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Presidenza Pari Opportunità Società, politica e ruolo della donna: la visione dei giovani

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  • Norme e leggidi paritàe conciliazione

    PresidenzaPari Opportunità

    Società, politicae ruolo della donna:

    la visione dei giovani

  • Conciliazione e condivisione sono due concetti sempre più ricorrenti nelle politiche volte a favorire le pari opportunità, anche se il significato non è a tutti noto.

    Con “conciliazione” si intende l’insieme di tutte le “facilitazioni” che consentono di “combinare” il lavoro e le responsabilità di cura, mentre al termine “condivisione” corrisponde il superamento della suddivisione dei compiti in base al genere all’interno della vita familiare, causa dell’insorgere di comportamenti stereotipati nel mondo del lavoro come nella vita sociale.

    Il progetto “Oltre la parità: pari opportunità e conciliazione” realizzato nel corso dell’anno scolastico che si è appena concluso si è dato l’obiettivo di sensibilizzare i ragazzi e le ragazze, gli uomini e le donne su questi due importanti temi.

    Un’ampia rete di partner – costituita, oltre che dalla Provincia di Varese, dalla Regione Lombardia dall’Ufficio della Consigliera di Parità provinciale, dalla Consulta Femminile Provinciale, dall’ASL, dai Comuni di Cardano al Campo, Gallarate, Gorla Maggiore, Lonate Pozzolo, Marnate, Samarate, Saronno e Varese e dall’Associazione l’Albero di Antonia - ha messo in campo una serie di attività che hanno coinvolto 17 scuole su tutto il territorio provinciale, la comunità locale e i consultori.

    In sintesi questo progetto ha consentito la realizzazione di incontri e laboratori presso le scuole medie superiori e i Centri di Formazione Professionale a cui hanno partecipato complessivamente 800 ragazzi e ragazze, di interventi rivolti alle giovani coppie e alla popolazione adulta sul tema della conciliazione e della condivisione, di momenti di approfondimento aventi per oggetto il concetto della parità all’interno della legislazione italiana.

    All’interno del Progetto è stata inoltre svolta una indagine, i cui risultati sono illustrati nelle pagine seguenti, rivolta ad un campione di ragazzi e ragazze iscritti/e alle classi terze degli istituti secondari di secondo grado e ai Centri di Formazione Professionale finalizzata a capire come oggi i giovani intendano il tema della condivisione e della partecipazione delle donne alla vita economica e sociale.

    Le conclusioni che emergono da questa ricerca indicano che ancora molto deve essere fatto per contrastare gli stereotipi di genere più comuni e accrescere così la consapevolezza del principio di parità, in ambito lavorativo e non solo.

    Mi auguro quindi che questo Progetto possa trasformarsi in un percorso strutturato e che i positivi risultati conseguiti possano essere di stimolo affinché all’interno dell’offerta formativa delle scuole possa essere riconosciuto uno spazio anche a questi insegnamenti, ad esempio nell’ambito dei nuovi spazi introdotti con l’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione”, che il Ministero dell’Istruzione ha introdotto con la legge 169 del 30 ottobre 2008.

    Il superamento dei preconcetti che limitano lo sviluppo dell’identità di ognuno di noi e la ingabbiano in schemi rigidi e predefiniti è infatti un presupposto necessario perché ogni persona, uomo o donna che sia, possa esprimere tutte le sue potenzialità nel rispetto degli altri e quindi, in sintesi, possa essere un buon cittadino o una buona cittadina.

    L’Assessore provinciale al Lavoro e Politiche Giovanili Alessandro Fagioli

    Varese, luglio 2009

  • Si ringraziano le scuole che hanno collaborato alla realizzazione del progetto. DA NORD A SUD DELLA PROVINCIA LE SCUOLE SONO STATE LE SEGUENTI: LICEO SCIENTIFICO STATALE “V. SERENI” DI LUINO, AGENZIA FORMATIVA DELLA PROVINCIA DI VARESE CFP DI LUINO, ISTITUTO STATALE D’ISTRUZIONE SUPERIORE “E. STEIN” DI GAVIRATE, LICEO CLASSICO STATALE “E. CAIROLI” DI VARESE, LICEO ARTISTICO STATALE “A. FRATTINI” DI VARESE, I.S.I.S. DI VARESE, ISTITUTO STATALE ISTRUZIONE SUPERIORE “VALCERESIO” DI BISUSCHIO, ISTITUTO SUPERIORE D’ISTRUZIONE SECONDARIA “J. MAYNARD KEYNES” DI GAZZADA SCHIANNO, ISTITUTO STATALE D’ISTRUZIONE SUPERIORE “C. A. DALLA CHIESA” DI SESTO CALENDE, ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE PERITI AZIENDALI CORRISPONDENTI IN LINGUE ESTERE “GADDA - ROSSELLI” DI GALLARATE, ISTITUTO PROFESSIONALE DI STATO “G. FALCONE” DI GALLARATE, ISTITUTO STATALE D’ISTRUZIONE SUPERIORE “DON MILANI” DI TRADATE, AGENZIA FORMATIVA DELLA PROVINCIA DI VARESE CFP DI TRADATE, ISTITUTO PROFESSIONALE DI STATO PER L’INDUSTRIA E L’ARTIGIANATO “A. PARMA” DI SARONNO, ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE “E.TOSI” DI BUSTO ARSIZIO, C.F.P. TICINO-MALPENSA DI SOMMA LOMBARDO, IAL CISL LOMBARDIA DI SARONNO.

  • SOMMARIO 1. INTRODUZIONE PAG 7

    1.1 IL QUESTIONARIO PAG. 81.2 IL CAMPIONE PAG. 9

    2. LA CONDIVISIONE /CONCILIAZIONE PAG. 15

    2.1 LA SUDDIVISIONE DEI LAVORI DOMENSTICI PAG. 162.2 LA CURA E LA CRESCITA DEI FIGLI PAG. 192.3 PARITÀ E LAVORO PAG. 212.4 FRA LAVORO E FAMIGLIA PAG. 232.5 LE DONNE E IL LAVORO DI CURA PAG. 25

    3. DONNE E POLITICA PAG. 27

    3.1 LA RAPPRESENTANZA DELLE DONNE IN PARLAMENTO PAG. 283.2 CHI È PIÙ PORTATO PER LA POLITICA PAG. 283.3 QUANTE SONO LE DONNE IN PARLAMENTO PAG. 313.4 LA VISIBILITÀ DELLE DONNE PAG. 33

    4. IL RAPPORTO DEI /DELLE GIOVANI CON LA POLITICA PAG. 36

    4.1 L’INTERESSE PER LA POLITICA PAG. 374.2 LE QUALITÀ APPREZZATE IN UN / UNA PARLAMENTARE PAG. 41

    5. CONCLUSIONI PAG. 43

  • 7

    1. INTRODUZIONE Nucleo centrale del progetto “Oltre la parità: pari opportunità e conciliazione”è il tema della condivisione, inteso come requisito necessario per una maggiore visibilità delle donne nel mercato del lavoro e nella vita sociale; tale visibilità si traduce in un’accresciuta e riconosciuta responsabilità, la quale comporta una maggiore carriera professionale e una maggiore presenza femminile nell’ambito politico, luogo principale delle scelte che incidono sulla vita sociale. All’interno di questo progetto è stata realizzata l’indagine, “Società, politica e ruolo della donna: la visione dei giovani”, volta ad analizzare gli atteggiamenti e le opinioni dei/delle giovani nei confronti della condivisione del lavoro di cura della famiglia e di una maggiore presenza delle donne nella politica. La decisione 2000/228/CE, relativa agli orientamenti per la politica degli stati membri in materia di occupazione, prevede il rafforzamento delle politiche di pari opportunità per le donne e per gli uomini, attraverso misure dirette a conciliare la vita professionale con quella familiare; questo principio è ulteriormente ribadito nella risoluzione del Consiglio dei Ministri dell’UE del 29 giugno 2000. La partecipazione equilibrata all’attività professionale e alla vita familiare costituiscono due presupposti fondamentali per la parità tra uomini e donne, confermati in documenti successivi dell’UE. Il tema della conciliazione fra vita familiare e lavoro e il tema della condivisione del lavoro di cura sono stati i principi ai quali abbiamo fatto riferimento nella predisposizione del questionario; ancora oggi questi due termini hanno una forte connotazione di genere, fortemente stereotipata, dove alla donna viene attribuito il compito della conduzione della casa, affiancato al ruolo professionale e all’uomo il ruolo all’esterno della casa. Obiettivo dell’indagine è stato quello di esplorare come i/le giovani intendono affrontare il loro futuro, non solo lavorativo professionale, ma anche affettivo e quale relazione intendono porre fra questi ambiti. L’indagine affronta sia questo rapporto sia seppur indirettamente, il rapporto fra i generi all’interno della futura vita di coppia, all’interno della famiglia, nei confronti dell’altro genere, e come i ragazzi e le ragazze vedono le donne nel lavoro, nella politica e nel sociale. L’idea è stata quella di esplorare come i/le giovani intendono porsi fra il lavoro e l’attività di cura, e di conseguenza cogliere quali sono gli stereotipi superati e quali invece gli stereotipi che trovano ancora conferma nelle giovani generazioni rispetto al genere e al ruolo. Il ruolo femminile è visto come strettamente legato al lavoro di cura e fortemente funzionale all’organizzazione sociale? Ed è ancora attuale quanto afferma Elena Giannini Bellotti nel testo -Dalla parte delle bambine-: “L’ordine familiare e sociale esige che le donne siano consenzienti a sobbarcarsi il compito di addette ai servizi domestici, poiché il loro rifiuto metterebbe in crisi contemporaneamente la casta maschile, condizionata ad essere servita, e l’intera struttura sociale, che si rifiuta di sopportare i costi del lavoro domestico femminile e quelli necessari all’impianto di un’organizzazione che lo sostituisca…”? Ancora oggi la società contemporanea giudica il comportamento dei ragazzi in base a regole e modelli - molti dei quali risalenti al XIX secolo - relativi alla virilità e a ciò che si ritiene necessario per diventare "uomini". Ciò che la società promuove è il "codice maschile", un codice non scritto, fatto di comportamenti, di regole di condotta, di slogan culturali, di un lessico che gli adolescenti apprendono fin dalla nascita e che emulano nel corso dello sviluppo; non appena i ragazzi cercano

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    di vedere nello specchio i loro attributi reali, ciò che in realtà riescono a scorgere è soltanto la propria inadeguatezza rispetto a questo ideale, impossibile e obsoleto. Rimettere in gioco i due ruoli, maschile e femminile significa affrontare quale relazione ragazzi e ragazze si propongono di stabilire con l’altro sesso all’interno delle pareti domestiche.Riferirsi a questo ambito significa riconoscere l’esistenza di una relazione fra i due generi che si qualifica in relazione al rapporto che ognuno di noi realizza fra lavoro/professione e l’ambito della cura e degli affetti; il comune denominatore risiede nel tempo, ma anche nella disponibilità a rendere partecipi ed ad essere partecipi alla propria ed altrui vita. Questa attenzione la chiamiamo condivisione 1.1 IL QUESTIONARIO Il questionario, compilato in forma anonima, è composto da due parti: la prima, più di tipo anagrafico, rileva i dati generali dello/a studente e comprende tre domande:

    il sesso, il percorso scolastico scelto, ( Cfp, Istituto professionale,Istituto tecnico e Liceo), il numero di persone occupate all’interno della famiglia ( solo il padre, solo la madre,

    entrambi, nessuno o altro). La domanda relativa al numero delle persone occupate all’interno della famiglia è stata posta per verificare un eventuale rapporto fra l’occupazione dei genitori / modello famigliare e le risposte date. La seconda parte del questionario è costituita da tredici domande a risposta multipla che affrontano i seguenti aspetti:

    la condivisione del lavoro di cura, le donne e la politica, il rapporto con la politica.

