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Sperimentazioni gestionali in Sanità
Il ruolo di Agenas
Dott. ssa Marina Cerbo
Dirigente Sez. Innovazione Sperimentazione e Sviluppo
Roma, 27 Settembre 2012
Ministero della Salute
Le iniziative di Agenas -1
2001 la prima Commissione per le sperimentazioni ed innovazioni gestionali 1° report sulle sperimentazioni
gestionali
2004 la seconda Commissione per le sperimentazioni ed innovazioni gestionali Approfondimenti sulle
sperimentazioni gestionali
2007-oggi Monitoraggio delle sperimentazioni ed innovazioni gestionali incluso nel Sistema di monitoraggio dei LEA certificazione
Forma di sperimentazione
Nome della sperimentazione
Enti coinvolti (denominazione) Pubblici/Privati
Provvedimento regionale autorizzativo della sperimentazione
Data inizio sperimentazione (gg.mm.aaaa)
Durata prevista della sperimentazione (n. anni)
Stato al 31.12.2011 (autorizzata/in corso/conclusa)
Provvedimento regionale di eventuale proroga (denominazione)
Esito verifica annuale: P (positivo) / N (negativo)
Provvedimento conseguente alla verifica (denominazione)
Provvedimento regionale conseguente alla conclusione (denominazione)
Livello essenziale di assistenza principalmente coinvolto dalla sperimentazione (prevenzione collettiva e sanità pubblica; assistenza distrettuale; assistenza
ospedaliera)
Scheda di Rilevazione delle Sperimentazioni e Innovazioni Gestionali - Anno 2011
Fonte: Ministero della Salute – SiveAS LEA
Le iniziative di Agenas - 2
2008-9 Ricerca sui rapporti pubblico - privato nelle Regioni (Report sulle Società miste-2009)
2010-11 Ricerca sui rapporti pubblico - privato nelle Regioni (Fondazioni ed esternalizzazioni di funzioni diagnostiche- 2012)
In collaborazione con la SECONDA UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI NAPOLI - DIPARTIMENTO DI STRATEGIE AZIENDALI
•Nella dottrina e nella prassi dei paesi anglosassoni il termine Public private partnership denota in via generale una vasta tipologia di accordi di collaborazione tra soggetti pubblici e soggetti privati.
•Accordi che occupano lo spettro lasciato libero tra due estremità: lo svolgimento di servizi pubblici integralmente per mano dello Stato centrale o federale o regionale o delle amministrazioni locali e la privatizzazione integrale dei medesimi servizi.
Le partnership pubblico-privato
•Partenariato di tipo puramente contrattuale
Basato su legami esclusivamente
contrattuali tra i singoli soggetti (ad es. la
concessione, in cui il privato fornisce un
servizio al pubblico riscuotendo il
compenso presso gli utenti del servizio o
la PFI-private finance initiative, in cui il
privato è remunerato da pagamenti
regolari del pubblico)
•Partenariato di tipo
istituzionalizzato
Implica la creazione di un entità detenuta congiuntamente dai partners che ha la missione di assicurare la fornitura di un’opera o di un servizio a favore del pubblico (Joint venture, Società miste..) o il passaggio al privato di un’impresa pubblica esistente
Le forme di PPP
Esternalizzazioni,
convenzioni
Società miste
Fondazioni
Dalla valutazione formale all’analisi organizzativa per
sviluppare e approfondire l’analisi delle iniziative intraprese;
promuovere l’affinamento delle metodologie di progettazione,
di attuazione e di valutazione delle sperimentazioni,
diffondendo le best practice;
evidenziare i punti di forza e di debolezza sotto il profilo
organizzativo e giuridico.
