signals 2015 - vivere ai tempi del cambiamento climatico

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  • 8/19/2019 Signals 2015 - Vivere Ai Tempi Del Cambiamento Climatico

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    Vivere ai tempi delcambiamento climatico

    AEA: SEGNALI 2015

    2443-7557

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    © Katarzyna Dąbrowska, Environment & Me/EEA

    Per comunicare con noi è possibile

    Scrivere al nostro indirizzo e-mail:[email protected] il nostro sito Internet:www.eea.europa.eu/signalsAccedere a Facebook:www.facebook.com/European.Environment.AgencyAccedere a Twitter: @EUenvironmentRichiedere copia gratuita alla libreria online delle pubblicazioni delle istituzioni europee:www.bookshop.europa.eu

    Editoriale: vivere ai tempi del cambiamentoclimatico 4

    Siamo pronti ad affrontare il cambiamentoclimatico? 9

    Intervista: cambiamento climatico e salute umana 18

    Il cambiamento climatico e i mari 27

    Agricoltura e cambiamento climatico 33

    Il suolo e il cambiamento climatico 41

    Intervist a: Il cambiamento climatico e le città 48

    Far fronte ai cambiamenti climatici 53

    Cambiamento climatico e investimenti 63

    IndiceDisegno grafico: INTRASOFT International S.A.Impaginazione: INTRASOFT International S.A.Nota legaleIl contenuto della presente pubblicazione non rispecchia necessariamente ilparere ufficiale della Commissione europea o di altre istituzioni dellaComunità Europea. Né l’Agenzia europea dell’ambiente né eventuali personefisiche o giuridiche che agiscano per conto dell’Agenzia sono responsabili dell’usoche potrebbe essere fatto delle informazioni contenute nella presente relazione.

    Copyright© AEA, Copenaghen, 2015Riproduzione autorizzata con citazione della fonte, salvo quanto diversamenteindicato.

    Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea, 2015

    Produzione ambientaleLa presente pubblicazione è stampata nel rispetto delle più rigorose normeambientali.

    Stampato da Rosendahls-Schultz Grafisk— Certificato di gestione ambientale: DS/EN ISO 14001:2004— Certificato di qualità: ISO 9001: 2008— Registrazione EMAS. Licenza n. DK – 000235— Etichettatura ecologica con il Nordic Swan, licenza n. 541 176— Certificato FSC – codice di licenza FSC C0688122

    CartaCocoon Offset – 100 gsm.Cocoon Offset – 250 gsm.

    Stampato in Danimarca

    ISBN 978-92-9213-681-9ISSN 2443-7557

    doi:10.2800/138960

    mailto:[email protected]://www.eea.europa.eu/signalshttp://www.facebook.com/European.Environment.Agencyhttp://www.bookshop.europa.eu/http://www.bookshop.europa.eu/http://www.facebook.com/European.Environment.Agencyhttp://www.eea.europa.eu/signalsmailto:[email protected]

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    E d i t o r i a l

    Hans BruyninckxEEA Executive Director

    © Mariusz Warsinski, Environment & Me/EEA

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    È palese che occorre ridurre considerevolmentele emissioni globali di gas serra per evitarele conseguenze peggiori del cambiamentoclimatico; sarà inoltre necessario adattarsi aun clima in mutamento nel futuro prossimo.Anche se operassimo una signi cativariduzione delle emissioni di gas serra, il nostroclima sarà comunque destinato a cambiaree le conseguenze dei mutamenti del climasaranno avvertite ovunque nel mondo, Europacompresa. Le alluvioni e i periodi di siccitàdiverranno fenomeni più frequenti e intensi.L’innalzamento delle temperature, i mutamentidell’intensità delle precipitazioni e dei modellimeteorologici o gli eventi climatici estremistanno già esercitando un forte impatto sullanostra salute, sulla natura e sull’economia.

    Il cambiamento climaticoriguarda tutti

    Anche se non ne siamo pienamente consapevoli,il cambiamento climatico riguarda tutti noi:agricoltori, pescatori, persone a ette da asma,bambini, abitanti delle aree urbane, appassionatidi piste da sci e di spiagge... Eventi climaticiestremi quali alluvioni e mareggiate possonodevastare comunità grandi e piccole, regioni epersino interi paesi. Inoltre, le ondate di calorepossono contribuire a peggiorare l’inquinamentoatmosferico, causando l’aggravarsi di patologiecardiovascolari e respiratorie e, in alcuni casi, lamorte delle persone più vulnerabili.

    Il riscaldamento degli oceani rischia poi di metterea repentaglio l’equilibrio dell’intera catenaalimentare e, di conseguenza, della ora e dellafauna marina, sovraccaricando ulteriormentele riserve ittiche già sottoposte a sfruttamentointensivo. L’innalzarsi delle temperature puòalterare anche la capacità di stoccaggio del

    Vivere ai tempi delcambiamento climatico

    carbonio del suolo, il secondo serbatoio distoccaggio del carbonio dopo gli oceani. In ne, leondate di siccità e l’aumento delle temperaturepossono avere un serio impatto sulla produzioneagricola, innescando una vera e propria gara trai diversi settori dell’economia per accaparrarsirisorse preziose quali l’acqua e il suolo.

    Queste conseguenze negative del cambiamentoclimatico causano perdite ingenti: secondorecenti studi, se non verranno al più prestoadottate misure di adattamento in Europapotrebbero veri carsi no a 200 000 decessil’anno entro il 2100 e i danni causati dalle alluvionidei umi potrebbero arrivare ad ammontare a10 miliardi di euro l’anno. Altre conseguenze delcambiamento climatico sono i danni causati dagliincendi boschivi, dalla diminuzione dei raccoltie dall’aumento delle giornate lavorative perse acausa di patologie respiratorie.

    Vista la gravità di tali conseguenze per il nostrofuturo prossimo e remoto, gli europei non hannoaltra scelta che adattarsi al cambiamento climatico:di fatto, a livello europeo è già in atto una strategiadestinata ad aiutare gli stati a piani care le propriemisure di adattamento e più di 20 paesi europeihanno adottato strategie di adattamento nazionali.

    Alcuni di questi progetti prevedono iniziativedi ampio respiro quali la costruzione di nuoveinfrastrutture (ad esempio, dighe e barriere anti-alluvione), mentre altri si basano sul principiodel recupero degli ecosistemi, per consentirealla natura di attivare difese contro conseguenzedel cambiamento climatico quali precipitazioniestreme o calore eccessivo. Diverse iniziativesono state nanziate e messe in atto a livellonazionale, cittadino e regionale, al ne dia rontare le conseguenze del cambiamentoclimatico e ridurre le emissioni di gas serra.

    E d i t o r i a l e

    Hans BruyninckxDirettore esecutivo AEA

    Il nostro clima sta cambiando: prove scienti chedimostrano che la temperatura media globaleè in aumento e che è in atto un mutamentodei modelli meteorologici. Inoltre, i ghiacciai, labanchisa artica e la calotta glaciale in Groenlandiasi stanno sciogliendo. Come illustrato dalQuintorapporto di valutazione dell’IPCC (Comitato

    intergovernativo per i cambiamenti climatici), ilriscaldamento globale veri catosi a partire dallametà del XX secolo è dovuto principalmente aun aumento delle concentrazioni di gas serra,generato a sua volta dalle attività umane, in specialmodo dalla combustione dei carburanti fossili e dalmutamento del rapporto dell’uomo con la terra.

    http://www.ipcc.ch/report/ar5/http://www.ipcc.ch/report/ar5/http://www.ipcc.ch/report/ar5/http://www.ipcc.ch/report/ar5/

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    © Popi Konidari, Environment & Me/EEA 7

    Un futuro a basse emissioni dicarbonio entro il 2050 è possibile

    Al cuore del problema vi sono dinamiche diproduzione e consumo insostenibili: per questomotivo, visti i recenti trend ambientali europei ei macro-trend globali, il nostro recente rapporto“L’ambiente in Europa: stato e prospettivenel 2015” auspica una t ransizione verso lacosiddetta “economia verde”. L’economia verdeè uno stile di vita sostenibile che ci consentedi vivere bene rispettando al contempo ilnostro pianeta. Questa transizione implicamodi che strutturali a settori economici chiavequali quello dell’energia e dei trasporti e, diconseguenza, investimenti a lungo terminenelle nostre infrastrutture.

    Gli europei stanno già investendo in questisettori fondamentali: la s da è ora garantireche tutti gli investimenti attuali e futuricostituiscano un passo avanti verso l’economiaverde e non si trasformino in una trappolabasata su un sistema di sviluppo scarsamentesostenibile. Fare oggi gli investimenti giusticonsentirà non solo di ridurre al minimo i lcosto complessivo dei cambiamenti climatici,ma anche di ra orzare le competenze europeenel orente ambito del settore ambientale,l’economia del futuro. In ultima istanza,abbiamo tutti da guadagnare da previsioni piùchiare in materia di cambiamento ambientale.

    La s da può sembrare enorme, ma occorretenere a mente che l’obiettivo dei 2°C èancora a portata di mano: dobbiamo essereabbastanza coraggiosi e ambiziosi da nonfarcelo sfuggire.

    Hans Bruyninckx

    Direttore esecutivo AEA

    dipenderà anche dalla capacità dell’UE dicanalizzare adeguate risorse nanziarie pubblichee private verso tecnologie sostenibili e innovative.L’adozione di prezzi e normative e caci in materiadi emissioni di anidride carbonica sono strumentiimprescindibili nel dirottare gli investimentiverso soluzioni innovative e rispettose del clima,verso le energie rinnovabili e, in particolare,verso una maggiore e cienza energetica. Inalcuni casi, potrebbe essere necessario adottareprocessi decisionali che permettano di dirottaregli investimenti da alcuni settori dell’economiafavorendo la ristrutturazione di altri.

    Tuttavia, la riduzione delle emissioni da partedegli Stati membri rappresenta solo unasoluzione parziale del problema, poiché l’UEattualmente emette soltanto circa il 10 % dei gasserra rilasciati nell’atmosfera a livello globale.Quindi, per raggiungere l’obiettivo dei 2°C occorreuna strategia di tagli signi cativi alle emissioni digas serra da attuarsi a livello globale. La comunitàscienti ca stima che, per raggiungere l’obiettivodei 2°C, la quantità di carbonio che può essererilasciata nell’atmosfera prima della ne delsecolo è davvero limitata; purtroppo, l’umanità hagià speso buona parte del “budget di carbonio” adisposizione e di questo passo l’intero budget sisarà esaurito ben prima del 2100.

    Studi scienti ci hanno dimostrato che perriuscire a contenere l’aumento medio delletemperature a meno di 2°C, le emissioni globali,una volta superato il picco nel 2020, dovrebberoiniziare a diminuire. Visto il panoramaappena descritto, è essenziale che i prossiminegoziati sul clima (COP21) che si terranno aParigi costituiscano un punto di svolta per ilraggiungimento di un accordo globale sullariduzione delle emissioni di gas serra e perl’o erta di sostegno ai paesi in via di sviluppo.

