sharing cities: le esperienze e le istanze in immagini e parole

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SHARING CITY, DALLA VISIONE ALLE REALTÀ. ESPERIENZE E SOGGETTI DELL'ECONOMIA COLLABORATIVA A CONFRONTO SULLA PROPOSTA DI LEGGE

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SHARING CITY, DALLA VISIONE ALLE REALTÀ.ESPERIENZE E SOGGETTI DELL'ECONOMIA COLLABORATIVA A CONFRONTO SULLA PROPOSTA DI LEGGE

Il 25 maggio 2016, nell’ambito del FORUM PA 2016 si è svolto il convegno «Sharing City,

dalla visione alle realtà. Esperienze e soggetti dell'economia collaborativa a confronto sulla

proposta di legge», un’occasione che, partendo dalla

proposta di legge sulla sharing economy ha permesso di

indagare alcuni punti importanti relativi all’economia

collaborativa. Le esperienze di sharing economy attualmente

attive sui territori in ambiti diversi (dalla filiera agro-

alimentare al lavoro e artigianato, dal living all'energia) ha

consentito, infatti, di riflettere su cosa la sharing economy

possa fare per i territori e cosa la PA possa fare per la sharing

economy. Ad ognuna delle esperienze è stato infatti chiesto

di indicare le opportunità e le criticità normative riscontrate,

le modalità di coinvolgimento della PA, i motivi per cui la PA

debba interessarsi alla singola esperienza e cosa

chiederebbero alla PA al fine di dare un maggior sviluppo al

progetto. È possibile per la PA contaminarsi con tali realtà per

costruire un network di servizi che valorizzi tali esperienze?

In questo instant book abbiamo voluto raccogliere i principali

contenuti emersi nel corso dell’incontro. La tavola che segue

rappresenta un sunto di questi elementi, categorizzati in: #plus (punti di forza); #alert

(elementi su cui porre attenzione), #explore (elementi positivi ma che vanno definiti

meglio), #idea (idee nuove che possono essere introdotte in future esperienze). Seguono

poi l’introduzione svolta da Gianni Dominini, Direttore Generale di FORUM PA, che ha dato

inizio ai lavori, e i contenuti delle singole esperienze di

sharing economy presentate nel corso dell’incontro,

organizzate in tre blocchi: da esperienze a modelli (ovvero

esperienze già consolidate, i cui risultati possono

rappresentare la base per ripensare ad un nuovo patto tra PA

e cittadino), sperimentazioni (esperienze in corso di sviluppo,

da cui emergono alcune questioni utili a valutare le

possibilità di intervento della PA), piattaforme emergenti

(esperienze che aiutano ad individuare come la PA possa

essere efficacemente coinvolta in queste ed in future

soluzioni). Al termine di ogni blocco sono presentati i

feedback forniti dai tre discussant: Veronica Tentori

dell’Intergruppo Innovazione della Camera dei Deputati,

Marco Pierani, Responsabile Relazioni Esterne Istituzionali

per Altroconsumo, e Rossana Torri del Settore Innovazione

economica, Smart City e Università del Comune di Milano.

L’evento è stato curato da FORUM PA, con OUISHARE Italia e il LIS (Laboratorio di Innovazione

Sociale) «Margherita Hack» della Link Campus University

1. Possibilità di intendere Internet come piattaforma comune

2. Completa autogestione, che stimola creatività e risoluzione innovativa di problemi

3. Creazione di nuova occupazione

4. Innovazione tecnologica connessa all’innovazione sociale

5. Tecnologia come nuovo stimolo per le tradizioni locali

6. Utilizzo o riutilizzo di risorse sottoutilizzate o inutilizzate, che crea ricchezza sociale

7. Fondamentale la relazione di fiducia tra le persone

8. Legge 4/2013 offre alcune disposizioni in materia di professioni non organizzate e rappresenta un utile punto di partenza per un riconoscimento normativo delle professioni relative alla sharing economy

9. Buco normativo considerevole come punto di forza perché abilita una completa autogestione del servizio da parte delle persone

