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Relazione su Palazzo Madama classe 3° Sez. B a.s 2017/2018 1 SCUOLA SECONDARIA STATALE DI PRIMO GRADO “G. PASCOLI” VIA OVIDIO, 25 C.A.P. 81031 AVERSA(CE) TEL/FAX 081.5038017 081.8154889 Email: cemm01700D@istruzione .it www.pascoliaversa.gov.it Classe 3° Sez. B In particolare curato dagli alunni: Cavallaccio Giorgio, Iovino Anna, Mattiello Flora, Pompella Mariafrancesca, Mottola Mattia e Saulino Davide. Coordinati dalla prof.ssa Pezone Anna

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Relazione su Palazzo Madama classe 3° Sez. B

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SCUOLA SECONDARIA STATALE DI PRIMO GRADO

“G. PASCOLI”

VIA OVIDIO, 25 C.A.P. 81031 – AVERSA(CE)

TEL/FAX 081.5038017 – 081.8154889

Email: cemm01700D@istruzione .it

www.pascoliaversa.gov.it

Classe 3° Sez. B

In particolare curato dagli alunni: Cavallaccio Giorgio, Iovino Anna,

Mattiello Flora, Pompella Mariafrancesca, Mottola Mattia e Saulino

Davide.

Coordinati dalla prof.ssa Pezone Anna

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LA COSTITUZIONE

Articolo 55 Il Parlamento si compone della Camera dei Deputati e del Senato della

Repubblica. Il Parlamento si riunisce in seduta comune dei membri delle due Camere nei soli

casi stabiliti dalla Costituzione.

Articolo 70 La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere.

L’Italia è una Repubblica parlamentare. Il Parlamento italiano che incarna il potere

legislativo è l’unico organo eletto direttamente dai cittadini e ha un ruolo centrale nel

funzionamento dello Stato. E’ composto da due Camere, la Camera dei deputati (composta

da 630 deputati) e il Senato della Repubblica (composto da 315 senatori), che hanno le stesse

funzioni e identici poteri. Ogni decisione deve essere approvata da entrambe le Camere, per

questo motivo tale sistema si chiama “bicameralismo perfetto”. Ciascuna Camera funziona

in modo autonomo ed è guidata da un Presidente che è al di sopra delle parti nel rispetto

del Regolamento. Di solito, le due Camere si riuniscono separatamente. In alcuni casi

particolari esse si riuniscono in seduta comune, ad esempio quando si devono eleggere il

Presidente della Repubblica oppure i giudici della Corte costituzionale.

Ciascuna Camera dura in carica 5 anni. Questo periodo di tempo viene definito legislatura.

Sede del Senato della Repubblica è Palazzo Madama. Colei che legò il suo nome al palazzo

fu Margherita D’Austria, figlia naturale dell’imperatore Carlo V. Il palazzo, infatti, prende

il nome dal soprannome di Margherita D’Austria: “la Madama” e anche dal fatto che la polizia

viene comunemente chiamata dai romani “la Madama”, e dalla capitale il soprannome è

arrivato un po’ ovunque. Non è un soprannome scelto a caso, deriva dal nome dell’edificio in

cui, nello Stato pontificio, era situata la sede centrale della polizia e che oggi ospita il Senato.

I senatori sono 315 la metà esatta dei deputati, e vengono eletti dai cittadini che abbiano

25 anni. Per divenire senatore occorre aver compiuto 40 anni. Ai senatori si devono

aggiungere tuttavia alcuni “senatori a vita”, che non hanno bisogno di essere eletti e il cui

mandato non scade mai. Diventano automaticamente senatori a vita tutti gli ex presidenti della

Repubblica. I presidenti in carica hanno però il diritto di nominare alcuni altri senatori a vita,

scegliendoli tra le personalità che, per un motivo o per l’altro, hanno dato prestigio all’Italia.

