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Spazio ai lettoriPer gli interventi dei lettori:

[email protected]

È attivo il sito dell’Aido Regionale:

www.aidolombardia.it800 20 10 88NUMERO VERDE

Risponde l’Aido Lombardia

2pagina

Sancita l’alleanza fra UBI Banca e AidoCon la Carta Enjoy Aido le attività economiche aiuteranno la diffusione della cultura del dono

Intervista al dott. Riccardo TramezzaniCon Ubi Comunità il nostro gruppo impegnato a sostenere concretamente la solidarietà

6pagina

Sergio Vesconi: «Regione Lombardiapunta sui trapianti»Costituito un tavolo di lavoro per facilitare la scelta dei cittadini che si recano in Comune

12pagina

L’infarto miocardico:come, quando, perché19

pagina

Equilibrio alimentare ed equilibriomentale: la dieta del monaco buddista Un programma alimentare che concilia l’eticae le abitudini orientali buddiste con la visione e le ricette della tradizione mediterranea

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Notizie dalle Sezioni26pagina

SommarioP

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Mensile di cultura sanitaria del Consiglio RegionaleAido Lombardia - ONLUS

Anno XXIII n. 222 - novembre 2014

Editore: Consiglio Regionale Aido Lombardia - ONLUS 24125 Bergamo, Via Borgo Palazzo 90Tel. 035 235327 - fax 035 244345 [email protected]

Direttore ResponsabileLeonio Callioni

Direttore EditorialeLeonida Pozzi

Collaborazioni scientificheDott. Gaetano Bianchi

Dott.ssa Cristina Grande

Regione Lombardia - SanitàProf. Sergio VesconiCoordinatore regionale prelievo/trapianto

Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII di Bergamo

Dott. Michele ColledanDirettore Chirurgia Generale III Direttore Centro Trapianti di fegato e di polmoni

Dott. Giuseppe LocatelliConsulente del Dipartimento di Chirurgia Pediatrica

Prof. Giuseppe Remuzzi Direttore Dipartimento di Medicina

Azienda Ospedaliera A. Manzoni di Lecco

Dott. Amando GambaDirettore U.O. Cardiochirurgia

Università Milano Bicocca

Prof. Roberto FumagalliDocente

NITp - Nord Italia Transplant

Dott. Massimo Cardillo - Presidente

Dott. Giuseppe Piccolo - Direttore Cir

Istituto Mediterraneo Trapianti e Terapie di alta specializzazione - ISMeTT

Prof. Bruno GridelliDirettore Medico scientificoProfessore di Chirurgia Università di Pittsburgh

Istituto Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” - Bergamo

Prof. Giuseppe Remuzzi - Direttore

Yale University School of Medicine

Prof. Mario StrazzaboscoProfessor of Medicine,Director of Transplant HepatologyDepartment of Internal MedicineSection of Digestive Diseases

Redazione esternaLaura Sposito; Clelia Epis; Fernanda Snaiderbaur

Redazione tecnicaBergamo [email protected] Seminati

Segreteria e Amministrazione24125 Bergamo, Via Borgo Palazzo 90Tel. 035 235327 - fax 035 [email protected]@aidolombardia.itC/C postale 36074276Marzia TaiocchiLaura Cavalleri

SottoscrizioniSocio Aido Simpatizzante Sostenitore Benemerito € 40,00 € 50,00 € 80,00 € 100,00

C/C postale 36074276 Aido Cons.Reg.LombardiaONLUS Prevenzione OggiC/C UBI BANCA POPOLARE DI BERGAMOIT 57 R 05428 11106 000 000 071 903

Riservato ai Soci.

Il socio sostenitore ha diritto ad omaggiare un’altra per-sona previa segnalazione all’atto della sottoscrizione.

StampaCPZ - Costa di Mezzate BG

Finito di stampare prima decade di dicembre

Reg. Trib. di Milano n. 139 del 3/3/90

Le informazioni contenute in questo periodicovengono trattate con liceità, correttezza e tra-sparenza conformemente al D.lgs. n. 196 del 30giugno 2003 “Codice in materia di protezionedei dati personali”.

Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

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inalmente qualcosa si muove! Anche se in realtà le statistiche dimostrano chel’Associazione ha continuato nel suo cammino di crescita delle adesioni, in par-ticolare in Lombardia, si sentiva il bisogno di una scossa che desse un po’ di so-stanza e di contenuti alla nostra missione per la diffusione della cultura delladonazione. In particolare sentiamo su di noi la pressione morale di una medi-

cina del trapianto – dalla ricerca, alla chirurgia, al follow up – sempre più efficace eperfezionata. A fronte di queste enormi potenzialità poste al servizio di gente che soffree, troppo spesso, muore in lista d’attesa, l’Aido deve sentire crescere dentro la propriastruttura la determinazione a fare, ricominciando a conquistare le coscienze della gente,in un territorio storicamente solidale che potrebbe dare molto di più ma che, negli ultimitempi, fa fatica a dare. Per questo va seguita con particolare attenzione e voglia di farela nuova alleanza fra il gruppo Ubi Banca della Lombardia e l’Aido regionale lombardo.In questi anni la creazione di Ubi Comunità ha già dimostrato che questo gruppo ban-cario ha deciso di sostenere con forza l’attività del Terzo settore e in particolare delle As-sociazioni di volontariato. Nella breve ma interessante intervista al dottor RiccardoTramezzani, responsabile Retail di Ubi banca, vengono illustrati alcuni esempi signi-

ficativi di questo impegno. Adesso però noi abbiamo l’occasione di ri-vestire un ruolo di assoluti protagonisti grazie al lancio di una cartaEnjoy “brandizzata” Aido. Il cuore dell’operazione è semplice e di-retto: mettere gli iscritti e i loro famigliari (o anche i conoscenti o gliamici) nelle condizioni di far confluire risorse economiche a sostegnodelle attività dell’Aido grazie all’utilizzo di questa carta bancaria.Per ottenere i risultati avevamo bisogno di poter garantire alla nostragente che non si tratta di un’operazione di facciata, attraverso la quale,magari con operazioni secondarie e mezze nascoste, la banca in realtàguadagna sull’utilizzo come su tutte le altre carte. E così è stato: le con-dizioni di rilascio e di utilizzo della Enjoy Aido sono assolutamentedi favore e una cospicua parte di quanto prodotto dalla attività com-merciale attuata con essa, andrà a sostenere i più importanti progettidell’Associazione. Da subito abbiamo voluto indicarne uno: l’attivitàdi sensibilizzazione nelle scuole. I ragazzi (e in futuro anche i bam-bini) sono per noi le persone più importanti per la costruzione di un

ponte di collegamento con la comunità civile. La nostra attività nelle scuole è vasta e ca-pillare. Ma possiamo fare di più. Non dimentichiamo mai che una bambina o un bam-bino, una ragazza o un ragazzo, quando portano in famiglia il loro sostegno alla sceltadi vita del dono travolgono tutti gli ostacoli e demoliscono le ostilità. E questo è solo unodegli esempi delle molteplici attività che potremmo incrementare. Mi aspetto perciò un sin-cero lavoro in favore di questa campagna con Ubi. Un altro ambiente che sta per rice-vere una scossa che mi auguro sia decisiva è quello dei Comuni. I cittadini, tutti i cittadinimaggiorenni, presto o tardi devono recarsi all’Anagrafe per la carta d’identità o peraltro. Abbiamo fatto diversi tentativi per farci aprire le porte di questo mondo e fare inmodo che in quella occasione le persone siano messe in condizioni di fare una riflessionesulla scelta di donare, dopo la morte, oppure di rifiutarsi di donare (anche questa sceltaè importante e va rispettata). Adesso, con una delibera di Giunta della Regione Lom-bardia, la legge dispone che le Anagrafi diventino luoghi di elezione per questa sensibi-lizzazione. Il progetto è stato definito “Scelta in Comune”. Ne parla diffusamente ilnostro coordinatore regionale e amico dell’Associazione, Sergio Vesconi, con il quale ab-biamo affrontato l’argomento chiarendo anche diversi equivoci che sul tema sono stati im-propriamente diffusi (addirittura con clamorose gaffes su you tube). Sono due elementimeravigliosamente concreti di una nuova era che si sta aprendo per la donazione degliorgani: a tutti noi, ai presidenti dei Gruppi e delle Sezioni, fare in modo che queste nuoveopportunità diventino vite riconquistate alla serenità delle famiglie.

Leonida Pozzi

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Editoriale

In copertina:foto di Marco Milani - Airuno (Lc)Alba dalla cima Presanella (Trentino)

Apettavamo una scossa, ed è arrivataLanciata a Milano la Carta Enjoy Aido con Ubi Banca

e costituito in Regione il tavolo per la “Scelta in Comune”

L’altro in meUn pizzico d’amore,di pacee di bellezzapotrebbe essere usatoper le persone malate.Un sorriso in più non costa nulla,ma la vita sì!!Gente d’ogni paeseinvogliatevia donare un organo!Pensateci...se toccasse a voi,cosa fareste?Io vi dico:fatelo,partecipatesenza avere paura,usate il vostro cuore!Allora, avete deciso?

Di Alice FarinaScuola Caterina Giuditta CittadiniPonte San Pietro (Bg)

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UBI Banca e AIDO Lom-bardia insieme per l’ul-teriore sviluppo dellaloro partnership, avvia-ta fin dal 1975. Questo

ulteriore sviluppo avviene attraver-so l’emissione della carta prepagataEnjoy UBI Comunità Special Edition

AIDO, rivolta agli associati, ai so-stenitori ed in generale a coloro checondividono i valori dell’Associazio-ne per promuovere la cultura della do-nazione di organi.La collaborazione tra UBI Banca eAIDO Lombardia si fonda su rela-zioni consolidate tra le banche del

SANCITA L’ALLEANZA FRA UBI BANCA E AIDOCON LA CARTA ENJOY AIDO

LE ATTIVITÀ ECONOMICHE AIUTERANNO LA DIFFUSIONE DELLA CULTURA DEL DONO

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Gruppo che operano in regione (Ban-ca Popolare di Bergamo, Banco diBrescia, Banca Popolare Commercioe Industria, Banca di Valle Camoni-ca). Con l’emissione della carta En-joy UBI Comunità Special EditionAIDO il Gruppo UBI Banca, che giàsostiene la meritoria opera della On-lus, mette a disposizione uno stru-mento in più per diffondere la cono-scenza dell’associazione stessa e sup-portarne l’azione.La carta Enjoy UBI Comunità Spe-cial Edition, caratterizzata da un la-yout personalizzato con il marchiodell’organizzazione non profit a cui èdestinata, rappresenta non solo unostrumento distintivo e di apparte-nenza associativa, ma anche di par-tecipazione alla missione sociale del-l’organizzazione. Infatti, oltre a ren-dere visibile il marchio della propria

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Associazione, anche nel momentodel semplice gesto di un pagamento,l’utilizzatore della carta Enjoy AIDOcontribuirà indirettamente a soste-nerne i progetti associativi, grazie alfatto che la Banca erogherà una som-ma a titolo di liberalità rinunciandoa parte dei propri ricavi. I possessori della carta Enjoy AIDObeneficeranno per le proprie necessitàdi pagamento quotidiano di tutte lefunzionalità della Carta Enjoy, a con-dizioni economiche agevolate. Po-tranno quindi:* fare acquisti online e nei negozi, inItalia ed all’estero* pagare piccoli importi, avvicinan-do la carta all’apposito lettore POS,grazie alla tecnologia contactless* disporre bonifici ed effettuare ri-cariche* accreditare lo stipendio e domici-liare utenze e abbonamenti* fare acquisti presso negozi fisici eonline * prelevare contanti presso tutti glisportelli automatici abilitati (ATM)* accedere online in mobilità alproprio saldo, tramite l’home bankingQui UBI Enjoy risulta quindi particolarmen-te versatile, unendo funzioni tipichedella carta di pagamento a quelle disolito associate al conto corrente (èdotata infatti di codice IBAN).A nome del Consiglio RegionaleAido Lombardia, è intervenuto inconferenza stampa il presidente cav.Leonida Pozzi che ha sviluppato undiscorso ampio e articolato, susci-tando interesse e consenso da partedei presenti e degli esponenti delmondo della comunicazione. Pub-blichiamo il testo del discorso diPozzi pur nella consapevolezza che sitratta di una esposizione parzialepoiché il presidente si è spesso al-lontanato dal testo scritto per ap-profondire meglio tematiche specifi-che o per dare risalto a particolari ri-flessioni sui fondamentali temi qui il-lustrati.

