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Autorizz. Trib. di Udine n. 8 del 3.4.1997 Sped. in abb. Comma 20 lettera C art. 2 legge 662/96 SOCIETÀ FRIULANA DI Bollettino n. 5 - Anno VI Dicembre 2002 Ovvero: quando ricordare un piacere. Ma anche quan- do ricordare sorpresa: come se fossimo dei viandan- ti che, arrivati alla fine di un cammino, si voltassero indietro e si sorprendessero per quanta strada stata percorsa. Ricordiamo, dunque, non in dettaglio, perch sarebbe troppo lungo, ma in numeri, quanto abbiamo fatto nell anno in corso: Æ 30 tra incontri e conferenze, sui temi pi vari ed anche con la partecipazione di insigni relatori. Un cenno particolare va alla serie di incontri che aveva- no per oggetto un viaggio all interno del mondo romano, considerato nei pi vari aspetti: dai giochi per bambini a quelli per adulti (circo e gladiatori), alla musica e danza, alle acconciature ed al maquil- lage, alla viabilit , alla monetazione ed alle banche. Il viaggio non finito, riprender nei prossimi mesi, con altri argomenti. Æ 5 campagne di scavo (ahim , quest anno interrotte anzitempo per il perdurare di condizioni climatiche avverse). Æ 4 convegni, tra cui per importanza spiccano il Progetto Durres (indagine sui beni culturali alba- nesi dell antichit e del Medioevo, progetto svilup- pato da una quipe formata dalla Societ , dai Musei civici e dalle universit di Udine e Parma e sotto l e- gida della Agenzia delle Nazioni Unite) e la parteci- pazione alla Borsa mediterranea del turismo archeo- logico (di cui trattiamo ampiamente in altra parte del Bollettino). Æ 3 viaggi: in Campania (Paestum, Pompei, Ercolano, Velia), in Spagna ed a Idria, tutti ottimamente riu- sciti. Æ 1 corso per insegnanti (viaggio all interno del mondo romano). Æ 1 progetto I Celti in Friuli , sviluppato in equipe tra Societ , Civici Musei, Universit , Soprintendenza. Æ Pubblicazioni: il Bollettino, con veste rinnovata e che ora arriva ad 8 pagine ed i Quaderni friulani di Archeologia, volume che quest anno arriva a ben 300 pagine. Æ Incontri con le scuole e per le scuole, di ogni ordine e grado e numerosi in quantit . Æ Scampagnata a Pozzalis, momento importante di aggregazione e serenit . Æ Nascita della sezione della Bassa friulana, con sede a Codroipo e della quale stato nominato coordina- tore Adriano Fabbro. Æ Tutte le attivit sopra riferite comprendono anche quanto stato fatto dalla sezione della Carnia, coor- dinata dalla dott.ssa Vannacci. La sezione della Carnia ha, nel presente anno, operato in maniera splendida ed ormai un riferimento importante per il territorio. Gian Andrea Cescutti LE ATTIVITÀ DELLA SOCIETÀ NEL 2002 Argomento ponderoso, ma senza dubbio alcuno interessante ed intri- gante per noi che del vino abbiamo fatto, oggi, una cultura ed un piace- re raffinato. Ø nostra intenzione entrare piano, piano nel mondo della viticoltura e dell enologia presso gli antichi Romani: non mancheranno le sorprese. Riserviamo questa prima puntata alle FESTE VINALI Nelle credenze, nei riti religiosi e nelle feste popolari i Romani ripor- tavano tutto alla vita rustica ed alla coltivazione dei campi. Era prassi celebrare tutte le pi importanti sca- denze con feste adeguate. Anche per l istituzione antichissima della vite vennero istituite delle feste, non solo per la vendemmia, ma anche per il giorno in cui si spillava dalla botte, come diciamo noi, il vino nuovo e si gustava per la prima volta. Le feste Baccanali erano feste istituite in onore di Bacco e dalla Grecia erano passate in Italia, dove si tenevano tre volte all anno. Poich per divennero cagione di orribili disordini (per ovvi motivi), e di infinite orge , furono soppres- se con decreto del Senato nell anno di Roma 568. Alcuni cenni storici: I baccanali , in greco Dionysia , I romani ed il vino di Gianandrea Cescutti continua a pag. 2 venivano celebrati dai Greci nel mese di marzo, epoca in cui si cominciava a potare le vigne, e nella quale sono pi sottoposte alle intemperie dell aria. Si conosceva- no anche sotto il nome di orge , parola che indicava un rumoroso strepitio e non certo nel senso che oggi ad esse viene attribuito. Gli Ateniesi le celebravano con molta maggiore solennit degli altri popoli della Grecia, ma, sembra, con disso- lutezza. Erodono e Diodoro Siculo pretendono che queste feste avesse- ro origine in Egitto, da dove Melampo le port in Grecia; da qui passarono in Italia. Erodono dice che in principio vi erano ammesse solo le donne e che solo in seguito vi furono ammessi anche gli uomini e la mescolanza dei due sessi cagion terribili disordini. Soppresse dunque le feste baccana- li, come si detto, rimasero le altre grandi feste, le Meditrinali , in onore di Meditrina. In queste feste si offriva alla dea del vino vecchio o del nuovo, e si credeva che il vino preso moderatamente fosse un eccellente preventivo contro ogni malattia (dice Plinio: non c cosa pi utile alle forze, n pi dannosa ancora ai piaceri, quando il vino si usa senza il debito modo ). Le Meditrinali si celebravano il giorno 11 di ottobre. ARCHE LOGIA

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Autorizz. Trib. di Udine n. 8 del 3.4.1997 Sped. in abb. Comma 20 lettera C art. 2 legge 662/96

SOCIETÀ FRIULANA DI

Bollettino n. 5 - Anno VI Dicembre 2002

Ovvero: quando ricordare un piacere. Ma anche quan-do ricordare sorpresa: come se fossimo dei viandan-ti che, arrivati alla fine di un cammino, si voltasseroindietro e si sorprendessero per quanta strada statapercorsa. Ricordiamo, dunque, non in dettaglio, perchsarebbe troppo lungo, ma in numeri, quanto abbiamofatto nell anno in corso:

Æ 30 tra incontri e conferenze, sui temi pi vari edanche con la partecipazione di insigni relatori. Uncenno particolare va alla serie di incontri che aveva-no per oggetto un viaggio all interno del mondoromano, considerato nei pi vari aspetti: dai giochiper bambini a quelli per adulti (circo e gladiatori),alla musica e danza, alle acconciature ed al maquil-lage, alla viabilit , alla monetazione ed alle banche.Il viaggio non finito, riprender nei prossimi mesi,con altri argomenti.

