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1 S.I.P.Si.Vi. PROGETTO “EDUCAZIONE ALLA SICUREZZA STRADALE NELLE SCUOLE” Destinatari: studenti del biennio delle scuole superiori, pubbliche e private, della Provincia di Torino

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S.I.P.Si.Vi.

PROGETTO

“EDUCAZIONE ALLA SICUREZZA STRADALE NELLE SCUOLE”

Destinatari: studenti del biennio delle scuole superiori, pubbliche e private, della Provincia di Torino

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Indice

-introduzione-saluto del Presidente Saitta pag. 3 -sintesi storia del progetto “ 4 -cornice teorica di riferimento “ 5 -obiettivi “ 6 -metodologia “ 7 -contenuti “ 8 -riflessioni “ 11 -gradimento degli studenti “ 13

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RAGAZZI IN CIRCOLAZIONE EDUCAZIONE ALLA SICUREZZA STRADALE ED ORIENTAMENTO ALLA MOBILITA’ SOSTENIBILE Educazione e democrazia hanno per comun denominatore il rispetto di sé, degli altri, delle regole che stanno a salvaguardia della convivenza civile. Alcune di queste norme specifiche sono raccolte nel codice della strada, nato a garanzia e tutela della salute e della vita di tutti coloro che vi transitano, perché le strade sono nate per favorire i collegamenti e i rapporti con le persone e non per trasformarsi in luoghi di ecatombe dove la macabra conta di incidenti riferisce di pedoni investiti e autoscontri mortali. Ogni anno sono migliaia le persone che muoiono o subiscono invalidità permanenti che impongono altissimi costi allo Stato e alle famiglie. Il problema dell’incidentalità sulle strade è un problema di estrema rilevanza, ed è per questo che l’Unione Europea nel “Secondo programma di azione europeo” ha posto come obiettivo da raggiungere in tutti gli Stati membri la riduzione del 50% del numero di vittime entro il 2010. Imparare ad usare la strada è quindi fondamentale, e la Provincia di Torino da anni promuove e finanzia un'iniziativa per formare gli studenti, istituendo corsi di educazione stradale nelle scuole secondarie superiori, pubbliche e private, nella certezza che, per migliorare le condizioni di sicurezza ed ottenere una riduzione dei livelli di incidentalità, occorre aumentare la conoscenza delle norme e la responsabilizzazione dei cittadini. Il Presidente Dott. Antonio Saitta

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La storia del progetto Nel 2003, il Settore Trasporti della Provincia di Torino promuove il “Servizio di formazione degli studenti del primo biennio delle scuole superiori, pubbliche e private, della Provincia di Torino in materia di Educazione alla Sicurezza Stradale”, che viene attivato per cinque edizioni: istituti classi allievi 2003/04 33 325 7.412 2005/06 28 250 5.750 2006/07 39 273 o 270 6.210 2007/08 29 240 5.042 2008/09 34 240 5.442 2009/10 29 243 6.075 TOTALI 192 1.571 35.931 L'attività formativa si sostanzia mediante lo sviluppo -per ciascuna classe di studenti- di un modulo di 8 ore così articolato: a) attività relativa agli aspetti psicologici della sicurezza stradale, con l’obiettivo di affiancare i giovani nell’acquisizione di consapevolezza circa le proprie reali capacità psicofisiche. Lo psicologo approfondisce le variabili comportamentali che predispongono all’incidente stradale: l'influenza delle sostanze psicotrope e stupefacenti, l’infrazione intenzionale delle norme, l’insufficiente percezione del rischio, la ricerca consapevole del rischio. b) attività propedeutica alla conoscenza dei principi e delle regole fondamentali del codice della strada. L'insegnante di autoscuola affronta le tematiche relative alla circolazione stradale, con particolare riguardo alle più importanti fra le regole stradali, alle responsabilità civili e penali, alle sanzioni, senza trascurare aspetti inerenti la sostenibilità del traffico. L’elaborazione del progetto, la direzione scientifica e la gestione organizzativa sono affidate a S.I.P.Si.Vi, associazione di psicologi che opera dal 1994 nell’ambito della sicurezza stradale partecipando a ricerche europee del settore, mentre le attività formative in aula sono condotte da una équipe mista composta da psicologi e insegnanti di teoria delle autoscuole. Il progetto mira ad intervenire su un fenomeno sociale e sanitario di ampia quanto drammatica portata: gli incidenti stradali giovanili. Secondo le statistiche sanitarie, l’incidentalità stradale rappresenta la più frequente causa di morte in adolescenza e tra i giovani adulti, per i soggetti di età compresa tra i 15 e i 24 anni, oltre ad essere causa primaria di disabilità e sequele post-traumatiche. Si tratta quindi di un fenomeno di ampia portata nel nostro contesto sociale, cui è necessario rispondere con interventi integrati e multidisciplinari. L’approccio adottato dall’équipe coinvolta nel progetto mira ad intervenire in modo positivo su alcuni snodi centrali per la prevenzione degli incidenti stradali dei giovani, lavorando su un target particolarmente esposto. L’età dei ragazzi incontrati, infatti, si caratterizza per l’emergere di una maggiore autonomia di movimento rispetto agli adulti, ma anche per l’utilizzo di mezzi di trasporto -quali il ciclomotore- di per sé ad alto rischio di incidentalità.