«Gentili signore, egregi signori, quello a

cui stiamo partecipando - e per il qualerinnovo il grazie che in questi ultimi gior-ni ho avuto modo di esprimere alla di-rigenza del Gruppo UBI Banca-, è unevento dalle grandi valenze positive edetiche in tempi di profonda crisi moralee sociale. Lo è in particolare per l’AIDO, un’As-sociazione di volontariato, nata sullaspinta della volontà di offrire alternati-ve alla sofferenza di tante persone e del-le loro famiglie e sviluppatasi nel corsodegli anni, dal 1971 ad oggi, in modosorprendente, tanto da essere il punto diriferimento fondamentale per le istituzionipubbliche, politiche e sanitarie, in tema didonazione e trapianto di organi.I numeri, nella loro efficace trasparenza,non lasciano né dubbi né alibi: il 90 percento dei cittadini italiani che hannoespresso la volontà di donare, dopo la loromorte, organi o tessuti e cellule, è rap-presentato dagli iscritti all’AIDO. Ilresto si divide fra quanto raccolto dalleASL e dai Comuni.Possiamo quindi affermare che se in Ita-lia c’è una medicina del trapianto, que-sto lo si deve all’AIDO, ai suoi iscritti,ai suoi sostenitori.Ed è questa l’Associazione che UBIBanca ha deciso di affiancare, condivi-dendo con AIDO che il bisogno di do-natori è ancora altissimo e anzi cresceanno dopo anno sia per l’aumento dellepersone in lista d’attesa, sia perché il tra-pianto si dimostra sempre più un effica-ce intervento salvavita con enormi epositive ricadute sociali oltre che sul-l’economia della sanità italiana.Se quindi da una parte possiamo con-fermare che l’AIDO è importante per lacomunità e, consapevole di questo ruolo,rinnova giorno dopo giorno il proprio im-pegno per diffondere la cultura della do-nazione su tutto il territorio, cercandoogni mezzo, per aumentare il numero de-gli iscritti, dobbiamo anche prendereatto che l’attività si regge su professio-nalità sempre più raffinate, su stru-menti sempre più al passo con i tempi.Cercare ogni giorno di aumentare il nu-mero delle persone disposte a donare gliorgani dopo la morte, è sempre più fati-coso anche per le ingenti risorse econo-

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miche da investire. In questo diventa provvidenziale la scel-ta di UBI Banca di partecipare a que-sta campagna con una propria carta, stu-diata in modo da essere significativamentecompetitiva sul mercato ma al tempo stes-so utile all’Associazione. Con CartaEnjoy infatti, UBI Banca non si limitaad offrire una volta l’anno un sostegnoeconomico alle attività dell’AIDO, ma af-fianca l’Associazione in modo costante econtinuo. Più sarà utilizzata, quindi, laCarta Enjoy, più potrà fare del bene at-traverso le molteplici attività dell’AIDO.Questo patto fra mondo finanziario emondo associativo è anche un patto dal-la forte valenza etica, a dimostrazione cheUBI Banca è una istituzione vicina allagente, al territorio, attenta ai bisogni del-le persone maggiormente in difficoltàPer questo, a nome del Consiglio Regio-nale AIDO Lombardia e di tutti gliiscritti - così numerosi sul territorio lom-bardo da rappresentare una fitta rete chealimenta il volontariato in tutte le loca-lità della Regione -, ringrazio UBIBanca per la scelta di camminare conl’AIDO nel solco della solidarietà e del-la lotta alla sofferenza.Da parte nostra chiediamo a tutti gliiscritti di farsi positivi promotori di que-sta preziosa Carta, di modo che ogniiscritto sia testimone nella sua famiglia,con gli amici, nell’ambiente di lavoro, coni conoscenti.L’Associazione si impegna fin d’ora a faretutto quanto è necessario per far conoscerele potenzialità e i benefici di Carta En-joy. E ribadisco la volontà di lavorare contutti i cittadini lombardi ma soprattut-to con i giovani. La nostra presenza nel-le scuole, se anche Carta Enjoy ci aiute-rà, si intensificherà e dagli attuali circa100 mila contatti annui potrà passare –questo lo vorremmo con tutto il cuore –ad almeno 300 mila contatti. Trecento-mila coscienze giovanili di cui vorrem-mo accendere l’entusiasmo di innumere-voli piccoli fuochi capaci di far dilaga-re su tutto il territorio un vero e proprioincendio di solidarietà. A bruciare sa-ranno il dolore e la sofferenza di tanti no-stri fratelli».

L.C.

Alla fine della conferenza stampa il Cav. Leonida Pozziposa per la fotografia di rito con Riccardo Tramezzani(nella fotografia a destra) responsabile Retail del GruppoUBI Banca e con Luca Gotti direttore territoriale diBergamo Città e Valle Brembana.

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In un clima particolarmente positivo edi sincera collaborazione fra UBIBanca e Aido, l’équipe di Prevenzio-ne Oggi ha ritenuto di poter appro-fittare della conferenza stampa orga-

nizzata a Milano per una breve intervi-sta con il dott. Riccardo Tramezzani, re-sponsabile Retail del Gruppo UBI Ban-

ca e deciso promotore delle iniziative disostegno alle Associazioni di volontariatocon particolare attenzione alle finalità so-ciali e solidaristiche.L’intervista è introdotta dal direttore edi-toriale di “Prevenzione Oggi” e presidentedel Consiglio Regionale Aido Lombar-dia, cav. Leonida Pozzi.

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INTERVISTA AL DOTT. RICCARDO TRAMEZZANICON UBI COMUNITÀ IL NOSTRO GRUPPO

IMPEGNATO A SOSTENERE CONCRETAMENTE LA SOLIDARIETÀ

Il dottor Riccardo Tramezzani, responsabile Retail del Gruppo UBI Banca

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Pozzi: A Milano ha preso corpo unanuova importante iniziativa con laquale il Consiglio Regionale AidoLombardia e il gruppo UBI Banca in-tendono sostenere la cultura della do-nazione di organi, tessuti e cellule.Aido è presente con la sua struttura,con i suoi volontari, con la cospicuarete di dirigenti, responsabili e iscrit-ti sparsi su tutto il territorio regionale.Ubi Banca è presente con la propriastruttura organizzativa messa al ser-vizio di un progetto di solidarietà dav-vero speciale, perché si tratta di soli-darietà che arriva a “restituire lavita” a persone che stanno morendo.Questa alleanza è per noi un onore eal contempo motivo di orgoglio e at-tribuzione di responsabilità. Sappia-mo di avere il dovere di accogliere que-sta disponibilità della banca a soste-nere le attività di sensibilizzazione af-fidate all’Aido e siamo qui per dire chefaremo tutto con il massimo impegnopossibile. In particolare quanto rac-colto grazie alla carta Aido Enjoy ser-virà, fra le molteplici attività del-l’Associazione, a potenziare il progettonelle scuole e per fare in modo che di-minuiscano sensibilmente i dinieghialla donazione di organi. Ciò contri-buirà, siamo convinti, ad aumentareil numero dei donatori sul territorioregionale e nazionale. Perché, dottorTramezzani, Ubi Banca ha fatto que-sta scelta?Tramezzani: A partire dal 2011 UBIBanca ha creato al proprio interno unastruttura denominata UBI Comunitàcon lo scopo di sviluppare un nuovomodello di servizio distintivo rivoltoal vasto mondo del non profit ovverodell’associazionismo, del volontariato,degli enti ecclesiastici e religiosi e del-l’imprenditoria sociale. Questo per-corso triennale ci ha permesso di ac-quisire una positiva esperienza che ab-biamo messo a frutto per questo pro-getto con Aido. Ci siamo rivolti aun’Associazione con un radicamentoimportante sul territorio, che agisceper finalità encomiabili, condivisibili edi elevato valore etico. Con UBI Co-munità ci proponiamo alle organiz-

zazioni del Terzo Settore con un ap-proccio dedicato e con l’ambizione diessere un partner di riferimento in gra-do di sostenerle ed accompagnarle nel-lo sviluppo delle loro attività. Voglia-mo creare insieme forme di collabo-razione e partnership di reciprocasoddisfazione che portino beneficireali al territorio. Ci sono cifre rag-guardevoli, già citate nel suo discor-so questa mattina: Aido è nata a Ber-gamo e si è poi diffusa in tutta Italia.Oggi rappresenta 1 milione 300 milaiscritti e di questi 360 mila nella solaLombardia. Una realtà che, come ap-pare in tutta evidenza, è di enorme ri-lievo. Con UBI Comunità abbiamoquindi attivato non solo un percorsobancario specifico ma anche relazio-nale. Innanzi tutto ci siamo voluti av-

vicinare ad un mondo variegato, quel-lo del Terzo Settore e del volontaria-to, con un approccio distintivo e per-sonalizzato che tenesse conto delle rea-li esigenze delle singole realtà cercandodi costruire un percorso di crescita co-mune. Negli ultimi anni abbiamo fat-to numerosi accordi con associazionidi rilevanza nazionale, senza trascurarepiccoli interventi locali. Riteniamodi aver introdotto in questo settore si-gnificative innovazioni come quella deisocial bond. Sono obbligazioni socia-li che UBI Banca o le Banche delGruppo emettono, nel rispetto dellanormativa vigente, a supporto di ini-ziative di elevato valore sociale e cheproponiamo ai nostri clienti. Questeobbligazioni offrono ai sottoscrittoriun rendimento di mercato e prevedo-P

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Con UBI Comunità ci proponiamo alleorganizzazioni del Terzo Settore con unapproccio dedicato e con l’ambizione di essere unpartner di riferimento in grado di sostenerle edaccompagnarle nello sviluppo delle loro attività.Vogliamo creare insieme forme di collaborazionee partnership di reciproca soddisfazione cheportino benefici reali al territorio.

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no che con l’importo rinveniente daititoli collocati il nostro Gruppo ero-ghi una liberalità a favore di un pro-getto promosso da un’organizzazionenon profit oppure eroghi un finanzia-mento a condizioni particolarmentecompetitive.Ad oggi sono cinquanta-sette i social bond emessi dal GruppoUBI Banca per una cifra importante diraccolta che ci ha consentito di erogareliberalità per quasi tre milioni di euroe stanziare finanziamenti per l’im-prenditoria sociale per circa 20 milionidi euro. Questo vuol dire portare sulterritorio un beneficio concreto gra-zie al coinvolgimento dei nostri clien-ti che, grazie alla loro scelta di sotto-scrivere i nostri social bond, hannoreso possibile l’erogazione di liberali-tà da parte del nostro Gruppo per un

importo così importante. Inoltre dagennaio prossimo introdurremo un’al-tra significativa innovazione in quan-to misureremo – tramite lo strumen-to dello SROI (Social Return On In-vestment) l’impatto sociale dei progettida noi sostenuti. Nell’ambito di UBIComunità abbiamo strutturato un’of-ferta commerciale articolata che pre-vede un’ampia gamma di prodotti eservizi a condizioni particolarmente fa-vorevoli. Attraverso i nostri atm (inpratica i bancomat) diamo visibilità ainiziative dell’ambito sociale. Attra-verso la funzionalità Bonifico Solida-rietà di QUI UBI, che è l’internet ban-king del nostro Gruppo, i nostri clien-ti sono in grado di scegliere tra le or-ganizzazioni registrate, quelle a cui ef-fettuare donazioni con esenzione del-

le commissioni. Credo che questiesempi siano la migliore dimostrazionedella volontà concreta di UBI Bancadi mantenere un forte collegamentocon le comunità dei territori di riferi-mento cercando di contribuire ad ini-ziative di interesse della società civi-le. Questo è il modo in cui facciamo“Banca per bene”: essere una banca vi-cina al territorio non solo nelle di-chiarazioni di intenti ma nella realtàdei fatti facendo del bene al territorio,alle persone e alle famiglie che ci vi-vono. Con Aido il Gruppo UBI Ban-ca affronta la prima esperienza conl’emissione della carta Enjoy perso-nalizzata con il logo di UBI Comuni-tà e di Aido in grande visibilità. At-traverso l’utilizzo di questa carta, di-stribuita dalle quattro banche operantiin Lombardia – Banca Popolare di Ber-gamo, Banco di Brescia, Banca Popo-lare Commercio e Industria e Banca diValle Camonica – gli associati di Aido,i dipendenti del gruppo e tutti i clien-ti che abbiano una sensibilità verso iltema della donazione e del trapiantodi organi potranno contribuire diret-tamente a sostenere i progetti del-l’Associazione. In un momento così dif-ficile come quello che stiamo attra-versando, segnato da una crisi non soloeconomica ma anche morale e socia-le, credo che la scelta di UBI Banca dicamminare a fianco di Aido, un’Asso-ciazione che spicca per l’impegno a so-stegno delle persone che soffrono,sia particolarmente significativo. Aidoè un punto fermo nella cultura deldono e UBI Banca è onorata di que-sta sinergia che permette di immagi-nare modalità di crescita attraversonuovi progetti che abbiano contenu-ti sociali ed etici importanti. Siamoconvinti che se vogliamo fare delbene non possiamo limitarci a parlarnema dobbiamo agire. E agire oggi”.Pozzi: È importante questa scelta dicampo della banca, perché decide di es-sere vicina alle persone che sono in dif-ficoltà e alle Associazioni non profitimpegnate nel sociale. Di questi tem-pi, con le istituzioni pubbliche semprepiù in difficoltà, smarrite e incapaci