Una scienziata come Rita Levi Montalcini, dunque, oppure un uomo politico che in passato è

stato di grande importanza pur non essendo mai diventato presidente della Repubblica come

Giulio Andreotti. Non c’è un numero fisso di senatori a vita, in teoria un presidente della

Repubblica potrebbe anche decidere di nominare parecchi, ma di fatto queste nomine sono

invece rarissime e i senatori a vita, inclusi gli ex presidenti, sono sempre sotto la decina. Di

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solito il loro voto non è determinate. Ma se una maggioranza è molto esigua, conta solo

pochissimi senatori in più dell’opposizione quegli anziani senatori possono diventare l’ago

della bilancia. Il Senato funziona esattamente come la Camera. C’è un presidente, eletto nella

prima riunione dell’assemblea dopo le elezioni politiche, che come il presidente della camera,

non può essere mandato via a meno che non rassegni le dimissioni e queste non vengano

accolte dalla maggioranza dei senatori. Ci sono commissioni, che discutono e modificano il

testo delle leggi prima che queste arrivino in aula per la discussione e la votazione finali.

Insomma, per essere approvata una legge deve eseguire per due volte la stessa identica trafila.

In alcuni casi, per argomenti particolarmente importanti oppure quando, di fronte a episodi

molto gravi e poco chiari, si formano commissioni bicamerali, composte in egual numero da

deputati e da senatori. Ma anche in questo caso le proposte di legge eventualmente decise

dalla commissione bicamerale devono poi essere oggetto di dibattito e di voto in entrambi i

rami del Parlamento.

STORIA E ARCHITETTURA

Il Palazzo Madama si trova in corso Rinascimento a Roma, vicinissimo a Piazza Navona, ed

è la sede del Senato italiano. Ha fondato le sue radici nel XV secolo, quando Roma si avviava

alla sua trasformazione: dal borgo medievale a città moderna. I primi proprietari furono i

monaci dell’abazia di Farfa, che vivevano sotto la legge longobarda per antico privilegio

imperiale e che ottennero alcuni modesti edifici che si trovano nelle attuali piazze “S. Luigi”

e “Madama”. In seguito a permuta di alcune proprietà del rione Regola, nel 1478 il terreno fu

acquistato dalla nazione Francese. Il tesoriere del governo di Francia e vescovo di Chiusi, lo

acquistò e vi fondò il nucleo originario del Palazzo, ampliato e abbellito per ospitare i

pellegrini Francesi in visita alla capitale. Nel 1503 il cardinale Giovanni Dei Medici, figlio di

Lorenzo il Magnifico, prese in affitto il palazzo degli eredi di Sinulfo per acquistarlo nel 1505.

Nel 1509, il cardinale si indebitò e fu costretto a venderlo alla cognata, Alfonsina Ornisi, che

lo fece ristrutturare e ingrandire. Nel 1513 fu commissionata un’importante ricostruzione a

Giuliano Da Sangallo che prevedeva l’espansione verso Piazza Navona ma il progetto non fu

mai realizzato.

LA FACCIATA

Prima di fare ingresso a palazzo Madama, è d’obbligo soffermarsi sulla facciata realizzata da

Paolo Marucelli, che mostra tre imponenti piani, ognuno con nove finestre, limitati alle

estremità da un bugnato angolare. Il maestoso portale centrale che conduce nel Cortile

d’onore, ornato da colonne con capitelli ionici, è sormontato da un architrave e da un balcone

con finestra a timpano spezzato, mentre le altre otto sono a timpano curvilineo con conchiglia

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e volti di donna. Al secondo piano vi sono finestre a timpano triangolare contenenti un giglio,

mentre l'ultimo piano è caratterizzato da finestre quadrate incorniciate con mascheroni, unite

da un fregio con leoni tra putti e panoplie.

CORTILE D'ONORE

Il portale principale di Palazzo Madama conduce al Cortile d'Onore, di forma rettangolare e

d’impronta architettonica rinascimentale. Durante i lavori di sistemazione del palazzo, portati

a compimento dall’architetto Paolo Marucelli a metà del '600, venne rispettato l’impianto

originario. Le sei colonne che compongono il porticato – con capitelli scanalati - sono infatti

una testimonianza dell’edificio ai tempi di Leone X. Sotto il colonnato una targa commemora

i lavori di restauro eseguiti sotto il pontificato di Clemente XIII, successore di Benedetto XIV,

che acquistò il palazzo nel 1755 per ospitare gli uffici per lo Stato della Chiesa. Negli anni

successivi trovarono inoltre collocazione, tra gli altri, gli uffici del tribunale e la sede della

polizia papale. Da qui, l’origine del termine dialettale “La Madama” utilizzato ancora oggi a