    Ridurre le emissioni

    L’entità del cambiamento climatico in attodipende da quanto velocemente e in che misurasaremo in grado di ridurre le emissioni di gasserra nell’atmosfera. Il cambiamento climaticoè infatti una delle s de principali del nostrotempo: si tratta di un problema globale, che toccatutti noi. Come raccomandato vivamente dallacomunità scienti ca, occorre limitare l’aumentodelle temperature medie globali e ridurre leemissioni di gas serra per evitare le conseguenzenegative del cambiamento climatico. Nell’ambitodella Convenzione quadro delle Nazioni Unite suicambiamenti climatici, la comunità internazionalesi è pre ssata di limitare l’aumento dellatemperatura media globale a non più di 2°Crispetto all’epoca preindustriale.

    Infatti, se la temperatura media globale saliràoltre 2°C, il cambiamento climatico avrà unimpatto molto più grave sulla nostra salute,l’ambiente naturale e l’economia. Un aumentomedio di 2°C signi ca infatti chela temperaturasalirà molto di più in alcune parti del pianeta,in particolare nell’Artico, dove il riscaldamentorischia di mettere a repentaglio ecosistemi unicial mondo.

    Anche l’Unione europea ha stabilito ambiziosiobiettivi a lungo termine per la mitigazione delcambiamento climatico: basti pensare che nel2013 l’UE aveva già ridotto le proprie emissionidi gas serra del 19 % rispetto ai livelli del 1990e l’obiettivo di una riduzione del 20 % delleemissioni entro il 2020 sembra ora a portatadi mano.

    Ridurre le emissioni interne (vale a dire, emessenell’UE) di almeno il 40 % entro il 2030 e dell’80-95 % entro il 2050 è un obiettivo il cui successo

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    © Billy Horan, Environment & Me/EEA 9

    Il 2014 sarà ricordato in tutta Europa per i suoieventi naturali estremi. Basti ricordare che nelmaggio 2014 un ciclone causato da un’areadi bassa pressione ha colpito l’Europa sud-orientale, causando numerose alluvioni e2 000 slavine in tutta l’area balcanica. A iniziogiugno 2014 una serie di temporali disastrosisi è poi riversata sull’Europa settentrionale. Nelluglio dello stesso anno un ulteriore problemaha poi colpito l’Europa: l’ondata di calore che hainteressato le regioni orientali e il Regno Unito.

    Gli eventi meteorologici estremi, cosìcome i mutamenti graduali del clima (adesempio, l’innalzarsi del livello del mare e ilsurriscaldamento degli oceani), sono destinatia proseguire: questi cambiamenti diventerannoinfatti con ogni probabilitàancora più frequentie intensi in futuro (1 ). Anche se ipoteticamentetutti i paesi riuscissero oggi stesso a ridurredrasticamente le proprie emissioni di gas serra, i gas già rilasciati nell’atmosfera continuerebberoa determinare un surriscaldamento del clima.Perciò, occorre che i paesi europei e non,oltre a ridurre le proprie emissioni di gasserra, mettano in atto politiche e misure diadattamento al cambiamento climatico.

    Siamo pronti ad affrontare ilcambiamento climatico?Il cambiamento climatico sta avendo una serie di conseguenze importanti per la nostrasalute, gli ecosistemi e l’economia, conseguenze che si faranno sempre più gravi neiprossimi anni e che, se non a rontate adeguatamente, potrebbero comportare gravi costiin termini di salute umana e di danni a carico di ecosistemi, beni e infrastrut ture. Diversiprogetti di adattamento sono già stati avviati in tutta Europa proprio per prepararsi ada rontare il cambiamento climatico.

    Il clima europeo sta cambiando

    Il cambiamento climatico avrà serieconseguenze su ogni singolo aspetto dellenostre vite: la maggiore intensità e frequenzadelle precipitazioni in molte parti d’Europadeterminerà infatti alluvioni più frequentie gravi, con conseguente distruzione delleabitazioni e danneggiamento di infrastrutture(ad esempio, quelle energetiche e di trasporto)nelle aree più a rischio. In altre parti d’Europa,inclusa l’Europa meridionale, l’aumento delletemperature e la riduzione delle precipitazionifaranno sì che in molte aree si veri chinoperiodi di siccità. Ciò potrebbe innescare unaseria competizione tra il settore agricolo,quello industriale e le utenze domestiche peraccaparrarsi la scarsa acqua a disposizione.Oltre a ciò, il calore potrebbe causare gravidanni alla salute.

    In ne, il cambiamento climatico potrebbeavere serie conseguenze sugli ecosistemieuropei. Molti settori economici dipendonoda ecosistemi stabili e in buona salute per lafornitura di prodotti e servizi alle persone. Adesempio, le api impollinano le piante di cuici nutriamo, mentre i boschi contribuisconoad assorbire i gas serra. I mutamenti

    http://www.ipcc.ch/report/ar5/http://www.ipcc.ch/report/ar5/http://www.ipcc.ch/report/ar5/http://www.ipcc.ch/report/ar5/

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    © Johan Roerink 11

    potrebbero entro il 2100 toccare i 200 000casi all’anno nella sola Europa, mentre i costidelle alluvioni uviali potrebbero superarei 10 miliardi di euro all’anno (2 ). Nel caso dimutamenti climatici importanti e mancataadozione di misure di adattamento, gli incendiboschivi potrebbero costare la perdita di circa800 000 ettari l’anno. Il numero delle personedirettamente o indirettamente colpite dallasiccità potrebbe aumentare no a sette volte,sino a raggiungere i 150 milioni di personeall’anno; inoltre, le perdite economichecausate dall’innalzamento del livello del marepotrebbero addirittura triplicarsi, sino araggiungere i 42 miliardi di euro all’anno.

    Nonostante le previsioni in merito ai costi socialidel cambiamento climatico, i mutamenti del climapotrebbero anche creare nuove opportunità, cheperò porterebbero con sé anche nuovi rischi:ad esempio, l’innalzamento delle temperaturepotrebbe sì contribuire a ridurre il fabbisognodi riscaldamento nell’Europa settentrionale ininverno ma, al tempo stesso, comporterebbeun maggiore consumo di energia per l’ariacondizionata in estate. Oppure, se da un lato loscioglimento dei ghiacci nell’Artico consentirebbedi aprire nuove vie al commercio via mare,contribuendo a ridurre i costi di trasporto,dall’altro l’aumento del tra co navale potrebbecausare un maggiore inquinamento dell’Articoe dovrebbe essere disciplinato in modo dagarantire che sia sicuro e non inquinante.

    Quali che siano le conseguenze previste(precipitazioni più abbondanti, innalzamentodelle temperature o riduzione dell’acqua dolcedisponibile), è necessario che i paesi europeiadattino il proprio paesaggio rurale, le proprie cittàe le proprie economie al cambiamento climaticoper essere meno vulnerabili a tale processo.

    nell’equilibrio delle specie e degli habitat neidiversi ecosistemi potrebbero avere e etti adampio raggio. La riduzione delle precipitazioniin Europa meridionale potrebbe rendereimpossibile la crescita di determinate colture,mentre l’innalzamento delle temperaturepotrebbe spingere specie aliene invasive evettori di malattie a spostarsi verso nord.

    Il surriscaldamento degli oceani sta giàspingendo diverse specie di pesci a talimigrazioni: ciò, a sua volta, intensi caulteriormente la pressione sul settore ittico.Ad esempio, lo spostamento verso nord deglisgombri ha contribuito ad esacerbare il giàgrave problema della pesca intensiva di aringhee sgombri nell’Atlantico nord-orientale.

    Il cambiamento climaticoha un costo

    Gli eventi meteorologici estremi possono causarela perdita di vite umane e imporre una battutadi arresto alle attività economiche e sociali nellearee colpite, rendendo così spesso necessariingenti nanziamenti per la ricostruzione diinfrastrutture e beni danneggiati. Tuttavia, i dannicausati da eventi meteorologici estremi negliultimi decenni non possono essere imputatisoltanto ai mutamenti climatici: gli sviluppi socio-economici e la crescente espansione delle cittàverso le pianure alluvionali sono anch’essi daannoverarsi tra le cause. Tuttavia, in assenza dipiani di adattamento al cambiamento climaticoi danni, e i relativi costi, sono destinati adaumentare via via che il clima continua a mutare.

    I costi futuri del cambiamento climatico sonopotenzialmente molto ingenti: recenti ricerche hanno stimato come, in assenza di azionidi adattamento, le morti causate dal calore

    http://www.eea.europa.eu/soer-2015/europe/climate-change-impacts-and-adaptationhttp://www.eea.europa.eu/soer-2015/europe/climate-change-impacts-and-adaptation

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    © Suzanne Morris, Environment & Me/EEA 13

    ai cambiamenti climatici dell’UE”, al ne diaiutare i paesi a piani care le proprie attivitàin questo senso. Inoltre, la Strategia promuovela creazione e condivisione delle conoscenzee mira a migliorare la resilienza in settorichiave grazie, tra l’altro, ai fondi UE. Più di 20paesi europei hanno già adottato strategie diadattamento, delineando le azioni iniziali daintraprendere (ad esempio la valutazione dellavulnerabilità e la ricerca) e le modalità con cuiintendono adattarsi a un clima in mutamento.Ciononostante, molti paesi si trovano ancoramolto indietro in termini di azioni concrete damettere in atto sul campo.

    Un’indagine e ettuata dall’AEA sulle misure diadattamento ha dimostrato che se la gestionedelle risorse idriche è la priorità per la maggiorparte dei paesi, una buona parte delle risorseè anche stato destinato a informare i cittadini.Ad esempio, tra le iniziative nalizzate a ridurrela di usione di malattie trasmesse dagli insetti,la regione Emilia Romagna sta portando avantiuna campagna di sensibilizzazione sui pericolidella malattia di Lyme, il dengue e la febbre delNilo occidentale.

    Molti paesi hanno creato piattaforme onlineper di ondere informazioni sull’adattamentoal cambiamento climatico, al ne di facilitarela condivisione di esperienze e buonepratiche a livello transnazionale, nazionale elocale (3). Il portaleClimate-ADAPT (4), gestitodall’Agenzia europea dell’ambiente e dallaCommissione europea, rappresenta unapiattaforma europea per la condivisionedi tali esperienze.

    Il programma olandese “Building with Nature”è un altro ottimo esempio di mix di misuredi adattamento “grigio” e “verde”. Si tratta diun programma di ripristino delle aree umidecostiere quali paludi, giuncheti, acquitrini e pianedi marea. Queste aree umide contribuisconoinfatti a prevenire la subsidenza del suolo, graziealle radici delle piante che trovano in esse ilproprio habitat, proteggendo in questo modo learee circostanti dal rischio di alluvioni.

    Altri interventi di adattamento consistono nelpromulgare leggi, tasse, incentivi nanziari ecampagne informative nalizzate a migliorarela resilienza al cambiamento climatico (questemisure prendono il nome di “adattamentosoft”). Una campagna di informazione messain atto a Saragozza, Spagna, ha contribuitoa sensibilizzare i 700 000 abitanti della cittàin merito al risparmio idrico, necessario persopravvivere ai periodi di siccità più lunghi inquesta regione semi-arida. Oltre a garantireun maggiore controllo delle fuoriuscite dallarete di distribuzione dell’acqua, il progetto hacontribuito a ridurre di quasi la metà il consumodi acqua giornaliera pro capite rispetto al 1980;in tal modo, il consumo idrico totale della città èdiminuito del 30 % rispetto al 1995.

