roma, mercoledì 14 dicembre 2011 -...

45
1 Roma, mercoledì 14 dicembre 2011 Prevenzione e monitoraggio delle aggressioni nei confronti degli Operatori sanitari Emanuela Amadei Dirigente Medico ACO San Filippo Neri

Upload: vucong

Post on 17-Feb-2019

216 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

1

Roma, mercoledì 14 dicembre 2011

Prevenzione e monitoraggio delle aggressioni nei confronti degli Operatori sanitariEmanuela Amadei Dirigente Medico ACO San Filippo Neri

Implementazione della Raccomandazione per prevenire gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari: resoconto dell’esperienza di una Azienda Ospedaliera

2

3

National Institute of Occupational Safety and Health(NIOSH) definisce la violenza nel posto di lavoro

“ogni aggressione fisica, comportamento minaccioso o abuso verbale che si verifica nel posto di lavoro”.

come

4

Nel nostro Paese mancano statistiche sulla diffusione del fenomeno.

Chi è esposto ? Qual è la dimensione del problema?

USA – BUREAU OF LABOR STATISTICSTASSO DI INCIDENZA AGGRESSIONI NON

MORTALI

OPERATORI OSPEDALIERI 9,3/10.000

OPERATORI SETTORE PRIVATO 2,0/10.000

5

6

http://www.inail.it/cms/statistiche/DatiInail/osservatorio2007/DATI012007.pdf)

7

8

Gli atti di violenza consistono nellamaggior parte dei casi in eventi con esito non mortale,ossia aggressione o tentativo di aggressione, fisica o verbale, quale quella realizzata con uso di un linguaggio offensivo.

evento sentinella

Il comportamento violento avviene spessosecondo una progressione che, partendodall’uso di espressioni verbali aggressive,arriva fino a gesti estremi quali l’omicidio.

Ministero Della Salute

RACCOMANDAZIONE PER PREVENIRE GLI ATTI DI VIOLENZA A DANNO DEGLI OPERATORI SANITARI

(Raccomandazione n. 8, novembre 2007)

9

AREE MAGGIORMENTE COINVOLTE (Raccomandazione n. 8, novembre 2007)

SERVIZI DI EMERGENZA/URGENZASTRUTTURE PSICHIATRICHE

OSPEDALIERE E TERRITORIALILUOGHI DI ATTESASERVIZI DI GERIATRIASERVIZI DI CONTINUITA’ ASSISTENZIALE

10

FATTORI FAVORENTI (Raccomandazione n. 8, novembre 2007)

AUMENTO DI PAZIENTI CON DISTURBI PSICHIATRICI ACUTI E CRONICI DIMESSI DALLE STRUTTURE OSPEDALIERE E RESIDENZIALI

DIFFUSIONE DELL’ ABUSO DI ALCOL E DROGA ACCESSO SENZA RESTRIZIONE DI VISITATORI PRESSO OSPEDALI E

STRUTTURE AMBULATORIALI LUNGHE ATTESE NELLE ZONE DI EMERGENZA O NELLE AREE CLINICHE RIDOTTO NUMERO DI PERSONALE DURANTE MOMENTI DI MAGGIORE

ATTIVITA’ (TRASPORTO PAZIENTI, VISITE, ESAMI DIAGNOSTICI) OPERATORE SOLO E/O ISOLATO (ASSENZA DI TELEFONO O MEZZI DI

SEGNALAZIONE E ALLARME) MANCANZA DI FORMAZIONE DEL PERSONALE NEL RICONOSCIMENTO E

CONTROLLO DEI COMPORTAMENTI OSTILI E AGGRESSIVI SCARSA ILLUMINAZIONE AREE DI PARCHEGGIO E STRUTTURE

11

PROGRAMMA DI PREVENZIONE DELLA VIOLENZA (Raccomandazione n. 8, novembre 2007)

MISURE ORGANIZZATIVE

APPLICARE, COMUNICARE E DIFFONDERE UNA POLITICA DI “TOLLERANZA ZERO”

INCORAGGIARE IL PERSONALE A COMUNICARE OGNI FORMA DI VIOLENZA SUBITA

FACILITARE IL COORDINAMENTO CON LE FORZE DELL’ORDINE E CON LA SICUREZZA INTERNA

ISTITUZIONE DI GRUPPI DI LAVORO MULTIDISCIPLINARI ADDESTRATI E QUALIFICATI

AFFERMARE L’IMPEGNO DELLA DIREZIONE PER LA SICUREZZA NELLE PROPRIE STRUTTURE

12

L’ Azienda Ospedaliera San Filippo ha costituito un gruppo di lavoro al fine di promuovere azioni di protezione e prevenzione agli atti di aggressione verbale e/o fisica ai dipendenti dell’Azienda. Il gruppo è multidisciplinare ed è costituito da:Dott.ssa S. Cinalli – Risk manager e coordinatoreDott.ssa P. Magrini – DSPDott. A. Salvi – medico legaleDott.ssa E. Amadei – Dir. Medico UOC GastroeneterologiaDott.ssa S. Cerrai – Dir. Medico P.S.Dott. M. Di Genio – Dir. PsichiatraSig. F. Brughitta - Infermiere

