scusi, una domanda

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pagina 70 hydra 7, novembre 2001 Avendo a disposizione dalla rete idrica un’acqua dalle caratteristiche accettabili per i pesci d’acqua- rio pensai al momento dell’allestimento del mio negozio di progettare un impianto di stabulazione a cambio continuo e filtraggio biologico separato: si tratta di un sistema nel quale ogni vasca viene filtrata biologicamente e singolarmente, oltre ad essere rifornita di acqua nuova costantemente (goccia a goccia, calcolando un cambio del 10% settimanale) prelevata dall’acquedotto comunale che fornisce acqua mediamente tenera (KH 7 – GH 8) e leggermente alcalina (pH 7,5) quindi adatta all’utilizzo; l’acqua nuova viene prefiltrata con carboni attivi prima di essere immessa nelle vasche, dove l’esubero viene raccolto da un tubo di “troppo pieno” posto nel primo scomparto di ogni singolo filtro biologico, a sua volta collegato direttamente alla rete fognaria. Dopo tre anni devo dire che le aspettative di questo sistema non sono state tradite e ho avuto modo di verificare quanto i pesci stiano meglio rispetto a quelli che da hobbi- sta ero solito vedere nelle vaschette dei negozi in cui capitavo. Il filtro a tre stadi è caricato con uno spugnone che non ho mai sciacquato finora, e con un prefiltro di lana di perlon; raramente ho dovuto trattare le vasche con curativi, sia perché la nostra ditta non effettua operazioni di import-export ed acquista esclusivamente pesci già quarantenati da grossisti e allevatori italiani, sia perché abbassare il tasso dei composti azotati e tenerli sotto controllo in questa maniera porta indubbiamente benefici notevoli ai pesci che restano in attesa di essere venduti. Quindi pesci sani e facilità di gestione, considerato che l’unica operazione da svolgere manualmente è la sifonatura del fondo ogni sei mesi. Attualmente abbiamo due impianti da circa 2500 litri ognuno di cui quello costruito più recen- temente interamente dedicato ai discus con nove vasche da 250 lt ognuna. Le vasche sono state arredate con legni e piante sciafile del genere Anubias ; questo contribuisce a ridurre al minimo lo stress e facilità l’ambientamento ad ogni nuovo arrivo di pesci. Per quanto sia possibile insomma penso che per vendere pesci sani bisogna assicu- rare le migliori condizioni possibili di allevamento, rispettando peraltro le migliori norme igieniche, a partire dall’utilizzare un singolo retino (preventiva - mente sterilizzato) per ogni vasca. Costantino Orlandi Scusi, una domanda... Viviamo in un epoca senza precedenti, dove esiste uno scambio continuo, quasi in tempo reale, di informazioni. Comunicare non sembra più essere un problema. Internet e la posta elettronica collegano persone ai diversi capi del mondo. Tutto rose e fiori quindi? No! Ora la difficoltà è discernere tra questa massa di dati, notizie ed informazioni quelli di maggiore importanza. Chi garantisce per esse se ormai chiunque a bassissimo costo può divulgare notizie attraverso questo canale? Anche il mondo del discus riflette questa realtà. Parlando con vari appassionati ci colpisce il bisogno di certezze, di risposte che soddisfino le attese. La gente sembra molto confusa e nel turbinio è colta da tanti ed amletici dubbi: “a che temperatura…?”, “dovendo man - tenere il pH stabilmente a 6,2 come faccio a …?”, “con cosa devo alimentare le larve?” In giro si trovano molte ed autorevoli testimonianze, parlano gli allevatori tede- schi, quelli di Hong Kong, quelli americani, tutti suggeri- scono metodi ed accortezze. Credo che i discus si possano allevare in modi differenti. L’allevamento è praticabile da tutti o da pochi, a secon- da di come lo si vuole fare. Per esempio, molti rimango- no stupiti quando apprendono che nel nostro impianto svezziamo i discus con il metodo artificiale. Le domande più frequenti sono: “se i discus vengono allevati artifi- cialmente, è vero che una volta adulti non riescono a portare avanti la covata da soli?, bisogna fargli mangia- re il muco dei genitori altrimenti non crescono bene?, è vero che gli avannotti allevati con i genitori crescono più in fretta?” Quello che posso comunicarvi è la mia esperienza, una fra le tante in tutto il mondo. Insorgono le prime diffi- coltà: la coppia mi depone, ma le uova non si schiudo- no! Le uova spariscono durante la notte, si schiudono e spariscono, si schiudono, formano la “nuvoletta” sull’a- dulto e il giorno dopo non ci sono più! Perché? Cosa sta succedendo? Cosa devo fare? Ti prego aiutami! Se la coppia di discus si trova in un acquario di comuni- tà, quali sono i problemi che dobbiamo affrontare? Anche i nostri discus devono fare esperienza e diventare bravi genitori, non devono farsi distrarre dagli altri inquilini dell’acquario, devono imparare a ventilare le uova e a togliere quelle non fecondate per evitare il propagarsi delle muffe, il maschio deve essere in sinto- nia con la femmina, non deve distrarsi durante la ripro- duzione e non deve andare a caccia degli estranei o di quei grossi esseri che li stanno osservando fuori dall’ac- quario. Ricordiamoci che il salotto, o una stanza molto Cambio continuo e Discus