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Secondo un’indagine del CENSIS (2006), un rapporto inappropriato con le norme del codice stradale sembra costituire un elemento di vulnerabilità. In particolare il rapporto di ricerca ha evidenziato come solo il 35% degli studenti intervistati comprenda il significato di tutti i segnali stradali. Due terzi di loro decidono in modo autoreferenziale quali norme seguire o meno. Cornice teorica di riferimento

Nel 2005 Ragazzi in circolazione è stato incluso nella raccolta RO.S.E. 25 (ROad Safety Education per i 25 Paesi membri dell’Unione), buone pratiche di educazione alla sicurezza stradale per la fascia di età 3 / 17 anni (Commissione Europea, DGTREN Directorate General for Energy and Transport). Escludendo gli interventi limitati alla trasmissione delle informazioni, il campo di indagine del gruppo di psicologi esperti coinvolti nel progetto europeo RO.S.E. 25 si è concentrato sugli interventi caratterizzati

- dall’interazione diretta con il target-group - da un sistema di valutazione quantitativa e qualitativa dell’intervento realizzato.

La Road Safety Education (R.S.E.) è considerata uno dei tre cardini - insieme all’ innovazione tecnologica ed all’enforcement – degli interventi per la sicurezza stradale; essa comprende tutte le misure che mirano ad influenzare positivamente i comportamenti sulla strada, promuovendo la conoscenza e la comprensione delle regole e delle situazioni stradali, il rafforzamento e/o la modifica degli atteggiamenti riguardanti la consapevolezza del rischio, la sicurezza personale e degli altri utenti, attraverso la proposta di training ed esperienze specifiche. La definizione europea della “politica delle tre E: Education, Engineering, Enforcement” viene rinforzata dalla ricerca SUPREME, SUmmary and Publication of best practices in Road safEty in the MEmber States, che nel report pubblicato a giugno 2007 definisce le categorie di intervento per la sicurezza stradale, distinguendo fra le azioni educative-formative realizzate in ambito scolastico e la formazione del conducente di mezzi motorizzati, per i quali è necessario conseguire il permesso di guida. Tipologie di intervento dunque che hanno origine da premesse diverse, rispondono a bisogni diversi sia personali che sociali, richiedono un inquadramento teorico differenziato e l’applicazione di metodologie specifiche, finalizzate le une allo sviluppo di stili di vita salutari mentre le altre riguardano l’addestramento per la guida di un veicolo. Secondo questa impostazione l’educazione alla sicurezza stradale, oltre a trasmettere agli allievi le informazioni necessarie per partecipare al sistema della circolazione stradale, dovrebbe avere come fine principale l’affiancamento per apprendere le adeguate abitudini comportamentali, in un’ottica di autotutela e di consapevole rapporto con se stessi, con gli altri e con l’ambiente circostante. Al fine di promuovere atteggiamenti votati alla sicurezza ed alla tutela personale è necessario un approccio olistico ed integrato, capace di coinvolgere non solamente gli adolescenti, ma anche il contesto di vita e di relazioni in cui sono inseriti. Tale approccio si configura come strettamente congruente a quanto previsto dal Piano Nazionale della Sicurezza Stradale, Indirizzi Generali e Linee Guida di Attuazione (2000), che evidenzia come “La funzione di educazione stradale viene reinterpretata in senso molto ampio, come educazione permanente riferita non solo agli studenti, a partire dai più giovani, ma anche agli adulti, ai genitori, che non sono affatto esenti da comportamenti di guida a rischio. In altri Paesi questa forma di educazione ha consentito di collegare l’azione di sensibilizzazione ad

