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dicembre ’12 Le Cure Palliative Domiciliari 1 LE CURE PALLIATIVE DOMICILIARI: Il ruolo del medico di assistenza primaria e la sua integrazione con gli operatori dell’équipe (infermiere, medico palliativista, psicologo, volontari) LE NOVITÀ NELL’EROGAZIONE DELLE CURE Servizio Cure Domiciliari e Riabilitazione

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dicembre ’12 Le Cure Palliative Domiciliari 1

LE CURE PALLIATIVE DOMICILIARI:Il ruolo del medico di assistenza primaria

e la sua integrazione con gli operatori dell’équipe (infermiere, medico

palliativista, psicologo, volontari)

LE NOVITÀ NELL ’EROGAZIONE DELLE CURE

Servizio Cure Domiciliari e Riabilitazione

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NOVITÀ SULL ’EROGAZIONE DELLE CURE PALLIATIVE

Legge 38 del 15 marzo 2010: “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”.Articoli 1 e 2: “La presente legge tutela e garantisce il diritto del cittadino ad accedere alle cure palliative e alla terapia del dolore, così come previsto nei L.E.A., al fine di assicurare il rispetto della dignità e dell’autonomia della persona umana, il bisogno di salute, l’equità dell’accesso all’assistenza, la qualità delle cure e la loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze.”

Workshop SICP-SIMG (Lecce, 29 ottobre 2009): “Accanto al malato quale équipe domiciliare?”Documento di consenso sulla modalità operativa per rispondere in modo unitario al bisogno del malato e della sua famiglia che si fonda sul lavoro di équipe, che richiede una costante integrazione professionale fra Medici di Medicina Generale (MMG), Medici con esperienza in cure palliative (palliativisti) ed infermieri.

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NOVITÀ SULL ’EROGAZIONE DELLE CURE PALLIATIVE

Intesa tra Governo e Regioni del 25/7/2012: “Definizione dei requisiti minimi e delle modalità organizzative

necessari per l’accreditamento delle strutture di assistenza ai malati in fase terminale e delle Unità di cure palliative”

Indica gli elementi distintivi strutturali quantitativi e qualitativi per individuare le caratteristiche indispensabili affinché una struttura possa essere considerata idonea.

Individua gli standard strutturali quantitativi e qualitativi che definiscono la Rete delle cure palliative sia per il paziente adulto che per il paziente in età pediatrica.

Detta disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative.

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ULTIMI PROVVEDIMENTI REGIONALI

• D.G.R. 3541 e 3584: nuovi requisiti per accreditamento ed erogazione ADI

• D.G.R. 3851: tariffe sperimentali dei nuovi profili

• Decreto Direzione Generale Famiglia 6032: regole per la sperimentazione della nuova ADI

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NUOVI REQUISITI ACCREDITAMENTO

• Equipe di cure palliative domiciliari con proprio palliativista

• Copertura del servizio: almeno 49 ore settimanali su 7 giorni

• Reperibilità sanitaria: su 24 ore e su 7 giorni

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CURE PALLIATIVE :L’insieme degli interventi terapeutici,

diagnostici e assistenziali, rivolti sia alla persona malata, sia al suo nucleo familiare,

finalizzati alla cura attiva e totale dei pazienti la cui malattia di base,

caratterizzata da un’inarrestabile evoluzione e da una prognosi infausta, non risponde

più a trattamenti specifici.

Definizione

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Persone affette da patologie ad andamento cronico ed evolutivo, per le quali non

esistono terapie o, se esse esistono, sono inadeguate o sono risultate inefficaci ai fini della stabilizzazione della malattia o di un

prolungamento significativo della vita.Quindi non solo persone affette da patologia

tumorale.

A CHI SI RIVOLGONO?

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QUANDO VENGONO ATTIVATE?

Le cure palliative in genere vengono attivate nella fase terminale della vita . Si può parlare di fase terminale della vita quando le condizioni fisiche si deteriorano rapidamente, ogni intervento diviene inefficace e la morte è prevista come l’evoluzione inevitabile della malattia in tempi relativamente brevi.

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IN QUALE FASE SI AVVIANO LE CURE PALLIATIVE?

• In generale le cure palliative non sono prerogativa della fase terminale della malattia; esse possono affiancarsi alle cure attive finalizzate al prolungamento della vita: “simultaneous care”.

• Ai malati affetti da patologie non oncologiche ad evoluzione infausta deve essere garantito da parte dei curanti un adeguato approccio palliativo (controllo dei sintomi fisici, attenzione e supporto alla sofferenza psicologica, sociale e spirituale) fin dalle fasi precoci della malattia, con l’eventuale supporto del palliativista.

• È da garantire la possibilità di intervento dell’intera équipe di cure palliative domiciliari in momenti di particolare criticità e nelle fasi di fine della vita.

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CURE PALLIATIVE IN ADI

La peculiarità dei pazienti terminali in ADI èdeterminata dalla necessità di prenderli in carico tempestivamente ed è pertanto ovvio che si potrà predisporre, se del caso, la presa in carico anche per pazienti (in particolare quelli con patologia oncologica) che non presentano ancora necessità di prestazioni infermieristiche specifiche.

