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Società Italiana di Scienza Politica – XXIV Convegno Annuale 16-18 Settembre, IUAV – Venezia. Una privatizzazione vista da dentro. Il caso di Consiag s.p.a.. The phenomenon of abdication to bureaucratic directorates in corporations, in trade unions, in parties, and in cooperatives is so widespread that it indicates a fundamental weakness of democracy. P. Selznick, TVA and the Grass Roots, 1949. Marco Di Giulio Istituto Italiano di Scienze Umane – Firenze [email protected] 1

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Società Italiana di Scienza Politica – XXIV Convegno Annuale

16-18 Settembre, IUAV – Venezia.

Una privatizzazione vista da dentro.

Il caso di Consiag s.p.a..

The phenomenon of abdication to bureaucratic directorates in corporations, in trade unions, in parties, and in

cooperatives is so widespread that it indicates a fundamental weakness of democracy.

P. Selznick, TVA and the Grass Roots, 1949.

Marco Di Giulio

Istituto Italiano di Scienze Umane – Firenze

[email protected]

1

0. Prologo.

“C'è un economia che non conosce crisi, ed è quella delle società pubbliche. Rovesci dei mercati e

norme sempre più restrittive, almeno nella lettera, non hanno frenato l'impegno “capitalista” (si fa

per dire) di Pa ed enti locali, che anche nel 2009 ha continuato ad intensificarsi”.

Con queste parole, lo scorso 17 maggio, il Sole 24 Ore apriva uno degli articoli dedicati al

tema delle società controllate e partecipate da regioni ed enti locali. Questione che è divenuta ormai

un topos del dibattito pubblico italiano e che si trascina dalla nascita delle stesse aziende

municipalizzate, agli inizi del secolo scorso, quando, dalle colonne del Corriere della Sera, Luigi

Einaudi e Gaetano Mosca ammonivano il pubblico circa la loro inopportunità, inefficienza o,

addirittura, pericolosità sociale.

Dopo più di un secolo, le aziende comunali sono ancora là e, nel frattempo, con il contributo

di province e regioni, sono prolificate, raggiungendo nel 2009 il numero di 4.741 ( un incremento

del 6,3% rispetto al 2008, quando erano 4.461); gli amministratori superano di poco le 15 mila unità

ed una stima dei dipendenti parla di 266 mila addetti1. Una popolazione numerosa che però contiene

al suo interno molte cose fra loro diverse: dalle antiche aziende comunali, oggi società per azioni

attive nei mercati delle utilities, ad attori nati negli ultimi decenni ed attivi in settori economico-

commerciali (spesso con finalità di “promozione” industriale, turistica, ecc.) o di servizi ausiliari

(spesso alle pubbliche amministrazioni stesse).

Il tentativo di frenare e contenere la penetrazione degli enti locali negli ingranaggi della

regolazione sociale attraverso strumenti organizzativi e decisionali come aziende, consorzi e, da

ultimo, società di capitali, ha conosciuto un precedente solo nella prima fase del regime fascista,

che, a suo modo e per finalità diverse rispetto ad oggi, si impegnò nell'ostacolare l'attivismo degli

enti locali nell'ambito dei servizi di loro competenza, auspicando un mai riuscito ritorno all'impresa

privata. Un tentativo che, tornato in voga verso la metà degli anni '90 con l'avviarsi della stagione

delle privatizzazioni, sembra – stando agli sconfortati cronisti e analisti del Sole 24 Ore – lontano

dall'essere realizzato. In più, nelle parole citate in apertura, traspare una certa sfiducia nell'efficacia

dello strumento regolativo, il quale, nella sua rigidità e fermezza nell'imporre un cambiamento

desiderato e atteso, sembra rivelare una certa inefficacia, raccogliendo meno risultati di quelli

sperati e, cosa più interessante, lasciando il sospetto che l'oggetto che si intendeva disciplinare una

volta per tutte viva di forza autonoma e sia, in virtù di ciò, capace di resistere, almeno in parte, alle

pressioni che dall'esterno vengono esercitate su di esso.

1 I dati sono relativi al censimento operato da Consoc per conto del Dipartimento della Funzione Pubblica e sono stati pubblicati parzialmente dal Sole 24 Ore lo scorso 17 maggio. Ulteriori elaborazioni su dati 2006-2007 sono state effettuate da Unioncamere (2008); si veda anche Citroni (2009).

2

1. Introduzione allo studio di caso e problema di ricerca.

Da quanto appena detto discende la curiosità e l'utilità di gettare uno sguardo dentro un processo di

privatizzazione. Se questo infatti non si compie o non fin dove si spingevano le attese, nonostante

numerosi e ripetuti interventi normativi con un loro indubitabile grado di vincolatività, allora la

conoscenza dei singoli contesti e, quindi, dei singoli casi, diventa una chiave di volta quasi

obbligatoria alla comprensione del fenomeno.

La nozione di privatizzazione indica un fenomeno di natura processuale e, più in particolare,

di un processo di cambiamento, che implica il passaggio da uno stato iniziale ad uno conclusivo,

diverso dal precedente e più o meno coincidente con le attese circa l'esito finale. Tale mutamento

può consistere anche nella sola forma giuridica di soggetti operanti in una determinata arena di

policy, ed è questo il modo più semplice e sbrigativo di definire il concetto. Tuttavia le aspettative

tradite circa il caso dei servizi pubblici locali, che si intuiscono dal passo in apertura e dalla

continua attenzione al “problema”, inducono a pensare che si trattava di qualcosa di diverso e di più

complesso che non una mera questione di forme (che pure hanno le loro rilevanti implicazioni). Gli

obiettivi erano ed in parte rimangono quelli di ridurre la frammentazione delle gestioni e, su di un

piano più ampio ed in parte ideologico, realizzare una separazione fra funzioni pubbliche di

regolazione, programmazione e controllo, da quelle – da trasferire al privato – di gestione del

servizio attraverso forme e modalità di mercato, in ottemperanza coi precetti del NPM (Lippi et alii,

2008).

Gli strumenti scelti per ottenere questi obiettivi, come anticipato, sono stati di carattere

rigidamente normativo. Se i risultati a più di un decennio dai provvedimenti che, in vari settori,

hanno imposto un cambio di modalità organizzative e principi d'azione, hanno deluso, ciò non

significa automaticamente che di cambiamenti non ce ne siano stati. Proprio la resistenza o, per

meglio dire, la resilienza2 degli attori insidiati dal cambiamento induce a pensare che questi, nella

loro spesso pluridecennale esperienza, si siano dovuti adattare a mutate condizioni ambientali –

sociali, economiche, politiche – che hanno indotto, silenziosamente, a cambiamenti –

nell'organizzazione, nelle pratiche e nella cultura organizzativa – che, sebbene meno appariscenti,

possono essere tuttavia rilevanti alla comprensione del fenomeno in oggetto.

Verrà analizzato il caso di un'azienda consortile con sede a Prato, Consiag s.p.a., il cui

azionariato è composto al 100% da comuni di un area che copre, oltre alla provincia di Prato, anche

2 Più che di resistenza sarebbe opportuno, prendendo in prestito un termine ingegneristico, parlare di resilienza, ovvero della capacità che un materiale ha di resistere a sollecitazioni impulsive esterne e che non presuppone l'immutabilità del materiale stesso ne dimostra anzi la duttilità. In questo senso un'organizzazione più che resistere (che lascia intendere una situazione di stabilità) dimostra di essere resiliente, cioè duttile, di adeguarsi ai vincoli ambientali anche forti.

3

parte delle province limitrofe di Firenze e Pistoia. Divenuta società per azioni nel 2002, Consiag

rappresenta un esempio tipico di azienda che negli anni ha maggiormente mantenuto e incrementato

i suoi legami di scambio con l'ambiente politico, sociale ed economico circostante, entrando in

numerosi ed importanti processi di policy.

Attraverso una ricostruzione longitudinale di alcuni di essi e da un'analisi posizionale della

dirigenza di Consiag in relazione all'ambiente politico amministrativo pratese (aggiornata al

dicembre 2008), si intende dare una risposta, sia pur parziale e indiziaria ad i quesiti riguardanti gli

esiti, contraddittori, dei processi di privatizzazione per quanto attiene la sfera delle politiche locali.

Gli strumenti utilizzati sono quelli tipici del caso di studio: spoglio della stampa locale, analisi dei

documenti, intervista a testimoni privilegiati.

Riprendendo il contributo teorico di DiMaggio e Powell (1983), si andrà a verificare, nel

rapporto organizzazione-ambiente:

• il grado di ambiguità dei fini organizzativi.

• il grado di dipendenza da altre organizzazione dell'ambiente.

• il grado di sociabilità della dirigenza nell'ambiente.

Questi tre aspetti danno un'idea più precisa di cosa si dovrà tenere in considerazione nello studio dei

fenomeni di istituzionalizzazione del potere. Forniranno una guida nella ricostruzione diacronica

dell'operato dell'organizzazione, che si soffermerà su quelle giunture critiche – quelle che

Huntington ha chiamato “esperienze intensive” (1975, p. 26) – che permettono di comprendere

l'acquisizione di potere da parte di un attore in un determinato momento e la sua conservazione nel

tempo, a fronte della sua capacità di far fronte – più o meno – ad un'incertezza ambientale

straordinaria o comunque rilevante.

Occorre considerare un quarto aspetto nel ricostruire il rapporto organizzazione e ambiente.

Più precisamente, si dovrà assumere l'ambiente anche in quanto quadro di valori socialmente

condivisi e di fini che gli attori individuali ed organizzativi di una società, di qualsiasi dimensione,

si trovano a dover direttamente o più spesso indirettamente a perseguire. In particolare si è

sostenuto che il mondo imprenditoriale si trova, in questo momento, sempre più costretto a farsi

carico e considerare l'impatto dell'ambiente inteso come valori di riferimento, al punto dal farsi

portatrice, in certi casi, di una vera e propria ideologia (Brunsonn 1994). Lo si può apprezzare nelle

numerose attività “sociali” che molte società sostengono, dalla sostenibilità ambientale alle più

disparate iniziative di solidarietà, o al tentativo di definire e considerare una responsabilità sociale

4

dell'impresa. In questo senso, le società private andrebbero a legittimarsi rispondendo sempre più ad

interessi ed aspettative di carattere generale; una logica e una prerogativa che si è invece soliti

attribuire alle organizzazioni e istituzioni propriamente politiche, o forse proprio per la crisi di

queste3.

