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Rivista di cooperazione socialeTRANSCRIPT
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Giovani e volontariatoSacche di bellezza in una foresta che cresce
Disabilità e sessualitàAvviato un confronto fra operatori e famigliari
Inserimento lavorativoPresto un protocollo con il Comune di Forlì a sostegno delle coop. B
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GIUGNO 2012 N°2
DIRETTORE RESPONSABILE
Pierluigi Mattarelli
REDAZIONEMarco Conti
Fabio MagnaniAnna Rosa Bertini
Barbara GhettiMauro Marconi
Anna Montefinese
HANNO COLLABORATOPaola Scalari
Antonella CimattiOksana Lazda
PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE
Grafikamente Forlì
STAMPAGegraf
Bertinoro
FOTOGRAFIEArchivio Consorzio Solidarietà Sociale
Archivio GrafikamenteMattia Benini
Anna Rosa BertiniMarco Vignazia
Giacomo MattarelliValentina Cavallini
REDAZIONEVia Dandolo, 18
47121 Forlì - tel. 0543 [email protected]
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Dandolo 18, Forlì per le operazioni connesse alla
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lgs 196/2003, si possono esercitare i relativi diritti
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riale informativo rivolgendosi al titolare al suddetto
indirizzo, presso cui è disponibile, a richiesta, elenco
dei responsabili del trattamento.
4-6ADOLESCENTI E VOLONTARIATOSacche di bellezza in una foresta che cresce.Un progetto a scuola per capire i valori del volontariato
9DISABILITA’ E SESSUALITA’Avviato un percorso di confronto fra educatori, operatoripubblici e famigliari di persone disabili
15NOTIZIE IN BREVE
12L’INAUgURAZIONE DELL’APEBIANCAOltre 2.000 persone hanno visitato nel week end 19 e 20 maggioil nuovo centro per il consumo etico e responsabile
14CENTRI ESTIVIL’offerta delle cooperative sociali ed il progetto “Estate Ragazzi”, promosso dalla Diocesi di Forlì-Bertinoro
7-8ESPERIENZE DI VOLONTARIATOL’Officina 52 a Scampia, l’innovativo progetto PopArtye alcune proposte stimolanti per un’estate all’insegna della generosità
13wELfARE ITALIAIl 29 giugno l’inaugurazione del nuovo poliambulatorio promosso da Forlì Welfare e dalle associazioni di categoria locali
10-11INSERIMENTO LAVORATIVOPresto un protocollo fra amministrazione comunale di Forlìe le Centrali Cooperative per favorire commesse alle coop. di tipo B
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Giovani, oltre la retorica
Complicato parlare dell’universo “giovani” e della que-
stione generazionale a cui rimanda, senza scivolare nella
retorica, nel florilegio di frasi che da tempo sentiamo in te-
levisione, leggiamo nei giornali, e perché no, ci scambiamo
nelle discussioni fra “adulti”:
In Italia i giovani non hanno opportunità vere per costruire
il proprio futuro….
In Italia i giovani non si assumono le responsabilità…
In Italia i giovani sono dei bamboccioni
Italia, un paese per vecchi….
Italia, alle soglie di un conflitto generazionale …..
…..potremmo continuare con un elenco infinito di parole,
di analisi, di sentenze. Tutte frasi che di per se raccontano
pezzi di verità, osservazioni tendenzialmente giuste, ma
che hanno un limite. Sono affermate senza che si riesca a farle seguire da scelte concrete. Tut-
ti assuefatti ormai (a più livelli, da chi ha le massime responsabilità di governo in questo paese
a chi ha le massime responsabilità nella gestione della propria famiglia) ad essere “spettatori
giudicanti, in attesa che altri facciano…..”.
E’ vero, il problema principale di questo paese è quello di una mancanza di visione orientata al
futuro. Non sono ancora cinquantenne, ma sulla visione del futuro mi sento personalmente in
difficoltà e già vedo dentro di me tentazioni un po’ conservative e autotutelanti.
Penso che se abbiamo veramente a cuore il futuro di questo paese, occorre fare alcune cose.
Parlo di scelte molto minute, individuali, non rimandando a scenari ipotetici in cui qualcuno o
qualcosa restituisca a questo paese la capacità generativa, creativa e innovativa.
C’è chi deve fare il passo indietro: chi ha fra i 50 e i 70 anni (oltre no, oltre se la salute lo con-
sente ci sono i nipoti, gli hobbies…) deve consapevolmente scegliere di fare spazio. Non spa-
rire, l’esperienza acquisita può essere giocata in tanti modi, supportando e suggerendo senza
bisogno di essere in prima fila.
Chi deve fare un passo avanti: i famigerati “giovani”, candidandosi ad assunzioni di respon-
sabilità consapevoli, evitando le scorciatoie e giocando la propria partita con l’inevitabile dose
di rischio.
Questo deve valere per la politica, per i partiti, per le imprese, per le rappresentanze, per le
Fondazioni, per i sindacati, per le nostre cooperative sociali; vale a livello nazionale ma vale
anche a livello locale…
Non aspettando chissà cosa ma facendo anche e soprattutto scelte personali.