Obiettivi
1. L’eterogeneità
1.1. Differenze nella dimensione strutturale ed economica
le fondazioni e le società miste sono utilizzate per gestire sperimentazioni
gestionali che vanno dai 1200 ai 3 addetti, da 200 a 2 milioni di € di valore della
produzione
1.2 Differenze nelle motivazioni alla base dell’avvio della partnership
il ricorso alla sperimentazione gestionale è stato dettato da diverse tipologie di
motivazioni, in genere molto specifiche e legate al territorio
1.3 Differenze nei modelli organizzativi
le partnership fra pubblico e privato si sono sviluppate ripartendo in maniera
molto diversa il grado di coinvolgimento delle due diverse tipologie di soggetti
(pubblici e privati) nella gestione
Dati dimensionali e strutturali
Fondazione Policlinico Tor Vergata, Roma 200 milioni di € 900
ISMETT Palermo 80 milioni di € 540
Ospedale di Sassuolo 60 milioni di € 570
Fondazione MBBM, Monza 37 milioni di € 370
IRST Meldola 30 milioni di € 240
AMOS srl Cuneo 30 milioni di € 870
Ospedale San Pellegrino spa, Castiglione (MN) 29 milioni di € 370
Ospedale di Suzzara spa (MN) 28 milioni di € 260
Montecatone Rehabilitation Institute, Imola 24 milioni di € 300
COQ, Omegna 22 milioni di € 180
ORAS, Motta di Livenza 19 milioni di € 230
Istituto Codivilla Putti, Cortina 13 milioni di € 150
Prosperius Tiberino, Umbertide 7 milioni di € 77
Fondazione Serena Centro Nemo, Milano 4,5 milioni di € 39
Montefeltro salute, Sassocorvaro 2 milioni di € 3
(valori medi annui) Addetti
1.2 Le motivazioni
Evitare la chiusura di presidi ospedalieri importanti per il territorio ma insostenibili in
termini di costi di gestione pubblici
Affrontare emergenze relative a strutture in crisi (presidi, ospedali) e ridurre la mobilità
esterna verso altre regioni (viaggi della speranza)
Riconvertire presidi ospedalieri attivando nuove competenze
Effettuare significativi investimenti in infrastrutture, tecnologie e impianti
Sviluppare poli di eccellenza per specifiche prestazioni sanitarie e per attività di ricerca ad
esse pertinente
Acquisire risorse finanziarie tramite attività di fund raising o di finanziamenti bancari
Perseguire economie di scala e specializzazione nell’erogazione di servizi comuni alle asl di
un territorio
Adottare modelli di governance più flessibili dal punto di vista organizzativo e gestionale
1.3 I modelli organizzativi e gestionali
Privati
accreditati
Outsourcing
Forme
Quasi private
Forme
para
pubbliche
AO
ASL
Gare e
contratti non equity
Contratti equity
Società e fondazioni
Responsabilità gestionale del privato Bassa Alta
Resp
on
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o
Bassa
Alta
Le forme «para» pubbliche
Forme para pubbliche:
la regolazione e il governo dei processi gestionali e clinici maggiormente
rilevanti è affidata al management che adotta meccanismi di governo e
regolazione dei processi coerenti con le indicazioni e disposizioni normative
del settore pubblico (appalti, acquisti, personale, ecc.).
Si tratta di forme esemplificative di buon management pubblico,
perfettamente inserite nel sistema di programmazione regionale che
giustificano il coinvolgimento di soci privati spesso soprattutto in funzione
della loro capacità di apportare di risorse finanziarie.
Le forme «para» pubbliche: le società captive
Le società captive:
Si tratta di una vera e propria forma di outsourcing captive a favore di una società
in house, costituita e controllata da soggetti pubblici, regolata dal sistema di
norme tipiche del sistema pubblico (appalti, acquisti, personale, vincoli di
bilancio, ecc.).
La disciplina di riferimento è quella dell’in house che limita il suo ambito di
intervento esclusivamente a servizi effettuati nei confronti dei soci i quali
esercitano su di essa il controllo analogo.
Le funzioni di indirizzo, vigilanza, programmazione e controllo dell’operato della
società da parte degli enti soci debbono assicurare che i livelli e le condizioni di
svolgimento dell’attività, anche con riferimento a standard quali-quantitativi,
siano conformi al contratto di servizio ed adeguati alle esigenze degli utenti.
