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Soren Kierkegaard Copenaghen, 5 maggio 1813 – 11 novembre 1855 «Se mi etichetti mi annulli»

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Soren KierkegaardCopenaghen, 5 maggio 1813 – 11 novembre 1855

«Se mi etichetti mi annulli»

«Quel singolo»

L’individuo è superiore algenere.

L’esistenza corrispondealla realtà singolare, alsingolo; essa resta fuoridal concetto, checomunque non coincidecon essa.

Esistenza

Per Kierkegaard l’esistenza costituisce per l’uomo lo

specifico modo di essere nel mondo

Esistenza e possibilità

• Esistere significa "poter scegliere"; anzi, essere possibilità. Ma ciò noncostituisce la ricchezza, bensì la miseria dell'uomo. La sua libertà discelta non rappresenta la sua grandezza, ma il suo permanentedramma. Infatti egli si trova sempre di fronte all'alternativa di una"possibilità che sì" e di una "possibilità che no" senza possedere alcuncriterio di scelta. E brancola nel buio, in una posizione instabile, nellapermanente indecisione, senza riuscire ad orientare la propria vita,intenzionalmente, in un senso o nell'altro.

L’esistenza come possibilità.Angoscia

Nella possibilità tutto è ugualmente possibile

Possibilità che si, e possibilità che non

Minaccia del nulla

Angoscia

«Ciò che io sono è un nulla; questoprocura a me e al mio genio lasoddisfazione di conservare la miaesistenza al punto zero, tra il freddo e ilcaldo, tra la saggezza e la stupidaggine, trail qualche cosa e il nulla come un sempliceforse»

L’esistenza come impossibilità.Disperazione

la disperazione è motivata dallaconstatazione che la possibilitàdell'io si traduce necessariamentein una impossibilità. Infatti, l'io èposto di fronte a un'alternativa: ovolere o non volere se stesso. Se l'iosceglie di volere se stesso, cioè direalizzare se stesso fino in fondo,viene necessariamente messo aconfronto con la propria limitatezzae con l'impossibilità di compiere ilproprio volere. Se, viceversa, rifiutase stesso, e cerca di essere altro dasé, si imbatte in un 'impossibilitàancora maggiore

Possibile più impossibile:la preghiera

Il fatto che la volontà di Dio èpossibile fa sì che io possapregare ; se essa fossesoltanto necessaria, l’uomosarebbe essenzialmentemuto, come l’animale.

Possibile più impossibile: il rapporto tra l’uomo e

Dio

Il rapporto tra l’uomo e Dio siverifica nell’attimo, che è lasubitanea intersezione della veritàdivina nella vita dell’uomo. Ilcristianesimo è paradosso escandalo

Gesù Cristo, l’uomo-Diosi tratta, nel Cristianesimo, di ammettere che Dio stesso si èmesso in rapporto con l’uomo, che Dio è entrato nel tempo, chel’Eterno si è incarnato in un uomo, e questo dà scandalo!L’oggetto dello scandalo è proprio la figura di Cristo, cioè èscandaloso credere che un uomo singolo sia Dio, che Gesù siaDio. Le forme dello scandalo, a questo riguardo, sono perKierkegaard, tre : considerare Gesù come un semplice uomo inconflitto con l’ordine stabilito (è lo scandalo che Gesù provocòsui Farisei e gli scribi); oppure lo scandalo nel sensodell’elevatezza : se è un uomo, non può essere Dio, anche se Luiagisce come se fosse Dio, dice di essere Dio (è lo scandalo deinemici di Cristo); o ancora, lo scandalo in direzionedell’umiliazione, che colui che pretende di essere Dio apparecome un uomo povero, sofferente, impotente (è tipico di coloroche hanno solo ammirazione per Cristo). Ora, la fede in Cristo èproprio superamento dello scandalo ed accettazione delparadosso che è l’uomo-Dio; è accettazione del fatto che laChiesa sia militante e non trionfante

