scuole in rilievo n° 5

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La ricchezza di quanto ricevono i ragazzi viene dalla diversità delle persone con cui essi si relazionano, dalla creatività di ciascuno, che non è improvvisazione, ma è capacità di costruire, con le proprie specifiche competenze, un percorso che si intrecci con gli altri. Anche senza che qualcuno elevi argini entro cui tutti anda- re, o mura entro cui tutti vivere. I diversi obiettivi, le diverse competenze e la stretta collaborazione servono a gettare sempre più avanti la linea dei traguardi da raggiungere. E in questo correre insieme i ragazzi stessi scrutano nuovi orizzonti e il gusto di conoscerli. Nei loro insegnanti i ragazzi incontrano la molteplicità dell’umanità che vive ed ope- ra insieme a loro e intorno a loro. La diversità delle persone che incrociamo nella nostra vita è ricchezza, allarga i nostri orizzonti, ci consente di confron- tarci, di metterci in discussione, di ripar- tire ogni volta… di crescere, insomma. Non dobbiamo temere, io credo, la man- canza di rigido coordinamento, di inqua- SCUOLE in SCUOLE in SCUOLE in R I L I E V O Periodico di informazione scolastica e di promozione culturale e didattica a cura delle scuole di Crosara, Valle San Floriano, Vallonara, San Luca, Santa Caterina ISTITUTO COMPRENSIVO “P.M. POZZA” LUSIANA — DIREZIONE DIDATTICA “A. CUMAN PERTILE” MAROSTICA Anno 2, Numero 5 Febbraio 2009 IN QUESTO NUMERO: prosegue a pag. 15 GUARDARE LONTANO, CAMMINARE INSIEME di Rosanna Bertoncello GUARDARE LONTANO, CAMMINARE INSIEME 1 ASTRONAVI DI GOMMA PIUMA 2 TESTE DI LEGNO E MANI DI CRETA 3 LO “PUNARO” CHE SI CONVENGA 4 “DIDATTICA A2 ZAMPE” 5 VEDIAMO SE MI RICONOSCI 6 IL NOCCIOLO E LA POLVERINA 7 OCCHIO ALLA MOSSA 7 UN QUOTIDIANO FRESCO, FRESCO: “DIGIORNATA” 8 NON PERDERE LA BUSSOLA 9 LA PENTOLA DEL NONNO 9 PULCINI CRESCONO 11 SGUARDI SOLITARI VERSO IL CIELO 12 UNA BIBLIOTECA COSTRUITA DALLA GENTE! 13 UN’ATTENTA OSSERVAZIONE 14 SULLE ALI DELLA POESIA 10 CERVELLI IN MOTO 10 VERSI DI CARNEVALE 6 IL RUMORE DEI DRAPPI COLORATI 6

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Quinto numero del giornale della scuola

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La ricchezza di quanto ricevono i ragazzi viene dalla diversità delle persone con cui essi si relazionano, dalla creatività di ciascuno, che non è improvvisazione, ma è capacità di costruire, con le proprie specifiche competenze, un percorso che si intrecci con gli altri. Anche senza che qualcuno elevi argini entro cui tutti anda-re, o mura entro cui tutti vivere. I diversi obiettivi, le diverse competenze e la stretta collaborazione servono a gettare sempre più avanti la linea dei traguardi da raggiungere. E in questo correre insieme i ragazzi stessi scrutano nuovi orizzonti e il gusto di conoscerli. Nei loro insegnanti i ragazzi incontrano la molteplicità dell’umanità che vive ed ope-ra insieme a loro e intorno a loro. La diversità delle persone che incrociamo nella nostra vita è ricchezza, allarga i nostri orizzonti, ci consente di confron-tarci, di metterci in discussione, di ripar-tire ogni volta… di crescere, insomma. Non dobbiamo temere, io credo, la man-canza di rigido coordinamento, di inqua-

SCUOLE inSCUOLE inSCUOLE in RILIEVO Periodico di informazione scolastica e di

promozione culturale e didattica a cura

delle scuole di Crosara, Valle San Floriano,

Vallonara, San Luca, Santa Caterina

ISTITUTO COMPRENSIVO “P.M. POZZA” LUSIANA — DIREZIONE DIDATTICA “A. CUMAN PERTILE” MAROSTICA Anno 2, Numero 5

Febbraio 2009

IN QUESTO NUMERO:

prosegue a pag. 15

GUARDARE LONTANO, CAMMINARE INSIEME di Rosanna Bertoncello

GUARDARE LONTANO, CAMMINARE INSIEME 1

ASTRONAVI DI GOMMA PIUMA 2

TESTE DI LEGNO E MANI DI CRETA 3

LO “PUNARO” CHE SI CONVENGA 4

“DIDATTICA A2 ZAMPE” 5

VEDIAMO SE MI RICONOSCI 6

IL NOCCIOLO E LA POLVERINA 7

OCCHIO ALLA MOSSA 7

UN QUOTIDIANO FRESCO, FRESCO: “DIGIORNATA” 8

NON PERDERE LA BUSSOLA 9

LA PENTOLA DEL NONNO 9

PULCINI CRESCONO 11

SGUARDI SOLITARI VERSO IL CIELO 12

UNA BIBLIOTECA COSTRUITA DALLA GENTE! 13

UN’ATTENTA OSSERVAZIONE 14

SULLE ALI DELLA POESIA 10

CERVELLI IN MOTO 10 VERSI DI CARNEVALE 6

IL RUMORE DEI DRAPPI COLORATI 6

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materassini sui quali ci lanciamo con gusto dall’-alto della spalliera, che emozione! E che bello guardarci allo specchio mentre compiamo le no-stre prodezze! FACCIAMO FINTA CHE… Usando cubi, drappi e materassi, costruiamo case, torri, ospedali, a-stronavi… e poi noi fac-ciamo i personaggi che vivono lì dentro, non è la maestra che ci dice cosa fare: siamo noi che deci-diamo cosa costruire e

come giocare .

