sicurezza, prestazioni, efficienza e velocità. · 53 noleggio lorini l’esperienza guida lo...

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ONSITELIFT - maggio-giugno 20172

SOMMARIO

Direttore responsabileLuigi Zaffagnini – [email protected]

Direttore editoriale Ettore Zanatta – [email protected]

Responsabile di redazione Lorenzo Zacchetti – [email protected]

Responsabile commercialeLuisa Casazza – [email protected]

Hanno collaborato a questo numero:Saverio Bellante, Pietro Gabrielli, Gianni Gennari, Riccardo Lorenzi, Liliana Rebaglia, Stefano Vitali

Ufficio amministrazioneRoberta Fabbri – [email protected]. 0545 967722

Ufficio abbonamentiTel. 0545 967722 E-mail: [email protected]

Abbonamenti Italia: euro 30,00 (IVA compresa)Other countries: euro 42,00 (IVA compresa)

StampaMDM - Forlì

PeriodicitàSono previsti 5 numeri/anno

RegistrazioneRegistrazione Stampa Tribunale di Ravenna n. 26887 del 6/12/16Iscrizione Roc: 26887 Capoverso Editrice Srl

ONSITE LIFT Capoverso Editrice srl Piazza Gramsci, 748017 Conselice (RA)Tel. 0545 [email protected] www.capoversoeditrice.it

ResponsabilitàLa riproduzione delle illustrazioni e degli articoli pubblicati su “ONSITE LIFT”, traduzioni comprese, è riservata e non può avvenire sen-za autorizzazione scritta della Capoverso Editrice srl. Testi e materiali fotografici forniti in qualsiasi forma alla stessa non saranno restituiti, anche in caso di non avvenuta pubblicazione. La Capoverso Editrice srl non si assume responsabilità relative ai suddetti materiali, anche in caso di esemplari unici, e ad eventuali errori contenuti negli articoli pubbli-cati. Il materiale redazionale pervenuto alla Capoverso Editrice srlsen-za preventivi accordi sono da intendersi gratuiti anche se pubblicati. I nomi e le ditte pubblicati sono citati senza responsabilità, a puro titolo informativo, allo scopo di rendere un servizio al lettore.

Periodico associato a UNACEA

In copertina: Haulotte Italia

ATTUALITÀ

12 Codice Appalti Lavori (ancora) in corso di Lorenzo Zacchetti

MACCHINE

18 Manitowoc Group L’innovazione punta in alto di Stefano Vitali

24 Effer Il perseguimento dell’eccellenza di Ettore Zanatta

30 Bobcat “Estensione” di garanzia di Pietro Gabrielli

4 Editoriale di Ettore Zanatta

6 Notizie a cura di Liliana Rebaglia

COMPONENTI

44 Gefran Soluzioni per l’idraulica mobile di Pietro Gabrielli

TECNOLOGIE

46 Goldhofer Il cuore pulsante dell’acciaio di Saverio Bellante

SERVIZI

50 IPAF Alzando l’asticella della qualità di Riccardo Lorenzi

53 Noleggio Lorini L’esperienza guida lo sviluppo di Pietro Gabrielli

DOSSIER

56 Emissioni motori Una rivoluzione dietro l’angolo di Lorenzo Zacchetti

ON SITE

64 Sollevamenti in ambiti complessi Tre casi di eccellenza “telescopica” di Riccardo Lorenzi

FIERE

70 Steinexpo 2017 L’expo della pietra di Lorenzo Zacchetti

72 Prodotti a cura di Liliana Rebaglia

MAGGIO-GIUGNO 2017 - N. 3

IL SOLLEVATORE TELESCOPICO MANITOU MRT 2550+ ST4 S2L’EVOLUZIONE DEL PRIVILEGIO

di Ettore Zanatta34

Hands On

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UN’AZIENDA, OLTRE 300 MACCHINE.

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AUMENTA LA PRODUTTIVITÀRISPARMIA SUI CONSUMI

NUOVA GAMMA MOVIMENTATORI TELESCOPICI IL

N° I

AL MONDO

4

EDITORIALE

Ettore Zanatta direttore editoriale

ONSITELIFT - maggio-giugno 2017

Il recente cedimento del ponte di raccordo sulla tangenziale di Fossano, in Piemonte, è solo l’ultimo esempio di come procedano ormai le opere stradali e il relativo indotto imprenditoriale nel nostro Paese. Procedono, al netto dei puntuali aumenti tariffari applicati agli utenti dai gestori autostradali,

tra interessi oscuri, corruzione e calcestruzzo ammalorato. L’Italia spende tre volte di più negli appalti stradali rispetto alla media degli altri paesi dell’Unione europea. Appalti e lavori polverizzati, spesso, nella lunghissima strada della loro realizzazione, tra sospetti, società e cartelli di imprese infettati da logiche mafiose (l’Autorità anticorruzione ha fatto ormai scuola, da questo punto di vista). Così, mentre validi costruttori made in Italy di macchine moderne per l’ispezione e la manutenzione di ponti e viadotti stradali continuano a rimanere un caso da “nemo profeta in patria”, spesso sconosciuto ai più, i nomi che sentiamo, pronunciati a fil di voce in molti cantieri, non sono quelli dell’eccellenza imprenditoriale rivelata al pubblico internazionale delle costruzioni. Sono invece nomi noti solo agli addetti ai lavori, a organismi pubblici e gestori di infrastrutture che gestiscono in proprio un regno delle tenebre senza merito né progresso. Oggi abbiamo un nuovo codice degli appalti, in attesa di prove sul campo e giudizi compiuti. Lo leggeremo a fondo per capire se c’è una luce in fondo a questo tunnel sempiterno, se c’è anche un lume di possibilità che qualcosa finalmente cambi. Nel frattempo, chiederemo a queste nostre aziende specializzate, o a qualche altro esperto estraneo alle lobby di potere che potrebbe concorrere con le sue tecnologie a salvaguardare lo stato di ponti e viadotti, su quali passare con moderata tranquillità.

Le tenebre delle infrastrutture

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NOTIZIE

Nei primi tre mesi del 2017 sono state immesse sul mercato italiano 2.094 macchine per costruzioni, con una crescita del 6% rispetto a quanto rilevato lo scorso anno. Più in dettaglio, sono state vendute 2.005 macchine movimento terra e 89 macchine stradali. “La crescita del mercato italiano continua, ma su livelli più contenuti di quelli registrati lo scorso anno – ha commentato Paolo Venturi, presidente di Unacea –. Gli spazi per un ulteriore sviluppo esistono, basterebbe valorizzare le possibilità

offerte dallo sviluppo tecnologico del settore: l’utilizzo di macchine di ultima generazione, specie nei centri abitati, contribuirebbe a migliorare l’ambiente e a evitare le multe che l’Ue infligge all’Italia per lo sforamento dei limiti riguardanti la presenza di particolato nell’aria”.Unacea, insieme alle altre associazioni del settore Ascomac e Assodimi, ha presentato alle amministrazioni comunali delle proposte per incentivare l’utilizzo di macchine di ultima generazione.Tra queste, c’è un richiamo

Le macchine crescono, ma più lentamente

MERCATO

a cura di Liliana Rebaglia

ONSITELIFT - maggio-giugno 2017

Capoverso Editrice srl ha aderito a Unacea come socio aggregato. La casa editrice è una realtà nata nel 2016, ma che basa la sua attività sui molti anni di esperienza acquisita nel settore delle macchine e attrezzature per le costruzioni e il sollevamento. La formula comunicativa proposta da Capoverso Editrice con OnSite integra strumenti cartacei, con le riviste OnSite Construction e OnSite Lift, e le più

CAPOVERSO EDITRICE ADERISCE A UNACEAefficaci tecnologie internet e di digital marketing, con il portale onsitenews.it.“Aderiamo a Unacea con la convinzione che un progetto di comunicazione innovativo, integrato e multimediale come OnSite debba essere parte attiva del network italiano delle macchine per le costruzioni “, ha dichiarato Ettore Zanatta, direttore editoriale e socio. “Aggiornare in modo professionale gli operatori sulle dinamiche del

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settore, metterli in contatto diretto con i costruttori e partecipare alle manifestazioni di internazionalizzazione promosse dall’associazione: sono solo alcune delle importanti opportunità offerte da Unacea”.

PAOLO VENTURI PRESIDENTE DI UNACEA

all’esempio virtuoso rappresentato dalla città di Londra. Nella capitale del Regno Unito, le normative sulla limitazione della circolazione sono state estese a tutti i tipi di veicoli, compresi quelli destinati alle costruzioni. Solo i veicoli di ultima generazione possono circolare liberamente e le macchine usate nei lavori pubblici devono rispettare almeno lo Stage IIIB. Dal 2020 in poi, entreranno in vigore ulteriori restrizioni alla circolazione di mezzi obsoleti. per un approfondimento sul tema, vai al Dossier di pag. 56.

maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 7

Un’autogrù Grove GMK 4100 L/1 e una GMK 5250 L sono state consegnate venerdì 12 maggio alla O.MEC. di Ancona, attiva nel settore del noleggio di macchinari per il sollevamento di mezzi e persone, per mano della FIMI S.p.A. di San Benedetto del Tronto (Ap), azienda con trentennale esperienza nella commercializzazione, distribuzione e assistenza post-vendita di autogrù, piattaforme aeree e veicoli industriali.Dal 1989 la O.MEC opera nel settore della manutenzione di macchinari e apparecchiature per impianti chimici, alimentari, petrolchimici, saccariferi, dell’industria cartiera e dei cantieri navali, mentre dal 2000 è attiva nel noleggio di macchinari per il sollevamento di mezzi e persone. La meccanica di precisione, la costruzione di carpenterie metalliche per la grande, media e piccola impresa, il noleggio basato su un’ampia gamma di piattaforme aeree e di macchine per il sollevamento di cose e persone, la formazione all’uso efficace e sicuro delle macchine e il global service: questi sono i fiori all’occhiello dell’azienda di Ancona. La FIMI di San Benedetto del Tronto è invece un punto di riferimento nel mercato della vendita e assistenza

Importante consegna a O.MEC.GROVE

di veicoli industriali nuovi e usati, oltre che di autogrù e piattaforme aeree, per le quali vanta un ampio parco plurimarca. “Conosciamo bene la complessità del mercato delle autogrù perché da tempo siamo coinvolti nel suo sviluppo e nelle relative dinamiche”, ha affermato Adriano Filesi, titolare della FIMI S.p.A. “La nostra esperienza come concessionaria e officina autorizzata Manitowoc - marchio con il quale abbiamo instaurato da tempo un fattivo e proficuo rapporto commerciale - per Centro, Sud Italia e Isole e l’ampio parco usato ci permettono di proporre un’ampia gamma di soluzioni per autogrù nuove, usate e a noleggio. Il nostro parco usato è plurimarca, ma per il ‘nuovo’ ci affidiamo a Grove, marchio estremamente affidabile e che consente di soddisfare ogni esigenza in termini di sollevamento, grazie alla sua ampia gamma di autogrù tutto terreno, fuoristrada, autocarrate e industriali”.“L’acquisto delle autogrù GMK 4100 L/1 e GMK 5250 L è frutto di un rapporto di lunga data con FIMI S.p.A. e fa seguito ad altri già fatti in passato”, ha aggiunto Gianfranco Bronzini, amministratore unico di

O.MEC. “Queste due nuove macchine della gamma GMK sono un esempio di innovazione tecnologica: elementi come il sistema di sospensione MEGATRAK e il sistema TWINLOCK di fissaggio del braccio, nonché la concezione del braccio MEGAFORM sono esclusivi di Grove e ci offrono un reale vantaggio competitivo sul campo. Il marchio Grove ci permette di soddisfare le nostre esigenze in termini di flessibilità, affidabilità, competenza e qualità e ci consente di crescere e affermarci nella nostra attività, garantendoci adeguate prestazioni sia in Italia che all’estero e di appagare i nostri clienti finali, che sono da sempre la nostra principale preoccupazione”.

LA “CONSEGNA DELLA CHIAVE” DELLE DUE AUTOGRÙ GROVE GMK 4100 L/1 E GMK 5250 L NELLE MANI DI GIANFRANCO BRONZINI. ALLA SUA SINISTRA, ENRICO ANGIOLINI, SALES DIRECTOR SOUTH EUROPE DI MANITOWOC CRANES; ALLA SUA DESTRA, DIEGO BORGNA, MANAGING DIRECTOR ITALY DI MANITOWOC CRANES, E ADRIANO FILESI, TITOLARE DI FIMI S.P.A.

Da 12 anni la Marini Servizio Noleggio è specializzata nel noleggio di scale mobili per il sollevamento utilizzate in ambito edile e traslochi. L’attività della società si svolge principalmente nella provincia di Verona, con frequenti puntate anche nelle aree limitrofe (Mantova, Vicenza, Padova e Milano). Il parco nolo comprende attrezzature Böcker, tra cui un elevatore trainato Arriva HD34 da 34 m, un trainato Piccolo da 21 m e due elevatori componibili della serie Allegro e Top Lift da 20 m di altezza

operativa. Proprio Arriva è un classico tra gli elevatori Böcker: i modelli di questa serie rappresentano la sinergia tra progresso ed esperienza nella

tecnologia di sollevamento. Il suo sistema costruttivo si caratterizza per il pacco scala in alluminio e per un telaio di grande robustezza. Arriva offre una portata fino a 400 kg, una velocità in salita e discesa di circa 50 m/min e raggiunge, a seconda dei modelli, altezze comprese tra i 26 e i 37 m. La bassa altezza di carico delle gabbie e la propulsione ausiliaria di nuova concezione (che è offerta come optional) garantiscono, inoltre, una riduzione della fatica e dello stress durante il lavoro.

Una flotta per Marini Servizio NoleggioBÖCKER

ONSITELIFT - maggio-giugno 20178

NOTIZIE

Si è tenuto venerdì 5 maggio, presso la sede Effer di Minerbio, un esclusivo Open House organizzato dal costruttore bolognese dedicato ai principali clienti del Nord Italia e delle Isole (un altro si terrà presso lo stabilimento di Taranto il prossimo 19 maggio e sarà riservato ai clienti del Centro e Sud Italia). Qui, oltre 150 ospiti hanno potuto verificare la qualità dei prodotti Effer non solo in termini di “prodotto finito”, ma hanno anche avuto la possibilità di visitare la fabbrica e i reparti produttivi, organizzati secondo filosofie che mirano alla realizzazione di soluzioni di assoluta affidabilità. Nell’area esterna dello stabilimento erano esposte due gru speciali: una Effer 1355, di proprietà del cliente Torre Montaggi di Fiume Veneto (Pn), e una Effer 2055 scarrabile, in configurazione 8s + jib L6s, per gentile concessione della Goitese Trasporti di Goito (Mn). La gru Effer 1355 è appartiene alla gamma di macchine di grosse dimensioni, che offre capacità di sollevamento comprese tra 30 e

Porte aperte alla Effer!EFFER

300 tm e sono l’ideale per chi deve lavorare con carichi importanti in tutta sicurezza anche nelle situazioni più estreme. Particolarità di questa gru, il sistema CrossStab, un brevetto Effer che permette di orientare gli stabilizzatori in diagonale nella direzione opposta al cassone, estendendo l’area di massima stabilizzazione a 360° (con il CroSStab si ottiene inoltre un’area di lavoro libera vicino alla base della gru, per eseguire grandi sollevamenti).Anche la 2055 esposta a Minerbio, oggetto di un’efficace dimostrazione che ha attirato l’attenzione di tutti gli intervenuti, appartiene alla gamma di gru di grosse dimensioni ed è stata realizzata da Effer praticamente “su misura” per la Goitese Autotrasporti. La Torre Montaggi ha iniziato la sua attività nel 2004: oggi è specializzata in modo particolare nella bonifica e nella rimozione dell’amianto, occupandosi di tutto l’iter procedurale: dalla presentazione del piano di

lavoro agli uffici competenti del territorio al trasporto nelle apposite discariche di rifiuti speciali. L’azienda si occupa anche della fornitura e dell’installazione di coperture con pannelli fotovoltaici integrati, sia per edifici industriali nuovi che in ristrutturazione. La Goitese Trasporti, nata nel 1977, si occupa invece del noleggio di autogrù, carrelli elevatori e piattaforme aeree ed effettua trasporti nazionali e internazionali (trasporti con gru, eccezionali, con bisarca pesante e treni).Entrambe le società sono clienti consolidati di Effer e vantano nel loro parco mezzi diverse unità del costruttore di Minerbio. Due gli elementi comuni che hanno condotto i titolari delle due aziende – presenti all’evento – a questa scelta: la qualità indiscussa e l’affidabilità delle gru, garantite da un marchio storico che ha fondato la sua attività sulla cultura del lavoro. A sostenere questo giudizio anche un importante cliente presente all’Open House e proveniente dalla Sardegna: la Emmeciemme (MCM) di Olbia, attiva da oltre 40 anni nel settore cementizio, producendo manufatti in calcestruzzo di ogni genere adatti a soddisfare le esigenze di privati e imprese.

maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 9

Consegnata alla SAE Italia di Piacenza un’autogrù Grove GMK 6400 a 6 assi usata con portata max di 400 t. Questo mezzo imponente, che sarà impiegato in Spagna presso un grande cantiere nelle vicinanze dell’aeroporto di Madrid, opererà per tutto il 2017 su due turni lavorativi giornalieri con composizione specifica per l’installazione di strutture in acciaio del peso di 15 t a un raggio di 58 m. La nuova arrivata, fornita dal concessionario Manitowoc Grove in Italia, la FIMI di San Benedetto Del Tronto (Ap), va ad aggiungersi al già vasto parco mezzi del gruppo SAE costituito da autogrù fuoristrada e multistrada di varie portate, oltre che da sollevatori telescopici e piattaforme aeree semoventi. Acquistati, questi ultimi, proprio recentemente tramite una nuova società del Gruppo, la SAE Lift d.o.o. di Ljubljana (SLO), costituita tra le società slovena GMC KOVI d.o.o. e SAE Europe kft di Budapest (H). “Il mercato italiano - commenta Michele Albamonte, responsabile commerciale SAE - non ci assicura più la possibilità d’impiego costante di determinati mezzi, motivo per il quale abbiamo ormai da tempo deciso di estendere il raggio d’azione anche oltreconfine e non solo in Europa, strutturandoci in modo adeguato. E strutturarsi non significa solo documentarsi e attenersi alle varie norme e/o leggi vigenti in altri Paesi, ma anche provvedere a ulteriori percorsi di formazione per i propri addetti ai lavori, frequentare almeno un corso di lingua inglese e disporre pertanto, nelle nostre sedi, di impiegati tecnici e amministrativi con conoscenza di più lingue straniere. Per i risultati raggiunti è doveroso quindi ringraziare tutto lo staff SAE propenso a sacrifici e impegno costante, sia in azienda che ovunque vi sia da operare, con particolare entusiasmo”.Durante il 2016 il gruppo SAE ha svolto gran parte delle proprie attività in Ungheria, in Bulgaria (in particolare all’interno di una raffineria petrolifera nei pressi di Burgas) e in Slovacchia, nella città di Malacky, per la realizzazione di un nuovo impianto Ikea. “Soddisfacente anche l’andamento della collegata Italcrane di Cagliari - conclude l’Avv. Morenghi, presidente di SAE -, che dopo il suo periodo di start-up si avvia ormai verso un previsto generale assestamento grazie alle costanti prestazioni delle proprie autogrù per la manutenzione e la realizzazione d’impianti petroliferi, gestite dal responsabile operativo Paolo Ortu, che la vedono ormai protagonista in più raffinerie dislocate su tutto il territorio nazionale, isole comprese”.

Una GMK 6400 per la Spagna

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ONSITELIFT - maggio-giugno 201710

NOTIZIE

Acquisita ufficialmente Redaelli TecnaTEUFELBERGER

opportunità conseguenti dall’accordo. “Siamo ora parte di un’azienda che, tanto quanto noi, possiede grandi competenze quando si parla di sviluppo, produzione e distribuzione di funi di acciaio ad alte prestazioni. Questa fusione genera nuove opportunità e soluzioni non solo per i nostri clienti ma anche per i nostri dipendenti”. Con un totale di circa 1.300 dipendenti e un fatturato aggregato di 240 milioni di euro nell’esercizio 2016, la combinazione data dalla fusione di Redaelli Tecna e Teufelberger consente di proporre al mercato un’ampia gamma di funi speciali d’acciaio – anche di grandi diametri – in grado di soddisfare una serie di applicazioni e sfruttare le nuove opportunità di distribuzione per le attività offshore e on-shore per il settore oil&gas, per il trasporto persone e materiali, per il sollevamento industriale, nonché per lo sviluppo e la produzione di sistemi innovativi per le tensostrutture e per la distribuzione, service e assistenza tecnica nel settore del sollevamento.

La firma per l’operazione di acquisto della storica azienda italiana Redaelli Tecna da parte di Teufelberger, annunciata in gennaio, è stata approvata in via ufficiale dalle autorità competenti. A seguito del positivo closing dell’accordo, che ha previsto il necessario processo di revisione antitrust, gli specialisti delle funi di acciaio Teufelberger e Redaelli Tecna inizieranno a plasmare il loro futuro insieme.  Unite, le due aziende sono attualmente tra i primi tre produttori di funi d’acciaio ad alte prestazioni e, in virtù di un portafoglio prodotti complementare, sono in grado di offrire ai propri clienti una più ampia e completa gamma di servizi.  “La fusione di Redaelli Tecna e Teufelberger ci fornisce un expertise unica riguardo le migliori soluzioni tecniche per le funi di acciaio, nonché una presenza globale. Siamo convinti che entrambe le aziende, nonché i nostri clienti in tutto il mondo, beneficeranno della nuova gamma di servizi offerti da Teufelberger e Redaelli, che si completano l’un l’altra perfettamente. Due grandi e

potenti aziende hanno creato un’entità corporate senza confronti, che è destinata a diventare leader del mercato globale”, ha affermato Florian Teufelberger commentando la fusione delle due aziende. Giuliano Ambroset, CEO di Redaelli Tecna, ha evidenziato le

DA SINISTRA: FLORIAN TEUFELBERGER, CEO DI TEUFELBERGER E GIULIANO AMBROSET CEO DI REDAELLI TECNA

Nel segmento dei sollevatori telescopici, il Gruppo Cofiloc dispone di una delle gamme più ampie e complete sul mercato del noleggio. Macchine all’avanguardia, corredate di quegli accessori che ne aumentano la versatilità: dai frontali ai rotativi, da quelli per grandi portate fino ai più piccoli e maneggevoli. Come il modello Wacker

Neuson TH412. Entrato nella flotta alcuni mesi fa, si è fatto subito apprezzare per l’equilibrio tra compattezza delle dimensioni, potenza e manovrabilità. Caratteristiche fondamentali per muoversi agilmente in piccoli spazi - all’interno e all’esterno - e svolgere velocemente le operazioni di carico e scarico, con risparmio di tempo e denaro. Trasportabile su un rimorchio auto, il TH412 misura 1,56 di larghezza e 1,94 m di altezza: ciò lo rende il più piccolo sollevatore telescopico fuoristrada sul mercato. Ma piccolo non significa debole: oltre a una capacità di sollevamento di 1,2 t, infatti, offre un’altezza d’impilaggio di 4,25 m. Operazioni che possono essere svolte in sicurezza grazie al sistema di assistenza VLS (Vertical Lift System) che si attiva in caso di rischio di sovraccarico, mentre il design user-friendly ed ergonomico della cabina consente di lavorare comodamente per ore e con una visibilità ottimale.

Un TH412 per CofilocWACKER NEUSON

maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 11

Quella di ISSA autogrù, società di Ferrara dei fratelli Guidoboni, è una storia che parte da lontano: a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta l’azienda nacque come officina meccanica e carrozzeria dedita al servizio di soccorso stradale; non solo auto, ma anche autocarri di piccola, media e grande portata. Progressivamente il nome della piccola ma efficiente impresa cominciò a farsi strada in un territorio ricco di stabilimenti, zuccherifici e distillerie; attività che spesso necessitavano di un aiuto per il sollevamento di attrezzature e manufatti. Operazione che – svolta con i pochi mezzi allora disponibili – richiedeva tempo e non pochi rischi per gli operatori e il personale a terra. Ecco quindi arrivare la prima autogrù e, alla fine degli anni Ottanta, le autogrù idrauliche, che fecero fare

all’azienda un vero salto di qualità. Dieci anni dopo, la seconda generazione Guidoboni cominciò a inserire macchine tecnologicamente sempre più evolute: carrelli elevatori, piattaforme autocarrate e aeree. Ed eccoci ad oggi. Il presente è una realtà di 17 persone, un’attività di noleggio radicata nelle province di Ferrara e Bologna, con una clientela che varia dal piccolo artigiano alla grande azienda. La flotta è composta da un centinaio di mezzi: dalle autogrù da 200 t ai sollevatori frontali e rotativi, dalle autocarrate fino a 60 m alle piattaforme aeree elettriche e diesel. Il 70% di queste ultime sono JLG, marchio entrato in ISSA nel 1996 con l’articolata E45. Un rapporto di fiducia ben consolidato che, come sottolinea Alessio Guidoboni, “poggia sulla gamma e qualità dei prodotti e sull’eccellente servizio post-vendita di JLG”. Recente è l’acquisto di tre nuovi boom elettrici articolati: un E450AJ (altezza di lavoro 15,72 m) e due E400AJP (altezza di lavoro 14,19 m). La scelta risponde a una precisa indicazione del mercato, con la crescente richiesta di macchine elettriche; un trend molto positivo che lascia prevedere l’arrivo di ulteriori mezzi JLG nel corso dell’anno.

