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SISFA SCIENZA E INNOVAZIONE PER I SISTEMI FORESTALI E AMBIENTALI

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SISFASCIENZA E INNOVAZIONE PER I SISTEMI FORESTALI E AMBIENTALI

Direttore

Piermaria CUniversità degli Studi della Tuscia

Comitato scientifico

Marco BUniversità degli Studi della Basilicata

Giovanni BUniversità degli Studi di Torino

Gerard BUniversità degli Studi di Padova

Gherardo CUniversità degli Studi del Molise

Marco FUniversità degli Studi di Firenze

Francesco IUniversità della Calabria

Federico MAlma Mater Studiorum — Università di Bologna

Enrico MUniversità degli Studi di Firenze

Susanna NUniversità degli Studi di Firenze

Giovanni SUniversità degli Studi di Bari “Aldo Moro”

Raffaele SConsiglio Nazionale delle Ricerche

Gianfranco SConsiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura

SISFASCIENZA E INNOVAZIONE PER I SISTEMI FORESTALI E AMBIENTALI

Lo studio e la definizione di sistemi e soluzioni innovative per unagestione sostenibile dell’ambiente e delle sue risorse svolgono unruolo di grande rilevanza soprattutto a fronte dei rapidi cambiamentiche stanno interessando la Società e i processi conoscitivi e produttivi.

Il progresso scientifico, lo sviluppo tecnologico e il contesto socio–economico hanno modificato profondamente il rapporto tra naturae uomo, e segnatamente tra bosco e uomo. Il modo di guardare aisistemi forestali e all’ambiente è cambiato. È maturata una nuova con-sapevolezza che si va traducendo in una nuova cultura: la cultura dellacomplessità e dei connessi principi della sostenibilità, della diversitàdei sistemi naturali e di una equa distribuzione intragenerazionale eintergenerazionale dei beni e servizi da essi ritraibili.

La gestione sostenibile delle risorse forestali e ambientali implica lapianificazione di azioni che, coniugando esigenze a volte contrastantidi sviluppo economico, esigenze sociali e tutela dell’ambiente, consen-tano, in ogni decisione, di adeguare le modalità di uso alla salvaguardiadella loro integrità ecologica e culturale, a differenti scale spaziali.Pianificazione, gestione e uso prudente di risorse potenzialmenterinnovabili sono i fondamenti di una relazione sostenibile tra uomo ebosco e, nel loro insieme, definiscono un peculiare ambito scientifico,a livello didattico e di ricerca.

Giovanni Bovio, Davide Ascoli

La tecnica del fuoco prescritto

Lavoro realizzato con finanziamento della Regione PiemonteSettore Protezione Civile e Sistema Antincendi Boschivi.

Coordinamento del progetto: Dott. Stefano Bovo; Dott.ssa Cristina Ricaldone.

Copyright © MMXIIIARACNE editrice S.r.l.

[email protected]

via Raffaele Garofalo, /A–B Roma()

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I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: settembre

Indice

Prefazione

Capitolo IIntroduzione al fuoco prescritto

.. Definizione e obiettivi del fuoco prescritto, – .. Opportunità diapplicazione del fuoco prescritto, – .. Esperienze extra–europee edeuropee, – .. Il fuoco prescritto in Italia, – .. Il fuoco prescrittonella pianificazione antincendi boschivi, – .. La normativa sul fuocoprescritto, .

Capitolo IIConcetti propedeutici per il fuoco prescritto

.. I combustibili, – .. La meteorologia, – .. Fattori topografi-ci, – .. Comportamento del fuoco, – .. Effetti del fuoco, .

Capitolo IIIProgettazione del fuoco prescritto

.. Obiettivi specifici, – .. Descrizione dei combustibili, –.. Analisi delle condizioni meteorologiche e topografiche, – .. De-scrizione e previsione del comportamento del fuoco, – .. Effettidesiderati, – .. Definizione delle prescrizioni di applicazione, .

