sintesi rapporto ecre_5luglio10

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RIGORE FINANZIARIO E CRESCITA ECONOMICA: LE DUE GAMBE DELLA POLITICA ECONOMICA. QUALE GOVERNANCE PER IL MONDO E PER L'EUROPA? QUALI RIFORME ECONOMICHE STRUTTURALI PER L'ITALIA? Sintesi del rapporto del Centro Studi Economia Reale Roma, 5 Luglio 2010 Introduzione Il rapporto si concentra sulla politica di bilancio in Italia, sulle prospettive di riequilibrio dei conti pubblici e di crescita economica nel nostro Paese. In questa delicata fase della crisi, caratterizzata nel contempo dalla necessità di rientro del deficit pubblico e dalla debolezza del quadro congiunturale, le opinioni prevalenti in tema di politica di bilancio sono due. C'è chi sostiene che è inevitabile ingoiare l'amara medicina del rigore finanziario e che occorre sacrificare la crescita per i prossimi tre o quattro anni pur di ridurre il disavanzo pubblico. C'è chi invece sostiene, all'opposto, che le manovre di rientro del deficit in questa fase sarebbero troppo penalizzanti per l'economia e per l'occupazione, e che andrebbero rinviate a dopo il superamento dell'attuale momento di debolezza congiunturale. Il rapporto di Economia Reale si pone fuori da questa prevalente dicotomia di opinioni e come alternativa analizza e propone una diversa politica di bilancio, una manovra in grado di coniugare l'obiettivo di rientro del deficit pubblico nei parametri di Maastricht e il mantenimento di prospettive accettabili di crescita economica per il nostro Paese. Anche nel breve periodo. L'esercizio di simulazione proposto dal rapporto del Centro Studi Economia Reale mette a confronto due diversi scenari. Nel primo scenario la manovra di bilancio è ispirata al puro rigore finanziario e ha come unico pilastro la correzione del disavanzo pubblico. E’ una manovra simile a quella in corso di approvazione in Parlamento. Prevede un taglio di 15 miliardi di euro della spesa pubblica (8,5 miliardi trasferimenti statali a regioni ed enti locali, 4,5 miliardi stipendi e pensioni, 2 miliardi spese ministeri) e un aumento di 10 miliardi delle entrate (9 miliardi rafforzamento lotta all'evasione, 1 miliardo altre entrate non fiscali). Nel secondo scenario la manovra di bilancio è costruita su due distinti pilastri: la correzione del deficit pubblico e la crescita economica. Questa seconda manovra ipotizzata dal Centro Studi Economia Reale taglia 35 miliardi di euro di spesa pubblica corrente in più rispetto all'ipotesi precedente. Si tratta di 15 miliardi spesa per acquisti di beni e servizi della PA e 20 miliardi contributi alla produzione e fondi perduti. Per essere più chiari la manovra alternativa produce un totale di 50 miliardi di euro di risparmi di spesa che vengono impiegati in maggiori investimenti pubblici per 4 miliardi e in spesa per ricerca, innovazione, difesa e sicurezza per ulteriori 4 miliardi di euro. Altri 27 miliardi di euro vengono impiegati, sul fronte 1

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Page 1: Sintesi rapporto ecre_5luglio10

RIGORE FINANZIARIO E CRESCITA ECONOMICA: LE DUE GAMBE DELLA

POLITICA ECONOMICA. QUALE GOVERNANCE PER IL MONDO E PER L'EUROPA?

QUALI RIFORME ECONOMICHE STRUTTURALI PER L'ITALIA?

Sintesi del rapporto del Centro Studi Economia Reale

Roma, 5 Luglio 2010

Introduzione

Il rapporto si concentra sulla politica di bilancio in Italia, sulle prospettive di riequilibrio dei conti

pubblici e di crescita economica nel nostro Paese. In questa delicata fase della crisi, caratterizzata

nel contempo dalla necessità di rientro del deficit pubblico e dalla debolezza del quadro

congiunturale, le opinioni prevalenti in tema di politica di bilancio sono due. C'è chi sostiene che è

inevitabile ingoiare l'amara medicina del rigore finanziario e che occorre sacrificare la crescita per i

prossimi tre o quattro anni pur di ridurre il disavanzo pubblico. C'è chi invece sostiene, all'opposto,

che le manovre di rientro del deficit in questa fase sarebbero troppo penalizzanti per l'economia e

per l'occupazione, e che andrebbero rinviate a dopo il superamento dell'attuale momento di

debolezza congiunturale. Il rapporto di Economia Reale si pone fuori da questa prevalente

dicotomia di opinioni e come alternativa analizza e propone una diversa politica di bilancio, una

manovra in grado di coniugare l'obiettivo di rientro del deficit pubblico nei parametri di Maastricht

e il mantenimento di prospettive accettabili di crescita economica per il nostro Paese. Anche nel

breve periodo.