Æ 5 campagne di scavo (ahim , quest anno interrotteanzitempo per il perdurare di condizioni climaticheavverse).

Æ 4 convegni, tra cui per importanza spiccano ilProgetto Durres (indagine sui beni culturali alba-

nesi dell antichit e del Medioevo, progetto svilup-pato da una quipe formata dalla Societ , dai Museicivici e dalle universit di Udine e Parma e sotto l e-gida della Agenzia delle Nazioni Unite) e la parteci-pazione alla Borsa mediterranea del turismo archeo-logico (di cui trattiamo ampiamente in altra partedel Bollettino).

Æ 3 viaggi: in Campania (Paestum, Pompei, Ercolano,Velia), in Spagna ed a Idria, tutti ottimamente riu-sciti.

Æ 1 corso per insegnanti (viaggio all interno delmondo romano).

Æ 1 progetto I Celti in Friuli , sviluppato in equipetra Societ , Civici Musei, Universit ,Soprintendenza.

Æ Pubblicazioni: il Bollettino, con veste rinnovata eche ora arriva ad 8 pagine ed i Quaderni friulani diArcheologia, volume che quest anno arriva a ben300 pagine.

Æ Incontri con le scuole e per le scuole, di ogni ordinee grado e numerosi in quantit .

Æ Scampagnata a Pozzalis, momento importante diaggregazione e serenit .

Æ Nascita della sezione della Bassa friulana, con sedea Codroipo e della quale stato nominato coordina-tore Adriano Fabbro.

Æ Tutte le attivit sopra riferite comprendono anchequanto stato fatto dalla sezione della Carnia, coor-dinata dalla dott.ssa Vannacci. La sezione dellaCarnia ha, nel presente anno, operato in manierasplendida ed ormai un riferimento importante peril territorio.

Gian Andrea Cescutti

LE ATTIVITÀ DELLA SOCIETÀ NEL 2002

Argomento ponderoso, ma senzadubbio alcuno interessante ed intri-gante per noi che del vino abbiamofatto, oggi, una cultura ed un piace-re raffinato. Ø nostra intenzioneentrare piano, piano nel mondodella viticoltura e dell enologiapresso gli antichi Romani: nonmancheranno le sorprese. Riserviamo questa prima puntataalle

FESTE VINALI

Nelle credenze, nei riti religiosi enelle feste popolari i Romani ripor-tavano tutto alla vita rustica ed allacoltivazione dei campi. Era prassicelebrare tutte le pi importanti sca-denze con feste adeguate. Ancheper l istituzione antichissima dellavite vennero istituite delle feste,non solo per la vendemmia, maanche per il giorno in cui si spillavadalla botte, come diciamo noi, ilvino nuovo e si gustava per laprima volta.Le feste Baccanali erano festeistituite in onore di Bacco e dallaGrecia erano passate in Italia, dovesi tenevano tre volte all anno.Poich per divennero cagione diorribili disordini (per ovvi motivi),e di infinite orge , furono soppres-se con decreto del Senato nell annodi Roma 568. Alcuni cenni storici: Ibaccanali , in greco Dionysia,

I romani ed il vinodi Gianandrea Cescutti

continua a pag. 2

venivano celebrati dai Greci nelmese di marzo, epoca in cui sicominciava a potare le vigne, enella quale sono pi sottoposte alleintemperie dell aria. Si conosceva-no anche sotto il nome di orge ,parola che indicava un rumorosostrepitio e non certo nel senso cheoggi ad esse viene attribuito. GliAteniesi le celebravano con moltamaggiore solennit degli altri popolidella Grecia, ma, sembra, con disso-lutezza. Erodono e Diodoro Siculopretendono che queste feste avesse-ro origine in Egitto, da doveMelampo le port in Grecia; da quipassarono in Italia. Erodono diceche in principio vi erano ammessesolo le donne e che solo in seguitovi furono ammessi anche gli uominie la mescolanza dei due sessicagion terribili disordini.Soppresse dunque le feste baccana-li, come si detto, rimasero le altregrandi feste, le Meditrinali , inonore di Meditrina. In queste festesi offriva alla dea del vino vecchio odel nuovo, e si credeva che il vinopreso moderatamente fosse uneccellente preventivo contro ognimalattia (dice Plinio: non c cosapi utile alle forze, n pi dannosaancora ai piaceri, quando il vino siusa senza il debito modo ). LeMeditrinali si celebravano il giorno11 di ottobre.

ARCHE LOGIA

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Secondo Festo, la prima volta in cuisi beveva il vino nuovo si ricorrevaalla seguente formula: Io bevo delvino vecchio-nuovo; io porto rime-dio alla malattia vecchia-nuova .Formula magica, formula scaraman-tica, evidentemente. Non equivaleal nostro salute ?C erano poi le feste vinali pro-priamente dette. In occasione di dette feste si offrivaa Giove il calpar, cio vino nuovotolto dal dolium per fare i sacrificialla divinit . Originariamente il termine calparindicava un vaso atto a contenerevino per sacrifici, ma in seguitoindic il vino stesso. Una volta toltoil calpar dal dolium, il resto delvino era considerato sacro e nondoveva essere riservato ad usoumano. Questo vino si chiamava sacrima edemanava quei profumi (suffimenta)che sapevano di fava e di migliomacinato con del vino mielato.Le feste vinali si celebravano inRoma due volte all anno, il giorno23 di aprile ed il 19 di agosto.C erano due tipi di feste: le prime,dette vinalia priora od urbana,erano istituite, secondo Plinio, perassaggiare i vini e non riguardavanola conservazione delle vigne. Leseconde, dette vinalia altera o rusti-ca si celebravano per avere untempo libero da tempeste e propizioalla vendemmia.Le vinalia, dice Varrone, vengonodal vino ed un giorno di Giove enon di Venere. Nel Lazio si ha gran-de cura di celebrarle. Le sacre leggitusculane proibivano di trasportareil vino in citt prima che fosserocelebrate le vinalia. Prima di assag-giare il vino nuovo si facevano conesso, come abbiamo detto, libagionia Giove. Non tutti i vini erano adatti ai sacri-fici: non era lecito sacrificare convini di vite non potata o toccatadalla folgore, n con vini prove-nienti da viti nei cui pressi era statoimpiccato qualcuno, n con vini diuva pestata con piedi feriti, n con ivini greci, perch contenevanoacqua, n con quelli cotti, n con ilmosto. (continua)

