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SPECIALE è DIFESA POMACEE SPERIMENTAZIONE CONDOTTA NELTIRENNIO 2011-2013 Reti multifunzionali efficaci contro la carpocapsa del pero *\L TRIENNIO 2011-2013 è stata valutata l'op- 111 portunità di impiegare le reti monofiia per il control- iii lo della carpocapsa del pero. Le reti hanno garantito " un efficace contenimento del carpofago con interes- santi effetti nei confronti dei danni da uccelli, da miridi. Inoltre, per le reti bianche è stata riscontrata una riduzione dell'umidità relati- va, aspetto positivo nel controllo delle malattie fungine. di Stefano Vergnani, Stefano Caruso L e strategie di difesa verso la carpocapsa sono radicalmente mutate negli ultimi anni a se- guito di problematiche di na- tura tecnico-legislativa. In particolare si menzionano la revisione comunita- ria dei prodotti fitosanitari, l'insorgen- za di resistenza ai più comuni insetti- cidi, la necessità di una riduzione degli input chimici, per questioni ambientali e selettività verso gli insetti utili, e la richiesta commerciale di prodotti con numero limitato di residui. Fra le tecniche alternative e i prodot- ti che si sono diffusi in questo ultimo decennio (virus della granulosi, con- fusione sessuale, ecc.) sono senza dub- bio da menzionare le reti anti-insetto. Le origini A partire dal 2005 si sviluppa in Francia un sistema noto con il nome di Alt'Carpo, una rete per il controllo della carpocapsa. Attualmente si conta- no più di 2.000 ha di meleti coperti con questi impianti (in particolare nelle aree più problematiche del Sud della Francia). Dopo i primi anni di collaudo e natura- li perplessità, la loro diffusione è stata particolarmente rapida: nel 2011, infat- ti, le superna non superavano i 300 ha. In Italia siamo attualmente a circa 400 ha soprattutto nelle regioni del Cen- tro-Nord, ma ci sono forti interessi an- TABELLA 1 - Distribuzione delle 4 aziende in prova Località Anno Sesto impianto i (m) | Altezza Porporana (FÉ) Casumaro (FÉ) San Matteo della Decima (BO) Bagno di Piano (BO) 1998 1988 2001 2000 4x1 4x2 4x2 4x2 4 4 4 4 che in alcune zone del Sud Italia per progetti mirati alla produzione indu- striale. Le prime sperimentazioni rea- lizzate in Emilia-Romagna con questo sistema risalgono al 2008, ma diverse al- tre esperienze sono state, da allora, por- tate avanti. Fra queste è da menzionare un progetto appena concluso (finanziato dalla legge 28/1998 della Regione Emi- lia-Romagna, progetti pre-competitivi) di durata triennale (2011-2013), coordi- nato dalla Coop. ortofrutticola Ovr di Cento (Ferrara), con la collaborazione del Consorzio fitosanitario di Modena, di Ergo Consulting, di Astra Innovazio- ne&Sviluppo e Crpv. La sperimenta- zione è stata realizzata su 4 impianti pilota di pero cv Abate Fétel (tabella 1) coperti con reti anti-insetto, in ciascu- no dei quali era presente un testimo- ne costituito da alcune file senza rete alcuna. La gestione dei frutteti è sta- ta realizzata in agricoltura biologica. Le deformazioni dei frutti causate da miridi vengono ridotte dall'uso delle reti Scelta della tipologia d'impianto II sistema prevede due tipologie fon- damentali: la copertura dell'intero ap- pezzamento secondo una schema che ricalca l'impianto antigrandine, a cui si aggiunge la chiusura del perimetro, e per questo indicato con il termine monoblocco; la copertura di ciascuna fila singolarmente e indipendentemen- te dalle altre, indicato in questo caso con il termine monofiia. È quest'ultimo sistema la vera in- novazione. Coprire ogni singola fila obbliga a una gestione differente e per certi versi più onerosa, ma nel contempo manifesta vantaggi tecni- ci nuovi da verificare e approfondire. Il monoblocco è stato escluso da que- sto progetto in quanto l'efficacia su carpocapsa non si è dimostrata com- pleta (sono necessari alcuni interven- ti insetticidi di supporto al metodo). Inoltre perché l'impatto sulle piante e sugli equilibri del frutteto sono para- gonabili agli impianti antigrandine di 33 L'Informatore Agrario 10/2015

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SPECIALE è DIFESA POMACEE

SPERIMENTAZIONE CONDOTTA NELTIRENNIO 2011-2013

Reti multifunzionali efficacicontro la carpocapsa del pero

*\L TRIENNIO 2011-2013 è stata valutata l'op-111 portunità di impiegare le reti monofiia per il control-iii lo della carpocapsa del pero. Le reti hanno garantito

" un efficace contenimento del carpofago con interes-santi effetti nei confronti dei danni da uccelli, da miridi. Inoltre, perle reti bianche è stata riscontrata una riduzione dell'umidità relati-va, aspetto positivo nel controllo delle malattie fungine.

di Stefano Vergnani,Stefano Caruso

L e strategie di difesa verso lacarpocapsa sono radicalmentemutate negli ultimi anni a se-guito di problematiche di na-

tura tecnico-legislativa. In particolaresi menzionano la revisione comunita-ria dei prodotti fitosanitari, l'insorgen-za di resistenza ai più comuni insetti-cidi, la necessità di una riduzione degliinput chimici, per questioni ambientalie selettività verso gli insetti utili, e larichiesta commerciale di prodotti connumero limitato di residui.

Fra le tecniche alternative e i prodot-ti che si sono diffusi in questo ultimodecennio (virus della granulosi, con-fusione sessuale, ecc.) sono senza dub-bio da menzionare le reti anti-insetto.

Le originiA partire dal 2005 si sviluppa in

Francia un sistema noto con il nomedi Alt'Carpo, una rete per il controllodella carpocapsa. Attualmente si conta-no più di 2.000 ha di meleti coperti conquesti impianti (in particolare nelle areepiù problematiche del Sud della Francia).Dopo i primi anni di collaudo e natura-li perplessità, la loro diffusione è stataparticolarmente rapida: nel 2011, infat-ti, le superna non superavano i 300 ha.

In Italia siamo attualmente a circa400 ha soprattutto nelle regioni del Cen-tro-Nord, ma ci sono forti interessi an-

TABELLA 1 - Distribuzionedelle 4 aziende in prova

LocalitàAnno Sesto

impianto i (m) |

Altezza

Porporana (FÉ)

Casumaro (FÉ)

San Matteodella Decima(BO)

Bagno di Piano(BO)

1998

1988

2001

2000

4 x 1

4 x 2

4 x 2

4 x 2

4

4

4

4

che in alcune zone del Sud Italia perprogetti mirati alla produzione indu-striale. Le prime sperimentazioni rea-lizzate in Emilia-Romagna con questosistema risalgono al 2008, ma diverse al-tre esperienze sono state, da allora, por-tate avanti. Fra queste è da menzionareun progetto appena concluso (finanziatodalla legge 28/1998 della Regione Emi-lia-Romagna, progetti pre-competitivi)di durata triennale (2011-2013), coordi-nato dalla Coop. ortofrutticola Ovr diCento (Ferrara), con la collaborazionedel Consorzio fitosanitario di Modena,di Ergo Consulting, di Astra Innovazio-ne&Sviluppo e Crpv. La sperimenta-zione è stata realizzata su 4 impiantipilota di pero cv Abate Fétel (tabella 1)coperti con reti anti-insetto, in ciascu-no dei quali era presente un testimo-ne costituito da alcune file senza retealcuna. La gestione dei frutteti è sta-ta realizzata in agricoltura biologica.

Le deformazioni dei frutti causateda miridi vengono ridotte dall'usodelle reti

Scelta della tipologiad'impianto

II sistema prevede due tipologie fon-damentali: la copertura dell'intero ap-pezzamento secondo una schema chericalca l'impianto antigrandine, a cuisi aggiunge la chiusura del perimetro,e per questo indicato con il terminemonoblocco; la copertura di ciascunafila singolarmente e indipendentemen-te dalle altre, indicato in questo casocon il termine monofiia.

È quest'ultimo sistema la vera in-novazione. Coprire ogni singola filaobbliga a una gestione differente eper certi versi più onerosa, ma nelcontempo manifesta vantaggi tecni-ci nuovi da verificare e approfondire.

Il monoblocco è stato escluso da que-sto progetto in quanto l'efficacia sucarpocapsa non si è dimostrata com-pleta (sono necessari alcuni interven-ti insetticidi di supporto al metodo).Inoltre perché l'impatto sulle piante esugli equilibri del frutteto sono para-gonabili agli impianti antigrandine di

33 L'Informatore Agrario • 10/2015

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SPECIALE i DIFESA POMACEE

Gli attacchi di metcalfa possono esserefavoriti dalle reti

cui abbiamo vasta esperienza e da cuisi differenzia pochissimo.

È invece all'interno dei monofila chesi ottengono risultati ottimali nei con-fronti della carpocapsa e si realizzaqualcosa di innovativo, che tuttaviaha richiesto specifiche indagini sulcomportamento delle piante, sul mi-croclima e in generale sulla biocenosiall'interno dell'ecosistema creato dallecoperture stesse.

Nelle sperimentazioni sono stateutilizzate due differenti colorazioni,bianco e nero, e due differenti dimen-sioni della maglia della rete (5,4 x 2,2mm e 7,4 x 3 mm, quest'ultima co-munemente utilizzata nelle reti an-tigrandine).

Sono pertanto stati confrontati cin-que modelli d'impianto:• rete bianca e maglia 4 x 4 (5,4 x 2,2 mm);• rete bianca e maglia antigrandine(7,4 x 3 mm);• rete nera e maglia 4 x 4 (5,4 x 2,2 mm);• rete nera e maglia antigrandine(7,4 x 3 mm);• testimone non coperto con applica-zione strategie di difesa biologiche ver-so carpocapsa.

La struttura, realizzata con pali dicemento, è stata poi completata conl'adozione di appositi elastici e relativeplacche di aggancio per allontanare larete dalle piante allo scopo di limitarele abrasioni ai frutti e i danni arrecatidalla grandine.

Sono stati utilizzati anche cavi dimateriale plastico che, agganciati al-la rete nella parte che termina a ter-ra, hanno aiutato a mantenere a terrala rete stessa.

TABELLA 2 - Influenza delle retisui frutti colpiti (%) da fìtofagi

Tesi

Controllo

Bianca 4 x 4

Bianca antigrandine

Car

poca

psa

9,8 a

1,3 b

0,3 b

Nera 4 x 4 ! 2,8 fa

fa*£

È Coc

cini

glia

S.J

osè

1,8 b 2,8 b

0,5 a 1,1 a

0,7 a 1 1,5 ab

1,3 ab

Nera antigrandine 1,4 b i 0,7 a

0,4 a

1,7 ab

A lettere diverse corrispondonodati statisticamente differenti per p < 0,05(test LSD).

Rispetto al testimone le reti hannogarantito un controllo della carpocapsa.

Modalità d'azionedelle reti

Le modalità d'azione delle reti si pos-sono sintetizzare in due punti:• le reti impediscono o minimizzanol'entrata di questo carpofago;• si riducono gli accoppiamenti degliindividui presenti all'interno delle re-ti ostacolando il richiamo esercitatodalla femmina nei confronti del ma-schio. In questa fase l'insetto predili-ge infatti la sommità della vegetazio-ne e la rete ostacolerebbe proprio talecomportamento.

Di fatto questi aspetti non sono an-cora pienamente chiariti. In Franciapresso l'Inra (Istituto nazionale dellaricerca agronomica) di Avignone so-no in corso indagini per spiegare l'in-fluenza delle reti sulla perturbazionedel comportamento della carpocapsa.Studi simili sono in essere presso il Di-partimento scienze agrarie (Area di en-tomologia) dell'Università di Bologna.

TABELLA 4 - Influenza delle retisui germogli colpiti (%) da fìtofagi

Tesi

Controllo

Bianca 4 x 4

Bianca antigrandine

9,0

7,8

8,1

Nera 4 x 4

Nera antigrandine

8,2

3,3

s i «~O i O>*!~ C

F

4,3

3,6 0,5 20,7

16,8

3,9 2,0 114,2

5,0 5,0 14,9

9,5 6,0 3,6 15,3

Le reti hanno determinatoun incremento dei danni da metcalfae tingide.

TABELLA 3 - Influenza delle retisui danni ai frutti (%) da uccellie abrasione della rete

Tesi

Controllo

Bianca 4 x 4

Bianca antigrandine

Da uccelli

1,8 b

0,0 a

0,0 a

Nera 4 x 4 i 0,0 a

Nera antigrandine 0,0 a

Da rete

0,0 a

6,5 e

2,9 ab

5,4 bc

2,3 ab

A lettere diverse corrispondonodati statisticamente differenti per p < 0,05(test LSD).

Le reti hanno effetti positivinel contenimento dei danni da uccelli.

Osservazionirealizzate

Oltre a verificare l'efficacia su carpo-capsa, sono stati effettuati diversi ri-lievi: sugli effetti collaterali relativi adavversità come ticchiolatura, macula-tura bruna, carpocapsa, psilla, cocci-niglia, ecc.; parametri microclimaticicome temperatura e umidità relati-va; sviluppo dei germogli; parametriqualitativi del frutto come gradi Brix,acidità, sovraccolore, gradevolezza ol-fattiva, ecc.; numero dei trattamentieffettuati, sia insetticidi sia fungici-di; caratteristiche della frutta raccol-ta e consegnata al magazzino di con-servazione.

I dati riportati sono espressi comemedia del triennio 2011-2013. A com-pletamento del lavoro è stata inoltreeffettuata una valutazione di costi ebenefici.

I dati elaborati sono stati sottopo-sti all'analisi della varianza (ANOVA)e le differenze delle medie confronta-te con il test LSD (p < 0,05).

Efficaciasu carpocapsa

ed effetti su altreavversità

I risultati ottenuti evidenziano, ol-tre all'efficacia nei confronti di car-pocapsa (in assenza di interventispecifici), anche effetti collaterali po-sitivi nei confronti dei danni da mi-ridi (tabella 2) e da uccelli (tabella 3),mentre si osserva un incremento de-gli attacchi di tingide (in particolarenelle reti bianche) e di metcalfa (nellarete nera) rispetto al controllo (tabella4). Per gli altri parametri non si so-no osservate differenze significative.

10/2015 • L'Informatore Agrario

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GRAFICO 1 - Media triennale di temperatura e umidità

Neraantigrandin

Nera 4x4Bianca

antigrandineBianco 4 x 4

Controllo

TemperaturaNera

antigrandin>Nera 4 x 4

BiancaantigrandineBianco 4 x 4

Controllo

O 5 10 15 20 25 30°C

Fascia oraria 7-20 del periodo maggio-agosto.

O 10 20 30 40 50 60 70 80

TABELLA 5 - Influenza delle retisulla lunghezza dei germogli

Tesi

Controllo

Bianca 4 x 4

Bianca antigrandine

Nera 4 x 4

Nera antigrandine

Lunghezzagermogli (cm)

53,1 ab

46,7 a

48,8 a

58,8 b

56,7 b

Le reti bianche sono in grado di alzare la temperatura abbassando l'umiditàrelativa, viceversa le reti nere.

care il microclima negli impianti mo-nofila. In particolare la rete biancatende a incrementare la temperatu-ra, e ad abbassare l'umidità relati-va, rispetto al frutteto senza rete. Inmaniera opposta si comporta la re-te nera. La maglia più piccola (4 x 4)contribuisce a incrementare i valoridi temperatura e a diminuire quellidell'umidità relativa.

Sviluppo dei germogliSotto le reti bianche sono stati ri-

scontrati i minori accrescimenti deigermogli, sia rispetto alle reti di colorenero sia rispetto al testimone (tabella 5).Anche in questo caso i dati sono la me-dia delle misurazione di fine stagionedei tre anni di osservazione.

Parametri sensorialie analitici

È stato possibile analizzare, grazie,al lavoro coordinato con il Laboratorioanalisi qualità di Astra e con il suppor-to di panel test, 19 parametri qualitati-vi. Nelle tabelle 6e7 sono stati riportatisolamente quelli statisticamente signi-

A lettere diverse corrispondonodati statisticamente differenti per p < 0,05(test LSD).

Le reti antinsetto deprimonola lunghezza dei germogli.

Parametrimicroclimatici

Sono stati applicati sensori per veri-ficare le principali caratteristiche mi-croclimatiche, in particolare tempera-tura e umidità relativa. I valori ottenuti(grafico 1), sono il risultato della mediadi tre anni nell'intervallo maggio-ago-sto nella fascia oraria 7-20.

Il colore della rete e la dimensionedella maglia sono in grado di modifi-

GRAFICO 2 - Riduzionedegli interventi fitosanitarieffettuati rispettoal testimone (media triennale)

-4-15

! Inset- ' Conf. ' Fungi- ' Utilizzoticidi sessuale cidi dell'ato-

mizzatoreInterventi

Complessivamente l'impiego delle retiha consentito una riduzione del 15%degli interventi effettuati.

ficativi. I parametri intensità olfattiva,dolce, acido, dolce/acido, astringenza,intensità aroma, consistenza, granulo-sità, gradevolezza olfattiva, gradevo-lezza gustativa e gradevolezza com-plessiva non hanno evidenziato dif-ferenze significative. Questi confrontiindicano alcune differenze legate so-prattutto al colore delle reti, mentreil contributo della dimensione dellamaglia appare inlnfluente.

Interventi fìtosanit ariL'analisi dei quaderni di campagna

ha evidenziato alcune differenze fra letesi coperte dalle reti e il testimone. Ilnumero di insetticidi è molto più bas-so nel frutteto con la rete, dove non èstata utilizzata neppure la confusionesessuale. La media dei tre anni, nellequattro aziende in esame, evidenziainoltre una diminuzione del numerodi interventi (passaggi dell'atomizza-tore) del 15% (grafico 2).

TABELLA 6 - Influenza delle reti suiparametri qualitativi rilevati in laboratorio

Tesi

ControlloBianca 4 x 4Bianca antigrandineNera 4 x 4Nera antigrandine

RSR (%}

15,8 b15,9 b15,8 b15,1 a15,1 a

pH

4,5 a4,5 bc4,5 afa4,6 d4,6 ed

Sostanzasecca (%)18,3 b18,3 b18,3 b17,3 a17,6 a

Durezza(kg/cm2)3,6 e3,3 bc3,5 e3,0 a3,3 b

RSR = residuo secco rifrattometrico.A lettere diverse corrispondono dati statisticamentedifferenti per p < 0,05 (test LSD).

TABELLA 7 - Influenza delle reti sui risultati panel test

Tesi

Controllo

Bianca 4 x 4

Bianca antigrandine

Nera 4 x 4

Nera antigrandine

SuccositàC)

4,8 A

4,8 A

4,7 A

5,4 B

5,0 A

Gradevolezzastruttura 0)

6,3 ab

6,2 a

6,2 a

6,5 b

6,3 ab

Sovraccolore(%)

14,6 b

15,5 b

15,9 b

4,7 a

7,6 a

(1) Scala da 1 a 9 dove 5 è il punteggio minimo di sufficienza A letterediverse corrispondono dati statisticamente differenti per p < 0,05 (test LSD).

Le diverse tipologie di reti hanno effetti differenti a seconda del parametro qualitativo considerato.

L'Informatore Agrario • 10/2015

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SPECIALE i DIFESA POMACEE

GRAFICO 3 - Influenza delle reti sviila produzione rispettoal testimone (media triennale)

Produzione rispetto al controllo

Neraantigrandine^

Nera 4 x 4

Biancaantigrandine

Bianco 4 x 4

antigrandineNera 4x4

Biancaantigrandine

Bianco 4x4

Controllo

Produzione di 1a •NercT

-12-10

La presenza delle reti ha un effetto positivo sulla pezzatura delle pere.

Influenzesulla produzione

Nel grafico 3 sono indicate le differen-ze percentuali delle quantità comples-sivamente raccolte nelle diverse tesicoperte dalle reti monofila rispetto altestimone. Anche in questo caso è piùimportante il colore rispetto alla di-mensione della maglia. Analizzandoinvece il risultato delle campionatu-re, appare evidente che la differenzarispetto al testimone viene realizzatadalla rete in sé e non dalla sua tipolo-gia. La percentuale di pere di la qualitàè maggiore sotto le reti indipendente-mente dalla tipologia di rete utilizzata.

Costi e benefìciNella tabella 8 sono riassunti i costi

rilevati nella realizzazione degli im-pianti, mentre nella tabella 9 sono evi-denziati i maggiori e minori costi regi-strati nella gestione ordinaria.

La collaborazione con la società Er-go Consulting ha permesso di realiz-zare una valutazione dei costi/benefi-ci fra le tesi coperte dalle reti e il frut-teto non coperto. Sono stati utilizzatii dati relativi ai costi di produzione edi gestione, le differenze produttivequali-quantitative, e tutto quello cheha determinato una differenza nellagestione economica fra il testimonesenza rete e le diverse tipologie di reteutilizzate. L'ambito è quello delle pro-duzioni biologiche. I parametri di valu-tazione utilizzati sono il valore attualenetto (VAN), il saggio di rendimentointerno (SRI) e il tempo di ritorno delcapitale (TRC).

In questo contesto è stata misuratala convenienza della tecnica dal pun-to di vista economico e le elaborazionieffettuate definiscono la capacità del

TABELLA 8 - Costi/ettarodi realizzazione dell'impianto i1)

Voci di costo Euro

Rete (2)

Altri materiali, installazionecompresa

8.100

10.500

Totale 18.600

(') Media dei quattro frutteti in prova.(2) Superficie rete utilizzata 22.500 m2.

TABELLA 9 - Costi/ettarodi gestione ordinariadell'impianto

Operazioni Euro

Maggiori costiApertura, chiusura e altro(60-70 ore manodopera)

+ 900

Maggiori risparmi

Insetticidi, assicurazione, ecc.

Differenza

-2.100

-1.200

Media dei quattro frutteti in prova.

sistema di ripagarsi e in quanto tem-po. Ipotizzando che la durata minimadelle reti sia di 10 anni, il grafico deltempo di ritorno del capitale (grajico 4)individua il limite di convenienzadell'investimento. Tale limite si tra-duce nell'incremento del valore dellaproduzione rispetto al testimone pa-ri all'8%. In termini assoluti, in baseai dati raccolti, 1.250 euro/ha. Si può

quindi avere un vantaggio economicose l'investimento è in grado di creareun aumento di valore della produzio-ne (maggiore produzione quantitativa,migliore qualità, maggiore quantità difrutta di prima categoria, minori costi,ecc.) pari almeno alla cifra indicata.

Per una valutazione positiva sullaredditività e sulla rischiosità dell'in-vestimento si ritiene che l'incremen-to di produzione realizzato con le retidebba raggiungere almeno il 15%, cor-rispondente a 2.300 euro/ha; in que-sto caso il tempo di ritorno del capi-tale è di 7 anni. Le reti bianche sonole uniche tipologie che rientrano neivalori minimi (tabella 10) anche se ilprofitto dell'investimento risulta ab-bastanza contenuto in termini assoluti(VAN), ma piuttosto elevato in terminidi rendimento del capitale (8,4%-ll,5%).

In sostanza la convenienza dell'in-vestimento pare strettamente legataa un miglioramento quali-quantita-tivo che, se supportato da adeguatestrategie commerciali e tecniche, po-trebbe trovare un soddisfacente ap-prezzamento sul mercato.

Un utile strumentodi protezione

Fin dal principio le reti anti-inset-to hanno suscitato grande interes-se per il contenimento molto efficacenei confronti di carpocapsa, insettochiave delle pomacee, estremamen-te dannoso e in grado di compromet-tere l'intero raccolto. Le osservazionirealizzate hanno mostrato anche altriaspetti positivi, magari non altrettan-to eclatanti, ma sicuramente utili allagestione del frutteto.

La barriera fisica, che potremmo de-finire «multifunzionale» rappresentaun'efficace sistema di protezione neiconfronti degli uccelli attirati dai fruttiprossima alla maturazione, dei miridiche sempre più spesso determinanodannose deformazioni e di tutti quegliinsetti a cui viene impedito il contattocon la pianta. È evidente che, almenoper il colore bianco, l'umidità relativa

TABELLA 10 - Parametri di redditività e di rischiosità

VAN

SRI

TRC

Bianca 4 x 4

8.293

11,5 (%)

7

Bianca antigrandine

5.096

8,4 (%)

8

Nera 4 x 4

-8.219

-8,0 (%)

>10

Nera antigrandine

-9.552

-10,3 (%)

>10

VAN = valore netto attuale; SRI = saggio di rendimento; TRC = tempo dì ritorno del capitale.

Solo le reti bianche consentono di avere un ritorno economico dall'investimento.

10/2015 • L'Informatore Agrario

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SPECIALE i DIFESA POMACEE

non aumenta sotto le reti, anzi ten-de a essere inferiore alla condizionesenza rete, e questo è sicuramenteun aspetto positivo nel controllo dellecrittogame. Viene da sé che il vantag-gio esiste se la rete è in grado di agevo-lare la circolazione dell'aria. In impian-ti con un buon grado di vigoria bisognaevitare che la rete comprima i germo-gli verso la pianta creando una paretedi foglie che impedisce da una parte laperfetta distribuzione degli antiparas-sitari e dall'altra la rapida evaporazio-ne della bagnatura fogliare. Per questaragione l'uso degli elastici per distan-ziare la rete dalla pianta, così comeutilizzati in questa sperimentazione,diventa importantissimo nei contestisopra esposti.

Il sistema svolge anche una prote-zione verso la grandine e la capacitàdi scaricarla facilmente e rapidamen-te verso terra dovrebbe garantire unamaggiore longevità alla rete stessa.Solo il tempo però confermerà o me-no questa ipotesi.

Insetti come psilla, afidi e metcalfa,che sono fitomizi molto noti nei frutte-ti di pero, hanno evidenziato una certavariabilità negli anni e fra le aziende.Come si evince dalle tabelle riassun-tive non è emerso nulla di particolarerispetto al testimone senza rete anchese la tendenza, confermata da osserva-zioni eseguite su un maggior numerodi aziende, evidenzia come tingide emetcalfa siano da ascrivere fra gli ef-fetti collaterali negativi del sistema,in particolare le reti di colore biancoenfatizzano questo aspetto.

Non sono stati mostrati dati relativi

GRAFICO 4 - Tempo di ritornodel capitale per l'adozionedelle reti anti-insetto

5 10 15Incremento di plv (%)

20

Esempio di rete mutifunzionale con elastici utilizzata nelle prove

Ipotizzando una durata delle retidi 10 anni, il limite di convenienzaè individuato in un incrementodella produzione lorda vendibile dell'8%.

a insetti utili come coccinelle, sirfidie antocoridi perché i valori riscontra-ti durante i rilievi erano molto bassiin tutte le tesi impedendo qualsiasideduzione.

Nel contesto delle produzioni biolo-giche, quello nel quale è stato svolto illavoro, le reti sono in grado di fornireuno strumento di protezione estrema-mente utile. Riuscire a controllare confacilità un carpofago come carpocap-sa è, per un agricoltore di un'aziendabiologica, un grandissimo aiuto. Sap-piamo poco invece di Cydia molestama dalle informazioni raccolte, siaper esperienza diretta sia attraversoaltri sperimentatori, la rete mononlaè in grado di ostacolare anche questocarpofago pur se in misura legger-mente inferiore.

I dati raccolti hanno aperto delle fi-nestre d'indagine su cui lavorare ulte-riormente. Le analisi di qualità eviden-ziano che le reti, in generale, non in-fluenzano le caratteristiche del fruttoma possono migliorarne la colorazione(rete bianca). Il colore delle reti, e la di-mensione della maglia insieme, con-dizionano il microclima e lo sviluppodei germogli. Sarebbe per questo op-portuno realizzare osservazioni ana-loghe con altri colori per sfruttarne lepotenzialità. Le produzioni realizzate ela loro qualità si amplificano nella ga-ranzia del raccolto che è chiaramenteun vantaggio per tutta la filiera.

Dal punto di vista economico, l'in-stallazione di questa struttura è sta-ta indagata in un contesto particola-re, quello biologico, e per un periodo

molto breve, tre anni. Sarebbe oppor-tuno estendere questo tipo di valuta-zione anche alla coltura convenziona-le del pero e per un periodo più lungo,in modo da avere una casistica megliorappresentata.

Le difficoltà sempre maggiori, anchea causa di nuove tipologia di insettiche si affacciano nel nostro panora-ma produttivo, l'aumento degli eventigrandinigeni e le temperature mediein aumento spingono a valutare conmaggiore interesse questo sistema diprotezione delle piante in grado di om-breggiare, di svolgere la funzione anti-grandine e di protezione verso alcuneavversità fitosanitarie.

Stefano VergnaniCoop Ortofruttìcola Valle del Reno

Cento (Ferrara)Stefano Caruso

Consorzio fìtosanitario dì Modena

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