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un’azione di informazione specifica e capillare fortemente riferita alla realtà locale e all’esperienza diretta dei cittadini.” Il progetto Ragazzi in circolazione assume come centrale questa impostazione e si orienta quindi non solamente a fornire informazione e formazione al target-group, ma anche a stimolare e favorire processi di apprendimento innovativo ed informale tra gli adolescenti e gli adulti di riferimento. L’intervento in classe con gli adolescenti, infatti, è finalizzato a sviluppare una riflessione sugli stili di mobilità ed il rapporto con le norme del codice stradale, anche allo scopo di produrre interazioni positive dei ragazzi stessi con i propri familiari nell’ottica di un co-apprendimento di stili ed atteggiamenti meno connotati da componenti di rischio.

A tal proposito, oltre all’intervento della scuola, si ritiene essenziale l’apporto educativo della famiglia che, pur adattandosi alle dinamiche relazionali tipiche dell’età adolescenziale, deve mantenere le istanze fondamentali della propria struttura normativa senza scompensarsi di fronte a richieste, contestazioni e difficoltà provocate dal figlio. Per quanto concerne il nostro Paese, l’aspetto innovativo del progetto può essere individuato nei riferimenti metodologici e teorici della Traffic Psychology. In tale settore di intervento, la tematica su cui maggiormente ci si confronta riguarda la mobilità giovanile, come evidenziato dalle più recenti ricerche-intervento italiane ed europee, con particolare riferimento ai comportamenti collegati con le “tre regole d’oro” indicate dalla Commissione Europea: la velocità, i trattenitori d’urto (compreso il casco), la guida sotto influenza di alcool e droghe (SARTRE 3, 2004). Le infrazioni sono fra loro concatenate da elementi psicologici, che possono essere contrastati con interventi psicologici: non è difficile smascherare il falso coraggio della guida spericolata, che spesso caratterizza proprio quegli allievi che hanno più paura delle sfide poste dalla scuola, dagli adulti, dalle prospettive del futuro lavorativo, dai rapporti intimi, dalla sessualità, dai rapporti sociali. Durante il lavoro con i gruppi classe rileviamo spesso che sono proprio questi ragazzi a provare più paura ed a cercare sollievo nel paradossale senso di sicurezza offerto dalla velocità e, secondo alcune teorie, derivato dall’atavico bisogno di fuggire più veloce per sopravvivere. Riteniamo importante attenuare l’influenza sul proprio gruppo di riferimento esercitata da questi potenziali leader. Si tratta soprattutto di evitare che quel sollievo dalla paura incombente diventi patologicamente esasperato con l’ulteriore coraggio infuso da alcool e/o sostanze. Si tratta di evitare infine che questo falso coraggio si esibisca con il mancato uso dei trattenitori d’urto, bollati come segni di mancanza di coraggio. Risulta immediatamente evidente come l’impianto teorico ed operativo del progetto sia imperniato sulla consapevolezza dell’interazione tra variabili emotive e variabili cognitive, come per altro dimostrato ormai da tempo dagli studi sulla psicologia dell’apprendimento. Secondo questa disciplina l’esatta programmazione degli interventi ha effetto sia sulle variabili cognitive che su quelle affettive, in quanto l’ordinata attivazione del pensiero consente una piena acquisizione ed apre, pertanto, contemporaneamente la strada all’interesse ed alla gratificazione del soggetto. In assenza di una adeguata programmazione non si attua questa simultanea e interdipendente azione fra variabili cognitive ed affettive, e non si compongono le condizioni per il verificarsi degli apprendimenti.