DISEGNO O COSTRUZIONI? Dopo aver tanto giocato

facciamo dei disegni con i colori a cera. O-gnuno di noi disegna ciò che vuole e ne esco-no dei capolavori pieni di colori e fantasia, altrimenti facciamo delle costruzioni con i legnetti . SALUTO FINALE Per terminare, ognuno di noi presenta il suo lavoro ai compagni e alla maestra. Ci piace molto far vedere il disegno o la costruzione che abbiamo fatto anche perché tutti ci stan-no ad ascoltare, è un po’ come un saluto finale prima di uscire da quel salone magico. Chissà quante avventure ci aspettano ancora, quanti giochi, quante scoperte sul nostro corpo e su come si esprime… ma la cosa più importante è stare bene e divertirsi!!!

Alla caricaaaaa!!!! Una volta alla settimana tutti noi, gattini, coccinelle e tigri, abbiamo un appuntamento speciale: andiamo nel nostro salone dove succedono delle cose proprio strane… voi non ci crederete ma lì dentro ne facciamo di tutti i colori: possiamo lanciare i cubi morbi-di, urlare, fare disordine… robe da pazzi! Dentro al nostro salone magico ci sono delle cose che ci piacciono proprio tanto: i drappi (per fare il mantello del cavallo, il velo della sposa, ecc.); i cubi colorati; lo specchio gi-gante (dove ci osserviamo, ci parliamo, con-trolliamo i nostri muscoli potenti, ecc.). La maestra non ci dice mai cosa dobbiamo fare, siamo proprio liberi, lei ci aiuta a co-

struire i nostri giochi e a volte vi partecipa. Noi sappiamo ormai bene quali cose si fanno in quella stanza, e anche quale viene prima e quale dopo… non ci credete?!? Allora state bene attenti che ve le raccontia-mo tutte! IL CERCHIO DEGLI INDIANI Appena entriamo ci sediamo tutti in cerchio con le gambe incrociate, ci salutiamo uno alla volta con una simpatica canzoncina e ci co-munichiamo alcune cose importanti e poi… viaaa!! LANCIAMO E CI LANCIAMO Evviva! Corriamo tutti addosso ai cubi morbi-di, li facciamo crollare, li lanciamo, li usiamo anche per dondolarci… Ci prendiamo anche i

Scuola dell’Infanzia “Maurizio Guderzo” - Crosara

SCUOLE inSCUOLE inSCUOLE in RILIEVO

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Comitato di Redazione

Direttore responsabile: Silvano Mocellin Redattori: Rosanna Bertoncello, Fabio Cusinato, Luca Pirazzo, Maria Angela Rela, Marivana Guderzo, Antonella Alberti, Roberta Spagnolo, Mara Tasca, Michela Pigato.

Hanno collaborato Bambini, ragazzi, genitori e insegnanti di tutte le classi

Grafica Fabio Cusinato, Marco Crestani

Stampa S.M.G. srl - 36030 Costabissara (VI) Via A. Volta, 38

In copertina “Senza titolo” - Matteo Morello 3^E, Novembre 2008

Per la pubblicità su questo giornale: tel. 338 8234783 oppure: [email protected]

Anno 2, Numero 5 - Febbraio 2009

ASTRONAVI DI GOMMA PIUMA Creatività e fantasia con morbidi materassi colorati

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Anno 2, Numero 5 - Febbraio 2009

Quest'anno i bambini della scuola primaria “Olga Gugelmo” di San Luca non avranno tem-po per starsene con le mani in mano. Questo è poco ma sicuro! Nella nostra scuola hanno preso il via due percorsi laboratoriali: uno sul legno e uno sulla creta. Le insegnanti hanno progettato dei laboratori multidisciplinari in cui tutti possano esprimere la propria creatività. Ma vediamo come tutto è cominciato. Lo scorso giugno le insegnanti hanno appeso un cartello alla porta della scuola con scritto: "Attenzione genitori, cercasi tavolo da fale-gname, attrezzi per la lavorazione del legno e della creta..." . Già a settembre le famiglie hanno risposto generosamente al nostro appello, inviandoci materiale in abbondanza: martelli, chiodi, viti, lime, colla, legno e un meraviglioso bancone da falegname per alle-stire un laboratorio in piena regola! La gene-rosità è contagiosa a San Luca e nel marosti-cense! Sono infatti molte le ditte e le associa-

zioni alle quali dobbiamo infiniti ringraziamenti per gli aiuti con i quali hanno soste-nuto e continuano a soste-nere il nostro lavoro! Questa esperienza che du-rerà tutto l'anno e culmine-rà con un percorso espositi-vo, ci sta insegnando davve-ro tanto. Valorizza un modo diverso di fare scuola, quello laboratoriale, che stimola i ragazzi ad essere più consa-pevoli e responsabili. Anche lo spazio scuola infatti, in queste attività, deve essere organizzato direttamente da loro, pulizie comprese! Alla fine di ogni seduta laborato-riale nessuno si risparmia una spolveratina o una pas-sata con il bidone aspiratut-to… speriamo che non fini-scano per aspirare anche qualche maestra! Il progetto "Mai con le mani in mano" riscuote in tutti gli alunni un

grande apprezzamento. Mentre progettiamo, seghiamo, levighiamo, plasmiamo con la creta, avvertiamo che la scuola sa trovare strade per rinnovarsi e che riesce ad essere un momento di crescita fondamentale! A scuola stiamo bene e impariamo a rispetta-re e ad apprezzare le nostre diversità! Più di cento piccole laboriose mani esprimono in-stancabili il loro entusiasmo e apprendono, giorno dopo giorno, le affascinanti tecniche

che sono alla base del nostro artigianato. Lavorare insieme, sporcandoci, esprimendoci, ma anche confrontandoci e scendendo a com-promessi, ci guida alla scoperta di noi stessi e delle nostre capacità creative. Persino mol-te insegnanti del plesso hanno deciso di ispes-sire il loro bagaglio conoscitivo e creativo frequentando un corso di aggiornamento sulla costruzione di giochi in legno, offerto dall'As-sociazione Artigiani di Vicenza, e proposto dall'artigiano falegname di San Luca Andrea Dal Zotto. Osservando queste immagini, scor-ci rapiti in momenti di particolare concentra-zione, è' facile capi-re con q u a n t o impegno e t e n a c i a lavorino gli alunni della n o s t r a scuola...