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ONSITELIFT - maggio-giugno 201712

IL GOVERNO HA PREPARATO IL DECRETO CORRETTIVO DEL CODICE DEGLI APPALTI, MA ANCORA PRIMA DELLA SUA PUBBLICAZIONE EMERGONO DIVERSE CRITICITÀ DALLA LETTURA DELLE BOZZE. ANCE E LA FILIERA DELLE COSTRUZIONI METTONO SUL TAVOLO UNA SERIE DETTAGLIATA DI SUGGERIMENTI SPECIFICI PER COMPLETARE IL RILANCIO DI UN SETTORE CHE VUOLE USCIRE DA UNA LUNGA CRISI STRUTTURALE

di Lorenzo Zacchetti

LAVORI (ANCORA) IN CORSO

CODICE APPALTI

ATTUALITÀ

maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 13

L a rincorsa alla tanto ago-gnata ripresa assomi-glia alla tela di Penelope nell’Odissea: quando si pensa di intravedere la

luce in fondo al tunnel, inevita-bilmente viene a mancare la ter-ra sotto i piedi e ci si ritrova an-cora più in profondità di prima. Il settore delle costruzioni non ha nemmeno la possibilità di sfogarsi contro la latitanza delle istituzio-ni, che sul tema si sono sforzate di accogliere i segnali di allarme da parte delle aziende e dei loro rappresentanti. Il recente tavolo della filiera orga-nizzato da Ance ha riconosciuto i “grandi sforzi” che si sono tradot-ti in diversi provvedimenti quali il progetto “Casa Italia” (un pia-no ventennale per prevenire i ri-schi sismici), la Legge di Bilancio e il DEF (Documento di Economia e Finanza). Grazie al combinato disposto di questi interventi so-no aumentate le risorse statali,

c’è maggiore stabilità finanziaria su un orizzonte di medio perio-do per temi strategici (come scuo-le, rischio idrogeologico, Anas e Ferrovie), è stato definitivamente superato il Patto di Stabilità per sbloccare gli investimenti negli enti locali ed è stato varato un fondo investimenti da 47,5 mi-liardi per il periodo 2017/2032.

Sconfiggere la burocraziaNonostante gli ingenti sforzi, i ri-sultati concreti sono ancora ben lontani dagli auspici del settore. Dati alla mano, i cantieri non ac-cennano a ripartire. Nel 2016, gli investimenti nei la-vori pubblici hanno segnato un calo del 4,5%, invece di salire del 2% come era stato previsto nel DEF precedente. Sono in netto ca-lo (-15,4%) gli investimenti in con-to capitale da parte dei Comuni, nonostante il superamento del Patto di Stabilità interno. Indice negativo anche per i bandi pub-

blici, calati del 2,4% in numeri as-soluti e del 17,1% in termini di va-lore. Incidono particolarmente le difficoltà dei Comuni, i cui bandi segnano un calo del 9,3% in nu-mero e del 35% in valore. Decisamente allarmante anche il dato Istat, che vede l’occupazione nel settore calare di un ulteriore 4,4% nel corso dello scorso anno. Il presidente dell’Ance Gabriele Buia evidenzia la portata del pro-blema: “Tutto ciò non è più soppor-tabile. I cantieri non aprono. Il siste-ma è allo stremo e bisogna ribaltare la situazione”. In particolare, l’Ance punta il dito sull’eccesso di burocra-zia che blocca i cantieri. Secondo le sue stime, per ultimare i cantieri di interventi medio-piccoli ci voglio-no sette anni e tre mesi, mentre per opere medio-grandi occorrono fino a dieci anni. “Sono tempi biblici - ha aggiunto Buia - e noi abbiamo bi-sogno di lavoro. Senza far ripartire la macchina delle costruzioni, nemmeno il Paese può ripartire”.

Le tre direttrici seguite per le modifiche:1) Modifiche di coordinamento ai fini di una più agevole lettura e interpretazione del testo;2) Integrazioni che migliorano l’efficacia e chiariscono la portata di alcuni istituti, sulla base anche di quanto suggerito dal Consiglio di Stato in sede consultiva e dalle associazioni o dagli operatori di settore;3) Limitate modifiche ad alcuni istituti rilevanti, conseguenti alle criticità evidenziate nella prima fase attuativa del Codice.

COME È STATO MODIFICATO IL CODICE

ONSITELIFT - maggio-giugno 2017

soglia comunitaria. Il documento elaborato dai protagonisti della fi-liera sul punto è categorico: “Fino a quando non sarà portata a compi-mento la qualificazione delle stazio-ni appaltanti e diverranno operativi gli albi dei commissari di gara pres-so l’Anac, nonché la progettazione in Bim, questo metodo è l’unica strada per una gestione trasparente ed effi-ciente delle risorse”. La soglia per l’e-sclusione automatiche delle offerte anomale andrebbe quindi innalza-ta da 1 a 2,5 milioni di euro, così da velocizzare la cantierizzazione dei lavori, ma senza rinunciare ai necessari requisiti di trasparenza e legalità. Si auspica, inoltre, una chiara interpretazione della defini-zione “interesse transfrontaliero”, che altrimenti rischia di generare applicazioni difformi.

Subappalti e sorteggiAltrettanto chiaro è l’orientamen-to in merito alle concessioni senza

Il nodo delle offerte anomaleIl gruppo di lavoro non si è limi-tato a fotografare lo stato di fatto, ma ha individuato delle precise di-rezioni da percorrere per uscire dal-la palude. La recente riforma, co-me prevedibile, ha avuto bisogno di una fase di rodaggio, al termine della quale, preso atto delle critici-tà emerse, il Governo ha prepara-to un decreto correttivo. Tuttavia, i margini di miglioramento sono ancora piuttosto ampi e con il con-tributo di Anaepa Confartigianato Edilizia, Casartigiani, CLAAL, CNA Costruzioni, Confapi Aniem, Alleanza delle Cooperative Italiane e Oice, sono stati individuati dei suggerimenti molto puntuali per proseguire su questa strada.Per rendere più semplici e traspa-renti le aggiudicazioni, il tavolo di lavoro ha proposto l’esclusione automatica delle offerte anomale attraverso il “metodo antiturbati-va”, da utilizzare per gare fino alla

ATTUALITÀ

10 NOVITÀ DEL CODICE APPALTI1) Appalto integrato: introdotto un periodo transitorio che prevede che l’appalto integrato sia possibile per gli appalti i cui progetti preliminari o definitivi siano stati già approvati alla data di entrata in vigore del codice e nei casi di urgenza.2) Progettazione: introdotta l’obbligatorietà dell’uso dei parametri per calcolare i compensi a base di gara.3) Contraente generale: introdotta una soglia minima pari a 150 milioni di euro per il ricorso all’istituto del contraente generale, per evitare che il ricorso all’istituto per soglie minimali concretizzi una elusione del divieto di appalto integrato.4) Varianti: integrata la disciplina della variante per errore progettuale, specificando che essa è consentita solo entro i limiti quantitativi del  “de minimis”.5) Subappalto: confermata la soglia limite del 30% sul totale dell’importo contrattuale per l’affidamento in subappalto.6) Semplificazioni procedurali: in caso di nuovo appalto basato su progetti per i quali risultino scaduti i pareri acquisiti, ma non siano intervenute variazioni, vengono confermati i pareri, le autorizzazioni e le intese già rese dalle amministrazioni.7) Manutenzione semplificata: viene definita da un decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e nel limite di importo di 2 milioni e mezzo di euro.8) Dibattito pubblico: sarà effettuato sui progetti di fattibilità tecnica economica e non sui documenti delle alternative progettuali come nel testo approvato in via preliminare.9) Costo della manodopera: se ne prevede la specifica individuazione ai fini della determinazione della base d’asta.10) Albo dei collaudatori: inserito l’obbligo, per le amministrazioni, di scegliere i collaudatori da un apposito albo.

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maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 15

tre che, verificato il corretto adempi-mento dei lavori subappaltati, l’abu-sivo mancato rispetto dei termini di pagamento previsti dalla normativa UE possa consentire alla stazione ap-paltante di pagare direttamente per le prestazioni eseguite in subappalto”. Un ulteriore correttivo suggerito al legislatore riguarda la limitazione delle deroghe all’obbligo di appal-tare i lavori su progetto esecutivo, da permettere solo per lavori com-plessi in cui le componenti inno-vative e tecnologiche siano di im-porto superiore al 70% del totale e che l’urgenza deve essere limitata a calamità naturali. Inoltre, si indica la necessità di innalzare a 258.000 euro la soglia di lavori per i quali è obbligatorio dimostrare la qua-lificazione SOA, così da ampliare la possibilità di accesso al mercato pubblico per il sistema delle micro e piccole imprese.

Il parere degli stakeholderQuali di queste criticità sono già state recepite dal decreto corret-

na dei subappaltatori. Superando i pregiudizi sul subappalto come pratica che nasconde possibili ille-citi, si propone inoltre di prevede-re l’integrale subappaltabilità del-le categorie scorporabili e del 30% della categoria prevalente. Un’altra procedura candidata alla “rottamazione” è il sorteggio nel-le procedure negoziate, che con-trasta con il criterio di qualità che va seguito per le imprese. Si chie-de quindi di invitare tutti coloro che hanno risposto positivamente all’indagine di mercato per lavori di valore compreso nella fascia tra 150.000 euro e un milione di eu-ro, esperendo verifiche “a campio-ne” non solo sull’aggiudicatario, ma anche sul 10% dei concorrenti. Tra i problemi dei quali i player del settore non vedono l’ora di sgra-varsi c’è “la prassi iniqua che sca-rica sull’intera filiera – grandi, pic-coli e medi – l’onere di anticipare i corrispettivi dovuti. Va previsto inol-

gara: “È necessario confermare, per le concessioni non affidate con proce-dure ad evidenza pubblica, la regola che impone che almeno l’80% di tali lavori venga esternalizzato dai con-cessionari – prosegue il documen-to – Si tratta di una soluzione di compromesso rispetto alla norma eu-ropea che impone il 100%”. Viene nel contempo proposta l’esclusio-ne delle concessioni “di sola pro-gettazione ed esecuzione” (quindi che non prevedono la gestione) e di quelle i cui affidamenti origina-ri sono “ante Legge Merloni”, da ricondurre all’appalto integrato o all’affidamento a contraente gene-rale di cui all’art.194.In merito al subappalto, si propo-ne di renderlo sempre possibile, evitando la necessità di una espli-cita autorizzazione da parte del-la stazione appaltante interessa-ta. Andrebbe eliminato, secondo gli auspici della filiera, anche l’ob-bligo di nominare in gara la ter-

VA ELIMINATO IL  CRITERIO DEL MASSIMO RIBASSO, CHE NON PUÒ E NON DEVE ESSERE UTILIZZATO DALLE AMMINISTRAZIONI PER AGGIUDICARE LE GARE

GABRIELE BUIA PRESIDENTE ANCE

ONSITELIFT - maggio-giugno 201716

a ciò si arrivi attraverso il sistema di qualificazione delle stazioni appal-tanti. Avevamo anche chiesto di al-leggerire l’impatto del rimborso degli oneri di pubblicità sui quotidiani, che nel nostro caso possono arrivare an-che al 10% del valore dell’appalto, anche con una anticipazione prezzi. Avremmo apprezzato qualche sfor-zo in più sui supporti al RUP, anche per fare crescere la P.A. nel confronto con chi utilizza ogni giorno il project management”. Rispetto all’appalto integrato, Lupoi giudica favorevolmente la conferma del principio genera-le dell’affidamento dei lavori sul-la base del progetto esecutivo: “Avevamo chiesto che fossero ridotte le eccezioni e il fatto di avere elimina-to i casi di urgenza è sicuramente po-sitivo dal momento che è proprio die-tro al vago concetto di ‘urgenza’ che spesso ha prosperato la mancanza di trasparenza. Rimangono le eccezioni per le manutenzioni comunque limi-tate e quelle per netta prevalenza tec-nologica e innovativa. In quest’ulti-mo caso auspicavamo qualche paletto in più per vietare distorsioni applica-tive. Positivo è anche che sia stato li-mitato il ricorso al contraente genera-le in un ambito consono a tale figura. Avevamo registrato troppe anomalie in questi ultimi mesi”. OICE indica un possibile corret-tivo anche sul punto relativo ai corrispettivi: “L’applicazione ob-bligatoria del ‘decreto parametri’ era per noi il primo punto di par-tenza, fondamentale per avere ga-re di qualità il cui importo a base delle stesse fosse calcolato corretta-mente. Abbiamo con piacere saluta-to l’accoglimento di altre due norme da noi proposte, finalizzate ad evita-re che si subordinasse il pagamento dei corrispettivi all’ottenimento del finanziamento dell’opera progettata e che si potessero utilizzare forme di sponsorizzazione e di rimborsi nelle gare di servizi di ingegneria e archi-tettura. Abbiamo notato che anche il Presidente ANAC in audizione ha accolto con molto favore queste due nostre proposte e ne siamo lieti”. ■

alcune precisazioni alle parole del vicepresidente con delega agli svi-luppi legislativi Giorgio Lupoi: “Ci sarebbe piaciuto che, come avevamo chiesto, gli stessi livelli di esperien-za chiesti al mercato per progetta-zione e direzione lavori, fossero ri-tenuti imprescindibili anche per gli affidamenti ai tecnici interni alle Amministrazioni, ma confidiamo che

tivo del Codice degli Appalti? Secondo l’Ance, il giudizio sul la-voro svolto deve essere sostanzial-mente positivo, ma permane la ne-cessità di dare “chiare indicazioni sui poteri dell’Anac, la cui missione da noi sposata fin dall’inizio è quella di garantire in maniera trasparente e spedita l’applicazione di regole certe e uguali per tutti”, continua Buia. “È indispensabile che l’Anac pos-sa contare su una regolamentazione operativa e strumenti adeguati per favorire il decongestionamento del contenzioso, uno dei principali fre-ni all’apertura dei cantieri, evitando però di ingolfarla con competenze di ogni genere”. In termini di traspa-renza, poi, “va eliminato il  crite-rio del massimo ribasso, che non può e non deve essere utilizzato dalle am-ministrazioni per aggiudicare le gare. Il nuovo testo contiene, inoltre, molte norme condivisibili come la decisione di modificare i criteri per la qualifi-cazione delle imprese, che prende at-to della grave crisi economica in cui versa il settore e l’innalzamento del tetto pubblico per il partenariato pub-blico e privato per consentire a questo strumento di decollare o la conferma del vincolo al 20% di utilizzo dell’in-house per le concessionarie”.È complessivamente positivo an-che il giudizio di Oice - l’Asso-ciazione delle società di inge-gneria e architettura aderente a Confindustria – che però affida

ATTUALITÀ

GIORGIO LUPOI PRESIDENTE OICE

BISOGNEREBBE RICHIEDERE AI TECNICI DELLA P.A. GLI STESSI LIVELLI DI ESPERIENZA CHIESTI AL MERCATO PER PROGETTAZIONE E DIREZIONE LAVORI „

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ONSITELIFT - maggio-giugno 201718

L’INNOVAZIONE E LA VELOCITÀ SONO I DRIVER PRINCIPALI DELLA CULTURA SU CUI SI BASA IL GRUPPO AMERICANO E DEL MOTTO ‘MANITOWOC WAY’“. ELEMENTI CHE SONO APPARSI EVIDENTI IN OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE DELLE PIÙ RECENTI NOVITÀ, IN PARTICOLARE DURANTE LA SCORSA EDIZIONE DI CONEXPO

L’INNOVAZIONE PUNTA IN ALTO

MANITOWOC GROUP

MACCHINE

di Stefano Vitali

maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 19

I l gruppo Manitowoc è stato senza dubbio uno dei protagonisti durante l’ultima edizione del Conexpo, a Las Vegas, presentando una se-

rie di importanti innovazioni che hanno coinvolto le sue gamme di gru cingolate, autogrù fuoristrada e tutto terreno, nonché di gru a torre e automontanti, ribadendo la propria posizione di riferimento in questi settori. Vediamo le novità più interessanti.

L’autogrù fuoristrada Grove GRT880Manitowoc ha lanciato sul merca-to la Grove GRT880, una macchi-na che rappresenta per l’azienda un “salto generazionale” nella gamma delle autogrù fuoristrada, per via di una serie di caratteristiche che ne fanno un indiscusso punto di riferi-mento nella sua classe. Questo nuo-

vo modello ha fatto suo tutto ciò che Manitowoc ha sviluppato negli ultimi 10 anni di progettazioni ed è nettamente più produttiva e affi-dabile rispetto alle precedenti gene-razioni di gru, anche grazie ai pro-gressi apportati dal Centro di veri-fica prodotti (PVC) di Shady Grove. La GRT880, da 80 t, si distingue per un braccio da 41 m più leggero e lungo rispetto ad altre gru della sua classe, caratteristica particolarmen-te utile per il settore minerario, gli interventi di manutenzione e i pro-getti infrastrutturali. Con una serie completa di opzioni di estensione del braccio, la macchina è in grado di sollevare carichi più pesanti in tutto il suo diagramma di carico. La GRT880 è molto versatile e fa re-gistrare fino al 16% di capacità in più a sbraccio completo, il 13% in più nelle applicazioni intermedie e il 27% in più nei raggi contenuti.

L’OPINIONE

BARRY PENNYPACKERPRESIDENTE E CEO DI MANITOWOC GROUP

“Lo stand Manitowoc è stato una delle principali destinazioni per i visitatori del Conexpo 2017, i quali hanno potuto apprendere tutti i nostri ultimi sviluppi in termini di prodotto e innovazione. Abbiamo presentato diverse nuove gru, che hanno saputo sorprendere e soddisfare le aspettative dei clienti. D’altronde, il nostro impegno è sempre rivolto a loro, al miglioramento del rendimento del capitale investito. Tra le principali novità presentate, sono certamente da evidenziare le autogrù ‘tutto terreno’ a 5 assi GMK5150L e la GMK5250L, che hanno fatto la loro prima apparizione in Nord America e si distinguono per la lunghezza del braccio telescopico (60 e 70 t) e per il design innovativo. Ha fatto il suo debutto americano assoluto anche la gru fuoristrada GRT880 da 75 t, che incorpora il sistema CCS. Nel comparto delle gru cingolate, il fiore all’occhiello è la nuova MLC650, dotata del VPC-Max. Per quanto riguarda il marchio Potain, e quindi le gru edili, la parte del leone è rivestita senza dubbio dal modello Hup 40-30, dotato di un nuovo telecomando, del software Smart Set Up e della tecnologia High Performance Lifting (HPL). Della gamma topless Potain, va segnalata la versione 219, quella con la maggiore capacità della gamma MDT CCS City, introdotta nel 2016. Ma queste sono alcune delle innovazioni introdotte sul mercato da Manitowoc, perché sono davvero molte le novità che consentiranno agli operatori di lavorare con la massima efficacia e il livello di comfort più elevato. L’innovazione e la produttività, d’altra parte, sono i driver principali della cultura aziendale, che si basa sulla filosofia denominata ‘Manitowoc Way’”.

LA GROVE GRT880 RAPPRESENTA UN “SALTO GENERAZIONALE” NELLA GAMMA DELLE AUTOGRÙ FUORISTRADA, PER VIA DI UNA SERIE DI CARATTERISTICHE CHE NE FANNO UN PUNTO DI RIFERIMENTO NELLA SUA CLASSE

ONSITELIFT - maggio-giugno 2017

parlato di braccio: si tratta di una lunghezza di 70 m per quanto ri-guarda la GMK5250L e di 60 m per la GMK5150L. I sistemi applicati Megaform, Twin-Lock e CCS fanno sì che queste macchine siano tra le più stabili sul mercato. La Grove GMK5150L, in particolare, è una macchina da 150 t di portata. Per via della massa lorda del veico-lo, molto bassa per una gru di que-ste dimensioni, può essere previsto un contrappeso superiore. Con una capacità di 11,8 t con braccio com-pletamente esteso, la GMK5150L è

burante inferiore durante l’eserci-zio (con un risparmio di gasolio fi-no al 30%), di un peso complessi-vo ridotto e di meno manutenzio-ne, per cui l’utilizzo della gru risulta più conveniente. La denominazio-ne “L” che contraddistingue la sigla delle due nuove autogrù evidenzia il fatto che entrambi sono modelli “Long Boom”, peculiarità che offre una portata superiore per un’am-pia varietà di applicazioni, come ad esempio l’assemblaggio di gru a tor-re o il sollevamento in spazi ristret-ti di città congestionate. Abbiamo

La struttura dell’autogrù consente agli operatori di allestirla e smon-tarla in poco tempo, facendo rispar-miare denaro e aumentando la pro-duttività e il ritorno degli investi-menti. Anche i sistemi di coman-do idraulici sono stati progettati tenendo ben presente l’efficienza e il risparmio di carburante, al fine di consentire ai clienti una limitazione dei costi di manutenzione e d’eserci-zio. L’autogrù GRT880 è quindi un sicuro esempio di versatilità.

Due nuove autogrù “tutto terreno” Anche le due nuove autogrù “tutto terreno” GMK5150L e GMK5250L hanno fatto il loro debutto negli Stati Uniti lo scorso marzo. Le due macchine adottano diverse tecno-logie innovative e, in particolare, entrambe montano un propulsore singolo a 6 cilindri Mercedes-Benz OM471LA Tier 4 Final / Euromot 4, con potenza nominale di 390 kW (520 HP) e coppia massima di 2.460 Nm. Il motore comanda il carro e alimenta la sovrastruttura. L’uso di un motore singolo consente di beneficiare di un consumo di car-

MACCHINE

I visitatori americani del Conexpo 2017, tra le (molte) altre novità esposte da Manitowoc, hanno potuto ammirare anche l’innovativa gru automontante Potain HUP 40-30, già presentata al mercato europeo in anteprima come prototipo in occasione del Bauma 2016 e presso lo stabilimento Manitowoc di Niella Tanaro (Cn) in occasione di uno speciale evento organizzato lo scorso mese di settembre. La HUP 40-30 è una gru che si distingue per la versatilità e flessibilità, offre diverse opzioni di configurazione e un raggio di rotazione ad alte prestazioni. Il suo lancio sul mercato segue l’introduzione della prima versione della gamma, la HUP 32-27, avvenuto a metà 2016. Jean-Pierre Zaffiro, Product Manager per la divisione Gru automontanti Potain di Manitowoc, ha spiegato che la HUP

40-30 “rappresenta una profonda trasformazione nella tecnologia di questo comparto; lo sviluppo di gru automontanti ha raggiunto un nuovo livello di avanzamento, e la nostra nuova HUP 40-30 rispecchia appieno questi risultati. Rapidità, efficienza, versatilità e compattezza: sono tutti fattori aumentati rispetto alle generazioni di macchine precedenti”. La HUP 40-30 offre una portata massima di 4 t, mentre può sollevare 1 t al massimo sbraccio di 40 m. Il suo nuovo design aumenta l’altezza sotto gancio raggiungibile a 25,6 m nella sua posizione “bassa” e a 30 m quando invece è alla massima estensione. Una maggiore versatilità è garantita anche da un braccio capace di tre posizioni: orizzontale, a 10° e a 20°. “La flessibilità e la versatilità della HUP 40-30 consentono

EVOLUZIONE AUTOMONTANTE

agli operatori di coprire una gamma molto ampia di situazioni operative con una singola gru automontante”, ha aggiunto Zaffiro. “Questa è peraltro una delle caratteristiche principali della gamma HUP, possibile anche grazie alla tecnologia High Performance Lift (HPL), che garantisce una velocità di sollevamento senza precedenti”.

