rivista maggio-giugno 2011

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mici di Gesù Crocifisso A Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Cr ocifisso” In caso di mancato recapito inviare al CPO di Macerata per la restituzione al mittente previo pagamento resi SOMMARIO 2. P. A. Pierangioli S. Paolo d. C.: 5 – Peregrinazioni alla ricerca del “Monte Santo” 3. P. A. Pierangioli S. Paolo d. C.: 6 - Giovane Fondator e 4. P. R. Cecconi Meditiamo con il Vangelo di Matteo 5. Coltorti M. Grazia La santità è amore 6. Manuela Peraio Miracoli Eucaristici 7. Manuela Peraio Miracoli EucaristiciCongressi Eucaristici Nazionali 8. P. L. Mazzoccante Passionisti-Chiesa e Società 9. Autori Vari Corso di formazione 11. Autori Vari Festa della Passione e Peregrinatio Crucis 13. G. Di Pompeo-O. Erasmi Incontr o con Mons. Michele Seccia 14. Testimonianze Maggio - Giugno 2011 - Anno XII n. 3

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amici, gesu, crocifisso

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mici di Gesù CrocifissoA Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Cr ocifisso”

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SOMMARIO2. P. A. Pierangioli S. Paolo d. C.: 5 – Peregrinazioni alla ricerca del “Monte Santo” 3. P. A. Pierangioli S. Paolo d. C.: 6 - Giovane Fondator e4. P. R. Cecconi Meditiamo con il Vangelo di Matteo5. Coltorti M. Grazia La santità è amore6. Manuela Peraio Miracoli Eucaristici7. Manuela Peraio Miracoli EucaristiciCongressi Eucaristici Nazionali8. P. L. Mazzoccante Passionisti-Chiesa e Società9. Autori Vari Corso di formazione11. Autori Vari Festa della Passione e Peregrinatio Crucis13. G. Di Pompeo-O. Erasmi Incontro con Mons. Michele Seccia14. Testimonianze

Maggio - Giugno 2011 - Anno XII n. 3

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5 – S. Paolo della Croce: Peregrinazioni alla ricerca del “Monte Santo”di P. Alberto Pierangioli

Maggio 2011

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Dopo il fallimento del viaggio aRoma, per presentare al papala regola del nuovo istituto,

Paolo Danei va nella basilica di S.Maria Maggiore e davanti all’imma-gine della Madonna emette il votodella Passione: amare e fare amareGesù Crocifisso. É il voto fondamen-tale per il nuovo istituto. Era sicurodella sua missione, ma non era chiaroal santo dove e come iniziare l’operadi Dio. Alla fine di settembre 1721Paolo lascia Roma, diretto al MonteArgentario contemplato nel viaggiodi andata a Roma, facendo poi a piediil difficile tragitto da Civitavecchia almonte che lo attira. Da Civitavecchiascrive al fratello Giambattista perassicurarlo che per attuare il disegnodi Dio è disposto ad andare “sino incapo al mondo”. Ottiene dal vescovodi Pitigliano il permesso di abitareall’eremo dell’Annunziata sul MonteArgentario. Poi parte per Castellazzoper prendere il fratello Giambattista,che fa vestire dal suo vescovo di unabito nero come il suo. Il 28 novem-bre 1721 i due fratelli ritornano aCastellazzo vestiti dello stesso abito eprendono dimora nel romitorio di S.Stefano. Il 22 febbraio 1722 lascianoCastellazzo diretti al monteArgentario, nel romitoriodell’Annunziata.

Trovano un panorama incantevo-le, tanta solitudine, pace e possibilitàdi dedicare tante ore del giorno edella notte alla preghiera, ma anchetanta povertà. Per sopravvivere rac-colgono l’erba spontanea del bosco,ma fisicamente si riducono ad esserecome delle ombre da fare paura.Iniziano presto anche un denso apo-stolato nei due paesi vicini diPortercole e S. Stefano.

Verso la fine del 1722 arriva aidue fratelli un invito di MonsPignatelli, vescovo di Gaeta: “Venitein diocesi, troverete qui un luogoadatto per la vostra vocazione epotrete lavorare molto per la gloria diDio e il bene delle anime”. Paolo,attento ai segni di Dio, accetta e partecon Giovambattista per Gaeta, dovesono accolti nel romitorio di S. Mariadella Catena. Qui iniziano una vitacomunitaria con alcuni giovani venutida Castellazzo, tra cui AntonioSchiaffino, che ha ambizione di fon-datore. Ma non è facile accettare ilritmo di vita chiesto da Paolo.Iniziano difficoltà e divisioni nellacomunità.

Nel 1724 arriva a Paolo un altroinvito da Mons. Emilio Cavalieri,

santo vescovo di Troia e Foggia.Paolo e il fratello partono per Troia,accolti in episcopio dal vescovo cheha capito sul serio la vocazione diPaolo. Anche la spiritualità del vesco-vo è incentrata sul Crocifisso, conuna austerità di vita eccezionale.Mons Cavalieri è entusiasta dell'apo-stolato dei Danei e incoraggia il pro-getto di Paolo: «E’ davvero un'opera

di Dio che vedrete uscire per vieocculte ed incognite». Ma il vescovo,oltre ad essere un sant'uomo, possie-de una grande competenza giuridica epastorale. Nell'esaminare la regolascritta da Paolo a Castellazzo, rilevala ricchezza d'ispirazione divina, maanche la povertà di conoscenze legalie pratiche. Dà a Paolo alcuni appuntiessenziali da aggiungere alla regola egli fa capire che per impiantare nellaChiesa una nuova fondazione civuole il papa e deve diventare sacer -dote. Il 5 marzo 1725 Paolo riprendela via di Roma, dopo aver pregato nelsantuario dì san Michele Arcangelosul Monte Gargano.

A Roma incontra due prelati prov-videnziali: Mons Marcello Crescenzie il card. Marcello Corradini, chediventano i primi pilastri romani del-l'opera di Paolo che lo appoggerannoper tutta la vita. Il 21 maggio gliottengono un incontro con il papaBenedetto XIII presso la chiesa dettadella Navicella al Celio. Il papa auto-rizza Paolo a “radunar compagni»,cioè, avviare la fondazione dellanuova famiglia religiosa. Purtroppo ilpermesso resta «a viva voce» e nonha valore giuridico, ma per Paolo ètutto.

A fine giugno Paolo eGiambattista rientrano nel romitoriodì Santa Maria della Catena a Gaeta epoco dopo, sfrattati dai proprietari delromitorio, passano al santuario dellaMadonna della Civita presso Itri,vicino a Gaeta. Non vedendo chiaro

l’avvenire, Paolo nel settembre 1726torna a Roma dal Corradini che losceglie come responsabile dell'assi-stenza ai malati e della disciplina del-l'ospedale di San Gallicano, da luifondato. Il 7 giugno 1727 Paolo eGiambattista sono consacrati sacer-doti dal papa Benedetto XIII nellabasilica di San Pietro. San Gallicanosi rivela una tappa importante, manon il traguardo.

Nel febbraio 1728 Paolo ottienedal cardinale Corradini di ripartireper il Monte Argentario. Ha 34 anni,è sacerdote, pieno di ener gie e diesperienza per iniziare l’opera di Dio;tutti ingredienti per costruire il futu-ro. Nel romitorio dell’Annunziata si èinsediato lo Schiaf fino. Ottiene diabitare nel misero romitorio di S.Antonio, che sarà la culla della primacomunità passionista.Paolo aveva peregrinato per circa 8anni in varie zone del centro-sudd’Italia, tra sof ferenze e delusioni:Monte Argentario, Gaeta, Itri, Troia,Roma, alla ricerca del luogo scelto daDio per iniziare la sua opera.Finalmente il Monte Argentario vincee sarà il monte santo dei Passionist i.

Romitorio di S. Antonio: culla della Congregazione passionista

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Nel febbraio 1728, dopo circaotto anni di peregrinazioni,Paolo torna al Monte

Argentario (GR), dove, nel romitoriodi S. Antonio, inizia stabilmente laprima comunità passionista. Ha 34anni; è sacerdote ed è nella pienamaturità fisica e spirituale. Le varieesperienze, le lunghe peregrinazioni,le difficoltà, le delusioni e i fallimentilo hanno maturato e illuminato perconoscere anche gli aspetti praticinecessari per fondare la nuova fami-glia religiosa. Ma lo attendono ancoraaltri otto anni di dif ficoltà, contrasti efallimenti; la strada è ancora in salita,ma oramai non cammina più al buio,non solo gli è chiara la meta, ma anchela strada per arrivarvi. Nel piccolo epovero romitorio di S. Antonio siprova a vivere la regola completata daisuggerimenti pratici di MonsCavalieri. Arrivano i primi candidatialla vita passionista. Per alcuni anni èun continuo via vai: vengono e vannovia. La vita è molto rigida; le forme dipenitenza sono tante e molto serie:astinenza perpetua dalla carne, si vasempre a piedi scalzi, la povertà èassoluta, la vita è fatta di preghiera, distudio e meditazione della Parola diDio. A mezzanotte c’è la levata per tre

ore di preghiera. Non è facile resisterea questo tenore di vita nel romitorioche Paolo stesso chiama “povero tugu-rio, così piccolo e miserabile da muo-vere a pietà, ma molto a proposito perattendere alla perfezione e stare ritira-ti”. Il piccolo gruppo si forma e sisparpaglia continuamente. Paolo sidedica pienamente alla formazionedella comunità, man mano che si rin-

nova. Ha un forte incoraggiamento inMons Cristoforo Palmieri, vescovo diSoana e Pitigliano, dal quale dipendel’ospizio. Si sperimenta la regola neisuoi vari aspetti, non solo eremitici ecenobitici, ma anche missionari. Paoloe Giambattista già predicano missionipopolari. Nel 1733 la comunità èridotta di nuovo ai soli fratelli Danei,Paolo e Giambattista che è ombra edeco di Paolo. Poi Dio comincia a man-dare a Paolo alcune vocazioni fonda-mentali: la prima e più importante è ilgiovane sacerdote P . FulgenzioPastorelli, grande servo di Dio, colon-na della Congregazione nascente,della quale può essere considerato ilterzo fondatore. Primo maestro deinovizi, primo superiore della primacasa della congregazione sul MonteArgentario. Arriva poi FratelGiuseppino Petruzzelli, piccolo fratel-lo laico, siciliano, un grande mistico eun operaio instancabile. Segue P .Marcaurelio Pastorelli, sacerdote deireligiosi dottrinari, dotto e santo,un’altra colonna della congregazione,formatore delle prime generazioni pas-sioniste, insieme a P . Fulgenzio. Poiviene P. Tommaso Struzzieri diSenigallia, laureato alla Sapienza diRoma, sacerdote e predicatore famoso.