In uno momento così difficile come quello che stiamo attraversando, segnato da una crisinon solo economica ma anche morale e sociale,

credo che la scelta di UBI Banca di camminare a fianco di Aido,

un’Associazione che spicca per l’impegno a sostegno delle persone che soffrono,

sia particolarmente significativo

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spesso di dare risposte, le Associazionidi volontariato sono un punto di ri-ferimento sussidiario e, addirittura, avolte, sostitutivo. Un altro esempio si-gnificativo è stata la nascita dellaBanca Etica; nella vostra iniziativadavvero molto ben organizzata, vedoquesto seme fondamentale della soli-darietà vera e dell’impegno socialeconcreto. Tramezzani: Proprio così. Come di-cevo, UBI Comunità per noi è un ap-proccio diverso, con contenuti valo-riali e non solo bancari, al mondo delnon profit laico e religioso. Lei ha giàben compreso che l’iniziativa della car-ta Enjoy Aido non è particolarmen-te significativa dal mero punto di vi-sta economico per il nostro Gruppo.Detto questo, preciso infatti che noinon solo puntiamo a questo segmen-to in termini di professionalità ma an-che di coinvolgimento etico. Fra il2012 e il 2013 tutti i nostri respon-sabili delle filiali del gruppo – stiamoparlando di circa 1800 persone –hanno partecipato a una o più giornateformative per acquisire la vera essenzadi UBI Comunità, per trasferire glielementi identitari che caratterizzanole diverse tipologie di organizzazio-ni non profit e di come il nostro Grup-po intende approcciare in ottica di par-tnership personalizzate questa realtà.All’interno della Capogruppo è statacreata una divisione commerciale,guidata dal dott. Guido Cisternino,che ha come mission creare valore perle organizzazioni non profit e che, incollaborazione con le nostre bancherete, ha formato i colleghi che sisono specializzati in questo segmen-to e che operano sul territorio per tra-smettere loro questa cultura e questomessaggio. Siamo infatti consapevo-li che non ci potremmo mai permet-tere di dialogare efficacemente conqueste realtà senza parlare il loro “lin-guaggio” e cogliere gli elementi di-stintivi, rimanendo strettamente sulterreno dell’attività bancaria. Le re-altà del non profit sia dal punto di vi-sta del credito che delle esigenze dioperatività corrente nonchè delle di-

verse tipologie di stakeholder, go-vernance e capacità di fare rete, sonoun mondo molto diverso dall’impre-sa for profit. Quindi anche su questoabbiamo fatto formazione, propo-nendo ad esempio modelli di valuta-zione del merito creditizio che consi-derano anche elementi quali-quanti-tativi caratteristici, in aggiunta aquelli utilizzati in via ordinaria. Nonnecessariamente ci rivolgiamo aigrandi nomi. Abbiamo il piacere dicollaborare sia con soggetti molto im-portanti, come ad esempio Aido, maanche con realtà più contenute, ma convalori sociali e legami territoriali al-trettanto significativi. Ricordo, adesempio, che uno dei primi socialbond emessi dal Gruppo nacque dal-l’esigenza, in provincia di Varese, di

acquistare un pulmino per il tra-sporto di bambini disabili. E con il no-stro “prodotto” questo pulmino èstato acquistato. Stiamo quindi par-lando di un modello che non è con-dizionato dalle dimensioni dell’in-terlocutore ma solo dalla validità,dalla concretezza del progetto e dal-la reputazione del soggetto propo-nente e dalla sua capacità di recepirei bisogni della rispettiva comunità diriferimento. Callioni: È molto interessante questoimpegno di UBI Banca nei confrontidi un territorio che non è pura enun-ciazione; è un territorio fatto di per-sone, di famiglie, di aziende, di asso-ciazioni. Ed è un posizionamentomolto interessante soprattutto intempi difficili come quelli che stiamo

Abbiamo il piacere di collaborare sia con soggettimolto importanti, come ad esempio Aido, ma anche con realtà più contenute, ma con valorisociali e legami territoriali altrettantosignificativi. Ricordo che uno dei primi socialbond emessi dal Gruppo nacque dall’esigenza, in provincia di Varese, di acquistare un pulminoper il trasporto di bambini disabili

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vivendo, con il sistema bancario vis-suto come una componente negativa,pronta ad abbandonare il campoquando famiglie o aziende vanno indifficoltà. Questo purtroppo è il rimando, sicu-ramente superficiale ma quotidiano, diun certo modo di fare comunicazione.Fra la gente c’è come la sensazione chela banca sia vicina quando c’è la pos-sibilità di fare buoni e sicuri guadagni.Molto meno vicina quando si tratta diassumersi il rischio di sostenere unapiccola realtà. È indubbio che il percorso di UBIBanca è un percorso eticamente di va-lore, ma più faticoso. Prendiamo peresempio l’accordo con Aido: si trattadi una proposta stupenda, che unisceil mondo dell’economia e della finan-

za a quello del volontariato e della cul-tura della donazione. Ma come puòavere successo? Solo con un grandelavoro sia della struttura della banca,sia dei dirigenti e degli associati del-l’Aido. E deve essere un lavoro di sen-sibilizzazione costante, attento, in-formato, efficace. Niente a che vede-re con i grossi guadagni fatti con igrandi investimenti. Tramezzani: Credo sia vero che nelpercepito comune il concetto di ban-ca non è facilmente accostabile al con-cetto “sociale”. Anzi, agli occhi dei piùprobabilmente stride. I fatti peròstanno dimostrando che noi lo fac-ciamo, oltre che con professionalità,anche con attenzione, sensibilità e ri-spetto. I nostri dirigenti al massimolivello ci hanno indicato un orizzon-

te preciso: UBI Banca deve essere ilprimo gruppo in Italia per qualità. Noidobbiamo, ripeto, fare banca per bene.I risultati si vedono. UBI Banca per iltema sociale è stata chiamata a par-tecipare ai lavori della task Force G8sulla finanza sociale e grazie ai socialbond ha ricevuto il Premio Naziona-le per l’innovazione 2013 (cosiddettoPremi dei Premi) direttamente dalPresidente della Repubblica. È a tut-ta evidenza un riconoscimento del-l’esperienza che abbiamo acquisito intermini di etica , solidarietà e finan-za a supporto del mondo non profit edei temi di interesse sociale. Di banche pronte ad offrire servizi fi-nanziari e bancari ce ne sono nume-rose. Non ho invece presente banchecommerciali come la nostra con un

orientamento così specializzato, ed inqualche misura originale, al mondo delnon profit; tale orientamento va oltrela semplice offerta di prodotti e ser-vizi in quanto si poggia, come accen-navo, sulla costruzione di vere e pro-prie partnership di reciproco interesseche possono anche prevedere la mes-sa a disposizione dei nostri canali fi-sici (cfr le filiali) e virtuali (cfr inter-net banking, sito web) o di strumen-ti di partecipazione e condivisione conil territorio, a supporto dell’attività diraccolta fondi effettuata dai soggettidell’economia civile. E questo è il risultato non solo dellanostra tradizione di banca popolarema anche di una diffusa attività di for-mazione e sensibilizzazione effettua-ta al nostro interno e dell’ascolto del

Credo sia vero che nel percepito comune il concetto di banca non è facilmente

accostabile al concetto “sociale”. Anzi, agli occhi dei più probabilmente stride.

I fatti però stanno dimostrando che noi lo facciamo,

oltre che con professionalità, anche con attenzione, sensibilità e rispetto

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territorio che ci ha portato ad inter-pretarne i bisogni più veri e profon-di. Lo stesso strumento del socialbond non è un’invenzione di questi ul-timi tempi. Nei Paesi anglosassoni giàera diffuso da tempo anche se con im-postazioni e finalità diverse, non fa-cilmente esportabili nel contesto ita-liano. Noi lo abbiamo portato in Ita-lia, adattato in modo pragmatico, edoggi possiamo affermare con un cer-to orgoglio di essere i leader in terminidi volumi ed impatti generati. Un altro esempio dell’originalità delnostro approccio è rappresentato da“Un giorno in dono“, iniziativa spe-rimentale che ha visto il coinvolgi-mento dei dipendenti delle banche edella società del nostro Gruppo ope-rative nella piazza di Milano come vo-

lontari per una giornata presso lestrutture di 11 organizzazioni nonprofit ed il sostegno economico alle ci-tate organizzazioni attraverso unaformula innovativa, in base alla qua-le i nostri dipendenti hanno svolto at-tività di volontario in un giorno di fe-rie, e l’azienda ha erogato alle orga-nizzazioni prescelte un contributo diimporto pari al valore medio di unagiornata lavorativa per ciascun pro-fessionista coinvolto. Il successo dell’iniziativa, rappresen-tato dall’adesione di 337 colleghi e dailoro riscontri entusiasti, ci ha porta-to a prevederne l’estensione nel 2015a tutti i principali capoluoghi di pro-vincia in cui è presente il Gruppo UBIBanca, con un bacino potenziale di ben17.000 dipendenti. Se quindi con il

modello di servizio UBI Comunità,UBI Banca sostiene il mondo delnon profit con servizi bancari e cre-ditizi per la gestione quotidiana, i pro-getti e gli investimenti, con questa ini-ziativa, in cui ad un contributo dellabanca si è aggiunto l’impegno diret-to di 337 dipendenti, abbiamo fattoquell’ulteriore “passo in più” che è unodei tratti distintivi del nostro modo difare banca.Oggi rilanciamo la partnership conAido con la carta di pagamento En-joy Aido che rappresenta un esempioinnovativo di collaborazione fra l’As-sociazione che in primis, in Italia, è im-pegnata nella diffusione della culturadella donazione e la nostra banca.Così, penso di poter dire, si porta nel-l’agire quotidiano la realizzazione

dei valori etici, restituendo al territorioquanto dal territorio alla banca èstato dato.Pozzi: In questo modo andate versoil futuro con un recupero dei valorifondamentali che hanno portato allanascita di questa banca: fra la gente,per la gente. Adesso dobbiamo lavo-rare intensamente per fare in modoche ovunque in Lombardia – dallegrandi città al più piccolo dei paesi –la gente sia messa in condizione di po-ter utilizzare questa carta EnjoyAido. All’orizzonte un potenziamen-to della cultura della donazione e perla riduzione delle liste d’attesa per iltrapianto.