    Adattamentonell’Unione europea

    L’Unione europea e gli Stati membri stannogià lavorando a interventi di adattamentoal cambiamento climatico. Nel 2013 laCommissione europea ha adottato lacomunicazione “Strategia di adattamento

    Cosa signifca “adattamento alcambiamento climatico”?

    La parola “adattamento” copre un’ampiagamma di attività e politiche nalizzate apreparare la società al cambiamento climatico.Se messe in atto, tali politiche di adattamentopossono contribuire a ridurre le conseguenzee i danni del cambiamento climatico e aiutarela società a conservare il proprio benesseree a svilupparsi anche con un clima mutato.Alcuni di questi interventi sono relativamentea basso costo, come, ad esempio, le campagneinformative su come mantenere l’ambientefresco durante i periodi più caldi o la creazionedi sistemi di allerta precoce per le ondate dicalore. Altre misure di adattamento invecepossono essere molto costose, come lacostruzione di dighe e sistemi di protezionecostiera (le cosiddette “misure di adattamentogrigie”), il trasferimento degli abitanti dellepianure alluvionali o l’espansione dei bacini diritenzione per a rontare la siccità.

    Alcune misure di adattamento prevedonoil ricorso a metodi naturali per aumentarela resilienza di ciascuna area ai mutamenticlimatici. Fra tali misure di “adattamento verde”si annoverano, ad esempio, il ripristino didune di sabbia al ne di prevenire l’erosioneo l’impianto di alberi sugli argini dei umi perridurre gli straripamenti. La città diNijmegen inOlanda ha messo in atto misure di “adattamentoverde” di questo tipo. Il ume Waal formaun’ansa che si restringe proprio attorno allacittà, causando frequenti allagamenti delcentro abitato. Per prevenire i danni, è in via dicostruzione un canale cittadino che renda piùagevole il de usso dell’acqua: questo interventoha creato anche nuovi spazi urbani da destinaread aree verdi e ricreative.

    http://www.eea.europa.eu/publications/overview-of-climate-change-adaptationhttp://climate-adapt.eea.europa.eu/http://climate-adapt.eea.europa.eu/viewmeasure?ace_measure_id=3504http://climate-adapt.eea.europa.eu/viewmeasure?ace_measure_id=4401http://climate-adapt.eea.europa.eu/viewmeasure?ace_measure_id=4401http://climate-adapt.eea.europa.eu/viewmeasure?ace_measure_id=3504http://climate-adapt.eea.europa.eu/http://www.eea.europa.eu/publications/overview-of-climate-change-adaptation

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    © Savvapanf Photo / Shu tterstock.com 15

    rivela una soluzione non applicabile. Ad esempio,le infrastrutture di trasporto sono spessogravemente danneggiate dalle alluvioni. Quandoi movimenti di persone, beni o servizi sonoostacolati, i costi indiretti per l’economia possonorisultare decisamente più alti anche dei costi direttidelle infrastrutture di trasporto danneggiate.

    È quindi chiaro che, come molti altri progettiinfrastrutturali, anche l’adattamento della retedi trasporti è decisamente dispendioso, oltreche estremamente di cile: infatti, il sistema ditrasporto esercita una forte in uenza su diversigruppi, dai produttori di veicoli ai gestori delleinfrastrutture, no ai passeggeri. Una soluzionee cace e non dispendiosa è l’adozione di misuredi adattamento nel momento della costruzione odell’ammodernamento delle infrastrutture: la UEo re diverse opportunità di nanziamento persostenere i progetti infrastrutturali.

    Trovare e mettere in atto soluzioni e cacirichiede una prospettiva più ampia e a lungotermine, basata sull’integrazione delle politiche

    nalizzate ad a rontare i cambiamenti climaticiall’interno delle varie politiche pubbliche intema di sostenibilità. Nel caso dell’adattamentoal cambiamento climatico, sorgono dubbirispetto al modo in cui costruiamo le nostrecittà, trasportiamo persone e prodotti,forniamo energia alle nostre case e fabbriche,produciamo il nostro cibo e ci occupiamo delnostro ambiente naturale.

    È poi palese che una combinazione e cacedi misure di adattamento e mitigazione puòcontribuire a limitare le conseguenze future delcambiamento climatico e a far sì che l’Europasia più resiliente e preparata quando taliconseguenze si manifesteranno.

    Non adattarsi non è unasoluzione

    Gli eventi climatici estremi e le politiche UEhanno fatto sì che le politiche e misure diadattamento abbiano assunto maggiorerilevanza nei programmi politici dei paesieuropei degli ultimi decenni. Tuttavia,secondo una recente ricerca , molti paesinon intraprendono alcuna azione permancanza di risorse come tempo, denaroo tecnologie. Anche le “incertezze sullaportata dei cambiamenti climatici futuri” e le“responsabilità non chiare” sono percepitecome ostacoli da numerosi paesi (5).

    Gli e etti del cambiamento climatico variano daregione a regione. I decisori politici si trovanodavanti a un’ulteriore di coltà: inscrivere imutamenti futuri legati a risorse economiche,infrastrutture e popolazione all’interno diprogrammi di adattamento al cambiamentoclimatico. Quali saranno infatti le necessitàdi una popolazione sempre più anziana eurbanizzata in termini di trasporti, abitazioni,energia, servizi sanitari o, semplicemente,produzione alimentare in un clima che muta?

    Piuttosto che considerare l’adattamentoun ambito politico separato, gli interventidovrebbero essere integrati capillarmente nelcampo delle politiche pubbliche. Nell’ambitodelle strategie di adattamento, i paesi dell’UEe l’Unione europea stanno studiando comeintegrare i problemi dell’adattamento all’internodi diversi ambiti politici quali l’agricoltura, lasanità, le politiche energetiche o dei trasporti.

    In particolare, gli eventi meteorologici estremihanno dimostrato che la scelta di non adattarsi èmolto dispendiosa e, a lungo e medio termine, si

    http://www.eea.europa.eu/publications/national-adaptation-policy-processeshttp://www.eea.europa.eu/publications/national-adaptation-policy-processes

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    © AEA 17

    Il clima europeo sta cambiandoIl cambiamento climatico avrà serie conseguenze su ogni singolo aspetto delle nostre vite: la maggioreintensità e frequenza delle precipitazioni in molte parti d ’Europa determinerà infatti alluvioni piùfrequenti e gravi. In altre parti d’Europa, inclusa l’Europa meridionale, l’aumento delle temperature e lariduzione delle precipitazioni faranno sì che in molte aree si verifichino periodi di siccità.

    Molti settori economici dipendono da ecosistemi st abili e in buona salute per la fornitura di prodottie servizi alle persone. I mutamenti nell’equilibrio delle specie e degli habitat nei diversi ecosis temipotrebbero avere effetti ad ampio rag gio. La riduzione delle precipitazioni in Europa meridionalepotrebbe rendere impossibile la crescita di determinate colture, mentre l’innalzamento delletemperature potrebbe spingere specie aliene invasive e vettori di malattie a spos tarsi verso nord.

    Artico

    Innalzamento delle temperature superiore alla mediaglobaleRiduzione della banchisa articaRiduzione della calotta glaciale della GroenlandiaRiduzione delle zone permanentemente gelateAumento del rischio di perdita di biodiversitàIntensi cazione dei trasporti marittimi e sfruttamentodelle risorse di petrolio e gas

    Europa settentrionale

    Innalzamento della temperatura molto al di sopradella media globaleDiminuzione della neve e della copertura di ghiaccio dilaghi e umiAumento della portata dei umiSpostamento verso nord delle specieAumento dei raccoltiDiminuzione della domanda di energia per ilriscaldamentoAumento del potenziale idroelettricoAumento del rischio di danni provocati dalle tempesteinvernaliAumento del turismo estivo

    Europa nord-occidentale

    Aumento delle precipitazioni invernaliAumento della portata dei umiSpostamento verso nord delle specieDiminuzione della domanda di energia per ilriscaldamentoAumento del rischio di inondazioni uviali e costiere

    Zone costiere e mari regionali

    Innalzamento del livello del mareAumento delle temperature super ciali del mareAumento dell’acidità degli oceaniEspansione verso nord di specie di pesci e planctonCambiamenti delle comunità di toplanctonAumento del rischo per gli stock ittici

    Europa centrale e orientale

    Aumento degli estremi superiori di temperaturaDiminuzione delle precipitazioni estiveAumento della temperatura dell’acquaAumento del rischio di incendi boschiviDiminuzione del valore economico delle foreste

    Zone di montagna

    Innalzamento della temperatura al di sopra della mediaeuropeaDiminuzione dell’estensione e del volume dei ghiacciaiDiminuzione del permafrost in zone di montagnaSpostamento verso nord di specie di piante e animaliAlto rischio di estinzione delle specie dell e regioni alpineAumento del rischio di erosione del suoloDiminuzione del turismo sciisticoRegione mediterranea

    Aumento della temperatura maggiore rispetto allamedia europeaDiminuzione delle precipitazioni annueDiminuzione della portata annua dei umiAumento del rischio di perdita di biodiversitàAumento del rischio di deserti cazioneAumento del fabbisogno idrico in agricolturaDiminuzione dei raccoltiAumento del rischio di incendi boschiviAumento della mortalità a causa delle ondate di caloreEspansione degli habitat dei vettori di malattie tipichedi aree più meridionaliDiminuzione del potenziale idroelettricoDiminuzione del turismo estivo e potenziale aumentoin altre stagioni

    Fonte: EEA Report No 12/2012. Climate change, impacts and vulnerability in Europe 2012.

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    © Joseph Galea, Environment & Me/EEA 19

    Cambiamento climaticoe salute umanaIl cambiamento climatico in Europa sta già facendo sentire i suoi e etti sulla salutepubblica e continuerà a farlo in f uturo. Quali sono le conseguenze per la salute deglieuropei? Cosa ci riserva il futuro? Abbiamo posto queste domande a Bettina Mennedell’u cio regionale per l’Europa dell’OMS.

    Il cambiamento climatico haconseguenze sulla salute umana?Il cambiamento climatico ha certamentesvariate conseguenze sulla salute umana,sia dirette sia indirette; inoltre, gli e etti delcambiamento climatico sulla salute possonomanifestarsi a breve come a lungo termine. Sistima infatti che, a livello globale, nel 2000 sisiano veri cati circa 150 000 decessi a causa delcambiamento climatico. Secondo un recentestudio dell’OMS, entro il 2040 siamo destinati araggiungere i 250 000 decessi l’anno. Tale stimasarebbe risultata ancora più alta se avessimoescluso dal calcolo la riduzione della mortalitàinfantile prevista per i prossimi anni:

    dunque, si può concludere che gli eventimeteorologici estremi siano già tra iprincipali fattori del cambiamento climaticoche interessano la salute pubblica. Inoltre,la mortalità dovuta alle ondate di calore ealle alluvioni è destinata ad aumentare, inparticolare in Europa. In ne, i mutamentiprevisti nella distribuzione di patologietrasmesse da vettori causeranno anch’essiimportanti conseguenze sulla salute umana.