Roma per identificare le forze dell’ordine. La statua di Emilio Greco, che è al centro del

cortile, fu posta nel 1972. Il magnifico pavimento è decorato da marmi policromi; mentre

lungo il perimetro sono esposti sarcofagi lapidei di epoca romana. Dal Cortile l’accesso

principale a palazzo Madama, dove dipinti, affreschi, arazzi, fregi, sculture e arredi

settecenteschi condurranno i visitatori attraverso la storia e l’arte italiana.

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IL CORTILE DELLA PALMA

Il cortile ubicato al piano terra prende il nome dall'imponente albero di palma che si eleva al

centro. Su questo spazio affacciano pregevoli complessi architettonici. Meritevoli di

attenzione sono la torre che si erige in un angolo del cortile e il Palazzo Koch.

Il primo volume architettonico è la testimonianza dei resti di una delle fortezze della famiglia

Crescenzi, proprietaria degli edifici, sui quali successivamente è stato realizzato Palazzo

Madama, (che adesso incorpora completamente la torre). Il secondo è un armonioso edificio

classicheggiante realizzato nel 1888-90 dall’architetto Gaetano Koch. L’illustre progettista fu

uno dei protagonisti dello sviluppo della Roma umbertina. La palazzina Koch, (la cui

realizzazione fu deliberata dal Senato nel 1885, mentre il progetto definitivo fu approvato nel

1887) è stata, insieme all’ imponente sala del primo piano, sede storica della Biblioteca del

Senato fino al 2003, anno del suo trasferimento a Palazzo della Minerva. Alla fine degli anni

'30, secondo un progetto già avanzato nei secoli passati, è stato realizzato l'elegante portico a

due piani che collega Palazzo Madama al contiguo Palazzo Carpegna sede della maggior parte

delle Commissioni permanenti. Il portico, chiuso al piano superiore dà ampie vetrate è

realizzato seguendo uno schema architettonico quattrocentesco. La struttura di notevole

pregio, presenta sette arcate su colonne in granito, di ordine tuscanico nella parte bassa e

ionico al piano nobile. A metà degli anni '80, nel corso degli scavi correlati ai lavori per la

costruzione di una nuova centrale termica unificata, sotto il cortile della palma fu rinvenuta

una grande vasca monolitica di granito di Assuan (del peso di circa 25 tonnellate) spezzata in

sette parti. La vasca, con la consulenza della Soprintendenza archeologica di Roma, è stata

ricomposta attraverso una complessa opera di restauro. In occasione del 40° anniversario della

firma della Costituzione è stata collocata nell'area compresa tra i palazzi Madama, Carpegna

e Sapienza. Questo spazio che è stato inaugurato nel 1987 dal Presidente del Senato Giovanni

Spadolini, ha preso il nome di piazza della Costituente.

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SALA MACCARI

Questa solenne sala deve il suo nome a Cesare Maccari, l’artista senese che la decorò dopo

aver vinto, nel 1880, un concorso bandito appositamente dal Ministero della pubblica

istruzione “per la pittura a buon fresco”, con l’obiettivo di richiamare i fatti più

rappresentativi dell’antico Senato di Roma: i progetti di Maccari furono selezionati

soprattutto per l’intonazione chiara delle scene e la sobrietà dei colori, in perfetta armonia con

la luce della sala. La sua pittura evocativa e scenografica consente al visitatore di dialogare

con lo spazio che lo circonda e con le antiche nobili origini del Senato. Sulle pareti sono

raffigurati i cinque celebri episodi della storia del Senato romano, a simboleggiare le virtù dei

senatori: rispetto della parola data, oratoria, coraggio, onestà, eloquenza. Tra le più famose

personalità dell’antica Roma, il primo affresco a destra – subito dopo l’ingresso - rappresenta