LE DUE NUOVE AUTOGRÙ “TUTTO TERRENO” GMK5150L E GMK5250L ADOTTANO DIVERSE TECNOLOGIE INNOVATIVE, TRA CUI UN PROPULSORE SINGOLO A 6 CILINDRI MERCEDES-BENZ OM471LA TIER 4 FINAL / EUROMOT 4, CON POTENZA NOMINALE DI 390 KW (520 HP) E COPPIA MASSIMA DI 2.460 NM

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maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 21

MLC650 a 700 t, con un incremento di 50 t rispetto alla sua configurazio-ne standard, e consente allo stesso tempo un movimento ottimizzato in cantieri dove lo spazio è limitato. La MLC650 è stata peraltro progetta-ta per essere facilmente trasportata in qualsiasi parte del mondo insie-me ai suoi pesi, poiché le dimensio-ni dei componenti sono state appo-sitamente ottimizzate. Sfruttando i suoi 104 m di braccio principale, oltre ai 101 m di brac-cio mobile, la gru MLC650 può raggiungere una lunghezza totale di 205 m. Un altro miglioramento alla MLC650 nella sua configura-zione VPC-MAX è un kit di quat-tro inserti da 3,5 m che aumentano la lunghezza del braccio e consen-tono di raggiungere altezze supe-riori in punta e con capacità mag-giori fino al 30%. Oltre al già cita-to sistema di controllo CCS, la gru MLC650 utilizza anche il sistema brevettato di connettori FACT per agevolare il montaggio.

A Conexpo 2017, la gru cingola-ta tralicciata MLC650 è stata pre-sentata in anteprima dotata di una nuova serie di miglioramenti che certamente consentiranno ai pro-prietari di ottimizzarne l’impiego. La MLC650, infatti, si è presenta-ta con un accessorio denominato VPC-MAX, grazie al quale ora è più versatile e offre una capacità che supera i già notevoli livelli prece-denti. “Già quando la gru MLC650 con tecnologia VPC ha debuttato al Conexpo di tre anni fa eravamo consci che avesse il potenziale per cambiare il mondo di sollevamento”, ha dichiara-to Harley Smith, Product Manager per le Gru cingolate di Manitowoc. “Da allora abbiamo assistito a un gi-gantesco cambiamento nella strategia di sollevamento per molte applicazio-ni. La gru e la sua tecnologia VPC au-mentano il livello di efficienza, ridu-cendo i costi operativi per le aziende, ma soprattutto aiutano interi compar-ti a trasformarsi attraverso i nuovi me-todi di costruzione resi possibili dalle capacità uniche di questa gru”. Il sistema VPC-MAX – che posizio-na automaticamente il contrappe-so della gru oltre la sua parte po-steriore, per adattarsi al carico sol-levato – eleva la capacità della gru

ideale per il montaggio di gru a torre o per altre applicazioni che richiedo-no affidabilità a quote elevate. Così come la GMK5250L da 250 t, mon-ta una frizione con ritardatore VIAB che elimina il surriscaldamento dei liquidi e la bruciatura della frizio-ne stessa, offrendo allo stesso tem-po un minore consumo di carbu-rante. Il modulo VIAB, inoltre, ga-rantisce maggiore manovrabilità e comfort, lavorando in tandem con il retarder integrato della gru, con conseguente frenatura esente da usura. I movimenti in cantiere so-no agevolati inoltre dall’integrazio-ne della sospensione indipendente brevettata Megatrak di Grove, non-ché dal sistema di sterzatura integra-le, per cui durante lo spostamento non occorre sollevare alcun assale. Fattore, anche questo, che consen-te il trasporto del peso ottimale del contrappeso, supportato dal coman-do delle sospensioni attive.

MLC650 con VPC-MaxA quasi tre anni dal debutto dell’innovativa tecnologia VPC di Manitowoc, le imprese di tutto il mondo ne hanno già sperimenta-to i benefici in termini di potenza e versatilità.

LA GRU CINGOLATA TRALICCIATA MLC650 È STATA DOTATA DI UNA NUOVA SERIE DI MIGLIORAMENTI CHE CONSENTIRANNO AI PROPRIETARI DI OTTIMIZZARNE L’IMPIEGO

ONSITELIFT - maggio-giugno 201722

Queste macchine offrono sbrac-ci da 55 a 65 m, con capacità di sollevamento da 6 a 10 t. “Le gru MDT CCS City consentono di esegui-re installazioni complesse riducendo sensibilmente il divario in altezza e le interferenze delle gru stesse nei cantie-ri di lavoro. I tempi di assemblaggio, montaggio, trasporto e manutenzione sono ridotti e ciò contribuisce a man-tenere bassi i costi operativi”, ha spie-gato Daguin. “E con il sistema CCS ci vogliono meno di 15 minuti per as-semblare la gru sul luogo di lavoro”.La Premium Potain Ultraview Cab è migliorata in termini di ergono-mia e comfort e garantisce un con-trollo generale molto più preciso. La funzione CCS garantisce al condu-cente una maggiore versatilità e pro-duttività, un controllo preciso e un netto aumento delle curve di carico. Le intere gamme di gru Potain MDT e MD utilizzano i medesimi sistemi di controllo e ciò le rende quindi più semplici da gestire, risparmian-do tempo e risorse, oltre a sempli-ficare la formazione per operatori e tecnici. La cabina standardizzata permette anche una migliore effi-cienza nella gestione dei ricambi. Uno strumento di diagnosi integra-ta permette di eseguire facilmente il monitoraggio delle varie impo-stazioni e, appunto, della manu-tenzione. Il sistema presenta anche una funzione remota, denomina-ta CraneSTAR Diag, che consente ai tecnici di monitorare la gru a di-stanza e in tempo reale. ■

tato di decenni di ricerca e sviluppo del prodotto che si concludono con al-cuni dei progressi più significativi ap-portati nel settore delle gru a torre”, ha detto Jean-Noel Daguin, vice-presidente Senior del settore Gru a torre Potain. “I visitatori di Conexpo hanno potuto vedere da vicino diver-si dei progetti innovativi che ci hanno consentito di essere all’avanguardia in questo settore. In particolare, il siste-ma di controllo CCS delle gru, che ha ricevuto elogi a livello internazionale”.Oltre alla MDT 219, la comprende le versioni MDT 109, MDT 139 e MDT 189, tutte versioni aggiorna-te delle precedenti gru MDT City.

La gru Potain MDT 219 La gru MDT 219 offre la più alta ca-pacità tra tutti i modelli della gam-ma di gru a torre MDT CCS City, ca-ratteristica che la rende ideale per il settore delle costruzioni e, in parti-colare, dove gli edifici presentano un’altezza rilevante o una struttu-ra complessa. La maggiore velocità possibile nell’installazione e nella configurazione, i comandi tecno-logicamente avanzati e la manu-tenzione semplificata rispetto alla generazione precedente hanno già stimolato la curiosità e l’interesse di molte aziende anche in Europa. “La gamma MDT CCS City è il risul-

MACCHINE

Il sistema CCS è un’interfaccia “user-friendly” che Manitowoc sta uniformando su tutti i nuovi modelli di gru fuoristrada, di gru cingolate, di gru tutto terreno e di gru a torre. Ogni unità CCS presenta la stessa disposizione dei comandi, incluso un jog dial e un display centrale con simboli standardizzati. Inoltre, è formata da soli sette componenti principali: centralina di controllo gru; centralina di controllo sicurezza; gruppo IO (ingressi/uscite) piccolo; gruppo IO grande; joystick; jog-dial; display. Ognuno di essi può essere sostituito facilmente o scambiato con uno di un’altra macchina, allo scopo di portare a termine un lavoro. Il layout ergonomico evita all’operatore movimenti scomodi per completare un’operazione; i comandi sono perfettamente raggiungibili. Inoltre, per i proprietari di flotte di macchine che dispongono di diversi prodotti Manitowoc, assegnare l’una o l’altra macchina agli operatori risulta più agevole. Non solo: disponendo di componenti comuni, si possono ridurre i volumi del magazzino, mentre gli interventi di riparazione e manutenzione sono standardizzati e risultano semplici. Ad esempio, il sistema CCS è in grado di semplificare le procedure di messa in servizio e in funzione delle gru a torre Potain: la taratura può essere eseguita in soli 15 minuti da un solo operatore e a terra, mentre in precedenza quest’operazione richiedeva più tempo e la presenza di due operatori, uno dei quali doveva posizionarsi presso i diversi sensori installati sulla gru. Il sistema CCS garantisce loro anche capacità di sollevamento superiori, considerando la capacità di carico della gru stessa in funzione delle parti strutturali di un braccio. Sulle autogrù Grove, invece, il sistema consente di migliorare anche le prestazioni, mediante la modalità di configurazione del braccio: immettendo alcuni dettagli relativi all’operazione di sollevamento, questa funzione elenca la migliore scelta possibile di configurazioni del braccio; all’operatore basta premere un pulsante per attivare la configurazione desiderata e ciò elimina la necessità di consultare i diagrammi di carico e, di conseguenza, riduce il rischio di errori. 

IL SISTEMA DI CONTROLLO CCS

LA GRU MDT 219 OFFRE LA PIÙ ALTA CAPACITÀ TRA TUTTI I MODELLI DELLA GAMMA DI GRU A TORRE MDT CCS CITY

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ONSITELIFT - maggio-giugno 201724

O rganizzazione, compe-tenza, merito, rispetto, professionalità, passio-ne e senso di apparte-nenza: sono tutte lo-

cuzioni, queste, che vengono al-la mente visitando la sede Effer di Minerbio, in provincia di Bologna,

e osservando il comportamen-to delle persone che ci lavorano, nonché l’organizzazione del pro-cesso produttivo - basato sul meto-do Lean Manufacturing - che por-ta alla realizzazione di quelle che oggi sono unanimemente conside-rate tra le gru retrocabina e da ca-

mion più affidabili al mondo. Una reputazione che l’azienda si è con-quistata “sul campo” in oltre 50 anni di attività.Abbiamo avuto modo di visitare lo stabilimento bolognese - qui vengono costruite le gru di grosso tonnellaggio, mentre gli snodi e le

di Ettore Zanatta

L’AZIENDA BOLOGNESE NON SI DISTINGUE SOLO PER L’INDUBBIA QUALITÀ DEI SUOI PRODOTTI, MA ANCHE PER UN “MODUS OPERANDI”, SIA INTERNO CHE NEI CONFRONTI DEL CLIENTE, CHE LE HA CONSENTITO DI RAGGIUNGERE I PIÙ ALTI LIVELLI DI QUALITÀ

IL PERSEGUIMENTO DELL’ECCELLENZA

EFFER

MACCHINE

maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 25

L’OPINIONE

macchine di piccolo e medio ton-nellaggio vengono realizzate in un secondo stabilimento a Taranto - e verificare come ogni atto compiu-to all’interno dell’azienda rispetti un preciso regolamento compor-tamentale, finalizzato a garantire il massimo livello di qualità pos-sibile e il suo miglioramento con-tinuo, secondo una filosofia de-nominata Kaizen, composizione di due termini giapponesi: KAI (cambiamento, miglioramento) e ZEN (buono, migliore). Il Kaizen, infatti, è una termino-logia che identifica “una strategia comportamentale che si riferisce a una pratica diretta al miglioramento costante dei processi manifatturieri, ingegneristici e di business manage-ment” secondo una logica bottom-up  che recentemente ha trova-to applicazione in diversi ambi-ti. Una vision che prevede il rin-novamento “a piccoli passi, da farsi giorno dopo giorno, con continuità”. La base del rinnovamento è quel-la di incoraggiare le singole perso-ne ad apportare ogni giorno pic-

coli cambiamenti affinché l’effet-to complessivo diventi un proces-so di selezione e miglioramento

dell’intera organizzazione. È esat-tamente quanto accade in Effer.

“Negli ultimi anni Effer ha ottenuto risultati sempre migliori sul mercato italiano, che dopo Israele rimane il territorio di maggiore successo per le nostre gru. Il 2016 è stato un anno molto positivo per il numero di clienti che ci hanno scelto per il loro business e in questi primi mesi del 2017 stiamo replicando il successo dello scorso anno. In particolare, nel sud Italia abbiamo rilevato un sensibile aumento di vendite. In questo momento per noi è importante non solo potenziare i punti vendita, ma anche aumentare il numero delle officine che si occupano di assistenza, in modo da dare un servizio post-vendita ancora più capillare. Dopo oltre 50 anni di attività la nostra reputazione è consolidata: Effer costruisce gru di altissima qualità, con un rapporto peso/potenza tra i migliori al mondo, ed è da sempre associata alle macchine grandi, quindi al concetto di performance e potenza. Un chiaro esempio sono le portate degli snodi, scelti da sempre più clienti per arrivare più lontano e portare in punta carichi superiori alla media. Negli ultimi anni in Effer è in corso un processo di miglioramento continuo che include anche l’ampliamento e l’ottimizzazione della gamma in base alle esigenze manifestate dal mercato, oltre all’introduzione di innovazioni tecnologiche come i sistemi per ottimizzare la stabilizzazione CroSStab e V-Stab. Queste novità rispecchiano l’esigenza, sorta in seguito alla crisi, di usare la gru per svolgere più lavori con la massima versatilità, non solo in edilizia. Una gru Effer, infatti, può essere utilizzata insieme ad accessori diversi come benna e rotore, cestello, ventose per la posa di vetri e altre applicazioni. Il successo delle gru Effer si deve non solo a elementi quali potenza, qualità e sicurezza; la soddisfazione maggiore che ne ricava il cliente è quella di aumentare i propri guadagni e lavorare con velocità, precisione ed efficacia. Il cliente sceglie di acquistare uno strumento di lavoro che nel tempo mantiene il proprio valore e su cui può contare per molto tempo”.

ENRICO VANDELLI SALES MANAGER PER L’ITALIA

EFFER UTILIZZA DA SEMPRE ACCIAI ALTORESISTENZIALI SSAB ED È MEMBRO DEL PROGRAMMA “MY INNER STRENX”, CHE PERMETTE A OPERATORI E UTENTI FINALI DI IDENTIFICARE I PRODOTTI REALIZZATI CON MATERIALE DI CATEGORIA SUPERIORE E TECNICHE DI PRODUZIONE A QUALITÀ CONTROLLATA. OGNI LASTRA ARRIVA IN EFFER DIRETTAMENTE DAL FORNITORE E VIENE CODIFICATA, PER GARANTIRNE - ANCHE NEL TEMPO - LA MASSIMA TRACCIABILITÀ. DOPO L’ARRIVO, LE LASTRE VENGONO LAVATE, PULITE E SABBIATE, PER ESCLUDERE OGNI RESIDUO DI MATERIALE INQUINANTE

ONSITELIFT - maggio-giugno 201726

Creazione di valoriEffer persegue naturalmente obiet-tivi economici, ma ha deciso di farlo in modo responsabile, man-tenendo fede ai principi che la contraddistinguono. Principi che tutto il personale si è impegnato ad adottare nei confronti dei pro-pri colleghi, dei clienti, dei fornito-ri, degli azionisti e dell’intero con-testo sociale in cui l’azienda opera. L’obiettivo è generare valore e in-vestirlo nella crescita e nella soste-nibilità nel tempo, con strategie a lungo termine. Anche per questo motivo, all’interno della filosofia Kaizen Effer ha adottato il meto-do PDCA (Plan, Do, Check, Act = Piano, Esecuzione, Controllo, Azione): ciò consente a chiunque di segnalare eventuali aree di mi-glioramento e di stimolare gli ad-detti a risolvere le problematiche e applicare le azioni previste, mo-nitorando l’avanzamento di que-sto processo e rendendo le singo-le persone responsabili del proprio lavoro. Ma non solo, perché l’a-zienda ha anche organizzato tut-to il processo progettuale, la “cu-stomer care” e la formazione della sua rete vendita con rigore e secon-do i dettami dei corsi organizzati presso la EfferAcademy, tenuti da docenti esperti secondo il model-lo “train the trainer”, ovvero for-mando il miglior personale tecni-co dei suoi partner che, una vol-ta di ritorno alle rispettive azien-de, potrà a sua volta trasferire le competenze acquisite al resto del gruppo di lavoro, in modo capilla-re. Parallelamente, ogni lavoratore, fin dal suo ingresso in azienda, ha a

MACCHINE

EFFER UTILIZZA DIVERSE TECNICHE AUTOMATIZZATE DI TAGLIO DELLE LAMIERE, A SECONDA DELLO SPESSORE RICHIESTO. SPESSORI MIRATI, REALIZZATI CON PRECISIONE MILLIMETRICA, CONSENTONO DI OTTENERE GRU DALL’OTTIMALE RAPPORTO PESO/POTENZA

PER PIEGARE LE LASTRE D’ACCIAIO CHE ANDRANNO A FORMARE I TUBOLARI SFILI, EFFER UTILIZZA CALANDRE CHE GARANTISCONO LA MASSIMA PRECISIONE. I TUBOLARI VENGONO POI SALDATI SIA INTERNAMENTE CHE ESTERNAMENTE, COSÌ DA AVERE UN’UNICA SALDATURA E QUINDI MANTENERE LA RESISTENZA DELLA STRUTTURA

LA SALDATURA RAPPRESENTA UN VERO E PROPRIO VANTO DI EFFER. IN QUESTO REPARTO OPERANO SIA ROBOT CHE SALDATORI CON DECENNI DI ESPERIENZA NEL SETTORE, IN GRADO DI ASSICURARE LA MASSIMA PRECISIONE

maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 27

disposizione gli strumenti più ido-nei per costruire la propria carriera, in base ai suoi bisogni e alla specia-lizzazione richiesta dal suo ruolo.Ma la “propositività” di Effer non si limita ai processi interni: anche nel rapporto con i propri forni-tori ogni stimolo per migliorare la qualità è costante. Era succes-so con SSAB, ad esempio, quan-do l’acciaieria svedese creò appo-sitamente per l’azienda bolognese un acciaio con caratteristiche ido-nee per essere utilizzato nel setto-re delle gru da camion. Si chiama-va Weldox 1300 (oggi Strenx) e, inizialmente, era stato addirittura denominato “1250E”, dove la “E” indicava appunto Effer.

Una passione lunga oltre 50 anniTutti gli anni Effer investe in pro-grammi di ricerca e sviluppo per cre-are prodotti sempre all’avanguardia e della massima qualità. In quest’ot-tica, l’azienda bolognese può con-tare su elementi distintivi che non sono scontati e che da oltre 50 an-ni fanno di questa realtà made in Italy un punto di riferimento per gli operatori del sollevamento di tut-to il mondo. Si tratta dell’orgoglio e del senso di appartenenza che ca-ratterizzano le persone di Effer, ele-menti che uniscono professionisti con esperienza pluriennale e giova-ni preparati a innovare con idee ori-ginali.Tutti con il medesimo obiet-tivo: impegnarsi nel miglioramento continuo e nella promozione di so-luzioni “intelligenti”.Questo è quanto ha contraddi-stinto Effer fin dalla sua nascita, il 9 novembre 1965, e l’ha accom-

PER I BRACCI (DAL CLASSICO PROFILO DECAGONALE), GLI SFILI E GLI STABILIZZATORI È PREVISTA SIA UNA SALDATURA ESTERNA CHE UNA INTERNA, PER GARANTIRE LA MASSIMA RESISTENZA ALLE SOLLECITAZIONI. ANCHE I BASAMENTI PIÙ GRANDI VENGONO SALDATI INTERNAMENTE DAGLI SPECIALISTI EFFER, CHE LI FANNO DIVENTARE DELLE VERE E PROPRIE “OPERE D’ARTE”

IL FISSAGGIO DELLA RALLA È ESEGUITO E CONTROLLATO CON LA MASSIMA PRECISIONE GRAZIE A UN’APPOSITA MACCHINA ALL’AVANGUARDIA. NON C’È POSSIBILITÀ DI ERRORE E OGNI OPERAZIONE - IN PARTICOLARE, IL SERRAGGIO DELLE VITI AD ALTA RESISTENZA, NONCHÉ I PARAMETRI DI AVVITAMENTO E LA COPPIA - VIENE ESEGUITO ALLA PERFEZIONE, GARANTENDO SICUREZZA E QUALITÀ DEL PRODOTTO, NONCHÉ TEMPI DI PRODUZIONE MOLTO RAPIDI

DOPO ESSERE STATI LAVATI, I PEZZI VENGONO VERNICIATI CON PITTURE ALL’ACQUA, PER GARANTIRE IL MASSIMO RISPETTO AMBIENTALE. IL COLORE RIMANE SEMPRE UNIFORME E MANTIENE LA SUA QUALITÀ ANCHE DOPO MOLTI ANNI

ONSITELIFT - maggio-giugno 201728

vi bracci con sezione decagonale; nel 2005, quando Effer è entrata a far parte del gruppo CTE, specia-lista nella produzione e commer-cializzazione di piattaforme ae-ree ed elevatori per l’edilizia; nel 2010, con l’ideazione del sistema PROGRESS, che assicura il comple-to controllo della gru e della stabi-lità del veicolo; nel 2013, quando nasce Raise the Value, un modello vincente che ha comportato una rivoluzione nel rapporto tra Effer e i propri dealer; nel 2016, quan-do l’azienda ha dato vita al nuovo concetto di “mini autogrù”, gra-zie alle combinazioni di V-Stab e CroSStab, con cui è possibile stabi-lizzare su 360° lavorando alle mas-sime performance anche in spazi ristretti. Cinquant’anni durante i quali Effer, “metro dopo metro”,

MACCHINE

UN PARTNER SU CUI CONTAREÈ da 52 anni che l’azienda bolognese è specializzata nella costruzione di gru completamente “made in Effer”, dalla progettazione al taglio della lamiera, dai collaudi finali alla spedizione del prodotto finito. Il marchio è indubbiamente riconosciuto come uno dei più affidabili nella costruzione di gru terrestri (oltre 40 modelli, da 2 a 300 tm) e marine, garanzia di un sempre ottimale rapporto peso/potenza. Nella foto, la prima gru costruita in serie da Effer nel 1965: si tratta del modello PN 15 da 6 tm, operativa fino al 1999 (con la stessa quantità di acciaio utilizzata per costruire questa gru, oggi Effer realizza una 15 tm!). Un esempio di qualità e durata nel tempo. Oggi è esposta con orgoglio all’entrata della sede di Minerbio.

LE GRU PRENDONO FORMA, SPESSO IN VARIE COLORAZIONI, IN BASE ALLE ESIGENZE DEL CLIENTE (IL LIVELLO DI PERSONALIZZAZIONE DELLE GRU EFFER È ALTISSIMO). OGNI GRU VIENE SOTTOPOSTA AD UN SEVERO COLLAUDO IN TUTTE LE SUE PARTI INSIEME ALLE SUE ATTREZZATURE COME SNODI, PROLUNGHE E VERRICELLI, AL FINE DI GARANTIRE UN PRODOTTO DI ALTA QUALITÀ, PRONTO PER ESSERE INSTALLATO

IL MAGAZZINO È AUTOMATIZZATO ED È STATO RECENTEMENTE RIORGANIZZATO NEL LAYOUT PER GARANTIRE LA MASSIMA CELERITÀ E PRECISIONE. I RICAMBI VENGONO GESTITI INTERNAMENTE, NELLA STRUTTURA DENOMINATA MINERBIO 3, IN MODO DA GARANTIRE TEMPI DI CONSEGNA SEMPRE RAPIDI, IN TUTTO IL MONDO

è arrivata ovunque, grazie a un network di oltre 120 dealer in 60 Paesi. E ovunque offre un servizio completo, pensato per risponde-re a ogni esigenza, apportando ai propri clienti il massimo valore possibile. ■

pagnata negli anni a seguire: nel 1969, quando l’azienda ha pre-sentato la prima gru da 40 tm, interamente realizzata in acciaio T1-A; nel 1977, con la creazione di una gru da 110 tm per il merca-to russo, munita di radiocomando

di esclusiva concezione Effer; nel 1986, con la creazione della divi-sione Gru marine; nel 1998, con la presentazione della più grande gru per autocarro mai realizzata (200 tm di capacità di sollevamento); nel 2001, con il lancio dei nuo-

ONSITELIFT - maggio-giugno 201730

F abbricati negli stabilimen-ti francesi di Pontchâteau, nella Loira Atlantica, i nuovi sollevatori telesco-pici a telaio rigido con-

sentono oggi a Bobcat di offrire ai propri clienti 11 diversi modelli, con capacità di sollevamento da 2,6 a 4,1 t e altezze di sollevamen-to comprese tra 6 a 18 m.

