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Segnale Attivazione di specifici pacchetti di geni Esecuzione di uno dei programmi di attività cellulare Proliferazione Differenziamento Arresto e Quiescenza Morte cellulare ATTIVITA’ CELLULARE Nabissi 2014

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Segnale

Attivazione di specifici pacchetti di geni

Esecuzione di uno dei programmi di attività cellulare

Proliferazione Differenziamento Arresto e Quiescenza Morte cellulare

ATTIVITA’ CELLULARE

Nabissi 2014

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Omeostasi cellulare e apoptosi

L’omeostasi cellulare è frutto di un sottile equilibrio, finemente regolato, tra proliferazione e morte cellulare

MOLTIPLICAZIONE NUMERO (MASSA) CELLULARE MORTE (MITOSI)

(APOPTOSI) se in eccesso se in

eccesso

TUMORI

DEGENERAZIONE/APLASIA

se in difetto se in difetto

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MORTE CELLULARE

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MECCANISMI DI MORTE CELLULARE

• NECROSI

– Evento accidentale– Passivamente subito dalle cellule– Interessa gruppi di cellule– Dovuto a trauma, veleno, anossia, ecc– La lisi della cellula causa fenomeni di infiammazione e di autoimmunità

• APOPTOSI

– Evento programmato– Attivamente realizzato dalle cellule– Interessa cellule singole– Realizzato di norma in condizioni fisiologiche– La frammentazione della cellula e le modificazioni di superficie favoriscono la fagocitosi

AUTOFAGIA- Permette alle cellule in condizione di malnutrimento o prive di fattori di crescita di sopravvivere. Se la mancanza di stimoli persiste le cellule si “autodigeriscono” e muoiono.

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LA NECROSI

La necrosi, è l’ evidenza strutturale della morte di gruppi di cellule

di un tessuto o di un organo. Nella zona di avvenuta necrosi le

delimitazioni extracellulari scompaiono ed il tessuto si trasforma in

una massa amorfa, con conseguente rilascio di sostante

intracellulari negli spazi extracellulari. Questo fenomeno

comporta, spesso, attivazione di un processo infiammatorio in

quanto le sostanze rilasciate dalla cellula necrotica possono

richiamare (chemiotassi) i leucociti o attivare una risposta

antigenica.

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Necrosi

Le modificazioni ultrastrutturali della cellula, in cui si è attivato il processo di

morte per necrosi, possono essere suddivise come segue:

- Cariolisi (degradazione del DNA causata dall’attività delle DNasi)

- Picnosi: (riduzione del nucleo)

- Cariolessi: (frammentazione del nucleo picnotico, fino alla sua scomparsa)

- Alterazioni della membrana plasmatica

- Modificazioni dell’attività (deplezione di ATP) e della struttura dei

mitocondri

- Dilatazione del reticolo endoplasmatico (per aumento del Ca2+ intracellulare,

perdita dell’osmolarità cellulare).Nabissi 2014

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Mediatori del processo di necrosi

Specie reattive dell’ossigeno, ioni calcio, PARP (poly–ADP–ribose polymerase)

proteasi calcio-attivate non lisosomiali (Calpaine) e catepsine mediano il processo di

necrosi.

PARP è una DNA-repair enzyme che puo’ diminuire fortemente le riserve di ATP

quando catalizza la riparazione del DNA, che avviene durante un danno.

Calpaine si attivano quando la concentrazione di calcio è elevata.

Le Catepsine vengono liberate nel citoplasma dopo che le calpaine attivate

compromento l’integrità delle membrane lisosomiali.

I lisosomi contengono piu’ di 80 tipi diversi di enzimi idrolitici, incluso le catepsine.

Rilasciati nel citoplasma questi enzimi degradano le strutture cellulari, interferendo

con il normale metabolismo, e la morte è inevitabile.

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CARATTERISTICHE NECROSI

VOLUME CELLULARE AUMENTO

NUCLEO PICNOSI-CARIOLESSI-CARIOLISI

MEMBRANA CITOPLASMATICA DANNEGGIATA

CONTENUTO CELLULARE DIGESTIONE ENZIMATICA

INFIAMMAZIONE DELLE AREE ADIACENTI

FREQUENTE

RUOLO FISIOLOGICO O PATOLOGICO

SEMPRE PATOLOGICO

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Figure mieliniche

STEATONECROSI CON SAPONIFICAZIONE.

