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Sapienza Università di RomaFacoltà di Lettere e Filosofia
Fondamenti di Filologia Classicaa.a. 2019/20
GIANFRANCO AGOSTI
1. Introduzione
«Opere dei classici greci e latini scritte di mano degli autori(autografi) noi non ne possediamo, e non possediamonemmeno copie che siano state confrontate con l'originale,bensì solo copie che sono state derivate dall'originale tramiteun numero sconosciuto di copie intermedie, e che sonodunque d’incerta attendibilità.
Compito della critica del testo è la restituzione di un testo il piùvicino possibile all'autografo (all'originale) (constitutio textus)»
Maas, Critica del testo (2017, 8)
«Un corso d'acqua nasce sottoterra sotto la cima di un monte inaccessibile.Sottoterra si divide, i suoi bracci si dividono ulteriormente, e alcuni di questibracci appaiono quindi in superficie su un versante del monte come sorgenti;l'acqua di queste sorgenti s'in terra subito di nuovo e può apparire in superficieancora più volte in punti più bassi, e lì continuare a scorrere restando visibile.L'acqua ha fin dall'origine colori sempre cangianti, ma belli e puri; sottoterra passascorrendo in svariati punti dove di tanto in tanto nell'acqua confluiscono dellematerie coloranti; lo stesso accade con ogni diramazione e con ogni sorgente. Ogniafflusso altera il colore del corso d'acqua per un tratto, e questo tratto conservatale colore durevolmente; solo minime alterazioni di colore scompaiono perautodepurazione. Al nostro occhio l'acqua che ha cambiato colore per via degliafflussi si distingue sempre da quella originaria, ma solo qualche volta in modotale che l'occhio riconosca subito che un colore è alterato dagli afflussi, spessosoltanto in modo che sia riconoscibile una diversità del colore di sorgenti diverse.Invece, l’analisi chimica può determinare il più delle volte gli elementi spuri espesso recuperare il colore originario, ma talvolta nemmeno lei ci riesce. Compitodella ricerca è esaminare l'autenticità dei colori, fondandosi sulle sorgenti»
Maas, Critica del testo (2017, 32-33)
Il concetto di testo• Testo deriva dal lat. textus (pt. di texo), con una metafora indoeuropea (il
testo come tessitura di parola) diffusa in tutte le culture(rem brevi textu percurram Amm. 15.7.6)
• in generale un testo è un ‘insieme di parole’ che collegate insiemecostituiscono uno scritto, o comunque un documento
• le tipologie del testo sono molteplici: un’opera letteraria, in prosa o in versi,una lettera, un documento ufficiale
• sono molteplici anche le forme del testo: redazione scritta (manoscritti),volume (edizione a stampa), copia (di un editto ad es.), epigrafe (lecosiddette ‘scritture esposte’); ma anche trascrizioni (ad es. della poesiaorale), appunti e redazioni prese da altri (ad es. gli scritti essoterici diAristotele), dettature
• una forma può essere originaria (cioè una data forma è concepita come talefin dall’inizio), sia il risultato di un processo storico
• è cioè imputabile direttamente all’autore o deriva da modificazioni eaccidenti nel corso della trasmissione del testo ai posteri
• lo stesso vale per il contenuto del testo e per il tenore (cioè lo stile) con cuiil testo è stato composto, o scritto, o trasmesso
Produrre un testo
• comporre / scrivere, trasmettere sono fasi della produzione del testo, cheincidono in misura diversa ma egualmente profonda sulla sua fisionomia
• comporre è il verbo che va usato per la letteratura anteriore all’usosistematico della scrittura: i poemi omerici e quelli esiodei, nell’VIII e VIIsec. a.C. sono esempi di composizione orale, che può aver usufruito anchedell’ausilio della scrittura (introdotta in Grecia alla metà dell’VIII sec. a.C.),ma che utilizzano strumenti espressivi tipici della poesia orale
lo stesso accade nella poesia tradizionale slava, in cui i guslaricomponevano oralmente ancora all’inizio del XX sec.