TESTE DI LEGNO E MANI DI CRETA San Luca riscopre la manualità

Scuola Primaria “Olga Gugelmo” - San Luca

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Anno 2, Numero 5 - Febbraio 2009

pilastro a pilastro la estensione di ezza siasi del mezzo di un terzo della lunghez-za. Il tetto capriato habbeasi di reticolo sotile et alquanto trattenevole per l’impeto svo-lazzante de’ animali bipedi di scarso acu-me.

L’interno de’ punari est bisognevole di buon letto paglierino per depositione delle ova e per la cova. La costrutione di buona fabrica per galini et galine porterà salute al bestiame piu-mato et anco salutare benessere a li afari del padrone di ezzi.

Maestro, come si può costruire un buon ricovero per le galline? Per lo governo avicolo si deve avertire che necessaria si ha la costrutione di locale adatto. Lo punaro che si conven-ga ha da essere sì bello et piacevole, ma anco in buona espositione di sole et buono aere. Saranno poi lodevoli le aperture per lo pasaggio de’ pennuti in dentro et fora l’avicola magione. Et anco necessaria si ha l’apertura majore per l’espositione dello collo et dello capo de’ galini et galine. Lo punaro ha da ergersi su assi 3 per parete che avrà da essere et ampia et commoda. Lo sito de’ punari ergersi di major lode entro recinto ampio et luminoso. Laddo-ve pennuti di nostrani natali pòte ruspa-re buona terra et grassi vermi come loro natura conviene. I pilastri longhi et robusti ricavansi da pianta di robinia del Cansilio o di acacia gomarolensis. La catività de’ pollami est lodevole se assicurata da graticola tesa in su la parte esteriore de pilastri. In ciò che da

LO “PUNARO” CHE SI CONVENGA Intervista impossibile ad un architetto del ‘500

di Fabio Cusinato

“I pilastri longhi et robusti ricavansi da pianta di robinia

del Cansilio o di acacia gomarolensis”.

Scuola Media “Sant’Antonio” - Crosara

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una seconda fase, lavoro delicato, gli alunni di terza hanno piantato nel terreno dieci grossi pali d’acacia, un legno robusto e resistente alle intemperie, che serviranno da ancorag-gio per la rete. E’ sempre bene ricordare, tuttavia, che a tutti i lavori presso gli animali

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Anno 2, Numero 5 - Febbraio 2009

SCAL-FRUT di Scalabrin Michele

Scuola Media “Sant’Antonio” - Crosara

E’ iniziata la costruzione del secondo recinto che ad aprile conterrà i nuovi animali previsti per il progetto “Didattica A2 Zampe”. Come noto la nostra scuola è già provvista di un sito per la cura e il mantenimento di germa-ni reali e piccioni. La nuova costruzione da parte dei ragazzi di terza sarà destinata ad un primo gruppo di dieci galline, un gallo e un paio di piccole oche. I ragazzi si sono già messi all’opera per disbo-scare dai rovi e pareggiare il terreno desti-nato al nuovo insediamento avicolo. Al lavoro hanno cominciato a collaborare con efficace partecipazione anche i “piccoli” della IF. In

e presso l’orto della scuola partecipano solo i ragazzi che riescono a registrare dei miglio-ramenti nel comportamento e nel profitto. Questo tipo di attività a forte carattere moti-vante, in questi mesi, ha permesso il raggiun-gimento di risultati spesso incoraggianti. Bene, ma ora avremo le galline? E le uova? Promettiamo di informarvi nel prossimo numero.

“DIDATTICA A2 ZAMPE” Iniziano i lavori per il nuovo sito di pennuti

di Fabio Cusinato

“La catività de’ pollami est lodevole se assicurata da graticola tesa in su la parte

esteriore de’ pilastri”.

“L’interno de’ punari est bisognevole di buon letto paglierino per depositione delle ova e per la cova.”

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Anno 2, Numero 5 - Febbraio 2009

Spaziogiallo

In questo anno di scuola, si è pensato molto alle mie difficoltà, alle mie esigenze e a come trovare un rimedio. Così i miei prof mi hanno impegnato in un laboratorio di attività motoria, per impe-gnare il corpo, per imparare regole di comportamento, per trovare il giusto modo di gestire i miei movimenti poco controllati. Le molte attività sono state per me impe-gnative, mi si chiedeva di acquisire con-trollo, di lavorare con oggetti e di seguire regole importanti per stare con gli altri compagni. Io dovevo controllare il corpo, rallentare i miei gesti, sentire il ritmo della musica: è

IL RUMORE DEI DRAPPI COLORATI Le esperienze nel laboratorio di educazione motoria di Paolo Visentin classe I F - Scuola Media “Sant’Antonio” Crosara

stato tanto impegnativo per me. Le attività si facevano con oggetti diversi, colorati, potevamo rotolare e strisciare sul pavimento per meglio sentire il corpo. Quello che più mi è piaciuto è stato l’uso di grandi stoffe, “drappi” diceva la prof: il movimento era lento e non recava fastidio ai miei occhi, il loro rumore leggero por-tava rilassamento nella mia testa e io sono riuscito a lavorare con impegno anche durante la presentazione di questi lavori. Ho faticato un po’ all’inizio, ma dopo un po’ ho trovato vero piacere in questa attività. Io sono felice di partecipare e ringrazio gli insegnanti per questa possibilità.

FILASTROCCA di Giada Bertollo A carnevale mi piacerebbe vestirmi e divertirmi forse da Arlecchino e ogni tanto darei un bacino, da Pulcinella e mangiarmi una frittella, da Colombina e fare la carina, da Pantalone senza buttarmi in un burrone, da Balanzone e fare un cartellone, da Gianduia e cantare l’Alleluia, da Brighella e ballare la tarantella. Non so da cosa mi vestirò,

ma quel giorno ve lo dirò.