    Il gruppo di domande che affronta il tema della conciliazione/condivisione è composta da cinque domande che esplorano la condivisione dei lavori domestici, la cura dei figli e le prefigurazioni rispetto alla futura gestione famigliare. Il secondo gruppo, anche questo articolato in cinque domande, affronta la percezione che i ragazzi e le ragazze hanno della presenza delle donne in politica attraverso una domanda di verifica di conoscenza dell’argomento trattato relativa al numero delle donne presenti nel parlamento. Infine l’ultimo gruppo, costituito da tre domande, riguarda il rapporto che oggi i ragazzi e le ragazze hanno con la politica. E’ stato perciò adottato un questionario a risposte chiuse, all’interno del quale ad ogni domanda corrisponde una rosa di risposte per rilevare i comportamenti che la popolazione intervistata condivide, agisce o si propone di assumere rispetto al loro prossimo futuro. Nella somministrazione si è posta attenzione alla compilazione al fine di avere risposte più vicine al loro modo di vedere il mondo, possibilmente senza alcuna auto censura. Si invitavano infatti i/le ragazzi/e a rispondere dalla prima all’ultima domanda in modo spontaneo; dovevano leggere la domanda, leggere le possibili risposte, individuare la risposta che più si avvicinava ai loro valori, alle loro aspettative, rispondere e passare alla successiva, e si raccomandava di non ritornare alle

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    domande a cui si era già risposto, per favorire la spontaneità e non un’eventuale elaborazione del proprio comportamento. 1.2 IL CAMPIONE L’analisi è stata condotta nel mese di maggio del 2008, attraverso la somministrazione di un questionario agli alunni e alle alunne delle classi terze iscritti/e alle scuole secondarie di secondo grado e ai centri di formazione professionale della Provincia di Varese. Nell’anno scolastico 2007/08 i ragazzi e le ragazze che frequentavano il terzo anno superiore, diurno, erano 7421; di questi 6692 erano iscritti alla scuola secondaria superiore statale, mentre la popolazione iscritta al terzo anno dei centri professionali era pari a 807. La popolazione scolastica iscritta al terzo anno, corsi diurni, risulta pari a 8228, dato superiore alla popolazione residente in provincia di Varese nata nel 1991, che risultava pari a 7894. Il disallineamento dei dati è in parte imputabile alla popolazione scolastica proveniente da fuori della provincia, soprattutto per le scuole situate a sud della provincia e ai ragazzi e alle ragazze in ritardo scolastico anche se una parte del dato dovrebbe essere compensata da coloro che pur nati nel 1981 frequentano ancora il secondo anno. La popolazione intervistata aveva un’età compresa nella fascia d’età tra i 16 - 17 anni, se regolare con il percorso scolastico, se in ritardo, fra i 17 e i 18 anni; questa seconda fascia d’età potrebbe ragionevolmente rappresentare circa il 35% della popolazione intervistata.1 Le scuole e le agenzie di formazione professionale che hanno collaborato all’indagine sono state le seguenti: Liceo Scientifico Statale “V. Sereni” di Luino, C.F.P. Agenzia di Varese sede di Luino. Istituto Statale d’Istruzione Superiore “E. Stein” di Gavirate, Liceo Classico Statale “E. Cairoli” di Varese, Liceo artistico Statale “A. Frattini” di Varese, I.S.I.S. di Varese, Istituto Statale Istruzione Superiore “Valceresio” di Bisuschio, Istituto Superiore d’Istruzione Secondaria “J. Maynard Keynes” di Gazzada Schianno, Istituto Statale d’Istruzione Superiore “C. A. Dalla Chiesa” di Sesto Calende, Istituto Tecnico Commerciale Periti aziendali Corrispondenti in Lingue Estere “Gadda - Rosselli” di Gallarate,Istituto Professionale di Stato “G. Falcone” di Gallarate, Istituto Statale d’Istruzione Superiore “Don Milani” di Tradate, CFP Agenzia di Varese sede Tradate, Istituto Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato “A. Parma” di Saronno, Istituto tecnico Commerciale. “E.Tosi” di Busto Arsizio, , C.F.P. Ticino-Malpensa di Somma Lombardo, IAL CISL Lombardia di Saronno, C.F.P.. I questionari compilati, nel mese di maggio e nei primi giorni di giugno, sono risultati 1280, 21 sono stati eliminati perché compilati parzialmente o in modo scorretto. La base dati per la costruzione del campione è stata così di 1259 questionari; di questi il 47,2% risultava compilato da femmine e il 52,8% da maschi. Il campione definito in base al numero degli iscritti e delle iscritte alle classi terze dell’anno scolastico 2007/08 richiedeva una suddivisione per genere pari al 48% per il dato maschile e al 52% per il dato femminile. E’ stato così necessario riequilibrare il campione alla realtà provinciale: sono stati eliminati, mediante estrazione casuale dai 1259 questionari, 118 questionari compilati da maschi, così da

    1 Dati OPI Osservatorio Permanente sull’Istruzione della Provincia di Varese Scuole statali Anno scolastico 2007/08

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    riproporzionare il campione, come mostra il grafico 1 per un totale di 1141 questionari pari al 12,3% dei ragazzi e delle ragazze iscritti/e al terzo anno.

    GRAFICO 1: IL CAMPIONE PER GENERE

    il campione per genere

    52%

    48%

    F% M%

    Nell’analisi dei dati, il territorio è stato suddiviso in tre aree in base alla suddivisione degli ambiti territoriali. In questa indagine è stata adottata la medesima suddivisione utilizzata in altre indagini sul tema della conciliazione dei tempi, operata sulla base degli ambiti /distretti sociali, delle caratteristiche socio economiche e delle principali vie di comunicazione. Le tre zone individuate sono le seguenti: Zona nord: distretto di Arcisate, Cittiglio, Luino e Varese; Zona Ovest: distretto di Azzate, Gallarate, Sesto Calende e Somma Lombardo; Zona Est: Busto A. Castellanza, Tradate e Saronno. In base alle tre aree le scuole si suddividono nei seguenti territori:

    • Zona nord: C.F.P. di Luino, Liceo Scientifico Statale “V. Sereni” di Luino, Istituto Statale d’Istruzione Superiore “E. Stein” di Gavirate, Liceo Classico Statale “E. Cairoli” di Varese, Liceo artistico Statale “A. Frattini” di Varese, I.S.I.S. di Varese e Istituto Statale Istruzione Superiore “Valceresio” di Bisuschio;

    • Zona sud ovest: Istituto Superiore d’Istruzione Secondaria “J. Maynard Keynes” di Gazzada Schianno, Istituto Statale d’Istruzione Superiore “C. A. Dalla Chiesa” di Sesto Calende, Istituto Tecnico Commerciale Periti aziendali Corrispondenti in Lingue Estere “Gadda - Rosselli” di Gallarate, Istituto Professionale di stato “G. Falcone”e C.F.P. Ticino-Malpensa di Somma Lombardo.

    • Zona sud est: IAL CISL Lombardia di Saronno, C.F.P. di Tradate, Istituto Statale d’Istruzione Superiore “Don Milani” di Tradate, Istituto Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato “A. Parma” di Saronno, Istituto tecnico Commerciale. “E.Tosi” di Busto Arsizio.

    Rispetto al territorio della Provincia di Varese gli/le alunni/e che hanno compilato il questionario frequentano il 43% la zona nord, il 33% la zona sud est e per il 24 % la zona sud ovest. Il grafico 2 evidenzia la suddivisione per genere nelle tre zone; si riscontra una maggiore presenza di ragazze in tutte le tre zone. Le zone nord e sud est sono le più numerose; entrambe hanno un’offerta formativa comprensiva di quasi tutti gli indirizzi presenti nella provincia di Varese.

  • 11

    TABELLA 1: DISTRIBUZIONE PER ZONE TERRITORIALI

    ZONA SESSO TOTALE

    NORD F 246 M 243

    SUD EST F 197 M 181

    SUD OVEST F 151 M 123

    F TOTALE 594 M TOTALE 547

    GRAFICO 2: DISTRIBUZIONE PER ZONE TERRITORIALI

    Distribuzione per ambito degli/lle studenti/esse

    197181

    151123

    243246

    0

    30

    60

    90

    120

    150

    180

    210

    240

    270

    F M F M F M

    NORD SUD EST SUD OVEST

    In base alle scuole frequentate i 1141 questionari sono stati compilati da 491 studenti/esse frequentanti gli istituti tecnici, 269 da studenti/esse i degli istituti professionali, 255 dei licei e i restanti 126 dai C.F.P. Rispetto alla suddivisione del campione in base alla tipologia scolastica va rilevato una sovra rappresentanza degli istituti tecnici a scapito dei licei, dovuto al venir meno della disponibilità di un liceo dell’area sud a collaborare con il progetto.

    TABELLA 2: CAMPIONE PER TIPOLOGIA DI SCUOLA FREQUENTATA TIPOLOGIA F M Totale F% M% Totale

    cfp 56 70 126 9,4 12,8 11,0 ist. professionale 125 144 269 21,0 26,3 23,6

    ist. tecnico 252 239 491 42,4 43,7 43,0 liceo 161 94 255 27,1 17,2 22,3

    TOTALE 594 547 1141 100,0 100,0 100,0

  • 12

    Il grafico 3 evidenzia, in percentuale, questa suddivisione del campione per tipologia scolastica .

    GRAFICO 3: CAMPIONE PER TIPOLOGIA DI SCUOLA FREQUENTATA

    Campione per tipologia

    11,0

    23,6

    43,0

    22,4

    0,0

    20,0

    40,0

    60,0

    80,0

    100,0

    cfp ist. professionale ist. tecnico liceo

    Chi lavora e quanti lavorano all’interno del nucleo familiare è il contenuto dell’ultima domanda relativa ai dati generali. Obiettivo di questa informazione era quello di porre in relazione le risposte alle domande successive del questionario con il livello di occupazione delle figure senatoriali presenti nella famiglia, al fine di verificare convergenze o divergenze fra famiglie a monoreddito e le famiglie a due carriere. Il primo dato significativo è che il 71% degli/lle studenti/esse intervistati/e appartengono a nuclei familiari a due carriere, dove sia la madre che il padre lavorano, seguono dunque le famiglie a monoreddito, pari al 26% del totale ( il dato suddiviso fra uomini e donne è pari al 21% se riferito al “padre” e al 5% se riferito alla madre sul totale), infine il 3% degli intervistati hanno risposto “nessuno” o “altro”, ad indicare che nel nucleo famigliare possono esserci o genitori in pensione o genitori disoccupati o altre persone (ad esempio fratelli e sorelle maggiori) inserite nel mercato del lavoro. Suddivisi per genere, i dati del grafico 4 mostrano per il genere femminile uno scostamento pari quasi a 2 punti percentuali in meno per le famiglie a doppia carriera rispetto ai loro compagni (70,4% di femmine contro il 72,2% di maschi) e una sovra rappresentanza femminile nei nuclei familiari a conduzione economica del solo padre ( 22.2. femmine e 20,5 maschi ) o della sola madre (5,2% femmine contro 4% maschi).

  • 13

    GRAFICO 4: CHI LAVORA NEL NUCLEO FAMILIARE

    Composizione di chi lavora nel nucleo familiare degli/lle intervistati/e

    22,2

    70,4

    5,2

    2,2

    20,5

    72,2

    4,0 3,3

    21,4

    71,3

    4,6 2,7

    0,0

    10,0

    20,0

    30,0

    40,0

    50,0

    60,0

    70,0

    80,0

    solo il padre entrambi solo madre nessuno /altro

    F% M% Totale

    TABELLA 3: CHI LAVORA NEL NUCLEO FAMILIARE FAMIGLIA F M Totale F% M% Totale solo il padre 132 112 244 22,2 20,5 21,4

    entrambi 418 395 813 70,4 72,2 71,3 solo madre 31 22 53 5,2 4,0 4,6

    nessuno /altro 13 18 31 2,2 3,3 2,7 TOTALE 594 547 1141 100 100 100

    In merito alla suddivisione territoriale gli ambiti con una minore presenza di famiglie a doppia carriera sono gli ambiti dell’area sud est con una percentuale pari al 66,9%, compensati da una maggiore presenza di famiglie a monoreddito del padre (pari al 24,1% del dato territoriale).