di Fabio Magnanipresidente Consorzio Solidarietà Sociale
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Qualche tempo fa, mentre mi occupavo di un servizio di ascolto per adolescenti, un ragazzo non venne all’appuntamento e mi mandò un fo-glietto, con queste parole: “All’improvviso oggi ho dentro una sensazione assurda e giusta. Ho capito con un’illuminazione segreta, di non esse-re nessuno. Nessuno, assolutamente nessuno”.Rimasi un po’ sconcertata, poi mi affiorò alla mente “Il libro dell’inquietudine” di Pessoa e ca-pii che la frase era tratta da lì. Uno scrittore che si nasconde tra molti pseudonimi, molti personag-gi, tutti veri, tutti reali, tutti inventati.Da allora penso che adolescenti e giovani sono alla ricerca di qualcuno che li aiuti a decifrare i propri personaggi e a ricomporli in un’esistenza che li faccia sentire vivi, veri, “qualcuno” e non più “nessuno”. Ho sempre più la sensazione che po-chi adulti si stiano ponendo la questione: come sostenere nei giovani questo processo di affio-ramento della verità di se stessi? Vedo spesso adulti preoccupati di questioni del tipo “come fare perchè mio figlio studi di più?”, o “come al-lontanare questi ragazzi che fanno baccano?” o “perchè tutto questo disagio nei giovani di oggi?”. E il resto lo fanno la crisi, la mancanza di lavoro, le prospettive funeste. Quale persona sana di mente avrebbe voglia di diventare un adulto come siamo noi adulti oggi?In realtà in moltissimi anfratti delle nostre città si possono trovare sacche di bellezza e valori e i giovani sono particolarmente capaci di scovarle e di pretenderle. Adolescenti che fanno volonta-riato, universitari che si aprono alla conoscenza, giovani imprenditori che inventano nuove pro-
Giovani in una foresta che cresce
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fessioni, giovani stranieri pronti a tutto per supe-rare la selezione di un corso professionale...Mentre chi urla più forte ci addita gli alberi che stanno cadendo, noi, con gli “Sguardi” di que-sto numero, vogliamo provare a fare silenzio e a contemplare la grande foresta di buone cose che sta crescendo, nei nostri servizi, nelle nostre comunità quando fanno davvero comunità, nelle nostre scuole quando davvero si preoccupano della vita, nelle nostre città quando gli adulti non abdicano al loro ruolo profetico.
Sacche di bellezza e valori nella società di oggidi Barbara Ghetti
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Padri di adolescenti, alla ricercadel codice paternoRiflessioni sul ruolo dei genitori “maschi”, che hanno perso la giusta misura educativa per i propri figli adolescentidi Paola Scalari
Nuovi padri si affacciano alla vita dei ra-
gazzi di oggi. Sono padri teneri, attenti ai
bisogni dei figli, spesso molto presenti nel-
la vita quotidiana dei ragazzi. Sono padri
che si smarriscono di fronte alla tempesta
emotiva dei loro figli che crescono e che
si ribellano poiché non sanno porre limiti,
regole, norme. Sono papà affettuosi, ma
poco autorevoli. E’ infatti in fin di vita la fun-
zione paterna che dona le regole della vita
in comune. Langue anche la normalità dei
vincoli nella realtà collettiva ognuno crede
di poter fare ciò che gli pare e piace.
Senza il discorso paterno i cittadini potran-
no non trasformarsi in un “orda selvaggia”?
I padri “molli” hanno creduto che amando
dolcemente la loro prole e accontentandola
l’avrebbero resa felice. Per questo riman-
gono paralizzati di fronte alle intemperan-
ze dei loro ragazzi e si sentono vinti dalle
sfrontatezze delle loro ragazze.
Hanno sempre cercato di andare loro in-
contro. Perciò non ne capiscono il linguag-
gio scurrile, le azioni insensate, le bravate
pericolose. Si chiedono attoniti: “Perché
tanta mal-educazione a fronte del mio im-
pegno?”. Demoralizzati si prodigano. Ma
non trovano la strada. Le conseguenze di
questa cattiva interpretazione dell’amore
paterno le abbiamo descritte nei raccon-
ti - per grandi e piccoli- raccolti in “Padri
che amano troppo, adolescenti prigionieri
di attrazioni fatali”, la Meridiana, Molfetta,
2009.
I figli guardano quasi con pietà il modo un
po’ patetico in cui questi padri senza auto-
rità si cimentano nel tentativo vano di im-
porre regole e di punire. Per questi metodi
è sicuramente tardi. Anche se non è invece
tardi per guardare a come questo clima fa-
miliare ovattato abbia reso i ragazzi incapa-
ci di fronteggiare le difficoltà evolutive.
La strada allora che questi nuovi papà pos-
sono intraprendere è quella di inserire il co-
dice paterno.
Ma come possono fare ad impararlo ed in-
terpretarlo? Per apprenderlo hanno biso-
gno di anziani genitori che li riconoscano
come figli cresciuti, indipendenti, capaci,
grandi. Per condividerlo hanno bisogno di
compagne che non li infantilizzino limitan-
dosi a pretendere che eseguano i doveri
domestici e di cura al pari loro, confonden-
do ruoli e mansioni.
Per praticarlo hanno bisogno di insegnanti
che li convochino al colloquio scuola fami-
glia per condividere la responsabilità nella
disciplina.
Per viverlo hanno bisogno di una comunità
che sia educante e cioè crei con le nuove
generazioni un patto normativo condiviso.
Per crederci hanno bisogno di una socie-
tà capace di valorizzare la morale, l’etica,
i principi del vivere dentro ad un gruppo
umano. Questi giovani uomini alla ricerca di
una nuova identità da cui far sorgere il nuo-
vo padre non possono dunque farlo da soli!
Il loro destino - e quello dei loro ragazzi -
dipende da tutti gli educatori che, riuniti in
una circonferenza reale o virtuale, potranno
condividere come tener testa all’urto cultu-
rale che sta connotando, giorno dopo gior-
no, il declino del principio paterno, sia nelle
famiglie che nelle istituzioni.
Paola Scalari,psicologa e psicoterapeuta, è docente alla Scuola in Psicoterapia della COIRAG
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Volontariato: da oggi si imparaanche a scuolaUn interessante progetto di sensibilizzazione finanziato da Assiprov e rivolto agli studenti delle scuole medie superioridi Pierluigi Mattarelli
Come si può imparare a fare il volon-
tario? Quale strada intraprendere
per fare propri i valori di gratuità,
attenzione all’altro, capacità di
accogliere e rispetto delle diversità? Il pro-
getto “A scuola di volontariato”, promosso
da Assiprov e destinato agli studenti delle
scuole superiori della Provincia di Forlì-
Cesena è stato un tentativo, fra l’altro pie-
namente riuscito, per dare risposte efficaci
a queste domande.
