella misericordia”:il BUON SAMARITANO,ZACCHEO e il PADREMISERICORDIOSO,preparati e coordinatida suor Luigina che condedizione è riuscita adattualizzare e dare concretezza non solo ai personaggi delleparabole, ma anche al messaggio in esse racchiuso, abbi-nandolo ad alcune opere di misericordia.

I

n.1Gennaio2017

Diocesi Melfi-Rapolla-VenosaGIUBILEO DEI BAMBINI E RAGAZZI A PIERNO

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Notizieda…

Notizieda…

Il breve cammino è giunto al cul-mine con la preghiera preparatae presieduta da padre Biagio Falco,direttore del Cmd. Fra due enormibraccia aperte ha invitato tutti avarcare la “Porta Santa” (ricom-ponendo possibilmente i nucleifamiliari, mano nella mano), sen-

tendosi accolti nel luogo sacro come tra le braccia diMaria, la più tenera delle madri, custodendo l’atmosfera di silenzio e di racco-glimento.Il Giubileo della Misericordia si è rivelato ed è stato vissuto anche comeuna bella occasione di comunione e missione. Ciò ha favorito una fruttuosacollaborazione, in modo particolare con l’Azione Cattolica diocesana: allapresidente Erminia Pantaleo un sentito grazie insieme all’équipe di AzioneCattolica Ragazzi, che con generosità ha rinunciato alla festa degli incontri di

fine anno per confluire con i ragazzi e itanti animatori al pellegrinaggio giubilare.

II

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III

La giornata si è conclusa con il mandato missionario e la benedizione. Ilnostro vescovo, Padre Gianfranco Todisco, ha escogitato un’improvvisatelefonata di “un certo” Jesus, il quale voleva saperne di più su tutta quellagente, quanto stava accadendo, dei doni che di lì a poco sarebbero stati con-segnati… cioè, una carta d’identità, decisamente particolare, valida perl’espatrio sempre e fino alle “periferie del mondo”, con tanto di foto di rico-noscimento (non individuale, però, ma copia-conforme di Colui al qualeognuno di noi battezzato deve augurarsi giorno per giorno di somigliare econformarsi, rivestendosi interiormente ed esteriormente di Lui, come suggeriscel’apostolo Paolo, caratterizzando il proprio stile di vita personale, familiare,comunitario con i “segni particolari” che impariamo dai suoi insegnamenti edai suoi gesti). Questo “segno” era destinato agli adulti, ai quali è stataricordata la responsabilità educativa anche verso Cristo nei confronti dei figli.Al termine della giornata, stringendo tra le mani opuscoli e quadretti raffigurantiGesù Misericordioso, rosari colorati distribuiti a tutti i bambini e ragazzi, ipellegrini hanno ripreso il cammino, davvero discendendo dal monte pertornare nel quotidiano.Maria Rita LattaruloIncaricata diocesana Missio Ragazzi

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PIANETA MISSIO RAGAZZI è a cura di Missio Ragazzi

Via Aurelia, 796 - 00165 Roma

Tel. 06/66502644 - 645; fax 06/66410314; e-mail: [email protected]

Per offerte: ccp n. 63062632 intestato a MISSIO - POIM - Via Aurelia, 796 - RomaIV

Si è svolta il 4 luglio scorso la Giornata Missionaria deiRagazzi a Scarcelli, in provincia di Messina.I bambini hanno realizzato due mimi che avevanocome tema principale la “Misericordia”: il primo rap-presentava la parabola del Padre Misericordioso;l’altro parlava di una ragazza molto invidiosa, gelosaed egoista, che veniva tentata, ma quando è arrivato Diosulla Terra, la ragazza è stata perdonata e da quel momento in poi è diventatabuona e altruista.Poi don Mario Vincoli, che è venuto da Roma, ha fatto un piccolo insegnamento ri-guardante la “Misericordia” e “Missio Ragazzi” e ci ha fatto vedere un video in cui sidenunciava la condizione di povere persone che ogni giorno hanno bisogno di

aiuto. Infine, per concludere la serata, ci hafatto ascoltare l’Inno della Misericordia ani-mato da un video.Questa Giornata Missionaria per me è stataricca di emozioni ed insegnamenti e, comel’anno scorso, abbiamo raccolto dei soldiper aiutare le persone di tutto il mondo chesi trovano in gravi condizioni.Un caro salutoPiero Gangemi