#PLUS #ALERT

1. Difficoltà della sostenibilità dell’esperienza se non si raggiunge una massa critica adeguata

2. Eccessivo peso dell’approccio “permission first”

3. Presenza di norme disomogenee tra di loro

4. Mancanza nel Terzo Settore di una formazione capace di far fronte a queste esperienze

5. Poca sensibilità generale della PA verso tali tematiche e nuovi possibili business model

6. Scarsa fiducia della PA e poca fiducia da parte degli utenti

7. Scarso know how delle PA a fronte di un’eccessiva burocratizzazione

8. Presenza di un vuoto normativo relativo alle piccole piattaforme

9. Difficoltà nel riconoscimento delle nuove professioni che si formano

10. Troppa vaghezza dell’articolo 8 della proposta di legge sulla sharing economy relativamente al ruolo della PA

1. Esperienze di sharing economy nelle comunità locali. La PA dovrebbe favorire il progressivo avvicinamento alla cittadinanza, attraverso conoscenza, coinvolgimento e condivisione

2. Sharing economy non solo come piattaforma tecnologica, ma esperienza concreta

3. Coinvolgimento della PA nel costruire soluzioni sul territorio

4. Presenza di queste soluzioni nei canali di comunicazione delle PA

5. Unione di una valorizzazione fisica del territorio con una propriamente immateriale

6. Connessione tra piccole realtà in soluzioni di sharing economy

7. Aumento della fiducia della PA nelle capacità imprenditoriali dei cittadini

8. Utilizzo di strumenti di crowdfunding civico e sociale

9. Utilizzo di strumenti che portino a costruire una fiducia tra PA, investitori e utenti

10. Eterogeneità dei soggetti, e dei relativi approcci, della sharing economy

11. Ruolo della PA nell’incoraggiare soluzioni di sharing economy per limitare l’esclusione sociale

#EXPLORE #IDEA

1. Possibilità di integrazione di soluzioni di sharing economy nei Piani di Zona locali

2. Studio approfondito del contesto in cui le soluzioni di sharing economy saranno integrate, in modo che rispondano alle domande del territorio stesso

3. Co-progettazione delle soluzioni con la PA

4. Mappatura degli attori locali che si occupano di sharing economy e delle loro esigenze

5. Utilizzo dei canali della PA per far sì che le soluzioni raggiungano una massa critica adeguata (PA come una grande community)

6. Redazione linee guida per le PA in materia di sharing economy

7. Concessione da parte della PA di spazi non utilizzati per sviluppare soluzioni di sharing economy

8. Aumento possibilità di tutela del prosumer

9. Ottimizzazione delle esperienze già sperimentate, esportando i modelli emersi

10. È possibile integrare il mercato tradizionale con la sharing economy?

GIANNI DOMINICI, Direttore Generale di

FORUM PA, ha dato inizio ai lavori del

convegno focalizzandosi sull’importanza di

trovare nuovi modelli di relazione tra la

Pubblica Amministrazione e il cittadino.

Quest’ultimo riveste, infatti, un ruolo

sempre più attivo, dal momento che è

portatore di soluzioni e competenze in

grado di creare innovazione nelle città.

Occorre pensare, quindi, ad un nuovo patto

tra la PA, il cittadino e le imprese. In questa

nuova relazione la domanda da porsi è: la

sharing economy può porsi come un

possibile modello applicativo?

INTRODUZIONE

DA ESPERIENZE A MODELLI3 esperienze di sharing economy già consolidate, i cuirisultati possono rappresentare la base per ripensare ad unnuovo patto tra Pubblica Amministrazione e cittadino

SILVIA GARONZI, Presidente

dell’Associazione TagesMutter – DOMUS

presenta TagesMutter, un servizio nato in

Trentino e poi esteso in altre Regioni

italiane. Nasce dal bisogno di avere una

persona che si prenda cura dei bambini

all’interno di un ambiente domestico

familiare e stabile, offrendo

contemporaneamente alle loro famiglie

flessibilità, economicità e possibilità di

svolgere altre attività.

