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"Siete pronti ad immergerVi nell`affascinante Tuscia... Quello che Vi proponiamo è la visita di una piccola parte della vasta regione... Speriamo possa coinvolgerVi e farVi trascorrere momenti indimenticabili... Tra Borghi Medievali...folte foreste...tra laghi azzurri e trasparenti...isole ricche di storia..."

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"Siete pronti ad immergerVi nell`affascinante Tuscia... Quello che Vi proponiamo è la visita di una piccola parte della vasta regione... Speriamo possa coinvolgerVi e farVi trascorrere momenti indimenticabili... Tra Borghi Medievali...folte foreste...tra laghi azzurri e trasparenti...isole ricche di storia..."

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Legenda : Località di interesse medievale e archeologico Località di interesse medievale e paesaggistico - naturalistico Città di pernottamento e visita Città di visita Aeroporto

Percorso del viaggio

Abruzzo

Marche Toscana

Campania

Tarquinia

Bolsena

Tuscania

Cerveteri

Capodimonte

Bracciano

Viterbo

LAZIO

Umbria

Molise Mare Tirreno Fiumicino

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ITINERARIO SINTETICO

1° Giorno: Venezia - Fiumicino - Bracciano Partenza dall’Aeroporto di Venezia Marco Polo. Arrivo all’aeroporto di Fiumicino Leonardo da Vinci di Roma. Transfert in “Hotel *** Alfredo Hotels & Restaurants” sulle rive del lago di Bracciano. Sistemazione in Hotel. Consegna della macchina a noleggio in Hotel. Pranzo e pomeriggio libero al Lago di Bracciano, con possibile mini crociera… Cena e pernottamento in Hotel. 2° Giorno: Bracciano - Cerveteri Colazione in Hotel. Incontro nella hall con la guida e visita del Castello Orsini - Odescalchi. Poi visita della città di Bracciano: -Chiesa Santa Maria Novella, -Palazzo Comunale, -Palazzo Padronale, -Duomo e -Chiesa San Liberato. Pranzo libero. Pomeriggio partenza per la città di Cerveteri. Incontro con la guida e visita della necropoli della Banditaccia. Rientro a Bracciano. Cena e pernottamento in Hotel. 3° Giorno: Bracciano - Viterbo Colazione in Hotel. Partenza per Viterbo. Arrivo e sistemazione all’ “Hotel **** Grand Hotel Salus delle Terme Pianeta Benessere”. Pranzo libero. Pomeriggio visita della città: -Museo della Rocca, -Giardino pubblico, -Palazzo Santoro e -Fontana dei Leoni. Rientro in Hotel. Cena e pernottamento. 4° Giorno: Viterbo Colazione in Hotel. Visita della città di Viterbo: -Chiesa Santa Maria della Salute, -Palazzo dei Papi, -Cattedrale San Lorenzo e -Torre del Borgognone. Pranzo libero, Pomeriggio a piacere. Rientro in Hotel. Cena e pernottamento.

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5° Giorno: Viterbo - Tuscania Colazione in Hotel. Partenza per Tuscania. Arrivo e visita della città: -Piazza San Marco, -Chiesa Santa Maria del Riposo, -Museo Archeologico, -Chiesa San Marco e Santa Maria della Rosa. Pranzo libero. Continuazione della visita della città: -Piazza Basile, -Torre del Rivellino, -Chiesa di San Leonardo, -Torre di Lavello, -Duomo e Museo d’Arte Sacra. Rientro a Viterbo. Cena e pernottamento in Hotel. 6° Giorno: Viterbo - Bolsena Colazione in Hotel, Partenza per Bolsena, Arrivo e visita della città: -Chiesa San Francesco, -Borgo medievale, -Chiesa Santa Cristina e -Castello Monaldeschi. Pranzo libero. Nel pomeriggio Crociera sul lago di Bolsena con visita all’isola Bisentina e isola Martana. Sbarco alla città di Capodimonte. Cena al Ristorante “Bel Paesaggio” in riva al lago. Rientro a Viterbo. Pernottamento in Hotel. 7° Giorno: Viterbo - Tarquinia - Fiumicino - Venezia Colazione in Hotel. Partenza per Tarquinia. Arrivo e visita della città: -Palazzo Vitelleschi, -Museo Nazionale Tarquinese, -Chiesa di San Giovanni Gerosolimitano, -Palazzo comunale e -Le Torri medioevali del Palazzo dei Priori. Pranzo libero. Restituzione macchina noleggiata. Partenza per l’aeroporto di Fiumicino Leonardo da Vinci. Rientro a Venezia Marco Polo. Quota di partecipazione per due persone: 2200,00 euro

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Guida al Viaggio

Durata: 6 notti e 7 giorni; Aspetti Salienti - Archeologia, visita alla necropoli di Cerveteri e dei Musei archeologici,

accompagnati da una guida esperta che saprà farVi divertire e incuriosire. - Mondo Medievale, visita al Maestoso Castello Orsini-Odescalchi a Bracciano, dei centri storici di Bolsena, Viterbo, Tarquinia… - Paesaggio Naturalistico, crociera sul lago di Bolsena e visita alle isole del bacino vulcanico.

Documenti: Indispensabili la Carta di Identità e la Patente di guida per autoveicoli. Mezzi di trasporto: Spostamenti propri con il autoveicolo noleggiato. Alberghi: - Bracciano: Alfredo Hotels & Restaurants ***, si affaccia sul lago di Bracciano, romantico e particolare, di recente ristrutturazione, offre molti servizi per gli amanti dello sport, della bellezza e della cultura. - Viterbo: Grand Hotel Salus delle Terme****, leggermente fuori dal centro di Viterbo, Vi aspetta un ambiente confortevole, accogliente e raffinato.Qui troverete tutto per curare il Vostro corpo e per dedicarVi al riposo.

La quota per persona è di 1100,00 euro La quota comprende:

- Il volo aereo di andata e ritorno da Venezia a Fiumicino (tasse di imbarco incluse);

- Il transfer dall’aeroporto di Fiumicino all’ Hotel a Bracciano; - Il noleggio della autovettura Avis , Ford Focus 1.6, compreso le

assicurazioni; - Gli accomodamenti negli Hotel in mezza pensione; - Crociera sul lago di Bolsena; - Una cena al ristorante “Bel Paesaggio” a Capodimonte; - Ingresso al Castello Orsini-Odescalchi di Bracciano; - Ingresso alla Necropoli di Cerveteri.

La quota non comprende:

- I pranzi liberi; - Gli ingressi ai musei non riportati sopra; - La benzina consumata; - Tutto quanto non espresso nella quota comprende.

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ITINERARIO ANALITICO

Arrivo a Bracciano

1° Giorno: Venezia - Fiumicino - Bracciano

Mattina Partenza dall’Aeroporto di Venezia Marco Polo alle ore 09:45, consigliamo di arrivare un’ora prima della partenza per agevolare le pratiche di imbarco. Arrivo all’aeroporto di Fiumicino Leonardo da Vinci di Roma, previsto per le ore 11:00. All’uscita della sala d’attesa principale, vi attenderà il vetturiere dell’ Hotel ad accogliervi ed ad accompagnarvi all’ “Hotel *** Alfredo Hotels & Restaurants” sulle rive del lago di Bracciano, arrivo previsto per le ore 11:30. Sistemazione in Hotel. Consegna della macchina a noleggio in Hotel alle ore 12:00. Pranzo libero, vedi scheda delle informazioni della città, troverete una lista con i ristoranti consigliati. Pomeriggio A piacere sul Lago di Bracciano, con possibile mini crociera… Cena in Hotel, si svolge dalle ore 19:00 alle ore 21:30 Pernottamento in Hotel. Strade e durata di percorrenza: Autostrada A12 Uscita: Cerveteri – Ladispoli. Paesi di transito: Cerveteri e Bracciano. Durata: circa 30 minuti. Km percorsi circa 39.

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Bracciano

Bracciano si trova sulle sponde dell'omonimo lago situato a nord di Roma nei monti Sabatini. Con una superficie di 57 kmq è il secondo lago del Lazio (dopo quello di Bolsena) e uno dei maggiori d'Italia; di origine vulcanica, ha un perimetro circolare di circa 32 km ed è la riserva idrica di Roma. Il lago è circondato da boschi, oliveti ed orti. Oltre al lago e alle bellezze artistiche, Bracciano offre numerose altre attrattive che possono essere godute dal visitatore lungo tutto l'arco dell'anno.

Il Castello Orsini Odescalchi, rappresenta uno dei più imponenti esempi di architettura militare fortificata esistenti in Italia, è nel centro di Bracciano è circondato da un incantevole borgo medievale, attraversato da strette stradine, che merita di essere visitato. Il Ducato venne in possesso della famiglia Orsini all'inizio del XV sec. ed intorno al 1470 Napoleone iniziò la costruzione dell'attuale castello, portata a termine da suo figlio Gentil

Virginio. Un successivo restauro, voluto da Paolo Giordano I, nella seconda metà del 1500, ebbe lo scopo di adeguare la costruzione alle più potenti artiglierie. Il castello ed il borgo furono assediati invano dal figlio di papa Alessandro VI Borgia nel 1497. Nel 1696 il castello passò alla famiglia Odescalchi e, dal 1803 al 1848, alla Famiglia Torlonia, rientrando poi in possesso degli Odescalchi che ne detengono tuttora la proprietà. L'ultimo radicale restauro fu effettuato alla fine del XIX secolo su progetto dell'arch. Raffaele Ojetti. Il castello si presenta oggi completamente arredato con mobilio antico e presenta al suo interno pregevoli affreschi risalenti al XV e XVI secolo. Il Borgo medioevale, originariamente antico insediamento etrusco-romano, conserva ancora oggi integro l'aspetto di un grande centro agricolo seicentesco, con il palazzo Padronale dei marchesi Patrizi risalente al 1500, verso il quale convergono tre file parallele di case a due piani, abitazioni dei contadini. La chiesa di S. Rocco annessa al cimitero risale al 1682. L'interno, ad aula, conserva pitture risalenti al XVII secolo.