Capitolo IVRealizzazione del fuoco prescritto

.. Piano Operativo di Fuoco Prescritto, – .. Preparazione delsito di intervento, – .. Tecniche di accensione, – .. Equi-paggiamento e sicurezza, – .. Bonifica, – .. Valutazione emonitoraggio degli effetti, .

Indice

Capitolo VEsperienze guida: il fuoco prescritto in brughiera

.. Perché usare il fuoco prescritto in ambiente di brughiera, –.. Prescrizioni del fuoco prescritto in ambiente di brughiera, –.. Caratterizzazione dei combustibili di brughiera, – .. Previsionedel comportamento del fuoco in brughiera, – .. Previsione deglieffetti, – .. Esempio di definizione di una prescrizione, .

Ringraziamenti

Prefazione

La materia protezione dagli incendi boschivi si è evoluta notevolmentenegli ultimi decenni. Iniziando negli anni ’ con la L. /, percontinuare con la L. / (che abrogava la precedente), le Regio-ni realizzarono i Piani antincendi boschivi e migliorarono tutti gliinterventi per contenere il fuoco nei boschi.

Si sono delineate varie attività, tuttavia sempre con il prevaleredell’estinzione sulla prevenzione. Inoltre in Italia, come in vari paesiesteri, i servizi sono stati impostati prevalentemente sul modello diattesa che prevede di intervenire solo se si manifesta l’incendio. Si èsviluppata poco la prevenzione.

L’evoluzione socioeconomica degli ultimi decenni ha avuto unriflesso sulle modalità di uso del territorio e anche sugli incendi. Siè venuta a creare una realtà diversa dal passato soprattutto per l’e-spandersi del bosco in aree un tempo destinate all’agricoltura e per ladiffusione di zone di interfaccia urbano–foresta.

Si intrecciano così indissolubilmente problemi forestali e di pro-tezione civile. Si è sempre più diffusa la convinzione che i mezzi diestinzione, anche se potenti, non sono risolutivi soprattutto per laconcentrazione nel tempo degli eventi che ne imporrebbe la disponi-bilità in numero insostenibile. Sono maturate le condizioni per daremaggiore importanza alla prevenzione adottando modalità adatte alloscenario forestale che si è attualmente delineato.

Anche in questo caso non mancano le difficoltà. Infatti la prevenzio-ne selvicolturale antincendi è costosa. Inoltre, gran parte degli incendisi sviluppa in aree difficilmente raggiungibili da mezzi motorizzati.Qui non solo è difficile l’estinzione, ma lo è anche la prevenzione chedovrebbe essere realizzata in gran parte con strumenti manuali. Que-ste zone divengono sempre più scenario di incendi assai severi. Negliultimi anni presso l’Università di Torino si sono approfondite indaginisperimentali relative al fuoco prescritto, una tecnica di prevenzioneantincendi e di gestione del territorio nota da molto tempo ma spesso

Prefazione

discussa soprattutto per mancanza di conoscenze e per il dubbio, senon convinzione, che fosse dannosa più che utile.

I risultati sperimentali hanno escluso conseguenze negative al boscopoiché il fronte di fiamma è assolutamente differente da un incendio.Inoltre ne hanno messo in luce numerosi aspetti positivi. Tra essi nondeve essere sottovalutato che oltre alla valenza preventiva e gestionaleha anche funzione didattica per gli operatori che lo applicano. Ciòderiva dal fatto che per il fuoco prescritto è necessario basarsi su unprogetto che individua tutte le caratteristiche di comportamento deifronti i fiamma che si dovranno applicare.

Queste informazioni sono disponibili per gli operatori che se neavvalgono per predisporre l’intervento.

Un altro aspetto da sottolineare è che i costi sono assai più bassi ditutte le altre forme di prevenzione.

Le ricerche svolte hanno stimolato applicazioni e la diffusione deirisultati raggiunti.

È anche maturata l’esigenza di compendiare le conoscenze perguidare le applicazioni del fuoco prescritto.