Obiettivi Il macro-obiettivo del progetto concerne la “Prevenzione degli incidenti mortali e di lesioni permanenti, promovendo comportamenti virtuosi legati anche al costante e normale utilizzo delle

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protezioni passive (casco, cinture di sicurezza) e attive (ABS, sistema elettronico di controllo della stabilità e della velocità dell’autovettura)”.1 Tale obiettivo va considerato però come parte di un progetto formativo più ampio

- finalizzato allo sviluppo di una coscienza critica rispetto ai sistemi di mobilità sulla strada

- volto alla promozione di forme di spostamento maggiormente idonee a garantire sicurezza e promozione di un atteggiamento di auto-tutela.

Anche per questo motivo il target di età individuato dall’Ente promotore riguarda gli studenti del primo biennio della scuola superiore. In questa fase di sviluppo, infatti, i ragazzi si affacciano all’utilizzo dei mezzi di trasporto motorizzati, ma al tempo stesso è ancora possibile intervenire sulla percezione della strada come ambiente di vita e di relazione, tentando di promuovere una maggiore conoscenza di forme di mobilità alternative e connotate da un minor rischio di incidentalità. All’interno del macro-obiettivo generale, possono essere individuate alcune finalità specifiche: - incrementare la consapevolezza individuale e collettiva rispetto alle proprie scelte ed ai propri atteggiamenti e comportamenti stradali, con particolare riferimento agli aspetti di rischio; - favorire una corretta conoscenza e valutazione dell’importanza delle regole (corretto allacciamento del casco, spostamenti di corsia, ecc.) e, oltre le regole, dei consigli non ancora regolamentati, rivolti alla formazione di un corretto comportamento stradale (es. vestiti protettivi per i mezzi a due ruote); - promuovere una riflessione critica rispetto alla percezione dei propri limiti, sdrammatizzando il raffronto con il proprio narcisismo e la propria illusione d’onnipotenza/invulnerabilita ̀; - sostenere processi di protagonismo attivo nei ragazzi, considerati come possibili promotori di atteggiamenti votati alla sicurezza ed alla tutela propria ed altrui. Metodologia Aspetto centrale della metodologia adottata è la coniugazione di un intervento informativo con un approccio formativo, coerentemente con quanto evidenziato in precedenza rispetto alla necessità di intervenire sui processi relazionali ed affettivi che condizionano sia l’apprendimento che il comportamento adottato dal target group. Per tale motivo, la metodologia è finalizzata a favorire un ruolo attivo degli studenti che partecipano agli incontri. La conduzione dei gruppi di adolescenti privilegia un approccio partecipato e cooperativo per consentire ai ragazzi di apprendere dalle riflessioni su fatti ed esperienze che quotidianamente sperimentano lungo le strade urbane. Poiché il gruppo dei pari è un riferimento importante per l’ adolescente alla ricerca di confronti, apprezzamenti e conferme, viene prestata particolare attenzione a stimolare il coinvolgimento e la discussione del gruppo. Tale impostazione consente di attivare una dinamica di gruppo tra i ragazzi non più pensati come ricettori passivi di informazioni bensì come soggetti attivi in un processo di riflessione e confronto cui partecipano in misura eguale i coetanei e gli adulti presenti in classe. Lo stile di conduzione adottato dagli psicologi consente inoltre di favorire un approccio flessibile