Le foto che pubblichiamo a corredodell articolo precedente si riferisconoad un mosaico policromo di et romananel quale, in una complessa geometria,viene esaltato il tema bacchico del vino.Esso costituisce il pavimento di unlocale, presumibilmente un triclinio,che faceva parte di una vasta costruzio-ne edificata — secondo le indicazioni asuo tempo fornite dagli archeologi - inet augustea e probabilmente distruttanel III¡ secolo.Il ritrovamento avvenne nella primave-ra del 1987, nelle immediate vicinanzedell aeroporto regionale di Ronchi deiLegionari, nel corso dei lavori per laposa in opera delle condutture dell ac-quedotto dell Isonzo.Una campagna di scavi condotta all e-poca a cura della dottoressa FrancaMaselli Scotti, per conto dellaSoprintendenza archeologica del Friuli-Venezia Giulia, aveva consentito di

identificare il complesso come una villarustica , ossia l impianto produttivo

tipico dell economia romana che eralegata prevalentemente all agricoltura.Vennero cos alla luce anche ulteriorireperti, tra cui un secondo mosaicocostituito da tessere bianche e nere, cheunitamente al precedente fu portato aRavenna per il necessario restauro.Quest ultimo fu quindi ricollocato nel-l area del ritrovamento. Secondo quanto riportato all epoca, congrande risalto, dai quotidiani localic era l intenzione di allestire nella zona— anche con il concorso dell ammini-strazione comunale ronchese - un vastoparco archeologico, debitamente attrez-zato, in modo da rendere visitabili, nel-l arco di tempo di un paio d anni, gliimportanti rinvenimenti.Come siano andate le cose, in realt ,ciascuno lo pu constatare di persona. Ilpavimento musivo policromo con moti-vi dedicati al vino ed alla vite stato, ineffetti, rimesso in sito, sotto una mode-stissima pensilina in plastica, ignoratodai pi ed, in ogni caso, difficilmentevisibile anche a causa delle erbacce cherigogliosamente continuano a crescereintorno al perimetro dell area.Perch trascurare la possibilit di unaadeguata valorizzazione di ci che emerso a testimonianza di uno splendi-do passato? Lanciamo da queste paginela proposta alle istituzioni di competen-za e - perch no? - anche ai privati diriprendere in esame il progetto origina-rio per rendere concretamente fruibilealla comunit , mediante un investimen-to neppure troppo rilevante, un pezzosignificativo del nostro patrimonioarcheologico che sicuramente moltiPaesi ci invidierebbero.

Gianni Cuttini

segue da pag. 1

Il mosaico di Ronchi dei Legionari

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Da 5 anni a Paestum(Sa) si tiene sotto il patrociniodei Ministeri degli Esteri,delle Attivit Produttive, delMinistero per i Beni e leAttivit Culturali, dell Une-sco e dell Ente Nazionale peril Turismo, una manifestazio-ne dal carattere eccezionale: laBorsa Mediterranea del Tu-

rismo Archeologico . Abbiamo ritenuto farvi

partecipi dei risultati di questegiornate, cui la Societ ha partecipato in prima perso-na, con un proprio stand espositivo. Alcuni dati: l areaespositiva si estende per pi di 10.000 metri quadrati,con circa 150 espositori. Tra questi, Regioni,Soprintendenze, Musei, Comuni, Gruppi Archeologicie numerosi paesi stranieri che si affacciano sull areadel Mediterraneo (ma anche lontani da esso, il che dl idea dell importanza della manifestazione). Questele finalit espressamente delineate dagli organizzatori:promuovere siti e destinazioni di richiamo archeologi-co dei Paesi del Mediterraneo creando l integrazionefra le diverse culture; favorire la conoscenza e le com-mercializzazione di prodotti turistici specifici; incre-mentare le opportunit economiche, gli effetti occupa-zionali e le ricadute culturali; approfondimento delletematiche legate alla fruizione ed alla valorizzazionedel patrimonio archeologico.

Il tutto si svolto, tra una marea di visitatoriovviamente interessati, con il supporto di numerosissi-mi incontri, conferenze, dibattiti, convegni (tra cui ilconvegno nazionale di Archeologia Viva).

Una giornata intera era dedicata anche al work-shop per operatori turistici nazionali ed internazionali.Sono state giornate di grandissima intensit . LaSociet , dopo una prima visita da ospiti, l anno scor-so, su invito dei colleghi del Gruppo ArcheologicoSalernitano, quest anno ha deciso di intervenire inmaniera attiva, con proprio stand espositivo. Ma hafatto di pi , ha deciso di promuovere non solo i sitiarcheologici del Friuli, ma il Friuli stesso.

Per questo, sensibilizzati gli Organismi istitu-zionali (che hanno accolto con favore l iniziativa)quali Regione, Provincia, Agenzia Regionale diPromozione Turistica ed i vari Musei, e di tutti abbia-mo fatto i portavoce, abbiamo raccolto numerosissimomateriale espositivo riguardante il Friuli in tutte le suerisorse: archeologiche, storiche, artistiche, turistiche epaesaggistiche.