13

COMPITI DEL GRUPPO

Analisi delle situazioni operative partendo dalla revisioni degli episodi segnalati attraverso un modello di segnalazione/denuncia

14

15

COMPITI DEL GRUPPO

Nel periodo marzo-settembre 2011 ci sono state 36 denunce di cui 32 presso il Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza. Gli episodi di aggressione sono stati 24 in quanto in alcuni episodi coinvolti più operatori.

16

COMPITI DEL GRUPPO

Tra le azioni preventive che il gruppo ha ritenute prioritarie è stato il coinvolgendo della vigilanza interna aziendale affinché attuino le azioni di primo intervento atte a dirimere e sedare situazioni evolutive a carattere violento diretto nei confronti del personale.

17

CORSO di FORMAZIONE

Riconoscimento e gestione della aggressività contro gli operatori sanitari

I docenti, tutti professionisti interni all’Azienda, hanno partecipato ad un corso propedeutico per formatori organizzato dall’UOC SPDC (Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura)

18

Programma:

08.00 – 09.00 REGISTRAZIONE ISCRITTI

09.00 – 09.30 INTRODUZIONE AL CORSO PRESENTAZIONE DATI EPIDEMIOLOGICI S.CERRAI

09:30 – 10.15 LA COMUNICAZIONE E L’AGGRESSIVITA’IN AMBITO SANITARIO F.MUSTI

10.15 – 10.30 PAUSA

10.30 – 11.15 IL RICONOSCIMENTO E LA GESTIONEDELLA AGGRESSIVITA’ IN AMBITO SANIATRIO S.CERRAI /G.VISIGALLI/E.OREFICE

11.15 – 11.45 SIMULAZIONI

11.45 – 12.15 VERIFICA E APPRENDIMENTO

12.15 – 12.30 CONCLUSIONI

19

Da giugno ad ottobre 2011 sono stati realizzate cinque edizioni formando circa 75 operatori sanitari, soprattutto del Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza. E’ in programma ripetere tale modulo formativo con altre edizioni con il coinvolgimento delle U.O. che più di altre, per tipologia di attività e/o frequenza di rapporti con il pubblico ed utenza esterna, risultano essere più esposti al rischio

20

PREVENZIONE DELLE AGGRESSIONI SUGLI OPERATORI

Dalla VALUTAZIONE DEL RISCHIO PSICOSOCIALE effettuata presso l’ACO San Filippo Neri (2009-2011) è emerso ,da parte del personale,quello che è stato denominato

vissuto di accerchiamento.

L’ INTERVENTO FORMATIVO finalizzato a ridurre il livello di rischio psicosociale è iniziato con il personale più a rischio: la Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso.Da questa Unità Operativa sono inoltre pervenute il maggior numero di segnalazioni di atti aggressivi nei confronti degli operatori.

21

Gli operatori vivono il lavoro comesoggetto a minacce incombenti e inevitabili.

22

VISSUTO di ACCERCHIAMENTO

Chi si sente vincolato dai pericoli e dalle minacce del lavoro sanitario è proteso alla valutazione di sé e degli altri, ha paura di sbagliare e si allontana dal riconoscimento, ad esempio, della propria efficacia, della esperienza e del proprio interesse per quello che sa fare.

La minaccia è:professionale (malati e familiari)organizzativa (turni e carichi di lavoro)istituzionale (magistratura incombente)

Sviluppare competenze atte a riconoscere e valorizzare l’esistenza della risorsa insita nella creazione di rapporti di scambio in alternativa ai conflitti o al non riconoscimento all’interno della propria struttura di appartenenza.

Facilitare la coesione, l’appartenenza e l’integrazione tra le differenti figure professionali entro il gruppo di lavoro della propria Unità.

23

Obiettivi dell’INTERVENTO FORMATIVO

Richieste interventi strutturali da attuare

Installazioni in tutte le postazioni di visita di un pulsante che azioni un allarme sonoro e luminoso, che in caso di aggressione grave rappresenti un avviso di chiamata istantaneo per il vigilantes aziendale in servizio presso il pronto soccorso.

Istallazione di display informativi ad uso dell’utenza, da collocare negli spazi di attesa, sull’andamento del caso clinico e la relativa tempistica.

Installazione di videocamere a circuito chiuso (in osservanza della legislazione corrente in materia di privacy) negli spazi comuni, con idonea cartellonistica.