    In che modo gli eventi meteorologiciestremi in uiscono sulla salutepubblica?Diversi tipi di eventi meteorologici estremiriguardano regioni di erenti: ad esempio, leondate di calore costituiscono un problemasoprattutto nell’Europa meridionale e nelMediterraneo, ma anche, in misura minore,in altre regioni. Basti pensare che, in basealle stime e ettuate, l’ondata di calore del2003 ha causato più di 70 000 decessi in 12paesi europei, soprattutto tra i membri piùanziani della popolazione. Infatti, via via cheinvecchiamo il nostro sistema di regolazionetermica rallenta, rendendo le persone anzianepiù vulnerabili alle alte temperature.

    Si prevede che entro il 2050 le ondate di calorearrivino a causare più di 120 000 decessil’anno nell’Unione europea, generando speseper 150 miliardi di euro qualora non venganoadottate misure idonee a fronteggiare lasituazione. Queste stime risultano più alte nonsolo a causa dell’innalzamento delle temperaturee della maggiore frequenza delle ondate dicalore, ma anche dei mutamenti in atto nei trenddemogra ci europei: infatti, attualmente circail 20 % dei cittadini dell’UE ha più di 65 anni; sistima che nel 2050 i cittadini in questa fascia d’etàcostituiranno circa il 30 % della popolazione.

    I n t e r v i s t a

    Bettina MenneProgramme Managerpresso OMS Europa

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    e terreni agricoli. Quando le acque neree industriali non vengono accuratamentesmaltite, le acque di straripamento o le piùcospicue acque di dilavamento possonoportare agenti contaminanti ai laghi e al mare,e alcune di queste sostanze possono entrarenella nostra catena alimentare.

    Quali sono gli altri rischi per la saluteassociati al cambiamento climatico?I rischi per la salute sono di diversa natura:ad esempio, le temperature più elevatefavoriscono gli incendi boschivi. Ogni annonel continente europeo se ne veri cano circa70 000. Nonostante la maggior parte di questiincendi sia di origine dolosa, le temperaturepiù elevate e la siccità spesso niscono peraggravare i danni complessivi. Alcuni incendicausano morti e danni alle proprietà, e tuttigenerano inquinamento atmosferico daparticolato derivante dalla combustione: talisostanze, a loro volta, possono causare malattiee morte prematura.

    Le temperature più alte, gli inverni più mitie le estati più umide stanno espandendo learee in cui gli insetti vettori di malattie (adesempio, zecche e zanzare) sopravvivono e simoltiplicano. Questi insetti possono causaremalattie come la malattia di Lyme, il dengue e lamalaria anche in nuove aree in cui il clima nonera favorevole allo sviluppo e alla trasmissionedi tali patologie o, al contrario, il cambiamentoclimatico potrebbe causare la scomparsa dialcune malattie da aree in cui sono attualmentepresenti. Ad esempio, il futuro riscaldamentopotrebbe far sì che le zecche (e, quindi, lemalattie da esse veicolate) si di ondano adaltitudini maggiori e più a nord, vista la mutatadistribuzione geogra ca degli animali “ospiti”,quali, ad esempio, i cervi.

    Le alte temperature, spesso associate ainquinamento atmosferico (in particolare,inquinamento da ozono a livelli del suolo),possono causare problemi respiratori ecardiovascolari, specialmente tra i bambini e glianziani, e portare a morti premature.

    Altri eventi meteorologici estremi quali l’eccessodi precipitazioni causa di alluvioni in uiscono aloro volta sulla salute pubblica.

    In che modo le alluvioni in uisconosulla nostra salute?Per fare un esempio concreto, le devastantiinondazioni che hanno colpito la BosniaErzegovina, la Croazia e la Serbia nel 2014hanno causato 60 decessi e interessato piùdi 2,5 milioni di persone. Oltre all’impattoimmediato sulla salute, vi sono state importanticonseguenze anche sulle operazioni di soccorsoe sui servizi sanitari pubblici. Molti ospedali sisono allagati, specialmente ai piani bassi, dovevengono solitamente tenute le apparecchiaturemediche più pesanti: ciò ha contribuito aun calo della capacità dei servizi sanitari dia rontare il disastro naturale e di fornire lecure necessarie ai pazienti.

    Dopo un simile disastro, gli alluvionati, oltread avere perso le proprie case, hanno vistoaumentare le possibilità di so rire di altriproblemi di salute a lungo termine, incluso lostress.

    Vi sono inoltre altri rischi indiretti per la salute,dovuti soprattutto al deterioramento e allacontaminazione dell’ambiente: ad esempio,le inondazioni possono trasportare agentiinquinanti e chimici provenienti da struttureindustriali, acque re ue e di fognatura,causando la contaminazione di acqua potabile

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    nelle aree colpite. I paesi europei dovrannora orzare e adattare i propri servizi sanitarial ne di gestire le potenziali conseguenze delcambiamento climatico nell’area. Ad esempio,potrebbe rendersi necessario il trasferimentoo la ristrutturazione degli ospedali in modo daprepararli a eventuali alluvioni. Inoltre, è possibilepotenziare gli strumenti usati per condividereinformazioni con i gruppi vulnerabili in modo daprevenirne l’esposizione all’inquinamento.

    La sezione europea dell’OMS già da 20 anni sista occupando degli e etti sulla salute umana dei cambiamenti climatici: infatti sviluppiamometodi e strumenti per valutare l’impattoambientale del mutamento e forniamoassistenza agli Stati membri nel processo diadattamento al cambiamento climatico ( 6).Le misure di adattamento da noi suggerite sitrovano all’interno del nostro recente rapporto (7 ),tuttavia desideriamo sottolineare che le misure diadattamento da sole non sono su cienti.

    È ormai chiaro che occorre adottare misurenalizzate a mitigare il cambiamento climatico per

    salvaguardare la salute pubblica anche a livellonazionale. Alcuni di questi interventi possonoinoltre comportare bene che ricadute sullasalute: ad esempio, promuovere il cosiddetto“trasporto attivo” (come andare in biciclettae camminare) può contribuire alla riduzionedell’obesità e delle malattie non trasmissibili.Oppure, l’energia rinnovabile come quella solarepuò contribuire a garantire energia in modocontinuativo alle strutture che forniscono servizisanitari in aree remote.

    Anche le variazioni stagionali, per cui alcunestagioni sembrano iniziare prima e durarepiù a lungo, potrebbero avere conseguenzenegative sulla salute umana, specialmenteper le persone a ette da allergie. Inoltresono possibili picchi di asma generatidall’esposizione combinata a diversi allergenicontemporaneamente.

    I rischi associati ai mutamenti climaticisono anche a lungo termine: i mutamentidelle temperature e precipitazioni nirannoprobabilmente per in uire sulla capacità diproduzione alimentare nella regione paneuropea, con riduzioni signi cative nell’Asiacentrale. Un’ulteriore riduzione della capacitàproduttiva nella regione potrebbe non soloesacerbare il problema della malnutrizione,ma anche innescare altre conseguenze di use,come un aumento dei prezzi del cibo a scalaglobale. Il cambiamento climatico è, dunque, unfattore da tenere in considerazione quando siparla di sicurezza alimentare e libero accesso alcibo, un elemento che può aggravare problemisociali ed economici già esistenti.

    In che modo le autorità pubblichepossono prepararsi alle conseguenzedel cambiamento climatico?I servizi sanitari europei sono relativamentemeglio equipaggiati per a rontare leconseguenze del cambiamento climatico sullasalute rispetto a quelli di altre regioni del mondo.La malaria, ad esempio, ha scarse possibilitàdi ripresentarsi nell’Unione europea. Tuttavia,singoli eventi quali alluvioni o ondate di caloredurature continueranno ad esercitare unapressione sempre maggiore sui servizi sanitari

    http://www.euro.who.int/__data/assets/pdf_file/0006/276117/Implementing-Euro-Framework-Action-protect-health-climate-change-en.pdf?ua=1http://www.euro.who.int/__data/assets/pdf_file/0018/276102/Improving-environment-health-europe-en.pdf?ua=1http://www.euro.who.int/__data/assets/pdf_file/0018/276102/Improving-environment-health-europe-en.pdf?ua=1http://www.euro.who.int/__data/assets/pdf_file/0006/276117/Implementing-Euro-Framework-Action-protect-health-climate-change-en.pdf?ua=1

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    Siamo pronti ad a rontare il cambiamento climatico?Il cambiamento climatico sta avendo una serie di conseguenze importanti per la nostra salute, gliecosistemi e l’economia, conseguenze che si faranno sempre più gravi nei prossimi anni e che, se nonaffrontate adeguatamente, potrebbero comportare gravi costi in termini di salute umana e di danni acarico di ecosistemi, beni e infrastrutture.

    Il termine “adattamento” copre un’ampia gamma di attività e politiche finalizzate a preparare le societàal cambiamento climatico. Una combinazione effica ce di misure di adattamento e mitigazione può farsì che le conseguenze future del cambiamento climatico restino circoscritte e, una volta manifestatesi,trovino un’Europa preparata e più resiliente.

    In assenza di misure di mitigazionee adattamentoin Europa, entro il 2100:

    Con segu enze de l cam biam en t o clim a t ico

    Mi t iga zione e a da t t am en t o

    Gli incendi boschivi potrebberointeressare un’area di circa800 000 ettari l’anno.

    I danni causati dall’esondazione deiumi potrebbero generare costi perpiù di 10 miliardi di euro l’anno.

    Le emissioni di gas serra provenientidall’UE sono diminuite del 19 % a partiredal 1990, nonostante un aumento del

    45 % del PIL.

    Il ricorso complessivo alle risorsenaturali da parte dell’UE è diminuitodel 19 % dal 2007 e i dati relativi alriciclaggio sono in miglioramento.

    Importanti società di ingegneriaeuropee devono sino al 40 % delleproprie entrate alla realizzazionedi progetti in ambito ambientale.

    Il numero di persone colpitedagli e etti della siccità potrebbe

    aumentare sino a raggiungere circa150 milioni l’anno.

    Le perdite economiche dovuteall’innalzamento del livello del marerisulterebbero più che triplicate, sino

    a raggiungere i42 miliardi di euro l’anno.

    I decessi riconducibili alle altetemperature potrebbero raggiungere

    i 200 000 l’anno.

    Il consumo interno di materiali nell’UEè diminuito del 10 % nel periodocompreso tra il 2000 e il 2012,

    nonostante un aumento del 16 %della produzione economica.

    L’occupazione nel settore delleeco-industrie è aumentata del 47 %tra il 2000 e il 2012, contribuendo

    alla creazione di 1,4 milioni di nuoviposti di lavoro.

    Tra il 1990 e il 2012 la quota di energiaprodotta a partire da fonti rinnovabili è

    più che raddoppiata nell’UE.

    Fonti: AEA, 2015. L’ambiente in Europa: stato e prospettive nel 2015.L’impatto del cambiamento climatico e l’adattamento: energia, economia verde, uso e ciente delle risorse, ri uti.

