school of leaders - teca elisteca.elis.org/7455/diario-sofl-winter-2012.pdf · devono essere la...
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"Coloro che vogliono essere leader
ma non lo sono dicono le cose. I
bravi leader le spiegano. I leader
ancora migliori le dimostrano. I
grandi leader le ispirano"
(Anonimo)
"Il compito dei manager non è
la supervisione ma la
leadership"
Deming William Edwards
SCHOOL OF FUTURE
LEADERS
WINTER 2013
DIARY
Caro Diario,
vorrei che i ricordi di ciò che abbiamo fatto in una settimana possano
rimanere nei miei ricordi. Quale miglior modo che scrivere tutto ciò che
è successo e di raccogliere alcune delle foto scattate.
A questo Diario hanno partecipato tutti i ragazzi della Winter School Of
Future Leader del 2013, qualcuno ha scritto, qualcuno ha fatto le foto…..
… tutti hanno dato il meglio di loro!!!!
31 gennaio 2013
Pronti, partenza … via!! La SOFL 2013 ha inizio!
I partecipanti alla Winter Edition della School Of Future Leaders
Inizia qui l’avventura dei “Paladini della Meritocrazia”al Consorzio
ELIS.
Per la prima volta, dopo il processo di selezione che ci ha coinvolti ci
incontriamo tutti e trenta ragazzi e formiamo con orgoglio la classe
della “School Of Future Leaders Winter Edition 2013”.
Dopo un breve coffe break ci accoglie in aula il Program Manager Marco
Amici che ci presenta il programma e i tutor che ci seguiranno,
lasciando la parola alle Dott.sse Stefania Palmaccio e Francesca
Cotroneo.
Grazie al loro aiuto iniziamo a tracciare i nostri profili,
socializzando.
Apprendiamo la funzionalità dell’MBTI (Myers-Briggs Type Indicator),
strumento che ci permette di scoprire le nostre preferenze e di
approfondire la conoscenza di noi stessi.
“Conoscere le nostre preferenze ci aiuta a sfruttarle come punti di forza
perché l’utilizzo consapevole ci permette di agire con naturalezza”.
“La conoscenza di se stessi aiuta a raggiungere obiettivi sempre più
ambiziosi e a sviluppare relazioni costruttive con gli altri”.
Lo scopo durante questa prima mattina di formazione è quello di creare
una mappa dei profili di tutti noi ragazzi per aiutarci nella conoscenza
e migliorare l’approccio con gli altri.
L’impegno non manca. Si crea sin da subito un clima amichevole e
partecipativo ed ognuno di noi chi un po’ perplesso … chi un po’
entusiasta cerca di trovare le risposte che più lo rispecchiano al test
di autovalutazione datoci. La compilazione del test non è passiva ma ci
vengono fatti esempi pratici e interagendo con piccoli “giochi”
riconosciamo le nostre preferenze.
E’ interessante scoprire come compilando il test di autovalutazione
riusciamo non solo a porci degli interrogativi che altrimenti non ci
saremmo posti, ma nel farlo approfondiamo già la conoscenza con gli
altri. Abbiamo infine confrontato il “tipo autovalutato” che siamo così
riusciti a costruire, con il “tipo riportato” risultante dal test
compilato il giorno precedente ed analizzato dalle Dott.sse Palmaccio e
Cotroneo, e abbiamo ottenuto il nostro profilo.
La Mappa dei Profili è stata costruita!!! Non resta che iniziare a
confrontarci migliorandoci.
I partecipanti alla SOFL posizionati sulla tabella dei 16 tipi del Myers Briggs Type
Indicator
Alberto Calcagno,COO Fastweb
Iniziamo il primo pomeriggio della settimana con il primo ospite, il
Dott. Alberto Calcagno, attuale COO di Fastweb. Originario di Genova,
Calcagno inizia raccontando in breve la sua scalata. Dopo aver terminato
il liceo scientifico, decide di iscriversi alla Bocconi, laureandosi in
Economia Politica.
Dopo qualche anno, Calcagno riceve l’offerta di Scaglia, all’epoca
Amministratore Delegato di Omnitel, circa l’unione nella società Ebiscum.
E’ il 2000 ed inizia l’era dell’Internet bubble. Il progetto di Scaglia è
ben chiaro: togliere a Telecom il primato della telefonia fissa,
attraverso l’investimento in reti di fibra ottica. Questa mossa avrebbe
dato una scossa al mercato delle TLC, portandolo alla liberalizzazione.