Sarà anche lui un confondatore, unservo di Dio e poi il primo vescovopassionista in Corsica e a Todi. Sonocolonne solidissime per la nascenteCongregazione.

Verso l’inizio del 1731 Paolo hacome una visione della Vergine Maria,che gli sorride da una pianta di ulivo egli dice che lì deve sor gere la primacasa della Congregazione. Il sito indi-

cato dalla Madonna è interritorio di Orbetello cheappartiene alla giurisdi-zione del card Lorenzo Altieri diRoma. Con l’aiuto di benefattori,Paolo inizia la costruzione del conven-to. Per sette anni il cardinale gli rende-rà la vita impossibile. Paolo rispondecon una pazienza senza limiti e conaltrettanta tenacia. Costruito il con-vento e la chiesa, il cardinale non dà ilpermesso di celebrarvi la messa e diconservarvi l’Eucaristia. Vuole cam-biare alcuni punti della regola diPaolo, troppo rigidi, tra cui la possibi-lità di possedere beni stabili esclusidalla regola e vuole che i religiosidipendano dal vescovo e non dal papa.É stato scritto che persino le statuedella basilica di San Pietro avrebberoperso la pazienza. Paolo non la perdemai. Finalmente la pazienza del santovince: il cardinale pian piano cambiaatteggiamento e diventa poi amico diPaolo. Il 14 settembre 1737, festa dellaEsaltazione della Croce, viene bene-detta la Chiesa, dedicata allaPresentazione di Maria Santissima altempio, che a Paolo ricorda il 17°anniversario del suo addio alla fami-glia. Il 15 maggio 1741 BenedettoXIV approva, per la prima volta, laregola del nuovo istituto con il nomedi «Congregazione dei MinimiChierici Scalzi sotto l'invocazionedella S. Croce e Passione di GesùCristo». Aveva detto: “Questo istitutosorto per ultimo nella Chiesa dovevaessere il primo”. L'undici giugno 1741Paolo e i primi sei compagni emettonola professione pubblica dei tre votireligiosi, più il quarto cioè: promuove-re la grata memoria della passione diGesù nei fedeli, insegnando loro ameditarla. Paolo Danei prende il nomedi Paolo della Croce. Nel 1769Clemente XIV, approvando l'istitutocome congregazione di voti semplici edonandole la partecipazione a tutti iprivilegi degli ordini mendicanti edelle congregazioni regolari già appro-vate, diede stabilità giuridica alla con-gregazione. Alla morte del fondatorela congregazione era una realtà nellaChiesa, espressa in 12 ritiri con 176religiosi; ma a causa delle normerestrittive dei governi illuministi deltempo, i ritiri erano circoscritti nelloStato Pontificio, eccetto duesull’Argentario.

[email protected]

6 – S. Paolo della Croce: Giovane Fondatore di P. Alberto Pierangioli

Giugno 2011

Monte Argentario: Convento della Presentazione,primo “ritiro” passionista

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è un indizio che mostra quanto egli siacombattuto. Da un lato, infatti, nonvuole abbandonare Gesù, dall’altronon riesce a condividere fino in fondoil cammino del Maestro, facendo pre-sagire il compimento della predizionedi Gesù circa il suo rinnegamento (Mt26,34; 26,69-75).

Gesù, il Figlio dell’uomodichiarato reo di morte

I sommi sacerdoti e il sinedrio cer-cano una falsa testimonianza controGesù per ucciderlo. L ’Evangelista cimostra immediatamente il piano dellasuprema autorità religiosa e giuridicadel giudaismo dell’epoca, la quale siserve del proprio potere per annienta-re, con ogni mezzo, una persona di cuiha solo invidia (Mt 27,18). Nonostantei molti falsi testimoni che si sono fattiavanti, il sinedrio non riesce a trovarenulla da imputare contro Gesù. Allafine si presentano due persone, che loaccusano di aver dichiarato di posse-dere il potere di distruggere il tempio edi riedificarlo in tre giorni. Chi annun-ciava la distruzione del tempio potevaincorrere nella condanna a morte, cosache a suo tempo rischiò ancheGeremia (Ger 26,7-11) il quale a nomedi Dio annunciò la rovina del tempioqualora il popolo non si fosse messo inascolto della parola del Signore (Ger26,4-6).

Anche Gesù ha annunciato ai suoidiscepoli la distruzione del tempio (Mt24,2), tuttavia questo non sembra suf-ficiente al sommo sacerdote il qualequasi lo supplica di dichiararsi circa lasua identità messianica, la quale impli-ca anche la figliolanza divina (cf. Sal2,7; 89/88,27). A questo punto Gesùfinalmente risponde al suo interlocuto-re: «Tu l’hai detto». Quest’espressionesembra avere valore af fermativo

(cf. Mt 26,25). Aquanto appenaaffermato, Gesùaggiunge il pre-annuncio del suoimminente trion-fo glorioso:«D’ora innanzivedrete il Figliodell’uomo sedutoalla destra dellaPotenza e venir esulle nubi delcielo». Questeparole fanno rife-rimento a duepassi dell’Antico

Testamento. Il primo è tratto dal librodi Daniele (Dn 7,13): parla di un figliod’uomo che sta sulle nubi del cielo, alquale viene dato un regno tale chetutte le nazioni lo serviranno. Il secon-do brano è un salmo (Sal 1 10/109,1):esso presenta la figura del Messia chesiede alla destra del Signore finchéquesti non abbia sconfitto i suoi nemi-ci. Con queste citazioni prese dallaScrittura, Gesù annuncia che, dopo lamorte di fatto decretata contro di lui,risorgerà, siederà alla destra di Dio edeserciterà un potere universale.

A questo punto il sinedrio ha inmano ciò che ha cercato fino ad ora:un’accusa contro Gesù. DichiarandosiFiglio di Dio, erede di un potere uni-versale, può essere accusato dibestemmia (Gv 10,36; cf. Gv 10,33;19,7). Interrogati, tutti si mostranosolidali nel dichiararlo reo di morte.Segue la scena in cui Gesù viene per -cosso e ridicolizzato nella sua dignitàprofetica e messianica.

La Buona Notizia

Gesù è il Cristo sofferente che con-divide tutti i patimenti a cui sono sot-toposte tante persone che parlano anome di Dio (cf. Mt 21,33-39): solitu-dine, ingiustizia, umiliazione, morte.Egli però è anche il Figlio dell’uomoglorioso che, sconfitta la morte, diven-ta Signore dell’universo. Ogni autoritàè stata consegnata a lui (Mt 28,18),mentre a nulla è valso il potere degliuomini che hanno tentato di annientareGesù. Il discepolo che lo segue rischia,ad imitazione del proprio Maestro, diperdere la propria vita. Tuttavia, seavrà il coraggio di perseverare nellasequela, quella vita che avrà donato laritroverà in pienezza (cf. Mt 16,25;24,13).

Carissimi Amici, in questa terzatappa del nostro percorsoall’interno del vangelo di

Matteo ci sof fermiamo sul brano chenarra di Gesù davanti al sinedrio.Iniziamo con la lettura-ascolto delracconto biblico.

Quelli che avevano arrestato Gesùlo condussero dal sommo sacer doteCaifa, presso il quale si erano riunitigli scribi e gli anziani. Pietr o intantolo aveva seguito, da lontano, fino alpalazzo del sommo sacerdote; entrò estava seduto fra i servi, per veder ecome sarebbe andata a finir e. I capidei sacerdoti e tutto il sinedrio cer ca-vano una falsa testimonianza contr oGesù, per metterlo a morte; ma non latrovarono, sebbene si fosser o presen-tati molti falsi testimoni. Finalmentese ne presentarono due, che afferma-rono: «Costui ha dichiarato: “Possodistruggere il tempio di Dio e rico-struirlo in tr e giorni”». Il sommosacerdote si alzò e gli disse: «Nonrispondi nulla? Che cosa testimonianocostoro contro di te?». Ma Gesù tace-va. Allora il sommo sacer dote glidisse: «Ti scongiuro, per il Dio viven-te, di dirci se sei tu il Cristo, il Figliodi Dio». «Tu l’hai detto – gli risposeGesù –; anzi io vi dico: d’ora innanzivedrete il Figlio dell’uomo seduto alladestra della Potenza e venir e sullenubi del cielo». Allora il sommo sacer-dote si stracciò le vesti dicendo: «Habestemmiato! Che bisogno abbiamoancora di testimoni? Ecco, ora aveteudito la bestemmia; che ve ne pare?».E quelli risposero: «È reo di morte!».Allora gli sputarono in faccia e lo per-cossero; altri lo schiaffeggiar ono,dicendo: «Fa’ il pr ofeta per noi,Cristo! Chi è che ti ha colpito?».