Solo nell’ambito forlivese, nel corso dell’an-
no scolastico 2011/2012, sono stati coin-
volti circa 560 ragazzi dai 15 ai 19 anni, stu-
denti del Liceo Scientifico e di Ragioneria,
con l’obiettivo di promuovere il volontariato,
tramite un contatto diretto fra gli studenti
stessi e 11 associazioni che operano nel ter-
ritorio (ACeA , ADDA , AISM Onlus, ARRT,
Auser Forlì, AVO, Comitato meldolese per la
prevenzione delle tossicodipendenze, CVS,
LILT, Progetto Nigeria, AMMP - Associa-
zione Morgagni Malattie Polmonari).
“Il progetto – spiega
Barbara Ghetti, coor-
dinatrice dell’iniziativa
per il comprensorio
forlivese - si è concre-
tizzato con uno o più
incontri con ogni clas-
se (sono 18 quelle che
hanno partecipato),
nel corso dei quali i ra-
gazzi sono stati stimo-
lati a confrontarsi sul
valore del volontariato
e sull’opinione che
ognuno di loro aveva su questo tipo di atti-
vità. La presenza di volontari, almeno 4 per
ogni incontro (appartenenti alle associa-
zioni partners del progetto) è stato il valore
aggiunto più importante, in quanto gli stu-
denti hanno avuto la possibilità di cogliere
la passione che i volontari stessi mettono in
campo nei progetti in cui sono coinvolti: non
si è trattato della promozione delle singole
associazioni – tutt’altro – ma della comuni-
cazione di sensazioni, valori e gratificazioni
che nascono quando una persona dona un
po’ del proprio tempo con generosità per il
bene dell’intera collettività”.
In piccoli gruppi gli studenti sono stati chia-
mati a esprimere il loro pensiero sul volon-
tariato: sono nate così le “margherite”, ossia
una rappresentazione grafica, dalla quale
sono emerse una serie di motivazioni molto
profonde che spingono, secondo i ragazzi,
le persone a svolgere attività di volontariato.
“Il progetto – conclude Barbara – sarà cer-
tamente proposto anche durante l’anno
scolastico 2012/2013, per dare continuità a
quanto già svolto, anche in funzione dell’en-
tusiasmo che gli studenti hanno messo in
campo, seppur l’attività fosse stata loro
proposta dagli insegnanti: è stato anche
realizzato un sito internet (www.ascuoladi-
volontariatofc.joomlafree.it), che, appena
pubblicato online, è stato preso d’assalto
dai giovani con commenti e contributi al
progetto. L’obiettivo per il prossimo anno
è quello di creare uno sportello informativo
per indirizzare i tanti giovani che ci hanno
manifestato con gioia il loro desiderio di co-
minciare a fare volontariato”.
Barbara Ghetti, coordinatrice progetto
“A scuola di volontariato”
Una “margherita del volontariato”
frutto del lavoro di gruppodegli studenti
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Da Scampia nasce l’entusiasmo per vivere forti relazioniTestimonianze dei giovani del CAG Officina 52, di ritorno da Napoli, dopo l’incontro con alcune cooperative sociali localidi Pierluigi Mattarelli
Sono tornati da Scampia con l’entu-
siasmo di comunicare la straordi-
naria esperienza condivisa insieme
agli amici napoletani: una settima-
na vissuta all’insegna di forti emozioni, quel-
la trascorsa nel celebre quanto degradato
quartiere del capoluogo partenopeo, dove
il gruppo dell’Officina 52 ha toccato con
mano la situazione sociale e gli sforzi che la
cooperazione sociale mette in campo a fa-
vore dei giovani in questa terra di frontiera.
“Siamo andati a Napoli – spiega Nicola
Proscia, responsabile dell’Officina – con
l’immagine di degrado sociale che i media
offrono di Scampia: l’impatto che abbiamo
avuto è che la realtà è più cruda e com-
promessa rispetto a quanto leggiamo sui
giornali, ma ciò che più ci ha impressionato
è il desiderio di relazioni forti, di riscoperta
di valori come l’amicizia, l’aiuto vicendevole
che si legge sui volti degli operatori e dei
ragazzi che abbiamo incontrato”.
Nel corso della settimana (dal 16 al 22
aprile) i giovani forlivesi hanno incontrato i
membri del Consorzio di Solidarietà Sociale
Co.re. e della coop. Obiettivo Uomo e con
loro hanno condiviso le attività quotidiane
nel Centro di Educazione Territoriale, nel
Doposcuola e nel Centro Mestieri, dove gli
adolescenti di Scampia imparano profes-
sioni artigianali come l’estetista, il parruc-
chiere, il falegname o l’elettricista. Sono ve-
nuti a contatto con il gruppo musicale Terre
‘e Scampia e hanno avuto la possibilità di
approfondire quanto il linguaggio musicale
sia importante per crescere, per riflettere
sulla propria condizione di vita e sui valori
su cui costruire il futuro. “Le
infiltrazioni camorristiche
nella vita di tutti i giorni a
Scampia – afferma Bene-
detta Bandini, operatrice
di Officina 52 – sono tali
che il punto di non ritorno è
stato abbondamentemente
superato: l’impressione
che abbiamo avuto è che il
problema non sia vincere la
camorra sul piano della si-
curezza, ma su quello edu-
cativo. Abbiamo apprezzato
tantissimo gli sforzi della
cooperazione sociale per i
giovani e vi abbiamo letto
dentro una “resistenza al
male”, una nuova proposta
educativa, che per guardare
avanti con una speranza
in più. La cooperazione
sociale rappresenta per
Scampia una strada opposta alla camorra,
che a fronte dell’interesse economico e del
disprezzo della persona, mette la generosi-
tà, l’amicizia e il desiderio di accompagnare
i giovani verso valori positivi”.