“Se non fosse stato Scaglia a propormelo, penso proprio che avrei detto
di no” afferma Calcagno.
L’idea di Scaglia però andava ben oltre il semplice investimento di una
fibra per il futuro. “Qualità” e “differenziazione” sono le keyword che
Scaglia vuole utilizzare per promuovere la sua idea imprenditoriale.
Detto questo, Calcagno accetta e diviene così a 27 anni il Responsabile
di Pianificazione Strategica di Ebiscum. Da questo momento si dedica
principalmente al controllo di gestione, scendendo nel dettaglio
operativo e divenendo responsabile dell’area finanziaria. Nel 2005
Calcagno viene eletto CFO della nuova società che prende il nome di
Fastweb, fino a diventarne l’attuale COO dal 2007.
Le idee di Calcagno: “Il leader viene definito un HOPE DISPENSER”. Questa
affermazione sposta il focus sulle persone, perché loro fanno la
differenza.
Dopo questa introduzione, Calcagno passa all’analisi del case. Subito ci
viene mostrata l’analisi del mercato della telefonia mobile e fissa (65%
del mercato è wireless, ripartito principalmente tra TIM, Vodafone e
Wind; la telefonia fissa presenta un mercato completamente sbilanciato in
termini di compagnie telefoniche).
“Per poter essere competitivi sul mercato è fondamentale distinguersi”
afferma Calcagno “e si può decidere di combattere con il prezzo o la
qualità. Fastweb ha scelto la qualità”. L’idea della fibra per il futuro
sembra divenire realtà, e l’azienda realizza 33.000 km di fibra ottica,
coprendo 7 delle principali città italiane.
“INNOVAZIONE è fondamentale perché ti permette di vantare di una qualità
migliore piuttosto che fare guerre di prezzo che normalmente non portano
verso niente per le aziende” conclude Calcagno.
Viene inoltre introdotto il concetto di CSI (Customer Satisfaction
Index), indice che serve a capire se un servizio è adeguato o meno per il
cliente e come migliorarlo.
Dall’analisi complessiva dei dati, emerge che, nonostante la crisi abbia
colpito in maniera incisiva il mondo della telefonia, Fastweb è rimasta
competitiva in questo 2012, portandosi a circa 170.000 nuovi utenti per
la telefonia fissa.
Alberto Calcagno durante la presentazione del caso aziendale
Quote di mercato + soddisfazione del cliente + utile => direzione giusta.
Questa è la filosofia di Calcagno.
Obiettivo per il futuro: creare un vantaggio competitivo, attraverso
l’estensione della fibra ottica, ma creare una corporate structure tale
che la mission ed i valori trasmessi già da Calcagno ai dirigenti di
prima linea espandano e si diffondano all’interno di tutta
l’organizzazione.
Dopo aver ascoltato e fatto delle domande, Calcagno ringrazia i
partecipanti al progetto SOFL per l’entusiasmo e la creatività dimostrata
nel proporre le soluzioni. Consiglia però ai ragazzi di migliorare in
termini di visione della fattibilità di una idea imprenditoriale.
Conclude dicendo che le due leve importanti all’interno dell’azienda
devono essere la customer satisfation e il trust: se queste due leve
viaggiano in maniera parallela ogni idea proposta può essere vincente.
1 febbraio 2013
Marco Comastri,Presidente Europe, Middle East Africa (EMEA) di CA Technologies
La seconda giornata della SOFL inizia con l’intervento dell’Ing. Marco
Comastri, Presidente EMEA di CA Technologies.
L’ingegner Comastri ha raccontato le diverse principali tappe della sua
carriera professionale. Oltre l’interesse legato al percorso che l’ha
portato a raggiungere una posizione di così alta importanza,
particolarmente formative sono state le varie tips legate ad ogni step
professionale, in particolare:
- Essere coscienti che l’interesse verso un certo business non
dev’essere un requisito a priori, ma si può benissimo sviluppare con
l’esperienza ed il tempo;
- La complessità del lavoro non è legata solo alle dimensione del
fatturato, ma intervengono altre caratteristiche molto importanti;
- L’importanza della worklife balance;
- Le scelte che possono guidare un passaggio da un’azienda ad un’altra,
come le proprie passioni, l’ambiente e l’impatto del lavoro.