• la scrittura comincia a essere impiegata in modo sistematico a partire dal VIsec. a.C.: ma le modalità di composizione degli scrittori antichi, che siservivano della dettatura, fanno sì che l’idea moderna dello scrittore atavolino dinanzi al foglio bianco non si affermi se non secoli dopo l’etàarcaica
• prima dell’introduzione della stampa ogni tipo di documento letterarioviene diffuso e conservato attraverso la pratica della copiatura a mano
Il testo non è immutabile• «La produzione a stampa – o perlomeno la produzione a stampa
con procedimenti meccanici, quelli cioè che vengono adottatioggi – ci ha abituati al fatto che il libro ha una sua fissità, èmaterialmente sempre identico; tanto che si sarebbe portati apensare che anche il testo sia in qualche misura fisso, nonsoggetto a variazioni, stabilito una volta per tutte, esistente inun’unica e ben precisa forma. Le cose, però, non sono cosìsemplici » (P. Chiesa 2002, 12)
• i testi a stampa non sono tutti uguali: ogni edizione porta con sédifferenze, sia volute (dall’autore o dall’editore) sia involontarie
• i testi composti prima della stampa sono soggetti a condizioni deltutto differenti: quasi mai abbiamo l’originale, ma solo delle copiemanoscritte talora anche più tarde di secoli (la regola nellafilologia classica)
Problematicità del concetto di originale«Il concetto di originale, nel senso di testo autentico esprimente la
volontà dell’autore, è uno dei più sfuggenti ed ambigui della criticadel testo. Questo ci spiega perché il testo critico presenti moltospesso un aspetto così problematico ed in alcuni casi francamentealeatorio. D’altronde a tale condizione non sfuggono neppure gliautografi, soprattutto quelli contenenti varianti d’autore, tutte levolte che si cerca di fissarli sotto una forma meno provvisoria diquella in cui ci sono stati trasmessi nella copia dell’autore.L’impressione è che l’originale, così come l’intendiamogeneralmente, vale a dire come un testo perfetto in ogni sua parte,non sia mai esistito. In effetti il concetto di originale deriva da unavisione statica, modellistica dell’opera letteraria, mentre le singoleopere di uno scrittore costituiscono a rigore una sezione a voltecasuale e provvisoria … di quel flusso continuo di adattamenti e dispostamenti successivi attraverso cui si esprimono le tendenzefondamentali di un sistema letterario»
(D’Arco Silvio Avalle, Principi di critica testuale, Padova 19782, 33)
• se di uno scrittore vivente possiamo presumere di leggere il testo definitivo,secondo le intenzioni autoriali, in un volume a stampa, per i testi che siallontanano cronologicamente da noi la questione si complica, in modi nondirettamente proporzionale, ma con la varietà non quantificabile degliaccadimenti storici
• di fronte a un testo occorre porsi alcune domande preliminari:a) il testo che sto leggendo è affidabile?b) da quanti e quali testimoni è stato tramandato?c) questi testimoni si lasciano tutti ricondurre a una forma del testo univoca?
• la prima domanda è quella che induce le altre; la terza, se riceve una rispostanegativa) ne implica altre:d) quale forma ricostruibile è la più attendibile?e) come posso scegliere fra varie forme?
• ma ne implica anche se la risposta è positiva:f) questa forma omogenea è quella dell’originale?g) se non lo è, come posso fare per risalire da questa forma antica a quelle piùantiche e quindi all’originale?
• a queste domande si incarica di rispondere la critica del testo o ecdotica
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• L’ecdotica, o critica del testo, costituisce un capitolofondamentale della storia della cultura.
• «L’ecdotica è specificazione ed espressione “culminante”della filologia» (Contini, 1977 [rist. 1992], p. 6).
• «Lontana dalle inquietudini epistemologiche di alcunesedicenti scienze umane, la critica del testo resta, per buonaventura, una forma di alto artigianato intellettuale, la cuivalidità si misura tutta e soltanto nelle opere» (Stussi, 2006,p. 34).
• Un po’ paradossalmente «… fin d’ora si può ripetere delleforme di edizione il famoso detto del Croce sulle forme dicritica, che ognuna è buona quando è buona» (Contini, 1977[rist. 1992], p. 7).
