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2 EDITORIALE SOMMARIO C ari lettori, eccoci qui, con il numero di Giu- gno di Sottobanco e soprattutto con l’ultimo giorno di scuola! La felicità degli studenti del Curie è al massimo grado perché, da domani, potremo finalmen- te fare a meno, per qualche tempo, di libri e lezioni, di risvegli all’alba e maratone di studio. Per la verità, qual- cuno che dovrà continuare a sgobbare c’è. Sono i nostri compagni delle quinte (e terze liceo Classico), impe- gnati con gli Esami di Stato. Coraggio ragazzi! Facciamo il tifo per voi e vi dedichiamo un bell’articolo nelle pagine del giornale. Con questo numero, che speriamo vi piaccia sempre di più, si conclude il secondo anno di vita di Sottobanco. Abbiamo cominciato da zero e con pochissimi collaborato- ri ma poco a poco, stiamo cercando di coinvolgere sem- pre più persone, per raccon- tare sempre meglio la vita del Curie, gli interessi di noi stu- denti, curiosità e tanto altro. Ci proviamo e invitiamo tutti a farsi vivi, se avessero idee e progetti! In fondo, come vedrete dagli articoli di que- sto numero, sono tantissimi gli eventi che la scuola pro- pone. E poi c’è la musica suo- nata da noi, ci sono le nostre attività extrascolastiche e tante storie da raccontare. Partecipate, se volete che Sottobanco sia davvero “vostro”. Per concludere, rin- graziamo tutti coloro che, acquistando il numero di Aprile, hanno collaborato alla raccolta fondi per l’Abruzzo Tommie Diena Lisa Sambruni UN BICCHIERE CON DON RODRIGO Q uel ramo del lago di Como e chi non se lo ricorda?? E’ l’incipit famosissimo dei “Promessi Sposi” Ognuno di noi ha letto il roman- zo manzoniano almeno una volta , ma ritengo che nessuno sia mai riuscito a godere fino in fondo di questo libro. Forse perché troppo lontano da noi,forse perché troppo lungo o forse per pigrizia , forse nessu- no riprenderebbe spontanea- mente la lettura di questo romanzo ottocentesco. Invece io personalmente invito a rivalutare quest’opera che non è per niente noiosa come tutti pensano. Infatti in essa possiamo trovare diversi eventi paragonabili ad avvenimenti della società moderna, che nel romanzo vengono presentati con un filo di ironia, quasi per incitare il lettore a confrontar- si. Paragoniamoci, ad esempio, a Renzo, quel protagonista che sembra così lontano, così anti- quato. Durante lo svolgersi del racconto si dimostra tanto coraggioso da mettere in peri- colo la propria vita pur di salva- re e sposare la donna che ama. E la violenza su Lucia?? Indife- sa e incapace di sciogliere l’im- piccio che la costringe alla fuga, la sua vicenda si può paragonare all’esperienza di alcune donne di oggi,anch’esse vittime di qualche “scommes- sa” e “usate” come oggetti e costrette a fuggire. Al di là dei personaggi, anche gli usi e i costumi si ritrovano nella nostra società. Diciamo la verità: chi, dopo la lettura del passo dedicato al pranzo di Don Rodrigo, non desiderereb- be desinare con lui, bevendo un bicchiere del suo buon vino?? Già, anche nel Seicento si Pagine 2-3-4-5-6-7-16 Scuola e dintorni Pagine 8-9 Musica e Tv Pagine 10-11 Sport Pagina 12-13 Moda e tecnologie Pagine 14-15 Gite Pagine 17 Racconto Pagina 18-19 Giochi e consigli degustava il buon vino e pro- prio davanti ad esso si discute- va di argomenti del tutto attua- li,come l’aumento del prezzo dei beni di prima necessità, come il pane. Un altro perfetto esempio è la sottomissione dei poveri ai potenti: chi di noi non ha mai subito una prepotenza?? Nel romanzo si parla, ad esempio, di clientelismo, un fenomeno fortemente presente nei nostri tempi,perché spesso i poveri sono costretti a sottomettersi ai “potenti” per poter vivere e mantenere la propria famiglia. Potrei fare altri cento paragoni, ma ritengo che ognuno, che sia studente o adulto, possa rileg- gere da solo l’opera e cercare in essa altri aspetti di “attuali- tà”. Sarebbe davvero divertente anche visitare i luoghi dove si è svolta la vicenda, immaginando di essere proprio i protagonisti! Buona lettura e buona “ricer- ca”. terremotato. In questo modo, la somma ottenuta con la vendita di dolci dal Gruppo Solidarietà è stata arricchita anche con la ven- dita del giornalino! E ora il nostro intento benefico con- tinua con altri progetti. Adesso è tempo di saluti. Buona estate a tutti! Sottobanco giu 09 1-06-2009 13:51 Pagina 2

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EDITORIALESOMMARIOCari lettori, eccoci qui,

con il numero di Giu-gno di Sottobanco e

soprattutto con l’ultimogiorno di scuola! La felicitàdegli studenti del Curie è almassimo grado perché, dadomani, potremo finalmen-te fare a meno, per qualchetempo, di libri e lezioni, dirisvegli all’alba e maratonedi studio. Per la verità, qual-cuno che dovrà continuare asgobbare c’è. Sono i nostricompagni delle quinte (eterze liceo Classico), impe-gnati con gli Esami di Stato.Coraggio ragazzi! Facciamoil tifo per voi e vi dedichiamoun bell’articolo nelle paginedel giornale.Con questo numero, chesperiamo vi piaccia sempredi più, si conclude il secondoanno di vita di Sottobanco.

Abbiamo cominciato da zeroe con pochissimi collaborato-ri ma poco a poco, stiamocercando di coinvolgere sem-pre più persone, per raccon-tare sempre meglio la vita delCurie, gli interessi di noi stu-denti, curiosità e tanto altro.Ci proviamo e invitiamo tutti afarsi vivi, se avessero idee eprogetti! In fondo, comevedrete dagli articoli di que-sto numero, sono tantissimigli eventi che la scuola pro-pone. E poi c’è la musica suo-nata da noi, ci sono le nostreattività extrascolastiche etante storie da raccontare.Partecipate, se volete cheSottobanco sia davvero“vostro”. Per concludere, rin-graziamo tutti coloro che,acquistando il numero diAprile, hanno collaborato allaraccolta fondi per l’Abruzzo

Tommie Diena

Lisa Sambruni

UN BICCHIERE CON DON RODRIGOQuel ramo del lago di

Como e chi non se loricorda??

E’ l’incipit famosissimo dei“Promessi Sposi”Ognuno di noi ha letto il roman-zo manzoniano almeno unavolta , ma ritengo che nessunosia mai riuscito a godere fino infondo di questo libro. Forseperché troppo lontano danoi,forse perché troppo lungo oforse per pigrizia , forse nessu-no riprenderebbe spontanea-mente la lettura di questoromanzo ottocentesco.Invece io personalmente invitoa rivalutare quest’opera chenon è per niente noiosa cometutti pensano. Infatti in essapossiamo trovare diversi eventiparagonabili ad avvenimentidella società moderna, che nelromanzo vengono presentaticon un filo di ironia, quasi perincitare il lettore a confrontar-si.Paragoniamoci, ad esempio, aRenzo, quel protagonista chesembra così lontano, così anti-quato. Durante lo svolgersi del

racconto si dimostra tantocoraggioso da mettere in peri-colo la propria vita pur di salva-re e sposare la donna che ama.E la violenza su Lucia?? Indife-sa e incapace di sciogliere l’im-piccio che la costringe allafuga, la sua vicenda si puòparagonare all’esperienza dialcune donne di oggi,anch’essevittime di qualche “scommes-

sa” e “usate” come oggetti ecostrette a fuggire.Al di là dei personaggi, anchegli usi e i costumi si ritrovanonella nostra società. Diciamo laverità: chi, dopo la lettura delpasso dedicato al pranzo diDon Rodrigo, non desiderereb-be desinare con lui, bevendo unbicchiere del suo buon vino??Già, anche nel Seicento si

Pagine 2-3-4-5-6-7-16Scuola e dintorni

Pagine 8-9Musica e Tv

Pagine 10-11Sport

Pagina 12-13Moda e tecnologie

Pagine 14-15Gite

Pagine 17Racconto

Pagina 18-19Giochi e consigli

degustava il buon vino e pro-prio davanti ad esso si discute-va di argomenti del tutto attua-li,come l’aumento del prezzodei beni di prima necessità,come il pane.Un altro perfetto esempio è lasottomissione dei poveri aipotenti: chi di noi non ha maisubito una prepotenza?? Nelromanzo si parla, ad esempio,di clientelismo, un fenomenofortemente presente nei nostritempi,perché spesso i poverisono costretti a sottomettersiai “potenti” per poter vivere emantenere la propria famiglia.Potrei fare altri cento paragoni,ma ritengo che ognuno, che siastudente o adulto, possa rileg-gere da solo l’opera e cercarein essa altri aspetti di “attuali-tà”.Sarebbe davvero divertenteanche visitare i luoghi dove si èsvolta la vicenda, immaginandodi essere proprio i protagonisti!Buona lettura e buona “ricer-ca”.

terremotato. In questomodo, la somma ottenutacon la vendita di dolci dalGruppo Solidarietà è stataarricchita anche con la ven-dita del giornalino! E ora ilnostro intento benefico con-tinua con altri progetti.Adesso è tempo di saluti.Buona estate a tutti!

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Sottobanco | Numero 3 |Giugno 2009

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PRESIDE, A LEI LA PAROLASignor Preside, qual è il

suo bilancio per questisuoi primi due anni nel

nostro Liceo?E’ una domanda enorme. Direi

che il bilancio è stato positivo,da un punto di vista relazionale,con tutte le componenti dellascuola. Anche per quantoriguarda le iniziative scolasti-che mi pare che ci siano deibuoni risultati. Ci siamo apertidi più rispetto al territorio eabbiamo organizzato diverseiniziative stimolanti per iragazzi: l’adesione ad Insiemein rete, per i ragazzi che esconodalla terza media e poi la rea-lizzazione del secondo labora-torio di Informatica, che è ope-rativo da quest’anno. E’ unastruttura importante soprattut-to per l’insegnamento delle lin-gue straniere ed entrerà a pie-no regime l’anno prossimo.Ha trovato marcate differenzetra la sua precedente scuola, ilLiceo Casiraghi di CiniselloBalsamo e il nostro istituto?Hanno parecchi punti di contat-to, come, ad esempio, la pre-senza dei due indirizzi: Scienti-fico e Classico. Differenza forsec’è da un punto di vista del-l’utenza degli studenti e poi perquanto riguarda il rispetto del-le istituzioni. Qui direi è mag-giore, mentre al Casiraghi devodire che gli studenti sono più

abituati alla partecipazione esono attivi in altri ambiti.Che opinione si è fatto deimovimenti di protesta controla riforma Gelmini nellanostra scuola, movimenti chehanno raggiunto il culminecon la manifestazione del 7novembre?Credo che il dato positivo sia lavoglia di sapere. Non è stata ainfatti mio avviso una protestaideologizzata. E’ partita infattida una analisi e da un giudizio,che è la cosa più importante. Amio parere, questa capacitàcritica deve far parte integran-te del patrimonio genetico diogni studente.Crede che sia giusto per glistudenti prendere posizionecritica nei confronti di progettidi riforma della scuola? Dal momento che sono loro alcentro del mondo scolastico, ègiusto che si pongano il proble-ma e che cerchino eventual-mente di modificare, con imezzi loro disponibili, le situa-zioni che vedono non adatte aloro.Ci sono iniziative e progetti diparticolare importanza chevorrebbe attivare a scuola nelprossimo anno scolastico?La nostra scuola ha già unvasto patrimonio di progettianche molto avanzati, ma tra leproposte più interessanti per

me, c’è il potenziamento del-l’uso delle nuove tecnologie. Illaboratorio e l’Ecdl si muovonoin questo senso.Cosa pensa di Sottobanco e delCurieoso, le due “testate”giornalistiche, molto diversetra loro, presenti nella nostrascuola? E’ utile la diffusione di“fogli” informativi in ambitoscolastico?L’esistenza di due testate è undato positivo, che dimostra unacerta vitalità e una voglia dipresenza, di esserci. SeguoSottobanco dalla nascita, misembra un prodotto molto bencostruito, che dovrebbe daresempre più spazio in più allavita della scuola e all’attualità.Sì credo che sia utile la diffu-sione di giornalini nella scuola.Quando e perché ha deciso diintraprendere la carriera didirigente scolastico, lei infattipoteva proseguire la sua car-riera come professore di ita-liano e latino? Ho iniziato a fare il collaborato-re della presidenza agli inizidegli anni Novanta, poi quandoero vicepreside e la presidedella scuola è stata distaccata,io ero in graduatoria e vista lasituazione, ho preso l’incariconell’istituto in cui mi trovavo damolti anni. La motivazione èprovare se stessi in un lavoropiù complesso, che, per me, ha

Giorgio Barison

Laura Colagrossi

una forte funzione sociale.Che professione avrebbe volu-to intraprendere nella vita senon fosse diventato insegnan-te e poi dirigente scolastico?Mi sarebbe piaciuto fare il gior-nalista, oppure l’archeologo.Oltre all’insegnamento qualisono le sue principali passio-ni?Mi piace leggere, ascoltare lamusica e viaggiare.Le piace il calcio? Se sì, perquale squadra tifa? Sì mi piace sono tifoso delMilan.Quale consiglio vorrebbe dareai liceali del Curie? E quale achi sta progettando di iscri-versi nella nostra scuola? Consiglio di vivere serenamen-te il rapporto con lo studio e dinon avere mai paura di direquali sono i propri problemi ecercare sempre di capire per-chè le cose non vanno, con-frontandosi con i docenti e concompagni. Nessun problema èinsuperabile. Poi per chi si staper iscrivere dico che bisognatener presente che al Liceobisogna avere una certa serietàe una continuità nello studio eoccorre cercare di capire checosa vi si richiede.