    GRAFICO 5: CHI LAVORA NEL NUCLEO FAMILIARE E SUDDIVISIONE PER ZONE TERRITORIALI.

    Composizione di chi lavora nel nucleo familiare degli/lle intervistati/e per ambito

    0,0

    20,0

    40,0

    60,0

    solo

    ilpa

    dre

    entra

    mbi

    solo

    mad

    re

    ness

    uno/

    altro so

    lo il

    padr

    e

    entra

    mbi

    solo

    mad

    re

    ness

    uno/

    altro so

    lo il

    padr

    e

    entra

    mbi

    solo

    mad

    re

    ness

    uno/

    altro

    NORD SUD EST SUD OVEST

    F% M%

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    TABELLA 4: CHI LAVORA NEL NUCLEO FAMILIARE E SUDDIVISIONE PER ZONE TERRITORIALI

    ZONA FAMIGLIA F M TOTALE F% M% Totale F% M%

    NORD

    solo il padre 57 42 99 23,2 17,3 20,2 57,6 42,4 entrambi 172 185 357 69,9 76,1 73,0 48,2 51,8

    solo madre 12 10 22 4,9 4,1 4,5 54,5 45,5 nessuno/ altro 5 6 11 2,0 2,5 2,2 45,5 54,5

    Totale 246 243 489 100,0 100,0 100,0 50,3 49,7

    SUD EST

    solo il padre 50 41 91 25,4 22,7 24,1 54,9 45,1 entrambi 129 124 253 65,5 68,5 66,9 51,0 49,0

    solo madre 13 7 20 6,6 3,9 5,3 65,0 35,0 nessuno/ altro 5 9 14 2,5 5,0 3,7 35,7 64,3

    Totale 197 181 378 100,0 100,0 100,0 52,1 47,9

    SUD OVEST

    solo il padre 25 29 54 16,6 23,6 19,7 46,3 53,7 entrambi 117 86 203 77,5 69,9 74,1 57,6 42,4

    solo madre 6 5 11 4,0 4,1 4,0 54,5 45,5 nessuno/ altro 3 3 6 2,0 2,4 2,2 50,0 50,0

    Totale 151 123 274 100,0 100,0 100,0 55,1 44,9 TOTALE 594 547 1141

  • Condivisione

    15

    2. LA CONDIVISIONE / CONCILIAZIONE Nella letteratura specialistica e nella nostra cultura il termine conciliazione riferito ai tempi di vita sembra di più appartenere al genere femminile. Nel linguaggio comune conciliare è il proposito di ogni donna adulta di trovare un “giusto” equilibrio fra i diversi ruoli agiti nel suo quotidiano, l’essere lavoratrice, madre, sposa e figlia, e le diverse responsabilità che rendono accettabile la sua presenza nel mercato del lavoro. La conciliazione rischia perciò di essere concepita come un problema esclusivamente femminile, seppure diverse ricerche evidenziano la presenza di un numero elevato di analogie fra una giovane donna laureata, inserita in un contesto urbano, e un uomo giovane e laureato; così anche un uomo occupato con figli piccoli a carico può sperimentare il medesimo conflitto “famiglia /lavoro” che vive una donna occupata con figli. Diviene sempre più necessario, per rispondere in modo adeguato ai bisogni di conciliazione, contestualizzare il percorso professionale e il percorso di vita di ognuno e contemporaneamente favorire e sviluppare la multi presenza e la pluri-attività all’interno della coppia e della famiglia, in una prospettiva di partecipazione equilibrata alle varie sfere della vita. La partecipazione equilibrata appartiene al tema della condivisione portatrice di una più equa distribuzione fra donne e uomini del lavoro di cura, l'attenzione compartecipata alla crescita dei figli, la cura degli anziani e dei familiari e la suddivisione dei lavori domestici. Le politiche di conciliazione rivolte ai due generi possono costituire un elemento importante per una reale politica di parità nell'ambito lavorativo e configurarsi come strumento di prevenzione alle discriminazioni ed ai processi di esclusione. Al tempo stesso rappresentano un elemento di innovazione nella gestione delle risorse umane, volte a migliorare la qualità della vita, il clima aziendale e l'immagine interna ed esterna dell'impresa stessa. Il congedo parentale, istituito con la legge 53 del 2000, permette ai genitori che lavorano di usufruire entrambi di congedi per l’attività di cura. La legge declina con il termine neutro “genitore” un obiettivo di riequilibrio della suddivisione dell’attività di cura all’interno delle coppie. Gli effetti reali di riequilibrio sono ancora oggi di molto inferiori alle aspettative generate all’introduzione della legge. Ancora oggi in regione Lombardia l’astensione degli uomini dal lavoro per dedicarsi alla cura dei figli (art. 32, 1° comma, lett. b del T.U ) rappresenta solo il 5,27% del totale dei congedi richiesti nel 2007 . Una recente ricerca dell’Ires2 su uomini e donne tra lavoro e famiglia, analizza le diverse politiche di conciliazione in Italia e in Europa e le rappresentazioni di uomini e donne nei racconti mediatici. Al centro dell’indagine vi sono uomini e donne nelle loro relazioni e nei loro rapporti di condivisione e reciprocità, con l’obiettivo di capire quanto conti ancora nel nostro sistema sociale la cultura della cura della famiglia. La ricerca registra ancora differenze considerevoli tra l’Italia e gli altri paesi europei in merito alla parità di genere nel lavoro e nella famiglia. Gli uomini e le donne italiane di oggi sembrano alla ricerca di un nuovo equilibro tra lavoro e vita e sperimentano anche nuovi modelli relazionali che a fatica si impongono, per poi essere riassorbiti da immagini che rimandano a comportamenti tradizionali delle maggioranze. Questo andamento a pendolo, tensione verso il nuovo e tentazione di tornare al tradizionale, lo ritroviamo anche nei risultati della ricerca. Il primo gruppo di domande sul tema conciliazione /condivisione affrontavano la suddivisione del lavoro di cura; le domande erano le seguenti: 2 Giovanna Altieri (a cura di) Uomini e donne moderni. Le differenze di genere nel lavoro e nella famiglia: nuovi modelli da sostenere Ires, Collana Studi e ricerche -2008

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    2.1 LA SUDDIVISIONE DE LAVORI DOMESTICI Relativamente alla prima domanda 740 ragazzi/e dei 1141 intervistati/e (circa il 65%) pensa che i lavori domestici devono essere svolti da “uomini e donne con le stesse responsabilità”, di questi, 480 sono femmine, 260 sono maschi. Se rapportiamo questi dati all’appartenenza ad un nucleo familiare a doppia carriera, emerge che delle 480 ragazze, 344, pari al 71%, sostengono la condivisione, mentre i ragazzi sono 197, su un totale di 395, e rappresentano il 49% del gruppo appartenente a questa tipologia familiare. Si può concludere affermando che i ragazzi, pur vivendo in una famiglia dove entrambi i genitori sono occupati, sono meno permeabili a recepire le difficoltà che affronta la madre a conciliare lavoro e famiglia, mentre le ragazze colgono la fatica della doppia presenza. La presenza della madre lavoratrice incide di più sulle figlie in termini di maggiore consapevolezza del carico famigliare e di aspirazione alla condivisione all’interno della coppia. La maggioranza della popolazione maschile, pari al 52,5%, ritiene ancora oggi che “le donne debbano avere maggiori responsabilità nei lavori domestici”.

    GRAFICO 6: SUDDIVISIONE DEI LAVORI DOMESTICI

    A tuo parere, come devono essere divisi i lavori domestici?

    19,2

    47,5

    80,8

    52,5

    0,0

    20,0

    40,0

    60,0

    80,0

    uomini e donne devono avere le stesse responsabilità le donne devono avere maggiori responsabilità nei lavoridomestici

    F% M%

    1. A tuo parere, come devono essere divisi i lavori domestici? (dai solo 1 risposta) □ Uomini e donne devono avere le stesse responsabilità e condividere i lavori domestici □ Le donne devono avere maggiori responsabilità nei lavori domestici

    2. A tuo parere, come deve essere suddiviso il lavoro di cura e crescita dei figli? (dai

    solo 1 risposta) □ Uomini e donne devono avere le stesse responsabilità e condividere la cura e la crescita dei figli □ Le donne devono avere maggiori responsabilità nella cura e la crescita dei figli.

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    TABELLA 5: SUDDIVISIONE DEI LAVORI DOMESTICI DOM 1 F M Totale F% M% Totale

    uomini e donne devono avere le

    stesse responsabilità

    480 260 740 80,8 47,5 64,9

    le donne devono avere maggiori

    responsabilità nei lavori domestici

    114 287 401 19,2 52,5 35,1

    TOTALE 594 547 1141 100,0 100,0 100,0

    Il grafico 7 raffronta il genere con la tipologia familiare. Dei 740 allievi/e che hanno risposto “uomini e donne devono avere le stesse responsabilità e condividere i lavori domestici” il 73% ha i genitori che lavorano “entrambi”, il 18,8% lavora “solo il padre”, mentre delle 401 risposte orientate ad una suddivisione più tradizionale del lavoro di cura, il 69% vive in una famiglia dove entrambi i genitori lavorano e per il 26,2% risulta occupato solo il padre.

    GRAFICO 7: SUDDIVISIONE DEI LAVORI DOMESTICI IN RELAZIONE CON CHI LAVORA IN FAMIGLIA

    A tuo parere, come devono essere divisi i lavori domestici? (relazione con chi

    lavora in famiglia)

    0,0

    20,0

    40,0

    60,0

    80,0

    solo il padre entrambi solo madre nessuno/altro

    solo il padre entrambi solo madre nessuno/altro

    uomini e donne devono avere le stesse responsabilità le donne devono avere maggiori responsabilità nei lavoridomestici

    F% M%

    TABELLA 6: SUDDIVISIONE DEI LAVORI DOMESTICI IN RELAZIONE CON CHI LAVORA IN FAMIGLIA DOM 1 FAMIGLIA F M Totale F% M% Totale F% M%

    uomini e donne devono avere le

    stesse responsabilità

    solo il padre 98 41 139 20,4 15,8 18,8 70,5 29,5 entrambi 344 197 541 71,7 75,8 73,1 63,6 36,4

    solo madre 28 15 43 5,8 5,8 5,8 65,1 34,9 nessuno/

    altro 10 7 17 2,1 2,7 2,3 58,8 41,2

    Totale 480 260 740 100,0 100,0 100,0 64,9 35,1

    le donne devono avere maggiori

    responsabilità nei lavori domestici

    solo il padre 34 71 105 29,8 24,7 26,2 32,4 67,6 entrambi 74 198 272 64,9 69,0 67,8 27,2 72,8

    solo madre 3 7 10 2,6 2,4 2,5 30,0 70,0 nessuno/

    altro 3 11 14 2,6 3,8 3,5 21,4 78,6

    Totale 114 287 401 100,0 100,0 100,0 28,4 71,6TOTALE 594 547 1141

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    Il grafico 8 mette a confronto le risposte date con la sede dell’istituto. I tre territori considerati, area nord (ambito territoriale di Luino, Arcisate, Cittiglio e Varese), area Sud est (ambito di Tradate, Saronno, Castellanza e Busto ) e l’area sud ovest (ambito territoriale di Azzate, Gallarate, Somma Lombardo e Sesto Calende) evidenziano, in merito alla condivisione, una maggiore presenza di ragazzi nell’area nord ( 38,2% ) opposta a una maggiore presenza di ragazze nell’area sud est (67,4%) e sud ovest (67%), mentre, rispetto al ruolo tradizionale della divisione dei compiti, una maggiore presenza di ragazzi nell’area nord (72,6%) e sud est (72,4%) e una maggiore presenza di ragazze nell’area sud ovest (31,5%). Nell’area nord il confronto fra il nuovo e il tradizionale si rileva più aperto e meno definito. E’ qui che la maggiore percentuale di ragazzi afferma di condividere la suddivisione del lavoro di cura, ma è anche in questo medesimo territorio che si rileva la minor presenza di ragazze che sostiene la condivisione. Nelle due aree a sud il confronto fra generi sembra più acceso e serrato, le ragazze sono più orientate alla condivisione, mentre i ragazzi sembrano più attratti al modello tradizionale.