Il presente testo è finalizzato a questo scopo. Nel primo capitolo sipresentano la definizione e gli obiettivi da raggiungere, soffermandosia tracciare lo stato dell’arte in Italia e all’estero, richiamando anche gliaspetti normativi.

Un secondo capitolo è dedicato a compendiare i criteri e i concettibase propedeutici per comprendere questa tecnica.

Ci si sofferma successivamente sugli aspetti progettuali intesi comepunto indispensabile per passare da azioni governate nella miglioredelle ipotesi dalla pratica, a un’attuazione appoggiata su conoscenzescientifiche.

Successivamente si trattano le modalità di realizzazione. Si descriveil piano operativo che compendia i passi da seguire per le operazioni.Si tracciano la modalità di preparazione dello scenario forestale e sidescrivono le tecniche di accensione indicando i principali aspetti cheguidano le scelte operative

L’ultimo capitolo riporta indicazioni su esperienze maturate inPiemonte con la finalità di mettere a disposizione una traccia sia persintetizzare i caratteri salienti di quanto realizzato sia per guidareulteriori eventuali applicazioni. I principali concetti sono approfonditianche con video didattici finalizzati a descrivere visivamente quanto

Prefazione

trattato. In tale modo si può comprendere l’uso del fuoco in differentiambienti, e con diverse intensità e tecniche di applicazione.

Il testo è finalizzato a diffondere la conoscenza del fuoco prescrittointeso come misura gestionale ecologicamente sana.

Il lavoro è mirato a soddisfare le esigenze degli addetti all’estinzionedelle amministrazioni pubbliche; dei professionisti forestali; dei privaticittadini interessati a realizzare interventi di autoprotezione; deglistudenti forestali. Una particolare attenzione viene rivolta ai volontariantincendi boschivi che possono essere gli attori dell’applicazione diquesta tecnica.

Il testo inoltre, pur mantenendo il rigore scientifico assume ancheconnotazione di divulgazione tecnico scientifica. Come tale può esse-re di interesse per tutti coloro i quali, anche non specialisti, voglianocomprendere il fuoco prescritto superando preconcetti e una infor-mazione superficiale che talvolta impediscono di adottare soluzioniefficaci inducendo a preferire erroneamente interventi costosi e nonrisolutivi.

Giovanni Bovio

Capitolo I

Introduzione al fuoco prescritto

Obiettivi

— Definire gli obiettivi del fuoco prescritto.— Descrivere l’uso del fuoco prescritto nei paesi extra–europei,

europei e in Italia.— Introdurre gli aspetti legati alla pianificazione e alla normativa

sul fuoco prescritto in Italia.

.. Definizione e obiettivi del fuoco prescritto

... Definizione

Per molto tempo si è ritenuto che il fuoco nell’ambiente forestalefosse sempre dannoso e pertanto si è cercato di limitarne l’uso. Inoltreper contrastare gli incendi boschivi si sono consolidate organizzazio-ni differenti, soprattutto incentrate sull’estinzione. Ne è un esempioquanto avvenuto per la Francia che nel periodo coloniale si trovò adaffrontare problemi di regimi di incendio di varia realtà nel mondo(Mali, Ciad, Senegal, Ghana nonché Indocina, e Guiana). Per com-battere il fuoco si concepiva in quel tempo un’organizzazione perl’estinzione, analoga a quella militare, affiancata ad una rigida repres-sione dei comportamenti colposi o dolosi che potevano essere causa diincendio. Questa impostazione era la più facile da concepire poiché sibasava sull’esperienza e sull’organizzazione sociale di un tempo. Nonsi dava importanza alla prevenzione anche se le prime applicazioni difronti di fiamma con questo scopo risalgono alla prima metà dell’.

. Giovanni Bovio, Davide Ascoli.. Giovanni Bovio.

La tecnica del fuoco prescritto

In coperture di Pinus pinaster in Portogallo si facevano applicazionidel cosiddetto “fuoco d’inverno” per diminuire la biomassa brucia-bile ed evitare gli incendi severi del periodo estivo. In Francia, nel si proponeva il “piccolo fuoco d’inverno” come tecnica capace diottenere ottimi risultati.