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Definizioni: Ecdotica, Critica del testo, Filologia
• Il termine “ecdotica” (ἐκδίδωμι lett., “dar fuori, editare, pubblicare”,ἔκδοσις, “edizione”): coniato quale sinonimo di critique textuelle da DomHenri Quentin [1926: Essais de critique textuelle (Ecdotique)], ha trovatofortuna anche in Italia, dove è stato consacrato dal titolo, «leggermenteparodico» della raccolta di Gianfranco Contini, Breviario di ecdotica.
• Il termine ha assunto il valore di sinonimo di altri tradizionalmente inuso, quali “critica del testo”, come in un’altra opera fondamentale del1934 (19522), Giorgio Pasquali, Storia della tradizione e critica del testo, o“critica testuale”, come in numerosi manuali.
• Nell’antichistica i termini di ecdotica e di critica del testo sono impiegaticome sinonimi e spesso come definizioni dello scopo finale dellaFilologia Classica
• «La critica del testo è l’insieme dei mezzi che servono a restituireil testo originale di un’opera letteraria, cioè ad approntarnel’edizione critica. È idea corrente, anche fra le persone colte oche dovrebbero essere tali, che tutte le edizioni di un testo siequivalgano e servano parimenti bene. Anzi, nei confronti della“edizione critica” si nutre una sorta di diffidenza e di fastidio,nati dalla convinzione, ovviamente erronea, che essa sia resailleggibile dall’adozione di grafie come et, tucto, hauere… Unadefinizione formulata con esattezza dice per l’appunto ilcontrario di idee nate dalla pigrizia e dall’insofferenza:l’edizione critica ha lo scopo di fornire il testo scevro da tutte lemende che possono indurvi le vicende più o meno fortunosedella diffusione e della trasmissione, cioè nella forma più vicinache sia possibile a quella voluta e considerata definitivadall’autore (originale)»
(F. Brambilla Ageno, L’edizione critica dei testi volgari, Padova19842, 3)
HERMANN FMNKEL
TESTO CRITICOE CRITICA DEL TESTO
Hermann Fränkel, Testo critico e critica del testo (1983)
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Bibliografia essenziale (a)
• Paul Maas, Textkritik (Einleitung in die Altertumswissenschaft 7,Leipzig - Berlin, 1927); Leipzig, 19502 [contiene in appendiceanche l’articolo: “Leitfehler und stemmatische Typen”, inByzantinische Zeitschrift, 37 (1937), pp. 289-94 ]; 19573; 19604; trad.it., Critica del testo (Firenze 1952, 19582; rist. 1963 1966); Id. Con lo«Sguardo retrospettivo» e una nota di Luciano Canfora(Bibliotechina del Saggiatore 9, Firenze, 19803); Postillarestrospettiva, Trad. di Luciano Canfora, Belfagor 23/3 (1968) 358-60; trad. ingl., Textual criticism, Trad. di Barbara Flower (Oxford,1958 [trad. di 19573]); nuova trad. italiana a cura di Giorgio Ziffer,Roma 2017
• Elio Montanari, La critica del testo secondo Paul Maas. Testo ecommento (Millennio Medievale 41, Strumenti e Studi 03, Firenze,2003).
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Bibliografia essenziale (b)
• Giorgio Pasquali, Storia della tradizione e critica deltesto (Firenze, 1934, 19522; rist. 1962; rist. Milano, 1974;rist. Firenze, 1988).
• Sebastiano Timpanaro, La genesi del metodo delLachmann (Firenze , 1963); Id. (Biblioteca di cultura,Padova, 19812); Id. Prima ristampa con alcune aggiunte(Padova, 19853); Id. Con una Presentazione e una Postilladi Elio Montanari (UTET Libreria, Torino, 20034); trad.ted., Die Entstehung der lachmannschen Methode, A c. diDieter Irmer (Hamburg, 1971; rist. 1998); trad. ingl., Thegenesis of Lachmann’s method. Edited and translated byGlenn W. Most (Chicago - London, 2006).