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    © Dimitris Poursanidis, Environment & Me/EEA 29

    L’acidi cazione colpisce la vita marina inmodi diversi. Ad esempio, i coralli, le cozze,le ostriche e tutti quegli organismi marinidotati di un guscio di carbonato di calcio sonoostacolati nel processo di costruzione delleproprie conchiglie o del proprio esoscheletro aldecrescere del pH dell’acqua marina. Pertantola riduzione antropogenica del pH delle acquepotrebbe colpire interi ecosistemi marini.

    Zone morte

    L’aumento della temperatura degli oceaniaccelera inoltre il metabolismo degli organismie innalza la l oro richiesta di ossigeno, che, a suavolta, riduce la sua concentrazione in acqua,rendendo alcune parti dell’oceano totalmenteinadatte alla vita marina.

    L’ossigeno nel mare può inoltre risultareimpoverito da un eccesso di nutrienti adesempio riversati in mare dalla pioggiasottoforma di fertilizzanti per l’agricoltura.Questa sovrabbondanza di nutrienti (qualinitrati e fosfati) può veri carsi naturalmente,ma circa l’80 % dei nutrienti presenti in mareproviene da attività svolte sulla terraferma,vale a dire dalle reti fognarie, dagli scarichiindustriali e civili e dalle acque re ue agricole.Ilresto proviene principalmente da ossidi diazoto generati da combustibili fossili e prodottidal tra co, dall’industria, dalle attività digenerazione di energia e dal riscaldamento(14 ). Nelle aree d’Europa in cui i cambiamenticlimatici hanno causato l’aumento delleprecipitazioni e delle temperature, gli e ettidella sovrabbondanza di nutrienti sono ancorapiù evidenti.

    contribuito a innescare la “guerra dellosgombro”: in parte la pesca eccessiva di melù(o potassolo) e in parte lo spostamento versonord di specie ittiche quali l’aringa e lo sgombroa causa dell’innalzamento della temperaturadel mare. Poiché i pesci tendevano a stazionarepiù tempo che in passato nelle acque faroesi, èsorto un contenzioso sui diritti di pesca: le isoleFaroe sostenevano di avere diritto a pescare ilpesce nelle loro acque, mentre la UE sostenevache gli accordi sulle quote di pesca sostenibileerano stati violati, generando il rischio di pescaeccessiva e, di conseguenza (11 ), la perditadi proventi e posti di lavoro per l’UE. Lacontroversia si è conclusa nel 2014, quando l’UEha rimosso i divieti di importazione sul pescepescato in acque faroesi; in cambio, i faroesihanno acconsentito a cessare la pesca.

    Acidifcazione

    Oltre ad assorbire il calore, gli oceani sonoanche un serbatoio di anidride carbonica. PiùCO2 entra nell’atmosfera, più ne viene assorbitadagli oceani; qui l’anidride carbonica si combinacon l’acqua di mare generando acido carbonicoche ne determina l’acidi cazione. Gli oceanihanno assorbito più di un quarto dell’anidridecarbonica prodotta dalle attività umane erilasciata nell’atmosfera a partire dal 1750 (12 ).

    L’acidi cazione degli oceani è statastoricamente associata a ciascuna delle cinquemaggiori estinzioni veri catesi sulla terra. Almomento il tasso di acidi cazione è100 voltepiù rapido rispetto a quanto avvenuto nell’arcodegli ultimi 55 milioni di anni (13 ), e le specieanimali e vegetali potrebbero non riuscire adadattarsi abbastanza velocemente.

    http://clu2data/dept/Across_The_EEA/SIGNALS/SIGNALS_2015/SIGNALS_2015_Articles/wwf.panda.org/what_we_do/where_we_work/baltic/threats/eutrophication/http://www.bbc.com/news/uk-scotland-north-east-orkney-shetland-12180743http://www.climatechange2013.org/images/report/WG1AR5_SPM_FINAL.pdfhttp://www.eea.europa.eu/publications/marine-messageshttp://www.eea.europa.eu/publications/marine-messageshttp://www.eea.europa.eu/publications/marine-messageshttp://www.eea.europa.eu/publications/marine-messageshttp://www.climatechange2013.org/images/report/WG1AR5_SPM_FINAL.pdfhttp://www.bbc.com/news/uk-scotland-north-east-orkney-shetland-12180743http://clu2data/dept/Across_The_EEA/SIGNALS/SIGNALS_2015/SIGNALS_2015_Articles/wwf.panda.org/what_we_do/where_we_work/baltic/threats/eutrophication/

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    Un futuro incerto

    Nonostante alcuni modelli si rifacciano ascenari possibili del cambiamento climatico,è di cile prevedere la reazione delle speciemarine quando aumenterà la pressione a cuisono già sottoposti gli oceani. In compenso,sappiamo che è necessario intervenire permitigare le conseguenze del cambiamentoclimatico e che è necessario farlo subito percontenere l’ulteriore surriscaldamento eacidi cazione degli oceani nonché gli e etti cheentrambi questi fenomeni hanno sull’ambientee sul nostro benessere.

    La sovrabbondanza di nutrienti innesca infattiun processo noto come “eutro zzazione”, ilquale causa un’eccessiva crescita vegetale.Quando ciò avviene in mare, la conseguenzapiù evidente è la cosiddetta oritura algale. Iprocessi di respirazione eccessiva della oraacquatica nonché la sua morte e putrefazionepriva l’acqua di ossigeno, provocando un de citche contribuisce alla formazione di aree diipossia o “zone morte”, in cui per gli organismiaerobici è impossibile sopravvivere.

    Zone morte si trovano nei mari europeiparzialmente chiusi, quali il Mar Baltico e il MarNero. La temperatura dell’acqua nel Mar Balticoè aumentata di circa 2°C nell’ultimo secolo, ilche ha contribuito all’estensione del fenomeno.Inoltre, la frequenza con cui lezone morte compaiono a livello globale è raddoppiata ognidieci anni a partire dalla metà del 1900 (15 ).Purtroppo, anche se si smettesse oggi stessodi riversare nutrienti nei mari europei, il lascitodelle emissioni passate continuerebbe a causarela comparsa di tale aree per decenni prima che imari possano tornare al loro stato precedente.

    Il cambiamento climatico e i mariIl cambiamento climatico sta riscaldando gli oceani, causando l ’acidificazione degli ambienti marinie modificando i modelli meteorologici. Questo insieme di fattori spesso non fa che esacerbare lapressione esercitata dalle attività umane sui nostri mari, provocando la perdita di biodiversità marina.

    Lo scioglimento dei ghiacciai, ilsurriscaldamento degli oceani e imovimenti della crosta terrestrecontribuiscono ad innalzare illivello del mare

    I cambiamenti a livellodelle risorse itticheinfluiscono sui mezzidi sussistenza

    Corrente calda

    Correntefredda

    Contenuto di calore dell’oceano0–2 000m (media 5 anni)

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    Il rilascio di nutrienti determinaeccessive fioriture algali e lacomparsa di “zone morte”

    Gli oceani assorbono circa il25 % delle emissioni di CO2

    nell’atmosfera

    Fonti: Sabine et al. 2004. (http://www.pmel.noaa.gov/pubs/outstand/sabi2683/sabi2683.shtml )Indicatore AEA sul contenuto di calore dell’oceano. Dati della National Oceanic and At mospheric Administration (NOAA).

    L’acidificazione e ilsurriscaldamento degli oceaniminacciano gli stock ittici e la

    biodiversità marina

    C a l o r e

    http://www.climate.gov/news-features/featured-images/climate-change-likely-worsen-us-and-global-dead-zoneshttp://www.pmel.noaa.gov/pubs/outstand/sabi2683/sabi2683.shtmlhttp://www.pmel.noaa.gov/pubs/outstand/sabi2683/sabi2683.shtmlhttp://www.climate.gov/news-features/featured-images/climate-change-likely-worsen-us-and-global-dead-zones

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    © Javier Arcenillas, Environment & Me/EEA 33

    Il cibo è un bisogno umano fondamentale, euna dieta sana è uno degli elementi chiaveper la nostra salute e i l nostro benessere. Neltempo, si è andato sviluppando un sistemacomplesso e sempre più globalizzato diproduzione e fornitura dei beni alimentari, al

    ne di soddisfare la domanda di cibi e i gustidiversi. Oggi, un pesce pescato nell’Atlanticopotrebbe essere servito dopo pochi giorniin un ristorante di Praga, accompagnato dariso importato dall’India. Allo stesso modo,i prodotti alimentari europei sono venduti econsumati nel resto del mondo.

    L’agricoltura contribuisce alcambiamento climatico

    Prima di raggiungere i nostri piatti, il cibo chemangiamo viene prodotto, conservato, lavorato,confezionato, trasportato, preparato e servito:in ciascuna di queste fasi di preparazionevengono emessi gas serra nell’atmosfera. Inparticolare, l’agricoltura contribuisce a rilasciarequantità signi cative di metano e protossidodi azoto, due potenti gas serra. Il metano vieneprodotto dal bestiame durante la digestione,a causa della fermentazione enterica, edespulso tramite le atulenze degli animali,

    Agricoltura ecambiamento climaticoL’agricoltura contribuisce al cambiamento climatico e, a sua volta, ne subisce gli e etti. L’UEdeve ridurre le emissioni di gas serra provenienti dall’agricoltura e rivedere i propri sistemi diproduzione del cibo, al ne di a rontare il cambiamento climatico. Tuttavia, il cambiamentoclimatico è solo una delle pressioni a cui è sottoposta l’agricoltura: infatti, vista la crescentedomanda mondiale e la corsa per accaparrarsi le risorse, la produzione e il consumo di cibonell’UE dovrebbero essere considerati in un contesto più ampio. Ciò consentirebbe di crearele necessarie connessioni tra agricoltura, energia e sicurezza alimentare.

    ma può anche fuoriuscire dal letame e dagliscarti organici che niscono nelle discariche.Le emissioni di protossido di azoto sono unprodotto indiretto dell’uso di fertilizzantiorganici e a base di azoto minerale.

    L’agricoltura contribuiva al 10 % delle emissionidi gas serra provenienti dall’UE nel 2012.Una diminuzione signi cativa del numero deicapi di bestiame, un più e ciente ricorso aifertilizzanti e una migliore gestione del letamehanno contribuito alla riduzione delle emissioniprovenienti dell’UE del 24 % tra il 1990 e il 2012.

    Tuttavia, nel resto del mondo l’agricolturasi sta muovendo nella direzione opposta:infatti, tra il 2001 e il 2011, le emissioni globaliprovenienti dall’agricoltura e dal bestiamesono cresciute del 14 %. Tale aumento haavuto luogo in molti paesi in via di sviluppo,a causa dell’accrescimento della produzioneagricola complessiva. Questo fenomeno è statoinnescato da una maggiore domanda di prodottialimentari e da modi che nelle dinamiche diconsumo del cibo, riconducibili a un aumentodel reddito in alcuni paesi in via di sviluppo.Le emissioni provenienti dalla fermentazioneenterica sono aumentate dell’11 % in questo

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    Il cambiamento climatico e glie etti sull’agricoltura

    Per crescere, le colture necessitano della giustaquantità e qualità di terreno, acqua, luce solaree calore. L’innalzamento delle temperatureatmosferiche ha già in uito sulla durata dellastagione vegetativa in ampie aree dell’Europa.Ad esempio, i cereali maturano e vengonoraccolti con diversi giorni di anticipo rispetto alpassato. Questi cambiamenti continueranno averi carsi in molte regioni.