Una nuova generazionePer i mercati come quello euro-peo, dove le emissioni di scarico sono strettamente regolate, le ele-vate prestazioni di queste mac-chine sono assicurate dal nuovo motore diesel D34 Stage IV/Tier 4 Final sviluppato internamente da

Bobcat. Ma rinnovate sono anche le sigle utilizzate per identificare le macchine, che ora ne eviden-ziano a colpo d’occhio le presta-zioni in termini di capacità e al-tezza di sollevamento: i sollevato-ri telescopici compatti TL26.60 e TL30.60; i sollevatori telescopici a media capacità di sollevamen-to TL35.70, T35.105, T35.105L e T36.120SL; i sollevatori telescopi-ci T35.130S e T35.140S, ottimiz-zati per il mercato del noleggio; i sollevatori telescopici a grande ca-pacità T35.130SLP, T41.140SLP e T40.180SLP.La nuova generazione di telescopi-ci incorpora inoltre diverse nuove funzionalità che migliorano ulte-

riormente sicurezza e precisione di controllo, come il freno di stazio-namento automatico di uso intu-itivo, simili a quelle utilizzate nel settore automobilistico.Già disponibile di serie sui model-li TL26.60, TL30.60 e TL35.70, che coprono altezze di sollevamento fino a 7 m, un’altra caratteristica di nuova introduzione è la mo-dalità di ottimizzazione dei con-sumi di carburante Bobcat ECO, ora integrata anche nei telescopi-ci di modello maggiore con mo-tore Bobcat e altezze di solleva-mento di 10 m e superiori, quindi dal T35.105 fino al modello top di gamma T40.180SLP. Il sistema ECO è attivato tramite

di Pietro Gabrielli

LANCIATA SUL MERCATO LA NUOVA GAMMA DI SOLLEVATORI TELESCOPICI A TELAIO RIGIDO,

CON GARANZIA TRIENNALE DI SERIE, DESTINATA AI MERCATI DEL NOLEGGIO E

DELL’INDUSTRIA DELLE COSTRUZIONI

“ESTENSIONE” DI GARANZIA

BOBCAT

MACCHINE

maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 31

Oltre a freno di stazionamento automatico e alla modalità ECO, tra le altre caratteristiche e dota-zioni avanzate ci sono il sedile opzionale a doppia sospensione pneumatica, la ventola con siste-ma opzionale di inversione au-tomatica, il girofaro/segnalatore di retromarcia presente di serie e la decelerazione idraulica di fine-corsa in ritrazione su tutti e tre i modelli TL. La nuova ventola opzionale con sistema di inversione automati-

ca è controllata elettronicamen-te per regolare la velocità di ro-tazione in funzione delle tempe-rature, con ulteriori risparmi di carburante. Seduto sul sedile a sospensione meccanica o pneu-matica, l’operatore dispone di un set di comandi ergonomici con-venientemente posizionati a por-tata di mano che include: coman-do FNR sul joystick; display di-gitale; piantone dello sterzo re-golabile; abitacolo con sistema a flusso d’aria integrato.

BOBCAT HA INTRODOTTO UNA GARANZIA STANDARD CON COPERTURA DI TRE ANNI SU TUTTA LA GAMMA DEI TELESCOPICI RIGIDI: OLTRE A DIMOSTRARE LA FIDUCIA RIPOSTA NELLA PROPRIA GAMMA DI MACCHINE, ESSA ATTESTA L’IMPEGNO ASSUNTO DAL MARCHIO VERSO LA CLIENTELA

la semplice pressione di un pulsan-te sul cruscotto e consente presta-zioni idrauliche ottimali senza do-ver utilizzare la massima potenza del motore, regolando i parametri operativi del telescopico in funzio-ne del carico, in modo da ottenere il miglior rapporto consumi/pre-stazioni. Le imprese di costruzione e i clienti del mercato del noleggio apprezzeranno quest’ulteriore ri-sparmio di carburante, in combi-nazione con le rilevanti capacità di sollevamento.

LA CABINA DEI MODELLI TL26.60 E TL30.60 (VEDI FOTO) PUÒ ESSERE MONTATA IN POSIZIONE BASSA, CON UN’ALTEZZA TOTALE DI APPENA 2,1 M, OPPURE IN POSIZIONE ALTA, PER OTTIMIZZARE LA VISIBILITÀ

ONSITELIFT - maggio-giugno 2017

co (sollevamento, sfilo, inclina-zione) in funzione del lavoro da svolgere; l’AFM (Auxiliary Flow Management) regola l’erogazione della potenza idraulica in funzio-ne delle esigenze dell’accessorio e consente l’impostazione della por-tata continua; l’FCS (Fast Connect System) consente il cambio sempli-ce e veloce degli accessori idraulici per mezzo di un sistema integrato a rilascio di pressione. ■

Le altre caratteristicheRicordiamo inoltre che i modelli TL26.60 e TL30.60 sono disponi-bili con due diversi ingombri in al-tezza, poiché la cabina può essere montata in posizione bassa, con un’altezza totale di appena 2,1 m, oppure in posizione alta, per otti-mizzare la visibilità.Sul TL35.70, che sostituisce il TL470, la tabella di carico è stata migliora-ta, assicurando 500 kg (3.500 kg) di capacità di sollevamento in più alla massima altezza di sollevamen-to (6,97 m). Infine, diversi sono i sistemi di gestione intelligente del-la macchina ampiamente provati e testati sul campo e offerti di serie su queste macchine: l’SMS (Speed Management System) regola la ve-locità di traslazione indipendente-mente da quella del motore; l’SHS (Smart Handling System) permet-te la regolazione della velocità di movimento del braccio telescopi-

MACCHINE

LA SCHEDA TECNICANuovi telescopici a telaio rigido TL26.60 TL30.60 TL35.60 T35.105/L T36.120SL T35130S T35.140S T35.130SLP T41.140SLP T40.180SLP

Capacità di sollevamento max.: kg 2.600 3.000 3.500 3.500 3.600 3.500 3.500 3.500 4.100 4.000

Altezza di sollevamento max.: mm 5.800 5.800 6.889 10.290 11.852 12.468 13.656 12.468 13.656 17.466

Sbraccio orizzontale max.: mm 3.010 3.010 4.002 6.886 8.198 8.764 9.449 8.764 9.449 12.800

Velocità di traslazione max.: km/h 40 40 40 30 30 30 30 30 30 30

Potenza motore: HP 75 / 100 75 /100 100 75 / 100 75 / 100 75 / 100 75 / 100 75 / 100 75 /100 75 / 100

IL NUOVO MOTORE D34Il motore D34 con conformità Stage IV è stato progettato per la nuova gene-razione di telescopici a telaio rigido Stage IV destinati ai mercati a stretta re-golamentazione della regione EMEA ed è fabbricato internamente da Bobcat. Il risultato? Prestazioni ottimizzate per l’intera gamma. La compattezza del mo-tore D34, combinata con il nuovo cofa-no a profilo ribassato, migliora peraltro la visibilità lungo il lato del componente, caratteristica importante quando si deve movimentare del materiale.Il motore Stage IV è disponibile in due versioni: un modello da 55,2 kW (75 HP), che offre prestazioni efficienti ed econo-micità di servizio, non richiede additivo per emissioni diesel (DEF) e utilizza un semplice sistema di post-trattamento li-mitato al solo catalizzatore di ossidazio-ne diesel (DOC); un modello da 74,5 kW (100 HP), per impieghi più impegnativi, con sistema di post-trattamento basato su catalizzatore DOC, sistema di ridu-zione catalitica selettiva (SCR) e iniezio-ne di additivo DEF. Per la riduzione delle emissioni, entrambe le versioni utilizzano lo stesso sistema di iniezione elettronica Common Rail ad alta pressione (HPCR) combinato con aspirazione gestita da turbocompressore e sistema di ricirco-lo dei gas di scarico raffreddati (CEGR). Nessuna delle due richiede il filtro anti-particolato diesel (DPF).

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I SOLLEVATORI TELESCOPICI T35.130S (NELLA FOTO) E T35.140S SONO STATI PROGETTATI E OTTIMIZZATI PER IL MERCATO DEL NOLEGGIO

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LE NUOVE RIVISTE PER IL TUO BUSINESS

Hands On

ONSITELIFT - maggio-giugno 201734

IL SOLLEVATORE TELESCOPICO ROTATIVO MRT 2550+ ST4 S2 È UNO DEGLI ULTIMI SVILUPPI DELLA CASA FRANCESE. GRAZIE A UNA SERIE DI IMPORTANTI INNOVAZIONI, SI PROPONE COME UNO STRUMENTO VERSATILE E POLIFUNZIONALE, IN GRADO DI LAVORARE IN OGNI CONTESTO APPLICATIVO

L’EVOLUZIONE DEL PRIVILEGIO

di Ettore Zanatta

IL SOLLEVATORE TELESCOPICO MANITOU MRT 2550+ ST4 S2

maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 35

Il sollevatore telescopico Manitou MRT 2550 Privilege + si distingue per un interessante mix di versatilità e sicurezzaA gli operatori che neces-

sitano di un sollevatore telescopico affidabile e in grado di lavorare in ogni situazione di can-

tiere, anche gravosa, Manitou pro-pone l’MRT 2550+ ST4 S2, la più recente evoluzione nell’ambito dei rotativi costruiti nello stabilimen-to Manitou Italia di Castelfranco Emilia (Mo), nonché ulteriore evo-luzione dei modelli Privilege, ca-pace di distinguersi per un alto li-vello di versatilità, comfort, ergo-nomia, prestazioni e sicurezza. Con una rotazione di 360°, circa 5.000 kg di peso e 25 m di altez-

za di sollevamento, questa mac-china – che ha sostituito il

precedente modello MRT 2540+ – con-

sente di eseguire molteplici opera-zioni senza doversi spostare con-tinuamente in cantiere per gestire e movimentare il materiale, anche grazie alla possibilità di montare svariate tipologie di attrezzature e al sistema di riconoscimento auto-matico di queste ultime denomi-nato E-Reco (di serie), che permet-te di risparmiare tempo prezioso e di lavorare con maggiore sicu-rezza, in quanto ogni parametro di lavoro viene analizzato e qual-siasi sovraccarico viene rilevato automaticamente.

Una macchina polivalenteGrazie al concetto progettuale “MRT”, il sollevatore telescopico 2550+ ST4 S2 può essere utilizzato su pneumatici – quattro ruote mo-

trici e sterzanti – o su stabilizzatori, in base alle necessità. La rotazio-ne continua gli consente di lavo-rare con efficacia e, indipenden-temente dagli accessori con cui è equipaggiato, garantisce un’eleva-ta manovrabilità e stabilità.

Hands On

Il braccio del sollevatore telescopico MRT 2550+ ST4 S2 è di forma pentagonale e consente di eseguire movimentazioni con estrema precisione. Le tubazioni idrauliche esterne consentono di eseguire agevolmente gli interventi di manutenzione, che possono essere effettuati anche in cantiere

ONSITELIFT - maggio-giugno 201736

Rispetto al modello precedente, in questa evoluzione produttiva la ca-pacità operativa risulta aumentata di 1.000 kg (da 4.000 a 5.000 kg), così come lo sbraccio (quasi 2 m) e la portata alla massima altezza (da 1.750 a 2.000 kg). Gli incremen-ti sono evidenti anche nel caso in cui il sollevatore venga equipag-giato con cestello porta-persone: con versione di quest’ultimo da 365 kg/tre persone, orientabile ed estensibile, il maggiore sbraccio è di 3,1 m, con un’altezza di 2,5 m.Risulta migliorato anche il siste-

Gli stabilizzatori, una vola ritratti, rimangono perfettamente in sagoma. Ogni stabilizzatore è dotato di lettura estensimetrica, che assicura una capacità di carico sempre ottimale, qualunque sia l’apertura

L’area di stabilizzazione è notevole, così come l’altezza libera da terra, e ciò rende agevole il piazzamento del telescopico su suoli caratterizzati da fondi disconnessi o comunque imperfetti

IL SOLLEVATORE TELESCOPICO MANITOU MRT 2550+ ST4 S2

Il sollevatore prevede la lettura estensimetrica della stabilizzazione. In tal modo, il diagramma di carico è sempre quello massimo e ottimale, qualunque sia l’apertura degli stabilizzatori

INNOVAZIONE AL SERVIZIO DEL CLIENTENumerose sono le innovazioni apportate al modello MRT 2550+ Privilege nel corso del 2016. Tra queste: l’incremento della capacità operativa; la maggior larghezza di apertura degli stabilizzatori (+44 cm); la lettura estensimetrica della stabilizzazione, con capacità di carico sempre ottimali; l’incremento della luce libera da terra quando stabilizzato (+5,5 cm); il livellamento automatico degli stabilizzatori; il posizionamento del braccio telescopico (migliore visibilità sulla parte destra); il sensore di sfilo e angolo braccio collocati all’interno del braccio stesso; il sistema di controllo del tensionamento delle catene del braccio; la trasmissione senza pulsante Reset, per un cambio marcia più agevole; la collocazione e la grafica migliorata del display 7” LCD a cinque modalità di lettura con area messaggi circa eventuali allarmi e anomalie su ogni modalità; maggiore comfort in cabina; migliore visibilità sul display.

ma di lettura della configurazione di lavoro; sviluppo ottenuto sfrut-tando l’esperienza accumulata con il sollevatore rotativo top di gam-ma MRT 3255+ (5,5 t di portata; 32 m d’altezza), che prevede la lettura estensimetrica della stabi-lizzazione e determina, in modo

millimetrico, l’effettiva estensio-ne degli stabilizzatori. Così facen-do, il diagramma di carico è sem-pre quello massimo e ottimale, qualunque sia l’apertura degli stabilizzatori. Quest’ultimi presentano una larghezza di apertura di 5,14 m

(+44 cm rispetto al modello pre-cedente) e offrono una maggiore altezza da terra e luce libera sotto le ruote, che consente agli opera-tori di stabilizzare in modo otti-male il sollevatore anche in can-tieri che presentano fondi irregola-ri e disconnessi. Tutto ciò sempli-cemente premendo un pulsante, con il quale è davvero semplice raggiungere la perfetta orizzonta-lità in modo automatico.

Hands On

ONSITELIFT - maggio-giugno 201738

I PUNTI DI FORZA LA CAPACITÀ OPERATIVA

LA LUCE LIBERA DA TERRA

IL MOTORE A GESTIONE ELETTRONICA

LA STABILIZZAZIONE AUTOMATICA

LA LETTURA ESTENSIMETRICA DELLA STABILIZZAZIONE

SENSORE DI SFILO E ANGOLO BRACCIO COLLOCATI INTERNAMENTE

BRACCIO PENTAGONALE

ELEVATA LUCE LIBERA DA TERRA

SISTEMA BI-ENERGY (OPZIONE)

LIVELLAMENTO AUTOMATICO DEGLI STABILIZZATORI

TUBAZIONI ELETTRICHE ESTERNE

IL SOLLEVATORE TELESCOPICO MANITOU MRT 2550+ ST4 S2

maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 39

BRACCIO PENTAGONALE

CABINA CON DISPLAY LCD 7”

MOTORE MERCEDES-BENZ TIER IV

SISTEMA DI CONTROLLO TENSIONAMENTO CATENE BRACCIO

GESTIONE ELETTRONICA DEL FRENO DI STAZIONAMENTO

SISTEMA MSS DI CONTROLLO DEL CARICO

DOPPIO JOYSTICK A ELEVATA ERGONOMIA

ONSITELIFT - maggio-giugno 201740

Hands On

Innovazioni interneIl motore con cui è equipag-giato il sollevatore telescopico MRT 2550+ ST4 S2 è un 4 cilin-dri Mercedes-Benz OM 934 E4-5 Stage IV/Tier 4 Final, da 5.130 m3 di cilindrata e 115 kW (156 CV) di potenza a 2.200 giri/min. La cop-pia massima è di 675 Nm. Il si-stema di propulsione prevede la tecnologia di riduzione emissioni con dispositivo EGR (Exhaust Gas

sollevato (peso ammissibile e movimentato, distanze, eccetera) che del sollevatore (stato del motore, temperature, livello del carburante, eccetera). Questo dispositivo è ampiamente richiesto là dove è necessario aumentare la produttività: movimentare con l’operatore non a bordo ma a distanza nella zona di carico o posizionamento consente di ottimizzare il personale e migliorare la produttività.

Grazie anche al radiocomando Manitou, il sollevatore MRT 2550+ Privilege acquisisce un ulteriore valore aggiunto. Dispone di un doppio joystick, per consentire all’operatore di replicare esattamente i comandi della cabina (non c’è alcuna differenza o cambio di funzioni, a tutto vantaggio dell’intuitività e della sicurezza). Il radiocomando, inoltre, consente all’operatore di controllare dall’ampio display tutti i parametri sia del carico

IL RADIOCOMANDO FA LA DIFFERENZA

Particolare del serbatoio AdBlue, posto sul lato del sollevatore telescopico e a portata di mano dell’operatore

Sul sollevatore telescopico si trova un comodo e ampio cofano porta-attrezzi e oggetti

maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 41

IL SOLLEVATORE TELESCOPICO MANITOU MRT 2550+ ST4 S2

il motore acceso e marcia inserita e riparte appena si preme nuova-mente l’acceleratore. L’impianto elettrico qui previsto lavora con una tensione di ali-mentazione a 24 V an-ziché di 12 V e preve-de due batte-

Recirculation) associato a SCR (Selective Catalyst Reduction) con DEF (Diesel Exhaust Fluid).Sul sollevatore è presente peraltro un pulsante Eco-Fuel che permet-te di ridurre i consumi di carbu-rante: utilizzando questo disposi-tivo, il regime del motore si adat-ta automaticamente alle necessità della trasmissione. Manitou, poi, ha previsto anche un sistema a gestione elettronica del freno di stazionamento che si inserisce automaticamente ogni volta che l’operatore arresta il moto della macchina (il sistema funziona an-che in retromarcia); così facendo, il sollevatore resta immobile con

Il motore Stage IV / Tier 4 Final è posto in posizione trasversale. All’interno del sollevatore è prevista anche una nuova collocazione dei radiatori, per offrire una generale accessibilità per la manutenzione Particolare dello stacca-batterie

rie da 12 V – 120 Ah – 850 A: in questo modo l’operatore può ot-tenere le massime prestazioni per poter alimentare adeguatamente l’impiantistica e le attrezzature con le connessioni elettriche.

Nel sollevatore telescopico MRT 2550+ ST4 S2 è stata recentemente incrementata la capacità di carico. In questo modello, molto utilizzato nell’edilizia, nei montaggi e nei lavori di rifinitura, il maggior incremento orizzontale è di 2,5 m

ONSITELIFT - maggio-giugno 201742

Hands OnControllo sotto… controlloLa cabina Manitou merita una men-zione particolare: da sempre sino-nimo di qualità ed ergonomia, in questo caso ha beneficiato anche di alcuni importanti evoluzioni che ri-guardano, tra gli altri: il nuovo di-splay da 7’’ LCD con collocazione e grafica migliorata e a cinque moda-lità di lettura, con area messaggi cir-ca eventuali allarmi e anomalie su ogni modalità; un nuovo supporto telefono e porta USB, per sfruttare al meglio le innovazioni in fatto di IT; nuovi pulsanti di comando con illuminazione a LED. Ma non è tut-to, perché all’interno dell’abitaco-

Il sollevatore telescopico MRT 2550+ ST4 S2 è stato progettato con un design e una cabina da cui l’operatore può godere di una visibilità sempre ottimale, in ogni direzione

Il comfort in cabina è uno dei punti di forza del sollevatore telescopico MRT 2550+ ST4 S2.In cabina è presente uno schermo a colori LCD da 7” che consente un controllo immediato di tutte le funzioni della macchina. I pulsanti di comando sono con illuminazione a LED. I joystick sono a elevata ergonomia, al fine di assicurare un controllo ottimale del mezzo

maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 43

IL SOLLEVATORE TELESCOPICO MANITOU MRT 2550+ ST4 S2

LA SCHEDA TECNICAIl sollevatore telescopico Manitou MRT 2550 Privilege +

Capacità max. (a 500 mm di baricentro): 4.999 kg

Altezza massima di sollevamento: 24,7 m

Sbraccio max.: 21,4 m

Motore:Mercedes-Benz OM 934 E4-5

Stage IV / Final Tier 4

Potenza motore: 115 kW (156 HP)

Coppia max.: 675 Nm

Forza di trazione a carico: 8.800 daN

Stabilizzatori:n. 4, telescopici duplex con comandi

individuali o simultanei

Rotazione: continua a 360°

Trasmissione: idrostatica

Comandi:n. 2 joystick a comando

elettroidraulico proporzionale

Luce da terra: 0,35 m

Raggio di sterzata (esterno ruote): 4,88 m

Pendenza superabile: 40%

Velocità di traslazione max.: 40 km/h

Pneumatici: 445 /65 R22.5

Dimensioni (larghezza x lunghezza x altezza):

2,49 m x 5,55 m x 3,05 m

Peso a vuoto: 18.900 kg

lo l’operatore può usufruire di altre elementi preziosi, come: il doppio joystick in versione standard, per un controllo intuitivo, montato sui braccioli, che permette di pilo-tare comodamente il sollevatore; l’invertitore di marcia integrato nel joystick; la memorizzazione delle velocità massime idrauliche (in ba-se all’ambiente o al lavoro da esegui-re, è possibile la memorizzazione i parametri di velocità di tutti i mo-vimenti idraulici del braccio e della torretta); ergonomia e comfort (cru-scotto digitale, schermo multifun-zione a colori, vetri elettrici, sedile e

L’MRT 2550+ ST4 S2 è dotato di serie del sistema di riconoscimento automatico delle attrezzature E-Reco

volante regolabili). Ma le innovazio-ni riguardano anche l’esterno della cabina. Il braccio a sezione penta-gonale, infatti, assicura una mag-giore rigidità e precisione di lavoro durante le movimentazioni a brac-cio esteso, così come l’ampia super-ficie di stabilizzazione modulabile. Inoltre, l’operatore può beneficiare

dell’estensione simultanea o sin-gola degli stabilizzatori, dei fre-

ni multidisco a bagno d’olio integrati all’interno degli assa-

li (ripartizione sulle quattro ruote), del sistema di riconoscimento au-tomatico per la sostituzione rapida degli accessori, del correttore di li-vello che mantiene il carico all’o-rizzontale fino a 8° e del dispositivo automatico di blocco d’oscillazione dell’assale posteriore. ■

Il sollevatore telescopico MRT 2550+ ST4 S2 si può equipaggiare con un’ampia gamma di attrezzature. Il sistema di controllo del carico MSS limita l’area operativa in funzione dell’attrezzatura stessa e del carico; in caso di anomalia, il dispositivo blocca i movimenti della macchina, mostrando sullo schermo in cabina la causa del guasto

ONSITELIFT - maggio-giugno 201744

Il catalogo di sensori per ap-plicazioni mobile “hydrau-lic” di Gefran - che ha se-de a Provaglio d’Iseo (Bs) e vanta una “Drive & Motion

Control Unit” a Gerenzano (Va), oltre che strutture in Europa, Turchia, Stati Uniti, Brasile, India, Cina e Singapore - offre una gam-ma completa di soluzioni plug & play per la misurazione precisa di rotazione, inclinazione, posizio-ne lineare, pressione e forza/de-formazione. I prodotti Gefran si distinguono per la versatilità ap-

di Pietro Gabrielli

L’AZIENDA BRESCIANA È DA OLTRE 50 ANNI SPECIALIZZATA NELLA PROGETTAZIONE E PRODUZIONE DI SENSORI PER APPLICAZIONI IN AMBITO INDUSTRIALE E NELL’IDRAULICA MOBILE. IN OCCASIONE DELLE PIÙ RECENTI MANIFESTAZIONI FIERISTICHE HA ESPOSTO UN’AMPIA RAPPRESENTANZA DEI SUOI PRODOTTI

Soluzioni per l’idraulica mobile

GEFRAN

COMPONENTI

GEFRAN PROPONE SOLUZIONI MIRATE A GARANTIRE LA SICUREZZA DELLE PIATTAFORME E DELL’OPERATORE IN TUTTE LE CONDIZIONI DI LAVORO CRITICHE

maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 45

plicativa e possono essere instal-lati, oltre che su finitrici stradali ed escavatori, anche sulle piatta-forme aeree.