Saponi di calcio nelle zone di distruzione lipidica

calcificazione delle cellule, con riempimento della cellula morta con

fosfolipidi degradati (dette figure mieliniche), che vengono poi degradate dai macrofagi, con formazione di saponi di calcio ed di un

sito infiammatorio.

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• La necrosi coagulativa implica la conservazione della struttura della cellula per alcuni giorni, come nel caso dell’infarto del

miocardio dove il danno o l’aumento di acidosi cellulare denatura le proteine ma anche gli enzimi degradativi

A) Miocardio normale, B) cellule del miocardio prive di nucleo

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POLMONE TUBERCOLARE- NECROSI CASEOSA

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Un tipo particolare di necrosi

coagulativa è la necrosi caseosa.

Deve il suo nome all’aspetto

macroscopico del tessuto (bianco e

simile al formaggio). Si distingue

dalla normale necrosi coagulativa

perché in essa la normale architettura

del tessuto appare completamente

scomparsa.

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Necrosi colliquativa: predomina la digestione enzimatica, il

tessuto diventa molle e liquefatto principalmente come

conseguenza dell’azione degli enzimi litici rilasciati dai leucociti,

richiamati nel sito necrotico (chemiotassi). La necrosi colliquativa

è caratteristica delle infezioni batteriche, dato che questi organismi

stimolano l’accumulo di cellule infiammatorie. La completa

digestione delle cellule morte, con conseguente trasformazione del

tessuto in una massa fluida e viscosa, comprende spesso la

formazione di pus.

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Necrosi colliquativa

Caratteristica delle infezioni batteriche, dato che questi organismi stimolano

l’accumulo di cellule infiammatorie.

Completa digestione delle cellule morte, con conseguente trasformazione del

tessuto in una massa fluida e viscosa. Spesso conprende la formazione di pus.

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Un altro tipo particolare di necrosi è la gangrena che si verifica in un arto con

interruzione completa dell’irrorazione sanguigna e conseguente necrosi coagulativa.

Se si sovrappone un’infezione batterica con conseguente colliquazione si definisce

gangrena umida.

Necrosi grassa (steatonecrosi): indica la presenza di zone di distruzione lipidica

causate dal rilascio di lipasi

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APOPTOSI:“suicidio cellulare”

È una modalità di morte cellulare “attiva”, tipica delle cellule di

organismi pluricellulari e viene anche descritta come una forma

di “suicidio altruista”, in quanto spesso la cellula “si sacrifica”

per il bene dell’intero organismo. Le modalità della morte per

apoptosi sono finalizzate a evitare l’instaurarsi di fenomeni di

INFIAMMAZIONE e di AUTOIMMUNITÀ, ed il fatto che non

dia luogo a fenomeni di infiammazione fa sì che la morte

cellulare non sia avvertita dall’organismo (morte indolore)Nabissi 2014

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PERCHÉ SI PARLA DI PROGRAMMA APOPTOTICO?

Perché l’apoptosi è un processo cellulare innescato da induttori

specifici, in quanto richiede la trascrizione di specifici geni.

L’apoptosi fisiologica avviene naturalmente nell’organismo, per

favorire l’eliminazione di cellule che hanno terminato la loro

funzione, in cellule danneggiate o in condizioni d’adattamento

cellulare

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SVILUPPO EMBRIONALE/FETALE E METAMORFOSI

NORMALE TURN-OVER TISSUTALE: epitelio intestinale, i neutrofili dopo il

termine dell’infiammazione, linfociti al termine di una risposta immunitaria.

ONTOGENESI E OMEOSTASI DEL SISTEMA IMMUNITARIO: L’eliminazione

di linfociti auto-reattivi potenzialmente pericolosi, prima e dopo la loro formazione

e maturazione.

ATROFIA ORMONE-DIPENDENTE: L’involuzione ormone-dipendente

nell’adulto, come la distruzione delle cellule dell’endometrio durante il ciclo

mestruale, atresia dei follicoli ovarici nella menopausa, regressione della mammella

dopo svezzamento, atrofia prostatica dopo castrazione.