Testi a cura di Leonio CallioniHa collaborato Leonida PozziFotografie di Paolo Seminati

Oggi rilanciamo la partnership con Aido con la cartadi pagamento Enjoy Aido che rappresenta un esempio innovativo di collaborazione fral’Associazione che in primis è impegnata nelladiffusione della cultura della donazione e la nostrabanca. Così si porta nell’agire quotidiano larealizzazione dei valori etici, restituendo al territorioquanto dal territorio alla banca è stato dato.

Da sinistra: Leonio Callioni, Guido Cisternino responsabileFunzione CMV Enti, Associazioni e Terzo Settore,

Leonida Pozzi e Riccardo Tramezzani

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Nonostante tanti progressidella medicina e della chi-rurgia del trapianto di or-gani, tessuti e cellule (chestanno dimostrando tutta la

loro eccezionale efficacia sia terapeuticache economica), nonostante gli sforzi diistituzioni e Aido, la lista d’attesa rimanemolto lunga. Troppo lunga; tant’è che an-cora centinaia di persone ogni annomuoiono mentre sono in attesa di un donoche non arriverà. Nel panorama politi-co non certo confortante di questi tempi,un’iniziativa della Regione Lombardiafa sperare che ci possa essere una scossanel fondamentale passaggio della espres-sione della volontà di donare (o di nondonare).Regione Lombardia ha approvato unadelibera di Giunta finalizzata a facili-tare e coordinare il compito dei Comunilombardi a utilizzare gli uffici Anagrafeper proporre una riflessione ai cittadiniche vi si recano o per la prima carta diidentità o per altre pratiche. Un passag-gio semplice e facilmente gestibile che po-trebbe dare grandi risultati, a patto chequesto progetto sia seguito con la dovu-ta attenzione sia dalle istituzioni chia-mate in causa, sia dall’Aido. Per illustrare meglio ai nostri lettori que-sta interessante iniziativa abbiamo in-contrato uno dei protagonisti della deli-bera, il dott. Vesconi, coordinatore re-gionale ai prelievi e ai trapianti di or-

gani. Una bella chiacchierata con un pro-fessionista seriamente e sinceramenteimpegnato a promuovere la diffusione del-la donazione e del trapianto di organi.

Pozzi: Il tema di come e dove si pos-sa esprimere il consenso o il dissen-so alla donazione degli organi è untema fondamentale in una nazione,come l’Italia, che ha 60 milioni di abi-tanti e meno di un milione e mezzodi donatori. Da tempo si stanno stu-diando, da parte di enti e associazio-ni, nuove modalità per fare un passoavanti in questa direzione e torna diattualità il momento di contatto fraente locale (Comune) e cittadino.Quando una persona maggiorenneentra in un ufficio comunale comel’Anagrafe, per svolgere alcune pra-tiche, si presenta l’occasione per pro-porre una riflessione sul tema delladonazione di organi. Nelle scorse set-

Sergio Vesconi: «Regione Lombardia

punta sui trapianti»Costituito un tavolo di lavoro

per facilitare la scelta dei cittadiniche si recano in Comune

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timane Regione Lombardia ha rag-giunto un importante risultato ap-provando in Giunta una delibera chedà le indicazioni affinché nei Comu-ni possa esserci il contatto decisivoper invitare le persone a decidere.Successivamente, tra Regione, Asl,Centro nazionale Trapianti e Aido èstato siglato un importante protocollod’intesa, che attribuisce con chia-rezza le competenze e gli interventiche i diversi enti e la nostra Asso-ciazione assumono con questo atto. Ilcoordinatore regionale ai prelievi e aitrapianti, dott. Vesconi, da noi già in-tervistato in passato su altre specifi-che tematiche, è stato uno dei prota-gonisti principali di questo nuovo im-portante passo.A quali risultati mira questo proto-collo d’intesa? Quale spinta può ve-nire dalla delibera di Giunta regio-nale?

Vesconi: Innanzi tutto il protocolloha il pregio di permettere un’allean-za fra i diversi partner previsti nel do-cumento, e inoltre di offrire un qua-dro di riferimento complessivo su chi,come, dove e quando operare per farein modo che i Comuni si organizzinoper ricevere l’espressione di volontàdei cittadini rispetto alla donazione.Ovviamente noi tutti auspichiamo chesiano tutte adesioni, ma è comunqueimportante che le persone si espri-mano. La delibera della Giunta re-gionale prende spunto da alcuneesperienze in altre realtà italiane,ma altri tentativi, in questi anni,sono stati fatti, con alterne fortune.Lavoreremo soprattutto sulla for-mazione degli operatori dell’anagra-fe perché questo è un passaggio fon-damentale. Poiché questi impiegati in-contrano quotidianamente i cittadi-ni, saranno chiamati a fare questa pro-

Il Cav. Leonida Pozzi, prima dell’intervista al Prof. Sergio Vesconi, firma il protocollo d’intesa con la Regione Lombardia

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posta (nel rispetto delle competenzee delle conoscenze). In Anagrafe do-vranno anche essere messi in condi-zione di indirizzare correttamente icittadini che avessero domande spe-cifiche da rivolgere o all’Aido, o alCentro nazionale trapianti, o al Co-ordinamento ai prelievi e ai trapian-ti. Ovviamente per approfondire sipuò accedere anche ai vari link, ai sitidelle istituzioni e della stessa Aido.Sulla formazione abbiamo comincia-to a indirizzarci ai Distretti delle Aslconsiderando che qui abbiamo l’in-terfaccia tra la parte sanitaria e la par-te amministrativa. Al Distretto d’al-tra parte fanno riferimento i singoliComuni che saranno chiamati in cau-sa in questa nuova iniziativa regio-

nale. Noi abbiamo fornito materialedidattico e quant’altro serva per or-ganizzare questi momenti formativiche sono stati programmati per i lu-nedì dello scorso mese di ottobre;Aido collabora alla formazione at-traverso la presenza di personaleesperto e in grado di dare un contri-buto costruttivo in modo da fornireun quadro complessivo ed esaurien-te. Si tratta di un contributo impor-tante perché la Regione si ponel’obiettivo di fare un’azione capillaresu tutto il territorio lombardo. Vedosolo una difficoltà: la sensibilizzazionedei Comuni che devono mettere a di-sposizione gli uffici Anagrafe. Sitratta di dare gli strumenti pratici perfare le cose al meglio, ma qui toccheràin particolare ad Anci che cercheràanche di favorire una razionalizza-zione degli incontri in modo da nondisperdere le energie in troppi piccolirivoli. Sono convinto che si tratti diuna strada interessante, che darà ri-sultati. Anci ha una grande poten-zialità di comunicazione e di contat-ti su tutti i Comuni della Regione. Eal Comune dobbiamo fare riferimen-to perché se non si attiva l’ente localerimaniamo fermi. Noi abbiamo datoil quadro generale di riferimento,gli strumenti, l’organizzazione dimassima. Il Comune deve ora fare tut-ti i passi necessari: deliberare inGiunta, scegliere il personale da in-caricare, adeguare il servizio infor-matico per il collegamento diretto conil Sit (Sistema informativo trapianti).Adesso è necessario che venga ema-nato al più presto il regolamento chepermette di attuare l’indirizzo re-

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gionale. In questo momento i Comuninon sono obbligati a fare quello cheè previsto dalla delibera, anche se inmolti si stanno muovendo e c’è tan-ta disponibilità a collaborare. Vo-gliamo augurarci che tutti gli attoriin campo facciano ora la loro parte perfar decollare questo progetto. Il Co-mune di Locate Triulzi, per esempio,ha già deliberato e aggiornato il pro-prio software per la gestione della car-ta di identità; in quell’occasione vie-ne registrata la volontà del cittadinoe, in caso positivo, inviata diretta-mente al Sit.Pozzi: Questa è una precisazionemolto opportuna: non si scrive nul-la sulla carta d’identità, perché que-sto non è possibile in quanto vietatoper legge. Che poi qualcuno abbia fat-to pensare che si possa registrare di-rettamente sulla carta d’identità èpurtroppo un fatto, ma in questocaso si tratta di vera e propria disin-formazione. Vesconi: Purtroppo su questo pas-saggio c’è stata una po’ di confusio-ne. E’ necessario perciò ricordareche la propria decisione - se essere di-sponibile per la donazione o no -, ilComune la registra al momento del-la consegna della carta d’identità, mache nulla viene scritto sulla stessa,pena l’annullamento della validitàdel documento magari proprio quan-do una persona deve recarsi all’este-ro.Pozzi: Su questo tema purtroppo c’ètroppa superficialità. Qualcuno, peresempio, è stato indotto a pensare chela frase “Sono un donatore” possa es-sere scritta sulla carta d’identità

elettronica. Ma non è così. Ad ogginon c’è possibilità di scrivere nulla suldocumento di identità. Infatti serveuna precisa indicazione di legge cheal momento non c’è. Quindi sgom-briamo subito il campo dagli equivoci:la disponibilità o la non disponibili-tà a donare non potrà essere scrittasulla carta d’identità dai funzionaridell’Anagrafe comunale. La consegnadel modulo da parte del cittadinomaggiorenne consente però l’imme-diata trascrizione della volontà al Site ciò mette le istituzioni (civili e sa-nitarie) nelle condizioni di avere le in-dicazioni precise senza dover passa-re dalla richiesta ai familiari qualoraci si trovasse di fronte alla morte diun potenziale donatore.

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cittadino di esercitare il diritto di esprimere la propria volontà in merito alla donazione degli organi;

Federsanità-ANCI, in base al proprio statuto, ha il compito di promuovere le migliori pratiche fra gli associati e servizi di interesse dei Comuni associati in raccordo con le confederazioni regionali;

ANCI Lombardia, in base al proprio statuto, oltre a promuovere la partecipazione degli Enti associati a forme di collaborazione e di coordinamento, promuove iniziative a favore dello sviluppo economico, sociale e di crescita culturale della comunità;

l’Associazione Italiana Donatori Organi – AIDO in base al proprio statuto promuove la cultura della donazione di organi, tessuti e cellulee provvede, per quanto di competenza, alla raccolta di dichiarazioni di volontà favorevoli alla donazione post mortem di organi, tessuti e cellule;

l’Associazione Nord Italia Transplant Program (NITp) ha per statuto tra i suoi obiettivi, quello di incrementare la quantità e la qualità dei prelievi e dei trapianti di organi, tessuti e cellule e di promuovere ogni iniziativa utile a sviluppare le attività di donazione, prelievo e trapianto, inclusa la donazione da vivente;

in seguito alle novità normative con cui il legislatore ha inteso mettere a disposizione del cittadino un ulteriore strumento e luogo per manifestare la volontà o il diniego a donare gli organi post mortem, individuando la carta di identità tra le altre modalità già previste dalla legge n. 91/1999 e dai decreti attuativi della stessa, sono necessarie ulteriori azioni di informazione, sensibilizzazione e formazione per contribuire sul territorio regionale, alla piena attuazione del dettato normativo;

TRA

REGIONE LOMBARDIA (di seguito Regione) con sede legale in Milano, piazza Città di Lombardia n. 1, rappresentata dal Vicepresidente della Giunta regionale e Assessore alla Salute, dr. Mario Mantovani

E CENTRO NAZIONALE PER I TRAPIANTI (di seguito CNT) con sede legale in Roma, Viale Regina Elena, 299, rappresentato dal Direttore, dr. Alessandro Nanni Costa

E

FEDERSANITA’ - ANCI LOMBARDIA con sede legale in Milano, Piazza Duomo, 21 rappresentata dal Presidente, dr. Antonio Mobilia

E

ASSOCIAZIONE NAZIONALE COMUNI ITALIANI - ANCI LOMBARDIA con sede legale in Milano, Piazza Duomo 21, rappresentata dal Presidente, dr. Attilio Fontana

E

ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LA DONAZIONE DI ORGANI, TESSUTI E CELLULE – AIDO con sede legale in Bergamo, Via Borgo Palazzo 90, rappresentata dal Presidente, cav. Leonida Pozzi