L’uso di fronti di fiamma con fini di prevenzione nelle copertureforestali ha originato la tecnica del fuoco prescritto, definita comel’applicazione esperta e autorizzata del fuoco su superfici pianificate,adottando precise prescrizioni e procedure operative, per conseguirespecifici obiettivi integrati nella pianificazione territoriale (Pyne etal. ). Sono state formulate altre numerose definizioni. Nel loroinsieme sottolineano sempre che si tratta di accensioni consapevoli,effettuate in precise realtà ambientali e in corrispondenza di condizionimeteorologiche predefinite. Inoltre, si indica che il fronte di fiammadeve avere intensità e velocità di propagazione tali da raggiungere ilconsumo di biomassa prefissato come obiettivo. Questi caratteri evi-denziano come l’applicazione del fuoco prescritto possa essere fattasolo sulla base di un apposito progetto. Questo aspetto è di fondamen-tale importanza poiché evidenzia come siano valutate e dimensionatetutti le variabili: dall’analisi dei combustibili, al dimensionamentodei parametri di comportamento del fronte di fiamma, al tipo e allaquantità di biomassa che si vuole eliminare, alle modalità applicative.

L’espressione “fuoco prescritto” sottolinea quindi come l’applicazionedel fronte di fiamma sia strettamente legata ad una specifica prescrizione.Il fuoco sarà quindi “prescritto” in tutte le sue modalità dal progettistaforestale che valuterà gli aspetti ecologici, quelli applicativi nonché quellidella sicurezza. Nella pratica si ricorre spesso anche ad altre espressioniche portano con sé altri concetti, talvolta fuorvianti. È da ritenere erratal’espressione “incendio prescritto” che, soprattutto in passato, si usava nellinguaggio corrente. Sottendeva l’accomunare l’incendio all’applicazionedella tecnica preventiva per il fatto che ambedue manifestano un fronte difiamma. Infatti la legge quadro in materia di incendi boschivi n. /,definisce l’incendio come una fattispecie assolutamente diversa dal fuocoprescritto (Bovio e Ascoli ). Inoltre, questa errata espressione inducea ritenere che sia necessaria l’estinzione, legata al concetto di incendio.Tuttavia il fuoco prescritto, se applicato correttamente, non richiedeestinzione, tanto che in alcune occasioni è stato definito “fuoco secco”.

Altra espressione fuorviante è “uso autorizzato del fuoco” che non

. Introduzione al fuoco prescritto

individua la tecnica nella sua connotazione progettuale ma richiamasolo un procedimento autorizzativo che assume il ruolo di sterile con-trollo formale. Si usa anche frequentemente l’espressione di “fuococontrollato” che sottolinea solo l’aspetto della sicurezza delle opera-zioni e che viene enfatizzata da chi è convinto che usando il fuoco siabbiano sempre danni. Con l’aggettivo “controllato” si evidenzia ditemere l’evento più della convinzione di gestirlo e di dirigerlo sullabase delle indicazioni di progetto. Questa impostazione conduce a uneccesso di precauzioni sia operative che burocratiche.

Talvolta nell’usare la terminologia non si tiene conto della veloceevoluzione della materia antincendi e si adottano espressioni che era-no valide fino al recente passato ma non più attuali. Ne è un esempio ilfare corrispondere l’espressione “abbruciamento prescritto” a “fuocoprescritto” assimilando così questa pratica preventiva agli abbrucia-menti agricoli. Queste incongruenze di termini non caratterizzanosolo la realtà italiana. In Spagna, per esempio, si ritrovano le espressionidi quema controlada (fuoco controllato) e fuego prescrito. In Francia, inpassato era diffusa l’espressione di brulage controlè con una connotazio-ne assolutamente analoga all’italiano fuoco controllato. Attualmentesi usa di più l’espressione brulage dirigè che lascia intendere il concettoche il fronte di fiamma venga diretto dal forestale sia in sicurezza sianell’assoluta consapevolezza dei rapporti che intercorrono tra fuocoe ambiente (Valette ).