    In generale, nell’Europa settentrionale laproduttività agricola potrebbe aumentare grazieal prolungamento della stagione vegetativa edel periodo in cui il suolo è libero dai ghiacci. Letemperature più elevate e le stagioni vegetativepiù lunghe potrebbero anche consentire lacoltivazione di nuovi prodotti. Nell’Europameridionale, tuttavia, le ondate di caloreestremo e la riduzione delle precipitazioni edell’acqua disponibile in uiranno negativamentesulla produttività agricola. Si prevede che laproduzione agricola sarà inoltre sempre piùvariabile di anno in anno, a causa di eventimeteorologici estremi e di altri fattori quali ladi usione di parassiti e malattie.

    In alcune parti dell’area mediterranea, a causadel forte stress generato dal caldo e dallamancanza di acqua durante l’estate, alcuniprodotti tipicamente estivi potrebbero dovereessere coltivati in inverno. Altre aree, quali laFrancia occidentale e l’Europa sud orientale,potrebbero dovere a rontare una riduzionedella produzione agricola a causa di estati caldee secche, senza poterla trasferire in inverno.

    periodo, sino a contribuire al 39 % dellaproduzione totale di gas serra nel 2011.

    Vista l’importanza che il cibo riveste nelle nostrevite, un’ulteriore riduzione delle emissionidi gas serra provenienti dal settore agricoloappare problematica. Tuttavia, c’è ancoramargine per ridurre le emissioni di gas serralegate alla produzione di prodotti alimentarinell’UE: una migliore integrazione di tecnicheinnovative e metodi di produzione, ad esempioi metodi di cattura del metano proveniente dalletame, un più e ciente ricorso ai fertilizzantie una produzione di carne e latticini meglioorganizzata (cioè con la riduzione di emissioniper unità di cibo prodotto) possono contribuirea mitigare il problema.

    Oltre a tali vantaggi in termini di risparmio,cambiare le nostre abitudini di consumopuò contribuire ad abbassare ulteriormentele emissioni di gas serra riconducibili allaproduzione di prodotti alimentari: in generale,la carne e i prodotti caseari hanno l’impattomaggiore in termini di produzione di carbonioe consumo di materie prime e acqua perchilogrammo di cibo. In termini di emissionidi gas serra, il bestiame e la produzione dimangime generano rispettivamente più di3 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente. Iltrasporto post-produzione e la lavorazionecontribuiscono solo in minima parte alleemissioni legate alla produzione di benialimentari. Riducendo lo spreco di cibo e ilconsumo di alimenti che generano una grandequantità di gas serra, possiamo contribuire aridurne le emissioni provenienti dall’agricoltura.

    I cambiamenti delle temperature e dellestagioni vegetative potrebbero inoltre in uiresulla proliferazione e di usione di alcunespecie, quali gli insetti, o di erbe infestantie malattie, in uendo pesantemente sullaproduzione agricola. Parte delle perditepotenziali può essere controbilanciata daalcune pratiche agricole, come, ad esempio,la rotazione delle colture in base ai periodidi disponibilità dell’acqua, la modi ca delledate di semina a seconda dei modelli delletemperature e delle precipitazioni e lacoltivazione di varietà agricole più adatte allenuove condizioni (ad esempio, specie piùresistenti al calore e alla siccità).

    I beni alimentari provenienti dal suolo non sonoi soli ad essere in uenzati dal cambiamentoclimatico. La distribuzione di alcune risorseittiche si è già modi cata nell’area dell’Atlanticonord-orientale, con conseguenze sulle comunitàche basano la propria liera alimentareproprio sul consumo di pesce. Oltre a favorirel’aumento dei tra ci marittimi, l’innalzamentodella temperatura dell’acqua può agevolarel’insediamento di specie marine invasive, con ilconseguente collasso delle risorse ittiche locali.

    Alcunifondi UE, incluso ilFondo agricoloeuropeo per lo sviluppo rurale, la Politicaagricola comune (PAC) e i nanziamentidella Banca europea per gli investimentisono disponibili per aiutare gli agricoltorie le comunità di pescatori ad adattarsi alcambiamento climatico. Inoltre, sono statedestinate alla riduzione delle emissioni di gasserra provenienti dalle attività agricole altrerisorse a erenti alla PAC.

    http://climate-adapt.eea.europa.eu/web/guest/eu-adaptation-policy/funding/esihttp://ec.europa.eu/clima/publications/docs/06-climate_mainstreaming_fact_sheet-eafrd_en.pdfhttp://ec.europa.eu/clima/publications/docs/06-climate_mainstreaming_fact_sheet-eafrd_en.pdfhttp://ec.europa.eu/clima/publications/docs/06-climate_mainstreaming_fact_sheet-eafrd_en.pdfhttp://ec.europa.eu/clima/publications/docs/06-climate_mainstreaming_fact_sheet-eafrd_en.pdfhttp://climate-adapt.eea.europa.eu/web/guest/eu-adaptation-policy/funding/esi

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    Esigenze in competizione

    È chiaro che il mondo ha bisogno diprodurre più cibo e che le risorse chiavesono limitate. L’agricoltura ha un forteimpatto sull’ambiente e sul clima; inoltre, ilcambiamento climatico in uisce (e continueràa farlo) sulla quantità della produzionealimentare e sulla sua localizzazione.

    Chi produce cosa e dove è una questionesocio-politica probabilmente destinata adiventare un tema controverso in futuro.La competizione globale per accaparrarsiqueste risorse essenziali, specialmente in vistadell’impatto causato dai cambiamenti climatici,sta spingendo i paesi sviluppati ad acquistareampie aree di terreni agricoli in paesi menosviluppati. Questo fenomeno, insiemeall’impatto causato dal cambiamento climatico,solleva dubbi sulla sicurezza alimentare,specialmente nei paesi in via di sviluppo. Lasicurezza alimentare è data infatti non soltantoda una quantità su ciente di cibo prodotto, maanche dalla qualità dei livelli nutrizionalidi quest’ultimo.

    Questo complesso problema richiedel’adozione di politiche coerenti e integrate pera rontare i temi del cambiamento climatico,dell’energia e della sicurezza alimentare. Vistoil cambiamento climatico e la competizione perrisorse già scarse, l’intero sistema alimentaredeve trasformarsi per divenire più razionaledal punto di v ista delle risorse; al contempo,occorre lavorare costantemente per ridurregli impatti ambientali, incluse le emissionidi gas serra. È necessario quindi aumentarela produttività e, al tempo stesso, ridurre ladipendenza da fertilizzanti chimici, gli sprechidi cibo e il consumo di beni alimentari che,come la carne, comportano uno sfruttamentointensivo di risorse e la produzione di gas serra.

    In tale contesto, occorre anche tenere a menteche gli agricoltori possono svolgere un ruolofondamentale nella salvaguardia e nella gestionedella biodiversità in Europa e che sono unacomponente chiave dell’economia rurale.Quindi, gli interventi politici mirati ad a rontareil complesso problema dei beni alimentari edella salvaguardia ambientale non possonoprescindere dall’impatto esercitato dall’agricolturasull’ambiente e dalla sua importanza socio-economica per molte comunità.

    Cambiamento climatico e agricolturaL’agricoltura contribuisce al cambiamento climatico e, a sua volta, ne subisce gli effetti. L’UE deve ridurre leemissioni di gas serra provenienti dall’agricoltura e rivedere i propri sistemi di produzione del cibo, al fine diaffrontare il cambiamento climatico. Infatti, vista la crescente domanda mondiale e la corsa per accaparrarsile risorse, la produzione e il consumo di cibo nell’UE dovrebbero essere considerati in un contesto più ampio.Ciò consentirebbe di creare le necessarie connessioni tra agricoltura, energia e sicurezza alimentare.

    L’agricoltura contribuisce al 10 %delle emissioni di gas serra nell’UE.

    Tra il 1990 e il 2012 le emissioni di gasserra provenienti dal settore agricolonell’UE sono diminuite del 24 %.

    Migliore integrazione di tecnicheinnovative

    Riduzione degli sprechialimentari

    Uso più e ciente dei fertilizzanti

    Cattura del metano provenientedal letame

    Tra il 2001 e il 2011 le emissioni di gas serraprovenienti dall’agricoltura e dall’allevamentosono aumentate del 14 %.

    Si stima che la domanda di prodottialimentari subirà un aumento no al 70 %nei prossimi decenni.

    La carne e i latticini generano la maggiore quantità di anid ridecarbonica e implicano il maggior consumo di materie prime e acquaper chilogrammo rispetto agli altri prodotti alimentari.

    Il trasporto post-produzione e la lavorazione contribuiscono solo inminima parte alle emissioni legate alla produzione di beni alimentari.

    Riduzione del consumo di carne e altri prodottiad alta generazione di anidride carbonica

    Nell’Europa meridionale le ondate di calore estremoe la riduzione delle precipitazioni e dell’acquadisponibile niranno per portare a una riduzionedella produttività agricola, mentre la situazionepotrebbe migliorare nell’Europa settentrionale.

    Le emissioni di gas serra provenienti dall’agricoltura possono essere ulteriormente ridottemettendo in atto le seguenti misure:

    N

    W E

    S

    Metano CO 2 Protossido diazoto

    Globally

    Lo sapevate?

    39

    Fonti: AEA, 2015 L’ambiente in Europa: stato e prospettive nel 2015: Agricoltura. Eurostat (2014). Statistics explained: Produzione agricola-coltivazioni (ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/Agricultural_production_-_crops).

    -24 %

    +14 %+70 %

    Approccio più e ciente allaproduzione di carne e latticini

    http://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/Agricultural_production_-_cropshttp://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/Agricultural_production_-_crops

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    Il cambiamento climatico è spesso consideratoun fenomeno che riguarda l’atmosfera.Dopotutto, le piante traggono carbonio per iprocessi di fotosintesi proprio dall’atmosfera.Ma il carbonio presente nell’atmosferain uisce anche sul suolo, poiché il carbonionon utilizzato per la crescita delle piante insuper cie passa nelle radici delle piante, lequali lo depositano all’interno del suolo. Selasciato indisturbato, il carbonio si stabilizza eresta intrappolato nel suolo anche per migliaiadi anni (17 ): un suolo in buona salute puòdunque contribuire a mitigare il cambiamentoclimatico.

    In termini di stoccaggio del carbonio, nontutti i suoli sono uguali: i suoli più ricchi dicarbonio sono quelli composti da torba, di usisoprattutto in Europa settentrionale, RegnoUnito e Irlanda, ma anche i terreni a pascoloo prato sono in grado di stoccarne grandiquantità. Al contrario, i suoli delle aree caldee secche dell’Europa meridionalecontengonomeno carbonio (18 ).

