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2 Il Sole 24 OreDomenica 14 Giugno 2015 N. 162
Fisco e contribuentiL’ATTUAZIONE DELLA RIFORMA
Le richieste di chiarimentiLa revisione degli interpelli punta a facilitareil confronto preventivo con l’amministrazione
Ditte e piccole societàPer l’imposta sul reddito dell’imprenditoreresta da superare lo scoglio delle risorse
Allarme dei Caf: «Serve una proroga anche per il 730»ROMA
pRischio impasse per l’invio del 730 da parte dei Caf. Le responsabilità aumentate in caso di errori e la difficoltà a reperire coperture assicurative potrebbero, infatti, comportare il pericolo di un ritardo nell’invio dei modelli. Ragione per la quale la Consulta dei Caf ha già segnalato all’amministrazione finanziaria la necessità di prorogare il termine del 7 luglio per la trasmissione. Un’incognita non di poco conto se si pensa che manca meno di un mese alla scadenza e unrallentamento peserebbe poi, inevitabilmente, sulle liquidazioni dei rimborsi in busta paga o nel rateo delle pensioni.
Facciamo un passo indietro.Con le nuove regole previste per l’introduzione della precompilata, infatti, i centri di assistenza fiscale egli intermediari abilitati all’invio del modello 730 (sia ordinario che precompilato) saranno chiamati a
rispondere di imposte, interessi e sanzioni nel caso in cui un futuro controllo dell’amministrazione finanziaria ravvisasse un visto infedele sulla dichiarazione. Questo vale in tutte le circostanze in cui l’errore non sia da attribuire a dolo o colpa grave del contribuente: ipotesi, tra l’altro, molto difficile dadimostrare. Dopo una prima fase di stallo è intervenuta l’Authority del settore assicurativo (Ivass) a precisare che la nuova responsabilità allargata ha natura risarcitoria e non sanzionatoria e quindi può essere coperta da polizza (si veda IlSole 24 Ore del 22 marzo scorso).
Un’interpretazione estensiva del Codice delle assicurazioni, che vieta alle compagnie di assicurare anche eventuali apparati sanzionatori proprio per non ridurre i loro effetto di deterrenza.
Ma i nodi ora tornano al pettine.Come sottolinea al Sole 24 Ore il presidente della Consulta dei Centri di assistenza, Valeriano Canepari, «sono pochissimi i Caf che hanno sottoscritto una polizza, in particolare quasi nessuno dei grandi lo ha fatto». Se fossimo in unromanzo giallo, il principale indiziato sarebbe il mutato scenario normativo. Il dato di fatto sottolineato da Canepari è che «le proposte avanzate, e sottoscritte da alcuni Caf, prevedono un premio che aumenta, rispetto a quelli oggi in vigore, da 5 a 7 volte e con un importo di franchigia, a carico del Caf, cheva, in relazione all’importo del premio pattuito, dai 250 ai 500 euro». Un aspetto che rischia di mettere
un serio freno alla campagna di elaborazione e di invio. Perché, come iCaf hanno già evidenziato alle Entrate, «l’eventuale mancata stipula della polizza potrebbe ipotecare o ritardare l’invio dei modelli in quanto ricorda ancora Canepari senza assicurazione non si può procedere al loro invio all’Agenzia con la conseguenza di ritardare le compensazioni a credito di tantissimi contribuenti». Da qui «la richiesta di una proroga» all’amministrazione finanziaria perché «se è vero che oltre 10 milioni di precompilate sono state scaricate tra Caf e contribuenti che hanno fatto in proprio – aggiunge il presidente della Consulta – ne restano altrettante da scaricare e gestire nel pocotempo che manca».