1 Capitolato Provincia di Torino, articolo 1, comma 2. Anno 2007.

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ai problemi, dimostrando le motivazioni per cui vengono emanate determinate norme, i vantaggi che l’osservanza delle stesse procura, i fattori condizionanti la mobilità. In particolare si ritiene questo approccio particolarmente adatto a far emergere soluzioni alternative a quelle normalmente percepite dai ragazzi (ad esempio in merito al rapporto tra uso di sostanze alcoliche e guida), favorendo di conseguenza la consapevolezza delle proprie scelte e del proprio ruolo nell’adozione di adeguati stili ed atteggiamenti. Contenuti Durante le ore di attività in aula gli esperti formatori utilizzano, come supporto didattico, schede didattiche monotematiche collegate con la sequenza degli argomenti e strutturate in modo da facilitare la trasmissione dei contenuti previsti; le schede possono essere utilizzate successivamente dai docenti di classe per eventuali approfondimenti ripartiti tra le materie curriculari. Conformemente con le indicazioni metodologiche per l’educazione alla sicurezza stradale curata da esperti esterni così come delineate dal Gruppo Operativo regionale del Coordinamento Regionale per l’Educazione alla Sicurezza Stradale (C.R.E.S.S.), si è optato per l’utilizzo di supporti cartacei e non multimediali sia per motivi organizzativi riguardanti la formulazione degli orari sia perché si intende privilegiare l’aspetto relazionale con gli esperti, rimandando l’impiego di materiali videoregistrati per eventuali approfondimenti curati dai docenti di classe, a seguito di valutazione dei filmati ritenuti maggiormente idonei per la fascia di età destinataria dell’intervento. Ciascun modulo propone in aula la presenza alternata dello psicologo e dell’insegnante di teoria secondo una precisa successione degli argomenti, in modo da facilitare la trasmissione dei contenuti e l’osservazione/contenimento dei processi e delle dinamiche attivate. INCONTRO 1

Obiettivo Dimostrare di aver acquisito comportamenti corretti e responsabili quali utenti della strada sia come pedoni sia come utenti di mezzi meccanici (bicicletta, ciclomotore). Contenuti Le forme di mobilità giovanile. I ragazzi promotori di comportamenti di sicurezza nella circolazione urbana. La motivazione al cambiamento. Art. 186 CdS: Guida sotto l’influenza dell’alcol.

INCONTRO 2

Obiettivo Saper individuare ed applicare le norme principali del codice della strada, in riferimento a situazioni concretamente considerate (reali o simulate) tra quelle più frequenti e rilevanti. Saper riconoscere i valori della segnaletica stradale “in situazione”. Contenuti Le regole stradali

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INCONTRO 3

Obiettivo Saper valutare le varie situazioni di traffico e sapersi muoversi in esso senza rischi per se stessi e per gli altri, conoscendo a pieno i pericoli che si possono incontrare per propria o altrui responsabilità. Contenuti Rischi e pericoli ricorrenti nella circolazione stradale. Interazioni: uomo-veicolo-ambiente Responsabilità civili e penali. INCONTRO 4 Non ho il pdf. Obiettivo Dimostrare di aver assimilato gli elementi essenziali della formazione giuridica di base per l’interiorizzazione delle norme di condotta che rendono possibile la convivenza civile e democratica. Contenuti Le principali cause degli incidenti stradali. I tempi di reazione. Art. 172 CdS: I trattenitori d’urto. Art. 171 CdS: L’uso del casco per le due ruote a motore. INCONTRO 5