In questo senso, analizzare i valori di riferimento di un'azienda multiservizi permette di

valutare da prospettiva privilegiata i processi di isomorfismo organizzativo che rende sempre più

sfuggenti i confini che separano pubblico e privato: da una parte la ricerca – e per certi versi la

rincorsa – di valori efficientistici, propriamente e tradizionalmente di mercato; dall'altra la tendenza

a farsi portatori di istanze che col mercato hanno poco o nulla a che fare o che addirittura vanno in

direzione opposta, rispondendo – nelle maniere più diverse, di volta in volta – ad esigenze di

protezione di interessi, valori e identità che altrimenti andrebbero pregiudicate.

2. Consiag s.p.a. ed il suo ambiente: uno sguardo sul presente.

Trattandosi di uno studio che intende comprendere attraverso quali meccanismi un attore

organizzativo acquisisce importanza all'interno di un determinato ambiente, sembra opportuno dare

conto in apertura di quale sia la loro configurazione attuale, in modo da rendere più agevole e

comprensibile la loro ricostruzione in chiave diacronica (§ 3), la quale si soffermerà su quei

momenti che si è ritenuti importante nel condizionare lo stato attuale dei rapporti fra la società ed il

suo contesto di riferimento.

2.1. L'organizzazione amministrativa del comune di Prato.

Nel 1994, il Comune di Prato approvò un nuovo organigramma, recettivo rispetto gli orientamenti

managerialisti, che si andavano diffondendo in tutto il panorama delle democrazie occidentali. Oggi

la struttura si articola in otto settori funzionali4 (c.d. “orientati al servizio) e tre di supporto. Alla

prima categoria appartengono: Polizia municipale; Organi istituzionali e servizi al cittadino;

Cultura, sporte e educazione; Mobilità, ambiente e grandi infrastrutture; Edilizia pubblica;

3 L'importante civilista Guido Alpa (2004, p. 972), a proposito della “responsabilità sociale dell'impresa”, ha sottolineato che, a fronte della sua scarsa o nulla rilevanza giuridica, essa appare come “una delle risposte – tra le molte che si potrebbero dare – alla crisi dello stato sociale, alle aggressioni all'ambiente, alla creazione di bisogni consumistici, alla precarietà del lavoro, all'opacità dei rapporti negoziali, all'ingovernabilità della globalizzazione dei mercati”. Si veda anche Sapelli (2008)

4 Ogni settore si scompone poi in servizi e questi in funzioni, in modo da parcellizzare le unità operative in modo che possano operare mettendo in opera politiche che intersecano competenza di più settori funzionali.

5

Governo del territorio; Pianificazione strategica ed attività economiche. Alla seconda categoria

appartengono i settori: Affari generali, Servizi finanziari, Innovazione e comunicazione. Il direttore

generale ha in staff due servizi: il Servizio qualità totale e il Servizio risorse umane; questi ultimi

sono particolarmente rilevanti perché forniscono alla dirigenza amministrativa quegli elementi

conoscitivi necessari al controllo sulle partecipazioni in società di diritto privato, dando modo di

valutare l'adeguatezza della loro azione rispetto agli obiettivi fissati in sede contrattuale.

2.1.1. Il Comune “allargato”5: una popolazione organizzativa.

Se si guarda alle organizzazioni di diritto privato nelle quali il Comune di Prato partecipa

direttamente, ci si trova di fronte ad una popolazione organizzativa composta da 42 unità. Come si

può evincere sotto (tab. 2.1.), il numero di tali strutture si divide quasi equamente fra società di

capitali ed altre forme organizzative non a scopo di lucro. Un'altra caratteristica è che la metà di

queste sono comparse dopo il 1990, elemento che indica un immediato effetto di cambiamento

istituzionale avvenuto in concomitanza con la stagione delle riforme e dei rivolgimenti del sistema

politico, fra cui occorre menzionare la nuova legge elettorale comunale e provinciale (L. 81/1993),

che rafforza gli esecutivi ed in particolare la loro componente monocratica, affidando loro, fra

l'altro, la nomina degli enti partecipati. Quanto ai soci, si sono potute raccogliere informazioni

attendibili solo a proposito delle società di capitali, le quali segnano una netta prevalenza della

componente pubblica6, in linea con una tendenza comune a tutto il centro Italia.

Un ulteriore passo avanti nella classificazione porta ad interrogarsi sulle attività cui sono preposte

queste organizzazioni. Emerge in prima battuta una netta separazione fra le organizzazioni non a

scopo di lucro, quasi esclusivamente dedicate alla rappresentanza di interessi diffusi – in particolare

alle attività culturali ed alla filantropia – e quelle a scopo di lucro, che si distribuiscono su più

5 Mutuo l'espressione “comune allargato” dal Rapporto sugli enti partecipati 2008” redatto dal Servizio Qualità Totale del comune di Prato.

6 Occorre specificare due cose: a) il numero dei soci è da intendere come numero dei rapporti di società: il loro numero effettivo è minore se si conta che molti dei soci del Comune co-partecipano con esso in più di una società: b) per soci pubblici si intende società a maggioranza pubblica, soci privati saranno soci a maggioranza privata.

6

forma numero nate post-1990 soci pubblici soci privatiSocietà di capitali 19 11 122 54Altre forme 23 10 - -tot. 42 22 - -Mia elaborazione su dati del comune di Prato.

Tab.2.1. - Organizzazioni di diritto privato partecipate dal comune di Prato

fronti, dal nucleo dei servizi pubblici locali, alle attività strumentali, commercio, cultura, ricerca e

consulenza.

In particolare è opportuno soffermarsi su quelle attive nel settore dei servizi pubblici locali:

• Consiag s.p.a.. Nato nel 1974 come consorzio intercomunale, trasformata in Azienda

speciale nel 1995/6 e, dal 2002, società per azioni dalla struttura di holding.

• Asm s.p.a.. Nata nel 1939 come azienda municipalizzata, passata ad azienda speciale nel

1995 per poi approdare alla forma societaria attuale nel 2003. Si occupa dei servizi igenici e

ambientali e prima della costituzione del Consiag del servizio idrico.

• GI.DA s.p.a.. Nata nel 1981 da una sinergia fra Comune e Unione industriali pratesi per la

costruzione di depuratori che si sono resi necessari dopo l'introduzione delle legge Merli,

che interveniva, fra l'altro, sull'inquinamento industriale.

• Publiacqua s.p.a.. Società che gestisce il servizio idrico nell'ATO n. 3 della Regione

Toscana. Partecipata da aziende multiservizi locali, tra cui Consiag s.p.a., un socio privato

come AcqueBlu fiorentine s.p.a., e dai comuni serviti, con quote marginali.

Altre quattro sono attive in ambito dei servizi industriali e commerciali; altrettante si occupano di

ricerca e consulenza; tre di servizi strumentali; una nell'ambito culturale.

Di queste società, sette sono nate prima degli anni novanta, in un contesto socio-politico

assai diverso a quello che si è instaurato a seguito dei mutamenti istituzionali sopra descritti. Si

possono distinguere due percorsi di istituzionalizzazione. Il primo è quello di organizzazioni che

sono approdate alla forma di società di capitali provenendo da altre strutture come l'azienda

municipalizzata o il consorzio. Il secondo, invece, comprende quelle organizzazioni nate già come

società di capitali prima della stagione delle privatizzazioni.

Nel primo gruppo figurano Consiag s.p.a., PratoFarma s.p.a., Urban s.p.a., E.p.p. s.p.a. e

ASM s.p.a.. Nel secondo: Interporto s.p.a. e GI.DA s.p.a.. Distinguere questi due percorsi risulta

7

Figlie SPL strumentali Commercio Cultura altro tot.

società di capitali 4 2 4 1 4 2 17altre di diritto privato 0 0 2 10 0 11 23Mia elaborazione su dati del Comune di Prato.

Tab. 2.2. - Partecipazioni del comune di Prato per settore di attività

Ricerca e consulenza

utile al fine di interpretare il significato delle privatizzazioni al livello locale. Infatti, se lo strumento

societario è stato già scelto e sperimentato con anticipo rispetto ai vincoli degli anni '90, è possibile

che anche successivamente il fenomeno abbia risentito delle esigenze, degli attori e delle logiche

d'azione che lo hanno originato in maniera “spontanea”.

2.2. Consiag oggi.

Il gruppo Consiag rappresenta la più rilevante fra le partecipazioni azionarie del comune di Prato,

sia sul piano della capitalizzazione che su quello delle attività svolte dalla società, detenendo la

quota di maggioranza relativa pari al 39% del totale delle azioni. Il resto appartiene in misura

minore a tutti i restanti comuni della provincia di Prato ed altri appartenenti alle province di Firenze

e Pistoia, per un totale di 24 soci.

Il gruppo controlla 9 società di capitali, di cui 2 con il 100% delle azioni; mentre è presente

con una quota inferiore al 50% in altre 15. Fa inoltre parte di due organizzazione a carattere non

societario: Utilitas e Water Right Foundation, entrambe associazioni di sensibilizzazione su temi

della sostenibilità ambientale, alle quali partecipano altri enti e organizzazioni territoriali e

funzionali dell'area pratese e Fiorentina, compreso il gestore del servizio idrico nell'ATO n. 3

Publiacqua s.p.a., di cui Consiag è a sua volta azionista con il 23%.

8

Tab. 2.3. - Riepilogo delle società di capitali per settore di riferimento.

SPL Strumentali Commercio Cultura Altro

Asel s.r.l. F.i.l. s.p.a.

A.s.m. s.p.a. So.Ri. s.p.a. E.P.P. s.p.a. Creaf s.r.l.

Gida s.p.a. District s.r.l. PIN s.c.r.l.

Urban s.p.a.

Mia elaborazione su dati del comune di Prato.

Ricerca e Consulenza

Consiag s.p.a.

Consiag servizi s.r.l.

PratoFarma s.p.a.

Politeama s.p.a.

Interporto s.p.a.

Publiacqua s.p.a.

Firenze fiera s.p.a.

1: Non sono state inserite due delle 14 s.r.l. (TiForma e Valdarno Reti e Servizi) perché non è stato possibile reperire informazioni circa la loro composizione societaria.