Dopo una breve introduzione su CA Technologies, ci è stato presentato il
caso. Il caso era centrato sulle tematiche della Cyber Secure e della
Cyber Resiliance, molto attuali e al contempo poco trattate. L’interesse
principale è stato la possibilità di potersi confrontare con un caso
complesso, che spaziava molto e che aveva un valenza anche sociale.
La seconda parte è stata dedicata al lavoro in team e alle presentazioni.
I ragazzi della SOFL durante un brainstorming
Le presentazioni sono state tutte di buon livello come i feedback
dell’ospite dimostrano. In generale il giudizio è di aver fatto un buon
lavoro, dimostrando capacità di descrizione e di problem solving
finalizzato alla ricerca di soluzioni pratiche, oltre che saper essere
spigliati e riuscire ad esprimere abbastanza chiaramente le proprie
opinioni.
Francesco Starace, Amministratore Delegato di Enel Green Power SpA
Durante il nostro secondo intenso pomeriggio di attività abbiamo avuto
l’onore di incontrare e di conoscere l'AD di Enel Green Power, l' Ing.
Francesco Starace.
Da l'impressione di essere un tipo "tosto": non ci sbagliamo...
Il caso che ci sottopone è abbastanza complesso e richiede un notevole
impegno da parte di tutti i partecipanti. L'Ing. Starace comincia ad
introdurre l'issue che Enel Green Power ha dovuto affrontare
relativamente ai certificati verdi in Romania.
Il problema è quello di trovare un accordo contrattuale tra produttore
(EGP) e i relativi distributori, che consenta di assicurare all'impresa
la massimizzazione del profitto e al contempo la minimizzazione dei
rischi in modo da non lasciare invenduti i CV.
Ogni gruppo ha considerato questo caso "sfidante", laborioso, ma
sicuramente molto interessante.
I ragazzi presentano la loro proposta all’Ing. Starace
In base ad una serie di dati e a delle informazioni contenute nel caso,
ogni gruppo ha elaborato una propria soluzione e l'ha presentata all'
Amministratore Delegato, raccogliendo più o meno consensi. Alla fine
delle presentazioni è stato dato un feedback ad ogni gruppo e qualche
indicazione per migliorare le esposizioni e l'approccio metodologico
utilizzato. L'Ing. ci descrive la soluzione effettivamente applicata nel
caso reale, ossia un contratto pluriennale con obbligo di acquisto per i
distributori, che hanno diritto di comprare i CV con il 15% di sconto.
Questo caso ci ha messo fortemente alla prova, facendoci fare un altro
step in avanti in questo percorso.
2 febbraio 2013
Michele Mario Elia, Amministratore Delegato Rete Ferroviaria Italiana RFI
Nonostante il freddo vento che ha accolto il nostro risveglio mattutino,
noi, allievi della School of Future Leaders, abbiamo con entusiasmo
raggiunto la scuola per ascoltare la testimonianza di una personalità di
sicuro spicco nel panorama industriale italiano: l’Ing. Michele Mario
Elia, Amministratore Delegato di Rete Ferroviaria Italiana (RFI).
L’aspetto personale che per primo l’importante ospite si è sentito di
trasmetterci è quello umano. Il suo percorso di carriera è sempre stato
caratterizzato da una precisa motivazione: non ha mai lavorato per il
successo, grandezza per altro difficile da misurare, ma piuttosto per
migliorare il servizio offerto dall’impresa per cui lavorava e in ultima
istanza quindi per un ritorno sociale. Il successo personale ottenuto non
è stato che una conseguenza dei risultati raggiunti attraverso questo
approccio al lavoro. A tal proposito cita un caporeparto movimenti di
RFI, che un giorno gli disse che l’obiettivo dell’orario elaborato non
era che misurare i ritardi, cosa non assolutamente coerente con un’ottica
mirata a migliorare il servizio offerto. Da lì l’Ing. Elia si è proposto
di cambiare e migliorare le cose. Un altro aspetto umano che il nostro
ospite ha ritenuto cruciale è la fortuna e con essa i rischi che nella
vita lavorativa quotidiana impattano sull’operato di qualunque figura
professionale o soggetto economico. Memorabile è poi stato il momento in
cui, con chiaro riferimento alle sue origini pugliesi, ha svelato il suo
segreto per il perfetto team building, specie quando bisogna risolvere
problemi spinosi e strategici, che richiedono quindi lunghe sessioni di
lavoro in squadra per essere risolti: taralli per tutti! E così la
squadra è formata ed ha il giusto carburante per lavorare a pieno regime.
