sɘlfiesh dogma

9
The biggest communication problem is we do not listen to understand. We listen to reply. Il più grande problema della comunicazione è che non ascoltiamo per capire. Ascoltiamo per rispondere. PUUU E EL Z [email protected] [email protected] [email protected] COPYRIGHT© 2015 TUTTI I DIRITTI RISERVATI

Upload: selfiesh-tv

Post on 15-Apr-2017

578 views

Category:

Entertainment & Humor


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: Sɘlfiesh dogma

The biggest communication problem is we do not listen to understand.

We listen to reply.

Il più grande problema della comunicazione è che non ascoltiamo per capire.

Ascoltiamo per rispondere.

PUUU

EELZ

[email protected] [email protected]

[email protected]

COPYRIGHT© 2015 TUTTI I DIRITTI RISERVATI

Page 2: Sɘlfiesh dogma

1

SELFIESH

In un futuro che è già presente

Gli esseri umani non si guardano più negli occhi

C’è un nuovo spettro che si aggira per il mondo

Lo spettro dell’egoismo

Page 3: Sɘlfiesh dogma

2

1. LA NOVITÀ

Selfiesh è un nuovo concetto di opera audiovisiva, unica nel suo genere, un progetto che raccoglie una serie di osservazioni sull’umanità contemporanea.

Selfiesh costruisce un dialogo tra due persone prigioniere del loro campo di riferimento, quello tracciato dal proprio cellulare. La messa in scena è un dialogo tra campi opposti e ribaltati, il primo dialogo tra cellulari e punti di vista esclusivi. La novità più eclatante di questa operazione è dunque tutta contenuta in un concetto: il controcampo del Selfie.

Immaginiamo due personaggi (A e B) e un loro ipotetico dialogo nel mondo di Selfiesh. La realtà ripresa da A raffigura in primo piano il suo volto ripreso dal proprio cellulare e poi il resto del mondo alle sue spalle, compresi il volto e il corpo di B, senza cellulare. La realtà ripresa da B raffigura in primo piano il suo volto ripreso dal proprio cellulare e poi il resto del mondo alle sue spalle, compresi il volto e il corpo di A, senza cellulare. I punti di vista egoistici dei personaggi che abitano il mondo dei selfie entrano in contatto grazie all’alternanza del montaggio e dunque del continuo ribaltamento. A e B, dunque, si daranno sempre le spalle perché alternatamente catturati uno dal cellulare dell’altro. In primo e in secondo piano, di volta in volta. (FIG. 1 e FIG. 2)

Ecco a voi Selfiesh, benvenuti nel mondo della comunicazione più egoista e distorta che c’è. O che ci potrebbe essere.

Page 4: Sɘlfiesh dogma

3

FIG.1

FIG.2

Page 5: Sɘlfiesh dogma

4

2. I PERSONAGGI, GLI ATTORI

Nell’acquario di Selfiesh, questo mondo che non prevede che ci si guardi

mai negli occhi ma solo attraverso i cellulari, sono stati inseriti dei pesci apparentemente molto normali. Due fidanzati, un padre, una madre, due figli. Se qualcuno ha pensato che fossero dei nuovi mostri quello che avrebbero popolato questo mondo distorto e rovesciato, beh, aveva ragione.

Parlano, si dicono cose. All’interno di momenti rubati alla quotidianità, dopo una prima messa a fuoco, prendono slancio le derive più violente, immorali, le vere pieghe dell’umanità più egoista. Per questo, a tratti, quest’umanità folle e marcia viene approcciata di volta in volta in chiave surreale, malinconica, tragicomica. Molto spesso i personaggi protagonisti di Selfiesh avrebbero bisogno di guardarsi negli occhi o di liberarsi della propria immagine e abbracciarsi. E invece non smettono mai di darsi le spalle, anche quando la situazione è paradossale o la violenza del momento è insostenibile. In fondo sono prigionieri del filtro che mettono tra se stessi e il resto del mondo e hanno accettato la loro condizione, come se fosse una condanna da cui è inutile sfuggire. Sull’altare dell’immagine di se stessi, i personaggi di Selfiesh hanno sacrificato ogni esigenza di rapporto diretto con l’altro.

Gli attori, tenendo in mano a turno il cellulare, in parte sono i registi del personaggio che mettono in scena, in parte mostrano una parte di sé che raramente avevano rivelato. Recitare guardandosi negli occhi forse non gli era mai capitato prima.

Page 6: Sɘlfiesh dogma

5

3. IL MONDO SELFIESH

A partire dai primi tre episodi, una sorta di setup del mondo Selfiesh, l’obiettivo è quello di creare una serie. Diversamente dal solito, questo mondo non prevede una struttura sviluppata su linee orizzontali, con una serie di casi verticali, si propone piuttosto di costruire una sorta di saga ‘familiare’. Un vero e proprio sviluppo a macchia d’olio, liquido come la società post contemporanea che vuole immortalare. Una sorta di struttura molecolare, un virus che si sprigioni dalle prime tre cellule depositate.

I personaggi cresceranno dunque in direzioni diverse, come vettori di un’invisibile forza centrifuga, intrecciandosi sporadicamente gli uni con gli altri per creare un quadro astratto, che ha il suo centro di gravità nel mondo di Selfiesh.