"Appio Claudio il Censore" che esorta i senatori a non accettare le condizioni di pace

imposte da Cinea, ambasciatore di Pirro. Nei due quadri più piccoli, Marco Papirio rimasto

immobile e impassibile sul suo scanno dinanzi all’invasione dei Galli di Brenno e i Sanniti,

che tentano invano di corrompere Curio Dentato perché convinca il Senato alla pace. Di

fronte all’ingresso, Cicerone, indignato, mentre pronuncia la sua celebre requisitoria contro

Catilina; e per finire, Attilio Regolo nel momento della partenza da Roma per rientrare da

prigioniero a Cartagine, adempiendo al giuramento e dopo aver persuaso la curia romana a

non negoziare con il nemico. Il Senato lo ascolta mentre la folla osserva, il cielo è d'un azzurro

luminoso e cambia tonalità incurvandosi al tramonto. Il soffitto racchiude quattro medaglioni

con figure allegoriche – che rappresentano il commercio, l’agricoltura, le armi, le scienze, le

lettere e le arti - disposte intorno a un motivo centrale che simboleggia l’Italia trionfante e che

riporta la scritta “Sei libera. Sii grande”. Ai quattro angoli lo stemma di Casa Savoia e lungo

il fregio una frase di Guicciardini – “Osservate con diligenza le cose dei tempi passati perché

fanno lume alle future e quello che è e sarà, è stato in altro tempo” - e una di Machiavelli –

“Nessuna cattiva sorte li fece mai diventare abietti e nessuna buona fortuna li fece mai essere

insolenti”. L’affresco della volta fu completato nel 1888 e l’arredo della sala fu ultimato nel

1890.

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BUVETTE

La tradizionale buvette riservata agli Onorevoli Senatori è una spaziosa caffetteria

Marucelliana ubicata all'estremità della sala Garibaldi, in prossimità del solenne corridoio di

collegamento con l'adiacente Palazzo Carpegna, nel quale trovano collocazione i busti

marmorei di personaggi che hanno dato lustro alla Repubblica. La caffetteria dallo stile

raffinato ospita opere di notevole pregio. Sul bancone del bar è posizionata una

statuetta/fontana di Vincenzo Gemito (1852-1929), mentre sulla parete prospiciente figura un

bellissimo arazzo mediceo del secolo XVI proveniente dagli Uffizi di Firenze. L’opera con

larghe bordure ritrae il grande stemma di famiglia con accanto le rappresentazioni delle città

di Firenze e Siena. Le altre pareti ospitano due nature morte del 2002 di Luciano Ventrone:

"La Pausa" e "Il ritorno di Ulisse". La sala è arricchita da un elegante parquet a intarsi e da

un sontuoso lampadario centrale in vetro di Murano ed è caratterizzata da una volta a figurine

e fregi in stucco chiaro eseguiti nel 1931.

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SALA GARIBALDI

Percorrendo il solenne corridoio con busti marmorei di personaggi che hanno dato lustro alla

nostra Repubblica, facciamo ingresso nella Sala Garibaldi, già Sala dei Re, perché fu adornata

dai ritratti dei sovrani, da Carlo Alberto a Vittorio Emanuele III. La sala attualmente prende

il nome dal busto dell’ ”Eroe dei due mondi”, Giuseppe Garibaldi, posizionato centralmente

tra il busto di Camillo Benso di Cavour e quello di Vittorio Emanuele II. Si tratta di un vasto

ambiente di rappresentanza, dove spesso si riuniscono i Senatori durante le pause dai lavori,

nato dalla demolizione di una parete divisoria agli inizi degli anni Trenta del secolo scorso.

Alzando lo sguardo troviamo un soffitto a cassettoni di recente costruzione e un fregio

seicentesco articolato in riquadri con scene storiche riguardanti l’attività pontificia di Leone

X. Le pitture non si susseguono in modo unitario, essendo destinate in origine a due vani

distinti e appartenendo, come sembrerebbe da alcuni particolari, a due differenti mani: da una

parte predominano putti e leoni; dall'altra, figure femminili, disposte intorno ad alcuni

affreschi di carattere storico. Sulla parete frontale, l'unico pezzo moderno della Sala: una

grande tela che raffigura un paesaggio marino nebbioso di Piero Guccione: “Il Nero e

l’azzurro”, realizzato nel 2003. Da una delle finestre della sala Garibaldi è visibile la torre dei

Crescenzi.

