scienza e giornalismo

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Corso di comunicazione scientifica - Fondazione europea per la genetica, 2010, Bologna.

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Page 1: Scienza e giornalismo

scienze e giornalismo

elisabetta tola

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Progetto Manhattan

1942 - 1945

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John Ziman

1925 - 2005

«Credo che le caratteristiche della scienza post-accademica annullino le barriere tradizionali tra scienza e etica. (…)Con l’intensificarsi della competizione per i finanziamenti, le proposte di progetti di ricerca devono necessariamente essere sempre più specifiche in merito ai risultati attesi, incluse le ricadute più ampie sull’economia e la società. (…)Un’altra caratteristica della scienza post-accademica è che ormai il lavoro è il frutto di una collaborazione tra tanti gruppi e spesso tra tante istituzioni diverse. Dove e su chi ricadono, allora, le responsabilità etiche? (…)»

Science 4 December 1998: Vol. 282. no. 5395, pp. 1813 - 1814

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Stephen Jay Gould

1942 - 2002

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«Di tutto quello che mi mancherà, nel chiudere questa rubrica, sentirò più di tutto la mancanza di un'interazione continua con i miei lettori.

In fondo, non abbiamo forse condiviso 300 momenti di apprendimento reciproco?»

2002

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Scienziati

Pubblico

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Scienzacomunicazione

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newspapers ad revenues -23% tra 2007 e 2009

1:5 giornalisti operanti nel 2001 hanno perso il lavoro

migrazione dell’audience verso la rete:

+19% in 2 anni

2008: +27% il traffico verso i 50 siti principali di news

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Pubblicità Italia 2009-2010

variazioni percentuali annue(Rapporto Nielsen Italia 2010)

Page 17: Scienza e giornalismo

Il mondo del giornalismo scientifico

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State of the news 2010

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Le top stories - 2010

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Il giornalismo scientifico

John RennieEx direttore Scientific American

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due esempi

Shannon BrownleeOvertreated: Why Too Much Medicine is Making Us Sicker

and Poorer

André PicardThe globe and mail

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It is true that the number and variety of publishing platforms is exploding in the Internet age. But very few of these entities are engaged in original reporting.

In short, we face a situation in which sources of opinion are proliferating, but sources of facts on which those opinions are based are shrinking.

The former phenomenon is almost certainly, on balance, a societal good; the latter is surely a problem.

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scienze e giornalismo

elisabetta tola

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Nascono le prime accademie – la baas – 1831

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Nel ‘900 le cose cambiano un po’. la scienza diventa parte atva nelle vicende belliche mondiali a partire dalla I guerra mondiale. Ma è con la II che la scienza conosce il peccato. Un’espressione coniata dal fisico robert oppenheimer, uno degli inventori della bomba atomica, che dopo l’esplosione della bomba su hiroshima ha commentato proprio così: i fisici hanno conosciuto il peccato. È di quegli anni la nascita della big science, qui rappresentata dal fisico italiano enrico fermi, che ha preso parte al progetto manhattan, la più grande impresa scientifica le cui sorti sono fortemente intrecciate con la politica e le vicende belliche.

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La citazione di john ziman

Nel dopoguerra inizia quindi una rifessione, promossa proprio dai fisici, sul ruolo sociale ed etico della scienza. È il fisico john ziman e coniare il termine di scienza post-accademica per indicare una scienza non più rinchiusa nella torre d’avorio ma fortemente interconnessa, sia per motivi politici che economici, con le vicende sociali.Leggiamo la citazione di Ziman. Dagli anni ’50 inizia quindi un lungo periodo di rifessione sul ruolo della scienza e sulle pratiche della ricerca.

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Oggi questa rifessione è tutt’altro che confinata alla fisica ma si estende a tutte le discipline e in primis alle bioscienze.

Un esempio è craig venter: lo scienziato che ha preso parte al consorzio pubblico per la sequenza del genoma umano, poi 3 anni prima ha messo pepe nella competizione fondando una azienda privata Celera genomics che arriva al risultato insieme al consorzio pubblico. L’evento è quasi più importante dal punto di vista politico e sociale che scientifico: conferenza stampa di Clinton e Blair, le due principali riviste che si accordano per uscire con i due risultati contemporaneamente, etc.

Più recentemente è saltato agli onori delle cronache per la notizia che avrebbe creato il primo organismo sintetico.