    GRAFICO 8: SUDDIVISIONE DEI LAVORI DOMESTICI E ZONE TERRITORIALI

    Come devono essere divisi i lavori domestici per ambito

    61,867,4 67,0

    27,4 27,6

    38,2

    68,5

    31,532,6 33,0

    72,672,4

    0,0

    20,0

    40,0

    60,0

    80,0

    NORD SUD EST SUD OVEST NORD SUD EST SUD OVEST

    uomini e donne devono avere le stesse responsabilità le donne devono avere maggiori responsabilità nei lavoridomestici

    F% M%

    TABELLA 7: SUDDIVISIONE DEI LAVORI DOMESTICI E ZONE TERRITORIALI DOM 1 ZONA F M TOTALE F% M% Totale F% M%

    uomini e donne devono avere le

    stesse responsabilità

    NORD 201 124 325 41,9 47,7 43,9 61,8 38,2 SUD EST 157 76 233 32,7 29,2 31,5 67,4 32,6

    SUD OVEST 122 60 182 25,4 23,1 24,6 67,0 33,0

    Totale 480 260 740 100,0 100,0 100,0 64,9 35,1 le donne devono avere maggiori

    responsabilità nei lavori domestici

    NORD 45 119 164 39,5 41,5 40,9 27,4 72,6 SUD EST 40 105 145 35,1 36,6 36,2 27,6 72,4

    SUD OVEST 29 63 92 25,4 22,0 22,9 31,5 68,5

    Totale 114 287 401 100,0 100,0 100,0 28,4 71,6 TOTALE 594 547 1141

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    2.2 LA CURA E LA CRESCITA DEI FIGLI Negli ultimi decenni, ed in particolare a partire dagli anni ottanta, si è imposta ai media l’immagine dell’uomo dedito alla cura dei figli, divenendo parte integrante di alcune versioni del modello dominante. La figura del “nuovo padre “impegnato attivamente nella cura dei figli galvanizza i ragazzi: alla domanda che affrontava questo tema, quasi il 90% degli intervistati (1025 su 1141) risponde che “uomini e donne devono avere le stesse responsabilità nella cura dei figli”, di questi, il 93, 6% ( v.a. 556) sono ragazze, l’85,7% (v.a. 469) sono ragazzi, mentre solo il 10,2% pari a 118 questionari di cui 78 sono stati compilati dalla popolazione maschile, pari al 14,3% dei ragazzi, mentre le ragazze sono 38, pari al 6% del totale, dichiara che “le donne devono avere maggiori responsabilità nella cura dei figli”.

    TABELLA 8: SUDDIVISIONE DEL LAVORO DI CURA

    DOM 2 F M Totale F% M% Totale uomini e donne devono avere le

    stesse responsabilità

    nella cura dei figli

    556 469 1025 93,6 85,7 89,8

    le donne devono avere maggiori responsabilità

    nella cura dei figli

    38 78 116 6,4 14,3 10,2

    TOTALE 594 547 1141 100 100 100

    GRAFICO 9: SUDDIVISIONE DEL LAVORO DI CURA

    A tuo parere, come deve essere suddiviso il lavoro di cura e crescita dei figli?

    6,4

    85,7

    14,3

    93,6

    0,0

    20,0

    40,0

    60,0

    80,0

    100,0

    uomini e donne devono avere le stesse responsabilitànella cura dei f igli

    le donne devono avere maggiori responsabilità nellacura dei f igli

    F% M%

  • Condivisione

    20

    TABELLA 9: SUDDIVISIONE DEL LAVORO DI CURA IN RELAZIONE CON CHI LAVORA IN FAMIGLIA

    DOM 2 FAMIGLIA F M Totale F% M% Totale F% M%uomini e donne devono avere le

    stesse responsabilità

    nella cura dei figli

    solo il padre 118 93 211 21,2 19,8 20,6 55,9 44,1 entrambi 397 343 740 71,4 73,1 72,2 53,6 46,4

    solo madre 30 20 50 5,4 4,3 4,9 60,0 40,0 nessuno/

    altro 11 13 24 2,0 2,8 2,3 45,8 54,2 Totale 556 469 1025 100,0 100,0 100,0 54,2 45,8

    le donne devono avere maggiori responsabilità

    nella cura dei figli

    solo il padre 14 19 33 36,8 24,4 28,4 42,4 57,6 entrambi 21 52 73 55,3 66,7 62,9 28,8 71,2

    solo madre 1 2 3 2,6 2,6 2,6 33,3 66,7 nessuno/

    altro 2 5 7 5,3 6,4 6,0 28,6 71,4

    Totale 38 78 116 100,0 100,0 100,0 32,8 67,2TOTALE 594 547 1141

    GRAFICO 10: SUDDIVISIONE DEL LAVORO DI CURA IN RELAZIONE CON CHI LAVORA IN FAMIGLIA

    Come deve essere suddiviso il lavoro di cura e crescita dei figli

    (relazione con chi lavora in famiglia)

    0,0

    10,0

    20,0

    30,0

    40,0

    50,0

    60,0

    70,0

    solo il padre entrambi solo madre nessuno/altro

    solo il padre entrambi solo madre nessuno/altro

    uomini e donne devono avere le stesse responsabilitànella cura dei f igli

    le donne devono avere maggiori responsabilità nella curadei f igli

    F% M%

    GRAFICO 11: SUDDIVISIONE DEL LAVORO DI CURA PER ZONE TERRITORIALI

    Come deve essere suddiviso il lavoro di cura e crescita dei figli per ambito

    55,7

    27,3

    47,647,5 44,6 44,3

    68,6

    52,5 55,4

    31,4

    72,7

    52,4

    0,0

    20,0

    40,0

    60,0

    80,0

    NORD SUD EST SUD OVEST NORD SUD EST SUD OVEST

    uomini e donne devono avere le stesse responsabilitànella cura dei f igli

    le donne devono avere maggiori responsabilità nella curadei f igli

    F% M%

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    21

    TABELLA 10: SUDDIVISIONE DEL LAVORO DI CURA PER ZONE TERRITORIALI

    DOM 2 ZONA F M TOTALE F% M% Totale F% M% uomini e donne devono

    avere le stesse responsabilità nella cura dei

    figli

    NORD 230 208 438 41,4 44,3 42,7 52,5 47,5 SUD EST 185 149 334 33,3 31,8 32,6 55,4 44,6

    SUD OVEST 141 112 253 25,4 23,9 24,7 55,7 44,3

    Totale 556 469 1025 100,0 100,0 100,0 54,2 45,8

    le donne devono avere maggiori responsabilità nella

    cura dei figli

    NORD 16 35 51 42,1 44,9 44,0 31,4 68,6 SUD EST 12 32 44 31,6 41,0 37,9 27,3 72,7

    SUD OVEST 10 11 21 26,3 14,1 18,1 47,6 52,4

    Totale 38 78 116 100,0 100,0 100,0 32,8 67,2 TOTALE 594 547 1141

    Analizzando le risposte in base alla suddivisione territoriale, l’adesione al modello di condivisione risulta alta e non si evidenziano grandi differenze fra le tre aree. Le adesioni a questo modello sono dell’88.3% dell’area sud est (pari a 439 questionari su 489), al 92,3% dell’area sud ovest (pari a 253 questionari su 274), e l’area nord si attesta su un valore medio pari all’89,5% (pari a 439 su 489). La suddivisione in base al genere rispetto al primo modello proposto vede le ragazze fra il 52, 5% e il 55,7%, mentre i ragazzi si assestano fra il 44.3% e il 47.5%. 2.3 PARITÀ E LAVORO La prima parte del questionario si completa con tre domande relative alla percezione del mercato del lavoro, alla prefigurazione rispetto al futuro e alle strategie da perseguire per accrescere la parità fra i due generi.

    3. Secondo te, nel mondo del lavoro in Italia: (dai solo 1 risposta) □ C’è parità tra uomini e donne nel mondo del lavoro □ Non c’è parità, perché le donne sono soggette a discriminazioni □ Non c’è parità, perché le donne devono anche occuparsi delle faccende domestiche e della cura dei figli

    □ Non c’è parità, perché le donne sono meno interessate alla carriera 4. Immagina tra qualche anno di aver costituito il tuo nucleo familiare: come pensi di

    suddividere i lavori domestici e familiari e il lavoro fuori casa? (dai solo 1 risposta)

    □ Uomo lavora a tempo pieno fuori casa e si occupa in maniera minima della gestione familiare mentre la donna lavora part-time e si occupa della maggior parte dei lavori domestici e di cura dei figli

    □ Donna lavora a tempo pieno e si occupa in maniera minima della gestione familiare mentre l’uomo lavora part-time e si occupa della maggior parte dei lavori domestici e di cura dei figli

    □ Entrambi lavorano fuori casa a tempo pieno e i lavori domestici e di cura vengono suddivisi in maniera uguale con il supporto dei parenti (genitori, fratelli…) o usufruendo di aiuti esterni (asili nido, baby-sitter..)

    □ Lavora solo l’uomo e la donna si occupa della casa e della famiglia

    5. Quale, fra le seguenti frasi, si avvicina di più al tuo modo di pensare? (dai solo 1 risposta)

    □ le donne devono farsi valere e sostenere di più le altre donne (nelle istituzioni, nel lavoro e nella politica)

    □ gli uomini devono impegnarsi di più nell’aiutare le donne a casa □ le istituzioni devono impegnarsi di più in politiche per la cura dei figli e degli anziani

  • Condivisione

    22

    La parità è raggiunta nel mercato del lavoro? Dalle risposte raccolte dai questionari solo il 23,6% degli intervistati afferma che “c’è parità tra uomini e donne nel mondo del lavoro”. Se si scorpora il dato fra maschi e femmine, sono in maggioranza i ragazzi a sostenere questa affermazione: rappresentano il 33,1% dei ragazzi intervistati. Le ragazze danno invece valutazioni più critiche: il 46,1% delle intervistate ritiene che le donne siano ancora oggi soggette a discriminazione, mentre i ragazzi sono solo il 29.6%. La visione più condivisa dai ragazzi e dalle ragazze è quella riferita al carico familiare, le ragazze sono il 37,4% e i ragazzi rappresentano il 33.5%. L’appartenere ad una famiglia dove entrambi i genitori lavorano induce quasi un terzo dei ragazzi a dare una valutazione positiva in merito al mercato del lavoro, mentre le ragazze sono più critiche e meno propense a valutazioni positive. Non va però infine sottostimato che i due terzi dei ragazzi che appartengono a nuclei familiari a doppia carriera condividono le posizioni più critiche delle ragazze.

    GRAFICO 12: PARITÀ E LAVORO

    Secondo te, nel mondo del lavoro in Italia:

    14,8

    46,1

    37,4

    1,7

    33,1

    29,6

    33,5

    3,8

    0,0 20,0 40,0

    C'è parità tra uomini e donne nelmondo del lavoro

    Non c'è parità perché le donnesono soggette a discriminazione

    Non c'è parità perché le donnedevono anche occuparsi delle

    faccende domestiche e della curadei f igli

    Non c'è parità perché le donnesono meno interessate alla

    carriera

    F% M%

    TABELLA 11: PARITÀ E LAVORO DOM 3 F M Totale F% M% Totale

    Non c'è parità perché le donne

    sono meno interessate alla

    carriera

    10 21 31 1,7 3,8 2,7

    Non c'è parità perché le donne devono anche occuparsi …….