Telefono “rosso” in comunicazione diretta con la questura da collocare presso la postazione triage, utilizzabile in caso di emergenza.

Maggior controllo e filtro da tutti gli accessi al PS

24

SISTEMA PREDITTIVO DI UN COMPORTAMENTO VIOLENTO

25

SEGNALI DI ALLARME 1

ESPRESSIONI DI RABBIA O FRUSTRAZIONE

GESTI MINACCIOSI

SEGNI DI INTOSSICAZIONE DA DROGHE O ALCOL

PRESENZA DI ARMI

26

SEGNALI DI ALLARME 2

SUDORAZIONE PROFUSA ALZARSI IN PIEDI VOLTO PAONAZZO VOCE ALTA RESPIRO RAPIDO CONTATTO VISIVO DIRETTO E PROLUNGATO GESTUALITA’ ESAGERATA TENSIONE MUSCOLARE

27

AROUSAL (ATTIVAZIONE)

ATTIVAZIONE PSICOMOTORIA CON CAMBIAMENTI EMOTIVI, FISICI, PSICOLOGICI

L’ORGANISMO SI PREPARA ALL’ ATTACCO O ALLA FUGA

28

29

CHI AGGREDISCE E PERCHÈ

circa 85 %delle aggressioni è perpetrato dagli stessi pazienti.

Circa 25%di essi risulta essere affetto da disturbi psichici.

circa 6%è sotto l’influsso di droghe/alcool le lunghe attese il rifiuto di certificazioni di malattia la discordanza sulle prescrizioni di farmaci.

CATEGORIE DEL DSM-IV TR CHE INCLUDONO VIOLENZA E AGGRESSIONE

1. Disturbi legati all’alcool

2. Intossicazione da anfetamine

3. Intossicazione per inalazione

4. Intossicazione da fenciclidine

5. Disturbo antisociale di personalità

6. Disturbo borderline di personalità

7. Demenza

8. Delirio

9. Disturbo esplosivo intermittente

10. Ritardo mentale

11. Disturbo della condotta

12. Disturbo oppositivo provocatorio

13. Disturbo post-traumatico da stress

14. Cambiamento di personalità dovuto a condizioni mediche generali

di tipo aggressivo

15. Sadismo sessuale

16. Schizofrenia di tipo paranoide 30

DE-ESCALATION(DAL CONFRONTO ALLA NEGOZIAZIONE)

INSIEME DI INTERVENTI BASATI SULLA COMUNICAZIONE VERBALE E NON VERBALE VOLTI A DIMINUIRE L’ INTENSITA’ DELLA TENSIONE IN UN CONFLITTO

31

COMUNICAZIONE

COMUNICAZIONE VERBALE: TALK DOWN, NEGOZIAZIONE, ASCOLTO ATTIVO

COMUNICAZONE NON VERBALE

32

COMUNICAZIONE VERBALE

TALK DOWN:

APPROCCIO VERBALE VOLTO AL PROGRESSIVO CONTENIMENTO DI UNA SITUAZIONE

POTENZIALMENTE AGGRESSIVA BASATO PRINCIPALMENTE, MA NON SOLO, SUL CONTENUTO

DEL LINGUAGGIO.

33

SUGGERIMENTI PER IL TALK DOWN:

STABILIRE UN CONTATTO VERBALE

USARE FRASI BREVI DAL CONTENUTO CHIARO, SE IL PAZIENTE NON HA

COMPRESO IL SIGNIFICATO, SEMPLIFICARE SEMPRE PIÙ, ANCHE A SCAPITO DELLA COMPLETEZZA, DELLA COERENZA O LOGICA

SERVIRSI DI UN TONO DI VOCE CALDO E RASSICURANTE

RIVOLGERSI ALL’ INTERLOCUTORE USANDO IL SUO COGNOME

RIDURRE LA TENSIONE DICHIARANDOSI D’ ACCORDO E DISPONIBILE ALLA

RICERCA DI UNA SOLUZIONE COMUNE

NON POLEMIZZARE O CONTRASTARE APERTAMENTE

FORMULARE DOMANDE CHE PREVEDANO UNA RISPOSTA APERTA

FORNIRE SCELTE ALTERNATIVE

34

EVITARE DI:

DARE ORDINI O AVVERTIMENTI MORALEGGIARE DISCUTERE BIASIMARE, RIMPROVERARE O GIUDICARE DARE SOPRANNOMI ANALIZZARE O ESAMINARE A FONDO IRONIZZARE O FARE DEL SARCASMO ELOGIARE O SMINUIRE