Il contatto fra Officina 52 e le coop. sociali
di Scampia diventerà un percorso di aiuto
reciproco: è probabile che già nel corso
dell’estate alcuni cooperatori di Obiettivo
Uomo siano ospiti a Forlì, per conoscere
la nostra rete di cooperative sociali. L’inte-
ro progetto è stato in parte finanziato dal
Comune di Forlì, assessorato alle politiche
giovanili e dalla Circoscrizione n. 3.
In alto: gli operatori dell’Officina 52 incontrano gli educatori della coop. sociale Obiettivo Uomo
Sotto: momenti di musica condivisi con gli amici di Scampia
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Pop Arty, il tour mensile con il valore della condivisioneIl progetto, promosso dall’Unitalsi a Forlì, compie due anni ed è l’occasione dell’incontro festoso di oltre 200 giovani di Pierluigi Mattarelli
Si chiama Pop Arty ed è un proget-to innovativo di volontariato, con l’obiettivo di creare occasioni di re-lazione e contatto fra ragazzi adole-
scenti e loro coetanei diversamente abili.L’iniziativa è stata attivata da un paio d’anni anche a Forlì, dalla sottosezione Unitalsi, unitamente al compianto don Amedeo Pasini ed al suo gruppo di giovani che frequenta il campo di condivisione di Sappada. Si tratta, nel concreto, di un appuntamento mensile (l’ultimo sabato di ogni mese) nel corso del quale è previsto un momento di preghiera (Messa), la cena e una festa con musica, balli e canti, che si svolge ogni volta in una
parrocchia diversa con il coinvolgimento dei locali gruppi di Agesci e Azione Cattolica.Ma, quale è il valore che sta sotto questo progetto? Innanzitutto il desiderio di rendere “normale” l’incontro e di valorizzare la spon-taneità delle relazioni: non quindi un evento organizzato a servizio dei ragazzi disabili, ma una festa in cui i disabili partecipano come gli altri, in uno spirito di condivisione del diver-timento. In secondo luogo èl’occasione per tanti giovani di avvicinarsi in modo gioioso al pianeta disabilità e di comprendere il valore della generosità e il forte bisogno di amicizia delle persone diversamente abili. Nel corso dell’evento è previsto anche un percorso parallelo per le famiglie con figli disabili che partecipano alle serate: guidate da don Mino Flamigni (parroco di S. Paolo) e dal diacono Ariano Baccarini (responsabile diocesano della Pastorale della Salute) hanno l’occasio-ne di confrontarsi sui piccoli e grandi proble-mi che riguardano i propri congiunti. L’even-to, che ogni fine mese coinvolge circa 200 persone, ha fatto tappa nel corso degli ultimi mesi nelle parrocchie di S. Paolo, Predappio, Vecchiazzano, Ca’Ossi, S. Mercuriale, S. Martino in Villafranca.
Momenti di festa presso la Parrocchia
di S. Paolo, in occasione del Pop Arty
I CAMPI ShALOM E SAPPADA,PREZIOSE OPPORTUNITà DI VOLONTARIATO PER I gIOVANIFra le tante proposte di volontariato estivo ideali per i giovani, ne abbiamo scelte due particolarmente significative. Shalom, campo di lavoro, di vita co-munitaria e di formazione, è proposto dalla Caritas Diocesana e dal Comitato per la Lotta contro la Fame nel Mondo a ragazzi dai 15 anni in su: giunto alla quarta edizione si terrà dal 17 al 24 giugno presso la sede del Comitato. Per una settimana i ragazzi saranno coinvolti nella raccolta di materiale usato (mobili, oggettistica, libri, indumenti, ecc), per finanziare progetti in alcuni paesi poveri del mondo. Il ricavato del campo 2011 è stato destinato a un progetto in Palesti-na e alcuni giovani partecipanti sono stati in Palestina a vedere a cosa è servita la loro fatica. Il Campo Shalom prevede anche momenti di riflessione, dialogo e confronto, ascolto di testimonianze, attività e laboratori per approfondire i valori della pace, della solidarietà e degli stili di vita. Informazioni e iscrizioni: Andrea (3491834073) o Davide (3485103775) o [email protected] campo di Sappada è un’iniziativa di condivisione, così come definito dall’ide-atore don Amedeo Pasini. Nato come campo giovani della parrocchia San Paolo da diversi anni si è aperto a tutta la diocesi, coprendo diverse parrocchie di Forlì e del comprensorio. Quest’anno si terrà dal 29 luglio all’8 agosto a Piani di Luzza, vicino Sappada, sulle Dolomiti. L’anno scorso hanno partecipato circa 120 giovani di cui un il 40% era costituito da ragazzi con diverse disabilità. Il 18 giugno presso il salone di San Paolo si terrà l’incontro informativo in cui si spie-gheranno le finalità del campo. L’incontro è rivolto a coloro che fossero interes-sati a ricevere maggiori informazioni e ad iscriversi. Il costo complessivo dei 10 giorni di vacanza è di 370 euro, per gli studenti è prevista una quota agevola-ta. Informazioni: Franco Casadei 339/7421239 e Franca Albonetti 349/8323821
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Per iniziativa dell’AUSL di Forlì è stato organizzato un incontro il 18 aprile scorso, presso la sede ANFFAS, per avviare un percorso sul tema della
