social innovation factory

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Progetto vincitore: ver: 1.6 rev 2 Date: 20/10/2013 target: PUB auth: Kilowatt 1

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Progetto vincitore:

ver: 1.6 rev 2 Date: 20/10/2013 target: PUB auth: Kilowatt

1

EXECUTIVE SUMMARY

Il progetto Social Innovation Factory si configura come un acceleratore d’innovazione

sostenibile animato da una rete di progettisti, professionalità ed esperienze che insieme

possono contribuire all’allineamento della città agli obiettivi di crescita sostenibile, intelligente

ed inclusiva che l’Europa si è posta nella Strategia Europa 2020.

Un progetto modulare con l’obiettivo di stimolare la nascita di nuove opportunità di lavoro,

nuove collaborazioni professionali e relazioni sociali, offrendo un luogo di confronto attivo e di

contaminazione tra cittadinanza, microimprese, terzo settore e pubblica amministrazione.

Attraverso un processo di riqualificazione di un immobile nel centro storico di Bologna e

un’attività strutturata di community management, l’organizzazione intende diventare un punto

di riferimento per la città sui temi dell’innovazione sociale.

La Factory promuoverà e produrrà direttamente la realizzazione di beni e servizi orientati alla

creazione di valore condiviso, inteso come generazione di valore economico sostenibile per

l’organizzazione e contemporaneamente di valore per la società civile.

All’interno della Social Innovation Factory saranno sviluppate quattro aree strategiche:

HUB

spazi condivisi

CLOUD

servizi condivisi

ART

sviluppo progetti artistici

FOOD

sviluppo sostenibilità alimentare

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All’interno delle quattro aree saranno sviluppate le seguenti attività:

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ORGANIZZAZIONE PROPONENTE

Ragione sociale: Associazione Culturale Kilowatt

Data costituzione: 23/2/2012

Numero associati: 278, con distribuzione nazionale concentrata su Emilia-Romagna e

percentuali di genere: 53% donne, 47% uomini

Legale rappresentante: Stefano Follador, via del Porto 52 Bologna

Sede: via del Borgo di San Pietro 22 Bologna

Sito: www.kilowatt.bo.it

Social network:

- http://www.facebook.com/kilowattbologna

- https://twitter.com/kilowattBo

L’Associazione Kilowatt unisce microimprese, terzo settore e professionisti attivi nei campi

della progettazione, comunicazione, sviluppo sostenibile e industria creativa.

L’obiettivo è incubare ed accelerare idee, progetti e flussi di lavoro tramite:

- l’utilizzo di meccanismi partecipativi

- la condivisione di spazi operativi

- l’uso di strumenti comuni.

A luglio 2013 vince il bando Incredibol per l’innovazione creativa del Comune di Bologna.1

La storia di Kilowatt è anche in un documentario, arrivato nella shortlist del concorso

internazionale di documentari brevi sul lavoro SHORT-on-WORK.

Il video è visibile su: http://www.youtube.com/watch?v=15kP80f7CdE

1 http://www.incredibol.net/

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Attività:

1- co-working :2

- Età media coworker: 32 anni

- Aziende coinvolte: 8

- Progetti partecipati sviluppati: 14

- Co-worker resident & nomad: 19

- Eventi: 6 al mese

- Partecipanti agli eventi: 3700 in 11 mesi

- Workshop: 5 al mese

2- principali video produzioni : format TV Made in Green, campagna Edison Green Movie - il3

protocollo europeo per la produzione di film sostenibili, campagna di lancio del progetto

PETRICORstudio: S-Cambia cibo

3- community engagement: ideazione e promozione della campagna per lo sviluppo di filiere

volte alla creazione di un distretto del riuso a Ferrara 4

4- workshop: Digital Update, Business Design, Business Model Canvas, Social Workshop,

Unibike: Alta Formazione sul ciclismo urbano, Coaching, etc

5- eventi: #KW4, un ciclo di eventi formativi che stanno portando a Bologna realtà, casi concreti,

esperti e progetti emblematici sui temi dell’innovazione tecnologica e sociale; Raduno Spaghetti

Opendata; Agenda Digitale Infrastrutture Smart City & Communities; OpenRicostruzione-Camp

; Vernissage artistici; incontri Google Developer Group; Business Pitch; eventi culinari; eventi

musicali

Esempio repert eventi:

http://issuu.com/sociallab/docs/def_co-design_kw4_report?e=6862190/3006843

6- GAS: gestione di un Gruppo d’Acquisto biologico e a chilometro zero con eventi di

presentazione dei prodotti del territorio e dei produttori.