Consiglio di Stato, Adunanza Plenaria Decisione 3 marzo 2008, n. 1, Sentenza AMOS
D.L. n. 135 del 25 settembre 2009 all’art. 15, comma 3
Le forme «para» pubbliche: le fondazioni di gestione con soli soci pubblici
Il ricorso allo strumento giuridico della fondazione si avvale delle possibilità offerte
dall’ordinamento vigente in tema di costituzione di Fondazioni di partecipazione fra
soggetti pubblici e privati.
Nelle fondazioni di partecipazione si riscontra una pluralità di soci fondatori, i quali
partecipano direttamente alla gestione dell’ente, all’elaborazione delle strategie operative,
alla composizione degli organi, in una modalità simile a quella delle società di capitali, ma
senza lo scopo di lucro.
Il patrimonio stesso delle fondazioni può essere a formazione progressiva, con altro soci
che intervengono successivamente alla costituzione della fondazione.
Laddove non intervengono soci privati ma rimangono solo soci pubblici (Policlinico Tor
Vergata) la soluzione viene regolata interamente come soggetto pubblico
LA CORTE DEI CONTI SEZIONE REGIONALE DI CONTROLLO PER IL LAZIO nell’adunanza del 7 giugno 2011: IL CONTROLLO SULLA GESTIONE
SANITARIA DELLA REGIONE LAZIO: In tale ottica, il Policlinico a gestione diretta dell’Università degli studi tor Vergata, seppure trasformato in fondazione di
diritto privato, rientra a pieno titolo fra gli organismi di diritto pubblico, essendo: a) sottoposto al controllo della Corte dei conti (ex art. 1, c. 170, legge finanziaria
2006); b) finanziato nella quasi totalità con risorse pubbliche; c) assoggettato a una normativa speciale (obblighi e vincoli) di gran lunga più penetrante di quella
stabilita in via generale dall’art. 25 del codice civile. D’altra parte, i due fondatori dell’istituzione sono soggetti pubblici, tenuti a rimettere anche al Ministero
dell’economia e delle finanze le risultanze del loro operato
Le forme «para» pubbliche: le società miste con privato «latente»
In alcuni casi (IRST srl Meldola, Ospedale di Sassuolo, Montecatone RI, Imola) i soggetti
privati partner del socio pubblico nelle società miste svolgono un ruolo gestionale
estremamente contenuto.
Si tratta di fondazioni bancarie, di enti locali (comuni) ma anche società private, o onlus.
«Pur se gestito in via sperimentale da una società mista, l’Ospedale di Sassuolo conferma
integralmente la sua natura pubblica di ospedale di rete . I rapporti tra Azienda Usl e
società di gestione sono disciplinati, oltre che da statuto ed altri documenti sottoscritti in
fase di costituzione, mediante un accordo di committenza pluriennale e conseguenti
contratti esecutivi annuali» (Intervista al management aziendale).
I quasi privati: le fondazioni di gestione miste
La Fondazione di partecipazione appare vantaggiosa perché garantisce una adeguata
autonomia finanziaria, gestionale, contabile e amministrativa rispetto all’AO.
La Fondazione di partecipazione si presenta come uno strumento adeguato alla raccolta di
finanziamenti privati per sostenere gli investimenti previsti. (fund raising, crediti bancari
etici).
La motivazione principale del coinvolgimento di soggetti privati (non profit) alla base della
sperimentazione non è di tipo economico imprenditoriale, ma invece di miglioramento e
sviluppo delle qualità dell’assistenza e ricerca.
La Fondazione tuttavia consente all’AO di mantenere un controllo significativo
sull’erogazione delle prestazioni sanitarie tramite il ruolo svolto dalla direzione delle
aziende ospedaliere di riferimento.
La soluzione della Fondazioni di gestione non ha richiesto una procedura ad evidenza
pubblica per la scelta dei partner privati, in ogni caso soggetti “no profit” da tempo presenti
in numerosi progetti di collaborazione e sostegno dell’AO.