Parrocchia di S. Antonio da PadovaScarcelli (ME)UNA GIORNATA MISSIONARIA ESTIVA

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teriale, da oltre 20 anniè in corso un conflittoche schiavizza i bambini,massacra le popolazioni,sventra case, distrugge fa-miglie, rende la vita impossibile a milioni dipersone.A denunciarlo è John Mpaliza, un ingegnereinformatico di 46 anni, nato a Bukavu, nellaparte orientale della Repubblica Democraticadel Congo, da 21 anni in Italia, di cui è di-ventato cittadino. E’ conosciuto in molte re-gioni come il Peace walking man, cioè il‘Camminatore per la pace’. Con l’aiuto dienti locali lo scorso ottobre è partito daReggio Emilia con l’obiettivo di arrivare aBruxelles (percorrendo 1.500 Km a piedi)per denunciare al Parlamento europeo il ter-ribile conflitto che è in corso nel suo Paese,la Repubblica Democratica del Congo, di-menticato da tutti.“Dopo il petrolio e i diamanti - spiegaJohn - è la volta del Col-tan, che ha scatenatouna vera corsa all’oroda parte delle multi-nazionali, che si

avvantaggiano

La maledizione del Congo

Il Paese africano che risponde al nome diRepubblica Democratica del Congo è “riccoda morire”, nel vero senso della parola: nelsuo sottosuolo si trovano oro, diamanti,rame, stagno, cobalto, manganese, tuttematerie prime che lo rendono uno dei luoghipiù ricchi al mondo; paradossalmente, però,il Congo è agli ultimi posti dell’Indice di svi-luppo umano, cioè è tra i Paesi più poveridel pianeta per le condizioni di vita dellapopolazione, ed è sede di conflitti cheportano morte e distruzione.In particolare la Repubblica Democratica delCongo possiede una ricchezza molto appetibile,che lo fa diventare un luogo di guerra: sitratta del Coltan, un prezioso minerale. Serveper realizzare i circuiti elettronici di tutti gliapparati tecnologici come smartphone, tablet,computer, ecc. Per accaparrarsi questo ma-

i [email protected] 19

Q u a n d oun’impresaha ramificazionie sedi in vari Paesi delmondo, che fannocapo alla casa-madrema che usano mano-dopera locale, si parladi multinazionale. Lemultinazionali sono in-dustrie molto grandiche, a volte, muovonoquantità di soldi tali daessere paragonate al-l’intero Pil dei Paesi piùpoveri. Ecco perchésono molto potenti ea volte orientano lescelte dei governanti.

MUL

TINA

ZIO

NALI

Dossier Dossier

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o si eo si e

o edi una situazione politica con-tinuamente destabilizzata, dei

clan locali e dei guerriglieri prove-nienti anche dai Paesi limitrofi chelottano per il controllo delle miniere”.“È una guerra economica e a rimet-terci è la popolazione. Io stesso –continua il ‘Camminatore per la pace’- ho perso molti familiari, mia sorellaè ancora dispersa, ci sono milioni diprofughi, bambini sfruttati nelle minierea cielo aperto e altri arruolati comesoldati. Il mio obiettivo è far conoscerequesti fatti all’opinione pubblica, perchésiamo tutti acquirenti di tecnologia a

1mi metto alla prova!

a - quando uscirà il nuovo modello

b - quando si romperà

C - io non ho uno smartphone

la vita media di uno SMARTPHONE è

di due anni CirCa. il mio lo Cambierò:

2a - ognuno ha il proprio tablet/computer

b - c’è un tablet/computer per tutti

C - non ho bisogno di un tablet/computeresclusivamente mio

in famiglia Siamo in Quattro:

4 a - le ignoro perché non servono a nulla

b - mi attivo per partecipare

C - partecipo ed invito i miei amici a farealtrettanto

Quando vengo a ConoSCenza di iniziative perla paCe (fiaCColata, marCia, veglia, eCC.):

5 a - guardo il telegiornaleb - cerco informazioni in internetC - leggo “il ponte d’oro” e lo regalo

ai miei amici per il loro compleanno

per Saperne di più Su guerre, relativeCauSe, ingiuStizie perpetrate nel mondo:

TEST

a - io che c’entro? non ho un conto in banca

b - chiederò ai miei genitori se sono informatia proposito della ‘loro’ banca

C - so che la banca dove si servono i mieigenitori è ‘etica’

le grandi aziende Che produCono armivengono finanziate da alCune banChe:3

i [email protected]

Se prevalgono le a)Forse non hai chiaro che il mondo di oggi è

globalizzato. Questo significa che ciò che accade in un

luogo (anche una piccola azione come l’acquisto di un

oggetto) ha conseguenze dirette dall’altra parte del

globo. Prova a capire che siamo tutti cittadini del

mondo. Informati, studia, discuti, approfondisci.