Gesù viene condotto dalsinedrio, mentre Pietro losegue da lontano

Le persone mandate dai sommisacerdoti e dagli anziani per catturareGesù conducono quest’ultimo dalGetsemani al palazzo del sommosacerdote Caifa, dove si sono già riu-niti gli scribi e gli anziani. Pietro, ini-zialmente fuggito con gli altri discepo-li (Mt 26,56), torna sui suoi passi esegue Gesù, da lontano, fino al cortiledel sommo sacerdote, per poter vederein che modo si concluderà questavicenda. Il fatto che Pietro seguaGesù, mantenendo tuttavia le distanze

4 III - MEDITIAMO CON IL VANGELO DI MATTEOGesù condannato dal sinedrio, annuncia la gloria della risurr ezione (26,57-68)

di P. Roberto CecconiCP

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ma riconosce la voce del divinoAmante e, in mezzo alle sue afflizioni,non chiederà conforto a nessuno. Lebasterà il suo Dio, anche se nascosto –Tu solo hai par ole di vita eterne (Gi6,69) -. L’Amore inonderà quellapovera anima di gioia celestiale!…Macome è possibile se abbiamo appenadetto che l’Amore le ha tolto ogni con-solazione? Questo prodigio, ci assicu-ra la nostra guida, lo può fare solo ildivino Amore.

Soffrire e godereSolo la mano paterna di Dio è in

grado di far soffrire e godere allo stessotempo. E questo dà all’anima la sicurez-za che il Signore è con lei. L ’animacapisce che tutto è opera dell’Amore,che la spinge in alto mare affinché dalleonde furiose innalzi il cantico di unamore sempre più puro – Le grandiacque non possono spegner e l’amore(Ct. 8,6) -. In questa sofferenza le è diconforto sapere che la prima, ad essereportata dall’Amore in mezzo all’oceanodi dolori, fu Maria Santissima, la creatu-ra più amata da Dio, la più santa, quellache più ha amato Dio e gli uomini.

Il desiderio, espresso dal più pro-fondo, di crescere nel cammino del-l’amore fa sì che l’Amore stesso laconduca subito nel deserto, spoglian-dola di tutto, abbandonandola in unapaurosa solitudine e in fitte tenebre: èla solitudine del Calvario che precedela morte mistica, come già avvenuto alsuo Amore.

La Madre Marcucci ci avverte che,se questo cammino sembra triste eoscuro, è perché ancora non si sonoconosciuti i suoi intimi e celesti godi-menti – Gustate e vedete quanto èbuono il Signor e(Sal. 33,9) – noncessa di ripetere l’anima che lo ha pro-vato.

L’anima che dubita, comincia adavere paura e a non credere nell’amo-re, non riesce ad abbandonarsi cieca-mente in Dio e si ritrova così ad

affrontare uno scontro fondamentaletra due amori: amore di Dio e amorproprio. Se trionfa l’amore divino,abbandonandosi ad esso, l’anima trovasubito tutto e non le manca più niente.

“Il Signore è il mio Pastor e, nonmanco di nulla. Su pascoli erbosi mifa riposare” (Sal. 22,1-2): sono questele anime privilegiate che Gesù ricono-sce come sue pecorelle; riconoscono illoro Pastore dai richiami amorosi concui le invita a seguirlo. Queste animeormai si alimentano solo alla medesi-ma fonte a cui si alimentava il Verbofatto Uomo: la volontà di Dio.L’Amore, che le ha guidate, più chemai sarà loro compagno e protettoredai nemici nell’ora estrema, nelmomento dal quale dipenderà l’eterni-tà. In quell’istante tutto ci sarà strap-pato e ci mancherà. Coloro che davve-ro amano, però, non avranno bisognodi niente e di nessuno, l’Amore lidifenderà, li consolerà, li salverà.

[email protected]

“Il Signore lo guidò da solo”(Dt. 32,12.)

Perché un padre prende sulle spalleun figlio? Se il figlio avesse forze suf-ficienti non lo porterebbe sulle spalle,ma lo inviterebbe solo ad andare insie-me con lui, accompagnandolo. Ma sic-come il padre conosce l’asprezza delcammino e le poche forze del figlio, losolleva e lo porta su di sé per evitareche si fermi e ai primi osta-coli, impaurito, torni indie-tro. Questa attenzione e curail Signore riserva a quelleanime che si donano a luitotalmente, senza cercarealtro che il suo amore.

Senza di Luinon possiamofare nulla

Il Signore, che conoscele nostre debolezze e fragili-tà, ancor più sostiene leanime che si abbandonanocon fiducia a Lui e le condu-ce per sentieri aspri e diffici-li: in alto mare dove dovran-no lottare contro le acqueforti delle tentazioni; nellesolitudini del deserto dovefarà loro sentire penosiabbandoni e oscure notti.Egli sa bene che senza di Luinon possiamo fare nulla, nonostantetutte le nostre dichiarazioni di fedeltàfino alla morte e per questo ci assicurache ci caricherà sulle sue spalle e citerrà nelle sue mani.

Quanto consolante e rassicurante èquesto pensiero, soprattutto neimomenti difficili della nostra vita!

Ci assicura, Madre MaddalenaMarcucci, che solo la mano divina puòsostenere le anime elette che generosa-mente progrediscono nel doloroso eglorioso cammino in cui le conducel’Amore. Egli non permette che qual-cuno o qualcosa possa confortarle – Iosono il tuo consolator e (Is 51,12) –dice il Signore. Non bastano più leparole degli uomini, sono necessariequelle di Dio, che sono quelle dellaSacra Scrittura: “Nessuno le rapiràdalle mie mani” (Gv 10,28), “Ne avròcura come la pupilla dei miei occhi”(Sal. 17,8), “Sono io, non temete” (Mt14,27); di queste parole Dio si serveper parlare alle anime, rievocandolenel loro intimo. In quei momenti l’ani-

X - “LA SANTITÁ É AMORE” di Madre M. Maddalena MarcucciL’AMORE E’ L’UNICA GUIDA DELL’ANIMA CHE AMA

di Maria Grazia Coltorti

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6 VERSO IL CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE ANCONA 4-11 SETTEMBRE 2011

MIRACOLI EUCARISTICIdi Manuela Peraio

Il 28 marzo 1171, giorno diPasqua, nella chiesa ferrarese diSanta Maria in Vado, durante la

solenne Celebrazione eucaristica pre-sieduta dal priore Pietro da Verona,assistito da padre Bono, padreLeonardo e padre Aimone, allo spez-zar del pane l’ostia consacrata divennecarne, e ne uscì un forte fiotto di san-gue che macchiò la piccola e bassavolta sovrastante l’altare

Udita la notizia, che aveva fattosubito il giro della città, accorsero l’al-lora arcivescovo Amato e l’omologodi Ravenna, Gherardo: ascoltati i testi-moni oculari, dichiararono che quelloera vero e realissimo sangue miracolo-so di Nostro Signore.

Il miracolo è citato anche da altrefonti: nel 1 197 Giraldo Cambrensescrisse la “Gemma Ecclesiastica”,ricordando l’evento. Papa Eugenio IV,in una bolla del 30 marzo 1442, scrisseche la Chiesa di Santa Maria in Vado“deve essere onorata, perché in essa ilcorpo e sangue di Cristo apparveromanifestamente durante la messa”. Lemacchie di sangue sono custodite inun piccolo tempio all’ interno dellabasilica, affidata attualmente allaCongregazione dei Missionari delPreziosissimo Sangue, fondata da SanGaspare del Bufalo.

Durante una guerra scoppiata nel1453 tra il Delfinato e il Ducato diSavoia, la città piemontese di Exilles,in Val di Susa, venne saccheggiata datruppe armate francesi e della soldata-glia, fatta irruzione nella chiesa delpaese, sottrasse gli oggetti di valore,tra cui il Santissimo. Per rivendere larefurtiva fu scelta Torino, raggiunta il9 giugno 1453, giorno del CorpusDomini. Gli oggetti trafugati eranostati caricati su di un mulo, che strana-mente si fermò innanzi alla chiesa diSan Silvestro, senza più voler prose-guire. Padre Giovan Battista Semeria,che redasse una Storia della ChiesaMetropolitana di Torino, così ricordaciò che avvenne immediatamentedopo: « Quando il mullo fu entrato perporta Sigusina per grazia e voluntà deDio se fermò insino che innanzi laCiesa di Santo Silvestro, e yvi se gittòa terra, e furono dislegate la balle pervoluntò de Dio senza adjuno humanoed usì fori il vero Corpus Domini cumil reliquario in aere miracolosamentecum grande splendor e et ragij cheparia il sole... »

In effetti, l’ostia non cadde a terra,secondo le testimonianze, ma rimasesospesa in aria per lungo tempo, tral’ammirazione dei presenti. La notizia

fece scalpore, e il vescovo Ludovicoda Romagnano accorse di tutta fretta,in processione: alzato al Cielo un cali-ce, l’ostia vi si depositò e venne porta-ta trionfalmente in Duomo.

A Morrovalle, in provincia diMacerata, nella chiesa di SanFrancesco, tra il 16 e il 17 aprile 1560si sviluppò un incendio, che distrussequasi completamente l’edificio e gliarredi sacri.

Dieci giorni dopo, il 27 aprile, , fu

rinvenuta un’ostia consacrata miraco-losamente intatta, mentre il vaso d’ar -gento che la conteneva era stato fusodalle fiamme. Tutta la popolazioneaccorse per constatare il miracolo, e ilSantissimo Sacramento rimase espo-sto per tre giorni e tre notti.

La particola consacrata, custoditain una cassetta ornata d’avorio, non èperò giunta fino ai tempi nostri: sem-bra che già nella prima metà del secoloXVII non si conservasse più.