Fin qui il grido d’allarme lanciato dei Caf. Naturalmente l'amministrazione finanziaria non potrebbemai attribuire un ritardo a carico del settore assicurativo che ha do
vuto fare i conti con una responsabilità da coprire molto più ampia rispetto al passato e con numerose incognite perché al momento restadifficile immaginare in quanti casi e per quali importi Caf e intermediari potrebbero essere chiamati a rispondere. Quindi la tariffazione da applicare non può che seguire lenormali logiche di mercato. Ancheperché ragionando per assurdo se pure arrivasse un input ad assicurare e, peraltro, a una tariffa determinata, si rischierebbe il paradosso di una lesione della concorrenza. Ecco perché la questione va composta con tutti gli attori interessati e partendo forse da una revisione di quella stretta “sanzionatoria” sugli intermediari su cui più volte anche il presidente dei commercialisti, Gerardo Longobardi, ha richiesto una riflessione.
Intanto dopo il differimento al 6luglio di Unico per chi fa gli studi disettore resta sempre sul tavolo la
questione proroga. Difficile ipotizzare che si arrivi a uno spostamento secco del termine anche perché sia il Governo sia il fisco hanno investito molto, in termini di semplificazione e immagine, su tutta l’operazione 730 precompilato. Unaiuto però potrebbe arrivare da quanto avvenuto nell’estate del 2007. In quell’occasione si stabilì che i Caf avrebbero potuto «completare l’invio» entro un termine più ampio a condizione che avessero trasmesso l’85% delle dichiarazioni entro la scadenza ordinaria. Il principale scoglio anche di undifferimento selettivo rimane sempre l’impossibilità di gestire le liquidazioni e in particolare quelle a credito di dipendenti e pensionati che da tempo hanno trasformato i rimborsi di fine luglio nel finanziamento delle ferie estive.
M. Mo.G. Par.
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LA SCADENZA DEL 7 LUGLIOAncora aperta la questionedell’assicurazione per coprirele responsabilità sugli errorima l’ipotesi massima sembraessere un differimento selettivo
Sanzioni ridotte per i piccoli erroriTra i decreti fiscali al varo la prossima settimana anche la riforma del catasto
Marco MobiliGiovanni ParenteROMA
pSanzioni ridotte per i piccoli errori. Nessuno sconto e al contrario multa raddoppiata in caso di comportamenti fraudolenti. In dirittura d’arrivo la riforma dei reati tributari con la soluzione alla soglia di non punibilità del 3 per cento, la cosiddetta norma “salvaBerlusconi”. Non solo. Sul fronte del contenzioso tributario novità a impatto ridotto e limitate al solo processo con la possibilità per il contribuente di arrivare a una mediazione su tutti i tributi, compresi quelli comunali, per importi fino a 20mila euro. E rappresentanza in giudizio più ampia con la possibilità comunque di stare in giudizio senza assistenza tecnica nelle controversie fino a 3mila euro (si veda il servizio in basso). Cambiano anche le regole per accordarsi con il Fisco attraverso l’interpello e per ilmondo dei giochi la tassazione è destinata a spostarsi dalla raccolta al margine. In arrivo anche un decreto ad hoc sul “fondo taglia tasse”in cui saranno fatti confluire e gestiti gli incassi della lotta all’evasione e i risparmi ottenuti con il taglio delle tax expenditures. Nei giorni incui circa 26 milioni di italiani andranno alla cassa per pagare le imposte sul mattone (si veda la paginaa fianco) il Governo si presenta conla riforma del Catasto, con la promessa di mantenere l’invarianza digettito e dunque di non aumentare il prelievo. Ancora a caccia di risorse, invece, per lanciare nell’ordinamento tributario la nuova imposta sul reddito dell’imprenditore (Iri) ed estendere il regime dell’Iva di cassa a tutti i lavoratori autonomi.
È il ricco menù con cui l’Esecutivo conta, entro la fine della settimana entrante, di dare piena attuazione alla delega fiscale. Si tratta complessivamente di 6 decreti legislativi al netto di eventuali ulteriori spacchettamenti o ripensamenti dell’ultima ora. Non è escluso, poi, che potrebbe arrivare sempre in settimana anche il secondo via libera di Palazzo Chigi al decreto sulla certezza del diritto su cui leCamere hanno già formulato il loro parere con osservazioni. Decreto particolarmente atteso e ritenuto strategico per sbloccare le migliaia di istanze di adesione al rientro dei capitali ferme nei cassetti degli intermediari in attesa della piena operatività dei nuovi limiti al raddoppio dei termini dell’accertamento. Ma torniamo alle principali novità in arrivo.