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Però la caratteristica di venter è di essere proprio uno scienziato imprenditore, come ama essere ritratto. Riesce a farsi dare molti finanziamenti anche grazie a una innata capacità di presenza mediatica.

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Un altro esempio di scienziato contemporaneo post-accademico è Stephen Jay

Gould, morto nel 2002. Paleontologo che insieme a Niels Eldredge ha messo a

punto la teoria degli equilibri punteggiati che completerebbe la visione

darwiniana dell’evoluzione.

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Gould ha fin dall’inizio della sua carriera scientifica svolto un ruolo importante nella comunicazione al pubblico, pubblicando ogni setmana un articolo divulgativo sulla rivista Natural History. Per Gould la comunicazione e l’atvità scientifica formale non erano afatto più importanti e degne di attenzione della relazione e comunicazione con un pubblico di non esperti.

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Pochi mesi prima di morire, chiudendo la trentennale collaborazione con questa rivista, infat Gould scrisse ai suoi lettori “FRASE”

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Amava talmente il rapporto con il pubblico da essere ben contento di essere rappresentato così nel mondo pop dei Simpsons, il cartone animato più visto in america.

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Dalla nascita della scienza accademica a oggi, il modello predominante di comunicazione scientifica è sempre stato quello della divulgazione verso il basso, il cosiddetto deficient model. Questo modello viene in realtà raforzato da un rapporto pubblicato dalla royal society britannica, a metà anni ’80, chiamato rapporto bodmer, che sostanzialmente indica la necessità di raforzare la difusione della cultura scientifica nella società attraverso molteplici iniziative, scolastiche e non. In questo periodo nasce dunque il movimento definito Public Understanding of science, PUS, che quindi continua a proporre come modalità predominante di comunicazione quella della divulgazione, della semplificazione, della mera traduzione delle conoscenze scientifiche a un pubblico di non esperti. Di fatto si rimane nell’ambito della volgarizzazione già sperimentata durante il positivismo.

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Tuttavia, numerosi studi di valutazione fat negli ultimi 30 anni dimostrano che questo modello di trasmissione della conoscenza non è efficace. Sta così prendendo forma una rifessione più complessa che punta a realizzazione una comunicazione ispirata a un modello diverso, nel quale la partecipazione e il coinvolgimento giocano un ruolo preminente. Si passa così dal PUS al PEST, il public engagement of science and technology, una teoria fortemente ispirata alla necessità di valorizzare l’entusiasmo, la curiosità, le domande e le richieste che vengono direttamente dai vari settori di pubblico. Si tratta di un modello che mette al centro la comunicazione a più vie, tra la comunità scientifica, non più percepita come monolitica ma multiforme, dove convivono interessi politici, economici, questioni etiche e sociali, con le varie componenti della società: i legislatori, la associazioni di vario ordine (pazienti di malati, per esempio, o associazioni ambientaliste), i consumatori, gli studenti, etc etc

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Facendo qualche esempio questo discorso è del tutto evidente: ciascuno dei grandi temi di discussione degli ultimi anni non ha solo una dimensione squisitamente scientifica ma implica molte altre dimensioni: quelle economiche, etiche, sociali, culturali, etc.

Cibi biotechQuestioni ambientaliProduzione dei farmaciFecondazione artificialeNeuroscienze

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E infine festival e i musei, che oggi a livello europeo conoscono un momento di grande rinascimento, con fortissime partecipazioni di pubblico

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newspapers ad revenues -23% tra 2007 e 2009

1:5 giornalisti operanti nel 2001 hanno perso il lavoro

migrazione dell’audience verso la rete:

+19% in 2 anni

2008: +27% il traffico verso i 50 siti principali di news

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Pubblicità Italia 2009-2010

variazioni percentuali annue(Rapporto Nielsen Italia 2010)

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Il mondo del giornalismo scientifico

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State of the news 2010

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Le top stories - 2010

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John RennieEx direttore Scientific American

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and Poorer

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It is true that the number and variety of publishing platforms is exploding in the Internet age. But very few of these entities are engaged in original reporting.

In short, we face a situation in which sources of opinion are proliferating, but sources of facts on which those opinions are based are shrinking.

The former phenomenon is almost certainly, on balance, a societal good; the latter is surely a problem.