UNA POESIA PER IL MONDOIl 21 Marzo 2009 l’UNESCO ha

promosso la Giornata Mon-diale della Poesia. Per cele-

brare in modo creativo questaricorrenza così particolare, leclassi V Ginnasio A e 1° C sisono unite, sotto la guida delleprofessoresse Tiziana Soressie Angela Capriello, proponendoa tutta la scuola un “distributo-re di poesie”. La mattina delgiorno stabilito il distributore,che conteneva poesie di ognigenere e epoca, è stato espo-sto all’entrata, insieme a deimanifesti. Contro ogni aspetta-tiva, ma in linea con le segretesperanze di tutti coloro cheavevano partecipato al proget-tio, in poco più di un’ora, tuttele poesie proposte sono state

scelte e prelevate dagli studen-ti, dal personale scolastico,dagli esterni: un vero e propriosuccesso!Inoltre, alcuni dei partecipantiall’evento hanno deciso dilasciare una traccia ancora piùevidente, per ricordare quantola poesia possa essere vissutaquotidianamente e che, a volte,si può trovare anche nei postipiù insoliti: sopra un sasso, unsalvagente, un aquilone, unpalloncino.Gli obiettivi erano molteplici e“alti”: promuovere e festeggia-re la poesia, ricordandola comeforma di espressione unica esempre attuale; coinvolgerenella sua lettura chiunque siaalla ricerca di un’emozione,

anche solo per un momento;vivere il piacere dell’incontropoetico con chi ne è statosegnato, come è avvenuto a chiha partecipato agli incontri conChiara Nurizzo e SilvanoPogliani.La poesia non è ciò che un poe-ta immagina, ma ciò che rac-conta. Non abbiatene paura. Ilsuo prelievo è libero e indolore,aiuta il cuore e lo spirito, nonha controindicazioni, può esse-re tenut alla portata dei bambi-ni, non ha obbligo di ricetta néscadenza, si può somministra-re più volte al giorno e senzausare cautela. Cosa aspettate?Automedicatevi! La poesia ècome il battito pacato di uncuore dopo la furia della tem-

pesta, ciò che prova ognuno dinoi quando posa lo sguardosulla luce del mondo come sefosse la prima volta.La poesia salva la vita. Ora noilo sappiamo!

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IN UN LICE O, esattamente la stessa scelta,sì!Tu facevi parte del corso C.Cos’era, nel 1979, la 5°C?Beh, quelli erano gli anni del

“Devi per forza far parte di ungruppo, altrimenti non sei nes-suno”. La scuola era divisa tra

destra, centro e sinistra. E tut-ti, tutti dovevano prendere unaposizione. Ma la 5°C si è, comeposso dire, …rifiutata di farlo.Eravamo contro l’omologazio-ne e le consuetudini di apparte-nenza. Non che non avessimoidee politiche nostre, assoluta-mente! Il fatto è che venireconformati solo in base a quel-le, ci sembrava davvero di cat-tivo gusto. Noi volevamo farparte solo del nostro gruppo, eavere le nostre idee. Nonseguire quelle degli altri. Anticonformisti, i ragazzi!Assolutamente. Per questoabbiamo creato il “ClubCinque-Cì”. Così nessuno avrebbepotuto accusarci di non far par-te di alcun gruppo. (ride)Parlami di questo Club da voistessi fondato. La 5°C era diversa dalle altreclassi. Noi non eravamo sem-

FISICI DA OLIMPIADI!

Ètempo di classifiche pergli studenti “olimpionici”della nostra scuola, e non

parliamo di record di velocità odi eleganza nei movimenti:anche quest’anno le Olimpiadidi Matematica, Fisica e Chimicaorganizzate al Curie hannoriscosso un notevole successotra gli alunni. Prima di riassu-mere i risultati delle tre inizia-tive vogliamo fari i complimen-ti a tutti i ragazzi che si sonocimentati con impegno, magariper la prima volta, con i proble-mi e gli enigmi dei giochi. E chemagari si sono pure divertiti…Divertiti?? E chi si diverte ascervellarsi su quesiti di mate-matica o chimica?? Fisica poi…!Può sembrare strano, ma leolimpiadi poco hanno a chefare con gli irrisolvibili proble-mi e le orrende equazioni chenoi liceali dobbiamo affrontarequotidianamente per sopravvi-vere allo spettro dell’esame asettembre. L’anno prossimo…provare per credere!Aritmetica, logica e statistica(senza dimenticare l’amata tri-gonometria per il triennio) sonosolo alcuni degli ingredientidelle Olimpiadi di Matematica,la gara a più alto tasso di parte-cipazione. Alla prima fase dinovembre, denominata “Giochidi Archimede”, hanno parteci-pato 134 ragazzi, 46 del biennioe 88 del triennio (in tutta Italiasono stati circa 50.000!), e 29tra essi hanno superato la pri-ma fase partecipando allesemifinali. In entrambe le fasi imigliori sono stati ChristopherFebo di 2^A e, per il triennio,Fabio Longoni di 5^F.

Dedicate solo ai ragazzi di 4^ e5^ erano invece le Olimpiadi diFisica, che hanno visto la par-tecipazione di 26 concorrentinella prova di dicembre. Ben-ché Fisica sia la materia più…

ehm… amata da noi liceali delCurie, 5 tra i concorrenti sisono classificati per la secondafase, svoltasi poi a Milano. Ementre uno dei prescelti salta-va la prova causa tonsillite efebbre alta (sicuramente nonprovocata dall’intenso studio),un altro compagno si classifi-cava tra i primi 20 della Provin-cia: complimenti a StefanoNespoli di 4^A, che il 21 maggioè stato premiato al Dipartimen-to di Fisica dell’Università Sta-tale di Milano!

La fase regionale delle Olim-piadi di Chimica ha visto invecela partecipazione di 5 nostricompagni. Tutti gli interessatihanno frequentato un corsopomeridiano e supplementaredi preparazione tenuto daidocenti di chimica, che al ter-mine hanno scelto i miglioristudenti per rappresentare laScuola nella gara svoltasi aMilano, nella sede dell’Univer-sità Statale.Tra i circa 100 partecipanti,provenienti da tutta la Lombar-dia, i ragazzi del Curie si sonoclassificati tutti entro il 61°posto. In particolare vogliamofare i complimenti a MarcoBallabio di 4^B, che si è classi-ficato 6°!

Vi lasciamo con un piccolo testmatematico: per ogni numeronaturale n indichiamo con Sn lasomma dei primi dieci multiplidi n: Quanto vale S1 + S2 + S3 +. . . + S10?Esempio: S2 = 2 + 4 + 6 + 8 + 10+ 12 + 14 + 16 + 18 + 20...

P.S: “raccoglimento parziale”vi ricorda qualcosa? E comun-que fa 3025…

Lo sapevate che il Curie haanche un passato, oltreche un presente e un

futuro? E che i prof che oggiincrociate per i corridoi carichidi borse e valigette strapienedei vostri compiti in classe, untempo erano pivelli ingabbiatinei loro pantaloni a zampa, chenel secolo scorso andavanotanto di moda? Lo sapevate chetrent’anni fa, il Curie era diver-so, eppure incredibilmenteuguale a quello di oggi?

Ho incontrato un ex-alunno.Non ne farò il nome, dato che ilcontenuto di questa intervista,pubblicato per la prima voltanella storia, potrebbe rovinarela sua attuale fama da “uomo incarriera serio/ responsabile/p o s a t o / i o - s i - c h e - s o n o - u n -adulto-tutto-d’un-pezzo!”. Vi dirò solo che, esattamentetrent’anni fa, frequentava ilnostro caro Curie, e che nel1979 in questo stesso mese, sistava preparando per la matu-rità…Faccio sedere l’arzillo quaran-tottenne davanti a me e do ini-zio all’intervista, saltando iconsueti “sei pronto?/desideriqualcosa?” e compagnia bella.

Domanda semplice semplice:rifaresti la stessa scelta cheavevi fatto trentacinque annifa, decidendo di iscriverti alCurie?Mmmh, non avevi detto“domanda semplice?” (ride). Aparte gli scherzi… Credo di avervissuto, in questa scuola, imomenti più belli di tutta lamia adolescenza. Perciò rifarei

30 anni fa come ora sui b

Massimiliano Mariani

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Sottobanco | Numero 3 |Giugno 2009

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CE O, TANTO TEMPO FA...plici conoscenti e occasionalicompagni di banco. Noi erava-mo amici! Venti diciottenni disesso maschile, con il gustodello sberleffo. Siamo riusciti afarci conoscere come una clas-se che aveva capito che si pote-va essere seri, pur ridendo e

facendo cose diverse dalloscendere in piazza a manife-stare. E questo, considerandoquello che succedeva in queglianni dal punto di vista politico,direi che fu un bel traguardo.Qual era il vostro rapporto coni prof?(ride)…(ride)…(ride ancora!).Diciamo che dipendeva moltoda professore a professore. Omeglio: da persona a persona.La nostra prof di italiano eramolto severa, e anche se pro-gettavamo ogni singolo giornocome liberarcene, alla fine èstata davvero una delle perso-ne migliori che là dentro potes-simo conoscere. Ci ha prepara-ti molto bene per la maturità,insieme a tutti gli altri profes-sori. E, tra parentesi, vorreipavoneggiarmi un attimo delfatto che la 5°C, nel ’79, fu laclasse migliore di tutta la scuo-la, alla maturità. (Sorride orgo-glioso!). Per quanto riguarda gli altriprofessori…ovviamente le“bestie assetate del sanguedegli studenti” non mancavanonemmeno trent’anni fa. Ovvia-mente. Credo siano una razzache difficilmente si estinguerà.Ma a differenza delle altreclassi, noi sapevamo creare undialogo. E questo era davveroimportante, in quel periodo

(anche se credo che, dopotutto,lo sia anche ora). Avevamo unacapacità oratoria non indiffe-rente. Citerei volentieri deglianeddoti molto esilaranti, macredo che il giornalino in que-stione sia sorvegliato dallacensura! (ride).E’ un giornalino della scuola,suppongo che gli aneddotisono ciò di cui i nostri studentisi nutrano, più che tutte lelezioni di morale, sicuramenteimportantissime, che vuoiimpartire loro!Suppongo che tu abbia ragione:quasi dimenticavo cosa signifi-cava essere liceali. (sguardoperso nel vuoto, alla ricerca diqualche ricordo della suaormai lontana adolescenza.Senza offesa per nessuno, cimancherebbe!).Bè, ricordo che un nostro com-pagno di classe, alla fine diogni lezione di Educazione Fisi-ca, portava in classe un ana-nas, e durante l’ora di religionesi metteva a tagliarla, per pre-parare l’aperitivo. Non capiscoancora come una cosa delgenere possa essere semprepassata inosservata: un ananasè sempre un ananas, dopotut-to! (ride). Nella stessa ora diquello stesso professore, nonfaccio nomi per preservare lareputazione di quel pover’uo-mo, c’era gente che si metteva

a pregare verso La Mecca.Come puoi notare, la nostra erauna classe molto aperta a nuo-vi orizzonti (ride). Dopotutto,facevamo tutto quello che fan-

no i ragazzi di oggi, solo inmodo diverso. Si copiava? oh,puoi scommetterci se si copia-va. Ma in un’epoca, se cosìvogliamo chiamarla, in cui ilcellulare non sapevamo nep-pure cosa fosse, la gente avevaun’agilità mentale non indiffe-rente. Cercavamo ogni sorta distratagemma per non farciscoprire ed era proprio quellala parte migliore. Il ricordo più bello? O, almeno,uno dei più belli?Sicuramente il presepe. Il presepe?(ride). In quinta, verso novem-bre, mi sembra, abbiamo ini-ziato a fare foto a tutti i profes-sori. Avevamo detto cheavremmo organizzato unamostra, con tutte le più bellefoto del Curie, e per questo ciservivano anche delle foto loro.Il ventuno dicembre, noi delCinqueCì ci siamo ritrovati, eabbiamo passato tutta la nottea disegnare un presepe enor-me, e a dare a ciascun perso-naggio il viso dei diversi profes-sori. Decidemmo che il presideavrebbe fatto Gesù Bambino,ovviamente. I prof di filosofiaerano gli angeli, mentre la profe il prof di latino erano laMadonna e San Giuseppe. Altriprofessori erano i vari pastori ei Re Magi. Alle sei siamo entra-ti a scuola e, con l’aiuto segre-

to del bidelli, lo abbiamo appe-so. Provocò uno scandalo pau-roso! La vicepreside volevadenunciarci per vilipendio allareligione. Una casino assurdo,

non hai idea! Alla fine il presideha deciso che nessuno avrebbetolto dal muro quel capolavoroper nulla al mondo. E visserotutti felici e contenti. Cinque anni intensi, devodedurre da quello che mi hairaccontato. Assolutamente. L’esperienzapiù bella della nostra vita. Citroviamo ancora, ogni anno,per non perderci di vista. Illiceo è finito, ma siamo rimastitutti molto amici.Quale consiglio vuole dare atutti gli studenti del Curie dioggi e di domani questo sim-patico ex alunno?Crederci davvero. E non molla-re mai. I sogni si raggiungonocon l’impegno e la costanza.Almeno per tutti noi è statocosì. Eh sì, forse i tempi sonocambiati, ma le cose importan-ti rimangono sempre uguali,alla fin fine. Soprattutto, ragaz-zi, divertitevi. Tanto. Sempre.Perché questi anni non torne-ranno indietro! Fate tutto quel-lo che potete, che volete, masempre usando la testa. Cosìquando, fra trent’anni, unaliceale vi chiederà di ricordare ilontani anni delle superiori, lofarete con un sorriso, perchénon rimpiangerete nulla!

ora sui banchi del Curie si rideva, scherzava e ahimè studiava.