SanzioniÈ il pacchetto più atteso. Sui reati tributari si attende la soluzione sulla soglia di non punibilità o norma “salvaBerlusconi”. A Natale, come si ricorderà, il Governo nella riforma dei reati tributari inserì anche una soglia di non punibilità del 3%. Concetto di soglia destinato a restare (il valore sarà definito soltanto nelle ultime ore) ma che comunque sia non si applicherà mai ai casi di frode documentale o ai casi più gravi di evasione fiscale.
La seconda parte del decretosanzioni si concentrerà, invece, con un intervento chirurgico sulle sanzioni amministrative, sempre nel rispetto del principio di proporzionalità indicato dalla delega. Ecco così ad esempio che in caso dimancato invio dei modelli rilevanti ai fini degli studi non ci sarà nessun raddoppio della sanzione. Aumentano, di due volte, le multe per chi commette violazioni in caso di applicazione della cedolare secca sui redditi prodotti da immobili concessi in affitto. E riprendendo ilprincipio delle soglie di non puni
bilità anche in caso di piccoli errorie dichiarazione infedele si punta a ridurre le sanzioni amministrative se in fase di accertamento ciò che risulta evaso non si discosta più del3% da quanto dichiarato dal contribuente, comunque entro il limite di30mila euro. Inoltre spazio alla possibilità di ottenere sconti sulle sanzioni (si ipotizza dal 60 al 120% delle imposte dovute) in caso di omessa dichiarazione (Irap compresa), ma a patto che quest’ultimasia comunque presentata entro la data di inizio dell'attività di liquidazione cioè entro l'anno successivo
di presentazione delle dichiarazioni. In caso di dichiarazioni infedeleda cui dovessero emergere comportamenti fraudolenti la sanzione amministrativa si raddoppia.
CatastoL’ultima novità che dovrebbe trovar spazio nel decreto riguarda gli immobili delle imprese e in particolare i cosiddetti «beni imbullonati». Come confermato venerdì dal viceministro all’Economia, Luigi Casero, a Mondovì (si veda Il Sole di ieri), i macchinari industriali ancorché ancorati a terra non faranno valore catastale a differenza di capannoni e strutture in muratura. La grande scommessa del Governo è quella di garantire ai 26 milioni di contribuenti che in settimana andranno alla cassa per pagare Tasi e Imu una riforma del catasto apressione fiscale invariata.
InterpelloNella revisione dei rapporti tra fisco e contribuente l’attuazione della delega fiscale punta a rivedere anche l’istituto dell’interpello. Cinque le fattispecie su cui cittadini e imprese potranno chiedere chiarimenti all’amministrazione finanziaria su operazioni e comportamenti fiscali. Potranno poi essere impugnate in eventuali contenziosi soltanto le risposte fornite dall’amministrazione relative alla disapplicazione di norme tributarie che per evitare possibili elusioni fiscali limitano deduzioni, detrazioni o crediti d’imposta. Nella riforma ci sarà anche il nuovo interpello per l’applicazione della nuova disciplina dell’abuso del diritto.
IriÈ la vera rivoluzione in arrivo per tutte le imprese individuali e le società di persone. Ma il suo costo chesi avvicina al miliardo potrebbe obbligare il Governo a un rinvio alla prossima legge di stabilità. Questa sarà la settima decisiva e se sarà attuata le nuove misure puntano a introdurre per i “piccoli” un’imposizione proporzionale e separata del reddito d’impresa con un’aliquota pari a quella dell’Ires (27,5% ) con lapossibilità di dedurre dall’imponibile le somme prelevate dall’imprenditore e dai soci. In questo modo nascerebbe la nuova Iri, l’imposta sul reddito dell’imprenditore che avrebbe come ratio quella di spingere alla patrimonializzazione delle piccole imprese.
