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SPRECOALIMENTARE
DEFINIZIONI DI SPRECO ALIMENTARELa definizione più comune di spreco alimentare quella di: “cibo acquistato e non consumato che finisce nella spazzatura”.
Ovviamente questa non è l’unica accezione, poiché, durante la catena agroindustriale vengono scartati prodotti alimentari ancora commestibili.
COMPORTAMENTI PER RIDURRE LO SPRECO ALIMENTARE
• le date di scadenza sono indicative
• cercare di acquistare solo ciò che si è in grado di consumare
• evitare di gettare il cibo solo perché avanza
• metodi di conservazione adatti all’alimento conservato
• promuovere campagne contro lo spreco alimentare
• last minute market
SPRECHI LUNGO LA FILIERAOgni fase della filiera agroalimentare si compone di diverse operazioni,agricole e industriali, in corrispondenza delle quali si verificano differentitipologie di perdite e sprechi.
Nel contesto odierno e a livello globale la filiera sta diventando sempre piùlunga e complessa: elementi quali le maggiori aspettative dei consumatori intermini di varietà e convenienza di scelta, la crescente porzione di popolazioneche si sposta dalle campagne ai centri urbani e il conseguente aumento delledistanze geografiche che separano il luogo della produzione da quello delconsumo, hanno reso sempre più complesse la struttura distributiva e l’offertaalimentare.
Allo stesso tempo, l’aumento della domanda di carne, frutta, verdura e altriprodotti facilmente deperibili fa aumentare il rischio che si verifichino perdite esprechi.
LE CAUSE DELLO SPRECO LUNGO LA FILIERANel novecento l’agricoltura, l’allevamento e l’industria alimentare (nei paesi piùsviluppati) causarono una scarsa disponibilità di generi alimentari.Vi fu anche un aumento del reddito medio che consentì all’ampia popolazionedi accedere a quantità e qualità maggiori di cibo.il fenomeno dell’urbanizzazione haconsentito tre punti fondamentali:
• aumento della filiera agroalimentare, necessario bisogno di trasporto,miglioramento delle infrastrutture di trasporto, immagazzinamento e vendita.
• variazione della dieta alimentare, aumento del reddito disponibile (Brasile,Russia, India e Cina), privilegio di carne, pesce, frutta e verdura.
• globalizzazione del commercio, diffusione del GDO ( grande distribuzioneorganizzata) nei paesi emergenti
DIFFERENZE TRA PAESI SVILUPPATI E PAESI IN VIA DI SVILUPPONei paesi poco sviluppati le tecniche di coltivazione non sono efficienti, i sistemi di immagazzinamento e conservazione inadeguati e le condizioni climatiche avverse, di conseguenza lo spreco alimentare avviene all’inizio della filiera.Nei paesi sviluppati lo spreco avviene durante la filiera e a prodotto finito.
MA L’ ITALIA QUANTO SPRECA?In Italia, il fenomeno degli sprechi alimentari è stato trascurato fino a poco tempo fa.
Un italiano ha a disposizione 3700 kcal oltre il doppio del fabbisogno energetico che provoca sovralimentazione o viene sprecato.
I dati dimostrano che vengono sprecati:
- il 35% dei prodotti freschi - il 19% di pane- il 16% di frutta e verdura