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Page 1: Scusi, una domanda

pagina 70 h y d r a 7 , n o v e m b r e 2 0 0 1

Avendo a disposizione dalla rete idrica un’acqua

dalle caratteristiche accettabili per i pesci d’acqua-

rio pensai al momento dell’allestimento del mio

negozio di progettare un impianto di stabulazione

a cambio continuo e filtraggio biologico separato:

si tratta di un sistema nel quale ogni vasca viene

filtrata biologicamente e singolarmente, oltre ad

essere rifornita di acqua nuova costantemente

(goccia a goccia, calcolando un cambio del 10%

settimanale) prelevata dall’acquedotto comunale

che fornisce acqua mediamente tenera (KH 7 –

GH 8) e leggermente alcalina (pH 7,5) quindi

adatta all’utilizzo; l’acqua nuova viene prefiltrata

con carboni attivi prima di essere immessa nelle

vasche, dove l’esubero viene raccolto da un tubo

di “troppo pieno” posto nel primo scomparto di

ogni singolo filtro biologico, a sua volta collegato

direttamente alla rete fognaria. Dopo tre anni devo

dire che le aspettative di questo sistema non sono

state tradite e ho avuto modo di verificare quanto i

pesci stiano meglio rispetto a quelli che da hobbi-

sta ero solito vedere nelle vaschette dei negozi in

cui capitavo. Il filtro a tre stadi è caricato con uno

spugnone che non ho mai sciacquato finora, e con

un prefiltro di lana di perlon; raramente ho dovuto

trattare le vasche con curativi, sia perché la nostra

ditta non effettua operazioni di import-export ed

acquista esclusivamente pesci già quarantenati da

grossisti e allevatori italiani, sia perché abbassare il

tasso dei composti azotati e tenerli sotto controllo

in questa maniera porta indubbiamente benefici

notevoli ai pesci che restano in attesa di essere

venduti. Quindi pesci sani e facilità di gestione,

considerato che l’unica operazione da svolgere

manualmente è la sifonatura del fondo ogni sei

mesi. Attualmente abbiamo due impianti da circa

2500 litri ognuno di cui quello costruito più recen-

temente interamente dedicato ai discus con nove

vasche da 250 lt ognuna. Le vasche sono state

arredate con legni e piante sciafile del genere

Anubias; questo contribuisce a ridurre al minimo

lo stress e facilità l’ambientamento ad ogni nuovo

arrivo di pesci. Per quanto sia possibile insomma

penso che per vendere pesci sani bisogna assicu-

rare le migliori condizioni possibili di allevamento,

rispettando peraltro le migliori norme igieniche, a

partire dall’utilizzare un singolo retino (preventiva-

mente sterilizzato) per ogni vasca.

Costantino Orlandi

Scusi, una domanda...