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Vesconi: Purtroppo girano anche inyou tube informazioni date da espo-nenti autorevoli del mondo medico etrapiantologico, che inducono in er-rore, facendo pensare ad una possibileiscrizione delle indicazioni sul docu-mento di identità. Ripeto, perché è im-portante fare chiarezza: non è così.Nulla si può aggiungere sulla carta diidentità rispetto ai dati anagrafici pre-visti dalla legge.Pozzi: Si chiarisce così che tre sarannole possibilità per esprimere un sìalla donazione: aderendo all’Aido,recandosi in Comune o all’Asl. Sia inComune che all’Asl il cittadino puòesprimere anche il proprio no alla do-nazione. Ciò verrà poi trascritto al Site quindi il sistema avrà acquisito chia-

ramente, senza dover tormentare i fa-migliari al momento del decesso, le in-dicazioni del cittadino stesso. Vesconi: Diverso è il discorso di chipuò fare sensibilizzazione affinchévenga presa per tempo una decisio-ne: che sia positiva o negativa, ma chesia presa. In provincia di Pavia peresempio un discreto numero di me-dici di famiglia raccolgono le espres-sioni di volontà, trasmettendole al-l’Asl dove si provvede alla trascrizioneal Sit. Pozzi: Non dimentichiamo che lanormativa prevede che i medici di fa-miglia (o di medicina generale, che èla stessa cosa) hanno fra i loro com-piti anche quello di sollecitarel’espressione di volontà da parte deiloro assistiti. Vesconi: Al contempo un discreto nu-mero di Comuni dell’Asl Monza-Brianza, in attesa del collegamento in-formatico diretto, raccolgono leespressioni di volontà e poi le con-segnano all’Asl. Ho saputo che Len-tate in qualche mese ha raccoltoquasi duecento consensi. Se pensia-mo che in dieci anni le Asl lombardehanno raccolto poco più di tremilaespressioni di volontà, capite cheanche queste poche centinaia in al-cune settimane segnano un cambio dipasso notevole. Pozzi: Se consideriamo che gli iscrit-ti Aido sono più di 360 mila arrivia-mo ad un rapporto fra tutte le Asl del-la Regione e l’Aido che non è nem-meno l’uno per cento. In pratica,mentre Aido raccoglieva 100 adesioni,l’Asl ne raccoglieva una.Vesconi: Da una parte questo rende

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ASSOCIAZIONE NORD ITALIAN TRANSPLANTprogram – NITp con sede legale in Milano, Via Francesco Sforza, n. 35 rappresentata dal Presidente dr. Massimo Cardillo

SI CONVIENE E SI STIPULA QUANTO SEGUE:

Art. 1 – Premesse Le premesse costituiscono parte integrante del presente Protocollo d’Intesa.

Art. 2 – Oggetto e Finalità Con il presente Protocollo d’Intesa Regione, CNT, Federsanità, ANCI Lombardia, AIDO e il NITp – dette anche le Parti – concordano sull’importanza della reciproca collaborazione per la promozione della cultura della donazione presso i cittadini lombardi attraverso la realizzazione del programma “Donare gli organi: una scelta in Comune”, secondo gli obiettivi e le modalità stabiliti dalla presente Intesa.

Art. 3 – Obiettivi Il programma “Donare gli organi: una scelta in Comune”, ha quale obiettivo principale, quello di contribuire sul territorio regionale, attraverso azioni e strumenti di sensibilizzazione, comunicazione, informazione e formazione, a dare la più ampia attuazione alla normativa che prevede che la carta d’identità possa contenere l'indicazione del consenso, ovvero del diniego della persona a cui si riferisce, a donare, post mortem, i propri organi e tessuti. In particolare, gli obiettivi specifici del progetto si declinano nei seguenti punti:

1) individuare i Comuni lombardi disponibili ad attivare il servizio di raccolta e registrazione della dichiarazione di volontà in materia di donazione di organi e tessuti, applicando la procedura sperimentata nelle amministrazioni comunali che hanno già attivato il servizio;

2) implementare la diffusione sul territorio regionale dei punti di raccolta e di registrazione della dichiarazione di volontà in materia di donazione di organi e tessuti presso gli Uffici Anagrafe comunali;

3) fornire il necessario supporto tecnico, formativo e informativo a sostegno delle Amministrazioni Comunali interessate ad aderire al progetto;

4) promuovere, presso i Comuni della Lombardia, la presenza di strumenti di informazione corretti ed esaustivi per sensibilizzare i cittadini sull’alto valore etico della donazione e fornire indicazioni utili alla decisione.

Art. 4 – Impegni delle parti Con la presente Intesa le Parti si impegnano a realizzare le seguenti azioni in relazione alle competenze istituzionali di ognuna, in particolare:

Regione si impegna a: assicurare il coordinamento delle attività relative al progetto in modo da garantire che i

soggetti coinvolti operino in modo integrato, sinergico e condiviso per il buon esito dell’iniziativa;

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merito all’Aido, che in Lombardia èdavvero una presenza eccezionale senon addirittura fondamentale. Dal-l’altra segna un sostanziale falli-mento del progetto donazione di or-gani presso le Asl. C’è molto da ri-pensare e la delibera di cui stiamo par-lando è il segnale che qualcosa si stamuovendo. Mi chiedo anche come mainon si valorizzi di più l’ufficio di scel-ta e revoca delle Asl, che è sempre pie-no di persone arrivate per la scelta oil cambio del medico. Il problema è laformazione del personale che, se nonpreparato, non sa esattamente cosa ri-spondere e quindi magari il cittadinoche chiede si sente dare risposte eva-sive che scoraggiano. La Regionevuole facilitare questo passaggio. Idati sono interessanti perché per-mettono di capire come si comportala gente; per esempio il fatto che il 40-45 per cento non ritiri nemmeno ilmodulo e quindi non dà una risposta. Pozzi: In provincia di Bergamo, dueanni fa circa, come Aido, abbiamo sot-toscritto un accordo con l’ospedale diriferimento, il Papa Giovanni XXIII,l’Asl e la Conferenza dei sindaci peruna campagna di sensibilizzazione inquesto senso, denominata “Sceglioggi”. Il percorso immaginato era lostesso: presso le Anagrafi si racco-glievano le espressioni di volontà, suapposito modulo, e poi queste sareb-bero state consegnate all’Asl. In più,in questo accordo in provincia di Ber-gamo, era prevista la presenza pres-so le Anagrafi dei moduli di iscrizio-ne all’Aido. In questo caso i modulisarebbero stati ritirati dai responsa-bili dell’Associazione. In realtà, pur

essendo un protocollo che ha precorsoi tempi, non ha dato i risultati che spe-ravamo. Sicuramente non hanno col-laborato i Comuni, dove i responsa-bili delle Anagrafi hanno tante re-sponsabilità e incombenze e hanno fa-ticato a recepire questo nuovo com-pito. Così come sicuramente eravamoforse troppo in anticipo sui tempi, per-ché se questa campagna fosse messain campo oggi, con il fondamentalesupporto della delibera regionale,avremmo avuto la possibilità di dareuna normativa di riferimento met-tendo tutti i responsabili delle Ana-grafe in condizioni di lavorare con lacertezza della legge. In questa si-tuazione non si può nemmeno parla-re di confronto dei dati perché i Co-P

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concorrere, attraverso le Aziende Sanitarie Locali, alle attività di formazione destinate agli operatori dei Servizi Comunali dell’Anagrafe;

concorrere alla diffusione di materiali informativi finalizzati ad una corretta ed esaustiva informazione ai cittadini lombardi sulle possibilità di donare, post mortem, gli organi e tessuti;

Federsanità si impegna a: mettere a disposizione del progetto le linee guida, le professionalità e le competenze

tecniche acquisite con la realizzazione del progetto CCM 2011 “La donazione di organi come tratto identitario”, sviluppato in collaborazione con la Regione Umbria;

ANCI Lombardia si impegna a:

individuare i Comuni lombardi disponibili ad aderire al progetto; diffondere presso i propri soci le buone pratiche che saranno sviluppate ed ogni

informazione utile ad estendere, sull’intero territorio regionale, le azioni progettuali;

AIDO si impegna a: collaborare alle attività di informazione/formazione promosse sul territorio dei Comuni

coinvolti nel progetto, anche attraverso la diffusione del materiale informativo; diffondere, nell’ambito territoriale dei Comuni coinvolti, l’informazione ai cittadini sulla

possibilità di dichiarare la propria manifestazione di volontà alla donazione di organi e tessuti anche presso gli Uffici Anagrafe del Comune;

CNT si impegna a:

collaborare alla definizione delle iniziative di comunicazione/informazione per sensibilizzare i cittadini sulla nuova opportunità di manifestazione della volontà alla donazione di organi e tessuti durante le procedure per il rilascio/rinnovo della carta di identità;

supportare i Comuni coinvolti nelle fasi di predisposizione dell’interconnessione e trasmissione dei dati dal sistema anagrafico comunale al Sistema Informativo Trapianti;

NITp si impegna a:

collaborare nei programmi di formazione e informazione. Le Parti, inoltre, si impegnano a mettere a disposizione la propria specifica competenza ed esperienza per la definizione dei contenuti:

1. del materiale informativo da diffondere negli Uffici Anagrafe dei Comuni che parteciperanno al programma;

2. del materiale da utilizzare negli eventi di formazione del personale dei Comuni coinvolti.

Art. 5 – Tavolo di Coordinamento Le Parti al fine di garantire che le attività in cui si declina il programma “Donare gli organi: una scelta in Comune” siano realizzate attraverso una costante integrazione e sinergie operative, si avvalgono di un Tavolo di Coordinamento che ha sede ed opera presso Regione – Direzione Generale Salute. Il Tavolo è composto da:

n. 2 rappresentanti di Regione; n. 1 rappresentante di Federsanità;

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muni si sono mossi con grande au-tonomia ma con altrettanta grandedisomogeneità. Con il risultato chel’enorme sforzo prodotto non hadato i risultati che ci si aspettava.Vesconi: Questo è lo scotto che sipaga ad essere troppo avanti. Spe-riamo che l’approvazione della deli-bera della Giunta regionale lombar-da dia l’avvio ad una nuova fase.Ora si deve attivare il tavolo di co-ordinamento dei partner che hannosottoscritto il protocollo. Attorno aquesto tavolo si stilerà un cronopro-gramma che permetterà di dare con-sistenza a questa idea del contatto deicittadini valorizzando il momento diaccesso agli uffici comunali. Pur-troppo finora sui mezzi di comuni-

cazione non è stato dato grande ri-salto a questa iniziativa; quindi il ri-schio è che la gente quando arriva al-l’Anagrafe sia ancora all’oscuro di tut-to e finisca per non accettare di com-pilare il modulo. Poi ci sono altre mo-dalità per comunicare con i cittadini.In alcuni Comuni per esempio, quan-do si tratta di inviare la comunica-zione ai neodiciottenni si inserisce an-che una brochure che richiama allapossibilità di fare la scelta proprio inoccasione della consegna della cartad’identità. E’ sicuramente un’ottimainiziativa, che dà buoni risultati. Pozzi: Si porrà il problema del costo,per i Comuni, dell’aggiornamento delsistema informatico per potersi col-legare direttamente al Sit e provve-dere all’inserimento dei dati acquisi-ti all’Anagrafe con questa iniziativa.Vesconi: Sono costi comunque con-tenuti, perché il progetto prevede mo-dalità di intervento per evitare che iComuni debbano affrontare speseche, dati i tempi, non sono in gradodi sostenere. L’unico vero impegnodei Comuni sarà quello di trovarequalche ora (un paio d’ore al massi-mo) per la formazione del personale.Pozzi: Nel caso un cittadino, dopoaver fatto la scelta, cambiasse idea,può tornare in Comune?Vesconi: No. In questo caso deve an-dare all’Asl. Il Comune diventa, conquesta delibera Asl, un punto di ri-ferimento per una sensibilizzazione eper approfittare del contatto con lepersone. Ma dopo la registrazione ilsolo ente autorizzato a fare modificheè l’Asl. Pozzi: Prendiamo atto che le inten-zioni espresse con questa delibera econ questo protocollo d’intesa sonobuone, ma seguiamo passo passo ilcammino di questa nuova iniziativa af-finché non finisca, come purtroppo al-tre volte è capitato, in un nulla di fat-to. Aido sa di avere, in questo caso, unruolo importante e una grande re-sponsabilità.