GiochiTra le novità principali la riduzione delle new slot, la revisione dell’anticipo di 500 milioni previsto dalla stabilità e soprattutto la nuova tassazione del “margine”. Dal 1° gennaio 2016, infatti, arriverà un prelievo unico su un imponibile costituito dalla differenza tra le somme giocate e levincite corrisposte: la tassazionemassima sarà del 60% per le slot machine, al 50% per le Vlt, al 20%per le scommesse e i giochi a distanza e al 42% per il bingo.
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LA PAROLACHIAVE
Delega fiscale
7È la legge 23/2014 che conferisce al Governo una delega per l’attuazione, attraverso l’adozione di decreti legislativi, di un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita. Tre i Dlgs già varati definitivamente (semplificazione e precompilata , tassazione dei tabacchi, commissioni censuarie).Altri tre, adottati in via preliminare, sono in Parlamento per i pareri delle commissioni (crescita e internazionalizzazione delle imprese, trasmissione telematica delle operazioni Iva, abuso del diritto). La prossima settimana in Consiglio dei ministri andranno gli ultimi sei decreti necessari a completare l’impianto della delega
LA NON PUNIBILITÀLa soglia sui reati tributarisembra destinata a restarema non si applicheràalla frode documentalee ai casi più gravi di evasione
IL RIENTRO DEI CAPITALINon è escluso l’ok definitivoanche al decretosulla certezza del dirittoper sbloccare le domandesulla voluntary disclosure
Contenzioso. L’accordo sarà possibile anche oltre la prima udienza
Più spazio alla conciliazioneROMA
pConciliazione a più ampio raggio e non limitata soltanto alla prima udienza in primo grado. Mediazione tributaria estesa anche ai tributi non gestiti dall’agenzia delle Entrate e quindi alle contestazioni dei Comuni per l’Ici/Imu e la Tasi. Sono due delle linee d’azione lungo cui potrebbe prendere forma il rafforzamento degli istituti deflattivi nell’attuazione del capitolo della delega dedicato al contenzioso, che al momento si limiterebbe solo a definire gli aspetti processuali e non l’intera macchina della giustizia tributaria.
La conciliazione giudiziale è unasorta di ultima spiaggia per trovareun accordo tra fisco (inteso come la generalità degli enti impositori e degli agenti della riscossione) . Allo stato attuale ciascuna delle due parti in causa può proporre la con
ciliazione parziale o totale della controversia. La conciliazione puòavvenire solo davanti alla commissione provinciale e non oltre la prima udienza (nella quale il tentativopuò essere eseguito anche d’ufficiodalla stessa Ctp). Finora i risultati sono stati tutt’altro che brillanti. Nel 2014 la quota di ricorsi definiti in primo grado con la conciliazione non ha raggiunto neanche l’1% (2.238 su 247.743): un trend, perarltro, simile a quello del recente passato. Ecco perché ora si punta a rafforzarla. Da un lato si punta a intro
durre una conciliazione fuori udienza in base alle quali le parti possono raggiungere spontaneamente un’intesa da far poi ratificare al giudice senza più la preclusione che debba svolgersi solo in primo grado. Dall’altro potrebbe essere prevista una conciliazione in udienza, con cui la Commissione tributaria (anche in questo caso non solo quella provinciale) invita fisco e contribuente a raggiungere un accordo da sottoscrivere in un’udienza successiva.
Inoltre la conciliazione non dovrebbe essere più preclusa (come, invece, avviene oggi) anche nei casi fino a 20mila euro di importi in gioco in cui è obbligatoria la mediazione. Che, dal canto suo, dovrebbe essere estesa a tutti i tributi.