DEPRIVAZIONE DI FATTORI DI CRESCITA o INDUCENTI: L’eliminazione

cellulare in popolazioni cellulari proliferanti.Nabissi 2014

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APOPTOSI

TOSSINE, FARMACI

RADIAZIONI

INFEZIONI VIRALI

CITOTOSSICITÀ CELLULO-MEDIATA: la morte cellulare indotta dai linfociti

citotossici, un meccanismi di difesa contro linfociti infettati da virus o contro cellule

tumorali.

Per apoptosi patologica s’intende la morte cellulare indotta da una serie di stimoli

dannosi, ad esempio il danno cellulare in particolari malattie virali, come l’epatite

virale in cui l’eliminazione delle cellule è largamente dipendente dall’apoptosi,

l’atrofia patologica negli organi parenchimali dopo ostruzione dei dotti (pancreas,

reni) e la morte cellulare nelle neoplasie.

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Quindi l’apoptosi si puo’definire un programma intracellulare

strettamente regolato, in cui le cellule destinate a morire attivano

enzimi che degradano il DNA, le proteine nucleari e citoplasmatiche.

La membrana citoplasmatica rimane intatta ma la struttura della

cellula si altera a tal punto da essere bersaglio di cellule fagocitarie .

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CARATTERISTICHE NECROSI APOPTOSI

VOLUME CELLULARE AUMENTO RIDOTTO

NUCLEO PICNOSI-CARIOLESSI-CARIOLISI

FRAMMENTAZIONE

MEMBRANA CITOPLASMATICA

DANNEGGIATA INTATTA

CONTENUTO CELLULARE

DIGESTIONE ENZIMATICA

INTATTO, PUO’ ESSERE SECRETO IN CORPI

APOPTOTICI

INFIAMMAZIONE DELLE AREE ADIACENTI

FREQUENTE NO

RUOLO FISIOLOGICO O PATOLOGICO

SEMPRE PATOLOGICO SPESSO FISIOLOGICO, MEZZO PER

ELIMINARE LE CELLULE

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CARATTERISTICHE BIOCHIMICHE DELL’APOPTOSI

Le cellule apoptotiche mostrano delle caratteristiche biochimiche che sono alla

base delle modificazioni struttutali descritte.

CLIVAGGIO DELLE PROTEINE

La degradazione delle proteine coinvolge le CASPASI, proteasi cisteina-dipendenti,

che sono presenti, come proenzimi, nella cellula in condizione fisiologica e devono

essere attivati per indurre apoptosi. Le caspasi oltre che distruggere altre proteine

attivano Dnasi che degradano il DNA.

AUMENTO DELLA CONCENTRAZIONE DI Ca2+ INTRACELLLULARE

Le modificazioni biochimiche della membrana plasmatica inducono variazioni

osmotiche ed della concentrazione elettrolitica nella cellula apoptotica. Tali

variazioni inducono entrata di Ca2+ dall’ambiente extracellulare e rilascio di Ca2+

dai depositi intracellulari (reticolo endoplasmatico liscio, mitocondri). L’aumento

di Ca2+ è alla base dell’attivazione di diversi enzimi con attività degradativi verso

proteine e DNA.Nabissi 2014

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ROTTURA DEL DNA Il DNA viene tagliato in multipli di 180-200 bp da endonucleasi Mg2+ e Ca2+ dipendenti

RICOGNIZIONE FAGOCITARIALe cellule apoptotiche esprimono fosfatidilserina fosfatidilserina sulla parte esterna della membrana (evidenziabile colorando le cellule con annexina V). Queste modificazioni a livello di membrana possono essere riconosciute dai macrofagi che fagocitano così le cellule apoptotiche.

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A- DNA cellule integre B- DNA di cellule in apoptosiC- DNA di cellule in necrosi

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MECCANISMI di attivazione dell’APOPTOSI

L’APOPTOSI E’ INDOTTA DA STIMOLI ESTERNI E/O INTERNI, IN

GRADO DI ATTIVARE DUE VIE (PATHWAYS) IN PARTE DISTINTE

CHE VENGONO IDENTIFICATI COME:

 PATHWAY INTRINSECO, controllato dalla permeabilizzazione della membrana

mitocondriale

PATHWAY ESTRINSECO, nel quale recettori di morte stimolano la cascata

di eventi apoptotici.