La mancanza di norme e di preparazione in

materia da parte del Terzo Settore rischia di

non consentire il riconoscimento

dell’innovazione costruita e delle

professionalità emergenti. La PA dal canto

suo, già coinvolta nel progetto, può essere

d’aiuto nell’incrementare l’offerta, nel co-

progettare soluzioni utili per il territorio e

nello stimolare e riconoscere l’innovazione.

TAGESMUTTER

FRANCESCO FILINI è Responsabile della

comunicazione per Common Net, una

nuova infrastruttura in ambito

telecomunicazioni che fornisce connettività.

L’accesso ad Internet è garantito da una

rete costituita da antenne Wi-Fi che

comunicano tra loro. Tale infrastruttura,

offrendo un servizio di connettività a

cittadini e imprese, consente di raggiungere

un indubbio vantaggio, quello di far tornare

il profitto alle imprese locali e superare il

digital divide tra i territori. Si tratta, quindi,

di un esempio di come una soluzione di

sharing economy possa avere un forte

impatto a livello locale. In questo progetto

la PA può essere coinvolta per finanziare

una dorsale di collegamento, fornendo

connettività gratutita sul territorio.

COMMON NET

ALESSANDRO SPLENDORI presenta Progetto

OZ, Officine Zero, uno spazio di economia

collaborativa a Roma nato con

l’occupazione di uno spazio inoccupato. Si

pone come un polo che unisce competenze

materiali e immateriali, attirando centinaia

di figure artigianali e della comunicazione

colpite dalla crisi che possono lavorare su

nuovi progetti. Lo spazio di co-working

generato spinge ad una forte

collaborazione per la realizzazione di beni e

servizi che hanno un forte impatto sul

territorio e che hanno portato alla

riqualificazione di un’area della città. Per

quanto riguarda il rapporto con la PA, il

progetto ha non solo avuto l’interesse da

parte del Municipio di riferimento, ma ha

anche avuto la possibilità di partecipare a

dei bandi della Regione Lazio.

PROGETTO OZ

VERONICA TENTORI dell’Intergruppo Innovazione della

Camera dei Deputati focalizza l’attenzione su come tali

esperienze portino un’innovazione, che non è solo

tecnologica, ma soprattutto sociale, all’interno della

quale la PA può intervenire per spingere sulla

riqualificazione di aree e sulla creazione di spazi

condivisi. Gli esempi esposti devono diventare modelli

da esportare in altri contesti. La PA deve avere la

sensibilità di comprendere il cambiamento e spingere

verso la semplificazione.

SINTESI

MARCO PIERANI, Responsabile Relazioni Esterne

Istituzionali di Altroconsumo pone l’attenzione su come

la PA deve essere attenta alle nuove esigenze

emergenti e su come la semplificazione serve proprio a

questo scopo. La PA, inoltre, può aiutare al

raggiungimento di una massa critica a livello locale,

necessaria per la sostenibilità di progetti di sharing

economy. L’aspetto umano, inoltre, risulta quello su cui

puntare per la progettazione di nuove soluzioni.

ROSSANA TORRI, del Settore Innovazione economica,

Smart City e Università del Comune di Milano espone le

attività del Comune di Milano sull’elaborazione di

alcune linee guida sulla sharing economy. La

consultazione pubblica relativa al progetto ha portato

ad un elenco di tutti gli operatori interessati, da cui è

emersa la varietà di domande ed esigenze possibili. La

PA non deve subire passivamente la sharing economy,

ma co-progettare nuove soluzioni, connettere, facilitare,

comprendere gli impatti sociali.