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Bibliografia essenziale (c)
• D’Arco Silvio Avalle, Principî di critica testuale (Padova, 1972); Id.(Vulgares Eloquentes 7, Padova, 19782).
• Martin L. West, Textual Criticism and Editorial Tecniqueapplicable to Greek and Latin texts (Teubner Studienbücher:Philologie, Stuttgart, 1973); trad. it., Critica del testo e tecnicadell’edizione, Trad. di Sergio Di Maria (Subsidia philologica 1,Palermo, 1991).
• Gianfranco Contini, “Filologia”, in Enciclopedia del Novecento(Roma, 1977), vol. II, pp. 954-72; rist. in Breviario di ecdotica(Milano - Napoli, 1986); rist. (Einaudi Paperbacks. Letteratura 222,Torino, 1990 19922), pp. 3-63, con una “Postilla 1985”, ibid., pp. 64-67.
• Alfredo Stussi (a c.), Fondamenti di critica testuale. Nuova edizione (Manuali. Filologia e critica letteraria, Bologna, 2006).
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“Ecdotica” e “filologia” (a)
• L’ecdotica, o critica del testo, così intesa è parte integrante della disciplina notacome filologia in senso proprio e senza aggettivi.
• Anche il termine “filologia” non ha un solo significato:• a) esiste una filologica classica in senso ampio, come la concepiva Friedrich
August Wolf (1759-1824), cioè ricostruzione integrale e scienza globale dellaAntichità Classica
• 8 aprile 1777: Wolf si immatricola a Gottinga come studiosus philologiae classicae(aneddoto simbolico)
• 1795 Prolegomena ad Homerum (storia del testo)• 1807: Darstellung der Altertumswissenschaft («il complesso delle conoscenze e
delle notizie che ci fanno conoscere le azioni e le sorti, lo stato politico, erudito edomestico dei Greci e dei Romani, la loro cultura, le loro lingue, arti, scienze,costumi, religioni, caratteri nazionali e modi di pensare, sì che siamo messi ingrado di intendere a fondo le loro opere che ci sono pervenute,comprendendone contenuto e spirito, riattualizzando l’antica vita econfrontandola con la posteriore e la moderna», p. 30)
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“Ecdotica” e “filologia” (a)
b) ed esiste una “filologia formale” come la intendeva più restrittivamenteGottfried Hermann (1772-1848), focalizzata sulla interpretazione del testoe i suoi aspetti linguistici e formali; forte su di lui l’influsso kantiano
1799 edizione delle Eumenidi
1805 Orphica
1816 Elementa doctrinae metricae (1818 Epitome)
1834 De officio interpretis : doctrina, sensus, iudicium, filologia comeinterpretatio atque emendatio veterum scriptorum
c) La lezione di Wolf prenderà piena maturazione in August Boeckh(1785-1867); studioso di filosofia antica, tragedia, lirica, astronomia,metrologia, economia, metrica ed epigrafia
1809 studio sulla metrica di Pindaro e concetto di Wortgrenze
1811 edizione di Pindaro
1817 Staatshaushaltung der Athener
1838 Metrologische Untersuchungen
1828 Tituli antiquissima scripturae forma insigniores
1834 edizione dell’Antigone, con saggi interpretativi e schemi metrici
1877 (postuma) Encyclopaedie und Methodologie der philologischenWissenschaften
Polemica Hermann – Boeckh
Hermann 1826: «i veri filologi … convinti della massima nobiltà eimportanza delle opere degli antichi, vedono nella lingua i propilei,difficili da varcare, di tutta l’antichità … la lingua è manifestamente ilfulcro dal quale originariamente procede, con poche eccezioni, tutta lanostra scienza dell’antichità»
Boeckh 1827: «io presuppongo che, in relazione a un determinatopopolo e in un epoca relativamente in sé conchiusa, la filologia è laconoscenza storicamente scientifica di tutta l’attività, della intera vita,delle manifestazioni del popolo stesso … la filologia, lungi dal fermarsialla comprensione della lingua, deve rappresentare al completo ildominio del dato di fatto e del pensiero»;
1877: «compito autentico della filologia sembra il conoscere ciò che èstato prodotto dallo spirito umano, la conoscenza cioè del conosciuto...