Federica Drogo

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venire e di nuovo proprio voiche avete partecipato vi sietedimostrati ottimi cuochi!Dopo l’ultima raccolta fondi perl’Abruzzo che grazie a voi e allevostre torte, si è dimostrata unsuccesso (più di 1300?!), ilGruppo ha deciso di ridare atutti coloro che volessero par-tecipare, la possibilità di sosti-tuire un pomeriggio di studiocon uno di cucina. Complimentidavvero a tutti, alunni, profes-sori, bidelle, mamme, nonne,zie e prozie perché il buffet eradavvero fantastico!Così mercoledì, solo grazie allacollaborazione di tutti, sia i par-tecipanti al torneo, sia coloroche sono venuti solo per guar-dare la partita, sentire buonamusica, godere del buffet evedere il teatro, abbiamo tra-scorso un bellissimo momento

Tutti i membri del gruppo,ognuno a suo modo, si sono datida fare per organizzare la loroultima attività per quest’anno: iltorneo solidale che si è tenutolo scorso 10 giugno. Chi ha par-tecipato però sa benissimo chenon si è trattato solo di un sem-plice torneo di pallavolo, anziquello è stato solo l’inizio!Infatti successivamente il pro-gramma proponeva musica dalvivo, cena fredda e teatro, cosìda accontentare i gusti di tutti,nel caso in cui a qualcuno nonpiacesse lo sport!La musica di Clelia, la cantantee Giorgio, il chitarrista, nellasua semplicità e a seguire, larappresentazione teatrale deiragazzi del Classico hanno datouno straordinario tocco “artisti-co” alla giornata ma, diciamo laverità, il meglio doveva ancora

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W LA SOLIDARIETA’Ormai siamo abituati a

questo fenomeno: quasiogni due settimane, o

anche meno, vediamo cartello-ni e volantini per tutta la scuola,ed ogni volta con una nuovaproposta, una nuova attività checi dà la possibilità di scoprire imali più gravi di questo nostromondo e alcune volte anche dicollaborare per sconfiggerli. In caso foste alcuni di quelli chenon leggono i cartelloni gigan-teschi appiccicati sopra le mac-chinette o i volantini che arriva-no in classe, vi do un aiutino: ilfenomeno in questione è il“Gruppo Solidarietà”. Questo vulcano inesauribile diidee ci ha dato, nei giorni scor-si, un’ennesima possibilità didimostrare il nostro altruismoe la nostra capacità di parteci-p a r e .

di festa.Si parla tanto dell’Influenza A edel suo pericoloso contagio.Fortunatamente non ha colpitoil Curie mentre voi, alla festasolidale, avete dato l’ennesimaprova della presenza al Curie diuna “malattia” molto più conta-giosa ma sicuramente ben piùcarica di conseguenze positive:la solidarietà. Vi chiediamo dinon guarire da questa malattia,anzi cercate di contagiare piùpersone vi sia possibile!

Silvia Gioffreda

Federica Drogo

WHO’S ARLECCHINO?

Non vi farò una di quellebanali recensioni sul-l’Arlecchino servo di

due padroni per la regia diStrehler, per due motivi princi-pali. Primo, perché per quantopossa essere interessante edivertente (e io posso assicu-rarvelo, poiché l’ho visto con imiei occhi a Milano) sono sicu-ra che nessuno di voi lo legge-rebbe. Se invece fate parte diquell’ipotetico gruppo che haacquistato Sottobanco persprofondare nella lettura, neiminimi dettagli, dell’intera tra-ma della suddetta opera tea-trale, potete tranquillamentecollegarvi a Internet, cliccaresulla casella “Google” in alto adestra (solitamente si trova lì,che io sappia), scrivere “Arlec-chino servo di due padroni” epuff… Vi uscirà una bellissima edettagliatissima recensione. Equesto suppongo debba essereconsiderato il motivo numerodue. In questo modo siamo piùcontenti tutti: voi, che nondovrete sorbirvi una recensio-ne che comunque non leggere-ste in ogni caso, e io stessa,

che non dovrò scrivere qualco-sa per lettori-fantasmi. Duran-te una piovosa domenica dimetà aprile si sono recate alPiccolo Teatro a Milano la1°LcB e la V ginnasio B. Perché,vi chiederete voi, perdersi unasucculentissima puntata diBuona Domenica, con cast alcompleto e la partecipazionestraordinaria di Elisabetta Gre-goraci, famosa per aver fattostrada sposando un anzianoriccone che le assicurerà unavita di rendita finché campa?! Ilmotivo era valido. Abbiamoinfatti assistito a una rappre-sentazione appunto dell’Arlec-chino servo di due padroni, diquel Carlo Goldoni famoso peraver reso immortale lamaschera più famosa dellaCommedia dell’Arte. Attori congrande esperienza ci hannoincantato per l’intero pomerig-gio con la storia di un malde-stro servitore bergamasco dinome Arlecchino che, per ildesiderio di guadagnare il piùpossibile, diventa il dipendentedi due importanti signori dellaVenezia settecentesca, cac-

ciandosi in infiniti guai erischiando ogni volta di venirescoperto. La commedia èdivertente, piacevole, nonannoia e si conclude con un lie-to fine da “e vissero per sem-pre felici e contenti”. Perchéoltre alle peripezie di Arlecchi-no, si racconta di due giovaniche credono il loro amoreormai perduto per sempre eche invece, alla fine, riescono arincontrarsi proprio grazieall’aiuto di quel servo che necombina di tutti i colori, e di unpizzico di quella coincidenzache determina il corso incom-prensibile degli eventi, e cheogni giorno stupisce anche noi.Con tutti i suoi semplici (e com-plessi al tempo stesso) perso-naggi, tutti diversi l’uno dall’al-tro, l’Arlecchino è diventatouna pietra miliare del Teatroitaliano. Una volta uscita dalPiccolo Teatro, sono stataveramente contenta di avertrascorso un pomeriggio comequello. Perché, divertimento erisate a parte, in effetti assiste-re ogni tanto a spettacoli comequesto, fa pensare!

Oggi chi è Arlecchino?! Arlec-chino è astuto e nel contempoingenuo. Ha un’agilità mentaleal di fuori del comune, eppurespesso non capisce neppure lecose più ovvie. È avido, eppuregeneroso. E per quante necombini durante la sua storia,alla fine riesce a far trionfarequel lieto fine che gli spettatoriattendono fin dal primo atto. Visentite un po’ Arlecchino?Spesso non riusciamo a capireappieno personaggi che ci ven-gono presentati da altri, sola-mente perché cerchiamo diallontanarli dal nostro mondo ilpiù possibile. E non ci fermia-mo a pensare che, in fondo,una grande differenza tra loroe noi non c’è. Ma per credere a tutto ciò,dovrete fidarvi della mia paro-la. Oppure posso consigliarviun sito fantastico sul qualepoter prenotare i biglietti per ilprossimo spettacolo dell’Ar-lecchino servo di due padroni edi tanti altri spettacoli meravi-gliosi: www.piccoloteatro.org.A voi la scelta.

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Sottobanco | Numero 3 |Giugno 2009

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Giulia Botta

Quanto conta la moda per igiovani di oggi? Quantoessa influenza la loro

vita? Vali di più se puoi permet-terti i jeans da duecento euro? Queste domande ci fannoriflettere su un aspetto dellanostra società molto evidentesoprattutto tra i giovani: l’in-fluenza della moda sulla nostravita. Ogni giorno i giornali, latelevisione, le celebrità ci pro-pongono modelli, look da adot-tare, capi ed oggetti da avereassolutamente per essere con-siderati “trendy”.Tutti, bene o male, ci facciamocontagiare dalla mania di averel’ultimo modello di questo oquello stilista o dal desiderio di

avere le scarpe sponsorizzateda un famoso calciatore.Soprattutto noi giovani siamoattratti dalla voglia di esserealla moda. Questo è compren-sibile se si pensa che viviamo inuna società in cui apparire è piùimportante di essere. Il “look”giusto è indispensabile peressere accettato e stimatodagli altri.Avere la maglietta o il jeans fir-mato ci fa sentire sicuri eapprezzati dagli altri: nonimporta se per comprare quelcapo i genitori hanno dovutorinunciare a qualcosa di piùimportante. Sì perché a voltesono gli stessi genitori cheassecondano i figli nelle loro

richieste assurde e fannosacrifici pur di vederli accettatie tenuti in considerazione daglialtri.Per un giovane di oggi “esserequalcuno” significa “essereuno dei tanti”,seguire le ten-denze e omologarti agli altri.Non è facile per un adolescen-te, per esempio,inserirsi in ungruppo se i suoi pantaloni nonrispecchiano l’ultima moda: loconsiderano antiquato,”stra-no”. Se è vero che anche ilmodo di vestirsi rispecchia lapropria personalità, non è faci-le per un giovane di oggi espri-mersi liberamente perché que-sto vorrebbe dire magari esse-re diverso e rischierebbe dinon essere accettato. Non è uncaso se noi ragazzi di questasocietà siamo vestiti nella stes-sa maniera,con gli stessi coloria secondo del momento,quasiun esercito con la stessa divisa.

“Cosa vuoi fare da grande?”.Te lo chiedono in prima: èancora presto, hai tanti anni

per decidere. Te lo chiedono inseconda: è inutile pensarci ades-so, sai quante volte cambieraiidea?! Te lo chiedono di nuovo, interza: inizia a pensarci, ma nien-te di serio… La fatidica domandatorna, in quarta: ma come, nonhai ancora deciso?! E poi, infi-ne…La domanda viene posta inquinta, e in questo caso, unarisposta deve essere data. In unmodo, o nell’altro.

I nostri ragazzi di quinta sonoalla fine dell’anno, proprio comenoi. Come noi hanno caldo e sonostanchi, ma questo per loro è tut-to, meno che la fine. Questo èl’inizio di qualcosa di nuovo.La maturità. Una parola che fapaura, eh?! Ma questo dipendemolto dal fatto che è qualcosa dinuovo, di sconosciuto, che siaffronta per la prima volta nellavita. E come tutto ciò che è nuovoe che rappresenta un ostacolo dasuperare, ci mette una fifa tre-menda! Ci siamo addentrati nei, in questigiorni torridi, corridoi del Curie, eci siamo riforniti di alcune“cavie”, sottratte alle quinte, persapere un po’ come la pensano idiretti interessati. Balza subito all’occhio che, inquest’ultimo periodo, i nostri

“grandi”, si differenziano dalresto della popolazione scolasti-ca, per dei “segni particolari” nonindifferenti, che li rendono subitoriconoscibili ai nostri occhi inda-gatori. Prima di tutto, si aggirano perl’istituto con uno sguardo tra losmarrito e l’avvilito. Trascinanole loro stanche membra per icorridoi, in cerca di questo oquell’altro professore, a cui chie-dere gli ultimi consigli per il com-pletamento delle tesine. Unanube di apprensione costante licirconda come un’aura, stile“Super Sayan”. E se solo ti arri-schi a rivolgere loro la parola, inun momento delpre/mentre/post studio, i piùindeboliti ti guardano senzacapirti, e balbettano qualcheparola incomprensibile, che, aun’attenta analisi, proviene dalle“Metamorfosi” di Apuleio o dalla“Pharsalia” del loro ormai gran-de amicone Lucano; i più istericiinvece si limitano a urlarti spraz-zi di frasi di confusa strutturagrammaticale, che a stento riesciad afferrare.

Abbiamo cercato il dialogo conragazzi diversi, che possibilmen-te non ci urlassero in faccia, eabbiamo cercato di capire cosagira nel cervello nei nostri pros-simi neo-diplomati (tocchiamocitutti, prego!).

Il loro “cosa vuoi fare da gran-de?” è ancora molto vago. Nelleloro risposte c’è sempre un tem-po condizionale, un “forse”, un“magari”, che ci fa capire quantosia ancora grande la loro indeci-sione. Vogliono fare un passo allavolta e prima di tutto, affrontarequel tremendo e colossalemostro che è la maturità. C’è chi ha paura, una paura allu-cinante. Chi non ce la fa davveropiù. Chi è agli sgoccioli e ha anco-ra troppe, troppe pagine da stu-diare. Ma sono tutti caratterizzatida una forza d’animo che, dalleloro frasi contorte da latinisti ematematici possiamo riassume-re con un “ce la farò !”.

I ricordi che lasceranno al Curiesono tanti, ma altrettanti quelliche porteranno per sempre nelcuore. Un professore che, primadi essere tale, è una bellissimapersona, una classe unita, aned-doti divertenti e indimenticabili,detti comici o memorabili degliinsegnanti che allietano l’atmo-sfera in ogni classe. Di tutto que-sto faranno bagaglio e se lo por-teranno dietro, all’università.L’università, appunto. Per alcunidi loro, un paradiso felice, dovestudiare finalmente ciò che desi-derano, prepararsi gli esami conmesi di anticipo, dimenticandosiindietro la terrificante ansia pre-interrogazione (ma ne saremo

davvero sicuri?)! Per altri inveceè una prospettiva molto menoamichevole, quasi ansiogena.Cosa li aspetterà, nel misteriosomondo degli universitari? Difficile rispondere, purtroppo. Almomento i ragazzi stanno cer-cando con molta fatica di mette-re da parte tutto lo stress e l’an-sia che li attanaglia e tranquilliz-zarsi, per uscire bene dal Curie econservarne il ricordo migliorepossibile. Con la caratteristica“piccionaia” e il suo panoramamozzafiato, il bar sempre moltofrequentato, che se continua adavere così tanto successo,necessiterà di prevendite e Pr.Là, nelle vostre grandi universitàricordatevi del “piccolo” Curie,degli amati e odiati prof e di tutti ibidelli, che ci fanno sentire un po’come a casa. Non dimenticatevinemmeno del prefabbricato (piùaffettuosamente chiamato“sgabbiozzo”). Per il momento laredazione di Sottobanco e l’interocorpo studentesco vi lanciano ungrosso “in bocca al lupo”. Ragaz-zi, fate vedere che avete le…[ C E N S U R E D ! ] ! !