Testi a cura di Leonio CallioniHa collaborato Leonida PozziFotografie di Paolo Seminati

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n. 1 rappresentante di ANCI; n. 1 rappresentanti di AIDO; n. 1 rappresentante del CNT; n. 1 rappresentante del NITp.

Il Tavolo è presieduto dal Direttore Generale della Direzione Generale Salute o da suo delegato. Fra i membri del Tavolo è individuato un Segretario. Ha compiti di indirizzo e coordinamento, è luogo di confronto, condivisione e integrazione per le finalità e gli obiettivi del progetto. Spetta al Tavolo la programmazione delle azioni progettuali attraverso la definizione di un Piano Operativo e del Cronoprogramma degli interventi. Inoltre, il Tavolo ha compiti di monitoraggio e verifica dell’andamento e degli esiti dell'iniziativa. Il Tavolo è convocato periodicamente dal Presidente per lo svolgimento dei suoi compiti istituzionali. Il Tavolo provvederà a fornire alle Amministrazioni comunali coinvolte nel progetto, un report periodico, redatto con il contributo delle parti.

Art. 6 – Durata Il presente Protocollo d’Intesa ha durata di due anni a far tempo dalla data della sua sottoscrizione.

Art. 7 – Pattuizioni finali Ciascuna Parte nelle svolgimento delle attività di propria competenza indicate nell’art. 4, si impegna a rispettare i termini e le modalità via via concordate nell’ambito delle riunioni del Tavolo di Coordinamento, di cui al precedente art. 5. Inoltre, le Parti si impegnano, ad attivare ogni opportuna iniziativa, nei limiti delle rispettive competenze e risorse, per la miglior riuscita del programma “Donare gli organi: una scelta in Comune”. I soggetti coinvolti a qualsiasi titolo nelle attività oggetto del presente Protocollo, si impegnano a mantenere la riservatezza in merito alle informazioni e ai dati di cui verranno in possesso in ragione delle attività condotte nell’ambito della presente Intesa nel più rigoroso rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali. Letto, confermato e sottoscritto Milano, ……………………………………..

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Quando una parte del tes-suto del nostro corpomuore, prevalentemen-te per l’arresto della ir-rorazione arteriosa e

quindi per interruzione dell’apporto diossigeno e materiali nutritivi, si parladi infarto. Si potrà quindi avere un in-farto del tessuto miocardico, del tessutocerebrale, dell’intestino, ecc.L’infarto miocardico rappresenta tut-tora una patologia assai frequentenella nostra popolazione generale siacome percentuale d’incidenza, 102.867nuovi casi nell’anno 2004, sia comemortalità, 44.000 nello stesso anno(mortalità che si verifica prevalente-

mente nel periodo precedente l’arrivoal pronto soccorso di un ospedale).Si tratta quindi di una vera e propriaemergenza sanitaria che da anni si cer-ca di prevenire e curare soprattutto in-centivando il ricovero ospedaliero pre-coce, entro le primissime ore dalla com-parsa della sintomatologia dolorosa. Ladiagnosi precoce entro le prime 6-8 oree le cure tempestive adeguate per-mettono non solo di limitare gli even-ti fatali dopo il ricovero ospedaliero ma,in un numero sempre maggiore di pa-zienti, il recupero di larghe parti del tes-suto miocardico a rischio e quindiuna funzione miocardica e cardiaca mi-gliore di quanto non si ottenesse con

L’infarto miocardico:come, quando, perché

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le terapie a disposizione fino agli anniOttanta..L’infarto miocardico come si è detto èquindi il risultato di una improvvisamancanza di arrivo del flusso sangui-gno arterioso in una parte di tessutocontrattile cardiaco a seguito della in-terruzione del flusso per chiusura di unramo più o meno importante del cir-colo coronarico arterioso da cui dipendela porzione di miocardio. La causa sca-tenante è data dalla formazione di un“tappo” a livello di un restringimentodi una parte della parete arteriosa co-ronarica placca. Questo può avvenire sia per rotturadella placca stessa o per la formazio-ne di un coagulo a livello di una plac-ca ulcerata. L’ostruzione quindi in-terrompe il normale rifornimento di os-sigeno e sostanze nutritizie ad una par-te più o meno estesa di miocardio, chequindi entra in sofferenza (ischemia).Solo se l’ostruzione è sufficientemen-te prolungata nel tempo il danno al tes-suto diventa irreversibile: si ha una verae propria morte del tessuto. Se il flus-so arterioso viene invece ripristinato,si calcola entro sei ore, il tessuto puòessere in qualche modo salvato e conquesto la ripresa della funzione con-trattile, dopo un periodo di stordi-mento.La causa prima di questa patologia èrappresentata dai processi ateroscle-rotici che colpiscono le pareti di un’ar-teria e nel caso specifico una arteria co-ronarica. Il processo aterosclerotico èlegato all’invecchiamento, quindi siparla di malattia di tipo degenerativo.Sulla effettiva comparsa di episodi diischemia cardiaca, cerebrale o degli artiinferiori, ecc., agiscono numerosi fat-tori favorenti, in parte non correggi-bili, ma nella maggioranza dei casi lar-gamente controllati dallo stile di vitadel soggetto. A questi si usa dare ilnome di fattori di rischio coronarico opiù in generale aterosclerotico.I fattori non correggibili sono rap-presentati dalla familiarità e dal sesso.È accertato che figli di genitori che han-no sofferto di una qualsiasi patologiaaterosclerotica sono predisposti a loro

volta ad incorrere in una patologiaischemica se non provvedono fin dal-l’infanzia a evitare quei comporta-menti ed abitudini alimentari, volut-tuarie, comportamentali che favori-scono l’insorgere di queste patologiedegenerative. Il sesso maschile è piùfrequentemente colpito da un infartomiocardico. Ovviamente sia per la fa-miliarità che per il sesso non possiamointervenire; nessuno sceglie i propri ge-nitori e il proprio sesso. Molto invecepossiamo fare al riguardo dei fattori dirischio modificabile quali: il fumo di si-garetta, una alimentazione eccessiva eincongrua che favorisce non solo il so-vrappeso ma anche un aumento deigrassi del sangue (colesterolo LDL-tri-gliceridi), la vita sedentaria e poco at-

tiva. È anche molto importante con-trollare e curare al meglio alcune pa-tologie che possono favorire l’insorgeredi una ischemia e quindi l’infarto siamiocardico che cerebrale quali l’iper-tensione arteriosa e il diabete mellito.Solo una attenta cura di queste due pa-tologie aiuta ad evitare le complican-ze cardiache e cerebrali , ma anche agliarti inferiori, intestinali, spesso rapi-damente mortali.La prima manifestazione di un infar-to del miocardio è rappresentata dal do-lore precordiale, il più delle volte deltutto caratteristico e facilmente dia-gnosticabile. Il dolore compare di so-lito all’improvviso, è intenso, insop-portabile, duraturo localizzato nella re-

La prima manifestazione di un infarto del miocardioè rappresentata dal doloreprecordiale. Il dolorecompare di solitoall’improvviso, è intenso,insopportabile, duraturo,localizzato nella regionecardiaca (precordio) conuna irradiazione verso labase del collo e la spallasinistra.

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gione cardiaca (precordio) con una ir-radiazione verso la base del collo e laspalla sinistra. Si tratta di un dolore in-tenso, con sensazione di peso che in-duce a portarsi una mano sulla regio-ne precordiale come per difendersi daesso. Si accompagna a una sensazionedi ansia ed angoscia, talora sensazio-ne di respiro corto, sudorazione palli-da, talora irregolarità del battito car-diaco. Meno frequentemente, quandoè interessata la coronaria destra, il do-lore ha la sua sede principale alla par-te alta dell’addome, appena sotto losterno (epigastrio) e alla regione ster-nale bassa, tanto da far pensare ad undisturbo di “stomaco”, da cui è facil-mente distinguibile con la registrazionedi un elettrocardiogramma e il do-

saggio di alcuni enzimi del sangue. Nonsempre è individuabile una causa sca-tenante, anche se non infrequentementeuna forte emozione, uno sforzo im-provviso soprattutto isometrico, comequello di portare un grosso peso o spin-gere l’automobile, rappresentano unacircostanza ben individuata. La dia-gnosi di certezza si avrà con la regi-strazione di un elettrocardiogrammae il dosaggio di enzimi cardiaci il cuitasso ematico aumenta in caso diischemia acuta e necrosi del miocardio.In presenza di una sintomatologiadolorosa sospetta la prima cosa da fareè chiamare il centro delle emergenzee raggiungere un pronto soccorsoospedaliero attrezzato (unità corona-

rica) il più precocemente possibile e conun’assistenza adeguata. Con questastrategia si sono non solo ridotti no-tevolmente i tempi di ospedalizzazio-ne, diagnosi ed intervento terapeuticoin caso di infarto, ma soprattutto si èridotta in modo significativo la mor-talità pre-ospedaliera e intra-ospeda-liera. Ciò soprattutto a seguito dellestrategie proprie della cardiologia in-terventistica che permettono di salvarela vitalità del miocardio a condizioneche si giunga all’unità coronarica en-tro poche ore dall’inizio della sinto-matologia. Attualmente sia con la di-latazione coronarica, il cosiddetto pal-loncino (angioplastica), che il posizio-namento di particolari dispositivi chetengono l’arteria aperta (stents) sisono avuti dei risultati veramente sor-prendenti se paragonati a quelli che sipotevano ottenere nel periodo pre-an-gioplastica.Questo per quanto riguarda l’insorgeredi un infarto miocardico, ma tutti noipossiamo prevenire l’insorgenza diquesta patologia con una fattiva azio-ne di prevenzione da attuare sin dal-l’infanzia e dalla giovinezza. Quandovedo dei ragazzini fumare, fare vita se-dentaria, mangiare in modo irrazionale,abusare di bevande e cibi altamenteenergetici e irrazionali dal punto di vi-sta nutrizionale mi sento “scoraggia-to” ed amareggiato. Quale sarà il de-stino sanitario di questi giovani che nonsempre accettano con senso di re-sponsabilità i consigli dati da genito-ri, insegnanti, educatori? Certo è chealcuni esempi non aiutano questi gio-vani ad assumere comportamenti ali-mentari sani, e di stile di vita in gene-re positivi. Mai come nel campo dellepatologie aterosclerotiche la preven-zione primaria si è dimostrata estre-mamente efficace non solo nell’impe-dire l’insorgenza di patologie chiara-mente importanti nei riguardi sia del-la salute che della durata di vita, ma an-che nel protrarre nel tempo ad età piùavanzate queste malattie nel caso cheil patrimonio genetico ricevuto dai ge-nitori sia sfavorevole.

Dott. Gaetano Bianchi

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“Mens sana in cor-pore sano” dice-vano gli antichi eavevano perfet-tamente ragione:

la salute del corpo e della mente sonostrettamente correlate, ne sono la di-mostrazione le malattie psicosomaticheche sono manifestazioni di un disagiopsichico. La salute del corpo, si perde piùfacilmente e/o non si apprezza senza la

salute della mente. Emozioni negative e mancanza di se-renità influiscono oltre che sul benes-sere anche sul rapporto con il cibo e sul-la scelta degli alimenti. Recuperarel’equilibrio emotivo e quello alimenta-re è più facile, se avviene con un percorsograduale di cambiamento nello stile divita e nell’atteggiamento mentale.