Boeckh 1877: «compito autentico della filologia sembra il conoscere ciòche è stato prodotto dallo spirito umano, la conoscenza cioè delconosciuto (Erkentniss der Erkannten). La filologia insommapresuppone sempre un dato sapere, che essa ha da conoscere a suavolta. La storia di tutte le scienze è dunque filologica. Solo che con ciònon si esaurisce il concetto di filologia, anzi esso viene a coincidere conquello della storia in senso lato … la filologia – o che è lo stesso, la storia– è conoscenza del conosciuto. Sotto l’espressione di ‘conosciuto’ sonocomprese anche tutte le idee, giacché di norma sono soltanto ideequelle che vengono riconosciute, ad esempio, nella poesia, nell’arte,nella storia politica, ambiti nei quali si calano solo in parte dei concetti,come nella scienza, e altrimenti delle idee, che spetta al filologoriconoscere»Idee der Antike an sich: influssi hegeliani
A. Boeckh, La filologia come scienza storica. Enciclopedia e metodologiadelle scienze filologiche, a cura di A. Garzya, trad. di R. Fasullo, Napoli1987
E. Degani, Filologia e storia, Eikasmòs 10, 1999, 279-314 (= Filologia estoria. Scritti di Enzo Degani, Hildeshiem-Zuriche-New York 2004, 1268-1303)
G. Ugolini, Friedrich August Wolf e la nascita dell’Altertumswissenschaft, in D. Lanza, G. Ugolini (ed.), Storia della filologiaclassica, Roma 2016, 71-107
G. Ugolini, Hermann contra Boeckh: filologia formale e filologia storica, inD. Lanza, G. Ugolini (ed.), Storia della filologia classica, Roma 2016, 157-190]
Definizioni di filologia
Trésor de la langue françaiseA. - Étude, tant en ce qui concerne le contenu que l'expression, de documents, surtout
écrits, utilisant telle ou telle langue.(« La Iangue n'est pas l'unique objet de la philologie, qui veut avant tout fixer,
interpréter, commenter les textes; cette première étude l'amène à s'occuper aussi del'histoire littéraire, des moeurs, des institutions, etc.; partout elle use de sa méthodepropre, qui est la critique»: SAUSSURE)
B. - [Sous l'infl. du concept allemand de Realphilologie] Étude des mots, des documents(écrits ou autres) et de tous Ies contenus de civilisation impliqués.
C. - En partic. Étude scientifique d'une langue quant à son matérie! forme! et son économie.(« On oppose … communément la philologie aux sciences littéraires qui ne relèvent pasde la grammaire ou de la linguistique. La philologie, dans ce sens restreint, est l'étudedes langues, des formes et de leurs emplois,l1'étude aussi des divers procédés qui ontamené le déve!oppement des connaissances linguistiques et du langage parlé.» L‘Hist. etses méth., 1961, p. 450).
D. - [Surtout au xx" s.] Discipline qui vise à rechercher, à conserver et à interpréter lesdocuments, généralement écrits et le plus souvent littéraires, rédigés dans une languedonnée, et dont la tache essentielle est d'établir une édition critique du texte.
Oxford English Dictionary
The branch of knowledge that deals with the structure, historicaldevelopment, and relationships of languages or language families; thehistorical study of the phonology and morphology of languages; historicallinguistics
Battaglia, GDLI
Disciplina che, mediante la critica testuale, si propone di ricostruire e diinterpretare correttamente testi o documenti letterari; dottrina che studial'origine e la struttura di una lingua, linguistica
Rudolf Pfeiffer, Storia della filologia classica I, ed. it. Napoli 19713, 43: «Lafilologia è l’arte di capire, spiegare e ricostruire la tradizione letteraria»
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• Esiste poi una filologia romanza come studio delle lingue eletterature romanze in tutti i loro aspetti ivi compreso la “critica deltesto”.
• Infine, philology assume nel mondo anglosassone il significatospecifico, ma diverso da quello italiano che ha filologia senzaaggettivi, di linguistica storica e comparativa; tale senso è purepenetrato nell’uso italiano, ed esiste pertanto una “filologia semitica”che è studio delle più antiche lingue e culture semitiche e linguisticacomparativa delle lingue semitiche (ugualmente, una “filologiairanica”, una “filologia turca” ecc.).