Abbiamo ottenuto importanti risultati, sia sulpiano generale che su quello particolare legato all ar-

cheologia in senso stretto edalla Societ . Sul piano gene-rale il Friuli andato letteral-mente a ruba: richiestissimeCividale del Friuli ed Aquileia(presente quest ultima conproprio stand accostato alnostro ed in comunanza diaccordo di partecipazione e dilavoro); richiestissimaPalmanova, di cui, ahim ,avevamo poche cose, e nonper colpa nostra; ottime

richieste per Udine (perch non si trovano poster dellacitt ?), Friuli collinare, Carnia, itinerari turistici. Aruba il materiale relativo al Museo di Attimis, che eramolto e che andato esaurito in poco tempo. Eranorichieste, ma mancavano, le carte geografiche dellaRegione. Per riassumere, abbiamo promosso veramen-te il Friuli.

Sul piano particolare, che ci tocca da vicino,egualmente abbiamo ottenuto grossi risultati : una visi-ta del Gruppo Archeologico Salernitano nella prossimaprimavera a Udine, Cividale del Friuli, Aquileia; svi-luppato il progetto di un gemellaggio (con tanto diconvegno) tra Salerno e Cividale del Friuli, alla lucedelle rispettive origini longobarde; attivato i rapporticon la direzione del Museo di Zara (che dar buonifrutti); abbiamo proposto alla Direzione della Borsa lapartecipazione dell Austria (per andare in Austriabisogna passare per il Friuli), e siamo stati incaricati diestendere la proposta alla Slovenia ed al Trentino-AltoAdige. In pi sono state messe le basi per numerosialtri progetti di estrema importanza, ma di cui pre-maturo parlare prima del tempo.

Assieme abbiamo avuto numerosi contatti, congruppi archeologici, con enti culturali, con direzioni diparchi archeologici, con direttori di musei e ancora eancora.

Il giudizio finale sulla manifestazione che si trattato di un ottima iniziativa, che acquister semprepi importanza, e che i risultati ottenuti hanno supera-to ogni pi rosea aspettativa, grande segnale per unasuccessiva partecipazione l anno prossimo. Il deside-rio, e la speranza, che alla luce di quanto detto, siallarghi e diventi importante la presenza del Friuli, intutte le sue componenti.

Facendo tutto questo riteniamo di avere applica-to in pieno i dettati del nostro atto costitutivo. Di que-sto siamo estremamente soddisfatti!

Feliciano Della Mora

PAESTUM CAPITALE DELL’ARCHEOLOGIA

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Sito ubicato nel Comune diMonteu da Po, a 35 Km. a NE diTorino, sulla strada provinciale n.590, fra Chivasso e CasaleMonferrato, in riva al Po e circondatoda piccole alture.

Il piccolo centro di Monteu daPo stato oggetto di indagini archeo-logiche a partire dal 1700 ed statoidentificato con l antica Industriaricordata da Plinio e sorta nel II sec.a.C. nei pressi di un precedente vil-laggio celto-ligure, denominatoBodincomagus (da Bodinco, anticadenominazione del fiume Po emagus, castrum).

Nell epoca romana furono fio-renti le attivit connesse alla lavora-zione dei metalli, in particolare delrame e del ferro, estratti dalle minieredella Valle d Aosta. Pregevoli manu-fatti bronzei rinvenuti ad Industriasono oggi conservati nel Museo diAntichit di Torino e mostrano lanotevole abilit degli artigiani indu-strienses (si segnala una serie dibronzi quali una figura di danzatrice -in immagine un fauno, un tripode, iltoro Apis - in immagine -, una sta-tuetta di Tyche, un sistro e finimentidi una statua equestre). La citt poidecadde e fu abbandonata fra il V edil VI sec. d.C.

La parte finora portata alla lucecorrisponde solamente ad un decimodel territorio corrispondente alla cittromana. L impianto urbano, databileal periodo augusteo, era caratterizzato

da isolati rettangolari scanditi da vieortogonali. L area sacra, dedicata alculto di due divinit egizie, compren-de il pi antico tempio di Iside, ilposteriore santuario di Serapide, areeper le danze, i riti e le offerte votive

Il grande edificio che negliscavi degli anni 1961 e 1972 hariportato in luce l unico che chiara-mente connota l area archeologica eviene identificato con un tempiodedicato al culto di Iside. L Iseodoveva trovarsi ai margini dell abita-to, come sembra documentare lasovrapposizione di tombe tarde, pres-so una strada che conduceva sullacollina. Il complesso si compone diun vasto cortile delimitato a sud dadue muri paralleli ad emiciclo ed anord da due lunghi ambienti rettango-lari con suddivisioni interne. Nellaserie di ambienti addossati alla paretepi esterna dell emiciclo stata iden-tificata la cella sacra, il pozzo per lapurificazione e piccole camere desti-nate alle abitazioni dei sacerdoti.

Il confronto con altri Isei noti, e

soprattutto la descrizione delle ceri-monie di culto delle divinit orientalilasciateci da Apuleio chiariscono lafunzione cultuale delle parti del com-plesso. Diverse le fasi edilizie delmonumento, ipotizzate in seguito agliultimi scavi. La cessazione della fre-quentazione al santuario da colloca-re agli inizi del IV sec. d.C.

Per conoscere il materiale ritro-vato e la sua alta qualit si consigliauna visita al Museo di Antichit diTorino.