Le ultime novitàIn occasione delle più recenti ma-nifestazioni fieristiche, a partire dal SaMoTer 2017, Gefran ha presen-tato molte novità che arricchisco-no la già vasta offerta di sensori, da oggi ancora più sicuri e affidabili. I sensori angolari GR, gli inclino-metri GI e la sonda di pressione KH sono disponibili con l’uscita digi-tale in bus di campo CAN J3919 e le sonde di pressione hanno otte-nuto la certificazione UL. Inoltre, i trasduttori di posizione assoluti con effetto hall rotativi della fami-glia GR hanno ottenuto l’omolo-

gazione E1 che, insieme alla certifi-cazione SIL2 (sulla pressione indu-striale), aiutano a mantenere ele-vata la sicurezza del mezzo durante i movimenti quali, ad esempio, la stabilizzazione, la rotazione e l’in-clinazione dell’intero veicolo o di una sua parte e, non meno impor-tante, la messa in sicurezza anche dell’operatore in tutte quelle con-dizioni di lavoro critiche, tipiche di queste applicazioni.I sensori Gefran sono ideali per l’allestimento dell’intera macchi-na: i sensori angolari assoluti a ef-

fetto hall GRA e GRN sono dispo-nibili con e senza albero, a singolo giro; gli inclinometri per singolo/doppio asse (XY/360°), tutti con tecnologia MEMS, sono disponi-bili nelle versioni GIB, GIG (gene-ral purpose anche in versione a re-lais) e GIT a seconda delle esigenze prestazionali del cliente. Il nuovo

GSF, trasduttore di posizione a fi-lo progettato con tecnologia po-tenziometrica, si contraddistingue infine per le dimensioni ridotte e l’elevata solidità.Tutti dotati di protocollo di co-municazione digitale CANopen e CAN J1939, disponibili nelle ver-sioni singole o ridondanti, i sen-sori Gefran si caratterizzano an-che per affidabilità e robustezza: la struttura è prodotta in materiale PBT assicurando resistenza agli im-patti e ai solventi e ai raggi solari UV, nonché e un’elevata stabilità

alle variazioni termiche. Con que-ste caratteristiche, insieme alle lo-ro dimensioni ridotte e compatte, i sensori Gefran rispondono all’e-sigenza dei clienti di avere un uni-co fornitore con un’ampia gamma di soluzioni dedicate a questi am-bienti gravosi, riducendo la manu-tenzione al minimo.

Soluzioni per il sollevamentoLe applicazioni tipiche del settore del sollevamento richiede soluzio-ni “high-end” a garanzia della si-curezza del mezzo e dell’operatore, precisione e affidabilità durante le movimentazioni critiche. In que-

sto comparto, Gefran propone so-luzioni mirate a garantire la sicu-rezza di macchina e operatore in tutte le condizioni di lavoro, de-clinando la propria offerta in so-luzioni precise, puntuali e affidabi-li. L’esperienza dell’azienda accu-mulata in oltre 40 anni d’attività permette l’allestimento completo delle macchine grazie a una gam-ma di prodotti che garantiscono il controllo in sicurezza delle movi-mentazioni come la stabilizzazio-ne, la rotazione e l’inclinazione della piattaforma. ■

L’AZIENDA BRESCIANA È SPECIALIZZATA NELLA PROGETTATA E PRODUZIONE DI SENSORI PER MISURE DI POSIZIONE, PRESSIONE, TEMPERATURA E FORZA

GRAZIE ALLA COSTANTE RICERCA TECNOLOGICA, I PRODOTTI GEFRAN OFFRONO UNA QUALITÀ D’ECCELLENZA, CHE LI RENDE SPESSO PRECURSORI DEI TREND DI MERCATO

ONSITELIFT - maggio-giugno 201746

O ra come nel Settecento l’acciaio è il cuore pul-sante di quest’azienda tedesca, che ogni gior-no elabora soluzioni ro-

buste e “intelligenti” per la movi-mentazione su strada di carichi pe-santi e i trasporti eccezionali. Goldhofer, infatti, è nota in tut-

to il mondo per la sua competen-za nel difficile campo dei traspor-ti combinati su strada, rotaia, ma-re e aria. La progettazione mirata dei suoi veicoli non lascia spazio a compromessi. Con il recente lan-cio sul mercato di varie (e molto interessanti) innovazioni tecno-logiche, in particolare, l’azienda

di Memmingen ha dichiarato di essere determinata a consolida-re ulteriormente nel 2017 la pro-pria posizione in questo particola-re mercato. Già l’anno scorso, in occasione del Bauma di Monaco, Goldhofer si era fatta notare per il lancio dell’AD-DRIVE, un’unità speciale che com-

IL CUORE PULSANTEDELL’ACCIAIO

GOLDHOFER

TECNOLOGIE

FONDATA NEL 1705, L’AZIENDA TEDESCA È OGGI UNA REALTÀ DI LIVELLO MONDIALE CHE PUÒ VANTARE UNA VASTA ESPERIENZA E UNA GRANDE FORZA INNOVATIVA NEL SETTORE DELLE TECNOLOGIE DI TRASPORTO. “ECCEZIONALI” LE NOVITÀ PRESENTATE RECENTEMENTE AL CONEXPO

di Saverio Bellante

maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 47

bina in un unico veicolo i vantag-gi di un semovente modulare PST e quelli di un modulo THP rimor-chiato. Dopo averlo presentato in Europa, gli sforzi sono ora concen-trati sui mercati esteri, in particolare sul Medio Oriente, l’India e gli Stati Uniti. A tal proposito, Goldhofer si è presentata al Conexpo CON/

AGG 2017 forte di soluzioni inte-ressanti e specificatamente proget-tate per conformarsi alle dimen-sioni dei grandi spazi americani. Un particolare focus è stato riser-vato al semirimorchio ADDRIVE a 6 assi (di cui 3 semoventi) e al se-mirimorchio STZ-P 9 (3+3+3). Tra le peculiarità di questo veicolo poli-

valente c’è la flessibilità, garantita dalla possibilità di ridurre il peso to-tale dell’insieme durante, ad esem-pio, l’attraversamento dei ponti. In tal caso il trattore viene oppor-tunamente sganciato e l’ADDRIVE passa in modalità automotrice, evi-tando così lo spostamento del cari-co su un altro modulo.

ONSITELIFT - maggio-giugno 201748

Da sempre affidabili partner nell’ambito del trasporto pesan-te, i semirimorchi della serie STZ-P sono dotati di una tecnologia ad as-sale oscillante e offrono un’eleva-ta resistenza del telaio e dei pon-ti estensibili, secondo le necessi-tà. Per conformarsi alla normativa statunitense sugli spazi degli assi, il modello presentato a Las Vegas è egualmente estensibile tra i carrelli e tra i vantaggi offerti è inclusa la possibilità di ritrarre sotto carico il carrello posteriore in caso di curve strette o rotonde.

Soluzioni per ogni esigenzaOltre al programma standard rela-tivo ai rimorchi (comprendente so-luzioni a pianale ribassato da 3 fino

a 5 assi, con capacità di carico che possono variare da 25 a 80 t, de-stinate all’impiego in aziende co-munali, architettura del paesaggio e giardinaggio) e alla gamma di se-mirimorchi (che copre portate fino

e usure. In caso di salita - e con il conseguente aumento di potenza - il veicolo viene riattivato trami-te un pulsante e ciò, in taluni casi, evita la necessità di utilizzare un secondo trattore.

L’ADDRIVE, che si distingue per il sistema di frenata elettronico ad azione rapida EBS, è stato proget-tato con la cosiddetta “modalità a ruo-ta libera”. Cosa significa? Significa che raggiunta una determinata ve-locità il sistema si disconnette au-tomaticamente dal variatore e fun-ge come un modulo normale per il traino, con una velocità fino a 80 km/h. Con l’asse motore stac-cato dal motore, il mancato adde-bito di olio evita surriscaldamenti

TECNOLOGIE

In collaborazione con la società danese Torben Rafn, specializzata nel trasporto di impianti eolici, Goldhofer ha recentemente sviluppato un autoarticolato dotato di 9-11 assi in grado di soddisfare ogni esigenza in fatto di flessibilità e manovrabilità. La combinazione di veicoli dimensionata con un peso utile fino a 100 t è costituita da un dolly anteriore a rotazione libero

con 2, 3 o 4 assi, un dispositivo porta-tubi tipo RA3 e un rimorchio a 4, 5, 6 7 assi. L’uso di questo sistema di trasporto è già stato sperimentato con successo e in Danimarca è stato soprannominato “Futtog” (“autoarticolato che raggiunge ogni angolo”). Tra le peculiarità di questa soluzione: grazie alla semplice sostituzione di pochi elementi, il sistema consente l’impiego

UNA SOLUZIONE FLESSIBILE PER TORRI EOLICHEdi RA3 su diverse combinazioni di veicoli aventi un raggio di sterzata diverso; il carico può girare liberamente tra i carrelli e raggiunge un angolo di oltre gli 80° (in tal modo, rotatorie e curve fino a 90° non rappresentano alcun problema); grazie al sollevamento/abbassamento dei supporti idraulici del dispositivo porta-tubi, il carico può passare sopra o sotto gli ostacoli.

L’ADDRIVE È UN’UNITÀ SPECIALE CHE COMBINA IN UN UNICO VEICOLO I VANTAGGI DI UN SEMOVENTE MODULARE PST E QUELLI DI UN MODULO THP RIMORCHIATO

GOLDHOFER È NOTA IN TUTTO IL MONDO PER LA SUA COMPETENZA NEL CAMPO DEI TRASPORTI COMBINATI SU STRADA, ROTAIA, MARE E ARIA“ „

49maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT

zione con estrema manovrabilità di masse anche oltre le 10.000 t. Questi veicoli sono impiegati pre-valentemente in ambito offshore, come pure per la costruzione di centrali e impianti. Oltre che per il trasporto, sono utilizzati anche per il posizionamento esatto di cari-chi pesanti e di grosse dimensioni. Un accenno merita anche un ul-teriore ambito in cui Goldhofer si distingue, quello della tecnolo-gia aeroportuale. Qui l’azienda ha definito nuovi parametri a livello mondiale rivoluzionando il merca-to con la creazione di trattori senza barra: questa nuova generazione di macchine lavora senza la barra di

tici: questi mezzi possono essere abbinati a gruppi modulari tradi-zionali ed essere equipaggiati con un sistema di sterzatura multidi-rezionale a controllo elettronico. Il sistema permette la movimenta-

a 150 t, caratterizzati da una strut-tura diversificata e per il sistema di sterzatura), Goldhofer si distin-gue per l’ampio ventaglio di mezzi con sospensione e gestione idrau-lica delle altezze e della sterzatura destinato al trasporto di merci so-vradimensionate o molto pesanti.Il sistema modulare offerto offre possibilità quasi infinite di abbi-namento anche molto comples-se, in quanto i moduli possono essere combinati sia longitudi-nalmente che lateralmente. Sono inoltre disponibili varie tipologie di “collo d’oca”, così come “spalle” per grandi carichi. Per il traspor-to di grandi carichi eccezionali, Goldhofer ha poi sviluppato vei-coli modulari semoventi con tra-zione azionata da motori idrosta-

UNA SOLUZIONE FLESSIBILE PER TORRI EOLICHE

I dispositivi porta-tubi possono essere sollevati fino a 3 m e consentono di raggiungere carichi utili fino a 100 t con un baricentro centrale: in tal modo, è

possibile trasportare i segmenti della torre e le navicelle degli impianti eolici conformemente alle prescrizioni di trasporto dei costruttori.

LA GAMMA DI SOLUZIONI GOLHOFER È AMPIA E VA DAI RIMORCHI CON RAMPE AI TRAINATI AUTOSTERZANTI, DAI SEMIRIMORCHI CON PIANO ALTO/BASSO/DIRITTO A QUELLI PER USI SPECIALI

PER IL TRASPORTO DI GRANDI CARICHI ECCEZIONALI, GOLDHOFER HA SVILUPPATO ANCHE VEICOLI MODULARI SEMOVENTI CON TRAZIONE AZIONATA DA MOTORI IDROSTATICI, ABBINABILI A GRUPPI MODULARI TRADIZIONALI ED EQUIPAGGIABILI CON SISTEMI DI STERZATURA MULTIDIREZIONALE A CONTROLLO ELETTRONICO

traino, infatti, consentendo mano-vre più veloci, sicure e, soprattutto, economiche per il velivolo a terra. I vari modelli permettono di movi-mentare aeromobili di peso com-preso tra 150 e oltre 600 t MTOW. Caratterizzato da una particolare flessibilità che permette di adattar-lo facilmente al tipo di intervento di recupero di volta in volta neces-sario, questo sistema è ormai adot-tato come attrezzatura standard da un numero sempre maggiore di ae-roporti nel mondo. ■

ONSITELIFT - maggio-giugno 201750

È un periodo decisamente intenso di impegni per IPAF. L’organizzazione che dal 1983 raggruppa i protagonisti del settore

delle piattaforme di lavoro mobi-li elevabili (PLE) negli ultimi me-si è stata impegnata nelle princi-pali fiere internazionali: SaMoTer, Conexpo, Smopyc e infine Apex, che per questo comparto rappre-senta un appuntamento di fonda-mentale importanza.Nel contempo, a Londra lo scorso 4 aprile si è svolto anche il Summit 2017 dell’associazione. La nutrita delegazione italiana, guidata dal responsabile nazionale Maurizio Quaranta, ha ovviamente fat-to il tifo per i connazionali delle aziende candidate ai premi IAPA:

di Riccardo Lorenzi

DALLA FORMAZIONE AL MARKETING, PASSANDO PER VARIE OCCASIONI DI CONFRONTO TRA ADDETTI AI LAVORI DI LIVELLO INTERNAZIONALE. SONO NUMEROSE LE INIZIATIVE CHE L’ASSOCIAZIONE STA REALIZZANDO PER FAVORIRE CON SEMPRE MAGGIORE CONVINZIONE LO SVILUPPO DEL SETTORE

SERVIZI

IPAF

Alzando l’asticella della qualità

maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 51

Maber Hoist e CTE. Quest’ultima si è aggiudicata il premio nella ca-tegoria delle autocarrate grazie al-la sua B-LIFT 17E, che ha colpito la giuria per “l’innovativa tecnolo-gia della batteria, che consente alla piattaforma di funzionare per un pe-riodo di tempo notevole senza utiliz-zare il motore, e dalla sua capacità di lavoro in spazi ristretti”. Il suc-cesso dell’azienda di Rovereto rap-presenta un segnale molto positi-vo per tutta l’industria nazionale, come ci spiega lo stesso Quaranta: “Ciò dimostra che lo spirito innova-tivo nostrano è vivo e vegeto, ma al-tresì richiede, per cogliere grandi rico-noscimenti, il coraggio di affrontare l’agone e la severità del giudizio in-ternazionale. Confidiamo dunque che il premio di CTE invogli i tantissimi bravi e preparati produttori italiani ad affacciarsi con orgoglio e dedizio-

ne alla prossima edizione dei premi IAPA, che si terrà nel marzo 2018 a Miami”.

Una rete internazionaleAlcuni dei partecipanti al Summit, tra cui i rappresentanti italiani, si sono trattenuti in Inghilterra anche il giorno successivo per “Rental Trip”, un evento pensato per mantenere e incrementare le relazioni e accrescere la comune professionalità. “Con i colleghi di Singapore abbiamo visitato la sede di Nationwide a Luton”, continua Quaranta. “Eccellente l’ospitalità e di grande spessore la presentazione degli amici e colleghi inglesi, che ci hanno illustrato con dovizia di par-ticolari i retroscena della loro attivi-tà. Siamo soddisfatti dell’evento, che, seppur in sordina, ci ha dato modo di offrire ai partecipanti l’occasione

di un confronto-scambio su questio-ni attinenti al business del noleggio. IPAF Italia è fermamente convinta dell’importanza di eventi di questi tipo, sia per condividere buone pras-si che magari per formare gruppi di lavoro sulla condivisione di analisi e dati di mercato”.

Formazione e sicurezzaMa non è certo il momento di tira-re il fiato, perché l’agenda di IPAF nei prossimi mesi è altrettanto fit-ta di appuntamenti. Sul fronte del-la formazione, i suoi istruttori sa-ranno impegnati in un corso sul tema “carico-scarico” che si svol-gerà il 18 maggio presso la Savis Service di San Mauro Torinese (To). L’istruttore senior Mauro Potrich erudirà la squadra sulle corrette procedure di sicurezza nelle fa-si di carico, scarico e fissaggio di macchine operatrici da cantiere, prima o dopo il trasporto su stra-da. Il 7 giugno ci si sposterà inve-ce presso la sede IPAF di Milano, in via Chieti 8, per il “Corso PLE per Gestori e Responsabili di Cantiere”.Anche in questo caso l’appunta-mento è dedicato agli istruttori IPAF, ma è prevista la possibilità di partecipare (gratuitamente) anche per chi lavora nel settore e vuole aumentare la propria competenza nel campo delle PLE, per quanto riguarda la loro scelta, la disloca-zione, il noleggio, le modalità di utilizzo, le analisi di produttività o qualunque altro aspetto.

MAURIZIO QUARANTA RAPPRESENTANTE PER L’ITALIA DI IPAF

ONSITELIFT - maggio-giugno 2017

SEZIONENuovi strumenti tecnologiciIn questo continuo succedersi di viaggi in Italia e all’estero, IPAF non trascura i propri compiti canonici. Dopo due anni di ricerche, test e in-genti investimenti, l’introduzione dei nuovi strumenti didattici da aula e dell’e-learning per la parte teorica ha cominciato a offrire flessibilità e interattività. Rimane invariata l’at-tenzione alla formazione pratica – solo i partecipanti che superano un esame teorico e un esame pratico ri-cevono la PAL Card – e la “centra-lità” del Centro di formazione, che rimane l’unico luogo deputato a for-nire formazione e a verificare l’avve-nuto apprendimento.Prosegue nel contempo l’impegno dei Comitati e Gruppi di lavoro, finalizzato ad aumentare le frec-ce all’arco dei Centri di formazio-ne del network, agevolandone una maggiore competitività sul mercato. Il TWG (Training Work Group) sta lavorando alacremente su un corso per operatori di sollevatori telesco-pici e, anche in questo caso, IPAF può contare sulla disponibilità di un gruppo di istruttori senior che ha messo a disposizione tempo e mate-riale al fine di creare un nuovo per-corso formativo, con tutti i requisiti didattici e di serietà di un corso IPAF. Dal 1 giugno, il corso sarà disponi-bile per i Centri di formazione che ne faranno richiesta.Sono in vista novità anche sul fron-te del marketing. Partendo dal pre-supposto che la peculiarità del mer-cato italiano consiste nella presenza di migliaia di piccole aziende dedi-te alle più svariate attività, è emer-sa la necessità di raggiungere diret-tamente gli operatori formati – e in possesso di Carta PAL – per mante-nere con loro un contatto discreto, ma produttivo in termini promo-zionali, commerciali e informativi. Pertanto, IPAF Italia e il dipartimen-to Marketing e Comunicazione del-la casa madre inglese stanno lavo-rando per realizzare una app e un progetto legato ai social media che consentano una relazione continua ed efficace con tutti gli operatori. ■

Dall’Italia alla Polonia (e ritorno)Il 13 e 14 settembre, a Modena, si svolgerà la nuova edizione della con-vention “Ambiente Lavoro”, nella quale IPAF organizzerà due conve-gni. Il primo si chiama “Nuovi stru-menti IT per la sicurezza e la forma-zione sulle attrezzature di lavoro” e prenderà in esame i numerosi spunti di interesse legati a e-learning, app, nuove tecnologie di localizzazione, videosorveglianza ed elaborazio-ne dei dati applicata ai macchinari, anticipando così il futuro prossimo del settore. Nel secondo convegno, “Le piattaforme di lavoro vertica-li e gli obblighi di sicurezza”, ver-ranno invece analizzate le tecnolo-gie costruttive, l’uso dei DPI, le at-tività di picking e le prospettive di modifica della normativa. Sempre il 14 settembre, ma a Varsavia, si svolgerà l’undicesima edizione di Europlatform, il principale punto d’incontro per dirigenti e manager del noleggio di mezzi di sollevamen-to aereo, con IPAF promotore.Venti giorni dopo, si ripartirà da Piacenza con “GIS 2017”, la sesta edizione dell’unica manifestazio-ne italiana dedicata specificamente agli operatori del sollevamento, dei lavori aerei, della movimentazione interna e portuale, nonché dei tra-sporti eccezionali. Da sempre con-vinta del potenziale di questa ma-nifestazione, IPAF quest’anno sarà presente non solo in veste di en-te patrocinante, ma anche con un proprio stand. Così come nel 2015, anche per l’edizione di quest’anno è previsto un nutrito programma di convegni, seminari tecnici e wor-kshop, organizzati con il supporto di alcune delle associazioni di ca-tegoria patrocinanti e di primarie aziende del settore.

L’OPINIONE

NICK SELLEYPRESIDENTE DI IPAF

“Nel subentrare a Andy Studdert alla guida della nostra organizzazione desidero rivolgere al mio predecessore un sentito ringraziamento per l’eccellente contributo che ha dato a IPAF. In particolare, voglio esprimere la mia gratitudine per il ruolo che ha svolto nel lancio del nostro programma di formazione online.Tuttavia, credo che da qui in avanti dovremo impegnarci maggiormente anche in altre aree ed essere più proattivi nell’elevare gli standard industriali. Non vogliamo certo limitarci a raccogliere statistiche sugli incidenti, bensì intendiamo sviluppare delle strategie finalizzate a ridurli. La sicurezza è il nostro valore supremo e i membri di IPAF devono crederci veramente. Francamente, credo che chi non riesce ad accettare la necessità di aderire ai nostri standard di sicurezza non possa nemmeno fare parte dell’organizzazione. Un altro ambito nel quale dobbiamo intensificare la nostra attività è la promozione dell’accesso all’industria da parte dei giovani. Sono loro i leader del futuro e nel corso della mia presidenza intendo sostenere con forza l’impegno da parte dei nostri membri nei confronti di un serio sviluppo dei programmi di apprendistato. IPAF deve fare in modo che l’industria sia sempre più efficace nell’incoraggiare i giovani a salirvi a bordo”.

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maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 53

D opo gli anni del boom coincisi con l’inizio del nuovo millennio, il set-tore del noleggio ha vis-suto una profonda fase

di cambiamento che ne ha sensi-bilmente modificato il panorama. E come spesso avviene, a uscire vincenti da queste transizioni sono state le organizzazioni che prima e meglio hanno saputo anticipare il cambiamento, dotandosi non solo delle necessarie strutture, ma anche di un approccio al mercato al pas-so con le sue evoluzioni. Tra que-ste rientra senza dubbio Noleggio Lorini, azienda di Montichiari (Bs) che, nel corso di oltre due decenni di attività, ha saputo “cambiare pel-le” per incontrare in modo sempre più efficace le richieste della cliente-la e che oggi, per lo specifico settore del sollevamento, vede Haulotte tra i suoi partner privilegiati.

IL NOLEGGIATORE LOMBARDO OFFRE UN PARCO MACCHINE AMPIO E DIVERSIFICATO ED È FOCALIZZATO SU ALCUNI SETTORI CHIAVE E OPERA CON UNA SPICCATA SENSIBILITÀ VERSO I SEGMENTI EMERGENTI, APPROCCIATI CON UNA GAMMA D’OFFERTA CHE, IN OGNI AMBITO, PROPONE IL MEGLIO DI QUANTO OFFRE IL MERCATO

L’ESPERIENZA guida lo sviluppo

NOLEGGIO LORINI

SERVIZI

di Pietro Gabrielli

ONSITELIFT - maggio-giugno 2017

SERVIZINoleggio Bresciano, prima azienda specializzata registrata alla Camera di commercio di Brescia nel noleg-gio di macchinari e attrezzature per il settore del movimento terra e del-le costruzioni stradali. Con il pro-sieguo dell’attività e l’ampliamento del parco macchine si presenta la possibilità di aprire un altro punto logistico a Montichiari e si affian-cano due ulteriori punti noleggio, a Calcinato e a Castegnato. Nel con-tempo, forte impulso riceve anche il tema della sicurezza: è a tale sco-po che Lorini crea al suo interno, in partnership con IPAF e Fesica, una struttura dedicata alla forma-zione, dove tutt’oggi vengono ero-gati corsi di formazione all’utilizzo delle macchine.