    222 183 405 37,4 33,5 35,5

    Non c'è parità perché le donne sono soggette a discriminazione

    274 162 436 46,1 29,6 38,2

    C'è parità tra uomini e donne nel mondo del

    lavoro

    88 181 269 14,8 33,1 23,6

    TOTALE 594 547 1141 100,0 100,0 100,0

  • Condivisione

    23

    TABELLA 12: PARITÀ E LAVORO IN RELAZIONE CON CHI LAVORA IN FAMIGLIA

    DOM 3 FAMIGLIA F M Totale F% M% Totale F% M%

    C'è parità tra uomini e donne nel mondo del

    lavoro

    solo il padre 25 47 72 28,4 26,0 26,8 34,7 65,3 entrambi 60 127 187 68,2 70,2 69,5 32,1 67,9

    solo madre 3 4 7 3,4 2,2 2,6 42,9 57,1 nessuno/ altro 0 3 3 0,0 1,7 1,1 0,0 100,0

    Totale 88 181 269 100,0 100,0 100,0 32,7 67,3Non c'è parità

    perché le donne sono soggette a discriminazione

    solo il padre 61 21 82 22,3 13,0 18,8 74,4 25,6 entrambi 184 127 311 67,2 78,4 71,3 59,2 40,8

    solo madre 17 10 27 6,2 6,2 6,2 63,0 37,0 nessuno/ altro 12 4 16 4,4 2,5 3,7 75,0 25,0

    Totale 274 162 436 100,0 100,0 100,0 62,8 37,2Non c'è parità

    perché le donne devono anche occuparsi delle faccende ….

    solo il padre 44 38 82 19,8 20,8 20,2 53,7 46,3 entrambi 166 127 293 74,8 69,4 72,3 56,7 43,3

    solo madre 11 7 18 5,0 3,8 4,4 61,1 38,9

    nessuno/ altro 1 11 12 0,5 6,0 3,0 8,3 91,7

    Totale 222 183 405 100,0 100,0 100,0 54,8 45,2Non c'è parità

    perché le donne sono meno

    interessate alla carriera

    solo il padre 2 6 8 20,0 28,6 25,8 25,0 75,0 entrambi 8 14 22 80,0 66,7 71,0 36,4 63,6

    solo madre 0 1 1 0,0 4,8 3,2 0,0 100,0

    nessuno/ altro 0 0 0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0

    Totale 10 21 31 100,0 100,0 100,0 32,3 67,7TOTALE 594 547 1141

    2.4 FRA LAVORO E FAMIGLIA Rispetto al proprio futuro, ben 1023 intervistati/e prefigurano il proprio domani con una occupazione a full time o a part time. Sono soprattutto le ragazze a pensarsi con un’occupazione a tempo pieno (55,2% delle intervistate), mentre la seconda opzione, che prevede una maggiore presenza delle donne nelle mura domestiche, è scelta dal 40% dei ragazzi e dal 37,5% delle ragazze. Ne consegue che le nuove generazioni (soprattutto le femmine) hanno una rappresentazione di sé attiva nel lavoro e sempre meno ragazze si vedono dedite in modo esclusivo al lavoro familiare. Il 50,9% degli/lle intervistati/te (581 persone) dichiara che “entrambi, uomini e donne, lavoreranno fuori casa a tempo pieno e i lavori domestici e di cura verranno suddivisi in maniera uguale con il supporto dei parenti o usufruendo di aiuti esterni”; per il 55,2% questa affermazione è stata dichiarata dalle ragazze. La seconda metà, pari a 442 ragazzi/e dichiara invece che “l’uomo lavorerà a tempo pieno fuori casa e si occuperà in maniera minima della gestione familiare mentre la donna lavorerà part-time e si occuperà della maggior parte dei lavori domestici e di cura dei figli”; di questo secondo gruppo il 50,4% sono femmine. Coloro che hanno risposto che “organizzeranno il loro nucleo familiare lavorando entrambi fuori casa a tempo pieno e il lavoro domestico sarà suddiviso in maniera uguale” appartengono a famiglie dove per il 75,4% (438 persone) i genitori lavorano “entrambi” e solo per il 17,4% lavora

  • Condivisione

    24

    “solo il padre”. Coloro che hanno risposto che “lavorerà l’uomo e la donna si occupa della casa e della famiglia e avrà un lavoro part time” nonostante che il 70,6% appartenga a nuclei dove entrambi i genitori e solo il 21,7% appartiene a nuclei dove solo il padre lavora.

    GRAFICO 13: SUDDIVISIONE DEI LAVORI DOMESTICI E FAMILIARI E L’OCCUPAZIONE Immagina tra qualche anno di aver costruito il tuo nucleo familiare: come pensi di

    suddividere i lavori domestici e familiari e il lavoro fuori casa?

    37,5

    2,7

    55,2

    4,5

    40,0

    1,5

    46,3

    12,2

    0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0

    Uomo lavora a tempo pieno fuori casa e si occupa in manieraminima della gestione familiare mentrela donna lavora part-time e si

    occupa della maggior parte dei lavori domestici e di cura dei f igli

    Donna lavora a tempo pieno e si occupa in maniera minima dellagestione familiare mentre l'uomo lavora part time e si occupa della

    maggior parte dei lavori domenstici e di cura

    Entrambi lavorano fuori casa a tempo pieno e i lavori domenstici edi cura vengono suddivisi in maniera uguale con il supporto dei

    parenti o usufruendo di aiuti esterni

    Lavora solo l'uomo e la donna si occupa della casa e della famiglia

    F% M%

    TABELLA 12: SUDDIVISIONE DEI LAVORI DOMESTICI E FAMILIARI E L’OCCUPAZIONE DOM 4 F M Totale F% M% Totale

    Uomo lavora a tempo pieno fuori casa e si occupa in maniera

    minima della gestione familiare mentre la donna lavora part-time e si occupa della maggior parte dei lavori domestici e di cura dei

    figli

    223 219 442 37,5 40,0 38,7

    Donna lavora a tempo pieno e si occupa in maniera minima della gestione familiare mentre l'uomo lavora part-time e si occupa della maggior parte dei lavori domestici

    e di cura

    16 8 24 2,7 1,5 2,1

    Entrambi lavorano fuori casa a tempo pieno e i lavori domestici e

    di cura vengono suddivisi in maniera uguale con il supporto dei

    parenti o usufruendo di aiuti esterni

    328 253 581 55,2 46,3 50,9

    Lavora solo l'uomo e la donna si occupa della casa e della famiglia 27 67 94 4,5 12,2 8,2

    TOTALE 594 547 1141 100,0 100,0 100,0

  • Condivisione

    25

    .Tabella 13: SUDDIVISIONE DEI LAVORI DOMESTICI E FAMILIARI E L’OCCUPAZIONE IN RELAZIONE CON CHI LAVORA IN FAMIGLIA

    DOM 4 FAMIGLIA F M Totale F% M% Totale F% M% Uomo lavora a tempo pieno

    fuori casa e si occupa in maniera minima della

    gestione familiare mentre la donna lavora part-time ….

    solo il padre 59 37 96 26,5 16,9 21,7 61,5 38,5 entrambi 150 162 312 67,3 74,0 70,6 48,1 51,9

    solo madre 10 10 20 4,5 4,6 4,5 50,0 50,0

    nessuno/ altro 4 10 14 1,8 4,6 3,2 28,6 71,4

    Totale 223 219 442 100,0 100,0 100,0 50,5 49,5

    Donna lavora a tempo pieno e si occupa in

    maniera minima …mentre l'uomo lavora part-time ….

    solo il padre 2 3 5 12,5 37,5 20,8 40,0 60,0 entrambi 11 5 16 68,8 62,5 66,7 68,8 31,3

    solo madre 3 3 18,8 0,0 12,5 100,0 0,0

    nessuno/ altro 0 0 0 0 0 0 0,0 0,0

    Totale 16 8 24 100,0 100,0 100,0 66,7 33,3 Entrambi lavorano fuori casa a tempo pieno e i

    lavori domestici e di cura vengono suddivisi in maniera uguale …..

    solo il padre 60 41 101 18,3 16,2 17,4 59,4 40,6 entrambi 244 194 438 74,4 76,7 75,4 55,7 44,3

    solo madre 16 11 27 4,9 4,3 4,6 59,3 40,7

    nessuno/ altro 8 7 15 2,4 2,8 2,6 53,3 46,7

    Totale 328 253 581 100,0 100,0 100,0 56,5 43,5

    Lavora solo l'uomo e la donna si occupa della casa

    e della famiglia

    solo il padre 11 31 42 40,7 46,3 44,7 26,2 73,8 entrambi 13 34 47 48,1 50,7 50,0 27,7 72,3

    solo madre 2 1 3 7,4 1,5 3,2 66,7 33,3 nessuno/ altro 1 1 2 3,7 1,5 2,1 50,0 50,0

    Totale 27 67 94 100,0 100,0 100,0 28,7 71,3 TOTALE 594 547 1141

    2.5 LE DONNE E IL LAVORO DI CURA Quali sono le strategie d’adottare per aiutare le donne e per favorire una loro maggiore e migliore visibilità nel lavoro e nella società? La domanda n.4 chiedeva di riconoscere tra tre diverse frasi quella che più si avvicinava al loro modo di pensare in termini di lavoro, politica e famiglia. Dei 1141 intervistati/e, il 50% (570 persone) ritiene imprescindibile il lavoro e la ridefinizione dei ruoli all’interno della coppia, e pensano che “gli uomini devono impegnarsi di più nell’aiutare le donne a casa”; di questi, più convinti sembrano i ragazzi con il 53% delle risposte, mentre le ragazze sono il 47,1%. Sulle altre 2 scelte, il 25,3% delega alle istituzioni l’impegno alla realizzazione di politiche conciliative, di questo gruppo i più convinti assertori sono i ragazzi con 181 questionari su 289. Mentre il 24,7% punta sulle donne, “. farsi valere e sostenere di più le altre donne”e sono soprattutto le ragazze, 206 su 282, a condividere questa scelta. Infine, è significativo che a quest’ultima domanda ben 290 ragazzi ritengano necessario un maggior impegno degli uomini nella famiglia, mentre alla prima domanda, relativa alla condivisione dei lavori domestici, solo 260 ragazzi sostenevano questa opzione. Lo spunto per una prima conclusione lo offre proprio quest’ultimo dato. Mentre le ragazze puntano per il loro futuro sulla condivisione, i ragazzi, pur consapevoli della causa dei maggiori problemi che le donne hanno per esserci nel lavoro e nel sociale, sembrano non disposti, forse per “pigrizia” a coinvolgersi attivamente in una prassi volta a condividere tutte le attività di cura.

  • Condivisione

    26

    GRAFICO 14: LE DONNE E IL LAVORO DI CURA

    Quale, fra le seguenti frasi, si avvicina di più al tuo modo di pensare?