Federica Drogo

È forse questo che ci fa sentirepiù forti e sicuri di noi stessi?Se ci dicessero che è di modaindossare le mutande sopra ipantaloni,lo faremmo pur disentirci “trendy”! Non è il ridi-colo che ci imbarazza se adesserlo non siamo i soli perchéè questo che conta in un mondoche non ci da più sicurezza epunti di riferimento e in cui lasolitudine ci fa paura. Forse inpassato i giovani avevano qual-cosa di più importante su cuibasare la loro vita, valorimorali, spirituali condivisi datutti e che davano loro la forzadi essere qualcuno.Oggi non è distinguersi checonta ma avere un posto nellasocietà, non sentirsi escluso daessa: bastano i jeans giusti e ilgioco è fatto! Sarà vero?

COSA FARAI DA GRANDE?

DITE LA VOSTRA:O LA MODA O LA VITA!

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Gabriele Rossetti

IN ARRIVO IL VENTO NORDICO DEI SONATA ARCTICA

Una sinfonica brezza nor-dica sta per tornare inItalia: in attesa della

pubblicazione del nuovo disco,prevista per quest’estate, iSonata Arctica hanno annun-ciato un lungo tour europeo perpromuovere il nuovo lavoro.Faranno una tappa unica eimperdibile sul suolo italico esarà proprio la Lombardia cheavrà l’onore di ospitare lafamosa band finlandese, il 25Novembre 2009, all'Alcatraz diMilano. Ad accompagnare TonyKakko & C., ci saranno anchedue ospiti speciali, i cui nominon sono ancora stati resi noti,anche se è già auspicabile pen-sare a un’ intera serata all’in-segna del power metal. Ibiglietti sono già in vendita, dal9 Aprile, sul sito www.ticketo-ne.it, in tutti i punti collegati inrete e negli altri circuiti auto-rizzati, al prezzo di circa 28euro, diritto di prevenditaincluso.Non è di certo la prima voltache questa fantastica bandapproda nello Stivale: già nel2004 si esibì a Milano, duranteil tour europeo ReckoningNight, condiviso con iNightwish. Purtroppo, in quel-l’occasione, non riuscì a gioca-re tutte le sue carte per proble-mi di tempo, dal momento chenon si presentò come gruppoheadliner della serata.

Ben più appagante si dimostròil concerto del 19 Novembre2007, all’Alcatraz, in cui il grup-po riuscì addirittura a fare soldout. Si esibì con grande energiae propose alcune tra le piùsignificative canzoni del suorepertorio, tra le quali “Ful-lmoon”, “8th Commandment”,“Tallulah”, “My Land”, “Unia” e“Replica”. Nel luglio del 2008, i SonataArctica suonarono alla primagiornata del'Evolution Festival,all'Idroscalo di Milano, insiemecon band del calibro dei DarkTranquillity, Cavalera Conspi-racy, Evergrey e altri. Nellostesso anno, i cinque finlandesirealizzarono un nuovo trionfalespettacolo il 12 novembre, sulpalco del Fillmore di Corte-maggiore in provincia di Pia-cenza. Per l’occasione, furonodegnamente supportati dagliaustraliani Vanishing Point edai norvegesi Pagan's Mind.La storia della band è di tuttorispetto: nasce nel 1996 con il

nome di Tricky Beans e nel cor-so di due anni, pubblica ben tredemo. Nel 1999, dopo un pro-fondo studio esce la quartademo, FullMoon, che li porta adattirare l'attenzione della piùfamosa casa discograficametal finlandese, la Spinefarm.In questa occasione il gruppocambia nome in Sonata Arcticae, nell’autunno dello stessoanno, pubblica Ecliptica, il pri-mo album. Nel 2000 partecipaa numerosi concerti con grandinomi, quali Alice Cooper e Ron-nie James Dio, e si candidacome "best new-comer band"dall'associazione delle casediscografiche finlandesi. Ilsecondo album, Silence, escenel 2001 a seguito del singoloWolf & Raven e, successiva-mente, nel 2002 il gruppo pub-blica il terzo studio-album Win-terheart's Guild.Nell’anno successivo, i SonataArctica giungono a fare daspalla ai celeberrimi Iron Mai-den per il loro tour giapponesee risultano tra i candidati del-

Ore 7 del mattino, si parte:destinazione Val di Den-tro. Se il traumatico risve-

glio era stato inizialmente resopiù “morbido” dall’idea di un belriposino di tre ore in pullman, lemie aspettative vengono scon-volte fin da subito. Eh sì, perchéproprio qualche posto più dietrodi me si siede un ragazzo alto emagro. Segni particolari, rasta euna chitarra in mano. Suonaqualche accordo poi incita glianimi assonnati dei compagni aunirsi a lui e piano piano, vienecircondato da un gruppetto dipersone.. Tempo una mezz’oret-ta e la mia idea di riposare mi hacompletamente abbandonato,forse arresa di fronte a unasituazione irrecuperabile o forseper lasciare spazio alla curiositàcon cui osservo la buffa scena.Il Cera, così lo chiamano, canta esuona e al tempo stesso dà gliattacchi per i compagni che fan-

no cercano di fare da coro ;” Iliveee in a potatoesss” e tutti: “where everything is yellowww!”Fantastico! Un gruppo di pazziscatenati che cantano musicahardcore in pullman. Attrattedal fascino del musicista, anchenoi ragazze con insistenza glichiediamo di suonarci qualcosadi più classico, conosciuto,meno urlato più adatto allenostre voci soavi.. E come nonaccontentarci?! Il Cera concede (non senza qualche sbuffata)anche a noi un attimo di gloria,suonandoci “Mare nero” di Bat-tisti. Mi avvicino a lui in unmomento tranquillo e inizio abombardarlo di domande.“Uhuh…E tutta questa adrenali-na?“ “ Mai provato a fumarecamomilla?” Ahah “Ragazzo equesta incredibile bravura, dadove salta fuori?! “ “In quartaelementare ho preso in manoper la prima volta la chitarra.. E’

HERE THEYARE

ROTTEN

ASSEN

l'Emmy Award nella categoria"miglior album hardrock/metal" assieme a Chil-dren of Bodom, HIM e Kotiteol-lisuus, vincitori del premio. Il2005 si apre con una nuovacandidatura all'Emma Gaala.Due anni dopo esce il singoloPaid in Full, che si piazza al pri-mo posto delle classifiche fin-landesi e precede di un mesel'ultimo album Unia, che arrivain prima posizione e ottiene undisco d'oro per le 15.000 copievendute in Finlandia. Nel 2008,i cinque finlandesi partecipanoal Graspop Metal Festivalassieme ad artisti come IronMaiden, Emperor e altri. Ilresto è storia conosciuta. Ora tutta l’attesa è per l’ albumin uscita, che il tastierista Hen-rik "Lance" Klingenberg hadefinito leggermente più dark emeno complesso di quello pre-cedente. Dunque non ci sarà unritorno al power/speed metaldei primi dischi. L’ inaspettatoconsenso di pubblico ricevutodal gruppo, nel corso di questitredici anni, è un segno inequi-vocabile della sua ormai inar-restabile crescita artistica: unastella in pieno fulgore.

stato amore a prima vista…Anche se un amore un po’ trava-gliato. Infatti ero ancora unbambino all’epoca e poiché nonvedevo risultati concreti, misono subito abbattuto….Più tardiho ripreso in mano la chitarra misono rimboccato le maniche, equesto è il livello che ho rag-giunto”. “Suoni in un gruppoimmagino”…“Esatto! Rottenasses” “ Rotten Asses?!?!” glilancio uno sguardo scandalizza-to “ma si non essere così mali-ziosa! Avevamo intenzione dichiamarci Rotten heads , maall’inizio del nostro primo con-certo, ( svoltosi al CAG centroaggregazione giovanile di Cini-sello), il fonico ha capito male eci ha presentato come Rottenasses… Dato che è stato ungrande successo, abbiamo deci-so di chiamarci definitivamentecosì ..” “E ha funzionato questascaramanzia?” “ Mah, per ora..

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ANOTHER GREEN DAY

Con questo numero finisceil secondo anno del Sotto-banco, perciò è tempo di

fare qualche resoconto delpassato e dare una sbirciatinaa ciò che ci aspetta:Le pagelle: 90210: del remake del vecchioBeverly Hills, 90210 ne abbiamgià parlato, ma eravamo inattesa del finale di stagione.Confermato per una nuova sta-gione, mentre vedremo la 1° initaliano quest'estate su Rai 2.Ora siamo pronti a dare unvoto. Per trama, musiche, foto-grafia e sceneggiatura darei unbel: 9.Desperate Housewives: nulladi nuovo se non un personaggiodavvero inquietante. Per ilresto, trama divertente conpoco mistery, però. Peccatoper l'uscita di scena di una del-le protagoniste. Scena finaledella stagione deludente. Avràanche una sesta stagione. Voto:6 e mezzo.Dollhouse: confermata per unaseconda stagione, il telefilm hasaputo dare prova di essereveramente interessante, anchese l'ultima scena non presen-tava nulla di veramente scon-volgente come ci saremmoaspettati. Voto: 8 e mezzo.Dr. House: giusto ai suoi 100episodi dopo 5 anni rimanesempre una delle serie più

geniali della tv al momento. Inattesa di vedere gli episodifinali in chiaro su Canale 5 e divederlo nel suo sesto anno divita. Voto: 8.Fringe: creatura del papà diLost, e degli sceneggiatori diTransformers e Star Trek (ilfilm), con una partenza in sor-dina ha saputo raccogliere undiscreto numeri di fan e rag-giungere una trama degna deicolossal Alias e Lost. Scenafinale d'effetto. Stagione 2 con-fermata. Voto: 7.Gossip Girl: stagione davvero,davvero deludente. Troppe tra-me sprecate, troppi intrecciinutili e troppe storie che pote-vam far a meno di vedere. Nul-la in confronto alla prima.Eppure l'episodio finale è statouno dei più belli mai visti. C'èda dire però che sono accadutepiù cose in quello che in tutto iprecedenti 24. Per lui una terzastagione e pure uno spin-offsulla vita di Lily. Voto: 4.Grey's Anatomy: dimentichia-moci del flop delle stagioniprecedenti, il nostro medicallove drama si è ripreso bene,tornando a brillare al meglio.Sarà forse l'addio di uno deiprotagonisti principali ad aver

Marco Mariani

Giulia Colombo

“21st CenturyBreakdown”,si può dire il“disastro del ventunesimo

secolo”. Così i Green Day vedo-no il presente e così hanno inti-tolato la loro seconda “RockOpera”dopo “American Idiot”.Tutte le canzoni hanno un filoconduttore comune. L’albumcontiene 18 brani nell’edizioneclassica ed è suddiviso in treatti da 6 canzoni l’uno.Con questo album, la bandcaliforniana continua il proces-so di maturazione, sia musical-mente che per quanto riguardai testi.La storia narrata in 21st Centu-ry Breakdown è quella di unacoppia di ragazzi che si trovaspaesata di fronte a quelli chesono gli scenari del nostrosecoloIl primo atto “Heroes andCons” apre l’album: subito si ètravolti dal classico sound dei

Green Day, con “Know YourEnemy” (primo singolo) e “21stCentury Breakdown”, conside-rata dai critici la più significati-va di tutto l’album. L’operacontinua con Il secondo atto”Charlatans and Saints” e infinecon “Horseshoes and Handgre-nades”. Da notare l’introduzio-ne in molte canzoni, del piano-forte, strumento che non erapraticamente mai stato usatodal trio. Sono molte infatti lecanzoni lente e riflessive che sialternano a pezzi più rock chesembrano arrivati direttamen-te dagli album più duri dellaband quali “Nimrod” e “War-ning”.Quattro anni di lavoro hanno dicerto dato i loro frutti, condiciotto brani da ascoltare unodopo l’altro senza annoiarsi esoluzioni ritmiche interessantiche conferiscono a ogni canzo-ne la sua particolarità.

NEWS AND LOSE

riacceso l'attenzione? Chisarà? Solo il finale ce lo dirà(forse) e credetemi, sarà scon-volgente! Il sesto anno si pre-annuncia ricco di sorprese.Voto: 8 e mezzo.Kyle XY: gioiellino arrivatofinalmente su Italia 1 dopo lun-ghe attese. Sembra piaceretanto e diverte molto. Nono-stante ciò, non se ne è sentitoparlare poi così tanto. Voto: 7.Lost: quinto e penultimo annoper in nostri naufraghi. Noncerto semplice da seguire que-sta 5° stagione, eppure final-mente abbiamo risposte. Pic-cole o grandi che siano nonimporta. Doppio episodio finaledavvero ad alto tasso di tensio-ne, dove avremo addiritturadue finali, uno più interessantedell'altro! Più di un personag-gio ci lascerà in questo anno.Pronti per la sesta e ultima sta-gione? Voto: 9/10.S m a l l v i l l e: questo ritorno alpomeriggio non ci piace tanto.Specialmente perché abbiamovisto terminare la serie quasisubito. E diciamocelo, ora chel'ottava sarà l'ultima, vorrem-mo vederlo durare un pochinodi più prima di dargli l'addio.Voto: 7 e mezzo.

Così sembrerebbe… Siamo natisolo due anni fa, un po’ per caso,ci siamo conosciuti grazie allapassione per la musica e daquando abbiamo iniziato a com-porre pezzi insieme, abbiamofatto una trentina di concerti intutta la Brianza” . Continuo afargli domande presa dalla con-versazione e scopro che il grup-po è formato da quattro ragazzi:Pippo e Batte alla chitarra e albasso, il Cera che canta e suonala chitarra e Donzo, musicistanascente del Curie alla batteria.Attualmente hanno compostouna demo formata da quattropezzi. Sogno nel cassetto: riu-scire a registrare quest’estategli altri tredici brani che hannogià pronti. Dalle pagine di Sotto-banco non resta che far loro ungrande in bocca al lupo!

Il punk è ormai solo un lonta-nissimo ricordo, difficilmenteinfatti questo album potrà pia-cere a chi ha già criticato lesonorità di “American Idiot”.Il prossimo appuntamento con iGreen Day sarà il 10 Novembrea Milano (per i più fortunati chesono riusciti ad avere il bigliet-to) e a seguire l’11 e il 12 a Bolo-gna e Torino (Ultima data deltour). Rock On!