Fede

“Comprendere che non si può né si devecomprendere”. Lo scandalo è perKierkegaard il momento cruciale nella provadella fede, il punto di resistenza e perciò ilsegno della trascendenza della veritàcristiana di fronte alla ragione. Lo scandaloindica il soccombere della ragione perché èil rifiuto di “comprendere di noncomprendere”, giacché la ragione vuole solocomprendere. Per Kierkegaard l’originedello scandalo nasce dal fatto che l’uomonon si pone come “Singolo davanti a Dio”, ecioè non accetta la misura di Dio. Quando ciponiamo davanti a Dio non c’è più spazioper finzioni, mascheramenti, illusioni, vi èinnanzitutto la scoperta che “c’è un’infinitaabissale differenza qualitativa tra Dio el’uomo”, e cioè che l’uomo non puòassolutamente nulla, che è Dio a dare tutto. Scena tratta da «il settimo sigillo» di I. Bergman

La verità per il singolo

13, 33Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire

la verità cristiana non è per Kierkegaard unaverità da dimostrare, ma è piuttosto unaverità da testimoniare. Kierkegaard afferma,a questo proposito, che “la soggettività,l’interiorità è la verità” intendendo non certoche la verità è soggettiva o relativa, ma che laverità è tale quando è scelta e vissuta inprima persona, quando è una “verità perme”, per la quale io possa vivere e anchemorire. E questa è proprio la verità quale miviene dal Cristianesimo : esistere vuol direrapportarsi alla verità che è Cristo, vuol direscegliere di vivere la fede, testimoniando conla propria vita l’importanza della verità in cuisi crede, contro ogni speculazione astratta,che non mette in questione il singolo.

Scena tratta da «Ordet» di C.T. Dreyer: il protagonista Johannes si identifica con Gesù; guarirà assistendo ad un miracolo

Cristianesimo e cristianità

La vita non è un problema da risolvere. È unmistero da vivere.

La critica al cristianesimo del suo tempo

Nella cristianità stabilita – dice Kierkegaard – si èpurtroppo dimenticato cosa vuol dire esserecristiani. Si è dimenticato che la fede esige il saltosupremo, cioè l’accettazione dell’uomo-Dio; si èdimenticato che la fede in Cristo è superamentodello scandalo e accettazione della croce, che èperciò l’accettazione del modello (Gesù),sofferente. Kierkegaard addita in Lutero il primoresponsabile della mondanizzazione delCristianesimo. Il protestantesimo, secondoKierkegaard, ha scaricato tutto il compito dellasalvezza sul comodo cuscino della fede-grazia,abolendo il celibato, l’ascesi, il martirio, ilchiostro. Così, per il filosofo danese, “ilCristianesimo nella cristianità non esiste più”,perché la cristianità ha abolito il Cristianesimo delNuovo Testamento e lo ha tradito trasformandosiin una sorta di comodo paganesimo. L’eresia piùterribile, oggi, è quella che consiste nel “giocare alCristianesimo”.

La vita religiosa

Ciò di cui ho veramente bisogno è di chiarire nellamia mente ciò che devo fare, non ciò che devoconoscere, pur considerando che il conoscere deveprecedere ogni azione. La cosa importante è capirea che cosa sono destinato, scorgere ciò che laDivinità vuole che io faccia; il punto è trovare laverità che è vera per me, trovare l'idea per la qualesono pronto a vivere e morire.

Nella vita religiosa il principio morale è sospeso.

In «Timore e tremore» si racconta e analizza lastoria di Abramo, a cui Dio chiede di sacrificare suofiglio Isacco.

Se mi etichetti mi annulli

Contro Hegel

Esistenza del singolo di fronte al possibile

• Per gli uomini, a differenza deglianimali, il singolo è superiore algenere. Per Hegel è il contrario:ristabilisce il paganesimo

• La verità è una verità quando è perme. Per Hegel il singolo uomo conla sua concreta situazioneesistenziale non conta niente.

• Infinita differenza qualitativa traDio e mondo. Hegel li identifica :panteismo.

Movimento necessario dell’Idea

• Parlare di un’unità superiore chedebba unificare le contraddizioniassolute è un attentato metafisicocontro l’etica: aut-aut contro et-et,cioè la scelta lacerante contro laconciliazione metafisica di ciò chenell’esistenza concreta èinconciliabile