spagine cinema 01 gianni ferraris

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andate al cinema s p a g i n e Periodico culturale dell’Associazione Fondo Verri Un omaggio alla scrittura infinita di F.S. Dòdaro e A.Verri Lecce, novembre 2013 - anno I Spagine n°0 - andate al cinema 01 Il film di Giovanni Veronesi di Gianni Ferraris Invece di Zalone

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Che vedere invece di Zalone...

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andate al cinema

spagine

Periodico culturaledell’AssociazioneFondo Verri

Un omaggioalla scrittura

infinitadi F.S. Dòdaro

e A.Verri

Lecce, novembre 2013 - anno I Spagine n°0 - andate al cinema 01

Il film di Giovanni Veronesidi Gianni Ferraris

Invece di Zalone

Lecce, novembre 2013 - anno I Spagine n°0 - andate al cinema 01

di Gianni Ferraris

andate al cinema

Esiste un’Italia norma-le nelle vicende di Er-nesto, Angela e Gia-cinto. Basato sullavera storia dell’auti-sta del regista, è una

vita come tante, fuori dalle luci dellaribalta, fuori dalla politica urlata, conla storia degli ultimi quarant’anni chescorre davant ialla macchina da pre-sa.

É la dimostrazione filmica cheogni vita, anche la più banale, è darappresentare proprio perchè unicaed irripetibile. Ernesto è un uomonormale che negli anni ’60 gioca aclacio in campetti di periferia, con ilpadre, tappezziere, che urla parolac-ce ai giocatori in campo, poi crescecon il sottofondo, mai enfatizzato nelfilm, della grande storia, quella checambia la vita dell’Italia ma non i so-gni e le illusioni di chi vive del pro-prio lavoro, si innamora, si sposa, faun figlio, passa attraverso un sospettotumore ai polmoni ed invecchia.

Passa la R4 con il cadavere di Al-do Moro, Arriva il craxismo con ilsuo sotofondo di affaristi loschi e cu-pi per arrivare al faccione di Berlu-sconi in ogni cartellone, manifestiche Ernesto guarda con un sorrisostranito e neppure speranzoso, sem-plicemente quella vita sui manifestipare essere “altra”, diversa.

E mentre lui fa il suo lavoro, cuo-co in un asilo poi traslocatore, il suoamico di sempre, Giacinto, cavalcal’ona della novità diventando fian-cheggiatore di affaristi loschi in areacraxiana, finisce in galera come sicomnvenne ai socialisti di allora,uscito diventerà forzitaliota perchè“uno che crea aziende farà funziona-re l’azienda Italia”. Anche qui caval-cando l’esile confine fra lecito ed il-lecito. Ernesto si lascia sedurre da unpost ofisso e ben remunerato, poi siaccorge che tutto sta crollando e tor-na alla sua vita, quella che gli è piùcongeniale, torna ai traslochi.

Storia comue, banale, tratti comicidivertenti.

Uno spaccato di come siamo, so-prattutto come ci siamo arrivati. Ladimostrazione che l’Italia non era so-lo quella delle manifestazioni di piaz-za, ma esisteva una maggioranza diitaliani che viveva vite “comuni” purnella loro unicità. “Della mia vita sipotrebbe fare un film” ha detto il veroErnesto al regista. E’ successo!

Un film gradevole, uno strepitosoAlessandro Haber nelle vesti del pit-tore d’avanguardia ricco e famosoche prende per i fondelli i ricchi snobe parla la lingua normale, quella diogni giorno.

Mi è piaciuto, a volte le storie nor-mali riportano con i piedi in terra, alla

vita vera, quella che vediamo anchefuori dagli schermi ma che non anno-ia e forse è da raccontare con più en-fasi.

* * *

L’ultima ruota del carro

Regia: Giovanni VeronesiSceneggiatura: Giovanni Vero-

nesi, Ugo Chiti, Filippo Bologna, Er-nesto Fioretti

Attori: Elio Germano, AlessandraMastronardi, Ricky Memphis, SergioRubini,Virginia Raffaele, AlessandroHaber, Francesca Antonelli, Mauri-zio Battista, Francesca D'Aloja, LuisMolteni, Dalila Di Lazzaro, UbaldoPantani, Massimo Wertmüller, ElenaDi Cioccio.

A LecceMultisala MassimoVia Lo Re, 3, Lecce18:10; 20:20; 22:30

The Space Cinema SurboVia Benzi, Surbo19:30; 22:15

L’ultima ruota del carro

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