Le numerose espressioni usate evidenziano come vi siano moltimodi di intendere il fuoco prescritto. Quello corretto fa riferimento auna tecnica rigidamente legata a un progetto in cui si esplicitino tuttele prescrizioni applicative.

... Obiettivi

Il fuoco prescritto è oggi applicato in molte parti del mondo. In alcunerealtà è pratica usuale. Ad esempio in Florida nel ha interessatopiù di .. ettari, di proprietà sia pubblica sia privata. Oggi èprevisto su superfici crescenti in diversi paesi Europei. Anche in Italiainizia a diffondersi con esperienze applicative e sperimentali in diverseRegioni (Ascoli et al. ).

Le finalità del fuoco prescritto sono varie. Tra tutte prevale quelladi prevenzione degli incendi (Fernandes e Botelho ) attraverso

La tecnica del fuoco prescritto

la riduzione con il fuoco di una frazione della biomassa bruciabile,soprattutto morta e di piccole dimensioni. Una minore disponibilitàdi combustibile corrisponde infatti a una minore intensità del frontedi fiamma di un eventuale incendio successivo al trattamento. Ciòcomporta una minore probabilità di passaggio in chioma e una conse-guente minore severità. Inoltre il contenimento dell’intensità facilitaanche l’estinzione.

Per scopo preventivo il fuoco prescritto può essere applicato su uncomplesso forestale da difendere oppure essere applicato in luoghistrategici per ridurre frequenza e superficie media degli incendi di unazona, diversificando in essa il tipo e la distribuzione dei combustibili(Ascoli e Bovio ). Possono essere fatte applicazioni anche per finipaesaggistici inducendo delle trasformazioni sulla copertura forestale.

Per fini di gestione ambientale il fuoco prescritto può influenzarela rigenerazione di determinate specie e quindi essere impiegato permantenere coperture vegetali che altrimenti si evolverebbero versoforme non desiderate. Applicazioni sperimentali a questo riguardosono state fatte in Piemonte per la gestione di brughiere (Ascoli et al.).

Per aspetti selvicolturali il fuoco prescritto può essere utilizzatonella preparazione di aree per il rimboschimento di specie forestaliattraverso la semina diretta o per favorire l’affermarsi della rinnova-zione in presenza di alberi portaseme. In altre occasioni non vieneperseguito un solo obiettivo. Ne è ancora un esempio un’applicazionein Piemonte in cui il fuoco prescritto è stato realizzato per ottenerecontemporaneamente la gestione dei viali tagliafuoco, la conservazio-ne di habitat in brughiere, la razionalizzazione dei fuochi pastorali e lariduzione strategica del carico di combustibile (Ascoli e Bovio ).

Un altro obiettivo del fuoco prescritto è legato alla formazione.In questo contesto è particolarmente valido per il fatto di richiederela gestione del fronte di fiamma con caratteristiche previste da unapposito progetto. Pertanto gli addetti al servizio antincendi e soprat-tutto quelli che intervengono nell’estinzione, possono esercitarsi confronti di fiamma il cui comportamento è preconfigurato in tutti i suoiparametri e valutare in campo l’influenza delle variabili predisponenti.Si sottolinea come questa valenza formativa sia rilevante per la realtàitaliana dove l’organizzazione del volontariato ha una posizione di ri-lievo nella struttura di estinzione. Per questo motivo è necessaria una

. Introduzione al fuoco prescritto

formazione capace di mantenere l’efficienza delle squadre soprattuttonei periodi in cui si verificano pochi eventi. Inoltre, proprio per il fattoche il fuoco prescritto richiede un’attenta fase progettuale, possonoessere previste delle esercitazioni che abbiano anche la valenza diintervento preventivo. Pertanto la stessa attività potrebbe assumere siavalenza formativa, permettendo di approfondire le caratteristiche delfronte di fiamma in sede progettuale e successivamente di attuare l’ap-plicazione che si configura contemporaneamente come intervento diprevenzione a beneficio del bosco in cui si lavora.