    34,7

    47,1

    18,2

    53,0

    33,1

    13,9

    0,0

    10,0

    20,0

    30,0

    40,0

    50,0

    60,0

    Le donne devono farsi valere e sostenere di piùle altre donne (nelle istituzioni, nel lavorto e nella

    politica)

    Gli uomini devono impegnarsi di più nell'aiutare ledonne a casa

    Le istituzioni devono impegnarsi di più in politicheper la cura dei f igli e della casa

    F% M%

    TABELLA 14: LE DONNE E IL LAVORO DI CURA DOM 5 F M Totale F% M% Totale

    Le donne devono farsi valere e sostenere di più le altre donne (nelle istituzioni, nel

    lavoro e nella politica) 206 76 282 34,7 13,9 24,7

    Gli uomini devono impegnarsi di più nell'aiutare le donne a casa 280 290 570 47,1 53,0 50,0

    Le istituzioni devono impegnarsi di più in politiche per la cura dei figli e della casa 108 181 289 18,2 33,1 25,3

    TOTALE 594 547 1141 100,0 100,0 100,0

    Tabella 16: LE DONNE E IL LAVORO DI CURA IN RELAZIONE CON CHI LAVORA IN FAMIGLIA DOM 5 FAMIGLIA F M Totale F% M% Totale F% M%

    Le donne devono farsi valere e sostenere di più le altre

    donne (nelle istituzioni, nel lavoro e nella politica)

    solo il padre 39 19 58 18,9 25,0 20,6 67,2 32,8entrambi 146 50 196 70,9 65,8 69,5 74,5 25,5

    solo madre 16 2 18 7,8 2,6 6,4 88,9 11,1nessuno/

    altro 5 5 10 2,4 6,6 3,5 50,0 50,0

    totale 206 76 282 100,0 100,0 100,0 73,0 27,0

    Gli uomini devono impegnarsi di più nell'aiutare

    le donne a casa

    solo il padre 66 61 127 23,6 21,0 22,3 52,0 48,0entrambi 197 207 404 70,4 71,4 70,9 48,8 51,2

    solo madre 10 11 21 3,6 3,8 3,7 47,6 52,4nessuno/

    altro 7 11 18 2,5 3,8 3,2 38,9 61,1

    totale 280 290 570 100,0 100,0 100,0 49,1 50,9

    Le istituzioni devono impegnarsi di più in politiche per la cura dei figli e della

    casa

    solo il padre 27 32 59 25,0 17,7 20,4 45,8 54,2entrambi 75 138 213 69,4 76,2 73,7 35,2 64,8

    solo madre 5 9 14 4,6 5,0 4,8 35,7 64,3nessuno/

    altro 1 2 3 0,9 1,1 1,0 33,3 66,7

    totale 108 181 289 100,0 100,0 100,0 37,4 62,6TOTALE 594 547 1141

  • Donne in politica

    27

    3. DONNE E POLITICA Molto è stato fatto e molto è da fare in questo ambito. L’empowerment, l’acquisizione di potere e responsabilità e l’avere voce in capitolo nei centri decisionali, della politica e dell’economia è ancora oggi uno degli obiettivi fondamentali delle donne italiane. Il diritto di rappresentanza politica delle donne continua a restare una dichiarazione di principio. Sono passati ormai sessant’anni dal 1948 e in tutti questi anni le donne sono riuscite ad incrementare la loro presenza nel parlamento dal 7,7% al 21%, e nel senato dall’1,2% al 18% nell’ultima legislatura, nonostante che le donne siano ben il 52% dell’elettorato italiano. Resta da chiedersi se a questo aumento è corrisposta un’effettiva riduzione delle diseguaglianze. Per rispondere a questo interrogativo possono essere prese in considerazione due dimensioni, relative alla segregazione orizzontale, la concentrazione in particolari settori di attività parlamentari e alla segregazione verticale, la concentrazione in determinati livelli di inquadramento o responsabilità. I dati indicano che non si è verificata nell’ultima legislatura, nonostante l’incremento delle donne,una redistribuzione dei ruoli ricoperti né si sono verificati cambiamenti significativi nel loro ambito di intervento, che risultano essere il sociale e l’istruzione.3 Va infine segnalata la modifica, nel febbraio del 2003, dell’articolo 51 della Costituzione Italiana, che al comma “ tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici o alle cariche elettive in condizione di uguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge” è stata inserita la seguente frase: “ A tal fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini (…)”. Questa modifica si propone di migliorare la rappresentanza delle donne in parlamento; va però rilevato l’assenza di interventi successivi volti a tradurre questo principio in azioni concrete. Il secondo tema che il questionario indagava riguardava il tema donne e politica: come i ragazzi vedono le donne nella politica? Per questi compiti è meglio un uomo o una donna? Come favorire la presenza delle donne? Ed infine, i ragazzi e le ragazze sanno quante donne sono in parlamento?

    3 Vedi a questo proposito l’articolo di Emanuela Sala “Più donne in parlamento ma con scarso potere” pubblicato sul sito www.lavoce.info.

    6. A tuo giudizio il numero di donne presenti nel parlamento italiano è (dai solo 1 risposta):

    □ adeguato □ inadeguato

    7. A tuo giudizio, chi è più portato per la politica? (dai solo 1 risposta) □ gli uomini □ le donne □ entrambi

    8. Sapresti dirmi qual è la percentuale delle donne presenti nel parlamento italiano (fai riferimento alle elezioni del 2006) (dai solo 1 risposta):

    □ meno del 5% □ tra il 10 e il 20% □ più del 30%

    □ tra il 5 e il 10% □ tra il 20 e il 30%

  • Donne in politica

    28

    3.1 LA RAPPRESENTANZA DELLE DONNE IN PARLAMENTO Il numero delle donne in parlamento è adeguato o inadeguato? A questo quesito il 67,2% degli intervistati, pari a 767 risposte, di cui 496 riferite da ragazze, risponde che il numero di donne presenti in parlamento è inadeguato. Il dato significativo è che a fronte di un elevato numero di ragazze che ritiene la presenza delle donne insufficiente, i ragazzi si suddividono a metà fra favorevoli e contrari. Il grafico 15 evidenzia il giudizio degli/lle studenti/esse, con particolare riferimento alla composizione delle risposte per genere. Il 64,7% di chi ha risposto “inadeguato” è femmina, contro il 35,3% appartenente all’altro genere.

    GRAFICO 15: ADEGUATA O INADEGUATA LA PRESENZA FEMMINILE IN PARLAMENTO

    A tuo giudizio il numero di donne presenti in parlamento italiano è

    F 26,2 M 73,8

    ADEGUATO 32,8

    F 64,7 M 35,3

    INADEGUATO 67,2

    0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

    TABELLA 15: ADEGUATA O INADEGUATA LA PRESENZA FEMMINILE IN PARLAMENTO: DOM 6 F M Totale F% M% Totale

    adeguato 98 276 374 16,5 50,5 32,8 inadeguato 496 271 767 83,5 49,5 67,2 TOTALE 594 547 1141 100,0 100,0 100,0

    3.2 CHI È PIÙ PORTATO PER LA POLITICA Uomini e donne hanno le stesse potenzialità nel divenire ed essere soggetti politici o le donne e gli uomini hanno capacità differenti che risultano più o meno coerenti rispetto alla politica? Secondo il 58,6% del campione (669 questionari su 1141) non esistono differenze di genere che meglio qualificano il rapporto con la politica: entrambi, uomini e donne, sono portati per la politica; sono soprattutto le ragazze a sostenere questa affermazione, il 71,9% ragazze contro il 44,2% dei ragazzi. Questi ultimi invece mostrano una maggiore fiducia in se stessi nella politica rispetto alle loro compagne: il 52,5% dei ragazzi ritiene che sono più portati gli uomini alla politica mentre solo il 12,5% (pari ad 84 ragazze ) riconosce questa possibile competenza più attinente al genere femminile. Questa risposta indica, forse, una limitata convinzione, alle risposte date alla domanda n.5, dove ben 208 ragazze puntavano sulle donne.

  • Donne in politica

    29

    Il dato significativo che ne esce è un minore investimento delle donne su se stesse: solo il 12,5% delle ragazze individua la donna come soggetto politico, contro il 52,5 % dei ragazzi che riconosce nel genere maschile il soggetto politico.

    GRAFICO 16: CHI È PIÙ PORTATO PER LA POLITICA

    A tuo giudizio, chi è più portato per la politica?

    15,712,5

    71,9

    52,5

    3,3

    44,2

    33,3

    8,1

    58,6

    0,0

    10,0

    20,0

    30,0

    40,0

    50,0

    60,0

    70,0

    80,0

    uomini donne entrambe

    F% M% Totale

    TABELLA 16: CHI È PIÙ PORTATO PER LA POLITICA DOM 7 F M Totale F% M% Totale uomini 93 287 380 15,7 52,5 33,3 donne 74 18 92 12,5 3,3 8,1

    entrambe 427 242 669 71,9 44,2 58,6 TOTALE 594 547 1141 100,0 100,0 100,0

    Quale relazione esiste fra le risposte di questa domanda e le risposte in merito alla suddivisione del lavori domestici? L’incrocio evidenzia per le ragazze un’aspirazione alla completa condivisione dalla casa alla politica; ben 358 ragazze condividono questa visione mentre i ragazzi sono solo 142. La quota più significativa di ragazzi (176 risposte) conferma una visione tradizionale: nell’incrocio i ragazzi ritengono che sono gli uomini più portati alla politica mentre le donne devono invece avere maggiori responsabilità nel lavoro domestico.

  • Donne in politica

    30

    GRAFICO 17: CHI È PIÙ PORTATO PER LA POLITICA IN RELAZIONE ALLE RISPOSTE DOMANDA N1 (SUDDIVISIONE DEI LAVORI DOMENSTICI).

    Chi è più portato per la politica in relazione alla suddivisione dei lavori domestici

    35,1

    89,9

    40,8

    64,9

    84,2

    10,1

    47,8

    28,4

    59,2

    15,8

    52,2

    71,6

    0,0

    20,0

    40,0

    60,0

    80,0

    100,0

    uomini e donnedevono avere le

    stesse responsabilità

    le donne devonoavere maggiori

    responsabilità neilavori domestici

    uomini e donnedevono avere le

    stesse responsabilità

    le donne devonoavere maggiori

    responsabilità neilavori domestici

    uomini e donnedevono avere le

    stesse responsabilità

    le donne devonoavere maggiori

    responsabilità neilavori domestici

    uomini donne entrambi

    F% M%

    Tabella 17: CHI È PIÙ PORTATO PER LA POLITICA IN RELAZIONE ALLE RISPOSTE DOMANDA N1 (SUDDIVISIONE DEI LAVORI DOMENSTICI)

    DOM 7 DOM 1 F M TOTALE F% M%

    uomini

    uomini e donne devono avere le stesse responsabilità 60 111

    171 35,1 64,9

    le donne devono avere maggiori responsabilità nei lavori domestici 33 176

    209 15,8 84,2

    donne

    uomini e donne devono avere le stesse responsabilità 62 7

    69 89,9 10,1

    le donne devono avere maggiori responsabilità nei lavori domestici 12 11

    23 52,2 47,8

    entrambi

    uomini e donne devono avere le stesse responsabilità 358 142

    500 71,6 28,4

    le donne devono avere maggiori responsabilità nei lavori domestici 69 100

    169 40,8 59,2

    Nell’analisi tra la relazione tra chi è più portato per la politica e la suddivisione del lavoro di crescita e cura dei figli cresce il rapporto fra la scelta di entrambi i generi e l’uguale responsabilità di uomini e donne nella crescita dei figli (406 ragazze e 222 ragazzi) ma cresce anche il numero dei ragazzi (232) che ritiene il genere maschile come più adatto alla politica anche se in relazione all’equa responsabilità di cura dei figli fra madre e padre, confermando una visione che pone le donne all’interno della “casa”, soggetti ancora una volta non “visibili” all’attività di governo.

  • Donne in politica

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    GRAFICO 18: CHI È PIÙ PORTATO PER LA POLITICA IN RELAZIONE ALLE RISPOSTE DOMANDA N 2 (SUDDIVISIONE DEL LAVORO DI CURA )

    Chi è più portato per la politica in relazione a come deve essere suddiviso il lavoro di crescita e cura dei figli

    25,420,3

    82,6

    50,0

    64,6

    51,2

    79,7

    17,4

    50,0 48,8

    74,6

    35,4

    0,0

    20,0

    40,0

    60,0

    80,0

    uomini e donnedevono avere le

    stesseresponsabilità nella

    cura dei f igli

    le donne devonoavere maggiori

    responsabilità nellacura dei f igli

    uomini e donnedevono avere le

    stesseresponsabilità nella

    cura dei f igli

    le donne devonoavere maggiori

    responsabilità nellacura dei f igli

    uomini e donnedevono avere le

    stesseresponsabilità nella

    cura dei f igli

    le donne devonoavere maggiori

    responsabilità nellacura dei f igli

    uomini donne entrambi

    F% M%

    TABELLA 18: CHI È PIÙ PORTATO PER LA POLITICA IN RELAZIONE ALLE RISPOSTE DOMANDA N 2 (SUDDIVISIONE DEL LAVORO DI CURA ).