E ora dopo, una breve pagelladei telefilm più famosi e diquelli che vi avevamo già rac-contato, diamo un'occhiata acosa ci proporranno l'annoprossimo: fra le novità più atte-se c'è Flash Foward, basato suromanzo che racconta le vicen-de dell'umanità intera dopo cheper 2 minuti e 13 secondi ha fat-to un salto temporale nel suofuturo di sei mesi; poi MelrosePlace, remake dello spin-off diBeverly Hills, 90210; HappyTown, serie tv stile Harper'sIsland; riconfermato ancheChuck, a rischio cancellazione;tolti invece Senza Traccia ePushing Daisies. Al prossimoanno!!

Marco Palermo

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Come di consueto, anchequest’anno, si è svolto iltorneo pomeridiano di pal-

lavolo del nostro liceo. In attesadella finale del triennio 5^C —5^F, prevista per il 13 giugno, èterminato il torneo relativo albiennio: conclude al 1° posto,imbattuta, la 2^F.I giocatori di questa classe, chesi sono iscritti dopo aver vintosoltanto un set nel torneo delloscorso anno, sono riusciti a ter-minare vittoriosamente la loroa v v e n t u r a .Partiti in 8, sono riusciti a passa-re il girone preliminare, perden-do soltanto un set; approdati insemi-finale, hanno conquistatola vittoria battendo una buona1^F e in finale, un’ottima 2^A(che forse ha un miglior poten-ziale, ma che nella partita decisi-va non ha espresso il suo migliorgioco) con il punteggio di 2-1. Inostri “eroi” sono riusciti a com-piere l’impresa, pur avendo dueinfortunati e giocando in 5 l’ulti-mo set, a causa dell’abbandonodi un partecipante

Va sottolineato che, pur nonessendo una vera e propriasquadra di pallavolo, la forma-zione della 2^F è riuscita adesprimere un gioco più che sod-disfacente, anche se si sono vististrani “tiri a vassoio”, colpi ditacco, stop di petto che avrebbe-ro fatto pensare ad una squadradi calcio e non di volley. Gli impe-gni per la formazione vincitricesono continuati fino al 10 Giugno,con la partecipazione al torneoorganizzato dal Gruppo Solida-rietà del nostro liceo. Ora si pensa al prossimo anno,quando la formazione si cimen-terà nel torneo del triennio spe-rando di ottenere buoni risultati.Non sarà di certo facile, a causadella forte competizione, mal’impegno è garantito. I ringraziamenti per la riuscita diPallavolando vanno, come sem-pre, al professore-organizzato-re-arbitro Giuseppe Pagani cheha consentito lo svolgimentodella competizione.

ABRUZZO, NON TI DIMENTICHIAMO

STOURBRIDGEPALLAVOLANDO AL CURIE

Pallavolo e cultura un bino-mio che il liceo M. Curie diMeda coniuga perfetta-

mente ormai da anni.Infatti dopo le trasferte di Fel-dkirch (febbraio 09 ) Pinczow (marzo 09 ) e la partecipazionealla XXIV edizione del Torneo diPrimavera a Bovsio Masciago(maggio 09 ) l'offerta formativadel Liceo si è ulteriormentearricchita volando oltre Manica.Dal 20 al 25 maggio 10 alunniselezionati tra le classi di secon-da hanno preso parte al torneoVolleyball Impact organizzatodalla Redhill School di Stourbrid-

g e .A questo evento , oltre alla squa-dra locale hanno preso parte , trale formazioni inglesi il Newcastleed il Nottingham, e tra le forma-zioni straniere lo Slavia di HradecKralove ( Rep. Ceca ).Un 'occasione unica, non solo perle sfide sui campi di pallavolo ,dove i liceali medesi hanno trion-fato arrivando primi nella lorocategoria , per un confronto traculture ed esperienze profonda-mente diverse tra loro.

Prof Pagani

Gruppo Solidarietà

Daniele Bonesso

E’ andata decisamente a buonfine la raccolta di fondi organiz-zata nella nostra scuola in segui-to al terremoto in Abruzzo. Deci-samente a buon fine perchè lodimostrano i numeri e la parteci-pazione alle diverse iniziativepredisposte è stata senza prece-denti: sono stati raccolti in tutto1318,00 euro, una cifra mai rag-giunta in passato nel nostro isti-t u t o .Molteplici sono state le modalitàattraverso le quali è stato possi-bile dare un seppur piccolo con-tributo al lavoro di coloro cheaffrontano l’emergenza-terre-m o t o .I banchetti di vendita di torteorganizzati dal Gruppo Solidarie-tà hanno vista uníaffluenza inten-siva, senza dimenticare poi i tan-ti studenti e famiglie che hannodavvero permesso lo svolgimen-to dell’iniziativa, facendosi caricodella preparazione dei dolci.C’è poi il contributo dalla mostraallestita nell’atrio: alcuni ragazzidel liceo classico nello scorsofebbraio sono andati in visita aVenezia con il professor Meli edal loro ritorno hanno disposta

una piccola esposizione di imma-gini e testi allíingresso dellíedifi-cio, nell’ambito della quale pote-va essere lasciata uníofferta libe-ra in cambio di alcune pergame-ne scritte dai ragazzi. Il ricavatodi questa iniziativa è stato intera-mente destinato allíAbruzzo.Da ultimo anche se non perimportanza, anche Sottobancoha devoluto i proventi della ven-dita di tutte le sue uscite allastessa causa.L’intera somma, come prean-nunciato, è stata divisa in partiuguali e versata rispettivamentea favore della Caritas Italiana,ben noto istituto di assistenzache, fin dal sorgere dell’emer-genza, si è impegnato sul frontedellíaiuto ai terremotati, ed alCentro di Servizio per il Volonta-riato della provincia dell’Aquila.Quest’ultimo è un ente di coordi-namento delle associazioni divolontariato presenti nell’area,esistente già prima del sisma eche, quindi, proprio in quest’oc-casione deve dimostrare la suautilità e la sua efficienza. Para-dossalmente, anche questo ser-vizio di volontariato, come tutte le

altre istituzioni aquilane, ha per-sa la propria sede a causa dellescosse e dunque si è sistematoprovvisoriamente nella tendopolidella località Acquasanta, vicinoal capoluogo abruzzese. Abbia-mo voluto esporre le ricevute deiversamenti nella bacheca delprogetto solidarietà, di fianco allasegreteria, in modo che tutti pos-sano vederli. Sono soldi che ser-viranno per dare sostegno tecni-co alle associazioni di volontaria-to, per la costruzione di edificipermanenti di utilità pubblica ed,ancora prima, per fornire assi-stenza ed ascolto alle persone edin particolare alle fasce socialipiù fragili: anziani, malati, disabi-li, minori, migranti.A onor del vero, dobbiamo direche, mentre preparavamo la ven-dita di torte, circa un paio di set-timane dopo il sisma, abbiamotemuto, per così dire, di esserearrivati troppo tardi: sappiamoche l’attenzione per le notiziedate ai telegiornali o sulla stam-pa passa in fretta e temevamoche ciù accadesse anche in que-sta occasione.Siamo stati smentiti. Il fatto che

in quest’ultimo numero di Sotto-banco ci sia ancora spazio perscrivere di terremoto e di Abruz-zo dimostra che l’interesse dellepersone verso chi tutt’ora si tro-va in difficoltà è più duraturo diquanto pensassimo. Spesso èstato detto di non far calare l’at-tenzione sul dramma dell’Abruz-zo, ma, al di là delle parole, èadesso che è necessario dareprova che la nostra sensibilitàverso i terremotati non è venutam e n o .A chi, ora, ci chiede quali siano iprogetti futuri del gruppo, noirispondiamo con un punto didomanda: siamo a ridosso del-l’estate e pensiamo soltanto aconcludere l’anno scolastico inbellezza. Per il futuro si vedrà.Migliorare le attività che in pas-sato hanno già avuto successo espingere la comunità scolasticaad una maggiore partecipazionealle nostre iniziative. Saranno decisioni che prendere-mo, come sempre, assieme.

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BOVISIO CAPITALE DELLA PALLAVOLO

Parola d’ordine: formulavincente non si cambia! Eanche quest’anno la cit-

tadina di Bovisio Masciago, hin-terland nord-ovest di Milano adue passi dal capoluogo, èdiventata grande per qualchegiorno, ospitando il “TorneoInternazionale di Bovisio” giun-to ormai alla sua ventiquattre-sima edizione. Anche per l’edi-zione 2009 si è rispettata la for-mula tradizionale del torneo: leprime due classificate di ognigirone avrebbero disputato lefinali previste per il giorno 3Maggio; si giocavano 3 set (iprimi due al 20 e il terzo al 15)con la possibilità di utilizzare ilJolly, che dava due punti, anzi-ché uno, alla squadra che otte-neva lo scambio.Le “danze” sono state aperte il26 Aprile, con una serie diincontri prevalentemente fem-minili, tra formazioni italiane;in seguito, dopo tre giorni dipausa, il piazzale di via Tonaleadiacente alla palestra è torna-to ad affollarsi; e questa voltanon solo di squadre nostrane,ma anche e soprattutto di com-pagini straniere da diverse par-ti d’Europa. La Germania ha portato con séi campionissimi del Baden-Wuerttemberg, una selezionedi ragazzi provenienti da tuttala nazione. Vi figurano atletiche si distinguono per abilitàtecniche (lo sanno bene gliatleti della squadra del Curieche aveva già incontrato questoteam in occasione del torneo diFeldkirch del 2006; in questoambito, tuttavia, non si ripeteràla sfida, poiché le squadre sonostate inserite in gironi differen-ti). Tra i contendenti spiccavapoi il Backnung, ospite fisso deltorneo, che ogni anno delizia ilpubblico con scenette da teatro

infatti le ragazze del Liceo diPinczow a prendere parte allacompetizione, le stesse chepoco più di un mese prima ave-vano offerto ospitalità al nostro“WunderTeam” durante la per-manenza in Polonia.Serrati i ritmi del torneo. Lepartite prendevano il via alleore 8 del mattino e andavanoavanti fino alla fine della gior-nata, con una straordinaria esuperefficiente organizzazionedi arbitri, refertisti, segnapuntie deejay, che intrattenevano ilpubblico durante i timeout esoprattutto durante gli inter-valli tra gli incontri. L’organiz-zazione, curata nei dettagli dalnostro prof. di Educazione Fisi-ca Giuseppe Pagani, coadiuvatodalla moglie Stefania Nava, daifigli Riccardo e Davide, dal pre-sidente della società VolleyBovisio Masciago e da tutto lostaff presente, ha inoltre forni-to posti letto ai nostri ospiti: unpo’ nelle case rese disponibilidall’amministrazione comuna-le e dalla fondazione dellosport, un po’ nelle case diragazzi disposti a dare il pro-prio contributo. A questi si sonoaggiunti tutte le prime colazio-ni offerte dalla società nei gior-ni di permanenza e un appositobar, allestito in palestra, dovepoter mangiare e dissetarsi inogni istante del torneo.Le squadre hanno provvedutoal resto dello spettacolo: traqueste anche la compaginedella nostra scuola, che, bat-tendo col punteggio di 2-1 ilVolley Bovisio Masciago, haconquistato la prima vittoria disempre del torneo, rischiandoquasi di centrare la finale 1°-2°posto perdendo solamente per20-19 il primo set contro i litua-ni del Kauno. Il campo ha datoquesti vincitori: Under Femmi-

nile: Auprema Cinisello: UnderMaschile: Pallavolo Concorez-zo; Open Femminile: GA Sena-go; Open Maschile: DiavoliRosa. Le classifiche parlanoitaliano, una rivalsa rispettoalla passata edizione; ma rima-ne la certezza che l’anno pros-simo i nostri amici d’Oltralpetorneranno con la voglia diriscattarsi.Dopo le premiazioni singoleper squadra, è stato conferitouno speciale premio a LucaCarcano, studente del nostroliceo: a lui il merito di concilia-re la pallavolo con il calcio e lascuola, oltre che sottolinearela sua determinazione e la suatenacia.Vivere esperienze fantastiche èciò che ognuno desidera nellapropria vita e il torneo di Bovi-sio ha generato questo tipo diemozione in quelli che l’hannovissuto in prima persona, spe-cialmente incontrando ragazzidi altri paesi e favorendo loscambio culturale, linguistico epallavolistico. Dopo questoracconto, dalla redazione spor-tiva di Sottobanco, buona esta-te a tutti!