Tab. 2.4. Natura dei soci in controllate e partecipate.Controllate 100% Controllate 50 > 100% Partecipate < 50%

nessun socio privati MIX privati MIX N

s.p.a. Consiagas. Urban. Blugas. 8

s.r.l. Consiag reti. Sinergie. Estra. 12 (14)

altre PIN. 1

Consorzi Energico. 3

Mia elaborazione su dati Consiag s.p.a. e Comune di Prato.

Forma giuridica

enti pubblici territoriali

aziende pubbliche

enti pubblici territoriali

aziende pubbliche

Consiag net; Elettria.

Gida; Publiacqua; Politeama.

Consiag servizi; Publies.

Conenergia; Solgenera; Fonteolica; Elettria.

Blugas infrastrutture.

Biogenera; SPRI

Connext; Co.Elettri. Ca.

La tabella (2.4.) tiene in considerazione il tipo di partecipazione di Consiag – totalitaria, di

maggioranza, di minoranza – ed il tipo di socio – ente pubblico territoriale, funzionale (azienda),

privato o un mix delle possibili modalità. Emerge una scarsa propensione a dialogare in via

esclusiva con il privato e, là dove avviene, è Consiag ad avere il controllo: si tratta di progetti su

energie rinnovabili e comunque attività non-core business, svolte in forme societarie poco esposte

al mercato (in particolare s.r.l.). Neppure il dialogo esclusivo con enti pubblici territoriali sembra

essere una scelta operativa prediletta e avviene per lo più per ragioni strumentali7. Piuttosto sono

interessanti le scelte di partecipazione azionaria con soci di diversa estrazione, cosa che avviene

anche in condizioni di non controllo sulle società cui Consiag partecipa, su cui spiccano le società

per azioni GI.DA e Publiacqua.

Attualmente il core-business di Consiag rimane ancorato al ciclo idrico (Publiacqua e

GI.DA) e all'approvvigionamento, stoccaggio e distribuzione del gas (Consiagas). L'attività si è

tuttavia andata allargando alla distribuzione di energia elettrica (Estra), alle telecomunicazioni

(anche se con scarso successo), ed ad una serie di servizi strumentali come lo sviluppo di

programmi informatici per usi gestionali (Sinergie), alla gestione del calore (Publies), alle energie

rinnovabili (Biogenera, Solgenera, Fonteolica) con piccoli progetti di carattere per lo più

sperimentale. Si è inserita anche in tutta una serie di attività collaterali e di sostegno del territorio,

che vanno dal Polo universitario pratese (PIN) ad una società che si occupa dell'organizzazione di

eventi e manifestazioni culturale (Politeama).

2.3. Una classe politica “allargata”: il ruolo centrale di Consiag a Prato.

Descrivere l'organizzazione amministrativa attraverso la catalogazione delle sue componenti è solo

parte – forse neanche decisiva – del lavoro di chi voglia carpirne il funzionamento. Questa sezione è

dedicata a fotografare la popolazione organizzativa di cui abbiamo discorso sotto il profilo della

circolazione delle élite. Lo si è fatto attraverso un'analisi di tipo posizionale, che ha preso in

considerazione i cda e organi esecutivi di società di capitali, associazioni del comune di Prato e la

classe politica vera e propria, costituita da Consiglieri comunali e assessori (52 incarichi), i

rappresentanti dell'ente in società di capitali e associazioni (rispettivamente 52 e 49 incarichi), i

dirigenti delle società partecipate e delle associazioni del comune (rispettivamente 111 e 52

incarichi) e, separatamente i dirigenti del Gruppo Consiag (72 incarichi).

I 390 incarichi totali di questa popolazione sono detenuti da 333 persone fisiche dal

momento che 43 dirigenti detengono più di un ruolo, per un totale di 102 incarichi. I dati sono

7 Si tratta di società il cui mix pubblico-privato o pubblico-pubblico, dipende dai vincoli posti dalle normative di settore alla gestione diretta da parte degli enti pubblici e che la forma societaria permette di aggirare.

10

analizzati nelle tabelle in appendice (IX e X). In particolare la tabella (X) si concentra sulle tre

categorie di dirigenti, la classe politica “ristretta” (consiglieri e assessori), i rappresentanti del

comune presso gli enti partecipati e i dirigenti Consiag.

Emergono: una scarsissima presenza della classe politica ristretta nelle società, che si

concentra peraltro in GI.DA (3 consiglieri su 4). Passando ai rappresentanti di Prato in società di

capitali, uno è presente in veste di rappresentante in due società di capitali8. Quattro sono invece

presenti nei cda in altra veste, per un totale di otto incarichi nelle diverse società. Uno di loro

rappresenta il Comune in altre forme associative; un altro ne fa parte senza nessun mandato

rappresentativo. Ben cinque di loro sono presenti nei cda delle società controllate dal gruppo

Consiag per un totale di otto incarichi nella holding.

Fra i 49 rappresentanti del Comune in associazioni e fondazioni, sette sono presenti in

queste organizzazioni anche ad altro titolo; uno rappresenta l'ente in una società di capitali. Due di

loro sono presenti in altre associazioni e fondazioni a titolo di rappresentanza, per un totale di

cinque incarichi. Solo uno in altre organizzazioni di forma giuridica analoga senza mandato. Tre

sono presenti nei cda delle società del gruppo Consiag.

Venendo ai dirigenti delle società controllate dal Consiag, si può osservare come cinque di

loro siano rappresentanti del Comune presso altre società di capitali partecipate dall'ente stesso9; sei

sono presenti in altre società di capitali senza che rappresentino il Comune. La presenza di dirigenti

della holding in associazioni e fondazioni ammonta a tre unità, uno di loro detiene un mandato di

rappresentanza dell'Ente locale, mentre gli altri due ne sono privi.

In appendice (IX) sono riportate le singole sovrapposizioni, in modo da evidenziare le varie

società, associazioni e fondazioni. Per quanto attiene ai dirigenti del Consiag spiccano due casi in

cui l'essere dirigente di Consiag coincide con l'appartenenza a Epp, un caso in Urban. Entrambe le

società, partecipate dal Comune di Prato, sono attive in materia urbanistica: un elemento che

permette di fare delle ipotesi sull'evoluzione dell'azienda come caso di istituzionalizzazione di

un'organizzazione formale, insieme alle significative presenze di dirigenti del gruppo in

associazioni sportive e culturali.

Centrale è poi la presenza dello storico presidente del Consiag Mario Dini nel cda

dell'Autorità di Ambito territoriale Ottimale n.3, e dell'attuale presidente di Consiag, Paolo Abati,

nel gestore idrico del medesimo ATO (cfr. Profeti 2010). Paolo Abati (insieme ad un altro membro

del cda Consiag) è anche fra i principali esponenti del partito di maggioranza relativa della

8 Circostanza che per altro contrasta con le linee guida dell'Ente stesso sulle partecipazioni, che escludono l'eventualità della doppia rappresentanza in questo tipo di organizzazioni.

9 Occorre specificare che questo numero comprende anche i due rappresentanti del Comune di Prato presenti nel cda del Consiag stesso.

11

provincia di Prato. È stato l'uomo “forte” alle primarie per la scelta del candidato sindaco del PD

alle elezioni al comune di Prato, che però hanno premiato un outsider, per giunta nella fase

discendente della sua carriera e candidatosi inizialmente quasi per garantire una parvenza di

competitività.

Le elezioni dello scorso anno hanno comportato per Prato una svolta epocale, che ha segnato

l'avvento di una coalizione di centro-destra alla guida di una storica roccaforte “rossa”. Tuttavia, e

siamo alla cronaca degli ultimi mesi, il 39% di azioni detenute dal comune in Consiag, non sono

state sufficienti affinché il cda guidato da Abati subisse uno stravolgimento. I comuni soci, tutti

guidati da giunte di centro sinistra, hanno fatto blocco opponendosi al cambio di colore della

società, nonostante gli intendimenti del comune principale azionista. Se alla fine di questa

consiliatura Consiag reggerà l'impatto sarà la migliore prova di un processo di integrazione nel

tessuto amministrativo locale che verrà analizzato di seguito.

3. Nascita ed evoluzione di Consiag: un caso di istituzionalizzazione di un'organizzazione formale.

Le origini dell'attuale Gruppo Consiag risalgono al 1975, quando tre comune della provincia di

Firenze – Prato, Scandicci e Sesto Fiorentino – si consorziarono per la gestione dell'acqua e la

distribuzione del gas ai sensi del T.U. 1934. La scelta di dar vita ad un'azienda intercomunale fu il

prodotto di due esigenze pressanti per l'epoca. In primo luogo esisteva un problema idrico, sia sul

fronte dell'approvvigionamento sia in quello dell'efficienza e della capillarità delle reti di

distribuzione. Secondariamente, si era fatta pressante, negli anni settanta, l'esigenza di sopperire alla

crisi energetica sfruttando al massimo la risorsa del gas-metano.

Proprio a partire dalla fine degli anni sessanta, il parlamento discuteva una progetto di legge

di riforma dei servizi pubblici locali, la cui normativa risaliva all'epoca giolittiana, non avendo

subito sostanziali modifiche nel ventennio fascista. In quel periodo le aziende municipalizzate

attendevano una riforma che rendesse possibile fuoriuscire dai confini della città per abbracciare

una “dimensione comprensoriale” (Giuntini, Muzzioli, 2003, pp. 327 e 363). La scelta del consorzio

da parte dei tre comuni nasce quindi dalla duplice consapevolezza dell'importanza del comprensorio

e – si può immaginare – da una certa sfiducia nei confronti della riforma dello strumento

dell'azienda municipalizzata in questa direzione.

A differenza della città di Firenze, l'area pratese risentiva di seri problemi di

approvvigionamento idrico. Sul fronte del metano, invece, la Toscana presentava delle forti

discrepanze fra aree urbanizzate e non. Infatti al 1981, a fronte del 62,7 % della popolazione servita,

12

soltanto il 19,5% dei comuni raggiunti dalla reti; uno squilibrio che accomunava gran parte del

paese, con l'eccezione di regioni come Emilia Romagna, Lombardia e Veneto che coprono una

percentuale di enti locali decisamente ampia (cfr. Bigatti et alii, 1997, p. 428). A questo occorre

aggiungere che negli stessi anni il capoluogo toscano raggiungeva un accordo con Italgas, società

del gruppo ENI, per la creazione di una azienda attiva sul fronte metano: Fiorentina-gas. L'adesione

al Consorzio con Prato da parte di comuni integrati nell'hinterland fiorentino come Scandicci e

Sesto Fiorentino, può essere interpretata come frutto di una logica politica volta a prendere le

distanze dalle strategie di un comune a guida DC come Firenze, maggiormente disposto ad

intraprendere un'importante sinergia con il gruppo nazionale.