VERSI DI CARNEVALE A cura della class V^ della Scuola Primaria

FILASTROCCA DI CARNEVALE di Yuri Azzolin Devo ancora pensare come a Carnevale mi devo mascherare. Mi piacerebbe vestirmi come Pantalone ma dovrei farmi un grande pancione. Mi piacerebbe vestirmi da Pulcinella e salterei come una raganella. Mi piacerebbe vestirmi da Colombina e per un giorno sarei una donnina. Mi piacerebbe vestirmi da Arlecchino e sarei colorato come un fiorellino. Mi piacerebbe vestirmi da Balanzone e canterei una melodica canzone. Mi piacerebbe vestirmi da Gianduia e allora canterei “Alleluia”. Mi piacerebbe vestirmi da Brighella e racconterei una divertente storiella. Come mi vesto mai lo dirò ma qualcuno spaventerò.

“VEDIAMO SE MI RICONOSCI” Grande festa per il carnevale a San Luca Scuola Primaria di San Luca

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Spaziogiallo

Anno 2, Numero 5 - Febbraio 2009

Il giorno 9 febbraio, a seguito di una lezione in classe e il progetto “stagioni” che sta ac-

compagnando l’intero anno scolastico, tutto il plesso di Valle San Floriano si è recato tra uno dei numerosi sentier i del luogo, accompa-gnato da due intraprendenti Guardie Fore-stali del corpo di

Bassano del Grappa e dal loro fido pastore tedesco Mac. L’esperienza è stata meravi-

Ieri mattina siamo andati in passeggiata con le Guardie Forestali e con il loro cane che si chiamava Mac. Abbiamo imparato tante cose. Siamo saliti dietro la chiesa di Valle e abbia-mo visto il nocciolo che faceva un polverina cioè il polline, la robinia, l’abete rosso che aveva gli aghi proprio intorno al ramo, men-tre l’abete bianco che aveva gli aghi come una spazzola.” “Abbiamo percorso il sentiero dietro al bosco della chiesa. Al capitano io ho chiesto quanto può vivere un albero. La Guardia mi ha detto che in America le sequoie vivono tremila anni, invece in Trentino il larice vive duemila anni.” “Abbiamo imparato tantissime cose sugli alberi. Abbiamo visto l’abete rosso, l’abete bianco, i cipressi e il pioppo. Due Guardie Forestali simpatiche ci hanno accompagnato con il cane Mac che ci indicava la strada. Abbiamo visto i cavalli. In quel posto abbiamo mangiato i panini, le brioches e i creakers seduti sull’erba. Dopo siamo ritornati a scuo-la e siamo andati a casa. E’ stata una giorna-ta importante e stupenda.”

IL NOCCIOLO E LA POLVERINA Le Forestali con la scuola di Valle San Floriano di Alessia, Mattia e Aurora classe 2^

Sono le ore dieci. Mancano ancora quindici minuti. Frazioni, divisioni, operazioni, ancora uno sforzo. Finalmente la campanella! Stefano è arrivato. “Buongiorno ragazzi!”. Il signor Stefano entra in classe quinta; con il suo carico, due enormi borsoni, ricorda un po’ Babbo Natale. Lo seguo-no i ragazzi della classe quarta che aiutano a disporre i banchi e a sistemare le scacchiere con le relative pedine. Chissà chi dovrò affrontare. Speriamo non si tratti di un mio compagno troppo forte. Il signor Stefano divide in coppie gli alunni, posiziona il cronometro e dà il via dicendo: “Signori, datevi la mano e inizi la partita”. Tocca a me muovere per primo, visto che ho il bianco ... Cavallo in F3 … La classe è immersa in un leggero brusio e come un’aquila scruta il terreno in cerca delle eventuali prede, così i cervelli sono concentrati sugli spostamenti possibili delle pedine. C’è un alternarsi di mosse e contromosse; ogni gioca-

gliosa! Quanti nomi può avere una pianta, quanti segreti può nasconder un bosco, quan-ti perché possono avere le frane e il disbo-scamento. A volte sembrano necessari dei profondi cambiamenti per spazzare via la minaccia dell’inquinamento, del vandalismo e dell’illegalità quando forse basterebbe fer-marsi e insegnare agli uomini del domani cosa significa il rispetto per l’ambiente e per gli animali che lo vivono. Per rendere più concreta l’idea di quanto sia stata proficua e nello stesso tempo piacevole questa esperienza, riportiamo alcuni pensie-rini composti dai bambini di classe seconda.

tore le annota sul proprio formulario che, a un occhio inesperto, può appa-rire un linguaggio in codice, decifrabile solo da spie profes-sioniste. Tocca al mio rivale ... D5 ... Cosa faccio? Calma, riflet-ti. Ho trovato! Regina in G7. Vediamo cosa fai adesso. Il tempo

scorre, qualcuno richiede l’intervento del signor Stefano per verificare l’eventuale vittoria, ma la mossa non è corretta. Devo muovere io ... Pos-sibile? Perché non mi sono accorto prima? Ma certo! Un grido si alza nella classe: “Scacco matto!” Un giocatore ha vinto la partita. Alla fine della lezione viene registrato il punteggio di ogni alunno su un grande cartellone appeso alla parete, così tutti lo possono vedere. I primi classificati parteciperanno a un torneo di scac-chi che si terrà a Marostica; si scontreranno ragazzi di diverse scuole. Spero di essere scel-to. Questo gioco mi entusiasma. Persino le pedine sono belle da vedere. Tutte sono impor-tanti, ma io preferisco la torre, va sempre dritta e imponente per la sua strada, fino alla fine della scacchiera. Sembra volerci insegnare di proseguire decisi nel cammino della nostra vita, senza paura degli ostacoli che potremmo incontrare ... Gli scacchi, che gran passione!