DAL “MESSAGGIO D’INVITOAL XXV CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE”

“Signore, da chi andremo?” (Gv 6,68) è l’icona biblica scelta per illuminareil nostro cammino personale e comunitario in vista della celebrazione delCongresso Eucaristico Nazionale, che si terrà ad Ancona dal 3 all’11 settembreprossimi.“Signore, da chi andremo?” è la confessione che l’apostolo Pietro rivolge aGesù, a conclusione del discorso sulla Parola e sul pane di vita, nel sesto capi-tolo del Vangelo di Giovanni. È anche la provocazione che, dopo duemila anni,ritorna come questione centrale nella vita dei cristiani. In un contesto di plura-lismo culturale e religioso, il problema fondamentale della ricerca di fede sitraduce ancora nell’interrogativo: “La gente chi dice che sia il Figlio dell’uo-mo?… Ma voi, chi dite che io sia?” (Mt 16,13.15) ….occorre ripartire sempredalla salvezza cristiana nel suo preminente carattere di avvenimento, che èl’incontro con il Risorto, Gesù il Vivente….“Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna” . Il testo giovanneo

rivela che Gesù è pane disceso dal cielo per la vita secondo una doppia moda-lità: non solo come pane eucaristico, ma anche come pane della Parola di Dio.Nella celebrazione eucaristica, questi due modi di presenza del Signore pren-dono la forma di un’unica mensa, intrecciandosi e sostenendosi mutuamente…Aiutare a scorgere in Gesù, Parola e pane per la vita quotidiana, la risposta alleinquietudini dell’uomo d’oggi, che spesso si trova di fronte a scelte dif ficili,dentro una molteplicità di messaggi: è questo l’obiettivo posto al cuore delcammino verso il Congresso Eucaristico. L’uomo ha necessità di pane, di lavo-ro, di casa, ma è più dei suoi bisogni. È desiderio di vita piena, di relazionibuone e promettenti, di verità, di bellezza e di amicizia, di santità.

IL CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTE

Miracolo Eucaristico di Torino

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7

Dopo il Congresso internazio -nale di Lille (1881), l’Italiafu la prima nazione al mondo

a celebrare un Congresso Nazionale.In realtà, all’inizio ci fu la propo-

sta di tenere il Congresso internazio-nale a Torino per commemorare ilmiracolo eucaristicoavvenuto, in questacittà, nel 1453. Tale pro-posta fu elaborata neiCongressi di Friburgo edi Tolosa, ma non ebbeesito positivo, a causadel clima di tensione trala Chiesa e il Regnod’Italia.

Solo dopo il 1905 fupossibile celebrare ilCongresso eucaristico diRoma, poiché le relazio-ni tra Chiesa e Statoerano mutate e più diste-se. La storia deiCongressi eucaristiciitaliani, ben 24, puòessere suddivisa in quat-tro fasi:

La I si svolse nelcontesto delRinnovamento sociale.“Con il Congresso diVenezia (1897) si con-clude il primo periododella storia deiCongressi nazionali, durante il qualesi erano tenuti 5 congressi in 6 anni,quasi uno all’anno. L ’iniziativa erastata presa dalle Conferenze episco-pali regionali o da singoli vescovi,con il sostegno della Santa Sede.

Dopo il 1897 fu istituito ilComitato permanente dei Congressieucaristici nazionali, che venne raf-forzato con l’af fiancamento della

Congregazione del SantissimoSacramento e con l’approvazionedegli Statuti nel 1927. Dopo ilCongresso di Milano del 1983, laConferenza Episcopale Italianaaccolse il Comitato tra le sue attivi-tà.

Nel periodo della I fase “nelquale le autorità pubbliche intende-vano limitare la vita di fede ad unfatto privato”, questi raduni eucari-stici stimolarono i cristiani a profes-sare pubblicamente la propria fede.Dopo questi primi cinque Congressiseguì una battuta di arresto di ben 23anni, dal 1897 al 1920.”(mons. VitoAngiuli).

La II fase avviene nel contestodella Riconciliazione tra Stato eChiesa. I Congressi celebrati nelperiodo fascista presentano elementicomuni: La Chiesa si fa coscientedel processo di scristianizzazione ,favorito dalle ideologie liberali e

socialiste, e dalProtestantesimo. ICongressi promossero laformazione personale, ilvalore della famiglia,l’azione di laici nellasocietà e nella politica.

La III fase si svolsenell’ambito delRinnovamento dottrinale.I congressi di questa fasesi focalizzarono sulla pre-senza reale di Cristonell’Eucaristia e sul colle-gamento con i problemi dicarattere sociale.

La IV fase, quellapost-conciliare, si muovenella cornice delRinnovamento ecclesiale.A seguito del ConcilioVaticano II, della condi-zione sociale e politicache vide la contestazionedel 1968, le Brigate rosse,il degrado della politica,la secolarizzazione, lalegge del divorzio (1974),

dell’aborto (1981), in questo quadro,il documento Eucharisticum myste-rium (1967), dipinse i nuovi tratti deicongressi eucaristici con l’auspicioche “i fedeli si applichino ad appro-fondire la conoscenza di questosanto mistero… badando tuttaviache tutte le forme di pietà tocchino illoro culmine nella solenne celebra-zione della messa” (n.67)”.

VERSO IL CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE ANCONA 4-11 SETTEMBRE 2011

I CONGRESSI EUCARISTICI NAZIONALIdi Manuela Peraio

L’immagine di copertina: Cristo di San Giovanni della Croce - Salvador Dalì (1951)La composizione, ripartita su due livelli sovrapposti che rappresentano ovviamente lospazio celeste e quello terreno . Dalì vede Gesù senza corona di spine , con il cor posenza ferite, miracolosamente aderente al legno della croce e privo di chiodi. La croceè protesa verso il basso e, tuttavia, sospesa immobile nello spazio. Si tratta di uno spa-zio oscuro che rappresenta il mistero della vita celeste , in contrasto con la luce dellaterra, conosciuta o conoscibile. E' però evidente che la terra riceve luce dal Cielo, cioèda Cristo, sorgente di luce che illumina il mondo . Nella par te inferiore del quadro, ilpaesaggio terreno è occupato al centro da una barca: un r iferimento alla barca diPietro cioè alla Chiesa che, ancorata al porto di Cristo, riceve luce per par tire e navi-gare sicura nel mondo, dove è inviata per illuminare le genti.

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I movimenti laicalial PrecapitoloPIET.

SAN GABRIELE (TE). 19 genna-io 2011. Il 44° Capitolo ProvincialePIET aveva chiesto espressamente diinvitare laici del MLP «ad una o piùsedute del pre-capitolo. Così quest’an-no, per la prima volta in circa 150 annidi storia provinciale, il PrecapitoloPIET (San Gabriele, 18-20 gennaio2011), ha incontrato i responsabili deiMLP della Provincia.Hanno partecipa-to: Piera Iucci (Presidente Amici diGC), Camilla Di Luca (PresidenteTendopoli di SG) e RobertoMontebruno (Coordinatore M.Famiglia Passionista).

In un clima festoso e fraterno si èinstaurato un dialogo in cui si è espres-so il desiderio di un maggiore coinvol-gimento dei laici nel nostro apostolato.Da parte loro, i laici hanno ribadito laloro partecipazione al nostro apostola-to col servizio che rendono ai crocifis-si del nostro tempo. In questo contestola sig.ra Iucci ha espresso una com-mossa riconoscenza al p. AlbertoPierangioli per l’opera svolta nei tantianni di servizio agli Amici ed ha pro-posto che gli siano af fiancati confra-telli disposti a condividere il peso diquesto apostolato.

Terremoti e altri disastri.

FUKUSHIMA, GIAPPONE. 1 1marzo 2011. In questo periodo si parlamolto della tragedia che ha colpito ilGiappone. Pochi giorni dopo la cata-strofe, p. Ottaviano D’Egidio (supe-riore generale) ha scritto a p. PaulMatsumoto, Superiore dellaViceprovincia del Giappone, per chie-dere informazioni ed esprimere preoc-cupazione e solidarietà al popolo giap-ponese. Il p. Paul Matsumoto, harisposto che le case religiose, i religio-si ed i loro familiari sono tutti salvi,ma resta lo sconforto di vedere tantadesolazione.

La lettera del p. Matsumoto è pre-cedente ai nuovi allarmi ecologicidovuti alla crisi nucleare di Fukushimache, si è appreso, ha prodotto la conta-minazione di acqua e raccolti dell’in-tera regione.

La quaresima, un camminoda fare nell’oggi.

CITTÀ DEL VATICANO, 9 marzo2011. Potremmo sottotitolare così ildiscorso tenuto dal papa in occasionedel mercoledì delle ceneri. BenedettoXVI, infatti, dopo aver descritto laquaresima come l’« accompagnareGesù che sale a Gerusalemme, luogodel compimento del suo mister o dipassione, morte e risurr ezione», haripercorso brevemente tutte le domeni-che della quaresima per mettere in evi-denza da una parte il connotato batte-simale di questo tempo, e dall’altracome tale liturgia sia segnata dal ricor-rere dalla parola “oggi” che, più volteripetuto, si connota per essere moltoconcreto.

Il papa ha quindi ricordato chequesto è un tempo privilegiato perdigiuno, elemosina e preghiera edesortato ad una vita cristiana coerente.

La chiesa piange i suoi figli.

CITTA DEL VATICANO, 2 marzo2011. Si chiamava Azmat UllahQureshi. Aveva 35 anni ed era ministrodel governo pakistano. La sua operagli era valsa il rinnovo del mandatoalle ultime elezioni e lui aveva ringra-ziato Dio per avere ancora la possibili-tà di servire il suo Paese. La sua morteperò è stata brutale: è stato martoriatocon 20 colpi di colpi d’arma da fuoco.La sua colpa: quella di essere cristianoe difendere i diritti delle minoranzereligiose in un Paese mussulmano. Lachiara presa di posizione a favore dellavita, la promozione delle minoranzereligiose, la difesa di Asia Bibi (notacome la Sakineh cristiana), sono statele ragioni del suo martirio.

Giù le mani dal crocifisso.

STRASBURGO. 18 marzo 201 1.La questione del crocifisso nelle aulescolastiche italiane trova finalmentesoluzione.

La contesa inizia nel 2002 quandouna famiglia di origine finlandese eresidente in Veneto chiede la rimozionedei crocifissi dalle aule scolastiche deiloro figli. Bocciata nei diversi gradi digiudizio, i ricorrenti si sono appellatiall’Europa denunciando l’Italia ed ilsuo sistema scolastico per coercizionereligiosa. Era luglio 2006. Nel 2009 lacausa trova accoglimento, e la Corte diStrasburgo condanna l’Italia. A gennaio2010, però, l’Italia presenta ricorsosostenuta anche da altri paesi.