Obiettivo Dimostrare consapevolezza circa rischi e danni derivanti alla salute dell’uomo dal traffico assordante ed inquinante che può provocare anche stress e decadimento fisico soprattutto in caso di eccesso nell’uso esclusivo dei mezzi motorizzati per i propri spostamenti. Contenuti Artt. 195, 210 CdS - Quadro sanzionatorio. Art 1 CdS Inquinamento atmosferico ed acustico

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INCONTRO 6

INCONTRO 7

INCONTRO 8

Obiettivo Dimostrare consapevolezza degli atteggiamenti negativi di natura psicologica nel rapporto uomo-veicolo (narcisismo, istinto di potenza, mitizzazione del mezzo meccanico). Contenuti La propensione al rischio stradale. Il gruppo. I condizionamenti. Il primo soccorso.

Obiettivo Dimostrare di avere assimilato gli elementi essenziali della formazione giuridica di base per l’interiorizzazione delle norme di condotta che rendono possibile la convivenza civile e democratica. Contenuti

Obiettivo Dimostrare consapevolezza dei fattori patologici che possono causare pericoli e danni alla circolazione stradale(mancata igiene alimentare, farmaci che agiscono suiriflessi, sostanze, alcol..). Contenuti La percezione del rischio stradale. L’uomo e la velocità. Il ruolo di passeggero.

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Riflessioni L’esperienza di lavoro di questi cinque anni ha consentito di osservare e riflettere su aspetti molteplici, che spesso richiederebbero un ampliamento dei tempi di incontro con le classi per poter essere esplorati in modo approfondito. Un aspetto che emerge in modo ricorrente e significativo nel corso degli incontri con gli studenti riguarda la percezione e il rispetto delle regole stradali. Tali norme, infatti, vengono spesso percepite dagli adolescenti come regole sui generis, in qualche misura differenti e meno vincolanti rispetto ad altre regole che scandiscono la vita quotidiana del soggetto e della comunità. Le opinioni raccolte nelle classi sono spesso orientate a descrivere le sanzioni previste dal codice come eccessivamente rigide se non addirittura, in alcuni casi, inutili. In questo senso pare rilevante come la norma stradale venga rappresentata come semplice strumento di regolamentazione del traffico, svincolato da una questione di sicurezza personale e collettiva. Alcune regole del CdS sono di conseguenza percepite come ingiuste, troppo severe o arbitrarie. Tali rappresentazioni sono spesso legate a stereotipi e pregiudizi (i trattenitori d’urto vengono percepiti come invalidanti, causano delle lesioni in caso di incidente; le zone 30 aumentano il traffico perché i veicoli viaggiano lentamente; i limiti di velocità non sono appropriati; i conducenti che guidano a velocità sostenuta sono in grado di controllare il mezzo, ecc). L’atteggiamento riscontrato negli adolescenti sembra collegarsi con le caratteristiche della percezione del rischio in questa fase evolutiva, rischio stradale che viene di norma sottostimato, ma è importante sottolineare anche la difficoltà ad attribuire un significato personale alla regola stessa. Se da un lato si riscontra un atteggiamento che oscilla tra la dimensione dell’onnipotenza e quella fatalistica (“se deve accadere un incidente, succede indipendentemente dal fatto di rispettare o meno le regole”), dall’altro lato va osservato, infatti, che i ragazzi incontrati nelle classi hanno una discreta facilità a trovare nel loro contesto di vita, ed in particolare nel comportamento degli adulti di riferimento, esempi di mancato rispetto della norma stradale. Queste osservazioni favoriscono negli studenti un meccanismo di auto-giustificazione rispetto alla scelta di trasgredire le norme del codice stradale. In questo senso si potrebbe paradossalmente sostenere che tale comportamento costituisca una trasgressione solamente per certi versi, in quanto non viene percepito dai ragazzi come un superamento delle regole sociali e del mondo adulto. Gli adulti di riferimento, quando infrangono le regole stradali, suscitano spesso ammirazione da parte dei giovani e vengono in qualche modo vissuti come più vicini a sé.