“Sessualità nella Disabilità”. Hanno parte-cipato Lucio Boattini, direttore area Inte-grazione socio-sanitaria e Sergio Mordenti, psicologo-psicoterapeuta. La serata è stata rivolta ai familiari, agli ope-ratori e ai cittadini disabili stessi. Boattini ha presentato l’organizzazione del Percorso Cittadini Disabili Adulti, il ruolo di regia del Responsabile Tecnico Sanitario nella presa in carico (del cittadino disabile) e la sua inte-grazione permanente con il Servizio Sociale dei Comuni e con l’Integrazione Socio-Sani-taria nella figura di Antonella Cimatti.L’identificazione di questo ruolo è scaturita anche dai bisogni raccolti durante gli incontri effettuati negli anni precedenti tra direzione del Distretto, Dipartimento Salute Mentale e ANFFAS. I professionisti che collaborano direttamente con questa figura sono un fisio-terapista, un infermiere e uno psicologo.“La sessualità - ha affermato Sergio Mor-denti - è un aspetto della vita che riguarda tutti; nasce con l’uomo e lo accompagna sempre, strutturandone la vita psichica: que-sta è realtà anche per ogni persona disabile!Le ultime ricerche hanno dimostrato che caratteri sia di tipo anatomo-fisiologici che psicologici supportanti la sessualità sono presenti tanto nella persona disabile quan-to nel normodotato. Le uniche differenze riguardano i tempi e i modi dell’evoluzione e la qualità dello sviluppo sessuale in cor-relazione a quello cognitivo. Spesso in una condizione di disabilità familiari e operatori si trovano in difficoltà ad affrontare situazioni nuove nell’ambito di questo aspetto, che vie-ne negato o affrontato in modo difficoltoso e ambivalente”. Dopo la relazione di Mordenti,
dal dibattito è emersa l’esigenza di famiglie e operatori di confrontarsi sulle caratteristi-che che la sessualità assume in rapporto alle patologie e alle fasce di età del disabile.Mordenti ha espresso considerazioni orien-tate non a dare “ricette” da applicare, ma a proporre un confronto utile a ricercare in-sieme le risposte più idonee in una logica di crescita culturale e di consapevolezza.Antonella Cimatti ha sottolineato la neces-sità di organizzare incontri periodici con familiari e associazioni al fine di contrastare “l’isolamento socio-familiare” e favorire la costruzione di relazioni aperte e solidali. L’obiettivo è quello di ridurre gli interventi sanitari non appropriati ai cittadini disabili, per costruire una diversa tutela della salute secondo un approccio biopsicosociale che tenga al centro una buona qualità di vita. La metodologia scelta è il confronto tra le per-sone che vivono esperienze simili all’interno di un gruppo. A fine serata è stato proposto un percorso di sei incontri, sviluppato se-paratamente e parallelamente con familiari e operatori. Al termine di ogni incontro è previsto un ulteriore appuntamento tra i due gruppi per mettere in comune i frutti delle
relative esperienze.
Disabilità e sessualità: famiglie e operatori a confronto Dopo un primo incontro, promosso dall’Ausl di Forlì, sarà avviato un percorso articolato di approfondimentodi Antonella Cimatti (Responsabile Tecnico-Sanitario Percorso cittadini disabili adulti AUSL di Forlì)
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UN PERCORSO A TUTELA DELLE fASCE DEBOLIConfcooperative in merito al Protocollo sull’inserimento lavorativo“Da un po’ di tempo - afferma Pierlorenzo Rossi, direttore di Confcooperative Forlì-Cesena (nella foto) - è iniziato con il Comune di Forlì, in particolare con l’Assessore alle Politiche di Welfare Davide Drei, un percorso che ci por-terà in tempi brevi alla realizzazione di un protocollo per la promozione della cooperazione sociale di inserimento lavorativo nel territorio del Comune di Forlì, con la spe-ranza che questo lavoro possa essere condiviso e fatto proprio dai Comuni del comprensorio, condividendone i principi, le regole e i comportamenti. In questo momento in cui la crisi si fa sentire con i suoi effetti peggiori, colpendo in particolare il lavoro e le famiglie, sempre maggiore è il numero delle imprese che utilizzano gli ammortizzatori sociali. A farne per prime le spese sono le fascie più deboli: i cosidetti lavoratori svantaggiati ne subiscono senz’altro gli effetti peggiori ri-schiando di uscire in maniera irreversibile dal mondo del lavoro. In questi mo-menti è importante unire le forze, operare al fine di costruire nuove modalità nei rapporti con la Pubblica Amministrazione, che creino opportunità e nuove prospettive di lavoro e di sviluppo per il nostro territorio. La grande sfida, oggi, è mantenere quelle condizioni e quei servizi che sono ba-silari per consentire un livello accettabile di coesione sociale e gettando le basi per il welfare di domani”.