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Con le nuove regole, per attivare le cure palliative domiciliari è obbligatoria la dichiarazione che il malato è “terminale”, cioè con un’aspettativa di vita < 90 giorni, fatta dal MAP o da specialista alla dimissione protetta

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L’EQUIPE DI CURE PALLIATIVE IN ADI

Medico di Medicina GeneraleInfermiere

Palliativista

In funzione dei bisogni del malato e dei familiari possono intervenire anche:

PsicologoFisioterapista

ASA/OSSAltri specialisti: nutrizionista, rianimatore/pneum ologo,

pediatra

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L’ATTIVAZIONE DELLE CURE PALLIATIVE DOMICILIARI 1/3

La segnalazione al Distretto (CeAD) di una necessità può essere fatta da:

• Medico di assistenza primaria• Reparto ospedaliero• Paziente/Familiari• Palliativista• Servizi sociali• Altri: volontari, vicini, ecc.

L’assistenza deve essere sempre attivata dal MAP.Nel caso di segnalazioni arrivate da altri, il CeAD sente il

medico e la famiglia e decidono se avviare l’ADI.

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L’ATTIVAZIONE DELLE CURE PALLIATIVE DOMICILIARI 2/3

Nel caso di dimissioni protette, secondo il protocollo in uso, si avvia immediatamente l’ADI.

Il MAP successivamente inoltra la richiesta di assistenza.

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L’ATTIVAZIONE DELLE CURE PALLIATIVE DOMICILIARI 3/3

Successivamente all’attivazione si procederàalla valutazione multidimensionale: triage e valutazione di secondo livello da parte dell’équipe multiprofessionale

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LA PRESA IN CARICO

Per presa in carico del paziente in cure palliative s’intende l’avvio dell’intervento di tutta l’équipe di cure palliative domiciliari:

• L’Infermiere effettua la prima visita di valutazione (se possibile col MAP)

• Il Palliativista contatta subito all’avvio dell’assistenza il MAP per raccogliere le informazioni cliniche sul caso e concordare contenuti e tempi delle proprie prestazioni.

• L’ Infermiere poi predisporrà un PAI da condividere con il MAP e il palliativista .

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CONTENUTI DEL PAI

Il PAI prevede almeno:

• le prestazioni di ciascun componente dell’équipe

• le altre figure che dovranno intervenire• le modalità e i tempi delle verifiche congiunte• come procedere in caso di criticità

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DA LASCIARE A DOMICILIO

A domicilio devono essere lasciati:• istruzioni precise ai familiari su come

comportarsi in caso di problemi• diario clinico da aggiornare costantemente da

parte di tutti• i numeri di telefono del MAP, dell’infermiere,

della reperibilità sanitaria e del Servizio di Continuità Assistenziale e i relativi orari di servizio

• uno stock di farmaci per interventi urgenti, con indicazioni scritte e previo addestramento dei familiari per il loro utilizzo.

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RAPPORTI NELL ’EQUIPE

• Il MAP, l’infermiere e il palliativista si scambiano i numeri telefonici

• Il riferimento della famiglia è l’infermiere che valuta l’andamento della sintomatologia attraverso la “scheda rilevazione sintomi ”

• In caso di criticità informa il MAP che interviene personalmente o attiva il palliativista

• Se, nonostante l’intervento del MAP, i sintomi non recedono, si attiva il palliativista

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ALTRI COMPITI DELL ’INFERMIERE

• Colloquio iniziale e finale con la famiglia• Sorveglianza quotidiana ai pazienti in

trattamento antidolorifico con pompa• Disponibilità per prestazioni urgenti durante

l’attività del servizio• Disponibilità all’assistenza di fine vita• Riunioni almeno mensili con gli altri operatori

dell’ente • Riunioni almeno trimestrali in distretto

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ALTRI COMPITI DEL MAP

• Responsabilità dell’assistenza clinica del paziente

• Disponibilità a prescrivere farmaci proposti dal palliativista sprovvisto di ricettario

• Svolgimento degli accessi domiciliari autorizzati• Segnalazione dei casi critici al Servizio di

Continuità Assistenziale

• Accompagnamento al paziente e alla famiglia durante tutta l’assistenza

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ALTRI COMPITI DEL PALLIATIVISTA

• Partecipazione a riunioni almeno mensili con l’équipe dell’ente accreditato

• Riunioni almeno trimestrali in distretto• Primo accesso a domicilio non appena

insorgono problemi clinico-assistenziali• Accessi successivi in caso di criticità• Disponibilità a essere contattato nelle ore diurne

dei giorni feriali da lunedì a venerdì• Prescrizione e gestione di terapia antalgica per

infusione con disponibilità telefonica sulle 24 ore per il suo monitoraggio

• Disponibilità per la sedazione palliativa

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ALTRI COMPITI DEL CeAD

• Garantisce un ruolo di riferimento per tutta l’équipe

• Supervisione dell’assistenza e accompagnamento del paziente e della famiglia

• Garantisce l’accesso anche in ospedale quando necessario, per individuare eventuali necessitàdi raccordi con altri erogatori di servizi

• Riceve e valuta eventuali segnalazioni di criticitàrelative alle procedure assistenziali

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CONTINUITA’ DELL ’ASSISTENZA NOTTURNA E FESTIVA

• Garantita dall’équipe di cure palliative attraverso la reperibilità sanitaria dell’infermiere e, nei casi previsti, del palliativista

• La famiglia in caso di necessità attiva l’infermiere reperibile

• L’infermiere, se ritiene, accede alla consulenza palliativistica telefonica da parte dell’hospice di Borgo Palazzo

• In caso di necessità di interventi medici domiciliari l’infermiere attiva il Servizio di Continuità Assistenziale

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MALATI TERMINALI AFFETTI DA PATOLOGIE NON ONCOLOGICHE

• Approccio palliativo dell’équipe fin dalle fasi precoci

• Interventi di tutta l’équipe domiciliare nei momenti di particolare criticità e nella fase di fine vita