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Il Palazzo comunale fu eretto tra il 1619 e il 1636 come sede della Comunità Braccianese. Subito il palazzo accusò problemi statici dovuti alla cattiva costruzione; subì per questo diversi restauri fino al 1638. Progetti per il consolidamento ed il restauro del palazzo furono elaborati dagli Architetti Carlo Buratti (1710), Antonio Asprucci (1755) e Virginio Bracci (1765). La facciata fu costruita intorno al 1730 su progetto Arch. Orazio Turriani, cui si deve pure la costruzione, nel

1639, del palazzetto sito alla destra del palazzo comunale. Nel 1770, su progetto dell'Arch. Virginio Bracci vennero chiuse le logge presenti al piano terra ed al primo piano della facciata originaria, che venne ridotta alla forma attuale. Il nuovo progetto di ristrutturazione fu elaborato nel 1886 dall'Ing. Paniconi per adeguare il palazzo alle esigenze post-unitarie; risalgono al 1926 le decorazioni dell'aula consiliare. Il palazzo è ancora oggi sede comunale e conserva all'interno un pregevole gruppo marmoreo di Cristoforo Stati. La fontana presente sulla piazza fu costruita tra il 1741 ed il 1743 su progetto dell'Arch. Mario Asprucci.

Il Duomo ha origine intorno al XIII secolo, probabilmente come cappella annessa alla rocca, nel 1427 diventa la parrocchiale del paese. la chiesa originaria aveva probabilmente pianta centrale ed era di dimensioni molto ridotte. Un primo ampliamento risale alla prima metà del XVII secolo, ma la chiesa assunse le dimensioni attuali nella seconda metà del secolo, quando con un sostanziale rifacimento si cercò di adattarla alle esigenze pastorali della popolazione, in continua crescita. La nuova chiesa fu consacrata nel 1671. L' attuale campanile fu edificato tra il 1609 ed il 1619, dopo che un fulmine aveva abbattuto quello antico. L' altare maggiore, originariamente in legno, fu costruito contestualmente all'ampliamento del presbiterio negli anni tra il 1680 ed il 1692. Nel 1696 il duca Flavio Orsini donò il quadro del martirio di S. Stefano visibile ancora oggi. La facciata della chiesa risale alla prima metà del XVIII secolo. Un nuovo restauro interessò la chiesa negli anni 1789 - 1791. In quell'occasione vennero realizzate le attuali decorazioni a stucco, che avevano però un colore diverso. La cappella di Maria SS Immacolata e le decorazioni a tempera presenti sulle volte furono realizzate nel 1886.

La chiesa di Santa Maria Novella, è parte integrante del convento che nasce nel 1436 per volontà del cardinale Giordano Orsini, consigliere di papa Eugenio IV, il Papa donò con bolla papale un fabbricato posto fuori le mura di Bracciano ai frati agostiniani perché potessero trasferirsi in paese da San Liberato; in quel periodo iniziò la costruzione della primitiva chiesa, visibile in un affresco di Zuccari presente all'interno del castello Orsini Odescalchi, che fu consacrata per la prima volta nel 1580. Nei primi anni del 1600 venne terminato il campanile. Il convento crebbe per

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annessioni successive (nuove costruzioni ed acquisti) fino ad assumere la dimensione attuale nella prima metà del XVIII secolo. La chiesa subì un primo ampliamento nel 1628/30 su progetto dell'architetto Orazio Turriani, che allungò il corpo longitudinale aggiungendo le ultime due cappelle e ridisegnò la facciata. La chiesa venne sostanzialmente ristrutturata, all'esterno ed all'interno, dal 1765, assumendo l'aspetto ed i colori attuali; l'inaugurazione avvenne nel 1797.

Nel 1873 il convento passò in proprietà al Comune che la lasciò chiesa destinata al culto e destinò l'edificio conventuale ad usi pubblici. Pregevole il pozzo situato all'interno del chiostro, realizzato interamente in pietra selce alla metà del 1500. L'interno della chiesa conserva dipinti del XVIII secolo attribuiti al pittore polacco Taddeo Kuntz ed al frate Giuseppe Tori.

Le Chiese San Liberato fu eretta nel IX secolo sul sito dell’antica città di Forum Clodii, centro sorto in relazione alla costruzione della via Clodia, riutilizzando materiale di recupero proveniente dalle rovine della città, abbandonata probabilmente nel VI secolo a causa delle invasioni longobarde. Fu in origine luogo di culto delle reliquie di S. Marciano, che secondo la leggenda sarebbe stato qui seppellito, divenendo in seguito(1374) sede di una piccola comunità monastica. Nata come semplice chiesa ad aula rettangolare, fu ampliata durante i secoli fino a raggiungere le dimensioni attuali: alcuni studi hanno messo in evidenza cinque diversi interventi costruttivi dal IX al XVI secolo. Nel XII – XIII secolo furono aggiunti il campanile e la navata settentrionale. Nel XV secolo la chiesa divenne proprietà degli Agostiniani, che vi introdussero il culto di S. Liberato, seguace di S. Agostino; la comunità utilizzò il terreno circostante per attività agricole. La chiesa, attualmente di proprietà della famiglia Odescalchi, conserva all’interno un affresco del XVI secolo.

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Alfredo Hotels & Restaurants *** Via Circumlacuale 00062 Bracciano, Roma Tel.06 99802168 Fax. 06 99805455

L'Alfredo Hotel è situato sulle rive del lago di Bracciano, nel cuore più verde del Lazio Etrusco, affiancato dai Monti Sabatini, a soli 30 minuti dagli aeroporti internazionali di Fiumicino e Ciampino e da Roma Centro. L'Alfredo Hotel dà una privacy ideale sia per lavorare efficientemente che per un eccellente relax. Il nostro Ristorante offre una vasta gamma dalla cucina internazionale a quella italiana e genuine specialità locali. Sala piccola colazione e bar con terrazza panoramica sul lago. Tutti i piani dell'Alfredo Hotel sono serviti da ascensori.

L'Alfredo Hotel dispone di 48 camere doppie, alcune tra loro intercomunicanti. Sono tutte modernamente arredate, con riscaldamento e aria condizionata indipendenti, TV-color via satellite, linea telefonica diretta e frigobar.

"Al Tempio della Bellezza" è un nuovo Centro Benessere di raffinata atmosfera all'interno dell' Hotel, con personale specializzato ed apparecchiature di ultima generazione. Qui gli ospiti trovano un ambiente piacevolmente distensivo e trattamenti personalizzati, oltre alle virtù di una linea di prodotti esclusivi. -Massaggi -Terapie estetiche viso e corpo -Steam Bath -Aromatheraphy e Talassoterapia.

Lago di Bracciano

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Informazioni utili su Bracciano Vi proponiamo i seguenti locali per il Vostro pranzo libero: Da Grazziella Via Principe di Napoli, 16 Tel. 069984566 Chiuso il giovedì Con parcheggio, specialità classiche e pesce. Ristorante La Passione Piazza I° Maggio, 30 Tel. 069954237 Chiuso il mercoledì Con possibilità di mangiare in giardino, cucina laziale. Al Barattolo Via Flavia, 5 Tel. 069956987 Chiuso il lunedì Con parcheggio, aria condizionata, cucina classica. In caso di informazioni più approfondite potete contattare il seguente Ufficio turistico: Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo Via Claudia, 58 Tel. 069986771 – 069986782 Musei Castello Orsini Odescalchi Piazza Mazzini Tel. 0699804348 Chiuso il lunedì Visite: Invernale dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 15:00 alle 18:00 Estive dalle 09:00 alle 12:30 e dalle 16:00 alle 19:30

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Piantina di Bracciano

Legenda

Porto del lago di Bracciano

Castello Orsini Odescalchi

Hotel “Alfredo Hotels & Restaurants”

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ITINERARIO ANALITICO Città di Cerveteri Necropoli della Badintaccia in Cerveteri

2° Giorno: Bracciano - Cerveteri

Mattina Colazione in Hotel, dalle ore 07:00 alle 10:00. Incontro nella hall con la guida alle ore 09:30 e visita del Castello Orsini - Odescalchi. Dalle ore 11:00 visita della città di Bracciano: -Chiesa Santa Maria Novella, -Palazzo Comunale -Palazzo Padronale -Duomo e -Chiesa di San Liberato. Pranzo libero, vedi scheda delle informazioni della città, troverete una lista con i ristoranti consigliati. Pomeriggio Ore 14:00 partenza per la città di Cerveteri, arrivo previsto per le ore 14:20 Incontro con la guida alle ore 15:00 in piazza e visita della necropoli della Banditaccia, che vi occuperà fino alle ore 18:00 circa. Rientro a Bracciano. Cena in Hotel, si svolge dalle ore 19:00 alle ore 21:30 e pernottamento in Hotel. Strade e durata di percorrenza: Seguire la Strada Provinciale 4a Paesi di transito: Bracciano e Cerveteri. Durata: circa 20 minuti. Km percorsi circa 18,50.