Ci siamo trovati con un problema da risolvere. Molti soci, a ragione, quandopartecipano alle nostre gite, a visite guidate od altro, desiderano farlo con deifamigliari. Poich per le nostre iniziative riscuotono sempre molto successoe non riusciamo ad accontentare tutti, qualche socio, anche lui a ragione, silamenta di essere stato escluso a favore di partecipanti non soci. Come conci-liare queste due sacrosante ragioni? Il Consiglio direttivo, esaminato anchequanto attuato da altre associazioni (Cai, Uoei, ecc.) propone una soluzioneche per , essendo una modifica allo statuto, dovr essere approvata nellaprossima assemblea dei soci. Questa proposta prevede la creazione della figu-ra del socio famigliare, che ha tutti i diritti del socio normale ma non ricevele pubblicazioni della Societ (bollettino, quaderni ed eventuali altre chedovessero essere destinate gratuitamente ai soci). Naturalmente la quota d i-scrizione inferiore.Visto che ci stiamo apprestando a modificare lo statuto, vorremmo ancheconcretizzare una nostra vecchia idea per avvicinare i giovani alla Societ :creare la figura del socio studente, che paga una quota ridotta, pur avendotutti i diritti, compreso quello alle pubblicazioni. Per studenti, si intendonoquelli iscritti a scuole elementari, medie inferiori e superiori, e per gli iscrittiall universit , fino al compimento del 25¡ anno di et .Tenendo inalterata anche per il 2003 la quota normale di iscrizione di 21euro, la quota di socio studente sarebbe di 15 euro e la quota di socio fami-gliare di 10 euro.

MDS

Una modifica allo statuto

Siti archeologici minori - a cura di Feliciano Della Mora

INDUSTRIA

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Storia della monetazione regionalea cura di Giorgio Cerasoli

LA MONETAZIONE MEDIEVALEDopo la distruzione di Aquileia e della sua zecca, in regionesi profila un periodo particolarmente intricato sia dal punto divista politico che numismatico. Si trovano infatti in circola-zione, oltre alle monete romane (che per l enorme quantitprodotta rimarranno in uso, logore e consunte, fin quasi aitempi moderni), anche diversi altri tipi di monete prodottedagli invasori che si succedettero o si sovrapposero durante ilil periodo medievale.L invasione degli Unni venne fermata dal papa Leone I¡ cheincontr Attila e gli offr , in cambio del ritiro dall Italia, uncontributo annuale di denaro. La proposta venne accettata dalre unno, anche perch in Italia cominciava a sentirsi in pericolo.Nel 476 un generale romano di origine germanica o unna,Odoacre, tent di ripristinare, dopo molti anni di caos, unaparvenza di legalit ma nel 489 cal in Italia l ostrogotoTeodorico con un esercito di oltre 200 mila uomini edattacc Odoacre in localit Mainizza presso Gorizia, in pros-simit del ponte romano sull Isonzo, sconfiggendolo.Alcune rarissime monete ostrogote di questo periodo sonostate trovate in regione e probabilmente la pi significativa un tremisse d oro del periodo di Odoacre (474-491) rinvenu-to a Cividale, ove si trova esposto al Museo archeologiconazionale.Il dominio degli Ostrogoti fin nel 554 con la vittoria deiBizantini, i quali si limitarono ad occupare e a svilupparesoprattutto la zona costiera e gli apprestamenti difensivilungo il limes, arroccandosi nelle citt fortificate la piimportante delle quali fu Ravenna.Soprattutto in questa citt i Bizantini batterono monete in oro(tremisse) e in rame (follis). Una rarissima moneta d oro delperiodo di Giustino II¡ (565-578) venne rinvenuta a Cividalee fu collocata nel Museo archeologico nazionale.Nel 568 un popolo proveniente dalla Pannonia, nomade edorganizzato socialmente in trib , i Longobardi, penetr inItalia, raggiunse Gorizia e Cividaleche elesse a propria base operativae di qui invase la pianura padanafino al Piemonte.Anche i Longobardi batteronomoneta, soprattutto nelle zecche diPavia, Lucca e Benevento. Primadi giungere in Italia essi eranoprivi di una moneta propria ma,venuti a contatto con una civiltche — per quanto in disfacimento —era sempre superiore alla loro, essiiniziarono a battere monete esclu-sivamente d oro (tremisse) di imi-tazione bizantina, con la caratteri-stica di avere un largo bordo ester-no che, in alcuni esemplari, rag-giunge i 5 millimetri di larghezza.Nel dritto della moneta rappre-sentato il busto drappeggiato del-l imperatore mentre nel rovesciospesso raffigurata una vittoriaalata o, pi raramente, una croce.La legenda attorno alla moneta,nelle prime emissioni longobarde,

quasi sempre di difficile interpretazione ma, dalla secondamet del VII¡ secolo, si incominci ad avere ritratti pi detta-gliati nei particolari, pi curati e con legenda decifrabile.Di Ratchis (744-749), duca del Friuli, si conosce un raro tre-misse con il suo busto e la scritta D. N. RATCHIS ; nelrovescio rappresentato San Michele.In questo periodo le zecche longobarde pi vicine al Friulifurono quelle di Treviso (Tarvisio) e Vicenza (Vicencia) cheimpressero sulle monete il loro marchio, ma non appare sunessun tremisse il nome di Cividale (Forum Julii) per cui daescludere la presenza di una zecca longobarda in regione.Dal marzo 2000 il Museo archeologico di Cividale venutoin possesso di una rarissima collezione composta da trenta-quattro tremisse longobarde e che, aggiunte alle cinque gipresenti nelle raccolte cividalesi, pongono ora questo museoai primissimi posti per numero ed importanza di monetazionelongobarda.Nel 774 i Longobardi vennero sconfitti dai Franchi diCarlomagno e in Friuli rimase a governare il ducatoRodgaudo, che aveva fatto atto di sottomissione ai vincitori.Tentando di riconquistare l autonomia, egli si ribell mavenne sconfitto ed ucciso e cos in Friuli inizi il periodocarolingio, con la relativa monetazione prodotta anche dallazecca di Treviso.In regione circolavano, quindi, contemporaneamente vecchis-sime monete romane oltre che ostrogote, bizantine, longobar-de, carolingie ma anche di altre entit politiche vicine, comele prime monete d argento battute a Venezia durante il regnodi Enrico IV¡ di Franconia (1056-1125). Venezia, in questoperiodo, fungeva da stato cuscinetto neutrale tra le nazionibelligeranti e sotto la protezione dell impero bizantino.Sicuramente tra il popolo veniva soprattutto utilizzato ilbaratto per scambi medio-piccoli, mentre la moneta d oroveniva utilizzata da personaggi altolocati per importanti tran-

sazioni.In Friuli si profila la formazionedel feudo patriarcale, con donazio-ni (Lavariano nel 775) fatte daiFranchi ai patriarchi di Aquileia eche, nel 967, delineavano giun entit territoriale importante.Da un documento redatto in que-st anno risultano incluse nel feudopatriarcale varie localit tra cuiMonfalcone, Ronchi, Fogliano,Mariano e molte altre.Alla fine del secolo XI¡ lo statopatriarcale comprendeva vastissi-mi territori che inglobavano, oltreal Friuli, parte dell Istria, Trieste evarie localit attualmente inclusenella Slovenia.Questa importante entit politicainizi a battere moneta propriadalla seconda met del XII¡ seco-lo, dando cos origine al secondociclo di monetazione aquileiese.