    DOM 7 DOM 2 F M TOTALE F% M%

    uomini

    uomini e donne devono avere le stesse responsabilità nella cura dei figli 79 232

    311 25,4 74,6

    le donne devono avere maggiori responsabilità nella cura dei figli 14 55

    69 20,3 79,7

    donne

    uomini e donne devono avere le stesse responsabilità nella cura dei figli 71 15

    86 82,6 17,4

    le donne devono avere maggiori responsabilità nella cura dei figli 3 3

    6 50,0 50,0

    entrambi

    uomini e donne devono avere le stesse responsabilità nella cura dei figli 406 222

    628 64,6 35,4

    le donne devono avere maggiori responsabilità nella cura dei figli 21 20

    41 51,2 48,8

    3.3. QUANTE SONO LE DONNE IN PARLAMENTO Quante sono le donne elette nel parlamento? Quanto i ragazzi e le ragazze conoscono questo dato? La percentuale di donne elette nelle assemblee parlamentari a suffragio diretto costituisce uno degli indicatori adottati in sede nazionale ed internazionale per la valutazione della partecipazione femminile all’attività politica. Da un’analisi condotta da ISTAT nel 2007 (Istituto Italiano di Statistica) su dati del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati le quote di parlamentari italiane elette nelle assemblee nazionali sono pari a circa il 14% degli eletti al Senato della Repubblica e al 17% alla Camera dei

  • Donne in politica

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    deputati. Al Parlamento europeo la rappresentanza femminile italiana supera il 19% degli eletti nazionali.4 Nel confronto con i paesi dell’Unione Europea la rappresentanza parlamentare delle donne italiane risulta modesta. Se rapportata alle equivalenti rappresentanze nazionali comunitarie la quota di deputate elette in Italia alla Camera dei deputati si colloca ampiamente al di sotto delle percentuali dei paesi nordici e della Spagna (tutte superiori al 36%). Va segnalato che mentre in Danimarca, Norvegia, Finlandia e Svezia il confronto non è completamente applicabile per la presenza di una sola Camera, nei Paesi Bassi e in Spagna la sussistenza di due rami parlamentari rende congruente la comparazione con il caso nazionale. Rispetto alle Camere di questi due paesi le quote di deputate italiane risultano in entrambi i casi inferiori di oltre 18 punti percentuali, mentre la rappresentanza femminile al Senato della repubblica è nettamente inferiore a quella del Senato spagnolo (-9,3 punti percentuali) e della Camera alta olandese (-15,1 punti percentuali). Tra i sistemi politici bicamerali anche in Germania e nel Regno Unito si rilevano quote di rappresentanza femminile superiori a quelle italiane in entrambe le assemblee, pur con differenze percentuali meno accentuate; in Francia solo alla Camera bassa la quota femminile (12,2%) è inferiore a quella italiana, mentre al Senato l’indicatore supera di 3 punti percentuali quello nazionale. La domanda n.8 faceva riferimento alle elezioni 2006. La maggioranza degli/lle studenti intervistati/te (43%) ritengono che la percentuale di donne presenti in parlamento sia compresa tra il 5% e il 10%. Quasi il 23% ritiene che il numero di donne sia “inferiore al 5%” e solo il 23% pari a 262 risponde in modo corretto: “tra il 10% e 20%”. Questo dato messo in rapporto con la domanda n.6 (le donne in parlamento sono rappresentate in modo adeguato), evidenzia che le risposte date sono non sufficientemente suffragate da un dato di reale conoscenza, e indicano un limitato interesse nei confronti della politica.

    GRAFICO 19: QUANTE SONO LE DONNE PRESENTI IN PARLAMENTO

    Sapresti dirmi qual è la percentuale di donne presenti nel parlamento italiano

    (fai riferimento alle elezioni 2006)

    24,6

    43,6

    23,6

    7,2

    1,0

    22,5

    42,4

    22,3

    10,4

    2,4

    0,0

    5,0

    10,0

    15,0

    20,0

    25,0

    30,0

    35,0

    40,0

    45,0

    Meno del 5 % Tra il 5% e il 10% Tra il 10% e il 20% Tra il 20 e il 30% Più del 30%

    F% M%

    4 La percentuale di senatrici e deputate è stata calcolata per ciascuna legislatura in rapporto al totale dei rappresentanti delle assemblee parlamentari, includendo sempre per l’Italia i rappresentanti eletti nella circoscrizione estero, e i senatori a vita, nel caso del Senato della repubblica.

  • Donne in politica

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    Tabella 19: QUANTE SONO LE DONNE PRESENTI IN PARLAMENTO

    DOM 8 F M Totale Fo MSN Totale Meno del 5 % 146 123 269 24,6 22,5 23,6

    Tra il 5% e il 10% 259 232 491 43,6 42,4 43,0 Tra il 10% e il 20% 140 122 262 23,6 22,3 23,0 Tra il 20 e il 30% 43 57 100 7,2 10,4 8,8

    Più del 30% 6 13 19 1,0 2,4 1,7 TOTALE 594 547 1141 100,0 100,0 100,0

    3.4 LA VISIBILITÀ DELLE DONNE Concludono il secondo gruppo due domande, la prima sulle possibili strategie da seguire per favorire la presenza delle donne in politica, la seconda sul raffronto sociale /politica come possibile spiegazione dell’assenza delle donne negli organi della politica.

    Nel questionario la domanda n.9 chiedeva quale provvedimento attuare per favorire la presenza delle donne in parlamento; il ventaglio delle risposte andava da un maggior intervento istituzionale a un minor intervento legislativo, puntando in questo caso sulle capacità di ognuno. Le ragazze oscillano fra questi due estremi. Una parte di loro auspica una suddivisione al 50% fra maschi e femmine (42,2% delle intervistate) e un altro gruppo ritiene sufficiente avere capacità d’emergere (35,5%), mentre i ragazzi sostengono le capacità quale condizione necessaria per emergere in questo ambito (59,2% dei ragazzi intervistati).

    9. Quale provvedimento ritieni giusto e utile per favorire la presenza delle donne nelle istituzioni politiche? (dai solo 1 risposta)

    □ i posti in parlamento dovrebbero essere suddivisi 50% agli uomini e 50% alle donne

    □ stabilire per legge che 1/3 dei posti in parlamento siano riservati alle donne □ promuovere campagne di informazione che invitino i cittadini a votare per donne

    □ stabilire per legge che la metà dei posti nelle liste elettorali siano riservati alle donne

    □ non servono provvedimenti perché, se una donna è capace, esistono già le condizioni perché possa emergere e farsi eleggere

    10. Le donne sono attive nella vita sociale (volontariato, associazioni), ma sono poco presenti nella vita politica. Secondo te qual è il motivo principale? (dai solo 1 risposta)

    □ Le donne sono più sensibili ai problemi sociali □ Le donne operano nel sociale perché in politica il potere è in mano agli uomini che non vogliono cederlo

    □ Le donne operano nel sociale perché in politica sono presenti da meno tempo rispetto agli uomini e sono dunque in una situazione di svantaggio

  • Donne in politica

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    TABELLA 20: PROVVEDIMENTI PER FAVORIRE LA PRESENZA DELLE DONNE NELLE ISTITUZIONI POLITICHE

    DOM 9 F M Totale F% M% Totale I posti in parlamento dovrebbero

    essere suddivisi 50% agli uomini e 50% alle donne

    239 80 319 40,2 14,6 28,0

    Stabilire per legge che 1/3 dei posti in parlamento siano riservati

    alle donne 61 81 142 10,3 14,8 12,4

    Promuovere campagne di informazione che invitino i cittadini

    a votare per le donne 50 42 92 8,4 7,7 8,1

    Stabilire per legge che la metà dei posti nelle liste elettorali siano

    riservati alle donne 33 20 53 5,6 3,7 4,6

    Non servono provvedimenti perché se una donna è capace , esistono

    già le condizioni perché possa emergere e farsi eleggere

    211 324 535 35,5 59,2 46,9

    TOTALE 594 547 1141 100,0 100,0 100,0

    GRAFICO 20: PROVVEDIMENTI PER FAVORIRE LA PRESENZA DELLE DONNE

    NELLE ISTITUZIONI POLITICHE

    Quale provvedimento ritieni giusto e utile per favorire la presenza delle donne nelle istituzioni politiche?

    40,2

    10,3

    8,4

    5,6

    35,5

    14,6

    14,8

    7,7

    3,7

    59,2

    0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0

    I posti in parlamento dovrebbero essere suddivisi 50% agliuomini e 50% alle donne

    Stabilire per legge che 1/3 dei posti in parlamento sianoriservati alle donne

    Promuovere campagne di informazione che invitino i cittadini avotare per le donne

    Stabilire per legge che la metà dei posti nelle liste elettoralisiano riservati alle donne

    Non servono provvedimenti perché se una donna è capace ,esistono già le condizioni perché possa emergere e farsi

    eleggere

    F% M%

    Volontariato, associazioni no profit, sono soprattutto popolate da donne, mentre i luoghi della politica sono abitati soprattutto dagli uomini. La politica viene contrapposta al sociale, due ambiti antitetici e legati al genere, il primo legato al genere maschile e il secondo considerato una competenza femminile, una sorta di continuità fra cura dei cari e cura di chi sta oltre famiglia. Abbiamo chiesto ai ragazzi e alle ragazze di spiegare il motivo di questa netta suddivisione. Il grafico 21 suddivide così le seguenti ipotesi.

  • Donne in politica

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    GRAFICO 21: MOTIVI PER I QUALI LE DONNE SONO POCO PRESENTI NELLA VITA POLITICA.

    Le donne sono attive nella vita sociale (volontariato, associazioni), ma sono poco presenti nella vita politica. Secondo te qual è il motivo principale?

    25,9

    32,8

    41,2

    36,4

    29,6

    34,0

    0,0 10,0 20,0 30,0 40,0

    Le donne sono più sensibili ai problemi sociali

    Le donne operano nel sociale perché in politica il potere èin mano agli uomini che non vogliono cederlo

    Le donne operano nel sociale perché in politica sonopresenti da meno tempo rispetto agli uomini e sono dunque

    in una situazione di svantaggio

    F% M%

    TABELLA 21: MOTIVI PER I QUALI LE DONNE SONO POCO PRESENTI NELLA VITA POLITICA DOM 10 F M Totale F% M% Totale

    Le donne sono più sensibili ai problemi sociali 154 199 353 25,9 36,4 30,9

    Le donne operano nel sociale perché in politica il potere è in

    mano agli uomini che non vogliono cederlo

    195 162 357 32,8 29,6 31,3

    Le donne operano nel sociale perché in politica sono

    presenti da meno tempo rispetto agli uomini e sono dunque in una situazione di

    svantaggio

    245 186 431 41,2 34,0 37,8

    Totale complessivo 594 547 1141 100,0 100,0 100,0 Le ragazze ritengono che la disparità di presenza sia soprattutto da imputare alla presenza da minor tempo delle donne nella politica, (41,2%) manifestando così una consapevolezza legata al tempo quale fattore importante per riuscire ad accrescere la presenza delle donne in politica. Per i ragazzi, il primo dato che appare è che non esiste una risposta che predomina sulle altre, ma esiste come una sorta di continuità, di completamento; l’assenza delle donne nei luoghi della politica è soprattutto da imputare ad una maggiore capacità di quest’ultime a farsi carico dei problemi sociali (36,4%) e perciò una sorta di continuità e conferma nel lavoro di cura e relazione, ma la limitata presenza è imputata anche alla “recente” partecipazione delle donne alla politica (34%), infine non è da sottostimare la non volontà degli uomini a cedere alle donne il potere politico ( 29,6% ).