.. Opportunità di applicazione del fuoco prescritto

Questo paragrafo è dedicato a considerazioni sull’opportunità di ap-plicare il fuoco prescritto. Ci si pone di fronte alla domanda se questatecnica preventiva non sia dannosa e se sia opportuno preferirla adaltre forme di prevenzione diretta. Per le eventuali conseguenze sul-l’ambiente si rimanda all’apposito capitolo dedicato agli effetti delfuoco.

Per trattare dell’opportunità dell’applicazione del fuoco prescritto ènecessario anticipare che questa tecnica non è in alcun modo dannosaper l’ambiente. Il criterio guida per esprimere il giudizio di opportu-nità di applicazione sta nell’obiettivo da ottenere. Già in tempi lontanisi aveva conoscenza che questa tecnica potesse dare buoni risultati.Varnhagen () per le pinete del Portogallo, indicava

[. . . ] c’è un modo sicuro di impedire che il fuoco sia distruttivo in estate.Nei giorni secchi d’inverno, occorre bruciare la lettiera tra i pini. Il fuocobrucerà la lettiera senza influire sulle radici. Ripetendo quest’operazionetutti gli inverni in pineta mai si corre il rischio di perderla per incendio inestate, quando il fuoco attacca le radici [. . . ]

Negli Stati Uniti, dal il fuoco prescritto è stato autorizzato dalservizio forestale e da allora si è diffuso sempre più. Oggi è applicato invari paesi europei dove viene ritenuto di grande utilità per la capacitàdi limitare l’intensità lineare di incendi che potrebbero diffondersinelle aree trattate. Questo concetto deve essere approfondito. Infatti è

. Giovanni Bovio.

La tecnica del fuoco prescritto

necessario precisare che nella maggioranza delle coperture forestalipossono svilupparsi incendi con intensità lineare anche elevata. Lacapacità di estinzione delle forze a terra ha come limite superiore– kWm- (Hirsch e Martell ). Per le realtà ambientali mag-giormente diffuse in Italia le condizioni per attuare l’attacco direttosono: intensità lineare inferiore a kcal m-s- (circa kWm-), lun-ghezza di fiamma minore di , m; velocità di avanzamento inferiorea m min-; profondità del fronte di combustione inferiore a m ependenza inferiore a ° di inclinazione (Bovio ).

Queste indicazioni evidenziano che le possibilità di effettuare l’attac-co diretto sono limitate e che spesso non si può lavorare con successosul fronte di fiamma salvo ricorrere ai mezzi aerei. Nella maggioranzadei casi si deve adottare l’attacco indiretto che comporta maggioredurata dell’incendio e maggiore superficie percorsa.

L’applicazione del fuoco prescritto determina sempre un conteni-mento dei parametri di comportamento dell’incendio che si potrebbesviluppare, garantendo le condizioni per una sua minore diffusibilità esoprattutto una più facile estinzione.

Queste condizioni potrebbero essere ottenute anche con altri in-terventi di prevenzione diretta soprattutto con la prevenzione selvicol-turale. Essi sono assai validi ma applicabili solo a coperture forestalistrutturate. Infatti, la loro efficacia si manifesta soprattutto nell’impe-dire lo sviluppo dell’incendio di chioma allontanando i palchi più bassidegli alberi dal combustibile del sottobosco. In tale modo l’altezzacritica di fiamma alla quale si può innescare il passaggio in chioma, siinnalza molto rendendo questa possibilità più remota. La selvicolturapreventiva inoltre agisce sulla densità del bosco rendendo difficile latrasmissione orizzontale dell’incendio da una chioma all’altra.

Questi interventi di prevenzione selvicolturale tradizionale nonpossono essere attuati su boschi di invasione che a causa del progres-sivo abbandono dell’agricoltura si stanno diffondendo sul territorioitaliano al ritmo di . ha anno-. Infatti, in essi l’eliminazione diparte della biomassa viva contrasterebbe molto con la stessa possibi-lità di affermasi della copertura forestale nelle fasi iniziali della suaevoluzione.