    Il cambiamento climaticoesercita pressioni sul suolo

    In alcune parti d’Europa l’innalzamento delletemperature può generare una maggiore

    Il suolo e il cambiamento climaticoIl suolo è un elemento importante (e spesso trascurato) del sistema climatico. Essocostituisce il secondo serbatoio o “sink ” di carbonio dopo gli oceani. A seconda delleregioni, il cambiamento climatico può causare un maggiore accumulo di carbonio nellepiante e nel suolo a causa della crescita della vegetazione, oppure un maggiore rilascio dicarbonio nell’atmosfera. Ripristinare i principali ecosistemi terrestri e tornare a un usosostenibile del suolo nelle aree urbane e rurali può contribuire a mitigare il cambiamentoclimatico e a favorire l’adattamento ad esso.

    crescita della vegetazione e, di conseguenza,lo stoccaggio di una maggiore quantità dicarbonio nel suolo. Tuttavia,l’aumento delletemperature può anche contribuire alladecomposizione e mineralizzazione dellamateria organica nel suolo, riducendo ilcontenuto di carbonio organico (19).

    In altre aree la materia organica contenentecarbonio nei terreni stabili composti da torbanon si decompone grazie ai bassi livelli diossigeno nell’acqua. Se queste aree divengonopiù secche, la materia organica si decomponerapidamente, rilasciando anidride carbonica(CO2) nell’atmosfera (20 ).

    Si sono già manifestati segnali secondo i qualil’umidità del suolo sta risentendo dell’aumentodelle temperature e del mutamento deimodelli meteorologici. Questo fenomeno paredestinato a perdurare: l’umidità del suolo nelperiodo estivo sarà soggetta a cambiamenti inquasi tutta Europa nel periodo compreso trail 2021 e il 2050, subendo un calo signi cativonella regione mediterranea e un lieveincremento nell’Europa nord-orientale (21 ).

    La crescente concentrazione di anidride carbonicanell’atmosfera può accelerare l’attività dei microbinel suolo e, di conseguenza, la decomposizione

    http://e360.yale.edu/feature/soil_as_carbon_storehouse_new_weapon_in_climate_fight/2744/http://eusoils.jrc.ec.europa.eu/projects/soil_atlas/Download.cfmhttp://eusoils.jrc.ec.europa.eu/projects/soil_atlas/Download.cfmhttp://www.eea.europa.eu/publications/climate-impacts-and-vulnerability-2012/http://www.eea.europa.eu/publications/climate-impacts-and-vulnerability-2012/http://www.fao.org/docrep/009/a0100e/a0100e07.htmhttp://www.eea.europa.eu/data-and-maps/indicators/water-retention-3/assessmenthttp://www.eea.europa.eu/data-and-maps/indicators/water-retention-3/assessmenthttp://www.fao.org/docrep/009/a0100e/a0100e07.htmhttp://www.eea.europa.eu/publications/climate-impacts-and-vulnerability-2012/http://www.eea.europa.eu/publications/climate-impacts-and-vulnerability-2012/http://eusoils.jrc.ec.europa.eu/projects/soil_atlas/Download.cfmhttp://eusoils.jrc.ec.europa.eu/projects/soil_atlas/Download.cfmhttp://e360.yale.edu/feature/soil_as_carbon_storehouse_new_weapon_in_climate_fight/2744/

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    Inoltre, alcune forme di produzione dibiocarburanti possono contribuire a ridurre ilcarbonio immagazzinato nel suolo. Un recentestudio ha dimostrato che i biocarburantiprodotti a partire dagli scarti di mais possonoe ettivamente aumentare le emissioni di gasserra, poiché la materia organica viene bruciatacome carburante invece che tornare nel suolo ( 28 ).

    In conclusione, l’adozione di pratiche adeguatedi coltivazione e gestione delle aree boschiveo re un enorme potenziale per il ripristinodella salute del suolo e la rimozione della CO2 dall’atmosfera.

    Proteggere le città con il suolo

    Dopo che le abitazioni nel villaggio belga diVelm, nei pressi di Sint-Truiden,sono statesommerse dal fango per ben cinque volte nel2002, i residenti hanno deciso di esercitarepressioni sulle autorità locali a nché facesseroqualcosa in proposito (29). Il problema erainfatti divenuto ricorrente nell’area, poichél’acqua dilavava i campi non coltivati,trascinando con sé i sedimenti. Per risolvereil problema, le autorità locali hanno deciso diricorrere al suolo per proteggere le case: sonostate quindi adottare misure quali l’impiego dicolture da rinnovo durante l’inverno, quandoil nudo terreno dei campi favoriva il rischio dialluvione. Inoltre, i residui delle coltivazionisono stati lasciati sui campi per ridurrel’erosione del suolo. Questi interventi hannocontribuito a ripristinare i sistemi naturali e sisono rivelati vincenti nel prevenire le alluvionitra il 2002 e oggi, nonostante le abbondantiprecipitazioni veri catesi.

    rilasciato nell’atmosfera. In tal caso possonoanch’esse contribuire all’emissione di carbonionell’atmosfera (i cosiddetticontributori netti ) (23 ).

    È inoltre noto che l’aratura dei terreniagricoli accelera la decomposizione e lamineralizzazione della materia organica. Permantenere il carbonio e i nutrienti all’internodel suolo, i ricercatorisuggeriscono di ridurrela lavorazione dei terreni, coltivando secondo ilprincipio della rotazione del raccolto utilizzandole cosiddette “colture da rinnovo” e l asciandoi residui della coltivazione sulla super ciedel suolo (24 ). Infatti, lasciare i residui dellacoltivazione sulla super cie prima e durantela semina può contribuire a proteggere ilsuolo dall’erosione. Proteggere il suolo èessenziale, poiché possono essere necessarieanche migliaia di anni per formarne solo pochicentimetri (25 ). Ridurre la lavorazione del suolocontribuisce a una minore frammentazione erovesciamento dello stesso. Tuttavia, i metodia lavorazione ridotta o totalmente assentesono spesso associati a un uso maggiore difertilizzanti chimici, i quali possono avere altrie etti negativi sull’ambiente.

    Analogamente l’agricoltura biologica, cheprevede l’uso di concimi naturali, puòricostruire lo strato di carbonio organicosituato in profondità sotto la super cie delsuolo. L’agricoltura biologica comporta inoltreilbene cio aggiunto di ridurre i gas serra,poiché non fa ricorso a fertilizzanti chimici (26).La FAO stima che le emissioni di CO2 per ettarodi terreno coltivato con metodi di agricolturabiologica sianoinferiori del 48 %-66 % rispettoai gas serra generati da terreni coltivati conmetodi tradizionali (27 ).

    della materia organica, con un rilasciopotenzialmente ancora maggiore di anidridecarbonica (22 ). Si prevede che il rilascio di gasserra proveniente dal suolo sarà particolarmenteingente nell’estremo nord Europa e in Russia,dove lo scioglimento del permafrost potrebberilasciare grandi quantità di metano, un gas serramolto più potente dell’anidride carbonica.

    Non è ancora chiaro quale sarà l’e ettocomplessivo di questi fenomeni, poichéregioni diverse assorbono ed emettono livellidi erenti di gas serra. Tuttavia, ovunque èpresente il rischio che il surriscaldamentocontribuisca a una maggiore emissione di gasserra dal suolo, innescando una spirale chepotrebbe determinare un ulteriore aumentodella temperatura.

    Una corretta gestionedell’agricoltura e delleforeste trattiene il carbonionel sottosuolo

    Il cambiamento climatico non è l’unicofenomeno che rischia di trasformare il suoloda bacino di stoccaggio del carbonio a fontedi emissioni. Il modo in cui utilizziamo i terreniin uisce anch’esso fortemente sulla quantità dicarbonio che il suolo può trattenere.

    Attualmente, il carbonio immagazzinatodalle foreste europee è in aumento a causadei cambiamenti operati nella gestioneforestale e dei mutamenti ambientali. Circala metà del carbonio è immagazzinata nelsuolo delle foreste. Tuttavia, quando essevengono danneggiate o tagliate, il carbonioin esse immagazzinato viene nuovamente

    http://www.nature.com/nclimate/journal/v4/n5/full/nclimate2187.htmlhttp://www.teebweb.org/wp-content/uploads/2013/01/TEEBcase-Changed-agro-management-to-prevent-muddy-floods-Belgium.pdfhttp://www.teebweb.org/wp-content/uploads/2013/01/TEEBcase-Changed-agro-management-to-prevent-muddy-floods-Belgium.pdfhttp://www.eea.europa.eu/publications/climate-impacts-and-vulnerability-2012/http://eusoils.jrc.ec.europa.eu/library/Themes/SOC/CAPRESE/http://www.fao.org/docrep/t0389e/t0389e02.htmhttp://www.fao.org/docrep/005/y4137e/y4137e02b.htmhttp://www.fao.org/docrep/005/y4137e/y4137e02b.htmhttp://www.eea.europa.eu/publications/climate-impacts-and-vulnerability-2012/http://www.eea.europa.eu/publications/climate-impacts-and-vulnerability-2012/http://www.eea.europa.eu/publications/climate-impacts-and-vulnerability-2012/http://www.eea.europa.eu/publications/climate-impacts-and-vulnerability-2012/http://www.fao.org/docrep/005/y4137e/y4137e02b.htmhttp://www.fao.org/docrep/005/y4137e/y4137e02b.htmhttp://www.fao.org/docrep/t0389e/t0389e02.htmhttp://eusoils.jrc.ec.europa.eu/library/Themes/SOC/CAPRESE/http://www.eea.europa.eu/publications/climate-impacts-and-vulnerability-2012/http://www.teebweb.org/wp-content/uploads/2013/01/TEEBcase-Changed-agro-management-to-prevent-muddy-floods-Belgium.pdfhttp://www.teebweb.org/wp-content/uploads/2013/01/TEEBcase-Changed-agro-management-to-prevent-muddy-floods-Belgium.pdfhttp://www.nature.com/nclimate/journal/v4/n5/full/nclimate2187.html

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    © Simona Ilascu, Environment & Me/EEA 45

    Purtroppo però la situazione dei campi coltivatia pascolo sembra procedere nella direzionecontraria: tra il 1990 e il 2012 la super cieoccupata da terreni arabili, coltivazionipermanenti, pascoli e vegetazione semi-naturale in Europa ha subito un calo (33 ). Piùconcretamente, in Europa il consumo di suoloha portato a una riduzione dello 0,81 % dellacapacità produttiva dei terreni arabili, giacchéi campi sono stati convertiti in città, strade ealtre infrastrutture tra il 1990 e il 2006 (34 ). Taliprogetti di sviluppo urbano spesso implicano lacopertura del suolo, che viene così “sigillato” dauno strato impermeabile. Al di là dei problemilegati alla sicurezza alimentare, ciò per l’Europasigni ca unaridotta capacità di stoccare ilcarbonio organico, prevenire le alluvioni econtenere l’aumento delle temperature ( 35 ).

    Se correttamente gestito, il suolo può aiutarea ridurre i gas serra e favorire l’adattamentoalle conseguenze peggiori del cambiamentoclimatico; al contrario, se non salvaguardiamoil suolo i problemi correlati al cambiamentoclimatico potrebbero rapidamente degenerare.

    La regolazione e la prevenzione delle alluvionisono soltanto alcuni dei “servizi” essenziali fornitida un suolo in buona salute. Potremmo diveniresempre più dipendenti da questi servizi via viache gli eventi meteorologici estremi, come lealluvioni, si faranno più frequenti e gravi.