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Cerveteri

La storia medievale di Cerveteri è certamente meno nota e meno ricca di quella antica. E in effetti la città conobbe una fase piuttosto travagliata in questo periodo: tra il IX e il X secolo, essa fu soggetta a un regime turbolento e oppressivo, subendo anche la ritorsione di eventi che coinvolsero la stessa Roma, quali l’invasione saracena. In tale fase, i dati registrano una progressivo abbandono dell’area e una mancanza di attività economiche di un qualche rilievo, tanto da risultare come zona incolta. Il fenomeno sembra accentuarsi con la fine del XII secolo quando, accorpata alla Diocesi di Porto, la città è

vittima di un’epidemia di malaria, che costringe gli abitanti a lasciare la vecchia sede cittadina e a spostarsi nell’attuale borgo di Ceri. Una rifioritura del centro si avrà soltanto col ‘500, momento in cui Caere Vetus (così chiamata in opposizione al “nuovo” ’abitato di Ceri) diviene parte del principato della famiglia Ruspoli, che lascerà il suo segno più riconoscibile con l’acquisizione, nel 1674, del castello Orsini, oggi detto appunto Castello Ruspoli, situato nel centro storico della cittadina moderna e ospite del Museo Nazionale Cerite, inaugurato nel 1967 e conserva parte dei rinvenimenti emersi dagli scavi delle necropoli ceretane e dalla zona dell’abitato. L’attuale

sistemazione risale al 1533, quando la famiglia Orsini ricostruì le mura e il palazzo baronale. Le finestre e il portale seguono una tipologia cinquecentesca con arco a tutto sesto, mentre il portico e la loggia risalgono presumibilmente al 17° secolo. L’edificio, costruito sui resti delle antiche mura castellane, ha sfruttato e ampliato lo spazio destinato ad una delle antiche torri di guardia medievali. Con l’arrivo della famiglia Ruspoli subisce ulteriori modifiche sia interne che esterne. Nel 1760 il cardinale Acciupidi autorizza la realizzazione di un passetto che lo collega alla chiesa di Santa Maria Maggiore, che diviene una vera e propria cappella palatina.

La Rocca è il centro della Cerveteri Medievale e comprende, oltre al castello vero e proprio, la parte che originariamente ne costituiva il Borgo antico, da tempo denominato Boccetta. Già dall’XI secolo ci appare ben munita di mura merlate, tuttora esistenti, che corrono lungo il perimetro dello sperone tufaceo su cui sorge. Nella zona della Boccetta, situata più in basso del Castello, vi è quello che rimane di un’antica torre di avvistamento con base circolare, che domina una grande porzione di territorio e di mare. La situazione attuale della rocca non è più quella originaria, avendo perso nel corso degli anni il suo aspetto di borgo fortificato. Comunque al suo interno, sono ancora conservati quei monumenti e quelle chiese che hanno accompagnato la storia della città.

La chiesa moderna di Santa Maria Maggiore, edificata nei primi anni 50, si innesta a quella medievale mediante un arco di trionfo che taglia la parete della navata laterale di destra dell’edificio più antico. Quest’ultimo, che va così ad assumere quasi l’aspetto di transetto, è certamente degno di nota. Dopo i lavori di restauro eseguiti nel 1951 dalla Soprintendenza ai Monumenti di Roma, la chiesa attualmente si presenta nella tipica forma basilicale a

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tre navate, scandite all’interno da due file di colonne. Cinque arcate dalla controfacciata raggiungono la zona absidale che è sormontata da un rosone. Le colonne presentano caratteri molti diversi l’una dall’altra, per cui è facile supporre che si tratti di materiale di spoglio proveniente da edifici del medio e tardo impero. A circa 60 cm sotto l’attuale piano di calpestio, sono stati rinvenuti e recuperati frammenti di pavimento cosmatesco. La facciata presenta chiari e visibili rimaneggiamenti che, nel corso del tempo, ne hanno cambiato l’assetto originario. Due ingressi, uno maggiore e l’altro più piccolo, danno rispettivamente nella navata centrale e in quella laterale di destra. A causa della mancanza di notizie storiche, antecedenti al 1492, anno in cui la chiesa fu restaurata in alcuni punti, è difficile stabilire con esattezza il periodo della sua fondazione, che comunque viene individuato e collocato intorno al Mille.

La Chiesa di Sant’ Antonio Abate si tratta di una piccola chiesa eretta intorno all’XI secolo, prossima alla cerchia delle mura ed è molto probabile che originariamente facesse parte di un complesso monastico. Nelle strette vicinanze vi è la presenza di un moncone di torre (forse campanaria), oggi sommariamente restaurata. All’esterno è preceduta da una breve scalinata che porta ad un terrazzo antistante la facciata con ingresso unico. L’interno si presenta a tre navate, la centrale è caratterizzata da una controsoffittatura a differenza delle laterali che hanno una copertura a botte.Le pareti e i pilastri di divisione delle navate sono dipinti in modo da simulare un rivestimento a lastre di travertino bianco grigiastre. Nella controfacciata, lungo la parete laterale di sinistra, nell’invaso dell’unica abside e su un pilastro, durante i lavori di restauro nei primi anni ’90, sono affiorate tracce e brani di affreschi di

epoche e qualità differenti, che vanno dal XIV al XVI secolo circa. Critici quali Federico Zeri e Antonio Pinelli, hanno riconosciuto in un affresco, raffigurante una Madonna in trono con Bambino tra due Santi, la mano del pittore Lorenzo da Viterbo, datando l’opera al 1472. Una grande figura del Salvatore tra le schiere celesti, campeggia nel catino absidale. Sopra l’altare maggiore vi è la statua lignea del Santo titolare, presumibilmente settecentesca. La Fontana del mascherone è situata nell’attuale piazza Risorgimento, venne costruita nel 1881. Ha una struttura architettonica a facciata scandita su due livelli, il più alto, concluso da un timpano semicircolare, ospita un orologio. La porta inferiore, con parete a bugnato, racchiude tra due colonne addossate la fontana vera e propria, inserita in una nicchia ad arco. E’ caratterizzata da un mascherone e due animali marini ai lati che gettano acqua nella vasca sottostante. Al di sopra vi è lo stemma della città e una lapide marmorea incisa, che celebra il ritrovamento delle antiche falde acquifere etrusche di Cerveteri e la data di costruzione della stessa. Lasciando il centro storico e salendo per via Sant’Angelo, si raggiunge la chiesa e convento di San Michele Arcangelo. Fu fondato alla fine del ‘400 dai Padri Agostiniani. Si presentava all’esterno cinto da mura: lungo i lati non protetti ha un campanile il laterizio ed è dotato di un chiostro porticato da un solo lato. La chiesa è a pianta unica con volta a botte ed arco trionfale, che si apre su di un’abside quadrangolare con copertura a crociera. Lo spazio all’interno è scandito dalla presenza di paraste che modulano l’ambiente in 3 campate ideali. Due altari alle pareti laterali si fronteggiano al centro della navata e sopra di essi sono collocate due interessanti tele raffiguranti scene della vita di Sant’Agostino. Al Centro della parete dell’abside vi è una tela con San Michele Arcangelo che sconfigge Satana. Ai lati di questa, in una pittura murale, sono raffigurati Sant’Agostino e Santa Monica; il tutto sovrasta l’altare centrale.

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La Necropoli Etrusca della Banditaccia L'antico nome Etrusco di Cerveteri, tramandatoci dalle lamine d'oro di Pyrgi (oggi Santa Severa), era KAISRIA o KAISRA. I Romani la chiamarano CAERE. La necropoli etrusca della Banditaccia si estende per circa 10 ettari e conserva quasi 400 sepolture comprese in un arco cronologico a partire dal VIII secolo a.C. fino III-II secolo a.C., offrendo così la possibilità di seguire i mutamenti degli ambienti funerari e contestualmente l’evoluzione della struttura urbana e domestica. La necropoli si caratterizza infatti per la disposizione delle sepolture in isolati, tagliati da strade e vie secondarie lungo le quali è possibile passeggiare come in un centro urbano, nel quale la vegetazione si è riappropriata dei suoi spazi. La tipologia funeraria che particolarmente ricorre all’interno dell’area recintata è il tumulo, struttura con pianta circolare in parte scavata nel banco tufaceo, con la camera destinata alla sepoltura, alla quale si accede percorrendo un corridoio di accesso, ricoperta da un cumulo di terra che doveva segnalarne la presenza. Gli ambienti funerari ripropongono gli interni delle case etrusche, dai particolari architettonici agli elementi dell’arredo, consentendo di conoscere un aspetto di questa civiltà altrimenti perduto.

Parte dei reperti provenienti dalle numerose necropoli del territorio è conservata presso il Museo Archeologico Nazionale di Cerveteri, il cui allestimento propone un percorso cronologico a partire dagli oggetti del periodo villanoviano, fino alle ceramiche di varia tipologia e utilizzo relative al banchetto e al contesto funerario, alle lastre fittili provenienti dal Tempio di Hera e ai numerosi ex voto il terracotta. Le prime ricerche avvenute sul territorio dell’antica Caere si datano agli anni ’30 del XIX secolo, in contemporanea al rinato interesse per la cultura etrusca. Al 1834 è da rimandare la scoperta di una cinquantina di tombe dell’attuale necropoli della Banditaccia, tra le quali vanno ricordate, per monumentalità e importanza, la Tomba degli Scudi e delle Sedie e quella degli Animali Dipinti.