I quasi privati: le società miste
Forme imprenditoriali
la regolazione e il governo dei processi gestionali e clinici maggiormente rilevanti si
basano sul’intervento diretto di figure imprenditoriali e manageriali immediata espressione
di imprese private dotate di esperienza e competenze nella gestione di strutture sanitarie.
All’origine della sperimentazione vi è l’obiettivo prevalente di mantenere in vita un
presidio sanitario sul territorio.
I soggetti privati sono stati in genere scelti con procedure ad evidenza pubblica.
La convenienza del ricorso a società private di basa sulla possibilità normativa di adottare
sistemi e procedure “privatistiche” (appalti e acquisti, reclutamento e gestione del
personale).
I quasi privati: le società miste
Forme manageriali
la regolazione e il governo dei processi gestionali e clinici maggiormente
rilevanti è affidata al management espressione di grandi gruppi privati che adotta
propri meccanismi di governo e regolazione degli stessi.
La sperimentazione si fonda sulla possibilità di acquisire da soci privati di
rilevanza anche internazionale (Università di Pittsburgh, Gènèrale da Santè SA,)
best practices cliniche e gestionali.
I soggetti privati sono stati in genere scelti sia con procedure ad evidenza
pubblica sia mediante una procedura diretta ex ’art. 9-bis del d.lgs n. 502 del
1992).
I soggetti pubblici (ASL e le amministrazioni regionali) intervengono mediante
l’esercizio della programmazione sanitaria e il controllo economico finanziario.
I quasi privati: i meccanismi di gestione
Meccanismi di supervisione diretta
le relazioni con il socio pubblico e con l’amministrazione regionale sono regolate
senza che vi sia controllo significativo nella gestione. Il governo e la regolazione
dei processi si basa su sistemi gerarchici e quasi “padronali”
Meccanismi di controllo organizzativo
le competenze del socio privato si sono esplicitate nell’adozione di meccanismi
organizzativi dotati di maggiore accountability e reliability; le relazioni con i soci
pubblici e la Regione sono frequenti ma governate da meccanismi relazionali e a
basso grado di maturità.
Meccanismi di controllo contrattuale
le relazioni fra pubblico e privato sono regolate da contratti di affidamento e
concessione con le fondazioni e contratti con le ASL di riferimento
Le Fondazioni di indirizzo strategico
Il modello delle Fondazioni di indirizzo strategico si è riscontrato nella provincia di
Mantova, in particolare rappresentano la tipologia di sperimentazione sostenuta
dall’Azienda Ospedaliera Carlo Poma per ristrutturare e rilanciare due presidi ospedalieri:
- Ospedale di Castiglione delle Stiviere
- Ospedale di Suzzara
Il progetto complessivo si è infatti posto l’obiettivo si istituire delle Fondazioni partecipate
dalla AO Poma cui assegnare il ruolo di mediatori dei processi di:
- affidamento e della gestione e ristrutturazione delle strutture pubbliche a soggetti privati
- controllo e valutazione delle attività del soggetto privato
Per tale obiettivo le fondazioni acquisiscono in uso gli immobili con l’obiettivo di
ristrutturali dandoli in gestione a privati tramite procedimenti di selezione pubblica
I privati affidatari subentrano alla AO nelle autorizzazioni sanitarie e nell’accreditamento
regionale e nei contratti con le ASL di riferimento.
Le Fondazioni di indirizzo strategico alcune considerazioni di sintesi
• Il ricorso alla fondazione più che un’innovazione gestionale rappresenta una soluzione
amministrativa utile per “cedere” la responsabilità gestionale di importanti strutture ospedaliere
radicate nel territorio alla gestione di privati
• I contratti di affidamento prevedono che gli affidatari si impegnino in significativi progetti di
investimento tecnico infrastrutturale utili per consentire il rispetto degli standard di
accreditamento regionale delle strutture, utilizzando fonti di finanziamento proprie o di debito di
entità superiore alle disponibilità pubbliche
• Le sperimentazioni hanno tenuto in significativa considerazione il rispetto dell’occupazione,
imponendo l’utilizzo di personale comandato il cui inquadramento contrattuale pubblico veniva
dunque garantito
• La gestione “privatistica” di processi sensibili come gli approvvigionamenti e l’organizzazione
stessa del personale ha rappresentato un fattore di efficientamento e contenimento dei costi.