SALA DEL RISORGIMENTO

Questa Sala ospita busti e ritratti di alcune fra le personalità più significative del Risorgimento

nazionale. Sulle pareti è possibile osservare diverse opere: una grande tela del giovane

Vittorio Emanuele II (1849), realizzata dal pittore Giovanni Marghinotti; un busto e la targa

commemorativa di Giuseppe Mazzini; i ritratti di Cavour e Garibaldi. A impreziosire la Sala,

il soffitto del XVII secolo, con cassettoni lignei decorati e dorati, opera di Giovanni Francesco

Grimaldi. Il fregio sottostante raffigura le vicende del pontificato di Clemente VII ed è

adornato da putti che volteggiano armoniosi

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SALA DELLO STRUZZO

L’elegante Sala dello Struzzo, già Sala Umberto, si caratterizza per un raffinato soffitto a

cassettoni del secolo XVI – il più suggestivo di tutto il Palazzo - con stucchi e dipinti dorati,

al centro del quale campeggia uno struzzo con una corona sulla testa e l’emblema della

casata de' Medici collegato con un nastro al collo. Alcuni suppongono che la figura si

riferisca alla casata di origine di Margherita d’Austria, secondo il gioco di parole Autriche

(Austria) e autruche (struzzo): simbolo del passaggio del palazzo (e del casato) dalla sfera

d'influenza francese a quella ispano-austriaca. Altri invece sostengono che questo animale

fu scelto all’epoca quale simbolo araldico di giustizia e di capacità di gestire le

difficoltà. Alle pareti troviamo due pregiati arazzi fiorentini: uno del ‘600, che raffigura

Alessandro che sigilla con l'anello la bocca di Focione; l’altro, più antico, raffigurante I

pellegrini in Emmaus. Nella sala sono esposti l’olio su tela “Pentesilea morente” del 2003

di Vito Tongiani e il Ratto d’Europa, di Placido Fabris (1802-1859). Al centro della sala, sul

tavolo, una preziosa ceramica di Faenza della fine dell’800.

SALA DELLA FIRMA

La sala è così chiamata perché i senatori firmavano su appositi fogli, come atto di presenza.

Ubicata al primo piano di Palazzo Madama è arricchita da preziose opere. La sala si

caratterizza per un notevole fregio pittorico che si estende sulle quattro pareti. L’opera è

attribuita a Giovan Battista Magno detto il Modanino e databile al 1638. Al centro di ogni

parete, un quadro inserito all'interno di una cornice dorata, raffigura un episodio dell'attività

di cardinalato di Alessandro De' Medici (futuro Papa Leone XI). I quadri sono affiancati

da due satiri monocromi in atteggiamento di telamoni (statue maschili) e da putti che giocano

in spazi scanditi da partiture architettoniche. Il cinquecentesco soffitto ligneo è costituito

da lacunari, il cui fondo dorato accoglie una decorazione floreale in rilievo che si sviluppa

attorno a gigli centrali. Le camicie delle travi sono ornate da motivi a treccia con rosetta

centrale. Il perimetro del soffitto è decorato con una preziosa cornice bianca a dentelli con

gocce dorate. Le pareti, invece, sono abbellite da una seconda cornice ad ovoli dorata,

impreziosita da una fascia dipinta a tempera con il motivo delle palmette. La porta ubicata

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sulla parete opposta all'ingresso principale della sala presenta, all'interno dell'imbotte,

un'elegante pittura a tempera costituita da due statue femminili all'interno di nicchie sulle

pareti laterali e da due amorini che sorreggono uno stemma raffigurante tre piume di struzzo

all'intradosso dell'architrave. Il soffitto ligneo e i cicli pittorici sono stati oggetto di un

completo intervento di restauro nel 2010. Alle pareti sono collocati due arazzi della collezione

dei Medici, realizzati nel XVII secolo, raffiguranti due episodi biblici tratti dal Libro di Tobia:

"Tobia accolto da Raguele" e "Tobia rincuorato dall'arcangelo Raffaele". Completa

l'allestimento della sala un olio su tela del XVI secolo di Leandro Bassano, con la

rappresentazione di una "Adorazione dei pastori.