13

Tab. 4.4. Azionariato di Consiag s.p.a.

N. Comuni %

1 Prato 1974 PO FI 54.273.688,00 38,992 Sesto Fiorentino 1974 FI FI 13.706.272,00 9,853 Scandicci 1974 FI FI 13.545.671,00 9,734 Calenzano 1978 FI FI 5.376.307,00 3,865 Campi Bisenzio 1978 FI FI 9.809.166,00 7,056 Cantagallo 1978 PO FI 988.068,00 0,717 Carmignano 1978 PO FI 2.224.212,00 1,618 Lastra a Signa 1978 FI FI 4.723.338,00 3,399 Montemurlo 1978 PO FI 8.029.170,00 5,77

10 Montespertoli 1978 FI FI 2.164.659,00 1,5611 Poggio a Caiano 1978 PO FI 1.962.747,00 1,4112 Signa 1978 FI FI 3.664.421,00 2,6313 Vaiano 1978 PO FI 4.154.706,00 2,9814 Vernio 1978 PO FI 1.700.824,00 1,2215 Vaglia 1993 FI FI 747.651,00 0,5416 Barberino del M.llo. 1996 FI FI 1.430.162,00 1,0317 Borgo S. Lorenzo 1996 FI FI 2.788.318,00 2,0018 Quarrata 1996 PT PT 3.792.426,00 2,7219 S. Piero a Sieve 1996 FI FI 586.293,00 0,4220 Scarperia 1996 FI FI 1.058.330,00 0,7621 Montevarchi 2003 FI FI 1.017.436,00 0,7322 Sambuca Pistoiese 2006 PT PT 25.026,00 0,0223 Agliana 2006 PT PT 832.290,00 0,6024 Montale 2006 PT PT 589.953,00 0,42

%

139.191.134,00 100Mia elaborazione su dati Consiag e Comune di Prato.

Anno adesione

Provincia attuale

Provincia all'adesione

Quota partecipazione

Totale Capitale Sociale

In generale fra gli anni sessanta e i settanta le giunte rosse del centro Italia spingevano per

ottenere maggiore autonomia sul fronte degli approvvigionamenti di risorse, mentre ENI tendeva a

operare in senso contrario, in accordo con scelte politiche (spesso delle non-decisioni, come sul

fronte della riforma dei SPL) che fino alla metà degli anni ottanta non privilegiarono l'autonomia

gestionale delle aziende locali10.

In questo quadro, simile in quasi tutte le realtà comunali dell'Italia centro settentrionale,

l'area pratese aveva le sue specificità, che acuivano l'esigenza di una innovazione organizzativa per

fronteggiare le esigenze menzionate.

Sul fronte di quello che con la legge 36/1994 verrà chiamato “servizio idrico integrato”

(SII), la città di Prato ed i comuni che vi gravitano intorno risentono dell'arretratezza della rete – da

ampliare e rinnovare – e di gravi carenze idriche che periodicamente si manifestano a seguito di

periodi di siccità, lasciando interi quartieri con acqua razionata a poche ore del giorno o addirittura

in totale assenza. Questi episodi si sono protratti fino all'inizio degli anni novanta, quando si

provvedette ad un collegamento definitivo con la rete acquedottistica fiorentina.

Ad un anno dalla nascita di Consiag, nella sua prima configurazione a tre, il Parlamento

approvava la c.d. Legge Merli, che regolava, fra l'altro, l'inquinamento da scarichi industriali. Per

Prato, come per altre realtà, fu immediatamente un problema da risolvere: per le numerose imprese

tessili che usavano la risorsa idrica a scopi industriali, scaricando nel fiume Bisenzio, si trattava di

un elevato costo da sostenere. Sul finire degli anni settanta, si verificarono per giunta anche dei casi

di cessazione temporanea di attività a causa del mancato rispetto dei parametri imposti dalla legge.

Per una città a vocazione industriale questo configurava un problema aggiuntivo visto che la risorsa

idrica si trovava ad essere doppiamente “critica”, sia dal lato della sua scarsità per gli usi civili, sia

per le esternalità negative che su di essa si accumulavano per l'attività del distretto tessile.

Nel 1978 entrarono nel consorzio altri 11 comuni, strettamente legati alla città di Prato in

termini di distretto industriale: per alcune di queste comunità l'esigenza idrica è certamente meno

pressante, come nel caso dei comuni dell'alta Val Bisenzio; ad essere determinante fu in questo caso

l'estensione della rete metano che il Consiag allargherà capillarmente per tutti gli anni ottanta, e che

può essere intesa come una delle risorse decisive attraverso cui i nuovi comuni poterono accettare

delle decisioni penalizzanti sul fronte dell'approvvigionamento idrico11.

Raggiunta questa estensione territoriale, il Consiag comincia ad essere un arena decisionale

in cui problemi ed interessi si aggregano e si pesano. Il fiume Bisenzio per tutti gli anni ottanta

10 Nel 1966 una circolare del ministero degli Interni riduce la possibilità di indebitamento delle aziende e vengono accentuati i poteri di controllo da parte dei prefetti sulle obbligazioni contratte dalle aziende, cfr. A. Giuntini, G. Muzzioli (2003, p. 327).

11 Tale interpretazione già presente nei giornali dell'epoca ci è stata sostanzialmente confermata in sede di intervista al Direttore generale di Consiag s.p.a..

14

diventa il punto di intersezione di diverse esigenze, da quella dell'approvvigionamento a quella del

disinquinamento e, successivamente, di un più generale governo del territorio. Nei primi anni del

decennio, mentre si discute del progetto della diga del “Bilancino” – nel Mugello – che risolverebbe

i problemi idrici di Firenze e Prato, il Consiag prepara dei progetti a più breve termine, da

effettuarsi nel territorio dei comuni consorziati. Essenzialmente si trattava dello sfruttamento delle

acque del Bisenzio ad usi civili.

3.1. Società per azioni e cultura amministrativa: gli anni '80 in un comune della zona rossa.

Nel 1981 fra il Comune di Prato e l'Unione industriali pratesi nasceva una società per azioni, la

GI.DA, che ha (tuttora) come scopo quello di costruire e gestire impianti di depurazione per acque

ad uso industriale; si costituisce così un asse importante che rende possibile pensare al problema

idrico come sintesi dei diversi problemi ed esigenze emerse in quegli anni. Gli impianti di

depurazione permettono di utilizzare le acque di scolo per usi industriali e quelle del Bisenzio per

usi civili. È stato un processo assai lento e ricco di ostacoli, anche di ordine legale, ma che ha

segnato profondamente la cultura amministrativa locale.

La scelta della società di capitali come strumento per affrontare una politica pubblica

centrale per la comunità pratese non fu né un caso isolato né, tanto meno, irrilevante sotto il profilo

del dibattito pubblico. Negli stessi anni era attivo “Tecnotessile” un think thank attivo sul fronte

della ricerca e dell'innovazione tecnologica per il distretto e progenitore dell'attuale Polo

Universitario, anche questo, significativamente nato sotto forma di società di capitali e crocevia di

enti territoriali, funzionali (l'università di Firenze), aziende pubbliche (Consiag) e private (l'unione

industriali Pratesi). Allo stesso modo, nasceva società di capitali Interporto s.p.a., attiva sul fronte

della logistica e partecipata da un'analoga compagine di attori.

Sarebbe un errore attribuire la scelta dello strumento societario all'influenza dell'era del

contenimento dello Stato che veniva inaugurata nelle esperienze anglosassoni. Tale soluzione

veniva invece rivestita di usi e significati propri dell'esperienza amministrativa locale e che

l'assessore alle politiche ambientali di allora, Eliana Monarca – successivamente assessore

all'ambiente nella giunta Regionale – sventolerà con orgoglio come soluzione propria di quella

specifica cultura politica e amministrativa rappresentata dalle giunte “rosse” dell'Italia centrale. Se

ci si sofferma al caso di GI.DA, poi, ci si accorge di come lo strumento societario sia in realtà

completamente distaccato dallo zeitgeist liberale di quegli anni '80, riallacciandosi invece agli

antichi consorzi di proprietari che sin dal XIII secolo hanno gestito i canali di scolo per le acque ad

uso industriali, che il comune è riuscito a rilevare, dopo lunga trattativa, solo nel 1984 e che saranno

poi in parte riutilizzati per la rete fognaria che intanto Consiag prendeva in gestione.

15

Gli anni '80 furono per Prato gli anni del maggior consolidamento della coalizione PCI-PSI,

che ottengono proprio nello stesso decennio la maggioranza più solida che l'amministrazione abbia

mai avuto (Appendice I e III). Proprio questa raggiunta egemonia da parte del PCI rafforza l'ipotesi

di un cambiamento di cultura amministrativa che abbia seguito dinamiche per lo più endogene, le

cui ragioni si possono rintracciare in una mutata natura del consenso politico, sempre meno

ideologico, sempre più legato al soddisfacimento di interessi e domande specifiche (Trigilia, 1986).

In questo senso, la vicenda “ambientale” sopra descritta, sembra testimoniare fedelmente

tale cambio di rotta. Da una parte i vincoli rigidi che vengono dallo Stato, dall'altra gli sforzi locali

(di pubblici e privati) che elaborano soluzioni soddisfacenti, che però non sono mai del tutto nuove

e che molto mantengono delle esperienze amministrative e gestionali maturate in passato. Come

verrà illustrato meglio sotto, la strategia fondamentale delle giunte pratesi e dell'azienda consortile e

sempre stata quella di una compartecipazione di tutta la comunità ai costi da esternalità prodotti dal

distretto. Questo, a dispetto delle ostilità di parte importante della base sociale ed elettorale dei

partiti di maggioranza.

3.2. Una crescente autonomia organizzativa.

Se si limitasse al solo punto di vista giuridico, l'autonomia di un'organizzazione dipenderebbe

esclusivamente dalla libertà d'azione che vincoli di carattere normativo lasciano alla sua dirigenza.

Nel caso di Consiag la data spartiacque sarebbe il 2002, cioè l'anno di trasformazione in società per

azioni: un passo che recide una buona parte dei poteri di controllo degli enti locali, conferiti loro da

una disciplina stratificatasi dal 1925.