• Il controllo della fondazione e dell’ASL consente di far rientrare le prestazioni erogate all’interno
di una logica di utilizzo delle strutture che rifugga dall’erogazione di prestazioni non appropriate
al territorio o di prestazioni a pagamento
• Importanti sono le attività di comunicazione e dialogo con l’utenza e i territorio necessarie a
vincere una iniziale diffidenza nei confronti del privato e nel mantenere un allineamento fra
qualità erogata e attesa
2. La riduzione degli spazi di manovra: minore attrattività per i privati -1
Scelta del socio privato: selezione mediante procedure concorsuali (Aggiornamento Linee guida
regionali per l’attivazione di collaborazioni tra aziende sanitarie pubbliche e soggetti privati,
allegato 1 la DGR 7854 del 30 luglio 2008 Regione Lombardia) assimilazione del partenariato
istituzionale a quello contrattuale (libro verde Commissione europea 30/4/2004 n. COM (2004)
327)
Tipologia di soggetto: preferenza da accordare a organizzazioni non lucrative di utilità sociale di
cui all’articolo 10 del D. Lgs n. 460 del 1997 (lett. a) e che questi ultimi non detengano
partecipazioni maggioritarie (lett. b).
Tipo di forma giuridica: ad esempio DGR 7/18575 del 5 agosto 2004 Regione Lombardia
stabilisce di non contemplare tra le formule giuridiche possibili per la realizzazione delle
sperimentazioni gestionali quella delle società mista
Tetto del 49% per il soggetto privato: tale vincolo introdotto dal art. 10 del D. Lgs. 19 giugno
1999, n. 229 genera l’esigenza di specifici patti parasociali e «raffredda» l’interesse di potenziali
partner
2. La riduzione degli spazi di manovra: minore attrattività per i privati -2
Impedimento dell’affidamento diretto di servizi a organizzazioni miste pubblico privato:
Tar Puglia, Lecce, sez. II, con la sentenza 7 marzo 2012, n. 418, la normativa «non permette
certo l’affidamento diretto del servizio alla società stessa (o al diverso ente pubblico/privato).
Né rileva, in senso contrario, la natura giuridica della Fondazione (costituita da un patrimonio
personificato dall’ordinamento per la realizzazione di uno scopo determinato avente utilità
sociale) o la circostanza che la stessa non persegue uno scopo di lucro, considerata l’indubbia
rilevanza economica del servizio pubblico sanitario affidatole. Altrimenti, si tratterebbe di
norma da disapplicare siccome contraria ai principi del Trattato»
Esercizio del controllo analogo e disciplina delle società in house: obbligo di esclusività nei
confronti dei soci e capitale interamente pubblico (sentenza 11/01/2005 n. C 26/2003 ‐ Stadt
Halle); D.L. 223/2006 (cd. Decreto Bersani I), L. 244/2007 (Finanziaria 2008) ‐ art. 3, co. 12 e
ss. e co. 27‐29;
Obbligo di procedure regolate dal codice degli appalti pubblici per gli acquisti e
approvvigionamenti per le organizzazioni miste pubblico privato: l'art. 3, co. 26 , 27 28, del
D.Lgs. 17 aprile 2006, n. 163; Corte di cassazione, Sezioni Unite, Sentenza 9 maggio 2011, n.