SPERIMENTAZIONI3 esperienze di sharing economy in corsodi sviluppo, da cui emergono alcunequestioni utili a valutare le possibilità diintervento della PubblicaAmministrazione

BANCA DEL TEMPO COMUNE DI SARRE

ROBERTO CUNEAZ, Vicesindaco del

Comune di Sarre presenta la banca del

tempo, una soluzione che mira a

ricostruire il tessuto sociale attraverso un

approccio collaborativo e inclusivo, in cui

il tempo diventa una moneta di scambio

tra le persone. Il servizio prevede l’accordo

con la già esistente TimeRepublik,

piattaforma digitale di supporto alla

creazione della comunità. La PA è stata

coinvolta in questo percorso di

emancipazione che valorizza la resilienza

del territorio portando a una rivoluzione

culturale che la PA ha l’opportunità e il

dovere assecondare, poiché favorisce la

partecipazione civica e migliora la qualità

della vita. Perciò alla PA è chiesto un

contributo nella creazione della rete di

cittadini attraverso la facilitazione della

diffusione della sharing economy.

ECOMUSEO CASILINO

ALESSIO SIDOTI, dell’Associazione per

l’EcoMuseo Casilino Roma illustra il

progetto di rigenerazione urbana di alcune

aree del settore est di Roma attraverso cui

si intende mettere a sistema le risorse del

territorio coinvolgendo le realtà locali in

una progettazione dal basso. L’EcoMuseo

Casilino rappresenta un soggetto

abilitante di economie collaborative su

scala locale ed offre un nuovo modello di

sviluppo. Inoltre, consente una narrazione

e una fruizione innovativa del territorio

che recupera le tracce del patrimonio

storico, archeologico, naturalistico e

architettonico e crea connessioni tra città

e ambiente rurale. Il progetto mira alla

replicabilità del modello, ma, affinché ciò

sia possibile, occorre una legge specifica

sugli EcoMusei, oltre ad un protocollo

d’intesa con la PA.

BARTOLOMEO VALCADA, esperto di

trasporti e logistica, presenta Sharing public

transport model, una soluzione che applica

il modello collaborativo della sharing

economy al trasporto pubblico locale. Tale

modello permetterebbe, infatti, di

migliorare tale servizio introducendo

elementi di flessibilità e di economicità in

un contesto all’interno del quale il TPL è

debole e i servizi alternativi troppo costosi.

Il servizi prevederebbe la riorganizzazione

del servizio sharing a livello locale fornito da

operatori non professionisti e organizzato

con una piattaforma web. La normativa oggi

non permette questo tipo di servizi, ma gli

enti locali potrebbero intervenire per

promuoverlo (ad esempio con il

coinvolgimento di associazioni locali e di

cooperative di trasporto).

SHARING PUBLIC TRANSPORT MODEL

VERONICA TENTORI dell’Intergruppo Innovazione

della Camera dei Deputati ha fatto un punto sullo

stato della Legge sulla Sharing Economy in

Parlamento, sottolineando che essa è stata già

incardinata nelle Commissioni Attività Produttive e

Trasporti della Camera. Nel mese di giugno 2016 ci

saranno le audizioni formali dei soggetti istituzionali,

dopodiché ci sarà il normale iter parlamentare. Nel

frattempo sarà possibile analizzare i vari contributi

emersi per trasformarli in proposte di carattere

emendativo.

SINTESI

ROSSANA TORRI, del Settore Innovazione economica,

Smart City e Università del Comune di Milano ha

ricordato gli appuntamenti di novembre 2016 a

Milano con Sharitaly e Eurocities, entrambi focalizzati

sui temi della sharing economy.

MARCO PIERANI, Responsabile Relazioni Esterne

Istituzionali di Altroconsumo ha presentato alcune

delle attività del Festival di Altroconsumo che si terrà

nel mese di settembre 2016 a Milano, completamente

dedicato alla sharing economy, aperte alla

collaborazione delle realtà che fanno parte di questo

settore e focalizzato anche e soprattutto su una

discussione a livello del consumatore finale.