L'esercizio di simulazione proposto dal rapporto del Centro Studi Economia Reale mette a

confronto due diversi scenari. Nel primo scenario la manovra di bilancio è ispirata al puro rigore

finanziario e ha come unico pilastro la correzione del disavanzo pubblico. E’ una manovra simile a

quella in corso di approvazione in Parlamento. Prevede un taglio di 15 miliardi di euro della spesa

pubblica (8,5 miliardi trasferimenti statali a regioni ed enti locali, 4,5 miliardi stipendi e pensioni, 2

miliardi spese ministeri) e un aumento di 10 miliardi delle entrate (9 miliardi rafforzamento lotta

all'evasione, 1 miliardo altre entrate non fiscali). Nel secondo scenario la manovra di bilancio è

costruita su due distinti pilastri: la correzione del deficit pubblico e la crescita economica. Questa

seconda manovra ipotizzata dal Centro Studi Economia Reale taglia 35 miliardi di euro di spesa

pubblica corrente in più rispetto all'ipotesi precedente. Si tratta di 15 miliardi spesa per acquisti di

beni e servizi della PA e 20 miliardi contributi alla produzione e fondi perduti. Per essere più chiari

la manovra alternativa produce un totale di 50 miliardi di euro di risparmi di spesa che vengono

impiegati in maggiori investimenti pubblici per 4 miliardi e in spesa per ricerca, innovazione, difesa

e sicurezza per ulteriori 4 miliardi di euro. Altri 27 miliardi di euro vengono impiegati, sul fronte

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delle entrate, per ridurre il carico fiscale su famiglie e imprese (15 miliardi riduzione IRPEF, 12

miliardi riduzione IRAP). Entrambe gli scenari poggiano su un quadro economico tendenziale a

“legislazione vigente” che non si discosta molto dalle previsioni della maggior parte degli altri

centri di analisi.

Nei grafici delle simulazioni (vedi file di presentazione allegato) gli andamenti riferiti allo scenario

tendenziale sono stati indicati con il nome “BASE”. Gli andamenti riferiti allo scenario con la

manovra di puro rigore finanziario sono stati indicati con il nome “MAN” (MAN+€ sta a indicare

un ulteriore scenario in cui alla manovra di puro rigore finanziario si aggiunge una sensibile

rivalutazione dell'euro (1,45 gia dal 2011). Infine, gli andamenti corrispondenti allo scenario

risultante dall'ipotesi di manovra alternativa di rigore e crescita sono contraddistinti dal nome “EC

RE”.

Quadro economico di base (BASE)

Il prezzo del petrolio è in graduale aumento dagli 81,3 $ al barile del 2010 agli oltre 90 $ nel 2013.

Il cambio dell'euro ancora in discesa da 1,29 dollari nel 2010 a 1,18 e 1,17 dollari rispettivamente

nel 2011 e 2012. Infine, a 1,20 dollari nel 2013. La ripresa economica è debole nell'Area euro, dove

si prevede uno 0,7% per l'anno in corso, 1,3% per il 2011 e non si va oltre il 2% negli anni

successivi. In Italia la crescita del PIL non supera l'1% quest'anno, è 1,1% nel 2011 e circa 1,5%

fino a fine periodo. Il tasso di disoccupazione, da 9,1% nel 2010 cresce ancora a 9,2% nel 2011 per

poi tornare a 8,6% nel 2013. Per quanto riguarda i conti pubblici, nel quadro tendenziale a

legislazione vigente il rapporto deficit/PIL è pari al 5% quest'anno, al 4,7% nel 2011, e

rispettivamente a 4,3% e a 3,6% nel 2012 e nel 2013. Il debito pubblico è al 117,5% nel 2010, e

cresce al 120,9%, al 122,9% e al 123,5% del PIL rispettivamente nel 2011, 2012 e 2013. Veniamo

ora, in sintesi, ai risultati della simulazione dei due scenari.

Manovra di puro rigore finanziario (MAN, MAN+€)

Nel primo scenario, quello con la manovra di puro rigore finanziario, rispetto agli andamenti del

quadro economico di base si perde circa mezzo punto di crescita nel 2011 e un ulteriore mezzo

punto nel 2012. Si perdono 110 mila occupati nell'arco dell'intero periodo 2010 - 2013 rispetto alla

base. Il tasso di disoccupazione, sempre a fine periodo, è di quasi mezzo punto superiore rispetto

agli andamenti tendenziali. L'effetto di freno sulla crescita economica si fa sentire in negativo anche

sui conti pubblici. In effetti, invece della correzione di circa 1,6 punti di PIL preventivata ex ante, il

risultato ex post è di poco più di 1 punto di PIL. Il deficit pubblico, infatti, risulta pari al 3,2% del

PIL nel 2012, e scende sotto il tetto del 3% solo nel 2013. Il debito pubblico si riduce in misura

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quasi trascurabile rispetto al tendenziale. Soltanto 0,7 punti di PIL (122,8% del PIL invece che

123,5% del quadro tendenziale).

Non si deve dimenticare che questi risultati dipendono poi dalle ipotesi sull'andamento dell'euro.