Un parco in costante sviluppoOggi Noleggio Lorini rappresen-ta una delle più importanti realtà nel settore del noleggio generalista del Nord Italia, grazie a una politica aziendale che ha visto costantemen-te ampliare i settori di riferimento, a partire da quello d’elezione, l’edi-lizia, per arrivare al sollevamento e alle applicazioni industriali. Come ci racconta il titolare dell’a-zienda, Pietro Lorini, “la nostra azienda è stata tra i pionieri del no-leggio in Italia, in un’epoca in cui

ingenti investimenti per mantener-lo aggiornato ed efficiente. A que-sto punto in azienda, non esisten-do nella zona strutture in grado di fornire alle imprese le macchine più appropriate per ogni singola esigen-za, matura una nuova idea: noleg-giare le proprie attrezzature e mac-chine nei momenti di inutilizzo, ini-ziando così ad assumere la nuova veste di noleggiatori.Da questa esperienza ha inizio il percorso che, nel volgere di po-chi anni, porterà alla attuale fi-sionomia aziendale. Nel 1993 na-sce a Poncarale la C.N.B. - Centro

All’insegna del cambiamentoAnche Noleggio Lorini, come spes-so accade nel settore del noleggio, è figlia di una storia che affonda le sue radici in altri rami d’attivi-tà, in questo caso nell’edilizia. È il 1974 quando nasce l’impresa Lorini Geom. Pietro, azienda specializzata nella costruzione di linee elettriche e telefoniche, nonché impresa di co-struzioni e ristrutturazioni che come altre realtà del ramo sperimenta in quegli anni le sue tipiche dinami-che, in particolare un parco mac-chine ampio ma spesso sottoutiliz-zato e che richiede costantemente

La proposta per il sollevamento offerta da Noleggio Lorini è ampia e strutturata e comprende oltre 300 unità (una quota rilevante delle quali è destinata ad applicazioni in interni), focalizzate soprattutto nel segmento intermedio in coerenza con le richieste di un mercato locale oggi concentrato soprattutto sui settori della logistica e delle manutenzioni. “I modelli più richiesti - confermano Pietro e Daniele Lorini - sono quelli dei segmenti compresi tra i 12 e i 20 m di altezza operativa, che proprio per questo abbiamo deciso di potenziare con l’acquisizione di una serie di nuovi modelli Haulotte, in particolare le piattaforme semoventi

articolate elettriche HA12IP e HA12 CJ+ da 12 m, HA15, le nuove piattaforme semoventi articolate diesel HA16 RTJ da 16 m, affiancate da una serie di piattaforme a pantografo elettriche della gamma Optimum e Compact in altezze da 8, 10, 12 e 14 m. Le articolate, in particolare, sono molto apprezzate dalla nostra clientela in quanto, pur offrendo buone altezze di sollevamento e capacità di sbraccio spesso pari a modelli di classe superiore, si caratterizzano per dimensioni compatte che ne agevolano l’impiego anche in contesti difficili dal punto di vista logistico. Anche sotto il profilo dell’affidabilità e dei supporti forniti da Haulotte queste nuove

LA SINERGIA CON HAULOTTE

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acquisizioni hanno finora offerto risultati più che soddisfacenti. Non ultimo, inoltre, le loro caratteristiche si prestano a un mercato, quello delle manutenzioni industriali, che in questa fase stiamo guardando con grande attenzione alla luce del suo notevole potenziale di mercato”.

DA SINISTRA, DANIELE E PIETRO LORINI

NOLEGGIO LORINI È SPECIALIZZATA NEL SETTORE DELL’EDILIZIA E DEL SOLLEVAMENTO E OFFRE UN SERVIZIO A 360° AI PROPRI CLIENTI, GRAZIE ANCHE A UNO STAFF SPECIALIZZATO IN GRADO DI OFFRIRE CONSULENZA E ASSISTENZA PROFESSIONALE DIRETTAMENTE IN CANTIERE

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na ha costruito un’esperienza al-trettanto solida affidandosi, come da tradizione, a un parco fornito-ri di assoluta eccellenza, tra i quali oggi Haulotte occupa una posizio-ne di primo piano. “Nella ricerca e selezione delle azien-de partner - racconta Pietro Lorini - abbiamo sempre seguito una politica molto chiara: scegliere i marchi e mo-delli migliori sul mercato, caratterizza-ti dalla massima affidabilità e da un corretto rapporto qualità/prezzo, sup-portati da un’assistenza in linea con i livelli di servizio che garantiamo alla nostra clientela. Un aspetto, quest’ul-timo, che soprattutto negli ultimi an-ni, pur essendo dotati di un’officina e di meccanici interni, ha assunto par-ticolare rilevanza alla luce della mag-giore complessità delle macchine. Tutte caratteristiche che abbiamo trovato in Haulotte, marchio che oggi non a caso spicca all’interno della nostra proposta di piattaforme aeree”. ■

Dall’edilizia al sollevamentoL’altro segmento di punta di Noleggio Lorini è il sollevamento, ambito nel quale l’azienda brescia-

questo strumento era pressoché sco-nosciuto nel nostro Paese. Abbiamo quindi sotto molti aspetti dovuto co-struire non solo un mercato, ma una vera e propria mentalità presso im-prese che un tempo erano nostre col-leghe. E probabilmente proprio il fat-to di averne condiviso la realtà e le esigenze quotidiane ci ha permesso di proporci sul mercato con la giusta credibilità e, insieme alla creazione di un parco macchine sempre più ampio e di qualità, di conquistare quote di mercato sempre più ampie”. Proprio il potenziamento e la diversifica-zione del parco macchine sono sta-te due chiavi di volta nel succes-so dell’azienda: “Siamo partiti con un’offerta afferente il nostro settore di provenienza, l’edilizia, proponen-do macchine quali escavatori e pale. Tutt’ora questo rimane uno dei pezzi forti della nostra proposta, che oggi comprende più di 300 macchine edili e stradali delle oltre 1.000 disponibili in flotta”, conferma il figlio del ti-tolare, Daniele Lorini. “Sempre ri-manendo nel settore edile abbiamo inoltre potenziato la gamma a noleg-gio includendo anche le piccole attrez-zature, con l’obiettivo di fornire un servizio il più completo possibile in un’ottica di fidelizzazione della clien-tela che, peraltro, caratterizza tutti i nostri rami di attività”.

IL NOLEGGIATORE DI MONTICHIARI (BS) PROPONE UN PARCO MEZZI AMPIO E DIVERSIFICATO, STRUTTURATO PER CONQUISTARE SEMPRE MAGGIORI QUOTE DI MERCATO

NOLEGGIO LORINI COLLABORA CON AZIENDE IN GRADO DI OFFRIRE LA MASSIMA AFFIDABILITÀ E UN CORRETTO RAPPORTO QUALITÀ/PREZZO, NONCHÉ UN’ASSISTENZA IN LINEA CON I LIVELLI DI SERVIZIO OGGI TRASMESSI ALLA PROPRIA CLIENTELA

Dossier

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UNA RIVOLUZIONE DIETRO L’ANGOLO

S ono passati più di vent’an-ni da quando, nel 1996, l’agenzia statunitense per la protezione dell’am-biente (EPA) e l’Unione

Europea hanno iniziato a introdur-re limiti vincolanti alle emissioni inquinanti. Il percorso è stato pa-rallelo e sostanzialmente coeren-te, nonostante qualche confusio-ne ingenerata dalle diverse termi-nologie adottate: lo Stage IV euro-peo equivale all’americano Tier 4, lo Stage III al Tier 3 e lo Stage IIIB al Tier 4 Interim.Prima in modo graduale e poi con un ritmo sempre più sostenuto, le normative Stage (per quanto ri-guarda il mercato UE) e Tier (per il mercato nordamericano) sono intervenute per ridurre i livelli dei principali inquinanti derivan-ti dall’uso dei combustibili fossili nei motori diesel, ossidi di azoto (NOx) e particolato (PM). Tale ri-duzione è stata davvero radicale:

si pensi che in questi due decenni i livelli di NOx e PM sono calati del 97%. Il prossimo salto di qua-lità sarà nel biennio 2019/2020, quando entrerà in vigore la nor-mativa Stage V, alla quale tutte le case costruttrici stanno già cercan-do di adeguarsi. Stiamo parlando di uno sforzo davvero immane, di uno slancio evolutivo che consentirà al settore delle costruzioni di dare il proprio contributo nel contesto di una più articolata serie di interventi fina-lizzati a ridurre l’inquinamento globale. L’esigenza di ridurre l’im-patto dell’uomo e delle sue atti-vità sull’ambiente naturale è stata messa fortemente in discussione durante la campagna di Donald Trump per le elezioni presidenziali americane. Il sorprendente trionfo del tycoon newyorchese ha messo in allarme gli ambientalisti, viste le sue posizioni quantomeno am-bigue sul tema. Dopo aver promes-

so di cancellare lo storico accordo di Parigi sul clima e aver parlato del riscaldamento del pianeta co-me di “una bufala” inventata dalla Cina per acquisire il dominio del mercato internazionale, Trump ha leggermente ammorbidito la pro-pria posizione. Tuttavia, la nomi-na di un cosiddetto “negazionista” dell’allarme ecologico come Scott Pruitt ad amministratore dell’EPA è sembrata un atto politico ine-quivocabile. Eppure, sia negli USA che in Europa l’orientamento pre-valentemente non è tanto sul ri-mettere in discussione l’opportu-nità di queste misure antinquina-mento, quanto il reale rapporto tra costi e benefici. Su questo specifi-co aspetto del problema, in effetti occorre sviluppare una riflessione più approfondita, specialmente sul controsenso rappresentato dal fat-to che, mentre si richiedono inve-stimenti sempre più onerosi sulle macchine nuove, non esistono li-

NEL 2019/20 ENTRERÀ IN VIGORE LA NORMATIVA STAGE V, CHE SEGNERÀ UN ULTERIORE SALTO DI QUALITÀ NEL FRENETICO CAMMINO INTRAPRESO VERSO LA RIDUZIONE DELLE EMISSIONI NOCIVE. IN POCO PIÙ DI DUE DECENNI SONO STATI COMPIUTI SFORZI ENORMI, NEL NOBILE SCOPO DI PRESERVARE L’AMBIENTE. MA QUANTO SONO EFFICACI QUESTE MISURE? E QUANTI PROBLEMI COLLATERALI HANNO CREATO A UN MERCATO GIÀ PESANTEMENTE DANNEGGIATO DALLA CRISI GLOBALE? NE ABBIAMO PARLATO CON I PROTAGONISTI DELL’INDUSTRIA, PER CAPIRE SE TUTTI GLI INVESTIMENTI CHE STANNO FACENDO SARANNO POI EFFETTIVAMENTE RIPAGATI DA BENEFICI CONCRETI

di Lorenzo Zacchetti

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mitazioni alla circolazione di quel-le diventate ormai obsolete. Nonostante l’abbattimento delle emissione di particolati, gli ingen-ti sforzi di progettazione dell’indu-stria non hanno portato a un mi-glioramento della qualità dell’am-biente e dell’aria conforme alle at-tese. Non si vuole certo invocare una deregulation che, su questo te-ma specifico, ci farebbe precipita-re rapidamente nel passato ma, al contrario, serve una visione d’in-

EMISSIONI MOTORI

sieme che non si limiti a colpevo-lizzare il motore a gasolio come se fosse l’unica causa dell’inqui-namento atmosferico antropico. Un altro evidente sbilanciamen-to, in quella che va considerata comunque come una giusta bat-taglia, sta nelle difformità che se-parano USA ed Europa dal resto del pianeta: anche se culturalmente siamo portati a pensare di essere noi il centro del mondo, in real-tà ne siamo solo una piccola par-

te e viaggiare a due marce non so-lo inficia il risultato complessivo in termini di tutela dell’ambiente, ma crea anche le condizioni per un mercato falsato, che danneggia le nostre aziende. Le disparità non si verificano “solo” nei singoli conte-sti nazionali, ma anche all’interno di uno stesso Paese, dove nulla vie-ta che aziende di nazionalità diffe-renti gareggino con regole diverse. Non solo. Sebbene le limitazioni all’off-road siano arrivate successi-

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Dossier

LA PAROLA AI COSTRUTTORI/JOHN DEERE POWER SYSTEMS

GEOFF STIGLERDIRETTORE VENDITE E MARKETING EAME

JOHN DEERE POWER SYSTEMS

John Deere si è portata avanti per tempo: l’intera gamma dei suoi motori equipaggiati con tecnologia DPF è già compatibile con lo Stage V, caratteristica che faciliterà i clienti nel passaggio a questa nuova fase. Una delle conseguenze più significative dell’adozione dello Stage V sarà l’introduzione di una soglia limite di particolato per i motori nella fascia di potenza 19 kW - 560 kW, che richiederà l’implementazione della tecnologia DPF da parte dei

costruttori. John Deere utilizza questa soluzione già dallo Stage III B, per un totale di oltre 150 milioni di ore di impiego del DPF sul campo. Grazie alla vastissima esperienza nello sviluppo e nell’integrazione della tecnologia dpf, John Deere è già in grado di soddisfare i requisiti dettati dalla proposta della Commissione europea COM (2014) 581 relativa alle emissioni dello Stage V.

LA PAROLA AI COSTRUTTORI/FPT INDUSTRIAL

FABIO LEPOREUFFICIO STAMPA FPT INDUSTRIAL

Già dall’ultima edizione di EIMA, FPT si è dimostrata pronta per lo stage V. A partire da HI-eSCR2, l’ultima generazione della rinomata e brevettata tecnologia di post-trattamento High Efficiency Selective Catalytic Reduction (HI-eSCR), FPT Industrial conferma la sua strategia di lunga durata unicamente basata

sull’SCR per raggiungere gli standard uprated. Lo facciamo pur mantenendo la Exhaust Gas Recirculation (EGR) su motori di potenza superiore a 4 l e un’attivo soluzione gratuita di rigenerazione, mantenendo così i vantaggi competitivi raggiunti alla fase IV/Tier 4B, come best in class nel risparmio di carburante e di potenza e densità di coppia.

vamente a quelle per l’on-road, con le classi Euro stabilite dalle norma-tive anti-inquinamento, in diversi casi si utilizzano diversi pesi per di-verse misure. Un esempio su tutti: anche nelle città che limitano il traf-fico automobilistico nelle zone cen-trali, per evitare il congestionamen-to, nulla vieta che macchine obso-lete siano impiegate nei cantieri del centro storico, secondo una logica francamente impossibile da capire. Tutte queste discrasie derivano dal-la mancanza di una strategia uni-taria, che inevitabilmente ci lascia alla mercé di provvedimenti spora-dici, che forse possono ripulire la coscienza di chi le promuove, ma non certo l’aria che respiriamo tut-ti i giorni. È difficile definire altri-menti una strategia che penalizza il segmento off-road, senza incide-re su fonti molto più inquinanti come il traffico automobilistico e

il riscaldamento a gasolio.Secondo Paolo Venturi, presiden-te di Unacea, “la nostra industria ha fatto importanti investimenti per ottemperare ai criteri dell’Unione Europea in materia di emissioni dei motori e, come dimostrano i recenti sviluppi sulla fase V, continuerà a far-lo anche nei prossimi anni. Le macchi-ne prodotte inquinano fino al 97% in meno di quanto succedeva poco più di venti anni fa. Occorre fare in modo che questi investimenti e le innovazio-ni tecnologiche che ne sono scaturite

PAOLO VENTURI PRESIDENTE UNACEA

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EMISSIONI MOTORI

non vadano persi e anzi contribuisca-no a migliorare la qualità dell’aria del-le nostre città, così come la sicurezza dei cittadini e degli operatori”. Anche il responsabile scienti-fico di Legambiente, Giorgio Zampetti, sottolinea la necessità di un approccio integrato: “La sfi-da ambientale non appartiene più so-lo agli ambientalisti, ma è diventata

cruciale per la società e l’economia, più in generale. Le regole sulle emis-sioni che l’industria ha recepito devo-no però trovare applicazione reale, o si rischia che tutto il lavoro fatto ri-manga sulla carta. Bisogna fare del-le politiche integrate, individuare le zone più sensibili delle città tenen-do conto della circolazione così come delle attività quali i cantieri, da cui partire per richiedere parametri sem-pre più stringenti”. Il netto taglio alle emissioni di parti-colato e ossidi di azoto previsto dal-

lo Stage V “porterà la produzione euro-pea ad essere la più pulita al mondo”. Ad affermarlo è il CECE, il Comitato europeo dei produttori di macchi-ne da costruzione, il cui segreta-rio generale Sigrid de Vries aggiun-ge: “Voler far entrare in vigore il nuo-vo standard entro il 2018 è una scel-ta ambiziosa. Sarà una vera e propria sfida per tutti i produttori europei co-struire macchine aderenti allo Stage V, ma è una sfida che si può vincere e che contribuirà a migliorare la quali-tà dell’aria in Europa”. Nonostante

LA PAROLA AI COSTRUTTORI/VOLVO PENTA

GIORGIO PARISPRESIDENTE REGION INTERNATIONAL & ASIA VOLVO PENTA

L’Europa sta guidando la marcia verso il raggiungimento degli obiettivi sulle emissioni e la nostra azienda è felice di essere in prima linea nello sviluppo di nuove tecnologie. Avendo oltre un secolo di storia di innovazione alle spalle, prendiamo molto sul serio le nostre responsabilità nei confronti dell’ambiente, oltre a offrire le migliori soluzioni ai nostri clienti. La tecnologia ci permetterà di evolvere in maniera soft dagli standard attuali a quelli stabiliti dallo Stage V, minimizzando la necessità di ridisegnare i motori e le loro installazioni.

LA PAROLA AI COSTRUTTORI/KOHLER ENGINES

NINO DE GIGLIOSENIOR MANAGER BRAND AND

COMMUNICATION KOHLER ENGINES

Kohler Engines ha deciso di integrare i nuovi motori della gamma KDI con il filtro antiparticolato, nel rispetto dei requisiti in materia di emissioni previsti proprio dallo Stage V. Il KDI 3404 è conforme alle normative Tier 4 Finale e Stage IV con un sistema di aftertreatment compatto, fatto di DOC

e SCR. Il tutto racchiuso in un unico contenitore che chiamiamo ‘all-in-one’ e che contiene a sua volta il mixing pipe. La soluzione Stage V del KDI 3404 e il suo sistema di after-treatment non subiranno modifiche dimensionali, essendo il DPF perfettamente integrabile nello stesso involucro.

GIORGIO ZAMPETTI RESPONSABILE SCIENTIFICO DI LEGAMBIENTE

SIGRID DE VRIES SEGRETARIO GENERALE CECE

ONSITELIFT - maggio-giugno 201760

Dossier

LA PAROLA AI COSTRUTTORI/JCB POWER SYSTEMS

UMBERTO MASCETTIRESPONSABILE MOTORI JCB

Noi siamo già pronti da tempo per lo Stage V. Lo abbiamo dichiarato all’ultima edizione del Bauma, spiegando che la nostra tecnologia era pronta per il salto di qualità. Al nostro Stage IV/Tier 4 Final va solamente applicato un piccolo DPF nel catalizzatore, perché come noto noi non lo abbiamo mai usato. Lo Stage V lo rende obbligatorio, ma per noi sarà solo un piccolo cambiamento, che non inficerà assolutamente la conformazione del motore. Si tratta di un DPF che potrei definire ‘light’. Personalmente, ho vissuto tutte le evoluzioni normative implementate in questi anni e dal punto di vista tecnico non ci sono state poi grandi difficoltà. Tutti abbiamo dovuto investire su questo fronte e, sebbene chi già aveva una tecnologia automotive sia partito avvantaggiato, non è stato poi così difficile. Il vero problema è stato commerciale, perché abbiamo

dovuto convincere i nostri clienti a montare motori nuovi ogni tre anni. Ne vale la pena? Beh, il mio insegnante di ingegneria diceva sempre: ‘Di ermetico non ci sono neanche i sommergibili, perché hanno porosità nello scafo’. Per eliminare del tutto le emissioni dovremmo ragionare su combustioni alternative. Per bypassare il problema bisognerebbe usare il GPL, il metano o i motori elettrici, salvo poi trovare una soluzione per lo smaltimento delle batterie. Se parliamo di motori endotermici è evidente che delle emissioni ci saranno sempre. Con lo Stage V si partirà tutti dallo stesso livello, almeno in Europa. Certo, c’è una netta discrepanza tra i mercati di diversi Paesi, ma questa è una questione da affrontare sul piano politico. Questa discussione ci porterebbe molto lontano.

LA PAROLA AI COSTRUTTORI/SCANIA ENGINES

ANDERS LISSVICE PRESIDENT SALES SCANIA ENGINES

Durante l’ultima edizione di Bauma, Scania ha presentato un motore precursore dei tempi, una soluzione già a norma con gli standard per le emissioni Stage V. I motori industriali di Scania usufruiscono della tecnologia Euro 6, che nel mondo dei veicoli industriali è una realtà consolidata. Il primo motore Euro 6 di Scania è stato prodotto nel 2012.

la freddezza di Trump e Pruitt, ci si attende che anche gli USA applichi-no gli stessi standard europei: l’EPA

non si è ancora espressa, ma da circa dieci anni le normative differiscono in pratica soltanto nel nome. Eppure, per cambiare marcia non servirebbero provvedimenti ecces-sivamente complicati. Si potrebbe partire da un sistema premiante da applicare ai bandi pubblici, così da favorire le aziende che si dotano di macchine di ultima generazione e quindi conformi alle normative più recenti. Allo stesso modo, gli stessi meccanismi fiscali che si applicano alle riqualificazione energetica de-gli edifici potrebbero incentivare il rinnovamento del parco macchine da parte delle aziende del settore. Per Corrado Serrentino, responsa-

CORRADO SERRENTINO RESPONSABILE RELAZIONI ESTERNE UNACEA

bile relazioni esterne Unacea, “come associazione stiamo cercando di sensi-bilizzare le amministrazioni pubbliche affinché riconoscano le evoluzioni del motore non solo per il settore automo-tive, ma anche per il nostro. Questo si-gnifica che, come si fa per le auto, va vietata la circolazione dei motori inqui-nanti. Bisogna inoltre prevedere punti premiali per le gare d’appalto, a favore di chi aggiorna le proprie macchine, e fare sì che nelle ZTL e nelle low emis-sion zones si tenga conto anche dell’e-dilizia privata. Chi deve ristrutturare la propria casa, nel centro storico, non può farlo usando macchine vecchie e inquinanti!”.

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EMISSIONI MOTORI

A scomac, la Federazione Nazionale Commercio Macchine, è una rappre-sentatività importante del settore industriale del-

le macchine per le costruzioni e per questo motivo abbiamo incontra-to il suo presidente, l’ing. Ruggero Riva, il cui quadriennio di manda-to 2016/2020 si svolgerà in paralle-lo con il percorso che porterà allo Stage V.

Che genere di difficoltà hanno creato le normative che, negli ul-timi 20 anni, hanno radicalmen-te cambiato il quadro della situazione? Più che difficoltà, in generale le normati-ve vigenti e in corso di modifica, essen-zialmente finalizzate alla revisione degli standard in mate-ria di emissioni, per conseguire l’obiettivo congiunto del rispar-mio energetico

dei carburanti utilizzati attraverso motori ad alta efficienza, non solo energetica, unitamente alla conte-stuale riduzione delle emissioni in-quinanti, rappresentano un punto di partenza strategico oltre che per il fabbricante anche per il cliente fi-nale, in una partnership di concreta sostenibilità. Le difficoltà in questo percorso verso la sostenibilità so-no state causate semmai dalla crisi economica che ha investito il no-stro Paese e in particolare il settore dell’edilizia. Ciò ha contribuito al rallentamento dello svecchiamento del parco: di fatto veicoli obsoleti e inquinanti non sono stati sostituiti

e continuano a operare, espo-nendo il nostro paese a ri-

chiami, sanzioni e proce-dure d’infrazione.

Non vi è la possibilità che gli ingenti investi-menti richiesti a chi

opera nel settore per adeguarsi ai nuovi stan-

dard siano eccessi-vi, se rap-

portati agli effettivi benefici di un ambito che, nel complesso, incide molto poco sui livelli di inquina-mento complessivi? Al fine di limitare l’impatto delle emissioni inquinanti prodotte dai veicoli a motore a combustione in-terna l’Unione Europea, nel cor-so dell’ultimo trentennio, ha in-trodotto prescrizioni specifiche in materia di emissioni. I fabbricanti, nel rispetto della normativa, han-no progressivamente immesso sul mercato solo macchine equipaggia-te con motori conformi alle nuove disposizioni. Ricordo che la diretti-va 97/68/CE ha introdotto una se-rie di stage successivi (da I a IV) per la riduzione graduale delle emissio-ni consentite per i motori destina-ti a macchine operatrici che posso-no circolare su strade aperte all’uso pubblico tra cui le macchine per co-struzioni (movimento terra, costru-zione e manutenzione strade ecc). Il 25 settembre 2015 la Commissione europea ha adottato una proposta per un nuovo regolamento sul te-ma, che introdurrà uno stage V a partire dal 2019-20. Certamente gli investimenti effet-tuati dai costruttori e da tutta la fi-liera della distribuzione sono stati molto importanti e impegnativi, oltre che per il rispetto normativo anche per ridurre le emissioni nei cantieri di lavoro, a partire da quel-li urbani. Il problema non è solo le-gato alla circolazione dei mezzi, ma

Una sfida giusta e stimolante Intervista all’ing. Ruggero Riva, presidente di Ascomac

RUGGERO RIVA PRESIDENTE ASCOMAC

Dossier

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soprattutto è fortemente connesso alle emissioni acustiche e dei gas di scarico nel sito di lavoro (cantiere) dove le macchine operano. Al di là della incidenza del nostro settore in materia di emissioni a livello com-plessivo (certamente non elevata) siamo convinti che ognuno debba fare la propria parte per il bene co-mune. Noi come Ascomac lo stiamo facendo ogni giorno coinvolgendo i nostri clienti utilizzatori affinché operino con macchine adeguate e facendo di tutto per coinvolgere le istituzioni affinché sostengano il nostro impegno su questo tema importante.