OCCHIO ALLA MOSSA Emozionante esperienza di piccoli scacchisti a cura della classe V^ - Scuola Primaria di Valle San Floriano

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Spaziogiallo

Anno 2, Numero 5 - Febbraio 2009

Quasi trascinati dall’esperienza pilota della rivi-sta “Scuole in Rilievo”, la classe 3^E, dopo il progetto giornalistico del settimanale “7 giorni notizie”, partito dal settembre 2008 e ormai quotato, ha dato il via ad una nuova testata, il quotidiano “dìgiornata”. Giriamo ai lettori di “Scuole in Rilievo” alcuni articoli apparsi in que-sti giorni. Che cos’è l’amicizia? L’amicizia si può descrivere con tantissime, anzi con infinite parole. L’amicizia, secondo me, è una delle presenze fondamentali nella vita di una persona, perché la peggior cosa che potrebbe accadere è trovarsi senza amici. C’è da dire che l’amicizia, quella con la A maiu-scola, non è fatta solo di belle parole, di avveni-menti esclusivamente positivi, ma è fatta anche di confronti, di litigi, che portano a insegnamenti sempre nuovi. E’ fatta di momenti tristi, in cui un vero amico, con il cuore forte, ti capisce, parlan-doti, sapendoti ascoltare e dandoti consigli o più semplicemente mettendoti una mano sulla spalla e stando in silenzio con te. L’amicizia è fatta di piccoli gesti che insieme formano una grande ricchezza. Perdere un’amicizia è perdere una parte di te. Viene da fare una considerazione: prima di dire che un’amicizia è veramente seria, bisogna guardare il tuo amico dentro al cuore per capire

se è veramente una persona che fa per te. La nostra scuola La nostra Scuola Media Sant’Antonio vanta una miriade di progetti e ne inventa sempre di nuovi per coinvolgere dal primo all’ultimo studente che la frequenta. Progetto “Hortus mirabilis” e “Didattica A2 Zampe”; progetto “7 Giorni Notizie”, settimanale di informa-zione a cura della classe 3^E; progetto “Dìgiornata”, quotidiano edito dalla classe 3^E… E’ una scuola piena di professori che capi-scono le situazioni di ogni studente, dando

consigli per una buona riuscita nell’-ambito scolastico, ma anche nella vita in famiglia e nelle rela-zioni con i nostri compagni. La scuola, io credo, non va valutata dalla struttura, ma dall’in-segnamento che ci viene da ognuno dei nostri professori. La scuola senza anatre orti galline che scuola sarebbe? Ve lo dico! Sarebbe la scuola tradizionale, priva di divertimento e di insegnamenti di vita. Ma questa no-stra è una scuola che merita di essere chiamata scuola. Essere determinati Una persona deter-minata è una persona che nella vita farà moltissima strada, perché essere deter-

minati è sinonimo di sicurezza. Nella vita di ogni giorno le persone si trovano a prendere decisioni che possono cambiare loro radicalmente la vita; ma la determinazione non serve solo per le grandi decisioni, anzi, parte dalle piccole cose. Potrei rimanere qui ad elen-care esempi all’infinito, ma non voglio annoiare nessuno. Io trovo che la determinazione sia una cosa molto difficile da acquisire, ma rimane sempre il fatto che con la tenacia tutto si può avere dalla vita, perché il futuro è nelle nostre mani. Chiara-mente questo modo di affrontare la vita porta ad essere stimati da tutti, per la forza di reagire ai problemi e alle difficoltà. La determinazione è la cosa che fa camminare a testa alta una persona, senza che abbia paura di essere criticata; è, come dire, uno degli elementi fondamentali nella vita di ogni persona.

UN QUOTIDIANO FRESCO, FRESCO: DIGIORNATA La scuola media di Crosara: una cittadella del giornalismo di Matteo Morello 3^E introduzione di Rosanna Bertoncello

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scaldarsi si sono messi a correre e a giocare a calcio, invece noi femmine, tremolando come foglie, ci siamo messe a cantare in cerchio insieme alla maestra Antonella. Siamo stati divisi in tre squadre, in base alla classe di appartenenza (3^, 4^, 5^). La gara consisteva nel dirigersi verso i punti indivi-duati e segnati in una cartina geografica, che è stata consegnata ad ogni alunno all’inizio e arrivati nel punto giusto, bisognava risponde-re alle domande di un questionario. Alla prima domanda abbiamo superato la quarta. Alla quarta domanda quelli di terza ci hanno invo-lontariamente aiutato: ci hanno lasciato so-pra il tavolo la foglia che dovevamo disegna-re. Per arrivare ad ogni punto indicato sulla cartina abbiamo dovuto camminare di buon

Il giorno venti novembre 2008 abbiamo par-tecipato alla gara di orienteering sul Monte Corgnon. L’avventura è iniziata esattamente alle otto e quaranta. Io e i miei compagni eravamo molto eccitati, soprattutto Elisabet-ta, che saltava di gioia. Durante il viaggio ero un po’ preoccupata perché avevo paura di perdermi nel bosco. Quando siamo arrivati, hanno detto che si lavorava in gruppo non da soli così mi sono calmata. Con il pullmino siamo arrivati in Val Fontana. Prima di iniziare, però siamo andati a fare una passeggiata perché dovevamo aspettare che quelli di prima e seconda finissero la gara. Faceva molto freddo, ci sembrava di essere al Polo Nord. I maschi, furbi, per ri-

passo attraverso il bosco. A metà strada alcune di noi si sono messe a ridere per la stanchezza con i maschi che incitavano a muoversi. Quan-do siamo arrivati alla tappa dieci abbiamo preso una strada sbagliata perché non avevamo ragionato sulla cartina, ma poi ci siamo ac-corti e siamo tornati indietro e abbiamo trovato la strada giusta.

Per fortuna Romina ed Elisabetta hanno capi-to tutto e così hanno guidato la classe nella direzione giusta. Di numero in numero, di domanda in domanda e quindi di risposta in risposta, come tanti Pollicini, siamo arrivati in cima al monte. La fatica è stata tanta, ma piano piano siamo riusciti a raggiungere e superare i compagni di quarta. E’ stata un’e-sperienza interessante, avventurosa e molto divertente. Arrivare al traguardo, dopo tanta fatica, ci ha dato tanta gioia. Abbiamo impa-rato ad orientarci senza bussola, ma soprat-tutto abbiamo trascorso una bellissima gior-nata nel bosco che ci ha dato tanta serenità e gioia. Vi consigliamo di provare questa espe-rienza perché si imparano molte cose impor-tanti sulla natura.