Infatti, se invece di svalutarsi lievemente come assunto nel quadro di base, il cambio dell'euro

dovesse tornare a 1,45 dollari già a partire dal 2011 l'impatto sull'economia sarebbe ancora più

depressivo. La crescita del PIL diventerebbe in tal caso -0,4% nel 2011 e zero nel 2012. A fine

periodo ci sarebbero 240 mila occupati in meno e il tasso di disoccupazione sarebbe più alto di un

punto percentuale rispetto allo scenario tendenziale. I conti pubblici, anziché migliorare,

peggiorerebbero rispetto alla base tendenziale nonostante la correzione ex ante di 25 miliardi di

euro. Per l'esattezza, il rapporto deficit/PIL peggiorerebbe di 0,6 punti e quello debito/PIL di oltre 8

punti.

Manovra alternativa di rigore e crescita (EC RE)

Nel secondo scenario, quello della manovra alternativa di Economia Reale, l'andamento

dell'economia è migliore sia rispetto allo scenario della manovra di rigore finanziario sia rispetto al

quadro di base. Rispetto agli andamenti tendenziali si hanno 0,8 punti in più di crescita del PIL nel

2011, 0,2 punti in più nel 2012 e 0,3 punti in più nel 2013. Le ricadute sull'occupazione,

ovviamente, sono positive. A fine periodo si contano 240 mila occupati in più rispetto agli

andamenti tendenziali. Il tasso di disoccupazione è di quasi un punto inferiore a quello previsto nel

tendenziale al 2013. Ma l'aspetto più sorprendente riguarda l'andamento dei conti pubblici nel

secondo scenario, dove i risultati sono migliori anche qui sia rispetto al tendenziale sia rispetto alla

manovra di rigore finanziario. Già nel 2012 il deficit pubblico si attesterebbe al 2,9%, cioè sotto il

tetto del 3%. Obiettivo che, come si è potuto vedere, ex post non si ottiene con la manovra

correttiva da 25 miliardi di euro. Il deficit scenderebbe poi ulteriormente al 2,7% del PIL nel 2013.

Sul fronte del debito, similmente al primo scenario, l'impatto non è eccessivo, ma i risultati sono

comunque migliori di quelli che si ottengono con la sola manovra di correzione dei conti. Si tratta

infatti di una riduzione di 1,3 punti di PIL rispetto al tendenziale (122,2% del PIL invece che

123,5% del tendenziale). Per concludere, si deve sottolineare che in nessuno dei due scenari

simulati il rapporto debito/PIL si riduce nell'arco del prossimo triennio.

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Tavola 1: quadro economico internazionale

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2009 2010 2011 2012 2013

Commercio mondiale -13,0 11,8 7,0 8,2 8,0

PIL Mondo -1,9 3,5 3,6 4,0 4,0

5,0 8,1 7,4 7,7 7,6 Giappone -5,3 2,8 1,4 2,1 2,0 Cina 9,1 9,4 9,1 8,9 8,9 Usa -2,4 3,5 3,8 3,3 2,9 Area euro -4,0 0,7 1,3 2,0 2,2

Petrolio (dollari/bar) 61,6 81,3 86,1 89,0 92,0Dollaro/Euro 1,39 1,29 1,18 1,17 1,20Fonte: elaborazioni Economia Reale

Paesi emergenti Asia escl. Giappone

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Tavola 2: risultati delle simulazioni

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2009 2010 2011 2012 2013

Crescita del PIL

Base tendenziale -5,1 0,9 1,1 1,4 1,6Manovra rigore finanziario -5,1 0,9 0,7 0,9 1,6Manovra rigore finanziario con rivalutazione euro -5,1 0,9 -0,4 0,1 2,3Manovra alternativa Economia Reale -5,1 0,9 1,9 1,6 1,9

Occupati totali intera economia (migliaia)

Base tendenziale 24269,5 24525,6 24499,0 24539,4 24573,1Manovra rigore finanziario 24269,5 24525,6 24466,6 24454,5 24462,1Manovra rigore finanziario con rivalutazione euro 24269,5 24525,6 24395,1 24286,4 24332,1Manovra alternativa Economia Reale 24269,5 24525,6 24574,4 24709,1 24811,3

Tasso di disoccupazione

Base tendenziale 7,7 9,1 9,2 8,8 8,6Manovra rigore finanziario 7,7 9,1 9,3 9,1 9,0Manovra rigore finanziario con rivalutazione euro 7,7 9,1 9,6 9,8 9,6Manovra alternativa Economia Reale 7,7 9,1 8,9 8,1 7,7

Deficit pubblico (% PIL)

Base tendenziale -5,3 -5,0 -4,7 -4,3 -3,6Manovra rigore finanziario -5,3 -5,0 -4,2 -3,2 -2,7Manovra rigore finanziario con rivalutazione euro -5,3 -5,0 -4,8 -4,9 -4,6Manovra alternativa Economia Reale -5,3 -5,0 -3,8 -2,9 -2,7

Debito pubblico (% PIL)

Base tendenziale 115,8 117,5 120,9 122,9 123,5Manovra rigore finanziario 115,8 117,5 120,9 122,7 122,8Manovra rigore finanziario con rivalutazione euro 115,8 117,5 122,5 127,9 132,1Manovra alternativa Economia Reale 115,8 117,5 120,3 121,7 122,2Fonte: elaborazioni Economia Reale