I mediatori di entrambi i pathways sono LE CASPASI, infatti il processo

apoptotico consiste in una fase iniziatrice (durante la quale vengono attivate

le caspasi iniziatrici) e in una fase effettrice in cui il secondo gruppo di caspasi

(effettrici) agiscono per indurre la morte cellulare.Nabissi 2014

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CASPASI

• C = cisteina nel centro reattivo; ASP = riconoscono un residuo di acido aspartico

nell’ambito di una sequenza di 4 aminoacidi; ASI = sono enzimi proteolitici

• Le caspasi sono presenti nel citoplasma in forma di zimogeni e vengono attivate

successivamente all’attivazione dei pathways apoptotici.

• Le caspasi “iniziatrici” (2, 8, 9, 10) sono attivate dagli “adattatori”; a loro volta

attivano le caspasi “effettrici” (3, 6, 7). (La caspasi 1, 4, 5 sono coinvolte nella

maturazione di citochine).

• L’attivazione consiste nel taglio proteolitico, con formazione di due frammenti; i 2

frammenti brevi e i 2 frammenti lunghi di due caspasi uguali formano un tetramero

(forma attiva) .

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Substrati sensibili

CAD (deossiribonucleasi caspasi-sensibile): presente nel citosol in forma inattiva e

mediante distacco dell’inibitore causato dalla caspasi 3, la CAD migra nel nucleo

degradando i nucleosomi, frammentando il DNA in frammenti di circa 180 bp.

Proteine del citoscheletro (fodrina, gelsomina)

PARP-1 (poli-ADP-ribosio polimerasi) che inattivata dalla caspasi 3 , non puo’ pi

u’ svolgere la funzione di enzima responsabile della riparazione del DNA e

d’inibitore delle endonucleasi.

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Effetti a livello del nucleoNabissi 2014

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Compartimentalizzazione cellulare delle caspasi

La maggior parte delle procaspasi sono localizzate a livello del

citoplasma, ma una piccola frazione di questi zimogeni sono

compartimentalizzati in organelli cellulari.

Ad esempio la procaspasi 3 è presente nello spazio

Intermembranale del mitocondrio, complessata con le Heat

Shock Protein (Hsp60 o Hsp 10).

Dopo attivazione del processo di apoptosi, la procaspasi 3 viene

rilasciata dal complesso e migra nel citoplasma.

Inoltre l’attivazione dei segnali di morte inducono anche la

migrazione delle caspasi (2, 9, 3) nel nucleo.

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Via Apoptotica Estrinseca

La via estrinseca o pathway dei recettori di morte è attivata dalla famiglia dei

recettori del TNF (tumor necrosis factor), la quale è composta da recettori che

inoltre hanno un ruolo fondamentale nel mantenere l’omeostasi cellulare e nel

riconoscimento immunitario. L’attivazione di questa via si ha quando un ligando

Di morte si lega al dominio extracellulare del suo recettore con conseguente

attivazione delle caspasi iniziatrici.

La famiglia di tali recettori è composta da diversi membri, i quali sono

differentemente espressi nelle varie popolazioni cellulari. Questi recettori sono:

- TNFR1 ( recettore del TNF)

-CD95 (denominato anche Apo1 o Fas)

-TRAIL-R1, -TRAIL-R2, NGFRNabissi 2014

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Death receptors and their ligands.

Cystein-rich extracellular domains.

80 amino acid ‘death domain’ motif in their cytoplasmic C-terminal region, which is

crucial for transmitting apoptotic or other signals.

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Via Estrinseca

Questi recettori contengono un dominio citoplasmatico implicato nelle interazioni

proteina-proteina detto DOMINIO DI MORTE (DD), indispensabile per liberare

segnali apoptotici. I recettori meglio studiati sono quelli TNFR1 e del recettore Fas

(CD95).