EQUILIBRIO ALIMENTARE ED EQUILIBRIO MENTALE:

LA DIETA DEL MONACO BUDDISTAUn programma alimentare che concilia l’etica

e le abitudini orientali buddiste con la visione e le ricette della tradizione mediterranea

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Il cibo che curaIl cibo può essere cura e può anche aiu-tare a cambiare la mente e recuperareil benessere e l’armonia.Secondo i principi della dietetica cine-se, giapponese e indiana, per stare benebisogna consumare alimenti con diversitipi di energie che, nell’insieme, armo-nizzino l’energia vitale. Per le filosofie orientali, la stessa Ener-gia che scorre in ogni essere vivente, go-verna l’universo, questa forza vitale, inGiappone viene chiamata Ki, in Cina Chio Qi e in India Prana. Anche per la me-dicina tibetana l’Energia è all’origine ditutte le cose e una dieta corretta è fon-damentale per ripristinare l’equilibrioenergetico perduto e allontanare lemalattie.La dietetica occidentale riconosce chegli alimenti forniscono energia indi-spensabile al corpo umano ma non ri-conosce al cibo proprietà metafisiche enon crede che gli alimenti possanoagire sulle forze che costituisconol’energia dell’universo. La dietetica oc-cidentale si basa sull’evidenza delleprove scientifiche e si basa sulle proprietànutrizionali degli alimenti ma in unacosa è fondamentalmente d’accordocon le medicine orientali: la dieta giu-sta è fondamentale per la prevenzionee la cura di moltissime malattie.

Cibo e religioneIl cibo è strettamente connesso con lareligione. Gli alimenti rappresentano ilmezzo di scambio tra l’uomo e l’am-biente e influenzano anche il cervello eil suo funzionamento, quindi, l’umore,il modo di vedere le cose e di interpre-tare la realtà.Secondo il buddismo, il cibo puo’ cam-biare e migliorare le persone e può in-fluenzarne lo spirito e, anche se non siè buddisti o maniaci della cucina orien-tale, è possibile imparare dal buddismole regole per mangiare meglio.

Buddismo e moderazioneIl buddismo è la filosofia della mode-razione della via di mezzo o via media,un percorso di moderazione lontano da-gli estremi di auto-indulgenza e auto-

mortificazione che parla anche di rettasussistenza, un modo di vivere equili-brato evitando gli eccessi.Un percorso di moderazione può esse-re anche un percorso di salute non lon-tano da quelle che sono le raccoman-dazioni dei nutrizionisti di non esage-rare con il cibo e di fare attività fisica.Coltivare un moderato stile di vita, aiu-ta a sentirsi meglio e vivere in armonia.

La cucina buddistaIl buddismo è diffuso oggi in tutto ilmondo ma esistono scuole diverse chevariano sul percorso e le pratiche da se-guire per raggiungere la liberazione dal-la sofferenza. Le variazioni riguardano anche la cu-cina e le abitudini alimentari dei monaciche hanno tradizioni diverse, secondoil luogo in cui si trovano (Cina, Giap-pone, Tibet, Thailandia, India o altroluogo).I monaci vivono in comunità e, indi-pendentemente dalla scuola e dal pae-se di appartenenza, sono tenuti a ri-spettare centinaia di regole e 10 precetti.Tra precetti e regole, quelli che in-fluenzano il comportamento alimenta-re sono i seguenti:1. non uccidere animali o pesci e,

quindi, non mangiarli2. non bere bevande alcoliche o be-

vande che influiscano sullo statomentale come caffè e altre bevandeeccitanti

3. non mangiare dopo mezzogiorno4. non mangiare, una volta terminato

il pasto 5. non conservare cibo per dopo pran-

zoI monaci buddisti non uccidono per man-giare e, quindi, non cacciano, non pescanoe non mangiano la carne o il pesce sel’animale è stato ucciso apposta perloro. I monaci non bevono alcolici e ne-anche caffè, redbull, e cocacola; non esa-gerano con le porzioni di cibo e non man-giano dopo una certa ora. In alcuni mo-nasteri i monaci non cucinano neanchema si alimentano esclusivamente con ilcibo ricavato dalle elemosine, mentre inaltri vi è un monaco, il tenzo, responsa-bile dei pasti della comunità. Compito del

Emozioni negativee mancanza diserenità influisconooltre che sul benessereanche sul rapporto conil cibo e sulla sceltadegli alimenti.Recuperarel’equilibrio emotivo equello alimentare èpiù facile, se avvienecon un percorsograduale dicambiamento nellostile di vita enell’atteggiamentomentale.

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terzo è offrire pasti che armonizzino seisapori e abbiano tre qualità. I sei sapo-ri sono: amaro, acido, dolce, salato, insi-pido e piccante e le tre qualità sono: leg-gero e flessibile; pulito e armonioso; co-scienzioso e accurato. Alla base della cu-cina buddista, quindi, oltre il riso, cibosemplice e comune offerto spesso in ele-mosina ai monaci, più che ingredientitroviamo regole di moderazione e pastiche, dovendo presentare tutti i sapori fon-damentali devono essere composti da ali-menti diversi, preparati e presentatinel rispetto delle condizioni igieniche econ cura: pasti sicuri, non monotoni edequilibrati, in perfetta sintonia con le re-gole di una buona alimentazione.

Il programma alimentareConciliare le abitudini alimentari delbuddismo con i ritmi di vita e gli ali-menti della nostra tradizione, è possi-bile con un programma alimentareche concili l’etica e le abitudini orientalibuddiste con la visione e le ricette delmediterraneo.

Prima FaseTROVARE LA VIA DI MEZZO

E SVILUPPARE LA CONSAPEVOLEZZA

* Prepararsi al cambiamentoBisogna prepararsi a uno stile di vitae un’alimentazione che favorisca il la-voro della mente e modifichi i pensieri

e il comportamento, eliminando imalsani e indesiderabili stati d’animo.È necessario anche accettare il fattoche il cambiamento avverrà un po’ allavolta e ci saranno dei momenti in cuivecchie e nuove abitudini coesiste-ranno oppure potrebbe succedereche non riusciremo a liberarci di al-cuni nostri atteggiamenti, anche sba-gliati. Accettare la contraddizione dei nostriatteggiamenti è fondamentale ed èfondamentale tollerarla e superarlasenza tentare di risolverla. Nella suastessa essenza la vita è contraddizio-ne, e la flessibilità di tollerare e assi-milare la contraddizione senza essernebattuti né tentare di risolverla è la no-stra forza.

* Accettare la contraddizionePer iniziare, è importante, dunque,modificare le cattive abitudini e lo sti-le di vita in modo graduale, senza stra-volgerle completamente.Quando arriva il momento di decideredi cambiare lo stile di vita, basta farepiccoli passi per volta. Non è questionedi tutto o niente, anche un piccolocambiamento delle abitudini di vita,può portare grandi risultati. Bisognaimparare ad essere indulgenti con sestessi altrimenti la frustrazione di nonraggiungere il risultato prefissato,potrebbe prendere il sopravvento e va-nificare tutti gli sforzi fatti fino a quelmomento.

Seconda FaseCAMBIARE L’ALIMENTAZIONE

PER CAMBIARE LO SPIRITO

Sono 5 i precetti o le regole buddiste cheriguardano il comportamento alimen-tare e ci sono sembrate utili da segui-re, analizziamoli uno alla volta.

1. non uccidere animali o pesci e, quindi, nonmangiarli

Rinunciate a carne, salumi, pesce, esostituiteli nella vostra alimenta-zione con altri alimenti proteicicome i latticini, le uova (ne potetemangiare fino a 4 alla settimana), le-gumi e frutta secca, rispettando leporzioni indicative della tabella, ma

Alla base della cucinabuddista, quindi, oltre il

riso, cibo semplice ecomune offerto spesso in

elemosina ai monaci, piùche ingredienti troviamoregole di moderazione e

pasti che, dovendopresentare tutti

i sapori fondamentali

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non diventate maniacali. Se nonavete causato la morte o la sofferen-za dell’animale potete mangiarlo,quindi se non avete acquistato voipersonalmente o avete ordinato l’ac-quisto di carne e pesce potete man-giarne. Godevi pure, ogni tanto, unpranzo con parenti e amici, senza tor-mentare la padrona di casa con ri-chieste di dettagliata descrizionedella ricetta di ogni piatto.

2. non bere bevande alcoliche o bevande cheinfluiscano sullo stato mentale come caffè ealtre bevande eccitanti

L’alcol non è una sostanza indi-spensabile per il corpo umano, e, se as-sunto smodatamente, può danneg-giare l’organismo. L’alcol induce di-pendenza e i buddisti lo escludono ca-tegoricamente dalla loro dieta, insie-me al caffè e alle altre sostanze ecci-tanti. Il caffè contiene caffeina e fa par-te degli alimenti nervini, che in-fluenzano il sistema nervoso, anche iltè contiene caffeina ma il suo effettosul sistema nervoso non è lo stesso.Provate a sostituire il caffè con il tè evi accorgerete della differenza.

3. non mangiare dopo mezzogiornoAnticamente i monaci buddisti do-vevano astenersi dal mangiare dopomezzogiorno. I monaci si alzavano almattino prestissimo e andavano a dor-mire la sera molto presto e così ave-vano tempo di fare 2 pasti: colazionee pranzo. Adattando questa regola ai nostrigiorni e al nostro stile di vita che ciporta a svegliarci più tardi e andarea dormire più tardi ancora, potrem-mo consigliare di fare 3 pasti e nonmangiare dopo le 19.Una delle abitudini alimentari sba-gliate è quella di cenare e andare a dor-mire subito o poco dopo.Per perdere peso, bisogna spendere piùenergia di quanta se ne consumi e an-dare a dormire fa spendere il minimodell’energia.Applicando la regola n. 3, riusciretea far trascorrere un giusto periodo ditempo tra la cena e il sonno nottur-

no: utilizzerete meglio l’energia e almattino vi sveglierete affamati, pron-ti per fare colazione.

4. non mangiare, una volta terminato ilpasto

Continuare a cercare cibo anche unavolta che si è finito di mangiare, è unapessima abitudine. Bisogna mangiare lentamente e, unavolta finito il pasto, lavarsi i denti e nonconsumare più alimenti fino al pastosuccessivo. Avere delle regole e ri-spettare gli orari dei pasti, aiuta a ri-conquistare i giusti ritmi del corpo edella mente.

5. non conservare cibo per dopo pranzoRimanere seduti a tavola anche dopoaver finito, porta a continuare a man-giare più di quanto non si abbia bi-sogno. Dopo aver mangiato, sparec-chiate subito e riponete tutti gli avan-zi per non avere la tentazione dimangiarli più tardi.

Terza faseSCEGLIERE ALIMENTI DIVERSI

Un programma alimentare deve esse-re adatto alle esigenze di ognuno, varioe che permetta di sentirsi bene nel cor-po e nello spirito.Non basta limitare o eliminare dalla die-ta la carne e i salumi per mangiare sano.Molti prodotti alimentari senza ingre-dienti animali contengono comunqueadditivi e non tutti i grassi vegetali sonosalutari come l’olio di oliva extravergine.Tra i grassi vegetali ci sono anche l’oliodi palma e cocco, ricchi di grassi satu-ri e ci sono anche i grassi trans, colpe-voli, come i saturi di aumentare il rischiocardiovascolare. I monaci buddisti mangiano alimenti na-turali, non prodotti dell’industria pie-ni di additivi, impariamo a farlo anchenoi e/o impariamo a leggere le etichette.

Cristina Grande

Per curiosità e altre informazioni informazioni si consiglia di consultare:

«La dieta del monaco buddista»di Cristina Grande e Federico Vignati

Ed. Giunti

un esempiodi menùAvvertenze* Bere molta acqua ai pasti edurante la giornata* Masticare lentamente* Non piluccare tra un pasto el’altro* Non saltare i pasti* Usare olio di oliva extravergineper condire

ColazioneYogurt magro (150 ml); fiocchid’avena (20 g); un frutto (200 g); 3 noci

Pranzofarro con carciofi e ceci,preparato con ceci e farro cottiin acqua leggermente salata concipolla a fette, prezzemolo ecarciofi a pezzi; insalata;mandaranci¸ pane di segale;acqua.

Cenaminestrone di verdure e riso;una omelette, preparata con unuovo e zucchine; kiwi; pane disegale; acqua.

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Il valore del dono, quale gesto disinteressato di pura solida-rietà e vicinanza verso chi è meno fortunato, è così preziosoe necessario che va ravvivato e incentivato quanto più pos-sibile, dentro ogni iniziativa e attività. E si deve cominciaredalle fasce d’età più giovani: anche dai bambini della scuolaprimaria. Parlare loro di quell’ambito particolare del donareche è la donazione d’organi, di cui si fa promotrice l’Aido, po-trebbe apparire prematuro, poco indicato o quantomenoarduo, essendo l’argomento “lontano” dal loro immaginarioe di difficile comprensione.Trapianti, prelievi, organi, tessuti, liste d’attesa, consenso, re-quisiti d’idoneità... concetti impegnativi per i bambini di que-st’età, che però possono passare, e persino interessarli ecoinvolgerli se il mezzo utilizzato è quello che più si addiceloro: la pittura. Lì l’espressività libera e spontanea è prota-gonista, da lì ogni bambino fa uscire il suo personale “sensodel dono”, dell’amare o del voler bene, del sentirsi vicino odell’ avere a cuore una sofferenza altrui.I disegni che hanno abbellito la nostra chiesa vecchia sabato5 e domenica 6 aprile, hanno voluto dire come bambini daisei ai dieci anni hanno pensato e dato forma alle loro diversesensibilità, aiutati e incoraggiati dai loro insegnanti.L’iniziativa, nuova e originale, ha coinvolto le scuole prima-rie di Berbenno, Ponte Giurino, Almè, Villa d’Almè, Cepino, S.Omobono Terme, Paladina e Costa Imagna. L’idea è stata

quella di lasciare campo libero alla vena artistica deglialunni, che hanno interpretato a modo loro il senso del do-nare, dopo che in classe sono stati informati dell’esistenzadelle Aido comunali e ne hanno conosciuto l’etica e il fine.Una giuria di esperti ha poi valutato e premiato tutte le com-posizioni e ha selezionato quelle che andranno ad accom-pagnare il logo Aido di ciascuno dei paesi partecipanti.La mostra ha avuto un ottimo riscontro e ha attirato un foltonumero di visitatori, che ne hanno apprezzato la cura del-l’allestimento e la fantasia dei lavori proposti dai bambini.Un momento particolare che si inserisce nel progetto del-l’Aido della zona 11, che punta a diffondere la cultura dellasolidarietà e della gratuità del dono, per sensibilizzare il mag-gior numero possibile di persone. Con la convinzione chesia buona cosa coltivare questi sentimenti già a partire dallefasce d’età più giovani, da cui verranno i possibili futuri do-natori.

Alberto Signorelli

«Dai valore alla vita»Un convegno ben riuscito

Una bella serata, con buona partecipazione di pubblico erelatori di alto profilo. Questo il bilancio dell’iniziativa delGruppo comunale Aido di Castelverde (Cremona), che haproposto il convegno “Dai valore alla vita”. Al convegno, ospi-tato nella sala Fabrizio de André del Centro culturale Agorà,erano presenti quali relatori il presidente del Nitp, dott. Mas-simo Cardillo, il coordinatore dei prelievi dell’ospedale di Cre-mona, dott. Alberto Bonvecchio, l’avvocato civilista del forodi Cremona, dott.sa Marialuisa D’Ambrosio, il presidente delGruppo comunale di Castelverde, dott. Francesco Pietro-grande, e il presidente Anto di Brescia, dott. Arturo Mascardi.Erano inoltre presenti il presidente della Sezione provincialeAido di Cremona, rag. Enrico Tavoni, tre persone trapiantatedel Gruppo Anto di Brescia, e il sindaco di Castelverde dott.saGraziella Locci.Dopo i saluti del sindaco e la proiezione del cortometrag-

gio “E la vita continua”, ha aperto la serata l’avv. MarialuisaD’Ambrosio proponendo un breve riassunto delle leggi inmateria di trapianti che si sono succedute nel tempo finoalla data odierna.Introdotto dal dott. Francesco Pietrogrande, ha preso la pa-rola il dott. Massimo Cardillo, presidente del NITp, il quale haillustrato il lavoro svolto dall’organizzazione che presiede eche ha competenza su un territorio di circa 18 milioni di abi-tanti. Ha ricordato i professori Sirchia e Malan, fondatori del-

Notizie dalle Sezioni

La pittura avvicina i bambinial tema della donazione

CASTELVERDE (CR)

BERGAMO ZONA 11

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l’organizzazione e ha reso noto ai presenti le modalità ope-rative dell’assegnazione degli organi prelevati agli aventi bi-sogno.Successivamente è intervenuto il dott. Alberto Bonvecchio,coordinatore dei prelievi dell’Ospedale di Cremona, il qualeha sottolineato il lavoro svolto dal reparto da lui diretto, haparlato delle difficoltà e delle soddisfazioni che contraddi-stinguono l’opera della sua équipe e di come siano dimi-nuite, almeno a Cremona, le opposizioni alle donazionirispetto al passato, pur restando ancora alte.Subito dopo è intervenuto il dott. Arturo Mascardi, Presi-dente Anto di Brescia, il quale ha portato la sua esperienzadi trapiantato di fegato, portando a conoscenza dei presentile sensazioni e gli stati d’animo che un trapiantato provaprima e dopo il trapianto. Ha inoltre presentato tre trapian-

tati di cui il primo, un medico, ha subìto due volte il trapiantodi fegato, il secondo il trapianto di cuore e il terzo il trapiantodi fegato. Il secondo e il terzo praticano tutt’ora ciclismo ago-nistico, tanto che il secondo è medaglia di bronzo ai recenticampionati europei per trapiantati mentre il terzo ha vintoin passato un campionato del mondo, sempre per trapian-tati, in Australia.È seguito il dibattito con domande molto pertinenti con iltema trattato a dimostrazione dell’interesse suscitato neipresenti, e i relatori hanno risposto con dovizia di particolariintegrando in questo modo gli interventi svolti in prece-denza.Al termine della riuscita serata alcune persone presentihanno formalizzato la loro adesione all’Aido.

Duilio Villa

Il calcio femminile sostienela cultura della donazione

Bella iniziativa del Gruppo Comunale Aido di Castiglioned’Adda che nell’ambito del 6° Torneo di calcetto a 5 femmi-nile, presso il Centro sportivo Aldo Spoldi, ha deciso di spon-sorizzare una squadra, fornendo alle ragazze T- shirt con illogo dell’Aido. La presidente Roberta Torresani e la vice pre-sidente Silvia Montini con questa iniziativa intendono dif-fondere la conoscenza dell’associazione AIDO e il valoredella donazione specialmente tra i giovani.Per questo ringraziamo vivamente le ragazze che compon-

gono la squadra: Anelli Stefania, Noli Anna, Cogni Eleonora,Mazza Rossella, Bruni Elena, Gatti Giulia, Quartieri Adelaide,Zaquini Paola, Bianchi Jennifer, Parenti Daria.

Notizie dalle Sezioni

CASTIGLIONE D’ADDA (LO)

Il 26 ottobre scorso tutto il paese di Galbiate ha parteci-pato ai festeggiamenti per l’anniversario del quarantesimoanno di costituzione del locale gruppo Aido. Una festa chenon è servita solo per ricordare, ma soprattutto per sotto-lineare che l’Aido è una benemerita Associazione che ge-nerosamente sa compiere del bene in modo concreto. Èstata un’occasione per dimostrare che la solidarietà esistee non ha frontiere. La giornata si è aperta alla presenza dei tanti labari dellaprovincia di Lecco che si sono uniti ai gagliardetti delle as-sociazioni di Galbiate per partecipare alla Santa Messa ac-compagnata da un suggestivo coro Gospel.Accompagnato dalle note musicali della banda locale ilcorteo ha poi raggiunto il cimitero, dove è sato reso omag-gio al fondatore del Gruppo, Rino Tentori, al presidente na-zionale avv. Piergaetano Bellan, ai donatori galbiatesi.

Galbiate in festa per i 40 anni di vita del Gruppo Aido

GALBIATE (LC)

L’AVVOCATO PIERGAETANO BELLAN

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Prevenzione

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«Cammina con noi»: il messaggiodella donazione ha buone gambe

C’è un momento in cui iniziano le cose, magari percaso… ma sicuramente con tanta buona volontà.Prima di “Cammina con noi”, ogni seconda domenicadi settembre Avis e Aido insieme organizzavano la gitaai parchi, con le associazioni impegnate a regalare l’in-gresso ai bambini; così si passava una giornata spen-sierata insieme alle famiglie.Lo scorso anno da un’idea del nostro vice presidenteAlbino Sordi decidemmo di provare una manifesta-zione simile anche da noi a Gorgonzola. Abbiamoscelto la data, come punto di partenza la seconda do-menica di settembre e abbiamo coinvolto tutte le as-sociazioni di Piazza Giovanni XXIII che hanno aderito inmisura diversa, secondo le loro disponibilità. Alpini eCarabinieri in congedo, uniti ai Marinai ci hanno aiu-tato nei percorsi; la Cordata con i suoi ragazzi disabiliha aiutato ad un punto di ristoro. Gli Oss erano in ser-vizio con la loro ambulanza e un po’ di personale (poco,perché nel medesimo giorno avevano deciso la lorofesta). Mani tese con il suo camion ci aveva portatosedie e tavolo ad un ristoro. La Protezione civile aller-tata dalla Polizia locale ci ha aiutato nei punti di attra-versamento più critici.I nostri soci Avis e Aido avevano l’incarico dei ristori edel rinfresco finale. I due percorsi rispettivamente diKm 5 e 10 partivano e tornavano alla Casa di Riposo.Il personale infermieristico, insieme ai componenti diFarsi Prossimo avevano portato gli anziani in cortile perl’estrazione della lotteria con premi donati dagli spon-sor, per i partecipanti. E’ stato bello vederli coinvolti esentirli vicino, capire che per loro era una giornata di-versa. Di solito non scendono tutti in giardino. È passato un anno, abbiamo ripetuto l’iniziativa ed ag-giunto un percorso corto di un solo Km, il percorso“verde” studiato appositamente per chi ha problemimotori. Il gruppo della Cordata ha partecipato con unaventina di persone, la metà disabili. Ha ricevuto il pre-mio per il gruppo “più numeroso”, l’Ospedale ha ade-rito con il gruppo Shalom accompagnato da

un’educatrice e con grande piacere si è aggiunto allafine anche il gruppo della Casa di Andrea, dove sonoospitati alcuni profughi e persone in difficoltà econo-mica. La sorpresa più grande è stata l’adesione di nu-merosi ospiti della Casa di Riposo, accompagnati dafamiliari e volontari. Tutti in fila, con le spalle all’uscitapronti per attraversare il giardino come se si parteci-passe ad una grande corsa. Con i loro cappellini intesta…. appunto tutti pronti per uscire e fare anche ungiretto nel parco cittadino e nel centro città. Qualcunosi è emozionato vedendo la propria casa dopo anni e iloro ricordi sono affiorati vividi… io facevo, io. Al ri-torno nonna Pina, un’anziana arzilla ultracentenaria102 anni per l’appunto, ha estratto i nominativi vincentie ricevuto il dono riservato alla persona più anziana.L’unico bimbo piccolissimo presente ha avuto il regalodestinato per lui, una copertina che poteva diventaretappetino. Dietro tutto questo c’è il lavoro di tuttiquanti uniti, come le caselle di un puzzle che meravi-gliosamente si intrecciano e si sistemano da sole. Tu levedi le persone che portano avanti le cose e sono or-gogliose di aiutare, non posso fare nomi sono troppi.Un grazie sincero a tutti i collaboratori Avis e Aido e atutte le associazioni partecipanti. Esteso ai gruppi chesi sono iscritti, simpaticamente c’erano anche personedei gruppi di cammino da poco istituiti in città, a tutti icittadini che hanno creduto nell’iniziativa. La bella gior-nata ci ha favorito, speriamo di poter ripetere l’annoprossimo e cercare di migliorare con i suggerimenti chequalcuno gentilmente propone. Viva la solidarietà,l’unione e l’amicizia.

Giulia Beretta

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GORGONZOLA (MI)

Presso l’auditorium C. Golfari, il presidente regionale cav.Leonida Pozzi ha sottolineato i meriti dell’avv. Bellan du-rante il suo periodo di presidenza nazionale.Si sono poi susseguiti i saluti delle autorità, in particolare ilsindaco ha sottolineato i valori che l’Aido trasmette.Infine la presidente del Gruppo, Marcella Zanon, ha ricor-dato i 43 donatori di Galbiate e ha consegnato ai familiariuna targa ricordo.

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