Particolarmente nota è la Tomba dei Rilievi (IV sec. a.C.), appartenuta alla famiglia dei Matuna, che conserva degli stucchi dipinti che riproducono oggetti di uso quotidiano, da banchetto e perfino animali domestici. L’ingresso è protetto da una porta a vetri, che non consente l’accesso all’interno, poiché per preservare l’integrità degli stucchi, è necessario mantenere costanti la temperatura e l’umidità che il flusso dei visitatori potrebbe alterare.

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La via Sepolcrale principale: E' la strada principale della necropoli. Lungo di essa si sviluppano molte delle tombe più belle (anche se alcune non sono visitabili) di tutta la necropoli:

La tomba dei Capitelli La tomba della Capanna La tomba dei Letti Funebri La tomba dei Vasi Greci La tomba dei Dolii La tomba dei Letti a Sarcofago La tomba dei Rilievi La tomba del Pozzo La tomba della Casetta La tomba Marce Ursus La tomba di Munice Tumulo della Quercia

La via degli Inferi Con questo nome si indica un tratto della via Sepolcrale principale individuabile dai solchi sul terreno tufaceo furono lasciati dalle ruote dei carri. Da piazza della Casetta si aprono diverse altre belle strade della necropoli tra cui Via della Cornice Via dei Vasi Aretini La zona dei grandi tumuli In questa zona si trovano quasi tutte tombe a tumulo tra cui:

Tumulo Maroi Tomba Policroma Tumulo del Colonnello Tumulo Mengarelli

. La visita non è molto faticosa e prende almeno 3 ore.

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Informazioni utili su Cerveteri Vi proponiamo i seguenti ristoranti per il Vostro pranzo libero: Al Grillo Via Roma, 12 Tel. 069986654 Chiuso il martedì Dall’Etrusco Piazza Risorgimento, 52 Tel. 069954768 Chiuso il lunedì In caso di informazioni più approfondite potete contattare il seguente Ufficio turistico: Pro Loco Piazza Risorgimento, 3 Tel. 069950676 Musei Necropoli della Banditaccia Piazzale della Necropoli Tel. 069950676 è aperta dal martedì alla domenica dalle ore 8.30 fino ad un’ora prima del tramonto. Museo Archeologico Nazionale di Cerveteri Piazza S. Maria Informazioni e prenotazioni al numero 06.39967150 Dal lunedì al sabato dalle 09:00 alle 13.30 e dalle 14:30 alle17:00

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ITINERARIO ANALITICO

Arrivo a Viterbo

3° Giorno: Bracciano - Viterbo Mattina Colazione in Hotel, dalle ore 07:00 alle 10:00. Partenza per Viterbo consigliata alle ore 8:30. Arrivo previsto per le ore 09:20 e sistemazione all’ “Hotel **** Grand Hotel Salus delle Terme Pianeta Benessere”. Pranzo libero, vedi scheda delle informazioni della città, troverete una lista con i ristoranti consigliati. Pomeriggio Visita della città, che vi occuperà 3 ore, accompagnati da una guida locale che vi attenderà presso l’ Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo, sita in Piazza Verdi, 4/a. Rientro in Hotel per la cena prevista dalle ore 18:00 alle 21:00. Pernottamento in Hotel. Strade e durata di percorrenza: Seguire le Strade Provinciali nel seguente ordine, 4a, 3a, 90, 83, 141, 1. Paesi di transito: Bracciano, Sutri, Ronciglione e Viterbo. Durata: circa 45 minuti. Km percorsi circa 50.

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ITINERARIO ANALITICO

…Viterbo…

4° Giorno: Viterbo

Mattina Colazione in Hotel, dalle ore 06:00 alle 10:30. Visita della città di Viterbo: -Chiesa Santa Maria della Salute, -Palazzo dei Papi, -Cattedrale San Lorenzo e -Torre del Borgognone. Pranzo libero, vedi scheda delle informazioni della città, troverete una lista con i ristoranti consigliati. Pomeriggio A piacere, consigliamo di approfittare dei vari servizi alberghieri dedicati alla salute del corpo e al relax, inclusi nel prezzo del pacchetto turistico. Cena in hotel, dalle ore 18:00 alle 21:00. Pernottamento.

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Viterbo

Abbracciato dalla città moderna, come legato alla sua storia ed al suo paesaggio dalla via Cassia, protetto ancora da forti mura vive il cuore di Viterbo. Un cuore di “pietra” in cui il segno dell’uomo ha continuato ad esprimersi fedele nel tempo alle antiche radici etrusche lasciando con l’opera di molti artisti messaggi unici nel tufo.Entrando da Porta Romana, S. Sisto segna al nono secolo l’inizio di uno dei racconti più vivi dell’architettura medioevale italiana. Architettura con incastonate sculture, come quelle lasciate da Arnolfo di Cambio e dai maestri marmorari romani, liberata nello spazio da affreschi, come quelli in S. Giovanni in Zoccoli degli allievi

di Matteo Giovannetti o nella Sala Regia di Baldassarre Croce, o impreziosita da dipinti come La Pietà di Sebastiano del Piombo ora nel Museo Civico. E’ quello di Viterbo un racconto che si legge percorrendo le vie del centro storico della “Città dei Papi“. Accade così che scendendo verso la piazza Fontana Grande, attratti dallo stelo gotico che sovrasta il catino della bella fontana, si è poi attirati dal prospetto seicentesco dell’ex Chiesa degli Scalzi e poi, ancora seguendo il racconto che si snoda sui muri, si giunge nella Piazza del Plebiscito a cui fa da sfondo l’architettura quattrocentesca Palazzo Comunale e di quello del Potestà e poco oltre il Ponte del Duomo, quella del palazzo Farnese, posto lì quasi a preparare scenograficamente l’affascinante vista della piazza della cattedrale chiusa da una partitura di musicalità architettoniche composte di note per voci gotiche scritte sulla filigrana. E’ dopo aver ascoltato questo concerto, con il pensiero rivolto ad Avignone, che più forte si fa la suggestione di essere indietro di seicento o settecento anni, quando si penetra nel centro del quartiere di S. Pellegrino.Qui il tempo sembra essere stato per incanto fissato nei giochi d'ombra e sui volumi di antiche geometrie descrittive di leggi di non più consuete tecniche costruttive.Qui il tempo ha steso la sua patina, che ricorda l’odore acre dei fumi di mille anni, rendendo severo il carattere di queste costruzioni dal colore ferrigno che si aggrappa al blu del cielo prima che sia notte. Qui il racconto entra in osmosi con la fantasia e ciò che è storia diviene futuro. L'architettura gotica trae i suoi connotati fondamentali dallo sviluppo verso l'alto, fino alle estreme conseguenze, delle strutture ad arco e volta a botte che già avevano caratterizzato il periodo romanico. Questa evoluzione è resa possibile principalmente dal progresso delle tecniche progettuali e costruttive, ed in particolare dal progresso nello studio delle forze che compongono la statica complessiva degli edifici. La particolare interpretazione del gotico che caratterizza i manufatti viterbesi deriva dall'estrema pacatezza con cui si manifestano gli elementi distintivi dello stile. Il risultato appare come la commistione di due tradizioni diverse: il nuovo gusto gotico e l'eredità romanica, non immediatamente superabile perché forma e sostanza storica della città. Le chiese di S. Maria della Verità e di S. Maria in Gradi (distrutta dai bombardamenti del 1944), unite al notevole Palazzo dei Papi sono l'esempio più valido di

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questa originale interpretazione del gotico. In questi edifici è infatti più evidente che altrove come i due stili convivano e quasi si compenetrino per offrire un risultato architettonico originale. Nella chiesa di S. Francesco è invece visibile un'interpretazione del gotico influenzata dal severo spirito francescano e mutuata dall'architettura umbra. L'altezza della navata, la stupenda polifora vetrata dell'abside, lo slancio delle volte risultano, inoltre, legati ai canoni classici della coeva architettura francese.Più tardi l'architettura gotica nelle sue varianti senese e orvietana, sarà introdotta nella Tuscia attraverso l'influenza dell'architetto orvietano Lorenzo Maini. Principale esempio a Viterbo di tale tendenza è la chiesetta di S. Maria della Salute. Peculiarità delle testimonianze dell'arte romanica a Viterbo è la forte intensità con cui vi permangono elementi architettonici già propri dell'arte longobarda e di quella paleocristiana. Anche la particolare plasticità dei materiali lapidei impiegati e in particolare del peperino, conferisce spunti di originalità agli elementi decorativi ed architettonici del romanico viterbese. L'elemento che invece lo accomuna con quello italiano ed europeo è individuabile nella commistione dei caratteri aulici di derivazione classica, con altri di impronta popolare frutto della natura artigiana e popolare delle maestranze che non applicano pedissequamente un modello stilistico predefinito, facendosi guidare anche dalle proprie capacità tecniche e dal proprio gusto. Il monumento romanico per eccellenza è la chiesa o cattedrale, che oltre ad essere luogo di culto è anche il principale spazio pubblico e sociale, dove la comunità si raduna in consiglio e tratta gli affari comuni. L'esempio più classico in questo senso è S. Maria Nuova, dove era custodito anche il tesoro cittadino e si tenevano riunioni pubbliche. Dal punto di vista architettonico sono di gran rilievo anche le chiese di S. Giovanni in Zoccoli, San Sisto, S. Andrea e S. Angelo in Spatha, tutte costruite in un arco di tempo relativamente breve a testimonianza dell'importanza assunta da Viterbo a cavallo tra l'XI e il XII secolo e quindi della sua estrema ricchezza e popolosità, che la porterà, sia pur per poco, a sopravanzare Roma.