2 Info su: http://kilowatt.bo.it/lo-spazio/3 Info su: http://kilowatt.bo.it/kilowatt-video/4 info su: http://kilowatt.bo.it/parte-lowaste-for-action-prima-community-per-leconomia-circolare-a-ferrara/

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OBIETTIVI

L’obiettivo strategico è favorire la nascita ed il rafforzamento di attività imprenditoriali e di

diffusione della progettualità in ambito social innovation, contribuendo a rendere Bologna una

città più sostenibile, innovativa ed attrattiva sia per i talenti che transitano sul territorio che per i

suoi cittadini.

Gli obiettivi operativi declinati sui target chiave dell’organizzazione sono:

- co-workers: offrire spazi e servizi condivisi a prezzi vantaggiosi; generare opportunità di

collaborazione, di business e incentivare sinergie; ampliare i singoli network ed intercettare,

grazie anche al co-baby, necessità emergenti nell’ambito del lavoro autonomo.

- cittadinanza: accedere ad uno spazio interculturale, dinamico e stimolante, dove i principi di

sostenibilità e partecipazione sono alla base sia della ristorazione che delle proposte artistiche.

- PA e imprese: offrire un ambiente qualificato ed innovativo per avere accesso ad idee e

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contatti; offrire beni e servizi sostanziali; favorire un posizionamento sociale legato alla

sostenibilità ed all’innovazione.

BISOGNI E VANTAGGI PER CLIENTI E STAKEHOLDERS

La Factory si posiziona in modo coerente rispetto alle esigenze emergenti nel mercato del

lavoro, che vede la crescente urgenza di spazi e servizi rivolti alle nuove figure di lavoratori:

professionisti che hanno individuato nell’innovazione sociale e nella sharing economy il loro

ambito d’azione. I servizi che si intendono offrire riguardano da una parte una facilitazione

all’ingresso nel mondo del lavoro per startup e freelance attraverso la fornitura di spazi e

facilities a prezzi agevolati, dall’altro consistono nella creazione di un ambiente stimolante e

prolifico, capace di generare collaborazioni. Il progetto di co-baby inoltre intende fornire un

valido sostegno ai neo-genitori/lavoratori che desiderano conciliare vita professionale col

desiderio di stare insieme ai propri figli. Il tutto all’interno di uno spazio che risponde al

pressante bisogno di comprendere l’attività lavorativa all’interno di un più ampio stile di vita,

dove la condivisione e la sostenibilità costituiscono due fattori centrali per la realizzazione sia

professionale che esistenziale. In questa direzione pensiamo sia fondamentale la contiguità tra

lo spazio di co-working, area ristorazione, area relax e le iniziative artistiche. I vantaggi reali sia

per gli utenti che per gli stakeholders possono essere riassunti in un modello di spazio che

facilita l’avvio di imprese attive nell’innovazione sociale e nella contestuale capacità di creare

convergenza tra vita lavorativa e interessi personali.

Area Target Bisogno a cui risponde Utilità/vantaggio

HUB

- co-workers

- PA e imprese

- organizzatori

di eventi

- nuove modalità di lavoro

flessibile

- riduzione dei costi

- network collaborativo

- spazio aperto 24 ore

- gestione flessibile e

modulabile sulle

esigenze di ciascuno

- ambiente friendly, stimolante

- generazione opportunità

di lavoro

CLOUD- co-workers

- PA e imprese

- accesso a servizi

professionali qualificati e a

basso costo grazie alle

- comunicazione centralizzata

- partecipazione alla creazione

di un portafoglio integrato di

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economie di scala

- accesso a community

tematiche motivate e

competenti

servizi professionali veicolato

dall’organizzazione

- centro di alta formazione

interno

- facilità di creazione di

collaborazioni professionali

ART

- co-workers

- PA e imprese

- curatori

- cittadinanza

- accesso a spazi attrezzati

per organizzare eventi h.24

- accesso a spazi espositivi

senza pagare biglietti

e con servizio

bar/ristorazione

- pubblico fidelizzato

- accesso ai canali comunicativi

interni

- spazi artistici

- piste ciclabile

- parcheggi

FOOD

- co-workers

- PA e imprese

- cittadinanza

- riferimento sulla

ristorazione sostenibile

- possibilità di fare

colazione, pranzare e cenare

con continuità dalle 8 alle 24

- possibilità di organizzare

pranzi o cene di lavoro nei

pressi della propria

postazione

- menù del giorno bio,

stagionale e a km 0

- gruppo d’acquisto

- tavoli all’aperto nei mesi

estivi

- spazi verdi dove poter

organizzare picnic

- piste ciclabile

- parcheggi

INNOVATIVITA’ DEL PROGETTO

Di seguito i principali elementi:

1. Non esistono sul territorio bolognese luoghi dedicati esclusivamente all’innovazione sociale

2. A differenza di un semplice co-working, la factory non si propone come un mero distributore

di servizi, ma individua nei network e nella gestione della community il suo punto di forza, con

un’attenzione particolare alla sperimentazione di un “welfare dal basso” rivolto anche a

neo-mamme e neo-papà liberi professionisti

3. In Italia si sta diffondendo un modello che vede da un lato gli incubatori d’impresa rivolgere la

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propria attenzione verso le esigenze delle singole startup senza creare contatti con la comunità

di riferimento, e dall’altro la diffusione di co-working focalizzati prettamente sulla risoluzione

del problema di spazi per nuovi lavoratori autonomi.

Il posizionamento della Social Innovation Factory è quello di cercare un ideale bilanciamento tra

questi due estremi, attraverso il coinvolgimento di differenti attività e imprese che vedono

ridurre il rischio complessivo, e la creazione di economie di scala sulla gestione di uno spazio che

si propone come luogo di aggregazione e creazione di valore diffuso

4. Ulteriore differenza rispetto ai classici co-working ed incubatori è rappresentata

dall’ambiente culturale in cui è immerso lo spazio grazie all’organizzazione di eventi artistici e

con un servizio bar/ristorante sostenibile attivo con continuità lungo tutta la giornata.

SHARING ECONOMY

Il modello di riferimento del progetto è basato sulla sharing economy, intesa come economia

della condivisione di beni, servizi, dati e abilità il cui fine è sempre generare un valore aggiunto

sia per gli individui che per la comunità attraverso la collaborazione e la creazione di valore

condiviso.

Si tratta quindi di un modello economico aperto che procede nella direzione opposta rispetto

alle organizzazioni che prevedono l’utilizzo strategico di brevetti e di proprietà intellettuali, e che

richiama le esperienze di lunga tradizione, specialmente in Emilia-Romagna, dal mutualismo

delle cooperative.

IMPATTO AMBIENTALE

La riduzione dell’impatto ambientale sarà presente durante tutto il ciclo di vita dell’impresa, in

quanto la sostenibilità, nella sua accezione più ampia, è il driver chiave del progetto: dalla

riqualificazione dell’immobile (seguendo i principi dell’edilizia sostenibile), all’allestimento, fino

alla gestione, facendo particolare attenzione ad attuare scelte che favoriscano la diffusione di

comportamenti sostenibili anche negli utenti.

OBIETTIVI AMBIENTALI:

- riduzione consumi energetici

- risparmio risorse

- riduzione spreco

- gestione sostenibile dei rifiuti

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- promozione sostenibilità

Il ristorante utilizzerà materie prime stagionali, a "km 0" e bio (anche grazie alla creazione di un

gruppo di acquisto interno alla struttura). Saranno adottate delle policy di risparmio energetico,

idrico e di promozione di un’alimentazione più sana. Gli elettrodomestici saranno in classe

energetica A e A+ (in grado di ridurre fino al 25% i consumi del ristorante ). Si sceglieranno 5

prodotti per le pulizie certificati (Ecolabel, EPD, BlueAngel) e si presterà attenzione a ridurre lo

spreco.

L’allestimento e l’utilizzo degli spazi sarà pensato per massimizzare l’utilizzo della luce

naturale, la condivisione di stampanti e strumenti informatici. La mobilità sostenibile sarà

incentivata dalle piste ciclabili presenti e della ciclofficina.

La proposta culinaria, l’eliminazione dell’acqua in bottiglia, la promozione della raccolta

differenziata: tutti questi elementi saranno parte fondamentale della comunicazione d’impresa

volta a diffondere una cultura di sostenibilità.

SETTORE DI RIFERIMENTO

L’Innovation Union Europe 2020 flagship, riconosce l’innovazione sociale come “un nuovo

settore molto importante che deve essere sostenuto".

Il Programma UE per l’Innovazione ed il Cambiamento sociale (PSCI) è uno strumento

gestito direttamente dalla Commissione, a sostegno delle politiche sociali ed occupazionali

attraverso la UE. Esso è parte della proposta della Commissione per la politica regionale

europea per l’occupazione e le politiche sociali.