Viviamo in un epoca senza precedenti, dove esiste unoscambio continuo, quasi in tempo reale, di informazioni.Comunicare non sembra più essere un problema.Internet e la posta elettronica collegano persone aidiversi capi del mondo. Tutto rose e fiori quindi? No!Ora la difficoltà è discernere tra questa massa di dati,notizie ed informazioni quelli di maggiore importanza.Chi garantisce per esse se ormai chiunque a bassissimocosto può divulgare notizie attraverso questo canale?Anche il mondo del discus riflette questa realtà.Parlando con vari appassionati ci colpisce il bisogno dicertezze, di risposte che soddisfino le attese. La gentesembra molto confusa e nel turbinio è colta da tanti edamletici dubbi: “a che temperatura…?”, “dovendo man -tenere il pH stabilmente a 6,2 come faccio a …?”, “concosa devo alimentare le larve?” In giro si trovano molteed autorevoli testimonianze, parlano gli allevatori tede-schi, quelli di Hong Kong, quelli americani, tutti suggeri-scono metodi ed accortezze.Credo che i discus si possano allevare in modi differenti.L’allevamento è praticabile da tutti o da pochi, a secon-da di come lo si vuole fare. Per esempio, molti rimango-no stupiti quando apprendono che nel nostro impiantosvezziamo i discus con il metodo artificiale. Le domandepiù frequenti sono: “se i discus vengono allevati artifi-cialmente, è vero che una volta adulti non riescono aportare avanti la covata da soli?, bisogna fargli mangia-re il muco dei genitori altrimenti non crescono bene?, èvero che gli avannotti allevati con i genitori cresconopiù in fretta?” Quello che posso comunicarvi è la mia esperienza, unafra le tante in tutto il mondo. Insorgono le prime diffi-coltà: la coppia mi depone, ma le uova non si schiudo-no! Le uova spariscono durante la notte, si schiudono espariscono, si schiudono, formano la “nuvoletta” sull’a-dulto e il giorno dopo non ci sono più! Perché? Cosa stasuccedendo? Cosa devo fare? Ti prego aiutami!Se la coppia di discus si trova in un acquario di comuni-tà, quali sono i problemi che dobbiamo affrontare?Anche i nostri discus devono fare esperienza e diventarebravi genitori, non devono farsi distrarre dagli altriinquilini dell’acquario, devono imparare a ventilare leuova e a togliere quelle non fecondate per evitare ilpropagarsi delle muffe, il maschio deve essere in sinto-nia con la femmina, non deve distrarsi durante la ripro-duzione e non deve andare a caccia degli estranei o diquei grossi esseri che li stanno osservando fuori dall’ac-quario. Ricordiamoci che il salotto, o una stanza molto

C a m b i o c o n t i n u o e D i s c u s

Page 2: Scusi, una domanda

h y d r a 7 , n o v e m b r e 2 0 0 1 pagina 71

d i F r a n c e s c a M u g n a i

s i a m o t u t t i p r i n c i p i a n t i

frequentata, può essere una delleragioni della sparizione dellenostre uova. I discus se si sentonoin pericolo sono capaci di man-giarsi quei piccoli esserini checurano così amorevolmente. Ilpericolo può essere ovunque: altripesci, nostro figlio che batte sulvetro, la coda del cane che scodin-zola, un movimento veloce dellavicina venuta a prendere il tè. Unodei due genitori può essere gelosodell’altro e mangiarsi piccoli ouova. In questo caso occorretoglierlo dalla vasca o separarlo; inmolti casi un solo genitore puòessere in grado di portare avantil’intera covata.Una volta formatasi la famosa“nuvoletta” di larvette, bisognaricordarsi di diminuire o addirittura

interrompere il flusso della pompaper impedire l’aspirazione dei picco-li avannotti dal filtro; se per unaragione o l’altra i piccoli si allonta-nassero troppo dai genitori sonospacciati!Le larve che riescono a sopravvivereaccanto ai genitori li mordicchianoben bene cibandosi del prelibatomuco. Non serve mettere lucine danotte come ai nostri bambini. Legiornate nel Rio delle Amazzoni adun certo punto finiscono: credeteche i piccoli abbiano paura delbuio? Ad ogni modo ci sono semprei genitori a proteggerli. La lucinarossa all’angolo della stanza cosadovrebbe fare? Far vedere ai genito-ri dove sono i loro piccoli?Ricordiamoci che i pesci non sonouomini, utilizzano altri organi di

senso per avvertire la presenza deglialtri: la linea laterale.Ritorniamo al mordicchiamento deipiccoli avannotti. Una coppia dopoalcuni giorni di allevamento apparedevastata. Alcuni ci dicono chehanno sentito che non bisogna ali-mentare gli adulti durante le primesettimane! Poverini, oltre esseredivorati e usati come cibo, adessodevono pure affrontare il digiuno?!Il discus adulto è assolutamente ingrado di riconoscere il cibo inerte

Nelle vasche di riproduzione ven-gono contemporaneamente ospi-tate due coppie separate da unarete. Igenitori sfogano l’aggressi-vità verso i vicini senza che sicreino problemi nella coppia.