  • Rapporto con la politica

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    IL RAPPORTO DEI/DELLE GIOVANI CON LA POLITICA L'Italia è solitamente dipinta come un paese dove il potere - politico e non solo - è saldamente nelle mani degli ultrasessantenni. Note di conforto arrivano da uno studio realizzato dall'Anci, l'associazione nazionale dei comuni. Nei consigli cittadini5 il 19% degli amministratori ha meno di 35 anni a fronte del 2,2% dei deputati, del 4,2% dei consiglieri regionali e del 7,2% dei consiglieri provinciali. Più in dettaglio, a livello territoriale, oltre il 71% dei giovani amministratori comunali sotto i 35 anni è concentrato nei piccoli comuni. Per quanto riguarda le cariche ricoperte, l'1,4% degli amministratori con meno di 35 anni è sindaco, il 2% vicesindaco, il 16% è assessore e l'80% è consigliere comunale. Inoltre la ricerca svolta su un campione di 2.600 individui (2.000 under 34 e 600 over 35), rispetto agli ultimi tre anni, certifica che circa il 50% dei giovani italiani mostra un aumento di interesse per la politica. Più del 90% dei giovani italiani ritiene infatti necessario partecipare alla vita politica del Paese, tanto che il 76% auspicherebbe delle "quote verdi", un numero minimo obbligatorio di giovani candidati nelle liste. Dunque, in altre parole, la partecipazione politico-partitica giovanile a livello locale è tutt’altro che rara, ma diminuisce semmai al crescere delle “dimensioni”. Infine un’ultima ricerca realizzata dall’Unione Europea (Eurobarometro 2007 )conferma il dato della precedente ricerca. L’indagine ci svela che l'82% dei giovani europei s'interessa alla politica del proprio paese, il 73% alla politica della loro regione e il 66% alla politica a livello comunitario; infine, i ragazzi risultano essere molto più attivi in politica rispetto alle donne, ma in generale solo il 5% è iscritto a un partito politico.

    5 Ricerca dall'Anci, l'associazione nazionale dei comuni, in collaborazione con Cittalia e Swg-Publica Res – aprile 2008

    11. Tu quanto ti interessi di politica? (dai solo 1 risposta) □ Per nulla □ Abbastanza □ Moltissimo □ Poco □ Molto

    12. a Se hai risposto per nulla o poco alla domanda 11, qual è il motivo principale del tuo disinteresse? (dai solo 1 risposta)

    □ Nel sistema politico italiano ci sono troppi sprechi e privilegi e i politici non si occupano dei problemi reali delle persone

    □ Non mi sento rappresentato dall’attuale classe politica che non si occupa delle questioni che maggiormente interessano le nuove generazioni

    □ Mi piacerebbe partecipare attivamente alla politica ma nel sistema politico attuale è difficile entrare

    □ Preferisco occuparmi delle questioni sociali in altri modi (volontariato, partecipazione ad associazioni…)

    12.b Se hai risposto abbastanza, molto, moltissimo, che cosa ti interessa/appassiona di più della politica? (dai solo 1 risposta)

    □ L’idea che la partecipazione alla vita politica possa contribuire a migliorare la società

    □ Mi piace tenermi informato sui problemi attuali del nostro Paese □ Mi appassiona la discussione e il confronto con gli altri per cercare delle soluzioni ai problemi

    □ Fare politica mi permette di stare nei posti di potere

  • Rapporto con la politica

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    Indagare quest’ultimo ambito ci è sembrato giusto poiché la politica è attività volta al conseguimento dei fini che interessano alla società , è risposta ai bisogni della collettività, ma è anche passione, e ricerca del giusto. Concludere indagando questo ambito rispetto al tema affrontato ci pareva coerente con la volontà di cambiamento che il tema delle pari opportunità richiede 4.1 L’INTERESSE PER LA POLITICA Quanto si interessano di politica i/le giovani intervistati/e?Il 39,7% (453 persone su 1141) si interessano “poco” di politica e per il 32,4% (370 persone su 1141) “abbastanza”;mentre l’interesse “molto” e “moltissimo” è inferiore al 10% e sono soprattutto i ragazzi a dare questa risposta. Ma chi non si interessa per nulla di politica sono soprattutto le ragazze, più di un quinto delle intervistate, il 21,2%, non mostra alcun interesse. Il grafico 22 mostra le percentuali di interesse per la politica suddiviso per genere.

    GRAFICO 22: INTERESSE PER LA POLITICA

    Tu quanto ti interessi di politica?

    21,2

    15,7

    18,6

    43,3

    35,8

    39,7

    31,0

    34,0

    32,4

    3,4

    7,3

    5,3

    7,1

    4,0

    1,2

    0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

    F

    M

    TOT

    Per nulla Poco Abbastanza Molto Moltissimo

  • Rapporto con la politica

    38

    TABELLA 22: INTERESSE PER LA POLITICA DOM 11 F M Totale F% M% Totale Per nulla 126 86 212 21,2 15,7 18,6

    Poco 257 196 453 43,3 35,8 39,7 Abbastanza 184 186 370 31,0 34,0 32,4

    Molto 20 40 60 3,4 7,3 5,3 Moltissimo 7 39 46 1,2 7,1 4,0 TOTALE 594 547 1141 100,0 100,0 100,0

    Se si incrociano i dati relativi alla domanda n. 8 (Quante sono le donne presenti nel parlamento) con l’interesse dichiarato nei confronti della politica, risulta che sono soprattutto chi ha risposto poco o abbastanza ad avere riferito il dato corretto in merito alle donne presenti in parlamento. Il grafico 23, sottostante, mostra questo andamento.

    Grafico 23: INTERESSE PER LA POLITICA IN RELAZIONE ALLE RISPOSTA DOMANDA N6 (NUMERO DELLE DONNE PRESENTI IN PARLAMENTO)

    Donne presenti in parlamento in relazione all'interesse per la politica

    0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

    Meno del 5 %

    Tra il 5% e il 10%

    Tra il 10% e il 20%

    Tra il 20 e il 30%

    Più del 30%

    nulla poco abbastanza molto moltissimo

    Tabella 23: INTERESSE PER LA POLITICA IN RELAZIONE ALLE RISPOSTA DOMANDA N6

    (NUMERO DELLE DONNE PRESENTI IN PARLAMENTO) nulla poco abbastanza molto moltissimo TOTALE

    Meno del 5 % 54 105 86 13 11 269 Tra il 5% e il 10% 78 195 169 26 23 491 Tra il 10% e il 20% 59 112 71 13 7 262 Tra il 20 e il 30% 14 36 40 7 3 100

    Più del 30% 7 5 4 1 2 19 Quale il motivo del disinteresse? La maggioranza degli intervistati (58%) che ha risposto che si interessa poco o per nulla di politica per il 68,4% indica la causa della disaffezione nei “troppi sprechi e privilegi” e nel poco interesse che il politico rivolge ai problemi reali delle persone”; lo pensa il 70,8% delle ragazze intervistate e il 65,2% dei ragazzi.

  • Rapporto con la politica

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    GRAFICO 24: MOTIVI DEL POCO INTERESSE PER LA POLITICA Il 58% (665 individui) degli intervistati/te ha risposto che si interessa poco o per nulla di

    politica così spiega il perchè…

    271

    44

    16

    52

    184

    47

    16

    35

    455

    32

    87

    91

    0 50 100 150 200 250 300 350 400 450

    Nel sistema politico italiano ci sono troppisprechi e privilegi e i politici non si

    occupano dei problemi reali delle persone

    Non mi sento rappresentato dall'attualecalsse politica che non si occupa dellequestioni che maggiormente interessano

    le nuove generazioni

    Mi piacerebbe partecipare attivamentw ealla politica ma nel sistema politico attuale

    è diff icile entrare

    Preferisco occuparmi delle questionisociali in altri modi

    F M Totale

    Meno della metà degli intervistati, il 42% del campione mostra interesse nei confronti della politica; per il 37,4% perché gli “piace tenersi informato sui problemi attuali del nostro Paese”, Segue con tre punti percentuali in meno “ l’idea che la partecipazione alla vita politica possa contribuire a migliorare la società”. Infine, “fare politica mi permette di stare nei posti di potere” corrisponde al 9,8% dei ragazzi interessati alla politica, mentre le ragazze sono solo il 2,8%.

    GRAFICO 25: MOTIVI DELL’ INTERESSE PER LA POLITICA Il 42% (476 individui) degli intervistati/te ha risposto che si interessa abbastanza, molto o

    moltissimo di politica così spiega il perchè…

    76

    82

    47

    6

    88

    96

    55

    26

    164

    102

    32

    178

    0 20 40 60 80 100 120 140 160 180

    L'idea che la partecipazione alla vitapolitica possa contribuire a migliorare la

    società

    Mi piace tenermi informato sui problemiattuali del nostro Paese

    Mi appassiona la discussione e ilconfronto con gli altri per cercare delle

    soluzioni ai problemi

    Fare politica mi permette di stare nei postidi potere

    F M Totale

  • Rapporto con la politica

    40

    TABELLA 24: MOTIVI PRINCIPALI DI INTERESSE/DISINTERESSE PER LA POLITICA

    DOM 12 DOM 12 A/B F M Totale F% M% Totale

    nulla/ poco

    Nel sistema politico italiano ci sono troppi sprechi e privilegi e i politici non si

    occupano dei problemi reali delle persone

    271 184 455 70,8 65,2 68,4

    Non mi sento rappresentato dall'attuale classe politica che non si occupa delle

    questioni che maggiormente interessano le nuove generazioni

    44 47 91 11,5 16,7 13,7

    Mi piacerebbe partecipare attivamente alla politica ma nel sistema politico

    attuale è difficile entrare 16 16 32 4,2 5,7 4,8

    Preferisco occuparmi delle questioni sociali in altri modi 52 35 87 13,6 12,4 13,1

    A Totale 383 282 665 100,0 100,0 100,0

    abbastanza/ molto/

    moltissimo

    L'idea che la partecipazione alla vita politica possa contribuire a migliorare la

    società 76 88 164 36,0 33,2 34,5

    Mi piace tenermi informato sui problemi attuali del nostro Paese 82 96 178 38,9 36,2 37,4

    Mi appassiona la discussione e il confronto con gli altri per cercare delle

    soluzioni ai problemi 47 55 102 22,3 20,8 21,4

    Fare politica mi permette di stare nei posti di potere 6 26 32 2,8 9,8 6,7

    B Totale 211 265 476 100,0 100,0 100,0 TOTALE 594 547 1141

    I dati sono stati messi in relazione con le quattro tipologie di scuole. Il dato maggiore di disaffezione alla politica è presente nei centri di formazione professionale, mentre il dato di coloro che poco si interessano è costante fra i diversi indirizzi ed è compreso fra quasi il 45% e il 48%. Il maggiore interesse dato da abbastanza, molto e moltissimo cresce dai CFP ai licei.

    GRAFICO 26:INTERESSE PER LA POLITICA E SCUOLA FREQUENTATA

    Tipologia di scuola in relazione all'interesse per la politica

    0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

    cfp

    ist. Professionale

    ist. Tecnico

    liceo

    nulla poco abbastanza molto moltissimo

  • Rapporto con la politica

    41

    TABELLA 25: INTERESSE PER LA POLITICA E SCUOLA FREQUENTATA nulla poco abbastanza molto moltissimo

    cfp 40 50 29 5 2 ist. Professionale 60 106 84 8 11

    ist. Tecnico 79 199 161 28 24 liceo 33 98 96 19 9

    4.2 LE QUALITÀ APPREZZATE IN /UNA PARLAMENTARE L’ultima domanda del questionario indagava sulle qualità più apprezzate e riconosciute ai politici e prevedeva la possibilità di dare massimo due risposte. La rosa di qualità considerate era la seguente: onestà e moralità, capacità di farsi capire dalla gente, competenza tecnica, capacità di mettere d’accordo gli alleat