(continua)

Tremisse d’oro (Atalarico 526-534)

Solido d’oro (Focas 602-610)

Solido d’oro (Eraclio 610-641)

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“I FARAONI” A PALAZZO GRASSI

I Faraoni , figli del sole (Ra), esseriumani investiti dal dio creatore a mante-nere l ordine cosmico sulla terra, hannotrasmesso ai posteri l essenza dei loroprincipi spirituali attraverso un artesolenne impregnata di simbolismo, dallalinearit pura e strutturalmente geometri-ca, che infonde l astrazione divina allaquale miravano. Pochi elementi monu-mentali posti nella corte centrale diPalazzo Grassi a Venezia, ad introduzio-ne della rassegna allestita sino al 25maggio 2003, sintetizzano i circa 3000anni (30 dinastie) di storia reale egiziana suddivisa in tre Regnie tre confusi Periodi Intermedi.L iconografia, dai palazzi ai luoghi di culto, alle tombe, vuoleeffigiati i faraoni, tutori di unit tra il Sud (Alto Egitto, simbo-leggiato dal giglio e dalla corona bianca) ed il Nord (BassoEgitto, simboleggiato dal papiro e dalla corona rossa), in attirituali, in vittoria trionfale ed anche in gesti umani come l allat-tamento dalla dea Iside, evocandone sempre la funzione divina.Tra gli emblemi del potere, permeati sempre da potente energiasolare, riscontriamo scettri, mazze, segni, pilastri, corone,cobra, pugnali, spade, bastoni da getto.La propulsiva ispiratrice dell arte simbolista egiziana fu la natu-ra, in particolare il mondo animale, con il quale gli uomini siconfigurano in profonde compenetrazioni pervase da un aurasoprannaturale.All Antico Regno, inizio dello Stato teocratico, appartengonoritratti idealizzati, strutturati da linee sobrie, la cui compostafissit frontale trascende la fisicit . Al Medio Regno apparten-gono raffigurazioni di natura pi umana, a carattere fisionomi-co; ne testimone il busto di Amenemhat III in lega di rame. Siassapora con il Nuovo Regno il ritorno agli antichi fasti, allaraffinata atemporalit , sinonimo di continua rigenerazione; inquest epoca trova spazio la Sposa Reale , incarnazione dell e-ros (Nefertari in granito nero).Sorprendente la molteplicit di rocce usate per la realizzazionedella grande e piccola statuaria: solido granito (Hatshepsut,donna faraone), calcare, pietra argillosa (Ramesse IV), arenaria,cristallina calcite (Pepi I), steatite ocra (sovrano Amarniano),

quarzo bianco (sfinge Akhenaton),quarzite (colosso di Tutankhamon),basalto, scisto (Ramesse II), breccia,diorite e metallica basanite (testa diAmasi?).Affascinanti sfingi in ceramica invetria-ta turchese; figure in argilla stuccata edipinta in ocra gialla, rossa e azzurro(come uno dei duecentocinquanta ritrat-ti di Amenofi III); statue in legno rive-stito da nero bituminoso. Tra i metalliutilizzati spicca un raro argento placca-to oro per rappresentare Sethi I.

I reperti, pur presentando i segni dei numerosi maneggiamentiai quali sono stati sottoposti nel corso dei millenni, esprimonopienamente la straordinaria accuratezza con la quale furonoeseguiti.Alcune sculture rappresentano personaggi importanti moltovicini ai faraoni come l architetto May, il sovrintendente Hapyed il visir (primo ministro) del Sud Paser; due governatori pro-strati a baciare la terra sono un soggetto unico nel suo genere.All Epoca Tarda appartengono due splendidi esemplari disistro , strumento per musica sacra.

La porzione di un papiro di 42 metri e svariati oggetti utilizzatidagli scribi testimoniano il ruolo fondamentale esercitato dallascrittura, sviluppatasi nel Medio Regno. Elementi architettonicied oggetti di uso quotidiano documentano la vita di corte: sga-belli e cofanetti intarsiati d avorio, portaventagli, un giocosenet , oggetti da toeletta e due sandali appartenuti alla regina

Nefertari. Risplendono dei prestigiosi oggetti d oro tra cui unnotevole orecchino di Sethi II, collane con modelli di mosca epesce, diademi, bracciali, anelli ed amuleti propiziatori con ani-mali in pietre dure. Inquietanti cinque finissime dita ed un pen-dente a forma di cuore che deteneva, secondo gli egiziani, tuttii fondamenti umani, tra cui la consapevolezza e la conoscenza.Due modelli di barca in legno decorato tragittano all ultimasala, al centro della quale impera la maschera del sovranoPsusenne I, completamente in oro, la quale, rappresentando l i-nalterabilit della potenza solare incarnata dai faraoni, irraggiala luce divina per l eternit .