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Nella pagina accanto.

In basso a sinistra. Si pescano i pesciper la spedizione. Durante la pesca sicontrollano ad uno ad uno gli esempla-ri per verificarne il perfetto stato diforma. I pesci vengono lasciati digiuniper un giorno prima della spedizione inmodo che non inquinino l’acqua di tra-sporto.

In alto. Flavio Gagliardi gonfia conossigeno i sacchetti che vengono chiusicon una imbustatrice automatica. Lachiusura in metallo assicura una per-fetta tenuta dell’imballo.

In basso a destra. I box di polistiroloassicurano buone condizioni di tempe-ratura sia in estate che in inverno. Neimesi più freddi viene inserito nei boxun piccolo sacchetto autoriscaldanteche cede calore per 12 ore.

dal sangue del suo sangue in movimento. Per mia esperienza,per primo mangia il genitore che non ha la covata addosso,poi si scambia con il partner e va a mangiare. Siamo di frontead esseri affascinanti e magici, non c’è dubbio!!Nell’allevamento artificiale le larve cominciano a mangiareartemia dopo il terzo giorno di pastone a base di tuorlo;dovremmo invogliare la nostra “nuvoletta” a fare altrettantoanche nell’allevamento naturale! La dimensione del nauplio èessenziale: più è piccolo più precocemente le larve sono ingrado di alimentarsi. Ricordiamoci di somministrare naupliappena schiusi; se l’ artemia nuota nello schiuditoio per trop-po tempo cresce di dimensioni oltre a perdere valore nutritivo.Una volta che ci siamo assicurati che tutti gli avannotti man-giano artemia e che abbiano raggiunto la grandezza di un’un-ghia si può provare a spostarli in una vasca solo per loro.Togliere i genitori è ancora meglio; separarli permette lorouna salutare ripresa poiché il rischio che depongano di nuovoè grave. In alcuni casi si è arrivati a rovinare la coppia. Dopoventi giorni di artemia conviene iniziare ad integrare la dietadei piccoli con del pastone. Sfatiamo un ultimo mito: ho vistocon i miei occhi discus svezzati artificialmente crescere nutri-tissime “nuvolette”. Penso che anche noi, nati con parto cesa-reo o nutriti con latte artificiale, siamo istintivamente ingrado di partorire e nutrire i nostri piccoli!!

Gli italiani, si sa, sono un popolo che teme le

malattie e, per prevenirle, cambatterle oppure

anche solo allontanarne il pensiero, fa un uso spro-

positato di farmaci e di antibiotici in particolare.

Purtroppo la maggior parte del le volte l’uso degli

ant ibiotici è superfluo o addirittura dannoso.

Anche in acquariofilia è ben evidente questo com-

portamento. Perchè una cura antibiotica sia effica-

ce occorre che l’agente infettivo sia di natura bat-

terica; virus o parassi ti di al tra natura non sono

assolutamente intaccati dagli antibiotici. La cura

inoltre deve durare a sufficienza poiché utilizzare

l’antibiotico solo per breve tempo non uccide tutti

i batteri e permette che i sopravvissuti possano svi-

luppare una certa resistenza a quella particolare

molecola. Il risultato è che ad un utilizzo successi-

vo l’appassionato dovrà cambiare antibiotico. Un

impianto di sterilizzazione a lampade UV permette

di limitare l’uso degli antibiotici solo a quei casi

dove la batteriosi è evidente. La possibilità che si

sviluppino resistenze è notevolmente ridotta.

Livio Leoni

UV ed antibiotici

Oscar Di Santo sta riportando sullalavagna alcuni dati relativi alle attivitàda svolgere e già svolte. Per un alleva-mento come la Panaque è fondamenta-le che tra i vari operatori non esistaalcun “buco” di comunicazione.

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Page 5: Scusi, una domanda

pagina 74 h y d r a 7 , n o v e m b r e 2 0 0 1

L’alimentazione dei Discus solleva

sempre molte complesse controver-

sie: pastone si, pastone no, granula-

to con caroteni o meno, mangime

estruso, cibo

vivo prima

della riprodu-

zione o solo

cibo inerte per

stimolare la

r i p r o d u z i o n e ?