SALA MARCONI Sala di rappresentanza nella quale sono collocati i busti marmorei di Guglielmo Marconi e di

Pietro Canonica. Il fregio pittorico perimetrale è probabilmente opera di Pietro Paolo Baldini

e raffigura episodi del pontificato di Pio IV, noto per aver portato a conclusione il Concilio

di Trento il 4 dicembre 1563. Il soffitto della sala, di epoca seicentesca è realizzato in legno

dorato con travature e scomparti e, probabilmente, è stato sovrapposto ad un altro precedente.

Alle pareti sono collocati due arazzi provenienti dalle Gallerie fiorentine, realizzati nel XVII

secolo, raffiguranti "La carità" e "Figura femminile che presenta una ghirlanda a un

fanciullo".

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ANTICAMERA DELLA BALAUSTRA

L’anticamera della balaustra è un elegante spazio di accoglienza situato al primo piano ed

ornato da preziose tele. La sala è caratterizzata da un soffitto seicentesco in legno dorato

ripartito in sei lacunari di uguali dimensioni. Il sottostante fregio pittorico, anch'esso risalente

al XVII secolo, presenta notevoli affinità con quello dell'attigua sala Marconi.

Alle pareti sono collocate due opere di Biagio Falcieri, databili alla seconda metà del seicento

e raffiguranti "Zeusi, pittore dell'antica Grecia, che sceglie le parti più belle di alcune fanciulle

per dipingere la bellezza ideale" e "Alessandro Magno che ordina ad Apelle di ritrarre

Campapse”. Sulla parete della finestra, che affaccia sul cortile d'onore di Palazzo Madama,

sono collocate due tele del seicento di Carlo Dolci (di scuola piemontese) raffiguranti:

"Salomè con la testa di Giovanni Battista" e il "Ritratto di Vittorio Amedeo di Savoia".

Completa l'allestimento un grande leggio in legno, facente parte del coro ligneo del XVII

secolo che riveste la vicina sala dei Postergali.

ANTICAMERA DEI SENATORI QUESTORI L’anticamera dei Senatori Questori, si trova al secondo piano di Palazzo Madama. Dallo stile

raffinato è arricchita da dipinti ed arredi di pregevole manifattura. Alla sala, si accede

attraverso una preziosa scalinata in legno che si trova alle spalle delle tribune dell'Aula

legislativa. La finestra della sala, affaccia sul cortile della Palma. Alle pareti sono affissi due

arazzi. Il primo, raffigurante "Narciso" di notevoli dimensioni (3,30 per 3,30 metri) realizzato

ad "alto liccio" in lana, è stato tessuto dall'Arazzeria Scassa di Asti su cartone di Corrado

Cagli (1910-1976). Il secondo, di epoca seicentesca, rappresenta "La Prudenza". I lati della

sala sono ornati da una pregevole consolle con ripiano in marmo sormontata da una specchiera

con cornice dorata a motivi floreali. Sulla parete opposta alla scalinata in legno, sono

collocati, invece, due dipinti anonimi. Il primo con rovine dell'antica Roma, il secondo

raffigurante un paesaggio bucolico. Completa l'allestimento della sala un grande olio su tela

di Alessandro Chia, acquisito dal Senato nel 2005, intitolato "Trionfo della ragione".

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STUDIO DEL PRESIDENTE Un ambiente austero impreziosito da opere d’arte. Si presenta così, agli occhi dei visitatori,

lo studio del Presidente, ubicato al secondo piano di Palazzo Madama. L’ampia stanza, da cui

si accede attraverso porte ornate da ricchi timpani lignei, è collegata ad un piccolo studio di

cortesia. Il soffitto, intarsiato a motivi floreali, declina in un ampio fascione perimetrale

anch'esso ornato da piante e fiori. Dalle finestre della sala è possibile ammirare, dalla vicina

Piazza Navona, la cupola della chiesa barocca di Sant'Agnese in Agone. La stanza è arricchita

da preziosi arazzi e dipinti che ornano le pareti. Nel corredo artistico spiccano il "Cristo e S.