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ATTIVAZIONE

Quando il ligando (TNF; tumor necrosis factor o FasL; ligando del recettore Fas) si

è associato alla porzione extracellulare del recettore, il recettore trimerizza e la

porzione intracellulare, caratterizzata da un dominio DD (Death Domain), dirige la

formazione di un complesso proteico denominato DISC (death-inducing signaling

complex) mediante il reclutamento di una specifica proteina adattatrici FADD (Fas-

associated death domain, per il Fas) o TRADD (TNFR-associated death domain) per il

TNFR. Questa proteina trasporta un dominio DED (death effector domain) che

permette di reclutare le pro-caspasi 8 e l’attivano (induzione per prossimità). La

caspasi-8 attivata agisce attivando la pro-caspasi 3 che agisce sui substrati sensibili.

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In alcuni tipi cellulari le caspasi 8 non sono particolarmente efficaci nel clivaggio della caspasi

3 e quindi agiscono sulla proteina BID che troncata dalla caspasi 8, in forma corta (t-BID)

trasloca nella membrana mitocondriale dove si lega ed attiva BAX e Bad. Questa attivazione

permette la traslocazione di BAX nello strato esterno della membrana mitocondriale , causando

l’oligomerizzazione di BAX e BAD con conseguente rilascio di citocromo c ed inibizione delle

IAP (inhibitor of apoptosis pathways) stabilendo un legame fra via estrinseca e via intrinseca.

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APOPTOSI MEDIATA DA TNF

La citochina TNF è un mediatore dell’infiammazione ma è

anche capace di indurre apoptosi. Il legame di TNF al suo

recettore porta ad un legame intracellulare tra la porzione

citoplasmatica del TNFR-1 con il dominio di morte TRADD

attivando l’apoptosi mediante la cascata delle caspasi.

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VIA ESTRINSECA

attivazionedell’apoptosi

Segnalazionevia NF-kB e pathway

di proliferazione

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La via mitocondriale

L’attivazione della via mitocondriale si attiva mediante una

permeabilizzazione della membrana mitocondriale interna con

conseguente dissipazione del gradiente di protoni che è

responsabile del potenziale transmembrana mitocondriale. La

permeabilizzazione coinvolge anche la membrana mitocondriale

esterna con conseguente perdita di proteine solubili, normalmente

confinate negli spazio intermembranali dei mitocondri.

QUALE MECCANISMO INDUCE LA PERMEABILIZZAZIONE?

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1

La formazione di pori di transizione di membrana a livello

mitocondriale coinvolge proteine pro-apoptotiche della famiglia

Bcl-2, come Bax, dopo oligomerizzazione o stimolazione mediata

dalla proteina tBid e meccanismo antagonizzato dalla proteina Bcl-2.

2

La permeabilizzazione della membrana interna avviene come

conseguenza della formazione di pori non specifici (indotti da

stimoli apoptotici). La successiva perdita del potenziale di membrana

induce il rigonfiamento della membrana mitocondriale con

conseguente rottura della membrana esterna

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3

Questo modello coinvolge i canali anionici voltaggio-dipendenti (VCAD), che sono le proteine maggiormente presenti nella membrana mitocondriale esterna. In condizione normale questi canali sono permeabili a proteine con un peso molecolare fino a 5kD. L’interazione con la proteina Bax permette un aumento di permeabilità di questi canali con il possibile passaggio del citocromo c nel citoplasma.

4

Questo modello indica che la formazione dei pori di transizione di membrana nasce dalla fusione dei VCAD con i pori aspecifici (modello 2), sotto il controllo delle proteine della famiglia Bcl-2.

QUALUNQUE SIA IL MODELLO, LA PERMEABILIZZAZIONE DELLE MEMBRANE MITOCONDRIALI INDUCONO LA FUORIUSCITA DEL CITOCROMO C NEL CITOPLASMA.

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VIA INTRINSECALa via intrinseca è attivata da stress cellulari (deprivazione di fattori di crescita, ipossia, danno al DNA) o agenti antitumorali. Nelle cellule normali, il danno al DNA puo’ indurre due possibili reazioni; la riparazione e/o la tolleranza del danno, oppure la stimolazione della cascata di segnali che inducono la morte della cellula danneggiata. Nella trasformazione neoplastica queste reazioni sono normalmente alterate.