Insomma… convertiti alla pace!

Se prevalgono le b)Sai che i problemi del mondo son

o anche tuoi e non

te ne lavi le mani. Anzi! Ti impegni in prima persona

per risolverli, nella misura in cui ti è possibile. Sei

responsabile, attento, volenteroso di capirne di più.

Ti manca un’ultima cosa: impegnarti maggiormente

nel coinvolgere i tuoi familiari e i tuoi amici, affinché

diventino consapevoli di come possono giocare la

loro parte e… si convertano alla pace.

Se prevalgono le C)Bravissimo! Se tutti i ragazzi del mondo fossero comete, tra 20 anni la Terra sarebbe davvero in pace. Sairinunciare a comodità o piccoli desideri per un benepiù grande, di tutti. Sai distinguere ciò che è davveroimportante da ciò che è superfluo. Continua così, nonavere paura di essere ‘diverso’ dalla massa, nonpiegarti alle mode, se ciò dovesse andare contro i tuoivalori. Non temere di coinvolgere i tuoi amici in ciòche fai. Aiutali a… convertirsi alla pace!

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Ma allora, per non essere corresponsabiledella guerra in Congo, non devo più com-

prare cellulari, tablet o altri apparecchi elettronici?E per il traffico di armi, io cosa posso fare?Queste ed altre domande sorgono spontanee.Rispondere pensando di essere totalmente im-potenti di fronte a questi drammi giganteschi,dicendo: “Io non posso farci niente”, è troppofacile ed egoistico. Ma anche credere di poterrisolvere problemi mondiali - come quelli descrittiin queste pagine - semplicemente osservandofacili consigli, è troppo ingenuo. Di fatto, però,non possiamo “lavarcene le mani”. Quindi, cosafare? Ecco qualche consiglio.1. Conoscere le problematiche dal di dentro,

cercando informazioni, notizie; approfondirecause, conseguenze, connessioni tra fenomeni:non fermarsi alla superficie dei fatti.

2. Affidare al Signore ogni giorno le varie realtàconflittuali, con fede, perseveranza; pregareinstancabilmente ricordando quanto dice Gesùnel suo Vangelo: “Se avrete fede quanto ungranellino di senapa, potrete dire a questomonte: spostati da qui a là, ed esso si sposte-rà”.

3. Analizzare le conseguenze di ogni scelta per-sonale, sapendo che in un mondo dove tuttoè connesso, collegato, globalizzato, un’azionecompiuta qui ed ora può avere conseguenzedall’altra parte del mondo a breve, anche sea prima vista sembra impossibile; si trattacioè di agire localmente, ma pensare global-mente.

4. Per ogni scelta personale da compiere, primadi decidere porsi sempre la domanda: qualiconseguenze può causare? Ma la rispostadeve essere data con occhi e cuore aperti almondo, non miopi, né chiusi!

5. Tenere sempre a mente che l’oceano è fattodi gocce. In altre parole: se io, nel mio piccolo,mi impegno per una particolare causa, il ri-sultato è già un po’ più vicino; mai rassegnarsial fatto che una goccia nell’oceano non èniente! Tutt’altro: è già qualcosa!

6. Non stancarsi di convincere amici, genitori,parenti a fare altrettanto. L’oceano è fatto ditante gocce e… più gocce si mettono insieme,più il risultato è vicino (vedi il punto 5).

Cosa possa fare io?

base di Coltan e quindi corresponsabili”.In un appello inviato alle Nazioni Unite, alParlamento europeo, alla Corte penale inter-nazionale di giustizia, alla Corte africanaper i diritti dei popoli, padre Alex Zanotelli(missionario della famiglia religiosa dei Com-boniani) e John Mpaliza chiedono che la co-munità internazionale intervenga per ripri-stinare la pace, l’armonia e una garanzia didiritti umani in Congo.

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im

Chi sono queste ragazze?