Anna Degenhardt

ESTE (Mostra e Museo) — MONTAGNANA (cinta muraria medievale)DOMENICA 16 febbraio 2003Nel Museo rivestono particolare interesse le collezioni protostoriche che sono tra le pi importanti d Italia: Este infatti fu il centroche ha fornito il materiale pi ricco e pi significativo della evoluzione interna della civilt paleoveneta. Sensibili furono gli influssidella cultura villanoviano-etrusca, fino a far rivestire ad Este un importante ruolo di tramite tra il mondo transalpino, Bologna el Etruria. Al VI sec. a.C. risalgono i primi documenti scritti mediante un alfabeto di tipo etrusco-settentrionale in venetico, lingua ditipo indoeuropeo molto vicina al latino.Programma:- h. 7,15, ritrovo e partenza in pullman da Tolmezzo (Via Brasil, 3/D, Zona Ind. Sud — Autoservizi D Orlando), per i Soci della

Sezione Carnica;- h. 8, ritrovo e partenza da Piazzale Paolo Diacono (vicino alla Galleria d Arte Moderna) — Udine, per tutti gli altri;- h. 10, arrivo ad ESTE e visita guidata al Museo Nazionale Atestino ed alla Mostra dal titolo: IL PASSAGGIO DEL

GUERRIERO — Un pellegrinaggio tra i santuari atestini ;- h. 12,30, pranzo in ristorante;- h. 15, visita alla cinta muraria di MONTAGNANA e, se possibile, breve puntata ad ARQU¸ PETRARCA;- h. 17, partenza per il rientro ad Udine, previsto intorno alle h. 19 (a Tolmezzo, intorno alle ore 19,30).L uscita si potr effettuare con almeno 40 partecipanti e con un massimo di 50.Prenotazioni in corso presso la Segreteria, fino al 31 gennaio.Quota: Euro 41, comprendente viaggio A/R in pullman, ingresso museo e visita guidata, pranzo.

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SPIGOLATURE LATINO-AMERICANE

Di recente abbiamo parlato breve-mente delle incisioni rupestri di

Pantiacolla, in Perù. L’America Latinaè, come tutti sanno, ricca di siti archeo-logici. Alcuni sono famosissimi comela città perduta inca di Macchu Picchu,anch’essa citata in uno degli ultiminumeri del Bollettino, altri sono ancorapoco noti, ma non meno interessanti, dialtri ancora si conosce l’esistenza, manon si è ancora potuto procedere ad unaloro completa investigazione. Restandonel novero dei petroglifi, ci sembraopportuno ricordare anche quelli che si trovano aCampeche, nello stato brasiliano di Santa Catarina. Sitratta di un vero e proprio parco archeologico che rag-gruppa un insieme di manufatti ottenuti mediante picchet-tamento o levigatura nelle pareti rocciose di basalto e digranito che sovrastano alcune coste sabbiose ed isole diquesta regione.Le dimensioni di queste figure o segni geometrici in bas-sorilievo variano fortemente tra loro e da un gruppo diessi all’altro. I principali motivi rappresentano dei cerchiconcentrici, delle linee parallele a sé stanti oppure alterna-te a cerchi e triangoli e, perfino, a figure stilizzate antro-pomorfe o rappresentanti degli animali. Possono essereconsiderate come i primi saggi artistici dell’uomo preisto-rico nell’ambito locale. Si calcola che, per la maggiorparte, i reperti possano essere datati ad oltre 4 mila annifa. Anche per queste incisioni – così come avevamoosservato riguardo a quelle peruviane – il lavoro di inter-pretazione da parte degli studiosi si presenta arduo e pro-blematico.E’ stata ventilata l’ipotesi che l’esecuzione dei petroglifipossa essere attribuita ai guaranì, tribù indigene chepopolavano questo litorale. La difficoltà che si incontraper accedere ai manufatti ed il duro lavoro che si resenecessario per inciderli sugli impervi costoni rocciosisuggeriscono, inoltre, una loro valenza mistica e religiosanei confronti delle popolazioni interessate.Meno antichi, ma oltremodo interessanti, soprattutto dalpunto di vista storico, sono poi i resti delle missionigesuitiche che costellavano – dal XV al XVIII secolo –gli attuali stati brasiliani di Paranà e Rio Grande do Sul,

come pure vaste porzioni di Paraguay,Argentina e Uruguay. Il disegno chepubblichiamo rappresenta un’artisticafontana che tuttora adorna ciò che rima-ne di uno di quegli edifici.Penso che saranno molti a ricordarsi diqueste vicende, soprattutto per meritodel film “Mission” diretto qualche annofa da Roland Joffè e della suggestivacolonna sonora che sottolineava lamaestosità dei luoghi e la drammaticitàdegli eventi.I gesuiti diedero vita alla cosiddetta

Repubblica Guaranì, facendo sorgere decine di villagginella fitta foresta pluviale dotati di tutte le infrastrutturenecessarie (ospedale, scuola, abitazioni, uffici e perfinopiccole industrie, con la chiesa al centro di tutto il com-plesso). Vi venivano fabbricati strumenti musicali tantoperfetti quali erano quelli che provenivano dall’Europa,si stampavano libri, venivano riprodotte fedelmente lepiù famose opere d’arte, c’era un osservatorio astronomi-co, si creavano tessuti e prodotti in ferro. Nelle missionivivevano gli indios guaranì, attratti dalla predicazionedel vangelo, ma anche dalle floride condizioni economi-che di cui si godeva in questi insediamenti.I religiosi e gli indios convivevano in una sorta di statosocialista ante litteram, di stampo teocratico, pur conti-nuando formalmente a professare obbedienza alla Coronaspagnola e lottando invece contro l’espansione portoghe-se. Ma le due potenze coloniali ad un certo momento siaccordarono con il trattato di Utrecht (1713) che posefine alla guerra di Successione.La colonia di Sacramento, dove si trovava la gran partedei villaggi fondati dai gesuiti, venne ceduta ai lusitani,ma gli indios non vollero lasciare le loro terre e cosìscoppiò la guerra contro le truppe spagnole e portoghesi,alleatesi per la circostanza. L’esito, ovviamente era scontato: i guaranì furono deci-mati ed i gesuiti espulsi.Oggi di questa singolare esperienza politica rimangonodiverse rovine che, pur essendo situate al di fuori deiprincipali itinerari turistici, tuttavia meritano di esserevisitati da chi si reca in Brasile.

Gianni Cuttini

DOCUMENTARI ARCHEO IN SEDE!