Inserimenti lavorativi,verso un protocollo d’intesaComune di Forlì, Centrali Cooperative e Direzione del Lavoro a confronto per favorire nuovi spazi di lavoro alle cooperative Bdi Pierluigi Mattarelli
Fra le più evidenti conseguenze della crisi economica c’è senza ombra di dubbio lo stato di difficoltà in cui si trova il comparto della cooperazione
B, che, al valore sociale dell’inserimento nel lavoro di persone svantaggiate o in difficoltà, abbina una più diretta esposizione sul libero mercato. Come fare dunque a mettere al ri-paro da possibili criticità queste imprese, che incarnano valori sociali così importanti?Un tentativo senza dubbio meritevole viene da un gruppo di lavoro spontaneo, avviato circa un anno fa dall’assessorato alle Politiche di Welfare del Comune di Forlì, unitamente alla Direzione Provinciale del Lavoro (alla cui guida c’era ancora Domenico Settanni, oggi a riposo) e dalle Centrali Cooperative locali (Confcooperative e Lega
Coop).“Questo confronto - spiega l’assessore al Welfare Davide Drei - nasce dal desiderio di strutturare meglio il rapporto fra cooperative sociali e amministrazione comunale, in merito a possibili commesse. Fino ad oggi questi tipi di affidamento erano lasciati in un certo senso alla spontaneità, o meglio alla sensibilità dei vari dirigenti comunali, senza una procedura condivisa: il tentativo è, quindi, quello di creare un accordo quadro con regole ben precise che stiano alla base di questi possibili affidamenti”.L’obiettivo del futuro “Protocollo”, comun-que, non è semplicemente l’elencazione di regole per la gestione dei contratti, ma anche la valorizzazione e la piena consapevolezza che l’affidamento di opere e servizi pubblici alla cooperazione di tipo B risulta essere anche un aspetto alquanto interessante in tema di politiche attive del lavoro.“Il Protocollo che andremo a definire - continua Drei - valuterà le possibilità di esternalizzazione di determinati servizi dell’amministrazione alle cooperative di tipo B, tenendo conto anche del valore dell’impatto sociale che l’inserimento nel lavoro di persone svantaggiate procura, nell’ottica di un minor peso per l’assistenza sociale. Mi spiego: spesso mi viene detto che il sociale costa tanto al Comune, non possiamo certamente separare il bilancio fra i settori dell’amministrazione, ma l’impiego di soggetti svantaggiati nella cooperazione può certamente alleggerire il peso dei servizi di welfare sull’ammontare complessivo della spesa pubblica”. Ci si chiede, a questo punto, quando il Protocollo potrà essere operativo: “Ad oggi - ribadisce Drei - siamo alla fase della condivisione del testo fra dirigenti comunali e direzione
Davide Dreiassessore al Welfaredel Comune di Forlì
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generale, seguirà poi una discussione in Giunta con ogni probabilità entro il mese di maggio. Successivamente avremo un ulteriore passaggio e confronto formale con le Centrali Cooperative, per giungere, ipoteticamente dopo l’estate, alla firma del Protocollo ed all’avvio di un tavolo permanente che da informale diventerà formale e a cui il Comune parteciperà a livello di direzione generale, visto che le implicazioni del progetto riguardano la totalità dei settori dell’amministrazione ”.Il protocollo, in prospettiva, si pone obiettivi interessanti che vanno oltre la dimensione comunale: “Speriamo - conclude Drei - che questo lavoro sia la premessa per una fase successiva, che renda operativo il Protocollo presso tutte le amministrazione comunali del comprensorio forlivese. L’ulteriore passo in avanti che auspichiamo è la condivisione del progetto anche dalle partecipate del Comune”. Il procedimento potrà quindi essere un buon viatico per le cooperative di
tipo B, che potranno avere a disposizione maggiori ambiti di impiego, impegnandosi, da parte loro, a garantire comunque livelli di buona qualità nei servizi.
Al lavoro nella cucina attrezzata del Villaggio Mafalda(coop. Paolo Babini)
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L’apebianca, oltre 2000 persone all’inaugurazioneIl centro promosso dalla coop. sociale Ecoliving apre la strada a nuovi concetti di consumo consapevole e responsabile
Alla presenza del sindaco di Forlì Ro-berto Balzani domenica 20 maggio è stato inaugurato L’apebianca, l’innovativo centro commerciale
etico-sostenibile, promosso dalla cooperativa sociale Ecoliving. Oltre duemila i visitatori nel
weekend di inaugurazione hanno affollato gli spazi interni ed esterni del centro, che si trova in viale Bologna 77 a Forlì e partecipato agli eventi organizzati per l’occasione: dalla tavola rotonda “Il gesto consapevole” per una riflessione sui meccanismi economici, etici, ambientali innescati dalla spesa quotidiana alle “sedute di trucco” gratuite per adulti e bambini; dalla sfilata di moda ecofriendly alla presenta-zione di proposte di turismo responsabile; dal KM Zero biologico con numerosi produttori locali alle proposte biologiche alla spina della Biottega alimentare. “L’apebianca - ha affermato il sindaco Rober-to Balzani - apre la strada ad un nuovo stile di vita e di consumo sostenibile, improntato alla cultura e alla consapevolezza, e in questo è destinato a diventare un importante polo di attrazione per la città di Forlì “.L’inaugurazione è stata solo il primo passo di una serie di iniziative ed eventi, il cui program-ma trimestrale è stato presentato per l’oc-casione ed è disponibile, insieme a tante utili informazioni sul sito www.lapebianca.it.Numerose anche le richieste di informazioni per diventare soci sovventori di Ecoliving: l’innovativa formula di autofinanziamento sostenuta per realizzare L’apebianca ha infatti riscosso ancora maggior successo alla pre-sentazione concreta del progetto realizzato. “Oggi - ha affermato Gianfranco Marzocchi, presdiente di Ecoliving - stiamo posando il primo mattone di un grande edificio che in fu-turo vedrà il nostro modello di impresa sociale realizzare nuovi sbocchi per tutti i produttori che fanno del consumo etico e sostenibile le fondamenta del proprio lavoro, concreti stimoli ad adottare uno stile di vita proattivamente responsabile, e non ultimo nuove possibilità di inserimenti lavorativi anche per persone
svantaggiate”.
La tavola rotonda nel corso dell’inaugurazione.
Sotto il taglio del nastro con il sindaco Roberto Balzani e
il presidente di Ecolioving Marzocchi e un’immagine
dei locali de “L’apebianca”
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Circa 40 milioni di persone soffrono la fame per il vorticoso aumento dei prezzi delle materie prime alimentari. Il 78% della popolazione mondiale si deve accontentare del 18% della ric-chezza globale. Questi dati sono frutto anche della crisi finanziaria, originata da una bolla spe-culativa nata nella convinzione che l’economia potesse continuare a crescere all’infinito. Altro Mercato ha lanciato una campagna sociale al fine di sostenere l’economia fatta dalle persone per le persone, non assoggettata a speculazioni. Il commercio equo-solidale è, infatti, un’alter-nativa sostenibile ai disastri causati dagli squilibri del modello economico dominante. Si basa sul pagamento di prezzi equi ai produttori, sulla promozione di giustizia sociale e costruzione di filiere trasparenti. Favorisce uno sviluppo sostenibile, promuove i diritti umani, garantisce condizioni di lavoro e di vita dignitose. Fornisce credito solidale e rispetta la continuità delle re-lazioni commerciali, elimina le intermediazioni speculative e sostiene progetti di auto sviluppo.