Mattia Fossati

puro, sia fuori che dentro alcampo. E’ proprio vero che il “premio simpatia” se lo assicu-rano sempre!. Con loro poi ègiunta anche la squadra fem-minile: un ottimo test per lenostre pallavoliste.La Lituania, poi, ha fatto il pie-no di presenze: il team presen-tatosi col nome di Kauno Vilkai,ha infatti preso parte a trecategorie sulle quattro del tor-neo: Under e Open Maschile eUnder Femminile. I più bravi,se così li si può definire, sonostati i ragazzi dell’Under, chehanno raggiunto la finale, sen-za però riuscire ad affermarsicontro l’armata chiamata Con-corezzo, già giunta al quartoposto provinciale in Italia.Per quanto riguarda il settore“new entry”, i belgi del Leuven,formazioni universitarie, sia inambito maschile che femmini-le, hanno ottenuto il secondopiazzamento dimostrando tuttoil potenziale che può esprimereun team che affianca questohobby allo studio; l’importanzadell’educazione scolasticacome portatrice di cultura, dilinguistica e di capacità disocializzare gioca un ruolo fon-damentale. Momento coinvol-gente del torneo è stata la dan-za dei ragazzi e delle ragazzebelghe, con cui si sono apertele due finali Open. Esibizioniche hanno lasciato tutti a boccaaperta: è stato un tuffo nellatradizione popolare fiammingae un modo per caricarsi in vistadelle partite che avrebberoassegnato i titoli. Peccato chel’Italia sia carente dal punto divista dello spettacolo.Infine l’ultima squadra, rappre-sentante la quinta nazione pre-sente al torneo, ha rappresen-tato un gradito ritorno per iragazzi del M.Curie: sono state

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TRIDIMENSIONAL MOVIEDopo decenni il cinema 3D

ritorna in grande stile epotrebbe rivoluzionare il

cinema come lo conosciamooggi. Alla base di tutto questoc’è la “stereoscopia”,una tecni-ca che permette la realizzazio-ne di immagini e video atte adare un’illusione di tridimen-sionalità. Sebbene l’idea divedere immagini e video in tredimensioni sembri vera e pro-pria fantascienza, la tecnicadella stereoscopia è stata uti-lizzata per la prima volta nellontano 1832, quando un certoSir Charles Wheatstone inventòil primo stereoscopio, uningombrante binocolo che per-metteva la visione di immagini,precedentemente preparate, in3D. Dopo un iniziale interesseche portò anche alla produzio-ne in serie del binocolo-3D,verso la fine del XIX cominciò ildeclino dello stereoscopio acausa della nascita del cinema.Fin dai tempi dei fratelli Lumie-re si parlava di inserire uneffetto tridimensionale, masarà solo dopo la fine della pri-ma guerra mondiale che sicomincerà ad applicare la tec-nica della stereoscopia ancheal cinema. Il cinema 3D rag-giunse l’apice della popolaritàdurante gli anni ’50, grazieall’utilizzo degli economiciocchialini “duo color” (quelli in

cartoncino con una lente rossae l’altra blu): per funzionarenecessitano solamente diun’immagine, o di un video,precedentemente modificati inmodo tale che ognuna dellelenti faccia filtrare solamenteparte dell’immagine che poi,ricomposta dal nostro cervello,da l’effetto di tridimensionalità.Oggi però la tecnologia stan-dard per la visione di film 3D èla “RealD” che prevede la pro-iezione, mediante un solo pro-iettore digitale, di due foto-grammi contemporaneamente:uno mostra la scena come sefosse vista dall’occhio destro el’altro da quello sinistro, adalta velocità. Osservando lascena con degli occhiali spe-ciali, con lenti polarizzate edistribuiti prima della visione

del film, si ottiene un effettotridimensionale nettamentesuperiore a quello dato dagliocchiali “duo color”, che hannoil difetto di rendere piuttostomale i colori. Senza occhialispeciali si noterebbe solamen-te una leggera sfocatura delvideo, proprio perché l’elevatavelocità dei fotogrammi rendequasi impercettibile al nudoocchio umano il sovrapporsi didue fotogrammi alla volta. Unimportante vantaggio del siste-ma “RealD” è che sensazioni dinausea e mal di testa sonoquasi del tutto assenti durantela visione del film; a volte per iprimi minuti si può percepireun leggero affaticamento degliocchi, ma è quasi sempre pas-seggero. Di recente è uscito anche nelle

sale italiane un film horror-slasher “San Valentino di San-gue, 3D” che, fra una mandibo-la divelta e un cranio spaccatoquasi a pochi metri dallo spet-tatore, si pone come obiettivoquello di mostrare le realipotenzialità del cinema 3D; ilfilm non solo riesce con suc-cesso nel suo intento, madimostra che la stereoscopiamoderna potrebbe essere dav-vero una rivoluzione come lofurono ai tempi l’aggiunta delsonoro e del colore al semplicevideo proiettato. Tuttavia lamaggior parte dei film attual-mente disponibili in 3D sonod’animazione perché la resadella tridimensionalità è piùefficace a quella di pellicolecon attori veri e propri. Attualmente è piuttosto costo-so produrre una pellicola in 3De non tutti i generi di film pos-sono trarre vantaggi dall’illu-sione della tridimensionalitàtali da giustificare questa spe-sa aggiuntiva. E’ quindi ipotiz-zabile che inizialmente le duetecnologie andranno di paripasso ma in futuro è altrettan-to possibile pensare che ci saràuna sfida e il vincitore sarà pro-babilmente il 3D.

H2O Mi versi un bic-chiere d’aria?

Èquasi un paradosso chein un pianeta compostoper il 71% di acqua, essa

si sia guadagnata l’oramaicelebre soprannome di “oroblu”.Ma se un giorno l’acquafinisse? Facile, berremo l’aria!Ci hanno pensato alla AcquaSciences, inventando unamacchina che possa ricavare

acqua dalle particelle di umidi-tà presenti nell’aria. L’esatto processo di questoapparecchio non è ancora statoreso pubblico ma, a secondadelle condizioni dell’aria, essopuò arrivare a produrre fino a1.893 litri di acqua al giorno.

Camilla Piazza

Camilla Piazza

Angelo Min Tagliabue

ALTRO CHE LETTO DA MILLE E UNA NOTTE!

Achi non piacerebbe dor-mire sospesi nell’aria?Ormai il tappeto volante

è sorpassato. Altro che Aladine Jasmin! A quest’ora se nestarebbero sdraiati sul loromaterasso sorseggiando unbel drink. Prodotto da unacasa tedesca è un materassosospeso in aria ad un’altezzadi circa 40 centimetri dal pavi-mento.Il segreto di questomaterasso “volante” è ungruppo di magneti, inseriti sianel letto che nel suolo, che sirespingono tra loro, riuscendocosì a mantenere il letto amezz’aria. La loro forza di repulsione ècosì potente da poter sostene-re un peso che si aggira intor-no ai 900kg.

Il costo? E’ l’unico neo! Unmilione e mezzo di dollari!!Forse conviene ancora sogna-re con i piedi per terra…

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Arianna Privitera

Dylan Londra

TACCHI, UN AMORE VERTIGINOSOChi non ha delle belle

scarpe con il tacco nel-l ’ a r m a d i o ? . . S c o m m e t t o

che, soprattutto quest’anno,seguendo i dettami della modache vuole tacchi di 10 — 12 cen-timetri, ogni ragazza ne haacquistato almeno un paio, peressere slanciata e sexy. Queste calzature hanno un’an-tica origine, infatti la primatestimonianza di scarpa con iltacco indossata, per vanità,risale al 1533, quando la minu-ta Caterina De Medici, ne scel-se un paio per sposarsi, a Pari-gi, con il Duca D'Orleans.Nel secolo successivo, le don-ne europee traballavano suitacchi di 15 o più centimetri,sorreggendosi a dei bastoni pernon cadere. Erano uno statussymbol nell'Europa del XVII eXVIII secolo ed erano indossatisolo dai membri delle classiprivilegiate.Sappiamo benissimo che i tac-

chi alti sono il simbolo dellafemminilità e che ci rendonopiù belle. Possono però dareproblemi al nostro fisico? Perrispondere a questa domandaabbiamo intervistato l’ortope-dico Roberto Pelucchi Roberto,Specialista in ortopedia e trau-matologia e responsabile diUOS di chirurgia del piedeall’ospedale di Giussano.

Dottor Pelucchi, i tacchi crea-no qualche problema al nostrocorpo? Se si quali?

I tacchi fino a 4 cm riequilibra-no il peso fra parte posterioreed anteriore del piede. Se sonopiù alti, però, spostano il cari-co del corpo anteriormente equindi sono dannosi sia perquanto riguarda il piede che iltendine d’Achille. Avvieneinfatti uno scivolamento verte-brale a carico della colonna eciò può causare problemi di

infiammazione ai tendini degliarti inferiori con un sovraccari-co di peso sulla parte anterioredel piede. Ovviamente ciò acca-de se si fa un smodato di que-ste scarpe. Un uso moderato ètollerabile.

E cosa mi può dire delle balle-rine o comunque delle scarpemolto basse?

Le ballerine non so dannose insè per sé perché sostanzial-mente sono scarpe piatte. Ini-zialmente danno dolore a chi èabituato a portare tacchi poiperò con l’abitudine passa.Sono un problema perchédeterminano un appoggio inassoluto “piattismo” del piedea contatto con il terreno , inquanto non hanno alcuna suo-letta all’interno , per cui solle-citano in modo considerevole lapianta del piede… E’ come seuno andasse in giro a piedi nudi

solo che così non si ha nessunasuoletta che altera l’appoggio,mentre indossando le ballerinesi ha una suola che è relativa-mente rigida quindi modifical’appoggio e contemporanea-mente, non si ha nessunsostegno della parte della voltadel piede.

SBALLI RAVVICINATI DEL TERZO TIPO

Insomma si vuole dare vera-mente a bere a tutto il mon-do che qualsiasi ragazzo che

fa uso di droga ha problemi coni genitori, ha avuto un’infanziadifficile o ha sbagliato compa-gnie nella sua “triste, triste”vita? È impossibile. Per quantoalcune analisi psicologiche sul-l’argomento facciano vomitarepiù di un doppio whisky mistoad un “tiro” di canna, esse sonodel tutto inattendibili, oltre cheper il fatto di essere campateper aria, anche per un altromotivo.Il motivo è che per fare un’ana-lisi soggettiva, l’individuo ana-lizzato deve possedere il mini-mo indispensabile per tale ope-razione: il cervello. Questospesso è assente o non rispon-de all’appello per non farsicogliere impreparato.I mass-media fornisconoun’immagine del mondo delladroga prevedibile, presentandogiovani che non sanno nemme-no il motivo per cui sono almondo. Rappresentano i grandiboss che si celano dietro al girodegli stupefacenti. Purtroppo siscopre che, in molti casi, il

sopraccitato giro, si spostisempre più nelle mani di per-sone comuni e insospettabili,come piccole famiglie che cer-cano una retribuzione da asso-ciare a quella dei loro introitiregolari, quando questi sonopresenti; ma nello spaccio del-la droga possono finire ancheinsospettabili come i proprieta-ri del negozio di fronte casa, incui non si sarebbe mai immagi-nato che i giovani si ritrovasse-ro per motivi legati al consumodi stupefacenti.È vera l’equazione: drogauguale divertimento? Se l’an-nebbiamento cerebrale creatoda un agente chimico può esse-

re considerato divertimento…No, non è più una questione dievasione o di dimostrare quan-to si vale per accattivarsi leamicizie di un gruppo; ora lodroga è diventata il bigliettod’ingresso per la normalità. Sifa uso di droga per lo stessomotivo per cui un cane si leccagli attributi: perché si può farlo.E qui ci si potrebbe imbatterein un ragionamento filosofico:“Tutto quello che si può fare sideve fare?” C’è anche un altro interrogati-vo. Perché la droga “va dimoda”? Semplicemente pernoia, come ormai ogni cosa.Sembra che gli interessi dellepersone, e non solo dei giovani,vertano sul nulla più assoluto.La trasparenza rappresentatada una bottiglia di vetro dellaCoca-Cola abbandonata e vuotasu un marciapiede potrebbebenissimo rappresentare lagioventù attuale: priva di inte-ressi e talmente trasparente dapassare inosservata per qual-siasi atto, se non vandalico. Iragazzi che si ribellano al mon-do senza conoscerlo, non pos-sono considerarsi maturi solo

perché credono di fare qualco-sa di “grande”. Cos’è “grande”?Abusare di droga e non riuscirea svegliarsi la mattina?Distruggere e incendiare mac-chine? Picchiare o peggio stu-prare dei coetanei? La verità èche i giovani hanno paura, pau-ra di fallire. La droga rappre-senta il loro “giardino segreto”in cui si rifugiano per non pen-sare ai problemi che credono diavere o che hanno e non rie-scono ad affrontare. Come aiu-tarli? Delle adeguate attenzionipossono essere più che suffi-cienti. Le cure offerte in ospe-dale, dove questi ragazzi sonoseguiti giorno per giorno evisualizzano la loro guarigione,sono utili solo quando quest’ul-timi sono veramente incapacidi reagire con l’aiuto di pochifamiliari e amici e necessitanodi vera assistenza medica, pri-ma per liberarsi della dipen-denza dagli stupefacenti e poiper affrontare le sfide dellavita.«La droga non é cattiva. Ladroga é un composto chimico.Il problema é quando quelli cheprendono droga la consideranouna licenza per comportarsicome teste di cazzo»Frank Vin-cent Zappa.