Quante volte

al giorno alimentare i pesci? Quanto

cibo somministrare alla volta? E’

utile integrare la dieta con il tripto-

fano? Le ragioni di questi dubbi

risiedono un poco nella scarsità di

notizie scientifiche in materia ed un

poco nel fatto che il nostro hobby

può essere vissuto ed interpretato

da noi tutti in modi sostanzialmente

differenti e personali, non necessa-

riamente coincidenti.

Jack Wattley, padre indiscusso del-

l’allevamento del discus, afferma

che la dieta in natura di questo

Ciclide è altamente proteica, ma

d’altra parte conferma pure che, trat-

tandosi di un pesce piuttosto stan-

ziale, deve necessariamente adattarsi

alle risorse che l’ambiente nel corso

dell’anno offre e che può quindi

all’occorrenza nutrirsi anche di

vegetali. Se così fosse dovremmo

pensare al discus come ad un pesce

in grado di spaziare notevolmente

nelle sue abitudini alimentari.

Dovremmo quindi tenere conto di

ciò quando ci apprestiamo ad ali-

mentarlo. Un tassello importante di

questo mosaico è stato inserito dal

Dr. Chong e dai suoi collaboratori

che, per la prima volta, hanno docu-

mentato con rigore come i giovanili

di discus crescano bene se nutriti

con pastoni altamente proteici (449-

501 gr/Kg di pesce) (Chong et al.,

2000). Questo risultato ha fatto sup-

porre al ricercatore che il discus

possa essere annoverato tra i pesci

sostanzialmente carnivori, specializ-

zati in una dieta a base di Insetti.

Tuttavia attualmente non possedia-

mo ancora dati scientificamente cre-

dibili in merito all’alimentazione in

natura dei discus, mentre disponia-

mo di molte informazioni ed espe-

rienze circa i bisogni alimentari in

allevamento. Da questo bagaglio di

esperienze, maturato grazie agli alle-

vatori di tutto il mondo, emerge

come il fatidico pastone offra nume-

rosi vantaggi: è molto appetibile, è

indicato per somministrare farmaci

ed integratori ed è garanzia di rapida

e sana crescita. Come in tanti altri

casi esiste un rovescio della meda-

glia: il pastone è un prodotto poco

adatto ai neofiti poiché facilmente

deperibile, è laborioso da preparare,

da conservare e da dosare, è un

potenziale vettore di patologie, può

causare facilmente blocchi digestivi

e può inquinare notevolmente l’ac-

qua dell’acquario. Sebbene sia

nutriente è un prodotto poco prati-

co, che va suggerito a chi è già

abbastanza esperto. E’ bene che tutti

coloro che sono alle prime esperien-

ze con i discus puntino su un granu-

lato di ottima qualità in modo da

complicarsi il meno possibile la vita.

Per il neofita il pastone dovrebbe

essere l’ancora di salvezza in tutti

quei casi in cui i pesci non si ali-

mentano ormai

da lungo tempo

ed hanno biso-

gno di essere sti-

m o l a t i .

Ricordiamoci tut-

tavia che se è

facile abituare

discus da 4-5 cm ad alimentarsi con

del granulato, è molto più problema-

tico riuscire nello stesso obiettivo

con pesci di grandi dimensioni. Se

acquistiamo un discus adulto, infatti,

è corretto cercare di continuare a

nutrirlo con lo stesso alimento cui è

abituato ormai da tempo: cambiargli

repentinamente dieta e vasca

potrebbe essere una somma di stress

insormontabili e forse un imperdo-

nabile errore! A volte regole come

queste sono più importanti del

disperarsi a cercare di capire se il

pastone è un alimento migliore o

peggiore di altri.

Flavio Gagliardi

Bibliografia citata:

A. Chong, R. Hashim and A. B. Ali,

2000. Dietary protein requirements

for discus (Symphysodon spp.).

Aquaculture nutrition, 6; 275-278.

a l i m e n t a z i o n e

n o n e s i s t e u n a s o l a v e r i t à

Page 6: Scusi, una domanda

Una coppia di “RedMalboro”

Nella pagina accan-to. Francesca ali-menta i giovaniDiscus con unpastone preparatosu una ricettamessa a punto allaPanaque. I Discus diquesta taglia man-giano quattro volteal giorno.