A valle di questa presentazione, ci è stato presentato un caso aziendale
riguardante la verifica di conformità dell’infrastruttura della rete
secondo normativa al fine di prevenire l’impatto di eventuali fenomeni
sismici.
Il messaggio finale che è stato lasciato dall’Ing. Elia agli allievi
della scuola è quello di guardare sempre il lato umano, ispirandoci a
quando lui stesso trascina con sé le persone coi taralli: “…da soli non
si fa niente, né col comando; si fa con la partecipazione attiva e solo
se gli altri sentono che non sei da loro distante”.
Due ragazzi della SOFL consegnano la targa di Fellow ELIS all’Ing. Elia
Sabato pomeriggio è il momento del city rally!
I 5 gruppi della SOFL winter 2013 si sfideranno in una corsa all'ultimo
monumento sulle strade della città eterna.
Dopo aver atteso al freddo e al gelo i tutor per quasi un'ora, i 5 gruppi
sono pronti a partire da 5 diversi luoghi significativi della città:
piazza Navona, Pantheon, Piazza di Spagna, Trevi, Piazza Venezia.
Pronti, partenza, Via!
I partecipanti alla Winter Edition durante il City Rally
Si parte subito con la prima domanda a cui rispondere sulla fontana dei
quattro fiumi in piazza Navona.
Entriamo in una libreria vicino alla piazza, prendiamo una guida di Roma
e il gioco è fatto!
Ma non c'è tempo da perdere, subito si riparte giù di corsa verso campo
de’ fiori dove ci attendono degli indovinelli, foto di gruppo con i
venditori ambulanti sotto a Giordano Bruno e si riparte!
Sempre di corsa facendo slalom fra i numerosi turisti che affollano la
capitale è la volta della fontana di trevi; asso di coppe trovato, foto
con turiste fatte, foto in cui bisogna regalare delle
rose,...rose,...rose?!! Ma dove sono i venditori di rose quando
servono???
Incredibile non riuscire a trovare una rosa in tutta la fontana e
dintorni!
Non ci sono mai quando uno ne ha bisogno!!
Lasciato questo inconveniente ci dirigiamo verso la prossima meta: il
Pantheon.
Intanto lungo il cammino capita di incrociare i team avversari e scattano
reciproche azioni di disturbo per ostacolarsi a vicenda, anche se alcuni
gruppi pensano già a rallentarsi da soli perdendosi anche la tutor!
Arriviamo quindi al Pantheon dove scattiamo una foto con l'elefantino
difronte alla chiesa di S. Maria sopra Minerva e ci mangiamo un
cremolato, anzi, meglio di no una granita con questo freddo!
Eccoci finalmente alla penultima tappa: Piazza di Spagna. Per superare
questa prova bisogna caricare un proprio compagno sulle spalle e salire
contando tutti i 135 gradini della bellissima scalinata.
Ci troviamo li in alcuni gruppi e iniziamo tutti a correre per il
raggiungimento dell'ultimo obiettivo: l’arrivo in piazza del popolo!
Siamo il primo gruppo ad arrivare al completo e ci mettiamo subito
all'opera per comporre la scritta SOFL “umana”, cioè fatta con in nostri
corpi, e gridando ma che ce frega ma che ce’mporta passeggiando per la
piazza.
Pian piano arrivano tutti i gruppi e ci si ritrova lì tutti insieme a
raccontarsi la propria avventura cercando anche nel frattempo di metterci
d’accordo sul dove andare a cenare, una delle imprese decisionali più
difficili per noi della SOFL Winter 2013!
Ma che importa, basta stare insieme ed il divertimento è assicurato!
I partecipanti alla Winter Edition durante il City Rally
3 febbario 2012
Inizia la penultima giornata di SOFL!
Ospite della mattina l’Ing. Gianni Armani, Amministratore Delegato Terna.
Armani ci racconta gli inizi della sua carriera, parla in particolare
della sua scelta di autofinanziarsi un MBA al MIT. Sottolinea come
l'importanza delle scelte è che abbiano una loro coerenza. Sottolinea
l'importanza di avere un impatto sul mondo che ci circonda.