Dagli Stati Uniti all’Asia, dal Sud America all’Europa, con particolare riferimento a Gran

Bretagna e Francia, l’innovazione sociale sta diventando mainstream, catalizzando l’attenzione

del settore pubblico, del mercato, del terzo settore e dei media. Nel settore della finanza

abbondano i fondi di impact investment che sostengono la crescita del settore della social

innovation (Social Impact Bond, programmi pubblici d’investimento tramite Big Lottery Fund e

Big Society Capital, etc)

I principali driver dell’innovazione sociale europea possono essere condotti ai seguenti fattori:

5  Studio: Commercial Buildings Energy Consumption Survey (CBECS), Autorità Americana per l’energia

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- Economici: istanze legate allo sviluppo sostenibile, alla domanda crescente di servizi pubblici

efficenti in un contesto di riduzione della spesa pubblica;

- Sociali: nuovi e vecchi bisogni (cura, re-inserimento, occupazione, salute, etc);

-Politici: decentramento e forme di partecipazione, apertura a nuove soluzioni di governance;

- Culturali: comunità, cooperazione, collaborazione, co-produzione, co-lavoro, etc.;

- Tecnologici: nuovi strumenti per creare relazioni, interazioni, partecipazione.

A livello italiano le politiche governative sono coerenti al contesto europeo, basti pensare alle

ultime azioni intraprese in merito:

- Bando Smart cities e Social innovation: 240 milioni € per il sud , 700 milioni € per il

centro-nord

(294 domande di cui 188 per la sezione Social Innovation, 40 milioni di € )

- Task force per l’innovazione del Ministero dello Sviluppo – 12 esperti (1 di innovazione

sociale)

- Task force per l’innovazione del Ministero dell’Università e Ricerca – 6 esperti (1 di

innovazione sociale) – Agenda digitale nazionale

- Call per progetti di sviluppo della Agenda Digitale di Bologna, 100.000 €, 113 progetti

presentati

In Gran Bretagna l’impresa sociale sta crescendo notevolmente, soprattutto nel settore

culturale, che rappresenta il 6% del PIL e impiega oltre 2 milioni di persone.

Il nuovo rapporto di Social Enterprise UK rivela come il sociale stia conquistando 6

l’imprenditoria del Regno Unito. Il numero delle startup sociali è tre volte tanto quello delle

nuove imprese create negli altri settori, registrando un aumento del volume d’affari del +38% dal

2011 rispetto al 19% delle pmi.

Tale successo è da ricondurre non solo alla crescente sensibilità sociale della nuova

generazione di imprenditori, ma è anche il frutto di un cambiamento nel quadro economico del

Paese, in cui i confini tradizionali tra pubblico, privato e non profit tendono a farsi sempre più

sottili. La crisi inoltre, sembra essere tra i principali fautori della tendenza alla creazione di

nuove imprese. E’ proprio nei tempi di maggior difficoltà economica che nascono nuove

6 http://www.socialenterprise.org.uk/uploads/files/2013/07/the_peoples_business.pdf

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imprese, come tentativo di cercare modelli in grado di rispondere a nuove necessità. Il 91% delle

imprese sociali hanno almeno una donna nel consiglio di amministrazione.

Negli stati Uniti, il primo censimento sull’imprenditoria sociale negli Stati Uniti Great Social

Enterprise Census , rileva come la social enterprise stia traghettando il terzo settore 7

attraverso la crisi. L’imprenditoria sociale americana impiega su scala nazionale oltre 10 milioni

di persone, con un giro d’affari di circa 500 miliardi di dollari, arrivando a rappresentare il 3,5%

del PIL nazionale .

Dai primi dati raccolti dal censimento, emerge chiaramente che, in media, le imprese sociali

americane sono di piccole dimensioni : circa il 40% ha meno di 5 dipendenti e solo l’8% ne ha

più di 100. Il 90% di esse è focalizzato su tematiche relative alla risoluzione di problemi che

hanno un impatto su scala nazionale.

A livello italiano, il 7° Rapporto dell’Osservatorio Isnet evidenzia come le imprese legate al 8

mondo social, pur risentendo della crisi economica in atto, continuino a mantenere buoni livelli

occupazionali e ad investire in innovazione preservando e creando posti di lavoro.

La quota di imprese sociali con un trend positivo è del 24%, con un trend costante è del 39,7%:

in totale oltre il 64%.

Il successo è da ricondurre alla crescente sensibilità sociale dei nuovi imprenditori, al

cambiamento del quadro economico e alla necessità di sviluppare nuove opportunità di

business sostenibili orientati al cliente, in contrapposizione al modello fordista focalizzato

esclusivamente sul prodotto.

7 http://socialenterprisecensus.org/about-us/8 http://www.impresasociale.net/files/biblioteca/212.pdf

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BUSINESS MODEL CANVAS SOCIAL INNOVATION FACTORY

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