La chiesa di San Sisto, di cui abbiamo notizie fin dall'XI secolo d.C., si trova su un'area che probabilmente era destinata in origine ad un altro culto. Nel corso del tempo ha subito diverse modifiche, l'ultima delle quali risale al secondo dopoguerra ed è testimoniata da una lampada votiva e da alcuni elementi marmorei che ne ricordano i caduti. La facciata è stata ricostruita dopo i bombardamenti e presenta una finestra ad occhio ed un portale, semplice nello stile, risalente al XVI sec.. La chiesa, che si trova a ridosso delle mura cittadine, è affiancata da due celle campanarie diverse fra loro, la più grande, di datazione incerta, è compresa nella cinta muraria, mentre la più piccola risale al periodo longobardo. L'interno è costituito da tre navate, divise da dieci colonne, alcune con capitelli dagli elementi di stile corinzio, altre con volute ioniche con gruppi circolari di foglie. Particolare è la quinta colonna perché è formata da quattro colonne minori disposte a spirale. Nella navata di sinistra si trovano due tabernacoli, uno di marmo risalente al XV sec., l'altro di stile Gotico, risalente al XVI sec.. Il presbiterio è stato aggiunto nel XII o XIII secolo, è rialzato rispetto al piano della chiesa ed è coperto da una volta a botte sorretta da due pilastri. A destra si trova il dipinto "Madonna con Bambino e Santi" di Neri di Bicci datato

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1457 d.C.. Nell'abside centrale, semicircolare e inglobata nella cinta muraria, si trova un altare con elementi di stile Longobardo. Dei due pulpiti che si trovano nella chiesa uno era il più importante perché destinato al sacerdote, mentre il secondo, più piccolo era destinato al diacono. Un pozzetto proveniente da qualche villa romana della zona è stato trasformato in fonte battesimale e posto alla destra dell'ingresso. Infine nella cripta, alla quale si accede dal lato sinistro o dall'esterno, si trova una mezza colonna con una iscrizione datata 1618 che è stata riportata alla luce da poco tempo.

Il palazzo dei Priori chiude il lato nord-occidentale di piazza del Plebiscito, già piazza del Comune, aperta nel XIII secolo e divenuta da allora il vero centro sociale ed istituzionale della città. Dopo che Viterbo divenne la sede del Papato e vi furono istituiti i primi conclavi infatti, si sentì l’esigenza di dotare anche il Comune di una sede consona, si diede così inizio alla costruzione del palazzo, da situarsi nella piazza principale. Furono acquistati vari stabili e si procedette alla demolizione dei portici del grande cimitero antistante alla chiesa di S. Angelo in Spatha, nonché di alcuni stabili di pertinenza dei canonici, per allargare la piazza e dare l’avvio alla costruzione. Questa prese forma a partire dal 1264, quando fu eretto il primo livello; il piano superiore fu aggiunto nel secolo successivo, mentre la facciata ed il sottostante porticato furono promossi nella seconda metà del Quattrocento da papa Sisto IV della Rovere (1471-1484). Il palazzo era destinato in origine ad essere la residenza del governatore pontificio, ma, nel 1510, non essendo

ancora stata condotta a termine la fase architettonica sistina, il governatore del Patrimonio sfrattò i priori dal loro palazzo (attuale stabile della Prefettura) e vi si insediò d’autorità, riuscendo così ad accelerare i lavori. Alla fine dello stesso secolo fu messa a punto la nuova cappella, contigua alla Sala del Consiglio, e fu dato l’avvio alla decorazione pittorica degli ambienti della grande fabbrica. Allo stesso periodo risalgono la riapertura dell’università, il restauro delle terme, la costruzione dell’ospedale sul colle del Duomo, l’erezione della Fonte della Rocca e l’inaugurazione della nuova strada Farnesiana e di Porta Faul. Nel Seicento fu altresì realizzato lo splendido cortile interno del palazzo, scandito dall’elegante loggiato e qualificato dalla fontana con i leoni (il leone è il simbolo della città), e, soprattutto, fu portato a conclusione l’apparato decorativo dell’interno. Il palazzo si compone di due grandi corpi di fabbrica riuniti da un arco, entrambi inerenti alla metà del XIII secolo: quello detto “degli Uffici”, sede del Podestà, e quello noto come “del Comune”, che era la residenza dei Priori. Le forme dell’esterno sono quelle conferite al palazzo dai lavori quattrocenteschi: la facciata, marcatamente orizzontale, è alleggerita dall’aereo loggiato del piano terra ed è centrata dallo stemma sistino della quercia con la tiara pontificia, che compare anche alla sommità della cornice bugnata dell’ingresso principale; il nome di Sisto IV qualifica inoltre l’architrave delle finestre a croce guelfa, che illuminano il primo piano, e quello delle porte dei saloni interni.

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La Cattedrale di S. Lorenzo fu edificata nel XII secolo in forme romaniche, sul luogo di un’antica pieve le cui notizie risalgono all’850. Nel 1181 fu riconosciuta principale chiesa di Viterbo e della Tuscia da papa Alessandro III (1159-1181), per ottenere solo qualche anno dopo la concessione ufficiale della cattedra vescovile. Dalla metà del Duecento la cattedrale assunse ancora maggiore rilievo: la presenza dei papi a Viterbo, residenti nel celebre palazzo papale, fece del duomo il teatro di avvenimenti religiosi e politici di grande clamore, come la scomunica di Corradino di Svevia e l’incoronazione di ben sette papi. Il tempio fu eretto secondo la consueta tipologia basilicale a tre navate concluse da altrettante absidi (la centrale molto emergente rispetto alle laterali); a questo impianto, di chiara matrice romanica, nel 1192 fu aggiunto il transetto, di altezza minore rispetto alla navata mediana. La spazialità interna, armonica e monumentale, era, ed è ancor oggi, scandita da due file di arcate rette da colonne con capitelli in peperino finemente scolpiti. Questi ultimi sono un pregevole prodotto messo a punto dalle maestranze locali, che risentirono, pur rileggendola in maniera personale quanto vivace, della lezione dei maestri nordici presenti a Viterbo fin dalla fine dell’XI secolo. Il campanile fu costruito alla fine del Duecento in forme già spiccatamente gotiche; scandito da quattro ordini di bifore binate, risentì delle suggestioni provocate dall’effetto della bicromia lapidea delle fondazioni chiesastiche toscane (la cuspide fu aggiunta alla metà del XV secolo).

Il Palazzo Papale, eretto sul colle di S. Lorenzo, come residenza-fortezza dei pontefici, portò grandi vantaggi alla città di Viterbo, orgogliosa di essere diventata centro e sede del cattolicesimo. Dal cronista D’Andrea si apprende che la costruzione del palazzo, di stile romanico, cominciò nel 1255; nel 1266 il palazzo fu ultimato e nell’anno seguente si completò anche la loggia, di stile gotico. La facciata, preceduta da un’ampia scalinata e sormontata da merlature, si apre con sei bifore unite da una cornice in risalto. La prospettiva è completata dalla

splendida loggia che appoggia su un voltone, sorretto da un presunto pilastro che altri non è che una cisterna che porta l’acqua alla fontana sovrastante. La loggia è definita, in un solo lato da sette archi sorretti da esili colonnine binate che si intrecciano formando una elegante trabeazione; all’interno si apre il salone del Conclave e diversi ambienti utilizzati, ad oggi, per conferenze e mostre. La sala del Conclave è un ambiente molto luminoso grazie alla presenza di dodici bifore a tutto sesto sormontate da piccole monofore rettangolari, che presentano una forte strombatura. La fontana risale alla seconda metà del XV sec. ed è stata realizzata con materiale di spoglio di varie epoche; le specchiature della vasca portano gli stemmi della famiglia Gatti, del cardinale Raffaele Riario, di Sisto IV della Rovere e del vescovo Francesco Maria Settala. Il Palazzo fu sede di importanti elezioni papali, tra cui quella del 1298-1271 in seguito alla morte di Clemente IV: dopo 33 mesi di sede vacante, la più lunga nella storia della Chiesa, venne eletto Tebaldo Visconti, con il nome di Gregorio X. Le cronache raccontano e documentano che i viterbesi, stanchi per la lunga attesa, e con lo scopo di accelerare l’elezione del pontefice, rinchiusero i cardinali cum clave e poi scoperchiarono il tetto del Palazzo.