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E’ quindi presente il rischio di un’indifferenziazione rispetto all’asimmetria che deve caratterizzare il rapporto educativo. Durante il periodo adolescenziale, caratterizzato da momenti (anche ripetuti) di conflitto (anche elevato) si corre il rischio di insinuare, su questa peculiare tematica, dinamiche di complicità che si inscrivono in una generale sottovalutazione delle componenti di rischio connesse alle varie forme di mobilità motorizzata. Le osservazioni presenti in letteratura sui comportamenti votati al rischio e sulle trasgressioni tipici della fase adolescenziale, possono essere integrati con la seguente riflessione: la regola stradale viene percepita come meno vincolante di altre, anche perché i minori ne osservano la trasgressione ripetuta da parte dei loro riferimenti normativi. Questo aspetto verosimilmente incide pesantemente anche sulla difficoltà ad attribuire un significato concreto e preventivo all’osservanza delle norme del codice, contribuendo di fatto all’assunzione di comportamenti in gran parte inconsapevoli e di scarsa auto-tutela.

Un esempio particolarmente significativo a questo proposito riguarda la normativa vigente sulla guida in stato di ebrezza, percepita dai ragazzi come una limitazione indebita che trascende la mobilità e la sicurezza stradale e va ad intaccare stili di vita e libertà personali.

Nell’affrontare questo tema con gli studenti non è raro riscontrare come tale distorsione del significato e del fine della norma sia caratteristico non solamente dei gruppi di adolescenti, ma riscontrabile anche nel mondo adulto di riferimento.

La riflessione si estende allora agli elementi di efficacia e di credibilità attribuiti dagli utenti alle norme stradali.

Spostarsi per la strada comporta necessariamente il rispetto delle prescrizioni indicate nel codice stradale, la cui trasgressione ha come conseguenza una contravvenzione (illecito amministrativo) oppure una sanzione penale (reato). Sulla strada esistono però regole informali che spesso non coincidono con le Norme stabilite dalla Legge per tutelare gli interessi collettivi ma rientrano nelle regole di buona educazione e rispetto degli altri, cioè in quelle che possiamo definire le regole di una sana convivenza civile.

E’ proprio per la convivenza civile che tali regole vanno osservate ed il fatto -purtroppo frequente- di un’ampia accettazione sociale verso le infrazioni, le pratiche di guida rischiosa, la mancata comprensione dei divieti, magari con facili giustificazioni ai propri comportamenti trasgressivi, si traduce innanzitutto in una mancanza di rispetto per gli altri oltre che, evidentemente, in violazioni di legge che vanno punite in base alla norma.

Le riflessioni proposte consentono di evidenziare come un aspetto centrale della promozione della sicurezza stradale sia quello di attivare processi globali che coinvolgano il nostro sistema sociale nella sua complessità. Operare in questo ambito, infatti, richiede l’attivazione di una vera e propria azione culturale. Solo quando le norme vengono interiorizzate riescono a regolare efficacemente il comportamento individuale e diventano abitudine assunta automaticamente in diverse situazioni. Esse vengono trasmesse attraverso i processi di socializzazione e di imitazione (genitore – figlio). Questo processo di introiezione delle norme richiede tempo ed investimento di energie da parte degli adulti significativi, in primo luogo i familiari degli studenti. Come abbiamo cercato di evidenziare, gli incontri condotti con i ragazzi del biennio hanno permesso di osservare e riflettere sulle contraddizioni e sulle discrepanze presenti nel processo di acquisizione ed interiorizzazione della norma stradale nella relazione tra adulti di riferimento e figli. Il progetto Ragazzi in circolazione rappresenta un primo strumento di intervento orientato a coinvolgere, sebbene indirettamente, gli adulti in un capillare processo di educazione

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permanente, finalizzato non tanto al miglioramento delle abilità tecniche di guida quanto ad incidere sull’atteggiamento e sui valori relativi alla sicurezza stradale.