Anno 2, Numero 5 - Febbraio 2009

NON PERDERE LA BUSSOLA Orienteering naturalistico a Santa Caterina di Elisabetta Pozza, Francesca Ronzani, Romina Xillo, Gianmarco Dalle Nogare, Mattia Rezk, Angelika Pilati, Luca Rubbo

Il primo dicembre 2008, noi alunni della scuola elementare di Santa Caterina, abbiamo v isitato il “Museo delle arti e tradiz ioni popolari” ospitato nello stabile del Palazzon di Lusiana. Appena arrivati siamo stati accolti dalla nostra guida che ci ha illustrato le varie stanze del museo, descrivendoci gli oggetti e il loro uso e raccontandoci del modo di v ita dei nostri bisnonni. Loro si costruivano con la paglia i cappelli, le borse, le cornici. Questa v isita è stata interessante ed

istruttiva ma so-prattutto ci ha fatto capire quan-to era difficile la v ita dei nostri nonni e bisnonni. Oggi, dopo questa esperienza, sono da apprezz a re ancora di più tutte le comodità che abb iamo ne l le nostre case e che diamo per sconta-te. A v isita conclusa abbiamo ringraziato la

nostra guida per averci fatto fare un tu ffo nella v ita dei nostri bisnonni.

LA PENTOLA DEL NONNO Visita al museo di Lusiana A cura della classe V^ di Santa Caterina

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Anno 2, Numero 5 - Febbraio 2009

CERVELLI IN MOTO Un modo alternativo di fare scuola a S. Caterina

di Luca Rubbo, Romina Xillo, Gianmarco Dalle Nogare, Mattia Rezk

La mia classe e la classe quarta hanno parteci-pato ad un laboratorio di lettura dal titolo “Ciao! Tu trovami, scoprimi, sappimi”. L’animatore ci ha letto un libro che racconta la storia di due ragazzi i quali, si scrivevano mi-gliaia di bigliettini e messaggi anonimi, finché un giorno il protagonista riuscì a scoprire chi li scriveva. Finito di leggere il libro abbiamo fatto un gioco: dovevamo scrivere un messaggio ad un nostro compagno senza dire chi eravamo, ma solo scrivendo degli indizi. Più o meno, ma con difficoltà, abbiamo scoperto chi ci scriveva e questo è stato davvero diver-tente. Non credevo che scrivere lettere ed esprimere quello che pensi fosse così difficile.

E’ stato un laboratorio divertente, originale e

coinvolgente che ci ha fatto “Mettere in moto il

cervello”. E’ stato per me e per i miei compagni

un modo alternativo e bello di fare scuola.

SULLE ALI DELLA POESIA di Vanessa Toniazzo disegno di Joel Pozza Classe 2^E - Scuola Media “Sant’Antonio” - Crosara

L'UXELIN Mi gavevo un uxelin

che el gaveva nome Pin, l'era tanto birichin;

Lo go portà fare na voeada mentre mi faxevo na caminada,

e lu se a spasava; Dopo, l’è ‘ndà bevare

el se gà catà davanti un gevare; lo gà spaurà e lo gà mandà

da dove che l'era rivà.

LA GUERA Un omo me contava che quando so papà in te la guera ‘ndava so mama ghe diseva che un viaietto faseva e quando chel tornava un regaeo ghe portava;

Na volta l’è tornà e de regaeo ghe ga portà

na bomba gnancora s-ciopà n'altra volta l'è ‘ndà

ma quea volta no l'è pì tornà e così so mama

ghe ga contà a verità.

LA MIA AMICA La mia amica è una danzatrice meravigliosa e armoniosa,

Si fa trasportare tranquillamente dal vento,

mentre lei agita dolcemente le sue braccia e le sue gambe; golosamente dopo la faticosa

lezione di danza si gusta un gelato alle fragole,

poi, si pulisce con delicatezza, le rosse labbra carnose;

sale sulla graziosa bicicletta, color rosa ciclamino,

e si dirige verso la dolce via profumata,

ove i fiori sbocciano serenamente; rrivata nella sontuosa villa si reca con passi eleganti verso la lussuosa camera, e allegramente si sdraia nel

suo lindo letto ed inizia a canticchiare.

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Anno 2, Numero 5 - Febbraio 2009

Orto… anatre, colombacci, galline, oche, gallo… Ovvero i progetti “hortus mirabilis” e “didattica a due zampe”, nati per far vivere ad un’intera classe un’esperienza scolastica decisamente non allineata. Anno scolastico 2007-2008. C’è bisogno di motivare allo studio una squadra di ragazzi che ha dentro agli occhi pendii verdi su cui correre con bici e moto, boschi sempre ricchi di magiche attrazioni, giornate di sole o di vento che strappano tutte le catene. C’è anche urgenza di ripulire le loro menti da spesse incrostazioni televisive e finto-informatico-tecnologiche. E c’è profonda necessità che vedano uscire dalle loro mani, dal loro lavoro progettato e compiuto “con testa”, opere concrete; che

imparino a far nascere e crescere le piante dell’orto, gli anatroccoli, i pulcini. Così sa-pranno di essere “capaci”, di essere ragazzi in gamba nella scuola e nella vita. E cresce-ranno. E nato così l’hortus mirabilis, terreno strap-pato ai rov i, delimitato da un muretto a secco, che ha visto crescere, già la scorsa primavera-estate, patate, pomodori, pepe-roni, radicchio… e che ha ora accolto nuove colture. Lavoro elettrizzante, coinvolgente, al cui fascino non è facile sottrarsi. E per non rimanere in classe mentre gli altri vangano, strappano erbacce, piantano patate, si è disposti a “vestire” atteggiamenti e com-portamenti corretti e a studiare fin le rego-le di grammatica.