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Le fontane di Viterbo costituiscono, nel loro insieme, un complesso architettonico che probabilmente non ha eguali in tutta Italia. Per il periodo che va dal XIII al XIV secolo gli esemplari di Viterbo offrono dunque una documentazione insostituibile per riscoprire caratteristiche strutturali ed elementi decorativi derivanti dal mondo classico. Nelle antiche carte topografiche della città, il tessuto urbano appare caratterizzato da piazzette, di forma più o meno irregolare, nelle quali compaiono sempre una chiesa ed una fontana, simbolo entrambe della comunità cittadina medievale. Al momento dell’impianto urbanistico della città, le fontane costituirono il fulcro dell’abitato: quelle più

semplici, a vasca rettangolare, venivano usate come abbeveratoi, poste lungo le vie e in prossimità delle porte di accesso della città. Inoltre il controllo dell’efficienza delle fontane, la cui costruzione e manutenzione era finanziata dalle singole contrade, era stabilita dalla legislazione ed era affidata all’istituzione dei balivi viarum che dovevano verificare la regolarità dell’afflusso dell’acqua, di garantirne la limpidezza e di provvedere a far eseguire la pulitura delle vasche. Il Quartiere San Pellegrino, simbolo dell’antica città medievale rappresenta un’interessante rassegna della tipologia edilizia duecentesca, con le sue torri, piazzette, viuzze, archi e i caratteristici profferli (scale esterne). Vi si accede da Piazza San Carluccio, originariamente chiamata Piazza San Salvatore, dal nome di una piccola chiesa della quale non vi è più traccia. La piazza è a pianta rettangolare, chiusa su due lati da mura perimetrali, per un tratto merlate, che in parte perimetrano alcune abitazioni appartenute alla Famiglia Cocco. Gli edifici hanno i tipici profferli viterbesi che si affacciano su una corte privata interna. La casa che si trova tra la Piazza san Carluccio e Via San Pellegrino è stata la prima sede del Brefotrofio: l’ospizio degli Esposti fu fondato il 9 maggio 1738 con Breve di papa Clemente XII. Le case che si affacciano sulla Via San Pellegrino sono costruite direttamente sul tufo, composte da uno o più piani e quasi sempre prive di fondazioni; i muri sono realizzati con blocchi di pietra squadrati rozzamente, eccezion fatta per quelli che inquadrano porte e finestre. L’accesso dalla strada al primo piano della casa era garantito dal profferlo, mentre il locale a piano terra era adibito a bottega; alcune abitazioni non si affacciavano direttamente sulla strada, ma avevano una corte, a volte in comune a più abitazioni, che in dialetto viterbese prende il nome di richiastro. Caratteristica di questo quartiere è anche la “casa a ponte” tipo di abitazione che unisce due fabbricati, separati dalla strada, all’altezza del primo o del secondo piano, creando suggestivi passaggi coperti.La piazza S. Pellegrino rappresenta un ambiente caratteristico dell’omonimo quartiere, poiché si apre come un naturale punto di confluenza di Via S. Pellegrino e di altre viuzze attigue. Su questa piazza si affacciano: Palazzo degli Alessandri, costruito nella prima metà del XIII sec.; Torre Scacciaricci, una casa-torre a quattro piani; la Chiesa di S. Pellegrino, uno dei più antichi monumenti della città, menzionata in un atto del 1045 quando era posta sotto la giurisdizione di S. Martino al Cimino, dipendente dai monaci di Farfa. Palazzo degli Alessandri è un edificio a tre piani che presenta un’interessante variante del tipico profferlo viterbese, che invece di essere realizzato all’esterno dell’edificio, come avviene nella consueta e diffusa tipologia, è costruito all’interno del muro perimetrale del palazzo. La scala è fiancheggiata da un parapetto, decorato da un motivo ornamentale a stelle poliedriche; lo stesso motivo lo ritroviamo sulla mensola marcapiano sovrastante.

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Nel XII secolo D.C. fu opportuno racchiudere i diversi borghi che formavano la città all’interno di una cinta muraria per l’istituzione dell’Ordine Nuovo che doveva dare vita e sicurezza ad un grande centro cittadino. Le torri che sorgono a ridosso della cinta muraria sono state costruite per la maggior parte nel XIII secolo, anche se nel corso dei secoli ne sono state costruite altre, molte sono state abbattute e successivamente ricostruite. E’ impossibile ricostruire il numero esatto delle torri, ma sicuramente erano più di cento, poiché ogni singolo palazzo ne possedeva più di una ed erano messe a difesa non solo dei palazzi ma anche della città in alcuni punti strategici. Generalmente in corrispondenza delle torri si aprivano le porte, circa venti in totale, che erano protette da un antiporta e si chiudevano con una saracinesca incastrata nel muro e sorvegliate da gendarmi. Alcune porte erano dotate di un ponte inizialmente in legno poi in muratura. La Porta San Leonardo permetteva il passaggio sulla Via Romana, la porta Romana era chiamata di San Sisto, e quella della Verità era chiamata dell’Abbate. Al quartiere di Pianoscarano si accedeva tramite Porta Fiorita, Porta del Carmine (detta di Piano Scarlano) e Porta Salicicchia. La Porta di Valle fu chiusa nel 1568 e ne fu aperta un’altra poco distante detta Porta Faul. La Porta Fiorentina detta di Santa Lucia, era spostata rispetto all’apertura attuale. La Porta Bonaventura era detta del Bove. Furono costruite delle porte, come quella di San Michele (San Biele), fuori dalla cinta muraria per un allargamento della stessa cinta.

Nel XII secolo D.C. fu opportuno racchiudere i diversi borghi che formavano la città all’interno di una cinta muraria per l’istituzione dell’Ordine Nuovo che doveva dare vita e sicurezza ad un grande centro cittadino. Le torri che sorgono a ridosso della cinta muraria sono state costruite per la maggior parte nel XIII secolo, anche se nel corso dei secoli ne sono state costruite altre, molte sono state abbattute e successivamente ricostruite. E’ impossibile ricostruire il numero esatto delle torri, ma sicuramente erano più di cento, poiché ogni singolo palazzo ne possedeva più di una ed erano messe a difesa non solo dei palazzi ma anche della città in alcuni punti strategici. Generalmente in corrispondenza delle torri si aprivano le porte, circa venti in totale, che erano protette da un antiporta e si chiudevano con una saracinesca incastrata nel muro e sorvegliate da gendarmi. Alcune porte erano dotate di un ponte inizialmente in legno poi in muratura.

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Grand Hotel Salus delle Terme Pianeta Benessere **** Strada Tuscanese, 26/28 01100 Viterbo Tel. 0761 3581 Fax. 0761 354262 Il complesso alberghiero Grand Hotel Salus e delle Terme di Viterbo è di recentissima costruzione, modernamente arredato con115 camere, tutte arredate lussuosamente e super accessoriate, con una tipologia molto articolata: 82 doppie 9 singole 9 junior suites 15 presidenzial suites.

In ogni camera: bagno con i comfort più moderni, aria condizionata, telefono con linea diretta, TV color con collegamento via satellite, cassaforte elettronica, minibar fornitissimo, letteratura informativa su tutte le attività e gli eventi speciali del Grand hotel Salus e delle Terme - Pianeta Benessere. Quasi tutte le camere sono con loggia coperta e vista panoramica. Abbiamo selezionato il meglio in ogni settore: l'arredo, la biancheria, gli accessori.

Il Ristorante Gourmet, con proposte di piatti di antica tradizione regionale, nazionale ed il meglio della cucina internazionale. Vini D.O.C. selezionati. Il Menù Dietetico, con proposte di piatti particolari per una remise en forme totale. Il Ristorante bordo piscina, per le serate estive e gli eventi speciali. Piano bar, attrezzato con tutti i comfort per rilassanti e piacevoli serate.

Il Centro Terapeutico si apre su una superficie di 3.000 metri quadri, con un percorso giornaliero senza fine. Il Centro Terapeutico di Pianeta Benessere è senza dubbio fra i più attrezzati e funzionali esistenti in Europa. L'azione delle acque e dei fanghi termali (l'antica ricetta dei Romani) abbinata a trattamenti estetici e a idromassaggi di ogni genere sulla base delle metodologie più moderne. Pianeta Benessere sorge proprio nell'area del Bullicame. Le acque solfuree (solfato bicarbonato - alcalino - terrose - ipertermali) e i fanghi naturali vengono presi dall'area del Bagnaccio.

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Informazioni utili su Viterbo Vi proponiamo i seguenti locali per il Vostro pranzo libero: Grottino Via della Cava, 7 Tel. 0761 308188 Chiuso il martedì Aria condizionata, parcheggio giardino, cucina Laziale; Hostaria da Pino Via Abate Lamberto, 2 Tel. 0761 379242 Chiuso il martedì Al Vecchio Orologio Via Orologio Vecchio, 25 Tel. 0761 223423 Nell’eventualità e richieste di informazioni più approfondite potete contattare i seguenti Uffici turistici: Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo. Piazza Verdi, 4/a Tel 0761 326666 0761 326667 Ufficio Turistico Via Ascenzi, 4 Tel. 0761.325992 - Fax 0761.308480 - E-Mail [email protected] IAT – Uffici Informazioni Viterbo presso ex Stazione FF.SS. di Porta Romana Tel. 0761.304795 - Fax 0761.220957 - E-Mail [email protected] EPT Piazza dei caduti, 16 Tel. 0761 346363 0761 366161 0761 30092

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Musei Museo Archeologico nazionale - Piazza della Rocca, Tel. 0761 325929 Visite: Inverno Feriali dalle 9:00 alle ore 14:00 – Festivi dalle ore 9:00 alle ore 13:00 Estivi dalle 09:00 alle ore 14:00 e dalle 16:00 alle 19:00 Chiuso lunedì. Ingresso: 2.10 euro Museo di Arte Sacra - Palazzo dei Papi - Piazza S. Lorenzo Tel. 0761 341124 Visite: dalle 9.45 alle 13:00 Museo Civico - Ex Convento di S. Maria della Verità. Piazza F. Crispi Tel. 0761340810 Visite: Ottobre /Aprile dalle ore 10:00 alle 18:00 Maggio / Settembre dalle ore 10:00 alle 19:00 Chiuso il lunedì Ingresso: 3.10 Museo delle Confraternite - Loggia di San Tommaso - Piazza della Morte,.

