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1 Roma, 23 gennaio 2008 DIPARTIMENTO NAZIONALE SCUOLA On. Valentina Aprea DIPARTIMENTO NAZIONALE SCUOLA On. Valentina Aprea "A scuola senza competenze? L'allarme dell'OCSE, le proposte dell'Europa" I FORUM AZZURRO DONNA

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Roma, 23 gennaio 2008

DIPARTIMENTO NAZIONALE SCUOLA

On. Valentina Aprea

DIPARTIMENTO NAZIONALE

SCUOLA On. Valentina Aprea

DIPARTIMENTO NAZIONALE

SCUOLA On. Valentina Aprea

"A scuola senza

competenze?L'allarme dell'OCSE, le proposte dell'Europa"

"A scuola senza

competenze?L'allarme dell'OCSE, le proposte dell'Europa"

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Perché riteniamo utile riflettere sui risultati dell’indagine PISA 2006:

per l’ampiezza della valutazione (57 paesi, 400.000 studenti di 15 anni);

per la continuità e la sistematicità dei dati (ogni tre anni);

per l’accessibilità e le finalità dell’indagine (conoscere in che misura i 15enni posseggono le competenze ritenute indispensabili per risolvere i problemi della vita quotidiana).

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L’indagine PISA 2006

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Perché non possiamo ignorare i risultati di PISA:

• ci parlano di confronti internazionali;

• evidenziano i limiti degli apprendimenti dei nostri 15enni e le loro carenze nelle competenze–chiave

• restituiscono molte informazioni sugli studenti e sul funzionamento degli istituti, anche se non misurano gli apprendimenti scolastici.

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L’indagine PISA 2006

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Facciamo nostra la frase dell’OCSE: “Senza dati tu sei soltanto un’altra persona con una sua opinione”.

E offriamo al dibattito politico-istituzionale il nostro punto di vista sui problemi legati :

• alla didattica• ai modelli organizzativi e al divario nord-sud• alla preparazione dei docenti

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L’indagine PISA 2006

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PISA valuta le competenze, ma la scuola italiana èprogrammata per conoscenze:

L’impianto disciplinare si basa sull’idea che la scuola debba trasmettereconoscenze: se conosco la teoria, poi sarò in grado di formarmi le competenze.

ma, quando gli apprendimenti sono distaccati dall’esperienza, rimangonoa livello intellettuale, astratto.

Ovviamente, vale anche il contrario: l’esperienza personale non supportata da conoscenze in termini concettuali, di linguaggio, di conoscenze formalizzate “scientifiche” (saperi disciplinari), scade in routine senza qualità.

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Prima criticità: la didattica

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Conoscenze teoriche senza ricadute e applicazioni nell’esperienza personale non diventano:

competenzamestiere,professione,azione sociale.

e si trasformano in parodia del sapere: incompetenza

Es.: studiare la lingua italiana e non comprendere un articolo di giornale studiare matematica finanziaria e non saper leggere un bilancio studiare inglese per 13 anni e non saperlo parlare

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Prima criticità: esperienza personale e conoscenze

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Di conseguenza nella didattica italiana:

• bisogna favorire il superamento del modello cognitivo

• e suscitare negli studenti la ricerca del significato degli apprendimenti

• attraverso le dimensioni:• del corpo• dell’azione e del movimento• delle emozioni• dell’intelligenza connettiva• della dimensione operativa• del progetto e della tecnologia

Prima criticità: apprendimento e conoscenze

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È necessario favorire un grande dibattito culturale

ad esempio:

sulle scoperte nel campo delle neuroscienze (Rizzolatti,Università di Parma) e della teoria dei “neuroni specchio” (nesso tra “cervello che agisce” e“cervello che comprende”), che spiega il processo di apprendimentosecondo l’assioma:

“io apprendo non soltanto da quel che tu sai, ma anche quel che tu fai”.