PIATTAFORME EMERGENTI3 esperienze di sharing economy emergenti, che aiutano adindividuare come la Pubblica Amministrazione possa essereefficacemente coinvolta in queste ed in future soluzioni

GUIDE ME RIGHT

LUCA SINI, CEO e Co-Founder della start up

Guide Me Right presenta l’omonimo

servizio basato su piattaforma per vivere la

città con una guida del posto. Nello

specifico, opera in ambito turistico

abilitando la condivisione dell’esperienza

e della conoscenza del territorio da parte

di local friend, ossia professionisti o

abitanti del posto. L’insinuarsi sul mercato

di un’offerta alternativa si scontra con

l’eccessiva regolamentazione e burocrazia

che contraddice il bisogno di flessibilità e

velocità richiesto alle nuove imprese. La

PA in tal senso dovrebbe facilitare le idee

che emergono dal territorio passando

sempre più ad un governo digitale

orientato a creare e studiare

l’innovazione. Sarà, dunque, necessario

tanto regolare quanto deregolare (rispetto

a ciò che esiste oggi).

SO LUNCH

LUISA GALBIATI, Co-Founder di So Lunch

presenta la piattaforma di cucina diffusa

per la pausa pranzo, nata per la

condivisione del pasto e la connessione di

persone lavoratrici e non. Il servizio

risponde a bisogni sociali diversi, tra cui

l’educazione alimentare, l’inclusione

sociale e la riduzione dei costi pubblici,

trasformando una criticità come la

perdita del lavoro in un’opportunità

socio-economica.

Tuttavia, la mancanza di norme nell’area

food e l’incapacità di rispondere su tale

argomento da parte della PA crea

incertezza di interpretazione e genera

ostilità nei soggetti tradizionali operanti

nel settore. In un tale contesto alla PA è

richiesta una facilitazione nell’accesso agli

strumenti che supportino i cittadini

nell’utilizzo dei servizi.

SOCIAL LANDING ITALIA

IDA MEGLIO, Founder di Social Lending

Italia presenta la piattaforma di prestito

tra pari per lo sviluppo del territorio, che

mira a mettere in contatto giovani italiani e

stranieri con persone disposte a sostenerli

ed accompagnarli nella trasformazione

delle loro idee in imprese. Così facendo,

la piattaforma risponde ai bisogni sociali di

diffusione della conoscenza,

coinvolgimento e condivisione di risorse.

La creazione di una community facilita

l’incontro tra domanda e offerta per

ridare fiducia ai giovani. La PA può essere

coinvolta nella realizzazione di un nuovo

tessuto imprenditoriale e nella

progettazione di nuovi servizi al cittadino,

contribuendo così a creare nuova

occupazione e a migliorare le condizioni

di lavoro. In tal senso la PA può essere

considerata come una grande community.

SINTESI

ROSSANA TORRI, del Settore Innovazione economica,

Smart City e Università del Comune di Milano

esprime l’esigenza di avere una governance

multilivello che in ambito locale sostenga le buone

idee attraverso iniziative di empowerment e

crowdfunding. In tal senso, le idee di innovazione

sociale basate sulla condivisione degli spazi possono

portare ad una rigenerazione del territorio di

supporto all’auto-imprenditorialità emergente.

VERONICA TENTORI dell’Intergruppo Innovazione

della Camera dei Deputati sottolinea come le

esperienze presentate siano accomunate da

un’incertezza normativa, che deriva da un’assenza di

fiducia generalizzata. La norma quadro mira proprio

a introdurre questa fiducia, definendo anche alcune

figure e norme di settore, prima fra tutte la figura di

“utente/operatore”. Occorre partire da una logica di

integrazione tra mercato tradizionale e nuove forme

di economia per creare una legge a vantaggio di tutti.

MARCO PIERANI, Responsabile Relazioni Esterne

Istituzionali di Altroconsumo ribadisce la necessità di

capire la sharing economy in quanto approccio

diverso al consumo. In ragione di ciò, occorre

ripensare le modalità di azione dell’associazione dei

consumatori. Quest’ultima deve essere parte attiva

della relazione, e un ruolo attivo deve essere

riconosciuto anche al cittadino/utente/operatore,

affinché la norma possa durare. D’altra parte, occorre

evitare di burocratizzare la sharing economy.

Chiara Buongiovanni

Valentina Volpi

Antonio Opromolla

Daniele Bucci

Roma, Palazzo dei Congressi, 25 maggio 2016