– visite a richiesta – tel. 0761 345229

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Piantina di Viterbo

Legenda:

(cerchio rosso) Piazza della Rocca

1- Stazione di Porta Fiorentina 2- Stazione di Porta Romana

P = Parcheggio a tariffa oraria

P = Parcheggio gratuito

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ITINERARIO ANALITICO Arrivo in Tuscania

5° Giorno: Viterbo - Tuscania

Mattina Colazione in Hotel, dalle ore 06:00 alle 10:30. Partenza per Tuscania, consigliata per le ore 09:00. Arrivo previsto alle ore 09:25 e visita della città con la guida che vi attende per le ore 10:00 presso l’Ufficio Turistico Comunale sito in Via Pozzo Bianco. Pranzo libero, vedi scheda delle informazioni della città, troverete una lista con i ristoranti consigliati. Pomeriggio A piacere. Continuazione della visita della Città. Rientro a Viterbo. Cena dalle ore 18:00 alle 21:00. Pernottamento. Strade e durata di percorrenza: Seguire le Strade Provinciali, 2 e 13. Paesi di transito: Viterbo e Tuscania. Durata: circa 20 minuti. Km percorsi circa 24.

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Tuscania Lontana dalle spiagge e dal traffico dell’Aurelia, circondata dalle colline che separano il Lago di Bolsena dalla costa, tuscanica è il centro più suggestivo della Tuscia. Centro etrusco di discreta importanza, dotata di un porto sul Tirreno e circondata da vaste necropoli, Tuscanica mantenne il suo ruolo in epoca romana, e divenne una piazzaforte importante nell’alto medioevo, quando appartenne prima ai Bizantini e poi ai Longobardi. Nel 774 Carlo Magno la conquistò per donarla alla Chiesa. Testimonianza di quest’epoca sono le chiese da Santa Maria Maggiore e San Pietro, entrambe tra le più belle dell’Italia romanica. Decaduta nel Trecento, ribattezzata Toscanella da Bonifacio VIII, la città fu saccheggiata da Carlo VIII nel 1495 e devastata poi da vari terremoti. Anche se decaduta dal punto di vista militare, Tuscanica ha mantenuto nei secoli successivi la sua importanza come centro agricolo e commerciale nel cuore della Tuscia.

La passeggiata nel centro storico inizia da piazza San Marco, sulla quale si affaccia la settecentesca porta del Poggio. Costeggiando le mura medievali si raggiunge la chiesa rinascimentale di Santa Maria del Riposo, costruita nel 1495 al posto di una chiesa romanica. Il vicino convento ospita l’interessante Museo Archeologico, con sarcofagi e corredi delle necropoli etrusche della zona. Tornati alle mura, si traversa la porta San Marco, e si raggiunge in breve la chiesa di San Marco, che conserva un elegante portale e frammenti di

affreschi. Più avanti è la trecentesca Santa Maria della Rosa, la più bella del centro di Tuscania. Una discesa porta a piazza Matteotti, da cui si prosegue da via degli Archi fino a piazza Basile, sulla quale si affaccia il palazzo settecentesco del Municipio. Inconsueti e suggestivi sono i 18 sarcofagi etruschi, provenienti dalle vicine necropoli, allineati sul muro di cinta dell’ospedale e sul parapetto che chiude la piazza. Poco più avanti ci sono la Torre del Rivellino, alcune case medievali e la chiesa di San Leonardo.

Per ritornare in piazza San Marco conviene traversare il vallone che divide l’abitato, risalire alla Torre di Lavello, accanto alla quale c’è un parco pubblico che offre un magnifico panorama su San Pietro e Santa Maria Maggiore. Via Torre di Lavello, una delle più suggestive del centro, porta al Duomo, rifatto nel Settecento, e a Porta del Poggio. Accanto al Duomo c’è il Museo d’Arte Sacra. Fuori le mura ci sono due delle più belle chiese d’Italia. Accessibili in auto per la strada che costeggia le mura, San Pietro e Santa Maria Maggiore si possono raggiungere

anche a piedi.Sul punto più alto della collina, la chiesa di San Pietro risale al secolo VIII, ed è stata completata nel primo Duecento con una splendida facciata. Sul cortile che precede l’ingresso si affaccia un piccolo Museo. La facciata della chiesa incorpora dei bassorilievi etruschi e umbri. Anche Santa Maria Maggiore risale al secolo VIII, ma è stata rifatta nel Duecento. Particolarmente suggestivi sono i rilievi della facciata e del portale, che ricorda le più belle chiese abruzzesi.

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Informazioni utili sulla Tuscania Vi proponiamo i seguenti locali per il Vostro pranzo libero: Al Gallo Buona e creativa la cucina, che propone paste fatte in casa Via del Gallo, 24 e gnocchi di ottima qualità. Tra i secondi segnaliamo gli involtini Tel. 0766/443388 di vitello e manzo, e i fegatini di pollo tartufati con melanzane. I prezzi sono alti. Il Tartaglia Piccolo e gradevole ristorante a due passi dalla Torre di Lavello Via Torre di Lavello, 27 Offre ottimi primi, zuppa di funghi e ombrichelli al pomodoro e Tel. 0766/43331 basilico, meritano una segnalazione il maialino al finocchio

selvatico e l’ anatra in salsa di mele. In estate si può mangiare in giardino.

I prezzi sono moderati. In caso di informazioni più approfondite potete contattare i seguenti Enti: Ufficio Turistico Comunale Via Pozzo Bianco Tel. 0766/436371 Musei Museo Archeologico Tuscanese Convento di Santa Maria del Riposo. Chiuso il lunedì Visite: primavera ed estate: dalle 09:00 alle 13:30 e dalle 14:00 alle 17:00 Tel. 0766/416209 Museo D’Arte Sacra Accanto al Duomo Chiuso il lunedì Visite: Inverno Feriali dalle 9:00 alle ore 14:00 – Festivi dalle ore 9:00 alle ore 13:00 Estivi dalle 09:00 alle ore 14:00 e dalle 16:00 alle 19:00 Tel. 0766/434598

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P i a n t i n a d e l l a T u s c a n i a

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ITINERARIO ANALITICO

Città di Bolsena Lago di Bolsena

6° Giorno: Viterbo - Bolsena Mattina Colazione in Hotel, dalle ore 06:00 alle 10:30. Partenza per Bolsena, consigliata alle ore 08:30. Arrivo previsto per le ore 09:00 e visita della città con guida locale che Vi attenderà presso il Centro Promozione Turistica del Comune di Bolsena (vedi piantina pallino giallo con “i” azzurra) Visita della città: -Chiesa San Francesco, -Borgo medievale, -Chiesa San Cristina e -Castello Monaldeschi. Pranzo libero, vedi scheda delle informazioni della città, troverete una lista con i ristoranti consigliati. Pomeriggio Crociera sul lago di Bolsena alle ore 14:30 - 15:00 con visita all’isola Bisentina e isola Martana che vi impegnerà 4 ore, accompagnati da guida turistica che Vi attenderà presso il porto. In serata sbarco alla Città di Capodimonte alle ore 18:30 - 19:00 circa. Cena al Ristorante “Bel Paesaggio” in riva al lago dalle ore 19:00 alle 21:00. Ore 21:30 e 22:30 ultimi vaporetti che si dirigono a Bolsena. Rientro a Viterbo e pernottamento in Hotel. Strade e durata di percorrenza: Seguire la Strada Cassia Nord e immettetevi nella Strada Regionale 143. Paesi di transito: Viterbo, Zapponami, Montefiascone, Coste, Sant’Antonio, Bolsena. Durata: circa 30 minuti. Km percorsi circa 32.

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Bolsena

Importante località di villeggiatura estiva, sorge sulla sponda nord- orientale del lago omonimo. Si trova quasi al centro della regione dei monti Volsini ed è costituita da un borgo medievale adagiato su un declivio interno della conca e da una parte moderna che si prolunga nel piano lungo la riva del lago, dove si trovano numerosi alberghi, strutture balneari e campeggi. Centro dell’abitato è la vasta Piazza Matteotti su cui prospettano il Palazzo Comunale (dove ha ora sede l’Ufficio Turistico) e la Chiesa di San Francesco del secolo XIII, restaurata dopo che i bombardamenti dell’ultima guerra ne avevano rivelato la primitiva struttura gotica. La facciata è adorna di un alto portale gotico;

l’interno, a una navata con tetto a capriate, termina con un presbiterio quadrato dalle volte a crociera e reca estese testimonianze di affreschi dei sec. XV-XVII. Accanto alla chiesa si apre una porta del 1548 in pietra rossa, che immette nel borgo medievale, ben conservato e ricco di scorci interessanti e suggestivi. Dalla parte opposta della piazza si apre invece Corso della Repubblica, la via del passeggio, che accompagna con i suoi numerosi negozi, fino alla Piazza Santa Cristina. Vi sorge, a destra, il Palazzo Ranieri o del Cardinale Teodorico, eretto in semplici forme gotiche nel 1299 e nel quale soggiornò Pio VII nel 1815; sul lato di fronte si allineano strette le une alle altre, la semplice facciata di un oratorio, la collegiata di Santa Cristina, sormontata da uno slanciato campanile e la cappella del Miracolo con alto tiburio. Subito a destra c’è la nuda facciata dell’oratorio di San Leonardo, quattrocentesco, a coronamento orizzontale, con campanile a vela. All’interno è ospitato un piccolo museo con epigrafi e sculture provenienti soprattutto dalle catacombe.