Apprendimento e conoscenze -2

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ma, soprattutto:

dobbiamo prendere atto che la nostra scuola propone un modello che risultava idoneo ad una società “industriale” dove il diritto di cittadinanza si esercitavaattraverso quelle che nel mondo anglosassone si chiamano le tre R:

Reading, WRiting, ARithmetic.Oggi, non più sufficiente e nello stesso tempo non più adeguato.

Che tipologia di lavoro, ad esempio, ci sarà nel 2025? Difficile dare una risposta.

Di sicuro, le competenze necessarie saranno quelle richieste dalla società dell’informazione per le quali, sempre il mondo anglo sassone, contrappone alle tre R le tre X:

EXploration, EXpression, EXchange.

Apprendimento e conoscenze - 3

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Apprendimento e conoscenze – 3 bis

THE INDUSTRIAL MODEL OF SCHOOLING

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eXploring: ricerca aperta di informazioni e di idee, padronanza della propria esperienza di apprendimento

eXpressing: impiegare mezzi digitali per esprimere idee e rappresentare l’esperienzaeXchanging: fare domande, condividere idee e lavorare con gli altri

Students’ Core CompetenciesThe Classical 3

RsReading/wRiting

aRithmetic

The 21st Century 3 Xs*

eXplorationeXpressioneXchange

Idit Harel: A new necessity for the young clickerati

Apprendimento e conoscenze - 4

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Le nuove generazioni di studenti, per essere competenti secondo le aspettative dell’Europa e i suggerimenti dell’OCSE, devono saper usare nuovi linguaggi, nuove strategie di pensiero che rimandano ad una realtà multimediale( New Millennium Learners - OCSE).

L’utilizzo delle ICT nella didattica diviene elemento determinante nella formazione: - ambiente di esplorazione diretta (“Personalized learning”) - laboratorio virtuale di apprendimento.

------Rinnoviamo il nostro dissenso sulle semplificazioni contenutistiche care al Ministro Fioroni, che contrappone lo studio delle tabelline ad Internet, l’inglese a Dante. Così facendo il Ministro contrappone un impianto tradizionale disciplinare ad un altro che consente, proprio come già avviene nel resto del mondo sviluppato, lo sviluppo di competenze. Giudichiamo l’attacco del Ministro Fioroni alle tre I una polemica di retroguardia, che va al più presto abbandonata per modernizzare gli apprendimenti.

Apprendimento e conoscenze - 5

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Prima criticità: la frammentazione dei saperi e le rigidità curricolari

I dati PISA e le strategie europee ci sollecitano anche a superare la frammentazione dei saperi e dei quadri orari e a convergere verso un modello unitario, pluralistico aperto e continuo

Sono priorità:

- la semplificazione dei percorsi di studio (meno materie, meno ore di lezione obbligatorie)

- la diversificazione dei piani di studio – la flessibilizzazione (distinzione tra apprendimenti fondamentali, opzionali e facoltativi - Caso Finlandia)

- la pluralità di attori e la personalizzazione dei percorsi (liceali, professionali, alternanza scuola lavoro, apprendistato)

- la costruzione di un portfolio personale delle competenze certificate (Europass) per accrescere lungo l’arco della vita le competenze possedute (educazione permanente)

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Seconda criticità: il modello organizzativo

Il divario Nord-Sud:

finisce il mito che un impianto centralistico e burocratico, uniforme nelle procedure dei percorsi, produrrebbe uguaglianza delle opportunità educative, ma soprattutto dei risultati.

Quelle scuole, prevalentemente del nord, che hanno scelto di organizzarsi in modo flessibile, dinamico, secondo un modello a rete orizzontale attraverso l’alleanza di attori e modalità di apprendimento non tradizionali (mondo produttivo, musei, biblioteche, università, associazioni ed enti no profit, mobilità degli studenti nei paesi europei, stage, tirocini, alternanza scuola lavoro, eccetera) hanno raggiunto risultati migliori e aumentato di gran lunga la motivazione degli studenti all’apprendimento e all’autostima e favorito l’orientamento e l’auto-orientamento.