Infine la questione viene affrontatadalla Grande Chambre, la cui sentenzanon è appellabile, la quale afferma cheil Crocifisso non viola né la libertà diistruzione, né quella religiosa. A leg-ger la sentenza però, si resta conl’amaro in bocca perché essa dice divoler tutelare un “segno passivo” (edinnocuo), piuttosto che le radici cri-stiane del nostro Paese.

Una guerra... di parole.

TRIPOLI. 18 marzo 201 1. È scop-piata una nuova guerra. Come sempreaccade, però, nessuna delle due partivorrebbe la guerra e questa situazione èsolo frutto di una incomprensione lin-guistica. Infatti se si parla di “ribelli” o“rivoltosi” uno traduce “ terroristi”, glialtri traducono “minoranze liberali”.

Se si parla di “ no fly zone ” unoparla di nuova crociata anti-islamica,gli altri di monitoraggio dello spazioaereo.

Di fronte all’espressione “emergen-za umanitaria”, però, restano tuttisenza parole e finalmente nel silenziorisuona la voce degli immigrati da unaparte e degli abitanti di Lampedusa dal-l’altra che, usano parole diverse, perchiedere la stessa cosa: la Pace.

PASSIONISTI-CHIESA-SOCIETÀ

http://www.pcs-news.tk p. Lorenzo Mazzoccante, cp

Passionisti Chiesa Società

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1 - Il corso di formazioneper responsabili di gruppiecclesiali è stato or ganizzatodagli AGC ed è stato animatoda p. Fernando Taccone c.p.,con la partecipazione dell’assi-stente n. p. Alberto Pierangioli,della presidente Piera Iucci e dicirca 60 AGC provenienti daquasi tutte le fraternità. Il corso,molto intenso, ma altrettantointeressante, è stato un prose-guo di quello dell’anno passatonel quale siamo stati formati sul“perché interessarsi agli altri” ecome divenire “servi di Dio edei fratelli”. Lo scopo diquest’anno è stato quello di prepararele guide ad avere una coscienza mis-sionaria evangelizzante per far sì che ilnostro movimento non sia semplice-mente un gruppo di preghiera, ma unvero movimento ecclesiale. Il mezzoper arrivare a questo è la collaborazio-ne nel gruppo, tra i vari gruppi e con iresponsabili nazionali ?, come obbiet-tivo comune da raggiungere e garanziadi successo del movimento. La colla-borazione, spiega p. Fernando, è fon-data su due certezze: operare per unfine comune descritto nello Statuto edessere consapevoli che il risultato delsingolo coincide con il risultato dellealtre persone. Su questo punto il rela-tore si è molto sof fermato facendoesporre ai vari coordinatori le difficol-tà presenti nelle loro fraternità e hadato consigli importan-ti e pratici per aiutare aristrutturare quelle incrisi. Soprattutto p.Fernando ci ha inse-gnato in questi giorniad avere un atteggia-mento di positivitàprima verso noi stessi epoi verso gli altri;guardare con l’occhiodel Buon Pastore pervedere il bene anchenelle situazioni negati-ve che ci presentano.Ecco allora la resilien-za, importante nellaformazione dei respon-sabili, che consiste nello sforzo e nellacapacità di reagire, di andare avantisenza arrendersi, nonostante le dif fi-coltà. Per arrivare a questo, la guida habisogno di una direzione spirituale.Esercitare un responsabilità è uno dei

modi per realizzare il dono di sé: laguida dopo aver maturato la sua iden-tità, il suo carisma, si apre ai fratelliper ascoltare le loro necessità, per aiu-tarli e soprattutto per confermarli.Anche questo corso, come il preceden-te, è stato lodato e ritenuto indispensa-bile da tutti i partecipanti, non solo perla formazione, ma per lo scambio diidee, di esperienze, di aspettative e perla comunione vissuta tra di noi. Al ter-mine del corso, nel pomeriggio didomenica 13 febbraio, c’è stato unincontro ristretto ai responsabili nazio-nali e ai coordinatori e vice coordina-tori delle fraternità, con alcuni assi-stenti, per uno scambio più approfon-dito sulla realtà delle fraternità: aspettipositivi e dif ficoltà che si incontranonel cammino, per un aiuto e incorag-

giamento scambievole. Abbiamo con-cluso verso le ore 18,00 di domenica,con soddisfazione di tutti i partecipan-ti.

Menghini Mariella

2 - “Educare al serviziodel regno di Dio”. In questocorso si è ribadita la necessitàdi fare un salto di qualità. “Ilmovimento degli AGC devediventare movimento eccle-siale”, pena la morte del movi-mento stesso. La nostra deveessere una missione evangeliz-zatrice per avere nella chiesa ilruolo di coloro che mettono afuoco il carisma di San Paolodella Croce e raccontanol’Amore del CrocifissoRisorto. Oggi nel movimentoabbiamo potenzialità indivi-duali e di gruppo per essere

protagonisti, basta che ognuno s’im-pegni seriamente e non si vada arimorchio.

Se questo avviene, si passa da unapresenza passiva a un dono fruttuosodi sé agli altri, realizzando così quellacomunione fraterna che è una testi-monianza per tutti quelli che si acco-stano alla fraternità. Si è parlato poidi “resilienza”, una parola nuova,che indica capacità di reagire positi-vamente a ogni difficoltà. La maggiorparte di noi sono da più anni in questomovimento e sono consapevoli delledifficoltà e degli ostacoli che il piùdelle volte abbiamo superati agevol-mente. Questa consapevolezza cirestituisce quello spirito positivo econcreto necessario per essere ottimi-sti e avere il controllo delle situazioni

difficili. Il solco dentroil quale deve muoversi ealimentarsi il movimen-to è lo “Statuto”. É lanostra Carta d’Identità.Ci deve dispiacerequando non possiamoessere presenti ai dueincontri delle Fraternità.Poi ci sono iniziativeimportanti, come la“ P E R E G R I N AT I OCRUCIS” inQuaresima; essa è laperla del nostro movi-mento, è la missione piùimportante che svolgia-mo nelle nostre parroc -

chie, per accendere nei cuori dei fede-li l’amore al Crocifisso e spingere ilontani a un ritorno gioioso nella casadel Padre.

Calvarese Pio

Corso di Formazione per ResponsabiliCentro si Spiritualità S. Gabriele: 11 - 13 febbraio 2011

Padre Fernando Taccone anima il corso diFormazione degli AGC

Amici di Gesù Crocifisso al corso di formazione

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3 - Desidero esprimere quanto dibello e di proficuo ha lasciato nel miocuore la giornata di formazione passa-ta ad imparare come bisogna lavorarenella Vigna del Signore e come questoinsegnamento fà scendere dentro l’ani-

mo il desiderio di rompere quello zoc-colo duro che è ivi riposto per trovarel’Acqua viva del Pozzo di Giacobbeper poter dissetare chi ci sta accanto.Ho appreso una parola sconosciuta ame, “resilienza”, un termine adottatonella metallurgia, ma che si adattabene anche al nostro cammino spiri-tuale, combattere la fragilità umanacon tenacia anche nelle condizioni dif-ficili che non mancano mai, per prose-guire nel cammino al quale siamostati chiamati.

Riccardo Rucci

4 - Da poche ore è terminato il 2°corso di formazione per responsabili eho una grande gioia nel cuore. Devodire che non è stato facile lasciare lafamiglia con i tanti problemi che cisono, ma la volontà di Dio mi ha fattosuperare le prove. P . FernandoTaccone, relatore del corso, ci ha par-lato della “resilienza”, cioè la capaci-tà di reagire positivamente nelle dif fi-coltà. Non sapevo che quello che ci hainsegnato P. Alberto, fosse chiamatoresilienza. Reagire positivamente atanti scoraggiamenti nel mio camminoPassionista e nella mia vita. Al corso èstato chiaro che gli AGC non sonodelle Fraternità di sola preghiera, maveri gruppi ecclesiali, da rendere visi-bili nelle parrocchie, con una coscien-za missionaria evangelizzante. Gli

Corso di Formazione per ResponsabiliCentro si Spiritualità S. Gabriele: 11 - 13 febbraio 2011

strumenti li abbiamo tutti per portareavanti le Fraternità in questa direzio-ne: l’aiuto di Dio, gli insegnamenti diSan Paolo della Croce e poi “loStatuto”, che ci fa conoscere la naturadel movimento a cui partecipiamo.

Noi laiciPassionisti, sec o n o s c i a m ol’importanza diquesto cammi-no, dobbiamodarci da “fare”e “collaborare”tutti, dal primoa l l ’ u l t i m oiscritto, ognunosi donerà comepuò, per unobiettivo comu-ne. Incontrarsicon i responsa-bili delle altreFraternità escambiarci iproblemi e

soluzioni è un altro modo di collabora-re e crescere insieme. Per l’evangeliz-zazione come AGC abbiamo laPeregrinatio Crucisdurante laQuaresima Ognivolta che partecipoad un corso o ritiro,ricevo sempre unanuova luce dalloSpirito di Dio. Rita Maraessa

5 - Il corso diSan Gabriele mi hacambiato: ho capitoche gli AGC devonoriflettere e pregareinsieme e fare dellaPassione di Gesù ilcentro della propriavita. S. Paolo della Croce ci insegnache la meditazione della Passione diGesù è la più grande e stupenda operadel Divino Amore. Nella Promessad’Amore che recito ogni giorno, lafrase che più mi colpisce è: “Fa che ioti ami e ti faccia amar e. Fa che lamia vita sia un continuo atto diAmore verso tutte le persone in dif-ficoltà”. Lorella De Iure

6 - Sono tornata dal corso con unacarica straordinaria e tanta voglia dilavorare per il gruppo. Devo meditaresu tutto quello che ho ascoltato e met-

tere in pratica i punti che più mi hannocolpito, perché siano condivisi dallafraternità. Eccezionale l’insegnamentodi P. Fernando.