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Quest’anno il mitico corso C(classe 4 e 5) si è avventu-rato alla scoperta di una

città unica e ricca di storia: lafantastica Vienna!Iniziamo col dire che siamo statimolto fortunati, a partire daltempo che nonostante fosse unpo’ freddo nei primi giorni, inseguito si è rivelato spettacola-re, regalandoci dei momenti incui addirittura potevamo stare inmaglietta a maniche corte, enon facendoci rimpiangere pernulla il fatto di non essere ascuola! Ecco il nostro “diario diviaggio”. 31 aprile, ore 6 e 30: il ritrovo èfissato a Malpensa dove tuttiarmati di valigie ci apprestiamoad iniziare la nostra bella gita.Sulle facce dei partecipanti silegge che si è pieni di aspettati-ve e di voglia di divertirsi. Il voloè regolare e atterrati a Viennatutti non riescono a togliersi ilsorriso dalla faccia. Portiamo levaligie in albergo e cominciamola nostra bella avventura. Lenostre accompagnatrici profConsonni e Pozzi hanno pianifi-cato un programma pieno diimpegni e così:LET’S GO! Nonpossiamo perdere tempo. Unasosta per rifocillarci e via verso ilcentro per trovare la guida checi illustrerà in breve il Ring(ovvero il centro di Vienna) e ciaccompagnerà all’interno delmuseo di Storia naturale. Inutiledire che, nel frattempo, sono giàstate scattate miriadi di foto, siaserie che buffe. Il percorso èserrato e le cose da vedere mol-tissime. Stanchi arriviamo asera dopo che è trascorsa unagiornata passata a camminare ea vedere monumenti e proprioora scopriamo che non possia-mo tornare in albergo, lontanodal centro, e poi uscire nuova-mente. Siamo tutti un po’ rattri-stati, perché volevamo goderciVienna by night! Ma c’è tempo,non perdiamoci d’animo. E così

dopo una non-cena a base di“specialità” tedesche, torniamoin albergo. La sera dopo unabella doccia ristoratrice si faquello che si fa sempre in gita: sicerca di combattere il sonno e lastanchezza,c’è chi ci riesce dipiù e chi meno ed è proprio inquesti momenti di ritrovo che siformano le amicizie migliori.Il mattino seguente, un po’ rin-tronati, ripartiamo alla volta del-la residenza degli Asburgo incittà: l’Hofburg. Qui visitiamo lestanze di Sissi, la famosa impe-ratrice austriaca. Dopo un belpranzetto, nel pomeriggio ci sidivide: c’è chi va a visitare ilMuseo della Scienza e della Tec-nica e chi va all’Albertina adammirare le opere d’arte. Altermine delle visite ecco il tantoatteso tempo libero,il durante ilquale si gira fra i negozi. Nonpuò mancare una tappa da Star-buck’s, per un caffè. Arriva lasera e dopo accese dispute frale accompagnatrici e i ragazzi, siarriva alla conclusione che nonc’è tempo per andare al Prater (il famoso parco divertimenti diVienna) e che rimarremo in cen-tro per poi andare in albergo. Diquesto momento rimarrà nellastoria la frase della Pozzi:“Ragazzi sto per proporre unacosa banalissima..”avente perrisposta un applauso collettivo!e così alcuni vanno a godersiuna fetta di Sacher all’Hotelomonimo, il luogo dove vieneprodotta l’autentica e squisitatorta tipica. Altri decidono diriposarsi da Starbuck’s, che,ormai, è una tappa fissa.E inizia così il penultimo giorno,che ci sorride con uno splendidosole. Il programma prevede lavisita a Schonbrunn, la residen-za estiva di Sissi e degli Asbur-go, E’ una immensa reggia, a dirpoco stupenda!. Così, tra unachiacchierata e la visita, arriva ilpomeriggio in cui ritorniamo incittà per vedere gli ultimi monu-

speciale è dovuto al folkloristicogiardiniere che l’ha scattata!Ultima visita, un giretto veloce alPrater e poi dritti dritti all’aero-porto. Stanchi ma felici ci appre-stiamo a fare il check-in aspet-tando il volo di rientro. Tutto tra-scorre tranquillo si arriva a Mal-pensa in orario e poi i saluti chenon si voleva arrivassero mai!Un ringraziamento particolare èda fare a tutti coloro che vi han-no partecipato e che l’hannoresa un’esperienza unica. Unsincero grazie è dovuto anchealle accompagnatrici che si sonoprese l’impegno di portarci avisitare questa magnifica città.SO WHY DON’T YOU ENJOYYOURSELF IN WIEN TOO?

Francesca Colzani

Sono le 6:00 mattutine digiovedì 14 maggio: i tren-tacinque studenti circa

delle classi II LC A e B, un po’assonnati ma eccitatissimi, sisono radunati al Terminal 2 diMalpensa, pronti per affrontareun viaggio di cinque giorni inSicilia. Per alcuni già il volorappresentava una novità…pernon parlare poi di ben dueragazze divenute maggiorennidurante la gita! Accompagnatidai vicepresidi Meli e Valtorta edalla prof.ssa Tentorio, siamogiunti a Catania, e da lì a Sira-cusa, dove ci attendeva caloro-so il nostro immenso VillaggioAlpitour Arenella Resort. Loscopo principale del nostroviaggio era la partecipazione alXV Festival Internazionale delTeatro Classico dei Giovani: ilpiù importante appuntamentodi teatro giovanile al mondo perla sua specificità e per lo sforzoorganizzativo. Dall’11 al 31 Mag-gio circa 80 istituti, con la pre-senza di tremila giovani italianied europei hanno portato alteatro greco di Palazzolo Acrei-de rappresentazioni di tragedie

e commedie classiche; i parte-cipanti inoltre, oltre a portarein scena il proprio spettacolo,erano tenuti ad assistere allerappresentazioni delle altrescuole iscritte, almeno lungo ladurata del viaggio. Certamenteil nostro Curie si è accaparratouna posizione di stima tra lealtre scuole! Con la toccantetragedia “Orpheus Sive deAeternitate Poesis”, a cui han-no preso parte l’intera II LC B ebuona parte della II LC A, innostri compagni hanno vera-mente dato il massimo di séstessi. E che dire a riguardo?Nonostante siano sorti proble-mi a causa del mal tempo, chehanno causato anche scorag-giamenti e nervosismi, il risul-tato è stato un capolavoro, siaper l’innata capacità degli atto-ri di calarsi nella parte, sia perl’impegno e l’entusiasmo concui hanno conseguito il lavoro.Sbalorditive sono state, inoltre,le rappresentazioni dell’“Edipoa Colono” e della “Medea”, chehanno impegnato le prime duesere del nostro viaggio, svolte-si nel teatro greco di Siracusa

SIRACUSA, TRA SP IAG

menti e per dedicarci a un ulti-mo attimo di relax prima dellapartenza fissata per il giornosuccessivo. L’ultima sera siamostanchi morti. Tutti si vorrebbe-ro riuscire a stare svegli, ma la ilsonno è tanto e quasi tutti crol-lano, tranne gli irriducibili.La mattina seguente tutti condelle espressioni tristi sul voltofacciamo le valigie e andiamo alBelvedere, con un piacevoleintermezzo sul tram, dal qualegodiamo la vista sulla città. AlBelvedere, non possiamo nonfarci la classica foto di gruppo ea proposito, un ringraziamento

ENJOY WIEN

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SI, VIAGGIARE..

Alessandro Guidi

“Viaggiare - diceva lo scrit-tore e poeta statunitenseEdgar Allan Poe - è come

sognare: la differenza è chenon tutti, al risveglio, ricordanoqualcosa, mentre ognuno con-serva calda la memoria dellameta da cui è tornato”. Questacitazione vi potrà sembrareinopportuna e fuori luogo per lospazio in cui si trova, ma viassicuro la sua validità. Vi chie-derete a quale viaggio mi stiariferendo; ebbene, non è diun’esperienza vissuta in privatoche voglio raccontare, ma di

una gita condivisa da 42 ragaz-zi. La 5^D e la 5^F del nostroIstituto sono state le protagoni-ste, dall’ 1 al 5 aprile scorso, diun cammino portato avanti“mano nella mano”, fin dalconcepimento del progetto. Trale possibili mete europee che sicontendevano le nostre oniri-che aspettative alla fine è stataBarcellona a vincere (e a nondeluderci). Sembrerà stranoma, per viaggi di questo gene-re, assume una grande impor-tanza soprattutto la lontananzadal “nido” scolastico. Proprio ladistanza dalla nostra realtà èdirettamente proporzionalealla percezione di libertà daparte dello studente. E vi possoassicurare che più di 10 ore dipullman per raggiungere lameta aiutano ad accentuarequesta sensazione! È come seallontanarsi, chilometro dopochilometro, dalla routine tifaccia vivere in un’altra dimen-

sione: non sai il perché, maprovi piacere perché ciò acca-de.

Così, scartata la romanticaParigi e la fredda Cracovia,abbiamo iniziato a prepararcipsicologicamente per affronta-re l’impatto con la, per noi,quasi incomprensibile linguaspagnola e con la prospettiva ditrascorrere notti quasi insonni. Lenti, quasi eterni, trascorre-vano i mesi prima di partire etroppo, maledettamente, velocisi sono poi consumati i giornidi serena convivenza nella cittàcatalana. Comunque, tra visitea mostre, a chiese e monu-menti di una città magnifica,non ci siamo fatti mancare l’oc-casione per fissare in una eter-na memoria, (e non è retorica!)tanti momenti magnifici. Potreiraccontarvi nel dettaglio ognisingola esperienza, ma un pez-zo di carta non riuscirebbe atrasmettere quel senso di real-tà che si può solo vivere, respi-rando a fondo la dolce aria dell’indipendenza. Credetemi, arri-vare agli ultimi mesi dell’ulti-mo anno di liceo e partire perun viaggio (didattico, si intende)è come liberarsi dal peso deglistudi ancora prima che arrivi

Giugno: si dimentica la faticadelle settimane precedenti, sidimentica di essere in quinta, sidimentica la imminente “notteprima degli esami”, si dimenti-ca un futuro di responsabilitànon troppo lontano. Si dimenti-ca, insomma, per cercare di farspazio a ricordi più importantidi un bel voto, affinché lamemoria “si conservi calda”(riprendendo le parole di E. A.Poe). Si dimentica per esorciz-zare il nostro inevitabile matu-rare e crescere, perché unagita come la nostra (e sperocome quella che tutti voi potre-te vivere) rafforza la voglia diun’adolescenza senza fine…Colgo, infine, l’occasione chemi è stata data per fare ungrosso “in bocca al lupo” a tut-ti gli studenti di quinta perl’esame che dovremo sostene-re: una delle tante mete di un“viaggio” che vi auguro siasplendido come la nostra gita aBarcellona!

al tramonto. In esse hanno par-tecipato alcuni tra i più impor-tanti attori d’Italia, come Gior-gio Albertazzi o la strepitosaElisabetta Pozzi, portandoci avivere pienamente il drammaumano inscenato. Oltre al teatro, altrettanto bellisono stati anche il giro turisticoper Siracusa, la visita alleNecropoli di Pantalica esoprattutto il trekking guidatoall’Etna. In modo particolarequest’ultimo, pur essendosisvolto sotto un sole cocente edessendo stata una camminataspossante, ha sbalordito lamaggior parte di noi, forse perla novità di un paesaggio vulca-nico. Nonostante il teatro e le visitedidattiche abbiano occupato lamaggior parte del tempo, lanostra gita sarà indimenticabi-le anche, se non soprattutto,per tutti i bei momenti passatitra noi compagni, e…perchéno? Anche per le esuberanticonoscenze che abbiamo rea-lizzato nel villaggio! Chi potreb-be mai scordarsi di quellesplendide serate in cui, sfiniti e

spossati, ci siamo riuniti nellecamere a festeggiare le neodi-ciottenni, o a giocare a carte ecantare sui tavolini all’apertodel bar, o a ballare come deipazzi nella discoteca del villag-gio? E quel pomeriggio di solein piscina e al mare, dove l’ac-qua era gelida e qualcuno harischiato anche di affogare? Etutte le volte che ci si è persi inquel labirinto che era il villag-gio? E tutte le dormite in pul-lman e in qualsiasi luogo ciaccomodavamo?? E si potreb-bero elencare avventure all’in-finito!!! Sempre sfiniti, ma maiabbastanza…e tutto perchéquando qualcosa già di per séattraente si fa con personegrandiose, allora il tutto diven-ta ancora più bello e la maggiorparte dei disagi scompaiono…Grazie Siracusa!

SP IAGGIA E TEATRO

Elisa Marchesi

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SHAKESPEARE’S DREAMSIl 30 Maggio al Cineteatro

Santa Valeria, come ormai èconsuetudine, nel fine anno

del Curie, si e’ tenuto lo spetta-colo del gruppo teatrale delnostro istituto, intitolato: “Sha-kespeare’s Dream”. Un viaggioall’interno delle opere mag-giormente conosciute di questogrande drammaturgo, tra cuidialoghi tratti da “La Tempe-sta” e “Sogno Di Una Notte DiMezza Estate”, legate insiemea formare una vicenda in cui lostesso autore( presente al cen-tro del palco, seduto su unapoltrona) rischia di perdere lapropria vita, ma che in fine tro-va l’ispirazione per riaprire ilproprio teatro. Spiriti chediscutono, si spaventano, rivi-vono i propri ricordi, aleggian-do per il palco e rendendoinquieto il sonno di Shakespea-re, “echi degli spiriti dei suoisuccessi trascorsi”, ci hanno

accompagnato per tutta ladurata della rappresentazione.Si e’ trattato di una tipologia dispettacolo del tutto nuova per icomponenti del gruppo teatro,differente dalla parodia pre-sentata l’anno precedente. Unasfida che ha richiesto grandeimpegno. Naturalmente lamessa in scena e’ stata possi-bile grazie alla professoressaConsonni, che, come ogni annosi e’ impegnata affinché ilgruppo di teatro possa rimane-re attivo all’interno della scuo-

la,con l’aiuto di Luca Locati. Sitratta del regista che ha mes-so a nostra disposizione la suaesperienza e le sue conoscenzein campo teatrale. E un grazieparticolare va a Sarah Massa,che ha scritto il copione senzail quale nulla sarebbe statopossibile. Quello di quest’annoè stato un vero e proprio bancodi prova in cui ogni partecipan-te ha messo tutto il proprioimpegno, non solo imparandola parte, ma anche cercando diimmedesimarsi nel ruolo asse-

gnatogli, correggendo la dizio-ne e preoccupandosi di reperi-re il materiale scenico e dicreare i costumi. Infatti tuttociò che avete visto è il risultatodel lavoro di un intero gruppo,non di individui singoli; lo sba-glio di uno è l’errore di tutti.Nonostante l’entrata di moltinuovi membri e qualche picco-lo problema si e’ riusciti acreare una splendida unione,rendendo l’esperienza di cia-scuno di questi “piccoli” attorispeciale e piena di ricordi. Unultimo ringraziamento e’ dovu-to a tutti coloro, tra cui leragazze che si sono occupatedel trucco, che hanno offerto ilproprio aiuto per la riuscita diquesto progetto.