10068
2. La riduzione degli spazi di manovra: minore attrattività per i privati -3
Incentivi fiscali non confermati: L’art. 90 della l. n.388 del 23 dicembre 2000 esentava da
imposte, sino al 31 dicembre 2001 il trasferimento di beni, anche di immobili e di aziende, a
favore di fondazioni di diritto privato e di enti pubblici effettuato nell’ambito delle
sperimentazioni gestionali
Durata della sperimentazione: in alcune regioni (Piemonte) il termine è 5 anni più altri 5.
laddove la durata non è predefinita occorre valutare le esigenze di privati di ammortamento
degli investimenti.
Gestione del personale: in molte soluzioni il personale della struttura pubblica viene
comandato e affidato gestione del soggetto privato anche se l’amministrazione dello stesso è
regolata dal contratto pubblico e dalla ente pubblico di riferimento. Ne risultano aggravi di
costi in tema di previdenza, una diversità retributiva e contrattuale con il personale privato e
una difficoltà di gestione
Stabilizzazione delle sperimentazioni: rimane un elemento di forte incertezza per i soggetti
privati che hanno effettuato investimenti, per il pubblico che deve valutare le ipotesi di exit
del privato e la sua eventuale sostituzione
3. La falsa opportunità della concorrenza
Le forme para pubbliche rimangono nel sistema pubblico e sono sottoposte agli stessi
vincoli anche se assumono la forma di società di capitali o fondazioni
Le forme quasi private sembrano diventare meno attraenti per i soggetti privati rispetto
alle forme di outsourcing forte o selettivo, o rispetto alla soluzione privatistica in senso
stretto
L’outsourcing pone esigenze di sviluppo di competenze tecniche all’interno dei soggetti
pubblici e l’adozione di forme contrattuali più complesse e variabili a tutela del pubblico.
In generale i sistemi di valutazione e controllo sono maggiormente orientati alla
misurazione dell’efficienza piuttosto che incentivo dell’innovazione e alla diffusione di
soluzione best practice organizzative e gestionali
Sintesi
L’eterogeneità dei modelli e l’opportunità delle sperimentazioni
Esiste una elevata eterogeneità di modelli organizzativi anche all’interno di stesse soluzioni
giuridiche adottate, anche perché spesso si è fatto ricorso alle sperimentazioni per risolvere
problemi legati al territorio. Inoltre se un soggetto pubblico riesce ad essere ugualmente efficiente
il ricorso alla sperimentazione appare non necessario
La progressiva «riduzione degli spazi di manovra»
I numerosi provvedimenti normativi adottati dal 1992 hanno progressivamente regolato in
maniera più stringente le possibili scelte gestionali dei soggetti privati rendendo spesso poco
conveniente la loro partnership con il pubblico
La «falsa opportunità della concorrenza»
Appare ancora irrisolta l’esigenza di conciliare il rispetto dei principi di tutela della concorrenza
nella selezione del socio privato con l’obiettivo di coinvolgere nella gestione specifici partner
dotati di competenze particolari o da impegnare in progetti di innovazione non ancora chiari in
fase di avvio della sperimentazione
Conclusioni
A distanza di circa 20 anni
- è in discussione l‘attrattività delle sperimentazioni gestionali per imprenditori privati del
settore sanitario, soprattutto a causa dei progressivi vincoli normativi e della rigidità del
sistema di programmazione regionale
- I controlli sulle sperimentazioni effettuati dalla regioni sono differenziati e tendono a
coincidere con le procedure di accreditamento piuttosto che con la valutazione del grado di
innovazione gestionale raggiunto
- L’innovazione non può limitarsi solo al ricorso ad una forma giuridica diversa che combina
pubblico e privato
- L’efficienza gestionale non è prerogativa solo privata ma può essere perseguita anche da
management pubblico, senza il ricorso alle sperimentazioni
- Nella scelta del socio privato la tutela del principio di libera concorrenza non sempre si adatta
all’opportunità di coinvolgimento di soggetti dotati di specifiche competenze distintive.
- L’esigenza di tutelare il soggetto pubblico dal rischio gestionale «spinge» verso forme di
outsourcing piuttosto che di partnership