Le principali lesioni letali al DNA sono le rotture del doppio filamento (double strand breaks; DSB), le quali sono riconosciute da proteine (chinasi) con capacità di riparazione. Una di queste proteine è ATM (ataxia telangiectasia mutated) attivata dopo lesione del DNA indotta da radiazioni ionizzanti. ATM induce la fosforilazione di diversi substrati coinvolti con il blocco del ciclo cellulare e nell’induzione dell’apoptosi (p53, CHK1, CHK2, p21). In base al danno o alla capacità di riparazione p53 puo’ indurre la trascrizione di geni pro-apoptotici (Bax, PUMA) Nabissi 2014

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Via intrinseca

Lo stimolo che induce la via intrinseca induce la permeabilizzazione della membrana mitocondriale esterna e rilascio del citocromo c che si lega al fattore Apaf-1 (apoptotic protese-activating factor-1) inducendo oligomerizzazione e cambiandone la sua conformazione. Questo cambiamento comporta l’esposizione del DOMINIO DI RECLUTAMENTO DELLE CASPASI (ARD), in presenza di ATP. Apaf-1, è cosi’in grado di reclutare ed attivare la pro-caspasi 9 formando un complesso chiamato APOPTOSOMA, il quale attiva la pro-caspasi 9, che a sua volta attiva le caspasi effettrici (3, 6, 7) con conseguente inizio dei fenomeni apoptotici (frammentazione del DNA, disgregazione del citoscheletro, ecc..).

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MODULATORI DELL’APOPTOSI

• Localizzandosi sulla membrana esterna del mitocondrio, favoriscono (se pro-apoptotici) o rendono meno facile (se anti-apoptotici) la formazione di megacanali e la conseguente fuoriuscita di molecole pro-apoptotiche

• Sono strutturalmente simili tra loro (domini BH1-4 + dominio transmembrana)

• Anti-apoptotici: Bcl-2, BclXL,

• Pro-apototici: Bad, Bax, Bak, Bid

• Stimoli endogeni ed esogeni agiscono sulla propensione all’apoptosi della cellula alterando la loro quantità, localizzazione e stato di attività

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La famiglia Bcl-2

• Il gene Bcl-2 (B-cell leukemia/lymphoma 2) fu identificato nelle cellule B del

linfoma follicolare e la sua over-espressione antagonizza l’induzione

dell’apoptosi mediata da diversi stimoli, compresi quelli da chemioterapici. La

sua over-espressione in diversi tipi di tumore contribuisce alla crescita cellulare

ed in combinazione con l’over-espressione di altri oncogeni (c-myc), alla

trasformazione neoplastica.

• Diversi membri della famiglia Bcl-2 sono stati identificati e caratterizzati per la

loro funzione pro-apoptotica e quindi potenziali oncosoppressori (Bax, Bak,

Bim, Bid….), o funzione anti-apoptotica e quindi potenziali oncogeni (Bcl-2,

Bcl-XL, ..).

• Inoltre il genoma di alcuni virus patogeni (Epstein-Barr, sarcoma di Kaposi

virus) codificano per proteine simili a Bcl-2.Nabissi 2014

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Le proteine anti-apoptotiche Bcl-2 contengono quattro domini conservati

BH (1-4), omologhi a Bcl-2, mentre i membri pro-apoptotici possono essere

suddivisi in quelli con tre domini omologhi (Bax, Bak) o con solo il dominio BH3

conservato (Bid, Bim, Bad).

Inoltre molti di questi membri contengono regioni carbossi-terminali che hanno

affinità per le membrane, in particolare quella esterna dei mitocondri.

In assenza di segnali di morte, molti membri pro-apoptotici sono localizzati nel

citosol o nel citoscheletro e solo dopo segnali di morte assumono una

modificazione conformazionale che li rende capaci di migrare verso le membrane

mitocondriali.

Le interazioni fra membri pro ed anti-apoptotici modula la redistribuzione del

citocromo c nel mitocondrio.

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a) Le proteine pro.apoptotiche possono essere suddivise in effettori (causano

depolarizzazione ) o solo BH3 (sensibilizzatori, trasmettono il segnale apoptotico agli

effettori).

b) Modello indiretto: BAX e BAD sono legati ed inibiti da Bcl-2 quando sono nello stato

costitutivamente attivo e il legame di BH3 a Bcl-2 è sufficiente per liberare Bad/BAX.