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Seconda criticità: accountability e valutazione

Occorre rilanciare la decentralizzazione (processo bloccato):

• rendere le scuole più autonome (fino alla scelta degli insegnanti da Albiprofessionali regionali)

• ma anche più responsabili attraverso:

- processi interni di accountability - processi esterni di valutazione

della qualità complessiva delle scuole e dei singoli attori dell’istruzione (dirigenti e docenti)

La sussidiarietà diventa la stella polare di questo cambiamento

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Terza criticità: la formazione degli insegnanti

La qualità della scuola è fondata sulla qualità della preparazione e della condizione dei docenti

- correlazione tra ottimi rendimenti degli studenti in matematica e scienze (Giappone, Finlandia, Hong Kong, Canada e Corea del Sud) e selezione dei docenti di queste discipline tra i migliori giovani laureati di ogni anno (ricerca dell’Agenzia McKinsey - novembre 2007)

- da noi, per colpa di una politica del personale basata su concorsi burocratici, su infinite graduatorie di precari e bassi stipendi e scarsa produttività, abbiamo agito nel modo opposto Paradossi: Meno del 20 % degli insegnanti che insegnano matematica nelle scuole medie è

laureato in matematica (insegnano perfino quelli con la laurea in sociologia). Per tutti questi insegnanti privi di forti basi disciplinari è ancora più difficile il passaggio alle competenze, il risultato è che rimangono ancorati ai contenuti dei libri di testo.

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Terza criticità: la formazione degli insegnanti

Formazione iniziale e reclutamento dei docenti:

l’Italia è ancora in una fase di emergenza l’aveva già evidenziato nel 2003 anche una delegazione dell’OCSE in visita alle

scuole italiane (progetto “attirare, formare e trattenere insegnanti efficaci”):“l’espansione molto rapida del sistema tra il 1960 e il 1990 ha portato ad abbassamentodegli standard degli insegnanti, saliti in cattedra senza una preparazione specificaall’insegnamento”l’OCSE giudicava negativamente la selezione per “concorso”, modalità simile a tutti glialtri impiegati dello Stato e non basata su abilità didattiche e professionali.

-----La recente disposizione inserita dal Governo in Finanziaria che abroga il Decreto 227/05 e prevede il ritorno al reclutamento attraverso la generica formula del concorso aggrava il quadro della docenza, arretrato sia sul fronte della formazione iniziale che su quello del reclutamento e della formazione in servizio (esclusa dall’ultimo contratto).

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Nella situazione in cui siamo, proponiamo al Governo di prendere in considerazione tre azioni:

Indizione della Seconda Conferenza Nazionale sugli apprendimenti di base in collaborazione con l’Agenzia Nazionale dell’Autonomia (ex INDIRE)

Ripresa della valutazione censuaria degli apprendimenti scolastici e introduzione di sistemi di valutazione dei docenti e dei dirigenti con espliciti obiettivi da indicare nella nuova Direttiva triennale INVALSI (2008-2010)

Istituzione di un “tavolo permanente” sull’emergenza della docenza per concordare tra Governo, Parlamento, forze sociali, rappresentanti delle Associazioni dei docenti, dei genitori e degli studenti nuove strategie di professionalizzazione iniziale e in servizio dei docenti.

Proposte al Governo

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Emergenza Apprendimenti:

La Seconda Conferenza Nazionale sugli apprendimenti di base dovrebbe a nostro avviso riprendere i 10 punti discussi e approvati dal mondo della scuola nella Prima Conferenza che si svolse il 9 e 10 febbraio 2005 per reagire ai dati di PISA 2003.

Come emerge chiaramente dal documento, molti dei limiti della nostra offerta didattica erano stati già allora evidenziati, ma trattandosi di carenze strutturali e di interventi pluriennali di formazione e riqualificazione professionale, richiedono un nuovo impulso in termini di nuovi investimenti ideali e progettuali.