    La qualità del suolo è fondamentale per moltialtri e etti della lotta al cambiamento climatico:ad esempio, i terreni permeabili ci proteggonodalle ondate di calore, immagazzinandoingenti quantità di acqua e mantenendobasse le temperature. Quest’ultimo punto èparticolarmente importante nelle città, in cui lesuper ci impermeabili (che “sigillano” il suolo)possono creare l’e etto delle “isole di calore”.

    Diverse città europee stanno tentandodi sfruttare queste funzioni del suolo: adesempio, ilParco Gomeznarro (30 ) di Madridè stato riorganizzato in modo da includerenuove super ci permeabili, vegetazione e areesotterranee di stoccaggio dell’acqua. Questasoluzione è stata adottata anche in altre aree diMadrid e della Spagna.

    Ripristinare gli ecosistemi

    Prove recenti indicano chiaramente cheripristinare alcuni ecosistemi può contribuire acatturare il carbonio presente nell’atmosfera.Ad esempio,il ripristino delle torbiere si èrivelato un’eccellente arma contro la perditadi carbonio organico dovuta allo sfruttamentodella torba a scopi energetici (31 ). Il modo piùrapido per aumentare il carbonio organicocontenuto nei terreni agricoli è convertire iterreni arabili in terreni a prato o pascolo;a questa conclusione è giunto uno studio del Centro comune di ricerca dellaCommissione europea (32 ).

    http://www.eea.europa.eu/soer-2015/europe/landhttp://www.eea.europa.eu/soer-2015/europe/soilhttp://globalsoilweek.org/wp-content/uploads/2014/11/GSW_factsheet_Sealing_en.pdfhttp://climate-adapt.eea.europa.eu/viewmeasure?ace_measure_id=3401http://www.eea.europa.eu/publications/adaptation-in-europehttp://eusoils.jrc.ec.europa.eu/library/Themes/SOC/CAPRESE/http://eusoils.jrc.ec.europa.eu/library/Themes/SOC/CAPRESE/http://www.eea.europa.eu/publications/adaptation-in-europehttp://climate-adapt.eea.europa.eu/viewmeasure?ace_measure_id=3401http://globalsoilweek.org/wp-content/uploads/2014/11/GSW_factsheet_Sealing_en.pdfhttp://www.eea.europa.eu/soer-2015/europe/soilhttp://www.eea.europa.eu/soer-2015/europe/land

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    Il suolo e il cambiamento climaticoIl suolo è un elemento importante (e spesso trascurato) del sistema climatico. Esso costituisce il secondoserbatoio o “sink” di carbonio dopo gli oceani. Ripristinare i principali ecosistemi terrestri e tornare a unuso sostenibile del suolo nelle aree urbane e rurali può contribuire a mitigare il cambiamento climatico ea favorire l’adattamento ad esso.

    L’aratura accelera la decomposizione ela mineralizzazione, rilasciando maggiori

    quantità di CO2

    FotosintesiCO2

    L’agricoltura biologica può ridurrele emissioni di CO2 del 48-66 % p er

    ettaro rispetto ai metodi di coltivazionetradizionali

    Respirazione, decomposizione emineralizzazione dellamateria organica CO2

    Il carbonio migra versole radici

    Possono essere necessari finoa 1 000 anni per formare 1 cm di suolo

    L’innalzamento delle temperature puòaccelerare respirazione microbica e,

    quindi, contribuire al rilascio di maggioriquantità di CO2

    Stoccaggio sotterraneodi carbonio

    In Europa la superficie occupata dalleforeste è aumentata di 19,5 milionidi ettari dal 1990

    Si stima che i danni causati dalletempeste, dal vento e dalla nevecolpiranno lo 0,4 % delle aree forestali

    Le aree forestali danneggiate da insetti emalattie sono raddoppiate in Europa dal 1990

    In Europa gli incendi boschividistruggono circa 400 000 ettaridi foresta ogni anno

    CO2

    Il suolo permeabile costituisceuna difesa dalle ondate di calore,

    specialmente nelle città

    Il suolo cattura e immagazzinail carbonio

    Il suolo previene e contiene le alluvioni

    Il 95 % dei prodotti alimentari alivello mondiale viene direttamente o

    indirettamente prodotto grazie al suolo

    Il suolo ospita un quarto dellabiodiversità a livello mondiale

    Il suolo immagazzina, filtra e trasforma inutrienti, i contaminanti e l’acqua

    Servizi forniti dal suolo:

    Attualmente, il carbonio immagazzinato dalle foreste europee è in aumento a causa dei c ambiamentioperati nella gestione forestale e dei mutamenti ambientali. Circa la metà del carbonio è immagazzinatanel suolo delle foreste. Tuttavia, quando esse vengono danneggiate o tagliate, il carbonio in esseimmagazzinato viene nuovamente rilasciato nell’atmosfera.

    Fonti: EEA, 2015. European Environment — state and outlook 2015:Forests, Soil; UNECE, 2015: Forests in the ECE region — trends andchallenges in achieving the global objectives on Forests. ECE/TIM/SP/37 FAO, 2002. Organic agriculture, environment and food secu-rity(www.fao.org/docrep/005/y4137e/y4137e02b.htm) ; FAO, 2015.Soil facts (www.fao.org/soils-2015 ).

    http://www.fao.org/docrep/005/y4137e/y4137e02b.htmhttp://www.fao.org/soils-2015http://www.fao.org/soils-2015http://www.fao.org/docrep/005/y4137e/y4137e02b.htm

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    sanitario. Ciò risulta molto evidente soprattuttoquando si veri cano le ondate di calore, unaltro problema per le aree urbane. In cittàinfatti si creano “isole di calore”, molto piùcalde rispetto alle aree rurali. Gli anziani sonoparticolarmente a rischio di mortalità nelle areeurbane, e questo crea un nuovo tipo di s daper i nostri sistemi sanitari.

    In che modo le città stannoa rontando la sfda delcambiamento climatico?Molte città europee si sono dotate di pianidi adattamento all’avanguardia incluseLondra, Copenaghen, Bratislava e Almada, inPortogallo,. Ma se dovessi citare tre esempisceglierei senz’altro Rotterdam, Gand eBologna. A Rotterdam e Gand, i comuni hannostretto partenariati con centri di ricerca echiesto loro di individuare quali fossero iluoghi della città più caldi durante le ondatedi calore. Sono stati installati termometri ssie mobili in diverse aree cittadine e sui tram:in questo modo, è stato possibile individuare iluoghi della città in cui l’e etto “isola di calore”era maggiore e mettere in atto interventi dimitigazione. Ad esempio, in alcune di questezone sono stati piantati alberi al ne di ridurregli e etti nocivi delle isole di calore.

    Il cambiamento climatico e le cittàLa maggior parte degli europei vive oggi nelle città: quindi, le nostre scelte nell’ambitodelle infrastrutture urbane in uiranno in modo signi cativo sul modo in cui gestiremoil cambiamento climatico. Precipitazioni più frequenti, inondazioni e ondate di caloresaranno probabilmente tra le s de che le città europee dovranno a rontare a causa delcambiamento climatico. Abbiamo chiesto a Holger Robrecht, vice direttore r egionaledell’ICLEI, cosa stanno facendo le città per adattarsi al cambiamento climatico.

    Quali saranno gli e etti delcambiamento climatico sulle città?Il cambiamento climatico avrà diverseconseguenze sulle città: tra le più probabiliin Europa vi sarà un aumento di eventimeteorologici estremi quali alluvioni, tempestee ondate di calore. Ciò potrebbe comportareserie conseguenze per le infrastrutture urbanecome i sistemi di trasporto, le reti fognarie epersino i sistemi di distribuzione delle derratealimentari. In caso di forti precipitazioni ealluvioni il pericolo è che i nostri sistemi didrenaggio e scarico delle acque si rivelinoinadeguati. Un esempio di quanto possanoessere distruttive queste forti precipitazioniè rappresentato da ciò che è successo aCopenaghen durante la tempesta del 2011:si sono veri cati allagamenti di case e dannialle ferrovie, alle strade e alla metropolitana.Le forti precipitazioni possono inoltre causarefrane sulle montagne e colline che circondanole città, sbarrando le strade e rendendo di cilela distribuzione di derrate alimentari e altriprodotti. Tutto ciò si è veri cato nelle Filippine ein Italia, in Liguria, a Genova e dintorni.

    Il cambiamento climatico esercita unapressione sulle nostre infrastrutture “pesanti”,vale a dire le strade, le case e i sistemi fognari,ma anche su quelle “leggere” quali il sistema

    I n t e r v i s t a

    Holger RobrechtVice direttore regionaledi ICLEI

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    All’ICLEI ci occupiamo di organizzareconferenze, ad esempio la conferenza “ResilientCities” tenutasi a Bonn; inoltre, insieme all’AEA,siamo tra gli organizzatori dell’Open EuropeanDay, nalizzato a promuovere gli scambitra gli operatori cittadini. O riamo anchealle città servizi diretti in materia di clima e,in ne, mettiamo a disposizione fondi: l’UE hadestinato il 20 % del suo bilancio ad azioni disupporto alle città e ai paesi che desideranoprevenire i cambiamenti climatici e metterein atto interventi di adattamento. Purtroppo,molte città non sanno che tali fondi sono statimessi a disposizione.

    Una delle s de più concrete che le cittàa rontano è organizzare la loro rispostacoordinando i vari livelli amministrativi.Adattarsi ai cambiamenti climatici infatti signi caconnettere diversi settori dell’amministrazione:ad esempio, per gestire i umi che attraversanopiù città, è necessario coinvolgere gli organismiresponsabili della gestione delle risorse idrichenelle aree urbane attraversate dal corso d’acqua;tuttavia, il tratto potrebbe anche non ricaderesotto la giurisdizione della città stessa. Le cosesi complicano ulteriormente per quei umi,come il Reno e il Danubio, che attraversano piùpaesi: la prevenzione delle alluvioni causateda questi umi implica la sperimentazione dinuovi tipi di governance che coinvolga sia le cittàsia i paesi. Nel caso del ume Reno, Svizzera,Francia, Germania e Olanda si sono riunite perpiani care l’allestimento di aree di contenimentoper le acque straripate dal ume. Le città ei paesi dovranno seguire questo esempio infuturo per adattarsi al cambiamento climatico.

    eventi hanno contribuito a rendere i governi ele città più consci della necessità di adattarsi alcambiamento climatico.

    Quali sono le principali sfde che lecittà stanno a rontando rispetto alcambiamento climatico?Le città si trovano ad a rontare diverse s denel processo di adattamento al cambiamentoclimatico. La mancanza di conoscenze inmateria potrebbe costituire la s da principale.Molte autorità cittadine non sanno in chemodo il cambiamento climatico potrebbecolpire la propria città, e l e città che desideranoprepararsi attivamente al cambiamentoclimatico spesso non sanno quali azioniintraprendere o come organizzare gli interventi.Inoltre, varie città non sono al corrente dellapossibilità di richiedere fondi e servizi diconsulenza in tutta Europa.

    Oggi molti stanno iniziando ad a rontarequeste s de: alcuni governi nazionali stannoattuando pro