Renata Magrini

7 - Grazie veramente di cuore perquesto momento formativo. L ’ho tro-vato veramente interessante e pieno dispunti importanti e forti per dare unaspinta nella vita quotidiana, nel lavoroe nel gruppo e crescere nella collabo-razione. Ce la metterò tutta.

Tiziana Angeletti

8 - Il corso è stato una vera for -mazione, sia per i contenuti, sia per ildialogo con tutti i partecipanti. Lespiegazioni di P . Fernando sonoeccezionali e danno carica alla vita.

Enrico Ciccioli

9 - E’ stata una grande gioia poterpartecipare al corso ed incontrare tantepersone che amano il Signore. LoSpirito Santo ci accompagni donandoad ognuno di noi l’entusiasmo per una

“resilienza” che possa portare fruttiabbondanti. Buona resilienza e lavoroa tutti gli Amici!

Sr Emanuela Passionista

10 - Anche quest’anno sono uscitaarricchita dal corso di formazione.Questa è indispensabile per chi fre-quenta un gruppo e sente la necessitàdi collaborare per raf forzare l’unità ela comunione, necessari per la crescitadel gruppo e la sua visibilità nellaChiesa.

Letizia Garbuglia

Amici di Gesù Crocifisso al corso di formazione

Amici di Gesù Crocifisso al corso di formazione

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11FESTA DELLA PASSIONE E PEREGRINATIO CRUCIS

Il 4 marzo, venerdì prima delleCeneri, la Famiglia Passionista hacelebrato la festa solenne della

Passione di Gesù, festa richiesta allaChiesa da S. Paolo della Croce. Dacirca 12 anni, come Amici di GesùCrocifisso delle Marche, la celebriamosolennemente nella parrocchia di S.Gabriele dell’Addolorata a CivitanovaMarche. Così alle ore 21,30 ci siamoritrovati in molti in questa parrocchiadedicata al giovane santo passionistaper una solenne concelebrazione pre-sieduta dal P. Luciano Temperilli, conla partecipazione dei padri AlbertoPierangioli, Sandro Pippa, don Angelode Carolis e il diacono Vito Serafino.

Nella sua densa omelia, il P .Luciano Temperilli ha parlato delCrocifisso diventato scomodo ai nostrigiorni. Portare in giro oggi il crocifis-so è un atto politicamente scorrettonon solo perché non si vuole vedere ilCristo ma perché non si vuole vederela sofferenza e la morte. L ’uomo vivedistratto cercando altri dei che possanodare l’illusione d’immortalità, potere,giovinezza, salute. Ma la Croce è pian-tata nella vita e nella storia e quando sipresenta non si è in grado di darle unsenso. Allora qualcuno dice che la vitava vissuta solo quando si sta bene,quando si sta male la si può lasciareperchè non ha più senso. L ’uomo siperde di fronte alla sof ferenza e allamorte perché la vede come una violen-za che non corrisponde al desiderio delcuore. Per il credente questo desideriol’ha messo Dio e la Croce/crocifisso èla chiave che apre la porta del mistero.Aprendo questa porta, contempliamo

l’amore di Dio in Cristo Crocifisso e lavita eterna promessa. Allora la sof fe-renza/morte diviene piena di senso e,addirittura, come ci dice GiovanniPaolo II nella “Salvifici Doloris”, unavocazione. Ricordare questo significatestimoniare e sostenere la grandeSperanza, che ci viene dal Cristo cro-cifisso e risorto, che non solo supera

l’angoscia della morte ma ad essadona un senso di vita nuova, di vitaeterna. La sof ferenza vista nell’otticadi Cristo diventa una vocazione perchéla lacerazione che procura il dolore èmista alla speranza. Il CristoCrocifisso è la chiave che apre la portadell’eternità, è la speranza e non ladisperazione, il desiderio di vita anchedopo la morte nell’avventura eterna alcospetto di Dio.

Anche quest’anno la celebrazioneè stata molto sentita e partecipata. Daivari gruppi delle Marche sono stateportati più di sessanta crocifissi. Sonostati benedetti al termine della messa econsegnati alle prime famiglie che liaccoglievano in casa, per un incontrodi preghiera durante la Quaresima. AGC

Giulianova. Carissimo P.Alberto, da quando non mi sono sen-tita bene, abito da mia figlia. Oggi,primo giorno della PeregrinatioCrucis, il Crocifisso che visita lefamiglie è venuto a visitare me e lamia famiglia. Che gioia, per una“Crocifissa” come me. Sono stata unadelle prime Consacrate Perpetue,responsabile della PeregrinatioCrucis, ho ripensato agli anni in cuiero io a portarlo nelle famiglie e aimalati, sera dopo sera, insieme allesorelle della Fraternità di Giulianova.Oggi erano presenti oltre a mia figlia,i miei pronipoti Martina e Davide, 20sorelle A.G.C. Dove arriva GesùCrocifisso si respira, serenità, paceche solo Lui può dare. Abbiamo pre-gato per tutti, anche per te, padre,come tu preghi per noi, davanti alCrocifisso, che emanava la luce dellasua infinita misericordia, che in que-sto tempo di Quaresima, dona Fede,Speranza e Carità. Lode e onore a Te,Signore Gesù”.

Angiolina Tarquini

Civitanova: Festa della P assione, presiede P. Luciano Temperlli,che benedice 60 croci della Peregrinatio Crucis nelle Marche.

Don Ennio di Bona ventura benedice le cr oci della Peregrinatio aGiulianova

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Colleranesco. La famigliaGiorgini anche quest’anno ha accoltoil Crocifisso. Una preghiera semplicee molto sentita da tutti i presenti.L’inizio con la consegna delCrocifisso a Luigi e Gentilina, che lo

hanno posto tra la foto di P . FabianoGiorgini Passionista, fratello di Luigi,e di Claudio, figlio di Luigi eGentilina, tornato alla casa del Padreall’improvviso 7 mesi fa. Il 5° misterodoloroso, Gesù che muore in Croce, hafatto meditare i presenti su quanto èsuccesso 2000 anni fa a Gesù, nel2008 a P. Fabiano, santo passionista e7 mesi fa a Claudio, un giovane defini-to dagli amici “semplice, laborioso esempre disposto ad aiutare il prossi-mo”.

Pina e Rita

Roccaraso. Il 10 marzo è iniziata lanostra Peregrinatio. Dopo la Via Crucise la Santa Messa, don Renato ha bene-detto il Crocifisso e poi noi lo abbiamoaccompagnato nella casa di Bice;abbiamo pregato con tutta la famiglia,con l’intronizzazione del Crocifisso.Dopo la Promessa d’Amore abbiamocommentato un passo dal libro degliAmici. Dopo la preghiera, abbiamosperimentato la gioia di stare e parlareinsieme perchè Gesù è entrato in questacasa e abbiamo fatto festa. Bice e tuttala sua famiglia hanno dimostrato tuttala gioia di avere accolto il Crocifisso,compresa la nonna ultranovantenne chesta quasi sempre a letto, mentre ora hapassato interi pomeriggi davanti alCrocifisso. Queste piccole notizie

danno gioia e spronano ad agire innome di Gesù. Personalmente ringrazioil Signore per quanto ci sta donando esiamo appena agli inizi. Seguirà laseconda tappa: Hotel Belvedere. Terzatappa: famiglia Nicola ed Elide. Quarta

Tappa: Hotel daRemo. Poi le suoredella Casa di Riposoe la Signora MariaOlivieri. Alla portadella chiesa homesso in bella vistala locandina così daessere pronti a farepartecipi tutti coloroche lo desiderano.Ribadiremo l’invitodopo le Messe, spie-gando il perchè diquesta iniziativa,l’importanza dellapreghiera nelle fami-

glie, l’impegno “Amare e fare amareGesù Crocifisso”.

Riccardo Rucci

Giulianova. In cammino verso laSanta Pasqua, martedì 15 marzoabbiamo ricevuto a casa nostra ilCrocifisso con tante amiche del grup-po. É stato un momento molto intensoper noi, dopo una giornata pesante eun periodo altrettanto particolare! Tu,Signore, hai preso il peso delle nostrespalle e lo hai depositato sulla TuaCroce, per farci sentire più leggeri.Questo momento vissuto insieme ci haricordato che Tu sei l’essenzialità,ogni qualvolta è necessario che Tu ciricordi di appoggiarci a Te, di offrirtile nostre giornate, of frirti le nostrepochezze e fare tutto in nome Tuo. Ciauguriamo divivere laQ u a r e s i m acon la grazianecessaria diessere semprein comunionecon tutti e diarrivare allaSanta Pasquacon cuore rin-novato.

Olga eMimmo

Civitanova. Ringrazio il Signoreper avermi fatto anche quest’anno ildono di accogliere in casa mia ilCrocifisso a Civitanova Marche. Éun dono troppo grande per me, che misento una povera e debole creatura, avolte ingrata verso tanto amore cheGesù mi dona ogni giorno. Egli michiede fiducia e abbandono alla suasanta volontà, una fede grande, tantoamore verso tutti. É la preghieracostante che dona pace, fiducia e spe-ranza, perché Gesù Crocifisso è sem-pre pronto ad ascoltarci, anche se nonlo meritiamo. Grazie, Signore Gesù,amore crocifisso per noi; sento che miami e mi accogli così come sono, contutte le mie colpe. Quando ho te conme, non mi sento mai sola, nonostantei miei 93 anni.

Morlacco S. Maria

Trasacco. Il nuovo Crocifisso por-tato a Trasacco è stato benedetto dalparroco don Francesco nella Messa diVenerdì 11 marzo. Subito dopo abbia-mo fatto la prima Peregrinatio nellafamiglia di Loreta Luciani, con la par-tecipazione del parroco e una quaran-tina di fedeli. Ringraziamo il Signoreperché già si sono prenotate diversefamiglie per riempire tutta laQuaresima. La peregrinatio crucis staandando molto bene, anche perchépartecipa anche il parroco, che è entu-siasta della iniziativa e sta facendodelle bellissime meditazioni sulla pas-sione. Preghiamo perché GesùCrocifisso rianimi le due parrocchie eriporti alla fede molti giovani.