M. Mo.G. Par.
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È la riforma più attesa. Da una parte le sanzioni per i reati tributari a partire dal destino della soglia di non punibilità del 3% da cui resterebbero sempre escluse le frodi documentali. Dall’altra le sanzioni amministrative riviste al ribasso secondo un livello di proporzionalità della violazione
SANZIONI
Le misure in arrivo
I NUMERI IN GIOCO
20,4 milioni I 730 precompilati Sono 20,4 milioni i contribuenti per i quali l’agenzia delle Entrate ha predisposto il 730 precompilato al debutto da quest’anno. In particolare 18 milioni sono i contribuenti che nel2014 avevano presentato il 730 mentre i restanti 2,4 milioni possiedono i requisiti per la precompilata pur avendo optato lo scorso anno per il modello Unico
10 milioniLe dichiarazioni già scaricateSecondo i dati resi noti giovedì dall’agenzia delle Entrate finora i modelli 730 precompilati si aggirano sui 10 milioni. In particolare 8,4 milioni sono stati scaricati attraverso Caf e intermediari abilitati mentre 1,6 milioni sono stati scaricati direttamente dai contribuenti dal sito delle Entrate
610milaChi ha già spedito alle EntrateSempre in base all’ultimo aggiornamento diffuso, in 610mila hanno inviato la dichiarazione (accettandola o in prevalenza modificandola e integrandola) alle Entrate mentre circa 220mila precompilate sono state lavorate e non ancora inviate
3.500Il secondo invioA giovedì scorso erano 35mila i contribuenti che avevano sfruttato l'opportunità di «riaprire» la precompilata già trasmessa. La chance è stata concessa dall’agenzia delle Entrate per far fronte alla presenza di errori o mancanze nei dati presenti nel modello già trasmesso. Il secondo invio sarà possibile entro il 29 giugno
In solo decreto tre riforme . Se non ci saranno ripensamenti arriveranno nuove norme sul processo tributario dalla mediazione alla rappresentanzain giudizio, sugli interpelli per spiegare al fisco i propri comportamenti e la riscossione locale con la costituzione di un consorzio AnciEquitalia per i gestire i tributi locali
LITI E INTERPELLI
L’ordinamento fiscale si potrebbe arricchire di una nuova imposta: l’Iri, l’imposta sul reddito dell’imprenditore ovvero un prelivo proporzionale e separato del reddito d’impresa con aliquotaal 27,5% applicabile alle ditte individuali e alle società di persone in contabilità ordinaria. lIl costo dell’operazione è lo scoglio da superare
REDDITO D’IMPRESA
Nella decreto potrebbe trovar posto anche l’esenzione Imu per i cosiddetti «beni imbullonati» delle imprese. Quella del catastoè la vera riforma fiscale della delega e dovrebbe portare a una nuova modalità di definizione del valore degli immobili legato a quello di mercato e non più allerendite. Il tutto dovrebbe essere a prova di aumenti
CATASTO
Le novità di maggior rilievo riguardano la riduzione delle new slot, la disciplina dei rapporti tra Stato e regioni, la nuova disciplina dell’anticipo da 500 milioni previsto dalla legge di stabilità e una nuova modalità di tassazione applicata sul margine dove l’imponibile è dato dalla differenza tra somme giocate e vincite corrisposte
GIOCHI
Un decreto per definire crieteri e modalità da seguire per dare consistenza al fondo taglia tasse. Le somme recuperate dalla lotta all’evasione e i risparmi realizzati dalla revisione delle tax expenditures, infatti, dovranno andare ad alimentare il fondo per la riduzione della pressione fiscale su determinate categorie di contribuenti
TAGLIA TASSE
L’ANALISI
DinoPesole
L’occasioneper semplificarea beneficiodei contribuenti
R iformare il fisco è unapriorità assoluta. Conun obiettivo, che non