Le differenti regole in vigore nei vari paesi non finiscono col de-terminare una condizione di

mercato iniqua, soprattutto per chi è più attento alle esigenze dell’ambiente? Come dicevamo, l’ambiente riguar-da tutti e ognuno di noi deve da-re il proprio contributo. Prendendo ad esempio l’ambito urbano, oggi molto spesso soggetto a emissio-ni inquinanti, riteniamo, sulla ba-se del principio di sussidiarietà, che siano i comuni a svolgere un ruo-lo fondamentale nell’applicazione della normativa europea in materia di emissioni, in quanto è attraverso le ordinanze comunali che vengo-no individuati i motori considera-ti più inquinanti e quindi limitati nella circolazione urbana. A diffe-renza però di quanto fatto nel resto dell’Europa, dove vengono istituite le zone a basse emissioni, in Italia si parla più genericamente di zo-ne a traffico limitato; questa prima precisazione potrebbe sembrare so-lo un fattore terminologico e invece ha ben altre conseguenze. Nelle ZTL infatti si è proceduto, più o meno in tutta Italia, a limitare l’uso dei mo-tori più inquinanti, ma solo per le categorie più note e diffuse di auto-mobili, autocarri e motoveicoli. Gli altri mezzi, tra cui anche le macchi-ne per costruzioni, appartenenti alla categoria delle macchine operatrici o macchine semoventi fuoristrada, sono di fatto escluse dalle ordinan-

Cosa significhi ridurre le emissioni lo spiegano in queste pagine i vari protagonisti che abbiamo interpellato per questo speciale. Ma qual è a tal riguardo il parere dell’utilizzatore finale, l’impresa? Lo abbiamo chiesto all’Impresa Tedeschi Umberto & C. s.n.c. di Cremona (www.impresatedeschi.it), nata nel 1966 dall’iniziativa di un imprenditore con “il pallino” delle macchine operatrici; ci ha risposto Armanda Mariani, contitolare dell’Impresa Tedeschi. “Approfittando del super ammortamento al 140% inserito nell’ultima legge di stabilità, noi

abbiamo cambiato cinque macchine. Va infatti considerato che le macchine con le maggiori emissioni sono anche quelle che consumano più carburante e per noi quest’ultimo rappresenta la principale voce di spesa. Dal nostro punto di vista, quindi, l’entrata in vigore di queste normative rappresenta un’opportunità, ma sono conscia del fatto che posso parlarne in questi termini perché per fortuna il lavoro non ci manca: senza utili, anche i provvedimenti sull’ammortamento non servirebbero a nulla. So che altri non la pensano come noi, ma probabilmente nel loro caso ci

LA VOCE DEGLI UTILIZZATORI/IMPRESA TEDESCHI

ze. Talvolta ne viene consentito l’u-so a prescindere dal motore instal-lato, vanificando così la necessità di istituire zone urbane a basse emis-sioni. Si tratta infatti di un aspetto che presenta elementi di significati-va criticità, se si considera che l’im-patto in termini di emissioni, an-che di una sola macchina obsoleta, equivale a diverse decine di mezzi analoghi, ma rispondenti a classi di emissioni più recenti. Altre ordinan-ze le considerano inquinanti a pre-scindere dal motore installato, vie-tandone l’uso. Questa situazione pa-radossale, oltre a non valorizzare lo sforzo dei produttori, deresponsabi-lizza il cliente utilizzatore finale, che non ha alcun incentivo a sostituire le macchine con motori più obso-leti, con macchine nuove e meno inquinanti. L’ultimo punto che va segnalato, sempre con l’obiettivo di far partecipi le amministrazioni co-munali della problematica, al fine di trovare le soluzioni più idonee in modo sinergico, è quello legato al concetto di circolazione. Sebbene alcune delle “nostre” macchine pos-sano circolare, solo il 30% viene uti-lizzato anche in questo modo, il re-stante parco (immatricolato o non immatricolato) viene trasportato sul cantiere con un autocarro. Ciò vuol dire che una macchina obso-leta, in un comune virtuoso che ne

sono dei problemi che stanno a monte. Se non hai abbastanza lavoro, è evidente che questo genere di adempimenti costituisce un onere aggiuntivo, che può essere anche molto pesante da sostenere. Rispetto a chi sostiene che queste norme generano un rapporto concorrenziale tra Europa, Stati Uniti e il resto del mondo, penso che ci si debba attendere qualche cambiamento da parte dell’amministrazione Trump: pur non condividendo tutte le sue posizioni, credo che il neopresidente degli Stati Uniti abbia ragione nel voler difendere l’occupazione locale”.

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EMISSIONI MOTORI

ha impedito la circolazione all’in-terno della ZTL, potrebbe (può og-gi) comunque essere utilizzata libe-ramente al suo interno, una volta trasportata in cantiere da un mezzo (autocarro) che invece deve rispon-dere appieno alla normativa vigen-te in termini di emissioni. Su questo vanno adottati rapidi e immediati provvedimenti, coordinando così le normative di fabbricazione ad alta efficienza e basse emissioni con l’u-tilizzo sostenibile delle macchine in ambienti come quelli urbani sempre più inquinati.

Si può considerare che i parame-tri stabiliti dalle varie normative, fino allo Stage V che sta per en-trare in vigore, rappresentino an-che un valore per le aziende del settore o si tratta di mere imposi-zioni alle quali giocoforza bisogna adeguarsi? L’introduzione dello Stage V, a parti-re dal 2019, comporterà sicuramen-te un incremento del costo del mo-tore che dovrà essere dotato di tut-ti i dispositivi per limitare maggior-mente le emissioni inquinanti. Fatta questa doverosa premessa vorrei pe-rò portare l’attenzione sull’aspetto positivo di questa normativa. Si trat-ta infatti di una sfida stimolante sia per i costruttori di motori che per i costruttori di macchine. I primi do-vranno trovare delle soluzioni tec-nologicamente avanzate, ponendo molta attenzione al miglioramen-to della combustione e del sistema di post-trattamento dei gas di scari-co, che si tradurrà in un incremen-to della efficienza del motore a van-taggio dei consumi e delle emissio-ni prodotte. Questo vantaggio verrà quindi offerto ai costruttori di mac-chine che potranno, a loro volta, rinnovare i propri prodotti e utiliz-zare motori più efficienti. Inoltre, riteniamo, debba essere valorizzata l’opportunità che viene offerta dalla normativa riguardo la diminuzione delle emissioni allo scarico. Come accennato, queste macchine infat-ti vengono spesso utilizzate in zone

ad alta densità abitativa e l’utilizzo di motori a basse emissioni porterà quindi benefici alla salute delle per-sone e all’ambiente urbano.

Cosa ha fatto e cosa sta facendo Ascomac su questo argomento?Ascomac è la Federazione Nazionale Commercio Macchine, aderente alla Confcommercio Imprese per l’Italia e Socio di Federcostruzioni; rappre-senta la filiera della importazione, commercializzazione, noleggio e as-sistenza tecnica di macchine opera-trici e attrezzature di lavoro per le costruzioni, per il sollevamento e la logistica, motori industriali, per la nautica da diporto e commerciale, gruppi elettrogeni, unità/impianti di generazione distribuita di ener-gia da fonti rinnovabili e da cogene-razione ad alto rendimento, socie-tà e professionisti operanti nei set-tori: formazione, omologazioni per la circolazione stradale, sicurezza di macchine e attrezzature. I settori so-no rappresentati da cinque Unioni: Cantiermacchine, macchine per le

costruzioni nata 50 anni fa; Unicea, macchine per il sollevamento, na-ta 40 anni fa; Unimot, motori in-dustriali, nata 25 anni fa; Intemac, i nostri professionisti, nata 15 an-ni fa; Cogena, efficienza energetica nata da oltre 10 anni. Diverse le at-tività in corso con le istituzioni – Governo – Ministeri sviluppo eco-nomico, infrastrutture e trasporti, ambiente, e organismi di riferimen-to quali Inail, Ispra, attraverso pro-poste tecnico normative, da tradursi in provvedimenti normativi finaliz-zati a sostenere la ricerca, lo svilup-po e l’innovazione tecnologica, du-rante tutto il ciclo vita del prodotto, dalla progettazione all’investimen-to, dall’esercizio all’utilizzo, al rici-clo, allo smaltimento, valorizzando nel contempo i comportamenti del cliente finale volti a mettere in pra-tica soluzioni tecnologiche coerenti con la sostenibilità. Ascomac in termini operativi ha promosso e realizzato Cantiere a impatto zero per la sostenibilità ur-bana e territoriale. ■

LA PAROLA AL NOLEGGIATORE/ELEVO

SERGIO GUALANDRISAMMINISTRATORE DI ELEVO

In qualità di noleggiatore, un’azienda come Elevo ha uno sguardo a 360° sul panorama complessivo delle macchine presenti sul mercato. Secondo il suo amministratore, Sergio Gualandris, le valutazioni sul tema delle emissioni vanno suddivise in due tronconi. “Rispetto all’obbligo stringente riguardante alcune tipologie di macchine”, osserva, “in effetti si tratta di una normativa alla quale è

necessario adeguarsi, volenti o nolenti. Come molti altri player del settore, stiamo un po’ subendo questo stato di fatto, che oltretutto comporta una serie di problemi, perché i motori debbono essere sempre più depotenziati e sofisticati, con aggravi riguardanti sia i costi, sia la manutenzione, perché ad esempio capita molto spesso che si intasino i filtri”. Decisamente diverso è il quadro che riguarda le macchine ibride: “Già da tempo siamo impegnati nell’implementare veicoli di questo tipo nella nostra flotta. A differenza delle macchine a doppia alimentazione del passato, adesso ci sono ibride vere e proprie, alimentate a batteria, e che quindi consentono un’operatività differente. Quando puoi caricarle lo fai, ma se devi lavorare all’aperto lo fai in termico, senza problemi. È questo il futuro del nostro settore. Lo dico senza tema di smentita, anche perché ormai credo che tutte le aziende lo abbiano capito”.

ONSITELIFT - maggio-giugno 201764

TRE CASI DI ECCELLENZA“TELESCOPICA” di Riccardo Lorenzi

SOLLEVAMENTI IN AMBITI COMPLESSI

ON SITE

LA FAMIGERATA PRECISIONE GERMANICA NON VIENE CERTO SMENTITA DAI CANTIERI NEI QUALI SONO ALL’OPERA LE MACCHINE LIEBHERR. CON LAVORI IN CORSO IN TUTTO IL MONDO, ABBIAMO SCELTO TRE ESEMPI DI CAPACITÀ NELL’ADATTARSI CON SUCCESSO ALLE ESIGENZE SPECIFICHE DETTATE DAL CONTESTO OPERATIVO

maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 65

P ur essendo una delle più importanti aziende di produzione di macchine per le costruzioni, con oltre 41.500 dipendenti

Liebherr è ancora oggi saldamente a conduzione familiare. A fondar-la, nel 1949, fu Hans Liebherr, che dirigeva l’azienda dei suoi genitori nel Sud della Germania e che con il TK 10 firmò la prima gru di quel-la che sarebbe destinata a diventare una lunga tradizione. A quasi 70 an-ni di distanza, la famiglia Liebherr è ancora al comando di un’azien-da cresciuta in maniera esponenzia-le e che oggi vanta 62 stabilimenti

sparsi nei cinque continenti. Willi e Isolde Liebherr sono nelle posi-zioni apicali di un direttivo intera-mente composto da membri della famiglia. Con una linea di coman-do di questo genere, è più sempli-ce essere rapidi nel prendere le de-cisioni che servono a un’azienda ambiziosa come Liebherr per esse-re sempre all’altezza delle sfide che le vengono presentate, in ogni an-golo del mondo. Di seguito, pren-diamo in esame tre cantieri speci-fici che rappresentano altrettanti esempi di produttività e versatili-tà messe al servizio delle esigenze della committenza.

La Sagrada FamiliaIl contractor spagnolo Grùas Rigar ha dimostrato il proprio alto livel-lo di professionalità affrontando un difficile compito con la celeberrima Sagrada Familia di Barcellona, luo-go di culto diventato una delle me-te turistiche più famose del mondo.Curiosamente, si tratta di un’in-compiuta: i lavori sulla basilica cat-tolica disegnata da Antoni Gaudì sono iniziati nel 1882 e non sono mai stati completati. Attualmente l’obiettivo consiste nel portarne a termine la struttura entro il 2026, per celebrare al meglio il 100° an-niversario della morte dell’architet-

L’AUTOGRÙ LIEBHERR LTM 1500-8.1 HA MOSTRATO IL PROPRIO VALORE E

IL SUO ALTO LIVELLO DI AFFIDABILITÀ IN OCCASIONE DI UN INTERVENTO

SPETTACOLARE SUL RETRO DELLA FAMOSA SAGRADA FAMILIA, A BARCELLONA

ONSITELIFT - maggio-giugno 201766

Il veliero della birraSpostare l’Alexander von Humboldt, un veliero con 110 anni di storia al-le spalle, non era certo un’opera-zione da affrontare a cuor leggero. Per farlo muovere da Europahafen, il porto di Brema, fino a Schlachte, il distretto marittimo della stes-sa città anseatica, sono state in-nanzitutto diverse operazioni preliminari.Conosciuto soprattutto per lo spot della birra Beck, con le sue 25 vele verdi, il veliero era stato in seguito trasformato in un hotel galleggian-te e in una sede per eventi, attra-

calcestruzzo. Inoltre, l’azienda va-lenciana vanta un Dipartimento di Ingegneria specializzato in stu-di, consulenza e controllo del mo-vimento del carico ed è anche un centro di collaborazione per la for-mazione interna dei propri clienti nel campo della sicurezza.In questo specifico si è affidata a una macchina ultratestata co-me la Liebherr LTM 1500-8.1, che fu presentata per la prima volta al Bauma 1998 e il cui esempla-re numero 500 ha lasciato lo sta-bilimento di Ehingen nello scorso mese di marzo.

to, che qui è sepolto. La Sagrada Familia raggiungerà quindi un’al-tezza di 172,5 m, sorpassando di 11 m quella che al momento è la chiesa con la torre più alta del mon-do: Ulm Minster, in Germania.In questo progetto, una delle tre enormi gru impiegate sul sito do-veva essere spostata e la Grùas Rigard ha scelto una delle sue più grandi autogrù telescopiche, una Liebherr LTM 1500-8.1, per svol-gere il compito, piuttosto inusua-le e reso complicato dalla situazio-ne logistica. Nonostante la chiu-sura della strada al traffico, il team dell’azienda ha avuto a disposi-zione uno spazio molto ristretto nel quale usare la gru a otto assi e i relativi accessori. Usando un ballast di 165 t e un braccio mo-bile da 70 m ha smontato la gru, per poi rimontarla in una diversa posizione. La squadra al lavoro ha colpito tut-te le persone presenti in cantiere per la precisione e la fluidità delle operazioni svolte. Grùas Rigar ha sede a Valencia ed è guidata dal pre-sidente Josè Antonio Garcìa Marìn. L’azienda ha oltre 40 gru attive in diversi luoghi nel Mediterraneo e gli altri ambiti di lavoro nei qua-li è più frequentemente coinvolta sono il trasporto pesante, le piat-taforme di lavoro e il monitorag-gio di manufatti e prefabbricati in

ON SITE

LE 25 VELE VERDI SONO IL SIMBOLO CHE CONTRADDISTINGUE IL VELIERO ALEXANDER VON HUMBOLDT

LA SCHEDA TECNICALTM 1500-8.1

Portata: 500 t

Al raggio di : 3 m

Braccio telescopico da/a: 16,10 m/84 m

Jib da/a: 6/91 m

Motore del carro: Liebherr 8 cilindri

Potenza motore: 500 kW

Numero assi: 8

Motore gru: Liebherr 6 cilindri

Potenza motore: 240 kW

Configurazione assali sterzanti: 16 x 8 x 12

Velocità di traslazione: 85 km/h

Peso a terra: 165 t

maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 67

verso la rimozione di alberi, ponti e altri accessori invece necessari per la navigazione. Dopo averlo ricon-figurato in modo simile all’origina-le, il von Humboldt è stato spostato con due macchine Liebherr: l’auto-grù telescopica LTM 1200-5.1 e la gru cingolata HS 853 HD.La scelta del contractor Toscani si è dimostrata ideale per un’imbarca-zione davvero speciale, con 1.035 m2 di area galleggiante, tre alberi di cui il più grande di addirittura 34 m, 60 m di lunghezza comples-siva della nave e un peso superiore alle 800 t, con a bordo l’equipag-gio completo dei suoi 23 uomini.Il veliero ha vissuto varie vite, fi-no a essere ribattezzato Alexander von Humboldt nel 1988, in ono-re del naturalista ed esplorato-re tedesco, e da allora ha naviga-to per oltre 300.000 miglia nau-tiche. Ora l’imponente veliero va in pensione: sarà ormeggiato sulle

LA SCHEDA TECNICA LTM 1200-5.1

Portata: 200 t

Al raggio di : 3 m

Braccio telescopico da/a: 13,20/72 m

Jib da/a: 5,4/36 m

Motore del carro: Liebherr 6 cilindri

Potenza motore: 370 kW

Numero assi: 5

Motore gru: Liebherr 4 cilindri

Potenza motore: 145 kW

Configurazione assali sterzanti: 10 x 6 x 10

Velocità di traslazione: 85 km/h

Peso a terra: 72 t

L’AUTOGRÙ LIEBHERR LTM 1200-5.1, IN SINERGIA CON LA GRU CINGOLATA HS 853 HD, SI È RESA PROTAGONISTA DEL SOLLEVAMENTO DEL VELIERO ALEXANDER VON HUMBOLDT

ONSITELIFT - maggio-giugno 201768

è stato costruito un impianto con una moderna pompa accumulatri-ce e quattro turbine eoliche, con un’altezza totale di 240 m, una delle più elevate al mondo.La caratteristica peculiare di que-sto progetto è che ogni turbina eo-lica sarà collocata successivamente nel centro di una vasca circolare. L’energia in surplus può essere usa-ta per pompare acqua dalla valle fino a queste vasche e poi, quan-do serve l’elettricità, la si può facil-mente liberare, perché scorra fino all’impianto energetico.Le gigantesche vasche circolari sono state costruite con una gru cingolata telescopica Liebherr LTR 1220. Questa tipologia di macchi-na è l’ideale per costruire muri massicci come quelli di queste va-sche, vista la sua rilevante flessi-bilità. Collocata nel centro di una fondazione circolare dal diametro di ben 63 m, la gru ha comunque una ridotta impronta sul terreno. Servono solamente manovre di pochi metri per raggiungere ogni punto della vasca. La LTR 1220 è inoltre in grado di perare quando ha agganciati dei componenti in cemento armato dal peso di 12 t: ciò rappresenta un vantaggio no-tevole nel velocizzare il processo di costruzione.

to, infatti, alla sua flotta sono sta-ti aggiunti gli autobus e dal 1964 il business si è ampliato con un servizio di traino e soccorso. Oggi l’azienda si mantiene a conduzio-ne familiare, ma opera nel settore delle gru mobili e del sollevamen-to pesante, con una forza-lavoro di circa 20 persone.

Produzione di energia pulitaPer diversi mesi, il Max Bögl Group ha lavorato allo sviluppo di una concezione smart per produrre e accumulare energia naturale nel nord-est del Baden-Württemberg. Nelle vicinanze di Schwäbisch Hall

acque del fiume Weser e usato co-me hotel-ristorante.Durante il suo ultimo viaggio è sta-to necessario rimuovere gli alberi, così da poterlo fare passare sotto i ponti nel tragitto verso Schlachte. La loro rimozione è avvenuta al molo Louis Krages, attraverso l’uti-lizzo dell’autogrù LTM 1200-5.1 da 200 t. La gru cingolata HS 853 HD è stata posizionata su una chiatta accanto al veliero ed è servita per reinserire gli alberi, una volta arri-vati a destinazione. La LTM 1200-5.1 era invece posizionata sulla ri-va ed è stata molto utile anche per seguire dal cestello l’intricato inter-vento di re installazione.La sfida principale consisteva nello stesso spazio a disposizione sulla riva. La promenade sul lato della barca era troppo ristretta, quindi è stato necessario posizionare la gru davanti alla chiesa di St Martin, laddove comunque lo spazio a di-sposizione era esiguo a causa della via d’accesso lasciata a disposizio-ne dei mezzi di soccorso.Ciò ha costretto il contractor a lavorare con un raggio di appe-na 65 m e carichi fino a 2,8 t. La Toscani, che ha sede a Langen, vicino Bremerhaven, ha iniziato la propria attività nel 1930 con… un chiosco di gelati. Anni dopo ha iniziato l’attività di noleggio auto, compiendo il primo passo verso la sua dimensione attuale. In segui-

ON SITE

maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 69

saranno tra le più alte al mondo. Oltre alle gru cingolate, alle gru mobili e a una vasta gamma di macchine Liebherr della divisio-ne movimento terra, a operare sul sito sono anche delle gru edi-li, tra cui due nuove 280 EC-H 16. Le turbine sono erette da una gru a torre Liebherr 630 EC-H 70. ■

La più grande delle quattro vasche, che conterrà fino a 160.000 m3 d’acqua è formata da sette anelli, ciascuno composto da 28 elemen-ti di cemento. Il gruista Michael Otto ha lavorato per circa un me-se con la sua LTR 1220 per assem-blare il totale dei 200 segmenti curvi di muro che compongono una vasca.A lavoro completato, però, per la gru non era più possibile uscire

LA SCHEDA TECNICALTR 1220

Portata 220 t

Al raggio di 3 m

Braccio telescopico da/a 13,30 m/60 m

Jib da/a 12,2/43 m

Motore: Mercedes Benz 6 cilindri

Potenza motore 230 kW

Velocità di traslazione: 2,50 km/h

Potenza motore 230 kW

Peso a terra 90 t

GIGANTESCHE VASCHE CIRCOLARI SONO STATE COSTRUITE GRAZIE A UNA GRU CINGOLATA TELESCOPICA LIEBHERR LTR 1220

in maniera tradizionale. Allora si è fatto ricorso a una gru mobile Liebherr, che ha sollevato la LTR 1220 di 15 m per estrarla dalla va-sca, dopo la rimozione dei cingoli.È così stato possibile realizzare un progetto di fondamentale impor-tanza. Le quattro turbine eoliche, con un’altezza al mozzo di 180 m,

ONSITELIFT - maggio-giugno 201770

P ur essendo un cen-tro medio-piccolo di 35.000 abitanti, Nieder-Ofleiden è una cittadi-na piuttosto nota a chi

opera nel settore dell’estrazione in cava. Situata nel Land Hesse - nel centro della Germania e a cir-ca 80 km da Francoforte – ospi-ta le sedi di INO (Industriepark N-O) e MHI (Mitteldeutsche Harstein Industrie), due aziende che sono cresciute grazie alla dif-fusa presenza di cave di basalto. La più grande d’Europa si chiama Hochberg ed è anche la sede di una delle fiere più particolari e sugge-stive del settore. Steinexpo signi-fica, letteralmente, “l’Expo della pietra” e spicca sia per il contesto

scenografico nel quale si svolge, sia per la possibilità di osservare le macchine al lavoro nel loro am-bito di applicazione specifico. Nata nel 1990, Steinexpo è il più importante evento fieristico del suo genere in Europa e si svolge con cadenza triennale, alla pre-senza dei più importanti operato-ri del settore, che solitamente rap-presentano circa il 95% del totale dei visitatori. Il suo particolare ap-proccio “Hands On” con le novità del mercato rappresenta un fattore attrattivo unico al mondo per una fiera che cambia a ogni edizione, svolgendosi all’interno di una cava ancora attiva. Le condizioni mute-voli del sito espositivo, oltre alle esigenze specifiche degli esposito-

ri, inducono l’organizzazione a ri-disegnare il layout, inserendo piat-taforme per il sollevamento dei vi-sitatori che arrivano fino a 30 m, per coniugare la miglior visuale sulle operazioni in corso con le massime condizioni di sicurezza. Un servizio di navette provvede a trasportare il pubblico all’inter-no della vasta area fieristica, dove vengono posizionati anche ampi padiglioni, il centro media e le aree per il ristoro.