Ritornando in dietro a piazza Matteotti, e oltrepassando la porta, che conduce al borgo medievale si giunge al Castello Monaldeschi: di pianta quadrangolare, con le sue quattro torri irregolari rappresenta un elemento dirompente all’interno del paesaggio cittadino. Fu costruito dagli Orvietani nei sec. XIII-XIV, subì i danni di un terremoto nel 1695 e fu semidistrutto dal popolo di Bolsena stesso nel 1815, per evitare che se ne impadronisse Luciano Bonaparte. A partire dai primi anni del ’900 è stato a più riprese restaurato fino al definitivo consolidamento. Attualmente è sede dell’interessante Museo territoriale del lago di Bolsena, dove sono stati raccolti reperti archeologici dalla preistoria al periodo romano rinvenuti nelle zone limitrofe e frutto di campagne archeologiche subacquee. Ai piedi del Castello, nel declivio verso il lago, sorge il palazzo Del Drago ,già sede dei legati pontifici, costruiti intorno alla metà del XVI sec. Collocata al termine del Borgo medievale, la chiesa di San Salvatore, dotata di una torre coperta da tegole policrome che brillano in mezzo al morbido color arancione del resto del tetto.

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Lago di Bolsena Circa 400.000 anni fa, a seguito di una lunga serie di eruzioni vulcaniche in tutto il territorio, un’enorme superficie di 270 km2 sprofondò per alcune centinaia di metri; questa immensa voragine che i vulcanologi chiamano “caldera” cominciò lentamente ad allargarsi, grazie alle acque portate dalle piogge e dalle sorgenti. Così nacque il Lago di Bolsena,il più grande lago di origine vulcanica d’Italia,che, 120.000 anni fa venne ulteriormente arricchito da due splendide isolette, la Martana e la Biasentina, due crateri che si formarono e che esplosero all’interno del lago, segnando la fine del complesso vulcanico Volsino. Ancor oggi però manifesta la sua trascorsa potenza attraverso le sorgenti termali di cui è ricco il territorio. Le sue acque sono limpide e trasparenti, risultato della mancanza di inquinamento, e la pesca costituisce l’attività economica prevalente, grazie alla varietà di specie ittiche; è circondato da colline in parte rigogliose di colture agricole (come viti, ulivo, patate e legumi) e in parte ricoperte da boschi.

L’isola Bisentina, fin dal 1200 di proprietà della chiesa, fu per molto tempo residenza dei Papi. Ha sette capelline costruite tutte nel XVI secolo, un convento -ora residenza- una chiesa maggiore, la chiesa dei Santi San Giacomo e San Cristoforo, dall’aspetto tipicamente rinascimentale fu fatta ricostruire da Rinuccio Farnese e donata ai frati minori nel 1586. Gli arredi e le opere di valore vennero trafugate dalle armate di Napoleone, ma rimangono un bel tabernacolo e il dossale ligneo. L’isola è anche un paradiso naturale, con un bosco di lecci e un giardino all’italiana

creato da Giovanni Fieschi Ravaschieri del Drago. Oggi è proprietà privata, ma può essere visitata con percorsi guidati con partenze da Bolsena e da Capodimonte. L’isola Martana ha forma di una mezzaluna; il suo borgo medievale è stato nel tempo abbandonato e l’isola è oggi disabitata. La località è oggi legata alla triste storia di Amalasunta, figlia di Teodorico e regina degli Ostrogoti, che venne qui uccisa nel 584 per ordine del suo secondo marito e cugino Teodato, ansioso di regnare da solo. Per molti secoli si è cercato il tesoro di Amalasunta che si dice la sovrana avesse portato con sé e sepolto prevedendo la sua triste fine.

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Informazioni utili su Bolsena Vi proponiamo i seguenti locali per il Vostro pranzo libero: Il Castello Via degli Adami, 41 Tel. 0761 799188 Sito nel Centro Storico, trattoria, pizzeria e cucina classica. Chiuso il martedì Il Gabbiano Viale Cadorna, 2 - Centro Storico - Sito sul Lago, cucina di pesce. Chiuso il mercoledì Tel. 0761 799142 In caso di informazioni più approfondite potete contattare il seguente Ufficio turistico: C. P. T. : Centro Promozione Turistica del Comune di Bolsena (vedi piantina pallino giallo con “i” azzurra) Piazza Matteotti, 12 Tel. 0761 799923 Fax 0761 796056 e-mail: [email protected] Musei Catacombe della Chiesa di Santa Cristina (vedi piantina B) Visite: Estive dalle 09:00 alle 12:00 e dalle 15:30 alle 18:00 Invernale dalle 09:00 alle 12:00 e dalle 15:00 alle 16:00 Museo Territoriale del Lago di Bolsena ( vedi piantina C) Piazza. Monaldeschi, 1 Tel. 0761 798630 Visite: Primavera - Estate dalle 09:30 alle 13:30 e dalle 15:30 alle 20:00 Autunno – Inverno dalle 10:00 alle 13:30 e ven. sab. dom. anche dalle 16:00 alle 20:00 Chiuso il lunedì Gite in Barca Navigazione alto Lazio Corso della Repubblica, 60 Tel. 0761 798033

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Piantina di Bolsena

Legenda

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ITINERARIO ANALITICO

Arrivo a Tarquinia

7° Giorno: Viterbo - Tarquinia - Fiumicino - Venezia Mattina Colazione in Hotel dalle ore 06:00 alle 10:30. Partenza per Tarquinia, consigliata alle ore 08:30. Arrivo previsto per le ore 09:10 e visita della città: -Palazzo Vitelleschi, -Museo Nazionale Tarquinese, -Chiesa di San Giovanni Gerosolimitano, -Palazzo comunale e -Le Torri medioevali del Palazzo dei Priori. Pranzo libero, vedi scheda delle informazioni della città, troverete una lista con i ristoranti consigliati. Pomeriggio Rientro a Viterbo alle ore 15:00, arrivo previsto alle ore 15:40, restituzione della vettura noleggiata all’ Hotel, transfert all’aeroporto di Fiumicino Leonardo da Vinci, alle ore 16:00 arrivo previsto per le ore 17:45. Il volo parte alle 19:30. Arrivo a Venezia Marco Polo alle ore 20:45. Strade e durata di percorrenza: Seguire la Strada Regionale 143, Strada Statale 1 bis e Strada Provinciale 43. Paesi di transito: Viterbo, Vetralla, Monte Romano e Tarquinia. Durata: circa 40 minuti. Km percorsi circa 45.

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Tarquinia

Le torri della città medievale e le vie del centro storico, le chiese romaniche e i panorami sul Tirreno. Capoluogo della Maremma laziale, Tarquinia è celebre in tutto il mondo per la straordinaria per la vitalità degli affreschi

delle sue tombe etrusche. La città antica, sull’odierno colle della Civita, fu abbandonata durante le invasioni barbariche in favore del colle dov’è la Tarquinia di oggi. Cambiò nome in Corneto, fu città marinara e libero Comune, resistette a molti assedi, nel Cinquecento entrò nello Stato Pontificio. Da allora la sua storia si fece più anonima. Centro agricolo e crocevia della Tuscia, Tarquinia è arrivata tranquillamente agli anni del turismo, (prima archeologico, poi anche balneare) e l’edilizia moderna che l’ ha gravemente danneggiata, la città bassa è un autentico shock dal quale però ci si riprende in fretta salendo al centro medievale.

All’ingresso di Tarquinia, il palazzo Vitelleschi, costruito tra il 1436 e il 1439 e decorato da bifore gotiche, ospita il ricco Museo Nazionale Tarquinese, uno dei maggiori dell’Etruria. Dedicato alle necropoli di Tarquinia e dintorni, ospita una splendida raccolta di sarcofagi in terracotta, nenfro e calcare, cui si affiancano anfore, oggetti di uso quotidiano e una collezione di vasi attici. Notevoli anche il rilievo dei Cavalli Alati proveniente dall’Ara della Regina, gli affreschi Quattrocenteschi e quelli della tomba del Triclinio e della tomba delle Bighe, rimontati nel museo. Torri e chiese, case dai balconi di pietra, aperture panoramiche sulle colline e la costa. Visitato il

museo, la visita nel centro di Tarquinia prosegue lungo via Roma, che conduce alla duecentesca chiesa di San Giovanni Gerosolimitano. Si prosegue in salita fino alla chiesa di San Francesco, all’Alberata Dante Alighieri e alla Porta Nuova, ottimo belvedere verso l’entroterra. Ridiscesi a piazza Matteotti, su cui si affaccia l’imponente Palazzo Comunale, romanico ma rifatto nel Settecento, si piega a destra nei vicoli più pittoreschi della città vecchia, incontrando le chiese di San Pancrazio, di San Martino e della Santissima Nunziata, e il Duomo di Santa Margherita. Tra queste si alzano le torri medievali del palazzo dei Priori. Via di Posta Castello porta alla chiesa romanica di Santa Maria di Castello, costruita tra il 1121 e il 1208 e affacciata sull’Aurelia e la costa.

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Informazioni utili su Tarquinia Vi proponiamo i seguenti locali per il Vostro pranzo libero: Le Due Orfanelle Buona selezione di specialità maremmane e laziali. Via Porta Tarquinia, 11 A prezzi contenuti. Tel. 0766/856276 Arcadia Specializzato nella preparazione di pesce e alla sera è possibile Via Mazzini, 6 mangiare pizza. A prezzi alti. Tel. 0766/855501 In caso di informazioni più approfondite potete contattare il seguente Ufficio turistico: Azienda Soggiorno dell’Etruria Meridionale Piazza Cavour, 1 Tel. 0766/856384 Musei Museo Nazionale Tarquinese - Palazzo Vitelleschi - a pagamento - Piazza Cavour Chiuso il lunedì Visite: Invernali dalle 09:00 alle 14:00 Estive dalle 09:00 alle 19:00 Tel. 0766/856036