Gianni Armani, Amministratore Delegato Terna
Abbiamo quindi visto il caso, lavorato in gruppo e presentato.
Armani ha infine indicato dei feedback sulla presentazione ed in
particolare sulla struttura che deve includere:
- una fase di comprensione del problema (vincoli, contesto, obiettivi)
- perché il problema è un problema? Questo permette anche di identificare
le metriche per misurare la soluzione
- presentazione della soluzione.
Infine viene presentata la soluzione adottata da Terna.
L’Ing. Armani discute le soluzioni al caso aziendale con i ragazzi
Luigi Pugliese, Amministratore Delegato di Booz & Company Italia
Un piccolo cambio di programma segna l’inizio del nostro pomeriggio.
L’intervento previsto viene posticipato al giorno successivo, mentre
l’ospite del salotto fissato per la sera stessa anticipa la sua visita di
qualche ora. In sua attesa, nel frattempo, alcuni di noi buttano giù
alcuni spunti e idee per la prossima edizione della SOFL, altri
definiscono i propri incarichi, altri ancora si cimentano nella
produzione del video selezionando foto e vagliando canzoni. Richiamati
all’ordine, troviamo ad accoglierci in aula Ugo Papagni, responsabile del
Management Department ELIS. Tra una battuta ed alcuni brevi cenni
storici, il Dott. Papagni ci fa immergere nella realtà dell’ELIS: la
scuola sportiva, i laboratori professionali, il centro alberghiero, la
chiesa del quartiere. Oggi, come forse ancora non era successo a pieno,
ci sentiamo davvero parte di un progetto più ampio, di un impegno più
profuso, di una comunità più estesa e coesa. Oggi iniziamo a sentirci
davvero fortunati, visti come individui e non semplici studenti.
Cala il sole, foto di rito nel cortile, sorrisi, scherzi e chiacchiere.
Il tempo dell’ultimo abbraccio incastonato in uno scatto, e ci
precipitiamo nuovamente in aula dove troviamo ad accoglierci l’Ing. Luigi
Pugliese, AD Booz&Company, una delle più importanti aziende nell’ambito
della consulenza strategica.
Il suo è un intervento a cuore aperto: ci svela non solo successi,
traguardi e soddisfazioni, ma anche indecisioni, cambiamenti, difficoltà.
Cattura la nostra attenzione, perché riesce a capire esattamente di cosa
parlarci, comprendendo quali informazioni vorremmo avere, quali
rassicurazioni vorremmo ricevere, quali consigli vorremmo rubare. Parla
di se stesso, del percorso lavorativo che richiede il mondo della
consulenza e, a termine della sua testimonianza, ci regala una prova
concreta di cosa significa avere la mente allenata all’imprevisto e
reattiva agli stimoli esterni: nel giro di pochi minuti inventa insieme a
noi un business case da discutere in classe. L’argomento sono i media, le
informazioni sono scarse, il tempo è poco, le aspettative sono alte.
Tutti gli ingredienti giusti per l’ennesima sfida targata SOFL 2013.
I ragazzi durante uno dei lavori di gruppo
I team si riuniscono, le menti si attivano, le discussioni si accendono.
L’ora è ormai tarda ma la voglia di mettersi in gioco ormai ci fa da
padrona e scalza la possibile stanchezza. La giornata volge così alla
conclusione, si chiudono anche oggi i cancelli dell’ELIS al termine della
quarta e penultima giornata assieme. I quaderni sono sempre più fitti di
appunti, le menti più dense di esperienze, i cuori più affollati di
persone bellissime. Davvero eccezionali questi future leaders, no?
4 febbraio 2013
Maximo Ibarra, Amministratore Delegato WIND
E così l'ultimo giorno è arrivato. Prima dell'incontro vero e proprio con
l'Amministratore Delegato di Wind Maximo Ibarra, abbiamo avuto la
possibilità di confrontarci con l'HR di Wind. Molti spesso si chiedono:
"Cosa bisogna fare durante un colloquio?" La risposta fornitaci è facile
ma non scontata: "bisogna essere se stessi, non concentrarsi solo sulla
conoscenza ma anche sugli aspetti relazionali e seguire sempre le proprie
aspirazioni."
Dopo questi consigli, l'HR di Wind ha lasciato la parola al suo AD.