LA CAMPAgNA SOCIALE “IO.EQUO, COLTIVIAMO UN’ALTRA ECONOMIA”A cura della coop. sociale Equamente
Per acquisti equosolidali e info: Bottega del Mondo, c.so Diaz. 84 - Forlì - tel. 0543.36666
Welfare Italia, finalmentea Forlì la sanità accessibileVerrà inaugurato il 29 giugno il poliambulatorio promosso dalla cooperazione sociale e da diverse associazioni del territorio
Dopo la conferenza stampa del 5 aprile scorso, nel corso della quale il progetto Welfare Italia è stato pre-sentato e con esso l’impresa sociale
ForlìWelfare, che ne è promotrice, finalmente il poliambulatorio, situato in viale dell’Appennino sarà inaugurato venerdì 29 giugno, per essere immediatamente operativo al servizio delle famiglie forlivesi. Il progetto complessivo mira ad un offerta sanitaria di qualità che si andrà a posizionare a metà strada fra quella pubblica e quella privata, con l’obiettivo di superare le cri-ticità della prima, spesso lenta e burocratizzata e della seconda, efficiente e tempestiva, ma acosti proibilitivi. Welfare Italia, quindi, sarà il giusto mezzo per coniugare efficacemente un buon livello di servizio, rapidità nelle esecuzioni e costi equi e sostenibili dalle famiglie forlivesi. Lo staff di Welfare Italia sarà composto da ben 30 professionisti, coadiuvati da due addetti alla reception, un’infermiera, un addetto ammi-nistrativo e due assistenti alla poltrona per il settore aodontoiatrico: il team sarà coordinato dal manager operativo Claudio Marconi e dal
direttore sanitario Francesco Milanesi.
La sede di Welfare Italia in viale dell’Appennino e a fianco strumentazioniall’avanguardia all’interno degli ambulatori
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Avventure ed opportunitàper ragazzi dai 6 ai 14 anniAl via i centri estivi promossi dalle cooperative sociali L’Accoglienza e Paolo Babini e dalla Pastorale Giovaniledi Anna Montefinese
Quest’anno la cooperativa L’Accoglien-za festeggia i 20 anni del Centro Estivo a Villa Gesuita e ha scelto come tema i supereroi, “Insuperabili,
uniti per salvare il mondo” con animazioni, giochi a squadre, tornei, laboratori, piscina, uscite e storie da brivido sulla villa. Le attività sono previste dall’11 giugno al 3 agosto e dal 27 agosto al 14 settembre: in quest’ ultimo periodo sarà organizzata anche un’attività di ripasso dei compiti delle vacanze. Anche quest’anno sarà proposto il “Progetto Aiutanti” per ragazzi dai 15 anni in su, che hanno frequentato il centro estivo negli anni passati, ai quali viene proposta un’attività di volontariato a supporto dei più piccoli. Ma la novità principale
del Centro Estivo 2012 è il progetto “Alterna-tivamente”, dedicato a bambini con disturbi di apprendimento (dislessia, disgrafia, di-sortografia, discalculia), curata da operatori spe-cializzati, al fine di pro-muoverne l’autonomia e l’integrazione.Anche l’attività del Centro Estivo San Paolo, gestito dalla cooperativa sociale Pa-olo Babini presenta un ricco cartellone di attivi-tà sul tema “Arte, gioco e avventura”: sono previste uscite di mezza e giornata intera con la possibilità di avventure presso skypark, parchi acquatici, maneggi e agriturismi. Non man-cherà lo sport con tornei di calcetto saponato,
giochi di motricità e di squadra oltre che la pisci-na: saranno, infine, allestiti laboratori di pittura e di cucina, senza dimenticare momenti dedicati ai compiti delle vacanze. Le attività si svolgeranno dall’11 giugno al 3 agosto e dal 27 agosto al 7 settembre.Anche la Diocesi di Forlì-Bertinoro propone un proprio percorso dedicato ai bambini dai 6 ai 14 anni: si tratta di Estate Ragazzi 2012, il
cui tema di quest’anno è “Il giro del mondo in
80 giorni”. La partenza di tutti i centri estivi è
prevista per l’11 giugno e la maggior parte copre
l’intera giornata. Il 27 giugno è in programma
la festa Estate Ragazzi presso il parco di via
Dragoni, con giochi animati organizzati con la
collaborazione di tutte le parrocchie e si conclu-
derà con uno spettacolo teatrale. Le parrocchie
che hanno attivato un centro estivo collegato al
progetto diocesano Estate Ragazzi 2012 sono:
S. Pio X in Ca’Ossi, Pianta, Romiti, Ravaldino,
Oratorio S. Luigi, Regina Pacis, S. Rita, S.
Martino in Villafranca, S. Giovanni Evangelista,
Pieveacquedotto, S. Caterina, Cava, Cappucci-
nini, S. Pietro in Trento, Meldola, Galeata, Pieve
Salutare, Civitella, S. Sofia.