E dopo l’hortus mirabilis gli stessi ragazzi hanno conosciuto la “didattica a due zam-pe”. Un primo recinto-pollaio è stato realiz-zato per ospitare dapprima Pissio e Tullia, coppia di germani reali consegnata alla scuola con cerimonia ufficiale, dalle guardie ecologico-ambientali della prov incia. Poi l’inverno scorso sono arrivate altre 4 fem-mine nell’harem di Pissio e tra pochi giorni nasceranno gli anatroccoli. Sarà festa gran-de per questi allevatori-ragazzi, costruita con passione ed entusiasmo, ma costata studio e applicazione in storia, geografia, matematica, lingue straniere… e impegno nel mantenere un comportamento corretto nella vita scolastica. L’ultimazione del secondo pollaio, per il quale si sta preparando il terreno, è prev i-sta entro Pasqua 2009. Ospiterà una decina di galline e probabilmente anche un gallo. La speciale squadra di ragazzi, che ora sono la 3^E, sta concludendo questo suo percor-so scolastico, ma qui, tra orti e pollai, la-scia, oltre a tracce difficilmente cancellabili, anche un pezzetto del suo cuore.

PULCINI CRESCONO “Riqualificare la didattica con progetti motivanti di Rosanna Bertoncello

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Anno 2, Numero 5 - Febbraio 2009

Capita spesso di sentir dire che un ragazzo a scuola non riesce a raggiungere risultati soddisfacenti “perché non ha metodo nello studio” o vanifica volenterosi sforzi di ap-prendimento perché disperde le proprie potenzialità. Per avere costanza nell’apprendimento è

importante indiv iduare uno scopo e dei pic-coli risultati che giustifichino l’impegno. In altri termini è necessario “imparare a impa-rare” e capire perché si impara. La classe 2^ E della scuola media di Crosara sta realizzando un progetto, iniziato lo scor-so anno scolastico e tuttora in corso di svol-

gimento, denominato “Il Diario del mio Apprendimento”, mediante il quale i ra-gazzi, coordinati dall’insegnante, rappre-sentano sotto forma di diario il proprio percorso di crescita e autoconsapevo-lezza. Le attiv ità svolte in classe vengono poi “informatizzate”in una presentazione in “power point” che diventa così “patrimonio storico” del proprio percor-so esperienziale. Gli alunni, attraverso un itinerario che permette di orientare l’apprendimento, imparano a maturare il proprio atteggiamento di fronte agli impegni di studio, a capire con chiarezza le richieste e le consegne da parte degli insegnanti, ad affinare le capacità di comprensione, a migliorare la propria memorizzazione e a gestire meglio il proprio tempo di studio. I ragazzi diven-tano in tal modo protagonisti attivi e costruttivi delle proprie esperienze, attraverso l’atteggiamento interrogativo di chi impara “dubitando”. Dopo aver discusso i vari spunti di rifles-sione in classe, gli alunni, a turno, ripor-tano in diapositive informatiche quanto emerso durante le lezioni, arricchendo i testi con immagini emblematiche da loro scelte e “raccontando” il testo con l’ausi-

lio di un microfono. Le attiv ità proposte rappresentano così una palestra per esercitare le capacità dello studente di porsi delle domande e, conse-guentemente, di darsi delle risposte, senza le quali gli interrogativi resterebbero soltanto sguardi solitari rivolti verso il cielo.

SGUARDI SOLITARI VERSO IL CIELO Percorso verso l’acquisizione di un metodo di studio

di Sergio Carlesso e Luca Pirazzo

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Anno 2, Numero 5 - Febbraio 2009

L’inaugurazione della nuova biblioteca realiz-zata nella scuola media ha costituito l’occa-sione per una grande festa, vista la forte partecipazione. L’iniziativa è stata salutata dalle autorità municipali e scolastiche inter-venute come particolarmente meritoria per

sostenere, anche in zone decentrate, le ragio-ni della cultura. D’altra parte il plesso dell’I-stituto Comprensivo di Lusiana è da qualche anno un formidabile motore di iniziative cultu-rali che interessano tutto il territorio. Nel 2007 era stato avviato con successo un progetto legato alla pubblicazione di un gior-nale che inizialmente doveva mettere in rete solo alcune delle sedi scolastiche collinari, il trimestrale “Scuole in Rilievo”. Oggi il giornale su cui scrivo viene stampato in 2 mila copie e distribuito in 18 plessi di due istituti per un totale di 1600 alunni. La scuola media statale di Crosara è attiva anche nel promuovere progetti che favoriscano la continuità scola-stica e nell’adeguare la sua sede aggiungendo

UNA BIBLIOTECA COSTRUITA DALLA GENTE! “Terre Erte”: uno spazio culturale realizzato senza soldi pubblici di Silvano Mocellin

sempre nuovi laboratori per i ragazzi utenti e non. La nuova biblioteca, cui è stato dato il nome “Terre Erte”, appartiene proprio a questo tipo di progettualità. Con una novità, cioè il coinvolgimento dell’in-tero territorio. I fondi per l’acquisto delle librerie e dell’arredo, come quelli per gli in-terventi di muratura, carpenteria e impianti-stica, sono stati reperiti con attività di benefi-cenza che hanno visto protagonisti ragazzi, genitori e insegnanti. Nessun contributo è stato richiesto agli enti pubblici. Il coinvolgi-mento dei ragazzi nella realizzazione dello spazio biblioteca, come anche quello prece-dente di un orto e di una voliera per il ricove-ro di anitre e altri volatili, risponde anche all’obiettivo di aumentare in loro il senso di responsabilità verso le strutture della scuola. Il dirigente del comprensivo di Lusiana, Ugo Milardi, nel discorso inaugurale ha sottolinea-to quanto sia positivo e promettente che tutto un territorio esprima la sua vicinanza alla scuola e abbia collaborato fattivamente alla realizzazione di un presidio culturale locale.