Ibarra ha iniziato la sua vita nelle Telecomunicazioni ma ha avuto la
voglia di aprirsi a nuovi settori per "allargare la vista".
"Siate curiosi ed istintivi, la possibilità di vedere contesti diversi
sicuramente vi arricchisce" così ci ha consigliato una delle persone con
più classe, carisma e umiltà che abbia potuto conoscere. Ha aggiunto
anche "non abbiate l'arroganza di entrare in azienda e dettare le regole:
fate la gavetta, se poi siete bravi e affamati crescerete comunque. Tanto
la voglia di fare qualcosa la si capisce dalla luce negli occhi". L'idea
di leadership di Ibarra è quella capacità di svegliarsi la mattina e
pensare come prima cosa a come poter far si che l'azienda continui ad
essere vincente sul mercato. "Leadership è mix tra passione ed
esperienza. Solo trasmettendo passione l'organizzazione è in grado di
seguirti".
Dopo questi consigli di vita e sopratutto dopo cinque giorni di business
case ormai eravamo pronti a risolvere qualunque cosa. L'obiettivo era
quello di migliorare il market share nel business, quindi il caso era
centrato su un modo con cui "aggredire" il mercato delle PMI. Le idee e
l'originalità non sono mancate e abbiamo centrato quello che Ibarra
voleva.
Ora che l'esperienza è finita da poche ore, guardandola dall'esterno si
chiariscono molte idee.
Se devo essere sincera, fino ad una settimana fa, l'idea di cosa fare
dopo la laurea mi spaventava ed escogitavo mille piani per andare avanti
a studiare il più possibile. Ora che ho conosciuto persone così in gamba
e ho sentito le esperienze che hanno fatto, mi sembra di essere tornata a
quando avevo otto anni e sognavo di averne diciotto per crescere in
fretta, essere maggiorenne, avere la patente ecc.. Ora vorrei vedere se
sono in grado di mettermi in gioco e farmi valere in quel mondo dove
ormai non basta più essere semplicemente bravi, bisogna esserlo ancora
di più. Quindi in bocca al lupo a tutti noi!
L’ultimo pomeriggio della SOFL inizia con il Professor Roberto Diacetti
38 anni, laureato in Giurisprudenza e specializzato in Management dei
Servizi Pubblici. È docente negli atenei di Perugia e Cassino, dal 2010 è
stato prima AD e poi direttore generale di Risorse per Roma SpA. E’ stato
nominato per cooptazione amministratore delegato di ATAC nel settembre
del 2012. Tra le esperienze professionali è stato direttore generale del
Comitato Organizzatore dei Mondiali di nuoto a Roma.
Il compito che gli si prospetta davanti è molto complicato in quanto
prevede il risanamento di un azienda in sistematica perdita da anni e con
un’immagine negativa verso l’opinione pubblica. Diacetti rappresenta
infatti il quinto AD ATAC che si sono susseguiti in quattro anni.
ATAC è la più grande azienda di trasporto pubblico in Italia, con circa
600'000 persone che ogni giorno arrivano a Roma dall’hinterland, circa
100 milioni di kilometri percorsi annualmente e 11'800 dipendenti.
Roberto Diacetti, Amministratore Delegato Atac
Il messaggio passato da Diacetti si impernia su quanto sia difficile
avere a che fare con numeri negativi cosi grandi. La sua opera di
ristrutturazione si basa dunque sulla razionalizzazione dei costi di
questa azienda pubblica. La difficoltà dell’operazione sta però nel
risolvere il trade-off tipico dei servizi pubblici tra la mancanza di
pagamento da parte dell’utente che usufruisce del servizio e la
percezione della qualità del servizio da parte del pubblico. Cambiare
l’idea che le persone si sono fatte dell’azienda sembra uno dei compiti
più complicati, ben più quella di cambiare la cultura interna.
Infatti, da un lato abbiamo un’enorme quantità di utenti che non paga il
biglietto, il quale, seppur sia già stato aumentato del 50 % negli ultimi
mesi, ricopre solamente il 25% dell’effettivo costo del servizio.