Il fuoco prescritto contiene la biomassa morta che con altri inter-venti di prevenzione non può essere eliminata senza intaccare anchequella viva. Per questo motivo è assai meno traumatico di ogni for-

. Introduzione al fuoco prescritto

ma di asportazione sia di copertura arbustiva sia di individui arboreiattuata con strumenti da taglio. Un altro aspetto da considerare è lasuperficie su cui si deve fare la prevenzione. La possibilità di diffu-sione degli incendi interessa la maggioranza delle Regioni italiane.Dovrebbe quindi essere fatta la prevenzione rapportata al rischio cheviene descritto nei piani antincendi boschivi. Si dovrebbero ricopri-re aree vaste e si raggiungerebbero facilmente costi non compatibilicon le disponibilità finanziarie. Realizzare la prevenzione su tutto ilterritorio diviene molto impegnativo anche per la possibilità tecnicadi attuarla. Quindi nello scenario forestale italiano servono interventidi prevenzione di basso costo e facilmente applicabili.

Il fuoco prescritto risponde a queste caratteristiche sia per essereapplicabile a molti tipi forestali sia per essere economicamente com-petitivo nei confronti di tutte le altre forme di prevenzione. Infatti ilsuo costo è compreso tra e euro ha- in zone non arborate, etra e euro ha- in zone molto arborate, variando con la co-pertura arborea, la viabilità, la collocazione del sito e le dimensionidel cantiere (Ascoli et al. ). Il basso costo del fuoco prescritto èanche legato al fatto di non richiedere attrezzature particolari. Inoltrese le operazioni vengono condotte come da progetto non deve esserefatto nessun intervento di estinzione. Un altro aspetto che depone afavore del fuoco prescritto è la sua valenza formativa per le squadreche potrebbe rendere automatica la realizzazione contemporanea diprevenzione ed estinzione da parte degli stessi operatori ottenendo unmiglioramento di efficienza. Infatti le squadre che agiscono in un ter-ritorio sarebbero a conoscenza delle zone in cui si è fatta prevenzionecon particolare riferimento alla manutenzione dei viali tagliafuoco.

Un altro aspetto da considerare è che il fuoco prescritto possaimmettere in atmosfera composti originati da combustione. Ciò po-trebbe apparentemente rappresentare una contro indicazione per lasua applicazione. In questo caso deve essere fatta distinzione tra incen-dio e fuoco prescritto. Infatti, il livello di danno, compreso quello diinquinamento atmosferico, dipende dall’intensità del fronte di fiammae dal tipo di biomassa combusta (Bovio ). A parità di intensità,inoltre, possono esserci differenti livelli di danno a seconda degli stratidi vegetazione interessati (Xanthopoulus et al. ). Si deve precisareche il fuoco prescritto ha una intensità più bassa rispetto a quella diun incendio; inoltre, vengono interessati solo alcuni strati di vegeta-

La tecnica del fuoco prescritto

zione e si attua una combustione lenta e completa. Di conseguenza,gran parte degli inquinanti prodotti dalla combustione bruciano e neviene immessa in atmosfera solo una minima parte. Essa deve essereconfrontata con quella che sarebbe emanata dagli incendi che sarannoevitati. Si stima che se, a livello europeo, si applicasse annualmente ilfuoco prescritto su una superficie pari al % di quella percorsa dagliincendi, si otterrebbe una riduzione di anidride carbonica immessain atmosfera di milioni di tonnellate (Narayan et al. ). Per l’Ita-lia questa riduzione viene stimata in circa . milioni di tonnellateall’anno (Marchi ).