Tuttavia la questione dell'autonomia non si risolve nei soli vincoli formali. Dipende dal tipo

e dalla direzione dei flussi di risorse che entrano nelle casse dell'organizzazione e dipendono inoltre

dal livello di integrazione che questa è riuscita a ritagliarsi nel suo ambiente coprendo le zone

d'incertezza che via via si creano nella vita di una comunità (Selznick, 1949; Hickson et alii, 1971;

Crozier e Friedberg, 1978).

Se la nascita di Consiag è stata una risposta all'ambiente, in termini di efficacia economica e

strategia politica, lo sviluppo del consorzio è dovuto al suo posizionarsi su due zone d'incertezza

cruciali, rappresentate dalla crisi idrica della piana e del distretto pratese da una parte, e dalla

metanizzazione dei comuni limitrofi, specie quelli a ridosso dell'appennino, dall'altra. Nel 1984

Consiag approvava un nuovo statuto che, di fatto, ratificava l'allargamento degli scopi organizzativi

a tutto il ciclo delle acque – menzionando l'interesse alla fase cruciale della potabilizzazione – e

ampliando il raggio d'azione anche alla ricerca ed allo sviluppo di nuove fonti energetiche.

Nella seconda metà degli anni ottanta si sono instaurati dei rapporti stabili fra tre attori: la

16

giunta comunale (spesso l'assessore all'ambiente e all'urbanistica), gli industriali pratesi e Consiag;

in qualche caso si inseriva anche AISMU (la municipalizzata dei servizi ambientali, ora ASM). In

particolare fra il 1987 e il 1988 Consiag e Industriali Pratesi raggiungono un accordo per la

costruzione di un acquedotto industriale, la cui successiva vendita a Consiag determinerà l'entrata

dell'azienda in GI.DA s.p.a. con una quota pari al 8%, come contropartita12. L'acquedotto industriale

giungeva come soluzione al problema che si era posto a proposito dell'utilizzo dei pozzi privati da

parte delle utenze industriali, fenomeno che andava a detrimento della falda, entrando quindi in

conflitto con gli usi civili. La vicenda si concretizzerà nei primi anni novanta, quando la decisione

di Consiag di intervenire anche come finanziatore farà decollare le cose.

Negli stessi mesi si giocava la partita del Bisenzio: qui si sono aggiunti altri attori ed altre

poste in gioco, ed in questo caso Consiag appariva più in veste di arena che di attore. Le opere di

derivazione operate a monte sul Bisenzio non erano viste di buon occhio dai comuni della valle, che

anni più tardi si costituiranno in comunità montana. In particolare, ad accendere lo scontro politico

è la vicenda passata alle cronache come questione del “tubino”, dalla installazione provvisoria di

una conduttura del diametro di 40 cm nell'alta valle del Bisenzio, a fronte di una grave crisi idrica

che colpì Prato nella primavera del 1989 (sic!). I comuni della valle arrivarono anche a minacciare

l'uscita dal consorzio, minaccia velleitaria che presumibilmente serviva alle rispettive giunte per

non perdere il consenso di comunità in cui crescevano movimenti ambientalisti, solo in parte

contenuti dalle strutture collaterali del PCI. Al solito è l'opera di metanizzazione portata avanti da

Consiag a rendere poco credibili le minacce dei comuni minori, che comunque hanno posto sul

tavolo della discussione, fra la primavera e l'estate, opere di riqualificazione paesaggistica del letto

del fiume. Il “tubino” venne inaugurato a settembre; il mese successivo vennero aperti dei tavoli per

la progettazione e finanziamento delle opere sul letto del fiume, a cui presero parte, oltre al comune

di Prato, il Consiag e Aismu, entrambi cofinanziatori. Da notare come le decisioni del Consiag

relative a queste vicende siano state prese all'unanimità, rendendo plausibile l'ipotesi del Consorzio

come arena di scambio13.

Il decennio successivo sarà caratterizzato dalle opere di regimazione del corso del fiume,

con la costruzione di “briglie” che ne hanno rallentato il corso, creando degli invasi da cui è

possibile attingere per alimentare la falda. Si tratta di opere finanziate spesso interamente da

Consiag. Quella delle “briglie” è una delle condizioni che i comuni della valle hanno posto a

Consiag al momento di concedere l'autorizzazione all'interramento e stabilizzazione del “tubino”,

12 Questo passaggio ci è stato confermato in sede di intervista.13 In sede di intervista è risultato come il Consiag sulla vicenda “tubino” abbia giocato un ruolo di impulso, dal che si

deduce che al suo interno si era giunti precedentemente ad un accordo sul mutuo aggiustamento che poi si sarebbe realizzato. Il “tubino” sarà nella primavera del 1992, interrato e reso definitivo, accendendo di nuovo le proteste e le minacce dei comuni minori.

17

insieme alla costruzione di un depuratore presso Cantagallo e limitazioni al prelievo delle acque alle

sole stagioni in cui la portata lo permette14. Anche in questa vicenda pesa lo strascico dei fatti

precedenti: è significativo notare come le proteste delle associazioni ambientaliste e dei partiti di

opposizione dei comuni minori siano rivolte verso Consiag e le soluzioni da esso proposte, facendo

emergere un'autonomia quanto meno percepita.

Con la risoluzione dei problemi idrici si apre una nuova stagione. Il Consorzio esce

rafforzato da questi avvenimenti e diventa attore determinante per risorse finanziarie – che arrivano

a sbloccare progetti in partenza – risorse tecniche e organizzative. Crescono le attività di

sensibilizzazione sul fronte del risparmio energetico attraverso campagne pubblicitarie, convegni,

opuscoli, presenza nelle scuole, e numerose feste ed incontri “ecologici” organizzati sul Bisenzio,

con il patrocinio di tutti gli enti che, negli anni precedenti, hanno contribuito alle opere di

riqualificazione.

È stata finanziata l'informatizzazione del sistema bibliotecario di Prato nel 200715;

sponsorizzate numerose attività sportive, fra cui la squadra di rugby della città, mentre dal 2006

Consiag dà nome al palazzo dello sport16. Attività che continuano tuttora. Nei primi anni novanta si

sono aggiunte anche opere di solidarietà internazionale come la costruzione di un acquedotto ad

Asmara, in Eritrea, insieme a Publiser di Empoli e Cispel, e la partecipazione alla ricostruzione del

ponte di Mostar. È il segno della salute economica dell'azienda, in attivo dal 1986, ma anche della

volontà/necessità di affermare una propria identità forte, agganciata alla pluralità di valori

stratificatisi nei decenni precedenti, ed in via di spoliticizzazione: l'ondata anti-politica di

tangentopoli tocca anche la città di Prato, con delle tangenti legate al cda di GI.DA, senza però

arrivare a Consiag17.

A partire dal 1995 l'azienda si inserisce in nuovi settori o affronta i tradizionali in modo

diverso. In quell'anno partì un progetto pilota circoscritto a Montemurlo per il monitoraggio

informatico delle reti, che poi verrà esteso a tutta l'area nel 2003. Il 1997 è stato caratterizzato da

una montante frenesia per l'introduzione delle nuove tecnologie legate alle telecomunicazioni;

Consiag cercò invano di coinvolgere altre aziende municipalizzate delle province circostanti – su

tutte Fiorentina-gas – nella realizzazione di reti di fibra ottica, che alla fine verranno installate solo

14 Si veda in particolare la cronaca pratese de la Nazione del 6 Agosto 1993.15 Cfr. Atti del Comune, Delibera della giunta, n. 250/2007, dalla quale si evince la cifra di Euro 60.000,00 coperta

esclusivamente dall'azienda.16 Cfr. Atti del Comune di Prato, Delibera della giunta, n. 366/2006, nel quale l'amministrazione dà parere favorevole

alla richiesta dell'associazione sportiva Palaprato s.r.l. di mutare in “Palaconsiag” il nome del plesso a seguito di congrua sponsorizzazione.

17 Se si eccettua un rinvio a giudizio per dirigenti che si erano trattenuti “più del necessario” in California, dove si trovavano per una trasferta studio nel 1996; sempre dalla cronaca pratese si apprende che di tali trasferte il Consiag ne ha effettuate 35 in dieci anni.

18

a Prato, per un totale di 150 Km. Allo stato, sono sostanzialmente inutilizzate e il partner privato

con cui Consiag aveva intrapreso l'avventura è stato sostituito. Resta da notare, in questa vicenda, la

reattività con cui l'azienda affronta una novità, in anticipo sul Comune di Prato18 e sulle altre aziende

municipali della zona. Proprio con quegli attori (Publiser di Empoli ed il Comune di Firenze) – in

quegli stessi mesi, fra il 1998 e l'inizio del 2000 – Consiag portava avanti il progetto di fusione per

la creazione di una holding multiservizi, che, alla fine, ha partorito solo Publiacqua. Altra vicenda,

quella della genesi del gestore unico dell'ATO n. 3, in cui ad emergere è stato il ruolo che Consiag

ha avuto nel sostenere la soluzione più “avanzata”, a fronte delle resistenze di Firenze (Citroni

2007). Proprio su fronte della gestione della rete idrica (e la cosa vale anche per la distribuzione del

gas) la dirigenza Consiag ha sempre rivendicato, a giustificazione delle sue tariffe più elevate

rispetto ai comuni che gestivano direttamente il servizio (Firenze su tutti), la necessità di prepararsi

alla competizione con il privato, coprendo i costi con le tariffe e facendo una politica di

investimenti. Tale scelta, ha sempre attirato la diffidenza dei comuni consorziati appartenenti

all'hinterland fiorentino, che a più riprese hanno l'uscita a fronte delle tariffe sensibilmente più

convenienti effettuate nel capoluogo toscano19.

Se, alla fine degli anni ottanta, il Consiag si imbatté fortuitamente in politiche di

urbanizzazione, contribuendo alla riformulazione dei problemi che si erano evidenziati attorno al

Bisenzio, dalla seconda metà degli anni novanta la sua presenza in questa arena è continuativa.