Attività sportive e ludiche promosse dai centri estivi
San Paolo (in altro) e Villa Gesuita (in basso)
INfORMAZIONI ED ISCRIZIONI
Centro Estivo Villa Gesuitacooperativa sociale L’Accoglienzaviale dell’Appennino, 377 - tel. 0543.66367e mail: [email protected]
Centro Estivo San Paolocooperativa sociale Paolo Babinivia Pistocchi 19 - tel. 0543 68174e-mail: [email protected]
Estate Ragazzi 2012Pastorale Giovanile Diocesi di Forlì-Bertinoroc.so della Repubblica, 75 - tel. 0543 30527e mail: [email protected]
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UN LIBRO PER RICORDARE LA SIMPATIADI DON AMEDEO PASINI
Il volume, scritto da Roberto Marzocchi e Gigi Mattarelli è stato presentato l’8 maggio scorso presso l’Audi-torium Carisp di Forlì. Don Amedeo Pasini, scomparso un anno fa, ha lasciato un ri-cordo indelebile di sè, per la sua straordinaria
capacità di vivere in prima persona la vicinanza con le persone in difficoltà. A lui si deve l’intui-zione di aver inventato il campo di condivisione di Borca di Cadore (ora di Sappada), la fonda-zione dell’ass. Paolo Babini (di cui fu per tanti anni presidente) e della coop. sociale che porta lo stesso nome. Don Amedeo, abile intratteni-tore, è stato fondatore insieme a don Mino Fla-migni della parrocchia di S. Paolo e, negli anni successivi parroco a Fornò, alla Pianta ed infi-ne a Bagnolo. Il libro, il cui titolo riporta l’inizio di una delle sue più famose filastrocche, è in ven-dita presso le Librerie Mondadori e del Duomo: il ricavato sarà destinato all’acquisto di un pul-mino attrezzato per il trasporto dei disabili.
15 ANNI DI ATTIVITA’ PER L’ASS. INCONTRO SENZA BARRIERE
L’associazione “Incontro senza barriere” com-pie 15 anni. Per festeggiare questo importante traguardo sono in calendario diversi eventi. Lo scorso 29 aprile, presso la Piscina Comunale si è svolto il 2° Meeting di Nuoto senza Barriere “Sauro Casadei”, organizzato con il Lions Club Forlì Giovanni de’ Medici, mercoledì 23 mag-gio al Teatro Diego Fabbri è andato in scena lo spettacolo “Dalla A alla Zebra... andata e ritor-no” (nella foto l’immagine della locandina), cu-rato dal gruppo teatrale dell’associazione con il coinvolgimento sul palco di ragazzi disabili, infine sabato 26 maggio, presso il campo Got-ti, si è tenuto il tradizionale Meeting di atletica leggera. L’ultimo appuntamento è previsto il
29 dicembre presso il Palasport Villa Romiti, con la grande Festa dell’IntegrAzione e il con-certo dei Pink Floyd Machine.
PRESENTATA LA “BUSSOLA” PER CONOSCERE I SERVIZI PER I DISABILI
E’ stata presenta-ta sabato 5 maggio presso il Consorzio Solidarietà Socia-le “La Bussola per orientarsi nel mondo dei servizi per i disa-bili”, un utile strumen-to di orientamento per comprendere l’offerta complessiva dei ser-
vizi alla disabilità della rete di organismi sociali che fanno riferimento al Consorzio Solidarie-tà Sociale: l’incontro è stato anche l’occa-sione per un confronto “vero” sugli scenari di evoluzione dei servizi per la disabilità. La guida è disponibile presso la sede del Con-sorzio .
ANCHE L’ALTRO GIARDINO SARÀ PRESENTE ALLA FESTA ARTUSIANA
Dal 16 al 24 giugno, il progetto L’altro Giardino sarà presente alla XVI° edizione della Festa Ar-tusiana in programma a Forlimpopoli. L’even-to, che offre menù ispirati al grande Pellegrino Artusi, con un contorno di spettacoli, rassegne, itinerari gastronomici, degustazioni e incontri, trasformerà il centro storico in una città da as-saggiare, dove le strade vengono ridenominate e i vicoli e le piazze si caratterizzano come veri e propri percorsi gastronomici.Presso lo stand dell’Altro Giardino sarà pos-sibile degustare i cocktails a base di erbe e acquistare i vari prodotti naturali (alimentari e di cosmesi) elaborati dai ragazzi delle coop. Il Cammino, Ecosphera e Tangram, promotori del progetto. All’interno dello stand sarà presente anche il progetto “Arte in cucina”, che presen-teranno il menù della cena del 18 giugno.
Quanti anni hai? Da dove vieni? Cosa ti fa sorridere?Sono una ragazza lèttone. Ho 24 anni, mi piace viaggiare, scoprire posti nuovi, incon-trare gente, conoscere culture diverse e gustare sapori nuovi.In tre parole: cosa ti piace di più dell’Italia?Il gelato, lo stile di vita e il sole! Perchè hai scelto l’Italia?Mi sentivo attratta dalla cultura italiana. Volevo scoprire di più e sentire sulla mia pelle gli stereotipi di questo paese; più vivi qua, più ti meravigli in senso positivo.Com’è vivere lontano da casa?Non è la prima volta che vivo fuori: penso, che tutti in gio-ventù, debbano avere la pos-sibilità di fare un’esperienza fuori dalla propria “comfort zone”.Se dovessi scegliere un frut-to che rappresenti l’espe-rienza di volontariato euro-peo che stai vivendo quale sceglieresti?Il limone. Dice il detto:“Se la vita ti dà il limone, aggiungi la vodka”. Alla fine quello che conta è il tuo atteggiamento verso la vita.La storia più simpatica suc-cessa durante il tuo SVE?La prima volta che ho preso l’autobus a Forli non avevo comprato il biglietto: alla prima fermata è salito il con-trollore ed ho pagato 50 euro. Avevo preso l’autobus per an-dare al centro commerciale a comprare il vestito per Capo-danno: un vestito abbastanza caro!Come vedi il tuo futuro?Non lo so. Ho un po’ paura dell’incertezza. C’è un suggerimento che vorresti dare agli altri?Non fermarsi mai!
OKSANA, UNA LèTTONE INNAMORATA DELL’ITALIA
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Il Consorzio Solidarietà Sociale forlì Cesena aderisce a:
hanno contribuito alla realizzazione di questo numero di
I soci del Consorzio Solidarietà Sociale forlì-Cesena
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