Martina Viganò

Ilaria Vergine

C’EST L’AMOUR“Amore: la forza che muove

tutto l’universo”. Non a casosi dice questa frase. È davve-

ro così, anche se molti potrebbe-ro ribattere. Quale altro senti-mento vi fa fare le pazzie piùincredibili? Come scrivere centi-naia di lettere o comprare regalisu regali? Oppure correre perlunghe distanze pur di vedere ilsorriso del tuo lui o della tua lei?Non è sicuramente la vostraragione a farvi fare ciò, ancheperché probabilmente vi consi-glierebbe di starvene in casa amangiare nutella e grissini e aguardare un bel film!Ma che mondo sarebbe senzaamore? Io direi monotono: senzaamore saremmo tutti apatici, ilmondo sarebbe grigio comequello di Matrix! No, no per amordel cielo! Personalmente io vivodi amore, io mi NUTRO di amo-re… E non credo di essere l’uni-c a !Definitemi pure romantica osdolcinata o poco realista, manon si può dire di aver vissuto lapropria esistenza se non si èpassati attraverso un sentimentoforte come l’amore, soprattuttoalla nostra età, quando ogniemozione è percepita in modo

più intenso.L’amore con la A si trova una,forse due volte nella vita, e quasisempre arriva improvvisamente.Forse l’uomo della tua vita è pro-prio il tuo vicino di banco o il tuomigliore amico. Ridi e scherzicon lui, senza notare quanto siabello o tenero. Improvvisamentele fette di salame che hai sugliocchi cadono e vedi il mondo daun punto di vista diverso: “Cavolise è carino! Ha dei bellissimiocchi… E poi mi fa sentire comeuna principessa!” E puff! Ci si èinnamorati! Voi l’avreste maip r e v i s t o ?Noi ragazze aspettiamo il princi-pe azzurro da quando nasciamo:“Mamma mio marito avrà gliocchi azzurri e sarà biondo! Poisarà forte e vivrà in un castello!”.E non ditemi che non lo avete maipensato perché mentireste a vois t e s s e !Invece i ragazzi, ovviamente nontutti, sono un po’ più pratici inquesto campo: basta che unaragazza abbia un gran bel fisico esono contenti! Ma tranquille,quando loro si innamoranodiventano più teneroni di noiragazze! =PFinalmente arriva il fatidico gior-

no del primo bacio, e chi se loscorda? La tensione che c’è sipuò quasi toccare. Vi sorridete emagicamente siete vicini tanto dasentire il respiro affannato dientrambi; tutto accade veloce-mente, le labbra di lui si avvicina-no a quelle di lei e avviene ilmiracolo: il bacio…Sembra quasi una danza: l’unodeve andare al ritmo dell’altroaffinché tutto sia perfetto e fanta-s t i c o .E continui a ridere e sorridere; letue giornate passano così in fret-ta che non ti accorgi più di ciò cheti circonda; diventa tutto anneb-biato in sua presenza; è talmentebella/o che non vedi nient’altroche lei/lui e non senti nient’altroche il suo profumo unico ed ini-m i t a b i l e . . .E come arriva se ne va: da ungiorno all’altro ti ritrovi a piange-re per un amore ormai finito enon riesci ancora a capire la cau-sa di questo inatteso finale,ammesso che la causa esistad a v v e r o .L’amore è come un fiume d’ac-qua: quando scorre in un puntodel suo corso non torna più indie-tro. Passa regalandoti emozioniincredibili; ma come all’improv-

viso arriva, all’improvviso se neva, lasciandoti un senso di vuotoincredibile che difficilmentepotrai colmare.“Goodbye, my almost lover Goodbye, my hopeless dream I'm trying not to think about you Can't you just let me be? So long, my luckless romance My back is turned on you I should've known you'd bring meheartache Almost lovers always do”“Perché disperarsi? E’ solo unragazzo! Il mondo ne è pieno!”.Ragazze, quante volte avretesentito questa frase? Quante vol-te avreste voluto mandare a quelpaese chi l’ha pronunciata?Come può non capire che lui eraunico e speciale, e che ormai si èportato via il nostro cuore e l’hanascosto da qualche parte a casasua? Se n’è andato, portandocivia con sé.L’amore è pericoloso: ti può farcompiere azioni anche sciocche,che ci danneggiano piuttosto cheaiutarci a risalire il pozzo in cuisiamo sprofondati.Per amore siamo disposti a faredi tutto...o no?

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Sottobanco | Numero 3 |Giugno 2009

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LA SCUOLA IN GIALLOCosì siamo arrivati all’ultimapuntata, quella decisiva dove,come in Conan quando risolvel’enigma, tutti i nodi vengonoal pettine e il mistero è final-mente svelato: Buona lettura!

Il martedì mattina successivo,la polizia fece irruzione nellascuola e arrestò il dottor Rose-bread, davanti all’intero corposcolastico. E seminascosti traquella massa di ragazzi, stava-no anche Lisa e Matt. Osserva-vano con attenzione la scena,appoggiati alla bacheca, pocodistanti da tutti gli altri, che sialzavano sulle punte dei piedi estendevano il collo, ognunocome a rubare con lo sguardoun bel pezzo della clamorosascena che si stava svolgendodavanti ai loro occhi.“A quanto pare tutto e benequel che finisce bene, no?”domandò il ragazzo, senzadistogliere lo sguardo da quan-to stava succedendo.“A quanto pare. Certo ora aMichelle sarà resa giustizia, senon del tutto, almeno in parte”.Lisa si avvicinò a uno dei grossitavoli appoggiati alla pareteadiacente e vi si sedette sopra,disturbata dal rumoreggiaredella calca di gente. Non passòmolto tempo, che subito fu rag-giunta da Matt, che le si sedet-te di fianco.“Come hai fatto a capire cheera stato lui?” gli chiese, dopoun breve minuto di silenzio,carico di dubbi e interrogativi.Matt si grattò il mento. “Quan-do tu sei andata a parlare con ildottore, io ho fatto una puntati-na nell’aula di informatica.Sono entrato con la passworddi Michelle e ho guardato tra lesue mail. Risalivano tutte apochi giorni prima della suamorte. E ce n’erano un sacco diRosebread…” si interruppe."Continua..." lo esortò Lisa,tenendo gli occhi bassi, fissisulle stringhe delle sue snea-kers di marca."La tempestava di mail. Volevacontrollarla, osservarla, cono-scere ogni suo spostamento,ogni sua minima azione. Volevaessere tenuto informato di tut-to quello che Michelle faceva.Era come se la tenesse inpugno. In ogni istante. Sempre.Da quello che ho capito, lei ave-

va deciso di liberarsi di lui: eradiventato insopportabilmentepossessivo. inizialmente si erarivelato un buon amico, con cuisfogarsi quando qualcosa nonandava. poi con la storia dellagravidanza, tutto era diventan-do pericolosamente difficile,per Michelle. Da lui, all’inizio,si sentiva protetta, rispettata.aiutata.""Aveva solo bisogno di unamano… Dov'ero? Perché hadovuto affidarsi ad un completosconosciuto, quando io ero lì,pronta a darle tutto l'affetto dicui aveva bisogno? Se solo mene fossi accorta prima…" Lisascosse forte la testa, tratte-nendo a stento le lacrime."Non è colpa tua. Non potevisapere che sarebbe successoqualcosa di così terribile." Mattla strinse in un abbraccio."Come l'ha uccisa?" sussurrònella sua spalla Lisa, con unfilo di voce."I medici legali stanno facendotutte le ipotesi. pensano chequella mattina stessero litigan-do in palestra. L'ha spinta giàdalle tribune, dicono".intanto la calca che si era for-mata davanti al portone princi-pale si stava via via disgregan-do. Gli studenti tornavano allaloro vita di sempre, quasi indif-ferenti rispetto al fatto che unassassino fosse appena statoportato via, in manette, dallapolizia. "Dovrò chiedere scusa a un belpo' di persone, per aver sospet-tato senza alcuna prova dellaloro colpevolezza" Lisa tentò diabbozzare un sorriso."I detective non chiedono maiscusa. Hai mai sentito SherlockHolmes domandare perdono a

qualcuno dei suoi sospettati?"Matt ridacchiò, cercando dirisollevare il morale dell'ami-ca."Dubito che Sherlock Holmesabbia mai accusato così tantagente in così poco tempo!"."Mmmh, sì! probabilmente hairagione!"."Sembra che per loro non siamai successo niente!" disseall'improvviso Lisa, indicandocon un cenno della testa i grup-petti di ragazzi che passavanodavanti a loro, chiacchierandodel più e del meno."Siamo al Liceo, ricordi? Qui sivive alla giornata. Tutto ciò cheè successo ieri è già troppovecchio, andato, dimenticato!"spiegò il ragazzo, concentran-do la sua attenzione su ungruppetto di primini che in quelmomento si spintonavanodavanti alba ci il bar."Non mi dimenticherò diMichelle!". anche se suonavapiù come una promessa a sestessa che a lui, Matt annuì conla testa e sorrise all'amica.In quell'istante, si udì il trillodella campanella invadere icorridoi e tutti gli angoli dellascuola. "Suppongo che dobbiamo rien-trare in classe, no?" dissesconsolata Lisa, saltando giùdal banco e guardando fisso ilragazzo."Ehi, ragazzina: hai appenasbattuto al fresco un assassinopazzo — psicopatico - pedofilo echi più ne ha più ne metta!Questo dovrebbe garantirti una“promozio” con il massimo deivoti, a prescindere!". "Sai unacosa? Hai davvero ragione!"sorrise, allegra, per la primavolta, da molto tempo. Matt

scese a sua volta dal banco."Caffè?".Il liceo è il liceo. e l'unica cosache davvero conta ( o almenocosì pensiamo da studenti) è lagiornata. Tutto ciò che succedeieri, oggi è già troppo vecchio. Eoggi si vive solo in attesa diquel domani che attendiamo.Per la prima volta, Lisa di que-sto si era resa conto. e, per laprima volta, non le importava.Voleva vivere alla giornatacome tutti gli altri e dare il ben-venuto a quel domani cheavrebbe spazzato via un oggimediocre. Aveva promesso alla suamigliore amica che le avrebbereso giustizia, fosse stata l'ulti-ma sua azione. Alla fine avevaraggiunto l’obiettivo. Eppuretutto quello che lei e Matt era-no riusciti a realizzare, quasi lesembrava inutile, senza senso.Trovare il colpevole non avreb-be riportato indietro Michelle.non avrebbe cambiato nulla, adirla tutta. Eppure aveva senti-to il bisogno di farlo. per sestessa. e per Michelle. "Sono certa che se ti importadavvero di una persona, non lalasci andare via senza fare nul-la...Questo è quello che penso." Matt si fermò, e si voltò verso dilei. "Non l'hai lasciata andarevia senza fare nulla. Non potevisapere che un maniaco com-pulsivo era appostato dietrol'angolo per farle la pelle. Nonè colpa tua, Lisa..."."No...Non lo è". “Finalmente lohai capito” e in mezzo a quelcorridoio, Matt la abbracciò,perché in quel momento eraproprio di quello di cui avevabisogno, più di ogni altra cosa.

Federica Drogo

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SUDOKATIZZATI

Sfida la Redazione!La redazione di Sottobanco ha impiegato un’ora per

risolverli tutti, prova a batterci! In quell’ora non erava-mo a casa seduti sul divano, sia chiaro..

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La RedazioneDirettore

Tommie DienaRedattori

Giorgio Barison, Daniele Bonesso, Giulia Botta,Laura Colagrossi, Giulia Colombo, Francesca Col-zani, Federica Drogo, Mattia Fossati, Silvia Giof-

freda, Alessandro Guidi, Dylan Londra, Elisa Mar-

chesi, Marco Mariani, Massimiliano Mariani,Camilla Piazza, Marco Palermo, Elisabetta

Pedrazzani, Alessandra Piagnani, Arianna Privite-ra, Matteo Songia, Lisa Sambruni, Lisa Spreafico,Angelo Min Tagliabue, Claudia Trabattoni, Silvia

Vago, Martina Viganò e Ilaria Vergine. Art Director & Photo Reporter

Tommie Diena

PER L’ESTATE,LA DIETA GIUSTA!

Lisa Spreafico

Sole, mare, spiaggia, letti-no abbronzatura….sonoqueste le parole chiave

che viaggiano nella mente del-la maggior parte delle teena-ger…giunti all’inizio della esta-te 2009. Dopo aver trascorso mesi emesi coperti con piumoni emaglioni di lana infiniti è ora dicambiare abbigliamento e disfoggiare gli abiti estivi piu’ softma soprattutto i COSTUMI! E’dunque ora di fare i conti con ilproprio fisico e se necessario diapportare qualche piccolamodifica già da ora…Per rimettersi in forma nonsono necessarie strane pilloledimagranti o altri prodotti chepossano risultare solamentepericolosi per il nostro corpo,bisogna praticare sport! Sportcome tennis, nuoto, una sem-plice corsa o camminata, bastache si mantenga un ritmocostante e ci si impegni abba-stanza. Se non si è allenati nonsi deve strafare per evitare sti-ramenti muscolari o distorsio-ni.Nel caso in cui si voglia assolu-tamente seguire una dieta l’im-portante è farsi visitare da undietologo che possa dare con-sigli in relazione alla costitu-zione dell’adolescente. Tv e

cartelloni pubblicitari pullula-no di diete fai da te, ne esistonoormai di centinaia, una piu’strana dell’altra!La dieta che prevede il consu-mo di carne e pasta a colazio-ne, la dieta del gelato, la dieta abasa di cioccolato e vaniglia, ladieta dei limoni…si potrebbeprocedere all’infinito giusto permostrare la fantasia della gen-te! In realtà, molti studiosi han-no mostrato come il 90 % di

queste diete siano inutili, omeglio, permettano la perditadi chili con probabili danni afegato e stomaco. Chili persiche in seguito saranno sicura-mente ripresi. Il gioco non valela candela! La dieta perfettaFAI — DA — TE dunque non esi-ste, si deve parlare solo dimangiare sano. La soluzione?Si chiama dieta italiana. Questadieta prevede semplici regole,testate scientificamente: il

consumo di una vasta varietà dicibi, l’eliminazione di cibi chepossano produrre intolleranze,allergie o gonfiori, pochi grassianimali e dolci e tanti carboi-drati, frutta e verdura…Ora non vi resta che mettervi diimpegno per prepararvi almassimo per queste magicaestate, ormai arrivata!

Sottobanco giu 09 1-06-2009 13:52 Pagina 19