Vengono rilevati i servizi di gestione della rete fognaria, che poi confluiranno nei servizi compresi

nel pacchetto “global service”, che Consiag servizi s.r.l. gestisce attualmente a sette comuni

attraverso la forma dell'affidamento in house; è stato, inoltre, uno dei principali finanziatori delle

rotatorie che in quel decennio cambiano il volto della circolazione in città. Nel 1997 ha acquistato

l'area di un ex-lanificio la cui attività era cessata alla fine degli anni settanta, per un totale di

230.000 metri quadri: la zona era diventata un luogo degradato che pesava da più di un decennio

sull'agenda delle amministrazioni comunali. Tale acquisto diventò l'occasione per una nuova sede

del Consiag ed è attualmente stato approvato un progetto di riqualificazione urbanistica al quale si

sono subito interessate le categorie produttive, su tutti CNA, nel cui staff, in quegli anni, approda il

presidente uscente dell'assemblea consortile Consiag. Sullo sviluppo di questo progetto pesa anche

l'ascesa di Claudio Martini – sindaco di Prato nel momento dell'acquisto dell'area da parte del

18 Nell'aprile del 1997, quando si comincia a parlare di cablaggio della città e gli industriali spingono affinché le istituzioni si interessino della vicenda, il Comune di Prato fa sapere che si muoverà solo di concerto con il Consiag, cfr. la Nazione – cronaca Prato, 12 aprile 1997. Il ruolo di impulso dell'azienda è stato inoltre confermato in sede di intervista.

19 Particolarmente significativa un'intervista rilasciata dal presidente dell'azienda nell'ottobre del 1990, in cui fa seguito alla minaccia di uscita dal consorzio di Scandicci, dichiarando che le tariffe più alte del Consiag servono per vincere, nel lungo periodo, la sfida col settore privato. La nazione – cronaca Prato, 21 ottobre 1990.

19

Consiag – alla presidenza della Regione, uno dei principali (potenziali) finanziatori del progetto.

L'azienda, da parte sua, a poco più di un anno dall'acquisto, imponeva immediatamente la linea da

seguire sugli sviluppi dell'area, che avrebbero dovuto comunque tenere in considerazione la

remuneratività, in polemica con la gestione fallimentare del museo Pecci, curata da Comune e

dall'Unione industriali20, che, in quegli stessi giorni, riempiva le pagine della cronaca locale come

un insuccesso dell'amministrazione.

La crescita dei fini organizzativi è ben testimoniata dall'evoluzione statutaria a partire dal

nuovo testo del 1995, adottato in occasione dell'adeguamento della forma giuridica alla disciplina

della legge 142/1990, successivamente modificato nel 1997. A questo statuto si aggiunge quello

adottato in occasione della trasformazione in società per azioni nel 2002 e attualmente in vigore21.

Emergono sia la quantità degli scopi perseguiti, che coprono praticamente tutti i servizi pubblici

locali, le telecomunicazioni, fino alla gestione di servizi farmaceutici; sia la generalità degli stessi,

che si allargano a tutte le attività ausiliarie, quindi logistiche e amministrative, per enti pubblici e

privati. La vocazione insomma è quella di una tecnostruttura polivalente e tendenzialmente

universale, capace di assorbire tutti i “saperi speciali” che l'evoluzione tecnologica mette a

disposizione. Questa vocazione spiega anche la decisione con cui si continua a portare avanti il

settore telecomunicazioni, ampiamente deludente sotto il profilo del ritorno economico, o nei settori

delle energie rinnovabili.

Allo stesso tempo tale evoluzione delle competenze, effettivamente svolte o solo

preventivate, è figlia di un processo in cui l'organizzazione si è dimostrata capace di essere un buon

risolutore d'incertezza per le politiche pubbliche dell'area pratese; la sua intraprendenza in alcuni

momenti decisivi ne ha rafforzato il ruolo, le risorse tecnico-operative, la legittimazione.

4. Privato è, se vi pare: osservazioni conclusive.

Poche settimane fa (luglio 2010), il comune di Milano ha approvato l'aggiornamento del piano

d'Ambito dell'Ato cittadino, che prevede un graduale aumento delle tariffe del servizio idrico. Nulla

di strano, tuttavia la motivazione con la quale la maggioranza ha giustificato e legittimato la

decisione è sintomatica del problema di ricerca che si è posto nelle pagine precedenti: l'aumento è

stato presentato come necessario al fine di mantenere il controllo pubblico della gestione22.

20 Cfr. la Nazione – cronaca Prato, del 9 gennaio 1999.21 Cfr. Appendice VI.22 “Scattano gli aumenti dell'acqua. Il Comune: così non privatizziamo”, Corriere della Sera – cronaca di Milano, 29

luglio 2010.

20

Le aziende sono private (formalmente); la loro composizione azionaria può variare, ma

rimane spesso caratterizzata da una forte componente pubblica; le logiche d'azione delle aziende di

servizio pubblico si avvicinano sempre maggiormente a quelle tipicamente riconducibili al settore

privato, seppure in mercati con scarsa o nessuna concorrenza.

In questo quadro sono individuabili due tipi di cambiamento: il primo è relativo alla forma

giuridica ed è avvenuto, fra la metà degli anni '90 e gli inizi del nuovo millennio. Si è trattato di un

adattamento dovuto, causato dalla mutata struttura di opportunità che le diverse regole di settore

venivano operando, imponendo una cornice istituzionale privatistica, anche se caratterizzata dagli

obblighi di pubblico servizio.

Il secondo mutamento è invece quello delle logiche d'azione con le quali gli attori in

questione, le aziende partecipate dagli enti locali, si è sviluppato lungo un orizzonte temporale

molto più lungo e in buona parte immune a stimoli provenienti dall'esterno.

È questo secondo mutamento che si è voluto mettere in luce attraverso la narrazione del caso

di Consiag s.p.a., che non si è soffermata tanto sui momenti topici della mutamento organizzativo

(si veda Citroni et alii, 2008), ma ha cercato di descrivere ed interpretare come un'azienda tipica del

settore sia nata ed evoluta nel tempo a prescindere da quanto accadeva o non accadeva nei livelli

superiori di governo.

È emerso come Consiag sia nata per esigenze insieme politiche ed economiche e che questa

commistione rimane tuttora intatta, come testimoniato dall'alta compenetrazione fra il management

aziendale e la classe politica pratese. Si è visto come questo attore abbia acquisito una sua

autonomia organizzativa attraverso l'acquisizione di competenze speciali, che sono risultate decisivi

in momenti cruciali della vita amministrativa del suo ambiente di riferimento. Si è inoltre cercato di

interpretare il crescente impegno degli enti locali in società di capitali da un'angolazione che mette

in risalto fattori marcatamente endogeni e radicati nella cultura amministrativa locale, che si

sovrappongono a quanto avveniva a partire dagli anni '80 nel mainstream ideologico, politico e

amministrativo del mondo occidentale.

In questo senso, credo che il caso di studio possa contribuire a rispondere al quesito posto

dai cronisti del Sole 24 Ore circa il fallimento degli interventi regolativi statali nel perseguire

l'obiettivo di una gestione privata dei servizi pubblici locali. Viste da dentro, le privatizzazioni

appaiono processi molto più complessi, che mettono in luce la presenza di configurazioni

organizzative ibride altamente resistenti (resilienti) ai fattori esogeni di cambiamento, proprio per la

loro ambiguità: perfettamente private da un punto di vista formale, assolutamente pubbliche se si

guarda alle radici della loro legittimazione. L'ibridazione si realizza nelle logiche d'azione che,

ormai da tre decenni, questi attori seguono per adattarsi al contesto e che sono al tempo stesso

21

pubbliche, quando operano come amministrazioni locali (organizzando, finanziando, decidendo), e

private, dal momento che, per continuare ad essere ciò che sono sempre state, le eredi delle antiche

municipalizzate hanno accettato di cambiare ed assomigliare sempre più ad imprese che perseguono

utili, diversificano gli ambiti di azione, fanno investimenti, realizzando quell'integrazione con

l'ambiente che è una delle fasi cruciali della vicenda del potere (Popitz, 2001; Profeti, 2010).

22

Appendice.

23

I. Elezioni politiche Comune di Prato 1946-1990.

1946 1951 1956 1961 1964

91,1 95,8 96,9 96,6 96,4

Liste % voti seggi % voti seggi % voti seggi % voti seggi % voti seggi

PCI 40,1 17 37,4 19 39,6 17 42,8 18 45,9 24PSI 23,4 9 14,1 7 13,4 5 12,2 5 9,2 4

- - 5,2 2 3,9 1 3,4 1 3,8 2DC 29,9 12 37,8 11 37,6 16 37 15 31,3 16PLI 2,3 1 1,4 0 0,7 0 1 0 4,8 2PRI 3,2 1 1,4 0 1,6 0 1 0 - -MSI - - 1,9 1 3,2 1 2,6 1 2,7 1ALTRI 1,1 0 0,8 0 - - - - 2,2 1

tot 100 40 100 40 100 40 100 40 100 50Mia elaborazione su dati dell'Ufficio elettorale della regione Toscana e Ministero degli interni.

Votanti (% su elettori)

Psli/psdi

1970 1975 1980 1985 1990

97,3 96,8 94,4 93,9 90,4

Liste % voti seggi % voti seggi % voti seggi % voti seggi % voti seggi

PCI 46,8 25 49,7 27 49,4 26 47,5 25 42,1 23PSI 7,6 4 9,9 5 11,5 6 13,2 7 17,4 9Psli/psdi - - 3,5 1 2,7 1 1,1 0 1 0DC 30,5 16 28,1 15 29,3 15 28,6 15 26,1 14PLI 2,5 1 1,1 0 1,1 0 0,9 0 1 0PRI 0,9 0 1,7 0 1,9 1 2,6 1 2,4 1MSI 3,5 1 3,2 1 2,7 1 3,2 1 2,5 1ALTRI 8,2 3 2,7 1 1,4 0 2,8 1 7,7 2

tot 100 50 100 50 100 50 100 50 100 50Mia elaborazione su dati dell'Ufficio elettorale della regione Toscana e Ministero degli interni.

Altri 1946: Pd'AAltri 1951: Indipendenti centro; indipendenti di sinis tra.Altri 1964: PSIUPAltri 1970: PSU; PSIUPAltri 1975: PDUPAltri 1980: PDUPAltri 1985: DP; Verdi.Nelle elezioni del 1946 il PSI si è presentato come Psiup; nel 1970 come PSU.

Votanti (% su elettori)

II. Elezioni post riforma elettorale comunale e provinciale.

III. Scarto di seggi maggioranza-opposizione 1946-2004.

Si tratta di un'elaborazione sui dati riportati nelle tabelle precedenti.