P. Bruno De Lucae Sr. Emanuela

FESTA DELLA PASSIONE E PEREGRINATIO CRUCIS

Peregrinatio presso la famiglia Giorgini aColleranesco TE

Don Renato benedice consegna la cr oce aldiacono Riccardo per iniziare la Peregrinatioa Roccaraso

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13INCONTRO CON IL NOSTRO VESCOVO MONS. MICHELE SECCIA

Il Vescovo di Teramo, MonsMichele Seccia, in occasione dellaVisita Pastorale nella Parrocchia

dell’Annunziata a Giulianova, haincontrato gli “Amici di GesùCrocifisso” di Giulianova e SanNicolo a Tordino. Il nostro assistente,P. Alberto Pierangioli, aveva fattodomanda al vescovo di ammettere ledue fraternità della diocesi nella con-sulta diocesana dei laici, proponendocome rappresentante Pio Calvarese. Ilvescovo è stato felice di accogliere ladomanda e ha voluto incontrarci aparte al termine della visita pastorale.“Vengo tra voi per incontrarvi nellevostre realtà quotidiane e condividerecon voi la fede nel Signor e che cisalva...”. Così inizia il saluto delVescovo rivolto alla nostra parroc -chia.

Nell’intenso programma pastorale,alle ore 17,99 di sabato 26 marzo, haincontrato anche noi AGC, presenti ilparroco, Don Ennio di Bonaventura eil nostro assistente, P . AlbertoPierangioli. Dopo un momento di pre-ghiera, ha preso la parola PadreAlberto che ha prima presentato alVescovo le fraternità di Giulianova edi San Nicolò a Tordino, che insiemecontano circa 100 aderenti e poi haspiegato “Chi sono gli Amici di GesùCrocifisso”. Con una breve sintesi, haspiegato l’origine, lo scopo e la situa-zione del movimento, che oggi contacirca 3.000 aderenti. Ha spiegato poi ilsignificato della consacrazione a GesùCrocifisso, l’impegno nelle parrocchiee si è sof fermato sulla particolareforma di apostolato che è laPeregrinatio Crucis durante laQuaresima, come una missione perriportare la preghiera e la fede nellefamiglie. Sono seguite poi due bellis-

sime testimonianze dei responsabilidelle due fraternità.

La prima testimonianza è stata diPio Calvarese, il quale, leggermentecommosso, ha ricordato che lui daragazzo è stato un alunno passionista

di Padre Alberto. Da lui ha imparatocome pregare e come meditare la paro-la di Dio. Da adulto, per un misteriosodisegno di Dio, si è ritrovato comelaico passionista, responsabile dellanostra Fraternità di Giulianova.

La seconda testimonianza è stata diFranco Campanelli. Anche lui emozio-nato, ha raccontato che da ragazzo èstato compagno di Padre Alberto nelseminario passionista, ma poi la suavita prese la strada militare comemaresciallo degli Alpini. Si sono rin-contrati dopo più di 60 anni, quandoFranco sentì parlare degli AGC e

cominciò a frequentare la Fraternità diGiulianova. Nel 2007 si è prodigatoper far nascere anche a San Nicolò aTordino TE una Fraternità degli AGC,della quale è coordinatore.

Dopo le testimonianze ha preso la

parola il Vescovo, che ha ringraziato P.Alberto per il suo impegno indefessoin questa missione di fondatore edivulgatore della SpiritualitàPassionista e poi ha esortato tutti noi aintensificare e dif fondere lo spiritopassionista, ricordandoci che ilCrocifisso non è una statua da ammi-rare e commiserare, ma è contempla-zione delle sof ferenze e delle crocidell’uomo di oggi. Ci ha lasciatodiversi compiti: intensificare e farconoscere il nostro movimento, prega-re per le vocazioni sacerdotali, ricor -dando che il mondo non è tutta melmama ci sono “tanti santi sacerdoti”,facendo riferimento a Don Franco,giovane sacerdote di Giulianova,scomparso proprio durante la settima-na della visita Pastorale. L’ultimo pen-siero lo ha rivolto proprio alCrocifisso: “Il Crocifisso ci fa pensarealle sofferenze e alle croci di oggi!” ene sono veramente tante, soprattutto inquesto periodo! Alle 18.00 è terminatol’incontro con la consegna al Vescovodel Crocifisso degli AGC, il segnopassionista, lo Statuto e il Libro dellemeditazioni e l’elenco degli aderentidelle due fraternità. Augurandoci buonlavoro, il Vescovo si è congedato dan-doci la Benedizione Solenne.

Giulia di Pompeo [email protected] Erasmi [email protected]

P. Alberto consegna il Crocifisso della con-sacrazione degli AGC a S. E. Mons. Seccia.

S. E. Mons. Seccia posa con gli AGC di Giulianovae San Nicolò a T.

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Gioia di far parte dellameravigliosa Famiglia Passionista

Sono Riccardo dalla Calabria.Sono felice di essere diventato “unamico di Gesù Crocifisso”. L’amico èuna persona che ha ricevuto il grandedono di essere ammesso all’intimitàdel suo Padrone, che gli manifesta tuttii segreti del suo cuore. Sento crescerein me il desiderio di stare alla presenzadi Gesù, che sta diventando, nella miavita, il «centro», cioè una personaviva, di cui sento una particolare vici-nanza e sperimento tutto l’amore.Ogni giorno faccio la meditazionesulla Passione di Gesù, leggendo uncapitoletto del suo bellissimo libro erinnovo la mia promessa d’amore. Ciòmi sta aiutando moltissimo anche persuperare le dif ficoltà e le tentazioni.Guardando a Gesù Crocifisso, dopoavere ripetuto piano piano, con amore,la promessa di amore, mi sento inva-dere da una grande pace. Mi sconvol-ge pensare a quanto Gesù ci ha amato!Gesù è vissuto bruciando per il deside-rio di compiere, in ogni istante, laVolontà del Padre. Questo era per lui il«cibo» quotidiano... Mi colpisce moltoil fatto che Gesù, pur sapendo quantoavrebbe sofferto, non solo ha accettatotutto, ma ha voluto amare ardentemen-te il Padre e ciascuno di noi. Preghiaffinché anch’io impari ad amare, allaScuola di Gesù, il Padre ed i miei fra-telli crocifissi. Ho ricevuto il giornali -no Amici di Gesù Crocifisso e, natu-ralmente, è molto edificante. Vogliomanifestarle la gioia indicibile di unfiglio che è stato accolto nella mera-vigliosa Famiglia Passionista . Leassicuro che pregherò molto per lei eper la comunità, alla quale sono statoaggregato e sarò sempre spiritualmen-te unito ai miei nuovi fratelli, con iquali farò, anche a distanza, un lungocammino di fede. É arrivato il plicoche mi ha inviato. E’ stato, per me, unregalo bellissimo. Ho già cominciato aleggere, ma, soprattutto, desidero pre-gare ed immer germi sempre di piùnell’Amore Crocifisso. Sono grato alPadre celeste per il dono che mi hafatto, chiamandomi - sono sicuro chesi è trattato di una chiamata ! - a farparte della Famiglia Passionista. Sonoa «disposizione completa di GesùCrocifisso» e spero che Lui voglia ser-virsi di me per far conoscere e dif fon-dere la spiritualità passionista.

Sono felice di sapere che la suasalute va migliorando. L ’assicuro la

mia preghiera e la ringrazio per l’affet-to con cui si ricorda di me e della miafamiglia nella Messa. Sto continuandoa meditare sia la Passione di Gesù, uti-lizzando il tuo bellissimo libro - in cuiè realmente racchiusa una miniera dispiritualità - sia la vita di san Paolodella Croce, dalla quale si apprendel’arte di amare il Crocifisso prima ditutte le altre cose. Questo pensavo:ardere di amore per Gesù crocifisso ciporta a scoprire, sempre di più, tutto ilmistero della Santissima Trinità, per-chè la Passione è veramente «la piùgrande e stupenda opera del divinoAmore». Essere «passionista» signi-fica essere «testimoni» dell’Amore inun mondo che, spesso, vive nelle tene-bre dell’indifferenza. La nostra mis-sione è alta: aiu-tare Gesù a scen-dere nei nostricuori e in quellidei nostri fratelli.Prega per me,affinché io sia unumile servo diGesù Crocifisso,che tanto stoamando e di cuisto sperimentan-do tutta la dolcez-za. Mi sento unitoa tutti gli Amici di Gesù Crocifisso,per i quali prego. Non vedo l’ora difare la consacrazione solenne.

Scerbo Riccardo

Dai“crocifissi” agli Amicidi Gesù Crocifisso

Sono devota di s. Gabriele e fin dapiccola ricevo l’Eco di S. Gabriele.Da molti anni faccio volontariatonell’Unitalsi; accanto a questi mieifratelli “crocifissi” ho fatto e conti-

nuo a fare forti espe-rienze d’amore. Loscorso 16 Febbraio hopartecipato al gruppodegli Amici di GesùCrocifisso presso lesuore Passioniste diTrasacco. Ho ricevutoin dono lo Statuto, cheho letto con molta atten-zione. Mi si chiede diconformare la mia vitaal Crocifisso, una stradache è in opposizione atutto quello che lasocietà di oggi ci of fre,

è una proposta di vita cristiana moltoimpegnativa, ma è questo che voglio,mettermi alla scuola di GesùCrocifisso così che la croce possadiventare la stella del mio cammino eguidare anche me verso la via dellasantità. Grazie per avermi consideratasubito un aderente uf ficiale degliAGC. Voglio mettere a disposizionetutte le mie capacità per il bene del-l’opera. Come nuova aderente agli“AGC” cercherò di impegnarmi a farconoscere il movimento ad altri fra-telli e sorelle, mi impegnerò ad amaretanto il prossimo che mi sta accanto,parlerò degli AGC con slancio eamore. Un grazie di cuore perchè conil suo carisma sta dando a molti lapossibilità di conoscere meglio la spi-

ritualità passionista. Sono certa, chel’opera che lei sta portando avanti èvolontà di Dio. Gesù Crocifisso vedei suoi sforzi, i risultati che ha rag-giunto l’opera in questi anni e attireràa sé molti altri cuori; tantissimi cono-sceranno “Gli Amici di GesùCrocifisso” e il numero continuerà acrescere. Il 10 Aprile sarò presentealla giornata di spiritualità al santua-rio di San Gabriele e sarà una gioiaconoscerla personalmente. Sempreuniti nell’amore per Gesù Crocifisso

Matilde Marcelli

TESTIMONIANZE

Pio Calvarese presenta a Mons. Secciagli AGC di Giulianova

Franco Campanelli presenta a Mons.Seccia gli AGC di San Nicolò a T.