Pietro" di Luca Giordano ed il grande olio su tela "Adorazione dei Magi", della scuola di

Bonifazio Veronese. Collocata, invece, tra le due finestre, "La Vergine col Bambino tra i santi

Andrea e Biagio" risalente al XV secolo, (maniera del Pinturicchio) di proprietà delle Gallerie

fiorentine. Sulla parete frontale risaltano per maestosità due arazzi seicenteschi in lana e seta,

di Bernardino Van Asselt su cartoni di Agostino Melissi. Le due opere sono state restaurate

tra il 2003 ed il 2004 dall’ Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Gli arazzi, di notevole pregio

artistico, rappresentano: "Aristotele che insegna ad Alessandro" e "Alessandro piangente sul

sepolcro di Achille" entrambi dedicati ad Alessandro di Macedonia (uno dei più celebri

strateghi e conquistatori della storia conosciuto come “Alessandro Magno”).

GALLERIA DELL’EROE

La Galleria dell'Eroe è un corridoio adiacente l'aula legislativa che deve il suo nome al

prezioso ciclo pittorico che ne decora il soffitto. È stato realizzato nella seconda metà del '600

dal pittore romano Ludovico Gimignani, artista di marcata influenza berniniana. Gli affreschi

decoravano originariamente la galleria del piano nobile dell'attiguo Palazzo Baldinotti

Carpegna. Da quella sede, furono staccati nel 1936 in occasione della distruzione e

ricostruzione del Palazzo correlata all'apertura di Corso Rinascimento.Successivamente gli

affreschi furono trasferiti su tela, restaurati e pesantemente ridipinti per essere trasferiti

nell'attuale collocazione.I dipinti, con chiaro intento celebrativo del committente Cesare

Baldinotti, raffigurano scene relative ad episodi di vita dell'imperatore romano Giulio Cesare.

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Nel vasto affresco del soffitto si possono riconoscere gli episodi di "Cesare che brucia le

lettere di Pompeo dopo la battaglia di Farsalo" e di "Cleopatra che si inginocchia davanti a

Cesare e riceve lo scettro del potere". Nell’ area centrale, invece, all'interno di una ricca

impaginazione decorativa comprendente cornici a finto stucco, telamoni (sculture maschile),

composizioni floreali, ghirlande, putti e figure allegoriche, è raffigurato "Il trionfo di Giulio

Cesare" accolto nell'Olimpo da Giove e dalle altre divinità .

Il ciclo pittorico è completato da due affreschi sopraporta ubicati sui lati brevi del corridoio,

dipinti entro finte cornici ovali sorrette da telamoni (sculture maschile) e raffiguranti gli

episodi di "Cesare che rende omaggio alla statua di Alessandro Magno" e "Cesare che si mette

in salvo a nuoto durante la battaglia di Alessandria".

.

AULA LEGISLATIVA

Ci troviamo nella Sala dove il Senato del Regno si riunì per la prima volta il 28 novembre

1871. L’Aula legislativa, interamente tappezzata in rosso, occupa lo spazio del cortile delle

vecchie Poste pontificie e fu progettata dall’ingegnere Luigi Gabet nel 1870. Dietro la

postazione del Presidente del Senato vi sono due targhe rettangolari con due iscrizioni: una

cita la forma di governo oggi vigente in Italia, ovvero la Repubblica; l'altra è molto più

antica e reca le parole con cui Vittorio Emanuele II commemorò l'Unità d'Italia. L’aspetto

attuale non è sostanzialmente diverso da quello originario, sia nella struttura che nella

decorazione: alcune modifiche furono apportate nel corridoio mediano per aumentare il

numero dei seggi. Alzando lo sguardo è possibile ammirare il soffitto a cupoletta, ricoperto

da una tela dipinta, detta il Velario, incollata su tavole di legno e contenente i medaglioni

con le effigi di quattro giuristi - Filangieri, Machiavelli, Irnerio e Papiniano - delle quattro

virtù civiche - Fortezza, Giustizia, Concordia e Diritto - e delle vedute delle città di Torino,

Venezia, Firenze e Napoli. I dipinti sono stati realizzati dai pittori Fumanti, Nava, Bruschi,

Mei, Barilli e Gai.