26

1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 20100

2

4

6

8

10

12

14

16

18

20

Diff. Seggi Maggio-ranza/opposizione

anni

N. s

eggi

di d

iffer

enza

2: Il dato relativo ai votanti del 2009 si riferisce al primo turno.

anni1995 1999 2004 200981,3 67,6 72,45 75,4

84,92 72,58 77,1 -

numero dei candidati sindaco 4 8 7 9numero delle liste candidate 10 15 17 21

Coalizione vincente centro sinistra centro sinistra centro sinistra centro destra

totale seggi di maggioranza 24 24 24 24Totale seggi di opposizione 16 16 16 16

40 40 40 40

Votanti prop. (% su elettori)Votanti mag. (% su elettori)

IV. Struttura amministrativa del comune di Prato.

V. Partecipazione del Comune di Prato in Società di Capitali.

Controllate Costituzione Settore Sede legale Quota Prato Quota %

E.P.P. s .p.a. 1990 1 Commercio 6 0 Prato 2.749.450,00 1.856.043,00 67,51 0 8 9SO.RI. s.p.a. 2002 0 SPL-strum. 2 0 Prato 520.000,00 472.000,00 93,27 1 2 8Urban s.p.a. 1987 1 Consulenza 2 0 Prato 145.557,00 135.756,00 93,27 0 6 8ASM s.p.a. 1939 2 SPL-rifiuti 6 0 Prato 16.000.000,00 15.968.066,00 99,80 14 10 12District s.r.l. 2006 0 Strumentali 0 0 Prato 15.000,00 15.000,00 100,00 0 1 2

PartecipateConsiag s.p.a. 1974 2 SPL-vari 23 0 Prato 139.191.194,00 54.273.688,00 39,04 24 2 11F.i.l. s .p.a. 1995 0 Formazione 4 5 Prato 260.000,00 46.800,00 18,00 0 0 14Firenze fiera s.p.a. 1998 0 Commercio 14 22 Firenze 21.843.977,76 1.593.115,92 7,29 3 0 13G.I.D.A. s.p.a. 1981 0 SPL-acqua 1 1 Prato 120.000,00 56.304,00 46,92 2 8 13Interporto s.p.a. 1983 1 Commercio 4 9 Prato 12.075.000,00 5.490.623,25 45,47 1 3 11Pratofarma s.p.a. 1974 2 Commercio 0 1 Prato 520.000,00 104.000,00 20,00 0 3 11Politeama pratese s.p.a. 1994 0 Cultura 3 11 Prato 2.040.000,00 714.000,00 35,00 0 2 12C.R.E.A.F. s.r.l. 2005 0 Ricerca 7 0 Prato 6.807.908,00 5.561.405,73 10,76 0 0 8P.I.N. s.c.r.l. 1992 1 Ricerca 5 5 Prato 707.339,00 144.608,00 20,44 0 5 12A.S.E.L. s.r.l. 2001 0 Consulenza 3 0 Prato 413.160,00 123.948,00 30,00 0 2 10

Altre a prevalente partecipazione indirettaConsiag servizi s.r.l. 2005 0 SPL-strum. 7 0 Prato 23.250,00 250,00 1,00 0 0 1Publiacqua s.p.a. 2000 0 SPL-acqua 35 0 Firenze 150.280.056,72 91.068,84 0,06 4 1 13

Tot Tot. Tot. Tot. % Tot. Tot. Tot. 122 54 353.711.892,48 86.646.676,74 24,49 49 53 168

Altre marginaliFidi Toscana s.p.a. 1975 0 Credito 2 10 - - - 0,12 26 0 -MPS s.p.a. 1955 - Bancario - - - - - 0,00 - 0 -Mia elaborazione su dati del Comune di Prato.

Forma giuridica

Trasformazio

ni

N. soci pubb.

N. soci privati

Capitale sociale

N. partecipaz

ioni “nipoti”

Rappresentanti nei cda

Tot. Dirigenti (cda +

revisori)

VI. Partecipazione del comune di Prato in Associazioni e Fondazioni.

Ente Settore Sede

Cassa di Risparmio Prato Fondazione 1830 Generali Prato 1Metastasio di Prato Fondazione 1994 Cultura Prato 4Istituto Datini Fondazione 1967 Cultura Prato 3Museo del tessuto Fondazione 1987 Cultura Prato 3Centro riabilitazione Fondazione 2006 Assistenza Prato 2Centro di scienze naturali Fondazione 1969 Cultura Prato 10Casa Pia de' Ceppi Fondazione 1890 Salute Prato 5Water right foundation Associazione - Filantropia Firenze 1ACTE Associazione 1991 Commercio Guimaraes 1Prato per la Pace Associazione 1994 Filantropia Prato 4Gemellaggio Prato-Ebensee Associazione 1987 Cultura Prato 6Centro giovanile form. Sport. Associazione 1999 Cultura Prato 4Centro Firenze moda ita. Associazione 1954 Commercio Firenze 1Centro per l'arte cont. Pecci Associazione 1987 Cultura Prato 5Prato pro-emergenze Comitato 2000 - Prato 2Comitato attività musicali Associazione - Cultura Prato 2Coord. Naz. Enti locali per la pace Associazione 1986 Rappresentanza Perugia sindacoForum europeo sicurezza urbana Associazione 1996 Rappresentanza Parigi sindacoCIDAC Associazione 2000 Cultura Roma sindacoPro loco Galciana Associazione 1998 Rappresentanza Galciana sindacoScuola d'arte Leonardo Associazione 1998 Cultura Prato sindacoAICCRE Associazione 1952 Rappresentanza Roma sindacoANCI Associazione - Rappresentanza Roma 3Mia elaborazione su dati del Comune di Prato.

Forma giuridica Costituzione

Rappresentanti

VII. Partecipazioni di Consiag S.p.a..

Controllate Settore Sede legale %

Consiag servizi s.r.l. SPL- strumentali 7 0 Prato 93,00Consiagas s.p.a. SPL-gas 0 0 Prato 100,00Consiag reti s.r.l. SPL-reti 0 0 Prato 100,00Consiag net s.p.a. SPL-reti 0 1 Prato 68,03Sinergie s.r.l. Strumentali 2 0 Prato 80,00Conenergia s.r.l. Servizi-calore 0 2 Prato 80,00Publies s.r.l. Servizi-calore 1 0 Prato 70,00Solgenera s.r.l. Ricerca 0 1 Prato 50,50Fonteolica s.r.l. Servizi energia 0 2 Prato 50,00Elettria s.p.a. Servizi-elettricità 0 1 Siena 51,00

PartecipateG.I.D.A.. s.p.a. SPL-acqua 1 1 Prato 8,00P.I.N. s.c.r.l. Ricerca 13 7 Prato 10,95Urban s.p.a. Consulenza 2 0 Prato 4,95Publiacqua s.p.a. Servizi-acqua 50 1 Firenze 38,99Blugas s.p.a. Servizi-gas 8 0 Mantova 26,37Blugas infrastrutture s.r.l. Servizi-reti 6 0 - 25,40Biogenera s.r.l. Ricerca 2 0 Prato 45,00Consorzio CO.ELETTRI.CA.consorzio Servizi-elettricità 0 1 Prato 19,11Consorzio ENER. GI.CO. consorzio Servizi-elettricità 1 3 Prato 20,00Consorzio Connext consorzio Consulenza 0 11 Firenze 7,69S.P.R.I. s.r.l. Edilizia 1 5 Prato 5,00Ti Forma s.c.r.l. Consulenza - - Firenze 2,50Valdarno reti e servizi s.r.l. Servizi-reti - - AR 24,00Estra s.r.l. Servizi-gas 2 0 Siena 50,00

altre marginaliPratoinvest s.c.r.l. Credito - - Prato 0,67Politeama pratese s.p.a. Cultura 3 11 Prato 0,13Banca popolare etica s.c.r.l. Bancario - - 0,04Mia elaborazione su dati del Comune di Prato, aggiornati al 31 Dicembre 2008.

Forma giuridica

N. soci pubblici

N. soci privati

VIII. Evoluzione dei fini statutari di Consiag s.p.a..

Finalità del consorzio nello Statuto del 199523 e aggiunte del 199724.

Art. 4.

1. Il consorzio è costituito per i seguenti fini:

a) ricerca, captazione, sollevamento, trasporto, trattamento e distribuzione dell'acqua per qualsiasi uso;

b) trasporto, trattamento, smaltimento delle acque di rifiuto urbane ed industriali e loro eventuale riutilizzo;

c) produzione, trasporto, trattamento e distribuzione del gas per usi plurimi e servizi collegati;

d) produzione di energia da fonti rinnovabili ed assimilate (anche mediante trasformazione dei rifiuti, di prodotti vegetali e simili) e loro utilizzazione e / o vendita nelle forme consentite dalla legge;

e) realizzazione, gestione e manutenzione degli impianti termici;

f) gestione di servizi urbani relativi alla tutela del suolo, del sottosuolo, dell'acqua e dell'aria da varie forme di inquinamento;

g) svolgimento, anche per conto terzi, di tutte le attività riconducibili ai servizi di cui sopra relativamente a studi, ricerche, consulenze, assistenza tecnica nel settore dei Servizi Pubblici, nonché di tutte le attività riconducibili a tali servizi, relativamente a progettazione, costruzione e manutenzione di impianti e mezzi, programmazione e promozione;

h) assistenza operativa alle autorità competenti ed esercizio, su loro delega, delle attività di monitoraggio ambientali;

i) svolgimento di ogni altra attività complementare e / o sussidiaria a quella di istituto, compresa l'attività editoriale per l'informazione e la sensibilizzazione dell'utenza sulle problematiche collegate alle questioni idriche, energetiche ed ambientali;

j) svolgimento di ogni attività inerente l'igiene urbana (spazzamento, trasporto, ecc. dei rifiuti solidi urbani), compresa la gestione di discariche ordinarie e speciali;

k) realizzazione, gestione e manutenzione impianti di illuminazione pubblica e impianti semaforici;

l) realizzazione, gestione e manutenzione di reti telematiche;

m) gestione servizi farmaceutici;

23 Si tratta di un nuovo statuto adottato in occasione dell'adeguamento della forma giuridica ai sensi della l. 142/1990, che sostituisce le disposizioni in materia di consorzi fra enti pubblici risalenti all'epoca fascista, equiparando sostanzialmente la disciplina a quella della aziende speciali municipalizzate.