• In tal caso si tratta di “etichette” convenzionali: resta fermo chel’attività “filologica” pone al proprio centro lo studio di testi, sian insenso hermanniano che in senso boeckhiano
«Probabilmente nessuno studioso serio identificherebbe senz' altro lafilologia con la filologia testuale, ma non è eccessivo dire che nellaprassi della ricerca in molti casi avvenga proprio questo. Del resto ladistinzione tra filologi e storici della letteratura sembra basataproprio su questa accezione restrittiva di filologia. Nella filologiaclassica che, assieme alla filologia biblica, è stata la matrice da cui sisono sviluppate le diverse filologie moderne e che si considera pursempre il settore di punta della disciplina nel nostro campo, questarestrizione di significato è ancora più frequente che negli altri campi»(Varvaro 2012, 11).
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“Filologia” e “storia” (a)
• La specificità della filologia nel suo rapporto col testo non èridotta dall’adozione di discipline ausiliarie allo studio delsupporto (per es., il manoscritto, in forma di codice o altra),quali la paleografia o la codicologia; né dalla collocazione deltesto nel suo contesto storico-culturale più ampio;
• è anzi vero che per l’antichità, dove in gran parte i testirisultano fonte fondamentale, l’attività lato sensu storica(dovrebbe) tende(re) a coincidere di fatto con l’attivitàfilologica propria
• nel senso di una riappropriazione della ‘centralità del testo’,che sola può rendere veramente storico l’approccio alle civiltàantiche e moderne
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“Filologia” e “storia” (b)
• L’assunzione di tale coincidenza si giustifica per una serie dimotivi:
(1) di molti testi già pubblicati non abbiamo edizionipienamente attendibili o appena soddisfacenti;
(2) il lavoro ecdotico implica e presuppone necessariamenteuna profonda ricerca storica su tutte le fonti disponibili: edel resto, il carattere profondamente storico della filologicacritico-testuale è stato riconosciuto e dichiarato più volte,per es. da Giorgio Pasquali (1921: Filologia e storia).
3) qualsiasi ricerca storica che pretenda di essere attendibile escientificamente onesta non può prescindere dallo studio didocumenti e testi che siano il più possibile onestamente escientificamente pubblicati
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“Filologia” e “storia” (c)
• Ma soprattutto:(4) perché l’esperienza, pure talvolta estenuante, di editarecriticamente un testo intero dall’inizio alla fine – che costituisceanche una tremenda responsabilità e un dilaniante dilemma – haun formidabile potenziale formativo e istruttivo: essa implicanecessariamente lo sforzo di comprendere, spiegare e valutare unprodotto della tradizione in profondità in ogni suo elemento e in ognisuo aspetto, e questo è un formidabile rimedio così contro lasuperficialità, come anche contro l’uso arbitrario e sporadico difonti estrapolate dal loro contesto e raccordate da un collantepuramente ideologico.
“Filologia” e “storia” (d): il filologo come storico
«Il passato è per definizione un dato che nulla piú modificherà. Ma laconoscenza del passato è cosa in evoluzione, che senza posa si trasformae si perfeziona» (Marc Bloch, Apologia della storia o mestiere di storico,ed. it. Torino 2009, 65)
«(La conoscenza storica) è un continuo processo di interazione tra lostorico e i fatti storici, un dialogo senza fine tra il presente e il passato»(E.H. Carr, Sei lezioni sulla storia, ed. it. Torino 1966, 35)
I. La conoscenza storica: passato e presente1. In che senso la storia ha bisogno di essere definita?
Estratto di quello che parrebbe lo schema intermedio di Marc Bloch.
Marc Bloc, Apologie de l’histoire
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Il problema
• Se di ogni testo avessimo la copia “autografa” o quella rivista eautorizzata dall’autore, in principio non esisterebbe la necessità dellaecdotica. Il problema nasce dal fatto che per la stragrandemaggioranza dei testi si dispone solo di copie: dobbiamo quindichiederci se possiamo fidarcene e in quale misura.