Page 7: Sɘlfiesh dogma

6

4. SELFIESH NEL MONDO

Le potenzialità di Selfiesh sono tantissime, quasi quanto quelle del device attorno a cui ruota, il cellulare. Selfiesh descrive la società contemporanea e può essere declinato su base drammatica o comica, con due o più attori contemporaneamente, ma soprattutto può essere un nuovo strumento di rappresentazione di qualsiasi situazione reale o astratta: può ridefinire i contorni di temi controversi come determinate libertà di coscienza, all’interno di culture lontane nel mondo, o addirittura nel tempo, può entrare in relazione con le tematiche delle tre grandi religioni monoteiste…

Stabilite e codificate una serie di regole oltre a quelle già proposte nei primi

tre episodi (proprio come allora fece Dogme 95), Selfiesh può essere adottato ovunque nel mondo per contribuire a svilupparne le potenzialità della messa in scena o dell’introspezione psicologica. In pratica Selfiesh sarà a disposizione dei cervelli fertili che vorranno declinare la loro versione di questa nuova forma di rappresentazione audiovisiva…

Se i contributi arriveranno da attori e da registi di tutto il mondo e di tutte le lingue, senza porsi alcun limite o riverenza, un po’ come uno strumento open source a disposizione della ricerca artistica, insomma se Selfiesh riuscirà nell’intento di attirare la collaborazione dei migliori talenti al mondo, allora la sua mission potrà dirsi compiuta.

Page 8: Sɘlfiesh dogma

7

5. DA DOVE NASCE L’IDEA

Siamo partiti dal selfie, lo scatto più diffuso nella ritrattistica contemporanea. Uno scatto così ripetitivo, quasi sempre egocentrico e vuoto in termini di significato. Lo abbiamo riempito di senso.

Ci siamo chiesti il perché del successo di questo fenomeno del selfie,

successo che appare tutt’altro che reversibile. Non importa lo sfondo: dal cocktail bar di Manhattan alla periferia di Kobane, ogni giorno che passa si diffonde e si consolida sempre di più questa forma di rappresentazione del sé, amplificata soprattutto dai social network. È un fenomeno espressivo alla portata di tutti, semplice, che non conosce barriere sociali: basta un telefono puntato contro se stessi, come un’arma. Da oggi, con Selfiesh, sarà un’arma a doppio taglio.

Abbiamo esasperato le possibili conseguenze di questo fenomeno. Pensiamoci: fino a pochi anni fa solo ai giapponesi sarebbe sembrato normale filmare ogni esperienza di vita come unica possibilità di renderla valida e reale. Oggi lo fanno tantissimi, reggendo il cellulare. Domani? Quale sarà la nuova frontiera? Forse far apparire costantemente il mondo come uno sfondo, alle spalle della nostra immagine. È una prospettiva agghiacciante, ma purtroppo verosimile.

C’è sempre più gente che posta il messaggio ‘eccoci Parigi!’ presentando

una tour Eiffel minuscola, fuori fuoco, indistinguibile alle spalle di quattro faccioni sorridenti in primissimo piano. Anonimi, ma ingombranti. Ecco perché la discriminante tra ciò che vediamo sullo schermo del nostro cellulare e quello che non vediamo, siamo noi stessi: esserci o non esserci, questo è il problema. Non basta più realizzare l’immagine per presumere di esserci o partecipare, occorre riempirla con noi stessi. Questo narcisismo applicato alla tecnologia potrebbe presentarci presto il conto, sotto forma di una nuova comunicazione.

Con Selfiesh, abbiamo voluto immaginarla e metterla in atto.

Page 9: Sɘlfiesh dogma

8

6. IL DEVICE

Il cellulare è l’ottica della fotocamera, il nostro punto di vista sul mondo. Quando lo puntiamo verso di noi, la mano che muove il cellulare è l’estensione di questo punto di vista. Ci osserviamo mentre fissiamo lo schermo del cellulare: è molto più di uno specchio, perché lo possiamo spostare a nostro piacimento, inquadrandoci per come vogliamo apparire o per come vogliamo riconoscerci. Nel frattempo, qualcosa balugina alle nostre spalle: quello che supera il nostro volto, è il mondo. Tutto il resto dello spazio possibile, tutti gli altri abitanti della terra.

Il fatto che il nostro volto sia diventato una sorta di complemento oggetto del nostro stesso sguardo non sembra preoccuparci neanche un po’. Nemmeno del fatto che nel frattempo si sta impoverendo il nostro rapporto con gli altri – coi quali ci confrontiamo sempre meno e sempre più egoisticamente – e di conseguenza con noi stessi. Sbagliamo se pensiamo che privandoci del confronto con gli altri arriveremo a conoscerci sempre più profondamente, perché quello che succede è che conosciamo sempre meglio il cellulare, il nostro mezzo ideale per congiungerci al nostro interlocutore ideale. Sì, noi stessi.

In questa spirale ‘selfish’ di autoriferimenti, il selfie da cellulare ha spopolato, anche nella sua variante video. Fino a oggi si è sempre appoggiato a un’ideale linea di 180 gradi, il campo delimitato dalla linea del cellulare, esattamente come una macchina da presa.