35

SUGGERIMENTI PER LA COMUNICAZIONE NON VERBALE

POSIZIONARE IL CORPO IN MODO DA COMUNICARE

LATERALMENTE CON IL PAZIENTE (ROTAZIONE DI CIRCA 30°

RISPETTO IL PAZIENTE) TENTARE DI COMUNICARE ALLO STESSO LIVELLO DEL PAZIENTE MANTENERE UNA GIUSTA DISTANZA BRACCIA ABBASSATE, NON INCROCIATE E MANI APERTE

MOSTRANO CHE NON SIAMO AGGRESSIVI UNA TESTA DRITTA CHE S ’ INCLINA O CHE ANNUISCE RAFFORZA

L’ASCOLTO ATTIVO. GESTI LENTI E DELICATI ASSUMERE UNA POSIZIONE COMODA E RILASSATA, SENZA

INVADERE LO SPAZIO DEL CORPO MODULARE LA VOCE PRESTANDO ATTENZIONE AL VOLUME, AL

TONO ED ALL’INTENSITÀ ACCOMPAGNARE LA COMUNICAZIONE CON LO SGUARDO, NON

FISSARE IN MODO CONTINUO

36

E SE NON FUNZIONA???

37

ALCUNI SUGGERIMENTI da: “linee guida sulla contenzione fisica” (Ospedale Niguarda Ca Granda)

IN BASE AI PIÙ MODERNI CRITERI DI DIFESA PERSONALE, LA FRASE CHE SI RITIENE OGGI PIÙ EFFICACE È “STAI LONTANO” RIPETUTA COSTANTEMENTE.

SE SI VIENE AFFERRATI PER UN POLSO, È OPPORTUNO PIEGARE LE BRACCIA AL GOMITO E RUOTARLE RAPIDAMENTE CONTRO IL POLLICE DELL’AGGRESSORE, PER INDURLO A LASCIARE LA PRESA.

PER I MORSI È OPPORTUNO SPINGERE LA PARTE MORSA PIÙ A FONDO NELLA BOCCA DEL PAZIENTE, ESERCITANDO UNA FORTE COMPRESSIONE CON TUTTO IL PROPRIO CORPO, QUINDI AIUTARSI, MAGARI CHIUDENDO LE NARICI DELL’AGGRESSORE

38

SE SI VIENE AFFERRATI PER I CAPELLI, STABILIRE UN CONTROLLO SULLA MANO CHE HA AFFERRATO, PER LIMITARE I DANNI, ED ABBASSARSI IL PIÙ POSSIBILE CERCANDO DI PORTARSI ALLE SPALLE DEL PAZIENTE, QUINDI RISALIRE OBBLIGANDO L’AGGRESSORE A LASCIARE LA PRESA PER MANCANZA DI EQUILIBRIO. LA PRESA PER I CAPELLI HA LO SCOPO DI DOMINARE SULL’ALTRO, PRIVA DI STABILITÀ L’INTERA PERSONA, PERCIÒ È DA RITENERSI TRA LE PIÙ PERICOLOSE DA SUBIRE.

SFUGGIRE AD UNO STRANGOLAMENTO È LA CHIAVE DELLA SOPRAVVIVENZA. OCCORRE ABBASSARE IL MENTO VERSO LO STERNO PROTEGGENDO COSÌ LA ZONA CRITICA. LA PROTEZIONE DELLA GOLA CONSENTE DI NON PERDERE CONOSCENZA E GUADAGNARE TEMPO AL FINE DI LIBERARSI.

39

OPPURE

ABBANDONARE LA SITUAZIONE

CHIAMARE LA SICUREZZA

40

E INOLTRE

VALUTA QUALUNQUE SITUAZIONE DI POTENZIALE VIOLENZA QUANDO ENTRI IN UNA STANZA O INIZI A PARLARE CON UN PAZIENTE O UN VISITATORE

SII VIGILE DURANTE INCONTRI INASPETTATI

NON ISOLARTI CON PERSONE POTENZIALMENTE VIOLENTE

CONSERVA SEMPRE UNA VIA DI FUGA

41

E DOPO

DOPO OGNI EPISODIO DI VIOLENZA, ORGANIZZARE INCONTRI PER ELABORARE IL VISSUTO EMOTIVO RILEVANTE MA ANCHE RIFLETTERE SU ASPETTI PRATICI DELL’ACCADUTO.

SUPERVISIONE ESTERNA PER I CASI PIÙ GRAVI

NON COLPEVOLIZZARSI MA IMPARARE DALL’ESPERIENZA

TORNARE AL LAVORO PRIMA POSSIBILE

ASSICURARSI UN SOSTEGNO, SIA FORMALE CHE INFORMALE

RASSICURARE LA VITTIMA IN MANIERA INCONDIZIONATA

42

Un' azienda è sana se promuove la salute e il benessere dei suoi dipendenti

WHO 2002

43

44

45