24 Le finalità del consorzio aggiunte allo statuto nel 1997 sono evidenziate in corsivo.

31

n) costruzione, gestione e manutenzione piscine, palestre e altre strutture sportive, ricreative e del tempo libero;

o) realizzazione, gestione e manutenzione del verde urbano.

2. Il Consorzio può promuovere la costituzione o partecipare a società, comunioni, consorzi di diritto privato ed altre forme associative che abbiano per oggetto attività strumentali o complementari o comunque collegate a quelle elencate al precedente punto 1. e che possono operare anche per conto terzi.

Statuto 2008

Art. 3.3.1. La società ha per oggetto la gestione diretta e indiretta, anche tramite società partecipate, di attività inerenti i settori gas, telecomunicazioni, energetici, idrici, informatici, servizi pubblici ed alle imprese, e più in generale:

a) produzione, trasporto, trattamento, distribuzione e vendita del gas per usi plurimi e servizi collegati;

b) produzione, trasporto, e vendita di energia, anche mediante trasformazione di rifiuti di prodotti vegetali e simili, e loro utilizzazione e / o vendita nelle forme consentite dalla legge;

c) progettazione, realizzazione, manutenzione reti di telecomunicazioni, ricerca e attuazione di tecnologie per la trasmissione di attività di telecomunicazioni, informatiche e multimediali, nonché vendita di servizi commessi;

d) gestione dei rifiuti, dei servizi ambientali e di eventuali altri servizi di igiene urbana, che la legge non riservi alla competenze di attività sanitarie, compresa la gestione delle discariche ordinarie e speciali, e la manutenzione dell'ambiente e dell'arredo urbano; progettazione, realizzazione e gestione d'impianti relativi all'effettuazione dei servizi di cui alla presente lettera d).

e) gestione dei sevizi urbani relativi alla tutela del suolo, del sottosuolo, dell'acqua e dell'aria da varie forme di inquinamento e di monitoraggio ambientale;

f) captazione, sollevamento, trasporto, trattamento e distribuzione dell'acqua per qualsiasi uso, gestione integrata delle risorse idriche, trasporto, trattamento e smaltimento delle acque di rifiuto urbane ed industriali e loro eventuale riutilizzo;

g) realizzazione, gestione e manutenzione degli impianti termici e tecnologici, di illuminazione e semaforici, di strutture cimiteriali, attività di gestione tecnico-manutentiva di patrimoni immobiliari e di servizi pubblici e privati;

h) progettazione, realizzazione e manutenzione di infrastrutture stradali e non, di opere di urbanizzazione primaria e secondaria e assimilate, a favore degli Enti locali, gestione di strutture pubbliche e private;

32

i) gestione ed esecuzione di funzioni e servizi relativi alla toponomastica stradale e gestione degli spazi pubblicitari ed attività correlate;

j) svolgimento di servizi di trasporti pubblici e non e di supporto alla mobilità;

k) gestione dei servizi inerenti le attività di liquidazione, accertamento e riscossione dei tributi e di altre entrate e delle attività connesse, complementari, accessorie ed ausiliarie indirizzate al supporto delle attività di gestione tributaria e patrimoniale, o relativi segmenti di attività; gestione dei sistemi di riscossione e gestione amministrativa delle sanzioni, o relativi segmenti di attività;

l) svolgimento, anche per conto terzi, di tutte le attività riconducibili ai servizi di cui sopra, relativamente a studi, ricerche, consulenze, assistenza tecnica nel settore dei Pubblici Servizi, nonché di tutte le attività riconducibili a tali servizi, relativamente a progettazione, costruzione e manutenzione di impianti e mezzi, programmazione e promozione;

m) svolgimento di ogni altra attività complementare e / o sussidiaria, compresa l'attività editoriale – non sotto forma di quotidiani – per l'informazione, anche per la sensibilizzazione alle questioni idriche, energetiche, telecomunicazioni ed ambientali;

3.1. (sic) La società potrà, altresì, svolgere qualsiasi altra attività industriale, commerciale, finanziaria e terziaria comunque connessa o complementare a quelle sopra indicate, nonché la prestazione di servizi di consulenza tecnica, amministrativa, finanziaria a favore delle società collegate e partecipate dell'intero gruppo, nonché a favore di soggetti terzi. In tali ambiti la società potrà anche svolgere attività di studio, consulenza e progettazione, ad eccezione delle attività per le quali esiste un espressa riserva di legge.

3.2. La società potrà compiere tutte le operazioni che risulteranno necessarie o utili per il conseguimento degli scopi sociali; tra l'altro potrà porre in essere operazioni immobiliari, mobiliari, commerciali, industriali e finanziarie e, quindi, qualunque atto collegato al raggiungimento dello scopo sociale, con eccezione delle attività riservate agli intermediari finanziari.

3.3. La società, nel rispetto dell'eccezione di cui sopra al precedente comma, potrà, infine, esercitare tutte le attività di cui sopra, in via diretta o assumendo partecipazioni ed interessanze in altre società o imprese, sia italiane che straniere, aventi oggetto analogo, affine o complementare al proprio, e potrà prestare garanzie reali e / o personali per obbligazioni sia proprie che di terzi.

33

IX. Sovrapposizioni di ruolo fra dirigenti di Consiag, del Comune di Prato e delle sue società e associazioni.

Consigliere Assessore Rappresentante in SdC Rappresentante in Altro Dirigente Consiag Non rappresentante in SdC

Persona 1. Consiag spa Consiag spa; Utilitas; Consiag servizi srl. Publiacqua

Persona 2. Pd Gida

Persona 3. Centro giovanile; C. riabilitazione.

Persona 4. Publies Publiacqua; EPP.

Persona 5. Metastasio Politeama

Persona 6. Associazione gemellaggio SORI

Persona 7. Epp Utilitas

Persona 8. * Metastasio

Persona 9. Museo tessuto PiN

Persona 10. Consiag reti Asm; Pin

Persona 11. Centro scienze Politeama

Persona 12. Urban Fil

Persona 13. Gida Energico; Utitlitas.

Persona 14. Casa pia de Ceppi

Persona 15. * Politeama Pro Emergenze

Persona 16. * Acte

Persona 17. Interporto Gida; Politeama; firenzefiera

Persona 18. ConsiagNet Politeama

Persona 19. Pdl Gida

Persona 20. Centro giovanile Consag reti Urban

Persona 21. * gemellaggio; tessuto; emergenze

Persona 22. Prato per la pace Publies

Persona 23. Pecci District

Persona 24. Epp Utilitas

Persona 25. Gida; Urban

Persona 26. Utilitas Asel

Persona 27. Pin Interporto

Persona 28. Pd Politeama

Persona 29. Consiag reti

Persona 30. Consiag spa Consiag spa

Persona 31. Asm Publiacqua

Persona 32. Metastasio Asel 2

Persona 33. Centro giovanile ; riabilitazione Publies 3

Persona 34. pdci Gida 2

Persona 35. CREAF; Fil 2

Persona 36. Asel Pecci 2

Persona 37. Creaf; SoRI 2

Persona 38. Energico; Consiag spa 2

Persona 39. Consiag spa; Solgenera 2

Persona 40. Coelettrica; Fonteolica 2

Persona 41. SORI Pecci 2

Persona 42. Firenze fiera; Pin 2

Persona 43. Pin Cariprto; Tessuto 3

102

Mia elaborazione su dati del Comune di Prato.

X. Modalità di circolazione delle élites.

Lo scopo di questa tabella sintetica è quello di dare un'idea dell'integrazione dell'élite amministrativa pratese nel contesto organizzativo allargato alle organizzazione di diritto privato, con particolare attenzione a Consiag s.p.a.. Ciò che viene messo in risalto sono le sovrapposizioni di incarico da una parte e la possibilità per una determinata classe (consiglieri, assessori, rappresentanti, dirigenti Consiag) di appartenere a più contesti organizzativi (società di capitali, associazioni, gruppo Consiag) e a diverso titolo (rappresentante del comune o meno).

Società di capitali Associazioni – Fondazioni

Incarichi Incarichi Incarichi Incarichi N. Incarichi

Consiglieri (40) 4 4 - - - - - - - -

Assessori (11) 1 1 - - 4 5 - - - -

1 2 4 8 1 1 1 1 5 8

1 1 7 7 2 5 1 1 3 3

5 5 6 8 3 3 2 2 - -

Mia elaborazione su dati del Comune di Prato.

Gruppo Consiag

Rappresentanti

Non rappresenta

nti

Rappresentanti

Non rappresenta

nti

Rappresentanti in SdC (52)

Rappresentanti in altri enti (49)

Dirigenti Consiag (67)

XI. Impatto del Consiag sulle entrate correnti del Comune di Prato.

Dividendi (accertato)

2008 2007 506.899,00 da versare 130479086,90 0,392007 2006 702.753,00 da versare 161033811,73 0,432006 2005 984.892,00 2007 134312361,41 0,732005 2004 999.989,39 2007 134132033,04 0,742004 2003 911.990,34 2004 150374076,74 0,602003 2002 678.000,00 2003 150926116,67 0,442002 2001 600.000,00 2003 145377652,24 0,412001 2000 - 143860597,54 02000 1999 - 127484331,31 01999 1998 4.131,66 2001 128245011,84 -1999 1998 1.652.662,07 2000 idem 1,29

1998 1997 73.908,60 1999 119044763,44 0,071998 1997 18.477,27 2001 idem1997 1996 88.431,37 1998 121262002,14 0,091997 1996 22.107,90 2001 idem

Mia elaborazione su dati del Comune di Prato.

Dividendi di Consiag nel Bilancio del Comune di Prato 1997-2008.

Anno bilancio Comune di Prato Anno esercizio Consiag

Anno di effettivo pagamento di cassa

al Comune

Entrate correnti del Comune (accertate)

% dividendo su entrate correnti

Interessi su capitale di dotazione

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Altre fonti:

È stata consultata la cronaca pratese della Nazione dal 1978 al 2008 e i siti web di Consiag s.p.a. e del comune di Prato.

www.comune.prato.itwww.consiag.it

È stato intervistato, in qualità di testimone privilegiato, il direttore generale di Consiag s.p.a..

I bilanci del comune di Prato sono stati reperiti e consultati con l'aiuto del personale dell'ufficio servizi finanziari dell'ente.

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