La Societ si recentemente dotata di un impianto di videoproiezione, di cui da tempo si sentiva l esigenza, per poter pro-porre agli iscritti e a quant altri siano interessati a questa iniziativa la visione di documentari a soggetto archeologico.Pertanto, a partire dal 14 gennaio, ogni marted alle ore 18:00 in sede verr presentata una cassetta dal contenuto diverso.Di seguito i titoli in programma per i mesi di gennaio e febbraio:

Martedì 14 gennaio I Celti, progenitori d EuropaMartedì 21 gennaio Entro le mura di Gerusalemme, i segreti di una citt misticaMartedì 28 gennaio Creta tra mito e storia — Halbherr e la scoperta della civilt minoicaMartedì 4 febbraio Gli IttitiMartedì 11 febbraio I tesori di AlessandriaMartedì 18 febbraio Troia tra mito ed archeologiaMartedì 25 febbraio Stonehenge. Enigma di pietra

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Il bollettino è organo della Società Friulana di Archeologia

Direttore responsabile: Giovanni Battista CuttiniDirettore: Mascia Bincoletto LavaroneComitato di redazione: Gian Andrea CescuttiFeliciano Della MoraMaurizio De Stefani

Progetto grafico: Anna Degenhardt

A questo numero ha collaboratoGiorgio Cerasoli

Tipografia Pellegrini - Il CerchioUdine - via della vigna, 24 - Tel. 502612

LA SEDE È APERTA CON I SEGUENTI ORARI

Mar - giov. e ven. dalle 17.00 alle 19.00

Telefono e fax 0432.26560 Invitiamo cordialmente tutti i soci che non l’avessero ancora fatto

a venire a ritirare il Quaderno n.11.

Il nostro sito internet è www.archeofriuli.it Vi invitiamo a visitarlo e a dirci cosa ne pensate!

La nostra e-mail è [email protected] Scriveteci!

I NOSTRI PROGRAMMIVenerd 20 dicembre, ore 18:00, incontro in sede per loscambio degli auguri natalizi

Venerd 17 gennaio, ore 18:00, in sede assemblea ordinariadei soci

Gioved 23 gennaio, ore 20:30, in sede la d.ssa MarinaCipriani, direttrice del Museo Archeologico di Paestum, terruna conferenza sul tema: Le pitture tombali di Paestum .

Gioved 30 gennaio, ore 20:30, in sede Maurizio De Stefanicommenter la proiezione della prima parte di una serie didiapositive sul Nepal, dal titolo: Dall Annapurna alla valledi Katmandu .

Gioved 6 febbraio, ore 20:30, in sede avr luogo, sempre acura del gen. Maurizio De Stefani, la proiezione commentatadella seconda parte della serie di diapositive sul Nepal, daltitolo: Dalla valle di Katmandu all Everest .

Gioved 13 febbraio, ore 20:30, in sede il gen. Maurizio DeStefani commenter la proiezione di una serie di diapositivedal titolo: Yemen, la mitica terra della regina di Saba .

Gioved 20 febbraio, ore 20:30, in sede la sig.a GaiaPerissutti, laureanda in lingue e civilt orientali, terr una con-ferenza sul tema: L esercito di terracotta - La Cina primadegli Han .

Gioved 27 febbraio , ore 20:30, in sede la d.ssa A.Giovannini del Museo archeologico di Aquileia terr una con-ferenza sul tema: Il culto di Iside nell Italia nord-orientale .

Sezione carnica

Luned 16 dicembre, ore 18:00, a Palazzo Frisacco inTolmezzo la d.ssa Anna Crismani ed il signor Giuliano Righi

terranno una conferenza sul tema: La necropoli di S. Servo(Trieste): dal VI sec. a.C. alla romanizzazione .

Gioved 9 gennaio, ore 20:30, nella sala del Centro ricreativodi Raveo la d.ssa Gloria Vannacci Lunazzi terr una conferen-za sul tema: La Carnia prima dei Romani (parte prima).

Luned 20 gennaio, ore 18:00, a Palazzo Frisacco inTolmezzo la d.ssa Susi Corazza dell Universit di Udine pre-senter lo scavo de: Il tumulo funerario di S. Osvaldo(Udine) .

Gioved 6 febbraio, ore 20:30, nella sala del Centro ricreativodi Raveo la d.ssa Gloria Vannacci Lunazzi terr la secondaparte della conferenza su: La Carnia prima dei Romani .

Alcune anticipazioni sulle prossime escursioni

Domenica 16 febbraioVisita al Museo archeologico di Este

31 maggio — 2 giugnoVisita a Carnuntum/Bratislava

Stiamo inoltre valutando la possibilit di programmare duegite settimanali in primavera. La prima, che dovrebbe orienta-tivamente essere effettuata a fine marzo o ai primi di aprile,avrebbe come meta l isola di Creta, sulle tracce della civiltminoica. La seconda invece, della durata di una settimana trafine aprile ed i primi di maggio, da domenica a domenica, civedr in Campania per una serie di accurate visite a Paestum,Velia, Pompei, Ercolano, Napoli, Baia, Pozzuoli, Cuma.Per l estate infine, pi precisamente per il mese di luglio,avremmo in mente un viaggio in Puglia di una decina di gior-ni.I programmi verranno realizzati se ci sar un congruo numerodi soci interessati.

ARCHEOLOGIAVIVA : ABBONAMEN-

TO SCONTATO!

A seguito di accordicon la direzione dellarivista ArcheologiaViva, l abbonamentoeffettuato tramite laSociet coster 15Euro anzich 22.

E-MAIL (POSTA ELETTRONICA)

Ø intenzione della Societ di intensificarela comunicazione con i propri iscritti utiliz-zando anche uno strumento pi moderno,pi veloce, pi sicuro, pi semplice e menocostoso: la e-mail.Chi d accordo mandi un messaggio con ilproprio indirizzo a: [email protected]

PASSAGGIO DELLE COMPETENZESUI BENI CULTURALI

DALLO STATO AGLI ENTI LOCALI?

La societ ha organizzato per il 15 febbraioun convegno dibattito su questo argomentodi grande attualit . Moderatore sar il Dott.Piero Pruneti, direttore della rivistaArcheologia Viva . Ci riserviamo di comu-

nicare i nominativi dei relatori, l orario e lasala.