• Il problema si pone soprattutto per i testi tramandati anteriormentealla invenzione della stampa, per i quali l’unico mezzo di diffusione èstato la produzione di copie manoscritte: questo per un dato ovvioquanto ineliminabile, sperimentalmente determinabile, e cioè cheogni volta che un copista copia un testo, rispetto al modello introduceuna serie di innovazioni (cioè di cambiamenti, al cui statuto nonpertiene la categoria di vero o di falso), che devono essere consideratierrori.
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Il concetto di Tradizione
• Il primo momento dell’indagine filologica verte dunque sulle modalità concui un testo è stato conservato attraverso i testimoni che ci sono giunti. Sioccupa di quella che si definisce tradizione.
• Il filologo cercherà perciò di ricostruire una storia della tradizione (datraditio; l’abusato termine di paravdosi~ indica piuttosto il testo nella formatràdita dai codd.), tenendo presente che:
a) l’indagine sulla tradizione ha come fine la ricostruzione di un possibileoriginale (cioè, l’edizione critica, stabilita sulla base del criterio stemmatico);
b) occorre tenere distinta la storia della tradizione dalla critica testuale vera epropria. Le due sono strettamente interrelate e connesse, ma la prima ènecessariamente preliminare;
c) la problematicità del concetto di originale e delle sue molteplici possibilità(varianti d’autore, peculiarità dell’edizione nell’antichità, varie stesure)
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Tradizione
• a) complesso delle lezioni che caratterizzano un manoscritto ouna famiglia di manoscritti (anche recensione);
b) complesso delle testimonianze di un’opera, diviso in:
• tradizione diretta: comprende i manoscritti [papiri, codici], leedizioni a stampa [ivi comprese anche le bozze, specie se correttedall’autore]: editiones principes, incunaboli, cinquecentine,edizioni (talora riproducono lezioni di codd. perduti)
• tradizione indiretta [definizione ambigua: spesso ècronologicamente più vicina all’originale della tradizione diretta]
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Tradizione indiretta
a) citazioni dell’opera, sia epigrafe sia anonime, in altri autori antichi
b) commenti antichi all’opera: scolii [spesso il lemma è corretto sulla tradizione diretta],commentari, parafrasi; estratti, antologie
c) citazioni nei lessicografi imitazioni e allusioni; parodie
e) modelli dell’opera: talvolta si riconosce che un autore sta imitando un modello e ilconfronto col modello permette di stabilire un testo migliore
f) versioni dell’opera in altre lingue, o dialetti, con cui si possa ricostruire una redazionenota imperfettamente, sconosciuta, perduta
[G. Pasquali: «quest’enumerazione di categorie della tradizione indiretta ha valoreesemplificativo, non esaustivo». Infatti alla tradizione indiretta appartengono anche
g) le traduzioni che hanno influenzato ambienti culturali molto diversi da quello deltesto d’origine (Esiodo e l’epica del Vicino Oriente; la letteratura latina e le ‘traduzioni’dei modelli greci [la traduzione e la copiatura dei mss. “in maniera complementareintervengono nella constitutio textus, ma il loro significato supera di gran lunga il finedell’edizione: esso sono la storia, le azioni costitutive della storia della civiltà scritta” L.Canfora]
h) la ricezione iconografica dei testi
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Testimoni del testo
• Sono testimoni di un testo di cui non è conservato l’originale: lecopie manoscritte; le stampe; ma anche i rifacimenti, lecitazioni, le traduzioni e le allusioni in altri testi.
• Si indicano copie manoscritte e stampe con lettere maiuscole (A,B, C ecc.) di varia motivazione, per es.: Triv = ms. della BibliotecaTrivulziana di Milano; Magl. = ms. del fondo Magliabechi dellaBiblioteca Nazionale Centrale di Firenze; Giunt. = stampa dellatipografia Giuntina.
• I testimoni perduti e postulati in seguito alla analisi dellatradizione si indicano con lettere latine minuscole, ma piùcorrentemente con lettere greche minuscole (α, β, γ, etc.).