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Relazione su Palazzo Madama classe 3° Sez. B

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SALA DEI POSTERGALI

La sala al primo piano deve il suo nome ai postergali di un coro in noce del XVII secolo,

(proveniente dal pontificio seminario di Ancona), che ne rivestono le pareti. Lussuosa ed

elegante occupa una porzione di Palazzo dove anticamente sorgeva la chiesa di San Salvatore

in Thermis, eretta su una delle celle delle terme neroniane-alessandrine e demolita all'inizio

del '900 nell'ambito del programma di ristrutturazione e riassetto del complesso edilizio di

Palazzo Madama, divenuto sede del Senato del Regno .

Le mostre delle porte, in antico marmo brecciato, appartenevano ad alcuni locali di Palazzo

Giustiniani. La sala è illuminata da un imponente lampadario circolare in ferro battuto con 32

punti luce disposti su due livelli. L’ opera attribuita ad Alberto Gerardi (1889-1965), si

caratterizza per la mancanza di punti di saldatura.Nella sala, affacciata sul cortile d'onore di

Palazzo Madama, sono collocati i busti marmorei di Vittorio Emanuele Orlando e di

Francesco Saverio Nitti.

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SALA CAVOUR Questo ambiente ampio e luminoso, ubicato al primo piano è caratterizzato dalle grandi

finestre affacciate sul fianco destro della vicina chiesa di S.Luigi de' Francesi. La sala si

distingue per una targa collocata all’interno di una ricca cornice lignea, che riporta l’incisione

di una frase di Cavour (datata11 ottobre 1880): "La nostra stella polare, o signori, è di fare

che la città eterna, sovra la quale venticinque secoli accumularono ogni genere di gloria,

diventi la splendida capitale del regno italico". Sala Cavour ospita due fregi pittorici che erano

posti sulla parete divisoria della sala Garibaldi (successivamente demolita). Le due opere allo

stato attuale risultano scarsamente leggibili in attesa del necessario intervento di restauro. Il

soffitto ligneo, costruito con i sistemi e con la tecnica degli antichi impalcati a cassettoni, è

suddiviso in riquadri regolari con rosoni centrali dorati e culmina in un ovale con la

raffigurazione di un Bacco e Arianna di Giovan Battista Pittoni (1687-1767).

L'elegante labri perimetrale con inserite cassettiere e l'elaborato parquet a intarsi completano

l'arredo della sala, insieme al lungo tavolo centrale conforma a ferro di cavallo a disposizione

dei membri del Governo durante le sedute.

SALA PANNINI

Questa è la Sala dove si riuniscono il Consiglio di Presidenza del Senato e la Conferenza dei

Presidenti dei Gruppi parlamentari. La splendida volta che potete osservare ospita un affresco

dell’artista Giovanni Paolo Pannini (1691-1765) proveniente dalla demolizione di un edificio,

avvenuta alla fine del 1920, appartenuto alla famiglia Bacchettoni nell'area di via del Tritone.

Nella parte centrale della volta è rappresentato il carro del sole tra festoni di nuvole, da cui si

diramano architetture fantastiche, prospettive aeree, figure allegoriche, putti e serti di fiori

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SCALONE DI SAN LUIGI

Realizzato nel 1929, la scala, è dominata da un cassettone ligneo, che si trovava

originariamente nel vano retrostante l’anticamera della Balaustra. Il soffitto – a grandi

scomparti e massiccio - risale al XVI secolo e conserva al suo centro lo stemma mediceo, che

domina lo schema geometrico dei motivi decorativi. Quest’ultimo è sormontato dalla corona

ducale con un cappello cardinalizio tra due riquadri con girali di acanto, putti e il giglio

fiorentino; negli intagli laterali sono rappresentate scene di combattimento fra tritoni e sirene,

ispirate al tema della battaglia degli dei marini. Il fondo scuro del soffitto gli conferisce

brillantezza e accentua gli intagli dorati di ottima fattura.

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Bibliografia

Andrea Colombo, I palazzi della politica, Manifesto Libri

G. De Nicola, M. Morpurgo, Cittadini del 21° secolo, Pearson

Link consultati

https://it.wikipedia.org/wiki/Palazzo_Madama_(Roma)

https://www.senato.it/4610