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Anno 2, Numero 5 - Febbraio 2009

Passeggiando e osservando attentamente la natura circostante, s i possono cono-scere e studiare molti animali, nostri v icini di casa. La ricerca è facilitata v isitando la valle al mattino presto o verso sera quando molti animali escono dalle loro tane o dai loro nidi per dare iniz io alla loro caccia per la

sopravv ivenza. Nei Gorghi Scuri e nelle colline circostanti v ivono le volpi (vulpes vulpes). I l colore spesso rossiccio va dal giallo al marrone. Si cibano di conigli, lepri, ricci e piccoli uccelli. Difficilmente si può intravedere il tasso perché le sue attiv ità sono preva-lentemente notturne. Si ciba di radici,

tuberi, vermi, lumache e piccoli serpenti. La sua presenza si può notare dalle trac-ce v istose sulla neve, dato che non va in letargo, e sul terreno umido. La sua tana è formata da una serie di gallerie scava-te nel sottobosco e sono presenti diverse aperture. La volpe stessa le utilizza come rifugio. Le faine e le donnole sono mustelidi che basano la loro alimentazione su piccoli animaletti, anche se sono onnivori e la loro v ita attiva è notturna. Passeggiando in silenzio, osservando le fronde degli alberi, si possono notare degli agili scoiattolini sempre intenti a rosicchiare e a nascondere ghiande, noci, funghi e frutta. Solo nella stagione estiva, perché il loro letargo è molto lungo, e di notte, nume-rosi ghiri frequentano i nostri boschi. Trovano il loro sostentamento proprio nel bosco alimentandosi di castagne, ghiande, nocciole, bacche e frutti di bo-sco. Non è raro incontrare piccoli branchi di capriolo, composti da femmine e giovani, che si spostano dai boschi verso le radu-re e zone cespugliose. In tutte le stagioni si possono vedere dei rapaci notturni, come le civette, gli alloc-chi e i gufi. Per vederli bisogna osserva-re con molta attenzione perché s i mime-tizzano perfettamente con i colori degli alberi su cui stanno appollaiati, spesso anche per dormire. Si nutrono di piccoli animali come topi e scoiattoli. Si può notare la loro presenza anche dalle

UN’ATTENTA OSSERVAZIONE Alla scoperta degli “abitanti” dei Gorghi Scuri di Maria Luisa Bucco

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dalla prima pagina

dramento entro schemi tradizionali. Gli inse-gnanti sono professionisti del rapporto con i ragazzi; non sfuggono loro di mano le situa-zioni. Non è il caso di temere la diversità, la molteplicità di approccio… serve a noi per adeguare il tiro, per riallinearci, per ripren-dere entusiasmo e formulare idee e progetti coraggiosi. Gli argini non devono essere dei limiti… ci sono, sappiamo che esistono, ne conosciamo la consistenza e l’utilità, in quanto professio-nisti dell’insegnamento, ma ci possiamo gio-care all’interno, in tutta sicurezza, e tuffarci le nostre idee, lasciando che i ragazzi respi-rino aria di libertà e di infinito.

Già la quotidianità mette, purtroppo, a noi e a loro, vincoli e limiti da rispettare, concreti, reali, fatti di doveri, impegni, tempi stretti, mura alte. Ma l’anima nostra deve poter re-spirare, senza costrizioni di programmi da svolgere “caschi il mondo”. E il nostro respi-ro ampio, profondo e libero diventerà, solo così, il respiro infinito dei nostri ragazzi. Imparano da come noi siamo, non tanto da quante cose diciamo loro. Apprendono il no-stro buon senso, il rispetto per le persone, la precisione di uno, la fermezza di un altro, la leggerezza nel passare attraverso i giorni, la spensieratezza, il modo scanzonato di uscire da un problema, la sincerità, la fragilità dell’-

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essere uomini e donne, la passione per il nostro lavoro, la voglia di ricominciare sem-pre daccapo, i limiti umani, il coraggio. Fermezza che non è rigidità, che non è coc-ciutaggine; fragilità che non è incertezza, indecisione, incompetenza. Guide che in ogni momento controllano il sentiero su cui camminare, senza tuttavia perdere l’occasione di guardare lontano, di indicare orizzonti ambiziosi. Squadra di educatori che si parlano, discuto-no, concordano e discordano, ma non perdo-no di vista la meta e l’importanza di raggiun-gerla insieme. R. B.

“borre” rigurgitate di peli, piume, ossa e gusci, da essi non digeribili. Negli ultimi anni si vedono spesso librare dei falchetti, forse per la v icinanza con il museo ornitologico del castello superio-re, dove vengono anche addestrati. Il loro metodo di caccia è molto semplice: si librano nell’aria e, grazie alla loro eccezionale vista, adocchiano la preda e si abbattono su di essa

in picchiata, afferrandola e tratte-nendola con le loro zampe potenti dotate di lunghi artigli, ricurvi e taglienti. Guardando il cielo si può osservare una poiana che compie ampi giri con le ali immobili, dato che sfrutta le correnti ascensionali. Sui rami di qualche quercia, in alto, i nidi tondeggianti di ramoscelli intrecciati, che si notano quando gli

alberi sono spogli, ci fanno capire che sono presenti alcune gazze. I corvi e le cornacchie si fanno sentire con la loro voce aspra e stridula e vivono in grandi gruppi. Nel fondovalle si sentono spesso cantare piccoli uccelli come il merlo e il gar-dellino. Il “cucu” del cuculo fa percepire la sua presenza, così come il picchio, che con il suo martellare se-gnala il suo ter-ritorio ad even-tuali rivali.

Ultimamente si nota la presenza anche di qualche airone cinerino, che costruisce il suo nido in prossimità dei corsi d’acqua. Nelle giornate calde si sentono fruscii d'erba lungo i muretti a secco e le piccole scarpate: sono dovuti alla fuga dei piccoli sauri (lucertole e ramarri o ligaori), o di qualche serpente (vipera, biacco o carbonasso e colubro o anda). Nel nostro Altopiano in questi mesi è stata segnalata la presenza di un orso bruno che sale e scende attraverso le valli e potrebbe visitare anche le nostre zone. Gli auguriamo di tenersi lontano dagli occhi indiscreti del-l’uomo per godersi una lunga vita.

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