Un elevato profilo professionaleL’elevato profilo professionale di Steinexpo si incarna anche nel-le attività di convegno, con ag-giornamenti direttamente dal

L’EXPO DELLA PIETRA

STEINEXPO 2017

FIERE

maggio-giugno 2017 - ONSITELIFT 71

mondo dell’industria, nonché in un’efficace copertura mediatica che comprende numerose con-ferenze stampa e la presenza di “Bauforum 24”, che all’evento de-dica dei reportage video in diretta.L’importanza di questo appunta-mento è sottolineata anche dalle diverse partnership intraprese da-gli organizzatori Geoplan GmbH. Su tutte spicca quella con VDMA (Verband Deutscher Maschinen- und Anlagenbau), l’associazio-ne che rappresenta oltre 3.200 aziende del settore meccanico e ingegneristico. Oltre a essere la più grande d’Europa per nume-ro di associati, VDMA è una vera e propria potenza sul piano eco-nomico, visto che l’industria in-

gegneristica tedesca detiene la leadership mondiale in 25 dei 31 comparti catalogati. In una del-le economie più ricche del pia-neta, il settore rappresenta inol-tre la più rilevante fonte di occu-pazione industriale, con oltre un milione di addetti, che lavorano per un mercato di scala mondia-le: le esportazioni rappresentano il 77% della produzione totale. Con ricavi per 218 miliardi di eu-ro (dato riferito al 2015), è uno degli ambiti industriali più in salute della Germania e anche dell’Europa intera. Non a caso, l’operatività di VDMA si artico-la in 37 divisioni e uffici di cor-rispondenza all’estero che com-prendono, oltre a Bruxelles, an-che Brasile, Cina, India, Iran, Giappone e Russia.Decisamente influente è anche un altro partner quale MIRO (Bundesverband Mineralische Rohstoffe), l’associazione fede-rale delle risorse minerarie, che rappresenta gli interessi delle aziende tedesche del settore in campo nazionale e nei rapporti con il resto del Continente. Nel contesto di Steinexpo il suo ruo-lo è determinante per la proget-tazione, la promozione e lo svi-luppo della fiera.

Lo stesso vale per VDBUM (Verband der Baubranche, Umwelt- und Maschinentechnik), l ’associazione tedesca degli Ingegneri e dei Professionisti del settore edile, mentre a livel-lo internazionale la fiera vanta la collaborazione di UEPG (Union Européenne des Producteurs de Granulats), che da 30 anni tute-la gli interessi delle imprese, cir-ca 32.000, che formano il settore europeo dei calcestruzzi e degli aggregati. ■

NEL PANORAMA FIERISTICO INTERNAZIONALE, L’EVENTO TRIENNALE OSPITATO IN GERMANIA OCCUPA UN POSTO PARTICOLARE: SVOLGENDOSI NELLA SUGGESTIVA LOCATION DELLA PIÙ GRANDE CAVA DI BASALTO D’EUROPA, CONSENTE AGLI OPERATORI DI SETTORE DI VEDERE DIRETTAMENTE ALL’OPERA LE NUOVE MACCHINE MESSE SUL MERCATO

di Lorenzo Zacchetti

L’EXPO DELLA PIETRA

• Organizzatore: Geoplan GmbH• Luogo/data evento: Nieder-Ofleiden

(Hesse - Germania) dal 30 agosto al 2 settembre 2017

• Periodicità: triennale• Edizione: 10°• Settori merceologici: cava,

perforazione, estrazione, trattamento, raffinazione, demolizione e riciclo

• Visitatori ultima edizione: 48.000 • Espositori ultima edizione: 254• Brand rappresentati: 380• Area fieristica complessiva: 180.000 m²

LA CARTA D’IDENTITÀ

ONSITELIFT - maggio-giugno 201772

PRODOTTI a cura di Liliana Rebaglia

Durante l’Apex 2017 Socage ha presentato al mercato le sue innovazioni in ambito di piattaforme aeree. Per la prima volta ad Amsterdam ha esposto la forSte 47TJJ, piattaforma aerea telescopica con doppio jib colosso di Socage, alta 47 m e installabile su autocarri con p.t.t. minimo di 26 t. La forSte 47TJJ è una macchina che vanta uno sbraccio di 36 m, ha una capacità massima di carico di 600 kg (pari a sei operatori con i relativi attrezzi) e una rotazione della parte aerea di 700°. La forSte 47TJJ può essere equipaggiata con verricello idraulico montato su jib, con capacità di 900 kg. Oltre alla forSte 47TJJ Socage ha portato anche ad Amsterdam la Serie VT-VTJ, piattaforme aeree telescopiche installate su VAN. In particolare, nello stand si è potuto vedere la forSte 15VTJ, già esposta al 2016, che ha un’altezza di 15 m ed è dotata di jib. La serie VT-VTJ è ideale per effettuare lavori di manutenzione a impianti elettrici e luminarie su strade urbane. Inoltre, durante l’Apex 2017 è stata presentata la Serie E, in una nuova versione completamente rivoluzionata: si tratta di piattaforme aeree autocarrate su 3,5 t con

portata di 300 kg montate sul telaio X-Factor, brevettato in esclusiva da Socage. Questo telaio con la forma tipica a “X” (ME+ME) consente di avere un’installazione universale per qualsiasi autocarro, di avere i piedi verticali e di poter lavorare anche in sagoma. Altra innovazione che caratterizza le piattaforme aeree della Serie E è di avere i profili SPP – “Socage Project Profile”, tubolari in materiale altoresistenziale, nati dalla stretta collaborazione tra Socage e Welser Profile GmbH. In fiera era esposta una forSte 20TJ eXtreme, piattaforma aerea telescopica con jib appartenente alla Serie E,

installata su telaio X-Factor: capace di un’altezza massima di lavoro di 19,5 m e di uno sbraccio di lavoro di 13,5 m, ha una capacità massima di carico di 300 kg (due operatori + attrezzi) ed è installabile su camion di 3,5 t. Molta attenzione ha ricevuto poi la forSte 20D, piattaforma aerea doppio articolata della Serie E, alta 20 m e con uno sbraccio massimo di 9 m. Grazie ai profili SPP e a un telaio con stabilizzatori H+H, questa nuova macchina vince la sfida di Socage in termini di leggerezza, ha una portata del cesto standard di 230 kg ed è installata su un autocarro da 3,5 t.

Revolution all’Apex 2017SOCAGE

L’azienda modenese ha presentato ad Amsterdam in occasione dell’Apex 2017, la nuova gamma di piattaforme autocarrate allestite su veicoli Euro 6. Tra queste: la piattaforma P170TXE, in grado di offrire maggiori prestazioni rispetto alla generazione precedente mantenendo il rispetto dei pesi ammessi dalle normative vigenti per la circolazione stradale; la piattaforma “super compatta”

La nuova gamma di piattaforme autocarratePALFINGER PLATFORMS ITALY

P160A su veicolo Mistubishi Fuso; le piattaforme P200AXE e P170TXE su Nissan NT 400 Euro 6. Esposta anche la piattaforma cingolata Tracked P180AJTK, che sta riscuotendo gran interesse grazie alle sue caratteristiche di solidità, sicurezza e precisione.Si tratta, infatti, di una piattaforma estremamente compatta e adatta a opere in sicurezza dove altre non possono arrivare.

Espandendo ulteriormente la gamma Genie di piattaforme a braccio telescopico Xtra Capacity (XC), le nuove S-80 XC e S-85 XC sostituiranno gli attuali modelli del marchio americano e permetteranno di eseguire una gamma più ampia di operazioni di sollevamento in cantieri e siti industriali difficilmente accessibili. I nuovi modelli Genie offrono un controllo automatico del raggio di azione, che comporta la retrazione del braccio quando questo ha raggiunto il limite del proprio campo di azione, permettendo un posizionamento più semplice della piattaforma e una maggiore comfort per l’operatore. Sono inoltre dotati di una cella di rilevamento del carico che tiene sotto controllo il peso in piattaforma e limita il raggio di azione in base alla tabella di carico; il tutto, accompagnato dalla possibilità di gestire il braccio in cantiere, a carico zero. Per sostenere il peso aggiuntivo sulla piattaforma, il design di questi mezzi ha previsto una nuova struttura del braccio che offre migliori prestazioni, sbraccio

operativo e controllo del campo di azione. I nuovi S-80 XC e S-85 XC sono stati aggiornati con il sistema di controllo ALC600 di tipo

CAN, più logico e intuitivo. Le impostazioni e i parametri del sistema possono ora essere modificati direttamente sulla macchina. Nuove funzioni includono indicatori di livello su display e nuovi codici di errore inclusivi di testo. Il braccio primario ad articolazione virtuale rende costante il baricentro della macchina per permettere un’efficiente gestione del peso: 16.670 kg sulla S-80 XC e 17.781 kg sulla S-85 XC. La trasmissione a trazione integrale e positiva mantiene un’uguale potenza su tutte le ruote motrici. Gli assali a larghezza fissa consentono una configurazione più rapida; l’assale oscillante attivo migliora la trazione sui terreni sconnessi; la torretta presenta una rotazione continua di 360°. La Genie S-80 XC ha un’altezza di lavoro di 26,38 m con uno sbraccio orizzontale di 20,83 m; la S-85 XC ha un’altezza di lavoro di 27,9 m con uno sbraccio orizzontale di 22,71 m. Entrambe sono dotate di un motore diesel da 55 kW Tier 4F/Stage IIIB. Il design XC di questi bracci di sollevamento comprende una piattaforma da 1,83 m a doppio ingresso o da 2,44 m a triplo ingresso. La produzione dei nuovi modelli avrà inizio nel quarto trimestre 2017 e la consegna a livello globale è prevista per la fine del primo trimestre 2018.

Le nuove piattaforme S-80 XC e S-85 XC

GENIE

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PRODOTTI

La nuova piattaforma telescopica 220 TJMANITOU

Le piattaforme 220 TJ e 220 TJ+ sono dotate di un motore diesel a 4 cilindri da 26 kW abbinato a una pompa a portata variabile. Come avviene nell’intera gamma, queste piattaforme sono dotate di un sistema che regola automaticamente la potenza del motore in funzione delle esigenze, riducendo il consumo della macchina. Un blocco idraulico è a sua volta presente e offre elasticità e rapidità di movimento in sicurezza. Il rallentamento a fine corsa dei martinetti garantisce un comfort aggiuntivo, eliminando rischi di movimenti bruschi. Un sistema brevettato da Manitou adegua automaticamente la velocità in funzione della lunghezza di uscita del braccio, conservando così una velocità costante qualunque sia la posizione del cestello nello spazio. 

Manitou ha presentato all’Apex la nuova piattaforma telescopica 220 TJ (Telescopic Jib). Forte dei successi ottenuti con i modelli da 26 e 28 m, dunque, l’azienda arricchisce la sua gamma con un modello che risponde a una forte richiesta del mercato. Per soddisfare la crescente richiesta nel segmento dei 22 m, infatti, ha creato due versioni: il primo, 220 TJ, leggero e compatto (11.850 kg), con capacità cestello di 230 kg/due persone e sbraccio di lavoro di 17,6 m; il secondo, 220 TJ+ (13.800 kg), con un grande cestello dalla capacità di 350 kg/tre persone (che rimane valida indipendentemente dalla posizione del braccio articolato e dall’estensione del sollevatore telescopico) e sbraccio di lavoro di 17,8 m. La struttura è composta da

un punto pivot e da tre elementi telescopici, cosa che consente di avere una lunghezza fuori tutto inferiore a 10 m. Questi due modelli sono dotati di un braccio jib da 2 m ripiegabile per ridurre la lunghezza della macchina al momento del trasporto. Possono inoltre essere imbracati grazie a quattro catene che si riuniscono in un solo punto per un sollevamento semplice e senza strumenti supplementari. 

L’azienda di Modugno (Ba) si sta mettendo in evidenza per le molte novità che riguardano le proprie attività di produzione e commercializzazione, che saranno

riorganizzate all’insegna della “specializzazione”. La novità di prodotto presentata in occasione di Apex 2017 è la nuova piattaforma autocarrata telescopica PLA220, della divisione CMC Road (l’altra divisione, che si occuperà della produzione di piattaforme cingolate, è denominata CMC Extreme). Caratterizzata da un braccio fisso e da tre sfili, la nuova PLA220 è in grado di raggiungere 22 m di altezza massima di lavoro e 15 m di sbraccio massimo. Tre aree di stabilizzazione multiple consentono di ottimizzare le prestazioni anche negli spazi ristretti. In particolare, la piattaforma CMC PLA220 presenta una stabilizzazione anteriore verticale con travi estraibili idraulicamente, e una stabilizzazione posteriore verticale in sagoma. Sicurezza, facilità d’uso e grandi prestazioni sono garantiti dall’installazione dal sistema di controllo S.C.S. (Self Control System), ideato da CMC per garantire un utilizzo più semplice e sicuro della macchina. Stabilizzazione automatica, comandi elettroidraulici, tubazioni interne, dimensioni ridotte, funzioni di “ritorno a casa” e di “filomuro”: sono altre caratteristiche, queste, che rendono questa piattaforma una soluzione particolarmente interessante.Ad Amsterdam, l’azienda pugliese ha presentato inoltre il suo nuovo sito web (www.cmclift.com): dinamico e snello, consente una semplice e veloce navigazione tramite qualsiasi dispositivo. Da smartphone, tablet o desktop, e ovunque ci si trovi, CMC è ora immediatamente accessibile e facilmente raggiungibile.

PLA220: autocarrata e telescopica

CMC

PRODOTTI

All’Apex di Amsterdam, Oil&Steel ha esposto quattro piattaforme aeree di particolare interesse: la nuova Snake 2010 H Plus montata su Iveco Euro 6 con interasse corto (3.750 mm, con lunghezza di 6.925 mm), la piattaforma telescopica Scorpion 2112 J e le due versioni Octopus 23 e 14.La Snake 2010 H Plus è attrezzata con stabilizzatori frontali estensibili di tipo H ed è stata progettata di San Cesario sul Panaro per lavorare meglio negli spazi urbani, operare con flessibilità e offrire buone performance anche negli spazi più ristretti. L’allestimento su Iveco Euro 6 risulta essere di 3.300 kg di massa totale a terra. La macchina è inoltre equipaggiata con un doppio pantografo che permette di eseguire movimenti verticali con la massima precisione, sia in fase di elevazione che di abbassamento, permettendo una riduzione delle tempistiche di posizionamento rispetto alle piattaforme con lo stesso sistema. La nuova Scorpion 2112 J è invece una piattaforma aerea con braccio telescopico progettata per raggiungere facilmente e con precisione la posizione di lavoro voluta ed è disponibile con stabilizzazione automatica dal cesto. Esposte anche due piattaforme della linea Octopus: la Octopus 17 e la nuova Octopus 23, con sistema cinematico innovativo che garantisce un grande vantaggio durante gli spostamenti su terreni non livellati grazie al suo sistema di stabilizzazione.

Nuove piattaforme performanti

OIL&STEEL2017

www.steinexpo.de

35315 Homberg/ Nieder-Ofleiden, Germany

Further information by: Phone +49 7229 606-30, [email protected]

30/8 to 2/9/2017(Wed to Sat)

Verband der Baubranche, Umwelt- und Maschinentechnik e.V.

Forum Für BauFachleute

Tickets online:

www.steinexpo.de/registrierungE

L’attività della Almac di Viadana (Mn) è focalizzata sulla costruzione di piattaforme aeree semoventi cingolate. All’Apex 2017 ha esposto alcune nuove versioni stabilizzate su cingolo, da 12 e 14 m d’altezza operativa. Si tratta, delle piattaforme Bibi 1270-HE, disponibile anche nella versione “Light” (entrambe con altezza operativa di 12 m), e della Bibi 1470-HE (14 m). Tutte le versioni hanno in comune le dimensioni compatte, il peso ridotto, la bassa pressione al suolo, la doppia area di stabilizzazione, il sistema di livellamento automatico e la facilità d’utilizzo. La piattaforma Bibi 1470-HE era equipaggiata con una cesta estensibile e ripiegabile e si distingue per una portata massima di 300 kg/due persone e un peso operativo di 3.380 kg. Le prime due versioni citate, invece, offrono una portata di 300 kg e un peso di, rispettivamente, 3.100 e 2.820 kg. Grazie a questo peso contenuto, le macchine possono essere trasportate su un rimorchio standard.

Le nuove BibiALMAC

Jekko era presente ad Apex 2017 con una rappresentanza dei suoi prodotti, tra cui una gru a batteria al litio mai presentata

prima sul mercato. Nella fattispecie, i modelli esposti erano: il versatile SPX527, con capacità massima di 2,7 t e jib idraulico che si adatta facilmente a ogni genere di situazione; l’SPX424, l’unico sul mercato dotato di batterie al litio; l’MPK50, ultima innovazione nel comparto delle gru pick&carry industriali, con capacità di 5 t e barra stabilizzatrice frontale brevettata; l’SPK60, una nuova gru cingolata telescopica da 6 t di capacità massima, 3 t in pick&carry, radiocomandata a distanza, con cingoli estensibili.

La nuova SPX424 con batterie al litio

JEKKO

CTE S.p.A.

Sede: Via Caproni, 7 38068 Rovereto (Trento) - Italy

Stabilimento: Loc. Terramatta, 537010 Rivoli V.se (Verona) - Italy

Tel. +39 0464 48.50.50 • Fax +39 0464 [email protected] • www.ctelift.com

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SISTEMA DI STABILIZZAZIONE VARIABILE:“H STAB SYSTEM” CONSENTE DI STABILIZZARE LA PIATTAFORMA IN 4 AREE DEFINITE PER GARANTIRVI SICUREZZA E PRODUTTIVITÀ

PERFORMANCE:ALTEZZA DI LAVORO 20 mSBRACCIO max 8,5 mPORTATA max 300 kg

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PRODOTTI

JCB ha lanciato il nuovo sollevatore telescopico 540-180 HiViz da 18 m: questo modello offre maggiori prestazioni e capacità di sollevamento rispetto al 540-170 da 17 m, nonostante le sue dimensioni complessive siano ridotte del 20%. La sua presentazione porta a 30 il numero di versioni presenti nella gamma del costruttore britannico, che vantano altezza di sollevamento fino a 17,5 m e sbracci fino a 13,5 m.Il 540-180 HiViz è stato realizzato per soddisfare le richieste delle società di noleggio e degli appaltatori, grazie a minori costi di gestione (-50% su 1.000 ore), tempi di ciclo più brevi (20%), una migliore altezza di sollevamento (+5%) e maggiore sbraccio in avanti (+10%). Con 2,35 m di larghezza e 6,26 m di lunghezza, è possibile caricare due macchine su un singolo autocarro a caricamento laterale o a pianale ribassato, con conseguente riduzione dei costi di trasporto. Il design del braccio sincronizzato garantisce movimenti del braccio agevoli e precisi con estensioni e ritrazioni più rapide,

Il nuovo telescopico 540-180 HiVizJCB

La nuova LightLift 13.70 Performance IIISHINOWA

alimentato dal pacco batterie agli ioni di litio. Quest’ultimo garantisce zero emissioni e prestazioni elevate in termini di autonomia, silenziosità e impatto ambientale. Hinowa pone grande attenzione alla sicurezza degli operatori e grazie al controllo sull’inclinazione la macchina decelera automaticamente in condizioni pericolose. Il sistema anti-entrapment SkyGuard protegge l’operatore nel cestello, consentendo di operare in totale tranquillità. Inoltre, grazie al dispositivo GPS installato a bordo è possibile localizzare la piattaforma in ogni momento.

Dal 2 al 4 maggio, presso lo stand Hinowa all’Apex di Amsterdam, è stata esposta la nuova piattaforma aerea cingolata LightLift 13.70 Performance IIIS. Con uno sbraccio operativo di 7,08 m, un’altezza di lavoro di 13,30 m, una portata utile di 230 kg per tutto l’arco di lavoro, più velocità nella movimentazione e nuovo cestello ad angolo, la nuova LightLIft è ideale per effettuare lavori di precisione in ambienti interni ed esterni. Quanto alle dimensioni, l’area di stabilizzazione si attesta a 2,8 x 2,8 m, mentre l’ingombro in ordine di marcia è ridotto: senza cestello la

nuova LightLift 13.70 misura solo 3,28 m in lunghezza. La macchina può montare tre diverse Power Unit: il motore a benzina Honda iGX390 da 11,7 CV (8,7 kW), l’unità diesel Hatz 1B40 da 10 CV (7,5 kW) e il sistema elettrico (3,6 kW/h)

con conseguente miglioramento dei tempi di ciclo complessivi. Un sistema idraulico “intelligente” rigenerativo sul comando a leva singola opzionale utilizza la forza di gravità per facilitare le operazioni di abbassamento e ritrazione, riducendo l’energia richiesta per l’operazione. Il braccio

con azionamento a catena, che utilizza un sistema innovativo per la regolazione della catena per ridurre la manutenzione necessaria, consente l’utilizzo di una pompa idraulica di minore capacità senza alcuna perdita di produttività. Anzi, il 540-180 offre una efficienza del 12% maggiore durante il posizionamento di un carico, garantendo la velocità senza compromettere in alcun modo le prestazioni o la sicurezza. Il JCB 540-180 HiViz è alimentato dal motore diesel JCB EcoMAX conforme Tier 4 Final da 55 kW (74 CV): funziona grazie a un cambio di JCB Powershift a quattro velocità con una velocità di traslazione massima di 29 km/h. L’intera trasmissione è stata progettata e costruita da JCB e questa integrazione verticale, insieme all’uso della potenza attraverso un impianto idraulico “intelligente”, garantiscono che il JCB 540-180 HiViz sia produttivo e efficiente e consenta un risparmio di carburante fino al 10%. La macchina è inoltre dotata di serie del sistema telematico JCB LiveLink e di immobilizer.

Fassi Gru ha partecipato alla fiera spagnola Smopyc di Saragozza tramite il suo distributore spagnolo, l’azienda Transgruas Cial SL., con sede a Barcellona, che ha presentato un’importante novità mondiale: la gru F1150RA, appartenente alla gamma XHE. Questo nuovo progetto sostituisce uno vero cavallo di battaglia di Fassi, la F1100RA, una delle gru di maggiore successo di questa gamma. Un modello che nell’arco di 12 anni è riuscito a imporsi nel suo segmento di mercato e che oggi la progettazione dell’azienda sostituisce con un modello completamente nuovo, che sfrutta in pieno l’esperienza tecnologica dell’azienda, la vocazione di proporre nuove soluzioni e le opportunità date dai nuovi acciai ultra altoresistenziali. Agilità, miglioramento del rapporto peso potenza e compattezza sono i veri punti di forza di questa gru. Il nuovo modello prodotto in configurazione XHE comprende soluzioni di design con i carter di protezione “Carbon look”, che rendono l’estetica della macchina molto accattivante, e una compattezza degli ingombri ottenuta grazie a una ricercata ottimizzazione delle dimensioni. A lato del basamento tutte le gru XHE sono equipaggiate di serie con un display touch-screen a colori da 7” che consente di controllare innumerevoli informazioni: messaggi, percentuali o pressioni indotte dal carico nei martinetti di sollevamento, temperatura olio, stabilità, eccetera. Come per tutti i modelli XHE, la F1150RA è dotata una versione del sistema di stabilità Fassi denominata FSC/SII, che sfrutta la migliore efficienza del nuovo sensore angolare abbinato al limitatore di momento. Il modello F1150RA.2.26 xhe-dynamic presente allo stand di Transgruas era nella versione a sei sfili idraulici con capacità di sollevamento di 84 tm e con un sbraccio idraulico massimo di oltre 16 m. Abbinato alla prolunga idraulica L616, la gru sviluppa la medesima capacità di sollevamento, ma con uno sbraccio idraulico di 27,5 m che, con le prolunghe manuali, arriva a oltre 33 m.

La nuova gru F1150RAFASSI GRU

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Haulotte Italia I copertina

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JCB 3

JLG Industries Italia 73

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