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15TESTIMONIANZE

DOTT. PERTICARINISILVANO:

08-02-2011

Silvano è stato Amico di GesùCrocifisso fin dal primo incontro difondazione alla Madonna della StellaPG nel 1989. Consacrato perpetuo il03-09-2000, sempre presente ai primi18 corsi di esercizi spirituali, fino al2007, quando la salute non glielo hapiù permesso. Ha fatto un vero cam-mino di santità; assiduo alla medita-zione della Parola di Dio, fedele alladirezione spirituale, mai sentito da luiun giudizio sul conto di altri. Per 24anni ministro straordinariodell’Eucaristia. Se n’è andato, a 74anni, in silenzio e quasi all’improvvi-so, dopo averci lasciato, senza saperlo,un suo testamento sulla rivista “Amicidi Gesù Crocifisso” di gennaio 2011.Ne riporto ancora la frase centrale:“Prego spesso il salmo 103:“Benedici il Signore, anima mia; nondimenticare tanti suoi benefici”. L’hoscritto in un biglietto che tengo appesoalla parete della mia camera. Lo leggospesso, lo pr ego e vi rifletto…. LoSpirito ha il sopravvento sulla carne emi incoraggia, quando per limitiumani si ha a che fare con le tentazio-ni e la sofferenza: “Su, che ce la fai!Guarda il Crocifisso! Se Egli ti hachiesto tanto, ti ha dato molto di più,con tanti suoi benefici” . Così ripren-do a camminar e, anche se con lenaaffannata”. Grazie, Silvano, per quan-to ci hai sempre dato, più con la vitache con la parola. Non dimentichere-mo il tuo volto sereno e la tua grandefede.

P. Alberto

La scomparsa di Silvano mi haprofondamente colpito, non lodimentico, mi manca. Non credevofosse così importante per me. Quandoci incontravamo, la prima cosa che midiceva era: “Come stai, amico carissi-mo?”. “Bene”, era la mia risposta. Elui: “Ringraziamo il Signore, non te lodimenticare”. Era una persona sempli-ce, molto precisa, amorevole e rispet-tosa verso tutti. Ci teneva all’appro-fondimento delle catechesi. “Nondimentichiamo Dio e i tanti suoibenefici. Lui perdona tutte le nostrecolpe” (è un versetto del salmo 103 dalui preferito). Mi diceva anche di fareattenzione che il Signore passa a visi-tarci e non ce ne accor giamo: cammi-niamo troppo in fretta nella vita chescorre veloce. Grazie, Signore, per gliamici e per Silvano in particolare, cheora ci guarda da lassù.

Ubaldo Peretti

Silvano parlava di Dio con deli-catezza

Silvano era stato nominatoMinistro straordinario dell’Eucaristiail 24 Gennaio 1984, quando ricevem-mo il mandato. Mi ha molto addolora-to quando ho saputo che è volato incielo: era “un puro” ed ora raccoglie lapalma di vittoria. Mai una parolaoffensiva, mai un pettegolezzo; rifug-giva da discorsi vuoti e superficiali.Parlava di Dio con delicatezza.Ammirando l’universo, parlava dellestelle confrontandole con quelle chenon si vedono e le paragonava a queisanti di cui non conosciamo né il voltoné la vita, ma con la loro fede fannoparte della Gloria di Dio. Senza esseresaccente e invadente, interpretava laParola di Dio, con richiami biblici eriferimenti profondi. Mi ero compli-mentata con lui per la bella testimo-nianza pubblicata sul numero di gen-naio della nostra rivista, ma egli conti-nuò a camminare, alzò il braccio sini-stro e mi rispose “lodiamo il Signore”.Ora continuerà il ministero nella lodein cielo e vivrà di quella “Grazia” cheDio gli ha dato per accettare concoraggio la prove della vita.

De Rossi Marvì

Saluto al termine delle esequiedel Dott. Perticarini Silvano

Caro Silvano, amico e collega, chiti ha conosciuto, come me, non puòdimenticarti. Delle nostre brevi mabelle conversazioni, spesso di ar go-menti di medicina, ho un vivo ricordo

legato anche a sentimenti di grandestima professionale. Ho ancoraimpresso nella mente il tuo dolce sor-riso e i tuoi occhi grandi e intelligentidai quali emanava una letizia conta-giosa e innocente, come dei puri dicuore, di quelle persone speciali, scel-te dal Signore per additare a noi mor-tali che la vera ricchezza è la bontà e lagioia di vivere. Silvano, non importase nella tua bella esistenza terrena, nonhai potuto prescrivere farmaci percurare le malattie del corpo. Il mondodi oggi, non ha bisogno di ricettemediche bensì di ricette di vita santa,come la tua, per donare felicità cristia-na alla tua famiglia e a quanti ti hannoconosciuto. Ciao, Dott. Silvano, grazieper il tuo sorriso. Adesso, và, vola inparadiso e prega per noi.

Dott.Vincenzo Mannetta

“Silvano è stato un grande esem-pio di cristiano . Io l’ho conosciutofrequentando la parrocchia e comeministro straordinario dell’Eucaristia.Colpiva molto per la sua prudenza inogni intervento, sempre discreto erispettoso dell’altro, non imponevamai i suoi pensieri, ed in molte situa-

zioni preferiva tacere. Dobbiamo recu-perare tutti questo atteggiamento disilenzio carico di bontà e di accoglien-za dell’altro, in questo mondo ove si faa gara nel gridare per imporre i propripunti di vista”.

Franca Mannetta

DDootttt.. PPeerrttiiccaarriinnii SSiillvvaannoo::3311--1122--11993377 -- 0088--0022--22001111

Silvano fa la sua consacra-zione perpetua a GesùCrocifisso il 3-9-2000

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“Quale missione af fida oggi il Signore ai laici passionisti?”

Con questo interrogativo sono uscita dalla catechesi del 6 marzo. P. Alberto ci nutre con catechesie spiegazioni approfondite da metterci di fronte ad una scelta. Il “seguimi”, che è passione, mortee risurrezione, comporta un impegno fisico (incontro di gruppo, Peregrinazione della Croce, eser-cizi spirituali, formazione) ed un impegno spirituale. Il Signore dice che “chi ha ricevuto di piùdeve dare di più”. Che significa questo per me? Il cammino di fede è la risposta al mio peregri-nare a Morrovalle, a S. Gabriele, alla Fraternità, alla Parrocchia. A che punto sono? Mi accorgo diessere statica come le stagioni, caldo e freddo, il giorno e la notte. E allora, eccoci alla domandainiziale. I Passionisti parlano di Amore e Croce: io come laica non ce la faccio!!! E in questo statod’animo sono uscita dall’incontro mensile. C’è un “però” che attualizza secondo me quello che gli apostoli hanno vissuto con Gesù. Sonodiventati “apostoli” proprio perché Gesù li ha amati, li ha seguiti, li ha curati e ha preso le lorocroci.... Mi sono consolata dicendo che S.Paolo della Croce ha fatto partecipi i Passionisti dellesue esperienze e letture mistiche. Penso che molti sono diventati fervorosi e santi per osmosi: asse-tati di Dio, hanno assorbito tutto dal Fondatore. Ripeto, non sono capace di parlare di “Gesù Cristoe questi crocifisso” ma mi sforzo di essere testimone, seguendo l’esempio di chi ci spiega, consi-glia ed esorta.

De Rossi Marvì

Calendario degli Amici08 maggio Ritiro Mensile e Consacrazioni - Morrovalle15 maggio Ritiro e consacrazioni a Fossacesia16 maggio S. Gemma, patrona del MLP – Monache passioniste di Loreto, ore 21,0002 giugno Festa della Famiglia Passionista: Santuario di S. Gabriele12 giugno Ritiro mensile a Morrovalle03 luglio Ritiro mensile a Morrovalle

Ricordiamo al Signore i nostri defunti: Dott. Perticarini Silvano di Civitanova: 08-02-1 1Caponio Isabella di Rozzano Mi: 20-3-11 – Mannozzi Ferretti Gemma di Montecosaro: 21-3-11

Dichiara Gino di Morrovalle 02-03.11 – Buccella Carla di Pescosansonesco PE: 21-3-11.I primi quattro consacrati perpetui.

Maggio-Giugno 2011 – Anno XII n. 3Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46)Art. 1, Comma 2, DCB Macerata.Editoriale ECO srl - C. c. p. 11558624Dir. Tonino Taccone – Red. P. Luciano TemperilliPiazzale S. Gabriele 2 – 62010 Morrovalle McT. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394E-mail [email protected]://www.amicidigesucrocifisso.org

CARMINE DI BERNARDO: Missionario a 15 anni! Dalla paura di diventareprete passa al sogno di essere missionario ad ogni costo. Un’agile biografiadel P. A. Pierangioli, alla terza edizione, ampliata e migliorata. (Richiedereall’autore a Morrovalle MC).

ESERCIZI SPIRITUALI: Santuario S. Gabriele08-13 agosto: Guida P. Alberto P. e P. Bruno de Luca: per tutti15-20 agosto: P. Luciano T. e P. Alberto: per famiglieInformazioni e Iscrizione al P. Alberto Pierangioli C. 349.8057073 – [email protected]

Un grazie sincero a coloro che hanno inviato la loro offerta per le spese di stampa