Gradimento degli studenti A conclusione degli incontri, agli studenti è richiesto di rispondere in forma anonima ad un questionario riguardante la valutazione dei seguenti aspetti:

- il linguaggio utilizzato dagli esperti - la qualità degli argomenti e l’interesse personale verso ciascuno dei temi trattati - il tempo dedicato all’espressione delle proprie opinioni e alla formulazione di domande.

Infine, ciascun studente è invitato ad esprimere in forma libera le proprie opinioni circa i contenuti presentati in aula. I due grafici che seguono rappresentano alcuni risultati interessanti. Il grafico G1 ci fornisce una visione di insieme del livello di apprendimento degli studenti partecipanti al progetto nelle diverse edizioni. Come si può evincere dal grafico gli studenti che dichiarano di aver appreso “molto” variano dal 21,64% dell’anno 05/06 sino al 29% dell’anno 08/09. Questo trend ascendente viene confermato nel valore “abbastanza” che sale dal 40,05% dell’anno 05/06 sino al 42,63% dell’anno 08/09. Ad ulteriore conferma troviamo un trend inversamente proporzionale nei valori “poco” e “pochissimo” nei rispettivi anni. Questo trend è un dato di interessante approfondimento che evidenzia un miglioramento dell’apprendimento complessivo nell’arco degli anni. Questo miglioramento può essere attribuito a diversi fattori, da un rodaggio del progetto nel suo insieme in generale (interazione scuola/ente formatore/ente promotore) ad aspetti più tecnici in particolare (perfezionamento dei materiali didattici, formazione dei formatori, organizzazione di programmazione, distribuzione ecc.).

Il grafico G1-‘03/’04 riporta i dati della valutazione relativi al primo anno di attuazione del Progetto “Ragazzi in Circolazione”. Per correttezza metodologica è stato riportato separatamente in quanto a fronte della medesima domanda è stata utilizzata una scala di risposta differente.

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Tenuto in considerazione il diverso valore di scala è comunque possibile confrontare i risultati. Infatti sommando i valori “abbastanza”, “molto” e “moltissimo” e i relativi opposti troviamo conferma nel trend di risposta riscontrato negli anni successivi, riportati nel grafico G1.

3,52,7

4,513,3

19,1

22,4

pochissimopoco

abbastanza poconè poco nè molto

abbastanzamolto

moltissimo

G1- '03/'04. Alla fine del corso ho im

Il grafico G2 indaga il livello di concretezza attribuito agli argomenti trattati in classe da parte degli studenti che hanno partecipato al progetto nelle varie edizioni. Il trend positivo nel valore “molto” trova conferma anche in questa analisi, passando dal 20,38% nell’anno 2005/2006 sino ad arrivare al 25,65% dell’anno 2008/2009. Anche in questo caso i valori “poco” e “pochissimo” hanno un trend inversamente proporzionale passando dal 5,20% del 2005/2006 al 3,31% del 2008/2009 (“pochissimo”) e dal 9,96% del 2005/2006 al 7,50% del 2008/2009 (“poco”).

Il grafico G2-‘03/’04 analizza il livello di concretezza degli argomenti trattati nel progetto nell’anno della sua prima edizione. Rispetto al grafico G1-‘03/’04 viene riportato separatamente in quanto a parità di domanda i valori di risposta sono riportati su scala diversa: il confronto con il grafico G2 conferma il trend di valori registrato negli anni successivi.

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3,5

2,7

5,7

16,9

20,9

29,1

21,3

0 5 10 15 20 25 30 35

molto astratti

abbastanza astratti

discretamente astratti

nè concreti nè astratti

discretamente concreti

abbastanza concreti

molto concreti

G2 - '03/'04 Gli argomenti trattati secondo te erano: