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Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,50 Copia arretrata € 3,00 (diffusione e vendita 8-9 ottobre 2020) L ’O SSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO Unicuique suum Non praevalebunt Anno CLX n. 232 (48.556) giovedì 8 ottobre 2020 Città del Vaticano y(7HA3J1*QSSKKM( +"!#!"!z!} Conoscere per comprendere Udienza del Papa a Moneyval No all ’idolatria del denaro Un nuovo appello a destinare le spese per le ar- mi allo sviluppo dei Paesi e a reagire contro l’i- dolatria del denaro e la dittatura dell’economia nel discorso del Papa al Comitato di esperti del Consiglio d’Europa (Moneyval), ricevuti in Va- ticano nella mattina di giovedì 8 ottobre. PAGINA 8 Il Pontefice all ’Accademia delle scienze Soluzioni eque per uscire dalla crisi Soluzioni eque e inclusive per uscire dalla crisi provocata dalla pandemia da covid-19 sono sta- te auspicate da Francesco in un messaggio in inglese inviato ai partecipanti alla sessione ple- naria della Pontificia Accademia delle scienze, in corso dal 7 al 9 ottobre. PAGINA 8 Il presidente Mattarella conferisce la medaglia d’oro alla memoria Don Roberto e Willy, i volti dell’ Italia migliore ALLINTERNO Alba Dorata riconosciuta organizzazione criminale Sentenza storica in Grecia GI O VA N N I BENEDETTI A PA G I N A 4 Racconto. La parola dell’anno Contro la dittatura dell’ovvio ROBERTO ANDÒ A PA G I N A 10 Incontro alla Lateranense giovedì 15 ottobre Per rilanciare il patto educativo PAGINA 7 NOSTRE INFORMAZIONI PAGINA 7 POLIEDRO Quali sono le dimensioni reali di un fenomeno come quello dell’immigrazione in Italia che spesso viene dipinto come un’“invasione”? I nu- meri, per esempio, dicono il contrario. E non è l’unico luogo comune che viene sfatato nel Rap- porto presentato oggi a Roma. PAGINE 2 E 3 di GA E TA N O VALLINI E rano due persone come tante don Roberto Malgesini e Willy Mon- teiro Duarte. Eppure erano perso- ne speciali. Perché si può essere speciali in tanti modi semplicemente sce- gliendo come si decide di affrontare la vita. Si può decidere di stare a guardare, sempre, oppure di sporcarsi le mani, di fare qualcosa che dia un senso alle giornate. Quest’ultima può essere una scelta meditata, ma anche lo slancio istintivo di un momento che però te- stimonia di una coscienza non assopita. Don Roberto e Willy, diversi non solo per età e percorsi, hanno scelto di prendere po- sizione tra l’indifferenza e l’agire, accomu- nati infine da uno stesso tragico destino. Il primo, 51 anni, uno di quei preti di strada che spendono una parte importante del loro tempo fuori dalla parrocchia a ser- vire gli ultimi, è stato accoltellato a morte a Como da un immigrato con problemi psi- chici; uno dei tanti che assisteva ogni gior- no senza risparmiarsi e conscio dei rischi. Appena 21 anni il secondo, è stato massa- crato di botte da un branco di violenti a Colleferro per aver difeso un amico in una banale lite. Non erano certo eroi. Hanno fatto ciò che per loro era giusto. Ma in un mondo sempre più segnato da chiusure, paure, in- differenza, egoismo, il loro sacrificio ha un valore inestimabile che non può andare perduto. Lo sa bene il presidente della Re- pubblica, Sergio Mattarella, che ha deciso di conferire a ciascuno una medaglia d’oro al valor civile alla memoria. Non un sem- plice riconoscimento formale, ma l’indica- zione precisa di modelli da seguire. Nella motivazione il capo dello Stato sottolinea la «generosa e instancabile abne- gazione» con la quale don Malgesini «si è sempre prodigato, quale autentico inter- prete dei valori di solidarietà umana, nella cura degli ultimi e delle loro fragilità, of- frendo amorevole accoglienza e incessante sostegno... Luminoso esempio di uno straordinario messaggio di fratellanza e di un eccezionale impegno cristiano». Un im- pegno alto, riconosciuto anche da Papa Francesco, che lo aveva definito «testimo- ne della carità». Di Willy, giovane italiano di origini ca- poverdiane, Mattarella sottolinea l’«ecce- zionale slancio altruistico» e la «straordi- naria determinazione..., prova di spiccata sensibilità e di attenzione ai bisogni del prossimo»; un «luminoso esempio, anche per le giovani generazioni, di generosità, altruismo, coraggio e non comune senso ci- vico, spinti fino all’estremo sacrificio». I nomi di don Roberto e di Willy vanno così ad aggiungersi, sia pure in una pagina listata a lutto e che speriamo non debba ac- coglierne mai più altri, all’elenco di eroi ci- vili che il presidente Mattarella presenta ogni anno ai connazionali quali esempi di impegno sociale, di dedizione al bene co- mune e di testimonianza dei valori repub- blicani. Sono i volti di quell’Italia che sa of- frire il meglio di sé, fatta di persone comuni che spesso nel nascondimento si adopera- no ogni giorno con generosità in favore del prossimo nel bisogno. Senza distinzioni. OGNI GIOVEDÌ Oggi l’inserto dedicato al magistero di Papa Francesco: un appuntamento settimanale per rileggere parole e gesti Messaggio di Francesco Le donne protagoniste nella Chiesa «Attraverso l’ascolto e la premura che manife- stano verso i bisogni degli altri, e con la spicca- ta capacità di sostenere dinamiche di giustizia in un clima di “calore domestico”, nei diversi ambienti sociali in cui esse si trovano ad opera- re», le «donne sono protagoniste di una Chiesa in uscita». Lo ha sottolineato il Pontefice in un messaggio fatto pervenire alle partecipanti al seminario online (“webinar”), svoltosi nel po- meriggio di mercoledì 7 ottobre, su iniziativa della Consulta femminile del Pontificio Consi- glio della cultura. Tema dei lavori: «Le donne leggono Papa Francesco». PAGINA 7 L’immigrazione in Italia nel rapporto di Caritas e Migrantes

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Page 1: Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente ......del 2008, la crescita sproposi-tata di questa rete ha creato uno squilibrio nell’area di Schengen e nel sistema di asi-lo

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,50 Copia arretrata € 3,00 (diffusione e vendita 8-9 ottobre 2020)

L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO

Unicuique suum Non praevalebunt

Anno CLX n. 232 (48.556) giovedì 8 ottobre 2020Città del Vaticano

y(7HA

3J1*QS

SKKM(

+"!#!"!z

!}

C o n o s c e reper comprendere

Udienza del Papa a Moneyval

No all’idolatriadel denaro

Un nuovo appello a destinare le spese per le ar-mi allo sviluppo dei Paesi e a reagire contro l’i-dolatria del denaro e la dittatura dell’economianel discorso del Papa al Comitato di esperti delConsiglio d’Europa (Moneyval), ricevuti in Va-ticano nella mattina di giovedì 8 ottobre.

PAGINA 8

Il Pontefice all’Accademia delle scienze

Soluzioni equeper uscire dalla crisi

Soluzioni eque e inclusive per uscire dalla crisiprovocata dalla pandemia da covid-19 sono sta-te auspicate da Francesco in un messaggio ininglese inviato ai partecipanti alla sessione ple-naria della Pontificia Accademia delle scienze,in corso dal 7 al 9 ottobre.

PAGINA 8

Il presidente Mattarella conferisce la medaglia d’oro alla memoria

Don Roberto e Willy, i volti dell’Italia miglioreALL’INTERNO

Alba Dorata riconosciutaorganizzazione criminale

Sentenza storicain Grecia

GI O VA N N I BENEDETTI

A PA G I N A 4

Racconto. La parola dell’anno

Contro la dittaturadell’ovvio

ROBERTO ANDÒ

A PA G I N A 10

Incontro alla Lateranensegiovedì 15 ottobre

Per rilanciareil patto educativo

PAGINA 7

NOSTREINFORMAZIONI

PAGINA 7

POLIEDRO

Quali sono le dimensioni reali di un fenomenocome quello dell’immigrazione in Italia chespesso viene dipinto come un’“invasione”? I nu-meri, per esempio, dicono il contrario. E non èl’unico luogo comune che viene sfatato nel Rap-porto presentato oggi a Roma.

PAGINE 2 E 3

di GA E TA N O VALLINI

Erano due persone come tante donRoberto Malgesini e Willy Mon-teiro Duarte. Eppure erano perso-ne speciali. Perché si può essere

speciali in tanti modi semplicemente sce-gliendo come si decide di affrontare la vita.Si può decidere di stare a guardare, sempre,oppure di sporcarsi le mani, di fare qualcosache dia un senso alle giornate. Quest’ultimapuò essere una scelta meditata, ma anche loslancio istintivo di un momento che però te-stimonia di una coscienza non assopita.Don Roberto e Willy, diversi non solo peretà e percorsi, hanno scelto di prendere po-sizione tra l’indifferenza e l’agire, accomu-nati infine da uno stesso tragico destino.

Il primo, 51 anni, uno di quei preti distrada che spendono una parte importantedel loro tempo fuori dalla parrocchia a ser-vire gli ultimi, è stato accoltellato a morte aComo da un immigrato con problemi psi-chici; uno dei tanti che assisteva ogni gior-no senza risparmiarsi e conscio dei rischi.

Appena 21 anni il secondo, è stato massa-crato di botte da un branco di violenti aColleferro per aver difeso un amico in unabanale lite.

Non erano certo eroi. Hanno fatto ciòche per loro era giusto. Ma in un mondosempre più segnato da chiusure, paure, in-differenza, egoismo, il loro sacrificio ha unvalore inestimabile che non può andareperduto. Lo sa bene il presidente della Re-pubblica, Sergio Mattarella, che ha decisodi conferire a ciascuno una medaglia d’o roal valor civile alla memoria. Non un sem-plice riconoscimento formale, ma l’indica-zione precisa di modelli da seguire.

Nella motivazione il capo dello Statosottolinea la «generosa e instancabile abne-gazione» con la quale don Malgesini «si èsempre prodigato, quale autentico inter-prete dei valori di solidarietà umana, nellacura degli ultimi e delle loro fragilità, of-frendo amorevole accoglienza e incessantesostegno... Luminoso esempio di unostraordinario messaggio di fratellanza e diun eccezionale impegno cristiano». Un im-

pegno alto, riconosciuto anche da PapaFrancesco, che lo aveva definito «testimo-ne della carità».

Di Willy, giovane italiano di origini ca-poverdiane, Mattarella sottolinea l’«ecce-zionale slancio altruistico» e la «straordi-naria determinazione..., prova di spiccatasensibilità e di attenzione ai bisogni delprossimo»; un «luminoso esempio, ancheper le giovani generazioni, di generosità,altruismo, coraggio e non comune senso ci-vico, spinti fino all’estremo sacrificio».

I nomi di don Roberto e di Willy vannocosì ad aggiungersi, sia pure in una paginalistata a lutto e che speriamo non debba ac-coglierne mai più altri, all’elenco di eroi ci-vili che il presidente Mattarella presentaogni anno ai connazionali quali esempi diimpegno sociale, di dedizione al bene co-mune e di testimonianza dei valori repub-blicani. Sono i volti di quell’Italia che sa of-frire il meglio di sé, fatta di persone comuniche spesso nel nascondimento si adopera-no ogni giorno con generosità in favore delprossimo nel bisogno. Senza distinzioni.

OGNI GIOVEDÌ

Oggi l’insertodedicatoal magisterodi Papa Francesco:un appuntamentosettimanaleper rileggereparole e gesti

Messaggio di Francesco

Le donne protagonistenella Chiesa

«Attraverso l’ascolto e la premura che manife-stano verso i bisogni degli altri, e con la spicca-ta capacità di sostenere dinamiche di giustiziain un clima di “calore domestico”, nei diversiambienti sociali in cui esse si trovano ad opera-re», le «donne sono protagoniste di una Chiesain uscita». Lo ha sottolineato il Pontefice in unmessaggio fatto pervenire alle partecipanti alseminario online (“webinar”), svoltosi nel po-meriggio di mercoledì 7 ottobre, su iniziativadella Consulta femminile del Pontificio Consi-glio della cultura. Tema dei lavori: «Le donneleggono Papa Francesco».

PAGINA 7

L’immigrazione in Italia nel rapporto di Caritas e Migrantes

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 2 giovedì 8 ottobre 2020

Poliedro - L’immigrazione in Italia nel rapporto 2020 di Caritas e Migrantes

di ROSARIO CAPOMASI

Sono in numero minore rispet-to agli altri anni, la maggiorparte di religione cristiana, inmaggioranza ortodossi, e conun lavoro perlopiù poco quali-ficato, tantissimi hanno fattoricorso ai centri Caritas per unaumento di povertà dovuto alcovid ma senza che questo ab-bia portato a un parallelo au-mento dei reati che sono inve-ce diminuiti negli ultimi anni.Sono solo alcuni tratti dell’i-dentikit dei migranti cheemerge dai consistenti dati

contenuti nel 29º «Rapportoimmigrazione 2020 - Conosce-re per comprendere» elabora-to congiuntamente da Caritasitaliana e Fondazione Migran-tes, e presentato questa matti-na a Roma. All’evento sonointervenuti, tra gli altri, il re-sponsabile dell’Ufficio politi-che migratorie e protezione in-ternazionale di Caritas italia-na, Oliviero Forti, e il segreta-rio generale della Conferenzaepiscopale italiana, monsignorStefano Russo che nell’i n t ro -duzione al documento spiegacome esso rappresenti «un se-

gno di speranza per il nostromondo, poiché contribuiscealla crescita di una cultura piùmatura e meno guidata dapreconcetti, meno incline a di-fendersi e più aperta».

Nel dettaglio relativo allasituazione italiana, dopo averespresso soddisfazione per ilvia libera del Consiglio deiministri al decreto legge con-tenente disposizioni urgenti inmateria di immigrazione chemodificano i cosiddetti decretisicurezza, si precisa che a fron-te di una crescita mondiale deimovimenti migratori aumen-tata a dismisura negli ultimicinquant’anni, costituita da272 milioni di persone pari al3,5 per cento della popolazio-ne del pianeta, nella Penisolasi è registrata un’inversione ditendenza con minori arrivi,nascite e e acquisizioni di cit-tadinanza. I cittadini stranieriresidenti, compresi quelli co-munitari, sono 5.306.548, lamaggior parte dei quali è dinazionalità romena. Quasi tremilioni e mezzo invece i per-messi di soggiorno rilasciati inmaggior numero, circa 400mila, a originari del Marocco,i cui motivi confermano latendenza all’inserimento sta-bile, in quanto, in relazione al-la durata, la maggior parte diquesti documenti, il 62,3 percento del totale, è a lunga sca-denza. Ciononostante, precisail rapporto, lo scivolamentonell’infrazione è sempre in ag-guato. Diversi studi infattihanno fornito stime circa laconsistenza della componenteirregolare in Italia, oltre650.000 persone, sottolinean-do inoltre come i provvedi-menti di allontanamento dalterritorio nazionale continua-no a dimostrare di essere stru-menti insufficienti e dispen-diosi per la gestione di questofenomeno.

Per ciò che concerne l’ap-porto economico dei migranti,il dossier specifica come inItalia nel 2018 il loro contribu-to al Pil sia stato di 139 miliar-di di euro, pari al 9 per centodel totale. Nel mercato del la-voro si era registrata una cre-scita di occupazione dei citta-dini stranieri — due milioni emezzo circa, che rappresenta-no il 10,7 per cento degli occu-pati totali nel Paese — primadel drammatico impatto rap-presentato dalla diffusione delcovid-19 che ha provocato unacontrazione di impieghi e unsensibile aumento di coloroche non hanno né cercano unlavoro. E qui si lega stretta-mente il discorso che verte sul-la povertà, soprattutto quellaassoluta, la quale, affligge cir-ca un milione e quattrocento-mila non italiani fortementepenalizzati dalle conseguenzedel lockdown: in soli tre mesiCaritas italiana ha aiutato, in

diverse forme, 445.585 indi-genti, in media quasi tremilaassistiti per diocesi. Un nume-ro certamente preoccupante, èscritto nel rapporto, se pensia-mo che in situazione di nor-malità i centri di ascolto del-l’organizzazione ecclesialeaiutano, nel corso di un interoanno, circa 200 mila persone.Qui hanno ricevuto quel calo-re e quell’aiuto insegnato dal

Vangelo che loro ben conosco-no dato che la maggioranza, il54,1 per cento, riferiscono lecifre, è di religione cristiana (il29,3 per cento ortodossi). Sta-bili gli stranieri musulmani re-sidenti in Italia mentre sono174 mila quelli buddisti.

Il flagello della pandemianon ha però comportato graviripercussioni a livello medico-sanitario sui migranti: nell’a-

C o n o s c e reper comprendere

Gli immigrati in Italia sono in maggioranza cristianie alle prese con le nuove povertà dovute al covid-19

L’odissea di un ragazzo gambiano ospite di Casa Scalabrini 634

È finita a Roma la lunga corsa di Mamudou verso la libertà

Scuola, lavoro,casa, religioni: le

tante sfaccettaturedell’i m m i g ra z i o n e

in Italia e nelmondo

Per la riforma del Regolamento di Dublino

L’Europa in cercadi una strategia

Migranti in attesa di essere condotti al porto di Mytilene a Lesbo (Ansa)

ci dice — avevo trovato lavoroper otto mesi come facchino eaiuto cuoco in un albergo cheoggi ha chiuso. A causa delcoronavirus ho perso il mio la-voro e ora mi stanno aiutandoa trovare una nuova sistema-zione». A Casa Scalabrini 634sono una trentina gli ospiti etutti seguivano un programmadi semiautonomia. Questo si-gnifica che lavoravano, faceva-no la spesa, cucinavano e po-tevano seguire corsi di infor-matica, italiano, scuola guida,inglese e sartoria. «Ora l’atti-vità di ricerca del lavoro chefacciamo con i ragazzi si è in-tensificata», spiega la coordi-natrice della struttura, RitaUrbano. Il problema è che«alcune persone lavoravano inpizzerie, alberghi e ristorantiche non hanno più riaperto oche hanno tenuto solo unaparte del personale».

Per Mamudou la pandemiaè l’ennesima difficoltà da af-frontare. Non certo la più ar-dua, come insegna la storiadella sua vita. Tutto cominciòcinque anni fa nella costa occi-dentale dell’Africa subsaharia-na. «Quando iniziarono i pro-blemi con mio padre, mia ma-dre mi mandò in Libia da miozio», racconta Mamudou chein Gambia ha lasciato parentie amici. A quel punto il ragaz-zo è partito da solo per unviaggio lungo e pericoloso chelo ha portato prima in Sene-gal, poi in Mali, Burkina Fasoe infine in Niger, dove ha at-traversato la frontiera. Questaè una storia diversa da quelle

La s

toria

di GIORDANO CONTU

M amudou si mise acorrere. Glieloconsigliò suo zionon appena vide-

ro che un gruppo di uominiarmati fece irruzione nella pa-netteria in cui stavano lavo-rando. In quell’istante la vitadi entrambi cambiò per sem-pre. Il giovane viveva in Libiaospite del fratello della madreche gli stava dando un aiutodopo che, allora diciassetten-ne, abbandonò il Gambia acausa di un dissidio con il pa-dre. Di quell’incursione ricor-da bene il rumore degli spari.Poi arrivarono la prigionia, ilviaggio forzato in mare, l’ap-prodo in Italia nel 2016 e il pe-regrinare alla ricerca di unanuova dignità. «Oggi sto me-glio, le persone intorno a mesorridono e io sto bene con lo-ro. Prima avevo solo preoccu-pazioni», racconta a «L’O s-servatore Romano». Da unanno vive a Casa Scalabrini634, il programma dell’Agen-zia scalabriniana per la coope-razione allo sviluppo (Ascs)che a Roma, in via Casilina634, da cinque anni ospita mi-granti e rifugiati provenientida ogni parte del mondo.Prima della pandemia la vitadi Mamudou era scandita daritmi ben definiti: sveglia dimattina, lavoro fino al tardopomeriggio, rientro a casa, ce-na, momenti di socialità e ri-poso nella propria stanza.«Dopo aver seguito un corsodi formazione per camerieri —

di LUCA M. PO S S AT I

L a Commissione Ue ha recen-temente presentato la pro-posta di una riforma del Re-golamento di Dublino, il

trattato internazionale in materia didiritto di asilo varato alla fine deglianni Novanta e che ha avuto diverserielaborazioni. La proposta ha solle-vato un vasto dibattito internazionaletra coloro che denunciano un com-promesso al ribasso tra le esigenze deiPaesi del nord e quelle dei Paesi delsud, e coloro che invece vedono nellaproposta della Commissione un pun-to di partenza, una base sulla qualediscutere prospettive più solidali.

Ma perché si è resa necessaria unariforma del Regolamento di Dubli-no? Molto semplicemente, oggi assi-stiamo a un fatto del tutto nuovo:enormi flussi migratori dall'Africa

puntano verso il Vecchio Continente.Le ragioni alle radici di questo feno-meno sono tante e complesse. Leprincipali sono economiche: l'immi-grazione è un business enorme. Se-condo un rapporto dell'Interpol cherisale al 2016 ma è considerato attualeancora oggi, il guadagno delle asso-ciazioni criminali che sfruttano l'im-migrazione clandestina in tutto ilmondo è pari a circa sei miliardi dieuro. Una cifra enorme, che potrebbecoprire l’economia di diversi Stati. Igruppi criminali hanno bisogno diogni genere di manovalanza: chi for-nisce i documenti falsi, chi tiene icontatti con le famiglie dei migrantiche pagano il viaggio, chi gestisce icentri di detenzione, chi organizza letraversate del Mediterraneo, chi con-trolla i canali della prostituzione, del-

SEGUE A PAGINA 4

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L’OSSERVATORE ROMANOgiovedì 8 ottobre 2020 pagina 3

Poliedro - L’immigrazione in Italia nel rapporto 2020 di Caritas e Migrantes

Scuola e università sono lealtre voci analizzate nel docu-mento che osserva come laperdita di circa centomila stu-denti italiani nell’anno scola-stico 2018-2019 dovuta al calodelle nascite sia stata compen-sata da un aumento di alunnicon cittadinanza straniera, perlo più di seconda generazione,di quasi 16 mila presenze ri-spetto all’anno precedente,raggiungendo un totale di cir-ca 860 mila unità, il 10 percento del totale della popola-zione scolastica. Anche suquesto versante non sonomancate difficoltà negli studia casa: pur dotati di tablet for-niti dal ministero della Pub-blica istruzione, molti bambi-ni stranieri non hanno ricevu-to aiuto dai familiari per scar-sa competenza informatica edifficoltà linguistiche. Perquesto varie Caritas localihanno avviato azioni di sup-porto di didattica a distanza.È del 33, 1 per cento invecel’ammontare degli studentistranieri a rischio di abbando-no dell’università, contro unamedia nazionale del 14 percento, indice, afferma il rap-porto, di una scarsa attrattivitàdel sistema universitario.

prile 2020 in Italia su 179.200diagnosticati tra quelli con na-zionalità conosciuta, il 69,3per cento, solo il 5,1 per centoha riguardato soggetti di na-zionalità straniera. Non solo:secondo uno studio condottodall’Istituto nazionale per lapromozione della salute dellepopolazioni migranti e il con-trasto delle malattie della po-vertà, tra i casi di positività al

coronavirus fra gli stranieripresenti nel sistema di acco-glienza per richiedenti asilo inun periodo che va dall’11 mag-gio al 12 giugno 2020, su59.648 immigrati accolti solo239 sono stati confermati posi-tivi al covid-19, lo 0,4 per cen-to, escludendo qualsiasi allar-me sanitario.

Il rispetto della legge è unaltro dei temi affrontati, con

L’odissea di un ragazzo gambiano ospite di Casa Scalabrini 634

È finita a Roma la lunga corsa di Mamudou verso la libertà

Il li

bro

Operatrice legale al Centro Astalli

Esploratricedi sogni e incubidi SI LV I A GUSMANO

«AVivian. Da quando sei scomparsa, non mipiace più fare colazione. Torna». AngelaTognolini dedica a lei il suo primo libro, aVivian, una donna nigeriana vittima di trattadi cui ha perso le tracce. È proprio iltentativo di non perdere la memoria diquello che sta succedendo sulle rotte attualidella migrazione a guidare le storiecontenute in Vicini Lontani. Otto racconti dianime in viaggio (Milano, Editore il Castoro2020, pagine 160, euro 15,50) destinato a unpubblico giovane. Storie che Tognolini haraccolto nei quattro anni in cui è stataoperatrice legale per richiedenti asilo erifugiati presso il Centro Astalli Trento.Tutto è iniziato nella primavera del 2014quando la ragazza — laureata in ScienzeInternazionali Diplomatiche — comincia afare volontariato con i migranti. Poi ilvolontariato è diventato un tirocinio, iltirocinio un’assunzione e, l’anno seguente, a25 anni, Angela Tognolini è operatricelegale.Gli operatori legali sono coloro chesupportano i migranti che voglionopresentare domanda d’asilo. Secondo lalegge, si possono ottenere i documenti se sicorrono determinati rischi nel proprio Paese,così l’operatore legale — dopo averneascoltato la storia — prepara i richiedentiasilo all’intervista in cui verrà loro chiesto ilmotivo della fuga. Li aiuta cioè a ricostruireil loro vissuto, a filtrare le informazioni piùimportanti facendosi largo tra le differenzeculturali e le reticenze indotte dai traumi,per arrivare a una narrazione che possaessere compresa dall’ufficiale del Ministerodell’Interno. «In questo senso — scriveTognolini nella postfazione — gli operatorilegali si occupano tanto di norme quanto diracconti. Tanto di geopolitica quanto diricordi. Tanto di legge, quanto di fiducia».Le radici del libro si dipanano traBangladesh e Siria, tra Liberia e i barconinel Mediterraneo, tra i campi in Libia e ivalichi balcanici. «Ho ascoltato le storie dicirca trecento migranti: storie vere, lunghe,brevi, terribili, divertenti, piene didisperazione e piene di speranza, storie avolte inventate per nascondere storie ancorapiù tremende. Mi sono specializzatanell’accompagnare donne, vittime di violenzae tratta di esseri umani. Le storie si sonofatte ancor più cupe».Quei quattro anni di parole, dialoghi, pianti,risate e litigi sono stati «il nutrimento perfar crescere questo libro». Sono così nate lestorie di Yara e del suo grande amoresbocciato nell’orrore della guerra; di Madoue delle sue sei dita; di Iman, dei corridoiumanitari e del superpotere dei dolcetti chequesta donna prepara; e ancora Zarek, Vikye gli altri che hanno lasciato o stanno perlasciare il loro Paese. Spinti dalladisperazione («Entrate nei nostri incubi, sesiete tanto curiosi! — urla una delleprotagoniste del libro — Venite a vedere cosaci fa svegliare gridando di notte») e guidatida una speranza cieca e caparbia. Alcunidegli otto racconti sono distopici, riflettonosu quello che potrebbe accadere, aiutanoulteriormente a superare lo steccato tra “noie loro”, dove “l o ro ” — i migranti disperati, idiversi — siamo diventati noi. Nel complessosono tutti personaggi che ci aiuteranno ariconoscere i volti che incrociamo ognigiorno per strada, a incuriosirci, a provareempatia. Solo così infatti potremo restituireai migranti una vita.Come dicevamo Vicini lontani è per Vivian,una delle tante vittime della tratta. E seVivian è ora un’assenza, se il legame conl’operatrice legale non ha potutoproteggerla, la dedica finisce però con unappello: «Torna. Sistemeremo tutto». Èquello che in sostanza fanno questi racconti:non c’è il lieto fine, c’è la possibilità. Lapossibilità di accompagnare, per restituiredignità.

un quadro generale che offredati rilevanti: negli ultimi die-ci anni il numero di reati de-nunciati all’autorità giudizia-ria dalle forze di polizia è di-minuito del 9,8 per cento conuna tendenza che è proseguitaanche nel 2019. I cittadini stra-nieri, piuttosto, si precisa, so-no fra le principali vittime direati collegati a discriminazio-ni.

di tanti giovani gambiani chescappano e cercano di rag-giungere il mar Mediterraneo,finendo spesso imprigionati incondizioni disumane in Libia.Ciò che, però, li accomuna èla povertà e la disoccupazioneche attanagliano il loro Paesedi origine. Una situazione chela Repubblica gambiana ere-dita dalla dittatura ultraven-tennale di Yahya Jammeh, al-lontanato pacificamente dal

potere durante le elezioni del2016 dopo la vittoria di unacoalizione democratica guida-ta da Adama Barrow. Oggi,nonostante le tante riforme, ilprocesso di transizione politi-ca non è ancora solido.

Una volta arrivato in LibiaMamudou ha iniziato a lavo-rare in un panificio insieme asuo zio. «Una notte siamo sta-ti attaccati. Quando sono en-trati siamo scappati», ricorda.In quel momento «io ho presouna strada e lui un’altra. Poiho sentito degli spari. Non sochi abbiano colpito. Dopo mihanno catturato, minaccian-domi con le armi. Mi hannoportato in un carcere dove so-no stato un mese». Comespesso accade nel Paese labanda criminale lo aveva rapi-to per ottenere un riscatto daisuoi familiari: «Mi chiedevanodi chiamare la mia famiglia manon sapevo chi sentire. Hoprovato a chiamare mio zio,ma aveva il cellulare spento.Allora ho telefonato al suo ca-po algerino. Lui ha parlatocon i rapitori e dopo due ore èarrivato e mi ha portato viadalla prigione». Nessuno sa-peva più che fine avesse fattolo zio di Mamudou. «In quelmomento ho pianto», mi con-fida, «ero venuto in Libia per-ché c’era lui, ma l’avevo per-so». Anche il proprietario del-la panetteria che lo aveva sal-vato aveva deciso di tornare inAlgeria. Il mondo gli era crol-lato addosso: non poteva tor-nare in Gambia, ma era trop-po pericoloso restare a vivere

da solo in un Paese in guerra.Al diciassettenne non restòche chiamare un numero di te-lefono fornitogli dall’amico disuo zio: era una persona incontatto con gli scafisti libiciche lo avrebbero portato inItalia. «Il mio destino non eraquesto. Ci ho pensato tanto.Poi mi sono imbarcato. Nonavevo altra scelta», spiega.

Mamudou è sbarcato in Si-cilia nel settembre 2016. Vieneportato nel centro di prima ac-coglienza dell’ex caserma Ga-sparo, a Messina, dove è rima-sto due mesi. Poi ha vissutoun anno in una comunità perminori stranieri non accompa-gnati (Misna) dove ha iniziatolo studio della lingua italianae ha richiesto la protezione in-ternazionale. Una volta mag-giorenne ha atteso l’esito delladomanda in un centro dellaCroce Rossa e poi nel Centroaccoglienza per richiedentiasilo (Cara) di Mineo, a Cata-nia. Ottenuto il permesso disoggiorno ha fatto domandaper entrare nel Sistema di pro-tezione per richiedenti asilo erifugiati (Sprar-Siproimi) e siè messo in viaggio per Roma.Mamudou è arrivato nella ca-pitale nell’agosto 2018. All’ini-zio ha vissuto in una casa ab-bandonata nel quartiere Re-bibbia insieme ad altri ragazzi.Ogni giorno il suo unicoobiettivo era arrivare all’Uffi-cio immigrazione per chiedereun lavoro e una sistemazione.Gli è stata trovata negli exSprar di Tivoli e di Laurenti-na. Per un anno ha ricevuto

l’aiuto della Caritas e del Cen-tro Astalli, finché suor MariaJosé Rey-Merodio lo ha indi-rizzato a Casa Scalabrini 634.

Inaugurata nel giugno 2015,nella struttura hanno celebra-to i cinque anni di attività conuna festa inconsueta celebratavia internet. L’obiettivo degliscalabriniani è quello di darepiena autonomia agli ospiti e«creare una comunità tra i vo-lontari e i ragazzi della casa»,spiega Rita Urbano, assistentesociale. Per questo si organiz-zano cene, partite di calcio evarie attività a cui partecipanoanche persone esterne alla ca-sa. Questo modello di integra-zione consiste in una «restitu-zione al territorio attraverso laconvivenza interculturale reli-giosa», afferma la coordinatri-ce. Significa che c’è un rap-porto intimo con l’ambientecircostante: i ragazzi comuni-cano attraverso la radio, fannole pulizie nei quartieri di Tor-pignattara e Centocelle, c’è unprogramma di alternanzascuola lavoro con il liceoKant, esistono collaborazionicon l’Ecomuseo Casilino e coni volontari di Komen Italia perla lotta ai tumori del seno.Con la pandemia per la primavolta è stata attivata una distri-buzione di alimenti, mentre losportello informativo ha offer-to assistenza per la sanatoriadi colf, badanti e lavoratoriagricoli. Così, in questi cinqueanni, Casa Scalabrini 634 è di-ventata un punto di riferimen-to per il quartiere. Come perMamudou.

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 4 giovedì 8 ottobre 2020

Sui migranti l’Europa cerca una strategiaCO N T I N UA DA PAGINA 2

L’Unicef denuncia la morte di quattro bambini

Metà popolazione del Nagorno-Karabakhsfollata per la guerra

MOSCA, 8. Il conflitto tra ar-meni e azeri nella regione cau-casica meridionale contesa delNagorno-Karabakh ha provo-cato centinaia di morti e deci-ne di migliaia di sfollati.

Secondo Artak Beglaryan,responsabile dei diritti umanidell’autoproclamata repubbli-ca del Nagorno-Karabakh, icombattimenti hanno costret-to metà degli abitanti della re-gione a lasciare le proprie ca-se. Si tratta di «circa il 50 percento della popolazione e del90 per cento delle donne e deibambini, ovvero più o menodi 75.000 persone», ha spiega-to Beglaryan all’agenzia distampa France Presse.

Gli scontri a fuoco tra azerie armeni sono riesplosi il 27settembre scorso e da allora lefazioni in lotta si accusano avicenda di sparare sulla popo-lazione civile inerme. Non èchiaro quante persone sianomorte nel conflitto.

L’Azerbaigian non pubbli-ca bilanci dei caduti tra le filedelle sue forze armate, mentrele truppe armene del Nagor-no-Karabakh denunciano lamorte di 280 combattenti.

Ma ci sono anche molte vit-time tra i civili. In una nota,l’Unicef ha denunciato l’ucci-sione di quattro bambini e ilferimento di altri sette. Neldocumento, il Fondo delleNazioni Unite per l’infanziaha chiesto la fine delle ostilità,avvertendo che in caso contra-rio il numero dei bambinicoinvolti è inevitabilmente de-stinato ad aumentare.

Da più parti è arrivato l’al-larme che il conflitto possaestendersi anche oltre confine,coinvolgendo Russia e Tur-chia. «È certamente un’enor-me tragedia», ha detto il Pre-sidente russo, Vladimir Putin,auspicando la fine dei com-battimenti. «Siamo moltopreoccupati, la gente sta mo-rendo, ci sono perdite pesanti.Speriamo che il conflitto fini-sca in un futuro molto vici-no», ha precisato il Presidentein un’intervista rilasciata allatelevisione statale russa, ag-giungendo di essere in costan-te contatto con il Primo Mini-stro armeno, Nikol Pashi-nyan.

La Turchia, invece, è so-spettata — anche dal capo del-lo Stato francese, EmmanuelMacron — di avere inviato mi-liziani siriani nel Caucaso per

farli combattere dalla partedegli azeri e di armare l'eserci-to di Baku con droni comequelli già impiegati in Libia ein Siria. Il Governo di Ankaraha sempre negato.

La questione nel Caucasosarà al centro dei colloquiodierni a Ginevra del Gruppodi Minsk dell’Osce, l’O rga-nizzazione per la sicurezza e lacooperazione in Europa.

Il Gruppo di Minsk è gui-dato da una co-presidenza at-tualmente composta da Fran-cia, Russia e Stati Uniti.

Il Ministro degli Esteri del-

l’Azerbaigian, Jeyhun Bayra-mov, ha fatto sapere che sarànella capitale svizzera per «il-lustrare la posizione di Bakuper trovare una soluzione alconflitto».

L’Armenia, attraverso unportavoce governativo, haescluso che a Ginevra possasvolgersi una riunione tra iMinistri degli Esteri dei duepaesi in conflitto, ma non haspecificato se anche il capodella diplomazia di Yerevansarà in Svizzera per un incon-tro separato con i co-presiden-ti del Gruppo di Minsk.

Alba Dorata è un’organizzazione criminale

Sentenza storicain Grecia

di GI O VA N N I BENEDETTI

Il partito greco di estrema destra Alba Dorata èstato dichiarato organizzazione criminale. Èquanto decretato lo scorso 7 ottobre dal Tribuna-le di Atene, a conclusione di un processo in corsodall’aprile del 2015 e rallentato dall’e m e rg e n z acovid-19. Le indagini su Alba Dorata erano peròiniziate già nel settembre 2013, in seguito all’omi-cidio del musicista e attivista politico Pavlos Fys-sas per mano di Giorgios Roupakias, un militan-te del partito.

Fondata nel gennaio 1985 da Nikólaos Micha-loliákos e registrata come partito politico nel1993, Alba Dorata è stata storicamente definitacome un’organizzazione neonazista dalla mag-gior parte degli osservatori, mentre i suoi mem-bri hanno sempre rifiutato questa definizione eutilizzato quella di “nazionalista”. Il partito haraccolto un numero molto limitato di consensi fi-no alla crisi finanziaria del 2008, quando il suoseguito ha iniziato ad allargarsi fino all’i n g re s s oin parlamento dei primi membri con le elezionipolitiche del 2012. Il miglior risultato elettoraledel partito è stato il 7,09% dei voti raggiunto nel-le elezioni anticipate di settembre 2015, che lohanno reso la terza forza politica del Paese elleni-co. La reputazione estremamente negativa che siè venuta a creare intorno ad Alba Dorata in se-guito all’inizio del processo si è però riflettutasulle ultime elezioni parlamentari greche, nellequali il partito non ha superato la soglia di sbar-ramento del 3%, ritrovandosi così ai margini del-la politica del Paese. A contribuire a questa deba-cle sono stati anche i numerosi episodi di violen-za — in particolare nei confronti di immigrati eminoranze etniche — avvenuti negli ultimi anni ericonducibili a militanti del partito.

Ad essere imputati nel processo erano 68membri di Alba Dorata, fra i quali anche i 18 exparlamentari. Il procuratore Isidoros Doyiakosha presentato un fascicolo di oltre 700 paginecontro i militanti, accusati di usare il partito perportare avanti attività illecite. I leader del partitoindagati, fra cui Michaloliákos, sono stati con-dannati a pene comprese fra i 5 e i 15 anni di car-cere per avere guidato un’associazione a delin-quere, mentre gli altri membri sono stati giudica-ti colpevoli di appartenenza alla stessa. GiorgiosRoupakias è stato invece giudicato colpevole perl’omicidio di Fyssas, e potrebbe essere condan-nato all’ergastolo. Dei 68 imputati, solo 11 eranopresenti in aula al momento della sentenza, nes-suno dei quali esponente di spicco del partito.Una folla di oltre 15.000 persone si è radunata al-l’esterno del tribunale in attesa del verdetto defi-nitivo, e si sono verificati scontri con le forze del-l’o rd i n e .

Il premier greco Kyriakos Mitsotakis si èespresso riguardo alla sentenza dichiarando «inquanto primo ministro, mi astengo cosciente-mente dal commentare le decisioni della Corte.Come cittadino greco, invece, condivido la sod-disfazione universale per il riconoscimento delsuo [di Alba Dorata] carattere criminale».

DAL MOND O

Brexit: Londrapronta al no-deal

Il primo ministro britanni-co, Boris Johnson, ha det-to al presidente del Consi-glio europeo, Charles Mi-chel, che il Regno Unito èpronto per un «no-deal»se i negoziati commercialisulla Brexit falliscono.«L’Ue preferisce un accor-do, ma non ad ogni co-sto», ha sottolineato Mi-chel, in vista del verticeUe del 15 e 16 ottobre.

Tikhanovskayaricercata in Russia

La principale candidatadell’opposizione bielorus-sa alle presidenziali, Sve-tlana Tikhanovskaya, èstata inserita nella lista deiricercati in Russia. Si trat-ta di un’operazione «in-terstatale», poiché era giàdichiarata ricercata in Bie-lorussia. Sarebbe accusatadi «appelli ad atti diretticontro lasicurezza nazionale».

Caso Navalny: l’Ueprepara le sanzioni

L’Ue non avrà altra sceltache imporre sanzioni con-tro la Russia se sarà con-fermato, nell’indagine incorso dell’O rganizzazioneper il bando delle armichimiche, che un agentenervino è stato impiegatoper avvelenare l’opp osito-re russo Aleksei Navalny.Lo ha dichiarato il mini-stro degli Esteri tedescoHeiko Maas.

lo spaccio, dei legami con lemafie sul territorio, ecc. E' unsistema, una rete.

Dopo la crisi economicadel 2008, la crescita sproposi-tata di questa rete ha creatouno squilibrio nell’area diSchengen e nel sistema di asi-lo disegnato dal Regolamen-to di Dublino. Appena i flussisono aumentati, come avve-nuto dal 2014 in avanti, è di-ventato evidente che il siste-ma non avrebbe retto. Nel

2015 sono arrivati così tantimigranti dal Medio oriente edal Nord Africa, in fuga dallaguerra e dalle violenze, che leautorità greche e italiane han-no smesso temporaneamentedi registrare gli arrivi.

Ora, il Regolamento diDublino stabilisce che i mi-granti debbano presentare larichiesta di asilo nel Paese diprima accoglienza. L’ovviaconseguenza è che i Paesi piùesposti ai flussi come Italia,Grecia e Malta sono sovracca-ricati e non riescono a far

fronte alla situazione. A diffe-renza delle precedenti propo-ste di riforma, che prevedeva-no quote obbligatorie di ri-chiedenti asilo da accoglierein tutti i Paesi membri, il nuo-vo progetto della Commissio-ne propone un’alternativa.Ogni Paese potrà decidere seaccogliere concretamente uncerto numero di richiedentiasilo nel proprio territorio op-pure aiutare i Paesi sotto pres-sione. Questa seconda opzio-ne potrà essere svolta in duemodi: o agevolando i rimpatri

o finanziando centri di acco-glienza con progetti di svilup-po mirati nei Paesi di primoi n g re s s o .

Il punto nodale della pro-posta è quello di condividerela solidarietà. Il presidentevon der Leyen ha parlato del-la necessità di trovare unequilibro fra «responsabilità esolidarietà» fra gli stati mem-bri, e ha spiegato che il nuovosistema offrirebbe «un modonuovo» per gestire l’immigra-zione «rispettando i nostri va-lori».

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L’OSSERVATORE ROMANOgiovedì 8 ottobre 2020 pagina I

L A S E T T I M A N A D I P A P A F R A N C E S C O

di FRANCESCO M. VALIANTE

«La vita è l’arte dell’incontro» scriveFrancesco nell’enciclica Fratelli tutticitando un famoso verso della Samba daBênção di Vinicius de Moraes. In untempo di emergenza governato dabollettini sanitari che allargano ledistanze interpersonali e restringonogli spazi di socialità, anche la vitastenta a tener fede alla sua naturaleindole re l i g i o s a , intesa come vocazione acreare legami. Con Dio, con il creato,con gli altri.Questo inserto settimanale nasce, inqualche modo, proprio dalla nostalgiadell’incontro. Da quel «gusto diriconoscere l’altro» — attitudine innatanell’uomo ma messa duramente allaprova in una situazione di pandemia

come questa — che secondo ilPontefice rende possibile un’autentica«cultura dell’incontro». Quattropagine da leggere, magari daconservare e da meditare. Perché lavera forza di questi fogli non stanell’estetica accattivante e neppurenella capacità persuasiva dellinguaggio. Sta nell’essenzialitàscomoda e audace di una parola —quella di Bergoglio — che ogni giornorisuona come una sfida alla coscienzadei credenti e dell’umanità intera.“La settimana di Papa Francesco” —questo il titolo dell’inserto che oggiraccoglie il testimone dell’edizionesettimanale in lingua italiana de«L’Osservatore Romano» — nascedunque senza grandi pretese. Se nonquella di mettersi con umiltà al

servizio del magistero del Pontefice,offrendo ogni giovedì ai lettori unasorta di “diario” — scanditoda immagini e testi — delle giornatedi Papa Bergoglio.Il mestiere del comunicatore èraccontare la vita e dare voce allaparola. Ma vita e parole sono anche lefondamenta essenziali di ogniincontro, che si alimenta di dialogo edi gesti, di accoglienza e dicomprensione, di amicizia e digentilezza. In una parola, di fraternità.Ecco il senso di queste pagine.Pensate come uno spazio fraternodove una Chiesa “in uscita”incontra un mondo alla ricerca diragioni per non perdere la speranzain mezzo al vortice della tempestache lo ha investito.

L’IMMAGINE

Nostalgia dell’i n c o n t ro

Sguardi che si cercano,mani che si tendono, storieche si incrociano: un’istantaneadi ordinaria umanitàall’udienza generaledi mercoledì 7 ottobre

Quello che conta è avviare processi di incontro, processi che possano costru i re

un popolo capace di raccogliere le differenze. Armiamo i nostri figli con le armi

del dialogo! Insegniamo loro la buona battaglia dell’incontro! («Fratelli tutti», n. 217)

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina II giovedì 8 ottobre 2020 giovedì 8 ottobre 2020 pagina III

la settimana di Papa Francesco la settimana di Papa Francesco

@Pontifex#SantaTeresadiLisieux ci invita alla praticadella piccola via dell’a m o re ,a non perdere l’opp ortunitàdi un sorriso, di qualsiasi piccolo gestoche semini pace e amicizia. #TempoDelCreato

(1 ottobre)

Venerdì 2 ottobre

I giovaninon si lascino“s a c c h e g g i a re ”

l’anima

Rivolgo un cordiale saluto alle nuovereclute che, seguendo l’esempio di tantiloro connazionali, hanno scelto di dedica-re un periodo della loro giovinezza al ser-vizio del Successore di Pietro.

La presenza dei vostri familiari esprimela devozione dei cattolici svizzeri allaSanta Sede, come pure l’educazione mo-rale e il buon esempio, con cui i genitorihanno trasmesso ai figli la fede cristiana eil senso del servizio generoso al prossi-mo.

Il pensiero va, in particolare, al “Saccodi Roma”, che vide le guardie svizzere di-fendere coraggiosamente il Papa, fino adare la vita.

La memoria di quell’evento possa evo-care in voi il pericolo di un “saccheggio”spirituale.

Nell’attuale contesto sociale, molti gio-vani corrono il rischio di farsi spogliarel’anima, quando seguono ideali e stili divita che rispondono solo a desideri o bi-sogni materiali.

Roma... è ricca di storia, di cultura e difede; cogliete pertanto le opportunità chevi sono offerte per potenziare il vostro ba-gaglio culturale, linguistico e spirituale.

Il tempo che trascorrerete qui è un mo-mento unico nella vostra esistenza: pos-siate viverlo con spirito di fraternità, aiu-tandovi gli uni gli altri a condurre una vi-ta ricca di senso e gioiosamente cristia-na.

(Alle 38 nuove reclutedella Guardia Svizzera pontificia ricevute

insieme ai familiarinella Sala Clementina, due giorni prima

del giuramento)

Domenica 4

Parab oladei vignaioli

omicidi

Nel Vangelo di oggi (cfr. Mt 21, 33-43)Gesù... racconta la parabola dei vignaioliomicidi.

Ma non pensiamo che... questa para-bola molto dura... valga solo per quelliche rifiutarono Gesù.

Vale per ogni tempo, anche per il no-stro. Anche oggi Dio aspetta i frutti dellasua vigna da coloro che ha inviato a la-vorare in essa. Tutti noi.

In ogni epoca, coloro che hannoun’autorità, qualsiasi autorità, anche nellaChiesa, nel popolo di Dio, possono esseretentati di fare i propri interessi, invece diquelli di Dio stesso.

E Gesù dice che la vera autorità èquando si fa il servizio, è nel servire, nonsfruttare gli altri.

La vigna è del Signore, non nostra.L’autorità è un servizio, e come tale vaesercitata, per il bene di tutti e per la dif-fusione del Vangelo.

È brutto vedere quando nella Chiesa lepersone che hanno autorità cercano i pro-pri interessi.

San Paolo, nella seconda Lettura dellaliturgia odierna, ci dice come essere buonioperai della vigna del Signore: quello cheè vero, nobile, giusto, puro, amabile, ono-rato; ciò che è virtù e merita lode, tuttoquesto sia oggetto quotidiano del nostroimpegno (cfr. Fil 4, 8).

È l’atteggiamento dell’autorità e anchedi ognuno di noi, perché ognuno di noi,nel suo piccolo, ha una certa autorità.

Diventeremo così una Chiesa semprepiù ricca di frutti di santità.

In unionespirituale

con Pompei

Ci rivolgiamo ora a Maria Santissima,spiritualmente uniti ai fedeli radunati nelSantuario di Pompei per la Supplica.

Nel mese di ottobre rinnoviamo l’imp e-gno di pregare il santo Rosario.

D opola preghiera

mariana

Ieri sono stato ad Assisi per firmare lanuova Enciclica Fratelli tutti sulla fraternitàe l’amicizia sociale.

L’ho offerta a Dio sulla tomba di SanFrancesco, dal quale ho tratto ispirazione,come per la precedente Laudato si’.

I segni dei tempi mostrano chiaramen-te che la fraternità umana e la cura delcreato formano l’unica via verso lo svilup-po integrale e la pace, già indicata daiSanti Papi Giovanni XXIII, Paolo VI eGiovanni Paolo II.

L’enciclicapubblicatasul nostro

giornalein donoai fedelip re s e n t i

Oggi, a voi che siete in Piazza — e an-che fuori dalla Piazza — ho la gioia di re-galare la nuova Enciclica, nell’edizionestraordinaria dell’Osservatore Romano.

E con questa edizione ricomincia laquotidiana edizione cartacea dell’Osservato-re Romano.

Che San Francesco accompagni il cam-mino di fraternità nella Chiesa, tra i cre-denti di ogni religione e tra tutti i popo-li.

Temp odel creatoe giubileo

della Terra

Oggi si conclude il Tempo del Creato, ini-ziato il 1° settembre scorso, nel quale ab-biamo celebrato un “Giubileo per la Ter-ra” insieme ai nostri fratelli di diverseChiese cristiane.

Mi rallegro per le iniziative che oggi sisvolgono in diversi luoghi, in particolarericordo quella nella zona del Delta delPo.

Cento annidi “Stella

Maris”

Il 4 ottobre di cento anni fa, nasceva inScozia l’Opera Stella Maris, a sostegnodella gente del mare.

Incoraggio i cappellani e i volontari atestimoniare con gioia la presenza dellaChiesa nei porti, tra i marittimi, i pesca-tori e le loro famiglie.

Don OlintoM a re l l a

b eatificatoa Bologna

Oggi, a Bologna, viene beatificato DonOlinto Marella, presbitero oriundo delladiocesi di Chioggia, pastore secondo ilcuore di Cristo, padre dei poveri e difen-sore dei deboli.

Possa la sua straordinaria testimonian-za essere modello per tanti sacerdoti,chiamati ad essere umili e coraggiosi ser-vitori del popolo di Dio.

Pe l l e g r i n ie bandiere

Saluto tutti voi, romani e pellegrini divari Paesi — vedo tante bandiere... —: fa-miglie, gruppi parrocchiali, associazioni esingoli fedeli.

In particolare, saluto i familiari e gliamici delle Guardie Svizzere, venuti perassistere oggi al giuramento delle nuovereclute. Questi ragazzi sono bravi! LaGuardia Svizzera fa un percorso di vita alservizio della Chiesa, del Sommo Ponte-fice. Sono ragazzi bravi che vengono quiper 2, 3, 4 anni e più.

(Angelus in piazza San Pietro)

Lunedì 5

Mai piùuominischiavi

del profitto

Questo incontro avviene a centosettan-t’anni dalla nascita della vostra istituzio-ne. Sorta come Cassa Piemontese, a seguitodell’unità politica della Nazione mutò ladenominazione.

Il compito del vostro Istituto si è ridi-segnato in relazione con l’evoluzione e lenecessità del Paese, bisognoso di costantiinvestimenti, di ammodernamenti, di so-stegno agli enti locali, di supporto allaformazione professionale e alla produtti-vità.

Queste linee di sviluppo richiedonoancora oggi da parte vostra un generosoimp egno.

Pensiamo alle sfide prodotte in camposociale ed economico dalla grave pande-mia.

Pensiamo al declino di alcune forme diproduzione, che necessitano di rinnova-mento o di radicale trasformazione.

Pensiamo ai mutamenti intervenuti nelmodo di acquistare e di vendere i beni,con il rischio di concentrare scambi ecommerci nelle mani di poche realtà didimensione globale.

E ciò a scapito delle peculiarità dei ter-ritori e delle competenze professionali lo-cali, così tipiche della realtà italiana edeurop ea.

La dottrina sociale della Chiesa con-corda con una visione nella quale più in-vestitori si attendono una giusta remune-razione dalle risorse raccolte, per poi con-vogliarle al finanziamento di iniziativeche puntano alla promozione sociale ecollettiva.

Il pensiero cristiano non è contrarioper principio alla prospettiva del profitto.È contrario al profitto a qualunque costo,al profitto che dimentica l’uomo, lo rendeschiavo, lo riduce a cosa tra le cose, a va-riabile di un processo che non può in al-cun modo controllare o al quale non puòin alcun modo opporsi.

Condottalimpida

e non cederealla corruzione

La gestione degli affari richiede sempreda parte di tutti una condotta leale e lim-pida, che non ceda alla corruzione.

Anche nel campo dell’economia e dellafinanza, retta intenzione, trasparenza e ri-cerca dei buoni risultati sono compatibilie non devono mai essere disgiunte.

Percorrere con coraggio linee di inter-vento rispettose, anzi, promozionali dellapersona umana.

Gestire giorno per giorno, con scrupo-losa attenzione, le relazioni con le varierealtà che si rivolgono a voi per un soste-gno.

Il m

agis

tero

La sfida urgente di proteggere la nostra casa comunecomprende la preoccupazione di uniretutta la famiglia umana nella ricercadi uno sviluppo sostenibile e integrale,poiché sappiamo che le cose possono cambiare.#TempoD elCreato

(2 ottobre)Lo sforzo per costruire una società più giustaimplica una capacità di fraternità,uno spirito di comunione umana.#TempoDelCreato #FratelliTutti

(3 ottobre)

#SanFrancescodiAssisi, fedele alla Scrittura,ci propone di riconoscere la natura come uno splendido libronel quale Dio ci parla e ci trasmette qualcosadella sua infinita bellezza e bontà. #TempoDelCreato

(4 ottobre)

Desidero tanto che, in questo tempoche ci è dato di vivere,riconoscendo la dignità di ogni persona umana,possiamo far rinascere tra tuttiun’aspirazione mondiale alla fraternità. #FratelliTutti

(6 ottobre)

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina II giovedì 8 ottobre 2020 giovedì 8 ottobre 2020 pagina III

la settimana di Papa Francesco la settimana di Papa Francesco

@PontifexIl cammino di fraternità ha anche una Madre, di nome Maria.Con la potenza del Risorto, vuole partorireun mondo nuovo, dove tutti siamo fratelli, dove ci sia posto perogni scartato delle nostre società, dove risplendano la giustiziae la pace. #VergineDelRosario #FratelliTutti

(7 ottobre)

Testimoniare in concreto una sensibilitàsolidale, favorendo il rilancio dell’econo-mia reale, quale volano di sviluppo dellepersone, delle famiglie.

Accompagnare il graduale cammino diuna nazione e servire il bene comune, conlo sforzo di moltiplicare e rendere più ac-cessibili per tutti i beni.

(A personale e dirigentidella Cassa depositi e prestitiincontrati nell’aula Paolo VI)

Mercoledì 7

Catechesisulla preghiera

Riprendiamo oggi le catechesi sullapreghiera, che abbiamo interrotto per farela catechesi sulla cura del creato.

Il profeta Eliap ersonaggio

avvincente

Incontriamo uno dei personaggi piùavvincenti di tutta la Sacra Scrittura: ilprofeta Elia. Nella Bibbia, compare al-l’improvviso, in maniera misteriosa.

E alla fine uscirà di scena, sotto gli oc-chi del discepolo Eliseo, su un carro difuoco che lo porta in cielo.

È dunque un uomo senza un’origineprecisa, e soprattutto senza una fine, rapi-to in cielo.

Fe d ecristallina

La Scrittura ci presenta Elia come unuomo dalla fede cristallina: nel suo stessonome, che potrebbe significare “Jahvè èD io”, è racchiuso il segreto della sua mis-sione.

Incapacedi interessi

meschini

Sarà così per tutta la vita: uomo inte-gerrimo, incapace di compromessi me-schini.

Lui per primo sarà messo a dura prova,e rimarrà fedele.

È l’esempio di tutte le persone di fedeche conoscono tentazioni e sofferenze, manon vengono meno all’ideale.

La preghiera è la linfa che alimenta co-stantemente la sua esistenza.

C a roalla tradizione

monastica

Per questo è uno dei personaggi piùcari alla tradizione monastica, tanto chealcuni lo hanno eletto come padre spiri-tuale della vita consacrata.

Anche lui è costretto a fare i conti conle proprie fragilità.

Tra debolezzaed esaltazione

Nell’animo di chi prega, il senso dellapropria debolezza è più prezioso dei mo-menti di esaltazione, quando pare che lavita sia una cavalcata di vittorie.

Nella preghiera succede sempre questo:momenti di preghiera che noi sentiamoche ci tirano su, anche di entusiasmo; emomenti di preghiera di dolore, di aridi-tà, di prove.

Lasciarsianche

b a s t o n a re

La preghiera è così: lasciarsi portare daDio e lasciarsi anche bastonare da situa-zioni brutte e anche dalle tentazioni.

Questa è una realtà che si ritrova intante altre vocazioni bibliche, anche nelNuovo Testamento, pensiamo... a SanPietro e a San Paolo.

Elia è l’uomo di vita contemplativa e,nello stesso tempo, di vita attiva..., capacedi scagliarsi contro il re e la regina, dopoche questi avevano fatto uccidere Nabotper impossessarsi della sua vigna.

C’è bisognodi cristianicoraggiosi

con chicomanda

Quanto bisogno abbiamo di credenti,di cristiani zelanti, che agiscano davanti apersone che hanno responsabilità dirigen-ziale con il coraggio di Elia, per dire:“Questo non va fatto! Questo è un assas-sinio!”.

D avantial Signore

i n c o n t roai fratelli

Elia ci mostra che non deve esistere di-cotomia nella vita di chi prega: si sta da-vanti al Signore e si va incontro ai fratellia cui Lui invia.

Non servet ru c c a r s i

l’anima

La preghiera non è un rinchiudersi conil Signore per truccarsi l’anima: no, que-sto non è preghiera, questa è finta pre-ghiera.

La preghiera è un confronto con Dio eun lasciarsi inviare a servire i fratelli.

Il bancodi prova

è l’a m o rec o n c re t o

Il banco di prova della preghiera è l’a-more concreto per il prossimo. E vicever-sa: i credenti agiscono nel mondo dopoaver prima taciuto e pregato; altrimenti laloro azione è impulsiva, è priva di discer-nimento, è un correre affannoso senzameta.

I credenti... fanno tante ingiustizie,perché non sono andati prima dal Signo-re a pregare, a discernere cosa devono fa-re .

Le pagine della Bibbia lasciano sup-porre che anche le fede di Elia abbia co-nosciuto un progresso: anche lui è cre-sciuto nella preghiera, l’ha raffinata pocoper volta.

Il volto di Dio è diventato per lui piùnitido durante il cammino.

In un filodi silenzio

s o n o ro

Si manifesta non nella tempesta impe-tuosa, non nel terremoto o nel fuoco di-vorante, ma nel «mormorio di un ventoleggero». O meglio, una traduzione cheriflette bene quell’esperienza: in un filo disilenzio sonoro.

Con questo segno umile Dio comunicacon Elia, che in quel momento è un pro-feta fuggiasco che ha smarrito la pace.

Dio viene incontro a un uomo stanco,un uomo che pensava di aver fallito sututti i fronti, e con quella brezza gentile,con quel filo di silenzio sonoro fa tornarenel suo cuore la calma e la pace.

Una vicendache sembrascritta oggi

Questa è la vicenda di Elia, ma sembrascritta per tutti noi.

In qualche sera possiamo sentirci inu-tili e soli. È allora che la preghiera verrà ebusserà alla porta del nostro cuore.

Il lembodel mantello

Un lembo del mantello di Elia lo pos-siamo raccogliere tutti noi, come ha rac-colto la metà del mantello il suo discepo-lo.

E anche se avessimo sbagliato qualco-sa, o ci sentissimo minacciati e impauriti,tornando davanti Dio con la preghiera, ri-torneranno come per miracolo anche laserenità e la pace.

Ai fedelidi lingua

araba

Oggi celebriamo la festa della Madon-na del Rosario. Vi invito a pregare il ro-sario, e a portarlo tra le vostre mani onelle tasche.

La recita del rosario è la preghiera piùbella che possiamo offrire alla VergineMaria; è una contemplazione sulle tappedella vita di Gesù Salvatore con sua Ma-dre Maria ed è un’arma che ci proteggedai mali e dalle tentazioni.

Ai polacchi La Madonna nelle sue apparizionispesso ha esortato alla recita del Rosario,specialmente di fronte alle minacce in-combenti sul mondo.

Anche oggi, in questo tempo di pande-mia, è necessario tenere tra le mani la co-rona del rosario, pregando per noi, per inostri cari e per tutti gli uomini.

Agli sposinovelli

Il mio pensiero va infine, come di con-sueto, agli anziani, ai giovani, ai malati eagli sposi novelli: ci sono, no? Ancora cisono dei coraggiosi?

Vi affido alla materna protezione dellaVergine Maria, Madre di Cristo e madrenostra, affinché ciascuno possa esseregioioso testimone della carità di Cristo.

(Udienza generalenell’Aula Paolo VI)Francesco ha donato ai presenti all’Angelus il nostro giornale che ha pubblicato la nuova enciclica

A causa del maltempo l’udienzasi è svolta nell’aula Nervi enon come da programmanel cortile di San Damaso

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina IV giovedì 8 ottobre 2020

la settimana di Papa Francesco

L’inclusione o l’esclusione di chi soffre lungo la strada definisce

tutti i progetti economici, politici, sociali e religiosi

Ogni giorno ci troviamo davanti alla scelta di essere buoni samaritani

oppure viandanti indifferenti che passano a distanza

(«Fratelli tutti», n. 69)

«Fratelli tutti» letta e vissuta con due giovani migranti

Un’enciclica da viverecon lo stile del “noi”

di GI A M PA O L O MAT T E I

La notizia c’è ed è verificata. A “in -d o s s a re ” sul serio le parole dell’enci -clica Fratelli tutti sono, proprio inqueste ore, donne e uomini, anziani

e bambini, “scartati” e persone con disabilità:tutti insomma, nessuno escluso. Perché nonc’è davvero nulla di astratto nelle indicazionidi Papa Francesco: si parla di realtà in carne eossa (e anche anima).

Mercoledì mattina, 7 ottobre, ne ho —personalmente — fatto esperienza come cro-nista de «L’Osservatore Romano», tra le1.200 persone che, in aula Paolo VI, hannoincontrato “a tu per tu” il Papa all’udienzagenerale. Francesco ha accolto, uno peruno, i “fratelli tutti” abbracciandoli di per-sona — a cominciare dai ragazzi autistici diModena che si sono inventati un lavoro pre-parando a mano i tortellini con le ricette

delle nonne — come li “abbraccia” nelle pa-gine dell’enciclica.

E proprio i ragazzi autistici “dicono”,con la loro stessa esistenza, che la forza diFratelli tutti sta nella sua immediata chiarezzae concretezza. In realtà, le parole dell’enci -clica non vanno tanto spiegate, presentate,introdotte, commentate... vanno vissute. Esì, conta viverle nella propria quotidianità.Conta “indossarle” quelle parole, appunto.Perché riguardano e interpellano ciascuno.E se alla fine della lettura del testo ci si ritro-va a essere come si era prima di leggerlo,probabilmente è stato solo un inutile eserci-zio letterario. O, peggio, è il segnale chequalcosa proprio non va.

Me lo hanno ricordato, sempre coi fatti ela concretezza della vita, due giovani africa-ni — sbarcati in Sicilia dopo essere scampatiad abissi di violenze — che Athletica Vatica-na ha tesserato come “onorari” attraverso lacooperativa Auxilium, sulla scia solidale espirituale del Giovedì Santo del 2014 vissu-to da Francesco tra i migranti a Castelnuo-vo di Porto. Jallow Buba è musulmano, 24anni, scappato dal Gambia, per tre voltevenduto come schiavo prima di arrivare inItalia su un barcone nel 2017. Oggi ha un la-voro regolare. Charles Ampofo, cristiano,27 anni, originario del Ghana, è sbarcato inItalia nel 2014 dopo essere passato anche inun “lager” libico. Pure lui oggi ha un rego-lare contratto di lavoro.

“Vi v e re ” con loro l’enciclica — nell’edi -zione straordinaria de «L’Osservatore Ro-mano» — è già un’esperienza da “fratellitutti”. Proprio l’esperienza concreta, perso-nale, “che cambia”, proposta da Papa Fran-cesco.

E così, insieme, eccoci subito a sottoli-neare con la penna l’espressione «aprirsi almondo», particolarmente vissuta dai dueragazzi africani che al mondo hanno davve-ro avuto il coraggio di aprirsi. E poi eccoFrancesco che mette in guardia dalla «man-canza di speranza», dalla tentazione di ce-dere alla «sfiducia», da quel «tutti controtutti» che rende impossibile «alzare la testaper riconoscere il vicino o mettersi accantoa chi è caduto lungo la strada».

Le parole del Papa sul «razzismo» e sulla«schiavitù» colpiscono senza sconti la sen-sibilità di Jallow e Charles. Che ripetono,nel loro italiano che va sempre più miglio-rando, l’impegno a «non alzare muri» e atrovare una «rotta comune» — loro che dirotte disperate se ne intendono — p erché«nessuno si salva da solo». La lettura dellapandemia proposta dal Papa — non solo co-me questione sanitaria ma come crisi che of-fre un’opportunità — «è l’unica possibilitàche abbiamo» secondo i due “onorari” diAthletica Vaticana. E qui le parole di Fran-cesco sono inequivocabili: non ci dovrebbe-

ro più essere «gli altri» ma solo un «noi».Insomma, per restare al linguaggio sporti-vo, serve una grande squadra formata dapersone che si sostengano, solidali, l’unacon l’altra. Proprio come il maratoneta checorre al ritmo del più debole, in modo chenessun resti indietro.

La speranza di Jallow e Charles è riscon-trare nella società ciò che stanno vivendonell’esperienza di Atletica Vaticana, e con lacooperativa Auxilium, e che Francesco ri-lancia nella Fratelli tutti: «mettersi seduti adascoltare l’altro», camminando nella spe-ranza con «tanti compagni e compagne diviaggio» che non passano oltre nell’indiffe -renza, ma che sono pronti a dedicare il lorotempo per costruire, finalmente, un «nuovolegame sociale». Insomma «un “noi” che —scrive Francesco — sia più forte della sommadi piccole individualità», facendosi «caricodegli altri». Ed è proprio con lo stile sugge-rito da Jallow e Charles — che la “cosa”l’hanno presa sul serio — che Fratelli tutti puòdiventare l’agenda quotidiana di ciascuno.

Le parole del Papa che invitanoa farsi carico degli altripossono diventarel’agenda quotidiana di ciascuno

C e s a ree Dio

di LEONARD O SAPIENZA

«In questo mondo non vi è nulla di sicuro tranne lamorte e le tasse» (Benjamin Franklin). In tempi dicrisi economica, di manovre, di evasione fiscale, dicorruzione... parlare di tasse, di doveri verso loStato, può essere impopolare!In Italia, poi, dove le tasse sono certe solo peralcuni, mentre per tanti sono del tuttoipotetiche!!! Sentite cosa scriveva un sapientegreco del V secolo avanti Cristo: «Si deve porrel’interesse dello Stato sopra quelli personali. Solocosì lo Stato è ben governato. Non si devonocercare pretesti per violare l’equità, né tentaresopraffazioni contro il bene comune. Uno Statoben governato è il più grande baluardo... perchése esso è salvo, tutto si salva e se lo Stato perisce,tutto perisce» (Democrito).Con sconforto si deve riconoscere che passano isecoli ma la cattiva erba della corruzione, delmalgoverno, dell’ingiustizia resiste!Ma arriva Cristo, e dà la risposta che abbiamoascoltato nel Vangelo: a Cesare il tributo; a Dio ilprimato! Dio e Cesare non sono incontrapp osizione.Occuparsi delle cose materiali, ma non trascurarele cose spirituali. Non: o Cesare, o Dio! Ma,Cesare e Dio!Dio, perché ci ama davvero, esige, ma nonprotesta. Cesare (lo Stato), perché non ci ama,esige e protesta.Allora, Gesù ci invita a ricordarci degli impegniche abbiamo verso Dio e verso lo Stato, per nonequivo care!Non dobbiamo mai fare confusioni, né a scapitodi Dio né a scapito di Cesare. Ricordiamo: uncristiano che conosce bene i suoi doveri verso Dio,non solo, se li vive, è un autentico cristiano, ma èanche un cittadino autentico, che ama il proprioPa e s e .E come è pronto ad obbedire a Dio, è prontoanche ad obbedire a Cesare. A Cesare le cose, aDio il cuore!

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IL VANGELO IN TA S C A

Domenica 18 ottobre, XXIX del Tempo ordinarioPrima lettura: Isaia 45, 1.4-6Salmo: 95Seconda lettura: 1 Tessalonicesi 1, 1-5Vangelo: Matteo 22, 15-21

Sulla tomba del Poverello ad Assisidella segreteria di Stato, e JuanA. Cruz Serrano, del personalediplomatico in servizio presso lasezione per gli affari generali.

Il Papa non ha pronunciatol’omelia, ma è rimasto in silen-zioso raccoglimento, prendendola parola solo alla fine della mes-sa, per presentare i tre prelati.«Adesso — ha annunciato — fir -merò l’Enciclica che porta sul-l’altare Monsignor Paolo Brai-da», il quale «è l’incaricato delletraduzioni e anche dei discorsidel Papa nella Prima Sezione.Lui sorveglia tutto — ha aggiun-to — e per questo ho voluto chefosse presente qui, oggi, e miportasse l’Enciclica. Con lui so-no venuti due traduttori: donAntonio, traduttore della lingua

portoghese, ha tradotto dallospagnolo al portoghese; e donCruz, che è spagnolo, e ha unp o’ sorvegliato le altre traduzio-ni dall’originale spagnolo. Lofaccio come un segno di gratitu-dine a tutta la Prima Sezionedella Segreteria di Stato, che halavorato in questa stesura e tra-duzione», ha concluso. Un lun-go applauso ha rotto il silenzionel momento della firma di Fra -telli tutti: «Sono umili, questi tra-duttori: si nascondono!», hacommentato scherzosamente ilvescovo di Roma chiamando ac-canto a sé i tre per la foto-ricor-do. Quindi ha raggiunto il chio-stro, dove ha salutato una no-vantina di persone — per la mag-gior parte frati — tra cui i ministri

generali delle famiglie france-scane. Risalito a bordo della aut-tovettura blu, verso le 16.35Francesco è ripartito alla voltadel Vaticano.

In tarda mattinata, nel viag-gio di andata verso Assisi, il Pa-pa aveva fatto tappa a Spello,presso il Monastero delle claris-se di Vallegloria, in diocesi diFoligno. Giunto quindi nel pri-mo pomeriggio nella città di sanFrancesco, il Pontefice ha anchesostato brevemente al Protomo-nastero di Santa Chiara, per sa-lutare le claustrali. «Grazie tante— ha lasciato scritto — per il vo-stro lavoro di preghiera e presen-za silenziosa nella Chiesa. Perfavore pregate per me e la Ma-donna vi custodisca».

la solennità del “Serafico padre”(S i ra c i d e 50, 1,3-7; Salmo 15; Galati6, 14-18) è seguita quella del van-gelo (Ma t t e o 11, 25-30) da parte dipadre Mauro Gambetti, custodedel Sacro convento, che ha poidistribuito la comunione ai po-chi che hanno potuto essere pre-senti: alcuni frati della comunitàconventuale, qualche suorafrancescana, il sindaco assisiateStefania Proietti, l’a rc i v e s c o v oDomenico Sorrentino, vescovodi Assisi - Nocera Umbra -Gualdo Tadino, e il cardinaleAgostino Vallini, legato pontifi-cio per le basiliche di San Fran-cesco e di Santa Maria degli An-geli. Con loro anche i monsigno-ri Paolo Luca Braida, AntónioFerreira da Costa, capi ufficio

Come per la precedente encli-clica Laudato si’ del 24 maggio2015, Papa Bergoglio si è lasciatoispirare dall’umile frate per unariflessione «sulla fraternità e l’a-micizia sociale», nella scia delDocumento sulla Fratellanza umanasottoscritto ad Abu Dhabi nelfebbraio 2019.

Sotto un cielo grigio copertodalle nubi, con pioggia a tratti, ègiunto in automobile presso labasilica del Santo pochi minutidopo le 15, trattenendosi per cir-ca un’ora e mezza.

Nella cripta, indossati i para-menti, il Pontefice ha presiedutoil rito in un’atmosfera di sobriasemplicità, alla luce tenue dellecandele e delle lampade. Allaproclamazione delle letture del-

di GIANLUCA BICCINI

Dopo Greccio, dove il 1°dicembre 2019 avevaofferto alla Chiesa lalettera apostolica Ad -

mirabile signum sul significato e ilvalore del presepe, Papa France-sco ha scelto un altro luogo delsanto di cui porta il nome, il piùimportante, per firmare la sua ter-za enciclica. Nel pomeriggio disabato 3 ottobre, vigilia della festaliturgica del patrono d’Italia, si èinfatti recato ad Assisi per cele-brare la messa sulla tomba Pove-rello; e al termine, sullo stesso al-tare di marmo bianco, con la suacaratteristica grafia minuta, hascritto a penna il proprio nomesul documento Fratelli tutti.

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L’OSSERVATORE ROMANOgiovedì 8 ottobre 2020 pagina 5

Una mostra fotografica ai Musei capitolini

«Lockdown Italia»di ALESSANDRO GISOTTI

«Fotografare è mettere sulla stessalinea di mira la mente, gli occhie il cuore». La celebre afferma-zione del padre del fotogiornali-smo, Henri Cartier-Bresson, de-scrive bene lo spirito che animagli oltre 70 scatti che danno vitaalla mostra «Lockdown Italia»,realizzata dall’Associazione del-la Stampa estera in Italia e ospi-tata dai Musei Capitolini. Lamostra, inaugurata il 7 ottobre evisitabile fino al primo novem-bre, vuole essere — nelle inten-zioni dei promotori — soprattut -to un tributo a un Paese, e a unpopolo, duramente colpito dal-la pandemia ma che ha saputodare prova di resistenza e resi-lienza suscitando ammirazioneunanime a livello internaziona-le. «Noi corrispondenti in Italia— sottolinea il presidente del-l’Associazione Stampa estera, lagiornalista statunitense TrishaThomas — abbiamo raccontatocome gli italiani hanno affronta-to questa crisi senza precedenticon coraggio, disciplina e soli-darietà. Queste immagini testi-moniano e rendono omaggio aun Paese che con i suoi sforzi hadato l’esempio al resto del mon-do».

Gli scatti in esposizione di 30fotografi, provenienti da dieciPaesi diversi — compresi alcunicorrispondenti italiani delle treprincipali agenzie rappresentatenella stampa estera, Reuters,Associated Press e Agence Fran-ce Presse — ci restituiscono, sen-za retorica, il dramma dei lun-ghi mesi segnati dal lo ckdown.Il percorso espositivo è costrui-to in modo da farci rivivere le di-verse fasi della pandemia, attra-verso un itinerario che è al tem-po stesso cronologico ed emo-zionale. Nella prima sala dellamostra, quella che probabil-mente suscita le emozioni piùforti, si viene investiti dal dolo-re. Scorrono davanti ai nostriocchi le immagini delle terapie

L’allarme della Banca Mondiale sugli shock causati dalla pandemia

Virus: 115 milioniin estrema povertà

WASHINGTON, 8. Il numero dipersone nel mondo che potreb-be cadere in povertà estrema nel2020 arriverebbe alla cifra re-cord di 115 milioni e il prodottointerno lordo mondiale potreb-be subire una contrazione del5,2%, facendo così registrare ilpiù grande ribasso degli ultimi80 anni. Sono stime allarmantiquelle diffuse ieri dalla BancaMondiale (Bm) che ha rivisto,purtroppo non in meglio, le sueprospettive iniziali sugli effetti a

livello planetario della crisi in-dotta dalla pandemia. Le previ-sioni dell’agenzia con sede aWashington sono infatti andatepeggiorando in questi mesi conuna diffusione della pandemia aogni latitudine e soprattuttocon il prolungarsi della sua du-rata. A maggior ragione con ilrischio, divenuto ormai unarealtà, di una seconda ondata inmolti Paesi.

«Nel 2020, si prevede che lapovertà estrema globale aumen-terà per la prima volta in oltre 20anni a causa degli shock causatidalla pandemia da covid-19»,hanno avvertito gli economistidella Bm. Il numero di personeche nel mondo vive in povertàestrema — condizione definitaper chi vive con meno di 1,9 dol-lari al giorno — potrebbe au-mentare nel 2020 in un rangecompreso tra 88 e 115 milioni.Sempre secondo la Bm se la pre-visione più negativa del 2020venisse rispettata, nel 2021 si po-

trebbe addirittura arrivare a 150milioni.

Il presidente della Bancamondiale, David Malpass, haaffermato che «la crisi aumente-rà le disuguaglianze nel mon-do», interrompendo brusca-mente anni di progressi controla povertà estrema globale e ren-dendo «più difficile per i paesitornare a una crescita inclusi-va». Lo studio della Bm preve-de che la regione dell’Asia meri-dionale sarà la più colpita, conquasi 57 milioni di persone spin-te in povertà, nel peggiore deicasi, seguita dall’Africa sub-sahariana con 40 milioni. Si pre-vede infatti che circa l’82% dellepersone che entrano in condi-zioni di povertà estrema si troviin paesi quali l’India, la Nigeriae l’Indonesia. Nell’Africa sub-sahariana va inoltre ad aggiun-gersi il cambiamento climatico,fattore che potrebbe portare al-tri 100 milioni di persone nellapovertà entro il 2030, afferma il

DAL MOND O

Usa: scarcerato l’agenteche uccise Floyd

È stato rilasciato con la con-dizionale dietro cauzioneDerek Chauvin, il poliziottoaccusato della morte perasfissia di George Floyd, il46enne afroamericano uccisodurante un fermo a Minnea-polis. Il caso aveva provoca-to un enorme movimento diprotesta negli Stati Uniti enel mondo. La cauzione am-monta a un milione di dolla-ri. Chauvin era detenuto nelcarcere di massima sicurezzadi Oak Park Heights dalloscorso 31 e dovrebbe compa-rire in tribunale a marzo delprossimo anno, informano imedia Usa.

Harris batte Pencenel confronto televisivo

È andato in onda da SaltLake City, il primo ed unicoduello tv tra i due candidatialla vicepresidenza Usa nel2020. La senatrice dem, Ka-mala Harris, batte al duellocon ampio margine l’uscente,Mike Pence, secondo il son-daggio della Cnn. I due sisono confrontati su diversitemi: immigrazione, ambien-te, tasse, giustizia e, soprat-tutto, coronavirus. Intanto, ildipartimento di giustizia,guidato da William Barr, harevocato la prassi di non av-viare indagini per frodi elet-torali nei mesi prima diun’elezione per timore di ri-durre l’affluenza alle urne odi erodere la fiducia dei ri-sultati.

Afghanistan: Trumpaccelera il ritiro

«Dovremmo avere a casa en-tro Natale un piccolo restan-te numero dei nostri uominie delle nostre donne corag-giosi che stanno servendo inAfghanistan». Lo ha twittatoil presidente Usa, DonaldTrump, nel 19° anniversariodell’occupazione dell'Afgha-nistan. Nel frattempo, prose-guono i negoziati di pace trai talebani e il governo di Ka-bul. Mercoledì scorso, ilconsigliere per la sicurezzanazionale della Casa Bianca,Robert O’Brien, ha annun-ciato una sostanziale diminu-zione del contingente Usaschierato nel Paese asiaticoentro l’inizio del 2021.

rapporto della Bm. A seguirel’America Latina dove il tasso dipovertà estrema passerebbe dal3,9 per cento nel 2017 al 4,4 percento alla fine di quest'anno eraggiungerebbe un totale di 28,6 milioni di persone. Altro datoche risalta dalle stime della Ban-ca mondiale, quella secondo cuila povertà estrema colpirà sem-pre più gli abitanti delle grandicittà, una novità dal momentoche la povertà finora ha colpitomaggiormente le aree rurali.

Come noto il numero di de-cessi per cause riconducibili alcoronavirus, ormai da una deci-na di giorni, ha superato il tettodel milione. Secondo l’ultimoaggiornamento di questa matti-na della Johns Hopkins Univer-sity sono 1.055.833 le vittime to-tali e ben 36.166.574.

Gli Stati Uniti, da mesi, co-mandano sia la graduatoria deicontagi, oltre 7,5 milioni chequella ben più drammatica dellemorti, 211.834. Al secondo posto

nel numero dei decessi il Brasilecon più di 148.000 persone chehanno perso la vita. Proprio ieriil Paese sudamericano ha supe-rato anche la barriera dei 5 mi-lioni di infezioni.

Al momento è però l’India,con 78.524 nuovi casi di corona-virus e quasi mille morti regi-strati dal ministero della Sanitànelle ultime 24 ore, la nazionepiù colpita, sebbene i dati gior-nalieri siano in costante e lievecalo da due-tre settimane.

intensive, i volti sfiniti di medicie infermieri al termine del loroturno in ospedale, le bare stipa-te all’interno delle chiese. Aqueste immagini drammatiche,sono accostate istantanee che ciriportano alla dimensione “sur -re a l e ” del silenzio vissuto tramarzo e giugno scorsi nelle stra-de e nelle piazze delle città ita-liane. Un posto a sé lo hanno laStatio Orbis e la Via Crucis guidateda Papa Francesco nella piazzaSan Pietro vuota, tra le immagi-ni che più restano impresse nellamemoria collettiva e non solodei credenti.

La mostra non si ferma allatragedia dei giorni più cupi, maci testimonia anche la speranza,

la voglia di reagire e di rinasceredel popolo italiano. Nella se-conda parte della mostra incon-triamo, infatti, le immagini deicanti e delle danze sui terrazzi,le riaperture degli esercizi com-merciali autorizzati e quindi ilritorno ad una normalità che pe-rò, le foto lo descrivono bene,non può essere più quella che hapreceduto l’irruzione della pan-demia. Le mascherine, il distan-ziamento sociale, le misure perdifendersi dal covid-19 prendo-

no spazio prima dell’ultima se-zione della mostra dedicata pro-prio al lavoro dei fotoreporterstravolto anch’esso dal lo ckdo-wn. Il visitatore può così coglie-re le difficoltà che i corrispon-denti hanno dovuto affrontareper svolgere un’attività, quelladell’informazione, che durantela pandemia si è rivelata ancorpiù fondamentale per tenere sal-do il tessuto di una società mes-sa a dura prova. Quello che nonsi vede negli scatti, ma si può in-tuire, sono le emozioni, l’empa -tia, la sofferenza condivisa, lapaura dei fotografi. Uno di loro,in occasione della presentazionedella mostra, ha affermato chequesta esperienza è stata per luicome un tatuaggio impressodentro il suo corpo, che non po-trà più essere cancellato. Un al-tro ha confidato che, anche a di-stanza di mesi, non riesce a trat-tenere le lacrime riguardandouno scatto che ha fissato un mo-mento drammatico nella vita diuna persona colpita dal virus.

A sottolineare l’imp ortanzaanche simbolica di questa ini-ziativa, un dono della stampaestera all’Italia e a Roma in par-ticolare, la mostra è stata inseri-ta nel programma degli eventiculturali di Roma Capitale.«Queste foto — ha commentatola sindaca Virginia Raggi — o l t rea documentare una pagina dellanostra storia attraverso l’imme -diata forza comunicativa delleimmagini, saranno un contribu-to prezioso per custodire la me-moria di una tragedia che hasconvolto la nostra esistenza».Visitata in anteprima dal presi-dente del Consiglio dei Mini-stri, Giuseppe Conte, la mostra«Lockdown Italia» riceverà neiprossimi giorni anche la visitadel presidente della Re-pubblica, Sergio Mattarella, an-che lui presente nella mostra at-traverso uno scatto che lo ritraeall’Altare della Patria, in occa-sione della Festa nazionale dellaRepubblica.

Attraverso 70 immagini,

l’Associazione Stampa estera

racconta la pandemia in Italia

Un tributo al popolo italiano

e in particolare a quanti

si sono spesi per gli altri anche

a rischio della propria vita

Una suora dellacomunitàdi Madre Teresaprega conmascherinae guanti protettivi(Pablo Esparza,Cittàdel Vaticano,27 aprile)

Una bambina si gode Piazza Navona deserta con il suo monopattinocon la natura che riprende i suoi spazi (Esma Çakir, agenzia DHA, Roma, 18 aprile)

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 6 giovedì 8 ottobre 2020

Il Melville di Jean Giono

Per salpare da fermiMezzo secolo fa moriva lo scrittore francese

Contro la dittatura dell’ovvio

Cosimo Rosselli,«Discesadal monte Sinai»(1481-1482)

RA C C O N T O. LA PA R O L A DELL’ANNO • La prosa è la faccia quotidiana della realtà

IL NOBEL PER LA LE T T E R AT U R A

Louise ElisabethGlucknel 2012

di ENRICO ZARPELLON

M oby Dick viene pub-blicato per la primavolta in Francia nel1939, nei «Cahiers

du Contadour». A firmare la tra-duzione insieme a Lucien Jacquese Joan Smith è Jean Giono, cheper tutti gli anni Trenta ha ingag-giato col capolavoro americano(«il mio compagno straniero», lodefinirà) un corpo a corpo di raraintensità e coinvolgimento.

Nel periodo in cuilavora alla traduzio-ne, Giono scrive unasorta di diario di la-vorazione con l’in-tenzione di ricavarneun’introduzione al li-bro di Melville. Matale è il trasporto vis-suto dallo scrittorefrancese che ben pre-sto il saggio strabor-da, si trasforma, cam-bia natura, diventan-do una narrazione atutti gli effetti centra-ta su Herman Melvil-le. Giono la pubblicanel 1941 con il titoloPour saluer Melville,opera finora ineditain Italia e meritoria-mente pubblicata daGuanda con il titoloMelville. Un romanzo(2020, pagine 144,euro 16, traduzione di Leila Beau-té).

Nel suo racconto Jean Gionoimmagina Melville negli anni cheprecedono e accompagnano lastesura della Balena, e lo fa con lecaratteristiche che ben conoscia-mo: prosa limpida e sicura, tra-sporto per i personaggi, una pen-sosità appassionata che non smet-te mai di indagare l’umano in rap-porto a ciò che lo circonda. Conrapidi cenni biografici Giono ci faconoscere la giovinezza dell’ame-ricano, i rapporti con la famiglia ei primi viaggi per mare. Offre poialcune pagine di scoperta ammi-razione in cui celebra l’imp ortan-za che la prosa melvilliana ha avu-to su di lui («La frase di Melvilleè come un torrente, una monta-gna, un mare […] questa fraseavanza, si solleva e ricade con tut-to il suo mistero»). E lo coglie in-fine in una fase di stallo: Melvilleè in viaggio a Londra per incon-trare i suoi editori, pieno di dubbisu ciò che scriverà; vive un con-flitto di desideri, inesorabilmente

attratto dalla grande sfida ancorasenza nome eppure recalcitrantealla lotta che quella storia, pro-prio quella, sembra richiedergli:«sono un uomo smarrito».

È da questo punto in poi chesovente i piani si confondono, ta-le è l’immedesimazione di Gionocon Melville sul piano della crea-zione letteraria. E se non è deltutto sbagliato considerare questoromanzo come secondario nellavasta produzione di Giono, tutta-via questa piccola finestrella ci re-

gala uno sguardo inedito e intri-gante su molta della produzionedel francese, che parlando di Mel-ville parla di sé e sembra raccon-tarsi con intimità appena velata.

Nel suo viaggio Melville in-contra, innamorandosene, Adeli-na White, il cui cognome (oltre arichiamare Moby Dick) è un precisoriferimento a Blanche Meyer,donna che Giono ha a lungo ama-to e che in varie vesti comparespesso nei suoi romanzi. L’incon-tro si rivela decisivo, per il Melvil-le di Giono, per sprigionare il so-gno e l’ardire di scrivere Mo b yDick.

Nelle pagine forse più intensedel romanzo, inoltre, Melville civiene consegnato come segreta-mente impegnato in una lotta conun angelo, creatura misteriosa edivina che lo segue tentando diconvincerlo all’impresa, rinun-ciando ai compromessi e a unascrittura che si accontenta, quan-do invece «l’opera è interessantesolo se è in lotta continua con l’al-to mare sconosciuto. Spetta a mecostruire i miei passi e le mie vele.Il gioco consiste nel partire sem-pre per perdere o per guadagnaretutto».

Come Giacobbe, Melville escedalla lotta con l’angelo con unnome nuovo, ricco di grazia e po-tenza. Come resistere alla sugge-stione che questo fosse anche ildesiderio di Giono, che ha soffer-to in vita (e forse ancora oggi) l’e-tichetta riduttiva di cantore buco-lico della campagna provenzale, eche qui racconta la sua lotta conl’angelo? «L’uomo desidera sem-pre un oggetto mostruoso. E lasua vita assume valore soltanto sela consacra interamente a tale in-seguimento. Spesso non ha biso-gno né di ostentazione né di ceri-monie; sembra essere confinatosaggiamente a occuparsi del suogiardino, ma dentro di sé è giàsalpato da tempo per la pericolo-sa crociera dei sogni. Nessuno sache è partito; sembra esserci anco-ra; ma è lontano, affronta marip ro i b i t i » .

Un particolare della copertina di «Moby Dick»(nell’adattamento di Olivier Jouvray e Pierre Alary,

Edizioni Dib Buks)

di ROBERTO ANDÒ

L’elogio che il Santo Padre hadedicato al narrare, alla vitache si fa storia emana una luceinedita, è di potente ispirazio-ne. Il punto cruciale del mes-saggio è nella necessità umanadi produrre storie, e nell’a l l u-sione alle storie che narcotizza-no contrapposte alle storie chesalvano.

Ci sono storie distruttive estorie nutrienti, dice PapaFrancesco mentre estrae dall’E-sodo il momento cruciale in cuiil Signore consegna a Mosè ilsenso dei segni da lui tracciatiperché se ne conservi memoria.L’elogio del narrare formulatodal Papa è un grande gesto ditestimonianza spirituale, e unasfida a ogni tipo di chiusuradogmatica e a ogni forma didittatura dell’ovvio, anchequelle espresse, o imposte, dal

mercato, e fa perno sull’ip otesi(la bussola di chi narra) e sullaricostruzione fantastica comemeravigliosa prerogativa dell’u-mano. Chi narra una storia, in-fatti, ricorda e trasfigura il vis-suto. Come il Flavio Giuseppetramandatoci dal grande stori-co Vidal Naquet, l’uomo narrada sempre storie per salvare sestesso e il proprio patrimoniodi credenze, e anche per unlontano, oscuro, vincolo antro-

pologico. Ma a volte chi rac-conta con coraggio e accuratez-za rischia di essere indicatodalla propria comunità comeun traditore.

Milan Kundera dice infattiche «l’uomo sogna un mondoin cui il bene e il male sianonettamente distinguibili, e que-sto perché, innato e indomabi-le, esiste in lui il desiderio digiudicare prima di aver capito.Su questo desiderio sono fon-date le religioni e le ideologie.Esse possono conciliarsi con ilromanzo solo traducendo ilsuo linguaggio di relatività e diambiguità nel loro discorsoapodittico e dogmatico. Reli-gioni e ideologie esigono chequalcuno abbia ragione: o An-na Karenina è vittima di undespota ottuso, o Karenin èvittima di una donna immora-le; o K., innocente, è schiaccia-to da un tribunale ingiusto, o

dietro il tribunale si nascondela giustizia divina e K. è colpe-vole. In questo aut-aut è rac-chiusa tutta l’incapacità di sop-portare la sostanziale relativitàdelle cose umane, l’incapacitàdi guardare in faccia l’assenzadel Giudice supremo. Il ro-manzo sottintende invece ilmondo come ambiguità, equindi, il dover affrontare, in-vece che una sola verità assolu-ta, una quantità di verità rela-

tive che si contraddicono, ilpossedere dunque come solacertezza la saggezza dell’i n c e r-tezza».

La letteratura, l’i m m a g i n a-zione, hanno da sempre inse-guito l’idea di purezza comeipotesi estrema. Il romanzos’instaura lì dove regna il rela-tivo, quando Dio sembra averlasciato il campo all’uomo, nelmomento in cui Don Chisciot-te esce di casa e non riesce a ri-conoscere il mondo, nell’ora incui tutto appare immerso inuna terribile ambiguità e la ve-rità divina si scompone in cen-tinaia di verità relative. È que-sta la ragione per cui, a contifatti, la letteratura è più conge-niale alla corruzione che allapurezza. La prosa è la facciaquotidiana della realtà, quellaconcreta, che si trova all’opp o-sto del mito. Gli uomini tenta-no di trasformare la propria vi-ta in mito, mentre la missionedella prosa è demitizzare.

Il pensiero romanzesco è in-disciplinato, asistematico. O-maggiando il valore del narrarePapa Francesco esalta questopensiero come gesto supremo,

e profondamente religioso, del-la vita, e cita, con le Confessionidi Agostino, I Fratelli Karamazove i Promessi Sposi come proveesemplari del dialogo tra Dio eil mondo. Ed è quanto mai ve-ro che raccontare a Dio la no-stra storia non è mai inutile, eche non c’è mai una storianuova, ma c’è un’arte che ce lafa scoprire come se fosse nuo-va, come se non l’avessimo maisfiorata prima. In questo senso,la Bibbia è un meraviglioso pa-linsesto, un prodigioso eserci-zio di ascolto del creato. Comeogni grande autore, anche loscrittore del Libro dei libri habisogno di racconti, sembrasuggerire il Papa, ed è un pen-siero limpido e di grande co-raggio, un invito a giudicaredopo aver capito.

L’elogio del narrareformulato dal Papaè gestodi testimonianza spiritualee una sfida a ogni tipodi chiusura dogmatica

Louise Elisabeth Gluck:un’inconfondibile voce poetica

Alla poetessa statunitense Louise Eli-sabeth Gluck, nata (il 22 aprile 1943)in una famiglia di immigrati ebrei un-gheresi, è stato conferito il premioNobel per la letteratura 2020. Nelcorso della sua carriera ha pubblicatododici antologie di poesie. Nel 1993con la raccolta The Wild Irisha vinto ilpremio Pulitzer per la poesia: è statoquesto il primo di una serie di ricono-scimenti culminati, giovedì 8 ottobre,con l’assegnazione, da parte dell’Acca-demia di Svezia, del Nobel. Nella rac-colta The Wild Iris la poetessa indagacon sofferta partecipazione il rapportotra l’umanità e la natura. In questaappassionata ricerca trovano spazio itemi della morte, della coscienza, del-

l’amore, analizzati sotto la lente diversi che sanno coniugare la delicatez-za del tocco e il rigore e l’incisivitàdello scandaglio interiore. Tra i rico-noscimenti ottenuti, spiccano il Natio-nal Book Award per la poesia (2014) eil prestigioso titolo di poeta laureatodegli Stati Uniti. Membro dell’Ameri-can Academy of Arts and Letters, at-tualmente Luoise Gluck insegna poe-sia all’università di Yale. Nella moti-vazione del premio l’Accademia sve-dese pone l’accento sull’«inconfondi-bile voce poetica» della Gluck, laquale, «con austera bellezza rende l’e-sistenza individuale universale». Untalento, questo, che si era subito ma-nifestato sin dalle prime raccolte poe-tiche e che è dato di riscontrare, conpotente rilievo, anche nei saggi di cri-tica letteraria da lei vergati.

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L’OSSERVATORE ROMANOgiovedì 8 ottobre 2020 pagina 7

Lettera degli arcivescovi anglicani Welby e Cottrell sugli abusi ai minori

Ricostruire le vite

Incontro alla Lateranense giovedì 15 ottobre

Per rilanciareil patto educativo

Giovedì 15 ottobre PapaFrancesco rilancerà il temadell’educazione, centrale nelsuo insegnamento e nel dia-logo con il mondo, con unvideomessaggio che sarà tra-smesso alle 14.30, durantel’incontro promosso allaPontificia università Latera-nense dalla Congregazioneper l’educazione cattolica.

In particolare, il video-messaggio sarà insieme rie-pilogativo di quanto propo-sto sul tema nel corso delpontificato e, allo stessotempo, programmatico: per-ché, come Francesco ha piùvolte ripetuto, «educare èun atto di speranza».

Al termine il Ponteficeproporrà a tutte le personedi buona volontà l’adesioneal «Global Compact onEducation»: un patto pergenerare un cambiamento suscala planetaria, affinché l’e-ducazione sia creatrice difraternità, pace e giustizia.Esigenza ancora più urgentein questo tempo segnatodalla pandemia.

L’incontro alla Lateranen-se, dedicato specificamenteal mondo accademico, potràessere seguito in diretta onli-ne attraverso il portale e icanali Youtube di Vaticannews (www.vaticannews.va)— lo streaming avrà la tradu-zione simultanea in inglese,francese, spagnolo e porto-ghese — e attraverso i canalidi distribuzione di Vaticanmedia.

Per raccogliere i suggeri-menti del Pontefice, metten-do insieme testimonianze edesperienze internazionalinell’intento di guardare “ol-t re ” con creatività, a questoevento interverranno, a di-stanza, la direttrice generaledell’Unesco, Audrey Azou-lay — attraverso un video-messaggio — e, nell’ateneopontificio, i responsabilidella Congregazione perl’Educazione cattolica: ilcardinale prefetto GiuseppeVersaldi e l’arcivescovo se-gretario Angelo VincenzoZani.

Insieme a loro interver-ranno anche i rettori dellaLateranense, Vincenzo Buo-nomo, e dell’Università cat-tolica del Sacro Cuore,Franco Anelli, e la sociologaSilvia Cataldi, docente all’u-niversità La Sapienza di Ro-ma. Al videomessaggio delPapa faranno inoltre seguitogli interventi di alcuni gio-

vani studenti, primi destina-tari del messaggio del SantoPadre. L’evento sarà intro-dotto e moderato da Ales-sandro Gisotti, vicedirettoreeditoriale del Dicastero perla comunicazione.

L’incontro del 15 ottobreraccoglie l’appello formulatodal Pontefice il 12 settembre2019: «C’è bisogno di uniregli sforzi e di far nascereun’alleanza educativa, perquesto desidero incontrarvia Roma», aveva detto riba-dendo poi l’invito agli am-basciatori di tutto il mondo,riuniti in occasione dell’u-dienza al Corpo diplomati-co accreditato presso la San-ta Sede (9 gennaio 2020).

La pandemia da covid-19,com’è noto, ha costretto adannullare l’evento in Vatica-no, per consentire successi-vamente una più ampia e se-rena partecipazione, senzaperò interrompere la proget-tualità.

Così il “Villaggio dell’e-ducazione”, punto di riferi-mento nel quale presentarele migliori esperienze educa-tive internazionali, si è tra-sformato in uno spazio vir-tuale: in questi mesi, infatti,sono state più di settanta leiniziative, realizzate nelmondo, ispirate alle temati-che del Patto, come dignitàe diritti umani, pace e citta-dinanza, ecologia integrale,fraternità e sviluppo.

Le diverse esperienze so-no state selezionate dall’altascuola Educare all’i n c o n t roe alla solidarietà della Libe-ra università Maria Santissi-ma Assunta (Lumsa) di Ro-ma, che le presenterà nelcorso di un prossimo conve-gno, condividendole anchesul sito internet dell’evento( w w w. e d u c a t i o n g l o b a l c o m -p a c t . o rg ) .

Il cammino preparatorioha inoltre visto lo svolgi-mento di otto seminari in-ternazionali presenziali e, apartire dal mese di marzo,di numerosi appuntamentisvolti in modalità “a distan-za”, ai quali ora si aggiungel’appuntamento alla Latera-nense.

Fanno da guida, in tuttoquesto, le parole di France-sco: «Cerchiamo insieme ditrovare soluzioni, avviareprocessi di trasformazionesenza paura e guardare alfuturo con speranza», di-ventando protagonisti di«questa alleanza».

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina inudienza:

l’Eminentissimo Cardinale Luis FranciscoLadaria Ferrer, Prefetto della Congregazioneper la Dottrina della Fede;

le Loro Eccellenze i Monsignori:— Piergiorgio Bertoldi, Arcivescovo titolare

di Spello, Nunzio Apostolico in Mozambico;— Giuseppe Sciacca, Vescovo titolare di Fon-

di, Segretario del Supremo Tribunale della Se-gnatura Apostolica.

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina inudienza Sua Eccellenza il Signor Nicolas Ch.Patakias, Ambasciatore di Grecia, in visita dicongedo.

NOSTRE INFORMAZIONIMessaggio del Papa alla Consulta femminile del Pontificio Consiglio della cultura

Le donne protagonistedi una Chiesa in uscita

«Attraverso l’ascolto e la premurache manifestano verso i bisogni deglialtri, e con la spiccata capacità di so-stenere dinamiche di giustizia in unclima di “calore domestico”, nei di-versi ambienti sociali in cui esse sitrovano ad operare», le «donne sonoprotagoniste di una Chiesa in usci-ta». Lo sottolinea Papa Francesco inun messaggio alle partecipanti al se-minario online (“webinar”), svoltosinel pomeriggio di mercoledì 7 ottobre,su iniziativa della Consulta femmi-nile del Pontificio consiglio della cul-t u ra .

Care amiche,sono lieto di rivolgere un cor-diale saluto a voi, che formatela Consulta Femminile delPontificio Consiglio dellaCultura, in occasione del se-minario «Le donne leggono PapaFrancesco: lettura, riflessione e musi-ca», composto da una serie diincontri che inizia, questa vol-ta, con il tema «Evangelii Gau-dium».

Il vostro Convegno odiernopermette anche di mettere inluce la bella novità che voirappresentate all’interno dellaCuria Romana; per la primavolta, un Dicastero coinvolgeun gruppo di donne renden-dole protagoniste dei progettie delle linee culturali che vasviluppando, e non solo peroccuparsi di questioni femmi-nili. La vostra Consulta ècomposta da donne impegna-te in diversi settori della vitasociale e portatrici di visioniculturali e religiose del mon-do che, seppur diverse, con-vergono verso l’obiettivo dilavorare insieme con reciprocorisp etto.

Per il vostro itinerario diletture avete scelto tre dei mieiscritti: l’Esortazione Evangeliigaudium e, successivamente,

l’Enciclica Laudato si’ e il Docu-mento sulla fratellanza umana per lapace mondiale e la convivenza comu-ne; scritti dedicati, rispettiva-mente, ai temi dell’evangeliz-zazione, del creato e della fra-tellanza. Sono scelte significa-tive nelle quali si riflette lo spi-rito della Consulta, una riccadiversità che sa lavorare cer-cando nel dialogo i punti diaccordo e di affiatamento.

È anche da rilevare il fattoche il convegno sia posto al-l’insegna di una grande don-na, proclamata dottore dellaChiesa nel 2012: Santa Ilde-garda di Bingen. Anche lei,come San Francesco d’Assisi,ha composto un inno armo-nioso in cui canta e loda il Si-gnore del e nel creato. Ildegar-da unifica la conoscenza scien-tifica e la spiritualità; e da mil-le anni — da vera maestra —legge, commenta, crea e inse-

gna alle donne e agli uomini.Ella ha rotto gli schemi delsuo tempo, che impedivanoalle donne di studiare e di en-trare in biblioteca e, come ba-dessa, lo chiede anche per lesue consorelle. Impara il cantoe compone musica, che per leiera un’onda capace di condur-la in alto fino a Dio. La musi-ca per lei non era solo arte oscienza, era anche liturgia.

Ora voi, con questo incon-tro, volete creare dialogo traintelletto e spiritualità, tra uni-tà e diversità, tra musica e li-turgia, con una mèta fonda-mentale, cioè l’amicizia e la fi-ducia universali. E lo fate convoce femminile che vuole aiu-tare a risanare, in un mondomalato. Il vostro percorso dilettura potrà offrire una visio-ne peculiare sul tema del con-fronto sociale e culturale comecontributo alla pace, perché le

donne hanno il dono di ap-portare una sapienza che sa ri-cucire le ferite, perdonare,reinventare e rinnovare.

Nella storia della salvezza èuna donna ad accogliere ilVerbo; e sono pure le donne acustodire nella notte oscura lafiammella della fede, ad atten-dere e ad annunciare la Risur-rezione. La realizzazionegioiosa e profonda della don-na si incentra in questi due at-ti: accoglienza e annuncio. Ledonne sono protagoniste diuna Chiesa in uscita, attraver-so l’ascolto e la premura chemanifestano verso i bisognidegli altri, e con la spiccata ca-pacità di sostenere dinamichedi giustizia in un clima di “ca-lore domestico”, nei diversiambienti sociali in cui esse sitrovano ad operare. Ascolto,meditazione, azione amorevo-le: sono questi gli elementi co-stitutivi di una gioia che si rin-nova e si comunica agli altri,attraverso lo sguardo femmi-nile, nella cura del creato, nel-la gestazione di un mondo piùgiusto, nella creazione di undialogo che rispetti e valorizzile differenze.

Vi auguro di essere portatri-ci di pace e di rinnovamento.Di essere una presenza che,con umiltà e coraggio, sa com-prendere e accogliere la novitàe generare la speranza di unmondo fondato sulla fraterni-tà. Vi accompagno nel mio ri-cordo orante a Dio, e vi chie-do, per favore, di farlo ancheper me. Grazie!

Roma, San Giovanniin Laterano, 1° ottobre 2020,

Memoria di Santa Teresadi Gesù Bambino

FRANCESCO

La cattedrale anglicana di Canterbury

LONDRA, 8. Un documentodoloroso per coloro che hannosubito abusi sessuali ma altempo stesso uno sprone peragire in modo che ciò non ac-cada mai più: è il pensieroespresso dalla Church of En-gland attraverso una letteraaperta degli arcivescovi diCanterbury e York, Justin

Welby, primate della Comu-nione anglicana, e StephenCottrell, in merito al rapportostatale ultimato il mese scorsodall’Indipendent inquiry intochild sexual abuse (Iicsa) ri-guardante gli abusi sui minorie pubblicato martedì 6 otto-bre. Quest’ultimo è frutto diindagini avviate nel 2015, du-rante le quali sono stati inve-stigati i vertici di varie istitu-zioni, tra cui anche Westmin-ster, per capire come gli abusisiano stati possibili e per sug-gerire strategie e provvedi-menti che prevengano il lororip etersi.

«Siamo veramente dispia-ciuti — si legge nella lettera —per il modo vergognoso in cuila Chiesa ha agito e dichiaria-mo il nostro impegno adascoltare, imparare e agire inrisposta ai risultati del rappor-to. Non possiamo e non vo-gliamo trovare scuse». Da quil’impegno a sostenere, pun-tualizzano i firmatari dellamissiva, chiunque voglia con-fidare quanto gli è accadutonel segno di una Chiesa dove-rosamente aperta al cambia-

mento e che sia veramente si-cura per tutti.

«I sopravvissuti ci hannodetto che le parole senza azionisono prive di significato. Stia-mo agendo, ma siamo ancheconsapevoli che ciò che abbia-mo fatto non è stato né abba-stanza rapido né sufficiente».È doveroso quindi, ribadisco-no i presuli, rispondere conumiltà e determinazione, riflet-tendo onestamente su quantoriportato nel dossier. «La sal-vaguardia dell’integrità fisica epsicologica del minore è fon-

damentale per la nostra fedeed è responsabilità per ciascu-no di noi, che dobbiamo ri-spondere con compassione allevittime, affrontare questioni digiustizia nei loro confronti eaiutarli a ricostruire le loro vi-te», precisano i presuli anglica-ni in conclusione della lettera,aggiungendo di essere pronti aqualsiasi raccomandazione econsigli inerenti alla questione.Per un effettivo cambiamentonella cultura e nella praticache, ribadiscono, non può enon deve più tardare.†

I Superiori, gli Officiali e il per-sonale tutto del Pontificio Con-siglio per la Promozione dellaNuova Evangelizzazione si strin-gono con la preghiera e l’amici-zia intorno al Sottosegretario delDicastero Monsignor GrahamBell per la morte della cara

mamma

HELEN LO CHRIEPRINGLEVedova Bell

Il Signore la stringa a sé co-me Buon Pastore e doni ai Fami-gliari tutti la consolazione neldolore, con la speranza della ri-s u r re z i o n e

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 8 giovedì 8 ottobre 2020

Nell’udienza a Moneyval nuovo appello del Papa a destinare allo sviluppo le spese per le armi

No all’idolatria del denaroe alla dittatura dell’economia

Francesco chiede alla plenaria della Pontificia Accademia delle scienze di dare priorità ai bisogni dei poveri e invoca una conversione ecologica

Soluzioni eque e inclusive per uscire dalla crisiSoluzioni eque e inclusive per usciredalla crisi provocata dalla pandemiada covid-19 sono state auspicate daPapa Francesco in un messaggio in-viato ai partecipanti alla sessione ple-naria della Pontificia Accademia del-le Scienze, in corso dal 7 al 9 ottobre.Ne pubblichiamo una nostra tradu-zione dall’inglese.

AI DISTINTI MEMBRIDELLA PONTIFICIA

ACCADEMIA DELLE SCIENZERIUNITI

IN SESSIONE PLENARIA

Vi porgo cordiali saluti edesprimo la mia gratitudine allaPontificia Accademia delleScienze per aver dedicato laSessione Plenaria di quest’an-no a porre la ricerca scientificadi base al servizio della salutedel nostro pianeta e dei suoiabitanti, specialmente quellipiù poveri e svantaggiati. Sa-luto anche gli esperti e i leaderinvitati, che hanno tutti gravo-se responsabilità internaziona-li, e attendo con piacere il lorocontributo.

Prima di ogni altra cosa,esprimo il mio sostegno per illavoro dell’Accademia, pro-mosso attivamente dal suoPresidente, il Professor Joa-chim von Braun, e dal Consi-glio. In questi giorni, il mio in-teresse per il vostro lavoro èancora più grande, poiché ave-te dedicato la Sessione Plena-ria a quello che è giustamenteun tema di profonda preoccu-pazione per l’intera umanità.Vi state focalizzando sulla no-zione di scienza al servizio del-la gente per la sopravvivenzadell’umanità alla luce dellapandemia del Sars-CoV-2/Co-vid-19 e di altre questioni glo-bali.

Di fatto, la pandemia ha fat-to emergere non solo le nostrefalse certezze, ma anche l’inca-pacità dei paesi del mondo dilavorare insieme. Nonostantetutta la nostra iper-connettivi-tà, abbiamo assistito a unaframmentazione che ha resopiù difficile risolvere problemiche ci riguardano tutti (cfr.Fratelli tutti, n. 7). È dunque si-gnificativo che questa SessionePlenaria virtuale dell’Accade-

tri trattamenti specifici, tra cuivaccini che vengono ora speri-mentati clinicamente. Comesappiamo, il virus, colpendo lasalute delle persone ha colpitoanche l’intero tessuto sociale,economico e spirituale dellasocietà, paralizzando le rela-zioni umane, il lavoro, la mani-fattura, il commercio e perfinomolte attività spirituali. Ha unimpatto enorme sull’educazio-ne. In tante parti del mondo,

l’impatto della crisi sui poveridel mondo. Per molti di loro,di fatto, è una questione di so-pravvivenza. Insieme al contri-buto delle scienze, i bisognidei membri più poveri dellanostra famiglia umana esigonosoluzioni eque da parte dei go-verni e di tutti coloro che han-no potere decisionale. I sistemidi assistenza sanitaria, peresempio, devono diventaremolto più inclusivi e accessibili

tre, che sono state istituite perpromuovere la cooperazione eil coordinamento globale, de-vono essere rispettate e soste-nute di modo che possano rea-lizzare i loro obiettivi a benefi-cio del bene comune universa-le.

Lo scoppio della pandemia,nel contesto più ampio del ri-scaldamento globale, della cri-si ecologica e della tragica per-dita di biodiversità, costituisceuna chiamata per la nostra fa-miglia umana a rivedere la suarotta, a pentirsi e a intrapren-dere una conversione ecologi-ca (cfr. Laudato si’, nn. 216-221).Una conversione che attinga atutte le doti e i talenti donatida Dio, al fine di promuovereuna “ecologia umana” degna

Le riflessioni della vostraSessione Plenaria sulle scienzee la sopravvivenza dell’umani-tà sollevano anche la questionedi scenari analoghi che potreb-bero avere origine nei labora-tori più avanzati di fisica e dibiologia. Possiamo rimaneretranquilli dinanzi a simili pro-spettive? Per quanto possa es-sere grande la responsabilitàdei politici, essa non esenta gliscienziati dal riconoscere leproprie responsabilità etichenello sforzo di arrestare nonsolo la produzione, il possessoe l’utilizzo delle armi nucleari,ma anche lo sviluppo di armibiologiche, con il loro poten-ziale di devastare civili inno-centi e, di fatto, interi popoli.

Cari amici, ancora una voltavi ringrazio per le vostre ricer-che e per gli sforzi di confron-tarvi su tali serie questioni inuno spirito di cooperazione edi responsabilità condivisa peril futuro delle nostre società.In questi mesi, il mondo interoè dipeso da voi e dai vostri col-leghi perché fornissero infor-mazioni, istillassero speranzae, nel caso dei tanti operatorisanitari, si si prendessero curadei malati e dei sofferenti,spesso a rischio della propriavita. Rinnovando la mia grati-tudine e offrendo i miei orantibuoni auspici per le delibera-zioni della vostra Sessione Ple-naria, invoco su di voi, sullevostre famiglie e i vostri colle-ghi le benedizioni di Dio disaggezza, forza e pace. E vichiedo, per favore, di ricordar-mi nelle vostre preghiere.

Roma, da San Giovanniin Laterano, 7 ottobre 2020

FRANCESCO

mia faccia incontrare molte di-scipline scientifiche diverse; intal senso, offre un esempio dicome le sfide della crisi del Co-vid-19 dovrebbero essere af-frontate attraverso l’imp egnocoordinato al servizio dell’in-tera famiglia umana.

I vostri sforzi sono larga-mente concentrati sullo studiodi nuove vie immunologiche eimmunochimiche per attivare imeccanismi di difesa propridel corpo o per arrestare laproliferazione delle cellule in-fette. State anche studiando al-

moltissimi bambini non posso-no ritornare a scuola e questasituazione comporta il rischiodi un incremento del lavoro in-fantile, dello sfruttamento, de-gli abusi e della malnutrizione.In breve, l’incapacità di vedereil volto di una persona e consi-derare gli altri come potenzialiportatori del virus è una terri-bile metafora di una crisi so-ciale globale che deve preoc-cupare tutti coloro che hannoa cuore il futuro dell’umanità.

A tale riguardo, nessuno dinoi può non preoccuparsi del-

alle persone svantaggiate e aquanti vivono in paesi a bassoreddito. Se si deve dare la pre-ferenza a qualcuno, allora chesia ai più bisognosi e vulnera-bili tra noi. In modo analogo,quando i vaccini sono disponi-bili, occorre garantire un giu-sto accesso ad essi a prescinde-re dal reddito, partendo sem-pre dagli ultimi. I problemiglobali che stiamo affrontandoesigono risposte cooperative emultilaterali. Le organizzazio-ni internazionali come le Na-zioni Unite, l’Oms, la Fao e al-

Quando i vaccini sono disponibili,occorre garantire un giusto accessoad essi a prescindere dal reddito,partendo sempre dagli ultimi

Vincent Van Gogh,«I poverie il denaro»(1882)

Un nuovo appello a destinare le spese perle armi allo sviluppo dei Paesi e a reagirecontro l’idolatria del denaro e la dittaturadell’economia nel discorso al Comitato diEsperti del Consiglio d’Europa (Mone-yval), ricevuti in udienza nella Bibliotecaprivata, nella mattina di giovedì 8 otto-b re .

Cari fratelli e sorelle,vi do il benvenuto in occasionedella vostra visita, in qualità diesperti del Consiglio d’Europa perla valutazione delle misure controil riciclaggio e il finanziamento delterrorismo. Ringrazio il Presidentedell’Autorità d’Informazione Fi-nanziaria per le sue cortesi parole.

Il lavoro che voi svolgete in rela-zione a questo duplice obiettivo mista particolarmente a cuore. Esso,infatti, è strettamente connessocon la tutela della vita, con la paci-fica convivenza del genere umanosulla terra e con una finanza chenon opprima i più deboli e i biso-gnosi: è tutto concatenato.

Come ho scritto nell’Esortazio-ne apostolica Evangelii gaudium, ri-tengo necessario ripensare al no-stro rapporto col denaro (cfr. n.55). Infatti, in certi casi pare che sisia accettato il predominio del de-naro sull’uomo. Talora, pur di ac-

cumulare ricchezza, non si bada al-la sua provenienza, alle attività piùo meno lecite che l’abbiano origi-nata e alle logiche di sfruttamentoche possono soggiacervi. Così, ac-cade che in alcuni ambiti si tocchinosoldi e ci si sporchi le mani di sangue, delsangue dei fratelli. O, ancora, puòsuccedere che risorse finanziarievengano destinante a seminare ilterrore, per affermare l’egemoniadel più forte, del più prepotente, dichi senza scrupoli sacrifica la vitadel fratello per affermare il propriop otere.

San Paolo VI propose che, con ildenaro impiegato nelle armi e inaltre spese militari, si costituisse unFondo mondiale per venire in aiu-to ai più diseredati (Lett. enc. Popu-lorum progressio, 51). Ho ripreso taleproposta nell’Enciclica Fratelli tutti,chiedendo che, piuttosto di inve-stire sulla paura, sulla minaccianucleare, chimica o biologica, siusino tal i risorse «per eliminare fi-nalmente la fame e per lo sviluppodei Paesi più poveri, così che i loroabitanti non ricorrano a soluzioniviolente o ingannevoli e non sianocostretti ad abbandonare i loroPaesi per cercare una vita più di-gnitosa» (n. 262).

Il Magistero sociale della Chie-

sa ha sottolineato l’erroneità del“dogma” neoliberista (cfr. ibid.,168) secondo cui l’ordine economi-co e l’ordine morale sarebbero cosìdisparati ed estranei l’uno all’a l t ro ,che il primo in nessun modo di-penderebbe dal secondo (cfr. PioXI, Lett. enc. Quadragesimo anno,190). Rileggendo tale affermazio-ne alla luce dei tempi attuali, siconstata che «l’adorazione del-l’antico vitello d’oro (cfr. Es 32, 1-35) ha trovato una nuova e spietataversione nel feticismo del denaro enella dittatura di una economiasenza volto e senza uno scopo ve-ramente umano» (Esort. ap. Evan-gelii gaudium, 55). Infatti, «la specu-lazione finanziaria con il guada-gno facile come scopo fondamen-tale continua a fare strage» (Lett.enc. Fratelli tutti, 168).

Le politiche di antiriciclaggio edi contrasto al terrorismo costitui-scono uno strumento per monito-rare i flussi finanziari, consenten-do di intervenire laddove emerga-no tali attività irregolari o, addirit-tura, criminali.

Gesù ha scacciato dal tempio imercanti (cfr. Mt 21, 12-13; Gv 2, 13-17) e ha insegnato che «non si puòservire Dio e la ricchezza» (Mt 6,24). Quando, infatti, l’economia

perde il suo volto umano, non ci siserve del denaro, ma si serve il denaro. Èquesta una forma di idolatria con-tro cui siamo chiamati a reagire, ri-proponendo l’ordine razionaledelle cose che riconduce al benecomune (cfr. S. Tommaso d’Aqui-no, Summa Theologiae, I-II, q. 90, a.),secondo il quale «il denaro deveservire e non governare!» (Esort.ap. Evangelii gaudium, 58; cfr. Cost.past. Gaudium et spes, 64; Lett. enc.Laudato si’, 195).

In attuazione di tali princìpi,l’Ordinamento vaticano ha intra-preso, anche recentemente, alcunemisure sulla trasparenza nella ge-stione del denaro e per contrastareil riciclaggio e il finanziamento delterrorismo. Il 1° giugno scorso èstato promulgato un Motu Proprioper una più efficace gestione dellerisorse e per favorire la trasparen-

za, il controllo e la concorrenzanelle procedure di aggiudicazionedei contratti pubblici. Il 19 agostoscorso, una ordinanza del Presi-dente del Governatorato ha sotto-posto le Organizzazioni di volon-tariato e le Persone Giuridiche del-lo Stato della Città del Vaticano al-l’obbligo di segnalazione di attivi-tà sospette all’Autorità di Informa-zione Finanziaria.

Cari amici, rinnovo la mia grati-tudine per il servizio che svolgete,io lo considero così: un servizio, evi ringrazio. I presìdi sui quali voivigilate, infatti, si pongono a tuteladi una “finanza pulita”, nell’ambi-to della quale ai “m e rc a n t i ” è impe-dito di speculare in quel sacro tem-pio che è l’umanità, secondo il di-segno d’amore del Creatore. Gra-zie di nuovo, buon lavoro e non di-menticate di pregare per me.

della nostra dignità innata edel nostro destino comune. Èquesta la speranza che hoespresso nella mia recente En-ciclica Fratelli tutti sulla fraterni-tà e l’amicizia sociale. «Comesarebbe bello se alla crescitadelle innovazioni scientifiche etecnologiche corrispondesseanche una sempre maggioreequità e inclusione sociale!Come sarebbe bello se, mentrescopriamo nuovi pianeti lonta-ni, riscoprissimo i bisogni delfratello e della sorella che miorbitano attorno!» (n. 31).