Modello diretto: Bad/Bax sono attivati da BH3 e Bcl-2 previene la depolarizzazione

della membrana mitocondriale sequestrando BH3 o inibendo Bad/Bax attivati.

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Bcl-2 modulano la morte cellulareLa famiglia Bcl-2 modula la morte cellulare in parte influenzando il rilascio di

citocromo c e diverse altre proteine, ma stabilizzano anche il potenziale

transmembrana dei mitocondri regolandone il flusso protonico, inibendo la

formazione di ROS e prevenendo l’acidificazione citoplasmatica.

Nel processo apoptotico Bax dimerizza e si inserisce nella membrana mitocondriale,

alterandone la funzione.

I vari membri della famiglia Bcl2, avendo dei domini proteici comuni possono

formare omo o eterodimeri. La formazione di questo complessi permette di regolare

la risposta pro od antiapoptotica.

Bcl2-Bcl2: anti-apoptotica__Bax-Bcl2: inattivo__Bax-Bax: apoptotico

L’attività di Bcl-2 puo’ essere regolata da fosforilazione, con perdita della sua

funzione anti-apoptotica, da alcuni farmaci antitumorali che interagiscono con i

monomeri di tubulina ed influenzano la polimerizzazione dei microtubuli.Nabissi 2014

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Le altre proteine pro-apoptotiche, (come BID), cooperano con BAX e BAD

nell’indurre il rilascio di citocromo c.

Inoltre il dimeri Bax-Bid induce il rilascio di AIF (Apoptosis Inducing Factor) e

Smac/DIABLO che blocca i fattori IAP (proteine inibitrici l’apoptosi).

AIF collabora nell’indurre il rilascio di citocromo c, ma ha anche la capacità di

traslocare nel nucleo ed indurre la condensazione della cromatina e l’apoptosi

mediante una via caspasi indipendente (attivazione di endonucleasi).

Inoltre Bcl-XL è in grado di legarsi al fattore Apaf-1 inattivandolo.

VIA INTRINSECA

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Inibitori dell’apoptosi (IAP family)

Le proteine IAP (Inhibitor of Apoptosis Protein) sono proteine altamente conservate e sono caratterizzate da almeno un dominio BIR (baculovirus inhibitor of apoptosis repeat).

Questo dominio è presente in diverse proteine fra cui cIAP1, cIAP2, XIAP e Survivina.La maggior parte delle proteine IAP son altamente espresse nei tessuti embrionali e quasi assenti nelle cellule differenziate, mentre la loro espressione aumenta nelle cellule tumorali.

Le IAP si legano e rendono inattive le caspasi, ma possono svolgere un ruolo inibitorio del processo apoptotico anche legandosi alle proteine pro-apoptotiche Smac/DIABLO (proteine che promuovono l’attivazione delle caspasi, riducendo l’inibizione delle caspasi IAP-mediata).

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INIBITORI DELL’APOPTOSI (cFLIP)

Un’altra proteina che regola negativamente l’apoptosi interferendo

con l’attivazione delle caspasi è la proteina FLICE (cFLIP o

usurpina), che contiene un dominio DED mancante del sito

catalitico attivo e dei residui aminoacidici che formano il

pacchetto

di proteine necessarie (DISC) per attivare la pro-caspasi 8.

Quindi cFLIP previene il legame delle pro-caspasi 8 al complesso

formatosi dall’attivazione dei death receptors.

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EFFETTORI DELL’APOPTOSI

AIF. Liberato dai mitocondri quando si forma il megacanale, causa il

rilascio di citocromo c, ma puo’ traslocare nel nucleo dove attiva

condensazione della cromatina ed avvia un processo apoptotico

caspasi-indipendente attraverso l’aumento dei livelli di nucleasi

PARP-1.

PARP-1 è responsabile della riparazione del DNA ed è coinvolta nella

trascrizione genica. La sua eccessiva attività scatena il rilascio di

AIF dai mitocondri.