Dall’altro la necessità di migliorare il servizio e l’immagine di ATAC da
tre punti di vista: l’efficienza, la puntualità e quella che lui
definisce “la sciattaggine” dei mezzi. Si tratta quindi di migliorare i
controlli e muoversi sempre verso più una politica nel quale il costo del
biglietto ricopre quello che effettivamente è il costo de servizio, senza
più dover ricorrere a fondi pubblici. Questo è però complicato dal fatto
che il referendum per l’acqua pubblica del 2011 impedisce anche la
privatizzazione del trasporto urbano.
La prima sfida è dunque quella di portare un cambiamento culturale
all’interno della realtà aziendale in modo da poter svecchiare sia
mentalmente che fisicamente l’organico ATAC. Il manager deve sentirsi
parte dell’azienda ed essere coinvolto in prima persona nel miglioramento
del servizio. E’ importante che il manager sia in grado di trasmettere
questo senso di appartenenza a tutta l’organizzazione. La sua
provocazione dell’“autista dell’autobus che deve avere sempre il sorriso”
sottolinea come lo staff debba comunque essere consapevole
dell’importanza del servizio che svolge inserendolo in un sistema più
ampio che volge a migliorare la città e la vita delle persone che ci
vivono. La motivazione del personale e lo sviluppo delle carriere sono
quindi fondamentali per dare una spinta alla qualità del servizio.
Un altro aspetto fondamentale che un AD di un’azienda pubblica è chiamato
d’affrontare è l’enorme visibilità del suo ruolo. Critiche e polemiche
sono all’ordine del giorno e sta proprio all’AD in prima persona come
rappresentate dell’azienda curare l’aspetto relazionale sia con il
pubblico, ma anche con le pubbliche amministrazioni e le aziende. Molto
interessante come l’AD di un’azienda pubblica sia non solo il vertice di
un’organizzazione ma un vero e proprio tramite tra l’interno e l’opinione
pubblica.
Un ulteriore aspetto che l’AD ritiene importante per il miglioramento del
servizio è l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia sia per migliorare la
permanenza del cliente sui mezzi ma anche per sfruttarlo a fini di
marketing. Il caso aziendale visto si proponeva infatti di valutare
possibili soluzioni per appaltare le pubblicità che, nonostante il
periodo non troppo felice, rappresentano un’importante fonte di ricavo.
Il tutto è inserito in un progetto che coinvolge l’utilizzo di social
network per mantenere costantemente informati i clienti, lo sviluppo di
applicazioni per smartphone e la copertura wifi. La sfida per il futuro
sono le energie verdi.
L’AD di un’azienda come ATAC è chiamato anche ad interfacciarsi con
grandi opere pubbliche, quale per esempio la costruzione della linea C
della metropolitana.
Ciò che più colpisce è la franchezza nell’ammettere la situazione
problematica, gli errori fatti nel passato e la forte consapevolezza di
quelle che sono le mancanze dell’azienda. L’insegnamento che ritengo di
aver ricevuto è anche quindi quello di saper riconoscere quelli che sono
i propri limiti, cercando di mantenere una vista critica sullo stato
reale dell’impresa senza lasciar distorcere la propria idea dal senso di
appartenenza. Ammettere i propri errori e le proprio difficoltà è il
primo passo per improntare un cambiamento stabile. E’ dunque solo
fissando un punto sulla situazione attuale che si può capire cosa deve
essere fatto.
La SOFL è stata un’esperienza che penso mi abbia arricchito sotto molti
punti di vista. Prima di tutto è stato bello poter avere un primo
assaggio di quello che potrebbe essere il nostro lavoro dopo cinque anni
passati sui libri e ben poca esperienza pratica. Mi ha permesso di avere
una vista completamente diversa sui problemi aziendali rispetto a quello
che mi è sempre stato insegnato a ingegneria. Arricchire le proprie
capacità comunicative, dare importanza all’aspetto relazionale e
ricordarsi sempre che le grandi organizzazioni sono fatte di persone e
non di cose sono stati un vero proprio modo di aprirsi a nuovi
orizzonti. Un altro aspetto che ritengo sia stato molto interessante è
quello di poter lavorare con ragazzi che hanno avuto un percorso di studi
diverso dal mio. Trovo che il risultato sia stato molto interessante e
alcuni pregiudizi, sia dal mio punto di vista da quello degli altri,
siano spariti per lasciar spazio ai punti di forza di ogni personalità. E
il percorso di crescita nasce allo stesso modo: un punto fermo che è
l’MBTI e poi via, per una crescita che si spera non si arresti mai.