Queste indicazioni dissipano ogni dubbio sull’apparente aspettonegativo di inquinamento atmosferico che non sussiste se viene fattauna valutazione generale che conferma, anche per questo aspetto,l’opportunità di applicazione di questa tecnica. Le varie considerazio-ni esposte permettono di giudicare l’applicazione del fuoco prescrittopromettente e opportuna. Infatti, si tratta di una tecnica di preven-zione adatta agli attuali scenari ambientali italiani, poco costosa ecapace di manifestare, assieme alla funzione preventiva e di gestionedel territorio, anche quella formativa ottenendo riflessi assai positivisull’efficacia dell’estinzione e della lotta antincendi in generale.

.. Esperienze extra–europee ed europee

... Il fuoco prescritto nei paesi extra–europei

Lo sviluppo del fuoco prescritto nei diversi paesi extra–europei pre-senta aspetti comuni. In Nord America, Australia e Sud Africa, ilrapporto dell’uomo con il fuoco, inteso come strumento di gestione,è strettamente legato alla storia della colonizzazione europea.

Quando gli europei si insediarono nelle colonie trovarono territori ingran parte gestiti con il fuoco (Goudsblom ). Per migliaia di anni,infatti, i bantu africani, gli aborigeni australiani o gli indiani americani,hanno utilizzato il fuoco per aprire la vegetazione e consentire gli spo-stamenti, per cacciare, per selezionare le specie vegetali o per difenderegli insediamenti dagli incendi. L’arrivo dei coloni portò dei profondi

. Davide Ascoli.

. Introduzione al fuoco prescritto

cambiamenti al regime degli incendi, definito come “regime storico”(Pausas e Keeley ), in parte dovuto a cause naturali come i fulmini,ma determinato soprattutto dalle pratiche indigene di uso del fuoco.

I coloni conoscevano le tecniche di uso del fuoco del vecchio conti-nente (Pyne ) e le adattarono ai nuovi territori, spesso emulando lepratiche indigene, per aprire la vegetazione su aree estese al fine di crea-re nuovi insediamenti e avviare le produzioni agricole e l’allevamento(Pyne ). Inoltre, la diminuzione delle popolazioni indigene a seguitodelle malattie europee e delle guerre di conquista, portò a una diversadistribuzione delle aree percorse dal fuoco.

Nuove forme di innesco vennero introdotte con la rivoluzione in-dustriale (es., locomotive a vapore; linee elettriche), mentre l’invasionedi specie vegetali esotiche contribuì a modificare le caratteristiche di in-fiammabilità del territorio. In seguito, con la crescita della popolazione,dell’organizzazione sociale delle colonie, e con lo sviluppo dell’industriadel legno, cruciale per la crescita interna e l’esportazione verso l’Europa,fra la fine del XIX sec. e l’inizio del XX sec. vennero adottate politiche dicontrollo degli incendi.

In questo contesto, un acceso dibattito sull’uso del fuoco per finali-tà agro–silvo–pastorali divise per decenni amministrazioni, proprietariterrieri e tecnici (es., “Light burning controversy” in California, Pyne ).

Le politiche di controllo degli incendi determinarono un accumulo deicombustibili e della loro continuità. Gli effetti di questo tipo di gestionerisultarono evidenti in corrispondenza di incendi disastrosi sia in terminidi vite umane, beni danneggiati ed effetti sull’ambiente che caratterizza-rono i regimi di incendio nella prima metà del XX sec. dal Nord America,all’Australia, al Sud Africa (Pyne et al. , Hirsch et al. ).

Contemporaneamente, il dibattito sull’uso periodico del fuoco perridurre i combustibili aveva portato a realizzare numerosi studi sull’adatta-mento degli ecosistemi a specifici regimi di disturbo da fuoco, fornendole basi conoscitive della tecnica del fuoco prescritto per la gestione delterritorio. Apparve chiara, a questo punto, la necessità di rivedere le poli-tiche adottate per passare dal controllo indiscriminato di tutti gli incendi auna gestione integrata in cui la tecnica del fuoco prescritto assunse unruolo di primo piano. Dagli anni ’ del XX sec. vi è stata una progressivadiffusione del fuoco prescritto in tutti i continenti. In Tabella . vengonoriportati alcuni esempi per area geografica, tipo di vegetazione e obiettivogestionale.