Giovani che da bambine sono state rapite da guerriglieri

che si fanno chiamare Esercito di Resistenza del

Signore (Lra): derubate della loro innocenza, sono state seque-

strate, ridotte in schiavitù sessuale e militare e trasformate in

bambine-soldato. Grazie a Dio, però, hanno avuto la forza di

reagire e scappare, o la fortuna di incontrare le persone

giuste, che le hanno aiutate a liberarsi dalla prigionia. Proprio

come suor Rosemary Nyirumbe…

Un tesoro dagli scartiLA PAROLA ALLA ‘BORSA MONICA’

I n Uganda, a Gulu, c’è la Scuola Santa Mo-nica diretta da suor Rosemary Nyirumbe.

Qui si ritrovano tante ragazze, liberate daanni di schiavitù come bambine-soldato:queste giovani hanno dovuto subire ognigenere di violenza ma oggi vivono un pre-sente fatto di dignità e speranza. Congrande maestria, realizzano borse origina-lissime, utilizzando migliaia di linguette dialluminio, staccate da altrettante lattine dibibite, e tenute insieme con filo coloratolavorato all’uncinetto. Abbiamo chiestoad una di queste borse di capirne di più…

Con piacere! Intanto il mio nome èMonica, proprio come la Scuola disartoria dove sono stata costruita. Siamo in tante adessere nate qui ed ogni modello ha un nome particolare.Le borse della mia linea si chiamano tutte Monica, poi cisono le Rosemary o le Eve, a seconda dei modelli.Personalmente sono stata realizzata con 1.600 linguette dialluminio staccate da altrettante lattine di bibite e tenuteinsieme con filo colorato lavorato all’uncinetto. Tutte noinasciamo in Uganda, grazie all’abilità e all’impegno ditante giovani.

Ciao borsa, puoi presentarti meglio?

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i [email protected] 23

Si è inventata una scuola di sartoria, nella quale dar

e lavoro a tutte. E’

un laboratorio che produce borse, ma anche capi d’abbigliam

ento e

gioielli: tutto davvero molto trendy e rigorosamente realizzato con le

linguette delle lattine, cioè con scarti. Così le ragazze

imparano a ricostruire

la loro vita, ricucire il loro cuore e ritrovare quell’en

ergia per ricominciare a

vivere. Oggi nelle strutture di Gulu vivono circa 25

0 ragazze con i relativi

figli e provano a lasciarsi alle spalle un passato atro

ce.

E come ci è riuscita?

Nelle foto a sinistra:Gulu (Uganda) – Nella sartoria della ScuolaSanta Monica le ragazze costruiscono borse,ma anche capi d’abbigliamento e gioielli.Sopra:Suor Rosemary Nyirumbe, religiosa ugandesedelle Suore del Sacro Cuore di Gesù edirettrice della Scuola Santa Monica.

E’ una religiosa ugandese delle Suoredel Sacro Cuore di Gesù. Nel 2001 hainiziato ad accogliere nella Scuola SantaMonica le ragazze che riuscivano a fuggiredalla prigionia dell’Lra, vittime di una violenzafolle. Nonostante si sentisse inadeguata difronte al compito di direttrice che le era statoaffidato, ce l’ha fatta. Facendo leva su unafrase che ripeteva spesso a se stessa: «Micomporterò come se potessi», ha portato fuoridall’inferno oltre duemila donne, offrendo lorosostegno, formazione professionale, ma so-prattutto tanto amore. E ha permesso loro diricominciare a vivere.

Chi è?

“Quando vedo una borsa come que-

sta, capisco che dai rifiuti può rina-

scere la speranza: dalla spazzatura,

ecco un tesoro. Se queste ragazze

hanno la dignità di mettersi in gioco

e creare qualcosa di bello, vuol dire

che la speranza è rinata in loro. Il

fatto che possano usare le loro

mani, le loro capacità, la loro arte,

significa che è stata restituita loro

la dignità persa negli anni di prigio-

nia. Mi dà tanta forza dire che que-

st’oggetto ha un valore, ha un

prezzo: non posso sminuirlo, sven-

derlo, perché contiene in sé una di-

gnità, una riabilitazione”.

Suor Rosemary Nyirumbe

Certo! Sul sito www.sewin

ghope.com

si possono trovare tutte l

e informa-

zioni. Acquistando una borsa com

e me, si

permette ad una donna e a su

o figlio di

mantenersi per sei mesi, con un a

lloggio, tre

pasti al giorno e l’acqua p

otabile. Ognuna di

noi è una borsa davvero

speciale, come le

mani che l’hanno creata!

Voi borse siete in vendita?

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NELLA TERRA DI GESÙ

H a aperto i battenti con l’inizio diquesto anno scolastico, il Centro Santa

Rachele di Gerusalemme, ed è una novitàalmeno per due motivi.Il primo, e il più importante, è che finalmentei figli degli immigrati in Israele (giunti daogni parte del mondo) possono godere diun luogo sicuro dove trascorrere le lorogiornate, mentre i genitori sono impegnati

I vescovi che guidano alcune Chiese particolari, soprattuttoorientali, si chiamano patriarchi. Il Patriarcato Latino di Ge-

rusalemme è la Chiesa della Terra Santa. Perché è detto latino? Icattolici presentano al loro interno delle diversità di riti e liturgia: icattolici latini, per esempio, sono quelli uguali a noi in Italia; maesistono cattolici di altri riti. Soprattutto tra i cristiani arabi i ritisono molto differenziati.

PATRIARCATO LATINO DI GERUSALEMME

Il nuovo Centro Santa RacheleIl nuovo Centro Santa Rachele«Così dice il Signore: “Una voce si od

e

da Rama, lamento e pianto amaro: Ra-

chele piange i suoi figli, rifiuta d’essere

consolata perché non sono più”».(Geremia 31,15)

Rachele è una matriarca, una delle grandi

donne e madri della Bibbia, il cui amore

per i suoi figli è testimoniato da queste

parole del Libro di Geremia. Il versetto

qui sopra è citato anche nel Nuovo Te-

stamento in riferimento alla strage degli

innocenti, ordinata dal re Erode nel suo

intento di uccidere il Bambino Gesù. Ra-

chele, la matriarca, è colei che ha dato il

nome al nuovo Centro di accoglienza

inaugurato recentemente a Gerusalemme

per i figli degli immigrati in Israele. Un

modo per sottrarli ai pericoli di chi è co-

stretto a crescere lontano dai genitori.

al lavoro anche per 12 ore al giorno. Il se-condo motivo è che i cattolici di linguaebraica che vivono in Israele (anch’essisempre più numerosi) si sono impegnati inun servizio importante, che li riunisce e lifa sentire comunità.Ma per capire meglio le motivazioni dellanascita di questo nuovo Centro, occorreconoscere nel dettaglio come stanno lecose in Israele.La struttura di accoglienza per bambini eragazzi figli di immigrati risponde ad unodei problemi più drammatici della popola-zione di stranieri che vive in Israele: i mi-granti – spiegano dal Patriarcato Latino diGerusalemme – durante la loro lunga giornatalavorativa sono costretti a portare i propri

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i [email protected] 25

bambini sono morti inqueste strutture e altrisono tornati a casa congravi problemi. E’ perquesto che la Chiesa hadeciso di affrontare l’e-mergenza con l’aperturadel nuovo Centro inti-tolato a Rachele.Ma c’è di più: ad impe-gnarsi in questo serviziosono i cattolici di linguaebraica, una minoranzain Israele, in quanto laquasi totalità dei cri-stiani di Terra Santa ècostituita da arabi diorigine palestinese. Daqualche anno, però, stacrescendo la comunitàcattolica “di espressioneebraica”, formata daisraeliani di fede cri-stiana, da chi si è tra-sferito in Israele da altre nazioni e da chiè arrivato come migrante. Ecco perché ilVicariato di San Giacomo per i cattolici dilingua ebraica ha deciso di inaugurare ilCentro Santa Rachele: un luogo che rispondead un bisogno della società ma che è ancheoccasione di servizio e ritrovo per lacomunità cattolica di espressione ebraica.

Fino a qualchedecennio fa i cri-stiani di Terra Santa eranosolo arabi. Ma attenzio-ne: non erano diventatitali dopo essersi con-vertiti dall’islam al cri-stianesimo! Erano semprestati cristiani, da millenni,discendenti dei primidiscepoli di Gesù, e fieridi esserlo (anche perchéil cristianesimo è nato inquesta terra ben sei se-coli prima dell’islam).Negli ultimi decenni, in-vece, la società israelianaè cambiata molto: sonoarrivate molte personeda diversi Stati (come,ad esempio, la Russia)di fede cristiana, anzichéebraica, alle quali è statadata cittadinanza israe-liana; inoltre molti mi-granti (di fede cristiana)sono giunti in Israele percercare lavoro. Tutto ciòha fatto sì che la pre-senza di cristiani di linguaebraica crescesse.

CRIS

TIAN

I DI T

ERRA

SAN

TAfigli presso strutture non autorizzate, chia-mate “magazzini dei bambini”, dove i piccolivengono tenuti in locali affollati e insicuri,gestiti da persone spesso inaffidabili; nelcorso dell’ultimo anno e mezzo, sette

Il Patriarcato Latino di Gerusalemme è suddiviso inpiù Vicariati, cioè in settori che si occupano dei cattolici

accomunati da una particolarità (geografica o linguistica). IlVicariato di San Giacomo è quello che riunisce i cattolici diespressione ebraica.

VICARIATO DI SAN GIACOMO

A fianco e in basso: Centro Santa Rachele(Gerusalemme) - Bambini migranti giocano con ivolontari.Sotto: L’icona delle matriarche di Israele, tra cuiRachele (alla quale il Centro è dedicato), è statascritta dalla Comunità monastica della PiccolaFamiglia della Visitazione.A sinistra: Nel Centro Santa Rachele di Gerusalemmei ragazzi di età scolare trovano anche un aiutonello svolgimento dei compiti per casa.

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MISSIONARIO IN PAPUA NUOVA GUINEA

verso la riva. La mattina dopo la cercammolungo le sponde, ma non la trovammo. Forseil coccodrillo l’aveva ingoiata pensando fosseun buon pasto serale. Per lungo tempo rimasisprovvisto del necessario per le celebrazioniliturgiche, poi scrissi all’Opera Apostolicadelle Pontificie Opere Missionarie a Romaper potere avere quello che mi era necessarioper la celebrazione dei sacramenti e dellaMessa. Ricevetti tutto e subito. Insieme almateriale liturgico ricevetti anche una letterasu cui c’erano i nomi delle persone cheavevano donato ogni oggetto. Scrissi a tuttiper dire il mio grazie e quello delle piccolecomunità che visitavamo una volta ognitanto, quando la pioggia lo permetteva e icoccodrilli non erano affamati.Senza l’aiuto di tanti amici e benefattoridell’Opera Apostolica noi missionari dellefrontiere ci troveremmo in grande difficoltàper poter evangelizzare coloro che hanno di-ritto a ricevere Gesù con la Parola, i sacramentie le opere di misericordia. Grazie, amici!

Padre Dino CobiriIrian Jaya (Papua Nuova Guinea)

Tutta colpadel coccodrilloTutta colpadel coccodrilloPrima di lasciare le comunità delle mon-

tagne Star (in Papua Nuova Guinea), ce-lebrai la Santa Messa. Per poter spiegare aipresenti quello che stavamo per fare contutte quelle “parole e oggetti strani”, il ca-techista ed io facemmo tardi quella sera nelvillaggio di Kalà. Ci aspettava ancora parecchiocammino nella giungla e poi un tratto in ca-noa. Mentre stavamo attraversando il fiume,feci un movimento brusco, il catechista chepilotava la canoa perse l’equilibrio e finimmotutti e due in acqua. La mia preoccupazionefu quella di salvare la borsa contenente tuttigli oggetti per celebrare la Messa, necessarioche mi ero portato dietro perché quella tribùnon aveva mai visto un prete e non avevamai sentito parlare di Gesù.Ad un certo punto il catechista mi fececenno che c’era un coccodrillo in arrivo. Fecicadere la borsa in acqua con tutti gli arredisacri e cominciai a nuotare velocissimamente

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Sceneggiatura e disegni di Saverio Penati

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Hitler, führer e cancelliere del ReichDittatore della Germania, Adolf Hitler ascese al potere assumendo i titoli di führer e cancellieredel Reich (termini utilizzati per definire il capo del governo tedesco durante il regime nazista).Invase gran parte dell’Europa negli anni Trenta, privando la popolazione di ogni libertà eprovocando milioni di morti in seguito alla persecuzione contro ebrei ed oppositori politici.Alleato di Benito Mussolini, dittatore fascista in Italia, anche gli ebrei italiani hanno subito leleggi razziali e sono stati vittime del nazi-fascismo. Josef Mayr Nusser, come soldato, si rifiutò digiurare fedeltà a Hitler e per questo fu ucciso.

Campi di concentramentoLa Germania nazista tentò di sterminare tutti gli ebrei che vivevano nei Paesi europei occupatidal regime. Secondo l’ideologia nazista la ‘razza’ ebraica era pericolosa (oltre che inferiore) edoveva essere eliminata. Iniziò una vera e propria persecuzione contro gli ebrei (l’Olocausto), chevenivano rastrellati, deportati su treni come bestie e condotti forzatamente nei ‘campi di concen-tramento’. In queste strutture carcerarie all’aperto, vivevano migliaia di persone in condizionidisumane, sottoposte a lavori forzati, maltrattate, per poi essere uccise nei modi più barbari.

Il nazismo e il buio della storiaLa parola ‘nazismo’ è la contrazione dellaparola ‘nazional-socialismo’. Si tratta di un movi-mento politico che nacque in Germania nel 1933e si diffuse in gran parte dell’Europa durante laSeconda guerra mondiale, prima di essere sconfittodagli Alleati. Fu un regime caratterizzato da unadittatura spietata, che teorizzò la superioritàdella ‘razza ariana’, ovvero dei tedeschi, rispettoa tutti gli altri popoli. Inoltre privava delleprincipali libertà ed eliminava anche fisicamentegli avversari politici e le categorie ritenute inferiorio dannose per la società. Molti storici lo hannodefinito, a ragione, il periodo più buio della storia europea.

i [email protected] 31

In alto: Mein Kampf (in italiano, “La mia battaglia”) è il libropubblicato nel 1925 nel quale Hitler espose il suo pensieropolitico e spiegò la dottrina nazista.Sopra: La svastica, simbolo delnazismo.A destra: Gerusalemme(Israele) - Monumenti inricordo della più grandebarbarie della storiaperpetrata contromilioni di ebrei.

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GIORNATA MISSIONARIA

DEI RAGAZZI

L’immagine sceltaper la GiornataMissionaria deiRagazzi (che laChiesa invita acelebrare il 6gennaio di ognianno) è, per il2017, quella diuno shuttle cheva a tutta velo-cità intorno alpianeta Terra elo circonda conun grande cuore,a significare cheil mondo è alcentro del cuoredi Gesù.Lo slogan sceltoper la Giornatadi quest’anno è,infatti, “A tut-to cuore”: unmotto che riprende il tema dellaGiornata Missionaria Mondiale ce-lebrata lo scorso 23 ottobre,incentrata sulla misericordia.La misericordia è stata al centrodell’Anno Giubilare conclusosinel novembre scorso. Ma papaFrancesco lo ha detto più volte:anche se il Giubileo è terminato,dobbiamo continuare a vivere lamisericordia con la stessa in-tensità sperimentata durante tuttoquesto tempo straordinario.Così anche i Ragazzi Missionari,

GIORNATA MISSIONARIA DEI RAGAZZI 2017

Caro GesùTi prego affinché ogni bambino possa avere

una famiglia che lo accudisca

del cibo per nutrirsi

e una buona istruzione.

Aiutaci a migliorare questo mondo

aprendo le nostre porte ai tanti

bambini che fuggono dalla loro terracosì da vincere l’in

differenza.

Donaci un cuore grande

come il tuo! Amen.

Andrea(Seminario minore di Aversa)

Via Aurelia 796 – 00165 roma

tel. 06 6650261 – www.missioitalia.it

[email protected]

pontificie opere missionarie

A tutto cuoreA tutto cuore

invitati a vivere “a tutto cuore”la loro vita, sono chiamati adaiutare i loro coetanei in dif-ficoltà: le offerte raccolte nellevarie chiese il 6 gennaio vengonoinviate alla Fondazione Missio edestinate al Fondo Universale diSolidarietà delle Pontificie OpereMissionarie, con il quale sonosostenute le richieste dei mis-sionari provenienti da tutto ilmondo. Ecco qualche esempio diprogetti da realizzare.

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PERÙ - Vicariato apostolico di Iquitos

MANUTENZIONE DI DUE SCUOLE

PRIMARIE E MENSA

Acquisto di alimenti (riso, zucchero, latte, avena,

banane, carne, pesce, uova, olio, sale e verdure) per

questa zona dell’Amazzonia molto povera, in cui

vivono famiglie delle etnie awajùn e huampis.

• 553 bambini

• Richiesta: € 15.000

UCRAINA - Diocesi di Ivano-Frankivsk,

Stanislaviv Degli Ucraini

ARREDAMENTO SALA MULTIUSO

La sala viene utilizzata come refettorio, sala-

giochi e oratorio, oltre che per la riunione set-

timanale dei bambini dell’Infanzia Missionaria.

Adesso è necessario acquistare lampade, ma-

teriale elettrico e altro per finire la sala.

• 100 bambini• Richiesta: € 3.500ISOLE COOK - Diocesi di RarotongaSOSTEGNO A BAMBINI BISOGNOSI

Spese per cibo, vestiario e tassescolastiche per i bambini bisognosidella diocesi. I genitori partono perandare a lavorare fuori, lasciando ifigli con i nonni che, però, fanno faticaa sostenere i nipoti: spesso nonhanno i mezzi sufficienti per prov-vedere alle loro necessità.

• 30 bambini• Richiesta: € 1.800

SUD SUDAN - Arcidiocesi di JubaPROGRAMMI DI FORMAZIONEAcquisto di bibbie, sedie, tavoli, libri, filmreligiosi, libri di lettura. La cappella del SantoRosario è un luogo di preghiera all’interno dellaparrocchia St. Joseph. L’obiettivo è quello diaiutare i bambini a crescere bene, offrendoloro una buona formazione cristiana.

• 600 bambini• Richiesta: € 5.400

SRI LANKA - Diocesi di JaffnaIMPIANTI DI ACQUA POTABILE PER LA SCUOLACosto dei materiali e di manodopera perrealizzare un pozzo. La mancanza di acquapotabile si riscontra in molti villaggi, inparticolare nei mesi estivi, ed i bambinidella scuola sono colpiti da questo pro-blema.

• 300 bambini• Richiesta: € 2.000

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Il 29 gennaio 2017 si celebra la 64esima G

iornata mondiale dei m

alati di lebbra. Nella foto Jose Soccal (Centro m

issionario diocesano di Belluno) visita un lebbrosario del Cairo (E

gitto).

«Non indugiare a

visitare un malato,

perché per questo sarai

amato».

(Sir 7, 35)

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U n testardo ottimista. Così eradon Giovanni Bosco, amico dei

ragazzi, artista, educatore paziente esanto, nato 202 anni fa a Castelnuovod’Asti. Sarebbe stato bello conoscerlo,abbracciare la sua mamma Margherita,mescolarsi ai bambini dell’oratorio diValdocco a Torino, farsi raccontare imeravigliosi sogni che lo portavano lontanonel tempo e nello spazio.Per avvicinarsi alla storia appassionantedel fondatore della Società salesiana (1859)si possono sfogliare le pagine del volumettodi Agata Reitano Barbagallo “Don Bosco loconosco? Un sogno che ha lasciato ilsegno” (Effatà Editrice). Fin dalla copertinacolorata, il libro si presenta come una gra-devole raccolta di filastrocche, rebus, giochie pagine da colorare, attraverso cui cono-scere la storia di don Bosco, l’amico cheama i bambini, come leggiamo nell’intro-

duzione, “e livuole felicinel tempoe nell’e-ternità

Sca ff aleSca ff ale

Sca ff ale

LIBRI

Sca ff ale

L’amicodei giovaniL’amicodei giovani

e per questo insegna loro un metodo facileper farsi santi: compiere bene il propriodovere e stare sempre allegri”.Compagno di lettura è il simpatico caneFido, nato dalla matita di Silvia Aimar, il-lustratrice del libro, che dà fondo alla suafantasia con simpatici disegni e fumettiin bianco e nero. Fido spiega le parole‘difficili’, contenute neltesto, in piccoli riquadriche sono approfondi-menti storici e geograficiessenziali. Tutto servead imparare divertendo-si, in perfetta armoniacon lo stile educativosalesiano che fa dellostudio un momento dicrescita a cui nonpossono mancarela curiosità e ildivertimento.

Agata Reitano BarbagalloDon Bosco lo conosco?Un sogno che ha lasciato il segnoEffatà EditricePagg. 80Nelle librerie più fornite o sul sito www.editrice.effata.it

€ 7,00

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Don Giovanni Bo-sco è il fondatoredella famiglia religiosadei Salesiani, che in duesecoli di storia si è diffusain tutto il mondo ed haaperto scuole in tantearee dimenticate del pia-neta. Se molti bambinie ragazzi di vari Paesipoveri hanno studiato esi sono formati, è graziealle scuole salesiane chehanno garantito loro ildiritto all’istruzione.

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Inverno in quiz Inverno in quiz Inverno in quiz

Inverno in quiz

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A cura di Irene Guerrieri

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