può che ispirare la nuova tornata di decreti legislativi in arrivo venerdì prossimo: costruire finalmente un sistema fiscale più civile che ponga al centro la tutela del contribuente. L'attesa dunque è più giustificata, perché dalla riforma delle sanzioni al nuovo catasto, dal riordino delle “tax expenditures” alle nuove norme sul contenzioso è lecito attendersi un deciso cambio di passo del nostro sistema fiscale. Pur non configurandosi come una “grande riforma”, la delega fiscale approvata dal Parlamento nel marzo del 2014 può contribuire a mutare finalmente rotta. Un iter faticoso, quello che ha accompagnato l'attuazione della delega, con clamorosi incidenti di percorso, come nel caso del pasticcio della “norma del 3%”, inserita alla vigilia di Natale nel testo del decreto legislativo approvato dal Consiglio dei ministri, poi ritirato in gran fretta dal governo. Un sano principio di civiltà fiscale non può che prevedere la punibilità per evasioni e gravi fattispecie fraudolente, così come l'entità delle sanzioni (aspetto centrale dell'intera riforma fiscale) non può che essere commisurata alla gravità del reato compiuto. Al tempo stesso – e la ratio della delega sembra marciare in questa direzione – se è riconosciuta la buona fede va abbandonata ogni forma di “accanimento formalistico”, esercitato a suon di adempimenti inutili e defatiganti. Un fisco più semplice è la prima premessa per accrescere la “tax compliance”, vale a dire l'adempimento spontaneo al pagamento delle imposte. Se ne gioverà il gettito, soprattutto se l'operazione verrà condotta in parallelo con una lotta senza quartiere all'evasione, in grado di recuperare somme consistenti da redistribuire ai contribuenti onesti (i 14 miliardi recuperati nel 2014 sono una buona base di partenza, tenendo conto per il 57% deriva dai controlli mentre la restante parte è frutto di liquidazioni). E qui siamo all'altro aspetto nodale della riforma. Se la maggior parte delle risorse attese dalla spending review (10 miliardi) dovrà servire dal 2016 ad evitare l'aumento dell'Iva e delle accise, la fondamentale e
prioritaria riduzione del carico fiscale dovrà essere sostenuta anche da misure che nascano all'interno dello stesso sistema fiscale. A partire dalla revisione delle agevolazioni fiscale e dall'utilizzo dei proventi (certi) della lotta all'evasione. Sarebbe un bel segnale (e in questa direzione va la proposta di legge presentata nel marzo scorso dal presidente della Commissione Finanze del Senato, Mauro Marino) provare a istituire una sorta di regime premiale per cittadini, imprese e professionisti. Un primo segnale, che negli anni a venire potrebbe essere rafforzato alimentando ulteriormente il fondo tagliatasse con i risparmi ricavati dall'azione selettiva di contenimento della spesa corrente primaria. Non è più tollerabile una pressione
fiscale che pesa per oltre il 50% sui redditi dei contribuenti onesti e che raggiunge nel totale anche il 62% per le imprese, nonostante le misure introdotte con la legge di stabilità, a partire dall'esclusione della componente lavoro dal calcolo della base imponibile dell'Irap. Occorre scongiurareuna volta per tutte la diffusa percezione dell'assoluta erraticità e imprevedibilità delle pretese fiscali, oltre che dell'antistorico impianto di un sistema sanzionatorio che ora giustamente si vuole riformare. Che dire poi della “manina antimpresa che ogni tanto si esercita” citata dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi che prende le vesti del “canone su imbullonati, Tasi su invenduto, reati ambientali? Quanto alla riforma del catasto, il vero asse portante della riforma, va garantito il principio dell'invarianza del gettito, enunciato peraltro nelle linee guida della delega, così da preparare il terreno alla futura local tax. Decisivo anche il nuovo contenzioso tributario con annessa la new entry della mediazione tributaria, e la riforma dell'interpello, strumento attraverso il quale contribuenti e imprese possono chiedere preventivamente all'amministrazione finanziaria la correttezza del loro comportamento fiscale. E ancora la riscossione e il nuovo regime fiscale sui giochi, altri tasselli di un puzzle che potrebbe finalmente cominciare a ricomporsi.
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CAMBIO DI ROTTADopo un iter faticosoè auspicabile oraun traguardo senzaincidenti (stile 3%) e«manine» anti-impresa
L’ESTENSIONELa mediazione tributariaper atti fino a 20mila eurosarà allargataanche ai tributigestiti dai Comuni