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Il citocromo c si lega ad APAF-1 monomero e ne induce la eptamerizzazione, formando

l’apoptosoma. Livelli fisiologici di ATP o tRNA bloccano il legame del citocromo c ad APAF-

1

Citocromo c richiede una molecola di Fe, fornita dalla spazio intermembranale, per potersi

legare ad APAF-1.

La fosforilazione della caspasi-9 da parte delle chinasi cicline dipendenti (CDK)-B [ciclo

cellulare] e ERK 1/2 [proliferazione], inibiscono la caspasi 9, mediante un meccanismo

ancora sconosciuto.

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Regolazione trascrizionale dei Bcl-2

Un ultimo meccanismo che regola l’espressione e la funzione di Bcl-2 è la sua

regolazione trascrizionale. p53 si lega al promotore del gene Bax mentre down-

regola l’espressione di Bcl-2.

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Il granzyme B, una caspasi già attiva, viene inserita da linfociti citotossici nella cellula bersaglio, inducendone l’apoptosi

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NF-kB ed Apoptosi

Per quanto riguarda il ruolo del fattore trascrizionale NF-kB

nell’ambito del processo apoptotico, è ben descritto come NF-kB

inibisca l’apoptosi mediante attivazione di fattori anti-apoptotici

della famiglia Bcl-2 (in particolare il gene Bcl-xL) o del gene FLIP

(fattore inibitore dell’apoptosi). Comunque in altre situazioni

fisiologiche NF-kB induce la morte cellulare mediante aumento

dell’espressione di p53 o attivando l’espressione dei geni per Fas o

FasL. In sintesi il ruolo di NF-kB nel processo apoptotico sembra sia

regolato dalla condizione fisiologica e dal tipo di popolazione

cellulare.

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p53, p27, Bad, Bax,

-

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Terapia oncologica

Up-regolazione di Fas mediante chemioterapici

Molti tipi di cellule tumorali hanno sviluppato meccanismi multipli per resistere alla morte cellulare Fas-indotta, come la: - - perdita dell’espressione di Fas,

- mutazione dei domini funzionali del recettore Fas,

- secrezione di Fas solubile,

- over-espressione dei prodotti antiapoptotici della famiglia Bcl-2

- over-espressione di cFlip,

La terapia con farmaci che inducono l’espressione del gene Fas (cycloeximide, actinomicina D, interferone ) permette in parte di sensibilizzare le cellule all’apoptosi FasL-indotta.

L’uso di FasL rimane comunque dannoso, in quanto induce apoptosi degli epatociti, i quali esprimono alti livelli di Fas.

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Terapia oncologica

TRAILTRAIL: TNF-related apoptosis inducing ligand, è una proteina omologa a TNF e FasL, che si trova come proteina transmembrana o in forma solubile.I recettori per il TRAIL, includono due tipi di recettori (R1 e R2)

con DD simili a quelli del Fas eTNF-R e un altro gruppo che non ha domini di morte citoplasmatici e quindi non inducono morte una volta attivati (decoy receptor, R3 e R4). La somministrazione di TRAIL associata a chemioterapici induce in alcuni tipi di cellule tumorali apoptosi, mediata dall’attivazione dei R1 e R2 che inducono anche aumento dell’espressione delle molecole pro-apoptotiche, FADD e procaspasi e diminuiscono i livelli di c-FLIP.

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Death-Receptor Dependent Pathway

Il sistema Fas-FasL ha un ruolo importante nel normale sviluppo dei linfociti T e nell’autodistruzione del linfociti T attivati, inoltre l’interazione Fas-FasL è anche uno dei meccanismi con il quale le cellule citotossiche del sistema immunitario possono uccidere le

cellule bersaglio esprimenti il recettore Fas.Mutazioni del gene Fas sono caratteristiche di alcuni tumori o patologie congenite (sindrome linfoproliferativa autoimmune).Nell’ambito delle patologie tumorali, nelle quali il processo apoptotico è inibito, l’uso di chemioterapici che inducono

trimerizzazione del recettore Fas (quindi attivazione anche in assenza del ligando Fas-L) possono indurre apoptosi delle cellule

tumorali.

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Agenti pro-apoptotici come bersaglio il pathway estrinseco

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