Proposte al Governo - 1

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Proposte al Governo - 2

Emergenza Valutazione:

Considerato che i dati PISA valutano le competenze, e solo dei 15enni, l’Italia ha necessità di monitorare gli apprendimenti scolastici con indagini complementari, sistematiche e periodiche. In più, per favorire differenziazioni nei percorsi di studi, senza mettere in discussione gli apprendimenti non negoziabili, le rilevazioni nazionali dovrebbero essere previste, come nel Decreto Legislativo n.286/04, per tutti gli studenti (modalità censuaria) e non solo a campione.

Questa pratica, interrotta dal Ministro Fioroni, dovrebbe ripartire già dal prossimo anno scolastico ed essere, per questo, prevista nella Direttiva triennale 2008-2010 che il Ministro è tenuto ad emanare rispetto all’attività dell’INVALSI.

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Proposte al Governo - 3

Emergenza Docenti (1):

L'insegnante non è un soggetto perfettamente fungibile ad ogni trasformazione strutturale, normativa e organizzativa della scuola. Ne è invece l'elemento costitutivo, soprattutto quando il sistema in cui esso opera si avvia a rapidi e continui cambiamenti.Nei dieci anni in cui si è discusso di autonomia delle scuole, non si è operato: - per modificare il reclutamento (la legge n. 124/99 è stata la conseguenza nefasta dei vecchi sistemi dei concorsi e delle sanatorie)- per riscrivere lo stato giuridico degli insegnanti in coerenza con il nuovo paradigma organizzativo e didattico (flessibilità) delle scuole- per dare pertinenza alle competenze richieste ai docenti con il trasferimento alle scuole di nuovi poteri e funzioni tecniche, organizzative e didattiche (POF)

Non consola sapere che anche in altri paesi europei il problema si pone in modo analogo (anche se nella UE le carriere sono presenti) e in modo altrettanto impellente, con la differenza che in tali Paesi le difficoltà di cambiamento si sono tradotte in una crisi diffusa e drammatica dell'offerta di insegnanti. Anche l'Italia si sta avvicinando a questo limite, e non ci deve ingannare l'affollamento delle graduatorie degli aspiranti.

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Proposte al Governo - 4

Emergenza Docenti (2):

La decisione del Governo di abrogare il decreto 227/05, che aveva previsto nuovi equilibri tra Università e Scuole (tirocini e praticantato) per la formazione iniziale dei docenti e forti aspettative per formare docenti più qualificati e più giovani, crea un vuoto legislativo che deve essere al più presto colmato.

Preoccupa, tuttavia, la volontà del Governo di ritornare ai concorsi senza aver chiarito che fine farà la formazione universitaria.

Accanto a questi dubbi urge mettere mano alle classi di concorso e di abilitazione prima che si arrivi alla sostituzione di migliaia di docenti che stanno per terminare il loro servizio.

Diamo la disponibilità a confrontarci su questi temi per una modalità condivisa di formazione dei docenti che ripari in parte e tardivamente allo strappo prodotto dal Governo con la delega in bianco sul nuovo reclutamento approvato in finanziaria.

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Proposte al Governo – dieci punti (allegato)

Documento XIV Legislatura – Governo Berlusconi

Dieci punti per migliorare le competenze in italiano, matematica e scienze (9–10 febbraio 2005)

1. Dal sapere astratto alle competenze

2. Puntare sulla formazione dei docenti

3. Rafforzare le conoscenze, abilità e competenze in italiano, matematica, scienze

4. Aumentare le sinergie e le opportunità di educazione informale

5. Scambio delle migliori pratiche

6. Dispersione scolastica: azioni di contrasto

7. Rapporto tra educazione e valutazione

8. Servizio nazionale di valutazione

9. Preparazione al 2006: simulazioni

10. Strutture operative regionali a supporto di una migliore qualità degli apprendimenti

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